Apple
TV+ ha svelato oggi le prime immagini di “Las Azules”,
il nuovo crime drama in lingua spagnola con un cast e una troupe
interamente ispanici guidati dalla candidata all’Ariel Award
Bárbara Mori. Ideata dal regista e showrunner Fernando Rovzar e da
Pablo Aramendi, la serie farà il suo debutto su Apple TV+
il 31 luglio con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da
un episodio a settimana fino al 25 settembre.
https://youtu.be/ruVaVspyHWo
Las Azules: trama e cast
Ambientato nel 1970 e ispirato a
fatti realmente accaduti, “Las Azules” racconta la storia di
quattro donne che sfidano le norme ultraconservatrici dell’epoca e
si uniscono alla prima forza di polizia femminile del Messico, per
poi scoprire che la loro squadra è una trovata pubblicitaria per
distrarre i media da un brutale serial killer. Mentre il numero dei
cadaveri aumenta, María (Bárbara Mori), la cui determinazione a
catturare l’assassino diventa un’ossessione, Gabina (Amorita
Rasgado), il cui padre è un rinomato poliziotto, Ángeles (Ximena
Sariñana), una brillante analista di impronte digitali, e Valentina
(Natalia Téllez), una giovane ribelle, organizzano un’indagine
segreta per riuscire in ciò che nessun agente maschio era stato in
grado di fare e consegnare il serial killer alla giustizia.
Completano il cast Miguel Rodarte, Leonardo Sbaraglia, Christian
Tappan e Horacio García Rojas.
Fernando Rovzar, la candidata all’Emmy Award Wendy Riss, Erica
Sanchez Su, Sandra Solares e il vincitore dell’International Emmy
Award Billy Rovzar sono produttori esecutivi. La serie è prodotta
per Apple
TV+ da Lemon Studios.
Armie Hammer è tornato a parlare delle accuse
che hanno fatto deragliare la sua carriera a Hollywood, affermando
di essere ora “grato” per tutto quello che ha passato
negli ultimi tre anni. Durante un’intervista al podcast Painful Lessons, Hammer ha
infatti riflettuto sulle accuse di cannibalismo che lo hanno
circondato nel 2021, definendo la situazione “esilarante“.
“La gente mi ha dato del cannibale e tutti gli hanno creduto.
Dicevano: ‘Sì, quel tizio mangiava le persone‘”, ha detto
Hammer ridendo.
“Come? Di che cosa state
parlando? Sai cosa devi fare per essere un cannibale? Devi mangiare
le persone! Come faccio a diventare un cannibale?! È stato
bizzarro“. “Anche nelle discrepanze, in qualsiasi cosa
abbiano detto le persone, in qualsiasi cosa sia successa, ora sono
in un punto della mia vita in cui sono grato per ogni singola
parte“, ha detto poi Hammer nel podcast. L’attore di Chiamami
col tuo nome ha aggiunto che prima delle accuse “non
sapevo come darmi amore” o “auto-validazione“, perché
“avevo questo lavoro in cui ero in grado di ottenerlo da così
tante persone“.
“Ora sono davvero grato per
questo, perché nella mia vita, prima che mi accadesse tutto questo,
non mi sentivo bene“, ha detto Armie Hammer. “Non mi sentivo bene. Non mi
sentivo mai soddisfatto, non avevo mai abbastanza. Non sono mai
stato in un posto dove ero felice con me stesso, dove avevo
autostima“. Hammer ha detto che le accuse hanno causato
“una morte dell’ego, una morte della carriera” e alla fine
è entrato in un programma di 12 step per la “guarigione”.
Armie Hammer in una scena di Chiamami col tuo nome
“È quasi come se fosse esplosa
una bomba al neutrone nella mia vita“, ha detto. “Mi ha
ucciso, ha ucciso il mio ego, ha ucciso tutte le persone intorno a
me che pensavo fossero miei amici e che invece non lo erano: tutte
quelle persone, in un attimo, sono scomparse“. “Ma gli
edifici erano ancora in piedi. Sono ancora qui, ho ancora la mia
salute e sono davvero grato per questo”. Alla fine del
podcast, Armie Hammer ha ammesso che la sua carriera di
attore è al momento “senza prospettive” perché non è
“una merce valida” per il “sistema di Hollywood“.
Tuttavia, ha rivelato di star creando la sua “sandbox” come artista
scrivendo una sceneggiatura con un amico.
Di cosa è stato accusato Armie Hammer?
Nel 2021 Armie Hammer è stato accusato da più donne di
abusi sessuali e di comportamenti scorretti; sono stati inoltre
diffusi online i messaggi privati che avrebbe inviato alle donne
sulle sue fantasie cannibali e sui suoi feticci sessuali. In
seguito allo scandalo, Hammer è stato abbandonato dalla sua
agenzia, la WME, e ha abbandonato diversi progetti, tra cui la
serie Paramount+ “The Offer” e “Shotgun
Wedding” con Jennifer Lopez.
Il Marvel Cinematic Universe continua
ad avere intoppi durante lo sviluppo del film Blade,
che dovrebbe avere come protagonista il premio Oscar Mahershala Ali nei panni dell’omonimo
cacciatore di vampiri. L’ultimo intoppo per questo difficile
progetto del MCU è arrivato il 12 giugno, quando
è stato annunciato
l’abbandono del regista Yann Demange e
l’arrivo di un nuovo sceneggiatore, Eric Pearson
(“The Fantastic Four”, “Black Widow”, “Thor: Ragnarok”).
A seguito di questa nuova notizia,
l’ex star del
film del 1998, Wesley Snipes, ha reagito su
Twitter scrivendo: “Blade, lordylordylordy“, insieme
all’emoji con l’occhiolino. “La gente cerca ancora la salsa
segreta, cavalcando motoslitte nel traffico, è un po’ dura. I
Daywalker lo fanno sembrare facile, vero?”. Snipes, che ha
debuttato con questo ruolo nell’omonimo
film del 1998 e ha ripreso il personaggio in “Blade
II” del 2002, diretto da Guillermo del
Toro, e in “Blade:
Trinity” del 2004, mette dunque il dito nella piaga,
andando a rimarcare come tale progetto Marvel non sembra trovare una
propria quadra.
Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il personaggio di Ali, come noto, ha
già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Come noto, il film sta però affrontando
numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato
scontento delle prime versioni della sceneggiatura. Ci sarebbe
dunque stata una forte fase di riscrittura, che ha però
naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio
delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente fissata al
7 novembre 2025.
Dopo la rivelazione della copertina
della scorsa settimana, Total Film ha condiviso una manciata di
nuove foto di Deadpool &
Wolverine in vista dell’uscita nelle sale il prossimo
luglio. La prima mostra i personaggi del titolo circondati dai
Vairanti potati del Vuoto e, se guardate bene, vedrete che tra loro
c’è anche il cattivo degli X-Men, Toad. Non
possiamo ancora dire con certezza chi lo interpreti, ma questa
versione sembra essere basata sul mutante interpretato da
Ray Park nei primi anni 2000. Poi c’è un Wolverine
danneggiato dalla battaglia e, a questo punto del film, ha ancora
le maniche.
Infine, vediamo un Logan smascherato
e Wade Wilson, con quest’ultimo che si gode le attenzioni della sua
variante canina, Dogpool. Questo sembra provenire dai reshoot che
si sono svolti all’inizio dell’anno. Ryan Reynolds aveva originariamente proposto
Deadpool &
Wolverine come una storia “Rashomon” sui personaggi
del titolo che si imbarcano in un’avventura che sarebbe stata
raccontata da tre prospettive completamente diverse. Secondo
l’attore, “era un modo per fare un film su larga scala in modo
molto piccolo“.
Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, tuttavia, non era
d’accordo. “La verità è che non ero ancora sicuro di come
incorporare Deadpool. Stavo pensando a come portare i mutanti e gli
X-Men all’interno del MCU, e ho pensato che doveva essere
qualcosa di più di una semplice interpretazione. Ma la verità è che
Ryan è una macchina da idee. Quindi può avermi proposto questo, ma
anche altri 25 pensieri e idee“. Alla fine, la versione
multiversale di Deadpool &
Wolverine ha preso forma e ora potete dare un’occhiata
a ciò che verrà nel post X qui sotto.
In the new issue, Reynolds, Jackman,
director Shawn Levy and more tell us all about the superhero event
of the year.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free
Guy e
The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Con James Gunn alla guida dei DC Studios, ci
aspettiamo che un numero molto maggiore di personaggi poco noti dei
fumetti abbia la possibilità di brillare nel nuovo DCU. Questo è uno degli aspetti più entusiasmanti
per i fan e, se una nuova indiscrezione condivisa da FilmFront venisse confermata,
uno di questi sarebbe pronto a fare il suo debutto. Sarebbe infatti
in fase di sviluppo anche una serie TV su Human
Target.
Lo scrittore di fumetti Tom
King (che sta lavorando anche a Lanterns
e ha ispirato
Supergirl: Woman of Tomorrow con la sua serie omonima)
starebbe lavorando al progetto dall’inizio del 2024. Egli sarebbe
infatti lo sceneggiatore principale di Human
Target e si dice che sia in corso la ricerca di uno
showrunner e di un protagonista. Come ci si potrebbe aspettare,
Gunn e Peter Safran svolgerebbe il ruolo di
produttori esecutivi per questo progetto.
Il personaggio è in realtà stato già
adattato per un’opera audiovisiva. La Warner Bros. ha infatti
lanciato una serie televisiva su Human Target nel
2010 con Mark Valley nel ruolo del protagonista
Christopher Chance. La serie è andata in onda per due stagioni –
per un totale di 25 episodi – su Fox, mentre Wil
Traval ha interpretato il personaggio in un episodio di
Arrow del 2016. Molto prima di entrambi, Rick
Springfield ha interpretato Chance in una serie televisiva
del 1992. Se questo nuovo rumor venisse confermato, sarebbe
piuttosto sorprendente vedere gli studi DC tornare a questo
particolare personaggio, ma probabilmente è passato abbastanza
tempo per vedere Human Target di nuovo in live
action. Ad aiutare le cose c’è il fatto che si tratta di un altro
personaggio che King ha reinventato negli ultimi anni e che
potrebbe quindi facilmente affacciarsi sul piccolo schermo.
Il regista statunitense James
Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros.
‘The
Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a
Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di
imagepressagency – DepositPhotos
Di cosa parla Human Target?
Len Wein e
Carmine Infantino hanno creato il personaggio in
Action Comics #419 del 1972. Il Human Target originale, Christopher
Chance, è un maestro dell’imitazione e una guardia del corpo che
assume l’identità di persone destinate all’assassinio. Ecco la
descrizione ufficiale del suo fumetto che, presumibilmente, servirà
da base per lo show:
Christopher Chance ha 12 giorni per
risolvere il suo stesso omicidio! Lo scrittore superstar Tom King e
l’acclamato artista Greg Smallwood collaborano per un nuovo esame
noir di un personaggio classico della DC!
Christopher Chance si è guadagnato
da vivere diventando un bersaglio umano: un uomo assunto per
travestirsi da cliente e invitare aspiranti assassini a tentare il
suo omicidio. Ha avuto una carriera notevole fino all’ultimo caso
in cui ha protetto Lex Luthor, quando le cose sono andate
storte.
Un attentato che Chance non aveva
previsto lo rende vulnerabile e lo lascia a cercare di risolvere il
suo stesso omicidio. Ha 12 giorni per scoprire chi nell’Universo DC
odiava Luthor al punto da volerlo morto con un veleno ad azione
lenta. E i primi sospettati sono… la Justice League International?
Human Target è una
storia hard-boiled e grintosa nella vena dei classici noir
polizieschi, raccontata dai creatori di bestseller e acclamati
dalla critica Tom King e Greg Smallwood!
Nel momento in cui scriviamo,
The Acolyte (qui
la recensione) si trova a un “Certified Fresh” dell’84% su
Rotten Tomatoes. Tuttavia, questa percentuale si basa sui verdetti
dei critici, non dei fan. I due numeri differiscono spesso, ma il
16% in questo caso è un punteggio incredibilmente basso per una
serie che ha ricevuto altre lodi. È evidente che c’è stato un certo
bombardamento di recensioni negative da parte dei cosidetti “troll
di internet” e l’opinione prevalente è che si tratti di una
risposta al cast variegato e prevalentemente femminile di
The Acolyte.
Alcuni non apprezzano legittimamente
la serie, come è loro diritto, ma il segno più evidente che la
maggior parte delle recensioni non sono vere è stato offerto da
quegli stessi “fan” di Star
Wars che nella fretta di sfogare il proprio odio hanno
sbagliato obiettivo. Si è infatti scoperto che alcuni di questi
“troll di internet” stanno inserendo numerose recensioni negative
nella scheda di un film del 2008 chiamato
Acolytes, confondendolo dunque con la serie di
Star Wars. Non sorprende poi che il terzo episodio abbia portato a
un aumento delle recensioni negative da parte di questi utenti
perché presenta personaggi omosessuali e una nuova interpretazione
della storia di Star Wars.
Lol, chodes review bombing a 2008 movie
called Acolytes instead of
#TheAcolyte, but we’re supposed to take these “critiques” in
good faith pic.twitter.com/A7Tz2eeIxG
The
Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte
del franchise di Star
Wars creata da Leslye
Headland. La serie tv è ambientato alla fine dell’era
dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei principali film
di Star
Wars.
The
Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine
dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e
poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima
di Star
Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex Padawan
si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una serie di
crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di quanto
avessero mai previsto.
Nel cast della serie
TV protagonisti sono Amandla
Stenberg come ex padawan, Lee
Jung-jae come Maestro Jedi, Manny
Giacinto, Dafne
Keen come una giovane Jedi, Jodie
Turner-Smith, Rebecca
Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere
Jedi prodigio. Charlie
Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles
Chapman, Carrie-Anne
Moss come una Jedi, Margherita
Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un
maestro Jedi Wookiee.
Coloro che hanno già visto Transformers
One lo hanno accolto molto positivamente. Per alcuni è
stata una sorpresa dopo un trailer che ha diviso le opinioni grazie
al suo stile di animazione retrò. Un altro elemento divisivo del
film in uscita è anche il cast vocale. Mentre la Paramount Pictures
ha arruolato un’epica rosa di star di prima grandezza, abbandonando
il doppiatore di Optimus Prime di lunga data Peter
Cullen – la star di Thor e Avengers: Endgame, Chris Hemsworth, ha fatto arrabbiare molti
fan.
