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Lucca Comics & Games 2023: apre la vendita dei biglietti dell’edizione TOGETHER

Lucca Comics & Games 2023

Apre ufficialmente la vendita dei biglietti di TOGETHER, edizione Lucca Comics & Games 2023: dopo gli oltre 80.135 ingressi venduti in modalità early bird – pensata per dare opportunità agevolate ai più fedeli visitatori del festival – da oggi alle ore 15.00 sarà possibile acquistare biglietti giornalieri e abbonamenti fino al raggiungimento di un massimo di 80.000 biglietti al giorno.

Numerose le novità di questa edizione, pensate per migliorare l’esperienza di tutti i partecipanti, dei gruppi e delle famiglie, garantendo un’esperienza di acquisto dedicata.

I gruppi e le comitive composte da almeno 20 persone possono accedere al sito dedicato comitive.luccacomicsandgames.com per l’acquisto a prezzo ridotto e l’invio con un’unica spedizione – effettuata al/alla responsabile del gruppo – dei biglietti giornalieri e dei relativi braccialetti. Al raggiungimento delle 20 persone sarà fornito un biglietto omaggio (il 21esimo). Con questa modalità non sarà necessario accedere ai Welcome Desk per il ritiro dei braccialetti.

Le persone con disabilità possono ricevere anticipatamente i biglietti omaggio (giornalieri), accedendo al sito senzabarriere.luccacomicsandgames.com. Nel sito dovrà essere inserita la documentazione richiesta che attesta l’invalidità e sarà possibile accedere a diverse opzioni:

  • omaggio giornaliero con stampa a casa (print@home), oppure omaggio giornaliero con stampa a casa (print@home) e acquisto di un ridotto per l’accompagnatore (queste opzioni prevedono il ritiro del braccialetto presso i Welcome Desk durante i giorni del festival),
  • omaggio giornaliero in modalità Salta il Welcome Desk, oppure omaggio giornaliero in modalità Salta il Welcome Desk e acquisto di un ridotto per l’accompagnatore (queste opzioni prevedono l’invio di biglietto/i e braccialetto/i direttamente a casa, pagando il prezzo della spedizione indicato sul sito).

Questa opportunità si aggiunge alla possibilità, durante i giorni del festival, di richiedere direttamente in loco – presso le biglietterie o la Croce Verde di Lucca – i biglietti giornalieri omaggio per le persone con disabilità e l’eventuale ridotto per chi accompagna. Questa opzione sarà sempre garantita anche qualora gli 80.000 biglietti giornalieri previsti fossero esauriti.

I bambini nati dal 1° gennaio 2014 entrano gratuitamente, accompagnati da almeno un adulto provvisto di biglietto/abbonamento e braccialetto. Durante il festival, presso i Welcome Desk e il Family Palace, sarà possibile ritirare gratuitamente un braccialetto speciale pensato per i bambini sotto i 10 anni, con indicato il numero della protezione civile.

I Welcome Desk saranno 6 e saranno visibili nella mappa che sarà pubblicata nel sito www.luccacomicsandgames.com nelle prossime settimane. Chi ha acquistato un abbonamento o biglietti singoli per più giornate, potrà ritirare tutti i relativi braccialetti direttamente al primo passaggio presso i Welcome Desk, senza necessità di tornare i giorni successivi. Ogni giornata sarà identificata da un braccialetto di uno specifico colore, necessario per entrare in tutte le aree a pagamento del festival.

Nei prossimi giorni saranno attivati anche i servizi di prenotazione dei parcheggi gestiti dalla società Metro, con cui Lucca Comics & Games collabora, tramite il sito eventi.parcheggilucca.it

Resta valida anche nel 2023 l’opzione Eventi in Bus, che prevede di poter acquistare il biglietto giornaliero abbinato al viaggio da/per Lucca. Questa opzione include anche il relativo braccialetto, senza necessità di passare dai Welcome Desk. Il sito dedicato è www.eventinbus.com/artisti/lucca-comics-games_296.html

Continua anche la vendita dei biglietti dei concerti serali, la LC&G Music Tent(la nuova venue dedicata esclusivamente al programma Music) ospiterà un programma pomeridiano e serale, per tutti i cinque giorni di manifestazione.

Nel pomeriggio si potrà accedere agli spettacoli solo con il biglietto del festival, mentre per i concerti serali – con accesso dalle 20.30 e inizio spettacolo alle 21.30 – sono previsti ticket a parte, acquistabili fino ad esaurimento posti, conuno sconto per chi entrerà in possesso di un titolo di accesso a Lucca Comics & Games 2023.

I possessori dei biglietti Early Bird (i biglietti di Lucca Comics & Games 2023 acquistati in promozione tra il 10 e il 24 luglio) potranno godere dello sconto sul costo del biglietto del concerto: per maggiori informazioni basterà inviare una mail all’indirizzo [email protected]

Chiunque volesse acquistare il biglietto del concerto in modalità stampa@casa in combo con il biglietto del festival potrà scegliere di acquistare anche il servizio Salta il Welcome Desk e ricevere a casa il biglietto del concerto, il biglietto di Lucca Comics & Games e il braccialetto.

I biglietti dei concerti, ovviamente, potranno essere acquistati separatamente, a prezzo intero in modalità stampa@casa o ETicket, senza necessità di acquistare il biglietto del festival.

 
 

Loki 2: il nuovo trailer della serie con Tom Hiddleston

Seconda scena post credits Loki 2

Marvel Studios ha diffuso un nuovo trailer di LOKI 2, la seconda stagione della serie Disney+ che vede protagonista Tom Hiddleston accanto a Sophia DiMartino che tornerà nel panni di Silvie e a Owen Wilson che invece torna in quelli di Mobius. L’appuntamento è a partire dal 6 ottobre su Disney+.

Loki 2, tutto quello che sappiamo sulla seconda stagione

LOKI 2 sarà la “prima seconda stagione in assoluto” dello studio, e che tornerà a raccontare le imprese  del Dio dell’Inganno e dei suoi tentativi di preservare l’integrità del Multiverso. La sinossi ufficiale rilasciata dalla Disney recita: “la seconda stagione di Loki riprende all’indomani dello scioccante finale di stagione, quando Loki si ritrova coinvolto in una battaglia per l’anima della Time Variance Authority. Insieme a Mobius, Hunter B-15 e a una squadra di personaggi vecchi e nuovi, Loki naviga in un Multiverso in continua espansione e sempre più pericoloso alla ricerca di Sylvie, Judge Renslayer e Miss Minutes per comprendere su cosa significhi possedere il libero arbitrio e uno scopo glorioso“.

Tom Hiddleston interpreterà naturalmente il Dio dell’inganno, mentre è confermato anche il ritorno di Owen Wilson e Sophia DiMartino, così come l’arrivo della new entry Ke Huy Quan, reduce dalla vittoria dell’Oscar per Everything Everywhere All at Once. Jonathan Majors tornerà invece nel ruolo di Kang, anche se il suo personaggio non viene citato nel sinossi. La seconda stagione di Loki, infatti, dovrebbe fornire agli spettatori maggiori indizi su quello che sarà il suo futuro nell’MCU. Il debutto della nuova stagione è previsto su Disney+ per il 6 ottobre.

 
 

Galline in fuga: L’alba dei nugget, il trailer del film Netflix

Netflix rilascia il teaser trailer di Galline in fuga: L’alba dei nugget, il sequel del film in stop-motion che vede il ritorno di Melisha Tweedy, meglio conosciuta come la signora Tweedy, l’arcinemica di Gaia. Le immagini permettono di dare una prima occhiata alla signora Tweedy, doppiata nella versione originale da Miranda Richardson, attrice teatrale, cinematografica e televisiva.

Al cast si unisce anche l’attore, comico, regista e sceneggiatore britannico Peter Serafinowicz che dà la voce a Reginald Smith, un uomo d’affari privo di senso dell’umorismo che insieme a Tweedy rappresenta una nuova e più grande minaccia per i pennuti.

Il regista Sam Fell afferma: “Si dice che un film sia ben riuscito quanto lo è il suo cattivo, e la nemesi di Gaia, la signora Tweedy, è uno dei villain migliori, decisa in L’alba dei Nugget ad attuare una vendetta senza precedenti. Lavorare con Miranda Richardson per trasformarla  nella super cattiva anni Sessanta Melisha Tweedy è stato un piacere. Miranda riesce a equilibrare perfettamente dramma e commedia, facendoti ridere e allo stesso tempo spaventare. A completare il nostro fantastico cast Peter Serafinowicz che interpreta Reginald Smith, un uomo d’affari un po’ disorientato in visita alla gigantesca fabbrica di nugget della signora Tweedy. Serve un particolare genio comico per fare da contraltare all’incredibilmente spaventoso super villain di Miranda Richardson. Peter ci riesce con naturale raffinatezza”.

The Aardman Animations Picture, pluripremiata agli Oscar e ai BAFTA (Creature Comforts, Wallace e Gromit e Shaun, Vita da pecora) in collaborazione con il regista premio Oscar e candidato ai BAFTA Sam Fell (ParaNorman e Giù per il tubo) presentano Galline in fuga: L’alba dei nugget, il tanto atteso sequel del popolare film in stop motion con il maggiore incasso di sempre, Galline in fuga.

Galline in fuga: L’alba dei nugget, la trama

Essendo riuscita a fuggire per il rotto della cuffia dalla fattoria dei Tweedy, Gaia ha finalmente trovato un posto da sogno: un tranquillo rifugio su un’isola per l’intero pollaio, lontano dai pericoli causati dall’uomo. Quando lei e Rocky danno alla luce una pulcina di nome Molly, il lieto fine sembra vicino. Ma sulla terraferma, l’intera razza dei gallinacei deve affrontare una nuova e terribile minaccia. Per Gaia e la sua gang la tanto agognata libertà potrebbe essere a rischio, ma questa volta non si fermeranno davanti a nulla!

