La regista Patty Jenkins ha rivelato che la Warner Bros.
voleva tagliare una delle scene iniziali di Wonder
Woman 1984. In una nuova intervista con
JoBlo, Jenkins ha spiegato che la major non voleva inserire nel
film la sequenza iniziale ambientata su Themyscira, che la regista
riteneva invece fondamentale per il pubblico che non aveva
dimestichezza con il personaggio di Diana o che, più semplicemente,
non aveva visto il primo capitolo.
“La scena su Themyscira non era
presente all’inizio. È stata inserita a causa del successo del
primo film, ma anche per un altro motivo. Ci sono due sequenze
d’apertura nel nostro film. Ne abbiamo parlato a lungo con lo
studio. Loro dicevano: devi tagliare il centro commerciale e gli
anni Ottanta, o devi tagliare l’Amazzonia. Anche se fosse risultato
troppo lungo, alla fine ho capito che avevamo bisogno di quella
scena perché mi sono resa conto che tutte le persone che non
avevano visto il primo Wonder Woman, adesso si sarebbero ritrovare
a vederlo, ad esempio, su un aereo. È difficile capire chi è Diana
e cosa sta accadendo senza mostrare Themyscira.”
In occasione dell’uscita del film
nelle sale americane e su HBO Max, nella giornata di ieri la WB ha
organizzato uno speciale watchalong del sequel durante il quale
Patty Jenkins, l’attrice Gal
Gadot e la stessa major erano a disposizione dei fan
per rispondere alle più svariate domande a proposito del film. In
tale occasione, Jenkis ha rivelato che Superman di Richard Donner
del 1978 è stata una delle fonti d’ispirazione per Wonder Woman
1984.
Su
Twitter, la regista ha spiegato: “Mi sono ispirata a quel
film, di sicuro. Queste sono le mie due iterazioni preferite nel
mondo dei supereroi. Ho adorato il primo Superman, così come ho
adorato il primo Spider-Man. Perfezione allo stato puro. Mi hanno
ispirato davvero tanto.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Tom Hanks pensa che i cinema riusciranno a
sopravvivere alla pandemia, ma soltanto grazie ai grandi
blockbuster. Il due volte premio Oscar è attualmente protagonista
di
Notizie dal mondo, l’ultimo film di Paul
Greengrass. Il film è uscito nei cinema degli Stati Uniti
il giorno di Natale e verrà rilasciato in VOD a breve. Distribuito
nelle sale insieme a Wonder Woman
1984, il lancio del film è passato in sordina proprio a
causa dell’uscita congiunta del sequel di Patty Jenkins sia al cinema che su HBO
Max.
Durante la promozione del film,
Hanks ha spiegato a
Collider come vede il futuro dei cinema. Secondo l’amatissimo
attore, un cambiamento era già nell’aria, al di là della pandemia
di Covid-19. Sebbene Hanks creda che i cinema sopravviveranno alla
pandemia, pensa che le opzioni che le sale avranno da offrire in
futuro saranno molto diverse e più limitate. Secondo la star, nei
cinema verranno distribuiti soltanto i grandi blockbuster, mentre i
titoli più piccoli o indipendenti passeranno direttamente allo
streaming.
“Un cambio della marea era
comunque in arrivo. Era previsto”, ha spiegato Tom Hanks. “Esisteranno ancora i cinema?
Assolutamente, esisteranno ancora. In un certo modo penso che gli
esercenti, appena potranno ripartire, avranno libertà di scelta
sulla tipologia di film che vorranno proiettare. I grandi eventi
cinematografici saranno quelli che governeranno i cinema. News of
the World potrebbe essere l’ultimo film per adulti che racconta la
storia di gente che parla di cose interessanti a essere proposto
sul grande schermo da qualche parte perché dopo tutto ciò, per
garantire il ritorno in sala del pubblico, avremo i film
dell’Universo Cinematografico Marvel e di ogni genere di
franchise.”
Un altro film con protagonista
Tom Hanks del 2020, Greyhound, è
stato rilasciato direttamente in streaming, su AppleTV+, all’inizio
di quest’anno. Il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale
cinematografiche americane il 22 marzo scorso: in seguito allo
scoppio della pandemia di COvid-19, la Apple ha acquistato i
diritti di distribuzione per 70 milioni di dollari. Hanks è stato
sotto gli occhi dell’opinione pubblica dall’inizio della pandemia,
quando lui e la moglie Rita Wilson sono stati due dei primissimi
personaggi pubblici a risultare positivi al virus.
Zack Snyder ha rivelato che il suo momento
preferito di Wonder
Woman 1984 è il modo in cui Diana Prince usa il Lazo
della Verità nel film. Il Lazo della Verità è stato per molto tempo
un segno distintivo dell’arsenale di Wonder Woman. La sua prima
apparizione nei fumetti risale al 1942. Tra i suoi numerosi poteri,
l’arma aiuta anche Wonder Woman a rivelare le vere intenzioni dei
suoi nemici
Il Lazo della Verità è già stato
visto più volte nel DCEU. Ha fatto la sua prima apparizione nel
debutto di Wonder Woman in
Batman v Superman: Dawn of Justice. Da allora, il Lazo è
apparso insieme a Wonder Woman sia in Justice
League, sia nel primo lungometraggio da solista del
personaggio del 2017, e ora anche in Wonder Woman
1984. Nel sequel, uscito in America il giorno di Natale
sai al cinema che su HBO Max, Diana lo usa più che mai.
Attraverso una domanda posta a
Patty Jenkins su
Twitter, Snyder ha chiesto alla regista come è stato concepito
il Lazo della Verità nel sequel. Il regista ha anche rivelato che
il Lazo è ciò che ha più amato del film, citando le sequenze
d’azione in cui Diana lo usa come punto culminante. A quanto pare,
Snyder era particolarmente curioso di sapere come Jenkins e il suo
team avessero sviluppato le particolari tecniche utilizzate nel
sequel. Nella sua risposta, la regista ha detto che molte ricerche
sono state dedicate all’esplorazione di nuove idee per il Lazo,
come se fosse possibile per Diana generare abbastanza velocità
attraverso di esso da poter bloccare i proiettili.
Anche se all’inizio del DCEU l’uso
del Lazo da parte di Wonder Woman potrebbe essere stato in qualche
modo limitato, i fan lo vedranno finalmente nella sua piena gloria
proprio grazie a Wonder
Woman 1984. Ci sono diverse scene importanti in cui
Wonder Woman usa il Lazo, incluso quando salva due bambini da una
carovana militare in Egitto e durante il suo combattimento con
Barbara Minerva/Cheetah, alla Casa Bianca. A quanto pare, però, il
momento più emozionante, però, arriva quando Wonder Woman lo usa
per imparare a volare, facendosi strada tra la folla.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
I cattivi Marvel sono noti per aver
accumulato un certo numero di vittime sul grande schermo, ma anche
eroi come gli Avengers hanno ucciso diversi
personaggi nel MCU. Gli scontri uno contro uno tra eroe e
cattivo sono terreno fertile per morte e distruzione, soprattutto
quando i Vendicatori si riuniscono per combattere collettivamente
minacce su larga scala per l’universo. Tuttavia, solo uno può
rivendicare il titolo di Avenger più letale.
Anche se nuovi eroi ed eroine si
uniscono ai ranghi dei Vendicatori ogni anno, i sei membri
originali della squadra d’élite messa insieme da Nick Fury –
Iron Man, Thor, Captain America, Vedova Nera, Hulk
e Occhio di Falco – rimangono il cuore e l’anima
su cui è stato costruito il franchise . E in qualità di membri più
longevi del MCU, gli eroi ben noti già dalla Fase 1 hanno condiviso
la sfortunata circostanza di impegnarsi nel maggior numero di
battaglie, sconfiggendo così il maggior numero di nemici.
Maggiori superpoteri e una vita più
lunga equivalgono ad una maggiore capacità di uccidere. Ecco perché
al primo posto figura Thor, probabilmente il più potente dei
Vendicatori originali, e certamente il più anziano. In
Avengers:
Infinity War, Thor afferma: “Ho millecinquecento
anni. Ho ucciso il doppio dei nemici rispetto ai miei anni”,
il che porrebbe il numero delle uccisioni del Dio del Tuono ad un
minimo di 3000. Thor combatte intere armate di giganti, elfi e
altre creature in tutta la serie dedicata agli Avengers, persino
nei film in solitaria tipicamente riservati a storie più intime che
favoriscono lo sviluppo del personaggio rispetto all’azione. Le
oltre 3000 uccisioni di Thor sono più di qualsiasi altro
Vendicatore nel MCU. Tuttavia, mettendo da parte temporaneamente la
longevità di Thor, l’Asgardiano si avvicina molto di più al resto
del team, perdendo forse anche il suo titolo di Vendicatore più
letale a causa di un eroe terrestre.
Per essere un umano senza poteri
speciali, a parte un geniale intelletto e miliardi di dollari, Tony
Stark è un assassino altamente prolifico. Con una ben nota storia
nella tecnologia delle armi e la tuta di ferro altamente avanzata
di Iron Man, Stark conta abbastanza uccisioni da potersi
classificare secondo nella lista dei più letali Vendicatori. Nel
suo film d’esordio, uccide dozzine di nemici subito dopo aver
forgiato il suo primo abito. Lo schicco di Stark in Avengers:
Endgame non solo sconfigge Thanos (e purtroppo anche
se stesso) ma presumibilmente centinaia di soldati di Thanos sia a
terra che in aria.
Thor, Iron Man e gli altri: ecco i
Vendicatori più letali del MCU
Thor e Iron Man fanno quindi squadra
a sé, mentre i restanti quattro Vendicatori si trovano molto
indietro in termini di uccisioni. Il servizio di Cap nel conflitto
più mortale della storia umana durante Captain America: Il primo vendicatore
significa certamente che l’eroe ha alle spalle un numero di
uccisioni più alto di quanto ci si potrebbe aspettare, ma tale
numero è senza dubbio inferiore rispetto a quello di Hulk,
specialmente contando il tempo trascorso dal Gigante Verde a
Sakaar.
Completano la lista Occhio di Falco
e Vedova Nera: anche se la storia travagliata di Vedova Nera e la
trasformazione di Occhio di Falco in Ronin potrebbero giustificare
diverse morti, i loro ruoli da assassini letali erano probabilmente
più adatti ad eliminare i singoli bersagli.
Secondo un nuovo report di
Variety, i Marvel Studios avevano pensato a
Shia LaBeouf per il ruolo di un supereroe in
uno dei loro prossimi progetti. A quanto pare la Casa delle Idee
aveva puntato all’ex enfant prodige dopo l’acclamato
Honey Boy, pellicola autobiografica di cui LaBeouf ha
curato anche la regia.
Tuttavia, sempre come riferito dalla
fonte, tra lo studio e LaBeouf non c’è mai stato un incontro reale
per discutere dell’eventuale progetto. Inoltre, pare che i Marvel
Studios abbiano fatto marcia indietro – e quindi ripensato alla
loro idea di ingaggiarlo – in seguito alle recenti accuse mosse ai
danni dell’attore dalla sua ex compagna, l’attrice e cantante
FKA Twigs, che aveva conosciuto proprio sul set di
Honey Boy e che lo ha accusato di percosse e abusi (e
anche di averle trasmesso una malattia venerea in maniera del tutto
consapevole).
In seguito alle accuse di Twigs,
Netflix ha rimosso il nome di LaBeouf dalla campagna promozionale
in occasione dei prossimi Oscar di Pieces
of a Woman, l’acclamato film di
Kornél Mundruczó in cui l’attore recita al fianco
di Vanessa Kirby (premiata a Venezia con la Coppa
Volpi per la sua interpretazione).
Shia LaBeouf licenziato da Don’t
Worry Darling, il nuovo film di Olivia Wilde
Shia LaBeouf ha alle spalle una lunga storia
fatta di problemi legati all’abuso di sostanze, alla gestione della
rabbia e alla mancanza di professionalità. Nel corso degli anni, il
suo comportamento è stato ampiamente tollerato a Hollywood a causa
del suo innegabile talento. Tuttavia, sempre il report di
Variety chiarisce sul reale motivo per cui l’attore abbia
abbandonato il cast di Don’t Worry Darling, il nuovo film da regista
di Olivia Wilde(La rivincita delle
sfigate).
A settembre venne ufficializzato che
LaBeouf aveva abbandonato il progetto a causa di altri impegni e
che sarebbe stato sostituito da Harry Styles(Dunkirk).
