Cinque adolescenti
durante un party giocano con un’intelligenza artificiale che
sorteggia sfide pericolose: la più estrema di tutte li costringerà
ad abbandonare la propria innocenza. Sarà nei cinema dal 28
novembre Space Monkeys, lungometraggio d’esordio di
Aldo Iuliano, già vincitore del Globo d’Oro e di
numerosi premi internazionali per il cortometraggio
Penalty.
Prodotto da
Andrette Lo Conte per Freak
Factory con Rai Cinema, con il contributo
di Regione Calabria e Calabria Film Commission, ha
come protagonisti Souad Arsane (attrice
francese rivelazione ai César 2019), Amanda
Campana (“Summertime”), Riccardo
Mandolini ( “Baby”), Ambrosia
Caldarelli (“Circeo”), Haroun
Fall (“Zero”).
La fotografia è di
Daniele Ciprì, il montaggio di Marco
Spoletini, le musiche di Enrico Melozzi,
lescenografie di Paki Meduri, i costumi di
Francesca Sartori e Mara Masiero,
la sceneggiatura è firmata da Severino Iuliano,
Alessandro Giulietti e Aldo
Iuliano.
Cosa spinge gli
adolescenti a giocare con la morte per sentirsi vivi? Da questo
interrogativo nasce l’esigenza del regista di raccontare le
complessità emotive della Generazione Z, dai loro
comportamenti borderline all’amore senza confine di genere, dal
rapporto con la tecnologia al concetto di sopravvivenza nel tessuto
sociale reale e virtuale.
“Space Monkeys”
è un film che si ispira a fatti di cronaca attuali e mostra la
solitudine provata dagli adolescenti contemporanei nel proprio
percorso di crescita individuale e interazione sociale: ragazzi e
ragazze cresciuti in un mondo dove la tecnologia confonde reale e
virtuale e li allontana dalla propria umanità. «Una
generazione che vive il futuro prima ancora di sognarlo, guidata
dal proprio istinto», così descrive l’opera Aldo
Iuliano.
Mentre J.K. Rowling continua a raccogliere
polemiche, Helena Bonham Carter che ha recitato nel
franchise di Harry Potter nei panni di Bellatrix
Lastragne, si è fatta avanti schierandosi dalla parte dell’autrice.
Nonostante abbia creato uno dei franchise fantasy più amati di
tutti i tempi, Rowling è rimasta impantanata in pesanti polemiche
negli ultimi anni dopo essere stata presa di mira per una serie di
tweet e commenti visti come transfobici, con l’autrice di
bestseller che ha subito un pesante contraccolpo fino ad arrivare a
minacce di morte. La Rowling è rimasta in gran parte ferma nelle
sue convinzioni da allora, e diverse star di Harry
Potter hanno condiviso i loro pensieri a riguardo.
In una recente intervista con
The Times, Helena Bonham Carter ha parlato del
contraccolpo nei confronti dell’autrice di Harry Potter
J.K. Rowling. L’attrice di Bellatrix Lestrange ha difeso
la Rowling contro coloro che parlano male di lei, ritenendo che le
critiche che le sono state rivolte siano “orrende” e
“un mucchio di stronzate“.
“Penso che sia stata
perseguitata. Il giudizio delle persone è stato portato
all’estremo. Ha parlato della sua opinione, in particolare essendo
stata anche lei vittima di abusi. Ognuno porta la propria storia di
traumi e forma le proprie opinioni da quell’esperienza di trauma, e
devi rispettare da dove vengono le persone e il loro dolore. Non
dovete essere tutti d’accordo su tutto, sarebbe folle e noioso. Non
parla in modo aggressivo, sta solo dicendo qualcosa della sua
stessa esperienza. Personalmente penso che [le mie costar]
dovrebbero lasciarle esprimere le sue opinioni, ma penso anche che
siano molto consapevoli che prendendo quelle posizioni stiano anche
proteggendo i loro fan e la loro generazione.”
Emma Watson e
Daniel Radcliffe si sono espressi più volte con
contrarietà rispetto a quanto dichiarato da Rowling e Helena Bonham Carter non è la prima che invece
si schiera dalla parte dell’autrice.
Greta Gerwig ha
rivelato come ha convinto di nascosto il suo frequente
collaboratore e partner Noah Baumbach a scrivere
insieme a lei il prossimo film di Barbie.
Dopo che una rappresentazione live-action dell’iconica fashion doll
di Mattel è stata annunciata nel 2019, la sua fase di
pre-produzione ha visto molteplici cambiamenti nella direzione
creativa fino a quando la protagonista Margot Robbie si è assicurata i diritti
del film attraverso la sua società di produzione LuckyChap
Entertainment.
Dopo che i produttori del film hanno
trascorso un arduo processo di scouting per sceneggiatori e registi
insieme a Mattel e Warner Bros., Greta Gerwig ha
accettato di dirigere l’ambizioso progetto, con una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Baumbach e che, secondo quanto riferito,
vedrà Barbie
avventurarsi nel mondo reale con Ken, interpretato da Ryan Gosling, dopo essere stato espulso
dall’ambiente artificialmente perfetto di Barbieland.
Gerwig ha riferito di come ha
accettato il compito di co-scrivere Barbie per conto suo e del partner
Noah Baumbach, inizialmente a sua insaputa. Spiega
che poco dopo aver dato alla luce il loro figlio, Gerwig ha deciso
che il film, interpretato da Margot Robbie, sarebbe stata la perfetta
collaborazione successiva per la coppia.
“[Margot Robbie] è venuta da me
e mi ha detto: ‘Saresti interessata a scriverlo?’, e io ho detto:
‘Sì!’ E poi ho detto: ‘E anche a Noah piacerebbe scriverlo.’ E non
ne avevo davvero parlato con Noah… avevo un bimbo di sei mesi
quando ho detto sì e stavo facendo tutto insieme a Noah… È stato
nel marzo del 2020 che Noah ha detto: “Dovremmo scrivere un film su
Barbie?” Ho detto: “Sì e anche avere qualche idea per questo!”
“Perché non ci hai proposti per scrivere qualcosa di diverso?” E io
ero tipo, “Perché ho una sensazione. Mi piace Margot e ho un
feeling”.”
Barbie
presenta un cast ricco di stelle, che potrebbero essere un grande
incentivo per il pubblico. Margot Robbie compare nel ruolo
principale insieme a Ryan Gosling, poi ci sono
America Ferrera, Simu Liu nei panni
di un altro Ken,
Kate McKinnon, Ariana Greenblatt,
Alexandra Shipp, Emma Mackey, Kingsley
Ben-Adir. Secondo quanto riferito, Issa
Rae come un’altra Barbie, Michael Cera,
Rhea Perlman,
Will Ferrell come CEO di Mattel e Ncuti
Gatwa come un altro Ken.
Al via le riprese in Veneto de
I cacciatori del cielo, docu-film sulla storia
dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca interpretato da
Giuseppe Fiorello, prodotto da Anele in
collaborazione con Aeronautica Militare, con
Rai Documentari, in coproduzione con
Istituto Luce Cinecittà e con il sostegno di
Intesa Sanpaolo, che Rai manderà in onda nel
prossimo mese di marzo.
Il progetto, scritto da
Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la
collaborazione di Mario Vitale e la consulenza storica di Paolo
Varriale, celebra il Centenario della costituzione dell’Aeronautica
Militare attraverso il racconto delle imprese eroiche, della vita e
dell’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le
loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e
le cui gesta gettarono le basi per la nascita dell’Aeronautica
Militare avvenuta il 28 marzo 1923.
Un racconto avvincente che intervalla alla fiction vera e propria
preziosi materiali di repertorio, sia foto che filmati d’epoca, e
animazioni originali e che abbraccia temi universali come amicizia,
grandi sogni e amore.
Giuseppe Fiorello
è il tenente pilota del Regio Esercito Francesco Baracca, che per i
suoi meriti sarà in breve promosso prima capitano e poi maggiore,
assumendo nel frattempo il comando della 91a Squadriglia, la
“Squadriglia degli assi”: romagnolo, sanguigno, istintivo e
coraggioso, affascinante e colto, di ottima famiglia, generoso,
spavaldo ma mai inutilmente votato al sacrificio. Ricordato come
“l’Asso degli assi” per aver conseguito il maggior numero di
vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra, riuscendo
ad avere la meglio in 34 combattimenti abbattendo altrettanti
velivoli nemici, Francesco Baracca si impose rapidamente
nell’immaginario collettivo del popolo italiano come un eroe
nazionale la cui morte, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel
corso di una missione sul Montello, suscitò grande commozione in
tutto il Paese.
A suo nome nel 1926 fu inaugurato a
Lugo di Romagna il Museo Baracca, dal 1993 trasferito nella casa
natale del pilota, luogo particolarmente suggestivo che ospita
anche il caccia su cui ha conseguito la sua 30a vittoria e dove si
effettueranno alcune riprese grazie alla collaborazione con il
Comune di Lugo di Romagna ed Emilia-Romagna Film Commission.
Nel cast, accanto a
Giuseppe Fiorello, anche Luciano
Scarpa nel ruolo del Comandante Pier Ruggero Piccio, in
seguito primo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica,
Claudia Vismara, che dà il volto a Norina
Cristofori, giovane cantante lirica che vivrà un’intensa storia
d’amore con Francesco e Andrea Bosca che
interpreta il personaggio di finzione Bartolomeo Rocca, meccanico
addetto alla manutenzione dell’aereo di Baracca.
Gerard Butler torna al cinema
nell’adrenalinico action movie The
Plane, questa volta nei panni di un coraggioso
pilota che per salvare i suoi passeggeri da una violenta tempesta,
effettua un rischioso atterraggio d’emergenza su una remota isola
delle Filippine. I superstiti dovranno però affrontare una nuova
minaccia: degli spregiudicati guerriglieri indipendentisti che
vivono in quelle terre.
Il gruppo viene infatti rapito e
sarà compito del comandante Brodie Torrance proteggere i
sopravvissuti presi in ostaggio e portarli in salvo. Ad affiancarlo
in questa missione impossibile, troverà un ex Marine (Mike
Colter, il celebre ‘Luke
Cage’ dell’Universo Marvel) in arresto che era a bordo
dell’aereo scortato dall’FBI. A
dirigerli, il regista francese Jean-François
Richet, Premio César per il dittico con protagonista
Vincent Cassel, Nemico pubblico N. 1 – L’istinto di
morte e Nemico pubblico N. 1 – L’ora della
fuga. Nel cast anche Daniella
Pineda (Jurassic World – Il
dominio), Yoson An (Mulan)
e Tony
Goldwyn (Divergent, Scandal).
The Plane arriverà nelle sale
italiane a partire dal 26 gennaio
2023 distribuito da Lucky
Red e Universal Pictures International
Italy.
La trama del film
Durante una violenta tempesta, il
comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri
con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola
devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da
pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica
persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike
Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando
sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i
passeggeri e fuggire dall’isola?
Sembra che la valutazione PG-13 di
Avatar: la via dell’acqua di James
Cameron contenga una precisa differenza rispetto a quanto
descritto per Avatar, il primo film del 2009.
