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Rifkin’s Festival, la recensione del film di Woody Allen

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Rifkin’s Festival, la recensione del film di Woody Allen

Dopo tanti mesi lontani dalla sala cinematografica, tornare in quelle poche strutture aperte e avere la possibilità di guardare, tra gli altri, un film di Woody Allen è davvero un bel regalo e questa recensione di Rifkin’s Festival mira proprio a convincere gli scettici che anche l’Allen “minore” vale la pena di essere visto, possibilmente in sala. 

La trama di Rifkin’s Festival

Wallace Shawn interpreta Mort Rifkin, un ex professore di cinema alle prese con la stesura del suo primo romanzo, che accompagna la moglie, Sue, al Festival di San Sebastian, dove lei è impegnata a seguire l’attività stampa del nuovo film del promettente regista francese Philippe, un giovane autore ambizioso e borioso, osannato dalla critica ma, agli occhi di Mort, un po’ sopravvalutato e inconcludente, rispetto ai “grandi maestri del cinema europeo”, che per lui sono inarrivabili. Il festival di Mort sarà insolito, tra i sospetti di una tresca tra Sue e Philippe, gli incontri con personaggi famosi, le possibilità di vedere sullo schermo i capolavori del cinema che ama, l’incontro con un’affascinante dottoressa che gli farà sentire di nuovo l’adrenalina dell’avventura, un pizzico di ipocondria e sogni strani che lo turbano e lo proiettano nelle scene di famosi film in bianco e nero.

Non è una novità che Allen parli di se stesso nei suoi film e Rifkin’s Festival non è un’eccezione. In questo caso sceglie però di affidare a Shawn il ruolo di se stesso che all’attore sembra stare particolarmente comodo. Quindi, guidati da un simpatico Mort/Shawn/Allen, seguiamo il suo percorso attraverso una San Sebastian da cartolina. Come ogni posto che non gli appartiene quanto New York, Woody Allen procede per impressioni nel tratteggiare i luoghi delle sue storie, e in questo caso il contributo alla fotografia di Vittorio Storaro è preziosissimo. Il maestro italiano regala una luce particolare, quasi invadente ad ogni scena del film, che sia un interno freddo o un esterno caldo e soleggiato, tutto grazie al sapiente uso di una tecnica affinata per anni. Ma lo stesso risultato di eccellenza Storaro lo raggiunge nelle scene che replicano i film europei in bianco e nero, conferendo a Rifkin’s Festival una vivacità che, per questa volta in merito ad un film di Allen, non arriva dalla sceneggiatura, di solito elemento migliore di ogni prodotto del regista newyorkese. Per una volta, infatti, sono le immagini che parlano meglio delle battute argute. 

Rifkin's Festival film 2021Un racconto dentro a un racconto

Quello che invece sembra esserci a profusione nel film è la malinconia dell’accettazione del cambiamento, l’età che avanza, le storie d’amore che finiscono, la ricerca di un piccolo guizzo di vita, il protagonista Mort sembra serenamente abbandonato alla mutevolezza del momento che vive, attraverso incontri e addii, tutto raccontato con precisione al suo psicanalista, nella scena che apre e chiude il film. Siamo quindi dentro ad un racconto del protagonista che è a sua volta un racconto di Woody Allen. 

Il regista sta facendo i conti con la sua vita? Improbabile, dato che in ogni suo film (oltre che nella sua recente autobiografia) ha raccontato un pezzo di sé, ma sicuramente è arrivato ad un momento della sua carriera in cui fare film è più una terapia che un’urgenza. E in Rifkin’s Festival lo dimostra anche l’ambientazione, un festival di cinema, quelli che da tempo ci mancano, e il tipo di sogni che fa il protagonista, riproposizione di capolavori del cinema europeo, da Fino all’Ultimo Respiro a Il Settimo Sigillo. 

Sogni cinematografici da grandi autori europei

Woody Allen racconta il suo pigro vivere in confronto con la sua sfrenata passione per il cinema. Sebbene ogni omaggio sia inserito nella storia narrativamente, cioè racconta un pezzetto di trama in più, almeno per quello che accade nella testa del protagonista, si tratta anche di pretesti per riproporre scene memorabili della storia del cinema, “abbassarle” in qualche modo, e restituirle al pubblico. Un’intuizione che, insieme alle bellissime immagini, vale tutto il film.

Pure davanti a un Woody Allen “minore” non si può che non inchinarsi, per il mestiere, l’intelligenza, la bellezza con cui le immagini vengono presentate allo spettatore. In Rifkin’s Festival più che mai, Allen si spoglia della sua aura di sceneggiatore brillante e si regala ai suoi fan prevalentemente nelle vesti di un pittore, di un illustratore, di un regista di immagini splendide.

Rifkin’s Festival

Masterminds – I geni della truffa: trama, cast e la vera storia dietro al film

Il detto “la realtà supera la fantasia” è quanto mai vero e si riconferma tale grazie a storie talmente incredibili da sembrare possibili soltanto nei film. Eppure questi ultimi traggono spesso spunto proprio da vicende realmente avvenute, talvolta poco note ma contenenti elementi tali da renderle perfette per il grande schermo. Tra queste opere vi è Masterminds – I geni della truffa, spassosa commedia del 2016 diretta da Jared Hess, già noto per commedie come Napoleon Dynamite e Super Nacho. Ancora una volta dunque, Hess torna a raccontare al cinema sotto forma di commedia vicende reali, che non smettono di stupire circa le risorse dell’essere umano.

Masterminds – I geni della truffa non è però solo la riproposizione in chiave comica della sfortunata vicenda vera, bensì anche una riflessione sulla ricchezza e su ciò che si è pronti a fare in situazioni disperate. Nell’America delle contraddizioni, il protagonista di questo film incarna alla perfezione l’uomo abbandonato dal proprio Paese ad uno stato di povertà, che non può che ovviamente spingere ad una ribellione verso coloro che invece detengono il potere. Tematiche queste estremamente attuali e delicate, qui stemperate grazie all’uso della commedia, che non smette però di far riflettere sulla precarietà di tale sistema.

Passato in sordina al momento della sua uscita, il film non si affermò come un particolare successo, schiacciato dalle altre commedie presenti in sala al momento della sua uscita. Con gli anni Masterminds – I geni della truffa ha però guadagnato un certo seguito, merito anche della sua rilevanza sociale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla storia vera dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Masterminds – I geni della truffa: la trama del film

Protagonista del film è David Ghantt, un camionista di veicoli blindati che trascorre un’esistenza piuttosto monotona. L’unico barlume di eccitazione è dato dalla sua provocante collega Kelly Campbell. Stanco della sua misure paga, David decide, insieme ad un gruppo di maldestri criminali guidati da Steve Chambers, di mettere a segno una rapina da 17 milioni di dollari. I banditi si lasciano però alle spalle una scia di prove, consistenti soprattutto in acquisti sfrenati di beni di lusso. David si vedrà perciò costretto ad eludere i poliziotti, sopravvivere ad un pericoloso sicario e cercare di ribaltare la situazione dei doppiogiochisti che l’hanno incastrato facendone il capro espiatorio della situazione.

Masterminds - I geni della truffa cast

Masterminds – I geni della truffa: il cast del film

Tra i protagonisti del film vi sono alcuni dei più celebri attori comici dell’attuale panorama statunitense. Ad interpretare il buffo David Ghantt vi è infatti Zach Galifianakis, divenuto celebre grazie alla trilogia di Una notte da leoni. Nei panni del compare Steve Chambers si ritrova invece Owen Wilson, celebre per Zoolander e Midnight in Paris, mentre la collega di David, Kelly Campbell, è interpretata dall’attrice Kristen Wiig, recentemente vista in Wonder Woman 1984. Kate McKinnon interpreta Jandice Gartrell, rivale di Kelly. L’attore Jason Sudeikis, noto a sua volta per diversi film comici, interpreta il sicario Mike McKinney, comparendo però nel film dopo quasi un’ora dall’inizio. Gli attori Leslie Jones e Jon Daly interpretano infine due detective dell’FBI.

Masterminds – I geni della truffa: la vera storia dietro il film

Quanto narrato nel film è particolarmente aderente alla vicenda realmente avvenuta. Masterminds – I geni della truffa vanta infatti il vero David Ghantt come consulente. La storia di questi ha inizio nel 1997, quando lavorava come autista di furgoni blindati. Guadagnando pochissimi dollari all’ora, David aveva uno stato economico prossimo alla povertà totale. L’occasione per riscattarsi arriva nel momento in cui Kelly Campbell, sua collega, gli propone di rapinare i loro datori di lavoro insieme a Steve Chambers, un piccolo truffatore. Insieme, i tre decisero di dar vita a quella che è passata alla storia come la rapina dell’Ottobre 1997 alla Loomis Fargo.

Ghantt, Chambers e Campbell escogitarono il seguente piano: Ghantt sarebbe rimasto nel caveau dopo il suo turno la notte della rapina, il 4 ottobre 1997, e avrebbe lasciato entrare in questo i suoi compagni. A quel punto caricarono più denaro possibile in un furgone. Nel frattempo, Ghantt avrebbe preso per sé $ 50.000, quanti potevano essere legalmente trasportati attraverso il confine senza domande, e sarebbe fuggito in Messico. Chambers avrebbe poi trattenuto la maggior parte del denaro rimanente e l’avrebbe trasferito a Ghantt qualora necessario. Una volta calmatasi la situazione, Ghantt sarebbe potuto tornare e avrebbero diviso il bottino in modo uniforme.

Tuttavia, nell’attuare tale piano, i tre disattivarono soltanto due delle tre telecamere di sorveglianza presenti. Questa riprese dunque i tre arrivare a rapinare la cifra record di 17 milioni di dollari. I tre a quel punto si divisero, vivendo un periodo di spese folli e di vita da ricchi. L’FBI iniziò però a rintracciare i loro movimenti sospetti di denaro, giungendo infine a rintracciarli e arrestarli. Ghantt venne condannato a sette anni e mezzo di prigione, ma è stato rilasciato dopo cinque per buona condotta. Quasi tutta la refurtiva è stata poi recuperata, tranne 2 milioni di dollari, mancanti all’appello ancora oggi.

Masterminds – I geni della truffa: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Masterminds – I geni della truffa è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Netflix, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4 maggio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb, Allthatisinteresting

 

The Call: trama e cast del film con Halle Berry

The Call: trama e cast del film con Halle Berry

Per dar vita ad un buon thriller non serve mostrare ogni cosa allo spettatore. Come ormai più volte confermato, è proprio ciò che non si vede a fare più paura. Un film di questo genere può dunque costruirsi anche in buona parte su una chiamata telefonica, rendendo ugualmente accattivante la vicenda. Un esempio è il film The Call, scritto da Richard D’Ovidio e diretto da Brad Anderson. Questi si era in particolare già distinto con celebri film di genere come L’uomo senza sonno e Vanishing on 7th Street. Abile dunque nel padroneggiare la tensione e atmosfere cupe, Anderson ha dato nuovamente conferma del suo talento con questo nuovo progetto.

Originariamente, però, la storia di The Call era stata pensata per una serie televisiva, diluendo dunque molto la narrazione così da coprire un’intera stagione. D’Ovidio decise però di ridurre il tutto ad un film, certo che condensare la storia in un lungometraggio avrebbe favorito la costruzione di una maggior tensione. Lo sceneggiatore e il regista iniziarono allora a condurre approfondite ricerche sul lavoro degli operatori per le linee d’emergenza, al fine di risultare fedeli al loro lavoro. Importante per loro era anche che a guidare la storia vi fosse un personaggio femminile forte, capace di gestire da sé l’intera situazione.

Al momento della sua uscita The Call si affermò come un autentico successo, guadagnando circa 70 milioni di dollari a fronte di un budget di 13. Ricevette inoltre diversi premi e lodi, in particolare per le interpretazioni delle protagoniste. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Call: la trama del film

Protagonista del film è la centralinista del 911 Jordan Turner. La donna vive da ormai sei mesi con i sensi di colpa per non essere riuscita a mantenere il collegamento telefonico con una giovane rapita, impedendo così alla polizia di rintracciarla. La morte di questa ragazza ha così scosso profondamente Jordan, che da quel momento vive con la paura di commettere nuovamente un errore. Per questo, la donna è ora incaricata di fare semplicemente da insegnante ai nuovi tirocinanti che desiderano intraprendere quel lavoro. Jordan viene però richiamata all’azione nel momento in cui nota una sua collega in difficoltà nel gestire una chiamata di soccorso.

