Con la produzione prossima alla
conclusione del film, Zack Snyder ha anticipato
un’ambientazione innevata per Rebel Moon con nuove foto dal set.
L’epopea di fantascienza segna l’ultima collaborazione tra Snyder e
Netflix dopo il lancio del suo franchise Army of the
Dead, che ha visto entrambi i film ottenere recensioni
generalmente positive e aumentare il numero di spettatori per lo
streamer, assicurando che i due continuassero a lavorare insieme su
la serie anime prequel Army of the Dead: Lost
Vegas e per il sequel diretto, Planet of the
Dead. Come per molti progetti precedenti, Snyder sta
cercando di offrire una storia su vasta scala e il pubblico sta
intravedendo un nuovo assaggio di ciò che verrà.
Zack Snyder ha
recentemente utilizzato il suo account Vero per offrire un
nuovo aggiornamento per il suo attesissimo film Rebel
Moon. Oltre a indicare che rimangono solo due giorni di
produzione per la sua epopea di fantascienza, ha anche mostrato le
foto dal set del progetto Netflix, rivelando un’ambientazione
innevata che sarà presente nel film.
Rebel Moon, il film
Rebel Moon ruota attorno a una piccola colonia
ai margini di una galassia sul punto di essere sopraffatta da un
tiranno di nome Belisario e dai suoi eserciti. Nella speranza di
salvare la loro galassia, le persone di questa colonia inviano
giovani donne su altri pianeti per trovare chi le assisterà. Snyder
ha co-scritto la storia di Rebel Moon, insieme a Shay
Hatten e Kurt Johnstad. Sofia Boutella è stata la prima a unirsi al
cast nei panni della giovane guerriera inviata dalla piccola
colonia per ottenere l’aiuto degli altri.
Anya Taylor-Joy rivela di non aver ancora
parlato con Charlize Theron di
Furiosa. La giovane attrice interpreta
l’imperatrice Furiosa titolare
nel prequel di Mad Max:
Fury Road di George Miller, dove
Theron ha interpretato l’eroina action. La produzione del film è
appena terminata, con l’uscita prevista per maggio 2024. Anche se
Theron non tornerà per Furiosa, Taylor-Joy sarà
affiancato nel prequel da Chris Hemsworth e Tom
Burke.
In una conversazione con People
Magazine, Anya Taylor-Joy ha condiviso che deve
ancora parlare del ruolo con Charlize Theron, che
ha interpretato Furiosa in Mad Max:
Fury Road. Taylor-Joy ha detto che potrebbe essere
stato per rispetto reciproco che non hanno parlato di Furiosa, e ha
intenzione di scambiare con Theron dei pareri dopo che le cose si
saranno calmate.
“Charlize è stata dolce – penso
che entrambe siamo finite in una situazione in cui eravamo così
rispettose l’una dell’altra che non volevamo metterci in contatto
prima [delle riprese]. Appena finito, una volta terminato questo
tour stampa, ceneremo e ci scambieremo sicuramente storie di
guerra. È una situazione del tutto unica e l’ho conclusa solo 13
giorni fa e poi sono stata gettata in questo circo, quindi penso
che mi ci vorrà un secondo per capire cosa sta succedendo. Ma mi
sento davvero grata di essere qui, e mi sento così grata di aver
avuto modo di lavorare con gli incredibili creativi di Furiosa. Il
mondo di Mad Max è assolutamente unico ed epico su una scala che
non riesco nemmeno a [descrivere]”.
Tutto quello che sappiamo su
Furiosa
Nonostante il grande successo di
Mad Max:
Fury Road, un nuovo film del franchise è stato
bloccato per anni a causa di una disputa legale tra Miller e la
Warner Bros. Tuttavia, lo scorso ottobre il progetto è stato
confermato ufficialmente attraverso la notizia del casting
di Anya
Taylor-Joy, la star di The
New Mutants e La
regina degli scacchi, che interpreterà una versione
più giovane del personaggio di Furiosa.
Oltre a lei, nel cast ci saranno anche Chris
Hemsworth(Thor:
Ragnarok) e Tom Burke, anche se al
momento i loro ruoli non sono stati ancora svelati.
George
Miller dirigerà, co-scriverà e produrrà Furiosa insieme
al suo partner di produzione di lunga data Doug
Mitchell. Il film sarà prodotto dal marchio australiano
Kennedy Miller Mitchell di Miller, insieme al partner
di Fury
Road, la Warner Bros. Pictures.
Attrice prevalentemente
televisiva, Freema Agyeman si è affermata
grazie ad alcuni popolari ruoli che le hanno permesso di diventare
una beniamina del grande pubblico. In pochi anni ha così avuto modo
di dar vita a personaggi di rilievo all’interno di celebri titoli
del piccolo schermo, dimostrando la propria versatilità
d’interprete. Ecco 10 cose che non sai di Freema
Agyeman.
Freema Agyeman: le serie TV e i
film
10. Ha recitato in celebri
serie televisive. L’attrice debutta sul piccolo schermo
grazie ad alcuni piccoli ruoli in serie come Crossroads
(2003), Casualty (2004), The Bill (2004-2006) e
Testimoni silenziosi (2005). Diventa poi celebre grazie al
personaggio di Martha Jones, compagna del Dottore interpretato
daDavid
Tennant nella terza stagione di Doctor Who (2006-2010).
Successivamente recita in Torchwood (2008), Little
Dorrit (2008) e Survivors (2008). Ottiene poi dei
ruoli di maggior rilievo in Law & Order: UK (2009-2012),
The Carrie Diaries (2013-2014) e Old Jack’s Boat
(2013-2015). Viene poi apprezzata per il ruolo di Amanita Caplan
nella serie Sense8
(2015-2017). Dal 2018 recita invece nella serie New Amsterdam.
9. Ha recitato anche per il
cinema. Il 2006 è per l’attrice l’anno di debutto al
cinema, avvenuto con il film Rulers and Dealers. Tornerà
sul grande schermo soltanto diversi anni dopo,
con Abduction – Riprenditi la
tua vita(2011), con l’attrice Lily
Collins, Taylor
Lautner e Sigourney
Weaver. il thriller North v South (2015), per
poi recitare nel horror Eat Local – A cena coi vampiri
(2017).
Freema Agyeman è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 403 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie ritraenti
momenti di svago quotidiano, ma anche curiosità personali. Molto
presenti sono poi le immagini o i video promozionali dedicati ai
propri progetti da interprete.
Freema Agyeman ha un
tatuaggio
7. Ha un tatuaggio legato
alle sue origini. L’attrice, come mostrato in alcune foto,
possiede un tatuaggio sulla parte alta del braccio destro
raffigurante la parola iraniana “raha”, il cui significato è
“libero” sotto all’immagine di una farfalle. La Agyeman, infatti,
ha origini iraniane da parte di sua madre.
Freema Agyeman: vita privata
6. È molto
riservata. L’attrice non è solita rendere noti dettagli
sulla propria vita privata, ma ogni tanto sul suo profilo Instagram
pubblica alcune foto che mostrano momenti vissuti insieme al suo
compagno, l’attore Luke Roberts. Questi è noto per
aver recitato nel film 300 – L’alba di un impero e in un ruolo minore nella
serie
Il Trono di Spade.
Freema Agyeman in Doctor
Who
5. Fece un’ottima
impressione ai produttori della serie. Desiderosa di
partecipare alla nuova stagione di Doctor
Who, l’attrice sostenne ben tre provini per altrettanti
ruoli diversi. Questi furono tuttavia vinti da altre attrici, ma
colpiti dalla versatilità della Agyeman i produttori decisero di
affidarle un ruolo maggiore, quello di Martha, che le ha permesso
di comparire in 20 episodi della serie.
4. Ha interpretato
nuovamente il personaggio dopo anni. A quasi dieci anni di
distanza dal suo ultimo episodio nei panni del personaggio,
l’attrice ha ripreso il ruolo di Martha Jones per dar vita ad un
audio-dramma intitolato Torchwood: Dissected, che svelerà
cosa ne è stato di lei dopo essersi separata dal Doctor Who. La
Agyeman si è dichiarata entusiasta del progetto, affermando di
sentirsi come se non avesse mai realmente abbandonato la parte.
Freema Agyeman in New
Amsterdam
3. È tra i protagonisti
della nuova serie. Dal 2018 l’attrice ricopre il ruolo
della dottoressa Helen Sharpe nel medical drama New
Amsterdam. Il personaggio da lei interpretato, tra i principali
della serie, è la primaria del reparto di oncologia, più
interessata alla carriera televisiva che a stare in ospedale a
diretto contatto con i pazienti.
2. Spera che la serie possa
durare a lungo. L’attrice ha dichiarato di aver da subito
sviluppato un legame affettivo con il proprio personaggio,
arrivando a sperare di poterlo interpretare il più a lungo
possibile così da vederne i risvolti futuri. Al momento la serie,
arrivata alla seconda stagione, è stata confermata già
fino alla quinta, garantendo così la sua presenza futura in
televisione.
Freema Agyeman: età e altezza
1. Freema Agyeman è nata a
Londra, Inghilterra, il 20 marzo 1979. L’attrice è alta
complessivamente 157 centimetri.
Fuori Concorso al Torino
Film Festival e in sala dal 1° dicembre distribuito da
Europictures, Orlando è il nuovo film di Daniele
Vicari. Un racconto di scoperte, di sé e dell’altro, resa possibile
dalla presenza dominante di Michele Placido, protagonista maschile di una
storia realizzata tra l’Italia e Bruxelles e dedicata a
Ettore Scola (“una delle mie amicizie più
importanti“). E’ lui l’Orlando che dal piccolo borgo natale del
regista, di Castel di Tora, nella Valle del Turano, in provincia di
Rieti, si trova sbalzato in un mondo lontano da sé, costretto a
fare i conti con passato e futuro.
L’avventura di
Orlando e Lyse, insieme per caso
Che nel film ha il volto
della piccola Lyse, la giovane esordiente Angelica Kazankova scelta
per interpretare la nipotina di Orlando, un anziano contadino
rimasto a vivere da solo in un paese di montagna del centro Italia
da dove in molti se ne sono andati. Tra questi, suo figlio,
emigrato venti anni prima in Belgio, a Bruxelles, da dove arriva la
telefonata che lo avverte di una emergenza che costringe l’uomo a
partire, per la
prima volta nella sua vita.
Arrivato a destinazione,
Orlando scopre una realtà complicata, dolorosa e faticosa da
accettare, soprattutto per lui, poco abituato a vivere in tanta
modernità. Obbligato a costruire un qualche tipo di rapporto con la
dodicenne, anche lei in cerca di spiegazioni e guida, e a
provvedere alla sopravvivenza di entrambi, il vecchio cerca di far
valere la propria esperienza, per finire con lo scoprire di non
essere – né dover essere – solo. E come lui, la bambina.
Un incontro-scontro,
con la realtà
Presentata come una
“favola moderna”, la storia messa in scena da Vicari – dopo Il
giorno e la notte e il precedente (prima di vari film e serie
tv) Sole cuore amore del 2016 – conferma l’attenzione del
regista reatino per il mondo che ci circonda, per il quotidiano che
si trasforma intorno a noi, per come i nostri simili attraversano
difficoltà che spesso non riusciamo a comprendere. E questa volta
lo fa attraverso gli occhi e la sensibilità di un uomo come tanti
lui stesso ne ha incontrati: “semidei eterni che vivono in un
passato che non passa… persone dure ma capaci di accogliere”, come
li descrive a Repubblica.
Una figura strappata alla
natura, alle proprie convinzioni, eppure capace di non opporsi alla
vita, come molti più giovani oggi non sembrano in grado di fare, di
adattarsi, di ristabilire le proprie priorità. Una di quelle con le
quali Placido sembra trovarsi più a suo agio, come attore, vista
l’intensità e l’anima che riesce a infondere e trasmettere nei
panni dell’anziano sabino, una sorta di Chance Giardiniere
de noantri i cui silenzi – a tratti esagerati – sono contrappuntati
da un commento musicale che ben compensa alcuni squilibri.
