Parlando con
UPROXX,
Barry
Keoghan confessa di inviare costantemente messaggi ad
alcuni dei suoi altri co-protagonisti di Eternals per
eventuali aggiornamenti sul futuro del franchise. Cita in
particolare Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo
nel film, e che per una ragione molto particolare è il meglio
informato sui fatti:
“Kumail è sempre quello a cui
scrivo. Sono tipo “Yo, hai sentito qualcosa su Eternals 2?” Kumail sa tutto. Sai cosa intendo? Ama
i fumetti. Il mondo dei fumetti… Beh, gli scrivo sempre
messaggi tipo riguardo al Comic-Con di San Diego. Sono tipo “Ehi,
andiamo a San Diego per gli Eterni?” ma mi piacerebbe vedere cosa
succederà. Lo farei davvero.”
Di recente, l’attore
si era detto dubbioso di quello che sarebbe stato
Eternals 2, ma continua a credere nel futuro del
progetto.
Il cast del film comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Daniel Gillies è
uno dei volti attoriali che ha contribuito a cambiare la storia
delle serie televisive grazie anche alle sue eccellenti e brillanti
performance. L’attore, infatti, ha cominciato a lavorare da ragazzo
e non si è più fermato, arrivando anche a sperimentare diversi
ambiti, come la regia e la sceneggiatura, e passando anche dal
piccolo al grande schermo e viceversa.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Daniel Gillies.
Daniel GIllies serie tv
1. Ha lavorato in molte
serie. Nel corso della sua carriera attoriale, Gillies ha
lavorato in numerose serie tv, iniziando nel 1999 con Young
Hercules, per poi proseguire con Cleopatra 2525
(2000), Jeremiah (2002), Masters of Horror (2007)
e The Glades (2010). In seguito, ha lavorato in True
Blood (2010), NCIS – Unità anticrimine (2010),
The Vampire Diaries (2010-2014), Saving Hope
(2012-2015), The Originals (2013-2018) e SEAL Team
(2017).
2. Ha fatto anche molto
cinema. L’attore non ha prestato la sua opera solo per il
piccolo schermo, ma ha lavorato in diversi film. Il suo debutto è
avvenuto con Cuore di soldato (1998), per poi proseguire
con No One Can Hear You (2001), Spider-Man 2
(2004), Matrimoni e pregiudizi (2004), The Sensation
of Sight (2006) e Captivity (2007). Inoltre, ha
lavorato per il film Uncross the Stars (2008) e per il
corto Matters of Life and Death (2007).
3. È anche sceneggiatore e
regista. Nel corso della sua carriera, l’attore ha
sperimentato diversi ambiti del cinema, tra cui la sceneggiatura e
la regia. Infatti, ha scritto lo script di Wait for Me
(2007) e Broken Kingdom (2012), dirigendo i due titoli,
oltre a due episodi di The Originals tra il 2017 e il
2018.
Daniel GIllies Instagram
4. Ha un profilo
ufficiale. L’attore ha aperto un proprio account ufficiale
Instagram che è seguito da qualcosa come 2,2 milioni di persone.
Sono molte le foto postate sulla sua bacheca, immagini che lo
ritraggono in momenti lavorativi o di svago o foto che lo vedono
protagonista di viaggi, che siano di lavoro o piacere.
Daniel GIllies moglie
5. È stato sposato per
diversi anni. L’attore era molto conosciuto anche per
essere sposato da molti anni con la collega Rachael Leigh
Cook. I due si erano sposati nel 2004 e tutto sembrava
andare a gonfie vele, tanto da non immaginare che nel giugno 2019,
dopo 14 anni di matrimonio, la coppia ammettesse di essere in fase
di divorzio. I motivi della crisi non sono stati resi chiari, ma
sembra che non si tratti per nulla di tradimenti o fatti
connessi.
6. È padre di due
figli. Dal matrimonio con Rachael Leigh Cook, l’attore è
diventato padre due volte. Infatti, dalla loro unione sono arrivati
Charlotte Easton (nata nel settembre 2013) e
Theodore Vigo Sullivan (nato nell’aprile
2015).
Daniel Gillies The Originals
7. Non pensava che il suo
personaggio avesse successo. L’attore ha dichiarato che
non pensava che il suo personaggio potesse godere di così grande
attenzione nel corso delle cinque stagioni della serie, ammettendo
che in realtà sembra che il tempo sia letteralmente volato e che il
tutto sia durato forse un anno e mezzo, invece di cinque.
8. Non vedeva l’ora di
dirigere un episodio. Dato che l’attore aveva già diretto
un film, era impaziente di esplorare le regia televisiva. Il fatto
di essere anche uno dei protagonisti della serie lo ha aiutato a
tirare fuori una parte più intima del suo personaggio, conoscendo
già l’ambiente e tutta la storia “mitologica” alle spalle.
Daniel GIllies e Joseph
Morgan
9. Sono molto
amici. I
due si sono conosciuti recitando insieme e la loro è una vera
amicizia fraterna, tanto da passare spesso del tempo insieme sia
sul set che fuori, realizzando video molto divertenti per i propri
fan e includendo anche il resto del cast.
Daniel GIllies: età e altezza
10. Daniel GIllies è nato
il 14 marzo del 1976 a Winnipeg, nel Manitoba, Canada, e
la sua altezza complessiva corrisponde a 180 centimetri.
Cameron Monaghan è
uno di quegli attori che ha contribuito a cambiare il volto delle
serie tv, grazie alle sue performance, soprattutto in
Shameless
e Gotham.
L’attore ha sempre dimostrato di essere in grado di scegliere i
ruoli migliori per i suoi talenti, diventando molto amato in tutto
il mondo.
Ecco dieci cose da sapere
su Cameron Monaghan.
Cameron Monaghan serie
1. Una carriera spesa tra
serie tv. La carriera dell’attore inizia di fatto a
intraprendere la carriera di attore nel 2003, quando partecipa nel
film tv The Music Man, per poi partecipare a diverse serie
tv come Malcolm (2004-2005), Threshold (2005),
Ned – Scuola di sopravvivenza (2005-2006), Criminal
Minds (2006) e Numb3rs (2009). In seguito, appare in
The Mentalist (2009), Detective Monk (2009),
Fringe (2009), The Glades (2010), NCIS –
Unità anticrimine (2011), Shameless
(2011 – in corso) e Rizzoli & Isles (2011). Tra i suoi
ultimi lavori vi sono Law & Order – Unità vittime speciali
(2012), Gotham (2015-2019) e Son of Zorn (2016).
2. Ha lavorato in alcuni
film ed è doppiatore. Monaghan ha prestato la sua attività
di attore anche al grande schermo, senza rimanere ancorato al mondo
delle serie tv. L’attore, infatti, ha lavorato in film come
Cambia la tua vita con un click (2006), Santa Clause è
nei guai (2006), I tre investigatori e l’isola
misteriosa (2007), Dog Gone (2008), Another
Harvest Moon (2009) e I tre investigatori e il castello
del terrore (2009). Inoltre, è apparso in Prom – Ballo di
fine anno (2011), Vampire Academy (2014), The Giver – Il mondo di
Jonas (2014), Jamie Marks Is Dead (2014),
Mail (2014) e Amityville – Il risveglio (2017).
In quanto doppiatore, ha prestato la propria voce per il videogioco
Star
Wars Jedi: FallenOrder (2019) e per le serie
Avatar – La leggenda di Aang (2005) e Shoty McShorts’
Shorts (2007).
Cameron Monaghan in Shameless
3. Non conosceva la
versione originale. Prima di girare Shameless, l’attore non era a conoscenza del
fatto che fosse un remake: “Non ne sapevo molto. Non avevo mai
sentito parlare della versione inglese quando feci l’audizione o
quando ottenni la parte. Ho letto la sceneggiatura e sono stato
davvero incuriosito dal personaggio perché è così complesso”. Nel
2021 è apparso nell’ultima
stagione di Shameless.
Cameron Monaghan e Noel
Fisher
4. Entrambi condividono il
set di Shameless. Monaghan e Noel Fisher
hanno condiviso per molto tempo il set di Shameless, interpretando
una coppia di ragazzi omosessuali, innamorati uno dell’altro.
Cameron Monaghan Instagram
5. Ha un profilo
ufficiale. L’attore ha aperto un account ufficiale su
Instagram che è seguito da qualcosa come 2,1 milioni di persone.
Sulla sua bacheca sono presenti, per la maggiore, foto che lo
ritraggono in momenti lavorativi, tra il set di Shameless
e di Gotham. Tuttavia, vi sono anche immagini che vedono
protagonista di momenti di svago tra lavoro e viaggi personali.
Cameron Monaghan fidanzato
6. Pare sia tornato single
da poco. Sembra, infatti, che dall’inizio dell’anno
l’attore si sia lasciato la fidanzata e collega Peyton
List: i due si frequentavano da più di un anno. La coppia
si era conosciuta sul set del film Anthem of a Teenage
Prophet nel 2017 e da lì il loro legame si è fatto sempre più
forte, arrivando a fidanzarsi. In ogni caso, i due attori sarebbero
rimasti in ottimi rapporti.
7. Ha avuto altre due
fidanzate famose. Prima di frequentare la sua ultima
fidanzata, l’attore avrebbe frequentato due ragazze facenti parti
dello show business. Nel 2015 si sarebbe frequentato con la modella
Sadie Newman, mentre tra il 2016 e il 2017 ha
avuto una storia con la sua collega di Shameless Ruby
Modine.
Cameron Monaghan Gotham
8. Ha dato una descrizione
del suo personaggio. Nel descrivere il ruolo di Jerome
Valeska, l’attore ha dichiarato “c’è qualcosa in lui simile a un
serpente, qualcosa di simile che riguarda Jerome nel caso in cui
possa distogliere lo sguardo in un secondo per poi colpire subito
dopo ed essere alla tua gola”.
9. Non è stato il massimo
indossare i vestiti del suo personaggio. Secondo l’attore,
lavorare in Gotham non è stato proprio l’apice del divertimento:
“Devi indossare quei vestiti così tanto che l’ultima volta che
vorresti fare è indossarli di nuovo. Soprattutto perché li indossi
per mesi e ce n’è solo un paio, probabilmente non li lavano troppo
spesso o li puliscono a secco, a prescindere che tu abbia fatto
scene di lotta, sudando parecchio”.
Cameron Monaghan: età e
altezza
10. Cameron Monaghan è nato
il 16 agosto del 1993 a Santa Monica, in California, e la
sua altezza complessiva misura 182 centimetri.
Candice Accola è
una di quelle attrici che ha contribuito a cambiare il mondo delle
serie tv grazie alle sue diverse interpretazioni. L’attrice si ha
dato vita ad una bella gavetta e si è fatta apprezzare in tutto il
mondo grazie ai suoi ruoli e soprattutto alla serie The Vampire
Diaries. Ecco dieci cose da sapere su Candice
Accola.
Candice Accola serie tv
1. Le serie tv e la
carriera. La carriera dell’attrice è iniziata nel 2007,
debuttando nel mondo della recitazione con il film Pirate
Camp. Inseguito, ha lavorato a molte serie tv, iniziando con
How I Met Your Mother (2007) e proseguendo con
Supernatural (2009), Greek – La confraternita
(2009) e Drop Dead Diva (2010). I suoi ultimi lavori per
il piccolo schermo sono stati The Vampire Diaries (2009-2017), The Originals (2018) e The
Orville (2019).
2. Ha lavorato anche in
diversi film e Videoclip ed è anche produttrice. L’attrice
non ha svolto la sua attività solo per il piccolo schermo, ma ha
lavorato spesso al cinema. Tra i vari film a cui ha partecipato, vi
sono Juno (2007), X’s & O’s (2007) e
Deadgirl (2008). Inoltre, ha partecipato ad alcuni
videoclip, come Dancing Crazy di Miranda
Cosgrove (2010) e Love Don’t Die (2013). In
quanto produttrice, invece, ha lavorato alla realizzazione di due
episodi della serie Dating Rules from My Future Self
(2012).
Candice Accola Instagram
3. Ha un profilo molto
seguito. L’attrice, come molti altri suoi colleghi, ha
aperto un proprio account Instagram che è seguito da qualcosa come
6,7 milioni di persone. Sul social l’attrice ha un vero e proprio
tripudio di foto, tra immagini che la ritraggono protagonista di
momenti di svago o di lavoro e ritratti di momenti con gli amici e
con la famiglia.
Candice Accola marito
4. È sposata da qualche
anno. Il 18 ottobre del 2014, l’attrice ha sposato il
musicista Joe King dopo tre anni di fidanzamento.
I due si sono conosciuti per la prima volta ad un evento del Super
Bowl e la loro storia è potuta nascere grazie anche a
Nina Dobrev che ha dato il numero della sua amica a
King. La loro relazione andava talmente a gonfie vele che nel
maggio del 2013 è arrivata la proposta di matrimonio.