Il produttore del franchise di
Transformers, Lorenzo Di Bonaventura, ha
però ora parlato con VarietyVariety in occasione del
Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy e ha
riconosciuto le ripercussioni del cambiamento. “Era molto
importante perché, dal punto di vista dei fan, la voce originale di
Optimus Prime, Peter Cullen, è molto rispettata“, ha detto a
proposito del rifacimento del ruolo. “Avere qualcun altro a
dare la voce a Optimus Prime è stato come dire: ‘Wow, è meglio fare
le cose per bene’. Non potevamo usare Peter perché il pubblico deve
sentire la giovinezza del personaggio. Per questo abbiamo cercato
Chris. Anch’io sono rimasto sorpreso, ma non di quanto Chris fosse
divertente. L’ho visto in cose in cui era divertente. Ma ha un
senso della storia molto forte. Questo non vale per tutte le star
del cinema“.
Anche il regista Josh Cooley è
intervenuto per dire: “Sì, abbiamo un cast incredibile. Non
riesco a credere a quanto sia stato fantastico. Sono stati tutti
fantastici. Gli facevo vedere la scena e loro mi suggerivano un
sacco di cose. Keegan Michael Key, ovviamente, si è divertito come
un matto“. Non resta a questo punto che attendere di poter
vedere il film in lingua originale o scoprire chi doppierà il film
per la distribuzione italiana di Transformers
One.
Il film d’animazione va a raccontare
la storia inedita delle origini di Optimus
Prime e Megatron, meglio
conosciuti come nemici giurati, ma un tempo amici legati come
fratelli. Qui ancora noti come Orion Pax e D-16 e ancora sprovvisti
della capacità di trasformarsi. Accanto a loro si ritroveranno
anche Elita-1, un prototipo di Bumblebee e altri Transformers
ancora. Le loro avventure, essendo il film un prequel, si
svolgeranno prima che la guerra devasti il loro pianeta natale,
Cybertron.
“Sono così entusiasta e
orgoglioso di lavorare con Hasbro ed eOne per portare nei cinema il
primo film animato di ‘Transformers’ con una storia mai raccontata
prima”, ha dichiarato Ramsey Naito,
presidente di Paramount Animation e Nickelodeon Animation, quando
ha annunciato il cast al CinemaCon nell’aprile 2023. Naito ha poi
aggiunto che: “Sono onorato di avere talenti così
incredibili riuniti per interpretare questi personaggi famosi e
molto amati in una storia sulle origini al centro del
franchise”.
Il regista di Toy Story
4, Josh Cooley dirige il film
da una sceneggiatura di Andrew
Barrer e Gabriel
Ferrari. Steven
Spielberg, già produttore esecutivo dei film in live
action di Transformers, ricopre tale ruolo anche per
Transformers
One, insieme a Brian Goldner, Brian
Oliver, Bradley J. Fischer e Valerii
An.
La seconda stagione di House of the Dragon della HBO inizia con una
nuova sequenza di titoli di testa, che intreccia vari momenti della
storia dei Targaryen. Nella prima stagione, i titoli di testa
accompagnavano gli spettatori attraverso la stirpe di Casa
Targaryen attraverso fiumi di sangue che scorrevano
attraverso un cupo modello pietroso dell’Antica Valyria.
La seconda stagione di House of the Dragon cambia ancora una volta i
titoli di testa, adottando questa volta con un modo più vivace di
seguire l’albero genealogico di Casa Targaryen. I nuovi crediti
vedono la tessitura di un arazzo che ripercorre la
storia di Casa Targaryen dall’Antica Valyria fino agli eventi più
recenti rappresentati nella serie, incluse alcune scene
significative del passato della famiglia. Ecco di seguito la
spiegazione della sigla della seconda stagione di House of the Dragon.
Il sogno di Daenys e il
trasferimento dei Targaryen a Roccia del Drago
Si vedono un Targaryen dai
capelli argentati, l’Antica Valyria e il volo su un drago
– Le prime immagini della storia di Casa Targaryen non
sono molto chiare nei titoli di testa della seconda stagione di
House of the Dragon. Tuttavia, è chiaro che
sono ambientati prima che la famiglia conquistasse Westeros. I
titoli mostrano un castello e una città, che sembra essere l’Antica
Valyria, e un Targaryen dai capelli argentati che tiene le mani
vicino alla bocca di un drago che espira fumo. Dietro questo
Targaryen sembra esserci un soldato che tiene un pugnale intriso di
sangue vicino alla schiena, la cui identità non è chiara.
È probabile che questo membro
della famiglia sia Daenys Targaryen, la sognatrice
di draghi che predisse il destino di Valyria e avvertì suo
padre, Aenar Targaryen, di fuggire da Valyria e
trasferirsi a Westeros. Dopo il sogno profetico di Daenys
Targaryen, l’intera famiglia Targaryen si trasferì con i suoi
draghi e si stabilì in quella che sarebbe diventata Roccia del
Drago, dove diverse generazioni della famiglia avrebbero vissuto
fino alla conquista di Aegon. L’arazzo mostra anche due Targaryen
che volano su un drago e si abbracciano, il che potrebbe
rappresentare il trasferimento di Casa Targaryen a Westeros.
Il disastro di Valyria
La vecchia Valyria e i
draghi vengono distrutti – Poco dopo, i titoli di testa
della seconda stagione di House of the Dragon rivelano che i fili
formano l’immagine di un castello e di una città in fiamme che
vengono completamente distrutti, con draghi visti anche morire
nell’aria sopra. Questo sembra rappresentare il Disastro di
Valyria, che Daenys ha visto nel suo sogno profetico. L’evento, che
includeva eruzioni vulcaniche che distrussero Valyria, uccise tutte
le storiche famiglie di cavalieri dei draghi tranne Casa Targaryen,
proprio grazie al loro essersi trasferiti a Roccia di Drago 12 anni
prima.
Va notato che non è del tutto chiaro
se lo storico destino di Valyria sia ciò che viene intessuto. Ma ha
più senso considerando il prossimo evento mostrato nei titoli di
testa di House of the Dragon. Daemon e Viserys
menzionano entrambi il Disastro di Valyria nella prima stagione,
quindi è chiaro che questo evento gioca ancora un ruolo importante
nel contesto della storia della famiglia.
La conquista di Aegon
Aegon, Visenya e Rhaenys
atterrano a Westeros – Dopo quello che sembra essere il
Disastro di Valyria, i nuovi crediti della seconda stagione di
House of the Dragon si spostano su Aegon il
Conquistatore. L’arazzo mostra Aegon il Conquistatore e le
sue sorelle-mogli Visenya e Rhaenys che fanno volare i loro draghi
(Balerion il Terrore Nero, Vhagar e Meraxes) a Westeros, indicando
i primi passi nella sua conquista, l’Approdo di Aegon. Atterrando
alla foce del fiume delle Acque Nere, Aegon iniziò a rivendicare il
suo diritto su Aegonfort (ora Fortezza Rossa) mentre le sue sorelle
aiutarono a sottomettere le case vicine con i loro draghi. Poco
dopo, Visenya mette una corona sulla testa di Aegon mentre Rhaenys
lo dichiara “Aegon, primo del suo nome, re di tutto Westeros e
scudo del suo popolo”.
Sebbene non sia inclusa in Fuoco
e Sangue, la prima stagione di House of the Dragon ha rivelato che
l’atterraggio di Aegon e la sua decisione di conquistare Westeros
sono stati preceduti dal sogno delle Cronache del ghiaccio e
del fuoco di Aegon. Nel suo sogno profetico, Aegon prevedeva
che gli Estranei avrebbero invaso Westeros e avrebbero posto fine
all’umanità a meno che un Targaryen seduto sul Trono di Spade non
fosse riuscito a unire il regno contro di loro. Naturalmente, il
finale di Game of
Thrones dimostrerebbe che la sua profezia è vera, con
Daenerys Targaryen e Jon Snow (Aegon VI Targaryen)
che uniscono Westeros per sconfiggere il Re della Notte e gli
Estranei.
L’incendio di Harrenhal
– La scena successiva della storia di Targaryen
intrecciata nell’arazzo è l’incendio di Harrenal, uno dei momenti
più importanti della Conquista di Aegon. I titoli di testa vedono
numerosi uomini e soldati bruciati e morti all’esterno di un
castello in fiamme distrutto e delle sue torri, con l’arazzo che
mette una maggiore attenzione al defunto Harren il Nero. In
particolare, le spade di ferro di questi uomini morti sarebbero
state usate per forgiare il Trono di
Spade di Aegon ad Aegonfort.
Poco dopo il completamento della
costruzione di Harrenhal, re Harren Hoare e i suoi numerosi seguaci
uomini di ferro insorsero contro Aegon Targaryen, mentre numerose
casate nelle Terre dei Fiumi si unirono alle forze dei Targaryen.
Queste case circondavano Harrenhal con i Targaryen e, dopo che
Aegon avvertì Harren che la sua stirpe sarebbe finita se non si
fosse inginocchiato, Balerion bruciò il castello, gli uomini di
ferro e tutte le provviste sotto di lui. Come rivela la storia di
Westeros, Harren Hoare e i suoi figli morirono nel castello, mentre
Harrenhal conserva ancora il suo aspetto carbonizzato nella
cronologia di Game of
Thrones.
Le famiglie di Casa Stark e
Westeros si inginocchiano davanti ad Aegon I Targaryen
– Immediatamente dopo aver mostrato l’incendio di
Harrenhal, i titoli di testa della seconda stagione di
House of the Dragon si spostano sull’immagine di
tre casate nobili che si inginocchiano. I sigilli su queste figure
rivelano che si tratta di re Torrhen Stark, Lord Edmyn Tully e
della regina reggente Sharra Arryn che giurano fedeltà a re Aegon I
Targaryen. La Sottomissione della Valle fu una delle tappe finali
della Conquista di Aegon, ma a questo punto della storia dei
Targaryen la guerra non era ancora ufficialmente finita.
Il sigillo di Casa
Targaryen conferma che Aegon ha conquistato Westeros
– L’ultimo capitolo dedicato a Aegon il
Conquistatore è la formazione del sigillo del drago a
tre teste di Casa Targaryen. Dopo aver visto le Casate Stark, Tully
e Arryn inginocchiarsi, l’arazzo conferma il regno di Casa
Targaryen mentre viene tessuta l’araldica di Aegon. Il drago rosso
a tre teste sarebbe stato ancora utilizzato dalla Casa Targaryen
fino alla morte di Daenerys Targaryen, con il
sigillo che rappresenta Aegon, Rhaenys, Visenya e i loro tre
draghi.
La morte di Maegor il crudele
Il re trafitto dal Trono di
Spade è Maegor, figlio di Aegon il Conquistatore – I
titoli di testa si spostano quindi sull’immagine di un re Targaryen
con la gola impalata sul Trono di Spade. Questo sovrano è re Maegor
il Crudele, figlio di Aegon I Targaryen e di sua sorella-moglie
Visenya. Dopo la morte di Aegon il Conquistatore nel 37 a.C., al
Trono di Spade successe il figlio maggiore, re Aenys I Targaryen.
Tuttavia, Aenys avrebbe governato solo per cinque anni prima della
sua morte improvvisa, dopodiché il suo fratellastro, Maegor, usurpò
il Trono di Spade dal figlio di Aenys, Aegon.
Come raffigurato nell’arazzo in
apertura di House of the Dragon, re Maegor I
Targaryen fu trovato morto sul Trono di Spade con le vesti
insanguinate, tagli sui polsi e una delle punte della spada che lo
trafiggeva attraverso la parte posteriore del collo. Il libro Fuoco
e sangue di George R.R. Martin rivela che la causa diretta della
morte di Maegor è incerta, con varie teorie che suggeriscono che
sia morto per suicidio, sia stato ucciso da sua moglie, la regina
Elinor, o che lo stesso Trono di Spade lo abbia ucciso dopo averlo
ritenuto indegno.
Re Jaehaerys I e Alysanne Targaryen
governano Westeros
Re Jaehaerys e sua
sorella-moglie Alysanne iniziano il loro regno – La parte
successiva della storia di Casa Targaryen mostrata nei titoli di
testa è l’ascensione di re Jaehaerys I Targaryen e di sua
sorella-moglie Alysanne Targaryen. Entrambi figli del predecessore
di Maegor, re Aenys I Targaryen, Jaehaerys governò Westeros per 55
anni durante un regno di pace generale. Lui e Alysanne avrebbero
avuto 13 figli, ma nessuno di loro gli sarebbe succeduto sul Trono
di Spade.
Sull’arazzo ci sono alcuni simboli
intrecciati da Jaehaerys e Alysanne per rappresentare importanti
sviluppi durante il loro regno. Uno di questi è il simbolo della
Fede dei Sette, poiché Jaehaerys fu determinante nel fare ammenda
con la Fede giurando che la corona li avrebbe protetti e difesi.
Sembra che ci sia anche una borsa piena d’oro accanto al re e alla
regina Targaryen, poiché Jaehaerys aveva il compito di ricostruire
i fondi della corona negli anni successivi alla Conquista e al
regno di Maegor.
Il Gran Consiglio del 101 P.C.
Questa scena è stata già
mostrata nella prima stagione di House of the Dragon –
Sempre durante il regno di re Jaehaerys I Targaryen, i titoli di
testa di House of the Dragon saltano a una scena
che è già stata rappresentata nello show prequel. L’arazzo rivela
il Vecchio Re Jaehaerys I seduto con Viserys e Aemma Targaryen alla
sua sinistra e Rhaenys e Corlys Velaryon alla sua destra, scena che
si svolge durante il Gran Consiglio del 101 CA. Questo fu il
consiglio in cui fu deciso che il nipote maggiore di Jaehearys,
Viserys I Targaryen, gli sarebbe succeduto sul Trono di Spade al
posto del nipote maggiore Rhaenys. Il momento è stato messo in
scena nella apertura della première della prima stagione di
House of the Dragon.
Il vestito verde di Alicent
Hightower al matrimonio di Rhaenyra e Laenor
Alicent conferma in questo
momento la sua faida con Rhaenyra – Saltando ancora
qualche anno, l’arazzo si sposta poi su un’immagine della giovane
Alicent Hightower durante il suo famigerato momento del “vestito
verde” che si verifica durante il matrimonio di Rhaenyra
Targaryen e Laenor Velaryon, dove Alicent appare nel verde
degli Hightower invece che nel nero e rosso Targaryen. L’abito
verde di Alicent simboleggiava il punto di non ritorno della faida
“Neri e Verdi”, che divideva gli eredi di re Viserys I
Targaryen.