Adesso, invece, come spiegato dalla fonte, pare che l’attore sia
stato licenziato dalla stessa Wilde proprio a causa del suo
comportamento anti-professionale. Una fonte vicina alla produzione
del film ha spiegato che non è facile lavorare con l’attore e che
LaBeouf è stato più volte sgradevole sia con Wilde che con i membri
del cast e della troupe.
Le riprese del film, che verrà
finanziato da Apple e distribuito nelle sale americane dalla
Paramount Pictures, sarebbero dovute partire a marzo di quest’anno,
ma causa della pandemia di Covid-19 sono state posticipate di un
anno esatto. Adesso, in una recente intervista con
Empire realizzata in occasione del primo anno trascorso
dall’uscita di The
Irishman, Scorsese ha parlato del suo nuovo film e del
fatto che la produzione sia stata posticipata a marzo 2021.
“Sono felice che al pubblico
sia piaciuto The Irishman. Questi apprezzamenti mi hanno colpito
molto”, ha spiegato il regista. “Il Covid, questa
pandemia, ha interrotto un processo creativo. Mi sono dovuto
concentrare su me stesso. In particolare i primi due mesi, quando
eravamo tutti blindati nelle nostre case, hanno eliminato
moltissime distrazioni. Devo trovare un modo per ritrovare quel
particolare impulso creativo per il mio nuovo film, allo stesso
modo in cui è accaduto con Irishman. Tolte tutte le cerimonie di
premiazione, tutte quelle cose… tornare in una stanza da solo, con
un progetto, a chiedermi se riuscirò a fare qualcosa di
nuovo.”
Poi ha aggiunto: “Con The
Irishman abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati.
Che sia un grande film, o un buon film, o non lo sia, io non lo so.
Quello che so è che riesco a vederlo. Quello che voglio dire è che
devo tornare e trovare quella stessa scintilla. Non so se ci
riuscirò. Questa pandemia, però, ha reso quasi obbligatorio provare
e cercare di riuscirci. Perché tutto il resto se n’è andato, la
vita di una volta non c’è più. Cosa ci resta adesso? Le persone che
ami, la famiglia e, si spera, quella scintilla… di ravvivarla per
un nuovo film. Ma continuo a ripensare a The Irishman. Userò
quell’esperienza come lezione.”
La trama del nuovo film di Martin Scorsese
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la
prima volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo
DiCaprio e Robert
De Niro (in precedenza, i due avevano recitato
insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e
ne La stanza di Marvin del 1996). In
una vecchia
intervista concessa a Cahiers du Cinéma, il regista aveva così
parlato del film: “Posso dire che sarà un western. È
ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno dei
cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
Nella giornata di ieri, a soli pochi
giorni dall’uscita di Wonder
Woman 1984 nelle sale e su HBO Max, si è tenuto su
Twitter uno speciale watchalong del film durante il quale la
regista Patty Jenkins, l’attrice Gal Gadot e la Warner Bros. erano a
disposizione dei fan per rispondere alle più svariate domande a
proposito del sequel, ma non solo.
Una domanda che ha attirato
l’attenzione di molti riguardava la lunga lista di personaggi dei
fumetti che Jenkins sarebbe eventualmente interessata a portare sul
grande schermo. La regista, che è stata confermata alla regia di
Wonder Woman 3 (che vedrà anche il ritorno di
Gadot), ha rivelato che amerebbe raccontare sul grande schermo le
avventure di tre supereroi in particolare: Superman, appartenente
all’universo DC, e poi Spider-Man e Vedova Nera, entrambi
appartenenti all’universo Marvel. “Grazie per la
domanda”, ha risposto Jenkins alla domanda di un fan.
“Probabilmente Superman, Spider-Man o Black Widow! Tanto
potenziale con tutti loro, sempre”.
Ricordiamo che in passato la regista
ha avuto la possibilità di lavorare con i Marvel Studios: a
Jenkins, infatti, era stata proposta la regia di Thor: the Dark World, progetto dalla quale la
stessa ha deciso di allontanarsi a causa di alcune “divergenze
creative”. Nonostante tra i prossimi progetti della regista figuri
anche un nuovo film di
Star Wars, al momento sembra improbabile che possa
realmente occuparsi di uno dei cinecomics della “concorrenza”.
Patty Jenkins sull’approccio a Cleopatra
Tra i progetti futuri della regista
di Monster, uno dei più attesi è sicuramente Cleopatra, che la vedrà dirigere nuovamente
Gal Gadot nei panni della regia d’Egitto. In
una recente intervista con
Collider in occasione della promozione di
Wonder Woman 1984, la regista ha parlato del
chiacchieratissimo progetto, spiegando cosa avrà in comune con i
suoi lavori precedenti:
“Credo di amare particolarmente
le storie di personaggi complicati, come ad esempio quella che ho
raccontato in Monster. Quando entri nel punto di vista di quel
personaggio, la sua storia diventa molto interessante, in un modo
forse diverso. Spero di aver fatto la stessa cosa con Wonder Woman.
Voglio approcciarmi allo stesso modo a Cleopatra. L’unica storia
che conosciamo veramente su di lei ci è stata tramandata dai
romani, che la odiavano e l’hanno uccisa. Vogliamo cercare di
capire cos’altro esiste su una delle donne più famose della storia,
su una delle grandi leader d’Egitto. Racconteremo la storia che
tutti conoscono, ma cambiando il punto di vista. A quel punto, la
comprensione sarà totalmente diversa.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Variety conferma che è
ufficialmente entrato in produzione Wonder
Woman 3 alla Warner Bros. La rivista riporta anche che
Gal Gadot tornerà a vestire i panni di Diana
Prince mentre alla regia è stata confermata Patty
Jenkins, che ha già diretto Wonder Woman
nel 2017 e Wonder Woman 1984 uscito in questi
ultimi giorni in sala e su HBO Max negli USA, e in arrivo nel 2021
in Italia.
L’annuncio arriva in coda
all’arrivo dei primi dati relativi all’accoglienza del secondo film
con protagonista l’Amazzone della DC Comics in uscita nel giorno di
Natale sulla piattaforma della Warner Bros e in alcuni cinema
selezionati. Lo Studio ha annunciato che il terzo film sarà
distribuito in sala, come da tradizione pre-covid.
“Dal momento che i fan di tutto
il mondo hanno accolto Diana Prince, portando in alto la
performance in apertura nel weekend di Wonder Woman 1984, siamo
emozionati nell’essere in grado di continuare la sua storia con le
nostre Wonder Women nella vita vera, Gal e Patty, che torneranno
per concludere la trilogia cinematografica a lungo
pianificata.” Si legge nelle dichiarazioni di Toby
Emmerich, capo di Warner Bros.
La Wonder Woman di
Gal Gadot, intanto, sarà vista prossimamente anche in
Justice League su HBO Max, nella versione del film
pensata da Zack Snyder.
Wonder
Woman 1984 è uscito il 25 Dicembre 2020 in America e
il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del
personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata
introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il regista Tim
Burton ha da sempre abituato i suoi spettatori a
confrontarsi con delle fiabe, racconti fantastici dove anche
l’impossibile diventa realtà. Grazie ad Edward mani
diforbice, uno dei suoi titoli
più apprezzati e celebrati di tutta la sua carriera, egli ci svela
così l’origine della neve, dando vita ad una storia ricca di
poesia, emozioni e riferimenti all’immaginario culturale di cui da
sempre Burton fa sfoggio. Racconto senza tempo sul diverso e sulle
tante sfumature dell’amore, il titolo del 1990 è tutt’oggi l’opera
che più di ogni altra incarna la poetica del regista originario
della grigia Burbank.
L’idea per tale film è infatti da
ritrovarsi nell’infanzia del regista. Questi era infatti solito dar
vita ad una serie di cupi disegni per esternare i propri sentimenti
di isolamento e di incapacità di comunicare con quanti intorno a
lui. Nel film si può infatti ritrovare la figura dell’emarginato,
ricorrente nel cinema di Burton, contrapposta alla colorata ma
bigotta popolazione del sobborgo dove si svolgono le vicende.
Attraverso l’uso di colori, cliché e uno stile volutamente retrò,
il regista dà così vita alle sue creature, riuscendo ad infondere
in esse sentimenti estremamente personali e a renderli
universali.
Acclamato dalla critica e dal
pubblico, Edward mani di forbice arrivò ad un incasso
complessivo di circa 86 milioni di dollari a fronte di un budget di
20 milioni. Nell’opera si possono poi ritrovare innumerevoli
riferimenti, i più evidenti dei quali rimandano ad opere come
Frankenstein e La bella e la bestia. Prima di
gettarsi in una nuova visione del film, può senz’altro essere utile
approfondire alcuni dei principali aspetti del film. Dalla
trama al cast di attori, passando
infine per la colonna sonora e alcune delle
frasi più belle del film. Proseguendo qui nella
lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò, come anche le
principali piattaforme streaming dove poter
ritrovare il film.
Edward mani di forbice: la trama
del film
La storia si svolge in un ridente e
colorato quartiere di periferia, a cui si contrappone un tetro e
tenebroso castello. Qui, da orma troppo tempo, vive in completa
solitudine il giovane Edward, creatura quasi umana, la cui
imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del mondo, timoroso
di affacciarsi ad una società poco incline ad accettarlo. Edward,
ha infatti delle forbici per mani, a causa della prematura morte
del suo creatore. Scoperto però dalla gentile Peggy, rappresentante
Avon alla disperata ricerca di clienti, Edward si troverà ora per
la prima volta a lasciare quel tetro ambiente, trovando ospitalità
nella cittadina fino a quel momento temuta.
Qui egli sviluppa una straordinaria
capacità creativa che gli varrà un’iniziale amicizia dell’intero
vicinato. La grande voglia di Edward di conoscere una realtà
diversa da quella sino ad allora vissuta non basterà però perché il
quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi tanto temuti
dal giovane. Ben presto, infatti, egli sarà costretto a rapportarsi
e scontrarsi con il bigottismo e l’ipocrisia, a causa dei quali si
sentirà sempre più smarrito. Per sua fortuna a rassicurarlo ci sarà
la bella figlia di Peggy, Kim, grazie alla quale Edward scoprirà
l’esistenza di un sentimento mai conosciuto prima: l’amore.
Edward mani di forbice: il cast del
film
Per dar vita al personaggio di
Edward così come Burton l’aveva immaginato, era necessario trovare
l’attore che meglio di chiunque altro avrebbe potuto vestire quei
panni. Inizialmente la Fox propose Tom
Cruise per la parte, ma il regista non era convinto.
Egli preferì invece assegnare il ruolo a Johnny
Depp, all’epoca noto come sex-symbol. L’attore era
infatti in cerca di un personaggio con cui potersi togliere
quest’etichetta, e lo trovò in Edward. Affascinato dal ruolo, Depp
iniziò a guardare numerosi film di Charlie Chaplin, studiando i
modi per poter comunicare emozioni senza l’uso di dialoghi. Il film
in questione ha rappresentato la prima di tante collaborazioni tra
l’attore e Burton.
Accanto a lui nel film si ritrova
poi Winona
Ryder nei panni di Kim. L’attrice raccontò in seguito
di aver fatto molta fatica a calarsi nei panni di questa, essendo
un personalità completamente diversa dalla sua. Secondo l’attrice,
le ragazze come Kim erano quelle con cui aveva a lungo avuto
problemi durante l’adolescenza. L’attrice Dianne
West dà invece vita a Peggy, madre di Kim e colei che
aiuta Edward ad uscire dal suo tetro castello. Questa fu da subito
una grande sostenitrice del progetto, e secondo Burton fu proprio
grazie a lei che questo riuscì a prendere vita. Una volta che la
West accettò la propria parte, diversi altri attori mostrarono
interesse nei confronti del film.
L’oggi premio Oscar Alan
Arkin è invece presente nei panni di Bill Boggs,
marito di Peggy e padre di Kim. Questo ammise in seguito di aver
faticato a comprendere il progetto, ma di essere rimasto entusiasta
dalla fantasia di Burton. L’attrice Kathy Baker
recita qui in uno dei suoi primi ruoli comici grazie a Joyce, la
vicina di Peggy che tenta di sedurre Edward. Anthony
Michael Hall ha invece ricoperto il personaggio di Jim,
violento fidanzato di Kim. Infine, Vincent Price,
da sempre idolo di Burton, compare nei panni dello scienziato che
dà vita ad Edward. Questo è stato per lui l’ultimo ruolo della sua
carriera, in quanto venuto poi a mancare nel 1993.
