Simon Kinberg, storico produttore della saga
di X-Men e
regista di X-Men:
Dark Phoenix, ha confermato un sorprendente dettaglio
a proposito della backstory di Mystica in X-Men: Giorni di un futuro passato. Il film,
uscito nel 2014, ha cercato di sistemare la turbolenta timeline del
franchise, provando a risolvere quei conflitti temporali esistenti
tra X-Men: L’inizio e la trilogia originale di
X-Men. Nel film di Matthew Vaughn del 2011 abbiamo visto nuovi
attori nei panni di Charles Xavier, Magneto e Mystica: l’obiettivo
era quello di raccontare l’origine dei celebri mutanti, attraverso
una storia ambientata principalmente negli anni ’60.
Nei primi tre film della saga di
X-Men, il
ruolo di Mystica è stato interpretato da Rebecca
Romijn, apparsa in qualità di villain secondario al fianco
del Magneto di Ian McKellen. In X-Men: L’inizio abbiamo conosciuto una nuova
versione del personaggio, Raven, una giovane mutaforma che Charles
Xavier incontra nella sua cucina, facendoci credere che i suoi
genitori l’avessero abbandonata. Il giovane Xavier invita Raven a
diventare un membro della sua famiglia e i due crescono come
fossero fratelli. La versione adulta di Raven, ossia Mystica, è
interpretata nel film da Jennifer Lawrence, che è tornata nei panni del
personaggio anche in Giorni di un futuro passato,
Apocalisse e Dark Phoenix.
Come già accaduto con la Mystica di
Romijn, anche l’incarnazione di Lawrence è in qualche modo un
mistero: non sappiamo esattamente come sia (a causa della sua
capacità di cambiare continuamente aspetto) né sappiamo chi sono i
suoi genitori. Durante una recente intervista con IGN, Simon Kinberg, che ha contribuito alla
sceneggiatura di X-Men: Giorni di un futuro passato, ha svelato
un nuovo easter egg: nella scena del film in cui Mystica si
introduce nella Industrie Trask, la vediamo sfogliare alcuni file
relativi alle schede di alcuni mutanti deceduti e apparsi in
X-Men: L’inizio. Una di queste schede
riguarda Azazel. A tal proposito, Kinberg ha rivelato che si tratta
del padre di Mystica, soltanto che lei non l’hai mai saputo.
Simon Kinberg ha svelato un dettaglio inedito relativo alle
origini del personaggio di Mystica nella saga di X-Men
In X-Men: L’inizio, Azazel è interpretato da
Jason Flemyng. Nel film è in grado di
teletrasportarsi: quando utilizza questo suo potere, lascia
nell’aria una scia fumosa rossa scottante. Nel film viene descritto
come uno dei membri del Club infernale di Sebastian Shaw.
In X-Men – Giorni di un futuro passato viene
citato da Magneto quando nomina i mutanti che sono stati catturati
dalle Industrie Trask per essere uccisi ed esaminati.
X-Men è una
serie di film basati sugli omonimi
supereroi dei fumetti Marvel Comics. Prodotta da Lauren Shuler
Donner per la 20th Century Fox la serie è cominciata
con X-Men (2000), diretto da Bryan Singer.
La serie degli X-Men, composta per il momento da dodici film, è il
tredicesimo franchise più redditizio della storia con un
incasso di oltre 5 miliardi di dollari.
Con diversi titoli all’attivo tanto
per il cinema quanto per la televisione, l’attrice Vinessa
Shaw ha negli anni conquistato una discreta notorietà,
recitando per importanti registi e accanto a celebri interpreti.
Ancora alla ricerca di un progetto che possa valorizzarla come
protagonista, la Shaw è intanto attesa in futuri progetti che
possano riconfermarne la popolarità.
Ecco 10 cose che non sai su
Vinessa Shaw.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Vinessa Shaw: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema con un ruolo
nel film Hocus Pocus (1993), con Sarah Jessica
Parker. In seguito recita nei film Eyes Wide
Shut (1999), con Tom
Cruise, Fatti, strafatti e strafighe (2000),
40 giorni & 40 notti (2002), Le colline hanno gli
occhi (2006), Quel treno per Yuma (2007), con
Christian Bale, Two Lovers (2008),
con Joaquin
Phoenix,Puncture (2011), Qualcosa di
straordinario (2012), Effetti
collaterali (2013), di Steven
Soderbergh, Cold in July
(2014) e Clinical (2017). Tornerà al cinema con il film di
carattere sportivo intitolato 12 Mighty Orphans.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Il debutto sul piccolo schermo
avviene nel 1991, con il film Il lungo viaggio verso casa.
Successivamente la Shaw appare in alcuni episodi di serie come
Great Scott! (1992), La signora in giallo (1994)
e New York Undercover (1995). Negli anni seguenti recita
invece per i film The ’70s (2000) e Fathers and
Sons (2005). Prende parte ad una puntata della serie Dr.
House (2010), con Hugh
Laurie, e poi con ruoli di maggior rilievo alle serie
Vegas (2012-2013) e Ray Donovan (2014).
Vinessa Shaw è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un profilo verificato, seguito da 36,6 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, curiosità dai set a cui prende parte
o ancora foto promozionali dei suoi progetti cinematografici e
televisivi.
Vinessa Shaw: chi è suo marito
7. È sposata e ha un
figlio. Nel 2007 l’attrice rivelò di frequentarsi con lo
scenografo Kristopher Gifford. I due si sono poi
fidanzati ufficialmente l’anno seguente, per arrivare al matrimonio
soltanto nel 2017. Tramite un post sul suo profilo Instagram,
l’attrice ha poi rivelato di essere in attesa del primo figlio,
nato poi nel febbraio del 2018.
Vinessa Shaw in Hocus Pocus
6. Ha avuto un ruolo di
rilievo nel film fantasy. In Hocus Pocus,
l’allora diciassettenne Shaw interpretava il ruolo di Allison, che
insieme ad altri due ragazzi si intrufolano nella casa delle
streghe vissute lì oltre trecento anni prima. Saranno proprio loro
a riportarle in vita, dando così origine alle loro avventure per
cercare di fermarle una volta per tutte.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Vinessa Shaw in Eyes Wide Shut
5. Ha interpretato un noto
personaggio. Nell’ultimo film realizzato da Stanley
Kubrick, l’attrice ha ricoperto il ruolo della giovane
prostituta Domino. Parlando dell’esperienza, la Shaw ha ricordato
come questo sia stato il film che ha cambiato la sua carriera. Fino
a quel momento era infatti nota soltanto per film per ragazzi,
mentre con il film di Kubrick entrava a far parte anche del cinema
per adulti.
4. Ha preso parte al set per
più tempo del previsto. Secondo il calendario originale le
riprese che coinvolgevano l’attrice, la quale compare in un’unica
scena, avrebbero dovuto svolgersi in sole due settimane. Per via
del noto perfezionismo di Kubrick, tuttavia, l’attrice fu costretta
a rimanere sul set per circa due mesi, finché il regista non fosse
stato soddisfatto del girato.
Vinessa Shaw in Le colline hanno
gli occhi
3. Era contraria a
partecipare al film. L’attrice, che nel film interpreta
Lynn, si è dichiarata inizialmente restia all’idea di partecipare
al progetto. La natura horror del film la spaventava, e fino a quel
momento non aveva mai recitato in un film simile. Si convinse ad
accettare il ruolo solo dopo aver incontrato personalmente il
regista, il quale le illustrò il progetto nei minimi dettagli.
2. Era una dei figli dei
protagonisti. Il personaggio da lei ricoperto, Lynn, era
la figlia adulta della coppia che, per festeggiare le nozze
d’argento compiono un viaggio dall’Ohio alla California. Sul loro
cammino, tuttavia, si imbatteranno in alcuni mutanti, che
sorvegliano le colline della zona. Questi, si riveleranno
tutt’altro che pacifici, costringendo la famiglia a vivere vere e
proprie atrocità.
Vinessa Shaw: età e altezza
1. Vinessa Shaw è nata a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, il 19 luglio 1976.
L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.
Più volte affermatosi come uno dei
migliori interpreti del panorama italiano, Roberto
Herlitzka ha costruito la propria carriera alternandosi
tra cinema, teatro e televisione. È stato protagonista di alcuni
tra i più noti lungometraggi degli ultimi decenni, distinguendosi
sempre per i suoi ruoli carichi di carisma e sfumature.
Ecco 10 cose che non sai di
Roberto Herlitzka.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Roberto Herlitzka: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1973 con il
film La villeggiatura, per poi distinguersi negli anni
grazie ad alcuni celebri titoli come Pasqualino
Settebellezze (1975), Oci ciornie (1987), In nome
del popolo sovrano (1990), Il sogno della farfalla
(1994), È più facile per un cammello… (2003), di Valeria Bruni
Tedeschi, e Buongiorno, notte (2003). Negli
anni seguenti è poi apparso in Viva
Zapatero! (2005), I demoni di San
Pietroburgo (2007), La scomparsa di
Patò (2010), con NeriMarcorè, Bella
addormentata (2012), Il rosso e il
blu (2012), La grande
bellezza (2013), con Toni
Servillo, Sangue del mio
sangue (2015), Fai bei
sogni (2016), Loro 1 e
Loro 2
(2018), Notti magiche
(2018) e Lontano
lontano (2019).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. In anni recenti, l’attore si è reso
popolare sul piccolo schermo per aver recitato in alcuni episodi
della serie Boris (2007), con Pietro
Sermonti, per poi prendere parte ai film Mannaggia
alla miseria (2010), Il segreto dell’acqua (2011) e
Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua (2016). Ha poi
partecipato alle serie 1993 (2017), con Stefano
Accorsi, Il nome della rosa (2019) e Il
processo (2019).
8. Ha ottenuto prestigiosi
riconoscimenti. Per il suo ritratto di Aldo Moro nel film
Buongiorno, notte, l’attore ha ricevuto alcuni tra i più
importanti riconoscimenti della sua carriera cinematografica. Ha
infatti vinto come miglior attore non protagonista ai David di
Donatello, e come miglior attore protagonista ai Nastri d’Argento.
Gli è poi stato conferito il Premio Pasinetti al miglior attore
alla Mostra del Cinema di Venezia.
Roberto Herlitzka è stato anche
doppiatore
7. Ha doppiato un noto
personaggio cinematografico. Nel corso della sua carriera,
Herlitzka ha in alcune occasioni ricoperto anche il ruolo di
doppiatore. La più celebre di queste è stata per il film Shining, con
Jack
Nicholson, dove ha prestato la voce al personaggio del
barista Lloyd, colui che instrada Jack Torrance nella missione di
uccidere la moglie e il figlio.
Roberto Herlitzka in La grande
bellezza
6. Ha avuto un ruolo nel
film vincitore dell’Oscar. In La grande bellezza,
l’attore ha dato vita ad un cardinale apparentemente poco incline
alla spiritualità ma ossessionato dalla cucina. Herlitzka ha
raccontato che sul set non ha ricevuto molte indicazioni dal
regista, dovendo pertanto lavorare da sé nella costruzione del
personaggio, ispirato ad alcune figure oggi riscontrabili in
televisione.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Roberto Herlitzka a teatro
5. È noto per i suoi
spettacoli teatrali. Per il teatro, Herlitzka ha recitato
in alcune tra le opere più celebri di tutti i tempi, come Don
Giovanni (1966), Otello (1975), Sogno di una
notte di mezza estate (1982), Zio Vanja (1990),
Re Lear (2004) e Don Chisciotte (2010). Nel corso
della sua carriera, ha collaborato con alcuni tra i principali
registi teatrali italiani, come Orazio Costa, Gabriele Lavia, Luca
Ronconi e Luigi Squarzina.
4. Ha vinto premi
particolarmente importanti. Considerato uno dei maggiori
interpreti teatrali ancora oggi in attività, Herlitzka è stato
onorato con il prestigioso premio Ubu al miglior attore per le
stagioni 2002-2003 e 2003-2004. Tra gli altri importanti
riconoscimenti, si annovera anche il Premio Gassman al miglior
attore.
Roberto Herlitzka in Boris
3. Ha recitato nella nota
serie comedy. Herlitzka è apparso rispettivamente negli
episodi 2, 13 e 14 della prima stagione dell’acclamata serie
Boris. Qui ha dato vita al personaggio di Orlando
Serpentieri, attore teatrale di elevato valore artistico costretto
a recitare nella fiction Gli occhi del cuore per esigenze
economiche. Data la sua bravura, però, gli verrà più volte chiesto
di adottare una recitazione approssimativa per non rendere evidente
la differenza tra sé e il resto del cast.
