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FBI – Stagione 7, Episodio 6: il colpo di scena prepara l’uscita di scena di Missy Peregrym

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L’episodio 6 della stagione 7 di FBI, “Perfect”, contiene un colpo di scena che potrebbe essere la soluzione perfetta per l’abbandono della serie da parte di Maggie (Missy Peregrym). Maggie è la tutrice legale della figlia della sua amica Jessica (Charlotte Sullivan), Ella (Rose Decker), dalla fine della sesta stagione. Il tutto è iniziato quando Jessica è morta inaspettatamente durante un’operazione chirurgica mentre Maggie si stava occupando temporaneamente di Ella. La lotta di Maggie per essere presente per Ella è una parte ricorrente della stagione 7 di FBI, anche se Ella è stata per lo più fuori dallo schermo fino ad ora.

“Perfect” offre a Maggie molteplici sfide genitoriali mentre insegue un serial killer che prende di mira giovani donne e le uccide lasciandole morire dissanguate dopo aver rimosso loro l’utero. Il caso interrompe una discussione con lo zio biologico di Ella su quale sia la soluzione migliore per la custodia della figlia di Maggie all’FBI. In seguito, Maggie viene anche a sapere che un sospetto la sta perseguitando e ha delle foto di Ella. Così, arriva alla sorprendente decisione di far vivere Ella a tempo pieno con lo zio per proteggerla da potenziali predatori che potrebbero prenderla di mira a causa del lavoro di Maggie.

Maggie ha sempre voluto avere dei figli

Maggie ha pensato a lungo di diventare madre. Durante la sesta stagione dell’FBI, stava discutendo se iniziare il processo di fecondazione assistita per avere un figlio suo, cosa che Jessica la stava incoraggiando a fare poco prima di morire. Quando Jessica è morta, Maggie ha rinunciato all’idea della fecondazione assistita perché aveva Ella di cui occuparsi. Tuttavia, se rinuncia a Ella, Maggie si ritroverà di nuovo senza figli, infrangendo il suo sogno di maternità, a lungo coltivato.

Sarebbe comprensibile se Maggie ritenesse di non essere all’altezza della sfida di fare da genitore a un bambino traumatizzato, pur mantenendo un lavoro a tempo pieno, e preferisse avere dei figli suoi.

La precedente decisione di Maggie di interrompere la fecondazione assistita una volta che Ella aveva bisogno di lei a tempo pieno complica la situazione. Ha sacrificato il suo desiderio di avere figli biologici per essere presente per Ella, che ha bisogni speciali a causa del trauma della perdita della madre. Sarebbe comprensibile se Maggie ritenesse di non essere all’altezza della sfida di fare da genitore a una bambina traumatizzata, pur avendo un lavoro a tempo pieno, e preferisse avere figli propri. Tuttavia, questa non è la ragione dichiarata per cui ha rinunciato a Ella alla fine di “Perfect”, e non è chiaro se si atterrà a questo proposito.

La situazione di Ella potrebbe portare Maggie ad abbandonare l’FBI

È convinta di dover scegliere tra il suo lavoro e la maternità

Nella stagione 7 dell ‘FBI , episodio 6, Maggie decide di abbandonare Ella perché il suo lavoro mette un bersaglio sulla schiena di Ella. A prescindere dal fatto che si attenga o meno a questa decisione, rimanere nell’ufficio di New York sembrerebbe significare mettere da parte i suoi sogni di maternità. Presumibilmente, Maggie avrebbe gli stessi timori per la sicurezza di qualsiasi altro bambino che mettesse al mondo, e non ha più Jessica come collega agente dell’FBI che è anche madre per consigliarle come proteggere un bambino mentre svolge un lavoro pericoloso.

Naturalmente, Maggie potrebbe decidere di tenere Ella e rivolgersi a Scola e Nina per avere consigli sulla sicurezza, visto che hanno un figlio piccolo e lavorano in due diverse unità dell’FBI. Tuttavia, questi due personaggi si trovano in una situazione leggermente diversa, in quanto sono genitori comuni e lavorano entrambi nell’FBI. L’unico altro adulto su cui Maggie può contare è lo zio di Ella, che però non è un agente dell’FBI e quindi potrebbe non capire le sue preoccupazioni.

Il desiderio di Maggie di essere madre non svanirà nemmeno se si atterrà alla decisione di mandare Ella dallo zio per proteggerla. È quindi possibile che Maggie decida di lasciare il lavoro per potersi concentrare sull’essere madre senza preoccuparsi della sicurezza della figlia. L’irritazione di OA per il giudizio di Scola sulle “mogli commerciali” in “Perfect” fa presagire la sua accettazione di una simile scelta per Maggie, in particolare la sua domanda: “Hai qualche problema con le mamme casalinghe, Scola?”.

L’FBI cancellerà davvero la Maggie di Missy Peregrym?

Ci sono state voci insistenti sulla sua uscita di scena

L’ultimo aggiornamento del casting diFBI non dice nulla né in un senso né nell’altro sulla partenza di Maggie, e non ci sono notizie che suggeriscano che stia per andarsene. Tuttavia, ci sono state voci insistenti sul fatto che la Peregrym lascerà l’FBI. Quando Maggie è stata brevemente fuori dallo schermo, si è detto che si trovava a Washington con Ella, che ha una famiglia biologica lì.

… se la Peregrym decide di andarsene, c’è già abbastanza materiale scritto per l’FBI per scrivere una storia di uscita realistica per lei.

Maggie ha anche sofferto di PTSD e di problemi correlati dopo un attacco con il Sarin, il che contribuisce alle sue reazioni di paura quando si tratta di Ella e rende più difficile il suo lavoro. Pertanto, se la Peregrym decide di andarsene, c’è già abbastanza materiale scritto per l’FBI per scrivere una storia di uscita realistica per lei. Tuttavia, questo potrebbe non accadere per un po’, considerando i problemi di casting che la serie ha avuto da quando ha perso la partner di Scola, Tiffany, all’inizio della settima stagione.

Il curioso caso di Benjamin Button: la spiegazione e il significato del finale del film

Il film del 2008, Il curioso caso di Benjamin Button (qui la recensione) diretto da David Fincher, racconta come noto la vita di Benjamin Button (Brad Pitt) dalle strane circostanze della sua nascita nel 1918 fino a poco tempo dopo la sua morte nel 2003. Il film lo segue mentre nasce con il corpo rugoso e delicato di un uomo anziano, cresce in una casa di riposo e gradualmente lo vede ringiovanire fino a quando alla fine muore “di vecchiaia” pur apparendo come un bambino. Solo vagamente basato sul racconto di F. Scott Fitzgerald, il film è però narrato dall’amore della vita di Benjamin, Daisy (Cate Blanchett).

Il film ha infatti inizio dopo che Benjamin è già morto e vede una Daisy più anziana chiedere alla figlia Caroline (Julia Ormond) di leggerle il diario di Benjamin un’ultima volta. Si anima dunque da lì il ricordo dell’esistenza di quest’uomo speciale, portandoci ad esplorare lo strano viaggio che ha compiuto nel corso della sua vita. Il finale porta poi la storia d’amore narrata a una conclusione adeguata e accenna anche al motivo per cui Benjamin Button invecchia al contrario. Scopriamo dunque in questo articolo il significato del finale di Il curioso caso di Benjamin Button.

L’invecchiamento di Benjamin era legato all’orologio?

Prima dell’inizio della storia della vita di Benjamin ne Il curioso caso di Benjamin Button, la morente Daisy racconta alla figlia la storia di un orologiaio di nome Monsieur Gateau (Elias Koteas), incaricato di costruire un orologio per una nuova stazione ferroviaria. Gateau, in quel momento, era sconvolto dalla morte di suo figlio nella Prima Guerra Mondiale e quando l’orologio fu finalmente inaugurato nel 1918, la folla riunita rimase sbalordita nel vedere che funzionava al contrario. Gateau spiegò di averlo progettato volutamente in quel modo nella speranza che il tempo stesso cominciasse a girare all’indietro e che tutti i ragazzi persi in guerra potessero tornare a casa.

Il curioso caso di Benjamin Button orologio
L’orologio di Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

C’è quindi un evidente legame tra la storia di M. Gateau e quella di Benjamin Button, che nacque la notte in cui la guerra finì: l’11 novembre 1918. Poco prima che Benjamin giunga alla fine della sua vita, l’orologio che scorre all’indietro nella stazione ferroviaria viene sostituito con un orologio digitale che scorre normalmente, il che significa che sia l’orologio che la durata della vita di Benjamin sono più o meno gli stessi. La condizione di Benjamin e dell’orologio non sono mai esplicitamente collegati l’uno all’altro ma, piuttosto, l’orologio e il desiderio del signor Gateau sono una metafora di ciò che rappresenta la vita di Benjamin: un desiderio di ritorno alla giovinezza.

Benjamin sviluppa la demenza quando diventa bambino

Verso la fine de Il curioso caso di Benjamin Button, Daisy si riunisce a Benjamin dopo un periodo di diversi anni. Non più interpretato da Brad Pitt, Benjamin appare ora come un ragazzo di 12 anni. Viveva per strada quando i servizi sociali lo hanno prelevato e riportato alla casa di riposo, dato che l’indirizzo di essa era scritto nel suo diario. Lunatico e restio a essere toccato, Benjamin sta sviluppando una demenza  e fatica a riconoscere Daisy quando la rivede. Gli spettatori potrebbero essere confusi sul perché Benjamin stia sviluppando una malattia che di solito affligge solo affligge solo le persone anziane, mentre lui ringiovanisce di giorno in giorno, ma Benjamin Button spiega che si tratta della natura del suo invecchiamento.

È vero che la maggior parte delle malattie che si presentano con la vecchiaia, dall’artrite alla cataratta – erano presenti in Benjamin quando è nato. Tuttavia, solo il suo corpo invecchia all’indietro, mentre la sua mente invecchia in avanti. Per questo motivo, mentre cresceva, aveva una curiosità e una ingenuità ed era mentalmente coetaneo di Daisy. La demenza di Benjamin può essere legata al fatto che, mentre il suo corpo si trasforma da adulto in bambino, la sua mente si deteriora al contrario della normale crescita mentale di un bambino. Negli ultimi anni di vita, i suoi ricordi “svanirono come sogni inconsistenti dalla sua mente, come se non fossero mai stati”.

Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button
Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

Benjamin muore una volta divenuto bambino

Seguendo la vita di Benjamin Button dall’inizio alla fine, alcuni spettatori si aspettavano che Il curioso caso di Benjamin Button si concludesse con una sorta di orribile parto inverso. Invece, Benjamin diventa sempre più giovane, fino a diventare fisicamente un neonato. Un giorno, mentre Daisy lo tiene in braccio, lui la guarda per l’ultima volta e poi muore. Poiché è nato con l’aspetto e i disturbi di un uomo di 84 anni, la sua durata di vita è definita dalla condizione della sua nascita. La storia di Fitzgerald finisce in modo simile:

Non ricordava. Non ricordava chiaramente se il latte fosse caldo o freddo durante l’ultima poppata o come fossero passati i giorni – c’era solo la sua culla e la presenza familiare della nonna. E poi non ricordava nulla. Quando aveva fame piangeva, e questo era tutto. Durante i pomeriggi e le notti respirava e su di lui c’erano borbottii e mormorii che sentiva a malapena, e odori debolmente differenziati, e luce e buio. Poi tutto fu buio, e la sua culla bianca e i volti fiochi che si muovevano sopra di lui, e il caldo e dolce aroma del latte, svanirono del tutto dalla sua mente”.

Poiché Benjamin sviluppa molti dei sintomi del morbo di Alzheimer, i cui primi sintomi, accennati prima del finale, possono essere sorprendentemente ben compresi, la sua morte potrebbe essere attribuita alla demenza, che nelle sue fasi finali fa perdere la capacità di coordinare funzioni fondamentali come la deglutizione o la respirazione. Un’interpretazione meno cupa e più poetica della morte di Benjamin è però che egli sia semplicemente giunto al termine della sua vita naturale.

Mentre però la gente guardava il bambino morire alla fine e lo vedeva come una tragedia, Fincher la vede in modo molto diverso. Il regista ha spiegato (in un’intervista al The Guardian) che, alla fine, il pubblico si aspetta una sorta di “effetto speciale” nel film, e per lui è stato il passare del tempo. “Ho pensato che l’immagine finale di una donna di 74 anni che tiene in braccio un bambino di sette mesi e lo aiuta a superare la morte, ecco ho pensato che fosse un modo bellissimo per concludere una storia d’amore”.

Brad Pitt e Cate Blanchett in Il curioso caso di Benjamin Button
Brad Pitt e Cate Blanchett in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

Il vero significato del finale de Il curioso caso di Benjamin Button

Il messaggio un po’ sorprendente alla base de Il curioso caso di Benjamin Button è dunque che la strana condizione di Benjamin non ha molta importanza. Come ha spiegato lo sceneggiatore Eric Roth a Cinema 24/7, “non fa alcuna differenza se vivi la tua vita all’indietro o in avanti: è come la vivi”. Fin dall’inizio del suo diario, Benjamin comunica che le circostanze della sua nascita e della sua morte – per quanto bizzarre – sono le parti meno significative della sua vita. Alla fine, dopo tutto, esce dal mondo nello stesso modo in cui vi è entrato: “solo e senza niente”.

Sebbene l’invecchiamento a ritroso di Benjamin Button, spesso incompreso, lo aiuti a trarre il massimo dalla sua ultima vita, il montaggio finale delle persone importanti che ha incontrato nel corso della sua vita invia il messaggio che le opportunità non finiscono con la giovinezza. Elizabeth Abbott (Tilda Swinton), che ha abbandonato il suo sogno di nuotare nella Manica dopo aver fallito da giovane, ci riesce a 60 anni. Daisy è sconvolta dalla perdita della sua carriera di ballerina dopo l’incidente, ma in età avanzata fonda una scuola di danza e insegna ad altre ragazze a ballare.

Il padre di Benjamin, Thomas (Jason Flemyng), vive con il grande rimpianto di aver abbandonato il figlio, ma riesce a riallacciare i rapporti con lui e a dire a Benjamin la verità prima di morire. David Fincher ha dichiarato in un’intervista a Film Comment di aver realizzato Il curioso caso di Benjamin Buttoncon l’idea di mostrare la fallacia dell’idea che la gioventù sia sprecata per i giovani”. C’è sempre tempo per fare ciò che non si è ancora fatto e rimediare a ciò che non è andato bene, proprio come la lettera che Benjamin scrive alla figlia avuta da Daisy ci suggerisce.

Doctor Who: trailer dello speciale natalizio rivela la storia di più dottori (ma non nel modo tradizionale)

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Un trailer dello speciale natalizio di Doctor Who del 2024 offre un nuovo sguardo all’hotel che ospita il viaggio nel tempo, i primi sguardi alle guest star e l’incontro tra il Quindicesimo Dottore di Ncuti Gatwa e se stesso. L’imminente speciale si svolge dopo gli eventi della stagione 14 di Doctor Who, quando il Signore del Tempo viaggia da solo e si dirige verso un hotel che offre camere provenienti da tutta la storia dell’umanità. Lo speciale stagionale di Doctor Who del 2024, “Joy to the World”, è scritto dall’ex showrunner Steven Moffat e vede Nicola Coughlan di Bridgerton entrare nel mondo della compagna Joy, un tempo ospite.

Il canale YouTube ufficiale di Doctor Who ha presentato il primo trailer completo di “Joy to the World”. Entrando nell’hotel che viaggia nel tempo e incontrando Trev Simpkins (Joel Fry), uno dei suoi dipendenti, il Dottore viene coinvolto in una missione attraverso il tempo e lo spazio, che lo porta da Joy mentre lei incontra Melnak (Jonathan Aris) il Siluriano. Mentre la ragazza viene portata a bordo del TARDIS e il Dottore corre attraverso la storia, i due entrano in contatto con una versione futura del Quindicesimo Dottore, che porta il Signore del Tempo a discutere con se stesso in modo duro e onesto sul suo stato attuale.

Che cosa significa per Doctor Who il momento multidocente di “Joy To The World”?

Mentre la missione di viaggio nel tempo di “Joy to the World” ruota intorno a una misteriosa e potenzialmente cataclismatica fonte di energia nota come “Seme Stellare”, è chiaro che un altro punto focale della storia sarà lo stato mentale del Dottore dopo la stagione 14. Mentre aiutava Ruby Sunday (Millie Gibson) a ritrovare la madre naturale e a costruirsi una nuova famiglia,il Dottore è stato lasciato solo a confrontarsi con il suo ruolo nell’universo e con l’effetto che ha sulle persone, soprattutto dopo aver avuto un ruolo nella quasi distruzione dell’universo.

