Il film dedicato a Black
Cat e Silver Sable potrebbe evolversi in una serie
Disney + – almeno, è ciò che la sua regista, Gina
Prince-Bythewood, ha dichiarato. Conosciuto anche come
Silver & Black, un film sui personaggio
dello Spiderverse, Black Cat e Silver Sable, è stato annunciato nel
2016, e
solo nel maggio 2017 Prince-Bythewood è salita a bordo del
progetto.
Dopo una previsione di uscita nel
febbraio 2019, il film ha poi subito una battuta d’arresto per via
di problemi alla scrittura e dopo numerosi problemi in fase di
preproduzione, arriva adesso la notizia, dalle labbra della
regista, che il progetto non è morto ma che si potrebbe trasformare
in una serie Disney+.
Parlando con THR, Prince-Bythewood ha
offerto un piccolo aggiornamento sul film Black Cat e
Silver Sable. Dopo aver confermato che lo script
iniziale era stato diviso in due film diversi, Prince-Bythewood ha
rivelato: “Ora, c’è un pensiero di di realizzare la storia in
forma di serie breve per Disney+, ma credo che i due personaggi
possano funzionare meglio in un film, quindi spero che si
realizzi.”
Sony Pictures ha annunciato
ulteriori cambiamenti nella sua schedule per i prossimi anni e,
dopo aver posticipato le uscite di
Morbius e Venom: let there be
Carnage, ha deciso di posticipare anche l’uscita di
Spider-Man 3.
Dopo l’ufficializzazione dello stop
delle riprese, confermato da Tom
Holland, arriva direttamente da Sony la notizia che il
nuovo film con l’attore inglese nei panni dell’uomo ragno arriverà
con 5 mesi di ritardo al cinema, rispetto alla data prevista, il 5
novembre invece del 16 luglio 2021.
Divenuto popolare in particolar modo
negli anni Novanta, Tim Roth si è costruito una
carriera d’interprete a dir poco invidiabile, collaborando con
alcuni tra i più rinomati autori del settore. Grazie ai suoi
personaggi stravaganti, spesso al confine tra bene e male, l’attore
ha dato prova di possedere grande versatilità e carisma, che gli
hanno permesso di ottenere il proprio posto di rilievo nel mondo
del cinema. Ecco 10 cose che non sai di Tim
Roth.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Tim Roth: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1982 con il
film Made in Britain, per poi ottenere grande popolarità
con il film Le iene (1992), di Quentin
Tarantino. In seguito, recita in altri film che ne
confermano le capacità come Pulp Fiction
(1994), con John
Travolta, Rob Roy (1995), Four Rooms
(1995), Tutti dicono I Love You (1996), La leggenda
del pianista sull’oceano (1998), e Planet of the Apes – Il
pianeta delle scimmie (2001). Con il nuovo millennio prenderà
invece parte a progetti di natura diversa come Funny Games
(2007), L’incredibile Hulk (2009), con Edward
Norton, La frode
(2012), Grace di
Monaco (2013), con Nicole
Kidman, Selma – La strada per
la libertà (2014), The Hateful
Eight (2015), con Samuel L.
Jackson e Kurt
Russell, Hardcore
(2015), A un miglio da te (2017) e Luce
(2019).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso degli anni l’attore è
andato intensificando la propria presenza sul piccolo schermo. In
particolare, è stato il protagonista della serie Lie to Me, andata in onda
dal 2009 al 2011, dove ha recitato accanto all’attrice Monica
Raymund. Dopo quell’esperienza torna in televisione
per recitare nelle serie Klondike (2014), Twin Peaks:
Il ritorno (2017), nel ruolo di Gary ‘Hutch’ Hutchens, e
Tin Star,
dove dal 2017 recita nel ruolo del poliziotto Jim Worth,
condividendo la scena con l’attrice Christina
Hendricks.
8. È anche regista e
produttore. Ad oggi Roth vanta soltanto un film realizzato
in qualità di regista. Si tratta di Zona di guerra, girato
nel 1999 con gli attori Tilda
Swinton e Colin
Farrell. Il film è incentrato su alcuni oscuri segreti
di una famiglia e sugli effetti che questi avranno sul figlio
adolescente. Roth ha inseguito ricoperto anche il ruolo di
produttore per alcuni episodi della serie Lie to Me, di
cui è stato protagonista.
Tim Roth in C’era una volta a…
Hollywood
7. Doveva essere presente
nel film. Roth è da sempre uno degli attori ricorrenti nei
film di Tarantino, e ha già recitato per lui in quattro diverse
occasioni. Di recente sarebbe dovuto comparire anche nel film
C’era una volta a… Hollywood, con Leonardo
DiCaprio e Brad
Pitt. Avrebbe qui ricoperto il ruolo del maggiordomo
Jay Sebrings, ma la sua parte è stata tuttavia tagliata dal
montaggio finale del film. L’attore viene comunque citato nei
titoli di coda.
Tim Roth e gli Oscar
6. Ha ricevuto una
nomination all’ambito premio. Nonostante le sue apprezzate
interpretazioni, Roth ha ricevuto soltanto una nomination al premio
Oscar. Nel 1996 è infatti candidato come attore non protagonista
per il film Rob Roy. Nonostante quell’anno vinse poi
l’attore Kevin
Spacey, la nomination rappresentò per Roth la
coronazione di un momento d’oro della sua carriera.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Tim Roth in Le Iene
5. Richiese un particolare
colloquio con il regista. Quando all’attore fu proposto il
ruolo di Mr. Orange nel film di debutto di Quentin
Tarantino, questi si rifiutò di leggere la sceneggiatura
finché non avesse incontrato personalmente il suo autore. Roth
insisté dunque per andare a bere qualcosa insieme a Tarantino e
all’attore Harvey Keitel. Accettò di leggere la
sceneggiatura con loro soltanto a fine serata, quando erano tutti e
tre ubriachi.
4. Gli furono proposti
diversi ruoli. Il casting di Le iene fu un
processo lungo, con numerosi attori presi in considerazione per i
ruoli principali. Inizialmente Tarantino voleva che Roth ricoprisse
il ruolo o di Mr. White o di Mr. Pink. L’attore non era tuttavia
d’accordo con questa volontà, e richiese invece di poter
interpretare Mr. Orange, poiché lo riteneva il ruolo più complesso
e importante del film. Tarantino si convinse infine che Roth era
adatto a quella parte, e gliela assegnò.
Tim Roth in Pulp Fiction
3. Il suo ruolo è stato
scritto specificatamente per lui. Tarantino è solito
scrivere i suoi personaggi con in mente già gli attori che dovranno
ricoprirli. Per il ruolo del criminale “Zucchino” in Pulp
Fiction, egli pensò proprio a Roth, e scrisse il ruolo in modo
da poterne esaltare le qualità. Avendo già avuto modo di vederlo
lavorare sul set de Le iene, Tarantino sapeva cosa era
meglio per l’attore, che poté così dar corpo e voce ad un nuovo
memorabile personaggio.
2. Aveva un’agguerrita
concorrenza. Benché il ruolo fosse stato scritto pensando
a Roth, erano stati presi in considerazione una serie di altri
attori nel caso in cui egli avesse rinunciato alla parte. Tra
questi vi erano Johnny Depp, Gary Oldman
e Nicolas
Cage. Roth tuttavia comprese da subito le potenzialità
del personaggio e dell’intero film, e non si lasciò sfuggire
l’occasione di recitarvi.
Tim Roth: età e altezza
1. Tim Roth è nato a
Londra, Inghilterra, il 14 maggio 1961. L’attore è alto
complessivamente 170 centimetri.
Abbiamo già visto, nello
Spider-Man 3 di Sam
Raimi, una versione dell’Uomo Ragno nero, chissà che non
verrà prima o poi riproposta al cinema!
In Venom: Let There Be
Carnageassisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady,
aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei
fumetti su Spider-Man. Nel cast del sequel anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Entra nell’archivio di
Prime Video, dal25
aprile, distribuito da 102
Distribution, Irréversible, film-scandalo
del Festival di Cannes del 2002, scritto e diretto da
Gaspar Noé (Enter the Void; Climax), con
Monica Bellucci e Vincent Cassel, al tempo delle riprese ancora marito e
moglie. Il film, interpretato anche da Albert Dupontel e
Philippe Nahon – quest’ultimo recente morto a causa del
Coronavirus – si avvale delle musiche di Thomas Bangalter
(Daft Punk; Stardust).
Irréversible: la trama
Marcus e Alex devono recarsi ad una
festa con Pierre, amico di Marcus ed ex fidanzato di Alex. I tre si
ritrovano alla festa ma Marcus, dopo due ore, è già strafatto e si
comporta da folle, infastidendo con il suo comportamento prima
Pierre, che cerca inutilmente di farlo ragionare, poi Alex che
infine, stancatasi, decide di tornarsene a casa da sola. Mentre
attraversa un sottopassaggio Alex viene stuprata e picchiata
selvaggiamente. Marcus e Pierre, uscendo dal locale, scoprono
l’accaduto vedendo Alex, con il volto tumefatto, mentre viene
trasportata in barella su un’ambulanza. Sconvolto e accecato dalla
rabbia, Marcus trascina l’amico Pierre nella disperata ricerca del
colpevole, per vendicare Alex. Dopo una frenetica ricerca giungono
in un postribolo gay dove dovrebbe trovarsi il presunto stupratore.