Su tutti quello
determinato dalla vena diseguale della controparte più giovane, una
“monella” volutamente insopportabile in alcune manifestazioni del
trauma subito e del suo essere cresciuta – e ormai dover
sopravvivere – in un altro mondo, che pure non deve esser stato
semplice da selezionare, dovendo essere bilingue, del giusto
aspetto e in grado di mostrarsi abile pattinatrice su ghiaccio. Una
presenza comunque “vitale”, dalla quale la perizia dell’esperto
compagno di scena e del regista riescono a trarre il giusto
carattere, mettendo rimedio ad alcune carenze e realizzando un film
capace di trattenere, in alcuni momenti coinvolgere e – avendone
voglia – riflettere sugli spunti insiti nel racconto.
Dopo l’immenso
successo ottenuto in Giappone, il 1 Dicembre
arriva anche in Italia
One Piece Film: Red, una storia che unisce i
personaggi del famoso anime a musica e novità.
Presentato in
anteprima al Lucca
Comics and Games 2022, One Piece Film:
Red è pronto per uscire in sala ed incontrare il grande
pubblico. Dal 1 Dicembre sarà possibile vedere in
sala Luffy e la ciurma del Cappello di Paglia
insieme a personaggi come Uta e Shanks. Tra
rimandi al mondo dei manga e degli anime di One
Piece, in Red non mancano le novità, a
livello di trama e di modalità narrativa. Scopriamo i dettagli del
film diretto da Goro
Taniguchie prodotto da TOEI
Animation.
La sinossi di One Piece
Film: Red
Uta è una
celeberrima cantante la cui voce viene definita addirittura
“ultraterrena’’. All’apice del suo successo, Uta
organizza un concerto colossale sull’isola di Elegia. In
quest’occasione, la cantante decide – in stile Hannah Montana – di
svelare per la prima volta il suo volto (e la sua vera identità).
La ragazza dai capelli rosa non è infatti soltanto una pop star, ma
cela un sostanzioso segreto: è la figlia di Shanks!
Ad assistere alla
rivelazione sono presenti anche gli esponenti della Marina
e i Pirati di Cappello di Paglia, capitanati ovviamente da
Luffy. Non appena Luffy e Shanks
scoprono il pericoloso potenziale celato nella voce di
Uta, si mettono in azione. Tra musica e colpi di scena,
comincia una battaglia per la libertà dalla portata colossale…
Il ritorno di
Shanks
Oltre alle novità,
tornano i personaggi iconici. Nel film possiamo
rivedere Luffy che compie un’evoluzione: parte
come un allegro ragazzo e diventa piano piano più maturo di testa e
più solido nell’aspetto, una vera e propria montagna di
muscoli. One Piece film: Red vede anche il
ritorno di uno dei character più interessanti creati da
Oda. Stiamo parlando di Shanks il
Rosso. Shanks è uno dei quattro imperatori che
sprona Luffy fin da piccolo e lo esorta a diventare un
pirata. Nel film, il personaggio diventa il padre di Uta,
il nuovo personaggio principale.
Manga e anime, ma
soprattutto musica
Il tratto pop di
One Piece film: Red è ciò che balza principalmente
all’occhio e all’orecchio dello spettatore. La cantante
Uta appartiene completamente a questo mondo, dall’estetica
del personaggio fino alle interpretazioni
musicali. Uta è simile a quelle star che riescono a
conquistare gli adolescenti: è un’eroina pop, una star dalla
doppia identità con un padre ingombrante come Hannah
Montanta (aka Miley Cyrus), ma anche una
performer capace di radunare migliaia di fan al pari dei cantanti
della k-(vedi le Pink Panther). Uta ricorda
anche un’altra protagonista di un film anime dello scorso
anno:
Belle. Come quest’ultima, anche Uta
viene ricoperta di responsabilità e sembra avere una funzione quasi
salvifica. In sostanza, il personaggio è un po’ tutti e nessuno, ma
ha senza dubbio lo charme necessario per farsi apprezzare da un
certo tipo di pubblico.
La musica è una
novità ingombrante per il mondo di One Piece.
Nella serie anime, manca la componente sonora, mentre in
One Piece Film: Red le canzoni si mischiano
costantemente con l’azione: i pezzi musicali cantati dalla star
giapponese Ado condiscono e accompagnano l’azione.
Chissà se quest’aspetto verrà apprezzato dai fan italiani come da
quelli nipponici: per ora in Giappone la
pellicola è a la più redditizia del franchise e ha guadagnato il
record come miglior incasso anime del 2022 (oltre 124 milioni di
Euro).
Quando esce One
Piece film: Red?
Dopo le uscite in anteprima in
lingua originale avvenute nel corso di Novembre, sarà
possibile vedere
One Piece Film: Red in italiano
dal 1° dicembre 2022. Il film diretto da
Goro Taniguchi verrà distribuito da
Anime Factory. I doppiatori principali
sono Renato Novara (Luffy), Luca
Bottale, Emanuela Pacotto e Patrizio Prata.
Zoe
Saldana ha condiviso un dettaglio sorprendente e in
qualche modo inquietante su come Gamora prende vita in alcune delle
grandi sequenze di Guardiani
della Galassia Vol. 3. Il film di James Gunn
concluderà le storie di Peter Quill (Chris
Pratt), Drax (Dave
Bautista), Rocket (Bradley
Cooper), Mantis (Pom
Klementieff), Nebula (Karen
Gillan), Groot (Vin Diesel)
e Gamora. Come ben sa chi segue le vicende del MCU, Gamora è morta durante gli
eventi di Avengers: Infinity War, ma la versione
del tempo precedente del personaggio che è stata riportata nel
presente del MCU in Avengers: Endgame e dovrebbe
avere un posto di rilievo nel prossimo film MCU.
“E il fatto è che queste (teste)
vengono creati, mi è stato tolto un calco della testa ed è così che
possono indossare le parrucche o qualsiasi tipo di protesi
aggiuntiva che va su Gamora. E a volte è solo per metterla in
secondo piano. In stile “Dov’è Waldo?”. A volte, ad esempio, se
stanno girando una grande sequenza d’azione e il mio personaggio è
sullo sfondo in alcune parti di quel set, metteranno semplicemente
una testa che corre avanti e indietro in modo che il computer possa
seguirlo”.
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel
2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, Will Poulter insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCU Will Poulter e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock.
Nel film Marvel Studios l’amato
gruppo di emarginati sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill,
ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé
la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di
loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo,
potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li
conosciamo.
Nintendo e
Illumination firmano Super
Mario Bros. – il film, il nuovo film d’animazione
ambientato nel mondo di SuperMario Bros. Nella
versione italiana, il protagonista è doppiato da Claudio Santamaria.
Diretto da Aaron
Horvath e Michael Jelenic (produttori di
Teen Titans Go! – Il Film), da una sceneggiatura
di Matthew Fogel (The LEGO Movie 2: Una
Nuova Avventura, Minions 2 – Come Gru Diventa
Cattivissimo), nella versione originale ChrisPratt doppierà Mario, Anya Taylor-Joy sarà la Principessa
Peach, Charlie Day sarà Luigi e Jack
Black doppierà Bowser; Keegan-Michael Key
presta la voce a Toad, Seth Rogen e Fred
Armisen rispettivamente a Donkey e a Cranky Kong. A Kevin
Michael Richardson spetta il ruolo di Kamek e a Sebastian
Maniscalco quello di Spike.
Super
Mario Bros. – il film è prodotto dal fondatore e CEO
di Illumination Chris Meledandri e da Shigeru Miyamoto per
Nintendo. Il film è co-finanziato da Universal Pictures e Nintendo
e distribuito in tutto il mondo da Universal Pictures.
Nella versione
originale ChrisPratt sarà affiancato dall’ex di
Filadelfia Charlie Day nei panni di Luigi,
Anya Taylor-Joy nei panni della Principessa
Peach, Jack Black nei panni di Bowser,
Keegan-Michael Key nei panni di Toad, Seth Rogen nei panni di Donkey Kong,
Fred Armisen nei panni di Cranky Kong,
Kevin Michael Richardson come Kamek e
Sebastian Maniscalco come Spike.
Arriva finalmente nelle
sale italianeThe Woman King, l’atteso film
con Viola Davis protagonista, qui comandante
dell’esercito africano delle Agojie, composto da
sole donne e che operò nell’Africa Occidentale del 1823. Con questa
pellicola, la regista Gina Prince-Bythewood
conferma di voler restituire al pubblico opere che esplorino il
passato ma non si dimentichino delle preoccupazioni dell’attuale
secolo, proprio come ha fatto con The Old Guard
(2020), una gradita reinterpretazione della formula del
cinecomic.
The Woman King: la storia delle
Agojie
Quella di The Woman
King si presenta come
un’epopea storica ispirata a eventi realmente accaduti nel
Regno del Dahomey, uno degli Stati più potenti dell’Africa nel
XVIII e XIX secolo. La trama del film segue
Nanisca (Davis), generale
dell’unità militare tutta al femminile, e Nawi
(ThusoMbedu), ambiziosa recluta.
Insieme hanno combattuto contro i nemici che hanno violato il loro
onore, ridotto in schiavitù il loro popolo e minacciato di
distruggere tutto ciò per cui avevano vissuto.
Avventurandosi nella storia di
questo peculiare esercito, il film ci mostra una serie di
esperienze preziose, in cui spiccano i temi dell’eroismo, servizio,
disciplina, leadership, amicizia e lealtà. Incontriamo l’ambiente
di addestramento e di reggimento delle Agojie,
donne che danno il massimo per i principi speciali di questa unità
d’élite, fedele al re e alla sua leadership interna, in
un’atmosfera di continua motivazione, di rigida disciplina, di
partecipazione diretta dei comandanti che insegnano con l’esempio e
la loro presenza in prima linea nell’azione. Queste donne vivono a
palazzo, in quanto fungono da guardia personale del re, dove sono
isolate dalla vita normale della popolazione e da qualsiasi tipo di
relazione amorosa. Si addestrano per il combattimento corpo a
corpo, pronte a sconfiggere i nemici sui campi di battaglia
adiacenti ai villaggi, alle giungle e ai campi, senza mai
concedergli tregua.
Un film dall’intenzione
incerta
Sebbene The Woman
King utilizzi la sua consapevolezza di genere come prova
della sua originalità, finisce per poggiarsi sugli stessi cliché di
titoli dallo stesso respiro, tra cui Braveheart e Il Gladiatore – indubbiamente rivoluzionari al
loro tempo. Pur rendendo omaggio e facendo conoscere alla gran
maggioranza del pubblico occidentale le guerriere Agojie, continua
a non sapere se preferisce funzionare come film d’azione o
esplorare temi profondi quali la schiavitù, il colonialismo o le
violenze e sevizie a cui le donne erano sottoposte.
Il punto di forza del film sono
sicuramente le sequenze di combattimento, che enfatizzano come
queste guerriere lottino per esorcizzare i traumi che si portano
dietro in quanto donne in un periodo e luogo a loro sfavorevole,
tratto che conferisce a questi frangenti una componente
indubbiamente catartica. È un peccato, quindi, che il film sia
molto più intento ad accumulare sottotrame di vendetta, storie di
amore proibiti e parenti perduti improbabilmente ritrovati, che
spingono il film in territorio melodrammatico. La lacuna maggiore
di The Woman King è che non si preoccupa di
approfondire la storia delle Agojie quanto avremmo voluto, né di
mettere loro in bocca qualcosa in più di aforismi e discorsi
motivazionali: il film è così impegnato a sottolinearne la loro
rilevanza simbolica che dimentica di renderle interessanti.
The Woman King non
cerca di mettere in discussione la mascolinità del genere, ma si
limita a sostituire i Leonida dell’epoca con donne
iper-mascolinizzate. Adotta i principi di forma di 300, un film che ha cambiato il modo di
rappresentare i corpi maschili al cinema, ma viene da domandarsi
se, così facendo, riesca davvero a portare una prospettiva diversa
nel genere. Viola Davis, il cui approccio poderoso alla
recitazione l’ha portata ad incarnare personaggi caparbi senza mai
rinnunciare alla propria femminilità, sembra prostarsi al servizio
di un action-movie beffardo, che si presenta come inno femminista
ma non fa che invertire la fantasia virile dei nostalgici del
testosterone anni ’80, quella che film come American
Psycho si sono divertiti a sovvertire.
