Home Blog Pagina 456

Gli artisti dei VFX Marvel Studios hanno votato per la sindacalizzazione

0

Le squadre degli effetti visivi (VFX) che lavorano per i Marvel Studios hanno votato per il sindacalizzarsi. Un comunicato stampa rivela che “la stragrande maggioranza della squadra di oltre 50 lavoratori della Marvel ha firmato dei documenti che indicano che desiderano essere rappresentate dalla International Alliance of Theatrical Stage Employees (IATSE)”.

“Per quasi mezzo secolo, ai lavoratori dell’industria degli effetti visivi sono state negate le stesse protezioni e benefici su cui i loro colleghi e compagni di troupe hanno fatto affidamento dall’inizio dell’industria cinematografica di Hollywood”, ha dichiarato Mark Patch, organizzatore VFX per IATSE, in una dichiarazione. annunciando il deposito. “Questo è un primo passo storico per i lavoratori VFX che si uniscono con una voce collettiva che chiede rispetto per il lavoro che facciamo”.

Lo sforzo di sindacalizzazione segna la prima volta che i professionisti di VFX si sono uniti in questo modo, poiché questo segmento del settore è rimasto in gran parte non sindacale. IATSE rappresenta più di 168.000 tecnici e artigiani che lavorano nel cinema e in TV, ma mentre “posizioni come scenografi/direttori artistici, operatori di ripresa, audio, montatori, parrucchieri e truccatori, costumi/guardaroba, supervisori di sceneggiature, prese, luci, oggetti di scena e vernice, tra gli altri, sono stati storicamente rappresentati da IATSE”, spiega il comunicato, “i lavoratori nelle classificazioni VFX storicamente no.”

Gli artisti dei VFX Marvel Studios hanno votato per la sindacalizzazione

La coordinatrice degli effetti visivi Bella Huffman ha aggiunto: “I tempi di consegna non si applicano a noi, le ore protette non si applicano a noi e l’equità salariale non si applica a noi. Gli effetti visivi devono diventare un reparto sostenibile e sicuro per tutti coloro che hanno sofferto troppo a lungo e per tutti i nuovi arrivati che hanno bisogno di sapere che non saranno sfruttati”.

La decisione degli artisti VFX arriva anche nel mezzo di una più ampia ondata di attività sindacali quest’estate, mentre sceneggiatori e attori continuano a marciare sui picchetti in uno storico doppio sciopero.

“Stiamo assistendo a un’ondata di solidarietà senza precedenti che sta abbattendo vecchie barriere nel settore e dimostrando che siamo tutti insieme in questa lotta. Ciò non accade nel vuoto”, ha detto il presidente internazionale IATSE Matthew D. Loeb riguardo ai tempi del voto. “I lavoratori dello spettacolo di tutto il mondo si battono per i reciproci diritti, ecco di cosa tratta il nostro movimento. Mi congratulo con questi lavoratori per aver compiuto questo passo importante e aver usato la loro voce collettiva”.

Il reparto dei VFX Marvel Studios ha fatto notizia, nell’ultimo anno, per i cattivi risultati consegnati al pubblico in diverse occasioni, a partire dalla serie Disney+ She-Hulk: Attorney at Law, fino a Ant-Man and the Wasp: Quantumania e Thor: Love and Thunder. Già lo scorso anno sono venute fuori le prime informazioni relative ai ritmi di lavoro complessi e insostenibili, e questa azione collettiva dovrebbe regolamentare e tutelare un lavoro che nel cinema contemporaneo è ormai indispensabile.

Fonte: Variety

Only Murders in the Building, la recensione della terza stagione

0

Se l’Arconia esistesse davvero, sarebbe il caso di starne alla larga, dato che l’edificio è teatro di sanguinosi omicidi alla base di Only Murders in the Building, la serie Hulu, disponibile su Disney+ in Italia che dall’8 agosto si arricchirà di un terzo ciclo di episodi e di un terzo omicidio da risolvere per Charles, Oliver e Mabel (interpretati da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez).

Il trio, in questa terza stagione di Only Murders in the Building deve indagare sull’omicidio, avvenuto appunto all’Arconia, di un attore cinematografico, famoso per i suoi film d’azione, che ha tentato la scalata a Broadway proprio alla vigilia della sua misteriosa morte.

Only Murders in  the Building, le strade si separano

Le serie di successo si distinguono da quelle che invece giocano sempre sul sicuro quando, pur rimanendo se stesse, hanno il coraggio di cambiare le carte in tavola, mescolando gli elementi vincenti e osando piccoli cambiamenti per rinfrescare la formula. È quello che cerca di fare, con discreti risultati, la terza stagione dello show ideato da Steve Martin e John Hoffman che separa per la prima volta l’irresistibile trio protagonista e mette in scena dei conflitti trai protagonisti i quali, per la prima volta da quando li conosciamo, sembrano avere degli scopi differenti. Charles, Oliver e Mabel non sembrano più tanto interessati, allo stesso modo, a risolvere il mistero, quanto a realizzarsi personalmente, desiderio che mette in discussione l’armonia del terzetto fino a questo momento sperimentata.

C’è ancora l’elemento del Podcast, che nelle altre stagioni era il collante del terzetto, ma arriva molto dopo l’inizio delle indagini e questa volta sembra essere un motivo di rottura piuttosto che un elemento di coesione. Mabel, Charles e Oliver sembrano intenzionati, questa volta, a dare priorità alle loro vite piuttosto che alla risoluzione del caso, e questa scelta narrativa dà un movimento inedito alla serie, pur senza tradirne lo spirito.

Only Murders in the Building 3Un mix di toni familiare

La terza stagione di Only Murders in the Building propone dunque sempre lo stesso tono dei cicli precedenti, un mix perfetto tra comedy e mistery, con diverse situazioni ai limiti del reale, che corteggiano insistentemente la commedia dell’assurdo per poi rimanere sempre all’interno di un contesto di verosimiglianza che poi è l’elemento che più fidelizza il pubblico.

La scelta di separare, per un certo periodo, i percorsi dei tre protagonisti è sicuramente dettata dal bisogno di rinnovamento, ma toglie per tutta la prima parte allo show il suo aspetto più riuscito: l’alchimia tra Short, Martin e Gomez insieme in scena, che per fortuna, una volta ripristinata, fa veleggiare la storia verso un finale a sorpresa (che chi scrive non ha ancora visto, dal momento che gli episodi a disposizione della stampa erano solo i primo 8 di 10).

Uno schema ricorrente che non perde smalto

Per il suo terzo omicidio da risolvere, Only Murders in  the Building sembra seguire lo schema preciso già visto nelle stagioni precedenti, in cui di nuovo i nostri eroi sono al centro delle indagini, cosa che li rende in qualche modo dei sospettati o che li mette molto vicini ai veri colpevoli, in un gioco di equivoci e di illuminazioni che non perde smalto, nonostante sia stato ormai svelato il meccanismo.

Attesissimi i nuovi personaggi di questa stagione, che dato il calibro degli interpreti non possono certo essere relegati a semplici comparse collaterali. Attenzione quindi a Loretta (Meryl Streep), l’aspirante attrice che non abbandona mai il suo sogno di Broadway, e Ben (Paul Rudd), il divo del cinema action che dà un po’ troppo per scontato la sua fama, entrambi al centro degli intrighi, ed entrambi fuoriclasse che impreziosiscono un prodotto che si conferma una delle più grandi benedizioni di cui il genere comedy ha goduto negli ultimi anni di saturazione da piattaforme.

Only Murders in the Building 3

Ritorno al futuro 4: tutto quello che sarebbe potuto essere (ma non sarà)

Dato che Ritorno al futuro è una delle trilogie più amate di tutti i tempi, per troppo si è vociferato di un quarto capitolo dedicato al franchise. Il film originale ha fatto conoscere al mondo Marty McFly (Michael J. Fox) e la DeLorean che viaggiava nel tempo e che lo riportava nel 1955 dove lui e Doc Brown (Christopher Lloyd) dovevano salvare il futuro di Marty.

Il grande successo ha portato a due sequel prima che la storia di Marty McFly e Doc Brown si concludesse in modo apparentemente soddisfacente. Un possibile ritorno dei protagonisti suscita sentimenti contrastanti tra i fan che sono preoccupati dell’eredità che il franchise rappresenta. Ci sono anche notizie contrastanti che non danno per certo Ritorno al futuro 4, ma che neanche lo accantonano del tutto.

Ritorno al futuro 4, le ultime notizie

Doc Ritorno al futuro 4

Le ultime notizie su Ritorno al futuro 4 arrivano dal co-sceneggiatore della serie, Bob Gale, al quale è stato chiesto nel corso degli anni se ci fossero aggiornamenti su un possibile quarto film. La risposta è stata dare una risposta schietta e cioè che vogliono tornare al franchise. Gale ha sottolineato che le persone che chiedono di Ritorno al futuro 4 in realtà chiedono soprattutto un ritorno alle emozioni che il film ha suscitato. Per questo ha fornito un’idea forte su come riportare il sul grande schermo. Non si tratterebbe di un sequel o un remake dell’originale, ma si potrebbe realizzare un adattamento cinematografico dell’acclamato musical teatrale che consentirebbe al pubblico di rivisitare la storia che ama in un modo nuovo.

Ritorno al futuro 4, il cast

ritorno al futuro

Un ritorno sul grande schermo del film implicherebbe anche il ritorno dei personaggi principali. È difficile immaginare una storia che non abbia Michael J. Fox e Christopher Lloyd come protagonisti, ma vista l’età e le condizioni di salute è un’idea alla quale i fan devono aprirsi. Fox si è ufficialmente ritirato dalla recitazione nel 2021 a causa della sua battaglia contro il Parkinson. Lloyd, invece, recita ancora e di recente è apparso nella terza stagione di The Mandalorian. Entrambi gli attori poi hanno dichiarato di non ritenere necessario un Ritorno al futuro 4, poiché i primi tre film hanno raccontato la storia che doveva essere raccontata. Un quarto film potrebbe coinvolgere nuovi attori, magari più giovani. Un rifacimento di Ritorno al futuro con Tom Holland e Robert Downey Jr. ha suscitato un certo scalpore online anni fa.

La trama

Ritorno al futuro - Parte II cast

Non sono mai stati condivisi dettagli sulla storia di Ritorno al futuro 4 nel corso degli anni, quindi la direzione che potrebbe prendere il film è puramente speculativa. Ritorno al futuro parte III si è concluso in modo soddisfacente per Marty e Doc Brown, che hanno preso strade diverse: Marty è tornato nel presente e Doc si è fatto una nuova famiglia nel passato. Dopo tutti questi anni, è possibile che i due si incrocino di nuovo, soprattutto perché Doc Brown ora ha un treno che viaggia nel tempo, ma il ritiro di Michael J. Fox rende improbabile che Marty abbia un ruolo importante in qualsiasi continuazione. Si potrebbe prendere in considerazione la trama del musical che racconta in modo divertente la storia del film e potrebbe essere una nuova strada per riportare in auge il franchise di Ritorno al futuro.

Si farà?

Ritorno al futuro - Parte II film

Mentre le notizie su Ritorno al futuro 4 si susseguono da anni, il film non è mai stato confermato. Anche se l’idea non è stata scartata dal regista Robert Zemeckis, non sembra che si sia mai avvicinata alla realtà. Zemeckis ha rivelato che il vero motivo per cui il film non è stato realizzato è che non aveva un’idea originale. Ha ammesso che “se avessi avuto un’idea che avrei potuto proporre a Bob [Gale] con una faccia seria, l’avremmo realizzata“. Anche se questo non suggerisce che Ritorno al futuro 4 sia attivamente in lavorazione, Zemeckis sembra quantomeno aperto all’idea.

William Friedkin: morto a 87 anni il regista de L’Esorcista

0
William Friedkin: morto a 87 anni il regista de L’Esorcista

Il regista William Friedkin, meglio conosciuto per il suo premio Oscar Il braccio violento della legge e per il blockbuster L’Esorcista, è morto lunedì a Los Angeles. Aveva 87 anni. La sua dipartita è stata confermata dal preside della Chapman University Stephen Galloway, un amico della moglie di Friedkin, Sherry Lansing. Il suo ultimo film, The Caine Mutiny Court-Martial, con Kiefer Sutherland, sarà presentato in anteprima al Festival di Venezia.

Insieme a Peter Bogdanovich, Francis Ford Coppola e Hal Ashby, Friedkin è arrivato al successo negli anni ’70, parte di una nuova generazione di registi vivaci e audaci. Combinando la sua esperienza in televisione, in particolare nei documentari, con uno stile di montaggio all’avanguardia, Friedkin ha dato nuova vitalità ai generi horror e thriller poliziesco.

Dopo il trionfo critico di Il braccio violento della legge, che gli valse l’Oscar alla regia, è arrivato L’Esorcista del 1973, che ha incassato l’incredibile cifra di 500 milioni di dollari in tutto il mondo e, insieme a Il Padrino, ha dato inizio all’era dei successi cinematografici. Adattato dal romanzo di William Peter Blatty sulla possessione demoniaca di una ragazzina, L’Esorcista era un thriller fortemente stilizzato, che ha influenzato tanto il genere horror quanto il film precedente ha fatto con il genere poliziesco.

Nato a Chicago, Friedkin ha frequentato la Senn High School, dove non era uno studente modello, ma ha cercato di sviluppare la sua abilità nel basket a livello professionale. Dal momento che non è mai cresciuto più di un metro e ottanta, tuttavia, ha cambiato il suo percorso professionale in giornalismo.

Il regista che aveva passato anni a lavorare nella forma del documentario è apparso in molti di essi su film e registi nel corso degli anni. E’ stato sposato con la giornalista Kelly Lange e le attrici Lesley-Anne Down e Jeanne Moreau. Lascia la quarta moglie Lansing e due figli.