I due massacrano l’uomo, erroneamente ritenuto responsabile dello
stupro. In realtà l’uomo aggredito e ucciso a colpi di estintore
non è lo stupratore di Alex, ma solo una persona che stava parlando
con il colpevole, che dopo il massacro abbandona indisturbato il
locale.
Irréversible: trailer
Curiosità
Il tema principale del film è il piacere. Giudicato da parte
della critica come uno dei film più controversi del 2002,
principalmente a causa delle rappresentazioni esplicite di violenza
sessuale e omicidio, è stato paragonato a pellicole come Memento,
Peppermint Candy e Betrayal per la tecnica di cronologia inversa
utilizzata.
La colonna sonora è di Thomas Bangalter, musicista francese noto
per essere uno dei componenti del duo Daft Punk e del trio
Stardust.
Happiness Continues: A
Jonas Brothers Concert Film, un nuovo dietro le quinte
della band dei Jonas Brothers, il celebre trio
nominato ai Grammy, e sul loro tour sold out del 2019
“Happiness Begins” è disponibile ora, in
esclusiva, su Amazon Prime Video in più di 200 paesi nel
mondo.
Proseguendo il viaggio che ebbe
inizio con il documentario Amazon Original dell’anno scorso
intitolato Chasing Happiness, Happiness Continues restituisce
l’esperienza di un concerto dal vivo della band e regala uno
spaccato esclusivo sulla vita on the road dei Jonas Borthers. Il
film include anche i video delle performance di alcuni loro grandi
successi come “Burnin’ Up,” “S.O.S.” e “Year 3000,” i pezzi
dell’album “Happiness Begins” che ha scalato le classifiche e la
loro hit “Sucker” che ha raggiunto la posizione numero 1 della
classifica Billboard.
Happiness Continues: A Jonas Brothers Concert, il film
Film
Happiness Continues fornisce
agli spettatori un posto in prima fila nei palazzetti pieni di fan
a Miami, Vancouver e Città del Messico, ma anche nell’atmosfera
intima del Cobra Lounge di Chicago, dove si sono esibiti per la
prima volta in 12 anni. Happiness Continues regala ai fan
un’immagine più profonda di come Nick, Joe, e Kevin affrontano la
vita in tour cercando di mantenere in equilibrio la musica, le loro
vite private e la loro relazione tra fratelli.
Happiness
Continues è reso disponibile su base mondiale e sarà
fruibile in esclusiva su Prime Video in più di 200 paesi. I
sottotitoli, nelle diverse lingue, saranno a disposizione nei
prossimi giorni.
Happiness Continues: A Jonas
Brothers Concert Film, il trailer
Happiness Continues è prodotto da
Philymack e Amazon Studios in collaborazione con Polygram
Entertainment e Federal Films. Produttori esecutivi sono Phil
McIntyre, John Lloyd Taylor, Monte Lipman, Wendy Goldstein, e Baz
Halpin. Happiness Continues è diretto da Anthony Mandler.
Dopo sei anni di stop i Jonas
Brothers hanno preso il mondo alla sprovvista rilasciando nel 2019
il loro singolo di successo e apprezzato dalla critica
“Sucker.” Il singolo, doppio di platino, ha raggiunto subito
il primo posto della classifica Billboard ed è stata la prima
volta, in questo secolo, che una band ha raggiunto la prima
posizione con un singolo appena uscito. La band ha poi realizzato
Chasing Happiness, un documentario Amazon Original, che
ripercorre la rinascita e il ritorno sulle scene della band prima
di far uscire il loro terzo album, diventato di platino, Happiness
Begins (Republic Records). Per il resto dell’anno la band si è
dedicata al tour sold out “Happiness Begins Tour,” che conta più di
1.2 milioni di biglietti venduti.
“Nei film, ogni dettaglio, non
importa quanti piccolo, è realizzato per raccontare qualcosa”.
Seguendo questa massima Dan Lanigan, collezionista
di manufatti dai set cinematografici più famosi della storia e
malato di cinema, ha ideato la serie Oggetti di Scena
–Prop Culture.
Disponibile dall’1 maggio su
Disney+, la serie, in otto
puntate, porta lo spettatore, guidato da Lanigan, alla ricerca di
oggetti che manufatti che hanno caratterizzato la storia dei film.
Ogni puntata è dedicata ad un film particolare della storia della
Disney e ogni puntata ci porta dentro un mondo in cui a venire
trovati, scoperti e valorizzati non solo solo gli oggetti in sé (i
props, appunto), ma anche i loro artefici, maghe e stregoni
dell’artigianato cinematografico che hanno dato forma ai sogni e
alle immagini che popolano la nostra vita.
Il primo episodio è dedicato a
Mary Poppins. Con Lanigan si va quindi alla
ricerca dell’ombrello della protagonista, introvabile, della borsa
di tappeto, che mostra i segni del tempo pur ma conservata come una
reliquia preziosa, dei cavallini di legno della giostra, dei
costumi. Il valore aggiunto di questa ricerca, però, è quello di
ricongiungere i creatori con le loro creature. E così il costumista
del film, Tony Walton, riabbraccia cappotto,
sciarpa e cappellino della prima entrata in scena di Mary; la
coreografa Dee Dee Wood si commuove a rivedere uno
degli scopettoni da spazzacamino coprotagonisti della celebre
sequenza musicale sui tetti; Karen Dotrice,
interprete di Jane, vede riunito il suo cappottino giallo alla
paglietta, che non porta più il nastro di velluto bordeaux.
Oggetti di scena – Prop Culutre dal
1° maggio su Disney+
La ricerca di Lanigan è quindi un
viaggio nei ricordi e nella magia di questi film, che qualche
volta, sono dolci e collettivi, qualche altra volta sono amari,
come nel caso di Tron, film a cui è
dedicato il secondo episodio, e in cui si respira tutto il
rammarico del filmaker per un progetto che si è rivelato uno dei
pochi flop della Casa di Topolino, ma che allo stesso tempo ha
scritto una pagina importante della storia della tecnica
cinematografica.
Come ogni prodotto documentaristico
targato Disney, è naturale il tono agiografico del prodotto che
però riesce senza dubbio a coinvolgere gli spettatori più curiosi,
per non parlare degli appassionati di cinema e di collezionismo,
che vivranno con grande apprensione ed emozione ogni scoperta di
Dan Lanigan.
Disponibile dall’1 maggio in 8
puntate, Oggetti di Scena – Prop Culture
ci offre una prospettiva privilegiata nel mondo dei manufatti di
scena, raccontandoci anche un tipo di lavoro che con l’avvento del
digitale è diventato sempre più raro e ricercato.
Superman è probabilmente uno dei personaggi
che, al cinema, ha avuto la storia più travagliata in termini di
casting. Inoltre, si tratta di un personaggio particolarmente
complesso, una vera e propria sfida che ogni attore che viene
chiamato ad interpretarlo si trova a raccogliere. Nel corso della
storia, gli attori che hanno interpretato l’Uomo d’Acciaio al cinema, da Christopher Reeve a Brandon
Routh, fino ad arrivare al più recente Henry Cavill – hanno tutti svolto un lavoro
egregio nel bilanciare al meglio la personalità dilaniante
dell’eroe kryptoniano.
Prima che
Henry Cavill ottenesse la parte di Superman ne L’uomo d’acciaio di Zack Snyder, i produttori volevano
Matt Bomer nel ruolo. L’attore aveva doppiato
il personaggio nel film animato Superman: Unbound e, diversi anni
dopo, avrebbe interpretato Larry Trainor/Negative Man nella serie
Doom Patrol. Oltre a Bomer, la produzione aveva
considerato anche
Zac Efron, Armie
Hammer e
Matthew Goode.
Will Smith
Durante la pre-produzione di
Superman Returns di
Bryan Singer, il ruolo dell’eroe del titolo era stato offerto
prima a Will Smith e a
Josh Hartnett. Avendo già interpretato un personaggio
tradizionalmente caucasico in Wild Wild West, Smith era
riluttante a voler accettare la parte; Hartnett, invece, rifiutò
perché aveva paura che interpretare il figlio di Krypton avrebbe
compromesso la sua carriera ed intrappolarlo in una sorta di
stereotipo. Così, la parte venne affidata alla successiva scelta
della produzione, Brandon Routh.
Arnold Schwarzenegger
Quando il Superman di
Richard Donner uscito nel 1978 era ancora in fase di sviluppo,
i produttori vagliarono numerose possibilità prima di arrivare a
scegliere definitivamente Christopher Reeve. Anche Arnold Schwarzenegger era stato considerato
per la parte, così come il suo rivale (cinematograficamente
parlando, s’intende!) Sylvester Stallone. Persino Paul Newman e
Robert Redford, che avevano recitato insieme in Butch
Cassidy, vennero considerati, così come Burt Reynolds, Charles
Bronson e nientemeno che Clint Eastwood.
Christian Bale
Diversi anni prima del
film di Zack Snyder, un’altro Batman v Superman era
in sviluppo con la regia di McG. All’epoca il regista di
Charlie’s Angels avrebbe voluto ingaggiare Christian Bale – con cui aveva già lavorato in
Terminator: Salvation – per il ruolo dell’eroe
kryptoniano. Ciò avenne pochi anni prima che Bale venisse poi
ingaggiato per il ruolo di Bruce Wayne in
Batman Begins.
