Diretto dal candidato all’Oscar Enrico Casarosa (La Luna) e prodotto da Andrea Warren (Lava, Cars 3), il nuovo lungometraggio d’animazione Disney e Pixar Luca arriverà quest’estate nelle sale italiane.
Ambientato in una splendida città di mare della Riviera italiana, l’originale film d’animazione è la storia di un giovane ragazzo che vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell’acqua.
Trailer ufficiale e le prime immagini di Sulla stessa onda, film originale Netflix in associazione con Mediaset, prodotto da Cinemaundici, disponibile su Netflix dal 25 marzo 2021.
Sulla stessa onda è scritto e diretto da Massimiliano Camaiti, al suo esordio come regista in un lungometraggio, e vede come protagonisti principali Elvira Camarrone, Christian Roberto, Donatella Finocchiaro, Corrado Invernizzi e Vincenzo Amato. Il film è stato girato interamente in Sicilia, a Palermo e San Vito Lo Capo, per 6 settimane di riprese.
Ispirata a un esperimento reale che ha scioccato il mondo e all’omonimo e acclamato film tedesco, la serie “L’onda” segue un gruppo di adolescenti ribelli. Sognando un futuro migliore, creano una comunità che presto si trasforma in un fenomeno di massa. Ma quella che all’inizio sembrava una ribellione giocosa e idealistica nei confronti dell’ordine costituito prende rapidamente una piega terrificante… “L’onda” diventa ben presto una potenza inarrestabile.
TYGella giornata di ieri vi avevamo riportato la notizia secondo cui nella Snyder Cut di Justice League sarebbe presente il cameo di un supereroe che non è stato ancora annunciato. La fonte dell’indiscrezione è stata Vanity Fair, che proprio di recente ha avuto la possibilità di intervistare Zack Snyder sulla scia degli impegni promozionali del regista in vista dell’uscita del suo taglio del cinecomic.
Facciamo un passo indietro. Nell’articolo pubblicato da Vanity Fair si legge la seguente affermazione: “Snyder ha girato nuovamente il finale con il cameo di un eroe che lascerà a bocca aperta i fan più accaniti”. A quanto pare, però, sembra che ci sia stato una sorta di misunderstanding e che l’autore del pezzo possa aver sottovalutato quanto sulla Snyder Cut di Justice League sia stato rivelato nel corso degli ultimi mesi (o, più semplicemente, non abbia voluto rivelare alcuno spoiler a quei lettori che non sono particolarmente avvezzi al mondo dei supereroi e a tutte le notizie che circolano sui progetti a loro dedicati).
Naturalmente, dopo la rivelazione di Vanity Fair, il web si è letteralmente scatenato in merito all’identità del presunto supereroe non ancora annunciato (per i più si trattava di Lanterna Verde, ma Ryan Reynolds ha subito smentito la cosa via Twitter). Ora apprendiamo che questo cameo non è così strabiliante come i più avevano immaginato, dal momento che si tratterebbe, in realtà, di un personaggio che è già stato annunciato.
Come riportato da Gizmodo, infatti, il cameo in questione che dovrebbe far impazzire i fan altri non sarebbe che… Martian Manhunter! Il sito riporta: “Secondo la nostra fonte, il cameo non è altro che quello di J’onn J’onzz, altrimenti noto come Martian Manhunter”. Nessuna sorpresa, quindi, dal momento che il coinvolgimento del marziano nella nuova versione era già stato anticipato più volte dallo stesso Snyder.
Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.
Dai film degli Avengers a quelli degli X-Men, abbiamo visto molti cattivi dell’universo Marvel con obiettivi completamente diversi. Alcuni vogliono soltanto causare distruzione e danneggiare quante più vite senza una ragione apparente; altri, invece, hanno una visione distorta della realtà e vogliono davvero fare la differenza, ma semplicemente non sanno come farlo. Alcuni cattivi, come Nebula in Guardiani della Galassia, sono semplicemente dei servitori che eseguono gli ordini e desiderano una vita migliore. Quali sono, dunque, i peggiori cattivi senza possibilità di redenzione e quali, invece, potrebbero riscattarsi?
Riscattabile: Magneto
Magneto potrebbe aver preso molte decisione estreme, ma non si può nascondere il fatto che era il migliore amico di Charles Xavier e una volta avevano obiettivi simili.
Magneto vuole che i mutanti siano riconosciuti per quello che sono, piuttosto che doversi mimetizzare e nascondersi nella società perché estremamente potenti. In un certo senso, non ha torto, ma i suoi metodi sono stati comunque severi. Se Magneto era nella squadra di Xavier prima, è probabile che possa essere riscattato e unirsi di nuovo al suo vecchio amico.
Troppo cattivo: Thanos
A differenza di molti altri cattivi, Thanos voleva diventare l’essere più potente del mondo, ma senza una ragione legittima. Ha genato il caos su ogni pianeta su cui ha messo piede, strappato i bambini ai loro genitori e distrutto interi pianeti.
Thanos è stato anche responsabile dello schiocco che ha trasformato in polvere milioni di persone e che ha separato molti dalle loro famiglie. Lo ha fatto per nessuna ragione se non per causare distruzione, motivo per cui è chiaro che Thanos non potrà mai diventare un eroe.
Riscattabile: Killmonger
Non è difficile intuire perché Killmonger volesse prendere il trono di Black Panther. Il padre di T’challa era responsabile della morte del padre di Killmonger e quest’ultimo voleva quindi seguire le orme di suo padre.
Inoltre, gli obiettivi di Killmonger nel complesso non erano poi così malvagi, considerando che aveva pianificato di condividere la tecnologia di Wakanda con l’Africa e porre fine a tutta l’oppressione nel paese. Le sue tecniche e la mancanza di cura per la vita umana sono ciò che lo hanno ufficialmente etichettato come cattivo, ma se le cose fossero state leggermente diverse avrebbe potuto essere un grande eroe.
Troppo cattivo: Teschio Rosso
Teschio Rosso è stato uno dei primi grandi cattivi di Captain America e tra tutti i presenti in questa lista è probabilmente il personaggio meno probabile che riesca a trovare una redenzione. Ha fatto del male a molte persone innocenti e non solo, ed è stato anche un nazista.
Le sue alleanze con i nazisti sono troppo profonde per considerare Teschio Rosso un cattivo che possa essere salvato in qualche modo. Combatte per tutte le cose più sbagliate nel mondo e anche se ha tentato di cambiare, il suo legame con il razzismo è troppo forte perché possa essere accettabile.
Riscattabile: Mysterio
Mysterio, più che essere malvagio, è in realtà soltanto egocentrico e geloso. Ha messo le persone in pericolo semplicemente per poter fingere di salvarle ed essere considerato lui stesso un eroe.
La sua idea di manipolare il mondo facendogli credere di essere incredibilmente potente ed eroico era qualcosa legato più alla follia che alla malvagità. Considerando che tutto ciò che voleva era diventare il nuovo Iron Man piuttosto che conquistare il mondo o ferire le persone, è probabile che Mysterio possa riscattarsi e possa alla fine trasformarsi in un vero eroe.
Troppo cattivo: Ronan
Ronan l’Accusatore è noto per molti dei suoi atti malvagi. Ha danneggiato molti rifugiati e in particolare è stato responsabile della morte della famiglia di Drax. In Guardiani della Galassia, racconta senza cuore a Drax di come sua moglie e i suoi figli urlavano mentre toglieva loro la vita.
Essendo uno dei servitori di Thanos, Ronan era così malvagio da non essere nemmeno fedele al suo padrone. Una volta scoperto il potere della Gemma, voleva tutto per sé, cosa che in seguito portò alla sua stessa morte.
Riscattabile: Loki
Loki potrà anche essere il Dio dell’Inganno, ma ha dimostrato di non essere così malvagio come molti si aspettavano che fosse. Ci sono state molte volte in cui lo abbiamo visto effettivamente salvare vite umane piuttosto che prenderle, come in Thor: Ragnarok. In The Avengers voleva conquistare il pianeta terra, ma a differenza di molti altri cattivi, voleva semplicemente governare invece di distruggere.
L’inclinazione di Loki a salvare vite umane dalla cattura in Thor: Ragnarok, risparmiando la vita di suo padre, e il forte dolore che ha mostrato quando sua madre è stata uccisa, dimostrano che non è il cattivo più malvagio della Marvel.
Troppo cattivo: Apocalisse
Essendo il primo mutante mai nato, Apocalisse deteneva molto potere nell’Universo Marvel. Avrebbe portato distruzione in ogni luogo in cui fosse mai andato, con un solo obiettivo in mente: provocare l’apocalisse del mondo.
Il suo nome è abbastanza letterale, in quanto questo è in realtà ciò che intendeva causare. Considerando che tutto ciò che vuole è distruggere il pianeta, e con pochissime ragioni e cura della vita su di esso, diremmo che Apocalisse è ben lungi dall’essere redento.
Riscattabile: Hela
Hela voleva governare Asgard, schiavizzare la sua gente e fare in modo che tutto ruotasse intorno a lei. Non è così lontano da ciò che suo fratello Loki ha tentato di fare con la Terra, nonostante abbia dimostrato di essere abbastanza riscattabile nel tempo. Hela ha sicuramente dimostrato di condividere lo stesso senso dell’umorismo e la stessa predisposizione drammatica.
In aggiunta a ciò, nessuno può negare che Hela abbia effettivamente diritto al trono asgardiano per diritto di nascita. Era condannata agli inferi, nonostante fosse la sorella maggiore. Il suo tentativo di essere la regina di Asgard era effettivamente valido.
Troppo cattivo: Green Goblin
C’è una cosa a cui Green Goblin non potrà mai porre rimedio, ed è la morte di Gwen Stacy. È responsabile del tentativo costante di rovinare la vita di Peter Parker e danneggiare le persone a lui più vicine, praticamente in ogni adattamento.
Dal minacciare la vita dei bambini su uno scuolabus nei primi film di Spider-Man, a strappare effettivamente la vita della fidanzata di Peter Parker, Green Goblin è un cattivo che si è spinto troppo oltre così tante volte che è quasi impossibile prevedere per lui un arco narrativo basato sulla redenzione.
