Nota sia al cinema che in
televisione, l’attrice Alison Brie si è affermata
negli anni come una fine interprete, sapendosi distinguere tra
ruoli impegnati e ruoli più commerciali che le hanno permesso di
ottenere popolarità presso il grande pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Alison Brie.
Alison Brie film
1 I film e la
carriera. Il debutto sul grande schermo per l’attrice
arriva nel 2008, con il film Parasomnia, Negli anni
successivi partecipa ai film The Coverup (2008),
Scream 4 (2011), The King of Summer (2013),
Search Party (2014), Duri si diventa (2015),
SWOP: I sesso dipendenti (2015), Single ma non troppo (2016), Quando un padre
(2016), The Disaster Artist (2017), e
The Post (2017), diretto da Steven Spielberg dove l’attrice
recita accanto ai premi Oscar Meryl Streep
e Tom
Hanks.
2 Le serie TV. La
carriera televisiva di Alison Brie ha inizio nel 2006 con la
partecipazione ad un episodio della serie Hannah Montana.
Successivamente prende parte a 35 episodi della serie Mad
Man (2007-2012), diviene nota per il suo ruolo in
Community (2009-2015), dove ricopre il ruolo di Annie
Edison. Dal 2017 è la protagonista della serie GLOW, dove interpreta Ruth
Wilder. Nella serie recita insieme alle attrici Betty
Gilpin e Sydelle
Noel.
3 Altri lavori.
Alison Brie è anche un’apprezzata doppiatrice. Ha infatti prestato
la sua voce alle serie animate Robot Chicken (2011),
American Dad! (2012), Axe Cop (2013), Bojack
Horseman (2014), per il personaggio della blogger Diane
Nguyen, e ai film d’animazione The LEGO Movie (2014)
e The LEGO Movie 2 (2019). Ha inoltre diretto alcuni
episodi della serie GLOW, di cui è protagonista.
Alison Brie Instagram
4 Ha un profilo
personale. L’attrice è presente sul social network con un
proprio account, il quale è seguito da 927 mila persone. Qui
l’attrice è solita condividere foto scattate in momenti di svago o
sul set dei lavori a cui prende parte. Non mancano fotografie
tratte dalle premiere a cui prende parte o post promozionali dei
suoi progetti da attrice.
Alison Brie marito
5 E’ sposata.
L’attrice è attualmente sposata con l’attore Dave Franco, fratello di
James
Franco. I due si sono conosciuti durante una serata di
gala nel 2011, e nel 2015 si sono fidanzati ufficialmente. Il
matrimonio è stato poi ufficializzato in gran segreto il 13 marzo
2017.
Alison Brie studi
6 E’ laureata.
L’attrice si è diplomata alla South Pasadena High School, per poi
iscriversi alla California Institute of the Arts, dove nel 2005 si
laurea con specializzazione in teatro. Durante gli studi
universitari l’attrice ha inoltre avuto modo di frequentare la
Royal Scottish Academy of Music and Drama a Glasgow, in Scozia.
Dopo gli studi ha iniziato a prendere lezioni di recitazione a
Hollywood, ottenendo poi i suoi primi ruoli.
Alison Brie: i suoi primi
lavori
7 Ha lavorato come
clown. Prima di ottenere i suoi primi ruoli
cinematografici e televisivi, Alison Brie ha lavorato come clown
alle feste di compleanno. Questo lavoro le permetteva di sostenere
i propri studi e allo stesso tempo è stata per lei un’ottima
palestra per imparare a rapportarsi con il pubblico.
Alison Brie premi e nomination
8 Ha vinto numerosi
premi. L’attrice ha collezionato fino ad ora un totale di
20 nomination e 7 premi vinti. Per il suo ruolo nella serie Mad
Men, nel 2007 l’attrice ha vinto lo Screen Actors Guild
Awards, nella categoria Outstanding Performance by an Ensemble in a
Drama Series, condiviso con l’intero cast. Per il suo ruolo nella
serie Community viene invece nominata nel 2012 come
Miglior attrice non protagonista ai Critics Choice Television
Awards. Infine, con GLOW ottiene le nomination agli Screen
Actors Guild Award nel 2018 e nel 2019 insieme all’intero cast
della serie, in aggiunta ad una nomination come Outstanding
Performance by a Female Actor in a Comedy Series.
Alison Brie GLOW
9 Il suo personaggio sta
crescendo. Alison Brie ha dichiarato di essere sempre più
interessata al personaggio di Ruth, il quale sta subendo delle
forti evoluzioni all’interno della serie. A partire dalla terza
stagione il personaggio affronterà infatti una crescita spirituale,
per risolvere il suo senso di smarrimento e ricercare il suo ruolo
all’interno del contesto da lei vissuto.
Alison Brie età e altezza
10 Alison Brie è nata a Los
Angeles, il 29 dicembre 1982. L’altezza complessiva
dell’attrice corrisponde a 160 centimetri.
Il destino dei Vendicatori originali
è stato deciso nel gran finale di Avengers:
Endgame, dove Iron Man e Vedova Nera hanno sacrificato
la loro vita per i compagni e Captain America che
ha finalmente avuto il lieto fine che meritava. Dopo aver
restituito tutte le gemme dell’infinito alle relative timeline e il
martello di Thor, Steve Rogers decide infatti di trascorrere il
resto della sua vita con Peggy Carter nel passato, riapparendo nel
presente come un uomo anziano.
Qualcuno si sarà chiesto quanti anni
aveva Steve quando è tornato alla realtà donando il suo scudo a Sam
Wilson, e ora alla domanda è stata finalmente data una risposta
ufficiale: 106. A rivelarlo è Jen Underdahl,
produttore degli effetti visivi di Endgame, in una recente
intervista con WIRED dove tra gli argomenti toccati c’era anche il
lavoro sul volto di Chris
Evans per la scena conclusiva del film. Ogni cosa
doveva dare all’attore “quel look da super soldato di 106
anni“, ha dichiarato.
Sembrerà logico, a questo punto,
fare un ripasso della storia del MCU iniziando dalla nascita di
Steve Rogers datata 1918, il che significa che il personaggio aveva
27 anni durante l’incidente con l’aereo nel 1945. Dopo essere stato
congelato nell’epilogo di The First Avenger,
ovvero nel 2011, ha ripreso a invecchiare normalmente, e dovrebbe
aver compiuto 39 anni durante Endgame, che si svolge nel 2023.
Sappiamo grazie allo sceneggiatore
di Endgame Stephen McFeely che Cap si è riunito con Peggy Carter
nel 1948, quindi ha trascorso 67 anni con lei, ritornando al 2015
che è il periodo in cui si svolgevano gli eventi di
Captain America: Civil
War. Da lì possiamo presumere che dopo aver salutato
sua moglie e probabilmente aver partecipato al suo
funerale, Steve abbia usato le sue particelle Pym rimanenti per
tornare nel 2023 e passare il suo scudo a Sam.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Sedicicorto International
Film Festival, sedicesima edizione, dal 4 al 13 ottobre
2019 a Forlì. Un gioco di numeri, che mai come quest’anno sono
significativi per la manifestazione che celebra il cinema breve.
240 le opere selezionate, provenienti da 125 paesi, sono 164 in
competizione e 76 fuori concorso, scelte tra le 5108 sottoposte al
comitato del festival. Numero record, cifre che confermano
l’importanza che l’evento forlivese, sempre sotto la direzione
artistica del suo fondatore Gianluca Castellini e
con il coordinamento di Joana Fresu de Azevedo,
sta assumendo nel panorama internazionale, ormai una delle più
importanti realtà italiane ed europee dedicate al mondo del
cortometraggio cinematografico.
Un festival che si aprirà con il
weekend di CortoInLoco, sezione competitiva
dedicata ai film prodotti in Emilia Romagna, scoprendo storie del
territorio, nuovi talenti dietro la macchina da presa e realtà
produttive che da alcuni anni hanno portato la regione a essere tra
le più attive in ambito cinematografico nel panorama nazionale.
A questi giovani talenti si uniscono
quelli della sezione Movie, il concorso
internazionale, una selezione da anni di livello mondiale. La
presenza quest’anno di Skin, il corto diretto da
Guy Nattiv, vincitore dell’Oscar 2019, lo
conferma.
Anche in
CortItalia troviamo a contendersi la
vittoria opere che già con un ricco palmares. Da
Frontiera, di Alessandro Di Gregorio, vincitore
del David di Donatello 2019, a
Falene, diretto da Marco Pellegrino e Luca
Jankovic, fresco Nastro d’Argento. E direttamente
dalla Mostra del Cinema di Venezia,
Destino di Bonifacio Angius, e
Super eroi senza super poteri di Beatrice
Baldacci.
Diventa sezione ufficiale anche
IranFest, il festival nel festival dedicato al
nuovo cinema iraniano, una meritata promozione dopo il grande
successo della prima edizione dello scorso anno, grazie all’ottimo
lavoro delle due coordinatrici Jessica Milardo e Alessandra
Orlo.
Sedicicorto 2019 sarà caratterizzato
da una forte componente femminile, caratterizzata dal 43% di opere
di registe donna in selezione e da uno dei premi alla carriera, che
verrà assegnato a una grande donna del cinema e del teatro
italiano, Milena Vukotic. L’attrice, che è anche
protagonista del cortometraggio in concorso Il ricordo di domani,
sarà celebrata dal pubblico del festival sabato 12
ottobre.
Altrettanto importante è la prima
edizione di Woman in Set, residenza artistica
riservata a quattro aspiranti professioniste del cinema. Una
regista, una sceneggiatrice, una montatrice e una cinematographer,
coordinate dalla regista Emanuela Ponzano e la
sceneggiatrice Alice Rotiroti.
Queste le prime notizie del
programma dell’edizione 2019 di Sedicicorto International Film
Festival, che si arricchirà ulteriormente nelle prossime settimane
con altri ospiti ed eventi.
Arriva in sala il 12 settembre
E poi c’è Katherine, il film Nisha
Ganatra, che vede protagonista e sceneggiatrice
Mindy Kaling, al fianco di una brillante
Emma Thompson.