Sam Worthington e Zoe
Saldana tornano a guidare il cast del sequel di
James Cameron con Jake e Neytiri che trovano la
loro casa ancora una volta sotto l’attacco della RDA, guidata dal
rianimato colonnello Quaritch di
Stephen Lang. Avatar: The Way of
Water vedrà la famiglia Sully viaggiare verso la tribù
dell’acqua dei Metkayina nella speranza di raccogliere forze per
combattere gli avidi umani e salvare ancora una volta Pandora.
A meno di un mese dalla sua
premiere,
Avatar: la via dell’acqua ha ufficialmente ricevuto
una classificazione PG-13 dalla Motion Picture Association. La
descrizione di questa valutazione, secondo Filmratings.com, cita
“sequenze di forte violenza e azione intensa, nudità parziali e
linguaggio forte”. È interessante notare che l’inclusione
della “nudità parziale” è un importante allontanamento dal
film originale di Cameron, che invece vedeva la
“sensualità” inclusa nella descrizione del rating
PG-13.
Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno
all’oceano. Sully (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
La Marvel ha finalmente risolto un
persistente mistero su una presunta morte in Avengers: Infinity War, e lo
ha fatto in occasione di Guardiani della Galassia Holiday
Special. C’è sempre stata un po’ di
ambiguità in merito a quelli che Thanos ha ucciso in Infinity War,
sia prima dello Schiocco che quelli che sono andati distrutti con
esso. La maggior parte dei destini erano chiari, ma un personaggio
la cui sorte era rimasta nel dubbio era quello di Taneleer Tivan,
alias il Collezionista, dopo che Thanos gli ha sottratto la Gemma
della Realtà.
Il Collezionista è apparso solo
brevemente, ma sembrava probabile che fosse tra coloro che Thanos
aveva ucciso in Avengers: Infinity War. Quando i
Guardiani della Galassia arrivarono
su Knowhere, Tivan sembrava essere vivo, ma si scopre poi che
Thanos possedeva già la Gemma della Realtà e che quello che hanno
visto arrivati lì era una illusione generata da lui. Quando
l’illusione si dissolve, si vede chiaramente a terra il corpo del
Collezionista, ma non si sa, in effetti, se è vivo o morto. In una
svolta sorprendente degli eventi, tuttavia, Guardiani della Galassia Holiday Special
rivela che i Guardiani ora possiedono Knowhere, e questo conferma
che il Collezionista è sopravvissuto a Infinity
War.
All’inizio di Guardiani della Galassia Holiday Special,
Kraglin riflette sul fatto che è periodo di Natale, e Nebula
afferma che non solo i Guardiani possiedono Knowhere, ma
specificatamente dice: “Da quando abbiamo acquistato Knowhere dal
Collezionista…” Dal momento che i Guardiani non possedevano
Knowhere durante Avengers: Infinity War, questo
può essere possibile solo se il Collezionista è sopravvissuto e
continua a sopravvivere alla sequenza temporale di Guardiani della Galassia Holiday Special.
Questo si adatta alla convinzione di Benicio del Toro che il Collezionista sia
sopravvissuto a Infinity War, come disse nel 2018:
“Penso che sia vivo. Sì… penso che, sai, penso che sia vivo.
Gli stai parlando!”.
Ma come è sopravvissuto? Sebbene
Thanos abbia sempre affermato che stava cercando di bilanciare
l’universo, ha anche mostrato spietatezza nell’acquisire le Gemme
dell’Infinito, come ha dimostrato distruggendo Xandar e
sacrificando sua figlia, Gamora. Sembra improbabile che avrebbe
deciso di risparmiare il Collezionista senza motivo, soprattutto
perché anche nell’illusione mostra disprezzo per lui, ma Tivan era
un mercante e un grande negoziatore. Ciò significa che è certamente
possibile che sia stato in grado di garantire la sua sopravvivenza
in cambio della consegna a Thanos della Gemma della Realtà.
C’è anche il fatto che il
Collezionista è incredibilmente potente. Sebbene non sia stato
esplorato molto nel MCU, è un Anziano
dell’universo e ha vissuto una vita incredibilmente lunga,
è in grado di sopportare molti più danni di un essere umano. Questo
va oltre nei fumetti, dove è confermato che il Collezionista non
può morire (tecnicamente può essere ucciso, ma il processo richiede
la sua distruzione a livello molecolare). Questo potrebbe anche
spiegare come sia sopravvissuto a Infinity War;
detta immortalità proveniva da Lady Death, che è stata vista in
forma di una statua all’Eternità in Thor: Love and
Thunder e quindi esiste nel MCU in qualche forma. Non è
confermato se il Collezionista sia immortale nel MCU, ma in entrambi i casi è tra i
personaggi sopravvissuti ad Avengers: Infinity
War.
Mentre tre adattamenti televisivi
sono ancora in fase di sviluppo per il personaggio, Antonio Banderas condivide la sua idea per un
nuovo film di Zorro con Tom
Holland. Originariamente creato dallo scrittore
Johnston McCulley, Zorro è un
vigilante mascherato noto per aver aiutato a difendere la gente
della sua città natale del Pueblo di Los Angeles da una varietà di
avidi uomini d’affari e leader politici corrotti. Sebbene
interpretato da una varietà di persone sia sul grande che sul
piccolo schermo, il ritratto di Zorro da parte di Banderas sia in
The Mask of Zorro che in The Legend of
Zorro rimane uno dei suoi ruoli e incarnazioni più
iconici, tanto che l’idea di trovare un erede sullo schermo per il
personaggio si fa davvero complicata.
In una recente intervista con
ComicBook.com per discutere
dell’imminente Il gatto con gli stivali: L’ultimo
desiderio, ad Antonio Banderas è stato chiesto cosa
pensasse di tornare per un nuovo film di Zorro.
Non solo l’attore ha confermato il suo interesse ad essere in
un’altra avventura, ma ha anche espresso interesse a cercare un
nuovo attore nel ruolo, nominando Tom Holland come
suo successore ideale.
“Sì, lo farei. Considererei
questa possibilità. Perché no? Penso che durante le interviste di
oggi ho detto qualcosa del genere a qualcuno… ho detto che se lo
chiamano Zorro, farò quello che ha fatto Anthony Hopkins nel primo
film e quindi passerò il ruolo a qualcun altro. Tom Holland. Ho
fatto Uncharted con lui, ed è così energico e divertente,
e ha anche questa scintilla. Perché no?”
Tra Spider-Man e Uncharted, Tom
Holland ha già la sua quantità di saghe da raccontare al cinema, ma
chissà che la proposta di Antonio Banderas non verrà accolta!
Alfred Molina è l’ultimo attore del
MCU ad affrontare le critiche di
Martin Scorsese alla Marvel, ma lo fa da una prospettiva
unica. Scorsese è un regista americano leggendario e altamente
decorato, tuttavia, ha ottenuto risposte contrastanti sulla sua
opinione sui film Marvel. Il regista ha paragonato i
film Marvel e il
genere dei supereroi ai “parchi a tema”.
In sostanza, ha espresso la
convinzione che i film Marvel siano efficaci nel
fornire brividi una tantum per i cercatori di adrenalina, ma non
sono riusciti a essere un vero cinema astenendosi dal conversare
sulla condizione umana. La sua prospettiva ha acceso il dibattito
all’interno dell’industria cinematografica e ha ottenuto risposte
da diverse star e registi Marvel.
In un’intervista con The Independent, Alfred
Molina ha affrontato le critiche di Scorsese ai film
Marvel. Tuttavia, ha affrontato la
questione in modo leggermente diverso, non essendo d’accordo con
l’affermazione di Scorsese, ma ammettendo anche
che c’è un problema con i film Marvel. Secondo lui, il problema
non è che la Marvel è una forma d’arte minore,
ma che i suoi film sono troppo costosi. Quando un singolo film
costa 300 milioni di dollari, suggerisce che non si è riusciti a
dare a tutti i film pari opportunità.
“[Il cinema è] una chiesa molto
ampia e c’è spazio per qualsiasi tipo di denominazione. In
definitiva, la realizzazione di quei film non è il problema. Il
problema è la distribuzione iniqua dei fondi disponibili per la
realizzazione di film. I film devono davvero costare $ 300 milioni?
Questi film devono avere $ 150 milioni spesi (in promozione) per
avere un pubblico? Qualunque cosa possano dire i contabili, o
qualunque sia l’economia, c’è una sorta di disuguaglianza in
questo. [Mi piacerebbe vedere] che parte di quei soldi della
Premier League vadano ai campionati inferiori. Nonostante tutto il
tipo di lucentezza egualitaria che ci piace dare a questo business,
non ce n’è molto in termini reali”.
La prospettiva, mai affrontata prima
d’oggi in questo argomento, sembra davvero interessante ed è forse
la chiave sia per capire la posizione di Scorsese, sia per dare un
volto diverso al mercato che al momento è in seria difficoltà.
Un nuovo report rivela il budget di
Avatar: la via dell’acqua di James
Cameron ed si tratta di una cifra molto più alta di quanto
immaginato. L’imminente sequel di Avatar uscirà finalmente nelle
sale il 14 dicembre dopo un’attesa di tredici anni e vedrà
Sam Worthington,
Zoe Saldana e
Stephen Lang riprendere i rispettivi ruoli di
Jake Sully, Neytiri e il colonnello Miles Quaritch. Ambientato un
decennio dopo gli eventi del primo film, Sully, che ora è un Na’vi,
ha costruito una famiglia con Neytiri su Pandora e deve proteggere
la sua casa dagli umani mentre la RDA ritorna ed esige la guerra
contro i Na’vi.
Ora, un recente pezzo di The
Hollywood Reporter ha riferito di aver rivelato il budget
impiegato per
Avatar: la via dell’acqua. Secondo fonti vicine alla
produzione, il film è uno dei più costosi nella storia di
Hollywood, con un costo compreso tra $ 350 milioni e $ 400 milioni.
Con la Disney che ha speso oltre $ 1 miliardo per i quattro sequel
di Avatar, non sorprende che il film sia stato più costoso della
prima puntata, che è costata $ 237 milioni.
Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno
all’oceano. Sully (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Arriva in prima tv su
Sky
The Lost City, lunedì 28 novembre
alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e
disponibile on demand, anche in qualità 4K. Diretto da
Aaron Nee e Adam Nee, THE
LOST CITY è un’adrenalinica adventure-comedy dai
risvolti sentimentali con un cast stellare, composto da
Sandra Bullock,
Channing Tatum,
Daniel Radcliffe, Da’Vine Joy Randolph, Brad Pitt, Oscar Nuñez,
Patti Harrison e Bowen Yang,
La trama di The Lost
City
Loretta Sage (Sandra Bullock),
solitaria scrittrice di successo, ha trascorso la sua carriera
scrivendo popolari romanzi d’amore e di avventure ambientati in
luoghi esotici. Il protagonista dei suoi racconti è il bellissimo
modello di copertina Alan (Channing Tatum), che nelle pagine di
questi libri incarna l’eroe “Dash”. Mentre è in tour per promuovere
il suo nuovo libro con Alan, Loretta viene rapita da un eccentrico
miliardario (Daniel Radcliffe) convinto che lei possa condurlo al
tesoro dell’antica città perduta, descritta così bene nel suo
romanzo.
