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Oppenheimer: Christopher Nolan anticipa un finale complesso simile a quello di Inception

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Secondo Christopher Nolan, il finale di Oppenheimer ha alcune somiglianze con quello di Inception. Mentre Oppenheimer sarà presentato in anteprima il 21 luglio di quest’anno, Inception è stato rilasciato nel 2010 e come noto segue le avventure oniriche di Dom Cobb, interpretato da Leonardo DiCaprio, mentre tenta di cancellare la sua fedina penale in modo da poter tornare dalla sua famiglia. Oppenheimer, invece, racconta la storia dell’uomo che ha contribuito a creare le armi nucleari che ancora oggi mettono a rischio l’umanità.

Le motivazioni principali dei personaggi possono essere diverse, ma ciò non significa che i film siano troppo diversi. In un’intervista con WIRED, Nolan ha infatti spiegato che pensa che i finali di Oppenheimer e Inception siano in realtà notevolmente simili. Potrebbe esserci del nichilismo, ma c’è anche un certo livello di ambiguità intellettuale. “Voglio dire, la fine di Inception, è esattamente questo. C’è una visione nichilista di quel finale, giusto? Ma anche lui è andato avanti ed è con i suoi figli. L’ambiguità non è un’ambiguità emotiva. È intellettuale per il pubblico”, ha spiegato Nolan.

È divertente, penso che ci sia un’interessante relazione tra i finali di Inception e Oppenheimer da esplorare. Oppenheimer ha un finale complicato. Sentimenti complicati”. Fondamentalmente, Inception e Oppenheimer si occupano di esplorare l’ampiezza delle capacità umane. Inception esplora l’esistenza del sogno lucido e del subconscio e considera la misura in cui ciò può essere esplorato. Oppenheimer, invece, si basa sulla scienza nucleare del mondo reale, ripercorrendo la storia della vita di J. Robert Oppenheimer. Anche alla base del finale del nuovo film di Nolan, dunque potremmo ritrovare complesse scelte morali che serviranno da chiave di lettura per l’intero lungometraggio appena visto.

Tutto quello che sappiamo sul film Oppenheimer

Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh.

Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).  Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.

Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero.  I film di Nolan, tra cui TenetDunkirkInterstellarInception e la trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.

Taylor Sheridan parla del seguito di Yellowstone con Matthew McConaughey

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Dopo essersi aperto sull’abbandono della serie da parte del suo protagonista Kevin Costner, il creatore Taylor Sheridan ha fornito un aggiornamento sul presunto spin-off di Yellowstone che vedrà protagonista l’attore Matthew McConaughey. Il creatore ha rivelato che il team dietro lo spettacolo ha avuto già diversi colloqui con l’attore.

Parlando con The Hollywood Reporter in una recente intervista ad ampio raggio, Sheridan ha riconosciuto l’esistenza della presunta serie spin-off, che si dice sia “un nuovo capitolo” nel franchise in corso. Sheridan ha definito l’attore “una scelta naturale” e ha detto che McConaughey ha apprezzato molto Yellowstone dopo averlo visto.

Taylor Sheridan ha parlato con Matthew McConaughey dello spin-off Yellowstone

Sembra una scelta naturale“, ha detto Sheridan. “Abbiamo avuto alcune conversazioni nel corso degli anni e abbiamo sputato alcune idee. Poi ha iniziato a guardare Yellowstone e ha risposto. Era tipo, ‘Voglio farlo.’ E con “quello” intendeva tuffarsi in un mondo grezzo che si scontra con il mondo moderno. E poi ho detto: “Amico, possiamo farlo“. 

All’inizio di quest’anno, THR  ha confermato che McConaughey era in trattative per dirigere uno  spin-off di Yellowstone. Ciò ha fatto seguito alla notizia che la serie principale potrebbe finire prima del previsto, grazie ai disaccordi sul programma delle riprese della star della serie Kevin Costner (tramite Deadline).

Yellowstone si conclude con la stagione 5

Dopo la scioccante notizia dell’uscita di Kevin Costner, Paramount Network ha annunciato che Yellowstone terminerà la sua corsa dopo la quinta stagione, attualmente in sviluppo con la seconda e ultima parte della quinta stagione. Attualmente è stato annunciato uno spin-off di Yellowstone guidato da Matthew McConaughey che è in lavorazione.

“La serie racconta la famiglia Dutton, guidata da John Dutton, che controlla il più grande ranch contiguo negli Stati Uniti”, si legge nella sinossi. “Tra alleanze mutevoli, omicidi irrisolti, ferite aperte e rispetto meritato – il ranch è in costante conflitto con quelli con cui confina – una città in espansione, una riserva indiana e il primo parco nazionale d’America”.

Yellowstone è stato creato da Taylor Sheridan e John Linson. Nel cast  oltre al protagonista, troviamo Luke Grimes, Kelly Reilly, Wes Bentley, Cole Hauser, Kelsey Asbille, Brecken Merrill, Jefferson White, Forrie Smith, Denim Richards, Ian Bohen, Finn Little, Ryan Bingham, Gil Birmingham, Jen Landon e Kathryn Kelly. “La serie racconta la famiglia Dutton, guidata da John Dutton, che controlla il più grande ranch contiguo negli Stati Uniti“, si legge nella sinossi. “Tra alleanze mutevoli, omicidi irrisolti, ferite aperte e rispetto meritato – il ranch è in costante conflitto con quelli con cui confina – una città in espansione, una riserva indiana e il primo parco nazionale d’America“.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, l’uscita del terzo film sarà ritardata

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Spider-Man: Beyond the Spider-Verse terzo capitolo della saga e seguito di Across the Spider-Verse con ogni probabilità subirà dei ritardi, è quanto afferma un artista che ha lavorato a Across the Spider-Verse.

I due film animati Spider-Verse di Sony hanno riscosso un enorme successo di critica e pubblico. Il recente film di supereroi Marvel Spider-Man: Across the Spider-Verse è uno dei film più acclamati dell’anno. Con il finale mozzafiato del nuovo film, il pubblico potrebbe chiedersi quando vedremo la conclusione della storia di Miles Morales.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse subirà un ritardo?

L’attuale data di uscita di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse è il 29 marzo 2024. Tuttavia, un artista che ha lavorato al sequel ha detto che non è stato fatto abbastanza lavoro per farlo arrivare in tempo alla data di uscita. “Ho visto gente dire, ‘Oh, probabilmente ci hanno lavorato nello stesso momento‘”, ha rivelato la fonte a Vulture .

Non è possibile che quel film esca allora. Ci sono stati progressi dal punto di vista della pre-produzione. Ma per quanto riguarda la produzione, l’unico progresso che è stato fatto sul terzo è l’esplorazione o i test che sono stati fatti prima che il film fosse diviso in due parti. Tutti sono stati completamente concentrati su Across the Spider-Verse e hanno tagliato a malapena il traguardo. E ora è come, Oh, sì, ora dobbiamo fare l’altro“.

La nuova edizione del Laterale Film Festival

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La nuova edizione del Laterale Film Festival

È stata annunciata ufficialmente la nuova edizione del Laterale Film Festival, rassegna internazionale non competitiva di arte cinematografica promossa dall’Associazione Culturale Laterale. La settima edizione della manifestazione avrà luogo nei giorni 1, 2 e 3 settembre negli spazi del Cinema San Nicola di Cosenza.

Laterale si conferma come uno degli appuntamenti più interessanti del panorama festivaliero italiano e non solo. Un evento culturale che si propone di valorizzare cortometraggi innovativi e originali di giovani autori, senza trascurare le sperimentazioni dei grandi maestri.

“Guardando cadere filmando” è lo slogan che identifica la nuova edizione, un invito a immergersi in acque profonde alla scoperta delle migliori produzioni audiovisive contemporanee. «Ché l’invisibile sta al fondo delle cose.»

L’organizzazione interna del festival non è gerarchica e non prevede la presenza di un unico direttore artistico, piuttosto la partecipazione di una serie di curatori che operano nella convinzione che la qualità non sia misurabile. Non sono previsti premi o giurie; prevale invece una logica di scambio e di condivisione, che ha ottenuto nel tempo la risposta entusiasta da parte di cineasti e pubblico.

Essenzialità e precisione si riflettono anche nell’artwork di questa edizione, a cura dell’artista cosentina Silvia Cuconati: un’opera minimalista che, rifiutando rappresentazioni figurative, sembra delineare un moto di caduta libera. In fondo, cos’è un film se non una cascata di fotogrammi che non si possono fermare? «Se è vero che l’arte non nasce per insegnare qualcosa, può comunque lasciare un segno, e un segno non è altro che la traccia degli echi di un punto che riverbera sul piano», sottolineano gli organizzatori.

L’esperienza di fruizione laterale non si limiterà alla visione dei film selezionati: il festival inizierà prima delle proiezioni e proseguirà successivamente. Infatti, gli spettatori avranno la possibilità di godere delle consuete mostre curate dall’associazione Laterale, che arricchiranno l’atmosfera in sala offrendo un coinvolgimento completo e stimolante. Nelle prossime settimane verrà annunciata la Selezione Laterale 2023.

Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro: i vincitori della 59° edizione

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Si è appena conclusa la 59esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema a Pesaro con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e della Regione Marche con grandissimo successo di pubblico.

Le tre giurie del concorso ufficiale hanno decretato i propri vincitori: la giuria internazionale, composta dall’artista Rä Di Martino, il regista e critico argentino Pablo Marin e la regista Francesca Mazzoleni, ha assegnato il Premio a BROKEN VIEW di Hannes Verhoustraete -(2023), Belgio – con due menzioni speciali a GEWESEN SEIN WIRD di Sasha Pirker – (2022), Austria – e a PRUEBAS di Ardélia Istarú – (2022), Costa Rica/ Francia/Belgio; la giuria giovani, composta da 23 studenti provenienti dalle università di tutta Italia con insegnamenti di storia del cinema e dalle principali scuole di cinema e accademie di belle arti, ha scelto ARGILEAK di Patxi Burillo Nuin – (2022), Spagna – con due menzioni speciali a SENSITIVITY IN LOW LIGHT CONDITIONS di Stefan Kruse Jørgensen  – (2022), Danimarca – e a BROKEN VIEW di Hannes Verhoustraete – (2023), Belgio – , mentre la giuria SNCCI, composta da Alessandro Cuk, Francesco Grieco e Chiara Nicoletti, critici del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani ha premiato THE APOCALYPTIC IS THE MOTHER OF ALL CHRISTIAN THEOLOGY di Jim Finn – (2023), USA – con una menzione speciale a BROKEN VIEW di Hannes Verhoustraete – (2023), Belgio.

Hannes Verhoustraete, regista di BROKEN VIEW, vincitore del premio della giuria internazionale e di varie menzioni, dichiara: “Sono molto onorato di ricevere questo premio e le menzioni speciali. Non me lo aspettavo ed ero già felicissimo di essere stato invitato. Ho incontrato tanti nuovi amici meravigliosi. È stato un piacere stare qui e sarebbe bastato questo, anche se questo riconoscimento rende la mia settimana a Pesaro ancora più memorabile. Grazie!”

Il concorso (Ri) Montaggi Il cinema attraverso le immagini, il primo concorso in Italia dedicato ai video essay, la nuova forma di critica cinematografica, ha assegnato il premio a SHE’S AN ICON: THE MAKING OF A GAY ICON IN MEDIA di Emanuele Loddo, da parte dei giurati Martina BaroneValerio Coladonato, Elena Gipponi con una menzione speciale a FOOTSTEPS di Evelyn Kreutzer.

La sezione Vedomusica, con la giuria composta da Alice Cucchetti, Luca Lumaca e Giulio Sangiorgio, dedicata ai videoclip, premia SPLASH – Colapesce, Dimartino (Italia, 2023, 3’42’’) diretto da Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli.

Sono stati inoltre consegnati i riconoscimenti ai vincitori del Premio per la critica cinematografica, concorso organizzato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – Gruppo Emilia-Romagna Marche insieme al festival, con la giuria composta da Pedro Armocida, Luisa Ceretto, Andrea Miccichè, Francesco Miccichè, Franco Montini, Cristiana Paternò, Paola Oliveri e Bruno Torri:

SEZIONE A

  • 1°PREMIO (N.28) Nicola Crisafi, Super Mario 
  • 2° PREMIO (N.17) Cristina Di Maria, Pinocchio
  • 3° PREMIO (N.18) Francesco Loi, Living

SEZIONE B

  • 1°PREMIO (N.10) Marco D’Agostino, Decision to leave 
  • 2° PREMIO (N.104) Niccolò Busca, The Fabelmans
  • 3° PREMIO (N.19) Pier Giovanni Adamo, La maman e la putain

Non credo in niente, l’incontro con Alessandro Marzullo e il cast del film

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Non credo in niente è il lungometraggio di esordio di Alessandro Marzullo che racconta il progetto insieme al cast composto da Demetra Bellina, Giuseppe Cristiano, Renata Malinconico, Mario Russo, Lorenzo Lazzarini e Gabriele Montesi. Il film si apre con una citazione di Zygmunt Bauman riguardo la frammentarietà. Un argomento che i personaggi con le loro contraddizioni portano in scena facendosi portatori di un disagio generazionale.

Bauman è sicuramente più bravo a definire questa frammentazione e noi a subirne le cause. Manca una visione politica che dia prospettiva secondo quelle che sono le esigenze di un mondo che cambia velocemente soprattutto per i giovani”, commenta il regista di Non credo in niente. 

Continua Renata Malinconico: “In questo momento ha preso spazio una individualità che ci ha isolati tutti e che io personalmente ho iniziato a vedere che veniva meno quando abbiamo lavorato a questo film perché abbiamo fatto un lavoro di squadra incredibile. Manca anche una sorta di visione comune”.

Anche Giuseppe Cristiano si espone a riguardo: “Mancano le relazioni, i rapporti umani. Che è forse l’elemento che ha caratterizzato questo progetto. Non credo in niente, è il titolo, ma noi come attori e persone ci abbiamo creduto perché la gestazione del film è stata lunga. È stato realizzato in tre fasi lungo otto mesi di lavorazione. Grazie al regista che ci ha tenuti uniti”.

Non credo in niente, il racconto dell’esordio

In uscita a settembre in sale selezionate e stando a quanto riporta là sinossi rappresenta un viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi alla soglia dei trent’anni. Non credo in niente parla dei loro progetti futuri e dei loro sogni:

Grande valore esordire al Pesaro Film Festival. Ringrazio Pedro Armocida per aver creduto nel progetto. È un festival che avevamo puntato dall’inizio come ambiente ideale per questo tipo di film e ci fa piacere ci sia molta attesa per il film”, racconta il regista. Non credo in niente ha avuto una lunga gestazione. Girato in 13 notti lungo otto mesi dove i momenti di pausa tra un ciak e l’altro sono stati il vero scoglio da superare. 