I punti di forza di The Woman
King
La fotografia e il design della
produzione sono certamente due elementi di punta di The
Woman King, che ne evidenziano la portata epica con cui
vuole imporsi sullo schermo. Non meno di rilievo sono le
interpretazioni: Thuso Mbedu, Lashana
Lynch, Sheila Atim, interpreti delle
Agojie, alzano i loro bastoni, scudi, fucili e coltelli per
difendere se stesse e tutto ciò a cui tengono e che è stato loro
sottratto per anni. Corrono, saltano e attaccano con movimenti
decisi, calcolati, rapidi e feroci. Improvvisamente, siamo con
loro: la loro energia risucchia certamente lo spettatore e
garantisce una visione quantomeno intrattenitiva.
In definitiva, la storia delle
nazioni africane, così ricca di episodi, di epopee, di contrasti
tra coraggio, trionfo, umiliazione e sfruttamento, finisce per
essere raccontata sotto le influenze di un passato molto complesso
e di visioni in costruzione non ancora sufficientemente strutturate
e culturalizzate: storie come quella delle donne Agoji, del loro
mitico comandante e dei loro giovani guerrieri, aiutano in qualche
modo a sanare il passato e a sognare un futuro migliore.
Sulla scia del sequel di
Black Panther che rende omaggio alla defunta star,
Sebastian Stan, che interpreta Bucky Barnes nel
MCU, ha condiviso un commovente
video in onore del compleanno di Chadwick Boseman. Boseman è noto soprattutto
per aver interpretato Re T’Challa, o Black
Panther, nell’universo cinematografico Marvel. Stan ha
lavorato a stretto contatto con Boseman in Captain America:
Civil War, ed è anche apparso al suo fianco in
Avengers: Infinity War e Avengers:
Endgame. A Boseman è stato diagnosticato un cancro al
colon nel 2016, notizia che lui ha tenuto nascosta a tutto il
mondo, compresi i suoi stretti collaboratori, e nel 2020 è
tragicamente deceduto a causa della malattia. Il suo ultimo film,
Ma Rainey’s Black Bottom, gli è valso una
nomination postuma all’Oscar come miglior attore nel 2020.
In un video pubblicato su Twitter
dalla Chadwick Boseman Foundation for
the Arts, Stan ricorda con affetto Boseman in onore del
suo compleanno e riflette sui doni che il collega e amico ha
condiviso con il mondo. Stan dice che il compleanno di Boseman gli
ha dato la possibilità per riflettere sull’eredità dell’attore,
definendolo un “bellissimo leader” e una fonte d’ispirazione. Stan
continua a sostenere la fondazione di Chadwick Boseman che supporta i narratori
neri, e incoraggia gli spettatori a diffondere l’amore e ad essere
gentili gli uni con gli altri.
Se ne è parlato per
decenni (dal 2005 circolano voci di un sequel) e adesso, in forma
di serie tv per Disney+, arriva Willow, che
riporta al pubblico affezionato e a potenziali nuovi fan le
avventure dello stregone con il volto di Warwick Davis. A promuovere l’idea dello show
alle alte sfere Disney è stato Jonathan Kasdan,
che infatti compare in veste di ideatore e sceneggiatore dello
show, dopo che, sul set di Solo: A Star Wars Story, aveva bombardato
Davis con domande, suggestioni e idee per quella che poi sarebbe
diventato questo nuovo ciclo di 8 episodi che riprende la storia
del film, raccontandoci le sorti di Elora Danan, la bambina, ora
giovane donna, destinata a diventare imperatrice di tutta
Andowyne.
Willow, la trama
Come ci aveva già
suggerito il finale del film del 1988, Elora cresce sotto falso
nome alla corte di Madmartigan e Sorsha, sovrani di Tir Asleen.
Sorsha, rimasta senza il suo Madmartigan, deve fare i conti con due
figli gemelli che proprio non ne vogliono sapere nulla di
abbracciar eil loro destino di futuri regnanti. La tempestosa Kit
preferisce tirare di scherma con la sua amica Jade, aspirante
guardia di palazzo, mentre l’affascinante Airk è molto più preso
dalle fanciulle che dal suo ruolo di futuro re. Quando però le
forze del male si risvegliano e rapiscono Airk, una strampalata
compagnia viene incaricata di liberare il principe, purché si
avvalga dell’aiuto dello stregone
Willow.
Riesumare un franchise
Sembrava complicato
riportare in vita un franchise sepolto da così tanto tempo. Certo,
sepolto per modo di dire, dal momento che il film di Ron
Howard è un cult al pari di Labirynth e La storia fantastica, ma la macchina
produttiva Disney+ è riuscita a far
gemmare l’unica PI Lucasfilm che non fosse gravata
dalla “maledizione” che invece sembra pesare su Star
Wars (che non riesce a trovare una strada dopo la
conclusione, molto criticata, della terza trilogia).
Il pretesto narrativo è
semplice, lo sviluppo estremamente canonico, ma anche un grande
classico come Willow si aggiorna ai tempi,
concentrandosi principalmente sulle individualità e sui caratteri
dei singoli personaggi. Se già il film originale vantava una
inclusività inedita per l’epoca, il ventaglio della
rappresentazione in Willow – la serie si
moltiplica e offre la possibilità di raccontare molti più punti di
vista, anche perché “la compagnia” di eroi chiamarti all’azione è
più numerosa rispetto all’armata di due, formata da Davis e
Val Kilmer nel film del 1988.
Meno epicità e più
introspezione
Questo significa che la
storia nel complesso perde di epicità, ma che si arricchisce di
introspezione e probabilmente parla meglio all’oggi e a ciò che
interessa adesso alle giovani generazioni, le quali dovrebbero
essere il principale pubblico dello show, dal momento che la storia
è comunque un’avventura di formazione. Certo, c’è grande rispetto e
fedeltà verso ciò che è stato e anche la giusta quantità di
riferimenti; molti luoghi sono gli stessi e la storia è chiaramente
un sequel diretto.Per cui i fan hardcore che hanno superato i 40,
saranno appagati.
Continuità visiva tra
vecchio e nuovo
Dal punto di vista
formale, si è optato per l’utilizzo di effetti speciali e visivi
che apparissero in continuità con il film. Chiaramente si vede che
gli anni sono passati e che l’aspetto della serie è moderno
rispetto a
Willow 1988, ma è innegabile una rassicurante affinità
visiva trai due prodotti.
Oltre al ritrovato
Warwick Davis che sembra maturato dentro al
costume dello stregone, il cast di giovani interpreti rivela una
ricerca davvero intelligente nello scovare visi particolari con
tratti riconoscibili. Erin Kellyman, già vista in
The Falcon and the Winter Soldier, è forse
l’esempio migliore di questa caratterizzazione somatica degli
interpreti che riporta un quadro vivace dei partecipanti alla
quest eroica. Naturalmente ci sono interpreti più e meno
in parte, tuttavia l’impressione generale è che il tono
squisitamente favolistico della storia sia in grado di far
perdonare qualche ingenuità interpretativa.
Willow è l’iconico Warwick
Davis
Chi invece sembra non
perdere neanche un colpo è l’iconico Warwick Davis, che con
Lucasfilm ha costruito gran parte della sua
carriera e che è, a oggi, uno dei volti più riconoscibili per gli
spettatori nerd di vecchia e nuova generazione. Il suo
Willow è esattamente quello di 34 anni fa, forse
leggermente attempato e con molta esperienza in più, soprattutto in
fatto di magia, ma ha sempre lo stesso cuore grande e lo stesso
sfrenato desiderio di compiere il bene. E forse è questo l’elemento
di maggiore pregio di tutta l’operazione.
Figlio d’arte e già
sceneggiatore di Solo: A Star Wars Story,Jonathan Kasdan si fa carico di
riportare in auge, dopo diversi decenni, uno dei marchi più cari
alla Lucasfilm, quello di Willow, film del 1988
con Warwick Davis
che adesso diventa una serie omonima, che dà seguito ai fatti
raccontati in quella rocambolesca avventura.
In occasione della
conferenza stampa mondiale di presentazione della serie,
disponibile su Disney+ a partire dal 30 novembre,
Kasdan in persona ha parlato del progetto che ha visto di nuovo
coinvolto nell’iconico ruolo Davis. “C’era da tanto tempo tra
me, Ron (Howard, regista del film, ndr) e Warwick l’impulso di
continuare questa storia e tornare in questo mondo. Io ci sono
arrivato come fan, loro invece c’erano già dentro entrambi come
creatori, e hanno trovato un campione in me. Ho continuato a
lottare e sperare che avremmo avuto la possibilità di tornare in
quel mondo, e il mio asso nella manica era ovviamente Warwick che
aveva detto che sarebbe tornato e che sarebbe stato così attraente
che l’America – e il mondo – sarebbero caduti in ginocchio ai suoi
piedi. Penso che tutti lo abbiano capito, e tutti lo abbiano
apprezzato, che c’era qualcosa di veramente speciale
nell’opportunità di riportare questo personaggio sullo
schermo.”
Come ogni franchise che
ha radici profonde nel cuore dei fan e che viene riproposto anche
ad un pubblico moderno, la via giusta dovrebbe essere quella di
riuscire a tenersi in equilibrio tra ciò che i fan di lunga data si
aspettano e quello che invece vuole il pubblico nuovo e che esige
la storia. “Quella è la sfida – ha spiegato
Jonathan Kasdan – sempre, con ogni episodio
che stai attraversando il confine, tra renderlo familiare e
soddisfare ciò che i fan si aspettano dal marchio “Willow”, e poi
provare a spingerlo avanti e raccontare una storia sorprendente e
inaspettata. E sai, la grande arma che avevamo con noi era Warwick,
che ha dato credibilità alla serie, e nel momento in cui lo vedi
sullo schermo, improvvisamente credi che questi altri sei ragazzini
possano in qualche modo inserirsi in quel mondo, e abitarlo
davvero. E lo hanno fatto in modo così bello e con tanto gusto ed
entusiasmo. E sono stati così bravi a farlo che la serie è davvero
sia un omaggio al film che una progressione naturale della sua
storia.”
Willow, il ritorno di Warwick
Davis
Ma, come ha detto
Kasdan, non ci sarebbe stata una serie sequel del film senza Willow
in persona, quel Warwick Davis a cui tanto deve la comunità
cinematografica nerd, lui che in tanti anni di carriera ha portato
sullo schermo tantissimi personaggi fantastici, spaziando trai
franchise e nell’immaginazione dei fan. Secondo Davis, la serie
arriva al termine di un lunghissimo periodo di proposte e
incertezze: “Per anni se ne è parlato, non da fonti ufficiali,
ma tra i fan. Mi hanno costantemente interpellato, chiedendomi
quando si sarebbe realizzato un sequel del film. Ed è una domanda a
cui non avrei mai potuto rispondere. Fino a quando non ho
incontrato Jon Kasdan, che ho capito essere anche lui un fan del
film. Eravamo sul set di Solo, e c’era questa persona che non
smetterà di parlare di Willow, e io pensavo che avremmo dovuto
occuparci di raccontare questa storia di Star
Wars, no? Ma lui insisteva, è stato davvero il catalizzatore
del progetto. In termini di sviluppo, non ci sono voluti molti
anni. Prima che me ne rendessi conto ero seduto sul set, in Galles,
per il primo giorno di riprese. Ancora una volta sembra “Willow”,
ma una versione leggermente più vecchia, più matura e più bella.
Più sexy.”
“E’ stato
interessato tornare in quel mondo, per me è stato bellissimo ogni
volta che il mio personaggio faceva riferimento agli avvenimenti
del film, è stato un modo davvero divertente di guardare indietro,
e certamente penso che i fan si divertiranno. Ma siamo tornati
anche in quei luoghi e ambienti in cui eravamo già stati per il
film. In particolare, Nockmaar era uno di quei posti particolari,
che mi ha sempre dato i brividi. Sai, eccomi lì in piedi o seduto
da qualche parte in cui Bavmorda si sarebbe seduta, e sentivo
ancora la sua presenza in quel posto. Questo ti mostra quanto fosse
potente il film, e quelle ambientazioni, e anche la performance di
Jean Marsh.”