5. Ha avuto un fidanzato
famoso. Prima di conoscere il suo attuale marito,
l’attrice ha condiviso del tempo con un collega. Il ragazzo in
questione sarebbe proprio l’attore Tyler Hoechlin, con cui si sarebbe frequentata
tra il 2004 e il 2005.
Candice Accola figli
6. È mamma di una
bambina. Dal matrimonio con Joe King, l’attrice è
diventata mamma: infatti, il 15 gennaio del 2016 ha dato alla luce
la loro prima figlia, Florence May King. Inoltre,
ha anche due figliastre, Ava ed
Elise, figlie di King e nate da un precedente
matrimonio.
Candice Accola The Vampire
Diaries
7. Si è dovuto ovviare
rispetto la sua gravidanza. Il fatto che Accola fosse
incinta doveva essere giustificato nella serie e si è dovuto
trovare un escamotage. Alla fine, si è deciso di optare per una
sola considerazione: siccome Caroline è un vampiro e non può
rimanere incinta, gli autori hanno scritto che la congrega dei
Gemelli aveva trasferito i gemelli di Jo e Alaric in Caroline
quando Jo morì.
8. Era entusiasta di
lasciare l’evoluzione del personaggio in mano agli autori.
L’attrice non ha mai cercato di imporre un proprio punto di vista,
ma ha sempre apprezzato il fatto di non sapere mai cosa sarebbe
accaduto a Caroline, il proprio personaggio.
9. Ha stretto molte
amicizie sul set. L’attrice ha avuto modo di instaurare
legami profondi con i suoi colleghi di set. Infatti, è molto amica
di Nina Dobrev, Kat Graham, Ian Somerhalder e
Michael Trevino. Inoltre, molti di loro hanno
anche presenziato alle sue nozze.
Candice Accola: età e altezza
10. Candice Accola è nata
il 13 maggio del 1987 a Houston, nel Texas, e la sua
altezza misura complessivamente 173 centimetri.
Tra personaggi letterari d’altri
tempi, ispettori, moschettieri e sceriffi, Matthew
Macfadyen ha ritagliato il suo spazio sul piccolo e grande
schermo.
È entrato nel cuore degli
spettatori – soprattutto spettatrici – con il ruolo dell’eroe
romantico per eccellenza: è stato infatti l’intramontabile Mr Darcy
nella versione più recente di Orgoglio e Pregiudizio firmata da
Joe Wright, dove accanto a Keira Knightley ha fatto sospirare le platee
femminili nel ruolo dal fascino immortale creato dalla penna di
Jane Austen. Persino la collega confessò all’epoca una cotta per
l’attore, paragonando la sua virilità a quella di Richard Burton,
ma con un’aggiunta di irresistibile fragilità. Difficile darle
torno: 1.91 m di altezza, profondi occhi blu, fisico prestante,
Matthew Macfadyen ha i tratti del gentiluomo britannico d’altri
tempi, tanto che sia al cinema sia in televisione lo abbiamo visto
spesso in ruoli d’epoca.
David Matthew Macfadyen
nasce il 17 ottobre 1974 a Great Yarmouth, nel Norfolk inglese.
Cresce in una famiglia di artisti, in quanto sua madre è insegnante
di recitazione e attrice. Così imbocca con naturalezza la strada
della recitazione: frequenta l’Oakham School e poi la prestigiosa
Royal Academy of Dramatic Art di Londra, di cui è membro.
Matthew è un attore a tutto tondo,
alternando in egual misura il teatro (che predilige), la
televisione e il cinema. Il suo primo ruolo sul piccolo schermo è
quello di Hareton Earnshaw in un film tv di Cime
Tempestose del 1998, mentre si fa notare nel cinema
indipendente con Maybe Baby, Enigma e
In My Father’s Den.
Raggiunge la popolarità con la
serie tv britannica Spooks, che prende il via nel
2002 e che lo vede nei panni del protagonista, la spia Tom Quinn.
Partecipa alle prime due stagioni della serie – poi proseguita con
Rupert Penry-Jones e Richard Armitage – e conosce sul set l’attrice
Keeley Hawes, che sposa nel 2004 e con cui ha due figli,
Maggie (2004) e Ralph (2006). Matthew reciterà nuovamente accanto
alla moglie in Funeral Party, l’irriverente commedia
di Frank Oz del 2007, in cui interpretano la coppia di
protagonisti.
Matthew Macfadyen, il
romantico gentiluomo
La consacrazione a livello
internazionale giunge nel 2005 con Orgoglio e
Pregiudizio, che gli spalanca le porte del cinema, anche se
Matthew continua ad affiancare interessanti progetti per la tv; in
particolare la serie Little Dorrit, tratta
dall’omonimo romanzo di Charles Dickens, in cui è il romantico
Arthur Clennam, e I Pilastri della Terra, dove
interpreta il prete Philip nell’epica trasposizione dell’opera di
Ken Follett. Sul grande schermo viene chiamato da due grandi
autori: Ron Howard, per il quale si concede una parentesi anni
settanta in Frost/Nixon – Il duello, e Ridley Scott, che gli
affida un inedito Sceriffo di Nottingham nel Robin Hood del 2010. Lo abbiamo visto di recente
nei panni di Athos ne I tre moschettieri di Paul W.S. Anderson e in
quelli del Principe Oblonsky, dove ha ritrovato Joe Wright e Keira
Knightley, questa volta sua sorella, in Anna Karenina.
Nel 2010 ha vinto il BAFTA come
Migliore Attore Non Protagonista per Criminal
Justice, la serie targata BBC, che gli ha offerto poi il
ruolo del protagonista nella serie britannica Ripper
Street.
Matthew interpreta
l’ispettore Edmund Reid, che alla fine dell’Ottocento indaga su una
serie di delitti sulla scia dei crimini di Jack Lo Squartatore.
Dopo le due stagioni trasmesse dalla tv britannica, che ha ottenuto
un discreto successo, la BBC ha deciso di non rinnovare la
serie a causa di una riduzione di ascolti. Malgrado le proteste dei
fan, Ripper Street chiuderà i battenti; ma per una porta che si
chiude, si aprono altre possibilità: con il suo talento e la sua
presenza scenica, siamo certi che Matthew Macfadyen saprà cogliere
altre stimolanti opportunità.
Tyler Hoechlin è
uno di quegli attori che ha contribuito a cambiare il mondo delle
serie tv e che si è fatto amare ed apprezzare grazie alle sue
diverse perfomance. In effetti, il mondo lo ha visto cambiare e
diventare uomo davanti alla macchina da presa, si che si tratti di
serie tv o di film cinematografici. Ecco, allora, dieci
cose da sapere su Tyler Hoechliln.
Tyler Hoechlin serie
1. Ha debuttato con una
serie seguitissima. La prima comparsa dell’attore sugli
schermi televisivi avviene nel 2003 grazie alla sua apparizione in
Settimo cielo, rimanendovi come membro fisso del cast fino
al 2007, anno di chiusura della serie. In seguito, ha recitato in
CSI: Miami (2007), Castle (2009) e Lincoln
Heights – Ritorno a casa (2009). Tra i suoi ultimi lavori sul
piccolo schermo vi sono Teen Wolf (2011-2014 e poi 2017), Supergirl (2016 – in corso), The Flash (2018) e Arrow (2018).
Tyler Hoechlin in Superman &
Lois
Nel 2021 ha debuttato come
protagonista in Superman
& Lois nei panni di Clark kent/Superman.
2. Ha recitato anche sul
grande schermo. L’attore ha prestato la propria opera non
solo per il mondo seriale, ma anche per il cinema. Infatti, ha
recitato in Family Tree (1999), suo vero e proprio debutto
nel mondo della recitazione, per poi lavorare in Train
Quest (2001), Era mio padre (2002), Solstice
(2008), Open Gate (2011) e Libera uscita (2011).
Tra i suoi ultimi film, si citano Tutti vogliono qualcosa (2016), Stratton – Forze
speciali (2017), Cinquanta sfumature di rosso (2018), The
Domestics (2018), Bigger (2018) e Then Came
You (2019). Nel 2020 ha interpretato Abe nel film Palm Springs:
Vivi come se non ci fosse un domani.
Tyler Hoechlin è Superman
3. È stato scritturato
sulla fiducia. Per la serie Supergirl, si cercava
un interprete che potesse interpretare Clark Kent / Superman. Per
questo, si è deciso di puntare su Tyler senza neanche fargli fare
il provino.
4. Ha avuto qualche
problema con il costume. Riguardo a questo aspetto,
l’attore ha rivelato “Ho iniziato a pensare che il più grande
potere di Superman fosse, in realtà, solo il fatto di entrare nel
completo con la stessa rapidità con cui lo fa, perché non va così
liscia la prima volta in cui lo si fa”.
Tyler Hoechlin Instagram
5. Ha un profilo
ufficiale. L’attore ha aperto un proprio account Instagram
ufficiale, seguito da qualcosa come 3,6 milioni di persone. Sono
molte le foto che lo ritraggono nella sua bacheca, tra viaggi,
momenti lavorativi e di svago con amici e colleghi.
Tyler Hoechlin fidanzata
6. Attualmente è
single. Pare che l’attore sia single da circa un anno e
che la sua ultima conquista sia stata la modella Alena Gerber. Ma
in passato anche un’altra modella lo aveva conquistato: pare,
infatti, che nel corso del 2017 abbia avuto una storia con
l’australiana Monika Clarke.
7. Ha avuto diverse
fidanzate famose. Nel corso della sua carriera, l’attore
ha avuto alcune fidanzate famose, spesso compagne di set. Tra le
altre, si citano Ashlee Simpson, con si sarebbe
frequentato dal gennaio al marzo del 2004, Candice Accola (dal 2004 al 2005) e
Rachele Brooke Smith, con la quale avrebbe avuto
una storia dal 2010 al 2012. Tra le sue ultime fidanzate, vi sono
Brittany Snow, con ha avuto una storia durata tre
anni dal 2012 al 2015 e Alena Gerber, con cui si
sarebbe frequentato nel 2015. Inoltre, tra i vari flirt che gli
sono stati attribuiti, ci sarebbero quelli con le colleghe
Jill Wagner e Mackenzie
Rosman.
Tyler Hoechlin Teen Wolf
8. Gli piacciono i
personaggi che cambiano. L’attore ha rivelato di amare
molto i personaggi che cambiano e si evolvono nel corso del tempo
invece di interpretare ruoli che rimangono sempre uguali a se
stessi.
9. Gli è piaciuto fare lo
stunt. L’attore ha ammesso di aver fatto da solo le varie
scene d’azione o, almeno, quelle che riusciva a fare, riuscendo a
esprimersi in maniera migliore specialmente con il trucco
addosso.
Tyler Hoechlin: età e altezza
10. Tyler Hoechlin è nato
l’11 settembre del 1987 a Corona, in California, e la sua
altezza complessiva è di 182 centimetri.
Claire Holt è una
di quelle attrici che ha contribuito allo sviluppo e all’evoluzione
del panorama seriale, grazie anche alle sue differenti ed incisive
interpretazioni. L’attrice ha iniziato a praticare questa
professione sin da giovane, dimostrando di avere una certa
predisposizione nell’interpretare i ruoli migliori.
Ecco dieci cose da sapere
su Claire Holt.
Claire Holt serie
1. Una carriera tra serie
tv. Holt inizia la sua carriera di attrice nel 2006,
quando debutta sul piccolo schermo grazie alla serie H2o,
rimanendo nel cast della serie fino al 2009. In seguito, ha
partecipato a Pretty Little Liars (2011), The Vampire Diaries (2011-2015), The Originals (2013-2018) e Aquarius
(2015-2016). Inoltre, ha lavorato nei film tv Mean Girls 2
(2011) e Doomsday (2017)
2. Non solo serie
televisive. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha
prestato la propria opera solo per il mondo della serie tv, ma ha
anche lavorato spesso per il grande schermo. Infatti, è comparsa
nei film Messengers 2 – L’inizio della fine (2009),
Blue Like Jazz (2012) e 47 metri
(2017). Inoltre, tra i suoi ultimi film vi sono The Divorce
Party (2019), A Violent Separation (2019),
Painted Beauty (2019) e Wolf in the Wild (2019).
Nel 2021 ha preso parte al cast di un film horror nei panni di
Kelly e nei panni di Sasha in Painted Beauty.
Claire Holt Instagram
3. Ha un profilo
seguitissimo. L’attrice possiede un proprio account
ufficiale su Instagram che è seguito da qualcosa come 4,8 milioni
di persone in tutto il mondo. La sua bacheca pullula di immagini
che vedono spesso protagonista il suo primo figlio, ma sono molti
anche i post che la ritraggono in momenti di svago e
quotidianità.
Claire Holt nuda sul piccolo
schermo?
Claire Holt pur
rimanendo una delle donne più HOT del piccolo schermo non è mai
apparsa nuda. Ha mantenuto un certo riservo rispetto al suo corpo
quando ha interpretato personaggi sexy.
