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Las Azules: trailer del nuovo crime drama in lingua spagnola in arrivo su Apple TV+

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Apple TV+ ha svelato oggi le prime immagini di “Las Azules”, il nuovo crime drama in lingua spagnola con un cast e una troupe interamente ispanici guidati dalla candidata all’Ariel Award Bárbara Mori. Ideata dal regista e showrunner Fernando Rovzar e da Pablo Aramendi, la serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 31 luglio con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da un episodio a settimana fino al 25 settembre.

https://youtu.be/ruVaVspyHWo

Las Azules: trama e cast

Ambientato nel 1970 e ispirato a fatti realmente accaduti, “Las Azules” racconta la storia di quattro donne che sfidano le norme ultraconservatrici dell’epoca e si uniscono alla prima forza di polizia femminile del Messico, per poi scoprire che la loro squadra è una trovata pubblicitaria per distrarre i media da un brutale serial killer. Mentre il numero dei cadaveri aumenta, María (Bárbara Mori), la cui determinazione a catturare l’assassino diventa un’ossessione, Gabina (Amorita Rasgado), il cui padre è un rinomato poliziotto, Ángeles (Ximena Sariñana), una brillante analista di impronte digitali, e Valentina (Natalia Téllez), una giovane ribelle, organizzano un’indagine segreta per riuscire in ciò che nessun agente maschio era stato in grado di fare e consegnare il serial killer alla giustizia. Completano il cast Miguel Rodarte, Leonardo Sbaraglia, Christian Tappan e Horacio García Rojas.

Fernando Rovzar, la candidata all’Emmy Award Wendy Riss, Erica Sanchez Su, Sandra Solares e il vincitore dell’International Emmy Award Billy Rovzar sono produttori esecutivi. La serie è prodotta per Apple TV+ da Lemon Studios.

Armie Hammer: le accuse di cannibalismo hanno “ucciso la mia carriera”, ma “sono grato per ogni singola occasione”

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Armie Hammer è tornato a parlare delle accuse che hanno fatto deragliare la sua carriera a Hollywood, affermando di essere ora “grato” per tutto quello che ha passato negli ultimi tre anni. Durante un’intervista al podcast Painful Lessons, Hammer ha infatti riflettuto sulle accuse di cannibalismo che lo hanno circondato nel 2021, definendo la situazione “esilarante“. “La gente mi ha dato del cannibale e tutti gli hanno creduto. Dicevano: ‘Sì, quel tizio mangiava le persone‘”, ha detto Hammer ridendo.

Come? Di che cosa state parlando? Sai cosa devi fare per essere un cannibale? Devi mangiare le persone! Come faccio a diventare un cannibale?! È stato bizzarro“. “Anche nelle discrepanze, in qualsiasi cosa abbiano detto le persone, in qualsiasi cosa sia successa, ora sono in un punto della mia vita in cui sono grato per ogni singola parte“, ha detto poi Hammer nel podcast. L’attore di Chiamami col tuo nome ha aggiunto che prima delle accuse “non sapevo come darmi amore” o “auto-validazione“, perché “avevo questo lavoro in cui ero in grado di ottenerlo da così tante persone“.

Ora sono davvero grato per questo, perché nella mia vita, prima che mi accadesse tutto questo, non mi sentivo bene“, ha detto Armie Hammer. “Non mi sentivo bene. Non mi sentivo mai soddisfatto, non avevo mai abbastanza. Non sono mai stato in un posto dove ero felice con me stesso, dove avevo autostima“. Hammer ha detto che le accuse hanno causato “una morte dell’ego, una morte della carriera” e alla fine è entrato in un programma di 12 step per la “guarigione”.

Armie Hammer film
Armie Hammer in una scena di Chiamami col tuo nome

È quasi come se fosse esplosa una bomba al neutrone nella mia vita“, ha detto. “Mi ha ucciso, ha ucciso il mio ego, ha ucciso tutte le persone intorno a me che pensavo fossero miei amici e che invece non lo erano: tutte quelle persone, in un attimo, sono scomparse“. “Ma gli edifici erano ancora in piedi. Sono ancora qui, ho ancora la mia salute e sono davvero grato per questo”. Alla fine del podcast, Armie Hammer ha ammesso che la sua carriera di attore è al momento “senza prospettive” perché non è “una merce valida” per il “sistema di Hollywood“. Tuttavia, ha rivelato di star creando la sua “sandbox” come artista scrivendo una sceneggiatura con un amico.

Di cosa è stato accusato Armie Hammer?

Nel 2021 Armie Hammer è stato accusato da più donne di abusi sessuali e di comportamenti scorretti; sono stati inoltre diffusi online i messaggi privati che avrebbe inviato alle donne sulle sue fantasie cannibali e sui suoi feticci sessuali. In seguito allo scandalo, Hammer è stato abbandonato dalla sua agenzia, la WME, e ha abbandonato diversi progetti, tra cui la serie Paramount+The Offer” e “Shotgun Wedding” con Jennifer Lopez.

Blade: Wesley Snipes ironizza sul difficile reboot della Marvel dopo l’abbandono del secondo regista

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Il Marvel Cinematic Universe continua ad avere intoppi durante lo sviluppo del film Blade, che dovrebbe avere come protagonista il premio Oscar Mahershala Ali nei panni dell’omonimo cacciatore di vampiri. L’ultimo intoppo per questo difficile progetto del MCU è arrivato il 12 giugno, quando è stato annunciato l’abbandono del regista Yann Demange e l’arrivo di un nuovo sceneggiatore, Eric Pearson (“The Fantastic Four”, “Black Widow”, “Thor: Ragnarok).

A seguito di questa nuova notizia, l’ex star del film del 1998, Wesley Snipes, ha reagito su Twitter scrivendo: “Blade, lordylordylordy“, insieme all’emoji con l’occhiolino. “La gente cerca ancora la salsa segreta, cavalcando motoslitte nel traffico, è un po’ dura. I Daywalker lo fanno sembrare facile, vero?”. Snipes, che ha debuttato con questo ruolo nell’omonimo film del 1998 e ha ripreso il personaggio in “Blade II” del 2002, diretto da Guillermo del Toro, e in “Blade: Trinity” del 2004, mette dunque il dito nella piaga, andando a rimarcare come tale progetto Marvel non sembra trovare una propria quadra.

https://twitter.com/wesleysnipes/status/1802140575824789891?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1802140575824789891%7Ctwgr%5E2206cbb0d2191cf18411145d460fcf5077b4213c%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fvariety.com%2F2024%2Ffilm%2Fnews%2Fwesley-snipes-roasts-marvel-blade-struggles-1236039836%2F

Blade, tutto quello che sappiamo sul film

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il personaggio di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Come noto, il film sta però affrontando numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato scontento delle prime versioni della sceneggiatura. Ci sarebbe dunque stata una forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente fissata al 7 novembre 2025.
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Deadpool & Wolverine: nuove immagini mostrano un Logan malconcio, Dogpool e un cameo da X-Men

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Dopo la rivelazione della copertina della scorsa settimana, Total Film ha condiviso una manciata di nuove foto di Deadpool & Wolverine in vista dell’uscita nelle sale il prossimo luglio. La prima mostra i personaggi del titolo circondati dai Vairanti potati del Vuoto e, se guardate bene, vedrete che tra loro c’è anche il cattivo degli X-Men, Toad. Non possiamo ancora dire con certezza chi lo interpreti, ma questa versione sembra essere basata sul mutante interpretato da Ray Park nei primi anni 2000. Poi c’è un Wolverine danneggiato dalla battaglia e, a questo punto del film, ha ancora le maniche.

Infine, vediamo un Logan smascherato e Wade Wilson, con quest’ultimo che si gode le attenzioni della sua variante canina, Dogpool. Questo sembra provenire dai reshoot che si sono svolti all’inizio dell’anno. Ryan Reynolds aveva originariamente proposto Deadpool & Wolverine come una storia “Rashomon” sui personaggi del titolo che si imbarcano in un’avventura che sarebbe stata raccontata da tre prospettive completamente diverse. Secondo l’attore, “era un modo per fare un film su larga scala in modo molto piccolo“.

Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, tuttavia, non era d’accordo. “La verità è che non ero ancora sicuro di come incorporare Deadpool. Stavo pensando a come portare i mutanti e gli X-Men all’interno del MCU, e ho pensato che doveva essere qualcosa di più di una semplice interpretazione. Ma la verità è che Ryan è una macchina da idee. Quindi può avermi proposto questo, ma anche altri 25 pensieri e idee“. Alla fine, la versione multiversale di Deadpool & Wolverine ha preso forma e ora potete dare un’occhiata a ciò che verrà nel post X qui sotto.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Human Target: i DC Studios stanno sviluppando un progetto basato sui fumetti di Tom King

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Con James Gunn alla guida dei DC Studios, ci aspettiamo che un numero molto maggiore di personaggi poco noti dei fumetti abbia la possibilità di brillare nel nuovo DCU. Questo è uno degli aspetti più entusiasmanti per i fan e, se una nuova indiscrezione condivisa da FilmFront venisse confermata, uno di questi sarebbe pronto a fare il suo debutto. Sarebbe infatti in fase di sviluppo anche una serie TV su Human Target.

Lo scrittore di fumetti Tom King (che sta lavorando anche a Lanterns e ha ispirato Supergirl: Woman of Tomorrow con la sua serie omonima) starebbe lavorando al progetto dall’inizio del 2024. Egli sarebbe infatti lo sceneggiatore principale di Human Target e si dice che sia in corso la ricerca di uno showrunner e di un protagonista. Come ci si potrebbe aspettare, Gunn e Peter Safran svolgerebbe il ruolo di produttori esecutivi per questo progetto.

Il personaggio è in realtà stato già adattato per un’opera audiovisiva. La Warner Bros. ha infatti lanciato una serie televisiva su Human Target nel 2010 con Mark Valley nel ruolo del protagonista Christopher Chance. La serie è andata in onda per due stagioni – per un totale di 25 episodi – su Fox, mentre Wil Traval ha interpretato il personaggio in un episodio di Arrow del 2016. Molto prima di entrambi, Rick Springfield ha interpretato Chance in una serie televisiva del 1992. Se questo nuovo rumor venisse confermato, sarebbe piuttosto sorprendente vedere gli studi DC tornare a questo particolare personaggio, ma probabilmente è passato abbastanza tempo per vedere Human Target di nuovo in live action. Ad aiutare le cose c’è il fatto che si tratta di un altro personaggio che King ha reinventato negli ultimi anni e che potrebbe quindi facilmente affacciarsi sul piccolo schermo.

James Gunn 2023
Il regista statunitense James Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros. ‘The Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di imagepressagency – DepositPhotos

Di cosa parla Human Target?

Len Wein e Carmine Infantino hanno creato il personaggio in Action Comics #419 del 1972. Il Human Target originale, Christopher Chance, è un maestro dell’imitazione e una guardia del corpo che assume l’identità di persone destinate all’assassinio. Ecco la descrizione ufficiale del suo fumetto che, presumibilmente, servirà da base per lo show:

Christopher Chance ha 12 giorni per risolvere il suo stesso omicidio! Lo scrittore superstar Tom King e l’acclamato artista Greg Smallwood collaborano per un nuovo esame noir di un personaggio classico della DC!

Christopher Chance si è guadagnato da vivere diventando un bersaglio umano: un uomo assunto per travestirsi da cliente e invitare aspiranti assassini a tentare il suo omicidio. Ha avuto una carriera notevole fino all’ultimo caso in cui ha protetto Lex Luthor, quando le cose sono andate storte.

Un attentato che Chance non aveva previsto lo rende vulnerabile e lo lascia a cercare di risolvere il suo stesso omicidio. Ha 12 giorni per scoprire chi nell’Universo DC odiava Luthor al punto da volerlo morto con un veleno ad azione lenta. E i primi sospettati sono… la Justice League International?

Human Target è una storia hard-boiled e grintosa nella vena dei classici noir polizieschi, raccontata dai creatori di bestseller e acclamati dalla critica Tom King e Greg Smallwood!

The Acolyte: i troll stanno accidentalmente bombardando di recensioni un film del 2008 con lo stesso nome su Rotten Tomatoes

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Nel momento in cui scriviamo, The Acolyte (qui la recensione) si trova a un “Certified Fresh” dell’84% su Rotten Tomatoes. Tuttavia, questa percentuale si basa sui verdetti dei critici, non dei fan. I due numeri differiscono spesso, ma il 16% in questo caso è un punteggio incredibilmente basso per una serie che ha ricevuto altre lodi. È evidente che c’è stato un certo bombardamento di recensioni negative da parte dei cosidetti “troll di internet” e l’opinione prevalente è che si tratti di una risposta al cast variegato e prevalentemente femminile di The Acolyte.

Alcuni non apprezzano legittimamente la serie, come è loro diritto, ma il segno più evidente che la maggior parte delle recensioni non sono vere è stato offerto da quegli stessi “fan” di Star Wars che nella fretta di sfogare il proprio odio hanno sbagliato obiettivo. Si è infatti scoperto che alcuni di questi “troll di internet” stanno inserendo numerose recensioni negative nella scheda di un film del 2008 chiamato Acolytes, confondendolo dunque con la serie di Star Wars. Non sorprende poi che il terzo episodio abbia portato a un aumento delle recensioni negative da parte di questi utenti perché presenta personaggi omosessuali e una nuova interpretazione della storia di Star Wars.

The Acolyte: La seguace Easter Eggs episode 1 e 2
Carrie-Anne Moss in una scena di The Acolyte

Tutto quello che sappiamo su Star Wars: The Acolyte: La Seguace

The Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del franchise di Star Wars creata da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei principali film di Star Wars.

The Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di quanto avessero mai previsto.

Nel cast della serie TV protagonisti sono Amandla Stenberg come ex padawan, Lee Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto, Dafne Keen come una giovane Jedi, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.  Charlie Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles ChapmanCarrie-Anne Moss come una Jedi, Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.

LEGGI ANCHE: The Acolyte: La seguace, gli Easter Eggs dell’episode 1 e 2

Transformers One: il produttore parla della sostituzione di Peter Cullen con Chris Hemsworth

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Coloro che hanno già visto Transformers One lo hanno accolto molto positivamente. Per alcuni è stata una sorpresa dopo un trailer che ha diviso le opinioni grazie al suo stile di animazione retrò. Un altro elemento divisivo del film in uscita è anche il cast vocale. Mentre la Paramount Pictures ha arruolato un’epica rosa di star di prima grandezza, abbandonando il doppiatore di Optimus Prime di lunga data Peter Cullen – la star di Thor e Avengers: Endgame, Chris Hemsworth, ha fatto arrabbiare molti fan.