Edward mani di forbice: i costumi e
la colonna sonora
Le iconiche mani di Edward furono
disegnate da Stan Winston, il re del trucco e
degli effetti speciali famoso per aver lavorato a Terminator,
Jurassic Park e Alien. Fu Winston a decidere di usare
delle vere forbici per le dita di Edward. Quando Winston mostrò i
primi schizzi a Burton, a quanto pare lui disse: ”Non pensavo che
avrebbe davvero avuto dita di forbice. Pensavo sarebbero stati
solamente lunghi e affilati pezzi di metallo che non erano stati
finiti, ma così è molto meglio!” In seguito, Winston collaborò
ancora con il regista, per Batman – Il ritorno e Big Fish. Il look
del personaggio è invece ispirato a Robert Smith,
frontman del gruppo post-punk The Cure, e venne
realizzato da Ve Neill. Winston e Neill ottennero
poi una nomination all’Oscar.
Edward mani di forbice
rappresenta inoltre uno dei punti più alti della collaborazione di
Burton con il celebre compositore Danny Elfman.
Quest’ultimo ha più volte citato il lavoro svolto per tale film
come il suo più personale e favorito, nonché uno dei più difficili
a cui si sia mai dedicato. Per questo egli sviluppo tre temi
principali, indicati come il “Tema Principale”, il “Tema
Emozionale”, e il “Ballo di Ghiaccio”. Quest’ultima è la
composizione più riconoscibile, nonché quella che ha in seguito
caratterizzato maggiormente il film e la memoria che se ne ha.
Elfman raccontò infine di essere rimasto particolarmente intristito
dalla fine della lavorazione, desiderando poter ulteriormente
esplorare quel mondo narrativo e le sue musiche.
Edward mani di forbice: le frasi,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Edward
mani di forbice grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 24
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Edward mani di forbice
è un film memorabile non solo per i personaggi, per l’atmosfera,
per l’estetica inconfondibile, ma anche per alcune frasi
memorabili.
Non mi ha finito. (Edward)
“Come fai a sapere che lui è ancora vivo?” “Non lo so, non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi,
prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta,
ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non
credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra
quei fiocchi”. (Kim)
“Stringimi.” “Non posso…” (Kim e Edward)
Morì, prima di finire l’uomo da lui creato. (Kim)
“Allora perché lo hai fatto?” “Perché me lo hai chiesto tu.” (Kim e Edward)
Sembra che Spider-Man 3, la terza avventura di Peter
Parker collegata al MCU, vedrà il ritorno di moltissimi
volti noti dell’universo dell’Uomo Ragno già apparsi nei precedenti
franchise cinematografici. Tuttavia, ci sono alcuni di loro che
forse non dovrebbero fare ritorno. Ecco, secondo
ComicBookMovie, chi sono e perché:
Harry Osborn/Green Goblin (James Franco)
James
Franco è un grande attore, ma l’arco del suo Harry Osborn si è
concluso in modo deludente in
Spider-Man 3, con la trasformazione del suo personaggio in
Green Goblin. Franco non ha mai ricordato con affetto la sua
esperienza nell’universo Marvel, ma è stato chiaramente tentato a
fare ritorno nel mondo dei fumetti per il progetto Multiple
Man di Fox, poi cancellato.
È noto anche per essere molto
affezionato a Sam Raimi, quindi forse ci potrebbero essere i
presupposti per un ritorno in Spider-Man 3 del 2021? Speriamo di no! Non c’è niente
di buono che potrebbe venir fuori dal fatto che Harry faccia parte
di questo viaggio nello Spider-Verse, ed è ovvio che Norman
dovrebbe essere al centro dell’attenzione per il momento
(specialmente se viene impostato come nuovo grande cattivo).
Venom (Topher Grace)
Tra non molto,
Tom Holland e
Tom Hardy saranno destinati a condividere lo schermo nei panni
rispettivamente di Spider-Man e Venom, ma probabilmente ciò non
accadrà in Spider-Man 3. I Marvel Studios potrebbero
essere felici di usare volti familiari del passato, ma impiegare
anche i personaggi di Sony è un’altra questione. C’è, tuttavia, un
Venom del passato che potrebbe essere usato nel threequel…
Topher Grace ha interpretato Eddie
Brock in Spider-Man 3 del 2007, ma la sua interpretazione
del cattivo non è stata ben accolta. Inserito nel film, Venom è
diventato una delle parti peggiori di un film già di suo non
propriamente memorabile. Non avrebbe senso riportarlo indietro… a
meno che il Peter di Holland non prenda il suo simbionte!
Capitano George Stacy (Denis Leary)
Se The Amazing Spider-Man 3 non fosse stato demolito da
Sony, il piano era che Peter Parker portasse alla luce un siero che
avrebbe resuscitato i morti, incluso il capitano George Stacy.
Nessuno sa come avrebbe funzionato, ma forse nessuno è davvero
interessato a visitare un mondo in cui l’arrampicamuri è riuscito a
riportare indietro i suoi amici e familiari caduti.
A parte questo, il capitano Stacy di
Denis Leary non era eccezionale. Nemmeno la versione di James
Cromwell in Spider-Man 3 lo è stata. Se George dovesse
tornare davvero sul grande schermo, dovrebbe essere con un nuovo
attore nel MCU, e non con un volto del passato.
Gwen Stacy (Bryce Dallas Howard)
Parlando della famiglia
Stacy, è stato rivelato che Emma Stone tornerà come Gwen Stacy in
Spider-Man 3. Alcuni credono che sarà vestita come
Spider-Gwen, e questo sarebbe un ruolo certamente interessante per
l’attrice nel film. Potrebbe anche essere un pio desiderio, ma
vedere di più su Gwen è sicuramente una prospettiva allettante. Non
abbiamo bisogno di più versioni, però!
Bryce Dallas Howard è una grande
attrice e una regista formidabile (vedi The
Mandalorian), ma la sua Gwen non ha mai avuto un impatto
duraturo. Se Kirsten Dunst cambierà idea sul ritorno e i Marvel
Studios vogliono dare allo Spidey di Tobey Maguire un interesse
amoroso, potrebbe funzionare, ma anche in questo caso non ce ne
sarebbe realmente bisogno…
Ben Parker (Martin Sheen)
Lo zio Ben è stato
totalmente irrilevante nell’Universo Cinematografico Marvel, e un
threequel già così affollato potrebber non essere il posto migliore
per reintrodurlo. Cliff Robertson è morto nel 2011, lasciando ai
Marvel Studios una sola scelta: Martin Sheen. Non era molto bravo
nel ruolo ed è troppo vecchio per interpretare una nuova versione
dello stesso personaggio sulla Terra che il Peter di Tom Holland
chiama casa.
Se Robertson fosse stato ancora con
noi, allora la sua versione che arrivava per unire tutti e tre gli
Spider-Men cinematografici avrebbe potuto avere un senso e apparire
familiare agli occhi dei fan dei primi tre film. Allo stato
attuale, però, lo zio Ben è meglio conservarlo per una storia
futura.
Betty Brant (Elizabeth Banks)
Il Marvel Cinematic
Universe ha una Betty Brant, ed è chiaramente un’aspirante reporter
dato il lavoro che fa per lei e per il liceo di Peter Parker.
Quanto sarebbe bello per lei trovarsi faccia a faccia con la sua
controparte più anziana e alternativa dell’universo, ora
giornalista di punta per The Daily Bugle? In realtà, neanche
lontanamente.
Questo sarebbe un cameo lasciato
totalmente al caso. Inolte, considerato che
Elizabeth Banks è oggi una vera star rispetto a quando è stata
rilasciata la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, sarebbe meglio
farle interpretare un personaggio diverso che rivisitare il
passato. La Betty del MCU è già fantastica di per sé, quindi è
meglio tenere i riflettori puntati su di lei!
Harry Osborn/Green Goblin (Dane DeHaan)
Secondo alcuni rumor, il
Green Goblin di Dane DeHaan tornerà in Spider-Man 3, una decisione impossibile da
capire dopo The Amazing Spider-Man 2. Mal progettato, e ancor più
mal interpretato dalla star di Chronicle, questo Gobby era
davvero uno scherzo. Sony che lo ha scelto come leader dei Sinistri
Sei è stata la battuta d’arresto finale e aspettarsi che i fan
prendessero sul serio il cattivo – nonostante sia stato
completamente rivisitato – è una grande prova di fiducia anche da
parte dei Marvel Studios.
Vederlo assomigliare
all’Ultimate Green Goblin potrebbe funzionare, ma questo solleva
comunque una domanda: “Perché?”. Se è vero che Spider-Man 3 sta riportando Willem Dafoe nei
panni di Norman Osborn, questo è davvero l’unico Goblin di cui
abbiamo realmente bisogno in un film già di per sé molto
ambizioso.
Sandman (Thomas Haden Church)
Non c’era nulla di
intrinsecamente sbagliato nel Sandman di Thomas Haden Church: le
cose iniziarono davvero ad andare storte solo quando, per qualche
motivo, si rivelò essere il vero assassino di Ben Parker. Si
vocifera che anche Church sia in trattative per tornare allo
Spider-Verse, e grazie al modo in cui la tecnologia è avanzata,
forse ora è il momento giusto per usare di nuovo Sandman.
Se i Marvel Studios non avessero
usato un sosia di Sandman in Spider-Man:
Far From Home, avrebbe potuto funzionare, ma ora
sembrerebbe ridondante. Non c’è molto che Sandman possa portare in
Spider-Man 3 o in un film multidimensionale sui
Sinistri Sei; ci sono cattivi decisamente migliori da utilizzare.
Non saremo troppo sconvolti se dovesse davvero tornare, ma i Marvel
Studios dovranno fare molto per dargli un ruolo rilevante.
Felicia (Felicity Jones)
Felicity Jones ha avuto una
piccola parte in The Amazing Spider-Man 2 come “Felicia”, un
personaggio che si credeva fosse Felicia Hardy, a.k.a. Gatta Nera.
Quella trasformazione avrebbe dovuto avvenire nei Sinistri Sei,
progetto poi cancellato. Ora, però, è giusto dire che sia Jones che
Gatta Nera meritano più di una piccola parte in un film già molto
affollato.
Se la Sony prevede di dare a Jones
un ruolo da protagonista in un film su Gatta Nera, va bene, ma
probabilmente ci sono ruoli migliori per l’attrice nell’Universo
Cnematografico Marvel. Gestita correttamente, potrebbe funzionare,
ma è probabile che richieda troppo tempo sullo schermo!
Lizard (Rhys Ifans)
Da un lato, perché non fare
in modo che Lizard si unisca ai Sinistri Sei? I Marvel Studios
potrebbero migliorare il suo aspetto e Rhys Ifans non era certo
male come Curt Connors (nemmeno Dylan Baker, ma non è mai diventato
Lizard nei film di Sam Raimi).
Tenendo conto di ciò, forse è meglio
che Lizard sia il principale cattivo in un altro film, e non in
Spider-Man 3. Preferibilmente, lo stesso discorso
dovrebbe valere anche per Kraven il Cacciatore. Usare troppi
cattivi in modo usa e getta sarebbe un errore, quindi per ora è
meglio tenere Lizard come riserva.
Non esiste giorno
migliore di quello di Natale per debuttare con un film per
famiglie, e Netflix lo sa bene, tanto che quest’anno, ha unito i
buoni sentimenti, l’avventura e il divertimento, con un occhio di
riguardo ai più piccoli, per mettere a disposizione dei suoi
abbonati, proprio il 25 dicembre, We can be heroes, il nuovo film originale della
piattaforma, scritto e diretto da Robert Rodriguez.
Sequel diretto di Le
avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D, We can be
heroes racconta della nuova generazione di eroi, i figli dei
Super, che sono costretti a entrare in azione dopo che i loro
genitori sono stati presi in ostaggio dagli alieni che minacciano
la Terra.
We Can Be Heroes
We can be heroes è sequel ed erede di Spy
Kids
La lezione di
Spy Kids si sente forte e chiara, anche se questa
volta Rodriguez contamina il suo mondo colorato di piccoli eroi con
i superpoteri che hanno invaso cinema, tv, piattaforme e streaming,
negli ultimi dieci anni. E così i figli delle spie diventano figli
di supereroi alle prese con la pesante eredità dei genitori che,
salvando il mondo, stabiliscono standard altissimi per i giovani
protagonisti.
Sulla scia dei film tv
prodotti in grande quantità da Disney Channel e ora da Disney+, Netflix conferma la sua
intenzione di potenziare l’offerta per il pubblico più giovane, a
partire dai prodotti di animazione, fino a film del genere che sono
sicuramente un diversivo divertente per i più giovani e per un
pomeriggio in famiglia.