Non volevo fare un film letterario, volevo cercare di raccontare questi sentimenti di frammentarietà attraverso altri elementi come la fotografia, la musica e le interpretazioni. Per quanto riguarda la fotografia il punto di rifermento più   importante è il lavoro di Wong Kar Wai. Abbiamo lavorato al contrario, abbiamo integrato tutti i difetti della pellicola per rappresentare i difetti dei personaggi. Gli attori stessi mi hanno dato degli spunti e delle riflessioni. Il film è contraddittorio anche nella sua forma. Ho girato le scene scritte senza un ordine. Volevo solo portare in scena questo distaccamento”.

Non credo in niente descrive il distacco di una generazione intera e lo fa aggiungendo anche alcuni elementi di commedia. Alessandro Marzullo commenta questa scelta: “Io di base prediligo la commedia come gusto personale. È una parte alla quale non voglio rinunciare. Siccome è ambientato a Roma e ho voluto includere questa cominciata che è insita negli italiani e nei romani. Il personaggio di Lorenzo Lazzari si porta dietro un po’ di quella comicità italiana di Sordi e Verdone”.

In Non credo in niente, la città di Roma è anche protagonista della storia. Una Roma che si specchia nella caratterizzazione dei personaggi: “Io quando mi immagino le storie le immagino sempre nelle metropoli e Roma per me è fonte di ispirazione. È una città che ha talmente tanti strati e tanta energia”. 

Giuseppe Tornatore e Nuovo Cinema Paradiso: il passato e il futuro della Sicilia

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In occasione della presentazione del libro Giuseppe Tornatore. Il cinema e i film a cura di Pedro Armocita e Emiliano Morreale avvenuta al Pesaro Film Festival, il regista siciliano parla dei suoi film preferiti, del cinema, della sua carriera e di Nuovo Cinema Paradiso. Tornando al volume, una sezione è dedicata proprio ai film preferiti da Tornatore che cita Salvatore Giuliano di Francesco Rosi:

Ricordo benissimo quando ho visto il film. L’ho visto in televisione e cerco di vederlo ogni due anni. Avevo nove anni ed ero già un assiduo frequentatore del cinema, avevo visto tanti film soprattutto di ambientazione siciliana. Quando vidi Salvatore Giuliano mi colpì il tono realistico. Trovavo in quel film suoni e immagini, situazioni che vedevo solo nella vita di tutti i giorni: le donne che urlavano e piangevano come succedeva nel mio quartiere con un fatto drammatico”.

Al cinema questa realtà io non l’ho mai sentita quindi fu uno shock. In più mi colpì anche il modo di raccontare che non somigliava a niente rispetto a quello che avevo visto in quel momento e ne avevo visti tanti di film, alcuni anche complessi. Ma dalla visione del film di Rosi iniziai a pensare che con il cinema si possono fare tante cose diverse. In seguito ho letto tutto quello che ho potuto trovare su quel film e ho avuto anche la fortuna di conoscere Francesco Rosi e non abbiamo mai smesso di parlare di quel film. Proprio qualche giorno fa mi trovavo a Palermo e girando per quei luoghi mi fa automaticamente rivedere quelle scene”.

Il cinema di Giuseppe Tornatore

La voglia di Giuseppe Tornatore di mettersi in gioco e di cambiare stile registico in continuazione per continuare a fare il cinema e non rimanere intrappolato in un solo genere: “Io mi sono sempre illuso di avere sempre, in un certo senso, fatto film diversi che non avessero un filo tra di loro. A me piaceva l’idea che il regista di Nuovo Cinema Paradiso fosse completamente diverso dal regista del Il camorrista. I critici cinematografici mi fanno vedere il mio stesso lavoro con una prospettiva diversa, che non avevo colto. Ho sempre puntato a cambiare proprio perché al cinema una volta trovavi tutti i generi, la programmazione te lo richiedeva per attirare una fascia di pubblico più ampia possibile”.

Per questo Giuseppe Tornatore è stato titubante sulla lavorazione di Nuovo Cinema Paradiso, perché arrivava dopo Il camorrista che era totalmente diverso: 

Per il Camorrista ho scelto una strada che poi ha anticipato i tempi, un racconto popolare, una ballata. All’epoca girai anche la serie tv, con gli stessi attori. Poi non è mai andata in onda per problemi giudiziari. Ora ne se riparla, ho avuto un incontro e potrebbe uscire non so in quale piattaforma. Quando ho avuto l’idea per il soggetto di Nuovo Cinema Paradiso ricordo di essermi detto che non volevo farlo come secondo film, ma più in là nella carriera perché volevo avere più esperienza. Poi le cose si sono messe diversamente”.

I documentari

Il suo muoversi tra generi e formati del cinema si consolida anche nei documentari. Giuseppe Tornatore inizia con Ritratto di un rapinatore nel 1981, ma è con Lo schermo a tre punte nel 1995 e più recentemente con l’acclamato Ennio nel 2021 che i documentari di Giuseppe Tornatore iniziano a far parlare:

I documentari sono stati la prima esperienza della mia vita e rimane ancora oggi l’aspettò del linguaggio audiovisivo che mi amo. Il documentario ti da quella libertà che il cinema non ti può dare. Da ragazzo quando ho cominciato giravo con la mia cinepresa e c’era sempre qualcosa. Un giorno c’era uno sciopero e allora giravo quello, riprendevo gli anziani che facevano la fila all’ufficio postale, la processione e tutte le scene di vita quotidiana che mi capitavano. Da queste riprese nascevano degli schemi di racconto che non erano precostituiti. Ed è questo quello che mi piace dei documentari che sono aperti. Per Ennio avevo scritto un trattamento che poi però non ho seguito perché mi sono lasciato prendere dall’istinto, dal vortice. Mi piace ogni tanto stare con il piede in due scarpe”.

Un cinema fatto di emozioni

Non solo Nuovo Cinema Paradiso ha rappresentato un momento chiave della filmografia di Giuseppe Tornatore. Un cinema fatto di realtà e di emozioni lo si incontra anche nelle strade di quella Baarìa che lui ricostruisce interamente: 

Devo riconoscere che Nuovo Cinema Paradiso per me ha rappresentato una emozione incredibile. Perché rappresenta un mondo di cui sono innamorato. Anche Baarìa. Ricostruire il mio paese tornando indietro di settant’anni. È stato un privilegio, ricostruire tutto nei minimi dettagli. Quando la mattina andavo sul set facevo una passeggiata nei ricordi. Lo scenografo sbagliava a mettere un cartello e io lo correggevo perché rivedevo tutte le esperienze”.

“Si continueranno a fare film sulla Sicilia”

La settima arte in continua trasformazione con le piattaforme streaming, di cui Giuseppe Tornatore ammette di non essere un assiduo frequentatore.

Non sono un frequentatore di piattaforme, e continuò ad andare al cinema anche se non molto come vorrei. Però cerco quelle due/tre volte alla settimana di andare. Però a casa li guardò sempre e li proiettato nella mia piccola sala o cerco di vederli in uno schermo grande, non mi piacciono i piccoli device. Quando trovo qualche film che si trova su piattaforma cerco sempre di guardarlo sul grande schermo, in proiezione. L’ultimo film che ho visto è il film di Bellocchio e di Salvatores”.

Riguardo la sua Sicilia, una terra che ama e dalla quale è appena tornato dopo le riprese di uno spot pubblicitario per Dolce & Gabbana, il regista ammette che questa terra sarà sempre territorio fertile per nuovi registi e pellicole:

La Sicilia, come diceva Sciascia, è la regione più cinematografica che esista al mondo. Non esiste una regione piccola come la Sicilia ad avere ispirato così tanto cinema su cui si può ancora riflettere. È una terra ricchissima di pensieri, fatti, personaggi e opportunità narrative. Non so come sarà Il Gattopardo, ma mi auguro che possa aiutare il pubblico a conoscere il film di Visconti e il libro di Lampedusa. Io come amante del film di Visconti non sentivo il bisogno di vederlo raccontato come una serie ma ci sono varie fasce di spettatori che sono più portate ad accedere al racconto attraverso una formula nuova”

Sul futuro lavorativo Giuseppe Tornatore non si sbottona: “Sto lavorando a due progetti contemporaneamente. Uno è in pre produzione, uno è in lavorazione. Ma non posso dire molto”.

Three Kings: trama, cast e curiosità sul film con George Clooney

Three Kings: trama, cast e curiosità sul film con George Clooney

La prima Guerra del Golfo è ancora oggi un conflitto che gli Stati Uniti in particolare cercano di metabolizzare e rielaborare attraverso film e opere audiovisive ad esso dedicate. Titoli come Il coraggio della verità e Jarhead mostrano tutte le novità e gli orrori introdotti da questo scontro, come anche il peso che ognuno dei Paesi coinvolti ha avuto nella sua definizione. Vi è però un film che, con i toni della commedia satirica, affronta tale evento sotto punti di vista insoliti e originali. Si tratta di Three Kings, diretto nel 1999 da David O. Russell.

Prima di consacrarsi grazie a film come Il lato positivo e American Hustle, egli diresse questo film basato su un soggetto di John Ridley. Ad attrarre Russell, in particolare, è stata l’idea di dar vita ad un heist movie ambientato durante la Guerra del Golf. Mescolando così azione, commedia e dramma, il regista ha potuto affrontare a suo modo alcuni complessi risvolti del conflitto, come anche il ruolo avuto dagli Stati Uniti e dall’allora presidente George H. W. Bush in determinati momenti del conflitto. Per conferire al film un maggior ritmo e un tono da documentario giornalistico, Russell si avvalse inoltre di camere a mano.

Caratterizzato da numerosi problemi durante le riprese, dovuti all’alto budget, ai pochi giorni di riprese a disposizione e a diverse tensioni tra la troupe, Three Kings riuscì infine a concretizzarsi, ottenendo un ampio consenso di critica e pubblico e affermandosi come uno dei migliori film del suo anno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Three Kings: la trama del film

Protagonisti del film sono quattro soldati americani: il maggiore Archie Gates, il sergente di prima classe Troy Barlow, Chief Elgin e Conrad Vig. Guidati dal primo, questi in seguito alla conclusione della guerra decidono di rubare una partita di lingotti d’oro arrivati dal Kuwait e nascosti all’interno dei bunker iracheni. A colpo compiuto, però, proprio mentre stanno per tornare con il bottino alla loro base si imbattono in un plotone dell’esercito di Saddam Hussein. Questi hanno l’ordine di uccidere tutti gli iracheni ribelli, spinti ad opporsi a Saddam dal presidente americano ma poi non sostenuti militarmente.

Venuto a conoscenza delle tragica sorte che aspetta gli insorti, il maggiore Gates decide di prendere le loro difese, violando apertamente l’armistizio. Lo scontro, però, è più duro del previsto e durante questo Troy viene rapito e tenuto in ostaggio. Credendolo morto, Gates ordina ai suoi altri due uomini di ritirarsi ma Conrad non vuole lasciare da solo l’amico, convinto che possa essere ancora vivo. Nel disperato tentativo di scoprirne le sorti, i tre soldati americani dovranno dunque tentare di riorganizzare l’esercito di ribelli con l’obiettivo di sferrare un colpo decisivo ai militari di Saddam. L’operazione, però, sarà più caotica e rocambolesca del previsto.

Three Kings cast

Three Kings: il cast del film

Per il ruolo del maggiore Archie Gates era inizialmente stato ipotizzato l’attore Clint Eastwood, ma Russell decise di riscrivere il personaggio per un attore più giovane. Quando per caso George Clooney lesse la sceneggiatura, si interessò moltissimo al film, ottenendo di poter interpretare Gates. L’esperienza non fu però delle migliori, ed è noto il  cattivo rapporto avuto dall’attore con il regista. I due ebbero infatti accesi scontri durante le riprese, ma al termine del tutto lodarono il risultato comune raggiunto. Nel ruolo del soldato Troy Barlow vi è invece l’attore Mark Wahlberg, che avrebbe poi nuovamente lavorato con Russell per The Fighter. Per calarsi nel ruolo, l’attore si è sottoposto a diverse esperienze, tra cui un vero elettroshock in vista di una scena di tortura.

Per il ruolo di Conrad Vig, invece, Russell ha contattato il regista Spike Jonze, celebre per i film Her ed Essere John Malkovich. Jonze, che all’epoca era impegnato nelle riprese proprio di quest’ultimo titolo, era titubante all’idea di recitare, non avendolo mai fatto prima. Dopo aver convinto tanto lui quanto i produttori, Russell dimostrò che l’inesperienza recitativa di Jonze era perfetta per la natura del suo personaggio. Il rapper Ice Cube, invece, recita nel ruolo di Chief Elgin. Nel film sono poi presenti gli attori Cliff Curtis nel ruolo di Amir Adbulah e Nora Dunn in quelli di Adriana Cruz. Holt McCallany è il capitano Van Meter e Judy Greer interpreta Cathy Daitch. Molti dei ribelli iracheni che si vedono nel film, infine, sono dei reali ribelli al dominio di Saddam.

Three Kings: la vera storia, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Nonostante sia ambientata durante la vera e drammatica guerra del Golfo, svoltasi dal 1990 al 1991, quella narrata nel film non è propriamente una storia vera. Si tratta invece ideata dal comico John Ridley e poi rielaborata da Russell. Nonostante i personaggi siano dunque frutto di fantasia, si possono comunque ritrovare nel film veri dettagli o eventi riguardanti la guerra, tra cui luoghi, nomi di generali e scontri tra civili e soldati. Ciò permette dunque al film di configurarsi ugualmente come una profonda critica verso questa guerra e in particolare verso il coinvolgimento degli Stati Uniti. Russell, infatti, ebbe anche modo di incontrare George Bush jr., confessandogli di aver realizzato un film critico nei confronti dell’operato di suo padre per quella guerra.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Three Kings è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 25 giugno alle ore 23:45 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Autobahn – Fuori controllo: trama, cast e curiosità sul film

Autobahn – Fuori controllo: trama, cast e curiosità sul film

Per tutti coloro che hanno apprezzato un gioiello di ritmo e tensione come Baby Driver, un titolo simile ma meno noto da recuperare è Autobahn – Fuori controllo (qui la recensione), uscito nel 2016per la regia di Eran Creevy. Anche in questo caso ci si muove nel mondo della criminalità applicata al narcotraffico, con un protagonista deciso a lasciarsi alle spalle questa vita per ottenerne una nuova con la donna da lui amata. Come thriller d’azione, il film regala dunque adrenalina non stop, riproponendo allo spettatore un quesito che è qui alla base dell’intero racconto, ovvero “quanto sei disposto ad oltrepassare il limite per coloro che ami?”.