I Verdi e i Neri si dividono
ufficialmente
Le famiglie Targaryen di
Rhaenyra e Alicent sono divise attorno a un tavolo – Dal
vestito verde di Alicent, i titoli di testa della seconda stagione
di House of the Dragon si spostano su un lungo
tavolo diviso tra i Targaryen Neri e i Verdi. Alicent e Rhaenyra
sono raffigurate sedute su ciascun lato, con il gruppo di Rhaenyra
(Daemon, Rhaenys, Corlys, Jacaerys, Lucerys e Joffrey) in alto e il
gruppo di Alicent (Aegon, Aemond, Helaena, Criston e Otto) in
basso. Questo è il modo in cui la divisione all’interno di Casa
Targaryen venne ulteriormente stabilita durante gli episodi 8, 9 e
10 della stagione 1 di House of the Dragon.
Aegon II Targaryen e Rhaenyra
Targaryen vengono incoronati
Aegon siede sul Trono di
Spade e Rhaenyra siede sul trono di Roccia del Drago – I
titoli di testa descrivono poi le incoronazioni di Aegon II
Targaryen e Rhaenyra Targaryen. Poiché è stato incoronato per primo
dopo aver usurpato la corona di suo padre, il Re è visto seduto sul
Trono di Spade con il nuovo sigillo dorato del drago di Aegon
cucito sul suo vestito. Successivamente, House of the
Dragon si sposta presso la regina Rhaenyra Targaryen che
indossa la sua corona e siede sul suo trono a Roccia del Drago. I
titoli di testa poi si ingrandiscono per mostrare le immagini
dell’arazzo delle fazioni Targaryen, i draghi su ciascun lato e i
vari sigilli delle nobili case di Westeros che li circondano.
Vhagar e Aemond Targaryen uccidono
Arrax e Lucerys Velaryon
Le conseguenze
dell’uccisione accidentale di Lucerys da parte di Aemond concludono
i titoli di testa – I nuovi titoli di testa della
seconda stagione di La Casa del Drago si concludono con l’immagine
dell’arazzo di Aemond e Vhagar che uccidono il principe Lucerys
Velaryon e il suo drago Arrax. I titoli di coda mostrano Vhagar e
Aemond vicino a Capo Tempesta mentre i cadaveri del figlio di
Rhaenyra, Lucerys, e Arrax giacciono sparsi qua e là. Considerando
che questo è stato l’ultimo evento importante nel finale della
prima stagione di House of the Dragon, è giusto
che sia il punto finale della storia dei Targaryen intrecciato
nell’arazzo.
La stagione 4 di The
Boys ha arruolato
Tilda Swinton per dare la voce all’amante del polpo di
The Deep, Ambrosius (leggi
qui), e il secondo episodio, “Life Among the
Septics”, presenta anche un cameo di un’altra star di serie
A.
L’episodio inizia con A-Train
(Jessie T. Usher) che gira una scena per uno dei
film sulle origini dei supereroi altamente romanzati di Vought, che
è una chiara parodia di The Blind Side con
Sandra Bullock. Questa volta, l’allenatore che non
si arrenderà con il giovane velocista e si rifiuterà di lasciargli
buttare via un futuro promettente diventando uno spacciatore, è
interpretato nientemeno che da Will Ferrell.
Chiacchierando con Collider, lo showrunner
Eric Kripke ha rivelato che desiderava lavorare
con Ferrell da un bel po’, e sentiva che sarebbe
stato perfetto per essere la grande star (‘Massive A-list Star’)
che non avevano ancora scelto per il ruolo dell’allenatore.
“Ci siamo incontrati e ci siamo
scambiati qualche messaggio per sapere quando la parte fosse stata
disponibile, e stavamo cercando qualcuno. Jess Chou ha scritto
nella sceneggiatura, ‘Massive A-list Star’, come nome del
personaggio, quindi gli ho semplicemente allungato la mano e ho
detto: ‘Vuoi farlo?’ E sono entusiasta che abbia detto: “Sì”. È
stata una ripresa orribile e punitiva. C’era una pioggia gelida che
ha soffiato lateralmente tutto il giorno, e mi sentivo così male
perché lui era lì fuori, ma non avrebbe potuto essere più gentile e
adorabile durante tutto il processo, una giornata orribile, e ha
avuto un atteggiamento davvero eccezionale durante tutta la
faccenda.”
Ferrell fa solo una breve
apparizione, ma si ripresenta più avanti nella stagione quando una
clip del film viene proiettata durante una presentazione della
Vought.
La trama della quarta
stagione di The Boys
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
Il cast diThe
Boys
vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T.
Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti.
Si uniranno per la quarta stagione anche
Susan Heyward,
Valorie Curry
eJeffrey Dean Morgan.
The
Boys
è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times,
creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di
executive producer, e sviluppato dall’executive producer e
showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer si
annoverano anche
Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun
Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter,
Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela
Starr. The
Boys
è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in
collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey
Pictures.
La risposta negativa ad Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha colto di
sorpresa lo studio, portando Jeff Loveness,
secondo quanto riferito, a essere licenziato come sceneggiatore del
prossimo film dei Vendicatori. A lui è subentrato lo sceneggiatore
di Doctor Strange in the Multiverse of Madness,
Michael Waldron, con l’incarico di scrivere su
entrambi i progetti.
Il piano ora potrebbe essere quello
di spostare i riflettori lontano da Kang, anche se si prevede che
il cattivo sarà ancora una parte fondamentale della saga del
Multiverso (anche se con un nuovo attore che lo interpreta al posto
di Jonathan Majors). Oggi abbiamo una voce assurda
da condividere secondo la quale i Marvel Studios vogliono aggiungere
Spider-Man 2099 di Spider-Man: Across the
Spider-Verse nel mix!
Secondo
@Cryptic4KQual, un affidabile leaker di runtime e trailer
che ha condiviso alcune informazioni privilegiate in passato,
“La conoscenza e l’esperienza di Miguel del multiverso
(Spider-Verse) avrebbero visto una variante di Kang formare
un’alleanza con lui.” “Potere per Kang, stabilità per Miguel.
Qualche tempo fa, ho sentito che la Marvel voleva questa alleanza, ma
Sony pensava che Miguel fosse una richiesta enorme.” “Anche se
molto probabilmente questo non accadrà più (sapete perché), ho
sentito che Miguel O’Hara è ancora sul tavolo e che c’è una grande
possibilità che possa fare un debutto live action nel prossimo
futuro con una nuova squadra,” hanno detto. aggiunto.
Se ciò fosse accaduto – o se alla
fine accadesse – immaginiamo che Miguel continuerebbe a ricoprire
il ruolo di un antagonista riluttante mentre cerca di salvare il
Multiverso, con la star di Moon
Knight Oscar Isaac che riprenderebbe il ruolo in
live-action. È una prospettiva strabiliante, ma potrebbe non essere
la cosa più folle che accadrà in queste avventure Multiversali.
Nelle ultime 24 ore, sui social
media è emersa una voce che suggerisce che Venom: The Last Dance presenterà il
debutto di Knull, uno dei più grandi nemici di Eddie
Brock nei fumetti.
Si dice che sarà lui a mandare
Xenofage mangiatore di simbionti contro il Protettore Letale perché
ha bisogno che “esegua un piano generale segreto”. Al momento, non
si sa chi interpreterà Knull o quanto sarà importante il ruolo che
probabilmente avrà nel trequel. Tuttavia, da quando questa voce si
è palesata, sono intervenuti altri affidabili scooper sui social
media, e sembra che ci sia del vero in questo (in un film che,
nonostante il primo trailer sciocco, apparentemente si aggirerà
pesantemente nei territori dell’orrore).
L’origine di Knull risale
all’universo primordiale prima dell’esistenza dei Celestiali.
Dimorava nel vuoto, uno spazio oscuro prima della creazione, ed era
disturbato dall’emergere della luce. In risposta, Knull creò il
primo simbionte, un’oscurità vivente conosciuta come la Necrospada
All-Black, che usò per uccidere un Celestiale. Questo atto di
ribellione portò al suo esilio, durante il quale creò un esercito
di simbionti per diffondere la sua influenza. Il potere di Knull è
immenso, capace di manipolare l’oscurità e i simbionti a
piacimento. Si considera un Dio dell’oscurità e nutre un profondo
odio per la luce e la vita, e ai giorni nostri ha quasi conquistato
l’Universo Marvel.
Se questo è il finale di
Venom: The Last Dance, è un
peccato che Sony Pictures non abbia preparato meglio il terreno per
il suo eventuale debutto. Il fatto che non sia stato accennato nel
trailer sembra suggerire che Knull sarà una sorpresa, anche se
potrebbe apparire nel prossimo trailer.
Tutto quello che sappiamo su
Venom: The Last Dance
Venom: The Last Dancesegue i successi
al botteghino consecutivi di Venom: La furia di
Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a
livello globale) e Venom
del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly
Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e
scriverà il trequel.
Tom Hardy ha
menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare
molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna
di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il
timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati
del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti
appoggio.”
A parte il ritorno di Tom Hardy nei
panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante
e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è
stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in
ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock
nei titoli di coda di
Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro
quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che
include
Morbius, Kraven Il
Cacciatore e Madame
Web, tra gli altri – potrebbe comparire in
Venom: The Last
Dance.
Introdotto per la prima volta
nell’episodio dissoluto “Herogasm” della terza stagione, Ambrosius
ha vissuto in segreto nell’appartamento di Deep alla Vought Tower.
I superpoteri del Signore dei Sette Mari gli permettono di
comunicare con la sua dolce metà cefalopode, e se qualcuno dovesse
aver pensato che la voce del polpo fosse familiare, è perché in
effetti lo è. Lo showrunner Eric Kripke ha
arruolato un’attrice di prim’ordine per dare la voce al
personaggio:
Tilda Swinton.
Tilda Swinton è il polpo Ambrosius
“Una volta deciso che avremmo
avuto una conversazione regolare tra Deep e la moglie polpo,
volevamo l’attrice britannica vincitrice di un Oscar più grande e
di classe che potessimo trovare”, dice Kripke a EW. “Si
tratta di una lista ragionevolmente breve. Non conoscevamo Tilda.
Non è come alcuni dei nostri altri cameo in cui ci sono amici di
amici e noi li contattiamo. Quindi abbiamo contattato un suo
rappresentante e le abbiamo inviato la sceneggiatura. Per suo
merito eterno, la risposta è stata: “(Tilda) adora questa serie e
pensa che sarebbe divertente farlo”.“Guardare l’attrice
più elegante possibile registrare le cose più stupide possibili è
stato uno dei più grandi giorni della mia vita professionale”,
aggiunge.
La quarta stagione riserva ancora
molti cameo importanti, e alcuni si possono ammirare proprio nei
primi tre episodi.
La trama della quarta
stagione di The Boys
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
Il cast diThe
Boys
vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T.
Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti.
Si uniranno per la quarta stagione anche
Susan Heyward,
Valorie Curry
eJeffrey Dean Morgan.
The
Boys
è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times,
creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di
executive producer, e sviluppato dall’executive producer e
showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer si
annoverano anche
Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun
Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter,
Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela
Starr. The
Boys
è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in
collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey
Pictures.
James
Gunn si è preso ancora una volta una pausa dalle
riprese della seconda stagione di Peacemaker e di Superman (oltre
alla gestione
dei DC Studios) per rispondere alle domande dei fan sul DCU.
Il regista ha iniziato parlando più
approfonditamente del suo approccio alla costruzione di questo
nuovo mondo condiviso, chiarendo che i fan potranno entrare e
uscire dal DCU come preferiscono, riferendosi al fatto che
ogni film che realizzeranno sarà buono per approcciarsi
all’universo condiviso che sta costruendo. Abbiamo visto i Marvel Studios e il vecchio DCEU provare ad
adottare un approccio simile a quello che Gunn descrive. Ha anche
confermato che i DC Studios non hanno ancora scelto il
nuovo Batman e ha chiarito i commenti precedenti sulla
differenza di età tra Superman e il Cavaliere Oscuro nel DCU.
James Gunn sulla differenza d’età tra Batman e Superman
“Sono abbastanza sicuro di non
averlo detto. Quello che ho detto è che Bruce ‘potrebbe essere’ un
paio d’anni più vecchio di Clark,” ha spiegato Gunn.
“Tutto quello che volevo dire era che non ero legato al fatto
che Bruce e Clark avessero esattamente la stessa età.”
Il regista di Superman ha anche
condiviso parte del suo metodo di lavoro e su come questo gli eviti
la necessità di pianificare le riprese aggiuntive. Ha spiegato che
il suo metodo prevede che riprese e montaggio procedano di pari
passo, così si rende conto subito se è necessario aggiungere o
togliere cose al film e se di conseguenza sono necessarie altre
riprese da realizzare quando il set è ancora allestito. Ha rivelato
inoltre come stanno procedendo i lavori sul sequel di
The
Batman di Matt Reeves. La
sceneggiatura è ancora in fase di riscrittura, mentre ha lasciato
intendere che l’ultima parola sulla lavorazione è solo di Reeves,
che deciderà quando il lavoro sarà pronto per la fase
successiva.
Tutto sommato, ci sono molte
informazioni interessanti qui ed è bello che James
Gunn dedichi parte del suo tempo a sfatare le voci che
circolano sul progetto e a fare chiarezza per i fan.
Tutto quello che sappiamo
su Superman
Superman, scritto
e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto
che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il
primo metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David
Corenswet e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois
Lane.
Il
film è stato anche descritto come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si
concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un
giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per
l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della
tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori
di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto
il mondo”,
ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU.
“Non
vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il
pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e
giochi”.
Dicevamo, il terribile
finale di
stagione 1, in cui il giovanissimo Lucerys, erede al
titolo di Lord delle Maree e secondogenito di Rhaenyra, trova la
morte, insieme al suo drago Arrax, per mano del temibile Vhagar, il
più grande dei draghi in vita nei Sette Regni, cavalcato
dall’altrettanto temibile Aemond Targaryen, suo
zio. Una scena potente e dolorosa, se pensiamo al fatto che non
solo è causa di un lutto inqualificabile e cieco per la madre,
Rhaenyra Targaryen, ma è a tutti gli effetti l’atto di guerra che i
Neri e i Verdi aspettavano per poter aprire i conflitti.
House of the Dragon 2, la trama
Così, la seconda
stagione di House of the Dragon comincia con la guerra. Una
guerra pianificata, attesa, caldeggiata, ma anche temuta e
rimandata, sempre raccontata e quasi mai mostrata. Una fase di
stallo dettata non solo dal fatto che la serie deve riposizionare i
pezzi sulla sua scacchiera, ma anche dalle decisioni dei
personaggi. Sebbene Rhaenyra si contenda il trono con il
fratellastro Aegon, la sua vera avversaria è Alicent, che fu sua
migliore amica e che adesso è la Regina Madre.