  • Regista: Sam Fell
  • Produttori: Steve Pegram, p.g.a. e Leyla Hobart, p.g.a.
  • Sceneggiatori: Karey Kirkpatrick & John O’Farrell e Rachel Tunnard
  • Storia di: Karey Kirkpatrick & John O’Farrell
  • Montatore: Stephen Perkins BFE
  • Musiche di: Harry Gregson-Williams
  • Produttori Esecutivi: Peter Lord, Nick Park, Carla Shelley, Sam Fell, Paul Kewley, Karey Kirkpatrick
  • Cast: Thandiwe Newton (Gaia), Zachary Levi (Rocky), Bella Ramsey (Molly), Imelda Staunton (Tantona), Lynn Ferguson (Mac), David Bradley (Cedrone), Jane Horrocks (Baba), Romesh Ranganathan (Frego), Daniel Mays (Fetcher), Josie Sedgwick-Davies (Frizzle), Peter Serafinowicz (Reginald Smith), Nick Mohammed (Dr Fry), Miranda Richardson (signora Tweedy)
 
 

Festa del Cinema di Roma: Anna Magnani protagonista dell’immagine ufficiale della 18° edizione

Festa del Cinema di Roma 2023

Anna Magnani è la protagonista dell’immagine ufficiale della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà dal 18 al 29 ottobre 2023 presso l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” con la direzione artistica di Paola Malanga, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma presieduta da Gian Luca Farinelli, Direttore Generale Francesca Via.

La foto è un omaggio a una delle più grandi e amate attrici del cinema italiano e internazionale, scomparsa cinquant’anni fa. L’immagine la ritrae sorridente e circondata dai fotografi nel corso della conferenza stampa indetta nel 1956 dopo la vittoria del Premio Oscar® per la sua straordinaria interpretazione nel film La rosa tatuata di Daniel Mann. Anna Magnani, che mostra all’obiettivo un fazzoletto su cui è appunto raffigurata una rosa, è stata la prima attrice italiana a ottenere il prestigioso riconoscimento assegnato dall’Academy. La Festa del Cinema di Roma ricorda così una donna forte, determinata e affascinante, indimenticabile simbolo del nostro cinema nel mondo.

Immagine-Festa-del-Cinema-2023

 
 

Evil Does Not Exist, recensione del film di Ryusuke Hamaguchi #Venezia80

Il Male non Esiste (Evil Does Not Exist) film 2023

Nel filone di drammi ecologici recenti, tra Alcarràs (Carla Simòn), Costa Brava Lebanon (Mounia Akl) e How to Blow Up a Pipeline (Daniel Goldhaber), arriva in concorso a Venezia 80 il film Evil Does Not Exist, del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi, che ha ottenuto la fama internazionale con Drive My Car, vincitore dell’Oscar al miglior film straniero nel 2022. Questo suo nuovo progetto è una riflessione sui comportamenti che l’essere umano assume se riportato in uno stato di natura, un perimetro dalla bellezza apparentemente incontrastata ma che risveglia istinti latenti in chi cerca di imporvisi.

Evil Does Not Exist: la minaccia del “glamping”

Takumi e sua figlia Hana vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo. Come le generazioni che li hanno preceduti, vivono una vita modesta secondo i cicli e l’ordine della natura. Un giorno, gli abitanti del villaggio vengono a conoscenza di un progetto per la costruzione di un sito glamping vicino alla casa di Takumi, che offrirà agli abitanti della città una comoda “fuga” nella natura. Quando due rappresentanti di un’azienda di Tokyo arrivano nel villaggio per tenere una riunione, diventa chiaro che il progetto avrà un impatto negativo sull’approvvigionamento idrico locale, causando disordini. Le intenzioni sbagliate dell’agenzia mettono in pericolo sia l’equilibrio ecologico dell’altopiano che il loro stile di vita, con conseguenze che colpiscono profondamente la vita di Takumi.

Con una durata limitata – appena un’ora e trenta di girato – Hamaguchi mette a punto un film dal tono mutevole, che passa dalla satira anche piuttosto ironica, all’angoscia e al respiro affannoso di un predatore. Come l’acqua del villaggio che scorre verso il basso, il film di Hamaguchi procede lentamente, seguendo i ritmi della comunità isolata, e culminando in un finale in cui la violenza è latente in ogni immagine, ma si è ormai insediata ovunque, dopo che l’uomo moderno ne ha contaminato inconsapevolmente il ritmo.

Un eco-dramma preciso nello svolgimento

Evil Does Not Exist è un film di preoccupazioni, confronti e punti di vista: due parti, investitori e locali, devono capire come procedere di pari passo nel presente, dopo essersi resi conto della loro incompetenza, i primi, e aver messo in chiaro le priorità della comunità, i secondi. Ingenuità e consapevolezza continuano a scontrarsi in dialoghi sinceri, che mai nascondono le ragioni dei personaggi e fanno presagire un punto di rottura fin dall’inizio, che si palesa quando il rappresentante del glamping manifesta la sua arroganza credendo di poter provare a diventare un uomo interessante imparando a vivere nella natura. In mezzo a questo scontro a due armi, vi è la figlia di Takumi, enigmatico personaggio i cui occhi sono anche il nostro primo ingresso nella riserva naturale. Un personaggio che continua a vagare per i boschi e le strade in cui i bambini possono ancora giocare senza supervisione, almeno fino all’arrivo degli uomini di città. Da allora, il sindaco della comunità inizierà ad avvertirla di non recarsi nel bosco da sola: un monito inedito per la piccola che, nella sua inconsapevolezza dell’esistenza di regole di vita altre, lascerà questo consiglio inascoltato.

Ryusuke Hamaguchi porta in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023 un film dal respiro estremamente attuale, che sviscera la complessità dell’animo umano con cambi di tono e di stile precisissimi. La durata contenuta, la direzione dell’attore e, soprattutto, una notevole agilità di scrittura, lo consacrano definitivamente come una delle firme internazionali più interessanti.

 
 

Doggy Style, le clip dal film al cinema dal 14 settembre

Doggy Style film 2023

Ecco cinque clip di Doggy Style, l’insolita commedia diretta da Josh Greenbaum (Barb e Star vanno a Vista Del Mar), scritta da Dan Perrault (Players, American Vandal), al cinema dal 14 settembre.

Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo, ma se l’uomo in questione fosse un vero bastardo? In questo caso, potrebbe essere il momento di una dolce vendetta, da cani. Quando Reggie (Will Ferrell), un Border Terrier innocente ed inesorabilmente ottimista, viene abbandonato dal suo spregevole padrone per le pericolose strade cittadine, Doug (Will Forte; The Last Man on Earth, Nebraska), Reggie è sicuro che il suo amato padrone non lo abbandonerebbe mai di proposito.

Ma quando Reggie si imbatte in Bug (il premio Oscar Jamie Foxx), un Boston Terrier logorroico e poco elegante, un randagio che ama la sua libertà e non crede nella bontà dei padroni, finalmente si rende conto di che spregevole uomo senza cuore sia Doug e di che amore tossico avesse per lui.

Determinato ad avere la sua vendetta, Reggie insieme a Bug e ai suoi amici – Maggie (Isla Fisher; Now You See Me, 2 Single a nozze), un intelligentissimo Pastore Australiano rimpiazzato dal suo padrone con un nuovo cucciolo, e Hunter (Randall Park; Finché forse non vi separi, Aquaman), un ansioso Alano stressato dal suo lavoro come animale da supporto emotivo – escogitano un piano e iniziano un’avventura epica per aiutare Reggie a ritrovare la via di casa…  e a farla pagare a Doug mordendogli quell’estremità di sé stesso che più ama (Indizio: non è il suo piede).

Doggy Style non è il solito film sui cani a cui siamo abituati. È diretto da Josh Greenbaum (Barb e Star vanno a Vista Del Mar) e scritto da Dan Perrault (Players, American Vandal), è una commedia divertente vietata ai minori sulle complicazioni dell’amore, l’importanza delle grandi amicizie e gli inaspettati vantaggi di flirtare con un divano.

Con le voci italiane di: Massimo De Ambrosis (Reggie), Pino Insegno (Bug), Federica De Bortoli (Maggie), Federico Di Pofi (Hunter), Michele D’Anca (Doug), Dario Oppido (Rolf).  Doggy Style è prodotto dal fondatore e amministratore delegato di Picturestart Erik Feig (La ragazza più fortunata del mondo, Cha Cha Real Smooth), da Louis Leterrier (regista di Fast X, Scontro tra Titani), da Dan Perrault (Players, American Vandal) e da Phil Lord e Chris Miller (Spider-Man: Un nuovo universo, The Lego Movie 2: Una nuova avventura) e Lord Miller presidente di Film Aditya Sood (Sopravvissuto, Cocainorso). Produttori esecutivi: Jessica Switch, Nikki Baida e Julia Hammer.

 
 

Leopardi & Co: al via le riprese del film con la partecipazione di Whoopi Goldberg

Leopardi & Co film

Sono partite lo scorso 2 settembre le riprese del film Leopardi & Co una co-produzione Camaleo/Eagle Pictures – il film diretto da Federica Biondi che vede in un ruolo comprimario, accanto a quello dei due protagonisti della commedia romantica, Jeremy Irvine e Denise Tantucci, e agli altri attori del cast Paolo Calabresi e Paolo Camilli, il Premio Oscar Whoopi Goldberg.

La trama di Leopardi & Co

David (Jeremy Irvine) è un giovane attore americano che sogna un ruolo in grado di consacrarlo come una vera star mondiale. Ma David è talmente superficiale che nemmeno legge i copioni che gli arrivano finché la sua agente Mildred (Whoopi Goldberg) lo costringe ad accettare il ruolo di protagonista in “Giacomo in Love” film diretto dal mitico regista italiano Ruggero Mitri (Paolo Calabresi). David, convinto sia la storia di Casanova, arriva sul set a Recanati totalmente impreparato per cui viene affidato a Silvia (Denise Tantucci) una coach del luogo col compito di spiegare all’americano chi era il Sommo. Tra i due è odio a prima vista…

Rettifica del precedente: qui
 
 

Venezia 80, le foto dal red carpet di Coup De Chance di Woody Allen

Woody Allen sul red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

E’ stato presentato in concorso a Venezia 80 Coup De Chance, il nuovo film di Woody Allen  che ha sfilato sul red carpet rosso con il cast del film. Il commento del regista “Questo è il mio cinquantesimo film. È stato un grande privilegio averlo realizzato a Parigi ed è un grande onore presentarlo a Venezia”.