Claire Holt h2o
4. Si è dovuta allenare
parecchio. Per interpretare la sirena Emma in H20,
l’attrice (così come le sue colleghe) ha dovuto seguire un rigoroso
processo di allenamento per preparare i loro corpi a nuotare con il
peso aggiuntivo della coda. Inoltre, ha effettuato esercizi e ha
imparato diverse tecniche per trattenere il respiro il più a lungo
possibile sott’acqua.
5. Ha avuto una coda
modellata sulle sue gambe. Per dare vita al ruolo di
sirena bisogna prima avere una coda. Per questo, si è deciso di
modellare ogni coda per ogni attrice che avrebbe dovuto
interpretare una sirena. Lo stesso procedimento, quindi, è avvenuto
anche per Claire, che si è trovata con una coda perfetta per le sue
gambe.
Claire Holt in Pretty Little
Liars
6. È stato un personaggio
ricorrente in Pretty
Little Liars. L’attrice ha partecipato alla serie
interpretando il personaggio di Samara Cook, una ragazza
appassionata del lavoro manuale, come la bigiotteria, molto
affettuosa e fedele ad Emily, prima sua cara amica e poi sua
fidanzata.
Claire Holt The Originals
7. Ha lavorato con un
caro amico. Nel corso della sua carriera, Claire è stata
una delle poche attrici molto fortunate a poter lavorare con una
propria amica. Questo è successo a lei e Phoebe Tonkin: le due, infatti, si erano
conosciute sul set di H2o, per poi trovarsi a lavorare insieme in
The Vampire Diaries e in
The Originals.
Claire Holt fidanzato
8. Ha un matrimonio alle
spalle. Il primo matrimonio dell’attrice risale al 28
aprile 2016 con il produttore televisivo Matthew J.
Kaplan, con il quale era fidanzata ufficialmente da quasi
un anno. Tuttavia, dopo un anno esatto dalle nozze, il marito ha
chiesto il divorzio.
Claire Holt Andrew Joblon
9. Attualmente è
sposata. Qualche mese dopo il divorzio dal primo marito,
l’attrice ha annunciato il fidanzamento ufficiale con
l’immobiliarista Andrew Joblon, avvenuto il 3
dicembre del 2017. In seguito, la coppia si è sposata nell’agosto
dell’anno successivo e nel marzo del 2019 sono diventati genitori
del loro primo figlio, James Holt. Prima di questo
bambino, l’attrice ha avuto un aborto spontaneo nel marzo 2018.
Jorge Blanco è uno
di quegli attori che ha contribuito a rivoluzionare il mondo delle
serie tv e delle telenovela, soprattutto grazie al suo successo con
Violetta,
la serie che ha fatto impazzire i teenager di tutto il mondo.
L’attore ha cominciato a lavorare
sin da quando era ragazzino, iniziando nel 2007 e senza mai
fermarsi. Il successo di Violetta lo
ha letteralmente travolto e lo ha reso uno dei ragazzi più
desiderati dalle giovani che hanno amato la serie e il suo viso
acqua e sapone.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Jorge Blanco.
Jorge Blanco serie
1. Ha iniziato dalla
televisione. L’attore, cantante e ballerino messicano ha
iniziato la sua carriera nel 2007 grazie al programma televisivo
High School Musical – La selección Tra il 2011 e il 2012
ha partecipato a Cuando toca la campana, per diventare
famoso a livello internazionale grazie alla serie Violetta,
per la quale ha lavorato dal 2012 al 2015.
3. Ha un account molto
seguito. Anche l’attore ha deciso di aprire un proprio
profilo ufficiale su Instagram che è seguito da qualcosa come 3,2
milioni di persone in tutto il mondo. L’attore, cantante e
ballerino messicano ha una bacheca molto variegata, contraddistinta
dalle molte foto che lo vedono protagonista di progetti lavorativi
e momenti di svago, dimostrando di avere molta ironia ed
autoironia.
Jorge Blanco e Martina
Stoessel
4. Si è divertito molto a
lavorare con lei. L’attore ha dichiarato di essere molto
contento di aver condiviso l’esperienza di Violetta
con Martina Stoessel e di ritenerla una vera e
propria professionista del settore.
5. Si è vociferato di una
loro relazione. Durante la registrazione della serie delle
presunti voci di corridoio avevano affermato che tra l’attore e la
Stoessel ci fosse una relazione o comunque un sentimento che andava
ben oltre la semplice amicizia. Tuttavia, queste voci si sono
rivelate prive di fondamento.
Jorge Blanco Violetta
6. Come una grande
famiglia. L’attore ha dichiarato di essersi unito a tutti
i membri del cast di Violetta e di sentirsi come un membro
di una grande famiglia. D’altra parte il tempo passato insieme è
stato parecchio, così come quello passato anche al di fuori del
lavoro sul set.
Jorge Blanco fidanzato
7. È ufficialmente
fidanzato. Non è chiaro se nel frattempo si sia sposato,
ma nel 2016 ha fatto la fatidica proposta alla sua fidanzata
storica, Stephie Caire. La giovane è anche lei
attrice e cantante e si sono incontrati sul set di High School
Musical nel 2007.
8. Ci ha messo molto per
organizzare il tutto. Per sorprendere la sua fidanzata,
l’attore ha inscenato una finta registrazione al programma Top
Five Live, con Stephie tra il pubblico. Quando lui è salito
sul palco ha cantato la canzone NonBelievers, pezzo molto
romantico, rivolto alla fidanzata che ha prontamente chiamato sul
palco, facendole la proposta.
Jorge Blanco High School
Musical
9. Ha partecipato al talent
show. L’attore ha iniziato la sua carriera partecipando ad
High School Musical – la selección, programma trasmesso da
Disney Channel e tv Atzeca nel 2007. In realtà, in questo talent
venivano mostrate le audizioni per le successive riprese del film
High School Musical – La sfida. Pur non avendo vinto, ha
preso parte al film interpretando Jorge.
Jorge Blanco: età e altezza
10. Jorge Blanco è nato il
19 dicembre del 1991 a Guadalajara, in Messico, e la sua
altezza complessiva corrisponde a 180 centimetri.
Joseph Morgan è
uno degli attori che ha contribuito a rivoluzionare il mondo delle
serie tv grazie alle sue interpretazioni, soprattutto riguardo alla
serie
The Vampire Diaries. L’attore ha sempre dimostrato di
saper scegliere ruoli che ne valorizzassero le sue capacità, dando
vita a personaggi che hanno affascinato il mondo, rendendolo uno
degli attori più apprezzati. Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Joseph Morgan.
Joseph Morgan serie tv
1. Ha lavorato in
numerose serie tv. L’attore ha debuttato nel mondo della
recitazione nel 2003 con il film tv Eroica, per poi
continuare con le serie Hex (2004), William and
Mary (2005) e The Line of Beauty (2006). In seguito,
ha lavorato in Testimoni silenziosi (2007), Doc
Martin (2007), Causality (2008-2009) e Ben
Hur (2010). Tra i suoi ultimi lavori vi sono The Vampire Diaries (2011-2016), The Originals (2013-2018) e Animal Kingdom (2019). Nel 2019 è apparso nella serie
tv Animal Kingdom nei panni del giovane JED. Nel 2020 invece è
stato trai protagonisti della serie Brave New Workd nei panni di
CJack60 / Elliot.
2. Ha lavorato in diversi
film. L’attore ha presto la sua opera di attore anche per
il grande schermo: infatti, ha partecipato in Master &
Commander – Oltre i confini del mare (2003),
Alexander (2004), Mister Lonely (2007), Immortals (2011), Open Grave (2013) e 500 Miles North
(2014).
3. È anche produttore,
sceneggiatore e regista. L’attore ha sperimentato diverse
attività nel corso della sua carriera. Egli, infatti, ha vestito i
panni del produttore, partecipando alla realizzazione dei corti
Relevation (2013), Things He Never Said (2013),
Carousel (2017) e Juice Truck (2018), oltre che
del film 500 Miles North. Inoltre, ha sceneggiato e
diretto Revelation e Carousel, oltre che dirigere
alcuni episodi di The Originals.
Joseph Morgan moglie
4. È sposato da qualche
anno. L’attore si è sposato per la prima volta con la
collega Persia White. I due si erano conosciuti
sul set di The Vampire Diaries nel 2011 e hanno deciso di
sposarsi nel luglio del 2014 dopo tre anni di fidanzamento.
5. Si è fidanzato con una
collega. Prima di conoscere la sua attuale moglie,
l’attore ha avuto una relazione con una collega molto stretta.
Egli, infatti, ha frequentato Emily VanCamp dal 2010 al 2011: i due si erano
conosciuti sul set della serie Ben Hur. inoltre, pare che
abbia avuto dei flirt con le colleghe Erin
Richards e Claire Holt.
Joseph Morgan The Vampire
Diaries
6. Non ha partecipato a
tutte le stagioni. L’attore ha partecipato attivamente
dalla seconda stagione della serie fino alla quarta, per essere una
guest star durante la quinta e la settima. Infine, ha fatto un
cameo vocale nell’ottava ed ultima stagione. In questa serie,
l’attore ha dato vita al personaggio di Klaus Mikaelson e si è
ispirato ad Hannibal Lecter e T-Bag di Prison Break. Il suo
personaggio ha avuto talmente successo, da diventare uno dei
protagonisti dello spin-off
Joseph Morgan su Instagram
7. Ha un profilo molto
seguito. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche
l’attore ha aperto un proprio account Instagram che è seguito da
qualcosa come 4,3 milioni di persone. La sua bacheca è molto varia
e composta prettamente da foto che lo vedono protagonista tra
progetti lavorativi e momenti di svago, dimostrando di essere
dotato di ironia ed autoironia.
Joseph Morgan in The
Originals
8. Ha amato molto girare la
serie. L’attore ha dichiarato di essersi divertito molto
nel girare le serie e di aver apprezzato il fatto di aver avuto una
buona ricezione da parte del pubblico rimasto fedele alle sue
performance.
9 Ha deluso i fan per
un particolare. Pare che dalla fine della serie, l’attore
abbia smesso di seguire su Instagram i suoi colleghi, tranne
Daniel Gillies e sua moglie, Persia White. La
ragione alla base del gesto non è chiara e, ancora oggi a distanza
di quasi un anno dall’ultimo episodio della serie, non si conoscono
i motivi.
Joseph Morgan: età e altezza
10. Joseph Morgan è nato il
16 maggio del 1981 a Londra e la sua altezza misura
complessivamente 180 centimetri.
Joseph Morgan Joseph Martin
Il vero nome di Joseph Martin è
Joseph Martin nome assegnato dai genitori Nick e
Sarah Martin.
Lauren Graham è
una di quelle serie che ha contribuito a rivoluzionare il concetto
di serie tv grazie alle sue incredibili interpretazioni. L’attrice,
che ha iniziato da giovane, ha sempre centrato il ruolo migliore
per i suoi talenti, entrando subito nel cuore di milioni di
spettatori.
Ecco dieci cose da sapere
su Laurean Graham.
Lauren Graham serie tv
1. Ha girato molte serie
tv. L’attrice ha iniziato la sua carriera nel mondo della
recitazione debuttando in La valle dei pini nel 1994, per
poi proseguire con Una famiglia del terzo tipo (1996),
Good Company (1996), Caroline in the City
(1995-1996), NewsRadio (1997), Conrad Bloom
(1998), Una mamma per amica (2000—2007) e
M.Y.O.B. (2000). In seguito, è apparsa in Studio 60 on
the Sunset Strip (2006), Go On (2012), Web
Therapy (2014), Parenthood (2010-2015), Una mamma per amica: di nuovo insieme (2016), Curb
Your Enthusiasm (2017) e Vampirina (2017-2020).
2. Ha lavorato in molti
film. L’attrice non ha prestato la sua attività lavorativa
solo per il piccolo schermo, ma anche per il cinema. Infatti, ha
lavorato molto anche per il grande schermo, debuttando con
Nightwatch – Il guardiano di notte (1997), per poi
proseguire con Confessions of a Sexist Pig (1998), La
voce dell’amore (1998), Dill Scallion (1999),
Sweet November – Dolce novembre (2001), Babbo
bastardo (2003), Seeing Other People (2004) e La
banda del porno – Dilettanti allo sbaraglio! (2005). In
seguito, ha preso parte a film come I segreti per farla
innamorare (2005), Perché te lo dice mamma (2007),
Un’impresa da Dio (2007), Birds of America
(2008), Flash of Genius (2008), 5 giorni fuori
(2010), Natale con i tuoi (2014), Max (2015),
Un weekend al limite (2016) e Middle School: The Worst
Years of My Life (2016).
3. È anche doppiatrice e
produttrice. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha
vestito talvolta dei panni diversi dai soliti. Infatti, ha
indossato quelli da doppiatrice, prestando la propria voce per le
serie I Griffin (2002) e The Late Late Show with Craig
Ferguson (2011) e per il film Piovono Polpette (2009). In quanto produttrice,
invece, ha lavorato alla realizzazione del corto Something
More (2003) e della serie Una mamma per amica (2007).