D.J. Cotrona
Anni prima della nascita del DCEU,
George Miller avrebbe dovuto realizzare
Justice League: Mortal, film mai realizzato dedicato alla
celebre Justice League dei fumetti. Il regista di
Mad Max: Fury Road aveva affidato il ruolo di Superman
a D.J. Cotrona, visto in G.I. Joe – La vendetta, nella
serie Dal tramonto all’alba e in
Shazam!. Il resto del cast del progetto includeva Armie
Hammer come Batman, Megan Gale come Wonder Woman, Adam Brody come
The
Flash, Common come Lanterna Verde, Santiago Cabrera come
Aquaman e Hugh Keays-Byrne come Martian Manhunter.
Glenn Howerton
Numerosi furono gli attori che
sostennero un provino per il ruolo del protagonista in Superman Returns. Tra questi, anche Paul
Walker, Ashton Kutcher, Ian Somerhalder, Brendan Fraser e David Boreanaz.
Sorprendentemente, anche Glenn Howerton, il
celebre Dennis Reynolds di C’è sempre il sole a
Philadelphia, si presentò alle audizioni.
Joe Manganello
Quando Zack Snyder iniziò a
lavorare a L’uomo d’acciaio, voleva rivoluzionare la
leggenda di Superman, e discusse del personaggio con
Joe Manganiello. Sfortunatamente, a causa dei suoi
impegni con la serie True Blood, l’attore non potette accettare la
parte. Anni dopo, Manganiello entrò nel DCEU nei panni di
Deathstroke. Purtroppo, lo abbiamo visto soltanto in una delle due
scene post-credit di Justice
League.
Henry Cavill
Sì, Henry Cavill ha davvero interpretato Superman,
quindi vi starete certamente chiedendo il perché della sua presenza
in questa TOP 10… sappiate che prima di recitare ne L’uomo d’acciaio, l’attore era in lizza per
vestire i panni dell’eroe già in Superman Returns. Era anche l’anno in cui
venne considerato per raccogliere l’eredità di
James Bond prima che il ruolo venisse affidato a
Daniel Craig. Insomma, una fase della carriera non
particolarmente felice per Cavill…
Muhammad Ali
Una delle scelte più improbabili
per il ruolo di Superman nel
film di Richard Donner sarebbe certamente stata quella di Jon
Voight, di Dustin Hoffman (considerato anche per il ruolo di Lex
Luthor) e – al di sopra di tutte – quella leggenda della box
Muhammad Ali. Nel 1978, quando il film con
Christopher Reeve uscì nelle sale, un fumetto dal titolo “Superman
vs. Muhammad Ali” venne pubblicato: nella storia, l’eroe
kryptoniano univa le forze con Ali per fronteggiare una minaccia
aliena.
Nicolas Cage
Probabilmente, il film mai
realizzato su Superman ad essere maggiormente conosciuto è Superman Lives, che avrebbe dovuto vedere Tim
Burton dietro la macchina da presa e Kevin Smith alla
sceneggiatura. Nicolas Cage venne scritturato per
interpretare l’eroe protagonista, e realizzò anche una serie di
costume test, come testimoniato dal documentario “The
Death of Superman Lives: What Happened?“.
Dal 2011 il regista e sceneggiatore
francese Michel Hazanavicious tenta di replicare
l’enorme successo che ebbe, in quell’anno, con The Artist, il supo film più famoso e
premiato, che lo portò in vetta a Hollywood e gli regalò ben 5
premi Oscar, tra cui quello per la migliore regia e il miglior
film.
Quando un tale successo arriva così
presto nella propria carriera, sembra quindi che si abbia
un’asticella altissima per valutare tutto ciò che viene dopo. E la
carriera di Hazanavicious non è stata molto clemente, in questo
paragone costante con quell’opera. Dopo diversi film che non hanno
esattamente brillato per ricercatezza estetica o pregi particolari,
il regista torna dietro alla macchina da presa con Il Principe
Dimenticato, in cui racconta una vera e propria fiaba per bambini,
in cui spiega ai grandi come riuscire a stare al passo dei propri
figli.
Il Principe Dimenticato, la
trama
Il Principe
Dimenticato racconta la storia di Djibi, un papà
single la cui vita intera gira intorno alla propria figlia di 8
anni, Sofia. Ogni sera nel loro rituale della storia della
buonanotte il papà porta Sofia a “Storyland”, uno studio
cinematografico di fantasia in cui le loro fiabe prendono vita e in
cui Djibi interpreta sempre un eroico Principe Azzurro. Tre anni
più tardi e quasi adolescente, Sofia inizia a distanziarsi dalle
storie del padre che non ricopre più il ruolo di eroe. Djibi deve
quindi trovare il modo di ritornare l’eroe della vita e delle
storie di sua figlia.
Michel
Hazanavicious si confronta con la fiaba per bambini, con
la metafora della crescita e con l’esigenza, forse biografica, di
trovare e offrire una bussola a quei genitori che si trovano in
difficoltà a gestire l’adolescenza dei propri figli.
Volto allegro del principe
protagonista è Omar Sy, vera e propria stella del
cinema europeo che spesso e volentieri presta la sua fisicità
all’action americano e che qui sfoggia il suo sorriso migliore nei
panni di un papà davvero premuroso. Oltre a Sy e alla giovane
Sarah Gaye nei panni della dodicenne Sophia, il
film vede protagonista anche la sempre meravigliosa
Berenice Bejo, che, dopo la pioggia di nomination
per il suo ruolo in The Artist, ha ridimensionato la sua
carriera, forse sprecando un po’ il suo volto magnetico e il suo
elegante talento.
Il Principe Dimenticato contro il
cinismo di un mondo che cambia
Nonostante sia un film
per ragazzi e per famiglie, Il Principe
Dimenticato sembra ripercorrere, con intenzioni e per
strade diverse, quello che era stato il percorso di The
Artist, diventando anche una riflessione sulla
fantasia, contro il cinismo, recuperando la magia e l’ingenuità che
si respirava nel film del 2011.
Il Principe
Dimenticato è anche una sfida tecnica, è un fantasy
ad alto budget in cui le scenografie reali si incrociano
costantemente con quelle di fantasia e in cui la ripresa dal vivo e
l’animazione convivono in maniera naturale e funzionale al
racconto.
Leggero e divertente, con il pregio
di veicolare messaggi universali con un linguaggio semplice e
diretto, Il Principe Dimenticato è un
invito a ricordare, grandi o piccoli, che le storie sicuramente non
salvano il mondo, ma possono aiutarci ad affrontarlo con lo spirito
alto.
Oggi sono stati rivelati i titoli degli episodi
di The Mandalorian 2, l’annunciano la
seconda stagione diThe
Mandalorian, la serie firmata da Disney e
Lucas Film
La
seconda stagionedi The
Mandalorian arriverà l’inverno del 2020 e sarà
disponibile in streaming su Disney
Plus. La seconda stagione è stata ordinata, per la
messa in onda prevista per la fine del 2020. La serie ha ricevuto
recensioni positive, con elogi per la sua scrittura,
caratterizzazione, musica e immagini, mentre le critiche erano
dirette al suo ritmo incoerente.
The
Mandalorian, noto anche comeStar Wars:
The Mandalorian , è la serie tv americana presentata in
anteprima su Disney + il 12 novembre 2019. Ambientata
nell’universo diStar
Wars , la serie si svolge cinque anni dopo gli eventi
di Return of the Jedi e 25 anni prima degli eventi
di The Force Awakens e segue le gesta di uncacciatore di
taglie Mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica .
Jon Favreau è
il creatore, lo sceneggiatore e lo showrunner,
nonché produttore esecutivo, al fianco
diDave Filoni, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson . Lo spettacolo
è interpretato da Pedro
Pascalnel ruolo del
protagonista.
Il celebre Andy
Park, concept artist che lavora con i Marvel Studios, ha condiviso via
Instagram un concept
inedito che ci mostra il look pensato in origine per Gamora, il personaggio interpretato nel
MCU e, in particolare, nei film dedicati ai Guardiani
della Galassia da Zoe
Saldana.
Il look di Gamora è da sempre originale e molto
peculiare, identificativo del personaggio e anche della sua
personalità, grazie alla pelle verde e ai vari dettagli d’argento
che ne delineano il volto. Il concept diffuso da Park ci mostra un
volto ancora più marcato da una serie di dettagli di colore viola.
Lo stesso ha poi spiegato nella didascalia che ha accompagnato il
post che “James
Gunn aveva approvato il concept, ma poi cambiò idea, optando
per un design del volto più scarno.”
Nonostante sia morta in
Avengers: Infinity War,Zoe
Saldana dovrebbe tornare nei panni di
Gamora in Guardiani della Galassia Vol.
3, scritto e diretto da James
Gunn. Il film non ha ancora una data di uscita
ufficiale. Le riprese dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio
2021.
L’attesissimo Top
Gun: Maverick, il sequel della pellicola cult con
protagonista
Tom Cruise, arriverà nelle sale di tutto il mondo il
prossimo dicembre. Oltre al ritorno di Cruise nei panni iconici di
Pete “Maverick” Mitchell, nel sequel ritroveremo anche il Tom
“Iceman” Kazinsky di Val Kilmer.
Come rivelato dallo stesso attore
nella sua autobiografia (via
ComicBook), il personaggio di Iceman non era inizialmente
presente nella sceneggiatura del sequel: è stato proprio Kilmer ad
insistere per poter recitare nel film. Così, l’attore è riuscito a
convincere Cruise e la produzione ad affidargli una parte nel
sequel:
“Come cantavano i Temptations
nell’epoca d’oro del soul alla Motown, ‘Ain’t too proud to beg’. I
produttori erano d’accordo. Cruise era d’accordo. E Tom non poteva
essere più in gamba di così… Insieme abbiamo ripreso un discorso
esattamente da dove lo avevamo interrotto. La reunion è andata alla
grande.”