Oltre al ritorno di
Willow,
delle location e dei posti incredibili che avevano già reso
emozionante il film, la serie si arricchisce di tanti volti nuovi,
come quello marcato e intenso di Amar
Chadha-Patel, che interpreta Boorman, o dei giovani
Dempsey Bryk eRuby Cruz, che
danno vita ai gemelli Kit e Airk, eredi al regno di Tir Asleen, o
ancora dell’intensa Erin Kellyman, irresistibile
volto di cinema e televisione che dà vita a Jade, coraggiosa
guerriera con un sogno. Del cast fa parte anche Tony
Revoloni, che abbiamo visto nel ruolo di Flash Thompson
negli
Spider-Man con Tom Holland e che qui offre una performance
per sottrazione che davvero dà giustizia alla sua fisicità così
particolare e memorabile. Tra tutti loro spicca la delicata Dove,
interpretata da Ellie Bamber, che per quanto
apparentemente fanciulla indifesa e impacciata, riserverà molte
sorprese al gruppo di avventurieri che si imbarca per una missione
importantissima (e che non riveliamo per non fare spoiler!).
L’appuntamento con
Willow –
la serie, è su Disney+ a partire dal 30
novembre, giusto in tempo per le vacanza di natale in famiglia, per
godersi questa nuova avventura del grande mago Willow
Ufgood.
Quella dei Kennedy è una famiglia
particolarmente nota tanto negli Stati Uniti quanto nel resto del
mondo. I suoi membri più famosi sono ovviamente il presidente
John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas nel 1963,
e il fratello Robert Kennedy, ucciso in seguito ad
un attentanto nel 1968. I due avevano però anche un terzo fratello,
il senatore Ted Kennedy. Meno noto a livello
internazionale rispetto agli altri due, anche egli ebbe i suoi
notevoli momenti di gloria e di infamia. Il più cocente tra gli
scandali di cui si è macchiato è stato poi raccontato nel film
Lo scandalo Kennedy, diretto nel 2017 da
John Curran.
Questo lungometraggio, presentato al
Toronto International Film Festival, ripercorre infatti l’incidente
di Chappaquiddick, avvenuto nel 1969. Si tratta di un episodio oggi
considerato la conseguenza di una negligenza da parte del senatore,
che ne avrebbe poi macchiato per sempre la carriera politica.
Lo scandalo Kennedy si pone dunque l’obiettivo di
ripercorrere in modo dettagliato ciò che avvenne, e anche per
questo incontrò diverse resistenze alla sua distribuzione. Il
regista e i produttori hanno raccontato di aver ricevuto dure
critiche dal mondo politico, secondo le quali questa storia doveva
rimanere dimenticata.
L’uscita del film riaccese invece il
dibattito e l’analisi di quanto avvenuto, dimostrando una volta di
più di come il cinema possa ancora essere un potente strumento di
rielaborazione del passato. Per gli appassionati di film incentrati
su intrighi politici, è questo un titolo da non perdere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla storia vera dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Lo scandalo Kennedy: la trama del film
La vicenda del film si svolge nel
luglio del 1969, un periodo di particolare fervore per gli Stati
Uniti, che si preparano ad andare sulla luna. Sull’isola di
Chappaquiddick, facente parte dello stato del Massachussets, il
senatore Ted Kennedy si trova in vacanza con la
propria famiglia. Dopo una serata di festa trascorsa in compagnia
di amici, si mette alla guida di un auto insieme alla giovane
Mary Jo, che Ted ha intenzione di assumere nella
propria squadra politica. Un incidente d’auto, però, porta l’uomo a
perdere il controllo del mezzo e a finire in acqua. Ted riesce ad
uscirne incolume, mentre la ragazza perde la vita. Sconvolto
dall’accaduto, il senatore si trova ora a dover affrontare una
complicata situazione e i sospetti di omicidio che ricadono su di
lui.
Lo scandalo Kennedy: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
senatore Ted Kennedy vi è l’attore Jason Clarke,
noto anche per i film Nemico pubblico,Zero Dark
Thirty e Terminator Genisys. L’anno successivo a
Lo scandalo Kennedy, inoltre, Clarke partecipò ad un altro
film ambientato nel periodo dell’atterraggio sulla luna, ovvero
Il primo uomo. Accanto
a lui, nel ruolo della sfortunata Mary Jo, vittima dell’incidente,
vi è l’attrice Kate Mara, nota
per la serie House ofCards. Ed
Helms, attore noto per la trilogia di Una notte da leoni, è
Joe Gargan, cugino di Ted Kennedy, mentre Jim
Gaffigan è Paul F. Markham. Il candidato all’Oscar
Bruce Dern, interpreta il severo Joseph P.
Kennedy, padre di Ted. Nel film, egli ha solo tre battute.
Completano il cast Olivia Thirlby nel ruolo di
Rachel Schiff e Clancy Brown in quello di Robert
McNamara.
Lo scandalo Kennedy: la vera storia dietro il
film
Quello noto come Incidente di
Chappaquiddick è un episodio piuttosto noto nella storia
recente degli Stati Uniti, che ha dimostrato di come il potere
tenti in tutti i modi di allontare da sé scandali e macchie. Tutto
accadde il 18 luglio del 1969, quando dopo una festa il senatore
Ted Kennedy si mise alla guida di un auto, su cui viaggiava insieme
alla ventottenne Mary Jo Kopeche, segretaria che aveva già lavorato
a precedenti campagne politiche dei Kennedy. Mentre fruiva del
passaggio, Kennedy perse accidentalmente il controllo dell’auto
mentre attraversavano un ponte ad carreggiata unica. L’auto finì
dunque nel canale sottostante, precipitando verso il fondo.
Kennedy riuscì a liberarsi e a
nuotare verso la salvezza, ma la Kopeche rimase invece incastrata,
finendo con l’affogare. La situazione per il senatore si complicò
ulteriormente in quanto egli denunciò l’accaduto solo 10 ore dopo.
Egli venne poi condannato a due mesi di carcere per omissione di
soccorso, ma poté contare su una sospensione della pena. Negli anni
sono poi state numerose le teorie sulla vicenda, alcune delle quali
non considerano il coinvolgimento di Kennedy. Ciò che è certo, è
che l’accaduto minò profondamente la carriera politica del
senatore, che continuò a svolgere tale ruolo fino alla sua morte,
ma dovette rinunciare al sogno di candidarsi come presidente.
Lo scandalo Kennedy: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Lo scandalo
Kennedy è infatti disponibile nei cataloghi di
Google Play e Rai Play. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di martedì29
novembre alle ore 21:15 sul canale
Rai 5.
Approdata sulla piattaforma
streaming il 17 novembre, 1899 è una serie tv
formata, al momento, da una sola stagione di 8 episodi, di circa
un’ora l’uno. Gli ideatori della serie sono Jantje Friese e Baran
bo Odar, sceneggiatori già molto noti per la serie tv Dark:
da questo primo episodio di 1899 è facile
ritrovare delle similarità nello stile delle riprese e
nell’ambientazione stessa delle vicende con Dark. La serie è
prodotta dalla Germania: piccola curiosità, con un budget di 60
milioni di euro, 1899 è al momento la serie
tedesca più costosa mai prodotta. Nel cast ritroviamo attori
affermati nel panorama Netflix e Sky,
tra cui lo spagnolo
Miguel Bernardeau (Gùzman in Elite)
nel ruolo di Angel, e l’inglese Emily Beecham (Fanny Logan in
The pursuit of love) nei panni di Maura Franklin.
1899: la ricerca della nave
scomparsa
La serie si apre con una serie di
fotogrammi di paesaggi: il cielo, il mare, una nave. E poi un
flashback, una visione di Maura in quello che sembra un ospedale
psichiatrico: viene portata via mentre urla contro il padre,
nell’ombra. Al risveglio, Maura è sul Kerberos, nave transatlantica
che viaggia alla volta di New York. Qui a bordo di questo
aristocratico battello si trovano tante figure, storie, segreti
tutti da scoprire. Clèmence e Lucien sono una giovane coppia di
francesi appena sposati: la relazione dei due risulta essere da
subito molto burrascosa. Lucien allontana e respinge la moglie.
Sulla Kerberos viaggiano anche una misteriosa giovane donna cinese,
che da subito attira l’attenzione su di sé nella sala da pranzo
della nave per gli abiti ed il trucco tradizionali; viaggia insieme
ad una dama di compagnia, la quale sembra essere più una tutrice,
un’educatrice per la giovane, dai modi severi che le riserva.
Ramiro e Angel sono due fratelli spagnoli che viaggiano insieme: il
primo è un prete pauroso, il secondo un giovane spavaldo.
La quotidianità di tutti i nobili
passeggeri viene interrotta da un messaggio, ricevuto tramite
telegrafo: si tratta di semplici coordinate. Il capitano inverte
subito la rotta per raggiungere il punto indicato: si pensa che il
messaggio possa provenire dalla Prometeus, nave scomparsa da ormai
quattro mesi.
Ciò che si è perso sarà
ritrovato
Tutti gli elementi di
1899 portano lo spettatore a percepire un clima di
sinistro mistero. In questo primo episodio ancora non è troppo
chiaro come potrebbero proseguire le vicende: forse è proprio
questo senso di imprevedibilità che crea ancora più inquietudine,
ma è anche ciò che potrebbe portare ad una serie molto
originale.
Il background musicale si mantiene
sempre molto teso, con melodie quasi graffianti. L’ambientazione
della Kerberos risulta essere un po’ lugubre: dominano spesso
colori scuri, come il verde petrolio, il bordeaux dei vestiti di
Maura e di Virginia Wilson, una signora inglese che viaggia da
sola. Questo, però, non è nulla a confronto con ciò che il capitano
e Maura stessa trovano sulla Prometeus: l’ambientazione qui è
propria di un film dell’orrore. Si intravedono con il debole
bagliore delle torce portate dal capitano dei cadaveri, in una
distruzione totale; quelle che sembrano corde strappate pendere dal
tetto.
Passando invece al vero contenuto
di 1899, è chiaro come questo primo episodio
pilota ci anticipi molte tematiche che si spera venir sviluppate
nelle prossime puntate. Ogni passeggero sembra custodire un oscuro
segreto.
Miss Maura Franklin
Tra tutti i personaggi, Maura è
colei che attira maggiormente l’attenzione e la curiosità dello
spettatore: ci è chiaro da subito che si tratta di una giovane
donna indipendente ed intelligente. Lei è una delle prime
dottoresse in Inghilterra: per l’ironia di una società ancora
fortemente patriarcale e machista, le è permesso studiare medicina,
ma non esercitare come medico.
“E’ questo che fanno, vi mostrano il mondo e alla fine vi dicono
che non potete averlo”
Nei bisbigli che le ronzano nella
testa e nelle strane visioni del passato, si può presagire una
grande realtà nascosta dietro a questo personaggio. La chiave di
volta per disseppellire questi segreti sembra essere il padre di
Maura: già dai primi minuti di questo primo episodio, lei urla al
padre di aver scoperto cosa succedeva su queste navi, sul
Prometeus.
Nonostante tutto, Maura cerca di
mantenersi lucida e razionale: la mattina, dopo le sue visioni nel
sonno, ricorda a se stessa chi è, per restare in contatto con ciò
che è reale.
In un alternarsi di musica country
e faide familiari, Monarch è la nuova serie
musical prodotta dalla Fox, ideata da Melissa London
Hilfers. Nel cast ritroviamo la stella del cinema
Hollywoodiano
Susan Sarandon, premio oscar come miglior attrice
protagonista per
Dead Walking Man- condannato a morte, nella parte
di Dottie Roman. L’inglese Anna Friel
(Limitless)
interpreta invece Nicky Roman. La serie è formata, al
momento, da una sola stagione di nove episodi, ognuno da circa 45
minuti. Monarch, originariamente, sarebbe dovuta
andare in onda nel 2021, ma per via della pandemia da covid 19 la
data di uscita fu rimandata.
Monarch: la famiglia star del
country
Questo primo episodio di
Monarch si apre con un flash-forward: Albie Roman,
marito di Dottie, di notte in un bosco spara ad un “nemico dei
Roman”. Si tratterà di una vendetta?
Albie e Dottie insieme hanno dato
vita a una dinastia del country: si sono affermati loro stessi come
stelle della musica ed ora Dottie è pronta ad abbandonare la scena,
in favore dei suoi figli, Gigi, Luke e Nicky. Quest’ultima è la
destinata a divenire la nuova regina del country: con la sua
bellezza, il suo talento e la sua tenacia, dovrà prendere il posto
della madre. Nicky deve dimostrare di essere all’altezza di Dottie
come cantante: per farlo organizza con la sorella Gigi, pecora nera
della famiglia rimasta sempre fuori dai riflettori, un concerto in
onore dei genitori. Con l’emergere del grande talento di Gigi, si
creerà una forte competizione tra le due.