Scritto dallo stesso Creevy insieme a F. Scott Frazier, il film è intitolato in lingua originale Collide, mentre Autobahn era il titolo provvisorio. Questo è stato però adottato per la distribuzione italiana, a cui è stato poi aggiunto il sottotitolo Fuori controllo. Una scelta che ha generato negli anni non poca confusione, essendo usciti a poca distanza anche i film Fuori controllo e Unstoppable – Fuori controllo. Si tratta però di opere distinte tra loro, con Autobahn che si rende degno di nota per la presenza nel cast di diversi celebri attori, tra cui alcuni premi Oscar.

Al momento della sua uscita tuttavia questo mancò di ottenere un buon riscontro al box office, divenendo invece un cocente flop. Con il tempo è poi stato riscoperto dai fan del genere, che pur al netto dei suoi difetti ne apprezzano colpi di scena e sequenze d’azione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Autobahn – Fuori controllo: la trama del film

Il film racconta le vicende di Casey Stein e di Juliette Marne, due giovani americani che si incontrano mentre entrambi stanno viaggiando in giro per l’Europa. Tra i due nasce un amore che sfocia in fretta nella scelta di andare a convivere. Casey, che prima di incontrare Juliette era coinvolto in un giro di affari loschi e di traffico di stupefacenti, decide di abbandonare tutto per trovarsi un lavoro onesto. Il destino vuole peròche Juliette venga colpita da una grave malattia e, pur di riuscire a pagare le costosissime cure mediche necessarie, Casey si vede costretto a tornare al suo vecchio lavoro di spacciatore.

Egli riprende dunque i contatti con il suo capo, il criminale Geran, e con l’amico Matthias. Casey sembra essere tornato da loro proprio al momento giusto, poiché hanno da offrirgli un compito che sembra fare proprio al caso suo. Il suo obiettivo è portare a termine un grosso colpo derubando un gangster molto temuto, Hagen Kahl. La rapina, però, non va come il giovane aveva previsto. Lui e Juliette sono quindi costretti a partire e a girare l’intera Europa per sfuggire agli uomini di Hagen, con Casey che sarà disposto a fare qualsiasi cosa pur di salvare l’amore della sua vita.

Autobahn - Fuori controllo cast

Autobahn – Fuori controllo: il cast del film

Originariamente, per i ruoli di Casey e Juliette erano stati scelti gli attori Zac Efron e Amber Heard, che hanno però poi abbandonato entrambi il film per via di altri impegni. Al posto di Efron è dunque stato scelto l’attore Nicholas Hoult, celebre per aver interpretato Bestia nei più recenti film della saga di X-Men. Per interpretare Casey, l’attore si è preparato fisicamente a poter interpretare personalmente anche le scene più complesse, evitando di ricorrere eccessivamente a controfigure. Accanto a lui, nei panni dell’amata Juliette vi è invece Felicity Jones, attrice candidata all’Oscar per il film La teoria del tutto.

Nei panni di Geran, il criminale per cui lavora Casey, vi è l’attore Ben Kingsley, premio Oscar per aver interpretato il protagonista in Gandhi. Un altro premio Oscar ricopre invece il ruolo del villain Hagen Kahl, ovvero Sir. Anthony Hopkins. L’attore si è detto particolarmente interessato ad interpretare questo tipo di personaggio, trovando molto interessanti alcuni suoi aspetti psicologici. L’attore olandese Marwan Kenzari interpreta invece Matthias, amico di Casey. Kenzari è meglio noto per aver interpretato il personaggio di Jafar, il malvagio stregone, nel live action Aladdin. Completano poi il cast gli attori Nadia Hilker nei panni di Rowena e Clemens Schick in quelli di Mirko.

Autobahn – Fuori controllo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Autobahn – Fuori controllo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 25 giugno alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Carlo Verdone al Pesaro Film Festival racconta dell’esordio e di Alberto Sordi

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Piazza del Popolo, Pesaro Film Festival: un Carlo Verdone commosso saluta la folla pronta ad accoglierlo. Attore, regista, sceneggiatore, comico, da 47 anni “verso i contributi nel mondo dello spettacolo”. L’attore racconta dei suoi personaggi e della sua indole curiosa che lo ha portato a conoscere persone stravaganti che poi ha fatto diventare i personaggi caratterizzati dei suoi film. Per l’occasione parla anche dei suoi progetti futuri che nel brevissimo periodo prevedono l’uscita della seconda stagione di Vita da Carlo per Paramount+, prevista dopo l’estate.

Un incontro con il popolo che lo accoglie in festa e che Carlo Verdone ricambia raccontando aneddoti della sua vita lavorativa e privata. Parla di Troisi, di Cecchi Gori, e ricorda il suo grande amico Francesco Nuti: “Lavorativamente parlando, siamo nati insieme nel 1978. Insieme a lui, io e Troisi, ma anche un po’ Benigni venivamo chiamati Nuovi Comici. Abbiamo fatto chiudere i cinema luci rosse per portare una ventata nuova nella commedia. Ci chiamavano I magnifici tre. Francesco era una persona geniale, un amico. Gli vorrò sempre bene”.

Carlo Verdone e le sue mille sfaccettature e mille personaggi. L’attore inizia la sua carriera portandoli in scena con Bianco, Rosso e Verdone. Poi arrivò Borotalco: “Se non ci fosse stato Borotalco e non avesse avuto il successo che ha avuto non staremo qua a parlarne. Dopo un Un sacco bello e Bianco, Rosso e Verdone, alcuni produttori tra cui Sergio Leone, si misero in testa che avendo già dato fondo a tutti personaggi, non avrei avuto la capacità di interpretare un personaggio unico, senza fronzoli, e quindi si allontanarono”.

Borotalco e la carriera universitaria

In questo momento di sconforto che racconta Carlo Verdone alla folla del Pesaro Film Festival ci porta indietro a quando iniziò a pensare a via alternativa al cinema, la carriera da professore universitario: “Mia moglie usciva per lavorare. Io sul divano. Mi diceva ‘Ma non vai a lavorare? Sergio si è fatto sentire? I produttori? Rispondevo che non si era fatto sentire più nessuno. Perché il cinema è una stronzata. L’ho pensato veramente. Allora sono andato alla scrivania e ho preso in mano la mia vecchia laurea di religione, forse anche per questo mi vengono bene i preti nei miei film [ride, ndr]”.

Passa un mese e decido di andare in Sapienza a parlare con il mio professore per cercare di intraprendere la carriera accademica. Quando entro il bidello mi riconosce, ‘Che carrierona’. Mi dice. Chiedo del professore mi guarda e dice: ‘Si è ammazzato’. Forse ha indagato troppo sulla spiritualità e ha capito non c’era niente”. Poi arriva la svolta della sua carriera con la chiamata di Guidarini che dopo tanti anni ricorda, imitando proprio quel momento: ‘Senti ho ricevuto una chiamata da Cecchi Gori, ti vuole parlare, hai appuntamento alle quattro mi raccomando sii puntuale’, mi dice Guidarini. Quando incontro Mario Cecchi Gori mi dice che vuole un film con un solo personaggio ‘Io so che ce la puoi fare’. Allora iniziammo a scrivere Borotalco”.

Scrivevamo ogni giorno, fogli e fogli di carta buttati così. Poi abbiamo avuto un’illuminazione: una storia d’amore tra due mitomani, soprattutto lei, che si possa rappresentare con la musica anni ’80 attraverso una commedia degli equivoci. L’avevamo pensato così all’inizio. Piano piano è nato Borotalco. Abbiamo messo su un bel mosaico di attori da Eleonora Giorgi a Christian De Sica. È stato un film che mi ha dato tante soddisfazioni e dove ho sentito che per la prima volta che avrei potuto farcela senza dover fare mille personaggi”.

Il rapporto con le donne

Molte interpreti femminili al fianco di Carlo Verdone nella sua carriera cinematografica. L’attore ricorda Claudia Gerini che esordì proprio con Viaggi di nozze e anche Ornella Muti che riuscì a trasformare da femme fatale a ragazza della porta accanto. Nella mia vita ho più amiche che amici. Ho sempre stimato di più le donne. Mi ascoltano di più, sono psicologhe, sono più forti. L’uomo di oggi è più infantile. Borotalco arriva dal femminismo, Giorgi in questo è molto più svelta e dinamica, io sono molto più imbranato. Come Troisi, abbiamo creato questi personaggi molto imbranati con le donne a differenza di Gassman o Tognazzi che avevano tutte le donne ai loro piedi”.

Nelle mie performance vengo sempre messo in difficoltà e chi meglio di una donna può farlo? Ho lavorato con tante attrici alcune delle quali ho lanciato io. Per cui quando vedo che vincono premi e hanno riconoscimenti sono molto orgoglioso. È una soddisfazione maggiore. Vorrei essere ricordato come uno che esaltava e amava le sue attrici.”

Alberto Sordi: l’uomo dietro la maschera

Un rapporto davvero unico quello tra Alberto Sordi e Carlo Verdone, padre e figlio anche al di fuori del grande schermo. Carlo Verdone ricorda i momenti di condivisione sul set fino a un momento doloroso della sua vita, la morte della madre e la forte vicinanza dell’attore romano. “Sordi lo ricorderò sempre come una persona che mi ha sempre voluto bene e io a lui, davvero. Non è facile essere amico di Sordi. Perché c’è il Sordi pubblico, quello sempre sorridente, e il Sordi privato, molto austero, geloso per sua privacy, forse per proteggersi dalla folla”.

Ricorderò per sempre questa cosa di lui: una volta quando ero all’anteprima di In viaggio con papà. Io non avevo visto il film e pensavo che avesse tagliato tutte le mie scene. Invece, le mie c’erano tutte. Era lui che si era tagliato. Sono andato a ringraziarlo, incredulo. Mi ha risposto ‘Mica sono scemo, se vedo che una cosa funziona perché la devo tagliare’.

Ricorderò per sempre, una cosa molto triste ma molto bella: mia mamma morì nel luglio dell’84 fu un calvario durato quattro anni. In un momento di lucidità disse: ‘Voglio salutare Alberto Sordi, mi piacerebbe tanto’. Ma lei non era cosciente sul suo stato. Vedere mia madre in quel momento è stato duro da sopportare. Lui ha accettato, ma mi resi conto era in difficoltà. Poco prima di andarsene mi abbracciò e mi disse ‘Fatti coraggio, la vita va così’.

Ma ci sono tanti altri momenti, una cosa bella, un altro gesto di vicinanza fu quando nacque mia figlia Giulia. Ci vennero a trovare Sergio Leone e la moglie, Pippo Baudo e la fidanzata e Sordi con una donna polacca alta 1,90m. Mi portarono un’orchidea, e mi dissero ‘Piantatela bene che deve vivere per sempre’. Ve lo giuro [ride, ndr] è ancora viva, dal 1986. Quando la guardo penso a Sordi”.

Carlo Verdone e l’incontro con Moana Pozzi

Cercavo casa per il personaggio di Giorgi in Borotalco e i soldi non erano tantissimi. Quindi serviva un appartamento vero. Ci indicarono una donna che affittava la sua casa per il cinema, quindi con la troupe siamo andati a fare un sopralluogo. Arriviamo ed effettivamente la casa era perfetta ma mancava una stanza. Lei mi disse che in realtà una stanza c’era ma era chiusa perché era occupata da una ragazza che stava ospitando. Si apre la porta della stanza e ci accoglie questa donna, nuda, su un letto e noi rimaniamo imbambolati. Era bellissima. Era Moana Pozzi. Dissi, la stanza va bene, ma nessuno stava guardando la stanza. [ride, ndr]

È passato diverso tempo, Troisi mi invita a cena e chi ti trovo, Moana Pozzi. Li alla festa le chiesi se voleva avere un piccolo ruolo nel film. Quando giravo a casa di Manuel Fantoni, la ragazza che fa il bagno in piscina nuda, la compagna di Angelo Fantoni, è lei”.

Non credo in niente: recensione del film di Alessandro Marzullo

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Non credo in niente: recensione del film di Alessandro Marzullo

Il viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi alla soglia dei trent’anni che non vogliono rinunciare alle proprie passioni, nonostante il loro progetto di vita stia prendendo una direzione diversa da quella che speravano. Non credo in niente di Alessandro Marzullo, primo lungometraggio del regista, è stato presentato al Pesaro Film Festival fuori concorso nella sezione Esordi Italiani.

Un film ambizioso che gioca proprio con questo concetto mettendo in scena le storie di quattro giovani adulti alla soglia dei trent’anni. Un film che ha tante ispirazioni da Rossellini in Italia a Wong Kar Wai a Hong Kong ma che si insedia a Roma che fa da sfondo a questo racconto complicato di una generazione fatta di contraddizioni e complessità. A settembre al cinema Non credo in niente è interpretato da Demetra Bellina, Giuseppe Cristiano, Renata Malinconico, Mario Russo, Lorenzo Lazzarini e Gabriel Montesi.

Non credo in niente, la trama

Quattro storie che non si intrecciano mai. Una Roma notturna che li culla con il suo assordante silenzio. Anche se non si incontrano mai, questi giovani adulti hanno una cosa in comune: la vita li ha spezzati, sono delle anime in pena in cerca di un destino che sembra troppo lontano e irraggiungibile. Il paninaro di fiducia dove si rifugiano (interpretato da Lorenzo Lazzarini) è il loro confessionale, una specie di psicologo non convenzionale. Perché Non credo in niente vuole anche essere un manifesto di una intera generazione. 

Quattro scenari diversi ma simili nella complessità di Non credo in niente: una ragazza (Demetra Bellina) con la passione per il canto, per la musica, che rigetta il silenzio, “è come un enorme martello pneumatico”. Lei balla, canta, sente la musica dentro di sé. Un ragazzo (Giuseppe Cristiano) che invece nuota nel silenzio. Lo fa suo, forse troppo. Rifugiandosi in una corazza da bello e dannato ma racchiuso in un senso di insoddisfazione nei confronti della vita e delle relazioni.

