Scarlett Johansson in persona è la
protagonista dell’annuncio dei Marvel Studios che vedono finalmente
all’orizzonte l’arrivo di Black
Widow al cinema. Non si tratta solo del prossimo
appuntamento con il Marvel Universe, ma anche
dell’attesa storia dedicata interamente a uno dei personaggi
migliori e più amati del franchise.
Appuntamento il 9 luglio, nei cinema aperti e su Disney+ con accesso VIP.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
A seguito della chiusura delle sale
cinematografiche lo scorso ottobre, l’uscita di Freaks
Out, il nuovo e atteso film di Gabriele
Mainetti, è stata posticipata e adesso abbiamo una nuova
data: 28 ottobre 2021.
Questa data potrebbe indicare che il
film possa essere presentato alla prossima Mostra di Venezia,
oppure alla Festa di Roma, come accadde per Lo chiamavano
Jeeg Robot.
Nel cast di Freaks
Outprotagonisti sono
Aurora Giovinazzo,
Claudio Santamaria,
Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, con la
partecipazione di Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta,
Franz Rogowski.Freaks Out è
prodotto da Lucky
Red e Goon
Films con Rai Cinema, in
coproduzione con Gapfinders (Belgio).
Freaks Out, la trama
Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono
come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale
travolge Roma. Siamo nel ‘43, nel pieno del conflitto, e la città
eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e
loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di
fuga per tutti loro oltre oceano. I nostri quattro protagonisti
sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto,
senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale
e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, “a piede
libero” in una città in guerra.
Prima del 2014, i Guardiani della Galassia
erano forse i personaggi meno noti della Marvel. Tuttavia, dopo l’uscita del
primo film a loro dedicato (che all’epoca era considerato un vero e
proprio “rischio”), Star Lord & co. sono ufficialmente entrati
nel cuore di tutti i fan del MCU. Oggi, i Guardiani si collocano
tra i personaggi della Marvel più popolari al mondo.
Screen Rant ha raccolto 10 volte in cui hanno dimostrato di
essere i migliori eroi dell’universo condiviso:
La fuga dal Klyn
La prima volta che i
Guardiani si riuniscono come squadra è quando sono tutti rinchiusi
nel Kyln e decidono di scappare in modo da poter portare Orb
nell’Ovunque e dividersi la ricompensa.
A causa di un’incomprensione
relativa al piano di fuga, Groot esegue prima la fase finale, con
la squadra che deve quindi improvvisare. Ciò esemplifica quanto sia
fantastico il loro modo di lavorare insieme.
“Un branco di deficenti in
piedi che formano un cerchio.”
Ciò che inizialmente unisce
i Guardiani è l’enorme ricompensa che condivideranno dopo aver
venduto la Gemma del Potere. Tuttavia, diventano davvero una
squadra quando Quill li galvanizza per aiutare a salvare Xandar
dall’ira di Ronan l’Accusatore.
L’ultimo ad alzarsi in piedi e dimostrare la propria
solidarietà alla squadra è Rocket, che smorza il dramma del momento
dicendo: “Va bene, eccomi qua. Contenti? Così ci siamo tutti,
adesso. Un branco di deficente in piedi che formano un
cerchio.”
Il sacrifico di Groot
Durante la battaglia finale
del primo film dei Guardiani della Galassia, gli eroi riescono a
infiltrarsi nella nave di Ronan e ad abbatterla. Groot inizia a far
crescere i suoi rami per dare ai suoi nuovi amici un bozzolo che li
proteggerà dall’impatto dello schianto.
Rocket dice a Groot che non può farlo perché morirà, ma Groot
riassume con poche semplice (e commoventi) parole il motivo per cui
è felice di sacrificarsi per salvare gli altri Guardiani: “Noi…
siamo… Groot”.
Salvare Xandar… a passo di danza
Quando la nave di Ronan si
schianta su Xandar e il cattivo Kree si prepara a usare la Gemma
del Potere per distruggere l’intero pianeta, Quill lo distrae con
alcuni passi di danza sulle note di “O-o-h Child” dei Five
Stairsteps.
Mentre il Kree è distratto, Quill afferra la Gemma del Potere
e tutti gli altri Guardiani gli prendono la mano per aiutarlo a
sopportare il peso del suo immenso potere. Quill dice a un Ronan
sconcertato: “L’hai detto tu stesso, st****o! Siamo i Guardiani
della Galassia!”
Rocket, Groot e il detonatore
Nell’ultimo disperato tentativo da parte dei Guardiani di far
scomparire Ego e impedire il suo piano di espansione, gli eroi
decidono che l’unico modo per ucciderlo è far esplodere una bomba
all’interno del suo nucleo.
Ma
l’unico abbastanza piccolo da entrare nel nucleo e piazzare la
bomba è Baby Groot, che non riesce a capire quale pulsante dovrebbe
premere… non importa quante volte Rocket glielo spieghi.
“Non avresti dovuto uccidere
mia madre e schiacciare il mio walkman!”
Poco prima dell’atto finale
di Guardiani della Galassia Vol.
2, Ego rivela il suo piano malvagio a suo figlio, nella
speranza che si unisca a lui. Quill, ovviamente, rifiuta e decide
invece di affrontare difficoltà insormontabili e sfidare in un
combattimento il suo potentissimo padre biologico.
“The Chain” di Fleetwood
Mac accompagna la scena in cui Quill attinge alle sue emozioni per
trarre potere dal pianeta di Ego. A quel punto, dice semplicemente
al suo papà Celestiale: “Non avresti dovuto uccidere mia madre
e schiacciare il mio Walkman!”
Il sacrificio di Yondu
Quando Rocket sta per
lasciare il pianeta di Ego mentre Quill si trova ancora laggiù, dà
a Yondu l’unica tuta spaziale e, senza dire una parola, capisce il
sacrificio che sta per compiere.
Dopo
che Quill sconfigge Ego e accetta il suo destino, mentre il pianeta
si sgretola intorno a lui, Yondu si precipita per aiutarlo e
sacrifica la sua vita per salvare il figlio adottivo. Alla fine
dice a Peter: “Potrebbe essere stato tuo padre, ma non è mai
stato il tuo papà.”
Il funerale di Yondu
Subito dopo lo straziante sacrificio di Yondu, i Guardiani
organizzano il suo funerale. Spargono le sue ceneri nello spazio e
vengono raggiunti dagli altri gruppi di Ravager, venuti a rendergli
omaggio.Tra i momenti più
belli dell’intera sequenza, c’è sicuramente l’urlo appassionato di
Kraglin.
Quill cerca di sparare a Gamora
In Avengers: Infinity War, quando i
Guardiani si dirigono verso Ovunque per tenere la Gemma della
Realtà lontana da Thanos, Gamora fa promettere a Quill di ucciderla
se dovesse essere catturata dal Titano Pazzo, poiché non sarà più
in grado di mantenere segreta la posizione della Gemma
dell’Anima.
Quando arrivano su Ovunque e Gamora
viene prontamente catturata da Thanos, un Quill dal cuore spezzato
mantiene con riluttanza la sua promessa, ma alla fine Thanos
trasforma il fuoco del suo blaster in bolle di sapone.
Thor lascia la Terra con i Guardiani
C’erano una serie di grandi
team-up nell’ambizioso evento crossover Avengers: Infinity
War, ma il più allettante è stato quello di Thor che aspettava
di unirsi ai Guardiani della Galassia.
Chris Hemsworth ha dimostrato di
avere una chimica fantastica con il cast dei Guardiani. Quindi, è
stata una gioia quando è tornato insieme alla squadra in
Avengers: Endgame. Si è unito a loro,
sulla loro nave, mentre lasciavano la Terra dopo il funerale di
Tony Stark. Le battute di Thor e Quill su chi comanderà creano una
dinamica esilarante per l’attesissima apparizione dei Guardiani in
Thor: Love and Thunder.
Durante la presentazione dei
progetti Rai Cinema, è stato confermato che Diabolik
dei Manetti Bros arriverà al cinema il 16 dicembre
2021. A sorpresa, la produzione ha anche ufficializzato la messa in
cantiere di due sequel per il film, che andranno quindi a
costituire una trilogia.
Il film, adattamento
cinematografico delle avventure del personaggio creato da
Angela e Luciana Giussani, è diretto dai Manetti bros., scritto da Michelangelo
La Neve e Manetti bros., che hanno
firmato anche il soggetto insieme a Mario
Gomboli.
Oltre a Luca Marinelli, Miriam
Leone e Valerio Mastandrea, nel
cast anche Alessandro Roia,Serena Rossi, Claudia Gerini, Roberto Citran.
DIABOLIK è una produzione Mompracem con Rai
Cinema, prodotto da Carlo
Macchitella e Manetti bros., in
associazione con Astorina, con il sostegno
di Emilia – Romagna Film Commission,Friuli Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Vallee D’Aoste, distribuito
da 01 Distribution.
L’attrice Serena
Rossi condurrà le serate di apertura e di chiusura della
78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, diretta da Alberto Barbera.
Serena Rossi aprirà la 78. Mostra di Venezia nella serata di
mercoledì 1 settembre 2021, sul palco della Sala Grande (Palazzo
del Cinema al Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione,
e guiderà la cerimonia di chiusura sabato 11 settembre, in
occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi
ufficiali della 78. Mostra.
Serena Rossi nasce a Napoli il 31 agosto del 1985. A 16 anni
debutta in teatro con “C’era una volta… Scugnizzi”, il musical di
successo scritto da Claudio Mattone ed Enrico Vaime. La notorietà
arriva nel 2002 con “Un Posto al Sole” e negli anni a seguire con
numerose serie di successo per Rai e Mediaset come “Il Commissario
Montalbano”, “Il clan dei camorristi”, “Sant’Agostino”, “Adriano
Olivetti”, “Che Dio ci Aiuti”, “L’ispettore Coliandro”.
Ritorna in teatro con il ruolo di Rosetta in “Rugantino” di Garinei
e Giovannini, commedia musicale con la quale dal Teatro Sistina
approda al New York City Center di Broadway.
Sul grande schermo è protagonista della fortunata pellicola dei
Manetti Bros “Song ‘e Napule” (2012) e delle commedie “Al Posto
Tuo”, “Troppo Napoletano” e “Caccia al tesoro”.
Alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è
in concorso con “Ammore e Malavita” dei Manetti Bros, per la cui
interpretazione vince un David di Donatello, un Nastro d’Argento e
un Ciak d’Oro.
“Brave Ragazze” di Michela Andreozzi e “7 ore per farti innamorare”
di Giampaolo Morelli le valgono la candidatura ai Nastri d’Argento
come migliore attrice protagonista di commedia nel 2020 e al Ciak
d’Oro come miglior attrice protagonista. Nello stesso anno è
protagonista in “Lasciami andare” di Stefano Mordini, che viene
presentato alla 77. Mostra di Venezia.
Dopo l’uscita in streaming de “La tristezza ha il sonno leggero” di
Marco Mario de Notaris, è in attesa di presentare in sala
l’attesissimo “Diabolik” dei Manetti Bros.
E’ nei panni di Mia Martini nel film “Io sono Mia” di Riccardo
Donna, presentato al Festival di Sanremo, che Serena raggiunge la
definitiva consacrazione di attrice e cantante, con la vittoria di
un Nastro d’Argento Speciale e una candidatura come migliore
attrice protagonista al Ciak d’Oro.
Nel 2021 è diretta da Tiziana Aristarco in “Mina Settembre”, serie
di Raiuno record d’ascolti, liberamente ispirata ai racconti di
Maurizio de Giovanni.
In veste di doppiatrice presta la sua voce a vari personaggi Walt
Disney: è la principessa Anna della saga di “Frozen”, è Cenerentola
in “Into the Woods” ed è la voce cantata di Emily Blunt ne “Il
ritorno di Mary Poppins”.
La musica è una costante nella carriera artistica di Serena Rossi e
ha un ruolo determinante nell’ambito delle sue capacità.
È per questa sua passione e questo suo talento che, giovanissima,
incide due album per approdare nel 2014 al programma di Rai 1 “Tale
e Quale Show”, condotto da Carlo Conti, vincendo per 2 anni di
seguito.
Inizia da quel momento anche una carriera di conduttrice
televisiva: da “Celebration”, “Da qui a un anno” a “Cinepop”
fino al programma “Canzone Segreta”.
