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Birds of Prey: Black Mask è gay? Parla Ewan McGregor

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Birds of Prey: Black Mask è gay? Parla Ewan McGregor

Prima ancora della release del primo trailer ufficiale di Birds of Prey, molti rumor sostenevano che il Black Mask interpretato da Ewan McGregor nel film sarebbe stato omosessuale. A sostegno di questa teoria sono poi arrivati gli ultimi spot tv del film, che ci hanno non solo mostrato l’altro villain della storia, Victor Zsasz (Chris Messina), ma hanno anche spinto diversi fan a credere che i due cattivi del film possano in realtà essere amanti.

Variety ha avuto la possibilità di discutere a proposito della questione proprio con i due attori in occasione della mostra dedicata al film e allestita ad Hollywood. La celebre rivista ha chiesto ai due attori se i rumor che stanno attualmente circolando sulla relazione tra i loro personaggi corrispondano oppure no a verità. La loro risposta? “È probabile!”.

“È veramente complicato”, ha dichiarato McGregor. “La loro relazione è molto basata su… diciamo che ci sono in ballo dei desideri e dei bisogni, questo è certo”. Messina ha poi spiegato: “C’è un amore vero per l’anarchia”, con McGregor che ha poi aggiunto in merito alla presunta relazione: “Molto probabilmente, sì.”

Sembra quindi che la relazione tra Black Mask e Victor Zsasz nel film sarà aperta all’interpretazione dello spettatore, a differenza dell’orientamento sessuale del personaggio di Renee Montoya (interpretato da Rosie Perez), dal momento che l’attrice Ali Wong (Finché forse non vi separi) avrà il ruolo della sua ex fidanzata (anche se al momento i dettagli sul personaggio non sono stati ancora svelati).

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Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

The Batman: rivelato un importante dettaglio sul personaggio di Jim Gordon

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Di recente è stato rivelato che l’attore Alex Ferns, star delle miniserie Taboo e Chernobyl, si è unito ufficialmente al cast di The Batman. Adesso, stando a quanto apprendiamo grazie a IMDb Pro (via ComicBookMovie), sembra che siano stati rivelati i dettagli sul personaggio che l’attore scozzese interpreterà nel film.

È importante sottolineare che IMDB Pro è una versione a pagamento di IMDB generalmente aggiornata dagli addetti ai lavori che intendono pubblicizzare i propri film, e non da utenti che cercano soltanto di prendersi gioco dei fan. Fatta questa dovuta precisazione, sembra che Ferns avrà il ruolo del Commissario Pete Savage nell’attesissimo cinecomic di Matt Reeves.

Si tratta di un personaggio inventato appositamente per il film, e al quale pare sia collegata un’interessantissima teoria: se Pete Savage è il commissario di polizia di Gotham City, allora è chiaro che questi non può essere Jim Gordon, che sarà interpretato da Jeffrey Wright. Seguendo questa logica, è probabile che The Batman sarà ambientato agli inizi della carriera di Bruce Wayne in qualità di Cavaliere Oscuro (cosa intuibile anche dal casting di Robert Pattinson, attore più giovane rispetto agli illustri colleghi che lo hanno preceduto), con Gordon che non ricopre ancora l’importante carica e che probabilmnete scalpita per raggiungere i livelli più alti del Dipartimento di polizia di Gotham City.

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Kobe Bryant: guarda Dear Basketball, il suo corto premio Oscar

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Kobe Bryant: guarda Dear Basketball, il suo corto premio Oscar

La morte di Kobe Bryant ha sconvolto non solo il mondo del basket, del quale l’atleta era uno degli esemplari più fulgidi, ma anche il mondo della cultura, dello spettacolo e del cinema.

A questo mondo, Bryant ci si era affacciato raccontando la sua esperienza e il suo amore per il canestro in un cortometraggio dal titolo Dear Basketball, che è stato premiato nel 2018 con l’Oscar per il miglior corto d’animazione.

Il cortometraggio, visibile sopra, racconta la sua esperienza personale con lo sport. Diretto da Glen Keane e musicato da John Williams, si tratta di un vero e proprio piccolo gioiello.

Kobe Bryant è morto nella mattina di domenica, 26 gennaio 2020, mentre in elicottero con la figlia Gianna, 13 anni, e un altro passeggero, si recava agli allenamenti della ragazzina che stava seguendo le orme paterne. Anche Gigi, purtroppo, ha perso la vita nell’incidente. Kobe e Gigi lasciano tre figlie e sorelle e Vanessa, madre e moglie.

Morto Kobe Bryant, leggenda del basket che aveva vinto un Oscar

Suicide Squad: il costume alternativo di Harley Quinn

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Suicide Squad: il costume alternativo di Harley Quinn

Nonostante le riprese aggiuntive e le modifiche in fase di post-produzione per cercare di alleggerire il tono di Suicide Squad in seguito all’accoglienza riservata a Batman v Superman: Dawn of Justice, pare che il film fosse ancora troppo dark e crudo per la Warner Bros., soprattutto per quanto riguarda i look di personaggi come Joker, Incantatrice e Harley Quinn.

Il personaggio della Mattacchiona è stato interpretato da Margot Robbie, che presto ritroveremo al cinema in Birds of Prey. Di recente, il regista David Ayer ha condiviso una versione alternativa del costume inizialmente pensato per la supercriminale, molto diverso da quella che abbiamo visto nel film del 2016.

Come si può vedere dall’immagine, apparsa su Reddit e condivisa da Ayer attraverso le sue storie di Instagram, il costume inizialmente pensato per Harley Quinn era decisamente più audace e spregiudicato rispetto a quello esibito dalla fidanzata di Joker al fianco della Task Force X.

In Birds of Prey la Mattacchiona sfoggerà un numero spropositato di look diversi: in attesa dell’arrivo del film nelle sale, voi quale versione del costume di Harley Quinn avreste preferito vedere in Suicide Squad?

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A proposito di Suicide Squad, David Ayer ha rivelato di recente che avrebbe potuto dirigere il sequel. Dopo aver espresso attraverso i social tutto il suo supporto e la sua ammirazione nei confronti di James Gunn, il regista ha rivelato a proposito di The Suicide Squad che gli sarebbe stata offerta la possibilità di dirigerlo: “Mi è stato offerto di farlo, ma ho preferito intraprendere un’altra strada”, ha spiegato Ayer.

Fonte: ComicBookMovie

Jennifer Aniston rivela di aver sempre voluto interpretare Wonder Woman

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Jennifer Aniston ha rivelato di aver sempre voluto interpretare il ruolo di Wonder Woman sul grande schermo, ma è consapevole di aver aspettato troppo a lungo. La principessa guerriera delle Amazzoni, che ha debutto nei fumetti nel lontano 1941, è stata interpretata da diverse attrici nel corso degli anni. Tra le incarnazioni più iconiche c’è sicuramente quella di Lynda Carter nella serie tv del 1975; più di recente, invece, l’eroina è tornata sul grande schermo nel DCEU grazie all’interpretazione di Gal Gadot.

Uscito nel 2017, il film Wonder Woman diretto da Patty Jenkins è stato un grandissimo successo, infondendo nuova linfa all’Universo Cinematografico della DC e indirizzandolo verso un nuovo percorso. Il sequel, Wonder Woman 1984, debutterà la prossima estate.

Jennifer Aniston è ovviamente conosciuta per il ruolo di Rachel Green nella popolarissima sit-com Friends. Tra i suoi film più celebri si ricordano le commedie Una settimana da Dio, La verità è che non gli piaci abbastanza e Due cuori e una provetta, nonostante l’attrice abbia dimostrato la propria versatilità recitando anche in film drammatici come Cake, per il quale ha ricevuto il plauso della critica.

Più di recente, Jennifer Aniston è stata lodata per il suo ruolo nella serie The Morning Show al fianco di Reese Witherspoon e Steve Carell, per il quale ha ricevuto una nomination ai Golden Globe e vinto un SAG Award come migliore attrice in una serie tv drammatica. Ed è stato proprio in occasione dei premi assegnati dal sindacato degli attori che la Aniston ha rivelato la sua passione per il personaggio di Diana Prince.

Intervistata da Variety a pochi minuti dalla sua vittoria ai SAG, Jennifer Aniston ha parlato della sua carriera e dei ruoli che le piacerebbe interpretare in futuro: “Volevo essere Wonder Woman, ma ho aspettato troppo”, ha dichiarato l’attrice.

La Aniston ha poi rivelato di aver ancora tanto da fare e, in qualità di attrice, di sentirsi in un nuovo momento della sua carriera, in una sorta di nuovo percorso creativo: “Ho appena capito di amare davvero quello che faccio… in un modo che prima non credevo fosse possibile”.

E a voi sarebbe piaciuto vedere Jennifer Aniston nei panni di Wonder Woman?

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Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

Avengers: Endgame, la reaction del pubblico alle scene clou del finale

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Torniamo a parlare di Avengers: Endgame e del grande successo che ha avuto in tutto il mondo. Il film ha sfondato la barriera dei due miliardi, arrivando a diventare l’incasso più alto della storia del cinema, trascinando in sala, più e più volte, tantissimi fan che avevano sempre sognato di vedere su grande schermo gli eroi dei fumetti, ma anche quei fan che si sono accodati a Iron Man e compagnia nel corso degli 11 anni in cui è stata costruita quella storia.

La grande sequenza finale del film di Anthony e Joe Russo ha generato reazioni di grandissimo entusiasmo nel pubblico, soprattutto in due momenti precisi. Il primo è quello in cui finalmente Steve Rogers solleva il Mjöllnir, battendosi faccia a faccia con Thanos, tra le macerie e l’entusiasmo di Thor (che urla “Lo sapevo!”). Il secondo è quello in cui i Vendicatori, tornati dal regno dei morti, si schierano accanto a Cap sul campo di battaglia, e lo stesso eroe paladino americano dice finalmente: “Vendicatori Uniti!”.

Tra questi due momenti, davvero emozionante è anche quello in cui, nel silenzio della disperazione, dopo che Thanos le ha suonate di santa ragione a Steve armato di martello e scudo, sentiamo la voce di Sam Wilson provenire dall’auricolare di Steve che dice “Alla tua sinistra”, mentre alle spalle del personaggio si aprono i portali di Strange che portano in campo tutti i Vendicatori redivivi.

Ecco, di seguito potete ammirare un emozionante video che registra proprio queste reazioni dalla sala. Nonostante siano passati diversi mesi, l’emozione rimane potentissima:

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Fonte

Black Panther 2: Henry Golding ha parlato con la Marvel di Namor?

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Henry Golding ha rivelato di non aver parlato con la Marvel a proposito del ruolo di Namor in Black Panther 2. Dopo il suo debutto in Crazy & Rich del 2018, Golding è diventato in breve tempo uno degli attori più ricercati di Hollywood: lo abbiamo visto di recente in Last Christmas al fianco di Emilia Clarke e prossimamente lo vedremo in The Gentlemen, il nuovo film di Guy Ritchie. L’attore è attualmente impegnato con le riprese di Snake Eyes, spin-off della saga di G.I. Joe che arriverà nelle sale ad ottobre di quest’anno.