Gli altri due personaggi di Non credo in niente sono la coppia tormentata (Renata Malinconico e Mario Russo): sentendo il peso di una vita insieme futuro, fatta di aspettative e di obiettivi da raggiungere insieme. Due musicisti perfezionisti che fanno ricadere sulla solo relazione la contraddizione dei loro pensieri. La loro musica insieme non funziona perché distratti dalla stessa vita che li ha inghiottiti.

Il disagio generazionale

Il senso di libertà di guadare fuori da un finestrino mentre l’aria di una Roma notturna si fa largo tra i capelli. Quell’ingenuità di un ballo con la tua compagna, improvvisato, in mezzo a delle scale con solo un lampione a illuminarvi. Fanciullezza e spensieratezza: due cose che i protagonisti di Non credo in niente ricercano. 

Non riuscendo le più a trovare sia nelle relazioni che nell’ambito lavorativo iniziano a vivere di sogni disillusi. Sogni di relazioni proibite, sogni di canzoni improvvisate, sogni cantati in un bar. La disillusione di un disagio da parte di una generazione che non ha ancora capito cosa fare ne come affrontare la vita perché non crede più in niente. Non si crede più ai sogni perché tanto li raggiungono sempre di se stessi ma arriva il consiglio del saggio paninaro, al quale è affidata la coscienza del film “La Dolce Vita arriverà anche per te”.

Una Roma che si fa protagonista di queste disillusioni, della bruttezza e della poesia. Del disincanto di una città troppo grande ma solo per i prescelti. Una città che “puzza” del sudore di quella generazione che si fa in quattro per avverare i suoi sogni. Roma, con le sue mille contraddizioni, diventa la portavoce di questi protagonisti di Non credo in niente che racchiudono proprio una infinità di contraddizioni.

Lieto fine?

Non credo in niente, una storia che si rincorre e che talvolta sconnessa e assente rispecchia tutto quello che i protagonisti stanno provando. L’assenza di una prospettiva futura, di rinnegare i famosi “concorsi” e la parvenza di stabilità. Una narrazione volutamente frammentata che sul finale trova il suo emblematico lieto fine, se così possiamo chiamarlo. Dalla contraddizione nascono delle domande, il mettersi in gioco, nasce quindi una reazione.

Reagire a una vita che non ti da certezze, cercando di costruirtele. Dare voce alla desolazione dei pensieri interrogandoci su quello che più ci fa stare bene. E se il silenzio non è tra questi rifugiarsi dove si balla, si canta, si ride. Non credo in niente, ma alla fine forse si. 

Spider-Man: Across the Spider-Verse, al cinema sono disponibili più versioni del film con piccole differenze

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Spider-Man: Across the Spider-Verse potrebbe essere il primo film davvero “multiversale”. È emerso in rete infatti che diversi spettatori hanno visto in sala diverse versioni del film, che differiscono in piccolissime parti. Dopo qualche giorno di supposizioni, Andy Leviton – Associate editor per i film Spider-Verse – ha confermato che effettivamente è così.

In questo TWEET, ad esempio, vediamo dei video realizzati in occasione di proiezioni differenti in cui Miguel O’Hara/Spider-Man 2099 alle prese con la sua IA. Le scene riportano qualche piccola differenza, e chi ha postato i video a confronto dichiara di aver visto il film due volte, in cinema diversi, ma sempre sul territorio statunitense. Quindi si esclude la scelta, spesso verificatasi anche in passato, di operare una scelta di distribuzione specifica differenziata per Paese. Alcuni utenti di Twitter hanno segnalato anche altre differenze, riportando però le battute, leggermente diverse, dei personaggi, senza fornire il video come references.

Queste scelta tuttavia distributiva, se fosse consapevole e pianificata, prevederebbe un costo produttivo estremamente superiore rispetto a quello necessario per la finalizzazione di una sola versione del film. Oltretutto, se fosse una scelta consapevole e cosciente, perché non promuovere il film usando proprio questa caratteristica come un gancio? Esempio: “Quale versione di Spider-Man: Across the Spider-Verse vi capiterà in sala?”. Potrebbe essere una strategia promozionale che spinge le persone a tornare in sala “a caccia” della copia diversa, è invece la produzione tace su questo aspetto.

Potrebbe anche trattarsi in realtà di un easter egg nascosto nel film, quasi a voler stimolare la partecipazione del pubblico, offrendogli il primo film veramente multiversale, tanto da avere delle varianti esso stesso, a seconda della sala di elezione dello spettatore. Se davvero fosse così, sarebbe un esperimento rivoluzionario per il cinema in sala, oltre che una vera e propria follia, dal punto di vista economico, per la produzione.

Come ultimo elemento a completare questo quadro c’è da aggiungere che il film è stato effettivamente ridistribuito con delle impostazioni sull’audio ottimizzate. All’indomani dell’uscita in sala, c’erano state segnalazioni in diversi cinema in merito all’audio troppo basso del film nella sequenza iniziale dedicata a Spider-Woman di Gwen Stacy. Addirittura Chris Miller aveva chiesto ai cinema di trasmettere il film con un audio di 7.5 invece che di 7, ma alla fine il film è stato ridistribuito. Forse in occasione di questa ridistribuzione sono state apportate delle modifiche? Aspettiamo comunicazioni ufficiali.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, il film

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain è, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

Insomnia: trama, cast e curiosità sul film di Christopher Nolan

Insomnia: trama, cast e curiosità sul film di Christopher Nolan

Oggi noto per grandi blockbuster come Il cavaliere oscuro, Inception e Tenet, il regista Christopher Nolan ha iniziato la propria carriera dirigendo alcuni sofisticati thriller che già lasciavano intravedere tutte le sue capacità e i suoi interessi cinematografici. Dopo aver esordito come Following, ed aver acquisito grande popolarità con Memento, Nolan si è poi dedicato a Insomnia, forse uno dei suoi film meno citati ma altrettanto ricco di fascino. Uscito nel 2002, questo rappresenta un vero e proprio unicum nella filmografia di Nolan, essendo l’unico film dove egli non ha anche scritto la sceneggiatura, affidata invece a Hillary Seitz.

Insomnia, inoltre, non è un progetto originale, ma è invece il remake di un omonimo thriller norvegese del 1997, diretto da Erik Skjoldbjærg. Nolan accettò però di dirigere tale rifacimento poiché affascinato dalla complessa storia che questo presenta, ritrovandovi una serie di tematiche a lui particolarmente care. Girato nei freddi ambienti dell’Alaska e della Columbia Britannica, il film è così una continua trappola per lo spettatore, costretto a confrontarsi con eventi e personaggi che sono ben lontani da ciò che sembrano essere in apparenza. Costato appena 46 milioni di dollari, anche questo film di Nolan si affermò come un grande successo.

Il film arrivò infatti a superare i 113 milioni di incasso, con la critica nella sua quasi totalità impegnata ad elogiare l’opera come uno dei thriller psicologici più importanti e avvincenti degli ultimi tempi. Per gli amanti del cinema di Nolan, si tratta di un titolo imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Insomnia: la trama del film

La vicenda narrata si svolge a Nightmute, in Alaska, dove per sei mesi il sole non tramonta mai, costringendo gli abitanti del luogo a confrontarsi anche con gli aspetti più negativi di questa luce perenne. Protagonista è l’anziano Will Dormer, veterano della squadra omicidi di Los Angeles, che si ritrova spedito lì a causa del suo aver falsificato le prove contro un uomo accusato di pedofilia. Arrivato a Nightmute, Will si trova subito a dover indagare sull’omicidio della diciassettenne Kay Connell. Ad aiutarlo al caso, per sua fortuna, vi è il collega Hap Eckhart.

Guidati dalla detective locale Ellie Burr, i due poliziotti iniziano a cercare quanti più indizi possibili sulla morte della giovane, individuando una serie di sospettati. A destare particolarmente interesse, però, è il ritrovamento del diario della giovane, dove questa raccontava di avere una vera e propria ossessione per i romanzi polizieschi di Walter Finch, scrittore residente in quella stessa città. Più scoprono cose, però, più sembra loro di allontanarsi dalla verità. A complicare le cose, inoltre, vi è l’insonnia di cui Will ha iniziato a soffrire per il sole perenne. Sarà proprio la mancanza di sonno, però, a condurlo sulle giusta strada.

Insomnia cast

Insomnia: il cast del film

Ad interpretare il protagonista, il controverso agente Will Dormer vi è l’attore premio Oscar Al Pacino. Egli, noto per il suo essere un interprete particolarmente metodico, si preparò al ruolo approfondendo molto il personaggio, la sua storia e le sue motivazioni. Studiò gli effetti dell’insonnia e incontrò alcune persone che ne sono affette, al fine di poter dar vita ad un interpretazione più realistica. A lui, Nolan concesse la possibilità di sperimentare molto con il personaggio. Nei panni del suo collega, l’agente Hap Eckhart, vi è invece l’attore Martin Donovan, mentre la modella Crystal Lowe è la giovane Kay Connell, la ragazza uccisa su cui indagano i due agenti.

Nel film spicca poi Robin Williams nei panni del misterioso scrittore Walter Finch. L’attore noto per commedie come Mrs. Doubtfire è stato fortemente voluto da Nolan per i panni dell’antagonista. Il regista desiderava infatti mostrare il premio Oscar in un vesti completamente inedita dalle sue solite. Nonostante sia uno dei protagonisti, Williams non compare però nel film che dopo un’ora dall’inizio. L’attore ha poi affermato che l’isolamento delle riprese in esterni in Alaska ha contribuito alla sua ricaduta nell’abuso di alcol. Nel film è infine presente anche la premio Oscar Hilary Swank, nei panni della detective Ellie Burr. L’attrice, al contrario dei suoi colleghi, preferiva fare poche riprese, mantenendo così la concentrazione sul personaggio.

Insomnia: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Insomnia è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Infinity e Tim Vision. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 23 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Paolo Sorrentino: a fine giugno al via le riprese del nuovo film!

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Partiranno a fine giugno le riprese del nuovo film del regista premio Oscar Paolo Sorrentino. Le riprese si svolgeranno tra Napoli e Capri. Nel cast, in ordine alfabetico, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Peppe Lanzetta, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata. 

Il film Parthenope è scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.

La trama del film Parthenope

La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male.

Sonic 3: rivelata la data di inizio delle riprese del film di Jeff Fowler

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Secondo Production List, l’imminente produzione di Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3) della Paramount Pictures dovrebbe iniziare il prossimo 31 agosto. Il sito ha anche confermato che le riprese si svolgeranno a Londra. Il terzo capitolo della serie di avventure di successo partita con Sonic (Sonic the Hedgehog)  del 2020 è attualmente prevista per debuttare al cinema il 20 dicembre 2024 in tutto il mondo.

Chi è coinvolto in Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3)?

Sonic 3 (Sonic the Hedgehog 3) sarà ancora una volta diretto da Jeff Fowler e si baserà su una sceneggiatura scritta da Pat Casey e Josh Miller. Il film è prodotto da Neal H. Moritz, Hajime Satomi, Toby Ascher, Tim Miller, Nan Morales e Toru Nakahara. Ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi sono ancora tenuti nascosti, ma si prevede che Ben Schwartz riprenderà il ruolo di doppiatore del velocista titolare nella versione originale .

Sonic 2 (Sonic the Hedgehog 2) è stato interpretato anche da James Marsden  (Westworld), Tika Sumpter (Ride Along), Natasha Rothwell (Wonder Woman 1984), Adam Pally (The Mindy Project), Jim Carrey (Kidding) e Shemar Moore, con Colleen O’Shaughnessey (Blade Runner: Black Lotus) nei panni di Tails e Idris Elba (The Suicide Squad) nei panni di Knuckles. Il film ha incassato in tutto il mondo oltre 400 milioni di dollari al botteghino contro un budget dichiarato di 90-110 milioni di dollari. Oltre a Sonic the Hedgehog 3, Paramount Pictures sta attualmente sviluppando anche una serie spin-off incentrata su Elba’s Knuckles, che debutterà su Paramount+.

Piggy: trailer dell’horror spagnolo in arrivo al cinema!

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Piggy: trailer dell’horror spagnolo in arrivo al cinema!

I WONDER PICTURES ha diffuso il trailer italiano dell’horror spagnolo Piggy di Carlota Pereda. Un piccolo fenomeno che, dopo aver ottenuto sei candidature ai Goya in Spagna, ha inanellato nel corso del 2022 una serie di fortunati passaggi nei principali festival internazionali – tra cui le anteprime al Sundance 2022 e come evento speciale ad Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma 2022 – ricevendo il plauso della critica.

Protagonista di Piggy è Sara (Laura Galán), un’adolescente sovrappeso vittima di bullismo da parte una cricca di ragazze coetanee. A osservare l’ennesimo abuso, un uomo misterioso che darà una svolta inaspettata alla vita della ragazza. Posta di fronte all’opportunità di vendicarsi del costante e gratuito body shaming, Sara dovrà decidere se essere complice di un terribile segreto o far prevalere il comune senso etico e morale. PIGGY di Carlota Pereda sarà nelle sale italiane dal 20 luglio distribuito da I WONDER PICTURES.

La trama di Piggy

L’adolescente Sara è schernita e bullizzata costantemente dai suoi coetanei. Incompresa anche dalla sua stessa famiglia, la ragazza vive un’esistenza isolata. Ma quando, dopo l’ennesimo abuso da parte di alcune compagne, avrà l’inaspettata occasione di vendicarsi delle sue aguzzine, scoprirà quanto può essere semplice passare da vittima a carnefice. Tra Carrie e Non aprite quella porta, Piggy è uno slasher psicologico mozzafiato, inquietante e sanguinario splendidamente diretto dalla nuova maestra dell’horror iberico Carlota Pereda e sorretto dalla feroce interpretazione di Laura Galán.

Nel nostro cielo un rombo di tuono arriva in prima tv su SKY e NOW

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Arriva in prima tv su Sky Nel nostro cielo un rombo di tuono, docufilm diretto da Riccardo Milani, che ripercorre le scelte esemplari e la parabola della straordinaria carriera sportiva di Gigi Riva, uno dei più amati campioni del calcio italiano, in onda martedì 27 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Due, in contemporanea anche Sky Sport Summer (attivo dall’11 giugno sul 201, al posto di Sky Sport Uno) e Sky Documentaries, in streaming su NOW e disponibile on demand.

Il film è un racconto intimo, dello sportivo e dell’uomo, che inizia dall’infanzia passando dai primi calci al pallone per proseguire in quella che diventerà la sua regione d’elezione dalla quale non allontanarsi più: la Sardegna. Tra i volti intervistati, oltre a Luigi Riva, anche Gianfranco Zola, Nicolò Barella, Gianluigi Buffon, Roberto Baggio, Massimo Moratti, Cristiano De Andrè. Il film è Una produzione WILDSIDE, società del gruppo FREMANTLE con VISION DISTRIBUTION.

