L’episodio 6 della stagione 7 di
FBI, “Perfect”, contiene un colpo di scena
che potrebbe essere la soluzione perfetta per l’abbandono della
serie da parte di Maggie (Missy Peregrym). Maggie è la tutrice
legale della figlia della sua amica Jessica (Charlotte Sullivan),
Ella (Rose Decker), dalla fine della sesta stagione. Il tutto è
iniziato quando Jessica è morta inaspettatamente durante
un’operazione chirurgica mentre Maggie si stava occupando
temporaneamente di Ella. La lotta di Maggie per essere presente per
Ella è una parte ricorrente della
stagione 7 di FBI, anche se Ella è stata per lo più
fuori dallo schermo fino ad ora.
“Perfect” offre a Maggie molteplici
sfide genitoriali mentre insegue un serial killer che prende di
mira giovani donne e le uccide lasciandole morire dissanguate dopo
aver rimosso loro l’utero. Il caso interrompe una discussione con
lo zio biologico di Ella su quale sia la soluzione migliore per la
custodia della figlia di Maggie all’FBI. In seguito,
Maggie viene anche a sapere che un sospetto la sta perseguitando e
ha delle foto di Ella. Così, arriva alla sorprendente decisione di
far vivere Ella a tempo pieno con lo zio per proteggerla da
potenziali predatori che potrebbero prenderla di mira a
causa del lavoro di Maggie.
Maggie ha sempre voluto avere
dei figli
Maggie ha pensato a lungo di
diventare madre. Durante la sesta stagione dell’FBI, stava
discutendo se iniziare il processo di fecondazione assistita per
avere un figlio suo, cosa che Jessica la stava incoraggiando a fare
poco prima di morire. Quando Jessica è morta, Maggie ha rinunciato
all’idea della fecondazione assistita perché aveva Ella di cui
occuparsi. Tuttavia, se rinuncia a Ella, Maggie si
ritroverà di nuovo senza figli, infrangendo il suo sogno
di maternità, a lungo coltivato.
Sarebbe comprensibile se
Maggie ritenesse di non essere all’altezza della sfida di fare da
genitore a un bambino traumatizzato, pur mantenendo un lavoro a
tempo pieno, e preferisse avere dei figli suoi.
La precedente decisione di Maggie
di interrompere la fecondazione assistita una volta che Ella aveva
bisogno di lei a tempo pieno complica la situazione. Ha sacrificato
il suo desiderio di avere figli biologici per essere presente per
Ella, che ha bisogni speciali a causa del trauma della perdita
della madre. Sarebbe comprensibile se Maggie ritenesse di non
essere all’altezza della sfida di fare da genitore a una bambina
traumatizzata, pur avendo un lavoro a tempo pieno, e preferisse
avere figli propri. Tuttavia, questa non è la ragione dichiarata
per cui ha rinunciato a Ella alla fine di “Perfect”, e non è chiaro
se si atterrà a questo proposito.
La situazione di Ella potrebbe
portare Maggie ad abbandonare l’FBI
È convinta di dover scegliere
tra il suo lavoro e la maternità
Nella stagione 7 dell ‘FBI
, episodio 6, Maggie decide di abbandonare Ella perché il suo
lavoro mette un bersaglio sulla schiena di Ella. A prescindere dal
fatto che si attenga o meno a questa decisione, rimanere
nell’ufficio di New York sembrerebbe significare mettere da parte i
suoi sogni di maternità. Presumibilmente, Maggie avrebbe
gli stessi timori per la sicurezza di qualsiasi altro bambino che
mettesse al mondo, e non ha più Jessica come collega
agente dell’FBI che è anche madre per consigliarle come proteggere
un bambino mentre svolge un lavoro pericoloso.
Naturalmente, Maggie
potrebbe decidere di tenere Ella e rivolgersi a Scola e Nina per
avere consigli sulla sicurezza, visto che hanno un figlio
piccolo e lavorano in due diverse unità dell’FBI. Tuttavia, questi
due personaggi si trovano in una situazione leggermente diversa, in
quanto sono genitori comuni e lavorano entrambi nell’FBI. L’unico
altro adulto su cui Maggie può contare è lo zio di Ella, che però
non è un agente dell’FBI e quindi potrebbe non capire le sue
preoccupazioni.
Il desiderio di Maggie di essere
madre non svanirà nemmeno se si atterrà alla decisione di mandare
Ella dallo zio per proteggerla. È quindi possibile che
Maggie decida di lasciare il lavoro per potersi concentrare
sull’essere madre senza preoccuparsi della sicurezza della
figlia. L’irritazione di OA per il giudizio di Scola sulle
“mogli commerciali” in “Perfect” fa presagire la sua
accettazione di una simile scelta per Maggie, in particolare la sua
domanda: “Hai qualche problema con le mamme casalinghe,
Scola?”.
L’FBI cancellerà davvero la
Maggie di Missy Peregrym?
Ci sono state voci insistenti
sulla sua uscita di scena
L’ultimo
aggiornamento del casting diFBI non dice nulla né in
un senso né nell’altro sulla partenza di Maggie, e non ci sono
notizie che suggeriscano che stia per andarsene. Tuttavia, ci sono
state voci insistenti sul fatto che la Peregrym lascerà
l’FBI. Quando Maggie è stata brevemente fuori dallo
schermo, si è detto che si trovava a Washington con Ella, che ha
una famiglia biologica lì.
… se la Peregrym decide di
andarsene, c’è già abbastanza materiale scritto per l’FBI
per scrivere una storia di uscita realistica per lei.
Maggie ha anche sofferto di PTSD e
di problemi correlati dopo un attacco con il Sarin, il che
contribuisce alle sue reazioni di paura quando si tratta di Ella e
rende più difficile il suo lavoro. Pertanto, se la Peregrym decide
di andarsene, c’è già abbastanza materiale scritto per
l’FBI per scrivere una storia di uscita
realistica per lei. Tuttavia, questo potrebbe non accadere per un
po’, considerando i problemi di casting che la serie ha avuto da
quando ha perso la partner di Scola, Tiffany, all’inizio della
settima stagione.
Il film del 2008, Il curioso
caso di Benjamin Button (qui la recensione) diretto da
David Fincher, racconta come noto la vita di
Benjamin Button (Brad
Pitt) dalle strane circostanze della sua nascita nel
1918 fino a poco tempo dopo la sua morte nel 2003. Il film lo segue
mentre nasce con il corpo rugoso e delicato di un uomo anziano,
cresce in una casa di riposo e gradualmente lo vede ringiovanire
fino a quando alla fine muore “di vecchiaia” pur apparendo come un
bambino. Solo vagamente basato sul racconto di F. Scott
Fitzgerald, il film è però narrato dall’amore della vita
di Benjamin, Daisy (Cate
Blanchett).
Il film ha infatti inizio dopo che
Benjamin è già morto e vede una Daisy più anziana chiedere alla
figlia Caroline (Julia Ormond) di leggerle il
diario di Benjamin un’ultima volta. Si anima dunque da lì il
ricordo dell’esistenza di quest’uomo speciale, portandoci ad
esplorare lo strano viaggio che ha compiuto nel corso della sua
vita. Il finale porta poi la storia d’amore narrata a una
conclusione adeguata e accenna anche al motivo per cui Benjamin
Button invecchia al contrario. Scopriamo dunque in questo articolo
il significato del finale di Il curioso caso di Benjamin
Button.
L’invecchiamento di Benjamin era
legato all’orologio?
Prima dell’inizio della storia della
vita di Benjamin ne Il curioso caso di Benjamin
Button, la morente Daisy racconta alla figlia la storia di
un orologiaio di nome Monsieur Gateau
(Elias Koteas), incaricato di costruire un
orologio per una nuova stazione ferroviaria. Gateau, in quel
momento, era sconvolto dalla morte di suo figlio nella Prima Guerra
Mondiale e quando l’orologio fu finalmente inaugurato nel 1918, la
folla riunita rimase sbalordita nel vedere che funzionava al
contrario. Gateau spiegò di averlo progettato volutamente in quel
modo nella speranza che il tempo stesso cominciasse a girare
all’indietro e che tutti i ragazzi persi in guerra potessero
tornare a casa.
C’è quindi un evidente legame tra la
storia di M. Gateau e quella di Benjamin Button, che nacque la
notte in cui la guerra finì: l’11 novembre 1918. Poco prima che
Benjamin giunga alla fine della sua vita, l’orologio che scorre
all’indietro nella stazione ferroviaria viene sostituito con un
orologio digitale che scorre normalmente, il che significa che sia
l’orologio che la durata della vita di Benjamin sono più o meno gli
stessi. La condizione di Benjamin e dell’orologio non sono mai
esplicitamente collegati l’uno all’altro ma, piuttosto, l’orologio
e il desiderio del signor Gateau sono una metafora di ciò che
rappresenta la vita di Benjamin: un desiderio di ritorno alla
giovinezza.
Benjamin sviluppa la demenza quando
diventa bambino
Verso la fine de Il curioso
caso di Benjamin Button, Daisy si riunisce a Benjamin dopo
un periodo di diversi anni. Non più interpretato da Brad Pitt, Benjamin appare ora come un ragazzo
di 12 anni. Viveva per strada quando i servizi sociali lo hanno
prelevato e riportato alla casa di riposo, dato che l’indirizzo di
essa era scritto nel suo diario. Lunatico e restio a essere
toccato, Benjamin sta sviluppando una demenza e fatica a
riconoscere Daisy quando la rivede. Gli spettatori potrebbero
essere confusi sul perché Benjamin stia sviluppando una malattia
che di solito affligge solo affligge solo le persone anziane,
mentre lui ringiovanisce di giorno in giorno, ma Benjamin Button
spiega che si tratta della natura del suo invecchiamento.
È vero che la maggior parte delle
malattie che si presentano con la vecchiaia, dall’artrite alla
cataratta – erano presenti in Benjamin quando è nato. Tuttavia,
solo il suo corpo invecchia all’indietro, mentre la sua mente
invecchia in avanti. Per questo motivo, mentre cresceva, aveva una
curiosità e una ingenuità ed era mentalmente coetaneo di Daisy. La
demenza di Benjamin può essere legata al fatto che, mentre il suo
corpo si trasforma da adulto in bambino, la sua mente si deteriora
al contrario della normale crescita mentale di un bambino. Negli
ultimi anni di vita, i suoi ricordi “svanirono come sogni
inconsistenti dalla sua mente, come se non fossero mai
stati”.
Seguendo la vita di Benjamin Button
dall’inizio alla fine, alcuni spettatori si aspettavano che
Il curioso caso di Benjamin Button si concludesse
con una sorta di orribile parto inverso. Invece, Benjamin diventa
sempre più giovane, fino a diventare fisicamente un neonato. Un
giorno, mentre Daisy lo tiene in braccio, lui la guarda per
l’ultima volta e poi muore. Poiché è nato con l’aspetto e i
disturbi di un uomo di 84 anni, la sua durata di vita è definita
dalla condizione della sua nascita. La storia di Fitzgerald finisce
in modo simile:
“Non ricordava. Non ricordava
chiaramente se il latte fosse caldo o freddo durante l’ultima
poppata o come fossero passati i giorni – c’era solo la sua culla e
la presenza familiare della nonna. E poi non ricordava nulla.
Quando aveva fame piangeva, e questo era tutto. Durante i pomeriggi
e le notti respirava e su di lui c’erano borbottii e mormorii che
sentiva a malapena, e odori debolmente differenziati, e luce e
buio. Poi tutto fu buio, e la sua culla bianca e i volti fiochi che
si muovevano sopra di lui, e il caldo e dolce aroma del latte,
svanirono del tutto dalla sua mente”.
Poiché Benjamin sviluppa molti dei
sintomi del morbo di Alzheimer, i cui primi sintomi, accennati
prima del finale, possono essere sorprendentemente ben compresi, la
sua morte potrebbe essere attribuita alla demenza, che nelle sue
fasi finali fa perdere la capacità di coordinare funzioni
fondamentali come la deglutizione o la respirazione.
Un’interpretazione meno cupa e più poetica della morte di Benjamin
è però che egli sia semplicemente giunto al termine della sua vita
naturale.
Mentre però la gente guardava il
bambino morire alla fine e lo vedeva come una tragedia, Fincher la
vede in modo molto diverso. Il regista ha spiegato (in
un’intervista al The Guardian) che, alla fine, il
pubblico si aspetta una sorta di “effetto speciale” nel
film, e per lui è stato il passare del tempo. “Ho pensato che
l’immagine finale di una donna di 74 anni che tiene in braccio un
bambino di sette mesi e lo aiuta a superare la morte, ecco ho
pensato che fosse un modo bellissimo per concludere una storia
d’amore”.
Il vero significato del finale de
Il curioso caso di Benjamin Button
Il messaggio un po’ sorprendente
alla base de Il curioso caso di Benjamin Button è
dunque che la strana condizione di Benjamin non ha molta
importanza. Come ha spiegato lo sceneggiatore Eric
Roth a Cinema 24/7, “non fa alcuna differenza se vivi
la tua vita all’indietro o in avanti: è come la vivi”. Fin
dall’inizio del suo diario, Benjamin comunica che le circostanze
della sua nascita e della sua morte – per quanto bizzarre – sono le
parti meno significative della sua vita. Alla fine, dopo tutto,
esce dal mondo nello stesso modo in cui vi è entrato: “solo e
senza niente”.
Sebbene l’invecchiamento a ritroso
di Benjamin Button, spesso incompreso, lo aiuti a trarre il massimo
dalla sua ultima vita, il montaggio finale delle persone importanti
che ha incontrato nel corso della sua vita invia il messaggio che
le opportunità non finiscono con la giovinezza. Elizabeth
Abbott (Tilda
Swinton), che ha abbandonato il suo sogno di nuotare
nella Manica dopo aver fallito da giovane, ci riesce a 60 anni.
Daisy è sconvolta dalla perdita della sua carriera di ballerina
dopo l’incidente, ma in età avanzata fonda una scuola di danza e
insegna ad altre ragazze a ballare.
Il padre di Benjamin,
Thomas (Jason Flemyng), vive con
il grande rimpianto di aver abbandonato il figlio, ma riesce a
riallacciare i rapporti con lui e a dire a Benjamin la verità prima
di morire. David Fincher ha dichiarato in
un’intervista a Film Comment di aver realizzato
Il curioso caso di Benjamin Button “con l’idea
di mostrare la fallacia dell’idea che la gioventù sia sprecata per
i giovani”. C’è sempre tempo per fare ciò che non si è ancora
fatto e rimediare a ciò che non è andato bene, proprio come la
lettera che Benjamin scrive alla figlia avuta da Daisy ci
suggerisce.
Un trailer dello speciale natalizio
di Doctor Who del 2024 offre un nuovo
sguardo all’hotel che ospita il viaggio nel tempo, i primi sguardi
alle guest star e l’incontro tra il Quindicesimo Dottore di Ncuti
Gatwa e se stesso. L’imminente speciale si svolge dopo gli eventi
della
stagione 14 di Doctor Who, quando il Signore del Tempo
viaggia da solo e si dirige verso un hotel che offre camere
provenienti da tutta la storia dell’umanità. Lo speciale stagionale
di Doctor
Who del 2024, “Joy to the World”, è scritto
dall’ex showrunner Steven Moffat e vede Nicola Coughlan di Bridgerton entrare nel mondo della compagna Joy,
un tempo ospite.
Il canale YouTube
ufficiale di Doctor Who ha presentato il primo
trailer completo di “Joy to the World”. Entrando
nell’hotel che viaggia nel tempo e incontrando Trev Simpkins (Joel
Fry), uno dei suoi dipendenti, il Dottore viene coinvolto in una
missione attraverso il tempo e lo spazio, che lo porta da Joy
mentre lei incontra Melnak (Jonathan Aris) il Siluriano. Mentre la
ragazza viene portata a bordo del TARDIS e il Dottore corre
attraverso la storia, i due entrano in contatto con una
versione futura del Quindicesimo Dottore, che
porta il Signore del Tempo a discutere con se stesso in modo duro e
onesto sul suo stato attuale.
Che cosa significa per Doctor
Who il momento multidocente di “Joy To The World”?
Mentre la missione di viaggio nel
tempo di “Joy to the World” ruota intorno a una misteriosa e
potenzialmente cataclismatica fonte di energia nota come “Seme
Stellare”, è chiaro che un altro punto focale della storia sarà lo
stato mentale del Dottore dopo la stagione 14. Mentre aiutava Ruby
Sunday (Millie Gibson) a ritrovare la madre
naturale e a costruirsi una nuova famiglia,il Dottore è
stato lasciato solo a confrontarsi con il suo ruolo
nell’universo e con l’effetto che ha sulle persone,
soprattutto dopo aver avuto un ruolo nella quasi distruzione
dell’universo.
