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Terezin – La recensione del film sulla Shoah

Terezin – La recensione del film sulla Shoah

Il Giorno della Memoria si avvicina e con esso l’esigenza di mantenere vivo il ricordo degli orrori della Shoah. Dal 26 Gennaio arriva al cinema Terezin, film che mostra la particolare realtà del campo di detenzione di Theresienstadt. Terezin è una coproduzione internazionale (Minerva Pictures, Rai Cinema e Three Brothers Production) diretta da Gabriele Guidi. Il film presenta un cast internazionale ricco di nomi cari alla fiction italiana: da Mauro Conte (Una questione privata, Sulla mia pelle), a Alessio BoniCesare Bocci e Antonia Liskova.

Terezin: la trama del film

terezin

1942. Antonio (Mauro Conte) è un clarinettista italiano che si è trasferito a Praga per studiare musica. Lì ha conosciuto Martina (Dominika Moravkova), una violinista cecoslovacca. I due si sono innamorati e vivono insieme. Lei è ebrea, come parte della famiglia di lui. Durante la Seconda guerra mondiale, Antonio Martina vengono deportati al ghetto di Terezin. Nel campo di concentramento di Theresienstadt i due entrano in contatto con tanti altri artisti come loro che, in quanto ebrei, sono costretti a vivere in condizioni ai limiti dell’umanità. Nel tentativo di mantenere viva l’arte – e con essa la speranza e la civiltà – i musicisti del campo mettono in piedi un’orchestra che, tra deportazioni e regole ferree, coinvolge uomini, donne, bambini e soldati nazisti.

Il ghetto degli artistiterezin

La vicenda descritta in Terezin è tratta da una storia vera: non solo la Seconda guerra mondiale, ma anche gli accadimenti del ghetto sono fatti storici. Il campo di Theresienstadt era uno spazio sfaccettato: le SS lo utilizzavano non solo come luogo d’internamento per gli ebrei, ma anche come centro di smistamento per i prigionieri verso i campi di sterminio di Auschwitz e Treblinka. Il luogo però era promosso dalla propaganda nazista come un esempio perfetto di insediamento ebraico. A Terezin c’erano quindi i lavori forzati, le celle, le punizioni e le deportazioni. Nonostante ciò, la vita culturale era viva all’interno del ghetto. Una scuola accoglieva la grande concentrazione di bambini, un’orchestra quella di musicisti e compositori come Viktor Ullman. 

Il campo di Terezin era quindi un mondo assurdo in cui alle minacce di deportazione e ai forni crematori si alternavano prove d’orchestra e concerti in grande stile. Questa contraddizione è resa bene dal film di Gabriele Guidi. Le scene drammatiche e quelle più distese si alternano continuamente, contaminandosi l’una con lo spirito dell’altra. Vedendo Terezin, si fatica a dare il giusto peso a tutto quello che viene rappresentato. La sensazione di inadeguatezza non è casuale ma esprime il vissuto dei deportati: artisti trasformati in braccianti, persone rese numeri, anime che diventano carne da macello.

Una produzione in pieno stile Rai

Il mondo assurdo del campo è sicuramente ben rappresentato in Terezin, ma non è l’unico elemento estraniante. I dialoghi enfatici e troppo esplicativi, uniti allo stridente autodoppiaggio degli attori italiani, danno quel tocco da fiction Rai che stona con una storia così profonda e delicata. Interpreti come Alessio BoniCesare Bocci e Antonia Liskova cedono spesso alla recitazione televisiva. In questo modo, la dimensione estraniante del film si trasforma spesso in dimensione melodrammatica e favolistica, qualcosa di molto lontano dal dramma storico della Shoah.

Anche le inquadrature e la fotografia di Terezin non si distaccano dal mondo della fiction: i movimenti di macchina sono semplici, la composizione dell’immagine è geometrica. Inoltre, il campo viene rappresentato quasi sempre nel suo aspetto più pulito e composto: i forni crematori sono censurati, come anche i luoghi più trasandati. Tutto ciò che potrebbe impressionare viene solo nominato ed è mascherato a livello visivo.

La musica come formula narrativa

terezin recensione film

Terezin è un film facilmente fruibile. Il lungometraggio è adatto anche ai più piccoli e alle scuole per che affronta in modo soft un argomento che di soft ha davvero poco. Ad ogni modo, il Giorno della Memoria serve a mantenere vivo il ricordo dell’orrore e ogni mezzo che s’impegna in questa causa è lodabile. Sicuramente, Terezin saprà ritagliarsi una fetta di pubblico.

Lockwood & Co: recensione della nuova serie Netflix

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Lockwood & Co: recensione della nuova serie Netflix

Immergendoci in una realtà da brivido, Lockwood & Co è una nuova serie teen tendente all’horror sovrannaturale. Formata per il momento da una sola stagione di otto episodi da circa 40 minuti l’uno, la serie è scritta e diretta dal regista britannico Joe Cornish (Attack the block, Antman), e tratta dall’omonima serie di romanzi di Jonathan Stroud. In particolare, questa prima stagione di Lockwood & Co racconta le vicende dei primi due romanzi, quindi è prevedibile (ed auspicabile) un seguito. Nel cast ritroviamo prevalentemente figure nuove ed emergenti, tra cui l’attrice Ruby Stokes (Francesca Bridgerton nella serie Bridgerton) nel ruolo di Lucy Carlyle, Cameron Chapman nei panni di Anthony Lockwood e Ivanno Jeremiah (Black Mirror: zitto e balla) come ispettore Barnes.

Lockwood & Co: gli spettri visitatori

In una realtà in cui i fantasmi, detti visitatori, popolano le strade e le case di Londra, tanti giovani supervisionati dagli adulti si occupano di combatterli. Molti bambini e teenagers hanno sviluppato dei poteri di percezione degli spettri, tali da poterli individuare e sconfiggere con più facilità. Tra questi, Lucy Carlyle, di appena 13 anni, viene costretta dalla madre a lavorare per un’agenzia locale di acchiappa fantasmi; dopo anni di allenamento ed amicizia con la compagna Norrie, un triste incidente in una casa infestata convince Lucy ad abbandonare la propria casa per una nuova vita a Londra. Qui viene accolta nella Lockwood & Co, una piccola agenzia di acchiappafantasmi formata da soli due ragazzi, Anthony Lockwood e George Karim, senza alcun supervisore adulto. I tre avranno insieme tante avventure da brivido in cui affermeranno la loro bravura dinnanzi anche all’ispettore Barnes, ed in cui Lucy conoscerà meglio il suo grande potere.

Le avventure dei nuovi ghostbusters

Il tema dei fantasmi è molto noto e popolare sia nella narrativa che nel cinema. Basti pensare a Ghostbusters, noto cult del 1984 con Bill Murray e Dan Aykroyd. A differenza della commedia degli acchiappafantasmi, in Lockwood & Co la narrazione riguardo i visitatori assume delle tinte più dark. Tutti gli episodi sono costellati di scene che trasmettono allo spettatore una certa suspense, tale quasi da rasentare l’horror. Un esempio figura durante una delle missioni dei tre in una magione stregata fuori Londra, dove in un sotterraneo vengono circondati da una moltitudine di fantasmi di antichi monaci. Trattandosi di una serie teen, la trama e le tematiche affrontate bilanciano la presenza di queste scene sinistre.

Sembra essere centrale già dai primi episodi di Lockwood & Co una certa affinità tra Lucy e lo stesso Lockwood. Questa particolare sinergia si nota molto anche durante le loro avventure a caccia di fantasmi, e diventa così forte da far sentire George escluso dai due. Pur non essendo ancora ben definita la relazione tra i due, negli ultimi episodi sono presenti vari momenti topici, i classici attimi prima del bacio, che portano lo spettatore a considerarli una nuova ship nella serie.

Lockwood & Co serie netflixLockwood & Co: visitatori e poteri sovrannaturali

L’elemento sovrannaturale è sviluppato nella serie con effetti speciali relativamente semplici, soprattutto nella rappresentazione dei visitatori, ma comunque in maniera efficace. Ad ogni modo, il clima generale di mistero è accentuato dalla presenza di molti elementi celati agli occhi dello spettatore. Nella serie si accenna a come i visitatori non siano sempre stati parte della quotidianità di Londra. E’ chiaro che in un particolare momento storico non troppo passato, forse cinquanta o sessant’anni prima, il “Problema” ha avuto inizio. Lo stesso George si dimostra scettico sulle motivazioni date dal governo e crede in una qualche forma di cospirazione, o di causa segreta che non è stata resa nota ai cittadini, ed ovviamente neanche a noi spettatori.

Riguardo i  poteri dei giovani ed i fantasmi, il pubblico può raccogliere sempre più informazioni con il proseguire degli episodi. Non è presente una voce narrante che pone una qualche forma di antefatto, ma è comunque possibile comprendere da altre vie. Ad esempio, viene reso noto allo spettatore come i poteri di percezione non sono definitivi, ma con gli anni svaniscono. Inoltre già dai primi episodi possiamo scoprire la classificazione dei visitatori in tre tipologie.

Anthony Lockwood: tra sorrisi e segreti

Un’aura di mistero circonda anche lo stesso Lockwood. Pur risultando coraggioso e protettivo nei confronti di George, e soprattutto di Lucy, sono molti i segreti che nasconde riguardo al suo passato, rinchiusi nella porta sopra le scale della Lockwood & Co. Lucy lo aiuta ad aprirsi con loro, lo fa sentire amato.

Ma sono ancora molti gli interrogativi che restano senza risposta alla fine di questa stagione: come ha avuto inizio il Problema? Che segreti cela Lockwood? Si attende una seconda stagione con ansia per scoprirlo!

Un matrimonio esplosivo, la recensione del film con Jennifer Lopez e Josh Duhamel

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Una nuova commedia romantica si aggiunge al palmares di Jennifer Lopez e Josh Duhamel che guidano – letteralmente – il film Un matrimonio esplosivo. La pellicola di Amazon Prime Video sarà disponibile sulla piattaforma dal 27 gennaio. Il regista, Jason Moore, presenta questo film a tratti audace che ha a tutti gli effetti le caratteristiche di una classica romcom americana ma che si trasforma presto in un bad-ass movie. Darcy e Tom riuniscono le loro famiglie per un matrimonio di gruppo, ma la cerimonia viene sospesa quando degli uomini armati prendono tutti in ostaggio. “Finché morte non ci separi” assume un significato del tutto nuovo in questa esilarante e adrenalinica avventura, quando Darcy e Tom dovranno salvare i loro cari, se non si uccideranno prima a vicenda.

Un matrimonio esplosivo, la trama

Jennifer Lopez dopo Marry Me – Sposami torna in una commedia romantica un po’ fuori dagli schemi. Ci troviamo nelle Filippine e L-O-V-E di Nat King Cole risuona nelle nostre orecchie. Sembrerebbe andare tutto bene, le dinamiche sono abbastanza semplici: la futura sposa affronta i problemi pre-matrimonio, una suocera invadente (Jennifer Coolidge), una madre contrariata (Sônia Braga) e l’ex fidanzato storico che si presenta senza avvisare (Lenny Kravitz). Ci troviamo in un resort esclusivo delle Filippine che data la presenza della Coolidge confondiamo Un matrimonio esplosivo con un episodio di The White Lotus. La coppia formata dalla Lopez e da Duhamel capovolge gli stereotipi di genere: Tom vuole un matrimonio in pompa magna, lo organizza alla perfezione creando dei centro tavola a forma di ananas luccicanti invidiabili. Darcy, avvocato di carriera, non sogna nulla del genere, anzi predilige una cerimonia intima con l’amore della sua vita.

Un matrimonio esplosivo vira presto sul “bad-ass movie” quando parallelamente a una crisi coniugale tra la coppia compaiono i pirati e rapiscono gli ospiti. Il crescendo di suspence verso quello che accadrà nel film è ovviamente avvolto da tutte le questioni interne tra la coppia. Da una parte, dunque, ci sono i parenti e amici degli sposi rapiti dai pirati che chiedono un riscatto stranamente abbastanza salato. Dall’altra Darcy e Tom che litigano su chi dei è pronto a fare il sacrificio più grande per salvare la relazione. “Non tutto è una questione di soldi!“, esclama la futura sposa Darcy alla cena di prova del suo idilliaco matrimonio, ma effettivamente presto lo diventerà.

Un matrimonio esplosivo Lenny Kravitz

Un piano con un solo passaggio

Mentre cercano di risollevare le sorti della loro storia d’amore – apparentemente – tormentata – Darcy e Tom si improvvisano killer di pirati. Il compito gli riesce molto bene dato che, per una serie di coincidente fortuite, riescono a far fuori parte della banda di pirati che li ha colpiti. Il regista Jason Moore (Pitch Perfect) cerca dare una nuova luce al genere delle commedie romantiche aggiungendo sangue, violenza e omicidi. Un matrimonio esplosivo va controtendenza anche rispetto alle pellicole proposte quest’anno che tentano di fare una critica alla borghesia moderna. Prima con The Menu e poi con Triangle of SadnessLa critica è velata pressoché inesistente dato che sono sempre i “buoni” ad avere la meglio.

Oltre alla parte cruenta in Un matrimonio esplosivo una buona dose di umorismo è portata in scena da Jennifer Coolidge che sembra non aver mai abbandonato il ruolo di The White Lotus e rende comici anche i momenti di massima tensione del film. In più di una occasione le risate sono affidate al suo personaggio di mamma chioccia. Darcy e Tom riescono in qualche modo a cavarsela e le varie peripezie che affrontano per avere la meglio sui pirati si muovono parallelamente alla risoluzione del loro rapporto. Ci sono, infatti, diversi momenti chiarificatori della loro storia d’amore che aiuteranno i due ad accettare le differenze l’uno dell’altro.

Un matrimonio esplosivo Jennifer Coolidge

Pirati, amore e fantasia

Ma se fino a questo punto di Un matrimonio esplosivo abbiamo visto soltanto sequenze di combattimento arrangiate accompagnate da una buona dose di fortuna, arriva lo sconvolgimento di trama. Sean, interpretato da Lenny Kravitz, è in realtà il mandante di questo rapimento. Tom è il primo a smascherarlo con un atto di coraggio e mettendo a repentaglio la sua vita. Sean ha affidato ai mercenari balinesi di attaccare il matrimonio di Darcy per chiedere un riscatto a Robert (Cheech Marin), il padre della sposa. Ma come se non fosse abbastanza: la compagna di Robert è in realtà complice di questo attacco, palesa la sua vera identità e cerca in tutti i modi di uccidere i due futuri coniugi.