Nel 2006 c’era Il Diavolo Veste
Prada, il mondo della moda, l’apparenza e le donne
tutte intorno a un ideale di bellezza frivolo, nel 2019, dopo il
#MeToo, la stessa storia non si può più raccontare
con gli stessi termini. E così la protagonista diventa una ragazza
indiana, il mondo delle riviste di moda quello dei Late Show e
nessuna ragazza ucciderebbe per quel posto, ma almeno una ragazza
deve starci, nel team, perché la società e la parità lo impongono.
Poco importa se al comando, allora come ora, c’è una donna bianca,
nei suoi 50, che ha tagliato numerose teste per stare in vetta.
Molly è una ragazza indiana che
viene assunta nello staff di autori di Katherine Newbury,
conduttrice del suo Late Show e vera e propria leggenda della tv.
La donna, fredda e decisa, ha deciso di assumere una donna, meglio
se una minoranza etnica, per cercare di ripulire la sua immagine e
Molly, che capisce di essere stata assunta perché donna indiana e
non per le sue capacità, deve faticare non poco per farsi
considerare degna di quel ruolo. Il cammino delle due donne, che
comincerà su binari separati e lontani, arriverà ad un punto
d’incontro, conciliante, in un finale scontato.
Ganatra racconta una storia
incredibilmente attuale, ma lo fa con grande ironia e qualche volta
cinismo. Si avvale di due donne straordinarie, da una parte la
magnifica Emma Thompson, brillante donna in
carriera che sfiora il cliché della strega cattiva ma che riesce ad
addolcirsi a a capire che venirsi incontro è meglio che
combattersi, soprattutto tra donne, e dall’altra la Kaling, che
porta al film non solo ironia e comicità, ma anche un’esperienza
personale autentica, dato il suo ruolo di autrice in The
Office.
Quello che E poi c’è
Katherine manca di approfondire è il meccanismo che c’è
dietro alla costruzione di una battuta, di un programma come quelli
che negli Stati Uniti funzionano alla perfezione, grazie alla
presenza di talentuosi anchorman quali Jimmy Kimmel o Seth
Meyers (che interpreta se stesso nel film). Nel film,
tuttavia, la protagonista/sceneggiatrice e la regista riescono ad
aprire una porta su quello che potrebbe/dovrebbe essere il rapporto
che c’è tra le donne, anche sul posto di lavoro.
Nel post #MeToo,
E poi c’è Katherine lancia un messaggio di
comunicazione e complicità, di parità in un mondo in cui le donne
devono sempre fare un po’ di fatica in più, anche contro loro
stesse. Nonostante l’apparente banalità di quanto il film vuole
dire, non si tratta di un messaggio scontato, e soprattutto si
sceglie di porlo al pubblico tutto in maniera intelligente e
leggera.
La piccola June si diverte con sua
madre a immaginare un meraviglioso parco abitato da bizzarri
animaletti dove accadono prodezze, Meravigliandia. June è
una bimba con un forte potere di immaginazione e con una grande
passione per l’ingegneria ma, quando la madre si ammala ed è
costretta a stare lontana da casa, nella piccola protagonista nasce
un forte senso di vuoto e depressione. Proprio grazie a quel parco
immaginario, June ritroverà la felicità, imparando ad accettare il
dolore e tornando a essere la bimba di una volta.
Wonder Park è un
film divertente, ricco di insegnamenti per i più piccoli, ideale
per i bambini ma adatto a tutta la famiglia, è disponibile dal 28
agosto in DVD e Blu-ray con Universal Pictures Home
Entertainment Italia con una serie di contenuti extra e
scene eliminate.
Saga Jurassic Park
Dal genio di Steven Spielberg, uno dei film
ambientati in un parco decisamente meraviglioso! Su una piccola
isola in mezzo all’oceano uno stravagante miliardario ha dato vita
a un parco dove vengono clonato i dinosauri. Da qui numerose
avventure prendono vita nei film, ormai ben sei, che vedono come
protagonista un parco a dir poco spaventoso.
Adventureland
Un film del 2009 con protagonisti
Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Lo studente James è costretto
a lavorare in un parco divertimenti per aiutare il padre con i suoi
problemi finanziari, qui incontrerà la ribelle Emily e capirà
l’importanza di godere delle piccole cose. Il luna park come luogo
ideale di una felicità possibile.
Toy Story 4
Quarto capitolo della saga di
grande successo Pixar, Toy Story 4 divertente ed emozionante. Woody,
Buzz, Mr Potato e compagni sono ormai i giocattoli di Bonnie, una
tenera bambina alla quale Woody regala un giocattolo assemblato. Da
qui numerose avventure che insegneranno alla bimba l’importanza
dell’amore e dell’amicizia, nonostante la “diversità”. Al
centro di queste avventure il luna park, un luogo immaginifico e
meraviglioso per eccellenza dove ritrovare e far crescere la forza
dei sentimenti.
Hell Fest
Un film che, ambientato in un parco
degli orrori, ripercorre storia e cliché del genere. Un gruppo di
nerd appassionati di film dell’orrore decide di partecipare al
festival più importante per gli amanti dell’incubo al cinema. Ma la
finzione diventa realtà e i ragazzi dovranno superare una serie di
feroci prove che solo i da veri amanti del genere potranno
risolvere. Il parco dei divertimenti diventa un angosciante viaggio
nel cinema.
Sequel di Piccole Bugie tra
Amici, Grandi Bugie tra Amici, al
cinema dal 12 settembre, è il nuovo film di Guillaume Canet che torna alla regia dopo la
battuta d’arresto di Blood Ties, del 2013. Il
titolo infelice italiano si ricollega a quello del primo film,
sempre in italiano e anch’esso malamente tradotto, lasciando
intendere una rete di segreti nel gruppo di protagonisti, premessa
disattesa dal racconto, che procede su altri binari.
Come nel primo film, anche in
questo caso questo gruppo di vecchi amici si ritrova nella casa sul
mare di uno di loro per le vacanze. Questa volta però la loro è
quasi un’imboscata all’amico più anziano, perché si tratta di
organizzare una festa a sorpresa per i suoi 60 anni e di ricucire
un’amicizia che si era spezzata, per litigi molto violenti, tre
anni prima. A distanza di otto anni, gli amici sono invecchiati, si
sono allontanati, vivono una fragilità tutta nuova e anacronistica,
fuori dalla loro età.
Canet è sempre stato abituato a
lavorare con un gruppo di amici, attori di prima categoria in
Francia e noti in tutto il mondo, per non parlare di Marion Cotillard, sua moglie nella vita reale
e che spesso lui dirige. Questa volta però il regista e attore si
concentra troppo sulla nostalgia, non solo quella degli amici che
sono pieni di rimpianti, ma sembra anche la sua verso un passato
più vivo, forse più promettente.
Se il primo film era molto centrato
sui rapporti di amicizia, sulle dinamiche che tenevano in
equilibrio il gruppo, priorità di ognuno, la vita, il tempo, i
figli, tendono a disperdere questa unità, che ormai è raccontata
più per singole storie che si intrecciano con quelle degli altri,
che come dimensione collettiva, che poi era il punto forte e di
maggiore interesse delle “piccole bugie”.
In questo caso, i nostri
protagonisti agiscono in maniera impulsiva, violenta,
sconclusionata, sono immaturi e non sono in grado di gestire le
proprie vite, figurarsi avere cura dei figli che si ritrovano, i
quali chiedono attenzione e pazienza, cura, come ogni figlio. Le
famiglie, allo stesso modo, si sfaldano, si aprono, si
arricchiscono, non sono più tradizionali e si aprono a nuove
possibilità, ma questo quadro così chiaro della società si scontra
con l’immaturità cronica dei personaggi, in più di una occasione
inverosimili.
Divertente e con alcuni momenti
intelligenti che mettono in evidenza la complicità, anche nella
vita reale, tra interpreti e regista, Grandi Bugie tra
Amici non replica la bellezza del primo film, diventandone
la copia stanca e male invecchiata.
IT: Capitolo Due è
al cinema e, come ogni film tanto atteso, sta dividendo i fan,
nonostante i numeri del botteghino siano incredibili, sia negli USA
che in tutto il resto del mondo. Come ogni film tratto da materiale
originale molto ricco, è normale che anche IT: Capitolo
Due sia pieno di Easter Egg, cameo e segreti, riferimenti
al testo di partenza e a tutto il mondo pop che è stato influenzato
e che ha influenzato dalla storia.
Dai rimandi al Capitolo
Uno, ai riferimenti nascosti al libro, fino alle citazioni
da altri film, ecco una serie di Easter Eggs di IT:
Capitolo Due:
Il ritorno di Adrian Mellon
Un cambiamento importante
del film rispetto al libro è che nel film si insinua, senza però
scendere troppo nei dettagli, che Richie nutrisse, da ragazzino,
dei sentimenti romantici per Eddie, sentimenti che lui ha il
terrore che vengano riportati alla luce.
Quando l’adulto Richie ritrova
Pennywise a Derry, il villain allude al fatto che lui ha un segreto
che non vuole svelare, quello che potrebbe essere sfuggito
all’attenzione è il fatto che Adrian Mellon (il giovane omosessuale
attaccato da un gruppo di omofobi all’inizio del film prima di
essere ucciso dal clown), in versione zombie mangiucchiato da
Pennywise, consegna un volantino al terrorizzato Richie.
Il puzzle di Stan
Stan ha solo un ruolo secondario in
IT: Capitolo Due, visto che si toglie la vita a inizio film, subito
dopo aver ricevuto la telefonata di Mike. Mentre nel romanzo
sappiamo che le sue motivazioni sono legate alla paura e allo
“schifo” di dover rientrare nelle fogne per affrontare il clown
assassino, nel film sembra che si sia provato a nobilitare il suo
gesto, quando viene reso noto che Stan si è ucciso per riportare
insieme il Club dei Perdenti.
Gli osservatori attenti hanno notato
che, quando Stan riceve la sua telefonata, è alle prese con un
puzzle che raffigura degli uccelli. Chi ha letto il romanzo, sa che
il personaggio ha la passione per il Birdwatching, cosa che nei
film resta in secondo piano ma che nello show anni ’90 era ben
raccontata. Gli uccelli sul puzzle possono essere senza dubbio
un’indicazione per quello.
Gazebo
Quando diventa chiaro che
il piano dei Perdenti di fermare Pennywise non funzionerà, il
pagliaccio demoniaco prende in giro il gruppo di adulti e parla
dell’effetto “placebo” del rituale utilizzato. Tuttavia, invece di
dire Placebo, dice Gazebo.