Alan, spinto dalla voglia di
dimostrare a tutti che può essere un eroe anche nella vita reale,
si mette in viaggio per salvarla. Coinvolta in un’epica avventura
nella giungla, l’improbabile coppia sarà costretta ad andare
d’accordo per sopravvivere, ma soprattutto per trovare l’antico
tesoro prima che sia perso per sempre.
Proseguono le riprese della seconda
stagione de Il Re, il prison drama Sky Original
con Luca Zingaretti. In otto nuovi episodi diretti
da Giuseppe Gagliardi, la serie – prodotta da Sky
Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside,
entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con
Zocotoco – si mostra oggi nella prima clip dal set.
Scritta da Peppe
Fiore, Alessandro Fabbri e
Federico Gnesini, Il Re – Seconda
stagione vede Zingaretti ancora protagonista nei panni di
Bruno Testori, il controverso direttore di un carcere di frontiera
alla fine della prima stagione prigioniero nel suo stesso regno. La
serie sarà disponibile in tutti i paesi in cui Sky è presente. Il
distributore internazionale è Fremantle.
La trama de Il Re –
Seconda stagione
Bruno Testori è ora un detenuto nel
suo stesso carcere, quando Gregorio Verna, capo dei servizi
segreti, fa cadere le sue accuse e lo reintegra nel ruolo di
direttore. In cambio deve far parlare un detenuto, il magistrato
Vittorio Mancuso, accusato dell’omicidio di una dipendente della
Slimpetroil Spa, rinomata compagnia energetica di bandiera,
scoprendo perché si sia macchiato di quel delitto prima che l’uomo
testimoni davanti a un GIP. Quando Bruno comincia a sospettare la
sua innocenza e a temere che i servizi lo stiano usando, decide di
vederci chiaro. Sarà l’inizio di una battaglia per la verità il cui
prezzo da pagare si rivelerà altissimo.
La cast di Il Re – Seconda
stagione
Accanto a Luca Zingaretti nel ruolo
del direttore Bruno Testori, tornano Isabella Ragonese (Lei mi parla
ancora, Rocco
Schiavone, Il padre d’Italia) che interpreta di
nuovo Sonia Massini, ora comandante delle guardie penitenziarie del
San Michele, Anna Bonaiuto (Loro,
Napoli
velata, Mio fratello è figlio unico) ancora nei
panni del pubblico ministero che indaga sulla rete di illeciti e
connivenze che fanno capo a Testori, Laura Lombardo, che nella
nuova stagione verrà “promossa e trasferita” in un altro tribunale
proprio per colpa sua, e Barbora Bobulova
(Scialla!, Cuori puri, Cuore sacro) che
nei nuovi episodi sarà di nuovo l’ex moglie del personaggio
interpretato da Zingaretti, un’agente dei servizi che lavora nel
reparto cybersicurezza. Torna anche Alida Baldari
Calabria nei panni della giovanissima figlia di Bruno.
New-entry nel cast di questa
stagione sono Fabrizio Ferracane
(L’Arminuta, Il Traditore, Anime nere)
nei panni di Gregorio Verna, a capo dei servizi segreti,
Thomas Trabacchi (Nico, 1988, Amori
che non sanno stare al mondo, Romanzo di una strage)
in quelli di un magistrato detenuto al San Michele, Vittorio
Mancuso, Caterina Shulha (Smetto quando
voglio, Hotel Gagarin, L’uomo del labirinto)
che sarà Claudia Agosti, l’avvocatessa di Mancuso, e
Stefano Dionisi (Tre Piani,
1993, Il Grande Gioco) nei panni di un detenuto
del carcere che diventa presto amico di Testori.
Presentato nella sezione Un Certain
Regard del 74º Festival di
Cannes e premiato al Sundance Film Festival 2022, arriva in
esclusiva su Sky After Yang, film
targato Sky Original con protagonista
Colin Farrell, martedì 29 novembre alle 21.15 su Sky
Cinema Uno, in streaming solo su NOWe disponibile
on demand.
Scritto, diretto e montato
dal regista e videoartista Kogonada e basato sul
raccontoSaying Goodbye to Yang di Alex
Weinstein, After Yang è un toccante racconto di
ambientazione Sci-Fi, che scava però nel profondo dei rapporti
umani. Protagonista della pellicola è Colin Farrell, con lui nel cast anche Jodie Turner-Smith, Justin H
Min e la giovanissima Malea Emma
Tjandrawidjaja.
La trama del film
In un futuro prossimo, gli androidi
hanno sembianze umane e vivono al fianco degli esseri umani,
facendo loro da aiutanti. Nella famiglia di Jake (Colin Farrell),
che vive con la moglie Kyra (Jodie Turner-Smith) e la loro figlia
Mika (Malea Emma Tjandrawidjaja), c’è una sola intelligenza
artificiale di nome Yang a cui tutti loro sono affezionati, in
particolar modo la piccola di casa.
Quando Yang smette di funzionare
correttamente, Jake cerca un modo per ripararlo. Durante questo
processo, Jack scopre che la vita gli sta passando davanti,
riconnettendosi con sua moglie e sua figlia e ponendosi domande
nuove sull’amore e la perdita.
Presentato nel corso della 40esima
edizione del Torino Film Festival, Napoli
Magica, il nuovo film diretto e interpretato da Marco D’Amore evento speciale al cinema
il 5, 6 e 7 dicembre distribuito da Vision Distribution.
Napoli Magica è un film Sky Original,
prodotto da Sky e Mad Entertainment in collaborazione con Vision
Distribution. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Marco D’Amore e Francesco Ghiaccio.
Cosa cerchi in Napoli quando la
abiti da sempre o quando la visiti per la prima volta? Perché la
sua anima è così diversa dalle altre? Dove risiede la sua magia?
Marco D’Amore vuole scoprirlo e per farlo
esiste un unico modo: deve attraversarla e perdersi per trovare
l’inaspettato incanto. Bisogna scavare la pietra di tufo dei suoi
sottofondi per disseppellire i suoi misteri e le sue leggende, i
suoi spiriti, le voci antiche, i suoi fantasmi e i suoi miti. Il
dedalo di cunicoli scavati per tremila anni è tomba dei segreti su
cui poggia l’intera città. E poi dalla realtà si passa alla favola,
e così in Napoli Magica i luoghi iconici – il cimitero delle
Fontanelle, Castel dell’Ovo, la cappella del Cristo Velato, le
Catacombe di San Gaudioso – prendono vita mentre i volti della
gente incontrata in strada si contrappongono ai personaggi del mito
(la sirena Parthenope, il munaciello, le anime pezzentelle,
Pulcinella).
In questo viaggio, la città assume
forme e contorni nuovi suscitando sentimenti contrastanti, in un
continuo gioco di opposti. Napoli è uno sguardo o un’infinità di
vedute, come se la si osservasse dalle alture dei colli che la
circondano, o dai sotterranei che la trapassano o infine,
attraverso gli occhi di tutte le anime che fino ad ora l’hanno
abitata in superficie o nelle sue cavità. Napoli Magica dà del “tu”
al mistero e attende risposte mai rivelate dagli oracoli.
NAPOLI MAGICA è un film Sky
Original. Una produzione Sky e
Mad Entertainment in collaborazione con
Vision Distribution. Soggetto e sceneggiatura di
Marco D’Amore e Francesco Ghiaccio. Regia di Marco D’Amore.
Prodotto per Sky da Roberto Pisoni, Dino Vannini, Gaia Pasetto.
Prodotto per Mad Entertainment da Luciano Stella, Maria
Carolina Terzi, Lorenza Stella, Carlo Stella
Prima di Anche
io, il cinema americano ci ha abituato da decenni alla
visione di film che mettono in scena le meccaniche del giornalismo
investigativo. Gli esempi maggiormente valevoli di questo
sottogenere sono titoli blasonati quali Tutti gli uomini del presidente di
Alan J. Pakula, Zodiac di David Fincher e
Il caso Spotlight di Tom
McCarthy, vincitore dell’Oscar come miglior film nel
2015.
Anche io, tutto comincia con Harvey
Weinstein
Incentrato sull’inchiesta
che le giornaliste del New York TimesJodi
Kantor e Megan Twohey portarono avanti
riguardo gli abusi sessuali perpetrati da Harvey
Weinstein, She Said appartiene senza
dubbio a questa categoria, ma in maniera altrettanto evidente
l’accostamento ai titoli prima citati finisce qui. Diretto da Maria
Schrader, il film non possiede infatti gli elementi che hanno reso
memorabili tali lungometraggi del passato, primo tra tutti
l’equilibrio tra necessità di intrattenimento e ricerca di una
veridicità nell’esposizione del racconto.
Anche io
infatti cerca con molti, forse troppi accorgimenti, di catturare
l’empatia dello spettatore, scivolando suo malgrado nel melodramma
quando una messa in scena più ‘asciutta” avrebbe probabilmente
funzionato meglio allo scopo. I primi dieci, quindici minuti del
film sono sfortunatamente la parte più debole dell’operazione,
quella che a conti fatti setta il tono della stessa: in particolar
modo un uso invasivo della musica intesa a sottolineare la tensione
a cui vanno incontro le due protagoniste risulta fortemente
controproducente, arrivando a creare un senso di confusione sia nel
tono scelto per la vicenda che nel genere, in quanto lo scorse
sembra forse più consono al thriller.
Cosa che Anche
io proprio non è, né vuole essere. Una volta superato
un inizio non equilibrato il film oggettivamente migliora,
assestandosi su una sceneggiatura discretamente strutturata seppur
non esente da una certa approssimazione nella delineazione dei
personaggi. Per rendere infatti la Kantor e la Twohey maggiormente
bidimensionali vengono aggiunti alla storia piccoli quadri
familiari che però non riescono realmente nell’intento, aggiungendo
alla vicenda principale sottotrame che appesantiscono una
narrazione la quale avrebbe dovuto durare meno delle quasi due ore
e un quarto finali.
Allo stesso modo le due
figure principali in più di una scena non riescono a sfuggire dalla
trappola dello stereotipo: se infatti il personaggio interpretato
da Zoe Kazan rimane sempre la giornalista gentile
e alle prime armi, quello di Carey Mulligan possiede invece lo charme e la
durezza del reporter con esperienza. Almeno in un paio di casi le
due figure diventano caratterizzazione invece che personalità
delineata con acutezza, e questo nuoce alla loro credibilità:
perché ad esempio la Twohey deve costantemente scoppiare in lacrime
ogni volta che riceve una buona notizia?
Una sottolineatura non
necessaria che continua a trascinare inutilmente il tono verso il
melodrammatico. Figure che non aiutano di certo la
Kazan e la
Mulligan ad esprimere il meglio delle loro qualità di attrici,
Ma se la seconda risulta comunque efficace in virtù della sua
presenza scenica sempre carismatica, la Kazan non riesce a dotare
il suo ruolo di spessore, apprendo in più di un’occasione un
pulcino fuor d’acqua. In ruoli di contorno anche attori consumati
come Patricia Clarkson e André
Braugher non brillano.