Dottie, malata ormai ad uno stadio
terminale, decide di abbandonare la scena, dandosi una morte serena
e senza dolore. Programma con la figlia Nicky il suo suicidio per
subito dopo la fine del concerto. Rimorsi e rimpianti tormentano la
memoria di Dottie, con una serie di flashback che mostrano un
fienile in fiamme. I Roman si sono stabiliti come la famiglia
modello nel mondo del country, con la loro Monarch Entertainment,
ma nascondono tutti dei segreti sotto la superficie: tradimenti,
relazioni tra cognati e fantasmi dal passato saranno certamente al
centro dei prossimi episodi!
I contrasti dentro la famiglia
perfetta
Fin dal primo episodio di
Monarch sono chiare le contraddizioni tra ciò che
i Roman mostrano in pubblico e ciò che è in realtà. Nella famiglia
modello del country sono diverse le tensioni interne. Il rapporto
tra Luke ed il padre Albie si dimostra da subito molto freddo. Per
quanto Luke, CEO della Monarch Entertainment, cerchi di migliorare
la società e rendere suo padre fiero, Albie non considera e non
apprezza il suo lavoro. Dottie, invece tiene in grande
considerazione il figlio: per evitare che Luke possa decidere di
abbandonare la direzione dell’impresa di famiglia, Lei gli cede
tutte le sue azioni.
La relazione tra Gigi e la madre è
burrascosa quanto quella tra il padre e Luke: Gigi, vista come la
ribelle della famiglia, è stata tenuta fuori dai riflettori fino al
concerto per l’addio alla scena di Dottie. La stessa madre le aveva
impedito in passato di esibirsi in pubblico: notando la sua bravura
durante il duetto con Nicky, si potrebbe dire che Dottie abbia
posto una figlia nell’ombra per farne brillare un’altra.
Gigi e Nicky sembrano, ad inizio
episodio, avere un bel rapporto di amicizia: Gigi supporta Nicky
nei suoi problemi di coppia con Clive, un attore britannico che la
tradisce ripetutamente. Dopo il concerto, però, tra le due si crea
una rivalità che potrebbe portare ad incrinare il loro rapporto nei
prossimi episodi.
Monarch: curiosità e personaggi
attesi
In questo episodio pilota di
Monarch non vengono introdotti a dovere tutti i
personaggi: Kayla, moglie di Gigi e manager di successo, compare
solo in poche scene. Anche Ace, figlio adottivo di Nicky e cantante
di talento è ancora poco presente. Si può ipotizzare anche un
ulteriore sviluppo del personaggio di Dottie, con flashback e
riferimenti al suo passato oscuro.
Alcune curiosità riguardo la serie:
nelle scene in cui Nicky si esibisce, è proprio l’attrice Anna
Friel a cantare senza alcun doppiaggio! Inoltre, nella serie in cui
la famiglia è al centro di tutto, anche gli attori stessi lavorano
in famiglia: Nei flashback Dottie da giovane viene interpretata da
Eva Amurri, figlia della stessa Susan
Sarandon. Pur essendo le vicende ambientate a Austin in
Texas, le riprese sono avvenute ad Atlanta, Georgia.
Netflix annuncia l’arrivo di Natale
a tutti i costi, l’esilarante commedia di Natale con
protagonisti Christian De Sica e Angela
Finocchiaro, insieme a Dharma Mangia
Woods e Claudio Colica, scritta e diretta
da Giovanni Bognetti. Il film è in arrivo
solo su Netflix dal 19 dicembre e sono ora
disponibili il Trailer ufficiale, il
Poster e le prime immagini dal
film.
Dopo venticinque anni la famiglia perfetta si separa: i figli,
Alessandra e Emilio, abbandonano il nido e la provincia e vanno a
vivere in città lasciando i genitori, Carlo e Anna, finalmente
soli. I ragazzi nel giro di pochi mesi, presi dalla loro nuova
vita, limitano i rapporti con i genitori a qualche breve chiamata,
disertano i funerali dei parenti, non si presentano più ai
compleanni e come ultima goccia, non trascorreranno il Natale
insieme alla loro famiglia. Carlo e Anna, arrabbiati e disperati,
decidono quindi di mentire fingendo di aver ereditato sei milioni
di euro da una vecchia zia pur di riavere i loro figli. Il piano
sembra funzionare e, spinti dalla speranza di poter avere la loro
fetta di eredità per realizzare i loro sogni, i figli si
ripresentano magicamente, assicurando persino di non potersi
perdere il Natale in famiglia. Quanto potrà durare e quali
conseguenze avrà la bugia di Carlo e Anna? Riusciranno a
festeggiare il Natale con i loro figli? E a quale costo?
Il film è prodotto da Iginio Straffi e
Alessandro Usai per Colorado Film
in associazione con Sony Pictures International
Productions in collaborazione con RTI, e
vede nel cast anche Iaia Forte, Fioretta Mari, Francesco
Marioni, Alessandro Betti. Natale a tutti i costi
è basato sul film “Mes Très Chers Enfants” scritto e
diretto da Alexandra Leclère, una produzione UGC. Natale a
tutti i costi sarà disponibile solo su
Netflix dal 19 dicembre.
Zoe Saldana, che è trai protagonisti di
Avatar: la via dell’acqua e aveva già recitato in
Avatar, rivela il suo incredibile processo di audizione per il film
originale. L’attrice ha interpretato Neytiri,
protagonista femminile e interesse amoroso di Jake
Sully, nel 2009. Nel sequel, Neytiri non è solo la
protagonista femminile, ma anche una madre poiché ha avuto dei
figli con Jake nel tempo trascorso tra la storia del film originale
e gli eventi di La via dell’acqua.
Ora,
Zoe Saldana ha approfondito il surreale processo di
audizione per Avatar del 2009 al The Tonight Show con Jimmy Fallon. Nel modo in cui
Saldana pone la storia, non si poteva certo capire di
cosa trattasse veramente Avatar, quando il film le è stato
inizialmente proposto. Ecco cosa ha raccontato l’attrice:
“Prima mi hanno detto che si
trattava di questo robot, questa donna robot. Ho pensato che fosse
come Alita: Battle Angel. Ma era ambientato come nella giungla. E
io ero tipo, ‘beh, non ha davvero alcun senso. Dovevo interpretare
una principessa guerriera che era un robot, ma forse era come un
robot senziente, cos’era?” Ma Mali Finn, che all’epoca era il
direttore del casting, e il cui ruolo fu preso poi da Margery
Simkin, mi chiamò. All’epoca vivevo ancora a New York, e mi
proposero di registrare un video con l’audizione. A volte
chiedevano cose tipo ‘Indossa qualcosa di attillato, voglio che ti
arrampichi e fai delle ruote’. E io dicevo ‘okay’… Spostiamo dei
mobili.’
Sento di essere stata in grado
di ottenere la parte grazie al [mio background di danza]. E poi una
volta, mi hanno chiamato e mi sono messa di nuovo registrata per
loro, e loro mi hanno detto ‘fai solo tutti questi suoni’ *La
lingua rotola* E io sono tipo ‘beh, okay’ pensando come James
Cameron, una principessa guerriera robot che è nella giungla, e io
sto facendo come *roteare la lingua* rotolare la mia R, non so cosa
sia, ma mi piace. Mi hanno portato da New York a Los Angeles e mi
hanno portato a Lightstorm. Ero tipo “oh mio dio, vado a incontrare
il mio idolo, James Cameron”. E mi hanno rinchiuso in un ufficio,
il che è stato un po’ spaventoso. E mi hanno dato la sceneggiatura.
E la sceneggiatura era così spessa (fa un gesto con le dita). Mi
hanno dato tre ore per leggerlo, io ne ho prese sei. Perché tutta
la direzione che descriveva l’intero mondo di Pandora era davvero
bizzarra per me. E l’inglese non è la mia prima lingua, quindi è
stato un po’ difficile. E poi entra Jim, ed è stato così gentile. E
lui ha detto: “Sei pronta a incontrare te stessa?” E io ho risposto
“Cosa?” E in quel momento, la mia anima ha lasciato il mio corpo. E
poi mi ha accompagnata nel suo ufficio, vedo questa grande ruota di
una nave, non avevo idea che fosse la ruota del Titanic. Vedo il
braccio del Terminator. Ero tipo, oh mio dio, sto vivendo
un’esperienza fuori dal mio corpo. E il suo ufficio era bello e
grande e con tutte queste cose che aveva tenuto da tutti i suoi
film. E sul tavolino c’era una scultura del mio personaggio,
Neytiri. Mentre osservo la scultura, è seduto di fronte a me come
se mi stesse osservando. E penso “non è strano, non è strano, non
comportarti in modo strano”.
E dopo due settimana
Zoe Saldana ha ricevuto la chiamata che le ha cambiato
completamente la vita. Ora la vedremo tornare nel ruolo di Neytiri
in
Avatar: la via dell’acqua.
Netflix sceglie un
mercoledì di novembre per rendere disponibile in
catalogo Mercoledì, la nuova
serieJenna
Ortega che vede Tim Burton in veste di regista di quattro
degli otto episodi della prima stagione e produttore esecutivo insieme a
Alfred
Gough e Miles
Millar, creatori della serie
televisiva Smallville.
Un coming of age a
cavallo trai generi
La serie si muove a
cavallo di un crocevia di generi, spostandosi tra la commedia,
l’horror, il mistery e ovviamente, il coming of are con elementi
teen, dal momento che protagonista assoluta dello show è una
sedicenne Mercoledì Addams, alle prese con le
difficoltà di “trovare un suo posto nel mondo”. Il cliché
dell’adolescente difficile è qui aumentato all’ennesima potenza,
dal momento che la casa Mercoledì non è soltanto un’adolescente, ma
è una Addams, per cui possiede tutta una serie di caratteristiche
che non sono proprio “alla moda” tra gli adolescenti. Innanzitutto
è allergica ai colori, per cui veste solo di bianco e nero, poi non
ride mai, né mostra alcuna emozione, anche se non è escluso che ne
provi qualcuna, come il desiderio di giustizia, che per lei è più
voglia di vendetta, oppure fascinazione per cose macabre, nonché
uno spiccato odio verso la madre Morticia (Catherine
Zeta-Jones) e verso tutto ciò che lei rappresenta.
Mercoledì, la
trama
Quando, per vendicare
uno scherzo subìto da suo fratello Pugsley, decide di sguinzagliare
dei piagna contro la squadra di nuovo della scuola, Mercoledì viene
comprensibilmente espulsa e si ritrova spedita alla
Nevermore Academy, la scuola per reietti guidata
da Larissa Weems (Gwendoline
Christie), integerrima Preside ed ex compagna di
scuola proprio di Morticia. Per Mercoledì si tratta di una
condanna: essere costretta a frequentare la stessa scuola della
madre e implicitamente essere spinta verso il suo stesso percorso
accademico, fatto di trofei sportivi, successi scolastici e
ovviamente la corona di reginetta, l’ultimo anno. Ma la ragazza non
si farà scoraggiare e promette un’evasione con i fiocchi. Fino a
che, nella vicina cittadina di Jericho, un terribile mostro non
comincia a uccidere in maniera feroce gli studenti della scuola. Il
mistero sull’identità e le motivazioni del mostro convince
Mercoledì a rimanere alla Nevermore e lì, suo
malgrado, comincerà a trovare uno spazio per lei…
Tre punti di forza
I punti di forza
indiscussi di Mercoledì di Netflix sono tre: in primo luogo la
messa in scena, dai costumi di Colleen Atwood alle
scenografie, alla musica firmata da Danny Elfman, la serie dimostra una cura che
purtroppo non è scontata nelle produzioni della piattaforma ma che
rivela grande impegno nei confronti di questo prodotto in
particolare, probabilmente grazie all’impronta artistica di Burton,
che da sempre ha fatto delle scenografie caratteristiche e di tutto
il decor l’aspetto più indicativo dei suoi film. Il secondo aspetto
interessante della serie è senza dubbio la storia; sviluppata in
maniera non troppo banale ma comunque molto classica, la trama di
Mercoledì è un mistery che si articola lungo un
preciso percorso a tappe e che non lascia indietro nessun
dettaglio. Avvincente quanto basta dal voler sapere sempre “cosa
succede dopo”, fino anche all’ultimo episodio che lascia la porta
aperta a un secondo ciclo, la storia non è sorprendente ma riesce a
coinvolgere lo spettatore, merito soprattutto di Jenna Ortega.