Dopo essere stato licenziato dalla Disney per alcuni tweet considerati razzisti, James Gunn, regista e sceneggiatore di Guardiani della Galassia, non ha perso tempo e ha deciso di fare il grande salto per unirsi al DCEU. Ingaggiato per prendere il timone di The Suicide Squad, il regista ha reinventato la Task Force X e ora sta sviluppando una serie tv per HBO Max dal titolo Peacemaker e incentrata sul personaggio interpretato da John Cena.
Ovviamente, da allora Gunn è stato reintegrato alla Disney e affidato nuovamente alla guida di Guardiani della Galassia Vol. 3. Tuttavia, i suoi piani con Warner Bros. e DC Films potrebbero non esaurirsi con l’uscita dei due progetti menzionati in precedenza. Un fan, durante un Q&A sul profilo Instagram di Gunn (via CBM), ha chiesto esplicitamente al regista se stesse lavorando ad altri progetti per conto della DC oltre a The Suicide Squade Peacemaker, e lo stesso ha lasciato intendere – senza scendere nei dettagli – che potrebbe esserci altro in cantiere. L’ipotesi più plausibile, ad oggi, è che Gunn venga coinvolto in un altro progetto destinato al piccolo schermo (forse scriverà o dirigerà un episodio dell’annunciata serie spin-off di The Batman?).
Ma le speculazioni non si sono di certo fermate qui, dal momento che Gunn ha dato modo ai suoi fan di continuare a fantasticare sul suo futuro con la DC quando gli è stato chiesto specificatamente se nutrisse il desiderio di lavorare ancora con Margot Robbie (Harley Quinn) dopoThe Suicide Squad. La risposta del regista non sembra lasciare dubbi: “Margot e io ne abbiamo discusso proprio l’altro giorno. Bisogna vedere cosa accadrà!”
In molti sostengono che il personaggio di Harley Quinn meriti giustizia dopo il disastroso Birds of Prey. Sicuramente, un regista come James Gunn potrebbe essere la persona giusta per far splendere nuovamente la Mattacchiona al cinema dopo averla reintrodotta in The Suicide Squad. Non ci resta che attendere eventuali sviluppi.
In base all’attualmente calendario della Marvel, Spider-Man 3 dovrebbe debuttare al cinema il prossimo dicembre. Nel film Tom Holland tornerà, ovviamente, a vestire i panni di Peter Parker e proprio questa mattina sono state svelate le prime immagini ufficiali del film (intre a tre diversi titoli ufficiali che hanno già scatenato le più astruse congetture da parte dei fan).
Le sceneggiature dei film Marvel sono notoriamente difficili da ottenere e da leggere, anche per gli stessi attori coinvolti, e sembra che neanche quella di Spider-Man 3 abbia fatto eccezione. Tuttavia, le ragioni questa volta potrebbero non avere a che fare necessariamente con gli spoiler legati alla trama. In una recente intervista con Collider, infatti, Holland ha ammesso che leggere la sceneggiatura del film è stata un’impresa alquanto complicata. Ecco perché:
“Sfortunatamente ho dovuto leggere la sceneggiatura “a pezzi”. Era come se fosse divisa in sezioni, perché ci sono ancora degli spazi per eventuali modifiche in fase di produzione. Succede nella maggior parte dei film grandi come questo, ma posso assicurarvi che è fantastica. È sicuramente il film di supereroi più ambizioso a cui abbia mai preso parte. È eccitante, divertente, emozionante: c’è tutto quello che vorresti vedere in un film di supereroi. Lo adoro. Li ho amati tutti, ma non mi sono mai divertito come in questo film. Essere di nuovo al fianco di Zendayaa e Jacob Batalon, lavorare di nuovo con Jon Watt, Amy Pascale Kevin Feige… è proprio come una grande famiglia. Ci stiamo divertendo e stiamo facendo davvero qualcosa di molto speciale.”
Al momento non sappiamo ancora molto sulla trama di Spider-Man 3, anche se le fila del racconto dovrebbero riprendere dal cliffangher della scena durnate i titioli di coda di Far From Home, dove l’identità segreta di Peter è stata rivelata al mondo intero e il giovane eroe è stato incastrato per l’omicidio di Mysterio. Inoltre, sappiamo che il film affronterà il concetto del Multiverso e vedrà il ritorno di molti personaggi legati ai precedenti universi cinematografici dell’Uomo Ragno, tra cui l’Electro di Jamie Foxx e il Doctor Octopus di Alfred Molina.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Le riprese di Spider-Man 3sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom Holland, Zendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori e Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam Raimi, Jamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.
Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.
Nell’ultimo anno, Zack Snyder ha lavorato duramente per completare la sua versione di Justice League e regalare ai fan il film che aveva sempre avuto intenzione di realizzare. Sappiamo infatti che la versione cinematografica ad opera di Joss Whedon ha stravolto letteralmente quelli che erano i piani originali del regista di 300 e Watchmen.
Ora, con l’arrivo della Snyder Cut di Justice League il prossimo 18 marzo su HBO Max, i fan avranno finalmente l’occasione di vedere come Snyder ha sempre inteso il cinecomic dedicato alla celebre squadra di eroi. Il regista ha avuto a disposizione un sacco di filmati inutilizzati per portare a compimento il suo taglio. Tuttavia, lo scorso autunno è stato anche impegnato in una sessione di riprese aggiuntive, necessarie soprattutto per aggiungere alla storia il personaggio del Joker di Jared Leto.
La Snyder Cut di Justice League presenterà anche altri personaggi non inclusi nella versione cinematografica (come Darkseid e Martian Manhunter), oltre ad alcune trame alternative. Eppure, per portare a compimento un progetto a cui teneva particolarmente, Snyder non ha ricevuto alcun compenso. Intervistato da Vanity Fair, il regista ha spiegato che la decisione di non percepire alcuna retribuzione per i lavori sulla Snyder Cut è stata presa esclusivamente da lui. “Non sono stato pagato”, ha spiegato. “Non volevo essere in debito con nessuno. Questo mi ha permesso di mantenere i miei poteri negoziali con queste persone piuttosto forti”. In poche parole, rinunciando ad uno compenso, Snyder ha potuto mantenere il pieno controllo creativo sulla sua creatura.
La Warner Bros. ha messo a disposizione circa 70 milioni di dollari per le riprese aggiuntive della Snyder Cut di Justice League e considerato l’entusiasmo dei fan per il progetto, quasi sicuramente gli sforzi della major verranno ricompensati. Tuttavia, sappiamo anche che lo studio non ha in programma di continuare la sua collaborazione con Snyder e con i piani originali che il regista aveva per il DCEU. In un certo senso, la Snyder Cut segnerà la fine di un viaggio iniziato nel lontano 2013 con l’uscita de L’uomo d’acciaio.
Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.
La Warner Bros. e la DC Films hanno ufficialmente messo in cantiere un film dedicato a Blue Beetle, che sarà diretto da Angel Manuel Soto(Charm City Kings). Il film sarà il primo cinecomic DC con protagonista un supereroe Latinx (neologismo usato per riferirsi a persone di identità culturale o etnica latinoamericana negli Stati Uniti).
Il personaggio di Blue Beetle è stato creato da Fox Comics nel 1939. Diverse versioni dello stesso sono apparse nelle serie Fox e Charlton Comics, fino a quando la DC ha acquisito il personaggio nei primi anni ’80. Dal 2006, il mantello di Blue Beetle è stato indossato da Jaime Reyes, un adolescente messicano-americano di El Paso (in Texas), che combatte il crimine e il male con un’antica armatura da battaglia aliena. Ha interpretato un ruolo minore nella serie DC live action Smallville.
Ora, la versione di Jaime Reyes di Blue Beetle sta per approdare sul grande schermo. Secondo quanto riportato da The Wrap, Warner Bros. e DC Films hanno ingaggiato Angel Manuel Soto per dirigere il film, mentre Gareth Dunnet Alcocer scriverà la sceneggiatura. “È un onore dirigere Blue Beetle, il primo film dedicato ad un supereroe latinoamericano per la DC”, ha dichiarato Soto in una nota ufficiale. “Voglio ringraziare sinceramente tutti alla Warner Bros. e alla DC per essersi fidati di me per dare vita a Jaime Reyes. Non vedo l’ora di fare la storia insieme.”
Blue Beetle si aggiunge alla vasta gamma di film e serie DC in arrivo per conto di Warner, tra cui spiccano The Suicide Squad di James Gunn, The Batman di Matt Reeves e i sequel di Aquaman e Shazam!. Al momento non è chiaro quale sarà il ruolo di Blue Beetle nel più ampio DCEU. Il film è ancora in una fase di sviluppo iniziale, quindi i fan dovranno attendere ancora prima di avere notizie concrete in merito alla trama.
Gal Gadot è tornata di recente nei panni di Diana Prince in Wonder Woman 1984 e a breve ritroveremo la guerriera amazzone nell’attesissima Snyder Cut di Justice League, che farà il suo debutto su HBO Max il prossimo 18 marzo (in Italia arriverà lo stesso giorno, in esclusiva digitale).
Gadot ha interpretato l’iconico personaggio in ben quattro film del DCEU, con un terzo capitolo di Wonder Woman già confermato da tempo. Quello di Diana è il ruolo che ha regalato all’attrice israeliana la fama internazionale, facendole raggiungere in breve tempo lo status di icona. Nonostante all’inizio i fan fossero parecchio scettici in merito alla scelta di Gadot, ad oggi è praticamente impossibile riuscire ad immaginare un’altra attrice nei panni di Woder Woman.
Eppure, abbiamo quasi rischiato che Gal Gadot non interpretasse mai l’iconico personaggio dei fumetti DC. Il motivo? Prima di essere scelta per il ruolo in Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder, l’attrice stava pensando di abbandonare la recitazione. A rivelarlo è stata lei stessa in un nuovo post condiviso via Instagram. Gadot ha postato uno scatto inedito dal camera test del cinecomic di Snyder, spiegando:
“Questa foto è stata scattata da Zack Snyder il giorno in cui ho fatto il camera test per Batman vs Superman con Ben Affleck. Sono venuta a Los Angeles per 30 ore mentre stavo girando un film a Tel Aviv. Ma volevo così tanto il ruolo di Wonder Woman che ne è valsa la pena. Sarò per sempre grato a Zack per avermi scelto e per aver creduto che avrei potuto riportare in vita Diana. Non avevo idea di cosa avrebbe avuto in serbo il futuro per me quando questa foto è stata scattata. Vederlo oggi mi rende molto nostalgico. È anche la prova che tutto accade per un motivo. Stavo per smettere di recitare… e poi è successo questo.”