Jordan si offre di assumere la chiamata, trovandosi a dialogare con una ragazza di nome Casey, la quale è stata aggredita da uno sconosciuto e imprigionata nel bagagliaio della sua auto. Per Jordan si tratta dell’occasione per rimediare ai propri errori, ma stavolta non dovrà assolutamente sbagliare se vuole che la ragazza venga ritrovata viva. Attraverso la telefonata, Casey riesce a fornire a Jordan tutti i dettagli possibili e utili alla sua individuazione. Quando le cose si complicheranno, però, la centralinista capirà di non poter più restare dietro al telefono, ma di dover attivamente andare a cercare la ragazza.

The Call cast

The Call: il cast del film

Ad interpretare Jordan Turner vi è l’attrice premio Oscar Halle Berry. Questa accettò da subito il ruolo, entusiasta di poter prendere parte ad un film dove una donna comune ma forte prende in mano le redini della situazione diventando un’eroina. Dedicatasi a fondo al suo personaggio, la Berry propose anche alcune modifiche nella caratterizzazione e nei dialoghi, così da far risultare più realistica la donna. Per comprendere il suo ruolo, inoltre, ebbe modo di incontrare vere centraliniste del 911, apprendendo da loro cosa occorre fare e dire in situazioni d’emergenza e come gestire al meglio lo stress e anche le situazioni più complesse.

L’attore Morris Chestnut è presente nei panni di Paul Phillips, collega e fidanzato di Jordan. Per prepararsi al ruolo, egli ebbe a sua volta modo di incontrare veri poliziotti, seguendoli nei loro giri di perlustrazione per la città. Nei panni della ragazza rapita, Casey Welson, vi è l’attrice candidata all’Oscar Abigail Breslin, mentre il suo rapitore è Michael Foster, interpretato da Michael Eklund, noto per i suoi ruoli da cattivo o antieroe. Per ottenere il ruolo, questi inviò un video-provino ai produttori, dimostrandosi inquietante e viscido il giusto per il personaggio. Nel film sono poi presenti il wrestler David Otunga nei panni dell’ufficiale di polizia Jake Devans e Michael Imperioli in quelli di Alan Denado. L’attrice Roma Maffia è invece Maddy.

The Call: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Call è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4 maggio alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

 

 

 

Transcendence: trama, cast e curiosità sul film con Johnny Depp

Transcendence: trama, cast e curiosità sul film con Johnny Depp

Come è ormai noto, l’essere umano utilizza soltanto una minima parte del suo cervello. Sorge dunque spontaneo chiedersi cosa si potrebbe essere in grado di fare qualora questo venisse impiegato al massimo delle sue capacità. Una realtà che oggi, grazie alla tecnologia, sembra ogni giorno più raggiungibile. Su questa, e su molte altre tematiche esistenzialiste, si basa il film di fantascienza del 2014 Transcendence, scritto da Jack Paglen e diretto da Wally Pfister. Quest’ultimo esordisce proprio con quest’opera alla regia, dopo essere stato il direttore della filmografia di tutti i film di Christopher Nolan e aver vinto l’Oscar proprio con Inception.

Il film, che all’epoca della sua uscita non fu accolto in modo particolarmente entusiasta, risulta invece oggi particolarmente attuale e di gran fascino. Il futuro prossimo configurato dagli autori vede infatti un mondo soggiogato dalla presenza sempre più dilagante della tecnologia. Una minaccia che va di pari passo ad un pericoloso virus che si diffonde nel pianeta proprio nell’anno 2021. Trascendence sembrava dunque un film di fantascienza al momento della sua uscita, mentre oggi è estremamente più simile alla realtà, presentando una serie di risvolti ed elementi presenti già oggi tra di noi. Dotato di un cast di grandi celebrità, si tratta dunque di un film da riscoprire.

Questo è infatti capace di parlare molto di più al pubblico di oggi di quanto non abbia fatto nel 2014. Pur con i suoi limiti e difetti, Trascendence si va infatti a collocare a metà nel discorso tra il peso della tecnologia e il recupero dell’elemento naturale, rivelandosi di fatto anticipatore di una serie di immaginari e risvolti poi realmente verificatisi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Transcendence: la trama del film

La storia raccontata è quella di Will Caster uno dei più importanti ricercatori in ambito di intelligenza artificiale, vicino alla creazione di una macchina in grado di sentire tutto lo spettro delle emozioni umane e, allo stesso tempo, conservare un’intelligenza in grado di immagazzinare ogni minimo atomo di sapere. Per impedirgli di diffondere tale tecnologia, però, l’uomo viene colpito e ucciso da un gruppo di terroristi anti-tecnologici. Prima che muoia, sua moglie Evelyn riesce però a collegare la mente dell’amato alla macchina di intelligenza artificiale. Di fatto, dunque, Will perde il proprio corpo ma guadagna la possibilità di essere infinito nella realtà digitale.

Quando i terroristi responsabili dell’omicidio di Will scoprono quello che Evelyn ha fatto, iniziano allora a darle la caccia per distruggere anche l’ultimo residuo dell’uomo. Nel tentativo di salvarlo di nuovo, la donna collega la macchina alla rete Internet, rendendolo così disponibile da qualsiasi apparecchio tecnologico. Quello che Evelyn però non sa, è che la connessione a ogni computer della Terra porterà l’intelligenza artificiale Will a prendersi delle libertà che rischiano di farlo diventare il vero cattivo della storia. Spetterà dunque a lei fermarlo, prima che sia troppo tardi per l’intera specie umana.
Transcendence cast

Transcendence: il cast del film

Per il ruolo dello scienziato Will Caster, Pfister scelse da subito l’attore Johnny Depp. Dichiaratosi interessato al progetto, questi inizio a documentarsi sulle tematiche affrontate, al fine di avere una più completa conoscenza delle intelligenze artificiali e delle problematiche ambientali. Per la sua partecipazione al film, l’attore ricevette un compenso di 20 milioni di dollari più il 15% del botteghino mondiale della pellicola. Accanto a lui, nei panni della moglie Evelyn Caster, vi è invece l’attrice Rebecca Hall, nota anche per i film Vicky Cristina Barcelona e The Town. Originariamente però, per il ruolo era stata considerata Kate Winslet, che rifiutò per via di altri impegni.

Il premio Oscar Morgan Freeman interpreta Joseph Tagger, il mentore di Will nella sua ricerca scientifica. Paul Bettany, oggi noto per essere Visione nel MCU, è Max Waters, il miglior amico di Will. Per tale personaggio erano stati considerati anche Ewan McGregor e Tom Hardy. Cillian Murphy interpreta Donald Buchanan, agente dell’FBI, mentre Kate Mara è Bree, leader del gruppo di terroristi anti-tecnologia. Diversi altri noti attori, come James McAvoy, Tobey Maguire, Christian Bale e Jude Law erano stati considerati per alcuni ruoli non definiti, ma per vari motivi nessuno di loro poté partecipare. Nel film è inoltre presente un cameo dell’imprenditore e inventore Elon Musk, individuabile durante la scena della presentazione del progetto di Will.

Transcendence: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Transcendence è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Netflix, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 4 maggio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Il Quaderno Nero dell’Amore arriverà al cinema dal 27 maggio

Il Quaderno Nero dell’Amore arriverà al cinema dal 27 maggio

Un quaderno in cui tre giovani decidono di raccontare la loro vita privata è al centro de Il Quaderno Nero dell’Amore, che, diretto dall’artista Marilù S. Manzini e tratto dal suo omonimo romanzo edito da Rizzoli, arriverà al cinema dal 27 maggio, distribuito da Europictures. Quel quaderno, col pretesto di documentare la loro quotidianità, finirà per nascondere pensieri, follie, confessioni, segreti…forse anche crimini. Nel cast Emilia Verginelli (Io, Don Giovanni), Michele Cesari (Come diventare grandi nonostante i genitoriMartina Palmitesta (Nour), Giulia di Quilio, Carmen Giardina.

Il Quaderno Nero dell’Amore, la trama

Due giovani donne e un loro coetaneo, per gioco, si mettono ad annotare su un quaderno i segreti indicibili delle loro vite private. Mavi, designer d’interni, collezionista di odori, conserva sottovuoto indumenti delle persone che li indossavano. Paola, aspirante starlet ha difficoltà a realizzarsi. Riccardo, accanito amatore seriale, sta conducendo alla rovina il locale alla moda che gestisce con leggerezza. Seguiamo le vicende dei tre amici e il loro uso di quel quaderno nero che, col pretesto di documentare e dare voti principalmente ai rapporti sessuali, finisce per nascondere pensieri, follie, confessioni, segreti, forse anche crimini. Tra momenti di erotismo, altri drammatici, e altri ancora di commedia, Mavi lascerà emergere le proprie frustrazioni e il suo desiderio di riscatto. Paola verrà bloccata nelle sue aspirazioni artistiche da una malattia che lei trasformerà poi nel proprio successo. Riccardo, lasciato senza un soldo dalla nonna che lo aveva finora finanziato, farà emergere un lato di sé molto oscuro…

Il Quaderno nero , proposto da Mavì, inizia come un gioco, un gioco nel quale si condividono i segreti intimi dei partecipanti. Questo Gioco ci permette di entrare nelle vite dei protagonisti. Mavì, viziosa ma sentimentalmente insoddisfatta. Riccardo, in mezzo alla sua lussuria  in cerca di un onda perfetta. Paola, assillata dalla madre che vorrebbe vederla primeggiare come modella (nonostante non abbia la presenza adatta). Ad un certo punto il Quaderno perde quasi importanza davanti al capitolare delle loro storie, che porterà i protagonisti in situazioni drammatiche. A questo punto si capisce che di fatto il Film è una storia d’amore e i protagonisti troveranno la loro riuscita in maniera diversa da quella che cercavano. Nel film non ci sono giudizi morali su niente di ciò che accade, è come una fiaba noir. L’utilizzo del green screen , con paesaggi stilizzati, rende i paesaggi simili a quelli che troviamo nei libri di fiabe e accentuano il contrasto con la messa in scena. Parlo di messa in scena perché il film ha un’impostazione teatrale. tutto sembra girato e recitato sul palcoscenico di un teatro. 

MARILÙ S. MANZINI

Paola Cortellesi racconta il doppiaggio di 22 contro la Terra

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Paola Cortellesi racconta il doppiaggio di 22 contro la Terra

È disponibile da oggi un nuovo contenuto video che vede Paola Cortellesi rispondere a domande e curiosità dopo la sua nuova esperienza di doppiaggio di 22, la vivace e sarcastica anima protagonista di 22 contro la Terra, il nuovo cortometraggio Disney e Pixar ambientato prima degli eventi di Soul, il film Disney e Pixar vincitore del premio Oscar. Il corto è disponibile da oggi, venerdì 30 aprile, in esclusiva su Disney+.

Paola Cortellesi torna nell’Ante-Mondo per prestare nuovamente la propria voce alla scettica anima 22 che, nel cortometraggio, sfida le regole e si rifiuta di andare sulla Terra, reclutando un gruppo di altre cinque nuove anime nel suo tentativo di ribellione. Tuttavia, mentre le loro azioni portano a risultati inattesi, il piano sovversivo di 22 potrebbe condurre a una sorprendente rivelazione sul significato della vita.

22 contro la Terra è diretto da Kevin Nolting e prodotto da Lourdes Marquez Alba ed è disponibile in streaming solo su Disney+ da oggi, venerdì 30 aprile.

Il Sacro Male: trailer del nuovo horror prodotto da Sam Raimi

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Il Sacro Male: trailer del nuovo horror prodotto da Sam Raimi

Sony Pictures Italia ha diffuso il trailer del film horror Il Sacro Male prodotto da Sam Raimi, Rob Tapert e Evan Spiliotopoulos dal 20 Maggio 2021. Il film è basato sul libro “Shrine”, un bestseller di James Herbert.