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom
Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo
l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore,
mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato
nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei
diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun
pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley
Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio
del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar
Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e
confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene
coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina
in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che
saranno scelti per volarci incontro.
Tom Cruise e Val
Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo
originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom
“Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer
Connelly, Jon
Hamme Miles
Teller.
Deadline ha iniziato a stilare la tradizionale classifica dei
film più redditizi arrivati in sala durante la passata stagione
cinematografica. Dai primi risultati emersi,
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il
capitolo finale della Saga degli Skywalker uscito nelle sale lo
scorso dicembre, è il film della saga meno “profittevole”, ossia
quello che ha generato meno utili in termini economici.
Il film di
J.J. Abrams è stato accolto in maniera alquanto
discordante, tanto dalla critica quanto dal pubblico. Stando
all’analisi della fonte, tenendo conto di tutti gli episodi che
compongono la trilogia sequel e dei due spin-off Rogue One e
Solo,
L’Ascesa di Skywalkerha generato
un profitto superiore soltanto al film diretto da Ron Howard, che a
causa del flop ha sancito ufficialmente la fine della saga
antologica di Star Wars iniziata col film di Gareth
Edwards.
La classifica stilata da Deadline
tiene conto di una quantità notevole di fattori: il budget del
film, le spese relative al marketing, eventuali bonus per
produttori, regista e cast, le spese relative alla distribuzione e
anche quelle relative all’home video. Dall’analisi è emerso che
L’Ascesa di Skywalker ha generato un
profitto netto di 300 milioni di dollari, inferiore ai 319 milioni
di Rogue One e superiore ai 77 milioni di
Solo. Per quanto riguarda gli altri due
episodi della trilogia sequel, Il Risveglio della Forza aveva
generato un profitto di 780 milioni di dollari, mentre
Gli Ultimi Jedi un profitto di 417 milioni.
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da
J.J. Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e
Jason McGatlin sono i produttori esecutivi.
La pandemia di
Covid-19 ha indubbiamente messo in ginocchio
l’industria cinematografica e costretto le case di distribuzione a
rivedere completamente il calendario relativo alle uscite in sala,
servendosi laddove possibile delle piattaforme di streaming per
lanciare determinati titoli inizialmente pensati per il grande
schermo.
Nelle ultime settimane, con gli
innumerevoli annunci delle nuove date di uscita dei progetti più
disparati da parte delle major di tutto il mondo, è balzato
all’attenzione dei cinefili più attenti come la Warner Bros. non
abbia ancora rivelato quale sarà il destino di due titoli della
propria scuderia attesissimi per il 2020: Tenet
di Christopher Nolan e
Wonder Woman
1984 di Patty Jenkins.
In effetti, l’originale data di
uscita fissata per Tenet
di Nolan (ossia il 7 luglio 2020) non è mai stata modificata,
mentre Wonder Woman
1984 della Jenkins è stato posticipato dal 6
giugno al prossimo 14 agosto. Considerata l’attuale situazione
mondiale, è altamente difficile pensare che i cinema negli Stati
Uniti possano riaprire già a partire dall’estate e permettere,
dunque, alle nuova fatiche di Nolan e della Jenkins di arrivare al
cinema.
Adesso, attraverso un comunicato
ufficiale diramato via
THR, Ann Sarnoff e John
Stankey, rispettivamente CEO della Warner e CEO della
Warner Media, hanno dichiarato di non aver assolutamente intenzione
di rilasciare entrambe le pellicole in streaming, e che la loro
uscita sarà destinata esclusivamente alla sala cinematografica:
“Le uscite cinematografiche
sono sempre state una parte importante del nostro ecosistema. Ci
aspettiamo che, in considerazione delle nostre attività future, si
continuerò a sostenere il lavoro creativo che è degno
dell’esperienza in sala.”
Le intenzioni della major sono
dunque chiare: resta da capire soltanto se effettivamente Tenet
e Wonder
Woman 1984 riusciranno davvero ad arrivare in
sala rispettivamente a luglio e ad agosto…
In attesa di scoprire quando
Guardiani della Galassia Vol. 3 entrerà
ufficialmente in produzione, il regista James Gunn ha rivelato che, inizialmente,
Star Lord & co. avrebbero dovuto avere un ruolo decisamente minore
in Avengers: Infinity War.
Nel film diretto da Anthony e Joe Russo, i
Guardiani entrano in azione per soccorrere Thor e, una volta
scoperte le azioni di Thanos, si dividono: mentre Rocket e Groot
accompagnano il Dio del Tuono su Nidavellir per permettergli di
costruire un’arma da utilizzare contro Thanos, Star-Lord, Gamora,
Drax e Mantis ritornano su Knowhere per prendere la Gemma della
realtà prima di Thanos, ma il Titano li aveva preceduti, e rapisce
e uccide Gamora per ottenere anche la Gemma dell’anima.
Successivamente Star-Lord, Drax e
Mantis si recano su Titano, pianeta natale di Thanos, dove
incontrano Iron Man, Spider-Man e il Dottor
Strange, e capendo di aver un obbiettivo comune stringono
un’alleanza. Più tardi in loro soccorso arriva anche Nebula, dove
combattono il loro potente avversario ma questi li sconfigge
tutti.
Dopo che Thanos ha raccolto tutte le
sei Gemme dell’Infinito, con i suoi poteri cancella metà
popolazione dell’universo, e tra questi ci sono anche la maggior
parte dei Guardiani, come Star-Lord, Drax, Mantis e Groot si
dissolvono nel nulla, mentre Rocket e Nebula riescono a
sopravvivere.
Di recente, è stato proprio James Gunn a rivelare che, in origine, i
Guardiani della Galassia avrebbero dovuto avere
soltanto un breve cameo in Avengers: Infinity
War. Su
Twitter, il regista ha risposto alla domanda di un reporter di
ComicBook e ha spiegato: “All’inizio, sarebbero dovuti apparire
soltanto in un cameo in Avengers 3. Poi, mentre ero occupato a
scrivere la sceneggiatura di GOTG Vol. 2, il loro ruolo si è
trasformato in qualcos altro…”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani della Galassia Vol.
3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le
riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio
2021.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che la Paramount Pictures, in
collaborazione con Entertainment One, è ufficialmente al lavoro
sullo sviluppo del sequel di Scary Stories to Tell in the Dark, il
film prodotto da Guillermo del Toro e diretto da André
Øvredal, uscito nelle nostre sale lo scorso anno.
Stando alla fonte, André
Øvredal tornerà dietro la macchina da presa, insieme a Dan
Hageman e Kevin Hageman, che si occuperanno nuovamente della
sceneggiatura. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Guillermo del Toro, invece, il regista premio
Oscar tornerà a contribuire al soggetto, ma al momento non è chiaro
se sarà coinvolto di nuovo anche in qualità di produttore.
Scary Stories to Tell in the Dark è
tratto dall’omonimo e terrificante bestseller di Alvin
Schwartz, autore cult della narrativa horror, noto per la
sua vasta produzione letteraria dedicata a opere che, tra miti,
leggende e racconti di paura, esplorano gli aspetti folkloristici
del popolo americano.
Nella
saga pubblicata tra il 1981 e il 1991 con le illustrazioni
originali di Stephen Grammel, 29 storie di paura
si materializzano in un mondo sospeso tra magia e terrore: i
racconti più macabri di tutti i tempi prendono vita tra fiabe
horror, vendette oscure, entità agghiaccianti e avvenimenti
soprannaturali.
Il libro è stato
pubblicato in Italia dall’editore DeA Planeta Libri nella collana
DeA, ed è uscito in libreria il 4 settembre 2019 (al prezzo di
16.90 euro). Affascinato fin da adolescente dai racconti di
Alvin Schwartz, Guillermo del Toro, autore del soggetto del
film insieme a Patrick Melton e Marcus Dunstan (già sceneggiatori
di quattro capitoli della saga di Saw – L’enigmista), porta sul grande schermo
i racconti dell’orrore più spaventosi di sempre.
Sappiamo ancora poco in merito alla
storia di Thor: Love
and Thunder, e ci vorrà ancora molto
tempo prima che il film entri ufficialmente in produzione.
Ciononostante, Chris Hemsworth sembra impaziente di
tornare a vestire i panni del Dio del Tuono e di essere diretto
ancora una volta dal suo amico
Taika Waititi, con il quale aveva già lavorato per
Thor: Ragnarok.
In una recente intervista con
The Philadelphia
Inquirer in occasione della promozione del suo nuovo film
Tyler
Rake, Hemsworth ha rivelato di aver già
letto la sceneggiatura di Thor 4, scritta ovviamente da
Waititi. A tal proposito, l’attore ha dichiarato: “Da anni non
leggevo una sceneggiatura così bella. È Taika portato all’estremo,
e di conseguenza al suo meglio. Se la versione della sceneggiatura
che ho letto sarà effettivamente quella che useremo per le riprese,
sarà un film semplicemente folle.”
Thor: Love
and Thunder è sicuramente uno dei film più attesi
della Fase 4 del MCU e i commenti di Chris Hemsworth accresceranno certamente
l’entusiasmo dei fan per il progetto. Già in Thor:
Ragnarok avevamo visto una versione molto diversa del
Dio del Tuono rispetto ai precedenti film a lui dedicati: se
Taika Waititi continuerà a perseguire questa strada,
il quarto film dedicato al figlio di Odino potrebbe davvero
rivelarsi il più folle dell’Universo Cinematografico Marvel.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come
“la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 18 febbraio 2022.