I temi che il regista
affronta sono tutti edificanti, dall’importanza di avere fiducia in
se stessi, al valore del lavoro di squadra quando si è in
difficoltà, fino alla consapevolezza delle proprie forze e alla
fondamentale presa di coscienza del proprio ruolo all’interno di
una comunità. La giovane protagonista, Missy (YaYaGosselin), è infatti l’unica
senza superpoteri, ma è anche l’unica in possesso di una capacità
di leadership che dovrà imparare a gestire, per accettarsi e farsi
accettare dagli altri.
Personaggi edificanti ma
divertenti
Numerosissime sono
invece le trovate divertenti e gustose, che rendono la visione di
We can be heroes gradevole anche per i più grandi,
come la giovane eroina con una voce magica, A Cappella
(Lotus Blossom) che non perde occasione per
introdurre siparietti musicali, o la piccola Guppy (Vivian
Blair) che va addirittura in modalità berserk quando perde
il controllo, proprio lei che è il link con il film precedente, dal
momento che è la figlia di Lavagirl e Sharkboy. Oltre a
rappresentare un gruppo molto inclusivo, questi simpatici e svegli
supereroi sono un gruppo davvero ben scritto e immaginato. Certo il
film palesa una ingenuità disarmante, ma svolge egregiamente il suo
compito di raccontare una storia edificante per tutti.
Disponibile dal 25
dicembre sulla piattaforma, We can be heroes è
un’avventura divertente per tutta la famiglia, perfetta per le
vacanze di Natale casalinghe che si prospettano in questo 2020
disastroso.
Da quando è stato annunciato un
nuovo film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU, i fan hanno iniziato a
speculare sugli attori che vorrebbero vedere nei panni dei membri
della prima famiglia di supereroi Marvel. Di recente, una piattaforma
di scommesse sportive online ha reso noti i nomi degli attori che i
fan vorrebbero vedere nell’atteso nuovo film.
Bovada – via
CBR – ha condiviso diverse classifiche per ognuno dei
personaggi principali della saga dei Fantastici Quattro con il
rispettivo elenco di potenziali attori. Il primo personaggio
menzionato è Reed Richards/Mister Fantastic, con nomi come
John Krasinski di The Office e A
Quiet Place e William Jackson Harper di
The Good Place e C’è sempre il sole a
Philadelphia in cima alla lista.
Un altro casting del film
estremamente popolare è quello relativo alla moglie di Krasinski,
Emily Blunt, che i fan vorrebbero vedere nel ruolo
di Sue Storm/La Donna invisible. Altre attrici che i fan avrebbero
proposto per la parte sono Lily James (Mank),
Samara Weaving(Hollywood) e
Jessica Chastain(X-Men: Dark
Phoenix).
Per quanto riguarda il re di
Latveria, Victor Von Doom/Dottor Doom, pare che i fan vogliano
vedere Giancarlo Esposito di Breaking Bad
e The Mandalorian nella parte. Per quanto riguarda Johnny
Storm/La Torcia Umana, Anthony Ramos di
Hamilton sarebbe il favorito insieme a Zac
Efron(Ted Bundy – Fascino criminale) e
Riz Ahmed(Soud of Metal). Infine,
Stephen Graham di Boardwalk Empire
sarebbe il favorito per il ruolo di Ben Grimm/La Cosa, insieme a
Dean Norris (Breaking Bad), John
Cena (The Suicide Squad) e Nathan Fillion(Castle).
Il film dei Fantastici
Quattro ambientato nel MCU è stato ufficialmente
annunciato durante lo scorso Investor Day 2020 di Disney. Al
momento i dettagli sul film sono scarsi: sappiamo soltanto che la
pellicola sarà diretta da Jon Watts, regista di
Spider-Man: Homecoming, Spider-Man:
Far From Home e di
Spider-Man 3, attualmente in fase di produzione.
Alcuni membri della troupe di
Mission
Impossible 7 hanno preso le difese di Tom Cruise dopo il recente “sfogo”
dell’attore sul set. All’inizio di questa settimana, è diventato
virale
un audio dell’attore che sul set del settimo capitolo della
celebre saga ammonisce (con toni parecchio veementi) due membri
della produzione del film per aver infranto i protocolli di
sicurezza legati al Covid-19.
L’audio ha fatto letteralmente il
giro del mondo, suscitando reazioni contrastanti. In seguito,
ci sarebbe stata una seconda sfuriata della star che avrebbe
spinto altri cinque membri della troupe ad abbandonare il set. Ora,
come riportato da People,
altri membri della troupe del film – rimasti anonimi – sarebbero
intervenuti in difesa di Cruise e del suo comportamento,
giustificando la sua reazione.
Una fonte interna alla produzione
avrebbe spiegato quanto segue: “È davvero difficile spiegare
quanto Tom Cruise sia incredibilmente concentrato nel far sì che
ogni film che fa venga realizzato al massimo delle possibilità. I
film della saga di Mission Impossible sono molto speciali per lui.
Sono i ‘suoi’ film. Tom ha aiutato a stabilire le norme anti-
Covid. Ed è normale che se la prenda sul piano personale quando il
protocollo non viene rispettato. In tutti questi anni di lavoro su
Mission Impossible, nessuno lo ha mai sentito alzare la voce. Di
base è concentrato sulle riprese. Ma questo film è diverso dagli
altri. Deve anche assicurarsi che tutti stiano bene.”
Un altro insider, invece, ha
dichiarato: “La vita di Tom è il suo lavoro. Avverte davvero la
pressione per quanto la situazione sia diventata pericolosa oggi. E
non vuole ulteriori interruzioni. C’è davvero tantissimo in ballo.
Quando vede dei comportamenti che non sono professionali, vuole
sistemare le cose.”
Le date di uscita di Mission
Impossible 7 e 8
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai
Morales(Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Dopo l’acclamata interpretazione di
Dafne Keen nei panni di Laura/X-23 in Logan – The Wolverine del 2017, in molti
pensavano che la giovane attrice avrebbe avuto l’opportunità di
riprendere il ruolo in un nuovo film. Ovviamente, le cose sono
cambiate dopo che la Disney ha acquistato la Fox.
Di recente era stata proprio la star
di His Dark Materials – Queste oscure materie a
confermare che, in origine,
c’erano davvero dei piano per uno spin-off dedicato a X-23
prima dell’acquisizione, ma ha anche specificato che da allora non
ha più avuto alcun aggiornamento al riguardo. Tuttavia, sembra che
la recente notizia che i Marvel Studios stiano ufficialmente
andando avanti con Deadpool 3, abbia dato alla giovane attrice la
speranza che, prima o poi, potremmo vederla di nuovo nei panni del
clone e figlia di Wolverine all’interno del MCU.
“Sto cercando di non alzare
troppo le mie aspettative nel caso in cui non accada nulla, ma
spero davvero che lo facciano, perché ho adorato interpretare
Laura”, ha detto Keen a
ComicBook riguardo a un potenziale ritorno nel ruolo.
“Occupa un posto molto speciale nel mio cuore ed è un
personaggio incredibile. E ad essere onesti, l’intera situazione di
Deadpool 3 mi ha davvero reso felice perché…
ovviamente, quando la Disney ha comprato la Fox, sospettavo che non
ne avrebbero fatto più film vietati ai minori. Ma dare il via
libera a Deadpool 3 è un ottimo segnale per altri film rating
R.”
Il grande successo di Logan
Logan – The
Wolverine è stato universalmente acclamato come
il migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in
generale il miglior film sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
A gennaio, il regista di Doctor
StrangeScott Derrickson ha
annunciato che non avrebbe diretto il sequel Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, adducendo come
motivazione per il suo abbandono del progetto le tradizionale
“divergenze creative” con i Marvel Studios. Da allora non si è
più saputo nulla sull’abbandono del regista, nonostante
quest’ultimo rimanga collegato al sequel in qualità di produttore
esecutivo.
Ora, sembra molto che Derrickson
abbia finalmente rotto il silenzio su quando accaduto, alludendo
attraverso il suo profilo
Twitter ufficiale che una scontro a livello di visione è stato
davvero al centro della sua decisione di abbandonare il franchise.
Sembra che il boss dei Marvel Studios Kevin Feige
volesse che il regista realizzasse un film molto diverso da quello
che aveva inizialmente immaginato. In passato è stato riferito che
Derrickson aveva in mente di realizzare il primo film horror del
MCU, ma probabilmente i piani sono cambiati quando si deciso di
portare lo Stregone Supremo e Scarlet Witch in un viaggio
attraverso il Multiverso.
Nonostante le divergenze di
opinioni, il regista sembra soddisfatto della scelta di Sam Raimi come nuovo regista del sequel di
Doctor
Strange, che visti i trascorsi – la trilogia di Spider-Man con
Tobey Maguire, ma anche film come La casa e
Darkman – potrebbe dare vita a qualcosa di molto speciale.
Via
Twitter, Derrickson ha scritto: “Ho preso delle decisioni
creative molto dure quest’anno. Ma giurai dopo Ultimatum alla Terra
(2008) che non mi sarei mai più ritrovato a dirigere il film di
qualcun altro, e sto tenendo fede alla mia promessa.”
Il regista – che ha in programma di
dirigere l’annunciato sequel di Labyrinth – ha poi aggiunto: “Non credo sia il
compito di un produttore assecondare ciecamente le richieste di un
regista. Credo sia fondamentale che il produttore e il regista
vogliano fare lo stesso film. Multiverse of Madness è in ottime
mani con Sam Raimi.”
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Sam
Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias
Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Secondo Zack Snyder, un modello come quello del
MCU, con la sua narrativa
interconnessa, non potrebbe mai funzionare per il DCEU. Snyder ha
diretto i primi due film che hanno rilanciato al cinema i
personaggi di Superman e Batman (L’uomo
d’acciaio e
Batman v Superman: Dawn of Justice), gettando le basi per
un nuovo universo condiviso basato sulle proprietà della DC.
Tuttavia, la storia del regista con
la Warner Bros. e la DC Films è stata alquanto complicata.
Nonostante L’uomo
d’acciaio e Batman v Superman abbiamo raggiunto degli incassi
notevoli, entrambi i film sono stati stroncati sia dalla critica
che dai fan. Ciò ha spinto la WB ha riconsiderare i suoi piani per
l’intero franchise, senza considerare che nel bel mezzo della
produzione di Justice
League, Snyder ha dovuto abbandonare il progetto a
causa di una tragedia familiare. Il regista è stato sostituito in
corsa da Joss Whedon, che ha stravolto la storia
inizialmente concepita dal collega e portato al cinema un film
completamente diverso rispetto a quelle che erano le intenzioni
originale di Snyder.
Durante una recente intervista con
il canale YouTube
TheFilmJunkee (via Screen
Rant), il regista ha condiviso i suoi pensieri sulla strategia
della Warner Bros. in merito al DCEU, che a partire da Wonder
Woman ha comunque sfornato una serie di titoli che sono
stati maggiormente apprezzati rispetto al passato (come Aquaman e
Shazam!).
“Francamente, adoro il fatto che
abbiano deciso di assecondare la loro personalità”, ha
spiegato Zack Snyder. “credo che ci sia stato un
periodo intermedio in cui forse hanno cercato di capire come
procedere. A cosa mi riferisco con periodo intermedio? Quando hanno
valutato la possibilità di essere come la Marvel o provare a fare
le cose in modo diverso. Adesso credo che abbiano trovato la loro
strada… una strada in cui il regista viene prima di ogni cosa. Cosa
il multiverso consente di fare… ascoltare la visione del regista e
poi assemblare i personaggi.
Zack Snyder e l’approccio diversificato del DCEU
Il regista ha poi aggiunto:
“Anche quando stavo girando L’uomo d’acciaio, Batman v Superman
e Justice League, c’erano film d’animazione e serie DC che non
avevano nulla a che fare con ciò che stavamo facendo. E non c’era
un modo di collegarli insieme senza far sentire il fandom alienato.
Sono anni che la Marvel pensa alla costruzione del suo universo.
Ogni volta che c’era un nuovo film, si collegava a quelli
precedenti e tutto sembrava muoversi nella stessa direzione. Questo
con la DC non sarebbe mai potuto accadere. Perché c’erano già
troppe cose estremamente popolari, a livello televisivo e
cinematografico, che non potevano essere azzerate. Ogni cosa aveva
già un suo tono, un suo universo. Ecco perché sono contento che
l’universo DC si sia stabilizzato attraverso un approccio molto più
diversificato.”