Il produttore del franchise di Transformers, Lorenzo Di Bonaventura, ha però ora parlato con VarietyVariety in occasione del Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy e ha riconosciuto le ripercussioni del cambiamento. “Era molto importante perché, dal punto di vista dei fan, la voce originale di Optimus Prime, Peter Cullen, è molto rispettata“, ha detto a proposito del rifacimento del ruolo. “Avere qualcun altro a dare la voce a Optimus Prime è stato come dire: ‘Wow, è meglio fare le cose per bene’. Non potevamo usare Peter perché il pubblico deve sentire la giovinezza del personaggio. Per questo abbiamo cercato Chris. Anch’io sono rimasto sorpreso, ma non di quanto Chris fosse divertente. L’ho visto in cose in cui era divertente. Ma ha un senso della storia molto forte. Questo non vale per tutte le star del cinema“.

Anche il regista Josh Cooley è intervenuto per dire: “Sì, abbiamo un cast incredibile. Non riesco a credere a quanto sia stato fantastico. Sono stati tutti fantastici. Gli facevo vedere la scena e loro mi suggerivano un sacco di cose. Keegan Michael Key, ovviamente, si è divertito come un matto“. Non resta a questo punto che attendere di poter vedere il film in lingua originale o scoprire chi doppierà il film per la distribuzione italiana di Transformers One.

Chris Hemsworth
Chris Hemsworth al photocall al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Tutto quello che sappiamo su Transformers One

Il film d’animazione va a raccontare la storia inedita delle origini di Optimus Prime e Megatron, meglio conosciuti come nemici giurati, ma un tempo amici legati come fratelli. Qui ancora noti come Orion Pax e D-16 e ancora sprovvisti della capacità di trasformarsi. Accanto a loro si ritroveranno anche Elita-1, un prototipo di Bumblebee e altri Transformers ancora. Le loro avventure, essendo il film un prequel, si svolgeranno prima che la guerra devasti il loro pianeta natale, Cybertron.

Primo film sui Transformers completamente animato in computer grafica, Transformers One vanta un cast di voci stellare, tra cui Chris Hemsworth (Orion Pax), Brian Tyree Henry (D-16), Scarlett Johansson (Elita-1), Keegan-Michael Key (Bumblebee), Steve BuscemiLaurence Fishburne (Alpha Trion) e Jon Hamm (Sentinel Prime). Transformers One uscirà a settembre 2024 solo al cinema.

“Sono così entusiasta e orgoglioso di lavorare con Hasbro ed eOne per portare nei cinema il primo film animato di ‘Transformers’ con una storia mai raccontata prima”, ha dichiarato Ramsey Naito, presidente di Paramount Animation e Nickelodeon Animation, quando ha annunciato il cast al CinemaCon nell’aprile 2023. Naito ha poi aggiunto che: “Sono onorato di avere talenti così incredibili riuniti per interpretare questi personaggi famosi e molto amati in una storia sulle origini al centro del franchise”.

Il regista di Toy Story 4Josh Cooley dirige il film da una sceneggiatura di Andrew Barrer e Gabriel FerrariSteven Spielberg, già produttore esecutivo dei film in live action di Transformers, ricopre tale ruolo anche per Transformers One, insieme a Brian Goldner, Brian Oliver, Bradley J. Fischer e Valerii An.

House of the Dragon stagione 2: la spiegazione della sigla. Un arazzo della storia dei Targaryen

La seconda stagione di House of the Dragon della HBO inizia con una nuova sequenza di titoli di testa, che intreccia vari momenti della storia dei Targaryen. Nella prima stagione, i titoli di testa accompagnavano gli spettatori attraverso la stirpe di Casa Targaryen attraverso fiumi di sangue che scorrevano attraverso un cupo modello pietroso dell’Antica Valyria.

La seconda stagione di House of the Dragon cambia ancora una volta i titoli di testa, adottando questa volta con un modo più vivace di seguire l’albero genealogico di Casa Targaryen. I nuovi crediti vedono la tessitura di un arazzo che ripercorre la storia di Casa Targaryen dall’Antica Valyria fino agli eventi più recenti rappresentati nella serie, incluse alcune scene significative del passato della famiglia. Ecco di seguito la spiegazione della sigla della seconda stagione di House of the Dragon.

Il sogno di Daenys e il trasferimento dei Targaryen a Roccia del Drago

Si vedono un Targaryen dai capelli argentati, l’Antica Valyria e il volo su un drago – Le prime immagini della storia di Casa Targaryen non sono molto chiare nei titoli di testa della seconda stagione di House of the Dragon. Tuttavia, è chiaro che sono ambientati prima che la famiglia conquistasse Westeros. I titoli mostrano un castello e una città, che sembra essere l’Antica Valyria, e un Targaryen dai capelli argentati che tiene le mani vicino alla bocca di un drago che espira fumo. Dietro questo Targaryen sembra esserci un soldato che tiene un pugnale intriso di sangue vicino alla schiena, la cui identità non è chiara.

È probabile che questo membro della famiglia sia Daenys Targaryen, la sognatrice di draghi che predisse il destino di Valyria e avvertì suo padre, Aenar Targaryen, di fuggire da Valyria e trasferirsi a Westeros. Dopo il sogno profetico di Daenys Targaryen, l’intera famiglia Targaryen si trasferì con i suoi draghi e si stabilì in quella che sarebbe diventata Roccia del Drago, dove diverse generazioni della famiglia avrebbero vissuto fino alla conquista di Aegon. L’arazzo mostra anche due Targaryen che volano su un drago e si abbracciano, il che potrebbe rappresentare il trasferimento di Casa Targaryen a Westeros.

Il disastro di Valyria

La vecchia Valyria e i draghi vengono distrutti – Poco dopo, i titoli di testa della seconda stagione di House of the Dragon rivelano che i fili formano l’immagine di un castello e di una città in fiamme che vengono completamente distrutti, con draghi visti anche morire nell’aria sopra. Questo sembra rappresentare il Disastro di Valyria, che Daenys ha visto nel suo sogno profetico. L’evento, che includeva eruzioni vulcaniche che distrussero Valyria, uccise tutte le storiche famiglie di cavalieri dei draghi tranne Casa Targaryen, proprio grazie al loro essersi trasferiti a Roccia di Drago 12 anni prima.

Va notato che non è del tutto chiaro se lo storico destino di Valyria sia ciò che viene intessuto. Ma ha più senso considerando il prossimo evento mostrato nei titoli di testa di House of the Dragon. Daemon e Viserys menzionano entrambi il Disastro di Valyria nella prima stagione, quindi è chiaro che questo evento gioca ancora un ruolo importante nel contesto della storia della famiglia.

La conquista di Aegon

Aegon, Visenya e Rhaenys atterrano a Westeros – Dopo quello che sembra essere il Disastro di Valyria, i nuovi crediti della seconda stagione di House of the Dragon si spostano su Aegon il Conquistatore. L’arazzo mostra Aegon il Conquistatore e le sue sorelle-mogli Visenya e Rhaenys che fanno volare i loro draghi (Balerion il Terrore Nero, Vhagar e Meraxes) a Westeros, indicando i primi passi nella sua conquista, l’Approdo di Aegon. Atterrando alla foce del fiume delle Acque Nere, Aegon iniziò a rivendicare il suo diritto su Aegonfort (ora Fortezza Rossa) mentre le sue sorelle aiutarono a sottomettere le case vicine con i loro draghi. Poco dopo, Visenya mette una corona sulla testa di Aegon mentre Rhaenys lo dichiara “Aegon, primo del suo nome, re di tutto Westeros e scudo del suo popolo”.

Sebbene non sia inclusa in Fuoco e Sangue, la prima stagione di House of the Dragon ha rivelato che l’atterraggio di Aegon e la sua decisione di conquistare Westeros sono stati preceduti dal sogno delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di Aegon. Nel suo sogno profetico, Aegon prevedeva che gli Estranei avrebbero invaso Westeros e avrebbero posto fine all’umanità a meno che un Targaryen seduto sul Trono di Spade non fosse riuscito a unire il regno contro di loro. Naturalmente, il finale di Game of Thrones dimostrerebbe che la sua profezia è vera, con Daenerys Targaryen e Jon Snow (Aegon VI Targaryen) che uniscono Westeros per sconfiggere il Re della Notte e gli Estranei.

L’incendio di Harrenhal – La scena successiva della storia di Targaryen intrecciata nell’arazzo è l’incendio di Harrenal, uno dei momenti più importanti della Conquista di Aegon. I titoli di testa vedono numerosi uomini e soldati bruciati e morti all’esterno di un castello in fiamme distrutto e delle sue torri, con l’arazzo che mette una maggiore attenzione al defunto Harren il Nero. In particolare, le spade di ferro di questi uomini morti sarebbero state usate per forgiare il Trono di Spade di Aegon ad Aegonfort.

Poco dopo il completamento della costruzione di Harrenhal, re Harren Hoare e i suoi numerosi seguaci uomini di ferro insorsero contro Aegon Targaryen, mentre numerose casate nelle Terre dei Fiumi si unirono alle forze dei Targaryen. Queste case circondavano Harrenhal con i Targaryen e, dopo che Aegon avvertì Harren che la sua stirpe sarebbe finita se non si fosse inginocchiato, Balerion bruciò il castello, gli uomini di ferro e tutte le provviste sotto di lui. Come rivela la storia di Westeros, Harren Hoare e i suoi figli morirono nel castello, mentre Harrenhal conserva ancora il suo aspetto carbonizzato nella cronologia di Game of Thrones.

Le famiglie di Casa Stark e Westeros si inginocchiano davanti ad Aegon I Targaryen – Immediatamente dopo aver mostrato l’incendio di Harrenhal, i titoli di testa della seconda stagione di House of the Dragon si spostano sull’immagine di tre casate nobili che si inginocchiano. I sigilli su queste figure rivelano che si tratta di re Torrhen Stark, Lord Edmyn Tully e della regina reggente Sharra Arryn che giurano fedeltà a re Aegon I Targaryen. La Sottomissione della Valle fu una delle tappe finali della Conquista di Aegon, ma a questo punto della storia dei Targaryen la guerra non era ancora ufficialmente finita.

Il sigillo di Casa Targaryen conferma che Aegon ha conquistato Westeros – L’ultimo capitolo dedicato a Aegon il Conquistatore è la formazione del sigillo del drago a tre teste di Casa Targaryen. Dopo aver visto le Casate Stark, Tully e Arryn inginocchiarsi, l’arazzo conferma il regno di Casa Targaryen mentre viene tessuta l’araldica di Aegon. Il drago rosso a tre teste sarebbe stato ancora utilizzato dalla Casa Targaryen fino alla morte di Daenerys Targaryen, con il sigillo che rappresenta Aegon, Rhaenys, Visenya e i loro tre draghi.

La morte di Maegor il crudele

Il re trafitto dal Trono di Spade è Maegor, figlio di Aegon il Conquistatore – I titoli di testa si spostano quindi sull’immagine di un re Targaryen con la gola impalata sul Trono di Spade. Questo sovrano è re Maegor il Crudele, figlio di Aegon I Targaryen e di sua sorella-moglie Visenya. Dopo la morte di Aegon il Conquistatore nel 37 a.C., al Trono di Spade successe il figlio maggiore, re Aenys I Targaryen. Tuttavia, Aenys avrebbe governato solo per cinque anni prima della sua morte improvvisa, dopodiché il suo fratellastro, Maegor, usurpò il Trono di Spade dal figlio di Aenys, Aegon.

Come raffigurato nell’arazzo in apertura di House of the Dragon, re Maegor I Targaryen fu trovato morto sul Trono di Spade con le vesti insanguinate, tagli sui polsi e una delle punte della spada che lo trafiggeva attraverso la parte posteriore del collo. Il libro Fuoco e sangue di George R.R. Martin rivela che la causa diretta della morte di Maegor è incerta, con varie teorie che suggeriscono che sia morto per suicidio, sia stato ucciso da sua moglie, la regina Elinor, o che lo stesso Trono di Spade lo abbia ucciso dopo averlo ritenuto indegno.

Re Jaehaerys I e Alysanne Targaryen governano Westeros

Re Jaehaerys e sua sorella-moglie Alysanne iniziano il loro regno – La parte successiva della storia di Casa Targaryen mostrata nei titoli di testa è l’ascensione di re Jaehaerys I Targaryen e di sua sorella-moglie Alysanne Targaryen. Entrambi figli del predecessore di Maegor, re Aenys I Targaryen, Jaehaerys governò Westeros per 55 anni durante un regno di pace generale. Lui e Alysanne avrebbero avuto 13 figli, ma nessuno di loro gli sarebbe succeduto sul Trono di Spade.

Sull’arazzo ci sono alcuni simboli intrecciati da Jaehaerys e Alysanne per rappresentare importanti sviluppi durante il loro regno. Uno di questi è il simbolo della Fede dei Sette, poiché Jaehaerys fu determinante nel fare ammenda con la Fede giurando che la corona li avrebbe protetti e difesi. Sembra che ci sia anche una borsa piena d’oro accanto al re e alla regina Targaryen, poiché Jaehaerys aveva il compito di ricostruire i fondi della corona negli anni successivi alla Conquista e al regno di Maegor.

Il Gran Consiglio del 101 P.C.

Questa scena è stata già mostrata nella prima stagione di House of the Dragon – Sempre durante il regno di re Jaehaerys I Targaryen, i titoli di testa di House of the Dragon saltano a una scena che è già stata rappresentata nello show prequel. L’arazzo rivela il Vecchio Re Jaehaerys I seduto con Viserys e Aemma Targaryen alla sua sinistra e Rhaenys e Corlys Velaryon alla sua destra, scena che si svolge durante il Gran Consiglio del 101 CA. Questo fu il consiglio in cui fu deciso che il nipote maggiore di Jaehearys, Viserys I Targaryen, gli sarebbe succeduto sul Trono di Spade al posto del nipote maggiore Rhaenys. Il momento è stato messo in scena nella apertura della première della prima stagione di House of the Dragon.

Il vestito verde di Alicent Hightower al matrimonio di Rhaenyra e Laenor

Alicent conferma in questo momento la sua faida con Rhaenyra – Saltando ancora qualche anno, l’arazzo si sposta poi su un’immagine della giovane Alicent Hightower durante il suo famigerato momento del “vestito verde” che si verifica durante il matrimonio di Rhaenyra Targaryen e Laenor Velaryon, dove Alicent appare nel verde degli Hightower invece che nel nero e rosso Targaryen. L’abito verde di Alicent simboleggiava il punto di non ritorno della faida “Neri e Verdi”, che divideva gli eredi di re Viserys I Targaryen.