Il Sacro Male, prodotto da Sam Raimi, Rob Tapert e Evan Spiliotopoulos (anche regista e sceneggiatore del film), racconta la storia di Alice, una ragazza non udente che, dopo una presunta apparizione della Vergine Maria, riacquista la capacità di sentire e di parlare ma soprattutto sembra essere in grado di guarire i malati. Molte persone, sentendo la notizia, accorrono nella piccola città del New England per assistere ai miracoli, tra cui un giornalista (Jeffrey Dean Morgan) che spera di rilanciare la propria carriera indagando su ciò che accade ad Alice. Quest’ultimo però, in seguito ad eventi terrificanti che riguardano le azioni della giovane, inizia a domandarsi se dietro ai presunti miracoli non ci sia qualcosa di più sinistro.

Shrek celebra il suo 20° anniversario

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Shrek celebra il suo 20° anniversario

Primo film della storia ad ottenere un premio Oscar per Miglior film d’animazione, Shrek celebra il suo 20° anniversario questa primavera. Questo incredibile ed originale successo ha dato avvio a ben tre sequel, uno spin-off, serie TV, speciali natalizi, attrazioni in parchi tematici e molto altro, rimanendo un vero e proprio punto di riferimento per i fan attraverso gli anni!

Universal Pictures Home Entertainment lo celebra con questa edizione speciale Shrek 20° anniversario, finalmente disponibile nell’esclusivo formato 4k Ultra HD per la prima volta a partire dal 27 maggio, oltre ad una riedizione nei formati Dvd e Blu-ray con una nuova imperdibile veste grafica.

Non hai mai incontrato un eroe come Shrek. Il tenero orco ha dato avvio ad un vero e proprio fenomeno e catturato l’immaginazione del mondo intero con la più bella fiaba mai raccontata. La critica ha definito Shrek “l’emozione di una storia coinvolgente e spettacolare” (Corriere della Sera). Divertitevi con la meravigliosa storia dell’ardita avventura di Shrek che, con l’aiuto dell’adorabile chiacchierone Ciuchino, cerca di salvare l’altezzosa principessa Fiona per riconquistare la prioprietà della sua amatissima palude dall’astuto Lord Farquaad. Irrivernte al punto giusto e mostruosamente intelligente, Shrek è un’avventura imperdibile a misura d’orco che vorrete vedere e rivedere!

CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI 4K ULTRA HD E BLU-RAY:

  • L’angolo degli animatori
  • Il viaggio interattivo di Shrek
  • Riflettori su Ciuchino
  • Scene inedite
  • Commento al film con i registi Andrew Adamson e Vicky Jenson e il produttore Aron Warner
  • Festa danzante con karaoke
  • Video musicali
  • E molto altro ancora!

CONTENUTI SPECIALI DVD

  • Attività e giochi interattivi: metamorfosi dei personaggi, decora l’omino di pan di zenzero, gioco a quiz
  • Esilaranti interviste ai personaggi
  • Commento dei realizzatori del film
  • La tecnologia dietro Shrek
  • Inserto sul doppiaggio internazionale
  • Festa danzante con karaoke
  • Menù animati
  • Note di produzione, biografie del cast e della troupe
  • Studio di doppiaggio di Shrek (dvd-rom): presta la voce ai tuoi personaggi preferiti e partecipa alle scene di Shrek ! (inglese)

Il film sarà disponibile in 4K Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD Blu-ray e il Blu-ray. Il disco 4K Ultra HD disc comprende gli stessi contenuti extra della versione Blu-ray, tutti nella straordinaria risoluzione 4K.

  • 4K Ultra HD è la migliore esperienza visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD presenta la combinazione della risoluzione 4K di quattro volte superiore al classico HD, la brillantezza dei colori dell’High Dynamic Range (HDR) con una resa audio totalmente immersiva per un’esperienza sonora multidimensionale.
  • Blu-ray sfodera il potere della tua TV HD e si dimostra il modo migliore per vedere i film a casa, con la risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD, extra esclusivi e un sonoro in modalità surroud, come al cinema.

Succession 3: Alexander Skarsgård nel cast

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Succession 3: Alexander Skarsgård nel cast

Arriva da Deadline la notizia che Alexander Skarsgård è entrato a far parte del cast di Succession 3, l’annunciata terza stagione di Succession.

Alexander Skarsgård si unisce alla terza stagione di Succession, vincitore di un Emmy, della HBO in un ruolo ricorrente. Skarsgård interpreterà Lukas Matsson un fondatore e CEO di tecnologia di successo e conflittuale. La produzione della terza stagione è in corso.

Succession 3

Succession 3 è la terza stagione della serie tv Succession creata da Jesse Armstrong, per il canale americano HBO. La serie Succession è incentrata sulla famiglia immaginaria di Roy, i proprietari disfunzionali di un impero globale dei media e dell’ospitalità che si battono per il controllo dell’azienda in mezzo all’incertezza sulla salute del patriarca della famiglia, Logan Roy.

In Succession 3 ritorneranno i protagonisti Marcia Roy (stagione 1-in corso), interpretata da Hiam Abbass, Greg Hirsch (stagione 1-in corso), interpretato da Nicholas Braun. Logan Roy (stagione 1-in corso), interpretato da Brian Cox, Roman Roy (stagione 1-in corso), interpretato da Kieran Culkin, Frank Vernon (stagione 1-in corso), interpretato da Peter Friedman, Rava Roy (stagione 1-in corso), interpretata da Natalie Gold, Tom Wambsgans (stagione 1-in corso), interpretato da Matthew Macfadyen. Connor Roy (stagione 1-in corso), interpretato da Alan Ruck, Siobhan “Shiv” Roy (stagione 1-in corso), interpretata da Sarah Snook, Kendall Roy (stagione 1-in corso), interpretato da Jeremy Strong, Lawrence Yee (stagione 1-in corso), interpretato da Rob Yang.

The Good Doctor: ABC rinnova la serie per la quinta stagione

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The Good Doctor: ABC rinnova la serie per la quinta stagione

Il network americano ABC ha deciso di rinnovare la serie The Good Doctor per una quinta stagione che arriverà nel prossimo anno. Al momento non ci sono ulteriori dettagli in merito quindi non resta che aspettare il comunicato ufficiale.

The Good Doctor 5

The Good Doctor 5 è la quinta stagione della serie tv The Good Doctor  creata da David Shore per il network americano della ABC.

In The Good Doctor 5 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy, Antonia Thomas come Dr. Claire Browne, Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez, Hill Harper come Dr. Marcus Andrews, Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman, Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.

Avengers: Endgame, la scena dei portali doveva avere un tema musicale differente

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Avengers: Endgame, il cinecomic campione d’incassi di Anthony e Joe Russo, viene ricordato soprattutto per le innumerevoli scene iconiche presenti al suo interno. Tuttavia, quella che i fan ricordano sempre con maggiore entusiasmo è sicuramente il ritorno di tutti gli eroi che erano scomparsi in seguito allo Snap.

Ora veniamo a conoscenza del fatto che l’iconica scena scena dei portali, in origine, doveva avere un tema musicale completamente diverso. Si tratta di una sequenza commovente ed emozionante, il cui impatto è reso ancora più forte grazie alle musiche di Alan Silvestri. Come spiegato dal celebre compositore in occasione durante il podcast di Empire, però, all’inizio l’accompagnamento musicale di quella scena era molto diverso.

“Avevamo tutte le versioni che avevo preparato per l’orchestra, c’erano questi corni francesi che suonavano e poi c’erano anche i cori. Poi c’era ancora un’altra versione… era un assolo di tromba e sembrava che la scena stesse andando in una direzione totalmente opposta. Abbiamo questa straordinaria rivelazione dalla nebbia della speranza… e poi i Wakandiani che arrivano per salvare la situazione. assolo di tromba.”

Poi ha aggiunto: “Alla fine la scena dei portali è una sorta di crescendo… che sale sempre di più, con diversi cambiamenti a livello di registro, fino a che non si arriva a quando Cap pronuncia ‘Avengers Uniti!’… c’è una chiara progressione, che quel momento raggiunge da solo.”

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel cast del film – tra gli altri – figurano Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Thor: Love and Thunder, Sacha Baron Cohen avrà un ruolo nel film?

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La produzione di Thor: Love and Thunder è ancora in corso in Australia. Dopo la conferma del coinvolgimento di Russell Crowe (che in precedenza era stato avvistato ad una partita di rugby insieme a Chris Hemsworth), è da alcune ore che sul web non si fa altro che speculare in merito al possibile coinvolgimento nel film di un altro celebre attore, ossia Sacha Baron Cohen.

Come riportato da ComicBookMovie, infatti, la star del recente Borat – Seguito di film cinema è stata avvistata a cena insieme al regista Taika Waititi e agli attori Christian Bale e Russell Crowe: insieme a loro c’era anche Isla Fisher, attrice e moglie di Cohen. Naturalmente, queste foto non sono una conferma che l’attore e comico britannico farà davvero parte del cast, ma è innegabile che abbiano immediatamente acceso la discussione, soprattutto in vista di come era stato anticipato il coinvolgimento di Crowe.

Le immagini in questione sono state diffuse via Twitter. Potete vederle cliccando qui. Se Sacha Baron Cohen dovesse davvero apparire in Thor: Love and Thunder, potrebbe interpretare uno degli Dei che finiscono nel mirino di Gorr, il personaggio di Bale; molti fan hanno già indicato che vorrebbero vederlo nei panni di Shadrak, il Dio delle Bombe.

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Fast and Furious: come Michelle Rodriguez riuscì ad evitare gli stereotipi sessisti

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A quanto pare, Michelle Rodriguez ha contribuito in prima persona nel garantire che la saga di Fast and Furious evitasse gli stereotipi sessisti. Da sempre, Rodriguez è una grande sostenitrice dei personaggi femminili del franchise e tante volte ha espresso il desiderio di vederne sempre di più in futuro.

Il personaggio dell’attrice, Letty, ha assunto un ruolo sempre più importante nel franchise, agendo come partner di Dom Toretto sia nella vita privata che in ambito professionale. Tuttavia, in origine le cose erano leggermente diverse. In una nuova intervista con EW, Michelle Rodriguez e Jordana Brewster (interprete di Mia Toretto nella saga) hanno discusso nel dettaglio di come l’attrice stava quasi per abbandonare il primo film. “Quando Michelle [Rodriguez] ha letto la parte, ha esclamato: ‘No, non interpreterò questo personaggio’, e da allora è cambiato totalmente. È passato dall’essere una ragazza ‘trofeo’ ad un personaggio veramente stratificato”, ha spiegato Brewster.

Rogriduez ha poi approfondito la questione, descrivendo il modo in cui la sua esperienza l’ha aiutata a far capire agli sceneggiatori di Hollywood che la relazione tra Dom e Letty non avrebbe funzionato se quest’ultima fosse stata relegata al mero ruolo di ragazza ‘trofeo’. L’attrice ha anche minacciato di lasciare il primo Fast and Furious se non avessero cambiato il suo personaggio.

“Per loro è stato come scontrarsi con la realtà e capire che le cose non funzionano in quel modo. In un certo senso, ho dovuto istruirli”, ha spiegato l’attrice. “Se volevano che quella relazione fosse reale, e soprattutto che funzionasse, ho detto loro: ‘Non passerò per una p****na di fronte a milioni di persone, quindi o cambiate il personaggio o io me ne vado. E per fortuna l’hanno capito.”

Michelle Rodriguez ancora Letty in Fast and Furious 9

Rivedremo Michelle Rodriguez nei panni di Leticia “Letty” Ortiz in Fast and Furioius 9, il nono capitolo della saga che arriverà nelle sale italiane quest’estate. Ricordiamo che il decimo capitolo è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga – che sarà diviso in due parti – concluderà definitivamente la serie principale, a seguito degli eventi che vedremo nel capitolo 9.

Mickey e l’Oceano perduto: il primo numero della collana di graphic novel

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Mickey e l’Oceano Perduto, il primo numero della collana di graphic novel internazionali inedite che porteranno i lettori a scoprire i più amati personaggi Disney  in una nuova veste.

È in arrivo una collana di graphic novel davvero unica, una serie di titoli che porteranno i lettori in un universoaffascinante dai sontuosi disegni, riscoprendo i personaggi Disney più amati sotto un altro punto di vista. Panini Comics porta in edicola, fumetteria e su Panini.it le graphic novel  Disney edite in Francia da Glénat per il mercato d’oltralpe. A dare il via alle pubblicazioni è Mickey e l’Oceano Perduto, una meravigliosa prova d’autore di Denis-Pierre Filippi, con i disegni di Silvio Camboni e i colori di Gaspard Yvan e JessicaBodart. In quest’opera avventura, azione, umorismo e poesia si uniscono in una graphic novel destinata a entrare di diritto nella Storia del Fumetto.