Anche io meritava più lucidità
Pensando al tema trattato
e alla sua importanza Anche io avrebbe dovuto
essere un film costruito e realizzato con assai maggiore lucidità,
attraverso scelte soprattutto di regia ben definite. E questo
riporta necessariamente al lavoro della Schrader, cineasta che
tende sempre in maniera ostentata verso la ricerca di empatia
attraverso musiche, flashback e momenti ad effetto non
particolarmente richiesti. E almeno una sequenza, quella in cui
Harvey Weinstein si presenta nella sede del New York Times con il
suo entourage per difendersi dalle accuse, sarebbe dovuta essere
eliminata visto che poi al fine della progressione narrativa non
fornisce alcun reale contributo.
Anche io
fallisce nel compito di fornire allo spettatore uno sguardo preciso
e lucido su una delle inchieste giornalistiche – da non confondere
con quella di Ronan Farrow – che portò alla fine
degli abusi criminali di Weinstein. L’importanza di raccontare i
fatti rimane inalterata e vitale. Quanto al modo in cui la vicenda
è stata portata sul grande schermo, i dubbi su un prodotto così
fragile sembrano più che legittimi.
La due volte candidata all’Oscar
Carey Mulligan (Una Donna Promettente, An Education) e
Zoe Kazan (la serie Il Complotto contro l’America, The
Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no) protagoniste
di Anch’io,
nel quale interpretano le reporter del New York Times Megan Twohey
e Jodi Kantor, che insieme hanno raccontato una delle storie più
importanti di una generazione. Una storia che ha infranto decenni
di silenzio sul tema degli abusi sessuali avvenuti a Hollywood e
che ha cambiato per sempre la cultura americana. Anch’io è
diretto dalla vincitrice dell’Emmy Maria Schrader (la serie
Unorthodox) ed è scritto da Rebecca Lenkiewicz, sceneggiatrice del
film vincitore del premio Oscar Ida.
Dai produttori vincitori degli
Academy Award di
12 anni schiavo,
Moonlight,
Minari, Selma – La strada per la libertà e La grande scommessa
e dal produttore candidato all’Oscar di Zero Dark Thirty e American
Hustle – L’Apparenza inganna, il film è tratto dall’inchiesta del
New York Times di Jodi Kantor, Megan Twohey e Rebecca Corbett e dal
bestseller del New York Times “She Said: Breaking the Sexual
Harassment Story That Helped Ignite a Movement” di Jodi Kantor e
Megan Twohey.
Testimonianza del potere del
giornalismo investigativo, Anche Io racconta il viaggio di reporter
e redattori impegnati nell’incessante ricerca della verità e mette
in luce il coraggio di coloro che sono sopravvissute e di chi ha
scelto di farsi avanti per fermare un predatore seriale. Insieme,
il loro impegno e la loro forza d’animo hanno dato vita a una
conversazione nazionale, hanno contribuito a riportare alla luce il
movimento #MeToo e alimentato una riflessione sul sistema che lo
aveva reso possibile.
Anch’io
vede nel cast anche la candidata all’Oscar Patricia
Clarkson (Shutter Island, Schegge di April), dal vincitore
dell’Emmy Andre Braugher (Homicide, Thief – Il
professionista), dalla vincitrice del Tony Award Jennifer
Ehle (Zero Dark Thirty, Orgoglio e Pregiudizio) e dalla
candidata all’Oscar Samantha Morton (Minority
Report, In America – Il sogno che non c’era).
A quattro anni da
Suspiria,Luca Guadagnino torna nel
Concorso veneziano con Bones and All. Anche
questa volta il regista palermitano si confronta con un testo
preesistente, il romanzo omonimo di Camille
Deangelis e sceglie di tornare a lavorare con Timothée Chalamet, che lui stesso aveva
lanciato nell’Olimpo di Hollywood con Chiamami col tuo nome. Accanto a lui, la
folgorante Taylor Russel.
Bones and All, la trama
Maren è una ragazza con
un segreto. Ha difficoltà a farsi spazio in un mondo che non riesce
ad accogliere la sua particolarità, è sola e senza meta, fino a
quando non incontra Lee, un ragazzo come lei, solitario e insolito.
Con lui Maren troverà una casa e cercherà di capire chi è,
affrontando la cattiveria del mondo con la paura e la purezza che
ha solo l’adolescenza.
Luca
Guadagnino ama raccontare i giovani e l’idea di un
coming of age narrato con la sua sensibilità sembra quanto
di più canonico possa esserci nella sua filmografia. Bones and All
è un felice incontro tra le immagini sanguinolente di
Suspiria e il racconto di formazione sentimentale
di Chiamami col tuo nome, tutto raccontato on the
road, a bordo di un furgone che potrebbe fermarsi da un momento
all’altro ma che è tutto ciò di cui hanno bisogno le due anime
perse che ci sono dentro.
Cercare il proprio spazio
Attraverso pericoli e
insidie, Maren e Lee sgomitano per trovare il loro spazio. Lei in
particolare cerca la sua radice, l’origine del suo male, l’evento
scatenante a cui attribuire quella diversità così disturbante e
invalidante che solo nel confronto con Lee sembra diventare
sopportabile. Chalamet e Russel sono il cuore pulsante della
storia, ma chi veramente rimane impresso negli incubi dello
spettatore è il personaggio interpretato magistralmente da
Mark Rylance, Sully. Un orco cattivo, o forse
un’altra solitudine in cerca di conforto che però non rientra nel
cerchio magico di Maren e Lee, non senza un’imposizione che spezza
l’alchimia trai due giovani.
Guadagnino riesce a
trovare un equilibrio perfetto tra la bellezza dei paesaggi
americani, le proporzioni eleganti delle sue inquadrature, la
bellezza un po’ stropicciata dei suoi protagonisti e la cattiveria,
la bruttezza del mondo, tanto che in alcuni ritratti il regista
sembra omaggiare un immaginario à la Garth Ennis,
con la sua umanità rifiutata e emarginata.
Trovarsi, riconoscersi, contenersi
Fuor di metafora,
Bones and All racconta anche il riconoscersi
di due anime perse, il ritrovarsi e l’amarsi nonostante tutto,
perché ci si riconosce dentro l’altro e se ne capiscono le ragioni,
anche di fronte a contingenze terribili e confessioni indicibili.
Amarsi “fino all’osso” e accettare tutto, abbracciandolo e
facendoci i conti, sempre.
Peccato però per la
colonna sonora del film, che nei lavori di Luca
Guadagnino è sempre molto ispirata e che qui appare un po’
troppo pigra, soprattutto per quello che riguarda i pezzi
originali, rispetto a quanto realizzato in precedenza, soprattutto
con
Suspiria.
Bones and All è un coming of age che
emoziona profondamente, accoglie e coccola, nonostante immagini
violente e disturbanti, ma che si prende anche la responsabilità di
raccontare una dura verità: è difficile abbracciare e capire a
fondo la diversità, e probabilmente solo tra simili esiste la
comprensione autentica e totale.
Con il film del 1995
Casinò, il regista premio Oscar Martin
Scorsese firma quello che è considerato l’ultimo
capitolo di una trilogia sulla mafia, iniziata con Mean
Streets e proseguita con Quei bravi ragazzi. Per
dar vita a questo nuovo epico racconto, egli si affida ai suoi
attori più ricorrenti: Robert De
Niro e JoePesci. Nasce così uno dei suoi titoli più
importanti degli anni Novanta, tutt’oggi ricordato per i suoi
personaggi, la regia e i contenuti come sempre controversi. La
storia si basa infatti su una vicenda reale, ambientata nel mondo
della criminalità organizzata e dei suoi loschi traffici.
Fonte di ispirazione è infatti il
libro Casino: Love and Honor in Las Vegas, scritto e
pubblicato nel 1995 da Nicholas Pileggi, il quale
ha poi collaborato alla sceneggiatura del film insieme allo stesso
Scorsese. Questo è la biografia delle attività criminali dei
mafiosi Frank “Lefty” Rosenthal e Anthony “The Ant” Spilotro. I due
diedero vita ad una vera e propria fortuna nel mondo dei casinò
della Las Vegas degli anni Ottanta. Lo stesso Rosenthal collaborò
poi al film in qualità di supervisore alla storia, assicurandosi
che venisse raccontata la realtà dei fatti. Questi fornì infatti
una serie di informazioni altrimenti introvabili, ottenendo in
cambio di poter incontrare De Niro, di cui era da sempre un
fan.
Le riprese si rivelarono poi
particolarmente impegnative, prevedendo una grande quantità di
location e ricostruzioni storiche. Per Scorsese era infatti
fondamentale riuscire a trasmettere l’atmosfera che si poteva
respirare nei veri casinò dove avvennero i fatti qui narrati. Al
momento dell’arrivo in sala, Casinò si rivelò poi uno dei
maggiori successi economici del regista, apprezzato proprio per il
grande lavoro svolto sull’epoca. A fronte di un budget di circa 52
milioni di dollari, il titolo arrivò ad incassarne globalmente
circa 116, con ulteriori 20 milioni derivati dalle vendite per
l’home-video. Il film si affermò poi anche durante la stagione dei
premi, guadagnando nomination ai Golden Globe e agli Oscar.
Casinò: la trama del
film
Protagonista del film è Sam
Rothstein, soprannominato “Asso” poiché estremamente bravo
con le scommesse. Grazie alla sua fortuna con queste, egli riesce a
rendere particolarmente ricco il suo boss, Remo
Gaggi. Per ripagarlo, questi gli affida la gestione di un
casinò di nuova apertura a Las Vegas, il Tangiers. In
breve tempo, con la complicità di Phillip Green,
egli riesce ad ottenere straordinari profitti, che non mancano di
attirare anche attenzioni indesiderate. Per controllare gli affari
di Sam, Gaggi gli affianca Nicky Santoro. Questi,
tuttavia, si rivela ancor più spregiudicato negli affari, e con i
suoi metodi barbari rischia di compromettere i traffici illeciti
tanto difficilmente costruiti da Sam. Le preoccupazioni di questo,
però, vengono momentaneamente alleviate dall’incontro con
Ginger McKenna.
La donna diventa da subito il
principale interesse di Sam, che le chiede di sposarlo. Mentre egli
è impegnato da un punto di vista sentimentale, Nicky continua a
gestire il casinò, facendosi però notare dalla legge. Per i due
uomini hanno così inizio una serie di problemi che potrebbero in
breve tempo distruggere tutta la popolarità faticosamente
acquistata negli anni. Nel tentativo di gestire le indagini dei
federali, i due dovranno cercare di riuscire a gestire la complessa
situazione e i loro illeciti. A sgretolarsi non è però soltanto la
fortuna economica di Sam. Anche il suo matrimonio inizia ad andare
in pezzi, con inevitabili ripercussioni anche sulle altre sue
attività. Per la prima volta nella sua vita, Asso avrà così la
sensazione di essere stato abbandonato dalla sua infallibile
fortuna.