I Verdi e i Neri si dividono ufficialmente

Le famiglie Targaryen di Rhaenyra e Alicent sono divise attorno a un tavolo – Dal vestito verde di Alicent, i titoli di testa della seconda stagione di House of the Dragon si spostano su un lungo tavolo diviso tra i Targaryen Neri e i Verdi. Alicent e Rhaenyra sono raffigurate sedute su ciascun lato, con il gruppo di Rhaenyra (Daemon, Rhaenys, Corlys, Jacaerys, Lucerys e Joffrey) in alto e il gruppo di Alicent (Aegon, Aemond, Helaena, Criston e Otto) in basso. Questo è il modo in cui la divisione all’interno di Casa Targaryen venne ulteriormente stabilita durante gli episodi 8, 9 e 10 della stagione 1 di House of the Dragon.

Aegon II Targaryen e Rhaenyra Targaryen vengono incoronati

Aegon siede sul Trono di Spade e Rhaenyra siede sul trono di Roccia del Drago – I titoli di testa descrivono poi le incoronazioni di Aegon II Targaryen e Rhaenyra Targaryen. Poiché è stato incoronato per primo dopo aver usurpato la corona di suo padre, il Re è visto seduto sul Trono di Spade con il nuovo sigillo dorato del drago di Aegon cucito sul suo vestito. Successivamente, House of the Dragon si sposta presso la regina Rhaenyra Targaryen che indossa la sua corona e siede sul suo trono a Roccia del Drago. I titoli di testa poi si ingrandiscono per mostrare le immagini dell’arazzo delle fazioni Targaryen, i draghi su ciascun lato e i vari sigilli delle nobili case di Westeros che li circondano.

Vhagar e Aemond Targaryen uccidono Arrax e Lucerys Velaryon

Le conseguenze dell’uccisione accidentale di Lucerys da parte di Aemond concludono i titoli di testa – I nuovi titoli di testa della seconda stagione di La Casa del Drago si concludono con l’immagine dell’arazzo di Aemond e Vhagar che uccidono il principe Lucerys Velaryon e il suo drago Arrax. I titoli di coda mostrano Vhagar e Aemond vicino a Capo Tempesta mentre i cadaveri del figlio di Rhaenyra, Lucerys, e Arrax giacciono sparsi qua e là. Considerando che questo è stato l’ultimo evento importante nel finale della prima stagione di House of the Dragon, è giusto che sia il punto finale della storia dei Targaryen intrecciato nell’arazzo.

The Boys 4: Eric Kripke siega come è nato quel divertente cameo dell’episodio 2

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La stagione 4 di The Boys ha arruolato Tilda Swinton per dare la voce all’amante del polpo di The Deep, Ambrosius (leggi qui), e il secondo episodio, “Life Among the Septics”, presenta anche un cameo di un’altra star di serie A.

L’episodio inizia con A-Train (Jessie T. Usher) che gira una scena per uno dei film sulle origini dei supereroi altamente romanzati di Vought, che è una chiara parodia di The Blind Side con Sandra Bullock. Questa volta, l’allenatore che non si arrenderà con il giovane velocista e si rifiuterà di lasciargli buttare via un futuro promettente diventando uno spacciatore, è interpretato nientemeno che da Will Ferrell.

Chiacchierando con Collider, lo showrunner Eric Kripke ha rivelato che desiderava lavorare con Ferrell da un bel po’, e sentiva che sarebbe stato perfetto per essere la grande star (‘Massive A-list Star’) che non avevano ancora scelto per il ruolo dell’allenatore.

“Ci siamo incontrati e ci siamo scambiati qualche messaggio per sapere quando la parte fosse stata disponibile, e stavamo cercando qualcuno. Jess Chou ha scritto nella sceneggiatura, ‘Massive A-list Star’, come nome del personaggio, quindi gli ho semplicemente allungato la mano e ho detto: ‘Vuoi farlo?’ E sono entusiasta che abbia detto: “Sì”. È stata una ripresa orribile e punitiva. C’era una pioggia gelida che ha soffiato lateralmente tutto il giorno, e mi sentivo così male perché lui era lì fuori, ma non avrebbe potuto essere più gentile e adorabile durante tutto il processo, una giornata orribile, e ha avuto un atteggiamento davvero eccezionale durante tutta la faccenda.”

Ferrell fa solo una breve apparizione, ma si ripresenta più avanti nella stagione quando una clip del film viene proiettata durante una presentazione della Vought.

The Boys 4La trama della quarta stagione di The Boys

Nella quarta stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di Becca sia il suo ruolo di leader dei The Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie. La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo tardi.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela Starr. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures.

Avengers 5, i Marvel Studios vorrebbero Miguel O’Hara nel film?

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Avengers 5, i Marvel Studios vorrebbero Miguel O’Hara nel film?

Qualunque cosa i Marvel Studios avessero originariamente pianificato per Avengers: The Kang Dynasty (ora noto semplicemente come Avengers 5) e Avengers: Secret Wars è probabilmente cambiato notevolmente negli ultimi due anni.

La risposta negativa ad Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha colto di sorpresa lo studio, portando Jeff Loveness, secondo quanto riferito, a essere licenziato come sceneggiatore del prossimo film dei Vendicatori. A lui è subentrato lo sceneggiatore di Doctor Strange in the Multiverse of Madness, Michael Waldron, con l’incarico di scrivere su entrambi i progetti.

Il piano ora potrebbe essere quello di spostare i riflettori lontano da Kang, anche se si prevede che il cattivo sarà ancora una parte fondamentale della saga del Multiverso (anche se con un nuovo attore che lo interpreta al posto di Jonathan Majors). Oggi abbiamo una voce assurda da condividere secondo la quale i Marvel Studios vogliono aggiungere Spider-Man 2099 di Spider-Man: Across the Spider-Verse nel mix!

Spider-Man-Across-the-Spider-Verse-miles-morales-sonySecondo @Cryptic4KQual, un affidabile leaker di runtime e trailer che ha condiviso alcune informazioni privilegiate in passato, “La conoscenza e l’esperienza di Miguel del multiverso (Spider-Verse) avrebbero visto una variante di Kang formare un’alleanza con lui.” “Potere per Kang, stabilità per Miguel. Qualche tempo fa, ho sentito che la Marvel voleva questa alleanza, ma Sony pensava che Miguel fosse una richiesta enorme.” “Anche se molto probabilmente questo non accadrà più (sapete perché), ho sentito che Miguel O’Hara è ancora sul tavolo e che c’è una grande possibilità che possa fare un debutto live action nel prossimo futuro con una nuova squadra,” hanno detto. aggiunto.

Se ciò fosse accaduto – o se alla fine accadesse – immaginiamo che Miguel continuerebbe a ricoprire il ruolo di un antagonista riluttante mentre cerca di salvare il Multiverso, con la star di Moon Knight Oscar Isaac che riprenderebbe il ruolo in live-action. È una prospettiva strabiliante, ma potrebbe non essere la cosa più folle che accadrà in queste avventure Multiversali.

Venom: The Last Dance, Eddie Brock fronteggerà uno dei suoi più grandi nemici?

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Nelle ultime 24 ore, sui social media è emersa una voce che suggerisce che Venom: The Last Dance presenterà il debutto di Knull, uno dei più grandi nemici di Eddie Brock nei fumetti.

Si dice che sarà lui a mandare Xenofage mangiatore di simbionti contro il Protettore Letale perché ha bisogno che “esegua un piano generale segreto”. Al momento, non si sa chi interpreterà Knull o quanto sarà importante il ruolo che probabilmente avrà nel trequel. Tuttavia, da quando questa voce si è palesata, sono intervenuti altri affidabili scooper sui social media, e sembra che ci sia del vero in questo (in un film che, nonostante il primo trailer sciocco, apparentemente si aggirerà pesantemente nei territori dell’orrore).

L’origine di Knull risale all’universo primordiale prima dell’esistenza dei Celestiali. Dimorava nel vuoto, uno spazio oscuro prima della creazione, ed era disturbato dall’emergere della luce. In risposta, Knull creò il primo simbionte, un’oscurità vivente conosciuta come la Necrospada All-Black, che usò per uccidere un Celestiale. Questo atto di ribellione portò al suo esilio, durante il quale creò un esercito di simbionti per diffondere la sua influenza. Il potere di Knull è immenso, capace di manipolare l’oscurità e i simbionti a piacimento. Si considera un Dio dell’oscurità e nutre un profondo odio per la luce e la vita, e ai giorni nostri ha quasi conquistato l’Universo Marvel.

Se questo è il finale di Venom: The Last Dance, è un peccato che Sony Pictures non abbia preparato meglio il terreno per il suo eventuale debutto. Il fatto che non sia stato accennato nel trailer sembra suggerire che Knull sarà una sorpresa, anche se potrebbe apparire nel prossimo trailer.

Tutto quello che sappiamo su Venom: The Last Dance

Venom: The Last Dance segue i successi al botteghino consecutivi di Venom: La furia di Carnage del 2021 (502 milioni di dollari a livello globale) e Venom del 2018 (856 milioni di dollari a livello globale). Kelly Marcel, che ha scritto i primi due film, dirigerà e scriverà il trequel.

Tom Hardy ha menzionato Marcel nel suo post, scrivendo “Voglio menzionare molto brevemente quanto sia orgoglioso della mia regista, compagna di sceneggiatura e cara amica Kelly Marcel. Vederti prendere il timone di questo film mi riempie di orgoglio, è un onore. Fidati del tuo istinto, il tuo istinto è sempre perfetto. Prima classe: ti appoggio.”

A parte il ritorno di Tom Hardy nei panni del giornalista Eddie Brock e del suo inconsapevole aiutante e parassita Venom, la trama del terzo capitolo è stata tenuta nascosta. Juno Temple e Chiwetel Ejiofor si sono uniti al cast in ruoli non rivelati. Abbiamo visto l’ultima volta Venom/Eddie Brock nei titoli di coda di Spider-Man: No Way Home del 2021, ma non è chiaro quale dei personaggi dell’Universo Marvel di Sony – che include Morbius, Kraven Il Cacciatore e Madame Web, tra gli altri – potrebbe comparire in Venom: The Last Dance.

Venom: the last dance – il poster

The Boys stagione 4, chi presta la voce all’amante polpo di Deep, Ambrosius?

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I primi tre episodi della stagione 4 di The Boys sono disponibili su Prime Video e la premiere vede il ritorno dell’amante del polpo di The Deep (Chace Crawford), Ambrosius.

Introdotto per la prima volta nell’episodio dissoluto “Herogasm” della terza stagione, Ambrosius ha vissuto in segreto nell’appartamento di Deep alla Vought Tower. I superpoteri del Signore dei Sette Mari gli permettono di comunicare con la sua dolce metà cefalopode, e se qualcuno dovesse aver pensato che la voce del polpo fosse familiare, è perché in effetti lo è. Lo showrunner Eric Kripke ha arruolato un’attrice di prim’ordine per dare la voce al personaggio: Tilda Swinton.

Tilda Swinton è il polpo Ambrosius

“Una volta deciso che avremmo avuto una conversazione regolare tra Deep e la moglie polpo, volevamo l’attrice britannica vincitrice di un Oscar più grande e di classe che potessimo trovare”, dice Kripke a EW. “Si tratta di una lista ragionevolmente breve. Non conoscevamo Tilda. Non è come alcuni dei nostri altri cameo in cui ci sono amici di amici e noi li contattiamo. Quindi abbiamo contattato un suo rappresentante e le abbiamo inviato la sceneggiatura. Per suo merito eterno, la risposta è stata: “(Tilda) adora questa serie e pensa che sarebbe divertente farlo”. “Guardare l’attrice più elegante possibile registrare le cose più stupide possibili è stato uno dei più grandi giorni della mia vita professionale”, aggiunge.

La quarta stagione riserva ancora molti cameo importanti, e alcuni si possono ammirare proprio nei primi tre episodi.

La trama della quarta stagione di The Boys

Nella quarta stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di Becca sia il suo ruolo di leader dei The Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie. La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo tardi.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela Starr. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures.

James Gunn condivide un interessante aggiornamento sul Batman dei DCU

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James Gunn si è preso ancora una volta una pausa dalle riprese della seconda stagione di Peacemaker e di Superman (oltre alla gestione dei DC Studios) per rispondere alle domande dei fan sul DCU.

Il regista ha iniziato parlando più approfonditamente del suo approccio alla costruzione di questo nuovo mondo condiviso, chiarendo che i fan potranno entrare e uscire dal DCU come preferiscono, riferendosi al fatto che ogni film che realizzeranno sarà buono per approcciarsi all’universo condiviso che sta costruendo. Abbiamo visto i Marvel Studios e il vecchio DCEU provare ad adottare un approccio simile a quello che Gunn descrive. Ha anche confermato che i DC Studios non hanno ancora scelto il nuovo Batman e ha chiarito i commenti precedenti sulla differenza di età tra Superman e il Cavaliere Oscuro nel DCU.

James Gunn sulla differenza d’età tra Batman e Superman

“Sono abbastanza sicuro di non averlo detto. Quello che ho detto è che Bruce ‘potrebbe essere’ un paio d’anni più vecchio di Clark,” ha spiegato Gunn. “Tutto quello che volevo dire era che non ero legato al fatto che Bruce e Clark avessero esattamente la stessa età.”

Il regista di Superman ha anche condiviso parte del suo metodo di lavoro e su come questo gli eviti la necessità di pianificare le riprese aggiuntive. Ha spiegato che il suo metodo prevede che riprese e montaggio procedano di pari passo, così si rende conto subito se è necessario aggiungere o togliere cose al film e se di conseguenza sono necessarie altre riprese da realizzare quando il set è ancora allestito. Ha rivelato inoltre come stanno procedendo i lavori sul sequel di The Batman di Matt Reeves. La sceneggiatura è ancora in fase di riscrittura, mentre ha lasciato intendere che l’ultima parola sulla lavorazione è solo di Reeves, che deciderà quando il lavoro sarà pronto per la fase successiva.

Tutto sommato, ci sono molte informazioni interessanti qui ed è bello che James Gunn dedichi parte del suo tempo a sfatare le voci che circolano sul progetto e a fare chiarezza per i fan.

Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.

Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

House of the Dragon – Stagione 2: recensione del primi quattro episodi

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Dopo due anni da quella terribile fine del primo ciclo, torna House of the Dragon, dal 17 giugno disponibile su NOW, con un nuovo episodio ogni lunedì.