Mickey e l’Oceano Perduto si apre con un mondo finalmente in pace dopo anni di conflitti. Topolino, Minni e Pippo si dedicano al recupero di preziosi relitti tecnologici, sfidando la concorrenza di Pietro Gambadilegno. Dopo aver risposto a un annuncio, i tre amici mettono le mani su uno strano cubo situato nelle profondità dell’oceano. Non immaginano nemmeno le vere intenzioni del loro mecenate né la portata dei poteri di questo artefatto, a prima vista inoffensivo ma in grado di sovvertire l’esistenza di tutti… Se Denis-Pierre Filippi ha sapientemente dosato un mix di momenti ironici e leggeri a scene più ricche di pathos e suspense, si deve al talento di Silvio Camboni la realizzazione grafica di quell’immaginifica realtà “steampunk” che fa da scenario all’intera avventura. A chiudere il volume, inoltre, una ricca sezione che raccoglie schizzi, bozzetti e altri preziosi materiali inediti di Camboni, commentati dall’autore, che dichiara:“Vedere l’edizione italiana di Mickey e l’Oceano Perduto, un libro per me molto importante, mi rende molto felice; che poi a pubblicarlo sia Panini, l’editore di Topolino, rende il tutto ancora più piacevole e chiude in qualche modo il cerchio intorno alle mie diverse anime professionali”.

Mickey e l'Oceano PerdutoMickey e l’Oceano Perduto è il primo titolo della collana Panini Comics che porterà in Italia le graphic novelfirmate da grandi autori con i character Disney inseriti in modi nuovi e alternativi rispetto a come sono stati sempre rappresentati.

Non è mai facile confrontarsi e lavorare con eroi raccontati in decenni di storie, spesso di grande valore e qualità. Personaggi che hanno acquisito uno spessore e un’identità talmente marcati da diventare a volte vere e proprie icone del nostro tempo” commenta Alex Bertani, Direttore di Topolino. “Eppure la progettualità, l’idea forte di questa collana è proprio questa: la volontà e lo sforzo di uscire da una rappresentazione più classica e tradizionale per provare a esplorare nuove atmosfere e nuovi territori. Da sempre apprezzo il coraggio e la voglia di evolversi e sperimentare. Non posso quindi che essere fiero di proporre al pubblico italiano questa iniziativa editoriale”.

Il prossimo appuntamento della collana sarà con Mickey e l’Oceano Perduto, di Fabrizio Petrossi e Dab’s, un viaggio nel tempo senza precedenti disponibile a partire da giugno.

Star Wars: The Bad Batch, recensione del primo episodio della serie Lucasfilm

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Esordisce su Disney+, a partire dallo Star Wars Day, il 4 maggio, Star Wars: The Bad Batch, la nuova serie Lucasfilm nata dalla mente di Dave Filoni (The Mandalorian) e che racconta le avventure di quello stesso Bad Batch che abbiamo conosciuto nella stagione finale di Star Wars: The Clone Wars. 

Ma cos’è e chi forma questo The Bad Batch? Si tratta dello squadrone Clone Force 99, un gruppo di cloni sperimentali che hanno combattuto a loro modo, seguendo delle regole tutte loro, e che adesso, con la caduta della Repubblica e la nascita dell’Impero e l’ascesa di Palpatine, devono ricollocare il loro scopo e la loro esistenza in un mondo “in pace”. Come si comportano dei cloni atipici in un mondo in cui hanno perso la loro funzione di soldati?

Iscriviti a Disney+ per guardare The Bad Batch e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Chi sono i componenti di The Bad Batch

Lo scopriamo di volta in volta insieme a Hunter, Echo, Wrecker, Crosshair e Tech. Ognuno di loro ha un ruolo preciso all’interno del gruppo, un compito e una posizione che permette al gruppo stesso di funzionare in battaglia: Hunter, che è una specie di leader, che ha doti straordinarie da cacciatore, segue le piste, è un soldato forte e stoico. Poi c’è Tech, che è dedito a tutto ciò che è tecnologico, per così dire. Ha un sacco di gadget e di aggeggi ed è sempre calmo e sicuro di sé in merito a tutto ciò che riguarda la tecnologia e le armi. Poi c’è Wrecker che è i muscoli del gruppo, ha una forza incredibile e trae piacere dallo sfasciare le cose. Crosshair è il cecchino. È un personaggio molto contraddittorio e interessante, le sue doti di visione gli danno un’aria di superiorità. E infine c’è Echo, precedentemente noto come ARC Trooper Echo, che si è unito al gruppo alla fine di The Clone Wars. È versato in strategia e tattica militare e, grazie ai suoi impianti tecnologici, può comunicare con i computer.

Star Wars: The Bad BatchSoldati in tempo di pace

La domanda che si pongono i produttori e lo spettatore con loro è: a che servono dei soldati in tempo di pace? Questo è il grande interrogativo che si pone lo show e al quale cerca di rispondere in maniera più o meno consapevole, mentre scopriamo Hunter e compagnia interfacciassi con nuovi personaggi e in particolare con Omega, una ragazzina che intuiamo essere molto molto speciale e che avrà un legame importante con la squadra. 

The Bad Batch però mostra anche un altro grande cambiamento nella galassia, un passaggio che fino a questo momento il franchise non aveva indagato. Che cosa succede nell’universo di Star Wars quando Palpatine prende il potere, la Repubblica cade e la fine della guerra vede l’Impero trionfare? Nella trilogia originale abbiamo conosciuto un mondo attanagliato dalla tirannia, in preda a regole ferree e una gestione dittatoriale degli abitanti e della loro vita. La trilogia prequel ci ha invece mostrato gli eventi che hanno portato alla caduta della Repubblica e all’ascesa di Palpatine, ma cosa succede dopo? The Bad Batch racconta questo: le ripercussioni sulla popolazione di pianeti sperduti, la gioia ingenua eppure condivisibile dei semplici per la fine di un conflitto che li stava riducendo alla fame, l’ombra nera dell’Impero che si alza all’orizzonte sotto forma di nuovi regolamenti, pass per decollare o atterrare su pianeti, codici, numeri, regole e restrizioni che mirano a controllare nel più invadente modo possibile la vita nella galassia. 

Personaggi irriverenti e simpatici

Al centro di questi sconvolgimenti politici e sociali c’è questo gruppo scapestrato ma molto simpatico di canaglie spaziali, cloni mai troppo uguali tra loro (né tantomeno agli altri), con personalità definite, con problemi, irrisolti e conflitti, che sono alla ricerca di una loro nuova dimensione e si trovano in situazioni che mai avrebbero pensato di dover gestire.

Le premesse di The Bad Batch sono interessanti e coinvolgenti, come tutti i prodotti d’animazione legati al mondo di Star Wars che la Lucasfilm ha proposto negli anni, e a partire dal 4 maggio questa nuova avventura sarà disponibile su Disney+ con un episodio a settimana.

Spider-Man: 10 cose sull’eroe che i film del MCU non rivelano

Spider-Man: 10 cose sull’eroe che i film del MCU non rivelano

In riferimento al MCU, possiamo affermare che Spider-Man è senza dubbio uno degli eroi più “recenti”. È anche, però, uno degli eroi più giovani, che potrebbe essere protagonista di molte altre storie in futuro. Tuttavia, anche se la Marvel ha dato molto spazio al personaggio, ci sonoalcune cose in merito al suo background che i film non hanno rivelato. Screen Rant ha raccolto 10 cose su Peter Parker che i film del MCU non hanno mostrato:

La morte di zio Ben

La morte di zio Ben è una delle ragioni principali per cui Peter cambia atteggiamento nei confronti della vita e inizia a pensare anche agli altri, oltre che a sé stesso. Tuttavia, il MCU non ha mai mostrato quest’evento, apparso invece in entrambe le precedenti iterazioni live action con Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Quando il pubblico incontra il Peter del MCU per la prima volta, zio Ben è già morto da diversi mesi e non viene mai menzionato, né i film spiegano cosa gli sia accaduto.

Il destino dei genitori di Peter

In maniera simile a quanto accaduto con zio Ben, i film del MCU non hanno mai rivelato cosa è successo ai genitori di Peter e perché è sua zia May che lo sta crescendo.

A differenza dello zio Ben, la cui esistenza è stata almeno accennata grazie ad alcuni dialoghi velati e alla valigia che Peter sfoggia in Spider-Man: Far From Home del 2019, la morte dei genitori di Peter o il luogo in cui potrebbero trovarsi rimangono ad oggi un mistero.

Come Peter ha ottenuto i suoi poteri (e li ha messi alla prova)

Tutti i fan di Spider-Man sanno che Peter Parker ha ottenuto i suoi poteri speciali quando è stato morso da un ragno radioattivo. Tuttavia, coloro che non hanno mai letto un fumetti o non hanno visto i film precedenti potrebbero non conoscere legittimamente questo dettaglio.

Tuttavia, anche se leggessero i fumetti o vedessero i precedenti adattamenti, è un fatto che rimane ancora un mistero come Peter abbia ottenuto esattamente i suoi poteri nel MCU. L’unica riferimento a ciò avviene in maniera molto generica, quando Peter dice a Ned che il ragno che gli ha conferito i poteri è morto, ma al pubblico non è dato sapere di più… 

L’amicizia di Peter con Harry Osborn

Peter e Harry Osborn sono migliori amici nei fumetti, anche se a volte non sono d’accordo e finiscono per litigare. Tuttavia, la loro amicizia viene messa a dura prova quando Harry si diverte a fare esperimenti e, alla fine, si trasforma in Green Goblin.

Nel MCU, il migliore amico di Peter è Ned Leeds: Harry non viene nemmeno menzionato, anche se gli affari della Oscorp esistono nel MCU

Come Tony Stark sa che Peter è Spider-Man

Tony Stark recluta Peter per combattere al suo fianco contro Captain America e i suoi alleati in Germania. Tony si presenta inaspettatamente nell’appartamento di Peter e afferma di sapere che è Spider-Man.

Ciò che i film non rivelano mai è, in primo luogo, come Tony abbia scoperto la verità sull’identità segreta di Peter. Considerando quanto sia attento Peter a mantenere il segreto di Spider-Man, questa è una domanda che molti fan continuano a porsi…

Il lavoro di Peter per il Daily Bugle

Nei fumetti, il Daily Bugle è una parte importante della vita di Peter, poiché rappresenta la sua principale fonte di guadagno. Peter lavora come fotografo per il giornale e scatta foto di se stesso nei panni di Spider-Man.

Il Daily Bugle esiste nel MCU, anche se in una forma diversa: esiste online e rivela al mondo intero che Peter è in realtà Spider-Man (grazie allo zampino di Mysterio). Sembra quindi che Peter non lavorerà mai per il giornale…

Il lavoro di zia May

I film accennano ripetutamente al fatto che Peter e zia May non sono benestanti. Dopo la morte di zio Ben, si trasferiscono in un altro appartamento più piccolo. Una volta che Hulk inverte lo Snap, sembra che zia May non abbia più il suo vecchio lavoro.

Il MUC non rivela mai cosa fa per vivere zia May e come riesce a mantenere la famiglia. È possibile che Peter abbia ereditato dei soldi dai suoi genitori… tuttavia, i film non affrontano mai la questione. 

Come Peter ha perso la testa per MJ

In Spider-Man: Homecoming del 2017, Peter è innamorato di Liz fino alla fine del film. In Spider-Man: Far From Home del 2019, invece, lo ritroviamo innamorato di MJ, ma il film non mostra come sia successo o quando sia successo.

Di conseguenza, la loro relazione appare meno organica, poiché non ci sono delle vere spiegazioni al di là di ciò che viene mostrato nel film.

La vita di Peter dopo la morte di Tony Stark

Poiché Spider-Man: Far From Home è ambientato diversi mesi dopo gli eventi di Avengers: Endgame, non è chiaro cosa abbia fatto Peter nel frattempo e come abbia affrontato la morte di Tony Stark, considerando quanto fosse importante per lui.

Il film fornisce alcuni indizi sulla vita di Peter in quei pochi mesi (come ad esempio lui e zia May che aiutano le vittime dello Snap e che ora soffrano), ma in generale non approfondisce mai la perdita di Peter.

