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Beast: recensione del film con Idris Elba

Beast: recensione del film con Idris Elba

Il regista islandese Baltasar Kormákur ha spesso e volentieri con i suoi film raccontato situazioni estreme, riflettendo attraverso di esse e i personaggi protagonisti, sui limiti del corpo umano. Film come The Deep, Everest e Resta con me sono esempi ideali a riguardo e a questi titoli si aggiunge ora anche Beast, con protagonista l’attore Idris Elba. Il film, al cinema dal 22 settembre, non prevede però pericolose scalate in montagna né viaggi in mare aperto ai limiti del possibile, bensì uno scontro con la natura selvaggia. Girato nella savana sudafricana, Beast porta infatti i protagonisti a scontrarsi con un ferocissimo leone.

Come ormai risaputo, non sono i leoni ad andare a caccia, bensì le leonesse. Ai leoni spetta invece il ruolo di difendere il branco, anche a costo della propria vita. Il leone protagonista del film fallisce questo intento e vede i suoi simili venire massacrati da un branco di bracconieri. L’animale sviluppa a questo punto un desiderio di vendetta tale nei confronti dell’essere umano, che inizia ad attaccare e uccidere senza distinzione chiunque finisca sul suo percorso. Tra i malcapitati vi sono anche il dottor Nate Samuels e le sue figlie Meredith e Nora, intenti a fare un safari insieme per metabolizzare la recente scomparsa della moglie e madre. Padre e figlie dovranno dunque trovare il modo di salvarsi mentre ricercano il loro legame perduto.

Beast film recensione

La natura sfida l’uomo, ma con qualche novità

Beast è ascrivibile ad un filone di film noti come “men vs. nature”, di cui uno dei massimi capolavori è proprio Lo squalo di Steven Spielberg. Da questo titolo ad oggi sono stati realizzati innumerevoli film di questa tipologia, ogni volta con animali diversi pronti a mettere a dura prova l’esistenza umana. Il leone è tra questi, essendo già stato al centro di film come Prey – La caccia è aperta (2007) e Prey – La preda (2016). Diverso è però il modo in cui viene raccontato nel film di Kormákur. Se nei due titoli poc’anzi citati questo è il vero e proprio elemento di rottura dell’equilibrio nella convivenza tra uomo e natura, in Beast tale elemento è invece incarnato dall’uomo.

Si tratta di un cambio non indifferente, certamente al tempo con le nuove sensibilità, che non demonizza l’animale ma va invece a ribadire la dannosità dell’azione umana quando si intromette nel regolare svolgersi della natura. L’oggetto di insulti da parte degli spettatori non sarà dunque il leone, che per quanto rappresenti la principale minaccia per i protagonisti è qui dotato di buone motivazioni per ciò che compie, bensì i bracconieri che hanno alterato il suo status quo. Visto da questa prospettiva, Beast acquisisce un valore in più, lasciando inoltre aperta la domanda su chi possa davvero essere la “bestia” del titolo.

Beast Idris Elba
Sharlto Copley, Iyana Halley, Idris Elba e Leah Sava Jeffries in una scena di Beast.

Leoni, padri e figlie… e i limiti della scrittura

Naturalmente Nate e le sue figlie non hanno alcuna colpa a riguardo e ciò consente al film di avere i suoi eroi umani per cui spingere a fare il tifo. Un tifo che potrebbe anche verificarsi, se non fosse che le azioni compiute dai tre personaggi sfidano fin troppo la sospensione dell’incredulità dello spettatore. Se c’è un punto su cui Beast è principalmente carente è proprio la costruzione dei suoi personaggi umani, i quali dicono e compiono cose fin troppo forzate, oltre ad essere guidati da una necessità di elaborare un lutto e le mancanze del padre che mal si incastrano con il resto del racconto, emergendo sempre in momenti inappropriati.

Ciò li porta a stridere in modo evidente rispetto a quanto sta avvenendo, poiché affrontati sempre di petto, in modo esplicito, senza che si abbia poi la sensazione di un effettivo progresso a riguardo. Un film a suo modo simile come Crawl – Intrappolati aveva saputo invece trattare molto meglio la dinamica tra padre e figlia. Da questo punto di vista, risulta dunque molto più convincente la caratterizzazione psicologica del leone. Fortunatamente Idris Elba, da bravo attore qual è, riesce a far avvertire meno questi limiti della sceneggiatura Jaime Primak Sullivan, il quale in generale non sembra riuscire a gestire le molteplici sfumature tematiche e di tono inserite nel racconto.

Beast, buon intrattenimento tra regia ed effetti speciali

Messi da parte questi problemi di scrittura, Beast riesce comunque ad offrire un godibile intrattenimento, merito in particolare della regia di Kormákur e della fotografia del premio Oscar Philippe Rousselot. I due trovano infatti il giusto modo di raccontare per immagini la difficile situazione dei protagonisti, puntando in particolare su di una serie di eleganti piani sequenza che permettono di conferire una certa continuità all’azione e allo spettatore di potersi sentire ancor di più accanto ai protagonisti, provando dunque paura insieme a loro. Ancor di più, però, si sfrutta il potenziale di uno spazio esteso come la savana, nella quale risulta difficile individuare il leone prima che questi sferri il suo attacco.

L’insegnamento di Lo squalo viene qui in parte recuperato, con il leone che meno si vede più fa paura. Gli attacchi non sono dunque molti e quelli che ci sono restituiscono nella maggior parte dei casi quel senso di sorpresa e terrore che ogni film di questo genere aspira a suscitare. È dunque un peccato che tali aspetti più legati all’azione non riescano ad amalgamarsi a dovere con le parti più introspettive del film. Il loro è uno scontro che, pur vedendo trionfare l’azione, limita fortemente il potenziale del film, che non riesce dunque ad essere più di quello che ci si aspetterebbe da un prodotto simile. Forse, però, vedere Idris Elba intento a fare a pugni con un leone potrebbe bastare a garantire a Beast una certa popolarità.

Wanna: recensione della docuserie Netflix su Wanna Marchi

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Wanna: recensione della docuserie Netflix su Wanna Marchi

In Wanna, la nuova serie Netflix in arrivo sulla piattaforma dal 21 settembre, viene raccontata la storia dal boom al crollo della regina delle televendite, Wanna Marchi. Divisa in quattro episodi, la miniserie di Alessandro Garramone appare come l’ultima grande televendita che la Marchi – insieme alla figlia Stefania Nobile – mette in scena. Il mondo delle televendite ci viene mostrato in tutto il glorioso sfarzo degli anni ’80, delle prime reti private e la comparsa dei primi esponenti di questo settore.

Wanna Marchi, presuntuosa, eccentrica e testarda è stata la prima donna in un mondo dominato da uomini a entrare di prepotenza all’interno degli schermi televisivi. La sua vita è sempre stata caratterizzata dall’umiltà e dalla povertà, figlia di una famiglia di contadini di cui, ci tiene lei stessa a specificare, va molto fiera. La Marchi si sposa giovane, appena 18 anni, con Raimondo Nobile, un rappresentante di liquori. Inizia così la scalata sociale di Wanna Marchi tra eccessi, ricatti e sofferenza.

Wanna, la trama

Lungo i quattro episodi che compongono la miniserie Netflix ci sentiamo come trasportati agli inizi degli anni ’80. I racconti dei colleghi della Marchi sono tutti diversi. Raccontano che Wanna all’inizio poteva apparire così sfrontata e talvolta anche maleducata nei confronti della sua clientela ma il rovescio della medaglia era tutt’altro. La Marchi, con la sua personalità dalle mille sfaccettature, ha imparato a farsi strada da sola. Si inventa il lavoro pur di portare a casa i soldi necessari per il mantenimento dei suoi figli. Così inizia a truccare i defunti all’obitorio, poi lavora nei centri estetici, fino a quando non apre un negozio tutto suo a Ozzano. Il piccolo paesino nel cuore dell’Emilia-Romagna non è pronto, però, a tutte queste eccentricità. Una sua collaboratrice racconta che le persone entravano in negozio e venivano screditate dalla stessa Marchi per determinate problematiche fisiche.

Wanna Marchi ha costruito se stessa sulla base di questo personaggio così fuori dalle righe. Ed è così che ha costruito anche il personaggio della figlia Stefania Nobile. Cresciuta a pane e televendite la figlia maggiore della Marchi inizia la sua carriera all’età di 15 anni. Stefania è solo una delle tante persone che sono finite – più o meno consapevolmente – nella rete di Wanna Marchi. Ma nella serie non si parla solo della truffa per la quale è stata poi giudicata in tribunale. In quattro episodi assistiamo a un vero e proprio album dei ricordi. Alcuni positivi altri negativi, ma sempre vissuti a testa alta dalla Marchi. Dal tentato omicidio da parte del marito fino all’associazione con la criminalità organizzata, la regina delle televendite ha avuto a che fare con un mondo molto più grande di lei.

La capacità di catturare il pubblico

L’innegabile arte oratoria della Marchi l’ha resa non solo la regina delle televendite ma l’amica delle casalinghe degli anni ’80-’90. Non c’era una sola persona all’epoca che non avesse acquistato le sue promesse o che avesse sposato i suoi ideali. Così Wanna Marchi entra prepotentemente nelle case degli italiani, nei salotti televisivi più importanti incontrando esponenti di spicco come Maurizio Costanzo e Pippo Baudo. Ma questo castello di carte si scontra presto con le prime difficoltà. Giunti al giro di boa della miniserie assistiamo al fallimento dell’attività della Marchi, una delle sue tante attività. I debiti sono talmente tanti da coprire che è costretta a chiudere il negozio di Ozzano.

Questo fallimento sarà solo un pretesto per spingersi più in alto. Arriviamo così alla costruzione di una nuova vita per Wanna Marchi e Stefania Nobile. Entrate nelle grazie di un nobile conosciuto in Sardegna, madre e figlia si re-inventano non abbandonando il loro palcoscenico principale: le televendite. Questa volta non vendono più “scioglipancia” e prodotti estetici, vendono la magia e consigli di vita. Ad aiutarle in questo loro nuovo percorso si aggiunge una terza figura: Mario Pacheco do Nascimento. Il benessere dell’anima e la fortuna queste sono le promesse che il sodalizio composto da Marchi-Nobile-Nascimento promette ai telespettatori.

La caduta dell’impero

Il nuovo impero del trio televisivo si sgretola presto. Nel 1996, dopo una lunga battaglia con il magnate e politico Capra de Carrè decidono di mettersi in proprio ma la loro sfida è appena iniziata. Dopo un periodo burrascoso che li ha visti intricati con alcuni affari di politica, la Marchi e la sua squadra esplode di popolarità. Principalmente il loro introito maggiore veniva dai numeri del lotto fortunati che il maesto di vita do Nascimento sorteggiava per le telespettatrici. Le immagini di quel futuro, che sembrava lontano, del 2006 iniziano a farsi sempre più pressanti. Vediamo parti del processo con delle immagini prese dalla trasmissione Un giorno in pretura e lì assistiamo al vero gioco a carte scoperte di Stefania e Wanna.

Il ricatto psicologico al quale sottoponevano le telespettatrici viene a galla dalle parole di una persona anonima intervistata a volto coperto per l’occasione. Far leva sugli affetti più cari per estorcere denaro tramite le continue chiamate che ogni settimana intasavano i centralini. Passano gli anni e mentre la truffa va avanti entra in gioco Striscia la Notizia. Nel 2001, infatti, parte l’operazione di Striscia che si serve di un gancio per smascherare la Marchi e la Nobile. Con orgoglio e spavalderia – tanto da paragonare se stessa a Buscetta – Stefania Nobile rifarebbe tutto. Così la favola che avevano costruito madre e figlia giunge alla conclusione. Non esiste un lieto fine per loro nel mondo della giustizia.

Stefania Nobile diventa il volto principale dei raggiri telefonici ai danni delle anziane vedove, Wanna Marchi rimane il volto delle televendite e do Nascimento è un personaggio costruito ad hoc per avere un ritorno economico non indifferente. Nel gennaio del 2002 inizia il penultimo atto della vita di Stefania e Wanna. L’inchiesta e in seguito il processo ha poi avuto il suo esito che tutti conosciamo: condannate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Per anni madre e figlia hanno venduto illusioni e speculato sui sentimenti. Così sulle note di Cinque minuti di te cantata da Daniela Peroni le due donne sfondano la quarta parete e sorridono alle telecamere come hanno fatto per tutta la vita, mettendo in scena l’ultimo atto della loro ultima televendita.

Ezra Miller: nuovi retroscena, dalle scuse alla Warner alla possibile causa dietro la sua condotta

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Continua a tenere banco ad Hollywood la questione Ezra Miller e oggi il noto sito americano Vanityfair ha diffuso un dettagliato resoconto degli ultima anni di condotta dell’attore che rivelano nuovi retroscena sulla sua via. L’approfondimento entra nel dettagli della vicenda passando dalle scuse alla Warner Bros alla possibile causa dietro alla sua condotta scellerata. L’articolo parte ovviamente dal 2020, dall’evento da cui partì tutto, ovvero dalle prime notizie sul fatto che avesse provato a strangolare una sua fan.