House of the Dragon, dove eravamo rimasti

Dicevamo, il terribile finale di stagione 1, in cui il giovanissimo Lucerys, erede al titolo di Lord delle Maree e secondogenito di Rhaenyra, trova la morte, insieme al suo drago Arrax, per mano del temibile Vhagar, il più grande dei draghi in vita nei Sette Regni, cavalcato dall’altrettanto temibile Aemond Targaryen, suo zio. Una scena potente e dolorosa, se pensiamo al fatto che non solo è causa di un lutto inqualificabile e cieco per la madre, Rhaenyra Targaryen, ma è a tutti gli effetti l’atto di guerra che i Neri e i Verdi aspettavano per poter aprire i conflitti.

House of the Dragon 2, la trama

House of the Dragon 2 stagione data di uscita

Così, la seconda stagione di House of the Dragon comincia con la guerra. Una guerra pianificata, attesa, caldeggiata, ma anche temuta e rimandata, sempre raccontata e quasi mai mostrata. Una fase di stallo dettata non solo dal fatto che la serie deve riposizionare i pezzi sulla sua scacchiera, ma anche dalle decisioni dei personaggi. Sebbene Rhaenyra si contenda il trono con il fratellastro Aegon, la sua vera avversaria è Alicent, che fu sua migliore amica e che adesso è la Regina Madre.

Le due donne, entrambe più sagge di quanto non siano e non mostrino gli uomini di potere a Westeros, cercano di muoversi con grande cautela; la risposta immediata sarebbe quella di scatenare la potenza dei draghi, cosa che caldeggia Daemon, ma Rhaenyra è restia, dal momento che conosce e teme la potenza delle bestie e soprattutto quello che si lasciano alle spalle (ricordate il finale di Game of Thrones?). “Ho ereditato 18 anni di pace da mio padre, Re Viserys” continua a ripetere Rhaenyra, quando ancora spera che la guerra sia inevitabile.

La Danza dei Draghi

Questa situazione di stallo permette alla narrazione di impostarsi principalmente sulle lunghe conversazioni e i concilii di guerra, in cui sembra che non si faccia altro che parlare, mentre fuori campo avviene l’azione, quella guerra che non vediamo mai. O almeno non nei primi due episodi. Lo scontro arriverà, ma bisognerà aspettare la metà della seconda stagione di House of the Dragon. E la pazienza verrà ripagata con soddisfazione, giustificando ampiamente il nome che questa guerra civile assume negli annali di storia di Westeros: La Danza dei Draghi. Prima di arrivare all’azione, però, la serie si rifugia, come accennato, nei rassicuranti saloni di fortezze e palazzi, in cui assistiamo alla guerra raccontata.

I Principi Targaryen

Ora, invece di relegare questi momenti a puri “‘o dimo” di borisiana memoria, House of the Dragon stagione 2 sceglie di sfruttare questi confronti per strutturare al meglio i personaggi che fino a questo momento erano stati poco approfonditi. Su tutti i due fratelli Targaryen, Aegon e Aemond. Il primo, interpretato da Tom Glynn-Carney, era apparso solo come un re riluttante nella prima stagione, che accetta la corona; il secondo, che ha il volto espressivo di Ewan Mitchell, era stato invece dipinto come un devoto figlio della corona, asservito alla famiglia e piuttosto prepotente.

Nella prima metà della seconda stagione di House of the Dragon, entrambi i personaggi crescono e si colorano di toni e sfaccettature, complici anche le buone interpretazioni degli attori: Aegon viene fuori come un giovane re ambizioso ma anche volenteroso di imparare e di fare bene, soggetto all’impulso ma anche sensibile ai cauti suggerimenti materni; Aemond invece irrompe sulla scena come ambizioso e violento, insidioso non solo per i nemici ma anche per i familiari, in combutta con Ser Criston Cole, personaggio al quale incomprensibilmente si dedica molta attenzione ma che fatica a trovare l’affetto del pubblico (complice forse il suo tradimento ai danni dell’allora principessa Rhaenyra nella prima stagione).

I figli di Alicent sono la vera scoperta

E dal momento che il personaggio di Daemon (Matt Smith) viene relegato a una specie di esilio pieno di incubi e visioni in un contesto separato dalla narrazione principale (non ci addentriamo oltre per non fare spoiler, ma speriamo che questa scelta narrativa possa poi trovare una svolta importante per la storia in generale), è proprio Aemond a farsi carico della quota di arguzia, cattiveria e fascino che il marito di Rhaenyra aveva incarnato così bene nella prima stagione.

Sono i due figli di Alicent la vera scoperta di questo secondo ciclo, che ripropone tutti i pregi e i difetti della prima stagione (comuni alla serie “madre”, Game of Thrones): l’azione è relegata a pochi momenti, di grandissima televisione, con livelli produttivi che erano inimmaginabili fino a qualche anno fa per un serie tv.

HBO sfodera gli artigli e fa fuoco sulla concorrenza. Difficile che la stagione televisiva riesca a regalare un prodotto di uguale valore per quello che riguarda spettacolo e messa in scena.

Persino il lavoro di Ramin Djawadi, così caratteristico del mondo di Westeros, si allontana un po’ di più dalle tracce familiari già ascoltate in Game of Thrones, e se i temi dedicati ai Verdi ricordano vagamente Le Piogge di Castamere, la colonna sonora di questa seconda stagione riesce a essere evocativa e originale, in un continuo crescendo emotivo che enfatizza lo spettacolo. Inoltre, la struttura della serie che non si serve più dei salti temporali, abbondanti e frequenti nella prima stagione, concede una visione maggiormente continua a ordinata.

La Regina Nera e la Regina Verde

Menzione d’onore alle due Regina, Olivia Cooke e Emma D’Arcy. A loro è affidato il compito più arduo, quello di raccontare la contemporaneità attraverso il genere fantasy, ed entrambe, in maniera diversa e coerente con le loro caratteristiche, si fanno carico delle sfumature caratteriali e morali attribuite ai loro personaggi, nel bene e nel male. Raccontano il peccato e il pentimento, la libertà e il potere di autodeterminarsi, ma anche la cautela e la gentilezza, la capacità di mettersi in dubbio, di fare un passo indietro se questo comporta la salvezza e il benessere di molti. Per quanto ormai nemiche naturali, Rhaenyra e Alicent sono ancora il cuore del racconto.

House of the Dragon – guerra tra consanguinei

Come dice la Principessa Rhaenys Targaryen (altro personaggio eccezionale con il volto della splendida Eve Best), non c’è nessuna guerra che sia più invisa agli dei che quella tra consanguinei. Eppure, La Danza dei Draghi riesce ad essere appassionante e coinvolgente e, con grande onestà e coerenza, si rivolge principalmente a quel pubblico che aveva amato le strutture narrative di Game of Thrones.

In questo caso, il racconto è più ordinato, ci sono meno personaggi da inquadrare, ma è anche difficile individuare i buoni e i cattivi, e la maggiore complessità dei rapporti trai personaggi, causata dai legami di sangue, rende tutto più crudele. Questa guerra è egoista, ottusa e determinata da ambizioni personali, non c’è onore o senso della giustizia o del dovere, la serie non si sforza di mettere in scena nessun eroe positivo, e forse proprio un questo cuore viziato risiede il fascino dei personaggi.

House of the Dragon stagione 2 mantiene le promesse fatte dal primo ciclo, riservando allo spettatore intrighi di corte e strategie di conquista, ma anche la prospettiva di un grande spettacolo, che dovrebbe arrivare nella parte finale della stagione (come da tradizione di Westeros!).

 

The Boys 4, recensione dei primi tre episodi

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The Boys 4, recensione dei primi tre episodi

A distanza di ben due anni dall’uscita del terzo ciclo, The Boys quarta stagione arriva su Prime Video e riesce, nonostante i ritardi causati dagli scioperi dello scorso anno, a essere attuale e tempestiva, come se avesse il super-potere di leggere la contemporaneità e anticiparne i temi e i punti caldi. La stagione si apre con media e città con gli occhi puntati sul processo per omicidio a Homelander (Antony Starr), mentre “nel nostro mondo” il processo di Manhattan sanciva la colpevolezza di una certa figura politica decisamente molto in vista negli ultimi anni e che ha goduto di un certo sostegno negli USA.

The Boys 4, la satira sociale che predice il futuro

The Boys, sviluppato da Eric Kripke partendo dai fumetti di Garth Ennis, ha sempre avuto la capacità di anticipare le grandi contraddizioni della società, confermandosi intrattenimento, qualche volta estremo e fine a se stesso, splatter e pruriginoso, che non esita a farsi anche cinica e intelligente satira sociale.

Quando poi la serie ha spostato al centro dell’attenzione Victoria Neuman (Claudia Doumit), una super in incognito che si atteggia a deputata progressista con il programma politico di regolamentare Vought, questo aspetto della serie è diventato anche più importante ed evidente. E la stagione 4 sembra raccontare una vera e propria versione parallela della società americana per come si sta strutturando negli ultimi anni. L’aspetto sociale tanto evidente e marcato, che si somma agli archi narrativi dei singoli personaggi, quasi tutti in caduta libera, fa di The Boys 4 il momento più cupo dell’arco della serie, fino a questo momento.

Le sfide di The Boys 4

Le sfide che la serie deve affrontare in questo quarto ciclo sono molto complesse e ne attestano anche la crescita come fenomeno. Da una parte il franchise si è ingrandito e, dopo l’uscita dell’ottimo Gen V, The Boys 4 deve incorporare quegli eventi nel suo flusso del racconto. D’altro canto l’espansione della gittata degli eventi narrati, con movimenti di massa e trasferimenti di potere, richiede una costruzione del mondo più attenta e articolata che però mantenga al centro i bersagli preferiti dal punto di vista dello show: il cinismo caustico contro le destre e nei confronti delle grandi imprese, dei fascismi/fascisti, dell’intrattenimento come propaganda e del fanatismo che rifiuta la realtà anche scientifica (tutti fenomeni che nel mondo reale continuano a guadagnare terreno).

La vittoria del presidente anti-“sups” Robert Singer (Jim Beaver), con al fianco Neuman, vicepresidente eletto (e segretamente sups) si interseca con gli sviluppi principali e “privati” dei protagonisti.

The Boys 4, la trama

Dopo essersi somministrato il farmaco sperimentale Temp V, una versione a breve termine della sostanza chimica brevettata Composto V che Vought utilizza per creare i suoi eroi, il leader ripudiato della squadra anti-sups Billy Butcher (Karl Urban) ha solo pochi mesi di vita. Questa prognosi gli dà una disperazione e una sregolatezza che sembra poter essere contenuta solo da un misterioso nuovo alleato (Jeffrey Dean Morgan) che è ancora più militante di lui nella causa.

Homelander intanto, in preda a una crisi di mezza età che lo mette di fronte al suo lentissimo ma inesorabile invecchiamento, ha preso in custodia Ryan (Cameron Crovetti), suo figlio ormai adolescente, concepito dallo stupro della defunta moglie di Butcher, e ha assunto due nuovi pericolosi luogotenenti a rimpolpare le fila dei Sette: Firecracker (Valorie Curry), una supes non particolarmente dotata ma “capace di sobillare le masse e dal loro uno scopo”, e Sister Sage (Susan Heyward), la cui super-intelligenza sembra capace di bilanciare l’impulsiva megalomania di Homelander. Nel frattempo, Starlight (Erin Moriarty) ha lasciato definitivamente i Sette, e si è espressa pubblicamente contro la Vought, attirando le ire di Firecracker e dei suoi fanatici seguaci.

Già solo mettendo insieme queste tracce narrative, ci si rende conto di quanto questo quarto ciclo sia meno coeso rispetto alla terza stagione, completamente focalizzata su Soldier Boy (Jensen Ackles). Senza contare anche le vicende che coinvolgono gli altri membri dei The Boys o dei Sette che ognuno a modo loro combatte una piccola battaglia personale con i propri fantasmi.

Lo spin-off irrompe della Serie-Madre

A questo generale disordine della trama, si aggiunge ad un certo punto anche l’irruzione dei personaggi e di elementi narrativi esplorati in Gen V, che cercano inserire nel flusso narrativo un ulteriore elemento (il virus anti-supe introdotto nella serie spin-off) che potrebbe essere determinante per il futuro dello show e per la sua conclusione che, come sappiamo, non è lontana.

Tutto questo però conferisce una certa fragilità alla struttura del mondo di The Boys, in cui le conseguenze di ciò che abbiamo visto nelle prime tre stagioni non si abbattono con la giusta incisività sugli eventi. Ad esempio, la denuncia della Vought da parte di Starlight non sembra essere presa troppo sul serio dalla Vought stessa, oppure il fatto che Homelander venga assolto contrasta con l’elezione di un presidente liberale e anti-supes, e soprattutto, anni dopo che è stata resa nota l’esistenza del Composto V, le masse continuano a considerare i supereroi persone da guardare con ammirazione piuttosto che vittime di esperimenti. Insomma, man mano che il mondo di The Boys acquisisce elementi e necessita di un ordine e di una continuità organica, rinuncia a costruire quella organicità e si concentra sul privato, sulle turbe di Homelander, sulla fine imminente di Butcher, su Hughie e la sua gestione familiare.

The Boys però trova il modo di bilanciare la mancata organicità di questo mondo in espansione con il consueto linguaggio colorito, con la commedia oscena delle esposizioni di corpi e budella. Nata nel 2019 come una parodia dei racconti di superiori, The Boys, con la quarta stagione, comincia a mostrare una parabola discendente.

I primi tre episodi di The Boys 4 sono disponibili su Prime Video dal 13 giugno, con un nuovo episodio disponibile ogni giovedì.

Karen Gillan sulla reunion del DCU con James Gunn: “Sceglierà il personaggio giusto per me”

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Karen Gillan si è fatta notare con Doctor Who nel ruolo di Amy Pond. In seguito, però, è salita su un palcoscenico ancora più grande – letteralmente, se si conta una memorabile apparizione nella Hall H che ha visto l’attrice scozzese rivelare ai fan la sua testa pelata – dopo essere entrata a far parte del MCU nel ruolo di Nebula in Guardiani della Galassia del 2014.

La figlia di Thanos è stata inizialmente ritratta come un cattivo, ma in seguito ha cambiato idea ed è diventata meno antagonista quando è arrivato il secondo volume. Alla fine si è unita alla squadra, diventando un Guardiano a tutti gli effetti in Avengers: Infinity War e un’eroina durante i cinque anni di interruzione dell’universo.

Non sappiamo cosa ci riservi esattamente il futuro di Nebula dopo il Vol. 3 dell’anno scorso, ma il trequel ha rappresentato quella che potrebbe essere considerata la fine definitiva della storia del personaggio. Da allora, la Gillan ha dichiarato in più occasioni di essere disponibile a entrare nel DCU.

James Gunn ha lasciato i Marvel Studios per occuparsi dei DC Studios e dirigere Superman e ha ammesso in diverse occasioni che gli piacerebbe portare molti dei Guardiani nel DCU. Per quanto riguarda la Gillan, scelta dai fan per interpretare Poison Ivy, sta solo aspettando che il regista trovi il ruolo giusto per lei.

James Gunn è una delle mie persone preferite sul pianeta, per non parlare dei registi, quindi mi piacerebbe molto lavorare di nuovo con lui. Certo, lo farei e lo farei al volo. Sento anche che non dovrei incasellarmi cercando di calarmi in un personaggio. Credo che lui lo sappia bene. Quindi, se mai dovesse accadere, credo che sceglierà il personaggio giusto per me“.

Ho imparato molto da lui. È un regista straordinario. È un leader naturale. Ti tiene in carreggiata quando provi questi grandi cambiamenti. Inoltre, abbraccia davvero queste oscillazioni, abbraccia l’improvvisazione, pensa all’improvvisazione e te la trasmette sul momento attraverso un microfono. Mi piace lavorare così perché mi fa uscire dalla mia testa“.

E poi, i suoi scatti sono tutti incredibili. Riesce a trovare l’equilibrio tra l’aspetto più bello e l’attenzione per l’attore. A volte è l’uno o l’altro, ma lui ha entrambe le cose, il che è molto, molto eccitante“.

I Marvel Studios, tuttavia, vorranno senza dubbio mantenere la Gillan nel MCU e di recente ha ripreso il ruolo di Nebula in un episodio ispirato a Blade Runner di What If…? durante la seconda stagione dello show.

Per Nebula, mi piace vederla prendersi cura di altre persone“, ha detto in precedenza la Gillan a proposito delle sue speranze per il personaggio oltre il Vol. 3. “Penso che parte del processo di guarigione sia alla fine arrivare al punto di poter aiutare altre persone a guarire. E quindi mi piacerebbe vedere questo nel futuro di Nebula“.

Station 19: Danielle Savre ha trovato un nuovo ruolo nel drama della NBC

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È ufficiale: Danielle Savre di Station 19 ha “trovato” una nuova casa. Secondo TV Line, l’attrice è stata confermata come protagonista della seconda stagione del dramma procedurale Found della NBC, la cui première andrà in onda in autunno. Anche se non si sa molto del ruolo che interpreterà, si dice che il suo personaggio sarà ricorrente.

L’annuncio del casting arriva circa due settimane dopo l’attesissimo finale di serie di Station 19, spinoff di Grey’s Anatomy e gioiello della corona Shondaland in continua espansione. L’episodio finale ha attirato circa 6 milioni di telespettatori sul network ABC, ricevendo elogi per l’accurata conclusione delle storie dei personaggi e per un emozionante ma meritato lieto fine.

Il personaggio di Savre, Maya Bishop, capitano della stazione 19 dei vigili del fuoco di Seattle e moglie di Carina DeLuca-Bishop di Grey’s Anatomy, è apparso nello show per tutte le sue sette stagioni. Resta da vedere se riceverà lo stesso trattamento da series-regular sul set di Found.

Di cosa parla “Found”?

Chiunque sarà il personaggio di Savre in Found, entrerà nell’universo della serie televisiva in un momento di tensione per tutti i personaggi. Found segue l’attrice Shanola Hampton nel ruolo di Gabi Mosely, un’ex vittima di rapimento e una specialista del recupero che lavora per trovare le persone scomparse che sembrano non essere sul radar di nessun altro. Mosely attinge la maggior parte delle sue conoscenze sui rapitori seriali da una fonte insolita: il suo ex rapitore, Hugh “Sir” Evans, che a sua volta ha rintracciato e catturato da adulto. Tenuto intrappolato nel seminterrato di Mosely per gran parte della serie, Evans è costretto dalla specialista ad aiutarla a risolvere ogni caso che le si presenta, dandole una prospettiva insolita sulla mente di un rapitore.

Ma le cose hanno preso una piega nel modello di Found quando Evans è finalmente riuscito a fuggire dal seminterrato di Mosely nel finale della prima stagione dello show e ha giurato di uccidere Lacey, una stagista dello studio di Mosely, anch’essa ex vittima di Evans. Nella prima puntata della seconda stagione gli spettatori si chiederanno se Mosely sarà in grado di rintracciare Evans per la seconda volta e, forse, se riuscirà a risolvere i suoi casi allo stesso modo senza il suo intuito non convenzionale.

Fortunatamente per Found, la Savre non è estranea ai network drama, avendo già partecipato a serie come Too Close to Home di TLC e l’amata Blue Bloods della CBS. I suoi precedenti indicano che sarà più che in grado di fare la sua parte come personaggio nuovo sul set del thriller della NBC. Ma senza molti dettagli sul personaggio di Found della Savre, i fan che non vedono l’ora di sapere se aiuterà o danneggerà l’ultimo problema di Mosely, grande come un rapitore, dovranno aspettare l’autunno.

Tre giorni e una vita: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Avvincente thriller dai toni profondamente drammatici, il film Tre giorni e una vita è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore francese Pierre Lemaitre, pubblicato in Italia da Mondadori nel 2016. È stato lo stesso autore a scrivere la sceneggiatura di questa trasposizione cinematografica del suo libro, ed è stato sempre lui a proporre la sceneggiatura al regista Nicolas Boukhrief (noto per i film Cash Truck – rifatto nel 2021 da Guy Ritchie come La furia di un uomo – Wrath of Man – e Made in France – Obiettivo Parigi).

Boukhrief è stato talmente preso dallo script di Lemaitre che ha messo da parte il progetto su cui stava lavorando in quel momento per dedicarsi alla lavorazione di Tre giorni e una vita. Il film affronta infatti una vicenda intricata dove gli scheletri del passato non rimangono mai troppo a lungo sepolti, tornando ad infestare anche ad anni di distanza. Nel film si anima dunque una vicenda che ruota intorno alla gelosia, al desiderio di possessione e al senso di colpa.

Tra grandi segreti e forti colpi di scena, è dunque questo un film che non mancherà di entusiasmare gli appassionati del genere. In questo articolo, approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a Tre giorni e una vita. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location dove si sono svolte le riprese e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tre giorni e una vita trama

La trama di Tre giorni e una vita

La vicenda ha inizio nel 1999 a Beauval, un piccolo e tranquillo villaggio immerso tra le foreste delle Ardenne. Qui abita il piccolo Antoine, un ragazzino di 12 anni che vive con la madre Blanche ed ha nei vicini Emilie e nel suo fratellino Remy i suoi soli amici. Quando però proprio Remy scompare misteriosamente, la tranquillità della comunità viene irrimediabilmente scossa. Quindici anni dopo, Antoine è un medico dal brillante futuro, ma quando torna al villaggio per festeggiare il Natale con la madre, i segreti del passato torneranno a galla.

Il cast e le location dove è stato girato il film

Ad interpretare Antoine Courtin da ragazzo vi è Jeremy Senez (qui al suo debutto in un lungometraggio), mentre nella versione adulta è l’attore Pablo Pauly ad interpretarlo. Recitano poi nel film Leo Levy nel ruolo di Remi e Pauline Sakellaridis in quello di Emilie da ragazza. Da adulta, quest’ultima è interpretata da Margot Bancilhon. Quest’ultima si è recentemente fatta notare anche grazie al film Un anno difficile e alla serie Machine.

Completano poi il cast Sandrine Bonnaire (recentemente vista in La scelta di Anne – L’Événement e Limonov: The Ballad) nel ruolo di Blanche Courtin, Charles Berling in quello di Michel Desmedt, il padre di Emilie e Remy, e Philippe Torreton nel ruolo del dottor Dieulafoy. Per quanto riguarda i luoghi dove è stato girato il film, questi si possono ritrovare nei dintorni di Olloy-sur-Viroin e Nismes, frazioni di Viroinval, nelle Ardenne.

Tre giorni e una vita cast

La spiegazione del finale del film

Nel finale del film scopriamo che Antoine sa perfettamente cosa è accaduto al piccolo Remy, essendone il diretto responsabile. Tutto ha infatti inizio quando l’adolescente vede Emilie, di cui è innamorato, baciare un altro ragazzo. Furioso per quella scoperta, si rifugia nel vicino bosco, dove però lo segue Remi, che con le sue domande provoca la reazione di Antoine che gli tira un bastone colpendolo mortalmente alla tempia.

A quel punto al ragazzo non resta che disfarsi del corpo, venendo poi aiutato da un nubifragio che rende impossibili le operazioni di ricerca di Remy. Tuttavia, proprio quando un Antoine ormai cresciuto torna al villaggio, nei boschi sono in corso lavori di rimozione del legname abbattuto dalla tempesta del 1999. È in questa occasione che vengono ritrovati i resti di Remi e, su di essi, un capello che non gli appartiene. 

L’analisi del DND capello non trova però riscontro nella banca dati della polizia, rendendo dunque impossibile risalire al responsabile. Nel mentre Antoine viene informato da Emilie che lei è rimasta incinta in occasione dell’unico rapporto sessuale avuto con lui qualche mese prima. La ragazza vuole ora che lui la sposi, minacciandolo, in caso contrario, di denunciarlo e di chiedere la prova del DNA.

Emilie fa dunque intuire ad Antoine di sapere o di avere dei forti sospetti riguardo la sua colpevolezza nella morte del fratello. Incerto su ciò che realmente la ragazza sa ma certo di non potersi sottoporre al test, Antoine si vede costretto ad accettare, rinunciando alla vita che si stava costruendo altrove per tornare nel luogo dove è cresciuto, sposando una donna che ormai non ama più.

Il trailer di Tre giorni e una vita e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 14 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

https://www.youtube.com/watch?v=5piOrnZ60M0&pp=ygUhdHJlIGdpb3JuaSBlIHVuYSB2aXRhIHRyYWlsZXIgaXRh

Non avrai mai mia figlia: la storia vera dietro al film

Non avrai mai mia figlia: la storia vera dietro al film

Quello della custodia dei bambini è un tema estremamente delicato, che il cinema ha in più occasioni provato a raccontare spesso con ottimi risultati. Film come Kramer vs. Kramer o i più recenti Gifted – Il dono del talento, L’affido – Una storia di violenza, La vita che verrà o l’italiano Mamma o papà? sono solo alcuni esempi a riguardo. Nel 2020 è invece stato realizzato un film per la TV dal titolo Non avrai mai mia figlia, che offre un particolare punto di vista su questo tema.

Diretto da Tori Garrett – noto per essere stato il regista di diversi episodi della serie The Rookie -, il film si ispira ad una storia vera e va a raccontare di quelle vicende di custodia che sono rese ancor più gravi e complesse dalla presenza di atti di violenza fisica quali lo stupro. Il film, infatti, nel ripercorrere la reale vicenda a cui si ispira, indirizza l’attenzione degli spettatori verso una serie di carenze legislative e nella tutela dei più bisognosi. 

Si tratta dunque di un film che solleva importanti riflessioni, aggiungendo qualcosa in più a questa tipologia di opere e ai loro racconti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Non avrai mai mia figlia. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Non avrai mai mia figlia trama

La trama e il cast di Non avrai mai mia figlia

Protagonista del film è Amy Thompson, studentessa di giurisprudenza la cui vita prende una piega tragica quando subisce violenza fisica da un uomo di nome Demetri. Già traumatizzata dalla violenza subita, Amy è ulteriormente scioccata quando scopre di essere rimasta incinta. Nonostante tutto, decide comunque di tenere quella si svela poi essere una bambina, che chiama Maddy. Qualche anno dopo, però, Demetri si rifà vivo chiedendo la custodia della bambina, dando così inizio un caso particolarmente delicato e complesso. 

Ad interpretare Amy Thompson vi è l’attrice Lyndsy Fonseca, celebre in particolare per essere stata la figlia di Ted Mosby nella popolare sitcom How I Met Your Mother. Ha però recitato anche in Kick-Ass e The Ward – Il reparto. Nel ruolo di Demetri, invece, vi è l’attore Hunter Burke, mentre Madison Johnson è Maddy, la figlia di Amy. Recita poi nel film l’attrice Kirstie Alley, celebre per la sitcom Cin cin e i film di Senti chi parla. Quello in Non avrai mai mia figlia è il suo ultimo ruolo prima della scomparsa, avvenuta nel 2022.

La storia vera dietro Non avrai mai mia figlia

Come anticipato, il film è basato su una storia vera, quella di Analyn Megison. La sua vicenda divenne nota quando venne citata in giudizio nel 2010 dal suo stupratore, che voleva ottenere la custodia della loro figlia di 6 anni. Il triste episodio era avvenuto nel 2003, ma Megison decise di tenere la bambina in quanto non voleva considerarsi una vittima. Tuttavia, nel 2010, l’uomo che l’aveva aggredita tornò ad esercitare il proprio potere nella sua vita.

“Il mio stupratore non è mai stato condannato per quello che mi ha fatto. Quando arrivò il giorno in cui mi furono notificati i documenti del tribunale a suo nome, ero terrorizzata dal pericolo che ciò rappresentava per la mia bambina, che non aveva idea di cosa avrei dovuto affrontare per proteggerla”, ha raccontato Megison in un’intervista a USA Today. All’epoca, in Florida, non esisteva infatti alcuna legge che la proteggesse.

Non avrai mai mia figlia cast

Il giudice del caso, però, decise che era necessario avere un’udienza probatoria completa su come era stata aggredita e come era stato concepito il bambino, prima che il caso giudiziario andasse avanti. Alla fine, lo stupratore rinunciò alla causa e Megison ottenne la completa custodia della sua bambina. Ma questo non è avvenuto senza aver trascorso ore a fare ricerche sui diritti parentali degli stupratori negli Stati, tanto che ha redatto una legge modello per la Florida. 

In quel periodo Megison è diventata anche cofondatrice di Hope After Rape Conception, un’organizzazione “che si occupa di cambiare le leggi statali per proteggere i bambini e le vittime di stupro”. Nella sua bozza di legge, Megison ha scritto che qualsiasi persona che risulti aver concepito un bambino attraverso una prova “chiara e convincente” di stupro, vedrà i suoi diritti di genitore negati dallo Stato.

Il disegno di legge è stato poi approvato all’unanimità nel 2013 e nel 2015 il Presidente Obama ha firmato la legge, che vietava ai padri violentatori la custodia condivisa dei figli nati da uno stupro. Al 2020, 30 Stati su 50 hanno consentito la cessazione dei diritti genitoriali degli stupratori coinvolti nel concepimento di un bambino. Altri, invece, richiedono una condanna per violenza sessuale.

Dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 15 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Paradiso amaro: dal cast ai premi, tutte le curiosità sul film con George Clooney

Nel corso della sua filmografia, il regista e sceneggiatore Alexander Payne ha raccontato con il suo classico black humor vizi e virtù della società americana contemporanea con titoli come Sideways – In viaggio con Jack o il recente The Holdovers – Lezioni di vita. Nel 2011 aveva invece realizzato lo struggente Paradiso amaro (il cui titolo originale è The Descendants). Si tratta di un racconto che, mentre racconta le tematiche care al regista, si concentra in particolare sul lutto, sulla difficoltà di elaborarlo e andare avanti.

Paradiso amaro (qui la recensione) è l’adattamento del romanzo omonimo scritto da Kaui Hart Hemmings e pubblicato nel 2007. Divenuto un vero e proprio best seller, questo attirò l’attenzione di Payne per la delicatezza con cui si affrontava il tema del lutto, raccontato nei suoi aspetti più crudi e realistici. Per mantenersi quanto più fedele possibile al libro, il regista scelse poi di girare il suo film alle isole Hawaii, dove il racconto è ambientato. In particolare, la maggior parte delle riprese sono state effettuate a Honolulu e nei dintorni della Baia di Hanalei.

Ad oggi, Paradiso amaro è uno dei lungometraggi più maturi e apprezzati di Payne, per molti il suo personale capolavoro artistico. A distanza di un decennio, è ancora considerato come un vero e proprio gioiello. In questo articolo, approfondiamo dunque alcuni dettagli sul film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Paradiso amaro cast
George Clooney, Shailene Woodley e Nick Krause in Paradiso amaro. © 2011 – Fox Searchlight

La trama di Paradiso amaro

Protagonista del film è l’avvocato Matt King, discendente di una facoltosa famiglia hawaiiana. Marito indifferente e padre assente, egli è ora impegnato in un importante affare che riguarda la possibile vendita dei territori di famiglia sull’isola di Kauai, di cui è amministratore fiduciario. I suoi cugini, con cui ha la comproprietà dei terreni, spingono affinché la cessione si verifichi, così da poterne ricavare milioni di dollari. Matt però non è convinto di voler svendere così il patrimonio naturale ereditato.

A sconvolgere ancor di più la situazione arriva la notizia che la moglie Elizabeth è stata vittima di un incidente nautico e che è entrata in coma irreversibile. Da quel momento Matt si trova a doversi prendere più cura della figlia adolescente Alexandra e della piccola Scottie, facendo così il padre a tempo pieno e scoprendo finalmente tutto ciò che non sapeva delle due figlie. Attraverso un litigio con la più grande delle due, Matt viene infine a sapere che Elizabeth aveva un amante, di cui deciderà poi di andare alla ricerca.

 

Il cast del film

Ad interpretare il protagonista Matt King vi è il premio Oscar George Clooney, rimasto particolarmente attratto dal ruolo per via della gamma di emozioni che questo richiedeva e che lo ha poi portato ad essere candidato come Miglior attore agli Oscar. Prima di Clooney, altri attori considerati per il ruolo erano Robin Williams, Tom Hanks e Richard GereMatthew Lillard, celebre per aver interpretato Shaggy nei film su Scooby-Doo, è Brian Speer, l’amante di Elizabeht, mentre Judy Greer è sua moglie Julie.

Nel ruolo della figlia maggiore Alexandra vi è Shailene Woodley, qui al suo primo film di grande successo. Per la parte si erano presentate anche Amanda Seyfried, Kristen Stewart e Brie Larson, senza però ottenere il ruolo. La piccola Scottie è invece interpretata da Amara Miller, scelta poche settimane prima dell’inizio delle riprese. Per il ruolo di Sid, lo strano amico di Alexandra, è stato scelto Nick Krause. L’attore attore Robert Forster, celebre per Jackie Brown, è Scott Thorson, suocero di Matt.

Paradiso amaro storia vera
George Clooney, Shailene Woodley, Nick Krause e Amara Miller in Paradiso amaro. © 2011 – Fox Searchlight

Il film è tratto da una storia vera?

La risposta è no. Non c’è una storia vera alla base di Paradiso amaro, ma come già riportato il è tratto dall’omonimo romanzo di Kaui Hart Hemmings, scrittrice statunitense che vive e lavora nelle Hawaii. Questo suo primo romanzo, tradotto in 22 lingue è poi stato inserito nella lista dei bestseller del The New York Times. Nello scriverlo, però, Hemmings ha raccontato di non essersi basata su nessuna storia reale, ma solo di aver tratto ispirazione dai luoghi che vive e frequenta e da una serie di riflessioni sulle tematiche poi affrontate nel libro e nel film.

Le nomination ai premi Oscar di Paradiso amaro

Oltre ai tanti premi vinti da Paradiso amaro, si annoverano poi anche 5 nomination ai premi Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista, Miglior montaggio e Miglior sceneggiatura non originale. Il film vinse poi in quest’ultima categoria, mentre per le prime tre qui riportate il premio andò al film The Artist, al suo regista Michel Hazanavicious e all’attore Jean Dujardin. Il premio per il miglior montaggio venne invece vinto dal film Millennium – Uomini che odiano le donne.

Il trailer di Paradiso amaro e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Paradiso amaro è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 15 giugno alle ore 21:20 sul canale Canale 5.

Superman: una foto dal set rivela un’intrigante modifica della LuthorCorp

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Continuano i lavori per il reboot di Superman di James Gunn e una nuova foto dal set del film ha suscitato l’interesse dei fan. Come potete vedere qui sotto, il logo della “LuthorCorp” è impresso su veicoli militari, il che suggerisce che ci sarà un legame tra loro e Lex in questo film.

Abbiamo già visto quella che sembrava essere una base militare di fortuna, e anche i fumetti hanno talvolta seguito questa strada. La domanda ora è: Lex lavora a fianco dei militari o questa LuthorCorp è più basata sulle armi rispetto a quanto siamo abituati a vedere sulla pagina?

In ogni caso, sembra probabile che il cattivo prenda di mira Superman con ogni sorta di arma… compresa una certa tuta elettrica, se siamo davvero fortunati (era ora che si unisse a Lex sul grande schermo).

Si dice che creerà un clone di Superman – probabilmente una nuova versione di Bizarro/Ultraman – e se questo è vero, Lex sarà probabilmente ancora ritratto come uno “scienziato pazzo”.

Mi sono allenato“, ha detto Hoult a proposito della sua preparazione per il ruolo. “C’è quella parte in ‘All-Star Superman’ in cui parla dei suoi muscoli che sono veri, del duro lavoro e di tutto il resto. L’ho presa come un po’ di carburante per il fuoco“.

Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.
Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.

Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

The Animal Kingdom: intervista al protagonista Paul Kircher

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The Animal Kingdom: intervista al protagonista Paul Kircher

Ecco la nostra intervista a Paul Kircher, il protagonista di The Animal Kingdom, presentato a Cannes 2023 in Un Certain Regard e arrivato nelle sale italiane il 13 giugno con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

In un futuro prossimo, la razza umana è travolta da un’ondata di misteriose mutazioni che trasformano le persone in ibridi animali. Émile, sedici anni, vorrebbe solo una tipica vita da liceale, ma d’un tratto il suo corpo inizia a manifestare i primi sintomi della metamorfosi. In un mondo che guarda alle cosiddette “creature” con odio e diffidenza, solo abbracciando la propria vera natura il ragazzo potrà scoprire ciò di cui è davvero capace.

Leggi la recensione di The Animal Kingdom

Sono le premesse di The Animal Kingdom, il nuovo sorprendente film di Thomas Cailley, un’avventura travolgente e mozzafiato tra inseguimenti, creature fantastiche e spettacolari effetti speciali, nei cinema italiani dal 13 giugno con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Nel film Paul Kircher (Winter Boy), che interpreta Èmile, di Romain Duris (I tre moschettieri – D’Artagnan) nella parte di suo padre e di Adèle Exarchopoulos (La vita di Adele) in quelli di una poliziotta che indaga sulla fuga di alcune creature, oltre agli straordinari effetti visivi curati tra da MPC (The Last Duel, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, House of the Dragon) e Mac Guff (Valerian e la città dei mille pianeti, Cattivissimo Me, Lupin).

Matt Bomer crede che l’essere apertamente gay gli sia costato il ruolo di Superman in passato

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Come sappiamo, Matt Bomer è stato finalista per interpretare l’Uomo d’Acciaio negli anni 2000 in una prima incarnazione del progetto che sarebbe poi diventato poi Superman Returns di Bryan Singer, e l’attore crede di essersi perso il ruolo per un motivo molto specifico.

Avevamo sentito che Bomer era andato molto vicino ad ottenere la parte: “Ho partecipato a una chiamata di massa per Superman, e poi si è trasformata in un’esperienza di audizione di un mese in cui ho fatto audizioni ancora e ancora e ancora”, ha spiegato la star di Doom Patrol durante un’intervista con THR. “Sembrava che fossi io la scelta del regista per il ruolo. Era una primissima iterazione di Superman scritta da J.J. Abrams, chiamato Superman: Flyby, penso che fosse questo il titolo, e non è mai venuto alla luce.”

Bomer non si è pubblicamente dichiarato gay fino al 2012, ma la sessualità dell’attore era ben nota in alcuni ambienti, e ritiene che aver fatto coming out alla fine gli sia costato l’opportunità di vestirsi come l’Uomo di domani.

“Sì, questo è quello che ho capito”, ha risposto quando gli è stato chiesto se la sua sessualità fosse un fattore nella riluttanza dello studio ad assumerlo. “Era un momento nel settore in cui qualcosa del genere poteva ancora essere usato come arma contro di te. Come, perché e chi, non lo so, ma sì, questo è quello che ho capito.”

Matt Bomer BarbieNel 2012, l’autore Jackie Collins ha detto a Gaydar Radio che il fatto che Bomer fosse gay gli ha impedito di essere assunto per interpretare Clark Kent: “Matt Bomer, che è un ragazzo dall’aspetto davvero stupendo e la star di White Collar, non aveva fatto coming out, ma le persone informate sapevano che era gay”, ha detto Collins. “È arrivata la registrazione della sua audizione e ha contattato l’agente e a qualcuno non piaceva e ha detto [ai produttori] che era gay. Hanno detto: ‘No, no, non possiamo sceglierti’. Il motivo per cui non è stato scelto era perché era gay”.

Questa convinzione è stata contestata nel corso degli anni, tuttavia, alcuni sostengono che Bomer abbia semplicemente perso la parte quando il regista originale del progetto, Brett Ratner, è stato sostituito. Si dice che lo studio volesse una star più grande per la versione del film di Abrams, ed è stato allora che hanno attirato l’attenzione artisti del calibro di Brendan Fraser, Josh Hartnett e Paul Walker.

A 46 anni, Bomer rimane la scelta preferita dai fan per interpretare una versione più vecchia di Superman. L’attore ha avuto la possibilità di dare voce al personaggio nel film d’animazione Home Video Superman: Unbound nel 2013.

Miles Teller nel remake di Ufficiale e Gentiluomo

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Miles Teller nel remake di Ufficiale e Gentiluomo

La Paramount sta lavorando al remake di Ufficiale e Gentiluomo con Miles Teller come protagonista.

Teller assumerà il ruolo principale nella versione moderna del classico del 1982 con Richard Gere, film nominato a sei Academy Awards, e che vinse il premio per la migliore canzone originale per “Up Where We Belong” e segnò un traguardo storico per Louis Gossett Jr. che divenne il primo nero vincitore dell’Oscar come miglior attore non protagonista.

Ufficiale e Gentiluomo è incentrato su Zack Mayo di Gere, un aspirante aviatore della Marina che si scontra con il suo testardo istruttore, Gunnery Sgt. Emil Foley (Gossett) mentre affronta una storia d’amore nascente con Paula (Debra Winger), un’operaia che sogna di lasciare la sua piccola città. Il dramma romantico diretto da Taylor Hackford è stato anche un successo al botteghino, incassando 190 milioni di dollari in tutto il mondo.

Dana Fox ha scritto l’ultima versione della sceneggiatura del nuovo film, seguendo una bozza scritta da Matt Johnson. Temple Hill sta producendo il progetto.

È un ritorno alla vita da cadetto per Miles Teller, che ha interpretato il ruolo del famoso pilota della Marina Bradley “Rooster” Bradshaw, figlio dell’amato “Goose” in Top Gun: Maverick del 2022. Il tanto atteso sequel è stato un enorme successo al botteghino, incassando oltre 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo e ottenendo sei nomination agli Oscar, inclusa una per il miglior film.

Dal suo debutto sullo schermo nel film Rabbit Hole del 2010, Teller ha costruito un curriculum che include anche il film premio Oscar Whiplash, The Spectacular Now (per il quale ha vinto il premio speciale della giuria per la recitazione drammatica al Sundance 2013 Film Festival), il remake di Footloose della Paramount, nonché la serie sul making of de Il Padrino “The Offer” per Paramount+. Attualmente è impegnato nella produzione di “Eternity” della A24 e ha appena terminato la produzione di Michael della Lionsgate, il film biografico su Michael Jackson, la cui uscita è prevista per il 2025. Successivamente, sarà protagonista e produttore esecutivo di “The Gorge” di Skydance, una storia d’amore che rivoluziona il genere d’azione per Apple, diretta da Scott Derrickson e interpretata da Anya Taylor-Joy.

Only Murders in the Building: Il cast è pronto per il Mo-Cap nella foto del set della stagione 4

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I fan di Only Murders in the Building devono aspettare ancora due mesi per il suo attesissimo ritorno, ma la star Steve Martin ha condiviso una nuova immagine del dietro le quinte che potrebbe stuzzicare il loro appetito.

Nell’immagine, condivisa su Instagram, Martin e le co-protagoniste Martin Short e Selena Gomez sono tutti in ghingheri… ma per sapere cosa, gli spettatori dovranno aspettare il 27 agosto, quando la quarta stagione dello show debutterà su Disney+.

Nella foto, intitolata semplicemente “Show business”, la Gomez indossa un abito sfarzoso che fa pensare al glamour hollywoodiano, mentre Martin e Short sono vestiti da capo a piedi con abiti da motion-capture decisamente meno lusinghieri. È evidente che si tratta di una sequenza di effetti speciali, ma resta da vedere se si tratta di una sequenza che si svolge “nell’universo” o meno.

Un punto della trama della prossima stagione, come si è visto nel trailer rilasciato il mese scorso, è il trio di podcaster e investigatori dilettanti (Charles Haden-Savage di Martin, Oliver Putnam di Short e Mabel Mora di Gomez) che viaggia dalla loro base di New York City a Los Angeles, dove un dirigente di uno studio (Molly Shannon) vuole acquistare i diritti cinematografici del loro podcast. Questa immagine potrebbe raffigurare la produzione del film, oppure potrebbe essere tratta da una sequenza di fantasia, simile alle memorabili scene della “White Room” della scorsa stagione, che vedevano Charles scivolare in uno stato di fuga mentre provava il suo impegnativo numero musicale per lo spettacolo di Broadway di Oliver.

Cosa succederà nella quarta stagione di “Only Murders in the Building”?

Ogni stagione di Only Murders in the Building è incentrata su un omicidio, e questa non è diversa, ma questa volta è personale. Lo scioccante finale della scorsa stagione si è concluso con un cecchino che ha sparato e ucciso la controfigura e amica di lunga data di Charles, Sazz Pataki (Jane Lynch), nell’appartamento di Charles, dopo averla apparentemente scambiata per Charles.

Il viaggio di Charles, Oliver e Mabel li porterà dall’altra parte del Paese e, cosa più preoccupante, dall’altra parte, raramente vista, del condominio di Arconia in cui vivono. Meryl Streep tornerà nel ruolo dell’attrice Loretta Durkin, interesse amoroso di Oliver, così come Da’Vine Joy Randolph, vincitrice del recente premio Oscar, interpreterà Donna Williams, alleata del trio nella polizia di New York.

Oltre ai membri del cast che ritornano, Only Murders in the Building ha una fila di guest star da urlo per la prossima stagione. Eva Longoria, Eugene Levy, Kumail Nanjiani, Zach Galifianakis, Melissa McCarthy e Richard Kind interpreteranno sospetti, persone di interesse e depistaggi nella quarta stagione.

 

The Chosen: ecco quando la quarta stagione debutterà su Disney+

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The Chosen: ecco quando la quarta stagione debutterà su Disney+

I fan di The Chosen hanno atteso con ansia di sapere quando la quarta stagione del popolare dramma sul ministero di Gesù sarà disponibile sulle loro piattaforme di streaming preferite. Dopo un ritardo dovuto al contratto, è stata finalmente rivelata la tempistica per il rilascio. La stagione 4 viene attualmente rilasciata con due episodi a settimana sui canali dei social media dello show e sull’app The Chosen.

Questo programma di rilascio scaglionato fa sì che i fan si sintonizzino con impazienza ogni settimana. L’episodio 1 è stato presentato in anteprima domenica 2 giugno, mentre l’ottavo e ultimo episodio uscirà giovedì 27 giugno.

Secondo Dallas Jenkins, regista e showrunner dello show, c’è una “finestra di 60 o 90 giorni” per quando la quarta stagione arriverà sulle piattaforme di streaming dopo il rilascio iniziale sull’app The Chosen. “Non sappiamo se sarà una finestra di 60 giorni o di 90 giorni dopo il lancio della Stagione 4 sull’app ‘The Chosen’. Quindi sarà prima sull’app ‘The Chosen'”, ha spiegato Jenkins durante una conferenza stampa a cui ha partecipato The Direct.

Jenkins ha anche accennato a potenziali cambiamenti futuri per quanto riguarda la strategia di streaming dello show. Sono in corso discussioni su un possibile rapporto esclusivo con una piattaforma di streaming. Ciò potrebbe significare che le stagioni future potrebbero essere disponibili solo su una particolare piattaforma dopo il rilascio iniziale sull’app The Chosen.

Ma stiamo anche discutendo di un rapporto potenzialmente esclusivo con uno streamer in cui le stagioni future potrebbero essere disponibili esclusivamente non solo sull’app ‘The Chosen’, ma anche su quell’altra piattaforma di streaming dopo la prima finestra. O potenzialmente nella loro prima finestra. Quindi non lo sappiamo ancora. Queste discussioni sono in corso. Ma sappiamo che la quarta stagione arriverà presto, probabilmente entro 60-90 giorni dall’uscita sull’app di ‘The Chosen‘”.

The Chosen debutterà su Disney+ a fine estate

Dato che l’episodio 1 ha debuttato il 2 giugno e l’episodio 8 uscirà il 27 giugno, la data prevista per l’arrivo della quarta stagione sui servizi di streaming è tra agosto e settembre del 2024. Non è ancora chiaro se la finestra inizierà con l’uscita dell’Episodio 1 o dell’Episodio 8.

Per chi segue la stagione in corso, l’episodio 1 della stagione 4 è disponibile sull’app The Chosen e su YouTube. L’episodio 6 della quarta stagione sarà trasmesso in anteprima online giovedì 20 giugno alle 20:30 ET. Restate sintonizzati su Cinefilos per ulteriori aggiornamenti su The Chosen e il suo viaggio verso le piattaforme di streaming.

Ecco perché Russell Crowe ha rifiutato Il Signore degli Anelli

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Ecco perché Russell Crowe ha rifiutato Il Signore degli Anelli

In una realtà alternativa, esiste una versione della trilogia de Il Signore degli Anelli in cui Aragorn, membro della Compagnia dell’Anello, è interpretato da Russell Crowe (L’esorcista del Papa). Nella nostra linea temporale, tuttavia, la star del Gladiatore ha rifiutato il ruolo all’inizio degli anni ’80, quando la trilogia stava prendendo forma.

In un’intervista rilasciata al britannico GQ, Crowe ha rivelato perché alla fine ha deciso di rifiutare il ruolo e se se ne è pentito.

Durante l’intervista, Crowe ha rivelato di essere stato un fan di Tolkien quando era bambino, quindi “si è entusiasmato all’idea del Signore degli Anelli”. Il problema è che l’attore ha ritenuto che Peter Jackson (che ha diretto i tre film e poi la trilogia de Lo Hobbit) non lo volesse davvero per la parte e avesse in mente qualcun altro. Quindi non si pente affatto della sua decisione:

Ho avuto la sensazione che fosse lo studio a prendere la decisione, non il regista. Ho parlato con Peter Jackson al telefono e non mi ha detto il tipo di cose che i registi ti dicono se stanno davvero cercando di attrarti in un progetto. Ho avuto la sensazione che avesse già in mente qualcun altro che voleva fare. E che il fatto che io mi facessi avanti e dicessi di sì lo avrebbe ostacolato. Veniamo dallo stesso posto, quindi c’è una sfumatura in quella conversazione che altre persone potrebbero non sentire – siamo entrambi neozelandesi – a modo suo, senza che lui dicesse nulla di negativo, che aveva un altro progetto. Così ho lasciato perdere“.

Perché Peter Jackson non voleva che Russell Crowe interpretasse Aragorn?

Aragorn

Jackson aveva infatti in mente qualcun altro: Viggo Mortensen (The Dead Don’t Hurt), che ora è inseparabile da Aragorn nella mente dei fan. Naturalmente, non sapremo mai come sarebbe stato Il Signore degli Anelli se fosse stato scelto Crowe, ma è sicuro che alla fine Jackson ha preso la decisione migliore per l’amata trilogia, che è stata recentemente riproposta nelle sale.

Non è raro che gli studios spingano perché certi attori siano protagonisti di IP che potrebbero diventare grandi franchise. È un modo per attirare la gente nei cinema a vedere qualcosa che altrimenti non avrebbe visto. Nel 2000, Crowe era reduce dal Gladiatore e all’apice della sua popolarità. È quindi logico che lo studio volesse un grande nome da inserire nella locandina. Tuttavia, Jackson cercava attori meno noti per recitare ne La Compagnia dell’Anello e probabilmente ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per convincere lo studio ad accettare la sua decisione.

La trilogia del Signore degli Anelli è disponibile in streaming. Qui sopra potete vedere Russell Crowe che rivela di non essersi pentito di aver rifiutato il ruolo.

 

Enemy Mine: in sviluppo un remake del cult di fantascienza

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Enemy Mine: in sviluppo un remake del cult di fantascienza

Dopo aver dato l’addio a Star Trek: Picard lo scorso anno con un’ultima stagione acclamata dalla critica, lo showrunner Terry Matalas ha trovato il suo prossimo grande progetto fantascientifico. Secondo The Hollywood Reporter, i 20th Century Studios gli hanno affidato un aggiornamento del classico cult del 1985 Enemy Mine, interpretato da Dennis Quaid e dal grande Louis Gossett Jr.

Basato sulla novella del 1979 di Barry B. Longyear pubblicata sulla rivista Asimov’s Science Fiction, il film originale è stato diretto dal regista candidato all’Oscar per Das Boot e La storia infinita Wolfgang Petersen al suo debutto in lingua inglese. Per coincidenza, questo sarà il debutto di Matalas nella scrittura di un lungometraggio.

Enemy Mine si svolge in un futuro lontano in cui l’umanità è nel mezzo di una guerra interstellare con la specie rettiliana dei Drac. Quando il pilota umano Willis Davidge (Quaid) e il caccia alieno Jeriba Shigan (Gossett Jr.) atterrano su un pianeta desolato e infido, sono costretti a mettere da parte i loro pregiudizi per sopravvivere. Sebbene le loro differenze minaccino di distruggerli, i due stringono un’improbabile amicizia che li porta a superare le sfide che il pianeta e i suoi abitanti pongono loro. Alla fine, a Davidge viene chiesto di prendersi cura del figlio di Drac quando questi non sarà più in grado di continuare.

Il film originale di Petersen ha superato un ciclo di produzione travagliato e un iniziale bombardamento al botteghino per diventare nel tempo un cult della fantascienza, attualmente con un punteggio del 68% da parte del pubblico su Rotten Tomatoes. Il film è stato apprezzato, tra l’altro, per i temi della tolleranza e del rispetto reciproco, raccontati attraverso i personaggi principali che imparano a conoscere e onorare le reciproche ascendenze. Il materiale di partenza, scritto da Longyear, è stato altrettanto apprezzato alla sua uscita, vincendo il premio Nebula, che premia le migliori opere di fantascienza pubblicate negli Stati Uniti, nella categoria novelle e ricevendo due sequel.

Matalas è una voce comprovata della fantascienza

Al momento non c’è ancora un regista per il nuovo adattamento di Enemy Mine della 20th Century, ma l’aggiunta di Matalas è un inizio promettente. Ci sono pochi nomi emergenti più caldi di lui, dopo che l’anno scorso ha catturato l’attenzione del mondo della fantascienza con il suo lavoro su Star Trek: Picard Stagione 3, che è diventato di gran lunga l’episodio più votato della serie con un punteggio del 98% su Rotten Tomatoes e ha raccolto ben sette nomination ai Saturn Award con quattro vittorie, tra cui quella per la Miglior Serie Televisiva.

Prima di diventare uno showrunner nominato dai WGA per la serie guidata da Patrick Stewart, tuttavia, aveva già dato prova di una mano capace e ferma come creatore e showrunner della serie 12 Monkeys del 2015 su Syfy. Ora la sua agenda si sta rapidamente affollando, con la Marvel che lo ha coinvolto anche per una serie solista di Vision con protagonista il rientrante Paul Bettany.

Le 10 serie Netflix non in lingua inglese più viste di tutti i tempi

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Nel bene e nel male, Netflix ha raggiunto un livello di dominio globale nel mondo della TV e dello streaming, essendo il servizio che la maggior parte degli altri concorrenti ha dovuto recuperare dalla metà degli anni 2010. Senza dilungarsi troppo in lezioni di storia, l’azienda non è sempre stata nota per essere un servizio di streaming, ma ha contribuito a fare da pioniere in questo settore nei primi anni 2010 negli Stati Uniti e in Canada. Negli anni successivi si è espansa in altri territori, fino a diventare un vero e proprio gigante nella seconda metà del decennio.

Questo ha fatto sì che molte serie televisive non in lingua inglese – sia contenuti originali che titoli concessi in licenza da Netflix – siano diventate straordinariamente popolari in tutto il mondo, dando naturalmente al servizio un’ulteriore portata al di fuori di luoghi come gli Stati Uniti, il Canada e il Regno Unito. Le seguenti stagioni televisive hanno accumulato il maggior numero di visualizzazioni (nei loro primi 28 giorni di rilascio) tra tutte le serie non in lingua inglese presenti su Netflix, e sono classificate di seguito da molto popolari a più popolari.

Elite – stagione 3

Elite - stagione 3

I film e gli spettacoli sulla disuguaglianza di classe sono di gran moda al giorno d’oggi (come direbbe il compianto Prince, potrebbe essere un segno dei tempi), con Elite che prende questo concetto e lo mescola con un dramma liceale. Il film si svolge all’interno di una prestigiosa scuola privata in Spagna, seguendo il conflitto tra i pochi adolescenti provenienti da famiglie della classe operaia e gli studenti che provengono da ambienti ricchi.

Le cose si rivelano avere una posta in gioco di vita o di morte, il che significa che anche se non è la serie liceale più realistica in circolazione, è certamente una delle più popolari nella memoria recente. Iniziata nel 2018, la settima stagione è prevista per il 2023 e la terza stagione (composta da otto episodi rilasciati tutti nel marzo 2020) è stata finora la più vista su Netflix.

Lupin – Part 1

Lupin - Part 1

Lupin è una serie francese mystery/thriller basata sul personaggio di Arsène Lupin, un esperto ladro/maestro di travestimenti nato come personaggio di una serie di racconti pubblicati per la prima volta più di un secolo fa. Il personaggio ha anche ispirato un’iconica serie di manga/anime intitolata Lupin III, basata sul nipote del personaggio originale (il primo film di Hayao Miyazaki era una delle tante avventure del personaggio).

Questo nuovo aggiornamento del personaggio ha avuto un’interessante strategia di pubblicazione, in cui gli episodi escono in parti, piuttosto che in stagioni complete. Entrambe le parti 1 e 2 sono uscite in momenti diversi nel 2021 (con la parte 1 che è stata la più popolare finora), e una terza parte è prevista per il 2023.

The Scent of Passion – Stagione 1

(The Scent of Passion)

Per coloro che non ne hanno mai abbastanza di media incentrati sul romanticismo, Café con aroma de mujer (o Il profumo della passione) è sicuramente in grado di tenere impegnati questi spettatori per un bel po’. Si tratta di una telenovela in lingua spagnola composta da un’unica stagione di quasi 100 episodi, ognuno dei quali è stato trasmesso nel corso del 2021.

