Disney+ ha diffuso il trailer
della seconda stagione di Launchpad, una
collezione di sei cortometraggi di registi provenienti da
background sotto rappresentati le cui voci uniche portano nuove
prospettive alla narrazione. Disney+ ha inoltre rilasciato
un’immagine di ciascuno di questi emozionanti cortometraggi.
La seconda stagione di
Launchpad, targata Disney, è una collezione di
cortometraggi live-action di una nuova generazione di registi.
Questa stagione vede la presenza di sei sceneggiatori, cinque
registi e una sceneggiatrice-regista provenienti da background
sottorappresentati, ai quali è stata data l’opportunità di
condividere le proprie prospettive e visioni creative. Portando
avanti l’obiettivo della prima stagione di Launchpad,
targata Disney, che era quello di diversificare i tipi di storie
che vengono raccontate dando accesso a coloro che storicamente non
l’hanno avuto, questa seconda stagione è orgogliosa di presentare
sei nuovi cortometraggi per Disney+ basati sul tema della
“connessione”.
Phillip Domfeh, Sr. Manager and
Producer of Disney Launchpad, ha dichiarato: “I
registi della seconda stagione di Disney Launchpad hanno
portato la loro narrazione a nuovi livelli, sviluppando sei storie
fantasiose e stimolanti per Disney+”. Mahin Ibrahim, Director,
RISE Creative Talent Pathways and Executive Producer, ha aggiunto:
“Non vediamo l’ora di dare a questi sceneggiatori, registi,
produttori, cast e troupe di incredibile talento l’opportunità di
mostrare la loro passione creativa e la loro eccellenza nel proprio
mestiere”.
Panavision ha nuovamente fornito le
telecamere e gli obiettivi per i sei cortometraggi originali,
mentre Light Iron, la divisione di post-produzione di Panavision,
ha fornito i servizi di produzione giornaliera, color correction e
rifinitura per tutta la seconda stagione. “Panavision e Light
Iron sono orgogliosi di sostenere gli incredibili registi di
talento della seconda stagione del programma Launchpad”, ha
affermato Kim Snyder, Panavision President and CEO. “Ci sta a
cuore dare potere agli storyteller delle comunità
sottorappresentate, fornendo loro l’accesso agli strumenti e alle
competenze che possono supportare le loro visioni creative durante
la produzione e la post-produzione”. La seconda stagione di
Launchpad, targata Disney, debutterà il 29 settembre in
esclusiva su Disney+.
La leggendaria attrice Meryl Streep si
è nuovamente detta disposta a tornare in un ipotetico
Mamma Mia! 3, anche se nel secondo film
viene svelato che il suo personaggio, Donna Sheridan, è deceduto.
Questo piccolo dettaglio non sembra però essere un problema per
l’attrice, che parlando con Vogue di una possibile Mamma Mia!
3, si è detta favorevole alla reincarnazione del suo
personaggio, avendo anche un’idea su come Donna potrebbe tornare in
scena. “Sono pronta a tutto. Dovrò programmare un’analisi del
ginocchio prima di girare, ma se c’è un’idea che mi entusiasma,
sarà assolutamente lì“.
“Ho detto a Judy [Craymer,
produttrice dei film] se poteva trovare un modo per reincarnare
Donna. Potrebbe avvenire come in una di quelle soap opera in cui
Donna torna e rivela che in realtà è morta sua sorella gemella. […]
Forse dovremmo chiamarla Nonna Mia! per quando riusciremo a
realizzarlo!”, afferma l’attrice. Ad oggi, riguardo un terzo
film di Mamma Mia!, non ci sono certezze, per quanto la
Craymer abbia di recente annunciato che il progetto per un terzo
film è “nelle sue prime fasi… Non voglio esagerare, ma so che
c’è una trilogia lì”, ha affermato nel maggio di quest’anno la
produttrice.
Stellan
Skarsgård, Christine Baranski,
Lily James,
Dominic Cooper,
Colin Firth e
Pierce Brosnan hanno tutti espresso più volte
interesse a tornare in un terzo capitolo, mentre non si hanno
notizie ufficiali per quanto riguarda la protagonista Amanda
Seyfried. Riunire tutti questi attori e far sì che la
Streep, vera e propria icona dei film, torni nel ruolo di Donna, è
però di un’impresa non da poco, che già a Mamma Mia: Ci risiamo
non è del tutto riuscita, dovendosi accontentare di diversi camei.
Molto della potenziale realizzazione di un Mamma Mia!
3 dipenderà dunque da questo dettaglio, per cui non resta
che attendere maggiori notizie a riguardo.
Prodotto da James Gunn,
regista di Guardiani della
Galassia e dell’atteso Superman: Legacy,Brightburn – L’angelo
del male ha catturato l’attenzione di tutti con i
suoi teaser trailer ispirati a L’uomo d’acciaio e ha portato qualcosa
di nuovo nel genere dei supereroi offrendo un film horror che
essenzialmente si chiedeva: “E se Superman fosse malvagio?”.
Il film ha poi avuto un discreto successo in sala, guadagnando poco
meno di 33 milioni di dollari su un budget dichiarato di oltre 6
milioni di dollari. Questi non sono il tipo di numeri che
garantiscono necessariamente un seguito, ma Deadline riporta ora che
The H Collective/H3 Entertainment
ha in programma di realizzare un sequel.
Secondo l’azienda, la società di
produzione “intende incorporare nuove tecnologie nel processo
di produzione dei progetti che ha in fase di sviluppo, compreso un
sequel del film horror Brightburn“. Secondo quanto riferito,
questo includerà Metaverso, Web3 e… l’intelligenza artificiale.
Utilizzare l’intelligenza artificiale nella realizzazione di un
progetto è una mossa piuttosto controversa attualmente, soprattutto
considerando che attori e sceneggiatori sono attualmente in
sciopero affinché si regolamenti l’utilizzo di tale tecnologia a
Hollywood. Tuttavia, la società ha assicurato che intende
“rispettare i professionisti e i fan promuovendo al contempo
un’integrazione tecnologica responsabile“.
H3 ha poi aggiunto: “Incorporare
nuove tecnologie nel nostro flusso di lavoro significa migliorare e
integrare, non sostituire il tocco umano nella produzione
cinematografica. Il nostro impegno principale rimane con la nostra
forza lavoro qualificata. Siamo determinati a utilizzare la
tecnologia per assistere, non oscurare, l’insostituibile tocco
umano. nel cinema.” Riguardo il sequel di Brightburn
non è stato rivelato nient’altro, ma già nel 2019 il regista
David Yarovesky aveva affermato che “se
fossimo così fortunati da poter realizzare un seguito, vorrei non
dire a nessuno su cosa stiamo lavorando e poi sorprendere tutti con
alcune cose folli che nessuno avrebbe visto arrivare.”
Con il primo trailer di Aquaman e il Regno Perduto
finalmente disponibile, i fan hanno potuto dare uno sguardo al
nuovo film della DC, ai suoi personaggi e al suo aspetto in
generale. In molti, tra i tanti elementi proposti dal film, hanno
però notato la completa assenza di Vulko, il
personaggio interpretato da Willem Dafoe
nel primo film. Come noto, la maggior parte dei membri principali
del cast dell’originale Aquaman riprenderanno
infatti i loro ruoli nell’imminente sequel, ma Dafoe non sarà tra
questi.
Si aveva già avuto in precedenza la
sensazione che l’attore non sarebbe tornato nei panni del mentore
d’infanzia di Arthur Curry, dopo che un paio di scooper online
avevano riportato la cosa alla fine dell’anno scorso, ma è ora il
regista James Wan a
confermare che Dafoe non apparirà ne Il Regno Perduto. “Willem non è in
questo, no“, dice Wan a EW. “Parte del motivo era
perché il suo calendario di lavoro non si incastrava con il nostro.
Ma ciò che mi ha permesso di fare è stato espandere il ruolo di
Atlanna”
“Atlanna in questo alla fine
diventa la consigliera di Arthur. Poiché Arthur non è di questo
mondo, lo aiuta a capire meglio il mondo e la politica su come
funzionano le cose.” È un peccato che Dafoe non sia a
disposizione per offrire guida al Re di Atlantide per la sua ultima
avventura, ma, come sottolinea Wan, almeno avrà sua madre,
interpretata da Nicole Kidman,
al suo fianco. Per quanto riguarda Vulko, sarà interessante
scoprire se il suo destino verrà menzionato nel nuovo film o se il
personaggio semplicemente non verrà mai neanche nominato.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa
volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il
potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e
malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm,
l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per
stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da
parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la
famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione
irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato
in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 21 dicembre.
Abbiamo appreso per la prima volta
dei piani per una serie TV di Lando nel
dicembre 2020. All’epoca, la Lucasfilm annunciò che Justin
Simien sarebbe stato showrunner del progetto, con
Donald Glover di Solo: A Star Wars Story
pronto a riprendere il personaggio di Lando Calrissian.
Sfortunatamente, a quell’annuncio per molto tempo non sono seguite
notizie concrete sullo show e Glover ha spesso eluso domande sulla
possibilità di riprendere il ruolo reso famoso per la prima volta
da Billy Dee
Willaims.
Per quanto riguarda Simien, la serie
è stata ripetutamente menzionata nelle interviste mentre stava
facendo il giro per promuovere il film Disney La Casa dei Fantassmi.
Ammettendo di non aver sentito nulla della serie da quando è stata
annunciata, il regista ha infine affermato che lo studio gli aveva
comunicato che dovevano valutare la disponibilità di tutti.
Tuttavia, poco dopo che questi commenti sono stati diffusi, si è
scoperto che Glover e suo fratello Stephen hanno assunto il compito
di scrivere la serie, mentre Simien era ufficialmente uscito dal
progetto.
Da quando ciò è stato
ufficializzato, nuove informazioni hanno iniziato a circolare
riguardo Lando e a fornire un importante aggiornamento è
ora proprio Stephen Glover, il quale ha rivelato
che il progetto non è più pensato come serie bensì come film!
“Non è nemmeno uno show… l’idea in questo momento è quella di
fare un film“, ha confermato durante un’intervista (tramite
SFFGazette.com). La notizia
sembra coerente con la volontà del CEO della Disney, Bob
Iger, di riportare Star
Wars nei cinema e spendere meno per lo streaming. Alla luce di
ciò, non resta che attendere maggiori notizie riguardanti questo
film su uno dei personaggi secondari più famosi del franchise.
Netflixha rinnovato One
Piece, l’affascinante serie di avventure per una
seconda stagione.Il produttore esecutivo (e creatore
del manga originale) Eiichiro Oda ha dichiarato
nel video in cui annunciava la ripresa giovedì:“Alla Grande Flotta di Cappello di Paglia: cosa ne
pensate della prima stagione del live-action One Piece? Ci ho
lavorato a lungo con Netflix e Tomorrow Studios. Sembra che le
persone in tutto il mondo si siano godute lo spettacolo, il che
vale davvero la pena del duro lavoro del team di produzione. A
tutti coloro che sono fan di One Piece da
anni e a coloro che hanno sperimentato One
Piece per la prima volta, grazie
mille. Due settimane dopo il lancio, ho appena ricevuto una
notizia fantastica: Netflix ha deciso di rinnovare lo show! Le
avventure di Iñaki e del personaggio live-action di Cappello di
Paglia continueranno! Ci vorrà ancora un po’ per preparare gli
script, quindi sii paziente. Da qui in poi, mi sembra che la
ciurma di Cappello di Paglia avrà bisogno di un grande dottore…
Vedremo!”
One Piece 2, quando uscirà?
Considerato il rinnova confermato
poco dopo l’uscita, la seconda stagione di One Piece potrebbe
debuttare nel 2025! Al momento però non c’è una dichiarazione
ufficiale in merito all’uscita di One Piece 2!
Dal lancio dello show il 31 agosto,
One
Piece è stato il numero 1 nella Top 10 interna di
Netflix. Tratta dalla serie manga più venduta della storia del
Giappone e scritta da Eiichiro Oda, One
Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria
ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero
da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo
villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del
leggendario tesoro ONE PIECE e diventare il re dei Pirati!
Tuttavia, per trovare l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare
la ciurma dei suoi sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e
in largo il vasto mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba
a temibili rivali.
Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy),
Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e
Taz Skylar (Sanji) interpretano l’avventura piratesca live action
ONE PIECE, ideata in collaborazione con Shueisha e prodotta da
Tomorrow Studios con Netflix. Matt Owens e Steven Maeda ricoprono
il ruolo di sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner. Anche
Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements si occupano della
produzione esecutiva. Il cast confermato in precedenza include
Vincent Regan, Ilia Isorelýs Paulino, Morgan Davies, Aidan Scott,
Langley Kirkwood, Jeff Ward, Celeste Loots, Alexander Maniatis,
McKinley Belcher III, Craig Fairbrass, Steven Ward e Chioma
Umeala.
La serie è stata creata da Matt Owens
e Steven Maeda, vede nel cast anche Mackenyu nei panni di Roronoa
Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero Gibson nei panni
di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji.La serie
manga è stata pubblicata per la prima volta nel 1997 e ha venduto
più di 460 milioni di copie in tutto il mondo. È stato anche
adattato in una serie anime, videogiochi e una serie di
lungometraggi in Giappone.
Un’invasione è imminente, secondo
Brian Duffield, che ha scritto e diretto
Nessuno ti salverà, un thriller psicologico
sci-fi targato 20th Century Studios, raccontato attraverso gli
occhi di una giovane donna sola con un passato doloroso.
“Volevo che il film partisse come uno studio intimo sui
personaggi e facesse piombare su di loro un’invasione aliena”,
ha dichiarato Duffield. “La fine del mondo non sarà solo per
coloro che sono pronti ad affrontarla e l’idea di un film sugli
alieni che irrompono bruscamente nella bolla che il nostro
personaggio ha trascorso anni a costruire e coltivare mi sembrava
un modo unico per raccontare una storia che avevo a
cuore”.
Duffield ha voluto creare un
personaggio così avvincente che gli spettatori vorranno saperne di
più su di lei, con o senza alieni. Purtroppo per lei, dice, questi
ultimi compaiono dopo circa otto minuti di film. “Penso che ci
sia una sensazione profondamente sepolta sul fatto che ogni film
sull’invasione aliena possa rivelarsi vero, perché rimangono
un’incognita nella nostra vita quotidiana. Mentre il nostro mondo
va sempre più fuori controllo, forse c’è anche il desiderio che là
fuori ci sia qualcosa di più intelligente di noi, che possa
aiutarci a ritrovare la retta via. Gli alieni di Nessuno ti
salverà sono superiori agli esseri umani sotto ogni punto di
vista, il che rende Brynn e la sua sorprendente resistenza un po’
sconcertante per loro”.