L’amore in Un matrimonio esplosivo è centrale e viene narrato sotto le sue più contrastanti sfaccettature. Quello per i figli, l’amore per la famiglia, per il partner. L’amore più vanitoso, più ricercato, più nascosto, ma non è totalizzante. Non si riesce a entrare in empatia o quanto meno a simpatizzare per Darcy e Tom. A causa della scarsa chimica che riecheggia per tutto il film tra gli stessi attori la loro relazione appare piatta. Per cui alla fine, quando il risvolto di trama è il consueto E vissero per sempre felici e contenti, l’unica cosa che rimane impressa è l’immagine di Jennifer Coolidge con un mitra in mano che fa un agguato ai pirati.

5 cinecomics che avrebbero meritato l’Oscar

5 cinecomics che avrebbero meritato l’Oscar

Siamo nel bel mezzo della stagione dei premi e, dato che i cinecomics vengono spesso trascurati da questo punto di vista, ecco cinque titoli che avrebbero meritato un maggiore successo… inclusa la vittoria come “Miglior Film” agli Oscar!

Da The Avengers, con cui possiamo dire sia iniziato “tutto” fino al più recente The Batman, che ha regalato uno sguardo inedito al Crociato Incappucciato di Gotham City, ecco 5 cinecomics che pensiamo avrebbero meritato più nomination agli Oscar.

The Avengers

the Avengers mcuThe Avengers ha ottenuto una nomination agli Oscar per i miglior effetti speciali, ma sembra che l’impatto di questo film non sia stato valorizzato quanto avrebbe dovuto. I Marvel Studios hanno lanciato una serie di franchise di supereroi in solitaria in un periodo in cui i film tratti dai fumetti non erano assolutamente popolari.

In seguito, hanno riunito con successo questi personaggi – nel bel mezzo dell’acquisizione da parte della Disney – in un blockbuster diretto da un regista conosciuto soprattutto per il suo lavoro televisivo, ed è stato magnifico. Con un incasso di oltre 1 miliardo di dollari in un periodo in cui questa cifra era una rarità, The Avengers è stato, per molti versi, il vero capitolo iniziale del MCU così come lo conosciamo. Anche se non stiamo dicendo che il cast avrebbe dovuto essere sul palco ad accettare l’Oscar come “miglior film” nel 2013 questo è stato un film speciale e, come tale, andava riconosciuto.

Spider-Man 2

Spider-Man 2 cinecomicsVincitore di un Oscar per i suoi effetti speciali, Spider-Man 2 è un perfetto esempio di come i cinecomics siano tipicamente riconosciuti solo nelle categorie tecniche. Questo rivoluzionario sequel del regista Sam Raimi è uscito nel 2004, ma è ancora considerato uno dei migliori adattamenti di fumetti mai realizzati sul grande schermo.

Tra l’eccezionale interpretazione di Alfred Molina nei panni del Dottor Octopus, una storia forte sull’amore e l’amicizia e una grafica diversa da qualsiasi altra cosa vista prima sullo schermo, Spider-Man 2 è un film che serve a ricordare perché anche i blockbuster meritano di essere riconosciuti.

Watchmen

Ozymandias Watchmen cattivi cinecomicsWatchmen ha fatto un lavoro fantastico di adattamento dell’iconica graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbon. Sebbene sia vero che lo stile di Zack Snyder non sia adatto a tutti, questo film è stato innegabilmente straordinario dal punto di vista visivo.

Non stiamo necessariamente dicendo che Watchmen sia uno dei cinecomics degni dell’Oscar, ma sembra che il film sia stato trascurato solo perché la storia non è troppo facile da digerire. È densa, a volte un po’ troppo complicata e contorta, e brutalmente violenta, ma il tutto si risolve in un modo che… funziona.

Avengers: Endgame

Avengers: Endgame cinecomicsQuesta epopea di tre ore funziona sotto ogni aspetto, raccontando una storia potente e commovente che culmina con la celebrazione del franchise di maggior successo di tutti i tempi. Avengers: Endgame non è stato solo un film, ma un’esperienza. Robert Downey Jr. meritava sicuramente un riconoscimento maggiore, così come Josh Brolin per la sua stratificata e affascinante interpretazione di Thanos.

Naturalmente, entrambi sono stati aiutati da effetti visivi, quindi è stato facile per questo cinecomic del 2019 essere trascurato e, in molti casi, ignorato.

The Batman

The BatmanThe Batman è stato distribuito con recensioni estremamente positive lo scorso marzo, ma nei mesi successivi è stato ampiamente dimenticato. Non sappiamo se dare la colpa alla scarsa attenzione degli spettatori o a un livello di familiarità con il personaggio che ha fatto sì che il film passasse troppo rapidamente in secondo piano.

Dato il suo tono adulto, l’avvincente storia poliziesca e le fantastiche interpretazioni da cima a fondo, non vediamo alcun motivo per cui The Batman non sia in primo piano in manifestazioni come i Golden Globe e gli Oscar: i cinecomics del Batverse meritano sicuramente di più.

Darby Harper: consulenza fantasmi, l’incontro con il cast del film Disney+

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Disponibile dal 2 dicembre su Disney+ Darby Harper: consulenza fantasmi (Darby and the Deadè il nuovo film originale della piattaforma che racconta in maniera insolita il delicato momento dell’adolescenza, del trovare la propria voce e il proprio posto trai coetanei, che sembrano sempre più svegli, vivaci, inseriti. A porsi queste domande è Darby, interpretata da Riele Downs, presente, insieme a tutto il cast, alla conferenza stampa ufficiale del film. Con lei anche Auli’i Cravalho, che nel film interpreta Capri, la reginetta della scuola, che si troverà costretta ad avvalersi dell’aiuto di Darby.

Cravalho ha spiegato in che cosa somiglia al suo personaggio: “Non credo di essere troppo simile al mio personaggio, ma dirò che è stato molto facile per me diventare lei. Quindi, non ne sono davvero sicura. Forse ci sono pezzi di me che hanno deciso di mostrarsi con Capri. Adoro la sua sicurezza e sì, è stato davvero divertente. L’intero cast è della Gen Z, quindi tutti ci siamo trovati negli altri, è stato davvero davvero bello.”

Riele Downs ha parlato del suo lavoro con Cravalho che è a tutti gli effetti una sua antagonista: “È impossibile odiare Auli’i. È così divertente, così divertente, così talentuosa. Quindi, è stato molto facile recitare, perché ha talento. Ma allo stesso tempo, è stato difficile perché nessuno di noi due era avversa all’altra. Per quello che riguarda le somiglianze, immagino di essere in qualche modo come il mio personaggio, in alcuni modi. Sono un po’ più introversa. Mi piace fare le cose da sola a volte o molto spesso. Ma in termini stilistici, sento di essere più vivace di lei, mi piace fare ogni tipo di esperienza.”

Chosen Jacobs interpreta invece Alex, un personaggio molto simile a Darby e tutto da scoprire: “Ogni volta che guardo una sceneggiatura, guardo solo se la sceneggiatura ha personaggi genuini e interessanti. Non importa se sarà un uomo o una donna. E leggendo la sceneggiatura di questo film, ho capito che ogni personaggio è completamente sviluppato. Ogni personaggio sarebbe potuto essere protagonista di uno spin-off. Cerco sempre nelle storie che ogni personaggio abbia davvero un vero ruolo stratificato. Quindi, sapere che sarò in un film con i personaggi di Auli’i e Riele e quelli di Asher e di tutti, era una bella sensazione. È stato eccitante poter recitare con così tante persone diverse e dal fantastico talento. Questo presupposto porterà sempre un prodotto interessante, e penso che ce l’abbiamo fatta.”

Noto per essere Billy Baston di Shazam!, Asher Angel interpreta invece James, il bello e tenebroso della scuola, per il quale Darby ha una cotta: “Tutti i nostri personaggi stanno attraversando le loro esperienze, e penso che essere un attore e riuscire a tuffarsi in questo contesto sia qualcosa di super speciale. Ed è una delle cose che amo davvero fare. E lavorare con Riele, Auli’i e Chosen, e guardarli fare le loro cose ogni giorno, e guardarli venire sul set e interpretare il personaggio è stata una grande esperienza. Perché è bello essere in un ambiente in cui puoi imparare dagli altri.”

A dirigere il film è stato chiamato Silas Howard: “Adoro questo cast, la troupe, il team e i produttori. E dovevo davvero fare nostra questa storia. Per me, da uomo trans, era importante raccontare una classica storia del liceo, dove non ho mai avuto visibilità. Non c’era nemmeno un vero linguaggio per rappresentarmi all’epoca, ecco quanti anni ho! È stato davvero importante, anche con il supporto dello studio, siamo riusciti a trovare questo momento di intimità con tutti i giovani attori. E mi sento come se facessi parte del cast, dobbiamo rendere questi ruoli nostri e adattarli su misura e non è sempre semplice, non viene automatico, richiede fiducia reciproca e fiducia in me, e soprattutto una scrittura molto forte.”

E il film risente senza dubbio di questo impegno e di questa vitalità che i giovani interpreti hanno infuso in tutti i loro personaggi. Darby Harper: consulenza fantasmi arriverà su Disney+ il 2 dicembre.

Oscar 2023: ecco tutte le nomination!

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Oscar 2023: ecco tutte le nomination!

Sono state annunciate le nomination agli Oscar 2023, la 95° edizione degli Academy Awards, la cui cerimonia di apertura si svolgerà a Los Angeles al Dolby Theatre il 12 marzo 2023 e verrà presentata da Jimmy Kimmel.

Le nomination, annunciate da Allison Williams e Riz Ahmed, hanno visto “trionfare” per numero di menzione Everything Everywhere All at Once  con 11 nomination e Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale e Gli Spiriti dell’Isolacon 9 nomination, entrambi nominati anche nella categoria Miglior film, insieme a Avatar: la Via dell’Acqua,, Elvis, The Fabelmans, Tár, Top Gun: Maverick, Triangle of Sadness e Women Talking.

Oscar 2023: ecco tutti le nomination!

Miglior film

Migliore regia

Migliore attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Migliore attore non protagonista

Migliore attrice non protagonista

Migliore Sceneggiatura adattata

Migliore Sceneggiatura originale

Miglior fotografia 

Miglior montaggio

Miglior film internazionale

Miglior film d’animazione

Migliori costumi

Miglior trucco e parrucco 

Miglior sonoro

Migliore colonna sonora

Miglior canzone originale

Migliore scenografia 

Migliori Effetti Visivi

Miglior cortometraggio animato

  • “The Boy, the Mole, the Fox, and the Horse” (Apple TV+
  • “The Flying Sailor”
  • “Ice Merchants”
  • “My Year of Dicks”
  • “An Ostrich Told Me the World Is Fake and I Think I Believe It”

Miglior cortometraggio in live action

  • “An Irish Goodbye” (Floodlight Pictures) 
  • “Ivalu” (M&M Productions)
  • “Le Pupille” (Disney+)
  • “Night Ride”
  • “The Red Suitcase” (Cynefilms)

Miglior documentario

  • “All That Breathes” (HBO Documentary Films) 
  • All the Beauty and the Bloodshed” (Neon)
  • “Fire of Love” (National Geographic Documentary Films/Neon)
  • “A House Made of Splinters”
  • “Navalny” (CNN/Warner Bros.)

Miglior corto documentario 

  • “The Elephant Whisperers” (Netflix)
  • “Haulout”
  • “How Do You Measure a Year?” (Jay Rosenblatt Films)
  • “The Martha Mitchell Effect” (Netflix)
  • “Stranger at the Gate”

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, lo sceneggiatore rivela la sorprendente ispirazione per M.O.D.O.K.

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Il trailer completo di Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha debuttato all’inizio di questo mese, dandoci la possibilità di una prima vera occhiata a M.O.D.O.K. in azione. I fan avevano già un’idea di come sarebbe stato “Mental Organism Designed Only for Killing (Organismo mentale progettato solo per uccidere)” grazie ad alcuni promo art trapelati in rete, ma il trailer ci ha offerto una rapida occhiata al cattivo megalomane senza la sua maschera, rivelando un design molto più accurato.

“MODOK è forse la mia singola cosa preferita che ho fatto nel film”, ha detto lo scrittore Jeff Loveness alla rivista SFX. “Ovviamente siamo molto fedeli ai fumetti con il design e l’aspetto, ma poi c’è un po’ di extra che gli abbiamo aggiunto. Forse verrò licenziato da The Kang Dynasty quando la gente lo vedrà, ma alcuni dei miei momenti preferiti vengono da MODOK e dalle sue dinamiche.”

“Dirò solo che è stato ispirato da Kevin Kline in Un pesce di nome Wanda e Frank Grimes in un vecchio episodio dei Simpsonquesto uomo davvero ipocrita, egoista, presuntuoso ma anche profondamente triste e insicuro che sa di avere una vita di merda da affrontare e sta cercando di trarne il meglio”. “Il suo ego si sgretolerà nel momento in cui viene sfidato, ma poi, come Kevin Kline in Un pesce di nome Wanda, è piuttosto bravo a uccidere le persone”, aggiunge Loveness. “È una vera mina vagante, e mi sono divertito moltissimo con lui.”  Sebbene il suo casting non sia ancora stato ufficializzato, M.O.D.O.K. sarà portato in vita da Corey Stoll, che ha interpretato Yellowjacker nel primo Ant-Man (supponiamo che i due personaggi siano collegati).

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a.,Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

L’arte della gioia: prima foto della serie di Valeria Golino

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L’arte della gioia: prima foto della serie di Valeria Golino

Riprese quasi concluse per la nuova serie Sky Original L’arte della gioia, il debutto assoluto da regista di una serie TV di Valeria Golino (Miele, Euforia), prossimamente in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i Paesi in cui Sky opera in Europa.

Dall’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza (in libreria con Einaudi), rifiutato per tanto tempo dalle case editrici italiane fino a raggiungere il successo all’estero, L’arte della gioiaprodotta da Sky e da Viola Prestieri per HT Film – racconta la storia di una ragazzina della Sicilia di inizio ‘900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto.

Dal set siciliano arrivano le primissime foto di scena, che ritraggono i protagonisti annunciati oggi: Tecla Insolia (La bambina che non voleva cantare, 5 minuti prima) nei panni della giovanissima Modesta, protagonista spregiudicata, sensuale e coraggiosa; Jasmine Trinca (Fortunata, Marcel!, Supereroi, La dea fortuna) in quelli di Leonora, madre superiora del convento in cui Modesta verrà accolta ancora bambina; Guido Caprino (Il Miracolo, Fai bei sogni, 1992-1993-1994) sarà Carmine, l’uomo che gestisce le terre della villa del Carmelo, dimora dei Brandiforti, la famiglia nobile e benestante di Leonora; Alma Noce (Brado, La ragazza ha volato, Gli anni più belli) interpreta Beatrice, la più giovane erede della famiglia Brandiforte, guidata dalla principessa Gaia, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi (I villeggianti, Forever Young – Les Amandiers, Estate ’85, La pazza gioia). Nel cast anche Giovanni Bagnasco (Finalmente l’alba) che sarà Ippolito, figlio di Gaia e unico vero erede dei Brandiforti, e Giuseppe Spata (La mafia uccide solo d’estate – Parte II, La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, Tutta colpa di Freud) nei panni di Rocco, il loro autista.