Proprio in merito all’incidente avvenuto a. Reykjavik Vanityfair  spiega che Ezra Miller all’epoca si giustificò con la Warner dicendo di esser stata la parte lesa. L’agente di Ezra Miller ha poi spiegato che non si è trattato di uno strangolamento ma di una “reazione spontanea” dopo diverse provocazioni da parte di un “gruppo di adolescenti”. Secondo una ricostruzione fatta da tre persone a Vanity Fair, l’incidente in Islanda è avvenuto a seguito del crescente stress dovuto al divorzio dei genitori di Miller avvenuto nel 2019, dopo decenni di Matrimonio. Secondo quello che ha rivelato un amico intimo dell’attore “Ha iniziato a perdere il controllo il pubblico e ad andare in escandescenza prima che questo accadesse. Dopo l’incidente in Islanda, è successo sempre più volte”

LEGGI ANCHE: Ezra Miller fa pubbliche scuse, stanno cercando un trattamento per “complessi problemi di salute mentale”

In merito al divorzio il sito ha tentato di contattare i genitori per un commento ma il padre dell’attore si è rifiutato, mentre l’unica a dare una risposta seppur breve è stata la madre che è stata lapidaria: “Il tradimento compiuto dalla stampa è incredibile. Dovrebbe essere il vostro compito separare le notizie false da quelle vere”. Il 26 settembre Miller apparirà davanti a un’udienza prelminare in Vermon per rispondere all’accusa di furto con scasso.

Vi ricordiamo che Ezra Miller sarà presto al cinema con The Flash, attualmente programmato per uscire al cinema il 23 giugno 2023. Secondo le prime indiscrezioni da chi a visto il film pare sia considerata l’opera della rinascita del DCEU, i giudizi sono stati tutti entusiasti.

Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Black Adam: nuovo spot tv con molte scene inedite!

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Black Adam: nuovo spot tv con molte scene inedite!

Un nuovo spot TV per Black Adam è stato diffuso online e contiene un sacco di nuovi filmati ricchi di azione. Il promo presenta Teth Adam ( Dwayne Johnson) che affronta i vari membri della Justice Society, che stanno chiaramente lottando per sottomettere il furioso Man in Black. Ad un certo punto, Adam avverte i suoi nemici che “non c’è nessuno su questo pianeta che può fermarmi”.

Forse ci vorrà qualcuno da un altro pianeta? Si dice che Superman apparirà nel film, ma i rapporti indicano che sarà un altro cameo “senza volto” come l’apparizione dell’ultimo minuto dell’Uomo d’Acciaio in Shazam! Se accurato, è difficile immaginare un confronto reale tra questi due personaggi mega-potenti. Dai un’occhiata al nuovo spot qui sotto e facci sapere se non vedi l’ora che arrivi Black Adam nella sezione commenti.

Black Adam, il film

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Avatar: James Cameron rivela gli scontri con lo studios per la durata del film

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Probabilmente c’è solo una manciata di registi che lavorano oggi che potrebbero fare una mossa di potere come questa, e James Cameron è uno di loro! Durante un’intervista al New York Times, il leggendario regista ha rivelato che i dirigenti della 20th Century Fox volevano ridurre il tempo di esecuzione di Avatar rimuovendo una sequenza chiave. James Cameron è stato irremovibile sul fatto che la scena rimanesse nel film e si è assicurato che i superiori tornassero sui loro passi. Il regista lo ha fato ricordando un gentile promemoria allo studios che deve molto del suo successo alla popolarità dei suoi film, in particolare Titanic.

“Penso di aver sentito, in quel momento, che ci siamo scontrati su alcune cose”, ha detto Cameron. “Ad esempio, lo studio ha ritenuto che il film dovesse essere più breve e che ci fossero troppe cose in giro sull’ikran, quelle che gli umani chiamano le banshee. Bene, si scopre che è ciò che il pubblico ha amato di più, in termini di polling di uscita e raccolta di dati. E quello è un posto in cui ho appena tracciato una linea sulla sabbia e ho detto: ‘Sai una cosa? Ho fatto “Titanic”. Questo edificio in cui ci incontriamo proprio ora, questo nuovo complesso da mezzo miliardo di dollari nel tuo lotto? “Titanic” ha pagato per questo, quindi posso farlo.'”

Nonostante la sua lunga durata, Avatar alla fine ha guadagnato oltre $ 2 miliardi per lo studio e rimane il film con il maggior incasso di tutti i tempi al botteghino mondiale (in base all’inflazione), quindi diremmo che quei dirigenti hanno fatto una mossa intelligente fidandosi dell’istinto di Cameron! “E dopo, mi hanno ringraziato”, ha aggiunto. “Sento che il mio lavoro è proteggere il loro investimento, spesso anche contro il loro stesso giudizio. Ma finché proteggo il loro investimento, tutto è perdonato”. James Cameron ha sviluppato una sorta di reputazione per essere un regista “difficile” con cui lavorare nel corso degli anni, ma è impossibile non rimanere colpiti dal suo carattere. Il primo Avatar è tornato in sale nei formati IMAX e 3D prima dell’uscita del primo sequel Avatar: le vie dell’acqua che arriverà il 16 dicembre.

L’Uomo d’Acciaio: Warner Bros. non ha permesso a Zack Snyder di usare il tema di Superman di John Williams

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Nonostante siano passati molti anni dal film L’Uomo d’Acciaio e ormai Zack Snyder è uscito definitivamente dal DCEU, continuano ad arrivare notizie in merito al suo percorso all’interno di quell’universo. Su Zack Snyder si può dire tutto quello che si vuole ma non che non sia un grande fan della DC Comics e della sua storia. Il regista ha dimostrato di avere un gusto particolarmente oscuro dato che ha adattato le storie con maggiore cupezza al cinema, come ad esempio in Batman v Superman: Dawn of Justice fortemente ispirato da Il ritorno del cavaliere oscuro. Tuttavia non si può certo dire che con L’Uomo d’Acciaio non abbia introdotto chiaramente il concetto di SPERANZA.

Ebbene, oggi un nuovo retroscena sulla gestazione del reboot di Superman è emerso dalle ceneri e a farlo è stato l’artista dello storyboard de L’Uomo d’Acciaio Jay Oliva che  recentemente ha risposto a una domanda di un fan sui social media in merito proprio al tema musicale del film: “Sia io che Zack adoravamo quel tema, ma lo studio non ci ha permesso di usarlo perché volevano qualcosa di nuovo per questo Superman. Si è rivelata una buona cosa perché il tema [di Hans Zimmer] era perfetto”.

Come sottolinea Oliva, questa è stata davvero un’ottima decisione da parte della Warner Bros. (per una volta). Il regista caduto in disgrazia Bryan Singer aveva già utilizzato il tema di Williams in Superman Returns quando ha tentato di realizzare un sequel dei film classici con Christopher Reeve. Nonostante una seria interpretazione di Brandon Routh, quel film ha deluso su più fronti, quindi un nuovo inizio è stato sicuramente per il meglio con Man of Steel.

Il tema di Superman di Zimmer si è rivelato a dir poco epico e un brano musicale di cui abbiamo sentito molto parlare negli ultimi dieci anni dall’uscita del film. Sfortunatamente, non c’è ancora alcuna indicazione che la Warner Bros. Discovery abbia intenzione di andare avanti con un sequel de L’Uomo d’Acciaio con protagonista Henry Cavill, e le voci secondo cui l’attore si sta dirigendo verso l’MCU persistono. 

Anthony Mackie elogia She-Hulk: Attorney at Law, e anticipa il suo futuro!

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La star di Captain America: New World Order Anthony Mackie non è estraneo alle critiche che piovono da Internet, in particolare perché è il primo attore nero ad interpretare Captain America sullo schermo. Sfortunatamente, proprio come Mackie è stato preso di mira dai fan razzisti, She-Hulk: Attorney at Law è stato preso di mira da quelli sessisti (questo non vuol dire che tutti quelli a cui non piace la serie siano sessisti, ovviamente).

Durante una recente intervista con IMDb, a Anthony Mackie è stato chiesto di sviluppare Sam Wilson in vista del prossimo film di Captain America e ha elogiato l’ultima serie TV MCU su Disney+“Sono entusiasta, She-Hulk è stata fantastica! L’ultima serie uscita su Disney+, dice. “È solo diverso dalla loro norma. Potresti vedere la Marvel dare agli scrittori l’opportunità di aprire le ali e guardare l’Universo Marvel in un modo diverso. Quindi, Malcolm Spellman e io siamo andati avanti e indietro. È davvero unico vedere come il personaggio e l’universo si stanno evolvendo”.

Spellman, che è stato sceneggiatore capo di The Falcon and The Winter Soldier e ora sta scrivendo Captain America: New World Order con Dalan Musson, ma Mackie ha chiaramente giocato un ruolo fondamentale nel percorso successivo della storia di questo eroe.  Nell’intervista, Anthony Mackie ha anche menzionato il suo ricordo più divertente dal set di un progetto MCU. “Direi che quello che mi fa più schifo sarebbe probabilmente [quando] stavamo facendo l’inseguimento in macchina sul ponte e [Sebastian Stan] infila la mano attraverso il vetro e strappa via il volante. Se blocchi l’inquadratura la faccia che ho fatto era così ridicola”. “Era così ridicolo. Era così infantile senza pretese. Come l’eccitazione sul mio viso”, continua. “Quello è stato probabilmente quello che mi ha fatto impazzire di più.”

Captain America: New World Order cosa sappiamo del film

Anthony Mackie, che ha interpretato il supereroe Sam Wilson, alias il Falcon, nel Marvel Cinematic Universe dai tempi di Captain America: New World Order, guida il film come nuovo Capitan America per la prima volta. Il cast del quarto film di “Captain America” includerà anche Shira Haas nei panni di Sabra e Tim Blake Nelson nei panni di The Leader, oltre a Danny Ramirez e Carl Lumbly, che sono apparsi nella serie The Falcon and the Winter Soldier, nei panni di Joaquin Torres e Isaiah Bradley, rispettivamente.

Lo sviluppo di Captain America 4 è stato annunciato il giorno del finale di The Falcon and the Winter Soldier, con il creatore dello show Malcolm Spellman e lo sceneggiatore Dalan Musson chiamati a firmare la sceneggiatura. Nell’ambito del panel dello studio al Comic-Con di San Diego, a cui era presente Screen Rant, la Marvel ha rivelato la data di uscita del film: 3 maggio 2024, oltre al titolo ufficiale: Captain America: New World Order. A dirigere è stato chiamato Julius Onah.

Hellraiser: trailer del film con Jamie Clayton nei panni del nuovo Pinhead

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HULU ha diffuso finalmente il primo trailer ufficiale originale di Hellraiser, l’annunciato reboot del cult dell’horror con Jamie Clayton nei panni del nuovo Pinhead. La star di Sense8 che ha assunto il ruolo di Hell Priest ha sorpreso alcuni, in parte a causa del fatto che Pinhead è stato interpretato da Doug Bradley nel film originale, ma il personaggio è stato effettivamente scritto come androgino nel romanzo originale di Barker The Hellbound Heart.

Il teaser inizia con il personaggio di Goran Visnjic che incoraggia uno sfortunato giovane a risolvere un Lament Configuration Box rinnovato. Quando uno spuntone spara e preleva del sangue, i Cenobiti vengono a raccogliere. Abbiamo quindi una rapida occhiata a Pinhead e ad alcuni dei suoi amici sadici mentre iniziano a tormentare la nostra nuova protagonista, Riley (Odessa A’Zion). Guarda il trailer qui sotto insieme a un nuovo poster e facci sapere cosa ne pensi.

Il nuovo Hellraiser

L’adattamento del 1987 di Barker della sua stessa novella ha introdotto uno dei mostri cinematografici più riconoscibili e duraturi del cinema in Pinhead, il leader di un gruppo di esseri demoniaci conosciuti come Cenobites. Il film ha continuato a raggiungere lo status di cult, generando numerosi sequel inferiori, una serie TV di breve durata, fumetti e altro ancora.

I dettagli specifici su questa nuova versione sono ancora pochi e rari, ma il regista David Bruckner ha recentemente dato un’idea migliore di cosa aspettarci. “È la storia di una giovane donna, alle prese con la dipendenza e il comportamento compulsivo, che entra accidentalmente in contatto con la scatola e purtroppo inizia a dilettarsi con essa. E ne deriva il caos”.

Hellraiser è interpretato anche da Brandon Flynn (13 Reasons Why, Ratched) Drew Starkey (Outer Banks, Love, Simon) Adam Faison (Everything’s Gonna Be Okay, Into the Dark), Aoife Hinds (Normal People, Anne Boleyn) e Hiam Abbass (Blade Runner 2049, Successione).

Black Panther: Wakanda Forever, ecco l’armatura MKII di Ironheart

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Di recente abbiamo avuto un primo assaggio dell’armatura MKII che Riri Williams (Dominique Thorne) indosserà in Black Panther: Wakanda Forever tramite alcune illustrazioni di merchandising Hasbro, e ora diamo uno sguardo molto più da vicino all’armatura e alle varie armi che utilizzerà il personaggio del film grazie alla confezione di action figure Marvel Legends di Ironheart.