Roberto Herlitzka e la poesia
2. Ha recitato alcune
celebri poesie italiane. Per la serie Poesie in
musica, l’attore si è cimentato nella lettura di alcune tra le
più famose poesie della letteratura italiana. Tra queste vi sono
La pioggia nel pineto, di Gabriele d’Annunzio, Alla
sera, di Ugo Foscolo e Le ricordanze di Giacomo
Leopardi. Molte di queste si possono ritrovare in forma integrale
sulla piattaforma YouTube.
Roberto Herlitzka: età e
altezza
1. Roberto Herlitzka è nato
a Torino, Italia, il 2 ottobre 1937. L’attore è alto
complessivamente 178 centimetri.
Lo scorso anno, il premio Oscar
J.K.
Simmons ha letteralmente scioccato i fan quando è
tornato nei panni di J. Jonah Jameson nella scena durante i titoli
di coda di
Spider-Man: Far From Home. Adesso, in occasione del
press tour della serie Defending Jacob, l’attore ha
confermato che probabilmente ritroveremo ancora il direttore del
Daily Bugle, dal momento che lo Spider-Verse della
Sony è destinato ad espandersi sempre di più…
Simmons ha discusso del suo
eventuale ritorno nel sequel di Far From Home, l’atteso
Spider-Man 3 (ancora senza un titolo ufficiale),
durante un recente podcast di EW. L’attore ha svelato di
aver firmato un contratto per apparire in “diversi” sequel di
Spider-Man (probabilmente i film ambientati nel MCU), ma che ciò non significa che
lo studio è necessariamente obbligato ad usare il suo personaggio
nei futuri film ambientati nell’universo dell’Uomo Ragno.
Considerando la maniera positiva in
cui il cameo di J. Jonah Jameson è stato accolto dal pubblico, è
difficile immaginare che la Sony e i Marvel Studios decidano di non riportare il
personaggio sul grande schermo, soprattutto ora che la vera
identità di Peter Parker (Tom
Holland), alla fine di Far
From Home, è stata rivelata al mondo intero. Da parte sua,
Simmons ha spiegato che sarebbe grato se avesse l’opportunità di
interpretare ancora Jameson.
J.K. Simmons rivela di aver firmato
per apparire in diversi sequel di Spider-Man
Ricordiamo che J.K.
Simmons è apparso per la prima volta nei panni di J.
Jonah Jameson nella trilogia di Spider-Man diretta da Sam Raimi. L’attore ha ricordato che la Sony,
all’inizio, non era pienamente convinta di affidargli la parte:
“Tutti i produttori e le persone che lavorano alla Sony
dovevano essere convinti, perché naturalmente c’erano molti più
attori di alto profilo a cui avevano pensato e che avrebbero
certamente aiutato al botteghino. È stato molto
snervante.”
Spider-Man
3 vedrà ancora una volta riuniti Tom
Holland e il regista Jon
Watts, che aveva già
direttoSpider-Man:
Homecoming del 2017 e Spider-Man:
Far From Home dello scorso anno. Le riprese del
film sarebbero dovute partire quest’estate, ma a causa della
pandemia di Covid-19 sono state momentaneamente sospese. L’uscita
in sala è fissata per il 5 novembre 2021.
Distintasi per i suoi ruoli in film
e serie d’azione, Alexa Davalos è oggi popolare
grazie a L’uomo nell’alto castello, titolo Amazon di
grande richiamo. Benché la sua filmografia si componga ancora di
pochi, ma significativi, titoli, l’attrice ha saputo trarre il
massimo da questi, guadagnandone in popolarità e apprezzamenti.
Ecco 10 cose che non sai di
Alexa Davalos.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Alexa Davalos: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi d’azione. L’attrice debutta al cinema con il
film The Chronicles of
Riddick (2004), dove recita nel ruolo di Kyra accanto
all’attore Vin
Diesel. Successivamente fa parte del cast dei film
Feast of Love (2007), l’horror The Mist (2007) e
Defiance – I giorni del coraggio (2008), con Daniel
Craig e Liev
Schreiber. Nel 2010 è invece Andromeda per Scontro
tra titani, con l’attore Sam
Worthington.
9. È nota per i ruoli
televisivi. Attiva anche in televisione, la Davalos è
inizialmente comparsa in alcuni episodi della serie Angel
(2002-2003), per poi ottenere maggior rilievo in Reunion
(2005-2006). Nel 2013 ha invece recitato nel noir Mob
City, accanto all’attore Milo
Ventimiglia. Viene poi scelta per ricoprire il ruolo
di Juliana Crain nella serie L’uomo nell’alto
castello (2015-2019), dove ha recitato accanto all’attore
Rufus
Sewell. Nel 2019 ha poi recitato in alcuni episodi di
The Punisher.
Alexa Davalos è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 84,7 mila persone. All’interno
di questo, è solita condividere foto legate alla propria
quotidianità, dai luoghi visitati a più piccoli particolari.
Appassionata di fotografia, la Davalos si diletta infatti nel
trovare i giusti soggetti, per darvi un tocco di artisticità.
Alexa Davalos: chi è suo
marito
7. Ha sposato un suo
collega. Partecipando alla serie The Pusher, la
Davalos conosce l’attore Josh Stewart, che lì
recita nel ruolo di John Pilgrim. I due intraprendono in breve
tempo una relazione che culmina nel matrimonio, avvenuto nel maggio
del 2019.
6. Sono soliti condividere
loro foto sui social network. La coppia è piuttosto
riservata circa la loro vita privata, ma questo non gli impedisce
di condividere alcune loro foto sui rispettivi profili di
Instagram. In questi si possono infatti ritrovare diverse loro
foto, scattate durante viaggi di piacere o altri generici momenti
di svago.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Alexa Davalos è Andromeda
5. Ha interpretato la
celebre principessa. Nel film di carattere mitologico
Scontro tra titani, la Davalos dà vita alla principessa
Andromeda di Argo. Questa, anche secondo la leggenda, paga la
superbia della madre venendo richiesta come sacrificio per placare
l’ira degli dei. Offerta al terribile mostro marino Kraken, verrà
infine salvata dal valoro eroe Perseo.
Alexa Davalos in The Chronicles of
Riddick
4. Si è ispirata ad una nota
cantante per il suo look. Nel film, l’attrice dà vita
all’assassina Kyra, che aiuterà il protagonista nella sua missione.
Per dar vita al personaggio, la Davalos ha affermato di essersi
ispirata alla cantante Amy Lee, del gruppo goth rock Evanecense.
Questa è infatti stata il principale riferimento per la
realizzazione del look di Kyra.
3. Ha sostituito un’altra
attrice.The Chronicles of Riddick è il secondo
dei film dedicati a questo personaggio. Nel primo, intitolato
Pitch Black, il personaggio di Kyra si chiamava Jack, ed
era interpretato da un’altra attrice. Per il sequel, tuttavia, i
produttori preferirono cambiare la natura del personaggio,
decidendo anche di assegnarlo ad un’altra attrice. A vincere la
parte fu infine la Davalos.
Alexa Davalos in The Punisher
2. Ha recitato in due
episodi della serie. Nei primi due episodi della seconda
stagione della serie MarvelThe Punisher,
l’attrice è comparsa interpretando il ruolo di Beth Quinn. Questa è
la barista del locale Lola’s Roadhouse, che entrata in contatto con
Frank Castle, e scoperta la sua vera identità, vedrà la sua vita
completamente rivoluzionarsi, correndo diversi rischi.
Alexa Davalos: età e altezza
1. Alexa Davalos è nata a
Parigi, in Francia, il 28 maggio 1982. L’attrice è alta
complessivamente 173 centimetri.
Acclamato film del regista Clint
Eastwood, American Sniper fa parte di quelle
opere da lui dirette incentrate sulle nuove figure eroiche degli
odierni Stati Uniti. Basato su una storia vera, il film ha ottenuto
importanti riconoscimenti tanto da parte della critica quanto da
parte del pubblico, e ha dato nuovamente prova delle abilità
registiche di Eastwood anche per quanto riguarda il genere del war
movie.
Ecco 10 cose che non sai su
American Sniper.
American Sniper: la trama del
film
10. Narra la storia di un
celebre cecchino. Il film è basato sulla vita di Chris
Kyle, divenuto noto per essere stato uno dei più letali cecchini di
guerra durante il conflitto in Iraq conseguente all’attacco dell’11
settembre 2001. La sua vita si divide tra le missioni in terra
straniera e i periodi di riposo a casa, in compagnia della moglie
Taya e dei figli. Abituatosi all’ambiente di guerra, Kyle finirà
però per sviluppare una difficoltà nel reinserirsi nella
società.
American Sniper è tratto da un
libro
9. È la trasposizione di
un’autobiografica. Il lungometraggio di Eastwood si è
basato sul libro American Sniper, autobiografia di Kyle
pubblicata nel 2012, dove si ripercorre la sua carriera da
cecchino, con all’attivo oltre 255 guerriglieri iracheni uccisi.
Con più di 1,2 milioni di copie vendute, il libro è divenuto un
vero e proprio best seller, permettendo alla storia del suo autore
di diventare estremamente nota negli Stati Uniti.
American Sniper è in streaming
8. È presente su diverse
piattaforme online. Per chi desidera vedere o rivedere il
film, sarà possibile farlo affidandosi ad alcune tra le principali
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Tra queste si
annoverano Rakuten TV, Chili, Infinity, Tim Vision
e Amazon Prime. In base a quale di questa si
sceglierà di utilizzare, per vederlo basterà sottoscrivere un
abbonamento o noleggiare il singolo film.
American Sniper è anche su
Netflix
7. È nel catalogo della
celebre piattaforma. Attualmente, il film diretto da
Eastwood è presente anche sulla piattaforma di Netflix. Se si possiede un abbonamento a questa, sarà
possibile vedere il film senza nessun costo aggiuntivo, potendo
anche scegliere se guardarlo in lingua originale o con il
doppiaggio italiano.
American Sniper: le recensioni al
film
6. Ha ricevuto critiche
generalmente positive. Acclamato come uno dei migliori
film di Eastwood degli ultimi anni, il film è stato accolto in modo
generalmente positivo dalla critica. Sul sito Rotten Tomatoes,
aggregatore di recensioni, questi ha un punteggio complessivo pari
al 72%, mentre su Metacritics vanta una media di giudizi positivi
pari a 8.3 su 10.
American Sniper: il cast del
film
5. Bradley Cooper si è
sottoposto ad un duro allenamento. Per poter dar vita a
Chris Kyle nel film, BradleyCooper dovette guadagnare circa 20 chili di
muscoli. Per riuscirvi, si sottopose ad una dieta di circa seimila
calorie al giorno, in aggiunta ad allenamenti fisici quotidiani di
circa quattro ore. In aggiunta a ciò, Cooper ha dovuto allenare
anche il proprio accento, affinché potesse somigliare a quello del
vero soldato.
4. Cooper ha avuto modo di
parlare con il vero Kyle. In seguito alla decisione di
ricoprire il ruolo di protagonista, Cooper ebbe modo di avere una
breve conversazione telefonica con il vero Kyle. Questa avvenne
poche settimane prima della sua tragica morte, e non potendo più
basarsi sul suo aiuto nell’interpretazione, Cooper fece di tutto
per tenerne alta la memoria.
3. Sienna Miller ha
interpretato la moglie del protagonista. In American
Sniper, l’attrice Sienna
Miller ha interpretato il ruolo di Taya Kyle, moglie
di questi. Per essere certa di rendere giustizia alla vera Kyle,
l’attrice l’ha voluta incontrare in diverse occasioni, studiandola
nel suo modo di parlare e comportarsi, ma anche ascoltando il suo
punto di vista sulla storia del marito.
American Sniper: il finale del
film
[ALLERTA
SPOILER]
2.Kyle è
stato vittima di un incidente. Dopo essere tornato a casa
da eroe di guerra, Kyle cerca di reintegrarsi nella società,
riprendendo i rapporti con la propria famiglia e aiutando reduci
come lui a superare i loro traumi. Sarà proprio uno di questi che,
in circostanze mai del tutto chiarite, finirà per ucciderlo durante
un esercitazione di tiro con il fucile.
1. Il film si conclude con i
suoi funerali. A chiudere il film sono le vere immagini
del funerale di Kyle. Si tratta di filmati di repertorio dove un
lungo corteo scorta la bara attraverso la città in cui risiedeva. A
colpire sono in particolare le numerose persone accorse per
rendergli omaggio, sventolando in sua memoria la bandiera degli
Stati Uniti che Kyle ha contribuito a difendere.