L’arte della gioia, la trama

Scritta da Valeria Golino, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo, L’arte della gioia racconta la sua drammatica e avventurosa vita: nata il primo gennaio del 1900 da una povera famiglia della Sicilia rurale, Modesta fin dall’infanzia ricerca la felicità senza soccombere ai condizionamenti della società. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento dove, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora. Successivamente approda alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile acquistando sempre maggiore potere a palazzo. Questo incessante movimento di emancipazione si accompagna ad un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a scoprire e rivendicare il diritto al piacere e alla felicità.

L’arte della gioia è stata realizzata con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission.

Drops of God, la nuova dramedy ispirata al manga bestseller di Tadashi Agi e Shu Okimoto

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Apple TV+ ha annunciato oggi l’acquisizione di “Drops of God“, la nuova dramedy multilingue franco-giapponese di Legendary Entertainment, adattata dall’omonima serie manga giapponese bestseller del New York Times, creata e scritta dal pluripremiato Tadashi Agi, con artwork di Shu Okimoto e pubblicata da Kodansha. Composta da otto episodi, “Drops of God” è interpretata da Fleur Geffrier (“Das Boot”, “Elle”) nei panni di Camille Léger e Tomohisa Yamashita (“The Head”, “Tokyo Vice”, “Alice in Borderland”) nei panni di Issei Tomine ed è prodotta da Les Productions Dynamic in associazione con 22H22 e Adline Entertainment.

Drops of God, la trama

La serie si apre con il mondo della gastronomia e dei vini pregiati in lutto perché Alexandre Léger, creatore della famosa Léger Wine Guide e figura emblematica dell’enologia, è appena morto nella sua casa di Tokyo all’età di 60 anni. Il compianto Alexandre lascia una figlia, Camille (Fleur Geffrier), che vive a Parigi e non vede il padre dalla separazione dei suoi genitori, avvenuta quando lei aveva nove anni. Camille vola a Tokyo per assistere alla lettura del testamento di Léger e scopre che suo padre le ha lasciato una straordinaria collezione di vini, la più grande al mondo secondo gli esperti. Ma, per rivendicare l’eredità, Camille deve competere con un giovane e brillante enologo, Issei Tomine (Tomohisa Yamashita), che suo padre ha preso sotto la sua ala protettrice e che nel testamento di Léger viene indicato come il suo “figlio spirituale”. Ma la sua connessione con Issei è realmente solo spirituale?

Scritto e ideato da Quoc Dang Tran (“Marianne”, “Parallel”), prodotto da Klaus Zimmermann (“Borgia”, “Trapped”) e diretto da Oded Ruskin (“No Man’s Land”, “Absentia”), “Drops of God” uscirà nel 2023 su Apple TV+, Giappone escluso. La serie è presentata in collaborazione con France Télévisions e Hulu Japan.

Kodansha, una delle più grandi case editrici giapponesi, è stata fondata nel 1909 e a oggi vanta una vasta gamma di attività editoriali. Da sempre impegnata nella promozione della lettura, offre numerosi premi letterari, come il Premio Noma e il Premio Yoshikawa, che riconoscono agli autori di maggior talento i contributi per il miglioramento della cultura editoriale.

21 di Robert Luketic

21 di Robert Luketic

“21” è una pellicola del 2008 diretta Robert Luketic, basata sulle vicende reali del MIT Blackjack Team. Questo gruppo di studenti del Massachusetts Institute of Technology è salito alle cronache per essere riuscito a sbancare diversi casinò di Las Vegas utilizzando il calcolo delle probabilità. Sulla vicenda nel 2002 era già stato pubblicato un libro intitolato: “Bringing Down the House: The Inside Story of Six MIT Students Who Took Vegas for Millions“, scritto da Ben Mezrich. Il testo ispirerà il film, che segue le vicende di Ben Campbell, interpretato da Jim Sturgess, brillante studente che si trova ad affrontare diverse sfide. Vari avvenimenti lo porteranno a riflettere profondamente sulle conseguenze delle proprie azioni.

Ben Campbell è uno studente del Massachusetts Institute of Technology, che vuole entrare a far parte della scuola di medicina della Harvard Medical School. Ha tutte le carte in regola per questo percorso accademico, viene infatti ammesso agli studi, ma ha gravi problemi finanziari. Come poter pagare i 300.000 dollari di iscrizione? Ben decide di candidarsi per ricevere la borsa di studio Robinson, finanziamento che gli permetterebbe di coprire interamente tutte le spese di iscrizione, ma questa viene assegnata ogni anno a un solo studente. Ben parla con il direttore, che lo informa del fatto che la borsa di studio verrà assegnata allo studente capace di raccontare l’esperienza di vita più interessante. Ben riflette allora sulla sua vita: lui ha sacrificato molta della sua giovinezza dedicandola allo studio, mettendo da parte il divertimento e molte delle esperienze tipiche dell’adolescenza. Non ha una storia particolare da raccontare, non sa proprio cosa poter dire per farsi notare dalla commissione. Tuttavia, in quel periodo Ben partecipa al corso di matematica del professore Micky Rosa, interpretato da Kevin Spacey, professore fuori dagli schemi e di grande carisma. Il professore nota il talento matematico di Ben e gli propone di risolvere il problema di Monty Hall. Lo studente risolve il problema brillantemente e il professore di matematica gli fa una proposta molto particolare.

Il professor Rosa invita Ben a unirsi alla squadra di blackjack dell’MIT. Gli studenti di questo gruppo ricorrono alle loro spiccate abilità matematiche per vincere importanti somme di denaro nei più importanti casinò di Las Vegas. Inizialmente, Ben non è molto convinto della proposta, non pensa che la cosa faccia per lui. Tuttavia, si rende conto del fatto che prendendo parte a questo gruppo potrebbe guadagnare una grande somma di denaro molto velocemente, riuscendo quindi a pagare la retta universitaria. Decide allora di accettare la proposta del professor Rosa e inizia ad allenarsi insieme agli altri studenti, studiando a fondo le strategie di gioco e le tecniche di conteggio delle carte, in modo tale da applicare il calcolo delle probabilità al blackjack. La conta delle carte è una delle tecniche più famose per ottenere risultati al tavolo verde. Seguendo questa tecnica si può avere un’idea del valore delle carte rimaste nel mazzo, in modo tale da ricavarne un vantaggio quando ci sono carte di grande valore, aumentando quindi le probabilità di avvicinarsi al 21 o di ottenere un blackjack. La maggior parte dei giocatori esperti di blackjack ricorre quindi alla matematica, più esattamente alla statistica, per conseguire grandi risultati.

Gli studenti dell’MIT Blackjack Team, dopo essersi intensamente allenati partono in incognito alla volta di Las Vegas. Oggi il blackjack è uno dei giochi più amati al mondo e questo è avvenuto anche grazie al successo di grandi piattaforme di gaming online  che hanno reso molto popolare e fruibile un gioco che un tempo era relativamente di nicchia. Non è un caso, infatti, che i protagonisti di una storia ambientata tra il 1980 e il 1990 debbano prendere l’aereo e volare fino a Las Vegas per portare il loro gioco a livelli competitivi. Una volta giunti a Las Vegas gli studenti incontrano grandi campioni e iniziano a raccogliere somme non indifferenti al tavolo verde. Ben è entusiasta dei suoi successi. Eppure le cose iniziano a complicarsi, la sua vita inizia a prendere una strana piega.

Robert Luketic è un regista e sceneggiatore di origini croate e siciliane, nato a Sidney nel 1973. Ha diretto altri film di successo come “La rivincita delle bionde” (Legally Blonde) del 2001, “Quel mostro di suocera” (Monster-in-Law) del 2005 e “Il potere dei soldi” (Paranoia) del 2013. “21” è stato un film accolto generalmente bene dal pubblico e dalla critica, apprezzato particolarmente per la performance attoriale di Kevin Spacey. Ovviamente è diventato un film di culto per gli amanti del blackjack, rappresentando una delle pellicole preferite dagli amanti del genere.

Sam Worthington ricorda il “terribile” provino per James Bond

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Sam Worthington ricorda il “terribile” provino per James Bond

Sam Worthington, ancora in sala nei panni blu di Jake Sully in Avatar: la Via dell’Acqua, ha ricordato il suo provino per James Bond, che lui stesso ha definito “terribile”. Quando Pierce Brosnan concluse il suo ciclo nei panni di James Bond, nel 2002, con Die Another Day, si aprì la caccia al suo successore.

Il casting di Daniel Craig è stato una sorpresa con tantissimi giornalisti scettici, ma nel corso di cinque film, l’attore si è dimostrato più che degno di interpretare l’iconica spia di Ian Fleming. Analogamente a quanto sta accadendo ora, i produttori di franchising Barbara Broccoli e Michael G. Wilson hanno trascorso due anni alla ricerca di un nuovo Bond, e Sam Worthington era tra quelle prese in considerazione. Sfortunatamente per l’attore australiano, il suo provino non è andato bene.

“Ho scelto Bond. Sono andato e ho fatto l’audizione con Martin Campbell, che ha finito per dirigere Casino Royale”, ha rivelato Worthington durante un’intervista al programma radiofonico Fitzy & Whipper (tramite ActioNewz.com). Ma Worthington ha spiegato che non è riuscito a ottenere l’incantesimo adatto affinché la parte diventasse sua: “Ho provato a fare un accento britannico. Ho detto loro che volevo indossare lo smoking bianco come Roger Moore. Volevo portare indietro quel tipo di immaginario, e mi hanno guardato come se fossi pazzo”. “Ho detto, ‘Se faccio un [accento] australiano, sarò il prossimo George Lazenby.’ Ha fatto solo un [film, 1969 Al servizio segreto di Sua Maestà], e io non volevo essere così. Quindi ho provato l’inglese. È stato terribile”, ha aggiunto Worthington. “Suonavo come Dick Van Dyke di Mary Poppins. Ricordo che Martin disse: ‘Fai solo la tua voce normale, è tutto fantastico, amico.'”

Worthington avrebbe continuato a trovare successo a Hollywood, anche se Terminator: Salvation non gli ha fatto un favore, in carriera, e si è preso una bella pausa dal cinema, prima di tornare in sala con Avatar 2. Con quello che si è rivelato un successo da $ 2 miliardi, speriamo di vedere molto di più di Worthington al cinema, anche se probabilmente non nei panni di James Bond.

Oscar 2023: dove e quando guardare le nomination in diretta

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Oscar 2023: dove e quando guardare le nomination in diretta

Manca pochissimo all’annuncio delle nomination agli Oscar 2023, la 95° edizione degli Academy Awards. Allison Williams e Riz Ahmed saranno i presentatori che leggeranno le nomination martedì 24 gennaio alle 14.30. Ma dove vedere in diretta l’annuncio delle nomination agli Oscar 2023?

I social degli Academy Awards hanno risposto a questa domanda. L’annuncio delle nomination saranno visibili su:

Ricordiamo che la cerimonia di premiazione degli Oscar 2023 si svolgerà a Los Angeles al Dolby Theatre il 12 marzo 2023 e verrà presentata da Jimmy Kimmel.

Animali Fantastici: Eddie Redmayne non sa nulla di un quarto capitolo

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Il franchise di Animali Fantastici era nato, alla Warner Bros, per cercare di sfruttare al meglio la ricca eredità che Harry Potter aveva lasciato allo studio. Un vero e proprio ritorno nel mondo magico che aveva stregato milioni di fan era quello che lo studio si aspettava, eppure le cose sono andate diversamente rispetto a quanto ci si era aspettati dal progetto.

Mentre Animali fantastici e dove trovarli è stato innegabilmente un esperimento divertente, i sequel hanno registrato un importante calo della qualità, con un notevole peggioramento della scrittura e il crollo di quella struttura inossidabile e inattaccabile che aveva fatto parte della fortuna del franchise originale. Nel progetto originale, il franchise di Animali Fantastici doveva essere composto da 5 film, e al momento sono stati distribuiti 3 film.

Durante una recente intervista con NME (tramite SFFGazette.com), alla star principale della saga, Eddie Redmayne, che interpreta Newt Scamander, è stato chiesto se Animali fantastici 4 verrà realizzato. “Voglio dire, al momento, non c’è nulla di cui sono a conoscenza”, ha confermato l’attore britannico. “Quindi, da quello che so, non è qualcosa che per il momento si farà.” Questi commenti fanno seguito a un report dello scorso novembre in cui si diceva che il franchise era stato eliminato dalla Warner Bros. Discovery.

La notizia è senza dubbio deludente per i fan del Wizarding World, ma sia I crimini di Grindelwald che I segreti di Silente sono stati una delusione al botteghino, e per il nuovo regime dello studio continuare ad andare avanti con quei sequel non sarebbe proprio una mossa furba.

I Segreti di Silente si concludeva con una partita aperta tra Silente e Grindelwald, ma chissà se vedremo mai quel famigerato duello trai due che ha forgiato la storia del mondo magico e ha fatto sentire la sua eco anche nell’avventura di Harry Potter!

Mare fuori 3: presentata la terza stagione in onda su Raiplay il 1° febbraio

Mare fuori 3 sta arrivando. Con un cast ricchissimo tra cui Carolina Crescentini, Carmine Recano, Nicolas Maupas, Massimiliano Caiazzo, Valentina Romani e Maria Esposito, la serie tv targata Rai, diretta da Ivan Silvestrini, ha iniziato il suo percorso in sordina nel 2020. Nel corso degli anni ha raggiunto record pressoché inaspettati con milioni di visualizzazioni sulla piattaforma italiana e un target di spettatori al di sotto di venticinque anni. Così come il giovanissimo gruppo di attori che vive ogni emozione portandola alle estreme conseguenze, con tutto quello che può conseguirne: considerando che l’ambientazione è sempre l’Istituto di detenzione minorile. In anteprima esclusiva su RaiPlay dal 1° febbraio, sarà poi in onda in prima serata su Rai2 dal 15.