Malcolm Spellman,
lo showrunner di The Falcon and the Winter Soldier, ha
anticipato che presto verranno annunciati diversi nuovi film del
MCU. Ora che la serie Disney+ è ufficialmente terminata, i
fan dell’Universo Cinematografico Marvel sono totalmente concentrati
su ciò che avverrà in futuro.
Nonostante Kevin Feige abbia
confermato che attualmente ci sono in sviluppo anche Blade,
Fantastic 4 e Guardiani della Galassia Vol.
3, pare che ci sono in lavorazione anche altri
progetti che non sono ancora stati annunciati ufficialmente. Questo
è ciò che ha lasciato intendere proprio Spellman durante una
recente intervista con
Murphys’ Multiverse.
Ad un certo punto, lo showrunner ha
detto che i fan, in realtà, non sono davvero a conoscenza di ciò
che la Marvel sta pianificando, poiché ci
sono una serie di film che non sono stati ancora annunciati e che
stravolgeranno totalmente le loro aspettative in merito a ciò che
accadrà in futuro nel MCU. “Sono rimasto sorpreso dal
fatto che, in realtà, siano stati annunciati pochi film Marvel rispetto a quanti ne
arriveranno”, ha rivelato Spellman. “A mano a mano che
questi progetti verranno annunciati, le cose per i fan diventeranno
sempre più chiare.”
Le dichiarazioni dello showrunner
arrivano a pochi giorni dalla conferma del suo coinvolgimento in
Captain America 4, il quarto capitolo del
franchise dedicato all’eroe a stelle e strisce che Spellman
scriverà insieme a Dalan Musson (tra gli
sceneggiatori di
The Falcon and the Winter Soldier). Tuttavia, non ha
confermato se la notizia sia vera o meno, così come ha fatto di
recente Anthony Mackie, che ha specificato di non
sapere nulla in merito al progetto. Ad ogni modo, tale segretezza
potrebbe semplicemente dipendere dal fatto che né Spellman né
Mackie siano autorizzati a parlare del nuovo film.
Gli Eterni è forse uno
dei prossimi progetti dei Marvel Studios (se non IL progetto!) più
attesi di sempre. Da una parte abbiamo la regista Chloé
Zhao (fresca di Oscar per
Nomadland) e un cast che include attori del
calibro di Angelina
Jolie e Salma Hayek;
dall’altra, invece, c’è l’ingresso di un’enorme quantità di nuovi
personaggi nel MCU e una storia che – come
confermato dallo stesso Kevin Feige – coprirà un
arco temporale lungo oltre 7.000 anni.
Ovviamente, proprio a causa del
fatto che Gli
Eterni vedrà alternarsi in scena una vasta
carrellata di personaggi, molti fan si chiedono chi sarà
effettivamente il vero protagonista della storia. Ebbene, in una
recente intervista con
Variety, è stato proprio il presidente dei Marvel Studios a parlare del grande
ensemble del film, spiegando che se c’è un personaggio che deve
essere considerato il protagonista assoluto, quello è Sersi di
Gemma Chan.
“C’erano alcuni personaggi
maschili che abbiamo reso femminili”, ha spiegato Feige.
“C’erano alcuni personaggi che stavamo cambiando rispetto ai
fumetti, ma ne eravamo consapevoli. È una scelta dipesa anche molto
dal casting. Per Sersi, ad esempio, che è la vera protagonista
della storia, abbiamo pensato a qualsiasi tipo di donna per quel
ruolo. Ma alla fine Gemma era la migliore. E per fortunata ha
dimostrato di essere davvero una volta che il film è stato
completato.”
Secondo
la descrizione dei personaggi emersa alcuni mesi fa, Sersi è
l’Eterno con un’affinità per l’umanità. È tanto felice di lavorare
come curatrice di un museo quanto di salvare gli esseri umani dalla
minaccia dei Devianti. Ha la capacità di manipolare la materia,
cambiando la composizione di qualsiasi materiale non senziente che
tocca. È anche innamorata di Ikaris (Richard
Madden) da secoli e lo aiuta a reclutare gli Eterni
per un’ultima missione.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri
superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e
i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come
Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore
tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi,
eroina che ama muoversi tra gli umani.
The Suicide
Squad di James Gunn è uno dei titoli più attesi
del 2021, non solo perché il film riporterà sul grande schermo la
Task Force X, tra vecchi e nuovi personaggi, dopo il modesto
tentativo del 2016 ad opera di David Ayer, ma anche – e soprattutto – perché
i fan non vedono l’ora di scoprire come lo stile irriverente e
coloratissimo di Gunn si sia adattato alla proprietà DC.
Naturalmente, la trama del film
promette un gran numero di colpi di scena, con lo stesso James Gunn che non ha mai fatto mistero
delle varie morti che si susseguiranno sul grande schermo. È ormai
da tempo che i fan stanno provando ad indovinare quali saranno i
personaggi che non sopravviveranno nel film, anche se probabilmente
è qualcosa che non verrà mai rivelato e che scopriremo soltanto
durante la visione del film (come forse è giusto che sia!).
Ora, in un recente intervista con
Total Film, Gunn ha spiegato che la Warner Bros. gli ha dato
assoluta carta bianca in merito al cast e ai personaggi,
permettendogli di riportare chiunque volesse dal film del 2016.
Inoltre, il regista ha rivelato che lo studio è stato d’accordo con
la sua visione della storia fin dall’inizio, permettendogli anche
di uccidere qualsiasi personaggio volesse.
“Mi hanno detto che avrei potuto
tenere tutti i personaggi o uccidere chi volevo”, ha spiegato
James Gunn. “Potevo assemblare una squadra
completamente nuova – cosa che ho considerato – e hanno detto:
‘Puoi uccidere chiunque’. La Warner era più o meno d’accordo con la
storia sin dall’inizio. Sostanzialmente, per loro la storia andava
bene sin dall’inizio del mio coinvolgimento nel progetto. Si sono
fidati molto di me durante tutto il processo. La cosa mi ha in
parte spaventato, perché questo film mi rappresenta al 100%.
Quindi, non ci sarà nessuno da incolpare se qualcosa dovesse andare
storto, soltanto me stesso!”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
In occasione della Festa dei
Lavoratori, dal Primo Maggio la piattaforma Nexo+ si
arricchirà ulteriormente grazie a una nuova speciale
collaborazione, quella con L’ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL
MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO, che ebbe come suo primo
Presidente proprio Cesare Zavattini, uno dei padri
del neorealismo italiano ma anche instancabile
sostenitore del cinema come straordinario e irriverente
strumento di conoscenza del reale.
Tra le sue specificità, infatti, la
piattaforma on demand Nexo+ vede la collaborazione con alcuni dei
più importanti editori, produttori, scuole di scrittura,
festival. Si tratta della sezione denominata
Costellazioni, canali dedicati pensati come mappe
per orientarsi nel cielo, tra le stelle più luminose e i percorsi
più preziosi, che spesso sono i meno battuti. Dal Primo maggio,
L’ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO arriverà
così su Nexo+ con una sua Costellazione, composta al suo
debutto da 26 titoli(elenco in
allegato), con documentari e film di Bernardo
Bertolucci, Giuseppe Bertolucci, Alessandra
Bocchetti, Antonello Branca, Basilio Franchina, Ansano Giannarelli,
Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani, Ennio Lorenzini, cecilia Mangini,
Annabella Miscuglio, Vittorio Nevano, Glauco Pellegrini, Luigi
Perelli, Elio Petri, Gillo Pontecorvo, Ettore Scola, Gian Maria
Volonté.
Tra le perle si aggiungerà, in
anteprima esclusiva su Nexo+, anche Cent’anni dopo. Un film
sul PCI, il documentario di Monica Maurer prodotto da
AAMOD con il sostegno della Fondazione Enrico Berlinguer e ancora
inedito per l’Archivio, dedicato ai 100 anni del PCI: una lunga
intervista ad Aldo Tortorella arricchita da
rare immagini di
repertorio.
La Fondazione Archivio Audiovisivo
del Movimento Operaio e Democratico, nata alla fine degli anni
Settanta del Novecento, svolge la sua attività nel campo degli
audiovisivi per favorire la costruzione e la diffusione delle
storie e delle memorie collettive dei movimenti sociali e dei loro
protagonisti. Da sempre impegnata nella ricerca, raccolta,
produzione, conservazione di documenti audio-visivi storici, di
repertorio, di attualità, di ricostruzione narrativa, e nella
promozione della loro conoscenza, studio, analisi ed elaborazione
per nuovi usi e riusi, la Fondazione organizza ricerche e studi,
convegni, seminari, rassegne e mostre su temi riguardanti la storia
e la società, il rapporto tra cinema, immaginario e memoria, e cura
pubblicazioni specializzate.
Di particolare rilievo le iniziative
legate al progetto “UnArchive” (termine mutuato dal linguaggio
informatico, letteralmente “de-archiviare”), che indica il filo
rosso di diverse attività promosse dalla Fondazione AAMOD e volte
al riuso del cinema d’archivio come materia cinematografica viva,
capace di produrre significati nuovi e ulteriori in relazione a
concezione filmiche diverse da quelle originarie. Una
“piattaforma”, che ospita iniziative diverse come, ad esempio, il
“Premio Zavattini” giunto alla sua VI edizione e la Residenza
Artistica “Suoni e visioni”.
Accanto alla Costellazione
di AAMOD su Nexo+ sono sempre presenti, incluse nell’abbonamento,
quelle di Elisabetta Sgarbi, Far East Film Festival, Feltrinelli
Real Cinema e Scuola Holden.
La piattaforma Nexo+ è un
progetto Nexo Digital sostenuto dai media partner Radio
DEEJAY, Radio Capital,Rockol.it, Classic Voice,
Danza&Danza, ARTE.it.
Celebre attrice, conduttrice e
modella di origini spagnole, Vanessa Incontrada ha
trovato in Italia la sua fortuna, distinguendosi tanto al cinema
quanto in televisione. Nota per la sua simpatia, la Incontrada è ad
oggi una delle più apprezzate donne di spettacolo del panorama
nazionale, e non manca di riaffermarsi continuamente grazie ai suoi
ruoli. Ecco 10 cose che non sai di Vanessa
Incontrada.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Vanessa Incontrada: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in note
commedie italiane. Per l’attrice il debutto
cinematografico avviene nel 2003, quando prende parte a Il
cuore altrove, dove recita accanto a Neri
Marcorè. Successivamente fa parte del cast dei film
A/R Andata + Ritorno (2004), Quale amore (2006),
La cena per farli conoscere (2007), Tutte le donne
della mia vita (2007), con Luca
Zingaretti e Michela
Cescon, Aspettando il sole (2009), con
Raoul Bova e Claudio
Santamaria, Mi rifaccio
vivo (2013), di Sergio
Rubini,Ti sposo ma non troppo (2014),
Tutte lo vogliono (2015) e Non c’è campo (2017).
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Nel corso degli anni l’attrice ha accresciuto
la propria popolarità grazie a prodotti televisivi come Un
paradiso per due (2010), Caruso – La voce dell’amore
(2012), Benvenuti a tavola 2 – Nord vs Sud (2012),
Un’altra vita (2014), Angeli – Una storia d’amore
(2014), Non dirlo al mio capo (2016-2018),
Scomparsa (2017), Il capitano Maria (2018), I
nostri figli (2018) e Come una madre (2020).
8. Ha condotto popolari
programmi televisivi. La Incontrada è particolarmente nota
anche come conduttrice televisiva. Dopo aver ricoperto tale ruolo
per programmi come Super (1998-2000), Nonsolomoda
(2001-2002) e Sanremo Giovani (2001), diventa celebre per
la conduzione del programma comico Zelig (2004-2010),
insieme a Claudio
Bisio. Negli anni successivi ha partecipato anche
programmi come Festivalbar (2005), Music Awards
(2009-2012), Italia’s Got Talent (2015) e 20 anni che
siamo italiani (2019). Nel 2021 sarà protagonista del film
OSTAGGI di Eleonora Ivone e nel film SPOSA IN
ROSSO di Gianni Costantino
Vanessa Incontrada è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,9 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere sue foto in
momenti di svago o dei luoghi visati. Non mancano poi fotografie
realizzate per servizi di moda o riviste, e in ultimo sono presenti
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Vanessa Incontrada e Rossano
Laurini
6. Vive una lunga relazione
sentimentale. Dal 2007 l’attrice è legata sentimentalmente
all’imprenditore Rossano Laurini, con il quale nel
2008 ha avuto anche un figlio. La coppia ha negli anni
dimostrato di tenere in modo particolare alla propria riservatezza,
evitando per tanto di attirare su di sé i riflettori del
gossip.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Vanessa Incontrada: il suo
monologo
5. Ha riscosso grande
successo con il suo monologo. Durante il programma 20
anni che siamo italiani, l’attrice ha portato in scena un
monologo particolarmente personale, indirizzandolo a tutti coloro
che non si sentono adeguati. L’attrice ha infatti parlato di come
la perfezione non esista, e tutti abbiamo il diritto a sentirsi
bene così come sono.