Diretto dal premio Oscar
Steven Spielberg, il film
Il ponte delle
spie ripercorre una delle più note vicende
facenti parte della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione
Sovietica. Scritto dai fratelli Joel ed
Ethan Coen insieme a Matt
Charman, il film è un intenso thriller di spionaggio che
si avvale della presenza del celebre Tom
Hanks e dell’allora semi sconosciuto Mark
Rylance, i quali furono entrambi acclamati per le loro
interpretazioni di alto livello.
10. Si basa su una storia
vera. Nell’America della guerra fredda, l’avvocato James
Donovan viene assegnato alla difesa della spia russa Rudol’f Abel’,
catturata sul suolo statunitense. Dopo aver instaurato un buon
rapporto con questi, Donovan si batte affinché gli venga evitata la
pena di morte, suggerendo invece di usare la spia per richiedere lo
scambio con un pilota ed uno studente americani catturati dai
sovietici a Berlino. Lo scambio dovrà avvenire sul ponte di
Glienicke, soprannominato “il ponte delle spie”.
Il ponte delle spie: il cast del
film
9. Tom Hanks ha accettato
il ruolo senza leggere la sceneggiatura. Lieto di poter
tornare a collaborare con Spielberg, l’attore firmò per un ruolo
nel film senza neanche voler leggere la sceneggiatura. Prima di
farlo, Hanks non sapeva nulla della storia di Donovan, e quando ne
scoprì le vicende ne rimase affascinato a tal punto da considerare
il film una delle cose più entusiasmanti della sua carriera.
8. Mark Rylance venne
scoperto mentre recitava a teatro. Benché pressoché
sconosciuto al cinema, Rylance era una leggenda per il teatro
inglese. Spielberg rimase impressionato da lui dopo averlo visto
recitare nello spettacolo Twelfth Night, per il quale poi
l’attore vinse il premio Tony.
7. Hanks è stata la prima
scelta per il ruolo. Per dar vita all’avvocato Donovan,
personalità mite e del tutto ordinaria, la prima scelta fu da
subito l’attore
Tom Hanks. Secondo il regista e la casting director,
questi era infatti la persona più idonea per rendere credibile il
personaggio di un “everyman” come Donovan.
6. Rylance ha dovuto
svolgere molte ricerche. Della spia russa Rudol’f Abel’
quasi non esistono fotografie o interviste. Molto poco, infatti, si
sa di lui al di là del processo che lo ha visto protagonista. Per
potersi calare nel ruolo, Rylance ha perciò dovuto condurre
ricerche particolarmente approfondite, arrivando infine a trovare
una propria idea del personaggio e del suo modo di fare.
Il ponte delle spie: i premi
vinti
5. Ha vinto premi in tutto
il mondo. Acclamato come uno dei migliori film del 2015,
Il ponte delle spie ha ricevuto nomination e premi da
parte di diverse istituzioni come gli Oscar, i Bafta e i Critic’s
Choice Awards . In particolare, ad aver ottenuto il maggior numero
di riconoscimenti è stato Rylance, che per il suo ritratto della
spia russa si è aggiudicato l’Oscar al miglior attore non
protagonista.
Il ponte delle spie: dove vederlo
in streaming
4. È presente sulle
principali piattaforme. Per chi desidera vedere o rivedere
il film, è possibile farlo affidandosi ad alcune tra più ricche
piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano
infatti Chili, Rakuten TV e Infinity. In base a quale di queste si
sceglie, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film per poterlo rivedere in tranquillità.
Il ponte delle spie: la storia
vera
3. Spielberg voleva che il
film fosse il più realistico possibile. Grande
appassionato di storia, Spielberg si è più volte cimentato con
eventi realmente accaduti nel corso della sua carriera. Per
realizzare Il ponte delle spie, condusse approfondite
ricerche con ogni reparto del film, affinché ogni aspetto potesse
risultare il più fedele possibile.
2. Vi sono alcune
inesattezze. Nonostante la volontà del regista affinché
l’opera fosse il più fedele possibile alla storia vera, vi sono
alcune scene che sono state riadattate per la finzione
cinematografica. Una di queste è quella dove l’avvocato Donovan
vede sparare a dei giovani che tentavano di scavalcare il muro di
Berlino. Ciò, nella realtà, non avvenne mai.
Il ponte delle spie: le frasi
migliori del film
1. Ci sono frasi diventate
celebri. Scritto anche dai fratelli Coen, il film contiene
molta della loro pungente ironia, ma vi è racchiusa anche molta
della poetica che da sempre Spielberg tramanda con i propri film.
Ecco allora alcune delle frasi più celebri.
– “Ogni uomo merita una difesa,
ogni uomo è importante” (James Donovan)
– “Qual è la mossa successiva
se non si sa quale sia il gioco?” (Rudol’f Abel’)
– “Lei non si preoccupa mai?” –
“Servirebbe?” (James Donovan e Rudol’f Abel’
– Lei mi ricorda
un uomo per cui non provavo per niente ammirazione. Veniva sempre a
casa dei miei genitori e mio padre diceva sempre di guardarlo ma io
non lo guardavo mai. Un giorno vennero a casa alcune guardie
partigiane di confine e presero a botte mio padre e mia madre e
anche quel signore lì. Io lo guardavo, quei due uomini gli diedero
un pugno, ma lui si rialzò. Un calcio, ma si rialzò. Allora le
guardie sorprese lo lasciarono vivere e dissero una frase in russo
che tradotto significava “uomo tutto di un pezzo”.(Rudol’f Abel’)
Eletto come il più celebre e
apprezzato interprete del personaggio di James
Bond, Sean Connery vanta una carriera ricca di
successi grazie ai quali ha potuto continuamente riaffermare il
proprio status all’interno dell’industria cinematografica. Dotato
di un carisma ed uno charme inimitabili, Connery continua ancora
oggi, nonostante il suo ritiro dalla recitazione, ad essere una
vera e propria icona del cinema e della cultura in senso lato.
Ecco 10 cose che non sai di
Sean Connery.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Sean Connery: i suoi film
10. È il più celebre
interprete dell’agente 007. Nel 1962 la carriera
dell’attore vive una vera e propria svolta nel momento in cui viene
scelto per essere l’interprete di James Bond al cinema.
Connery fu il primo a ricoprire il ruolo, con il film Agente
007 – Licenza di uccidere. In seguito, riprese il ruolo anche
per i sequel A 007, dalla Russia con amore (1963),
Agente 007 – Missione Goldfinger (1964), Agente 007 –
Thunderball (1965) e Agente 007 – Si vive solo due
volte (1967). Preoccupato dalla sua identificazione solo con
tale personaggio, Connery decise infine di abbandonare il ruolo,
interpretandolo un’ultima volta per Agente 007 – Una cascata di
diamanti (1971).
9. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Oltre al suo ruolo per i film della saga di
James Bond, l’attore è ricordato per la sua partecipazione a film
di grande rilievo come Marnie (1964), La collina del
disonore (1965), Zardoz (1972), Assassinio sull’Orient
Express (1974), con Vanessa
Redgrave, L’uomo che volle farsi re (1975),
con Michael
Caine, Il nome della rosa (1986) e Gli
intoccabili (1987), con cui si consacra, e dove recita accanto
a Kevin
Costner. In seguito, prende parte a Indiana Jones
e l’ultima crociata (1989), con Harrison
Ford, Caccia a Ottobre Rosso
(1990), The Rock (1996), Scoprendo Forrester
(2000) e La leggenda degli uomini straordinari (2003).
8. È stato anche
doppiatore. Connery è inoltre ricordato per aver prestato
la propria voce al personaggio del drago protagonista del
film Dragonheart(1996),
con Dennis
Quaid. Nel 2005 torna invece nel panni di James
Bond per dargli voce nel videogioco Dalla Russia con
amore, basato sull’omonimo film. Nel 2012, interrompe
momentaneamente il suo ritiro per dar voce al protagonista del film
d’animazione Sir Billi, primo lungometraggio scozzese
realizzato in CGI.
Sean Connery: ha moglie e
figli
7. È estremamente
riservato. Da sempre Connery si è dimostrato
particolarmente geloso della propria vita privata, evitando di
richiamare attenzioni su di essa. A riguardo sono noti soltanto
pochi dettagli, come il matrimonio avvenuto nel 1962 con l’attrice
Diane Cilento. Con lei Connery ha avuto un figlio, nato nel 1963, e
divenuto anch’egli attore.
6. Si è sposato una seconda
volta. Nel 1973 l’attore ha divorziato dalla prima moglie,
per poi risposarsi due anni dopo con la pittrice Micheline
Roquebrune, con la quale non ha avuto figli. Da quel momento, le
notizie riguardo la vita privata di Connery si sono drasticamente
diradate, e con il suo ritiro dalle scene l’attore ha ulteriormente
posto un distacco tra sé e il mondo dello spettacolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Sean Connery è 007
5. Non era ben visto
dall’autore del personaggio. Quando venne rivelato che
Connery era stato scelto per dar volto al personaggio, il suo
autore Ian Fleming si dichiarò critico a riguardo.
I motivi erano diversi, e il primo tra tutti era che Connery era
scozzese e non britannico come Bond. Tuttavia, dopo averlo visto
recitare nel ruolo, Fleming si ricredette e decise perfino di
aggiungere delle radici scozzesi nel personaggio.
4. Colpì i produttori per
alcune sue qualità. Connery fu da subito la prima scelta
per i produttori del film, i quali rimasero colpiti da come
l’attore riuscisse ad essere aggraziato nei movimenti nonostante la
sua possenza fisica, la quale lo rendeva anche particolarmente
minaccioso. Queste qualità incarnavano proprio l’idea di James Bond che i
produttori volevano portare al cinema.
3. Fu richiamato ad
interpretare il ruolo. Dopo aver recitato nel quinto film
della saga, Si vive solo due volte, Connery decise di non
riprendere ulteriormente il personaggio, non volendo essere
identificato esclusivamente con questo. Venne così sostituito da
George Lazenby, ma il film con questi andò così
male che i produttori pregarono Connery di riprendere il ruolo.
L’attore infine accettò dopo lunghe trattative.
Sean Connery: dov’è oggi
2. Si è ritirato.
Il 25 agosto del 2020 Connery compirà 90 anni. Nonostante tale
traguardo, risulta vano sperare in un annuncio pubblico da parte
dell’attore, ritiratosi dalle scene ormai da diversi anni. Di lui
non si hanno infatti più notizie, se non fosse per alcune voci, poi
rivelatesi false, che lo volevano intento a lottare contro
l’alzheimer. Ad ogni modo, ad oggi, su di lui vige il più completo
riserbo.
Sean Connery: età e altezza
1. Sean Connery e nato ad
Edimburgo, capitale della Scozia, il 25 agosto 1930.
L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
Interprete più longevo nei panni
dell’agente segreto 007, l’attore Roger Moore è
stato una vera e propria icona di fascino e carisma. Apprezzato
interprete di cinema e televisione, questi ha lavorato nel settore
per oltre cinquant’anni, dando vita ad una carriera ricca di
successi e riconoscimenti, portata avanti sino ai suoi ultimi
giorni.
Ecco 10 cose che non sai di
Roger Moore.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Roger Moore: i suoi film e la
televisione
10. È il più longevo
interprete di James
Bond. Nel 1973 l’attore eredita da Sean
Connery il ruolo dell’ormai celebre James Bond. Ricopre
per la prima volta il personaggio con il film Agente 007 – Vivi
e lascia morire (1973), che riscosse un ottimo successo. I
successivi titoli furono Agente 007 – L’uomo dalla pistola
d’oro (1974), con Christopher
Lee, La spia che mi amava (1977),
Moonraker – Operazione spazio (1979) e Solo per i tuoi
occhi (1981). Gli ultimi due titoli nei quali ricopre il ruolo
sono Octopussy – Operazione piovra (1983) e 007 –
Bersaglio mobile (1985). Con sette titoli, Moore è l’attore
che più di altri ha ricoperto tale ruolo.
9. Ha recitato in altri noti
lungometraggi. La carriera cinematografica dell’attore è
composta anche da altri celebri titoli, come Cesare e
Cleopatra (1945), Oltre il destino (1955), Diana
la cortigiana (1956), Vento di tempesta (1959),
Desiderio nel sole (1961) e L’oro dei sette santi
(1961). Dopo aver lasciato il ruolo di James Bond ebbe invece modo
di recitare in La corsa più pazza d’america (1981),
Pantera Rosa – Il mistero Clouseau (1983), Bed &
Breakfast – Servizio in camera (1991) e Spice Girls – Il
film (1997).