Le due donne, entrambe
più sagge di quanto non siano e non mostrino gli uomini di potere a
Westeros, cercano di muoversi con grande cautela; la risposta
immediata sarebbe quella di
scatenare la potenza dei draghi, cosa che caldeggia Daemon, ma
Rhaenyra è restia, dal momento che conosce e teme la potenza delle
bestie e soprattutto quello che si lasciano alle spalle (ricordate
il finale di Game of Thrones?). “Ho ereditato 18 anni di pace da
mio padre, Re
Viserys” continua a ripetere Rhaenyra, quando ancora spera che
la guerra sia inevitabile.
La Danza dei Draghi
Questa situazione di
stallo permette alla narrazione di impostarsi principalmente sulle
lunghe conversazioni e i concilii di guerra, in cui sembra che non
si faccia altro che parlare, mentre fuori campo avviene l’azione,
quella guerra che non vediamo mai. O almeno non nei primi due
episodi. Lo scontro arriverà, ma bisognerà aspettare la metà
della seconda stagione di House of the Dragon. E la pazienza
verrà ripagata con soddisfazione, giustificando ampiamente il nome
che questa guerra civile assume negli annali di storia di Westeros:
La Danza dei Draghi. Prima di arrivare all’azione, però, la
serie si rifugia, come accennato, nei rassicuranti saloni di
fortezze e palazzi, in cui assistiamo alla guerra raccontata.
I Principi Targaryen
Ora, invece di relegare
questi momenti a puri “‘o dimo” di borisiana memoria,
House of the Dragon stagione 2 sceglie di sfruttare questi
confronti per strutturare al meglio i personaggi che fino a questo
momento erano stati poco approfonditi. Su tutti i due fratelli
Targaryen, Aegon e Aemond. Il primo, interpretato da Tom
Glynn-Carney, era apparso solo come un re riluttante nella
prima stagione, che accetta la corona; il secondo, che ha il volto
espressivo di Ewan Mitchell, era stato invece dipinto come
un devoto figlio della corona, asservito alla famiglia e piuttosto
prepotente.
Nella prima metà della
seconda stagione di House of the Dragon, entrambi i
personaggi crescono e si colorano di toni e sfaccettature, complici
anche le buone interpretazioni degli attori: Aegon
viene fuori come un giovane re ambizioso ma anche volenteroso di
imparare e di fare bene, soggetto all’impulso ma anche sensibile ai
cauti suggerimenti materni; Aemond invece irrompe
sulla scena come ambizioso e violento, insidioso non solo per i
nemici ma anche per i familiari, in combutta con Ser
Criston Cole, personaggio al quale incomprensibilmente si
dedica molta attenzione ma che fatica a trovare l’affetto del
pubblico (complice forse il suo tradimento ai danni dell’allora
principessa Rhaenyra nella prima stagione).
I figli di Alicent sono la vera scoperta
E dal momento che il
personaggio di Daemon (Matt Smith) viene relegato a una
specie di esilio pieno di incubi e visioni in un contesto separato
dalla narrazione principale (non ci addentriamo oltre per non fare
spoiler, ma speriamo che questa scelta narrativa possa poi trovare
una svolta importante per la storia in generale), è proprio Aemond
a farsi carico della quota di arguzia, cattiveria e fascino che il
marito di Rhaenyra aveva incarnato così bene nella prima
stagione.
Sono i due figli di
Alicent la vera scoperta di questo secondo ciclo, che ripropone
tutti i pregi e i difetti della prima stagione (comuni alla serie
“madre”, Game
of Thrones): l’azione è relegata a pochi momenti, di
grandissima televisione, con livelli produttivi che erano
inimmaginabili fino a qualche anno fa per un serie tv.
HBO
sfodera gli artigli e fa fuoco sulla concorrenza. Difficile che la
stagione televisiva riesca a regalare un prodotto di uguale valore
per quello che riguarda spettacolo e messa in scena.
Persino il lavoro di
Ramin Djawadi, così caratteristico del mondo di Westeros, si
allontana un po’ di più dalle tracce familiari già ascoltate in
Game of
Thrones, e se i temi dedicati ai Verdi ricordano vagamente
Le Piogge di Castamere, la colonna sonora di questa seconda
stagione riesce a essere evocativa e originale, in un continuo
crescendo emotivo che enfatizza lo spettacolo. Inoltre, la
struttura della serie che non si serve più dei salti temporali,
abbondanti e frequenti nella prima stagione, concede una visione
maggiormente continua a ordinata.
La Regina Nera e la Regina Verde
Menzione d’onore alle
due Regina, Olivia Cooke e Emma D’Arcy. A loro è affidato il compito più arduo,
quello di raccontare la contemporaneità attraverso il genere
fantasy, ed entrambe, in maniera diversa e coerente con le loro
caratteristiche, si fanno carico delle sfumature caratteriali e
morali attribuite ai loro personaggi, nel bene e nel male.
Raccontano il peccato e il pentimento, la libertà e il potere di
autodeterminarsi, ma anche la cautela e la gentilezza, la capacità
di mettersi in dubbio, di fare un passo indietro se questo comporta
la salvezza e il benessere di molti. Per quanto ormai nemiche
naturali, Rhaenyra e Alicent sono ancora il cuore del
racconto.
House of the Dragon – guerra tra consanguinei
Come dice la
Principessa Rhaenys Targaryen (altro personaggio eccezionale
con il volto della splendida Eve Best), non c’è nessuna
guerra che sia più invisa agli dei che quella tra consanguinei.
Eppure, La Danza dei Draghi riesce ad essere
appassionante e coinvolgente e, con grande onestà e coerenza, si
rivolge principalmente a quel pubblico che aveva amato le strutture
narrative di Game
of Thrones.
In questo caso, il
racconto è più ordinato, ci sono meno personaggi da inquadrare, ma
è anche difficile individuare i buoni e i cattivi, e la maggiore
complessità dei rapporti trai personaggi, causata dai legami di
sangue, rende tutto più crudele. Questa guerra è egoista, ottusa e
determinata da ambizioni personali, non c’è onore o senso della
giustizia o del dovere, la serie non si sforza di mettere in scena
nessun eroe positivo, e forse proprio un questo cuore viziato
risiede il fascino dei personaggi.
House of the Dragon
stagione 2 mantiene le promesse fatte dal primo ciclo,
riservando allo spettatore intrighi di corte e strategie di
conquista, ma anche la prospettiva di un grande spettacolo, che
dovrebbe arrivare nella parte finale della stagione (come da
tradizione di Westeros!).
A distanza di ben due
anni dall’uscita del
terzo ciclo, The
Boysquarta stagione
arriva su Prime
Video e riesce, nonostante i ritardi causati
dagli scioperi dello scorso anno, a essere attuale e tempestiva,
come se avesse il super-potere di leggere la contemporaneità e
anticiparne i temi e i punti caldi. La stagione si apre con media e
città con gli occhi puntati sul processo per omicidio a
Homelander (Antony
Starr), mentre “nel nostro mondo” il processo di
Manhattan sanciva la colpevolezza di una certa figura politica
decisamente molto in vista negli ultimi anni e che ha goduto di un
certo sostegno negli USA.
The Boys 4, la satira
sociale che predice il futuro
The
Boys, sviluppato da Eric Kripke partendo dai fumetti di
Garth Ennis, ha sempre avuto la capacità di
anticipare le grandi contraddizioni della società, confermandosi
intrattenimento, qualche volta estremo e fine a se stesso, splatter
e pruriginoso, che non esita a farsi anche cinica e intelligente
satira sociale.
Quando poi la serie ha
spostato al centro dell’attenzione Victoria Neuman (Claudia
Doumit), una super in incognito che si atteggia a deputata
progressista con il programma politico di regolamentare Vought,
questo aspetto della serie è diventato anche più importante ed
evidente. E la stagione 4 sembra raccontare una vera e propria
versione parallela della società americana per come si sta
strutturando negli ultimi anni. L’aspetto sociale tanto evidente e
marcato, che si somma agli archi narrativi dei singoli personaggi,
quasi tutti in caduta libera, fa di The Boys 4 il
momento più cupo dell’arco della serie, fino a questo momento.
Le sfide di The Boys 4
Le sfide che la serie
deve affrontare in questo quarto ciclo sono molto complesse e ne
attestano anche la crescita come fenomeno. Da una parte il
franchise si è ingrandito e, dopo l’uscita dell’ottimo
Gen
V, The Boys 4 deve incorporare quegli
eventi nel suo flusso del racconto. D’altro canto l’espansione
della gittata degli eventi narrati, con movimenti di massa e
trasferimenti di potere, richiede una costruzione del mondo più
attenta e articolata che però mantenga al centro i bersagli
preferiti dal punto di vista dello show: il cinismo caustico contro
le destre e nei confronti delle grandi imprese, dei
fascismi/fascisti, dell’intrattenimento come propaganda e del
fanatismo che rifiuta la realtà anche scientifica (tutti fenomeni
che nel mondo reale continuano a guadagnare terreno).
La vittoria del
presidente anti-“sups” Robert Singer (Jim Beaver),
con al fianco Neuman, vicepresidente eletto (e segretamente sups)
si interseca con gli sviluppi principali e “privati” dei
protagonisti.
The Boys 4, la
trama
Dopo
essersi somministrato il farmaco sperimentale Temp V, una
versione a breve termine della sostanza chimica brevettata Composto
V che Vought utilizza per creare i suoi eroi, il leader
ripudiato della squadra anti-sups Billy Butcher (Karl Urban)
ha solo pochi mesi di vita. Questa prognosi gli dà una disperazione
e una sregolatezza che sembra poter essere contenuta solo da un
misterioso nuovo alleato (Jeffrey
Dean Morgan) che è ancora più militante di lui nella
causa.
Homelander intanto, in
preda a una crisi di mezza età che lo mette di fronte al suo
lentissimo ma inesorabile invecchiamento, ha preso in custodia Ryan
(Cameron Crovetti), suo figlio ormai adolescente, concepito
dallo stupro della defunta moglie di Butcher, e ha assunto due
nuovi pericolosi luogotenenti a rimpolpare le fila dei Sette:
Firecracker (Valorie Curry), una supes non particolarmente
dotata ma “capace di sobillare le masse e dal loro uno scopo”, e
Sister Sage (Susan Heyward), la cui super-intelligenza
sembra capace di bilanciare l’impulsiva megalomania di Homelander.
Nel frattempo, Starlight (Erin Moriarty) ha lasciato
definitivamente i Sette, e si è espressa pubblicamente contro la
Vought, attirando le ire di Firecracker e dei suoi fanatici
seguaci.
Già solo mettendo insieme
queste tracce narrative, ci si rende conto di quanto questo quarto
ciclo sia meno coeso rispetto alla terza stagione, completamente
focalizzata su Soldier Boy (Jensen
Ackles). Senza contare anche le vicende che
coinvolgono gli altri membri dei The Boys o dei
Sette che ognuno a modo loro combatte una piccola battaglia
personale con i propri fantasmi.
A questo generale
disordine della trama, si aggiunge ad un certo punto anche
l’irruzione dei personaggi e di elementi narrativi esplorati in
Gen
V, che cercano inserire nel flusso narrativo un
ulteriore elemento (il virus anti-supe introdotto nella serie
spin-off) che potrebbe essere determinante per il futuro dello show
e
per la sua conclusione che, come sappiamo, non è lontana.
Tutto questo però
conferisce una certa fragilità alla struttura del mondo di
The Boys, in cui le conseguenze di ciò che abbiamo
visto nelle prime tre stagioni non si abbattono con la giusta
incisività sugli eventi. Ad esempio, la denuncia della Vought da
parte di Starlight non sembra essere presa troppo
sul serio dalla Vought stessa, oppure il fatto che
Homelander venga assolto contrasta con l’elezione
di un presidente liberale e anti-supes, e soprattutto, anni dopo
che è stata resa nota l’esistenza del Composto V,
le masse continuano a considerare i supereroi persone da guardare
con ammirazione piuttosto che vittime di esperimenti. Insomma, man
mano che il mondo di The Boys acquisisce elementi
e necessita di un ordine e di una continuità organica, rinuncia a
costruire quella organicità e si concentra sul privato, sulle turbe
di Homelander, sulla fine imminente di Butcher, su Hughie e la sua
gestione familiare.
The Boys
però trova il modo di bilanciare la mancata organicità di questo
mondo in espansione con il consueto linguaggio colorito, con la
commedia oscena delle esposizioni di corpi e budella. Nata nel 2019
come una parodia dei racconti di superiori, The
Boys, con la quarta stagione, comincia a mostrare una
parabola discendente.
I primi tre episodi di
The Boys 4 sono disponibili su Prime
Video dal 13 giugno, con un nuovo episodio
disponibile ogni giovedì.
Karen Gillan si è fatta notare con Doctor Who nel ruolo di Amy Pond. In seguito,
però, è salita su un palcoscenico ancora più grande –
letteralmente, se si conta una memorabile apparizione nella Hall H
che ha visto l’attrice scozzese rivelare ai fan la sua testa pelata
– dopo essere entrata a far parte del MCU nel ruolo di
Nebula in Guardiani della Galassia del
2014.
La figlia di Thanos è stata inizialmente ritratta come un
cattivo, ma in seguito ha cambiato idea ed è diventata meno
antagonista quando è arrivato il secondo volume. Alla fine si è
unita alla squadra, diventando un Guardiano a tutti gli effetti in
Avengers: Infinity War e un’eroina
durante i cinque anni di interruzione dell’universo.
Non sappiamo cosa ci riservi esattamente il futuro di Nebula
dopo il
Vol. 3 dell’anno scorso, ma il trequel ha rappresentato quella
che potrebbe essere considerata la fine definitiva della storia del
personaggio. Da allora, la Gillan ha dichiarato in più occasioni di
essere disponibile a entrare nel DCU.
James Gunn ha lasciato i Marvel Studios per occuparsi dei DC Studios e
dirigere Superman e ha ammesso in diverse occasioni che gli
piacerebbe portare molti dei Guardiani nel DCU. Per quanto riguarda la Gillan, scelta dai
fan per interpretare Poison Ivy, sta solo aspettando che il regista
trovi il ruolo giusto per lei.