Per questo motivo, anche se una seconda versione futura del Quindicesimo Dottore nello speciale stagionale di Doctor Who non è inedita, soprattutto nelle storie scritte da Moffat, vedere il Signore del Tempo dirigere le sue frustrazioni verso se stesso può fungere da epilogo all’arco della sua stagione di debutto. Inoltre, essendo Joy stessa una viaggiatrice solitaria durante le vacanze, potrebbe forse aiutare il Dottore a confrontarsi con la sua visione desolante del suo attuale io, permettendogli di riunirsi con Ruby nella stagione 15 di Doctor Who.

Le verità nascoste: il film è tratto da una storia vera?

Le verità nascoste: il film è tratto da una storia vera?

Quelli sui fantasmi sono film sempre particolarmente apprezzati, capaci di attirare l’attenzione per il modo in cui queste presenze intangibili possono manifestarsi e, ancor di più, per i significati che incarnano. Titoli come Storia di un fantasma, L’evocazione –  The Conjuring, La casa dei fantasmi, Crimson Peak o un classico come Casper sono solo alcuni tra i tanti che si possono citare. Tra questi, particolarmente affascinante è Le verità nascoste, diretto nel 2000 dal regista premio Oscar (autore anche di Forrest Gump, Cast Away e Allied – Un’ombra nascosta).

Affascinante lo è in quanto, come altri film di questo genere, si fonda su quella che viene detto essere una storia vera, su un reale incontro con uno spirito all’interno delle proprie mura domestiche. A sostenerlo è la scrittrice e autrice del soggetto del film, Sarah Kernochan. Difficile dire quanto di vero ci sia in quello che sostiene, ma ciò ha comunque permesso di dar vita ad un film dall’atmosfera hitchcockiana, con protagonisti due grandi attori come Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Entrambi hanno raccontato di aver accettato di partecipare al film in quanto affascinati proprio dal senso di mistero messo in gioco.

A lungo si è però dibattuto proprio della genesi del progetto, con la Kernochan che se da un lato continua a sostenere la veridicità di quanto affermato, dall’altro ha anche preso le distanze dal film, il quale è drasticamente diverso da quello da lei originariamente scritto. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Le verità nascoste. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La trama di Le verità nascoste

Protagonisti del film sono i coniugi Norman e Claire Spencer. Lui famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.

Ben presto, Claire sprofonda nella paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé conseguenze terribili.

La storia vera dietro il film

Per quanto soprannaturale possa sembrare, il film sarebbe ispirato ad una storia vera. Sono in realtà molti i film con fantasmi basati su testimonianze che affermano di essersi imbattuti in presenze di questo tipo. Tra queste si ritrova dunque anche quella di Sarah Kernochan, autrice del soggetto da cui è poi stato tratto Le verità nascoste. Due volte premio Oscar (per il documentario Marjoe e per il cortometraggio Thot) e autrice anche di 9 settimane e ½ e Sommersby, la Kernochan ha infatti raccontato in più occasioni di aver avuto l’idea per questo racconto da alcune vicende personali, che l’avrebbero vista alle prese con un fantasma dentro casa sua.

Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

“Mi ha sempre divertito ascoltare i discorsi della gente sui fantasmi. Io non ho dubbi sulla loro esistenza. Ne conosco uno e ci vivo assieme”, ha raccontato sul suo blog. Proprio su quest’ultimo ha dettagliatamente raccontato la propria esperienza con questo spirito, che avrebbe scoperto essere quello di suo nonno. Il suo rapporto con questo fantasma era però assolutamente pacifico, tanto che anche il soggetto iniziale del suo racconto proponeva come protagonisti una coppia di anziani alle prese con uno spirito femminile del tutto benevolo nei loro confronti.

Nelle sue intenzioni, infatti, la storia avrebbe dovuto ricordare Incontri ravvicinati del terzo tipo, il film di Steven Spielberg in cui la paura per forme di vita distanti dalla nostra diventava un inno alla diversità e al confronto pacifico. Il celebre regista, tuttavia, decise insieme a Zemeckis di modificare lo script, rendendolo decisamente più tenebroso e inquietante e dando così vita a Le verità nascoste. La Kernochan ha poi confermato – durante un’intervista – che circa il 75% del suo soggetto è stato riscritto, motivo per cui si è accontentata del credito come ispiratrice del soggetto, ma non come autrice della sceneggiatura.

LEGGI ANCHE: Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le verità nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:30 sul canale Warner Tv.

Il segreto di David – The Stepfather: la spiegazione del finale del film

I film incentrati sulla figura dei serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come Seven, Copycat, ZodiacHangman – Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino” in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather, diretto nel 2009 da Nelson McCormick.

Questo thriller del 2009 – remake del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da Joseph Ruben e interpretato da Terry O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il tutto. Questo remake attua però una serie di modifiche rispetto all’originale, tra cui il finale, più in linea con i tempi tra ambiguità e possibilità di ricorrere ad un senso di inquietudine oggi maggiormente accettabile.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da recuperare, anche data la presenza di noti attori come Penn Badgley (oggi noto per la serie You) e Amber Heard. In questo articolo approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative al film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Penn Badgley in Il segreto di David - The Stepfather
Penn Badgley in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

La trama di Il segreto di David – The Stepfather

Al suo ritorno a casa, dopo aver trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi problematici, Michael trova sua madre Susan alle prese con un nuovo compagno, David Harris, che ha conosciuto casualmente al supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.

Come finisce il film Il segreto di David – The Stepfather?

Nel finale, Susan si rende conto che il figlio potrebbe avere ragione sull’identità di David e se ne convince dopo aver visto il nuovo compagno aggredire i figli. Nello sfuggire a sua volta alle grinfie dell’uomo, riesce a pugnalarlo al collo con un frammento di vetro. David, che inizialmente sembra essere morto, si rianima in breve e riprende ad inseguire Susan, Michael e Kelly fino in soffitta. Qui Michael ingaggia con lui una lotta, che li porta infine a cadere giù dalla soffitta e a perdere conoscenza. Quando Michael si sveglia, scopre di essere stato in coma per più di un mese.

Il segreto di David - The Stepfather cast
Penn Badgley and Amber Heard in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

Viene a quel punto sapere che anche David è però ancora vivo ed è riuscito a fuggire prima dell’arrivo della polizia. La scena finale mostra dunque proprio David, che ha nuovamente cambiato aspetto e nome in Chris Ames. Egli lavora ora in un negozio di ferramenta, dove incontra una donna che sta facendo acquisti con i suoi due figli. Nel modo in cui si approccia alla donna, si lascia così immaginare che la sua attività di serial killer di famiglie sia pronta per riprendere con nuove ignare vittime.

Si tratta di un finale che differisce profondamente dal film del 1987, dove l’assassino – chiamato Jerry anziché David – viene ferito con un colpo di pistola dalla moglie Susan e poi definitivamente abbattuto dalla figlia adottiva Stephanie (altra differenza rispetto al Michael del film del 2009), che lo pugnala al petto con un coltello. A quel punto Jerry cade all’indietro per le scale ed è chiaramente morto. Anche se poi con due sequel verrà stabilito che Jerry non è morto, il finale del film del 1987 offre dunque una conclusione più conciliante. Cosa che non avviene con la versione del 2009, dove si sottolinea dunque come il male sia sempre in agguato dove meno te lo aspetti.

Leggi anche: Il segreto di David – The Stepfather: la storia vera che ha ispirato il film

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Skeleton Crew: 28 easter egg e riferimenti a Star Wars negli episodi 1 e 2

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Star Wars ha appena presentato il suo nuovo show Skeleton Crew con i primi due episodi. Con Jude Law nei panni di Jod Na Nawood e un gruppo di ragazzi che si ritrovano sperduti nello spazio, la nuova serie è piena di interessanti Easter eggs e riferimenti a Star Wars. Ci sono anche alcuni riferimenti molto divertenti al fandom di Star Wars nella vita reale, così come alcune strizzate d’occhio ai classici pirati Disney.

Come si è visto negli episodi 1 e 2 di Skeleton Crew, i giovani Wim (Ravi Cabot-Conyers), Neel (Robert Timothy Smith), KB (Kyriana Kratter) e Fern (Ryan Kiera Armstrong) si ritrovano ad abbandonare le loro vite tranquille e poco movimentate su At Attin per lanciarsi in un’emozionante e pericolosa avventura nella galassia di Star Wars, piena di pirati e di un tesoro a lungo perduto che in qualche modo si collega al mondo che chiamano casa. A tal fine, ecco 28 delle più grandi uova di Pasqua e riferimenti che si possono trovare negli episodi 1 e 2 di Skeleton Crew.

Il testo di apertura ricorda Ahsoka

Il testo di apertura ricorda Ahsoka

Una nuova tradizione per gli show della Nuova Repubblica?

L’episodio 1 di Skeleton Crew si apre con un testo blu in uno spazio aperto, che conferma l’ambientazione dello show durante l’era della Nuova Repubblica. Conferma anche che la pirateria continua ad affliggere le principali rotte iperspaziali. In questo senso, è molto simile a quello di Ahsoka, l’ultimo show ambientato nella Nuova Repubblica, che presentava anch’esso un’apertura con un testo blu per impostare la scena, piuttosto che il tipico scorrimento di testo giallo visto nei principali film di Star Wars.

“If This is a Bulk Freighter…”

Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza

Riferimento a Una Nuova Speranza

Durante l’attacco a un incrociatore nella scena iniziale del primo episodio di Skeleton Crew, uno dei membri dell’equipaggio cerca di spiegare alla banda di pirati che non ha crediti, sostenendo che si tratta solo di una nave da carico alla rinfusa. Ciò spinge il Capitano Silvo a chiedere: “Se questa è una nave da carico alla rinfusa, perché il vostro caveau è sigillato magneticamente?”. Se a ciò si aggiunge l’infiltrazione dei pirati e la schermaglia con i membri dell’equipaggio che li stavano aspettando, è facile notare un’analogia con la scena d’apertura di Una nuova speranza, quando l’Impero attacca la nave della Principessa Leila che aveva dichiarato di essere una nave consolare: “Se questa è una nave consolare, dov’è l’ambasciatore?”.

Bruto tradisce il Capitano Silvo

Bruto tradisce il Capitano Silvo

“Et Tu Brute?”

Dopo che il caveau si rivela contenere un solo credito, Bruto si rivolta contro il Capitano Silvo (che sembra un’allusione intenzionale a Long John Silver dell’Isola del Tesoro ) e organizza un ammutinamento. Non solo Brutus è uno Shistavanen dalla vita da lupo, la cui specie è apparsa per la prima volta nella Cantina di Mos Eisley durante Una nuova speranza, ma il suo nome e il suo tradimento del capitano riportano alla mente le parole finali in latino di Giulio Cesare della tragedia classica di Shakespeare: “Et tu, Brute?”.

Action Figures di Wim

Action Figures di Wim

Jedi e Sith

Wim viene mostrato mentre gioca con due statuette che brandiscono spade laser rosse e verdi nell’ episodio 1 della Skeleton Crew. Grazie ai sottotitoli, viene confermato che le figure di Wim sono un Jedi e un Signore dei Sith. Per questo motivo, è piuttosto singolare vedere un bambino che gioca con lo stesso tipo di giocattoli con cui potrebbero giocare anche i bambini nella vita reale.

Latte blu

Latte blu

Parte di una colazione completa di Star Wars

Mentre fa colazione prima di prendere l’autobus per andare a scuola, Wim viene mostrato mentre versa del latte blu nei suoi cereali. Dopo aver debuttato per la prima volta in Una nuova speranza, il latte blu è diventato una bevanda diffusa in tutta la galassia. La bevanda classica può essere acquistata anche nei parchi Disney quando gli ospiti visitano il parco a tema Star Wars, Galaxy’s Edge.

Lotta con spada laser per finta tra Wim e Neel

Proprio come i bambini della vita reale

Nello stesso modo, Wim e Neel vengono mostrati mentre fanno una finta lotta con la spada laser, con tanto di braccia “tagliate” e finta fuoriuscita di budella. È una scena molto comica, che certamente contribuisce a trasmettere l’idea che questi bambini sono proprio come i bambini della vita reale che amano Star Wars e vorrebbero essere gli eroi Jedi idealizzati delle loro storie.

Droide autista di autobus serie RX

Droide autista di autobus serie RX

Proprio come Star Tours

Wim e Neel sono accompagnati a scuola da un droide pilota della serie RX. I fan che hanno visitato Disneyland riconosceranno il modello della serie RX come lo stesso tipo di droide che pilotava le navette di Star Tours prima che Threepio ne prendesse il posto, così come il droide RX in pensione che è diventato il DJ della Cantina di Oga a Galaxy’s Edge. Un droide RX è apparso anche nella serie animata Star Wars Rebels.

“Grande opera della Repubblica”

Un riferimento all’Alta Repubblica?

Durante la lezione, a Neel, Wim e ai loro compagni di corso viene detto che il giorno seguente sosterranno i test di valutazione della carriera, che li aiuteranno a capire come servire al meglio la Grande Opera della Repubblica del pianeta. Questa sembra molto simile alle “Grandi Opere dell’Alta Repubblica” avviate dal Cancelliere Lina Soh durante l’Era dell’Alta Repubblica. Tra queste c’era lo Starlight Beacon, un brillante avamposto orbitale Jedi costruito nell’Orlo Esterno per aiutare gli sforzi di colonizzazione.

Convertitori di potenza

Convertitori di potenza

Qualcuno ha la stazione Toshi?

Nell’episodio 1 di Skeleton Crew, si scopre che Fern e KB hanno un disperato bisogno di un convertitore di potenza per la loro hoverbike in vista di una gara con alcuni ragazzi più grandi. Anche Luke Skywalker, in Una nuova speranza, voleva andare a prendere dei convertitori di corrente alla Stazione Toshi.

Bonjj Phalfa

Bonjj Phalfa harrison ford american grafitti

Riferimento al Bob Falfa di Harrison Ford in American Grafitti

Il bullo che KB e Fern intendono sfidare si chiama Bonjj Phalfa. Questo è un riferimento a Bob Falfa, il nome del personaggio di Harrison Ford in American Graffiti. American Graffiti è stato diretto da George Lucas nel 1973.

Storypad

Storypad

Storie di eroi Jedi

Nel corso dell’episodio 1 di Skeleton Crew, Wim viene mostrato mentre sfoglia il suo storypad che contiene diverse storie di eroi Jedi. Scritte nella lingua galattica di base nota come Aurebesh, alcune pagine possono essere tradotte. Per esempio, una pagina racconta la storia di un eroe di nome Druin che inizia il suo viaggio attraverso una foresta, mentre un’altra parla di un eroe che accende la sua spada laser e si prepara a sconfiggere una bestia affondante.

Wizard

Wizard

Così Wizard

Dopo che Wim non si è presentato alla valutazione, il ragazzo incontra Fern che, allo stesso modo, è stata mandata nell’ufficio del Proctor a causa delle sue corse in moto. Wim conferma di averla vista sulla sua hoverbike, che nota essere “molto magica. Un termine gergale di Star Wars che significa “figo” o “epico”, wizard è stato pronunciato per la prima volta da Anakin Skywalker e dai suoi amici ne La minaccia fantasma. Tuttavia, “mago” è stato confermato per la prima volta come un termine attivo nell’era della Nuova Repubblica da Din Djarin ne Il libro di Boba Fett.

Ologrammi dello Speciale Vacanze

Ologrammi dello Speciale Vacanze

Un riferimento al giorno della vita degli Wookiee

Quando Wim e Neel tornano a casa, i fratelli di Neel vengono mostrati mentre guardano uno spettacolo di ologrammi molto bizzarro, che sembra una strana specie di circo con clown e giocolieri. Si tratta ovviamente di una delle stesse scene di ologrammi mostrate nel famigerato Star Wars Holiday Special, a cui assiste Lumpy, il figlio di Chewbacca, durante il Wookiee Life Day. Nel corso degli anni, Star Wars ha gradualmente reinserito nel canone elementi dell’Holiday Special, come la stessa festività del Life Day e il fucile Amban di Din Djarin. Allo stesso modo, i parchi Disney celebrano questo giorno ogni anno a Galaxy’s Edge.

Tempi Jedi sepolti

Templi Jedi sepolti

Un riferimento a Star Wars Rebels

Durante l’esplorazione di The Onyx Cinder in Skeleton Crew, i bambini inizialmente pensano che la nave sepolta sia un antico tempio Jedi. A tal fine, Wim racconta che alcuni templi Jedi potevano seppellirsi per difendersi dagli intrusi. Si tratta di un riferimento al tempio Jedi sul pianeta Lothal, che poteva effettivamente seppellirsi prima di essere riportato in superficie grazie alla Forza dal Cavaliere Jedi Kanan Jarrus e dal suo Padawan, Ezra Bridger.