Si tratta di un riferimento al primo
film, a quando un Eddie arrabbiato con la madre, la rimprovera dopo
aver appreso che le pillole che gli ha fatto prendere sono in
realtà solo un placebo o, come erroneamente li chiama, un “gazebo”.
La cosa terrificante di questo dettaglio è che evidentemente
Pennywise stava guardando e ascoltando, e più che probabilmente
influenzando le azioni della madre di Eddie.
Il rituale di Chüd
Quelli che non hanno letto il
romanzo, potrebbero chiedersi da dove sia venuta l’idea del Rituale
di Chüd, ma si tratta di qualcosa che è stata inventata da Stephen
King stesso.
Tuttavia, la versione per il grande
schermo è totalmente diversa, poiché tutto è stato reinventato e
riscritto per il film. Nel libro, il rituale prevedeva che Bill
viaggiasse verso una dimensione diversa e un Dio noto come Maturin
la Tartaruga, quindi è facile capire perché sia cambiato.
I poster nel club
Una scena molto bella del
film vede i nostri eroi adulti ritrovare la club house sotterranea,
costruita dal cicciottello Ben. Nella casetta si nota un poster di
Lost Boys, il film del 1987 che racconta di un gruppo di ragazzi
che fanno i conti con dei vampiri che invadono la loro città. Una
specie di parallelismo abbastanza immediato con la condizione dei
Perdenti che devono combattere contro il mostro che appesta
Derry.
Parlando di film, il cinema che
Richie visita ha appeso alle pareti un poster a brandelli di C’è
posta per te, con Tom Hanks e Meg Ryan, che indica che forse il
cinema è stato chiuso nel 1998.
Il cameo di Stephen King
Per motivi che non sono del tutto
chiari, Stephen King si presta a un cameo lungo e leggermente
imbarazzante in It: Capitolo Due, nei panni del proprietario di un
negozio di antiquariato che rivende a Bill la sua vecchia bici.
Visto che Bill nel film è anche uno scrittore alle prese con
l’adattamento cinematografico del suo romanzo di maggiore successo,
è possibile che la scena rappresenti un inside joke.
Quelle battute sui libri di Bill che
hanno sempre un finale deludente sono chiaramente un riferimento a
quello che la gente dice del lavoro di King. Un’autoironia davvero
sopraffina!
La cosa
Nella scena della casa di
Neibolt, la testa di Stan si trasforma in un ragno, con delle
zampette che gli crescono dai lati. La disgustosa creatura comincia
ad inseguire i Perdenti in una scena che ricorda da vicino La Cosa
di Carpenter. La stessa cosa è successa alla testa di Vance Norris
nel classico horror di John Carpenter. Si tratta di un riferimento
così preciso ad un altro film che forse solo i fan di Carpenter
possono averlo colto.
Qualche altro meta-cammeo
Il cameo di Stephen King è
ovviamente evidente, ma non è l’unica apparizione degna di nota che
il film offre. Quando l’adulto Eddie rivisita la farmacia in cui ha
trascorso gran parte della sua giovinezza, uno dei clienti sullo
sfondo è proprio Andy Muschietti, regista dei due film. Inoltre,
prima che Bill arrivi a Derry, passiamo un po’ di tempo con lui sul
set di un film e il regista che lo rimprovera è interpretato Peter
Bogdanovich, regista nella vita reale, che sembra interpretare
nessun altri che se stesso!
Inoltre, quando Ben tiene
quell’incontro via Skype all’inizio, uno degli uomini in
collegamento con lui è interpretato da Brandon Crane, l’attore che
ha interpretato il ruolo del giovane Ben nella serie TV degli anni
’90, con Tim Curry nei panni di Pennywise il clown.
“Abbastanza veloce per battere il
diavolo”
Nel romanzo, la bici di
Bill, Silver, svolge un ruolo cruciale nella guarigione di Adua, la
moglie catatonica (lei e il marito di Beverly sono stati
completamente esclusi dal film a parte i loro brevi cameo
all’inizio).
In It: Capitolo Due, tuttavia, c’è
ancora un cenno al materiale originale quando Bill sottolinea che
la sua bici d’infanzia è “abbastanza veloce da battere il diavolo”.
Questa è una battuta presa direttamente dal libro.
La carriera da adulti dei
Perdenti
Per la maggior parte, i lavori che i
Perdenti svolgono da adulti rimangono invariati rispetto al libro.
Vengono apportate lievi modifiche, ma Bill rimane uno scrittore,
Bev è una stilista, Ben è un architetto e Mike è rimasto indietro a
Derry per vegliare sulla città.
Tuttavia, Eddie si è trasformato da
proprietario di una compagnia di limousine a un analista di
assicurazione del rischio (che sicuramente sembra appropriato) e
Richie ora è un cabarettista piuttosto che un DJ radiofonico. È
interessante notare che anche la versione della serie TV degli anni
’90 è stata modificata in questo modo.
“Ecco Johnny!”
Durante la lunga battaglia
finale tra i Perdenti e Pennywise, Bev si ritrova intrappolata in
un gabinetto ed è terrorizzata da una serie di volti familiari del
suo passato. Tra loro c’è Henry Bowers (un altro personaggio il cui
ruolo è notevolmente ridotto nel film) che presenta in un modo che
dovrebbe essere familiare ai fan di Stephen King.
Mentre Henry si fa strada attraverso
la porta, grida “Ecco Johnny!”. Sembra un chiaro riferimento a
Shining e alla battuta di Jack Nicholson.
La mamma / moglie di Eddie
Questa è davvero
strana. L’attrice che interpreta la moglie di Eddie in It:
Capitolo Due è interpretata dalla stessa attrice che ha
interpretato sua madre nel primo film, Molly Atkinson. Si potrebbe
pensare che sia una scelta insolita, ma il romanzo in realtà
descrive la moglie di Eddie come un riflesso di sua madre e
probabilmente dice molto sull’impatto che l’infanzia di Eddie ha
avuto su di lui quando ha raggiunto l’età adulta.
The Overlook Hotel
Un tema ricorrente in
questo sequel sono i tentativi di Bill di salvare un bambino da
Pennywise. Alla fine, la sua missione fallisce, ma quando i due si
incontrano, vicino allo scarico dove Georgie è stato ucciso, si
noterà che lo skateboard del ragazzino presenta uno schema
familiare.
Sebbene sia estremamente sbiadito, è
lo stesso design iconico che adorna il tappeto dell’Overlook Hotel
nell’adattamento per il grande schermo di Stanley Kubrick di The
Shining.
Il ragno gigante
Proprio come nel romanzo, la
battaglia finale vede Pennywise trasformarsi in un gigantesco
ragno. La differenza qui, tuttavia, è che il mostro rimane
parzialmente clown, e questo ovviamente lo rende meno
minaccioso.
La differenza più grande è che la
versione del libro di Pennywise diventa completamente un ragno e la
sua tana è piena di uova che alla fine vengono distrutte. È anche
chiaro che lui sia in realtà una donna, ed è effettivamente di
nuovo incinta, pronta a una nuova covata malefica – qualcosa che
rende la battaglia tra le forze del bene e del male ancora più
vitale poiché c’è il rischio che nuove mostruosità vengano al
mondo.
Christine
Ci sono alcuni cenni al lavoro di
Stephen King in IT: Capitolo Due, ma due dei più
degni di nota rendono omaggio a Christine – la macchina infernale.
Per cominciare, la targa dell’auto demoniaca (CQB 241) si vede
appesa sopra al bancone del negozio di antiquariato di proprietà
del personaggio di Stephen King.
Poi, in un flashback che vede i
Perdenti ragazzini, Eddie viene mostrato con una maglietta con
sopra l’auto malvagia.
Come annunciato all’inizio
dell’anno, i Marvel Studios porteranno sulla nuova
piattaforma streaming Disney + una serie
televisiva dedicata interamente a Loki. Il Dio
dell’Inganno tornerà quindi protagonista anche sul “piccolo”
schermo dopo essere apparso in numerosi capitoli cinematografici
dell’universo Marvel, e sarà interpretato ancora
dall’idolo dei fan Tom
Hiddleston.
Ma in che modo verrà ripristinato il
personaggio e come farà a re-inserirsi nella timeline del MCU? Ecco qualche teoria:
Tesseract e timeline
alternative
Tra tutte questa è forse lo scenario
più probabile, in qualche modo già confermato dalla Marvel. In Infinity
War Loki muore ucciso da Thanos all’inizio del film ma
quando in Endgame i Vendicatori tornano al 2012
durante la Battaglia di New York lo vediamo fuggire con il Tesseract. La linea
temporale che conoscevamo è compromessa, o meglio, alterata, e in
quella nuova creata da Loki il Dio dell’Inganno è vivo e sta
fuggendo da Thanos.
Una morte “falsa”
Come sapete il Tesseract è più di un
semplice cubo magico, incredibilmente potente e in gradi di
deformare il tessuto stesso dello spazio, creando wormhole ovunque.
Ed è probabile che tra i suoi poteri rientri anche la capacità di
mostrare a chi ne fa uso visioni del futuro. Sarà questo il punto
di svolta della serie? Loki potrebbe essere a conoscenza degli
altri poteri della gemma dello spazio falsificando la sua morte
perché sa cosa gli riserva il futuro?
Viaggi nel tempo
I viaggi nel tempo sono stati
sdoganati nel MCU, e se Loki è
in grado di maneggiare la stregoneria quanto un Doctor Strange con il Tesseract, questo
significa che il suo rapporto con le dimensioni passate, presenti e
future è uno scenario possibile da analizzare nella serie
giustificando così il suo ritorno. Dopotutto il personaggio sapeva
come uscire da Asgard e ora può viaggiare ovunque nei Nove Regni o
addirittura avvertire le versioni alternative di se stesso di ciò
che accadrà…
Ritorno a The Dark World
Nel primo Thor lo spettatore era
portato a credere che Loki si fosse gettato dal Bifrost salvo
scoprire più tardi che era stato risucchiato in un wormhole. In
Thor: The Dark World invece
eravamo convinti che Loki fosse stato pugnalato a morte da Kurse,
mentre alla fine del film riesce perfino ad usurpare il trono di
Asgard. Magari nella serie creerà un’altra illusione di se stesso
mentre muore generando un poster che lo rende immune agli attacchi
fisici?