Casinò: il cast del
film
Come sempre, Scorsese si affida ad
un gruppo di fidati attori per i ruoli più importanti, mentre si
circonda di una serie di interpreti meno noti ma ugualmente
caratteristici per i personaggi di minor rilievo. Nel ruolo del
protagonista Sam Rothstein si ritrova Robert De
Niro. Per prepararsi al ruolo l’attore intraprese come
sempre delle lunghe ricerche. Ad aiutarlo particolarmente, però, fu
la possibilità di incontrare la vera personalità su cui il suo
personaggio si basava. Frank Rosenthal si dichiarò infatti
disponibile ad incontrare l’attore, suggerendogli spunti e dettagli
per la sua interpretazione. Accanto a lui si ritrova l’amico
Joe Pesci, che con il ruolo di Nicky Santoro dava
vita ad un nuovo personaggio insensibile e violento.
Per il ruolo di Ginger Scorsese
scelse invece l’attrice Sharon
Stone, con la quale non aveva mai lavorato prima.
Ottenere la parte non fu però facile per l’attrice. Molti dei suoi
tentativi di incontrare il regista sfumarono per problemi di varia
natura, e dopo aver infine sostenuto un provino non ebbe notizie
per mesi. Quando ormai credeva di aver perso l’occasione, venne
ricontattata dalla produzione, la quale le comunicava che aveva
ottenuto il ruolo. L’attrice lavorò poi molto sul suo personaggio,
suggerendo modifiche estetiche e caratteriali, e la sua
interpretazione venne apprezzata a tal punto da farle guadagnare
una nomination all’Oscar, l’unica del film. In Casinò
vi è poi anche James Woods nei panni del pappone
Lester Diamons, mentre Frank Vincent ricopre
quelli di Frank Marino, braccio destro di Nicky.
Casinò: la vera storia
dietro al film
Seppur romanzata, come si è già
accennato quella narrata nel film è una storia vera, realmente
avvenuta tra i casinò di Las Vegas. Protagonista delle reali
vicende è Frank Rosenthal, classe 1929, il quale
grazie ai suoi successi nel gioco d’azzardo ottenne l’affidamento
dei casinò Stardust, Fremont e Hacienda. Egli si distinse per le
sue idee brillanti e particolarmente vincenti, come il far inserire
una sala scommesse all’interno di questi locali. Lo Stardust, in
particolare, divenne sotto la sua supervisione uno dei centri di
gioco d’azzardo più rinomati al mondo. Le cose prendono per
Rosenthal una brutta piega a partire dal 1976. In quell’anno,
infatti, le autorità scoprono che egli gestiva questi casinò senza
una regolare licenza.
A partire da qui egli viene
coinvolto in una serie di processi, durante i quali si guadagna il
soprannome di “Lefty”, ovvero mancino. Con la reputazione ormai
distrutta, Rosenthal sopravvive ad un attentato nel 1982 ed ebbe
modo di sposarsi con Geraldine McGee, dalle quale però divorzierà
tragicamente nei primi anni Ottanta. La sua carriera termina
definitivamente nel momento in cui nel 1988 il giudice Joseph
Pavlikowski inserisce il suo nome nel libro nero, di fatto
bandendolo da ogni casinò del Nevada. Sconfitto, egli si trasferì a
Miami, dove poté comunque continuare a scommettere con successo su
eventi sportivi. Dopo essere stato coinvolto nella lavorazione del
film di Scorsese, Rosenthal morì nella nota città della Florida nel
2008, all’età di 79 anni.
Casinò: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente, il film
Casinò è attualmente presente solamente sulla piattaforma
Now, relativa a Sky. Per vederlo è pertanto
sottoscrivere un abbonamento ad essa per poter fruire del film come
anche di ogni altri titolo presente nel catalogo. In alternativa, è
possibile guardarlo in televisione grazie alla sua programmazione
nel palinsesto. Il film sarà infatti trasmesso in TV
domenica 27 novembre alle ore
21:15 sul canale Cielo.
Nel 2016 il celebre regista
Walter Hill, noto per film cult come I
guerrieri della notte e Driver l’imprendibile, porta
al cinema Nemesi, il suo nuovo
lungometraggio. Al centro della storia di questo vi è la guerra
aperta tra due donne, le quali sono legate da un passato omicidio.
L’evolversi del loro odio reciproco acquisisce però risvolti
particolarmente inaspettati, portando il film intero a diventare un
cult istantaneo. Merito di ciò sono anche le interpretazioni delle
attrici protagoniste, le quali apportano il loro carisma all’intero
progetto.
La sceneggiatura del film venne
scritta per la prima volta nel 1978, conquistando da subito Hill,
il quale affermò di essere rimasto particolarmente attratto
dall’audacia della storia e delle sue tematiche. Inizialmente
intitolato Tom Boy, il progetto attraversò però una lunga
gestazione, prevalentemente poiché il regista non era convinto di
come rendere credibili determinati snodi narrativi. Lasciando
passare del tempo, egli maturò così nuove idee, che riprese infine
per l’ultima stesura, dalla quale è poi nato il film.
Prodotto con un budget
particolarmente ridotto, attestato al di sotto dei 3 milioni di
dollari, il film ottenne poi una distribuzione limitata nei cinema
statunitensi, dove arrivò però a guadagnare circa 200 mila dollari.
Con il mercato dell’home-video, Nemesi si è infine
affermato come un titolo dal buon successo, suscitando la curiosità
di spettatori amanti del thriller come anche dei film cosiddetti
“B-Movie”. Sono diverse le curiosità legate al titolo, e
proseguendo qui nella lettura si potranno scoprire le principali
tra queste.
Nemesi: la trama del
film
Il film racconta la storia di un
sicario di nome Frank Kitchen, il quale viene
assoldato per uccidere il fratello di una brillante chirurga
estetica, di nome Rachel Jane. Una volta compiuta
la missione, però, Frank si trova a dover fare i conti proprio con
la dottoressa. Questa si vendica catturando il sicario e praticando
su di lui un intervento di riassegnazione di genere. Al suo
risveglio, Frank è dunque costretto a confrontarsi con la sua nuova
condizione, dotato ora di un corpo femminile. Ciò lo porta anche a
subire una crudele tortura psicologica, per la quale è costretto a
ridefinirsi come donna pur di non impazzire.
Lo spietato assassino, però, avverte
anche degli inaspettati benefici, e trova nel nuovo corpo una forza
prima sconosciuta. Egli inizia così ad escogitare un piano per
vendicarsi di quanto subito, andando a ricercare proprio la
dottoressa Jane. Nel suo percorso, però, Frank avrà bisogno di
allenati per proteggersi dai nemici più inaspettati. Capirà infatti
ben presto che arrivare a colpire la dottoressa è più difficile del
previsto, e che anche lei dal canto suo non resterà con le mani in
mano. La guerra tra le due donna è dunque aperta, e la pietà non
sembra affatto essere un elemento contemplabile.
Nemesi: il cast del
film
Per dar vita ai due ruoli femminili
principali, il regista Hill si è assicurato la partecipazione di
due tra le più note attrici del genere d’azione. Grazie a loro ha
così permesso al film di acquisire ulteriore prestigio, nonché il
carisma necessario per far colpo sugli spettatori. Nella parte del
sicario Frank Kitchen, che da uomo si ritrova a diventare donna, si
ha dunque l’attrice Michelle
Rodriguez. Per lei si tratta del primo ruolo da
protagonista assoluta dai tempi di Girlfight, il film che
la rese celebre. Negli anni si è però affermata grazie alla saga di
Fast & Furious.
Per poter assumere i panni del personaggio protagonista di
Nemesi, la Rodriguez si è trovata a doversi sottoporre ad
un lungo allenamento fisico, con il fine di poter sfoggiare un
fisico atletico e adatto ad eseguire le spericolate acrobazie
previste.
Accanto a lei, nel ruolo della
chirurga Rachel Jane vi è invece la candidata all’Oscar Sigourney
Weaver. Celebre per il suo ruolo nell’horror Alien, l’attrice ha
qui dato vita ad un nuovo complesso personaggio all’interno del
genere thriller. Per tale ruolo, ha in seguito raccontato di aver
tratto parziale ispirazione dal personaggio interpretato in
Copycat – Omicidi in
serie, anche se lì figurava come protagonista buona.
L’attore Tony Shalhoub è invece presente nei panni
del dottor Ralph Galen, il medico che conduce l’intervista alla
dottoressa Jane. Anthony LaPaglia, celebre per la
serie Senza traccia, è invece il sicario Honest John
Hartunian, assoldato dalla Jane per catturare Frank Kitchen. Nel
film, infine, sono presenti anche gli attori Terry
Chen nei panni del dottor Lin, e Paul
McGillion in quelli di Paul Winscott.
Nemesi: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Nemesi grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato
26novembre alle ore
00:00 sul canale TV8.
A due anni dalla sua
opera prima 7 ore per farti innamorare, Giampaolo Morelli torna dietro – e davanti –
la macchina da presa per una commedia formalmente distopica con cui
chiudere in bellezza l’anno iniziato con il C’era una volta il
crimine dello scorso marzo. In questo caso, questo nuovo
Falla girare sarà disponibile su Amazon Prime dal 25
novembre, per allietare un periodo critico per molti e avvicinarsi
al Natale con leggerezza e qualche ottimo consiglio.
Falla girare: un
futuro sempre meno stupefacente
Intanto, di rilassarsi,
di allontanare i pensieri cupi e le ansie, che sembrano
attanagliare anche il mondo del futuro nel quale si svolge
l’indagine del reporter dell’Impertinente sull’aumento dei suicidi.
Tutto nascerebbe dal virus – forse creato in laboratorio, in Cina –
che ha portato alla scomparsa della marijuana e all’estinzione di
tutte le piantine di Cannabis… tranne due. Un esemplare femmina,
conservato in Vaticano, e uno maschio, apparso per caso nella villa
che l’influencer Natan ha acquistato da un losco figuro.
Una premessa surreale, a
cavallo tra il fanta-action e L’erba di
Grace, che si sviluppa in una commedia molto
particolare, che guarda a Rain Man e a
I soliti ignoti, e vive di
continui strappi, trovate e siparietti. Caratteristiche che la
inseriscono in un genere che dopo una premessa crime sfiora a
tratti il demenziale, pur con l’ambizione di affrontare in maniera
trasversale un tema fondamentale come quello della ricerca e del
diritto alla felicità.
La felicità è un
sistema complesso
Una direttrice non
banale, che va al di là del semplice effetto ‘stupefacente’ cui si
ammicca, ma che sembra aver bisogno di essere continuamente
ricordata, dagli stessi scombinati eroi in scena e agli spettatori,
travolti dal continuo succedersi di svolte narrative, nuovi
personaggi e situazioni critiche. Un caos organizzato che risponde
all’evidente intenzione di giocare con i modelli del cinema
d’azione e d’avventura (con Morelli che si toglie persino lo sfizio
di affrontare tre cattivi con le armi consentite dal ruolo), ma che
in alcuni momenti sconta brusche frenate ed eccessive concessioni
alla parodia.