Gal Gadot ha risposto alle accuse di
whitewashing in merito al ruolo di Cleopatra
nell’annunciato film che sarà diretto da Patty Jenkins. Il film segnerà la terza
collaborazione tra l’attrice israeliana e la regista statunitense
dopo Wonder
Woman del 2017 e l’attesissimo Wonder Woman
1984, in arrivo domani nelle sale americane e in
contemporanea su HBO Max.
Quando è stato annunciato il casting
di Gadot, i detrattori hanno sostenuto che la scelta dell’attrice
ignorasse volontariamente le origini miste di Cleopatra. Un’altra
attrice bianca aveva già interpretato la parte: la leggendaria
Elizabeth Taylor aveva portato sullo schermo
il mito di Cleopatra nell’omonimo film del 1963 diretto da
Joseph L. Mankiewicz. All’epoca, fu uno dei film
più costosi mai realizzati, che mandò quasi in bancarotta la 20th
Century Fox.
Adesso, Gal Gadot ha difeso di parlare del ruolo e di
difendere la sua decisione di accettare la parte. In una nuova
intervista con BBC Arabic (via
The Independent), l’attrice ha specificato che Cleopatra era di
origine macedone e che la produzione non è riuscita a trovare
un’attrice che si adattasse alla parte. Ha poi aggiunto che il film
è progetto che le sta particolarmente a cuore, invitando le persone
che hanno un problema con il suo casting a cercare di capire che la
figura di Cleopatra può tranquillamente prestarsi a qualsiasi tipo
di interpretazione.
“Prima di tutto, se vogliamo
essere fedeli ai fatti, Cleopatra era macedone. Stavamo cercando
un’attrice macedone che potesse adattarsi a Cleopatra. Non c’era e
Cleopatra è un progetto che mi sta molto a cuore. Ho amici da tutto
il mondo, che siano musulmani o cristiani o cattolici, atei o
buddisti, o ovviamente ebrei. Le persone sono persone e quello che
voglio fare è celebrare l’eredità di Cleopatra e onorare questa
straordinaria icona storica che ammiro davvero tanto. Chiunque può
fare un film su Cleopatra e chiunque può provare a dare vita ad una
sua versione. È un progetto che mi appassiona davvero tanto. Ecco
perché farò anche io la mia versione di Cleopatra.”
Cleopatra: un progetto in cantiere da anni
La sceneggiatura del film è stata
scritta da Laeta Kalogridis, mentre la produzione
è stata affidata a Paramount Pictures, che ha battuto in corsa
Warner Bros e Netflix. Il film sulla vita di Cleopatra era in
cantiere da tanto tempo, con
Angelina Joliee Lady
Gaga che sono state corteggiate per il ruolo e
con registi del calibro di James Cameron, Denis
Villeneuve e David Fincher
avvicinatisi al progetto.
Warner Bros. ha fissato la data di
uscita di Furiosa, il prequel di Mad
Max: Fury Road incentrato sul personaggio interpretato
nel film del 2015 dal premio Oscar Charlize Theron. Fury
Road ha rilanciato in grande stile la saga partorita dalla
mente di George Miller e iniziata nel lontano 1979 col
primo film interpretato da Mel Gibson.
Il quarto capitolo, uno spettacolare
action che ha introdotto per la prima volta il personaggio
dell’Imperatrice Furiosa, è arrivato a trent’anni di distanza
dall’uscita del terzo episodio (Oltre la sfera del tuono)
e ha visto nel cast, oltre a Theron, anche il candidato all’Oscar
Tom Hardy, che ha raccolto l’eredità di Gibson
come nuovo interprete del protagonista Max Rockatansky.
Nonostante il grande successo di
Fury
Road, un nuovo film è stato bloccato per anni a causa di
una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. Tuttavia, lo scorso
ottobre il progetto è stato confermato ufficialmente attraverso la
notizia del casting di Anya-Taylor Joy, la star di The New Mutants e
La regina degli scacchi, che interpreterà una versione più
giovane del personaggio di Furiosa. Oltre a lei, nel cast ci
saranno anche Chris Hemsworth(Thor:
Ragnarok) e Yahya Abdul-Mateen II(Aquaman),
anche se al momento i loro ruoli non sono stati ancora svelati.
Adesso, Furiosa –
questo sarà il titolo ufficiale – ha finalmente una data di uscita.
La Warner Bros. – via
Screen Rant – ha infatti annunciato che il film arriverà nelle
sale americane il 23 giugno 2023. La major ha anche speficiato che
il film uscirà soltanto nelle sale e non in contemporanea anche su
HBO Max.
La pre-produzione di Furiosa
George Miller
dirigerà, co-scriverà e produrrà
Furiosa insieme al suo partner di produzione
di lunga data Doug Mitchell. Il film sarà prodotto
dal marchio australianoKennedy Miller Mitchell di Miller,
insieme al partner di Fury
Road, la Warner Bros. Pictures.
Nel preparare la sceneggiatura di
Mad
Max: Fury Road, Miller e il
co-sceneggiatore Nick Lathouris hanno
sviluppato storie di origine per ogni personaggio, ma non è stato
rivelato molto sul passato di Furiosa nel film del 2015. Adesso
avremo la possibilità di vedere il personaggio all’origine del suo
mito.
Considerato uno dei più grandi
successi della Pixar Animation Studios, il film d’animazione
Alla ricerca
di Nemo è ancora oggi un esempio perfetto di
grande intrattenimento per piccoli e adulti. La storia di un padre
alla ricerca del proprio figlio è quanto mai universale, e se come
qui è ambientata nei coloratissimi oceani del pianeta Terra,
l’avventura diventa ancor più vivace, sorprendente ed emozionante.
Si tratta infatti di una delle opere più entusiasmanti della nota
casa d’animazione, nonché di uno dei maggiori prodigi della
computer grafica realizzati all’epoca della sua uscita, il
2003.
Ideato e diretto da Andrew
Stanton, in collaborazione con Lee
Unkrich, il film nasce da una serie di suggestioni.
Stanton ha infatti raccontato di aver sempre trovato affascinanti i
pesci nell’acquario che possedeva il suo dentista, ritrovandosi ad
immaginare per loro delle grandi storie. Il desiderio definitivo di
realizzare un film animato dedicato al mondo marino è però arrivato
nel momento in cui egli ha visitato un grande parco marino in
compagnia di suo figlio. Dopo diversi anni di lavoro sulla
sceneggiatura, il film è infine stato pronto per essere realizzato,
ricercando il massimo realismo possibile per le scene ambientate
sott’acqua.
Uscito infine il sala, il film
divenne uno di maggiori risultati economici dell’anno, con un
guadagno complessivo di circa 940 milioni di dollari a fronte di un
budget di 94. Ciò lo portò inoltre a diventare il film d’animazione
con il maggior incasso di sempre. Un successo che si protrasse per
l’intera stagione, portando infine Alla ricerca di Nemo a
vincere l’Oscar come miglior film d’animazione. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile approfondire le principali curiosità
legate a tale titolo, da quelle relative alla trama e fino al cast
di doppiatori che danno voce ai celebri personaggi. Infine, si
ritroverà l’elenco delle piattaforme contenenti il film nel proprio
catalogo.
Alla ricerca di Nemo: la trama del
film
Protagonista del film è Marlin, un
pesce pagliaccio che ha di recente perso la moglie Coral e tutte le
sue uova, ad eccezione di Nemo, unico superstite dopo l’attacco di
un predatore. Come figlio unico e con una pinna atrofica, Nemo è
soffocato dalle attenzioni paterne, il che lo porterà a
disobbedirgli e a nuotare in mare aperto. Qui il piccolo pesciolino
si imbatterà in grandi pericoli, che lo porteranno anche al di
fuori del suo ambiente naturale. Quest’ulteriore perdita spingerà
Marlin ad addentrarsi nell’oceano per ritrovare il suo piccolo
Nemo. Con una simpaticissima compagna di viaggio, Dory, pesce
chirurgo affetta da perdite di memoria a breve termine, Marlin
scoprirà l’oceano, conoscerà squali vegetariani e tartarughe
velocissime, fino a ritrovare suo figlio ed a raccontargli
un’avventura che mai avrebbe creduto di poter affrontare.
Alla ricerca di Nemo: il cast e i
personaggi del film
Per dare vita ad un film di questo
tipo, e garantirgli un certo successo, era necessario per gli
autori trovare le giuste voci per i personaggi protagonisti. Per il
doppiaggio dell’iperprotettivo pesce Marlin, la
prima scelta del regista è sempre stato l’attore Albert
Brooks. Questi rimase da subito entusiasta del
personaggio, apprezzando il suo essere un pesce pagliaccio che non
fa ridere. L’attore si dedicò così a puntare in particolare su tale
aspetto. In italiano il personaggio ha invece la voce dell’attore
Luca
Zingaretti. Il giovanissimo Alexander
Gould, oggi noto attore televisivo, è invece stato scelto
per dare voce a Nemo, il disobbediente figlio di
Marlin che si troverà a vivere un’incredibile avventura lontano da
casa.
Di particolare popolarità è il
personaggio di Dory, la sbadata pesciolina
compagna di viaggio di Marlin. Stanton decise di affidare la parte
alla conduttrice televisiva Ellen DeGeneres dopo
averla vista improvvisare in televisione. In italiano il
personaggio ha invece la voce di Carla Signorinis.
Il candidato all’Oscar Willem
Dafoe è invece la voce di Branchia,
un anziano idolo moresco, leader dei pesci contenuti nell’acquario
del dentista. L’attore Barry Humphries è invece la
voce di Bruto, uno squalo bianco impegnato nel suo
tentativo di diventare vegetariano. Eric
Bana ha invece dato voce a Randa, lo
squalo martello che si aggira per l’oceano insieme a Bruto. La
premio Oscar Allison Janney ha invece dato voce a
Diva, la stella marina contenuta nell’acquario.
Geoffrey Rush, infine, è la voce di
Amilcare, un pellicano che aiuterà Marlin e Dory a
raggiungere Nemo.
Alla ricerca di Nemo: il sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato il grande successo del film,
era lecito aspettarsi un sequel di questo che raccontasse ulteriori
avventure nell’oceano. Sono in realtà dovuti passare ben 13 anni
prima che questo prendesse forma con il titolo di Alla ricerca di
Dory. Concentrandosi sulla simpatica pesciolina, il film è
infatti non solo un sequel ma anche un vero e proprio spin-off.
Nuovamente diretto da Stanton, e con la DeGeneres a dare voce al
personaggio, il film è arrivato in sala nel 2016. In esso si
raccontano ulteriori dettagli relativi al passato di Dory, la quale
sarà ora protagonista di un’avventura tutta sua. Affermatosi come
un nuovo grande successo della Pixar, il film ha guadagnato oltre
un miliardo di dollari a fronte di un budget di circa 200.
Prima di vedere tale sequel, è per
ora possibile fruire di Alla ricerca di Nemo grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema,
Google Play, Infinity, Apple iTunes e Disney+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione in prima
visione il giorno mercoledì 23 dicembre
alle ore 21:20 sul canale Rai
2.
Arriva il 25 dicembre la
prima incursione di Shonda Times su Netflix.
Dopo 15 anni di successi alla ABC, la regina della tv porta la sua
ShondaLand sulla piattaforma, e lo fa con
Bridgerton, primo adattamento seriale basato sulla
saga di romanzi firmata dall’americana Julia Quinn. I libri
sono un successo mondiale e a giudicare dalla serie in otto episodi
disponibile dal giorno di Natale, saranno una miniera d’oro anche
per il servizio di streaming.
La trama di Bridgerton
La storia racconta dei
Bridgerton, una potente e ricchissima famiglia che
vive nella Londra della Reggenza, Età della Reggenza. La serie si
apre sull’inizio della stagione che prevede la presentazione a
corte delle fanciulle da marito. Daphne, la primogenita Bridgerton,
fa il suo debutto e agli occhi della Regina è lei il diamante della
stagione, colei che tutti vorranno e che dovrà accaparrarsi il
miglior marito possibile. Dall’altra parte, questo ruolo è occupato
dal Duca di Hastings, affascinante giovane erede che però sembra
non avere alcuna intenzione di sposarsi per oscure
ragioni.
La premessa, che
lasceremo scarna per evitare spoiler o ulteriori indicazioni, ci
proietta direttamente in un mondo che Jane Austen
ha raccontato in lungo e in largo, rendendolo romantico e moderno,
e la serie di Rimes non tradisce questa aspettativa. Il tono della
serie è spesso lezioso, a volte stucchevole, presentando modelli di
società che non sono assolutamente attuali, eppure nelle stanze
private delle donne da marito, nei circoli per uomini nobili
serpeggia il seme della rivoluzione.