La Sirenetta, dal 6 settembre su Disney+

0
La Sirenetta, dal 6 settembre su Disney+

La Sirenetta, la rivisitazione in chiave live-action del classico d’animazione vincitore dell’Oscar®, che ha debuttato nelle sale lo scorso maggio incassando più di 542 milioni di dollari al botteghino mondiale, arriverà su Disney+ il 6 settembre 2023.

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della Regina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

Nella versione italiana del film, la cantante Yana_C e la doppiatrice Sara Labidi prestano le proprie voci, rispettivamente nelle canzoni e nei dialoghi, alla bellissima e vivace giovane sirena Ariel; mentre l’attrice, cantante, doppiatrice e docente di doppiaggio Simona Patitucci, che aveva doppiato la protagonista nel classico d’animazione, è la voce della malvagia strega del mare Ursula. Tra le voci italiane del film anche l’autore e cantante stimato nella scena italiana e internazionale Mahmood, nel ruolo dell’iconico personaggio di Sebastian.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda (Hamilton, In the Heights). Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

I am Groot, il trailer della seconda stagione della serie Marvel!

0

Disney+ ha annunciato che cinque nuovi corti di I Am Groot debutteranno sulla piattaforma streaming a partire dal 6 settembre. Sono stati diffusi anche il trailer, la key art e le immagini.

L’alberello dispettoso torna a combinare guai nella seconda stagione di I Am Groot. Questa volta, Baby Groot, a bordo delle astronavi dei Guardiani, si ritrova a esplorare l’universo e oltre, trovandosi faccia a faccia – o naso a naso – con nuove e colorate creature e ambienti. Vin Diesel torna a dare la voce a Groot, nella versione originale, in cinque nuovissimi cortometraggi.

Kirsten Lepore, sceneggiatrice/regista della prima stagione, ritorna nella stessa veste per la seconda. Il supervising producer è Danielle Costa; i produttori sono Craig Rittenbaum e Alex Scharf; i produttori esecutivi sono Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e Kirsten Lepore. Dana Vasquez-Eberhardt è co-produttrice esecutiva.

Box office: Barbie ancora primo in classifica

Box office: Barbie ancora primo in classifica

Alla terza settimana dalla sua uscita nei cinema italiani, Barbie continua ad attirare il grande pubblico nelle sale. La commedia femminista con Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni dei due protagonisti Barbie e Ken continua a registrare grandi incassi: nel solo fine settimana ha incassato €724.882 a fronte di un totale che si avvicina ad i 25 milioni di euro.

Al secondo posto ritroviamo invece una nuova uscita di questa settimana: Shark 2: l’abisso. Al   suo primo week end in sala la pellicola ottiene un ottimo risultato, pur marcatamente inferiore rispetto a Barbie: l’incasso è di 545.305 su un totale che ha superato già i 2 milioni di euro.

Si continua a mantenere alto in classifica Mission Impossible: dead reckoning parte uno, a quasi un mese dalla sua uscita nelle sale. Questo settimo capitolo della serie cinematografica d’azione con Tom Cruise guadagna nel fine settimana €108.262 a fronte di un totale di più di 2 milioni e mezzo di euro.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto si trovano rispettivamente Elemental, nei cinema dal 21 giugno, e Indiana Jones e il quadrante del destino, nelle sale italiane dal 28 giugno. Elemental, cartone animato Disney, ha incassato €76.183, mentre il quinto capitolo di Indiana Jones ha raggiunto un guadagno di €47.533 ed entrambi hanno raggiunto un incasso totale di 6 milioni di euro.

Al sesto e settimo posto si stabiliscono Papà scatenato, nei cinema dal 27 luglio, e Ruby Gillman la ragazza con i tentacoli, nelle sale dal 5 luglio. Papà scatenato, commedia con Robert De Niro, ha incassato nel fine settimana €24.972, mentre Ruby Gillman, pellicola animata, raggiunge un incasso di €17.386.

Incassi molto più bassi vengono raggiunti dagli ultimi tre film nel box office di questo week end: Insidious- la porta rossa, quinto ed ultimo capitolo della saga horror, incassa €7.216, guadagnandosi  l’ottavo  posto in classifica. Penultimo classificato è La maledizione della queen Mary, guadagnando €6.840, mentre in fondo alla classifica troviamo Hai mai avuto paura?, il quale incassa €6.054.

Cinecomic: 10 sequel che hanno superato gli originali

Cinecomic: 10 sequel che hanno superato gli originali

Hollywood ha tratto ispirazione dai cinecomic e dai fumetti fin dai primi serial della Golden Age. Da allora, film supereroistici da solisti o franchise del genere hanno dominato il cinema con le loro interessanti rappresentazioni dei supereroi. Questi progetti sono generalmente popolari tra il pubblico mainstream e molti dei film di maggior successo della storia appartengono a questo genere: non sorprende che molti di essi si siano guadagnati senza sforzo dei sequel, e alcuni siano arrivati addirittura più in là di un terzo capitolo. Molti di questi sequel hanno superato i loro originali, sia perché la qualità dei film precedenti era discutibile, sia perché il sequel ha elevato buone idee a grandi livelli: scopriamo insieme di quali di questi stiamo parlando!

X-Men: Giorni di un futuro passato

X-Men - Giorni di un futuro passato

X-Men: Giorni di un futuro passato è stato il secondo film del reboot/prequel degli X-Men che ha seguito la formazione originale della squadra di Xavier. Il film ha colmato il divario tra la trilogia originale e i prequel, con Logan che viene mandato indietro dal futuro per salvare i mutanti dalle Sentinelle, robot progettati per uccidere i mutanti. Giorni di un futuro passato è senza dubbio uno dei tre migliori film sugli X-Men e ha onorato una delle migliori storie dei fumetti Marvel. First Class è stato un buon film, ma la posta in gioco più alta, il legame con il passato e lo sviluppo più interessante dei personaggi sono stati di gran lunga migliori nel secondo film: per non parlare della nostalgia di vedere tornare gli attori della prima trilogia!

Thor: Ragnarok

Thor: Ragnarok ha fatto seguito alla delusione di Thor: The Dark World e ha migliorato tutto, dal tono comico fino ai villain del cinecomic. Il film ha seguito le vicende di Thor alle prese con l’arrivo della malvagia sorella Hela, che mira a dominare Asgard. Thor: Ragnarok ha superato anche il primo film, grazie soprattutto all’introduzione di nuovi personaggi come Korg e Valchiria, che sono diventati una parte fondamentale della storia di Thor. Anche se la battaglia finale del film è stata grandiosa, ad attirare particolarmente l’attenzione è stata la messa in scena di un combattimento tra Thor e Hulk.

X-Men 2

X-Men 2 ha il merito di essere considerato il migliore della trilogia originale degli X-Men. Insieme al popolare primo e al comunemente detestato terzo film, la trama del cinecomic segue gli X-Men nella lotta contro William Stryker, che ha condotto un assalto alla villa e ha rapito alcuni dei mutanti. X-Men 2 ha presentato ai fan una squadra allargata di eroi e ha beneficiato del fatto di essere in grado di sciogliere i nodi del primo film e di offrire alcune delle migliori sequenze d’azione della serie, in particolare l’attacco di Nightcrawler alla Casa Bianca.

Spider-Man: Far from Home

spider-manSpider-Man: Far From Home ha ripreso la storia di Peter Parker del MCU all’indomani di Captain America: Civil War. Peter e i suoi amici vengono portati in Europa per una gita scolastica. Lì, Peter viene introdotto a Mysterio, una figura che sostiene di essere un supereroe proveniente dal futuro. In Far From Home Peter e MJ si riuniscono quando il primo si rende conto che le intenzioni di Mysterio non sono affatto nobili. Il film culmina in uno dei momenti più importanti del MCU, quando l’identità di Spider-Man viene rivelata al mondo dopo un’incredibile lotta con Mysterio.

The Suicide Squad

The-Suicide-Squad-castIl cinecomic Suicide Squad del 2016 ha deluso molti fan, non solo perché è stato un film d’azione pessimo, ma anche perché ha sprecato alcuni dei migliori attori del DCEU. Con caratterizzazioni troppo spigolose e una trama scadente, è stato uno dei colpi bassi del cosiddetto “SnyderVerse”. Nel 2021, James Gunn ha realizzato Suicide Squad, che ha saputo cogliere molte delle note mancanti al film del 2016, come un umorismo migliore e personaggi più interessanti. Ha contribuito a stabilire il nuovo tono per un DCEU più spensierato in futuro, oltre a dare ai fan lo spin-off di Peacemaker.

Captain America 2: The Winter Soldier

the falcon and the winter soldierCaptain America 2: The Winter Soldier ha ripreso la storia di Steve Rogers dopo gli eventi del primo film degli Avengers. Ora Cap è un agente dello SHIELD a tutti gli effetti e deve combattere contro il suo vecchio amico, Bucky Barnes, che è riemerso come assassino sottoposto a lavaggio del cervello, il Soldato d’Inverno. Captain America 2 combinava l’azione dei supereroi con un thriller in stile Guerra Fredda che vedeva Cap e Vedova Nera sfuggire ai moderni agenti dell’HYDRA. Il primo Captain America era un film fantastico, quindi il fatto che The Winter Soldier lo abbia eclissato la dice lunga.

Il cavaliere oscuro

Il Cavaliere Oscuro - JokerLa trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan è probabilmente la rielaborazione di una figura supereroistica più riconosciuta di sempre, in gran parte grazie al successo del secondo film. Il modo in cui Nolan ha trattato il mito di Batman ha dato vita a un thriller concreto, in cui i cattivi rappresentavano ciascuno una minaccia unica per Gotham e la sua psiche. Il Cavaliere Oscuro si distingue come il miglior film della trilogia, con Batman che combatte contro Joker nella sua missione di distruggere lo spirito di Gotham. L’intensa interpretazione di Heath Ledger in quella che è ancora la migliore rappresentazione di Joker, unita a una storia fenomenale, ha dato vita al miglior film di Batman di sempre.

Spider-Man 2

Spider-Man 2 è ancora considerato il miglior film dell’Uomo Ragno, nonché probabilmente il miglior film della Marvel, grazie alla sua natura emotiva e commovente. Il cinecomic segue la lotta di Peter Parker mentre cerca di bilanciare i suoi poteri con la vita normale, complicata dall’emergere del Dottor Octopus, che si propone di rubare denaro per finanziare i suoi esperimenti scientifici. Spider-Man 2 ha regalato ai fan uno degli archi di supercriminalità più avvincenti del genere e ha fatto leva sulle corde del cuore dei fan più volte. Ha dato ai fan più della storia di Peter/MJ, ha esplorato il conflitto di Spider-Man alle prese con i suoi poteri e ha messo in scena il suo arco con la maggior posta in gioco.

Logan

Hugh Jackman in Logan – The WolverineLogan rappresenta la conclusione definitiva della storia di Wolverine. Nel viaggio di 17 anni del personaggio dal suo debutto sullo schermo in X-Men del 2000, Hugh Jackman ha offerto una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Il film ha rappresentato la storia perfetta di una figura paterna che protegge il figlio dai nemici che lo inseguono, una trama che non manca mai di conquistare i fan. Seguiamo Logan mentre conduce il suo clone femminile, Laura, in Canada, in modo che possa trovare rifugio dagli inseguitori dei Reevers. Dopo il disastro di X-Men Origins: Wolverine e il discreto risultato di The Wolverine del 2014, Logan è il miglior cinecomic degli X-Men di tutti i tempi e il migliore dei film solisti dell’eroe.

Superman II

Superman II filmSpesso definito il più grande cinecomic di tutti i tempi, Superman II di Richard Donner è la quintessenza del viaggio dell’eroe dall’inizio alla fine. Mostrando il processo e la successiva fuga di Zod e dei suoi compagni traditori, Superman deve combattere i suoi compagni kryptoniani per impedire la loro tirannia sulla Terra. Il tutto con lo sfondo di Clark Kent che diventa umano per poter vivere una vita normale con Lois Lane. Il primo film di Superman è stato incredibilmente popolare, ma è innegabile che il sequel abbia spiazzato tutti con una storia molto più profonda che mostrava un Clark Kent vulnerabile senza i suoi poteri. Inoltre, ha mostrato l’Uomo d’Acciaio usare il suo ingegno invece di dipendere dai suoi muscoli.

Venezia 80: a Wes Anderson il premio Cartier Glory to the Filmmaker

La Biennale di Venezia e Cartier annunciano che è stato attribuito al regista, sceneggiatore e produttore statunitense Wes Anderson (The French Dispatch, Grand Budapest Hotel, I Tenenbaum) il premio Cartier Glory to the Filmmaker dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (30 agosto – 9 settembre 2023), dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

La consegna del premio Cartier Glory to the Filmmaker a Wes Anderson avrà luogo venerdì 1 settembre in Sala Grande (Palazzo del Cinema) alle ore 14.30, prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo lavoro, The Wonderful Story of Henry Sugar (Usa, 40′) con Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel, Ben Kingsley e Richard Ayoade.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera afferma: “Wes Anderson è tra i pochi registi per i quali basta un solo fotogramma per riconoscerne immediatamente lo stile unico e inconfondibile. Il suo universo formale rimanda a un’estetica fanciullesca e visionaria, dominata da colori pastello, dalla cura maniacale delle inquadrature rigorosamente simmetriche e popolato da personaggi di sognatori disadattati, inguaribilmente romantici e sorridenti. Dalle memorabili e commoventi colonne sonore (spesso ispirate agli anni Sessanta), ai costumi stravaganti che riflettono la psicologia dei personaggi, ogni dettaglio e composizione all’interno delle singole inquadrature è minuziosamente concepito e magistralmente realizzato. I mondi creati dal regista sono plausibili e tuttavia del tutto immaginari e fittizi, sorretti da un umorismo surreale e da un gusto straniante per vicende di famiglie disadattate, padri assenti e madri imperturbabili. Un cinema eccentrico, personalissimo e sempre perfettamente divertente e godibile”.