Non quando si sceglie di
attingere alla tradizione della comicità più popolare, al limite
della barzelletta, anche politicamente scorretta (ma cinesi e
napoletani saranno i primi a riderne), che paradossalmente paga di
più di certe battute meno originali – sugli stereotipi legati al
social marketing e all’immagine del giornalismo che qualcuno sembra
avere davvero – o quasi dovute a una moderna sensibilità neo
femminista. Per fortuna, del film e nostra, dove non arrivano la
scrittura e il montaggio ci pensa la banda di impavidi composta dai
Jackal, Giovanni Esposito e
Michele Placido… con Leopoldo
Mastelloni in versione boss.
La giovanissima Maria
Bakalova è divenuta celebre grazie al film Borat –
Seguito di film cinema, che le ha aperto le porte ad una
popolarità internazionale che la sta rendendo un’attrice sempre più
richiesta. Sono infatti molti i progetti a cui la Bakalova sta
prendendo parte e sempre più viene indicata come una delle
interpreti da tenere d’occhio per il futuro.
Ecco 10 cose che non sai su Maria Bakalova.
Maria Bakalova: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in noti
film. Con diversi lungometraggi di produzione bulgara alle
spalle, come Transgression (2017) e Last
Call (2020), l’attrice è arrivata negli Stati Uniti per
recitare nei panni di Tutar Sagdiyev nel film Borat – Seguito di film
cinema, accanto a Sacha Baron
Cohen. Dopo questo film che l’ha resa celebre, ha
preso parte a Woman Do Cry (2021), Nella bolla (2022), con Karen Gillan e
Bodies Bodies Bodies (2022), commedia horror.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad aver preso parte a film per il
cinema, l’attrice ha recitato anche in alcuni prodotti televisivi.
Questi sono la serie bulgara Tipichno, dove ha recitato
nel 2015 per tre episodi e l’episodio Borat’s American
Lockdown della miniserie Borat’s American
Lockdown & Debunking Borat, realizzata con materiale non
utilizzato per il film. Nel 2022 ha invece un cameo in Guardians of the Galaxy Holiday
Special.
3. È anche
produttrice. La giovane attrice sta dimostrando molta
dimestichezza con l’ambiente del cinema statunitense, tanto da aver
intrapreso anche l’attività di produttrice per alcuni progetti. Tra
questi si hanno la commedia romantica The Honeymoon, nella quale è presente
anche come attrice, è Triumph, film stavolta di
nazionalità bulgara nel quale come l’altro compare anche come
attrice.
Maria Bakalova in Borat
4. È stato il suo debutto in
lingua inglese. Prima di recitare in Borat – Seguito
di film cinema, l’attrice vantava unicamente interpretazioni
in opere di produzione bulgara. Borat ha dunque
rappresentato ilsuo debutto in un film in lingua inglese, cosa che
le ha poi permesso di ottenere un’enorme popolarità e rimanere nel
contesto del cinema statunitense, dove oggi continua a lavorare.
L’attrice si è dunque dichiarata estremamente grata
dell’opportunità ricevuta, che le ha letteralmente cambiato la
vita.
5. Ha sostenuto un provino
“folle”. Ricordando l’esperienza di Borat – Seguito di
film cinema, l’attrice ha raccontato di aver fatto di tutto
pur di ottenere la parte di Tutar Sagdiyev nel film, arrivando a
sostenere un provino giudicato come “folle”. L’attrice si è infatti
trovata a dover improvvisare insieme ad alcuni soggetti reali,
ignari del fatto che si stavano svolgendo dei casting per il film.
La Bakalova ha infine dimostrato molto coraggio e capacità di
improvvisazione, addirittura infilandosi in una gabbia per cani e
bevendo dalla ciotola di questi.
Maria Bakalova e Rudy Giuliani
6. Ha recitato con l’ex
sindaco di New York. Ad essere divenuta particolarmente
nota di Borat – Seguito di film cinema è la scena dove la
Bakalova interagisce con Rudy Giuliani, ex sindaco
di New York e avvocato personale di Donald Trump. In essa, mentre
l’attrice sta intervistando Giuliani, quest’ultimo viene
improvvisamente sorpreso con le mani nei pantaloni e anche se la
cosa è stata interrotta subito si sono sollevate giustamente molte
polemiche nei confronti del comportamento dell’avvocato. La
Bakalova, in seguito, ha affermato che ciò che è accaduto è ciò che
si vede nel film, senza alcuna distorsione dei fatti.
Maria Bakalova candidata agli Oscar
7. Ha stabilito un
importante primato. Grazie alla sua irresistibile
interpretazione in Borat – Seguito di film cinema, la
Bakalova è stata candidata come miglior attrice ad importanti premi
come agli Screen Actors Guild Award, ai British Academy Film
Awards, ai Golden Globe e, sopratutto, agli Oscar. A questi ultimi
ha concorso nella categoria “miglior attrice non protagonista” e
pur non avendo poi vinto il premio ha comunque stabilito un
importante primato. Si tratta infatti della prima persona bulgara a
ricevere una candidatura nelle categorie attoriali.
Maria Bakalova in Guardiani della Galassia
8. Reciterà nell’atteso film
Marvel. Nel giugno del
2022, è stato annunciato che Bakalova si è unita al cast del film
del Marvel Cinematic UniverseGuardiani della Galassia Vol.
3, atteso per il 2023. Qui darà voce a Cosmo the Spacedog,
prendendo parte anche al lavoro di motion capture sul personaggio.
L’attrice ha già avuto modo di fornire agli spettatori un assaggio
di questo personaggio grazie al Guardiani della Galassia Holiday
Special, disponibile dal 25 novembre sulla piattaforma
Disney+.
Maria Bakalova è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice possiede un proprio
profilo Instagram ufficiale con tanto di spunta blu. Questo è
seguito da 387 mila persone e presenta attualmente oltre 800 post.
Attraverso le sue pubblicazioni l’attrice è solita raccontare le
proprie giornate lavorative, tra curiosità e dietro le quinte dei
set a cui partecipa. Non mancano però anche immagini legate alla
propria quotidianità, tra momenti di svago, giornate in compagnia
di amici o colleghi e molto altro. Seguendola si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Maria Bakalova: età e altezza dell’attrice
10. Maria Bakalova è nata a
Burgas, In Bulgaria, il 4 giugno del 1996. L’attrice è
alta complessivamente 1,65 metri
Oggi a Roma è stato presentato il
settimo lungometraggio di Valeria Bruni Tedeschi dal titolo
Forever Young. Il film riporta lo spettatore
indietro nel tempo fino al 1986 quando Patrice
Chéreau e Pierre Romans creano la scuola
Les Amandiers. Il lavoro fatto dalla regista e dal team di
co-sceneggiatrici composto da Noémie Lvovsky e
Agnès De Sacy è quello di aver preso i loro
ricordi e metterli nero su bianco attraverso la macchina da presa.
Lungo la chiacchierata con la stampa, oggi in conferenza stampa la
regista e il coproduttore, Angelo Barbagallo hanno
spiegato il processo creativo che ha portato alla realizzazione del
film.
Forever Young, la trama
Francia, 1986. Stella, Adèle, Victor
e Frank sono nel pieno della propria esplosiva giovinezza. Entrati
nella prestigiosa scuola teatrale Les Amandiers creata da Patrice
Chéreau e Pierre Romans sentono di avere il mondo nelle mani.
Lanciati a piena velocità nelle proprie passioni, vivranno insieme
l’entusiasmo, le paure, gli amori, ma anche le loro prime grandi
tragedie.
Questa breve trama che fa da base
per il lavoro fatto in Forever Young racconta
invece molto di più: “Io e le mie co-sceneggiatrici abbiamo
lavorato in modo schematico. Abbiamo preso del materiale
autobiografico, e ci siamo divertite a cambiarlo con la nostra
immaginazione. Lo abbiamo adattato costruendoci attorno le nostre
idee creative. Prendiamo il caos della realtà e ne facciamo una
finzione”, dichiara Valeria Bruni Tedeschi. La sua pellicola è
stata presentata a Cannes e in Francia ha già avuto il suo debutto
avvicinando anche i commenti positivi del pubblico. In Italia,
invece, il film uscirà il 1° dicembre per Lucky Red, in 120
sale.
In Forever Young in
particolare vediamo questa messa in scena di due figure
contrapposte: da una parte gli allievi e dall’altra i registi, che
hanno ispirato proprio il film: “Les Amandiers non era una
scuola convenzionale. ne ho voluto fare un film perché volevo
raccontare questa strana scuola, questa esperienza che questi
registi hanno fatto insieme a noi allievi. Les Amandiers non era
una scuola teatrale convenzionale come il conservatorio, per
esempio, era una scuola dove ci hanno il gusto di cancellare la
frontiera tra la vita e la scena. Di poter dare sulla scena e ai
nostri personaggi le nostre verità, di non recitare ma di essere.
Questa frontiera cancellata però metteva noi studenti un po’ in
pericolo”.
Fred Buscaglione, Bertolucci e
tanti altri riferimenti
“Ho un particolare attaccamento
a Fred Buscoglione. Avevo già preso un’altra sua
canzone per un altro film. Ho avuto l’intuizione di mettere la
canzone Guarda che luna su una scena molto particolare perché
avevamo voglia con la montatrice di dare un contrasto tra il dramma
e questa canzone che ha tinte allegre”, afferma la regista.
“Il contrasto fa parte della vita e io vedo la vita così e la
racconto così. Poi questa canzone ci è ritornata in mente nella
scena finale e quasi alla fine del mix Sandy Notarianni ha avuto
l’idea di farla cantare al personaggio di Etienne
[interpretato da
Sofianne Bennacer] come se fosse un modo supplementare
di convocarlo”.
Chereau,
interpretato da
Louis Garrel, è stato il mentore di Valeria Bruni
Tedeschi, l’ha lanciata al teatro ed è stato un maestro: “È
stato un mio amico, Thierry De Peretti, a darmi l’idea per il film.
Dare a qualcuno un’idea è un bel regalo. Poi io e le mie colleghe
abbiamo iniziato a lavorare alla sceneggiatura, non senza
difficoltà. In particolare, dovevamo scegliere che cosa raccontare
di questa scuola – che nella realtà dura due anni, molto di più
rispetto alla rappresentazione nel film. In quegli anni abbiamo
lavorato tantissimo ma nel film volevamo raccontare la stranezza di
questa scuola ma semplificarla per portarla allo
spettatore“.
Ha continuato dicendo: “Un altro
problema era proprio il personaggio di Chereau
perché io ero intimidita e rispettosa nel portarlo in scena.
Abbiamo proprio preso alcune sue frasi nei dialoghi per essere
fedeli il più possibile. Lui era un genio e quello che mi ha
aiutato a mettere tutto in disordine è stato il pensiero che lui
leggesse le sceneggiature. In questo disordine Louis
Garrel è stato un interprete fantastico: “Quando è
arrivato nel film mi ha detto che era scritto male e gli ho chiesto
di improvvisare. Ha portato nel film il suo
Chereau perché sapevo che era dentro di lui, un
personaggio con cui sognava di lavorare”.