Durante la presentazione a Roma dell’intero cast di Mare fuori 3, il primo a prendere la parola è l’amministratore delegato Rai, Carlo Fuortes, che elogia la serie ritenendola la testimonianza di un cambiamento della storica rete televisiva italiana che può iniziare a parlare a un pubblico giovane: «Lo dobbiamo fare con modelli distributivi e linguaggi adeguati», dichiara Fuortes, «oggi è una festa. Ringrazio tutti voi qui presenti, perché insieme siamo riusciti a fare una cosa molto grande. Stiamo parlando anche del successo straordinario delle due precedenti edizioni di Mare fuori».

Il microfono passa poi alla direttrice Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, che segue a ruota l’entusiasmo e la sensazione di aria d’innovazione che porta Mare fuori: «La grande accoglienza che il pubblico ha riservato alla serie è data dal tipo di racconto scritto magnificamente dagli sceneggiatori Cristiana Farina e Maurizio Careddu. È aderente alla realtà, è polifonico: segue tante strade e tantissime voci che però non generano disordine o rumore, ma limpidezza. E un altro tema importantissimo che emerge è quello della libertà. Tutti i ragazzi aspirano alla libertà: ad affrancarsi dalla famiglia, a rompere pregiudizi e tabù, a vivere l’amore – inteso come passione – nella sua incandescenza giovanile».

Dando continuità al flusso di ammirazione, interviene Roberto Sessa per Picomedia che coproduce la serie: «Io bazzico da queste parti (gli studi Rai, n.d.r.) da parecchi decenni e posso dire che un evento così sia decisamente raro, per cui: ringrazio tutti per lo strepitoso lavoro. Eravamo partiti all’avventura, all’inizio è stata una serie complicata. Abbiamo fortemente voluto quella nota di realismo di cui parlava Maria Pia, che è stata la chiave vincente per arrivare dove siamo oggi. E la complessità è stata la ricerca di un equilibrio tra il messaggio che volevamo che passasse e i lacci e lacciuoli della televisione generalista. Passo per passo abbiamo conquistato terreno e oggi siamo lontani dall’angolo. Siamo in prima linea e sulle prime pagine dei giornali, ed è grazie a voi, ragazzi. Abbiamo una grande responsabilità in mano, è una storia che potrà avere nuove stagioni e dipende solo da noi: gruppo creativo e di produzione. La serie ha avuto successo all’estero, che è un aspetto decisivo, per quanto ci riguarda. Siamo in 25 Paesi, abbiamo avuto delle trattative in Europa per degli eventuali adattamenti. Ciò significa che non è stato solo apprezzato il prodotto, ma anche l’idea che abbiamo costruito».

Elena Capparelli, direttore RaiPlay e Digital, aggiunge che, sempre dal 1° febbraio su piattaforma, sarà disponibile un contenuto originale in forma di mockumentary: 25 episodi da 7 minuti nei quali i protagonisti, mantenendo il ruolo dei loro personaggi, raccontano i momenti più significativi vissuti nelle prime due stagioni.

Per quanto riguarda l’eventualità di nuove stagioni future, la domanda viene posta direttamente all’ideatrice di Mare fuori, la sceneggiatrice Cristiana Farina: «Stiamo lavorando alla quarta, ma anche alla quinta e sesta, stagione. Essendo un progetto polifonico, le voci sono tante e abbiamo un tracciato infinito da poter seguire. Lo spunto per Marefuori mi era venuto diversi anni fa, mentre lavoravo per Un Posto al Sole. Ero andata a fare un seminario proprio nell’Istituto di detenzione minorile e conobbi dei ragazzi appassionandomi alle loro storie. E oggi è molto emozionante vedere tutti i personaggi scritti e pensati avere il volto di questi incredibili attori». All’emozione di Farina per Mare fuori 3, si accoda quella di Carolina Crescentini, che accenna alla gioia di vedere i giovani attori tutti insieme in grande spolvero alla conferenza stampa: «Sono abituata a vederli sul set conciati come degli scappati di casa», esclama generando la fragorosa risata dei più.

Matthias Schoenaerts: 10 cose che non sai sull’attore

Matthias Schoenaerts: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore belga Matthias Schoenaerts si è nel corso dell’ultimo decennio distinto come uno dei più validi e talentuosi attori europei, capace di portare il proprio successo anche sul suolo statunitense. Tra grandi produzioni e progetti più autoriali, egli ha sempre dato prova di saper costruire i propri personaggi con grande cura, regalando interpretazioni di grande intensità.

Ecco 10 cose che non sai di Matthias Schoenaerts.

Matthias Schoenaerts: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a celebri film. Un primo ruolo importante Schoenaerts lo ottiene per il film Black Book (2006). Ottiene poi fama internazionale grazie a Bullhead – La vincente ascesa di Jacky (2011), opera candidata all’Oscar al miglior film straniero. Recita da quel momento in film che lo rendono sempre più celebre come Un sapore di ruggine e ossa (2012), con Marion Cotillard, Chi è senza colpa (2014), Le regole del caos (2014), con Kate Winslet, Suite francese (2014), con Michelle Williams, Via dalla pazza folla (2015), The Danish Girl (2015), A Bigger Splash (2015), Red Sparrow (2018), con Jennifer Lawrence, Fratelli nemici – Close Enemies (2018), Kursk (2018), The Mustang (2019), La vita nascosta (2019), Panama Papers (2019) e The Old Guard (2020). Nel 2022 è invece in Amsterdam.

2. Ha recitato anche per la televisione. Molto meno frequentemente che per il cinema, l’attore ha recitato in alcune occasioni anche per la televisione. Ciò è avvenuto all’inizio della sua carriera, quando ha preso parte ad alcuni episodi di Flikken (2001) e Stille Waters (2002), serie di produzione belga. Torna poi sul piccolo schermo nel 2008 per De smaak van De Keyser, mentre nel 2009 recita nella serie Los zand. Nel 2021 prende parte ad un episodio della serie Lockdown, ma è solo nel 2023 che dà vita ad una significativa partecipazione televisiva recitando da protagonista nella serie Django.

3. Ha vinto importanti premi. Nel corso della sua carriera Schoenaerts ha vinto numerosi premi di prestigio, prevalentemente sul suolo europeo. Ha ad esempio ricevuto premi come miglior attore ai Lumières Award e ai Magritte Award per il film Un sapore di ruggine e ossa, e per lo stesso film ha anche vinto il César Award come Miglior promessa maschile. Ha poi ottenuto riconoscimenti vari anche per il suo ruolo nel film Bullhead e come rivelazione dell’anno al Capri-Hollywood International Film Festival per il film The Danish Girl.

Matthias-Schoenaerts-Instagram

Matthias Schoenaerts in Django

4. È il protagonista della serie. La serie Django, co-produzione italo-francese e in arrivo dal 17 febbraio su Sky Atlantic, si configura come una rivisitazione dell’omonimo film italiano di Sergio Corbucci. Ambientata nel Texas di fine 1800, questa vede Schoenaerts recitare nei panni del protagonista, il pistolero Django, il quale è in cerca della figlia Sarah, unica superstite all’assassinio di tutta la sua famiglia. Nella serie, l’attore si trova a recitare accanto all’attrice Lisa Vicari, interprete di Sarah, e Noomi Rapace, presente nei panni della religiosa Elizabeth Thurmann.

5. Ha cercato di rendere umano il suo personaggio. Parlando del suo Django, l’attore ha affermato di non aver cercato di reinventare attraverso di esso il concetto di mascolinità nel genere western, quanto di far emergere debolezze e fragilità che spesso non venivano mostrate in questo tipo di personaggi. Il Djano di Schoenaerts, dunque, si configura come un essere umano mostrato a 360 gradi, attraverso tutte le sue sfumature possibili.

Matthias Schoenaerts in Amsterdam

6. Ha avuto un ruolo nel film. Con Amsterdam, film che unisce commedia, dramma e thriller, l’attore è tornato a recitare in una produzione statunitense. Ha qui interpretato il detective Lem Getwiller, partner del detective Hiltz e incaricato insieme a quest’ultimo di risolvere l’omicidio alla base del racconto. Il film ha dunque permesso a Schoenaerts di distinguersi in mezzo ad un cast composto da noti attori come Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington e Anya Taylor-Joy.

Matthias Schoenaerts in The Danish Girl

7. Come il suo personaggio nel film, è un appassionato d’arte. Nel film in costume The Danish Girl, dedicato alla seconda persona ad essersi identificata come transgender e a essersi sottoposta a un intervento di riassegnazione sessuale, Schoenaerts interpreta l’impresario d’arte Hans Axgil. Come il suo personaggio, l’attore ha raccontato di essere a sua volta un appassionato d’arte, dedicandosi nel tempo libero alla pittura e all’arte dei graffiti.

Matthias-Schoenaerts-The-Danish-Girl

Matthias Schoenaerts è su Instagram

8. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 163 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato quasi 2000 post, in parte relativi alle sue attività come attore o modello, potendo dunque ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Non mancano però anche altre tipologie di immagini, relative a luoghi ed esperienze fatte dall’attore. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Matthias Schoenaerts: chi è la sua fidanzata

9. È molto riservato. Schoenaerts è da sempre molto restio a condividere informazioni relative alla sua vita sentimentale, ma è noto che fino a qualche tempo fa era legato ad una donna di nome Alexandra Schouteden, di professione avvocato. Negli ultimi due anni, tuttavia, sembra abbia una relazione con Pia Miller, modella, attrice e conduttrice televisiva australiana di origini cilene. Nonostante alcuni scambi di messaggi sui social, nessuno dei due ha confermato la loro eventuale relazione, né si hanno molte notizie recenti sullo stato della loro storia d’amore.

Matthias Schoenaerts: età, altezza e fisico dell’attore

10. Matthias Schoenaerts è nato l’8 dicembre 1977 a Antwerp, Belgio. L’attore è alto complessivamente 1,88 metri. Data la sua altezza, Schoenaerts non passa di certo inosservato ed è noto anche per un fisico particolarmente imponente, che non ha mancato di mostrare in alcuni suoi film per i quali era richiesta una grande fisicità.

Fonte: IMDb, Instagram

The Last of Us, i creatori affrontano il secondo episodio: i clicker e i cambiamenti dal gioco [Spotlight]

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AVVISO SPOILER:  questa intervista contiene spoiler dall’episodio 2 di “The Last of Us“, ora in streaming su HBO Max. In Italia su SKY ATLANTIC e in Streaming su NOW.

L’ultimo episodio di “The Last of Us” della HBO ha scatenato una creatura terrificante che farebbe dimenare persino il Demogorgone di “Stranger Things“. I mostruosi clicker infetti hanno fatto il loro debutto televisivo nell’episodio 2 di “The Last of Us“, appropriatamente intitolato “Infected”. Queste creature barcollanti sono state così infettate dal fungo cordyceps che i gambi dei funghi sono esplosi attraverso i loro volti e li hanno resi ciechi, costringendoli a emettere rumori agghiaccianti come una forma di ecolocalizzazione per catturare la loro preda.

Nel videogioco originale “The Last of Us“, pubblicato per PlayStation 3 nel 2013, affrontare un clicker impreparato significava una morte quasi certa. Un giocatore deve aggirare furtivamente i mostri o sparare diversi colpi di pistola direttamente sui loro teschi ricoperti di vegetazione per abbatterli. Nell’episodio di domenica sera, Joel (Pedro Pascal) Ellie (Bella Ramsey) e Tess (Anna Torv) hanno difficoltà a sconfiggere solo due dei mostri e, come già sapevano i fan del videogioco, lo scontro porta alla morte di Tess.

“Infected” adatta diversi livelli iniziali del gioco, in cui Joel, Ellie e Tess devono sgattaiolare attraverso strade bombardate, un hotel allagato e un museo abbandonato per lasciare Ellie con i ribelli Firefly. Dopo che Tess è stata morsa da un clicker, nasconde la sua ferita mortale finché non raggiungono il punto d’incontro del Campidoglio. Ma invece di trovare soldati Firefly, tutto ciò che attende il trio sono cadaveri infetti. In un ultimo atto di eroismo, Tess esorta Joel a portare Ellie avanti per trovare una cura per il cordyceps usando l’immunità di Ellie.

Mentre gli umani infetti si precipitano verso Tess, lei rimane perfettamente immobile e tenta di accendere un deposito di benzina con un accendino. In uno scioccante allontanamento dal videogioco, un maschio infetto si avvicina a Tess, con sottili viticci fungini che gli escono dalla bocca, e le pianta un bacio disgustoso, proprio mentre l’accendino fa scintille e provoca un’esplosione di fuoco.

The Last of Us - Episodio 2
The Last of Us – Episodio 2 © HBO

In un’altra sorprendente espansione dal gioco “The Last of Us“, l’episodio inizia con un flashback a Giacarta, in Indonesia, nel 2003, dove un micologo scopre una delle prime persone a morire di cordyceps. È la prima volta che “The Last of Us” svela un po’ del mistero dietro le origini del fungo, fornendo una nuova, anche se breve, prospettiva su come il resto del mondo è stato colpito dall’epidemia. I creatori Craig Mazin e Neil Druckmann hanno parlato del flashback a Variety, così come di quel grottesco bacio clicker, sostituendo le spore del cordyceps con viticci fungini e altro dall’episodio 2.

  • Come hai deciso di aprire con questo flashback a Jakarta?

Craig Mazin: È iniziato con una conversazione che io e Neil stavamo avendo all’inizio, in cui gli avrei posto alcune delle mie domande brevettate e fastidiose. Uno di questi era “Cosa sta succedendo nel resto del mondo?” Una delle cose di cui Neil parla sempre è come nel gioco la tua prospettiva sia davvero completamente connessa a Joel o Ellie, a seconda di chi stai muovendo con il tuo controller. Non ce l’abbiamo, quindi la domanda è: “Che aspetto ha il resto del mondo?” Inizialmente, avremmo avuto una visione molto più internazionale delle cose, ma penso che dove siamo andati fosse solo parlare di dove è iniziato e radicare le persone nella scienza come meglio potevamo.

Neil Druckmann: Volevamo che fosse molto incentrato sui personaggi, quindi ci siamo concentrati su questo scienziato, e sul terrore e la realizzazione quando capisce che siamo fottuti.

  • Quali altri elementi internazionali c’erano?

Mazin : Avevamo un montaggio di cui avremmo parlato e che non abbiamo fatto, ma in realtà non voglio dire troppo perché, sai, le cose potrebbero andare bene e potremmo riuscire a riutilizzare alcuni dei quelle pagine.

The Last of Us episodio 2
The Last of Us – Episodio 2 © HBO
  • Vedremo mai le origini del fungo o rimarrà sempre un mistero?