Donne e uomini nella
stessa trappola sociale
Donne consapevoli della
loro condizione di donne, svantaggiate rispetto agli uomini, uomini
che d’altro canto si sentono intrappolati in ruoli sociali che
vorrebbero sfuggire ai doveri e al machismo che impone loro di
essere in un determinato modo, giovani donne che vorrebbero
scrivere, viaggiare e studiare piuttosto che trovarsi marito e
altri che si trovano perfettamente al loro agio esattamente dove
sono.
Insomma, Shonda Times (e Julia
Quinn) fanno di tutti per offrire un codice
comportamentale differente e moderno anche agli spettatori che
cercano un guilty pleasure per queste pigre e casalinghe vacanze di
Natale.
Le barriere razziali come retaggio storico
L’ideatrice di Grey’s Anatomy e Le regole del delitto perfetto fa però di più:
ci mostra come la barriera etnica che vorrebbe una società
completamente bianca in quel periodo storico nei salotti londinesi
che contano sia una prigione mentale che la Storia ha imposto.
Basta un semplice stratagemma narrativo per giustificare la
presenza di persone di colore tra le più alte cariche del regno e
trai nobili, ad esempio, segno che alcune cose possono non solo
cambiare, ma devono farlo.
Un altro riferimento
importante per la serie che le conferisce un ritmo incalzante è il
debito che ha con Gossip Girl. Come nella serie che ha lanciato
la carriera di Blake Lively, anche in Bridgeton c’è una
misteriosa pettegola che, invece di usare un blog, scrive un foglio
scandalistico, in cui riporta tutti i pettegolezzi di cui l’alta
società è ghiotta ma dei quali è anche il soggetto prediletto. Un
tocco di frivolezza che però contribuisce alla confezione di ogni
singolo episodio, con una introduzione e una conclusione che si
offrono anche come riflessioni alte su ciò che stiamo per vedere o
che abbiamo appena visto.
Interpreti bellissimi e volti
peculiari
Naturalmente la serie è
arricchita da uno stuolo di attori molto interessante, perché se i
protagonisti
Phoebe Dynevor e
Regé-Jean Page sono sfacciatamente belli, perfetti
sotto ogni punto di vista, il resto del cast dimostra una curiosità
verso volti e fisionomie che contribuisce a caratterizzare i
personaggi e a renderli accattivanti agli occhi del pubblico, dal
pretendente più goffo alla lady più altera.
Bridgeton è senza dubbio una serie che rientra
nella definizione di guilty pleasure, tuttavia come ogni serie di
Shonda Rimes è caratterizzata da un ottimo ritmo e
una sotterranea riflessione sociologica che la rendono più preziosa
e importante di quanto non si presenti.
Tutti
per 1 – 1 per tutti, un film Sky Original,
prodotto da Vision Distribution e Indiana, sarà il 25 dicembre in
prima assoluta su Sky e in streaming su NOW TV, disponibile anche
on demand. In occasione della presentazione del film, ecco la
nostra intervista a Valerio Mastandrea che torna a indossare i
panni di Porthos dopo Moschettieri del Re – Penultima
missione.
Il film è il sequel di Moschettieri
del re – penultima missione, diretto da Giovanni Veronesi, e vede
nel cast
Pierfrancesco Favino,
Valerio Mastandrea,
Rocco Papaleo, Giulia
Michelini, Anna
Ferzetti, Federico
Ielapi, Sara
Ciocca, Giulio
Scarpati e Margherita
Buy. Assenti Matilde Gioli e Sergio Rubini, che invece
facevano parte del primo film.
Sempre goliardici ma più
arrugginiti, tornano i Moschettieri D’Artagnan (Pierfrancesco
Favino), Porthos (Valerio Mastandrea) e Athos (Rocco Papaleo),
richiamati dalla Regina Anna d’Austria (Margherita Buy) per
un’ultimissima missione segreta. Guidati stavolta da una singolare
veggente di nome Tomtom (Giulia Michelini), si lanceranno in una
nuova, mirabolante, avventura che intreccerà i destini della
piccola Principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta
d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e Buffon (Federico Ielapi), un
giovanissimo e riccioluto orfanello. In un viaggio costellato di
sfide di ogni genere e incontri fantastici, tra cui quello con
Cyrano (Guido Caprino), si troveranno ad affrontare la più dura
delle prove: scegliere tra la fedeltà alla Corona e quella
all’amicizia.
Il 25 dicembre
debutta su Netflix Bridgerton,
la prima serie targata Shondaland (casa di produzione fondata da
Shonda Rhimes). La serie è stata creata dal suo collaboratore di
lunga data, Chris Van Dusen (Scandal, Grey’s Anatomy, Private
Practice) e sarà disponibile il giorno di Natale in tutti i Paesi
in cui il servizio è attivo.
Basato sulla serie di bestseller
della scrittrice Julia Quinn, Bridgerton è
una serie romantica, scandalosa e arguta che celebra l’eternità di
amicizie durature, famiglie che trovano la loro strada e la ricerca
di un amore che conquisti tutto. La serie è interpretata da
Phoebe Dynevor, Regé-Jean Page, Golda
Rosheuvel, Jonathan Bailey, Luke Newton, Luke Thompson, Claudia
Jessie, Nicola Coughlan, Ruby Barker, Sabrina Bartlett, Ruth
Gemmell, Adjoa Andoh, Polly Walker, Bessie Carter e Harriet
Cains.
Bridgerton, la trama
Bridgerton
segue le vicende di Daphne Bridgerton (Phoebe Dynevor), la figlia
maggiore della potente famiglia Bridgerton mentre fa il suo debutto
nel competitivo mercato matrimoniale di Regency London. Sperando di
seguire le orme dei suoi genitori e trovare il vero amore, le
prospettive di Daphne inizialmente sembrano non essere messe in
discussione. Mentre suo fratello maggiore inizia a escludere i suoi
potenziali corteggiatori, il foglio dello scandalo dell’alta
società scritto dalla misteriosa Lady Whistledown pone Daphne sotto
una cattiva luce. Entra in gioco il desiderabile e ribelle Duca di
Hastings (Regé-Jean Page), scapolo impegnato e considerato match
ideale dalle mamme delle debuttanti. Nonostante i due affermino di
non volere nulla di ciò che l’altro ha da offrire, la loro
attrazione è innegabile e le scintille volano mentre si trovano
impegnati in una crescente battaglia di ingegni e mentre affrontano
le aspettative della società per il loro futuro.
Il 25 dicembre debutta su Netflix
in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo We
can be Heroes, il nuovo film live action per i ragazzi
e le famiglie diretto da Robert Rodriguez.
Nel cast di We
can be Heroes YaYa Gosselin,
Pedro Pascal,
Priyanka Chopra Jonas,
Christian Slater, Boyd Holbrook, Christopher McDonald e Adriana
Barraza. Nel cast anche Vivien Lyra Blair, Isaiah Russell-Bailey,
Akira Akbar, Lyon Daniels, Nathan Blair, Lotus Blossom, Hala
Finley, Andy Walken, Dylan Henry Lau, Andrew Diaz, Taylor Dooley,
Sung Kang, Haley Reinhart, J. Quinton Johnson, Brittany Perry
Russell e JJ Dashnaw.
We can be Heroes, la trama
Quando gli invasori alieni
rapiscono tutti i supereroi della Terra, i loro figli vengono
portati al sicuro in un rifugio del Governo. La giovane e
intelligente Missy Moreno (Yaya Gosselin) non si fermerà però
davanti a nulla per salvare il suo papà supereroe Marcus Moreno
(Pedro Pascal). Missy fa squadra con il resto dei giovani super per
sfuggire a Miss Granada (Priyanka Chopra-Jones), la misteriosa
babysitter inviata dal Governo per controllarli.
Se vogliono salvare i loro
genitori, dovranno lavorare insieme usando i propri super poteri –
dall’elasticità al controllo del tempo, fino alla capacità di
prevedere il futuro – formando un team straordinario. Ricco di
azione ed emozioni, WE CAN BE HEROES è diretto da Robert Rodriguez
(SPY KIDS, LE AVVENTURE DI SHARKBOY E
LAVAGIRL) e vede nel cast anche Boyd Holbrook, Christian
Slater, Chris McDonald e Adriana Barraza.
Nonostante quest’anno non sia stato
canonico, per moltissimi punti di vista, i film horror del
2020 sono stati numerosi e non hanno smesso di fare
compagnia agli spettatori anche se questi non si sono mossi dalle
proprie case e sono rimasti in casa.
I film di paura
hanno sempre un pubblico nutrito e pronto ad emozionarsi e a
saltare dalla poltrona, e la dimensione casalinga potrebbe aver
accentuato questa esigenza, dato che guardare film che
spaventassero e scuotessero gli animi poteva essere un simpatico
diversivo alla monotonia.
Di seguito, ecco un breve elenco
film horror usciti nel 2020, sia al cinema, per i
pochi mesi in cui hanno funzionato, che sulle piattaforme, che
hanno fatto grande compagnia ai reclusi in quarantena.
The Boy – La maledizione di Brahms
Dopo aver spaventato
milioni di spettatori in The Boy, la bambola Brahms è tornata,
pronta a seminare nuovamente terrore. Ignara della terrificante
storia della villa in cui si è trasferita, una giovane famiglia è
pronta a iniziare una nuova vita. Qui il piccolo Jude trova un
amico: una bambola di porcellana apparentemente innocua, che però
prende vita ogniqualvolta le sue regole non vengono rispettate. Il
legame tra il bimbo e la bambola si fa di giorno in giorno più
morboso, fino a quando Liza (Katie
Holmes) capisce che dietro quel volto lucido e sempre
sorridente si nasconde in realtà una presenza oscura. Riuscirà a
risalire all’origine degli eventi inspiegabili e inquietanti che si
manifestano nella casa e svelare la maledizione di Brahms?
Fantasy Island
In
Fantasy Island, prodotto dalla BlumHouse (Scappa
– Get Out e Halloween) , l’enigmatico Mr. Roarke riesce a far
avverare i sogni dei suoi fortunati ospiti, in un lussuoso, quanto
remoto, villaggio vacanze tropicale. Ma quando le fantasie
diventano incubi, gli ospiti dovranno risolvere il mistero
dell’isola per fuggire e mettere in salvo le loro vite. Diretto da
Jeff Wadlow, Fantasy Island è scritto da Jeff Wadlow & Chris Roach
& Jillian Jacobs e prodotto da Jason Blum e Marc Toberoff.
La Llorona di Jayro Bustamante
Nelle orecchie di Alma e
dei suoi figli, durante la guerra civile in Guatemala, risuonano le
parole «Se piangete, vi ammazzo». Trent’anni dopo, si apre il
procedimento penale contro Enrique, un generale in pensione
responsabile del genocidio. Quando però il generale viene
prosciolto grazie all’annullamento del processo, lo spirito della
Llorona comincia a vagare per il mondo come un’anima perduta tra i
vivi. Di notte, Enrique sente i suoi lamenti. Sua moglie e sua
figlia credono che stia avendo manifestazioni di demenza legate
all’Alzheimer. Non possono sospettare che la loro nuova governante,
Alma, sia lì per ottenere quella vendetta negata dal processo.
Il buco
Nelle profondità di quello
che sembra un bellissimo ristorante si trova “il buco”, una
struttura che sembra infinita e in cui una tavola imbandita si
muove per i vari piani. Tutti i suoi abitanti devono nutrirsi dallo
stesso piatto, e quelli che si trovano sotto vivono con la speranza
di trovare almeno le briciole per sopravvivere. Goreng (Iván
Massagué) ha scelto volontariamente di farsi rinchiudere, come
pretesto per smettere di fumare. Quello che vedrà in quella strana
prigione lo cambierà per sempre.
The Wolf House
Maria, una giovane donna,
trova rifugio in una casa nel sud del Cile dopo essere fuggita da
una setta di fanatici religiosi tedeschi. Viene accolta in casa da
due maiali, unici abitanti del luogo. Come in un sogno, l’universo
della casa reagisce ai sentimenti di Maria. Gli animali si
trasformano lentamente in esseri umani e la casa diventa un mondo
da incubo. Ispirato al caso reale della Colonia Dignidad, The Wolf
House si traveste da fiaba animata prodotta dal leader della setta
per indottrinare i suoi seguaci.
ANTEBELLUM
l’autrice di successo
Veronica Henley (Janelle Monáe) si ritrova intrappolata in una
realtà parallela orribile. Ogni momento potrebbe essere l’ultimo.