E qui siamo al terzo
punto di forza dello show. La giovane interprete, molto più grande
del suo personaggio, è magnetica, la sua Mercoledì
irresistibile, tanto che forse non è troppo credibile come outcast.
Tutti le ruotano intorno, non solo gli spettatori, ma professori,
studenti, pretendenti amiche e innamorati, e soprattutto potenziali
rivali tra le mura scolastiche.
Jenna Ortega, il carisma
“problematico” di Mercoledì
Proprio il carisma di
Ortega è un’arma a doppio taglio. Se la
Mercoledì di Christina Ricci
era all’apparenza dimessa e scostante, che con parole e azioni però
rivelava la sua vera natura nefasta, queste iterazione del
personaggio è molto più accattivante. Occhio grandi, ciglia
lunghissime, labbra carnose, questa sedicenne è un concentrato di
carisma ed è impossibile non rimanere attratti da lei. L’effetto è
quindi contraddittorio, perché mentre lei continua a sentirsi
reietta tra i reietti, chi le sta intorno non fa altro che
cercarla, adularla e, in alcuni casi, eleggerla a proprio
avversaria, che nel linguaggio delle high school è
comunque un riconoscimento di valore. Questa adolescente con gli
hobby per la scrittura, la scherma e il violoncello è sin troppo a
suo agio in questo contesto, è sicura di sé, non sbaglia mai e
sembra inevitabilmente destinata al successo. Inattaccabile e
impermeabile a quello che le succede, la vedremo poco a poco cedere
alla normalità e ai sentimenti, i quali se da una parte per lei
sono sintomo di debolezza, diventano un modo per umanizzarla e
avvicinarla al pubblico.
Diverso è bello, fino a un certo
punto
Ma anche in questo caso
la serie dice una cosa facendone una opposta: l’inno alla
diversità, e all’importanza di esserlo, così in tema per il nostro
tempo, si schianta contro questa normalizzazione di
Mercoledì che si apre agli altri. Per cui il
messaggio sembra essere che va benissimo ed è importante essere
diversi, purché si mantenga un minimo di normalità per consentire
agli altri di avere accesso alla nostra persona. Non si tratta di
un demerito della serie, che comunque fa il suo dovere da un punto
di vista dell’intrattenimento, ma è chiaro che siamo ancora lontani
dal concetto di accettazione del reietto, quello vero, senza doti o
carisma. Tutti i reietti con
doti particolari che ci vengono presentati sono tutti
bellissimi.
In questo senso,
Mercoledì perde il suo potenziale di
rappresentazione pur rimanendo un ottimo prodotto di
intrattenimento, ben confezionato e interpretato. Alla fine tutti
vorremmo uscire con la protagonista, o essere lei, e questo
sentimento, per quanto vincente nell’ottica del successo della
serie, sembra tradire lo spirito di un personaggio che è sempre
stato piuttosto macabro e respingente e per questo
affascinante.
Paramount+ presenta il
trailer della nuova attesissima serie drammatica
1923,
interpretata dal premio Oscar Helen Mirren e dal candidato all’Oscar
Harrison Ford. Realizzata dal candidato
all’Oscar Taylor Sheridan, prequel di 1923.
1923
debutterà domenica 18 dicembre negli Stati Uniti e in Canada e
lunedì 19 dicembre su Paramount+ nel Regno Unito e in
Australia. In Italia, 1923 debutterà su Paramount+ nel
corso del 2023.
1923, la
trama
1923, il
nuovo capitolo della storia della famiglia Dutton, introdurrà una
nuova generazione di Dutton guidata dal patriarca Jacob (Ford) e
dalla matriarca Cara (Mirren). La serie esplorerà i primi anni del
XX secolo, quando pandemie, siccità storiche, la fine del
proibizionismo e la Grande Depressione affliggono l’Ovest montano e
i Dutton che lo chiamano casa.
Oltre a
Harrison Ford e
Helen Mirren, 1923 è interpretato anche da Darren Mann
(“Animal Kingdom”), Michelle Randolph (“A Snow White Christmas”),
James Badge Dale (“Hightown”), Marley Shelton (“Scream”), Brian
Geraghty (“Big Sky”), Aminah Nieves (“Blueberry”) e Jerome Flynn
(“Game of Thrones”).
Prodotto da MTV Entertainment
Studios, 101 Studios e Bosque Ranch Productions, 1923 è prodotto
esecutivamente da Taylor Sheridan, John Linson, Art Linson, David
C. Glasser, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben Richardson.
1923 è l’ultima novità nel crescente programma di Sheridan su
Paramount+, che oltre a 1883 e MAYOR OF KINGSTOWN, comprende TULSA
KING e le prossime serie LIONESS e LAND MAN.
Dopo la presentazione
di Bones
and All del 12 Novembre al
The Space in Piazza Duomo, Luca Guadagninoè
tornato a Milano per incontrare il pubblico al
Cinema Anteo. Dopo la proiezione del film, il
regista ha raccontato i dettagli della realizzazione del
lungometraggio, rispondendo alle domande dell’audience.
Cinque anni dopo Chiamami col tuo nome, la combo Luca
Guadagnino–
Timothée Chalamet torna al cinema per un nuovo
film. Bones
and All è di nuovo la storia di un amore giovanile tra
due outsider, ma ha poco a che vedere con il film del
2017. Dall’Italia ci spostiamo negli Stati Uniti: i protagonisti
non sono più due giovani omosessuali ma due cannibali solitari, dal
mondo borghese si passa ai margini della società. Ciò che resta dal
film precedente è invece il potere immaginifico della storia e la
spettacolarità delle inquadrature di Guadagnino.
L’idea
dietro Bones and All
A differenza di Chiamami col tuo nome, questo film
non è stato scritto da Luca Guadagnino. Il
regista ammette di non essersi interessato in prima persona al
progetto di Bones and All, ma confessa anche di
essersi presto appassionato al romanzo Fino all’osso di
Camille DeAngelis (da cui è tratto il film).
”Non ho partecipato al film nelle sue fasi di sviluppo. Non
avevo letto il romanzo, non avevo preso i diritti né partecipato
alla scrittura della sceneggiatura, che era stata affidata
a David
Kajganich. Bones and All
era stato sviluppato per un regista che io stimo, Antonio
Campos.”
Fortunatamente per
Guadagnino, Campos ha
scelto di non fare il film. ”A quel punto, quando perse il
suo regista, David mi propose di fare
ilfilm.‘‘ Guadagnino
confessa poi di aver avuto qualche resistenza: ”In
parte perché avevo molte cose da fare, in parte perché
non avevo un particolare slancio verso una storia di cannibali,
stesso slancio che non avevo per l’ennesima storia di signori in
piscina dopo A bigger splash per Chiamami col tuo nome.” Tuttavia,
non appena ha letto la sceneggiatura di David
Kajganich , che già aveva collaborato
con Guadagninoper
A Bigger
Splashe Suspiria,
il regista è stato catturato dalla storia e ha iniziato ad
immaginarsi come metterla in scena.
Il primo pensiero va
a Timothee Chalamet
A progetto concluso,
Guadagnino mostra il suo entusiasmo verso
ambientazioni – gli Stati Uniti della Route 66 – e protagonisti
diversi dal suo mondo. In particolare i protagonisti, si è legato
molto a Maren (Taylor
Russell) e Lee (Timothée
Chalamet). Dice di loro:
”Sono personaggi così dolenti, soli e
abbandonati, sono i figli negletti di un’idea di realizzazione
di sé molto americana.”Guadagnino ha colto in
questi aspetti la potenzialità del film, ”Mi sembrava molto
bella l’idea che i personaggi avessero un forte rapporto con il
paesaggio, si stagliassero contro un paese
contraddittorio, gigantesco, potente ma anche fragile come gli
Stati Uniti”.
Per quanto riguarda i personaggi, il
regista di Bones and All dice chiaramente di
aver pensato subito a Timothée non
appena ha ”scoperto” il personaggio di Lee nella
sceneggiatura. ”Mi aveva commosso leggere di lui. Ho subito
pensato, in maniera istintiva, al
mio Timothée. Ho detto:
se Timothée accetta, allora questo
potrebbe essere davvero il primo film che girerei
in America. E così tutto è partito.”
Un film on the road tra le back
valleys americane
Con Bones
and All, Guadagnino attraversa
l’oceano e porta la sua troupe in America. La dimensione spaziale è
assolutamente rilevante nel film. Il paesaggio e la cura degli
ambienti sono elementi cardine di Bones and
All. Dalle praterie americane invase dal colore, alle
cittadine rurali fatte di piccole botteghe e supermercati
sgarrupati, tutti gli spazi sono curati ed esaltati dalla macchina
da presa. Una grande rilevanza viene data anche alle abitazioni:
gli interni domestici in cui Marion,Lee e gli altri
personaggi si trovano a vivere sono molto comunicativi: case mobili
squallide e spoglie, piccoli nidi d’amore, case di anziani, ogni
spazio racconta qualcosa di rilevante per il film.
Lo scoglio dell’epica della
frontiera
Altro elemento essenziale
del film è il viaggio. Il viaggio da un lato
dà linearità alla storia – in Bones and All
mancano completamente i flashback, dall’altro è emblematico del
ricco percorso compiuto
da Lee e Marion, un percorso
di crescita che è anche lo sviluppo di un amore e un’iniziazione.
Il viaggio per le vallate americane non è cosa nuova. La novità,
questa volta, è che un regista intimista e italiano come
Guadagnino decide di affrontare questo percorso.
Parlando di viaggio, il confronto con i registi americani
sull’epica della frontiera appare inevitabile.
Nonostante ciò,
Guadagnino non sembra cercare, e tantomeno temere,
questa comparazione. ”Cerco di evitare di lavorare con una
cifra che parte dal lavoro di altro regista. Preferisco lasciarmi
guidare dall’inconscio di spettatore più che
concentrarmi con le sinapsi sui registi
che stimo.” E aggiunge: ”Hoavuto invece
un’azione diretta nel guardare al lavoro dell’artista americanoWilliam
Eggleston, che prende a soggetto l’America delle
cosiddette back valleys, il retro delle strade
principali.” Per Guadagnino, il lavoro di
Eggleston sui paesaggi, sulla luce e con le
inquadrature è stato fondamentale per la creazione della fotografia
di Bones and All.
Perché Taylor Russell come
protagonista?
Se con Timothee
Chalamet il sodalizio era già avviato, per la protagonista
di Bones and AllGuadagnino
ha scelto la giovane attrice Taylor Russell.
”L’avevo già vista recitare nel film Waves. Nel
film, Taylor interpreta la parte
della sorella del protagonista, poi ad un certo punto il fratello
finisce in galera e nell’ultima parte lei prende in mano
il film come protagonista. Quando ho iniziato a lavorare
al Bones and All, ho ripensato a Waves. Ho
fatto con Taylor una chiamata via Zoom e ho
parlato con questa donna. Taylor è una donna ma
sembra una bambina: ho trovato in lei i tratti giusti per farle
interpretare il personaggio diMaren.” E la cosa
ha funzionato: Russell e Chalamet sono un ottimo
match, coinvolgente perché in primo luogo coinvolto.
Ancora una volta, in Bones
and All l’armonia domina un film di
Guadagnino, e questo aspetto si percepisce
nonostante la stranezza dei personaggi, l’assurdità della storia
d’amore e la desolazione della storia.
Il mega panel dei
Marvel Studios al Comic-Con
2022 di San Diego ha fornito una moltitudine di
notizie sulla Fase 5 dell’MCU. Ora che anche
Black Panther: Wakanda Forever è uscito
in sala, la Fase 4 può dirsi conclusa. Resta fuori
solo lo Speciale Natalizio di Guardiani della Galassia e
poi si entrerà a pieno nella Fase 5 MCU.