Per questo motivo, anche se una
seconda versione futura del Quindicesimo Dottore nello speciale
stagionale di Doctor Who non è inedita, soprattutto nelle
storie scritte da Moffat, vedere il Signore del Tempo dirigere le
sue frustrazioni verso se stesso può fungere da epilogo all’arco
della sua stagione di debutto. Inoltre, essendo Joy stessa una
viaggiatrice solitaria durante le vacanze, potrebbe forse aiutare
il Dottore a confrontarsi con la sua visione desolante del suo
attuale io, permettendogli di riunirsi con Ruby nella stagione 15
di Doctor Who.
Quelli sui fantasmi sono film sempre
particolarmente apprezzati, capaci di attirare l’attenzione per il
modo in cui queste presenze intangibili possono manifestarsi e,
ancor di più, per i significati che incarnano. Titoli come
Storia di un fantasma, L’evocazione – The
Conjuring, La casa dei
fantasmi, Crimson
Peak o un classico come Casper sono solo
alcuni tra i tanti che si possono citare. Tra questi,
particolarmente affascinante è Le verità nascoste,
diretto nel 2000 dal regista premio Oscar Robert
Zemeckis (autore anche di
Forrest Gump,
Cast Away e Allied
– Un’ombra nascosta).
Affascinante lo è in quanto, come
altri film di questo genere, si fonda su quella che viene detto
essere una storia vera, su un reale incontro con uno spirito
all’interno delle proprie mura domestiche. A sostenerlo è la
scrittrice e autrice del soggetto del film, Sarah
Kernochan. Difficile dire quanto di vero ci sia in quello
che sostiene, ma ciò ha comunque permesso di dar vita ad un film
dall’atmosfera hitchcockiana, con protagonisti due grandi attori
come Harrison Ford e
Michelle
Pfeiffer. Entrambi hanno raccontato di aver accettato
di partecipare al film in quanto affascinati proprio dal senso di
mistero messo in gioco.
A lungo si è però dibattuto proprio
della genesi del progetto, con la Kernochan che se da un lato
continua a sostenere la veridicità di quanto affermato, dall’altro
ha anche preso le distanze dal film, il quale è drasticamente
diverso da quello da lei originariamente scritto. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a Le verità nascoste. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e alla storia vera
dietro il film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonisti del film sono i coniugi
Norman e Claire Spencer. Lui
famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex
violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una
lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio
una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la
figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il
college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova
abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente
incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel
momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere
degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.
Ben presto, Claire sprofonda nella
paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da
fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la
salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma
dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento
in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo
denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo
tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri
nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé
conseguenze terribili.
La storia vera dietro il film
Per quanto soprannaturale possa
sembrare, il film sarebbe ispirato ad una storia vera. Sono in
realtà molti i film con fantasmi basati su testimonianze che
affermano di essersi imbattuti in presenze di questo tipo. Tra
queste si ritrova dunque anche quella di Sarah
Kernochan, autrice del soggetto da cui è poi stato tratto
Le verità nascoste. Due volte premio Oscar (per il
documentario Marjoe e per il cortometraggio Thot)
e autrice anche di 9 settimane e ½ e Sommersby, la Kernochan ha infatti raccontato in più
occasioni di aver avuto l’idea per questo racconto da alcune
vicende personali, che l’avrebbero vista alle prese con un fantasma
dentro casa sua.
“Mi ha sempre divertito
ascoltare i discorsi della gente sui fantasmi. Io non ho dubbi
sulla loro esistenza. Ne conosco uno e ci vivo assieme”, ha
raccontato sul suo blog. Proprio su quest’ultimo ha
dettagliatamente raccontato la propria esperienza con questo
spirito, che avrebbe scoperto essere quello di suo nonno. Il suo
rapporto con questo fantasma era però assolutamente pacifico, tanto
che anche il soggetto iniziale del suo racconto proponeva come
protagonisti una coppia di anziani alle prese con uno spirito
femminile del tutto benevolo nei loro confronti.
Nelle sue intenzioni, infatti, la
storia avrebbe dovuto ricordare Incontri ravvicinati del terzo tipo, il film di
Steven Spielberg in cui la paura per forme di
vita distanti dalla nostra diventava un inno alla diversità e al
confronto pacifico. Il celebre regista, tuttavia, decise insieme a
Zemeckis di modificare lo script, rendendolo decisamente più
tenebroso e inquietante e dando così vita a Le verità
nascoste. La Kernochan ha poi confermato – durante un’intervista – che circa il
75% del suo soggetto è stato riscritto, motivo per cui si è
accontentata del credito come ispiratrice del soggetto, ma non come
autrice della sceneggiatura.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Le verità
nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di
Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e
Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 5 dicembre alle ore 21:30
sul canale Warner Tv.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Copycat,
Zodiac o Hangman
– Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli
più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente
ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino”
in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno
conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather,
diretto nel 2009 da Nelson
McCormick.
Questo thriller del 2009 – remake
del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da
Joseph Ruben e interpretato da Terry
O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente
ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola
naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il
tutto. Questo remake attua però una serie di modifiche rispetto
all’originale, tra cui il finale, più in linea con i tempi tra
ambiguità e possibilità di ricorrere ad un senso di inquietudine
oggi maggiormente accettabile.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo da recuperare, anche data la presenza di
noti attori come Penn Badgley (oggi noto per la serie
You) e
Amber Heard. In questo articolo approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative al film. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del suo finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Al suo ritorno a casa, dopo aver
trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi
problematici, Michael trova sua madre
Susan alle prese con un nuovo compagno,
David Harris, che ha conosciuto casualmente al
supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e
più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare
su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è
altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel
quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle
incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire
misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto
per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.
Come finisce il film Il segreto di David – The
Stepfather?
Nel finale, Susan si rende conto che
il figlio potrebbe avere ragione sull’identità di David e se ne
convince dopo aver visto il nuovo compagno aggredire i figli. Nello
sfuggire a sua volta alle grinfie dell’uomo, riesce a pugnalarlo al
collo con un frammento di vetro. David, che inizialmente sembra
essere morto, si rianima in breve e riprende ad inseguire Susan,
Michael e Kelly fino in soffitta. Qui Michael ingaggia con lui una
lotta, che li porta infine a cadere giù dalla soffitta e a perdere
conoscenza. Quando Michael si sveglia, scopre di essere stato in
coma per più di un mese.
Viene a quel punto sapere che anche
David è però ancora vivo ed è riuscito a fuggire prima dell’arrivo
della polizia. La scena finale mostra dunque proprio David, che ha
nuovamente cambiato aspetto e nome in Chris Ames. Egli lavora ora
in un negozio di ferramenta, dove incontra una donna che sta
facendo acquisti con i suoi due figli. Nel modo in cui si approccia
alla donna, si lascia così immaginare che la sua attività di serial
killer di famiglie sia pronta per riprendere con nuove ignare
vittime.
Si tratta di un finale che
differisce profondamente dal film del 1987, dove l’assassino –
chiamato Jerry anziché David – viene ferito con un colpo di pistola
dalla moglie Susan e poi definitivamente abbattuto dalla figlia
adottiva Stephanie (altra differenza rispetto al Michael del film
del 2009), che lo pugnala al petto con un coltello. A quel punto
Jerry cade all’indietro per le scale ed è chiaramente morto. Anche
se poi con due sequel verrà stabilito che Jerry non è morto, il
finale del film del 1987 offre dunque una conclusione più
conciliante. Cosa che non avviene con la versione del 2009, dove si
sottolinea dunque come il male sia sempre in agguato dove meno te
lo aspetti.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Star
Wars ha appena presentato il suo nuovo show
Skeleton Crew con i primi due episodi. Con
Jude Law nei panni di Jod Na Nawood e un
gruppo di ragazzi che si ritrovano sperduti nello spazio, la nuova
serie è piena di interessanti Easter eggs e riferimenti a
Star
Wars. Ci sono anche alcuni riferimenti molto divertenti al
fandom di Star Wars nella vita reale, così come alcune
strizzate d’occhio ai classici pirati Disney.
Come si è visto negli
episodi 1 e 2 di Skeleton Crew, i giovani Wim (Ravi Cabot-Conyers),
Neel (Robert Timothy Smith), KB (Kyriana Kratter) e Fern (Ryan
Kiera Armstrong) si ritrovano ad abbandonare le loro vite
tranquille e poco movimentate su At Attin per lanciarsi in
un’emozionante e pericolosa avventura nella galassia di Star
Wars, piena di pirati e di un tesoro a lungo perduto che in
qualche modo si collega al mondo che chiamano casa. A tal
fine, ecco 28 delle più grandi uova di Pasqua e riferimenti che si
possono trovare negli episodi 1 e 2 diSkeleton
Crew.
Il testo di apertura ricorda
Ahsoka
Una nuova tradizione per gli
show della Nuova Repubblica?
L’episodio
1 diSkeleton Crewsi
apre con un testo blu in uno spazio aperto, che conferma
l’ambientazione dello show durante l’era della Nuova Repubblica.
Conferma anche che la pirateria continua ad affliggere le
principali rotte iperspaziali. In questo senso, è molto simile a
quello di Ahsoka,
l’ultimo show ambientato nella Nuova Repubblica, che presentava
anch’esso un’apertura con un testo blu per impostare la scena,
piuttosto che il tipico scorrimento di testo giallo visto nei
principali film di Star Wars.
“If This is a Bulk
Freighter…”
Riferimento a Una Nuova
Speranza
Durante l’attacco a un incrociatore
nella scena iniziale del primo episodio di Skeleton Crew,
uno dei membri dell’equipaggio cerca di spiegare alla banda di
pirati che non ha crediti, sostenendo che si tratta solo di una
nave da carico alla rinfusa. Ciò spinge il Capitano Silvo a
chiedere: “Se questa è una nave da carico alla rinfusa, perché
il vostro caveau è sigillato magneticamente?”. Se a ciò si
aggiunge l’infiltrazione dei pirati e la schermaglia con i membri
dell’equipaggio che li stavano aspettando, è facile notare
un’analogia con la scena d’apertura diUna
nuova speranza, quando l’Impero attacca la
nave della Principessa Leila che aveva dichiarato di
essere una nave consolare: “Se questa è una nave consolare,
dov’è l’ambasciatore?”.
Bruto tradisce il Capitano
Silvo
“Et Tu Brute?”
Dopo che il caveau si rivela
contenere un solo credito, Bruto si rivolta contro il Capitano
Silvo (che sembra un’allusione intenzionale a Long John Silver
dell’Isola del Tesoro ) e organizza un ammutinamento.
Non solo Brutus è uno Shistavanen dalla vita da lupo, la
cui specie è apparsa per la prima volta nella Cantina di Mos Eisley
duranteUna nuova speranza, ma
il suo nome e il suo tradimento del capitano riportano alla mente
le parole finali in latino di Giulio Cesare della tragedia classica
di Shakespeare: “Et tu, Brute?”.
Action Figures di Wim
Jedi e Sith
Wim viene mostrato mentre
gioca con due statuette che brandiscono spade laser rosse e verdi
nell’ episodio 1della Skeleton
Crew. Grazie ai sottotitoli, viene confermato che le
figure di Wim sono un Jedi e un Signore dei Sith. Per questo
motivo, è piuttosto singolare vedere un bambino che gioca con lo
stesso tipo di giocattoli con cui potrebbero giocare anche i
bambini nella vita reale.
Latte blu
Parte di una colazione completa
di Star Wars
Mentre fa colazione prima di
prendere l’autobus per andare a scuola, Wim viene mostrato mentre
versa del latte blu nei suoi cereali. Dopo aver debuttato per la
prima volta in Una nuova speranza, il latte blu è
diventato una bevanda diffusa in tutta la galassia. La bevanda
classica può essere acquistata anche nei parchi Disney quando gli
ospiti visitano il parco a tema Star Wars, Galaxy’s
Edge.
Lotta con spada laser per finta
tra Wim e Neel
Proprio come i bambini della
vita reale
Nello stesso modo, Wim e
Neel vengono mostrati mentre fanno una finta lotta con la spada
laser, con tanto di braccia “tagliate” e finta fuoriuscita
di budella. È una scena molto comica, che certamente contribuisce a
trasmettere l’idea che questi bambini sono proprio come i bambini
della vita reale che amano Star Wars e vorrebbero essere
gli eroi Jedi idealizzati delle loro storie.
Droide autista di autobus serie
RX
Proprio come Star Tours
Wim e Neel sono accompagnati
a scuola da un droide pilota della serie RX. I fan che
hanno visitato Disneyland riconosceranno il modello della serie RX
come lo stesso tipo di droide che pilotava le navette di Star
Tours prima che Threepio ne prendesse il posto, così come il
droide RX in pensione che è diventato il DJ della Cantina di Oga a
Galaxy’s Edge. Un droide RX è apparso anche nella serie animata
Star Wars Rebels.
“Grande opera della
Repubblica”
Un riferimento all’Alta
Repubblica?
Durante la lezione, a Neel, Wim e ai
loro compagni di corso viene detto che il giorno seguente
sosterranno i test di valutazione della carriera, che li aiuteranno
a capire come servire al meglio la Grande Opera della Repubblica
del pianeta. Questa sembra molto simile alle “Grandi Opere
dell’Alta Repubblica” avviate dal Cancelliere Lina Soh
durante l’Era dell’Alta Repubblica. Tra queste c’era lo Starlight
Beacon, un brillante avamposto orbitale Jedi costruito nell’Orlo
Esterno per aiutare gli sforzi di colonizzazione.
Convertitori di potenza
Qualcuno ha la stazione
Toshi?
Nell’episodio 1 di Skeleton
Crew, si scopre che Fern e KB hanno un disperato
bisogno di un convertitore di potenza per la loro
hoverbike in vista di una gara con alcuni ragazzi più
grandi. Anche Luke Skywalker, in Una nuova speranza, voleva andare a prendere dei
convertitori di corrente alla Stazione Toshi.
Bonjj Phalfa
Riferimento al Bob Falfa di
Harrison Ford in American Grafitti
Il bullo che KB e Fern intendono
sfidare si chiama Bonjj Phalfa. Questo è un riferimento a Bob
Falfa, il nome del personaggio di
Harrison Ford in American Graffiti. American
Graffiti è stato diretto da George Lucas nel 1973.
Storypad
Storie di eroi Jedi
Nel corso dell’episodio 1 di
Skeleton Crew, Wim viene mostrato mentre sfoglia
il suo storypad che contiene diverse storie di eroi Jedi.
Scritte nella lingua galattica di base nota come Aurebesh, alcune
pagine possono essere tradotte. Per esempio, una pagina racconta la
storia di un eroe di nome Druin che inizia il suo viaggio
attraverso una foresta, mentre un’altra parla di un eroe che
accende la sua spada laser e si prepara a sconfiggere una bestia
affondante.
Wizard
Così Wizard
Dopo che Wim non si è presentato
alla valutazione, il ragazzo incontra Fern che, allo stesso modo, è
stata mandata nell’ufficio del Proctor a causa delle sue corse in
moto. Wim conferma di averla vista sulla sua hoverbike, che
nota essere “molto
magica”. Un termine gergale di
Star Wars che significa “figo” o “epico”, wizard è stato
pronunciato per la prima volta da Anakin Skywalker e dai suoi amici
ne La minaccia fantasma. Tuttavia, “mago” è stato
confermato per la prima volta come un termine attivo nell’era della
Nuova Repubblica da Din Djarin ne Il libro di Boba
Fett.
Ologrammi dello Speciale
Vacanze
Un riferimento al giorno della
vita degli Wookiee
Quando Wim e Neel tornano a casa,
i fratelli di Neel vengono mostrati mentre guardano uno
spettacolo di ologrammi molto bizzarro, che sembra una
strana specie di circo con clown e giocolieri. Si tratta ovviamente
di una delle stesse scene di ologrammi mostrate nel famigerato
Star Wars Holiday Special, a cui assiste Lumpy, il figlio
di Chewbacca, durante il Wookiee Life Day. Nel corso degli anni,
Star Wars ha gradualmente reinserito nel canone elementi
dell’Holiday Special, come la stessa festività del Life Day e il
fucile Amban di Din Djarin. Allo stesso modo, i parchi Disney
celebrano questo giorno ogni anno a Galaxy’s Edge.