In Forever Young
c’è un riferimento a
Bernardo Bertolucci: “Io ho fatto un cortometraggio con
Bernardo Bertolucci in passato. Di questo
cortometraggio mi resta l’incontro con lui. È una persona che è
stata decisiva nel mio lavoro e nella mia vita. Sono stata felice
di riportarlo in scena a modo mio. il film ha la sua valenza
proprio il fatto che mette in scena queste personalità così forti,
che ormai non ci sono più”.
Valeria Bruni Tedeschi: “Preferisco
fare la regista che l’attrice”
Il settimo film come regista non è
davvero una cosa da poco per
Valeria Bruni Tedeschi che durante la conferenza stampa di
Forever Young ammette cosa sceglierebbe se
potesse: “Il mio lavoro da attrice è molto più spensierato.
quasi una vacanza. Oggi sto facendo un film con Valeria Golino in Sicilia e il mio personaggio
è un po’ particolare. Sono felicissima sul set, non mi sentivo così
felice da tanto ma il mio personaggio è duro e doloroso. Invece,
fare un film è una responsabilità più grande. Se dovessi scegliere,
preferirei osservare gli altri, fare la regista. Questo perché
quando faccio i film lo uso come un pretesto per stare insieme alle
persone che amo”.
Nel suo modo di fare la regista il
suo obiettivo è la costante ricerca della verità:
“Un personaggio che ha ispirato il mio film è la mia coach
che ha scritto un libro che si intitola The Truth, La verità.
Questo è quello che io ho sempre chiesto ai miei attori dei miei
film. Io avevo voglia di filmare loro e non volevo filmare delle
imitazioni dei miei ricordi o me stessa. Volevo filmare i miei
attori in questo ambiente della scuola negli anni 80 e volevo
guardare le loro anime”.
Nella lunghissima carriera di
Clint
Eastwood, uno dei suoi personaggi più celebri è senza
dubbio quello di Harry Callaghan. Nato dalla
penna di Harry Julian Fink, il personaggio è stato
protagonista di ben cinque film usciti tra il 1971 e il 1988. Uno
dei più celebri e apprezzati tra questi è Coraggio…
fattiammazzare (il cui titolo
originale è in realtà Sudden Impact). Questo è l’unico
film della serie diretto dallo stesso Eastwood, il quale ebbe
finalmente modo di assumere anche tale ruolo per quanto riguarda i
film dedicati a tale personaggio. Uscito nel 1983, questo si è
affermato come il maggiore incasso della serie.
Con un guadagno complessivo di circa
150 milioni, a fronte di un budget, questo si è affermato come una
pietra miliare del genere poliziesco, qui perfettamente
rappresentato. In un contesto statunitense sempre più cupo e con la
violenza dilagante, l’ispettore Callaghan incarna perfettamente i
malumori e i timori di un’intera popolazione. Memorabile, inoltre,
resta in lingua originale la frase “Go ahead, make my day”
(tradotta in italiano come Avanti, dà un senso alla mia
giornata), la quale ha ottenuto la sesta posizione nella
classifica delle 100 migliori citazioni cinematografiche secondo
l’American Film Institute.
Per gli amanti della serie, del
personaggio e di Eastwood, Coraggio… fatti ammazzare è un
titolo assolutamente imperdibile, ricco di tutto il fascino e il
carisma tipico dell’ispettore Callaghan, uno dei detective più
iconici del cinema. Pur essendo al quarto film, egli continua
infatti a regalare grandi sorprese. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Coraggio… fatti ammazzare:
la trama del film
Protagonista del film è l’ispettore
Harry Callaghan, il quale si trova a condurre una
pericolosa indagine su uno dei boss mafiosi più potenti della
città. Mentre è impegnato in ciò, tuttavia, si trova a dover
indagare su una serie di strani omicidi, cercando di ritrovare in
questi elementi comuni che possano condurlo all’assassino. Per
lavorare meglio sul caso, il capitano Briggs
decide di farlo trasferire a San Paolo, dove però Callaghan si
trova a scontrarsi con il capo della polizia locale, Lester
Jennings, che sembra voler ostacolare le indagini. A
rendere più piacevole la permanenza di Callaghan nella nuova
località ci pensa però Jennifer Spencer.
La donna, una delle più note
pittrici di San Francisco, si trova lì per cercare di superare gli
orrori subiti dalla sorella minore, la quale subì un feroce stupro
collettivo da parte di una banda di malviventi. Ben presto,
Callaghan, si rende conto di come coloro che vengano uccisi
facciano tutti parte della stessa banda criminale, capeggiata dal
crudele Mick. Nel momento in cui inizia a
sospettare che l’assassino sia proprio Jennifer, la quale sarebbe
in cerca di vendetta per sua sorella, qualcosa di imprevedibile
avviene. Sia Callaghan che la donna si ritrovano in serio pericolo
e il detective dovrà fare ricorso a tutte le sue abilità per
salvare la situazione.
Coraggio… fatti ammazzare: il cast del film
Harry Callaghan non potrebbe avere
volto diverso da quello dell’attore Clint Eastwood. Ancora una volta il
premio Oscar ha dato vita ad una nuova fenomenale interpretazione
del personaggio, sfoggiando tutto il suo crescente carisma. Qui,
come anticipato, egli si trova anche a ricoprire il ruolo di
regista, dopo che gli era già stato offerto di farlo per
Una 44 Magnum per
l’ispettore Callaghan e Cielo di piombo, ispettore
Callaghan. Coraggio… fatti ammazzare è il decimo
film diretto da Eastwood e l’unico sequel di cui egli abbia curato
la regia nel corso della sua carriera. È stato poi stimato che
Eastwood ha guadagnato circa 30 milioni di dollari per questo film,
data anche la sua percentuale sui profitti.
Nel ruolo di Jennifer Spencer vi è
invece SondraLocke, in quel
periodo compagna nella realtà di Eastwood. Per i due si è trattato
del sesto film insieme. Eastwood avrebbe poi voluto farla recitare
anche nel quinto capitolo, Scommessa con la morte,
ma gli fu consigliato di evitare per non rendere ripetitiva la
cosa. Per la Locke, questo è stato l’ultimo suo film uscito al
cinema. Nel cast è poi presente PatHingle, meglio noto per essere stato il
commissario Gordon nei primi film cinematografici dedicati a
Batman, qui nel ruolo del capitano Lesten Janning. Bradford
Dillman è il capitano Briggs, mentre Paul
Drake è il criminale Mick.
Coraggio… fatti ammazzare:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Coraggio… fatti
ammazzare è infatti presente su Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Now e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per venerdì 25 novembre alle
ore 21:00 sul canale
Iris.
Diretta da Francesco
Patierno, la commedia family comprende nel cast molti tra
i volti più noti e apprezzati del cinema italiano:
Diego Abatantuono, Violante Placido, Lodo
Guenzi, Anna Galiena, Antonio Catania, Michele Foresta (in
arte Mago Forest) e Nino
Frassica.
https://www.youtube.com/watch?v=0nIFQD7ipuU
Il film racconta la storia di
Chiara, 8 anni, che ogni anno non vede l’ora sia Natale per
rivedere l’adorato nonno Lorenzo (Diego
Abatantuono), proprietario del delizioso albergo
d’alta montagna che ospita i festeggiamenti della famiglia.
Quest’anno, però, i genitori di Chiara, Alberta e Giacomo, hanno
deciso di mettersi in macchina sotto il sole bollente della
settimana di Ferragosto, per una visita fuori stagione a Lorenzo,
perché hanno bisogno di lui per dare a Chiara l’amara notizia: si
stanno separando. Forse, se glielo dicesse lui, la piccola
soffrirebbe meno…Lorenzo, già in crisi perché rischia di dover
vendere il suo amato hotel, accetta l’ingrato incarico di dare la
notizia alla nipotina, ma prima vuole regalarle l’ultimo Natale
felice… a Ferragosto!
Nel cast oltre a
Diego Abatantuono, Violante Placido, Lodo
Guenzi, Anna Galiena, Antonio Catania, Michele
Foresta (in arte Mago Forest), Nino
Frassica, Gloria Guida con il suo ritorno sugli
schermi dopo anni di assenza, affiancati dalla giovanissima
protagonista Sara Ciocca. Il film è diretto da Francesco
Patierno e prodotto da Notorious Pictures.
Improvvisamente Natale si
unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di
Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Autumn
Beat, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho
Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La
serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da
Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 1,
Stagione 2 e Stagione 3 e LOL: Chi ride è fuori Stagione 1 e
Stagione 2; le serie pluripremiate Fleabag e The
Marvelous Mrs. Maisele i grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Jack Ryan di Tom
Clancy, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei
Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio oltre a
contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre
produzioni Original già annunciate sono The Bad
Guy, Lol Xmas Special: Chi ride è fuori, Sono Lillo, The
Ferragnez – La Serie Stagione 2, Everybody Loves
Diamonds e il capitolo italiano dell’universo
Citadel.
Prime Video ha svelato oggi il il trailer
ufficiale della nuova serie Original italiana The
Bad Guy, interpretata da Luigi Lo
Cascio, Claudia Pandolfi, Vincenzo Pirrotta, Selene
Caramazza e Giulia Maenza, Antonio
Catania, Fabrizio Ferracane e diretta
da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo
Fontana. The Bad Guy sarà disponibile
in esclusiva su Prime Video in 240 Paesi e territori nel mondo
dall’8 dicembre con i primi tre episodi, per poi concludersi con
gli ultimi tre episodi il 15 dicembre.
The
Bad Guy unisce il crime con
la dark comedy e racconta l’incredibile storia
di Nino Scotellaro, pubblico ministero siciliano che ha dedicato
tutta la sua vita alla lotta contro la mafia e che improvvisamente
viene accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un
mafioso. Dopo la condanna, senza più nulla da perdere, Nino decide
di mettere a segno un machiavellico piano di vendetta, diventando
il “bad guy” in cui è stato ingiustamente trasformato.
TheBad
Guy è una serie creata e scritta da Ludovica Rampoldi,
Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, diretta da Giancarlo Fontana e
Giuseppe G. Stasi e prodotta da Nicola
Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori per
Indigo Film con Amazon Studios.
The Bad Guy si unirà
a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo
di Prime Video, tra cui le produzioni italiane
Original Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho
Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La
serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da
Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 1 e
Stagione 2, e LOL: Chi ride è fuori Stagione 1 e Stagione 2;
le serie pluripremiate Fleabag e The
Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi
come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Jack Ryan di Tom
Clancy, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei
Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio oltre a
contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre
produzioni Original già annunciate sono Autumn Beat, The
Bad Guy, Everybody Loves Diamonds, Celebrity Hunted – Caccia
all’uomo Stagione 3, The Ferragnez – La Serie Stagione
2 e il capitolo italiano
dell’universo Citadel.
Si mostra oggi
nelle immagini del teaser ufficiale
CALL MY AGENT – ITALIA, l’attesissimo remake del cult
francese Dix pour cent (Call My Agent!) da gennaio 2023 in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Una serie Sky
Original in sei episodi prodotta da Sky Studios e Palomar
e scritta da Lisa Nur Sultan (Sulla mia
pelle, 7 donne e un mistero, Studio
Battaglia), per la regia di Luca Ribuoli
(Speravo de morì prima, La mafia uccide solo
d’estate, Noi).