Vanessa Incontrada ad Amici
4. Fa parte della giuria del
noto programma. A partire dal 2020 l’attrice fa parte
della giuria del programma condotto da Maria De
Filippi su Canale 5. Con la sua esperienza di attrice e
showgirl, la Incontrada si occupa di giudicare i talentuosi giovani
che partecipano al programma, con lo scopo di individuare il
migliore tra loro.
Vanessa Incontrada conduce
Zelig
3. Ha condotto sei edizioni
del programma. La conduzione di Zelig ha permesso
all’attrice di consacrare la propria popolarità, entrando nelle
case degli italiani e conquistando il loro affetto. Grazie al
successo riscosso, la Incontrada è stata riconfermata per ben sei
edizioni alla conduzione del programma.
2. Ha abbandonato
laconduzione. Quella del 2010 è l’ultima
edizione che l’attrice conduce. Recentemente ha motivato la scelta
di non ricoprire ulteriormente il ruolo, dichiarando che negli
ultimi tempi i suoi colleghi si erano dimostrati poco comprensivi
nei confronti delle sue necessità, specialmente in seguito alla
nascita del figlio, portandola così a prendere la decisione di non
condurre ulteriormente il programma.
Vanessa Incontrada: età e
altezza
1. Vanessa Incontrada è nata
a Barcellona, in Spagna, il 24 novembre 1978. L’attrice è
alta complessivamente 170 centimetri.
Il prossimo 18 giugno arriverà in
esclusiva su Disney+Luca,
il nuovo film d’animazione Disney e Pixar ambientato nella città di
mare italiana Portorosso. Fin dall’uscita del teaser trailer, su
Twitter molti utenti hanno iniziato a parlare di una certa
somiglianza tra il film e Chiamami col tuo nome,
mostrando addirittura foto che confrontavano il personaggio di Luca
con quello di Elio (Timothée Chalamet) e quello di
Alberto con quello di Oliver (Armie Hammer).
Ora, in una recente intervista con
ET Canada, è stato proprio Enrico Casarosa,
regista di Luca, a rispondere alla teoria dei fan in merito alla
somiglianza tra il suo e la pellicola di Luca
Guadagnino tratta dall’omonimo romanzo di André
Aciman. Nello specifico, Casarosa ha spiegato: “Non è
mai stato nei nostri piani. La relazione tra i due personaggi, nel
mio film, riguarda l’amicizia e la crescita in un mondo
pre-pubertà.”
Casarosa ha continuato spiegando che
il film è stato ispirato esclusivamente dalla sua infanzia e dai
tempi trascorsi alle Cinque Terre, in Italia, con il suo amico
Alberto, relazione che spesso aveva causato dei problemi ai due.
Tuttavia, in Luca il
rapporto tra i due personaggi sarà esclusivamente platonico e non
avrà una connotazione romantica. “Questo film parla di un tipo
molto speciale di amicizia, quella che si instaura tra persone che
sono molto diverse tra loro. Parla di quelle amicizie che si
obbligano alle sfide. Sarà un grande viaggio tra gli alti e bassi
che accadono in ogni rapporto d’amicizia.”
La sinossi ufficiale di Luca
Ambientato in una splendida città di
mare della Riviera italiana, Luca
è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di
crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da
gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste
avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento
è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro
mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Zack Snyder’s Justice
League è un’impresa, più che un film. Rappresenta lo
sforzo creativo di un singolo ma anche la volontà di non arrendersi
di fronte a delle difficoltà che sembrano insormontabili, che siano
le differenze creative e la sfiducia dello Studio che fino a poco
prima aveva puntato tutto su di te, oppure un lutto tremendo che
riposiziona le priorità della vita. Zack Snyder,
forse anche grazie al sostegno dei fan, è riuscito a realizzare la
sua visione, che gli italiani possono vedere e rivedere grazie a
NOW e in
qualche modo ridisegna la storia dell’autorialità al cinema,
confermandosi appartenente a quella categoria inventata da Francois
Truffaut tanti anni or sono.
Il risultato di questo sforzo, lo
sappiamo, è un film di quattro ore, un risultato epico e
coinvolgente, assolutamente fedele ad una visione e motivo di
grande gioia per i fan di Snyder, del suo Batman anziano, del suo
Flash buffone, del suo Superman titubante, della sua Wonder Woman divina. Proprio per la lunghezza
importante del film, di seguito consigliamo i 10 momenti che
maggiormente sono rimasti nell’immaginazione dello spettatore, i
momenti migliori di Zack Snyder’s Justice League.
Il film è disponibili anche on demand su Sky.
L’eco della morte di Superman si
diffonde su tutta la Terra in Zack Snyder’s Justice
League
La scena di apertura di
Zack Snyder’s Justice League contiene una potenza
drammatica importantissima. Siamo messi di fronte agli eventi che
chiudono
Batman v Superman: Dawn of Justice. Superman, dopo aver
detto a Lois che lei è tutto il suo mondo, capisce che l’unica
soluzione per salvare quel mondo che lo ha accolto e che lui ama è
quella di sacrificarsi per abbattere
Doomsday. Armato di lancia di Kryptonite, si scaglia verso
il mostro creato da
Lex Luthor e lo trafigge, venendo trafitto a sua
volta.
L’urlo di Clark, l’urlo di Superman
che muore per salvare la Terra si espande lungo tutto il pianeta.
Da Metropolis, a Gotham City, passando per Central City, fino ad
arrivare nelle profondità degli abissi, ad Atlantide, e all’isola
paradiso di Themyscira. Il più grande difensore della Terra si è
sacrificato per tutti.
Wonder Woman scopre Darkseid
La Wonder Woman di
Gal Gadot è forse la cosa migliore che l’universo DC
al cinema abbia mai prodotto, e questo indipendentemente dai film
che l’hanno vista protagonista assoluta. Non è solo una questione
di bellezza indiscutibile dell’attrice israeliana, ma anche di
presenza scenica, di fisicità, di carisma e di un volto che riesce
ad esprimere severità, forza e dolcezza nello spazio di pochi
secondi. Non è quindi un mistero che tutte le sue scene siano
meravigliose ed emozionanti.
Quella che però abbiamo scelto in
questo caso è quella che la vede alle prese con uno scavo
archeologico in Grecia, nel momento in cui scopre la minaccia di
Darkseid, grazie all’aiuto delle sue sorelle Amazzoni che hanno
appena affrontato
Steppenwolf. Diana, in completo bianco elegantissimo, sfoggia
un superhero-landing da manuale, in tacchi a spillo, e poi si
addentra nello scavo con padronanza e circospezione, fino a
scoprire le incisioni sulle pareti che annunciano l’arrivo della
minaccia Darkseid. Mistero, eroismo e bellezza in pochissimi
gesti.
Battaglia di Atlantide
Il personaggio di Arthur
Curry/Aquaman è quello che forse esce più penalizzato da
questa avventura di gruppo. Sebbene
Jason Momoa si sia rivelato un buon re di Atlantide
(in fieri), il film non gli concede molto spazio, ma non per questo
il suo personaggio non è rilevante. Anzi, proprio il suo regno
custodisce una delle scatole madri e proprio lì si svolge una delle
sequenze di combattimento migliori del film.
Steppenwolf arriva nel regno di Re
Orm e subito attacca gli Atlantidei che sorvegliano la scatola.
Mera fa di tutto per proteggere il prezioso oggetto, sfoderando
tutto il suo potere, ma l’ufficiale di Darkseid è troppo potente
per lei. Proprio quando sta per soccombere sotto la sua scure,
Arthur arriva in suo soccorso con lo scintillante tridente. Ma a
poco serve il suo intervento, pur salvando la vita della bella
Mera, l’eroe soccombe e Steppenwolf porta via con sé la scatola
madre.
https://youtu.be/t7Uv41jEHeM
Squadra decide di risuscitare
Superman
Si tratta di una scena
molto breve ma significativa perché in essa ognuno dei 5 membri
della squadra rivela la sua indole e la sua funzione all’interno
della formazione. La scena si apre con Cyborg, quello che sa le
cose, che spiega qual è la natura della scatola madre, qual è il
suo potere, ovvero quello del cambiamento: “Se bruci una casa, le
particelle esistono ancora, particelle di casa sono diventate
particelle di fumo”. Da qui l’intuizione di Diana, il cervello, il
collante del gruppo: “Chiunque con un fiammifero può trasformare
una casa in fumo”. “Metterlo nella scatola…” dice Arthur, il
compagno leale, la spalla su cui si può sempre contare nella
mischia, guardando la scatola madre e riferendosi a quel fumo. “…
trasforma quel fumo di nuovo nella casa” conclude Bruce, il leader.
“So che stiamo pensando la stessa cosa adesso. Chi lo dirà? Io
non lo dirò.” Conclude Barry, ironico e chiacchierone. A
questo punto, Cyborg proietta un ologramma di Superman che spicca
il volo, mentre il tema di Hans Zimmer da L’Uomo d’Acciaio
conferisce eticità e potenza all’intera scena, una panoramica a
360°, che inquadra insieme, senza stacchi, i volti dei 5 eroi,
pronti a tutto per riportare indietro il migliore di loro.
https://youtu.be/rOK3uux82M0
Alfred
Lo abbiamo conosciuto in
Batman v Superman: Dawn of Justice e lo abbiamo amato dal
primo momento. Con buona pace dell’ottimo
Michael Caine e ancora prima di Michael Gough,
Jeremy Irons conferisce al maggiordomo di Batman non
solo il suo valore paterno e famigliare, ruolo che svolge con
grande dedizione perso il Padron Bruce, ma aggiunge al personaggio
una forza strisciante, un carisma, una brillantezza che mai aveva
avuto prima. Non a caso, nella scena in cui Batman porta per la
prima volta la squadra nella Bat-Caverna, lo presenta a tutti
dicendo: “Lui è Alfred, lavoro per lui”.
L’Alfred di Irons è sì, un padre
putativo, la famiglia che Bruce non ha più, ma è anche un
consigliere duro, severo, è un genio ingegneristico, è un saggio, è
un esperto nell’arte di preparare il te, un signore elegante e a
suo modo seducente, un galantuomo che dà l’impressione di poter
usare anche la forza bruta, se necessario. Soprattutto è la bussola
morale di Bruce, la spinta vitale del Batman stanco interpretato da
Ben Affleck.
Superman spicca il volo
Sappiamo che la squadra
decide di riportare in vita Superman con il potere della scatola
madre. Sappiamo che Bruce dice: “Siamo in sei, non in
cinque”. Sappiamo che la presenza di Superman farà la
differenza contro Steppenwolf. Ma non eravamo pronti all’epicità
che Snyder ha regalato alla rinascita di Superman. Non ci riferiamo
allo scontro ai piedi del monumento a lui dedicato, quando un
intontito Clark si scaglia contro la Justice League, ma a quando lo
stesso Clark, con le idee più chiare, torna sulla sua nave
kryptoniana nei ghiacci e indossa, finalmente, il costume nero.