Druckmann: Tutto quello che abbiamo visto nel gioco era dal punto di vista di tre personaggi: [la figlia di Joel] Sarah, Joel ed Ellie, tutto qui. Qui, abbiamo la possibilità di lasciare quei personaggi e mostrare altre cose, ma è sempre stato importante non dire mai: “OK, ecco il paziente zero, l’origine esatta”. Molto si basa su suggerimenti. Craig veniva da me con le sue milioni di domande, come “Come si è diffusa questa cosa?” Abbiamo avuto un accenno nel gioco, nel giornale che prendi come Sarah, dove implica che c’erano prodotti contaminati. Abbiamo parlato di: come si diffonderebbe? Da dove inizierebbe?Stiamo rivelando sempre di più dal primo episodio, in cui abbiamo dato suggerimenti su cose che sarebbero andate molto diversamente per i Miller se avessero fatto quei pancake. Ora, possiamo vedere un po’ di più su come è iniziata questa cosa.

  • La gente ha notato nel primo episodio che Joel e Sarah evitavano di mangiare cibi con farina, come la torta di compleanno, i pancakes ei biscotti del vicino. Jakarta ha anche uno dei più grandi mulini del mondo, che sembra collegare il fungo diffuso con la farina contaminata. Questa teoria è corretta?

Mazin: Penso che sia piuttosto esplicito.

Druckmann: Sì, abbiamo praticamente detto di sì.

Mazin  Quando parla di dove lavoravano queste persone e di cosa stava succedendo in quella fabbrica – sì, è abbastanza chiaro che è quello che sta succedendo. Ci è piaciuta l’idea di quella scienza e facciamo del nostro meglio per assicurarci che tutte le nostre ricerche siano collegate. [Il micologo] chiede dove sia successo, e il tizio dice una fabbrica di farina nella parte ovest della città. Stiamo assolutamente parlando – c’è il più grande mulino del mondo a Jakarta – quindi questa è una bella teoria e penso che le persone dovrebbero continuare a seguirla.

  • Un’altra delle libertà dal gioco sono i viticci di cordyceps. Da dove è nata quell’idea ?

Druckmann: È iniziato con Craig che odiava gli zombi, sto scherzando. Ma avevamo parlato di come siamo in un genere popolare e ci sono molte versioni diverse di storie di un’epidemia. Abbiamo fatto del nostro meglio per trovare ciò che è unico nella nostra storia e nel nostro mondo. Per i nostri clicker, li abbiamo rimossi dal gioco e li abbiamo tenuti così come sono. Ma per gli infetti più recenti, abbiamo avuto molte conversazioni su cos’altro possiamo fare con il vettore oltre ai morsi. Abbiamo esaminato i concept art in cui c’è questa implicazione del fungo che cresce sotto la pelle. E se fosse questo il punto? Non si tratta tanto del morso, hanno solo bisogno che questi viticci passino da un ospite all’altro ed è così che l’infezione si diffonde.

Mazin: Se ascolti attentamente, viene menzionata la parola “spore”. Non so necessariamente se questa volta vedremo delle spore, ma dire che il nostro mondo ne è privo non sarebbe accurato. Non lo sappiamo ancora bene: fa parte del divertimento dell’adattamento e lasciare questi bordi sfocati della mappa ai nostri personaggi da scoprire mentre l’avventura continua.

  • Ti aspettavi un simile contraccolpo da parte dei fan?

Druckmann: Ho imparato ad aspettarmi un contraccolpo dagli starnuti. Penso che parli al tipo di fan che abbiamo, che sono così protettivi e amano così tanto il mondo e questi personaggi che tutto ciò che vedono come una deviazione, senza il contesto completo di ciò che significa, presumono il peggio e respingono su di essa. Penso che l’aggiunta sia qualcosa di utile. In realtà è una di quelle aggiunte in cui dico: “Oh amico, vorrei che ce l’avessimo per il gioco. Vorrei che ci avessimo pensato anni fa, perché mi piace così tanto.

Mazin: Va bene se le persone ne sono sconvolte, non le biasimo. Tutti sognano di lavorare su qualcosa in cui il coinvolgimento dei fan sia a questo livello, in cui le persone discuteranno su queste cose o si sentiranno appassionate. A volte mi sento, se solo vedi come va, penso che starai bene. Sono successe molte cose, ma ci saranno sicuramente anche persone che diranno “Sei incasinato” e lo capisco. Sicuramente non renderemo tutti felici, questo lo so.

  • Che tipo di direzione hai dato agli attori del clicker con i loro movimenti e le loro voci?

Druckmann: Avevamo le registrazioni della partita e guardavamo i movimenti. Abbiamo lavorato con Barrie e Sarah Gower, che hanno il miglior team di protesi del mondo, per studiare il gioco e fare una versione che non solo cerchi di replicare qualcosa che abbia tutti questi dettagli pazzi e meravigliosi, ma ci assicuri anche che la persona all’interno la protesi può muoversi liberamente e contorcersi e muoversi in uno spazio in un modo davvero unico per questo parassita. Cerchiamo attori di movimento in grado di replicare quel movimento e siamo molto fortunati ad aver trovato alcuni attori che adorano il gioco. Quando abbiamo visto Sam, il nostro clicker principale, in un video, ricordo che questa persona si muoveva come un clicker fuori dal gioco. Non solo, ho sentito dei ticchettii, come se usassero un suono del gioco mentre lo fanno. Ma no, stava emettendo i suoni del clicker e poi il video finisce e mostra una copia del gioco e dice come è stato un fan per così tanto tempo. Questo è un altro esempio di come eravamo circondati da persone che sono solo fan del materiale e volevano rendergli giustizia. Per quanto riguarda la direzione, trattarli come animali in un certo senso, qualcosa di molto primordiale e istintivo e dare loro una direzione come “inseguire”, “catturare” perché la cosa che stanno facendo è cercare di diffondere ulteriormente l’infezione.

  • Da dove viene quel bacio con il clicker?

Mazin: Stavamo facendo delle prime ricerche su come i funghi appaiono nella realtà, e avevamo un ottimo modello per come appariva nel gioco. Volevamo andare oltre e dire: “OK, quali sono le diverse forme e funzioni?” Ho trovato questa immagine che un artista aveva creato di qualcuno che era stato assorbito da un fungo e nella sua bocca c’erano dei funghi. Stavamo già parlando dei viticci che escono e ci ponevamo queste domande filosofiche: “Perché le persone infette sono violente? Se lo scopo è diffondere il fungo, perché devono essere violenti?” Siamo atterrati sul fatto che non lo fanno. Sono violenti perché resistiamo, ma se non lo fai? Che effetto fa se rimani perfettamente immobile e lasci che ti facciano questo?

Poi siamo atterrati su questo carburante da incubo. È inquietante ed è violento. Penso che sia molto primordiale nel modo in cui invade il tuo stesso corpo. Per usare una parola abusata, sta innescando. È una combinazione straordinaria tra la regia di Neil, la recitazione di Anna Torv quando ovviamente non c’è nulla e il nostro dipartimento di effetti visivi che fa questo lavoro meraviglioso per far sì che tutto si unisca e sembri reale e terribile.

Druckmann : In parte è stata la deviazione dal gioco, in cui Tess viene uccisa dai soldati. Abbiamo avuto una lunga conversazione su ciò che è tematicamente più appropriato per questo episodio, che si chiama “Infected” e riguarda la minaccia dall’esterno. Abbiamo lasciato la zona di quarantena e questo ha portato a quest’altra versione in cui sta dando un’apertura per scappare a Joel ed Ellie facendo esplodere un gruppo di infetti. Poiché siamo crudeli con i personaggi che amiamo così tanto, sembrava che lei sapesse di essere finita, e poi l’accendino non funziona, e l’abbiamo portata fino al limite dell’orrore prima di darle finalmente una via d’uscita .

  • Quali altre differenze volevi introdurre in questi clicker che non erano nel gioco?

Druckmann: L’altra cosa che è emersa dalle nostre conversazioni è la rete di infetti che vedete in questo episodio. Sono connessi ed è più spaventoso quando sembra che stiano lavorando come un’unità piuttosto che come individui. Toccarne uno potrebbe innescare quelli che sono a miglia di distanza per inseguirti. Questo rende il mondo ancora più spaventoso. Dico sempre a Craig: “Figlio di puttana, è una di quelle cose che renderebbero un gameplay fantastico. Vorrei che lo avessimo nel gioco.

Mazin: Avresti dovuto assumermi, Neil.

  • Cosa eri più entusiasta di fare nello show che non avevi nel gioco?

Druckmann : Quella che compare molto tardi nella stagione è la mamma di Ellie. Avevo scritto un racconto dopo che avevamo già spedito il gioco. Doveva essere un cortometraggio animato, ma è andato in pezzi e non è stato realizzato. C’è stato un momento in cui l’abbiamo quasi realizzato come DLC , ma è andato in pezzi. Nelle nostre conversazioni, ne ho parlato con Craig e lui ne è stato immediatamente entusiasta, o come direbbe lui “attivato”. L’abbiamo portato in vita nel modo più bello e poetico, che è Ashley Johnson che interpreta la madre di Ellie e lei era l’attore originale per Ellie.

  • Tra Tess e Joel, chi decide nella relazione? Joel è il nostro personaggio principale, ma sembra che Tess sia davvero quella che comanda .

Druckmann: Ho visto molte persone sottolineare che Joel è il cucchiaino.

Mazin: Lui è il cucchiaino. Non so se si tratta di chi chiama i colpi tanto quanto di quando si trattava di Ellie, Tess era quella a cui guardava. Tess era quella con cui si collegava. Joel non era qualcuno con cui aveva una connessione istintiva. Ci sono questi momenti strani e istintivi in ​​cui si rivolge a Joel, ma la sua ammirazione è per Tess. Guarda con chi parla, con chi è in piedi accanto, con chi cammina, e parte di ciò era proporre questa trama alternativa in cui non è Tess che incontra la sua morte, è Joel. E poi lo spettacolo parla di Tess ed Ellie. Questa è forse la storia che Ellie sta immaginando nella sua mente, il che rende ciò che accade ancora più tragico e frustrante. Joel non la vuole e lei non vuole lui.

  • Ho adorato il riferimento a Ellie che non è in grado di nuotare in hotel. La vedremo imparare a nuotare in questa stagione?

Mazin : C’è un intero episodio in cui la portiamo dal galleggiare a remare alla pecorina. È davvero noioso, ragazzi. Sono 60 minuti solidi di sole lezioni di nuoto. Quanto sarebbe fantastico se lo facessimo e basta? Fanculo, lo stiamo facendo.

Druckmann : Ora qualcuno sarà deluso dal fatto che non lo stiamo facendo.

Mazin : La nostra filosofia generale sugli Easter Eggs è che non facciamo mai cose solo per dire “Ehi, fan, guardate qui”. C’è sempre qualche motivo interessante per questo, o contribuisce a una relazione di carattere. In quel caso, volevamo stabilire una connessione con il modo in cui Ellie era stata stranamente protetta. È di più, ecco un bambino che non è mai stato in una piscina perché non esistono. Poiché non può lasciare la zona di quarantena, non può nemmeno nuotare nell’oceano. È strano quanto stiano crescendo le loro vite in questo nuovo mondo. Durante questo episodio, Joel inizia a capire cosa fa e cosa non sa Ellie, e inizia a parlare di cosa fa e cosa non sa. Questa è una cosa interessante da sperimentare per Joel perché non ha un figlio suo in questo nuovo mondo.

  • E il DVD “Curtis and Viper” della premiere?

Druckmann : Immagino che quando c’è l’opportunità di fondere i due mondi del gioco e dello spettacolo, ci buttiamo al volo. È come, “OK, vogliamo guardare un film. Qual è il film che guarderebbero? Oh, in questo caso potremmo stabilire una connessione con “The Last of Us Part II“. Non ci soffermiamo troppo su di loro, ma è lì per i fan. Hanno una connessione più profonda a causa di ciò.

Netflix ha acquisito i diritti del film horror “Run Rabbit Run”

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Netflix ha acquisito i diritti del film horror “Run Rabbit Run”

Netflix ha acquisito i diritti internazionali del thriller horror Run Rabbit Run (da questo accordo sono esclusi i territori di Benelux, Portogallo, Europa orientale, Medio Oriente, America Latina, Hong Kong, India, Indonesia, Filippine, Paesi nordici e Taiwan).

In Run Rabbit Run protagonisti sono Sarah Snook (Succession, The Beautiful Lie), Lily LaTorre, Damon Herriman (Thai Cave Rescue – Salvati dalla grotta, The Serpent, C’era una volta a… Hollywood) e Greta Scacchi (Darby & Joan, Shepherd).

La pellicola è diretta da Daina Reid (Shining Girls, The Handmaid’s Tale, The Outsider) e si basa su una sceneggiatura scritta da Hannah Kent (La donna del bosco, Devotion, Ho lasciato entrare la tempesta). Il film è prodotto da Sarah Shaw e Anna McLeish (Relic, Partisan, Snowtown). Produzione esecutiva: Nate Bolotin, Maxime Cottray, Nick Spicer e Aram Tertzakian (XYZ Films), Deanne Weir, Olivia Humphrey, Jack Christian, D.J. McPherson, Daina Reid, Sarah Snook, Jake Carter e Katie Anderson.

Nel film Sarah Snook interpreta una specialista di fertilità che crede nella distinzione netta tra la vita e la morte, ma dopo aver notato lo strano comportamento della figlia piccola, deve mettere in discussione i propri valori e affrontare uno spettro del passato. Run Rabbit Run sarà disponibile su Netflix nel 2023.

Le riprese di Run Rabbit Run sono state fatte in loco a Melbourne, stato di Victoria, e nella regione Riverland dello stato Australia Meridionale. Il film si aggiunge all’elenco sempre più folto di storie create in Australia per Netflix, come il documentario premiato agli Emmy Pallino e le meraviglie della barriera corallina, la serie di successo Heartbreak High e il dramma crime The Stranger. Tra i titoli in arrivo troviamo la serie dramedy Wellmania con Celeste Barber, il suo speciale comico da tutto esaurito Celeste Barber: Fine, Thanks, una miniserie che adatta l’iconico romanzo australiano di Trent Dalton Ragazzo divora universo, il film biografico su Jessica Watson True Spirit e infine le nuove stagioni di Heartbreak High e Surviving Summer – Un’estate travolgente.

Fair Play: Netflix compra il thriller con Phoebe Dynevor al Sundance

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Fair Play, uno dei film più interessanti presentati in anteprima al Sundance Film Festival di quest’anno, è stato venduto a Netflix dopo la conclusione di un “enorme affare” da 20 milioni di dollari. La piattaforma ha comprato i diritti globali del film. Data la calorosa accoglienza, il film ha scatenato una guerra di offerte tra diversi distributori , tra cui Searchlight e Neon. Non è l’unico film a suscitare un forte interesse: anche “Flora and Son” di John Carney, un dramma musicale con Eve Hewson e Joseph Gordon-Levitt, sta attirando diversi offerenti, secondo Variety.