“Wes Anderson ha creato uno stile unico e riconoscibile”, ha dichiarato Cyrille Vigneron, Presidente e CEO di Cartier International. “Anche se le sue storie ci portano in India, in New England, in un’Ungheria immaginaria, a Parigi o in qualsiasi altro luogo, Wes Anderson ci trasporta innanzitutto nel suo mondo immaginario, poetico e realmente umano. Tutto nel suo cinema è fittizio, bizzarro, esilarante, eppure i suoi personaggi e i suoi eroi scaldano i nostri cuori. Le sue scenografie, i costumi e le immagini sono caratterizzati da un’incredibile precisione dove ci immergiamo totalmente e incondizionatamente. La comunità di Wes Anderson include alcuni tra gli attori e le attrici più famosi e affermati nel mondo, che nelle sue creazioni si trasformano in incredibili personaggi, eroi e antagonisti. I suoi film sono opere d’arte formali nella loro composizione. Attraverso questa creatività senza fine Anderson condivide continuamente con noi una visione realmente umanista. Più il mondo reale diventa pericoloso e folle, più quello di Wes Anderson appare come un luogo sicuro dove vivere e al quale anelare. Siamo molto felici e onorati di celebrare Wes Anderson con il premio Cartier Glory to the Filmmaker”.

Diretto da Wes Anderson, The Wonderful Story of Henry Sugar è prodotto da Indian Paintbrush Productions e American Empirical Pictures. Distribuzione internazionale: Netflix. In The Wonderful Story of Henry Sugar, un uomo ricco viene a conoscenza di un guru che può vedere senza usare i suoi occhi. Decide di apprendere questa abilità per barare al gioco d’azzardo. Adattato in modo estremamente fedele da un racconto lungo di Roald Dahl.

L’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia si terrà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2023, diretta da Alberto Barbera.

Unwanted – Ostaggi del mare, il teaser trailer della miniserie Sky Original

0

Dilemmi morali e questioni etiche, speranza e dolore, solidarietà e crudeltà, vita e morte sono solo alcuni dei temi al centro di Unwanted – Ostaggi del mare, la nuova serie Sky Original in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW da novembre che si mostra oggi nelle prime, drammatiche immagini del teaser trailer. La serie sarà prossimamente disponibile in tutti i Paesi in cui Sky opera in Europa.

Unwanted – Ostaggi del mare è liberamente tratta da “Bilal”, il libro inchiesta del giornalista sotto copertura Fabrizio Gatti sul viaggio da lui intrapreso lungo le rotte del Sahara, popolate non solo dai migranti che si spostano dall’Africa per raggiungere l’Europa ma anche da quanti fanno affari lucrando sulla loro disperazione.

In otto episodi, la serie è prodotta da Sky Studios insieme a Pantaleon Films e Indiana Production ed è creata da Stefano Bises, che l’ha scritta in collaborazione conAlessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero.

Alla regia Oliver Hirschbiegel, premiato regista tedesco divenuto celebre in tutto il mondo grazie a titoli come La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Diana e il film vincitore del Sundance Film Festival nel 2009 L’ombra della vendettaFive Minutes of Heaven.

Unwanted – Ostaggi del mare racconta cosa accade quando una nave da crociera, la Orizzonte, piena di turisti occidentali, trae in salvo un gruppo di migranti a seguito del naufragio della loro imbarcazione. Le storie dell’equipaggio e dei passeggeri della crociera si intrecceranno con quelle dei nuovi ospiti della nave. La situazione precipiterà quando alcuni dei migranti, scoperto che la crociera si muove verso la Libia, dalla quale sono partiti, per la disperazione decidono di prendere in ostaggio la nave.

Girata in inglese, italiano, tedesco, francese e diversi dialetti africani, la serie è interpretata da un numerosissimo cast multiculturale capitanato da Marco Bocci e Jessica Schwarz, e che comprende Dada Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Jason Derek Prempeh, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli, Barbara Auer, Sylvester Groth, Marco Palvetti, Denise Capezza, Nuala Peberdy, Samuel Kalambay, Amadou Mbow, Edward Asante Apeagyei, Reshny Massaka, Onyinye Odokoro, Massimo De Lorenzo, Scot Williams.

Creata da Stefano Bises, Unwanted – Ostaggi del mare è scritta da Stefano Bises con la collaborazione di Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero. La serie è prodotta per Pantaleon da Dan Maag, Marco Beckmann, Patrick Zorer, Stephanie Schettler-Koehler e dal produttore Sascha Rosemann che per primo ha avuto l’idea di adattare il libro di Fabrizio Gatti; per Indiana è prodotta da Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Daniel Campos Pavoncelli e Marco Cohen. Produttori esecutivi per Sky Studios sono Nils Hartmann e Sonia Rovai. NBCUniversal Global Distribution è il distributore internazionale della serie per conto di Sky Studios.

Unwanted – Ostaggi del mare, la trama

La Orizzonte è una gigantesca nave da crociera. Cinquemila persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, quindici ristoranti, un teatro, nightclub, negozi, piscine, una sontuosa SPA. Una città sull’acqua, che naviga nel Mediterraneo al servizio dello svago dei suoi ospiti europei, che per sette giorni non devono far altro che mangiare, bere e divertirsi. Ma la vita vera, che avrebbe dovuto restare a terra, irrompe sulla nave durante la prima notte in mare aperto: dal mare vengono infatti salvati ventotto migranti africani sopravvissuti al naufragio dell’imbarcazione sulla quale cercavano di raggiungere l’Italia, mentre più di cento di loro non ce l’hanno fatta. Per quelle persone in fuga da fame, guerre, schiavitù e persecuzioni l’Orizzonte rappresenta la salvezza e il primo, incredibile, passo nel mondo che hanno sognato. Per i passeggeri, l’incontro con i migranti, proprio all’inizio di una vacanza spensierata, è un bagno di realtà di cui avrebbero probabilmente fatto a meno. Perché la scoperta da parte dei migranti che la nave è diretta in Nord Africa, da dove fuggono, sconvolge la crociera e trasforma la Orizzonte nel ground zero della crisi mondiale delle migrazioni, della tratta di esseri umani e del mondo occidentale che fa di tutto per tenere fuori i “clandestini”. Pregiudizi e preconcetti intrappolano la mente di passeggeri, rifugiati ed equipaggio, esattamente come i confini che dividono le nazioni del mondo. Qui, a bordo della Orizzonte, l’umanità e la crudeltà, la tolleranza e il razzismo, la speranza e il dolore, la vita e, infine, la morte, arriveranno a un inevitabile scontro…

Mission: Impossible – Dead Reckoning, ecco perché è stato diviso in due parti

0

Non capita spesso di distruggere una città in un film e ricevere il benvenuto di un eroe, ma questo è lo scenario in cui si è ritrovato Christopher McQuarrie quando si è presentato a Roma, per la prima mondiale dell’ultimo capitolo del franchise d’azione più elettrizzante di sempre, Mission: Impossible.

Parlando con Steve Weintraub di Collider alla premiere di Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One a Roma, Christopher McQuarrie ha ammesso la sua leggera sorpresa per essere stato autorizzato a tornare in città – e, in effetti, nel paese – dopo il caos causata da Tom Cruise, Hayley Atwell e una piccola Fiat 500 gialla di nome Trixie.

Detto questo, il regista sperava che la scena d’azione permettesse anche agli stranieri di vedere la bellezza della città, anche se ripresa sullo sfondo. Quando gli è stato chiesto se era sorpreso che lo abbiano lasciato tornare a Roma, Christopher McQuarrie ha detto: “Solo un po’, sì. Le cose sono andate un po’ fuori controllo, ma siamo sempre molto, molto attenti, e siamo sempre qui per celebrare la cultura e per celebrare i luoghi che visitiamo, e penso che gli spettatori italiani l’abbiano inteso con lo stesso nostro spirito – spero!”

Ha poi continuato: “Sapevo di voler espandere il cast e sapevo di voler dare a ciascuno di quei personaggi più cose da fare, quindi sapevo che il film sarebbe stato più grande e più lungo di Fallout (…) E a quel punto ho detto: ‘Perché stiamo combattendo questa tendenza? Perché incastrare tutta questa storia in due ore? Dividiamolo a metà e facciamolo in due film.’ Questa era davvero la logica alla base del fatto che fosse un film in due parti. Non era solo che la storia fosse più grande, ma che volevamo più emozione nel film”, ha continuato.

Fortunatamente per McQuarrie e compagni, alla Paramount Pictures erano fin troppo disposti a produrre due film di un franchise così redditizio, anche se ciò significava riprese molto lunghe, durante una pandemia globale, con giorni difficili e un attore protagonista che non ha mai lasciato che il suo regista dimenticasse di chi era la colpa quando il i giorni si trascinavano! “A quel tempo, lo studio era davvero sinceramente entusiasta”, ha detto McQuarrie. “E, sai, penso che anche noi ne fossimo entusiasti. E poi ci sono stati momenti in cui eravamo sul set, e Tom mi guardava e diceva: ‘Questa è stata una tua idea.”

McQuarrie ha persino confessato di non avere ancora un finale per Dead Reckoning Parte Due: “Sì, è enorme, ed è stato complicato dal fatto che alcune cose nella seconda parte richiedevano l’arresto della prima parte per girarle, che fosse a causa del tempo o della disponibilità degli attori. E così, con tutte le altre sfide che questo film doveva affrontare mentre lo stavamo realizzando, c’era la sfida di fermarci nel mezzo, senza nemmeno sapere cosa fosse il film completo, e cercare di prevedere cosa sarebbe successo nel secondo film. È una testimonianza di quanto sia grande questa squadra e di quanto sia paziente questo il cast. È davvero qualcosa di straordinario.”

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One è uscito nei cinema il 12 luglio 2023, mentre Mission Impossible – Dead Reckoning Parte Due arriverà il 27 giugno 2024.

Barbie: come sarebbe Barbieland secondo il Ken di Simu Liu?

0
Barbie: come sarebbe Barbieland secondo il Ken di Simu Liu?

All’indomani del traguardo di un miliardo al box office mondiale, Barbie continua a far parlare di sé, e giustamente, diremmo, dal momento che il blockbuster indie, come è stato definito, scritto e diretto da Greta Gerwig ha portato al cinema le persone e in rete le conversazioni e le discussioni sul cinema che da tanto tempo mancavano.

Nel cast del film c’è anche Simu Liu, che interpreta il Ken rivale di Ryan Gosling. L’attore, che ha da sempre dimostrato grande entusiasmo per il film, ha anche raccontato a Collider come sarebbe la sua personale Mojo Dojo Casa House, ovvero la dimora perfetta che nel film vediamo arredata in stile western dal Ken di Gosling.

In un’intervista con Perri Nemiroff di Collider precedente allo sciopero SAG-AFTRA, Liu ha iniziato a immaginare come sarebbe stata la storia del film se il suo Ken si fosse avventurato nel mondo reale e che tipo di BarbieLand avrebbe potuto creare. Liu ha detto a Nemiroff che non solo il suo Ken ha una visione completamente diversa da quella del Ken di Gosling, ma anche che avrebbe cercato esperienze diverse e avrebbe riportato a Barbie Land qualcosa che ha trovato davvero eccitante:

“Penso che il mio Ken probabilmente si imbatterebbe in Korea Town, probabilmente scoprirebbe il boba per la prima volta o il barbecue coreano, e ne diventerebbe davvero ossessionato. Quindi ci sarebbero un sacco di grigliate, ci sarebbero molti barbecue, un sacco di barbecue in giardino. Cos’altro? Cos’altro porterebbe il mio Ken dal mondo reale? Breakdance. Tutti i Ken sanno ballare, ma penso che se il mio Ken dovesse imbattersi in una breakdance nel mondo reale, penso che gli farebbe pensare qualcosa del tipo “Devo riportarlo indietro. È la cosa più bella di sempre!” È esattamente come mi sono sentito quando ho visto la breakdance per la prima volta”.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

Guardiani della Galassia Vol. 3: una retcon vanifica un Easter Egg del Vol. 1

0

Con 33 film, nove programmi TV e due speciali distribuiti finora, il Marvel Cinematic Universe ha preso centinaia di personaggi dalle pagine dei fumetti e li ha portati in vita, mettendo in piedi una ricchissima e intricata trama unica per tutte le avventure.

Oltre a tutti gli eroi e i cattivi che popolano l’MCU, l’universo condiviso di Kevin Feige si è anche speso, nel corso degli anni, a costruire un rete meno evidente di connessioni e cenni ai fumetti, per i fan più attenti. Trai tanti personaggi ben riusciti del MCU, i Guardiani della Galassia hanno avuto una specie di trattamento di favore, dal momento che la loro trilogia è stata pensata completamente da James Gunn, e questo ha dato alla storia una coerenza che nessun altro personaggio Marvel al cinema ha avuto. Tuttavia nonostante questo, anche i Guardiani hanno avuto delle piccole retcon che hanno comportato delle contraddizioni tra un capitolo e l’altro.

Con un universo così vasto da esplorare e così tanti dettagli da ricordare, è impossibile per l’MCU evitare alcune contraddizioni. È il caso di quanto accaduto con Guardiani della Galassia Vol. 3. In Guardiani della Galassia, Rocket Raccoon (doppiato da Bradley Cooper) viene arrestato mentre cerca di catturare Peter Quill (Chris Pratt). Insieme a Gamora (Zoe Saldaña) e Groot (doppiato da Vin Diesel), Peter e Rocket vengono inviati a The Kyln, una struttura ad alta sicurezza dove Nova Corps scarica i criminali più pericolosi della galassia. Non appena arrivano a The Klyn, ogni prigioniero viene scansionato e, in un momento da non perdere, i fan vengono sottoposti a numerosissime informazioni sul passato di ogni personaggio. Ad esempio, la scansione di Rocket mostra che ha un secondo socio oltre a Groot, di nome Lylla.