“James
Gunn è una delle mie persone preferite sul pianeta, per non
parlare dei registi, quindi mi piacerebbe molto lavorare di nuovo
con lui. Certo, lo farei e lo farei al volo. Sento anche che non
dovrei incasellarmi cercando di calarmi in un personaggio. Credo
che lui lo sappia bene. Quindi, se mai dovesse accadere, credo che
sceglierà il personaggio giusto per me“.
“Ho imparato molto da lui. È un regista straordinario. È un
leader naturale. Ti tiene in carreggiata quando provi questi grandi
cambiamenti. Inoltre, abbraccia davvero queste oscillazioni,
abbraccia l’improvvisazione, pensa all’improvvisazione e te la
trasmette sul momento attraverso un microfono. Mi piace lavorare
così perché mi fa uscire dalla mia testa“.
“E poi, i suoi scatti sono tutti incredibili. Riesce a
trovare l’equilibrio tra l’aspetto più bello e l’attenzione per
l’attore. A volte è l’uno o l’altro, ma lui ha entrambe le cose, il
che è molto, molto eccitante“.
I Marvel Studios, tuttavia,
vorranno senza dubbio mantenere la Gillan nel MCU e di recente ha ripreso il
ruolo di Nebula in un episodio ispirato a Blade Runner di
What
If…? durante la seconda stagione dello show.
“Per Nebula, mi piace vederla prendersi cura di altre
persone“, ha detto in precedenza la Gillan a proposito delle
sue speranze per il personaggio oltre il Vol. 3. “Penso che
parte del processo di guarigione sia alla fine arrivare al punto di
poter aiutare altre persone a guarire. E quindi mi piacerebbe
vedere questo nel futuro di Nebula“.
È ufficiale: Danielle Savre di Station
19 ha “trovato” una nuova casa. Secondo TV Line,
l’attrice è stata confermata come protagonista della seconda
stagione del dramma procedurale Found della
NBC, la cui première andrà in onda in autunno.
Anche se non si sa molto del ruolo che interpreterà, si dice che il
suo personaggio sarà ricorrente.
L’annuncio del casting arriva circa due settimane dopo
l’attesissimo finale di serie di Station
19, spinoff di Grey’s
Anatomy e gioiello della corona Shondaland in continua
espansione. L’episodio finale ha attirato circa 6 milioni di
telespettatori sul network ABC, ricevendo elogi per l’accurata
conclusione delle storie dei personaggi e per un emozionante ma
meritato lieto fine.
Il personaggio di Savre, Maya Bishop, capitano della stazione 19
dei vigili del fuoco di Seattle e moglie di Carina DeLuca-Bishop di
Grey’s
Anatomy, è apparso nello show per tutte le sue sette stagioni.
Resta da vedere se riceverà lo stesso trattamento da series-regular
sul set di Found.
Di cosa parla “Found”?
Chiunque sarà il personaggio di Savre in Found, entrerà
nell’universo della serie televisiva in un momento di tensione per
tutti i personaggi. Found segue l’attrice Shanola Hampton nel ruolo
di Gabi Mosely, un’ex vittima di rapimento e una specialista del
recupero che lavora per trovare le persone scomparse che sembrano
non essere sul radar di nessun altro. Mosely attinge la maggior
parte delle sue conoscenze sui rapitori seriali da una fonte
insolita: il suo ex rapitore, Hugh “Sir” Evans, che a sua volta ha
rintracciato e catturato da adulto. Tenuto intrappolato nel
seminterrato di Mosely per gran parte della serie, Evans è
costretto dalla specialista ad aiutarla a risolvere ogni caso che
le si presenta, dandole una prospettiva insolita sulla mente di un
rapitore.
Ma le cose hanno preso una piega nel modello di Found quando
Evans è finalmente riuscito a fuggire dal seminterrato di Mosely
nel finale della prima stagione dello show e ha giurato di uccidere
Lacey, una stagista dello studio di Mosely, anch’essa ex vittima di
Evans. Nella prima puntata della seconda stagione gli spettatori si
chiederanno se Mosely sarà in grado di rintracciare Evans per la
seconda volta e, forse, se riuscirà a risolvere i suoi casi allo
stesso modo senza il suo intuito non convenzionale.
Fortunatamente per Found, la Savre non è estranea ai network
drama, avendo già partecipato a serie come Too Close to Home di TLC
e l’amata Blue Bloods della CBS. I suoi precedenti indicano che
sarà più che in grado di fare la sua parte come personaggio nuovo
sul set del thriller della NBC. Ma senza molti dettagli sul
personaggio di Found della Savre, i fan che non vedono l’ora di
sapere se aiuterà o danneggerà l’ultimo problema di Mosely, grande
come un rapitore, dovranno aspettare l’autunno.
Avvincentethrillerdai toni profondamentedrammatici, il filmTre giorni e una vitaè l’adattamento dell’omonimo romanzo
dello scrittore francesePierre Lemaitre, pubblicato in Italia da Mondadori nel 2016. È
stato lo stesso autore a scrivere la sceneggiatura di questa
trasposizione cinematografica del suo libro, ed è stato sempre lui
a proporre la sceneggiatura al registaNicolas
Boukhrief(noto per i
filmCash Truck
–rifatto nel 2021 da Guy
Ritchie comeLa furia di un uomo – Wrath of
Man– eMade in France – Obiettivo
Parigi).
Boukhrief è stato talmente preso dallo script di
Lemaitre che ha messo da parte il progetto su cui stava lavorando
in quel momento per dedicarsi alla lavorazione diTre
giorni e una vita. Il film
affronta infatti una vicenda intricata dove gli scheletri del
passato non rimangono mai troppo a lungo sepolti, tornando ad
infestare anche ad anni di distanza. Nel film si anima dunque una
vicenda che ruota intorno alla gelosia, al desiderio di possessione
e al senso di colpa.
Tra
grandi segreti e forti colpi di scena, è dunque questo un film che
non mancherà di entusiasmare gli appassionati del genere. In questo
articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative
aTre giorni e una vita. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi allatrama, alcast di
attori, allelocationdove si sono svolte
le riprese e allaspiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le
principalipiattaforme streamingcontenenti il film nel proprio
catalogo.
La trama diTre giorni
e una vita
La
vicenda ha inizio nel 1999 a Beauval, un piccolo e tranquillo
villaggio immerso tra le foreste delle Ardenne. Qui abita il
piccoloAntoine, un
ragazzino di 12 anni che vive con la madreBlancheed ha nei viciniEmiliee nel suo
fratellinoRemyi suoi
soli amici. Quando però proprio Remy scompare misteriosamente, la
tranquillità della comunità viene irrimediabilmente scossa.
Quindici anni dopo, Antoine è un medico dal brillante futuro, ma
quando torna al villaggio per festeggiare il Natale con la madre, i
segreti del passato torneranno a galla.
Il cast e le location dove è
stato girato il film
Ad
interpretare Antoine Courtin da ragazzo vi èJeremy
Senez(qui al suo debutto in un
lungometraggio), mentre nella versione adulta è l’attorePablo Paulyad interpretarlo.
Recitano poi nel filmLeo Levynel ruolo di Remi ePauline
Sakellaridisin quello di Emilie
da ragazza. Da adulta, quest’ultima è interpretata daMargot Bancilhon.
Quest’ultima si è recentemente fatta notare anche grazie al
film
Un anno difficilee
alla serieMachine.
Completano poi il castSandrine
Bonnaire(recentemente vista
inLa scelta di Anne –
L’Événemente
Limonov: The Ballad)
nel ruolo di Blanche Courtin,Charles Berlingin quello diMichel Desmedt, il padre di Emilie e Remy,
ePhilippe Torretonnel ruolo deldottor Dieulafoy.Per quanto riguarda i luoghi dove è stato girato
il film, questi si possono ritrovare nei dintorni diOlloy-sur-ViroineNismes, frazioni diViroinval, nelleArdenne.
La spiegazione del finale del
film
Nel
finale del film scopriamo che Antoine sa perfettamente cosa è
accaduto al piccolo Remy, essendone il diretto responsabile. Tutto
ha infatti inizio quando l’adolescente vede Emilie, di cui è
innamorato, baciare un altro ragazzo. Furioso per quella scoperta,
si rifugia nel vicino bosco, dove però lo segue Remi, che con le
sue domande provoca la reazione di Antoine che gli tira un bastone
colpendolo mortalmente alla tempia.
A
quel punto al ragazzo non resta che disfarsi del corpo, venendo poi
aiutato da un nubifragio che rende impossibili le operazioni di
ricerca di Remy. Tuttavia, proprio quando un Antoine ormai
cresciuto torna al villaggio, nei boschi sono in corso lavori di
rimozione del legname abbattuto dalla tempesta del 1999. È in
questa occasione che vengono ritrovati i resti di Remi e, su di
essi, un capello che non gli appartiene.
L’analisi del DND capello non trova però
riscontro nella banca dati della polizia, rendendo dunque
impossibile risalire al responsabile. Nel mentre Antoine viene
informato da Emilie che lei è rimasta incinta in occasione
dell’unico rapporto sessuale avuto con lui qualche mese prima. La
ragazza vuole ora che lui la sposi, minacciandolo, in caso
contrario, di denunciarlo e di chiedere la prova del
DNA.
Emilie fa dunque intuire ad Antoine di sapere o
di avere dei forti sospetti riguardo la sua colpevolezza nella
morte del fratello. Incerto su ciò che realmente la ragazza sa ma
certo di non potersi sottoporre al test, Antoine si vede costretto
ad accettare, rinunciando alla vita che si stava costruendo altrove
per tornare nel luogo dove è cresciuto, sposando una donna che
ormai non ama più.
Il trailer diTre
giorni e una vitae dove vedere
il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è presente su
nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È
però presente nel palinsesto televisivo disabato 14
giugnoalle ore21:20sul canaleRai 4. Di conseguenza, per un
limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla
piattaformaRai Play,
dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua
messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente
gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
Quello della custodia dei bambini è un tema
estremamente delicato, che il cinema ha in più occasioni provato a
raccontare spesso con ottimi risultati. Film comeKramer vs. Kramero i più recenti
Gifted – Il dono del talento,L’affido – Una storia di
violenza,
La vita che verrào
l’italianoMamma o papà?sono solo alcuni esempi a riguardo. Nel 2020 è
invece stato realizzato un film per la TV dal titoloNon
avrai mai mia figlia, che offre
un particolare punto di vista su questo tema.
Diretto daTori Garrett– noto per essere stato il regista di diversi
episodi dellaserieThe Rookie-, il film si ispira ad una storia vera e va a
raccontare di quelle vicende di custodia che sono rese ancor più
gravi e complesse dalla presenza di atti di violenza fisica quali
lo stupro. Il film, infatti, nel ripercorrere la reale vicenda a
cui si ispira, indirizza l’attenzione degli spettatori verso una
serie di carenze legislative e nella tutela dei più
bisognosi.
Si
tratta dunque di un film che solleva importanti riflessioni,
aggiungendo qualcosa in più a questa tipologia di opere e ai loro
racconti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative aNon avrai mai mia
figlia. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi allatrama,
alcast di attorie
allastoria vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le
principalipiattaforme streamingcontenenti il titolo nel proprio
catalogo.
La trama e il cast diNon avrai mai mia figlia
Protagonista del film èAmy
Thompson, studentessa di
giurisprudenza la cui vita prende una piega tragica quando subisce
violenza fisica da un uomo di nomeDemetri. Già traumatizzata
dalla violenza subita, Amy è ulteriormente scioccata quando scopre
di essere rimasta incinta. Nonostante tutto, decide comunque di
tenere quella si svela poi essere una bambina, che chiamaMaddy. Qualche anno dopo,
però, Demetri si rifà vivo chiedendo la custodia della bambina,
dando così inizio un caso particolarmente delicato e
complesso.
Ad
interpretare Amy Thompson vi è l’attriceLyndsy
Fonseca, celebre in particolare
per essere stata la figlia di Ted Mosby nella popolare
sitcomHow I Met Your
Mother. Ha però recitato
anche in
Kick-AsseThe Ward – Il
reparto. Nel ruolo di
Demetri, invece, vi è l’attoreHunter
Burke, mentreMadison
Johnsonè Maddy, la figlia di
Amy. Recita poi nel film l’attriceKirstie
Alley, celebre per la
sitcomCin cine i film diSenti chi parla. Quello inNon avrai mai mia
figliaè il suo ultimo ruolo
prima della scomparsa, avvenuta nel 2022.
La storia vera dietroNon avrai mai mia figlia
Come
anticipato, il film è basato su una storia vera, quella diAnalyn Megison. La sua
vicenda divenne nota quando venne citata in giudizio nel 2010 dal
suo stupratore, che voleva ottenere la custodia della loro figlia
di 6 anni. Il triste episodio era avvenuto nel 2003, ma Megison
decise di tenere la bambina in quanto non voleva considerarsi una
vittima. Tuttavia, nel 2010, l’uomo che l’aveva aggredita tornò ad
esercitare il proprio potere nella sua vita.
“Il
mio stupratore non è mai stato condannato per quello che mi ha
fatto. Quando arrivò il giorno in cui mi furono notificati i
documenti del tribunale a suo nome, ero terrorizzata dal pericolo
che ciò rappresentava per la mia bambina, che non aveva idea di
cosa avrei dovuto affrontare per proteggerla”, ha raccontato
Megison inun’intervista a USA
Today. All’epoca, in
Florida, non esisteva infatti alcuna legge che la
proteggesse.
Il
giudice del caso, però, decise che era necessario avere un’udienza
probatoria completa su come era stata aggredita e come era stato
concepito il bambino, prima che il caso giudiziario andasse avanti.
Alla fine, lo stupratore rinunciò alla causa e Megison ottenne la
completa custodia della sua bambina. Ma questo non è avvenuto senza
aver trascorso ore a fare ricerche sui diritti parentali degli
stupratori negli Stati, tanto che ha redatto una legge modello per
la Florida.
In
quel periodo Megison è diventata anche cofondatrice di Hope After
Rape Conception, un’organizzazione “che si occupa di cambiare le leggi statali per
proteggere i bambini e le vittime di stupro”. Nella sua bozza di legge, Megison ha scritto
che qualsiasi persona che risulti aver concepito un bambino
attraverso una prova “chiara e convincente” di stupro, vedrà i suoi diritti di genitore
negati dallo Stato.
Il
disegno di legge è stato poi approvato all’unanimità nel 2013 e nel
2015 il Presidente Obama ha firmato la legge, che vietava ai padri
violentatori la custodia condivisa dei figli nati da uno stupro. Al
2020, 30 Stati su 50 hanno consentito la cessazione dei diritti
genitoriali degli stupratori coinvolti nel concepimento di un
bambino. Altri, invece, richiedono una condanna per violenza
sessuale.