L’SM-33 di Nick Frost

Nick Frost's SM-33

Un riferimento al primo compagno di Capitan Uncino

Nick Frost interpreta il droide SM-33, il primo ufficiale della Onyx Cinder che aiuta i ragazzi a navigare e pilotare la vecchia nave nell’episodio 2 di Skeleton Crew. Umoristicamente, SM-33 è un gioco di parole con “Smee”, il nome del primo ufficiale di Capitan Uncino in Peter Pan.

Atollon, Aldhani, Al Alcor

Atollon, Aldhani, Al Alcor

Pianeti chiave di Star Wars (e un sottile riferimento?)

Non avendo mai sentito parlare del pianeta natale dei ragazzi, At Attin, SM-33 cita altri pianeti che sembrano simili. Tra questi c’è Atollon, che è stato il sito della “Base Chopper” della Ribellione, come si è visto in Star Wars Rebels. Viene menzionato anche Aldhani, il pianeta che compare per la prima volta in Andor durante la rapina per rubare le paghe trimestrali di un intero settore imperiale. Sebbene Al Alcor non sia un pianeta conosciuto in precedenza nella galassia di Star Wars, potrebbe o meno essere un riferimento ad Allan Alcorn, noto soprattutto per aver creato Pong.

Porto Borgo

Porto Borgo

Un taglio profondo da leggende di Star Wars

Port Borgo di Skeleton Crew è un taglio profondo delle Leggende di Star Wars. Essendo stato canonizzato per la prima volta in A Smuggler’s Guide del 2018 come un importante porto ombra dei pirati vicino alla Via Hydiana, Borgo era originariamente collegato all’Impero Rakatan nelle Leggende come una delle loro colonie. Allo stesso modo, vale la pena notare che la posizione di Porto Borgo vicino alla Via Hydiana significa che è relativamente vicino a pianeti come Mandalore e Nevarro.

Una corvetta lothaliana

Una corvetta lothaliana

Vista per l’ultima volta in Rise of Skywalker

Mentre l’Onyx Cinder si ferma al molo di Port Borgo, sullo sfondo si vede una corvetta lothaliana. Naturalmente proveniente dal pianeta Lothal, lo stesso modello di corvetta può essere visto durante la Battaglia di Exegol e con la Resistenza su Ajan Kloss, come si vede in Rise of Skywalker.

Il design originale del Millennium Falcon

Millennium Falcon

Conosciuto come “nave pirata”

Una delle altre navi presenti nel molo è un’aggiunta molto interessante: si tratta del concept design originale del Millennium Falcon durante lo sviluppo di Una nuova speranza. Con elementi che alla fine sarebbero stati divisi tra la Tantive IV della Principessa Leila e il design finale del Falcon, è molto bello vedere questa nave originale debuttare nel canone ufficiale di Star Wars. Allo stesso modo, è molto appropriato che sia stata originariamente chiamata “La nave pirata”.

Un traghettatore Teek

Un traghettatore Teek

Proveniente da Endor

Lasciata la nave nello spazio, i ragazzi vengono portati a Port Borgo da un traghettatore Teek. I Teek sono una specie originaria della luna boscosa di Endor, proprio come gli Ewok visti ne Il ritorno dello Jedi. I Teek hanno fatto il loro debutto originale nei film Ewok in live-action per la televisione.

Fuzzball!

Fuzzball!

Da Captain EO di Michael Jackson

È sorprendente che Fuzzball di Captain EO di Michael Jackson sia visibile in una delle gabbie dell’episodio 2 di Skeleton Crew. Capitan EO è stato un cortometraggio in 3D, distribuito nei parchi Disney a partire dal 1986, con Jackon nei panni del capitano di un gruppo di alieni spaziali. Uno di questi alieni era l’aiutante di EO, Fuzzball, che ora è entrato nei canoni di Star Wars grazie a Skeleton Crew . Considerando che George Lucas è stato produttore esecutivo di Captain EO, si tratta di un divertente Easter egg in questo nuovo show di Star Wars .

Kriff, una classica parola maledetta di Star Wars

Finalmente debutta in un progetto di Star Wars in carne e ossa

Proprio come “Karabast” o “Dank Ferrik”, “Kriff” è una classica parolaccia di Star Wars che funge essenzialmente da equivalente della parola con la F. Mentre la parola è apparsa per la prima volta nei media di Star Wars nel 1997, l’episodio 2 della Skeleton Crew segna la prima volta che viene pronunciata in live-action, quando il venditore chiede il pagamento a Wim e Neel: “Cosa credete che sia, un’associazione di beneficenza?”.

Crediti della Vecchia Repubblica

Migliaia di anni prima della Saga di Skywalker

Quando Wim e Neel usano i soldi del pranzo per pagare il cibo, i primati circostanti sono scioccati nel vedere che il loro pagamento è costituito da crediti della Vecchia Repubblica. A questo punto, sembra che il loro denaro risalga a migliaia di anni prima degli eventi della Saga di Skywalker. Insieme alla rivelazione che il loro mondo natale è in qualche modo collegato a un “leggendario tesoro eterno”, sembra che At Attin abbia più di quanto sembri.

Vane, il comandante in seconda di Gorian Shard

Da Mandalorian Stagione 3

Uno dei pirati che cercano di prendere Whim e Neel nell’episodio 2 della Skeleton Crew è Vane, l’ex secondo in comando di Gorian Shard, apparso per la prima volta nella terza stagione di The Mandalorian. Tuttavia, Vane viene sconfitto da SM-33, che arriva rapidamente per salvare il suo nuovo capitano (Fern) e il resto dell’equipaggio.

Sigillo del clan Hutt

Mostrato come un tatoo pirata

Uno dei pirati di Port Borgo viene mostrato mentre si fa un tatuaggio. Il tatuaggio in questione è il sigillo dei clan Hutt, a sostegno dell’idea che siano ancora attivi durante l’era della Nuova Repubblica, nonostante la recente morte di Jabba the Hutt vista ne Il ritorno dello Jedi.

Jaleel White nel ruolo di Gunter

Steve Urkel è ora in Star Wars

Uno dei pirati mostrati accanto a Brutus alla fine dell’episodio 2 di Skeleton Crew è un cyborg di nome Gunter. In particolare, questo cyborg è interpretato da Jaleel White, noto soprattutto per aver interpretato il personaggio televisivo di Steve Urkel in Family Matters.

Un riferimento alle “chiavi” di Pirati dei Caraibi

Mandare un topo a prendere le chiavi

Portati in prigione dagli uomini di Bruto, i ragazzi cercano di mandare un ratto a prendere le chiavi vicine. Questo non è dissimile dal cane che tiene le chiavi che si vede sulla giostra dei Pirati dei Caraibi nei parchi Disney e nei film, con il gruppo di prigionieri pirati che cerca di convincere il cane a dare loro le chiavi in bocca.

Musica classica di Star Wars durante la scena della “Forza” di Jod

“Tramonto binario”

Indipendentemente dal fatto che possa effettivamente esercitare la Forza, il classico motivo del Tramonto Binario/Forza suona in sottofondo mentre il Jod Na Nawood di Jude Law si fa consegnare le chiavi. Sarà quindi affascinante scoprire quale potrebbe essere la storia di Jod e se è davvero un pirata sensibile alla Forza nella galassia diStar Wars.

Altre specie aliene negli episodi 1 e 2 di Skeleton Crew

Diverse specie classiche (e anche alcune nuove!)

Oltre alle specie aliene elencate sopra, i fan di Star Wars hanno individuato diverse specie aliene già viste in precedenza, oltre a una manciata di specie nuove di zecca uniche per Skeleton Crew . Tra questi c’è @MTrac1000 su Twitter/X che ha già creato un’utilissima suddivisione che elenca tutte le specie senzienti che si possono trovare nei primi due numeri. A tal fine, ecco un elenco di tutte le specie aliene conosciute che sono state presentate in Skeleton Crew finora:

  • Shydopps- Visto per la prima volta nella seconda stagione di The Mandalorian .
  • Ishi Tib- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Keteerian- Visto per la prima volta ne Gli ultimi Jedi
  • Aqualish- Visto per la prima volta in Una nuova speranza (Pondo Baba)
  • Snivvian- Visto per la prima volta in Una nuova speranza
  • Trandoshan- Visto per la prima volta ne L’Impero colpisce ancora (Bossk)
  • Klatooiniano- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Nikto (Kajain’sa’Nikto)- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Gran- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Quarren- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Weequay- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi (stessa specie di Hondo Ohnaka)
  • Ithoriano- Visto per la prima volta in Una nuova speranza
  • Rodian- Visto per la prima volta in Una nuova speranza
  • Hassk- Visto per la prima volta in The Mandalorian stagione 2
  • Britarro- Visto per la prima volta in Rogue One: A Star Wars Story
  • Jawa- Visto per la prima volta in Una nuova speranza
  • Askajian- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Twi’lek- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi
  • Theelin- Visto per la prima volta ne Il ritorno dello Jedi (ibrido mezzo umano, uguale a Jecki Lon de L’Accolito )
  • Dybrinthe- Visto per la prima volta ne Il risveglio della Forza
  • Frigosian- Visto per la prima volta in Tales from a Galaxy Far, Far Away: Aliens: Volume I
  • Ubduriano- Visto per la prima volta in Tales from a Galaxy Far, Far Away: Alieni: Volume I
  • Onodone- Visto per la prima volta in Tales from a Galaxy Far, Far Away: Alieni: Volume I
  • Tarsunt- Visto per la prima volta in Stelle perdute (Stessa specie del Cancelliere Drellik dell’Accolito )
  • Melbu- Visto per la prima volta in Solo: A Star Wars Story
  • Chadra-Fan- Visto per la prima volta in Una nuova speranza
  • Kyuzo- Visto per la prima volta in Le guerre dei cloni
  • Grindalid- visto per la prima volta in Solo: A Star Wars Story
  • Vazooan- un alieno verde simile a una giraffa nella classe di Wim e Neel che debutta in Skeleton Crew.

Ci sono anche molte specie aliene con nomi sconosciuti in Skeleton Crew, come un umanoide simile a un facocero visto per la prima volta nella terza stagione di The Mandalorian , una specie conosciuta dai fan come “Saucer Heads” (teste di piattino) che è già stata vista in precedenza, così come Neel stesso che è stato confermato non essere un Ortolan (come Max Rebo) come si credeva in precedenza. Detto questo, non è ancora stato rivelato che tipo di specie sia Neel. Allo stesso modo, anche il venditore che discute e il cliente nell’episodio 2 di Skeleton Crew sono entrambi nuove specie.

I nuovi episodi di Star Wars: Skeleton Crew escono il martedì sera su Disney+.

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James Gunn conferma di aver discusso di portare The Batman nel DCU; e condivide aggiornamenti su Lanterns

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Quando i DC Studios sono stati fondati all’inizio del 2023, i fan sono rimasti sorpresi nell’apprendere che il franchise di Batman sarebbe continuato insieme a una nuova serie di avventure del Crociato incappucciato ambientate nel DCU, che prenderà il via con The Brave and the Bold di Andy Muschietti.

Adattando la serie di Batman e Robin di Grant Morrison e Frank Quitely, il film promette di essere molto diverso e si concentra su Bruce Wayne che addestra il figlio di 10 anni appena scoperto come sua spalla. Tuttavia, molti fan si sono chiesti perché James Gunn non abbia colto l’opportunità di portare il Batman di Robert Pattinson nel DCU.

Tuttavia, ha senso che ci siano due franchise di Batman diversi, soprattutto perché è difficile immaginare che Matt Reeves e Robert Pattinson si impegnino in qualsiasi cosa i DC Studios abbiano pianificato per l’eroe (un eventuale team-up con la Justice League, per esempio). Parlando con Josh Horowitz, Gunn ha confermato di aver preso in considerazione la possibilità di portare The Batman nel DCU.

“Ci ho pensato, sì. Contemplo tutto e parlo di tutto ”, ha spiegato il regista. “Mi impegno sia a raccontare storie nel DCU che a raccontare storie Elseworlds. Vogliamo essere in grado di raccontare una storia in cui Superman è molto diverso, o raccontare una storia di Red Sun o qualsiasi altra cosa. Vogliamo poter giocare con questi personaggi in modi diversi”.

“Una delle cose che amo della DC rispetto ai fumetti Marvel è che queste cose sono molto più abbondanti ”, ha continuato. “Ci sono molte più storie Elseworlds. Credo che questo faccia parte del divertimento della DC”.

Ecco cosa ha detto James Gunn su Lanterns

James Gunn DCU 2023

Si è poi parlato di Lanterns e Gunn ha esordito affermando (scherzosamente, aggiungiamo noi) di aver contattato Ryan Reynolds per riprendere il suo ruolo di Hal Jordan. “A Ryan non gliene frega niente [ride]. Una delle prime persone con cui ho parlato dopo aver ottenuto il lavoro è stato Ryan Reynolds. Gli ho detto: ‘Torni?’. Lui mi ha detto: “Vattene via da qui”. Sto scherzando! Non gli stavo davvero dicendo di tornare”.

Per quanto riguarda le lamentele sul fatto che Lanterns sarà una storia “terra terra”, Gunn ha risposto: “Beh, non voglio svelare tutte queste cose, ma penso che la storia terra terra sia solo un modo per dire: ‘Se le Lanterne Verdi fossero reali, cosa c*** sarebbero e come sarebbero? La cosa che continua a venir fuori è che si tratta di una storia terrestre e io dico: ‘Sì, perché la storia si svolge sulla Terra’”.

“Sono sulla Terra per la storia, come la maggior parte delle storie di Lanterna Verde. Non è nello spazio con migliaia di Lanterne e tutto il resto. È una storia terrena raccontata attraverso un’altra lente. È una serie HBO”.

Gunn ha poi evitato una domanda sulla possibilità che Kumail Nanjiani interpreti Booster Gold e ha detto: “Non siamo ancora a buon punto per quanto riguarda Booster Gold. I copioni non sono ancora al punto giusto”.

Ha poi aggiunto: “L’obiettivo fin dall’inizio è stato quello di dare l’onore che meritavano i grandi personaggi, le Wonder Woman, i Batman e i Superman. Ma anche di sostenere questi personaggi meno conosciuti come Peacemaker, Booster Gold e Huntress”.

Se la menzione di Huntress confermi o meno la notizia di un film in lingua straniera che si svolge interamente in coreano è ancora da vedere, ma è interessante che Gunn abbia voluto menzionarla qui. Per quanto riguarda la possibilità di fare qualcosa con Watchmen, di proprietà della DC, il capo dello studio non è sembrato entusiasta. “Non lo so. Rispetto molto Alan Moore. Ho amato la serie televisiva”.

The Fantastic Four: First Steps, rivelato il primo merchandising, mentre continuano le speculazioni sull’attore misterioso

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Il primo merchandising ufficiale de The Fantastic Four: First Steps è stato rilasciato ed è ora disponibile per l’acquisto su Amazon (controllare il link qui sotto). Sfortunatamente, le varie magliette, felpe con cappuccio e canottiere presentano tutte lo stesso logo aggiornato e non c’è traccia di nuove immagini promozionali.

È ancora presto, comunque, e dovremmo iniziare a vedere più merchandising rivelatore trovare la strada online abbastanza presto.

Un recente video del set in cui un membro della troupe passa di corsa davanti alla telecamera un misterioso attore con una coperta sul volto per nasconderne l’identità ha suscitato molte speculazioni, che la star Pedro Pascal (Mr. Fantastic) ha continuato a portare avanti quando ha condiviso una foto che ritrae (presumibilmente) lo stesso individuo con il volto oscurato al wrap party.

La teoria più diffusa sembra essere che si tratti di Robert Downey Jr. che, secondo le voci, farà una breve apparizione nei panni del Dottor Destino per preparare il suo ruolo da protagonista in Avengers: Doomsday. Tuttavia, i ragazzi di New Rockstars ritengono che potrebbe trattarsi di Ioan Gruffudd, che ha interpretato Reed Richards nei film FF della Fox.

Sebbene precedenti voci abbiano affermato che il Consiglio delle Canne potrebbe entrare nella storia e sappiamo che il reboot del MCU includerà alcuni elementi multiversali, non ce la beviamo. Tra l’introduzione di una nuova squadra di supereroi provenienti da un universo alternativo e la creazione delle basi per il loro arrivo sulla Terra-616, First Steps ha già abbastanza da fare senza rendere le cose ancora più confuse aggiungendo un’altra variante di Reed al mix.

Tutto quello che c’è da sapere su The Fantastic Four: First Steps

Il film The Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

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Dove osano le cicogne: trailer della nuova commedia di Fausto Brizzi

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Svelato trailer ufficiale del film Dove osano le cicogne, che vede protagonista – per la prima volta al cinema – Angelo Pintus. L’attore comico, arriva in sala con un film scritto da lui stesso, insieme con Herbert Simone ParagnaniGianluca Belardi e Fausto Brizzi che ne firma la regia. Pintus sarà affiancato dagli attori Marta ZoboliBeatrice ArneraAndrea Perroni, Tullio SolenghiImma Piro e Maria Amelia Monti con la partecipazione di Antonio Catania.