Coup de Chance parla dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle nostre vite. Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi…

 
 

Venezia 80, le foto dal red carpet di Priscilla di Sofia Coppola

Cast Priscilla
Cast Priscilla red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

E’ stato presentato in concorso a Venezia 80 Priscilla, il nuovo film di Sofia Coppola che ha sfilato sul red carpet rosso con il cast del film Cailee Spaeny e e ovviamente la vera Priscilla Presley.

In merito al film la regista ha commentato “Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley sugli anni che ha vissuto, da giovane donna, a Graceland. E ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ha vissuto esperienze comuni a molte giovani donne, con la differenza che le ha affrontate in un contesto inusuale. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo incredibilmente identificare tutte..

Nel film Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.

 
 

Coup de Chance: recensione del nuovo di film di Woody Allen #Venezia80

dicembre al cinema Coup de chance film Woody Allen

Cosa succede quando caso e fortuna entrano in gioco? Woody Allen delinea questo quadro cosmico in Coup de Chance quando, cioè, il colpo di fortuna ti cambia la vita. La cinquantesima pellicola del regista si muove per le strade della Parigi di Midnight in Paris ma lancia uno sguardo al passato ricordando molto il suo precedente Match Point. A differenza della sua enorme filmografia questa volta Woody Allen arriva Fuori Concorso a Venezia 80 con un film interamente girato in francese sorprendendo tutti. Nonostante le continue voci sul suo possibile ritiro, Allen smentisce tutto dicendo di aver pronto un nuovo film ambientato nella sua New York.

Coup de Chance, la trama

Jean (Melvil Poupaud) e Fanny (Lou de Laâge) sono una coppia di parigini, ricca e affascinante. Sono sposati ma non hanno figli e passano i weekend nella loro casa in campagna a caccia con gli amici. Woody Allen ci presenta il quadro della situazione di questa famiglia il cui equilibrio viene rotto dall’arrivo di Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo di Fanny eternamente innamorato di lei. Un equilibrio che Allen, con l’autore della fotografia Vittorio Storaro, cerca di rompere utilizzando la palette dei colori. La prima parte del film affronta proprio l’incontro e l’inizio della relazione tra Alain e Fanny. Tra appuntamenti nascosti e pranzi appartati, la coppia viaggia indietro nel tempo tornando agli anni di spensieratezza liceale.

In questa prima parte si accavallano anche i sentimenti contrastanti nel cuore di Fanny, scissa tra il marito, possessivo e calcolatore, – reso visivamente con colori freddi e neutri – e l’amante, romantico e fugace – dove esplodono i colori caldi e intensi. La storia d’amore si consuma, forse destinata a durare in eterno, ma nella seconda parte di Coup de Chance si abbandona il destino e la fortuna, Woody Allen trasforma il lungometraggio da dramma romantico a thriller. In questa parte il personaggio della mamma di Fanny avrà un ruolo chiave. Interpretata da Valérie Lemercier la donna sembra avere molto in comune con il genero anzi è sollevata dal fatto che la figlia viva al sicuro con un uomo stabile e ricco. Tuttavia, l’istinto materno interviene al momento giusto quando scopre la verità su Jean.

Coup de chance recensione film

La vita è una variabile aleatoria

Jean è un uomo d’affari carismatico e di grande successo, fa colpo su tutti e si circonda di molti amici su cui sa di poter avere il controllo – lo stesso controllo che esercita sul treno meccanico, unico oggetto che può manovrare. Persone noiose, ricche e nullafacenti di cui si serve per compiacersi. Il pettegolezzo però è sempre dietro l’angolo e viene sussurrato alle sfarzose feste tra la folla. Jean sarebbe stato il mandante di un omicidio del suo socio in affari ereditando pare della ricchezza. Mentre Alain abbraccia il caso e la fortuna, Jean è scettico nei confronti di questi argomenti che nella filmografia di Woody Allen sono ricorrenti. Gli spettatori che vedranno Coup de Chance non potranno non notare la somiglianza con Match Point sotto alcuni aspetti della trama. I continui incontri tra Alain e Fanny insospettiscono Jean che possessivo e maniacale assume un investigatore privato.

Caso, fortuna e probabilità si ripresentano in una dura lotta di contrasti alla fine del film: un biglietto della lotteria accostato a una battuta di caccia al cervo. Quante probabilità ci sono di vincere e quante di prendere l’animale al primo colpo? Woody Allen spiazza lo spettatore e ancora una volta giocando con le probabilità si prende gli applausi a scena aperta.

 
 

Priscilla, recensione del film di Sofia Coppola #Venezia80

Priscilla recensione

Sofia Coppola torna al punto di vista femminile con il suo Priscilla, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, biopic che racconta l’amore tra Elvis Presley e la giovanissima Priscilla Beaulieu, poi divenuta Presly. Optando per un impianto da coming of age, che ben si sposa con il taglio editoriale di A24 e MUBI – impegnate nella produzione e distribuzione del film, il film di Sofia Coppola è un indie molto lineare ma sentito nelle intenzioni, un racconto di formazione che segue una ragazza diventare donna, passare dalla libertà alla prigione e viceversa, sulla strada travolgente di un amore che, per quanto faccia male, non svanisce.

Priscilla: Elvis ed io, un passo dietro a lui, e al suo fianco

Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.

Priscilla ed Elvis si incontrano in un luogo lontano dagli States, entrambi con un’incredibile nostalgia di casa. Nella Germania Ovest, dove Elvis sta prestando servizio militare e Priscilla si è trasferita con la famiglia, non c’è tanto da fare. Sarà proprio l’intrattenimento e la provenienza a farli avvicinare e, in pochissimo tempo, ad elevare – ironicamente – la piccola Priscilla a confidente prediletta del re del rock ‘n roll.

La “little one” di Elvis ha 14 anni quando la sua vita cambierà per sempre: molto più matura della sua età, capisce subito di essere una figura necessaria per Elvis. Ma nemmeno il re del rock ‘n roll è immune alla “fase di conoscenza” dei genitori e alle regole da rispettare nel corteggiare una ragazza. Con fatica e tanta caparbietà, la ragazza inizierà pian piano a vivere tra Germania e Stati Uniti, ad assaporare uno stile di vita che le era completamente alieno, a rendersi conto che, quando si è così vicini a una figura pubblica, forse, si inizia a perdere un po’ se stessi, soprattutto se non ci si è ancora conosciuti.

Alla ricerca di un punto di vista

Il fim di Sofia Coppola esplora in maniera ottimale le prime fasi di conoscenza tra Elvis e Priscilla, umanizzandola e avvicinandola al pattern di tanti altri incontri romantici, con tutto l’imbarazzo e la voglia di non perdersi del caso. Una seconda parte più frettolosa e dal montaggio discontinuo, potrebbero precludere alla pellicola di elevarsi e afferrare la portata di una storia d’amore così intensa – ma dobbiamo ricordarci che si tratta di una produzione indipendente e, per come è stata concepita e girata, è perfettamente in linea con il marchio A24.

Coppola lavora sull’immagine trasferendovi tutta una serie di significati altrimenti lasciati impliciti: cosa cambia nella vita di Priscilla e in che successione temporale, le sue emozioni e chi coinvolgono, sono tutti dettagli non affidati alla sceneggiatura, ma alla costruzione di un immaginario coerente con l’arco del nostro personaggio. Gli spazi di Elvis e Priscilla si influenzano e combaciano in base ai loro spostamenti, ed è lo stesso per i loro ritmi di vita. Un dettaglio inedito a questo proposito è il fatto che, pur adottando un punto di vista espressamente femminile, il mondo di Priscilla è un mondo maschile. Laddove la Coppola è diventata celebre proprio per aver plasmato una personalissima impronta di universo femminile, Graceland non la accoglie totalmente. A Priscilla vengono forniti vestiti, viene detto come abbinarli e truccarsi per esaltare al massimo la sua bellezza, viene portata a fare shopping – ma deve esibire ogni outfit davanti a una folla di uomini, Elvis e i membri della sua band. La giovane donna maturerà in fretta abbastanza da rendersi conto che non ha ancora un proprio punto di vista, e tutta la sua permanenza negli spazi vitali di Elvis lo evidenzia.

Benché diseguale nella narrazione, il Priscilla di Sofia Coppola farà parlare di se per come la mano sicura della regista disegna la presa di coraggio di una giovane donna in divenire: quella a cui è stato concesso un sogno, quella a cui verrà domandato tante volte “perché proprio tu”, quella che saprà sempre nel suo cuore la risposta a questa domanda, ma non avrà paura a cercarla anche altrove.

 
 

MCU: 10 dettagli che la timeline ufficiale potrà chiarire

MCU

Come tutte le cose esistenti, anche il MCU vive di pregi e difetti. Di sicuro, posti sulla bilancia, sono i primi ad avere più peso all’interno del franchise, ma ciò non vuol dire che gli elementi non funzionanti al suo interno debbano cadere in prescrizione e non essere aggiustati. Uno dei problemi che ha sempre afflito il Marvel Cinematic Universe è la confusione riguardo la sua timeline, la quale ha suscitato nel tempo tantissime domande e dubbi. Attenzione, però, perché il prossimo mese, precisamente ad ottobre, uscirà Marvel Studios The Marvel Cinematic Universe: An Official Timeliner, il libro che avrà il compito di spiegare molti degli eventi confusionari del MCU, chiarendo eventuali disguidi. Il volume dovrebbe abbracciare ogni episodio principale del franchise, dall’inizio alla fine, in maniera dettagliata, e dovrebbe rispondere soprattutto a dieci lampanti incrinature presenti. Scopriamo quali.

1Cosa ha fatto Capitan Marvel per trent’anni?