Black Panther 2 è stato ufficialmente confermato lo scorso anno in occasione della D23 Expo, ma da allora nulla o poco è stato rivelato in merito al progetto. Gli aggiornamenti più recenti sul sequel risalgono allo scorso ottobre, quando è stato rivelato che il regista e sceneggiatore Ryan Coogler aveva iniziato a delineare i contorni della nuova storia. Considerato però che il sequel arriverà al cinema soltanto nel 2022, la cosa non dovrebbe sorprendere più di tanto.

Ad ogni modo, le poche informazioni sul film non hanno impedito ai fan di continuare a chiedersi chi sarà il principale villain del sequel, con molti di loro pronti a scommettere sul coinvolgimento di Namor il Sub-Mariner. La cosa ha dato vita agli inevitabili fantacasting, con Henry Golding che sarebbe il favorito per interpretare il personaggio creato da Bill Everett.

In una recente intervista con MTV News in occasione della promozione di The Gentlemen, è stato chiesto proprio a Golding della possibilità di interpretare Namor nel MCU. Golding, grande appassionato di fumetti, ha rivelato che Namor è uno dei suoi personaggi preferiti della Marvel, perché “non è un villain, non è un eroe, ma in un certo senso è un anti-eroe”. L’entusiasmo nei confronti del personaggio era palese, ma quando è stato chiesto all’attore se avesse mai parlato con i Marvel Studios a proposito del ruolo, l’attore ha subito risposto: “No, ovviamente no”. Ciononostante, Golding sembrerebbe aperto alla possibilità di interpretarlo.

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Successo planetario capace di incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con il maggior risultato domestico di sempre secondo solo ad Avengers: Endgame e vincitore di tre premi Oscar, Black Panther tornerà con un nuovo capitolo – Black Panther 2 – inserito nella Fase 5 del MCU, come confermato da Kevin Feige.

Ryan Coogler è stato confermato a capo del sequel per il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende raggiungere con la prossima avventura di T’Challa:

Credo che la pressione sarà sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto, quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia che abbia un qualche tipo di significato.

Fonte: ScreenRant

Morto Kobe Bryant, leggenda del basket che aveva vinto un Oscar

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Morto Kobe Bryant, leggenda del basket che aveva vinto un Oscar

Kobe Bryant è morto. La notizia, che lascia il mondo intero in stato di shock, è stata diffusa da TMZ e poi confermata dai principali media americani.

La causa della morte è stata un incidente in elicottero: i quattro passeggeri, compreso il campione di Basket e il pilota, sono morti sul colpo. L’ex giocatore dei Lakers aveva 4 figlie che lascia, insieme alla moglie Vanessa, che per fortuna non era sul velivolo.

UPDATE: purtroppo è stato confermato che una delle figlie di Bryant, Gianna, detta Gigi, di 13 anni, era sull’elicottero con il padre. Anche lei non ce l’ha fatta.

Considerato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, Bryant aveva anche vinto un premio Oscar, nel 2018, per il cortometraggio Dear Basketball. Il cortometraggio era stato realizzato dal genio dell’animazione Glen Keane, con musiche di John Williams. Quando si dice “un incontro tra geni”. Il corto venne presentato al Tribeca del 2017 ed è narrato in voce fuori campo dallo stesso Bryant.

L’atleta, che nel 2015 abbandonò la scena, è stato il primo afroamericano a vincere un Oscar nella categoria dei cortometraggi d’animazione e il primo ex atleta professionista ad essere nominato e a vincere un premio Oscar in qualsiasi categoria.

L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome: recensione della serie

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Arriverà il 10 febbraio su Rai Uno il primo di quattro appuntamenti con L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome, la seconda stagione della serie di successo tratta dall’omonima tetralogia scritta da Elena Ferrante. Per chi fosse impaziente, i primi due episodi, già presentati alla stampa, saranno proiettati al cinema il 27, 28 e 29 gennaio, prima che lo show arrivi sulla rete ammiraglia.

La storia prende le mosse esattamente dal finale della prima stagione. Troviamo Lila alle prese con la nuova condizione di Signora Carracci, con un marito dal quale sente di essere stata ingannata, dopo che ha scoperto il suo accordo, in complicità con il fratello e il padre, con i boss dei rione, quei fratelli Solara, che lei tanto ha cercato di allontanare, rifiutando persino la mano di uno dei due. Dal canto suo, Elena sembra vivere un periodo di smarrimento, la lontananza di Lila e la divergenza delle loro scelte di vita la fa sentire smarrita, tanto che persino lo studio sembra non interessarle più. Chi invece continua a coinvolgerla è Nino Sarratore, che continua a vedere a scuola e ad ammirare da lontano.

L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome è fedele al romanzo

Il lavoro di adattamento, anche questa volta portato avanti dal team di sceneggiatori formato da Francesco Piccolo, Laura Paolucci e da Saverio Costanzo, a tutti gli effetti ideatore della serie e regista di quasi tutti gli episodi, continua ad essere supervisionato dal “fantasma amico” della Ferrante, secondo una definizione dello stesso Costanzo. Quest’opera di supervisione si avverte profondamente, soprattutto considerando la grande fedeltà alla pagina che almeno nei primi due episodi si respira a pieno. Dopotutto anche nella prima stagione immagini e parole procedevano di pari passo, con un fisiologico impoverimento del testo nella trasposizione in video.

In questo secondo capitolo della storia dell’amicizia tra Lenù e Lila non siamo più di fronte a due bambine o ad adolescenti timide o turbolente. Le due protagoniste sono diventate due giovani donne e in quanto tali cominciano a scoprirsi non solo pensieri e interessi, sogni e ambizioni, ma anche corpo. La scoperta del corpo, desiderato e violato, è un passaggio fondamentale per questo capitolo della storia delle due protagoniste, che vivono in maniera così differente, ma sempre solitaria, un rapporto intimo e travagliato con il loro essere donne.

La scoperta del corpo

L'amica geniale: storia del nuovo cognome 1x02Se nelle pagine scritte dalla Ferrante questo rapporto tra l’essere donna e corpo è argomentato nelle pieghe della mente di Elena, dal cui punto di vista è raccontato il romanzo, nella serie assume la forma a volte un po’ fredda e didascalica della voce (sempre di Elena) fuoricampo. Se da una parte questa scelta è comprensibile, dato che la voce fuori campo è lo strumento cinematografico adatto a trasporre la prima persona letteraria, dall’altro l’effetto didascalico è inevitabile e l’impoverimento concettuale una diretta conseguenza.

L’aspetto di questa grande produzione che più è efficace, in questa stagione come nella precedente, è la scelta del cast, ancora guidato da Margherita Mazzucco e Gaia Girace, nei panni di Elena e Lila. I volti, i tratti, i gesti dei giovani interpreti dei ragazzi e delle ragazze del rione sembrano portarci indietro nel tempo, raccontano preoccupazioni e saggezza spicciola, passioni e paure, con un risultato di incredibile bellezza, soprattutto nelle sequenze d’insieme.

Un ingente sforzo produttivo

L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome è prodotta da The Apartment e Wildside, parte di Fremantle, e da Fandango in collaborazione con Rai Fiction, in collaborazione con HBO Entertainment e in co-produzione con Umedia. Si comprende subito che il grande sforzo economico e la destinazione internazionale del prodotto ne fanno uno dei progetti più impegnativi mai realizzati nella serialità italiana. Saverio Costanzo ha portato per mano Lina e Lenù durante la loro infanzia e adolescenza e ora, con nuovi cognomi e ruoli da indossare, si fa aiutare da Alice Rohrwacher, a cui è stata affidata la regia degli episodi 3 e 4, quelli che saranno completamente ambientati ad Ischia, “una storia dentro la storia” come ha detto la regista, e che racconteranno di eventi che cambieranno per sempre il rapporto tra le due protagoniste.

Con l’ambizione del grande romanzo di formazione, che non risparmia squarci sulla società che cambia e si trasforma, L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome si conferma un buon adattamento del romanzo (come era già accaduto per la prima stagione) che però tende a semplificarne i conflitti e le criticità, in virtù di una narrazione più fruibile al pubblico.

Pinocchio live action: confermato Zemeckis alla regia

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Pinocchio live action: confermato Zemeckis alla regia

Dopo le prime voci di una trattativa in merito, arrivate lo scorso ottobre, arriva, via Deadline, la conferma che Robert Zemeckis dirigerà e co-sceneggerà, al fianco di Chris Weitz, il live action di Pinocchio in lavorazione alla Disney.

Andrew Miano e Chris Weitz produrranno il film con la loro compagnia Depth of Field con Weitz che scriverà la sceneggiatura. Il regista di Paddington, Paul King, era stato inizialmente scelto per dirigere, ma all’inizio dell’anno ha dovuto abbandonare il progetto per ragioni sconosciute. Anche David Heyman, che era a bordo per la produzione, non è più coinvolto nel film.

Con Le Streghe in post-produzione, Robert Zemeckis ha iniziato pensare che non è prematuro approcciarsi a Pinocchio.

Il famoso regista ora cercherà di orientare il processo di casting, in particolare cercando di trovare il suo Geppetto, ruolo per cui è stato fatto il nome di Tom Hanks, ma alla fine ha passato.

Il film d’animazione originale racconta la storia di un burattino vivente che, con l’aiuto di un grillo parlante in qualità di coscienza, deve dimostrarsi degno di diventare un ragazzo vero. Il film si aggiunge alla lunghissima lista di live action prodotti e in produzione da Disney, basti pensare che solo quest’anno sono usciti Dumbo, Il Re Leone e Aladdin, e gli ultimi due sono stati dei successi al box office.

Negli ultimi anni, Zemeckis è stato più concentrato su film drammatici destinato ad un pubblico di adulti, come Flight o Allied, o ancora il bellissimo Benvenuti a Marwen, rispetto ai grandi blockbuster per tutta la famiglia che ha firmato nel corso della sua carriera. Il suo prossimo film sarà il nuovo adattamento de Le Streghe con Anne Hathaway.

Il live action di Pinocchio della Disney arriverà il 12 marzo del 2021.

The Falcon and the Winter Soldier: Noah Mills nel cast

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The Falcon and the Winter Soldier: Noah Mills nel cast

Arriva da Deadline la notizia che l’attore Noah Mills entra nel cast della nuova serie Marvel The Falcon and The Winter Soldier  targata Disney Plus.