I lettori di fumetti hanno identificato all’epoca Lylla come la lontra antropomorfa con cui Rocket ha un’intensa storia d’amore nei fumetti Marvel. Creata da Bill Mantlo e Sal Buscema per Incredible Hulk #271 del 1982, Lylla è uno degli animali parlanti originari di Halfworld, il pianeta natale di Rocket. Mentre l’MCU non ha esplorato il passato di Rocket fino a Guardiani della Galassia Vol. 3, la sua scheda della prigione è stata un cenno intelligente alla storia dei fumetti dell’eroe perché lo stesso ologramma rivela che Rocket è effettivamente arrivato da Halfworld anche nel film di Gunn.

Tuttavia, alla luce dei fatti raccontati in Guardiani della Galassia Vol. 3, è impossibile che Lylla sia stata compagna di avventure di Rocket, visto che nel film perde la vita proprio quando il procione tenta di fuggire dalla sua prigione. Alla luce degli eventi del terzo film, quell’Easter Egg, per quanto divertente e acuto, non ha più senso!

Batman: il film di Ben Affleck sarebbe stato costruito su 80 anni di miti

0

L’artista dello storyboard Jay Oliva ha rivelato alcuni dettagli sul film Batman da solista cancellato che avrebbe dovuto vedere Ben Affleck coinvolto sia come interprete che come regista. Secondo quanto rivelato il film sarebbe potuto un condensato di 80anni di mito dietro al personaggio, prima che il progetto venisse demolito da Affleck stesso dopo essersi dimesso da star e regista dall’incarico.

Cosa ha detto Jay Oliva del film Batman di Ben Affleck?

Parlando con Inverse, Oliva ha affermato che il film di Batman di Ben Affleck sarebbe stato “costruito sulla base delle trame del mito di Batman negli ultimi 80 anni“, anche se avrebbe avuto un nuovo tipo di prospettiva. “Da quanto ho capito, c’erano un paio di bozze“, ha dichiarato Oliva. “Quando sono stato assunto, non so se fosse la seconda bozza o qualcosa del genere, ma era quello che mi avevano mostrato Geoff Johns e Ben [Affleck]… La storia di Ben avrebbe coperto qualcosa che non era mai stato veramente trattato dai fumetti, ma stava costruendo le trame del mito di Batman negli ultimi 80 anni e affrontandolo da un nuovo tipo di prospettiva.

Ben Affleck è stato scelto come Batman nel 2013, apparendo in vari film del DC Extended Universe, tra cui Batman v. Superman: Dawn of Justice, Suicide Squad e Justice League. Più di recente, ha fatto la sua ultima apparizione come Batman in The Flash, che l’attore ha descritto come il migliore che abbia mai fatto come personaggio.

Barbie raggiunge un miliardo al box office mondiale

0
Barbie raggiunge un miliardo al box office mondiale

Dopo 17 giorni di programmazione, Barbie di Greta Gerwig entra nel club dei film miliardari. La colorata satira firmata dall’autrice a quattro mani con Noah Baumbach ha raggiunto e superato la soglia del miliardo di incasso mondiale a soli 17 giorni dall’uscita in sala, con 459 milioni in Nord America e 572 milioni a livello internazionale. È il primo film diretto esclusivamente da una donna a incassare più di 1 miliardo di dollari.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

Il sapore della felicità, recensione del film con Gérard Depardieu

Il sapore della felicità è il secondo lungometraggio di Slony Sow – titolo originale, Umami. Arriva dopo una serie di corti e la buona accoglienza ricevuta nel 2015 dal precedente film, Parisiennes. Di questo nuovo lavoro Sow cura la regia, la sceneggiatura, il montaggio e la produzione. Sceglie poi di affidarsi a una coppia di attori coi quali ha già lavorato. Gérard Depardieu ed Eriko Takeda erano infatti stati protagonisti nel 2011 del corto Genouille d’Hiver. L’attrice ha interpretato anche Parisiennes.

La trama de Il sapore della felicità

Gabriel Carvin, Gérard Depardieu, è un famosissimo chef francese, che ha appena ricevuto la sua terza stella. Il riconoscimento dovrebbe renderlo felicissimo, ma lui non riesce ad esserlo. Alle soglie della pensione, sente che alla sua esistenza manca più di qualcosa. Amante dei piaceri della vita e del suo lavoro, ha sempre dato il massimo in cucina. La salute, il matrimonio e i rapporti familiari ne hanno risentito. Sua moglie, Sandrine Bonnaire, frequenta un altro uomo. Il suo rapporto coi figli è quasi inesistente. Jean, Bastien Bouillon, lavora al ristorante con il padre, ma i rapporti tra i due sono tesi. Il figlio minore, Nino, Rod Paradot, non ha ancora deciso cosa fare del suo futuro. Quando Gabriel rischia la morte, decide di rimettere ordine nella sua vita. Così, inizia a cercare l’origine del suo malessere. Sembra trovarla in un concorso culinario in cui, tanti anni prima, un cuoco giapponese gli soffiò il podio con una zuppa di noodles dal gusto inconfondibile quanto misterioso. Alla ricerca di questo sapore, Gabriel viaggia verso il Giappone. Lì lo attendono incontri e scoperte umane e culinarie che lasceranno il segno.

Giappone – Francia, andata e ritorno

Se Parisiennes raccontava il viaggio dal Giappone alla Francia di una giovane scrittrice, si può dire che Il sapore della felicità rappresenti in un certo senso un ritorno dalla Francia verso il Giappone. Mentre il tema della scoperta di sé è una costante di entrambi i lavori. Sow si trova dunque particolarmente a suo agio nel muoversi tra questi due mondi, apparentemente così diversi, distanti non solo geograficamente. Eppure, sembra dire il regista, l’umanità è tale a tutte le latitudini, e pertanto mostra inaspettate affinità. Visivamente. il Giappone del film non è certo quello inatteso e nascosto. Corrisponde piuttosto a un immaginario occidentale. Umanamente, però, si cerca di fare un lavoro che vada oltre i cliché e approfondisca il lato umano. Il che riesce al regista. Occorre dunque riconoscere a Sow la capacità di creare un efficace mix Francia – Giappone. Il montaggio da lui curato, li alterna senza confondere lo spettatore. Altrettanto ben orchestrato l’intreccio tra le vicende della famiglia francese e di quella giapponese. Tutto si compone agilmente.

Il sapore della felicità film 2023

Umami

La metafora portante del film è quella dell’umami. Gabriel cerca il segreto di questo cosiddetto quinto gusto, presente nella cucina giapponese, che rende alcuni piatti particolarmente appetitosi. Capendo in cosa consista veramente e facendo un viaggio anche umano, il protagonista verrà illuminato sulla propria vita e su quale sia l’ingrediente che le manca per essere davvero soddisfacente. Senza dubbio eccentrica e originale, la metafora inizialmente può sembrare poco calzante, ma al contrario si rivela efficace.

Depardieu e il cast

Immaginare come protagonista di un film uno chef stellato francese bisbetico non è forse di grande originalità e può rientrare in uno stereotipo, ma quando lo si fa interpretare a un attore come Gérard Depardieu, nulla è scontato. Depardieu è perfetto per il ruolo di Gabriel, un uomo che ha bisogno di ritrovare sé stesso dopo aver rischiato di morire. Il protagonista si accorge di ciò che ha trascurato e di quanto non ha realizzato. Al di fuori del lavoro, Gabriel non ha soddisfazioni, a parte il cibo e l’alcol. È un uomo disfatto. Depardieu lo interpreta con maestria, non senza un’intelligente tocco autoironico. L’attore francese si esprime al meglio anche solo con gli strani versi che spesso produce a commento di ciò che gli accade. Il suo mugugnare è più espressivo di tante parole. Bravi anche gli altri interpreti del cast: da Kyozo Nagatsuka, il rivale giapponese di Gabriel, a sua nipote, interpretata da Eriko Takeda, a Rod Paradot, nei panni di Nino, fino a Pierre Richard, il migliore amico di Gabriel. Da notare poi alcune caratterizzazioni particolari, all’interno del cast giapponese.

Non solo commedia culinaria

Il sapore della felicità è una commedia di intrattenimento godibile, con metafora culinaria la si potrebbe definire gustosa. Adatta, certo, per chi ama i film ambientati nel mondo della ristorazione. Tuttavia, affronta anche temi seri, come revenge porn e depressione. Vi è una critica all’eccessivo peso che oggi si dà alla rete e ai social nella vita quotidiana, al ruolo degli influencer, che acquisiscono sempre più spazio ed importanza. Ha un finale a sorpresa, che non piacerà a tutti e potrà lasciare con l’amaro in bocca, soprattutto i più romantici. Distribuito da Wanted Cinema, Il sapore della felicità arriverà nelle sale italiane dal 31 agosto.

Heartstopper 2: recensione della seconda stagione del teen drama Netflix

Heartstopper 2 è il teen drama di Netflix che, giunto alla seconda stagione, regala ancora emozioni e intrattenimento. Il dolce dramma sugli adolescenti queer ha riscosso davvero tanto successo dopo il lancio portando quindi la piattaforma alla realizzazione di una seconda stagione. Il risultato è ancora più intenso rispetto a quello della prima stagione dove l’argomento principale degli otto episodi che componevano la stagione era la prima fase dell’innamoramento tra Nick (Kit Connor) e Charlie (Joe Locke). Superato dunque il momento iniziale, la giovane coppia cerca di vivere la relazione alla luce del sole.

Non sempre le cose per Nick e Charlie si mettono bene, anzi. Heartstopper 2 cerca di dare uno sguardo casto sull’amore giovanile, incentrato più sull’inclusione e sulla diversità che su qualsiasi tentativo di eccedere in qualsiasi forma di eccesso. Ci sono dei momenti di forte tensione sessuale ma del tutto privo di mordente. La seconda stagione così come la prima esplora il mondo queer ma lo ponendo l’accento su un punto di vista diverso.

Heartstopper 2, la trama

Heartstopper 2

La prima stagione di Heartstopper è stata un successo. Adattata dai popolari romanzi per giovani adulti di Alice Oseman, ha saputo avvicinare anche gli adulti alle tematiche delle questioni di genere trattando il tema con dolcezza. Molti adulti LGBTQ+ si sono commossi di fronte al ritratto dell’adolescenza queer, descrivendolo come quello che avrebbero voluto vivere loro stessi. Per questo Heartstopper 2 si è caricata di grosse aspettative in parte rispondendo bene alle esigenze dei fan, altre invece perdendo attrattiva. Gran parte della prima stagione ha raccontato il tira e molla tra il popolare giocatore di rugby Nick (Kit Connor) e il nerd Charlie (Joe Locke), vittima di bullismo dopo che i suoi compagni di classe hanno scoperto che era gay.

Alla fine della prima stagione la giovane coppia inizia a frequentarsi regalando a Charlie la relazione che ha sempre sognato. È il periodo degli esami di fine anno ed entrambi i ragazzi sono distratti l’uno dall’altro. Proprio in questo contesto compaiono per la prima volta i genitori, gli adulti, che nella prima stagione erano stati assenti. Il punto di vista della famiglia si mescola a quello dei ragazzi e il risultato ovviamente porta dei conflitti. Nick può fare affidamento solo sulla madre (interpretata da Olivia Colman) e Charlie sembra aver raggiunto un accorto con entrambi i genitori. Il risultato è una cena di coppia dove le famiglie si riuniscono per la prima volta, Nick farà coming out al padre che lo ha sempre ignorato.

Inno alla diversità

Heartstopper 2 Tao ed Elle

Nonostante qualche momento imbarazzante e narrativamente possibile solo all’interno del piccolo schermo, Heartstopper 2 descrive la fluidità di una generazione che non si circoscrive in un genere, non mette paletti, non giudica e non vuole essere giudicata. Quei piccoli conflitti che si creano si risolvono abbastanza rapidamente dando ai protagonisti motivo di crescita e riflessione. Lo stessi taciturno Charlie che nella prima stagione avrebbe fatto prendere a Nick le sue difese a sua volta diventa colui che difende. Ma questa troppa morbidezza rende il racconto talvolta troppo idealizzato. Il coming out di Nick ha molti strati, a seconda di chi e quando decide di raccontarlo ma di fatto è un coming out accolto senza drammi da parte delle persone. Ma non tutti i coming out o presunti tali sono così fiabeschi.

Heartstopper 2 però non si concentra solo sulla risoluzione della storia d’amore centrale ma allarga il suo cast che diventa corale. La trama concede spazio a più protagonisti permettendo loro di sviluppare nuovi legami. Elle e Tao capiscono di essere molto più che amici e valutano questa ipotesi, anche se la distanza potrebbe dividersi. Isaac, sempre con il naso sui libri, ha una toccante scoperta di sé. Tara e Darcy imparano a conoscere meglio i limiti della loro relazione e, da migliore amiche a fidanzate, capiscono che in realtà ci sono altri aspetti che l’amicizia non comprende. Da questo punto di vista, la prossima stagione potrebbe concentrarsi sul coming out di Darcy alla sua famiglia che da quel poco che abbiamo visto in Heartstopper 2 è molto tradizionalista.

Charlie

Heartstopper 2 Nick e Charlie

Il personaggio di Joe Locke dimostra ancora una volta prova di grande maturità. L’ultimo confronto con Ben non lo lascia indifferente, e anche Nick inizia a rendersi conto che qualcosa con va. Il continuo minimizzare su tutti gli atteggiamenti aggressivi degli altri, pone un campanello di allarme al rugbista. Anche se sembra affrontare tutto con una grinta e una consapevolezza diversa, ci sono ancora dei demoni da sconfiggere per Charlie. I numerosi riferimenti al cibo pongono anche la base per un tema che potrebbe essere affrontato nella prossima stagione, quello dei disturbi alimentari. Una conseguenza di un forte trauma che lo stesso Charlie ha finalmente raccontato a Nick nella riservatezza del loro rifugio.