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Dopo averci fatto conoscere una serie di sfaccettati supereroi e villain, il MCU ci fa conoscere solo nel 2019 uno dei più forti e tenaci con Captain Marvel, introducendo Carol Danvers. Il film è ambientato nel 1995, e la nostra protagonista diventa Captain Marvel molto prima che una grande fetta di Avengers si trasformi nei supereroi che oggi conosciamo. Nel finale, Danvers parte alla volta dell’universo e fino ad Avengers: Endgame di lei non si ha più traccia. Ciò ha portato all’idea che la supereroina sia stata assente per ben trent’anni. Pur credendo che The Marvels (in uscita a breve), possa rispondere al quesito, il libro sulla timeline potrebbe comunque essere più chiaro e dettagliato.

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Box office: Oppenheimer mantiene il primo posto

Box office

L’estate 2023 è stata caratterizzata dalla riscoperta dei cinema per molti, grazie all’arrivo nelle sale italiane di due pellicole che hanno saputo attirare il grande pubblico: stiamo parlando di Barbie ed Oppenheimer! Quest’ultimo conquista per la seconda settimana consecutiva il primo posto nella classifica Box office, con un incasso di €1.308.936 nel solo fine settimana, su un totale che sfiora i 18 milioni solo in Italia.

Al secondo posto, con un notevole distacco, ritroviamo The equalizer 3- senza tregua, terzo capitolo della serie cinematografica con Denzel Washington come protagonista. Il film incassa €197.764 al suo primo week end nei cinema, essendo nelle sale italiane dal 30 agosto.

Terzo classificato è Tartarughe ninja: caos mutante, film animato basato sui noti personaggi della serie di fumetti. Il cartone incassa €167.967 a fronte di un totale di circa 743 mila euro dalla sua uscita nei cinema il 30 agosto.

Box office: il resto della classifica

Rispettivamente al quarto ed al quinto posto ritroviamo La casa dei fantasmi, remake dell’omonimo film del 2003 con Eddie Murphy, e Jeanne Du Barry- la favorita del re, pellicola che sigla il ritorno di Johnny Depp sulla scena dopo il lungo processo con Amber Heard. La casa dei fantasmi raggiunge un incasso di €140.137 su un totale che sfiora i due milioni di euro dalla prima uscita il 23 agosto, mentre Jeanne Du Barry incassa €132.847 nel suo primo week end. Scende vertiginosamente di posizione Barbie, sesta classificata, con un incasso di €132.143, a fronte però di un totale che supera i 31 milioni di euro dalla sua uscita nelle sale italiane il 20 luglio.

Al settimo ed ottavo posto si trovano due pellicole italiane: L’ordine del tempo, diretto da Liliana Cavani e tratto dall’omonimo saggio di Carlo Rovelli, e Una commedia pericolosa. L’ordine del tempo incassa €57.683, mentre Una commedia pericolosa raggiunge un guadagno di €34.368.

Ultimi due classificati nel Box office del fine settimana appena concluso sono Mastaney, pellicola indiana, e Manodopera, film d’animazione prodotto da Francia, Italia e Svizzera. Mentre Mastaney incassa €29.103, Manodopera raggiunge un guadagno di soli €17.304.

 
 

The Caine Mutiny Court-Martial di William Friedkin arriverà su Paramount+

The Caine Mutiny Court-Martial recensione film

Paramount+ ha annunciato l’arrivo di The Caine Mutiny Court-Martial – scritto e diretto dal celebre regista premio Oscar William Friedkin e basato sull’omonima opera teatrale di Hermon Wouk, vincitrice del premio Pulitzer – prossimamente in Italia e in tutti i mercati internazionali in cui il servizio è attualmente attivo.

L’avvincente film, che è stato presentato ieri in anteprima all’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, segue le vicende di un primo ufficiale della Marina degli Stati Uniti che viene processato per aver orchestrato un ammutinamento dopo che il suo capitano inizia a dare segni di squilibrio, mettendo a repentaglio la vita del suo equipaggio. Interpretato da un cast eccezionale, The Caine Mutiny Court-Martial vede il coinvolgimento di Kiefer Sutherland (24), Jason Clarke (Oppenheimer), Jake Lacy (White Lotus), Monica Raymund (Chicago Fire), Lewis Pullman (Top Gun: Maverick), Jay Duplass (Transparent), Tom Riley (The Nevers) e Lance Reddick (John Wick).

All’inizio della corte marziale della Marina, Barney Greenwald (Clarke), uno scettico avvocato della Marina, accetta con riluttanza di difendere il tenente Steve Maryk (Lacy), un primo ufficiale della Marina che ha preso il controllo della U.S.S. CAINE dal suo capitano autoritario, il tenente Philip Francis Queeg (Sutherland) durante una violenta tempesta in acque ostili. Con l’avanzare del processo, Greenwald si preoccupa sempre di più e si chiede se gli eventi a bordo del Caine siano stati un vero ammutinamento o semplicemente atti di coraggio di un gruppo di marinai che non si fidavano del loro leader instabile.

Il lungometraggio della Republic Pictures, The Caine Mutiny Court-Martial, è un film di William Friedkin (The French Connection, L’esorcista) basato sull’opera teatrale di Herman Wouk. Scritto e diretto da Friedkin, il film è prodotto da Annabelle Dunne (Joan Didion: The Center Will Not Hold, Everything Is Copy And Fake Famous) e Matt Parker (Beasts of the Southern Wild) con Michael Salven (Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves) e Mike Upton (John Wick) come produttori esecutivi. Il film è distribuito da Paramount Global Content Distribution.

Il film, The Caine Mutiny Court-Martial, è stato completato poco prima della morte di William Friedkin, avvenuta il 7 agosto scorso.

 
 

La Bête, recensione del film di Bertrand Bonello #Venezia80

La Bete, una scena del film di Bertrand Bonello

Un presentimento oscuro attanaglia i protagonisti del film La Bête di Bertrand Bonello, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Una bestia pronta a scatenarsi, un’esitazione che provocherà una catastrofe: Lea Seydoux e George McKay incarnano due anime unite da più passati, che cercano un modo di comunicare nel presente per potersi aprire al futuro in uno dei film, finora, più interessanti di Venezia 80, che potrebbe andare a premi.

La Bête: ripulendo le emozioni del passato

In un futuro prossimo in cui regna suprema l’intelligenza artificiale, le emozioni umane sono ormai considerate una minaccia. Per liberarsene, Gabrielle deve purificare il suo DNA: si immerge quindi in vite precedenti, dove rincontra Louis, suo grande amore. Ma la donna è vinta dalla paura, un presagio che la catastrofe è vicina.

Nel 2024 del film di Bonello, il 67% della popolazione è disoccupata: per dedicarsi a percorsi professionali di un certo livello, infatti, bisogna disfarsi di ogni emozione, estrarre ogni trauma e paura che ci hanno segnati nel passato dal nostro DNA. I personaggi di La Bête vivono in un mondo ormai completamente automatizzato, eppure, non fanno altro che parlare di emozioni: si dicono che l’ansia rende vive, si confrontano con la paura che l’amore porta con se, vivono scenari in cui devono affrontare lutti, si cercano e non si trovano, o incidenti spiacevoli. In ogni immersione purificante, il pattern di vita dei protagonisti è sempre lo stesso, con dettagli si adattano alle diverse realtà temporali. Si corteggiano, si allontanano, cercano di incontrarsi per scacciare questo infasto presentimento che passa di rimbalzo dall’uno all’altro.

Lea Seydoux e George McKay in La Bete di Bertrand Bonello

Tra melodramma e fantascienza

Con La Bête, Bonello riadatta la fantascienza al melodramma, in un gioco di specchi, possibilità mancate e senso di allerta, in cui una singola esitazione potrebbe pregiudicare l’intero corso della storia. Una visione che non incontrerà il favore di tutti, che è facile confondere con una complessità egoriferita. D’altronde, come la Bestia del titolo, il film di Bonello mette il pubblico di fronte alla stessa scelta dei suoi protagonisti, che oppone le emozioni alla performance, in un incontro tra passato, presente e futuro repentino quanto i suoi cambi stilistici.

Lea Seydoux si presta a un’interpretazione che riecheggia quella di Scarlett Johansson in Under the Skin di Jonathan Glazer, adattandosi a ogni cambio di registro che l’alternanza temporale porta con se. Si passa dall’atmosfera bohémien del 1914, che ricorda l’House of Tolerance di Bonello, a una parte ambientata in una Los Angeles del 2014 – molto The Neon Demon – per tornare al futuro prossimo nel 2044, qualcosa di non molto distante a ciò a cui ci ha abituati Black Mirror. George McKay, che ha sostituito Gaspard Ulliel dopo la morte del giovane attore, si mette alla prova con un ruolo insidioso, dimostrando non solo di saper reggere il confronto con una veterana come la Seydoux, ma anche di accompagnare l’arco della sua amata coerentemente, sfuggevole, inquietante, innamorato o angosciato a seconda delle circostanze.

Volutamente imponente nella dimensione estetica e strutturale, La Bête racconta un’idea di cinema estremamente personale, che attrae e respinge in ugual misura, confondendoci e disseminando la trama di indizi nella sua parte iniziale per poi esplodere in un terzo atto da amare od odiare. Bertrand Bonello ne è consapevole, non ha mai forzatamente cercato di arrivare al cuore degli spettatori con i suoi film. Tuttavia, aggiungendo un certo livello di emotività alla vicenda di Gabrielle e Louis, confeziona il suo film più maturo, che vuole essere ricordato, sopravvivere all’annientamento tecnologico e diventare memoria.

 
 

Evil Does Not Exist, Ryūsuke Hamaguchi presenta il film alla Mostra del Cinema di Venezia

Evil Does Not Exist Ryusuke Hamaguchi

Reduce dalla vittoria agli Oscar per il suo Drive my Car, il regista giapponese Ryūsuke Hamaguchi porta in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo film, dal titolo Evil Does Not Exist, storia di Takumi e sua figlia Hana, che vivono nel villaggio di Mizubiki, nei pressi di Tokyo. Come altre generazioni prima di loro, conducono una vita modesta assecondando i cicli e l’ordine della natura. Un giorno, gli abitanti del villaggio vengono però a conoscenza del progetto di costruire, vicino alla casa di Takumi, un glamping, inteso a offrire ai residenti delle città una piacevole fonte di “evasione” nella natura.