Le
Fasi4, 5 e 6 fanno tutte parte
della nuova Saga del Multiverso dell’MCU
(le prime tre fasi compongono invece la Saga
dell’Infinito). Vediamo dunque i progetti che costituiranno
l’essenza della Fase 5. Come è già successo in
passato, i Marvel Studios potrebbero cambiare
questa tabella di marcia con progetti aggiuntivi, cancellazioni, o
riprogrammazioni. In ogni caso, ecco tutto quello che sappiamo per
ora sulla Fase 5.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Il film che
aprirà la Fase 5 sarà Ant-Man and The Wasp:
Quantumania. . Nel nuovo capitolo, vedremo Scottalle
prese con la sua nuova fama come Avenger, almeno fino a
che questa non intralcerà con la sua vita familiare. Paul
Rudd e Evangeline Lily riprenderanno i
propri ruoli, rispettivamente di Ant-Man e di
Wasp. A loro si aggiungerà anche la figlia maggiore di
Scott, Cassie, interpretata dalla new entry
MCUKathryn Newton, e il cattivo
Modok di Bill Murray.
Il film uscirà
nei primi mesi del 2023 e avrà un nuovo cattivo:
Kang il Conquistatore di Jonathan Majors.
Kang sarà il cattivo principale del film ma diventerà
anche una grande minaccia per tutta la Fase5 MCU. Avengers: The Kang Dynasty e
Avengers: Secret Wars previsti per
il 2025/2026 saranno film decisivi per il personaggio.
Secret
Invasion
Il passo
successivo prevede l’uscita di Secret Invasion su
Disney+. La miniserie
mostrerà Nick Fury, Skrull e Talos alle
prese con un’avventura paranoica sugli alieni mutaforma. Nella
serie ci sarà il ritorno di Maria Hill e di War
Machine, e uno dei due potrebbe facilmente essere
Skrulls sotto mentite spoglie.
Dato che al
momento non si sa nulla dell’identità dello SkrullMCU, Secret Invasion si presenta come uno
show davvero entusiasmante. Infine, è ormai certo che anche
Emilia Clarke e Olivia Colman
faranno il loro debutto MCUattraverso la
miniserie.
Guardians of the Galaxy Vol. 3
Al terzo posto sulla linea del tempo
c’è Guardiani della Galassia Vol. 3. Stando a quanto detto
durante il Comic-Con di San DIego, il film rappresenta la fine
ideale della saga del regista James Gunn. Il terzo
film dei Guardiani si concentrerà in gran parte su
Star-Lord mentre è alle prese con la nuova Gamora
di Avengers: Endgame.
Verrà dato spazio anche alle origini
di Rocket Raccoon. Chukwudi Iwuji
interpreterà il cattivo del film, l’Alto
Evoluzionario.
Echo
Dopo essere uscita dalla
storyline di Hawkeye, Maya Lopez torna
nell’MCU con la serie Echo. Nello show
vedremo la vita di Maya a New York. Echo torna
nella sua città natale per fare pace con il suo passato e
accogliere le sue origini native-americane.
La serie dovrebbe arrivare
nell’estate del 2023 e prevede il ritorno del Kingpin di
Vincent D’Onofrio, così come del
Daredevil di Charlie Cox.
Loki 2
Un’altra uscita
estiva prevista per il 2023 è la seconda stagione di Loki.
Il Dio dell’inganno dovrà affrontare le conseguenze della
prima stagione e la rottura della Timeline causata da
Sylvie, atto che ha generato varianti di Colui che
Rimane.
La produzione di
Loki 2 è già in corso: nel progetto sono coinvolti anche i
personaggi MCUSylvie e
Mobius.
The Marvels
Il film di Nia
Dacosta, The
Marvels, vedrà Capitan Marvel, Ms. Marvel e
Monica Rambeau/Spectrum riunirsi per creare un trio
dinamico.
Stando alla scena post-credit di
Ms. Marvel – Carol Danvers e Kamala
Khansembrano scambiarsi di posto – The
Marvels si presenta come un capitolo emozionante della
Fase 5 MCU.
Ironheart
Dopo il suo
debutto in Black Panther: Wakanda Forever,
Ironheart di Riri Williams riceverà una sua serie
nella Fase 5
MCU. Interpretata da Dominique
Thorne, Riri è un’ingegnere incredibilmente
dotata: nei fumetti ha sviluppato la sua tuta da Iron
Man.
Nell’MCU, Riri è amica dello scienziato
capo del Wakanda e della nuova Black PantherShuri, con la quale ha progettato l’armatura, interamente
in vibranio, IronheartMark II.
Blade
Dopo diversi
problemi di produzione, il riavvio di Blade da parte
dell’MCU è finalmente una possibilità concreta e
potrebbe arrivare già nel 2024. Blade, il cacciatore di
vampiri, sarà interpretato da Mahershala Ali. Il
protagonista del film è stato introdotto alla fine di
Eternals al fianco del Cavaliere Nero di
Dane Whitman.
Inizialmente,
Blade doveva essere diretto da Bassam
Tariq, ma il timone è poi passato nelle mani di
Yann Demange, cambio di rotta che vira verso il
soprannaturale e, forse, anche verso l’horror multiversale.
Agatha:
Coven of Chaos
Introdotta come
Agatha: House of Harkness, la serie spin-off di WandaVision con protagonista
Agatha (Kathryn Hahn) ora ha
cambiato nome. Agatha: Coven of Chaos arriverà nel 2023.
Nella serie sono previsti attori come Aubrey
Plaza, Emma Culafield, Ali
Ahn, Maria Dizzia e Joe
Locke.
Agatha: House
of Harknessdovrebbe seguire la potente strega mentre tenta di
liberarsi dall’incantesimo subito da Wanda Maximoff.
Tuttavia, nulla è ancora detto: la morte di Scarlet in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia potrebbe aver
rotto l’incantesimo.
In arrivo nella
primavera del 2024, Daredevil:
Born Again vedrà il ritorno di Charlie
Cox come protagonista dopo la serie
Netflix da tre stagioni. Prima dell’uscita nella
serie da solista, il personaggio di Cox sarà già
stato adeguatamente introdotto: Daredevil è infatti già
apparso in Spider-Man: No Way Home e in She-Hulk
ed è atteso anche in Echo.
È stato anche
confermato che Daredevil:
Born Again sarà uno show da 18 episodi, la serie
con il più alto numero di episodi finora realizzata
dall’MCU.
Captain America: New World Order
Il film
Captain America: New World Orderriprenderà le
storyline dove si erano interrotte con Falcon e The Winter
Soldier. Inoltre, il film introdurra Sam
Wilson come il prossimo Capitan America
dell’MCU. Brandendo l’iconico scudo,
Wilson si confronterà con il mondo in continua
evoluzione e, probabilmente, diventerà il prossimo leader dei
Vendicatori.
Una nota sul
titolo del film: potrebbe essere un riferimento al ritorno di
Samuel Sterns/Il Capo di Tim Blake
Nelson. Inoltre, “Nuovo Ordine Mondiale” potrebbe anche
essere un’allusione all’omonima organizzazione di super criminali
di Teschio Rosso.
Thunderbolts
La Fase
5 si chiuderà con il film dei Thunderbolts,
in arrivo nel 2024. La squadra di antieroi Marvel
uscirà allo scoperto nell’MCU con Thunderbolts: nel film appariranno
personaggi come Soldato d’Inverno, Yelena Belova,
U.S Agent, Red Guardian, Abominio,
Taskmaster. La squadra sarà guidata dalla Contessa
Valentina Allegra de Fontaine.
Il perché il
fondatore dei Thunderbolts Barone Zemo non sia nel roster
dei personaggi rimane un mistero, o per lo meno un aspetto da
chiarire.
Una nuova immagine dietro le quinte
del mai realizzato Spider-Man 4 rivela uno
sguardo ravvicinato a quello che sarebbe stato il costume di
John Malkovich nei panni di Avvoltoio, il
cattivo pianificato del film. Dopo aver interpretato per la prima
volta il personaggio in Spider-Man del 2002,
Tobey Maguire è tornato per due sequel con il
regista Sam Raimi, tra cui l’acclamato
Spider-Man 2 nel 2004 e il controverso
Spider-Man 3 nel 2007.
Nonostante la tiepida accoglienza
ricevuta da Spider-Man 3, un quarto film di Raimi
era in lavorazione ma la Sony alla fine ha accantonato il progetto.
Negli ultimi anni sono emersi dettagli riguardanti il film di
Spider-Man demolito, rivelando che John Malkovich avrebbe dovuto interpretare una
versione molto oscura dell’Avvoltoio.
Ora, lo scrittore e disegnatore di
fumetti Ken Penders ha rivelato uno sguardo più da
vicino a come sarebbe stato il costume di Avvoltoio in
Spider-Man 4 di Sam Raimi. Anche
se l’immagine non mostra Malkovich che indossa il costume, dà
un’indicazione di come il personaggio sarebbe stato portato in vita
sullo schermo, incluso il tono generale più scuro che era stato
immaginato per l’iconico cattivo.
Before Tobey & Sam were bid adieu by Sony,
work actually had begun on SPIDER-MAN 4, and I visited friends who
were working on the Vulture's costume intended for actor John
Malkovich. Once production shut down, all materials were turned in.
I've sat on this for almost 15 years. pic.twitter.com/iY3VmzUrHI
Illumination ha
pubblicato su Twitter un nuovo poster del film di
Super
Mario Bros. – il film. Il poster key art
stuzzica la memoria dei fan del gioco, mostrando l’iconica location
del videogioco, il Castello di Peach, che sarà inclusa nel film, e
che apparentemente prenderà in prestito il design per i suoi
interni da Super Mario 64. Ecco di seguito
l’immagine:
Nella versione originale ChrisPratt sarà affiancato dall’ex di
Filadelfia Charlie Day nei panni di Luigi,
Anya Taylor-Joy nei panni della Principessa
Peach, Jack Black nei panni di Bowser,
Keegan-Michael Key nei panni di Toad, Seth Rogen nei panni di Donkey Kong,
Fred Armisen nei panni di Cranky Kong,
Kevin Michael Richardson come Kamek e
Sebastian Maniscalco come Spike.
Come rivelato da Adi Granov su Instagram,
i primi concept art della tuta di Ironheart per
Black Panther: Wakanda Forever mostrano una resa
più elegante rispetto al prodotto finale del film. Granov dice che
questo primo progetto per l’armatura di Ironheart era
l’unica ripresa che aveva fatto, ma è comunque contento di come il
concept designer Phil Saunders ha interpretato
l’armatura nel film finito.
Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios
Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
James Gunn rivela
quali tra gli eroi DC i fan vogliono maggiormente vedere entrare a
far parte dell’Universo DC, e la risposta potrebbe essere un po’
sorprendente. Ora che Gunn è co-CEO dei DC Studios, sta lavorando
con Peter Safran per mappare cosa riserva il
futuro per quell’universo condiviso. Ciò include anche capire cosa
il pubblico vuole vedere dalla prossima serie di film e programmi
TV DC. Anche se questo includerà l’uso di personaggi che sono già
consolidati nel DCU, Gunn è stato anche aperto a anticipare nuovi
personaggi che potrebbero unirsi all’universo. Ha stuzzicare il suo
potenziale interesse per Mister Terrific, Lobo e altro, ma questa è
solo una parte dell’equazione.
Il co-CEO dei DC Studios ha
precedentemente utilizzato i social media per chiedere ai fan chi
volevano vedere unirsi alla DCU. Il nuovo piano per i personaggi
DCU di James Gunn includeva la richiesta
all’enorme fandom di quale eroe che non ha già avuto il proprio
film / show tv vogliono vedere entrare a far parte della DCU. Le
risposte includevano alcuni suggerimenti non sorprendenti come i
membri di Batfamily Batgirl e
Nightwing, ma non erano il suggerimento più
popolare. Secondo James Gunn, Booster
Gold era l’eroe più richiesto per unirsi alla DCU. Il
regista ha ancche chiarito che questo non garantisce che si stia
già sviluppando un film su Booster Gold, ma è comunque affascinato
dai risultati.