Come puoi vedere, questo costume si discosta abbastanza da tutti gli abiti che abbiamo visto nei fumetti e il design è stato paragonato a quello dei Power Rangers, Guyver e molti altri personaggi degli anime. Di certo sarà molto più impressionante nel live-action, però, e queste immagini danno un’idea di come apparirà la Williams con i suoi formidabili attaccamenti schierati. Riri potrebbe benissimo debuttare con la sua più riconoscibile armatura rosa e gialla nella serie Disney+ Ironheart, ma indosserà questo abito più elegante e leggermente più futuristico nel prossimo sequel del MCU Black Panther: Wakanda Forever.

Ironheart in Black Panther: Wakanda Forever
FONTE: Embed from Twitter @ironhnews
Ironheart in Black Panther: Wakanda Forever
FONTE: Embed from Twitter @ironhnews

Black Panther: Wakanda Forever, le storie che racconta il primo trailer

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

7 sconosciuti a El Royale: trama e cast del film di Drew Goddard

7 sconosciuti a El Royale: trama e cast del film di Drew Goddard

Drew Goddard si è affermato nel panorama cinematografico e televisivo statunitense come una personalità alla continua ricerca di sperimentazioni e novità narrative e visive. Noto come sceneggiatore di film come Cloverfield, Sopravvissuto – The Martian, e di serie come Buffy l’ammazzavampiri, Alias e Lost, egli si è in due occasioni cimentato anche con la regia. La prima volta risale al 2011, quando realizzò l’ingegnoso horror Quella casa nel bosco, mentre nel 2018 è tornato sul grande schermo con 7 sconosciuti a El Royale, da lui anche scritto e prodotto, all’interno del quale torna a giocare con il genere, i suoi canoni e le possibilità di decostruzione attraverso cui dar vita a qualcosa di inedito.

Il film (qui la recensione), il cui titolo originale è Bad Times at the El Royale si configura come un thriller neo-noir composto da un cast di grandi celebrità hollywoodiane. Anche in questo caso Goddard gioca con la storia per ottenere sempre risvolti inaspettati. In particolare, ciò che emerge, è il ritratto di un’umanità ricca di complessi, continuamente scissa tra bene e male, con forti crisi di fede in atto. Visivamente accattivante, con colori e scenografie che si fanno specchio dell’animo dei personaggi, il film è poi stato accolto in modo molto positivo dalla critica.

Pur non ottenendo un buon successo economico, questo ha guadagnato una propria schiera di fan, che ancora oggi non mancano di parlarne e di analizzarlo in ogni suo più piccolo aspetto. Per gli amanti dei film che non sono quello che sembrano, questo è un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

7 sconosciuti a El Royale: la trama del film

La vicenda si svolge nell’hotel El Royale, situato al confine tra il Colorado e il Nevada. Qui si incontrano sette personaggi, ognuno con il proprio vissuto e i propri scheletri nell’armadio. Tra questi vi sono l’agente FBI Dwight Broadbeck, incaricato di risolvere alcuni misteri legati a quel luogo, la hippie Emily Summerspring e il prete cattolico Daniel Flynn. A loro si aggiungeranno poi anche l’impiegato dell’hotel Miles Miller, la giovane afroamericana Darlene e Rose, sorella di Emily. I tesi rapporti tra di loro inizieranno a farsi sempre più complicati nel momento in cui un nuovo elemento si presenterà a El Royale, ovvero il sadico Billy Lee. I reali motivi della presenza di ognuno di loro in quell’hotel verranno dunque ben presto alla luce.

7 sconosciuti a El Royale: il cast del film

Come anticipato, il film è interpretato da alcuni tra i più noti interpreti del momento a Hollywood. Tra questi si ritrovano Jon Hamm, celebre per la serie Mad Men e qui impegnato nei panni dell’agente Dwight Broadbeck, un ruolo inizialmente pensato per l’attore Russell Crowe. L’attore ebbe solo un giorno per leggere la sceneggiatura e una settimana per memorizzarla. Il prete Daniel Flynn è invece interpretato dal premio Oscar Jeff Bridges, il quale era la prima scelta del regista e che accettò di partecipare al film subito dopo aver letto la sceneggiatura. Per il ruolo di Darlene è invece stata scelta l’attrice Cynthia Erivo. Celebre anche come cantante, questa chiese al regista di aggiungere un monologo per il suo personaggio, così da conferire anche a questo un suo momento di valore.

7 sconosciuti a El Royale cast

Nel ruolo del criminale Billy Lee si ritrova invece Chris Hemsworth, il quale aveva già collaborato con Goddard per Quella casa nel bosco. Reduce da uno dei film di Thor, l’attore aveva in quel momento un fisico particolarmente imponente. Al suo personaggio è assegnato il colore rosso, che rappresenta la sua voglia di sangue e morte. Per assumere il nuovo ruolo, dunque, si trovò a dover perdere circa 15 chili di muscoli. Primaria fonte di ispirazione per il suo personaggio è stato il celebre assassino Charles Manson. Nel film si ritrovano poi l’attrice Dakota Johnson nei panni di Emily Summerspring e Cailee Spaeny in quelli di sua sorella Rose. L’attore Lewis Pullman è l’impiegato Miles Miller, mentre il regista canadese Xavier Dolan ha un piccolo ruolo come Buddy Sunday. Completano poi il cast Shea Whigham nei panni del dottor Woodbury Laurence e Nick Offerman in quelli di Felix O’Kelly.

7 sconosciuti a El Royale: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 7 sconosciuti a El Royale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 20 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Vangelo secondo Maria: al via le riprese del nuovo film con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann

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Battuto il primo ciak in Sardegna per Vangelo secondo Maria, tratto dall’omonimo romanzo di Barbara Alberti. Un film Sky Original prodotto da La Luna, Indigo Film e Vision Distribution in collaborazione con Sky, diretto da Paolo Zucca, con protagonisti Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann.

A quarant’anni dall’uscita del libro di Barbara Alberti, – che rappresentò un vero e proprio caso per la scelta inedita di narrare la vicenda del Vangelo dal punto di vista femminile – questo film racconta Maria non più come spettatrice, ma come coraggiosa artefice della propria esistenza. Una donna che si interroga sul significato di una morale che costringe alla rinuncia di sé, negando all’umanità la conoscenza completa e il diritto alla costruzione di una propria verità sul mondo. “Vangelo secondo Maria” segna il ritorno alla regia per Paolo Zucca (L’arbitro) dopo il successo di critica e di pubblico riscontrato del suo precedente film L’uomo che comprò la luna. Accanto ai protagonisti Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, nel cast anche Lidia Vitale, Leonardo Capuano, Giulio Pranno, Maurizio Lombardi, Fortunato Cerlino e Andrea Pittorino. La sceneggiatura è firmata da Paolo Zucca, Barbara Alberti e Amedeo Pagani, la fotografia è di Simone D’Arcangelo, la scenografia di Luciano Cammerieri, i costumi di Beatrice Giannini e il montaggio di Marco Spoletini.

La Palestina arcaica e mitologica della storia è stata ricreata in Sardegna, dove sono in corso le riprese che dureranno otto settimane.

La trama

Maria – Benedetta Porcaroli- è una ragazzina di Nazareth, che si è appassionata per le storie della Bibbia, come don Chisciotte coi romanzi d’avventura. Tutto le è proibito come donna, anche imparare a leggere e scrivere, ma lei in sinagoga si entusiasma dei profeti, che chiedono conto a Dio da pari a pari. Sogna la libertà, la sapienza, l’impresa, la fuga. E si ribella al disegno di Dio, fino all’estrema disobbedienza. Giuseppe – Alessandro Gassmann – è suo maestro e complice, un uomo bello e forte, diverso dal vegliardo curvo dei dipinti sacri.

Il regista Paolo Zucca ha dichiarato: A differenza dei miei film precedenti, “Vangelo secondo Maria” non è una commedia, eppure la mia ambizione è quella di realizzare un’opera capace di divertire, nelle diverse accezioni di questa parola. Divertire in senso etimologico, e cioè quello di ‘vertere altrove’, di andare in direzione diversa rispetto all’immaginario ormai consunto di un presepe mediorientale fatto di turbanti e palmizi. E io ho scelto di vertere in modo molto convinto verso la Sardegna e la ricchezza della sua storia millenaria. Divertire nel senso di far sorridere, perché non mi sono precluso alcuni momenti di alleggerimento narrativo. Divertire in senso lato, e cioè coinvolgere emotivamente gli spettatori in un viaggio interiore ed estetico che vuole toccare le corde dell’anima, attraverso il racconto in prima persona delle avventure di una giovane ribelle di duemila anni fa.

Barbara Alberti ha dichiarato: Perché ci abbiamo messo tanti anni a fare un film dal “Vangelo secondo Maria”? Gli ostacoli si sono rivelati travestimenti del meraviglioso: il film non si poteva fare perché Benedetta Porcaroli non era ancora nata come attrice. Solo lei poteva essere Maria, la ribelle. Per talento e grazia, malizia, furore, innocenza, e per lo sguardo. Non ci voleva un’interprete, ma una reincarnazione.

Antonella d’Errico, EVP Programming Sky ha dichiarato: Siamo orgogliosi di annunciare questo nuovo progetto Sky Original, assieme a Vision Distribution, Indigo Film e La Luna, un film in cui il gusto e la professionalità di un regista come Paolo Zucca sono al servizio di una storia potente, nata dalla creatività coraggiosa e originale di Barbara Alberti. “Vangelo secondo Maria” è la rilettura dal punto di vista femminile della vicenda più nota al mondo. Un racconto – a quarant’anni dalla sua stesura – più che mai attuale, che fa ancora oggi riflettere. Siamo altrettanto orgogliosi di poter contare sul talento fresco e vitale di Benedetta Porcaroli e la profondità e l’esperienza di Alessandro Gassmann, che interpreteranno Maria e Giuseppe.

Amedeo Pagani per La Luna e Nicola Giuliano per Indigo Film hanno dichiarato: Siamo molto felici e orgogliosi di coprodurre il nuovo lungometraggio di Paolo Zucca dopo l’avventura piena di soddisfazioni che ci ha regalato il suo precedente “L’uomo che comprò la luna”. Questo nuovo lavoro, che ha solide basi nell’omonimo e intelligente romanzo di Barbara Alberti da cui è tratto, siamo sicuri prenderà, grazie a Paolo Zucca, una forma cinematografica capace di dare a questa storia millenaria uno sguardo inedito in grado di sorprenderci per originalità, poesia e immaginazione.

Massimiliano Orfei, CEO di Vision Distribution, ha dichiarato: “Vangelo secondo Maria” è un progetto che per noi rappresenta una sfida che siamo orgogliosi di proporre insieme a Sky. Paolo Zucca continua a confermarsi un regista curioso e originale anche nell’affrontare il tema più tradizionale di sempre: l’annunciazione a Maria e il suo conseguente rapporto con Giuseppe, con un trattamento estremamente contemporaneo. Tutto questo grazie alla penna di Barbara Alberti, un’autrice capace già quaranta anni fa di tratteggiare dei personaggi così innovativi. Voglio ringraziare Nicola Giuliano e tutta la Indigo per averci dato la possibilità di collaborare a un film di cui si sentirà parlare.

“Vangelo secondo Maria” arriverà in prima assoluta prossimamente su Sky e in streaming su NOW.

Il film è realizzato con il contributo della Regione Sardegna, Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport e con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del Comune di Cagliari.

Paul Newman e Joanne Woodward nel poster della Festa del cinema 2022

Paul Newman e Joanne Woodward sono i protagonisti dell’immagine ufficiale della diciassettesima edizione della Festa del Cinema, che si svolgerà dal 13 al 23 ottobre 2022 presso l’Auditorium Parco della Musica coinvolgendo numerosi altri luoghi e realtà culturali della Capitale. La celebre coppia, una delle più amate e iconiche della storia del cinema, è ritratta nel proprio appartamento newyorkese presso il Greenwich Village, all’inizio degli anni ‘60.

La Festa del Cinema renderà inoltre omaggio a Paul Newman e Joanne Woodward con la presentazione di The Last Movie Stars di Ethan Hawke, una docu-serie di sei puntate che ripercorre la vita e la carriera dei due grandi artisti, visibile prossimamente su Sky.

Paul Newman e Joanne Woodward saranno, infine, al centro di un’ampia retrospettiva, a cura di Mario Sesti. I quindici titoli in programma mostreranno al pubblico i principali successi della coppia, da La donna dai tre volti, che valse a Woodward il premio Oscar, a Lo spaccone e Hud il selvaggio che fecero conoscere Newman a livello globale; dai film che li hanno visti recitare sullo stesso set, come La lunga estate calda e Missili in giardino, fino alle pellicole dirette da Newman e interpretate da Woodward, come La prima volta di Jennifer e Gli effetti dei raggi gamma sui fiori di Matilda.

Melissa Newman, una delle tre figlie della coppia, inaugurerà il programma della retrospettiva e sarà ospite della Festa del Cinema in occasione della serata di apertura della manifestazione.