Noah Mills dunque si unirà a Anthony Mackie, Sebastian Stan, Daniel Bruhl, Emily VanCamp, Wyatt Russell, Desmond Chiam e Miki Ishikawa. È stato rivelato che Bruhl riprenderà il suo ruolo di Barone Zemo mentre VanCamp tornerà come Sharon Carter (aka Agente 13), e Russell interpreterà John Walker che è anche conosciuto nei fumetti come il fanatico Super Patriot. I dettagli specifici della storia e altri ruoli vengono tenuti strettamente nascosti. La Disney ha rifiutato di commentare il nuovo ingresso nel cast dunque non resta che aspettare ulteriori notizie.

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The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier  è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier  è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier , il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Gli Eterni: un nuovo sguardo ai costumi nel poster del Nuovo Anno Lunare

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In occasione del Nuovo Anno Lunare, che cade il 25 gennaio, la Marvel ha diffuso un nuovo poster de Gli Eterni, un artwork, in realtà, dove vediamo la squadra con i costumi che quasi certamente vedremo anche al cinema.

Basandoci sui precedenti concept art, sembra che i quattro personaggi che sono stati mostrati nel poster siano: Thena (Angelina Jolie), Ikaris (Richard Madden), Ajak (Salma Hayek), and Phastos (Brian Tyree Henry). Eccoli di seguito:

Qui in dettaglio:

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Doctor Strange 2: anche Fratello Voodoo nel film?

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Doctor Strange 2: anche Fratello Voodoo nel film?

Dopo alcune indiscrezioni risalenti allo scorso maggio, torna prepotentemente sotto i riflettori la possibilità che in Doctor Strange 2 ci sarà spazio per l’eroe Marvel noto con il nome di Fratello Voodoo.

A rimettere in giro la voce di un coinvolgimento del nuovo personaggio Marvel è un casting call apparso su The Illuminerdi, in cui sembra che Marvel cerchi, per il cast di supporto di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, un attore con tratti caraibici, con la menzione specifica di Haiti. Anche se non c’è direttamente il nome di Jericho Drumm, ovvero Fratello Voodoo, la descrizione coincide con quella dello stregone.

Ovviamente non sappiamo se il personaggio coinciderà con l’eroe Marvel né in che modo si potrà inserire il personaggio nella storia, ma sarà interessante scoprire come lo Studio procederà ad arricchire di eroi questa suo nuova fase.

Doctor Strange 2: nel sequel tornerà la Gemma del Tempo?

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision. Le riprese dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton, Chiwetel Ejiofor e Rachel McAdams. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame.

Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia arriverà al cinema il 7 maggio 2021.

Fonte: ScreenRant

Bambi: ecco quale sarà il prossimo live action Disney

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Bambi: ecco quale sarà il prossimo live action Disney

Dopo il successo de Il Re Leone e lo strano caso della nomination ai Golden Globes 2020 a miglior film d’animazione per il remake Disney, la Casa di Topolino mette in cantiere il live action di Bambi, di nuovo un film con protagonisti degli animali che sarà certamente realizzato completamente in computer grafica, portando allo stesso “corto circuito” creatosi proprio con Il Re Leone.

THR riporta che la Disney ha assunto Geneva Robertson-Dworet e Lindsey Beer per scrivere il live action del remake di Bambi. I film precedenti di Robertson-Dworet includono il Tomb Raider del 2018 e Captain Marvel. mentre Beer ha scritto la commedia romantica targata Netflix, Sierra Burgess is a Loser, e scritto Chaos Walking, con Daisy Ridley e Tom Holland.

Bambi, uscito nel 1942, è un lungometraggio di animazione statunitense, prodotto dalla Walt Disney e basato sul romanzo Bambi, la vita di un capriolo dell’autore austriaco Felix Salten. Il film fu distribuito dalla RKO Radio Pictures negli Stati Uniti il 13 agosto 1942, ed è il quinto Classico Disney. In Italia uscì l’11 febbraio 1948.

Birds of Prey: il backstage mostra Black Mask che interroga Harley Quinn

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Arriverà il 7 febbraio in sala Birds of Prey, il nuovo film targato DC Warner Bros che racconterà la prima avventura da solista di Harley Quinn (Margot Robbie) dopo che il personaggio è stato presentato in Suicide Squad.

Di seguito, ecco un backstage dal film con protagonista l’attrice nominata agli Oscar impegnata in una scena di interrogatorio con Ewan McGregor, che interpreta Black Mask, il villain della storia.

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Annie Awards 2020: vince Klaus – Segreti del Natale

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Annie Awards 2020: vince Klaus – Segreti del Natale

È Klaus – Segreti del Natale, l’acclamato film prodotto da Netflix, a portare a casa l’edizione numero 47 degli Annie Awards 2020. Il colosso dello streaming ha portato a casa 19 premi, battendo la Disney e conquistando il premio più ambito per il miglior lungometraggio di animazione.

Il film, diretto da Sergio Pablos, ha anche vinto i premi per la character animation, il character design, lo storyboard, le scenografie, la regia e il montaggio.

Dov’è il mio corpo?, che con Klaus concorre nella categoria del miglior film d’animazione agli Oscar 2020, ha vinto l’Annie per il miglior film d’animazione indipendente, per la sceneggiatura e per le musiche.

Gli altri nominati all’Oscar, Toy Story 4, Missing LInk (che ha già vinto il Golden Globe) e Dragon Trainer: il mondo nascosto, non hanno portato a casa nessun premio. La Disney, invece, torna a casa con soltanto sei premi.

Tutti i vincitori degli Annie Awards 2020

Miglior film

Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine

Miglior film indipendente
I Lost My Body
Xilam for Netflix

Miglior produzione speciale
How to Train Your Dragon Homecoming
Dreamworks Animation

Miglior corto
Uncle Thomas: Accounting for the Days
Regina Pessoa (Ciclope Filmes, National Film Board of Canada, Les Armateurs)

Miglior VR
Bonfire
Baobab Studios

Miglior spot pubblicitario
The Mystical Journey of Jimmy Page’s ’59 Telecaster
Nexus Studios

Miglior TV/Media – prescolare
Ask the Storybots
Jibjab Bros. Studios for Netflix

Miglior TV/Media – bambini
Disney Mickey Mouse
Disney TV Animation/Disney Channel

Miglior TV/Media – pubblico generalista
Bojack Horseman
Tornante Productions, LLC for Netflix

Miglior film studentesco
The Fox & The Pigeon
Sheridan College

Migliori FX per TV/Media
Love, Death & Robots
Blur for Netflix
Nominees: Viktor Németh, Szabolcs Illés, Ádám Sipos , Vladimir Zhovna

Migliori FX per un lungometraggio
Frozen 2
Walt Disney Animation Studios
Nominees: Benjamin Fiske, Alex Moaveni, Jesse Erickson, Dimitre Berberov, Kee Nam Suong

Miglior Character Animation – TV/Media
His Dark Materials
BBC Studios
Nominees: Aulo Licinio

Miglior Character Animation – film d’animazione
Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine
Nominees: Sergio Martins

Miglior Character Animation – Live Action
Avengers: Endgame
Weta Digital
Nominees: Sidney Kombo-Kintombo

Miglior Character Animation – Video Game
Unruly Heroes
Magic Design Studios
Nominees: Sebastien Parodi, Nicolas Leger

Miglior Character Design – TV/Media
Carmen Sandiego
Houghton Mifflin Harcourt Publishing and DHX Media for Netflix
Nominees: Keiko Murayama

Miglior Character Design – lungometraggio
Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine
Nominees: Torsten Schrank

Miglior regia – TV/Media
Disney Mickey Mouse
Disney TV Animation/Disney Channel
Nominees: Alonso Ramirez Ramos

Miglior regia – film
Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine
Nominees: Sergio Pablos

Migliori musiche – TV/Media
Love, Death & Robots
Blur for Netflix
Nominees: Rob Cairns

Migliori musiche – film
I Lost My Body
Xilam for Netflix
Nominees: Dan Levy

Migliori scenografie – TV/Media
Love, Death & Robots
Blur for Netflix
Nominees: Alberto Mielgo

Migliori scenografie – film
Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine
Nominees: Szymon Biernaki, Marcin Jakubowski

Miglior Storyboarding – TV/Media
Carmen Sandiego
Houghton Mifflin Harcourt Publishing and DHX Media for Netflix
Nominees: Kenny Park

Miglior Storyboarding – film
Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine
Nominees: Sergio Pablos

Miglior doppiaggio – TV/Media
Bob’s Burgers
20th Century Fox/Bento Box Entertainment
Nominees: H. Jon Benjamin

Miglior doppiaggio – film
Frozen 2
Walt Disney Animation Studios
Nominees: Josh Gad

Miglior sceneggiatura – TV/Media
Tuca & Bertie
Tornante Productions, LLC for Netflix
Nominees: Shauna McGarry

Miglior sceneggiatura – film
I Lost My Body
Xilam for Netflix
Nominees: Jérémy Clapin, Guillaume Laurant

Miglior montaggio – TV/Media
Love, Death & Robots
Blur for Netflix
Nominees: Bo Juhl, Stacy Auckland, Valerian Zamel

Miglior montaggio – film
Klaus
Netflix Presents A Production of The Spa Studios and Atresmedia Cine
Nominees: Pablo García Revert

DGA, ASC e USC Awards 2020: a 1917 regia e fotografia, a Piccole donne sceneggiatura

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Nella notte tra sabato e domenica sono stati assegnati a Los Angeles i premi del sindacato dei registi, dei direttori della fotografia, dei responsabili del sonoro e degli sceneggiatori. A trionfare, nelle prime due categorie, è stato 1917, con Sam Mendes e Roger Deakins che sono stati incoronati i migliori nel loro campo, forti anche di una prova incredibile nella realizzazione del film sulla Prima Guerra Mondiale.

Musica diversa, è il caso di dirlo, per quello che riguarda invece il miglior sonoro, che è stato invece conquistato da Le Mans ’66, il film di James Mangold che in questo modo alza la voce e palesa anche qualche chance per gli Oscar 2020.

Il sindacato degli sceneggiatori ha invece deciso di premiare le donne e il loro splendido lavoro in questa stagione di intrattenimento, in tv e al cinema. Greta Gerwig per Piccole Donne e Phoebe Waller Bridge per Fleabag sono state premiate nelle rispettive categoria. In questo modo, la Gerwig, potrebbe anche sperare in un posto nel palmares dei prossimi Oscar 2020.