James McAvoy rivela la sua unica critica al franchise
degli X-Men quando riflette sul suo ruolo di fondatore degli X-Men,
il Professor Xavier, nella serie di film Marvel prodotta dalla Fox. McAvoy
si è unito al franchise nel film prequel di Matthew
Vaughn del 2011 X-Men: L’inizio nei panni
della versione più giovane del personaggio interpretato per la
prima volta da Patrick Stewart, riprendendo il suo
ruolo in tre film successivi. X-Men: L’inizio ha
presentato al pubblico Charles Xavier di McAvoy nel 1962, dove
incontra il giovane Erik Lensherr (Michael
Fassbender) e riunisce un gruppo di giovani mutanti
per opporsi all’Hellfire Club di Sebastian Shaw (Kevin
Bacon), con i film seguenti che esplorano in seguito
conflitti con i nemici degli X-Men, comprese le Sentinelle, così
come il reclutamento dei membri più riconoscibili della
squadra.
In un’intervista con GQ,
McAvoy ha riflettuto sul suo periodo nei panni di Charles
Xavier nel franchise X-Men di Fox innanzitutto alla luce
di un suo eventuale ritorno nell’ambito del MCU. L’attore ha avuto
modo di rivelare l’unica critica che ha avuto in merito al ruolo e
ai film in cui lo ha interpretato (X-Men:
L’inizio, X- Men: Giorni di un futuro passato, X-Men:
Apocalisse e X-Men:
Dark Phoenix). L’attore ha rivelato di ritenere che i
seguenti film non sfruttassero la dinamica stabilita per la prima
volta tra Xavier e Lensherr nel primo film ed esplorassero
ulteriormente la complessa relazione della coppia.
“La mia più grande critica a ciò
che abbiamo fatto durante i quattro film dopo la prima esperienza,
è stato che non abbiamo approfittato del rapporto tra [Xavier e
Magneto], che ha davvero costituito la spina dorsale del primo
film. Quindi mi chiedo come avremmo mai potuto sfruttare
quell’incredibile arma che avevamo?”. Mentre, in merito alla
sua partecipazione al MCU,
James McAvoy ha dichiarato: “Sicuramente
non ho ricevuto la chiamata. E se la avessi ricevuta, sicuramente
non te lo direi.”
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per dirigere
Spider-Man: Accross the Spider-verse,
utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil
Lord e Chris Miller (che
tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg) in collaborazione con David
Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Will Smith affronta il modo in cui il suo
famigerato momento degli Oscar 2021 potrebbe influenzare il
successo del suo prossimo film,
Emancipation – Oltre la libertà. Smith ha subìto un
duro colpo alla carriera in seguito all’incidente agli Oscar di
quest’anno. Durante la stessa cerimonia in cui ha ricevuto il suo
primo premio come miglior attore, l’attore veterano ha invece
trovato un lato oscuro della medaglia dal momento che ha reagito in
modo violento, con uno schiaffo ai danni di Chris Rock, a una
battuta, seppure di cattivo gusto. Le conseguenze hanno visto
diversi progetti di Will Smith rinviati e numerosi colleghi
di Hollywood hanno espresso la loro rabbia.
L’ira si è per lo più placata negli
otto mesi successivi allo schiaffo. La prima uscita
post-slap di Smith,
Emancipation – Oltre la libertà, debutterà questo
dicembre negli USA. Il film è un thriller storico che segue il
personaggio di Smith mentre sfugge dai cacciatori di schiavi nelle
paludi della Louisiana, avventurandosi a nord in cerca della
libertà. Emancipation è diretto da Antoine
Fuqua, ed è il tipo di film che probabilmente
guadagnerebbe un notevole clamore agli Oscar se non fosse per il
pregresso di SMith con l’Academy (che lo ha espulso). Mentre
parlava con il giornalista Kevin McCarthy (tramite Variety), Will Smith ha parlato della possibilità che il
contraccolpo riemergesse prima dell’uscita del film.
“Capisco perfettamente: se
qualcuno non è pronto, lo rispetterei assolutamente e gli
concederei lo spazio per non essere pronto. La mia più grande
preoccupazione è la mia squadra: Antoine ha fatto quello che penso
sia il più grande lavoro di tutta la sua carriera. Le persone di
questa squadra hanno svolto alcuni dei migliori lavori della loro
intera carriera e la mia speranza più profonda è che le mie azioni
non penalizzino la mia squadra. A questo punto, è quello per cui
sto lavorando. Spero che il materiale – la potenza del film,
l’attualità della storia – spero che il bene che si può fare apra
almeno il cuore delle persone per vedere, riconoscere e supportare
gli incredibili artisti dentro e fuori questo film.”
Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia
incredibile di Peter (Will
Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù
affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore
profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere
i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi
della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle
foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) scattate
durante una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate
nel 1863 su Harper’s Weekly; in particolare, una delle immagini
nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra
la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici,
frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì
alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.
Emancipation – Oltre la libertà è diretto da
Antoine Fuqua, da una sceneggiatura di William N.
Collage. Il film è prodotto da Will Smith e Jon Mone per conto di
Westbrook Studios, Joey McFarland per conto di McFarland
Entertainment e Todd Black per conto di Escape Artists. Chris
Brigham, Antoine Fuqua, James Lassiter, Heather Washington, Cliff
Roberts, Glen Basner e Scott Greenberg sono i produttori
esecutivi.
La Universal svela il primo poster
ufficiale del film Cocain orso, ed è esattamente
quello che ci si può aspettare. Dopo aver diretto Pitch
Perfect 2 e Charlie’s Angels del 2019, entrambi accolti
piuttosto male, l’attrice e regista Elizabeth Banks si è diretta in una direzione
completamente diversa con il suo terzo lungometraggio dietro la
macchina da presa: un thriller chiamato Cocainorso. Ispirato da
un’incredibile storia vera, il film in uscita seguirà un orso bruno
che si scatena in una furia omicida in una foresta del Kentucky
dopo aver involontariamente ingerito cocaina.
Ora, tre mesi prima dell’uscita
nelle sale, il primo poster ufficiale di Cocain
orso è stato svelato su Twitter. Basti dire che il poster
è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un film su un orso
che ingerisce cocaina. Il poster evidenzia che il film è “ispirato
da eventi reali” con un sottotitolo “un film stupefacente”.
L’attore Warwick
Davis è noto per aver recitato in alcuni dei più celebri
film cult degli anni Ottanta, ma anche per la sua partecipazione a
grandi saghe fantasy o di fantascienza. Oggi Davis vanta dunque uno
status da icona, personaggio estremamente popolare e amato dal
grande pubblico, che continua giustamente a celebrarlo. Con ogni
sua interpretazione, Davis non solo regala nuove emozioni ma
abbatte continuamente limiti e stereotipi.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad aver recitato in popolarissimi film
per il cinema, l’attore ha preso parte anche a numerosi progetti
per la televisione. In particolare, ha recitato nei film
L’avventura degli Ewoks (1984) e Il ritorno degli
Ewoks (1985). Ha poi recitato nelle serie Le cronache di
Narnia (1989-1990), Il magico regno delle favole
(2000), Merlin (2010), Life’s Too Short (2011) e
Doctor Who (2013). Dal 2022 è uno dei protagonisti della
serie Willow.
3. È anche sceneggiatore e
produttore. Oltre ad essersi distinto come attore, Davis
ha nel corso della sua carriera ricoperto anche il ruolo di
sceneggiatore. Ha infatti partecipato alla scrittura di Agent
One-Half, delle serie Life’s Too Short e Dwarves
Assemble e del cortometraggio Making of Star
Wars Caravan of Courage an Ewok Adventure. Per questi
progetti, a lui molto cari, Davis ha poi ricoperto anche il ruolo
di produttore.
Warwick Davis in Harry Potter
4. Ha interpretato un
professore di magia. Nella saga di Harry Potter
l’attore ha ricoperto più ruoli, ma quello principale e più iconico
è quello del professor Filius Vitious, insegnante di incantesimi e
direttore di Corvonero, caratterizzato naturalmente dalla bassa
statura, che gli rende necessario salire su una pila di libri per
vedere al di là della cattedra. Il personaggio sarà presente in
quasi tutti i film, acquisendo sempre più importanza, specialmente
ne I Doni della Morte, dove lo si può ritrovare anche
intento in alcuni duelli contro i Mangiamorte.
Warwick Davis in Star Wars
5. Ha interpretato diversi
personaggi nel corso della saga. La carriera di Davis è
strettamente legata alla saga di Star Wars, per la quale
ha interpretato diversi personaggi. In Il ritorno dello
Jedi, suo debutto cinematografico, ha interpretato il
guerriero ewok Wicket. W. Warrick, poi ripreso anche per i film
L’avventura degli Ewok e Il ritorno degli Ewok.
In La minaccia fantasma ha invece è comparso brevemente in
tre ruoli differenti, mentre ha poi interpretato Wollivan in
Il risveglio della forza, Weeteef Cyubee in Rogue
One, Wodibin in Gli ultimi Jedi, Weazel in
Solo, e infine di nuovo Warrick in L’ascesa di
Skywalker.
Warwick Davis in Willow
6. Il film è stato scritto
appositamente per lui. Dopo aver lavorato con l’attore sul
set di Il ritorno dello Jedi, George
Lucas decise di dar vita ad un film dove Davis potesse
essere il protagonista indiscusso, dimostrando le proprie qualità
come interprete. È così nato Willow, film fantasy divenuto
un vero e proprio cult, per il quale l’attore si è dovuto preparare
imparando un accento diverso dal suo solito, apprendendo come
prendersi cura di un bambino, come cavalcare un cavallo, come
combattere con la spada e come eseguire la magia.
7. Ha ripreso il ruolo a
trent’anni di distanza. In più occasioni Davis ha espresso
forte interesse all’idea di poter tornare ad interpretare Willow,
per scoprire cosa è cambiato nel corso della sua vita. Dopo anni di
speculazioni, l’occasione è infine arrivata grazie alla serie
Willow, disponibile dal 30 novembre su Disney+. Davis ha raccontato a riguardo di
essersi sentito sopraffatto dalle emozioni nel corso delle
riprese, avendo non solo avuto la possibilità di interpretare
nuovamente il suo caro personaggio ma anche di rivedere alcuni
luoghi dove era stato girato il film, ritrovandoli sempre
meravigliosi.
Warwick Davis: la moglie e i figli
8. È sposato. Sul
set del film Willow, che lo ha reso particolarmente
celebre, Davis conosce l’attrice Samantha D.
Burroughs, anch’ella affetta da nanismo. I due si sposano
poi nel 1991 e sono ancora oggi una coppia molto solida. Dal loro
matrimonio sono nati quattro figli, dove i primi due sono però
deceduti subito dopo la nascita. Annabelle è
invece nata nel 1997 e Harrison, l’ultimo figlio
della coppia, è nato nel 2003.
Warwick Davis è su Instagram
9.Ha un
profilo sul social network. Warwick Davis è presente sul
social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da
99.2 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato
appena una ventina di post, principalmente relativi a momenti
trascorsi in compagnia di amici o della famiglia in varie
occasioni. Non mancano però anche curiosità legate al suo lavoro
che l’attore condivide con i propri fan. Seguendolo si può dunque
rimanere aggiornati sulle sue attività.
Warwick Davis: età e altezza dell’attore
10. Warwick Davis è nato a
Epsom, in Inghilterra, il 3 febbraio del 1970. L’attore,
affetto da nanismo, è alto complessivamente 1,07 metri.
I Marvel Studios lanciano la loro
campagna per gli Oscar di Black
Panther: Wakanda Forever mettendo in risalto la
performance dell’attrice Angela Bassett. Dalla sua uscita nelle sale
questo mese, il sequel di Black Panther ha
incassato 676 milioni di dollari in tutto il mondo, senza segni di
rallentamento. Inoltre, proprio come il suo predecessore, l’uscita
è stata accolta con elogi dalla critica e pubblico entusiasta.
Black
Panther: Wakanda Forever segna la chiusura della Fase
4 del MCU.
La Marvel punta i riflettori sulla
regina Ramonda di Angela Bassett nella loro campagna per
gli Oscar per Black
Panther: Wakanda Forever. Il poster, che pone
l’accento sul ruolo fondamentale di Bassett nel film e tutto il
coinvolgimento nella storia, chiarisce che la Marvel intende
presentare il film per le nomination agli Oscar in “tutte le
categorie”.
A profound take on life and legacy. Critics
are hailing Marvel Studios’ BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER as,
“emotionally powerful, poignant, and a cultural force to be
reckoned with.” pic.twitter.com/4yk6N2h7sa
Il sequel del MCU onorerà il defunto
Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios
Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.