L’attesissimo The
Batman diretto da Matt
Reeves e interpretato da Robert Pattinson rappresenterà a tutti gli
effetti un nuovo riavvio delle avventure del Crociato di Gotham sul
grande schermo. Nonostante la produzione del film sia stata
temporaneamente sospesa a causa della pandemia di Covid-19, pare
che i membri del cast continuino a lavorare sodo per essere pronti
a tornare sul set non appena sarà possibile.
È il caso di Zoe Kravitz, che nel film avrà il ruolo di
Catwoman, personaggio con cui aveva già avuto modo
di confrontarsi grazie al doppiaggio dello stesso nel film Lego
Batman del 2017. Catwoman è uno dei villain più iconici
dell’universo di Batman, interpretata in precedenza sul grande
schermo da attrici del calibro di
Michelle Pfeiffer,
Halle Berry e Anne Hathaway.
In una recente intervista con
Vanity Fair a proposito del suo recente ruolo nella miniserie
High Fidelity, la Kravitz ha rivelato che, nonostante la
produzione del film sia stata momentaneamente sospesa, continua ad
allenarsi per mantenersi in forma ed essere fisicamente pronta a
tornare nei panni del personaggio quando la produzione potrà
finalmente ripartire. Quando la pandemia di Covid-19 ha costretto
il mondo intero ad adottare delle misure precauzionali per cercare
di arginare i contagi, le riprese di The
Batman erano partite da pochissime settimane.
La Kravitz ha spiegato di non essere
dedita a diete o a regimi alimentari particolari: semplicemente, si
preoccupa di mantenere in allenamento il suo corpo in modo da non
avere problemi quando arriverà il momento di tornare sul set,
allenandosi virtualmente con un personal trainer per cinque giorni
alla settimana. Alle pagine della celebre rivista, la star di
Big Little Lies ha dichiarato: “In sostanza, mangio
tutto quello che voglio! Semplicemente, cerco di mantenere una
forma fisica adatta, in modo da non dover iniziare nuovamente da
capo.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Disney Gallery: The
Mandalorian, la nuova produzione originale
Disney+
creata da
Jon Favreau, arriva in Italia il prossimo 4 maggio in occasione
dello Star
Wars Day. Da oggi i fan di tutto il mondo possono scoprire
il primo poster e vedere l’attesissimo primo trailer della
serie!
In Disney Gallery: The
Mandalorian, il produttore esecutivo Jon
Favreau invita il cast e la troupe a condividere uno
sguardo inedito sulla realizzazione della serie che è diventata in
breve tempo un fenomeno della cultura pop, dopo la sua uscita a
novembre negli Stati Uniti e dallo scorso marzo anche in
Italia.
Disney Gallery: The
Mandalorian è una serie documentario in 8 episodi
che svela i retroscena di The
Mandalorian e fa il suo debutto nel giorno in cui
i fan di tutto il mondo celebrano l’intera galassia di Star
Wars. Ogni capitolo esplora un diverso aspetto della
prima serie televisiva live action ambientata nella galassia di
Star
Wars, attraverso interviste, scene inedite e tavole
rotonde presentate da
Jon Favreau. Ogni venerdì su Disney+ sarà disponibile un nuovo
episodio di Disney Gallery: The Mandalorian.
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle ha fatto
breccia nel cuore dei fan di tutto il mondo guadagnandosi il titolo
di film di animazione numero uno di tutti i tempi. Il sequel di
Frozen – Il Regno di Ghiaccio, lungometraggio
del 2013 vincitore dell’Oscar per il miglior film d’animazione,
arriva finalmente in formato Blu-Ray e DVD.
I contenuti extra includono scene
tagliate, sequenze e canzoni eliminate, Easter Eggs e la versione
“Canta con noi” con i testi delle indimenticabili canzoni del film.
Le feature trasporteranno gli spettatori direttamente dietro le
quinte per conoscere tutti i segreti di Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle raccontati
dalla voce dei suoi protagonisti.
Perché Elsa è nata con
dei poteri magici? La risposta a questa domanda sta
minacciando il Regno di Arendelle, spingendo Elsa, Anna, Kristoff,
Olaf e Sven a partire insieme per un viaggio straordinario e pieno
di pericoli. In Frozen – Il Regno di
Ghiaccio Elsa temeva che i suoi poteri fossero troppo
forti per essere accettati dal mondo. Ora dovrà sperare che siano
abbastanza forti per salvarlo. Realizzato dalla squadra creativa
premiata con l’Oscar — i registi Jennifer Lee e Chris
Buck, il produttore Peter Del Vecho e gli autori delle
canzoni Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez —
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle vede
nella versione italiana il ritorno delle voci di
Serena Autieri, Serena Rossi, Enrico Brignano e
Paolo De Santis.
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle sarà
distribuito in diversi formati per consentirne la visione a tutta
la famiglia su qualsiasi dispositivo. Tutte le edizoni sono
disponibili in versione singola o nel cofanetto che include primo e
secondo capitolo di Frozen.
Il cast del film
Nella versione italiana del film
Serena Autieri, Serena Rossi, Enrico Brignano e Paolo De
Santis tornano a prestare le voci rispettivamente a Elsa, Anna,
Olaf e Kristoff. Il film è diretto da Chris Buck (Frozen – Il
Regno di Ghiaccio, Tarzan, Surf’s Up – I Re delle Onde) e
Jennifer Lee (Chief Creative Officer di Walt Disney Animation
Studios, sceneggiatrice/regista di Frozen – Il Regno di
Ghiaccio, autrice del musical di Broadway Frozen,
sceneggiatrice di Nelle Pieghe del Tempo). Lee ha firmato
anche la sceneggiatura. Il film è prodotto da Peter Del Vecho
(Frozen – Il Regno di Ghiaccio, La Principessa e il
Ranocchio), mentre Byron Howard (Zootropolis) è il
produttore esecutivo. Kristen Anderson-Lopez (Frozen – Il Regno
di Ghiaccio e l’omonimo musical di Broadway, lo spettacolo
Off-Broadway In Transit) e Robert Lopez (Frozen – Il
Regno di Ghiaccio e l’omonimo musical di Broadway, lo
spettacolo di Broadway The Book of Mormon) hanno scritto
sette nuove canzoni originali per il film, mentre Christophe Beck,
che aveva scritto la colonna sonora di Frozen – Il Regno di
Ghiaccio, ha firmato la colonna sonora orchestrale.
Frozen 2 – Il Segreto
di Arendelle CONTENUTI EXTRA
BLU-RAY E
DIGITAL:
Film in versione “Canta con noi” – Per
cantare insieme le indimenticabili canzoni del il film.
“Il fiume del passato”
“Qualche cosa non cambia mai”
“Il fiume del passato reprise”
“Nell’ignoto”
“Da grande”
“Perso quaggiù”
“Mostrati”
“Fai ciò che è giusto”
Fuori scena – Per ridere insieme al
cast di Frozen II mentre registra le battute, canta le
canzoni e si diverte nella cabina di registrazione.
Lo sapevi??? – Olaf pone la domanda “Lo
sapete?” mentre scopriamo fatti divertenti di Frozen II,
contenuti nascosti e curiosità sulla realizzazione del film.
Gli Spiriti di Frozen 2 – Cast
e troupe esplorano la mitologia scandinava che ha ispirato gli
spiriti che abitano la foresta incantata di Frozen
II.
Musicare un sequel – Il compositore
Christophe Beck combina un’orchestra di 91 elementi con 30 voci
corali per creare una colonna sonora “più matura e
sofisticata”.
Scene eliminate – Per entrare nel sogno
di Elsa e guardare come la sua magia riporta Anna indietro nel
tempo con alcune scene non presenti nel film:
Introduzione dei registi Jennifer Lee e Chris Buck
Prologo “Nell’ignoto”
La stanza segreta
Il sogno di Elsa
L’indomabile Nokk
Il nostro posto
Canzoni eliminate – Quando si tratta di
Frozen II, non ci può mai essere troppa musica. Ecco
alcune delle canzoni che sono state tagliate dal film.
Introduzione dei registi Jennifer Lee e Chris Buck
“Home”
“I Wanna Get This Right”
Prove di Zefiro–
Dicono che non puoi vedere il vento ma solo i suoi effetti. I
cineasti ci provano mentre creano Zafiro, il giocoso Spirito del
vento.
“Into the Unknown” in 29 lingue – Per
ascoltare l’incantevole richiamo all’avventura di Elsa in 29 lingue
diverse.
Video Musicali–
Weezer e Panic! at the Disco prestano le loro voci ad alcune delle
melodie di Frozen 2:
“Into the Unknown” – Panic! at the Disco version;
“Lost in the Woods” – Weezer version.
Frozen 2 – Il Segreto di
Arendelle IN ESCLUSIVA PER LE PIATTAFORME DIGITALI:
Incontra i Lopez – Incontra il team
composto da marito e moglie dietro le pluripremiate composizioni
musicali di Frozen e Frozen 2.
Canzone eliminata “Unmeltable Me” – Una
versione animata della canzone celebrativa di Olaf sulla sua
ritrovata libertà.