Heartstopper abbraccia davvero un pubblico di teenager vasto ma cerca di parlare a tutti in modo dolce, talvolta sdolcinato. Basandosi su dei romanzi la trama potrebbe continuare per altre stagioni, aggiungendo altri elementi di crescita e formazione per tematiche davvero così delicate. La storia di Nick e Charlie seppur romanzata mette in evidenza quello che di buono può arrivare quando decidi di essere semplicemente te stesso, fregartene degli altri, e mettere a tacere i bulli.

The Memories Film Fest: il primo evento dedicato al riuso creativo delle immagini d’archivio

0

The Memories Film Fest, il primo festival internazionale made in Calabria, dedicato al riuso creativo delle immagini d’archivio, si svolgerà a Bocchigliero, tra le montagne della Sila Greca, da mercoledì 9 a venerdì 11 agosto. Ideato dall’associazione culturale no-profit Archivio Cineteca della Calabria, in collaborazione con l’Archivio Audiovisivo Lastcam e con il sostegno della Calabria Film Commission, la kermesse, sotto la direzione artistica di Caterina Iannelli, ha l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il recupero, la digitalizzazione e il restauro dei film in nitrato di cellulosa che raccontano la Calabria di cento anni fa, recuperando un pezzo di storia che ci appartiene e puntando alla valorizzazione delle aree interne.

Tutto parte dalla storia di un ritrovamento eccezionale. L’Estate Silana, un film datato 1927, conservato nella soffitta della famiglia Smurra di Corigliano-Rossano insieme ad altre pellicole in 35 mm.

Ospite d’onore della serata inaugurale del festival Luciano Tovoli, uno dei più grandi autori della cinematografica italiana, vincitore di due Nastri d’argento, un David di Donatello con il “Viaggio di Capitan Fracassa” di Ettore Scola, direttore della fotografia di Suspiria, Il deserto dei Tartari, Professione reporter, Tenebre, Bianco rosso e Verdone, Pane e cioccolata e di altri 60 film che hanno scandito le tappe di una carriera straordinaria. Verrà premiato dal commissario della Film Commision Calabria, Anton Giulio Grande. Ad essere premiato sarà anche Augusto Pelliccia, uno dei più importanti imprenditori del cinema italiano, fondatore de l’Agustus Color di Roma.

Il 9 agosto si inizierà dalla mattina, alle 10.30, e insieme a Francesco Madeo sarà possibile seguire un seminario dal titolo “Come nasce un’idea, le basi della sceneggiatura”. Nel pomeriggio, alle 17.30, si terrà un incontro per discutere del ritrovamento, dell’importanza e della storia del Fondo Smurra. Nel corso del festival sarà possibile vedere i fotogrammi delle pellicole ritrovate in quella che un tempo era l’Home Cinema di Tiberio Smurra, e guardare gli altri film custoditi dall’Archivio Audiovisivo Lastcam, come “I Trampolieri della Sila” del 1927.

Il 10 agosto arriverà a Bocchigliero il media artist giapponese e docente della Musashino Art University di Tokyo, Akinori Goto. Per la sua prima volta in Italia, l’artista conosciuto in tutto il mondo per le sue affascinanti installazioni, ha scelto la Calabria come sua prima meta. Accompagnato dalle note della pianista Stefania Ricca, nel corso della seconda serata del festival, presenterà una delle sue opere più rappresentative, “Crossing #03”. Con le sue creazioni dà forma al movimento, al tempo e le rende visibili attraverso la luce. Insieme a lui ci saranno due studentesse della Musashino Art University, Rei Yajima e Miyu Ohashi, che allieteranno il pubblico con una performance di calligrafia tradizionale giapponese.

La sera del 10 agosto non mancherà uno spazio dedicato al cinema d’archivio e alla musica, con un omaggio a Moira Shearer e a Mario Palopoli, originario di Campana, fu titolare della Torino Film e regista, produsse documentari ed opere inedite girate in diversi formati tra gli anni Sessanta e il 2022. Verrà proiettato il cortometraggio “Palmi 1965”, con l’accompagnamento musicale di Luigi Spataro e l’interpretazione di Francesco Viola: nel documentario Palopoli incontra Leonida Repaci nella sua villa di Palmi e ne racconta le abitudini.

I miserabili: tutto quello che c’è da sapere sul film

I miserabili: tutto quello che c’è da sapere sul film

Citando con eleganza l’omonimo romanzo di Victor Hugo, nel suo lungometraggio d’esordio I miserabili (qui la recensione) il regista Ladj Ly realizza un affresco sincero e autentico delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio. Il risultato è un dramma dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza.

Ispirato alle sommosse di Parigi del 2005, il film ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards ed è poi stato candidato al Premio Oscar per la Francia come Miglior Film Internazionale. Ha poi fatto incetta di candidature e premi ai César (gli Oscar francesi), dove ha trionfato come miglior film. Il percorso di I miserabili è dunque costellato di onori e vittorie, riconoscimenti meritati per un film che ha saputo unire disagi sociali ad un’idea di cinema particolarmente coinvolgente e ricca di pathos, dando vita ad un’opera di rara bellezza.

Girato con uno stile documentaristico, vicino alla realtà dei reali quartieri dove si svolge la vicenda, I miserabili è dunque uno dei film europei recenti da non perdere assolutamente, che offre intrattenimento e profonde riflessioni, dimostrando come gli sconti mostrati nel film siano senza tempo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I miserabili: la trama del film

Il film segue la storia di Stéphane, un agente di polizia che si trasferisce dal comune francese Cherourg a Montfermeil, nella periferia di Parigi. Egli si integra facilmente nella comunità del piccolo centro e viene inserito nella squadra anti-crimine al fianco dei colleghi Chris e Gwada, due poliziotti esperti e dai metodi decisamente non convenzionali. Ben presto, Stéphane capirà quanto la situazione tra le gang del quartiere sia tesa e fragile, una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere.  La goccia che fa traboccare il vaso è il furto di un leoncino che viene rapito da un circo, alla cui ricerca vengono chiamati proprio i tre poliziotti.

Stéphane si troverà da qui in poi costretto a sporcarsi le mani e gli occhi, invischiato in prima persona nelle miserie dei bassifondi, polveriera di violenza e criminalità, e comprenderà le difficoltà della polizia nel mantenere la pace e l’ordine seguendo il sentiero della legalità. Mentre le ricerche e gli scontri vanno avanti, un drone filma ogni azione della polizia, divenendo un pericoloso strumento di denuncia. Sbarazzarsi anche di questo sarà dunque un obiettivo in più, ma ben presto i tre poliziotti si troveranno letteralmente a dover fare i conti con i ragazzi del quartiere, giovani disperati senza più nulla da perdere.

I miserabili cast

I miserabili: il cast del film

Il cast di I miserabili è composto quasi interamente da attori non professionisti. L’unico attore con precedenti esperienze in tale ambito è Damien Bonnard, già visto in titoli come Dunkirk, Quello che non so di lei e Wolf Call – Minaccia in alto mare. Egli interpreta qui il poliziotto Stéphane, nel cui sguardo lo spettatore può identificarsi. Egli è infatti un personaggio inizialmente esterno al contesto nel quale si ritrova catapultato. Qui assiste per la prima volta, come lo spettatore, a dinamiche e scontri che evidenziano il forte disagio di quartieri abbandonati a loro stessi. Per la sua interpretazione, Bonnard è poi stato candidato come miglior attore ai premi César.

Accanto a lui, nei panni dei colleghi poliziotti Gwada e Chris vi sono gli attori Djibril Zonga e Alexis Manenti. Quest’ultimo ha poi vinto il premio come miglior promessa maschile ai premi César. Categoria in cui era candidato anche Zonga. Fanno poi parte del cast anche Issa Perica nel ruolo di Issa, Al-Hassan nei panni di Buzz e Almamy Kanouté in quelli di Salah. Steve Tientcheu interpreta il sindaco, mentre Nizar Ben Fatma è il personaggio noto come lo spilorcio. Raymond Lopez è Zorro, mentre Luciano e Jaihson Lopez interpretano rispettivamente Luciano e Jaihson. Infine, l’attrice Jeanne Balibar compare nei panni della commissaria di polizia.

I miserabili: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di I miserabili grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 5 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Prime Video annuncia la terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

0

Prime Video ha annunciato la terza stagione in 10 episodi della serie di successo globale L’estate nei tuoi occhi. Basata sulla trilogia di best-seller firmata da Jenny Han, il drama targato Prime Video ha avuto un incredibile successo, performando particolarmente bene tra le giovani spettatrici donne. La seconda stagione de L’estate nei tuoi occhi è tra le 10 serie più seguite di sempre sul servizio. Quest’ultima ha debuttato il 14 luglio, e nei primi tre giorni dal lancio ha più che raddoppiato l’audience della prima stagione.

La terza stagione della serie Original sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.  “Siamo stati felici di vedere la passione con cui i fan hanno accolto L’estate nei tuoi occhi, rendendo i venerdì d’estate un fenomeno di intrattenimento“, dice Vernon Sanders, Head of television, Amazon ed MGM Studios. “Questa serie affascinante e profondamente coinvolgente ha mostrato l’ampiezza della nostra base di clienti, attraendo i più giovani e diversificando così gli spettatori. Jenny Han è una narratrice di talento, ed i suoi fan hanno chiesto a gran voce il terzo capitolo di questa storia. Siamo entusiasti oggi di condividere questa notizia, aspetteranno l’Estate con ancora più attesa. Grazie a Jenny, Sarah Kucserka, e Karen Rosenfelt e ai nostri amici di wiip per il loro notevole lavoro e collaborazione”.

A questa terza stagione è stato dato il via libera ufficiale prima degli scioperi WGA e SAG-AFTRA. La produzione della terza stagione non inizierà fino a quando le trattative con i sindacati non saranno state risolte.  Al timone della terza stagione de L’estate nei tuoi occhi troviamo le showrunner Jenny Han e Sarah Kucserka. Han, Kucserka e Karen Rosenfelt sono anche executive producer, insieme a Hope Hartman, Mads Hansen e Paul Lee per wiip. La serie è una co-produzione Amazon Studios e wiip.

L’estate nei tuoi occhi è un dramma multigenerazionale che si basa su un triangolo amoroso tra una ragazza e due fratelli, il rapporto in continua evoluzione tra le madri e i loro figli e il potere duraturo di una forte amicizia femminile. È una storia di formazione sul primo amore, sui primi drammi sentimentali e sulla magia di un’estate perfetta.

La seconda stagione de L’estate nei tuoi occhi è disponibile su Prime Video con nuovi episodi ogni settimana fino al finale di stagione venerdì 18 agosto.

L’estate nei tuoi occhi:

Un tempo Belly era solita contare i giorni che la separavano dal ritorno a Cousins ​​Beach, ma con Conrad e Jeremiah che continuano a litigare per il suo amore e il ritorno del cancro di Susannah, non è sicura che l’estate sarà più la stessa. Quando un visitatore inaspettato minaccia il futuro dell’amata casa di Susannah, Belly dovrà riunire la banda e decidere una volta per tutte dove andrà il suo cuore.

Black Adam: Dwayne Johnson riflette sull’insuccesso del film

0
Black Adam: Dwayne Johnson riflette sull’insuccesso del film

Dwayne Johnson ha riflettuto su quello che è andato storto nella realizzazione e nella distribuzione di Black Adam, commentandone lo scarso successo di pubblico e critica. Johnson ha fatto il suo tanto atteso debutto come antieroe DC nel film del 2022, in cui vengono raccontate le origini del personaggio. Dopo quasi un decennio in fase di sviluppo, Black Adam è arrivato nei cinema con recensioni negative da parte della critica e non ha raggiunto il risultato sperato al botteghino, senza nemmeno andare in pareggio.

Durante una recente apparizione al talk show Hart to Heart di Kevin Hart, a Dwayne Johnson è stato chiesto del fallimento di Black Adam al botteghino e del suo futuro come personaggio. L’attore/produttore ha confermato che il suo tempo nei panni dell’antieroe DC è terminato.

“Penso che Black Adam sia rimasto intrappolato in un vortice di nuova leadership. E in quel momento, mentre stavamo creando Black Adam, sviluppandolo, girando Black Adam, siamo stati un po’ abbattuti a causa di COVID e delle chiusure, ci siamo rialzati. Ci sono stati così tanti cambiamenti nella leadership. E come sai, ogni volta che hai un’azienda, ma soprattutto quella dimensione e grandezza, una società quotata in borsa, e hai tutti quei cambiamenti nella leadership, hai persone che intervengono continuamente sull’aspetto creativo prendendo decisioni con le quali puoi non essere d’accordo. Per me sarà sempre una grande incognita. Ho avuto il grande personaggio in carriera, una grande uscita, anche se con la Cina si sarebbero potuti guadagnare forse 100 o 200 milioni di dollari in più. Hai la responsabilità di un supereroe e vuoi far crescere il franchise. Riporti al cinema il Superman di Henry Cavill, cosa che ha fatto impazzire il mondo. E abbiamo creato un portfolio diversificato di supereroi. Quindi penso che Black Adam sia stato uno di quei film che sono rimasti intrappolati in quella rete di nuova leadership. Ma alla fine è come se un nuovo proprietario acquistasse una squadra della lega dicendo che non gli importa quanti campionati hai vinto, lui metterà in piedi una sua nuova squadra.”

Black Adam vede protagonista Dwayne Johnson nei panni del cattivissimo anti-eroe della DC Comic, creato da Otto Binder e C. C. Beck nel 1945. Black Adam, il cui vero nome è Teth-Adam o Theo Adam, è l’arcinemico di Shazam.