La trama di Dove osano le cicogne

Angelo (Angelo Pintus) è un maestro elementare. I suoi alunni lo amano perché lo trovano divertentissimo, il preside (Antonio Catania) lo odia perché lo considera un pericolo per l’ordine scolastico. È sposato con Marta (Marta Zoboli) e sarebbero una coppia felice e realizzata se non fosse per un piccolo particolare: la cicogna sta ignorando casa loro! Le hanno provate tutte, ma quel maledetto pennuto non ne vuole proprio saperne di portargli un bebè. È Andrea (Andrea Perroni), il miglior amico di Angelo, a suggerire alla coppia una soluzione imprevista. E così, a casa loro irrompe una giovane spagnola, Luce (Beatrice Arnera), tifosissima del Barcellona, bella, dolce e con un segreto nascosto gelosamente. Un segreto molto pericoloso. Il suo arrivo sarà come un ciclone e sconvolgerà le vite di tutti.

Il film è prodotto da Attilio De Razza e Nicola Picone per Tramp Limited, PiperFilm e Filippo Cipriano per Lovit in collaborazione con Netflix e distribuito da PiperFilm.

Dove osano le cicogne sarà nei cinema dal 1° gennaio 2025 e in anteprima dal 31 dicembre.

Creature Commandos: il nuovo trailer presenta i debutti nel DCU di Superman, Peacemaker, Starfire e altri – SPOILER

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Dopo la première di due episodi di Creature Commandos, oggi abbiamo un nuovo trailer “weeks ahead” per la serie Max, che contiene alcuni spoiler piuttosto consistenti per la serie TV dei DC Studios.

L’attenzione si concentra principalmente sulla battaglia della Task Force M contro Circe, anche se lo sneak peek rivela che alla fine la ragazza viene catturata dall’A.R.G.U.S. e da Amanda Waller.

Il punto più importante è un apparente sguardo al futuro, con Superman crocifisso ed eroi come Mister Terrific e Starfire impalati nelle vicinanze. Al di là del vociferato film sui Teen Titans, non abbiamo sentito nulla sui piani per quest’ultima nel DCU, quindi la sua inclusione qui è estremamente intrigante.

Anche Peacemaker viene mostrato morto a terra, e questo è un modo straordinario per dare un primo sguardo a questi personaggi nel DCU. Il buon senso dice che si tratta solo di un possibile futuro piuttosto che di ciò che li attende in un futuro film o serie TV.

L’anteprima ci parla anche delle origini di diversi personaggi, confermando che conosceremo il loro passato nelle prossime cinque settimane. Un altro cameo degno di nota arriva quando sentiamo Alan Tudyk prestare la voce al Dr. Will Magnus, il creatore degli Uomini di Metallo (che, in questa serie, sembra avere un grande interesse per G.I. Robot).

L’importanza di Creature Commandos per il più ampio DCU resta da vedere, anche se di certo James Gunn sta potenzialmente gettando le basi per diverse storie future con questa serie animata.

Potete vedere il nuovo trailer qui sotto, insieme a un’anteprima un po’ meno ricca di spoiler specifica per l’episodio 3 (che possiamo dirvi essere intitolato “Cin cin all’uomo di latta”). Abbiamo anche alcuni poster dei personaggi di Creature Commandos.

Cosa sappiamo su Creature Commandos

Creature Commandos segue una squadra segreta di mostri incarcerati e reclutati per missioni ritenute troppo pericolose per gli umani. Quando tutto il resto fallisce… sono la vostra ultima, peggiore opzione.

Il cast comprende Steve Agee nel ruolo di Economos, Maria Bakalova nel ruolo della Principessa Ilana, Anya Chalotra nel ruolo di Circe, Zoe Chao nel ruolo di Nina Mazursky, Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Sr., Sean Gunn nel ruolo di GI Robot & Weasel, David Harbour nel ruolo di Frankenstein, Alan Tudyk nel ruolo del Dr. Phosphorus, Indira Varma nel ruolo della Sposa e Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller.

Creature Commandos è scritto e prodotto esecutivamente da James Gunn. Basata sui personaggi della DC e prodotta dai DC Studios e dalla Warner Bros. Animation, tra i produttori esecutivi figurano Peter Safran, Dean Lorey e Sam Register; Rick Morales è il produttore supervisore. I primi due episodi di Creature Commandos sono ora in streaming su Max.

Oh, Canada! – I Tradimenti, dal 16 gennaio al cinema, il trailer!

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Arriva al cinema in Italia con Be Water dal 16 gennaio Oh, Canada! – I Tradimenti, il nuovo film di Paul Schrader visto in anteprima al Festival di Cannes 2024 (qui la recensione). Nel cast del film Richard Gere, Jacob Elordi e Uma Thurman.

Un cumulo di menzogne, fughe, tradimenti. Questa è stata la sua vita. E adesso che è arrivato alla fine, il grande documentarista Leonard Fife ha deciso di abbassare la maschera e raccontarla.

La trama di Oh, Canada! – I Tradimenti

Leonard Fife (Richard Gere) è un noto e stimato documentarista che alla fine dei suoi giorni, decide di raccontare la sua vita, senza filtri. Come regista di documentari d’inchiesta ha molto di cui essere fiero ma la fuga in Canada, la diserzione durante la guerra del Vietnam e alcune delle sue relazioni passate nascondono scomode verità. Quando Leonard rilascia l’ultima intervista ai suoi ex studenti, con l’attuale moglie Emma (Uma Thurman) in ascolto, le storie travagliate degli anni in cui era giovane (Jacob Elordi) rivelano l’uomo che si è nascosto dietro il mito.

Paddington in Perù: al cinema dal 20 febbraio, ecco il trailer!

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Paddington in Perù: al cinema dal 20 febbraio, ecco il trailer!

Il nuovo trailer italiano di Paddington in Perù, terzo capitolo con protagonista il personaggio creato dallo scrittore inglese Michael Bond. Il film è diretto da Dougal Wilson con la sceneggiatura scritta da Mark Burton, Jon Foster e James Lamont. Nel cast, oltre al candidato Premio Oscar® Antonio Banderas e il Premio Oscar® Olivia Colman, anche Hugh Bonneville (Downton Abbey), Emily Mortimer (Il ritorno di Mary Poppins), Julie Walters (Mamma Mia!), Madeleine Harris (Paddington 2), Samuel Joslin (Paddington 2), Carla Tous (30 Coins – Trenta denari) e il Premio Oscar® Jim Broadbent (Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2). La voce italiana di Paddington è Francesco Mandelli.

Paddington in Perù sarà nelle sale italiane dal 20 febbraio 2025 distribuito da Eagle Pictures.

Mayfair Witches: La Rowan di Alexandra Daddario si rafforza nel nuovo teaser della stagione 2

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L’adattamento di Intervista col vampiro, acclamato dalla critica, ha recentemente concluso la sua superba seconda stagione, ma anche l’altro adattamento a puntate delle opere della defunta Anne Rice, Mayfair Witches, è destinato a tornare per la seconda stagione, e ora sono stati rilasciati un nuovo teaser trailer e un poster.

La prima stagione si è conclusa con Rowan Fielding (Alexandra Daddario) che ha dato alla luce un’incarnazione umana del demone noto come Lasher (Jack Huston), realizzando così la profezia della famiglia Mayfair.

Questo è avvenuto dopo che Rowan ha scoperto di essere l’erede di una lunga stirpe di streghe e ha scoperto la verità sulla sua discendenza, che l’ha portata a usare le sue nuove capacità magiche per trasformare il suo padre biologico in pietra.

“Nei libri, [Lasher] cresce molto rapidamente in pochi minuti. Noi l’abbiamo tirata un po’ per le lunghe ”, rivela a TV Line la showrunner Esta Spalding. “Alla fine della première, Jack Huston emerge nella nostra storia e vi rimane per il resto della stagione”.

La nascita di questa versione di Lasher significa che Rowan “ha tutti i poteri che Lasher aveva prima”, aggiunge Spalding. “Questa è una parte davvero eccitante della stagione”.

Guardate il nuovo teaser qui sotto, insieme al trailer completo rilasciato in precedenza.

Cosa sappiamo sulla seconda stagione di Mayfair Witches

La seconda stagione vedrà anche il ritorno dei membri del cast principale Harry Hamlin, Tongayi Chirisa e Alyssa Jirrels. Il cast aggiuntivo comprende, tra gli altri, Ben Feldman, Ted Levine e Thora Birch.

Basata su Le vite delle streghe Mayfair di Anne Rice, la seconda stagione di Le streghe Mayfair di Anne Rice continua il viaggio di Rowan Mayfair (Daddario) dopo che ha involontariamente dato alla luce il demone Lasher (Huston). È determinata a capire cosa sia diventato – umano o mostro? – e a usarlo per realizzare il suo scopo di guaritrice, ma quando la tragedia si abbatte su di lei, deve mettere da parte i suoi desideri e lottare per proteggere la sua famiglia.

La serie è prodotta da Mark Johnson, dalla showrunner Esta Spalding, da Tom Williams, Michelle Ashford, Christopher Rice e dalla defunta Anne Rice, ed è prodotta da AMC Studios.

The Lord of the Rings: The Hunt for Gollum, Aragorn e Viggo Mortensen sono stati invitati a tornare!

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A marzo abbiamo saputo che un nuovo film de Il Signore degli Anelli (The Lord of the Rings), intitolato The Hunt for Gollum, arriverà nelle sale nel 2026, con Andy Serkis alla regia che riprenderà il ruolo di Sméagol dopo aver dato vita all’iconico personaggio nella trilogia di Peter Jackson.

Peter Jackson e i suoi partner di scrittura Fran Walsh e Philippa Boyens torneranno anche come produttori e “saranno coinvolti in ogni fase del processo”, secondo quanto dichiarato dal CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav. Boyens ha recentemente confermato che la storia sarà ambientata “dopo la festa di compleanno di Bilbo e prima delle Miniere di Moria”.

Questo periodo è citato sia nei romanzi di Tolkien che nei film di Jackson, con Gandalf e Aragorn che cercano di rintracciare Gollum prima che cada nelle mani di Sauron. Nei film, il mago dice di aver “cercato ovunque la creatura Gollum”, ma “il Signore Oscuro l’ha trovato per primo”. Nei libri, Aragorn rivela di essere riuscito a catturare Smeagol (“mi ha morso… e non sono stato gentile”) vicino alle Paludi Morte, ma di non essere riuscito a ottenere alcuna informazione da lui.

Ciò suggerisce che Strider avrà un ruolo piuttosto importante nel film, come Boyens ha confermato in un’intervista a The Playlist. Per quanto riguarda il potenziale coinvolgimento di Viggo Mortensen, sembra che la palla sia completamente nel campo dell’attore.

“Onestamente, questo dipenderà interamente da Viggo, in modo collaborativo e siamo in una fase molto iniziale”, ha detto. “Ho parlato con Viggo, Andy [Serkis] ha parlato con lui, Peter [Jackson] ha parlato con lui, tutti abbiamo parlato tra di noi e onestamente, non posso immaginare nessun altro che interpreti Aragorn, ma dipenderà completamente e interamente da Viggo”.

Se Mortensen deciderà di riprendere il ruolo, dovrà ovviamente essere de-invecchiato digitalmente, ma Boyens afferma che l’intelligenza artificiale non verrà utilizzata per ringiovanire l’attore.

“So che Andy vuole lavorare con lui, ma inoltre, non lo vediamo come un utilizzo di A.I. [tecnologia], si tratta di un make-up digitale, e se Viggo lo fa o lo farà dipende interamente da quanto è buona la sceneggiatura ”, ha continuato Boyens. “E lui non ha ancora una sceneggiatura. Quindi, per essere corretti nei confronti di Viggo, vediamo se scriviamo un ruolo abbastanza buono e se lui riesce a trovarci dentro abbastanza da capire che è una performance che vuole accettare. Dopodiché, sarà compito di Viggo e Andy decidere come raggiungere questo obiettivo”.

Boyens ha anche parlato delle possibilità di altri progetti ambientati nella Terra di Mezzo dopo Caccia a Gollum e ritiene che ci sia molto potenziale per sviluppare un’altra “epica trilogia”.

“Siamo nelle mani del pubblico”, ha detto. “Se c’è appetito, abbiamo altre storie. Ci sono un sacco di storie da raccontare e alcune davvero molto interessanti. Ma la mia preferenza, dopo Caccia a Gollum, sarebbe quella di guardare a queste storie stand-alone. E poi, se diventassimo davvero ambiziosi, ci sono alcune storie epiche e particolari che potrebbero essere trasposte in quel formato di trilogia epica più tradizionale che era il Signore degli Anelli originale, la storia della guerra degli anelli”.

Le piacerebbe rivedere Mortensen nei panni di Aragorn, o preferirebbe che il personaggio fosse interpretato da un attore più giovane?

È un onore e un privilegio tornare nella Terra di Mezzo con il nostro buon amico e collaboratore Andy Serkis, che ha un conto in sospeso con quel fetente di Gollum ”, hanno dichiarato Jackson, Boyens e Walsh in un comunicato quando è stato annunciato il film. “Come fan di lunga data della vasta mitologia del Professor Tolkien, siamo orgogliosi di lavorare con Mike De Luca, Pam Abdy e l’intera squadra della Warner Bros. per un’altra epica avventura!”.

“Yesssss, Precious. È arrivato il momento di avventurarsi ancora una volta nell’ignoto con i miei cari amici, gli straordinari e incomparabili guardiani della Terra di Mezzo Peter, Fran e Philippa ”, ha aggiunto Serkis. “Con Mike e Pam, e con il team della Warner Bros che parteciperà alla missione, insieme alla WETA e alla nostra famiglia di cineasti in Nuova Zelanda, è tutto troppo delizioso…”.

Per oltre due decenni, gli spettatori hanno accolto la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli grazie all’innegabile devozione che Peter, Fran e Philippa hanno dimostrato nel proteggere l’eredità delle opere di Tolkien e nel garantire che il pubblico potesse sperimentare l’incredibile mondo creato da Tolkien in un modo che onorasse la sua visione letteraria ”, hanno aggiunto i capi della WBD Pam Abdy e Michael De Luca. Siamo onorati che abbiano accettato di essere nostri partner in questi due nuovi film”. Con l’arrivo di Andy alla regia de Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum(*WT), continuiamo un importante impegno verso l’eccellenza che è un vero e proprio segno distintivo di come tutti noi vogliamo avventurarci nel futuro e contribuire ulteriormente alla storia cinematografica del Signore degli Anelli”.

Foto di copertina: L’attore americano Viggo Mortensen arriva alla première di Los Angeles di “Tredici vite” di Prime Video – Foto di imagepressagency via Depositphotos.com

Il curioso caso di Benjamin Button: dal cast alla storia vera, tutte le curiosità sul film

Come più volte è stato sostenuto, la vita sarebbe di molto migliore se si potesse nascere vecchi e piano piano ringiovanire fino all’infanzia. Su questa premessa si basa il film Il curioso caso di Benjamin Button (qui la recensione), diretto nel 2008 dall’acclamato regista David Fincher, autore di opere come Zodiac, The Social Network e il più recente Mank. Si tratta questa di una delle sue opere più ambiziose e ricche, all’interno della quale si snoda un’intera vita e l’intreccio che questa stringe con il contesto storico in costante mutamento.

Tra grandi effetti speciali ed emozioni portate avanti con grande delicatezza, prende così vita uno dei film chiave del nostro millennio. Con un budget di circa 150 milioni di dollari, Il curioso caso di Benjamin Button si è infatti affermato come un trionfo di critica e pubblico, arrivando ad un guadagno globale di 335 milioni. Il film ottenne poi anche ben 13 nomination ai premi Oscar, vincendo quelli per il Miglior trucco, i Migliori effetti speciali e le Migliori scenografie. Prima di diventare film, però, il racconto di Benjamin Button è stato ideato da un noto scrittore degli inizi del Novecento.

Il libro da cui è tratto Il curioso caso di Benjamin Button

Il film, infatti, è tratto dall’omonimo racconto breve del 1922 scritto dal celebre Francis Scott Fitzgerald. La sceneggiatura di Eric Roth, però, si discosta poi da questo coprendo un arco narrativo che arriva sino ai giorni nostri. Di questo si cercò di realizzarne una trasposizione già dagli anni Novanta, e numerosi sono i nomi accostatisi tanto alla regia quanto all’interpretazione del protagonista. Fu però Fincher ad ottenere infine l’onore, pur dichiarando di non aver mai letto il racconto originale e dunque non seguendolo fedelmente ma proponendone invece una libera trasposizione.

C’è una storia vera dietro il film?