Call My Agent – Italia, il primo teaser trailer
https://www.youtube.com/watch?v=GwniU8yTlLs
Le vicissitudini
di una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci,
alle prese con le carriere delle più grandi star del cinema
italiano, per un viaggio ironico e dissacrante dietro le quinte del
nostro showbiz. Nella versione italiana, infatti, l’agenzia di
management di attori al centro del racconto, la CMA (Claudio
Maiorana Agency), si sposta da Parigi a Roma, e così le vicende,
fra lavoro e vita privata, dei suoi carismatici agenti e dei loro
assistenti.
Michele
Di Mauro (Studio Battaglia, I delitti del
BarLume, Santa Maradona), Sara Drago
(La grande abbuffata, Jezabel, S/HE),
Maurizio Lastrico (America Latina,
Fedeltà, Don Matteo) e Marzia
Ubaldi(I predatori, Suburra – La serie,
L’allieva) interpretano gli agenti di alcuni fra i più
grandi nomi del mondo dello spettacolo italiano, tutti alle prese
con tragicomiche problematiche da risolvere in ciascun episodio, in
una escalation di conflitti.
Straordinario il
cast di guest star: nei panni di loro stessi saranno Stefano Accorsi, Paola Cortellesi, Matilda De Angelis, Pierfrancesco Favino e Anna
Ferzetti, Corrado Guzzanti e
Paolo Sorrentinoa dare filo da torcere agli agenti
e ai loro assistenti, questi ultimi interpretati da Sara
Lazzaro (Doc – Nelle tue mani, 18
regali, Volevo fare la rockstar), Francesco Russo (L’Amica Geniale,
A Classic Horror Story), Paola Buratto
(Bang Bang Baby). E con Kaze (Anni da
cane) nel ruolo di Sofia, la receptionist dell’agenzia, ed
Emanuela Fanelli in quello di una delle più
“stravaganti” attrici della CMA.
Call My Agent –
Italia, la trama
Benvenuti dietro
le quinte dello show business italiano dal punto di vista di chi si
occupa di gestire le carriere – e le vite – delle star, gli agenti.
Lea, Gabriele, Vittorio ed Elvira sono l’anima della CMA e a questa
danno l’anima, pronti a tutto pur di far brillare le loro stelle.
Manager, amici, confidenti e psicologi: un buon agente è tutto
questo e anche di più. E loro, ognuno col proprio stile, sono i
migliori. Tra giornate frenetiche e nottate mondane, a rimetterci è
la loro vita privata… Ma in fondo si divertono troppo per
accorgersene. Ma con la partenza del fondatore Claudio Maiorana le
cose si faranno un po’ più complicate.
Comincia con una dichiarazione
imprevista la conferenza stampa di presentazione di Forever Young, il nuovo film di Valeria Bruni Tedeschi. La regista e
interprete coglie l’occasione pubblica che le si è presentata a
Roma per condividere con la stampa la dichiarazione che lei stessa
ha lasciato alle agenzie stampa francesi questa stessa mattina.
L’argomento è l’accusa di stupro rivolta a Sofiane
Bennacer, giovane interprete francese e protagonista di
Forever Young, nonché attuale compagno di Bruni
Tedeschi che ha intrecciato una relazione con lui “molto
dopo la fine delle riprese”.
La dichiarazione della regista è
stata rilasciata a seguito della prima pagina di
Libération di oggi, che vede una foto di Sofiane
Bennacer a tutta pagina: “Oggi è la giornata
contro la violenza sulle donne. Tengo ad esprimere, innanzitutto,
il mio grande rispetto per la libertà di parola delle donne e il
mio profondo attaccamento al fatto che possano essere ascoltate.
Sono stata io stessa vittima di abusi durante la mia infanzia e
conosco il dolore di non essere stata presa sul serio. Ho dei figli
ed è fondamentale per me, più di ogni altra cosa, che vivano in una
società che li ascolti e li protegga – comincia così la
dichiarazione di Valeria Bruni Tedeschi, che continua – Ciò
non mi impedisce, tuttavia, di essere sbalordita, leggendo il
quotidiano Libération di oggi, di vedere il trattamento riservato a
un giovane uomo oggetto di un’indagine penale in corso, senza alcun
rispetto per le persone che stanno lavorando su questa indagine, né
per il principio di presunzione di innocenza. Sono rimasta
artisticamente impressionata da Sofiane Bennacer sin dal primo
secondo del casting del mio film e ho fortemente voluto che ne
fosse l’attore principale nonostante le voci che circolavano, di
cui ero a conoscenza. I miei produttori hanno espresso timori e
riserve, ma gli ho comunicato che queste voci non dovevano mettere
in discussione questa scelta e che era impensabile per me fare il
film senza di lui. Mi hanno dato fiducia, nel rispetto che
dimostrano per le scelte artistiche delle loro registe e dei loro
registi. Li ringrazio e mi assumo la piena responsabilità della mia
scelta”.
“Successivamente, abbiamo saputo
che era stata presentata una denuncia. Le riprese erano allora
iniziate, e cambiare attore avrebbe creato ostacoli giuridici
insuperabili. Per quel che mi riguarda, avevo avuto modo di
conoscere Sofiane Bennacer da diversi mesi sul lavoro, in
particolare durante il lungo periodo delle prove, ed ero
completamente sicura delle sue qualità umane: quando filmi
qualcuno, “vedi” chi hai di fronte a te. Questa mattina, sono
indignata nel vedere che un giornale
come Libération possa calpestare a tal punto il principio
della presunzione di innocenza, ostentare vergognosamente questa
vicenda, e mettere in prima pagina la foto di un giovane uomo con
del sangue sulle mani. Ad oggi, è chiaro a tutti che non è stato
ancora giudicato, e questa scelta editoriale non è secondo me altro
che un puro linciaggio mediatico, ben lontano dalla volontà di
informare in modo obiettivo e imparziale. Aggiungerei che decine e
decine di persone si sono dedicate con passione e impegno totale al
film, e che questo approccio è profondamente irrispettoso di tutto
il loro meraviglioso lavoro. Non devo esprimermi sulla mia vita
privata, ma visto che sono tenuta a renderne conto, voglio dire che
abbiamo effettivamente una relazione amorosa, ma questo rapporto è
iniziato molto dopo la fine delle riprese, ed è basato innanzitutto
su un’amicizia profonda. Ora, non vorrei più parlare di questo,
parliamo del film”.
Le presunte violenze sarebbero
avvenute tra il 2018 e il 2019 e da subito Sofiane
Bennacer si è dichiarato innocente di quanto viene
accusato. Al momento del casting per Forever Young, sia la regista che la
produzione erano a conoscenza delle denunce.
Qualunque sia l’esito delle indagini
relative alla condotta di Sofiane Bennacer, al momento in cui
scriviamo, affermiamo la nostra vicinanza a tutti coloro che
subiscono dei processi pubblici, fuori dalle aule dei tribunali.
L’opinione pubblica non dovrebbe in alcun modo sancire la
colpevolezza o l’innocenza di una persona.
In una recente intervista con
Empire (tramite The Direct) per il tanto atteso
sequel animato, Chris Miller ha offerto alcune
informazioni su ciò che verrà da Spider-Man: Accross the Spider-verse. Alla
domanda sulla storia di Miles Morales nel film, il co-sceneggiatore
ha anticipato che il giovane eroe intraprenderà un viaggio alla
scoperta di sé, che si svolgerà in gran parte attraverso la sua
avventura nel multiverso.
Miles sta attraversando diverse
fasi della sua vita. Ora ha fiducia, ma sta iniziando a scoprire
qual è il suo posto nel mondo e si sente pronto per le sue prossime
sfide. Vuole lasciare il nido. Deve capire chi è e chi conta nella
sua vita, e cosa è importante. Da adolescente queste sono molte
delle grandi domande che ti poni, e lui lo sta affrontando su una
scala di supereroi grande e multidimensionale.
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per dirigere
Spider-Man: Accross the Spider-verse,
utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil
Lord e Chris Miller (che
tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg) in collaborazione con David
Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Il regista di Thor: Ragnarok, Taika
Waititi, descrive il suo prossimo film Next
Goal Wins come un antidoto alla realizzazione di
film su Thor. Il regista neozelandese vanta molti
talenti, in quanto sceneggiatore, regista e attore in diversi
progetti acclamati tra cui What We Do In The
Shadows e Our Flag Means Death.
Waititi è noto per il suo stile
irriverente e stravagante come regista ed è accreditato per aver
dato nuova vita al franchise di Thor del Marvel Cinematic Universe con
Thor: Ragnarok del 2017. Sebbene
Taika Waititi abbia iniziato con progetti più
circoscritti come Eagle vs. Shark,
Boy e Hunt for the Wilderpeople,
da allora ha creato diversi film e serie televisive di portata
internazionale con il suo coinvolgimento nel MCU e nella serie di Star
WarsThe Mandalorian.
Il prossimo film del regista,
Next
Goal Wins, lo vedrà tornare alle sue radici
neozelandesi con un film sportivo basato sull’omonimo documentario
del 2014, incentrato sulla squadra nazionale di calcio delle Samoa
americane. Durante un sit-down con Empire per il numero di Indiana Jones 5, Waititi ha spiegato il
significato personale di Next
Goal Wins per lui, descrivendo il film come
“un grande antidoto” ai suoi lavori più internazionali a
causa della sua ambientazione polinesiana. Il regista ha descritto
la visione del documentario come “vedere me stesso lassù,
vedere la mia famiglia lassù“, il che ha portato il suo
interesse a portare la storia e la rappresentazione che offriva
alla sua gente a un pubblico più ampio. “È stato un ottimo
antidoto dopo aver realizzato Thor e Jojo Rabbit. Non che ci sia
qualcosa di negativo nel fare quegli altri film, ma mi mancava così
tanto casa”.
Dopo il ritorno del Superman di
Henry Cavill al
DCU, Dwayne Johnson rivela che
pensa che la versione del personaggio di Cavill sia la migliore di
tutti i tempi. Cavill ha indossato per la prima volta l’iconico
mantello rosso in Man of
Steel del 2013, un film di Zack
Snyder che ha ottenuto recensioni contrastanti da parte
della critica ma una forte risposta da parte dei fan.
In un recente video pubblicato su Twitter che
celebra l’uscita digitale di Black Adam, Johnson
spiega perché ha spinto a riportare Henry Cavill nei panni
di Superman, definendo l’attore il migliore che abbia mai
interpretato il personaggio. Pur mostrando rispetto per la versione
di Christopher Reeve dell’iconico supereroe,
Johnson chiarisce che, per lui, Cavill è al di sopra degli
altri.
“A proposito, non c’era nessun
altro Superman da riportare indietro. Henry Cavill è il Superman
della nostra generazione e, secondo me, il più grande Superman. E
lo dico rispettosamente per gli altri attori, in particolare
Christopher Reeve, ma [Henry è] il più grande Superman di tutti i
tempi.”
Nello stesso video, Dwayne
Johnson insiste sulla continuazione del franchise di
Black Adam, proponendo nuove storie e nuovi
personaggi per la Justice Society of America. Non c’è dubbio che
l’attore ci stia mettendo dell’entusiasmo!