Tempi Jedi sepolti
Un riferimento a Star Wars
Rebels
Durante l’esplorazione di The
Onyx Cinder in Skeleton Crew, i bambini inizialmente
pensano che la nave sepolta sia un antico tempio Jedi. A tal fine,
Wim racconta che alcuni templi Jedi potevano seppellirsi
per difendersi dagli intrusi. Si tratta di un riferimento
al tempio Jedi sul pianeta Lothal, che poteva effettivamente
seppellirsi prima di essere riportato in superficie grazie alla
Forza dal Cavaliere Jedi Kanan Jarrus e dal suo Padawan, Ezra
Bridger.
L’SM-33 di Nick Frost
Un riferimento al primo compagno
di Capitan Uncino
Nick Frost interpreta il droide
SM-33, il primo ufficiale della Onyx Cinder che aiuta i
ragazzi a navigare e pilotare la vecchia nave nell’episodio 2 di
Skeleton Crew. Umoristicamente, SM-33 è un gioco
di parole con “Smee”, il nome del primo ufficiale di Capitan Uncino
inPeter Pan.
Atollon, Aldhani, Al
Alcor
Pianeti chiave di Star
Wars (e un sottile riferimento?)
Non avendo mai sentito parlare del
pianeta natale dei ragazzi, At Attin, SM-33 cita altri
pianeti che sembrano simili. Tra questi c’è Atollon, che è
stato il sito della “Base Chopper” della Ribellione, come si è
visto in Star Wars Rebels. Viene menzionato anche Aldhani,
il pianeta che compare per la prima volta in Andor durante la rapina per rubare le paghe
trimestrali di un intero settore imperiale. Sebbene Al Alcor non
sia un pianeta conosciuto in precedenza nella galassia di Star
Wars, potrebbe o meno essere un riferimento ad Allan Alcorn,
noto soprattutto per aver creato Pong.
Porto Borgo
Un taglio profondo da leggende
di Star Wars
Port Borgo di Skeleton Crew
è un taglio profondo delle Leggende di Star Wars. Essendo
stato canonizzato per la prima volta in A Smuggler’s Guide
del 2018 come un importante porto ombra dei pirati vicino alla Via
Hydiana, Borgo era originariamente collegato all’Impero Rakatan
nelle Leggende come una delle loro colonie. Allo stesso modo,
vale la pena notare che la posizione di Porto Borgo vicino
alla Via Hydiana significa che è relativamente vicino a pianeti
come Mandalore e Nevarro.
Una corvetta lothaliana
Vista per l’ultima volta in Rise
of Skywalker
Mentre l’Onyx Cinder si
ferma al molo di Port Borgo, sullo sfondo si vede una corvetta
lothaliana. Naturalmente proveniente dal pianeta Lothal, lo stesso
modello di corvetta può essere visto durante la Battaglia di Exegol
e con la Resistenza su Ajan Kloss, come si vede in Rise of
Skywalker.
Il design originale del
Millennium Falcon
Conosciuto come “nave
pirata”
Una delle altre navi presenti nel
molo è un’aggiunta molto interessante: si tratta del concept design
originale del Millennium Falcon durante lo sviluppo di
Una nuova speranza. Con elementi che alla fine sarebbero
stati divisi tra la Tantive IV della Principessa Leila e
il design finale del Falcon, è molto bello vedere questa
nave originale debuttare nel canone ufficiale di Star
Wars. Allo stesso modo, è molto appropriato che sia stata
originariamente chiamata “La nave pirata”.
Un traghettatore Teek
Proveniente da Endor
Lasciata la nave nello spazio, i
ragazzi vengono portati a Port Borgo da un traghettatore Teek.
I Teek sono una specie originaria della luna boscosa di
Endor, proprio come gli Ewok visti neIl
ritorno dello Jedi. I Teek hanno fatto il loro
debutto originale nei film Ewok in live-action per la
televisione.
Fuzzball!
Da Captain EO di Michael
Jackson
È sorprendente che Fuzzball di
Captain EO di Michael Jackson sia visibile in una delle
gabbie dell’episodio 2 di Skeleton Crew. Capitan
EO è stato un cortometraggio in 3D, distribuito nei parchi
Disney a partire dal 1986, con Jackon nei panni del capitano di un
gruppo di alieni spaziali. Uno di questi alieni era
l’aiutante di EO, Fuzzball, che ora è entrato nei canoni
diStar Warsgrazie
aSkeleton Crew . Considerando
che George Lucas è stato produttore esecutivo di Captain
EO, si tratta di un divertente Easter egg in questo nuovo show
di Star Wars .
Kriff, una classica parola
maledetta di Star Wars
Finalmente debutta in un
progetto di Star Wars in carne e ossa
Proprio come “Karabast” o “Dank
Ferrik”, “Kriff” è una classica parolaccia di Star Wars
che funge essenzialmente da equivalente della parola con la F.
Mentre la parola è apparsa per la prima volta nei media di Star
Wars nel 1997, l’episodio 2 della Skeleton Crew segna
la prima volta che viene pronunciata in live-action, quando il
venditore chiede il pagamento a Wim e Neel: “Cosa credete che
sia, un’associazione di beneficenza?”.
Crediti della Vecchia
Repubblica
Migliaia di anni prima della
Saga di Skywalker
Quando Wim e Neel usano i
soldi del pranzo per pagare il cibo, i primati circostanti sono
scioccati nel vedere che il loro pagamento è costituito da crediti
della Vecchia Repubblica. A questo punto, sembra che il
loro denaro risalga a migliaia di anni prima degli eventi della
Saga di Skywalker. Insieme alla rivelazione che il loro mondo
natale è in qualche modo collegato a un “leggendario tesoro
eterno”, sembra che At Attin abbia più di quanto sembri.
Vane, il comandante in seconda
di Gorian Shard
Da Mandalorian Stagione
3
Uno dei pirati che cercano di
prendere Whim e Neel nell’episodio 2 della Skeleton Crew è
Vane, l’ex secondo in comando di Gorian Shard, apparso per la prima
volta nella terza stagione di The
Mandalorian. Tuttavia, Vane viene sconfitto da
SM-33, che arriva rapidamente per salvare il suo nuovo capitano
(Fern) e il resto dell’equipaggio.
Sigillo del clan Hutt
Mostrato come un tatoo
pirata
Uno dei pirati di Port Borgo viene
mostrato mentre si fa un tatuaggio. Il tatuaggio in questione è il
sigillo dei clan Hutt, a sostegno dell’idea che siano ancora attivi
durante l’era della Nuova Repubblica, nonostante la recente morte
di Jabba the Hutt vista ne Il ritorno dello Jedi.
Jaleel White nel ruolo di
Gunter
Steve Urkel è ora in Star
Wars
Uno dei pirati mostrati accanto a
Brutus alla fine dell’episodio 2 di Skeleton Crew è un
cyborg di nome Gunter. In particolare, questo cyborg è
interpretato da Jaleel White, noto soprattutto per aver
interpretato il personaggio televisivo di Steve Urkel inFamily Matters.
Un riferimento alle “chiavi” di
Pirati dei Caraibi
Mandare un topo a prendere le
chiavi
Portati in prigione dagli uomini di
Bruto, i ragazzi cercano di mandare un ratto a prendere le chiavi
vicine. Questo non è dissimile dal cane che tiene le chiavi
che si vede sulla giostradei
Pirati dei Caraibinei parchi Disney e
nei film, con il gruppo di prigionieri pirati che cerca di
convincere il cane a dare loro le chiavi in bocca.
Musica classica di Star Wars
durante la scena della “Forza” di Jod
“Tramonto binario”
Indipendentemente dal fatto che
possa effettivamente esercitare la Forza, il classico motivo del
Tramonto Binario/Forza suona in sottofondo mentre il Jod Na Nawood
di Jude Law si fa consegnare le chiavi. Sarà quindi
affascinante scoprire quale potrebbe essere la storia di
Jod e se è davvero un pirata sensibile alla Forza nella galassia
diStar
Wars.
Altre specie aliene negli
episodi 1 e 2 di Skeleton Crew
Diverse specie classiche (e
anche alcune nuove!)
Oltre alle specie aliene elencate
sopra, i fan di Star Wars hanno individuato diverse specie
aliene già viste in precedenza, oltre a una manciata di specie
nuove di zecca uniche per Skeleton Crew . Tra questi c’è
@MTrac1000 su
Twitter/X che ha già creato un’utilissima suddivisione che
elenca tutte le specie senzienti che si possono trovare nei primi
due numeri. A tal fine, ecco un elenco di tutte le specie
aliene conosciute che sono state presentate inSkeleton Crewfinora:
Shydopps- Visto per la prima volta nella seconda stagione di
The Mandalorian .
Ishi Tib- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello
Jedi
Keteerian- Visto per la prima volta ne Gli ultimi
Jedi
Aqualish- Visto per la prima volta in Una nuova
speranza (Pondo Baba)
Snivvian- Visto per la prima volta in Una nuova
speranza
Trandoshan- Visto per la prima volta ne L’Impero colpisce
ancora (Bossk)
Klatooiniano- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello
Jedi
Nikto (Kajain’sa’Nikto)- Visto per la prima volta ne Il
ritorno dello Jedi
Gran- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello
Jedi
Quarren- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello
Jedi
Weequay- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello
Jedi (stessa specie di Hondo Ohnaka)
Ithoriano- Visto per la prima volta in Una nuova
speranza
Rodian- Visto per la prima volta in Una nuova
speranza
Hassk- Visto per la prima volta in The Mandalorian
stagione 2
Chadra-Fan- Visto per la prima volta in Una nuova
speranza
Kyuzo- Visto per la prima volta in Le guerre dei
cloni
Grindalid- visto per la prima volta in Solo: A Star Wars
Story
Vazooan- un alieno verde simile a una giraffa nella classe di
Wim e Neel che debutta in Skeleton Crew.
Ci sono anche molte specie aliene
con nomi sconosciuti in Skeleton Crew, come un umanoide
simile a un facocero visto per la prima volta nella terza stagione
di The Mandalorian , una specie conosciuta dai fan come
“Saucer Heads” (teste di piattino) che è già stata vista in
precedenza, così come Neel stesso che è stato confermato
non essere un Ortolan (come Max Rebo) come si credeva in
precedenza. Detto questo, non è ancora stato rivelato che
tipo di specie sia Neel. Allo stesso modo, anche il venditore che
discute e il cliente nell’episodio 2 di Skeleton Crew sono
entrambi nuove specie.
I nuovi episodi diStar Wars: Skeleton Crewescono
il martedì sera su Disney+.
Quando i DC
Studios sono stati fondati all’inizio del 2023, i fan sono
rimasti sorpresi nell’apprendere che il franchise di
Batman sarebbe continuato insieme a una
nuova serie di avventure del Crociato incappucciato ambientate nel
DCU, che prenderà il via con TheBrave
and the Bold di Andy Muschietti.
Adattando la serie di Batman e
Robin di Grant Morrison e Frank Quitely, il film promette di
essere molto diverso e si concentra su Bruce Wayne che
addestra il figlio di 10 anni appena scoperto come sua spalla.
Tuttavia, molti fan si sono chiesti perché James Gunn non abbia colto l’opportunità di
portare il Batman di Robert Pattinson nel DCU.
Tuttavia, ha senso che ci siano due
franchise di Batman diversi, soprattutto perché è
difficile immaginare che Matt Reeves e Robert
Pattinson si impegnino in qualsiasi cosa i DC Studios
abbiano pianificato per l’eroe (un eventuale team-up con la
Justice League, per esempio). Parlando con
Josh Horowitz, Gunn ha confermato di aver preso in considerazione
la possibilità di portare The
Batman nel DCU.
“Ci ho pensato,
sì.Contemplo tutto e parlo di tutto ”,
ha spiegato il regista. “Mi impegno sia a raccontare storie
nel DCU che a raccontare storie Elseworlds.Vogliamo essere in grado di raccontare una storia in cui
Superman è molto diverso, o raccontare una storia di Red Sun o
qualsiasi altra cosa.Vogliamo poter giocare con
questi personaggi in modi diversi”.
“Una delle cose che amo
della DC rispetto ai fumetti Marvel è che queste cose sono molto
più abbondanti ”, ha continuato. “Ci sono molte
più storie Elseworlds.Credo che questo faccia
parte del divertimento della DC”.
Ecco cosa ha detto James Gunn su
Lanterns
Si è poi parlato di
Lanterns e Gunn ha esordito
affermando (scherzosamente, aggiungiamo noi) di aver contattato
Ryan Reynolds per riprendere il suo ruolo di
Hal Jordan. “A Ryan non gliene frega niente
[ride].Una delle prime persone con cui ho parlato
dopo aver ottenuto il lavoro è stato Ryan Reynolds.Gli ho detto: ‘Torni?’.Lui mi ha detto:
“Vattene via da qui”.Sto scherzando!Non gli stavo davvero dicendo di tornare”.
Per quanto riguarda le lamentele
sul fatto che Lanterns sarà una
storia “terra terra”, Gunn ha risposto: “Beh, non voglio
svelare tutte queste cose, ma penso che la storia terra terra sia
solo un modo per dire: ‘Se le Lanterne Verdi fossero reali, cosa
c*** sarebbero e come sarebbero?La cosa che
continua a venir fuori è che si tratta di una storia terrestre e io
dico: ‘Sì, perché la storia si svolge sulla Terra’”.
“Sono sulla Terra per la
storia, come la maggior parte delle storie di Lanterna
Verde.Non è nello spazio con migliaia di Lanterne
e tutto il resto.È una storia terrena raccontata
attraverso un’altra lente.È una serie
HBO”.
Gunn ha poi evitato una domanda
sulla possibilità che Kumail Nanjiani interpreti Booster Gold e ha
detto: “Non siamo ancora a buon punto per quanto riguarda
Booster Gold.I copioni non sono ancora al punto
giusto”.
Ha poi aggiunto:
“L’obiettivo fin dall’inizio è stato quello di dare l’onore
che meritavano i grandi personaggi, le Wonder Woman, i Batman e i Superman.Ma anche di sostenere questi personaggi meno conosciuti
come Peacemaker, Booster Gold e Huntress”.
Se la menzione di Huntress confermi
o meno la notizia di un film in lingua straniera che si svolge
interamente in coreano è ancora da vedere, ma è interessante che
Gunn abbia voluto menzionarla qui. Per quanto riguarda la
possibilità di fare qualcosa con
Watchmen, di proprietà della DC, il capo
dello studio non è sembrato entusiasta. “Non lo
so.Rispetto molto Alan Moore.Ho
amato la serie televisiva”.
Il primo merchandising ufficiale de
The Fantastic
Four: First Steps è stato rilasciato ed è
ora disponibile per l’acquisto su Amazon (controllare il link qui
sotto). Sfortunatamente, le varie magliette, felpe con cappuccio e
canottiere presentano tutte lo stesso logo aggiornato e non c’è
traccia di nuove immagini promozionali.
È ancora presto, comunque, e
dovremmo iniziare a vedere più merchandising rivelatore trovare la
strada online abbastanza presto.
Un recente video del set in cui un
membro della troupe passa di corsa davanti alla telecamera un
misterioso attore con una coperta sul volto per nasconderne
l’identità ha suscitato molte speculazioni, che la star
Pedro Pascal (Mr. Fantastic) ha continuato a
portare avanti quando ha condiviso una foto che ritrae
(presumibilmente) lo stesso individuo con il volto oscurato al wrap
party.
La teoria più diffusa sembra essere
che si tratti di Robert Downey Jr. che, secondo le
voci, farà una breve apparizione nei panni del Dottor Destino per
preparare il suo ruolo da protagonista in Avengers:Doomsday. Tuttavia, i ragazzi di
New
Rockstars ritengono che
potrebbe trattarsi di Ioan Gruffudd, che ha interpretato Reed
Richards nei film FF della Fox.
Sebbene precedenti voci abbiano
affermato che il Consiglio delle Canne potrebbe entrare nella
storia e sappiamo che il reboot del MCU includerà alcuni elementi
multiversali, non ce la beviamo. Tra l’introduzione di una nuova
squadra di supereroi provenienti da un universo alternativo e la
creazione delle basi per il loro arrivo sulla Terra-616, First
Steps ha già abbastanza da fare senza rendere le cose ancora più
confuse aggiungendo un’altra variante di Reed al mix.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Svelato trailer ufficiale del film
Dove osano le cicogne, che vede
protagonista – per la prima volta al cinema – Angelo
Pintus. L’attore comico, arriva in sala con un film
scritto da lui stesso, insieme con Herbert Simone
Paragnani, Gianluca
Belardi e Fausto
Brizzi che ne firma la regia. Pintus sarà affiancato
dagli attori Marta
Zoboli, Beatrice
Arnera, Andrea Perroni,
Tullio Solenghi, Imma Piro e
Maria Amelia Monti con la partecipazione di
Antonio Catania.