Lauren Graham marito
4. Non si è mai
sposata. L’attrice non ha mai sperimentato il matrimonio,
ma è comunque impegnata. Infatti, dal 2010 è fidanzata con il
collega Peter Krause. I due si erano già
conosciuti per la prima volta nel 1995, mentre facevano parte dello
stesso cast della sitcom Caroline in the City. In seguito,
si sono ritrovati a condividere il set di Parenthood,
innamorandosi e cominciando una relazione che prosegue a gonfie
vele. Lauren Graham non ha figli.
5. Ha avuto diverse
relazioni. Prima del suo attuale compagno, sembra che
l’attrice sia stata fidanzata con altri colleghi. Pare, infatti,
che abbia avuto una relazione con Tate Donovan nel
2002, con Matthew Perry nel 2003 e con
Marc Blucas nel 2005.
Lauren Graham Una mamma per
amica
6. È apparsa in tutte le
puntate. Le uniche attrici ad apparire in tutte e le 154
puntate della serie sono state proprie lei e la giovane collega
Alexis Bledel.
7. È nata una chimica
perfetta.
Scott Patterson, che nella serie interpreta Luke, era stato
scelto per girare solo l’episodio pilota. Tuttavia, l’attore aveva
un chimica speciale con la Granham, tanto che gli è stato rinnovato
il contratto per gli altri episodi della serie.
Lauren Graham libri
8. Ha scritto diversi
libri. Oltre alla sua carriera di attrice, Graham ha
affiancato anche quella di scrittrice. Infatti, nel 2013 ha
pubblicato il primo romanzo, Un giorno, forse, per poi
realizzare Parlare a raffica, Seriously-Cancer? I Do Not Have
Time for This! e In Conclusion, Don’t Worry About
It.
Lauren Graham Parenthood
9. Non è stata la prima
scelta. Prima che venisse scelta per la serie, per
rimpiazzare Maura Tierney che non poteva più
lavorarvi a causa di un cancro al seno, l’offerta era passata per
le mani di Helen Hunt. Tuttavia, l’attrice non è riuscita
a raggiungere un accordo con la rete circa il suo stipendio, così
che poi il ruolo è finito a Lauren.
Lauren Graham: età e altezza
10. Lauren Graham è nata il
16 marzo del 1967 a Honolulu, nelle Hawaii, e la sua
altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.
Holland Roden è
una di quelle attrici che ha contribuito alla rivoluzione del mondo
delle serie tv grazie alle sue performance in diverse serie,
soprattutto in
Teen Wolf. L’attrice ha iniziato la sua carriera quando era
molto giovane e non si più fermata, diventando molto amata dal
pubblico di tutto il mondo.
Ecco dieci cose da sapere
su Holland Roden.
Holland Roden serie
1. Ha iniziato recitando
in molte serie tv. L’attrice ha dato il via alla sua
carriera – dopo un paio di esperienze nei cortometraggi – con la
serie CSI – Scena del crimine nel 2007, per poi lavorare in
Lost (2008), Cold Case – Delitti irrisolti
(2008), 12 Miles of Bad Road (2008), Pushed
(2009), Criminal Minds (2010), The Event (2010) e
Grey’s
Anatomy (2012). Tra i suoi ultimi lavori per il piccolo
schermo, vi sono Teen Wolf (2011-2017), Channel Zero (2018),
MacGyver
(2018) e il film tv Jane the Novela (2019). Holland Roden
nel 2021 è entrata a far parte del cast della serie tv
Mayans
MC, spin-off di Sons of Anarchy. Nello stesso anno ha
interpretato Rachel nel film
Escape Room 2 – Gioco Mortale. Nel 2021 sarà Kathleen
McChesney nel film
Ted Bundy: American Boogeyman.
2. Ha lavorato anche in
alcuni film ed è produttrice. Nel corso della sua
carriera, l’attrice non prestato la sua attività recitativa solo
per il piccolo schermo. Infatti , il suo primo lungometraggio
risale al 2009, quando debutta sul grande schermo con Ragazze
nel pallone– Lotta finale, per poi apparire in
House of Dust (2013) e Cry of Fear (2015).
Inoltre, ha svolto anche l’attività di produttrice lavorando ad un
episodio della serie Eat Me (2015).
Holland Roden Instagram
3. Ha un profilo
seguitissimo. Anche l’attrice ha aperto da un bel po’ un
proprio account Instagram che è seguito da qualcosa come 4,6
milioni di persone. Sulla sua bacheca sono molte le foto che vedono
protagonista di momenti lavorativi e di svago, con post a sostegno
di campagne umanitarie. Inoltre, sono molte le foto che ritraggono
il suo cane e i suoi migliori amici.
Holland Roden e Dylan O’Brien
4. Hanno interpretato una
coppia dal rapporto particolare. In Teen Wolf
Roden e Dylan O’Brien hanno interpretato due ragazzi
dall’intesa e dal rapporto decisamente particolare non
etichettabile con i termini di amicizia o amore. Quello che c’è tra
di loro di va oltre e si eleva mano a mano che passano le stagioni.
Inoltre, tra i due è nato una bel rapporto di amicizia nella vita
reale.
Holland Roden Teen Wolf
5. Le manca il suo
personaggio. La serie è finita solo da due anni, ma già si
sente una certa mancanza. In realtà, già si cominciava a sentire
prima della fine della serie, quando l’attrice ha dichiarato che
del suo personaggio le sarebbe mancata l’insolenza e la sua
intelligenza.
6. È a favore del reboot
della serie. L’attrice ha rivelato di essere favorevole a
questa opzione, aggiungendo di essere anche disponibile a tornare,
magari nel ruolo di un’insegnante.
Holland Roden Lost
7. Ha interpretato un
personaggio della serie. In Lost, serie di cui ha
fatto parte di una sola puntata, l’attrice ha interpretato il
personaggio della sedicenne Emily Locke. Nella serie, questo
personaggio non è altro che la madre di John Locke, uno dei
protagonisti.
Holland Roden fidanzato
8. Attualmente sarebbe
single. Pare che l’attrice per adesso non stia
frequentando nessuno, ma sarebbe meglio rimanere sul forse, perché
secondo diversi rumor, sembra che stia facendo tira e molla con il
suo ultimo ex fidanzato. L’attrice, infatti, è stata fidanzata con
Max Carver per due anni, dal 2014 al 2016, ma sembra che
tra i due non sia realmente finita. Prima di lui, Holland è stata
fidanzata per un anno con Ian Boehn, dal 2013 al 2014.
9. Ha frequentato un suo
collega di set. Dalla finzione alla vita reale spesso non
ci vuole niente e la stessa Roden lo ha dimostrato. L’attrice,
infatti nel 2013 ha frequentato il suo collega
Colton Haynes. I due interpretavano rispettivamente
Lydia e Jackson, una coppia di fidanzati in Teen Wolf. Dal
set, entrambi si sono innamorati vicendevolmente: tuttavia, la loro
storia è durata solo pochi mesi, ma sono rimasti molto amici.
Holland Roden: età e altezza
10. Holland Roden è nata il
7 ottobre del 1986 a Dallas, nel Texas, e la sua altezza
complessiva corrisponde a 160 centimetri.
Alam di
Firas Kohury è tra i film in concorso alla
Festa del Cinema di Roma. Il regista e
sceneggiatore palestinese, classe 1982, con diversi corti
all’attivo, esordisce nel lungometraggio portando l’attenzione
sulle nuove generazioni e su come esse vivano oggi la questione
israelo-palestinese.
La trama di
Alam
Tamer, Mahmood
Bakri, e i suoi amici, Shekel, Mohammad
Karaki e Safwat, Muhammad AbedElrahmann, sono dei ragazzi palestinesi che
studiano in una scuola superiore araba israeliana. Il giorno
dell’indipendenza di Israele per gli israeliani è una festa, mentre
per i palestinesi un giorno di lutto – nakba. Così, i
ragazzi pensano ad un’azione dimostrativa per riaffermare i diritti
del proprio popolo: sostituire nottetempo la bandiera israeliana
che sventola sul tetto della scuola con quella palestinese. Tamer,
che non è un attivista per la causa, si fa coinvolgere, più per
trascorrere del tempo insieme alla bella compagna di classe,
Maysaa, Sereen Khass, che per convinzione. Pian
piano, però, comincia a interrogarsi sulla propria identità e il
proprio ruolo nella società.
Un racconto di formazione
in una terra di conflitto
Alam
– la bandiera – è un film semplice, con un filo narrativo
lineare e un perimetro circoscritto di racconto.
Kohury non pretende di raccontare troppo o di
affollare la scena di personaggi dei quali, poi, sarebbe difficile
tenere le fila. È una scelta giusta per un esordio. La storia di
Tamer sarebbe un racconto di formazione come tanti. A renderla
diversa è il luogo in cui si svolge e la situazione che lì perdura
da più di settant’anni. Sta quindi più nel tema l’interesse del
film, nel mostrare come le giovani generazioni vivono oggi sulla
loro pelle un conflitto, quello tra Israele e Palestina, che si è
trasformato e sta assumendo nuove forme. Sono giovani disillusi,
che cercano vie nuove e non violente per affermare sé stessi e la
propria identità. Ciò nonostante, anche una protesta pacifica o un
atto dimostrativo in un contesto così teso può sfociare in qualcosa
di imprevisto e mettere di fronte alla realtà di una repressione
violenta e sproporzionata.
Un esordio semplice, con
qualche pecca e alcuni spunti interessanti
Il giovane cast di
Alam è credibile, ma non riserva
particolari sorprese. Come il piglio del regista nel dirigere.
Kohury firma anche la sceneggiatura. Qualche
passaggio un po’ lento non aiuta. La cosa interessante è proprio la
simbologia degli oggetti. La bandiera è un simbolo forte in un
contesto come quello descritto. Si è in un ambiente dove intorno
all’appartenenza, al riconoscersi in una bandiera o nell’altra,
ruota tutto. Basti pensare all’ospedale. Dovrebbe essere il luogo
senza bandiere per eccellenza, perché lì si curano tutti, a
prescindere. Invece è pieno di bandiere israeliane che penzolano
dal soffitto. Anche la scuola dovrebbe seguire la stessa logica: è
araba israeliana, dunque, perché esporre solo una delle due
bandiere? In fondo i ragazzi palestinesi vogliono solo essere visti
e riconosciuti nella loro identità, come tutto il popolo
palestinese. Alam, girato prevalentemente
in Tunisia, è un film d’esordio con qualche pecca e alcuni spunti
interessanti. Il percorso del regista, che insegna cinema ai
giovani, è coerente, ma ancora lungo.
Slow Horses 2 è la
seconda stagione della serie Slow
Horses thriller di spionaggio di successo con
protagonista il Premio Oscar Gary Oldman, che farà il suo debutto il 2
dicembre. Adattata da “Dead Lions”, il secondo romanzo della serie
Slow Horses di Mick Herron, vincitore del CWA
Gold Dagger Award.
Slow Horses 2: quando esce e dove
vederla in streaming
Slow Horses 2 composta da sei
episodi, uscirà in anteprima su Apple
TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo
episodio settimanale, ogni venerdì.
Slow Horses 2: trama e cast
La seconda stagione di Slow
Horses vede riemergere alcuni segreti della
Guerra Fredda a lungo sepolti che minacciano di portare a una
carneficina per le strade di Londra. Quando la relazione con i
russi prende una piega fatale, i nostri sfortunati eroi devono
imparare a superare i propri fallimenti individuali e alzare il
tiro per evitare un incidente potenzialmente catastrofico.
Slow
Horses è un dramma di spionaggio dallo humor cupo
e segue una squadra di agenti dell’intelligence britannica che
prestano servizio in un dipartimento della discarica dell’MI5, noto
in modo non affettuoso come Slough House.
Gary Oldman interpreta Jackson Lamb, il brillante ma
irascibile leader delle spie che finiscono a Slough House a causa
di errori che hanno messo fine alla loro carriera, poiché spesso si
ritrovano a vagare tra il fumo e gli specchi del mondo dello
spionaggio. Accanto a lui, un cast pluripremiato che include la
candidata all’Oscar Kristin Scott Thomas, il vincitore del BAFTA
Scotland Award Jack Lowden, Saskia Reeves, Rosalind
Eleazar, Dustin Demri-Burns, Christopher Chung, Freddie Fox, Chris
Reilly, Samuel West, Aimee-Ffion Edwards, Kadiff Kirwan e
il candidato all’Oscar Jonathan Pryce.
Slow Horses 2: trailer
https://youtu.be/xUEOSghdOfs
La serie Slow
Horses è prodotta per Apple TV+ da See-Saw Films
e adattata per la televisione da Will Smith (“Veep – Vicepresidente
incompetente”). Jamie Laurenson, Hakan Kousetta, Iain Canning,
Emile Sherman, Douglas Urbanski, Gail Mutrux, Will Smith e Graham
Yost sono i produttori esecutivi della serie. La regia della
seconda stagione è affidata a Jeremy Lovering.