Sentiamo in sottofondo la voce di
Jor-El e quella di Jonathan, vediamo Superman prepararsi a spiccare
il volo, lo seguiamo librarsi oltre l’atmosfera, alla ricerca del
sole, la sua fonte di energia, lo osserviamo, ammirati, ricaricarsi
al sole, con le braccia aperte ad accoglierne i raggi. L’eroe che
si è sacrificato per noi torna in vita e ascende al cielo. Ci
avevano già detto che Superman era una figura cristologia, Snyder
ce lo racconta per immagini ed emozioni.
https://www.youtube.com/watch?v=4gDIs6zVKlg
Cyborg aiuta la madre single
Cancellato quasi
completamente dalla versione cinematografica di Joss Whedon, Cyborg
è effettivamente il cuore della Snyder Cut. Lui conosce le scatole,
sa come si comportano, conosce il suo nemico ed ha un potere a dir
poco illimitato, in un mondo completamente informatizzato. La scena
che però lo definisce come eroe è quella in cui mostra la sua bontà
d’animo. Si tratta di un passaggio obbligato per ogni personaggio,
dei fumetti e non, che acquisisce delle abilità superiori:
scegliere in che modo utilizzare queste abilità. Succede a
Spider-Man, succede allo stesso Superman, e Zack Snyder ci mostra
in che modo succede a Cyborg.
Avendo accesso a tutte le linee e i
sistemi informatici del pianeta, dai conti bancari al circuito
delle telecamere in strada, Victor assiste alla parabola
disgraziata di una madre single: la donna lavora in un diner, ha un
figlio che accudisce con amore, ma è molto povera, nonostante
questo regala le sue mance ai mendicanti. Quando il suo
appartamento viene pignorato, Cyborg altera il sistema bancario per
riempire di soldi il conto della donna. Cyborg sceglie di fare un
gesto eroico silenzioso, guardando ai piccoli e agli ultimi, un
gesto che non gli dà alcuna gloria, ma che fa la differenza di una
povera donna e di suo figlio.
Flashpoint
Si tratta forse del momento
più sorprendente dell’intero film, quello che nessuno si aspettava
e che ha regalato al Barry Allen di
Ezra Miller l’ufficiale investitura a Velocista
Scarlatto.
Justice League del 2017 aveva ridotto il personaggio di Barry a
un comic relief. Zack Snyder invece, pur mantenendo l’aspetto
divertente del personaggio, affidandogli diverse battute e scambi
comici con l’impassibile Victor Stone, gli ha affidato anche il
compito vero di salvare il mondo, riportando indietro il tempo
nella scena che ormai tutti identificano con il nome di
Flashpoint.
Durante la battaglia finale, quando
un parademone colpisce Barry, il piano di Cyborg per impedire la
fusione delle scatole madri va in fumo, Darkseid arriva sulla Terra
e spazza via tutto, vediamo distintamente i corpi di Superman e di
Cyborg che si disgregano. Ma Flash guarisce in fretta e appena la
sua ferita di rimargina, comincia a correre, così veloce da mandare
il tempo indietro: “Il futuro diventa il passato, è tutto
adesso”, dice Barry, correndo, pensando al padre ingiustamente
in prigione, pensando ai suoi amici, alla Terra da salvare. La slow
motion di Snyder, che è suo cifra stilistica distintiva e che
genera tanta ilarità sia nei fan che nei detrattori, contribuisce
ad aggiungere emozione ad una scena fondamentale, non solo per il
futuro del personaggio, ma anche per l’esito della battaglia.
Tornando indietro nel tempo, Flash riesce ad attuare il piano di
Cyborg e a impedire l’arrivo di Darkseid, così Wonder Woman,
Superman e Aquaman riescono a sconfiggere Steppenwolf, con un
ottimo gioco di squadra.
Padre due volte
Nell’epilogo di
Zack Snyder’s Justice League scopriamo che un
altro personaggio, marginale nella versione del 2017, diventa
fondamentale nella lettura di Snyder. Si tratta di Silas Stone, il
papà di Victor, che lo ha salvato grazie al potere della scatola.
Il messaggio postumo che Victor ascolta è la perfetta conclusione
del viaggio, è ciò che Snyder vuole dire agli spettatori, è una
considerazione sui mali del mondo e su ciò che ci serve a
superarli, ma è anche, azzardiamo, un messaggio che Snyder rivolge
a se stesso, a quella figlia perduta per sempre, a quel lutto nero
e terribile che il regista ha affrontato, ad un periodo nella sua
vita che ha cambiato sicuramente l’uomo, ma ha cambiato anche
l’artista, il regista.
Silas è due volte padre di Victor,
gli ha dato la vita, ma lo ha anche aggiustato, regalandogli
un’altra vita più straordinaria ancora. Allo stesso modo Snyder è
due volte padre, padre di una ragazza che purtroppo non tornerà,
padre di un immaginario che tutto il mondo ha desiderato e che lui
ha voluto dedicare proprio a lei, a Autumn.
Knightmare in Zack
Snyder’s Justice League
Chiude questo elenco del
migliori momenti di Zack Snyder’s Justice
League il
Knightmare, ovvero la sequenza dell’incubo di Bruce
(l’incubo del Cavaliere, a voler tradurre letteralmente). In un
mondo post-apocalittico, in cui Darkseid ha compiuto il suo piano
di conquista e distruzione della Terra, uno sparuto gruppo di eroi
si allea per contrastare Superman, diventato cattivo a seguito
della morte di Lois. Batman, Cyborg, Deathstroke, Mera e Flash
incontrano Joker che sfida l’Uomo Pipistrello in un confronto
dialettico ad alta tensione.
La scena mostra in piccolo quelli
che erano i piani di Zack Snyder, probabilmente, forse un succoso
boccone per i fan, ma comunque un progetto che non vedremo perché
la Warner Bors ha dichiarato che nemmeno su HBO Max ci sarà spazio
per la visione completa del regista. Se pure non vedremo mai al
cinema o in tv lo Snyderverse, potremo sempre vedere, ogni volta
che vorremo, la Zack Snyder’s Justice Leaguet su
NOW.
Il film è disponibili anche on demand su Sky.
Nell’episodio cinque di The Falcon and the Winter Soldier,
assolutamente a sorpresa l’attrice Julia Louis
Dreyfs ha fatto il suo debutto nel MCU nei panni della Contessa Valentina Allegra de Fontaine. La
controparte fumettistica del misterioso personaggio ha una serie di
legami non solo con lo SHIELD, ma anche con l’HYDRA e con
l’organizzazione terroristica Leviathan.
Anche se nell’ultimo episodio della
serie con Anthony Mackie e Sebastian Stan l’abbiamo vista “trasformare”
John Walker in U.S. Agent, ad oggi non sappiamo ancora quale sia il
suo obiettivo (forse mettere insieme gli Oscuri Vendicatori?). Da
quando la serie si è conclusa, i fan continuano a chiedersi
in quale nuovo progetto del MCU rivedremo la Contessa. Ebbene,
in una recente intervista con
The Playlist, la regista di
The Falcon and the Winter Soldier Kari
Skogland sembra aver fornito un prezioso indizio in tal
senso.
La regista, infatti, sembra aver
confermato che, in origine, la Contessa avrebbe dovuto fare il suo
debutto sul grande schermo in Black Widow, l’atteso
cinecomic con Scarlett
Johansson che arriverà nelle sale e su Disney+ con Accesso Vip dal 9 luglio,
rivelando che lei e Cate Shortland (regista di
Black Widow)
hanno più volte parlato del personaggio.
La Contessa de Fontaine avrà un ruolo in Black Widow?
La domanda, a questo punto, sorge
spontanea: la Contessa Valentina Allegra de Fontaine sarà comunque
presente in Black Widow, o a causa dello
stravolgimento del calendario delle uscite Marvel sono state apportate delle
modifiche alla storia del film e, di conseguenza, ad una sua
eventuale presenza? Probabilmente, lo scopriremo soltanto una volta
che avremo finalmente la possibilità di vedere l’attesissimo
cinecomic…
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Ewan McGregor tornerà a vestire i panni di
Obi-Wan Kenobi nell’omonima serie di Star Wars che debutterà prossimamente su Disney+. L’ultima volta che l’attore ha
interpretato il Maestro Jedi è stato ne La Vendetta dei Sith del 2005, il capitolo
finale della trilogia prequel.
Ora, in una lunga intervista con
The Hollywood Reporter, McGregor ha parlato della sua
esperienza con i prequel della celebre saga fantascientifica,
ammettendo di aver avuto non pochi problemi con la “dipendenza” di
George Lucas dagli effetti visivi. “George
ama la tecnologia e ama esplorare quel mondo. Voleva un controllo
sempre maggiore su tutto ciò che sarebbe apparso sullo sfondo,
ha spiegato l’attore, rivelando che all’epoca in cui il film uscì
nelle sale, aveva ormai sviluppato una vera e propria avversione
nei confronti del blue screen.
“Dopo tre o quattro mesi,
diventa davvero noioso, specialmente quando le scene sono… non
voglio essere scortese, ma non stavamo recitando Shakespeare”,
ha detto McGregor. “Non c’erano ambientazioni reali ed è stato
molto difficile, soprattutto perché i dialoghi non ti permettevano
di scavare chissà quanto in profondità. È stato abbastanza
difficile.”
Naturalmente, anche la serie
Obi-Wan Kenobi vedrà l’impiego di effetti
visivi, ma in maniera totalmente diversa, grazie all’utilizzo della
tecnologia “StageCraft”, impiegata per la prima volta da Jon Favreau in The
Mandalorian. “Proietteranno gli sfondi virtuali su
questo enorme schermo LED”, ha spiegato McGregor. “Quindi,
se la scena prevede che tu sia nel deserto, ti troverai realmente
nel mezzo di un deserto. Se dovrei trovarti nella neve, sarai
realmente circondato dalla neve. E se dovrai essere nella cabina di
pilotaggio di uno Startfighter, ti ritroverei davvero nello spazio.
Ti sembrerà tutto molto più reale.”
L’attore non ha potuto rivelare di
più in merito alla serie, ma ha spiegato di aver sostenuto degli
screen test con altri attori e con la regista Deborah Crow,
elogiando le qualità di quest’ultima. Quando gli è stato chiesto se
ad uno di questi screen test fosse presente anche un giovane Luke
Skywalker, l’attore ha ironizzato: “È probabile. Non lo
so.”
Ewan McGregor sui prequel di Star
Wars: “È stata dura accettare che non fossero ben
accolti.”
Tornando a parlare della trilogia
prequel di
Star Wars,Ewan McGregor ha comunque ammesso che è stato
difficile, all’epoca, convivere con la risposta negativa che tutti
e tre i capitoli avevano generato: “È stata dura accettare che
non fossero ben accolti. È stato davvero difficile. Credo che si
possa dire che non siano stati molto apprezzati a livello
mondiale.”
Arriverà al cinema dal 16 Giugno
Spiral – L’eredità di Saw, il nuovo film del franchise horror di
SAW scritto da Josh Stolberg & Pete Goldfinger. Diretto da
Darren Lynn Bousman nel cast protagonisti sono
Chris Rock, Max Minghella, Marisol Nichols e
Samuel L. Jackson. Un’esclusiva per
l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema.
Nel film Una mente sadica mette in
atto una contorta forma di giustizia in SPIRAL, il nuovo
adrenalinico capitolo della saga di SAW. Lavorando all’ombra di uno
stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato
detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock) e il suo partner alle
prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine
su omicidi che ricordano l’inquietante passato della
città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si
infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco
dell’assassino.
Il regista premio Oscar
Woody Allen torna solo al cinema con il nuovo film
Rifkin’s
Festival, prodotto e girato in Europa da The Mediapro
Studio, Gravier Productions e l’italiana Wildside. Protagonisti
sono Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis
Garrel, Elena Anaya, Sergi
López e Christoph
Waltz.. Il direttore della fotografia è Vittorio
Storaro, la scenografia è di Alain Bainée, il montaggio di Alisa
Lepselter, i costumi di Sonia Grande e le musiche di Stephane
Wrembel.
La pellicola uscirà dal 6 maggio 2021 distribuito da
Vision Distribution.
In Rifkin’s
Festival Mort Rifkin (Wallace Shawn) è un ex
professore e un fanatico di cinema sposat.o con Sue (Gina Gershon),
addetta stampa di cinema. Il loro viaggio al Festival del cinema di
San Sebastian, in Spagna, è turbato dal sospetto che il rapporto di
Sue con il giovane regista suo cliente, Philippe (Louis Garrel),
oltrepassi la sfera professionale. Il viaggio è però per Mort anche
un’occasione per superare il blocco che gli impedisce di scrivere
il suo primo romanzo e per riflettere profondamente. Osservando la
propria vita attraverso il prisma dei grandi capolavori
cinematografici a cui è legato, Mort scopre una rinnovata speranza
per il futuro. Con il suo consueto surreale umorismo, Woody Allen
mescola situazioni al limite dell’assurdo con storie dall’intreccio
romantico a tratti amare.