Dove vedere il film in streaming
e in TV
Sfortunatamente il film non è presente su
nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È
però presente nel palinsesto televisivo disabato 15
giugnoalle ore21:20sul canaleRai 2. Di conseguenza, per un
limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della
sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente
gratuita, per trovare il film e far partire la visione.
Nel corso della sua filmografia, il
regista e sceneggiatore Alexander Payne ha
raccontato con il suo classico black humor vizi e virtù della
società americana contemporanea con titoli come Sideways – In
viaggio con Jack o il recente
The Holdovers – Lezioni di vita. Nel 2011 aveva invece
realizzato lo struggente Paradiso amaro (il cui
titolo originale è The Descendants). Si tratta di un
racconto che, mentre racconta le tematiche care al regista, si
concentra in particolare sul lutto, sulla difficoltà di elaborarlo
e andare avanti.
Paradiso amaro
(qui la recensione) è
l’adattamento del romanzo omonimo scritto da Kaui Hart
Hemmings e pubblicato nel 2007. Divenuto un vero e proprio
best seller, questo attirò l’attenzione di Payne per la delicatezza
con cui si affrontava il tema del lutto, raccontato nei suoi
aspetti più crudi e realistici. Per mantenersi quanto più fedele
possibile al libro, il regista scelse poi di girare il suo film
alle isole Hawaii, dove il racconto è ambientato. In particolare,
la maggior parte delle riprese sono state effettuate a Honolulu e
nei dintorni della Baia di Hanalei.
Ad oggi, Paradiso
amaro è uno dei lungometraggi più maturi e apprezzati di
Payne, per molti il suo personale capolavoro artistico. A distanza
di un decennio, è ancora considerato come un vero e proprio
gioiello. In questo articolo, approfondiamo dunque alcuni dettagli
sul film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è l’avvocato
Matt King, discendente di una facoltosa famiglia
hawaiiana. Marito indifferente e padre assente, egli è ora
impegnato in un importante affare che riguarda la possibile vendita
dei territori di famiglia sull’isola di Kauai, di cui è
amministratore fiduciario. I suoi cugini, con cui ha la
comproprietà dei terreni, spingono affinché la cessione si
verifichi, così da poterne ricavare milioni di dollari. Matt però
non è convinto di voler svendere così il patrimonio naturale
ereditato.
A sconvolgere ancor di più la
situazione arriva la notizia che la moglie
Elizabeth è stata vittima di un incidente nautico
e che è entrata in coma irreversibile. Da quel momento Matt si
trova a doversi prendere più cura della figlia adolescente
Alexandra e della piccola
Scottie, facendo così il padre a tempo pieno e
scoprendo finalmente tutto ciò che non sapeva delle due figlie.
Attraverso un litigio con la più grande delle due, Matt viene
infine a sapere che Elizabeth aveva un amante, di cui deciderà poi
di andare alla ricerca.
Il cast del film
Ad interpretare il protagonista Matt
King vi è il premio Oscar George Clooney,
rimasto particolarmente attratto dal ruolo per via della gamma di
emozioni che questo richiedeva e che lo ha poi portato ad essere
candidato come Miglior attore agli Oscar. Prima di Clooney, altri
attori considerati per il ruolo erano Robin Williams,
Tom Hanks e Richard Gere. Matthew
Lillard, celebre per aver interpretato Shaggy nei film su
Scooby-Doo, è Brian Speer, l’amante di Elizabeht, mentre
Judy Greer è sua moglie Julie.
Nel ruolo della figlia maggiore
Alexandra vi è Shailene
Woodley, qui al suo primo film di grande successo. Per
la parte si erano presentate anche Amanda Seyfried,
Kristen Stewart e
Brie Larson, senza però ottenere il ruolo. La
piccola Scottie è invece interpretata da Amara
Miller, scelta poche settimane prima dell’inizio delle
riprese. Per il ruolo di Sid, lo strano amico di Alexandra, è stato
scelto Nick Krause. L’attore attore Robert
Forster, celebre per Jackie Brown, è Scott
Thorson, suocero di Matt.
La risposta è no. Non c’è una storia
vera alla base di Paradiso amaro, ma come già
riportato il è tratto dall’omonimo romanzo di Kaui Hart
Hemmings, scrittrice statunitense che vive e lavora nelle
Hawaii. Questo suo primo romanzo, tradotto in 22 lingue è poi stato
inserito nella lista dei bestseller del The New York Times. Nello
scriverlo, però, Hemmings ha raccontato di non essersi basata su
nessuna storia reale, ma solo di aver tratto ispirazione dai luoghi
che vive e frequenta e da una serie di riflessioni sulle tematiche
poi affrontate nel libro e nel film.
Le nomination ai premi Oscar di
Paradiso amaro
Oltre ai tanti premi vinti da
Paradiso amaro, si annoverano poi anche 5
nomination ai premi Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regia,
Miglior attore protagonista, Miglior montaggio e Miglior
sceneggiatura non originale. Il film vinse poi in quest’ultima
categoria, mentre per le prime tre qui riportate il premio andò al
film The Artist, al suo regista Michel
Hazanavicious e all’attore Jean Dujardin. Il premio per il miglior
montaggio venne invece vinto dal film Millennium – Uomini che odiano le donne.
Il trailer di Paradiso
amaro e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Paradiso amaro è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
15giugno alle ore 21:20
sul canale Canale 5.
Continuano i lavori per il reboot di
Superman di
James Gunn e una nuova foto dal set del film
ha suscitato l’interesse dei fan. Come potete vedere qui sotto, il
logo della “LuthorCorp” è impresso su veicoli militari, il che
suggerisce che ci sarà un legame tra loro e Lex in questo film.
Abbiamo già visto quella che
sembrava essere una base militare di fortuna, e anche i fumetti
hanno talvolta seguito questa strada. La domanda ora è: Lex lavora
a fianco dei militari o questa LuthorCorp è più basata sulle armi
rispetto a quanto siamo abituati a vedere sulla pagina?
In ogni caso, sembra probabile che
il cattivo prenda di mira Superman con ogni sorta di arma… compresa
una certa tuta elettrica, se siamo davvero fortunati (era ora che
si unisse a Lex sul grande schermo).
Si dice che creerà un clone di
Superman – probabilmente una nuova versione di Bizarro/Ultraman – e
se questo è vero, Lex sarà probabilmente ancora ritratto come uno
“scienziato pazzo”.
“Mi sono allenato“, ha
detto Hoult a proposito della sua preparazione per il ruolo.
“C’è quella parte in ‘All-Star Superman’ in cui parla dei suoi
muscoli che sono veri, del duro lavoro e di tutto il resto. L’ho
presa come un po’ di carburante per il fuoco“.
Superman, scritto
e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto
che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il
primo metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David
Corenswet e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois
Lane.
Il film è stato anche descritto come una
“storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si
concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un
giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha
consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello
sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la
produzione non subirà alcun impatto in futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e
giochi”.
Ecco la nostra intervista a
Paul Kircher, il protagonista di The Animal
Kingdom, presentato a Cannes 2023 in Un Certain
Regard e arrivato nelle sale italiane il 13 giugno con I
Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
In un futuro prossimo, la razza
umana è travolta da un’ondata di misteriose mutazioni che
trasformano le persone in ibridi animali. Émile, sedici anni,
vorrebbe solo una tipica vita da liceale, ma d’un tratto il suo
corpo inizia a manifestare i primi sintomi della metamorfosi. In un
mondo che guarda alle cosiddette “creature” con odio e diffidenza,
solo abbracciando la propria vera natura il ragazzo potrà scoprire
ciò di cui è davvero capace.
Sono le premesse di The Animal
Kingdom, il nuovo sorprendente film di Thomas
Cailley, un’avventura travolgente e mozzafiato tra
inseguimenti, creature fantastiche e spettacolari effetti speciali,
nei cinema italiani dal 13 giugno con I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection.
Nel film Paul Kircher
(Winter Boy), che interpreta Èmile, di Romain Duris
(I tre moschettieri – D’Artagnan) nella parte di suo padre e
di Adèle Exarchopoulos (La vita di Adele) in quelli
di una poliziotta che indaga sulla fuga di alcune creature, oltre
agli straordinari effetti visivi curati tra da MPC (The
Last Duel, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo,
House of the Dragon) e Mac
Guff (Valerian e la città dei mille pianeti,
Cattivissimo Me, Lupin).
Come sappiamo,
Matt Bomer è stato finalista per interpretare
l’Uomo d’Acciaio negli anni 2000 in una
prima incarnazione del progetto che sarebbe poi diventato poi
Superman Returns di Bryan Singer,
e l’attore crede di essersi perso il ruolo per un motivo molto
specifico.
Avevamo sentito che Bomer era andato
molto vicino ad ottenere la parte: “Ho partecipato a una
chiamata di massa per Superman, e poi si è trasformata in
un’esperienza di audizione di un mese in cui ho fatto audizioni
ancora e ancora e ancora”, ha spiegato la star di Doom Patrol
durante un’intervista con THR. “Sembrava che fossi io
la scelta del regista per il ruolo. Era una primissima iterazione
di Superman scritta da J.J. Abrams, chiamato Superman: Flyby, penso
che fosse questo il titolo, e non è mai venuto alla luce.”
Bomer non si è pubblicamente
dichiarato gay fino al 2012, ma la sessualità dell’attore era ben
nota in alcuni ambienti, e ritiene che aver fatto coming out alla
fine gli sia costato l’opportunità di vestirsi come l’Uomo di
domani.
“Sì, questo è quello che ho
capito”, ha risposto quando gli è stato chiesto se la sua
sessualità fosse un fattore nella riluttanza dello studio ad
assumerlo. “Era un momento nel settore in cui qualcosa del
genere poteva ancora essere usato come arma contro di te. Come,
perché e chi, non lo so, ma sì, questo è quello che ho
capito.”
Nel 2012, l’autore
Jackie Collins ha detto a Gaydar
Radio che il fatto che Bomer fosse gay gli ha impedito di
essere assunto per interpretare Clark Kent: “Matt Bomer, che è
un ragazzo dall’aspetto davvero stupendo e la
star di White Collar, non aveva fatto coming out, ma le persone
informate sapevano che era gay”, ha detto Collins. “È
arrivata la registrazione della sua audizione e ha contattato
l’agente e a qualcuno non piaceva e ha detto [ai produttori] che
era gay. Hanno detto: ‘No, no, non possiamo sceglierti’. Il motivo
per cui non è stato scelto era perché era gay”.
Questa convinzione è stata
contestata nel corso degli anni, tuttavia, alcuni sostengono che
Bomer abbia semplicemente perso la parte quando il regista
originale del progetto, Brett Ratner, è stato
sostituito. Si dice che lo studio volesse una star più grande per
la versione del film di Abrams, ed è stato allora che hanno
attirato l’attenzione artisti del calibro di Brendan
Fraser, Josh Hartnett e Paul
Walker.
A 46 anni, Bomer rimane la scelta
preferita dai fan per interpretare una versione più vecchia di
Superman. L’attore ha avuto la possibilità di dare voce al
personaggio nel film d’animazione Home Video Superman:
Unbound nel 2013.
Teller assumerà il ruolo principale
nella versione moderna del classico del 1982 con Richard
Gere, film nominato a sei Academy Awards, e che vinse il
premio per la migliore canzone originale per “Up Where We
Belong” e segnò un traguardo storico per Louis Gossett Jr. che divenne il primo nero
vincitore dell’Oscar come miglior attore non protagonista.
Ufficiale e
Gentiluomo è incentrato su Zack Mayo di Gere, un aspirante
aviatore della Marina che si scontra con il suo testardo
istruttore, Gunnery Sgt. Emil Foley (Gossett) mentre affronta una
storia d’amore nascente con Paula (Debra Winger), un’operaia che
sogna di lasciare la sua piccola città. Il dramma romantico diretto
da Taylor Hackford è stato anche un successo al
botteghino, incassando 190 milioni di dollari in tutto il
mondo.
Dana Fox ha scritto
l’ultima versione della sceneggiatura del nuovo film, seguendo una
bozza scritta da Matt Johnson. Temple
Hill sta producendo il progetto.
È un ritorno alla vita da cadetto
per Miles Teller, che ha interpretato il ruolo del
famoso pilota della Marina Bradley “Rooster” Bradshaw, figlio
dell’amato “Goose” in Top Gun: Maverick del
2022. Il tanto atteso sequel è stato un enorme successo al
botteghino, incassando oltre 1,4 miliardi di dollari in tutto il
mondo e ottenendo sei nomination agli Oscar, inclusa una per il
miglior film.
Dal suo debutto sullo schermo nel
film Rabbit Hole del 2010, Teller ha costruito un
curriculum che include anche il film premio Oscar
Whiplash, The Spectacular Now
(per il quale ha vinto il premio speciale della giuria per la
recitazione drammatica al Sundance 2013 Film Festival), il remake
di Footloose della Paramount, nonché la serie sul
making of de Il Padrino “The Offer” per Paramount+. Attualmente è impegnato nella
produzione di “Eternity” della A24 e ha
appena terminato la produzione di Michael
della Lionsgate, il film biografico su Michael
Jackson, la cui uscita è prevista per il 2025.
Successivamente, sarà protagonista e produttore esecutivo di
“The Gorge” di Skydance, una storia d’amore che
rivoluziona il genere d’azione per Apple, diretta da Scott
Derrickson e interpretata da Anya
Taylor-Joy.
I fan di Only Murders in the
Building devono aspettare ancora due mesi per il suo
attesissimo ritorno, ma la star Steve Martin ha
condiviso una nuova immagine del dietro le quinte che potrebbe
stuzzicare il loro appetito.
Nell’immagine, condivisa su
Instagram, Martin e le co-protagoniste Martin
Short e Selena Gomez sono tutti in ghingheri… ma per
sapere cosa, gli spettatori dovranno aspettare il 27 agosto, quando
la
quarta stagione dello show debutterà su Disney+.
Nella foto, intitolata semplicemente
“Show business”, la Gomez indossa un abito sfarzoso che fa pensare
al glamour hollywoodiano, mentre Martin e Short sono vestiti da
capo a piedi con abiti da motion-capture decisamente meno
lusinghieri. È evidente che si tratta di una sequenza di effetti
speciali, ma resta da vedere se si tratta di una sequenza che si
svolge “nell’universo” o meno.