Tutti i vincitori dei DGA Awards 2020

Film
Bong Joon Ho, Parasite
Sam Mendes, 1917
Martin Scorsese, The Irishman
Quentin Tarantino, Once Upon A Time In Hollywood
Taika Waititi, Jojo Rabbit

Opera prima
Mati Diop, Atlantics
Alma Har’el, Honey Boy
Melina Matsoukas, Queen & Slim
Tyler Nilson & Michael Shwartz, The Peanut Butter Falcon
Joe Talbot, The Last Black Man in San Francisco

Documentario
Steven Bognar and Julia Reichert, American Factory
Feras Fayyad, The Cave
Alex Holmes, Maiden
Ljubomir Stefanov & Tamara Kotevska, Honeyland
Nanfu Wang and Jialing Zhang, One Child Nation

Serie comedy
The Marvelous Mrs. Maisel, “It’s the Sixties, Man!” (Prime Video)
Bill Hader, Barry, “ronny/lily,” (HBO)
Veep, “Veep,” (HBO)
The Marvelous Mrs. Maisel, “It’s Comedy or Cabbage,” (Prime Video)
The Marvelous Mrs. Maisel, “Marvelous Radio,” (Prime Video)

Serie drama
Nicole Kassell, Watchmen, “It’s Summer and We’re Running Out of Ice,” (HBO)
Mark Mylod, Succession, “This Is Not For Tears,” (HBO)
David Nutter, Game of Thrones, “The Last of the Starks,” (HBO)
Miguel Sapochnik, Game of Thrones, “The Long Night,” (HBO)
Stephen Williams, Watchmen, “This Extraordinary Being,” (HBO)

Film tv e miniserie
Ava DuVernay, When They See Us
Vince Gilligan, El Camino: A Breaking Bad Movie
Thomas Kail, Fosse/Verdon, “Nowadays”
Johan Renck, Chernobyl
Minkie Spiro, Fosse/Verdon, “All I Care About Is Love”
Jessica Yu, Fosse/Verdon, “Glory”

Spot tv:
Spike Jonze for Dream It, Squarespace

Variety/Talk/News/Sports – Specials:
James Burrows and Andy Fisher, Live in Front of a Studio Audience Norman Lear’s ‘All in the Family’ and ‘The Jeffersons’

Variety/Talk/News/Sports – Regularly Scheduled
Don Roy King, Saturday Night Live, “E. Murphy; Lizzo”

Tutti i vincitori dei ASC Awards 2020

Film
Roger Deakins, ASC, BSC for 1917
Phedon Papamichael, ASC, GSC for Ford v Ferrari
Rodrigo Prieto, ASC, AMC for The Irishman
Robert Richardson, ASC for Once Upon a Time… in Hollywood
Lawrence Sher, ASC for Joker

Documentario
Fejmi Daut and Samir Ljuma for Honeyland
Evangelia Kranioti for Obscuro Barroco
Nicholas de Pencier for Anthropocene: The Human Epoch

Film tv, miniserie o pilot
John Conroy, ISC for The Terror: Infamy “A Sparrow in a Swallow’s Nest”
P.J. Dillon, ISC for The Rook “Chapter 1”
Chris Manley, ASC for Doom Patrol “Pilot”
Martin Ruhe, ASC for Catch-22 “Episode 5”
Craig Wrobleski, CSC for The Twilight Zone “Blurryman”

Episodio per una serie su una tv non commerciale
David Luther for Das Boot “Gegen die Zeit”
M. David Mullen, ASC for The Marvelous Mrs. Maisel “Simone”
Chris Seager, BSC for Carnival Row “Grieve No More”
Brendan Steacy, CSC for Titans “Dick Grayson”
Colin Watkinson, ASC, BSC for The Handmaid’s Tale “Night”

Episodio per una serie su una tv commerciale
Dana Gonzales, ASC for Legion “Chapter 20”
C. Kim Miles, CSC, MySC for Project Blue Book “The Flatwoods Monster”
Polly Morgan, ASC, BSC for Legion “Chapter 23”
Peter Robertson, ISC for Vikings “Hell”
David Stockton, ASC for Gotham “Ace Chemicals”

Spotlight Award
Jarin Blaschke for The Lighthouse
Natasha Braier, ASC, ADF for Honey Boy
Jasper Wolf, NSC for Monos

ASC Lifetime Achievement Award
Frederick Elmes, ASC

Tutti i vincitori dei CAS Awards 2020

Film – live action
“Ford v Ferrari”
“Joker”
“Once Upon a Time in… Hollywood”
“Rocketman”
“The Irishman”

Film – animazione
“Abominable”
“Frozen II”
“How to Train Your Dragon: The Hidden World”
“The Lion King”
“Toy Story 4”

Film – documentario
“Apollo 11”
“Echo in the Canyon”
“Making Waves: The Art of Cinematic Sound”
“Miles Davis: Birth of the Cool”
“Woodstock: 3 Days That Changed Everything”

Serie tv – episodi da 1 ora
“Game of Thrones: The Bells”
“Peaky Blinders: Mr. Jones”
“Stranger Thing: Chapter Eight: The Battle of Starcourt”
“The Handmaid’s Tale: Heroic”
“Tom Clancy’s Jack Ryan: Persona Non Grata”

Serie tv – episodi da mezz’ora
“Barry: ronny/lily”
“Fleabag: Episode #2.6”
“Modern Family: A Year of Birthdays”
“Russian Doll: The Way Out”
“Veep: Veep Episode 707”

Film tv o miniserie
“Apollo: Missions to the Moon”
“Chernobyl: 1:23:45” — Winner
“Deadwood: The Movie”
“El Camino: A Breaking Bad Movie”
“True Detective: The Great War and Modern Memory”

TV non fiction, varietà, musicale o speciale
“Country Music: Will the Circle Be Unbroken? (1968-1972)”
“David Bowie: Finding Fame”
“Deadliest Catch: Sixty Foot Monster Episode 1512”
“Formula 1: Drive to Survive: The Next Generation”
“Hitsville: The Making of Motown”

Tutti i vincitori dei USC SCRIPTER Awards 2020

FILM

Dark Waters, Matthew Carnahan and Mario Correa, “The Lawyer Who Became DuPont’s Worst Nightmare” by Nathaniel Rich
The Irishman, Steven Zaillian, I Heard You Paint Houses by Charles Brandt
Jojo Rabbit, Taika Waititi, Caging Skies by Christine Leunens
Little Women, Greta Gerwig, Louisa May Alcott
The Two Popes, Anthony McCarten, based on his play The Pope

TELEVISIONE

Fleabag, Phoebe Waller-Bridge, one-woman play of the same name
Fosse/Verdon, Joel Fields and Steven Levenson, “Nowadays,” based on the biography Fosse by Sam Wasson
Killing Eve, Emerald Fennell, “Nice and Neat,” based on the novel Codename Villanelle by Luke Jennings
Unbelieveable, Susannah Grant, Michael Chabon and Ayelet Waldman, for the first episode, based on the article “An Unbelievable Story of Rape” by T. Christian Miller and Ken Armstrong
Watchmen, Damon Lindelof and Cord Jefferson for the episode “This Extraordinary Being,” based on the comic book series by Alan Moore and Dave Gibbons

Gina Rodriguez: 10 cose che non sai sull’attrice

Gina Rodriguez: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attrice Gina Rodriguez potrà essere sconosciuta ai più, ma la sua partecipazione a film e serie TV di rilievo le stanno facendo guadagnare sempre più popolarità. Da piccole commedie ad ambiziosi film hollywoodiani, l’attrice ha infatti dimostrato una buona versatilità, conquistando le attenzioni del pubblico e della critica. È inoltre nota per aver ricoperto il ruolo da protagonista nella serie Jane the Virgin, che le ha permesso di ottenere importanti riconoscimenti.

Ecco 10 cose che non sai su Gina Rodriguez.

Gina Rodriguez: i suoi film

1. Ha partecipato a celebri film hollywoodiani. L’attrice debutta al cinema con il film Matrimonio in famiglia (2010), per poi recitare in film come Go for It! (2011), California Winter (2012), Enter the Dangerous Mind (2013), e Sleeping with the Fishes (2013). Nel 2016 recita nel film Deepwater – Inferno sull’oceano, dove ottiene un ruolo di rilievo recitando accanto all’attore Mark Wahlberg. Nel 2018 è invece tra le protagoniste del film Annientamento, e in seguito recita in Miss Bala – Sola contro tutti (2019) e Someone Great (2019).

2. È celebre per un ruolo televisivo. L’attrice inizia la propria carriera televisiva recitando in alcuni episodi della serie Law & Order (2004-2008), per poi prendere parte alle serie Eleventh Hour (2009), 10 cose che odio di te (2010), Army Wives – Conflitti del cuore (2010), Happy Endings (2011), The Mentalist (2011) e Beautiful (2011-2012). Nel 2014 l’attrice viene scelta per ricoprire il ruolo di Jane Villanueva nella serie Jane the Virgin, ruolo che le permette di acquisire buona notorietà e che ricopre fino al 2019. Sempre nel 2019 è protagonista della serie Carmen Sandiego.

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3. Ha ricoperto il ruolo di produttrice. Particolarmente legata alla serie che l’ha resa celebre, Jane the Virgin, la Rodriguez ha ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva per ben 34 episodi della serie. Ha inoltre ricoperto il ruolo di produttrice per i film Someone Great, Jane the Novela (2019) e Diary of a Future President (2020).

4. È doppiatrice di una celebre serie. La Rodriguez si è distinta anche come doppiatrice grazie alla serie animata Big Mouth, dove dal 2018 al 2019 presta la voce al personaggio di Gina Alvarez.

Gina Rodriguez è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un profilo seguito da 4,4 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice condivide foto e video scattati durante momenti di svago o di lavoro, condividendo anche dietro le quinte dei set su cui lavora. Frequenti sono anche le foto tratte dalle premier a cui l’attrice prende parte o immagini promozionali dei suoi lavori.

Gina Rodriguez: chi è suo marito

6. Ha sposato un suo collega. Sul set della serie Jane the Virgin, la Rodriguez conosce l’attore Joseph LoCicero, con il quale intraprende una relazione. In seguito, i due si sposano nel maggio del 2019, annunciando il lieto evento tramite i rispettivi profili Instagram. La coppia ha poi nel tempo dimostrato di tenere piuttosto separata la vita privata con quella lavorativa, evitando i riflettori che quest’ultima porta inevitabilmente con sé.

Gina Rodriguez in Beautiful

7. Ha recitato nella celebre soap opera. Nel 2011 l’attrice ottiene il ruolo ricorrente di Beverly nella celebre soap opera Beautiful, ottenendo così una prima notorietà. Questo ruolo le permette di sfoggiare ulteriori sfumature del suo talento, e le apre numerose porte nell’industria, ottenendo in seguito ruoli che la aiuteranno a consolidare il proprio successo.

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Gina Rodriguez in Jane the Virgin

8. Per il suo ruolo ha vinto un prestigioso premio. Per il suo ruolo nella serie, l’attrice viene nominata nel 2015 ai Golden Globe come miglior attrice in una serie televisiva comedy o musical, riportando in seguito la vittoria. Viene nuovamente candidata nella medesima categoria anche negli anni 2016 e 2017, senza però riportare la vittoria del premio.