Chloe Domont ha diretto Fair Play nel suo primo lungometraggio. Nel thriller psicologico, l’esordiente Phoebe Dynevor di “Bridgerton” e la star di “Solo” Alden Ehrenreich interpretano una coppia appena fidanzata che mantiene segreta la loro relazione perché lavorano insieme in un hedge fund spietato. Quando il personaggio di Dynevor, Emily, viene promosso al posto di Luke di Ehrenreich, la dinamica di potere della coppia cambia irrimediabilmente.

“Pensavo che [la finanza] fosse un ottimo sfondo perché la posta in gioco è matura per il dramma”, ha detto Chloe Domont a Variety dopo la premiere del film. “Si nutre della tossicità della relazione e viceversa.” In una recensione entusiastica, il principale critico cinematografico di Variety Owen Gleiberman ha elogiato “Fair Play” per avere “molto da dire sul mondo post-#MeToo e si diverte molto a dirlo”. “È uno dei rari film del Sundance che potrebbe sfondare totalmente nel mondo reale“, ha scritto. “E in un’epoca in cui film come ‘Tár’ e ‘The Fabelmans’ hanno faticato, questo lo rende un bene speciale.

Ci è voluto del tempo prima che il mercato del Sundance si surriscaldasse, ma c’erano tanti affari in rampa di lancio al Park City. All’inizio della settimana, Magnolia ha acquisito i diritti mondiali del documentario “Little Richard: I Am Everything” e Netflix ha ottenuto i diritti di “Run Rabbit Run“, un thriller con Sarah Snook.

Fair Play” è il debutto cinematografico di Chloe Domont dopo aver diretto cortometraggi ed episodi televisivi di “Billions”, “Suits” e “Ballers”. Rian Johnson e Ram Bergman di T-Street sono stati i produttori esecutivi del film, sostenuto da MRC. I produttori includono Leopold Hughes e Ben LeClaire di T-Street, così come Tim White, Trevor White, Allan Mandelbaum di Star Thrower Entertainment.

Chris Evans supporta Jeremy Renner, “Qualcuno ha controllato lo stato del gatto delle nevi?”

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Mentre Jeremy Renner si riprende dalle oltre le 30 fratture riportate dopo uno strano incidente che ha coinvolto il suo spazzaneve, Chris Evans  ha mandato il suo supporto all’attore e suo co-protagonista di “Avengers”. Evans ha risposto ad una foto postata da Renner mentre fa riabilitazione dopo l’incidente, sostenendo che qualcuno dovrebbe controllare lo stato del Gatto delle Nevi, dopo essersi “scontrato” contro il roccioso Jeremy Renner

Renner ha postato la foto dichiarando “Voglio ringraziare TUTTI per i loro messaggi e la loro premura. Tanto amore e apprezzamento a tutti voi. Queste oltre 30 ossa rotte si ripareranno, diventeranno più forti, proprio come l’amore e il legame con la famiglia e gli amici si approfondiscono”. Chris Evans ha risposto: “Questa è una cosa difficile“, ha risposto Evans a una foto di Renner in convalescenza. “Qualcuno ha controllato il gatto delle nevi??? ti mando così tanto amore”.

 

Jeremy Renner ha risposto scherzando a Evans: “Ti amo fratello … ho controllato il gatto delle nevi, ha bisogno di carburante”.

Renner ha rivelato durante il fine settimana di aver rotto oltre 30 ossa nell’incidente dello spazzaneve del 1 gennaio che lo ha lasciato ricoverato in ospedale con trauma toracico contusivo e lesioni ortopediche. Nel tentativo di aiutare un membro della famiglia la cui auto era rimasta bloccata nella neve, Renner finì per essere investito dal suo PistenBully o Sno-Cat, un macchinario estremamente grande del peso di almeno 14.000 libbre.

Kevin Feige dei Marvel Studios non pensa che il pubblico si stancherà mai dei film sui supereroi

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Gli spettatori si stancheranno mai dei film supereroe? Il capo della Marvel Studios Kevin Feige non lo crede, ed è quello che ha sostenuto in una nuova intervista podcast, dichiarando che ci sono 80 anni di storie “rivoluzionarie” raccontate nei fumetti Marvel che possono adattarsi a “generi diversi”.

Lavoro ai Marvel Studios da oltre 22 anni, e la maggior parte di noi qui ai Marvel Studios sono insieme da circa un decennio o più“, ha detto Kevin Feige  su “The Movie Business Podcast”, condotto da Jason E. Squire, un autore e professore alla USC School of Cinematic Arts. “Probabilmente dal mio secondo anno alla Marvel, la gente mi chiedeva: ‘Bene, quanto durerà? Questa moda dei film a fumetti finirà?‘”

Kevin Feige ha continuato: “Non ho davvero capito la domanda. Perché per me era come dire dopo ‘Via col vento’, ‘Bene, quanti altri film possono essere tratti dai romanzi? Pensi che il pubblico si arrabbierà per i film adattati dai libri?’ Non lo chiederesti mai perché c’è una comprensione intrinseca tra la maggior parte delle persone che un libro può essere qualsiasi cosa. Un romanzo può avere qualsiasi tipo di storia. Quindi tutto dipende da quale storia stai traducendo. I lettori non di fumetti non capiscono che è la stessa cosa nei fumetti.”

Facendo riferimento al ricco catalogo di fumetti Marvel, che risalgono al 1939, Feige ha affermato che ci sono innumerevoli storie che lo studio può adattare in vari generi. Ci sono 80 anni delle storie più interessanti, emozionanti e rivoluzionarie che sono state raccontate nei fumetti Marvel, ed è un nostro grande privilegio poter prendere ciò che abbiamo e adattarlo“, ha detto. “Un altro modo per farlo è adattarli a generi diversi e a quali tipi di film vogliamo realizzare“.

Feige ha concluso: “Ho scoperto che se raccontiamo la storia nel modo giusto e la adattiamo in modo tale che il pubblico ancora ci stia seguendo oltre 22 anni dopo… possiamo [fare] qualsiasi tipo di film che condividono due cose: il logo dei Marvel Studios sopra il titolo e un seme di un’idea dalla nostra storia editoriale.”

Eileen: prime foto del thriller con Anne Hathaway e Thomasin McKenzie

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Sono state rivelate le prime foto ufficiali dell’imminente adattamento cinematografico del thriller in costume di Ottessa Moshfegh,Eileen, che ci offre il nostro primo sguardo alle star principali Anne Hathaway e Thomasin McKenzie. Il film è stato presentato in anteprima mondiale lo scorso fine settimana al Sundance Film Festival del 2023.

Le foto di Eileen mostrano la chimica tra Hathaway e McKenzie mentre ritraggono i rispettivi ruoli della dottoressa Rebecca St. John ed Eileen, che lavorano insieme in una prigione. Formeranno un improbabile legame che li porterà in qualche modo a essere coinvolti in un crimine scioccante. Guarda le foto di Eileen qui sotto:

 

Eileen, il film

Eileen è diretto da William Oldroyd da una sceneggiatura scritta da Moshfegh e Luke Goebel. Il film è interpretato da Thomasin McKenzie (Jojo Rabbit , Last Night in Soho), Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada), Shea Whigham (True Detective), Marin Ireland (The Umbrella Academy) e Owen Teague (The Stand).

Il film segue una strana giovane donna la cui triste vita si estende verso una miseria senza fine“, si legge nella sinossi. “Nella gelida Boston degli anni ’60, Eileen (Thomasin McKenzie) si trascina tra la casa squallida ed emotivamente infestata di suo padre e la prigione dove lavora insieme ai colleghi che l’hanno ostracizzata. Quando una donna ubriaca (Anne Hathaway) si unisce al personale della prigione, Eileen viene rapita. Proprio quando la possibilità di un’amicizia salvifica (o forse più) prende piede e forma un singolare barlume nell’oscurità di Eileen, il suo nuovo confidente la coinvolge in un crimine scioccante che cambia tutto.”

Il film è prodotto da Goebel, Oldroyd, Moshfegh, Anthony Bregman, Stefanie Azpiazu e Peter Cron. I produttori esecutivi sono Farhana Bhula, Ollie Madden, Julia Oh, Gregory Zuk e Jamin O’Brien.

The Last of Us: il trailer dell’episodio 3 rivela il personaggio di Nick Offerman

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HBO ha rilasciato il trailer promozionale del prossimo terzo episodio di The Last of Us, “Long Long Time“, diretto da Peter Hoar da una sceneggiatura scritta da Craig Mazin. Il prossimo episodio andrà in onda domenica 29 gennaio. Il video presenta l’introduzione del sopravvissuto Bill interpretato da Nick Offerman, mentre si occupa di trasgressori armati.

Il contributo mostra anche il suo primo incontro non così amichevole con Frank, interpretato da Murray Bartlett, che viene catturato in una delle trappole di Bill. Dai un’occhiata al promo di The Last of Us Episodio 3 qui sotto:

Insieme a Gabriel Luna nella serie The Last of Us ci sono Pedro Pascal e Bella Ramsey nei panni di Joel ed Ellie, Nico Parker (Dumbo) nei panni della figlia di Joel, Sarah, Anna Torv (Mindhunter) nei panni di Tess, e Merle Dandridge (The Flight Attendant) mentre riprende il ruolo del video. giochi nei panni di Marlene, la leader di un gruppo di resistenza noto come le lucciole. Nel cast anche Jeffrey Pierce (Bosch) nei panni di Perry, Murray Bartlett (The White Lotus) nei panni di Frank, Con O’Neill (Chernobyl) nei panni di Bill e Storm Reid (Euphoria) nei panni di Riley.

Già apprezzatissima dalla critica internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere. La serie è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.  

Razzie Awards: le nomination, Blonde ottiene 8 candidature

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Razzie Awards: le nomination, Blonde ottiene 8 candidature

Con ben 8 menzioni, Blonde di Andrew Dominik è il film più nominato ai 43° Razzie Awards, i premi che Hollywood assegna al peggio del cinema dell’anno, in concomitanza con gli Academy Awards. In attesa infatti delle nomination ai 95° Academy Awards, sono state diffuse oggi quelle ai Razzie e il risultato è sorprendente.

Netflix con Blonde e Disney e Sony, rispettivamente con il Pinocchio di Robert Zemeckis e Morbius con Jared Leto, sono i film più nominati. Quest’anno le nomination sono state particolarmente bizzarre: Tom Hanks, che potrebbe essere nominato agli Oscar per Elvis, è nominato ai Razzie per Pinocchio, mentre Blonde, film che è valso a Ana de Armas una nomination ai Golden Globes e una ai SAG e una probabile candidatura agli Oscar, guida la lista dei film più nominati al premio che riconosce il peggio dell’anno.

Di seguito, tutti i nominati ai 43° Razzie Awards

Peggior Film

  • Blonde
  • Pinocchio della Disney 
  • Good Mourning
  • The King’s Daughter
  • Morbius

Peggior attore

  • Machine Gun Kelly (Good Mourning)
  • Pete Davidson – doppiaggio (Sansone)
  • Tom Hanks (Pinocchio)
  • Jared Leto (Morbius)
  • Sylvester Stallone (Samaritan)

Peggior attrice

  • Ryan Kiera Armstrong (Firestarter)
  • Bryce Dallas Howard (Jurassic World – Il Dominio)
  • Diane Keaton (Mack & Rita)
  • Kaya Scodelario (The King’s Daughter)
  • Alicia Silverstone (Sharks – Incubo dagli abissi)

Peggior attore non protagonista

  • Pete Davidson (Good Mourning)
  • Tom Hanks (Elvis)
  • Xavier Samuel (Blonde)
  • Mod Sun (Good Mourning)
  • Evan Williams (Blonde)

Peggior attrice non protagonista

  • Adria Arjona (Morbius)
  • Lorraine Bracco – doppiaggio (Pinocchio)
  • Penelope Cruz (Secret Team 355)
  • Bingbing Fan (Secret Team 355 e The King’s Daughter)
  • Mira Sorvino (Lamborghini – The Man Behind the Legend)

Peggior coppia sullo schermo 

  • Machine Gun Kelly & Mod Sun (Good Mourning)
  • I due “veri” personaggi nella scena ambientata nella “fittizia” camera da letto della Casa Bianca (Blonde)
  • Tom Hanks & la sua faccia carica di protesi di lattice (Elvis)
  • Andrew Dominik & i suoi problemi con le donne (Blonde)
  • due sequel di 365 giorni (rilasciati entrambi nel 2022)

Peggior remake\rip-off\sequel 

  • Blonde
  • Entrambi i sequel di 365 giorni365 giorni – Adesso e Altri 365 giorni 
  • Pinocchio della Disney
  • Firestarter
  • Jurassic World – Il Dominio 

Peggior regista

  • Judd Apatow (Nella Bolla)
  • Machine Gun Kelly & Mod Sun (Good Mourning)
  • Andrew Dominik (Blonde)
  • Daniel Espinosa (Morbius)
  • Robert Zemeckis (Pinocchio)

Peggior sceneggiatura

  • Blonde – Adattato da Andrew Dominik, dal “romanzo\biografia”di Joyce Carol Oates
  • Pinocchio – Sceneggiatura di  Robert Zemeckis & Chris Weitz (non autorizzati dalla “proprietà” di Carlo Collodi)
  • Good Mourning – “Scritto” da Machine Gun Kelly & Mod Sun
  • Jurassic World – Il dominio – Sceneggiatura di Emily Carmichael, Colin Treverrow & Derek Connolly
  • Morbius – Sceneggiatura e adattamento per lo schermo di Matt Sazama & Burk Sharpless

Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate: libro, trama e cast del film

Per tutti coloro rimasti incantati dalla Terra di Mezzo grazie alla trilogia de Il Signore degli Anelli, il regista premio Oscar Peter Jackson dà loro la possibilità di tornarvi grazie ad una nuova trilogia di film qui ambientati. Iniziata con Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato, questa è poi proseguita poi con Lo Hobbit – La desolazione di Smaug e Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate (qui la recensione), uscito in sala nel 2014. Tornano così sul grande schermo numerosi personaggi già conosciuti e amati, a cui si aggiungono nuovi eroi tutti da scoprire, grandi o piccoli che siano. Ricomincia dunque l’eterna lotta tra il male e il bene, con quest’ultimo capace di nascondersi anche nei luoghi più inaspettati.