La risposta è no. L’eccezionalità del racconto rende chiaro che quanto si vede nel film è frutto di pura finzione. Di certo, sono però reali determinati elementi del contesto intorno a Benjamin, dalla Prima e Seconda guerra mondiale fino all’uragano Katrina di cui si accenna nelle ultime scene del film.

Il curioso caso di Benjamin Button spiegazione finale
Brad Pitt e Taraji P. Henson in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

La trama e il cast di Il curioso caso di Benjamin Button

Tutto ha inizio nel 1918, quando la signora Button muore dando alla luce un bambino molto particolare. Questi sembra affetto da una sindrome che lo fa assomigliare ad un ottantenne. Disgustato, il padre decide di abbandonarlo davanti ad una casa di riposo gestita da Queenie e Tizzy Weders. I due decideranno di accogliere il neonato, chiamandolo Benjamin Button. Benché i medici predicano una morte certa in tempi brevi, il bambino sembra migliorare giorno dopo giorno. Con il tempo, inizia a risultare anche sempre più giovane, passando dall’essere una fragile anziano ad un uomo adulto e robusto. Per Benjamin è l’inizio di una vita incredibile, ricca di avventure, che lo porterà tanto a sperimentare gli orrori della guerra quanto la dolcezza dell’amore, in particolare quello provato per la bella Daisy.

Attore ricorrente nella filmografia di Fincher, Brad Pitt ottenne l’ambito ruolo di Benjamin Button, interpretandolo tanto nelle sue età più anziane quanto in alcune di quelle più giovani. L’attore, infatti, si sottopose ogni giorno a circa cinque ore di trucco, al fine di assumere l’aspetto richiesto per il personaggio. Ad interpretare il personaggio a 12 anni è l’attore Spencer Daniels, noto per la serie Mom, mentre Chandler Canterbury interpreta Benjamin a 8 anni. Nei panni dei genitori adottivi Queenie e Tizzy si ritrovano invece l’attrice Taraji P. Henson, candidata all’Oscar per la sua interpretazione, e Mahershala Ali, anni prima di vincere i suoi oscar per Moonlight e Green Book. L’attore Jason Flemyng è presente con il ruolo di Thomas Button, padre di Benjamin.

Nel film sono poi presenti gli attori Tilda Swinton nei panni di Elizabeth Abbott e Jared Harris in quelli del capitano Mike Clark, significative personalità che Benjamin incontra nel corso della sua vita. Julia Ormond veste il ruolo di Caroline, la figlia di Benjamin e Daisy. L’amata del protagonista ha invece il volto della premio Oscar Cate Blanchett. Anche lei, per le sue ultime scene, si richiesero ben quattro ore giornaliere di trucco. Poiché questo era particolarmente scomodo da portare, l’attrice dovette girare nel minor tempo possibile le scene in ospedale. Nel ruolo di Daisy all’età di 7 anni, infine, si può ritrovare una giovanissima Elle Fanning, qui ad uno dei primi ruoli cinematografici che l’hanno poi resa particolarmente celebre.

Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button
Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

Altre curiosità sul film

Gli effetti speciali

Tra gli elementi più sbalorditivi del film vi sono senz’altro i suoi effetti speciali, poi premiati con l’Oscar. In particolare, il processo che porta il personaggio, e il suo attore, dall’essere un anziano al trasformarsi in giovane hanno richiesto un grandissimo lavoro di elaborazione digitale di CGI. Il look che David Fincher, il supervisore degli effetti visivi Eric Barba e il make-up artist Greg Cannom hanno pensato per Benjamin da bambino, è ispirato ai veri bambini affetti dalla rarissima sindrome di Hutchinson-Gilford, nota anche come progeria. Questa fa apparire i giovani pazienti che ne soffrono come precocemente invecchiati. Per arrivare ad un risultato simile, fu però necessario dar vita ad un perfetto connubio tra trucco ed effetti generati al computer.

Le frasi più belle del film

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Le nostre vite sono determinate dalle opportunità, anche da quelle che ci lasciamo sfuggire. (Benjamin Button)
  • Capita a tutti di sentirsi diversi in un modo o nell’altro, ma andiamo tutti nello stesso posto, solo che per arrivarci prendiamo strade diverse. (Queenie)
  • Uno si può incazzare quando le cose vanno così. Si può bestemmiare, maledire il destino, ma quando arriva la fine non resta che mollare. (Mike Clark)
  • Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero. (Benjamin Button)
Il curioso caso di Benjamin Button film
Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button. Credits: © 2008 – Paramount Pictures

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per poter osservare tutto ciò, è possibile fruire di Il curioso caso di Benjamin Button grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video e Now TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 20:50 sul canale TwentySeven.

Il curioso caso di Benjamin Button è disponibile su Netflix?

Al momento, il film non è presente nel catalogo di Netflix e pertanto non è questa una piattaforma dove poterlo vedere in streaming. È tuttavia possibile che in futuro i diritti del lungometraggio vengano acquisiti per un temporaneo passaggio all’interno del catalogo, cosa che lo renderebbe dunque disponibile anche su Netflix.

La durata del film

Per chi se lo stesse chiedendo, il film ha la durata di 2 ore e 46 minuti, un tempo necessario a raccontare la vicenda del protagonista con cura dei particolari e delle varie fasi della sua vita.

Rumours e il re spagnolo delle serie domani al Noir in Festival!

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Rumours e il re spagnolo delle serie domani al Noir in Festival!

Arriva al Noir in Festival una delle anteprime più attese di questa edizione. La serata di venerdì 6 dicembre ospita alla Cineteca Arlecchino la proiezione di RUMOURS, film con un cast all star diretto da Guy MaddinEvan e Galen Johnson (ore 21). Cate Blanchett e Alicia Vikander sono due delle protagoniste di questa imperdibile dark comedy ambientata durante un G7 in Germania.

Da non perdere anche l’anteprima del film in concorso BRIEF HISTORY OF A FAMILY, alla presenza del regista Lin Jianjie (ore 17.00, Cineteca Arlecchino), storia di misteri che mette alla prova una famiglia, prossimamente in sala con Movies Inspired. La Cineteca Arlecchino ospiterà anche ANTIDOTE di James Jones (ore 19.00), documentario che esplora l’attivismo degli informatori impegnati a scoprire le azioni criminali del regime di Putin. Sarà presente in sala il regista James Jones, in dialogo con Giorgio Gosetti.

Nella giornata di venerdì 6, dopo la cerimonia di Premiazione per il Raymond Chandler Award, Joyce Carol Oates torna a raccontarsi in un incontro al Noir in Festival moderato da Fabio Vittorini e Anna Re (ore 11 – Università IULM, Sala dei 146).

Arriva al noir anche Juan Gómez-Jurado con TUTTO TORNA (Fazi Editore): L’autore spagnolo di noir più venduto di sempre, celebre per la trilogia Regina Rossa, tradotta in 40 lingue diventata anche una serie tv, dialogherà con il pubblico alla Libreria Rizzoli moderato da Luca Crovi (ore 17.30).

Sempre a Rizzoli Galleria, Paolo Roversi introdurrà il nuovo libro di Luca Crovi La velocità della tartaruga (Nero Rizzoli). L’evento sarà arricchito da letture di Gigio Alberti e interventi musicali di Raffaele Kohler e Luciano Macchia (ore 18.30).

Ospiti della giornata in IULM anche i registi in lizza per il Premio Caligari al miglior film noir italiano dell’anno: a partire dalle ore 15.00 Manfredi LuxibelloBrando De SicaMarco D’AmoreStefano Sollima e Federico Zampaglione dialogheranno sul loro cinema insieme al critico Giulio Sangiorgio. In programma anche la proiezione di MIMÌ – IL PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica (ore 17.30).

Ulteriori informazioni e programma completo all’indirizzo www.noirfest.com

Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Le verità nascoste: la spiegazione del finale del film

Il regista premio Oscar Robert Zemeckis ha nel corso della sua carriera realizzato film di vario genere, dal fantascientifico Ritorno al futuro al drammatico Forrest Gump, dal biografico The Walk fino al recente fantasy Le streghe. Ogni suo titolo si è affermato come un’opera di valore, capace di emozionare grandi e piccoli. Nella sua filmografia si ritrovano però anche titoli più cupi, che sfociano spesso e volentieri nell’orrore. Uno di questi è Le verità nascoste, uscito in sala nel 2000 e basato su una sceneggiatura di Clark Gregg (meglio noto come attore nel ruolo dell’agente Phil Coulson del Marvel Cinematic Universe).

Il film venne girato da Zemeckis mentre era in corso l’intervallo dalle riprese di Cast Away, dovuto alla necessità del protagonista Tom Hanks di perdere una notevole quantità di peso. In quel lasso di tempo il regista si interessò alla sceneggiatura di Le verità nascoste, propostagli dall’amico Steven Spielberg e basata su un vecchio soggetto della documentarista Sarah Kernochan, nel quale raccontava un’esperienza personale. Affascinato dall’idea di girare un thriller, Zemeckis fece partire in tutta rapidità la produzione del progetto. In particolare, il film si è affermato per l’atmosfera di costante inquietudine, vero e proprio elemento di orrore primario. Non a caso, questo è stato definito un film di forte stampo hitchcockiano.

Con un incasso di circa 290 milioni di dollari, Le verità nascoste si è affermato come il decimo maggiore incasso del suo anno. Pur ricevendo pareri critici contrastanti, è ancora oggi uno dei film più ambigui e affascinanti del regista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le verità nascoste cast
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste. © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La trama e il cast di Le verità nascoste

Protagonisti del film sono i coniugi Norman e Claire Spencer. Lui famoso scienziato e ricercatore universitario, lei ex violoncellista di successo, decidono di trasferirsi a vivere in una lussuosa casa sul lago nel Vermont. Per i due ha così inizio una nuova fase della loro vita, essendo rimasti soli dopo che la figlia Caitlin si è trasferita per frequentare il college. Tutto sembra procedere per il meglio nella nuova abitazione e gli attacchi di ansia di Claire, dovuti ad un recente incidente d’auto, sembrano lì acquietarsi quasi del tutto. Nel momento in cui la donna inizia a sentire delle strane voci a vedere degli strani fenomeni, il panico sembra rimpossessarsi di lei.

Ben presto, Claire sprofonda nella paranoia più totale, convintasi che quella casa sia infestata da fantasmi e luogo di antichi orrori. Sempre più preoccupato per la salute della moglie, Norman chiederà aiuto ad uno psichiatra, ma dovrà a sua volta scontrarsi con inaspettati risvolti. Nel momento in cui anche lui inizia a notare ciò che la moglie da tempo denuncia, i due coniugi capiranno di essere finiti in un luogo tutt’altro che pacifico, dove antichi segreti e scheletri nell’armadio stanno per uscire allo scoperto, portando con sé conseguenze terribili.

Per il ruolo dei coniugi Norman e Claire Spencer, i primi attori scelti da Zemeckis sono stati Harrison Ford e Michelle Pfeiffer. Ad oggi, è l’unico film horror a cui Ford ha preso parte nella sua lunga carriera. Pfeiffer, invece, per prepararsi al ruolo, seguì il metodo della collega Drew Barrymore, proiettando le proprie paure su ciò che la circonda, potendole così percepire come più reali e immedesimarsi di più nel ruolo. Nel ruolo della figlia dei due, Caitlin, vi è invece Katharine Towne. Miranda Otto, nota per il ruolo della principessa Éowyn nella trilogia de Il Signore degli Anelli, è Mary, la nuova vicina di casa dei protagonisti. Il film segna poi il debutto sul grande schermo dell’attrice e supermodella Amber Valletta, qui nel ruolo di Madison Elizabeth Frank.

 

Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Harrison Ford e Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

La spiegazione del finale

Nel corso di Le verità nascoste, Claire capisce di essere perseguitata da un fantasma femminile e all’inizio crede che si tratti della sua vicina di casa, apparentemente scomparsa dopo una lite con il marito. Tuttavia, alla fine la vicina ritorna e si scopre che questa infestazione è molto più personale. Il fantasma è infatti quello di una giovane donna di nome Madison Elizabeth Frank, che aveva una relazione proprio con Norman. Come spesso accade negli horror, dunque, la brillante esistenza suburbana di Norman e Claire era solo una facciata che copriva una realtà oscura, poiché nemmeno un matrimonio apparentemente ideale era sufficiente a impedire a Norman di tradire la moglie.

Poiché Madison è un fantasma, Claire inizia subito a sospettare che Norman sia coinvolto nella sua morte. Norman nega, ma le sue scuse sembrano tutt’altro che convincenti, soprattutto dopo che Claire torna a casa e lo trova apparentemente intento a suicidarsi per il senso di colpa per la relazione. Alla fine di Le verità nascoste diventa chiaro che il marito di Claire è stato tutt’altro che sincero e che la relazione era, se non altro, la più innocente delle sue bugie. Norman ha effettivamente ucciso Madison, gettando il suo corpo in un lago, spiegando così perché gli episodi infestanti continuavano a ruotare intorno all’acqua.

Madison, studentessa di Norman, aveva minacciato di dire al rettore del college di Norman della loro relazione. Dopo aver scoperto le sue malefatte, Norman tenta quindi di uccidere anche Claire, ma il suo piano fallisce e la coppia finisce nel lago, portando Madison a vendicarsi del suo assassino. Il film si conclude dunque con Claire che depone una rosa sulla tomba di Madison, con entrambe le donne finalmente libere dall’inganno e dalle tendenze omicide di Norman.

Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste
Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste © 2000 DreamWorks LLC. and Twentieth Century Fox Film Corporation.

Il finale di Le verità nascoste può sembrare in superficie una semplice storia di vendetta soprannaturale, ma ha significati tematici più profondi. I momenti finali del film rafforzano l’idea che i segreti tendono a essere rivelati e i crimini a essere scoperti, e il tentativo di seppellirli (a volte letteralmente) porta solo a problemi peggiori per tutte le persone coinvolte. Il passato di Norman torna a perseguitarlo, o meglio, a perseguitare sua moglie, in senso molto letterale. Tuttavia, il film di Zemeckis capovolge anche diversi tropi delle tradizionali storie di fantasmi.

Madison, lo spirito che perseguita Claire, sembra un’antagonista per gran parte del racconto. Questo è in linea con la maggior parte dei film sulle infestazioni, in quanto i fantasmi e gli spettri sono quasi sempre la fonte di terrore e la principale minaccia per i protagonisti. Tuttavia, Le verità nascoste stravolge questa idea: Norman è la presenza più pericolosa nella vita di Claire. Il fantasma di Madison non è lì per farle del male, ma per aiutarla e, quando Claire capisce la verità, i due diventano alleate contro un mostro molto più sinistro di un semplice spirito con un conto in sospeso.

Nel complesso, il messaggio centrale del film è rispecchiato anche dalla struttura stessa del film. La rivelazione che Madison non è il male principale sovverte le aspettative del genere. Questo è per molti versi un riflesso sottile ed estremamente intelligente della situazione di Claire: Norman, il marito un tempo amorevole che inizialmente cerca di aiutarla quando si rende conto di essere perseguitata, si rivela essere la presenza più maligna nella sua vita. Questa profondità tematica è probabilmente parte di ciò che ha reso Le verità nascoste un tale successo quando è uscito per la prima volta nel 2000, e il motivo per cui rimane un gioiello di culto tra i film sui fantasmi e sulle infestazioni a distanza di decenni.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Le verità nascoste è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Tim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:30 sul canale Warner Tv.

Il segreto di David – The Stepfather: la storia vera che ha ispirato il film

I film incentrati sulla figura dei serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come Seven, Copycat, ZodiacHangman – Il gioco dell’impiccato sono solo alcuni tra i titoli più celebri di questo genere. Quelli più o meno liberamente ispirati ad assassini realmente esistiti, però, hanno un “fascino” in più. Tra i tanti appartenenti a questa categoria, un titolo meno conosciuto è Il segreto di David – The Stepfather, diretto nel 2009 da Nelson McCormick, noto anche per Che la fine abbia inizio (2008).

Questo thriller del 2009 – remake del film The Stepfather – Il patrigno, diretto nel 1987 da Joseph Ruben e interpretato da Terry O’Quinn – riprende dunque una vicenda liberamente ispirata a quella di un noto assassino statunitense, arrichendola naturalmente di risvolti ed elementi che arricchiscono così il tutto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il segreto di David – The Stepfather

Al suo ritorno a casa, dopo aver trascorso un po’ di tempo in una scuola militare per ragazzi problematici, Michael trova sua madre Susan alle prese con un nuovo compagno, David Harris, che ha conosciuto casualmente al supermercato. Più Michael impara a conoscere il nuovo patrigno e più Michael diventa però sospettoso, decidendo infine di indagare su di lui. Scopre così che questo signore dai modi gentili non è altro che un serial killer che ha già eliminato molte famiglie. Nel quartiere, le poche persone che hanno cominciato a notare delle incongruenze nei racconti di David iniziano inoltre a sparire misteriosamente. Michael capisce allora che non gli rimane molto per salvare sé stesso, sua madre e i suoi due fratelli.