Contro ogni previsione, i Guardiani della Galassia, grazie ai due film diretti da James Gunn, sono riusciti a diventare dei personaggi amatissimi dagli affezionati del MCU. Tra i membri del team disfunzionale, però, ce n’è uno in particolare che è riuscito a catturare il cuore dei fan grazie alle sua apparente innocenza e al suo modo così bizzarro e al tempo stesso tenero di comunicare: stiamo ovviamente parlando di Groot.
Il sacrificio compiuto dall’albero antropomorfo senziente per salvare i suoi compagni Guardiani aveva letteralmente spiazzato i fan, desiderosi di conoscere ancora più a fondo il personaggio. Fortunatamente, dopo la battaglia di Xandar, Rocket Raccoon ha utilizzato parte dei resti del corpo di Groot per dare vita ad una nuova versione dello stesso, nota come Baby Groot, divenuto in brevissimo tempo un vero e proprio fenomeno della cultura pop.
Fin dall’uscita di Guardiani della Galassia Vol. 2,James Gunn ha sempre specificato che questo Groot e l’originale sono due personaggi diversi. Tuttavia, i fan si sono sempre chiesti se la versione adulta avrebbe mai fatto ritorno. La risposta che scioglie finalmente qualsiasi tipo di dubbio è arrivata da Gunn in persona, che di recente ha risposto ad alcune domande dei fan attraverso il suo account Instagram.
Un fan ha chiesto al regista e sceneggiatore se e quando avremmo potuto rivedere la forma adulta di Groot. La risposta di Gunn è stata inequivocabile: “Purtroppo quel Groot originale non è più con noi. Quindi, a meno che non ci sia un prequel di qualche tipo, non lo vedremo più”. In passato Vin Diesel, voce ufficiale del personaggio, aveva dichiarato che, in realtà, non avevamo ancora visto il Groot adulto nel MCU. In effetti, dal momento che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà ambientato dopo Avengers: Endgame e Thor: Love and Thunder, Groot, indipendentemente dal Blip, sarà più vecchio.
Sono stati annunciati ben tre titoli “ufficiali” per Spider-Man 3, il film che vedrà Tom Holland tornare nei panni dell’arrampicamuri di quartiere. Dopo il finale turbolento di Spider-Man: Homecoming, questi nuovi titoli, annunciati da Holland, Zendaya e Jacob Batalon su Instagram, potrebbero essere o uno scherzo della produzione, oppure una importante indicazione di ciò che ci aspetta.
I titoli in questione sono: Spider-Man: Home Slice, Spider-Man: Phone Home e Spider-Man: Home-Wrecker. Dal momento che sappiamo che nel film torneranno diversi villain del passato cinematografico del personaggio, tra cui Electro di Jamie Foxx (The Amazing Spider-Man 2) e il Doctor Octopus di Alfred Molina (Spiderman 2), e visto che i tre loghi pubblicati dai tre attori sono di colori diversi, si potrebbe ipotizzare che ogni titoli si riferisce ad una linea narrativa, ad uno scontro, oppure ad una linea temporale per il nostro eroe, visto che ci stiamo affacciando nel multiverso.
In attesa di saperne di più, potete ammirare di seguito i tre titoli del film e fare le vostre congetture. Nelle condivisioni possiamo anche ammirare tre nuove foto dal film in cui vediamo protagonisti sempre Peter, MJ e Ned:
Le riprese di Spider-Man 3 sono in corso ad Atlanta. Nel film vedremo Tom Holland, Zendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori, Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange e il Multiverso della Pazzia, diretto da Sam Raimi, Jamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.
Il film è diretto da Jon Watts e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Dovrebbe arrivare al cinema a dicembre 2021.
“Se rimango nella memoria di chi mi ha amato e mi ricorda, io vivo lo stesso. Questa almeno è la mia tesi”. Così si racconta Lucio Fulci, regista matto, geniale, allegro e disperatissimo, davanti alla regista Antonietta De Lillo e al critico Marcello Garofalo nella sorprendente e unica conversazione uncutFulci Talks, che si vedrà in anteprima sulla piattaforma MYmovies lunedì 8 marzo nell’ambito del programma del Noir in Festival.
Il Noir in Festival, nella sua edizione del Trentennale in programma online dall’8 al 13 marzo prossimi, a 30 anni dal suo ultimo lavoro (Le porte del silenzio) rende omaggio a Lucio Fulci, che rimane un autore di culto e uno sperimentatore che non è possibile costringere dentro una sola definizione, anche se il suo successo si deve soprattutto a pellicole in cui il mistero e l’horror vanno a braccetto. “Alcuni mi ritengono completamente pazzo”, diceva di sé, “perché tento sempre di uscire dal genere, tento di essere un terrorista del genere”.
“Sono grata a Marcello Garofalo” – scrive Antonietta De Lillo nella presentazione al film – “per aver reso possibile questo incontro e per la sua lungimiranza nell’aver capito con tanto anticipo che il futuro del cinema sarebbe stato nel superamento delle barriere tra il cinema di genere e quello d’autore”. Dopo la presentazione del film, martedì9 marzo verrà proposto un focus sul ritratto, alla presenza di Antonietta De Lillo, Marcello Garofalo, del musicista Fabio Frizzi e della figlia Antonietta Fulci, per raccontare il lavoro di recupero del materiale inedito di una delle ultime lunghe interviste rilasciate dal maestro trent’anni fa, in un’operazione di found footage e rielaborazione già sperimentata dalla regista in La pazza della porta accanto con la sua conversazione con Alda Merini. Questo incontro sarà visibile sui canali social del Festival (Facebook e YouTube).
L’omaggio a Lucio Fulci, che sarà articolato riproiettando 5 suoi film cult, prenderà il via, ad accesso gratuito e posti limitati, nella sala virtuale di MYmovies, al termine della serata di pre-apertura del Noir in Festival, domenica 7 marzo. A introdurre il primo film della rassegna, Una sull’altra (1969), una live notturna su social del festival tra Giorgio Gosetti e lo youtuber Federico Frusciante. Nelle altre serate della manifestazione verranno proiettati: Non si sevizia un paperino (1972), Sette note in nero (1977), Quando Alice ruppe lo specchio(1988) e il film di commiato Le porte del silenzio (1991).
“Il recupero di una tradizione preziosa del cinema italiano di genere”, dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “una stagione in cui tra gli anni ’60 e ’70 fiorì una generazione di talenti che faceva della trasgressione e dell’inventiva la bandiera creativa, senza preclusioni e steccati fra cinema ‘alto’ e cinema ‘popolare’, è una delle caratteristiche del nostro programma di quest’anno. Siamo grati ad Antonietta De Lillo così come alle società di distribuzione Minerva Group e R.T.I. per averci consentito un’incursione nella memoria che è indicazione preziosa per una nuova generazione di autori e spettatori”.
Da sempre considerata una delle principali icone videoludiche, nonché l’eroina dei videogiochi più famosa al mondo, l’esploratrice Lara Croft è ancora oggi protagonista di una saga a lei dedicata, ideata nel 1996 da Toby Gard. Questa è inoltre arrivata al cinema nel 2001 e nel 2003, interpretata da Angelina Jolie. Dopo il successo del primo film è infatti arrivato un sequel, intitolato Tomb Raider – La culla della vita, diretto da Jan de Bont, noto per essere stato il direttore della fotografia di Trappola di cristallo e Caccia a Ottobre Rosso. Tanta azione dunque, resa ancor più epica dalla grande presenza scenica della sua protagonista.
Non basato sui videogiochi della saga, il film intraprende un proprio percorso, distaccandosi così da quanto poteva risultare prevedibile ai conoscitori del personaggio. Nonostante ciò, sono comunque stati utilizzati diversi oggetti classici di Tomb Raider, che non hanno mancato di entusiasmare i fan. Girato tra la Grecia, la Cina e l’Africa, questo si è inoltre avvalso di grandi ambienti naturali utili a sottolineare la componente di avventura esotica particolarmente presente nei videogiochi. Rispetto al primo film, Tomb Raider – La culla della vita ha avuto un budget di poco inferiore, attestato intorno ai 95 milioni.
Ciò non ha impedito al film di risultare come un inaspettato flop al box office, arrivando ad un guadagno di circa 156 milioni, più di cento in meno rispetto al precedente capitolo. Eppure questo sequel è ancora oggi un prodotto ricco di fascino, che ha dimostrato un grande miglioramento rispetto al suo predecessore. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel cancellato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Tomb Raider – La culla della vita: la trama del film
Protagonista del film è l’archeologa Lara Croft, la quale instancabile è ora intenta ad organizzare una spedizione presso l’antico Tempio della Luna, storico edificio un tempo appartenente ad Alessandro Magno. Qui ritrova infatti preziosi tesori come una sfera d’ambra e un medaglione dorato. Entrambi questi oggetti le vengono però sottratti da un temibile boss della malavita cinese di nome Chen Lo, il quale prima di fuggire intrappola Lara in una condizione di morte certa. Riuscita a sfuggire miracolosamente, la giovane incontra alcuni agenti dell’MI6, i quali le affidano una delicata missione.
Lara dovrà infatti ritrovare ed entrare in possesso dell’antico Vaso di Pandora, un artefatto contenente un virus estremamente letale, in grado di sterminare l’umanità intera. Per ritrovarlo, però, l’archeologa dovrà prima riconquistare la sfera rubata, unico oggetto in grado di guidarla al luogo giusto. A complicare la situazione vi sono ovviamente una serie di ostacoli. Lara non è l’unica sulle tracce del Vaso, ma anche il bioterrorista internazionale Jonathan Reiss, il quale intende diffondere il virus allo scopo di arricchirsi vendendo il vaccino al mondo intero. Per sua fortuna, la protagonista potrà contare sull’aiuto del suo vecchio amante Terry Sheridan, ma il tempo a disposizione è poco e dovrà agire quanto prima.
Lara Croft – La culla della vita: il cast del film
Ad interpretare nuovamente la celebre protagonista vi è l’attrice premio Oscar Angelina Jolie, la quale ancora una volta si è sottoposta ad un allenamento intensivo al fine di poter interpretare da sé quanti più combattimenti e spericolate acrobazie. Contrariamente al primo film, invece, dove si era cercato di esagerare la dimensione del seno del personaggio attraverso speciali reggiseni, per questo film l’attrice ha richiesto che Lara Croft fosse dotata di misure più realistiche. La Jolie è ancora oggi l’interprete preferita di molti per questo personaggio. Eppure inizialmente sembrava voler rinunciare a tale ruolo. L’attrice Kelly Brook si è imposta come la principale indiziata per sostituirla, ma la notizia è stata poi smentita.
Accanto alla Jolie, si ritrovano noti nomi del panorama cinematografico internazionale. Primo tra tutti Gerard Butler. Prima di diventare celebre per il ruolo di Leonida in 300, questi ha infatti qui interpretato Terry Sheridan, l’ex amante della protagonista. Ciarán Hinds, recentemente noto per aver dato vita a Steppenwolf in Justice League, è invece il bioterrorista Jonathan Reiss. Djimon Hounsou è presente nei panni di Kosa, mentre Simon Yam è il boss criminale Chen Lo. Rispetto al precedente capitolo non hanno invece ripreso i loro ruoli l’attore Daniel Craig e Jon Voight. Quest’ultimo, che interpretava il padre della protagonista, è realmente il genitore della Jolie, con la quale però non vanta buoni rapporti.
Tomb Raider – La culla della vita: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Pur non avendo raggiunto lo stesso successo del precedente film, per i produttori questo sequel aveva guadagnato a sufficienza per garantire un terzo film. Questo entrò così in produzione nel 2004, ma venne poi cancellato in seguito alla rinuncia della Jolie al ruolo. L’attrice aveva infatti dichiarato di non avere alcun desiderio di rivestire i panni dell’archeologa, preferendo dedicarsi ad altri progetti. Per diversi anni si è però tentato di riportare il personaggio sul grande schermo, ma ciò diventerà realtà soltanto nel 2018. In quell’anno è infatti uscito un reboot intitolato Tomb Raider, dove ad interpretare la protagonista vi è l’attrice Alicia Vikander.
Prima di vedere questo reboot però, è possibile fruire di Tomb Raider – La culla della vitagrazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 30 dicembre alle ore 21:00 sul canale Warner TV.
È iniziata (lunedì 22 febbraio) la quinta settimana di riprese di Con tutto il cuore il film che Vincenzo Salemme sta girando a Napoli dove termineranno venerdì 6 marzo. In queste nuove foto di scena vediamo Vincenzo Salemme e Serena Autieri che nel film interpreta Clelia, una ex fidanzata del professore di latino e greco Ottavio Camaldoli interpretato da Vincenzo Salemme.
Con tutto il cuore vede come protagonisti principali Vincenzo Salemme, Serena Autieri, Cristina Donadio, con la partecipazione di Maurizio Casagrande. Fanno parte del cast anche Antonio Guerriero, Sergio D’Auria, Andrea Di Maria, Vincenzo Borrino, Gennaro Guazzo, Ciro Capano, Rodolfo Corsato, Marcello Romolo. Con tutto il cuore è una coproduzione Chi è di scena – Medusa Film realizzata da Chi è di scena.
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Vincenzo Salemme ha tratto il film dalla sua opera teatrale “Con tutto il cuore”, e racconta la storia di Ottavio Camaldoli, un professore di latino e greco. Una brava persona. Onesto e galantuomo, “un fesso” insomma, questa è la considerazione che hanno di lui le persone che lo circondano. Ma cosa accadrebbe se a questo uomo indifeso, vittima dei piccoli soprusi quotidiani, nella vita sociale, sul lavoro e persino in famiglia venisse trapiantato il cuore di un altro? Soprattutto se quest’altro, il donatore, fosse stato un delinquente efferato dal sinistro soprannome di “‘O Barbiere”? Ottavio Camaldoli, dopo averne ereditato il cuore si trasformerebbe automaticamente in un malfattore? La scienza ci dice che queste sono solo sciocche ed antiche credenze. Ma se invece donna Carmela, la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta che il figlio sia ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel petto del professore? Insomma, il nostro protagonista, dopo il trapianto, diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o resterà comunque Ottavio Camaldoli, laureato professore? Con tutto il cuore uscirà nelle sale cinematografiche in autunno distribuito da Medusa Film
Framing Britney Spears, la docu-inchiesta della serie The New York Times Presents, curata a livello televisivo dal Times, ripercorre la burrascosa storia di Britney, dalla sua incredibile ascesa al suo indecoroso declino. Analizza i suoi problemi con le dipendenze e gli eccessi ai quali si è lasciata andare negli anni Duemila, motivo per il quale le sue facoltà mentali sono state messe in dubbio ed è stata considerata incapace di prendere autonomamente decisioni e la sua tutela è stata affidata al padre, James “Jamie” Spears. Prigioniera di se stessa, della sua casa Britney vive in una campana di vetro lontana dai suoi fan e dal resto del mondo. È questa l’immagine di Britney Spears che viene dipinta dai sostenitori del movimento #FreeBritney, coloro che sostengono che, da quando il padre James è diventato il tutore e l’amministratore di tutti i suoi beni, la popstar si è chiusa in sé stessa e cerca in modo disperato di chiedere aiuto.
Il documentario indaga sulla verità di questa situazione che risulta ancora controversa: il tribunale continua a mantenere James Spears come tutore legale della cantante in tutto e per tutto malgrado la netta contrarietà di Britney. Ci sono ancora molti punti oscuri da chiarire, questioni irrisolte, polemiche e proteste che il Times ha deciso di portare alla luce con questa inchiesta.
L’ultimo episodio di WandaVisionha introdotto il concetto del “Nexus” nel MCU. Grazie ad uno spot progettato ad hoc, creato per essere l’ennesimo easter egg che stuzzica ciò che sta per accadere, la scena in questione ha suscitato molte discussioni. Se da un lato i fan più accaniti della Marvel potrebbero essere abbastanza abituati al concetto di “Nexus”, dall’altra moltissimi spettatori potrebbero non avere familiarià con il materiale originale.
Ecco quindi che Screen Rant ha raccolto 10 cose che bisogna sapere prima di un’eventuale introduzione del “Nexus”, l’entità che altera la realtà:
Origini sconosciute
Non è del tutto chiaro come sia stato effettivamente creato il Nexus di tutte le realtà. Potrebbe essere sempre stato lì… magari è precedente all’universo stesso. Forse è stato creato insieme al Big Bang. Ci sono state anche teorie secondo cui una sorta di dio avrebbe potuto effettivamente crearlo.
Il mistero che circonda il Nexus è parecchio strano. Spesso nei fumetti Marvel, a qualche strana entità come questa viene sempre data una spiegazione o data un’origine definitiva. Il MCU potrà scegliere se seguire questa strada o seguire quella impostata dai fumetti che hanno ispirato lo show e continuare, quindi, sulla scia del mistero.
Gli Esseri Nexus
Ci sono un certo numero di personaggi provenienti da tutto l’Universo Marvel noti come Esseri Nexus. In un certo senso, potrebbero essere considerati delle divinità. Sono persone che possono effettivamente influenzare la realtà attraverso la propria magia o o i propri poteri.
Wanda Maximoff è uno di quegli Esseri Nexus nei fumetti, con le sue abilità che dimostrano che può cambiare completamente la realtà, in parte grazie alle sue stregonerie. Per quel che riguarda il MCU, WandaVision sta iniziando a mostrare che Scarlet Witch potrebbe – davvero – essere un Essere Nexus anche in questa realtà cinematografica.
La Time Variance Authority
La Time Variance Authority ha un ruolo incredibilmente importante nei fumetti, poiché veglia sulla linea temporale dell’Universo Marvel, assicurando che tutto rimanga intatto. Per quanto riguarda il MCU, la serie Loki introdurrà una versione per piccolo schermo della TVA.
Uno dei loro altri doveri è osservare gli Esseri Nexus, attraverso il Nexus di tutte le realtà, per assicurarsi che non stiano manomettendo eccessivamente la realtà e l’universo. È estremamente possibile che la TVA possa ricoprire questo ruolo nel MCU, poiché potrebbero cercare di risolvere alcuni degli aspetti più confusi della timeline Marvel.
In viaggio attraverso le realtà
Una delle caratteristiche del Nexus è che consente alle persone di viaggiare effettivamente attraverso realtà diverse. Questo è incredibilmente importante per il Multiverso della Marvel. Sebbene ci siano altri modi, è comunque un mezzo per organizzare il Multiverso in modo che il pubblico possa capire cosa stia effettivamente accadendo.
Forse è proprio così che Quicksilver si è fatto strada nel MCU dall’universo Fox. Naturalmente, con il Multiverso che diventerà sempre più un punto focale per l’universo cinematografico, è possibile che il Nexus di tutte le realtà avrà un ruolo simile a quello nei fumetti.
Molte voci in molti mondi
Ogni realtà ha il proprio punto di accesso al Nexus di tutte le realtà. Per molti versi, il Nexus è come un corridoio per i molti diversi mondi che popolano il Multiverso. In quanto tale, deve esserci necessariamente un portale per entrare e uscire.
Il tradizionale Earth-616 ha un portale situato in una palude della Louisiana. Tuttavia, le altre realtà hanno le loro posizioni alternative per l’ingresso, con ogni mondo che ne ha solo una. La versione MCU potrebbe trovarsi nella stessa palude.
Realtà tra le realtà
Uno degli elementi più strani del Nexus di tutte le realtà è che in realtà apre l’universo ancora di più, consentendo ai personaggi di viaggiare verso quelle che sono conosciute come “le realtà tra le realtà”. Questo può sembrare un concetto abbastanza strano per coloro che non hanno mai letto un fumetto.
Queste sub-realtà sono versioni leggermente alternative delle realtà principali. Tuttavia, questi tipi di realtà possono anche estendersi oltre la comprensione umana. Alcune realtà potrebbero rientrare anche in categorie completamente diverse, come ad esempio il Micro-verso.
Linee temporali future
Il Nexus di tutte le realtà si collega anche alle linee temporali future che potrebbero potenzialmente esistere. Proprio come nel MCU, ogni volta che viene creata una nuova realtà grazie alle linee temporali ramificate, questa viene aggiunta al Nexus di tutte le realtà.
Ciò ha permesso ai fumetti di esplorare una serie di potenziali futuri, ognuno dei quali rappresenta un destino diverso per i nostri famosi eroi. Il MCU ha introdotto l’idea di ramificare i flussi temporali, quindi c’è la possibilità che queste due cose possano interconnettersi; forse cambiando la realtà attuale introducendo i mutanti.
Uomo-Cosa
Uomo-Cosa è un pezzo incredibilmente importante del puzzle. Il Nexus è estremamente pericoloso e quindi alcune porte hanno dei guardiani, che lo proteggono a tutti i costi. Per l’Universo Marvel, Uomo-Cosa è uno di questi guardiani chiave.
Per una ragione sconosciuta, è stato attratto dal Nexus e quindi vive nelle paludi, allontanando coloro che potrebbero usarlo per scopi malvagi. Il MCU non ha ancora introdotto Uomo-Cosa, anche se è un personaggio che potrebbe essere facilmente coinvolto per questo stesso scopo.
Apparizioni precedenti nel MCU
Il Nexus è effettivamente apparso in precedenza nel MCU, anche se non nel modo in cui ci si poteva aspettare. Il Nexus è stato menzionato da Tony Stark come programma digitale, che collega i dati e le informazioni del mondo (qualcosa di cui Ultron si avvale).
Sembra strano che il Nexus possa essere stato utilizzato in questo modo prima. È possibile che la continuity fosse stata appena cambiata e questo era semplicemente un easter egg che ora dovrebbe essere ignorato… o forse, potrebbe esserci la possibilità che questo sia in qualche modo collegato anche alla realtà Nexus.
Il futuro del Nexus
Il modo in cui il Nexus potrebbe avere un impatto sul futuro del MCU resta ovviamente da vedere, ma con il Multiverso che diventerà una parte importante del sequel di Doctor Strange e di Spider-Man 3, il Nexus potrebbe essere la chiave di tutto.
Quicksilver è già apparso dalla timeline di Fox e collegamenti ancora più scioccanti di questo potrebbero accadere, grazie proprio alla manomissione del Nexus. L’introduzione della Time Variance Authority si aggiunge a questa speculazione.
Quella di Simon Spier è la storia di un diciassettenne ricco di dubbi e insicurezze, che riesce però a scoprire sé stesso e il proprio orientamento sessuale grazie alla presenza di persone speciali intorno a lui. La sua vicenda, raccontata nell’acclamato Tuo, Simon, sembra proprio quella di un perfetto film con lieto fine. Una conclusione a cui però non tutti hanno modo di aspirare. Proprio da questa premessa ha dunque inizio la serie Love, Victor, disponibile su Disney+a partire dal 23 febbraio. Il giovane protagonista inizia da subito con il prendersela con Simon, poiché non tutti sono fortunati come lui. Seguendo questo nuovo personaggio si ha infatti modo di entrare in contatto con realtà ben diverse e più simili alla realtà dei fatti.
Si tratta dunque di uno spin-off del film, a sua volta basato sul romanzo Simon vs. the Homo Sapiens Agenda. Ideata da Isaac Aptaker ed Elizabeth Berger, la serie segue Victor (Michael Cimino) nel suo viaggio alla scoperta di sé stesso. Da poco trasferitosi in una nuova città, questi si trova infatti a doversi abituare ad un contesto particolarmente nuovo e potenzialmente ricco di insidie. Mentre affronta alcune difficoltà all’interno di un ambiente famigliare di tradizione latino-americana, Victor dovrà fare anche i conti con quello scolastico, tra amici, nemici e potenziali cotte sentimentali. Il suo più grande interrogativo ruota infatti attorno alla scoperta e alla definizione del suo orientamento sessuale.
La complessa scoperta di sé stessi
Sono sempre di più le serie che esplorano il mondo della sessualità giovanile, dalla spensierata Sex Educationdi Netflix alla più audaceEuphoria di HBO. Rispetto a queste due, Love, Victor potrà forse non presentare evidenti particolarità, ma i suoi punti di forza si nascondono proprio in un racconto che trova sincerità nella sua semplicità. Già a partire dalla presentazione del protagonista si delineano infatti una serie di sottotesti e contesti che accrescono l’interesse tanto verso il personaggio quanto per la sua storia. Victor è un giovane di origini latinoamericane, appena trasferitosi dal Texas. Si tratta di uno Stato notoriamente conservatore che, senza voler generalizzare, non è noto per la sua benevolenza verso le minoranze.
Se il “problema” di Simon era “solo” quello di riuscire ad essere accettato per la sua omosessualità, Victor si trova dunque a dover gestire ulteriori problematiche. A partire da ciò si evidenza dunque l’importanza che una serie come questa può avere nell’attuale panorama di prodotti per adolescenti e giovani. Si va infatti a spogliare la storia di Tuo, Simon di quegli elementi che potrebbero averla resa distante dalle problematiche vissute ogni giorno dai ragazzi alla ricerca di sé stessi. Gli amici e i famigliari comprensivi vengono dunque qui sostituiti con personaggi che manifestano più sfumature e che rientrano meno nei classici stereotipi.
Vi sono ovviamente gli elementi ricorrenti di questo genere, dall’amico buffo al bello di turno, dal bullo alla caotica festa in villa. Eppure ognuno di questi riesce a mostrare qualcosa di nuovo capace di renderlo più interessante agli occhi dello spettatore. Più di ogni altra cosa, però, la serie non sembra partire subito con il presupposto che il protagonista sia già consapevole della propria omosessualità. Il suo orientamento è ancora tutto da scoprire e l’attrazione che egli prova tanto per un ragazzo quanto per una ragazza lascia aperte una serie di possibilità particolarmente attraenti. Da questo punto di vista Love, Victor non si configura come la necessità di capire come rivelare qualcosa agli altri, bensì come il bisogno di capire prima di tutto qualcosa di sé, per sé.
Love, Victor: la delicatezza alla base di tutto
Trattare tutto ciò è oggi quanto mai complesso, e rischia di portare in territori particolarmente impervi. Il pericolo è ancor più alto nel momento in cui, come avviene qui, si inseriscono anche elementi relativi all’appartenenza etnica. Per evitare di rendere la serie eccessivamente pesante o involontariamente superficiale, i due autori optano per la strada della delicatezza. Affidandosi ad essa, Love, Victor assume quel tono spensierato che solo le migliori storie di questo genere riescono a vantare. Il protagonista vive con un certo peso ciò che gli accade intorno e dentro di sé, ma si tratta di un percorso vissuto con la consapevolezza che il traguardo ripagherà di fatiche e dolori. L’attore protagonista, Michael Cimino, risulta straordinariamente adatto a far trasparire tutto ciò.
Sin da subito, dunque, Love, Victor si presenta come la storia giusta per raccontare una serie di difficoltà universali. Questa vuole essere un buon esempio, ma sembra anche preannunciare di non avere una risposta valida per tutti. È per questo che lo spettatore viene invogliato a seguire Victor passo dopo passo, scoprendo insieme a lui tutto ciò che conta sapere. Basterà intraprendere la visione dei primi episodi per lasciarsi conquistare dall’atmosfera, scoprendo di trovarsi dinanzi ad un prodotto che non intende affatto addolcire la pillola. La serie, rilasciata come Star Original, era infatti stata giudicata troppo matura per il target di spettatori tipici di Disney+. Ai fini di una più realistica rappresentazione di questo tipo di vicende, ciò non può essere che visto come un bene.
The Book of Vision, visionaria opera diretta da Carlo S. Hintermann con la produzione esecutiva di Terrence Malick, è stata acquisita per la distribuzione cinematografica da RS Productions, e sarà disponibile in anteprima sulla piattaforma streaming Chili dal 26 febbraio, entrando così di diritto nella finestra per le votazioni dei David di Donatello. The Book of Vision è il primo lungometraggio di finzione che RS Productions distribuirà in Italia. RS Productions, fondata nel 2019, segna così un importante passo in avanti nel settore, aggiudicandosi i diritti per la distribuzione italiana di uno dei film di punta della scorsa stagione cinematografica che ha aperto la 35° edizione della Settimana Internazionale della Critica nell’ambito della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
The Book of Vision è una produzione Citrullo International dall’alto valore estetico, con un cast internazionale: Charles Dance, attore inglese star della serie TV Game of Thrones, Lotte Verbeek, molto nota al mondo delle serie TV (The Black List, Outlander, I Borgia), Sverrir Gudnason protagonista di Borg McEnroe, Isolda Dychauk (I Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo Nigro.
The Book of Vision, co-prodotto con LuminousArts Productions (UK) EntreChien et Loup (Belgio) e con Rai Cinema e il sostegno della Direzione Generale Cinema e la Provincia di Trento, è un viaggio affascinante attraverso il passato e il presente, la vita e la morte, il dolore più profondo e l’amore incondizionato, con immagini uniche realizzate da un cast tecnico di prim’ordine. Direttore della fotografia è Joerg Widmer, tra i più celebrati direttori della fotografia europei. Nel tempo ha collaborato con registi iconici come Wim Wenders, Quentin Tarantino, Michael Haneke, Roman Polanski e Bela Tarr e curato la fotografia degli ultimi film di Terrence Malick. Scenografo David Crank, considerato uno dei più talentuosi scenografi americani. Abituale collaboratore di Paul Thomas Anderson (ha realizzato le scenografie de Il Petroliere, The Master, e Vizio di forma) ha collaborato anche con Steven Spielberg per Lincoln e con Terrence Malick in The New World, The Tree of Life e To the Wonder. Grande importanza è data ai costumi curati da Mariano Tufano che ha lavorato in un grande numero di film italiani e internazionali (Il Piccolo Mondo Antico, L’importanza di chiamarsi Ernesto, La passione di Cristo, Tristano e Isotta e Nuovomondo – Leone d’argento e Rivelazione alla Mostra del cinema di Venezia, 2006 – con il quale ha vinto il David di Donatello per i costumi nel 2007) e costumista dell’ultimo film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio.
Domenica 4 aprile arriva in prima assoluta su Sky Cinema e in streaming su NOW TV il nuovo film Sky Original Genitori vs Influencer, diretto da Michela Andreozzi e da lei scritto a quattro mani con Fabio Bonifacci. Una commedia per famiglie che racconta la storia di un padre single alle prese con la figlia adolescente. Nel cast Fabio Volo, la giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest – Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis. Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni,, Massimiliano Vado,Michela Andreozzi e con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno.
Genitori vs Influencer è prodotto da Paco Cinematografica di Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, in coproduzione con la spagnola Neo Art Producciones e con Vision Distribution.
In Genitori vs InfluencerQuanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager? Paolo (Fabio Volo), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese- (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta. Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager. La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.
«Con le sale cinema ancora chiuse sono grata dell’opportunità che offre Sky di portare il cinema nelle case di tutti – ha dichiarato la regista, Michela Andreozzi -. Sono felice di poter offrire alle famiglie un piccolo momento di svago stando seduti sul proprio divano. Genitori vs Influencer è la mia commedia più family, quindi in qualche modo anche la più adatta ad essere vista da genitori e figli insieme. Voglio considerare questo film come il mio regalo di Pasqua per tutto il pubblico che ama il cinema».
«La sceneggiatura ci ha convinti subito – spiega Margherita Amedei, senior director di Sky Cinema – una commedia adatta a tutta la famiglia, che ha il merito di raccontare con ironia e intelligenza il rapporto senza tempo tra genitori e figli adolescenti, inserendolo nel contesto di oggi, con i social network e l’avvento dei nuovi teen idol, gli influencer. Michela Andreozzi è stata ancora una volta molto abile nel regalare emozioni e risate affrontando un tema d’attualità con grande leggerezza e divertimento. Ci ha particolarmente entusiasmati il cast, a partire dai giovanissimi attori, davvero convincenti nell’interpretare ruoli che sfuggono ai tradizionali cliché».
Come spiegano i produttori, Isabella Cocuzza e Arturo Paglia, quello affrontato dal film è un tema di grande attualità: «Come genitori boomer di 4 ragazze adolescenti super social sentivamo la necessità di trattare un tema così ingombrante e complesso. Michela è riuscita a centrare perfettamente il punto raccontando uno spaccato generazionale in modo divertente ironico e romantico senza giudicare buoni e cattivi dove siamo certi ognuno troverà qualcosa di familiare».
«In questo particolare momento che la nostra industria sta attraversando, siamo felici di portare al pubblico, insieme a Sky, il terzo film di Michela Andreozzi, regista che stimiamo e con la quale abbiamo cominciato un percorso fin dalla sua opera prima Nove Lune e Mezza – commenta Massimiliano Orfei, COO di Vision Distribution -. Una commedia divertente per tutta la famiglia, Genitori Vs Influencer, nella quale si incontrano e confrontano due generazioni sui diversi punti di vista rispetto al presente digitale e il suo giusto uso e consumo. Fabio Volo, Ginevra Francesconi e Giulia De Lellis insieme ad un cast ricco e divertente ci offrirà l’occasione di ragionare con il sorriso».
Grazie al nuovo franchise di Spider-Man totalmente integrato nel MCU, Tom Holland e Zendaya hanno dato vita, nei panni rispettivamente di Peter Parker e Michelle “MJ” Jones, ad una delle nuove coppie cinematografiche più amate degli ultimi anni. In particolare, grazie agli eventi di Spider-Man: Far From Home, le dinamiche tra i due personaggi sono stati maggiormente arricchite, permettendo alle due giovani star di sfoggiare una chimica sullo schermo davvero invidiabile.
I due attori sono attualmente impegnati sul set di Spider-Man 3, che dovrebbe arrivare nelle sale di tutto il mondo il prossimo dicembre. Nella scena durante i titoli di coda di Far From Home, l’identità di Spider-Man è stata ufficialmente rivelata al mondo intero, quindi c’è parecchia eccitazione in merito a quella che sarà la trama del threequel. Sappiamo inoltre che Spider-Man 3 affronterà il tema del Multiverso e riporterà indietro molti personaggi dell’universo dell’Uomo Ragno, incluso l’Electro di Jamie Foxx e il Doctor Octopus di Alfred Molina.
Naturalmente, al di là di tutti questi aspetti, i fan non vedono l’ora di scoprire anche come si evolverà la relazione tra Peter ed MJ nel terzo capitolo. In una recente intervista con Backstage, Tom Holland ha parlato proprio del suo speciale rapporto con Zendaya, rivelando come l’attrice l’abbia aiutato tanto dal punto di vista umano quanto dal punto di vista professionale, al pari di quanto aveva già fatto Robert Downey Jr.
“Quando abbiamo iniziato a girare il primo Spider-Man, io lei e Jacob Batalon siamo diventati grandi amici”, ha spiegato Holland. “È stata veramente importante per me, perché in quel momento la mia vita stava cambiando: non solo stavo girando un grande film e avevo l’opportunità di girare il mondo, ma le persone iniziavano a riconoscermi. Inevitabilmente, devi comportarti in un certo modo. Hai delle responsabilità, anche nei confronti dei piccoli spettatori. E Zendaya mi è stata davvero utile in questo processo. Non si può davvero dire nulla contro di lei. È semplicemente perfetta.”
Tom Holland e l’influenza di Zendaya sulla sua vita
“È stato meraviglioso avere qualcuno come lei dalla mia parte, mi ha davvero aiutato a crescere durante quel periodo”, ha continuato l’attore. “Ho anche commesso degli errori. C’è stato un periodo in cui odiavo scattare foto insieme alla gente. Chiedevo di essere lasciato in pace. Ma lei mi ha fatto capire che il mio sottrarmi mi avrebbe procurato ancora più stress. Dovevo solo essere gentile. E aveva ragione! Ha reso quel periodo davvero incredibile. Averla come amica è stato incredibilmente prezioso per il mio successo e per la mia carriera, ma anche e soprattutto per la mia vita.”
È uno dei titoli che accompagnano l’inaugurazione di Star, Godfather of Harlem, disponibile su Disney+ all’interno dell’offerta del suo nuovo canale che offrirà contenuti più adulti ai suoi abbonati. E non a caso si tratta di una storia di violenza, di mafia, di potere e di lotta per i diritti civili.
Ispirato a persone ed eventi reali, Godfather of Harlem reimmagina la storia del famigerato boss del crimine Bumpy Johnson (il vincitore Premio Oscar Forest Whitaker), che nei primi anni ’60 torna dopo dieci anni di prigione e trova in rovina il quartiere che un tempo governava. Con le strade controllate dalla mafia italiana, Bumpy deve affrontare la famiglia criminale Genovese, che nel frattempo aveva steso la sua mano su Harlem, per riprendere il controllo. Durante la brutale battaglia, forma un’alleanza con il predicatore radicale Malcolm X (Nigél Thatch) e la loro storia si interseca tra l’ascesa politica di Malcolm, in pieno sconvolgimento sociale, e una guerra di mafia che minaccia di fare a pezzi la città. Godfather of Harlem è una collisione tra la malavita e il movimento per i diritti civili durante uno dei periodi più tumultuosi della storia americana.
Godfather of Harlem: reimmaginando una storia vera
Scritto da Chris Brancato e da Paul Eckstein, Godfather of Harlem deve la sua esistenza al suo produttore esecutivo e protagonista, Forest Whitaker, che ha scelto di indagare per prima cosa luoghi e persone, per ricreare il suo Bumpy Johnson, nato Ellsworth Raymond Johnson, che per 38 anni governò a tutti gli effetti il grande quartiere di New York, per il quale era “uomo d’affari, un padre di famiglia, un poeta, uno stratega, un giocatore di scacchi”, a tutti gli effetti un supervisore, un padrino.
L’aspetto più interessante di questa storia è che la malavita si intreccia con la politica, in una circostanza che però ha come obbiettivo il bene comune, o almeno queste erano le motivazioni di Malcolm X, che si alleò con il boss per portare avanti la sua rivoluzione per la difesa e la promozione dei diritti civili dei neri. A interpretare il politico radicale è stato chiamato Nigél Thatch, che aveva già interpretato il personaggio storico in Selma, di Ava DuVernay, e che qui torna ad offrire non solo i suoi tratti, ma il suo spirito ad una delle figure più fondanti e controverse della storia americana.
Tra Whitaker e Thatch si inserisce un gigantesco, non solo per la sua stazza, Vincent D’Onofrio, a cui è stato affidato il ruolo di Vincent Chin Gigante, appartenente alla famiglia italiana che aveva preso il controllo della zona in assenza di Johnson, e che era un personaggio violento e profondamente razzista. Molte sono le dichiarazioni di D’Onofrio proprio in merito alla sgradevolezza del suo personaggio, che spesso, ha detto, era difficile da interpretare perché gli lasciava addosso un’energia negativa che lo seguiva fino a casa. Lo sforzo interpretativo dell’attore è stato però premiato da un risultato eccellente, come ci ha abituato da molto tempo fino a oggi. Un’altra difficoltà riscontrata da D’Onofrio, è stata che se Whitaker e Thatch hanno avuto la possibilità di parlare e confrontarsi con i parenti delle persone chiamate ad interpretare, o comunque di avere riferimenti audiovisivi su cui studiare il personaggio, per lui questo non è stato possibile, il che aggiunge un grado di difficoltà ulteriore alla performance.
Tuttavia, proprio questo elemento introduce una componente a cui la piattaforma produttiva tiene molto, ovvero che la storia, pur basandosi su fatti reali, è stata oggetto di drammatizzazione e invenzione, per rendere i fatti raccontati più adatti alla struttura seriale, che prima di tutto tende all’intrattenimento. Nei comunicati ufficiali di Godfather of Harlem si legge infatti che “nonostante questa storia sia ispirata a eventi reali, alcuni personaggi, caratterizzazioni, fatti, luoghi e dialoghi sono stati romanzati o inventati per necessità di drammatizzazione”.
Se Godfather of Harlem trova il suo punto di forza principalmente nelle interpretazioni degli attori, così solidi e in parte, è anche una serie tv che è un piacere guardare da un punto di vista estetico, visto che offre una ricostruzione davvero curata e attenta degli anni Sessanta ad Harlem, e pure se spesso indugia su scenari trasandati e non certo gradevoli, lo fa con una ricercatezza e una verità filologica che non fanno altro che arricchire il valore complessivo del lavoro svolto.
I primi due episodi di Godfather of Harlem saranno disponibili su Disney+ dal 23 febbraio, mentre dal 26 in poi verranno resi disponibili in streaming gli altri otto episodi della prima stagione.
Sappiamo tutti quanto la produzione di Justice League sia stata incredibilmente travagliata. Zack Snyder ha dovuto abbandonare il film nel bel mezzo delle riprese a causa di una tragedia familiare. Il regista venne quindi sostituito da Joss Whedon, che aveva già lavorato per i Marvel Studios occupandosi delle regie di The Avengers e Avengers: Age of Ultron.
È altrettanto noto a tutti quanto la versione cinematografica di Justice League, ossia il film arrivato nelle sale nel 2017 e portato a compimento proprio da Whedon, abbia totalmente stravolto la visione originale di Snyder, regalando di fatto al pubblico un film completamente “alternato” tanto nella forma quanto nel contenuto. Proprio per questo, dopo alcuni anni di campagne a sostegno del lavoro di Snyder, il regista è finalmente riuscito ad ottenere il via libera della Warner Bros. per lavorare al suo taglio del cinecomic e permettere finalmente ai suoi fan di poterne godere.
La Snyder Cut di Justice League arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo e proprio in questi giorni Zack Snyder è impegnato con l’attività promozionale della sua bramatissima versione del film. In un nuovo report di Vanity Fair, che ha avuto la possibilità di intervistare Snyder, viene rivelato un dettaglio assai curioso proprio in relazione alla versione cinematografica e all’operato di Whedon: un dirigente della Warner Bros. che ha richiesto di restare anonimo, avrebbe rivelato alla rivista che anche allo studio non piaceva quello che Whedon aveva fatto il film di Snyder.
Pare che i dirigenti non fossero per nulla soddisfatti della leggerezza e della componente umoristica del film, e che alla fine siano rimasti sconcertati dal risultato finale. La fonte anonima, senza usare mezzi termini, ha spiegato: “Quando abbiamo visto cosa aveva fatto Joss, siamo rimasti a bocca aperta. Il ladro sul tetto… era sciocco, davvero terribile. La famiglia Russa… praticamente inutile. Era veramente imbarazzante e nessuno voleva ammettere che il risultato finale fosse una m***a.”
Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.
Disponibile dal 5 marzo su Disney+ con accesso Premier e, dove possibile, nei cinema, Raya e l’Ultimo Drago è il nuovo film d’animazione Walt Disney. I registi Don Hall e Carlos López Estrada, la produttrice Osnat Shurer e gli sceneggiatori Qui Nguyen e Adele Lim hanno partecipato ad un incontro on line con la stampa, per raccontare questa nuova eroina che è principessa e guerriera.
Una storia magica, un viaggio avventuroso ma anche di speranza e di trasformazione. Come si può descrivere però un personaggio come Raya?
Don Hall: “Una delle cose che amo di Raya è il fatto che è un personaggio alquanto complesso. Credo che sia da riconoscere che è una principessa, è la figlia del capo, ma è anche una guerriera ed è tutta la vita che si sta preparando per essere la custode della Gemma del Drago. Quindi amo molto questo dualismo del personaggio. Inoltre tutto il film verte sul tema della fiducia. Vediamo questo personaggio che ha perso la fiducia nel popolo di Kumandra e su di lei si accumulano notevoli pressioni. Dobbiamo vederla evolvere per recuperare la fiducia nel mondo, e guardando il mondo sulla base delle sue esperienze è chiaro che è difficile avere fiducia nel prossimo. Mi piace la sua ferocia e la sua forza, mi piace il fatto che ha un belò senso dell’umorismo ma è anche vulnerabile. Sono un suo grande fan e amo molto anche Sisu.”
Quanto è importante mantenere viva la fantasia nella nostra vita, soprattutto in questa particolare fase?
Carlos López Estrada: “Credo che in assoluto sia una delle cose più importanti. Dobbiamo continuare ad alimentare la nostra fantasia, dobbiamo continuare a rivolgerci a cose che possono entusiasmanti. Io devo ringraziare la Disney, perché sono cresciuto vedendo questi bellissimi film animati e questo ha seriamente modificato il mio modo di vedrre le cose, la mia fantasia. E questo ha avuto un effetto su come sono oggi. Mi auguro che Raya possa offrire un’opportunità molto simile a grandi e piccoli. L’idea è che con Raya si possa viaggiare in luoghi mai visti, scoprire personaggi molto diversi e affascinanti, è un viaggio che consente di ampliare la mente e riflettere su una serie di idee che sono importanti. Ma al tempo stesso è anche un rifugio in un altro mondo. Penso che questo sia un film molto importante.”
Il film è decisamente multietnico. Quanto è stato importante per il film?
Osnat Shurer: “Questo progetto per alcuni di noi è molto personale. Si trattava di capire quale fosse il messaggio da trasmettere, ma anche di riflettere sulle divisioni che caratterizzano il nostro mondo e su come le differenze possano creare antagonismi e quanto sia importante superarle per noi, in tutto quello che facciamo. Dobbiamo curarci degli altri, quindi per noi si trattava di spostarci in un altro territorio, il Sud Est Asiatico e ci siamo innamorati di questo senso di appartenenza di una comunità in cui conti il noi e non l’io, nonostante le culture variegate di questo territorio.”
Parliamo invece di Namaari che è trai personaggi che cambia maggiormente nel corso del film.
Adele Lim: “Io adoro Namaari, ed è davvero il personaggio che più cambia. All’inizio era la cattiva di turno, ma strada facendo si trasforma e ci interessava molto capire la dinamica del suo rapporto con Raya, dal momento che si tratta di un’amicizia femminile che in genere non si vede spesso al cinema e nel cinema d’animazione. Lei è Raya hanno la stessa origine: sono figlie di leader ed entrambe vogliono la sopravvivenza del loro popolo, ma affronta questa sfida in modo molto diverso. Ma l’esempio di Raya e dei suoi le offrono un punto di vista differente. Lei è decisamente il mio personaggio preferito.”
Quanto è importante mantenere fede alle nostre tradizioni e preservarle?
Qui Nguyen: “Sia per Adele che per me fare un film come questo, che è un omaggio alla cultura del Sud Est Asiatico è particolarmente importante perché è la nostra cultura e raramente nei grandi film hollywoodiani i nostri figli possono assistere a qualcosa del genere e identificarsi con gli eroi del grande schermo. Queste immagini possono essere d’ispirazione per i nostri figli. Per noi è stato un dono da parte nostra per loro, in modo tale da poterli ispirare.”
Raya e l’Ultimo Dragoarriverà su Disney+ il prossimo 5 marzo, disponibile con account VIP e, dove possibile, arriverà anche sul grande schermo.
Black Panther, il cinecomic Marvel uscito nelle sale nel 2018, ha rappresentato un vero punto di svolta nella storia del MCU, se non altro per il modo in cui il film è stato accolto a livello mondiale da pubblico e critica, ma anche e soprattutto per l’impatto che ha avuto sulla cultura afroamericana.
Guidato dal compianto Chadwick Boseman, il film vanta un cast incredibile, composto quasi interamente da attori neri quali Michael B. Jordan, Danai Gurira, Lupita Nyong’o, Angela Bassett e Forest Whitaker. Tra questi figurava anche Daniel Kaluuya, esploso grazie all’horror Scappa – Get Out di Jordan Peele, che nel film ha interpretato W’Kabi, il migliore amico di T’Challa, nonché capo della sicurezza della Tribù di Confine, la prima linea di difesa del Wakanda.
Sappiamo che gran parte del cast del primo film tornerà per Black Panther 2, ma ad oggi il destino di W’Kabi è ancora avvolto nel mistero. Kaluuya è attualmente impegnato con la promozione del film Judas and the Black Messiah e in una recente intervista con Jemele Hill ha avuto l’occasione di parlare del suo eventuale ritorno nel sequel Marvel. L’attore ha confermato di non sapere ancora se sarà effettivamente coinvolto in Black Panther 2, ma ha anche chiarito che sarebbe ovviamente disposto a tornare se la storia lo richiesse.
“Sono quel tipo di persona che guarderebbe comunque quel determinato film anche senza la propria presenza, perché vorrebbe vederlo a prescindere”, ha spiegato Kaluuya. “Se sono nel film e sono funzionale alla storia, allora io ci sono. E resto di quest’idea”. W’Kabi aveva soltanto un ruolo secondario in Black Panther, tuttavia la sua storia non è stata portata a termine alla fine del film.
Quale scenario per K’Wabi in Black Panther 2?
Il personaggio voltò le spalle a T’Challa per sostenere Killmonger: ciò lo ha messo in conflitto con Okoye e ha portato i due ad una resa dei conti nel finale abbastanza repentina. Alla fine abbiamo assistito alla resa di W’Kabi e al suo invio in prigione. Il personaggio potrebbe ancora essere rinchiuso dopo tutti questi anni, oppure potrebbe essere scappato durante il caos causato dallo Snap di Thanos, o addirittura essere stato lui stesso una delle vittime della decimazione. Ci sarebbe, quindi, più di un motivo valido per riportare W’Kabi in Black Panther 2.
Black Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto da Ryan Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di recente è stato annunciato che l’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel. Huerta è noto per il ruolo di Rafale Caro Quintero nella serie Narcos: Mexico; il prossimo anno sarà tra i protagonisti di The Forever Purge, quinto e ultimo capitolo del celebre franchise horror/distopico. Al momento i dettagli sul personaggio che l’attore interpreterà nel sequel di Black Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel. Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
Martha Stewart, attrice nota per aver recitato accanto a Joan Crawford e Humphrey Bogart rispettivamente in L’Amante Immortale e Il diritto di Uccidere, si è spenta a 98 anni, come conferma sua figlia Colleen Shelly su Twitter.
“L’originale Martha Stewart di ha lasciati ieri,” ha scritto Shelly “Aveva una nuova parte da interpretare in un film con tutti i suoi amici celesti. Se n’è andata pacificamente circondata dalla sua famiglia e dal gatto.”
Nota per i suoi film di maggiore successo tra gli anni ’40 e ’50, ha debuttato nel classico musical Doll Face, nel 1945.
Netflix Italia ha diffuso il trailer italiano di A Week Away, il prossimo film originale Netflix in arrivo. Il film è una commedia romantica ed è tratto da un’idea originale dell’attore/musicista/sceneggiatore Alan Powell.
Prodotto da Steve Barnett, Alan Powell, Gabe Vasquez, Corby Pons con produttore esecutivo Vicky Patel. Le coreografie sono Paul Becker e Melena Rounis. A Week Away è diretto da Roman White e vede protagonisti Bailee Madison, Kevin Quinn, Sherri Shepherd e David Koechner, e gli esordienti Jahbril Cook, Kat Conner Sterling e Iain Tucker.
In A Week Away Will Hawkins (Kevin Quinn) è un adolescente tormentato. Uno scontro con la legge lo mette di fronte a una scelta importante: il carcere minorile o un campo estivo cristiano. Inizialmente spaesato, Will riesce ad aprirsi, si innamora di una veterana del campo (Bailee Madison) e trova un senso di appartenenza nell’ultimo posto al mondo in cui avrebbe pensato di trovarlo.
Lo Stato del Grande Cielo, così viene anche soprannominato il Montana, uno dei meno popolosi ma più belli di tutti gli Stati Uniti. Sotto il suo vasto cielo azzurro, che avvolge le numerose catene montuose qui presenti, si snoda la storia di Big Sky, serie di genere thriller ideata da David E.Kelley. Esperto del genere, questi si è già reso noto per titoli televisivi come Big Little Lies e la recente The Undoing. Con questo nuovo progetto si cimenta invece nell’adattamento di The Highway, scritto nel 2013 dal noto autore di polizieschi C. J. Box. Il libro è il primo di una trilogia dedicata alla detective Cassie Dewell, divenuto in breve un vero e proprio best seller. Quello che ha funzionato sulla pagina non sembra però trovare altrettanta fortuna nella sua trasposizione in immagini, poiché la serie risulta essere particolarmente priva di mordente.
Disponibile dal 23 febbraio su Disney+, la storia qui narrata è quella dei detective privati Cassie Dewell (Kylie Bunbury) e Cody Hoyt (Ryan Phillippe) che uniscono le loro forze con l’ex poliziotta, Jenny Hoyt (KatherynWinnick), moglie di Cody, per cercare due sorelle rapite da un camionista su una remota autostrada del Montana. Le loro indagini li porteranno ad imbattersi nell’ambiguo agente Rick Legarski (John Carroll Lynch), il quale li informerà che numerose ragazze sono già scomparse in quella zona senza mai essere ritrovate. Per i detective ha così inizio una corsa contro il tempo volta a scoprire l’identità del rapitore e le sue intenzioni prima che sia troppo tardi. Ad ostacolare l’indagine, però, vi è il complesso rapporto tra le due donne, trovatesi a condividere lo stesso uomo.
Un thriller privo di mordente
Un paesaggio di montagna come quello sfoggiato in Big Sky, unito alla sua atmosfera da thriller, non può che far pensare alla celebre I segreti di Twin Peaks. La serie di David Lynch ha infatti contribuito nei primi anni Novanta a definire in modo inequivocabile le caratteristiche indispensabili per questo tipo di racconti. Il nuovo progetto di Kelley segue queste in modo anche particolarmente evidente, tralasciando ovviamente la componente soprannaturale. Le intenzioni di dar vita ad una caratteristica cittadina e i suoi abitanti sconvolta da un nuovo rapimento si manifestano sin da subito. La sua presentazione appare infatti particolarmente precisa in tutte le dinamiche necessarie per la partenza della storia.
Dinamiche che però non risultano sufficientemente accattivanti, ma anzi manifestano una serie di debolezze non indifferenti. La prima e più importante si ritrova proprio nelle due protagoniste. Pur interpretate da valide attrici, queste presentano una serie di carenze nello spessore invece richiesto a personaggi che dovrebbero condurre le diverse puntate previste. Il conflitto tra le due sembra non andare oltre l’aver avuto rapporti con lo stesso uomo, Cody, fermandosi dunque ad uno stereotipo non da poco. Si tratta naturalmente di una linea narrativa ripresa dal romanzo, ma che viene qui riproposta senza nessun apparente sforzo di renderla più coinvolgente per lo spettatore.
Il problema che Big Sky manifesta nei suoi primi episodi sembra racchiuso tutto qui, nell’adattare un dato materiale senza ambire a particolari risultati. A dimostrarlo vi è la troppa semplicità con cui vengono proposte o liquidate alcune situazioni, tra cui lo stesso rapimento. Il risultato è che, almeno nei primi due episodi visti in anteprima, non vi sono personaggi o eventi per cui lo spettatore è attivamente chiamato ad avere un certo trasporto emotivo. Per un’opera di genere thriller questo è un problema letale. L’avere una stagione composta di ben 16 episodi, inoltre, lascia pensare a tempi talmente diluiti da accentuare tale mancanza.
Big Sky: una serie intera sulle spalle di un solo attore
La lunghezza in termini di episodi di Big Sky richiede per forza di cose di rimandare un giudizio definitivo. Se è però vero che un racconto si fonda sulle basi costruite dal suo incipit, la serie in questione presenta un equilibrio a dir poco precario. Non manca certo di rivelare una serie di colpi di scena che risvegliano l’attenzione, ma questi risultano sempre discontinui e mal supportati rispetto alla totalità. In mezzo a tutto ciò, però, vi è un elemento che sembra distinguersi più degli altri, ed è la presenza dell’attore John Carroll Lynch. Noto per aver dato volto a Arthur Leigh Allen, principale sospettato nel film Zodiac, questi sembra essere in Big Sky l’unico realmente interessato ad elevare il livello della serie.
La serie si sorregge dunque su di lui, che però per quanto importante non è il protagonista di turno. In generale, questa risente di una molteplicità di stereotipi e cliché che evidenziano una scrittura ben lontana da quella che invece vanta Big Little Lies. In un contesto dove le serie TV si distinguono per le loro innovazioni e sperimentazioni, Big Sky risulta essere un netto passo indietro. Si configura infatti come un prodotto anomalo, che non sembra realmente appartenere al suo tempo. Lasciando il beneficio del dubbio sul suo sviluppo, risulta difficile non pensare che serie come queste sembrano ormai superate da tempo, o almeno dovrebbero esserlo.
La Snyder Cut di Justice League è sicuramente uno dei progetti più attesi di sempre, dal momento che i fan dell’universo DC avranno finalmente la possibilità di vedere la versione del cinecomic che Zack Snyder ha sempre voluto realizzare. Il film si preannuncia ricco di sorprese, a cominciare dalla già confermata presenza del Joker di Jared Leto, che sarà protagonista di una sequenza insieme al Batman di Ben Affleck.
Sappiamo più o meno quali saranno tutti i personaggi che appariranno nella Snyder Cut, incluso il temibile Darkseid (sostituito nella versione cinematografica ad opera di Joss Whedon da Steppenwolf) e il tanto atteso Martian Manhunter (alter ego del personaggio del generale Swanwick già visto ne L’uomo d’acciaio e in Batman v Superman: Dawn of Justice). Eppure, a quanto pare, il taglio di Snyder non ha ancora svelato tutte le sue carte, dal momento che un nuovo report di Vanity Fair suggerisce che nel film ci sarà il cameo di un supereroe assolutamente inatteso.
Di recente Zack Snyder ha rilasciato un’intervista alla celebre rivista proprio in occasione della promozione della Snyder Cut. Nell’articolo si può leggere la seguente affermazione: “Snyder ha girato nuovamente il finale con il cameo di un eroe che lascerà a bocca aperta i fan più accaniti”. Non si tratta di una dichiarazione diretta dello stesso Snyder, ma semplicemente riportata: ciò significa che il personaggio in questione resterà un mistero fino all’arrivo del film su HBO Max il prossimo 18 marzo.
Il cameo non ancora annunciato di un supereroe a sorpresa è sicuramente un nuovo motivo di eccitazione per tutti i fan di Snyder. Di conseguenza, sul web in molti hanno cominciato ad interrogarsi sulla possibile identità del personaggio, azzardando che possa trattarsi dell’iterazione di Lanterna Verde ad opera diRyan Reynolds. Lo stesso però – sempre con la solita ironia che lo contraddistingue – ha specificato attraverso il suo account Twitter che il misterioso eroe in questione non è Hal Jordan.
Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.
Continuano le riprese ad Atlanta di Hawkeye, l’annunciata prossima serie tv targata Marvel Studios e prodotta per la piattaforma Disney+.
Il Vendicatori originale, Jeremy Renner, torna come protagonista in Hawkeye, affianco a la riconosciuta arciera dei fumetti Marvel, Kate Bishop, interpretata da Hailee Steinfeld. Nel cast della serie ci sono anche Vera Farmiga, Fra Fee e l’esordiente Alaqua Cox nei panni di Maya Lopez con gli episodi diretti da Rhys Thomas e dal duo Bert and Bertie.
Vi ricordiamo che Hawkeye fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere stato The Falcon and The Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre serie tv includono WandaVision (sempre nel 2020?), Loki (primavera 2021) oltre a Hawkeye.Tutti vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e si baserà sulle avventure di Young Avenger, Kate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.
È da molto tempo che ci parla della possibilità che Bruce Campbell possa apparire in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, l’attesissimo sequel di Doctor Strange che vedrà il ritorno di Benedict Cumberbatch nei panni dello Stregone Supremo. Ora, tramite i suoi profili social, l’attore ha confermato di essere a Londra, il che lascia intendere che potrebbe effettivamente prendere parte al sequel.
Le voci su un possibile coinvolgimento di Campbell nel progetto dei Marvel Studios sono iniziate a circolare subito dopo la conferma che Sam Raimi avrebbe sostituito Scott Derrickson alla regia. Sappiamo bene che Campbell è uno degli attori feticcio di Raimi: i due hanno lavorato insieme per la celebre trilogia horror di Evil Dead, e Campbell è persino apparso in tutte e tre i capitoli della saga di Spider-Man diretta da Raimi, interpretando ogni volta un personaggio diverso in un breve cameo.
Inoltre, quando Saimi è stato ufficializzato al timone di Doctor Strange 2, è stato proprio Campbell a dichiarare che avrebbe voluto prendere parte al film. Sulla scia delle loro precedenti collaborazioni e della volontà dell’attore di far parte del cast del sequel, l’ultimo post condiviso da Campbell via Twitter ha sollevato più di una domanda. L’attore statunitense, infatti, ha confermato di essere a Londra, senza offrire ulteriori dettagli sul motivo della sua permanenza nella capitale. Sappiamo, però, che è proprio lì che sono attualmente in corso le riprese di Doctor Strange 2…
Nella didascalia che ha accompagnato il post su Twitter, l’attore ha specificato di essere in quarantena, quindi è chiaro che dovrà prendere parte alle riprese di un film, dal momento che, in seguito all’esplosione della pandemia di Covid-19, è obbligatorio per gli attori trascorrere almeno un paio di settimane in isolamento prima di iniziare a lavorare. Ovviamente, questa è al momento una mera speculazione. Non ci resta che attendere una conferma ufficiale.
Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.
Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.
Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swintone Chiwetel Ejiofor. Rachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in Endgame. Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 5 novembre 2021.