8. È noto anche per alcuni
ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera, Moore non
ha mancato di rendersi celebre anche sul piccolo schermo, in
particolare grazie alle serie Ivanhoe (1958-1959), The
Alaskans (1959-1960) e Il Santo (1962-1969). Altri
celebri titoli sono anche il film Giulio Cesare (1953), e
le serie Alfred Hitchcock presenta (1959), Indirizzo
permanente (1959-1961), Maverick (1959-1961) e
Attendi a quei due (1970-1971).
Roger Moore: chi è sua moglie
7. È stato sposato più
volte. Nel corso della sua lunga vita, Moore è stato
legato da matrimonio a ben quattro donne. Il suo rapporto più
longevo fu con l’attrice italiana Luisa Mattioli,
sposata nel 1969 e dalla quale ebbe tre figli, prima di divorziare
nel 1993. Dal 2002 l’attore è invece stato sposato con la
multimilionaria svedese Kristina Tholstrup.
Roger Moore e Tony Curtis
6. Ha recitato in una nota
serie con l’attore. Tra il 1971 e il 1972 Moore ebbe modo
di recitare in Attenti a quei due accanto all’attore
Tony Curtis. I due, che ricoprivano il ruolo dei
protagonisti, erano il cuore della serie, fondata sulla forte
diversità tra i loro personaggi, amici e rivali impegnati in
rocambolesche avventure in Europa, in un misto tra commedia e
azione.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Roger Moore è 007
5. È l’attore più anziano ad
aver ottenuto il ruolo. Nel 1973, al momento di ricoprire
per la prima volta la parte del celebre agente segreto, Moore aveva
45 anni. Questo ha fatto di lui l’interprete più anziano di
James Bond al suo
debutto, nonché anche il più anziano ad aver portato a termine il
proprio lavoro sul personaggio. Ancora oggi, tale curioso record
rimane imbattuto.
4. Ha rivelato le sue
preferenze in merito ai film interpretati. Intervistato
riguardo i film di James Bond da lui interpretati, l’attore rivelò
che il suo preferito era La spia che mi amava, seguito da
Vivi e lascia morire. Rivelò inoltre di aver detestato
l’ultimo film girato per la serie, 007 – Bersaglio mobile,
poiché non approvava l’eccessiva violenza in esso, in aggiunta al
fatto di non piacersi più nel ruolo per via dell’età ormai
avanzata.
Roger Moore e Geoffrey Moore
3. Ha un figlio
attore. Dalla moglie Luisa Mattioli, nel 1966 Moore ebbe
il figlio Geoffrey. Questi sarebbe in seguito divenuto celebre come
attore di film d’azione. In particolare, ha avuto modo di
condividere la scena con il padre per il film televisivo
Sherlock Holmes in New York (1976) e Fuoco, ghiaccio
e… dinamite (1990).
Roger Moore in Il Santo
2. È stato il protagonista
della serie. Dal 1962 al 1969 l’attore ha recitato nei
panni di Simon Templar, ladro e avventuriero gentiluomo che aiutava
coloro che ne avevano bisogno, lasciando sempre il proprio celebre
bigliettino da visita. La serie ebbe un enorme successo, e
contribuì a formare il carisma di Moore, qualità che gli permetterà
poi di assumere il ruolo di James Bond, simile per certi aspetti a
quello ricoperto nella serie.
Roger Moore: età e altezza
1. Roger Moore è nato a
Londra, Inghilterra, il 14 ottobre 1927. L’attore è poi
deceduto il 23 maggio del 2017, all’età di 89 anni, a
Crans-Montana, in Svizzera. Era alto complessivamente 186
centimetri.
Paul
Dano interpreterà L’Enigmista nell’attesissimo
The
Batman, il nuovo film di Matt Reeves che arriverà nelle sale il
prossimo anno, in cui Robert Pattinson raccoglierà l’eredità di
Ben Affleck (già apparso in due film del DCEU)
e interpreterà la nuova incarnazione del Crociato di Gotham. Anche
se le riprese del film sono state momentaneamente bloccate a causa
della pandemia di Covid-19 (si dice che prima dello stop fosse
stato girato soltanto il 25% del film), conosciamo già diversi
dettagli a proposito della storia, come il fatto che nel film
vedremo numerosi nemici di Batman.
Oltre a Dano, in The
Batman appariranno anche Colin Farrell nei panni di Pinguino e Zoe Kravitz in quelli di Catwoman. Entrambi
gli attori hanno parlato di recente dei loro ruoli, con Farrell che
ha confermato che non avrà una grandissima parte nel film, e con la
Kravitz che invece avrà un ruolo che probabilmente non sarà ridotto
a quello di “partner” di Batman. Prima che le riprese venissero
bruscamente interrotte, l’attrice ha rivelato di essersi sottoposta
ad un duro allenamento per assicurarsi di poter interpretare
Catwoman in maniera convincente.
Adesso, Dano ha parlato in generale
della sceneggiatura di The
Batman, alla quale ha collaborato lo stesso Reeves. In
una recente intervista con The Playlist, Dano ha
spiegato: “Credo che il vero affare qui sia Matt Reeves. Sono
rimasto davvero sorpreso dalla sua sceneggiatura, che credo sia
davvero potente”. L’attore non ha potuto rivelare nulla a
proposito della trama del film, ma ha spiegato che “ci sarà
qualcosa di molto divertente non solo in merito all’Enigmista, ma
anche a tutti i personaggi. È quel tipo di film che non vedi l’ora
di far vedere al cinema e di promuovere alla grande. Sarà qualcosa
di molto forte.”
Paul Dano parla della sceneggiatura
di The Batman e anticipata una storia potente
In passato, anche Farrell aveva
parlato della sceneggiatura di The
Batman, definendola “dark, bellissima ed
emozionante”. Le parole di Dano continuano dunque a tenere
alto l’hype attorno all’attesissimo progetto, sicuramente uno dei
più attesi del prossimo anno. Per quanto riguarda la trama del
film, è prassi comune che quelle dei cinecomic vengano tenute
segrete il più a lungo possibile: forse, una volta che le riprese
del film ripartiranno, con le varie immagini che sicuramente
esploderanno sul web sarà più facile riuscire a carpire qualcosa in
più sulla storia.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham
per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione
connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film,
tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto
simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film
presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.
Hanno partecipato all’incontro:
Josh Gad, ospite; Sean Astin (Sam); Ian McKellen (Gandalf);
Elijah Wood (Frodo); Dominic Monaghan (Merry); Orlando Bloom
(Legolas); Billy Boyd (Pipino); Peter Jackson e Philippa Boyens;
Viggo Mortensen (Aragorn); Andy Serkis (Gollum);Sean Bean
(Boromir); Karl Urban (Eomer); Miranda Otto (Eowyn); John
Rhys-Davis (Gimli); Liv Tyler (Arwen).
Indicato come uno dei film italiani
più ambiziosi e imponenti degli ultimi decenni, Il primoreporta
al cinema la leggenda sulla fondazione di Roma da parte dei
fratelli Romolo e Remo. Diretto da Matteo
Rovere, che ne ha anche curato la sceneggiatura e la
produzione, il lungometraggio è un concentrato di eccellenze
tecniche, dal sonoro alla fotografia, dai costumi alle scenografie,
il tutto concentrato all’interno di un’ambientazione epica.
Ecco 10 cose che non sai di Il primo
re.
Il primo re: la trama del
film
10. Ripercorre la
fondazione di Roma. Il film è ambientato nel 753 a.C. e
segue le vicende dei fratelli Romolo e Remo, i quali liberatisi
dalla schiavitù impostagli dagli abitanti di Alba Longa,
intraprendono un viaggio attraverso il territorio laziale insieme
ad altri ex prigionieri latini e sabini. Nel corso di questo, una
sacerdotessa predice che uno dei due fratelli diventerà un grande
re, fondando l’impero più grande della storia. Per farlo però,
l’altro fratello dovrà essere sacrificato.
Il primo re: la lingua del
film
9. È recitato in
protolatino. Il desiderio di Rovere era quello di far
calare lo spettatore nella realtà della vicenda raccontata. Per
riuscirvi, si è avvalso della collaborazione di celebri semiologi,
i quali hanno parzialmente ricostruito una lingua protolatina,
ibridata con ceppi indo-europei. Questa è poi stata la lingua
imparata e recitata dagli attori per il film.
8. Ha richiesto un notevole
studio per gli attori. Per poter risultare credibili nel
recitare la lingua richiesta per il film, di uso decisamente non
comune e dalla difficile grammatica, gli attori principali del film
hanno dovuto sottoporsi a settimane di studio, aiutati da esperti.
Per loro si è rivelato fondamentale ai fini della memorizzazione
comprendere il senso delle battute, nonché gli accenti da
utilizzare.
Il primo re: i premi vinti
7. Ha ottenuto numerose
candidature ad un importante premio. Accolto con grande
favore di critica, il film viene nominato a ben quindici David di
Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore
protagonista. L’8 maggio del 2020, all’assegnazione dei premi, il
film ottiene tuttavia soltanto i David per il miglior autore della
fotografia, il miglior suono e quello per i migliori
produttori.
Il primo re: dove vederlo in
streaming
6. È disponibile su alcune
celebri piattaforme. Per chi desidera vedere o rivedere il
film, è possibile farlo affidandosi ad alcune tra più ricche
piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano
infatti Chili, Rakuten TV, Tim Vision, Amazon Prime e Infinity. In
base a quale di queste si sceglie, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale o noleggiare il singolo film per poterlo
rivedere in tranquillità.
Il primo re: il cast del film
5. Alessandro Borghi è
Remo. Protagonista assoluto del film è l’attore Alessandro
Borghi, che dà vita al leggendario Remo. Nel film,
questi è il fratello più possente, nonché il vero condottiero del
gruppo. Borghi viene confermato per il film dell’agosto del 2017,
ma inizialmente non viene rivelato quale ruolo egli avrebbe
ricoperto.
4. Gli attori hanno dovuto
sottoporsi a lunghi allenamenti. Per prepararsi ai loro
ruoli, Borghi e Alessio Lapice, che dà invece vita
a Romolo, hanno dovuto esercitarsi per diversi mesi nel
combattimento corpo a corpo a mani nude, con lance, spade, asce e
mazze chiodate. Era infatti per loro diventare esperti in tali
discipline, al fine di poterle poi riproporre correttamente nel
film.
3. Borghi ha temuto di non
reggere il ruolo. Parlando dell’esperienza del film,
Borghi ha raccontato di come fosse arrivato ad un punto in cui la
stanchezza e i dolori erano troppo forti, spingendolo a pensare di
non poter reggere quel ritmo e quel ruolo. A motivarlo fu però la
consapevolezza che quell’esperienza, così fuori dagli schemi del
cinema italiano, non gli sarebbe mai più capitata.
Il primo re: le recensioni al
film
2. È stato lodato dalla
critica. Al momento della sua uscita, il film di Rovere è
stato accolto da ottimi giudizi da parte della critica. In
particolare, si elogiava il coraggio riposto nella realizzazione di
un set tanto complesso e ricco di dettagli. Il primo re
è stato così inserito all’interno di un filone
artistico-sperimentale di film che riportano innovazione
all’interno del panorama cinematografico italiano.
Il primo re: la serie tratta dal
film
1. È in lavorazione una
serie spin-off del film. Dal suo film, Rovere ha deciso di
trarre una serie TV composta di dieci episodi intitolata
Romulus. Prevista tra il 2020 e il 2021, questa amplierà
il mondo narrativo di Il primo re,
andando a trattare vicende relative alle città di Alba Longa e
Roma.
È un momento davvero intenso nella
carriera di Robert Pattinson che, dopo aver lavorato con
Robert Eggers in The
Lighthouse, arriverà al cinema con Tenet, di
Christopher Nolan, ed è il Batman attualmente in
carica per il film di Matt Reeves, in lavorazione
alla Warner Bros. L’attore è al momento in pausa, data la chiusura
dei set a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, eppure sembra
che la cosa non gli sia troppo dispiaciuta!
Durante un’intervista su Total
Film, che ha dedicato la sua copertina a Tenet,
Robert Pattinson ha spiegato di essere venuto a
conoscenza del ruolo di Batman proprio durante i primi giorni sul
set di Nolan, cosa che deve essergli sembrata abbastanza surreale.
Sarebbe stato Batman e intanto recitava per il regista che ha dato
nuova vita cinematografica all’Uomo Pipistrello!
Robert Pattinson tra Batman e Tenet
Parlando poi del
passaggio dal set di Tenet
e quello di The
Batman,
Robert Pattinson ha confermato che la pausa
forzata a causa del COVID-19 non gli è sembrata poi tanto nociva,
dal suo punto di vista, dal momento che il lavoro con Nolan è stato
impegnativo e promette di esserlo anche quello sul set di Reeves,
per cui una pausa gli ha consentito di raccogliere le energie e
impegnarsi al massimo non appena ripartiranno le riprese.