Millennials: i migliori film che hanno definito la Generazione Y

Millennials: i migliori film che hanno definito la Generazione Y

Ognuno di noi conserva tra i propri ricordi quei film che hanno scosso in qualche modo la propria vita. Ci sono pellicole che hanno segnato ogni generazione e i Millennials sono quelli cresciuti con i Classici Disney, sono quelli che sognavano un Genio come Aladdin ma soprattutto sono quelli traumatizzati dalla morte di Mufasa del film d’animazione Il re leone.

I nati tra gli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta, nominati anche come Generazione Y, sono anche coloro che sono stati fortunati per essere cresciuti con due delle più famose saghe cinematografiche fantasy più epiche di sempre come quella del maghetto inglese Harry Potter o quella della compagnia degli Hobbit della Terra di Mezzo. Vediamo insieme i film che hanno definito più di tutti la Generazione Millennials.

Twilight (2008)

twilightÈ stata la trasposizione cinematografica che ha spalancato le porte al cinema del genere Young Adult. Twilight è anche anche la ribalta dei vampiri sulla scia del debutto su HBO, ma indirizzato per un pubblico adulto, con la serie True Blood. Alla fine tutte volevano essere Bella, interpretata dalla neo diciottenne ai tempi Kristen Stewart, anche perchè si innamorava di Edward Cullen, interpretato già dal bellissimo britannico Robert Pattinson.  Questo film diretto da Catherine Hardwicke è il primo di una saga dove poi, dal secondo lungometraggio, arrivano anche i licantropi. Ma la domanda base era una sola: Team Edward o Team Jacob ?

The Blair Witch Project (1999)

The Blair Witch ProjectThe Blair Witch Project ha creato un modo completamente nuovo di fare marketing cinematografico. Se sei un Millennials ti ricordi l’uscita in sala di questo horror e probabilmente hai visto anche l’omaggio fatto nel settimo episodio della terza stagione di Dawson’s Creek. È stato difficile sfuggire dal trailer quando è stato commercializzato come una “storia vera” anche perchè è uno dei film più spaventosi mai realizzati.

Ragazze a Beverly Hills (1995)

ragazze a beverly hillsPrima di Mean Girls, c’era Clueless (da noi Ragazze a Beverly Hills), in italiano tradotto in Ragazze a Beverly Hills, questo film segna il confine tra la Gen Y e quelli della precedente Gen X. Questo lungometraggio non è altro che la trasposizione e rivisitazione del romanzo Emma di Jane Austen. La voce narrante è quella di Cher Horowitz, decisamente una giovane bella, ricca, viziata e abituata a vivere nel suo mondo perfetto dove va sempre tutto bene. Dopo il successo del film è stata tratta anche una serie televisiva, andata in onda dal 1996 al 1999.

Easy Girl (2010)

Easy girlQuesto è stato il primo ruolo iconico di Emma Stone che qualsiasi Millennials riconoscerebbe, dove interpreta la liceale americana Olive Penderghast. Easy Girl descrive le esperienze di Olive dopo che i pettegolezzi sulla perdita della sua verginità, in realtà una bugia, si sono diffusi a macchia d’olio e le hanno dato una nuova reputazione. Questa è anche la trasposizione ma ambientata tra i banchi di scuola di un classico della letteratura statunitense come La lettera scarlatta.

Mean Girls (2004)

mean girlsInutile che mentite tanto tutte abbiamo seguito la regola di vestirci di rosa, prima ancora del fim Barbie, al mercoledì come Regina, Karen, Gretchen e la nuova arrivata Cady. Mean Girls si può ritenere il film femminile più generazionale delle Millenians, perchè abbiamo vissuto sulla nostra pelle o visto con i nostri occhi tutto quello che si vede in questo teen movie. Tra la sceneggiatura stellare di Tina Fey è anche una delle migliori interpretazioni di Lindsay Lohan e la svolta di Rachel McAdams nei panni della Queen Bee Regina George. Questo iconico film è anche  la perfetta combinazione di angoscia adolescenziale, realismo e commedia.

La mia vita a Garden State (2004)

La mia vita a Garden StateLa mia vita a Garden State è una delle pellicole più significative che rappresentano il cinema indie dei primi anni 2000. Zach Braff conosciuto da tutti per il ruolo di John Dorian nella serie televisiva Scrubs – Medici ai primi ferri, nel suo debutto alla regia, raggiunge con questo questa commedia romantica lo status di culto tra i Millennians. La trama racconta di Andrew, interpretato da Braff, che torna nella sua piccola città natale per partecipare al funerale della madre. Mentre è lì si trova di fronte a vari aspetti di una vita che pensava di aver dimenticato. La pellicola vede nel suo cast volti molti noti come Natalie Portman, Jim Parsons, Peter Sarsgaard, Ian Holm e Jean Smart.

Su×bad – Tre menti sopra il pelo (2007)

Su×bad - Tre menti sopra il peloSu×bad – Tre menti sopra il pelo (Superbad) è il film più “imbarazzante” per eccellenza per i ragazzi al liceo di quei anni ed è interpretato già dai talentuosi Jonah Hill e Michael Cera nei panni due protagonisti Seth ed Evan. Questa pellicola è un esilarante film di formazione incentrato sulle esperienze degli studenti mentre giurano di perdere la verginità prima del diploma di scuola superiore. Tutto ciò si rivelerà ben presto una vera sfida. Riflette l’esperienze liceali senza ancora le moderne pressioni dei social network e trasporta i Millennians indietro nel tempo in cui sentivano di dover affrontare i difficili problemi cioè la terrificante adolescenza e le prime esperienze.

(500) giorni insieme (2009)

500 giorni insieme è una commedia romantica con Joseph Gordon-Levitt nei panni di Tom Hansen, che ripensa la sua relazione fallita con Sole Finn, l’attrice Zooey Deschanel. Tom è un giovane scrittore che crede ancora nel colpo di fulmine e si innamora perdutamente di Sole, la bellissima nuova segretaria del capo, che invece non crede nel rapporto duraturo. Attraverso una struttura non lineare, il film descrive il legame romantico che si instaura e poi svanisce tra i due protagonisti.

I segreti di Brokeback Mountain (2005)

I segreti di Brokeback Mountain filmI segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee è stato uno dei primi film a fare breccia nel cinema mainstream LGBTQ+. È stato anche uno dei film nei primi Duemila apertamente queer ad essere nominato per più Academy Awards. La trama iniziale è ambientata durante l’estate del 1963, dove due cowboy, Ennis e Jack, si incontrano in un ranch nel Wyoming e devono nascondere la loro relazione amorosa a tutti. Dopo un lungo casting la scelta ricadde per i due protagonisti su Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, nel cast anche Michelle Williams e Anne Hathaway.

The social network (2010)

The Social Network filmMark Zuckerberg con Facebook ha cambiato per tutti il modo di connettersi con i notri amici. Questo è esattamente il motivo per cui il regista David Fincher ha adattato la storia di Zuckerberg in The Social Network che definisce la generazione che ha usato prima di tutti il primo social esistente. Questo film è stato sceneggiato da Aaron Sorkin e racconta i problemi dietro le quinte del suo creatore, interpretato da Jesse Eisenberg, che ha attraversato durante la produzione della sua innovativa e nuova idea. Il cast è composto da attori che negli anni sono poi diventati volti celebri del cinema d’oggi come Andrew Garfield, Rooney Mara e Dakota Johnson.

Titanic (1997)

Titanic filmTitanic è stato il film che ha cambiato la vita per molti Millennians e con cui molti avrebberò scoperto poi di voler lavorare nel mondo del cinema. James Cameron ha creato una delle epopee marine, lunga ben tre ore, tra le più costose e magistrali di sempre ed è stato anche ilfilm con il maggior incasso di tutti i tempi per decenni. Questa pellicola si può ritenere anche quella che ha fatto conoscere a chiunque Kate Winslet e Leonardo di Caprio. Indimenticabile la canzone “My Heart Will Go On” di Celine Dion e l’amore contro ogni regola delle classi sociali dei tempi di Jack e Rose.

Donnie Darko (2001)

Donnie Darko filmL’incontro del protagonista Donnie Darko con il coniglio inquietante Frank, è un dei momenti decisivi nella vita di molti Millennians. Questo film di Richard Kelly è uscito nel periodo della rinascita del goth e ha contribuito a inaugurare una generazione infatuata di tutto ciò che è oscuro e cupo prima ancora dell’apparazione degli Emo. Un dark fantasy che segue un adolescente di nome Donnie che mentre una notte cammina fuori casa vede un coniglio dall’aspetto demoniaco. Frank gli dice che il mondo finirà tra 28 giorni e da qui iniziano ad accadere cose strane. In america si è rivelato un vero caso e in Italia in sala è arrivato in ritardo solo nel 2004.

La serie di Harry Potter (2001 – 2011)

Film di Harry Potter in ordine di uscita al cinemaLa Gen Y probabilmente racconta ancora com’era mettersi in fila nel cinema multisala con entusiasmo per ogni nuovo film di Harry Potter. Guardare i principali protagonisti, come Harry, Ron e Hermione, crescere insieme al pubblico è un fenomeno raro che non potrà mai più essere replicato. Dire che il maghetto uscito dalla penna di JKR è diventato un fenomeno culturale sembra quasi un eufemismo, dato che avrà sempre da insegnare qualcosa anche alle nuove e future generazioni di sognatori.

Toy Story (1995)

film per tutti toy storyIl franchise di Toy Story non ha bisogno di presentazioni. La leggendaria serie di film Pixar  ha affascinato i giovani spettatori con il suo primo film del 1995 dove ha svelato al mondo che i giocattoli possono prendere vita. Toy Story 3 sarà per sempre però tra i film preferiti dai Millennians, poiché è il perfetto finale straziante dell’arco narrativo di Andy e Woody che la serie aveva costruito nel corso degli anni. Questo addio strappalacrime funge anche da toccante addio della Gen Y alla loro infanzia in tutti i sensi.

Matrix (1999)

Matrix filmMatrix è un film di fantascienza in stile cyberpunk scritto e diretto dalle sorelle Andy e Larry Wachowski. Questa pellicola racconta la storia di Neo, un uomo contattato da una donna misteriosa che lo conduce in un mondo sotterraneo dove l’esistenza non è ciò che sembra. Dopo questo primo film sono usciti poi nell’arco del 2003 Matrix Reloaded e Matrix Revolutions e nel 2021 Matrix Resurrections sempre con per protagonista l’attore Keanu Reeves.

Il Cavaliere Oscuro (2008)

Il cavaliere oscuro - Il ritorno filmIl ritratto del Joker di Heath Ledger nel secondo film di Batman di Christopher Nolan rimarrà per sempre nella storia del cinema. Il cavaliere oscuro ha destato una particolare attenzione nei mass media dopo la morte di Ledger, avvenuta il 22 gennaio 2008, poco dopo il termine delle riprese. Il film è diventato un punto fermo nella cinematografia mondiale ed è il primo che eleva il genere cinecomic fino ad arrivare alle ben otto candidature agli Oscar 2009. Nel 2012 esce poi Il cavaliere oscuro – Il ritorno che chiude la trilogia di Batman con la firma di Nolan.

La trilogia “Il Signore degli Anelli” (2001 – 2003)

Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello castAl primo posto di questa lunga classifica troviamo l’universo fantastico di JRR Tolkien arrivato sul grande schermo attraverso la trilogia di Il Signore degli Anelli del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico neozelandese Peter Jackson. Questi tre epici film, di tre ore e passa l’uno, hanno utilizzato effetti visivi rivoluzionari e archi narrativi impeccabili da coinvolgere gli spettatori anno dopo anno. Per i Millennials che non avevano mai visto nulla di simile prima d’ora, confronteranno tutte le trasposizioni fantasy, arrivate poi, con questa e insuperabile trilogia cinematografica che ha fatto la storia del cinema.

Ryan Gosling festeggia Greta Gerwig con un flash mob sulle note di “I’m Just Ken”

0

Per celebrare il compleanno della regista di Barbie Greta Gerwig, Ryan Gosling, che nel film interpreta il Ken “principale”, ha organizzato un flash mob che ha letteralmente inviato alla regista.

Barbie segue la storia dell’omonima bambola (interpretata da Margot Robbie) e Ken mentre scoprono il mondo reale al di fuori di Barbieland e mentre lei cerca il significato della vita. Il film si sta avvicinando al miliardo di dollari al botteghino e si è guadagnato l’amore della critica e del pubblico.

Nel film, c’è una scena che vede Gosling protagonista, in cui il suo Ken è in conflitto con se stesso per i suoi sentimenti verso Barbie e per il suo posto in Barbieland. Nella scena, Ken canta “I’m Just Ken”, che è proprio il brano scelto da Gosling come sottofondo del flash mob messo in piedi per festeggiare i 40 anni di Greta Gerwig. L’account Instagram del film ha condiviso il video:

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

MCU: 10 lezioni che gli Avengers dovrebbero imparare per il prossimo film

Anche se il panorama del MCU è cambiato molto dalla Fase 1, ci sono alcune lezioni chiave che i prossimi film possono imparare da The Avengers del 2012. A partire da Iron Man del 2008, i film del MCU sono stati creati per costituire il tessuto di uno degli universi condivisi più impressionanti del cinema. Dopo aver introdotto diversi eroi in film standalone, questi si sono riuniti in The Avengers, formando una versione dell’iconica squadra di supereroi sul grande schermo in un momento che da allora ha probabilmente definito il MCU. Il film del 2012 costituisce ancora il modello di base per un perfetto film di squadra di supereroi, e le prossime pellicole farebbero bene a seguirne le orme.