La trama di Dove osano le cicogne
Angelo (Angelo Pintus) è un maestro
elementare. I suoi alunni lo amano perché lo trovano
divertentissimo, il preside (Antonio Catania) lo odia perché lo
considera un pericolo per l’ordine scolastico. È sposato con Marta
(Marta Zoboli) e sarebbero una coppia felice e realizzata se non
fosse per un piccolo particolare: la cicogna sta ignorando casa
loro! Le hanno provate tutte, ma quel maledetto pennuto non ne
vuole proprio saperne di portargli un bebè. È Andrea (Andrea
Perroni), il miglior amico di Angelo, a suggerire alla coppia una
soluzione imprevista. E così, a casa loro irrompe una giovane
spagnola, Luce (Beatrice Arnera), tifosissima del Barcellona,
bella, dolce e con un segreto nascosto gelosamente. Un segreto
molto pericoloso. Il suo arrivo sarà come un ciclone e sconvolgerà
le vite di tutti.
Il film è prodotto da
Attilio De Razza e Nicola Picone
per Tramp Limited, PiperFilm e Filippo
Cipriano per Lovit in collaborazione con
Netflix e distribuito da
PiperFilm.
Dove osano le
cicogne sarà nei cinema dal 1° gennaio 2025 e in anteprima dal
31 dicembre.
Dopo la première di due episodi di
Creature Commandos, oggi abbiamo un nuovo trailer
“weeks ahead” per la serie Max, che contiene alcuni spoiler
piuttosto consistenti per la serie TV dei DC Studios.
L’attenzione si concentra
principalmente sulla battaglia della Task Force M contro Circe,
anche se lo sneak peek rivela che alla fine la ragazza viene
catturata dall’A.R.G.U.S. e da Amanda
Waller.
Il punto più importante è un
apparente sguardo al futuro, con Superman crocifisso ed eroi come
Mister Terrific e Starfire impalati nelle vicinanze. Al di là del
vociferato film sui Teen Titans, non
abbiamo sentito nulla sui piani per quest’ultima nel DCU, quindi la sua inclusione qui è estremamente
intrigante.
Anche Peacemaker
viene mostrato morto a terra, e questo è un modo straordinario per
dare un primo sguardo a questi personaggi nel DCU. Il buon senso dice che si tratta solo di un
possibile futuro piuttosto che di ciò che li attende in un
futuro film o serie TV.
L’anteprima ci parla anche delle
origini di diversi personaggi, confermando che conosceremo il loro
passato nelle prossime cinque settimane. Un altro cameo degno di
nota arriva quando sentiamo Alan Tudyk prestare la
voce al Dr. Will Magnus, il creatore degli Uomini di Metallo (che,
in questa serie, sembra avere un grande interesse per G.I.
Robot).
L’importanza di Creature
Commandos per il più ampio DCU resta da vedere, anche se di certo James Gunn sta potenzialmente gettando le basi
per diverse storie future con questa serie animata.
Potete vedere il nuovo trailer qui
sotto, insieme a un’anteprima un po’ meno ricca di spoiler
specifica per l’episodio 3 (che possiamo dirvi essere intitolato
“Cin cin all’uomo di latta”). Abbiamo anche alcuni poster dei
personaggi di Creature Commandos.
Creature Commandos “weeks ahead” trailer
with Superman,Starfire and Peacemaker
Creature
Commandos segue una squadra segreta di mostri
incarcerati e reclutati per missioni ritenute troppo pericolose per
gli umani. Quando tutto il resto fallisce… sono la vostra ultima,
peggiore opzione.
Il cast comprende Steve Agee nel
ruolo di Economos, Maria Bakalova nel ruolo della
Principessa Ilana, Anya Chalotra nel ruolo di
Circe, Zoe Chao nel ruolo di Nina Mazursky,
Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Sr.,
Sean Gunn nel ruolo di GI Robot & Weasel, David
Harbour nel ruolo di Frankenstein, Alan Tudyk nel
ruolo del Dr. Phosphorus, Indira Varma nel ruolo
della Sposa e Viola Davis nel ruolo di Amanda
Waller.
Creature Commandos è scritto e prodotto
esecutivamente da James
Gunn. Basata sui personaggi della DC e prodotta dai DC Studios
e dalla Warner Bros. Animation, tra i produttori esecutivi figurano
Peter Safran, Dean Lorey e Sam Register; Rick Morales è il
produttore supervisore. I primi due episodi di Creature
Commandos sono ora in streaming su Max.
Un cumulo di menzogne, fughe,
tradimenti. Questa è stata la sua vita. E adesso che è arrivato
alla fine, il grande documentarista Leonard Fife ha deciso di
abbassare la maschera e raccontarla.
La trama di Oh, Canada! – I Tradimenti
Leonard Fife (Richard
Gere) è un noto e stimato documentarista che alla fine dei
suoi giorni, decide di raccontare la sua vita, senza filtri. Come
regista di documentari d’inchiesta ha molto di cui essere fiero ma
la fuga in Canada, la diserzione durante la guerra del Vietnam e
alcune delle sue relazioni passate nascondono scomode verità.
Quando Leonard rilascia l’ultima intervista ai suoi ex studenti,
con l’attuale moglie Emma (Uma Thurman) in
ascolto, le storie travagliate degli anni in cui era giovane
(Jacob Elordi) rivelano l’uomo che si è nascosto
dietro il mito.
Il nuovo trailer italiano di
Paddington
in Perù, terzo capitolo con protagonista il
personaggio creato dallo scrittore inglese Michael Bond. Il film è
diretto da Dougal Wilson con la sceneggiatura scritta da Mark
Burton, Jon Foster e James Lamont. Nel cast, oltre al candidato
Premio Oscar® Antonio Banderas e il Premio Oscar® Olivia Colman,
anche Hugh Bonneville (Downton Abbey), Emily Mortimer
(Il ritorno di Mary Poppins), Julie Walters (Mamma
Mia!), Madeleine Harris (Paddington 2), Samuel Joslin
(Paddington 2), Carla Tous (30 Coins – Trenta
denari) e il Premio Oscar® Jim Broadbent (Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2). La voce italiana di Paddington è
Francesco Mandelli.
Paddington
in Perù sarà nelle sale italiane dal 20 febbraio 2025
distribuito da Eagle Pictures.
L’adattamento di
Intervista col vampiro, acclamato dalla
critica, ha recentemente concluso la sua superba seconda
stagione, ma anche l’altro adattamento a puntate
delle opere della defunta Anne Rice, Mayfair
Witches, è destinato a tornare per la
seconda stagione, e ora sono stati rilasciati un nuovo teaser
trailer e un poster.
La
prima stagione si è conclusa con Rowan Fielding (Alexandra
Daddario) che ha dato alla luce un’incarnazione umana
del demone noto come Lasher (Jack Huston), realizzando così la
profezia della famiglia Mayfair.
Questo è avvenuto dopo che Rowan ha
scoperto di essere l’erede di una lunga stirpe di streghe e ha
scoperto la verità sulla sua discendenza, che l’ha portata a usare
le sue nuove capacità magiche per trasformare il suo padre
biologico in pietra.
“Nei libri, [Lasher] cresce
molto rapidamente in pochi minuti.Noi l’abbiamo
tirata un po’ per le lunghe ”, rivela a TV Line la showrunner Esta Spalding.
“Alla fine della première, Jack Huston emerge nella nostra
storia e vi rimane per il resto della stagione”.
La nascita di questa versione di
Lasher significa che Rowan “ha tutti i poteri che Lasher
aveva prima”, aggiunge Spalding. “Questa è una
parte davvero eccitante della stagione”.
Guardate il nuovo teaser qui sotto,
insieme al trailer completo rilasciato in precedenza.
Lasher is a part of the family, he’d never
do anything to harm the Mayfairs. Right?
Cosa sappiamo sulla seconda stagione di Mayfair Witches
La seconda stagione vedrà anche il
ritorno dei membri del cast principale Harry Hamlin, Tongayi
Chirisa e Alyssa Jirrels. Il cast aggiuntivo comprende, tra gli
altri, Ben Feldman, Ted Levine e Thora Birch.
Basata su Le vite delle
streghe Mayfair di Anne Rice, la seconda stagione di Le streghe
Mayfair di Anne Rice continua il viaggio di Rowan Mayfair
(Daddario) dopo che ha involontariamente dato alla luce il demone
Lasher (Huston).È determinata a capire cosa sia
diventato – umano o mostro?– e a usarlo per
realizzare il suo scopo di guaritrice, ma quando la tragedia si
abbatte su di lei, deve mettere da parte i suoi desideri e lottare
per proteggere la sua famiglia.
La serie è prodotta da Mark
Johnson, dalla showrunner Esta Spalding, da Tom Williams, Michelle
Ashford, Christopher Rice e dalla defunta Anne Rice, ed è prodotta
da AMC Studios.
Peter Jackson e i
suoi partner di scrittura Fran Walsh e Philippa
Boyens torneranno anche come produttori e “saranno
coinvolti in ogni fase del processo”, secondo quanto dichiarato dal
CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav.
Boyens ha recentemente confermato che la storia sarà ambientata
“dopo la festa di compleanno di Bilbo e prima delle Miniere di
Moria”.
Questo periodo è citato sia nei
romanzi di Tolkien che nei film di Jackson, con
Gandalf e Aragorn che cercano di rintracciare
Gollum prima che cada nelle mani di Sauron. Nei film, il mago
dice di aver “cercato ovunque la creatura Gollum”, ma “il Signore
Oscuro l’ha trovato per primo”. Nei libri, Aragorn rivela di essere
riuscito a catturare Smeagol (“mi ha morso… e non sono stato
gentile”) vicino alle Paludi Morte, ma di non essere riuscito a
ottenere alcuna informazione da lui.
Ciò suggerisce che Strider avrà un
ruolo piuttosto importante nel film, come Boyens ha confermato in
un’intervista a The Playlist. Per quanto riguarda il
potenziale coinvolgimento di
Viggo Mortensen, sembra che la palla sia completamente
nel campo dell’attore.
“Onestamente, questo
dipenderà interamente da Viggo, in modo collaborativo e siamo in
una fase molto iniziale”, ha detto. “Ho parlato
con Viggo, Andy [Serkis] ha parlato con lui, Peter [Jackson] ha
parlato con lui, tutti abbiamo parlato tra di noi e onestamente,
non posso immaginare nessun altro che interpreti Aragorn, ma
dipenderà completamente e interamente da Viggo”.
Se Mortensen deciderà di riprendere
il ruolo, dovrà ovviamente essere de-invecchiato digitalmente, ma
Boyens afferma che l’intelligenza artificiale non verrà utilizzata
per ringiovanire l’attore.
“So che Andy vuole lavorare
con lui, ma inoltre, non lo vediamo come un utilizzo di A.I.
[tecnologia], si tratta di un make-up digitale, e se Viggo lo fa o
lo farà dipende interamente da quanto è buona la
sceneggiatura ”, ha continuato Boyens. “E lui non
ha ancora una sceneggiatura.Quindi, per essere
corretti nei confronti di Viggo, vediamo se scriviamo un ruolo
abbastanza buono e se lui riesce a trovarci dentro abbastanza da
capire che è una performance che vuole accettare.Dopodiché, sarà compito di Viggo e Andy decidere come
raggiungere questo obiettivo”.
Boyens ha anche parlato delle
possibilità di altri progetti ambientati nella Terra di Mezzo dopo
Caccia a Gollum e ritiene che ci sia molto potenziale per
sviluppare un’altra “epica trilogia”.
“Siamo nelle mani del
pubblico”, ha detto. “Se c’è appetito, abbiamo
altre storie.Ci sono un sacco di storie da
raccontare e alcune davvero molto interessanti.Ma
la mia preferenza, dopo Caccia a Gollum, sarebbe quella di guardare
a queste storie stand-alone.E poi, se
diventassimo davvero ambiziosi, ci sono alcune storie epiche e
particolari che potrebbero essere trasposte in quel formato di
trilogia epica più tradizionale che era il Signore degli Anelli
originale, la storia della guerra degli anelli”.
Le piacerebbe rivedere Mortensen
nei panni di Aragorn, o preferirebbe che il personaggio fosse
interpretato da un attore più giovane?
“È un onore e un privilegio
tornare nella Terra di Mezzo con il nostro buon amico e
collaboratore Andy Serkis, che ha un conto in sospeso con quel
fetente di Gollum ”, hanno dichiarato Jackson, Boyens e
Walsh in un comunicato quando è stato annunciato il film.
“Come fan di lunga data della vasta mitologia del Professor
Tolkien, siamo orgogliosi di lavorare con Mike De Luca, Pam Abdy e
l’intera squadra della Warner Bros. per un’altra epica
avventura!”.
“Yesssss,
Precious.È arrivato il momento di avventurarsi
ancora una volta nell’ignoto con i miei cari amici, gli
straordinari e incomparabili guardiani della Terra di Mezzo Peter,
Fran e Philippa ”, ha aggiunto Serkis. “Con Mike e
Pam, e con il team della Warner Bros che parteciperà alla missione,
insieme alla WETA e alla nostra famiglia di cineasti in Nuova
Zelanda, è tutto troppo delizioso…”.
“Per oltre due decenni, gli
spettatori hanno accolto la trilogia cinematografica del Signore
degli Anelli grazie all’innegabile devozione che Peter, Fran e
Philippa hanno dimostrato nel proteggere l’eredità delle opere di
Tolkien e nel garantire che il pubblico potesse sperimentare
l’incredibile mondo creato da Tolkien in un modo che onorasse la
sua visione letteraria ”, hanno aggiunto i capi della WBD
Pam Abdy e Michael De Luca. Siamo onorati che abbiano
accettato di essere nostri partner in questi due nuovi
film”.Con l’arrivo di Andy alla regia de Il
Signore degli Anelli:The Hunt for Gollum(*WT),
continuiamo un importante impegno verso l’eccellenza che è un vero
e proprio segno distintivo di come tutti noi vogliamo avventurarci
nel futuro e contribuire ulteriormente alla storia cinematografica
del Signore degli Anelli”.
Foto di copertina: L’attore
americano Viggo Mortensen arriva alla première di Los Angeles di
“Tredici vite” di Prime Video – Foto di imagepressagency via
Depositphotos.com
Come più volte è stato sostenuto, la
vita sarebbe di molto migliore se si potesse nascere vecchi e piano
piano ringiovanire fino all’infanzia. Su questa premessa si basa il
film Il curioso caso di Benjamin Button (qui la recensione), diretto nel
2008 dall’acclamato regista David Fincher, autore
di opere come Zodiac, The Social Network e il più
recente Mank. Si tratta questa
di una delle sue opere più ambiziose e ricche, all’interno della
quale si snoda un’intera vita e l’intreccio che questa stringe con
il contesto storico in costante mutamento.
Tra grandi effetti speciali ed
emozioni portate avanti con grande delicatezza, prende così vita
uno dei film chiave del nostro millennio. Con un budget di circa
150 milioni di dollari, Il curioso caso di Benjamin
Button si è infatti affermato come un trionfo di critica e
pubblico, arrivando ad un guadagno globale di 335 milioni. Il film
ottenne poi anche ben 13 nomination ai premi Oscar, vincendo quelli
per il Miglior trucco, i Migliori effetti speciali e le Migliori
scenografie. Prima di diventare film, però, il racconto di Benjamin
Button è stato ideato da un noto scrittore degli inizi del
Novecento.
Il libro da cui è tratto Il curioso caso di Benjamin
Button
Il film, infatti, è tratto
dall’omonimo racconto breve del 1922 scritto dal celebre
Francis Scott Fitzgerald. La sceneggiatura di
Eric Roth, però, si discosta poi da questo
coprendo un arco narrativo che arriva sino ai giorni nostri. Di
questo si cercò di realizzarne una trasposizione già dagli anni
Novanta, e numerosi sono i nomi accostatisi tanto alla regia quanto
all’interpretazione del protagonista. Fu però Fincher ad ottenere
infine l’onore, pur dichiarando di non aver mai letto il racconto
originale e dunque non seguendolo fedelmente ma proponendone invece
una libera trasposizione.
C’è una storia vera dietro il film?