Questo potrebbe rendere il pubblico un po’ di nicchia, per quanto riguarda i contenuti Netflix più visti, visto che le soap opera non sono per tutti. Anche la premessa di base è particolarmente semplice, in quanto ruota attorno a tutti i drammi che si verificano quando un uomo ricco e una ragazza povera si innamorano. È probabile che l’enorme numero di episodi all’interno di una “stagione” sia uno dei motivi per cui questo show è uno dei più visti in lingua non inglese sulla piattaforma.

Avvocata Woo (Extraordinary Attorney Woo)

Avvocata Woo (Extraordinary Attorney Woo)

Anche se finora è andata in onda una sola stagione (nel 2022), Extraordinary Attorney Woo è diventata rapidamente una delle serie non in lingua inglese più popolari su Netflix. Si tratta di una serie sudcoreana che segue una giovane avvocatessa autistica (con un quoziente intellettivo superiore a 160) che entra a far parte di un rispettato studio legale, mostrando come utilizza la sua straordinaria memoria fotografica e la sua intelligenza per diventare immediatamente uno dei migliori avvocati del settore.

La prima stagione, composta da 16 episodi, è stata caratterizzata da un’interessante distribuzione degli episodi, con due episodi a settimana anziché uno (un approccio diverso da quello classico di Netflix, che prevede la distribuzione di tutti gli episodi in una volta sola). È stata elogiata per il modo in cui rappresenta l’autismo (non tutte le serie che ci provano hanno successo) ed è stata abbastanza popolare da essere rinnovata per una seconda stagione.

La casa di carta – stagione 3

La casa di carta - parte 3

La casa di carta è una delle tante serie televisive che dimostrano come guardare persone cattive (o almeno non grandi) possa essere una grande televisione. Si tratta di una serie crime/thriller spagnola che ha iniziato ad andare in onda su Antena 3 – una rete spagnola – nel 2017, per poi essere acquisita da Netflix, con quest’ultima che ha prodotto gli episodi successivi (ha quindi seguito una traiettoria simile a Black Mirror).

Come verrà dimostrato di seguito, si tratta di una serie che ha preso continuamente piede, diventando gradualmente più popolare a ogni nuova stagione (o “parte”) rilasciata. La terza parte, rilasciata nel 2019, ha superato le visualizzazioni delle prime due parti, ma la popolarità dello show doveva ancora raggiungere il suo apice

The Glory – stagione 1

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A differenza di La casa di carta, la serie drammatica sudcoreana a tema vendicativo The Glory ha visto la sua prima stagione ottenere più visualizzazioni della seconda, ma forse la contemporaneità della seconda stagione l’ha svantaggiata. Dopo tutto, la prima stagione è uscita proprio alla fine del 2022, mentre la seconda è uscita poco più di due mesi dopo, il 10 marzo 2023.

La premessa è di quelle che attirano rapidamente gli spettatori, ma potrebbe non essere sostenibile per molte stagioni, dato che è incentrata su una donna adulta che cerca di vendicarsi di coloro che la bullizzavano quando andava a scuola. A prescindere dalla durata, la serie si è dimostrata uno sguardo avvincente sui temi della vendetta e del trauma, reso ancora più intenso dal fatto che si ispira a eventi realmente accaduti.

Non siamo più vivi – stagione 1

Non siamo più vivi (All of Us Are Dead)

Non è un segreto che le serie drammatiche amino uccidere i personaggi, così come i film/spettacoli legati agli zombie. Per questo motivo, il titolo All of Us Are Dead sembra adatto in più di un modo, dato che si svolge in un liceo dove un’epidemia fa sì che molti studenti siano (non) morti, e perché molti personaggi muoiono davvero.

L’ambientazione liceale conferisce a All of Us Are Dead un certo fattore di novità che la differenzia dagli altri media sugli zombie, e ne ha bisogno, visto che gli zombie in circolazione non mancano. La prima stagione si è rivelata la seconda serie sudcoreana di Netflix più popolare di tutti i tempi, e ha reso i fan affamati di una seconda stagione.

La casa di carta – parte 4

La casa di carta - parte 4

La suspense, l’azione e le ambiziose rapine sono continuate con la quarta parte di Money Heist, una raccolta di otto episodi che è uscita nel 2020. La terza parte si è conclusa in modo particolarmente frenetico e la quarta riprende con alcuni dei personaggi principali in disordine: alcuni in pericolo, altri creduti morti e altri gravemente feriti.

Nonostante il continuo successo dello show nella sua quarta stagione, le valutazioni di IMDb suggeriscono che questo gruppo di episodi ha rappresentato un leggero calo di qualità rispetto a quelli precedenti. Tuttavia, le molteplici ore guardate dagli spettatori hanno suggerito che la serie poliziesca spagnola aveva ancora le gambe, e quelle gambe avrebbero continuato a portare avanti la storia in un’ultima parte ancora più popolare.

La casa di carta – parte 5

La casa di carta - parte 5

Sebbene gli spin-off continueranno inevitabilmente a portare avanti Money Heist in qualche modo, la quinta parte rappresenta la fine della serie principale e delle trame principali su cui si era concentrata dal 2017. Inizia con la banda intrappolata all’interno della Banca di Spagna e mantiene un livello di suspense e tensione elevato per tutto il tempo.

Era già uno show imprevedibile, noto per essere uno di quelli in cui tutto può accadere in qualsiasi momento, e la consapevolezza che la quinta parte è la fine di tutto naturalmente aumenta ancora di più questa sensazione di tensione. Ha chiaramente conquistato la fanbase che ha accumulato negli anni dal 2017, con la quinta parte che è stata la più vista dell’intera serie.

Squid Game – stagione 1

squid game simboli

Naturalmente lo show non in lingua inglese più popolare su Netflix è la prima (e finora unica) stagione di Squid Game. Si tratta di uno show di cui tutti parlavano già nel 2021 e che si è rivelato così popolare da ispirare uno spin-off del gioco già controverso (e discutibile).

È discutibile perché lo show originale sudcoreano ruota attorno a una serie di giochi ad alta posta in cui persone alla disperata ricerca di denaro partecipano contro altri, con la morte come possibilità concreta per coloro che non hanno successo. Squid Game è diventato rapidamente uno degli show di Netflix più popolari di tutti i tempi (in lingua inglese o meno), rendendo un’altra stagione una scelta obbligata da parte di Netflix.

House of the Dragon – Stagione 1, recap: Cosa ricordare prima della seconda stagione

Il fuoco e il sangue stanno tornando a Westeros. Con la seconda stagione della House of the Dragon della HBO che debutterà il 16 giugno, è tempo di recuperare tutto quello che è successo finora nella storia. Creato dall’autore di Game of Thrones George R.R. Martin e dallo showrunner Ryan Condal, il prequel ha rinvigorito l’interesse dei fan per le terre del ghiaccio e del fuoco dopo il finale poco brillante dell’ottava stagione di Game of Thrones, introducendo il pubblico dedicato allo show a tutti i nuovi personaggi, agli schemi politici e agli intrighi traditori all’interno delle mura della Fortezza Rossa. Ora che battaglie e tradimenti stanno per abbattersi nuovamente sui Sette Regni, è giunto il momento di riepilogare gli eventi più importanti della prima stagione della serie prequel.

Ambientata duecento anni prima della serie originale, House of the Dragon  è basata sul romanzo prequel di Martin, Fire and Blood, e mostra la dinastia Targaryen in uno dei momenti più forti della sua storia familiare. Ben lontana dall’esilio di Daenerys nel Mare dei Dothraki, la serie si apre in un periodo di stabilità e galanteria a Westeros.

Dai tempi di Re Jaehaerys I il Conciliatore si è goduto un periodo di lunga pace e il suo successore, Re Viserys (Paddy Considine), regna su Westeros con successo già da molti anni. I draghi non sono ancora scomparsi dalla memoria collettiva dei Sette Regni e sono diventati un mito e, grazie ai numerosi draghi adulti che sostengono la loro posizione, l’autorità dei Targaryen non è mai stata così sicura. Ma gli dei sono crudeli, e ancora più crudeli sono i dolori del parto.

House of the Dragon: lotta per la successione a Westeros

House of the Dragon

A Westeros mancano le medicine necessarie per rendere sicure le gravidanze e nemmeno i reali sono esenti dal disastroso tasso di mortalità materna dei Sette Regni. Non ci vuole molto perché la moglie di Viserys, la regina Aemma (Siân Brooke), e il suo primogenito, Baelon, muoiano entrambi nel giro di un giorno dal travagliato parto. Oltre a devastare emotivamente Viserys, queste morti lasciano il destino del regno in uno stato di incertezza, poiché Viserys non ha altri eredi maschi. Con il potere sempre in mente, i signori e le signore di Westeros iniziano presto a pianificare chi succederà al loro attuale re sul Trono di Spade.

Per risolvere le loro preoccupazioni, Viserys dichiara formalmente erede la figlia Rhaenyra Targaryen (Emma D’arcy/Milly Alcock), ma questa decisione non fa che acuire la divisione del regno. Una volta elogiata come la delizia del reame, molti lord si inginocchiano alla scelta del re, ma altri, come le casate Lannister e Hightower, insistono che il reame non accetterà altro che un ragazzo salga al trono.

La posizione di Rhaenyra è ulteriormente minacciata quando suo padre risposa la sua migliore amica d’infanzia, accettando Alicent Hightower (Olivia Cooke/Emily Carey) come seconda moglie. Alicent dà poi alla luce tre figli, mettendo in pericolo la successione di Rhaenyra, ma la minaccia di nuovi eredi maschi non è paragonabile al tradimento che Rhaenyra prova per la scelta della sposa di Viserys.

La stagione 1 di House of the Dragon è un grande affare di famiglia

Un frame di House of the Dragon 1x07

Come la serie sorella, anche house of the Dragon presenta dinamiche disordinate e relazioni intricate come il meglio di Game of Thrones. Rhaenyra si sente offesa dal fatto che suo padre abbia sposato Alicent perché prima era amica della giovane Hightower, e lo show accenna persino a una potenziale attrazione romantica tra Rhaenyra e Alicent che lascia la futura regina a sentirsi tradita dalla sua nuova matrigna. Ad aggravare le difficili dinamiche, Rhaenyra ha un rapporto complicato e carico di tensione con lo zio, Daemon Targaryen (Matt Smith), fratello di Viserys. Il risultato è una complicata rete di desiderio e sgomento che ruota attorno al dramma di una famiglia in crisi.

A questa tensione si aggiungono i Velaryon, la seconda casa più potente del regno e parenti stretti dei Targaryen. Poiché entrambe le casate possono far risalire il loro lignaggio ai tempi dell’Antica Valyria e da allora si sono incrociate, entrambe le linee producono dragonieri. Viserys alla fine sposa Rhaenyra con il figlio maggiore di Velaryon, Laenor (John MacMillan), per risolvere i suoi problemi politici dopo aver rifiutato anni prima la sorella di Laenor per sposare Alicent. Il matrimonio rimane stabile per molti anni, anche se Laenor è attratta solo dagli uomini. Ma, quando si riunisce allo zio, la futura regina si rivolge a lui per avere più forza.

Per legittimare la loro relazione, Rhaenyra e Daemon aiutano Laenor a fingere la sua morte, in modo che i due possano sposarsi e Laenor possa fuggire da Westeros con il suo amante, Ser Qarl (Arty Froushan). Rhaenyra e Daemon celebrano quindi un matrimonio valyriano segreto e hanno due figli, Viserys e Aegon, per consolidare ulteriormente la loro discendenza. Questa mossa mette Rhaenyra in una posizione più forte che mai per rivendicare il suo diritto di nascita, ma come molti fan sanno, Westeros non ha mai risposto bene a un leader donna.

Vaemond Velaryon in House of the Dragon

Una delle maggiori controversie durante il matrimonio di Rhaenyra con Laenor è la paternità dei loro tre figli: Jacaerys (Harry Collett), Lucerys (Elliot Grihault) e Joffrey. Mentre la principessa sostiene che Laenor sia il padre dei bambini, il vero padre dei ragazzi si rivela essere Ser Harwin Strong (Ryan Corr), comandante della Guardia Cittadina di Approdo del Re e causa genetica dei capelli neri molto poco targarici. Quando questa distinzione viene notata a corte, viene messa in dubbio la legittimità degli eredi di Rhaenyra e, per estensione, la sua stessa pretesa al trono. Coloro che sostengono la rivendicazione della principessa vengono chiamati Neri, mentre coloro che sostengono la rivendicazione del principe Aegon, primo figlio di Viserys con la regina Alicent, vengono chiamati Verdi, creando due schieramenti in diretta competizione per il trono.

Nonostante i tentativi di Viserys di allentare le tensioni tra le due parti della sua famiglia prima della sua morte, le lotte intestine persistono. I figli di Alicent continuano a prendere in giro i ragazzi di Rhaenyra per la loro discendenza illegittima durante l’ultimo pasto della famiglia. La situazione si aggrava quando Alicent sente male le ultime parole di Viserys la sera prima di morire. Viserys crede di parlare con Rhaenyra e ribadisce la Canzone del Ghiaccio e del Fuoco, mentre Alicent interpreta erroneamente che Viserys abbia cambiato idea su chi debba essere il suo erede.

Daemon Rhaenyra Targaryen-Valyrian House Of The Dragon

Quando il mattino dopo viene scoperto il cadavere di Viserys, i Verdi colgono l’occasione per salire sul trono e incoronare Aegon re sulla base dell’equivoco di Alicent. Tuttavia Rhaenyra, maturata rispetto al suo precedente ribellismo e nel tentativo di onorare l’eredità paterna, non attacca immediatamente i Verdi quando questi sfidano il suo governo da Approdo del Re. Sostenuta dall’appoggio del marito e dall’imponente flotta dei Velaryon, Rhaenyra si incorona regina nella sede tradizionale dei Targaryen, Roccia del Drago, e cerca di tracciare un percorso di pace.

Questo sforzo idealistico crolla, tuttavia, durante il finale della Stagione 1. Quando il secondo figlio di Rhaenyra, Lucerys, viene ucciso dal secondo figlio di Alicent, Aemond (Ewan Mitchell), durante una missione per ottenere l’aiuto di Storm’s End, la marcia verso la guerra non può più essere ignorata. L’inquadratura finale della stagione mostra Rhaenyra che reagisce alla notizia della morte di Lucerys, guardando la telecamera con la feroce determinazione di una regina sopraffatta dalla rabbia. Con Daemon che viene mostrato mentre canta a Vermithor nello stesso episodio, draghi mortali posseduti sia dai Neri che dai Verdi ed entrambe le fazioni che raccolgono alleati, la scena è pronta per la seconda stagione e per l’inizio ufficiale della guerra civile nota come Danza dei Draghi.

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