L’attesissimo
Doctor Strange nel Multiverso della Follia del
MCU,
che arriverà sugli schermi il 6 maggio 2022, dovrebbe presentarci
una rinnovata versione di Wanda Maximoff,
nuovamente nei panni della “cattiva”, oltre ad analizzare e mettere
in discussione le azioni discutibili e il cattivo giudizio di
Strange. Tuttavia, questa formula di rimodellare la
caratterizzazione dei personaggi preferiti dai fan, aggravandone il
loro concetto di moralità, non è assolutamente una novità.
La linea tra eroismo e malvagità è
sempre stata sottile, indefinita e fin troppo facile da valicare,
in particolare nel mondo dei supereroi: proprio come molti potenti
eroi hanno commesso crimini nefasti, anche molti villain hanno
dimostrato di essere capaci di redenzione. Delineare archi
narrativi compassionevoli per i villain non solo eleva, in
contrapposizione, i protagonisti su un terreno morale più alto, ma
enfatizza anche il grigiore nebuloso che circonda ciò che significa
veramente fare la cosa giusta.
Avengers: Infinity War

Avendo perso il suo pianeta natale,
Titano, Thanos cerca di risparmiare il resto
dell’universo dallo stesso destino. Non ha pregiudizi nel suo cuore
e crede di lottare per qualcosa di giusto, rifiutando di essere
ostacolato – anche se questo significa sacrificare la sua amata ”
piccolina”, Gamora. Una volta ottenuto il
successo, non gongola o festeggia, semplicemente volge lo sguardo
all’alba di un nuovo giorno.
Ritraendo Thanos come un vincitore
ferito che ha raggiunto l’equilibrio cosmico – nonostante gli sia
costato “tutto” – Infinity
War ricorda agli spettatori quanto sia soggettivo
raggiungere “la cosa giusta“. La forte
volontà e determinazione di Thanos rispecchia anche le opposte
visioni di Tony e Steve in
Captain America: Civil War, evidenziando fin
dove sia eroi che cattivi possano spingersi in nome delle loro
convinzioni.
Big Hero 6

Una volta che viene rivelato che
Yokai è in realtà il professor
Callaghan che cerca di vendicare l’ingiusta perdita di sua
figlia, Abigail, è facile solidarizzare con lui.
Scoprendo che Abigail è stata inviata come pilota di prova per il
dispositivo di teletrasporto di Alistair Krei, ma
sfortunatamente il test è fallito e lei è rimasta dispersa nel
portale, è facile comprendere l’attitudine affranta e infuriata di
Callaghan, che vuole vendicarsi a tutti i costi.
La storia di Callaghan traccia un
parallelismo con quella di
Hiro, e la successiva esplosione furiosa di Hiro è
ancora più giustificata attraverso le azioni di Callaghan: proprio
come Callaghan cerca di distruggere Krei per vendicare Abigail,
anche Hiro voleva uccidere Callaghan per l’ingiusta morte di
Tadashi. Callaghan, guadagnandosi dunque la nostra
simpatia, contribuisce a mettere in evidenza i temi
dell’importanza di un sostegno e di una
guida mentre si affronta una tragica perdita, e di
come questo sostegno possa fare la differenza rendendoci un “Hiro”
piuttosto che uno “Yokai”.
The Batman

Avendo passato l’infanzia in un
orfanotrofio, Edward Nashton attendeva con
impazienza il fondo di rinnovamento promesso dal candidato sindaco
Thomas Wayne. Ma, a causa dell’assassinio di lui e
di sua moglie, dell’appropriazione indebita del fondo da parte
dell’élite di Gotham e del disinteresse del Bruce adulto per
qualsiasi questione finanziaria, l’orfanotrofio non ricevette mai
alcun miglioramento.
Vittima dei sistemi corrotti di
Gotham, anche Edward aspirava alla vendetta. Infatti, attraverso i
parallelismi tra lui e Bruce,
The Batman illustra quanto sia facile, secondo
le circostanze, trasformare l’innocente in un
cattivo, e quanto la linea tra
crociato e criminale sia
veramente sottile. Questo tipo di scelte narrative e la compassione
che proviamo per il personaggio permettono non solo a noi
spettatori, ma anche a Bruce, di imparare dai propri errori, come
dimostra il suo significativo monologo finale.
Venom: La furia di Carnage

La seconda puntata di Venom ci ha presentato
due orfani maltrattati, Cleetus e
Frances, che si convertono negli antagonisti
principali.
La furia di Carnage inizia proprio con il loro
distacco, dimostrando quanto il duo sia diventato un prodotto del
loro ambiente, il che ci fa provare compassione per questi due
personaggi, solitari, emarginati ed abbandonati a se stessi.
Quest’empatia che proviamo nei loro
confronti confonde ancora una volta i punti di vista su ciò che
significa essere un cattivo contro un
eroe, un tema ricorrente della serie di film su Venom
e serve anche a consolidare ulteriormente Eddie
Brock come un protagonista ammirevole e di buon cuore,
soprattutto perché un Cleetus sconfitto e disincarnato dice a
Eddie: “Sai cosa volevo davvero? Volevo la tua
amicizia“, proprio prima che Venom gli stacchi la
testa a morsi.
The Dark Knight

È difficile considerare Due
Facce come un villain in toto quando la trasformazione di
Harvey Dent da nobile procuratore distrettuale a
spietato assassino è stata così ben eseguita. Avendo perso l’amore
della sua vita – nonostante la sua incrollabile fede nel fatto che
sarebbe stata salvata – combinato con la fatidica esplosione, la
svolta morale di Harvey sembra inevitabile.
Siamo portati quindi a simpatizzare
con lui, specialmente durante il suo monologo senza speranza, un
attimo prima della sua morte, ma tutto ciò è ovviamente funzionale
anche a rafforzare il ruolo di Batman come eroe.
Raffigurando Due Facce come un personaggio degno di compassione,
The Dark Knight dimostra ancora una volta la
forza e la volontà che Bruce Wayne deve sfoderare per non
soccombere al mondo di corruzione che lo circonda.
Gli Incredibili