La trama di Nel nostro cielo un rombo di tuono,

Quella di “Nel nostro cielo un rombo di tuono” non è una storia qualsiasi: è la storia di Gigi Riva, un campione e un uomo vero. La vita di Riva è stata caratterizzata dal rigore morale ed etico di un uomo che ha affermato con forza che non tutto si può comprare. Un uomo con un legame indissolubile con una terra e il suo popolo, la Sardegna. Il film racconta la coerenza e il coraggio con i quali Riva ha sempre vissuto, credendo in valori autentici. E raccontare Riva vuol dire anche raccontare un pezzo importante della storia del nostro Paese. In questo progetto non ci sono attori che lo rappresentano, non ci sono voci narranti che raccontano la sua storia. Ci sono lui, le sue storie, le sue verità, i suoi ex compagni di squadra del Cagliari dello scudetto – l’anno in cui il Cagliari è stato più forte di ogni altra squadra – la gente di Sardegna che ha ripagato per sempre il suo affetto e la sua coerenza.

NEL NOSTRO CIELO UN ROMBO DI TUONO– martedì 27 giugno alle 21.15 su Sky Cinema Due, in contemporanea anche Sky Sport Summer (attivo dall’11 giugno sul 201, al posto di Sky Sport Uno) e Sky Documentaries, in streaming su NOW e disponibile on demand.

Notti di Cinema a Piazza Vittorio dal 23 giugno al 16 settembre

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Notti di Cinema a Piazza Vittorio dal 23 giugno al 16 settembre

Per la sua XXIIIesima edizione torna Notti di Cinema a Piazza Vittorio, la manifestazione promossa dall’ANEC Lazio che dal 23 giugno al 16 settembre offrirà un caleidoscopio di eventi diversificati a corollario della maxi arena cinematografica.

Novità dell’estate, grazie all’iniziativa “Cinema revolution 2023 che spettacolo l’estate” promossa dal Ministero della Cultura, la possibilità di rivivere le emozioni del grande schermo con un biglietto a prezzo popolare: € 3,50 per tutti i film italiani ed europei, con un tetto massimo di € 5,00 per quelli non europei.

“Il nostro obiettivo da sempre – dichiara Leandro Pesci, presidente di ANEC Lazio – persegue l’idea di far vivere al pubblico l’esperienza immersiva della sala cinematografica e, in particolare negli ultimi anni, dominati dall’era delle piattaforme tecnologiche, farlo riaffezionare all’emozione del maxi-schermo. Ci auguriamo che questa arena, che ci farà compagnia lungo tutta l’estate romana, possa riportare tale interesse anche grazie ad un’accurata programmazione, confermando la più che buona affluenza della scorsa edizione.”

“Il nostro obiettivo da sempre – dichiara Leandro Pesci, presidente di ANEC Lazio – persegue l’idea di far vivere al pubblico l’esperienza immersiva della sala cinematografica e, in particolare negli ultimi anni, dominati dall’era delle piattaforme tecnologiche, farlo riaffezionare all’emozione del maxi-schermo. Ci auguriamo che questa arena, che ci farà compagnia lungo tutta l’estate romana, possa riportare tale interesse anche grazie ad un’accurata programmazione, confermando la più che buona affluenza della scorsa edizione.”

“Le iniziative che vengono presentate oggi sono due pezzi importanti della nostra Estate Romana – ha dichiarato l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor – sono infatti due delle 24 arene cinematografiche che, grazie anche al nostro sostegno, punteggeranno in questa estate la nostra città. La Settima Arte è infatti l’elemento caratterizzante dell’edizione 2023, una scelta che, come Roma Capitale, abbiamo fatto per sostenere un settore, quello delle sale cinematografiche, che ha molto sofferto per la pandemia da Covid-19 e che vogliamo aiutare stimolando le persone a ritornare a una rinnovata fruizione collettiva del prodotto cinematografico, che possa riportare in autunno ancora più persone nei nostri cinema”.

“La cultura oltre ad avere una funzione sociale fondamentale – afferma Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – rappresenta un potente volano di sviluppo economico, un elemento essenziale di marketing territoriale e un fattore attrattivo cruciale nei confronti di un turismo di qualità. Sosteniamo con convinzione questa iniziativa perché i cinema in generale e, in questo caso, le arene estive costituiscono una parte fondamentale del settore culturale che crea benessere, ricchezza e posti di lavoro. Incentivare i cittadini a tornare a godersi un film all’aperto è quantomai importante dopo tutte le difficoltà e gli impedimenti che ha portato la pandemia. I cinema – conclude Tagliavanti – sono parte essenziale dell’anima di Roma ed è impensabile immaginare la nostra città senza una loro attività a pieno regime”.

“L’impegno di quest’anno – ricorda Giulia Silvia Ghia, assessore al Municipio I Centro – è stato rivolto alla sostenibilità dell’arena di Piazza Vittorio da parte della cittadinanza. Non più un evento calato dall’alto ma creato con la cittadinanza. Sono nate cose più “arene” su cui si alterneranno programmazioni di danza, poesia, letteratura e anche di filosofia. Ci sarà posto per tutti e per tutti i gusti. Come Municipio Roma I Centro la nostra attenzione è rivolta principalmente alla condivisone e alla partecipazione ai progetti dei cittadini residenti. Quando c’è apertura degli enti organizzatori, in questa direzione di progettazione partecipata, il successo è garantito”.

La manifestazione si svolge anche grazie al sostegno del Gruppo Acea che, con il supporto a questa rassegna cinematografica, rinnova il suo impegno a favore di tutte quelle iniziative che valorizzano la città di Roma, attraverso l’arte e la cultura.

Sullo storico maxischermo di Piazza Vittorio si proietteranno ogni sera alle ore 21:30 i film di successo della stagione, con una raffinata selezione di opere. Il ciclo, a cura del critico cinematografico Franco Montini, ospiterà alcuni appuntamenti di eccezione con attori e registi di assoluto rilievo, quali Roberto Andò, Pupi Avati, Giuseppe Battiston, Marco Bocci, Alessandro Borghi, Ivano Di Matteo, Niccolò Falsetti, Beppe Fiorello, Riccardo Milani, Rocco Papaleo, Edoardo Pesce, Michele Placido, Carlo Verdone e Daniele Vicari.

Tra le iniziative sociali, l’Associazione Piazza Vittorio APS organizzerà un torneo di scacchi gratuito per il 24 giugno, con turni di gioco gratuiti e in simultanea con istruttori della Federazione Scacchistica Italiana, che saranno anche a disposizione di coloro che ne faranno richiesta per lezioni volanti e consigli tecnici. Inoltre l’APS promuoverà degli appuntamenti gestiti dall’Associazione Parsec per il progetto “Gioco d’azzardo, gioco bugiardo”, contro la dipendenza dai giochi.

Il Villaggio dello Sport arriverà da luglio in piazza nei fine settimana con una serie di iniziative, a cura del Comitato Lazio del CONI, atte a promuovere le diverse discipline sportive.

Inoltre Master Group Sport, per conto della Federazione Italiana Pallacanestro, organizzerà la tappa master Basket 3×3, l’evento competitivo più importante del campionato federale 3×3. La tappa assegnerà un pass di accesso diretto alle Finals di agosto evento che determinerà le squadre Campioni d’Italia delle Categorie Open Maschile e Femminile.

La musica e le danze popolari saranno di scena al centro di Piazza Vittorio all’insegna della socialità, un intento che accomuna storicamente la piazza, cruogiolo di persone dalle diverse origini etniche e culturali, con un gruppo di amici che, da oltre un decennio, propone un repertorio di danze dalle radici geografiche differenziate. Pizziche, tarantelle e tammurriate, ma anche altri generi tradizionali internazionali come i baltrad francesi, intratterranno i convenuti di piazza Vittorio ogni due settimane per tutta l’estate. “Le danze di Piazza Vittorio” partiranno così con le storie del tamburello per continuare con la zampogna, la lira, il bendìr, le chitarre e i flauti irlandesi. Ogni spettacolo prenderà spunto dal repertorio di uno strumento, di un territorio e di un’epoca storica dalla specifica cultura musicale, per poi spaziare anche sulle altre tradizioni.

Nello spazio poliedrico denominato Vittorio Summer Village adiacente al cinema e gestito da Simone Brengola il connubio tra cultura e sapori proporrà un ventaglio di offerte per tutti i gusti.

La musica live, in primis, sarà proposta in molteplici sfaccettature: tutti i giovedi, dalle 18:30, il progetto “Amarena Pop” rivisiterà in chiave pop contemporaneo i classici italiani degli anni 60-70-80; nei venerdì sarà invece di scena “Brillante Open Mic”, in cui diversi componenti di varie band indie emergenti romane si intrecciano tra formazioni sul palco, ospitandosi a vicenda;  la domenica sarà invece la volta di “Bollicine Summer”, una rassegna che vedrà ospiti sul palco varie band e cantautori romani emergenti, a cura dell’associazione culturale Pierrot Le Fou.

Dal 10 al 16 di luglio negli spazi di Horti Magici, il bistrot del Gatsby Café all’interno dei Giardini, avrà luogo la prima edizione dell’Esquilino Jazz Festival, con un ricco calendario che vedrà alternarsi sul palco alcuni dei più interessanti e importanti esponenti della scena jazz romana, in una celebrazione di questo amato genere musicale nelle sue molteplici espressioni: dai classici intramontabili alle sonorità più innovative, senza dimenticare gli omaggi ai grandi maestri della tradizione.

Ogni martedì e giovedì di luglio l’Associazione Esquilino Poesia, diretta da Angelo De Florio, organizzerà il “Porta Magica Festival”, con eventi di letteratura, musica, teatro e cinema. Si parte giovedì 29 giugno con il critico letterario: Renato Minore, in un incontro su “Ennio l‘alieno. I giorni di Flaiano” per proseguire il 6 luglio con Silvio Raffo su testi di Emily Dickinson, e il 20 luglio insieme a Paolo Di Paolo per il suo ultimo libro: “Trovati un lavoro e poi fai lo scrittore”. La poesia sarà il fil rouge del ciclo “Versi nell’ora blu”, in collaborazione con Spazio Parola  in calendario nei martedi di luglio, con alcuni dei più interessanti poeti delle nuovi generazioni.

A settembre sono invece programmate le presentazioni dei libri di Annelisa Alleva e Angelo de Florio, autore del Libro: “Memorie di un Distrofico” e curatore della “Normalità del Disagio” in un evento sulla disabilità con associazioni come la Uildm, l’FSHD e Medici Ricercatori del Policlinico Gemelli.

Di rilievo gli appuntamenti calendarizzati anche con noti residenti del rione, con gli interessanti ed emergenti fratelli D’Innocenzo ed il loro nuovo film Bassifondi , con il versatile artista premio Oscar Gianni Quaranta, con lo scrittore Francesco Piccolo e con Nicola Lagioia, scrittore e già presidente del Salone del libro di Torino. Inoltre, si incontreranno protagonisti dei film di ultima uscita, come Federico Martucci, contraltista di Rapito di Marco Bellocchio e Nanni Moretti per Il Sol dell’avvenire.

Non mancheranno date a sorpresa con illustri esponenti del mondo dell’editoria, della politica, del giornalismo e della giustizia.

Da luglio il mercoledì sarà invece interamente dedicato alla filosofia con gli incontri organizzati dalla Libreria Rotondi, in programma fino a settembre. “Prendiamola con filosofia” è un ciclo di conferenze per invitare alla riscoperta di filosofi, tematiche e correnti speculative che hanno contrassegnato la storia del pensiero umano. Attraverso la testimonianza di alcuni tra i più significativi protagonisti del mondo accademico e culturale italiano, si forniranno riflessioni e approfondimenti sui temi che questa disciplina affronta sin dalla sua nascita e intorno ai quali l’uomo si arrovella da sempre. L’inaugurazione della rassegna sarà mercoledì 5 luglio alle ore 19:00 con la conferenza di Pier Luigi Luisi e Grazia Marchianò sul tema: “La visione sistemica della vita”. Gli altri incontri si svolgeranno nei giorni 5, 12, 19, 27 luglio, 2 e 9 agosto, 6 e 13 settembre.

L’area ristoro comprenderà l’offerta food firmata Vinificio con pizza, burgers e fritti e una selezione di piccoli produttori artigiani italiani ed esteri di vino naturale, birre artigianali locali e cocktail. Ogni settimana, inoltre, sarà ospitato un pop-up diverso, al banco e in cucina, con alcune significative realtà del panorama italiano rappresentate da chef, ristoranti, bartender e produttori.

Sempre in tale ambito, verranno anche organizzati degli eventi a tema, inerenti vino naturale, birra artigianale, arte urbana e illustrazione: tra questi, la rassegna “Allegri Illustratori”, in collaborazione con Super Naturale ed Emergency, in programma il 27 giugno, che consiste nella realizzazione di opere in Piazza da parte di 6 illustratori italiani sul tema della sostenibilità, con seguente vernissage.

In appendice, dal 7 al 10 Settembre 2023 Piazza Vittorio ospita la 4a edizione di “Flag, Festival della Letteratura, della Poesia, del Cinema e dei media arcobaleno”, il più importante evento multimediale targato lgbtqia+ rivolto ai giovani e a tutta la cittadinanza.

Notti di Cinema a Piazza Vittorio, il programma e gli ospiti

 

10 migliori finali con cliffhanger del MCU e del DCU

10 migliori finali con cliffhanger del MCU e del DCU

Dopo l’uscita di Spider-Man: Across the Spider-Verse, si è tornato a chiacchierare molto dei cliffhanger nei film di supereroi, e in questo articolo vogliamo ripercorre il meglio che questo genere ha da offrire in materia.

Dal Marvel Cinematic Universe al DCU, fino ai film Marvel e DC ambientati al di fuori di entrambi, vi presentiamo 10 incredibili e innegabilmente perfetti cliffhanger che ci hanno lasciato col fiato sospeso su ciò che sarebbe potuto accadere in seguito.

Captain America: The Winter Soldier

Winter SoldierCaptain America: The Winter Soldier contiene non uno, ma due grandi cliffhanger, riservati alle scene post-credits che hanno gettato le basi per Avengers: Age of Ultron e Captain America: Civil War. La prima ha rivelato che, nonostante la sconfitta dell’HYDRA, gli esperimenti del Barone Von Strucker sono continuati e che, grazie all’uso di una Gemma dell’Infinito, ha dato i superpoteri ai “Gemelli”.