Apple TV+ offre serie drammatiche e
commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari
innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è
disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo
il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo
servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in
tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e
ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro
servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie
originali Apple sono stati premiati con 280 vittorie e
1.169 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata
agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar® come Miglior film
di quest’anno “CODA”.
Il Macbeth
di William Shakespeare è stato adattato in
molteplici e differenti modalità per il cinema, con opere più o
meno fedeli al testo originale. Quelle che vi si discostano di più,
sono solite riprendere le dinamiche narrative di base per inserirle
in contesti inediti, proponendo così riletture che confermano
l’immortalità di tale tragedia. È questa l’operazione che fa anche
il regista Giulio Base (Il banchiere
anarchico, Bar Giuseppe) con il suo nuovo film dal titolo
Il Maledetto. Presentato alla
Festa del Cinema di Roma, questo vede la vicenda
del Macbeth animarsi nel contesto della mafia pugliese dei
nostri giorni.
Protagonista di questo nuovo
adattamento è Michele Anacondia (Nicola
Nocella), un criminale della mafia pugliese che ricopre
però per il suo clan solamente ruoli di poco rilievo. Quando però
il suo figlio neonato muore per via di un agguato, egli svela una
capacità di vendicarsi che gli fa subito guadagnare le attenzioni
dei suoi capi. Vedendo in ciò l’occasione per migliorare la loro
condizione sociale, la moglie di Michele (Ileana
D’Ambra) lo spinge ad ottenere ancora di più, dando il via
ad una scalata ai vertici del clan sempre più macchiata
dall’ambizione, dalla rancore e dalla follia.
Un film votato all’eccesso
Il Macbeth di Shakespeare è
notoriamente una delle opere più cupe, cruente, ambigue e
sanguinarie del drammaturgo inglese. Allo stesso modo, Il
Maledetto di Base si presenta come un film che ricerca
l’eccesso per raccontare una vicenda parte della realtà italiana ma
non per questo priva di situazioni ed emozioni che sembrano
provenire dal mito. Il racconto, scritto dallo stesso Base, sembra
dunque vivere di questo incrocio tra il realismo di un contesto
sociale ben preciso e dei moti dell’animo che invece trascendono il
tempo per rivelarsi universali ed eternamente ricorrenti nel corso
di tutta la storia dell’umanità.
Si parla soprattutto dell’ambizione,
che caratterizza in particolar modo il protagonista e, ancor di
più, la sua consorte. Quella stessa ambizione che nel corso della
Storia ha portato alla follia e all’autodistruzione chiunque vi si
abbandonasse. In Il Maledetto assistiamo dunque al
progressivo discendere dei due protagonisti in un inferno di potere
e violenza, che se da un lato offre loro lusso e sfarzo, dall’altra
corrompe in modo irrimediabile il loro animo. Michele Anacondia
passa dunque dall’essere una figura solitaria che trascorre il
proprio tempo nelle campagne pugliesi insieme alle pecore, ad un
uomo corrotto, sempre più tormentato da ciò che ha fatto e da ciò
che farà.
Pur mantenendo grossomodo quel
carattere silenzioso e riflessivo che lo caratterizza, il
protagonista sarà dunque sempre più circondato da un eccesso
stilistico che il regista costruisce per esaltare non solo il mondo
di cui entra a far parte ma anche la sua crescente follia. La fanno
dunque da padroni fiotti interminabili di sangue, effetti speciali
posticci, scene che non si risparmiano nel mostrare i dettagli più
crudi ed un lavoro sul sonoro che va ulteriormente a sottolineare
la natura malsana di quanto sta avvenendo.
Pregi e limiti di Il Maledetto
Tutti questi elementi non devono
però far pensare a Il maledetto come un film che
si allontana da una ricerca di realismo, la quale è invece sempre
presente nelle intenzioni del regista, che costruisce dunque il suo
lungometraggio con il tentativo di farlo reggere in equilibrio su
questi due poli. Proprio come per il suo protagonista, l’ambizione
che il film sembra sfoggiare sotto tali punti di vista rischia di
esserne il suo limite maggiore e non mancano le scene meno
convincenti o suggestive in quanto a messa in scena, come ad
esempio quella della cena in cui Michele si presenta come nuovo
capo clan.
Tuttavia, le ambizioni e gli eccessi
di Il Maledetto riescono in fin dei conti a renderlo anche
un film diverso rispetto ai tanti sull’argomento che si vedono ogni
anno sugli schermi italiani. Certo, l’idea di ricollocare il
Macbeth in un contesto da gangster movie non è nuova
(basti pensare al film del 1990 Uomini d’onore), ma il
renderlo così tanto parte dell’immaginario mafioso italiano è un
elemento di ulteriore unicità. Nel contribuire al fascino del film
non ci si può dimenticare dei due protagonisti. Nocella sfoggia una
presenza scenica notevole e riesce a rendere palpabile il complesso
mondo interiore del suo Michele, ma è la D’Ambra nei panni della
Lady Macbeth di turno a rubare spesso e volentieri la scena.
Insieme sono uno degli aspetti migliori del film.
Aspettative e doveri
possono diventare macigni da portare per chi non riesce a trovare
il proprio posto nella società, o nel proprio nucleo familiare, a
patto di fare i conti con le frustrazioni quotidiane… o di fuggire.
Queste le premesse dell’avventura raccontata da Wild Men –
Fuga dalla civiltà di Thomas Daneskov, che
sarà nelle sale da giovedì 20 ottobre con ARTHOUSE, nuovo progetto
editoriale di I Wonder Pictures dedicato al cinema d’essai
in collaborazione con Valmyn.
Wild Men – In
fuga da se stessi
Al centro della scena,
Martin, uomo adulto in piena crisi di mezza età, per sfuggire alla
quale decide di darsi alla macchia. All’insaputa della famiglia va
a vivere sulle montagne e nei boschi norvegesi come un autentico
vichingo. La caccia e l’adattamento all’ambiente circostante,
dovrebbero essere la sua via di salvezza e la sua unica fonte di
sussistenza, come lo erano per i suoi antenati migliaia di anni fa,
ma le cose sembrano essere piuttosto diverse…
E non solo perché i suoi
piani di riconnessione con la natura vengono stravolti
dall’incontro casuale con un fuggitivo di nome Musa. Un incontro
che diventa per entrambi l’occasione per intraprendere un assurdo
viaggio tra i fiordi della Norvegia, con alle calcagna la
scombinata e disorganizzata polizia locale, due ‘spietati’
trafficanti di droga e la sua stessa moglie. E con l’utopica
speranza di trovare altrove le risposte che non possono che essere
dentro di sé.
Consigli utili per la
vita in prigione
Difficile vivere al di
fuori della società nella quale siamo cresciuti, ancora più
complicato far capire a chi ci è più vicino il bisogno di farlo,
finendo con lo stare alle regole di un gioco che non prevede per
noi la possibilità di uscirne vincitori. Una condizione, ormai,
umana, che non a caso spinge molti a scelte estreme, o a una lunga
psicoterapia. E che il regista danese – autodidatta – di Joe Tech e
del corto Puff, Puff Pass (nel quale era il padre
del protagonista a uscire di testa durante un campeggio fornendo al
figlio Rasmus a la scusa per eludere le routine familiari) declina
in maniera sarcastica e paradossale. Non surreale, che la realtà è
un compagno di viaggio costante dei nostri due anti-eroi.
In fuga da un ruolo e da
una mascolinità per una volta soffocante e non tossica, gli
stereotipi qui vengono superati nella ricerca di una umanità che
offre una via d’uscita sofferta, ma condivisibile. Nel sacrificio
che tutti compiono – ognuno a modo suo, chi più e chi meno – c’è la
speranza di trovare un modo di accettare le insicurezze e convivere
con le proprie emozioni, magari al di fuori di un contesto
consumistico e capitalista. E tanto nella ricerca iniziale quanto
nella soluzione finale, un tono poetico e intimo che nulla toglie
al divertimento di questo anomalo buddy movie scandinavo ricco di dialoghi surreali e
situazioni ridicole.
Manca sempre meno al finale di
stagione di
House
Of The Dragon. Questa prima stagione ha messo in scena
l’epica guerra civile tra Rhaenyra e Aegon
all’interno di casa Targaryen.
Le coppie sono l’unità elementare
dello show e molte di loro possiedono un potere incredibile sul
regno. Per ora, House of the Dragon ha presentato le
grandi case del tempo attraverso alcune coppie esemplari. Quali
sono i partner più avvincenti?
Viserys e
Aemma
Anche se la regina ha preso parte a
un solo episodio della prima stagione, il rapporto tra King
Viserys e Aemma è uno dei più significativi.
Alicent ha ottenuto molto più tempo sullo schermo di
Aemma, ma è chiaro che Viserys era più felice con la
sua prima moglie. Anche dopo la sua morte, Viserys ha
ribadito più volte il suo amore per Aemma. Inoltre, in
un’occasione l’uomo ha chiamato accidentalmente Alicent con
il nome della prima moglie. Prima della morte di Aemma, la
coppia ha mostrato una profonda comprensione reciproca,
confrontandosi più volte sul destino di Rhaenyra nel
regno.
Laenor e
Joffrey
Laenor e Joffrey sono
la coppia più equilibrata di House of the Dragon, una delle
poche che mostra un amore sincero e profondo. Anche dopo l’unione
di Laenore e Rhaenyra, i due non hanno smesso di
incontrarsi. Pur riconoscendo gli svantaggi del loro amore per la
società, i due non hanno mai messo da parte il loro amore.
Joffrey è contento di essere l’amante di Laenor, se
questo è l’unico modo per stare insieme.
Daemon e
Mysaria
Dopo essere stato
diseredato, Daemon si è servito di Mysaria per far
arrabbiare suo fratello. Questa coppia non è durata a lungo in
House of the Dragon, ma ha usato il proprio potere per
creare ulteriori conflitti e costruire un mondo attorno ai propri
personaggi. Se Mysaria non avesse avuto una storia con
Daemon, probabilmente non si sarebbe evoluta nella Larva
Bianca. Anche dopo la loro separazione, Mysaria ha
continuato ad aiutare Daemon, proteggendolo e instaurando
rapporti con persone potenti come lui.
Daemon e
Laena
Daemon e
Laena sono una delle coppie più sane, nonostante i mille
difetti. È chiaro che Daemon vuole bene a sua moglie e ai
loro figli, anche se non ha nessuna voglia di tornare a
Driftmark con la famiglia. Tuttavia, in House of the
Dragon vediamo che la coppia rimane insieme anche dopo il salto
temporale. Inoltre, Daemon si è dimostrato molto comprensivo
nei confronti di Laena quando si è scontrata con i
Maestri di Pentos, un’attenzione che nemmeno Viserys
è stato in grado di dare alla sua amata Aemma.
Laenor e
Qarl
Dopo la scomparsa di Joffrey,
in
House of the DragonLaenor ritrova la
felicità con un nuovo amante: Qarl. Seppur dopo molti anni,
Laenor sembra essere in lutto per il suo primo amore, ma si
mostra anche felice di stare con qualcuno che può amare veramente.
Qarl e Laenor sono una coppia potente: Qarl
dimostra non solo di essere un compagno fedele, ma aiuta anche il
suo amante a sfuggire dai pericoli prima che possano mettere la sua
vita in pericolo.
Viserys e
Alicent
Anche se Viserys ha nutrito
chiaramente un amore speciale per la sua prima moglie, il suo
matrimonio con Alicent Hightower gli ha dato qualcosa in
più: un figlio. Al di là dei figli, Alicent e Viserys
si vogliono realmente bene. Il rapporto tra il re e Alicent
ha costituito l’essenza di House of the Dragon, creando una
rivalità mortale tra Aegon e Rhaenyra. Questa coppia potente ha
mosso praticamente tutte le alleanze della serie, spingendo i
membri dal lato di Rhaenyra o di Alicent.
Rhaenyra e
Laenor
Rhaenyra e Laenor si sposano attraverso un accordo
tra i loro padri. Anche se non hanno mai avuto alcun interesse a
stare insieme, i due si sono avvicinati nel corso degli anni e
hanno costruito una forte amicizia basata sul rispetto
reciproco. I figli di Rhaenyra non sono anche figli di
Laenor, ma egli accetta la situazione e non sembra
disprezzare i tre ragazzi. Una delle scene più scioccanti di
House of the Dragon avviene quando Rhaenyra finge la
morte di Laenor ma, anche in questo caso, la decisione si
rivela una dichiarazione di rispetto reciproco.
Alicent e
Larys
Alicent
e Larys Strong non hanno una storia romantica, ma la loro
strana alleanza si è dimostrata una delle più potenti e strategiche
di House of
the Dragon. Larys è fedele alla regina a tal
punto da far assassinare suo fratello Harwin e suo padre
Lyonel Strong. Anche se Alicent e Larys non hanno rapporti sessuali, c’è
una scena particolarmente tesa del nono episodio di House of the Dragon in cui
Alicent mostra i suoi piedi. Questo gioco è esemplare dello
strano rapporto di potere tra i due, in cui entrambi danno e
prendono qualcosa dall’altro.