Whitney: Una Voce Diventata Leggenda, trailer del film

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Whitney: Una Voce Diventata Leggenda, trailer del film

Le prime immagini di Whitney: Una Voce Diventata Leggenda il film diretto da Kasi Lemmons sulla vita e la carriera di Whitney Houston, interpretata da Naomi Ackie. Nel cast anche Stanley Tucci,, Ashton Sanders, Tamara Tunie, Nafessa Williams e Clarke Peters.

Whitney: Una Voce Diventata Leggenda sarà dal 22 dicembre solo al cinema, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Whitney: Una Voce Diventata Leggenda, la trama

Whitney: Una Voce Diventata Leggenda è un film sull’icona della musica, Whitney Houston. Naomi Ackie interpreta l’artista nel biopic musicale che racconta l’incredibile vita e la carriera di una delle voci più amate di sempre. Diretto da Kasi Lemmons e scritto dal candidato al Premio Oscar® Anthony McCarten, Whitney: Una Voce Diventata Leggenda farà vivere al pubblico un viaggio nelle emozioni e nell’energia della star americana.

Marvel e Motive Studio collaborano per un nuovissimo videogioco su Iron Man

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EA ha annunciato che un nuovissimo videogioco su Iron Man per giocatore singolo, in terza persona, d’azione e avventura è ora in fase di sviluppo iniziale presso Motive Studio con sede a Montreal. Il team è guidato da Olivier Proulx, che porta la sua esperienza avendo lavorato su titoli Marvel del passato come Guardiani della Galassia, ed è affiancato da un team dedicato di appassionati veterani del settore tra cui Ian Frazier, Maëlenn Lumineau e JF Poirier.

Sviluppato in collaborazione con Marvel Games, il gioco sarà caratterizzato da una trama originale che attinge alla ricca storia di Iron Man, incanalando la complessità, il carisma e il genio creativo di Tony Stark e consentendo ai giocatori di provare com’è giocare davvero nei panni di Iron Man.

“Siamo entusiasti di collaborare con il talentuoso team di Motive Studio per portare la loro visione originale di uno dei personaggi più importanti, potenti e amati della Marvel”, ha affermato Bill Rosemann, vicepresidente e direttore creativo di Marvel Games. “La loro esperienza nel fornire mondi di intrattenimento consolidati e un gameplay emozionante, combinata con la loro autentica passione per l’icona corazzata, alimenterà la nostra ricerca per consegnare una lettera d’amore a un eroe leggendario sotto forma del videogioco Iron Man definitivo”. Motive Studio porta il suo talento e la sua eccitazione nel creare mondi preferiti dai fan che i giocatori possono esplorare ed essere il proprio eroe, con l’esperienza nello sviluppo di titoli come Star Wars: Squadrons e il prossimo remake di Dead Space il 27 gennaio 2023.

“È un onore e un privilegio avere l’opportunità di realizzare un videogioco basato su uno dei più iconici Supereroi dell’intrattenimento di oggi”, ha affermato Olivier Proulx, produttore esecutivo. “Abbiamo una grande opportunità per creare una storia nuova e unica che possiamo chiamare nostra. La Marvel ci sta incoraggiando a creare qualcosa di fresco. Abbiamo molta libertà, il che è così coinvolgente per la squadra”.

Maya Hawke: 10 cose che non sai sull’attrice

Maya Hawke: 10 cose che non sai sull’attrice

Figlia d’arte, la giovanissima Maya Hawke ha dimostrato nel giro di pochi anni di aver ereditato tutto il talento dei suoi celebri genitori, affermandosi dunque non per la sua provenienza bensì per un’effettiva bravura. Con una presenza scenica straordinaria e la capacità di passare con naturalezza dal dramma alla commedia, la Hawke è davvero una delle nuove giovani attrici da tenere d’occhio per il futuro, poiché ci si può attendere davvero grandi cose da lei.

Ecco 10 cose che non sai di Maya Hawke.

Maya Hawke: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a diversi noti film. Il primo ruolo cinematografico della Hawke lo si ha nel 2018 in Ladyworld, liberamente ispirato al romanzo Il signore delle mosche. Ottiene poi un piccolo ruolo in C’era una volta a… Hollywood (2019), mentre recita poi accanto a Marisa Tomei e Liev Schreiber nei film Il capitale umano – Human Capital (2019). Nel 2020 è accanto ad Andrew Garfield in Nessuno di speciale, mentre nel 2022 recita accanto a Camila Mendes in Do Revenge, nuovo film Netflix. Prossimamente invece la Hawke sarà in Asteroid City, con Margot Robbie, e in Maestro, con Bradley Cooper.

2. Ha recitato anche in celebri serie. Il primo ruolo da attrice lo si ha nella miniserie del 2017 Piccole donne, dove interpreta Jo March. Nel 2019 ha ottenuto grande popolarità grazie alla serie Netflix Stranger Things, dove recita accanto a Millie Bobby Brown, Winona Ryder e David Harbour. In seguito ha anche recitato in un episodio di The Good Lord Bird – La storia di John Brown (2020) e nel film TV Fear Street Parte 1: 1994 (2021).

Maya Hawke: i suoi genitori Uma Thurman e Ethan Hawke

3. È la figlia dei due grandi attori. Come ormai noto ai più, Maya Hawke è la figlia degli attori Uma Thurman e Ethan Hawke. La prima è nota in particolare per aver recitato in Pulp Fiction e i due Kill Bill, mentre Ethan è celebre per film come L’attimo fuggente, Training Day e Boyhood. I due si erano conosciuti sul set di Gattaca – La porta dell’universo (1997), per poi sposarsi nel 1998, anno in cui è nata Maya. Hanno poi però divorziato nel 2005, non prima di dare alla luce un altro figlio, Levon, nato nel 2002.

4. Sono stati due genitori protettivi. Come spesso avviene nel mondo dello spettacolo, la Thurman e Hawke hanno cercato sin da subito di evitare che Maya subisse un’eccessiva esposizione al mondo di Hollywood. Quando la figlia era ancora piccola hanno dunque evitato di coinvolgerla troppo nel loro lavoro. Una volta divenuta grande e decisasi a seguire le orme dei due genitori, i due non le hanno mai fatto mancare il loro supporto, incoraggiandola e sostenendola per ogni progetto da lei intrapreso.

Maya Hawke Instagram

Maya Hawke e il videoclip di Therese

5. Ha realizzato un videoclip che ha fatto molto discutere. Oltre ad essere un’attrice, la Hawke si è dedicata anche al mondo della musica, rilasciando ad oggi due album. Il secondo di questi, Moss, contiene un brano divenuto molto celebre dal titolo Thérèse. A suscitare particolare scalpore, in realtà, è stato il videoclip relativo al brano, nel quale la Hawke compare nuda mentre viene arrestata dopo aver partecipato ad un’orgia nei boschi. La canzone, come raccontato dalla Hawke, parla «degli spazi segreti che ci costruiamo per essere liberi di essere noi stessi in un mondo che tende a non comprenderci».

Maya Hawke in C’era una volta a… Hollywood

6. Quentin Tarantino l’ha voluta nel suo film. Come noto, Uma Thurman è una delle attrici feticcio di Quentin Tarantino, avendo recitato per lui in Pulp Fiction, Kill Bill – Volume 1 e Kill Bill – Volume 2. Quando il regista ha saputo che anche la figlia di Uma, Maya, si era lanciata nel mondo della recitazione, l’ha voluta subito per un piccolo ruolo nel suo film C’era una volta a… Hollywood. Qui la Hawke interpreta “Flowerchild”, una delle giovani facenti parte della famiglia Manson, che all’ultimo deciderà però di non partecipare all’aggressione a Cielo Drive.

Maya Hawke in Stranger Things

7. È una dei protagonisti della serie. A partire dalla terza stagione di Stranger Things la Hawke interpreta il personaggio di Robin Buckley, una ragazza bella, forte e brillante, coetanea di Nancy con cui nella quarta stagione diventerà amica. Lavora con Steve presso la gelateria Scoops Ahoy dello Starcourt Mall nella terza stagione e poi, dopo la distruzione del centro commerciale e sempre con lui, al Family Video, una videoteca cittadina nella quarta stagione. Parla quattro lingue, fa parte della banda della Hawkins High School ed è lesbica.

Maya Hawke Stranger Things

8. Sa esattamente cosa vorrebbe le succedesse nella quinta stagione. Con la quarta stagione da poco conclusasi, l’attrice ha rivelato cosa le piacerebbe che accadesse al suo personaggio nella quinta ed ultima. «Mi piacerebbe morire e avere un momento da eroe. Mi piacerebbe morire con onore, come farebbe qualsiasi attore. Ma amo il modo in cui i Duffer Brothers amano i loro attori. Il motivo per cui scrivono così bene per me e per tutti gli altri è perché si innamorano dei loro attori e dei loro personaggi e non vogliono ucciderli. Penso che sia una bella qualità che hanno, e non lo butterei via».

Maya Hawke è su Instagram

9. Ha un profilo sul celebre social. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato seguito da 10.3 milioni di persone. All’interno di questo, con oltre 500 post, la Hawke è solita pubblicare immagini relativi a suoi progetti da attrice, modella o cantante, promuovendoli così tra i suoi followers. Allo stesso tempo non mancano però anche immagini tratte da sue attività quotidiane in compagnia di amici o colleghi, ma anche post relativi a cause sociali da lei sostenute.

Maya Hawke: età e altezza dell’attrice

10. Maya Hawke è nata a New York, Stati Uniti, l’8 luglio del 1998. L’attrice è alta complessivamente 1,72 metri.

Fonte: IMDb, Variety, Collider

Do Revenge: recensione del film con Camila Mendes e Maya Hawke

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Do Revenge: recensione del film con Camila Mendes e Maya Hawke

La dark-comedy di Netflix, Do Revenge, fa ufficialmente il debutto sulla piattaforma di streaming. Jennifer Kaytin Robinson è la regista di questo film ambizioso che mescola commedia, dramma e romanticismo in una storia di vendetta adolescenziale che riesce a esplorare in modo approfondito una serie di temi e idee interessanti.

Ogni personaggio è allo stesso tempo l’eroe e il cattivo e questo secondo la regista è stato il suo modo per dipingere con varie sfumature i colori dell’adolescenza. Le protagoniste sono Drea, interpretata da Camila Mendes di Riverdale, ed Eleanor, interpretata da Maya Hawke di Stranger Things.

Do Revenge, la trama

Drea Torres è un personaggio variegato. Una moderna Regina George senza vestire di rosa il mercoledì, una giovane Blaire Waldorf ma di umili origini. Drea è una adolescente popolare a scuola ma allo stesso tempo odiata e invidiata. La sua vita appare perfetta e patinata mentre terrorizza le sue compagne di liceo. Ma scopriamo ben presto che non è così. Drea è una ragazza “fai da te”, non è nata da una famiglia benestante ma si è costruita questo personaggio tassello dopo tassello. Sogna di andare a Yale ed è disposta a tutto per riuscirci.

Do Revenge ci mostra subito come la vita di Drea viene stravolta da un evento traumatico. Il suo fidanzato del liceo pubblica un video privato che ritrae Drea in atteggiamenti sensuali. Nonostante i rapporti sulla politica progressista della Gen-Z, questo film ne mette in scena anche i difetti: l’iper consapevolezza in materia di sessualità, consenso e mascolinità tossica. Ma anche la voglia di rivincita e la presa di coscienza di un futuro incerto che aleggia intorno a questa generazione.

DO REVENGE – (L-R) Maya Hawke as Eleanor and Camila Mendes as Drea in Do Revenge. Cr. Kim Simms/Netflix © 2022.

La vendetta che unisce e distrugge le anime solitarie

Eleonor è la controparte di Drea. Insieme le due ragazze escogitano un piano che sfiora l’illegalità. Boicottare il sistema dall’interno, questo è il progetto di vendetta che si sono prefissate. Prima Eleonor riesce a vendicarsi dalla sua nemesi, prima sarà il turno di Drea con Max. La Mendes e la Hawke parlano, apparentemente, la stessa lingua. Sono due anime solitarie che il destino della vendetta ha unito. Le cose iniziano a precipitare per Drea che vede sparire il suo futuro a Yale, il suo piano non ha sortito i frutti sperati ed Eleonor funge da sacco da box per il suo imminente crollo.

La vendetta, che così le aveva unite, adesso pian piano le separa. Il mondo sofisticato dal quale Eleonor è sempre fuggita in realtà si trasforma in un nascondiglio comodo. Una culla dove poter avverare tutti i suoi desideri. Per tutta la vita è stata la ragazza esclusa ed emarginata ma adesso non più. Si ritrova accanto delle persone che può chiamare amici. Ma è solo un castello di vetro, alla prima crepa si sfalda e crolla su sé stesso, vittima del Do Revenge.

Il colpo di scena

Le carte iniziano a essere scoperte, siamo su un tavolo da gioco dove è lo spettatore la pedina inerme dei sotterfugi di Do Revenge. Così scopriamo che Eleonor ha messo su il suo piano personale per farla pagare alla sua vera nemesi, Drea. Il ritratto – talvolta poco lusinghiero – che viene fatto delle giovani adolescenti è portato in scena proprio dal personaggio di Eleonor: “Siamo adolescenti, siamo psicopatiche”. Ma Eleonor e Drea sono due facce della stessa medaglia. A questo punto l’una non può esistere senza l’altra.