Naturalmente, i fan dei fumetti hanno immediatamente capito che si trattava di Quicksilver e sua sorella, Scarlet Witch. Nella seconda scena, c’è un forte accenno al fatto che, nonostante il periodo trascorso come Soldato d’Inverno, Bucky ha finalmente iniziato a ricordare il suo passato, dettaglio che ci ha lasciato decisamente entusiasti per il suo futuro nel MCU.

Justice League

Justice-League-sequelDopo che Joss Whedon ha massacrato Justice League con le sue riscritture e i suoi reshoot, i piani della Warner Bros. per il franchise sono andati rapidamente in fumo. Justice League di Zack Snyder ha proposto un cliffhanger diverso, ma il film si è concluso in un modo che ha lasciato molti fan a desiderare di più… anche se con qualcun altro al timone.

Mentre Deathstroke si dirige verso uno yacht in mare aperto, incontra Lex Luthor che gli suggerisce di formare una “Lega tutta nostra”. Si tratta di un’allusione alla Injustice League e, molto probabilmente, intende porre le basi per un film della Justice League contro la Injustice League, un giorno. Un sequel di Justice League non si farà mai, ma questo è un concept che, a nostro avviso, ha quanto meno un certo potenziale.

Eternals

Dane Whitman EternalsSappiamo che questo film non è piaciuto a tutti, ma Eternals ha regalato un trio di emozionanti cliffhanger quando è arrivato nelle sale nel 2021. In primo luogo, Arishem è arrivato sulla Terra e ha rapito gli Eterni rimanenti per poter esprimere il suo giudizio su di loro e sulla Terra dopo che hanno fermato la comparsa di Tiamut.

Siamo rimasti scioccati quanto Dane Whitman, un personaggio che in seguito si è trovato di fronte a Blade in uno stinger che ha reso la visione del tutto inaspettata se siete fan dei fumetti. C’è stato anche l’arrivo di Eros/Starfox di Harry Styles, con il fratello di Thanos che promette di aiutare gli altri Eterni a trovare i loro amici. Mentre scriviamo, non ci sono ancora notizie su un sequel che affronti questi cliffhanger…

Spider-Man: Homecoming

Dobbiamo parlare dello spettacolare finale di Spider-Man: Homecoming. Dopo aver rifiutato l’offerta di Iron Man di rivelare la sua identità al mondo e diventare un Vendicatore, Peter Parker torna a casa e indossa la Tuta Stark che il suo mentore gli ha regalato.

Anche se sembrava che il reboot stesse preparando la scena per un classico momento cinematografico che avrebbe visto l’arrampica-muri indossare la sua maschera e oscillare tra i grattacieli in lontananza, vediamo invece zia May arrivare, rendersi conto che suo nipote è Spider-Man e gridare “Ma che caz…” prima che scorrano i titoli di coda. È stato un finale davvero divertente, che ci ha lasciato in sospeso per due anni chiedendoci come si sarebbe risolto il tutto!

Spider-Man 2

James FrancoSempre per quanto riguarda Peter Parker, anche Spider-Man 2 vanta un finale che getta perfettamente le basi per Spider-Man 3 (un film che purtroppo non gli ha reso giustizia). Stiamo parlando, ovviamente, di Harry Osborn che scopre che suo padre, Norman, è il Green Goblin! Desideroso di vendicarsi di Peter Parker dopo aver appreso che lui era segretamente l’Uomo Ragno, uno scioccato Harry si imbatte nella scorta di armi del padre e tiene in mano il siero di Goblin.

Sono state create le basi affinché egli seguisse le orme del padre diventando il nuovo Green Goblin, ma ne è seguita soltanto una cocente delusione. Invece di attenersi ai fumetti, il threequel ha reso Harry uno strano imbranato che indossava un’attrezzatura da snowboard.

Iron Man

Iron ManLe identità segrete non esistono nel Marvel Cinematic Universe, e questa è stata una decisione consapevole dei Marvel Studios. Tuttavia, solo nei momenti conclusivi di Iron Man questo è diventato chiaro. Nonostante inizialmente sostenesse che Iron Man fosse la sua guardia del corpo (una storia che suonava particolarmente sciocca nel mondo reale), Tony Stark decide di abbandonare tutto questo e di dichiarare al mondo: “Io sono Iron Man”.

È stato un vero e proprio shock che ha impostato il tono di quello che sarebbe diventato noto come MCU e ci ha lasciati con il fiato sospeso. Naturalmente, un cliffhanger altrettanto notevole è stato quello di Nick Fury che affronta Tony e gli parla dell’Iniziativa Vendicatori, uno stinger davvero indimenticabile che ha creato il MCU come lo conosciamo ora.

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Spider-Man: Across the Spider-Verse è appena arrivato nelle sale, ma c’è una buona ragione per cui il capitolo centrale di questa trilogia è stato paragonato a L’impero colpisce ancora. Miles Morales corre a casa nel tentativo di salvare la vita di suo padre, ma le cose non sembrano andare per il verso giusto. Quando lo zio Aaron entra in casa, ogni presentimento viene ribaltato e l’Uomo Ragno si rende subito conto di essere rimasto bloccato su Terra-42.

Legato a un palo dopo essere stato attaccato, si risveglia faccia a faccia con il Prowler di quella realtà: Miles G. Morales! Questo pone le basi per un fantastico capitolo finale che vedrà gli amici di Miles tentare di salvarlo. L’adolescente sarà anche costretto a confrontarsi con il suo sinistro doppelganger, il tutto mentre il tempo a disposizione per salvare la vita di Jefferson Davis sta per scadere…

The Dark Knight

The Dark Knight - Il cavaliere Oscuro joker filmBatman Begins ha presentato una sorta di cliffhanger finale quando Jim Gordon ha detto al Crociato incappucciato che un criminale aveva lasciato una carta da gioco del “Joker” sulle scene dei suoi crimini, ma è stato Il Cavaliere Oscuro a fornire un vero cliffhanger in stile L’impero colpisce ancora nella trilogia di film di Christopher Nolan.

Con il Clown Principe del Crimine sconfitto, ma con Due Facce morto, Batman decide di assumersi la colpa della caduta di Harvey Dent per preservarne la memoria e mantenere Gotham City al sicuro. Alla fine del film, Batman corre nell’oscurità con la polizia al suo inseguimento, come un criminale ricercato. È stata una mossa del tutto inaspettata, che ci ha lasciato, beh, all’oscuro del futuro dell’eroe.

Spider-Man: Far From Home

Sì, siamo tornati a Spider-Man! Questo film si è quasi guadagnato il primo posto, perché è senza dubbio la migliore scena post-credits che abbiamo mai visto dai Marvel Studios. Non eravamo sicuri di cosa aspettarci quando Spider-Man lascia MJ nel bel mezzo della Grande Mela dopo averla portata a fare un giro per la città, ma appena parte un servizio del telegiornale, è chiaro che c’è qualcosa sotto.

La prima sorpresa arriva quando J.K. Simmons riprende il ruolo di J. Jonah Jameson, e mentre la sua condivisione del video di Mysterio che incastra Spidey per il suo omicidio sarebbe stato un enorme cliffhanger di per sé, ancora più importante è il fatto che l’editore di TheDailyBugle.net rivela anche che Spider-Man è Peter Parker!

Avengers: Infinity War

Non c’è niente di meglio di questo, vero? Proprio quando cominciava a sembrare che Thanos sarebbe stato sconfitto all’ultimo secondo da Thor (un finale standard per la maggior parte dei film di supereroi), ci siamo resi conto che il Dio del Tuono avrebbe dovuto davvero dare il tutto per tutto quando ha attaccato il Titano Pazzo.

Dopo lo Snap di Thanos, abbiamo visto eroi come Spider-Man, Groot, Bucky, Star-Lord e Doctor Strange polverizzarsi letteralmente; i Vendicatori sono stati sconfitti e Thanos si è ritirato su un nuovo pianeta dove si è seduto a guardare il sole sorgere su un universo “riconoscente”. Il film si concludeva così, lasciandoci sul filo del rasoio per un anno intero, fino a quando Avengers: Endgame è finalmente arrivato e ci ha lasciato tutti a bocca aperta…

L’uomo senza colpa, la recensione del film Premio Ettore Scola

L’uomo senza colpa, la recensione del film Premio Ettore Scola

C’è da augurarsi che la presenza e il volto di Valentina Carnelutti possano fungere da traino per un film come L’uomo senza colpa, dal 22 giugno distribuito al cinema da Arch Film in collaborazione con Athena cinematografica. Nell’opera prima di Ivan Gergolet, già vincitore del premio Ettore Scola del Pubblico del Bifest (e passato per i festival di Pechino, Sofia e Tallin), è lei la protagonista di una storia tagliente, fatta di silenzi e vuoti da riempire, nella quale la vediamo affiancata dagli ottimi Branko Zavrsan e Enrico Inserra.

Amianto e morti sul lavoro: un dramma personale, di tutti

Ed è lei la Angela che, a Monfalcone, vive sola dalla morte del marito, morto di un cancro ai polmoni causato dalla polvere di amianto respirata in fabbrica. Addetta alle pulizie, un giorno scopre che nell’ospedale in cui presta servizio è stato ricoverato Francesco Gorian, l’ex datore di lavoro del marito ormai costretto a letto da un ictus e bisognoso di assistenza.

E’ lo stesso figlio dell’uomo a chiederle di aiutarlo a gestire la situazione e le offre un lavoro fisso come badante nella villa fuori dalla città. Una occasione per Angela di consumare la sua vendetta e punire Gorian, che però – per indole ed etica – non riesce a non accudire. Incapace di fargli del male, la donna decide per un piano alternativo, nel quale rischia di perdere la sua migliore amica, sua figlia, la sua dignità.

Una storia vera, un tormento senza fine

100.000 morti all’anno e 125 milioni in totale, sono le vittime del cosiddetto ‘dramma dell’amianto’ e di una specifica contaminazione che – nonostante sia stato bandito nel 1992, come sottolinea lo stesso regista – “sta facendo una strage“, anche nell’area del nord-est italiano al confine con la Slovenia dove il film è ambientato, anche nella sua propria famiglia, dove suo padre,”che da giovane ha lavorato in un importante cantiere navale, ha respirato le polveri ed è a rischio, come tutta quella generazione di lavoratori“. Una denuncia, e insieme un tentativo di dare voce alla richiesta di giustizia delle tante famiglie colpite, che nasce 15 anni fa, dopo il cortometraggio Polvere. E che dalla polvere riparte, come si vede nell’allegorico e surreale prologo di una vicenda fin troppo radicata nella verità di fatti accaduti.

L’ambientazione ospedaliera prima e casalinga poi ricordano quelle di tanti thriller horror, genere con il quale – pur affrontando il tema in maniera tanto onesta e realistica – il film ha molto in comune, soprattutto nella sua forza di penetrazione nello spettatore. Che Gergolet conquista con un film capace di posarsi e sedimentare nella coscienza di ciascuno come la polvere di amianto protagonista, di restare dentro, simbolicamente, grazie alle sue molte suggestioni e spunti di riflessione, visto che anche l’empatia istintiva qui non è né una risposta né un porto sicuro dal quale osservare gli eventi.

Non esiste vendetta più dolce

Il comportamento di Angela è ambiguo, condivisibile ed esecrabile insieme, lei stessa è confusa, divisa tra rabbia e pietà, vendetta e perdono, ed è proprio qui la potenza del film, che il regista – esordiente nella finzione, ma niente affatto privo di esperienza – costruisce affidando alla geometria di certe inquadrature, le scenografie, le location e il commento sonoro (per non parlare della lingua slovena) un ruolo fondamentale. Anche nella rappresentazione del tormento di vittime e carnefici, costretti alla stessa prigione, forse alla stessa condanna, e per questo a specchiarsi gli uni negli altri.

Il passato è doloroso, il giudizio è complicato, la colpa impossibile da espiare. E così vendetta e perdono finiscono per confondersi, rovesciarsi, nell’abile messa in scena di  Gergolet, che senza sprecare parole racconta una donna, un uomo, due famiglie, una comunità, un mondo, il nostro, fatto anche di recrudescenze etniche, ingiustizie sociali (come ricorda il sentito cameo di Paolo Rossi o la paura di affidarsi a sconosciuti alla fine della propria vita). Difficile non farsi coinvolgere a uno – o più – di questi livelli, senza moralismi o certezze incrollabili, o non aprire gli occhi sulla complessità di certe situazioni, spesso nascoste nel non detto o nell’inconscio dei sopravvissuti.

Locarno 76: Shayda di Noora Niasari, con Zar Amir Ebrahimi prodotto da Cate Blanchett è il film di chiusura

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Raccontare il personale per scavare nel politico è una sfida che sempre più registe stanno raccogliendo, per offrire prospettive diverse su questioni urgenti del presente. Il film che chiuderà Locarno 76, Shayda, potente esordio della regista iraniano-australiana Noora Niasari, si inserisce in questa tendenza, narrando il cammino verso la libertà e l’acquisizione di diritti da parte di una donna iraniana che trova rifugio in una casa d’accoglienza dopo essere emigrata in Australia.

Ispirato alle sue esperienze personali, il debutto di Niasari è un ritratto poetico e veritiero di coraggio e compassione, sostenuto dall’interpretazione di Zar Amir Ebrahimi. Piazza Grande saluterà così il pubblico, sabato 12 agosto, con uno degli esordi cinematografici dell’anno, in compagnia di Noora Niasari, Zar Amir Ebrahimi e Cate Blanchett.

Nel pomeriggio del 12 agosto alle 17:15 si terrà al Cinema GranRex una Conversazione pubblica, dove la regista Noora Niasari e l’attrice Zar Amir Ebrahimi dialogheranno con il pubblico intorno al tema “Iranian women and Iranian cinema”, moderate da Cate Blanchett.

In una giornata che si preannuncia ricca di emozioni, a concludere l’appuntamento in Piazza Grande sarà una seconda proiezione all’insegna della sorpresa: il titolo in programma, che rappresenta un vero e proprio monumento della storia del cinema, è stato scelto dal presidente Marco Solari per salutare il pubblico, a conclusione della sua ventennale presidenza. La proiezione è offerta gratuitamente.

Secret Invasion: quando è ambientata nella timeline MCU?

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Secret Invasion: quando è ambientata nella timeline MCU?

La prima puntata di Secret Invasion ha già riservato sorprese, eventi scioccanti e easter eggs dal Marvel Cinematic Universe. Quello che però non è ancora chiaro è l’ambientazione temporale della serie nell’economia del MCU che se da una parte sembra spostata nel futuro, dall’altra ha un gusto che ricorda le ambientazioni di Winter Soldier.