9. Ha recitato un lungo monologo. Nella quinta, ed ultima, stagione della serie, l’attrice interpreta un monologo della durata di 7 minuti, dove alterna momenti struggenti ad altri decisamente esilaranti. La Rodriguez ha chiesto di poter recitare il brano senza interruzioni, e così la macchina da presa la segue senza stacchi, permettendo all’attrice di mettere in risalto l’emotività del momento e il suo talento.

Gina Rodriguez: età e altezza

10. Gina Rodriguez è nata a Chicago, nell’Illinois, Stati Uniti, il 30 luglio 1984. L’attrice è alta complessivamente 161 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Lorenzo Richelmy: 10 cose che non sai sull’attore

Lorenzo Richelmy: 10 cose che non sai sull’attore

Giovane attore i ascesa, Lorenzo Richelmy si è negli anni distinto grazie a celebri film e serie TV italiane, arrivando a ricoprire ruoli da protagonista o di particolare rilievo. Apprezzato per la sua versatilità, l’attore ha dimostrato di sapersi destreggiare tra la commedia e il dramma, rivelandosi però appassionato anche di generi meno comuni nel panorama cinematografico italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Lorenzo Richelmy.

Lorenzo Richelmy: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film italiani. L’attore ha debuttato al cinema nel 2002 con il film Il pranzo della domenica, per poi recitare in 100 metri dal paradiso (2012), Il terzo tempo (2013), La terra e il vento (2013), Sotto una buona stella (2014) e La ragazza nella nebbia (2017), con cui ottiene una buona notorietà. Prenderà poi parte ai film Una questione privata (2017), Una vita spericolata (2018), insieme all’attrice Matilda De Angelis, Ride (2018) e Dolceroma (2019), dove reciterà da protagonista accanto all’attore Luca Barbareschi.

2. È diventato celebre grazie ad una serie TV. Richelmy diviene inizialmente popolare recitando nella serie I liceali (2008-2009), per poi recitare in alcuni episodi delle serie Sposami (2011), I Borgia (2013) e Talent High School – Il sogno di Sofia (2013). Recita inoltre nel film televisivo Una Ferrari per due (2014), ma diventa celebre per la serie Marco Polo (2014-2016), dove interpreta il protagonista. Nel 2019 recita inoltre nella serie Sanctuary.

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Lorenzo Richelmy è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 34,5 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma numerose sono anche le immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano anche foto realizzate per servizi di moda per importanti riviste.

Lorenzo Richelmy e il padre

4. Ha ereditato dal genitore la passione per la recitazione. Richelmy è figlio di due attori teatrali, e in particolare sviluppa la passione per la recitazione seguendo suo padre durante le prove dei suoi spettacoli. Incoraggiato, Richelmy debutterà sin da giovanissimo in alcuni spettacoli teatrali, che consolideranno la sua passione per tale attività.

Lorenzo Richelmy: la sua agenzia

5. È rappresentato da una nota agenzia. L’attore ha alle proprie spalle l’agenzia Officine Artistiche, che lo aiuta a trovare i ruoli più adatti per il proprio talento. Questa è infatti una nota agenzia del settore, che rappresenta tra gli altri attori come Claudio Amendola, Filippo Timi, e Alba Rohrwacher.

Lorenzo Richelmy è Marco Polo

6. Ha interpretato da sé le scene di combattimento. Per interpretare al meglio il personaggio di Marco Polo, all’attore è stato richiesto di non farsi sostituire da stuntman nelle scene di combattimento, ma di affrontarle personalmente. Per far ciò Richelmy si è sottoposto ad un lungo allenamento per apprendere l’arte del kung fu.

7. Ha imparato l’inglese per lavorare nella serie. Quando seppe che erano in corso i provini per il ruolo di Marco Polo, l’attore decise di proporsi. Venne in seguito chiamato per incontrare i produttori, l’attore spiegò loro di non parlare fluentemente l’inglese, lingua richiesta per la serie, ma questi furono così colpiti da Richelmy da assegnargli una coach di inglese. Quando fu in grado di sostenere un nuovo provino, l’attore venne scelto senza ulteriori indugi.

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Lorenzo Richelmy in I Liceali

8. Era uno dei ragazzi protagonisti. Nella serie di successo I liceali, l’attore ha ricoperto il ruolo di Cesare Schifani, uno dei ragazzi protagonisti su cui si concentrano gli eventi della serie. Grazie a tale ruolo l’attore è diventato una vera celebrità, dichiarando che da quel momento la gente ha iniziato a riconoscerlo e fermarlo per strada.

Lorenzo Richelmy in Dolceroma

9. Non è come il suo personaggio. Nel film Dolceroma l’attore ricopre il ruolo di un giovane e frustrato sceneggiatore che tenta di sfondare nel mondo del cinema. Nonostante la negatività espressa dal personaggio, l’attore si è dichiarato completamente lontano da tale modo di vivere la vita, affermando invece di essere una persona pacata e curiosa.

Lorenzo Richelmy: età e altezza

10. Lorenzo Richelmy è nato a La Spezia, Italia, il 25 marzo 1990. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

John Cena: 10 cose che non sai sull’attore

John Cena: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più noti e acclamati wrestler del XXI secolo, John Cena si è da qualche anno a questa parte dedicato in maniera sempre più attiva anche alla carriera cinematografica, recitando in alcuni celebri film d’azione, dove l’attore ha potuto mettere al servizio il proprio fisico possente. Nel desiderio di variegare, e non rimanere incastrato solo in un genere, Cena ha partecipato anche ad alcune riuscite commedie, dimostrando di poter dar vita anche a brillanti momenti di comicità.

Ecco 10 cose che non sai su John Cena.

John Cena: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film d’azione. Cena esordisce al cinema nel 2006 con il thriller Presa mortale, per poi recitare in 12 Round (2009), Legendary (2010), e The Reunion (2011). A partire dal 2015 prende una pausa dal mondo del wrestling per dedicarsi alla sua carriera da attore, iniziando così a recitare nei film Un disastro di ragazza (2015), Le sorelle perfette (2015), Daddy’s Home (2015), The Wall (2017), Daddy’s Home 2 (2017), Giù le mani dalle nostre figlie (2018), Bumblebee (2018), e Una famiglia al tappeto (2019). Nel 2020 sarà al cinema con il film Fast & Furious 9, dove reciterà accanto al collega Dwayne Johnson, mentre tra i progetti futuri vi è The Suicide Squad (2021).

2. È celebre anche come doppiatore. Nel 2017 l’attore presta la propria voce al personaggio protagonista del film d’animazione Ferdinand, per poi ricoprire nuovamente il ruolo di doppiatore per la serie animata Dallas & Robo (2018) e Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles (2018-2019). Nel 2020 è invece la voce dell’orso polare Yoshi nel film Dolittle, con Robert Downey Jr.

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John Cena è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 12,7 milioni di persone. Qui l’attore ha fino ad ora pubblicato 2.044 post, ma ha basato il canale in modo particolarmente differente a quello delle altre celebrità. Non vi sono infatti foto di Cena, bensì, come recita anche la descrizione del profilo, immagini pubblicate senza alcuna spiegazione, per la libera interpretazione dei follower.

John Cena non ha figli

4. Ha scelto di non avere figli. Il wrestler e attore è stato sposato due volte. La prima con Elizabeth Huberdeau, dal luglio del 2009 al maggio del 2013, e la seconda con la wrestler Nikki Bella, che sposa nell’aprile del 2017. Cena ha tuttavia più volte ribadito di non volere figli per via del suo lavoro, e ciò sembra averlo posto in contrasto con la neo moglie, dalla quale divorzierà nell’aprile del 2018.

John Cena: il ritiro dal wrestling

5. È prossimo al ritiro. Dopo oltre vent’anni di carriera, nel 2015 l’attore ha assunto il ruolo di part timer per dedicarsi alla carriera cinematografica. Da quel momento le sue apparizioni in WWE, il popolare show di wrestling si sono particolarmente diradate. Nell’aprile del 2019 sono inoltre iniziate a circolare le voci secondo cui Cena sarebbe prossimo al ritiro ufficiale. Ormai quarantenne, Cena ha affermato di essere consapevole di non poter più dar vita alle performance di un tempo, ma che se non da wrestler ricoprirà comunque altri ruoli all’interno dell’azienda.

John Cena: la sua carriera in WWE

6. È tra i wrestler più celebri della storia. Cena è stato il wrestler di punta della World Wrestling Enterteinment dal 2005 al 2015. La sua carriera è tra le più premiate nella storia della disciplina, con il record di 16 titoli mondiali, 5 titoli da campione degli Stati Uniti, e 4 come miglior team di wrestling. Pur avendo in più occasioni diviso il parere che i fan hanno su di lui, Cena si è affermato come uno dei più devoti e dotati performer della disciplina, abile tanto sul ring quanto nel dare spessore al personaggio interpretato.

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John Cena: le sue canzoni

7. Ha pubblicato un album musicale. Nel 2005 esce l’album rap You Can’t See Me, il primo inciso da Cena, grande appassionato di tale genere musicale. Questo si posiziona alla posizione 15 della Billboard 200 degli Stati Uniti, ricevendo una buona accoglienza da parte di critica e pubblico. Dall’album vengono estratti i singoli My Time is Now, Bad, Bad Man e Right Now.

John Cena: il suo fisico

8. Possiede un fisico particolarmente possente. Per via del suo ruolo di wrestler, Cena ha naturalmente un fisico particolarmente muscoloso e definito, descritto come tra i migliori mai visti su di un ring di wrestling. L’attore ha infatti mantenuto costanti i suoi allenamenti, ridefinendo il proprio fisico anche in vista di una maggior funzionalità per la sua carriera d’attore.

John Cena: il suo 2020

9. Lo aspettano importanti film. Il 2020 sarà un anno particolarmente importante per Cena, che oltre a comparire nel cast vocale del film Dolittle, avrà anche un ruolo di rilievo nel film DC The Suicide Squad, mentre resta ignoto il suo ruolo nell’atteso nuovo capitolo della saga di Fast & Furious.

John Cena: età, altezza e peso

10. John Cena è nato a West Newbury, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 23 aprile 1977. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri, e raggiunge un peso di 114 chili.

Fonte: IMDb

George MacKay: 10 cose che non sai sull’attore

George MacKay: 10 cose che non sai sull’attore

Il giovane attore George MacKay ha in pochi anni partecipato ad alcuni celebri film, che gli hanno permesso di dimostrare la sua versatilità e le sue doti attoriali. Apprezzato da critica e pubblico, MacKay è ad oggi uno dei nomi su cui puntare per il futuro dell’industria, capace di regalare interpretazioni commoventi e di grande intensità. Per i suoi ruoli, inoltre, ha ricevuto importanti candidature a prestigiosi premi, il che conferma l’attenzione rivolta nei suoi confronti da parte degli esperti del settore.

Ecco 10 cose che non sai di George MacKay.