Entrambi i film sono molto attesi e
Pattinson è atteso al varco. Vero è che nel corso della sua
carriera è riuscito già da tempo a riscattare le sue “origini”
young adult che lo hanno visto protagonista di
Twilight. Le scelte operate in carriera, dopo la
tetralogia romantica, lo hanno fatto entrare nella rosa dei giovani
attori più in vista e ambiti del panorama contemporaneo e
sicuramente il fatto che molti registi puntino su di lui certifica
questo valore.
Tenet
arriverà al cinema il 17 luglio 2020. Christopher
Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet
include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix
di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista
Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX
Andrew Jackson.
Un fan della Marvel ha creato un’impressionante
sequenza temporale posizionando ogni singola scena del
Marvel Cinematic Universe
in ordine cronologico. La cronologia MCU è un argomento
popolare tra i fan, soprattutto a causa di quanto sia difficile da
tracciare, in alcuni segmenti in particolare. Molti film non sono
stati distribuiti in ordine cronologico, con Captain
America: Il Primo Vendicatore che ne è probabilmente
l’esempio più ovvio, dato che si svolge decenni prima della maggior
parte dell’attuale MCU. A complicare ulteriormente le
cose, quasi nessun film Marvel è ambientato interamente in
un determinato periodo di tempo; la maggior parte ha almeno una
scena (a volte dopo i titoli di coda) che è precedente o successiva
rispetto alle vicende del film stesso.
Lo schiocco di Thanos alla fine di
Avengers:
Infinity War ha ulteriormente confuso le acque, con il
gap di cinque anni per arrivare poi alle vicende di Avengers:
Endgame, ma solo per coloro che non sono stati
cancellati. Inoltre, il fatto che i Vendicatori tornano indietro
nel tempo ad un certo punto della storia non aiuta di certo la
linearità della timeline! Tuttavia, solo perché la sequenza
temporale del MCU è complicata non significa che
i fan non abbiano provato a capirla e a metterla in ordine. Le
classifiche cronologiche dei fan Marvel sono diventate
particolarmente popolari negli ultimi anni, poiché la cronologia è
diventata sempre più complicata.
La cronologia del MCU, in scene
L’ultimo tentativo di decifrare la
sequenza temporale del MCU è il più completo della maggior
parte delle altre riorganizzazioni viste fino a questo momento,
dato che gli autori di tale riorganizzazione sono arrivati a
separare i film per scene e talvolta blocchi che si svolgono nella
stessa finestra temporale. Alcuni film contengono diversi punti
nella sequenza temporale, come Thor, che occupa
ben nove voci. Solo uno,
Spider-Man: Far From Home, occupa una unità temporale.
Il film è anche l’ultima voce dell’elenco, che comprende un totale
di 1110 scene. L’autore, tenendo conto della “confusione temporale”
di Endgame, ha così suddiviso tutto il MCU in 118 scene.
La Universal sta
mettendo ufficialmente in cantiere un nuovo progetto per riportare
sul grande schermo il suo Monsterverse a partire da
Wolfman. Il protagonista sarà nientemeno
che Ryan
Gosling. Secondo quanto riferisce
Variety, l’attore di La la
Land sarà infatti il protagonista di una nuova
versione cinematografica della storia.
Ryan Gosling nuovo Wolfman
Seguendo l’esempio di Whannell, ci
sono una manciata di altri progetti unici basati su storie di
mostri classici attualmente in fase di sviluppo. Insieme a Wolfman,
c’è The Invisible Woman di Elizabeth Banks, un film incentrato
sullo scagnozzo di Dracula, Renfield, che sarà diretto dal Dexter Fletcher di Rocketman e il film Dark Army di
Paul Feig. Ogni progetto è una versione originale delle storie
conosciute e non c’è l’intenzione di collegare i film tra loro,
nonostante l’idea iniziale di un universo condiviso.
Secondo Variety, Universal
sta spingendo per far diventare Wolfman il
prossimo film basato su un mostro classico. La sceneggiatura del
film è scritta da Lauren Schuker Blum e Rebecca
Angelo (entrambi showrunner di Orange Is the New
Black), basata su un pitch originale di Gosling. Si dice
che la storia mantenga gli elementi soprannaturali del materiale
originale, ma sia ambientata nel presente, ed abbia un tono simile
a Nightcrawler, film con Jake
Gyllenhaal.
Per quanto riguarda invece la regia
di Wolfman, in un primo momento Ryan Gosling era stato considerato
anche per dirigere il film, ma l’idea è stata poi respinta e
l’attore si “limiterà” a firmare il soggetto e ad interpretare il
protagonista del film. La Universal è ancora alla ricerca di un
regista, mentre Gosling si prepara anche a tornare nello spazio,
dopo First Man, nel film di Chris Lord e
Phil Miller.
Il canale Youtube di Esquire ha
condiviso un nuovo spot di Tenet, il nuovo misterioso e ambizioso film di
Christopher Nolan. Il breve video mostra delle
immagini inedite rispetto a quanto visto nell’ultimo trailer e
in particolare vediamo che il personaggio interpretato da
Clémence Poésy sembra molto importante ai fini
della trama. Quella che sembra una scienziata, spiega al
personaggio protagonista interpretato da John David
Washington che siamo di fronte ad un riavvolgimento del
tempo. E l’unico indizio che possiede è una parola: TENET.
Tenet
arriverà al cinema il 17 luglio 2020. Christopher
Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet
include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix
di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista
Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX
Andrew Jackson.
Il personaggio di
Thor e i film che lo raccontano sono basati
sicuramente sulla mitologia nordica, ma, dato il rapporto speciale
del dio del tuono con la dottoressa Jane Foster, comprendono anche
una percentuale di terminologia scientifica che, molto più di
quanto possiamo immaginare, è accurata e realistica. Il film del
2011, in particolare, ha raccontato l’incontro tra Thor e Jane e lo
scontro tra ciò che può essere considerato magia e cosa scienza da
parte di un dio nordico che vive in un mondo, Asgard, in cui le due
cose si fondono.
Jane Foster convince il suo
collega, il dottor Erik Selvig, che lo strano evento accaduto nel
New Mexico era un ponte Einstein-Rosen. Nel film, il ponte si
chiama Bifrost, un ponte arcobaleno che collega Asgard agli altri
regni.
In parole povere, il ponte
Einstein-Rosen è un wormhole. I fisici Albert Einstein e Nathan
Rosen collaborarono nel 1935 e proposero l’idea usando la teoria
della relatività. Credono nell’esistenza dei ponti attraverso lo
spazio-tempo. Questi wormhole possono teoricamente trasportare un
oggetto da due punti diversi nello spazio, senza tenere conto del
tempo e della distanza.
Telescopio Hubble
Nella scena sul tetto, Jane
e Thor parlano delle scoperte scientifiche dell’uomo e di come
siano già una realtà, nel regno di Asgard. Thor vede un’immagine
del telescopio Hubble sul quaderno di Jane, che pronunciava
erroneamente come “hoo-ble”.
Il telescopio Hubble è uno dei più
grandi telescopi utilizzati dalla NASA. È stato lanciato nella
bassa orbita terrestre nel 1990 ed è ancora utilizzato oggi. Il
telescopio è considerato uno strumento molto importante nella
ricerca, in particolare per il monitoraggio delle occorrenze
spaziali.
Particle Data
Jane dice a Thor ogni volta
che si preoccupa delle Particle Data. Sebbene non vi sia alcuna
spiegazione precisa nel film, sembra che il termine sia un aspetto
molto importante della carriera di Jane, proprio perché lei lo
sottolinea.
Particle Data Group è
sostanzialmente una collaborazione di gruppi internazionali di
fisici delle particelle che raccolgono e analizzano i risultati
della ricerca. Il loro lavoro viene reso noto in pubblicazioni
scientifiche. Col senno di poi, Jane deve essere un membro di
questo gruppo poiché studia astrofisica.
Radiazione gamma
Il dott. Selvig ha
menzionato di avere un amico esperto di radiazioni gamma.
Chiaramente, stava parlando del Dr. Bruce Banner, un collega
scienziato che fu esposto allo stesso tipo di radiazioni che lo
trasformò in Hulk.
Mentre sappiamo che essere esposti
ai raggi gamma non trasforma nessuno in un Hulk (purtroppo o per
fortuna), è comunque un elemento dannoso. La radiazione gamma è
un’energia elettromagnetica che proviene da un decadimento
radioattivo di un nucleo atomico. In breve, essere esposti ad esso
per un lungo periodo di tempo può causare danni alla propria
salute.
Aurora Meridionale
Prima di scoprire cosa sono
quelle strane luci nell’atmosfera, il dottor Selvig menziona
qualcosa sull’aurora meridionale. Potrebbe trattarsi delle luci del
sud o dell’aurora australe, poiché l’aspetto arcobaleno del Bifrost
ricorda quelle luci polari.
La luce del sud è un fascio di luce
naturale che può essere visto nel cielo soprattutto nelle regioni
ad alta latitudine come l’Antartico e l’Artico. È il risultato di
disturbi nell’atmosfera e quando abbastanza forte, può alterare i
percorsi delle particelle causando effetti di luce verdastra o
rossastra.
Tempesta magnetica
Un’altra teoria menzionata
in occasione del turbine che accompagna l’arrivo di Thor è la
tempesta magnetica. La tempesta ha causato fenomeni aerei e del
vento simili a tornado e movimenti improvvisi della terra, insieme
a luci provenienti dal cielo, e si può quindi presumere che si stia
verificando un movimento all’interno di un campo magnetico.
Una tempesta magnetica è un disturbo
temporaneo della regione terrestre che contiene un campo magnetico
ed è causata da un’onda di shock del vento solare. Può anche essere
causata da un’interazione di una massa di energia magnetica con il
campo magnetico della Terra.
Generatore di campi
quantistici
In Thor: The Dark World, Jane
viene posizionata in una Soul Forge, un dispositivo asgardiano che
genera campi quantici per verificare la fisiologia del paziente.
Jane ha insistito sul fatto che il dispositivo si chiama generatore
di campo quantistico e ha continuato a mostrare la sua conoscenza
della fisica quantistica.
Pertanto, un generatore di campo
quantistico in fisica teorica è fondamentalmente un dispositivo
utilizzato per studiare la meccanica quantistica. La materia oscura
che si fonde con Jane potrebbe essere paragonata a un elemento e la
Soul Forge è il dispositivo usato per esaminarlo.
Convergenza
Thor spiega a Jane le
somiglianze del sistema solare rispetto al sistema dei nove regni
di Asgard. Le dice che una volta in una luna blu, i pianeti si
allineano e creano un portale che produce una singolarità, si
tratta del motivo principale per cui Thor può viaggiare sulla
Terra.
Mentre è un evento raro che tutti i
pianeti si allineino, è più frequente che due o tre pianeti, a
volte, convergono in quella che viene chiamata congiunzione
planetaria. Quando i pianeti si allineano insieme, sono entrambi
visti nel cielo e possono essere osservati ad occhio nudo.
Etere
L’etere è la materia oscura
rossastra che si fonde con Jane quando viene risucchiata attraverso
un passaggio spazio-temporale durante l’avvicinarsi della
convergenza. È progettato per agire come un parassita che ha
bisogno di un ospite per prosperare e lo uccide lentamente mentre
rimane all’interno dell’ospite stesso.
L’etere è un concetto obsoleto in
fisica secondo la teoria della relatività di Einstein. Il puzzle
della materia oscura presenta una sostanza misteriosa dichiarata
per spiegare perché le galassie hanno una massa più invisibile
delle materie visibili. Pertanto, hanno ipotizzato che l’etere sia
un campo energetico piuttosto che una sostanza. Sappiamo che poi,
nel MCU, quella si è rivelata essere la
Gemma della Realtà.
Picchi gravimetrici
Quando il Dr. Selvig era in
manicomio, ha raccontato agli altri pazienti di aver creato un
dispositivo in grado di stabilizzare gli effetti della convergenza.
È il dispositivo che Darcy e il suo stagista stavano trasportando
proprio prima dell’attacco degli elfi oscuri.
In fisica, l’anomalia gravimetrica è
la differenza tra l’accelerazione di gravità sulla superficie del
pianeta. Pertanto, il dispositivo che hanno inventato nel film
dovrebbe presumibilmente contrastare gli effetti dell’imminente
convergenza in modo che la Terra non soffra dei pericoli
incombenti
Lionsgate ha reso ufficiale la
notizia tramite comunicato stampa, confermando che Blanchett
interpreterà una delle principali protagoniste della storia,
Lilith, che “è una delle sole sei donne nella galassia che
appartengono alla potente classe delle sirene, che detiene
incredibili poteri sovrumani.” Blanchett e Roth avevano già
lavorato insieme in Il mistero della
casa del tempo.