Per fortuna, è venuto in nostro soccorso il produttore dello show Jonathan Schwartz, che ha confermato che Secret Invasion si svolge ai giorni nostri, che sarebbe il 2025 sulla sequenza temporale dell’MCU. Cronologicamente è situato dopo She-Hulk.

Potrebbe creare confusione leggere che Secret Invasion si svolge nel “presente” ma poi leggere anche che è “2025”. A causa dei vari salti temporali nei film, per non parlare della velocità con cui sono stati distribuiti nuovi show e film, il tempo è stato forzato in anticipo rispetto al mondo reale.

Secret Invasion arriva su Disney+ dal 21 giugno, con un episodio a settimana per sei settimane. Ideata da Kyle Bradstreet, fa parte della Fase 5 del MCU e vede protagonisti Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman, Emilia Clarke, Don Cheadle, Charlayne Woodard, Olivia Colman, Kingsley Ben-Adir e Killian Scott.

Tyler Rake 2: sempre più probabile uno spin-off per due personaggi molto amati

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Il regista di Tyler Rake 2 (qui la recensione), Sam Hargrave, ha anticipato che potrebbe essere in arrivo un film spin-off per due dei personaggi preferiti dai fan in questo sequel. Come seguito del film d’azione di successo del 2020, Tyler Rake 2 vede Chris Hemsworth tornare nei panni del mercenario Tyler Rake per una nuova missione. Dopo aver interpretato ruoli molto minori nel primo film, i due fratelli Nik (interpretata da Golshifteh Farahani) e Yaz (interpretato da Adam Bessa), tornano qui per aiutare Rake nella sua missione, ottenendo alla fine molto più tempo sullo schermo.

Ora, in una recente intervista con Collider, Hargrave anticipa che il racconto relativo al mondo di Tyler Rake potrebbe espandersi ulteriormente con uno spin-off dedicato proprio a Nik e Yaz. Nik, in particolare, ha spiegato il regista, è stato un personaggio popolare tra il pubblico, e un piccolo seme è stato piantato nel sequel per portare ulteriormente avanti la sua avventura con uno spin-off. “Ecco una specie di avviso spoiler divertente, abbiamo fatto questa scena che non sapevamo se inserire o meno nel film, dove Nik sta parlando, porta gli strudel alla mamma e al bambino che sono nel letto in Vienna, e parlano di seconde possibilità”.

“L’abbiamo lasciata perché ha significati multipli: sta parlando, sì, del ragazzo, ma sta anche parlando di Rake, e sta anche parlando del figlio. E abbiamo messo una battuta là dentro quando lei è in qualche modo empatica con la mamma, e dice: “So come ci si sente, ci sono stata”, ed è sottile, è un easter egg, ma è una specie di accenno al film spin-off su lei e Yaz. Quindi dovremo seguirli“. Sebbene uno spin-off a loro dedicato non abbia ancora ufficialmente ottenuto il via libera da Netflix, la trama di Tyler Rake 2 e i commenti di Hargrave suggeriscono che questo potrebbe andare a raccontare di loro prima degli eventi dei due film, spiegando come sono diventati i mercenari che conosciamo oggi.

Harrison Ford spiega perché si rifiuta di ritirarsi: “Voglio essere utile”

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Harrison Ford è diventato un’icona di Hollywood grazie a una carriera che ha affascinato il pubblico di tutto il mondo per oltre quattro decenni. Nonostante gli anni passino anche per lui, Ford ha lasciato intendere che non ha intenzione di fermersi e ora ha chiarito perché desidera ardentemente rimanere davanti alla telecamera ancora per un po’. Durante una recente intervista su Variety, l’attore a breve al cinema con Indiana Jones e il Quadrante del Destino ha affermato che “non vado bene quando non ho lavoro. Amo lavorare. Amo sentirmi utile. Voglio essere utile.” L’attore ha poi continuato a parlare di ciò che continua a riportarlo sul set, dicendo:

“Sono le persone con cui lavori. L’intensità e l’intimità della collaborazione. È l’ambizione combinata in qualche modo forgiata dalle parole su una pagina. Non pianifico cosa voglio fare in una scena. Non mi sento obbligato a fare qualsiasi cosa. Sono naturalmente influenzato dalle cose su cui lavoro “. Possiamo dunque aspettarci di continuare a vedere Ford sul grande schermo a tempo indeterminato. Dopo aver vissuto questa nuova avventura nei panni di Indiana Jones, Ford si unirà ora per la prima volta al Marvel Cinematic Universe, nei panni del generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, apparendo in Captain America: Brave New World e Thunderbolts.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino – leggi la recensione

Insieme a Harrison Ford, il cast di Indiana Jones e il Quadrante del Destino include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Ethann Isidore (Mortale) e Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di Silente). Il film vedrà Indy intento a scoprire un artefatto che può apparentemente riavvolgere e manipolare il tempo, particolarmente ambito da un ex nazista ora scienziato presso la Nasa, dove si sta intanto progettando lo sbarco sulla luna.

Diretto da James Mangold (Le Mans ‘66 – La grande sfidaLogan – The Wolverine) e con una sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry Butterworth e David Koepp e James Mangold, basata sui personaggi creati da George Lucas e Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen KennedyFrank Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dall’originale I predatori dell’arca perduta nel 1981.

30 anni (di meno): al via le riprese del film diretto da Mauro Graiani

La casa di produzione Camaleo è lieta di annunciare che sono da poco iniziate le riprese nel Lazio del film 30 anni (di meno), diretto da Mauro Graiani, con Massimo Ghini, Nino Frassica Antonio Catania, Claudio Gregori (Greg), Claudio Colica, Claudio Casisa, Leonardo Ghini e Giulia Elettra Gorietti. Nel cast anche Fabrizio Nardi e Milena Miconi.

Prodotta da Camaleo, società di produzione cinematografica e distribuita prossimamente al cinema da Plaion Pictures, 30 anni (di meno) è una crazy comedy in cui 3 sessantenni ricoverati in una clinica (Ghini, Greg e Catania) condividono una inaspettata esperienza: grazie ad una pillola, acquistata online su un sito cinese per favorire le prestazioni sessuali, si ritrovano improvvisamente più giovani di trent’anni (Ghini Jr, Colica e Casisa) e ne approfittano, sulle prime per fare tutto ciò che alla loro età gli è fisicamente precluso, in seguito cercando di utilizzare questo “superpotere” per aggiustare oggi, i torti e gli errori di ieri. Una seconda occasione da cogliere al volo, peccato che l’effetto della misteriosa pillola va e viene e i tre neo-trentenni saranno costretti a scappare dalla clinica per evitare di spiegare l’inspiegabile.

30 anni di meno è una commedia scatenata e brillante, una commedia in stile “Smetto quando voglio incontra Una notte da leoni” e le risate saranno assicurate: i protagonisti hanno la possibilità di sperimentare un desiderio comune a tutti, quello di vivere una nuova giovinezza, non tanto per tornare indietro nel tempo, ma per affrontare il presente con l’energia e la spensieratezza che si perde invecchiando.

Il regista di John Wick 4 vuole che gli Oscar introducano la categoria per i Migliori Stunt

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Il regista di John Wick 4, Chad Stahelski, ha recentemente rivelato, nel corso di un’intervista con Comic Book Movie, di star facendo pressioni sull’Academy of Motion Picture Arts and Sciences per introdurre una categoria per i Migliori Stunt agli Oscar. “”Abbiamo incontrato dei membri dell’Academy e parlato realmente dell’argomento. Se devo essere onesto è stato incredibilmente positivo e formativo. Penso, per la prima volta, che si siano compiuti dei passi in avanti verso la realizzazione di questo progetto“.

Penso che sia qualcosa che può accadere ai prossimi Oscar o a quelli dopo o al massimo nei prossimi tre o quattro anni“. – ha continuato poi Stahelski – “Penso che ci siano molte parti funzionanti, ma c’è anche da considerare altri aspetti. Ad esempio, ‘okay, sono l’Accademy, sei venuto da me e hai detto che avremmo dovuto inserire gli Stunt agli Oscar, e io sono d’accordo con te. Grande. Come lo facciamo? Come selezioniamo la migliore acrobazia? A chi lo diamo? Presto, quali sono le tue risposte?’“.

“Non abbiamo avuto veri discorsi su come determinare cosa premiare, ad esempio, per il miglio Stunt? È la migliore coreografia? La migliore sequenza d’azione? Il miglior gruppo di stunt? Lo riceve il coordinatore degli stunt? Chi gira la scena? Il coreografo di arti marziali? Chi ha coreografato la lotta? La controfigura? Il regista della seconda unità? Il montatore? Chi riceve il premio? Tutte queste sono domande grandiose che devono essere affrontate da individui intelligenti da entrambi i lati, dalla comunità degli stunt e dall’Academy”, ha poi spiegato il regista.

L’Academy vuole gli Stunt agli Oscar. Succederà. Si tratta di come farlo nel modo più equo e ponderato possibile. Vogliamo che questo abbia un impatto sull’industria e sul mondo, vogliamo farlo con classe, vogliamo farlo bene, vogliamo farlo in modo intelligente, e questo richiede solo un po’ di tempo e le persone giuste nella stanza per parlarne“, ha poi concluso il regista. Discorsi complessi dunque, che stanno però avvenendo e potrebbero portare nel giro dei prossimi anni all’introduzione della tanto attesa categoria dedicata agli Stunt.

Dante Ferretti racconta la sua vita tra Pasolini, Fellini e Scorsese al Pesaro Film Festival

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Una vita dedicata al cinema quella che Dante Ferretti racconta al Pesaro Film Festival dove insieme a David Miliozzi presenta la prima autobiografia Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar. Scritta in occasione dei suoi 80 anni, il tre volte premio Oscar porta il lettore dietro le quinte della sua vita lavorativa tra Macerata e Hollywood nel segno di Cinecittà che porta sempre nel cuore.

Quando avevo un anno e mezzo a Macerata, dove sono nato, è stata bombardata una caserma. Casa mia è crollata e sono rimasto bloccato sotto le macerie e mi sono salvato perché mi è caduto addosso un mobile. Mia madre mi ha cercato insieme a una sua amica e a un certo punto hanno sentito qualche rumore, hanno alzato il mobile e mi hanno trovato. Appena le ho viste ho detto Ciak. Almeno è quello che mi è stato raccontato. In qualche maniera è tutto collegato”.

Il lungo viaggio verso la maturità 

Prima di lavorare con registi come Pasolini, Fellini, Rossellini, Petri, Dante Ferretti racconta la sua lunga carriera scolastica non certo promettente. “Ho superato la maturità senza che nessuno ci credesse. Tutti mi guardavano sbalorditi. Dopo anni in cui venivo sempre rimandato a settembre ho superato la maturità con il massimo dei voti. Prima del diploma ho detto a mio padre che sarei voluto andare a studiare scenografia a Roma all’Accademia delle Belle Arti, mio padre mi disse ‘Così vieni rimandato pure lì’”. 

Una vita segnata dalle coincidenze

L’incontro con Luigi Scaccianoce è stata sicuramente una svolta nella carriera di Dante Ferretti. Fin da ragazzo ha lavorato come aiuto scenografo e ricorda con minuzia tutti i nomi e i momenti passati con ognuno dei registi con cui ha lavorato. Ricorda il rispetto di Pier Paolo Pasolini, l’esuberanza di Martin Scorsese e la complicità con Federico Fellini.

Pasolini aveva le idee più brillanti e io lo seguivo. Gli stavo bene per questo, perché lo assecondavo. Nonostante gli 11 film insieme ci siamo sempre dati del lei”. Ferretti ricorda con chiarezza i giorni della settimana quando venne chiamato da Rossellini che ha fatto da intermediario per Medea, il film di Pasolini.

Ero appena tornato da Ponza, mi chiama un mio amico per andare al mare. Era domenica. Io non volevo andare ma alla fine mi sono lasciato convincere. Quando mi venne a prendere mi sono ricordato che non avevo preso il costume quindi sono risalito a casa. Squilla il telefono. Era Rossellini. ‘Dantino’, mi dice, ‘sono con Pasolini in Cappadocia, ti vuole per girare Medea’. Sono partito per Istanbul il giorno dopo senza idea di cosa fare. Loro non avevano girato neanche un metro di pellicola, stavano aspettando me”.

Sono sei, invece, i film che Dante Ferretti ha girato con Federico Fellini, ma ce n’è voluta di strada. Dopo le prime collaborazioni come aiuto scenografo sotto la guida di Scaccianoce, ad un certo punto la collaborazione tra il regista e lo scenografo si interrompe. Anni dopo Fellini e Ferretti si rincontrano: “Lui voleva ancora lavorare con me. Gli dissi ‘Vediamoci tra dieci anni quando avrò più esperienza’”.

Come ha convinto Scorsese

Hugo CabretCon L’età dell’innocenza si inaugura il sodalizio tra Dante Ferretti e Martin Scorsese. Poi arrivano gli Oscar, Hugo Cabret – che per l’occasione è stato proiettato al Pesaro Film Festival.

“È stato Fellini a presentarmi Martin Scorsese, la prima volta, era durante il matrimonio con Isabella Rossellini. Da lì abbiamo iniziato a collaborare. Ricordo ancora come l’ho convinto a girare Gangs Of New York qui a Cinecittà. Gli ho spiegato che per le ambientazioni che aveva in mente lui Cinecittà era perfetta. Venne a Roma con il suo aereo privato e gli ho fatto girare i teatri, le vie. Quando ha visto i modellini si è convinto. Gangs of New York è girata interamente a Cinecittà”.

Kraven il Cacciatore: 5 cose che già dal trailer non hanno senso

Kraven il Cacciatore: 5 cose che già dal trailer non hanno senso

Qualche giorno fa è uscito il primo trailer di Kraven il Cacciatore e, sebbene sia difficile criticare ciò che è stato incluso in termini di scene action, i fan dei fumetti hanno scovato 5 aspetti del trailer che, apparentemente, non hanno senso rispetto alla storia di Kraven sulla carta. Per anni, i fan dei fumetti hanno sognato di vedere Kraven dare la caccia a Spider-Man, molto prima che entrasse a far parte del MCU, ma abbiamo la conferma che questo film si soffermerà sulla storia delle origini del personaggio, perché “i cattivi non nascono. Vengono creati“.