Frozen 2 – Il Segreto
di Arendelle SPECIFICHE TECNICHE:
Product SKUs:
Blu-Ray, DVD, Digital HD e SD
Durata: 1 ora e 43
minuti circa
Rating: Per
tutti
Aspect Ratio:
2.39:1
Audio:Blu-Ray: Italiano e tedesco Dolby Digital Plus 7.1; Inglese
DTS-HDMA 7.1
DVD = Italiano, Inglese, Greco
Dolby Digital 5.1; Inglese audio descrittivo Dolby 2.0
Sottotitoli:Blu-Ray = Italiano, Tedesco, Inglese per non udenti
Tornare a
vincere è quello che si augura chi, nella vita, ha
perso o sta perdendo, è quello che si augura anche Ben Affleck, regista straordinario, produttore
e sceneggiatore premio Oscar, attore che a 48 anni si trova di
fronte alla sua prova più intima, personale, emotivamente
impegnativa.
Tornare a
vincere è il titolo del film che vede Affleck ancora
una volta diretto dall’amico regista Gavin
O’Connor, che arriva on demand in digitale il 23
aprile e racconta la storia di un uomo colpito dalla vita e da se
stesso, un uomo che con enorme facilità cerca una strada per il
ritorno (il titolo originale del film è infatti The Way
Back).
Tornare a vincere, la trama
Jack Cunningham era un cestista
promettente ai tempi del liceo, ma ha deciso di arrendersi e di non
coltivare il suo promettente futuro di sportivo. Molti anni più
tardi, lo troviamo solo, alcolizzato, abbandonato a se stesso,
ancora innamorato della donna che ha sposato ma che non lo vuole
più al suo fianco. D’improvviso, una proposta insperata sembra
riportare nella sua vita un barlume di speranza: la sua vecchia
scuola ha bisogno di un allenatore per la squadra di basket del
liceo. Jack ha una nuova possibilità di rimettere in piedi la sua
vita e decide di coglierla.
Scritto e diretto da Gavin
O’Connor, Tornare a vincere è a tutti gli effetti un film
di Ben Affleck, cucitogli addosso e fortemente
voluto dalla star di Hollywood che, come il protagonista del film,
sta tentando di uscire da un momento particolarmente difficile
della sua vita.
Forse più di ogni altro personaggio
davvero famoso suo contemporaneo, Ben
Affleck ha conosciuto gioie e dolori, altezze e
profondità del successo e della fama, detentore di un talento acuto
e sensibile, troppo spesso sottovalutato, ma che con gli anni e con
l’approdo alla regia è riuscito a mostrare il tutto il suo
splendore. Si invita ovviamente a fare riferimento alle ottime
prove di regia che questo ragazzone di Boston ha offerto nel corso
della sua carriera ormai ventennale. Dal folgorante esordio con
Gone Baby Gone, al solido The
Town, al premiatissimo Argo, esempio di un talento e di un
gusto classico, come quello della Hollywood che fu.
All’inizio dell’ennesima e speriamo
definitiva parabola di risalita nella carriera (e nella vita) di
Ben Affleck, Tornare a vincere paga il prezzo
di una struttura esageratamente semplicistica, che si concentra
sull’addizione di eventi più che su un vero e proprio percorso di
redenzione di Jack Cunningham. Tuttavia è proprio nel suo splendido
protagonista che trova il suo punto di maggiore interesse.
Forse lo sguardo è viziato dalla
grande simpatia che il personaggio pubblico trasmette a chi scrive,
tuttavia è innegabile che la percentuale di autobiografia in questa
storia abbia messo Affleck di fronte alla prova
più difficile della sua carriera. E l’attore ne esce a testa alta,
confermandosi anche un interprete molto bravo, qualità che troppo
spesso gli viene negata. Basti pensare a
Hollywoodland, per cui vinse la Coppa
Volpi a Venezia, o a L’Amore Bugiardo, ad oggi sua
migliore interpretazione in carriera.
Ben Affleck è la forza e insieme al debolezza
di un film che da una parte paga una scrittura superficiale, ma
dall’altra mostra con cristallina chiarezza che quello che il
genere umano può fare di fronte alle difficoltà è far leva sulle
proprie caratteristiche e volgere a proprio vantaggio i suoi punti
di debolezza. Come fa Jack con i suoi ragazzi, come fa Ben
Affleck.
Vernon Wells,
attore trai protagonisti di Commando, ha
dichiarato che era in lavorazione un film prequel relativo
all’action culto con Arnlod Schwarzenegger. Uscito
nel 1985, Commando è stato un film chiave nello sviluppo ddella
carriera dell’attore per trasformare la sua immagine in quella di
un eroe action “buono”.
Con la sua trama in cui un soldato
delle forze speciali torna in azione per salvare la figlia rapita,
Commando ha mostrato che Schwarzenegger
poteva recitare in ruoli d’azione senza dover passare la sua
carriera a interpretare personaggi fantastici quasi muti o robot
che si arrivano dal futuro. Nonostante sia oggi davvero buffo, per
molti aspetti, il film è pieno di battute iconiche che lo rendono
amatissimo dai fan, e data questa popolarità sulla lunga durata, è
normale che i produttori abbiano pensato di sfruttare il
marchio.
Durante un’intervista con Forbes, Welles ha dichiarato che esisteva un progetto
che avrebbe esplorato il passato dei protagonisti del film.
“Qualcuno nel settore mi ha detto qualche tempo fa che si sta
pensando di fare un altro Commando. Ho pensato che volessero fare
un riavvio, quindi ero contrario, non pensavo che si potesse
rifare. È un classico. È così kitsch, ma poi hanno detto che non
hanno intenzione di rifarlo, stanno pensando di fare un prequel.
Questo funzionerebbe. Stavano pensando di fare il prequel per
raccontare dove tutto è iniziato, come si è sviluppata e inasprita
la relazione tra noi, come io sono diventato il cattivo e come il
personaggio di Arnie, Matrix, è diventato il buono. Le voci girano
sempre, ma era interessante che qualcuno ne stesse parlando
seriamente. E non sappiamo per certo che Bennett è morto. Potrebbe
non esserlo.”
Non sappiamo però se questo progetto
sia ancora in cantiere o se invece sia stato accantonato.
22.11.63 è la
miniserie evento basata sul romanzo di Stephen King 22/11/63 trasmessa HULU con protagonista
James Franco. Lo show composta di otto episodi
è stato prodotto da J.J. Abrams, Stephen King, Bridget
Carpenter e Bryan Burk.
Basata sull’omonimo best-seller di
Stephen King22.11.63, la serie unisce il
talento del celebre scrittore americano con quello di J.J.
Abrams (già autore di Lost e reduce dal successo
planetario di
Star Wars: Il risveglio della Forza) e del regista
Kevin Macdonald, premio Oscar per il documentario
sulla strage delle Olimpiadi di Monaco, Un giorno a
settembre.
22.11.63: dove vederla in streaming
La serie è andata in onda in Italia
dall’11 aprile 2016 su Fox. Dal 22 aprile 2020 viene trasmessa in
chiaro sul canale 20. In streaming la serie è stata trasmessa su
NOWTV
22.11.63: la trama e il cast
La serie racconta dell’insegnante
di liceo Jake Epping si ritrova a viaggiare nel tempo per cercare
di impedire l’assassinio di JFK, ma dovrà vedersela con Lee
Harvey Oswald, un amore imprevisto e con il passato, che non vuole
essere cambiato. Il titolo 22.11.63 riprende la
data dell’omicidio del presidente John F.
Kennedy.
James Franco veste i panni di Jake
Epping, un insegnante di inglese spossato da una vita
professionale poco soddisfacente e dalla recente separazione dalla
moglie. La sua vita cambia improvvisamente quando il suo fidato
amico Al Templeton (Chris Cooper, premio Oscar per
Il ladro di orchidee) gli confida di aver scoperto
l’esistenza di un passaggio spazio-temporale che trasporta chiunque
lo oltrepassi direttamente al 21 ottobre 1960. Non importa quanto
tempo si trascorra nel passato: che siano tre secondi o tre anni,
nel presente corrisponderanno sempre a due minuti esatti. Dopo un
primo momento di titubanza, Jake deciderà di tornare nel passato
per cercare di sventare l’assassinio di JFK e,
implicitamente, tutti i tragici eventi scaturiti da quell’omicidio.
In questa sua missione verrà ostacolato non solo da Lee Harvey
Oswald (colui che venne giudicato colpevole del delitto), ma
soprattutto da un passato che non vuole essere cambiato; Jake
scoprirà ben presto che riscrivere le pagine della storia può
essere molto pericoloso.
James Franco, già candidato agli Oscar e
vincitore di un Golden Globe è il protagonista assoluto di un cast
importante che comprende, tra gli altri, Josh
Duhamel (Las Vegas, Transformers, Battle
Creek), T.R. Knight (Grey’s Anatomy)
e Cherry Jones (24). Nel cast anche
Chris Cooper,Sarah Gadon, Lucy
Fry e
George MacKay. È un progetto fortemente voluto dallo
stesso Stephen King il quale figurerà come
produttore insieme al celebre Abrams. Questo è il secondo
romanzo del grande re dell’horror che diventa una serie tv dopo
Under The Dome (trasmessa sulla CBS per 3
stagioni).
Nei ruoli ricorrenti troviamo Deke
Simmons interpretato da Nick Searcy, George de
Mohrenschildt interpretato da Jonny Coyne, Mimi
Corcoran interpretata da Tonya Pinkins, Christy
Epping interpretata da Brooklyn Sudano, Harry
Dunning interpretato da Leon Rippy, Arliss Price
interpretato da Michael O’Neill, Edna Price
interpretata da Annette O’Toole e Jack Ruby
interpretato da Antoni Corone.