Rhaenys e
Corlys
Corlys Velaryon
potrà aver commesso alcuni errori come genitore, ma ha comunque
dimostrato di avere una forte dedizione alla sua famiglia, in
particolare alla moglie Rhaenys. La coppia deve
costantemente fare i conti con le proprie decisioni e con lo status
della propria famiglia. Sebbene Rhaenys non sia d’accordo
con la decisione di Coryls di far sposare Laenor a
Rhaenyra, alla fine entrambi scelgono di stare accanto ai
figli che portano il loro nome. Anche se al momento Corlys è
assente dalla trama di House of the Dragon, Rhaenys
ha fatto di tutto per non disonorare il marito, schierandosi con
persone che altrimenti sarebbero state una minaccia per la loro
casata.
Rhaenyra e
Daemon
Rhaenyra e
Daemon hanno attraversato diverse sfide nel corso degli
anni, ma è stato chiaro fin dall’inizio di House of the
Dragon che i due nutrivano sentimenti romantici l’uno per
l’altro. Soltanto dopo la “morte” di Laenor Velaryon, la
coppia ha potuto rendere ufficiale il loro amore unendosi in
matrimonio.
Nonostante gli sforzi di ReViserys
per tenere suo fratello lontano da Rhaenyra, la connessione
tra i due si è rivelata una forza insuperabile. Come
Rhaenyra e Daemon hanno più volte sottolineato,
insieme creano un legame che rafforza casa Targaryen e
ostacola i nemici.
Presentato fuori concorso a
Cannes 2021 e riproposto alla Festa del
Cinema di Roma 2022 nella sezione Best of 2022,
As Bestas di Rodrigo Sorogoyen è
un thriller rurale permeato dal malessere di una Spagna svuotata
dell’intelletto e relegata alla brutalità assoluta delle attività
ancestrali.
As Bestas: tra il neo-western e thriller serrato
As Bestas parte
come un western puro, dove due culture e due modi di risolvere i
conflitti differenti guidano i capibranco che lottano per il loro
spazio vitale. La famiglia dei fratelli Anta
(Luis Zahera e Diego Anido) vive
in Galizia da tempo immemorabile e si considera la vera e più pura
anima della Comunidad spagnola. Non possono accettare che sia
proprio un francese, Antonine (Denis
Ménochet), a portare quella che concepiscono come
un’innovazione pericolosa in paese. Con il suo piccolo progetto di
orto biologico, che condivide con la moglie Olga
(Marina Foïs), e impegnandosi nella ricostruzione
delle case abbandonate, Antonine spera di riportare nel villaggio
la parte di popolazione che è emigrata in città. Ma la lotta
ideologica contro i fratelli Anta farà sì che la tensione nel
villaggio raggiunga un punto di non ritorno.
As Bestas non è un
film in cui la violenza fisica diventa necessariamente sfogo
prediletto di due schieramenti agli antipodi; piuttosto, quella che
si prefigura una vera e propria guerra tra latifondisti, avviene
anzitutto a livello verbale e gestuale, canali primari per la
creazione di un clima di insopportabile ansia e paranoia che invade
la struttura narrativa.
Microcosmi inconciliabili
In As Bestias, il
conflitto tra chi si stablisce in Galizia con i più nobili degli
intenti – lavorare la terra e restaurare case per gli abitanti – e
i locali che percepiscono l’intralcio di questo nuovo assetto
territoriale è portato al parossisimo, diviene la spina dorsale di
un film in cui è proprio la costruzione della tensione a innervare
sceneggiatura e regia.
Il primo microcosmo a cui siamo
introdotti è quello di chi c’è sempre stato, i fratelli
Anta. Sono nati accanto alle loro mucche, hanno perso la
testa cercando di domare cavalli selvaggi e vivono nella paura
dell’alterità. Sono quelli che hanno trasformato il loro piccolo
mondo nell’unico mondo possibile e che, per la loro stessa miseria
morale e umana, si sentono intrappolati in un terreno senza
orizzonti. Dall’altra parte ci sono i neo-rurali,
Antonine e Gloria, quelli che
credono nell’utopia che la campagna sia l’unica vestigia possibile
di paradiso terrestre e che si congedano dalla vita frenetica per
il bene di se stessi e del prossimo.
Neanche il femminile è immacolato
Dagli antieroi puntellati di estrema
mascolinità tossica di Que Dios nos perdone e
El Reino, passando per l’inquietande indagine
psicologica di Madre, Sorogoyen
unisce due punti di vista diversi in As Bestas,
due storie separate da un’ellissi narrativamente perfetta e che le
fa percepire come quasi completamente a se stanti. È infatti
soprattutto nella seconda parte del film che
Sorogoyen si supera, portando avanti un conflitto
irrisolto e che a malapena ha più a che fare con sguardi e male
parole, anzi, si adagia nel silenzio angosciante di un paesaggio
che ha assorbito il marcio dei suoi abitanti.
As bestas finisce
per essere un film in cui è il femminile a cercare di porsi molte
domande sulle bestie umane e nel farlo non solo mette in
discussione la placidità della campagna ma anche a nudo le miserie
di un mondo in cui, forse, l’unica donna che ha visto tutto ha
scelto di appropriarsi della più misera delle strategie di questi
uomini beffardi: il silenzio.
Italia 1600. Michelangelo Merisi è
un artista geniale e ribelle nei confronti delle regole dettate dal
Concilio di Trento che tracciava le coordinate esatte nella
rappresentazione dell’arte sacra. Dopo aver appreso che Caravaggio
usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi, Papa
Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano
una vera e propria indagine, per decidere se concedere la grazia
che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte per
aver ucciso in duello un suo rivale in amore. Così l’Ombra, questo
il nome dell’investigatore, avvia le sue attività di inchiesta e
spionaggio per indagare sul pittore che – con la sua vita e con la
sua arte – affascina, sconvolge, sovverte. Un’Ombra che avrà nelle
sue mani potere assoluto, di vita o di morte, sul destino di un
genio.
L’elemento dell’ombra nelle opere di
Michelangelo Merisi, detto
Caravaggio, è certamente uno degli aspetti più
affascinanti, seducenti e talvolta inquietanti delle sue opere
d’arte. Ma non solo i suoi dipinti, bensì tutta la vita del pittore
è in realtà caratterizzata dalle ombre, da quelle dei luoghi
scabrosi da lui frequentati fino a quelle dell’animo, che lo hanno
portato ad essere indicato come uno degli artisti maledetti per
eccellenza. Ombre, tormenti e passioni su cui il regista
Michele Placido sceglie
di costruire il suo L’Ombra di
Caravaggio, un film a lungo pensato e voluto, che si
svela ora per la prima volta in occasione della Festa del Cinema di Roma.
Da Placido anche scritto insieme a
Fidel Signorile e Sandro
Petraglia, il film si concentra in particolare sulla
ricerca che un investigatore incaricato da Papa Paolo
V e chiamato semplicemente Ombra
(Louis Garrel)
conduce nei confronti di Caravaggio (Riccardo
Scamarcio). Mentre il pittore si trova a Napoli,
fuggito dopo l’omicidio commesso, la sua vita viene dunque
approfondita attraverso gli incontri che l’Ombra fa con quanti lo
hanno conosciuto, amato e odiato. L’obiettivo è stabilire se il
pittore sia meritevole o meno di ricevere la grazia dal Papa,
nonostante la sua vita dissoluta e le ripetute accuse di blasfemia
per aver utilizzato prostitute e barboni per raffigurare i
Santi.
Ombre e luci di Caravaggio
Placido ha raccontato di aver voluto
realizzare un film sul celebre pittore sin da quando in gioventù
scoprì la sua grandezza artistica. Un lungometraggio a lui
dedicato, però, avrebbe dovuto tenersi a distanza da ogni più
piccolo artificio e falsità, con l’intento dunque di portare sullo
schermo quello stesso senso di realismo che Caravaggio ricercava
con le sue opere, giudicate fin troppo rivoluzionarie al loro
tempo. Con lo scenografo Tonino Zerra (Il primo re) e il
costumista Carlo Poggioli (The Young Pope) Placido
lavora dunque per ricercare quel senso di vero imprescindibile, da
trasmettere attraverso una ricostruzione storica viva, che si
manifesta attraverso le zone più malfamate e quelle più altolocate
della città di Roma.
Luoghi come bordelli, chiese,
prigioni, palazzi nobiliari e sporche strade offrono dunque un
contesto particolarmente convincente, facendo della ricostruzione
scenografia un’assoluta protagonista del film. Allo stesso modo il
lavoro sui costumi risulta particolarmente curato nel dettaglio.
Gli abiti indossati dai personaggi non servono solo a
caratterizzare il loro rango sociale ma anche a suggerire le loro
inclinazioni caratteriali e quelle d’animo. Entrambi questi aspetti
vengono poi arricchiti da un lavoro di costruzione fotografica
particolarmente suggestivo. Con il direttore della fotografia
Michele D’Attanasio (Freaks Out), il regista
si impegna infatti a dar vita a scene e inquadrature di esplicita
ispirazione caravaggesca.
Proprio come Caravaggio utilizzava
le luci e le ombre per dar vita a quel chiaroscuro che conferisce
alle figure un rilievo scultoreo, così il film si avvale della
medesima tecnica per trasmettere una maggiore intensità e
drammaticità a quanto mostrato. L’Ombra di Caravaggio è da
questo punto di vista un film che si avvicina allo stile
dell’artista di cui racconta. Un espediente particolarmente
funzionale, che qui dà prova dell’efficacia della sua
utilizzazione. Attraverso le luci e le ombre, Placido costruisce
dunque il suo film con una maniera quasi espressionista, facendo
emergere l’animo dei propri personaggi, rendendoli affascinanti e
coinvolgenti.
L’Ombra di Caravaggio: un
film episodico per raccontare l’attualità del pittore
Se dunque da un punto di vista
estetico L’Ombra di Caravaggio risulta essere un film se
non interamente comunque in buona parte affascinante, diverse
criticità si ritrovano invece a livello narrativo. Attraverso il
personaggio Ombra e i suoi incontri, come detto, si ripercorre la
vita di Caravaggio compiendo salti temporali che conducono a veri e
propri episodi che non sempre riescono a reggere il ritmo e il tono
del film. Non tutti gli episodi raccontati risultano infatti
convincenti, talvolta per via di interpretazioni che inficiano sul
risultato finale, talvolta per mancanza di quelle idee di regia che
invece in altri momenti esprimono meglio il proprio valore.
Un esempio di episodio
particolarmente riuscito è quello ambientato nel carcere dove si
trova anche il filosofo Giordano Bruno, prossimo
al rogo a Campo de’ Fiori. Si offre qui, sempre attraverso un
sapiente uso di luci ed ombre, tutto quel forte bisogno di libertà
di pensiero, parola e gesto che Bruno condivide con Caravaggio.
Bisogni insopprimibili che sono alla base della lettura che Placido
dà del pittore con questo suo film e che Riccardo
Scamarcio interpreta in modo particolarmente convincente.
Al netto dunque di un andamento altalenante e talvolta confuso,
L’Ombra di Caravaggio non punta ad offrire un ritratto
pedissequo della personalità e della vita di Caravaggio, quanto più
a dar vita ad una sua rilettura che dimostri l’attualità ancora
oggi dell’animo del pittore.
Ecco a voi i
Chippendales è la nuova serie originale Disney+ creata da Robert Siegel e Mehar
Sethi. Robert Siegel e Nanjiani sono gli executive producer insieme
a Dylan Sellers, Jenni Konner, Matt Shakman, Emily V. Gordon, Nora
Silver e Rajiv Joseph, che sarà sceneggiatore della serie al fianco
di Mehar Sethi. Siegel e Konner sono co-showrunner e Shakman sarà
il regista. Jacqui Rivera è co-executive producer mentre Annie
Wyman è la co-produttrice.
Ecco a voi i
Chippendales: quando esce e dove vederla in
streaming
Ecco a voi i
Chippendales uscirà in Italia a partire da mercoledì
11 gennaio in esclusiva sulla piattaforma streaming Disney+
Ecco a voi i
Chippendales: trama e cast
Ecco a voi i
Chippendales è true crime che racconta la scandalosa
storia di Somen “Steve” Banerjee, un immigrato indiano che è
diventato l’improbabile fondatore del più grande impero di
spogliarellisti al mondo – senza permettere a nulla e nessuno di
intralciarlo nel raggiungimento del suo obiettivo.
Il cast di Ecco a voi i
Chippendales comprende Kumail Nanjiani
(The Big Sick – Il matrimonio si può evitare… l’amore no),
Murray Bartlett (The White Lotus), Juliette Lewis (Yellowjackets) e Annaleigh
Ashford (American Crime Story) con guest star
ricorrenti del calibro di Quentin Plair (The Good Lord Bird –
La storia di John Brown), Robin de Jesús (tick, tick…
BOOM!), Andrew Rannells (Girls5eva) e Spencer Boldman
(Cruise), oltre a Nicola Peltz Beckham (Holidate)
e Dan Stevens (Gaslit) sempre nel ruolo di guest star.