La reazione di zia May all’identità segreta di Peter

È stato un divertente cliffhanger alla fine di Spider-Man: Homecoming: zia May vede suo nipote con il costume di Spider-Man e lancia una forte imprecazione. La prossima volta che il pubblico li vedrà insieme, tuttavia, zia May sembra essere assolutamente d’accordo con il fatto che Peter sia Spider-Man e che rischi la vita regolarmente.

Sembra che, alla fine, manchi una sorta di spiegazione su come May ha superato la cosa, considerando che Peter all’inizio non voleva che lei lo sapesse perché – come affermato dallo stesso personaggio – sarebbe andata fuori di testa.

Batman di Tim Burton: Danny Elfman insoddisfatto dall’uso della colonna sonora

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Danny Elfman, autore delle musiche dell’iconico Batman di Tim Burton uscito nel 1989, ha rivelato di essere particolarmente insoddisfatto per l’impiego della versione finale della sua colonna sonora nel film con protagonisti Michael Keaton nei panni di Bruce Wayne e Jack Nicholson in quelli del Joker.

Nonostante l’attenzione di Burton ai dettagli, l’opinion che ha oggi Elfman sul film è stata leggermente condizionata dal modo in cui è stata gestita la colonna sonora. Come riportato da Bleeding Cool, Elfman ha parlato di recente proprio del modo in cui le sue musiche sono state incorporate nel film: secondo il celebre compositore, la colonna sonora sarebbe stato drasticamente modificata, perdendo gran parte della sua complessità orchestrale a favore di semplice percussioni.

“Ero terribilmente insoddisfatto della colonna sonora di Batman. Abbiamo registrato su tre canali, come si faceva una volta, ma hanno eliminato completamente quello centrale. Alla fine, la musica non dava alcun apporto alle scene. Con Batman avrei potuto far suonare qualsiasi cosa all’orchestra. Avremmo potuto inserirci delle percussioni, un’armonica, persino un banjo. Nel film è impossibile accorgersi di cosa sta realmente facendo l’orchestra. Tutto quello che riesci a sentire sono soltanto un po’ di percussioni nei momenti più spettacolari.”

Poi ha aggiunto: “Quell’esperienza mi è comunque servita perché ho imparato che anche i cosiddetti professionisti possono prendere la colonna sonora di un film e fare il loro lavoro in maniera molto superficiale, in un modo che sia per loro facile, ossia mettere da parte la musica e dare maggiore risalto ai dialoghi.”

Danny Elfman è un collaboratore abituale di Tim Burton. Oltre a Batman e Batman – Il ritorno, ha curato le musiche di quasi tutti i film dell’amatissimo regista, inclusi Beetlejuice – Spiritello porcello, Edward mani di forbice, Mars Attacks!, Il mistero di Sleepy Hollow, Big Fish, Alice in Wonderland e il più recente Dumbo

The Marvels: cosa significa il titolo del sequel di Captain Marvel?

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Nella giornata di ieri i Marvel Studios hanno finalmente svelato il titolo ufficiale del sequel di Captain Marvel, che sarà The Marvels. Un titolo assai curioso, ma cosa significa veramente? Sappiamo che la prossima avventura in solitaria di Carol Danvers sarà ambientata nel presente e che al suo fianco ci saranno tutta una serie di nuovi personaggi.

Sappiamo che Brie Larson riprenderà il ruolo di Carol, ma sappiamo anche che l’attrice premio Oscar sarà affiancata da due importanti personaggi chiave della sua mitologia. Dopo il debutto in WandaVision, Teyonah Parris tornerà nei panni della versione adulta di Monica Rambeau, ma The Marvels segnerà anche la prima volta in cui vedremo insieme Carol e Kamala Khan: l’attrice Iman Vellani, dopo la prima stagione dell’annunciata serie Disney+, riprenderà il ruolo di Ms. Marvel nell’atteso sequel.

The Marvels è il titolo perfetto per questa nuova avventura, poiché Carol non sarà più l’unico eroe nel nuovo film: Ms. Marvel è un personaggio ispirato direttamente da Carol e Monica, nei fumetti, è stata addirittura la seconda Captain Marvel. Tuttavia, il film non sarà basato sull’omonima miniserie “Marvels”, che di fatto si concentra su altri personaggi e consiste in una serie di storie antologiche. L’utilizzo del nome da parte del MCU è un modo per riconoscere che Carol, Monica e Kamala saranno le tre protagonista del sequel, senza differenza alcuna. Il fatto che The Marvels non sia un sottotitolo (ad esempio, Captain Marvel: The Marvels), ma rappresenti proprio il titolo ufficiale, sottolinea ancora di più questa volontà da parte dei Marvel Studios di mettere i tre personaggi sulla stesso livello narrativo.

In tal senso, anche il logo ufficiale del film è parecchio esplicativo: il design del logo e la combinazione dei colori ricordano ovviamente Carol Danvers/Captain Marvel, il simbolo della A invece si riferisce a Monica Rambeau/Spectrum e la S, invece, a Kamala Khan/Ms. Marvel. È la prima volta che un sequel del MCU si concentra su tre personaggi principali: proprio per questo, The Marvels è destinato a diventare uno dei film più attesi della Fase 4, con Carol, Monica e Kamala che uniscono le forze per una nuova grande avventura in cui avremo non una, ma ben tre eroine protagoniste.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman. Nel cast ci saranno Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. The Marvels arriverà l’11 novembre 2022.

Doctor Strange doveva apparire in WandaVision, la conferma di Kevin Feige

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I fan erano convinti che Benedict Cumberbatch sarebbe apparso per un breve cameo nei panni di Doctor Strange nell’episodio finale di WandaVision, in modo da poter spianare ufficialmente la strada a ciò che verrà raccontato nell’attesissimo Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Come sappiamo, però, le cose sono andate diversamente e nel finale di stagione non c’è stata traccia dello Stregone Supremo…

Nel corso delle interviste, Cumberbatch è sempre apparso riluttante a parlare della sua assenza nella serie, e ora abbiamo finalmente capito perché: a quanto pare, il personaggio di Doctor Strange, in origine, doveva realmente apparire nello show. A confermarlo è stato Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, durante un’intervista con Rolling Stone (via MovieWeb).

Come spiegato da Feige, nei piani originali Strange doveva intervenire per aiutare Wanda (Elizabeth Olsen) a riportare Westview alla normalità rimuovendo l’Hex. Il boss della Marvel ha anche spiegato che era persino stato chiuso un accordo con Cumberbatch: alla fine, però, hanno deciso di intraprendere una strada diversa e di apportare alcune modifiche alla storia tanto della serie Disney+ quanto del sequel di Doctor Strange.

“Alcune persone potrebbero pensare: ‘Oh, sarebbe stato davvero bello vedere Doctor Strange’. Ma avrebbe finito per oscurare Wanda”, ha spiegato Kevin Feige quando gli è stato chiesto dei piani modificati circa il coinvolgimento di Cumberbatch. “Non volevamo che il finale servisse soltanto ad anticipare il prossimo film, con l’entrata in scena del tipico maschio bianco che esclama: ‘Lascia che ti mostri come funziona il potere’.”

A quanto pare, i vari spot pubblicitari che abbiamo visto a metà di ogni episodio, erano stati inizialmente concepiti come dei messaggi inviati proprio da Strange a Wanda nel tentativo di oltrepassare la sua finta realtà. Per quanto un cameo del personaggio sarebbe stato gradito, col senno di poi è difficile non essere d’accordo con le dichiarazioni di Feige: probabilmente, è vero che un cameo del personaggio avrebbe finito per distogliere l’attenzione dalla storia di Wanda.

Aspettando Gomorra 5: i momenti più significativi della serie Sky Original

In pochi avrebbero pronosticato il successo e il lustro che il romanzo di Roberto Saviano avrebbe portato al cinema e alla televisione italiana, eppure Gomorra è ormai un marchio garantito. Il film di Matteo Garrone è addirittura entrato nelle grazie di Martin Scorsese che lo ha distribuito negli USA, mentre Gomorra – la Serie è ancora adesso un successo internazionale, disponibile da vedere e rivedere sul NOW.

Un successo anche multimediale, visto che la scorsa stagione cinematografica, con l’uscita de L’Immortale, il mondo di Gomorra – la Serie è arrivato anche al cinema, anticipando alcune svolte importantissime che vedremo svilupparsi in Gomorra 5. Ma, in attesa della nuova stagione della serie Sky Original, ecco i 5 momenti più importanti dello show.

Gomorra – la Serie è disponibile su NOW. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese

Il Karaoke di Scianel in Gomorra

Più che un vero e proprio momento importante, questo è un attestato di merito, non tanto al personaggio di Scianel, interpretato da Cristina Donadio, comunque e sempre bravissima, ma a chi quel personaggio lo ha scritto. La boss è una donna in un mondo di uomini, una vera iena, un personaggio dal carisma sconfinato, capace di atrocità che i suoi “colleghi” maschi possono solo sognare. È una donna libera, rappresentante di una schiera di donne che nella serie Sky vengono tratteggiate con ferocia e modernità.

La scena del karaoke, in cui Scianel canta una canzone neomelodica usando un vibratore dorato come microfono, ci mostra questa donna, sola e al comando, che proprio perché possiede una posizione di egemonia ha scelto di essere sola, tuttavia non rinuncia all’essere donna, all’essere libera per se stessa e il suo corpo, in piena consapevolezza e leggerezza. Una pietra angolare del racconto al femminile nella serialità, nonostante sia cucito addosso ad un personaggio negativo, come lo sono tutti, in Gomorra – La serie.

Ciro uccide la moglie in Gomorra

Ciro di Marzio, interpretato da Marco d’Amore, è il personaggio in assoluto più interessante di tutta la serie, il più significativo nell’equilibrio degli eventi e forse il vero protagonista della storia. Intorno a lui ruotano destini, famiglie, capi-clan, tirapiedi, e lui riesce sempre a stare in piedi tra tutti, un passo avanti, un gradino sopra agli altri. All’inizio della prima stagione, abbiamo conosciuto Ciro come un giovane che stava muovendo i primi passi nella criminalità organizzata, fedele a Don Pietro Savastano, braccio destro di Genny, all’epoca ancora un bambino, e… sul punto di diventare informatore della polizia.

Tuttavia l’uomo rinuncia quasi subito alla strada della legalità, per abbracciare sempre di più quella che lo porterà ai vertici della malavita organizzata. Il primo momento di oscurità vera, il punto di non ritorno, per Ciro, è sicuramente la notte in cui ammazza sua moglie. Una scena violenta e struggente, in cui l’uomo sopraffatto dagli eventi, si rifiuta di ascoltare la verità dalla bocca della donna che ama. Sceglie invece di farla tacere, perché la fame di potere è più forte di qualsiasi altro sentimento in Ciro l’Immortale, e così l’uomo comincia la sua discesa agli inferi. Nasce il Ciro che sarà principale artefice degli eventi della serie, da quel momento in avanti.

Morte di Salvatore Conte

Non c’è di certo nessun personaggio positivo in questo genere di racconto, ma se proprio si vogliono trovare dei ruoli di antagonista che in qualche modo permettono l’alternanza di potere e permettono alla storia di procedere, allora la nostra attenzione va tutta a Salvatore Conte (Marco Palvetti), che per tutta la prima stagione e l’inizio della seconda è stato una vera e propria spina nel fianco per i Savastano.

Elegante, sobrio nei modi, quasi galante, devoto ai santi e a Dio, Conte è capace di atrocità terrificanti (vedasi la sorte di Danielino) e, non a caso, è l’unico personaggio che riesce a stagliarsi contro la figura di Pietro. Sempre per mano di Ciro, questo ostacolo al dominio dei Savastano viene meno e gli equilibri di forze devono perciò riposizionarsi. Questo evento porterà, sulla lunga distanza, Ciro ad assumere un ruolo diverso nel gioco di forze del controllo della malavita.

Nascita e morte di Pietro Savastano

Il finale della seconda stagione di Gomorra – la Serie mette davanti agli occhi di tutti l’inevitabilità di ciò che era stato costruito in tutta la seconda stagione: Pietro Savastano viene messo da parte da Genny Savastano. E chi sceglie il rampollo della malavita per togliere di mezzo suo padre? Proprio lui, Ciro. La scena si svolge al cimitero: simbolismi, atmosfera, gli autori hanno pensato a tutto per realizzare una scena fondamentale e assolutamente memorabile.