Più tensione tra gli eroi

MCU Avengers Thor Captain America Iron Man

Un punto chiave della trama di The Avengers è la difficoltà degli eroi a fare squadra. Anche se gran parte di questa difficoltà si rivela essere frutto delle manipolazioni di Loki, ha comunque creato un’atmosfera interessante evidenziando la naturale tensione tra eroi abituati a lavorare da soli, The Avengers ha dato un tocco di realismo alla chimica del suo cast. La tensione aiuta a dimostrare che, pur essendo supereroi, sono anche persone con idee e ideali contrastanti, e questo è un aspetto da cui Avengers 5 potrebbe trarre grande beneficio.

Fissare obiettivi personali

MCU Phil Coulson

Gli eroi si uniscono solo per fermare i cattivi che minacciano il mondo o l’universo su larga scala, ma questo non nega la necessità di una posta in gioco. In The Avengers, la squadra forma un’unità coesa solo dopo la morte di Phil Coulson, evidenziando che la posta in gioco personale è altrettanto importante per gli eroi del MCU quanto la potenziale distruzione o sottomissione della Terra. Dare alla storia dei Vendicatori una nota più personale ed emotiva per i suoi eroi è un modo perfetto per fondare anche la narrazione più stravagante, come dimostra il fatto che è stato uno dei momenti più potenti di The Avengers, nonostante l’inclusione di una minaccia di livello vendicativo.

Scegliere ambientazioni del mondo reale

MCU Avengers New York

La conclusione di The Avengers è stata la Battaglia di New York, in cui Loki ha condotto una schiera di Chitauri sulla Terra nel tentativo di schiavizzare l’umanità. Le ramificazioni della battaglia si sono fatte sentire per anni nel MCU, con storie che vi fanno riferimento anche un decennio dopo. Sebbene i film successivi dei Vendicatori si siano in gran parte allontanati dalle battaglie in luoghi reali, questo in realtà danneggia sottilmente la storia complessiva per il pubblico. I luoghi del mondo reale aiutano il pubblico a entrare in contatto con la storia e implicano sottilmente la plausibilità, rendendo la semplice questione della location una parte importante del successo di The Avengers.

L’umorismo deve essere bilanciato con le emozioni

MCU Avengers umorismo

Uno dei maggiori punti di forza di The Avengers è il suo delicato equilibrio tra emotività e leggerezza. Nonostante fosse all’epoca la storia più seria del franchise, era anche uno dei film più divertenti del MCU, in grado di contrastare la profondità della narrazione con frequenti momenti di comicità. Questo equilibrio si è un po’ affievolito negli ultimi film del MCU, ma ritrovare la formula stabilita dal primo film sarebbe perfetto per Avengers 5.

Iniziare e terminare specifici archi di eroi non è necessario

avengers: endgame iron man

The Avengers può aver introdotto la squadra titolare nel MCU, ma i film successivi sui Vendicatori hanno introdotto altri eroi segnando la fine degli archi narrativi di determinati personaggi o una combinazione delle due cose. Con i loro ranghi che si ingrossano a ogni nuovo ingresso nel MCU, Avengers 5 deve ristabilire l’idea che i film di team-up non devono necessariamente essere storie che cambiano il franchise. The Avengers ha funzionato perché ha stabilito un’idea semplice – la formazione della squadra – ma non ha avuto bisogno di introdurre o uccidere alcun eroe importante nel corso della sua storia.

Nick Fury in un ruolo più importante nel MCU

Nick Fury Thor

In Avengers Nick Fury ha riunito i suoi più potenti alleati e ha formato una squadra dei più potenti eroi della Terra, ma il personaggio è stato nettamente assente dai successivi film dei Vendicatori. Il suo ruolo costante nel franchise lo rende uno dei migliori candidati a guidare una nuova squadra dopo la morte di Iron Man e il ritiro di Steve Rogers. Avere Nick Fury alla guida della nuova generazione di eroi sarebbe il modo più appropriato per continuare la storia della squadra in Avengers 5, soprattutto perché l’ex direttore dello SHIELD è stato nettamente assente dalle storie della squadra dopo The Avengers.

Bilanciare i poteri degli eroi è fondamentale

Avengers Infinity War Hulk MCU

In The Avengers l’affiatamento era fondamentale, e questo incorpora i poteri dei suoi eroi. La Battaglia di New York rimane una delle migliori scene di combattimento del MCU per un motivo straordinariamente semplice: i suoi eroi usano i loro poteri e le loro abilità per lavorare davvero come una squadra. Il fatto che Thor e Iron Man trasportino i Vendicatori in volo in giro per la città o che Stark usi la tecnologia della sua tuta per aiutare Occhio di Falco a temporizzare i suoi attacchi contro i Chitauri sono momenti incredibili, perché dimostrano chiaramente perché gli eroi sono molto più potenti della somma delle loro parti.

Pochi eroi, ma buoni

MCU Avengers squadra originale

Il primo film dei Vendicatori comprendeva solo sei eroi. Con ogni team-up successivo, i loro ranghi sono cresciuti, portando a un roster eccessivo di protagonisti. Anche se le battaglie su larga scala con il maggior numero possibile di Avengers rendono le scene epiche, non è del tutto necessario, come dimostrato nella Fase 1 da The Avengers. Se Avengers 5 dovesse seguire l’esempio e presentare una rosa di eroi più ristretta, permetterebbe di definire meglio i ruoli di ciascuno.

L’attenzione deve rimanere sulla squadra, non sui singoli

MCU Avengers Thor Captain America

Sebbene l’esame degli eroi come singoli individui sia fonte di storie eccellenti, questo obiettivo è meglio raggiunto nei film in solitaria. The Avengers non ha fatto progredire gli archi di specifici eroi del MCU, ma piuttosto la squadra nel suo complesso, e questo ha contribuito a mantenere la trama equilibrata e coesa. Dedicare troppo tempo all’arco di uno o due eroi specifici può far sembrare un film di squadra decisamente sbilanciato, quindi mantenere l’attenzione sul loro potenziale collettivo è un must per Avengers 5. Fortunatamente, The Avengers ha fornito il modello perfetto per farlo, anche se è stato quasi dimenticato nei film successivi sui Vendicatori.

Non tutte le storie dovrebbero arrivare dai fumetti

Sebbene il franchise sia basato sui fumetti, il MCU non può utilizzare tutte le storie, e in realtà non ne ha bisogno. The Avengers non è stato un adattamento diretto di una storia a fumetti, ma ha preso in prestito una manciata di idee da diverse storie Marvel, e la sua storia è risultata originale e fresca, pur portando avanti l’arco narrativo generale del franchise. Gli altri film dei Vendicatori hanno cercato di concentrarsi su storie specifiche e, anche se si pensa che Avengers 5 farà lo stesso, non è del tutto necessario. Se il sequel prendesse in prestito un’idea da The Avengers, potrebbe combinare l’essenza di più storie dei fumetti e allo stesso tempo portare nuove ed entusiasmanti idee nel MCU.

The Flash disponibile sulle principali piattaforme digitali

The Flash disponibile sulle principali piattaforme digitali

Warner Bros. Pictures presenta The Flash, diretto da Andy Muschietti (i film di “IT”, “La Madre”) e interpretato da Ezra Miller, che torna nei panni di Barry Allen nel primo stand alone cinematografico del Supereroe DC.

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash anche l’astro nascente Sasha Calle, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”, “Batman”).

The Flash è prodotto da Barbara Muschietti (i film “IT”, “La Madre”) e Michael Disco (“Rampage – Furia Animale”, “San Andreas”). La sceneggiatura è di Christina Hodson (“Birds of Prey”, “Bumblebee”), con una screen story di John Francis Daley e Jonathan Goldstein (“Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri”, “Spider-Man: Homecoming”) e Joby Harold (“Transformers: Il risveglio”, “Army of the Dead”), basato sui personaggi dell’Universo DC. I produttori esecutivi sono Toby Emmerich, Walter Hamada, Galen Vaisman e Marianne Jenkins.

Ad affiancare il regista Muschietti dietro la macchina da presa è il team composto dal direttore della fotografia Henry Braham (“Guardiani della Galassia Vol. 3”, “The Suicide Squad”), lo scenografo Paul Denham Austerberry (“IT Capitolo 2”, “La forma dell’acqua”), i montatori Jason Ballantine (i film “IT”,“Il grande Gatsby”) e Paul Machliss (“The Gentlemen”, “Baby Driver – Il genio della fuga”) e la costumista Alexandra Byrne (“Doctor Strange”, “Guardiani della Galassia”). La colonna sonora è di Benjamin Wallfisch (“L’uomo invisibile”, i film “IT”). Warner Bros. Pictures presenta una produzione Double Dream/ Disco Factory, un film di Andy Muschietti: The Flash , è stato distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.

Mark Margolis: morto l’attore di Breaking Bad e Better Call Saul

0
Mark Margolis: morto l’attore di Breaking Bad e Better Call Saul

Il caratterista Mark Margolis, meglio conosciuto come volto di Hector Salamanca in Breaking Bad e Better Call Saul, si è spento all’età di 83 anni. Margolis è morto al Mount Sinai Hospital di New York dopo una breve malattia, secondo The Hollywood Reporter.

Protégé della famosa insegnante di recitazione Stella Adler, Margolis ha fatto il suo debutto sullo schermo con una piccola parte nella commedia erotica A bocca piena, nel 1976. Dopo piccole parti in diverse pellicole, tra cui Vestito per uccidere, il suo primo ruolo importante è arrivato in Scarface di Brian De Palma, in cui interpretava Alberto, un gangster che fa una brutta fine nel corso di una missione omicida insieme a Tony Montana (Al Pacino).

Sono seguiti poi ruoli più importanti, tra cui un ruolo ricorrente nella serie degli anni ’80 The Equalizer, l’irascibile padrone di casa di Jim Carrey nella commedia Ace Ventura: l’acchiappanimali. Ha anche collaborato frequentemente con il regista Darren Aronofsky, con un ruolo importante nel suo debutto alla regia Pi, e apparizioni nei suoi film successivi Requiem for a Dream, L’albero della vita, The Wrestler, Black Swan e Noah.

Il grande pubblico però lo ricorda nel ruolo di Hector Salamanca, personaggio fondamentale di Breaking Bad e, poi, di Better Call Saul.

L’invenzione della neve, il trailer del film di Vittorio Moroni

0
L’invenzione della neve, il trailer del film di Vittorio Moroni

I Wonder Pictures diffonde il trailer de L’invenzione della neve, il film diretto da Vittorio Moroni con Elena Gigliotti, Alessandro Averone, Anna Ferruzzo, Anna Bellato, Eleonora De Luca e con Carola Stagnaro in arrivo nelle sale italiane giovedì 14 settembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Il film sarà presentato in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, all’interno delle Notti Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate degli autori in accordo con Isola Edipo.

L’invenzione della neve è prodotto da 50N in associazione con Crédit Agricole Italia (ai sensi delle norme sul tax credit) e con la collaborazione di Cinnamon Digital Cinema, con il contributo dell’Assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Cinema e con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020, con la sponsorizzazione di VIS e il supporto di Ala Bianca Group.

L’invenzione della neve vede protagonista Carmen – interpretata magistralmente da Elena Gigliotti – una donna dalla forza ancestrale, eccessiva, invadente, sbagliata e, forse, pericolosa. Carmen agisce usando bugie, manipolazioni e seduzione, come ha imparato fin da piccola, per non perdere sua figlia e l’uomo che dice di amare, Massimo. Una favola, animata da Gianluigi Toccafondo, fa da fil rouge alla storia che strega lo spettatore e lo accompagna nelle vite di Carmen e Massimo, dalle tinte fosche, spietate e paradossalmente romantiche. “Il film, a suo modo un noir, un thriller dell’anima” dichiara il regista “cerca di portare alla luce l’umanità che si cela dietro il loro costante bisogno di aggredirsi e di amarsi. Nonostante la loro crudeltà, Carmen e Massimo sono creature giuste, a modo loro, all’interno del modello che si sono dati, nonché l’unico che conoscono per esistere”.

L’invenzione della neve è stato girato in 18 giorni e le 6 scene principali sono state riprese senza interruzioni per 30 minuti in media, chiedendo agli attori di considerare ogni imprevisto come un’opportunità, di abitare la scena come un documentario, come la vita.

Carmen ama troppo intensamente, troppo a modo suo e il mondo non glielo perdona. Lei e Massimo si sono lasciati, ma Carmen continua a considerarlo l’uomo della sua vita. Adora Giada, la figlia che hanno avuto insieme e che adesso ha 5 anni. La bambina è stata affidata al padre, alla madre il permesso di vederla una volta ogni quindici giorni. Carmen non ci sta: sa di aver commesso degli errori, ma anche di essere una buona madre e non permetterà che accada di nuovo quello che è successo a lei da bambina. Se il mondo la vuole distruggere, lei trasformerà il mondo.

L’invenzione della neve, sarà nelle sale italiane giovedì 14 settembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection, dopo l’anteprima mondiale all’interno delle Notti Veneziane, sezione realizzata dalle Giornate degli autori in accordo con Isola Edipo.

Operazione Soulcatcher: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Uno dei titoli più visti del momento nel catalogo di Netflix è il film Operazione Soulcatcher, di produzione polacca. Dopo Mister Car e i templari, si tratta del secondo lungometraggio polacco a raggiungere in poco tempo le vette di Netflix. Il motivo è da ritrovarsi anche nel loro riprendere generi tipicamente americani per adattarli ai canoni delle proprie cinematografie. Operazione Soulcatcher non fa eccezione, propondo un thriller d’azione con un protagonista tormentato e una pericolosa arma di distruzione di massa pronta a finire nelle mani sbagliate.

A dirigere il film vi è Daniel Markowicz, il quale ha iniziato la propria carriera lavorando come addetto agli effetti visivi. In seguito si è dedicato alla produzione e solo nal 2019 ha deciso di debuttare come regista, dirigendo Diablo. Ad oggi ha diretto ben 5 film, dimostrandosi molto prolifico. Operazione Soulcatcher è al momento l’ultimo a cui ha lavorato e che grazie a Netflix gli sta permettendo di ottenere una maggiore notorietà. Il film è infatti un concentrato di azione, tensione e sequenze dal forte impatto.