Kaitlyn Dever interpreta Brynn, una
combattente formidabile quando si tratta di intrusi indesiderati e
ultraterreni. Duffield ritiene che l’attrice sia una delle migliori
della sua generazione. “Eravamo così entusiasti di avere
Kaitlyn con noi perché, come Brynn che viene trasportata in un
mondo completamente nuovo, Kaitlyn non aveva mai fatto un film così
fisico e fantascientifico prima d’ora”, ha detto. “Credo
che il pubblico rimarrà sbalordito da quanto Kaitlyn sia dominante
sullo schermo, perché usa la sua solitudine e il suo silenzio per
creare un personaggio davvero unico e complesso”.
Nessuno ti salverà è il
secondo film di Duffield: ha scritto, prodotto e diretto
Spontaneousdel 2020, un adattamento del romanzo young
adult di Aaron Starmer con Katherine
Langford e Charlie Plummer, Certified
Fresh (96%) su Rotten Tomatoes. Duffield ha recentemente prodotto
Cocainorso, diretto da Elizabeth
Banks per Universal, e l’imminente
Borderline, diretto da Jimmy
Warden.
Amazon Studios ha annunciato oggi
che la nuova serie Mr. & Mrs. Smith
debutterà all’inizio del 2024 in esclusiva su Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Dai
co-creatori ed executive producer Donald Glover (Swarm, Atlanta) e
Francesca Sloane (Atlanta, Fargo), la
serie è una rivisitazione del film di New Regency del 2005 e vede
protagonisti Glover nei panni di John Smith e Maya
Erskine (PEN15) nel ruolo di Jane Smith.
Mr. & Mrs. Smith, la
trama
Vi presentiamo gli Smith: due
estranei, John e Jane, che hanno abbandonato le loro vere identità
per diventare partner – nello spionaggio e in matrimonio. Abbinati
da una misteriosa agenzia, ogni episodio li segue in una nuova
missione e in una nuova tappa della loro relazione. Quando però i
nodi iniziano a venire al pettine dovranno lottare per rimanere
insieme, perché in questo matrimonio il divorzio non è
un’opzione.
Apple TV+
ha diffuso il trailer della sua prossima serie limitata
Lezioni di chimica, interpretata e prodotta
esecutivamente dal premio Oscar Brie Larson (“Captain Marvel”, “Room”), farà il suo
attesissimo debutto con i primi due episodi venerdì 13 ottobre.
Basata sul romanzo d’esordio best-seller di Bonnie Garmus,
scrittrice, editrice scientifica e copywriter, la serie è
ambientata nei primi anni ’50 e segue Elizabeth Zott (Brie
Larson), il cui sogno di diventare una scienziata
viene stroncato dalla società patriarcale in cui vive. Quando
Elizabeth viene licenziata dal laboratorio, accetta un lavoro come
conduttrice in un programma televisivo di cucina e si propone di
insegnare a una nazione di casalinghe trascurate – e agli uomini
che improvvisamente la stanno ascoltando – molto più che semplici
ricette. I nuovi episodi usciranno settimanalmente ogni venerdì
fino al 24 novembre 2023.
Al fianco di Brie Larson troviamo Lewis
Pullman (“Top Gun: Maverick”, “Outer Range”), la
vincitrice del NAACP Image Award Aja Naomi King
(“Le regole del delitto perfetto”, “The Birth of a Nation – Il
risveglio di un popolo”), Stephanie Koenig
(“L’assistente di volo – The Flight Attendant”, “The Offer”),
Kevin Sussman (“The Big Bang Theory”, “The
Dropout”), Patrick Walker (“Gaslit”, “Gli ultimi
giorni di Tolomeo Grey”), e Thomas Mann (“Winning
Time: L’ascesa della dinastia dei Lakers”, “Quel fantastico peggior
anno della mia vita”).
Lezioni di chimica
è prodotto per Apple TV+
da Apple Studios. Il sei volte candidato all’Emmy Award Lee
Eisenberg (“WeCrashed”, “Little America”) è showrunner. La serie è
prodotta esecutivamente dalla candidata all’Oscar Susannah
Grant (“Unbelievable”, “Erin Brockovich – Forte come la
verità”) insieme a Larson. Jason Bateman e Michael
Costigan (“Ozark”, “A Teacher: una storia sbagliata”) sono
produttori esecutivi della Aggregate Films. Natalie Sandy è
produttrice esecutiva di Piece of Work Entertainment insieme a
Eisenberg. Louise Shore è anche produttrice esecutiva.
Apple
TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità,
lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini
e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi
preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+
è diventato il primo servizio di streaming completamente originale
a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più
successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di
qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i
documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 365
vittorie e 1.452 nomination ai premi, tra cui la commedia
pluripremiata agli Emmy “Ted
Lasso” e lo storico Oscar® come Miglior film a “CODA”.
Dopo il successo della
prima stagione, Netflix propone dal 14 settembre la prima parte della
seconda stagione di DI4RI, la serie ideata da
Simona Ercolani, che guida anche la squadra di
sceneggiatori, e diretta da Alessandro Celli.
DI4RI, dove eravamo rimasti?
La prima stagione si era
chiusa su due grandi interrogativi: i ragazzi della 2° D saranno
costretti a lasciare la scuola di Marina Piccola? E poi, Pietro
riuscirà a farsi perdonare da Livia, dopo essere stato scoperto a
scommettere sul loro giovane amore? La seconda stagione di
DI4RI riparte dalle risposte a queste due
importanti domande, arricchendo il cast con una new entry davvero
irresistibile.
La
seconda stagione diDI4RI vedrà i ragazzi
confrontarsi con il terzo anno delle scuole medie, un periodo, per
chi se lo ricorda, particolarmente complesso. L’infanzia lascia
spazio definitivamente all’adolescenza, il futuro e le prime prove
della vita incombono sulle vite spensierate dei protagonisti,
quelle amicizie solide che nascono trai banchi di scuola, così pure
e totalizzanti, vengono duramente messe alla prova dai fantasmi
della separazione, che inevitabilmente aspetta i protagonisti alla
fine dell’anno scolastico. Non solo, questa volta, la fine della
scuola significa anche il tempo dell’esame di terza media, il primo
vero test che si presenta davanti a questi ragazzi. Riusciranno
tutti a superarlo? E la loro amicizia sopravviverà alla
separazione, quando ognuno di loro prenderà la propria strada?
Il pubblico è il vero diario
Come per la prima, anche
la seconda stagione di DI4RI utilizza l’espediente
della rottura della quarta parete: ogni personaggio si rivolge alla
camera e quindi allo spettatore quando riflette ad alta voce su ciò
che gli accade o su quello che prova in un determinato momento,
come se il pubblico fosse il diario del titolo, con cui il
personaggio condivide la propria storia, i propri punti di vista,
il proprio vissuto che, per quanto giovane e qualche volta ingenuo,
è considerato, a quell’età giustamente, il centro del mondo.
E ogni episodio ha un
centro diverso, un protagonista preciso che porta avanti tutta la
narrazione, ma da un punto di vista specifico. Così, se in un
episodio la storia è raccontata dal punto di vista di Pietro e
procede, raccontando delle piccole evoluzioni del suo rapporto con
altri personaggi e delle dinamiche che ne conseguono, in quello
successivo saranno Livia o Isabel a essere le protagoniste, quelle
che parlano allo spettatore, portando avanti la storia di tutti i
compagni di classe.
La dimensione della
classe, poi, del gruppo coeso è qualcosa di ancora più forte e
determinante in questa seconda stagione, forse per la maggiore
consapevolezza che ogni personaggio ha delle proprie relazioni con
gli amici, ma anche per il fatto che la classe reagisce ai
cambiamenti che deve affrontare in maniera compatta, in una
reciproca ricerca di affetto e supporto. Certo, per i giovani amici
sarà complicato riuscire a capirsi, la scelta della scuola
superiore li mette di fronte a un bivio in cui è difficilissimo
scegliere la strada da percorrere: si resterà fedeli agli amici
facendo una scelta di gruppo oppure ognuno seguirà le proprie
ambizioni con il rischio di perdersi per sempre? Sono paure e
domande che chiunque sia sopravvissuto alle scuole medie e alla
scelta della scuola superiore si è fatto, e quindi dal lato adulto
di questa dinamica potrebbero sembrare preoccupazioni di poco conto
nel grande disegno della vita. Tuttavia, DI4RI non
è certo indirizzato a un pubblico adulto, e quindi sarà
interessante vedere come il pubblico più giovane reagirà a questo
tipo di narrazione.
I temi universali della seconda stagione
E sarà allo stesso modo
interessate capire in che modo il pubblico giovane di riferimento
della serie assorbirà e reagirà ad alcune delle tematiche
affrontate in questa seconda stagione. I problemi di fronte ai
quali si cimentano di volta in volta i ragazzi finiscono per
assumere carattere universale in quanto, forse in maniera un po’
troppo schematica, ripercorrono quelle che possono essere problemi
cardine di quell’età così straordinaria e delicata. Ci sono le
vittime di bullismo, chi invece vuole trasgredire le regole per
ribellarsi, chi vuole eccellere nello sport, chi si innamora del
ragazzo di un’altra, chi deve accettare le decisioni dei genitori e
chi ha un sogno da realizzare, tutte storie che costituiscono
l’ossatura della serie.
Naturalmente il cast
della prima stagione torna al completo: Pietro (Andrea
Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia
Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica
(Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi),
Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava)
ai quali si aggiunge Bianca (Fiamma Parente), una ragazza
talentuosa e solare che si trova da subito benissimo con il gruppo
di amici di suo cugino Giulio.
La confezione di
DI4RI
seconda stagione fa un ulteriore sforzo per mettere in scena
uno show vivace, intelligente e molto giovanile, che ha fatto
tesoro dell’esperienza del primo ciclo e che è pronta a osare un
po’ di più, sia nella distribuzione delle nuove puntate (in due
parti), sia nello sforzo di rendere verosimili dialoghi, dinamiche
e emozioni che i giovani attori passano all’altrettanto giovane
pubblico.
Uscito al cinema nel 1993,
Cliffhanger – L’ultima sfida non è tra le
pellicole più citate della filmografia di Sylvester
Stallone. Eppure, si tratta di un vertiginoso thriller
d’avventura apprezzato da critica e pubblico. Diretto dal regista
finlandese Renny Harlin, autore anche di
opere come 58 minuti per dormire – Die
Hardere Nella mente del serial
killer, questo divenne noto in particolare per i suoi
effetti speciali come anche per le location mozzafiato utilizzate
per le riprese. Quanto narrato nel film è inoltre opera dello
stesso Stallone, che figura come sceneggiatore insieme
all’amico Michael France.
I due erano da tempo alla ricerca di
un nuovo progetto con cui poter collaborare. Dopo diverse idee
sfumate, decisero di concentrarsi su Cliffhanger, che ha
al centro della propria vicenda una serie di complesse e pericolose
situazioni collegate all’attività dell’alpinismo. Per via di una
serie di contenuti forti presenti nel titolo, questo è stato
oggetto di diverse censure e divieti ai minori. Ciò non ha impedito
al film di affermarsi come uno dei più grandi successi del suo
anno. A fronte di un budget di circa 70 milioni di dollari, questo
è stato in grado di incassarne globalmente circa 255.
Cliffhanger – L’ultima
sfida ricevette inoltre ben tre nomination al premio Oscar.
Queste erano rispettivamente per il miglior sonoro, per il miglior
montaggio sonoro e per gli effetti speciali. In conseguenza di tale
successo, lo studios di produzione TriStar Pictures programmò un
sequel, il quale però non venne mai realizzato. Negli anni, più
volte diversi tentativi a riguardo, con Stallone sempre
dichiaratosi pronto a tornare nel proprio ruolo. Nel 2019 viene
però annunciato un reboot del film al femminile, di cui però non vi
sono ancora state ulteriori conferme ufficiali.
Cliffhanger – L’ultima
sfida: la trama del film
Protagonista del film è
Gabriel Walker, operatore di soccorso sulle
Montagne Rocciose. Durante una traversata ad alta quota, questi va
incontro ad un terribile incidente nel momento in cui non riesce a
salvare Sarah, la giovane fidanzata del suo
migliore amico Hal Tucker. La donna muore
precipitando nel nulla, e Gabriel inizia ad essere divorato dal
senso di colpa, ritirandosi a vita privata. In seguito
all’episodio, egli si guadagna inoltre l’irrisorio soprannome di
Cliffhanger. La sua cupa esistenza sembra trovare uno spiraglio di
luce nel momento in cui si innamora di Jessie
Deighan, anch’ella operatrice di soccorso. La donna cerca
di convincere Gabriel a riprendere la sua attività, aiutandola in
un’operazione di salvataggio ad alta quota.
Dopo un’iniziale reticenza, Gabriel
accetta sperando di riuscire a sconfiggere i propri demoni
interiori. Ciò che lui e Jessie non sanno, però, è che il gruppo
che devono accompagnare nella scalata è composto da assassini.
Questi aspirano ad entrare in possesso di alcune valigie contenenti
una gran quantità di denaro, perdute durante un incidente aereo in
cima alla montagna. A guidare la squadra di criminali vi è Hal, il
suo ex-migliore amico, ingaggiato per raggiungere il punto esatto
in cui si trova il bottino. Gabriel capirà ben presto che non si
tratta di una semplice missione, ma è per lui l’occasione di fare
pace con il passato superando i propri traumi. Per riuscirci, però,
dovrà fare affidamento a tutto il suo coraggio e la sua conoscenza
di quelle montagne.
Cliffhanger – L’ultima
sfida: il cast del film
Il ruolo del protagonista era stato
scritto da Stallone pensando a sé stesso. Egli era infatti
d’accordo con i produttori per interpretare il personaggio di
Gabriel “Cliffhanger” Walker. Il regista del film, però, non era
d’accordo con tale scelta. Egli avrebbe preferito affidare il ruolo
a Kevin
Costner. Motivo di ciò, era il timore che Stallone
avrebbe cercato di imporre il suo punto di vista sul progetto. Dopo
averlo incontrato a pranzo, però, i due trovarono un accordo sul
film e Stallone poté interpretare liberamente il personaggio. Per
l’attore il film era inoltre l’occasione per superare la propria
paura delle altezze. Grazie ad un adeguato e costante esercizio
fisico, egli fu così in grado di prendere parte senza problemi a
molte delle spericolate sequenze.
Nel ruolo di Hal Tucker, il migliore
amico del protagonista, vi è invece l’attore Michael
Rooker, oggi noto per il ruolo di Yondu nel film
MarvelGuardiani della
Galassia. John
Lithgow, recentemente visto in Bombshell e
Pet Sematary, interpreta invece Eric Quale, psicotico ex
militare a capo del gruppo di criminali. Originariamente ad
interpretare il personaggio era stato chiamato il premio Oscar
Christopher Walken, il quale dovette però
rinunciare per via di altri impegni. L’attrice Janine
Turner, divenuta celebre grazie alla serie Un medico
tra gli orsi, interpreta Jessie Deighan, nuova fiamma di
Gabriel e a sua volta operatrice di soccorso sulle Montagne
Rocciose.