Ecco a voi i Chippendales: trailer
della serie
Un efficace sistema di parental
control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori.
Il mondo di Batman di Matt
Reeves è destinato a crescere molto presto, poiché un
nuovo rapporto di
The Hollywood Reporter suggerisce che regista è attualmente
impegnato ad espandere espandere l’universo di The Batman in grande stile. La notizia
arriva per gentile concessione di un nuovo rapporto generale sui
progetti DC alla Warner Bros. Discovery, con Borys
Kit che sottolinea che Reeves sta cercando di estendere il
mondo generale di The
Batman al di fuori del suo sequel e della
prossima serie spin-off di Penguin. Il rapporto menziona
specificamente che Reeves ha iniziato a incontrare scrittori e
registi per costruire film incentrati sull’iconica galleria di
cattivi dalla storia di Batman.
Sebbene non sia stato confermato
nulla di concreto, il rapporto ha menzionato che cattivi come
Spaventapasseri, Clayface e persino il Professor
Pyg – un cattivo noto per essere uno dei più oscuri e
inquietanti di Batman – sono stati presi in considerazione per i
film. Tutti questi progetti, secondo il rapporto, sono attualmente
“nelle primissime fasi della gestazione”, quindi non aspettiamoci
troppe informazioni su questi progetti d’ora in avanti. Il successo
del film con Robert Pattinson ha certamente accelerato lo
sviluppo di ulteriori progetti ma sicuramente questa fa parte della
tanto paventata strategia decennale sulla proprietà della DC che fa
capo a Warner Bros Discovery.
Il prossimo passo per Matt
Reeves e il suo universo di Gotham City è la prossima
serie drammatica basata sul personaggio del Pinguino di Colin Farrell di The
Batman. Ambientata nel mondo di The
Batman del 2022, la serie HBO Max si concentrerà sul
passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al
potere nel ventre squallido di Gotham piuttosto che ritrarlo come
il boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di
apparizioni in live action, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso
Pinguino in Batman
Returns mentre Robin Lord Taylor
lo ha interpretato in Gotham.
The
Batman diretto da Matt Reeves è
uscito nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce
Wayne, ci saranno anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
Lo scrittore e produttore esecutivo
Ted Sullivan si è rivolto a Instagram per confermare che la
produzione di Riverdale 7, la prossima settima e
ultima stagione di Riverdale
è iniziata ufficialmente nella Columbia Britannica. Dopo aver
annunciato la fine di Riverdale,
l’ex CEO di The CW Mark Pedowitz ha confermato che
l’ultima stagione non sarà ridotta, nella speranza di dargli il
giusto commiato che merita.
Al momento non esiste una data di
uscita allegata alla prossima puntata della serie drammatica per
adolescenti di lunga data, ma probabilmente Riverdale 7 farà il suo
ritorno nel 2023.
Riverdale
proviene da Warner Bros.
Television e CBS Television Studios, in
associazione con Berlanti Productions, con i produttori esecutivi
Roberto Aguirre-Sacasa, Greg Berlanti , Sarah
Schechter e Jon Goldwater.
La serie è basata sui personaggi di
Archie Comics . La serie è stata adattata per The CW dal direttore
creativo di Archie Comics, Roberto Aguirre-Sacasa , ed è prodotta
da Warner Bros. Television e CBS Studios , in associazione con
Berlanti Productions e Archie Comics. Concepito come adattamento
cinematografico per la Warner Bros. Pictures, l’idea è stata
reimmaginata come una serie televisiva per la Fox.
Riverdale
ha debuttato il 26 gennaio 2017 con recensioni positive. Nel
febbraio 2021, la serie è stata rinnovata per una sesta stagione,
presentata per la prima volta il 16 novembre 2021. Nel marzo 2022,
la serie è stata rinnovata per una settima e ultima stagione, che
dovrebbe debuttare nel 2023.
Il successo di Riverdale su
Netflix
Riverdale
è stato anche notato come uno degli spettacoli più popolari in
tutto il mondo sulla popolare piattaforma di streaming Netflix. Il gran numero di fan che hanno guardato la
serie sulla piattaforma ha anche dato allo show un grande aumento
degli ascolti per la sua premiere della seconda stagione. Questo è
stato successivamente citato in più occasioni dal presidente di The
CW, Mark Pedowitz, che ha notato che avrebbero guardato i numeri di
Netflix più da vicino per le nuove serie dopo aver visto come si
comportava Riverdale sulla piattaforma.La quarta stagione è stata
pubblicata sul sito web negli Stati Uniti il 15 maggio 2020 ed è
rimasta tra i primi dieci titoli dell’intera piattaforma per il
mese successivo
Fra affari miliardari, personaggi
senza scrupoli e trattative al cardiopalmo, il calciomercato – fra
i momenti più appassionanti dell’intera stagione calcistica – è ora
per la prima volta al centro di una serie tv. Il grande
gioco è il nuovo titolo Sky Original di cui viene
rilasciato oggi il trailer ufficiale e annunciato il debutto:
dal 18 novembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su
NOW.
Il dietro le quinte del calcio in
una serie Sky Studios e Èliseo
entertainment prodotta da Luca Barbareschi e diretta da
Fabio Resinaro (Mine,
Dolceroma) &Nico
Marzano, che vede Francesco Montanari
(Il cacciatore, I Medici – Nel nome della
famiglia) di nuovo protagonista di una serie Sky a più di
dieci anni di distanza dal popolarissimo Romanzo
Criminale – La serie. Ne Il Grande Gioco
interpreta Corso Manni, fino a una decina di anni prima dell’avvio
di questa storia una star nel mondo dei procuratori calcistici,
caduto in disgrazia per un presunto legame con il mondo delle
scommesse clandestine.
Protagonisti con lui anche
Elena Radonicich (1992, La porta
rossa, Fabrizio De André – Principe libero) nei panni
di Elena De Gregorio, ex moglie di Manni e procuratrice a sua
volta, e il vincitore del David di Donatello nonché candidato
all’Oscar Giancarlo Giannini (Casino
Royale, Il cuore altrove, Pasqualino
Settebellezze), che nella serie interpreta Dino De Gregorio,
il padre di Elena, fondatore e CEO dell’agenzia di calciatori più
potente in Italia contro cui Corso medita vendetta.
Montanari, Radonicich e Giannini
guidano un grande cast internazionale del quale fanno parte anche
Lorenzo Cervasio (Come un gatto in tangenziale
– Ritorno a Coccia di Morto, Il Capitale Umano) nei
panni di Federico De Gregorio, fratello minore di Elena,
Jesus Mosquera Bernal (Toy Boy), che qui
interpreta il campione Carlos Quintana, Lorenzo
Aloi (Lasciarsi un giorno a Roma,
Fedeltà, La compagnia del Cigno 2) nei panni di
Marco Assari, giovane e talentuosissimo procuratore,
Giovanni Crozza Signoris (Il Traditore,
Zero), che presterà il suo volto alla giovane promessa del
calcio Antonio Lagioia, e Vladimir Aleksic nei
panni di Sasha Kirillov, procuratore russo senza scrupoli.
In otto episodi scritti da
Tommaso Capolicchio, Giacomo
Durzi, Filippo Kalomenidis,
Marcello Olivieri e Andrea Cotti,
la serie racconta per la prima volta il lavoro dei procuratori
sportivi senza tralasciare gli interessi economici e politici che
possono gravitare dietro l’ingaggio di un calciatore o il successo
di un’intera squadra. Tommaso Capolicchio, Giacomo Durzi, Filippo
Kalomenidis e Marcello Olivieri sono i creatori della serie,
realizzata a partire da un’idea di Alessandro Roja con la collaborazione di
Riccardo Grandi.
La trama de Il grande
gioco
Screditato da false accuse, Corso
Manni (Francesco
Montanari) è passato dall’essere il golden boy dei procuratori
della ISG, la più grande società di procuratori in Italia, ad
essere emarginato dal mondo calcistico. Con l’aiuto del giovane
procuratore Marco Assari, Corso ricostruisce la sua carriera
contendendosi la procura del campione Quintana e del promettente
Antonio Lagioia con Dino De Gregorio (Giancarlo
Giannini) ed Elena De Gregorio (Elena Radonicich),
rispettivamente CEO della ISG e sua ex moglie. Un inaspettato gioco
di alleanze e tradimenti prende forma con l’ingresso di Sasha
Kirillov, un navigato procuratore della russa Plustar, determinato
a conquistare non solo il mercato calcistico italiano, ma anche dei
preziosissimi terreni intestati alla ISG.
Il grande gioco: trailer della serie tv
Il Grande Gioco sarà
disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti
i Paesi in cui Sky è presente. La distribuzione internazionale è di
NBCUniversal per conto di Sky Studios.
In occasione dell’uscita
nelle sale italiane di Black
Adamprevista per il prossimo 20
ottobre, The Space Cinema propone la
proiezione in lingua originale del film tratto
dall’omonimo fumetto della DC Comics creato da Otto Binder e
C. C. Beck nel 1945.
Il film, diretto da Jaume
Collet-Serra, vede protagonista Dwayne
Johnsonnei panni dell’antieroe della Dc
Comics, Black
Adam. La storia racconta di Teth-Adam, un uomo
dell’antico Egitto ridotto a schiavitù e in seguito ucciso che,
grazie al potere del mago Shazam, ritorna in vita. Adesso a
Black
Adam sono stati conferiti poteri straordinari: forza,
agilità e capacità di volare ma purtroppo non possiede un cuore
puro. Dopo aver vissuto in prigionia per un lungo periodo viene
finalmente liberato e dovrà confrontarsi con i supereroi in vita
per capire che per essere un eroe non basta avere grandi poteri ma
è necessario compiere nobili azioni e sacrificarsi per un bene più
alto.
La rassegna Hear My Voice prosegue
ogni giovedì nei multisala:
Firenze(Novoli), Limena, Bologna, Trieste, Vimercate, ParmaCentro, Roma
(Parco de
Medici), Roma (Moderno), Napoli
e per tutta la settimana al The Space Cinema
Odeon di Milano.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
L’attesissimo film in uscita di
Damien Chazelle, Babylon,
ha cambiato la sua data di uscita spostata. A darne notizia è stato
il noto sito americano Variety
che ha riferito che il film uscirà nelle sale americano il 23
dicembre 2022. Il film era originariamente previsto per un’uscita
limitata il 25 dicembre 2022, con un’uscita più ampia fissata per
il 6 gennaio 2023. Invece, il film ora uscirà a livello nazionale
due giorni prima della sua data limitata originale, dando a tutti i
fan la possibilità di vedere il film un paio di settimane in
anticipo durante il fine settimana di vacanza.
Babylon è
un’epica storia originale ambientata nella Los Angeles degli anni
’20. La storia si svolge durante il grande passaggio dell’industria
cinematografica dai film muti ai talkie. “Una storia di
ambizioni smisurate ed eccessi oltraggiosi, ripercorre l’ascesa e
la caduta di più personaggi durante un’era di sfrenata decadenza e
depravazione nella prima Hollywood”, si legge nella sinossi.
Protagonisti sono
Brad Pitt,
Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li,
P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton,
Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel,
Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan
Suplee, Samara Weaving e
Olivia Wilde. Al cinema da Gennaio 2023.
Prodotto da Marc Platt, p.g.a.,
Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a. , con produttori
esecutivi Michael Beugg, Tobey Maguire, Wyck Godfrey, Helen
Estabrook, Adam Siegel.
Dal Premio Oscar Damien
Chazelle, regista di
LA LA LAND e WHIPLASH, un
racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20.
Babylon,
una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che
ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in
un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante
Hollywood.
Anche se stiamo ancora
aspettando un annuncio ufficiale, stanno arrivando notizie secondo
cui Rihanna ha registrato (o sta attualmente lavorando) a due nuove
canzoni per la colonna sonora
di Black Panther:
Wakanda Forever . HitsDailyDouble.com ha
dato la notizia, con Kyle Buchanan del NY Times a sostenere il
rapporto, aggiungendo di aver sentito che Rihanna
eseguirà la melodia dei titoli di coda per il sequel dei Marvel Studios.
L’artista pluripremiata ai
Grammy non pubblica nuova musica da un po’ di tempo, quindi questa
notizia sarà sicuramente accolta molto positivamente dalle sue
legioni di fan. Non è un compito da poco seguire lo straordinario
“All The Stars” di Kendrick Lamar e SZA, ma diremmo che Rihanna è
più che all’altezza della sfida!
Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
È circolata una voce secondo cui la
star di BoratSacha
Baron Cohen si era unita a un imminente progetto
MCU (molto
probabilmente Ironheart)
come Mephisto durante il fine settimana, e Deadline ora ha
apparentemente confermato la notizie pubblicato un lungo rapporto.
Anche se non c’è ancora una conferma ufficiale da parte dei
Marvel Studiso il noto sito
americano ha confermato che
Sacha Baron Cohen interpreterà il cattivo
demoniaco nella prossima serie Disney+, legittimando la voce
menzionando che “si è parlato sul set di Cohen come parte di
Ironheart,
probabilmente interpretando Mephisto.”