Quando due funzionari di Tokio giungono al villaggio per tenere un incontro, diventa chiaro che il progetto avrà un impatto negativo sulla rete idrica locale, e ciò causa il malcontento generale. Le intenzioni contraddittorie dell’agenzia mettono in pericolo sia l’equilibrio ecologico dell’altopiano sia lo stile di vita degli abitanti. “In questo film ho avuto la meravigliosa opportunità di lavorare nuovamente con il compositore di Drive My Car, Eiko Ishibashi. – racconta Hamaguchi – Il progetto del film è iniziato quando mi ha chiesto di creare alcune riprese per la sua performance dal vivo e ho concepito il film come un “materiale originale” per le riprese”.

Man mano che mi legavo sempre di più al film che stavamo creando, anche Eiko e le sue amiche mi hanno aiutato molto nelle riprese. Era un modo molto libero di fare cinema, cosa che mi ha rivitalizzato molto. Dopo le riprese, sentivo di aver catturato le interazioni delle persone nella natura e di aver completato il lavoro come un unico film con il bellissimo tema musicale di Eiko Ishibashi. Spero che il pubblico senta la forza vitale delle figure che si agitano nella natura e nella musica di Evil Does Not Exist”.

Evil Does Not Exist conferenza stampa Venezia

Il lavoro degli attori sui personaggi

“Per quanto riguarda il mio personaggio, – racconta Ryuji Kosaka, interprete di Takumi – mi ha molto interessato il suo stile di vita così vicino alla natura, il tagliare la legna, raccogliere l’acqua del fiume o cercare funghi e altre piante del bosco. Era un modo di vivere che mi interessava poter esplorare”.Io invece ho pensato ad Hana come una bambina molto vivace e curiosa – aggiunge la giovane Ryo Nishikawa, interprete della figlia di Takumi.

Aiko Masubuki, interprete di uno dei due funzionari, afferma invece che “c’erano aspetti del mio personaggio con cui potevo immedesimarmi ma sin da subito ho scelto di non stringermi troppo alla sua personalità e mantenere un minimo di distacco“. “Per il mio personaggio mi sono invece chiesta come poter dar vita ad una personalità confusa, divisa tra il proprio lavoro e il bisogno di mantenersi vicino al bene comune”, spiega Ayaka Shibutani, interprete dell’altro funzionario presente nel film.

Il rapporto con la natura di Hamaguchi

“Prima di girare Evil Does Not Exist, in realtà, non avevo una grande connessione con la natura, mi limitavo a frequentare i parchi di Tokyo. – spiega Hamaguchi – Dopo averlo girato mi sono reso conto di quanto essa sia importante per sentirci ispirati ma anche per guarirci dai mali di ogni giorno. Ho notato che di questi tempi quando poni degli elementi naturali in un film emerge subito il tema della salvaguardia ambientale, quindi sapevo di non poter evitare questa idea e per questo mi sono concentrato sul mostrare come un dialogo sincero possa essere, forse, l’opzione migliore per cercare delle concrete soluzioni su tale questione”, conclude Hamaguchi.

 
 

Sofia Coppola presenta Priscilla, il biopic sull’eterno amore di Elvis

Il cast di Priscilla alla conferenza stampa del film

Scritto e diretto da Sofia Coppola, Priscilla, in concorso al Festival di Venezia 2023, è basato sul libro di memorie del 1985 Elvis and Me, scritto da Presley e Sandra Harmon. Nel film, la giovanissima Priscilla Beaulieu (incontra Elvis a una festa, quando è già una superstar del rock-and-roll, ma diventa  per lei una persona del tutto inaspettata nei momenti privati: una cotta entusiasmante, un alleato nella solitudine, un migliore amico vulnerabile. Dal punto di vista di Priscilla, il film esamina il lato inedito di un grande mito americano nel lungo corteggiamento e nel turbolento matrimonio di Elvis e Priscilla.

Alla conferenza stampa di presentazione del film, la regista ha spiegato cosa l’abbia spinta a dedicarsi a questo progetto: “sono rimasta colpita dal fatto che l’ambientazione è così insolita, ma lei attraversa tutte le cose che tutte le ragazze attraversano crescendo verso la femminilità – il suo primo bacio e il diventare madre – tutti questi momenti a cui potevo riferirmi, ma in questa ambientazione così insolita che siamo così curiosi di conoscere“.

In un momento molto emozionante della conferenza stampa, la stessa Priscilla Presley ha raccontato come è stato affiancare Coppola e il cast condividendo con loro momenti della sua vita: “È molto difficile stare seduti a guardare un film che parla di te, della tua vita e del tuo amore. Sofia ha fatto un lavoro straordinario, ha fatto il suo dovere… E io ho dato tutto quello che potevo per lei“.

È stato molto difficile per i miei genitori capire che Elvis si interessasse così tanto a me e penso davvero che, poiché ero più una persona che ascoltava, Elvis mi riversava il suo cuore, le sue paure, le sue speranze, la perdita di sua madre che non aveva mai superato, e io ero la persona che si sedeva davvero per ascoltarlo e confortarlo. Ero un po’ più grande nella vita che nei numeri e questa era l’attrazione. La gente pensa: “Oh, era sesso, era questo”. Non è affatto così. Non ho mai fatto sesso con lui. Era molto gentile, molto tenero, molto affettuoso, ma rispettava anche il fatto che avessi solo 14 anni“.

Presley ha anche chiarito che quando se ne andò, anni dopo, “non fu perché non lo amavo, era l’amore della mia vita. Era lo stile di vita che era così difficile per me… Avevamo nostra figlia e mi assicuravo che lui la vedesse sempre, era come se non ci fossimo mai lasciati. Voglio che questo sia chiaro“.

Il film è interpretato da Cailee Spaeny nel ruolo di Priscilla Beaulieu Presley e da Jacob Elordi nel ruolo di Elvis. Il cast ha potuto recarsi a Venezia per sostenere il film dopo aver ricevuto un accordo provvisorio SAG-AFTRA. Proprio in merito allo sciopero, Coppola ha detto: “È un lavoro duro lottare per un giusto compenso e spero che si risolva presto perché ci sono così tante persone che vogliono tornare a lavorare“.

Spaeny ha detto di aver accettato il ruolo: “Con molto timore, ma sono stato molto fortunato ad avere un po’ di tempo con Priscilla. È stata molto generosa con il suo tempo e molto gentile con me e mi ha sostenuto“. Elordi ha commentato: “L’intera prospettiva che avevo di fronte era una specie di enorme montagna e mi ha detto: “Mettiti i paraocchi e vai fino in fondo”. Non c’era spazio per non farlo“.

Parlando della relazione tra Priscilla ed Elvis, il giovane protagonista di Euphoria ha attirato gli applausi dei giornalisti: “La cosa più impressionante per me è la portata di questo amore e la potenza di questo amore. E ancora oggi, anche se lui non è qui, quando parli con Priscilla puoi ancora sentire l’amore. È vero, è imperituro ed è semplicemente bellissimo… È questo legame che unisce due persone e penso che sia per l’eternità“.

Priscilla arriverà nelle sale statunitensi il 27 ottobre tramite A24. Mubi ha anche acquisito i diritti in diversi territori, tra cui il Regno Unito.

 
 

Coup de Chance, Woody Allen: “Quando ero giovane i film che più mi colpivano erano francesi e italiani”

COUP DE CHANCE Valerie Lemercier Woody Allen e Lou de La ge
Credits Giorgio Zucchiatti © La Biennale di Venezia

Woody Allen arriva a Venezia 80 per presentare la qua cinquantesima pellicola. Il regista torna in Francia, ormai una seconda casa per i suoi film anche se il nuovo Coup de Chance è girato internamente in francese. Parigi, ambientazione che nel 2010 Woody Allen porta in scena in Midnight in Paris e in Tutti dicono I Love You: “Quando ero giovane i film che più mi colpivano erano quelli francesi e italiani, tutti volevamo realizzare film come gli europei e per tutta la mia vita ho cercato di fare così e da tempo volevo realizzare la storia di due americani che vivono a Parigi e sono così innamorato della Francia che ho voluto realizzarlo in lingua francese. Volevo unirmi a quel gruppo di registi composto da Truffaut, Godard, Renoir e tanti altri ancora che considero maestri”, afferma il regista.

In Coup de Chance, già dal titolo appare chiaro il risultato dell’opera. Il colpo di fortuna, il caso, il destino sono tutti argomenti ricorrenti. Per Woody Allen sono anche argomenti con cui ha un forte legame: “Sono stato fortunato per tutta la mia vita, ho una famiglia, non sono mai stato in ospedale, non mi è mai accaduto nulla di male. Quando ho iniziato a fare film altrettanto sono stato fortunato, ho ricevuto molto rispetto e spero che continui ad essere così”. Continua dicendo: “Coupe de Chance e Match Point riflettono entrambi su come il caso e la fortuna possano avere un impatto nella nostra vita. Non penso ci sia nulla che possiamo fare con la morte. Alla fine di questo film abbiamo lasciato che il sottotitolo “non farci troppo caso” rimanesse più a lungo delle immagini perché è così che dovremmo rapportarci con la morte e il caos della vita.

Coup de Chance, Vittorio Storaro: “Chiamatemi autore della fotografia non direttore”

Quella tra Allen e Vittorio Storaro è una collaborazione che va è iniziata nel 2016 per Café Society. Autore della fotografia la sua impronta nei film di Allen contribuisce una resa delle immagini particolarmente curiosa. “Bisogna dare rispetto al regista e all’autore della fotografia. Noi non siamo director, noi siamo co-autori della fotografia cinematografia, ovvero scrivere con la luce in un’immagine. Noi dobbiamo avere un rapporto con i colori e le ombre per analizzare il concetto delle parole e presentarle al regista e se lui approva quella mia lettura allora mi sento soddisfatto, perché ho saputo comprendere le intenzioni del solo e unico regista”, racconta Vittorio Storaro in conferenza stampa.