La risposta è no. L’eccezionalità
del racconto rende chiaro che quanto si vede nel film è frutto di
pura finzione. Di certo, sono però reali determinati elementi del
contesto intorno a Benjamin, dalla Prima e Seconda guerra mondiale
fino all’uragano Katrina di cui si accenna nelle ultime scene del
film.
La trama e il cast di Il
curioso caso di Benjamin Button
Tutto ha inizio nel 1918, quando la
signora Button muore dando alla luce un bambino molto particolare.
Questi sembra affetto da una sindrome che lo fa assomigliare ad un
ottantenne. Disgustato, il padre decide di abbandonarlo davanti ad
una casa di riposo gestita da Queenie e
Tizzy Weders. I due decideranno di accogliere il
neonato, chiamandolo Benjamin Button. Benché i
medici predicano una morte certa in tempi brevi, il bambino sembra
migliorare giorno dopo giorno. Con il tempo, inizia a risultare
anche sempre più giovane, passando dall’essere una fragile anziano
ad un uomo adulto e robusto. Per Benjamin è l’inizio di una vita
incredibile, ricca di avventure, che lo porterà tanto a
sperimentare gli orrori della guerra quanto la dolcezza dell’amore,
in particolare quello provato per la bella
Daisy.
Attore ricorrente nella filmografia
di Fincher, Brad Pitt
ottenne l’ambito ruolo di Benjamin Button, interpretandolo tanto
nelle sue età più anziane quanto in alcune di quelle più giovani.
L’attore, infatti, si sottopose ogni giorno a circa cinque ore di
trucco, al fine di assumere l’aspetto richiesto per il personaggio.
Ad interpretare il personaggio a 12 anni è l’attore Spencer
Daniels, noto per la serie Mom, mentre
Chandler Canterbury interpreta Benjamin a 8 anni.
Nei panni dei genitori adottivi Queenie e Tizzy si ritrovano invece
l’attrice Taraji P. Henson, candidata all’Oscar
per la sua interpretazione, e Mahershala Ali,
anni prima di vincere i suoi oscar per Moonlight
e Green
Book. L’attore Jason Flemyng è presente
con il ruolo di Thomas Button, padre di Benjamin.
Nel film sono poi presenti gli
attori Tilda Swinton
nei panni di Elizabeth Abbott e Jared Harris in
quelli del capitano Mike Clark, significative personalità che
Benjamin incontra nel corso della sua vita. Julia
Ormond veste il ruolo di Caroline, la figlia di Benjamin e
Daisy. L’amata del protagonista ha invece il volto della premio
Oscar
Cate Blanchett. Anche lei, per le sue ultime scene, si
richiesero ben quattro ore giornaliere di trucco. Poiché questo era
particolarmente scomodo da portare, l’attrice dovette girare nel
minor tempo possibile le scene in ospedale. Nel ruolo di Daisy
all’età di 7 anni, infine, si può ritrovare una giovanissima
Elle Fanning,
qui ad uno dei primi ruoli cinematografici che l’hanno poi resa
particolarmente celebre.
Tra gli elementi più sbalorditivi
del film vi sono senz’altro i suoi effetti speciali, poi premiati
con l’Oscar. In particolare, il processo che porta il personaggio,
e il suo attore, dall’essere un anziano al trasformarsi in giovane
hanno richiesto un grandissimo lavoro di elaborazione digitale di
CGI. Il look che David Fincher, il supervisore degli effetti visivi
Eric Barba e il make-up artist Greg Cannom hanno pensato per
Benjamin da bambino, è ispirato ai veri bambini affetti dalla
rarissima sindrome di Hutchinson-Gilford, nota anche
come progeria. Questa fa apparire i giovani pazienti
che ne soffrono come precocemente invecchiati. Per arrivare ad un
risultato simile, fu però necessario dar vita ad un perfetto
connubio tra trucco ed effetti generati al computer.
Le frasi più belle del film
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Le nostre vite sono determinate dalle opportunità, anche da
quelle che ci lasciamo sfuggire. (Benjamin Button)
Capita a tutti di sentirsi diversi in un modo o nell’altro,
ma andiamo tutti nello stesso posto, solo che per arrivarci
prendiamo strade diverse. (Queenie)
Uno si può incazzare quando le cose vanno così. Si può
bestemmiare, maledire il destino, ma quando arriva la fine non
resta che mollare. (Mike Clark)
Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso
troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di
tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non
esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o
al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa
vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre
nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista
diversi, spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita e se
ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di
ricominciare da zero. (Benjamin Button)
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
Per poter osservare tutto ciò, è
possibile fruire di Il curioso caso di Benjamin
Button grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim
Vision e Prime Video e Now TV.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al
meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle
ore 20:50 sul canale
TwentySeven.
Il curioso caso di Benjamin Button è
disponibile su Netflix?
Al momento, il film non è presente
nel catalogo di Netflix e pertanto non è questa una piattaforma dove
poterlo vedere in streaming. È tuttavia possibile che in futuro i
diritti del lungometraggio vengano acquisiti per un temporaneo
passaggio all’interno del catalogo, cosa che lo renderebbe dunque
disponibile anche su Netflix.
La durata del film
Per chi se lo stesse chiedendo, il
film ha la durata di 2 ore e 46 minuti, un tempo necessario a
raccontare la vicenda del protagonista con cura dei particolari e
delle varie fasi della sua vita.
Arriva al
Noir in Festival una delle anteprime più attese di questa
edizione. La serata di venerdì 6 dicembre ospita alla Cineteca
Arlecchino la proiezione di RUMOURS,
film con un cast all star diretto da Guy
Maddin, Evan e Galen
Johnson (ore 21). Cate Blanchett e Alicia
Vikander sono due delle protagoniste di questa imperdibile dark
comedy ambientata durante un G7 in Germania.
Da non perdere anche l’anteprima del
film in concorso BRIEF HISTORY OF A
FAMILY, alla presenza del regista Lin
Jianjie (ore 17.00, Cineteca Arlecchino), storia di
misteri che mette alla prova una famiglia, prossimamente in
sala con Movies Inspired. La Cineteca Arlecchino ospiterà
anche ANTIDOTE di James
Jones (ore 19.00), documentario che esplora
l’attivismo degli informatori impegnati a scoprire le azioni
criminali del regime di Putin. Sarà presente in sala il
regista James Jones, in dialogo con Giorgio Gosetti.
Nella giornata di venerdì 6, dopo la
cerimonia di Premiazione per il Raymond Chandler
Award, Joyce
Carol Oatestorna a raccontarsi in un incontro al
Noir in Festival moderato da Fabio Vittorini e Anna Re (ore 11 –
Università IULM, Sala dei 146).
Arriva al noir
anche Juan
Gómez-Jurado con TUTTO
TORNA (Fazi Editore): L’autore spagnolo di
noir più venduto di sempre, celebre per la
trilogia Regina Rossa, tradotta in
40 lingue diventata anche una serie tv, dialogherà con il pubblico
alla Libreria Rizzoli moderato da Luca Crovi (ore 17.30).
Sempre a Rizzoli Galleria, Paolo
Roversi introdurrà il nuovo libro di Luca
CroviLa velocità della
tartaruga (Nero Rizzoli). L’evento sarà
arricchito da letture di Gigio Alberti e interventi musicali di
Raffaele Kohler e Luciano Macchia (ore 18.30).
Ospiti della giornata in IULM anche
i registi in lizza per il Premio
Caligari al miglior film noir italiano dell’anno: a
partire dalle ore 15.00 Manfredi
Luxibello, Brando De
Sica, Marco
D’Amore, Stefano
Sollima e Federico
Zampaglione dialogheranno sul loro cinema insieme al
critico Giulio Sangiorgio. In programma anche la proiezione
di MIMÌ – IL PRINCIPE DELLE
TENEBRE di Brando De
Sica (ore 17.30).
Ulteriori informazioni e programma
completo all’indirizzo www.noirfest.com
Il regista premio
Oscar Robert Zemeckis
ha nel corso della sua carriera realizzato film di vario genere,
dal fantascientifico Ritorno al futuro al
drammatico Forrest Gump, dal
biografico The Walk fino al recente
fantasy Lestreghe.
Ogni suo titolo si è affermato come un’opera di valore, capace di
emozionare grandi e piccoli. Nella sua filmografia si ritrovano
però anche titoli più cupi, che sfociano spesso e volentieri
nell’orrore. Uno di questi è Le verità nascoste,
uscito in sala nel 2000 e basato su una sceneggiatura di
Clark Gregg (meglio noto come attore nel ruolo
dell’agente Phil Coulson del Marvel Cinematic Universe).
Il film venne girato da Zemeckis
mentre era in corso l’intervallo dalle riprese di Cast Away, dovuto alla
necessità del protagonista Tom Hanks di perdere una notevole quantità di
peso. In quel lasso di tempo il regista si interessò alla
sceneggiatura di Le verità nascoste, propostagli
dall’amico Steven Spielberg e basata su un vecchio
soggetto della documentarista Sarah Kernochan, nel
quale raccontava un’esperienza personale. Affascinato dall’idea di
girare un thriller, Zemeckis fece partire in tutta rapidità la
produzione del progetto. In particolare, il film si è affermato per
l’atmosfera di costante inquietudine, vero e proprio elemento di
orrore primario. Non a caso, questo è stato definito un film di
forte stampo hitchcockiano.
Con un incasso di circa 290 milioni
di dollari, Le verità nascoste si è affermato come
il decimo maggiore incasso del suo anno. Pur ricevendo pareri
critici contrastanti, è ancora oggi uno dei film più ambigui e
affascinanti del regista. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonisti del film sono i coniugi
Norman e Claire Spencer. Lui
famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex
violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una
lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio
una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la
figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il
college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova
abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente
incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel
momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere
degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.
Ben presto, Claire sprofonda nella
paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da
fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la
salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma
dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento
in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo
denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo
tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri
nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé
conseguenze terribili.
Per il ruolo dei coniugi Norman e
Claire Spencer, i primi attori scelti da Zemeckis sono stati
Harrison Ford e
Michelle
Pfeiffer. Ad oggi, è l’unico film horror a cui Ford ha
preso parte nella sua lunga carriera. Pfeiffer, invece, per
prepararsi al ruolo, seguì il metodo della collega DrewBarrymore, proiettando
le proprie paure su ciò che la circonda, potendole così percepire
come più reali e immedesimarsi di più nel ruolo. Nel ruolo della
figlia dei due, Caitlin, vi è invece Katharine
Towne. Miranda Otto, nota per il ruolo
della principessa Éowyn nella trilogia de Il Signore degli
Anelli, è Mary, la nuova vicina di casa dei protagonisti. Il
film segna poi il debutto sul grande schermo dell’attrice e
supermodella Amber Valletta, qui nel ruolo di
Madison Elizabeth Frank.
Nel corso di Le verità
nascoste, Claire capisce di essere perseguitata da un
fantasma femminile e all’inizio crede che si tratti della sua
vicina di casa, apparentemente scomparsa dopo una lite con il
marito. Tuttavia, alla fine la vicina ritorna e si scopre che
questa infestazione è molto più personale. Il fantasma è infatti
quello di una giovane donna di nome Madison Elizabeth
Frank, che aveva una relazione proprio con Norman. Come
spesso accade negli horror, dunque, la brillante esistenza
suburbana di Norman e Claire era solo una facciata che copriva una
realtà oscura, poiché nemmeno un matrimonio apparentemente ideale
era sufficiente a impedire a Norman di tradire la moglie.
Poiché Madison è un fantasma, Claire
inizia subito a sospettare che Norman sia coinvolto nella sua
morte. Norman nega, ma le sue scuse sembrano tutt’altro che
convincenti, soprattutto dopo che Claire torna a casa e lo trova
apparentemente intento a suicidarsi per il senso di colpa per la
relazione. Alla fine di Le verità nascoste diventa
chiaro che il marito di Claire è stato tutt’altro che sincero e che
la relazione era, se non altro, la più innocente delle sue bugie.
Norman ha effettivamente ucciso Madison, gettando il suo corpo in
un lago, spiegando così perché gli episodi infestanti continuavano
a ruotare intorno all’acqua.
Madison, studentessa di Norman,
aveva minacciato di dire al rettore del college di Norman della
loro relazione. Dopo aver scoperto le sue malefatte, Norman tenta
quindi di uccidere anche Claire, ma il suo piano fallisce e la
coppia finisce nel lago, portando Madison a vendicarsi del suo
assassino. Il film si conclude dunque con Claire che depone una
rosa sulla tomba di Madison, con entrambe le donne finalmente
libere dall’inganno e dalle tendenze omicide di Norman.
Il finale di Le verità
nascoste può sembrare in superficie una semplice storia di
vendetta soprannaturale, ma ha significati tematici più profondi. I
momenti finali del film rafforzano l’idea che i segreti tendono a
essere rivelati e i crimini a essere scoperti, e il tentativo di
seppellirli (a volte letteralmente) porta solo a problemi peggiori
per tutte le persone coinvolte. Il passato di Norman torna a
perseguitarlo, o meglio, a perseguitare sua moglie, in senso molto
letterale. Tuttavia, il film di Zemeckis capovolge anche diversi
tropi delle tradizionali storie di fantasmi.
Madison, lo spirito che perseguita
Claire, sembra un’antagonista per gran parte del racconto. Questo è
in linea con la maggior parte dei film sulle infestazioni, in
quanto i fantasmi e gli spettri sono quasi sempre la fonte di
terrore e la principale minaccia per i protagonisti. Tuttavia,
Le verità nascoste stravolge questa idea: Norman è
la presenza più pericolosa nella vita di Claire. Il fantasma di
Madison non è lì per farle del male, ma per aiutarla e, quando
Claire capisce la verità, i due diventano alleate contro un mostro
molto più sinistro di un semplice spirito con un conto in
sospeso.
Nel complesso, il messaggio centrale
del film è rispecchiato anche dalla struttura stessa del film. La
rivelazione che Madison non è il male principale sovverte le
aspettative del genere. Questo è per molti versi un riflesso
sottile ed estremamente intelligente della situazione di Claire:
Norman, il marito un tempo amorevole che inizialmente cerca di
aiutarla quando si rende conto di essere perseguitata, si rivela
essere la presenza più maligna nella sua vita. Questa profondità
tematica è probabilmente parte di ciò che ha reso Le verità
nascoste un tale successo quando è uscito per la prima
volta nel 2000, e il motivo per cui rimane un gioiello di culto tra
i film sui fantasmi e sulle infestazioni a distanza di decenni.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Le verità
nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di
Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e
Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 5 dicembre alle ore 21:30
sul canale Warner Tv.
I film incentrati sulla figura dei
serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via
dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi
spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a
cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come
Seven,
Copycat,
Zodiac o Hangman
– Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli
più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente
ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino”
in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno
conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather,
diretto nel 2009 da Nelson
McCormick, noto anche per Che la fine abbia
inizio (2008).
Questo thriller del 2009 – remake
del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da
Joseph Ruben e interpretato da Terry
O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente
ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola
naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il
tutto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Il segreto di David – The
Stepfather
Al suo ritorno a casa, dopo aver
trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi
problematici, Michael trova sua madre
Susan alle prese con un nuovo compagno,
David Harris, che ha conosciuto casualmente al
supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e
più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare
su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è
altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel
quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle
incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire
misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto
per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.
Ad interpretare David Harris vi è
l’attore Dylan Walsh, noto soprattutto per il suo
ruolo nella serie televisiva Nip/Tuck, in cui interpreta il
dottor Sean McNamara. Nel ruolo di Michael Harding, invece, vi è
l’attore Penn Badgley, oggi noto come protagonista
della serie You, dove per ironia della sorte è lui ad
essere un assassino che si insinua nelle vite altrui. L’attrice
Sela Ward interpreta invece Susan Harding, mentre
l’attrice
Amber Heard(ex moglie di Johnny
Depp) è Kelly Porter, la ragazza di Michael.
Completano poi il cast gli attori Jon
Tenney, Skyler
Samuels e Braeden Lemasters
rispettivamente nei ruoli di Jay, Beth e Sean Harding.
La storia vera dietro al film
Il segreto di David – The
Stepfather è sicuramente un film spaventoso, ma la
storia vera è decisamente più inquietante. Tutto ha inizio il 9
novembre 1971, quando un contabile tranquillo e senza pretese del
New Jersey di nome John List commise un
crimine orribile. Dopo che i suoi tre figli adolescenti erano
usciti per andare a scuola, si insinuò in cucina e sparò alla nuca
della moglie, passando poi ad uccidere i loro tre figli. Poi salì
le scale che portavano alla camera della madre e la baciò prima di
spararle in faccia. Una volta messo in atto il suo macabro piano,
List ha riferito che non poteva tirarsi indietro.