Anche noi non siamo sicuri di cosa significhi esattamente questa affermazione, al momento alcuni fan pensano che Kraven il Cacciatore potrebbe rivelarsi un altro Morbius. Non è di certo una conclusione a cui si può giungere sulla base di un solo trailer, specialmente se si tratta di un film che può contare su talenti solidi sia dietro che davanti alla macchina da presa. CBM ha analizzato il trailer, scovando 5 cose per cui questa interpretazione di Kraven sembra non avere senso, e per dare un’occhiata più da vicino ai passi falsi che la Sony Pictures ha già fatto con il classico nemico di Spidey…

Quello è il vero Kraven?

Se c’è un personaggio che in questo trailer si comporta davvero come il Kraven il Cacciatore che tutti conosciamo dai fumetti, è l’innominato Kravinoff di Russell Crowe. È stato stabilito che è il padre di Kraven ma, un po’ per l’accento, un po’ per il suo comportamento malvagio, ci ricorda molto Sergei. È possibile che sia lui il vero Kraven e che Taylor-Johnson interpreti Vladimir, Alyosha o Nedrocci? Crediamo di no, ma probabilmente la Sony si è ispirata a loro per creare questa versione del personaggio.

Il tutto nel tentativo di ritrarlo come un antieroe che non ha ancora incontrato Spider-Man, naturalmente, e sebbene fosse un cacciatore di grosse prede prima di incontrare il fionda-ragnatela, il trailer sembra prospettare in tutto e per tutto una storia originale. Tuttavia, è davvero strano quanto il padre del protagonista sia molto più simile al vero Kraven!

Un leone magico radioattivo che dà energia

Sulla pagina, è stato appurato che Kraven è un atleta di livello olimpico, abile nel combattimento corpo a corpo, esperto di varie armi e un tipo tosto a tutto tondo. Tuttavia, diventa all’altezza di Spider-Man ingerendo una pozione a base di varie erbe della giungla senza nome. In questo film, però, Kraven ottiene i superpoteri in modo diverso, dopo che un leone lo ha attaccato e una goccia del suo sangue è caduta in una ferita aperta sul suo petto. Chi avrebbe mai immaginato che potesse accadere, eh?

Stiamo comunque parlando di fumetti, dunque storie fittizie, quindi anche un’invenzione del genere potrebbe funzionare. Ciò che lascia più perplessi è il motivo per cui la Sony ha ritenuto che Kraven dovesse ottenere i poteri da un leone magico (radioattivo?), in modo da poter acquisire strani occhi da leone e abilità simili a quelle di Sabretooth. Oltre a mangiare nasi, scommettiamo sul fatto che prima o poi si abbuffi di bistecche crude…

Un Kraven anti-eroe

La Sony sarà anche contenta che Spider-Man faccia parte del MCU, ma senza l’arrampica-muri a disposizione, lo studio ha deciso di puntare sui suoi numerosi cattivi. È una decisione che lascia perplessi, soprattutto perché Kraven, Venom e Morbius sono tutti ciò che sono grazie a Peter Parker (e sarebbero fantastici nelle mani dei Marvel Studios).

Di conseguenza, questo trailer stabilisce che Kraven il Cacciatore è un antieroe a caccia di cattivi che, se la tagline dice la verità, diventa malvagio solo quando incontra Spidey. Non ha molto senso, soprattutto se si considera che il cattivo era un pazzo che andava a caccia di grossa selvaggina già molto prima di dare la caccia all’arrampica-muri. Madame Web dovrebbe introdurre almeno alcuni eroi ragno femminili, mentre i progetti Silk e Spider-Man Noir sono in lavorazione per la TV. I fan hanno dimostrato di non riporre troppa fiducia in queste produzioni e non crediamo che il piano attuale preveda la loro lotta contro i cattivi. Purtroppo, Arad vuole davvero che Peter torni!

Cenni ai fumetti da far sgranare gli occhi

Se la Sony è riuscita a fare qualcosa di buono, è stato farci credere che questi film saranno davvero fedeli ai fumetti. Nei poster, Venom e Morbius sembrano entrambi tratti direttamente dalla pagina, e lo stesso si può dire di Kraven.

Tuttavia, né Eddie BrockMichael Morbius hanno molto in comune con quello che vediamo nel materiale di partenza, e l’inserimento di immagini forzate con ragni che rispecchiano l’emblema della tuta di Peter Parker non sono state viste di buon occhio. Il costume accurato del fumetto sembra superbo, ma se dovessimo azzardare un’ipotesi, potrebbe trattarsi di qualcosa aggiunto nei reshoot e che il personaggio indosserà proprio alla fine del film.

Un Rhino mutato

Passiamo poi a Rhino: cosa ha fatto per meritarsi un trattamento del genere? “Sprecare” il villain e renderlo un personaggio di scarto in Kraven il Cacciatore potrebbe essere un atteggiamento “da Sony”, ma il fatto che venga rappresentato come un umanoche si trasforma in un mostro in stile Rocksteady sembra un’idea presa direttamente da un adattamento di un fumetto della metà degli anni 2000.

The Amazing Spider-Man 2 ha dimostrato che una tuta meccanica ha vantaggi e svantaggi, mentre un uomo enorme in una tuta è un concetto piuttosto difficile da realizzare. In definitiva, questa sembra ancora la peggiore opzione possibile. È una mossa sconcertante e i fan hanno paura che l’ennesimo cattivo che avrebbe potuto rubare la scena nel MCU venga sprecato come un’aggiunta inutile a un film del tutto superfluo. Tra la smielata frase d’effetto e i discutibili VFX, ci aspettiamo che Kraven vada a combattere contro qualcosa di simile a questo…

Noi Siamo Leggenda: le prime immagini ufficiali della serie di Carmine Elia

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Sono state diffuse oggi le prime immagini ufficiali di “Noi Siamo Leggenda”, il nuovo teen drama a tinte fantasy che racconta le storie di un gruppo di adolescenti che scopre improvvisamente di essere dotato di superpoteri.

Diretta da Carmine Elia (“Mare Fuori”, “Sopravvissuti”) e ideata da Valerio D’Annunzio e Michelangelo La Neve, la serie – prodotta da Nicola e Marco De Angelis – è una coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures in collaborazione con Prime Video. Federation International si occuperà della distribuzione internazionale.

Nel cast principale, tra gli altri, Emanuele Di Stefano, Claudia Pandolfi, Antonia Liskova, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, Giulio Pranno, Valentina Romani, Milo Roussel, Sofya Gershevich, Margherita Aresti, Giulia Lin, Lino Guanciale. 

“Noi Siamo Leggenda” è un racconto di formazione che segue le storie di un gruppo di adolescenti di Roma, con enormi problemi e immensi poteri. Poteri in grado di capovolgere le loro vite, costringendoli a fronteggiare i loro limiti, i loro desideri e le loro responsabilità. Niente missioni iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi super potenti da combattere. Ma un racconto di formazione totalmente incentrato sui caratteri in cui i superpoteri diventano metafora delle difficoltà e delle possibilità che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare, e delle loro formidabili potenzialità.

Avere un superpotere può far sembrare tutto più facile, ma presto i protagonisti scopriranno che non esiste un potere che li aiuterà a “diventare grandi” e che ad ogni azione corrisponde sempre una conseguenza.

The Flash: la spiegazione di tutti i cameo del film

The Flash: la spiegazione di tutti i cameo del film

Come ci si aspettava di un film che promette viaggi nel tempo in passati e futuri alternativi, The Flash ci porta attraverso il Multiverso dopo che il Velocista Scarlatto interpretato da Ezra Miller fa confusione con le linee temporali. Ovviamente, una storia che ci porta in universi diversi si offre benissimo a sfruttare cameo emozionanti, cosa che The Flash sfrutta al meglio.

Dalla scenografia iniziale alla scena post-credits, The Flash rende omaggio a più generazioni di eroi DC, viaggiando attraverso la storia degli adattamenti live-action di alcuni dei nostri personaggi preferiti. Ora che il film è finalmente disponibile in sala, facciamo un breve viaggio attraverso tutti i cameo che il film offre.

Gal Gadot, Ben Affleck e la Justice League

Justice LeagueLa scena di apertura di The Flash definisce il film chiaramente come sequel di Justice League. Dopo aver salvato il mondo da Steppenwolf (Ciarán Hinds), i membri della Justice League rimangono in contatto tra loro per aiutarsi, quando necessario. Ciò accade quando Batman (Ben Affleck) ha bisogno di rinforzi per catturare i criminali che hanno rubato un virus mortale da un ospedale di Gotham City. Oltre al Batman di Affleck, la scena di apertura di The Flash presenta anche Alfred di Jeremy Irons, che lavora come “uomo sulla sedia” per Bruce Wayne, tenendolo in contatto ad altri membri della Justice League. E prima che i criminali vengano catturati, Wonder Woman di Gal Gadot si presenta per dare una mano.

L’intera sequenza spiega come la Justice League continui a lavorare insieme nell’universo DC, anche se il film è a tutti gli effetti un riavvio cinematografico che porterà al nuovo DCU. Durante tutto il film, ci vengono presentati anche diversi cenni a Cyborg di Ray Fisher, Aquaman di Jason Momoa e Superman di Henry Cavill.

Temuera Morrison

Quando Barry Allen scopre di aver incasinato la linea temporale, decide di provare a riunire la Justice League per correggere l’errore dei suoi modi. Quando Barry cerca di chiamare Aquaman, nella casa al faro non trova Arthur Curry, ma piuttosto suo padre, Tom Curry.

Tom è interpretato da Temuera Morrison, che riprende il ruolo già interpretato in Aquaman del 2018. Morrison tornerà anche nei panni di Tom in Aquaman e il Regno perduto, in uscita il 20 dicembre.

Nicolas Cage nei panni dell’Uomo d’Acciaio

Alla fine di The Flash, le numerose versioni di Barry Allen hanno confuso così tanto la sequenza temporale che diversi universi si scontrano l’uno contro l’altro. Durante questa scena, abbiamo brevi scorci di chi sono gli eroi di queste linee temporali alternative.

Questa situazione si presenta come il pretesto perfetto per realizzare il sogno di migliaia di fan: Nicolas Cage ha finalmente il suo momento a schermo come Superman. Cage ha quasi recitato in un film di Superman diretto da Tim Burton. Sfortunatamente, il progetto non ha mai visto la luce. Ma grazie a The Flash, ora possiamo vedere Cage nei panni dell’Uomo d’Acciaio che combatte contro un ragno gigante.

Adam West, Burt Ward e Cesar Romero

Adam WestDurante la sequenza del Multiverso, The Flash mostra anche filmati d’archivio per onorare Adam West, Burt Ward e Cesar Romero. West ha interpretato Batman nel classico programma televisivo degli anni ’60, che vedeva anche Ward nei panni di Robin e Romero nei panni del Joker.

In un momento da non perdere, possiamo vedere alcuni filmati della serie e sentire Romero ridere nei panni del Clown Principe del Crimine. Batman del 1966 è stata la prima serie basata sui fumetti del Cavaliere Oscuro ed è fantastico che The Flash abbia onorato una pietra miliare così importante nella storia della DC.

Il superuomo di George Reeves

Oltre un decennio prima che Adam West diventasse il più grande detective del mondo in una serie, George Reeves ha fatto la storia interpretando Superman nel primo lungometraggio ispirato ai personaggi DC e nel successivo programma televisivo che nel 1951.

Il film e le prime due stagioni della serie sono state girate in bianco e nero, il che spiega perché The Flash riporta Reeves in un universo senza colori.

Christopher Reeve e Helen Slater nei panni degli eroi kryptoniani

Christopher Reeve filmMentre molte star iconiche hanno indossato il costume dell’Uomo d’Acciaio, Christopher Reeve rimane il kryptoniano preferito da molti fan della DC. Reeve ha recitato nel ruolo di Superman in quattro film, Superman, Superman II, Superman III e Superman IV, tutti usciti tra il 1978 e il 1987.

I suoi film hanno avuto un tale successo che hanno lasciato il posto a uno spin-off di Supergirl con protagonista Elena Slater. Reeve e Slater appaiono fianco a fianco in uno degli universi in procinto di scontrarsi alla fine di The Flash, evento che aggiunge l’universo di Superman degli anni ’80 al canone DC Multiverse.

Teddy Sears nei panni di Jay Garrick, il Flash della Golden Age

Durante lo scontro delle dimensioni, vediamo anche la versione di Jay Garrick di Teddy Sears, il Flash della Golden Age. Nella continuità di DC, Jay Garrick è il primo personaggio a diventare Flash, 16 anni prima che Barry Allen apparisse per la prima volta sulle pagine di DC Comics.

Sears ha interpretato Jay Garrick nella serie televisiva The Flash, che raccontava anche del Multiverso e di linee temporali alternative. La star è apparsa anche nei panni dei cattivi Zoom e Black Flash nello show televisivo.

George Clooney nei panni di Bruce Wayne

Dopo la battaglia finale con se stesso e dopo aver miracolosamente evitato lo scontro tra gli universi, Barry torna indietro nel tempo per tornare alla sua realtà. Tuttavia, per far uscire suo padre di prigione, Barry cambia leggermente il passato in modo tale da permettere a suo padre di avere un alibi che lo possa assolvere dalle sue accuse di omicidio ai danni della madre. Barry pensa che questo cambiamento sia così piccolo da non causare ripercussioni sulla sua linea temporale. Tuttavia, scopriamo insieme a lui che è in errore.

Mentre il mondo intero sembra rimanere lo stesso, Bruce Wayne è una persona diversa, interpretata da George Clooney invece di Ben Affleck. Clooney ha indossato il mantello e il cappuccio in Batman e Robin, il che rende questo cameo il più inaspettato dell’intero film. Questa scelta porta con sé molte domande, tuttavia, se anche queste domande non dovessero trovare risposta, si tratta comunque di un bel finale e di un divertente cenno alla storia del personaggio di Batman al cinema.

Jason Momoa nel ruolo di Aquaman

Jason Momoa AquamanNell’unica scena dopo i titoli di coda del film, Barry esce a bere con l’Aquaman di Jason Momoa. Quando incontriamo Arthur Curry in Justice League è un ragazzone allo sbando, molto dedito all’alco, salvo poi trovare un suo scopo nobile in Aquaman del 2018.

Quindi, è strano vedere il nuovo re di Atlantide svenire in una pozzanghera. La scena è leggera, e lega anche la storia di Barry a quella degli altri membri della Justice League. Probabilmente si tratta soltanto di un ultimo rimando a quel film di Aquaman che arriverà a dicembre e che la Warner ha deciso comunque di far uscire, anche se ormai il DCEU è ufficialmente stato accantonato.

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