Borderlands è uno videogioco
sparatutto in soggettiva un po’ bizzarro e molto violento
e questa versione per il grande schermo è stata sviluppata da
Lionsgate e lavorerà su una sceneggiatura firmata da Craig Mazin,
già sceneggiatore di Chernobyl.
Roth produrrà anche il film insieme ad Avi e Ari
Arad attraverso il loro banner Arad Productions.
Il primo cinecomic DC in cui
Henry Cavill potrebbe tornare nei panni di
Superman è Black
Adam, la cui data di uscita è al momento fissata per
il 22 dicembre 2021. Il film vedrà
Dwayne Johnson nei panni del personaggio del titolo, a
metà tra un villain e un anti-eroe. Anche se, formalmente, Black
Adam è l’acerrimo nemico di Shazam!,
lui e Superman hanno combattuto diverse volte nei fumetti, quindi
esistono tutte le basi per un faccia-a-faccia cinematografico.
Inoltre, già nel lontano 2016 Henry
Cavill aveva anticipato una sua possibile apparizione in Black
Adam. Inoltre, nella vita reale, Cavill e Johnson condiviso
anche una lunga e profonda amicizia, cosa che potrebbe spingere
entrambi a volere lavorare presto insieme. Entrambi gli attori,
poi, hanno lo stesso agente, tale Dany Garcia, che figurerà anche
tra i produttori di Black Adam. Considerando tutti questi
fattori, sia interni che esterni al film, un cameo di Superman nel
cinecomic Black Adam potrebbe tranquillamente avere
senso.
The Flash
Considerato che sono già apparsi
insieme in Justice
League, è ipotizzabile che tra i titoli in cui
potremmo rivedere Henry Cavill nei panni di Superman, ci
sia anche lo standalone dedicato a The Flash, il personaggio interpretato nel
DCEU da Ezra Miller. Lo sviluppo e la pre-produzione
del film sono stati particolarmente travagliati, con cambi di
sceneggiatori e registi come se non ci fosse un domani. Al momento,
la data di uscita del film è fissato per il 3 giugno 2022, con
Andy Muschietti(IT e IT – Capitolo
Due) alla regia e Christina Hodson incaricata di firmare
lo script.
Lo standalone dedicato a Barry
Allen, come confermato dallo stesso Muschietti, sarà un adattamento
“riveduto e corretto” della serie a fumetti “Flashpoint”
scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert, in cui il protagonista si troverà a viaggiare nel
tempo attraverso realtà alternative. Ciò apre ad un infinità di
possibilità per quanto riguarda l’inclusione dei più svariati
personaggi della DC, incluso naturalmente l’eroe kryptoniano.
Shazam 2
Inizialmente, Henry Cavill sarebbe dovuto apparire in
un cameo in Shazam!,
uscito nel 2018. Sfortunatamente, l’attore e la Warner Bros. non
sono riusciti a trovare un accordo, è così uno stunt è apparso
brevemente alla fine del film nei panni dell’iconico supereroe,
senza che il suo volto venisse inquadrato.
Adesso, con la notizia che Cavill
tornerà nel DCEU, è molto probabile che il film in cui lo rivedremo
in azione possa essere proprio l’annunciato Shazam
2, la cui uscita è attualmente fissata al 4 novembre
2022. E anche se dovesse trattarsi di un breve cameo (al pari del
primo film), sarebbe comunque divertente vedere l’incarnazione
dell’eroe da parte di Cavill immergersi nei toni e nello stile così
scanzonati, tipicamente anni ’80, del franchise di David F.
Sandberg.
Aquaman 2
L’altro film dedicato ad un altro
membro della Justice
League che arriverà prossimamente e in cui potremmo
rivedere il Superman di Cavill è certamente Aquaman
2, che arriverà nelle sale americane il 16 dicembre
2022. Allo stesso tempo, però, si tratta forse del film più
difficile in cui si potrebbe inserire il personaggio di Superman,
dal momento che la maggior parte delle vicende sono ambientate
sott’acqua.
Tuttavia, una possibile apparizione
di Superman potrebbe comunque trovare una sua ragion d’essere,
soprattutto se parte della storia – come già accaduto per il primo
film – verrà ambientata sulla Terra. Inoltre, con l’arrivo della
Snyder Cut di Justice League il prossimo anno su HBO
Max, si potrebbero scoprire nuovi collegamenti tra i personaggi di
Aquaman e Superman che, magari, verranno poi
approfondimenti nel nuovo film dedicato al Re di Atlantide
interpretato da Jason Momoa.
Altri ipotetici film del DCEU
Se da un lato Black Adam,
The
Flash, Shazam! 2 e Aquaman 2 rappresentano i
titoli più probabili in cui potremmo ritrovare il Superman di
Henry Cavill, dall’altro non è escluso che il
ritorno dell’attore nel DCEU possa avvenire anche in altri film in
fase di sviluppo. Tra questi c’è sicuramente il chiacchieratissimo
lungometraggio dedicato al Corpo
delle Lanterne Verdi.
Ancora, potrebbe magari trattarsi di
un nuovo sequel dei titoli presi in esame in precedenza, come
magari Black Adam 2 o Shazam! 3.
E anche se attualmente il sequel de L’Uomo d’Acciaio non è in programma alla
Warner, nulla esclude che la major possa tornare sui suoi passi e
proseguire con le avventure in solitaria di Kal-El, magari con un
regista diverso da Zack
Snyder.
È in arrivo il 4 giugno,
direttamente on demand, una nuova, divertentissima versione di una
delle favole più amate di tutti i tempi, Scarpette rosse e
i sette nani. Scritta e diretta da Sungho Hong e animata
dal veterano Disney Jin Kim, Scarpette Rosse e i sette nani è una
rivisitazione moderna e brillante di un grande classico delle
storie per bambini – il mito di Biancaneve.
Non una mela ma delle scarpette
rosse, non una principessa dalla pelle candida ma una ragazza come
tante alle prese con le proprie insicurezze, non un solo principe
ma ben sette, che però si ritrovano imprigionati in un corpo
diverso. La nuova Biancaneve, coraggiosa e vivace principessa dal
cuore puro, ha la voce di Baby K, per la prima volta coinvolta in
un doppiaggio. Sono invece affidate alla comicità di Pio & Amedeo
le voci di due meravigliosi principi alle prese con una maledizione
che li ha trasformati in buffissimi nanetti.
Scarpette rosse e i
sette nani, la sinossi
Delle magiche scarpette rosse sono
il segreto della bellezza di Biancaneve e il motivo per cui sette
principi, trasformati in nani da una maledizione, la stanno
cercando disperatamente. Per spezzare l’incantesimo, infatti,
devono riceve il bacio della donna più bella del mondo. In una
folle competizione per ricevere il bacio agognato e in un buffo
gioco di equivoci, i principi, un tempo arroganti e ossessionati
dall’aspetto fisico, gradualmente scoprono il vero significato
della bellezza. Una scorretta e divertentissima rivisitazione della
favola più amata di tutti i tempi.
The
New Mutants, l’atteso (e travagliato) nuovo film della
saga di X-Men,
nonché ultimo film dedicato ai mutanti della Marvel sotto l’egida della Fox,
avrebbe dovuto includere un cameo di Charles Xavier
(James
McAvoy) e di Tempesta (Alexandra
Shipp), quest’ultima apparsa sia in X-Men:
Apocalisse che nel più recente X-Men: Dark
Phoenix.
Stando infatti a quanto riportato
da
New Mutants Updates, il regista Josh Boone
avrebbe confermato che nelle prime bozze della sceneggiatura di
The
New Mutants erano previste delle scene ambientate
nella X-Mansion: tali scene avrebbero incluso dei cameo del
Professor X e di Ororo Munroe. Già nel lontano 2016 si parlò della
possibilità che James McAvoy potesse apparire nel film, prima
ancora dell’inizio della produzione.
Ciò significa che, almeno
inizialmente, The
New Mutants doveva essere ambientato nella stessa
timeline di X-Men:
Apocalisse. Le cose sono state poi cambiate per
permettere al film di Boone di esistere in quanto standalone
autonomo. Lo scorso anno, Dark Phoenix ha segnato l’ultima
apparizione di
James McAvoy e Alexandra Shipp
sul grande schermo rispettivamente nei panni di Xavier e di
Tempesta: con la saga di X-Men che si appresta ad essere rilanciata
dai Marvel Studios, è altamente improbabile che i
due attori riprenderanno i loro ruoli in futuro.
Charlex Xavier e Tempesta dovevamo
apparire in un cameo in The New Mutants
In passato, a proposito
dell’assenza della X-Mansion nel film, Josh Boone
aveva spiegato le ragioni dietro la scelta di cambiare
ambientazione: “Questi ragazzi si trovano in un posto che è
come una sorta di psico-rifugio per mutanti che sono troppo
pericolosi per vivere nella X-Mansion. Vorrei poter dire di più, ma
ci sono un sacco di colpi di scena… ad ogni modo, ci sarà un
dottore in questa struttura che li aiuterà mentre saranno impegnati
a fare le loro cose. Questo è film è a metà tra un horror, Ragazze
Interrotte e Qualcuno volò sul nido del cuculo.”
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
Paul Feig, regista
di
Ghostbusters,
Un Piccolo Favore e Last Christmas, dirigerà per conto di Netflix l’annunciato adattamento live action de
L’Accademia del Bene e del Male(The School
for Good and Evil in originale), saga fantasy di genere
fiabesco dello scrittore Soman Chainani.
La notizia è stata riportata in
esclusiva da Variety (via
Screen Rant). Soman Chainami ha così
commentato il coinvolgimento di Feig nel progetto: “Avere uno
dei tuoi registi preferiti che adattata un tuo libro per Netflix è
un sogno e al tempo stesso un onore”. Chainami ha inoltre
definito Feige un “maestro dei toni narrativi”, che sarà
sicuramente in grado di cogliere al meglio lo stile de
L’Accademia del Bene e del Male e di portarlo
all’interno di un film.
Al momento non sappiamo ancora
quando inizieranno le riprese del film, né quando arriverà su
Netflix. David Magee, che ha scritto la
sceneggiatura di Vita di Pi di Ang Lee, si occuperà dello
script insieme a Laura Solon. Feige figurerà anche
in qualità di produttore insieme a Joe Roth, Jeffrey Kirschenbaum,
Jane Startz e Laura Fischer. Chainani sarà coinvolto in qualità di
produttore esecutivo insieme a Zack Roth e Patricia Riggen.
L’Accademia del Bene e del Male
diventerà un film distribuito da Netflix e diretto da Paul
Feig
L’Accademia del Bene e del
Male è ambientato in una fittizia foresta chiamata Selva
Infinita; la trilogia originale (conosciuta come Gli anni di
Scuola, ovvero The School Years) segue le vicende
delle migliori amiche Sophie e Agatha all’Accademia del Bene e del
Male, un istituto fantastico dove i giovani allievi sono educati a
diventare gli Eroi o i Cattivi delle fiabe. La seconda trilogia
(Gli anni di Camelot, The Camelot Years) segue
invece Agatha e il suo Vero Amore, il principe Tedros, ascendere al
loro legittimo ruolo di sovrani di Camelot, mentre Sophie riforma
il Male in una nuova immagine. Il primo libro della serie è stato
rilasciato il 12 maggio 2013, mentre l’ultimo uscirà il 2 giugno
2020.
Noto principalmente per le sue
abilità di scrittura, non solo come sceneggiatore de Il
Gladiatore, lo script che lo ha reso celebre
e con cui guadagnò una nomination all’Oscar (lo stesso era accaduto
con Viaggio in Inghilterra) ma anche, tra
gli altri di Nell,Il primo cavaliere ed
Elizabeth – The Golden Age,
William Nicholson torna ora nella doppia veste di
regista e sceneggiatore con Le cose che non ti ho
detto – titolo originale Hope
Gap – disponibile in digitale dal 29 maggio.
Le cose che non ti ho
dettoriannoda un filo
Grace, Annette Bening, e Edward, Bill Nighy, sono sposati da 29 anni. Edward è
un insegnante di storia e Grace sta lavorando a un’antologia di
poesie. Il figlio Jamie, Josh O’Connor, è ormai
grande e vive per conto proprio. Quando torna a casa per il
weekend, il padre gli comunica che vuole lasciare Grace e lo invita
a restare vicino alla madre per qualche giorno. Quando Edward parla
alla moglie della sua decisione, la donna non la accetta e dopo
vani tentativi di trattenere il marito, cade in una profonda crisi.