Pietro va a far visita alla tomba di sua moglie, donna Imma, ma si aspetta una visita, niente lo sorprende davvero, sa che, nonostante il figlio sia diventato un mostro assetato di sangue, persino il sangue del padre stesso, non è ancora pronto per il comando. Si trova davanti Ciro, serissimo. Intanto, Genny è in sala parto con Azzurra, che è sul punto di partorire. “A fin’ ‘ro jiuorn’ sta tutta ‘cca” dice Don Pietro. Ciro Spara. Pietro Savastano muore mentre Pietro Savastano nasce.

Morte di Ciro

Nonostante ci sia stata anche una quarta stagione piena di momenti significativi e svolte narrative impreviste, e mentre siamo in attesa di Gomorra 5, la morte di Ciro è ancora il momento in assoluto più emozionante e decisivo per gli sviluppi della serie tv. . La scena, molto chiacchierata, si svolge sulla barca di Sangue Blu. Ciro si addossa la colpa per la morte di Carmela, compagna del boss di Forcella, e salva così Genny dal colpo di proiettile di Villa, ma l’efferato Sangue Blu non vuole per il mandante della morte della moglie una morte rapida e vuole comunque punire anche Genny, così impone al giovane Savastano di uccidere lui l’Immortale.

In un momento intenso, in cui tutte le liti e le riconciliazioni trai due sembrano scivolare davanti ai nostri e ai loro occhi, Genny fa fuoco, tenendo Ciro stretto a sé, abbracciandolo come un fratello, e poi lascia cadere nel mare il suo corpo. Il fatto che poi, in qualche modo, Ciro si sia salvato e che lo vedremo trai protagonisti della quinta stagione (come ci anticipa il finale de L’Immortale), non toglie emozione e importanza al momento. Da allora, per tutta la quarta stagione, Genny non ha trovato un degno rivale con cui dividere la scena, e siamo certi che nella prossima stagione la musica cambierà, e per arrivare preparati, possiamo recuperare tutte le stagioni passate su NOW.

Il miglio verde: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

Le innumerevoli opere scritte dal celebre Stephen King sono da sempre fonte di grande ispirazione per il cinema e moltissime di queste hanno poi trovato il loro adattamento sul grande schermo. Dal celebre Stand by Me a Le ali della libertà, da Carrie – Lo sguardo di Satana fino alla più recente serie televisiva The Stand. Quello realizzato dallo scrittore del brivido è un bacino di storie senza eguali, contenenti tutti i sentimenti e i temi più ricorrenti nell’esistenza umana. Uno dei film più belli e famosi tratti da una sua opera è Il miglio verde, scritto e diretto da Frank Darabont nel 1999.

Per il regista di origini ungheresi si è trattato della seconda incursione nell’universo kinghiano. Egli aveva infatti debuttato al cinema pochi anni prima con l’acclamato Le ali della libertà. Ancora una volta egli prende un racconto del celebre scrittore e lo adatta ai canoni cinematografici, facendo trasparire in primo luogo tutta la forza del racconto e dei suoi personaggi, i quali diventano da subito memorabili. Si tratta naturalmente di una storia molto cruda, dove il miglio verde del titolo non è altro che il corridoio dalla pavimentazione verde che i condannati a morte percorrevano prima di giungere alla sedia elettrica.

In tale contesto di morte, si snoda un film che esalta allo stesso tempo la preziosità della vita e delle sue sfumature. Candidato a quattro premi Oscar, tra cui miglior film, Il miglio verde è ancora oggi ricordato come uno dei film più importanti del suo anno e dagli anni Novanta ad oggi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alle differenze con il libro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il miglio verde: la trama del film

Protagonista del film è Paul Edgecombe, che nel 1935 lavorava presso Il Miglio Verde, nome con cui era chiamato il braccio della morte di Cold Mountain. La cupa routine del luogo viene un giorno scossa dall’arrivo del mastodontico John Coffey, detenuto accusato di aver ucciso due gemelline. Questi è ora condannato alla sedia elettrica, trovandosi lì nel Miglio solo per attendere la fine. Durante il suo soggiorno, Coffey si mostra agli occhi di Paul come tutt’altro che uno spietato criminale, dotato invece di un carattere buono e incredibili poteri soprannaturali. Mentre nel Miglio si susseguono una serie di personaggi controversi, dal violento poliziotto Percy Wetmore al criminale Wild Bill Wharton, la verità sul caso di Coffey diverrà agli occhi di Paul sempre più chiara.

Il miglio verde: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del protagonista Paul Edgecombe vi è il due volte premio Oscar Tom Hanks. Questi fu lieto di accettare il ruolo, avendo dovuto rinunciare a quello da protagonista in Le ali della libertà per girare Forrest Gump. L’attore rimase nel personaggio anche durante le pause, lasciando particolarmente sbalordito Stephen King. Accanto a lui, nei panni del collega Warden Hal Moores vi è l’attore James Cromwell, celebre per i film Babe, maialino coraggioso e Io, Robot. Doug Hutchison è invece Percy Wetmore, il poliziotto sadico e incline alle torture. L’attrice Bonnie Hunt interpreta invece Janice Edgecombe, moglie di Paul. Ad interpretare il protagonista da anziano, infine, è l’attore Dabbs Greer.

Il miglio verde cast

David Morse è Brutus Howell, un altro dei colleghi di Paul. Ad interpretare il criminale Wild Bill Wharton vi è invece un giovane Sam Rockwell. Nell’interpretare il personaggio, egli cercò di farlo risultare il più viscido e deprecabile possibile. Chiese anche che gli venissero applicati con il trucco dei finti brufoli, così da rimanere fedele alle descrizioni nel libro. Infine, grande star del film è l’attore Michael Clarke Duncan nei panni del gigantesco John Coffey. Per farlo sembrare più imponente di quanto sia realmente, si utilizzarono apposite angolazioni di ripresa, come anche un mobilio più piccolo del normale. Grazie alla sua struggente interpretazione, Duncan ottenne una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista.

Il miglio verde: le differenze tra il libro e il film

Nonostante King abbia definito Il miglio verde come uno degli adattamenti cinematografici più fedeli delle sue opere, anche questo film presenta naturalmente alcune differenze. Queste, in realtà, comprendono eventi o dettagli molto piccoli, che quindi non inficiano sull’aderenza al racconto e alle sue tematiche di base. In primis, l’ambientazione del film si collocano al 1935, mentre nel libro è il 1932. Nel film, poi, il racconto di Paul si origina a partire dalla visione di Cappello a cilindro, mentre nel libro di King Elaine legge la storia che Paul ha incominciato a scrivere. Differente è anche l’ordine temporale in cui i detenuti arrivano al Miglio. Ciò permette nel film di far interagire personaggi che nel libro neanche si incontrano.

Diverse modifiche sono poi state apportate al personaggio di John Coffey. Nel libro è riportato che questi pesa 127 chili, che nel film diventano 150. Aumentando la stazza e il peso del personaggio, Darabont ha rimarcato la differenza minacciosa che intercorre tra lui e gli altri. In generale, Coffey è poi molto più loquace nel film che non nel libro. In quest’ultimo infatti, il personaggio non ha grandi discorsi, esprimendosi più con i fatti. L’esecuzione del personaggi, nel film, è poi interamente gestita da Paul, il quale esprime qui tutto il suo dolore. Nel romanzo, invece, tale evento è supervisionato tanto da Paul quanto da Brutal, ed è quest’ultimo ad esprimere grande rammarico. Concentrare il tutto su Paul ha però permesso di rendere ancor più forte il legame di questi con Coffey.

Il miglio verde: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il miglio verde è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 8 settembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 

Star Wars: The Bad Batch, i filmmaker raccontano la nuova serie Lucasfilm

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In occasione dello Star Wars Day 2021, parte su Disney+ la nuova travolgente avventura nella galassia lontana lontana. È questo il giorno scelto per l’uscita di Star Wars: The Bad Batch, il primo show televisivo di una lunga serie di prodotti annunciati per la piattaforma. Tra serie animate, come questa, e in live action, come saranno ad esempio quella su Obi-Wan Kenobi o quella su Ahsoka Tano, la Lucasfilm continua ad espandere i margini del suo universo, in collaborazione con la Casa di Topolino e con Disney+, naturalmente, che renderà disponibili le serie, con un nuovo episodio a settimana, per tutti i suoi abbonati.

Ma cos’è, o meglio, da chi è composto questo The Bad Batch? Si tratta dello squadrone Clone Force 99, un gruppo di cloni sperimentali che sono stati introdotti nell’ultima stagione di The Clone Wars e che adesso, con la caduta della Repubblica e la nascita dell’Impero e l’ascesa di Palpatine, devono ricollocare il loro scopo e la loro esistenza in un mondo “in pace”.

Iscriviti a Disney+ per guardare Star Wars: The Bad Batch e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Ne abbiamo parlato con Dee Bradley Baker (voce di Star Wars: The Bad Batch), Brad Rau (Supervising Director e Executive Producer) e Jennifer Corbett (Head Writer e Executive Producer).

Chi sono i membri di Star Wars: The Bad Batch? 

Dee Bradley Baker: “Dunque, c’è Hunter, che è una specie di leader, che ha doti straordinarie da cacciatore, segue le piste, è un soldato forte e stoico. Poi c’è Tech, che è dedito a tutto ciò che è tecnologico, per così dire. Ha un sacco di gadget e di aggeggi ed è sempre calmo e sicuro di sé in merito a tutto ciò che riguarda la tecnologia e le armi. Poi c’è Wrecker che è i muscoli del gruppo, ha una forza incredibile e trae piacere dallo sfasciare le cose. Crosshair è il cecchino. È un personaggio molto contraddittorio e interessante, le sue doti di visione gli danno un’aria di superiorità. E infine c’è Echo, precedentemente noto come ARC Trooper Echo, che si è unito al gruppo alla fine di The Clone Wars. È versato in strategia e tattica militare e, grazie ai suoi impianti tecnologici, può comunicare con i computer.”

La mente dietro a Star Wars: The Bad Batch è quella di Dave Filoni, uomo a cui la Lucasfilm deve la sua fortuna degli ultimi anni, dopo le non proprio unanimi esperienze dei nuovi capitoli cinematografici. Suo era The Clone Wars, ma soprattutto suo è The Mandalorian, che ha spolverato cuori pulsanti di fan disillusi. E lavorare con lui è certo un’esperienza entusiasmante, come conferma Jennifer Corbett: “Ho lavorato con Dave a Star Wars Resistence, è stato come  seguire una masterclass nella scrittura su Star Wars. Mi ha convinta lui a lavorare alla serie ed è stato interessante perché questi sono personaggi che lui ha creato, un mondo che conosce, ed io ho lavorato direttamente con delle sue creature. Ogni sceneggiatura che firmo con Dave è un’esperienza istruttiva. È stato bellissimo vedere lo show prendere vita con questo team.”

Brad Rau condivide lo stesso entusiasmo di Corbett. “Ho conosciuto Dave allo Skywalker Ranch – ha dichiarato Rau – all’epoca stavo aprendo un mio piccolo studio di animazione e non sono stato in grado di unirmi al team di The Clone Wars, ma ho rettificato tutto con Rebels. Lui è davvero incredibile, non riesco ad immaginare una persona migliore come mentore, specialmente con Star Wars. Già solo lavorare con lui tutti i giorni sul set è stato meraviglioso.”

Nonostante si sia detto, raccontato, mostrato di tutto sull’universo di Star Wars, The Bad Batch si colloca in uno spazio tempo che non era mai stato indagato a dovere da film e serie precedenti. 

“Questo periodo di tempo nel racconto di Star Wars è una delle ragioni per cui ero così eccitata all’idea di lavorare allo show – ha dichiarato Corbett – Ho trovato intrigante e coinvolgente raccontare questa storia. In The Clone Wars vediamo i cloni fare quello che dovrebbero fare, quello per cui sono stati creati, ma qui la domanda è “cosa succede a questi cloni a guerra finita? Cosa accade a questi esseri che sanno solo essere soldati?” Specialmente poi per The Bad Batch che fa le cose a modo proprio già con la Repubblica, e ora che c’è l’Impero come reagisce a questo regime così diverso, come svolge i propri compiti, come affronta un nuovo modo di seguire le regole, cosa che già non fanno troppo volentieri. La sfida è stata raccontare la transizione tra un regime e l’altro. Nella trilogia originale abbiamo visto un Impero già consolidato, qui siamo ad uno stadio primordiale del progetto imperialistico di Palpatine. Abbiamo mostrato pianeti e comunità che erano felici che la guerra fosse finita e che non capiscono davvero le implicazioni di cosa significhi, ora, l’Impero.”