Cliffhanger – L’ultima
sfida: un sequel è in via di sviluppo
Dato il successo del film, già nel
1994 si parlò di un sequel, dove Stallone si sarebbe dovuto
confrontare con alcuni terroristi che avevano occupato la Diga di
Hoover. Il progetto però non si concretizzò mai ma ora, dopo anni
di tentativi, nel maggio del 2023 Sylvester
Stallone ha confermato che un sequel del film è in
sviluppo e che egli riprenderà il suo ruolo di alpinista di ricerca
e salvataggio Gabe Walker. Ad occuparsi della regia del progetto
sarà l’ex stuntman Ric Roman Waugh, già noto per
aver diretto Snitch – L’infiltrato e
Attacco al potere 3. Il
ruolo del protagonista non dovrebbe però essere ricoperto da
Stallone. L’attore, infatti, similmente a quanto già compiuto con
Creed, dovrebbe sì far parte del film ma come personaggio
secondario impegnato ad istruire un suo erede.
Cliffhanger – L’ultima
sfida: le location, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Ad aver contribuito al successo del
film sono state anche le straordinarie location scelte per il film.
Pur essendo ambientato sulle Montagne Rocciose statunitensi, le
riprese non si sono svolte su queste, bensì in Italia. In
particolare, il set è stato allestito a Cortina d’Ampezzo, in
Veneto, come anche sulle montagne del Trentino-Alto Adige. Le
Dolomiti, infatti, sono state ritenute molto più spettacolari e
scenografiche delle montagne americane. Nello specifico, ad essere
state maggiormente sfruttate per le riprese sono state le Torry del
Vajolet, il Gruppo del Cristallo, il Monte Faloria, la Croda da
Lago. Presente è inoltre il percorso della via ferrata Ivano Dibona
con i suoi caratteristici ponti.
Per gli appassionati del film, o per
chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Cliffhanger – L’ultima
sfida è infatti presente nei cataloghi di
Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+ e Now. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film verrà inoltre trasmesso in televisione nella giornata di
giovedì 14settembre, alle ore
21:00 sul canale Iris.
Tra le saghe cinematografiche più
acclamate degli ultimi anni vi è senza ombra di dubbio quella di
Transformers, basata sugli omonimi
giocattoli e serie animate della Hasbro e Takara Tomy degli anni
’80. Con cinque film, questa ha ad oggi superato i 4 miliardi di
incasso a livello mondiale. Il primo film, uscito nel 2007 ha così
dato inizio a questa epica narrazione che vede contrapposta la
specie umana ai robotici alieni capaci di trasformarsi e adattarsi
ad ogni situazione, i quali non hanno però tutti intenzioni
ostili.
Il film, come noto, è diretto da
Michael Bay, noto per film d’azione come The
Rock, Armageddon – Giudizio finale e Bad Boys. Con
Transformers Bay ha trovato pane per i suoi denti,
coniugando grandi sequenze d’azione ad effetti speciali quantomai
complessi e strabilianti. Per i riferimenti narrativi, invece, si è
deciso di optare per il cartone della serie denominato
Generation 1. Allo stesso tempo, però, si decise di
introdurre una forte componente umana, in modo che lo spettatore
potesse identificarsi con questa.
A fronte di un budget di 150 milioni
di dollari, questo primo capitolo della saga di
Transformers è arrivato ad un guadagno di oltre 700
milioni. Un risultato straordinario, che ha ovviamente permesso di
far proseguire la saga con altrettanti titoli di successo. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di
attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Transformers: la trama del
film
La storia del film ha inizio diverse
migliaia di anni fa, quando il pianeta Cybertron fu consumato da
una guerra civile tra le due fazioni di Transformer: gli Autobot,
guidati da Optimus Prime, che combattevano per la
pace e la giustizia e i Decepticon, guidati da
Megatron, che invece combattevano per la tirannia.
L’oggetto della guerra era il possesso dell’AllSpark, un manufatto
mistico in grado di creare mondi e la vita su di essi. Optimus lo
spedì nello spazio profondo per non farlo cadere nella mani dello
spietato Megatron. Tuttavia il leader dei Decepticon riuscì a
localizzarlo sul pianeta Terra, dove però si schiantò rimanendo
congelato nelle profondità del circolo polare artico.
Nel presente, Sam
Witwicky è un ragazzo eccentrico che sogna di comprarsi
un’auto tutta sua. Dopo tanti sforzi, Sam riesce ad acquistare la
sua prima macchina, una Chevrolet Camaro arrugginita, scoprendo con
grandissima sorpresa che l’auto ha una vita propria. Sam e la sua
cotta del liceo Mikaela Banes vengono infatti
salvati da un attacco Decepticon proprio dalla sua auto che risulta
essere un Autobot di nome Bumblebee. Bumblebee
porta i due ad incontrare Optimus Prime e gli altri Autobot che gli
rivelano che se Megatron e la sua fazione ottenessero l’AllSpark,
trasformerebbero le macchine della Terra in un nuovo esercito e
sterminerebbero l’umanità. Il gruppo ha dunque poco tempo per
impedire il ritorno del malvagio robot e la distruzione che questo
porterebbe con sé.
Transformers: il cast del
film
Ad interpretare il protagonista
umano, Sam Witwicky, è l’attore Shia LaBeouf.
Inizialmente, Bay pensava che egli fosse troppo adulto per
interpretare il ruolo di un teenager. LaBeouf, però, lo convinse
presentandosi al provino truccato in modo tale da sembrare più
giovane. Per prepararsi al suo ruolo, inoltre, l’attore si è
allenato per tre mesi, guadagnando diversi chili di muscoli, solo
per scoprire poi che il regista voleva un personaggio più agile che
forte. Accanto a lui, nei panni di Mikaela Banes vi è invece
Megan Fox.
Anche lei si è allenata al fine di ottenere il fisico necessario
per poter dar vita alle complesse sequenze d’azione del film.
Nel film sono poi presenti gli
attori Josh Duhamel
nei panni del capitano Lennox, Rachael Taylor in
quelli di Maggie Marconi e Tyrese Gibson
come Epps. Il premio Oscar Jon Voight interpreta
Keller, il segreterio della Difesa, mentre John Turturro è
l’agente Simmons. A dare voce al transformers Optimus Prime vi è
Peter Cullen, il quale aveva già doppiato il
personaggio nella serie animata degli anni Ottanta. La voce del
villain Megatron è quella di Hugo Weaving,
celebre per le trilogie di Matrix e Il Signore degli
anelli. L’attore, però, ha poi preferito non tornare a
doppiare il personaggio anche per i sequel. Mark
Ryan è infine la voce originale di Bumblebee.
Transformes: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Transformers è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV,Chili Cinema,
Google Play, Apple
TV+, Prime Video, Now, Netflix e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di giovedì 14 settembre
alle ore 21:00 sul canale 20
Mediaset.
Dopo un primo teaser e la sinossi ufficiale
del film, la Warner Bros ha ora finalmente
rilasciato anche il primo trailer ufficiale di Aquaman e il RegnoPerduto, il sequel di quel Aquaman che nel 2018 si affermò come un
campione d’incassi, superando il miliardo di dollari al box office.
Questo secondo capitolo dedicato al supereroe DC è ora nuovamente
diretto dal regista James Wan, con
Jason Momoa
ancora una volta nei panni del protagonista. Il film, a lungo
rimasto nel mistero e più volte rimandato, si mostra ora sempre di
più in vista della sua uscita nelle sale il 21
dicembre. Come noto, Aquaman e il Regno Perduto
sarà anche il film conclusivo del controverso progetto del DC
Extended Universe. Dopo di esso, nel 2025 avrà inizio il DC
Universe di James
Gunn.
Non essendo riuscito a
sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal
bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti
a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa
volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il
potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e
malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm,
l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per
stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da
parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la
famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione
irreversibile.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 21 dicembre.
La lunga lotta di Livia Drusilla per
il potere e la restaurazione della Repubblica continua, con
l’impero scosso da nuovi inaspettati sviluppi che sconvolgeranno
ancora una volta le vite dei protagonisti della serie Sky Original
DOMINA – SECONDA STAGIONE (qui la recensione), da domani
venerdì 15 settembre con due nuovi episodi (terzo e quarto,
disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW.
Livia (Kasia Smutniak)
dovrà affrontare l’incontro con Gemina, che la porterà a scoprire
una verità inaspettata con conseguenze devastanti per l’equilibrio
già labile della famiglia. Druso (Ewan
Horrocks) e Tiberio (Benjamin
Isaac), intanto, combattono con l’esercito romano sulle
Alpi mentre Agrippa (Ben Batt)
cerca di trarre vantaggi dal caos che regna sovrano, sfruttando al
meglio una situazione delicata. Le difficoltà e gli imprevisti
sembrano non dare mai pace a Livia, che verrà a conoscenza di una
nuova minaccia per i suoi figli che ancora una volta la costringerà
a compiere scelte difficili.
Kasia Smutniak guida un grande cast
internazionale formato, fra gli altri, da Matthew
McNulty (Misfits) nel ruolo di Gaio, l’imperatore
Augusto, marito e complice di Livia, che mai come ora si renderà
conto dell’importanza della presenza e del supporto di sua moglie.
Claire Forlani (Vi presento Joe Black) è
invece Ottavia, la sorella di Gaio, una donna in cerca di vendetta
per la morte del figlio Marcello, di cui ritiene responsabile
Livia; Christine Bottomley (The End of the
F***ing World) è Scribonia, seconda moglie di Gaio, madre di
Giulia e nemica mortale di Livia, contro cui prova ad escogitare un
piano di rivalsa per preservare l’eredità che le spetta. Ben Batt (Captain America: The
First Avenger) veste i panni di Agrippa, amico d’infanzia di
Gaio e marito della sua unica figlia Giulia, nonché generale e
successivamente console. Un rapporto, il loro, che però verrà messo
a rischio a causa di inaspettati risvolti che porteranno Agrippa a
dover prendere decisioni difficili.
Eccellenze italiane di rilievo
internazionale nel cast tecnico, a partire dal Premio Oscar®
Gabriella Pescucci, che ha curato i costumi della
serie, Luca Tranchino (Prison Break) alla
scenografia, Katia Sisto (Penny Dreadful)
al make-up e Claudia Catini (Trust: Il
rapimento Getty) all’hair design.
La serie Domina è
creata da Simon Burke (Fortitude,
Strike Back). Produttori esecutivi sono Simon
Burke, Lucy Bedford, Muirinn Lane
Kelly e Carmel Maloney. Una produzione
Tiger Aspect Productions, in associazione con EPIX Studios. Banijay
Rights è il distributore internazionale
Domina, la trama degli
episodi 3 e 4
Nel terzo episodio della seconda
stagione, Livia apprende finalmente tutta la verità su Gemina. Un
incontro faccia a faccia tra le due porta a conseguenze che
cambieranno per sempre la loro vita e quella di tutta la famiglia.
Druso e Tiberio sperimentano invece la guerra con l’esercito romano
sulle Alpi, mentre Agrippa sfrutta a suo vantaggio l’amicizia con
Gaio e Livia.
Nel quarto episodio, invece, Livia
si trova ancora in esilio. Quando i membri della sua famiglia hanno
bisogno del suo aiuto, si ritrova però nuovamente coinvolta nella
vita politica di Roma e vede l’opportunità di conquistare la grazia
di Gaio. Una minaccia ai suoi figli costringe tuttavia Livia a
compiere scelte difficili. In tutto ciò, Agrippa trarrà vantaggio
dal caos.
L’horror è,
cinematograficamente, uno dei generi più apprezzati. Questo filone,
oltre ad aver sfornato film diventati veri e propri cult, è anche
uno di quelli più redditizi, capaci di sollevare adeguatamente il
box office. Nel corso del tempo si è però notato un certo
affaticamento da parte di registi, sia veterani che novelli, nel
proporre storie originali, o che comunque fossero in grado di
catalizzare appieno l’attenzione e l’interesse del pubblico. Questa
incrinatura, se possiamo definirla così, si è riscontrata di più
nei franchise, molti dei quali hanno perso di
forza e potenziale. Nonostante siano tanti ad avere questa
problematica, ce ne sono però alcuni che, a discapito degli anni,
hanno continuato a funzionare anche con i propri sequel o,
addirittura, remake, merito soprattutto di aver avuto idee valide
alla base, su cui sono poi andate a costruirsi uccisioni
stuzzicanti e fresche trame. Vediamo quali sono.
La casa
Uno dei franchise
horror più conosciuti e amati è La casa,
iniziato come trilogia diretta e prodotta da Sam Raimi con
protagonista Bruce Campbell. Al centro delle rispettive
trame un gruppo di cinque ragazzi che, trascorrendo un weekend in
uno chalet di montagna, scoprono un libro, quello dei morti, a
causa del quale verranno coinvolti in eventi terribili. La saga,
forte soprattutto del suo tono satirico miscelato al gore e
all’arguzia, non possiede film brutti. Una delle sue carti
vincenti, almeno nei primi tre, è il main character, Ash William,
per l’appunto interpretato da Campbell. Ma anche il remake di Fede
Álvarez del 2013 si definisce una pellicola altrettanto avvincente,
con i suoi personaggi accessibili e una trama che presenta un buon
equilibrio fra commedia e orrore.
The Ring
Quando pensiamo ai franchise
horror d’effetto, The Ring è in cima
alla lista. In realtà a questa saga colleghiamo anche il nome di
Samara, uno dei personaggi presenti più
terrificanti, la cui immagine è diventata molto popolare nel tempo.
Tutti i film appartenenti al franchise risultano essere molto buoni
e ancora di successo nonostante l’avanzare del tempo, merito
soprattutto di protagonisti avvincenti ed emozionanti. Inoltre, il
franchise di The Ring riesce a bilanciare in maniera
ottimale tensione e jumpscare, senza abbandonarsi a un
solo tono o atmosfera. Ed è proprio il giocare su questi elementi
narrativi e di scena ad aver reso The Ring famoso,
producendo di conseguenza una serie di film in grado di tenere
incollati alla sedia.
REC
Tra i franchise
horror più sottovalutati ma efficaci c’è poi
REC, di origine spagnola. Questa serie di
film pone al suo centro dei personaggi che vengono infettati da un
virus in grado di trasformarli in una sorta di zombie. La tecnica
usata è quella del found-footage, attraverso la quale sembra che le
riprese siano delle registrazioni effettuate dagli stessi
protagonisti, garantendo così una piena immersione del pubblico.
Tutta la saga, per il tipo di narrazione utilizzata e per la
capacità di fondere fantascienza, horror e religione, è stata sin
da subito apprezzata dai fan del genere e tutt’oggi riscuote
successo, segno di buon lavoro e di un’originale idea di base.