22.11.63: il trailer
Gli episodi della serie tv
Part 1 che si intitola “The Rabbit
Hole” Jake Epping (James Franco) viene bruciato e perso. La
sua ex moglie è andata avanti, i suoi studenti sono sempre
distratti, e il suo romanzo è uscito Dieci uno dei suoi più cari
amici, Al Templeton (Chris Cooper), gli mostra la “tana del
coniglio”, portale segreto del tempo che risale al 1960. Al chiede
a Jake di tornare al passato e creare un mondo migliore fermando
l’assassinio di Kennedy. Jake si dirige nella tana del
coniglio per iniziare la sua missione – ma scopre che cambiare il
passato è molto più pericoloso di quanto avrebbe mai
immaginato.
Part 2 che si intitola “The Kill
Floor” Spinto dall’enormità del suo obiettivo, Jake decide che
l’unica cosa che può fare per fare davvero la differenza è salvare
la famiglia del suo amico Harry Dunning (Leon Rippy). La
famiglia di Harry è stata assassinata in una piccola città del
Kentucky dal padre fuori controllo di Frank, Frank (Josh
Duhamel). Ma Jake ha quello che serve per uccidere un uomo – e
quali sono le conseguenze della violenza, anche contro qualcuno
pericoloso come Frank?
Part 3 che si intitola “Other
Voices, Other Rooms” Jake trova un improbabile alleato nella sua
ricerca nel vagabondo locale Bill Turcote (George
MacKay). Ottiene un lavoro di insegnante in una piccola città
vicino a Dallas e scopre scintille romantiche con il bibliotecario
della scuola Sadie Dunhill (Sarah Gadon). Jake costruisce una
doppia vita – spiando di notte Lee Harvey Oswald (Daniel Webber)
mentre il potenziale assassino di Jake costruisce. Trailing
Oswald porta Jake nel lato oscuro di Dallas, dove si rende conto
che Oswald potrebbe non essere l’unica minaccia che Kennedy dovrà
affrontare.
Part 4 “The Eyes of Texas” La
collaborazione di Jake e Bill inizia a lottare mentre scoprono
altri segreti che circondano l’imprevedibile Lee Harvey
Oswald. La cospirazione che coinvolge Oswald si approfondisce,
mentre il romanticismo fiorisce per Jake e Sadie. Ma essendo
coinvolto in un innocente spettatore, Jake ha messo in pericolo il
suo nuovo amore?
Part 5 “The Truth” Tutto inizia a
sfaldarsi mentre Jake lotta per vivere due vite: insegnante e
viaggiatore del tempo. Quando la vita di Sadie è minacciata,
Jake deve fare una scelta terribile, lasciando Bill a se
stesso. Lee Harvey Oswald prende delle misure che lo
porteranno ad un appuntamento con il destino.
Part 6 “Happy Birthday, Lee Harvey
Oswald” È l’ottobre 1962 e la crescente tempesta di minacce a
Dallas continua a crescere. Jake deve intraprendere azioni
drastiche per stabilire l’intera dimensione della minaccia per
Kennedy. E in mezzo a tutto, è colpito da una morte
inaspettata e da un amaro tradimento da uno di quelli più vicini a
lui.
Part 7 “Soldier Boy” La fine è
vicina e Jake non è all’altezza del compito. Sadie si affretta
a raccogliere i pezzi, ma nessuno conosce la missione oltre a
Jake. Kennedy e l’assassino sono in rotta di collisione – ma
Jake ha cambiato le cose abbastanza in passato per alterare il
corso degli eventi? I giorni stanno contando alla rovescia
mentre si avvicina l’11.22.63.
Part 8 “The Day in Question
(Finale)” Il passato estrae ogni arma che deve impedire a Jake di
raggiungere Dealey Plaza in tempo per salvare Kennedy. Se
fallisce, potrebbe significare la morte per Jake o altri vicino a
lui – e se ci riesce, potrebbe creare un mondo in cui perde tutto
ciò che abbia mai conosciuto. Qual è il costo per fare la cosa
giusta
Curiosità sulla serie tv
Il 12 agosto 2011, prima
dell’uscita del romanzo, è stato annunciato che Jonathan Demme era
interessato a scrivere, produrre e dirigere un adattamento
cinematografico di 22/11/’63, con Stephen King in veste di
produttore esecutivo Tuttavia, nel dicembre 2012, Demme ha
annunciato di aver rinunciato al progetto, dopo varie discussioni
con King su cosa includere nella sceneggiatura.
Il 26 aprile 2013, la Bad Robot
Productions e la Warner Bros. Television entrano in trattative per
ottenere i diritti per adattare il romanzo come una serie o
miniserie televisiva. Le riprese sono cominciate nel giugno 2015 a
Hespeler, in Ontario, e sono terminate nell’autunno seguente. Il
primo trailer è stato diffuso il 19 novembre 2015.
Ben Affleck è il protagonista di Tornare
a Vincere, di David O’Connor,
disponibile in digitale a partire dal 23 aprile.
Jack Cunningham, ex fenomeno della
pallacanestro, si trova ad un passo dalla rovina, scatenata da una
drammatica perdita, annegando nell’alcolismo. Fino a quando non gli
viene offerta la possibilità di allenare la squadra di
pallacanestro.
Tornare a vincere,
il film di Gavin O’Connor con protagonista il
premio Oscar
Ben Affleck, a partire dal 23 aprile sarà disponibile per
l’acquisto e il noleggio in digitale (anche in 4K UHD) su Apple Tv,
Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation
Store, Microsoft Film & TV, e per il noleggio su Sky
Primafila, Infinity e VVVVID.
Nonostante l’arco narrativo di
Robert Downey Jr. nei panni di Iron Man all’interno del MCU
si sia ufficialmente concluso, gli ultimi 11 anni sono stati ricchi
di emozioni e di momenti indimenticabili per i fan dell’universo
condiviso, soprattutto per gli amanti del personaggio di Tony Stark in relazione alla trilogia a lui
dedicata.
I film della Marvel hanno spesso fatto i conti
con quantità elevate di personaggi e storyline, tanto da
esser stati costretti in più di un’occasione a sacrificare diversi
elementi per il raggiungimento di quello che dovrebbe essere
l’obiettivo di ogni film: la coerenza e la coesione della
narrazione. Di seguito ecco alcune cose che ogni film della
trilogia di Iron Man ha fatto certamente meglio
degli altri:
Iron Man
L’armatura
Grazie al primo film di Iron
Man, abbiamo visto come Tony si comporta quando è impegnato
nella creazione di una delle sue armature. Abbiamo infatti
assistito alla progettazione e alla realizzazione delle tute
Mk1, Mk2 e Mk3, con tanto di modellatura del metallo, del
colore e dell’interfaccia.
Successivamente, però, la Marvel
optò per un approccio diverso, lasciando in disparte
l’aggiornamento delle tecnologie dei vari costumi, e facendo
credere allo spettatore che lo stesso Tony se ne fosse occupato tra
un film e l’altro.
Il villain
Tutti i villain che abbiamo visto
nella trilogia di Iron Man erano mossi da un sentimento di vendetta
nei confronti del miliardario. Ad Obadiah Stane, in Iron
Man, non andava a genio che Tony avesse ripreso il controllo
delle Stark Industries; Justin Hammer, in
Iron Man 2, voleva dimostrare di aver finito di vivere
all’ombra di Tony in campo scientifico; Il Mandarino, in
Iron Man 3, è soltanto un personaggio fittizio ingaggiato
dal vero antagonista principale del film, ossia il folle scienziato
Aldrich Killian.
Rispetto ad altri film del MCU,
le motivazioni dei cattivi della trilogia di Iron Man possono
apparire meno profonde, ma la presenza di Obadiah Stane, un uomo
che conosceva Tony da quando era soltanto un ragazzino, aggiunge
certamente una connessione emotiva tra l’eroe e l’antagonista.
La trama
La storia di Tony
Stark che si trasforma in Iron Man, la presenza di Obadiah Stane,
l’evoluzione della relazione tra Tony e Pepper: questi e tantissimi
altri elementi rendono la rende di Iron Man più forte e decisamente
accattivante rispetto a quelle dei due capitoli
successivi.
Iron Man 2 ci ha mostrato un lato più debole della
personalità di Tony, alle prese con le drammatiche conseguenze del
reattore ad arco, che per grande parte del film si allontana dalla
classica figura dell’eroe. Iron Man 3 ha fin troppo pasticciato con le varie
storyline: il disturbo post-traumatico da stress, le dinamiche tra
Pepper e Aldridge Killian e, soprattutto, la ruolo del villain e la
sua caratterizzazione.
Iron Man 2
I collegamenti con il
MCU
In Iron Man abbiamo
assistito essenzialmente al viaggio del personaggio di Tony:
l’introduzione di qualsiasi altro membro degli Avengers o dello
SHIELD avrebbe finito per oscurare o mettere in secondo piano la
sua storyline. Le cose sono andate diversamente in
Iron Man 2, in cui abbiamo visto per la prima volta i
personaggi di Nick Fury e Black Widow.
Non sempre tutti i film del
MCU
hanno avuto conseguenze drastiche sulla trama più ampia
dell’universo condiviso, ma se dobbiamo guardare esclusivamente
alla trilogia di Iron Man, è innegabile quanto il secondo
capitolo sia quello che si colleghi meglio all’interno della
struttura narrativa più ampia del franchise.
Gli easter-egg
I riferimenti ai fumetti Marvel
originali sono disseminati in tutto il MCU
e alcuni di questi non sono ancora stati scoperti. Iron
Man si collega ai fumetti originali grazie alla scena del
casinò e all’armatura d’oro.