Il segreto di David - The Stepfather cast
Penn Badgley and Amber Heard in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

Ad interpretare David Harris vi è l’attore Dylan Walsh, noto soprattutto per il suo ruolo nella serie televisiva Nip/Tuck, in cui interpreta il dottor Sean McNamara. Nel ruolo di Michael Harding, invece, vi è l’attore Penn Badgley, oggi noto come protagonista della serie You, dove per ironia della sorte è lui ad essere un assassino che si insinua nelle vite altrui. L’attrice Sela Ward interpreta invece Susan Harding, mentre l’attrice Amber Heard (ex moglie di Johnny Depp) è Kelly Porter, la ragazza di Michael. Completano poi il cast gli attori Jon TenneySkyler Samuels Braeden Lemasters rispettivamente nei ruoli di Jay, Beth e Sean Harding.

La storia vera dietro al film

Il segreto di David – The Stepfather è sicuramente un film spaventoso, ma la storia vera è decisamente più inquietante. Tutto ha inizio il 9 novembre 1971, quando un contabile tranquillo e senza pretese del New Jersey di nome John List commise un crimine orribile. Dopo che i suoi tre figli adolescenti erano usciti per andare a scuola, si insinuò in cucina e sparò alla nuca della moglie, passando poi ad uccidere i loro tre figli. Poi salì le scale che portavano alla camera della madre e la baciò prima di spararle in faccia. Una volta messo in atto il suo macabro piano, List ha riferito che non poteva tirarsi indietro.

Pulì la casa, spostò il corpo della moglie nella sala da ballo vuota, dove aveva steso dei sacchi a pelo sul pavimento, e poi iniziò a scrivere. List interruppe le consegne di latte, posta e giornali alla famiglia. Inviò lettere alle scuole e ai lavori part-time dei figli, spiegando che sarebbero stati fuori città per un periodo di tempo indeterminato per far fronte a un’emergenza familiare. Ha chiuso il proprio conto corrente e quello della madre. Quest’uomo timorato di Dio e profondamente religioso ha poi scritto una lettera di cinque pagine al suo pastore, spiegando il motivo degli omicidi. Una volta fatto questo, non gli rimase altro da fare che aspettare.

Il segreto di David - The Stepfather finale
Dylan Walsh in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

La figlia sedicenne Patricia è stata la prima a tornare a casa da scuola. Mentre entrava in casa, le ha sparato alla nuca. List ha fatto lo stesso con il figlio tredicenne, Frederick, e poi ha guidato fino alla scuola del figlio maggiore per vederlo giocare una partita di calcio. Quando tornarono a casa, List uccise l’ultimo figlio rimasto, ma a differenza degli altri, John Jr. non se ne andò in silenzio. Il suo corpo sussultò quando List gli sparò addosso una 9 millimetri e una 22. John Jr. è stato colpito così più volte al petto e al volto. Dopo altre pulizie (List era estremamente metodico), fu il momento della cena.

List ha raccontato di aver consumato un pasto tranquillo e sereno mentre nella stanza accanto c’era la sua intera famiglia uccisa. Ciò che molti trovano incredibile è che List andò poi a letto e “dormì come un bambino”, come se non avesse alcuna preoccupazione al mondo. Il giorno dopo, abbassò il termostato, accese tutte le luci della casa e accese la radio sulla sua stazione di musica classica preferita. Uscì di casa e nessuno lo vide più per diciotto anni. List aveva progettato gli omicidi così meticolosamente, che per un mese circa nessuno si accorse dell’assenza delle sue vittime.

Dopo aver assunto una falsa identità ed essersi risposato, venne infine identificato e arrestato il 1º giugno 1989. Ciò fu possibile in quanto nel maggio di quell’anno la sua vicenda venne narrata nel programma American Most Wanted, dove si fornì un identik del suo possibile aspetto. Ironia della sorte, List era un grande fan della serie e aveva persino visto una parte dell’episodio che lo vedeva protagonista. In seguito, si disse sorpreso da quanto il busto del suo identikit gli somigliasse, ma per il resto non si preoccupò di quella rinnovata attenzione nei suoi confronti.

Penn Badgley in Il segreto di David - The Stepfather
Penn Badgley in Il segreto di David – The Stepfather. Credits: © 2009 Screen Gems, Inc. All rights reserved.

Tuttavia, un uomo che riconobbe in quell’identik il suo vicino di casa segnalò la cosa alla polizia, che arrestò infine List. Egli si dichiarò innocente ma quando l’analisi delle impronte digitali dimostrò che era lui, confessò quanto compiuto. Sebbene nella sua famigerata lettera di cinque pagine abbia affermato che gli anni ’70 erano un “periodo peccaminoso” e che aveva ucciso la sua famiglia per salvare le loro anime e farle andare in paradiso, la sua difficoltà a tenersi un lavoro e le conseguenti difficoltà finanziari hanno probabilmente giocato un ruolo molto più importante nel portarlo al crollo.

List venne a quel punto condannato a 5 ergastoli consecutivi. Una volta in galera, affermò di non volersi uccidere nella speranza di potersi riunire in paradiso con la moglie e i figli una volta sopraggiunta la morte naturale, che avvenne nel 2008 per polmonite mentre scontava la sua condanna a vita in carcere. La vicenda di List colpì nel profondo la popolazione americana, spinta a chiedersi – una volta di più – cosa spinga  a compiere atti di tale crudeltà. La vicenda di List ispirò poi numerosi film e serie oltre a Il segreto di David – The Stepfather, tra cui la serie Netflix The Watcher.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il segreto di David – The Stepfather grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

The Bad Guy – Seconda stagione da oggi su Prime Video

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The Bad Guy – Seconda stagione da oggi su Prime Video

Arriva oggi 5 dicembre in esclusiva su Prime Video The Bad Guy – Seconda stagione, il nuovo attesissimo capitolo della dark comedy diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana con protagonisti Luigi Lo CascioClaudia Pandolfi, Stefano Accorsi, Selene Caramazza, Giulia Maenza,  Antonio Catania. Ad accompagnare l’uscita della serie, un album di 20 brani della colonna sonora originale di Francesco Cerasi e la playlist ufficiale, disponibili da oggi in digitale su Amazon Music, Spotify e Deezer. Tra le 26 canzoni della playlist, Sentimiento Nuevo di Franco Battiato, colonna sonora della clip inedita con l’affascinante protagonista interpretato da Luigi Lo Cascio, il bad guy Balduccio Remora che danza sulle spoglie del suo passato come Nino Scotellaro “…ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo…” 

Dopo il successo della prima stagione sull’incredibile storia di Nino Scotellaro, che da integerrimo pubblico ministero siciliano è stato trasformato nel “bad guy” ingiustamente accusato di essere, la seconda stagione prosegue l’instacabile caccia a Mariano Suro e al suo introvabile archivio con anni di intercettazioni tra il boss e pezzi grossi dello Stato. Tutti lo vorrebbero: Nino, Luvi, il Maggiore Testanuda, Teresa, Leonarda. L’archivio diventa, così, un campo di battaglia esistenziale tra passato e futuro, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nelle mani di chi riuscirà ad impossessarsene. Nel cast della seconda stagione anche Fabrizio Ferracane, Carolina Crescentini, Aldo Baglio, Alessandro Lui, Antonio Zavatteri, Guia Jelo, Bebo Storti, Gianfelice Imparato, Francesco Zenzola.

The Bad Guy – Seconda stagione  è creata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, e scritta da Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti, Giordana Mari, Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi; prodotta da  Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri  di Indigo Film in co-produzione con Amazon MGM Studios, in associazione con il distributore internazionale FIFTH SEASON e in collaborazione con Rai Cinema. Le vendite internazionali nel resto del mondo, sia della prima che della seconda stagione, sono gestite da FIFTH SEASON. Tutti i sei episodi della prima stagione di The Bad Guy  sono disponibili su Prime Video in Italia.

ACAB: la serie basata sul film dal 15 Gennaio su Netflix

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ACAB: la serie basata sul film dal 15 Gennaio su Netflix

ACAB, l’atteso progetto seriale in 6 episodi prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios – sarà disponibile su Netflix il 15 gennaio 2025. Oggi sono state finalmente svelate le prime immagini del teaser trailer della serie, diretta da Michele Alhaique e con protagonisti Marco Giallini, Adriano Giannini, Valentina Bellè, Pierluigi Gigante e Fabrizio Nardi.

La trama di ACAB

Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia.

Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra.

La serie – tratta dall’opera letteraria “ACAB” di Carlo Bonini edita in Italia da Giulio Einaudi Editore – è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo Gravino.

La serie è anche ispirata al film “ACAB” prodotto da Cattleya con RAI Cinema e diretto da Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre il ruolo di produttore esecutivo.

L’orchestra stonata, recensione del film di Emmanuel Courcol

L’orchestra stonata, recensione del film di Emmanuel Courcol

Nel 2020, quando la pandemia paralizzò il mondo e indusse gli organizzatori a cancellare il Festival di Cannes, una selezione speciale permise ad alcuni film di uscire nelle sale con l’etichetta “Cannes 2020”. È il caso di Un triomphe, il precedente film di Emmanuel Courcol con Kad Mérad. Quattro anni dopo, il regista ha avuto l’onore di presentare in anteprima sulla Croisette il suo nuovo film, L’orchestra stonata, in passaggio alla Festa del Cinema di Roma 2024 nella sezione Best Of.

L’orchestra stonata: una scoperta che rivoluziona la vita

Tutto inizia con una brutta notizia: Thibault (Benjamin Lavernhe), rinomato direttore d’orchestra, crolla nel bel mezzo di una prova. Subito dopo, comunica alla sorella di essere affetto da leucemia e di aver bisogno di trovare un donatore di midollo osseo compatibile: la sua migliore possibilità è un parente stretto con cui condivide i geni. Proprio quando è costretto a mettere da parte la sua carriera, questa ricerca porta alla luce segreti sepolti: Thibault scopre di essere stato adottato e di avere un fratello minore, Jimmy (Pierre Lottin), da cui è stato separato quando era più giovane.

L’incontro con questo parente inaspettato, che ha vissuto una vita completamente diversa dalla sua, è un vero e proprio shock: Jimmy ha infatti avuto un’infanzia modesta ed è cresciuto nella loro città natale, accolto da una donna amorevole e umile. Forse condividono gli stessi geni, ma sulla carta non hanno nulla in comune. Così, quando il fratello minore viene a conoscenza delle ragioni del loro incontro, accetta di fargli da donatore, permettendogli di guarire e, nel giro di pochi mesi, di godere di una remissione inaspettata.

Il destino e la malattia li hanno fatti incontrare e Thibault attraversa una crisi esistenziale: vuole scoprire da dove viene e cercare di creare un legame con questo fratello che non ha avuto le sue stesse opportunità. Si sente quasi in debito, al di là del gesto altruistico di Jimmy, per il quale si sente in colpa. Perché non è cresciuto con loro? Perché lui ha potuto godere di un’infanzia comoda e agiata, studiare e vivere della sua passione e suo fratello no? In mezzo a tutte queste domande, si staglia un forte terreno comune: un amore innato per la musica. Thibault ne è convinto: suo fratello ha un orecchio perfetto. Così, quando il leader della banda di ottoni in cui Jimmy ha militato per anni si dimette, Thibault ne prende il posto, con l’obiettivo di aiutare il fratello minore a prendere il suo posto e a diventare il direttore della banda, anche se lui rimane timido e non ha fiducia in se stesso.

L'orchestra stonata
L’orchestra stonata © Thibault Grabherr

Un sapore alla “commedia degli equivoci”

Il cinema francese ha una lunga e illustre tradizione nel fondere la commedia con la riflessione sociale, combinando il riso per l’assurdità della vita con un tono più profondo e malinconico. Un genere, quello della commedia francese, che è fiorito negli ultimi tempi, basandosi sul concetto di “dramedy” per creare personaggi tanto fragili quanto divertenti. L’orchestra stonata si inserisce perfettamente in questo filone, offrendoci una sentita esplorazione dei legami familiari attraverso una narrazione carica di umorismo e ottimismo.

Nonostante la gravitas della sua premessa, il film di Emmanuel Courcol non cade mai nel sensazionalismo a buon mercato; in questo senso, la regia è estremamente abile nel sovrapporre momenti di leggerezza tonale ad altri di autentica emozione. La scoperta che rivoluziona la vita di Thibaut, quando il suo mondo si scontra con quello di Jimmy, ha il sapore di una vera e propria commedia degli equivoci.

Uno degli elementi più interessanti è proprio la dinamica che si instaura progressivamente tra Lavernhe e Lottin: il ritratto di Thibaut come uomo raffinato e perfezionista che ha affinato la sua arte ci appare piuttosto vivido e comprensibile. In contrapposizione, troviamo Lottin come un Jimmy che irradia un’energia mondana e imprevedibile. Un contrasto che crea un tempo comico che colpisce nel segno, dando vita a un umorismo che ricorda per certi versi, come dicevamo, la screwball comedy degli anni Quaranta, anche se qui la componente romantica viene sostituita dall’amore fraterno.

Unirsi nelle differenze

Dramma dall’innegabile fascino grazie alla coppia di attori protagonisti (Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin), L’orchestra stonata ha tutti gli ingredienti di una commedia popolare nel senso più nobile del termine: tenerezza, umorismo e ritmo. Sullo sfondo di complessità di classe, fratelli ritrovati e solidarietà operaia, il film di Emmanuel Courcol evita una serie di trappole, tra cui il moralismo e un illusorio lieto fine, senza paura di scendere anche nel grotteso.

Nulla di ciò che ci viene raccontato è assolutamente plausibile, ma tutto funziona con grazia: checché se ne pensi, crescere in un ambiente benestante della regione parigina non fa presagire lo stesso destino di chi è cresciuto in un ambiente molto modesto, lontano dai luoghi di cultura. Emmanuel Courcol non ha intenzione di giudicare questa situazione sociologica di fatto: al contrario, dimostra che, quando si tratta di vita e di amore, le differenze sociali possono sempre annullarsi.

#scuolealcinema: gli studenti e le studentesse delle scuole del Lazio tornano in sala!

#scuolealcinema con la rassegna SguardiAttivi! La seconda edizione del progetto riparte a dicembre per portare al cinema studenti e studentesse di scuole primarie, secondarie di I e II grado della provincia di Roma e di Viterbo.

Si comincia il giorno 6 dicembre a Roma, presso il cinema Eurcine, con la proiezione di Gran Torino di  Clint Eastwood, per gli studenti e le studentesse dell’IIS Majorana di Roma. Seguiranno il cinema Lux, il cinema Madison, il cinema Andromeda a Roma e il CineTuscia Village di Vitorchiano. Il progetto coinvolgerà poi altre città tra cui Bracciano, Rieti, Orte, Vignanello, Civita Castellana e altri centri urbani.

Un progetto reso possibile grazie alla collaborazione tra una rete di dirigenti scolastici e docenti, un gruppo di critici cinematografici, operatori e operatrici culturali attivi/e sul territorio e gli operatori del settore, che, insieme, hanno dato vita alla seconda edizione della rassegna “SguardiAttivi”, promossa dall’associazione culturale ArtedelContatto ETS nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

“Due anni fa ci siamo attivati per sostenere il cinema in sala e riavvicinare i ragazzi e le ragazze al luogo naturale del Cinema, dopo gli anni difficilissimi della pandemia – commenta Marianna Cappi, Responsabile Scientifico del progetto SguardiAttivi e membro del comitato artistico della rassegna. – Oggi riproponiamo la stessa esperienza, con un parco di istituti scolastici notevolmente ampliato e un programma di attività che include tutte le età, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado, e copre una territorio ancora più vasto e diversificato della nostra regione. Ma l’obiettivo resta lo stesso: far incontrare le nuove generazioni e la sala cinematografica, nella convinzione che la visione del film in sala sia un’esperienza individuale e collettiva unica, una vera e propria cassa di risonanza della forza del cinema e del valore delle emozioni che ci fa vivere”.

Il programma della Rassegna SguardiAttivi

Dopo la proiezione del 6 dicembre al cinema Eurcine, il progetto proseguirà il 10 dicembre al cinema Lux con la matinée de Principi e Principesse di Michel Ocelot, per gli studenti e le studentesse dell’IC Via Volsinio di Roma. La rassegna proseguirà il 16 dicembre al Cinema Madison di Roma con la matinée del Flauto magico di Piazza Vittorio di Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, per gli studenti e le studentesse dell’IC Padre Semeria di Roma; il 20 dicembre al Multisala Andromeda con i film GGG-Il grande gigante gentile di Steven Spielberg e Il  grande dittatore di Charlie Chaplin, per gli alunni e le alunne dell’IC Maffi di Roma.