Lo scorso 25 aprile, in occasione
della cerimonia di premiazione degli
Oscar 2021, la regista Chloé Zhao ha trionfato
grazie al suo acclamato Nomadland, portandosi a casa l’Oscar come
Miglior regista (insieme ad altre due statuette, ossia Miglior film
e Migliore attrice protagonista, quest’ultimo andato a Frances McDormand), diventando la seconda
regista donna nella storia del prestigioso riconoscimento – dopo
Kathryn Bigelow per The Hurt Locker – ad
aver vinto il premio.
In seguito alla notte delle stelle,
il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha
rilasciato un’intervista a
Variety in cui ha ironizzato sul fatto che il prossimo anno
sarà Gli
Eterni a vincere l’Oscar come Miglior film. Per chi
ancora non lo sapesse, Gli Eterni
è il nuovo film dei Marvel Studios in arrivo il
prossimo novembre (dopo essere stato posticipato di un anno a causa
della Pandemia di Covid-19) che sarà diretto proprio da
Chloé Zhao. Ovviamente, se prima l’attesa nei
confronti del cinecomic era alle stelle, dopo la vittoria
dell’Oscar da parte di Zhao è diventata letteralmente
spasmodica.
Parlando del futuro dell’Universo
Cinematografico Marvel, Feige ha ironizzato sul
fatto che Gli
Eterni vincerà l’Oscar come Miglior film alla prossima
edizione degli Academy Awards e che Avengers 5 – su cui vige ancora il più
assoluto mistero – diventerà il film con il maggior incasso di
tutti i tempi, battendo di nuovo Avatar. Nonostante
la storia ci insegni che spesso alcuni leggendari cineasti si sono
scontrati con il sistema dei grandi studi di Hollywood, in un’altra
intervista – sempre con
Variety – è stata proprio Chloé Zhao a
definire Feige “un grande capo”, sottolineando come abbia
appoggiato la sua visione del film in tutto e per tutto.
Chloé Zhao conferma che i lavori su
Gli Eterni sono quasi terminati
Zhao ha poi rivelato che, prima
dello scoppio della pandemia, Gli Eterni
sarebbe dovuto uscire prima di
Nomadland. Se non ci fosse stato il Coronavirus, la
regista sarebbe stata in grado di completare i lavori sul cinecomic
e di far uscire il film prima. Tuttavia, è comunque grata per come
sono andate le cose e per l’accoglienza e la risonanza che
Nomadland ha avuto a livello mondiale. “Ho
attraversato molti alti e bassi nella mia breve carriera”, ha
spiegato Zhao. Inoltre, la regista ha confermato che
Gli
Eterni è ormai completato: “Mancano davvero le ultime
cose. Come succede con la scultura, non vuoi mai che finisca. Vuoi
solo andare avanti finché non ti dicono che non puoi più andare
avanti.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Arriva da
Deadline la notizia che l’attore Vincent
Kartheiser è entrato a far parte del cast di
Titans 3, l’annunciata
terza stagione della serie Titans che
arriverà su HBO
MAX. Vincent Kartheiser è entrato a far parte del cast di
Titans di HBO Max ed è pronto ad affrontare Jonathan Crane, alias
Spaventapasseri, nella terza stagione.
Jonathan Crane di Kartheiser è un detenuto presso l’Arkham
Asylum che terrorizzava Gotham City usando le tossine per sfruttare
le fobie dei suoi nemici. Mentre Kartheiser farà il suo
debutto come cattivo DC nella prossima terza stagione della serie,
Spaventapasseri è già apparso in numerosi titoli DC tra cui Le
avventure di Batman, Harley Quinn e persino The Lego Batman
Movie.
Titans 3
Titans 3 sarà la
terza stagione della serie Titans
prodotta dalla DC Entertainmet
e creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg
Berlanti. Titans vede come produttori
esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e
Sarah Schechter.
In Titans 3 protagonisti sonon Brenton Thwaites nei panni di Richard “Dick”
Grayson / Robin, Anna Diop come Koriand’r /
Starfire,
Teagan Croft nei panni di Rachel Roth / Raven e
Ryan Potter nei panni di Garfield “Gar” Logan /
Beast Boy. Nei ruoli ricorrenti ci sono Alan
Ritchson nei panni di Hank Hall / Hawk, Minka
Kelly come Dawn Granger / Dove, Lindsey
Gort nei panni di Amy Rohrbach e Bruno
Bichir come Niles Caulder / Chief, Joshua
Orpin nei panni di Superboy e Esai
Morales come Slade Wilson aka Deathstroke.
Nella serie tv Dick Grayson emerge
dall’ombra per diventare il leader di una band senza paura di nuovi
eroi, tra cui Starfire, Raven e molti altri. I fan possono
aspettarsi che Titans sia una serie d’avventura a tinte drammatiche
che esploreranno e celebreranno uno dei più famosi gruppi di
fumetti di sempre. La prima stagione Titans
ha debuttato nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC
Universe, gestito da Warner Bros. Digital
Networks.
The Handmaid’s Tale 4 è la quarta
stagione della serie tv creata da Bruce
Miller per HULU e
basata sul romanzo omonimo distopico del 1985 dell’autrice
femminista Margaret Atwood.
In The Handmaid’s Tale
4 ritorneranno June Osborne / Difred (stagione 1-in
corso), interpretata da
Elisabeth Moss, Serena Joy Waterford (stagione
1-in corso), interpretata da Yvonne Strahovski, Comandante
Fred Waterford (stagione 1-in corso), interpretato da
Joseph Fiennes, Emily / Diglen /
Disteven (stagione 1-in corso), interpretata da
Alexis Bledel, Janine / Diwarren / Didaniel
(stagione 1-in corso), interpretata da Madeline
Brewer, Lydia Clements / Zia Lydia (stagioni 1-in
corso), interpretata da Ann Dowd, Luke Bankole
(stagioni 1-in corso), interpretato da O. T.
Fagbenle, Custode Nick Blaine (stagioni 1-in corso),
interpretato da Max Minghella, Moira Strand
(stagioni 1-in corso), interpretata da Samira
Wiley, Rita (stagioni 2-in corso, ricorrente stagione 1),
interpretata da Amanda Brugel e Comandante Joseph
Lawrence (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione 2), interpretato
da Bradley Whitford.
La serie racconta di In un futuro
non lontano, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di
malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime
teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un
tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è
organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi
sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono
lavorare, leggere o maneggiare denaro.
Ci sono film talmente tanto assurdi
e dissacranti nelle loro premesse da diventare immediatamente opere
cult imperdibili. Tra i più recenti di questo genere vi è senza
dubbio L’uomo che uccise Hitler e poi il
Bigfoot, scritto, diretto e prodotto nel 2018
dall’esordiente Robert D. Krzykowksi. Si tratta di
un film che attraversa diversi generi, dall’avventura al
drammatico, dalla fantascienza all’opera bellica. Tipologia di
prodotto alquanto raro nell’odierna industria cinematografica,
questo ha comunuque ottenuto grande successo e fama proprio per la
sua stravaganza. Ad avvalorare l’interesse nei suoi confronti, vi
sono alcuni noti attori qui alle prese con ruoli inediti e bizzarri
quanto il film.
Eppure, nonostante il titolo possa
far pensare ad un prodotto B-Movie, il film sfoggia anche una serie
di riflessioni particolarmente profonde e coinvolgenti. Il tono
diventa infatti crepuscolare, raccontando dell’inevitabile scorrere
del tempo, del sopraggiungere dell’anzianità e di come i ricordi
possano essere un porto salvifico. Tra eroismo, dovere morale e
delusioni inevitabili, si costruisce così la figura del
protagonista che si sposa appieno con il contesto che lo circonda.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot è dunque
anche un’opera più intima e delicata di quello che si potrebbe
immaginare, benché non manchino anche momenti particolarmente
adrenalinici.
Presentato con successo a diversi
festival cinematografici di genere, il film si è così affermato
come il successo che meritava di essere, guadagnando sempre più
popolarità e apprezzamenti. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot: la trama
del film
Protagonista del film è
Calvin Barr è un veterano della seconda guerra
mondiale che durante il conflitto è riuscito ad uccidere il celebre
dittatore Adolf Hitler, venendo però costretto a
mantenere segreta questa informazione al fine di evitare problemi
internazionali. Ormai anziano, egli vive in tranquillità tra i
flashback della guerra, il rimorso di aver ucciso un uomo, seppure
da lui giudicato un mostro, e il ricordo di un amore perduto. A
richiamarlo all’azione, un giorno, vi sono l’FBI e la
Royal Canadian Mounted Police, che gli chiedono di andare in
missione nell’America del Nord, per cacciare e uccidere una
creatura leggendaria.
Questa è il bigfoot, portatore di
una misteriosa malattia che ha già decimato le forme di vita locali
e che, se dovesse diffondersi su larga scala, potrebbe segnare
l’estinzione dell’umanità. L’essere si muove all’interno di un’area
circoscritta, detta “zona morta”, e se Calvin dovesse fallire, il
governo statunitense sarebbe pronto a sganciare un ordigno nucleare
per spazzare via ogni minaccia. Unica persona al mondo in grado di
affrontare una simile impresa, in Calvin si scatena uno straziante
conflitto interiore, in quanto aveva giurato di non uccidere mai
più.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot: il cast del
film
Ad interpretare il personaggio del
veterano cacciatore Calvin Barr vi è l’attore Sam Elliott. Questi è
recentemente divenuto ulteriormente popolare per il film A Star
Is Born, per il quale ha anche ottenuto una nomination
all’Oscar. Elliott è però noto anche per film come Il grande Lebowski,
Hulk, Ghost Rider. Nell’assumere
i panni del protagonista in L’uomo che uccise Hitler e poi il
Bigfoot, egli ha affermato di essere rimasto affascinato dalla
natura complessa del personaggio, coinvolto tanto in azioni eroiche
quanto in grandi emozioni che ne dettano il carattere. L’attore si
è inoltre allenato a livello fisico per poter eseguire molte delle
scene più complesse e dinamiche.
Nei panni del giovane Calvin Barr vi
è invece l’attore Aidan Turner. Questi è meglio
noto per aver interpretato il nano Kili nella trilogia di Lo Hobbit, mentre
recentemente è apparso in televisione con la serie
Leonardo, dove interpreta il celebre artista e inventore
rinascimentale. Accanto a lui, nei panni dell’amata Maxine, vi è
invece l’attrice Caitlin FitzGerald, nota per la
serie Masters of Sex. Dopo essersi conosciuti sul set di
questo film, lei e Turner sono diventati una coppia nella vita. Nel
film sono poi presenti gli attori Ron Livingston
nei panni di Flag Pin, Larry Miller in quelli di
Ed e Ellar Coltrane, celebre per il film
Boyhood, nei panni di un
commesso. Mark Steger è invece il Bigfoot.
L’uomo che uccise Hitler e poi
il Bigfoot: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot
è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video e Now. Per vederlo,
una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare
il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 29
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Ci sono film che si propongono di
scavare nell’animo umano alla ricerca dei suoi lati peggiori, nel
tentativo di comprenderli. In particolare, a riguardo, una delle
tematiche più affascinanti è quella relativa al concetto di
peccato. Che cos’è il peccato? Chi sono i peccatori? Il cinema da
sempre prova a rispondere a queste domande con storie che hanno
tali argomenti come loro cuore narrativo. Uno dei più interessanti
degli ultimi anni incentrato su tali riflessioni è
Stone, scritto da Angus
MacLachlan e diretto da John Curran nel
2010. Appartenente al genere thriller, questo presenta una vicenda
tanto controversa quanto affascinante, portanto avanti un discorso
altrettanto interessante.