Pulì la casa, spostò il corpo della
moglie nella sala da ballo vuota, dove aveva steso dei sacchi a
pelo sul pavimento, e poi iniziò a scrivere. List interruppe le
consegne di latte, posta e giornali alla famiglia. Inviò lettere
alle scuole e ai lavori part-time dei figli, spiegando che
sarebbero stati fuori città per un periodo di tempo indeterminato
per far fronte a un’emergenza familiare. Ha chiuso il proprio conto
corrente e quello della madre. Quest’uomo timorato di Dio e
profondamente religioso ha poi scritto una lettera di cinque pagine
al suo pastore, spiegando il motivo degli omicidi. Una volta fatto
questo, non gli rimase altro da fare che aspettare.
La figlia sedicenne Patricia è stata
la prima a tornare a casa da scuola. Mentre entrava in casa, le ha
sparato alla nuca. List ha fatto lo stesso con il figlio
tredicenne, Frederick, e poi ha guidato fino alla scuola del figlio
maggiore per vederlo giocare una partita di calcio. Quando
tornarono a casa, List uccise l’ultimo figlio rimasto, ma a
differenza degli altri, John Jr. non se ne andò in silenzio. Il suo
corpo sussultò quando List gli sparò addosso una 9 millimetri e una
22. John Jr. è stato colpito così più volte al petto e al volto.
Dopo altre pulizie (List era estremamente metodico), fu il momento
della cena.
List ha raccontato di aver consumato
un pasto tranquillo e sereno mentre nella stanza accanto c’era la
sua intera famiglia uccisa. Ciò che molti trovano incredibile è che
List andò poi a letto e “dormì come un bambino”, come se non avesse
alcuna preoccupazione al mondo. Il giorno dopo, abbassò il
termostato, accese tutte le luci della casa e accese la radio sulla
sua stazione di musica classica preferita. Uscì di casa e nessuno
lo vide più per diciotto anni. List aveva progettato gli omicidi
così meticolosamente, che per un mese circa nessuno si accorse
dell’assenza delle sue vittime.
Dopo aver assunto una falsa identità
ed essersi risposato, venne infine identificato e arrestato il 1º
giugno 1989. Ciò fu possibile in quanto nel maggio di quell’anno la
sua vicenda venne narrata nel programma American Most
Wanted, dove si fornì un identik del suo possibile aspetto.
Ironia della sorte, List era un grande fan della serie e aveva
persino visto una parte dell’episodio che lo vedeva protagonista.
In seguito, si disse sorpreso da quanto il busto del suo identikit
gli somigliasse, ma per il resto non si preoccupò di quella
rinnovata attenzione nei suoi confronti.
Tuttavia, un uomo che riconobbe in
quell’identik il suo vicino di casa segnalò la cosa alla polizia,
che arrestò infine List. Egli si dichiarò innocente ma quando
l’analisi delle impronte digitali dimostrò che era lui, confessò
quanto compiuto. Sebbene nella sua famigerata lettera di cinque
pagine abbia affermato che gli anni ’70 erano un “periodo
peccaminoso” e che aveva ucciso la sua famiglia per salvare le loro
anime e farle andare in paradiso, la sua difficoltà a tenersi un
lavoro e le conseguenti difficoltà finanziari hanno probabilmente
giocato un ruolo molto più importante nel portarlo al crollo.
List venne a quel punto condannato a
5 ergastoli consecutivi. Una volta in galera, affermò di non
volersi uccidere nella speranza di potersi riunire in paradiso con
la moglie e i figli una volta sopraggiunta la morte naturale, che
avvenne nel 2008 per polmonite mentre scontava la sua condanna a
vita in carcere. La vicenda di List colpì nel profondo la
popolazione americana, spinta a chiedersi – una volta di più – cosa
spinga a compiere atti di tale crudeltà. La vicenda di List
ispirò poi numerosi film e serie oltre a Il segreto di
David – The Stepfather, tra cui la serie NetflixThe Watcher.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Prime Video e Netflix.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Arriva oggi 5 dicembre in esclusiva
su Prime
VideoThe Bad Guy – Seconda stagione, il nuovo attesissimo
capitolo della dark comedy diretta da Giuseppe G.
Stasi e Giancarlo Fontana con protagonisti
Luigi Lo Cascio, Claudia
Pandolfi, Stefano
Accorsi, Selene Caramazza, Giulia
Maenza, Antonio Catania. Ad accompagnare
l’uscita della serie, un album di 20 brani della colonna sonora
originale di Francesco Cerasi e la playlist ufficiale, disponibili
da oggi in digitale su Amazon Music, Spotify e Deezer. Tra le 26
canzoni della playlist, Sentimiento Nuevo di Franco
Battiato, colonna sonora della clip inedita con l’affascinante
protagonista interpretato da Luigi Lo Cascio, il bad guy
Balduccio Remora che danza sulle spoglie del suo passato come Nino
Scotellaro “…ed è bellissimo perdersi in questo
incantesimo…”
Dopo il successo della prima stagione sull’incredibile storia di
Nino Scotellaro, che da integerrimo pubblico ministero siciliano è
stato trasformato nel “bad guy” ingiustamente accusato di essere,
la seconda stagione prosegue l’instacabile caccia a Mariano Suro e
al suo introvabile archivio con anni di intercettazioni tra il boss
e pezzi grossi dello Stato. Tutti lo vorrebbero: Nino, Luvi, il
Maggiore Testanuda, Teresa, Leonarda. L’archivio diventa, così, un
campo di battaglia esistenziale tra passato e futuro, una bomba ad
orologeria pronta ad esplodere nelle mani di chi riuscirà ad
impossessarsene. Nel cast della seconda stagione anche
Fabrizio Ferracane, Carolina Crescentini, Aldo
Baglio, Alessandro Lui, Antonio Zavatteri, Guia
Jelo, Bebo Storti, Gianfelice Imparato, Francesco
Zenzola.
The Bad Guy – Seconda
stagione è creata da Ludovica Rampoldi, Davide
Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata
Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica
Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi; prodotta da Nicola
Giuliano, Francesca Cima, Carlotta
Calori e Viola Prestieri di Indigo Film in co-produzione
con Amazon MGM Studios, in associazione con il distributore
internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione con Rai Cinema. Le
vendite internazionali nel resto del mondo, sia della prima che
della seconda stagione, sono gestite da FIFTH SEASON. Tutti i
sei episodi della prima stagione di The Bad Guy sono
disponibili su Prime Video in Italia.
ACAB,
l’atteso progetto seriale in 6 episodi prodotto da Cattleya – parte
di ITV Studios – sarà disponibile su Netflix
il 15 gennaio 2025. Oggi sono state finalmente svelate le prime
immagini del teaser trailer della serie, diretta da Michele
Alhaique e con protagonisti
Marco Giallini, Adriano Giannini, Valentina Bellè, Pierluigi
Gigante e Fabrizio Nardi.
La trama di ACAB
Una notte di feroci
scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma
resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di
Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore
(Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma,
che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un
affiatamento da tribù, quasi da famiglia.
Una famiglia con cui
dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini),
figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come
quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare.
Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel
momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da
una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni.
Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati
a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in
discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della
propria appartenenza alla squadra.
La serie – tratta
dall’opera letteraria “ACAB” di Carlo Bonini edita in Italia da
Giulio Einaudi Editore – è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino
e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca
Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo
Gravino.
La serie
è anche ispirata al film “ACAB” prodotto da Cattleya con RAI
Cinema e diretto da Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre
il ruolo di produttore esecutivo.
Nel 2020, quando la pandemia
paralizzò il mondo e indusse gli organizzatori a cancellare il
Festival
di Cannes, una selezione speciale permise ad alcuni film di
uscire nelle sale con l’etichetta “Cannes 2020”. È il caso di
Un triomphe, il precedente film di
Emmanuel
Courcol con Kad Mérad. Quattro anni
dopo, il regista ha avuto l’onore di presentare in anteprima sulla
Croisette il suo nuovo film, L’orchestra stonata,
in passaggio alla
Festa del Cinema di Roma 2024 nella sezione Best
Of.
L’orchestra stonata: una scoperta che rivoluziona la vita
Tutto inizia con una brutta notizia:
Thibault (Benjamin
Lavernhe), rinomato direttore d’orchestra, crolla nel bel
mezzo di una prova. Subito dopo, comunica alla sorella di essere
affetto da leucemia e di aver bisogno di trovare un donatore di
midollo osseo compatibile: la sua migliore possibilità è un parente
stretto con cui condivide i geni. Proprio quando è costretto a
mettere da parte la sua carriera, questa ricerca porta alla luce
segreti sepolti: Thibault scopre di essere stato adottato e di
avere un fratello minore, Jimmy (Pierre
Lottin), da cui è stato separato quando era più
giovane.
L’incontro con questo parente
inaspettato, che ha vissuto una vita completamente diversa dalla
sua, è un vero e proprio shock: Jimmy ha infatti avuto un’infanzia
modesta ed è cresciuto nella loro città natale, accolto da una
donna amorevole e umile. Forse condividono gli stessi geni, ma
sulla carta non hanno nulla in comune. Così, quando il fratello
minore viene a conoscenza delle ragioni del loro incontro, accetta
di fargli da donatore, permettendogli di guarire e, nel giro di
pochi mesi, di godere di una remissione inaspettata.
Il destino e la malattia li hanno
fatti incontrare e Thibault attraversa una crisi
esistenziale: vuole scoprire da dove viene e cercare di creare un
legame con questo fratello che non ha avuto le sue stesse
opportunità. Si sente quasi in debito, al di là del gesto
altruistico di Jimmy, per il quale si sente in colpa. Perché non è
cresciuto con loro? Perché lui ha potuto godere di un’infanzia
comoda e agiata, studiare e vivere della sua passione e suo
fratello no? In mezzo a tutte queste domande, si staglia un forte
terreno comune: un amore innato per la musica.
Thibault ne è convinto: suo fratello ha un orecchio perfetto. Così,
quando il leader della banda di ottoni in cui Jimmy ha militato per
anni si dimette, Thibault ne prende il posto, con l’obiettivo di
aiutare il fratello minore a prendere il suo posto e a diventare il
direttore della banda, anche se lui rimane timido e non ha fiducia
in se stesso.
Il cinema francese ha una lunga e
illustre tradizione nel fondere la commedia con la riflessione
sociale, combinando il riso per l’assurdità della vita con un tono
più profondo e malinconico. Un genere, quello della commedia
francese, che è fiorito negli ultimi tempi, basandosi sul concetto
di “dramedy” per creare personaggi tanto fragili quanto divertenti.
L’orchestra stonata si inserisce
perfettamente in questo filone, offrendoci una sentita esplorazione
dei legami familiari attraverso una narrazione carica di umorismo e
ottimismo.
Nonostante la gravitas della sua
premessa, il film di Emmanuel Courcol non cade mai nel
sensazionalismo a buon mercato; in questo senso, la regia è
estremamente abile nel sovrapporre momenti di leggerezza tonale ad
altri di autentica emozione. La scoperta che rivoluziona la vita di
Thibaut, quando il suo mondo si scontra con quello
di Jimmy, ha il sapore di una vera e propria commedia degli
equivoci.
Uno degli elementi più interessanti
è proprio la dinamica che si instaura progressivamente tra Lavernhe
e Lottin: il ritratto di Thibaut come uomo
raffinato e perfezionista che ha affinato la sua arte ci appare
piuttosto vivido e comprensibile. In contrapposizione, troviamo
Lottin come un Jimmy che irradia un’energia
mondana e imprevedibile. Un contrasto che crea un tempo comico che
colpisce nel segno, dando vita a un umorismo che ricorda per certi
versi, come dicevamo, la screwball comedy degli
anni Quaranta, anche se qui la componente romantica viene
sostituita dall’amore fraterno.
Unirsi nelle differenze
Dramma dall’innegabile fascino
grazie alla coppia di attori protagonisti (Benjamin
Lavernhe e Pierre Lottin),
L’orchestra stonata ha tutti gli
ingredienti di una commedia popolare nel senso più nobile del
termine: tenerezza, umorismo e ritmo. Sullo sfondo di complessità
di classe, fratelli ritrovati e solidarietà operaia, il film di
Emmanuel Courcol evita una serie di trappole, tra
cui il moralismo e un illusorio lieto fine, senza paura di scendere
anche nel grotteso.
Nulla di ciò che ci viene raccontato
è assolutamente plausibile, ma tutto funziona con grazia: checché
se ne pensi, crescere in un ambiente benestante della regione
parigina non fa presagire lo stesso destino di chi è cresciuto in
un ambiente molto modesto, lontano dai luoghi di cultura.
Emmanuel Courcol non ha intenzione di giudicare
questa situazione sociologica di fatto: al contrario, dimostra che,
quando si tratta di vita e di amore, le differenze sociali possono
sempre annullarsi.
#scuolealcinema con la
rassegna SguardiAttivi! La seconda edizione del progetto
riparte a dicembre per portare al cinema studenti e studentesse di
scuole primarie, secondarie di I e II grado della provincia di Roma
e di Viterbo.
Si comincia il giorno
6 dicembre a Roma, presso il cinema Eurcine,
con la proiezione di Gran Torino diClint Eastwood, per gli studenti e le
studentesse dell’IIS Majorana di Roma. Seguiranno il cinema
Lux, il cinema Madison, il cinema Andromeda a
Roma e il CineTuscia Village di Vitorchiano.
Il progetto coinvolgerà poi altre città tra cui Bracciano,
Rieti, Orte, Vignanello, Civita
Castellana e altri centri urbani.
Un progetto reso
possibile grazie alla collaborazione tra una rete di dirigenti
scolastici e docenti, un gruppo di critici cinematografici,
operatori e operatrici culturali attivi/e sul territorio e gli
operatori del settore, che, insieme, hanno dato vita alla seconda
edizione della rassegna “SguardiAttivi”, promossa
dall’associazione culturale ArtedelContattoETS
nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la
Scuola promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero
dell’Istruzione e del Merito.
“Due anni fa ci siamo
attivati per sostenere il cinema in sala e riavvicinare i ragazzi e
le ragazze al luogo naturale del Cinema, dopo gli anni
difficilissimi della pandemia – commenta Marianna Cappi,
Responsabile Scientifico del progetto SguardiAttivi e membro del
comitato artistico della rassegna. – Oggi riproponiamo la
stessa esperienza, con un parco di istituti scolastici notevolmente
ampliato e un programma di attività che include tutte le età, dalla
scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado, e copre
una territorio ancora più vasto e diversificato della nostra
regione. Ma l’obiettivo resta lo stesso: far incontrare le nuove
generazioni e la sala cinematografica, nella convinzione che la
visione del film in sala sia un’esperienza individuale e collettiva
unica, una vera e propria cassa di risonanza della forza del cinema
e del valore delle emozioni che ci fa vivere”.
Il programma della
Rassegna SguardiAttivi
Dopo la proiezione del
6 dicembre al cinema Eurcine, il progetto proseguirà il
10 dicembre al cinema Lux con la matinée de
Principi e Principesse di Michel Ocelot, per gli
studenti e le studentesse dell’IC Via Volsinio di Roma. La rassegna
proseguirà il 16 dicembre al Cinema Madison di Roma
con la matinée del Flauto magico di Piazza Vittorio
di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, per gli studenti e le
studentesse dell’IC Padre Semeria di Roma; il 20 dicembre al
Multisala Andromeda con i film GGG-Il grande gigante
gentile di Steven Spielberg e Il grande dittatore di
Charlie Chaplin, per gli alunni e le alunne dell’IC Maffi di
Roma.
Il progetto andrà avanti
anche nel 2025 con proiezioni, seminari, incontri, laboratori
didattici, e
coinvolgerà circa 30 plessi di 18 istituti scolastici e più di 4000
studenti e studentesse di Istituti scolastici di 4 province del
Lazio – tra Roma, Ostia, Rocca Priora, Rocca di Papa, Bracciano,
Frascati, Orte, Civita Castellana, Vignanello, Rieti – raddoppiando
lo straordinario risultato raggiunto nella prima edizione.