Il progetto andrà avanti anche nel 2025 con proiezioni, seminari, incontri, laboratori didattici, e  coinvolgerà circa 30 plessi di 18 istituti scolastici e più di 4000 studenti e studentesse di Istituti scolastici di 4 province del Lazio – tra Roma, Ostia, Rocca Priora, Rocca di Papa, Bracciano, Frascati, Orte, Civita Castellana, Vignanello, Rieti – raddoppiando lo straordinario risultato raggiunto nella prima edizione.

La rassegna, con matinées gratuite rivolte ad alunni e alunne tra i 4 e i 19 anni, è realizzata nell’ambito del progetto “SguardiAttivi. Guardare il cinema e parlare di cinema – II edizione”, promosso da ArtedelContatto ETS in collaborazione con i partner Melting Pro e Cinefilos APS, nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per maggiori aggiornamenti consultare il sito www.artedelcontatto.it.

The Bad Guy 2: la recensione della serie Prime Video

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The Bad Guy 2: la recensione della serie Prime Video

È bene dirlo senza mezzi termini: la seconda stagione di The Bad Guy, disponibile su Prime Video dal 5 dicembre e ancora una volta diretta dal duo Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, conferma e supera le aspettative, offrendo un’avvincente seguito della storia di Nino Scotellaro, ex magistrato diventato spietato malavitoso. Con il suo mix di riferimenti al cinema d’azione anni ’90 e un profondo radicamento nella realtà italiana, la serie si impone come uno dei prodotti più interessanti del panorama televisivo contemporaneo.

Un omaggio al grande cinema e alla cultura pop

Era chiaro dall’inizio che The Bad Guy fosse un prodotto creato da chi ama il cinema. La passione dei registi per maestri come Tony Scott, Michael Bay, John Woo e Quentin Tarantino permea ogni episodio, donando alla serie una dimensione cinematografica che la rende unica. A questi riferimenti si aggiungono influenze pop e più contemporanee che danno alla serie il suo tono così specifico: c’è dramma e emozioni forti, ma anche ironia, gusto per il grottesco e commedia. Nino Scotellaro è proprio un Walter White che affronta una sua discesa del suo personale inferno per trasformarsi in Balduccio Remora, senza via di ritorno.

The Bad Guy 2 Luigi Lo Cascio
The Bad Guy 2 Luigi Lo Cascio – Foto Cortesia di Prime Video

Un protagonista sempre più complesso

La seconda stagione riparte esattamente dal punto in cui si era conclusa la prima: Nino (Luigi Lo Cascio) si trova faccia a faccia con il suo nemico giurato, Mariano Suro (Antonio Catania). Ma la vendetta deve attendere. L’archivio, una cassetta contenente prove scottanti di rapporti tra Stato e mafia, diventa il fulcro della trama. Nino è sempre più combattuto tra il richiamo della sua vita precedente, rappresentata principalmente da Lui e Leo, e la crescente attrazione per il potere e il controllo che il suo nuovo ruolo gli offre. Questa evoluzione è esplorata con grande attenzione e consapevolezza: vediamo un uomo che, nonostante tutto, sembra ancora lottare per qualcosa di giusto, anche quando le sue azioni raccontano il contrario.

The Bad Guy (s): Stefano Accorsi è la grande novità

Tra le tante sorprese di questa stagione, spicca Stefano Accorsi nel ruolo di Stefano Testanuda, agente segreto dalla moralità ambigua e dall’aspetto fuori dagli schemi. Con capelli biondi e un’aria glaciale, Accorsi si diverte e diverte, rendendo il suo personaggio una scheggia impazzita: la sua entrata in scena è già un momento iconico. Si è forse sempre detto troppo poco della bravura di Accorsi, relegato per chiari meriti estetici troppo spesso al “bello della storia”: Stefano Accorsi è versatile e talentoso e soprattutto ha dimostrato che quando non si prende troppo sul serio è in grado di regalare personaggi e interpretazioni memorabili.

The Bad Guy 2 Claudia Pandolfi
The Bad Guy 2 Claudia Pandolfi – Foto Cortesia di Prime Video

Un mondo di donne

Ma si sa che un personaggio, per quanto caratterizzato bene, non funziona mai da solo. Deve avere delle controparti all’altezza. Il cast di The Bad Guy 2 si arricchisce di nuovi volti che aggiungono dinamismo alla storia. Ma se Lo Cascio e Accorsi sono due pilastri di questa seconda stagione, sono le donne che fanno davvero il bello e il cattivo tempo. Claudia Pandolfi è ancora una volta convincente nel ruolo di Luvi Bray, moglie di Nino e avvocata divisa tra dovere e sentimenti contrastanti, la sua interpretazione è il cuore romantico della storia che mostra in quanti modi di possa amare un uomo totalmente. Selene Caramazza, nei panni della sorella di Nino e maresciallo dei carabinieri Leonarda Scotellaro, occupa un maggiore spazio narrativo, ed è il centro emotivo, viscerale, passionale della storia, perché è tutta istinto e non comprende l’aspetto calcolatore e compromissorio che invece appartiene a Luvi. Giulia Maenza (Teresa Suro) continua a sorprendere con un’interpretazione carismatica di una donna di potere che dribbla ogni cliché e offre un ritratto fresco e autentico. La passione dei registi per la cultura pop si svela anche nella scelta di alcuni precisi volti per comparse e piccoli ruoli: Aldo Baglio, in un’inedita parte drammatica, e Carolina Crescentini, che invece compare in un piccolo ruolo, sono veramente un regalo per lo spettatore.

Un racconto che non si concede distrazioni

Una delle caratteristiche distintive di The Bad Guy è la fiducia che i suoi creatori ripongono nello spettatore. Non c’è spazio per “spiegoni” o riassunti: tutto è lasciato all’azione e ai dettagli disseminati lungo la trama. Ogni inquadratura, ogni espressione e ogni oggetto di scena raccontano qualcosa, invitando chi guarda a non distrarsi nemmeno per un secondo. Questo approccio, in un’epoca dominata dal binge-watching bulimico, premia il pubblico con una narrazione densa e avvincente, che soprattutto basa la sua fidelizzazione sul tono specifico e inconfondibile che aveva già fatto la fortuna della prima stagione.

The Bad Guy 2 conferma i motivi del successo della prima stagione, riesce a tenere alta la tensione, approfondendo al contempo la psicologia dei personaggi e offrendo momenti di grande spettacolarità e divertimento. In attesa di un (inevitabile?) terzo capitolo che concluda la storia, questa seconda stagione è uno degli appuntamenti imperdibili di dicembre su Prime Video.

Piece by Piece: recensione della biografia musicale animata di Pharrell Williams

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Piece by Piece è una biografia musicale narrata attraverso l’animazione LEGO, un’esperienza che sfida il cinismo e abbraccia una vibrante originalità. Presentato al Toronto Film Festival, il film, che nasce dalla collaborazione tra il regista Morgan Neville e il genio creativo di Pharrell Williams, reinventa il genere documentario mescolando vivacità visiva e narrativa pop.

Piece by Piece è un connubio inaspettato

L’idea di raccontare la vita di Pharrell tramite i LEGO è insolita, ma si rivela sorprendentemente azzeccata. La carriera del musicista e produttore si distingue per la capacità di mescolare elementi incongruenti in creazioni straordinarie. È facile immaginare un giovane Pharrell costruire mondi magici con pezzi presi da set LEGO diversi, proprio come mescolava hip-hop, disco e rock per creare il suo sound unico.

Neville sfrutta questo connubio per creare un’opera visiva che trasforma episodi della vita di Pharrell in scene animate piene di colori e fantasia. Non vediamo il progetto di edilizia popolare di Virginia Beach come un quartiere grigio e difficile, ma come una realtà solare e comunitaria. La scuola che Pharrell frequentava insieme a Timbaland e Missy Elliott diventa un’esplosione di luci e musica, una capsula di creatività pronta a scoppiare. Ogni nuovo beat prodotto dai Neptunes prende forma come sfere luminose e pulsanti, che sembrano emergere direttamente dalla sinestesia di Pharrell.

Una narrazione vivace

La scelta di un approccio LEGO permette a Piece by Piece di esprimere la gioia che è al centro della musica e della personalità di Pharrell. La sua ascesa da Virginia Beach al successo globale è una storia familiare, ma Neville la racconta con un tocco così giocoso che sembra nuova e insolita. I contributi di Pharrell a brani iconici come Superthug di NORE, Drop It Like It’s Hot di Snoop Dogg e l’inno Alright di Kendrick Lamar vengono visualizzati con un brio che rende giustizia alla loro importanza culturale.

PIECE BY PIECE

Le interviste con Missy Elliott, Jay-Z, Gwen Stefani e Pusha T arricchiscono la narrazione, creando un ritratto collettivo che celebra l’impatto di Pharrell sul mondo della musica. Ma questa componente allegra e positiva è bilanciata da aspetti più emotivi che certo non mancano in un racconto biografico: le riflessioni su sua nonna, che lo ha incoraggiato fin dall’inizio, e le difficoltà creative che ha affrontato nel bilanciare l’arte con le pressioni del business, aggiungono profondità emotiva.

Un trionfo visivo con qualche limite

Visivamente, Piece by Piece è un trionfo. L’animazione LEGO non è solo un espediente, ma una scelta narrativa che amplifica la creatività del soggetto. Tuttavia, questo approccio ha i suoi limiti. La rappresentazione LEGO, per quanto brillante, manca della capacità di catturare le espressioni umane con la stessa profondità di un documentario tradizionale. Le teste di plastica e i sorrisi stampati non riescono sempre a trasmettere le sfumature delle emozioni reali.

Inoltre, la natura profondamente giocosa del film a volte riduce il dramma intrinseco della storia di Pharrell. Sebbene le sue sfide creative e personali vengano affrontate, il tono rimane ottimistico al punto che i conflitti sembrano appena accennati.

Il peso di un successo chiamato Happy

Un capitolo interessante e ambivalente è quello dedicato a Happy, la canzone che ha definito la carriera di Pharrell. Creata per un progetto commerciale, Happy ha avuto un impatto universale in un periodo segnato dall’ascesa del movimento Black Lives Matter e dalle proteste contro la brutalità della polizia. Il film esplora questo contrasto con delicatezza, mostrando come il successo della canzone sia stato allo stesso tempo una benedizione e una fonte di riflessione.

Piece by Piece Pharrell Williams
Pharrell Williams stars in director Morgan Neville’s PIECE BY PIECE, a Focus Features release..Credit: Courtesy of Focus Features / © 2024 FOCUS FEATURES LLC.
© 2024 FOCUS FEATURES LLC. ALL RIGHTS RESERVED.

Un esercizio di branding che funziona

Piece by Piece è un esercizio di branding mascherato da biografia, con tutto ciò che questo implica. È un branding fatto bene. Pharrell Williams emerge come un artista che vede il mondo attraverso una lente di infinita creatività e positività. Il film, con la sua estetica giocosa e i suoi ritmi coinvolgenti, prova a essere una celebrazione di quella visione. Siamo quindi di fronte a un’agiografia, più che a una biografia. E se da un lato questo punto di vista risulta poco interessante, dall’altro nulla ci impedisce di godere del film anche solo per la sua positiva e giocosa esplosione di colori. Dopotutto il “trattamento LEGO” ha il potere di rendere tutto migliore.

Creature Commandos è una “introduzione soft” al nuovo universo DC, afferma James Gunn: “Possiamo creare qualcosa di violento e sessuale”

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A metà del 2022, i dirigenti di quella che all’epoca si chiamava HBO Max contattarono James Gunn per realizzare un’altra serie adattata dai fumetti DC, dopo il suo successo “Peacemaker“. La sua prima idea: uno spettacolo animato liberamente ispirato ai personaggi dei fumetti DC noti come Creature Commandos, ovvero un gruppo di mostri riuniti in una squadra di operazioni segrete incaricata di eliminare il nemico con qualsiasi mezzo necessario. Gunn scrisse la prima stagione di sette episodi in poche settimane su specifica, e poi il CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav assunse Gunn e il produttore esecutivo di “Peacemaker” Peter Safran per dirigere i DC Studios e rilanciare l’universo DC.

“E io dissi, ‘Oh, so a cosa posso dare il via libera!'”, dice Gunn ridendo. Due anni dopo, la serie allegramente TV-MA “Creature Commandos“, che debutterà su Max il 5 dicembre, fungerà da antipasto per il nuovo DCU, prima che il lungometraggio di Gunn “Superman” fornisca la portata principale quando debutterà a luglio 2025. Come co-direttore dello studio, Gunn vede la serie come un modo per stabilire sia la sua filosofia creativa complessiva per il DCU sia come intende costruire il suo più ampio panorama narrativo.

Creature Commandos“Mi piaceva semplicemente l’idea di un’introduzione soft al nostro universo in cui esistono metaumani, mostri, magia ed esistono situazioni politiche incredibilmente complicate”, dice Gunn. “E vediamo com’è il mondo della DCU attraverso una prospettiva animata in cui creare un campo di battaglia costa tanto quanto creare una cucina, beh, non esattamente, ma non così diverso da come sarebbe in un film”.

Lavorare nell’animazione ha anche dato a Gunn la libertà di rendere lo spettacolo violento e sessuale come qualsiasi cosa abbia fatto in live action, ad esempio, il dottor Phosphorus (doppiato da Alan Tudyk) non ci pensa due volte a usare la sua pelle radioattiva per sciogliere la faccia dei suoi nemici e più personaggi si spogliano per rapporti sessuali entusiasti. Ma Gunn avverte che questo tipo di eccitante superamento dei limiti non farà parte di ogni progetto dei DC Studios.

“Una delle cose principali che voglio stabilire è che puoi fare qualsiasi cosa ai DC Studios”, dice. “Possiamo realizzare un’offerta completa per famiglie. Possiamo fare qualcosa che sia per un pubblico generico, come “Superman”. Possiamo fare qualcosa di violento e sessuale, come questo, che non pensavo fosse così violento e sessuale; “Peacemaker” è sia più violento che più sessuale, ma voglio che ogni progetto abbia una sua voce. Non si tratta di creare un mondo in cui tutto è sesso e violenza. Si tratta di creare un mondo in cui possiamo raccontare la storia di, sai, un tipo di personaggio in generi diversi”.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

Taika Waititi sulle accude rivoltegli dai fan di aver rovinato Thor: “Cosa… Di nuovo?”

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Thor: The Dark World dei Marvel Studios è generalmente considerato uno dei punti bassi del MCU, quindi si può ben dire che all’epoca di Thor: Ragnarok, non si potesse scendere più in basso. Eppure molti fan erano preoccupati che Taika Waititi avrebbe “rovinato” il personaggio quando è stato arruolato per dirigere il terzo film.

Ironicamente, il terzo capitolo è ora ampiamente considerato il miglior film di Thor, ma Taika Waititi ricorda la reazione negativa online quando è stato annunciato come regista del film. “Quello mi ha davvero catapultato nella nerdsfera, se vogliamo”, ha ricordato il regista durante una nuova intervista video con Entertainment Weekly. “Stavo vivendo una vita davvero bella e pacifica, e non appena l’ho fatto, beh, ragazzi, i nerd sono venuti a prendermi. Hanno detto, ‘Questo tizio rovinerà tutto. Rovinerà Thor!'”

“È come, ‘Cosa, vuoi dire di nuovo?'” ha aggiunto. “E loro erano tipo, ‘Rovinerà tutto per tutti, Thor è così figo!’ E ho detto loro su Twitter, prima di lasciarlo, ‘Non sapete cosa volete finché non ve lo do io.'” Thor: Ragnarok è stato molto ben accolto, ma il film successivo di Waititi su Thor… non così tanto.

Mentre Ragnarök ha iniettato un po’ di umorismo nel franchise e nell’eroe asgardiano, per molti Thor: Love and Thunder ha esagerato con la frivolezza. Mentre il film era spesso divertente, la percezione sembra essere che un eccessivo affidamento sulla commedia abbia compensato gli elementi più drammatici della storia, e alcuni hanno trovato difficile prendere sul serio il sequel a qualsiasi livello.

Il regista di Jojo Rabbit non ha menzionato la risposta a Love and Thunder (che ha avuto un buon successo al botteghino), scegliendo invece di notare alcuni aspetti positivi. “Una delle cose che preferisco di questo è che amo così tanto Natalie [Portman]. E anche Christian Bale. Voglio dire, è Christian Bale. E anche i Guns N’ Roses, un sacco di canzoni. In realtà ho incontrato Axl Rose una volta. Aveva un sacco di storie da raccontare, che non condividerò.”

Si vocifera che la Marvel stia sviluppando un quinto film di Thor, ma Waititi ha confermato che non tornerà a dirigere.