Do Revenge succede di qualche anno al Promising Young Woman. Tanto nella forma quanto nella sostanza, il personaggio di Eleonor somiglia alla Cassandra del film con Carey Mulligan. La sua totale mancanza di controllo è guidata da motivi reali, l’esecuzione del piano però si appresta ad essere fagocitato dalla brama di vendetta.

Così come uno specchio a poco a poco cadono anche i veli di Drea. La maschera cade, la bolla esplode, ed è tutto circoscritto al suo vero Io. Così il do revenge così arzigogolato che viene portato avanti come filo conduttore del film si fa ancora più intricato. Drea ottiene finalmente la sua vendetta, anche se il raggiungimento del suo obiettivo le fa rivalutare la sua stessa vita. Le due amiche ormai ritrovate si allontanano cantando in macchina “Bitch” di Meredith Brooks, lungo l’autostrada come due giovani Thelma e Louise.

Do Revenge è commedia sull’amicizia guidata dalla vendetta. Drea ed Eleonor sono due personaggi complicati e dalle mille sfaccettature, non ambiscono a diventare le eroine del film. Sono due giovani donne che non hanno assolutamente idea di cosa fare della loro vita e a loro va bene così. Se per raggiungere questa sorta di stato di grazia hanno dovuto quasi mettere in scena un omicidio, non importa perché “siamo adolescenti, siamo psicopatiche”.

She-Hulk: tutti gli Easter egg dell’episodio 5

She-Hulk: tutti gli Easter egg dell’episodio 5

Il quinto episodio della serie She-Hulk: Attorney at Law è disponibile su Disney+ ed è ricco di Easter egg e riferimenti all’Universo Marvel. L’episodio 5 è una surreale meditazione sul concetto di identità nell’epoca odierna, in cui tutto può essere registrato. Anche se Jennifer Walters (Tatiana Maslany) non ha mai voluto il nome “She-Hulk“, si trova costretta a proteggere la sua identità da eroina. L’episodio 4 si era concluso con Jennifer che scopre che Titania ha registrato un marchio a nome ”She-Hulk”. Naturalmente, nell’episodio 5 le due donne si scontrano in tribunale.

Piuttosto che scegliere un nuovo nome da supereroe, She-Hulk sceglie di lottare per difendere quello che le è stato imposto. La trama dell’episodio va oltre l’atmosfera da commedia e da serie legal, c’è qualcosa di decisamente profondo nei temi trattati. Non mancano poi i riferimenti all’Universo Marvel e all’industria televisiva e dei supereroi. Scopriamo allora i principali Easter egg dell’episodio 5 di She-Hulk.

Il nome She-Hulk nasce per motivi di brand

She-Hulk Titania

Il processo in aula tra Jennifer Titania è particolarmente meta-narrativo, dato che la Marvel ha realmente creato She-Hulk per motivi di marketing. Nel 1980, il successo del TV show The Incredibile Hulk su CBS ha portato la Marvel Comics a creare un personaggio spin-off. C’era la preoccupazione di battete sul tempo la CBS, che avrebbe potuto realizzare una serie TV spin-off senza dover coinvolgere la Marvel (che non avrebbe posseduto i diritti di un personaggio nuovo). Può sembrare una preoccupazione infondata, ma in realtà ABC aveva appena fatto un’operazione simile con uno spin-off di The Six-Million Dollar Man chiamato The Bionic Woman.

Sono parecchi i processi legati ai nomi dei supereroi: l’esempio classico è quello “Capitan Marvel“, creato dalla Fawcett Comics come una copia femminile di Superman. Il marchio è scaduto negli anni ’60 e la Marvel ha creato una nuova versione per garantirne i diritti. Considerando tutto ciò, l’episodio 5 della serie si occupa di un problema presente nel mondo reale.

L’episodio 5 riflette sul potere del merchandising

She-Hulk costumi supereroi

Anche se si crede che tutto il successo economico di un film (o franchise) dipenda dal cast e dalle prestazioni al botteghino, il merchandising è ciò che oggi fa girare la maggior parte dei soldi attorno ai blockbusters. Il quinto episodio di She-Hulk: Attorney at Law si concentra su questa dinamica, inserendo riflessioni sui prodotti originali (Jennifer) e quelli non originali (Titania). C’è anche un Easter egg che rimanda all’episodio 2 e alle scarpe “Iron Man Three”.

Chi è realmente “Alonzo” per i Marvel Studios?

Pug in She-Hulk

Pug fa un riferimento al suo “intermediario”, Alonzo. Il nome è probabilmente un riferimento a Victoria Alonso, presidente dei reparti Physical, Post Production, VFX e Animation dei Marvel Studios. Il cognome fa anche riferimento alla Marvel Comics, perché Axel Alonso è l’ex redattore capo della casa dei fumetti.

Mallory Book è un personaggi essenziale di She-Hulk

Mallory Books

Il quinto episodio di She-Hulk: Attorney at Law introduce il personaggio di Renée Elise Goldsberry: Mallory Book, un avvocato che rappresenta Jennifer Walters nell’umiliante battaglia in tribunale contro Titania. Mallory arriva direttamente dai fumetti, dove il personaggio prima è uno dei principali rivali di Jennifer e alla fine diventa il suo capo. Nell’episodio 5, la donna apre gli occhi a She-Hulk con verità dure che andavano dette. Speriamo che Mallory resti anche per i prossimi episodi…

Lo stilista è un Easter egg incredibile

Luke Jacobson

Luke Jacobson di Griffin Matthews strizza l’occhio a Edna Mode, la famosa stilista di supereroi degli Incredibili. Questo Easter egg di She-Hulk funziona su più livelli, dato che Luke Jacobson è in realtà un personaggio presente anche nei fumetti: nella Marvel Comics è associato al detective Dakota North. Inoltre, il suo assistente, interpretato da Brandon Stanley, nei titoli di coda è chiamato ”Eugene Patilio”, il supereroe Frog-Man dei fumetti.

I capezzoli di Batman

She-Hulk Batman

Nell’emporio della moda di Luke Jacobson c’è un manichino con addosso un body nero. Ironicamente, la telecamera indugia sulla mano di Luke mentre si poggia sul petto del manichino. Gli spettatori attenti noteranno sicuramente capezzoli ben plasmati sul busto, un cenno ai famigerati Bat-Nipples di Batman Forever. Infatti, il costumista del film Jose Fernandez ha dichiarato che per la reazione del costume è stato influenzato sia dai disegni romani, sia dalla natura folle degli abiti nei fumetti di Batman.

Gli abiti di She-Hulk

She-Hulk Episodio 5 abiti

She-Hulk nell’MCU deve affrontare il problema degli abiti, che si devono adattare ai costanti cambiamenti di dimensioni. Nei fumetti, la questione viene risolta dalle “molecole instabili” inventate da Mr. Fantastic dei Fantastici Quattro e rese disponibili alla maggior parte dei supereroi. L’abbigliamento fatto di molecole instabili si restringe e si allarga per adattarsi alla struttura di chi lo indossa.

Visti gli abiti sformati che Jennifer è costretta ad indossare nella serie, si spera che She-Hulk avrà accesso alle molecole instabili non appena i Fantastici Quattro faranno il loro debutto nell’MCU. Inoltre, il problema del vestiario, evidenziato più volte nell’episodio, sarebbe la premessa perfetta per permettere al team di supereroi di interagire con i personaggi MCU.

L’Easter egg di Daredevil

She-Hulk Daredevil maschera

Nell’episodio 5 di She-Hulk non compare Daredevil, ma non mancano i ferimenti al vigilante. Uno dei membri dello staff di Luke Jacobson ha accidentalmente dimenticato in giro una maschera dipinta di giallo. Si tratta di un Easter egg: anche se il colore non corrisponde all’originale, il design dell’oggetto ricorda molto la maschera di Daredevil che si è vista più volte nella serie TV Marvel su Netflix.

I titoli di coda

Scarpe

Il quinto episodio di She-Hulk si conclude con una lista di Easter egg incredibili.  I credits di She-Hulk: Attorney at Law sono sempre divertenti. In particolare, in questo episodio un’immagine allude ironicamente alla merce associata agli eroi Marvel, anche  a quelli non ancora apparsi nell’MCU. Ci sono scarpe con disegni evocativi di Doctor Strange, un accurato fumetto con Falcon, Doctor Doom, Capitan America (o forse America Chavez). Compaiono anche Nova, Capitan Marvel di Carol Danvers, la Cosa, Deadpool, il Goblin Verde, il supereroe Kree Capitan Marvel e persino il ciclope degli X-Men. Infine, il riferimento a Spider-Man è nel personaggio Scarlet Spider (un clone di Peter Parker).

12 attori che hanno rifiutato un ruolo da supereroe solo per interpretarne uno diverso

Con l’uscita di Black Adam il 21 ottobre, Pierce Brosnan vestirà i panni del supereroe Dottor Destino ma, in precedenza, all’attore irlandese era stato offerto un altro ruolo nell’universo DC, quello di Batman… che Brosnan rifiutò. Pierce Brosnan non è l’unico attore ad aver provato questa sensazione: tanti attori, che inizialmente hanno rifiutato un ruolo offertogli in cinecomics, hanno poi cambiato idea o trovato il ruolo in un film di fumetti che gli si addice. Da Tom Hardy a Joaquin Phoenix, i 12 attori che vi presentiamo hanno – dopo iniziali resistente – interpretato ruoli nel sempre più vasto Marvel Cinematic Universe, nel DC Extended Universe o addirittura in film originali di supereroi.

Tom Hardy

venom attori dceuIl talentuoso Tom Hardy ha avuto la fortuna di partecipare a due diversi franchise di supereroi. È stato Bane in Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno e attualmente interpreta Venom nel Sony-Verse dei film Marvel.

Tuttavia, oltre a questi due ruoli, Tom Hardy stava anche per entrare nel DC Extended Universe. Secondo Collider, era davvero entusiasta di poter interpretare Rick Flag in Suicide Squad di David Ayer ma, a causa della sovrapposizione della produzione del film con le riprese di The Revenant, Hardy ha dovuto rifiutare il ruolo. Joel Kinnaman lo ha sostituito, mentre anni dopo Hardy ha continuato a brillare nel ruolo dell’antieroe Eddie Brock/Venom nella propria serie di film.

Jessica Chastain

jessica chastain attori cinecomics

Secondo quanto riportato da SlashFilm, anche Jessica Chastain figura nella lista degli attori che avrebbero rifiutato ben due volte di recitare nel MCU. Inizialmente avrebbe dovuto interpretare Maya Hansen in Iron Man 3, ma ha dovuto rinunciare perché impegnata in altri progetti. In seguito, ha rifiutato un altro ruolo come Christine Palmer in Doctor Strange, con una motivazione precisa: avrebbe dato la sua disponibilità se le fosse stato offerto un ruolo in un cinecomic che le permettesse di usare la sua formazione di ballerina.

In un’apparente svolta degli eventi, Jessica Chastain è stata finalmente in grado di interpretare un personaggio dei fumetti: Vuk in Dark Phoenix del 2019, che è stato uno dei film degli X-Men più criticati. Forse verrà un altro giorno in cui Jessica Chastain tornerà a far parte del mondo Marvel o DC?

Pierce Brosnan

pierce brosnan attori dceuUna lunga lista di attori è stata presa in considerazione per il Batman di Tim Burton prima che Michael Keaton ottenesse il ruolo. Tra i potenziali attori che sono quasi diventati Batman si annoverano Kurt Russell, Willem Dafoe e persino Bill Murray. Inoltre, Burton si avvicinò nientemeno che l’attore di James Bond: Pierce Brosnan.

All’epoca, i supereroi non erano il colosso di Hollywood che sono oggi, quindi è comprensibile che alcuni attori abbiano rinunciato al ruolo. Nel 2014, Brosnan ha confermato il suo incontro con Burton in un Reddit AMA e ha rivelato che inizialmente non amava l’idea del “fare un film in costume” sui supereroi, che considerava ridicoli. Tuttavia, Brosnan ha cambiato questa mentalità dal momento che sta per unirsi al DCEU come Dottor Destino in Black Adam.

Heath Ledger

heath ledger attori dceuDa Cillian Murphy a Henry Cavill, molti attori hanno cercato di ottenere il ruolo di Batman in Batman Begins di Christopher Nolan. Secondo NME, Nolan ha confermato che Heath Ledger era in lizza, ma ha rifiutato l’occasione perché non era interessato ai film sui supereroi.

Il successo di Batman Begins sembrò far ricredere Ledger, che avrebbe poi interpretato il Joker nel sequel, vincendo l’Oscar. Purtroppo, questo sarebbe stato l’ultimo ruolo di Heath Ledger prima della sua tragica scomparsa, avvenuta non molto tempo prima dell’uscita del film, ma il pubblico continua a ricordare la sua eredità come Joker, la cui performance ci ha regalato alcune delle battute più memorabili del personaggio.