Iron Man 2 contiene riferimenti a Captain America, con il
suo scudo nel laboratorio di Tony Stark; una battuta che rimanda
direttamente al re-casting di Rhodey; la ventiquattore di Tony che
fa riferimento al fatto che il miliardario porti sempre con sé un
abito ben piegato in valigia. Per non parlare degli easter-egg
nella scena finale tra Nick Fury e Tony Stark, dove Wakanda può
essere intravista sugli schermi come uno dei luogo di interesse
dello SHIELD.
War Machine
Dopo che Terence Howard è stato
sostituito da
Don Cheadle nel ruolo di James Rhodes/War Machine in
Iron Man 2, i fan erano certamente
curiosi di vedere la sua interpretazione del personaggio. Sebbene
abbia trascorso parte del film ad agire come burattino nelle mani
di Ivan Vanko, abbiamo anche visto Iron Man e War Machine
combattere l’uno nell’armatura dell’altro, e anche fianco a fianco
nell’atto finale del film.
Per la maggior parte di
Iron Man 3, War Machine è stato impegnato a trovare il
potenziale nascondiglio del Mandarino, e lo abbiamo visto quasi
sempre con indosso la sua armatura (che lo stesso è stato costretto
dal governo a farsi riverniciare di rosso, bianco e blu). Ecco
perché quello in Iron
Man 2 resta l’utilizzo migliore che il
MCU abbia fatto del personaggio di War
Machine.
Iron Man 3
Il tono comico
Tony Stark (Robert
Downey Jr.) è noto per il suo attitude e per le sue
battute al vetriolo. Gran parte dei momenti comici nei primi due
film di Iron Man provenivano infatti dai dialoghi affidati
al personaggio. Con l’aggiunta del Mandarino in
Iron Man
3, anche se si tratta dell’iterazione che
forse ha deluso più di chiunque altra i fan della Marvel, è
innegabile quanto le risorse comiche dell’intera trilogia abbiano
raggiunto nuove vette.
Lo sviluppo del personaggio
Lo sviluppo narrativo del
personaggio di Tony è certamente più chiaro ed evidente quando lo
si guarda in riferimento all’intero suo percorso nel MCU,
da Iron Man ad
Avengers: Endgame. Tuttavia, la storyline del
disturbo post traumatico da stress aggiunta in
Iron Man 3 ha dato a Tony Stark la possibilità di
apparire agli occhi dello spettatore non più soltanto come l’eroe
che avevano conosciuto nei film precedenti: in Iron Man e
Iron
Man 2, Tony Stark era ancora l’arrogante, seppur amabile,
miliardario che è sempre stato…
La colonna sonora
Anche se gli AC/DC
sono stati un’ottima colonna sonora per la seconda avventura
cinematografica di Tony Stark, ascoltando solo la colonna sonora
dIron
Man 3 si ha davvero la sensazione di un assistere ad un
grande film d’azione. Le musiche del film sono state composte da da
Brian Tyler, che è davvero riuscito ad infondere alla storia una
personalità e anche un alto grado di emotività.
Tom
Holland è apparso su Jimmy Kimmel Live per
incontrare l’anchorman Jimmy Kimmel come ospite dell’edizione
casalinga da quarantena del suo talkshow. Durante il breve
collegamento, l’attore ha parlato della sua quarantena a Londra e
ha commentato anche il lavoro che stava svolgendo quando è scattato
il lockdown.
In merito alle riprese di
Spider-Man 3 e all’eventuale
posticipazione del lavoro sul suo terzo film da arrampica muri,
l’attore ha dichiarato: “Non ne sono troppo sicuro. Ero a
Berlino, a girare un film intitolato Uncharted
con Mark Wahlberg. Eravamo tutti pronti per partire, siamo andati
al set per il primo giorno di riprese, poi c’è stato il lockdown e
siamo stati rimandati a casa. Quindi, non so ora se riprenderemo a
girare prima quel film e poi Spider-Man 3 o il contrario. Ma non lo
so. Ma entrambi i film saranno realizzati e sono entrambi molto
forti e le sceneggiature sono fantastiche, quindi qualunque cosa
accada, i film si faranno prima o poi. Ma sono pronto a
interpretare entrambi i ruoli. Voglio dire, ho interpretato
abbastanza tempo Spider-Man per poterlo fare ancora, potrei
interpretarlo già domani, è tutto pronto.”
Holland appare dunque decisamente
ottimista in merito al film, resta però da vedere in che modo il
mondo reagirà alla fase successiva al lockdown e alla riapertura
dei mercati e delle produzioni.
Da quando è impegnato nella
produzione di Venom
2 (attualmente sospesa a causa della pandemia di
Covid-19), Tom
Hardy ha fatto molto parlare di sé a causa di
alcune foto postate attraverso il suo account Instagram e poco dopo
cancellate perché considerate “spoilerose”.
Nelle ultime ore,
in seguito all’annuncio del titolo ufficiale del film
(Venom: Let There Be Carnage) e alla
nuova data di uscita, l’attore sembra essere caduto nuovamente in
errore (volontario o no, non lo sapremo mai!). In una storia
diffusa via IG, infatti, Tom
Hardy ha condiviso un’immagine in cui è possibile
vedere il simbionte scontrarsi contro Spider-Man:
la storia è stata cancellata dopo pochi minuti, ma naturalmente è
stata subito salvata, facendo il giro del web (come portato
all’attenzione da
Screen Rant).
La domanda sorge dunque spontanea:
perché Hardy ha postato quella storia? E perché ha dovuto (o
voluto) eliminarla? Nel film diretto da Andy
Serkis vedremo davvero l’Uomo Ragno?
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom
2assisteremo allo scontro tra il simbionte
e Cletus Kasady, aka Carnage, uno
degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast
del sequel anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo
dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
Arriva da
Deadline la notizia che Anthony McCarten,
sceneggiatore e produttore di Bohemian
Rhapsoy, il biopic con
Rami Malek nei panni di Freddie Mercury, è al lavoro su un
nuovo film biografico, dedicato ad un’altra icona della musica
mondiale, Whitney Houston, tragicamente scomparsa
nel 2012 all’età di 48 anni.
Il biopic si intitolerà
I Wanna Dance with Somebody, in onore
della celebre hit della cantate datata 1987, e sarà diretto da
Stella Meghie, regista di The Photograph
con Issa Rae e Lakeith Stanfield. Gli eredi della cantante, la
società Primary Wave e Clive Davis (il celebre
produttore che scoprì la Houston) collaboreranno attivamente al
biopic.
Il coinvolgimento della Houston
Estate permetterà al film di poter utilizzare le canzoni originale
della cantante: il film, dunque, impiegherà i più grandi successi
che hanno contribuito a rendere la Houston una delle più amate
interpreti a livelli mondiale, come Saving All My Love for You,
Greatest Love of All e I Will Always Love
You.
A proposito del biopic,
Clive Davis ha dichiarato: “In base alla mia
esperienza personale e professionale con Whitney, dalla sua
adolescenza fino alla sua tragica e prematura scomparsa, so per
certo che la sua storia non è ancora stata raccontata per intero.
Sono davvero felice che Anthony McCarten si sia impegnato per
realizzare una sceneggiatura senza alcun tipo di preclusione,
musicalmente ricca, che rivela finalmente la vera Whitney,
un’artista la cui voce ha profondamente influenzato il mondo,
mentre lei stessa combatteva contro quei demoni che sarebbero stati
poi la sua rovina.”
Whitney Houston è
stata una delle donne di maggior successo discografico, la quarta
donna per numero di vendite negli Stati Uniti, con circa 55 milioni
di dischi certificati dalla RIAA. Le sue vendite complessive di album e singoli
sono di 200 milioni di copie. Tra gli altri record, detiene anche il primo
posto nella classifica degli artisti di colore di maggior successo
insieme a Michael Jackson, e nel 2006
il Guinness dei Primati l’ha dichiarata “l’artista
più premiata e famosa di tutti i tempi”.
Il concept artist
Adam Brockbank ha recentemente condiviso un suo
concept per
Star Wars: L’Ascesa di Skywalkerin cui
possiamo dare uno sguardo alla primissima proposta per il look di
Dark Rey, la versione Oscura dell’eroina che abbiamo brevemente
visto nell’ultimo film della saga degli Skywalker.
Lucasfilm e
il regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto
da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J.
Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
In una recente intervista con
Digital Spy in
occasione della promozione del suo debutto alla regia, il film
Tyler
Rake con
Chris Hemsworth, Sam Hargrave ha parlato del
suo lavoro in qualità di coordinatore degli stuntman sul set di
Avengers:
Endgame, il cinecomic campione d’incasssi di
Anthony e Joe Russo uscito
nelle nostre sale lo scorso anno.
In occasione della sequenza di
Avengers:
Endgame in cui Cap combatte contro se
stesso, però, Sam Hargrave ha rivelato di
aver avuto la possibilità di indossare nuovamente il costume
dell’eroe e di combattere contro suo fratello Daniel:
“Ecco il motivo per cui sono
tornato ad indossare quel costume, così da poterne parlare un
giorno. La Marvel è stata fantastica da questo
punto di vista, e anche se c’è stato tantissimo lavoro in digitale,
ovviamente per quanto riguarda i volti, sappiate che i fratelli
Hargrave ci hanno dato dentro sul set di Endgame. Ed è per questo
che l’ho fatto, perché tutto ciò vivrà comunque per sempre. Potrete
dire ai vostri figli, ai vostri nipoti, che eravamo io e mio
fratello a combattere davvero in quel film.”
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso
dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che
con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.