Io senza uno scritto e senza un regista non esisto. Quando ho letto la sceneggiatura di questo film ho quindi ritrovato una cosa che amo molto, ovvero la dualità: con il marito Fanny ha un preciso tono cromatico, mentre quando è con l’amante ne ha un altro che è più concentrato sui toni caldi e solari. Quando è con il marito è invece tutto azzurro, freddo. Questo è stato il concetto visivo che ho presentato a Woody e lui lo ha ritenuto coerente con quanto aveva scritto”, conclude.

Nonostante da ormai diversi anni giri voce di un possibile addio alla sedia da regista per Woody Allen, 87 anni, c’è ancora molto lavoro da fare: “Ho una nuova buona idea per un film a New York e se qualcuno si offrirà di finanziarlo alle mie strette condizioni, allora sì, lo farò”.

 
 

Enea, il trailer del film di Pietro Castellitto

Ecco il trailer di Enea, che sarà presentato in Concorso alla 80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Nel suo nuovo film, Pietro Castellitto recita anche al fianco di Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore, Cesare Castellitto, Clara Galante, Paolo Giovannucci e con Sergio Castellitto.

Enea, la trama

Enea rincorre il mito che porta nel nome, lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore appena battezzato. I due, oltre allo spaccio e le feste, condividono la giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di un mondo corrotto, ma mossi da una vitalità incorruttibile. Oltre i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’è un mare pieno di umanità e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci voleranno sopra fino alle più estreme conseguenze.  Tuttavia, droga e malavita sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro: un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. È in mezzo alle crepe della quotidianità che l’avventura di Enea e Valentino lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparirà criminale, ma che per loro è, e sarà, prima di tutto, un’avventura d’amicizia e d’amore.

 
 

L’Esorcista oggi in versione restaurata a Venezia Classici

l'esorcista

L’Esorcista, che ha sconvolto il mondo terrorizzando generazioni di spettatori ed è tuttora considerato un capolavoro della storia del cinema, viene presentato oggi all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sua versione restaurata Director’s Cut 4K nell’ambito della sezione Venezia Classici.

In occasione del 50° anniversario di quest’opera epocale tratta dal romanzo omonimo di William Peter Blatty, il film sarà proiettato nei cinema italiani nei giorni25, 26 e 27 settembre nella sua spettacolare versione Director’s Cut, completamente restaurata in 4K da Warner Bros. Discovery. Questo evento senza precedenti porterà nuovamente l’orrore e il brivido nelle sale cinematografiche, illuminando il buio con immagini straordinarie che terranno gli spettatori incollati allo schermo, proprio come ha fatto con le generazioni passate.

Credo che The Exorcist sia tanto intenso oggi, a distanza di cinquant’anni, quanto lo fu al momento della sua prima uscita. È questa la genialità della storia di William P. Blatty’ – dichiarava il compianto regista William Friedkin, scomparso nelle scorse settimane, in occasione dell’annuncio della presenza della versione restaurata del film alla Mostra del Cinema.

L’Esorcista è molto più di un semplice film horror; è un’icona del cinema, una pietra miliare nella storia del grande schermo. Da quando è stato presentato per la prima volta nel lontano 1973, ha spaventato, affascinato e incantato il pubblico di tutto il mondo. Le sue scene indimenticabili, i personaggi iconici e l’atmosfera da brivido lo rendono un’opera d’arte cinematografica senza tempo. Anche dopo cinque decenni, continua a esercitare un impatto culturale straordinario, influenzando il genere horror e l’arte del cinema in generale. È una testimonianza del potere duraturo del cinema nel catturare l’immaginazione e spingere gli spettatori al limite del terrore e della suspense.

In occasione di questo anniversario epocale, Warner Bros. Discovery ha dedicato un impegno straordinario per restaurare L’Esorcista in una magnifica versione Director’s Cut, con una qualità visiva ineguagliabile grazie alla tecnologia 4K. Ogni dettaglio è stato curato con precisione, dal suono inquietante ai dettagli visivi mozzafiato, creando un’esperienza cinematografica completamente immersiva.

Per celebrare questa ricorrenza straordinaria, “L’Esorcista Director’s Cut – 4K Restaurata” farà il suo ritorno spettacolare nei cinema di tutta Italia. L’evento si terrà nei giorni 25-26-27 settembre e offrirà agli spettatori una rara opportunità di rivivere l’angosciante storia di possessione e fede su uno schermo grande come la vita stessa. Questa tre giorni di evento esclusivo promette di essere un’esperienza imperdibile per gli amanti del cinema, sia per coloro che conoscono già l’opera, sia per chi vuole sperimentarla per la prima volta. Questo evento epico è un omaggio a un capolavoro senza tempo, che ha spaventato, incantato e influenzato innumerevoli spettatori attraverso le generazioni.

 
 

The Caine Mutiny Court-Martial: recensione del film di William Friedkin #Venezia80

The Caine Mutiny Court-Martial recensione film

“Tutti i film che ho realizzato, che ho scelto di realizzare, riguardano la sottile linea tra il bene e il male. E anche la sottile linea che esiste in ognuno di noi. Questo è ciò di cui parlano i miei film”. Con questa citazione del regista William Friedkin viene introdotto alla Mostra del Cinema di Venezia il suo nuovo film dal titolo The Caine Mutiny Court-Martial, che arriva a dodici anni dal suo precedente lungometraggio, Killer Joe, dopo essersi scolpito un posto nella storia del cinema grazie a film come Il braccio violento della legge, L’esorcista e Vivere e morire a Los Angeles.

Si tratta, come noto, dell’ultima fatica cinematografica di Friedkin, venuto a mancare nell’agosto di quest’anno, prima di poter dunque presentare il nuovo film al grande pubblico. Arrivato a Venezia senza il proprio regista, The Caine Mutiny Court-Martial si dimostra essere in ogni caso la testimonianza di un Friedkin in piene forze, che adatta l’opera teatrale di Herman Wouk dal titolo Corte marziale per l’ammutinamento del Caine con meticolosa precisione, gusto per la parola e completa padronanza del ritmo, facendo dunque di questo nuovo lungometraggio un’opera di grande valore.

The Caine Mutiny Court-Martial, la trama del film

La vicenda narrata vede l’avvocato Greenwald (Jason Clarke) difendere con riluttanza Maryk (Jake Lacy), l’ufficiale della Marina che ha sollevato dal comando il  tirannico capitano Queeg (Kiefer Sutherland), accusato di instabilità mentale nel corso di una violenta burrasca. Man mano che il processo va avanti, Greenwald diventa sempre più interessato a fare chiarezza, domandandosi se quello del Caine sia stato un vero ammutinamento o semplicemente l’atto coraggioso di un gruppo di marinai che non potevano più fidarsi del loro instabile capitano.

Dal testo allo schermo

Legal drama a tutti gli effetti, The Caine Mutiny Court-Martial era un film che Friedkin ambiva a realizzare da tempo, affascinato dai dubbi che il racconto morale solleva e da quel confine tra bene e male esistente in ogni essere umano e che per tutta la sua carriera il regista ha esplorato. Lo spettatore viene dunque fatto entrare in una piccola aula dove si svolge il processo tra Maryk e Queeg e qui rimarrà sostanzialmente fino alla fine, ascoltando le testimonianze dei due diretti in causa come anche quelle di una serie di testimoni ed esperti. Ci si trova dunque di fronte ad un film dalla forte economia narrativa, dove alla parola è conferita massima attenzione.

Friedkin, anche sceneggiatore del film, riadatta il testo non solo per aggiornarlo ma anche per incrementare la musicalità delle battute, delle parole, dando così vita ad un film che è un piacere ancora solo da ascoltare. The Caine Mutiny Court-Martial è però non solo una vera e propria lezione di adattamento, quanto anche di costruzione delle immagini. Quelle che potrebbero apparire delle limitazioni – la sola location e il forte uso della parola – non impediscono a Friedkin di lavorare su una ricerca del ritmo e in generale della messa in scena degni di un maestro quale è lui. Non è un film facile questo, specialmente se non si è amanti di questo genere di opere, ma è davvero difficile staccare gli occhi dallo schermo.

Il confine tra bene e male

Friedkin riesce dunque a rendere appassionante la vicenda narrata, fornendo indizi, testimonianze, prove o suggestioni che permettono di far emergere tutta l’ambiguità e l’universalità di quanto proposto. Lo spettatore si trova infatti a dover scegliere egli stesso da che parte stare, se da quella dell’ufficiale Maryk o quella del capitano Queeg. Per scegliere, occorre ascoltare quanto viene detto, cercare di formulare il proprio giudizio, che può essere naturalmente influenzato da innumerevoli fattori personali. Il regista sceglie di rimanere volutamente ambiguo, proponendo sì una risoluzione dei fatti ma concentrandosi sul far emergere, una volta di più, quel confine tra bene e male e la sua facilità nell’oltrepassarlo, sia in un senso che nell’altro.

 
 

Saltburn: Emerald Fennell ha scelto Jacob Elordi senza aver mai visto Euphoria

Saltburn

Jacob Elordi ha ottenuto il ruolo da co-protagonista in Saltburn anche se la regista Emerald Fennell non ha mai visto un episodio di Euphoria, la serie HBO che ha regalato a Elordi il primo assaggio di fama.

Meglio conosciuto per aver interpretato il personaggio di Nate Jacobs nel cast principale della serie HBO, Jacob Elordi sarà sul grande schermo accanto a Barry Keoghan (Gli spiriti dell’isola) in Saltburn. Il film segue uno studente di Oxford di nome Oliver Quick (Keoghan) che viene trascinato in un mondo sensuale di intrighi e opulenza durante una visita alla sontuosa tenuta del suo irresistibile compagno di classe Felix (Elordi).