Will Smith

will smith attori dceuAlla fine degli anni ’90, Will Smith era una mega-star in ascesa e questo lo ha portato a partecipare a diversi blockbuster giganteschi. Come tanti grandi attori dell’epoca, ha anche rifiutato molti ruoli, compresa la possibilità di interpretare Superman in Superman Returns. Tramite Comicbookmovie.com, ha dichiarato di aver rifiutato il ruolo a causa del possibile clamore che avrebbe potuto suscitare l’interpretazione di Superman da parte di un attore nero. Will Smith ha poi interpretato un ruolo simile a quello di Superman nel sottovalutato film originale sul supereroe, Hancock. Successivamente, Smith si è unito al DCEU nel ruolo di Deadshot in Suicide Squad di David Ayer.

Jude Law

Jude Law è uno degli altri attori che erano stati presi in considerazione per interpretare Superman: fece un provino per il ruolo, ma alla fine Brandon Routh divenne il supereroe titolare in Superman Returns del 2006. Law avrebbe rifiutato l’opportunità di indossare il mantello rosso, letteralmente! Secondo Variety, Law non amava infatti il suo aspetto nella tuta rossa e decise semplicemente che non faceva per lui. Tuttavia, più di dieci anni dopo, è entrato nel mondo dei supereroi con il ruolo di Yon-Rogg in Captain Marvel del MCU.

Josh Brolin

Secondo Deadline, è ormai noto che Josh Brolin aveva quasi ottenuto il ruolo del “Batman anziano” in Batman V Superman: Dawn Of Justice. Tuttavia, nel suo caso, ha semplicemente perso il ruolo a favore di Ben Affleck, non lo ha rifiutato. Secondo NME, Zack Snyder avrebbe infatti fatto un’offerta a Josh Brolin per interpretare Lex Luthor, ma Brolin avrebbe rifiutato.

Brolin si sarebbe poi unito a due diversi universi Marvel subito dopo il tentativo fallito nell’universo DC. Ha debuttato come il Titano Pazzo noto come Thanos in Guardiani della Galassia ed ha interpretato il villain più iconico del MCU per il resto della Saga dell’Infinito. In seguito, Josh Brolin ha interpretato Cable nel franchise di Deadpool, che ha persino finito per parodiare l’universo DC.

Angelina Jolie

Eternals angelina jolieDa agenti segreti a cacciatori di tesori internazionali, Angelina Jolie ha interpretato molti ruoli di eroine action, ma sorprendentemente è entrata nel mondo dei supereroi solo nel 2021. Nel ruolo di Thena in Eternals del MCU, la Jolie ha interpretato un’elegante guerriera che ha ispirato figure come Atena.

Anche se sembra sconcertante che la Jolie non sia mai apparsa in un film di supereroi, ha raccontato che le era stato offerto un ruolo molto prima di diventare Thena. Tuttavia, non ha mai specificato di quale personaggio si trattasse, tenendo nascosti i dettagli per non distogliere i riflettori all’attrice effettivamente protagonista del film. Ciononostante, alcuni hanno iniziato a ipotizzare quale fosse il ruolo, e si dice che Angelina Jolie stesse per vestire i panni della guerriera amazzonica Wonder Woman (via MovieWeb).

Jason Momoa

Aquaman e il regno perdutoJason Momoa ha contribuito a redimere Aquaman dopo che serie come Super Friends avevano trasformato l’eroe in un oggetto di scherno. Prima di Aquaman, però, Jason Momoa era stato notato per il ruolo di Drax il Distruttore in Guardiani della Galassia. Secondo IGN, il ruolo non piaceva particolarmente a Jason Momoa e lo ha rifiutato perché il personaggio era troppo simile ad altri suoi ruoli passati. La cosa ha funzionato bene, dato che Dave Bautista ha assunto il ruolo di Drax, mentre Jason ha stupito i fan della DC con la sua affascinante interpretazione del sovrano di Atlantide.

Joaquin Phoenix

Joker film-a-fumettiNon è un segreto che Joaquin Phoenix non sia un attore da grandi franchise, anche se non ha nulla contro di essi. Ma quando la Marvel stava cercando il suo Doctor Strange, a un certo punto a Phoenix è stato offerto di interpretare il famoso stregone. Molti fan concordano sul fatto che sarebbe stato perfetto nei panni del personaggio, ma secondo CinemaBlend, Phoenix avrebbe rifiutato, aprendo così le porte a Benedict Cumberbatch per il ruolo.

Phoenix sarebbe poi entrato nell’universo dei supereroi con Joker del 2019, interpretando il cattivo titolare nella storia della sua genesi. Dopo aver interpretato l’antieroe, le opinioni di Phoenix sono cambiate: non solo il Joker gli ha fruttato un Oscar, ma riprenderà anche il ruolo per un imminente sequel – la prima volta in assoluto che vi partecipa.

Edward Norton

Come Joaquin Phoenix, Edward Norton partecipa raramente a grandi franchise, ma questo non ha impedito agli studios di cercare di ingaggiarlo. Prima che venisse affidato a Ben Affleck, a Edward Norton è stato offerto di interpretare l’eroe principale della Marvel e avvocato Matt Murdock nel film Daredevil del 2003. Secondo IGN, Norton ha rifiutato il ruolo per concentrarsi sulla sceneggiatura e sulla regia. Cinque anni dopo, è diventato Hulk nel film L’incredibile Hulk (2008), il secondo film del Marvel Cinematic Universe. Purtroppo, il suo ruolo di Bruce Banner/Hulk è durato poco ed è stato sostituito da Mark Ruffalo, che da allora ha portato avanti il ruolo.

Sylvester Stallone

Dopo il successo del primo Rocky nelle sale, Sylvester Stallone è diventato immediatamente una delle maggiori star di Hollywood, tanto che quando Superman: The Movie stava iniziando la produzione, lo studio puntò su Stallone per il ruolo principale. Alla fine, Sylvester Stallone ritenne che interpretare Superman non fosse nel suo stile e rifiutò.

Da allora, Stallone è apparso in tre diversi ruoli di supereroi. Ha avuto un breve ruolo in Guardiani della Galassia Vol. 2, ha rubato scene e cuori nel ruolo di King Shark in Suicide Squad di James Gunn e recentemente ha interpretato un supereroe in pensione in Samaritan, disponibile su Prime Video. Ironicamente, il suo ruolo in Samaritan ricorda la forza e i poteri di Superman, quindi potremmo dire che il cerchio si è in qualche modo chiuso.

The Good Doctor 6: promo dalla sesta stagione

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The Good Doctor 6: promo dalla sesta stagione

La ABC ha diffuso il promo di The Good Doctor 6, l’annunciata sesta stagione della serie tv The Good Doctor. La sesta stagione di The Good Doctor uscirà negli USA il 3 ottobre 2022. Freddie Highmore interpreta Shaun Murphy, un giovane chirurgo affetto da autismo e sindrome da savant, che si trasferisce da una tranquilla vita di campagna per unirsi all’unità chirurgica di un prestigioso ospedale. Solo al mondo e incapace di connettersi personalmente con coloro che lo circondano, Shaun usa le sue straordinarie doti mediche per salvare vite e sfidare lo scetticismo dei suoi colleghi.

The Good Doctor 6

The Good Doctor 6 è la sesta stagione della serie tv The Good Doctor creata da David Shore per il network americano della ABC.

In The Good Doctor 6 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy, Antonia Thomas come Dr. Claire Browne, Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez, Hill Harper come Dr. Marcus Andrews, Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman, Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever.

La serie è di Sony Pictures Television e ABC Studios. David Shore è il produttore esecutivo e showrunner. Anche Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David Kim e Sebastian Lee sono produttori esecutivi. Gli ABC Studios fanno parte dei Disney Television Studios, una collezione di studi composta da 20th Century Fox Television, ABC Studios e Fox 21 Television Studios.

Prisma: recensione della serie Prime Video

Prisma: recensione della serie Prime Video

Mattia Carrano è Marco, ma anche Andrea, lui l’esordiente assoluto scelto da Ludovico Bessegato per interpretare la coppia di gemelli protagonisti di Prisma, la nuova serie Prime Video dal 21 settembre in streaming dopo la presentazione al Locarno Film Festival. E’ lui la principale sorpresa di un racconto in otto episodi che ambisce dichiaratamente a essere romanzo di formazione, affrontando il tema – sempre più dibattuto – della ricerca di identità, in questo caso non solo di genere, non solo sessuale.

Dopo tanto dibattere di Gender Fluidity, regista e sceneggiatrice (Alice Urciolo) – reduci dal successo di Skam Italia e desiderosi di mettersi alla prova con qualcosa di “loro” e di originale – hanno tentato di far parlare i ragazzi, più spesso in cerca di risposte che confusi, come sembrano agli adulti. E questo è quello che emerge dal risultato di tanto impegno.

Alla scoperta di sé, e degli altri

Merito anche – chi più chi meno – dei vari Lorenzo Zurzolo, Caterina Forza, Chiara Bordi, LXX Blood, Matteo Scattaretico, Zakaria Hamza, Riccardo Afan de Rivera Costaguti, Flavia del Prete, Asia Patrignani, Elena Falvella Capodaglio, Andrea Giannini e Nico Guerzoni che compongono il cast e affiancano o incrociano il protagonista, nelle sue due diverse caratterizzazioni. E di una scrittura che pur concedendo qualcosa al già visto – prevedibile o evitabile, che sia – riesce a non impantanarsi negli snodi più delicati e a creare empatia con le criticità che più o meno tutti attraversano.

Dubbi, tormenti e scoperte del gruppo di adolescenti di Latina che seguiamo ruotano intorno alla complessa relazione tra identità, aspirazioni, aspetto fisico e orientamenti sessuali, ma non solo. Il percorso di scoperta di sé dei due gemelli – ora gioioso, ora turbolento – coinvolge allo stesso modo anche i loro amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo in continuo divenire. E in questo senso, come ribadito dal regista, è ben calibrata la scelta di una location come quella della città fondata dal fascismo e simbolo di cambiamento, oggi – politicamente – come ieri (nata come Littoria, divenne poi Latinia prima della denominazione attuale).

Prisma da vedere insieme, facile da seguire e utile per capire

La regia segue i ragazzi rispettandone gli spazi e gli sbandamenti, eppure riuscendo a lasciare il segno. Lo schermo televisivo diventa un enorme smartphone, sul quale vengono visualizzati i messaggi e i continui flashback grazie ai quali seguiamo la vita parallela dei protagonisti, quella che si sviluppa tra chat e profili anonimi. Vere e proprie notifiche che lo spettatore riceve durante la visione per decrittare alcuni snodi fondamentali delle interazioni in corso, informazioni che la serie fornisce per meglio comprendere le motivazioni dei personaggi, quello che li aspetta e il il percorso che a quel punto li ha portati.

O per motivare i processi attraverso i quali essi stessi sviluppano una maggior comprensione di sé. Il famoso “conosci te stesso” tanto caro a Socrate, cui tutti ambiscono, e molti raggiungono, presto o tardi. Non c’è un tempo ‘debito’, impossibile stabilire uno standard, una normalità, come la serie si adopera a sottolineare. Sempre con equilibrio, che non manca mai (o quasi), anche nei vari coming out, affidati a ellissi che riducono il rischio di stereotipi.

Una maniera intelligente di adattare il modello ’13’ alla nostra realtà e cultura, senza per altro fare del dramma estremo il cardine di tutto, ma regalando il giusto spazio a ogni diversa faccia del Prisma. Compresa quella degli adulti, anche se mediamente bidimensionali e un po’ tonti, e quella della poetessa trans Giovanna Cristina Vivinetto, che con la sua storia e il suo libro (Dolore minimo) ha ispirato Bessegato e Urciolo, forse un po’ troppo presente, tra camei e citazioni al limite del product placement.

All American 5: trailer della quinta stagione

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All American 5: trailer della quinta stagione

Il network americano The CW ha diffuso il trailer di All American 5, l’annunciata quinta stagione della serie tv All American. La quinta stagione debutterà negli USA il 10 ottobre 2022.

Nella quinta stagione quando un giocatore di football in ascesa del liceo del sud di Los Angeles viene reclutato per giocare per la Beverly Hills High, le vittorie, le sconfitte e le lotte di due famiglie provenienti da mondi molto diversi, Crenshaw e Beverly Hills, iniziano a scontrarsi. Ispirato alla vita del giocatore di football professionista Spencer Paysinger.

All American 5

All American 5 è la quinta stagione della serie tv All American creata da April Blair e trasmessa sull’emittente televisiva americana The CW.

La serie racconta di quando un giocatore di football delle scuole superiori della South L.A. viene reclutato per giocare alla Beverly Hills High, le vittorie, le perdite e le lotte di due famiglie di mondi molto diversi, iniziano a scontrarsi.

In All American 4 protagonisti sono Daniel Ezra nel ruolo di Spencer James, basato su Spencer Paysinger. Bre-Z nel ruolo di Tamia “Coop” Cooper, amica lesbica di Spencer di Crenshaw High. Greta Onieogou nel ruolo di Layla Keating, una studentessa del Beverly High che mostra anche interesse per Spencer. Samantha Logan nel ruolo di Olivia Baker, la figlia di Billy che sviluppa un interesse per Spencer. Michael Evans Behling nei panni di Jordan Baker, figlio di Billy, fratello gemello di Olivia e quarterback di Beverly High. Cody Christian nel ruolo di Asher Adams, ampio destinatario della squadra di football americano Beverly High e fidanzato di Layla. Karimah Westbrook nel ruolo di Grace James, la madre di Spencer che conosceva segretamente Billy molto tempo fa e aveva una notte con lui. Monet Mazur nel ruolo di Laura Fine-Baker, la moglie di Billy che è avvocato e anche la madre di Olivia e Jordan. Taye Diggs nel ruolo di Billy Baker, l’allenatore della squadra di football americano di Beverly Hills High che recluta Spencer. Jalyn Hall nel ruolo di Dillon James, fratello minore di Spencer.