La truffa di Loki
Per tenere fede al suo nome, il Dio
dell’Inganno ama pianificare le sue mosse in modo da vincere in
qualsiasi scenario (o quasi). In The Avengers tutto ciò a cui
ambiva era un trono, sulla Terra o ad Asgard non importava, e ha
sempre trovato la soluzione migliore per sopravvivere. Forse la
serie stessa sarà frutto dei suoi giochi di prestigio e ciò a cui
assisteremo sarà solo il risultato di questo grande inganno?
A gennaio il sito We Got This
Covered aveva diffuso la voce secondo cui i Marvel Studios avrebbero lavorato
prossimamente ad un cinecomic sugli Young Avengers
introducendo Kate Bishop (la figlia di Occhio di
Falco), Hulkling, Iron Lad,
Patriot, Wiccan,
Stature e Visione (non la
versione di Paul Bettany ovviamente). La notizia trovava una
possibile conferma nelle parole di Kevin
Feige in merito ai progetti futuri dell’universo
condiviso (“Vedremo in che modo si evolveranno queste
idee…Stiamo preparando il terreno.”) ma da allora non abbiamo
più avuto aggiornamenti.
Ora è Daniel Richtman tramite Full
Circle a rivelare che lo studio starebbe sviluppando non un film,
ma una serie tv destinata alla piattaforma di Disney + e che anche
i Campioni di Los Angeles (The Campions) potrebbero essere
coinvolti nella trama insieme ad America Chavez a.k.a. Miss
America.
Sarà davvero così o l’indiscrezione non troverà nessuna conferma
ufficiale?
Vi ricordiamo che l’universo
cinematografico dei Marvel Studios si prepara
ad allargare ulteriormente i propri confini sbarcando sulla
piattaforma streming di Disney
+ a partire dal prossimo anno con alcuni prodotti
originali, come annunciato poche settimane fa durante il lancio del
servizio.
Sul palco dell’evento è salito
Kevin Feige, spiegando come “Il MCU post-Endgame sarà estremamente
diverso e focalizzato sui legami tra Disney+ e il nostro futuro” e
annunciando le serie dedicate a Scarlet Witch e
Visione, Falcon & Winter Soldier, Loki e
Occhio di Falco.
Come ufficializzato dai Marvel Studios durante il D23 Expo, Kit
Harington vestirà i panni di Black
Knight e farà parte del cast de Gli
Eterni, ambizioso progetto inserito nella Fase 4 del
MCU. Ma cosa conosciamo davvero del
personaggio e cosa possiamo aspettarci?
Intanto ripercorriamo la sua storia nei fumetti e tutto quello
che c’è da sapere:
Il suo vero nome
Chi conosce i fumetti saprà che il
nome di Black Knight è Dane Whitman (o almeno, uno
dei tanti). Prima di indossare il mantello da supereroe Dane cresce
a Gloucester, nel Massachusetts, e successivamente decide di
vendicare la morte dello zio, Nathan Garrett aka il quarto
Cavaliere Nero, schierandosi prima contro i Vendicatori e poi
contro i Signori del male.
Dane Whitman è il terzo Black
Knight
Come ogni supereroe Marvel, il costume di Black Knight
è stato indossato da più persone, e quella che vedremo nel MCU sarà appunto la terza versione
della storia (Dane Whitman), aggiornando poteri e uniformi
medievali ai giorni nostri.
Il suo passato con Iron Man
Sir Percy fu il Cavaliere Nero che
conferì una certa importanza alla famiglia Whitman, ma il suo onore
venne distrutto quando Nathan Garrett prese il mantello usando i
nuovi poteri per diventare un supercattivo. Più tardi venne colpito
da Iron Man, e ritirandosi a casa confessò tutti i
suoi crimini al nipote Dane. Per questo motivo l’eroe impugnò la
spada mistica per vendicarsi di Tony Stark…
Spada e scudo
Le armi sono quasi un marchio di
fabbrica del MCU, basti pensare allo scudo di
vibranio di Captain America, al martello di Thor o al Guanto
dell’Infinito di Thanos, quindi aspettiamoci lo stesso trattamento
per Black Knight con la sua Spada di luce e lo
Scudo della notte. Il secondo può essere usato per assorbire
energia da ogni colpo, con l’altra che invece può trasferire
quell’energia all’aggressore.
La sua nemesi
Il Cavaliere Nero originale apparve
per la prima volta durante il regno di Re Artù e la sua nemesi era
Mordred, figlio illegittimo del sovrano che tradì
la sua famiglia. Sconfitto Mordred, il suo spirito venne
reincarnato dagli dei celtici infernali permettendogli così di
tornare sulla Terra ai giorni nostri e combattere contro Dane
Whitman, ovvero l’attuale Cavaliere Nero.
New Avalon
Black Knight vive in una dimensione
magica chiamata Weirdworld, dove è a capo del regno chiamato
New Avalon. Questo lo proietta come prossimo
sovrano di una lunga serie di eroi del MCU a svolgere un ruolo del genere
dopo Thor di Asgard, Black Panther del Wakanda, Valkyrie dellaNew
Asgard.
Genio della fisica
Come molti personaggi del MCU, anche Dane
Whitman è un genio scientifico, però nel campo della
fisica, avendo conseguito un master in materia e dimostrato in più
occasioni di di essere esperto in numerosi campi. Ciò potrebbe
portare il personaggio a lavorare al fianco di Hank Pym, Shuri o
Bruce Banner…
Armi
Lo scudo della notte e la spada
della luce non sono le uniche due armi nel suo
ricchissimo arsenale, ma sono le uniche due con poteri magici.
Diversi strumenti ereditati dallo zio sono invece alimentate dalla
tecnologia come un’armatura, una lancia in grado di sparare
esplosioni di energia e un cavallo bianco alato geneticamente
potenziato di nome Aragorn.
Abilità magiche
Affondando le radici nella leggenda
medievale, non si può escludere dal racconto di Whitman l’elemento
mistico, considerando che le sue armi sono potenziate dalla magia;
tuttavia non trattandosi di un maestro delle arti mistiche o di un
mutante Dane non può creare uno scudo impenetrabile o spostare la
materia a mani nude come Scarlet Witch, ma ha
comunque delle abilità.
Il suo percorso nel MCU
Il film sugli
Eterni uscirà nell’estate del 2020 e segnerà la
prima apparizione di Black Knight nel MCU, pur non esaurendo il percorso
del personaggio al cinema. Kevin Feige ha suggerito che l’eroe ha
davanti a sé un futuro brillante, e chissà che non lo rivedremo in
qualche titolo collettivo insieme agli Avengers o in una serie
standalone su Disney +…
In arrivo nelle nostre sale
Brave
Ragazze, la nuova commedia di Michela
Andreozzi, scritta dalla stessa Andreozzi insieme ad
Alberto Manni e definita dalla regista un film
“bigodini e pistole”. Una Action Comedy ambientata negli anni ‘80 e
ispirata a una storia vera, che schiera, nelle vesti di quattro
rapinatrici improvvisate, Ambra Angiolini, Ilenia
Pastorelli,
Serena Rossi e Silvia D’Amico.
Insieme a loro
Luca Argentero, Stefania Sandrelli e Max
Tortora. Nel cast anche la stessa Michela
Andreozzi in un piccolo ruolo e Massimiliano
Vado.
Così come Nove lune e mezza, primo
film di Michela, Brave Ragazze è prodotto da Paco
Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia e sarà
distribuito da Vision Distribution a partire dal
10 ottobre 2019.
Brave Ragazze, la trama
A Gaeta, primi anni ’80. Quattro
donne in crisi provano a cambiare il corso delle loro vite armate
di bigodini e pistole. Anna (Ambra Angiolini) è una ragazza madre,
due figli da mantenere e nessun lavoro stabile. Maria (Serena
Rossi) è una timida devota alla Vergine, vittima di un marito
violento. Chicca (Ilenia Pastorelli) e Caterina (Silvia D’Amico),
sorelle di indole opposta, sognano un futuro migliore, lontano. Col
coraggio di chi ha poco da perdere, decidono di travestirsi
da uomini e svaligiare insieme la banca del paese. Ma è solo
l’inizio di una serie di azioni spericolate, su cui è chiamato ad
indagare il commissario Morandi (Luca
Argentero), un vortice destinato a stravolgere per
sempre il destino di quattro “brave ragazze”.
Nuove indiscrezioni su
L’Ascesa di Skywalker, episodio finale della nuova
trilogia in uscita a Dicembre, arrivano da Making Star
Wars, uno dei siti più attendibili in materia di
spoiler sul franchise, e stavolta al centro delle discussioni c’è
il ritorno dell’Imperatore Palpatine annunciato
già dai trailer e il ruolo che il personaggio avrà nel film.
A quanto pare diverse fonti
suggeriscono che il villain stia tramando per far salire sul trono
della galassia Kylo Ren e Rey
come imperatore e imperatrice del suo nuovo regno. Palpatine si
rivolge a loro come la “dyad”, termine fa riferimento ai lati
positivi e negativi della Forza, e questa unione dovrebbe
ringiovanirlo così da riacquistare il potere bramato per anni;
quando tutto ciò accadrà, un lampo di Forza si abbatterà sulla
galassia in maniera così forte da distruggere una nave della
Resistenza.
Nel frattempo il Primo Ordine non è
a conoscenza del fatto che Palpatine sia sopravvissuto agli eventi
de Il Ritorno dello Jedi, e le fonti concludono
che il film finirà con Rey che visita alalla fattoria di Lars, e
quando un individuo del posto le chiede il suo nome l’eroina
risponderà “Il mio nome è Rey, Rey Skywalker“.
Quanto di vero ci sarà nei rumor
trapelati? Sarà davvero questo l’esito di Episodio IX? Che ne
pensate?
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nelle sale a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
La “febbre” di Joker sta contagiando
tutti, dalla stampa stregata alla Mostra del Cinema di Venezia (il
film ha conquistato il Leone d’Oro della
giuria) al pubblico del Toronto Film Festival, dove il cinecomic di
Todd Phillips è stato presentato pochi giorni fa.