La rassegna, con matinées
gratuite rivolte ad alunni e alunne tra i 4 e i 19 anni, è
realizzata nell’ambito del progetto “SguardiAttivi. Guardare il
cinema e parlare di cinema – II edizione”, promosso da
ArtedelContatto ETS in collaborazione con i partner Melting Pro e
Cinefilos APS, nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini
per la Scuola promosso dal Ministero della Cultura e dal
Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per maggiori
aggiornamenti consultare il sito www.artedelcontatto.it.
È bene dirlo senza mezzi
termini: la seconda stagione di The Bad Guy,
disponibile su Prime Video dal 5 dicembre e ancora una volta
diretta dal duo Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, conferma e
supera le aspettative, offrendo un’avvincente seguito della storia
di
Nino Scotellaro, ex magistrato diventato spietato malavitoso.
Con il suo mix di riferimenti al cinema d’azione anni ’90 e un
profondo radicamento nella realtà italiana, la serie si impone come
uno dei prodotti più interessanti del panorama televisivo
contemporaneo.
Un omaggio al grande
cinema e alla cultura pop
Era chiaro dall’inizio
che The Bad Guy fosse un prodotto creato da chi ama
il cinema. La passione dei registi per maestri come Tony Scott,
Michael Bay, John Woo e Quentin Tarantino permea ogni
episodio, donando alla serie una dimensione cinematografica che la
rende unica. A questi riferimenti si aggiungono influenze pop e più
contemporanee che danno alla serie il suo tono così specifico: c’è
dramma e emozioni forti, ma anche ironia, gusto per il grottesco e
commedia. Nino Scotellaro è proprio un Walter White che affronta
una sua discesa del suo personale inferno per trasformarsi in
Balduccio Remora, senza via di ritorno.
The Bad Guy 2 Luigi Lo Cascio – Foto Cortesia di Prime
Video
Un protagonista
sempre più complesso
La seconda stagione
riparte esattamente dal punto in cui si era conclusa la prima: Nino
(Luigi Lo Cascio) si trova faccia a faccia con il suo nemico
giurato,
Mariano Suro (Antonio Catania). Ma la vendetta deve
attendere. L’archivio, una cassetta contenente prove
scottanti di rapporti tra Stato e mafia, diventa il fulcro della
trama. Nino è sempre più combattuto tra il richiamo della sua
vita precedente, rappresentata principalmente da Lui e Leo, e la
crescente attrazione per il potere e il controllo che il suo nuovo
ruolo gli offre. Questa evoluzione è esplorata con grande
attenzione e consapevolezza: vediamo un uomo che, nonostante tutto,
sembra ancora lottare per qualcosa di giusto, anche quando le sue
azioni raccontano il contrario.
The Bad Guy (s):
Stefano Accorsi è la grande novità
Tra le tante sorprese di
questa stagione, spicca Stefano Accorsi nel ruolo di
Stefano Testanuda, agente segreto dalla moralità ambigua e
dall’aspetto fuori dagli schemi. Con capelli biondi e un’aria
glaciale, Accorsi si diverte e diverte, rendendo il suo personaggio
una scheggia impazzita: la sua entrata in scena è già un momento
iconico. Si è forse sempre detto troppo poco della bravura di
Accorsi, relegato per chiari meriti estetici troppo spesso al
“bello della storia”: Stefano Accorsi è versatile e talentoso e
soprattutto ha dimostrato che quando non si prende troppo sul serio
è in grado di regalare personaggi e interpretazioni memorabili.
The Bad Guy 2 Claudia Pandolfi – Foto Cortesia di Prime
Video
Un mondo di
donne
Ma si sa che un
personaggio, per quanto caratterizzato bene, non funziona mai da
solo. Deve avere delle controparti all’altezza. Il cast di The Bad
Guy 2 si arricchisce di nuovi volti che aggiungono dinamismo alla
storia. Ma se Lo Cascio e Accorsi sono due pilastri di questa
seconda stagione, sono le donne che fanno davvero il bello e il
cattivo tempo. Claudia Pandolfi è ancora una volta
convincente nel ruolo di
Luvi Bray, moglie di Nino e avvocata divisa tra dovere e
sentimenti contrastanti, la sua interpretazione è il cuore
romantico della storia che mostra in quanti modi di possa amare un
uomo totalmente. Selene Caramazza, nei panni della sorella
di Nino e maresciallo dei carabinieri
Leonarda Scotellaro, occupa un maggiore spazio narrativo, ed è
il centro emotivo, viscerale, passionale della storia, perché è
tutta istinto e non comprende l’aspetto calcolatore e
compromissorio che invece appartiene a Luvi. Giulia Maenza
(Teresa
Suro) continua a sorprendere con un’interpretazione carismatica
di una donna di potere che dribbla ogni cliché e offre un ritratto
fresco e autentico. La passione dei registi per la cultura pop si
svela anche nella scelta di alcuni precisi volti per comparse e
piccoli ruoli: Aldo Baglio, in un’inedita parte drammatica, e
Carolina Crescentini, che invece compare in un piccolo ruolo, sono
veramente un regalo per lo spettatore.
1 di 8
The Bad Guy 2 Claudia
Pandolfi - Foto Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Antonio
Catania - Foto Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Selene
Camarazza - Foto Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Carolina
Crescentini - Foto Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Maenza - Foto
Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Luigi Lo
Cascio - Foto Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Claudia
Pandolfi - Foto Cortesia di Prime Video
The Bad Guy 2 Aldo Baglio -
Foto Cortesia di Prime Video
Un racconto che non
si concede distrazioni
Una delle caratteristiche
distintive di The Bad Guy è la fiducia che i suoi
creatori ripongono nello spettatore. Non c’è spazio per “spiegoni”
o riassunti: tutto è lasciato all’azione e ai dettagli disseminati
lungo la trama. Ogni inquadratura, ogni espressione e ogni oggetto
di scena raccontano qualcosa, invitando chi guarda a non distrarsi
nemmeno per un secondo. Questo approccio, in un’epoca dominata dal
binge-watching bulimico, premia il pubblico con una narrazione
densa e avvincente, che soprattutto basa la sua fidelizzazione sul
tono specifico e inconfondibile che aveva già fatto la fortuna
della prima stagione.
The Bad Guy 2
conferma i motivi del successo della prima stagione, riesce a
tenere alta la tensione, approfondendo al contempo la psicologia
dei personaggi e offrendo momenti di grande spettacolarità e
divertimento. In attesa di un (inevitabile?) terzo capitolo che
concluda la storia, questa seconda stagione è uno degli
appuntamenti imperdibili di dicembre su Prime Video.
Piece by
Piece è una
biografia musicale narrata attraverso l’animazione LEGO,
un’esperienza che sfida il cinismo e abbraccia una vibrante
originalità. Presentato al Toronto Film Festival, il film, che
nasce dalla collaborazione tra il regista Morgan
Neville e il genio creativo di Pharrell
Williams, reinventa il genere documentario mescolando
vivacità visiva e narrativa pop.
Piece by Piece
è un connubio inaspettato
L’idea di raccontare la
vita di Pharrell tramite i LEGO è insolita, ma si rivela
sorprendentemente azzeccata. La carriera del musicista e produttore
si distingue per la capacità di mescolare elementi incongruenti in
creazioni straordinarie. È facile immaginare un giovane Pharrell
costruire mondi magici con pezzi presi da set LEGO diversi, proprio
come mescolava hip-hop, disco e rock per creare il suo sound
unico.
Neville sfrutta questo
connubio per creare un’opera visiva che trasforma episodi della
vita di Pharrell in scene animate piene di colori e fantasia. Non
vediamo il progetto di edilizia popolare di Virginia Beach come un
quartiere grigio e difficile, ma come una realtà solare e
comunitaria. La scuola che Pharrell frequentava insieme a Timbaland
e Missy Elliott diventa un’esplosione di luci e musica, una capsula
di creatività pronta a scoppiare. Ogni nuovo beat prodotto dai
Neptunes prende forma come sfere luminose e pulsanti, che sembrano
emergere direttamente dalla sinestesia di Pharrell.
Una narrazione
vivace
La scelta di un approccio
LEGO permette a Piece by Piece di esprimere
la gioia che è al centro della musica e della personalità di
Pharrell. La sua ascesa da Virginia Beach al successo globale è una
storia familiare, ma Neville la racconta con un tocco così giocoso
che sembra nuova e insolita. I contributi di Pharrell a brani
iconici come Superthug di NORE, Drop It Like It’s Hot
di Snoop Dogg e l’inno Alright di Kendrick Lamar vengono
visualizzati con un brio che rende giustizia alla loro importanza
culturale.
PIECE BY PIECE
Le interviste con Missy
Elliott, Jay-Z, Gwen Stefani e Pusha T arricchiscono la narrazione,
creando un ritratto collettivo che celebra l’impatto di Pharrell
sul mondo della musica. Ma questa componente allegra e positiva è
bilanciata da aspetti più emotivi che certo non mancano in un
racconto biografico: le riflessioni su sua nonna, che lo ha
incoraggiato fin dall’inizio, e le difficoltà creative che ha
affrontato nel bilanciare l’arte con le pressioni del business,
aggiungono profondità emotiva.
Un trionfo visivo con
qualche limite
Visivamente, Piece by
Piece è un trionfo. L’animazione LEGO non è solo un espediente,
ma una scelta narrativa che amplifica la creatività del soggetto.
Tuttavia, questo approccio ha i suoi limiti. La rappresentazione
LEGO, per quanto brillante, manca della capacità di catturare le
espressioni umane con la stessa profondità di un documentario
tradizionale. Le teste di plastica e i sorrisi stampati non
riescono sempre a trasmettere le sfumature delle emozioni
reali.
Inoltre, la natura
profondamente giocosa del film a volte riduce il dramma intrinseco
della storia di Pharrell. Sebbene le sue sfide creative e personali
vengano affrontate, il tono rimane ottimistico al punto che i
conflitti sembrano appena accennati.
Il peso di un
successo chiamato Happy
Un capitolo interessante
e ambivalente è quello dedicato a Happy, la canzone che ha
definito la carriera di Pharrell. Creata per un progetto
commerciale, Happy ha avuto un impatto universale in un
periodo segnato dall’ascesa del movimento Black Lives Matter e dalle proteste contro la
brutalità della polizia. Il film esplora questo contrasto con
delicatezza, mostrando come il successo della canzone sia stato
allo stesso tempo una benedizione e una fonte di riflessione.
Piece by
Piece è un esercizio di branding mascherato da
biografia, con tutto ciò che questo implica. È un branding fatto
bene. Pharrell Williams emerge come un artista che vede il mondo
attraverso una lente di infinita creatività e positività. Il film,
con la sua estetica giocosa e i suoi ritmi coinvolgenti, prova a
essere una celebrazione di quella visione. Siamo quindi di fronte a
un’agiografia, più che a una biografia. E se da un lato questo
punto di vista risulta poco interessante, dall’altro nulla ci
impedisce di godere del film anche solo per la sua positiva e
giocosa esplosione di colori. Dopotutto il “trattamento LEGO” ha il
potere di rendere tutto migliore.
A metà del 2022, i dirigenti di
quella che all’epoca si chiamava HBO Max contattarono
James
Gunn per realizzare un’altra serie adattata dai
fumetti DC, dopo il suo successo “Peacemaker“. La sua prima idea: uno
spettacolo animato liberamente ispirato ai personaggi dei fumetti
DC noti come Creature
Commandos, ovvero un gruppo di mostri riuniti in una
squadra di operazioni segrete incaricata di eliminare il nemico con
qualsiasi mezzo necessario. Gunn scrisse la prima stagione di sette
episodi in poche settimane su specifica, e poi il CEO della Warner
Bros. Discovery David Zaslav assunse Gunn e il
produttore esecutivo di “Peacemaker” Peter Safran
per dirigere i DC Studios e rilanciare l’universo DC.
“E io dissi, ‘Oh, so a cosa
posso dare il via libera!'”, dice Gunn ridendo. Due anni dopo,
la serie allegramente TV-MA “Creature Commandos“,
che debutterà su Max il 5 dicembre, fungerà da antipasto
per il nuovo DCU, prima che il lungometraggio di Gunn
“Superman” fornisca la portata principale quando
debutterà a luglio 2025. Come co-direttore dello studio, Gunn vede
la serie come un modo per stabilire sia la sua filosofia creativa
complessiva per il DCU sia come intende costruire il suo più ampio
panorama narrativo.
“Mi piaceva semplicemente
l’idea di un’introduzione soft al nostro universo in cui esistono
metaumani, mostri, magia ed esistono situazioni politiche
incredibilmente complicate”, dice Gunn. “E vediamo com’è
il mondo della DCU attraverso una prospettiva animata in cui
creare un campo di battaglia costa tanto quanto creare una cucina,
beh, non esattamente, ma non così diverso da come sarebbe in un
film”.
Lavorare nell’animazione ha anche
dato a Gunn la libertà di rendere lo spettacolo violento e sessuale
come qualsiasi cosa abbia fatto in live action, ad esempio, il
dottor Phosphorus (doppiato da Alan Tudyk) non ci pensa due volte a usare la
sua pelle radioattiva per sciogliere la faccia dei suoi nemici e
più personaggi si spogliano per rapporti sessuali entusiasti. Ma
Gunn avverte che questo tipo di eccitante superamento dei limiti
non farà parte di ogni progetto dei DC Studios.
“Una delle cose principali che
voglio stabilire è che puoi fare qualsiasi cosa ai DC
Studios”, dice. “Possiamo realizzare un’offerta completa
per famiglie. Possiamo fare qualcosa che sia per un pubblico
generico, come “Superman”. Possiamo fare qualcosa di violento e
sessuale, come questo, che non pensavo fosse così violento e
sessuale; “Peacemaker” è sia più violento che più sessuale, ma
voglio che ogni progetto abbia una sua voce. Non si tratta di
creare un mondo in cui tutto è sesso e violenza. Si tratta di
creare un mondo in cui possiamo raccontare la storia di, sai, un
tipo di personaggio in generi diversi”.
Tutto quello che sappiamo su
Creature Commandos
La serie animata Creature
Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in
streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour nel ruolo di Eric
Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma
nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol.
3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe
Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus,
Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag
Senior.
Steve Agee
riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista
anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.
Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa
di Indira Varma come il personaggio principale
della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun
episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun
attore.
Thor:
The Dark World dei Marvel Studios è generalmente considerato uno
dei punti bassi del MCU, quindi si può ben dire che
all’epoca di Thor:
Ragnarok, non si potesse scendere più in basso. Eppure
molti fan erano preoccupati che Taika Waititi
avrebbe “rovinato” il personaggio quando è stato arruolato per
dirigere il terzo film.
Ironicamente, il terzo capitolo è
ora ampiamente considerato il miglior film di
Thor, ma Taika Waititi ricorda la
reazione negativa online quando è stato annunciato come regista del
film. “Quello mi ha davvero catapultato nella nerdsfera, se
vogliamo”, ha ricordato il regista durante una nuova
intervista video con Entertainment Weekly. “Stavo
vivendo una vita davvero bella e pacifica, e non appena l’ho fatto,
beh, ragazzi, i nerd sono venuti a prendermi. Hanno detto, ‘Questo
tizio rovinerà tutto. Rovinerà Thor!'”
“È come, ‘Cosa, vuoi dire di
nuovo?'” ha aggiunto. “E loro erano tipo, ‘Rovinerà tutto
per tutti, Thor è così figo!’ E ho detto loro su Twitter, prima di
lasciarlo, ‘Non sapete cosa volete finché non ve lo do io.'”
Thor:
Ragnarok è stato molto ben accolto, ma il
film successivo di Waititi su Thor… non così tanto.
Mentre Ragnarök ha iniettato un po’
di umorismo nel franchise e nell’eroe asgardiano, per molti
Thor: Love and Thunder ha esagerato con la
frivolezza. Mentre il film era spesso divertente, la percezione
sembra essere che un eccessivo affidamento sulla commedia abbia
compensato gli elementi più drammatici della storia, e alcuni hanno
trovato difficile prendere sul serio il sequel a qualsiasi
livello.
Il regista di Jojo Rabbit non ha menzionato la
risposta a Love and Thunder (che ha avuto un buon
successo al botteghino), scegliendo invece di notare alcuni aspetti
positivi.“Una delle cose che preferisco di questo è che
amo così tanto Natalie [Portman]. E anche Christian Bale. Voglio
dire, è Christian Bale. E anche i Guns N’ Roses, un sacco di
canzoni. In realtà ho incontrato Axl Rose una volta. Aveva un sacco
di storie da raccontare, che non condividerò.”
Si vocifera che la Marvel stia sviluppando un
quinto film di Thor, ma Waititi ha confermato che
non tornerà a dirigere.