The pursuit of love – rincorrendo l’amore: recensione della serie disponibile su Sky

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Proiettata per la prima volta il nove maggio 2021 su BBC One, ed andata in onda in Italia a partire dal 18 settembre di quest’anno, The Pursuit of love – rincorrendo l’amore è una miniserie scritta e diretta dall’attrice e regista britannica Emily Mortimer. Il soggetto è tratto dall’ omonimo romanzo autobiografico, scritto da Nancy Mitford e pubblicato nel 1945.

Nel cast ritroviamo alcune figure emergenti, come l’attrice Lily James (Mamma mia! Ci risiamo, Baby driver) nel ruolo della protagonista Linda Radlett, e Andrew Scott, reso recentemente molto noto grazie al personaggio del prete nella serie inglese Fleabag.

The pursuit of love: trama

The pursuit of love si apre con una idilliaca scena di serenità quotidiana: Linda, incinta, è sdraiata nella terrazza della sua casa a Londra. Ad un tratto questo ritratto di tranquillità viene spezzato dai bombardamenti. Fanny ritorna nella capitale per riportare l’amica e cugina a casa, nella vecchia magione della loro infanzia.

Da qui tutta la serie si sviluppa in un lungo flashback, partendo dalla giovinezza delle due ragazze. Linda, figlia di Matthew Ratlett, lord Alconleigh, ha un animo romantico e, come anche gli altri ragazzi Ratlett, tende a ribellarsi contro il padre severo. Unica interruzione per la sua esistenza tediosa è l’arrivo della cugina Fanny durante le vacanze. Figlia della “fuggitiva”, Fanny è cresciuta con la zia Emily per via della totale assenza della madre, impegnata in una fitta rete di relazioni con vari uomini.

Crescendo Linda e Fanny hanno visioni e speranze per il futuro differenti, e così le loro strade sono inevitabilmente destinate a separarsi, ma l’amore che le lega le spingerà sempre a tornare l’una dall’altra.

The pursuit of love

The pursuit of love: recensione e personaggi

In un susseguirsi di amori e relazioni familiari altalenanti, The Pursuit of love è una serie leggera e piacevole da seguire. Le tematiche trattate possono sembrare tendenzialmente superficiali, ma agli occhi di uno spettatore più attento si nasconde anche qui un certo spunto di riflessione, racchiuso nelle due protagoniste e nel loro legame. L’attenzione data alle scenografie permette al pubblico di sentirsi maggiormente immerso nella realtà della nobiltà inglese degli anni 30’ e 40’.

Anche l’avvento del secondo conflitto mondiale non distrugge interamente l’atmosfera serena che si ricrea nuovamente, dopo tanti anni, nella magione dei Ratlett.

Ciò che rende The pursuit of love veramente rilevante sono le due protagoniste, caratterialmente opposte, Linda e Fanny. Linda è una di quelle figure, molto ricorrenti sia nel cinema che nella letteratura, che è “innamorata dell’amore”. Impavida ed avventurosa, vive delle proprie fantasie romantiche e cerca, per quanto possibile, di trasformarle nella sua realtà. Le relazioni che ha prima con Tony, poi con Christian ed infine con Fabrice sono proiezioni della sua immaginazione. Infatti, nel momento in cui Linda si rende conto di come la realtà delle sue grandi storie d’amore non corrisponde con il suo immaginario, ne perde interesse, ne resta terribilmente delusa. Linda è una sorta di nuova eroina romantica, la quale insaziabilmente cerca di colmare il vuoto che sente dentro con i piaceri e gli amori. Questo la porta ad avere un’esistenza entusiasmante ed avventurosa. E questa è proprio una delle cose che Fanny le invidia maggiormente.

Fanny, invece, si dimostra da subito una figura più tranquilla, il vero punto fisso della vita di Linda. Le loro stesse ambizioni da giovani si dimostrano molto diverse: mentre una sogna una vita di sfarzi e di passioni, Fanny, con un maggiore buonsenso e praticità, punta ad un’esistenza tranquilla e serena. Ma, nel momento in cui ottiene la stabilità di una semplice vita familiare, non riesce a non invidiare la cugina. Non sa come reagire a questo senso di vuoto, di tedio che sente e  che la opprime, facendole dimenticare i piaceri della sua vita comune. Non vuole abbandonare la propria famiglia per vivere all’avventura, per diventare una fuggitiva come sua madre.

Un altro personaggio molto interessante è certamente Lord Merlin (Andrew Scott), pur non essendo sviluppato al suo massimo in The pursuit of love. Si tratta di un altro riferimento per Linda, una figura quasi paterna che prima la invoglia alla lettura e ad ampliare la propria istruzione e che la protegge sempre nei momenti difficili.

 L’evoluzione del ruolo della donna

Una delle tematiche rilevanti in The pursuit of love è proprio il ruolo della donna. I personaggi finiscono per schierarsi in due fazioni in un dibattito continuo tra una visione del passato, obsoleta ed arretrata, ed una visione del futuro, più open-minded. Emblema del pensiero conservatore è lo Zio Matthew Ratlett; egli impedisce alle proprie figlie di studiare perché per una donna bastano la bellezza e le buone maniere. Questo è uno dei motivi per cui egli disprezza Fanny, in quanto la zia Emily, sua tutrice, ne ha favorito gli studi, ritenendo importante per una donna poter avere altri scopi fuori dal solo matrimonio. La severità di una figura dura e burbera come lo zio Matthew causerà una inevitabile ribellione ed allontanamento non solo in Linda, ma di tutti i suoi figli.

Oltre alla zia Emily, un’altra figura che rappresenta la rinascita ed il cambiamento per le donne, come un po’ per la società in generale, è Lord Merlin. Giovane anticonformista e cosmopolita, incoraggia Linda a diventare una donna indipendente ed istruita, pur cercando di frenarla nei suoi eccessi ed esprimendosi in maniera sincera quando non approva le sue scelte.

Fate: The Winx Saga 2, recensione della seconda stagione della serie Netflix

Fate: The Winx Saga 2 è sbarcato sulla piattaforma il 16 settembre. Quando la serie d’animazione The Winx Club ideata da Iginio Straffi andò in onda su Rai 2 nel lontano 2004, le sue sorti – come tutti i prodotti d’altronde – erano nelle mani della curiosità dei bambini, nella speranza che l’interesse verso il mondo di Alfea durasse il più a lungo possibile per far progredire le storie delle fate di Magix. A distanza di moltissimi anni, e dopo anni di progettazione, quella serie diventata famosa nel tempo si è trasformata in un prodotto Netflix con attori e attrici in carne e ossa: Fate: The Winx Saga.

L’hype costruitosi attorno alla nuova serie tv finanziata da uno dei più grandi colossi di streaming è stato tanto, come tanto è stato il successo, motivo per cui si è deciso per una seconda stagione, che si è subito piazzata al primo posto nella Top 10 dei prodotti più visti su Netflix Italia.

Fate: The Winx Saga, la trama

I Bruciati sono stati sconfitti, la Direttrice Dowling è stata uccisa da Rosalind (Miranda Richardson) che nel frattempo ha preso il suo posto, Silva è stato accusato della morte di Andreas. È da qui che riparte la storia. Silva è stato arrestato, la condanna per i suoi atti è l’esilio. Bloom (Abigail Cowen), Stella (Hannah van der Westhuysen), Aisha (Precious Mustapha), Terra (Eliot Salt), Musa (Elisha Applebaum) e la nuova arrivata Flora (Paulina Chàvez) cercano di escogitare un piano per liberarlo, mentre alberga nelle Winx il dubbio su Rosalind, della quale nessuna si fida.

Nel frattempo Alfea deve fare i conti con un altro problema: alcune creature magiche, chiamate gli scraper, assorbono il potere delle fate per metterle fuori gioco. Il compito delle Winx è duplice: capire cosa sta succedendo ad Alfea e smascherare Rosalind, unica responsabile della morte di Farah Dowling.

Un teen-drama con sprazzi horror

Seppur Fate: The Winx Saga 2 sia pensato per un pubblico molto giovane, ci sono una serie di elementi di disturbo che spezzano un po’ l’atmosfera magica. La presenza costante dei dilemmi adolescenziali, delle droghe, delle orge e delle tematiche gay costanti, rompono l’incantesimo del mondo fatato; se non fosse per l’ambientazione, non si capirebbe la differenza fra Oltre Mondo e Terra.

Lo stampo è quello di un teen-drama e per quanto ci si sforzi ad imbrattarlo di scene horror e quasi macabre, non si riesce realmente a farne un prodotto di quella portata, nonostante sia stata quella  – presumibilmente –  l’idea in fase di lavorazione, la caratteristica principale che volevano dare allo sceneggiato.

Inizialmente, poi, si fatica ad entrare realmente nella storia a causa di un ritmo un po’ lento, che inciampa costantemente nei primi episodi, seppur si riprenda verso la parte centrale dove il registro inizia a cambiare, assumendo aspetti (fortunatamente) più cupi fino allo spiazzante cliffhanger finale.

Stella, il personaggio con l’upgrade migliore

Il leitmotiv sottinteso che struttura la storia è la ricerca, più che della Dowling, della vera Bloom, che deve ancora capire chi sia e da dove provenga. Nonostante Abigail Cowen sembri nata per interpretarne il ruolo, quello che appare agli occhi di chi fruisce è una Bella Swan versione fata. Il personaggio sembra non ingranare come dovrebbe, è lento nel percorso e il climax che caratterizza l’ultimo episodio non contribuisce a renderlo un personaggio più ritmico e dinamico. La verità, però, è che probabilmente piace così com’è. Oppure si è voluto fare di Bloom una versione più “pacata”.

Forse è per questo che l’attenzione si sposta su Stella, un personaggio che beat dopo beat si struttura da solo, si forma da sé. È lei la vera protagonista di questa stagione, con un upgrade più rilevante rispetto al suo gruppo di amiche. Stella diventa donna, inciampa, si rialza e combatte. Si scontra persino con la sua famiglia, lotta affinché le sue amiche siano in salvo. Il processo evolutivo di Stella è quello tipico dell’adolescente che si interfaccia con il mondo degli adulti e da lì impara a diventarne parte integrante. Il mondo delle responsabilità la avvolge e lei gioca bene le sue carte dentro di esso, rendendola completa.

Tutto sommato però Fate: The Winx Saga 2 – o meglio il CGI – ci regala quello che tutti aspettavamo: la trasformazione delle Winx, che forse si potrebbe dire essere il punto focale di tutta la serie.

Grey’s Anatomy 19: first look promo dalla diciannovesima stagione

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Il network americano della ABC ha diffuso il promo di Grey’s Anatomy 19, l’attesa diciannovesima stagione di Grey’s Anatomy.  In Italia l’episodio debutterà su Star di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle di Grey’s Anatomy e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi

Tutto ciò che conosci e ami di Grey’s Anatomy, ma con una piccola novità. Unisciti alla classe di stagisti in arrivo quando Grey’s Anatomy e  Stagione 19 debutterà il 6 ottobre su ABC.

Grey’s Anatomy 19

La diciannovesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà il 6 ottobr 2022. In Grey’s Anatomy 19 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 19 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente

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Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente

Cresce ancora il cast di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente. La Lionsgate, via CS.net, ha infatti diffuso un nuovo elenco di nomi che arricchiranno la popolazione di Panem nel nuovo film che racconta i fatti precedenti alle avventure di Katniss Everdeen.

Questi nomi includono Fionnula Flanagan (A Christmas Carol), che sarà la severa nonna di Coriolanus, Scott Folan (Brotherhood) sarà il pacificatore Beanpole, Honor Gillies sarà un membro dei Covey Barb Azure, Burn Gorman (Pacific Rim) sarà il Comandante Hoff, Michael Greco (Eastenders) sarà Strabo Plinth, Daniela Grubert (Little Shop of Horrors) sarà Mrs. Plinth, Isobel Jesper Jones (The Bastard Son & the Devil Himself ) sarà la figlia del sindaco del Distretto 12 Mayfair Lipp, Eike Onyambu (Romeo and Juliet) sarà un membro dei Covey Tam Amber, Carl Spencer (Rocketman) sarà il pacificatore Smiley, il violinista Konstantin Taffet sarà un membro dei Covey Clerk Carmine, e Flora Li Thiemann (Tigermilk) sarà il mentore Livia Cardew.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il film

Basato sul romanzo prequel del 2020 di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi della trilogia di Hunger Games   a partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi è un usignolo e chi è un serpente.

Tom Blyth e Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter Schafer sarà Tigris Snow, Peter Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà Volumnia Gaul.

Scritto da Michael Lesslie e basato su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal regista di Hunger Games Francis Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad Simpson, insieme a Francis Lawrence. Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle sale.