E tra chi non vede l’ora di entrare in sala per ammirare il lavoro
di Joaquin
Phoenix c’è anche Christian
Bale, Batman per Christopher Nolan e ora protagonista
di Ford V Ferrari, che ha parlato così con ET
Canada:
“Joaquin è uno dei migliori
attori in circolazione. Avendo lavorato con Heath Ledger so che
entrare nei panni di Joker dopo di lui è qualcosa di coraggioso, ma
credo sia in linea con le scelte interessanti della sua carriera.
Muoio dalla voglia di vederlo, e auguro a tutto il team il
meglio“.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast Joaquin
Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e arriverà
nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato negli anni Settanta e racconterà l’evoluzione di un uomo
ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti
conosciamo.
Per quanto riguarda Bale, lo
rivedremo presto nelle sale con Ford v Ferrari (da
noi tradotto con Le Mans ’66 – La grande
sfida) il film diretto da James
Mangold (Logan, Walk The Line) che vede
protagonista anche Matt
Damon.
Il film ambientato nel 1966, durante
la preparazione della 24 Ore di Le Mans in Francia, e segue il
coraggioso pilota britannico Ken Miles portare a termine la
missione del designer americano Carroll Shelby che ha appena
costruito una vettura rivoluzionaria per l’epoca. Talmente
eccezionale da permettergli di sfidare il dominatore
dell’industria, il marchio Ferrari.
L’epica battaglia finale di Avengers:
Endgame ha riunito sul grande schermo, e per la prima
volta nella storia del MCU, quasi tutti i personaggi
finora introdotti al cinema in una sequenza d’azione memorabile
ricca di grandi momenti, tra cui anche il female-assemble
delle supereroine (esclusa Vedova Nera, morta per ottenere la gemma
dell’anima su Vormir) che proteggono la corsa del guanto
dell’infinito in mano a Spider-Man fino al Regno Quantico.
Buona parte della riuscita si deve
all’incredibile contributo della Weta Digital, una delle società di
di effetti visivi che ha lavorato a Endgame, e finalmente possiamo
dare un’occhiata al processo creativo che ha portato alla
realizzazione del terzo atto nel video qui sotto.
come dichiarato da Matt Aiken
(supervisore della Weta) in una recente intervista l’ispirazione,
l’ispirazione è arrivata dal capolavoro di Peter
Jackson, vincitore di undici premi oscar, Il
Ritorno del Re:
“Sono esattamente le cose che
abbiamo imparato dal Signore degli Anelli e che siamo stati in
grado di portare anche qui. In queste grandi scene di battaglia non
puoi trattare tutti allo stesso modo, quindi in Endgame abbiamo
creato diversi tipi di esercito da entrambe le parti, compresa la
parte di Thanos e quella dei nostri eroi. Da un lato ci sono i
wakandiani, gli asgardiani, i Ravagers, gli stregoni e dall’altra i
Chitauri, gli Outriders, i Sakaarans e l’Ordine Nero. L’obiettivo
era preservare i singoli stili di combattimento per ognuna di
queste sotto-armate, in modo che quando si verifica uno scontro,
possiamo dire se si tratta di uno o dell’altro“.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
La Fox Searchlight
Italia ha diffuso il trailer italiano di La
vita nascosta (A Hidden Life), il nuovo film di
Terrence Malick che è stato presentato al Festival
di Cannes 2019. Il trailer non informa, purtroppo, su quale sia
la data d’uscita ufficiale del film nel nostro Paese.
La storia di A Hidden
Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino
austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente
cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di
arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.
Warner Bros. Home Entertainment
Italia celebrare il regista premio Oscar Pedro
Almodóvar – premiato con il Leone d’Oro alla
carriera durante la 76esima edizione della Mostra
del Cinema di Venezia, come riconoscimento ad un artista
unico, multiforme ed emozionante – con l’uscita in home video di
due prodotti esclusivi: il suo ultimo capolavoro, Dolor
Y Gloria (recensione),
premiato al festival
di Cannes, con il premio per il migliore attore
adAntonio Banderas, e ilprezioso boxset
“Almodóvar Collection” che lo ricomprende insieme
ad altri cinque film della sua straordinaria carriera.
Dolor Y Gloria è
già disponibile per l’acquisto in digitale su Apple TV App, Google
Play e Chili e arriverà a noleggio su Infinity e SKY Primafila dal
12 settembre. Nella stessa data uscirà in DVD, in contemporanea con
il cofanetto “Almodóvar Collection” contenente i sei
film.
Dolor Y Gloria,
definito dalla critica “il personale 8 e ½ di Almodóvar”,
è da molti considerato il film più intenso e personale del regista
spagnolo e segna l’ottava collaborazione con Antonio Banderas.
Almodóvar sceglie poi per questo film ancora una volta Penelope
Cruz, tra le sue attrici più amate.
Il boxset “Almodóvar
Collection” è un viaggio indimenticabile e un’occasione
unica attraverso cui ripercorrere le tappe più recenti e
significative della straordinaria ed eclettica carriera del maestro
del cinema spagnolo.
Contiene Volver – Tornare,
vincitore del premio alla migliore sceneggiatura e alla migliore
interpretazione femminile al Festival di Cannes nel 2006, valso
anche una candidatura all’Oscar per
Penelope Cruz. Il romantico Gli Abbracci
Spezzati, nominato al Golden Globe per il miglior film
straniero. La commedia brillante Gli Amanti Passeggeri. Il misterioso e toccante
Julieta e infine, prima di concludere appunto con
Dolor Y Gloria, il thriller onirico
La Pelle che Abito, anch’esso candidato ai Golden
Globe.
Dolor Y Gloria, la trama
Dolor y Gloria racconta una serie
di ricongiungimenti di Salvador Mallo, un regista cinematografico
oramai sul viale del tramonto. Alcuni sono fisici, altri ricordati:
la sua infanzia negli anni ‘60 quando emigrò con i suoi genitori a
Paterna, un comune situato nella provincia di Valencia, in cerca di
fortuna; il primo desiderio; il suo primo amore da adulto nella
Madrid degli anni ‘80; il dolore della rottura di questo amore
quando era ancora vivo e palpitante; la scrittura come unica
terapia per dimenticare l’indimenticabile; la precoce scoperta del
cinema ed il senso del vuoto, l’incommensurabile vuoto causato
dall’impossibilità di continuare a girare film.
Dolor y Gloria parla della
creazione artistica, della difficoltà di separarla dalla propria
vita e dalle passioni che le danno significato e speranza. Nel
recupero del suo passato, Salvador sente l’urgente necessità di
narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua salvezza.
Lo spaventoso trailer di
Hole – L’Abissoche sarà nelle
sale cinematografiche da giovedì 10 ottobre, distribuito da
Midnight Factory etichetta horror di Koch Media.
Scritto e diretto dal regista
pluripremiato Lee Cronin, Hole – L’Abisso è
interpretato da Seána Kerslake, James
Quinn Markey,Kati Outinen e James
Cosmo.
Hole – L’Abisso, la trama
Provando a sfuggire dal passato, Sarah
(Seána Kerslake) decide di iniziare
una nuova vita con suo figlio Chris (James Quinn
Markey) ai margini di una piccola
cittadina rurale. Dopo la scoperta di una misteriosa buca nella
vasta foresta che confina con la loro nuova casa, Sarah deve
lottare per scoprire se i cambiamenti inquietanti che si
manifestano nel suo bambino sono una trasformazione riconducibile a
quell’abisso, apparentemente ben più sinistro e minaccioso delle
sue stesse paure materne.
Il nuovo agghiacciante adattamento
del romanzo di Stephen King Pet Sematary è in arrivo
l’11 settembre in Dvd, Blu-ray e Digital HD con Universal Pictures
Home Entertainment Italia.
Le edizioni casalinghe in formato
Blu-ray e Steelbook 4k Ultra HD, in particolare, contengono oltre
90 minuti di contenuti speciali, tra cui scene eliminate ed estese
da brividi, uno scioccante finale alternativo, uno sguardo ai
personaggi principali, materiale dal dietro le quinte, interviste
al cast e molto di più. Un pezzo imperdibile per ogni fan di
Stephen King che si rispetti, Pet Sematary (recensione)
è un viaggio emozionante, perverso e terrificante.
Il film sarà inoltre disponibile
nell’imperdibile formato steelbook 4k Ultra HD, che contiene anche
il disco Blu-ray, in esclusiva presso i principali rivenditori
online e in-store: Amazon, Feltrinelli, Mediaworld, IBS e
Mondadori.
Pet Sematary, la trama
Dopo che la famiglia Creed si
trasferisce da Boston alla campagna dei Maine, scoprono presto un
antico cimitero nascosto nei boschi vicino alla loro nuova casa.
Quando la sua famiglia viene colpita da una tragedia, una reazione
a catena scatena terribili conseguenze. Alcuni segreti sono meglio
lasciati sottoterra.
Pet Sematary CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI DVD,
BLU-RAY e 4k ultra HD:
Finale alternativo
Scene eliminate ed estese
Terrore notturno
La storia di Timmy Baterman
E molto altro all’interno del disco Blu-ray!
Pet Sematary BLU-RAY
Genere: Horror
Dischi: 1
Durata: 1 ora e 41 minuti ca.
Video:Formato Panoramico ad Alta
Definizione (2.39:1) Letterbox
Dopo il passaggio fuori concorso a
Venezia, Kristen Stewart è arrivata al Toronto
Film Festival per presentare Seberg, la pellicola
diretta da Benedict Andrews che racconta alcuni anni della vita di
Jean Seberg, musa di Godard e icona della Nouvelle Vague. E tra gli
argomenti toccati durante le interviste ci sono anche le
dichiarazioni dell’attrice riguardo la possibilità di far parte di
un blockbuster, soltanto nascondendo il suo orientamento
sessuale.
“Mi è stato detto che avrei
ottenuto un ruolo facendo un favore a me stessa e non uscendo con
la mia ragazza in pubblico“, confessava l’attrice ad Harper’s
Bazaar qualche giorno fa. “Questo tipo di conversazione c’è
sempre stata ma l’ho sempre rifiutata categoricamente“, ha
chiarito di recente a Variety. “È bello poterne parlare in un
modo che la gente capisce davvero adesso, invece di passare per una
pazza che non voleva essere messa in una scatola. L’ambiguità è una
cosa fantastica, ma prima mi sembrava un’idea lontana“.