La storia narrata era nata intorno
al 2000 come dramma teatrale per mano di MacLachlan. Il testo fu
però esposto pubblicamente soltanto una volta. Successivamente, il
drammaturgo iniziò a rielaborare il racconto adattandolo ai canoni
cinematografici. Richiamando l’interesse di Hollywood, questo è
infine divenuto il film che oggi possiamo ammirare, con
protagonisti alcuni celebri attori, tra cui un premio Oscar,
chiamati qui a dar vita a personaggi particolarmente complessi e
ricchi di sfumature. La complessita e l’imprevedibilità del film
hanno infatti contribuito a renderlo ancor più noto presso il
grande pubblico.
Questo non portò però il film a
divenire un gran successo, rivelandosi anzi un notevole flop al box
office. Con il passare del tempo è però stato parzialmente
riscoperto, divenendo un buon film per gli amanti del genere e per
chi desidera farsi sorprendere da una serie di dinamiche
inaspettate. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Stone: la trama del film
Protagonista del film è il
poliziotto Jack Mabry, il cui compito è quello
d’indagare, comprendere e valutare la buona fede e le reali
intenzioni di tutti quei detenuti che chiedono la decurtazione
della pena. Una sua parola può infatti garantire la libertà a
quanti se la sono vista fino a quel momento negare. Jack, però, è
ormai prossimo alla pensione, ma prima di lasciare definitivamente
la sua mansione desidera risolvere un ultimo caso. Si imbatterà
così in quello di Gerald “Stone” Creeson,
condannato a una lunga reclusione per essere stato complice della
morte dei suoi nonni e per aver successivamente dato fuoco alla
loro casa.
Quest’ultima valutazione si rivelerà
per Jack tutt’altro che semplice, poiché egli non riesce realmente
a stabilire se il detenuto sia cambiato o meno. A rendere più
complessa la situazione vi è anche il coinvolgimento
dell’affascinante e seducente Lucetta Creeson,
moglie di Stone. La donna, attraverso sottili giochi psicologici,
s’insinuerà nella mente e nei pensieri del poliziotto, tanto da
portarlo a vivere un insostenibile conflitto interiore tra i
desideri della carne e la sua fedeltà al matrimonio. Questo gioco
di potere, seduzione e inganno sembrerà arrivare sino a un punto di
non ritorno, portando con sé conseguenze disastrose.
Stone: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
poliziotto Jack Mabry vi è il due volte premio Oscar
Robert De Niro. Questi
si disse da subito disponibile a prendere parte al film, attratto
dalle sue tematiche. In particolare, egli lavorò sul rendere
evidenti i conflitti del personaggio, come anche il fatto che egli
stesso passi più volte dalla ragione al torto e viceversa,
macchiandosi a sua volta di diversi peccati. De Niro, inoltre,
visse una strana situazione sul set quando una sua fan ubriaca,
eludendo la sicurezza, gli si avvicinò nel tentativo di
incontrarlo. La donna fu però prontamente fermata e sottoposta ad
arresto. Nei panni della moglie di Jack, Madylyn, vi è l’attrice
Frances Conroy, celebre per la serie American
Horror Story.
L’attore Enver Leif
Gjokaj è invece presente nei panni di un giovane Jack.
Gjokaj è meglio noto per aver interpretato l’agente Daniel Sousa
nel Marvel Cinematic Universe.
Pepper Binkley interpreta allo stesso modo la
giovane Madylyn. Nei panni di Gerald “Stone” Creeson vi è invece
EdwardNorton, con un personaggio simile a quello
interpretato nel suo primo film, Schegge di paura. Per
prepararsi al ruolo questi ha speso diverso tempo con alcuni
carcerati, apprendendo quanto gli occorreva per la sua
interpretazione ed ispirandosi ad alcuni detenuti per il modo di
parlare, alcune specifiche frasi e l’acconciatura di capelli. Nei
panni di sua moglie Lucetta, infine, vi è l’attrice Milla
Jovovich.
Stone: il trailer e dove vedere il
film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Stone è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28
aprile alle ore 21:10 sul canale
Paramount Channel.
Ambientato in una splendida città
di mare della Riviera italiana, Luca
è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di
crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da
gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste
avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento
è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro
mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Dopo il successo agli Oscar con
The Father, che lo studio ha prodotto e venduto,
la londinese Embankment ha svelato una prima foto di Emma Mackey, star di Sex
Education di Netflix, nei panni della scrittrice Emily Brontë. Il
film si intitolerà Emily e sarà una storia di origini per la famosa
autrice britannica.
Il film segna il debutto della
sceneggiatrice e regista dell’attore Frances
O’Connor, due volte candidata ai Golden Globe per le sue
interpretazioni in Madame Bovary e Missing. Insieme a Mackey e
Fionn Whitehead (Dunkirk, Voyagers) in quello che Embankment descrive
come un “cast di giovani vibranti talenti britannici” ci sono
Oliver Jackson-Cohen (The Haunting of Hill House),
Alexandra Dowling (I moschettieri), Amelia Gething
(La principessa spagnola), nonché la candidata ai BAFTA
Gemma Jones (Ammonite, Rocketman) e Adrian
Dunbar (Line of Duty).
Il primo sguardo al film, di
seguito, mostra Mackey nei panni di Brontë, una giovane donna su
uno sfondo che assomiglia molto a una vasta brughiera dello
Yorkshire.
Diretto da
Chris McKay e scritto da Zach Dean
La guerra di domani (The Tomorrow
War) è prodotto da David Ellison, Dana Goldberg, Don
Granger, Jules Daly, David Goyer, Adam Kolbrenner.
Executive Producer sono Rob Cowan, Chris Pratt,
Brian Oliver, Bradley J. Fischer.
In La guerra
di domani (The Tomorrow
War), il mondo rimane sotto shock quando un gruppo di
viaggiatori nel tempo arriva dal 2051 per portare un messaggio
urgente: di lì a trent’anni la razza umana sarà sul punto di
perdere una guerra globale contro una letale specie aliena. L’unica
speranza per sopravvivere è che soldati e civili del presente
vengano trasportati nel futuro e si uniscano alla battaglia. Tra le
reclute c’è l’insegnate di liceo e padre di famiglia Dan Forester
(Pratt). Determinato a salvare il mondo per la sua giovane figlia,
Dan si unisce a una brillante scienziata (Yvonne Strahovski) e al
padre da cui si era allontanato (J.K. Simmons) nella disperata
impresa di riscrivere il destino del pianeta.
Il genio, miliardario, playboy,
filantropo del MCU,
Tony Stark, si è sempre distinto per le sue qualità, il suo
acume e anche per il suo senso dell’umorismo, che, nel corso di 22
film, lo ha portato a inventare nomignoli irriverenti per quasi
tutti i suoi compagni di squadra… e per qualche nemico. Ecco tutti
i nomignoli più divertenti:
Triplogiochista per
Vedova Nera
Tony Stark incontra per la
prima volta
Natasha Romanoff quando la assume come segretaria, in Iron
Man 2. Viene rivelato più avanti nel film che Romanoff è un
agente dello S.H.I.E.L.D e ha lavorato sotto copertura per
assicurarsi che Stark rimanesse al sicuro e si comportasse
bene.
Stark rimane scioccato e sconvolto
dal fatto che lo
S.H.I.E.L.D lo stesse tenendo d’occhio e che non sospettasse
affatto che Romanoff fosse un agente. Non è il nomignolo più
intelligente che abbia mai inventato, è anche vero però che in
quella situazione, forse come non mai, Tony viene preso in
contropiede e non sa bene come uscire “vincitore” da quella
conversazione in cui è visibilmente in svantaggio.
Piccolo cervo per
Loki
Tony Stark chiama Loki
Piccolo Cervo nel primo film
Avengers quando lo incontra per la prima volta. Naturalmente si
riferisce nella versione italiana al suo copricapo con le corna
allungate sulla fronte, più simili a quello di uno stambecco che a
quelle di un cervo. Tuttavia si tratta di un adattamento
dall’inglese Reindeer Games.
Si tratta di una locuzione entrata
nel linguaggio comune e tratta dalla canzone natalizia, Rubolph la
renna con il naso rosso, di Johnny Marks. La frase è riferita a
quelle renne che stavano bullizzando Rudolph e Loki in effetti sta
facendo il bulletto con delle persone indifese.
Point Break per Thor
Tony Stark
dà al Dio del tuono Thor diversi soprannomi nel
corso delle loro interazioni nel’MCU, ma uno dei più memorabili è
quando Stark lo ha chiamato “Point
Break” nel primo film degli Avengers. Stark lo chiama così per
fare riferimento al personaggio dai capelli biondi di Patrick Swayze, Bodhi, nell’omonimo film
culto.
Fronte della sicurezza
per Happy Hogan
In Iron Man 3 Happy viene promosso capo della
sicurezza di Tony Stark e Tony è immediatamente infastidito dal suo
zelo. Dopotutto fa parte del personaggio: Happy è un uomo buono e
devoto che prende molto sul serio il suo ruolo. Mentre dal canto
suo, Tony è sempre annoiato da procedure, scartoffie e
burocrazia.
Nella scena in cui Happy risponde
ad una videochiamata di Tony da un tablet, orientando verso la sua
testa la camera e inquadrando solo la sua fronte, il suo capo lo
chiama “fronte della sicurezza”.
Jolly Green per Hulk
In
Avengers: Endgame,
Bruce Banner ha raggiunto un equilibrio tra le due entità che
formano la sua persona. Ha infatti il corpo forzuto e verde di
Hulk, ma la mente brillante e il temperamento mite di Banner.
Quando Tony torna e vede il cambiamento nell’amico, lo chiama Jolly
Green.
Si tratta di un riferimento al
Jolly Green Giant, il simbolo di un famoso marchio americano di
verdure surgelate, e sembra estremamente adatto alla nuova versione
di Hulk/Banner.
Una boy band segreta per
gli Avengers
Nick
Fury si rivolge a Tony Stark in merito alla sua idea di creare
un gruppo di supereroi che possano lavorare insieme per affrontare
qualsiasi possibile minaccia aliena che lo S.H.I.E.L.D non può
gestire da solo.
Tony, all’inizio, pensa che sia
un’idea ridicola e dice a
Fury che la sua idea di una boy band segreta non può
funzionare. Nonostante la storia abbia poi smentito Tony, il
nomignolo funziona ancora benissimo.
Gli stregoni per Dr.
Strange e Wong
Dr. Strange e
Wong appaiono da un portale per aiutare Tony e Bruce alle
prese con Thanos. I due scienziati sono sorpresi dalla presenza di
due persone che hanno dei poteri così particolari.
Tony pertanto li chiama i maghi e
tutti uniscono le forze contro
Thanos. Tony chiede a Bruce di trasformarsi in Hulk, ma visto
che il gigante di giada è traumatizzato dallo scontro precedente
con
Thanos, si rifiuta di uscire, e Tony con il suo solito sarcasmo
gli dice “non farmi fare brutta figura davanti agli stregoni”.
Blue Meanie per
Nebula
Tony e
Nebula sono gli unici due a sopravvivere allo schiocco di
Thanos su Titano, quindi i due prendono la nave e cercano di
tornare sulla Terra. Rimangono bloccati per molto tempo nello
spazio, nel lasso di tempo che intercorre tra
Infinity War ed
Endgame quando esauriscono il carburante e vengono lasciati
alla deriva nello spazio.
I due iniziano a legare e diventano
davvero amici mentre Tony insegna a Nebula a giocare a football di
carta mentre lei gli concede le sue ultime razioni di cibo. Tony le
dà il soprannome di Blue Meanie, dal film Yellow
Submarine dei Beatles, e sebbene sia un soprannome divertente c’è
un modo molto affettuoso di Tony di chiamarla così.
Shakespeare in estiva per
Thor
All’inizio di The Avengers, Thor vola sulla Terra per
cercare di fermare suo fratello
Loki prima che possa distruggere i miseri umani di Midgard.
Tony e Steve hanno già catturato
Loki quando inizia una tempesta di fulmini che porta Thor e i
tre a incontrarsi per la prima volta.
Tony si riferisce immediatamente
all’aspetto di Thor e in particolare al suo mantello mentre chiede
“tua madre sa che indossi le sue tende?” e gli chiede se è arrivato
per una sessione di Shakespeare in estiva, dal momento che Thor ha
cominciato a dirgli a muso duro che la questione riguarda solo lui
e suo fratello.
Tony chiama Drax Mastro Lindo (Mr.
Clean in inglese), e in effetti, una volta detto, la somiglianza è
talmente lampante che resta impressa. When you see it, you can’t
unsee.