Per evitare di rimanere intrappolata per sempre in questo mondo
d’orrore e panico, Veronica deve svelare il folle e antico mistero
che si nasconde dietro tutta questa angoscia prima che sia troppo
tardi. ANTEBELLUM è il nuovo e terrificante thriller del produttore
degli acclamati film GET OUT and US, e dei registi rivoluzionari
Gerard Bush e Christoper Renz.
His House
Dopo essere fuggiti dal Sudan del Sud in guerra, una giovane
coppia fatica ad adattarsi alla nuova vita in una cittadina inglese
dove si nasconde un male indicibile.
Sto pensando di finirla qui
Film del premio Oscar Charlie
Kaufman (Se
mi lasci ti cancello) tratto dal romanzo di successo
di Iain Reid. Nonostante i dubbi sul loro rapporto, una giovane
donna (Jessie Buckley) parte in viaggio con il suo nuovo ragazzo
(Jesse Plemons) alla volta della fattoria di famiglia. Bloccata
alla fattoria durante una tempesta di neve con la madre
(Toni
Collette) e il padre (David
Thewlis) di Jake, la ragazza comincia a mettere in discussione
tutto quello che sapeva o credeva di aver capito del suo compagno,
di se stessa e del mondo.
Relic
Quando l’ottuagenaria Edna scompare
inspiegabilmente, sua figlia Kay (Emily Mortimer) e la nipote Sam
(Bella
Heathcote) si precipitano nella decadente casa di
campagna della loro famiglia e trovano indizi della sua crescente
demenza sparsi per la casa in sua
assenza. Dopo che Edna è tornata misteriosamente
come è scomparsa, la preoccupazione di Kay che sua
madre
L’Uomo Invisibile
Ciò che non riesci a
vedere può farti del male. La vincitrice dell’Emmy
Elisabeth Moss (Noi; The Handmaid’s Tale di Hulu) è la
protagonista di una terrificante storia in chiave moderna
sull’ossessione, ispirata ad uno dei mostri più popolari della
Universal. Intrappolata in una relazione violenta e manipolatrice
con un ricco e brillante scienziato, Cecilia Kass (Moss)
scappa nel cuore della notte facendo perdere le sue tracce, con
l’aiuto di sua sorella (Harriet Dyer, The InBetween della NBC), di
un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge, Straight Outta Compton) e
dalla figlia adolescente di quest’ultimo (Storm Reid, Euphoria
della HBO). Ma quando il violento ex di Cecilia (Oliver
Jackson-Cohen,
Hill House di Netflix) si suicida e le lascia in eredità una
parte cospicua della sua vasta fortuna, Cecilia sospetta che la sua
morte sia solo una messa in scena. Mentre una serie di inquietanti
coincidenze diventano letali e minacciano la vita di coloro che
ama, la sanità mentale di Cecilia inizia a vacillare, nel suo
disperato tentativo di dimostrare di essere braccata da qualcuno
che nessuno può vedere.
Jason Blum, il
nostro attuale maestro dell’horror, produce
L’Uomo Invisibile (The Invisible Man) con la sua Blumhouse
Productions.
L’Uomo Invisibile (The
Invisible Man) è scritto, diretto e prodotto esecutivamente da
Leigh Whannell, uno dei creatori originali del franchise Saw che ha
recentemente diretto Upgrade e Insidious 3 – L’inizio.
I Marvel Studios hanno portato sul
grande schermo molti fantastici personaggi dei fumetti fin dal
2008, anno di uscita del primo Iron
Man. Tuttavia, ci sono alcuni eroi e altrettanti cattivi
che sono stati uccisi nell’universo cinematografico troppo
presto!
Alexander Pierce
Rivelatosi come il vero
leader dell’HYDRA, Alexander Pierce è riuscito a infiltrarsi nel
Governo degli Stati Uniti, nel Consiglio di sicurezza mondiale e
nello S.H.I.E.L.D. Ucciso da Nick Fury alla fine di
Captain America: The Winter Soldier, la storia del cattivo
è finita troppo presto, così come quella dell’HYDRA. Farlo scappare
o farlo continuare a maneggiare i fili dell’organizzazione
dall’interno della prigione sarebbe stato un bel modo per
continuare questa sottotrama nel MCU.
Robert Redford, che ora si è ritirato dalla recitazione, ha
fatto un ritorno a sorpresa in Avengers:
Endgame, che è stato accolto con favore, ma è stato
soltanto quando gli eroi sono tornati nel 2012. Non possiamo fare a
meno di sperare che i Marvel Studios avessero pensato di più al
futuro prima di uccidere Pierce.
Ulysses Klaue
Introdotto in Avengers:
Age of Ultron come un modo per anticipare l’esistenza di
Wakanda prima che Black
Panther venisse distribuito nel 2018, Ulysses Klaue si è
dimostrato un divertente antagonista in quel film. Fu in occasione
della prima uscita da solista di T’Challa che per la prima volta
divenne il centro della scena; tuttavia, la sua collaborazione con
Erik Killmonger venne interrotta quando il cattivo lo tradì.
Questo potrebbe essere stato un
colpo di scena a sorpresa, ma che spreco per un attore come
Andy Serkis! Se i Marvel Studios fossero stati un po’ più
pazienti, Klaue sarebbe potuto diventare Klaw e diventare un
formidabile nuovo nemico per Black Panther nel MCU. A questo punto,
non siamo sicuri di quale fosse lo scopo di includerlo se non
quello di ripagare il suo cameo in Age of
Ultron.
Skurge
Interpretato dal talentuoso
Karl Urban, Skurge ha dimostrato di essere molto più di un
semplice servitore di Hela. Chiaramente in conflitto su ciò che la
Sovrana stava facendo ad Asgard, l’Esecutore alla fine decise di
fare la cosa giusta, pagando però la sua scelta con la vita. È
stato un momento eroico e memorabile in Thor:
Ragnarok, ma non possiamo credere che non ci fosse un modo
per cui avrebbe potuto vivere.
Come alleato del Dio del Tuono,
Skurge avrebbe potuto portare molto a livello di narrativa,
soprattutto se si stava preparando a riscattarsi dopo tutto ciò che
aveva fatto per ordine di Hela. La morte di Skurge è il perfetto
esempio di occasione persa.
Arnim Zola
Arnim Zola ha avuto solo
una piccola parte in Captain America: Il primo Vendicatore del 2011, ma in
The Winter Soldier – per la gioia di tutti i fan dei
fumetti – l’abbiamo visto tornare in forma robotica. Non si è
alzato e ha iniziato a camminare, anche se l’idea è stata presa in
considerazione dai Marvel Studios (quella versione di Zola ha quasi
avuto un cameo in Ant-Man).
Invece, è stato ridotto in mille pezzi nel tentativo di uccidere
Steve Rogers e Natasha Romanoff, e sembra che questa sia stata la
fine definitiva del devoto dell’HYDRA.
È possibile che
possa tornare, ma questa sembrava una fine definitiva per il
cattivo. Forse la Marvel ha ritenuto che un robot che cammina e che
parla fosse semplicemente troppo ridicolo, ma Zola è uno dei
migliori nemici di Capitan America e qualcuno che meritava
sicuramente di meglio.
I Tre Guerrieri
Taika Waititi ha realizzato
uno dei migliori film della Marvel con Thor:
Ragnarok, ma la sua decisione di uccidere i Tre Guerrieri
lo perseguita ancora. Hela aveva già fatto abbastanza per
affermarsi come una minaccia per Thor e Asgard, e far fare un
lavoro così breve a Volstagg e Fandral (Ray Stevenson e Zachary
Levi) non ha fatto bene a nessuno.
È stato solo uno spreco di talento e
di attori, nonché di personaggi che sono stati trascurati sin
dall’inizio. Hogun (Tadanobu Asano) ha avuto un finale leggermente
migliore, ma questa è stata una mossa confusa da parte dei Marvel
Studios, e probabilmente un modo affrettato per toglierli dalla
storia prima di Avengers: Infinity War. Come Sif, si sarebbe dovuto
predisporre un futuro ritorno.
Iron Monger
Per molto tempo, un tropo
ricorrente nei film di supereroi è stato quello di uccidere i
cattivi. Sembra che gli studi non sapessero cosa farne una volta
sconfitti, e il povero Obidiah Stane è stato vittima di quella
tendenza frustrante. Dopo aver quasi sconfitto Tony Stark, Iron
Monger è stato ridotto in mille pezzi e quella fu la sua fine.
Se fosse stato messo dietro le
sbarre, un’eventuale alleanza con Justin Hammer poteva ancora
essere discussa, mentre prendere in considerazione Stane per la
prossima serie Armor
Wars in arrivo su Disney+ sarebbe stato un passo
successivo appropriato. Possiamo solo sperare che suo figlio
ritorni a minacciare eroi come Ironheart e War Machine.
Quicksilver
Quicksilver è stato
introdotto in Avengers:
Age of Ultron meno di un anno dopo che una versione
diversa del mutante si era presentata in
X-Men: Giorni di un futuro passato. La versione di Fox,
interpretata da
Evan Peters, è riuscita a mettere in ombra quella di
Aaron Taylor-Johnson, ma quest’ultimo non ha mai avuto la
possibilità di brillare dopo essere stato ucciso così presto.
Il suo sacrificio è
stato in parti uguali eroico e memorabile, ma ci sarebbe piaciuto
vedere Pietro diventare un Vendicatore a tutti gli effetti. Da
allora sua sorella Wanda ha ricevuto la sua giusta quota di
riflettori, ma Quicksilver avrebbe potuto essere un attore chiave
nel MCU. Speriamo solo che ci siano piani per lui in
WandaVision.
Crossbones
Con la sua storia delle
origini che si svolge in
Captain America: The Winter Soldier, aveva senso
per Brock Rumlow tornare come Crossbones in Civil
War. Le foto del set avevano anticipato un design
impressionante del costume, ma ancora non sapevamo che il suo tempo
sullo schermo sarebbe stato limitato a un breve combattimento con
Cap prima di essere fatto saltare in aria da Scarlet Witch.
Con ciò, la sua storia finì e uno
dei migliori cattivi dell’eroe finì per essere rimesso in disparte.
Sarebbe stato bello per Crossbones venire dopo il nuovo Capitan
America, Sam Wilson. Avrebbe potuto anche unirsi a lui, ma i Marvel
Studios hanno perso l’occasione e questo è uno dei pochi passi
falsi fatti dai Fratelli Russo nel MCU.
Baron Strucker
Baron Strucker è un cattivo
ricorrente nell’universo dei fumetti Marvel, e una volta è persino
riuscito a fare il lavaggio del cervello a Wolverine e usarlo come
agente dell’HYDRA. La versione del MCU è stata responsabile della
creazione di Quicksilver e Scarlet Witch, ma dopo essere stato
facilmente sconfitto dai più potenti eroi della Terra in Avengers:
Age of Ultron, è stato ucciso nella sua cella di
prigione da Ultron.
Era un arco abbastanza appropriato
per il cattivo, ma anche deludente. Non stiamo dicendo che sarebbe
stato una grande minaccia nel MCU, ma è strano che non abbia avuto
nemmeno una ruolo in
Captain America: The Winter Soldier. È difficile
non pensare a cosa sarebbe potuto succedere con Strucker ancora nei
paraggi…
Ultron
Ultron è uno dei più grandi
cattivi dei fumetti mai creati e tra i peggiori nemici che i
Vendicatori abbiano mai affrontato. Renderlo un cattivo ragazzo nel
sequel di
Joss Whedon è stata una decisione insolita, anche se la sua
scena finale ha portato una fine molto più toccante di quanto siamo
abituati a vedere nei film di supereroi.
Visione, il figlio, che distruggeva
Ultron, il padre, era appropriato e tragico in egual misura. Cinque
anni dopo, è ancora sorprendente che non ci sia stato un solo
suggerimento sulla sopravvivenza di Ultron, ma questo potrebbe e
dovrebbe cambiare mentre ci dirigiamo verso la Fase 4 e oltre.
Forse avremo finalmente qualche suggerimento in
WandaVision, quando Visione tornerà
miracolosamente dalla morte.
Con Wonder
Woman 1984 di
Patty Jenkins ormai in dirittura d’arrivo, Gal Gadot sembra guardare già al futuro,
immaginando un possibile crossover tra la sua Diana Prince e il
Black Adam di
Dwayne Johnson. Gadot ha assunto per la prima volta il
ruolo di Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016, per poi
recitare in Wonder
Woman e
Justice League, entrambi del 2017. Parallelamente, Johnson
è pronto ormai da tempo per il suo debutto nel DCEU nei panni di
Black Adam, che è attualmente in fase di pre-produzione.