La Stewart ha poi spiegato che il
riferimento alla Marvel era solo un esempio
generale degli studios che non accetterebbero la sessualità di una
star, “e perché stavo semplicemente illustrando come funziona
questo grande conglomerato che è Hollywood. Al contrario sono
sicura che adorerebbero assumere ragazzi gay per interpretare dei
supereroi.“
In Seberg l’attrice recita al fianco
di Anthony Mackie, volto noto dei Marvel Studios che dal 2014 veste i panni di
Sam Wilson aka Falcon e che avrà ancora più spazio nella serie di
Disney + The Falcon and the Winter
Soldier. “Quale supereroe dovrebbe interpretare
Kristen nel MCU? Questa è una bella
domanda…“. È qui che interviene la collega esclamando
“Un supereroe gay!“.
“Lavorare con la Marvel è stata un’esperienza
davvero meravigliosa che mi ha aperto gli occhi su molte cose, e
penso che lei potrebbe diventare una perfetta supereroina gay della
squadra di Falcon.“
Daniel Craig,
Léa Seydoux e il regista Cary
Fukunaga sono arrivati a Matera per le riprese di
No Time To Die, venticinquesimo capitolo del
franchise sull’agente 007, con la capitale europea della cultura
per 2019 che fornirà l’ambientazione perfetta per quella che
dovrebbe diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al
segmento di apertura di Spectre a Città del
Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast ancheRalph Fiennes(M),NaomieHarris(Eve Moneypenny),Ben Whishaw(Q),Rory Kinnear(Bill Tanner) eJeffrey Wright(Felix Leiter). Le new entry del cast sono
inveceRami
Malek,Billy Magnussen, Lashana
Lynch eAna de
Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo
script di Bond 25
sotto speciale richiesta di Craig, grande fan di
Fleabag e Killing Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From Russia With
Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per
dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai
“rilevante”.
Qui sotto trovate le foto ufficiali
dell’arrivo del cast a Matera, pubblicate sul profilo twitter
ufficiale.
Come riportato da Deadline, la
Paramount Pictures è al lavoro sul reboot di Face/Off – Due
facce di un assassino, il film uscito nelle sale nel 1997
con la regia di John Woo e interpretato da
Nicholas Cage e John Travolta. Lo
studio riavvierà la storia con un nuovo cast, mentre la
sceneggiatura è stata affidata a Oren Uziel (The Cloverfield
Paradox, 22 Jump Street, Detective Pikachu 2).
L’originale
Face/Off seguiva i personaggi di Sean Archer, un
agente dell’FBI, e
Castor Troy, un criminale terrorista, che dopo un intervento
di chirurgia estetica all’avanguardia assumevano rispettivamente
l’uno le sembianze dell’altro. 245 furono i milioni di dollari
incassati al botteghino dall’action thriller di Woo, stabilendo un
successo senza precedenti di critica e pubblico e a fronte degli 80
milioni investiti per le riprese.
Lo standalone su Vedova Nera sarà,
probabilmente, il primo di una lunga serie di progetti targati
Marvel Studios a introdurre il
concetto di “prequel” nel MCU, ovvero un film che si
inserisce nella linea temporale per colmare quei vuoti di trama che
l’universo non ha mai affrontato.
Ma quali sono i progetti che
vorremmo vedere sviluppati sulla falsariga del cinecomic dedicato a
Natasha Romanoff? Ecco qualche suggerimento:
Secret Avengers
Proprio come Vedova Nera, anche
Captain America tra gli eventi di Civil War e
Infinity War ha intrapreso una serie di missioni
insieme ai Secret Avengers, lavorando in segreto
nel mondo sotto il nome in codice di Nomad. Sarebbe sicuramente
interessante scoprire in cosa sono stati impegnati i Vendicatori
durante questo periodo, inseguiti dal governo americano e dai
federali, magari sotto forma di thriller politico che segue più
piste.
I primi giorni di Nick Fury allo
SHIELD
Abbiamo già visto Nick
Fury alle prese con i suoi primi impegni allo SHIELD nel
corso di Captain Marvel, ambientato negli anni
novanta, tuttavia ci sarebbe altro da esplorare dell’epoca in cui
il futuro direttore dell’organizzazione era solo un cadetto, quando
i supereroi moderni non erano ancora comparsi e i nemici non
provenivano dall’alto ma dalle strade.
L’incontro tra Rocket e Groot
A quanto pare Guardiani della Galassia Vol.
3 chiuderà la storyline di Rocket,
quindi la possibilità di scoprire qualcosa in più del passato del
personaggio e dell’inizio del rapporto con Groot
ci sono. James
Gunn avrebbe a disposizione un ricco bacino di opportunità
grazie ai fumetti, ma ciò non toglie che sarebbe ancora più
entusiasmante ottenere un vero e proprio prequel che racconti gli
anni precedenti al loro arrivo su Xandar.
Mar-Vell e la guerra fra Kree e
Skrull
La guerra fra Kree
e Skrull ha fatto da sfondo per la trama di
Captain Marvel, tecnicamente già un prequel
del MCU, e non c’è dubbio che il
periodo di Mar-Vell aka la Dottoressa Wendy Lawson
– trascorso sulla Terra come infiltrata nello SHIELD sarebbe
un’ottima premessa di un film che spieghi tutti gli studi sul
Tesseract e i retroscena del conflitto alieno. Annette
Bening potrebbe tornare nei panni del personaggio insieme
a Brie Larson…
Le origini dell’Antico
Nei fumetti esistono decine e decine
di storie sull’Antico da cui attingere per
raccontare al pubblico in sala le origini del personaggio
interpretato in Doctor Strange da Tilda
Swinton. Dagli eventi che l’hanno portata ad affermarsi
come Stregone Supremo alla ricerca dell’Occhio di Agamotto,
passando per la sua formazione e gli studi per diventare il grande
mentore dell’eroe.
Il regno di T’Chaka
T’Challa è il Black
Panther che tutti abbiamo conosciuto nel MCU come Re di Wakanda e futuro
Vendicatore, tuttavia ci sarebbe ancora una storia da raccontare,
ed è quella di suo padre T’Chaka, al centro di una
guerra intestina conclusasi con l’uccisione del fratello N’Jobu. In
questo modo sarebbero più comprensibili le origini del Wakanda e
dell’astio di Erik Killmonger nei confronti del regno.
Hank Pym e Janet Van Dyne
In un paio di flashback abbiamo
esplorato le memorie di Hank Pym e Janet
Van Dyne, ovvero gli originali Ant-Man e Wasp, eppure
quelle scene sembrano aver stuzzicato l’interesse a tal punto da
immaginare un possibile prequel ambientato negli anni ’80 in cui la
coppia si destreggia tra la carriera di supereroi e la
famiglia.
Il passato di Odino
Mentre i Marvel Studios lavorano al seguito
di Ragnarok con Taika Waititi (intitolato Thor: Love and
Thunder), non sarebbe interessante concentrarsi sulle
origini di Odino, personaggio protagonista nei
primi due film del franchise a cui legare le motivazioni di Loki e
una serie di errori che si sono ripercossi sui suoi eredi.
L’infanzia di Gamora e Nebula
In Avengers: Endgame un breve flashback
mostrava Nebula massacrare degli alieni aiutata da
Gamora nel 2014, dandoci così un assaggio di
quello che potrebbe trasformarsi in un potenziale prequel. Sappiamo
che Thanos ha allevato le figlie adottive in maniera violenta, e
questo scenario si apre ad una serie di possibilità intriganti per
il MCU.
Captain America e i viaggi nel
tempo per restituire le gemme
L’arco narrativo di Steve
Rogers si è concluso alla fine di Endgame con l’eroe che
ritrova l’amata Peggy Carter dopo aver attraversato le epoche per
restituire tutte le gemme dell’infinito. Ma cosa è successo durante
quei viaggi? Ha davvero incontrato Teschio Rosso su Vormir? La
risposta a queste domande potrebbe arrivare in un prequel…
Un emozionato Joaquin
Phoenix è salito ieri sul palco del Tribute Gala del
Toronto International Film Festival ringraziando tutti coloro che
hanno contribuito in maniera positiva al suo percorso come uomo e
attore, dalla famiglia alle figure chiave della sua carriera
iniziata da bambino.
“Mi sento sopraffatto
dall’emozione, perché penso alle persone che hanno avuto
un’influenza così profonda su di me”, ha dichiarato Phoenix.
“Guardo quei video e mi viene in mente la mia famiglia. Le mie
sorelle Rain, Liberty ed Summer, che sono ancora le mie migliori
amiche […]
[…] Quando avevo 15 o 16 anni
mio fratello River tornò a casa dal lavoro e aveva
una copia VHS di un film intitolato Toro
Scatenato. Mi disse di sedermi e di guardarlo, e così il
giorno dopo mi fece fare lo stesso dicendomi: Ricomincerai a
recitare, questo è quello che farai. Non me l’ha chiesto, me l’ha
semplicemente detto, e io sarò sempre in debito con lui per questo
perché la recitazione mi ha regalato una vita
incredibile.”
Nei ringraziamenti di Phoenix ha poi
citato suo padre, lodandolo per avergli insegnato l’etica del
lavoro, e sua madre per essere “una costante fonte di
ispirazione, e tutto ciò che faccio è per lei“. In conclusione
non è mancato un messaggio d’amore per Rooney
Mara, “La ragazza con il tatuaggio del drago, che è
qui da qualche parte, non so dove, un drago a cui voglio strappare
le ali e usarle come coperta dormendoci insieme per sempre. Ti amo.
Grazie.“
Rivedremo l’attore in
Joker al fianco di Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais, in arrivo
nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros. Il film ha
da poco conquistato il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di
Venezia.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato negli anni Settanta e racconterà l’evoluzione di un uomo
ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti
conosciamo.
Sembrerebbe tutto pronto per
l’inizio delle riprese di WandaVision, la serie in arrivo sulla
piattaforma streaming di Disney + che vedrà protagonisti i
personaggi interpretati da Elizabeth
Olsen e Paul Bettany. E come rivelato
da Charles Murphy nel nuovo episodio del suo podcast, la produzione
partirà il 4 novembre – e non a settembre – nei Pinewood Studios di
Atlanta, la “casa” di quasi tutti i cinecomic Marvel. Nel report viene nominato
anche il titolo di lavorazione dello show, “Big Red”.