“P***Ant” per
Ant-Man
Tony Stark
inizia a pensare a soprannomi meschini per chiamare le persone non
appena le incontra. Ad esempio, quando ha incontrato un ragazzo di
nome Ant-Man e si è reso conto che non è il ragazzo più brillante
che abbia mai incontrato, deve aver scansionato il suo cervello
alla ricerca di parolacce e insulti che includessero la parola
“formica” e ha pensato al perfetto insulto per Ant-Man:
“pissant.”
Ha aspettato il momento perfetto
per usarlo e finalmente ha avuto l’opportunità in Avengers: Endgame. Dopo che Hulk del 2012 ha
accidentalmente rovinato la parte del 2012 del piano “rapina nel
tempo”, Ant-Man si arrabbia con Tony mentre Tony pensa a un piano
di riserva e gli dice: “Grazie per l’incoraggiamento,
pissant“. In italiano purtroppo la parola non è stata
tradotta, lasciando la battuta di Tony monca.
Manchurian Candidate per
Bucky
Tony usa il nickname
Manchurian Candidate per Bucky, l’amico di infanzia di Cap a cui è
stato lavato il cervello dall’Hydra per farlo diventare il temibile
assassino The Winter Soldier. Lui ha ucciso i genitori di Tony ed è
stato mandato ad uccidere Cap stesso.
Il nickname è tratto dal titolo del
romanzo del 1959 scritto da Richard Condon, The Manchurian
Candidate appunto, che racconta proprio del governo degli Stati
Uniti che fa il lavaggio del cervello ai soldati per trasformarli
in assassini. Nel 1962 c’è stato un primo adattamento del romanzo,
un film osannato come uno dei thriller politici più belli della
storia, mentre Denzel Washington ha partecipato al remake del
2004.
Legolas per Occhio di
Falco
In The Avengers, quando
Iron Man fa volare
Occhio di Falco per dargli una prospettiva migliore per il suo
tiro con l’arco nella battaglia di New York, lo chiama “Legolas”.
Legolas, ovviamente, è l’arciere elfo interpretato da Orlando Bloom
nella trilogia de Il Signore degli Anelli.
Ha reso interessante il tiro con
l’arco sul grande schermo molto prima che arrivassero Occhio di
Falco o Katniss o la Principessa Merida.
Occhio di Falco viene spesso preso in giro per essere il
Vendicatore più inutile, ma è sempre lì, a combattere in battaglia
insieme ad altri eroi più qualificati, facendo esplodere invasori
alieni con il suo arco e speciali frecce esplosive.
Build-A-Bear per
Rocket
Quando Tony incontra Rocket
per la prima volta in
Avengers: Endgame, è appena tornato sulla Terra da quello che
pensava fosse il suo letto di morte nelle profondità dello spazio.
Nel bel mezzo di un discorso emozionante sulla “armatura intorno a
tutto il mondo” che Steve Rogers non gli avrebbe permesso di creare
dopo la furia di Ultron di alcuni anni prima, dice a Rocket:
“Onestamente, fino a questo esatto secondo, pensavo che fossi un
peluche.”
Nell’originale, Tony dice
Build-A-Bear e si riferisce a un marchio di giocattoli che vende
orsacchiotti e animali di peluches.
Underoos per
Spider-Man
Iron Man
ha sempre avuto un rapporto molto speciale con Spider-Man. È stato
lui a reclutarlo per unirsi alla battaglia a Berlino in Captain America: Civil War, è stato colui che
gli ha fatto da mentore in Spider-Man: Homecoming, e negli ultimi due
film di Avengers, il loro legame si è cementato.
Nella loro prima battaglia insieme
– quella all’aeroporto di Berlino in Civil War – Iron Man chiama
Spider-Man “Underoos”. Underoos, ovviamente, era un marchio di
tutina negli anni ’70 che permetteva ai bambini di vestirsi come i
loro supereroi preferiti (in maglietta e slip). In italiano la
parola è andata perduta, e Iron Man lo chiama semplicemente
“bimbo-ragno”.
Capsicle per Captain
America
Il primo film dedicato ai
Vendicatori ha posto le basi per una serie di diverse partnership
all’interno della line-up degli Avengers, ma quello che è emerso
meglio degli altri è stato sicuramente il conflitto tra il
pessimismo del miliardario esperto di tecnologia Tony Stark contro
l’ottimismo del vecchio soldato
Steve Rogers.
Ad un certo punto, Tony chiama Cap
“Capsicle” in riferimento ai 70 anni che ha trascorso congelato
criogenicamente. La battuta “Capsicle” funziona su diversi livelli:
funziona come un gioco su “ghiacciolo”, funziona come una
combinazione di “Capitano” e “ghiacciolo” (popsicle) e funziona
come un gioco di parole con il diminutivo “Cap”. Naturalmente
l’efficacia della parola in italiano si è un po’ annacquata, visto
che Tony dice “capitan ghiacciolo”.
Rock Of Ages per
Loki
Rock
of Ages è un musical di Broadway di successo che prende in giro
la cultura hair metal degli anni ’80, quindi i membri del cast
hanno tutti pettinature lunghe, fluenti e ridicole. Ecco perché
Tony Stark chiama Loki “Rock
of Ages” in The Avengers del 2012.
Loki è la peggiore minaccia che i
più potenti eroi della Terra hanno affrontato fino a questo punto –
in effetti, è la prima minaccia in assoluto che hanno affrontato
come una squadra – e quindi Tony ha sentito il bisogno di
alleggerire l’atmosfera. Non solo questo è un soprannome
appropriato, ma è anche caratteristico di Tony fare un riferimento
a Broadway poiché vive a New York City. Sorprendentemente, questo
nomignolo è stato molto pensato, solo che in italiano è stato
tradotto con un semplice “rocchettaro”.
Squiddi per Ebony
Maw
La linea narrativa di Tony
Stark in Infinity War è stata una delle più eccitanti, poiché lo ha
accoppiato con una corrispondenza intellettuale e un opposto
ideologico,
Stephen Strange, e ha approfondito il suo rapporto padre-figlio
con
Peter Parker (il terzetto viene poi raggiunto dai
Guardiani di la Galassia).
Verso l’inizio del film, i tre si
ritrovano a bordo di una Q-Ship con Ebony Maw, uno dei servitori
più fidati di
Thanos. A causa della sua faccia strana e del naso gigante e
penzolante, Tony ha dato a Maw il soprannome di Squiddi, in
riferimento al burbero vicino di casa di SpongeBob SquarePants.
Come accade per Drax/Mastro Lindo: when you see it, you
can’t unsee.
Flash Gordon per Peter
Quill
È stato interessante vedere
come Peter
Quill si scontra con i Vendicatori negli ultimi due film.
Quando incontra Thor, cerca di impersonare la sua voce profonda e
il regale accento inglese. Quando incontra Tony Stark, cerca di
batterlo intellettualmente e fallisce ogni volta.
La differenza è che Thor ha la
pazienza di affrontare l’immaturità di Quill, mentre Tony no.
Quando si incontrano per la prima volta in Infinity War, Tony
chiama Quill “Flash Gordon” e Quill cerca di contrattaccare dicendo
che considera “Flash Gordon” un complimento, replicando che se il
50% di lui è umano e stupido, questo vuol dire che il 100% di Tony
Stark è stupido (perché umano).
Lebowski per Thor
Tony Stark ha inventato
diversi soprannomi per Thor, il più noto era “Point Break”, ma il
più divertente (e l’ultimo prima della sua morte) è stato “Lebowski“.
L’aumento di peso di Thor nel salto temporale di cinque anni in
Avengers: Endgame si è rivelato
controverso nel parere di alcuni fans, ma molti spettatori lo hanno
trovato uno sviluppo divertente e sorprendente nell’arco narrativo
del personaggio.
Tony lo chiama “Lebowski”,
dopodiché il dio del tuono continua a giocare su questo
riferimento, con gli stessi occhiali da sole, il cardigan e
l’abitudine delle bevute diurne del personaggio principale di
Il grande Lebowski, film cult dei Coen con
Jeff Bridges.
The Falcon and the Winter Soldier doveva
essere la prima serie ambientata nel MCU a debuttare su Disney+. Tuttavia, a causa della
pandemia di Covid-19, i piani dei Marvel Studios sono stati stravolti, e ad
inaugurare la Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel, alla fine, è stato
WandaVision. A differenza di quest’ultima, la serie con
Anthony Mackie e Sebastian Stan non è stata esente da critiche,
soprattutto per quanto riguarda la trama. Vediamo, nello specifico,
cosa ha funzionato e cosa no:
Il legame tra i protagonisti
In tutti i film del
MCU – e si spera anche in quelli
che arriveranno in futuro – il rapporto tra gli eroi protagonisti è
sempre basato sull’ironia e sullo scherzo, elemento che conferisce
alla trama un tono leggero e assai giocoso.
Naturalmente, ciò è alla base anche
del rapporto tra Sam e Bucky, che si sono ritrovati a litigare come
una vecchia coppia sposata persino durante i più importanti e
pericolosi combattimenti. In qualche modo, gli stessi cattivi del
MCU si prendono gioco del loro
legame e delle continue battute. La serie ha quindi mantenuto quel
tono non troppo serioso che era già stato anticipato nei
trailer.
I villain
Potrebbe ormai sembrare
ritondante affermare che un supereroe è tanto valido quanto lo è il
suo nemico principale. Tuttavia, i fan speravano in qualcuno di
migliore di Karli e del Globale Repatriation Countil.
Nello specifico, il GRC è stato
presentato nella serie come un sistema burocratico mondiale
inefficace, mentre del personaggio di Karli Morgenthau (Erin
Kellyman) sono state messe in evidenza principalmente le sue
insicurezze e alcune azioni di poco conto (come il fatto che avesse
minacciato il nipote di Sam). Gli sforzi degli sceneggiatori nel
cercare di far immedesimare il pubblico con il personaggio sono
stati vanificati dal suo stesso comportamento omicida.
I wakandiani
Il pubblico non avrebbe mai
voluto lasciare Wakanda dopo gli eventi di Avengers: Infinity War,
considerata la ricchezza dell’ambientazione e la simpatia degli
abitanti. Tuttavia,
The Falcon and the Winter Soldier ha coinvolto nella
storia alcuni personaggi chiave della popolazione – e le loro
abilità di combattimento – in modo che potessero unirsi al
conflitto in Europa.
Sebbene la serie abbia dato per
scontato chi fosse questi personaggi proveniente da
Blank Panther, al tempo stesso ha ricordato che ci sono
ancora tanti aspetti di Wakanda che meritano di essere
esplorate.
Legami di famiglia
Le
dinamiche familiari vengono trattate raramente nel MCU (in tale senso,Ant-ManeAnt-Man and The
Wasprappresentano due eccezioni degne di
nota. È stato quindi interessante vedere Sam Wilson impegnato ad
sostenere la sua famiglia nonostante l’enorme conflitto personale
che stava vivendo.
Sfortunatamente, la sorella e i nipoti di Sam sono state
sfruttati male nella storia e sono stati spesso dimenticati quando
altri temi hanno preso il sopravvento.
The Falcon and the Winter Soldier non è chiaramente una
sitcom, ma una maggiore attenzione alla famiglia di Sam Wilson
avrebbe aggiunto un senso di maggiore realtà alla caratterizzazione
del personaggio.
Zemo
Il Barone Zemo è stato un
personaggio forse incompreso in Captain America: Civil War,
ecco perché in molti si aspettavano che venisse maggiormente
approfondito in The Falcon and the Winter
Soldier. Zemo ha dimostrato di essere sardonico e astuto come
in passato, ma anche divertente e intelligente, nonché un pessimo
ballerino.
Gli ultimi momenti di Zemo, in cui
lo abbiamo visto partecipare ad un memoriale di Sokovia, sono stati
perfetti considerato il background del personaggio e il ruolo che
ha svolta nella serie, anche se forse è stato troppo breve.
Steve Rogers è morto
The
Falcon and the Winter Soldier sembra insistere sul fatto
che Captain America, ossia Steve Rogers, sia morto e che il mondo
deve andare avanti anche senza di lui. La verità è che Cap non è
morto, come sappiamo bene dagli eventi di Avengers: Endgame. Dopo aver
consegnato lo scudo a Sam, infatti, è tornato nel passato per
vivere finalmente la sua vita insieme a Peggy Carter.