Dopo numerosi rinvii, Wonder
Woman 1984 sarà finalmente disponibile questa
settimana. Il film uscirà nelle sale in contemporanea con l’uscita
su HBO Max il prossimo 25 dicembre. L’introduzione di Johnson nei
panni di Black Adam, invece, era inizialmente prevista nel
cinecomic Shazam!, ma la
Warner Bros. ha poi optato direttamente per un film da solista.
Tuttavia, la produzione di Black
Adam è stata ritardata a causa della pandemia: ad oggi
sappiamo che le riprese dovrebbero finalmente iniziare nella
primavera del 2021.
Gal Gadot ha recentemente parlato con
MTV News di Wonder
Woman 1984 e del suo prossimo film Red Notice,
interpretato proprio al fianco di Johnson e di Ryan Reynolds. Durante l’intervista è stato
chiesto a Gadot se le piacerebbe vedere un crossover tra Wonder
Woman e Black Adam. La riposta dell’attrice è stata: “Diamo a
Black Adam il rispetto che merita Black Adam. Non voglio arrivare e
rubare la scena a nessuno. È The Rock, non posso rubargli la scena.
Forse in futuro. Voglio dire… chi può dirlo?”. L’attrice ha
lasciato scaltramente la porta aperta ad un’eventuale possibilità,
sottolineando candidamente che il personaggio di Black Adam merita
un’introduzione sul grande schermo indipendente.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
È palese che Kevin Feige e il suo
team della Marvel abbiano amato le idee che il regista e
sceneggiatore aveva proposto loro. Eppure, dopo l’inizio della
produzione del primo film del 2014, pare che un ex dirigente della
Casa delle Idee avesse riscontrato un problema con la performance
di Bradley Cooper, scelto come doppiatore
ufficiale del personaggio di Rocket Raccoon.
Nonostante Cooper abbia contribuito
con la sua performance a rendere il procione geneticamente
modificato uno dei personaggi più amati del franchise, a quanto
pare l’ex dirigente in questione era inizialmente contrariato dalla
sua interpretazione.
Come spiegato da
James Gunn: “Un dirigente – che ora non lavora più
per Disney/Marvel – aveva visto un montaggio provvisorio del film e
aveva detto: ‘Perché abbiamo pagato per un attore come Bradley
Cooper se non si percepisce nemmeno che è lui?’. E io ho risposto
che lo avevamo ingaggiato perché è un grande attore. Questo è il
punto! Sta semplicemente creando un personaggio.”
Nonostante la chiusura delle sale,
il cinema in difficoltà e il periodo non proprio facile per
l’industria dell’intrattenimento, il grande schermo è riuscito
comunque (aiutato dalle versioni surrogate su piattaforma e
streaming) a regalare tante emozioni al pubblico del 2020.
Ecco quindi i migliori film del
2020 secondo la redazione di Cinefilos.it, tra uscite al cinema che
risalgono al pre-pandemia, direct to digital e offerte delle
piattaforme in abbonamento.
Decimo posto occupato da
un’opera prima, un esperimento che fa fronte alla scarsità di mezzi
con intelligenza e perizia, nonostante la mancanza di esperienza.
Andrew Patterson si cimenta in un genere preciso,
la fantascienza, ma lo fa contaminandola con il thriller.
Il risultato è un film che non
consente distrazioni, che lascia incollati allo schermo (quello
piccolo, è disponibile su Prime Video) e
che fonda su recitazione, messa in scena e capacità registica il
suo successo.
Quando Aaron
Sorkin torna a raccontare storie, il popolo dei cinefili
(e non solo) si mette comodo e si fa raccontare, perché come scrive
lui, non lo fa proprio nessuno, in questo momento storico.
Il film, che ha anche diretto,
uscito direttamente su Netflix, è la
conferma del suo talento e di una nuova maturità anche dietro alla
macchina da presa e alle prese con uno squadrone di attori
fuoriclasse.
Il tanto atteso ritorno al cinema
di Francesco Bruni si conquista un posto di tutto
rispetto nella classifica dei migliori film visti in sala, anche se
per pochi giorni. Come ogni storia che il regista e sceneggiatore
porta al cinema, anche questo film racconta un incontro importante
con una parte di sé.
Si ride, si piange, si riflette,
alla fine si esce dalla sala (ma il film è disponibile su tutte le
piattaforme per essere visto e rivisto) arricchiti e anche un po’
frastornati. Ma felici di aver avuto la possibilità di essersi
fatti raccontare questa storia.
Sembra un film di Ere geologiche
fa, eppure è uscito in sala in Italia a gennaio. Premiato con
l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale,
Jojo Rabbit è diventato il simbolo ante litteram di una
reclusione forzata che ha interessato tutto il mondo.
Taika Waititi ha dimostrato una grande
sensibilità e tutto il suo cast ha contribuito a un’appassionante e
toccante racconto sul valore della purezza anche in tempi
difficili.
L’approccio moderno ad una
storia raccontata già innumerevoli volte fa di questo film di
Greta
Gerwig uno dei migliori visti quest’anno. Uscito nella
prima settimana del 2020 sembra appartenere ad un passato lontano,
ma si conquista a buon diritto il suo posto in classifica.
La regista e sceneggiatrice compie
una magia con un cast superlativo e regala una versione aggiornata
al 2020 di un classico che ancora parla alle generazioni
contemporanee.
I fratelli Safdie
sono tornati, su Netflix, affidandosi ad Adam Sandler, e non potevano fare scelta
migliore. Il noto comico, come ha già dimostrato in altre
circostanze, dà il meglio di sé quando viene messo alla prova fuori
dalla sua confort zone.
Destinato a diventare un piccolo
film di culto,
Diamanti Grezzi è una delle esperienze più
interessanti che questo bizzarro anno cinematografico ci ha
offerto.
Dopo il folgorante
La terra dell’abbastanza, i fratelli
D’Innocenzo tornano con storie di piccoli animali, di
cuccioli e di lupi. Presentato a Berlino, dove ha conquistato il
premio alla sceneggiatura, ha avuto una vita turbolenta, tra sala,
streaming e di nuovo sala.
Vero è che Elio Germano rimane impresso nella memoria per
il suo personaggio così sgradevole eppure così umano, ma la vera
gemma del film sono i piccoli protagonisti, raccontati e inquadrati
con tenerezza e una maturità incredibile per la loro giovane età da
Fabio e Damiano D’Innocenzo.
Charlie Kaufman ha
contribuito a rendere ancora più assurdo questo strano anno
cinematografico. Il suo ritorno al cinema da regista è sbarcato su
Netflix e ci ha regalato momenti surreali di scrittura sopraffina e
di immagini visionarie.
Forse confuso, troppo ambizioso e
non del tutto compiuto, il film di Kaufman è una vera e proprio
esperienza cinematografica che coinvolge lo spettatore fino
all’ultima bizzarra inquadratura, a metà tra confessione personale
e presa in giro.
Il magnifico lavoro di
Sam Mendes rispunta alla fine dell’anno nella
classifica dei migliori film usciti nel 2020 dopo aver cavalcato
l’onda della Notte degli Oscar durante la quale, a sorpresa, è
rimasto in panchina, cedendo il posto a
Parasite.
Poco male, il valore
dell’incredibile sforzo tecnico di Mendes non diminuisce di fronte
a premi sfumati (anche se bene assegnati) e si conferma un vero è
proprio “film da vedere”, magari anche su Prime Video (dove è disponibile) se avete una tv
abbastanza grande!
Arrivato a inizio
dicembre su Netflix, il ritorno di David Fincher
non poteva che essere celebrato con un primo posto all’unanimità.
L’opera monumentale del regista di Seven è un interessantissimo affresco di ciò
che sta succedendo negli Stati Uniti, raccontato attraverso il
filtro del tempo e di uno dei momenti più significativi della
storia della vecchia Hollywood.
Sicuramente un’esperienza
cinematografica impegnativa, Mank è il titolo che
più è piaciuto alla redazione di Cinefilos.it quest’anno.
M. Night Shyamalan
è tornato a parlare del perché non abbia mai realizzato un
cinecomic Marvel o DC. Dopo essere esploso
grazie al successo di The Sixth Sense – Il sesto senso nel 1999, il regista
e sceneggiatore sembrava essere pronto a diventare il nuovo
Spielberg. Sebbene abbia prodotto altri successi, tra cui il film
di supereroi non convenzionale Unbreakable e il film di fantascienza Signs,
Shymalan non è mai riuscito veramente ad imporsi come la forza
registica che molti si aspettavano che diventasse.
La stella di Shyamalan ha iniziato a
sbiadire con l’uscita di
Lady in the Water, fantasy stroncato dalla critica che ha
incassato soltanto 73 milioni di dollari a fronte di un budget di
70 milioni. Nonostante sia sempre stato un regista stravagante,
quel film sembrava aver rivelato una vena di autoindulgenza in
Shyamalan che ha messo parte del pubblico contro di lui. Da allora,
fan e critica si sarebbero sempre più allontanati dal regista a
causa dei suoi successivi lavori: E venne il giorno, L’ultimo
dominatore dell’aria e – soprattutto –
After Earth.
A partire dal 2015, i budget dei
film di Shyamalan si sono notevolmente ridotti, ma le performance
al botteghino delle sue creature sono tornate a dare ottimi
risultati, come dimostrato da The Visit, Split e
Glass. Tuttavia, sono in molti a chiedersi se il regista –
attualmente impegnato con la produzione della serie
Servant e con la post-produzione del suo nuovo film,
Old – tornerà mai a dirigere un film in grado di scalare i
vertici del box office di tutto il mondo.
M. Night Shyamalan e la sua visione
dei supereroi
Sappiamo già che in passato a
M. Night Shyamalan era stata proposta la gestione
di diversi franchise, inclusa la regia di alcuni cinecomic sia
Marvel che DC. Adesso, in una nuova intervista con
ComicBook, Shyamalan è tornato a parlare del perché non abbia
mai accettato di dirigere un film di supereroi. Il motivo
principale? A quanto pare, la sua visione sul mondo dei cinecomics è sempre stata in conflitto con quelli
degli studi.
“Ho avuto molte conversazioni
nel corso degli anni su molti dei supereroi con molti degli studi
che li possiedono, e su come avrei voluto affrontarli. Sono sempre
state situazioni in cui, se avessi capito che il mio stile poteva
andare bene per loro, avrei accettato senza dubbio. Ho realizzato i
miei cinecomics nella maniera in cui volevo venissero realizzati:
con uno stile minimalista, fatto di sottintesi, senza effetti
speciali in CGI e con un linguaggio che non differisce troppo dal
genere. Per questo motivo, ogni volta che ne abbiamo discusso, alla
fine diventavo molto nervoso all’idea, perché non credo che
avrebbero mai voluto da me qualcosa di intimista o di
introspettivo. Poi, nella vita… mai dire mai.”
All’inizio del mese di dicembre è
arrivata la
notizia – forse non così inaspettata – che la Warner Bros.,
sulla scia della strategia impiegata per Wonder Woman
1984, ha deciso di distribuire tutti i suoi titoli attesi
per il 2021 in contemporanea sia al cinema che su HBO Max. Questa
decisione riguardava, naturalmente, anche Dune, il
nuovo adattamento del celebre romanzo di fantascienza di Frank
Herbert, pubblicato nel 1965.
Adesso, stando a quanto riportato da
Deadline, il film di Denis Villeneuve potrebbe tornare ad essere
un’esclusiva per la sala. Come spiegato dalla fonte, Warner Bros. e
Legendary Pictures – casa di produzione affiliata alla major che
non aveva accolto bene la decisione di WarnerMedia in merito
all’uscita “congiunta” – starebbero per raggiungere un accordo per
garantire a Dune un’uscita
esclusiva in sala che escluderebbe così la distribuzione su HBO
Max. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda Godzilla vs Kong, che resterebbe destinato sia
al grande schermo che alla piattaforma di streaming.
L’accordo sarebbe stato proposto in
un base ad una mera previsione: ad ottobre 2021, mese in cui
Dune
debutterà ufficialmente, si spera che grazie alla maggiore
diffusione dei vaccini anti-Covid, il pubblico potrà sentirsi
nuovamente pronto a tornare in sala. Godzilla vs Kong debutterà invece a maggio del
prossimo anno, periodo in cui la situazione a livello mondiale
potrebbe ancora essere a rischio. Naturalmente, vi terremo
aggiornati sull’evolversi della situazione…