George MacKay: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 2003 con un ruolo nel film Peter Pan. Successivamente recita nel film Defiance – I giorni del coraggio (2008) e in Ragazzi miei (2009), che gli permette di raggiungere una buona notorietà. Prende poi parte ai film Come vivo ora (2013), Sunshine on Leith (2013), Pride (2014), Captain Fantastic (2016), El Secreto de Marrowbone (2017), Ophelia (2018), Where Hands Touch (2018) e 1917 (2019), con cui raggiunge ulteriore fama recitando accanto ad attori del calibro di Andrew Scott, Colin Firth e Benedict Cumberbatch. Nel 2019 recita anche nel film True History of the Kelly Gang.

2. Ha recitato in una popolare mini serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie televisive come Johnny and the Bomb (2006), Tsunami – Il giorno dopo (2006) e The Outcast (2015), l’attore diventa popolare recitando il ruolo di Bill Turcotte nella mini serie 22.11.63 (2016), tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King e con protagonista l’attore James Franco.

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George MacKay non è su Instagram

3. Non ha un account personale. L’attore non possiede un profilo sul social network Instagram, preferendo mantenere la propria vita privata lontana dai riflettori che questo inevitabilmente porta con sé. È possibile tuttavia trovare diverse fan page dedicate all’attore, dove è possibile trovare le sue ultime foto e aggiornamenti riguardo i suoi progetti da interprete.

George MacKay e Saoirse Ronan

4. Ha avuto una relazione con la celebre attrice. Nel 2013 MacKay conosce l’attrice Saoirse Ronan sul set del film Come vivo ora, dove interpretano due giovani innamorati. I due attori finiscono infine con l’instaurare una vera relazione sentimentale, confermata poi anche dal regista del film, il quale fu entusiasta della cosa poiché ciò portava ulteriore verità al loro rapporto nel film. Successivamente la loro relazione terminò, ma i due rimasero in buoni rapporti.

George MacKay in Peter Pan

5. Ha ricevuto una lunga preparazione. Nel suo film d’esordio, Peter Pan, l’attore interpreta uno dei celebri bimbi sperduti, per la precisione Ricciolino. Per essere pronto al ruolo MacKay, insieme ai suoi compagni di set, ha ricevuto un lungo addestramento nel combattimento con le spade e in particolare su come dar vita nel miglior modo possibile alle numerose coreografie delle scene di battaglia.

6. Ha continuato gli studi durante le riprese. Al momento delle riprese del film MacKay aveva solo dieci anni. Per questo motivo, mentre recitava nel film, l’attore ha continuato a ricevere un’istruzione, così da non rimanere indietro con i programmi scolastici. Allo stesso tempo, poiché le riprese si svolgevano in Australia, MacKay ebbe la possibilità durante le pause di prendere lezioni di nuoto per vedere dal vivo la Grande Barriera Corallina.

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George MacKay in 1917

7. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Per il suo ruolo del soldato Schofield nel film candidato agli Oscar 1917, MacKay è stato nominato come miglior attore ai Satellite Awards, e ha inoltre ricevuto premi al Festival di Santa Barbara e dal London Critics Circle Film Awards.

8. Si è dovuto sottoporre a diversi mesi di prove. Per poter realizzare il film con una serie di lunghi piani sequenza, il regista Sam Mendes ha richiesto agli attori dei lunghi periodi di prova. In quanto protagonista, MacKay ha così partecipato ad oltre sei mesi di prove, al fine di imparare perfettamente ogni dettaglio, battuta o movimento richiesto ai fini della riuscita delle riprese.

George MacKay in Captain Fantastic

9. Si è preparato fisicamente per il ruolo. Nel film Captain Fantastic, l’attore ricopre il ruolo di Bodevan, figlio maggiore del protagonista. Questi è solito fare esercizi di yoga, e per comprendere e riuscire al meglio in tale pratica l’attore si è sottoposto ad esercizi a riguardo per circa quattro ore al giorno.

George MacKay: età e altezza

10. George MacKay è nato a Londra, in Inghilterra, il 13 marzo 1992. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Parasite torna al cinema negli USA in bianco e nero

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Parasite torna al cinema negli USA in bianco e nero

Dopo le sue sei nomination agli Oscar, Parasite di Bong Joon-Ho sta per tornare al cinema, anche negli Stati Uniti, ma in bianco e nero. Neon sta collaborando con Film at Lincoln Center in New York and the American Cinematheque di Los Angeles per distribuire la versione in bianco e nero del film che debutterà a Los Angeles all’Egyptian Theater il 31 gennaio e al Walter Reade Theater di New York il 30 gennaio. Verrà quindi proiettato al Francesca Beale Theater dal 31 gennaio al 6 febbraio.

Questa presentazione speciale di Parasite debutterà all’International Film Festival di Rotterdam alla fine di gennaio prima di arrivare negli Stati Uniti. Essendosi ispirato al Nosferatu di F.W. Murnau del 1922, Bong ha sognato per tutta la vita di realizzare un film in formato bianco e nero. La versione in bianco e nero di Parasite è stata fatta prima della premiere del film a Cannes (Festival dove il film ha vinto la Palma d’oro) e ora il pubblico vedrà proprio quella versione.

“Sono estremamente felice di presentare Parasite in bianco e nero e proiettarlo sul grande schermo – ha dichiarato Bong – Sarà affascinante vedere come cambia l’esperienza visiva quando un film identico viene presentato in bianco e nero. Ho visto due volte questa versione e sembra una favola, mi ha dato lo strano senso che stavo guardando una storia dei vecchi tempi. “

Ha aggiunto: “La seconda volta che l’ho visto, il film sembrava più realistico e nitido come se fossi tagliato da una lama. Ha inoltre messo in evidenza le prestazioni degli attori e sembrava ruotare di più intorno ai personaggi. Ho avuto molte impressioni fugaci di questa nuova versione, ma non desidero definirle prima che venga presentata. Spero che tutti possano confrontare le proprie esperienze con la versione a colori e trovare il proprio percorso verso Parasite in bianco e nero.”

Parasite è stato un successo di pubblico e critica, ha guadagnato 148 milioni di dollari in tutto il mondo e $ 28,5 milioni solo negli Stati Uniti. Recentemente ha fatto la storia ai SAG Awards diventando il primo film in lingua non inglese ad aver mai vinto per una performance d’insieme. Nominato per sei Oscar, incluso quello per il miglior film, è il primo film coreano (e Bong Joon-Ho il primo regista coreano) ad essere nominato per un Oscar. Ha anche vinto il Golden Globe per il miglior film in lingua straniera.

Volevo nascondermi: trailer del film con Elio Germano

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Volevo nascondermi: trailer del film con Elio Germano

Dopo il primo poster ufficiale arriva il trailer ufficiale di Volevo nascondermi, il nuovo film del regista Giorgio Diritti, con Elio Germano in uscita il 27 febbraio distribuito da 01 distribution.

https://www.youtube.com/watch?v=D5oC_NYpV0s&feature=youtu.be

Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. “El Tudesc,” come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato, diventa il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari, stando sulla sponda del Po. Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene richiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere.

Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.

Volevo nascondermi è prodotto da PALOMAR con RAI CINEMA con il sostegno della REGIONE EMILIA-ROMAGNA in associazione con COOP ALLEANZA 3.0, DEMETRA FORMAZIONE SRL, FINREGG SPA ai sensi delle norme sul Tax Credit

Miss Americana: trailer, cast, trama e uscita

Miss Americana: trailer, cast, trama e uscita

Miss Americana è l’atteso film documentario originale Netflix in uscita, diretto da Lana Wilson, che segue la cantautrice americana Taylor Swift e la sua vita nel corso di diversi anni della sua carriera.

Miss Americana è stato presentato il 23 gennaio 2020 al Sundance Film Festival. Netflix ha descritto il film come “crudo ed emotivo sguardo rivelatore “l’artista” durante un periodo di trasformazione della sua vita mentre impara ad abbracciare il suo ruolo non solo come cantautrice e performer, ma come donna che sfrutta tutto il potere della sua voce “.

Miss Americana: quando esce e dove vederlo in streaming

Miss Americana uscirà su Netflix e in alcuni cinema il 31 gennaio 2020.

Miss Americana: trailer ufficiale

 

Curiosità sul film

Taylor Swift ha rivelato del documentario a novembre 2019, quando ha dichiarato che il proprietario e fondatore della sua ex etichetta Big Machine Records, ovvero Scooter Braun e Scott Borchetta, le hanno impedito di usare le musiche più vecchia e filmati di performance per il documentario. Ha inoltre aggiunto che il documentario non menziona Braun, Borchetta o Big Machine. Big Machine successivamente ha negato le accuse in una dichiarazione In risposta, un rappresentante della Swift ha pubblicato un’email di un dirigente di Big Machine  rifiuta di rilasciare licenze in relazione al documentario. A dicembre, Variety ha riferito che Big Machine ha autorizzato l’uso del materiale più vecchio di Swift per il film.

Il documentario includerà una nuova canzone ” Only the Young “, che verrà riprodotta durante i titoli di coda del film. Swift ha scritto la canzone dopo le elezioni negli Stati Uniti del 2018.

Star Wars: le 10 azioni senza pietà compiute da Kylo Ren

Star Wars: le 10 azioni senza pietà compiute da Kylo Ren

La trilogia sequel di Star Wars è riuscita a regalare diversi fantastici momenti non soltanto al fandom, ma anche all’intero franchise nel suo insieme. Tra i personaggi sicuramente più affascinanti della nuova trilogia, non possiamo non citare Kylo Ren e l’eccezionale interpretazione di Adam Driver, nonostante non tutti siano rimasti soddisfatti dalla conclusione riservata all’arco narrativo del personaggio ne L’Ascesa di Skywalker

Di seguito abbiamo raccolto le 10 azioni compiute senza alcuna pietà da Ben Solo:

Sterminare gli Alazmec su Mustafar

Ne L’Ascesa di Skywalker vediamo Kylo alla ricerca di un Wayfinder dei Sith che possa condurlo su Exegol per affrontare Palpatine. Per trovare il Wayfinder in questione, Kylo ha dovuto recarsi prima su Mustafar ed affrontare gli Alazmecs, che Kylo uccide senza pietà.

Gli Alazmec erano un gruppo di nativi che colonizzò Mustafar dopo la morte di Darth Vader. Onoravano il potere di Vader e veneravano il suo castello, attirati dal misticismo del pianeta e dal potere che possedeva. Avevano però ostacolato la ricerca del Wayfinder e perciò vennero massacrati da Kylo.

Dare la caccia a Palpatine

Kylo è sempre stato un personaggio particolarmente audace, ed uno dei momenti in cui ha certamente mostrato tutto il suo coraggio è stato durante la sua caccia a Palpatine. Kylo era così desideroso del poter tanto da arrivare a vedere Palpatine come un rivale da sconfiggere: ecco perché all’inizio de L’Ascesa di Skywalker lo vediamo sulle sue tracce.