The Bad Batch è ambientato subito dopo la fine della Repubblica

Dee Bradley Baker aggiunge: “È interessante che appena si verifica il passaggio da Repubblica a Impero, la galassia comincia a strutturarsi diversamente, con una serie di regole in più. E The Bad Batch non è proprio una unità basata sulle regole. Certo, come tutti i cloni hanno delle regole interne, ma non sono una squadra normale, ed è interessante vederli in questo momento di transizione e capire come se la cavano.”

Già nel primo lungo episodio conosciamo Omega, una bambina che si unirà alla squadra e che promette di riservare molte sorprese nel corso della stagione. In particolare sembra immediato che tra lei e Hunter si instauri da subito un rapporto molto simile a quello che abbiamo visto tra Mando e Grogu in The Mandalorian. “Quella tra Hunter e Omega è una relazione inedita – ci dice Dee Bradley Baker – i cloni non sono abituati a lavorare con nessuno, ma è interessante in termini di storia e di sceneggiatura avere un personaggio così giovane che interagisce con loro. È una relazione simile a quella padre figlia, ma non del tutto, perché Omega ha un grande potenziale come personaggio. Credo sia interessante svelare pian piano questa relazione, anche perché crea un legame emotivo con lo spettatore, cosa che è sempre stata la forza del franchise.”

E Rau chiude: “Da fan sono eccitato di vedere cosa succede, perché non abbiamo molte informazioni su questo periodo storico e su come l’Impero si sia strutturato e consolidato. Abbiamo questi soldati super addestrati che sono improvvisamente pesci fuor d’acqua e poi abbiamo questa bambina che loro guardano in maniera paterna, e adesso hanno tutta un’altra serie di cose di cui preoccuparsi. Perché prima si curavano solo delle loro armi o della loro nave, e ora non è più così.”

Ci aspettano quindi sicuramente sviluppi inediti e tanta avventura in The Bad Batch, serie Lucasfilm, disponibile con il primo episodio su Disney+ a partire dal 4 maggio 2021.

Star Wars: The Bad Batch

Valley of the Gods con Josh Hartnett al cinema dal 3 Giugno

Valley of the Gods con Josh Hartnett al cinema dal 3 Giugno

L’uscita nelle sale italiane, posticipata a causa dell’emergenza sanitaria, è confermata: Valley of the Gods, il nuovo film scritto e diretto da Lech Majewski – il visionario autore de “I Colori della Passione” e “Onirica” –  sarà distribuito al cinema dal 3 GIUGNO da CG Entertainment in collaborazione con Lo Scrittoio.

Con il due volte candidato al Premio Oscar John Malkovich, Josh Hartnett (“The Black Dahlia”, “Penny Dreadfull”), Bérénice Marlohe (“Song to Song”, “Skyfall”) e il protagonista di “2001 Odissea nello spazio” Keir Dullea, VALLEY OF THE GODS si presenta come un’esperienza visiva ed emotiva inedita. Il maestro polacco torna ad affrontare con questa opera temi a lui cari come l’amore, la perdita, il sogno e ovviamente l’arte: L’essenza dell’arte è il contrasto. Qui abbiamo un contrasto enorme tra sistemi di valori diversi: da un lato il mondo ancestrale dei Navajo, abitanti della Valle degli dei, e dall’altro quello del magnate Wes Tauros (John Malkovich), l’uomo più ricco del mondo”. “Tutto ciò che accade lo vediamo attraverso gli occhi e le descrizioni di uno scrittore (Josh Hartnett). Non sappiamo se abbia rappresentato la pura realtà o se l’abbia piegata alla sua scrittura. Siamo nella mente dell’artista, e questa è l’idea alla base del film”. Lech Majewski

Lech Majewski ha ricevuto il premio alla carriera al Lucca Film Festival-Europa Cinema 2020 e il premio speciale per la regia al 27th EnergaCAMERIMAGE 2019; VALLEY OF THE GODS ha vinto il premio come miglior film all’International Uranium Film Festival Berlin 2020 ed è stato selezionato in competizione al 53° Sitges Film Festival 2020 e al 44th Polish Film Festival 2019.

La trama

Wes Tauros (John Malkovich), l’uomo più ricco sulla terra e collezionista di arte, vive nascosto dal mondo in un misterioso palazzo, conservando un segreto che lo tormenta. John Ecas (Josh Hartnett), dopo una separazione traumatica dalla moglie, inizia a scrivere la biografia di Tauros e accetta un invito nella sua magione. La società del magnate, che estrae uranio, ha deciso di scavare anche nella Valle degli Dei, violando una terra sacra: secondo un’antica leggenda Navajo tra le rocce della Valle sono rinchiusi gli spiriti di antiche divinità.

Il film è stato co-prodotto da Lorenzo Ferrari Ardicini, presidente di CG Entertainment, e la produzione esecutiva per le scene girate in Italia è stata curata da Clara Visintini. “In questi mesi così complicati CG Entertainment non si è mai fermata: abbiamo proseguito il nostro lavoro di distribuzione, in home video e in digitale. Ora siamo entusiasti di poter tornare in sala e soprattutto di poterlo fare con Valley of the Gods, l’incredibile film di Lech Majewski di cu siamo anche co-produttori. Siamo rimasti travolti dal suo talento, dall’originalità della storia narrata – interpretata da un cast internazionale straordinario – dall’universalità dei temi affrontati e dalla potenza visiva di ogni scena, che sul grande schermo farà spiccare il volo all’immaginazione del pubblico”. Lorenzo Ferrari Ardicini, co-produttore e presidente di CG Entertainment

IL TRITTICO DI LECH MAJEWSKI

La collaborazione tra CG Entertainment e Lech Majewski è iniziata nel 2011, quando la sua fama di artista (poeta, scrittore, pittore, compositore, regista) era nota a livello internazionale –  basti pensare alle retrospettive a lui dedicate dal MOMA di New York o dal Louvre di Parigi –  ma non ancora in Italia. CG decise di distribuire in sala (e successivamente in home video e in digitale) quello che è stato definito IL TRITTICO DI LECH MAJESKI, una trilogia di film ispirati al mondo della pittura e dell’arte: Il giardino delle delizie, ispirato all’omonimo dipinto di Bosch, I colori della passione, con Rutger Hauer e Charlotte Rampling, ispirato a La salita al calvario di Pieter Bruegel, e Onirica, ispirato alla Divina Commedia.

Cruel Peter: dal 21 Maggio in esclusiva su RAI PLAY

Cruel Peter: dal 21 Maggio in esclusiva su RAI PLAY

Cruel Peter arriva in esclusiva su RAI PLAY dal 21 Maggio. Un film di Ascanio Malgarini & Christian Bisceglia prodotto da Armosia, Taadaaa, Makinarium, Smart Brands  con  Rai Cinema scritto da Christian Bisceglia  con le musiche di Luca Balboni e gli effetti speciali integrati ed effetti visivi Vfx dei vincitori del David di Donatello Leonardo Cruciano e Nicola Sganga con Henry Douthwaite, Katia Greco, Rosie Fellner, Aran Bevan e con Zoe Nochi nel ruolo di Liz.

Dopo il successo internazionale di Fairytale, Malgarini e Bisceglia tornano a dirigere una fiaba gotica ambientata a Messina alla vigilia del devastante terremoto del 1908.

Cruel Peter è un film interamente prodotto in Italia, che porta la nostra tradizione culturale a una fruizione internazionale. E’ stato acquistato in oltre 60 paesi, tra cui Usa, Canada, Regno Unito, Cina e Russia, grazie a Voltage Pictures che ne ha curato le vendite in tutto il mondo.

Messina, Sicilia, 1908. Peter ha tredici anni ed è l’unico erede di una ricchissima famiglia di commercianti inglesi, gli Hoffmann. Viziato e prepotente commette atroci crudeltà nei confronti degli animali, della servitù e dei bambini che frequentano la sua casa. Nessuno ha il coraggio di ribellarsi alle sue cattiverie, finché Alfredo, il figlio del giardiniere, decide che è venuto il momento di fargliela pagare. Lo cattura e lo nasconde in un luogo inaccessibile. Centoundici anni dopo, l’archeologo inglese Norman Nash giunge a Messina, accompagnato dalla figlia tredicenne Liz, per valutare il restauro dello storico Cimitero Inglese sito all’interno del Cimitero Monumentale. Nel corso degli scavi, il ritrovamento di una lapide riguardante la scomparsa di Peter, avvenuta tre giorni prima del catastrofico sisma del 1908, lo mette sulle tracce di un antico mistero che sconvolgerà per sempre la vita della sua famiglia.

Black Panther 2 e Captain Marvel 2: rivelati i titoli ufficiali

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Black Panther 2 e Captain Marvel 2: rivelati i titoli ufficiali

Un nuovo video promozionale della Fase 4 dei Marvel Studios ha annunciato la prossima line-up dello studio sul versante cinema che verrà inaugurata il prossimo 9 luglio con Black Widow. Ma insieme alle date d’uscita dei film previsti, abbiamo scoperto anche i titoli ufficiali di due sequel molto attesi, quello di Black Panther e quello di Captain Marvel.

GUARDA LE PRIME IMMAGINI DA GLI ETERNI

I due film si intitoleranno rispettivamente Black Panther: Wakanda Forever e The Marvels. Ecco i primi loghi disponibili:

Gli Eterni, ecco le prime immagini del film di Chloé Zhao

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Gli Eterni, ecco le prime immagini del film di Chloé Zhao

Sono presenti anche poche immagini tratte dal prossimo Gli Eterni nel video di presentazione rilasciato dai Marvel Studios per presentare la schedule delle prossime uscite al cinema dei film della Casa delle Idee.

GUARDA LE PRIME IMMAGINI DA GLI ETERNI

Indiewire, su Instagram, le ha riportate, come potete vedere di seguito:

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 5 novembre 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Marvel Studios: un emozionante video presenta la Fase 4 al cinema

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Ecco un emozionante video diffuso dal Marvel Studios in cui, dopo un emozionante recap di quello che sono state le Fasi 1, 2 e 3, è arrivato il momento di presentare la Fase 4, con tutte le date d’uscita dei prossimi film:

Black Widow – 9 luglio 2021

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli – 3 settembre 2021

Gli Eterni – 5 novembre 2021

Spider-Man: No Way Home – 17 dicembre 2021

Doctor Strange e il Multiverso della Pazzia – 25 marzo 2022

Thor: Love and Thunder – 6 maggio 2022

Black Panther: Wakanda Forever – 8 luglio 2022

The Marvels – 11 novembre 2022

Ant-Man and the Wasp: Quantumania – 17 febbraio 2023

Guardiani della Galassia Vol. 3 – 5 maggio 2023

Fantastic Four – TBD

Ecco di seguito il coinvolgente ed epico trailer:

Shazam 2: un membro del cast anticipa nuovi costumi per la famiglia di supereroi

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Ross Butler, che nel primo Shazam! ha interpretato la versione supereroe del personaggio di Eugene Choi, ha anticipato che nell’attesissimo sequel Shazam! Fury of the Gods vedremo la famiglia di supereroi indossare dei nuovi costumi.

Anche se i dettagli sulla trama del sequel non sono ancora stati svelati, una cosa è certa: vedremo più team-up della grande famiglia Shazam. Billy ha trascorso gran parte del primo film ad abituarsi gradualmente alla sua famiglia adottiva, trasferendo alcuni dei suoi poteri da supereroe ai suoi fratelli durante la battaglia finale. Shazam 2 esplorerà ulteriormente i legami di Billy con la sua nuova famiglia, così come le loro evoluzioni eroiche.

Di recente Ross Butler ha condiviso via Instagram un toccante post per celebre il mese dedicato al patrimonio degli asiatici americani e delle isole del Pacifico. “Sono orgoglioso di far parte di una comunità di intrattenitori e narratori asioamericani in continua evoluzione che si dedica a preservare ciò che ci rende unici, ridefinendo ciò che si presume di noi e stabilendo un nuovo standard”, ha scritto l’attore come didascalia di un’immagine in cui lo vediamo col costume sfoggiato nel primo Shazam. Alla fine del post ha poi anticipato che sia lui che gli altri membri del cast indosseranno dei nuovi costumi nel sequel.