Come già avvenuto per i precedenti film, anche Lo Hobbit si basa sull’omonimo romanzo del celebre scrittore J. R. R. Tolkien. Pubblicato per la prima volta nel 1937, questo racconta le gesta dell’hobbit Bilbo Baggins, e del suo incredibile viaggio verso terre e luoghi mai visti prima. Nel film di Jackson, la missione di questi è quella di aiutare un gruppo di nani a sconfiggere il terribile drago Smaug, ma forze più grandi inizieranno ad agitarsi nell’ombra, riportando alla luce l’Unico Anello, ricercato con grande avidità dal malvagio Sauron. Originariamente, era proprio da questo racconto che Jackson desiderava partire, ma per problematiche legali finì invece con il concentrarsi sull’altra ben nota trilogia.

Arrivato in sala, il film raccolse grandi consensi, in particolare da tutti quegli spettatori che non vedevano l’ora di rivivere avventure simili a quelle già conosciute. Lo Hobbit – La desolazione di Smaug arrivò così ad un guadagno globale di circa 956 milioni di dollari a fronte di un budget stimato intorno ai 250. Con tale risultato, il film è diventato uno dei maggiori incassi del 2013, nonché della storia del cinema. Molte sono le curiosità da scoprire legate al titolo, specialmente in occasione di una nuova visione. Proseguendo nella lettura si potranno scoprire così dettagli sulla trama, il cast e molto altro.

La trama di Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate

Dopo aver reclamato la loro patria dal drago Smaug, la compagnia ha involontariamente scatenato una forza letale nel mondo. Infuriato, Smaug abbatte la sua ira ardente e senza pietà alcuna su uomini inermi, donne e bambini di Pontelungo. Ossessionato soprattutto dal recupero del suo tesoro, Thorin sacrifica l’amicizia e l’onore e mentre i frenetici tentativi di Bilbo di farlo ragionare si accumulano finiscono per guidare lo Hobbit verso una scelta disperata e pericolosa. Per fermare il drago, il gruppo dovrà unire le proprie forze, e con Bard l’Arciere e gli elfi Tauriel e Legolas, cercheranno di individuare il punto debole dove colpirlo e ucciderlo una volta per tutte.

Ma ci sono anche pericoli maggiori che incombono. Non visto, se non dal Mago Gandalf, il grande nemico Sauron ha mandato legioni di orchi in un attacco furtivo sulla Montagna Solitaria. Mentre l’oscurità converge sul conflitto in escalation, le razze di Nani, Elfi e Uomini devono decidere se unirsi o essere distrutte. Bilbo si ritrova così a lottare per la sua vita e quella dei suoi amici, coinvolto suo malgrado nell’epica Battaglia delle Cinque Armate. Se c’è una cosa che è chiara a tutti sin da subito, è che l’esito di questa determinerà in modo inequivocabile il futuro della Terra di Mezzo, ora più che mai in bilico.

Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate: il cast del film

Per dar vita ai nuovi personaggi presenti nel film, il regista ha condotto lunghi casting al fine di individuare le personalità più adatte. Ad interpretare il giovane Bilbo Baggins è così stato scelto Martin Freeman, il quale aveva però inizialmente rifiutato la parte per via di impegni già presi con la serie Sherlock. Pur di avvalersi della sua partecipazione, però, Jackson decise di riorganizzare le riprese. Per assumere i panni di Bilbo, Freeman dovette inoltre sottoporsi a diversi tipi di allenamento, tra cui anche quelli di combattimento con la spada. Accanto a lui, nei ruoli dei nani si ritrovano attori quali Richard Armitage come Thorin Scudodiquercia, leader del gruppo.

Nel film è poi presente Gandalf il grigio, interpretato nuovamente da Ian McKellen, il quale però non nascose una certa insoddisfazione. L’attore si trovò infatti a dover recitare prevalentemente da solo circondato dal green screen, con il risultato di sentirsi emarginato e umiliato dalla situazione. McKellen considerò anche di lasciare il ruolo, salvo ripensarci perché troppo legato ad esso. Ritorno altrettanto gradito è quello del celebre Andy Serkis nei panni di Gollum. Pur non essendo presente nel libro, Jackson ha inserito nel film anche i personaggi di Galadriel, interpretata da Cate Blanchett, e Legolas, interpretato da Orlando Bloom, entrambi già apparsi nella trilogia originale.

L’attore Lee Pace dà invita invece al controverso re degli Elfi Silvani Thranduil, mentre Benedict Cumberbatch si è cimentato in una brillante interpretazione tramite motion capture per il personaggio del drago Smaug, al quale ha anche fornito la voce, come anche del misterioso Negromante. Evangeline Lilly interpreta l’elfa Tauriel, personaggio inventato appositamente per il film. Per ricoprire la parte, l’attrice si è dedicata ad un lungo allenamento con la spada e l’arco, come anche allo studio della lingua elfica. L’attore Luke Evans, invece, dà vita a Bard l’Arciere, abitante della Città del Lago nonché abile arciere. Hugo Weaving, infine, riprende il ruolo dell’elfo Elrond.

Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate cast

Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate: le differenze tra il libro e il film

Nel dar vita alla trasposizione cinematografica di Lo Hobbit, Jackson si prese diverse libertà rispetto a quanto in esso narrato. La battaglia al centro di questo terzo capitolo della trilogia, infatti, occupa in realtà poche pagine nel romanzo di Tolkien. Lo scrittore, infatti, non riservò ampio spazio all’evento, che viene invece qui riadattato per coprire un film di oltre due ore e venti. Per riuscire in ciò, Jackson trasse materiale narrativo anche dalle Appendici de Il Signore degli Anelli. L’effetto più evidente di ciò non è solo l’inserimento di eventi nuovi, come l’amore che nasce tra l’elfa Tauriel e il nano Kili, ma anche il maggior approfondimento di eventi nel libro solo accennati.

Tra questi vi è l’episodio che si svolge nella fortezza di Dol Guldur. Questo ha per protagonisti Gandalf, Elrond, Saruman e Galandriel intenti a scacciare da quel minaccioso luogo il malvagio Sauron, lì insediatosi in attesa di ottenere maggior potere. Tale evento è in realtà contenuto nelle Appendici sopra citate. Altra notevole differenza è quella relativa alla freccia scagliata da Bard che uccide il drago Smaug. Nel libro questa viene guidata verso il bersaglio grazie ad un uccello, mentre nel film colpisce il possente drago in ben altro modo. Infine, anche riguardo il personaggio di Thorin si evidenziano notevoli differenze. Nel film trova infatti maggior spazio il racconto circa la sua follia e il suo rinsavimento. Particolarmente più dettagliata ed eroica è anche la sua morte.

Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 23 gennaio alle ore 21:15 sul canale La7.

Fonte: IMDb

Blow: trama, cast e la vera storia dietro al film con Johnny Depp

Uscito in sala nel 2001 per la regia di Ted Demme, il film Blow narra la vera storia di George Jung, trafficante di droga legato al cartello di Medellin, in Colombia, tra gli anni Settanta e Ottanta. Particolarmente apprezzato da critica e pubblico, il lungometraggio è considerato uno dei migliori film biografici incentrati sul mondo del narcotraffico, merito anche dell’interpretazione del protagonista. Negli anni, traendo ispirazione da Blow, sono state molte le opere dedicate ad alcuni dei più grandi criminali o narcotrafficanti della storia degli Stati Uniti o del Sud America. Tra i più celebri, e simili a Blow, si possono annoverare Loving Pablo (2017), con Javier Bardem, Escobar (2014), con Benicio Del Toro, Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018), e The Infiltrator (2016), con Bryan Cranston.

Particolarmente apprezzato dalla critica e dal pubblico, Blow è ancora oggi uno dei titoli più celebri di questo filone cinematografico. Un film imperdibile per gli amanti del genere, che possono ritrovare qui ogni elemento in grado di generare coinvolgimento, da brillanti interpretazioni ad una storia ricca di colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, alla storia vera e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Blow e la vera storia dietro il film

Protagonista del film è George Jung, figlio di un lavoratore onesto ma abbandonato dallo Stato e dalla moglie. Una volta cresciuto, egli decide di trasferirsi in California insieme all’amico Tonno e lì troveranno lavoro presso Derek Foreal, invischiato nel traffico di marijuana. Grazie a questa nuova professione, i due diventano ben presto famosi, ma i soldi facili non faranno altro che aumentare le ambizioni di George. Ben presto, parallelamente al suo potere aumentano anche i suoi guai e lo scontro con le forze dell’ordine sarà inevitabile. George si troverà dunque a dover scegliere tra la propria carriera e la famiglia, di cui fa parte ora anche la bellissima Mirtha.

Proprio come narrato nel film, George Jung fu uno dei maggiori trafficanti di marijuana e cocaina che gli Stati Uniti abbiano mai avuto. Attivo tra gli anni Settanta e Ottanta, egli è stato anche uno dei pilastri del cartello di Medellin. Più volte arrestato, spesso perché tradito dai suoi collaboratori, Jung ebbe una vita estremamente travagliata, tra amori, soldi e delusioni. Egli è infine stato definitivamente scarcerato per buona condotta nel giugno del 2014, all’età di 71 anni. Da quel momento, egli si è dedicato a riallacciare i rapporti con la figlia Kristina. Il 5 maggio del 2021, tramite un comunicato ufficiale, è stata diffusa la notizia della morte di Jung, probabilmente legata ad un suo vecchio problema ai reni.

Blow Johnny Depp

Blow: il cast del film

A dare volto a George Jung è l’attore Johnny Depp, all’epoca all’apice della sua carriera. Per prepararsi al ruolo, egli decise di incontrare e intervistare il vero trafficante, in quegli anni ancora detenuto in prigione. Attraverso le conversazioni con lui, l’attore ha potuto acquisire una serie di dettagli che gli hanno permesso di rendere più credibile la sua interpretazione. A Depp fu poi data grande libertà di improvvisazione, ed egli rielaborò a proprio piacimento alcuni dei dialoghi principali, pur mantenendone il senso generale. Ad interpretare la compagna di Jung, Mirtha, fu chiamata l’attrice Penelope Cruz, dichiaratasi entusiasta all’idea di dar vita ad un personaggio così complesso. Il ruolo, in realtà, le procurò una nomination ai Razzie Awards come peggior attrice, che per sua fortuna non si concretizzò poi in una vittoria.

Altra figura chiave del film è quella del padre del protagonista, George. Per interpretalo fu chiamato l’attore Ray Liotta. Questi è uno dei pochi personaggi positivi del film, che nonostante la povertà economica insegna al figlio a non lasciarsi scoraggiare. Pur interpretando padre e figlio, Liotta e Depp hanno soltanto otto anni di differenza l’uno dall’altro. Tra i personaggi ricorrenti nel film vi è quello di Kristina Jung, figlia del protagonista. Questa appare sia in versione bambina che adulta. Nella prima delle due è interpretata dall’attrice Emma Roberts, che compiva lì il suo debutto cinematografico, mentre oggi è nota per la serie American Horror Story. Poiché ancora troppo piccola, alla Roberts fu proibito di vedere il film, e poté farlo soltanto sei anni dopo la sua realizzazione

Blow film simili

Il trailer di Blow, dove vedere il film in TV e in streaming e le frasi più belle del film

È possibile fruire di Blow grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 23 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Uno degli elementi più affascinati del film sono i suoi dialoghi e alcune precise battute, le quali non solo dimostrano la brillantezza della scrittura ma racchiudono in sé alcuni valori universali. Ecco alcune delle frasi più belle del film:

  • “Che tu possa avere, sempre, il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle” (George Jung)
  • “Molti fanno grandi progetti e intanto la vita gli sfugge dalle mani. Nel corso della mia esistenza ho lasciato brandelli di cuore qui e là. E ormai quasi non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita, ma mi sforzo di sorridere sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. Ormai non trovo più cavalli bianchi o belle donne alla mia porta.” (George Jung)
  • “E tu sei il mio cuore… potrei vivere senza il mio cuore?” (George Jung)
  • “La cocaina esplose nella cultura americana come una bomba atomica: partì da Hollywood e si estese fino all’east-coast in un attimo; si facevano tutti, ma dico proprio tutti. Inventammo noi il mercato, praticamente se sniffavi coca alla fine degli anni settanta o nei primi anni ottanta c’era un’85% di probabilità che provenisse da noi.” (George Jung)

Fonte: IMDb

Wildcat: annunciato il cast del nuovo film di Ethan Hawke, c’è anche Maya Hawke

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Ethan Hawke ha iniziato la produzione di Wildcat, uno sguardo alla vita di Flannery O’Connor con Maya Hawke nei panni della scrittrice. Ethan Hawke ha messo insieme un ensemble di grandi interpreti che include anche la candidata all’Oscar Laura Linney, Philip Ettinger, Rafael Casal, Steve Zahn, Cooper Hoffman, Willa Fitzgerald, Alessandro Nivola e Vincent D’Onofrio.

Oltre a dirigere il film, Ethan Hawke produce e scrive la sceneggiatura insieme a Shelby Gaines. Wildcat è prodotto da Joe Goodman di Good Country Pictures, Ryan Hawke ed Ethan Hawke di Under the Influence Productions, Cory Pyke di Renovo Media Group e Kevin Downes, Jon Erwin e Daryl Lefever di Kingdom Story Company. I produttori esecutivi includono Eric Groth e David Kingland di Renovo Media Group insieme a Maya Hawke attraverso Under the Influence Productions. Le riprese principali sono iniziate il 10 gennaio a Louisville, Ky. Renovo sta finanziando completamente il film. UTA Independent Film Group e CAA Media Finance gestiscono i diritti di distribuzione in tutto il mondo. Wildcat seguirà la scrittrice mentre lotta per pubblicare il suo primo romanzo.

“Maya ha lavorato duramente per anni per mettere insieme questo progetto e siamo grati per l’opportunità di presentare a una nuova generazione di spettatori il genio di Flannery O’Connor”, afferma Ethan Hawke. “Il suo lavoro esplora temi importanti per tutti gli artisti: l’intersezione tra creatività e fede, il rapporto sfocato tra immaginazione e realtà”. Ethan Hawke ha già lavorato con la figlia Maya Hawke nella serie limitata The Good Lord Bird, ma la dirigerà per la prima volta in Wildcat.

The Marvels, svelato il nome da supereroe di Monica Rambeau?

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The Marvels, svelato il nome da supereroe di Monica Rambeau?

The Marvels arriverà nei cinema il 28 luglio 2023, quasi cinque anno dalla prima volta in cui abbiamo visto Captain Marvel al cinema. Ritroveremo quindi la nostra Carol Danvers, che nel frattempo ha anche combattuto contro Thanos, ma non sarà sola, perché le altre “meraviglie” del film saranno Kamala Khan/Ms. Marvel e Monica Rambeau di Teyonah Parris, vista in WandaVision.