Cacciare uno dei più potenti detentori della Forza che sia mai esistito, stanarlo ed essere pronti ad ucciderlo, è sicuramente una decisione che richiede audacia, coraggio e nessun particolare freno inibitorio. 

Idolatrare Darth Vader

Da Il Risveglio della Forza in poi, l’ammirazione di Kylos nei confronti di suo nonno è diventata sempre più palese. Anche soltanto i trailer hanno evidenziato più volte l’ossessione di Kylo nei confronti di Vader (per non parlare del valore simbolico dell’elmetto bruciato del potentissimo Sith).

È come se Kylo fosse segretamente geloso di lui e del suo regno da Sith. Lo mette su un piedistallo, lo ammira profondamente, cerca di emularlo. D’altronde, i percorsi dei due personaggi sono molti simili, nel senso che entrambi si sono prima smarriti e poi sono stati redenti: forse è anche per qeusto motivo che Ben Solo non ha mai cercato di nascondere la sua spropositata ammirazione per il grande leader dell’Impero Galattico.

Torturare i nuovi eroi

Kylo non ha mai avuto paura di usare le sue tecniche di tortura sulla base dello Starkiller: aveva addirittura una stanza adibita ad esse, che per ben due volte vediamo ne Il Risveglio della Forza. La prima volta che vediamo Kylo usare i suoi poteri è nei confronti di Poe per estorcergli informazioni sulla ricerca della mappa di Luke Skywalker, dopo averlo catturato nel villaggio di Jakku.

La seconda volta è quando cattura Rey e tenta di estrapolare l’immagine della mappa dalla sua mente, ma con scarsi risultati. L’uso di queste tecniche di tortura è sufficiente a giustificare quanto Ben sia stato vittima dei suoi tormenti e della sua brama di potere per l’ennesima volta.

Uccidere Lor San Tekka

Il primo esempio del carattere così spietato di Kylo Ren arriva subito, all’inizio de Il Risveglio della Forza, quando lui e le sue truppe del Primo Ordine arrivano a Jakku nella loro ricerca della mappa di Luke Skywalker. Lì, Kylo incontra Lor San Tekka.

Lor San Tekka era un membro della Chiesa della Forza e lui e Ben si conoscevano già. Dopo aver scambiato qualche battuta, Kylo prende la sua spada laser e colpisce Lor San Tekka, eliminando il primo di tantissimi pezzi del suo passato che distruggerà nel corso dell’intera trilogia.

Massacrare tutti gli abitanti di Jakku

Dopo l’uccisione di Lor San Tekka da parte di Kylo e la cattura di Poe su Jakku, Ben continua a lasciare dietro di sé morte e distruzione quando ordina alle truppe del Primo Ordine che sono giunte insieme a lui su Jakku di massacrare tutti gli abitanti del villaggio (dopo aver catturato Poe).

Questa volta Kylo preferisce non sporcarsi le mani: nonostante non sia il diretto responsabile della morte di tutte quelle persone innocenti, è stato comunque il mandatario dello sterminio. Uomini, donne e bambini: tutti innocenti, fucilati e uccisi dagli Stormtrooper per ordine di Kylo senza alcuna pietà o rimorso.

Uccidere Snoke e diventare il Leader Supremo

Ne Gli Ultimi Jedi, vediamo la vera forma di Snoke per la prima volta, poiché il personaggio appare nella sala del trono come Leader Supremo del Primo Ordine e maestro di Kylo Ren. In quello che diventerà un punto di svolta nella trilogia e nell’arco narrativo di Ben, quest’ultimo porta Rey da Snoke e invece di ucciderla come il Leader sembra ordinargli, Kylo uccide proprio il suo maestro.

Da quel momento, Kylo diventa il Leader Supremo e assume il controllo di Hux e del Primo Ordine, con grande sgomento del Generale. Kylo che uccide il suo maestro, mentendo al riguardo e prendendo le redini dell’esercito imperiale del Primo Ordine, è forse il più grande atto deplorevole da lui commesso.

Dare la caccia a Luke, a Rey e alla Resistenza

Kylo è uno dei personaggi più emotivi e instabili della nuova trilogia, ma questi aspetti della sua personalità lo rendono anche uno dei personaggi più affascinanti. Ciò è in gran parte dovuto all’eccellente performance di Adam Driver, in grado di trasmettere con la dovuta espressività tutto il peso delle decisioni avventate ed emotive prese da Ben, inclusa la sua ossessione per trovare determinati personaggi e distruggere la Resistenza. 

L’obiettivo principale di Kylo è quello di inseguire Rey. Per quanto riguarda Luke, la sua accecante ossessione per il maestro Jedi diventa palese ne Gli Ultimi Jedi, quando Ben scatena tutto il potere del Primo Ordine per cercare di uccidere la sua proiezione astrale di Forza. Dà la caccia, insegue e tenta di eliminare i nostri eroi e la Resistenza senza preoccuparsi del giudizio di nessuno se non del suo. 

Aiutare a distruggere il sistema Hosnian

Kylo sembra nutrire un forte bisogno di generare massacri e dare vita a cacce spietate nel corso della triloigia sequel, soprattutto ne Il Risveglio della Forza. Ne è un esempio lampante il potere scatenato da Base Starkiller.

Per distruggere la Nuova Repubblica e portare il Primo Ordine alla ribalta, usano la base di Starkiller per distruggere i 5 pianeti del Sistema Hosnian – incluso Hosnian Prime. Kylo ha preso parte ad una missione collettiva mirata a distruggere questi pianeti, ma per uccidere così tanti milioni di innocenti, senza vergogna e senza rimorso, ci vuole davvero tanto coraggio…

Uccide suo padre, Han Solo

È stato rivelato ne Il Risveglio della Forza che Kylo Ren è Ben Solo, figlio di Han Solo e Leia Organa, un colpo di scena che in realtà molti fan avevano già teorizzato prima dell’uscita del film al cinema. Sfortunatamente, questa parte della storia di Kylo ha portato nel film di J.J. Abrams alla morte di uno dei personaggi più iconici di Star Wars.

Durante il loro confronto su Base Starkiller, Kylo deve decidere tra il Lato Chiaro e Oscuro della Forza, ma alla fine sceglie di uccidere suo padre Han Solo. Uccidere tuo padre, ucciderlo a sangue freddo, di fronte al suo migliore amico (Chewbacca), è uno degli atti più spudorati mai compiuti in tutta la saga. Ecco perché non poteva che finire al primo posto di questa classifica. 

Fonte: ScreenRant

Berlinale 2020: My Salinger Year sarà il film d’apertura

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Berlinale 2020: My Salinger Year sarà il film d’apertura

Sarà My Salinger Year dello scrittore-regista Philippe Falardeau ad aprire la 70° edizione della Berlinale, il prossimo 20 febbraio 2020 al Berlinale Palast.

La tre volte candidata all’Oscar Sigourney Weaver, l’attrice Margaret Qualley e l’attore Douglas Booth recitano nella co-produzione canadese-irlandese che racconta di una laureata (Qualley) che lavora per l’agente letterario ( Weaver) del famoso scrittore solitario JD Salinger, autore de Il giovane Holden. Il film è basato sul romanzo omonimo dell’autrice statunitense Joanna Rakoff.

Il film è stato prodotto da micro_scope (Canada) e Parallel Films (Irlanda). Memento Films International gestisce le vendite internazionali e UTA gestisce le vendite negli Stati Uniti.

Il direttore artistico del Festival, Carlo Chatrian, ha dichiarato: “Siamo lieti di aprire la 70a edizione del festival con una storia per adulti che prende il punto di vista del protagonista che ha una nuova prospettiva, che non è affatto ingenuo. Philippe Falardeau raffigura il piccolo mondo letterario di New York degli anni ’90 con umorismo e una nota dolce, ma non dimentica mai il 21 ° secolo in cui viviamo o il ruolo unificante che l’arte svolge in tutte le nostre vite. Non vediamo l’ora di dare il benvenuto a Margaret Qualley e Sigourney Weaver e ad altri membri del grande cast e della troupe di Philippe Falardeau.”

Il regista ha commentato: “Sono entusiasta che il mio film aprirà la Berlinale 2020. Non avremmo potuto sperare in una prima mondiale migliore. In passato, la Berlinale si è aperta con meravigliosi film di registi affermati; inutile dirlo, sono onorato di essere in quella lista. Ho ricordi affettuosi del festival in cui uno dei miei film è stato proiettato alla Generation nel 2009. Non vedo l’ora di ricongiungermi con Margaret Qualley e Sigourney Weaver per l’evento.”

L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome, il 27, 28, 29 gennaio al cinema i primi due episodi

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In attesa dell’arrivo in TV de L’Amica Geniale – Storia del nuovo cognome, è in programmazione nelle sale The Space Cinema – il 27, 28, 29 gennaio – un appuntamento unico per far vivere ai fan in anteprima sul grande schermo e condividere con tutti gli altri appassionati i nuovi episodi della saga che ha conquistato oltre dieci milioni di lettori in tutto il mondo.

La serie, tratta dalla tetralogia del libro di Elena Ferrante, riprende il racconto da dove era stato interrotto: Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso sé stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il banchetto di nozze dell’amica, ha capito che non sta bene né nel rione né fuori. Tra paesaggi bucolici e lotta tra classi sociali si svolge la vita nel Rione Sanità; scenario che fa da sfondo ad un’amicizia profonda e controversa ma allo stesso tempo unica, un tuffo nella vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo con cui si tallonano, si perdono, si ritrovano.

Maledetto Modigliani, al cinema il 30 e 31 marzo e l’1 aprile

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In occasione delle celebrazioni a 100 anni dalla morte di Modigliani, arriva al cinema solo il 30 e 31 marzo e l’1 aprile Maledetto Modigliani, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital. Diretto da Valeria Parisi e scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi, il docufilm racconta la vita e la produzione di Amedeo Modigliani (1884-1920), un artista d’avanguardia diventato un classico contemporaneo amato e imitato in tutto il mondo.

Livornese dalla vita breve e tormentata, Dedo o Modì, come fu soprannominato, viene qui narrato da un punto di vista originale: quello di Jeanne Hébuterne, l’ultima giovane compagna, che si suicidò due giorni dopo la morte dell’amato, avvenuta all’Hôpital de la Charité di Parigi il 24 gennaio del 1920. All’epoca Jeanne era incinta e lasciava una figlia di un anno. È proprio a partire dalla sua figura e dalla lettura di un passo dai “Canti di Maldoror”, il libro che Modigliani teneva sempre con sé, che si apre il nuovo docufilm della stagione 2020 della Grande Arte al Cinema. Il docufilm trae ispirazione anche dalla mostra “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution” curata da Marc Restellini che aprirà all’Albertina di Vienna nel settembre del 2020 ed è arricchito dalle immagini di opere esposte sia all’Albertina, sia alla National Gallery of Art di Washington, nei musei e nelle collezioni di Parigi e nella grande mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” del Museo della Città di Livorno.