Se questo fosse vero, questo
sarebbe un grosso problema. Non sappiamo ancora molto della serie
Ironheart al
di là della premessa di base, ma il coinvolgimento di Mephisto
avrebbe ovviamente importanti implicazioni soprannaturali per la
storia. Il personaggio potrebbe avere qualcosa a che fare con
The Hood (Anthony Ramos) che sta guadagnando le sue abilità
magiche, forse? Tuttavia, se Mephisto apparirà nello spettacolo,
sembra che avrà un ruolo significativo nel MCU in futuro, con Deadline che
aggiunge che potrebbe apparire anche nello spin-off di WandaVision, Agatha:
Coven of Chaos.
Sam Bailey (Brown
Girls) e Angely Barnes (Mythic
Quest) sono stati recentemente ingaggiati come i
registi di Ironheart e, secondo quanto riferito, sono
stati arruolati per dirigere almeno un episodio a testa. Il regista
di Black
Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler sarà
il produttore esecutivo tramite la sua società di produzione
Proximity.
Ecco la nostra intervista a
Alejandro Loayza-Grisi, regista di UTAMA –
Le terre dimenticate,
presentato nella sezione Latinoamericana della 15a edizione del
Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano, al cinema in Italia
dal 20 ottobre distribuite da Officine UBU.
Officine UBU porta
in Italia UTAMA – Le terre dimenticate, la
pluripremiata opera prima di Alejandro Loayza-Grisi, in
arrivo nei cinema italiani il 20 ottobre, che offre uno
sguardo inedito e suggestivo tra le terre aspre e remote della
Bolivia e che vede protagonista una famiglia Quechua alle prese con
il dramma della siccità, nella spettacolare cornice dell’altopiano
sudamericano, a più di 3.500 metri sul livello del mare.
Il tempo sembra scorrere
lentamente nella lontana terra incrinata e arida dell’Altiplano
boliviano, dove un’anziana coppia Quechua di allevatori di lama,
Virginio e Sisa, porta avanti un’umile routine. Quando il nipote
Clever si presenta alla loro porta, Virginio si accorge subito che
è venuto per convincerli a trasferirsi in città. Il fatto che la
siccità li abbia lasciati senz’acqua non aiuta la loro causa a
restare. Il respiro pesante di Virginio tradisce la sua capacità di
nascondere ciò che lo affligge e l’apparizione di un condor inizia
a destare in lui uno strano presagio. Improvvisamente lo scorrere
del tempo diventa più che mai prezioso e pone la coppia davanti a
un dilemma: resistere nell’attesa delle piogge o seguire le orme di
altri Quechua e lasciare la loro casa per la città?
Antonio Valerio
Spera racconta la storia di Laika nel
docufilm Life Is (Not) A Game al suo esordio alla
regia. Nella sua scelta c’è la volontà di portare sotto i
riflettori il personaggio della
street artist romana – mantenendo segreta la sua identità.
Life Is (Not) A Game, presentato alla Festa del Cinema
di Roma, racconta attraverso il cinema e il personaggio di
Laika la contemporaneità nei due anni della pandemia. Le sue opere
provocatorie hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo e
pongono l’attenzione sui temi più caldi della politica nazionale ed
internazionale. I lavori di Laika sono schierati politicamente e
insieme alla sua identità tenuta nascosta l’hanno resa tra le
street artist più rappresentative, da alcuni definita “la
Bansky italiana”.
Life Is (Not) A Game, la trama
Due anni di storia recente
raccontati attraverso gli occhi di Laika, street
artist romana di cui non si conosce l’identità. Ironia,
provocazione, denuncia le sue cifre stilistiche. La pandemia
dilaga, il virus e le sue conseguenze sociali diventano i temi
ricorrenti delle opere dell’artista. Ma quando termina il lockdown
e il pianeta rimane assorbito dal terrore per il Covid19, Laika
intraprende un viaggio lungo la “rotta balcanica” per restituire
voce e volto al mondo degli “invisibili”.
Il racconto di Life Is (Not)
A Game inizia dal quartiere Esquilino di Roma. Torniamo
insieme al 2020 quando la pandemia non aveva ancora colpito
l’Europa: “C’è in giro una epidemia di ignoranza, dobbiamo
proteggerci”. La persona rappresentata nel primo poster è Fen
Xia “Sonia”, la proprietaria di un noto ristorante cinese della
Capitale. Sonia stessa racconta come appena giunta la notizia di
Wuhan le persone hanno iniziato a guardarla diversamente, e il suo
ristorante non ha ricevuto più clienti per paura di contrarre il
covid. Inizia così la storia di Laika che con i suoi lavori ha dato
del filo da torcere a non poche forze politiche. Il murales che
raffigura Sonia, infatti, è stato uno dei pochi a rimanere impresso
per più tempo. Come se fosse un mònito per le nostre azioni.
Il viaggio di Laika
Zaki&Regeni il poster di Laika a
due passi dall’ambasciata egiziana rimosso dopo neanche 24 ore. La
street artist ha colpito ancora e come racconta la giornalista
Maria Gianniti, il coraggio di Laika non è stato tanto
nell’appenderlo una volta ma nel riappenderlo modificato. Infatti,
il murales che raffigurava Patrick Zacki e Giulio Regeni stretti in
un abbraccio non è durato neanche 24 ore. È stato rimosso e
sostituito con l’aggiunta di una mano invisibile che mimava il
gesto di strapparlo via. Quello di Zaki e Regen è stato l’ultimo
lavoro di Laika prima dell’inizio della pandemia in Italia. Il
paese inizia quindi il periodo di chiusura e la stessa Laika tra le
mura di casa sua inventa nuovi lavori basandosi sui fatti politici
più salienti. È il caso del poster che raffigura l’ex Primo
Ministro inglese Boris Johnson. Uno dei lavori di denuncia politica
chiacchierati di Laika. L’ex Primo Ministro inglese puntava
all’immunità di gregge e quindi viene rappresentato come una pecora
con un termometro in bocca, insieme ad altre pecore con la
mascherina.
Il viaggio di Laika in Life
Is (Not) A Game ci porta davvero in giro per il mondo. Con
i suoi lavori riusciamo ad arrivare ovunque, a riflettere nel
confinamento durante i mesi più difficili del lockdown. Il suo
viaggio tra le strade di Roma, mentre la accompagniamo nei suoi
blitz notturni, si sofferma sulle espressioni dei passanti, sulle
voci degli invisibili e sulle parole dei politici. Anche attaccare
un poster è un segno di quello che vuoi raccontare, della denuncia
che vuoi mandare al resto del mondo. Così il viaggio di Laika si fa
ancora più grande quando decide di partire per la Bosnia nel 2021.
Il suo scopo è quello di denunciare le condizioni di vita disumane
in cui vivono i migranti. Proprio in Bosnia appenderà il suo poster
Life Is (Not) A Game che dà il titolo al film
di Spera.
Questo non è un documentario
La rappresentazione messa in moto da
Laika con le sue opere ha raggiunto i maggiori vertici delle
istituzioni europee. Quello che Antonio Valerio Spera racconta in
Life Is (Not) A Game nasce proprio dall’esigenza di raccontare per
non dimenticare, per denunciare, per dare coraggio al mondo intero.
Proprio Il Mondo, quello che ci circonda e di cui canta Jimmy
Fontana, chiude il film. Siamo niente accanto al mondo che continua
il suo percorso qualsiasi cosa accada e noi siamo solo una parte
infinitesimale di questo percorso. E mentre Fontana canta, ancora
una volta Laika si fa portatrice di un messaggio. Questa volta si
reca fino al vertice massimo dell’Unione Europea per completare il
suo ultimo lavoro: “FUTURO. Voi riuscite a vederlo?”. Futuro,
quello che la stessa Laika non riesce a vedere. Che ha i confini
sempre più netti, come muri che si alzano tra i paesi. Futuro che
le classi dirigenti tentano di soffocare e si sopprimere ad ogni
costo. Ed è proprio con quel FUTURO, illuminato in un led sotto il
simbolo dell’Euro, che si chiude Life Is (Not) A Game.
Maixabel della
regista Icíar
Bollaín racconta la storia di dolore e trauma che
l’ETA, il gruppo terroristico basco, ha disseminato negli anni. Uno
dei pochi film – se non l’unico – che parla di questo argomento che
prende vita da fatti di cronaca reali. La vera Maixabel ha
partecipato all’intero processo del film insieme alla figlia Maria.
In una scena finale, appare proprio la vedova di Juan Mari
Jauregui, assassinato dall’ETA. Il gruppo separatista ETA
ha compiuto omicidi e attentati che hanno causato la morte di oltre
800 persone in nome dell’indipendenza basca. Un racconto crudo che
mette in scena le debolezze dell’animo umano ma anche una volontà
quella di non dimenticare le atrocità compiute oltre 10 anni
fa.
Maixabel, la trama
Nel 2000 l’ETA ha assassinato
Juan Maria Jauregui. Undici anni dopo, la sua
vedova Maixabel Lasa riceve una richiesta che la mette in crisi:
uno degli assassini, dopo aver lasciato la lotta armata e la banda
di terroristi di cui faceva parte, ha chiesto di parlare con lei.
Nonostante i dubbi e l’immenso dolore, Maixabel
accetta di incontrare faccia a faccia una delle persone che hanno
posto spietatamente fine alla vita di colui che era il suo compagno
sin dall’adolescenza. Maixabel Lasa è interpretata
da una sorprendente Blanca Portillo che si è
immersa nel personaggio con tutta sé stessa. La regista stessa
racconta che per completare la sua trasformazione ha avuto dei
colloqui con Maixabel in persona.
Finzione e realtà camminano su un
filo sottilissimo nel film di Icíar
Bollaín. Maixabel è rappresentata come una donna di
cuore e di coraggio, una vera immagine di dialogo e di
riconciliazione. Per far vivere sullo schermo questa storia
dobbiamo tornare indietro nel tempo agli anni 2000. Jauregui era un
esponente politico del partito socialista spagnolo ed è stato
assassinato in un bar. Il film però non parla degli avvenimenti che
hanno portato alla sua morte ma della storia della moglie
Maixabel.
L’importanza del dialogo
La forte componente femminile di
questo film è composta da Maixabel, la figlia Maria. Maixabel, a
contrario della figlia Maria, vuole incontrare gli assassini del
marito. La vita di entrambe le donne, come più volte diranno nel
corso del film, non è più la stessa. Non conosceranno più la
felicità dopo la morte del compianto marito e padre. Allora
Maixabel decide di partecipare alla richiesta
della polizia: incontrare gli assassini del marito. La sua voce si
fa portatrice del dialogo dopo dieci anni dal tragico incidente ma
non lo fa per vendetta ma come lei stessa racconta “sono legata
a quelle persone per tutta la vita“. Bollaín
con l’aiuto della sua co-sceneggiatrice, Isa Campo, costruisce un
film sulle emozioni e non sul racconto dei fatti di cronaca in
quanto tali. Lo scopo principale è quello di indagare i personaggi
dall’interno a prescindere dal pregiudizio politico.
Nella pellicola della regista non si
fanno sconti, non si vuole empatizzare con nessun personaggio. Ma
vengono comunque sviscerati i tratti problematici di quelli che
secondo le linee narrative canoniche chiameremo antagonisti. Il
film però non crea fazioni né tanto meno bisogna guardando con lo
scopo di entrare in empatia con i personaggi. L’unico messaggio di
speranza che manda il personaggio di Maixabel è
che tutti meritano una seconda possibilità. Così la donna incontra
i due assassini. Prima Luis (interpretato da
Urko Olazabal) e poi Ibon
(interpretato da Luis Tosar). Entrambe queste
scene di dialogo portano alla luce importanti rivelazioni. I membri
dell’ETA dicono a Maixabel che non nutrivano alcun odio personale
nei confronti del marito. Stavano semplicemente eseguendo degli
ordini come dei mercenari assunti per un obiettivo specifico.
Le seconde occasioni
La pellicola entra ancora di più nel
vivo dei temi di responsabilità quando Luis e Ibon le rivelano che
la scelta di premere il grilletto è stata affidata al caso. Con
questa rivelazione finale la scelta di Maixabel si rivela
chiarificatrice. Nonostante le lunghe scene di dialogo ricche di
intensità, la linea narrativa che segue tutto il film è abbastanza
neutra. Per la popolazione spagnola rivivere questi momenti non
deve essere facile, tanto che la stessa regista ricorda ancora il
periodo in cui da bambina l’ETA faceva decine e decine di vittime.
Tutto cambia per gli spettatori oltre il confine spagnolo. Le poche
informazioni di base narrate nella storia potrebbero mandare in
confusione anche lo spettatore più attento. Nonostante questo, il
film si presenta come un progetto molto forte e sicuramente curato
nei miei dettagli storici per questa ragione la stampa spagnola lo
ha largamente premiato ed elogiato.