Un punto della trama della prossima
stagione, come si è visto nel trailer rilasciato il mese scorso, è
il trio di podcaster e investigatori dilettanti (Charles
Haden-Savage di Martin, Oliver Putnam di Short e Mabel Mora di
Gomez) che viaggia dalla loro base di New York City a Los Angeles,
dove un dirigente di uno studio (Molly Shannon)
vuole acquistare i diritti cinematografici del loro podcast. Questa
immagine potrebbe raffigurare la produzione del film, oppure
potrebbe essere tratta da una sequenza di fantasia, simile alle
memorabili scene della “White Room” della scorsa stagione, che
vedevano Charles scivolare in uno stato di fuga mentre provava il
suo impegnativo numero musicale per lo spettacolo di Broadway di
Oliver.
Cosa succederà nella quarta
stagione di “Only Murders in the Building”?
Ogni stagione di Only
Murders in the Building è incentrata su un omicidio, e
questa non è diversa, ma questa volta è personale. Lo scioccante
finale della scorsa stagione si è concluso con un cecchino che ha
sparato e ucciso la controfigura e amica di lunga data di Charles,
Sazz Pataki (Jane Lynch), nell’appartamento di Charles, dopo averla
apparentemente scambiata per Charles.
Il viaggio di Charles, Oliver e
Mabel li porterà dall’altra parte del Paese e, cosa più
preoccupante, dall’altra parte, raramente vista, del condominio di
Arconia in cui vivono. Meryl Streep tornerà nel
ruolo dell’attrice Loretta Durkin, interesse amoroso di Oliver,
così come Da’Vine Joy Randolph, vincitrice del recente premio
Oscar, interpreterà Donna Williams, alleata del trio nella polizia
di New York.
Oltre ai membri del cast che
ritornano, Only Murders in the Building ha una
fila di guest star da urlo per la prossima stagione.
Eva Longoria, Eugene Levy, Kumail Nanjiani, Zach Galifianakis,
Melissa McCarthy e Richard Kind interpreteranno sospetti,
persone di interesse e depistaggi nella quarta stagione.
I fan di The Chosen hanno atteso con ansia di
sapere quando la
quarta stagione del popolare dramma sul ministero di Gesù sarà
disponibile sulle loro piattaforme di streaming preferite. Dopo un
ritardo dovuto al contratto, è stata finalmente rivelata la
tempistica per il rilascio. La stagione 4 viene attualmente
rilasciata con due episodi a settimana sui canali dei social media
dello show e sull’app The Chosen.
Questo programma di rilascio scaglionato fa sì che i fan si
sintonizzino con impazienza ogni settimana. L’episodio 1 è stato
presentato in anteprima domenica 2 giugno, mentre l’ottavo e ultimo
episodio uscirà giovedì 27 giugno.
Secondo Dallas Jenkins, regista e showrunner
dello show, c’è una “finestra di 60 o 90 giorni” per quando la
quarta stagione arriverà sulle piattaforme di streaming dopo il
rilascio iniziale sull’app The Chosen. “Non sappiamo se sarà una
finestra di 60 giorni o di 90 giorni dopo il lancio della Stagione
4 sull’app ‘The Chosen’. Quindi sarà prima sull’app ‘The Chosen'”,
ha spiegato Jenkins durante una conferenza stampa a cui ha
partecipato The Direct.
Jenkins ha anche accennato a potenziali cambiamenti futuri per
quanto riguarda la strategia di streaming dello show. Sono in corso
discussioni su un possibile rapporto esclusivo con una piattaforma
di streaming. Ciò potrebbe significare che le stagioni future
potrebbero essere disponibili solo su una particolare piattaforma
dopo il rilascio iniziale sull’app The Chosen.
“Ma stiamo anche discutendo di un rapporto potenzialmente
esclusivo con uno streamer in cui le stagioni future potrebbero
essere disponibili esclusivamente non solo sull’app ‘The Chosen’,
ma anche su quell’altra piattaforma di streaming dopo la prima
finestra. O potenzialmente nella loro prima finestra. Quindi non lo
sappiamo ancora. Queste discussioni sono in corso. Ma sappiamo che
la quarta stagione arriverà presto, probabilmente entro 60-90
giorni dall’uscita sull’app di ‘The Chosen‘”.
The Chosen debutterà su Disney+ a fine estate
Dato che l’episodio 1 ha debuttato il 2 giugno e l’episodio 8
uscirà il 27 giugno, la data prevista per l’arrivo della quarta
stagione sui servizi di streaming è tra agosto e settembre del
2024. Non è ancora chiaro se la finestra inizierà con l’uscita
dell’Episodio 1 o dell’Episodio 8.
Per chi segue la stagione in corso, l’episodio 1 della stagione
4 è disponibile sull’app The Chosen e su YouTube. L’episodio 6
della quarta stagione sarà trasmesso in anteprima online giovedì 20
giugno alle 20:30 ET. Restate sintonizzati su Cinefilos per
ulteriori aggiornamenti su The Chosen e il suo viaggio verso le
piattaforme di streaming.
In una realtà alternativa, esiste una versione della trilogia de
Il Signore degli Anelli in cui Aragorn, membro
della Compagnia dell’Anello, è interpretato da Russell Crowe (L’esorcista
del Papa). Nella nostra linea temporale, tuttavia, la star
del Gladiatore ha rifiutato il ruolo all’inizio degli anni ’80,
quando la trilogia stava prendendo forma.
In un’intervista rilasciata al britannico GQ, Crowe ha rivelato
perché alla fine ha deciso di rifiutare il ruolo e se se ne è
pentito.
Durante l’intervista, Crowe ha rivelato di essere stato un fan
di Tolkien quando era bambino, quindi “si è entusiasmato all’idea
del Signore degli Anelli”. Il problema è che l’attore ha ritenuto
che Peter Jackson (che ha diretto i tre film e poi
la trilogia de Lo Hobbit) non lo volesse davvero per la parte e
avesse in mente qualcun altro. Quindi non si pente affatto della
sua decisione:
“Ho avuto la sensazione che fosse lo studio a prendere la
decisione, non il regista. Ho parlato con Peter Jackson al telefono
e non mi ha detto il tipo di cose che i registi ti dicono se stanno
davvero cercando di attrarti in un progetto. Ho avuto la sensazione
che avesse già in mente qualcun altro che voleva fare. E che il
fatto che io mi facessi avanti e dicessi di sì lo avrebbe
ostacolato. Veniamo dallo stesso posto, quindi c’è una sfumatura in
quella conversazione che altre persone potrebbero non sentire –
siamo entrambi neozelandesi – a modo suo, senza che lui dicesse
nulla di negativo, che aveva un altro progetto. Così ho lasciato
perdere“.
Perché Peter Jackson non voleva che Russell Crowe interpretasse
Aragorn?
Jackson aveva infatti in mente qualcun altro:
Viggo Mortensen (The Dead Don’t Hurt), che ora è inseparabile
da Aragorn nella mente dei fan. Naturalmente, non sapremo mai come
sarebbe stato
Il Signore degli Anelli se fosse stato scelto Crowe, ma è
sicuro che alla fine Jackson ha preso la decisione migliore per
l’amata trilogia, che è stata recentemente riproposta nelle
sale.
Non è raro che gli studios spingano perché certi attori siano
protagonisti di IP che potrebbero diventare grandi franchise. È un
modo per attirare la gente nei cinema a vedere qualcosa che
altrimenti non avrebbe visto. Nel 2000, Crowe era
reduce dal Gladiatore e all’apice della sua popolarità. È
quindi logico che lo studio volesse un grande nome da inserire
nella locandina. Tuttavia, Jackson cercava attori
meno noti per recitare ne La Compagnia dell’Anello e
probabilmente ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per
convincere lo studio ad accettare la sua decisione.
La trilogia del
Signore degli Anelli è disponibile in streaming. Qui sopra
potete vedere Russell Crowe che rivela di non
essersi pentito di aver rifiutato il ruolo.
Dopo aver dato l’addio a Star
Trek: Picard lo scorso anno con un’ultima stagione
acclamata dalla critica, lo showrunner Terry
Matalas ha trovato il suo prossimo grande progetto
fantascientifico. Secondo The Hollywood Reporter, i 20th Century
Studios gli hanno affidato un aggiornamento del classico cult del
1985 Enemy Mine, interpretato da Dennis Quaid e dal grande Louis Gossett
Jr.
Basato sulla novella del 1979 di Barry B. Longyear pubblicata
sulla rivista Asimov’s Science Fiction, il film originale è stato
diretto dal regista candidato all’Oscar per Das Boot e La
storia infinita Wolfgang Petersen al suo debutto
in lingua inglese. Per coincidenza, questo sarà il debutto di
Matalas nella scrittura di un lungometraggio.
Enemy Mine si svolge in un futuro lontano in
cui l’umanità è nel mezzo di una guerra interstellare con la specie
rettiliana dei Drac. Quando il pilota umano Willis Davidge (Quaid)
e il caccia alieno Jeriba Shigan (Gossett Jr.) atterrano su un
pianeta desolato e infido, sono costretti a mettere da parte i loro
pregiudizi per sopravvivere. Sebbene le loro differenze minaccino
di distruggerli, i due stringono un’improbabile amicizia che li
porta a superare le sfide che il pianeta e i suoi abitanti pongono
loro. Alla fine, a Davidge viene chiesto di prendersi cura del
figlio di Drac quando questi non sarà più in grado di
continuare.
Il film originale di Petersen ha superato un ciclo di produzione
travagliato e un iniziale bombardamento al botteghino per diventare
nel tempo un cult della fantascienza, attualmente con un punteggio
del 68% da parte del pubblico su Rotten Tomatoes. Il film è stato
apprezzato, tra l’altro, per i temi della tolleranza e del rispetto
reciproco, raccontati attraverso i personaggi principali che
imparano a conoscere e onorare le reciproche ascendenze. Il
materiale di partenza, scritto da Longyear, è stato altrettanto
apprezzato alla sua uscita, vincendo il premio Nebula, che premia
le migliori opere di fantascienza pubblicate negli Stati Uniti,
nella categoria novelle e ricevendo due sequel.
Matalas è una voce comprovata della fantascienza
Al momento non c’è ancora un regista per il nuovo adattamento di
Enemy Mine della 20th Century, ma l’aggiunta di Matalas è un inizio
promettente. Ci sono pochi nomi emergenti più caldi di lui, dopo
che l’anno scorso ha catturato l’attenzione del mondo della
fantascienza con il suo lavoro su Star Trek: Picard Stagione 3, che
è diventato di gran lunga l’episodio più votato della serie con un
punteggio del 98% su Rotten Tomatoes e ha raccolto ben sette
nomination ai Saturn Award con quattro vittorie, tra cui quella per
la Miglior Serie Televisiva.
Prima di diventare uno showrunner nominato dai WGA per la serie
guidata da Patrick Stewart, tuttavia, aveva già
dato prova di una mano capace e ferma come creatore e showrunner
della serie 12 Monkeys del 2015 su Syfy. Ora la
sua agenda si sta rapidamente affollando, con la Marvel che lo ha coinvolto anche
per una serie solista di Vision con protagonista
il rientrante Paul Bettany.
Nel bene e nel male, Netflix
ha raggiunto un livello di dominio globale nel mondo della TV e
dello streaming, essendo il servizio che la maggior parte degli
altri concorrenti ha dovuto recuperare dalla metà degli anni 2010.
Senza dilungarsi troppo in lezioni di storia, l’azienda non è
sempre stata nota per essere un servizio di streaming, ma ha
contribuito a fare da pioniere in questo settore nei primi anni
2010 negli Stati Uniti e in Canada. Negli anni successivi si è
espansa in altri territori, fino a diventare un vero e proprio
gigante nella seconda metà del decennio.
Questo ha fatto sì che molte serie
televisive non in lingua inglese – sia contenuti originali che
titoli concessi in licenza da Netflix
– siano diventate straordinariamente popolari in tutto il mondo,
dando naturalmente al servizio un’ulteriore portata al di fuori di
luoghi come gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito. Le
seguenti stagioni televisive hanno accumulato il maggior numero di
visualizzazioni (nei loro primi 28 giorni di rilascio) tra tutte le
serie non in lingua inglese presenti su Netflix,
e sono classificate di seguito da molto popolari a più
popolari.
Elite – stagione 3
I film e gli spettacoli sulla
disuguaglianza di classe sono di gran moda al giorno d’oggi (come
direbbe il compianto Prince, potrebbe essere un segno dei tempi),
con
Elite che prende questo concetto e lo mescola con un dramma
liceale. Il film si svolge all’interno di una prestigiosa scuola
privata in Spagna, seguendo il conflitto tra i pochi adolescenti
provenienti da famiglie della classe operaia e gli studenti che
provengono da ambienti ricchi.
Le cose si rivelano avere una posta
in gioco di vita o di morte, il che significa che anche se non è la
serie liceale più realistica in circolazione, è certamente una
delle più popolari nella memoria recente. Iniziata nel 2018, la
settima stagione è prevista per il 2023 e la terza stagione
(composta da otto episodi rilasciati tutti nel marzo 2020) è stata
finora la più vista su Netflix.
Lupin – Part 1
Lupin è una serie francese
mystery/thriller basata sul personaggio di Arsène Lupin, un esperto
ladro/maestro di travestimenti nato come personaggio di una serie
di racconti pubblicati per la prima volta più di un secolo fa. Il
personaggio ha anche ispirato un’iconica serie di manga/anime
intitolata Lupin III, basata sul nipote del personaggio originale
(il primo film di Hayao Miyazaki era una delle tante avventure del
personaggio).
Questo nuovo aggiornamento del
personaggio ha avuto un’interessante strategia di pubblicazione, in
cui gli episodi escono in parti, piuttosto che in stagioni
complete. Entrambe le parti 1 e 2 sono uscite in momenti diversi
nel 2021 (con la parte 1 che è stata la più popolare finora), e una
terza parte è prevista per il 2023.
The Scent of Passion – Stagione
1
Per coloro che non ne hanno mai
abbastanza di media incentrati sul romanticismo, Café con aroma de
mujer (o Il profumo della passione) è sicuramente in grado di
tenere impegnati questi spettatori per un bel po’. Si tratta di una
telenovela in lingua spagnola composta da un’unica stagione di
quasi 100 episodi, ognuno dei quali è stato trasmesso nel corso del
2021.
Questo potrebbe rendere il pubblico
un po’ di nicchia, per quanto riguarda i contenuti Netflix più
visti, visto che le soap opera non sono per tutti. Anche la
premessa di base è particolarmente semplice, in quanto ruota
attorno a tutti i drammi che si verificano quando un uomo ricco e
una ragazza povera si innamorano. È probabile che l’enorme numero
di episodi all’interno di una “stagione” sia uno dei motivi per cui
questo show è uno dei più visti in lingua non inglese sulla
piattaforma.