Il film segue le vicende dei tre protagonisti, mostrando come
ciascuno affronti questa rottura.
Si tratta, come ha dichiarato lo
stesso Nicholson, di approfondire una tematica che
lo ha sempre interessato, ovvero la coesistenza degli opposti,
amore e dolore, in una relazione. L’aveva già affrontata con
Viaggio in Inghilterra, diretto da
Richard Attemborough, dove la coppia costituita da
Antony Hopkins e Debra Winger si
trovava ad affrontare la malattia e la morte di lei. Nicholson
sembra proprio voler riannodare quel filo. Gli ingredienti sono, in
fondo, gli stessi: amore, morte – qui è quella di un matrimonio –
dolore, la poesia che porta un po’ di sollievo e gli sconfinati
paesaggi d’Inghilterra a fare da cornice.
L’importanza della
scrittura di William Nicholson
Nicholson riesce
con una precisione chirurgica di scrittura e una capacità di
approfondimento psicologico non comune a far entrare lo spettatore
nelle pieghe di questo rapporto, alla prova di un momento così
difficile come quello della separazione.
Non è solo il rapporto di coppia ad
essere sotto la lente del regista, ma quello fra i tre componenti
del nucleo familiare. I punti di vista di Jamie, Grace e Edward si
alternano, segnalati dalle loro voci off. Il regista mostra
l’evoluzione dell’amore in tutte le sue fasi, compresa quella della
sua fine. In questa si concentra sui sentimenti contrastanti che la
dominano, esemplificandoli perfettamente.
Il divorzio è visto nelle sue
conseguenze più devastanti, come una ferita profonda, paragonabile
a quelle che provocano la morte. Il dolore è immenso, ma si fa
strada nei personaggi come nello spettatore anche un senso di
liberazione, non solo per Edward, che forse aspettava da tanto
questo momento, ma anche, paradossalmente, per Grace, che non lo
voleva e restava con tutte le sue forze aggrappata
all’esistente.
Annette Bening e gli altri
interpreti
Grace è una donna forte, di
carattere, che si è innamorata di un ideale di uomo, più che del
vero marito. Una donna che combatte ostinatamente contro una realtà
che non si conforma al suo volere e desidera con tutta sé stessa
tenere in piedi un matrimonio che considera sacro, anche se da
molti anni non è più felice. Un personaggio complesso, che Annette Bening interpreta magistralmente,
tratteggiandone con abilità le molte sfaccettature, mentre
attraversa le varie fasi della vicenda: dalla negazione del
problema, al vero e proprio lutto per la fine del matrimonio, alla
rabbia, alla grinta che le servirà per ripartire. Il suo
personaggio è anche portatore dell’elemento poetico che lenisce in
qualche modo il dolore. Chi meglio dei poeti, in fondo, ha
scandagliato l’amore in tutte le sue fasi? E chi meglio di loro può
aiutare a superarne i momenti più bui?
Bill Nighy dà al personaggio di Edward – un
uomo mite, che potrebbe perfino infastidire con la sua passività –
un’umanità fragile e misurata, aprendo allo spettatore le porte del
mondo interiore di questo personaggio chiuso e riservato, che ha
sofferto in silenzio e con estrema misura vive anche questa
circostanza. Josh O’Connor interpreta con
covinzione il figlio Jamie, che suo malgrado è chiamato a fare da
ago della bilancia, a parteggiare per l’uno o per l’altro. In
realtà, vede le due figure di riferimento della sua vita in crisi e
vuole solo aiutarle.
Il paesaggio, l’altro
protagonista de Le cose che non ti ho detto
Le cose che non ti ho
detto è anche un viaggio alla scoperta della natura
del Sussex, una vera e propria protagonista del
film. L’ambientazione è Seaford, una cittadina affacciata
sull’estuario di un fiume, a ridosso delle Seven Sisters: sette
colline di roccia che si gettano nel mare formando scogliere
bianche – suggestive quanto le più famose scogliere di Dover.
Il regista si avvicina a questi
luoghi con sguardo intenso e poetico. Sono per lui, nato nel
Sussex, evidentemente luoghi del cuore. Ma sa inserirli nella
narrazione non solo per compiacere l’occhio dello spettatore e
incuriosirlo, o a dargli sollievo all’interno di una vicenda così
emotivamente densa, bensì dando loro un valore fortemente
simbolico. Parte da lì
e costruisce tutto un mondo intorno
a quelle scogliere, che portano con sé la storia di questa famiglia
e costituiscono di per sé la perfetta espressione della coesistenza
degli estremi: accanto a ogni ripida scogliera c’è una valle,
l’acqua del fiume che scorre sempre nello stesso letto si mescola
proprio lì a quella del mare, aprendosi alla libertà.
HopeGap (nome di fantasia) è proprio a una di
quelle valli. È il luogo in cui sono trascorsi i momenti felici
dell’infanzia di Jamie e del matrimonio dei suoi. Lì torna Grace a
interrogarsi sulla sua insoddisfacente relazione col marito e poi
tornerà in preda al dolore più profondo, dopo essere stata
lasciata. Su quelle colline passeggia Jamie per scaricare la
tensione. Lì la protagonista comincia a sentire, nonostante il
dolore, quella sensazione di libertà, di liberazione, che è il
cuore del film. È proprio questa, in effetti, la sensazione che
quegli ampi spazi danno allo spettatore.
Con Le cose che non ti
ho detto il regista non vuole commuovere con un melò
straziante, anzi accompagna i protagonisti e lo spettatore verso un
benefico rinnovamento. Verso il piacere di scoprire quanto è
liberatorio mollare e verso la possibilità di immaginare quanta
vita – forse finalmente felice – ci sarà dopo.
Alcune scene dell’annunciato nuovo
adattamento di Dungeons & Dragons ad opera della
Paramount, potrebbero cambiare a causa dell’attuale situazione
mondiale legata alla pandemia di Covid-19. È quanto hanno lasciato
intendere i registi Jonathan
Goldstein e John Francis Daley
in una nuova intervista con THR (via
Screen Rant).
Come spiegato dal duo artistico, la
sceneggiatura del film – che porterà la loro firma – potrebbe
subire alcuni cambiamenti proprio a causa del Coronavirus e delle
regole legate al distanziamento sociale. Naturalmente si tratta di
cambiamenti che verranno apportati proprio in vista del ritorno sui
set cinematografici e, di conseguenza, dell’inizio delle riprese
del film. Nello specifico, Daley ha spiegato che sia lui che
Goldstein stanno da tempo discutendo circa tutti gli aspetti da
tenere in considerazione quando si tornerà a girare, dal momento
che tutti dovranno fari i conti ed “adattarsi” ad un mondo e ad una
realtà post-pandemia.
Nelle dichiarazioni di Daley si fa
riferimento soprattutto ai tecnici che operano sul set e
contribuiscono alla realizzazione e alla riuscita del film, ma
anche alla grande quantità di comparse che dovrebbero essere
coinvolte: “Quello che sento è che il mondo sta cambiando
radicalmente. Abbiamo queste scene con grandi folle che proprio in
questi giorni stiamo rivedendo. Dobbiamo decidere se vale la pena
preservarle e girare comunque, o se bisogna trovare un altro modo
per determinate scene che abbiamo immaginato.”
Sfortunatamente, il nuovo film
basato su Dungeons & Dragons ha già subito gli
effetti del Covid 19: inizialmente previsto per il prossimo
Novembre, il film è stato posticipato a Maggio 2022. Ciò che è
indubbio è che questo tempo darà a Daley e Goldstein la possibilità
di valutare al meglio quali cambiamenti sia più opportuno e
doveroso apportare alla sceneggiatura.
Dungeons & Dragons potrebbe subire
cambiamenti a causa del Covid-19 e del distanziamento sociale
Dungeons
& Dragons sarà diretto da Jonathan
Goldstein e John Francis Daley,
che in precedenza hanno diretto Game Night e
scritto Spider-Man: Far From
Home. I produttori esecutivi includono Allan Zeman e John
Middleton, e la sceneggiatura è stata scritta da David Leslie
Johnson e Lindsay Beer.
Paramount Pictures e Hasbro
dovrebbero cercare un grande attore di serie A come protagonista
nel film, con Will Smith, Josh Brolin, Chris Pratt,
Vin Diesel, Matthew McConaughey, Jamie Foxx, Joel Edgerton, Dave
Bautista, Jeremy Renner, o Johnny
Depp nella lista dei loro
desideri.
Numerosi altri attori appassionati
di Dungeons & Dragons hanno anche
espresso interesse ad apparire in un film, tra cui Joe
Manganiello e Ember Moon, WWE
Superstar. Mentre nessun attore è stato ancora
annunciato, Dungeons & Dragons arriverà nei
cinema a Maggio 2022.
Arriva da
Variety la notizia che la Paramount Pictures ha
ufficialmente messo in cantiere il sequel di Sonic – Il
Film, avventura live action che ha come protagonista il
famosissimo riccio blu dotato di velocità supersonica, diventato
celebre grazie alla serie di videogiochi SEGA nata nei primi anni
’90, tra le più famose ed apprezzate.
Il regista Jeff
Fowler tornerà alla regia del sequel, così come
Pat Casey e Josh Miller, che si
occuperanno nuovamente di scrivere la sceneggiatura. Nonostante un
sequel fosse già stato anticipato dalla scena post-credits del
primo film, il progetto è al momento ancora in sviluppo: oltre a
Ben Schwartz (doppiatore di Sonic the Hedgehog
nella versione originale) e Colleen Villard
(doppiatore di Miles “Tails” Prower), per adesso non sappiamo quali
altre membri del cast faranno ritorno.
Data l’attualmente situazione
mondiale, è probabile che le riprese del film partiranno
direttamente il prossimo anno, e che il sequel arrivi nelle sale
già nel 2022. Ricordiamo che Sonic –
Il Film è stato il secondo incasso più alto del 2020,
con oltre 306.8 milioni di dollari incassati a livello mondiale, su
un budget di produzione di “soli” 95 milioni.
La Paramount mette ufficialmente in
cantiere il sequel di Sonic – Il Film
Basato sul famosissimo franchise
videoludico Sega, Sonic –
Il Film racconta la storia del riccio più veloce del
mondo e della sua incredibile avventura nella sua ‘nuova casa’, la
Terra. Nel film, Sonic e il suo nuovo migliore amico Tom
(interpretato da
James Marsden) si uniscono per difendere il pianeta
dal genio malvagio, il Dr. Robotnik (interpretato da
Jim Carrey) e dai suoi diabolici piani per il dominio
del mondo.
Da quando è stata annunciata la
release della Snyder Cut di Justice
League su HBO Max, i fan continuano a chiedersi quando
potrebbero avere luogo – soprattutto, dove! – le riprese aggiuntive
della versione del cinecomic così come pensato inizialmente da
Zack Snyder. Quando e dove verrà completato il
film? Un interessante report di
Screen Rant ci viene in aiuto.
Prima dell’annuncio ufficiale,
Zack Snyder aveva più volte dichiarato di voler
realizzare scene aggiuntive per il film. Naturalmente, l’attuale
situazione mondiale legata alla pandemia di Covid-19 ha
rappresentato da subito un ostacolo reale e importante.
Inizialmente, Snyder aveva anticipato che nuove scene per la
Snyder Cut sarebbero state girate alla fine dello
scorso Febbraio: ovviamente, a partire da metà marzo, con
l’emergenza Coronavirus sempre più dilagante, il regista ha dovuto
rivedere i suoi piani.
Allo stato attuale, l’industria
cinematografica è forse uno dei settori maggiormente colpiti dalle
conseguenze della pandemia di Covid-19. Ad oggi, infatti, non
sappiamo ancora quando i set cinematografici saranno nuovamente
agibili, nonostante siano stati varati alcuni protocolli per la
ripresa in sicurezza del lavoro sul set. Visto che la
Snyder Cut non debutterà su HBO Max fino al 2021,
è altamente probabile che il materiale che Snyder intende girare e
aggiungere alla sua versione del film verrà completato soltanto
quando si potrà tornare sui set e quando la situazione sarà più
sicura per tutte le maestranze coinvolte.
Quando e dove potrebbero tenersi le
riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League?
Insieme a tutti questi fattori,
bisogna considerare anche le varie disponibilità dei membri del
cast e, soprattutto, quanto tempo verrà richiesto ad ognuno di loro
in base al “nuovo materiale” pensato da Snyder: Henry Cavill, ad
esempio, sarà impegnato con la produzione della seconda stagione di
The Witcher non appena i set saranno nuovamente
agibili, così come Ben
Affleck, che sarà nuovamente impegnato con la
produzione di
The Last Duel, il nuovo film di Ridley Scott.