Emerald Fennell (vincitrice dell’Oscar per la sceneggiatura del suo debutto alla regia Una donna promettente, e parte del cast di Barbie) ha recentemente parlato con Vanity Fair prima dell’uscita di Saltburn, prevista per il 24 novembre negli USA, commentando il fatto che non ha mai visto un solo episodio di Euphoria. Tuttavia, ha scelto Elordi per un ruolo importante nel suo film grazie al provino dell’attore:

“Ha offerto una performance incredibilmente potente, rilassata e reale di una persona che potrebbe facilmente non essere reale. Puoi capire perfettamente che nessuno sarebbe capace di resistere a questa persona. Ma allo stesso tempo puoi anche capire che è anche una sorta di illusione, un’illusione che altre persone proiettano su di lui – e in realtà non è necessariamente particolarmente speciale o interessante. Sembra proprio che lo sia.”

Nel cast del film ci sono Jacob Elordi (Euphoria), Barry Keoghan (Gli Spiriti dell’Isola) e Rosamund Pike (Gone Girl). I dettagli della trama sono stati tenuti nascosti, con l’unico indizio che Saltburn è una “storia di ossessione”. Guarda il trailer del film.

 
 

Woody Allen continua a pensare al ritiro. Sulla cancel culture: “È sciocca”

Un colpo di fortuna (Coup de chance) film 2023

Woody Allen presenta al Festival del cinema di Venezia il suo ultimo film, Coup de Chance, un thriller romantico che sarà il suo cinquantesimo e che potrebbe essere il suo ultimo film. Il film in lingua francese, proiettato in uno dei maggiori festival europei, rappresenta il continuo abbraccio reciproco tra il regista e il continente, dice Variety, dopo che le controversie legali che lo hanno visto protagonista lo hanno allontanato dagli Stati Uniti.

“Ho così tante idee per i film che sarei tentato di realizzarli, se fosse facile finanziarli – ha spiegato Woody Allen – Ma oltre a ciò, non so se ho la stessa verve di un tempo per andare a cercare i fondi.” 

Nel corso dell’intervista con Variety, il regista ha anche ribadito il fatto di essere un sostenitore del #MeToo. “Penso che qualsiasi movimento in cui ci sia un beneficio reale, in cui si fa qualcosa di positivo, in questo caso per le donne, sia una buona cosa. Quando diventa sciocco, è sciocco. Ho letto casi in cui è stato molto vantaggioso, in cui la situazione è stata molto vantaggiosa per le donne, e questo è positivo. Quando leggo di alcuni casi in un articolo sul giornale in cui il movimento diventa sciocco, allora lo è.” 

E quando gli viene chiesto di spiegarsi meglio, Woody Allen risponde: “È sciocco, sai, quando non è realmente una questione femminista o una questione di ingiustizia nei confronti delle donne. Quando si è troppo estremi nel cercare di trasformarlo in un problema quando, in realtà, la maggior parte delle persone non considererebbe la situazione specifica per nulla offensiva.”

E per quello che riguarda la sua esperienza personale, Allen conferma di non aver mai ricevuto lamentele riguardo ai suoi set e al suo modo di lavorare: “Non ho mai ricevuto lamentele. Anni fa ho detto che avrei dovuto essere un manifesto [del movimento #MeToo] e ne sono rimasti tutti entusiasti. Ma la verità è che è proprio così. Ho realizzato 50 film. Ho sempre avuto ottime parti femminili, ho sempre avuto donne nella troupe, le ho sempre pagate esattamente la stessa cifra che pagavamo agli uomini, ho lavorato con centinaia di attrici e non ho mai, mai avuto una sola lamentela da parte di nessuna di loro in nessun caso. Punto. Nessuno ha mai detto: “Lavorando con lui, era cattivo o molesto”. Questo non è stato un problema. I miei redattori sono state donne. Non ho alcun problema con questo. Non è mai stato nella mia mente in alcun modo. Assumo chi penso sia adatto al ruolo. Come ho detto, ho lavorato con centinaia di attrici, attrici sconosciute, star, attrici di medio livello. Nessuno si è mai lamentato e non c’è niente di cui lamentarsi.”

E sulla cancel culture e sull’eventualità di esserne vittima, Woody Allen spiega: “Sento che se questa cultura vuole cancellarti, allora va bene. Trovo che sia tutto così sciocco. Non ci penso. Non so cosa significhi essere cancellato. So che nel corso degli anni per me è stato tutto uguale. Faccio i miei film. Ciò che è cambiato è la presentazione dei film. Sai, lavoro e per me è la stessa routine. Scrivo la sceneggiatura, raccolgo i soldi, realizzo il film, lo giro, lo monto, esce. La differenza non è dovuta alla cultura dell’annullamento. La differenza è il modo in cui presentano i film. È questo il grande cambiamento.”

Woody Allen presenterà al Festival di Venezia 80, nel Fuori Concorso, Coup de Chance.

 
 

Guillermo Del Toro ha fatto da regista di riserva per l’ultimo film di William Friedkin

Guillermo Del Toro
Guillermo Del Toro - Leone d'Oro - Foto de La Biennale

Guillermo Del Toro ha fatto da regista di riserva per il suo amico, il grande William Friedkin, durante le riprese dell’ultimo film di Friedkin The Caine Mutiny Court-Trial, presentato in anteprima mondiale al Festival del cinema di Venezia.

William Friedkin: l’omaggio di Damien Chazelle a Venezia 80

Friedkin, morto il 7 agosto a Los Angeles all’età di 87 anni, aveva bisogno contrattualmente di un sostegno per poter realizzare il film, “È molto comune come pratica, Hollywood è discriminatoria verso l’età”, ha detto la produttrice Annabelle Dunne che ha deciso di non rivelare la cosa fino alla conferenza stampa di presentazione al Lido e ha raccontato che quando ha sollevato la questione con Friedkin lui ha detto: “Lasciatemi pensare” prima di dirle che aveva il nome: “Ok, tesoro, ho il ragazzo. Prendi una penna: è Guillermo Del Toro, hai capito?”.

Quando Dunne ha poi contattato Del Toro, che all’epoca stava promuovendo il suo Pinocchio, le disse: “Verrò sul set ogni singolo giorno e mi siederò accanto a te”. “È stata una gioia per tutti noi, compresi gli attori, avere la sua presenza lì”, ha ricordato. “Ha chiarito abbondantemente che era il film di Billy. Ha detto che era la nostra mascotte.” Il film è stato completato prima della morte di William Friedkin.

The Caine Mutiny Court-Trial vede Kiefer Sutherland nei panni del tenente comandante Queeg, sotto processo per ammutinamento per aver usurpato il comando di una nave dopo che le azioni del comandante di diritto erano state ritenute pericolose per la nave e per il suo equipaggio.

L’ultimo film di William Friedkin della Republic Pictures è basato sull’opera teatrale vincitrice del Premio Pulitzer di Hermon Wouk. La storia è stata precedentemente adattata per lo schermo in un film del 1954 di Edward Dmytryk con Humphrey Bogart nel ruolo di Queeg e in un film per la TV del 1988 diretto da Robert Altman.

The Caine Mutiny Court-Martial, distribuito da Paramount Global Content Distribution, uscirà su Paramount+ questo autunno in tutti i mercati internazionali in cui il servizio di streaming è attivo e verrà trasmesso su Showtime negli Stati Uniti. Non sarà distribuito nelle sale.

 
 

Yorgos Lanthimos sulle scene di sesso di Emma Stone in Povere Creature: “Era importante che il film non fosse pudico”

Yorgos Lanthimos
Yorgos Lanthimos sul red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Alla conferenza stampa di presentazione di Povere Creature (leggi la recensione) alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 80, il regista Yorgos Lanthimos ha detto che avrebbe davvero desiderato che Emma Stone fosse al Lido per parlare, tra le altre cose, del fatto che Bella Baxter, il personaggio che interpreta, ha molte scene di sesso nel film.

“È un peccato che Emma non possa essere qui per parlarne di più”, ha detto il regista. “Prima di tutto il sesso è una parte intrinseca del personaggio del romanzo stesso, la sua libertà su tutto, compresa la sessualità (…) In secondo luogo, per me era molto importante non fare un film che fosse pudico, perché sarebbe stato come tradire completamente il personaggio principale”, ha continuato. “Dovevamo essere sicuri che Emma non dovesse vergognarsi del suo corpo, della sua nudità, del coinvolgimento in quelle scene e lei lo ha capito subito.”

“La cosa bella di me ed Emma è che abbiamo realizzato quattro film insieme; c’è una scorciatoia e possiamo comunicare senza dover spiegare o parlare molto delle cose”, ha continuato a spiegare Lanthimos. “Appena cominciavo a dire qualcosa su quelle scene, lei diceva: ‘sì’, certo, è Bella. Faremo quello che dobbiamo fare”.

Basato sul romanzo omonimo di Alasdair Gray, Povere Creature è una storia ispirata a Frankenstein e vede Emma Stone nei panni di una giovane donna che viene riportata in vita da uno scienziato (Willem Dafoe) che le impianta il cervello del suo bimbo mai nato. Nel film recitano anche Mark Ruffalo, Ramy Youssef e Jerrod Carmichael. Il film uscirà nelle sale italiane il 25 gennaio 2024.

 
 

William Friedkin: l’omaggio di Damien Chazelle a Venezia 80

Damien Chazelle
Damien Chazelle sul red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Damien Chazelle ha reso omaggio al defunto William Friedkin in un commovente discorso al Festival del cinema di Venezia, dove l’ultimo film di Friedkin, The Caine Mutiny Court-Trial, è stato presentato in anteprima fuori concorso tra calorosi applausi.

Friedkin, morto il 7 agosto a Los Angeles all’età di 87 anni, aveva completato il film, che vede Kiefer Sutherland nei panni del tenente comandante Queeg, sotto processo per ammutinamento per aver usurpato il comando di una nave dopo che le azioni del comandante di diritto erano state ritenute pericolose per la nave e per il suo equipaggio.

“Quando ho sentito per la prima volta il nome Billy Friedkin ero un bambino, e il nome stesso mi ha riempito di paura”, ha detto Chazelle, che presiede la giuria di Venezia 80. “Probabilmente avevo in mente L’Esorcista. Non avevo ancora visto il film, ma avevo visto le lettere scritte con quel carattere e il suono della parola “Fried-kin” sembrava suggerirmi i recessi più oscuri e proibiti dell’immaginazione. Il genere di cose che ispirano incubi per il resto della tua vita”, ha aggiunto Chazelle.