Avvocata Woo (Extraordinary
Attorney Woo)
Anche se finora è andata in onda
una sola stagione (nel 2022), Extraordinary Attorney Woo è
diventata rapidamente una delle serie non in lingua inglese più
popolari su Netflix. Si tratta di una serie sudcoreana che segue
una giovane avvocatessa autistica (con un quoziente intellettivo
superiore a 160) che entra a far parte di un rispettato studio
legale, mostrando come utilizza la sua straordinaria memoria
fotografica e la sua intelligenza per diventare immediatamente uno
dei migliori avvocati del settore.
La prima stagione, composta da 16
episodi, è stata caratterizzata da un’interessante distribuzione
degli episodi, con due episodi a settimana anziché uno (un
approccio diverso da quello classico di Netflix, che prevede la
distribuzione di tutti gli episodi in una volta sola). È stata
elogiata per il modo in cui rappresenta l’autismo (non tutte le
serie che ci provano hanno successo) ed è stata abbastanza popolare
da essere rinnovata per una seconda stagione.
La casa di carta – stagione 3
La casa di carta è
una delle tante serie televisive che dimostrano come guardare
persone cattive (o almeno non grandi) possa essere una grande
televisione. Si tratta di una serie crime/thriller spagnola che ha
iniziato ad andare in onda su Antena 3 – una rete spagnola – nel
2017, per poi essere acquisita da Netflix, con
quest’ultima che ha prodotto gli episodi successivi (ha quindi
seguito una traiettoria simile a Black Mirror).
Come verrà dimostrato di seguito,
si tratta di una serie che ha preso continuamente piede, diventando
gradualmente più popolare a ogni nuova stagione (o “parte”)
rilasciata. La terza parte, rilasciata nel 2019, ha superato le
visualizzazioni delle prime due parti, ma la popolarità dello show
doveva ancora raggiungere il suo apice
The Glory – stagione 1
A differenza di La casa di carta,
la serie drammatica sudcoreana a tema vendicativo The Glory ha visto la sua prima stagione
ottenere più visualizzazioni della seconda, ma forse la
contemporaneità della seconda stagione l’ha svantaggiata. Dopo
tutto, la prima stagione è uscita proprio alla fine del 2022,
mentre la seconda è uscita poco più di due mesi dopo, il 10 marzo
2023.
La premessa è di quelle che
attirano rapidamente gli spettatori, ma potrebbe non essere
sostenibile per molte stagioni, dato che è incentrata su una donna
adulta che cerca di vendicarsi di coloro che la bullizzavano quando
andava a scuola. A prescindere dalla durata, la serie si è
dimostrata uno sguardo avvincente sui temi della vendetta e del
trauma, reso ancora più intenso dal fatto che si ispira a eventi
realmente accaduti.
Non siamo più vivi – stagione
1
Non è un segreto che le serie
drammatiche amino uccidere i personaggi, così come i
film/spettacoli legati agli zombie. Per questo motivo, il titolo
All of Us Are Dead sembra adatto in più di un modo, dato che si
svolge in un liceo dove un’epidemia fa sì che molti studenti siano
(non) morti, e perché molti personaggi muoiono davvero.
L’ambientazione liceale conferisce
a All of Us Are Dead un certo fattore di novità che la differenzia
dagli altri media sugli zombie, e ne ha bisogno, visto che gli
zombie in circolazione non mancano. La prima stagione si è rivelata
la seconda serie sudcoreana di Netflix più
popolare di tutti i tempi, e ha reso i fan affamati di una seconda
stagione.
La casa di carta – parte 4
La suspense, l’azione e le
ambiziose rapine sono continuate con la quarta parte di Money
Heist, una raccolta di otto episodi che è uscita nel 2020. La terza
parte si è conclusa in modo particolarmente frenetico e la quarta
riprende con alcuni dei personaggi principali in disordine: alcuni
in pericolo, altri creduti morti e altri gravemente feriti.
Nonostante il continuo successo
dello show nella sua quarta stagione, le valutazioni di IMDb
suggeriscono che questo gruppo di episodi ha rappresentato un
leggero calo di qualità rispetto a quelli precedenti. Tuttavia, le
molteplici ore guardate dagli spettatori hanno suggerito che la
serie poliziesca spagnola aveva ancora le gambe, e quelle gambe
avrebbero continuato a portare avanti la storia in un’ultima parte
ancora più popolare.
La casa di carta – parte 5
Sebbene gli spin-off continueranno
inevitabilmente a portare avanti Money Heist in qualche modo, la
quinta parte rappresenta la fine della serie principale e delle
trame principali su cui si era concentrata dal 2017. Inizia con la
banda intrappolata all’interno della Banca di Spagna e mantiene un
livello di suspense e tensione elevato per tutto il tempo.
Era già uno show imprevedibile,
noto per essere uno di quelli in cui tutto può accadere in
qualsiasi momento, e la consapevolezza che la quinta parte è la
fine di tutto naturalmente aumenta ancora di più questa sensazione
di tensione. Ha chiaramente conquistato la fanbase che ha
accumulato negli anni dal 2017, con la quinta parte che è stata la
più vista dell’intera serie.
Squid Game – stagione 1
Naturalmente lo show non in lingua
inglese più popolare su Netflix è la prima (e
finora unica) stagione di Squid
Game. Si tratta di uno show di cui tutti parlavano già
nel 2021 e che si è rivelato così popolare da ispirare uno spin-off
del gioco già controverso (e discutibile).
È discutibile perché lo show
originale sudcoreano ruota attorno a una serie di giochi ad alta
posta in cui persone alla disperata ricerca di denaro partecipano
contro altri, con la morte come possibilità concreta per coloro che
non hanno successo. Squid
Game è diventato rapidamente uno degli show di Netflix
più popolari di tutti i tempi (in lingua inglese o meno), rendendo
un’altra stagione una scelta obbligata da parte di Netflix.
Il fuoco e il sangue stanno
tornando a Westeros. Con la
seconda stagione della House of
the Dragondella HBO che debutterà il 16 giugno,
è tempo di recuperare tutto quello che è successo finora nella
storia. Creato dall’autore di Game of
ThronesGeorge R.R. Martin e dallo showrunner
Ryan Condal, il prequel ha rinvigorito l’interesse
dei fan per le terre del ghiaccio e del fuoco dopo il finale poco
brillante dell’ottava stagione di Game of Thrones,
introducendo il pubblico dedicato allo show a tutti i nuovi
personaggi, agli schemi politici e agli intrighi traditori
all’interno delle mura della Fortezza Rossa. Ora che battaglie e
tradimenti stanno per abbattersi nuovamente sui Sette Regni, è
giunto il momento di riepilogare gli eventi più importanti della
prima stagione della serie prequel.
Ambientata duecento anni prima
della serie originale, House of
the Dragon è basata sul romanzo prequel di
Martin, Fire and Blood, e mostra la dinastia Targaryen in uno dei
momenti più forti della sua storia familiare. Ben lontana
dall’esilio di Daenerys nel Mare dei Dothraki, la serie si apre in
un periodo di stabilità e galanteria a Westeros.
Dai tempi di Re Jaehaerys I il
Conciliatore si è goduto un periodo di lunga pace e il suo
successore, Re
Viserys (Paddy Considine), regna su Westeros con successo già
da molti anni. I draghi non sono ancora scomparsi dalla memoria
collettiva dei Sette Regni e sono diventati un mito e, grazie ai
numerosi draghi adulti che sostengono la loro posizione, l’autorità
dei Targaryen non è mai stata così sicura. Ma gli dei sono crudeli,
e ancora più crudeli sono i dolori del parto.
House of the Dragon: lotta per la
successione a Westeros
A Westeros mancano le medicine
necessarie per rendere sicure le gravidanze e nemmeno i reali sono
esenti dal disastroso tasso di mortalità materna dei Sette Regni.
Non ci vuole molto perché la moglie di
Viserys, la regina Aemma (Siân Brooke), e il
suo primogenito, Baelon, muoiano entrambi nel giro di un giorno dal
travagliato parto. Oltre a devastare emotivamente Viserys, queste
morti lasciano il destino del regno in uno stato di incertezza,
poiché Viserys non ha altri eredi maschi. Con il potere sempre in
mente, i signori e le signore di Westeros iniziano presto a
pianificare chi succederà al loro attuale re sul Trono di
Spade.
Per risolvere le loro
preoccupazioni, Viserys dichiara formalmente erede la figlia
Rhaenyra Targaryen (Emma
D’arcy/Milly Alcock), ma questa decisione non fa che
acuire la divisione del regno. Una volta elogiata come la delizia
del reame, molti lord si inginocchiano alla scelta del re, ma
altri, come le casate Lannister e Hightower, insistono che il reame
non accetterà altro che un ragazzo salga al trono.
La posizione di Rhaenyra è
ulteriormente minacciata quando suo padre risposa la sua migliore
amica d’infanzia, accettando Alicent Hightower (Olivia
Cooke/Emily Carey) come seconda moglie. Alicent dà poi alla
luce tre figli, mettendo in pericolo la successione di Rhaenyra, ma
la minaccia di nuovi eredi maschi non è paragonabile al tradimento
che Rhaenyra prova per la scelta della sposa di Viserys.
La stagione 1 di House of the
Dragon è un grande affare di famiglia
Come la serie sorella, anche
house of
the Dragon presenta dinamiche disordinate e relazioni
intricate come il meglio di Game of Thrones. Rhaenyra si sente
offesa dal fatto che suo padre abbia sposato Alicent perché prima
era amica della giovane Hightower, e lo show accenna persino a una
potenziale attrazione romantica tra Rhaenyra e Alicent che lascia
la futura regina a sentirsi tradita dalla sua nuova matrigna. Ad
aggravare le difficili dinamiche, Rhaenyra ha un rapporto
complicato e carico di tensione con lo zio, Daemon Targaryen (Matt
Smith), fratello di Viserys. Il risultato è una complicata rete di
desiderio e sgomento che ruota attorno al dramma di una famiglia in
crisi.
A questa tensione si aggiungono i
Velaryon, la seconda casa più potente del regno e parenti stretti
dei Targaryen. Poiché entrambe le casate possono far risalire il
loro lignaggio ai tempi dell’Antica Valyria e da allora si sono
incrociate, entrambe le linee producono dragonieri. Viserys alla
fine sposa Rhaenyra con il figlio maggiore di Velaryon, Laenor
(John MacMillan), per risolvere i suoi problemi politici dopo aver
rifiutato anni prima la sorella di Laenor per sposare Alicent. Il
matrimonio rimane stabile per molti anni, anche se Laenor è
attratta solo dagli uomini. Ma, quando si riunisce allo zio, la
futura regina si rivolge a lui per avere più forza.
Per legittimare la loro relazione,
Rhaenyra e Daemon aiutano Laenor a fingere la sua morte, in modo
che i due possano sposarsi e Laenor possa fuggire da Westeros con
il suo amante, Ser Qarl (Arty Froushan). Rhaenyra
e Daemon celebrano quindi un matrimonio valyriano segreto e hanno
due figli, Viserys e Aegon, per consolidare ulteriormente la loro
discendenza. Questa mossa mette Rhaenyra in una posizione più forte
che mai per rivendicare il suo diritto di nascita, ma come molti
fan sanno, Westeros non ha mai risposto bene a un leader donna.
Una delle maggiori controversie
durante il matrimonio di Rhaenyra con Laenor è la paternità dei
loro tre figli: Jacaerys (Harry Collett), Lucerys
(Elliot Grihault) e Joffrey. Mentre la principessa
sostiene che Laenor sia il padre dei bambini, il vero padre dei
ragazzi si rivela essere Ser Harwin Strong (Ryan
Corr), comandante della Guardia Cittadina di Approdo del
Re e causa genetica dei capelli neri molto poco targarici. Quando
questa distinzione viene notata a corte, viene messa in dubbio la
legittimità degli eredi di Rhaenyra e, per estensione, la sua
stessa pretesa al trono. Coloro che sostengono la rivendicazione
della principessa vengono chiamati Neri, mentre coloro che
sostengono la rivendicazione del principe Aegon, primo figlio di
Viserys con la regina Alicent, vengono chiamati Verdi, creando due
schieramenti in diretta competizione per il trono.
Nonostante i tentativi di Viserys
di allentare le tensioni tra le due parti della sua famiglia prima
della sua morte, le lotte intestine persistono. I figli di
Alicent continuano a prendere in giro i ragazzi di
Rhaenyra per la loro discendenza illegittima durante
l’ultimo pasto della famiglia. La situazione si aggrava quando
Alicent sente male le ultime parole di Viserys la sera prima di
morire. Viserys crede di parlare con Rhaenyra e ribadisce la
Canzone del Ghiaccio e del Fuoco, mentre Alicent interpreta
erroneamente che Viserys abbia cambiato idea su chi debba essere il
suo erede.
Quando il mattino dopo viene
scoperto il cadavere di Viserys, i Verdi colgono l’occasione per
salire sul trono e incoronare Aegon re sulla base dell’equivoco di
Alicent. Tuttavia Rhaenyra, maturata rispetto al suo precedente
ribellismo e nel tentativo di onorare l’eredità paterna, non
attacca immediatamente i Verdi quando questi sfidano il suo governo
da Approdo del Re. Sostenuta dall’appoggio del marito e
dall’imponente flotta dei Velaryon, Rhaenyra si incorona
regina nella sede tradizionale dei Targaryen, Roccia del Drago, e
cerca di tracciare un percorso di pace.
Questo sforzo idealistico crolla,
tuttavia, durante il finale della Stagione 1. Quando il secondo
figlio di Rhaenyra, Lucerys, viene ucciso dal secondo figlio di
Alicent, Aemond (Ewan Mitchell), durante una
missione per ottenere l’aiuto di Storm’s End, la marcia
verso la guerra non può più essere ignorata.
L’inquadratura finale della stagione mostra Rhaenyra che reagisce
alla notizia della morte di Lucerys, guardando la telecamera con la
feroce determinazione di una regina sopraffatta dalla rabbia. Con
Daemon che viene mostrato mentre canta a Vermithor nello
stesso episodio, draghi mortali posseduti sia dai Neri che
dai Verdi ed entrambe le fazioni che raccolgono alleati, la scena è
pronta per la seconda stagione e per l’inizio ufficiale della
guerra civile nota come Danza dei Draghi.