Saw
Anche Saw rientra fra i franchise horror
più amati dal pubblico, e uno dei motivi principali è il suo avere
una componente molto forte del thriller all’interno. Creata da
James Wan e Leigh Whannell, la saga (con al centro
il tema splatter) è composta da dieci film e uno spin-off,
realizzati dal 2004. Nonostante i metodi di omicidio risultino
contorti, essi sono comunque all’altezza dello stile narrativo
utilizzato per gli archi dei personaggi e per le trame. La forte
suspense e la costruzione di un killer di livello come
Jigsaw, capace di catalizzare tutta l’attenzione
su di lui, hanno reso Saw un franchise immortale, oltre che molto
redditizio.
Insidious
James Wan e
Leigh Whannell sono una coppia che conosce bene il
genere dell’orrore, e sanno come maneggiare la materia narrativa
per plasmare racconti di terrore a causa dei quali il sonno non
diventa più così tranquillo. Un altro franchise horror avvincente,
nato dal loro instancabile sodalizio, è proprio Insidious, un saga che
da quando è nata ha rallegrato di parecchio i botteghini di tutto
il mondo. Ciò che dal 2010 ha convinto pubblico (e anche critica) è
il modo in cui i film disturbano il proprio spettatore: essi
infatti non ricorrono a metodi horror convenzionali, ma piuttosto
sfruttano il mistero. Coloro che vengono posseduti hanno un
comportamento e un aspetto ambiguo, molto strano, tanto da rendere
inquieto il pubblico, che si sente angosciato. Inoltre, ogni
pellicola del franchise si erge su una trama molto forte, capace di
tenere da una parte impegnati i fruitori per comprenderla,
dall’altra di averli sempre altamente spaventati.
Scream
Abbiamo parlato di franchise
horror di grande successo, ma quando si tratta di
iconicità un posto in prima fila lo ha Scream, il quale ha “dato alla luce” un
villain davvero fenomenale, Ghostface. Il
sottogenere è lo slasher, qui davvero rivitalizzato, e ha come
creatore Wes Craven, il quale si ispirò
liberamente agli omicidi perpetrati da Danny Rolling nel 1990. Uno
dei meriti della saga è aver designato personaggi interessanti,
realistici e con personalità molto ben sviluppate, il che ha reso
ogni pellicola credibile ed entusiasmante. Inoltre, la vera
bellezza dei film è che si impiantano su alcune importanti regole
per sopravvivere a un prodotto dell’orrore, e ognuno di essi ne
presenta di nuove.
The Grudge (Ju-On)
Un altro franchise horror che non
presenta film mal riusciti è The Grudge. La saga è iniziata con le
pellicole giapponesi di Ju-On, per poi
espandersi e includere gli omonimi remake americani. Nonostante sia
difficile che un remake possa mantenere qualità e intrattenimento
del suo originale, The Grudge fa un’eccenzione: i film
sfoggiano gli stessi elementi spaventosi e interessanti della loro
versione orientale, e questo rende l’intero franchise oltre che
valido, memorabile.
Psycho
Un franchise degno di nota è
Pyscho, iniziato con l’intramontabile
thriller del Maestro Alfred Hitchcock. Nel
1960 il regista insegnò al cinema come costruire la suspense
attraverso la storia del folle killer Norman
Bates, e alla fine il lungometraggio fu definito il
precursore del genere slasher. Quando il film uscì, Hitchcock non
si sarebbe mai aspettato che se ne potesse costruire un’intera
saga, ed in effetti prima che questo accadde passarono degli anni.
Nel 1983, il sequel divenne realtà e Anthony
Perkins tornò a vestire i panni del brutale antagonista
nato dalla penna di Robert Bloch. Se lo
paragoniamo ad altri franchise, Psycho è uno di quelli che
riesce a mantenere i suoi film freschi, includendo linee di trama
aggiuntive e utilizzando un tono sempre coerente e capace di
mescolare diversi generi, fra cui la commedia dark e il thriller
psicologico. Questi sono fra l’altro i motivi per cui
Psycho è diventato un esempio su come costruire un buon
franchise senza condannarne la qualità.
Killjoy
Continuiamo con il sottogenere
slasher e parliamo di Killjoy, altro
franchise horror meritante di attenzione, che sorregge la sua
narrazione sulle azioni di un clown killer demoniaco. La sua
personalità, pur essendo malvagio, risulta essere divertente e
soprattutto non ha segni di stanchezza, grazie al suo riuscire a
fondere personaggi classici come Pennywise e
Jojo il Klownzilla. A rendere un successo il
personaggio probabilmente è il fatto che ogni suo omicidio è
diverso: Killjoy non segue uno schema unico, e le sue uccisioni
oscillano fra il caos incontrollato e l’organizzazione metodica,
dando sempre l’impressione di assistere a qualcosa di nuovo, o
comunque inaspettato. Tale caratteristica, che va aggiungendosi a
un tipo di scrittura che si ispira allo stile campy, ha reso la
saga indimenticabile.
Cube
Concludiamo con Cube, franchise horror
fantascientifico di produzione canadese costituito da quattro film,
diretti da Vincenzo Natali, Andrzej
Sekuła, Ernie Barbarash e
Yasuhiko Shimizu. Oltre a suscitare curiosità il
mondo mai rivelato in cui i personaggi vivono gli eventi, grazie al
quale il pubblico può farsi delle proprie idee, la saga propone
trappole assassine che variano per stile e metodo, e che mostrano
diversi tipi di mutilazione. Il mistero dell’ambientazione e il
meccanismo con cui cui viene esplorata la società che ha ideato le
trappole mortali, rendono Cube un franchise esente da film
brutti ma che, al contrario, ha il grande potenziale per mettersi
alla pari con altre saghe iconiche.
ZUCCHERO – Sugar
Fornaciaridi Valentina
Zanella e Giangiacomo De Stefano sarà
presentato in anteprima sabato 21 ottobre alla diciottesima
edizione della Festa del Cinema di Roma, prima di arrivare
nei cinema come evento speciale il 23, 24 e 25 ottobre distribuito
da Adler Entertainment.
Il film
documentario racconta Zucchero Sugar Fornaciari attraverso le sue
parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May,
Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De
Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e
Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini
provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal “World Wild
Tour”, il suo ultimo e trionfale tour mondiale, va oltre il
ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e
le fragilità dell’uomo.
Dichiarano i
registi: “Zucchero è coerente nelle sue contraddizioni e per
questo interessante. È un personaggio vibrante che mette assieme la
cultura emiliana, a cui torna anche nelle canzoni che ha scritto in
questi anni, e il luogo dove ha iniziato la carriera: la Versilia.
L’Emilia è il ponte con gli Stati Uniti, con il blues e con quella
cultura contadina che l’emigrazione ha sparso nel nuovo continente
e che è tornata a noi e, ovviamente, a Zucchero attraverso la
musica. Zucchero ha quindi messo in connessione la cultura rurale
con quella nera e americana. Un’operazione rischiosa e dalla
bassissima possibilità di successo che invece ha funzionato in
tutto il mondo. Zucchero è figlio del ‘900, innovatore musicale del
suo secolo e sapiente mescitore del suono delle origini alle
tendenze musicali contemporanee”.
Dopo mesi di indiscrezioni, gli
episodi di Ahsoka hanno
iniziato a uscire settimanalmente su Disney+.
Dopo un ruolo ricorrente in The Mandalorian e
The Book of Boba
Fett, Rosario Dawson
assume in questa serie tv il ruolo di Ahsoka Tano,
tra i personaggi preferiti dai fan, dopo gli eventi di Star Wars Episodio IV – Una
nuova speranza, Star
Wars: Rebels e The Mandalorian.
Ahsoka è senza dubbio uno dei personaggi più amati
dell’universo di Star Wars e uno dei più potenti. Con tutti questi
nuovi contenuti (e considerando quelli antecedenti), non mancano i
personaggi potenti in questo show, e non solo con la Forza. Che
brandiscano una spada laser o comandino flotte, questi personaggi
hanno lasciato il segno in Ahsoka.
Hera Syndulla
Interpretata in live-action
da Mary Elizabeth
Winstead, Hera Syndulla è un generale
della Nuova Repubblica e ha una ricca storia alle spalle come
figura di spicco durante la ribellione contro l’Impero. In Ahsoka, rimane
una leader e aiuta Ahsoka nella sua missione di
arginare una nuova minaccia per la Repubblica e di trovare
Ezra Bridger (Eman Esfandi). Il
potere di Hera deriva dalle sue impeccabili
capacità di leadership nella Ribellione e che mostra nel corso
della serie tv Ahsoka. È un
pilota eccezionale ed è stata intraprendente e determinata nella
sua lotta contro l’Impero Galattico. Hera si è affermata come una
vera e propria potenza, dimostrando che non c’è bisogno della Forza
per avere successo e fare la differenza.
Capitano Rex
Molti fan sperano nel
ritorno del Capitano Rex (confermato come
Temuera Morrison) in Ahsoka, dopo il
legame tra i due nel film d’animazione del 2008 Star Wars:
The Clone Wars e oltre. Il Capitano Rex è un clone trooper
del cacciatore di taglie mandaloriano Jango Fett,
che trae il suo potere dalle sue impeccabili capacità di
combattimento e di comando. Come clone, è stato addestrato per
essere un guerriero perfetto. Il Capitano Rex ha anche il merito di
avere una vasta esperienza, poiché ha combattuto per tutta la
durata delle Guerre dei Cloni e poi si è unito alla Ribellione; ha
una reputazione ben meritata tra i cloni e non è uno con cui
scherzare.
Morgan Elsbeth
Al suo debutto nella
seconda stagione di The Mandalorian,
Morgan Elsbeth (Diana Lee
Inosanto) è un’ex padawan Jedi passata al lato oscuro. È
un’alleata del Grand’Ammiraglio Thrawn
(Lars Mikkelsen) e ha avuto una resa dei conti con
Ahsoka e Din Djarin (Pedro
Pascal). Il suo uso del lato oscuro e la sua
sensibilità per la Forza la rendono un avversario formidabile, in
quanto può usare la telecinesi a suo vantaggio. La sua forza deriva
anche dalla sua determinazione e dalla sua brama di potere.
Morgan Elsbeth opera nella zona grigia della Forza
per ottenere ciò che vuole. Detto questo, Ahsoka
ha comunque spesso la meglio su di lei.
Sabine Wren
In Ahsoka, Sabine Wren
(Natasha Liu Bordizzo) ha un ruolo principale,
poiché riallaccia il suo complesso rapporto con il suo
maestro/amico. Sabine è una mandaloriana e si allena con Ahsoka per
imparare le vie della Forza nonostante non abbia la sensibilità
della Forza. Come Ahsoka, è determinata a trovare
Ezra e non si fermerà davanti a nulla per farlo. Il suo
addestramento mandaloriano la rende una combattente potente, con il
vantaggio dell’armatura e delle armi mandaloriane. È piena di
risorse e intelligente, ma spesso si mette a rischio con il suo
atteggiamento ribelle; i fan non sono rimasti soddisfatti delle sue
scelte nell’episodio 4. Sabine se la cava anche
con la spada laser, compresa la Darksaber in Star Wars:
Rebels.
Shin Hati
Questa misteriosa cattiva
e il suo maestro hanno rubato la scena ad Ahsoka.
Shin Hati (Ivanna Sakhno)
esercita il lato oscuro della Forza sotto la supervisione di
Baylan Skoll (Ray Stevenson) e ha
persino una treccia da padawan. Questa giovane utilizzatrice della
Forza è piena di potenzialità ancora da esplorare, ma sotto
l’addestramento di Baylan è una potenza in erba. Shin ha una
profonda connessione con la Forza e batte Sabine
Wren (Natasha Liu Bordizzo) in duello. È
feroce e concentrata, come mostrato nell’episodio 1 di Ahsoka quando liberano Morgan
Elsbeth. I fan sperano in una maggiore esplorazione di
Shin nell’universo di Star Wars; è sicuramente un personaggio da
tenere d’occhio.
Ezra Bridger
Per i fan che si sono
persi Star Wars: Rebels, Ezra è
semplicemente il personaggio che Ahsoka e
Sabine stanno cercando di salvare. Ma, al di là
dell’ologramma che Sabine guarda, Ezra è un incredibile
manipolatore della Forza e un combattente impressionante per tutta
la durata della ribellione contro l’Impero. Ezra è stato addestrato
dal Jedi Kanan Jarrus, affinando le sue capacità e
la sua conoscenza delle vie dei Jedi. Ezra diventa molto abile nei
trucchi mentali Jedi e nella telecinesi, oltre che nel
combattimento con la spada laser. Ha usato il suo potere e il suo
coraggio per affrontare Thawn, nonostante questo
abbia segnato il suo destino (per ora).
Baylan Skoll
Dopo
Shin, il suo maestro Baylan Skoll
ha dimostrato di essere un cattivo con cui nessuno dovrebbe
scherzare, anche se non mira alla distruzione come gli altri. È un
ex Cavaliere Jedi, ma ha abbandonato le vie dei
Jedi a causa del sistema difettoso. Nonostante
ciò, continua ad addestrare Shin come
Padawan. Non è un Sith malvagio; Baylan è una via
di mezzo ed è disposto a distruggere tutto ciò che blocca il suo
cammino. È un combattente spietato, che ha battuto per poco
Ahsoka in duello e che manipola emotivamente
Sabine. Il potere di Baylan non
può essere sottovalutato, ma può essere temuto.
Grand Admiral Thrawn
Quello di cui tutti parlano
è il Grand’Ammiraglio Thrawn.
Baylan, Morgan e
Shin lottano senza sosta per riaverlo come “erede
dell’Impero”. Questo personaggio di comando è presente in Star
Wars: Rebels e nella serie di libri di Timothy
Zahn. Thrawn non è noto solo per le sue abilità di
combattimento, ma anche per la sua capacità di superare in astuzia
qualsiasi avversario. A differenza di molti cattivi di Star
Wars, Thrawn si affida alla logica piuttosto che alle
emozioni. La sua genialità tattica e la sua mente analitica lo
rendono un cattivo potente: in poche parole, il suo ritorno sarà
sicuramente sinonimo di pericolo.
Anakin Skywalker
Questo amato personaggio è
stato incluso in questa lista per un semplice tecnicismo, dal
momento che Anakin Skywalker (Hayden
Christensen) è morto, ma la tentazione di includerlo
comunque non poteva essere trascurata. Appare nell’episodio 4,
quando Ahsoka si trova faccia a faccia con il suo
vecchio maestro. La maggior parte dei fan dell’universo di
Star Wars sa quanto potere avesse
Anakin, anche prima di diventare Darth Vader. È
considerato il miglior Jedi mai conosciuto ed era un abile pilota e
combattente. Al fianco di Obi-Wan Kenobi (Ewan
McGregor), Anakin era sempre al top e ha regalato ai
fan alcuni dei più impressionanti duelli con la spada laser
dell’intero franchise.