Per comprendere Modigliani, quarto figlio di una famiglia di origini ebraiche sull’orlo di una crisi finanziaria, bisogna partire proprio dalla sua Livorno e da una provincia italiana che sin dagli albori gli è troppo stretta. Modigliani decide di partire e andare in cerca di altro. Va a Firenze, poi a Venezia. Arriva a Parigi nel 1906, a 21 anni. Sembrerebbe un approdo. È qui che nasce la sua leggenda: tombeur de femmes, alcolista, artista maledetto. In realtà è un uomo che maschera una malattia, che si aggrappa alla vita e alla propria arte. Ha una verità da trasmettere: valori universali racchiusi nella semplicità di linee e volti che ne fanno uno dei maggiori esponenti di primo Novecento e un classico del XXI secolo.

Nel docufilm sono proprio i suoi dipinti ripresi in set dedicati, da “La Filette en Bleu” al ritratto di Jeanne Hébuterne, a parlarci. Giocando tra riprese della città di oggi e foto e filmati d’archivio in bianco e nero, la voce narrante di Jeanne racconta di quella Parigi di inizio secolo: la ville lumière, la metropoli, il centro della modernità, già mercato d’arte e polo d’attrazione per pittori e scultori da tutta Europa. Quelli che allora facevano la fame e oggi valgono milioni, primo fra tutti proprio Modigliani. Durante il suo errare da un alloggio di fortuna all’altro, Amedeo Modigliani, povero, affamato, ma pieno di entusiasmo, incontra un’aspirante poetessa russa, la ventenne Anna Achmatova, e la giornalista e femminista inglese Beatrice Hastings. Tutte donne che raffigura e i cui volti, tra cariatide e ritratto, diventano icone stesse della sua arte. Il suo orizzonte immaginativo – comune a Pablo Picasso, a Constantin Brancusi e a molti altri – è del resto quello del primitivismo: l’interesse per le culture extraeuropee e antiche, un altrove nello spazio e nel tempo in cui gli artisti delle avanguardie cercano il ritorno alla natura, minacciata dalla modernità. Ma Modigliani declina il primitivismo in una maniera unica, fondendolo con la tradizione classica e rinascimentale.

Il docufilm percorre le tracce dell’artista nei suoi luoghi più tipici: le strade, le piazze, il quartiere livornese della Venezia Nuova, la sinagoga, il mercato centrale, le montagne vicine e la campagna in cui aveva imparato il mestiere di pittore coi macchiaioli e dove trova poi materia per le sue statue, l’arenaria e il marmo. Scopriamo poi Modigliani nel confronto con le opere degli altri artisti a lui coevi, primi fra tutti proprio Brancusi e Picasso raccontati attraverso opere e spazi (l’Atelier Brancusi del Centre Pompidou e il Musée Picasso Paris). Tra i pittori dell’École de Paris, c’è anche Soutine, ebreo come lui, con il quale per un periodo condivide una casa-studio ancora rimasta inalterata. Ritroviamo Modigliani anche al caffè La Rotonde con Jean Cocteau che ne fissa per sempre la presenza sulla “terrace” insieme a Picasso, André Salmon e Max Jacob. Di nuovo riusciamo a individuare tracce di Modigliani nella Parigi di oggi: il vagare notturno scendendo le scalinate di Montmartre verso Montparnasse nuovo centro di aggregazione, le passeggiate intorno al Pantheon, le cancellate chiuse del Jardin du Luxembourg. E poi i carri immaginifici della nuit blanche parigina che rappresentano possibili allucinazioni provocate dalle droghe – l’hashish, l’oppio e l’assenzio – che aprono le porte della visione. Ci sono poi i suoi mercanti e collezionisti: Paul Alexandre, il medico mecenate; Paul Guillaume il dandy parvenu ritratto più volte; Léopold Zborowski, l’ultimo mercante dell’artista, un poeta avventuriero, capace – grazie alla conoscenza del collezionista Jonas Netter – di garantirgli un piccolo salario mensile.

Modigliani, però, morirà povero e non riconosciuto. Solo in seguito diventerà uno degli artisti più quotati al mondo. E tra i più copiati. Il suo stile sembra facile, ma è solo apparenza. Lo scopriremo al porto franco di Ginevra, nel laboratorio di Marc Restellini, tra i maggiori esperti al mondo di Modigliani che nel docufilm racconta la cifra dell’arte di Modigliani e la sua evoluzione. E a Londra, tra le fiere d’arte e lo studio di un pittore – falsario dichiarato – che ora firma le sue opere d’imitazione alla luce del sole. Solo pochi decenni fa – nel 1984, a 100 anni dalla nascita dell’artista – le teste ripescate nei fossi livornesi hanno sconvolto il mondo con una delle truffe più celebri che la storia dell’arte ricordi.

Tra gli interventi del docu-film, oltre a quelli dello storico dell’arte e specialista di Amedeo Modigliani Marc Restellini, quelli di Ann L. Ardis, professoressa e Dean al College of Humanities and Social Sciences della George Mason University, esperta di letteratura modernista inglese; Chloe Aridjis, scrittrice e studiosa di poesia francese dell’Ottocento; Harry Bellet, giornalista di Le Monde, studioso e critico d’arte; Giovanni Bertazzoni, Co-Chairman Impressionist and Modern Art Department Christie’s; Laura Dinelli, responsabile Musei Civici di Livorno; Pier Francesco Ferrucci, Direttore Unità di Bioterapia dei Tumori, IEO che da studente è stato tra gli autori della famosa “beffa delle teste” del 1984 a Livorno; l’ebraista Paolo Edoardo Fornaciari; lo scrittori Simone Lenzi, attualmente assessore alla Cultura del Comune di Livorno; il gallerista David Lévy; la pittrice Mira Maodus; lo stilista, costumista e artista Antonio Marras; la pittrice Isabelle Muller; la curatrice del Musée d’Art Moderne de Paris Jacqueline Munck; l’artista John Myatt che grazie al suo talento per l’imitazione, tra il 1986 e il 1995 ha falsificato e collocato sul mercato – insieme al suo complice John Drewe – 200 opere di maestri moderni; il collezionista Gérard Netter; l’artista Jan Olsson; la curatrice del Musée Picasso Paris Emilia Philippot; il Direttore Generale dell’Albertina di Vienna Klaus Albrecht Schröder; il Vicepresidente della Comunità Ebraica di Livorno, Guido Servi; il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Paolo Virzì.

La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital.

Nel 2020 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it, Arte.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Star Wars: nuovi concept della versione Duel of the Fates di Trevorrow

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Arrivano online nuovi concept della versione di Colin Trevorrow di Star Wars: Episodio IX, nota come Duel of the Fates. I concept in questione mostrano diverse scene presenti all’interno dello script di Trevorrow, i cui dettagli sono emersi online nelle ultime settimane. I concept sono arrivati online su Reddit; la loro veridità è stata confermata da The Playlist.

In alcuni dei concept è possibile vedere Rey con la sua spada laser a doppia lama, la nuova maschera di Kylo Ren, la battaglia tra Ben Solo e suo nonno Darth Vader, e infine anche Tor Valum, il maestro Sith dell’Imperatore Palpatine mentre addestra Kylo Ren. La sceneggiatura di Trevorrow venne scritta prima della morte di Carrie Fisher e venne consegnata alla Lucasfilm una settimana prima della tragica scomparsa dell’attrice.

Sempre di recente, erano emersi online altri concept di Episodio IX, ma in quel caso è stato lo stesso Colin Trevorrow a confermare che quelle immagini non appartengono alla sua versione del film.

Potete vedere i nuovi concept – via Imgur – di seguito:

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LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, 10 cose de Gli Ultimi Jedi che il film ha ignorato

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Diretto da J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.

Blade Runner 2049: Denis Villeneuve sogna uno spin-off, non un sequel

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Nonostante voglia tornare ad occuparsi dell’universo di Blade Runner, il regista Denis Villeneuve ha rivelato di essere più interessato a realizzare uno spin-off piuttosto che un sequel del suo Blade Runner 2049. All’epoca della sua uscita in sala, l’adattamento cinematografico del romanzo di Philip K. Dick ad opera di Ridley Scott non ottenne il successo sperato, ma con gli anni è diventato un vero e proprio cult del genere fantascientifico, da molti considerato addirittura un capolavoro. Anche il sequel di Villeneuve è stato accolto in maniera contrastante (non tanto dalla critica, quanto dal pubblico), nonostante abbia confermato il grande talento visionario del regista e sia riuscito a portarsi a casa anche due Oscar (miglior fotografia e migliori effetti visivi).

In una recente intervista con Empire, Denis Villeneuve ha parlato dell’universo di Blade Runner come di un “luogo stimolante” che amerebbe rivisitare in un nuovo film “non connesso” con i precedenti. Il regista ha spiegato perché trova molto più interessante uno spin-off di Blade Runner piuttosto che un sequel della sua pellicola uscita nel 2017:

“Il problema è nella parola ‘sequel’. Penso che il cinema abbia bisogno di storie originali. Ma se mi stai chiedendo se mi piacerebbe rivisitare l’universo di Blade Runner in modo diverso, posso dirti di sì. Dovrebbe però essere un progetto a sé stante. Qualcosa di non collegato ai due film precedenti. Una storia noir, poliziesca, ambientata nel futuro… a volte mi sveglio di notte perché l’ho sognata.” 

Almeno in parte, già Blade Runner 2049 funzionava come film indipendente, dal momento che la maggior parte dei riferimenti alla pellicola di Ridley Scott del 1982 non sono stati palesati dall’inizio, come ad esempio il personaggio di Rick Deckard (Harrison Ford), che appare soltanto nel terzo atto.

Vedremo se Denis Villeunve – attualmente impegnato con la produzione del nuovo adattamento di Dune – riuscirà a realizzare il suo progetto di un nuovo Blade Runner che riesca ad assecondare la sua visione… ed i suoi sogni.

LEGGI ANCHE – Blade Runner 2049: Denis Villeneuve sulla prima versione di quattro ore

Nel cast di Blade Runner 2049 figurano Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Carla Juri, Mackenzie Davis, Barkhad Abdi, Dave Bautista, David Dastmalchian, Lennie JamesHiam Abbass e Jared Leto.

La sceneggiatura del sequel è affidata a Hampton Francher e Michael Green e segue la storia originale scritta da Francher e David Peoples basata sul romanzo di Philip K. Dick Il Cacciatore di Androidi.

Produttori esecutivi del film sono Frank Giustra e Tim Gamble, CEO di Thunderbird Film. Lo stesso Ridley Scott sarà produttore esecutivo della pellicola così come Bill Carraro.