Una volta un giovane
Incrediboy con gli occhi da cerbiatto che cercava
di essere istruito dal suo idolo, Mr. Incredible,
Buddy Pine è cresciuto fino a diventare un ricco
magnate della tecnologia, deciso a sostituire i supereroi con la
tecnologia. Annientamento spietato a parte, Buddy è in fondo un
super-fan che è stato emarginato a causa della sua inesperienza con
il mondo e la mancanza di poteri, considerato da Bob come un
fastidio piuttosto che una potenziale spalla.
L’arco di Buddy raggiunge chiunque
si sia mai sentito emarginato o abbia visto i propri sogni
infranti; fornendogli dunque una backstory degna di empatia e
comprensione, Gli Incredibili sottolinea
l’importanza di affrontare in modo sano il rifiuto, e anche il
danno che l’esclusività elitaria causa a coloro che
lascia fuori. Anche se Buddy si è trasformato in
cattivo, lo ha fatto innegabilmente per la speranza di un mondo più
equo, pronunciando l’iconica frase: “E quando tutti
saranno super… nessuno lo sarà“.
Black Panther

Rimasto orfano di padre e
abbandonato, N’Jadaka ha dovuto farsi largo senza
il sostegno della sua famiglia wakandiana, intraprendendo un
percorso meno regale, e assumendo un nome ancora meno nobile:
Killmonger. Nonostante i suoi metodi, è chiaro che
N’Jadaka stava combattendo in nome dell’accettazione e giustizia
personale, che non gli è stata legittimamente concessa finché non
l’ha pretesa.
Nel creare questo background per
N’Jadaka,
Black Panther ha dimostrato ancora una volta
che se gli eroi – come T’Chaka – possono fare cose
cattive per buone ragioni, i cattivi non fanno eccezione. Il film
definisce questo personaggio come disorientato e dimenticato,
piuttosto che come egoista e avido di potere, come testimonia
l’emozionante scena della sua morte. La storyline di N’Jadaka ha
anche aiutato T’Challa a crescere e a connettersi con se stesso,
passando dalla figura di un uomo che ha ricevuto la corona a quella
di un uomo che se l’è guadagnata.
X-Men: First Class

Il personaggio di
Magneto si era ben consolidato come un antagonista
inaffidabile ma dalla grande complessità caratteriale, nella
trilogia originale degli X-men.
First Class parte proprio da questo concetto
cardine, offrendo un resoconto più dettagliato della maniera
traumatica in cui le abilità di Magneto sono state estorte da lui,
alimentando così il suo dolore e il conseguente trauma.
La vicinanza al personaggio che
scaturisce dalla nostra parte guida la narrazione e collega il
prequel alla serie originale, con l’omicidio della madre di Erik
che spiega il suo disprezzo per coloro che maltrattano i mutanti.
Mentre Xavier e Magneto hanno
sempre fondamentalmente dissentito su come i mutanti dovrebbero
vivere nel mondo, First Class giustifica i
ragionamenti di Magneto: questo è il motivo per
cui, quando si separa da Xavier dopo aver ucciso Shaw, proviamo più
compassione e comprensione verso le sue azioni contro i
non-mutanti.
Captain America: Civil War

Nonostante abbia diviso i
Vendicatori, Helmut Zemo non è propriamente
considerato un “cattivo” e, infatti, un grandissimo colpo di scena
rivela che stava semplicemente operando da villain per
vendicare la morte della sua famiglia a Sokovia. Ironicamente, il
dolore di Zemo è l’esatto motivo per cui Tony ha
accettato di firmare gli Accordi di Sokovia in
primo luogo: per minimizzare i danni collaterali che
inevitabilmente avrebbero accompagnato i Vendicatori.
Dunque, è difficile non simpatizzare
con il dolore e la perdita di Zemo in Civil War,
soprattutto quando T’Challa sottolinea che
la vendetta di Zemo si rispecchia in
Tony. Questa compassione che suscita in noi il
personaggio non solo complica da sé l’ideale di giustizia che
dovrebbe incarnare un Vendicatore, ma contribuisce anche a
convertire Zemo in un favorito dei fan nella sua successiva
apparizione,
The Falcon and the Winter Solider.
Spider-Man: No Way Home

Spider-Man: No Way Home si è focalizzato su
ciò che i precedenti film come Spider-Man 3 e
The Amazing Spider-Man 2 hanno suggerito:
l’idea che non tutti i cattivi sono intrinsecamente
malvagi. Alcuni sono individui emarginati e
dimenticati che vogliono essere considerati; altri sono dominati
dalle loro personalità mutate e distorte; altri ancora stanno solo
cercando di fare il meglio per le loro figlie. Tutti sono degni di
una seconda possibilità, anche i malvagi Goblin verdi responsabili
di una delle morti più tristi del MCU.
Ciò è evidenziato efficacemente
durante il climax, quando un Peter consumato dalla
rabbia tenta di uccidere Norman Osborne.
Permettendo al pubblico di simpatizzare con Norman, la ricerca di
vendetta personale e la morale di Peter vengono messe in
discussione: questo è il motivo per cui la sua decisione di fare
alla fine la cosa giusta è ancora più d’impatto.
Spider-Man: No Way Home incarna dunque
sapientemente l’idea che persino i cattivi siano degni di simpatia,
e quanto sia fragile e sfocata la linea tra giusto e sbagliato.