Francamente, si tratta di una presa
di posizione da parte della serie parecchio irritante, poiché
nonostante lo spirito di Cap – inteso come simbolo di una nazione,
portatore di determinati valori, ecc. – sia davvero morto
all’inizio della serie, non si capisce perché i personaggi
principali appaiano come sprezzanti nei confronti dell’uomo che
hanno visto l’ultima volta seduta su una panchina a New York.
John Walker
Quando John Walker (Wyatt
Russell) ha assunto il ruolo di Captain America per volere del
governo, i fan del MCU aveva già anticipato la sua
disfatta. La cosa interessante è che era proprio quello il cuore
pulsante del suo arco narrativo, mentre cercava di entrare in
sintonia con la sua nuova identità assumendo atteggiamenti tanto
buoni quanto cattivi.
Tuttavia, la serie ha fatto bene a
presentare Walker come un personaggio comprensivo che il pubblico
avrebbe potuto potenzialmente odiare, indipendentemente da dove il
suo destino lo condurrà…
Sharon Carter
Al personaggio di Sharon
Carter non è stato dato molto spazio in film come Captain America: The Winter
Soldier o Captain America: Civil War, tant’è che
alla fine i fan l’hanno considerata soltanto un interesse amoroso
per Steve Rogers.
Tuttavia, quel background di Sharon
viene totalmente ignorato in
The Falcon and the Winter Soldier, che presenta un nuovo
lato del personaggio, accompagnato da tutta una serie di rinnovate
abilità. La verità è che ciò non è servito a riempire degli enormi
buchi di trama in merito al suo arco narrativo, per non parlare di
quello che abbiamo visto nella scena post-credits, che avrebbe
meritato un maggiore approfondimento, mentre così è apparso
soltanto come qualcosa che Sharon non meritava davvero.
Bucky Barnes
Uno dei temi principali di
The Falcon and the Winter Soldier è stato la
redenzione di Bucky Barnes, introdotta e poi sottolineata nei primi
due episodi. La storia di una storia costellata di omicidi
inconsapevoli è chiaramente avvincente e l’episodio finale è
riuscito a dare una degna conclusione ai suoi tormenti in maniera
convincente.
Al personaggio di Sebastian Stan è
stata data la possibilità di esplorare qualcosa che andava oltre il
mero combattimento o l’uccisione di altri esseri umani. Dal punto
di vista emotivo, si tratta di qualcosa di estremamente
gratificante per un attore che viene chiamato ad interpretare un
supereroe.
Troppe tematiche
The
Falcon and the Winter Soldier ha mescolato al suo interno
numerose storyline. Tuttavia, le varie tematiche esplorate – i
legami familiari, l’imperialismo, la redenzione, il razzismo, il
coraggio, la moralità, ecc. – sono stati spesso o abbandonati o
ignorati.
Il vero tallone d’Achille dello show
è forse quello di aver voluto trattare troppi temi che alla fine
non sono riusciti a sposarsi bene l’uno con l’altro e non trovare
sufficiente spazio all’interno della serie.
Tutti amano i film di Paddington,
ma chi avrebbe immaginato che lo fossero a tal punto da riuscire a
battere Quarto potere? Il capolavoro di
Orson Welles è stato a lungo il film con il più
alto punteggio su Rotten
Tomatoes, con un numero enorme di giudizi positivi da parte
della critica raccolti negli ultimi otto decenni. Tuttavia, dopo
che è stata ripescata una recensione negativa, l’indice di
gradimento di Quarto potere è sceso dal 100% al 99%.
Si tratta di una recensione che
risale a circa ottant’anni fa, scritta da Mae
Tinée per il Chicago Tribune (potete
leggerla qui),
che è stata appunto responsabile di questo inaspettato cambio di
apprezzamento del film sul noto aggregatore e che ha avuto delle
conseguenze davvero inaspettate. Ora, infatti, è Paddington
2 ad avere il più alto grado di apprezzamento su
Rotten Tomatoes: il
sequel detiene il record per il 100% di gradimento (dato che si
bassa esclusivamente sulle recensioni) ed è quinti riuscito a
surclassare Quarto potere nella classifica dei film col
punteggio più alto.
Per decenni Quarto
potere è stato lodato come il più grande film mai
realizzato. Si tratta del primo film girato da Orson
Welles, che tuttavia all’inizio non incontrò i favori né
della critica né del pubblico (nonostante riuscì ad ottenere ben 9
candidature agli Oscar, vincendo però soltanto quello alla Migliore
sceneggiatura non originale). Soltanto a partire dagli anni ’50,
infatti, la critica iniziò a considerare Quarto potere un
capolavoro. La travagliata produzione del film (che divenne anche
oggetto di boicottaggio) è stata di recente raccontata in Mank di David Fincher,
disponibile su Netflix.
Per quanto riguarda il futuro di
Paddington,
un terzo capitolo del franchise animato basato sulla storia
dell’orso della letteratura inglese creato da Michael
Bond, è stato ufficialmente annunciato lo scorso febbraio.
Tuttavia, ad oggi non ci sono stati ancora aggiornamenti in merito
al progetto.
Persino i Marvel Studios non sono stati immuni
dall’influenza che la pandemia di Covid-19 ha avuto sulle
produzioni in tutto il mondo. Come sappiamo, infatti, la produzione
di The Falcon and the Winter Soldier è stata
prima interrotta e poi posticipata proprio a causa dell’emergenza
sanitaria (ricordiamo che nei piani originali della Marvel, la serie avrebbe dovuto
debuttare prima di
WandaVision).
Lo scorso anno, proprio sulla scia
di questo stravolgimento, sono iniziate a circolare diverse voci
secondo cui le riprese aggiuntive della serie erano servite anche
per rimuovere dallo show una storyline che aveva a che fare con una
pandemia mondiale e che, probabilmente, i Marvel Studios non ritenevano più
adatta considerato ciò che il mondo reale stava vivendo a causa del
Coronavirus.
Ora, in occasione del podcast “Fade
to Black” di Amon Warmann, lo showrunner di
The Falcon and the Winter Soldier,Malcolm
Spellman, ha confermato che effettivamente una storyline è
stata tagliata dalla serie, ma ha negato che fosse collegata ad una
pandemia. Tuttavia, spera che quella “trama perduta” possa essere
ancora usata in futuro, magari in una serie a fumetti.
“Mi è stato detto che devo
smetterla di parlare di questa storyline tagliata dalla serie”, ha
detto Spellman. “Ma la verità è che l’adoravo e sì, posso
confermare che non aveva nulla a che fare con una pandemia. Voglio
vedere se possiamo convincere alcuni degli autori a farci un
romanzo… anche perché sono convinto che persino Kevin Feige adorava
quella storia. Tuttavia, mi è stato detto di smetterla di
parlarne.”
Isaiah Bradley legato ai tagli alla
storia di The Falcon and the Winter Soldier?
È difficile riuscire a immaginare
cosa avrebbe trattato la storyline tagliata da The Falcon and the Winter Soldier. Tuttavia,
non possiamo fare a meno di chiederci se poteva in qualche modo
avere dei legami con Isaiah Bradley, dal momento che il passato del
personaggio è stato solo menzionato nella serie, senza mai essere
davvero mostrato.
Ricordiamo che Malcolm
Spellman è stato incaricato, insieme a Dalan
Musson, di scrivere la sceneggiatura di Captain America 4, il nuovo capitolo del
franchise dedicato al Vendicatore a stelle e strisce che, quasi
sicuramente, avrà come protagonista Anthony Mackie. Al momento sul film non ci
sono ulteriori dettagli.
La sceneggiatura originale che il
noto scrittore William Gibson scrisse per Alien
3 sarà al centro di un nuovo romanzo di Pat
Cadigan. A riportare la notizia è
Bloody Disgusting. Come la maggior parte dei fan del celebre
franchise sapranno, Gibson aveva realizzato uno script per il terzo
capitolo della saga che non è mai stato utilizzato.
David Fincher, infatti, diresse il film
basandosi su una sceneggiatura di David Giler, Walter Hill e Larry
Ferguson. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Gibson, quasi
nulla delle sua sceneggiatura venne effettivamente utilizzato in
Alien
3. Tuttavia, negli ultimi anni quella sceneggiatura ha
ottenuto un adattamento a fumetti ufficiale da parte di Dark Horse,
e ora verrà utilizzata per dare vita ad un romanzo completo.
Titan Books pubblicherà
“Alien 3: The Unproduced Screenplay” il prossimo
31 agosto. La prima bozza della sceneggiatura di Gibson è stata
adattata da Pat Cadigan, la regina del movimento
letterario del cyberpunk, vincitrice del Premio Hugo. La sinossi
ufficiale dell’opera recita: “La sceneggiatura mai adattata
prima di William Gibson per il sequel diretto di Aliens – Scontro
finale, rivela il destino di Ripley, di Newt, dell’androide Bishop
e del caporale Hicks. Quando la nave Sulaco dei Colonial Marines
attracca con la stazione spaziale e l’installazione militare
Anchorpoint, appare una nuova forma di Xenomorfo. Scritto dal
romanziere vincitore dell’Hugo Award, nonché “Regina del
Cyberpunk”, Pat Cadigan, il libro è basato sulla prima bozza mai
prodotta di Gibson.”
Alien 3, il debutto alla regia di David Fincher
Alien
3, uscito nel 1992, è stato il capitolo meno
redditizio della saga, e ancora oggi è considerato da molti il meno
riuscito. Il film segnò il debutto di David Fincher alla regia di lungometraggio
(che all’epoca era noto soltanto come regista di videoclip musicali
per artisti del calibro di Michael Jackson, Madonna e George
Michael). Lo stesso regista ha rinnegato pubblicamente il film,
attribuendone l’insuccesso ai produttori, che limitarono la sua
libertà creativa non avendo fiducia nelle sue capacità.
Sappiamo tutti che il lavoro di
Zack Snyder nel DCEU – soprattutto per quanto
riguarda Batman v Superman: Dawn of Justice – è stato
fortemente influenzato da “Batman: Il ritorno del Cavaliere
Oscuro”. La miniserie di Frank Miller del 1986 è una delle storie a
fumetti più iconiche di tutti i tempi, che ha influenzato anche la
trilogia sul Cavaliere Oscuro ad opera di Christopher Nolan, in particolare il film
Il cavaliere oscuro – Il ritorno.
Zack Snyder non ha mai fatto mistero della sua
ammirazione per il lavoro di Miller, rivelando anche in più di
un’occasione che gli sarebbe piaciuto realizzare un adattamento
cinematografico di “Batman:
Il ritorno del Cavaliere Oscuro“. In occasione del
Justice Con, l’evento virtuale organizzato per celebrare la
Snyder Cut di Justice
League ad un mese dall’uscita, al regista è stato chiesto
di svelare il suo costume preferito dell’Uomo Pipistrello. Senza
esitare, Snyder ha subito menzionato il costume dell’opera di
Miller.
“Il mio Batsuit preferito è
quello de Il ritorno del Cavaliere Oscuro”, ha detto Zack Snyder. “Se dovessi un giorno
realizzare il film, riprodurrei quel costume fedelmente. L’altro
giorno, sui social, mi è apparso un ragazzo, un cosplayer forse,
che aveva ricreato quel costume molto bene. Però non ricordo il suo
nome…”
Allo stesso modo in cui la storia di
Miller è considerata uno dei fumetti di Batman più iconici di tutti
i tempi, la sua Batsuit è altrettanto venerata da molti. Sempre nel
corso del
Justice Con,
Zack Snyder ha riconosciuto le somiglianze tra il
costume di Ben Affleck e quello de “Il ritorno del
cavaliere oscuro”, una scelta popolare che ha chiaramente
ispirato il look del Batman di Affelck.
Anche la
Snyder Cut di Justice
League contiene alcuni riferimenti alla serie di Frank
Miller. Nell’epilogo del film, infatti, Batman può essere visto in
piedi su una Batmobile simile a un carro armato che ricorda molto
quella de “Il ritorno del cavaliere oscuro”. Inoltre,
nella stessa scena, raccolti davanti al veicolo,
si può scorgere la banda dei Mutants, un altro riferimento
all’opera di Miller.