La pandemia in corso, unita ai tempi
necessari per la programmazione tutti gli impegni di un cast,
rendono la possibilità delle riprese aggiuntive della
Snyder Cut un qualcosa da dover programmare ancora
più strategicamente. Sebbene i blocchi siano ancora presenti in
gran parte del mondo, ci sono alcune zone che hanno iniziato ad
“allentare”, nonostante il discorso relativo alle misure di
sicurezza sia sempre prioritario, come ad Atlanta, in Georgia.
Anche il Regno Unito si sta mettendo in moto per permettere alle
produzioni cinematografiche di poter tornare attive.
Entrambe sarebbero due potenziali
location da “sfruttare” per completare la Snyder
Cut, ma anche le tempistiche – in questo caso – hanno una
valenza importante. Naturalmente, trattandosi di riprese
aggiuntive, è immaginabile che le stesse non durino a lungo,
nonostante Snyder sia un regista noto per essere particolarmente
meticoloso e perfezionista.
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà
nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner
Bros HBO MAX che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA, o su SKY ATLANTIC. Tuttavia,
quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che
aspettare ulteriori notizie.
Nella serie a fumetti
“Vecchio Logan“, Wolverine viene ingannato e
spinto ad uccidere gli altri X-Men da Mysterio e da un altro gruppo
di villain. Nel film Logan
– The Wolverine di James Mangold – liberamente ispirato proprio a
quella run – le cose sono andate un po’ diversamente, con il
Professor X che un anno prima dei fatti narrati ha inavvertitamente
ucciso diversi mutanti in seguito ad attacco psichico causato da
una crisi indotta.
La linea narrativa intrapresa da
Logan
per quanto riguarda Charles Xavier è stato indubbiamente uno degli
aspetti più interessanti del film, ma adesso è stato lo stesso
Mangold – via
Twitter – ad ammettere di essere rimasto sorpreso quando sia la
20th Century Fox che i fan hanno “accolto” con entusiasmo
quell’aspetto della trama. La storia di Charles è stata
innegabilmente tragica: la decisione di approfondire ciò che sia
accaduto al potente telepate ha contribuito a rendere la
sceneggiatura del film ancora più oscura e accattivante, segno di
quanto sia stato meticoloso e intelligente il lavoro di
Mangold.
Su
TwitterJames Mangold – di recente confermato alla
regia di Indiana Jones 5, il quinto capitolo della
celebre saga con Harrison Ford – ha scritto: “Non ho mai
pensato di riuscire a far accettare la mia idea che Charles avesse
accidentalmente ucciso gli X-Men a causa di una attacco di demenza.
Eppure sentivo di aver bisogno di raccontare questi mutanti tramite
aspetti profondamente tragici. Sono grato alla Fox per il suo
coraggio e al pubblico per aver apprezzato le nostre
scelte.”
Sempre via
Twitter, Mangold ha anche confermato che, nonostante in una
scena eliminata da Wolverine – L’immortale del 2013 Logan venga
presentato con il tradizionale costume giallo, Hugh
Jackman non lo hai mai indossato per davvero.
Alla domanda di un fan, il regista ha così risposto: “Mi
dispiace, ma Hugh non ha mai indossato quel costume. Non abbiamo
mai neanche realizzato una vera versione di quell’outfit. Tutto ciò
che riguarda il suo personaggio e che io ho capito dello stesso,
gli impedirebbe di indossare un costume ‘autocelebrativo’. Eppure,
sono certo che con la prossima incarnazione di Wolverine,
accadrà.”
James Mangold parla della “sfida”
di Logan e fa chiarezza sul costume giallo di Wolverine
Tornando a parlare di Logan, si tratta
sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo
personaggio e in generale il miglior film
sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
Per quello che riguarda
invece Hugh
Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato
la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la
visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo
più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra
cinema e musical.
Quentin Tarantino
ha rivelato a gennaio di considerare Dunkirk di Christopher Nolan
il secondo miglior film degli anni ’10. L’annuncio ha portato i fan
a chiedersi quindi quale fosse il primo, il miglior film
dell’ultimo decennio secondo il regista di Django Unchained.
La risposta è presto data:
The Social Network. In una nuova intervista con
Premiere (tramite The Playlist),
Tarantino afferma che il film drammatico sulla fondazione di
Facebook del 2010 di David Fincher schiaccia tutti
i suoi concorrenti e definisce lo sceneggiatore Aaron
Sorkin“il più grande dialogista
attivo”. Tarantino ha detto: “È The social network,
senza dubbio. È il numero uno perché è il migliore, tutto qui!
Schiaccia tutta la concorrenza.”
The Social Network si è classificato
al 16 posto nella lista dei migliori film di
IndieWire degli anni 2010, pubblicata la scorsa estate. “Ci
sono film tempestivi, e poi c’è The Social Network, che è stato
abbastanza apprezzato nel 2010 da raggiungere otto nomination agli
Oscar e in qualche modo sembra feroce e prescientifico ed
essenziale ora, quasi un decennio dopo – ha scritto in
merito al film Kate Erbland, vicedirettore di
IndieWire – The Social Network è sia un’esplorazione
elettrizzante e inquieta di come è stato inventato Facebook sia
un’accusa accecante di ciò che sarebbe inevitabilmente
diventato.”
The Social Network il miglior film degli anni
’10
“So molto di più sul Facebook
del 2005 rispetto al 2018, ma so abbastanza per sapere che dovrebbe
esserci un sequel – ha detto Sorkin ad AP Entertainment –
Sono successe molte cose molto interessanti e drammatiche da quando
sono avvenute le vicende con cui si chiude il film, la causa dei
Gemelli Winklevoss e
Eduardo Saverin. … Ho ricevuto più di una email da [Rudin] con
un articolo allegato che diceva: “Non è tempo di un
sequel?”.”
Jesse Eisenberg, che è stato nominato come
miglior attore protagonista agli Oscar grazie al suo ritratto di
Mark Zuckerberg, ha dichiarato a
IndieWire lo scorso luglio che era aperto a fare un sequel
del film e stava solo aspettando che arrivasse la telefonata da
Fincher.
Le riprese di Jurassic
World: Dominion potrebbero ripartire a Luglio secondo
quanto dichiarato di recente da Sam Neill.
Dall’uscita di Jurassic World: Il regno distrutto nel 2018, i fan
della celebre saga dedicata ai dinosauri aspettano da tempo il
capitolo conclusivo della nuova trilogia, non solo per il ritorno
del cast originale, ma anche perché – come dichiarato di recente
dal produttore Frank Marshall – Dominion
rappresenterà a tutti gli effetti “l’inizio di una nuova era” per il franchise.
Come tante altre produzioni
cinematografiche, anche quella di Jurassic
World 3 è stata momentaneamente sospesa a causa della
pandemia di Covid-19. Per diverse settimane cast e crew del film
hanno brancolato nel buio, senza sapere effettivamente quando le
riprese sarebbero potute ripartire. Adesso, come rivelato da
Sam Neill in una recente intervista con The Guardian, sembra
che la produzione di terzo episodio di Jurassic World sia
pronta a tornare all’attivo.
In Jurassic
World: Dominion, Neill tornerà a vestire i panni del
Dottor Alan Grant, personaggio interpretato nella trilogia
originale di Jurassic Park, precisamente nel primo film del
1993 e nel terzo capitolo del 2001. L’attore neozelandese ha
rivelato che i set del film allestiti presso i
Pinewood Studios a Londra sono “tutti lì, che
aspettano”, con buona probabilità che la produzione di
Dominion possa essere riesumata entro il mese di
Luglio.
Sam Neill anticipa che la
produzione di Jurassic World: Dominion potrebbe ripartire a
Luglio
“Dovrei essere ai Pinewood
Studios alle 6 del mattino”, ha spiegato Sam
Neill. “Tutti i set sono lì, che aspettano. Mi manca
la compagnia degli amici e la convivialità attorno al tavolo di un
ristorante, condividendo del buon vino insieme. Non vedo l’ora di
tornare a Londra. Spero che la gente non si sia abituata a stare
senza tutto ciò.”
Sempre a proposito delle riprese, di
recente Neill aveva dichiarato: “Appena sarà possibile,
torneremo a girare. Dovremmo ripartire da Londra, ma al momento lì
è il caos totale. Magari potremmo iniziare a girare da qualche
altra parte e poi finire ai Pinewood Studios. Useremo i teatri di
posa di Bonda per i set londinesi. Se la situazione non cambia,
però, non ho idea di quando potremo davvero ricominciare.”
Jurassic
World: Dominionvedrà
sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar
Sy. Laura
Derne Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e
il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian
Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha
firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Divenuto celebre grazie al cinema,
per poi emigrare verso la televisione, l’attore Rupert
Evans è oggi uno dei volti noti di alcune celebri serie,
apprezzate a livello internazionale. Negli ultimi anni Evans ha
infatti guadagnato particolare popolarità, maturando
interpretazione dopo interpreazione per affermare il proprio status
all’interno dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
Rubert Evans.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Rupert Evans: i suoi film e le
serie TV
10. Ha esordito al cinema
con un noto film. Il primo ruolo per il grande schermo
ricoperto dall’attore è stato quello dell’agente John Myers nel
film Hellboy (2004),
di Guillermo Del Toro. Successivamente compie
sporadiche apparizioni con film come Agora (2009), con
Rachel
Weisz, Incident (2011), l’horror The Boy (2016),
e American
Pastoral (2016), di Ewan
McGregor.
9. È noto per i ruoli
televisivi. La popolarità dell’attore in televisione
inizia a consolidarsi grazie alla serie Mondo senza fine
(2012). Ottiene poi un ruolo di rilievo in Fleming – Essere
James
Bond (2014), con Dominic
Cooper. In seguito, recita nelle serie Rogue
(2014),
L’uomo nell’alto castello (2015-2018), con Rufus
Sewell, e Streghe (2018-in
corso), con Melonie
Diaz e Madeleine
Mantock.
Rupert Evans è su Instagram e
Twitter
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 74,2 mila persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere immagini personali scattate
durante momenti di svago. Non mancano però anche post promozionali
dei suoi progetti da interprete, promossi attraverso trailer,
interviste o foto di backstage.
7. È attivo anche su
Twitter. Evans possiede un account anche sul social
Twitter, dove attualmente vanta un totale di oltre 15 mila
follower. Qui l’attore, oltre a condividere novità relative ai suoi
progetti cinematografici e televisivi, è solito svelare curiosità o
rendere note sue riflessioni su vicende di attualità.
Rupert Evans: chi è sua moglie
6. È estremamente
riservato. L’attore è noto per non essere solito
condividere dettagli sulla sua vita personale. Negli anni, infatti,
ha mantenuto un basso profilo, tenendosi alla larga dall’invasività
dei media. Per tale motivo, nulla si sa della sua vita
sentimentale, e non è certo se sia single o abbia una compagna.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Rupert Evans in L’uomo nell’alto
castello
5. Ha avuto un ruolo
ricorrente. L’attore ha guadagnato grande popolarità
recitando nel ruolo di Frank Frink in L’uomo nell’alto
castello. Presente dalla prima alla terza stagione, questi è
il fidanzato della protagonista e lavora in una fabbrica di armi.
All’interno della serie, composta di 40 episodi, Evans ha recitato
in ben 26 di questi.
Rupert Evans in Streghe
4. Ha diretto un
episodio. Dopo essere diventato un membro fisso del cast
di Streghe, nel ruolo di Harry Greenwood,
l’attore è passato dietro la macchina da presa per dirigere
l’episodio Don’t Look Back in Anger, diciottesimo della
seconda stagione. Per Evans si è trattato del debutto in qualità di
regista, occasione che si è per lui rivelata entusiasmante, e che
l’ha costretto a guardare la serie anche da nuove prospettive.
3. Ha un ruolo chiave nella
serie. In Streghe, l’attore ricopre uno dei
personaggi principali. È infatti Harry Greenwood, angelo custode
che protegge e guida le streghe protagoniste. È lui a riunire le
tre giovani ragazze e comunicare loro quanto le aspetta. Il
personaggio ricorre dunque in qualità di mentore.
2. Non conosceva il
personaggio. L’attuale serie Streghe è in realtà
il reboot di un classico della televisione. Anche in quel caso vi
era la figura dell’angelo custode Harry. Intervistato a riguardo,
Evans ha tuttavia dichiarato di non aver mai visto quella versione
del personaggio, e di aver pertanto potuto lavorare sulla sua in
totale libertà, privo di condizionamenti.
Rupert Evans: età e altezza
1. Rupert Evans è nato a
Staffordshire, Inghilterra, il 9 marzo 1976. L’attore è
alto complessivamente 178 centimetri.