Alcuni rumor non ufficiali
sostengono che WandaVision sarà ambientata nei sobborghi
ispirandosi alle pagine su Visione scritte da Tom King e che
Scarlet Witch subirà una trasformazione significativa in termini di
poteri. Le prime indiscrezioni suggeriscono poi che Wanda inizierà
ad entrare in confidenza con una gamma di superpoteri che integrano
l’alterazione della realtà, concetto finora inutilizzato nel
MCU.
Un dettaglio del genere spiegherebbe
il ritorno dal mondo dei morti di Visione, con la sua amata che
perde il controllo di se stessa creando un nuovo mondo in cui
vivere. Difficile a dirsi, ma se questo scenario dovesse avverarsi
perché non sognare in grande e immaginare l’introduzione
nell’universo dei figli della coppia, Young Worcan e Wiccan?
Per quanto riguarda l’ambientazione
della serie il discorso si fa complicato, dal momento che Endgame sembra aver
compromesso la continuità della trama dell’universo condiviso,
quindi è improbabile che i due supereroi tornino in azione subito
dopo gli eventi del film. Inoltre Visione – ucciso da Thanos in
Infinity War – non figura tra i personaggi
riportati in vita dai Vendicatori, mentre al contrario Wanda è
stata “resuscitata” dopo lo schiocco.
Todd Phillips è
l’uomo del momento e si gode il trionfo di Joker alla recente
Mostra del Cinema di Venezia, dove il film ha conquistato – con
merito – il Leone d’Oro. Il
regista è poi sbarcato a Toronto per l’anteprima americana insieme
al cast, spinto dal sostegno della critica e dai pareri positivi
del pubblico presente, discutendo del futuro del franchise, delle
fonti di ispirazione e del lavoro di Joaquin
Phoenix.
“Ho amato il Joker di The Dark
Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide
Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack
Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei
possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del
crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli
Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono
varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie
versioni di Joker in futuro.“
“Onestamente non riusciamo
ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per
realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con
Variety. E a chi gli chiede se assisteremo, in un domani ipotetico,
all’incontro tra il suo Joker e il Batman di
Robert Pattinson, risponde: “No, decisamente
no“.
“Non abbiamo seguito nulla dei
fumetti, e questo farà arrabbiare tantissime persone. La
nostra versione del personaggio è stata riscritta ed è ciò che
rendeva interessante il progetto. E non è nemmeno la storia di
Joker, quanto la storia di un uomo che è diventato Joker.“
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato negli anni Settanta e racconterà l’evoluzione di un uomo
ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti
conosciamo.
Margot
Robbie, in seno alla sua società di produzione
LuckyChap, potrebbe aver trovato il suo prossimo progetto, e
secondo le ultime indiscrezioni si tratterebbe del reboot di
Tank Girl, il film uscito nel 1995 diretto da
Rachel Talalay e tratto dall’omonimo fumetto di Jamie Hewlett e
Alan Martin. A rivelarlo è proprio Martin su Twitter:
“Ho appena saputo che la
compagnia di Margot Robbie ha opzionato i diritti della MGM per
realizzare un nuovo film di Tank Girl e che il progetto è in
sviluppo da diversi mesi. Non siamo stati contattati da nessuna
delle parti coinvolte, quindi non sono sicuro se i creatori
originali verranno coinvolti o meno“.
Vi ricordiamo che la
protagonista del fumetto era il simbolo di una rivoluzione che
puntava a scandalizzare e ribaltare i codici della tradizione e
dello spirito iconoclasta punk, muovendosi nell’Australia futura e
post-apocalittica. Qui Tank
Girl guidava un carro armato, la sua casa itinerante, viaggiando
per il paese per portare a termine una serie di obiettivi
commissionati da un’oscura organizzazione.
Non è chiaro se la Robbie figurerà
anche come protagonista del film o solo come produttrice. Tuttavia
le pellicole finora uscite con il marchio LuckyChap hanno sempre
avuto la star australiana nel cast, vedi I, Tonya, Terminal,
Dreamland e l’imminente Birds Of Prey, spin-off di Suicide Squad.
Rivedremo presto nelle sale la
Robbie in C’era una volta a
Hollywood, il nuovo film di Quentin
Tarantino, e a Gennaio 2020 in Birds of Prey
(and the fantabulous emancipation of one Harley Quinn) al
fianco di Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee
Montoya), Ella Jay Basco (Cassandra
Cain) e Ewan McGregor (Maschera
Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine
Come riportato in esclusiva da
Variety, i Marvel Studios avrebbero “puntato” la star di
Pitch Perfect e Bumblebee Hailee Steinfeld per
interpretare Kate Bishop nella nuova serie di Disney + dedicata a
Occhio di Falco. Sappiamo già che il progetto
coinvolgerà anche Jeremy Renner, aka Clint Barton
nel MCU, e che la storia ruoterà
attorno al passaggio di consegne tra l’eroe e la sua erede.
La prima apparizione di Kate Bishop
nei fumetti della Marvel risale al 2005 nella run
degli Young
Avengers, quando l’eroina entra in squadra nonostante
non avesse alcun potere. Più tardi i cosiddetti “supereroi
adulti” come Iron
Man e Captain
America decidono di addestrare i giovani Vendicatori
solo con il consenso dei rispettivi genitori, scelta alquanto
plausibile, fornendo ai ragazzi le giuste attrezzature e consigli
per affrontare al meglio i propri nemici.
Per quanto riguarda la Steinfeld, si
tratterebbe della seconda esperienza sul piccolo schermo dopo la
serie targata Apple Dickinson, in cui interpreterà
la celebre poetessa Emily Dickinson. Il mondo Marvel però non le è del tutto
estraneo, avendo doppiato Spider-Gwen nel film d’animazione
premiato agli Oscar Spider-Man: Un Nuovo
Universo.
Medusa ha diffuso il trailer
ufficiale di L’uomo del
labirinto, l’atteso nuovo film di Donato
Carrisi con Toni Servillo, Valentina Bellè e Dustin
Hoffmandal 30 ottobre nei cinema
italiani.
Il film è una
produzione GAVILA e COLORADO
FILM in collaborazione con Medusa
Film
L’uomo del labirinto, la trama
«Questo è un gioco, vero?» Samantha Andretti è stata rapita una
mattina d’inverno mentre andava a scuola. Quindici anni dopo, si
risveglia in una stanza d’ospedale senza ricordare dove è stata né
cosa le è accaduto in tutto quel tempo. Accanto a lei c’è un
«profiler», il dottor Green: sostiene che l’aiuterà a recuperare la
memoria e che insieme cattureranno il mostro. Ma l’avverte che la
caccia non avverrà là fuori, nel mondo reale. Bensì nella sua
mente.
«Questo è un gioco, vero?» ripete, dubbiosa, la ragazza.
Bruno Genko è un investigatore privato. Quindici anni prima è
stato ingaggiato dai genitori di Samantha per ritrovare la figlia.
Adesso che la ragazza è riapparsa, sente di avere un debito con lei
e proverà a catturare l’uomo senza volto che l’ha rapita. Ma quella
di Genko è anche una lotta contro il tempo. Perché un medico gli ha
detto che gli restano due mesi di vita. E, per uno scherzo del
destino, quei due mesi sono scaduti proprio nel giorno in cui
Samantha è tornata indietro dal buio.
Chi giungerà prima alla verità: l’investigatore o il profiler?…
Ma siamo sicuri che, alla fine di tutto, ci sia un’unica verità?
Perché questa non è un’indagine come le altre… Qualcuno ha un
segreto, qualcuno sta mentendo. E da qualche parte, là fuori, c’è
un labirinto pieno di porte. E dietro ognuna si nasconde un enigma,
un inganno.
In questo gioco nella mente dello spettatore, il labirinto di
cui sei prigioniero è già dentro di te.
Venezia 76 ha
chiuso i battenti, il tappeto rosso è stato riavvolto, gli
accreditati hanno lasciato il Lido, fiumi di parole e articoli sono
stati scritti in merito ai Leoni assegnati dalla giuria presieduta
da Lucrecia Martel. Qualcuno dice che è stata
fatta la storia, con la vittoria di Joker,
qualcuno invece non è contento, perché “non ne possiamo più di
fumetti al cinema”, altri ancora gridano vendetta per quei titoli
rimasti fuori dal palmares.
Dei dieci giorni di proiezioni,
film e ospiti rimane poco, alla fine, tranne qualche scatto
memorabile, come quelli che potete vedere di seguito, firmati da
Luigi De Pompeis:
I Leoni
di Luigi De PompeisJoaquin Phoenix
e Todd Phillips con il Leone d’Oro. Attore e regista hanno ritirato
insieme il prezioso premio, il riconoscimento più ambito che arriva
inaspettato anche se meritato, foriero di tanti discorsi sulla sua
stessa importanza politica all’interno di una Mostra del cinema
così prestigiosa.
Party hard
di Luigi De Pompeis
Zazie Beetz arriva sul tappeto
rosso di Seberg con tanto di calice di champagne e occhiali da
sole. L’attrice è stata presente al festival per più di due giorni,
dal momento che ha partecipato sia al Fuori Concorso di Seberg, con
Kristen Stewart, e a Joker, vincitore poi del Leone d’Oro.
In nome di Roman
di Luigi De Pompeis
L’attrice Emmanuelle Seigner era
presente alla premiazione ed ha ritirato il Leone d’Argento, Premio
Speciale della Giuria, a L’ufficiale e la Spia, di Roman Polanski.
Impossibilitato a lasciare la Francia, il grande regista polacco ha
affidato il compito di presenziare alla premiazione (ma anche
all’attività stampa legata al film) alla moglie, l’attrice
Emmanuelle Seigner, che qui stringe il premio.
La rock star e i flash
di Luigi De Pompeis
Mick Jagger, con
le Nike ai piedi, ha calcato il tappeto rosso della serata di
chiusura del Festival, perché faceva parte del cast di The Burnt Orange
Heresy, film che ha chiuso la rassegna nella sezione
fuori concorso.
Elizabeth spicca il volo
di Luigi De Pompeis
Elizabeth Debicki
è la protagonista di The Burnt Orange
Heresy, il film di chiusura di Venezia 76. La
bellissima e bravissima attrice australiana ha sfilato con un
importante abito Schiaparelli Couture che ne risaltava la forma
longilinea ed elegante.