Black Doves: recensione della serie tv con Keira Knightley

Black Doves: recensione della serie tv con Keira Knightley

L’abbondanza di serie tv di stampo spy-action sulle piattaforme non è una cosa nuova: per definizione, la narrazioni che si muovono nel territorio dello spionaggio e contano su una marcata componente action sono tra i prodotti che più chiamano visualizzazioni. In un panorama ormai saturo all’inverosimile di queste proposte, è cosa rara incappare in un esperimento seriale che lasci, effettivamente, la sensazione di qualcosa di “fresco” allo spettatore. Per fortuna, questo è il caso di Black Doves, disponibile su Netflix dal 5 dicembre, sviluppata da Sister e Noisy Bear e con due noti attori britannici protagonisti: Keira Knightley e Ben Wishaw.

Black Doves: mia moglie è una spia

Black Doves Keira Knightley
Crediti: Netflix/Ludovic Robert

Tutto ha inizio una notte in cui tre persone vengono assassinate quasi contemporaneamente mentre parlano al telefono: chi sono e cosa stavano progettando? La serie parte da questo interrogativo concentrandosi nello specifico sulla morte di uno di loro, un certo Jason (Andrew Koji), che era l’amante di Helen (Knightley), la moglie del Ministro della Difesa (Andrew Buchan). Apprendiamo subito che Helen è in realtà una spia di un’organizzazione chiamata “Black Doves”, che risponde agli ordini di Reed (Sarah Lancashire), per cui è una sorta di insider a cui rivela tutti i segreti del marito politico.

La donna continua a ribadire che la sua relazione con Jason non nascondeva alcun sotterfugio compromettente per il suo lavoro, tutt’altro: era veramente innamorata del ragazzo, ed è per questo che decide di mettersi a indagare sulla sua morte. Lo fa con l’aiuto di un vecchio amico dell’organizzazione, Sam (Whishaw), che torna in Gran Bretagna dopo sette anni di clandestinità a causa di una storia precedente che ha avuto un impatto sulle vite di tutti e che verrà raccontata in flashback. Queste tre morti saranno l’iniziale “innesco” di un complicato conflitto internazionale poiché, in concomitanza con questi eventi, l’ambasciatore cinese in Gran Bretagna viene trovato morto: non tarda troppo tempo per capire che tutti questi eventi potrebbero essere collegati tra loro.

In Black Doves c’è tutto quello che ci aspetteremmo di trovare in una serie del genere: un’investigazione dall’assoluto grado di segretezza; una donna che, dietro la facciata della moglie perfetta, nasconde un’indole decisamente più dinamica; l’ampio respiro internazionale, con le nostre superspie in continuo movimento e, nel caso del personaggio di Whishaw, che non sembrano appartenere davvero a nessun luogo.

Ben Whishaw e Keira Knightley in una scena di Black Doves
Ben Whishaw e Keira Knightley in una scena di Black Doves – Cortesia di Netflix

Una serie che sorprende

Grazie soprattutto a interpreti decisamente calati nella parte e alla scelta di incorporare un po’ di sano humor british, Black Doves regala al pubblico un’esperienza di visione soddisfacente. La serie cerca di caratterizzare al meglio i suoi volti di punta, tanto che la vita privata di questi assume un ruolo di primo piano nello sviluppo degli eventi. Anche se potrebbe sembrare che aderiscano alla fredda regola del non portare sul lavoro i conflitti casalinghi, qui non c’è intrigo internazionale in cui questi aspetti emotivi non siano almeno in parte coinvolti.

L’aspetto più problematico di Black Doves emerge a partire dalla metà della serie: i suoi personaggi di contorno sono così tanti e così poco definiti, che è molto difficile mantenere il livello di credibilità di cui questo tipo di show ha bisogno. Fortunatamente, come dicevamo, i due personaggi principali colmano le lacune, dando corpo e anima alla serie.

Il connubio tra action e comedy

Knightley, che torna sulla piattaforma dopo il film Lo strangolatore di Boston (2023), si afferma come baricentro drammatico di tutto ciò che accade, gestendo molto bene il classico conflitto dell’infiltrata che vive una doppia vita al punto da non riuscire più a distinguere chi è e di chi deve veramente fidarsi. D’altra parte, Whishaw si mette alla prova portando in scena un forte dramma emotivo personale: Sam è gay, aveva un compagno che ha dovuto lasciare per motivi di lavoro, e di cui sente ancora la mancanza. Questo profondo conflitto interiore deve coesistere con una sottotrama che coinvolge una coppia di assassini professionisti e il loro capo, un’accoppiata che sembra uscita direttamente da un film di Guy Ritchie.

Tra battute taglienti e una spiccata ironia, Knightley non vi farà mai perdere di vista la sua Helen, mentre Whishaw conferisce al suo Sam una vulnerabilità irresistibile, che vi farà pensare di non avere mai incontrato un sicario del genere nell’audiovisivo. Tra di loro, la componente comedy funziona egregiamente, ma l’incantesimo non si applica a tutti i personaggi e alle storyline secondarie che incontriamo strada facendo. Effettivamente, forse questa dispersione tonale potrebbe respingere qualche spettatore ma, per chi saprà comprendere che è parte del gioco, Black Doves promette di riservare le giuste sorprese.

LEGGI ANCHE: Black Doves è una storia vera e un’organizzazione segreta reale? Helen Webb è basata su una vera spia?

FBI – Stagione 7: data di uscita, cast, trama e tutto quello che sappiamo

Dal produttore Dick Wolf, FBI è stato uno dei più grandi successi della CBS negli ultimi tempi, e il procedurale di polizia ricco di azione tornerà per la settima stagione. Debuttata nel 2018, la serie segue gli agenti dell’ufficio dell’FBI di New York City mentre proteggono la città e il paese da varie minacce interne. Le impronte digitali di Dick Wolf sono presenti su FBI, che raggiunge un buon equilibrio tra la tipica formula del caso della settimana con il vantaggio di personaggi ben scritti e l’aggiunta della gravitas dell’FBI.

Non ci è voluto molto perché la serie ricevesse uno spinoff, e l’episodio della prima stagione “Most Wanted” è servito come episodio pilota per l’omonima serie. Negli anni successivi, il popolare procedurale della CBS è stato nuovamente scorporato e sta rapidamente diventando il prossimo franchise televisivo con più serie. Come altre creazioni di Dick Wolf, come Law and Order e la serie One Chicago, FBI funziona così bene grazie alle possibilità quasi illimitate che potrebbero facilmente vedere la serie principale estendersi per decenni. Anche con sei stagioni all’attivo, FBI non mostra segni di arresto.

Ultime notizie su FBI Stagione 7

Sebbene il cast della serie principale non sia cambiato molto in sei stagioni, le ultime notizie confermano che un membro del cast lascia l’FBI e un altro entra a farne parte. Katherine Renee Kane è entrata a far parte dello show nella terza stagione nel ruolo dell’agente speciale Tiffany Wallace, ma si prevede che se ne andrà nel corso della settima stagione. Al suo posto, Lisette Olivera si unirà al cast nel ruolo di Syd , membro dell’Unità di Analisi Comportamentale. Non è stata fornita alcuna ragione per l’uscita di scena della Kane, ma apparirà in almeno un episodio della stagione 7.

Data di uscita della stagione 7 di FBI

La stagione 7 debutterà a ottobre

La CBS ha debuttato con i suoi show sull ‘FBI nel febbraio 2024, e ci sono voluti solo pochi mesi perché la rete desse a tutti e tre gli ordini di stagioni aggiuntive. Il programma del martedì interamente dedicato all’FBI ha aiutato la CBS a dominare gli ascolti, e la rete continuerà questa tendenza quando la serie tornerà martedì 15 ottobre, a partire dalle 20:00 con FBI. Lo show di punta sarà seguito da FBI: International alle 21.00 e FBI: Most Wanted alle 22.00.

La stagione 6 di FBI si è conclusa il 21 maggio 2024.

FBI Stagione 7 Cast

Aspettatevi il ritorno dell’intero cast

I procedurali come FBI sono noti per mantenere i membri del cast per molto tempo, e non ci sono molti cambiamenti da una stagione all’altra. Anche se la sesta stagione ha visto la tragica morte del personaggio ricorrente Trevor Hobbs, interpretato da Roshawn Franklin, in genere i personaggi principali non cambiano spesso. Per questo motivo, ilcast della settima stagione dell‘FBI sarà probabilmente molto simile a quello della sesta, con il ritorno di Missy Peregrym nei panni dell’agente speciale Maggie Bell e del resto della sua squadra.

Katherine Renee Kane riprenderà il ruolo dell’agente speciale Tiffany Wallace nella stagione 7, ma lascerà il ruolo nel corso della stagione. Al suo posto ci sarà la nuova arrivata Lisette Olivera nel ruolo di Syd, un membro dell’Unità di Analisi Comportamentale. L’elenco dei ritorni previsti comprende:

  • Missy Peregrym – Agente speciale Maggie Bell
  • Zeeko Zaki -Agente speciale Omar Adom “OA” Zidan
  • John Boyd – Agente speciale Stuart Scola
  • Katherine Renee Kane – Agente speciale Tiffany Wallace
  • Alana de la Garza – SAC Isobel Castille
  • Jeremy Sisto – Assistente SAC Jubal Valentine
  • Lisette Olivera – Syd

FBI Stagione 7 – Storia

Previsto un formato caso per settimana

Il finale della stagione 6 dell’FBI non ha cambiato la traiettoria dello show, e la squadra ha eliminato con successo Hakim e ha anche dato a Wallace un po’ di chiusura emotiva dopo aver perso il suo partner sotto copertura nell’episodio 1. Detto questo, è difficile indovinare quale potrebbe essere la storia generale della prossima stagione, ammesso che ce ne sia una. Tuttavia, è quasi certo che la stagione 7 dell’FBI sarà come la maggior parte dei procedurali di successo e presenterà un formato di caso della settimana in cui gli agenti dovranno affrontare alcune delle più grandi minacce che la Grande Mela ha da offrire.

Harry Potter: Paapa Essiedu in trattative per interpretare Severus Piton

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Anche se non c’è ancora nulla di ufficiale al 100%, sembra che la HBO abbia trovato il nostro Piton del piccolo schermo. THR riporta che l’attore britannico Paapa Essiedu è in trattative per interpretare l’astuto maestro di pozioni di Hogwarts, il professor Severus Piton, nella prossima serie di Harry Potter. A Essiedu sarebbe stata offerta la parte, ma non è chiaro se le trattative siano iniziate sul serio.

Questa versione di Piton è descritta come “il maestro di pozioni di Hogwarts, malvagiamente intelligente e casualmente crudele, che si presenta come l’antagonista principale della storia nella prima stagione dello show”. Il personaggio è stato interpretato in precedenza dal compianto Alan Rickman negli otto film di Harry Potter della Warner Bros. Man mano che procediamo con la pre-produzione, confermeremo i dettagli solo quando avremo concluso gli accordi”.

Di recente abbiamo appreso che Mark Rylance era “in lizza” per interpretare il preside di Hogwarts Albus Silente, e gli addetti ai lavori ritengono che la star de Il ponte delle spie sia ormai prossima a concludere un accordo.

Poco fa è circolata la voce che Cillian Murphy (Oppenheimer, Batman Begins) potrebbe essere in lizza per interpretare il cattivo Voldemort, ma le fonti di THR dicono che non c’è nulla di vero.

Lo studio è attualmente alla ricerca di nuove leve per interpretare i tre ruoli principali di Harry, Ron ed Hermione e ha lanciato un casting call aperto per bambini di età compresa tra i 9 e gli 11 anni. Secondo quanto riferito, la WBD “spera di popolare il cast degli adulti con alcuni degli attori più noti del Regno Unito”.

Cosa sappiamo sulla serie tv di Harry Potter?

Francesca Gardiner (Succession, His Dark Materials, Killing Eve) è a bordo come showrunner e produttore esecutivo, mentre Mark Mylod (Succession, Game of Thrones, The Last of Us) è stato arruolato come produttore esecutivo e regista di più episodi.

La logline ufficiale dello show recita: “La serie sarà un adattamento fedele dell’amata serie di libri di Harry Potter dell’autrice e produttrice esecutiva J.K. Rowling. La serie sarà caratterizzata da un nuovo cast che guiderà una nuova generazione di fandom, ricca di dettagli fantastici e dei tanto amati personaggi che i fan di Harry Potter hanno amato per oltre venticinque anni.

Ogni stagione porterà Harry Potter e queste incredibili avventure a un nuovo pubblico in tutto il mondo, mentre i film originali, classici e amatissimi, rimarranno al centro del franchise e disponibili per la visione a livello globale.”

Il capo della Warner Bros. TV, Channing Dungey, ha dichiarato all’inizio di quest’anno che la serie sarà “più approfondita di quanto si possa fare in un solo film di due ore… questo è il motivo per cui stiamo facendo questo viaggio”. La serie tv non ha una data ufficiale di debutto, ma dovrebbe arrivare nel 2026.

Noir in Festival: il giorno di Joyce Carol Oates

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Noir in Festival: il giorno di Joyce Carol Oates

Il giovedì del Noir in Festival si prepara ad accogliere uno degli ospiti più attesi di questa edizione, la più grande scrittrice americana vivente Joyce Carol Oates, protagonista assoluta della giornata che culminerà con la consegna del Raymond Chandler Award in programma alle ore 18.00 al Teatro Franco Parenti.

Al termine della cerimonia, Oates racconterà al pubblico la sua ultima fatica letteraria, Macellaio (La Nave di Teseo), in dialogo con Antonio Monda e in collaborazione con La Milanesiana. Il 63mo romanzo della grande scrittrice americana si ispira a fatti reali accaduti all’interno di un manicomio femminile, in cui un sadico dottore inizia a praticare crudeli e brutali pratiche mediche su vulnerabili cavie femminili, trascurate dal sistema sanitario. Un racconto sugli abusi del patriarcato e sui diritti delle donne, potente e agghiacciante come solo la penna di Oates è in grado di rendere.

Tutta al femminile anche la storia raccontata dal film in concorso Mexico 86 di César Diaz (ore 17.00, Cineteca Arlecchino), ritratto di un’attivista guatemalteca, costretta ad abbandonare la patria e il figlio, perché in lotta contro la dittatura militare del paese. A dare il volto alla protagonista Maria, la celebre e acclamata Bérénice Béjo. Giovedì 5 sarà presentato anche l’unico titolo italiano in concorso, Dedalus di Gianluca Manzetti (ore 21.00, Cineteca Arlecchino), racconto distopico con al centro un nuovo social game che promette di ridefinire il mondo del Web 3.0 e di rendere il vincitore ricco e famoso, ma che nasconde torbide insidie, che arriverà in sala grazie a Eagle Pictures. Saranno presenti in sala il regista e Gianluca Manzetti e il protagonista Luka Zunic. Alle ore 19.00 sarà invece presentato un evento speciale con la proiezione del noir francese del 1946, Macadam, diretto da Marcel Blistène e Jacques Feyder.

Altro evento speciale all’Institut Français di Milano (ore 19.30), sarà un omaggio ad Alain Delon per celebrare uno dei più grandi divi della storia del cinema, scomparso lo scorso anno, con un incontro dedicato alla collaborazione nel senso più bello del noir tra Delon e il suo regista/maestro Jean-Pierre Melville e le immagini del loro ultimo film insieme, Un flic (1972).

Proseguono anche gli appuntamenti in programma all’università IULM, con il secondo appuntamento dedicato al mondo dei podcast. Gabriella Simoni, giornalista e inviata di guerra, introdurrà il pubblico del Noir la sua prima esperienza nell’universo dei podcast con Quei cattivi ragazzi (Chora Media), in dialogo con Mazzino Montinari e Marta Lucia Zanichelli (ore 11.00 – IULM 6, sala dei 146). Al centro della narrazione, le battaglie di giovani uomini che hanno trovato rifugio nella comunità Kayros di Milano, alla ricerca di un possibile riscatto personale.

Alle ore 15.00, sempre in sala dei 146, l’autore e storyteller Lorenzo Palloni presenterà, in dialogo con Francesco Cappellotto, il suo ultimo lavoro, È successo un guaio (Saldapress), graphic novel noir con al centro un’agenzia investigativa tramandata di generazione in generazione. A seguire, la Premiazione Contest Shorts Noir Comics Marathon in cui sarà reso pubblico il vincitore del contest fumettistico Shorts Noir Comics Marathon, in cui si sfidano fumettisti e disegnatori a riscrivere e ridisegnare dei film della storia del cinema in formato «corto a fumetti».  A scegliere la tavola vincitrice saranno tre premiati delle scorse edizioni della Maratona, Pietro Salateo, Nico Mancini e Chiara Onofri.

Prosegue anche la programmazione dei film in concorso per il Premio Caligari. È la volta di Caracas, diretto e interpretato da Marco D’Amore, ambientato in una Napoli ricca di contraddizioni che affascina e terrorizza (ore 17.30 – IULM 6, sala dei 146).

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