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy Liu. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

MCU: i 10 addii più strazianti dell’universo condiviso

MCU: i 10 addii più strazianti dell’universo condiviso

Nel MCU ci sono stati diversi momenti in cui i personaggi sono stati separati contro la loro volontà, e per le cause più disparate. Screen Rant ha raccolto i 10 addii più strazianti che abbiano visto nell’Universo Cinematografico Marvel, e che riguardano tanto gli eroi quanto i cattivi:

Star-Lord che assiste al sacrificio di Yondu

Sebbene Star-Lord venga spesso identificato come un personaggio stupido e ingenuo, la separazione da Yondu è forse uno dei momenti più seri e commoventi legati a Peter Quill. Ancora più tragico è il fatto che la loro separazione sia avvenuta attraverso una tuta da volo e nient’altro, ma fu proprio questo che salvò la vita di Star-Lord e uccise Yondu.

Contro le suppliche di Star-Lord, Yondu ha scelto di indossare l’abito su Star-Lord invece che su se stesso, proteggendo il suo figlio adottivo a spese della propria vita. Anche se tecnicamente occupavano lo stesso spazio, i due erano separati dalla vita e dalla morte.

Gli ultimi momenti di Peter con Tony

Peter è stato una delle tante vittime dello Snap di Thanos. Non sapendo cosa stesse succedendo, Peter si aggrappò alla sua figura paterna, Tony Stark, e lo pregò di non lasciarlo andare.

A rendere questo momento ancora più straziante è il modo in cui Tony, alla fine, guarda la propria mano dopo che Peter se n’era andato, nella speranza di sparire anche lui per ricongiungersi con il figlio surrogato. Purtroppo, la loro separazione è stata permanente, dal momento che Tony ha avuto la possibilità di continuare a vivere.

Scarlet Witch dice addio alla sua famiglia immaginaria

Scarlet Witch ha creato una realtà alternativa in WandaVision, l’Hex, dando vita ad un nuovo Visione e persino ai loro figli. Tuttavia, non è riuscita a mantenere questa falsa realtà a lungo e, alla fine, ha dovuto annullare l’incantesimo.

Prima che l’Hex venisse completamente rimosso, Scarlet ha dato la buonanotte ai suoi figli, consapevole che non li avrebbe mai più rivisti. Dopodiché, ha dovuto dire addio anche a Visione, che ha accettato la sua scomparsa e si è separato da Scarlet Witch con un ultimo addio. Anche se non erano mai stati reali, erano stati comunque l’unica cosa che aveva portato un po’ di felicità a Wanda, che ora è di nuovo sola.

L’ultimo saluto di Tony ai suoi genitori

Quando si rese conto di aver definitivamente detto addio i suoi genitori nel dicembre 1991, col senno di poi questo è stato per Tony uno dei momenti più strazianti. I suoi avevano programmato di partire per un normale viaggio, ma vennero intercettati e uccisi dal Soldato d’Inverno.

Tony si è sempre rammaricato per come sono stati gli ultimi momenti trascorsi insieme ai suoi genitori: nonostante i preziosi consigli della madre, alla fine non fu mai capace di dire a suo padre quanto tenesse a lui.

Loki lascia andare la presa di Thor

Loki ha perso il controllo alla fine di Thor, dove ha cercato di far fuori tutto Jotunheim per impressionare Odino. Sebbene questo fosse il peggio di lui, in realtà Loki voleva solo l’approvazione di suo padre. Alla fine, si rese conto che non l’avrebbe ottenuta quando lui e Thor stavano penzolando sul Bifrost.

Quando si rese conto che Odino aveva rifiutato i suoi tentativi di genocidio, Loki scelse di lasciar andare i disperati tentativi di Thor di impedirgli di cadere nello spazio. Con questo gesto, Loki venne separato da suo padre e suo fratello e speditio nel vuoto infinito dello spazio, lasciando da solo un Dio del Tuono in lacrime.

Gamora viene portata via da sua madre

È difficile non provare tristezza per Gamora, considerando che non ha mai veramente avuto una casa e che l’unico padre che aveva era quello che ha ucciso la sua madre biologica. In Avengers: Infinity War, abbiamo visto l’infanzia di Gamora e il momento in cui si è rannicchiata tra le braccia di sua madre quando le forze di Thanos hanno attaccato.

Sua madre ha fatto del suo meglio per tenere Gamora con lei, ma Thanos ha preso in simpatia la bambina e gliel’ha strappata via. Questo è stato l’ultimo momento tra madre e figlia, poiché Thanos ha ordinato ai suoi uomini di uccidere metà delle persone, inclusa – appunto – la madre di Gamora.

La promessa di Steve e Peggy prima del suo incidente

Steve non aveva altra scelta che far schiantare l’aereo. Sapendo che il suo destino era segnato, parlò un’ultima volta con Peggy Carter. Anche se non hanno proclamato il loro reciproco amore proprio in quel momento, era chiaro che si erano completamente innamorati l’uno dell’altro.

Per alleviare la mente di Steve nei suoi ultimi momenti, i due hanno promesso di incontrarsi per un ballo e si sono dati un appuntamento, anche se sapevano che non sarebbe successo. Forse l’aspetto più straziante di questa separazione è che la connessione di Steve è stata interrotta prematuramente, negando ai due un vero e proprio addio.

L’ultima conversazione di Loki con sua madre

Frigga era il genitore che Loki amava completamente. Non l’ha mai incolpata come ha fatto invece con Odino. Questa conversazione tra i due è stata triste a causa della morte di Frigga subito dopo, ma anche perché le ultime parole di Loki a Frigga sono state un riferimento al fatto che lei non era la sua vera madre.

Frigga aveva tentato di ragionare con Loki e di farlo pentire dei suoi crimini, ma Loki era troppo arrabbiato per prestare attenzione alle sue parole. Alla fine, furono separati a causa dell’arrivo di Thor.

L’addio di Groot ai Guardiani

Groot sembrava essere stato incluso nei Guardiani della Galassia soltanto per far ridere… finché non decise di sacrificarsi per salvare i suoi amici. Espandendosi intorno agli altri, Groot li ha protetti dall’esplosione a costo della sua vita.

Il momento più straziante è stato quando ha detto agli altri “Noi siamo Groot”, che sono state ufficialmente le sue parole d’addio. Con la riluttanza di Rocket a lasciare che Groot si sacrificasse, alla fine è stata una separazione voluta.

Il tentativo fallito di T’Challa di salvare suo padre

Questo momento è durato solo una frazione di secondo, ma è stato sufficiente a spezzare il cuore dei fan. T’Challa intuì che qualcosa stava per andare storto mentre suo padre stava pronunciando il suo discorso e corse verso di lui per proteggerlo dall’esplosione.

Tuttavia, nonostante la sua intuizione, alla fine l’eroe non riuscì a sventare la tragedia. Un T’Challa sconvolto che tiene il suo defunto padre T’Chaka tra le sue braccia è forse il momento più straziante dell’intero MCU

La tigre bianca, recensione del film di Ramin Bahrani

La tigre bianca, recensione del film di Ramin Bahrani

Dopo The Millionaire di Danny Boyle (tratto da Le dodici domande di Vikas Swarup) e Vita di Pi di Ang Lee (dal romanzo di Yann Martel), la cinematografia indiana cerca di ampliare i propri orizzonti approdando su Netflix con La Tigre Bianca, di Ramin Bahrani, disponibile dal 22 gennaio e tratto dall’omonima opera letteraria di Aravind Adiga. 

La Tigre Bianca: la trama

Punto di partenza per il regista statunitense è il romanzo di Aravind Andiga, che ha fruttato allo scrittore il prestigioso Booker Prize nel 2008. Protagonista del racconto è un servitore e autista di nome Balram Halwai (interpretato da Adarsh Gourav)un giovane indiano della “casta bassa” (Adarsh Gourav), il quale sin da piccolo sa volere raggiungere la posizione sociale di “tigre bianca”, animale che nasce una sola volta in una generazione. Egli riesce ad evadere dalle costrizioni sociali legate all’appartenenza alla casta più umile e a guadagnarsi astutamente la posizione di ricco imprenditore. Il viaggio di Adarsh verso la ricchezza a cui ambisce ne plasmerà il carattere e le prerogative, avvicinandolo a un mondo-gabbia dorata, in cui dovrà vedersela con i predatori più accaniti. L’avventura e le vicissitudini del protagonista si pongono come specchio delle disuguaglianze sociali e dei mali insanabili della società indiana, di cui emergono le maggiori contraddizioni.

La Tigre Bianca: il cambio di registro movimenta la narrazione

Il percorso di ascesa canonica del protagonista da una condizione sfavorevole, opprimente e degenerativa, che si muove verso un cambiamento con cui dare un giro di vite alla propria esistenza, viene arricchito ulteriormente da cambi di registro ne La Tigre Bianca. La ricca famiglia di cui Balram diviene servitore non è infatti esente da sotterfugi e dinamiche poco trasparenti, che lasceranno fuoriuscire anche i lati più oscuri del protagonista, costretto a confrontarsi con i potenti. A metà film viene meno la componente favolistica e la narrazione si fa più tetra e macchiata; il cambio di registro è sottolineato dalla fotografia di Paolo Carnera, che mette in evidenza il malessere e il marciume dello spazio scenico, metafora di una società incapace di rigenerarsi.  La pellicola si discosta quindi dal mero dramedy condito di happy ending, che fa leva su tematiche rilevanti quali disuguaglianze legate al sistema delle caste, politica, corruzione e religione: uno sguardo registico interessante, che riesce a condire la narrazione di scetticismo e ironia dolceamara.

Viene subito in mente il potente e pluripremiato Parasite di Bong Joon-ho proprio perché la narrazione in prima persona del film di Bahrani fa proprio un linguaggio diretto e coinvolgente che cerca di rompere la quarta parete per ammaliare e suscitare l’interesse dello spettatore.

La tigre Bianca

Un’ottima interpretazione da parte di Adarsh Gourav

Fulcro della narrazione è l’arco di trasformazione del personaggio di Ashok che, da giovane innocente agnello sacrificale, si ritrova a dover celare le proprie ambizioni di ascesa sociale dietro sorrisi, inchini e riverenze. L’aspetto di autista premuroso e obbediente in realtà si unisce a piani astuti e meschini, privi di alcuna remora morale, e tramite i quali Ashok cercherà di raggiungere i suoi scopi. In questo scenario calano la partecipazione e la fiducia dello spettatore nei confronti del personaggio: siamo ormai oltre la prima parte della pellicola e si può solamente auspicare a una redenzione finale, che sappiamo arriverà in un qualche modo.

Il film si mostra fin da subito come un racconto in prima persona indirizzato al primo ministro cinese in visita alla città dove Balram è diventato un imprenditore di successo, Bangalore. La voce narrante ci accompagna lungo tutto il cammino del personaggio, tuttavia risultando a tratti troppo didascalica e ridondante. E’ chiaro fin da subito che Balram uscirà vincitore, tigre bianca, non è il compimento del percorso che interessa al regista, bensì il come avverrà la sua personale rivincita nei confronti della “casta alta”.

Elemento fondamentale della riflessione di Bahrani è la convivenza e lo scontro tra anime differenti: quella indiana e statunitense. Il dualismo tra le due realtà è sottolineato dalla commutazione di codice, cioè l’alternare lingua inglese a hindi, che rende chiaro come la scelta della lingua da utilizzare influenzi i rapporti interpersonali. Emblemi di questa interculturalità soffocata sono soprattutto i comprimari che affiancano Balram: Ashok (Rajkummar Rao) e Pinky Madam (Priyanka Chopra).

Bahrani si appropria di stilemi tipici del gangster movie hollywoodiano, inseriti però all’interno del contesto socio-culturale indiano, che aggiunge una nota potente di caoticità, misticismo e ciniche contraddizioni. Il cinismo acuto che percorre tutta la storia di Balram può essere condensato da una citazione indiretta a The Millionaire di Danny Boyle da parte di Balram: egli sostiene infatti che in India non ci sia nessuna scappatoia come un gioco a premi per sfuggire dalla povertà, ma si possa soltanto scegliere di uscire dalla “stia per polli”, incuranti delle conseguenze nefaste che ne potrebbe scaturire.

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