House of the Dragon: il significato del vestito verde di Alicent

House of the Dragon: il significato del vestito verde di Alicent

L’abito verde della regina Alicent è stato uno dei momenti più importanti mostrati  nell’episodio 5 di House of the Dragon. L’ultima puntata della serie della HBO si è concentrata su un matrimonio reale in cui un vestito particolare ha svolto un ruolo fondamentale, oltre alle solite trame politiche che il pubblico ama guardare. La scelta di Alicent plasmerà il futuro dei Sette Regni per molti anni. Come mai? Scopriamolo, ma prima di continuare a leggere, tieni presente che ci saranno spoiler da Fire & Blood di George RR Martin.

SPOILER ALLERT DI SEGUITO

Il significato dell’abito verde della regina Alicent in House of the Dragon Episodio 5 è quello di un’imminente guerra civile. Come spiegato da Larys Strong (Matthew Needham), la Casata Hightower accende una fiamma verde nel faro di Vecchia Città quando chiama gli stendardi in guerra. L’abito di Alicent hanno catturato l’attenzione di tutti grazie al suo ingresso al matrimonio di Rhaenyra e Laenor, in perfetto tempismo. La regina, infatti, interrompe il discorso di re Viserys (Paddy Considine) prima che egli lodasse l’unione. Scegliendo quel colore particolare per il suo vestito, Alicent ha voluto avvertire tutti che la Casata Hightower non accetterà Rhaenyra come legittimo successore senza combattere. Tradizionalmente, i membri della famiglia Targaryen indossano abiti neri e rossi.

Dopo l’azione di Alicent, i Sette Regni si divisero in due fazioni, i Verdi e i Neri, combattendo per conquistare il Trono di Spade. I Verdi sosterranno il primogenito di Viserys e Alicent, Aegon II Targaryen, noto anche come Aegon il Vecchio. Invece, i Neri rimasero fedeli alla decisione di Viserys di incoronare Rhaenyra come regina. Le due fazioni iniziarono una lunga, contorta e sanguinosa guerra civile nota come “La danza dei draghi”, poiché entrambe le parti avevano sangue Targaryen e potevano fare affidamento sui draghi.

Nei libri, le due fazioni sono nate in un torneo tenuto per il quinto anniversario del matrimonio di Viserys con Alicent piuttosto che durante il matrimonio di Rhaenyra e Laenor. I Verdi potevano contare sul sostegno di molte importanti famiglie di Westeros, inclusi i super ricchi Lannister. Tyland Lannister, fratello gemello di Jason, prestò servizio come maestro del conio nel Consiglio Ristretto di Aegon II. Criston Cole è stato anche una figura fondamentale nel cosiddetto Consiglio Verde. Ha officiato come Primo Cavaliere del Re e Lord Comandante della Guardia Reale. Il Consiglio Verde includeva il Gran Maestro Orwyle, Jasper Wylde come maestro delle leggi e Larys Strong come maestro dei sussurri. Come  ha mostrato House of the Dragon Episodio 5, Strong è stato uno dei primi uomini a sostenere la causa di Alicent.

MCU: Benedict Wong è molto felice che la Fase 4 sia un “Wong Cinematic Universe”

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Benedict Wong è diventato uno degli attori più in evidenza nel Marvel Cinematic Universe, dal momento che il suo personaggio, lo Stregone Supremo Wong, appare in tanti progetti MCU al punto che persino Kevin Feige ci ha scherzato.

Parlando con The Hollywood Reporter, Wong ha discusso del “Wong Cinematic Universe”, una battuta che Kevin Feige gli ha fatto in un’e-mail in riferimento al numero di film e serie televisive MCU della Fase 4 in cui è apparso.

“Ho ricevuto l’e-mail – ha detto Benedict Wong in merito a Feige – è davvero gentile da parte sua dirlo. Per quello che mi riguarda, io sono proprio un cucciolo sovraeccitato ogni volta che ricevo una sua chiamata. Tipo “Ehi, ti piacerebbe essere in X?”. Sono cresciuto da bambino, leggendo i fumetti di Spider-Man, e poi mi sono ritrovato in questo mondo e ho trovato un personaggio chiamato Wong. Mi sto divertendo a interpretare questo ruolo e a scoprire dove mi porta. In ogni singolo tipo di progetto in cui mi invitano a essere coinvolto, si scopre uno strato del personaggio, come fosse una cipolla. Puoi scoprire qualcosa in più sulle eccentricità dello Stregone Supremo.”

Abbiamo visto Wong in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, in Spider-Man: No Way Home e naturalmente in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, al momento possiamo vederlo anche in She-Hulk, attualmente in programmazione su Disney+. Possiamo scommettere che Wong troverà il modo di apparire anche in Black Panther: Wakanda Forever che arriverà al cinema l’11 novembre 2022.

Aldo Braibanti: la vera storia dietro al film Il Signore delle Formiche

Dopo l’anteprima al Festival di Venezia, è arrivato in sala il nuovo film del regista Gianni Amelio, dal titolo Il Signore delle Formiche (qui la recensione). Interpretato da Luigi Lo Cascio ed Elio Germano, il film ripercorre il cosiddetto “Caso Braibanti“, ovvero il processo svoltosi a Roma sul finire degli anni Sessanta nel quale il poeta e mirmecofilo (ovvero uno studioso delle formiche) Aldo Braibanti venne accusato di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.

L’uscita ha dunque riportato alla luce un episodio della storia italiana poco noto, ma ricco di retroscena politici, sociali e culturali, nonché legati ad una precisa volontà di punire la relazione omosessuale esistente tra Braibanti e il giovane studente, di nome Giovanni Sanfratello (nel film chiamato invece Ettore Tagliaferri). Il film, tuttavia, non è stato concepito per essere una riproposizione del tutto storicamente accurata degli eventi, prendendosi alcune libertà e soprattutto ricostruendo la vicenda in ordine non cronologico e attraverso l’intervento di più punti di vista.

Aldo Braibanti: la vera storia dietro al film Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti nasce a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, il 17 settembre 1922. Sin da giovanissimo si appassiona allo studio della natura e in particolare degli insetti sociali, tra cui le formiche, ma nutre un forte interesse anche per la poesia. Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci, Giovannni Pascoli e Gabriele D’Annunzio sono i suoi miti letterari. Oltre all’impegno culturale, però, Aldo crescendo inizia ad abbracciare sempre più una politica antifascista, ereditata dai suoi genitori. Negli anni del liceo, infatti, contribuisce a diffondere manifesti che invitano ad andare contro la dittatura fascista.

Finita la guerra, nel 1947, egli recide però ogni rapporto con la politica, concentrandosi unicamente sull’attività di letterato. Nei decenni successivi egli si occupa infatti non solo di dar vita alle sue prime opere come poeta ma anche di dar vita ad un laboratorio culturale divenuto celebre come quello di Castell’Arquato. Spostatosi poi a Roma negli anni Sessanta, inizia qui a lavorare anche in ambito teatrale insieme ad un altro celebre uomo di cultura quale Carmelo Bene. A Roma, però, Braibanti si avvale anche della collaborazione di Giovanni Sanfratello, un ragazzo appena ventenne affascinato dalla cultura del poeta e che si offre di aiutarlo nei suoi progetti.

Conosciutisi durante il laboratorio artistico di Castell’Arquato, i due decidono insieme di spostarsi a Roma, nonostante la contrarietà della famiglia di Giovanni, di natura profondamente conservatrice e fascista. Non sopportando la ribellione del figlio, il padre Ippolito il 12 ottobre 1964 presenta denuncia alla procura di Roma contro Braibanti con l’accusa di plagio. In pratica, Aldo Braibanti veniva accusato da Sanfratello di aver influenzato suo figlio e di avergli imposto le proprie visioni e i propri principi. In realtà, secondo gli storici, s’intendeva perseguire la relazione omosessuale dei due.

Il processo ad Aldo Braibanti

La denuncia nei confronti di Aldo Braibanti si riferiva in particolare all’articolo 603 del codice penale, il quale punisce con una reclusione da 5 ai 15 anni chiunque sottone un’altra persona al proprio volore in modo da ridurla in totale stato di soggezione. Mentre Braibanti veniva dunque portato in tribunale, Giovanni veniva invece letteralmente sequestrato dai suoi famigliari e trasferito per 15 mesi in un manicomio a Verona, dove subirà numerosi elettroshock. Nonostante ciò, quando sarà chiamato a testimoniare in tribunale, Giovanni difenderà il poeta, senza però ottenere risultati.

Ben più peso venne dato alle dichiarazioni di Piercarlo Toscani, un elettricista con cui Braibanti aveva avuto una relazione nei primi anni Sessanta. L’uomo accusò il poeta di averlo indottrinato politicamente e di avergli inculcato idee dannose. Il processo si concluse dopo quattro anni, nel 1968. Braibanti venne condannato a nove anni di reclusione, divenuti poi quattro. Di questi, due gli verranno però condonati in quanto Braibanti era stato partigiano della Resistenza.

Trentacinque anni dopo, in Emergenze, Aldo Braibanti dirà del processo: “quel processo, a cui mi sono sentito moralmente estraneo, mi è costato due nuovi anni di prigione, che però non sono serviti a ottenere quello che gli accusatori volevano, cioè distruggere completamente la presenza di un uomo della Resistenza, e libero pensatore, ma tanto disinserito dal mondo sociale da essere l’utile idiota adatto a una repressione emblematica. Purtroppo la colpevole superficialità di gran parte dei media ha cercato da allora di etichettarmi in modo talmente odioso che per reazione ho finito col chiudermi sempre più in un isolamento di protesta, fuori da ogni mercato culturale”

Aldo Braibanti Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti, dopo il processo

La condanna suscitò accese polemiche a livello internazionale. Dalla parte di Braibanti si schierarono i principali uomini di cultura, da Alberto Moravia a Pier Paolo Pasolini, e si evidenziò in particolare la profonda anomalia del reato contestato e della sua gestione da parte del sistema processuale italiano. Dal canto suo, Braibanti continuò la sua attività di poeta anche in prigione, componendo una raccolta dal titolo Le prigioni di stato. Uscito poi di prigione, egli riprende a suo modo attività culturali di vario tipo, mantenendo appunto sempre un profilo basso, tentende all’isolamento e lontano dalle logiche di mercato.

Gli ultimi anni di vita Aldo Braibanti li passa in miseria, con la sua storica casa romana che gli viene anche sfrattata. Egli tornerà dunque a Castell’Arquato, dove continuerà a vivere in ristrettezze economiche mentre cerca di portare a termine le sue ultime opere. Il 6 aprile del 2014, infine, all’età di 91 Braibanti muore. Il poeta aveva comunque avuto la soddisfazione di sopravvivere all’articolo che lo aveva condannato alla reclusione. Questo era infatti stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con sentenza 96/1981.

Lo Schiaccianoci e il flauto magico: trailer del film d’animazione con la voce di Charlotte M

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Notorious Pictures ha diffuso il trailer del film d’animazione Lo schiaccianoci e il flauto magico, in arrivo al cinema. Il 3 novembre torna al cinema il grande classico “Lo Schiaccianoci” nella nuova versione animata Lo schiaccianoci e il flauto magico, con la voce della famosissima e talentuosa YouTuber/TikToker Charlotte M., diretto da Vikor Glukhusin e distribuito da Notorious Pictures.

La storia più romantica di sempre torna sul grande schermo in una nuova veste per tutta la famiglia. Ispirato al grande classico di Alexandre Dumas e con le celebri musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, il film racconta la storia di Marie, una ragazza che ama danzare ed è molto affezionata ai suoi giocattoli.  Alla morte del padre, Marie esprime un desiderio e, come per magia, i suoi amici giocattoli prendono vita e scopre che il suo schiaccianoci è in realtà l’amato principe George. Inizia così un’avventura incredibile, tutta al femminile, piena di colpi di scena, fatta di divertenti peripezie, amore e tanta magia.

A dar la voce alla protagonista è la star del web Charlotte M., la giovanissima content creator e idolo dei suoi coetanei con un bacino digitale che supera il milione di follower. Charlotte M. debutta nel doppiaggio ma il suo talento artistico è molto ampio, è stata protagonista nell’editoria, nella musica ed è presente anche su Spotify. Scrittrice, personaggio dei fumetti, doppiatrice, cantante, Charlotte M. sarà anche la protagonista del film di Notorious Pictures in uscita nel 2023.

Black Panther: Wakanda Forever, il set LEGO svela la battaglia tra terra e mare

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È stato messo in commercio un nuovo set LEGO dedicato a Black Panther: Wakanda Forever, il sequel del film con Chadwick Boseman, che ne onorerà la memoria, continuando a raccontare la gloriosa storia del Wakanda. Nel set che potete vedere sull’account Instagram di 12 Angry Men, si può vedere come le Dora Milaje si preparino alla battaglia contro gli atlantidei, un assaggio di una grande battaglia tra terra e mare.

https://www.instagram.com/p/Cin51HtvKe9/?utm_source=ig_embed&ig_rid=899eb43d-db2e-4453-b98c-d0b0cb201199

Black Panther: Wakanda Forever, le storie che racconta il primo trailer

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

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