Nella serie con Elizabeth Olsen, Monica otteneva dei superpoteri, ma il suo personaggio non ha ancora assunto un nome da supereroe nel MCU. Ci sono state molte speculazioni a questo riguardo, soprattutto perché Monica, nei fumetti, è passata da Captain Marvel, Spectrum e Photon nel corso degli anni. Ma, durante una recente intervista con i Black Comic Lords, Eve L. Ewing, sceneggiatrice dei fumetti di Monica Rambeau: Photon, sembra confermare che l’eroe si chiamerà Photon anche nel MCU.

“Tenete presente che nel mondo dei fumetti, il lato editoriale e il lato MCU non comunicano frequentemente, ma a volte lo facciamo”, ha spiegato lo scrittore. “Mettiamola in questo modo, ti dirò questo, non ho scelto che si chiamasse Photon in questo fumetto. Questo è tutto ciò che dirò.”

Spectrum è l’incarnazione preferita di Monica per molti fan, e non ha sorpreso, infatti, che un libro per bambini tie-in di The Marvels pubblicato di recente usa effettivamente quel soprannome. Presumibilmente, i Marvel Studios hanno cambiato rotta durante le riprese, forse per motivi di copyright, ma dovremo aspettare e vedere.

The Marvels, la trama

“Carol Danvers aka Captain Marvel ha reclamato la sua identità dal tirannico Kree e si è vendicata dell’Intelligenza Suprema. Ma le conseguenze impreviste vedono Carol che porta sulle spalle il fardello di un universo destabilizzato. Quando i suoi doveri la mandano in un anomalo wormhole collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si confondono con quelli della sua super fan di Jersey City, Kamala Khan alias Ms. Marvel, e della figlioccia di Carol, il Capitano Monica Rambeau. Questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare insieme per salvare l’universo come “The Marvels”.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà il 28 luglio 2023.

Air di Ben Affleck ha una data d’uscita

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Air di Ben Affleck ha una data d’uscita

Il prossimo lavoro da regista di Ben Affleck, Air, che racconterà la storia della collaborazione di Michael Jordan con la Nike e la nascita delle Air Jordan, ha finalmente una data d’uscita. Nel mondo arriverà il 5 aprile, per poi sbarcare su Prime Video. Il film è il primo progetto di Artists Equity di Affleck e Matt Damon, in collaborazione con Amazon Studios, Skydance Sports e Mandalay Pictures.

Il cast stellare di Air include Damon nel ruolo del dirigente Nike Sonny Vaccaro, Affleck nel ruolo del co-fondatore Nike Phil Knight, Jason Bateman nel ruolo di Rob Strasser, Chris Messina nel ruolo di David Falk, Matthew Maher nel ruolo di Peter Moore, Marlon Wayans nel ruolo di George Raveling, Chris Tucker nel ruolo di Howard White, Viola Davis nei panni di Deloris Jordan, Gustaf Skarsgård nei panni di Horst Dassler e Julius Tennon nei panni di James Jordan.

Alex Convery ha scritto Air, che è prodotto da David Ellison, Jesse Sisgold, Jon Weinbach, Affleck, Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, Peter Guber e Jason Michael Berman. I produttori esecutivi includono Dana Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E. Strauss e Jordan Moldo.

“Matt ed io siamo molto entusiasti che il pubblico veda ‘Air’ e siamo orgogliosi che sia il primo prodotto di Artists Equity”, ha dichiarato Ben Affleck in un comunicato. “Il film è stata un’esperienza straordinaria in cui abbiamo avuto l’onore di lavorare con alcuni dei migliori cast e troupe del settore, i quali hanno portato passione, tenacia e creatività in uno sforzo collettivo per ricreare una storia straordinaria e ambiziosa. Apprezzo la fiducia di Jen Salke nella nostra capacità di realizzare un film di cui siamo orgogliosi, così come l’incredibile supporto continuo suo e di Sue Kroll per il film. Amazon Studios, Skydance e Mandalay sono stati tutti fondamentali per ottenere questo risultato e il film non avrebbe potuto essere realizzato senza di loro. Apprezziamo i passi compiuti da ciascuna delle loro parti per realizzarlo e vogliamo ringraziarli. Questa è stata la migliore esperienza creativa e personale della nostra vita e non vediamo l’ora di vederne molte altre simili”.

The Plane, la recensione del film con Gerard Butler

The Plane, la recensione del film con Gerard Butler

Jean-Francois Richet torna sul grande schermo con un action movie, The Plane, dopo L’imperatore di Parigi, pellicola whodonuit prodotta nell’oramai lontano 2018. A fare da sfondo a questa nuova avventura, con un sempre più gagliardo Gerard Butler nel ruolo del protagonista Brodie Torrance, un’isola delle Filippine piena di minacce e pericoli.

Il viaggio dell’eroe, di cui parla Christopher Vogler nel suo scritto, Richet vuole seguirlo alla lettera, impregnando il film di antagonisti, ostacoli insormontabili (ma non per Brodie) e fanciulle/fanciulli da trarre in salvo. Seppur con un risultato che lascia a desiderare, The Plane si aggiudica il posto nella programmazione in sala dal 26 gennaio, distribuito da Lucky Red e Universal Pictures.

The Plane, la trama

Durante una violenta tempesta, il comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i passeggeri e fuggire dall’isola?

Un action movie troppo frenetico

Nelle programmazioni al cinema, spesso accanto ai titoli delle grandi produzioni, compaiono i così detti b-movies, prodotti che fungono da filler fra le opere di maggior rilievo volti a intrattenere in maniera meno impegnativa gli spettatori. È il caso di The Plane, che riesce a posizionarsi nella categoria di film da fruire proprio quando le sale sono carenti di novità oppure il titolo in auge ha spuntato la check-list di quelli da vedere.

Una pellicola che, proprio per il contenuto di cui si fa carico, non aspira a raggiungere alte vette né tantomeno a sfondare al botteghino. L’opera del regista francese, conosciuto soprattutto per il suo Nemico Pubblico N.1, sembra all’apparenza – considerato il nome scelto – un survival movie, eppure a metà del primo atto la trama vira al solito e classico action movie, anche un po’ vintage nell’aspetto.

Non c’è da sorprendersi se questo cambio di registro faccia alzare subito un sopracciglio. I primi minuti del film ingannano parecchio: le sequenze iniziali, il cui caos all’interno dell’aereo è mostrato attraverso una traballante cinepresa a mano, gettano le basi per una storia in cui la cifra dominante dovrebbe essere la sopravvivenza – o meno – dei passeggeri all’ammaraggio di emergenza. Poi però The Plane, senza una logica coerente, cambia completamente il suo tono, e il thriller si impregna di sequenze frastornanti in cui sono gli scontri corpo a corpo, il rumore delle mitragliatrici e gli spari di fucili e pistole a possedere lo schermo.

Disturbano le progressioni affrettate, un ritmo che mira ad essere incalzante per fagocitare lo spettatore ma che si perde nella sua stessa frenesia, facendo scemare lentamente la suspense creatasi nei primi frame. È pur vero che negli action movie ad essere in pole position sono gli scontri, il fuoco, il disordine e la lotta, con i personaggi che di conseguenza rimangono nell’ombra, ma qui il problema si riscontra proprio nella mancanza di un aggancio sensato fra una scena e l’altra, con una nota di demerito alla sceneggiatura che non decolla, proprio come l’aereo.

Torrance, l’eroe di cui non avevamo bisogno

In The Plane a vestire i panni dell’eroe è Gerard Butler, la cui immagine subito ci riporta al suo impeccabile Re Leonida in 300. L’attore, complice il suo fisico possente e il suo fascino magnetico, si incastra bene nel suo personaggio, e ancora una volta ha l’opportunità di mostrare bicipiti scolpiti e coraggio da leoni. Il Capitano Brodie Torrance appare come il prode cavaliere con il compito di salvare il villaggio dall’attacco nemico, in questo caso dai separatisti e dalle milizie dell’isola in cui sono atterrati. Ma le sue gesta sono quasi surreali e le difficoltà consecutive in cui si imbatte appaiono più come gli ostacoli di un videogioco d’azione, incastrati con forza all’interno della struttura narrativa solo per poter trascinare il racconto.

In conclusione The Plane tenta di risolversi nel terzo atto con un climax sbrigativo ma d’effetto, e nel quale sembra fluire tutto il senso del film. Torrance risalito a bordo dell’aereo, con il suo piano folle e pericoloso, sfida le leggi della fisica e dell’ingegneria meccanica per portare il suo equipaggio verso una destinazione più sicura. Viene da domandarsi, a questo punto, se il titolo non volesse giocare con la sua natura polisemica. The Plane voleva attirare l’attenzione sull’aereo o era inteso come Il piano? Arrivati alla fine, tutto potrebbe essere.

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente: la recensione del primo episodio della nuova serie con David Tennant

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Alexander Litvinenko, l’ex spia russa, la cui morte è avvolta nel mistero – volutamente o no è il protagonista di questa storia. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente che andrà in onda su Sky a partire dal 25 gennaio parla proprio della tragica fine dell’ex dissidente russo, nonché i dieci anni di calvario che la moglie – Marina Litvinenko – ha dovuto affrontare per ottenere giustizia. In 4 episodi che andranno in prima serata su Sky Atlantic (e che saranno ovviamente disponibili anche in streaming su NOW e on demand), la serie racconta la vera storia dell’ex ufficiale dei servizi di sicurezza federali russi e del KGB la cui morte per avvelenamento da polonio-210 nel novembre 2006 ha innescato una delle indagini più complesse e pericolose nella storia della polizia britannica e internazionale.

Vero e proprio inno alla giustizia e alla dignità, Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente racconta di un regime pronto addirittura ad attaccare l’Occidente in piena Londra pur di mettere a tacere un dissidente. Al contempo, la serie è anche il racconto drammatico di una famiglia spezzata dal dolore che per dieci anni si è battuta per la verità. David Tennant (Harry Potter e il calice di fuoco) veste i panni dell’ex agente dei servizi segreti russi avvelenato attraverso del tè al polonio radioattivo, mentre l’attrice russo-americana Margarita Levieva (The Deuce) interpreta la moglie, Marina Litvinenko.

Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente, la trama

Nel novembre 2006, Litvinenko, ex ufficiale del KGB, è in fin di vita in un ospedale di Londra, avvelenato da una misteriosa sostanza radioattiva. Quando la polizia viene a raccogliere la sua testimonianza, Litvinenko punta il dito direttamente contro il presidente russo, Vladimir Putin. La sua morta, pochi giorni dopo, scatena un’indagine su un attacco chimico sulle strade di Londra e un’indagine decennale tra Gran Bretagna e Russia per trovare giustizia per il suo omicidio. La trama di Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente pare già dire tutto: intrighi politici internazionali, capi di stato corrotti verso cui puntare il dito.

La storia di Litvinenko è una storia vera dove vengono fatti nomi e cognomi: non vengono omessi o taciuti ma fin da subito conosciamo il colpevole. Mai come oggi, la miniserie di Sky con David Tennant e Margarita Levieva ha un significato particolare e controverso. Il primo episodio di Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente, infatti, ha il compito di presentarci la scena introduttiva della serie – composta da quattro episodi. Il punto di vista inizialmente parrebbe essere quello di Litvinenko la cui storia è ascoltata minuziosamente dalla polizia di Scotland Yard. Ma in seguito, solo alla fine dell’episodio ci rendiamo conto che è il racconto dal punto di vista della moglie, rimasta vedova.

Litvinenko - Indagine sulla morte di un dissidente film

Ciò che è pericoloso è ciò che non conosciamo

Una famiglia. Un padre, una madre e un figlio che come ogni sera si ritrovano seduti a tavola a parlare del più e del meno. Non sappiamo molto altro su di loro ma gioiamo alla notizia che hanno appena ricevuto. Sono nel loro focolare, un luogo che per ogni famiglia è sacro, protetto e incontaminato. Il padre apre una busta e conferma: “Ecco i documenti. Abbiamo ufficialmente la cittadinanza britannica”. Mangiano e festeggiano, una tazza di the per celebrare – la più nobile tra le usanza inglesi. Qualcosa va storto, il padre inizia a non sentirsi bene fino a quando non sputa sangue. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente inizia così, dando allo spettatore non solo un punto di vista inizialmente neutrale ma un vero e proprio schiaffo.

Sarà solo il primo di tanti che la miniserie di Sky darà allo spettatore. Alla miniserie hanno collaborato in qualità di consulenti gli ex agenti che si sono occupati del caso, Clive Timmons e Brent Hyatt, l’avvocato Ben Emerson e la famiglia di Litvinenko. Il racconto, dunque, seppur con qualche scelta stilistica, è vero. Veri sono i nomi degli agenti, vero è il colpevole di questo omicidio. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente non fa una caccia alle streghe perché tutto quello che è successo non solo perché sono stati scritti libri e articoli sull’atto di coraggio di Litvinenko ma anche e soprattutto perché il colpevole era già sulla bocca di tutti.

In realtà Litvinenko conosceva non solo i mandanti del suo omicidio ma anche le motivazioni. Aveva dichiarato una guerra personale contro la sua ex madre patria. I dissidenti non vengono visti di buon occhio, per cui c’è anche la consapevolezza del destino a cui va incontro. Forse consapevolmente, riuscendo così a spostare l’attenzione sulle atrocità che un governo è disposto a commettere quando si sente minacciato.

Rendere giustizia

La Russia, come viene descritta in Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente è la Russia dei racconti odierni. Uno stato che lascia poca scelta a chi volta le spalle. Il racconto di dolore per la morte di un marito assassinato, diventa un documento legittimo di libertà di parola – troppo spesso oppressa. Quello che ha sconvolto maggiormente la popolazione inglese nel 2006 è il rimbalzo mediatico ha preso la storia di Litvinenko. Subito dopo la sua morte, le sue dichiarazioni che accusavo il presidente russo Vladimir Putin di omicidio si sono espanse a macchia d’olio. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente, nel primo episodio, pone le basi per un vero e proprio processo che ha come imputato il premier russo.

La giustizia per Litvinenko arriva dalla Corte Suprema. Nel 2021 la sentenza: la Russia è accusata per l’omicidio di Litvinenko. Dopo gli avvenimenti del 2006, con le indagini in corso, altre persone iniziano ad accusare gli stessi sintomi di Litvinenko. Il Litvinenko portato in scena dall’interpretazione di David Tennant rende giustizia all’uomo che ha affrontato una battaglia contro il sistema. La sua morte ha incoraggiato la famiglia e i familiari a non arrendersi, neanche contro un plateale atto di omicidio. L’inchiesta portata avanti dalla moglie Marina è un atto di coraggio verso tutti coloro che sono morti per mano dello stato. Litvinenko – Indagine sulla morte di un dissidente racconta la verità e lo fa con un racconto trasparente e coraggioso, come Alexander Litvinenko.

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