L’abbondanza di serie tv di stampo
spy-action sulle piattaforme non è una cosa nuova: per definizione,
la narrazioni che si muovono nel territorio dello spionaggio e
contano su una marcata componente action sono tra i prodotti che
più chiamano visualizzazioni. In un panorama ormai saturo
all’inverosimile di queste proposte, è cosa rara incappare in un
esperimento seriale che lasci, effettivamente, la sensazione di
qualcosa di “fresco” allo spettatore. Per fortuna, questo è il caso
di Black Doves, disponibile su Netflix dal 5
dicembre, sviluppata da Sister e Noisy Bear e con
due noti attori britannici protagonisti: Keira Knightley e Ben Wishaw.
Tutto ha inizio una notte in cui
tre persone vengono assassinate quasi contemporaneamente mentre
parlano al telefono: chi sono e cosa stavano progettando? La serie
parte da questo interrogativo concentrandosi nello specifico sulla
morte di uno di loro, un certo Jason
(Andrew Koji), che era l’amante di
Helen (Knightley), la moglie del
Ministro della Difesa (Andrew Buchan). Apprendiamo
subito che Helen è in realtà una spia di un’organizzazione chiamata
“Black Doves”, che risponde agli ordini di Reed
(Sarah Lancashire), per cui è una sorta di insider
a cui rivela tutti i segreti del marito politico.
La donna continua a ribadire che la
sua relazione con Jason non nascondeva alcun sotterfugio
compromettente per il suo lavoro, tutt’altro: era veramente
innamorata del ragazzo, ed è per questo che decide di mettersi a
indagare sulla sua morte. Lo fa con l’aiuto di un vecchio amico
dell’organizzazione, Sam
(Whishaw), che torna in Gran Bretagna dopo sette
anni di clandestinità a causa di una storia precedente che ha avuto
un impatto sulle vite di tutti e che verrà raccontata in flashback.
Queste tre morti saranno l’iniziale “innesco” di un complicato
conflitto internazionale poiché, in concomitanza con questi eventi,
l’ambasciatore cinese in Gran Bretagna viene trovato morto: non
tarda troppo tempo per capire che tutti questi eventi potrebbero
essere collegati tra loro.
In Black Doves c’è
tutto quello che ci aspetteremmo di trovare in una serie del
genere: un’investigazione dall’assoluto grado di segretezza; una
donna che, dietro la facciata della moglie perfetta, nasconde
un’indole decisamente più dinamica; l’ampio respiro internazionale,
con le nostre superspie in continuo movimento e, nel caso del
personaggio di Whishaw, che non sembrano appartenere davvero a
nessun luogo.
Ben Whishaw e Keira Knightley in una scena di Black Doves –
Cortesia di Netflix
Una serie che sorprende
Grazie soprattutto a interpreti
decisamente calati nella parte e alla scelta di incorporare un po’
di sano humor british, Black Doves regala al
pubblico un’esperienza di visione soddisfacente. La serie cerca di
caratterizzare al meglio i suoi volti di punta, tanto che la vita
privata di questi assume un ruolo di primo piano nello sviluppo
degli eventi. Anche se potrebbe sembrare che aderiscano alla fredda
regola del non portare sul lavoro i conflitti casalinghi, qui non
c’è intrigo internazionale in cui questi aspetti emotivi non siano
almeno in parte coinvolti.
L’aspetto più problematico di
Black Doves emerge a partire dalla metà della
serie: i suoi personaggi di contorno sono così tanti e così poco
definiti, che è molto difficile mantenere il livello di credibilità
di cui questo tipo di show ha bisogno. Fortunatamente, come
dicevamo, i due personaggi principali colmano le lacune, dando
corpo e anima alla serie.
Il connubio tra action e comedy
Knightley, che
torna sulla piattaforma dopo il film
Lo strangolatore di Boston (2023), si afferma come baricentro
drammatico di tutto ciò che accade, gestendo molto bene il classico
conflitto dell’infiltrata che vive una doppia vita al punto da non
riuscire più a distinguere chi è e di chi deve veramente fidarsi.
D’altra parte, Whishaw si mette alla prova
portando in scena un forte dramma emotivo personale: Sam è gay,
aveva un compagno che ha dovuto lasciare per motivi di lavoro, e di
cui sente ancora la mancanza. Questo profondo conflitto interiore
deve coesistere con una sottotrama che coinvolge una coppia di
assassini professionisti e il loro capo, un’accoppiata che sembra
uscita direttamente da un film di Guy Ritchie.
Tra battute taglienti e una spiccata ironia,
Knightley non vi farà mai perdere di vista la sua
Helen, mentre Whishaw conferisce
al suo Sam una vulnerabilità irresistibile, che vi
farà pensare di non avere mai incontrato un sicario del genere
nell’audiovisivo. Tra di loro, la componente comedy funziona
egregiamente, ma l’incantesimo non si applica a tutti i personaggi
e alle storyline secondarie che incontriamo strada facendo.
Effettivamente, forse questadispersione tonale potrebbe respingere
qualche spettatore ma, per chi saprà comprendere che è parte del
gioco, Black Doves promette di riservare le giuste
sorprese.
Dal produttore Dick Wolf,
FBI è stato uno dei più grandi successi
della CBS negli ultimi tempi, e il procedurale di polizia ricco di
azione tornerà per la settima stagione. Debuttata nel 2018, la
serie segue gli agenti dell’ufficio dell’FBI di New York City
mentre proteggono la città e il paese da varie minacce interne. Le
impronte digitali di Dick Wolf sono presenti su FBI, che
raggiunge un buon equilibrio tra la tipica formula del caso della
settimana con il vantaggio di personaggi ben scritti e l’aggiunta
della gravitas dell’FBI.
Non ci è voluto molto perché la
serie ricevesse uno spinoff, e l’episodio della prima stagione
“Most Wanted” è servito come episodio pilota per l’omonima serie.
Negli anni successivi, il popolare procedurale della CBS è stato
nuovamente scorporato e sta rapidamente diventando il prossimo
franchise televisivo con più serie. Come altre creazioni di Dick
Wolf, come Law and Order e la serie One Chicago,
FBI funziona così bene grazie alle possibilità quasi
illimitate che potrebbero facilmente vedere la serie principale
estendersi per decenni. Anche con sei stagioni all’attivo,
FBI non mostra segni di arresto.
Ultime notizie suFBI
Stagione 7
Sebbene il cast della serie
principale non sia cambiato molto in sei stagioni, le ultime
notizie confermano che un membro del cast lascia l’FBI e
un altro entra a farne parte. Katherine Renee Kane è entrata a far
parte dello show nella terza stagione nel ruolo dell’agente
speciale Tiffany Wallace, ma si prevede che se ne andrà nel
corso della settima stagione. Al suo posto,
Lisette Olivera si unirà al cast nel ruolo di Syd
, membro dell’Unità di Analisi Comportamentale. Non è stata fornita
alcuna ragione per l’uscita di scena della Kane, ma apparirà in
almeno un episodio della stagione 7.
Data di uscita della stagione 7
di FBI
La stagione 7 debutterà a
ottobre
La CBS ha debuttato con i suoi show
sull ‘FBI nel febbraio 2024, e ci sono voluti solo pochi
mesi perché la rete desse a tutti e tre gli ordini di stagioni
aggiuntive. Il programma del martedì interamente dedicato
all’FBI ha aiutato la CBS a dominare gli ascolti, e la rete
continuerà questa tendenza quando la serie tornerà martedì
15 ottobre, a partire dalle 20:00 con FBI. Lo
show di punta sarà seguito da FBI:
International alle 21.00 e FBI:Most Wanted alle 22.00.
I procedurali come FBI
sono noti per mantenere i membri del cast per molto tempo, e non ci
sono molti cambiamenti da una stagione all’altra. Anche se la sesta
stagione ha visto la tragica morte del personaggio ricorrente
Trevor Hobbs, interpretato da Roshawn Franklin, in genere i
personaggi principali non cambiano spesso. Per questo motivo,
ilcast della settima stagione
dell‘FBIsarà
probabilmente molto simile a quello della sesta, con il
ritorno di Missy Peregrym nei panni dell’agente speciale
Maggie Bell e del resto della sua squadra.
Katherine Renee
Kane riprenderà il ruolo dell’agente speciale Tiffany
Wallace nella stagione 7, ma lascerà il ruolo nel corso della
stagione. Al suo posto ci sarà la nuova arrivata Lisette Olivera
nel ruolo di Syd, un membro dell’Unità di Analisi Comportamentale.
L’elenco dei ritorni previsti comprende:
Missy Peregrym – Agente speciale
Maggie Bell
Zeeko Zaki -Agente speciale Omar
Adom “OA” Zidan
John Boyd – Agente speciale Stuart
Scola
Katherine Renee Kane – Agente
speciale Tiffany Wallace
Alana de la Garza – SAC Isobel
Castille
Jeremy Sisto – Assistente SAC
Jubal Valentine
Lisette Olivera – Syd
FBI Stagione 7 –
Storia
Previsto un formato caso per
settimana
Il finale della stagione
6dell’FBInon ha
cambiato la traiettoria dello show, e la squadra ha
eliminato con successo Hakim e ha anche dato a Wallace un po’ di
chiusura emotiva dopo aver perso il suo partner sotto copertura
nell’episodio 1. Detto questo, è difficile indovinare quale
potrebbe essere la storia generale della prossima stagione, ammesso
che ce ne sia una. Tuttavia, è quasi certo che la stagione
7 dell’FBI sarà come la maggior parte dei
procedurali di successo e presenterà un formato di caso della
settimana in cui gli agenti dovranno affrontare alcune delle più
grandi minacce che la Grande Mela ha da offrire.
Anche se non c’è ancora nulla di
ufficiale al 100%, sembra che la HBO abbia trovato il nostro Piton
del piccolo schermo. THR riporta che l’attore britannico Paapa
Essiedu è in trattative per interpretare l’astuto maestro di
pozioni di Hogwarts, il professor Severus Piton, nella
prossima serie di Harry
Potter. A Essiedu sarebbe stata offerta la parte, ma non è
chiaro se le trattative siano iniziate sul serio.
Questa versione di Piton è
descritta come “il maestro di pozioni di Hogwarts, malvagiamente
intelligente e casualmente crudele, che si presenta come
l’antagonista principale della storia nella prima stagione dello
show”. Il personaggio è stato interpretato in precedenza dal
compianto Alan Rickman negli otto film di Harry Potter della
Warner Bros. Man mano che procediamo con la pre-produzione,
confermeremo i dettagli solo quando avremo concluso gli
accordi”.
Poco fa è circolata la voce che
Cillian Murphy (Oppenheimer, Batman Begins) potrebbe essere
in lizza per interpretare il cattivo Voldemort, ma le fonti di THR
dicono che non c’è nulla di vero.
Lo studio è attualmente alla
ricerca di nuove leve per interpretare i tre ruoli principali di
Harry, Ron ed Hermione e ha lanciato un casting call aperto
per bambini di età compresa tra i 9 e gli 11 anni. Secondo quanto
riferito, la WBD “spera di popolare il cast degli adulti con alcuni
degli attori più noti del Regno Unito”.
Cosa sappiamo sulla serie tv di
Harry Potter?
Francesca Gardiner
(Succession, His Dark Materials, Killing Eve)
è a bordo come showrunner e produttore esecutivo, mentre Mark
Mylod (Succession, Game of Thrones, The Last of Us) è stato arruolato come
produttore esecutivo e regista di più episodi.
La logline ufficiale dello show
recita: “La serie sarà un adattamento fedele dell’amata serie
di libri di Harry Potter dell’autrice e produttrice esecutiva
J.K. Rowling. La serie sarà caratterizzata da un
nuovo cast che guiderà una nuova generazione di fandom, ricca di
dettagli fantastici e dei tanto amati personaggi che i fan di Harry
Potter hanno amato per oltre venticinque anni.“
“Ogni stagione porterà Harry
Potter e queste incredibili avventure a un nuovo pubblico in tutto
il mondo, mentre i film originali, classici e amatissimi,
rimarranno al centro del franchise e disponibili per la visione a
livello globale.”
Il capo della Warner Bros. TV,
Channing Dungey, ha dichiarato all’inizio di
quest’anno che la serie sarà “più approfondita di quanto si possa
fare in un solo film di due ore… questo è il motivo per cui stiamo
facendo questo viaggio”. La serie tv non ha una data ufficiale di
debutto, ma dovrebbe arrivare nel 2026.
Il giovedì del Noir in Festival si prepara ad accogliere uno
degli ospiti più attesi di questa edizione, la più grande
scrittrice americana vivente Joyce Carol
Oates, protagonista assoluta della giornata che culminerà
con la consegna del Raymond Chandler
Award in programma alle ore 18.00 al Teatro Franco
Parenti.
Al termine della cerimonia, Oates
racconterà al pubblico la sua ultima fatica letteraria,
Macellaio (La Nave di Teseo), in dialogo
con Antonio Monda e in collaborazione con La Milanesiana. Il 63mo
romanzo della grande scrittrice americana si ispira a fatti reali
accaduti all’interno di un manicomio femminile, in cui un sadico
dottore inizia a praticare crudeli e brutali pratiche mediche su
vulnerabili cavie femminili, trascurate dal sistema sanitario. Un
racconto sugli abusi del patriarcato e sui diritti delle donne,
potente e agghiacciante come solo la penna di Oates è in grado di
rendere.
Tutta al femminile anche la storia
raccontata dal film in concorso Mexico
86 di César Diaz (ore 17.00, Cineteca
Arlecchino), ritratto di un’attivista guatemalteca, costretta ad
abbandonare la patria e il figlio, perché in lotta contro la
dittatura militare del paese. A dare il volto alla protagonista
Maria, la celebre e acclamata Bérénice Béjo. Giovedì 5 sarà
presentato anche l’unico titolo italiano in
concorso, Dedalus di Gianluca
Manzetti (ore 21.00, Cineteca Arlecchino), racconto
distopico con al centro un nuovo social game che promette di
ridefinire il mondo del Web 3.0 e di rendere il vincitore ricco e
famoso, ma che nasconde torbide insidie, che arriverà in sala
grazie a Eagle Pictures. Saranno presenti in sala il regista e
Gianluca Manzetti e il protagonista Luka
Zunic. Alle ore 19.00 sarà invece presentato un evento
speciale con la proiezione del noir francese del
1946, Macadam, diretto da Marcel
Blistène e Jacques Feyder.
Altro evento speciale all’Institut
Français di Milano (ore 19.30), sarà un omaggio ad Alain Delon per
celebrare uno dei più grandi divi della storia del cinema,
scomparso lo scorso anno, con un incontro dedicato alla
collaborazione nel senso più bello del noir tra Delon e il suo
regista/maestro Jean-Pierre Melville e le immagini del loro ultimo
film insieme, Un
flic (1972).
Proseguono anche gli appuntamenti in
programma all’università IULM, con il secondo appuntamento dedicato
al mondo dei podcast. Gabriella Simoni,
giornalista e inviata di guerra, introdurrà il pubblico del Noir la
sua prima esperienza nell’universo dei podcast
con Quei cattivi ragazzi (Chora
Media), in dialogo con Mazzino Montinari e Marta Lucia Zanichelli
(ore 11.00 – IULM 6, sala dei 146). Al centro della narrazione, le
battaglie di giovani uomini che hanno trovato rifugio nella
comunità Kayros di Milano, alla ricerca di un possibile riscatto
personale.
Alle ore 15.00, sempre in sala dei
146, l’autore e storyteller Lorenzo
Palloni presenterà, in dialogo con Francesco
Cappellotto, il suo ultimo lavoro, È successo un
guaio (Saldapress), graphic novel noir con al
centro un’agenzia investigativa tramandata di generazione in
generazione. A seguire, la Premiazione Contest Shorts
Noir Comics Marathon in cui sarà reso pubblico il
vincitore del contest fumettistico Shorts Noir Comics Marathon, in
cui si sfidano fumettisti e disegnatori a riscrivere e ridisegnare
dei film della storia del cinema in formato «corto a fumetti».
A scegliere la tavola vincitrice saranno tre premiati delle
scorse edizioni della Maratona, Pietro Salateo, Nico Mancini e
Chiara Onofri.
Prosegue anche la programmazione dei
film in concorso per il Premio Caligari. È la volta di
Caracas, diretto e interpretato
da Marco D’Amore, ambientato in una Napoli
ricca di contraddizioni che affascina e terrorizza (ore 17.30 –
IULM 6, sala dei 146).