Ehi, tu!
di Luigi De Pompeis
Un Johnny Depp in grandissima forma
ha sfilato alla presentazione, in concorso, di Waiting for the
barbarians, il film di Ciro Guerra che ha chiuso il concorso di
Venezia 76. Commosso per la presenza della figlia nella stessa
categoria, con The King, e ben disposto verso stampa e pubblico,
Depp ha fatto dimenticare della sua ultima volta al Lido, quando
sovrappeso e un po’ appannato, presento Black Mass.
Leggende
di Luigi De Pompeis
Roger Waters,
co-fondatore dei Pink Floyd, ha presentato al Lido il documentario
Us + Them, un film concerto di sicuro appeal sul pubblico e di
grande spettacolo. Lui, da parte sua, si è limitato ad essere come
sempre affabile e impegnato, scagliandosi contro la
politica europea contemporanea e il bisogno di proteggere il
pianeta dall’inquinamento.
Ba-ba-baciami piccina
di Luigi De Pompeis
Teneri e affiatati,
Gabriele Salvatores e Valeria Golino si scambiano
un casto bacio al photocall di Tutto il mio
folle amore, il film che il regista ha presentato
Fuori Concorso a Venezia 76.
La notte di Chiara
Chiara Ferragni – di Luigi De Pompeis
In un magico Dior scintillante blu
notte, Chiara Ferragni è arrivata sul tappeto
rosso della Sala Giardino, per presentare il documentario sulla sua
vita, quell’Unposted che ha fatto discutere molto per via della sua
natura celebrativa, estremamente lontana da quello che può essere
l’intento di ricerca e di originalità che vuole invece promuovere
la sezione Sconfini, in cui il doc è stato presentato. Poco importa
perché intanto, Chiara ha ottenuto ciò che voleva: essere lei la
stella di una delle notti
della Mostra di quest’anno, e il pubblico era dalla sua.
Mary perplessa
di Luigi De Pompeis
L’ancora estremamente affascinante
Julie Andrews arriva al photocall che precede
l’assegnazione del Leone d’Oro alla
carriera (che le è stato assegnato insieme a Pedro Almodovar).
L’attrice, passata alla storia per il ruolo di Mary
Poppins, sembra un po’ perplessa, mentre guarda la schiera
di fotografi che per sua richiesta l’ha accolta in religioso
silenzio, salutandola poi con un caloroso applauso.
Una rosa nel vento
di Luigi De Pompeis
Lily-Rose Depp ha
sfilato a Venezia 76 presentando The
King, uno dei film Netflix in concorso. La sua serata è stata ventosa,
l’unica che non ha accolto gli ospiti nel torrido caldo lagunare,
insieme a quella in cui ha sfilato papà Johnny, quella addirittura
sul fastidioso red carpet interno, causa pioggia.
Bagno di folla
di Luigi De Pompeis
Timothée Chalamet
si è dedicato tantissimo ai fan, durante la serata che lo ha visto
protagonista sul tappeto rosso per The
King, film Netflix in Concorso, di cui lui è il
protagonista.
Principesca
di Luigi De Pompeis
Regina nel cast di Olivier
Assayas, in concorso con Wasp Network,
Penelope Cruz ha messo subito le carte in tavola,
mostrando a tutti che era lei la più bella del reame. Avvolta in un
eccessivo Ralph & Russo e adornata di gioielli
Swarovski, marchio con il quale collabora e con cui ha
ideato una linea tutta sua, l’attrice spagnola più amata del mondo
non lascia dubbi su chi sia la stra più importante sul tappeto
rosso.
La più grande di tutte
di Luigi De Pompeis
Per Lina
Wertmuller è stato un antipasto del prossimo Febbraio. La
regista italiana, prima regista donna a ricevere una nomination
alla migliore regia agli Oscar, ha presenziato al festival come
ospite al premio Kineo ed ha sfilato sul tappeto rosso, in attesa
del prossimo febbraio, appunto, quando le verrà assegnato il premio
Oscar alla carriera.
Fermi tutti, passa Meryl
di Luigi De Pompeis
La leggenda del cinema americano,
Meryl Streep, ha presentato in concorso
The
Laundromat, il nuovo film di Steven
Soderbergh prodotto da Netflix. Nonostante l’atteggiamento
sempre discreto e il tono di voce sempre basso, quando arriva lei
tutti si fanno da parte, si tratta di una leggenda!
Innamorati a Venezia
di Luigi De Pompeis
Chi lo segue su Instagram, lo sa,
Gary Oldman è praticamente inseparabile dalla
bella moglie, Gisele Smith, che con lui cura un
account che con gioia, allegria e romanticismo racconta una storia
d’amore bellissima. E se spesso i social non rispecchiano la
realtà, basta guardarli sul tappeto rosso per vedere quanto di vero
ci sia nelle loro foto di vita privata.
La Fenice
di Luigi De Pompeis
Joaquin Phoenix è
arrivato a Venezia 76 irriconoscibile. L’attore,
noto per il temperamento poco docile si è invece lasciato andare
con i fan, tra foto e autografi. Sappiamo però che il giorno prima
della presentazione del suo film, Joker, non era
altrettanto sereno, a giudicare dai racconti che la stampa ha
lasciato trapelare!
Ce l’hai con me?
di Luigi De Pompeis
Anche se non è proprio la star più
famosa tra quelle sfilate a Venezia 76,
Zazie Beetz ha dimostrato spirito e attitude sul
red carpet. Qui affronta i fotografi con uno sguardo deciso e
bellissimo.
Fate fare a me!
di Luigi De Pompeis
Sembra stia dicendo “fate largo,
fate parlare i grandi” e di grande lei ha veramente tutto:
Cate Blanchett è davvero una divinità che sembra
più bella e affascinante ad ogni red carpet. Vero è che è anche
sempre più brava e ogni suo ruolo al cinema lo dimostra. Il fatto
che sia affascinante ed elegante aggiunge charme alla sua
grandezza.
Kristen 2.0
di Luigi De Pompeis
Kristen Stewart è
un’altra persona, da un po’ di tempo a questa parte. Ha abbandonato
l’aria dimessa e musona di quando era una giovane attrice
intrappolata nel ruolo di Bella Swan e finalmente è una giovane
donna consapevole, anche se continua a non amare troppo
l’attenzione. Nonostante questo, ha partecipato con grande gioia
alla presentazione a Venezia 76 del suo film
Seberg, ed eccola, generosa anche con i fan.
La prima volta
di Luigi De Pompeis
La dolcissima Margaret
Qualley ha partecipato alla sua prima Venezia, nel cast
del film Fuori Concorso Seberg. L’attrice, che
presto vedremo anche in C’Era una volta a Hollywood si è distinta
per semplicità e delicatezza.
Il più bello di tutti
di Luigi De Pompeis
È sempre lui, il più bello di
tutti, nonostante i suoi 56 anni. Brad Pitt è il
protagonista di Ad Astra, di James
Gray, in Concorso. E consapevole della sua indiscussa
bellezza, si sistema la giacca e sale sul red carpet. Applausi per
lui.
Da quanto tempo!
di Luigi De Pompeis
Sembrano essersi detto proprio
questo Adam Driver e Scarlett Johansson, i due
protagonisti di Storia di un
Matrimonio di Noah Baumbach. I due
attori americani sono stati trai più penalizzati dai premi, visto
che entrambi avrebbero meritato almeno la considerazione per le
Coppe Volpi alle migliori interpretazioni.
Tatoo
di Luigi De Pompeis
Bella come non mai, forte di una
grande interpretazione e di un film bellissimo, Scarlett
Johansson ha sfilato a Venezia 76 sfoggiando non solo un
bellissimo abito rubino di Celine, ma anche i suoi nuovi
tatuaggi.
Kylo Ren
di Luigi De Pompeis
Nonostante la mole impressionante
di cinema d’autore che Adam Driver scegli per la
sua carriera, è inevitabile che il suo nome e il suo volto siano
legati al personaggio di Kylo Ren in Star
Wars. E lui sembra comunque gradire, firmando poster e
fermandosi per delle foto.
Spice up your life
di Luigi De Pompeis
La vulcanica Mel B
ha sfilato sul tappeto rosso di Venezia 76 in
occasione della prima mondiale di Ad Astra.
Una madrina impeccabile
di Luigi De Pompeis
Nonostante sia uno dei volti
giovani dell’Italia all’estero, Alessandra Mastronardi non è amata
all’unanimità. Dopo due anni di “madrinato” al maschile, lei è
stata la nuova madrina di Venezia 76, portando a
compimento l’incarico con grande classe, con eleganza, senza
sbagliare neanche un look, e con la sua consueta leggerezza. In
questa foto, il bellissimo abito, che le stava divinamente, che ha
scelto per la cerimonia di apertura.
Arrivano nuove indiscrezioni su
The
Batman, il film di Matt Reeves che porterà al cinema
un ritratto inedito del supereroe DC dopo i vari adattamenti di Tim
Burton, Christopher Nolan e Zack Snyder, con Robert
Pattinson nel ruolo del protagonista, e stavolta i
dettagli riguardano il possibile svolgimento della trama e il
casting di un attore per un ruolo particolare che non sarebbe
andato in porto.
Relativamente alla storia del
cinecomic, è Daniel Richtman a rivelare in un report che si
concentrerà su Bruce Wayne e sulle indagini che il crociato di
Gotham seguirà studiando una cospirazione di nemici della
città.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrive la fonte, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere
nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il
mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di
Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Quest’ultimo punto coincide con la
voce circolata tempo fa che preannunciava la presenza, nel lavoro
di Reeves, di quattro personaggi della galleria di antagonisti dei
fumetti, ovvero Enigmista, Pinguino, Catwoman e Firefly, ma anche
la descrizione generale della sinossi corrisponde a quanto
affermato dal regista sul tono e il genere che avrebbe affrontato
nell’adattamento.
Il giornalista Jeff Sneider ha
inoltre rivelato nel suo podcast che Mahershala
Ali, il premio oscar entrato nel MCU come volto del nuovo Blade, era la “prima
scelta” di Reeves per il ruolo del commissario Jim Gordon e che
probabilmente l’impegno con i Marvel Studios non gli ha permesso di parlarne
con la concorrenza.
Il cinecomic dovrebbe svolgersi
negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima
stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic,
Captain Marvel dei Marvel Studios.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.