Ahsoka Tano
Da maestro a padawan,
Ahsoka Tano ha mostrato un incredibile potenziale
fin dal periodo trascorso con Anakin nelle Guerre
dei Cloni. È diventata una potente Jedi, in grado di rivaleggiare
con il suo stesso maestro. Ahsoka ha perfezionato le sue abilità
con i trucchi mentali Jedi e mostra un livello di controllo
estremamente elevato sui suoi avversari. È sopravvissuta all’Ordine
66 e si è nascosta con successo, dimostrando capacità di recupero.
Grazie ai suoi riflessi sviluppati e alla spada laser a doppio
manico, Ahsoka ha sconfitto sia Sith che
Inquisitori. È strategica, subdola e ha un controllo assoluto del
suo comportamento e delle sue emozioni. Opera al di fuori
dell’ordine Jedi, pensando con la propria testa e ispirando gli
altri: i fan sperano che la
serie di Ahsoka sia solo l’inizio del viaggio di questo
personaggio iconico.
L’attrice Jean
Seberg è globalmente nota per le sue interpretazioni in
film come Airport,La ballata della città senza
nome e Macho Callagan, ma soprattutto è ricordata
come protagonista di Fino all’ultimo respiro, film
manifesto della Nouvelle Vague. Andando oltre la sua
carriera cinematografica, la Seberg visse però una vita tormentata,
caratterizzata in particolare da un complesso caso che la vide al
centro del mirino dell’FBI. Proprio questa vicenda, più che la sua
carriera d’attrice, è stata raccontata di recente nel film
Seberg – Nel mirino (qui la recensione), diretto nel
2019 da Benedict Andrews.
Presentato Fuori concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, il film è costruito
come un thriller che oltre a raccontare la vicenda in cui si
ritrovò coinvolta l’attrice, descrive anche un delicato e cupo
momento storico, caratterizzato da rivolte per i diritti civili e
dalle forze che cercavano di sopprimerli. Scritto da Joe
Shrapnel e Anna Waterhouse, Seberg –
Nel mirino richiama dunque per atmosfera e toni i grandi
thriller politici degli anni Settanta, non dimenticando però di far
emergere anche la donna oltre l’icona e dunque tutta l’umanità
messa in crisi della Seberg in quel difficile periodo.
Si tratta di una storia non molto
nota ai più, accaduta ormai cinquant’anni fa e che,
comprensibilmente, passa spesso in secondo piano rispetto alla
carriera nel cinema dell’attrice. Con Seberg – Nelmirino, si possono però riscoprire anche aspetti meno noti
dell’iconica musa della Nouvelle Vague. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Seberg – Nel mirino
Il film racconta la vita di
Jean Seberg, l’attrice protagonista di Fino
all’ultimo respiro e vera e propria icona della Nouvelle
Vague. Verso la fine degli anni Sessanta, però, Seberg viene
inserita nel programma di sorveglianza illegale dell’FBI a causa
del coinvolgimento politico e sentimentale dell’attrice con
Hakim Jamal, noto attivista per i diritti civili,
nonché nipote di Malcolm X e membro del Black
Panther Party. Divenuta un bersaglio proprio a causa del suo legame
con l’uomo e con il movimento Black Power, la Seberg viene
screditata, intimidita e diffamata. Ma quando Jack
Solomon, giovane e ambizioso federale, viene incaricato di
sorvegliare Jean Seberg, si ritroverà pericolosamente coinvolto
nella vita dell’attrice.
A recitare nel ruolo di Jean Seberg
vi è l’attrice Kristen
Stewart, la quale è stata particolarmente lodata per
la sua interpretazione. Accanto a lei, nel ruolo dell’attivista
Hakim Jamal vi è l’attore Anthony Mackie,
meglio noto per essere Sam Wilson/Falcon nell’MCU. Jack O’Connell,
celebre per la serie Skins interpreta invece l’agente Jack
Solomon, mentre l’attore francese Yvan Attal
interpreta Romain Gary, marito di Jean. L’attrice Zazie Beetz
recita nei panni di Dorothy, moglie di Hakim, mentre
Margaret Qualley ricopre il ruolo
di Linette Solomon e Vince Vaughn
quello di Carl Kowalski. Completano il cast ColmMeaney nei pannni di Frank Ellroy e
Gabriel Sky in quelli di Diego Gary.
Seberg – Nel mirino: la vera storia dietro il
film
Durante la fine degli anni ’60,
Jean Seberg fornì sostegno finanziario a gruppi
che sostenevano i diritti civili. Come parte della sua estesa
campagna per diffamare e screditare i gruppi di liberazione dei
neri e contro la guerra, iniziata nel 1968, l’FBI venne però a
conoscenza dei diversi doni che Seberg aveva fatto al Black
Panther Party, per un totale stimato di 10.500 dollari in
contributi. È a quel punto partita nei confronti dell’attrice
un’operazione dell’FBI supervisionata direttamente da J.
Edgar Hoover, dove si sono utilizzate le tecniche del
programma COINTELPRO per molestarla, intimidirla,
diffamarla e screditarla.
L’obiettivo dichiarato dell’FBI era
una non specificata “neutralizzazione” di Seberg con
l’obiettivo sussidiario di “causare imbarazzo e servire a
sminuire la sua immagine presso il pubblico“. Nel 1970, l’FBI
creò dunque una storia falsa da un informatore con sede a San
Francisco secondo cui il bambino che Seberg portava in grembo non
era stato generato da suo marito, Romain Gary, ma
da Raymond Hewitt, un membro del Black Panther
Party. L’attrice, in seguito ad un travaglio prematuro, il 23
agosto 1970 diede alla luce una bambina che morì però due giorni
dopo. Seberg tenne a quel punto un funerale nella sua città natale
con una bara aperta, per permettere ai giornalisti di vedere la
pelle bianca della bambina e smentire così le malelingue.
L’indagine Seberg è però andata ben
oltre la pubblicazione di articoli diffamatori. Secondo gli amici
intervistati dopo la morte dell’attrice, questa ha vissuto anni di
aggressiva sorveglianza, pari a costante stalking, nonché furti con
scasso e altri mezzi di intimidazione. Questi resoconti
giornalistici chiariscono che Seberg era ben consapevole della
sorveglianza nei suoi confronti. I file dell’FBI mostrano inoltre
che è stata intercettata e nel 1980 il Los Angeles Times ha
pubblicato i registri delle sue telefonate intercettate in
Svizzera. I file dell’FBI rivelano inoltre che l’agenzia ha
contattato gli addetti legali nelle ambasciate statunitensi a
Parigi e Roma e ha fornito file su Seberg alla CIA, ai servizi
segreti e all’intelligence militare per aiutarli a monitorarla
mentre era all’estero.
Il 30 agosto 1979 Seberg scomparve
dal suo appartamento parigino. L’8 settembre, nove giorni dopo la
sua scomparsa, il suo corpo fu ritrovato avvolto in una coperta sul
sedile posteriore della sua Renault. Romain Gary,
il secondo marito dell’attrice, ha convocato una conferenza stampa
poco dopo la sua morte dove ha accusato la campagna dell’FBI contro
l’attrice per il suo deterioramento della salute mentale. Due
settimane dopo la morte dell’attrice, nel 1979, l’FBI ammise ciò
che aveva fatto nove anni prima. I registri dell’FBI mostrano che
Hoover tenne informato il presidente Richard Nixon
delle attività dell’FBI legate al caso Seberg attraverso il capo
degli affari interni di Nixon, John
Ehrlichman.
Il trailer di Seberg – Nel
mirino e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
Seberg – Nel mirino grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Google Play, Apple
TV+,Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Al via da questa domenica la terza
edizione di CINEMA IN FESTA, l’occasione
imperdibile per vedere dal 17 al 21 Settembre 2023 in sala
molti film a un prezzo speciale. Ispirato alla “Fête Du
Cinéma” francese, il progetto è nato dalla collaborazione tra
distributori e le sale cinematografiche per garantire agli
spettatori italiani una stagione lunga dodici mesi. In questa
giovedì di metà mese c’è un ampia scelta i titoli tra cui anche tre
pellicole presentate in anteprima alla 80esima
Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
Vediamo insieme le novità in sala dal 17 al
21 Settembre 2023
Assassinio
a Venezia
Assassinio a Venezia, in originale A Haunting in Venice,
è la terza volta per
Kenneth Branagh di tornare a dirigersi e a vestire il ruolo
dell’investigatore Hercule Poirot. Dopo il viaggio in treno
sull’Orient
Express e la crociera sul fiume
Nilo in questo terzo adattamento uscito dalla penna di
Agatha Christie il nuovo misterioso omicidio sarà ambientato nei
canali di Venezia. Nel secondo dopoguerra, alla vigilia di
Ognissanti, Poirot nella città della Serenissima si ritrova a
indagare, ancora una volta, su una terribile morte durante una
seduta spiritica. Oltre a Branagh, nel cast troviamo
Michelle Yeoh,
Tina Fey,
Jamie Dornan, Kyle Allen,
Camille Cottin, Jude Hill, Ali Khan, Emma
Laird,
Kelly Reilly e il nostro
Riccardo Scamarcio.
Doggy Style – Quei bravi
randagi
Dopo anni di film per le famiglie
con per protagonisti dei cani parlanti dal 17 al 21
Settembre 2023 è la volta di una commedia canina vietata
ai minori che già dal titolo spiega il pubblico adulto a cui è
indirizzata.
Doggy Style – Quei bravi randagi del regista Josh
Greenbaum racconta la storia di Reggie, un Border Terrier
che viene abbandonato dal suo padrone Doug per le vie della città,
il cane però è sicuro che si tratti di un malinteso. Tutto cambia
quando l’animale protagonista incontra Bug, un Boston Terrier ma
randagio, amante della sua libertà e della vita senza padroni, con
lui Reggie capisce la dura verità che Doug è una persona orribile e
senza sentimenti.
Il Grande Carro
Il regista
Philippe Garrel torna a dirigere i suoi figli e l’occasione è
Il Grande Carro, film che gli è valso quest’anno l’Orso
d’argento per la regia alla
Berlinale 2023. Questo dramma familiare segue tre fratelli che
costituiscono l’ultima generazione di una famiglia di burattinai
guidata con passione dal padre. Anche la nonna contribuisce, non
solo come sarta ma anche come depositaria di ricordi ma un evento
tragico metterà a dura prova la compagnia e il desiderio di portare
avanti quest’antico mestiere. Oltre a
Louis Garrel nel film sono presenti anche le figlie del
cineasta francese
Esther Garrel e Léna
Garrel.
Il mio amico Tempesta
Tratto dall’omonimo romanzo
Il mio amico Tempesta è la storia di rinascita e di resilienza
di una giovane ragazzina Zoe, della famiglia e del suo amato
cavallo. La protagonista nata e cresciuta tra i cavalli, conduce
una vita felice alimentata dal desiderio di diventare un’ottima
cavallerizza come il padre. La vita si complica a causa di un
brutto incidente ma grazie alla tenacia e l’amore di Tempesta, Zoe
potrà recuperare le sue forze e realizzato il suo sogno. Nel cast
di questo film francese troviamo Carmen Kassovitz,
Mélanie Laurent, Pio Marmai e Kacey
Mottet Klein.
Le mie poesie non cambieranno il
mondo
Questo documentario scritto e
diretto da Annalena Benini e Francesco
Piccolo è stato presentato alla ventesima edizione delle
Giornate degli Autori, sezione Notti Veneziane. Le mie
poesie non cambieranno il mondo è un ritratto di
Patrizia Cavalli, la poetessa amata da Elsa
Morante e che più incarna la modernità della poesia nei giorni
nostri. L’intellettuale e scrittrice italiana è morta il 21 giugno
2022, durante la post-produzione di questo docufilm, che custodisce
la sua ultima testimonianza.
L’invenzione della neve
Questo pellicola di
Vittorio Moroni è stato presentata, anche lei, in
anteprima alla ventesima edizione delle
Giornate degli Autori.
L’invenzione della neve racconta la storia di Carmen,
interpretata da Elena Gigliotti, è una donna con
un passato difficile. Quando era soltanto un’adolescente è stata
portata via dalla madre ed è stata cresciuta in una casa-famiglia.
In seguito la donna si è legata a Massimo, figlio unico di una
famiglia ricca e i due hanno avuto una figlia, Giada, che ha 5 anni
però è stata affidata al padre. Carmen è consapevole di aver fatto
degli errori in passato, ma è convinta di essere una buon madre e
non accetta il suo destino di mamma a cui viene sottratta la
figlia.
Patagonia
Questo è il primo film di
Simone Bozzelli e racconta di due giovani con il
loro sogno di libertà destinato però a trasformarsi in un amore
tossico. Patagonia presentato nella sezione
Concorso Internazionale al
Festival di Locarno 2023, è la storia di Yuri e Agostino, il
primo ha vent’anni e vive con l’anziana zia in un piccolo paese
abruzzese e il secondo di lavoro è animatore girovago e incantatore
di bambini. Sognando entrambi la libertà della Patagonia, i due
partono per un viaggio che si trasformerà in un delirio di
controllo e prigionia.
Titina
Titina è un
film d’animazione diretto dalla regista Kajsa Næss
e ispirato alla storia vera dell’ingegnere aeronautico
italiano Umberto Nobile e della sua amica fox
terrier Titina, salvata dalle strade di Roma. La trama racconta
un’impresa passata della nostra storia attraverso gli occhi della
prima cagnetta che ha posato le sue zampe sui ghiacci del Polo
Nord.
Una sterminata
domenica
Una sterminata domenica è l’esordio di Alain Parroni e si è
aggiudicato il Premio Speciale della Giuria –
Orizzonti alla 80esima Mostra
d’arte cinematografica di Venezia. Questo film è una
coproduzione Italia/Germania e segue le vicende di tre adolescenti,
Alex, Kevin e Brenda in incinta che vivono tra la campagna del
litorale e la città di Roma. Un comig of age che rappresenta una
generazione di periferia con le sue profonde ambiguità, che cresce
tra stereotipi e contraddizioni in una società sempre connessa.
A Natale, preparatevi a una riunione
di famiglia ricca di azione, di star e di colori come non mai, con
il ritorno di Anna Kendrick e Justin Timberlake per il nuovo capitolo del
franchise musical campione d’incassi della DreamWorks Animation:
Trolls 3 – Tutti Insieme.
Dopo due film all’insegna della vera
amicizia e del continuo flirt, Poppy (Anna
Kendrick) e Branch (Justin
Timberlake) sono ora ufficialmente, finalmente, una
coppia (#broppy)! Man mano che si legano sempre di più, Poppy
scopre che Branch ha un passato segreto. Faceva parte della sua
boyband preferita, la BroZone, insieme ai suoi quattro fratelli:
Floyd (Troye Sivan, cantante elettropop nominato ai Golden Globe),
John Dory (Eric André; Sing 2), Spruce (Daveed Diggs, vincitore del
Grammy; Hamilton) e Clay (Kid Cudi, vincitore del Grammy; Don’t
Look Up). I BroZone si sono sciolti quando Branch era ancora un
bambino, così come la sua famiglia, e da allora Branch non ha più
visto i suoi fratelli.
Ma quando Floyd, il
fratello di Branch, viene rapito a causa del suo talento musicale
da una coppia di malvagie popstar – Velvet (Amy Schumer, vincitrice
dell’Emmy; Trainwreck) e Veneer (Andrew Rannells, vincitore di un
Grammy e candidato ai Tony; The Book of Mormon) – Branch e Poppy
intraprendono un viaggio straordinario ed emozionante per riunire
gli altri fratelli e salvare Floyd da un destino ancora peggiore
dell’oscurità della cultura pop.
Con la caratteristica
carica di gioia psichedelica di Trolls, composta da hit pop nuove e
classiche, Trolls 3 – Tutti Insieme è interpretato da un folgorante
cast di superstar musicali e comiche nei panni dei nuovi personaggi
del franchise, tra cui la quattro volte candidata ai Grammy e
vincitrice di un Latin Grammy Camila Cabello (Cenerentola) nel
ruolo di Viva, Zosia Mamet (The Flight Attendant) nel ruolo di
Crimp e l’icona drag RuPaul Charles, che ha vinto 12 Emmy, nel
ruolo di Miss Maxine.
Il cast storico include la
candidata Grammy, Emmy e Golden Globe Zooey Deschanel nel ruolo di
Bridget, Christopher Mintz-Plasse nel ruolo di Gristle, il duo
Icona Pop di Aino Jawo e Caroline Hjelt nel ruolo di Satin e
Chenille, il vincitore del Grammy Anderson Paak nel ruolo di Prince
D, il comico Ron Funches nel ruolo di Cooper, il candidato ai SAG
Kunal Nayyar nel ruolo di Guy Diamond e la leggenda del Saturday
Night Live Kenan Thompson, vinctore Emmy, nel ruolo di Tiny
Diamond.
Trolls 3 – Tutti Insieme è
diretto dal regista Walt Dohrn e dalla produttrice Gina Shay, ed è
co-diretto da Tim Heitz (story-artist, Trolls World Tour). I film
DreamWorks Animation Trolls (2016) e Trolls World Tour (2020 ) si
sono fatti strada a colpi di musica e balli fino a raggiungere un
successo da record, ottenendo una nomination all’Oscar® per la
Migliore Canzone Originale e alimentando uno dei franchise di
intrattenimento più grandi e più amati al mondo.
La Mostra del Cinema di
Venezia, che si tiene ogni anno dal 1932, è il più
antico festival cinematografico del mondo. Insieme al Festival di Cannes e
al Festival Internazionale del Cinema
di Berlino, è uno dei “tre grandi” festival
cinematografici europei. Recentemente, molti potenziali candidati
all’Oscar hanno usato la Mostra del Cinema di
Venezia come trampolino di lancio per la loro corsa
agli Oscar. Introdotto per la prima volta nel 1949, il Leone d’Oro è poi diventato il più
importante riconoscimento assegnato alla Mostra del Cinema di
Venezia e rimane tuttora uno dei premi più prestigiosi
e ambiti dell’industria cinematografica. Numerosi vincitori del
Leone d’Oro sono oggi annoverati tra i migliori
film mai realizzati: analizziamone insieme 10!
Bella di giorno (1967)
Belle de Jour
di Luis Buñuel ha come protagonista Catherine
Deneuve nel ruolo di una giovane casalinga che sogna
costantemente fantasie erotiche ad occhi aperti. Alla fine,
all’insaputa del marito, diventa una prostituta che lavora di
giorno mentre il marito è al lavoro. Alla 28a Mostra
del Cinema di Venezia, Belle de Jour non solo
ha vinto il Leone d’Oro, ma ha anche ricevuto il
Premio Pasinetti come miglior film. A posteriori, Roger
Ebert ha dichiarato che Belle de Jour è forse il
più grande film erotico di tutti i tempi per la sua comprensione
del rapporto tra erotismo e immaginazione. Nel 2010,
Empire ha definito Belle de Jour il 56°
miglior film del cinema mondiale.
Hana-bi (1997)
Dopo essersi affermato
come uno dei più famosi comici giapponesi, Takeshi
Kitano ha iniziato a dirigere film alla fine degli anni
Ottanta. Nel corso degli anni ’90, Kitano ha diretto una serie di
drammi polizieschi acclamati a livello internazionale. Tuttavia,
solo dopo la vittoria del Leone d’Oro per
Hana-bi, il pubblico giapponese ha riconosciuto in
Kitano un regista serio. In Hana-bi,interpreta un
detective della polizia la cui vita personale è sempre più segnata
dalla tragedia. Di conseguenza, il suo comportamento va
gradualmente fuori controllo. Uno dei drammi yakuza più
anticonvenzionali del cinema, Hana-bi, che in
giapponese significa “fiori e fuoco”, giustappone la violenza alla
bellezza, mostrando sia gli orrori che le gioie dell’esistenza.
Giochi proibiti (1952)
Diretto dal famoso
regista francese René Clément, Giochi
proibiti è un dramma ambientato durante la Seconda Guerra
Mondiale che racconta di una giovane ragazza francese rimasta
orfana a causa di un attacco aereo nazista. Fa amicizia con un
povero ragazzo francese e i due cercano di far fronte alla morte
che li circonda. Oltre al Leone d’Oro,
Giochi proibiti ha vinto l’Oscar onorario per il
miglior film straniero e il BAFTA per il miglior film
internazionale. Il critico cinematografico David Ehrenstein ha
definito l’interpretazione di Brigitte Fossey una
delle più sorprendenti performance da parte di un attore bambino. A
soli cinque anni, l’interpretazione della Fossey
costituisce un ritratto crudo di una giovane vita alterata per
sempre dalla guerra.
Arrivederci ragazzi (1987)
Dopo aver ricevuto il Leone
d’Oro per Arrivederci ragazzi,
Louis Malle è diventato solo il secondo regista
nella storia a vincere il Leone d’Oro due volte. In precedenza
Malle aveva vinto il premio per Atlantic City, un dramma
poliziesco con Burt Lancaster. Arrivederci ragazzi è
un dramma autobiografico sulla Seconda Guerra Mondiale che racconta
di un ragazzo francese che stringe amicizia con uno studente ebreo
in un collegio, nonché un film indimenticabile sull’infanzia e
sulla perdita dell’innocenza. Con le interpretazioni stellari degli
attori bambini Gaspard Manesse e Raphaël
Fejtö, il film offre uno degli sguardi più strazianti del
cinema sulle atrocità commesse durante la Seconda Guerra
Mondiale.
Tre colori – Film blu (1993)
Primo film della trilogia
dei tre colori di Krzysztof Kieślowski,
Tre colori – film blu ha come protagonista
Juliette
Binoche nel ruolo di una donna che lotta contro il
dolore dopo la perdita del marito e del figlio in un incidente
stradale. La trilogia dei tre colori tratta di libertà, uguaglianza
e fraternità, temi basati sugli ideali della Rivoluzione francese.
In particolare, questo film esamina la libertà emotiva, mentre la
protagonista cerca di liberarsi dalla devastazione di un trauma
passato. Tre colori – film blu ha vinto sette
premi alla 50a
Mostra del Cinema di Venezia, tra cui il Leone
d’Oro, la Coppa Volpi per la migliore attrice e
l’Osella d’Oro per la migliore fotografia. Sia il
Guardian che la BBC hanno votato Tre
colori – film blu tra i migliori film in lingua straniera
di tutti i tempi.
Rashomon (1950)
La vittoria del Leone
d’oro di Rashomon ha
cambiato per sempre la traiettoria del cinema giapponese, fino a
quel momento praticamente ignorato e ha contribuito a inaugurare
un’epoca d’oro per il cinema asiatico, che si è protratta per tutti
gli anni Cinquanta e Sessanta. Rashomon racconta la storia di un processo per
l’omicidio di un samurai e lo stupro di sua moglie. Profonda
esplorazione della giustizia e della natura della verità,
Rashomon presenta una struttura narrativa
rivoluzionaria in cui più personaggi offrono prospettive diverse su
ciò che è realmente accaduto.
La battaglia di Algeri (1966)
La battaglia di
Algeri di Gillo Pontecorvo è un film
neorealista incentrato sulla guerra d’Algeria. A causa del suo
soggetto molto controverso, il governo francese lo bandì. Ci sono
voluti cinque anni prima che il film ottenesse una data di uscita
nelle sale in Francia. Alla 27a
Mostra del Cinema di Venezia, La battaglia di
Algeri ha vinto il Leone d’Oro, il
Premio FIPRESCI e il Premio della Città di
Venezia. Ancora oggi, il film continua a ricevere elogi per il
suo equilibrio nel mostrare gli atti di brutalità commessi da
entrambe le parti durante la guerra. Nel 2003, il Dipartimento
della Difesa degli Stati Uniti ha proiettato La battaglia
di Algeri al Pentagono come strumento didattico per il
personale militare in preparazione al conflitto in Iraq.
L’anno scorso a Marienbad
(1961)
Probabilmente l’opera
magna dell’autore della Nouvelle Vague Alain
Resnais, L’anno scorso a Marienbad è
incentrato su due persone che si incontrano in uno strano e isolato
castello. L’uomo crede di aver già incontrato la donna, ma la
dissonanza spaziale e temporale stabilita dal film rende difficile
discernere se i due si conoscano davvero. Nonostante la vittoria
del Leone d’Oro, L’anno scorso a
Marienbad ha suscitato una forte polemica tra i critici.
Alcuni hanno sostenuto il film come quintessenza del
postmodernismo, mentre altri lo hanno liquidato come
incomprensibile. Sight & Sound ha incluso L’anno
scorso a Marienbad nella sua lista dei migliori film,
mentre nel 1978 il film si è guadagnato un posto nel libro I
cinquanta peggiori film di tutti i tempi.
Ordet – La parola (1955)
Penultimo film
dell’illustre carriera di Carl Theodor Dreyer,
Ordet è un dramma religioso che segue la vita
della famiglia Borgen. Il patriarca vedovo
Morten Borgen ha tre figli. Il maggiore ha
abbandonato completamente la sua fede religiosa, il figlio di mezzo
crede di essere Gesù Cristo e il figlio minore ama una ragazza di
un’altra setta religiosa. Il critico Dave Calhoun ha sottolineato
come la parola “potente” non renda giustizia a
Ordet nel tentativo di descrivere la risonanza
emotiva e spirituale provata dal pubblico dopo aver visto il film.
Ordet è una suggestiva meditazione sulla vita, la
morte e la fede che racchiude veramente i misteri della vita. Il
Village Voice, Sight & Sound e la BBC
hanno inserito Ordet nelle loro liste dei migliori film.
Il deserto rosso (1964)
Il Deserto
rosso di Michelangelo Antonioni è il
più grande film che abbia mai vinto il Leone d’Oro
alla
Mostra del Cinema di Venezia. Deserto
rosso ha come protagonista Monica Vitti
nel ruolo di Giuliana, una donna che lotta per adattarsi alla vita
nel mondo industrializzato. Oltre al Leone d’Oro,
Il Deserto rosso ha vinto anche il Premio
FIPRESCI e il Premio Nuovo Cinema alla Mostra del
Cinema di Venezia. Rinomato per la sua fotografia a colori e per il
brillante sound design, Il Deserto rossoaffronta i temi tipici di Antonioni,
come l’alienazione e la disconnessione nel mondo moderno. Il
critico Andrew Sarris ha dichiarato che la messa in scena de
Il Deserto rosso rappresenta “l’architettura
dell’ansia“.
Attivo nel mondo della recitazione
sin dagli anni Ottanta, Giancarlo Esposito si è
realmente consacrato come una star internazionale solo da poco più
di un decennio, regalando al grande pubblico alcuni tra i più
memorabili personaggi degli ultimi anni. Principalmente noto per la
sua partecipazione ad alcune celebri serie televisive, Esposito ha
dimostrato però di possedere una versatilità rara, che gli permette
di passare con naturalezza da un ruolo ad un altro, variando nei
generi e sperimentando sempre nuove possibilità nell’ambito della
recitazione.
Ecco 10 cose che forse non
sai su Giancarlo Esposito.
2. È noto in particolare
per alcune serie TV. Ad avere reso Esposito una celebrità
più che il cinema è però stata la televisione. Per il piccolo
schermo ha infatti recitato in serie come Miami Vice
(1984-1985), Svitati in divisa (1993-1994) e The
Street (2000-2001), fino alla consacrazione avvenuta con
Breaking Bad (2009-2011),
dove ha recitato accanto a Bryan Cranston
e Aaron Paul. In
seguito ha preso parte a serie come C’era una volta
(2011-2017), Revolution (2012-2014), The Get Down
(2016-2017) e Better Call Saul (2017-2022), con Bob Odenkirk.
Tra le serie più recenti a cui ha preso parte si annoverano anche
The Boys (2019-in
corso), Godfather of Harlem
(2019), The Mandalorian (2019-2023)
e Caleidoscopio (2023).
3. È anche regista e
doppiatore. Oltre ad aver lavorato davanti la macchina da
presa, Esposito si è in alcune occasioni cimentato anche nella
regia. Ha infatti esordito in tale ruolo dirigendo il
lungometraggio Gospel Hill (2008), per poi firmare la
regia di un secondo film, This Is Your Death, nel
2017. Nel 2022, invece, ha avuto l’occasione di dirigere il sesto
episodio della sesta stagione della serie Better Call
Saul. Ma non finisce qui: Esposito ha lavorato anche come
doppiatore per Il libro della giungla (2016), Dear
White People (2017-2019) e Cyberpunk:
Edgerunners (2022).
Giancarlo Esposito in Breaking
Bad
4. La sua doveva essere una
breve apparizione. In Breaking Bad Esposito
interpreta il crudele Gus Fring, un personaggio che doveva
inizialmente apparire solo in tre o quattro episodi. A Giancarlo
Esposito è però poi stato chiesto di tornare per sette episodi
nella terza stagione, ma l’attore si è rifiutato di tornare a meno
che non potesse apparire in più episodi. Finì per apparire in 11
episodi nella terza stagione e divenire poi uno dei protagonisti
della quarta stagione.
5. Ha avuto una precisa
fonte d’ispirazione per la propria interpretazione.
Secondo quanto rivelato da Giancarlo Esposito, egli ha basato la
sua interpretazione di Gus Fring sulla performance di
Edward James Olmos nei panni del tenente Martin
Castillo in Miami Vice (1984). Esposito aveva infatti
trovato molto interessante come Olmos apparisse molto silenzioso e
calmo, suggerendo però un tumulto interiore. Ha così costruito
Fring a partire da queste caratteristiche, facendolo diventare un
personaggio pacato esternamente ma profondamente violento al
proprio interno.
Giancarlo Esposito in Una
poltrona per due
6. Ha avuto un cameo nel
celebre film. Nel film Una poltrona per due,
con Eddie Murphy e Dan Aykroyd,
l’attore compare in un breve cameo, che oggi tutti i suoi fan
stanno riscoprendo. Lo si può infatti ritrovare nella scena
ambientata in carcere, quando il personaggio di Murphy, Billy Ray,
racconta le sue eroiche gesta a base di arti marziali. Esposito è
il giovane con pantaloni blu e canottiera azzurra appoggiato alle
sbarre che ascolta quanto il protagonista ha da dire.
Giancarlo Esposito in The
Mandalorian
7. Ha interpretato un
villain. Nella serie di Star
WarsThe Mandalorian, Esposito ha interpretato il
villain Moff Gideon, principale antagonista all’interno delle tre
stagioni. Un ruolo che l’attore ritiene estremamente interessante e
che ha descritto come “un personaggio della malavita. Lo si
potrebbe anche vedere come un salvatore, come qualcuno che potrebbe
riportare un po’ di ordine nel mondo dopo che tutto è
crollato“. Esposito si è poi detto interessato a riprendere il
ruolo anche in futuro.
Giancarlo Esposito in Far Cry
6
8. Ha interpretato un
personaggio nel celebre videogioco. Per il videogioco
Far Cry 6, in cui il giocatore assume il controllo di un
rivoluzionario che ha intenzione di ribellarsi alla dittatura di
una fittizia isola caraibica, Esposito ha interpretato tramite
motion capture e doppiato il personaggio dittatore Antón Castillo.
L’attore si era detto interessato agli aspetti di motion capture
del ruolo, poiché vi aveva avuto a che fare in passato ed era
interessato a sperimentare di più con questa tecnica, ma ha anche
espresso il suo interesse per il tipo di personaggio che Ubisoft
aveva creato per lui.
Giancarlo Esposito e i genitori
Giovanni ed Elizabeth Foster
9. I genitori si sono
conosciuti a Napoli. Giancarlo Esposito è figlio del
carpentiere italiano Giovanni Esposito (di
Napoli), detto “John” (1931-2002), e della cantante afroamericana
Elizabeth Foster, detta “Leesa” (1926-2017),
originaria dell’Alabama. I genitori di Esposito si conobbero al
Teatro San Carlo di Napoli, dove Giovanni lavorava come tecnico ed
Elizabeth come cantante d’opera. Per qualche anno hanno vissuto in
Italia, fino a quando Giancarlo aveva sei anni, per poi trasferirsi
a nord di New York.
Giancarlo Esposito ha origini
italiane e parla l’italiano
10. Possiede la
cittadinanza italiana. Pur se cresciuto a tutti gli
effetti negli Stati Uniti, dove lavora anche, Esposito non ha mai
dimenticato il suo amore per l’Italia, che considera come una sua
seconda casa. L’attore si reca infatti molto spesso nel Bel Paese
in vacanza e nell’estate del 2023 ha ad esempio condiviso alcune
foto da Napoli, dove si è recato a visitare il teatro dove si sono
conosciuti i suoi genitori. Oltre a ciò, Esposito parla
fluentemente l’italiano e possiede anche la cittadinanza
italiana.
Netflix rilascia
le prime immagini di Sofía Vergara nei panni di Griselda Blanco
nella miniserie composta da 6 episodi Griselda.
Vergara è anche co-creatrice e produttrice esecutiva insieme a
Eric Newman (Narcos) e al regista Andrés
Baiz. La serie debutterà a gennaio 2024 su Netflix.
Il co-creatore e
produttore esecutivo Eric Newman dichiara:
“Come immigrata colombiana e madre single che è arrivata in
America e ha costruito un impero, Sofía condivide l’aspetto
personale di questo personaggio, e la sua passione nel raccontare
la sua storia è stata senza dubbi la forza trainante di questo
progetto. Ciò che sorprenderà davvero gli spettatori è il modo in
cui riesce a racchiudere questa totale oscurità nella sua
performance, lontana dalla comicità per cui è amata e conosciuta.
Trovare la strada giusta per interpretare questo ruolo è stata la
sua grande sfida in questo show, e vedere la trasformazione
riuscita è stato un privilegio”.
Il regista e produttore
esecutivo Andrés Baiz aggiunge: “Quando
incontriamo Griselda, è una donna schiacciata da quel mondo
dominato dagli uomini che la circonda. Assistiamo anche alla sua
evoluzione mentre trasforma la sua oppressione in uno strumento per
incutere terrore: queste immagini forniscono solo un primo sguardo
a questa dualità, che è ciò che trovo così affascinante in
Griselda, e Sofía Vergara riesce a catturare in modo intenso la sua
essenza”.
Griselda, la trama
La miniserie è ispirata
alla vita della scaltra e ambiziosa imprenditrice colombiana
Griselda Blanco, una madre affettuosa che ha creato uno dei
cartelli della droga più redditizi della storia. Con un mix letale
di insospettabile ferocia e fascino, Blanco è riuscita a tenere in
pugno business e famiglia, guadagnandosi il soprannome di
“Madrina”.
I film ambientati nel corso di
un’unica lunga e folle notte sono molti e tutti utilizzano questo
arco temporale per raccontare qualcosa di molto specifico.
Presentato in concorso al Noir in Festival del 2020, il film
Non uccidere (qui la recensione) fa parte di
questa tipologia di opere. Si tratta dell’opera seconda del regista
David Victori (affermatosi poi ulteriormente
grazie alla serie Sky Rojo, distribuita su Netflix), che dà vita con questo suo secondo film ad
un’opera particolarmente ricca di adrenalina e caratterizzata tanto
da riflessioni di natura morale ed etica quanto da virtuosismi di
regia e messa in scena che accentuano il fascino dell’opera.
I riferimenti di Victori sono
talvolta espliciti, rifacendosi in particolare ad un film esemplare
di questa tipologia come Fuori orario, diretto nel 1985 da
Martin
Scorsese, pur privando Non uccidere
dell’ironia che caratterizzava quell’opera. Allo stesso modo il
film è caratterizzato da uno stile visivo che in quanto ad
atmosfera, luci e colori ricorda gli ultimi film del regista danese
Nicolas Widing Refn, come Solo Dio perdona e
The Neon Demon. Il film
di Victori coniuga dunque realismo e surrealismo, proponendo
davvero un viaggio sensoriale al confine tra il possibile e
l’impossibile.
Accolto in modo positivo dalla
critica e dal pubblico, il film è dunque un’opera particolarmente
affascinante, che ogni appassionato di film folli e dinamici non
può perdersi. Inoltre, Non uccidere spinge in modo
interessante a compiere riflessioni su ciò che si sarebbe disposti
a fare pur di sopravvivere. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Nonuccidere: la trama del film
Il film ha per protagonista
Dani, un bravo ragazzo che, negli ultimi anni, si
è dedicato esclusivamente al padre malato. Dopo la morte del
genitore, Dani decide finalmente di riprendere in mano la sua vita.
Proprio quando ha in mente un lungo viaggio che la sorella ha
deciso di regalargli, incontra Mila, una ragazza
tanto sensuale quanto instabile, che trasformerà la sua notte in un
vero incubo. Le conseguenze dell’incontro porteranno infatti Dani a
compiere cose che non avrebbe mai immaginato di poter fare e ben
presto, ritrovandosi incastrato in situazioni sempre più pericolose
per sé e per gli altri, sarà chiamato a compiere scelte
particolarmente difficili.
Non uccidere: il cast del film
Protagonista assoluto del film è
l’attore spagnolo Mario Casas. Forse poco
conosciuto a livello internazionale, egli è però una vera e propria
celebrità nel suo paese, avendo recitato in popolari film come
Tres metros sobre el cielo (2010), Le streghe son tornate
(2013) e El bar (2017). Per la sua intensa interpretazione
di Dani in Non uccidere, l’attore ha ottenuto numerosi
consensi internazionali, vincendo in particolare il prestigioso
premio Goya (l’Oscar spagnolo) come miglior attore. Accanto a lui,
nei panni della seducente Mila vi è invece l’esordiente
Milena Smit, vista poi anche in Madres paralelas.
L’attore Fernando Valdivienso è invece Ray, il
compagno di Mila. La Smit e Valdivienso sono poi entrambi stati
candidati come migliori attori rivelazione ai Goya, senza però
ottenere il premio.
Non uccidere: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Non uccidere grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 13settembre
alle ore 21:20 sul canale Rai
4.
Il regista francese Luc
Besson ha dato vita con i suoi film ad alcuni tra i più
avvincenti personaggi femminili degli ultimi decenni. Titoli come
Léon, Il Quinto Elemento, Lucy o Valerian e la città dei mille
pianeti vantano figure di donne complesse, in grado di
rubare la scena a quanti gli stanno intorno. Il primo grande film
con cui Besson dà inizio a questa serie di personaggi è
Nikita, del 1990. Si tratta di un film
divenuto un vero e proprio cult del genere thriller d’azione,
tipologia particolarmente cara al regista. Ad oggi tale opera è
senza dubbio una delle sue più note e citate.
Affascinato dall’idea di dar vita ad
una giovane ragazza incastrata in una vita criminale, questi trasse
il titolo Nikita dall’omonima canzone di Elton
John. Rimase infatti affascinato da tale brano dopo averlo
sentito ripetutamente durante un viaggio aereo. Dopo i successi
commerciali ottenuti con Subway e Le Grand Bleu,
Besson ebbe quasi del tutto carta bianca per realizzare il suo
nuovo film. Con le riprese svoltesi prevalentemente a Parigi, il
film poté dunque vantare un budget di circa 39 milioni di euro,
affermandosi poi a sua volta come un vero e proprio successo di
pubblico e critica.
Nikita ricevette inoltre
diversi premi in tutto il mondo, arrivando ad essere nominato a ben
9 César e nella categoria del miglior film straniero ai Golden
Globe. Per gli amanti del genere, è un titolo assolutamente da non
perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Nikita: la trama del
film
Protagonista del film è la giovane
tossicodipendente Nikita. Sempre più invischiata
nel circolo della droga, questa decide di procurarsene ancora
insieme ad un gruppo di amici, e per farlo pianificano una rapina
nella farmacia dei genitori di uno dei membri del gang. Tuttavia,
l’arrivo improvviso della polizia manda in crisi il gruppo, e
Nikita, resa instabile dall’assunzione di droga finisci con lo
sparare ad un agente uccidendolo. Processata e condannata
all’ergastolo, la giovane viene scoperta dai servizi segreti in
quanto dotata di sorprendenti doti. Si decide così di farla
trasferire segretamente in un quartier generale, dove verrà
addestrata per diventare una killer professionista.
Sotto la supervisione
dell’allenatore Bob, Nikita acquista abilità
straordinarie, perfezionando il proprio stile di combattimento e la
propria letalità. Prima di poter assumere i panni della pericolosa
assassina che è destinata a diventare, la giovane dovrà però
compiere una prova decisiva, che cambierà per sempre la propria
vita. A complicare le cose, vi è però l’incontro fortuito con
l’affascinante Marco. Sopraffatta per la prima
volta dall’amore, Nikita dovrà dividersi tra la propria attività di
sicario e quella di donna innamorata. Sempre più, però, le due cose
finiranno per accostarsi in modi impensabili.
Nikita: il cast del film
Ad interpretare il ruolo
dell’assassina Nikita vi è l’attrice Anne
Parillaud, qui al suo primo ruolo di rilievo. Per
prepararsi alla parte, questa si è dovuta esercitare a lungo al
fine di raggiungere la muscolatura e la forma fisica necessaria
alle complesse riprese del film. L’attrice, inoltre, si è
addestrata nell’uso delle armi e proprio per via della presenza di
una di queste nella sua auto è stata fermata dalla polizia.
L’interpretazione della Parillaud è stata particolarmente
apprezzata, portandola poi a vincere il premio come miglior attrice
ai premi César. Recitare nel film è però stato particolarmente
complesso. L’attrice, ad esempio, si è infatti trovata a dover
ripetere centro volte la sua prima battute.
Ad interpretare il personaggio di
Bob, l’addestratore di Nikita, vi è l’attore Tchéky
Karyo, mentre Marco ha il volto di
Jean-HughesAnglade. Quest’ultimo
è stato poi recentemente visto anche nei film Suburra e
7 uomini a mollo. Tra gli altri maestri della protagonista
si ritrova anche Amande, interpretata dalla grande attrice francese
Jeanne Moreau. Philippe Loroy è
Grossman, mentre compare anche l’attore Jean Reno nei
panni dello spietato sicario Victor L’eliminatore. L’attore, che
aveva già collaborato con Besson per Subway e Lo Grand
Bleu, avrebbe poi nuovamente interpretato per lui un assassino
nel successivo Léon.
Nikita: il remake
americano, le serie TV, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Dato il grande successo del film
francese, nel 1990 ne è stato realizzato un remake statunitense
intitolato Nome in codice:Nina. Ad interpretare
l’assassina del titolo, è l’attrice Bridget Fonda.
Prodotto dalla Warner Bros, il film mancò però di ottenere un
successo di critica e di pubblico simile a quello dell’originale
francese. Di Nikita sono poi state realizzate anche due
serie televisive. Una prima, di produzione canadese, è andata in
onda dal 1997 al 2001, con Peta Wilson nei panni
della protagonista. La seconda, invece, andata in onda dal 2010 al
2013, vede l’attrice Maggie Q
impegnata a vestire i panni di Nikita.
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Nikita è infatti
disponibile nei cataloghi di Infinity e
Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 13 settembre alle ore
21:00 sul canale Iris.
Sebbene sia una delle idee più
popolari della fantascienza, i film sbagliano molti dettagli sui
viaggi nel tempo. Non è mai esistito un esempio
reale di viaggio nel tempo, almeno non uno che sia stato confermato
all’unanimità dalla comunità fisica internazionale. Ci sono film
sui viaggi nel tempo che hanno effettivamente senso da un punto di
vista scientifico, ma sono molto più numerosi quelli che non ne
hanno. I film che riescono a far funzionare bene questo tipo di
espediente aprono la strada al pubblico per una migliore
comprensione della scienza complessa, ma per il pubblico che vuole
capire meglio il tropo più popolare della fantascienza, vale allora
la pena di vedere cosa sbagliano sempre la maggior parte dei
film.
La separazione di spazio e
tempo
I film sui viaggi nel tempo non
sempre tengono conto della relazione tra tempo e spazio. Tuttavia,
la maggior parte degli scienziati concorda con la teoria della
relatività di Albert Einstein, uno dei cui
principi fondamentali è che lo spaziotempo esiste come variabile
inseparabile. Ad esempio, poiché la macchina del tempo di Doc Brown
in Ritorno al futuro ha
solo le coordinate temporali, Marty non sarebbe stato trasportato
nello stesso luogo in cui la DeLorean ha funzionato per la prima
volta. Marty sarebbe invece finito nel vuoto dello spazio, poiché
la Terra si sarebbe trovata in una posizione completamente diversa
della galassia, decenni dopo.
Come le macchine del tempo possono
potenzialmente funzionare
In genere i fisici prendono sul
serio solo due metodi teorici di viaggio nel tempo: il viaggio più
veloce della luce (FTL) e l’utilizzo di wormhole o buchi neri.
Tuttavia, questo aspetto è spesso ignorato dalla maggior parte
delle macchine del tempo cinematografiche, il cui funzionamento
interno è generalmente lasciato all’immaginazione degli spettatori.
Ciò risale al romanzo di H.G. Wells del 1895
La macchina del tempo, accreditato per
aver reso popolare l’idea di una macchina che può permettere a una
persona di tornare volontariamente indietro o avanti nel tempo.
I wormhole/buchi neri come portali
verso dimensioni diverse
In Interstellar, Cooper
attraversa un buco nero e raggiunge uno strano luogo in cui il
tempo è rappresentato da stanze compartimentate. Nel frattempo,
Event Horizon immagina come l’attraversamento di un wormhole possa
non solo portare all’inferno, ma anche causare echi casuali del
passato. In teoria, tuttavia, se i wormhole esistono – e se è
possibile viaggiare nello spazio attraverso i buchi neri – è
probabile che portino a un altro punto definito dello spaziotempo.
Detto questo, anche se il modo in cui funzionano i buchi neri e i
wormhole è una delle cose che i film sbagliano sempre sui viaggi
nel tempo, l’elemento di fantasia delle diverse dimensioni è un
ottimo elemento cinematografico.
I loop temporali diventano
scientificamente plausibili
Edge of Tomorrow,
Looper, 12 Monkeys, Source Code e Groundhog Day sono solo
alcuni dei film che presentano i loop temporali nelle loro trame.
La popolarità dei loop temporali ne fa una delle cose più comuni
che i film sbagliano sui viaggi nel tempo. Come spiega Stephen
Hawking nella sua teoria delle congetture sulla protezione
cronologica, “le leggi della fisica non consentono la comparsa
di curve temporali chiuse“. Il discorso del loop temporale è
più una svolta narrativa del classico viaggio nel
tempo che una vera e propria teoria scientifica. Forse
sono più implausibili del viaggio nel tempo stesso, ma i loop
temporali rimangono efficaci espedienti narrativi.
L’iperguida non tiene conto della
dilatazione temporale
Basata su motori a curvatura
teorici, l’iperguida nei film di Star Wars spiega perché
il viaggio FTL è possibile nella galassia. Tuttavia, nessuno dei
film di Star
Wars ha mai spiegato come questo possa portare al viaggio
nel tempo o alla dilatazione temporale. Da un lato, dato che questi
film non prevedono viaggi nel tempo, è possibile che l’FTL non
provochi distorsioni temporali. Inoltre, dato che la fisica in
Star Wars sembra funzionare come nel mondo reale, l’FTL
dovrebbe almeno causare dilatazioni temporali degne di nota.
L’esistenza dei tachioni
I film di
Star Trek collegano quasi sempre gli eventi di viaggio nel
tempo all’esistenza dei tachioni, che nel mondo
reale sono particelle teoriche che esistono solo a velocità FTL e
sono quindi potenzialmente in grado di viaggiare nel tempo. Anche
il film Land of the Lost prevede un “amplificatore di
tachioni” che trasporta l’utente in un punto apparentemente diverso
dello spazio e del tempo. Sebbene sia divertente immaginare
l’esistenza di tali particelle, i tachioni provengono
esclusivamente dall’immaginazione del fisico e autore di
divulgazione scientifica Gerald Feinberg. Inoltre, non sono stati
condotti esperimenti in grado di dimostrare l’esistenza dei
tachioni nel mondo reale.
I viaggi nel tempo non esistono
ancora
Tecnicamente parlando, viaggiare nel
tempo a velocità inusuali avviene già. Gli astronauti e i satelliti
in orbita viaggiano già nel tempo millisecondi più lentamente delle
persone sulla Terra, perché si muovono a velocità molto più
elevate. Un altro esempio è il modo in cui guardare le
stelle attraverso i telescopi è tecnicamente un modo di guardare
indietro nel tempo: il risultato è che la luce impiega il suo tempo
per viaggiare attraverso le grandi distanze tra i corpi celesti.
Anche nei film di fantascienza che affrontano correttamente il tema
del viaggio nel tempo, è molto raro che vengano affrontate queste
nozioni scientifiche di base relative al tempo spaziale, anche se
potrebbero aiutare in modo significativo gli spettatori a capire
come sia possibile viaggiare nel tempo.
Un paradosso temporale
distruggerebbe l’universo
Da The Flash e Ritorno al futuro ad
Avengers: Endgame, gli
scienziati dei film che infrangono le regole del viaggio nel tempo
hanno messo in guardia gli aspiranti viaggiatori dagli infiniti
pericoli che si corrono modificando il continuum spazio-temporale,
il cui apice è la distruzione dell’universo stesso. Come nel caso
dei loop temporali o di qualsiasi altro paradosso che comporti una
distorsione temporale, non esiste una vera e
propria teoria, nemmeno nella fisica quantistica, che indichi che i
paradossi causino effetti così apocalittici. I paradossi temporali
e i loro effetti devastanti sono più che altro esperimenti di
pensiero creativo, non concetti supportati dalla scienza.
Viaggi ad alta velocità che
coinvolgono un diverso piano fisico di realtà
La maggior parte delle versioni del
viaggio FTL prevede un regno in cui il tempo è un po’ strano, come
l’iperspazio di Star Wars, la rete
miceliale di Star Trek o il Regno
Quantico del MCU. La
“strada” del viaggio nel tempo si trasforma in un altro piano
fisico di esistenza. Tuttavia, questo suggerisce che il viaggio nel
tempo è possibile solo in una dimensione diversa con regole fisiche
diverse, anche se questi film hanno apparentemente una fisica
simile a quella del mondo reale. Sebbene il viaggio alla velocità
della luce possa teoricamente trasportare qualcuno all’indietro
nello spaziotempo, non ci sono teorie che sostengano come il
viaggio FTL possa in qualche modo portare a una realtà diversa al
di fuori dell’universo conosciuto.
Persone inspiegabilmente
sopravvissute a velocità FTL
Persino film acclamati dalla critica
come Interstellar e Contact non riescono a
spiegare come le persone che viaggiano in FTL – oltre 670.000.000
di miglia all’ora – sopravvivano all’accelerazione. Mentre il
viaggio nel tempo attraverso l’FTL è teoricamente
possibile, ciò che è impossibile è che gli esseri umani
sopravvivano inspiegabilmente alle forze causate dall’accelerazione
a velocità in pochi secondi. I moderni aerei a reazione, che
accelerano a oltre 4.000 miglia orarie in meno di un minuto,
sottopongono i piloti di caccia a importanti addestramenti
attraverso tute specializzate.
Il regista David
Ayer ha costruito la sua intera filmografia raccontando
contesti criminali, dove anche coloro che dovrebbero rappresentare
la legge possono rivelarsi corrotti da un momento all’altro. Che
siano da lui solo sceneggiati (come Fast and Furious, Training
Day o S.W.A.T. – Squadra speciale anticrimine) o anche
diretti (Harsh Times – I giorni dell’odio, End of Watch – Tolleranza zero,
Suicide Squad), i suoi film
ruotano spesso intorno a tale violento contesto. Non fa eccezione
il suo film più recente, uscito nel 2020, The Tax
Collector – Sangue chiama sangue, con il
quale il regista è tornato a raccontare della criminalità dal punto
di vista di chi la perpetra e vive sulla propria pelle ogni singolo
giorno.
Il film è inoltre ambientato nello
stesso universo dei film Training Day e Harsh Times –
I giorni dell’odio, entrambi scritti dal regista David
Ayer, con il secondo dei due che ha rappresentato il suo
debutto alla regia. Il legame tra questi tre film è confermato in
particolare dal personaggio Blood Bone (interpretato da Cle
Sloan), apparso in Training Day. Il film fa
inoltre riferimento anche all’esistenza della fittizia banda latina
“Hillside Trece”, che era la banda con cui Alonzo Harris aveva a
che fare in Training Day e che viene menzionata anche
in Harsh Times. Ayer sembra dunque con The Tax
Collector concludere una propria personale trilogia ambientata
in questo specifico universo condiviso.
Per tutti gli appassionati del
genere, The Tax Collector – Sangue chiama
sangue è dunque un film da non perdere, passato in
sordina per via della sua uscita durante la pandemia di Covid-19,
ma che ora grazie al suo arrivo su Netflix sta trovando il suo giusto pubblico. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di The Tax Collector – Sangue chiama
sangue
Protagonisti del film sono
David e Creeper, i quali lavorano
come “esattori delle tasse” per un signore del crimine di nome
Wizard. Il loro compito è quello di raccogliere
una determinata quota dagli utili delle bande locali. Quando però
un vecchio rivale di Wizard torna a Los Angeles dal Messico, tutta
la sua attività viene sconvolta e l’incolumità della gang e dei
loro cari viene messa in pericolo. David, in particolare, si
troverà a dover disperatamente cercare di proteggere ciò che per
lui conta di più: la propria famiglia.
Il cast di The Tax Collector –
Sangue chiama sangue e i tatuaggi di Shia LaBeouf
Nel ruolo di David, vero e proprio
protagonista del film, vi è l’attore Bobby Soto,
visto anche nella serie Narcos: Messico e nel film A
Million Miles Away. L’attrice Cinthya Carmona
interpreta Alexis Cuevas, moglie di David, mentre l’attore
George Lopez recita nel ruolo di Louis, lo zio
fraterno di David e diretto superiore nell’organizzazione di
Wizard. Quest’ultimo, signore del crimine mafioso messicano, è
interpretato da Jimmy Smits, noto al grande
pubblico per aver interpretato il senatore Bail Organa, padre
adottivo della principessa Leila Organa, nei prequel della famosa
saga fantascientifica Guerre stellari.Lana
Parrilla recita invece nel ruolo di Favi, la cognata di
David.
Ad interpretare Creeper, invece, vi
è l’attore Shia LaBeouf,
qui alla sua seconda collaborazione con Ayer dopo il film di guerra
Fury. Noto per il suo
ricorrere a metodi estremi per calarsi nei panni dei personaggi che
deve interpretare, LaBeouf ha scelto di recarsi da un vero
tatuatore per dar vita ai vistosi tatuaggi che Creeper sfoggia sul
proprio corpo. Quelli che dunque si vedono nel film, non sono il
frutto di un truccatore, bensì reali tatuaggi che l’attore si è
fatto disegnare sul corpo. Ad oggi, sembra che l’attore li possieda
ancora sul proprio corpo.
Il trailer di The Tax Collector
– Sangue chiama sangue e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
The Tax Collector – Sangue chiama sangue
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV,
PrimeVideo e Netflix.
Su quest’ultima piattaforma, il film si trova attualmente
al 2° posto nella Top 10 dei film più visti in
Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video.
Apple TV+
ha condiviso oggi il teaser trailer e le prime immagini della
quarta stagione di For All Mankind, lo space drama
di successo e acclamato dalla critica, creato dal candidato ai
Golden Globe e vincitore di un Emmy Ronald D. Moore e dai candidati
agli Emmy Ben Nedivi e Matt Wolpert. La quarta stagione, composta
da 10 episodi, farà il suo debutto il 10 novembre 2023 su
Apple
TV+, con un nuovo episodio ogni venerdì fino al 12
gennaio 2024.
Negli otto anni trascorsi dalla
terza stagione, Happy Valley è entrata nel nuovo millennio e ha
rapidamente ampliato la sua presenza su Marte trasformando gli ex
nemici in partner. Nel 2003 il programma spaziale si è concentrato
sulla cattura e l’estrazione di asteroidi estremamente preziosi e
ricchi di minerali in grado di cambiare il futuro della Terra e di
Marte. Ma le tensioni tra i residenti dell’ormai estesa base
internazionale minacciano di annullare tutto ciò per cui si sta
lavorando.
Il cast di ritorno per la quarta
stagione comprende Joel Kinnaman, Wrenn Schmidt, Krys Marshall, Edi
Gathegi, Cynthy Wu e Coral Peña insieme ai nuovi series regular
Toby Kebbell, Tyner Rushing, Daniel Stern e Svetlana Efremova. “For
All Mankind” è creata da Moore, Nedivi e Wolpert che sono anche
showrunner e produttori esecutivi insieme allo stesso Moore e Maril
Davis per conto di Tall Ship Productions, oltre a David Weddle,
Bradley Thompson e Seth Edelstein. For All Mankind
è prodotta da Sony Pictures Television. Le prime tre stagioni di
“For All Mankind” sono disponibili in streaming su Apple
TV+.
Apple
TV+ ha diffuso un secondo affascinante trailer di
Killers
of the Flower Moon, diretto da Martin Scorsese e con protagonista Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro. Il film uscirà in sale selezionate il
19 ottobre 2023 distribuito da 01 Distribution. Sarà poi diffuso
negli Stati Uniti il 20 ottobre da Apple TV+. In Italia
qualche settimana dopo. Basato sull’omonimo libro
best-seller,
Killers of the Flower Moon è ambientato
nell’Oklahoma degli anni ’20 e segue l’omicidio seriale di membri
della Osage Nation, l’associazione di ricca di petrolio.
La storia racconta una serie di crimini brutali in circostanze
misteriose che si sono verificati conosciuto come “il regno del
terrore”.
Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura
con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A
Star is Born. Leonardo
DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un
potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily
Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e
Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI
incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche
Brendan Fraser e John Lithgow.
Killers of the Flower
Moon, il film
Killers
of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga
data Leonardo DiCaprioe
Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio
Oscar
Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone,
Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi,
William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy,
Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è
diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione
di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way
Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.
20th Century Studios ha diffuso il
final trailer di The
Creator diretto dal regista di
Rogue One: A Star Wars StoryGareth
Edwards. The
Creator, che arriverà il 28
settembre nelle sale italiane distribuito da The Walt Disney
Company Italia. Diretto da Gareth Edwards
(Rogue One, Godzilla), il film è
interpretato da John David Washington (Tenet),
Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe
(Inception), Sturgill Simpson (Io e
Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e
la vincitrice dell’Academy Award Allison Janney
(Tonya). La sceneggiatura è di Gareth
Edwards e Chris Weitz, da un soggetto di
Edwards. Il film è prodotto da Gareth Edwards, p.g.a., Kiri
Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon
Milchan, mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer,
Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman sono i
produttori esecutivi.
In una guerra futura tra la razza
umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua
(Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la
scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e
uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA
che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine
alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di
agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del
territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma
apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le
sembianze di un bambino.