“Quindi per me William Friedkin significava paura. Ma oggi penso al suo nome, e penso all’amore. Penso all’amore per il cinema, all’amore per tutta l’arte e alla visione di come le arti possano intersecarsi e informarsi a vicenda. Una visione del cinema non separata, ma indissolubilmente legata alla musica, alla letteratura, alla pittura. Ovviamente all’opera”, ha sottolineato Chazelle. “Penso alla gentilezza e alla generosità che mi ha mostrato quando avevo iniziato a lavorare come regista”, ha continuato Damien Chazelle raccontando che quando aveva appena realizzato il suo film del 2014, Whiplash, Friedkin lo ha invitato a casa sua.

“E non dimenticherò mai l’esperienza di scoprire che un uomo responsabile di film che mi hanno dato un pugno nello stomaco così spietato, come “Sorcerer”, “French Connection”, “Cruising” e “Killer Joe”, era di persona così affettuoso, così accogliente, così dolce, umile, amorevole. Conoscere Billy e trascorrere del tempo con lui e Sherry [Lansing] è stato uno dei più grandi onori della mia vita” ha continuato il regista.

“Era impavido in ogni senso della parola. Nei suoi film si ha la sensazione di un regista e dei suoi personaggi che si spingono oltre i confini di ciò che è possibile e alla fine li superano.

L’ultimo film di William Friedkin della Republic Pictures è basato sull’opera teatrale vincitrice del Premio Pulitzer di Hermon Wouk. La storia è stata precedentemente adattata per lo schermo in un film del 1954 di Edward Dmytryk con Humphrey Bogart nel ruolo di Queeg e in un film per la TV del 1988 diretto da Robert Altman.

The Caine Mutiny Court-Martial, distribuito da Paramount Global Content Distribution, uscirà su Paramount+ questo autunno in tutti i mercati internazionali in cui il servizio di streaming è attivo e verrà trasmesso su Showtime negli Stati Uniti. Non sarà distribuito nelle sale.

 
 

Veneza 80, le foto dal red carpet di Filming Italy Best Movie Award

Gabriele Salvatores
Gabriele Salvatoressul red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Ha avuto luogo a Venezia la nuova edizione del FILMING ITALY BEST MOVIE AWARD, in cui Tiziana Rocca, Direttore Generale Filming Italy Award e Vito Sinopoli, Amministratore Unico Duesse Communication e Presidente onorario del Premio, annunceranno tutti i premiati di quest’anno. Il FILMING ITALY BEST MOVIE AWARD conta sulla collaborazione e il supporto della Biennale di Venezia e del Direttore Artistico della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia Alberto Barbera, e gode del patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MIC, di ANEC, di ANICA e del Centro Sperimentale di Cinematografia.

La giuria di qualità è composta da diversi esponenti tra le eccellenze della cinematografia italiana: Alberto Barbera,  Direttore Artistico della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia; Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema; Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà; Guglielmo Marchetti, Presidente e AD di Notorious Pictures; Tinny Andreatta, VP delle serie originali italiane Netflix; Giampaolo Letta, VP e AD di Medusa; il giornalista Antonello Sarno; Maria Pia Ammirati, Direttore Rai Fiction; Luciano Sovena, Presidente della Fondazione Roma Lazio Film Commission; Nicola Maccanico, AD di Cinecittà; Roberto Stabile, Responsabile delle relazioni internazionali di ANICA; Massimiliano Orfei, AD di Vision Distribution; Marta Donzelli, Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia; Mario Lorini, Presidente di ANEC; Stefano Sardo, Presidente dell’Associazione 100autori; Franco Montini, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Ecco tutte le foto dei protagonisti che hanno sfilato sul red carpet del lido:

 
 

Venezia 80: le foto di David Fincher sul red carpet per The Killer

David Fincher
David Fincher sul red carpet di Venezia 80 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Si è tenuta nella serata la premiere del film Originale Netflix The Killer di David Fincher in concorso a Venezia 80. Assente il cast per via dello sciopero in corso ad hollywood Michael Fassbender, Tilda Swinton, Charles Parnell, Arliss Howard, Kerry O’Malley, Sophie Charlotte, Sala Baker.

Dopo un disastroso passo falso, un assassino sfida i propri committenti, e se stesso, in una caccia all’uomo su scala globale che giura non essere personale.

Sul film The Killer

In merito al film il regista ha commentato. The Killer rappresenta il mio personale tentativo di conciliare la visione che ho da anni delle storie cinematografiche con la maniera di raccontarle. Penso da sempre che la frase: “Cosa ci facevi a Chinatown?… Il meno possibile” sia la più riuscita evocazione di una retroscena che io abbia mai sentito. Nutrivo anche una certa curiosità per il genere revenge, come strumento per creare tensione. Così quando il Sig. Walker ha deciso di unirsi a noi e ha abbracciato le mie idee/domande sulle ampie pennellate di senso che lasciano il posto all’invisibile “espansione del momento”, ho capito che dovevamo inventarci qualcosa. La risposta tre ore dopo del Sig. Fassbender: “Si, facciamolo!” ci ha convinto entrambi, e, ovviamente, volevamo tutti Tilda (Il Sig. Walker ha scritto la storia intorno a lei – ma per favore non diteglielo, potrebbe diventare insopportabile se scoprisse che letteralmente tutti pensano questo di lei).

 
 

El Paraiso: intervista ai protagonisti del film di Enrico Maria Artale

In occasione della presentazione, in Concorso, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia edizione 80, di El Paraiso, il regista Enrico Maria Artale e i protagonisti Edoardo Pesce e Margarita Rosa de Francisco hanno parlato del film.

El Paraiso, la trama

Julio Cesar ha quasi quarant’anni e vive ancora con sua madre, una donna colombiana dalla personalità trascinante. I due condividono praticamente tutto: una casetta sul fiume piena di ricordi, i pochi soldi guadagnati lavorando per uno spacciatore della zona, la passione per le serate di salsa e merengue. Un’esistenza ai margini vissuta con amore, al tempo stesso simbiotica e opprimente, il cui equilibrio precario rischia di andare in crisi con l’arrivo di Ines, giovane ragazza colombiana reduce dal suo primo viaggio come “mula” della cocaina. Tra desiderio e gelosia la situazione precipita rapidamente, al punto che Julio si troverà a compiere un gesto estremo, in un viaggio doloroso che lo porterà per la prima volta nella sua terra di origine.

 
 

Die Theorie Von Allem, recensione del film di Timm Kröger #Venezia80

Una scena del film Die Theorie Von Allem (2023)

Prima la fisica e poi le donne“: una battuta pronunciata da uno scienziato nel corso del film Die Theorie Von Allem, presentato in concorso a Venezia 80, che strappa una risata al pubblico. Solo il corso degli eventi del film di Timm Kröger ci farà capire che questa frase potrebbe sintetizzare il conflitto del suo protagonista, Johannes, un dottorando in fisica che sta scrivendo la tesi finale da due anni con non poche difficoltà e il cui percorso verso la laurea potrebbe venire ulteriormente messo in crisi da una serie di doppi femminili.

Die Theorie Von Allem, la trama

1962. Johannes Leinert, insieme al suo consulente di dottorato, si reca a un congresso di fisica sulle Alpi svizzere, dove uno scienziato iraniano dovrebbe rivelare una “teoria rivoluzionaria della meccanica quantistica”. Ma quando i fisici arrivano all’hotel a cinque stelle, l’ospite iraniano non si trova da nessuna parte. In assenza di una nuova teoria da discutere, la comunità dei fisici si rivolge pazientemente allo sci. Johannes, invece, rimane in albergo per lavorare alla sua tesi di dottorato, ma presto si distrae, sviluppando una particolare attrazione per Karin, una giovane pianista jazz. Qualcosa in lei sembra strano, sfuggente. Sembra che lei sappia delle cose su di lui, cose che lui pensava di conoscere soltanto. Quando una mattina uno dei fisici tedeschi viene trovato morto, due ispettori arrivano sulla scena, indagando su un caso di omicidio. Mentre nel cielo appaiono formazioni nuvolose sempre più bizzarre, il pianista scompare senza lasciare traccia e Johannes si ritrova trascinato in una sinistra storia di falsi ricordi, incubi reali, amori impossibili e un oscuro, ruggente mistero nascosto sotto la montagna.

Una teoria di bianchi e neri

Timm Kröger, che è stato per anni direttore della fotografia, usa la fotografia come veicolo principale per la costruzione di un’atmosfera immersiva e avvolgente, consacrata da un bianco e nero d’impostazione estremamente classica. Dal punto di vista visivo e d’immaginario, il film ha un’impronta precisa e sicura, che convince senza sovrastare la narrazione, almeno in una prima parte.

Come la tesi di Johannes, incentrata sulla probabilità e un’idea venutagli in sogno, Die Theorie Von Allem ci catapulta in un racconto di doppi, punti di vista differenti, orbite sconosciute, intrecciando la declinazione di sci-fi che un fortunatissimo prodotto televisivo sempre tedesco, Dark, ha portato in auge, alla cospirazione e all’impianto da noir classico. Purtroppo, la sua struttura sfilacciata e lacunosa, tanto quanto la tesi di Johannes – idea di partenza più che brillante – fatica a tenere alta l’attenzione dello spettatore, sempre più confuso sul ruolo che i personaggi giocano nella storia.

Timm Kröger assicura alla trama una notevole direzione degli attori, che riescono quasi sempre a rimanere dei punti di riferimento per gli spettatori, anche quando il tessuto narrativo inizia a vacillare. Jan Bülow e Olivia Ross, in particolare, convincono in una dinamica amorosa alla Vertigo, che ci fa dubitare di ogni immagine e parole pronunciate da questa famme fatale, una pianista jazz, che potrebbe saperne molto più di lui di fisica. La loro storia d’amore sopravvive all’ipertrofia semantica del film, che sta sempre su un gradino più in alto dello spettatore, sul cucuzzolo delle montagne svizzere, mentre rimaniamo intrappolati nelle grotte sotteranee dove spazio e tempo divergono.