Un titolo, dunque, che gli appassionati del genere non dovrebbero lasciarsi sfuggire, anche solo per potersi confrontare con qualcosa di diverso dai film statunitensi di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno i passaggi da compiere per poter vedere il film all’interno del catalogo di Netflix, qualora non si sia già iscritti alla piattaforma.

La trama di Operazione Soulcatcher

Protagonista del film è Kiel, un soldato tormentato dalla perdita del fratello Piotr durante un’operazione. Egli cerca un modo per venire a patti con questo lutto, elaborandolo come meglio possibile, ma i suoi tentativi devono essere messi in pausa quando viene raggiunto dal governo polacco che affida a lui e alla sua squadra di mercenari una rischiosa missione. Il gruppo deve recuperare una potentissima arma in grado di trasformare comuni essere umani in spietati zombie assetati di sangue. Se dovesse finire nelle mani sbagliate, si rivelerebbe dunque estremamente pericolosa.

Kiel e i suoi uomini partono dunque alla ricerca dell’arma, da recuperare specificatamente intatta in modo da poterla utilizzare per scopi positivi. Secondo un componente dei servizi segreti, infatti, se usata in maniera appropriata, l’arma sarebbe in grado di guarire il cancro. Kiel si ritroverà dunque ben presto al centro di un conflitto più violento del previsto, con l’importante compito di prendere decisioni che possono valere il futuro dell’umanità. Mentre tenta di compiere tutto ciò, il fantasma della perdita del fratello continuerà però a tormentarlo per tutta l’operazione.

Operazione-soulcatcher-cast

Il cast di Operazione Soulcatcher

Ad interpretare il protagonista, Kiel, vi è l’attore polacco Piotr Witkowski. Egli è noto in patria per aver recitato a film come Squadrone 303 – La grande battaglia, Diablo, Proceder, Mistrz e Una notte all’asilo, quest’ultimo a sua volta presente su Netflix. Proprio grazie alla piattaforma streaming ha potuto ora iniziare ad ottenere anche una notorietà internazionale. Accanto a lui si ritrovano poi gli attori Jacek Koman nel ruolo di Jan, Jacek Poniedzialek nel ruolo di Witold Mazur e Marius Bonaszewski in quelli del generale Yousif.

Ritroviamo poi nel film anche l’attrice Aleksandra Adamska, nota in patria per le serie Skazana, Krucjata e Langer, che recita qui nel ruolo di Burza. Gli attori Vansh Luthra e Sebastian Stankiewicz recitano rispettivamente nei ruoli di Harbir e Krzysztof. Mateusz Mlodzianowski recita nel ruolo di Byk, mentre Michalina Olzanska è Eliza Mazur. L’attrice è però nota ai fan della serie The Witcher per aver interpretato Marti negli episodio quinto e sesto della terza stagione. Concludono il cast del film Mateusz Rzezniczak nei panni di Damian, Jacek Knap in quelli dell’agente Artur e Michael Burdan in quelli di Piotr, fratello di Kiel.

Il trailer di Operazione Soulcatcher e come vedere il film in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Operazione Soulcatcher unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonte: IMDb

La lunga corsa, recensione del film di Andrea Magnani

La lunga corsa, recensione del film di Andrea Magnani

Andrea Magnani torna a dirigere con La lunga corsa, scegliendo come protagonista il giovane Adriano Tardiolo, che esordì con successo nel 2018 in Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Accanto a lui, nel ruolo di una bislacca figura “paterna”, Giovanni Calcagno. Così, dopo Easy – Un viaggio facile facile, suo esordio nel lungometraggio del 2017 con Libero De Rienzo e Nicola Nocella, Magnani prova a dar vita a una commedia dai toni surreali, quasi una favola sospesa nel tempo e nello spazio.

La trama de La lunga corsa

Giacinto, Adriano Tardiolo, è cresciuto in carcere, suo malgrado. I genitori, infatti, sono due detenuti e fin da piccolo Giacinto considera il mondo dietro le sbarre casa sua. Quello che per tutti è un luogo di reclusione e privazione della libertà diventa per lui anche il suo parco giochi e la sua finestra, seppur molto parziale, sul mondo. In questa crescita è aiutato dal capo della polizia penitenziaria, Jack, Giovanni Calcagno, che nonostante il carattere schivo, lo prende a ben volere. Così fa anche la direttrice del carcere, Barbora Bobulova, con cui Giacinto scoprirà di avere più di qualcosa in comune. Sua madre, invece, si occupa poco di lui e con difficoltà di sé stessa. Giacinto però, non sa come affrontare il mondo di fuori. Più diventa grande e più questa difficoltà si fa ingombrante. Al compimento dei diciotto anni si troverà a dover scegliere cosa fare della propria vita. Forse seguire l’esempio di Jack, la sua figura di riferimento? O forse trovare una strada che sia solo sua? Provare a camminare con le sue gambe, o magari a correre?

Una commedia stralunata e malinconica

La lunga corsa si autodefinisce una commedia stralunata. Come il precedente lavoro, un viaggio che partiva da un autoisolamento e poi si apriva verso il mondo, anche qui c’è una condizione di chiusura e poi un confronto arduo con il mondo esterno, nel quale il protagonista fatica ad entrare e a trovare una collocazione. L’impronta del racconto è leggera, con una nota di eccentricità e virate verso il surreale. A tratti divertente, ma lungi dall’essere francamente comico, il film fa sorridere, ma al tempo stesso si è accompagnati da una sottile vena di malinconia.

Adriano Tardiolo e Nina Naboka

Adriano Tardiolo, da Lazzaro felice a La lunga corsa

La lunga corsa è imperniato tutto sul suo protagonista, Adriano Tardiolo, che sembra portare con sé il personaggio che lo aveva lanciato con Lazzaro felice. Anche qui, infatti, torna a toccare le corde che gli sono congeniali, interpretando un giovane ingenuo e stralunato, dal buon cuore e dai sentimenti puri, proprio come per la pellicola di Rohrwacher. Mentre però, il personaggio di Lazzaro era il punto focale all’interno di una costruzione variegata e complessa, con molteplici livelli di lettura, anche indipendentemente dal protagonista, qui il regista e sceneggiatore Magnani lavora forse poco sul contesto. Al mondo fuori dal carcere, ad esempio, dedica brevi momenti e qualche ironica frecciata, mentre sarebbe valsa la pena di approfondire di più, con la capacità che lo stesso regista ha dimostrato di avere. L’ambientazione in un luogo unico, uno spazio chiuso, povero di stimoli e la penuria di personaggi accanto a Giacinto, non aiutano. Di fatto, a parte Jack – Giovanni Calcagno è coprotagonista convincente – vi sono solo la detenuta Rocky – nell’efficace interpretazione di Nina Naboka – e la direttrice del carcere Barbora Bobulova ad accompagnare il protagonista. Tardiolo dunque ha la responsabilità di trasportare lo spettatore nella sua favola sbilenca e non sempre vi riesce. Quella di Giacinto è un’esistenza fatta di pochi elementi, cui si aggiunge la corsa, unico passantempo che appare possibile. Questa sembra poter rivoluzionare tutto, scuotere una certa fissità che caratterizza la vita del protagonista, ma forse non viene sfruttata in tutte le sue potenzialità, pur riuscendo a vivacizzare la seconda parte del racconto. Il film ha momenti ricorsivi e fatica così a diventare coinvolgente.

A La lunga corsa manca una spinta

Il nuovo lungometraggio di Andrea Magnani appare come una sorta di favola moderna e leggera. Un viaggio di formazione, al quale però manca una spinta in più per essere veramente coinvolgente e far arrivare lo spettatore al cuore del messaggio. Resta comunque una riflessione garbata sulla condizione della reclusione, sul concetto di libertà, ma anche sul pregiudizio e sul carattere spesso fuorviante dell’apparenza, veicolata da uno stile poetico e a tratti surreale. Il regista non esita a schierarsi dalla parte degli outsider come Giacinto, che forse troverà una sua via, eccentrica, bislacca, ma sua. A chiusura del film, una dedica sentita a Libero De Rienzo, anche lui un outsider nel panorama cinematografico italiano, che avrebbe dovuto far parte del cast, ma è prematuramente scomparso nel 2021. La lunga corsa è una coproduzione Italia-Ucraina, prodotto da Pilgrim Film, Bartleby Film, Fresh Production Group, con Rai Cinema e distribuito da Tucker Film, sarà nelle sale italiane dal prossimo 24 agosto.

Medusa Deluxe, recensione del film di Thomas Hardiman

Medusa Deluxe, recensione del film di Thomas Hardiman

Secondo Ovidio, il poeta romano autore delle “Metamorfosi”, Medusa era una bellissima sacerdotessa finché la dea Atena non le trasformò i capelli in serpenti, in modo che nessuno si avvicinasse a lei. Infatti, chiunque la guardasse in faccia moriva sul colpo. Secondo Thomas Hardiman, il regista dell’ultima aggiunta su Mubi, Medusa Deluxe, è un affollatissimo nido di serpenti che spettegolano e litigano in attesa che la polizia li chiami, per cercare di risolvere un caso di omicidio.

Medusa Deluxe, la trama: acconciature mortali

Questo è quanto accade nei camerini e nei corridoi dell’edificio in cui era previsto un concorso regionale per parrucchieri, ora rimandato perché uno dei concorrenti è stato trovato morto e con lo scalpo tagliato, in stile pellerossa. Il colpevole, potrebbe essere indiferentemente una solitaria e calva guardia di sicurezza turca, una qualsiasi delle isteriche concorrenti, un’amante colombiana, le modelle e l’organizzatore del contest. Il mistero che circonda un omicidio così brutale e le logiche perplessità, angosce e paure di tutti coloro che conoscevano la vittima sono il punto di partenza di una storia che unisce il sofisticato e il volgare, la tragedia e la commedia, il cinema di genere con uno spirito di serie B.

Il film, presentato in anteprima mondiale al Festival di Locarno 2022, è strutturato come un lungo piano sequenza che si svolge in diverse stanze e sale dell’edificio – più alcuni esterni – mentre i partecipanti a una gara di parrucchieri affrontano le conseguenze del crimine. In questi camerini dove si annidano le malelingue, c’è Cleve (Clare Perkins), una donna aggressiva e competitiva che farebbe di tutto per far vincere la sua acconciatura. La cinepresa si allontana pian piano da lei e passa in rassegna altri parrucchieri come Divine (Kayla Meikle), le modelle Kendra, Timba e Inez (rispettivamente bionda caucasica, di origini africane, e asiatica), l’addetto alla sicurezza Gac (Heider Ali), il partner latino del defunto, Angel (Luke Pasqualino), e l’organizzatore dell’evento, Rene (Darrell D’Silva).

Più esperimento che thriller tradizionale

Non aspettatevi intrighi polizieschi nella tipica tradizione inglese. Qui, l’intrigo, sta tutto nei forsennati pettegolezzi di persone invidiose, nervose, rappresentate da un cast singolare e variegato dal punto di vista etnico, come lo è la Gran Bretagna di oggi. L’atmosfera è resa ancora più inquietante dalle luci al neon dell’edificio, dai sinuosi movimenti della macchina da presa dell’irlandese Robbie Ryan e dalla soundtrack di Korelessm che accompagna la presentazione di ogni contestant. La sceneggiatura potrebbe essere definita un poco carente, ma è sufficiente a fornire una rappresentazione vivace di questa simil-borghesia isolana e a dare vita a una serie di buone idee.

Sebbene abbia un punto di partenza poliziesco, è difficile considerarlo un thriller, ma piuttosto un misto di commedia nera e qualcosa di molto personale del regista britannico Thomas Hardiman. La macchina da presa fluttuante e mutevole del celebre direttore della fotografia irlandese Robbie Ryan (collaboratore, tra gli altri, di Yorgos Lanthimos, Andrea Arnold e Ken Loach) scorre tra i vari personaggi dando vita a sequenze teatrali, che vanno dalle stanze ai corridoi, proprio come se ci stessimo muovendo tra proscenio e camerini, dietro le quinte.

Medusa Deluxe di Thomas Hardiman

Il dark humor di Thomas Hardiman

Per il suo uso del dark humor e il mischiare senza soluzione di continuità cultura alta e bassa, Medusa Deluxe rimanda parecchio alla filmografia di un altro cineasta britannico, Peter Strickland. Emerge una concezione dell’umorismo come una parte naturale della vita quotidiana che alimenta anche le situazioni più estreme, come quelle che i personaggi del film devono affrontare quando scoprono il cadavere. Hardiman non lavora sulla base di gag efficaci, ma lasciando che una certa oscurità legata all’assurdo emerga in mezzo a situazioni che in superficie possono sembrare più drammatiche. Allo stesso tempo, punta più sulla decostruzione dei diversi elementi della sua storia che sulla classica costruzione di suspense, tensione e intrigo. Medusa Deluxe è un film di climi, di atmosfere, una scommessa sul lato più ludico e a volte sperimentale del cinema che si permette di uscire dai canoni abituali del thriller per poi avventurarsi nel musical più delirante. Con l’irriverenza e l’audacia di un’opera prima visivamente abbagliante e che attirerà sicuramente l’attenzione di una buona fetta di pubblico.

Come esperimento visivo e formale, Medusa Deluxe è a tratti affascinante e molto singolare: un mondo di modelle e parrucchieri che si comportano come se fossero nel backstage di una grande sfilata di moda quando invece si tratta, come dicono più volte, di un concorso regionale britannico. Ma questo non toglie nulla al loro glamour o alla loro competitività: nel backstage, commettere o assistere a un crimine sembra la cosa più chic che possa capitare.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità