È stato scovato un errore di VFX in
Avengers: Endgame, il
cinecomic Marvel campione d’incassi diretto
da Anthony e Joe Russo. L’erroe
in questione riguarda il personaggio del temibile
Thanos interpretato da Josh
Brolin.
Dopo aver decimato metà della
popolazione mondiale alla fine di Infinity War, Thanos è
tornato in Endgame in un modo che – almeno dal punto di
vista narrativo – non ha avuto lo stesso impatto del precedente
capitolo dedicato ai Vendicatori. In effetti, la presenza del
personaggio in tutta la sua grandezza si è avvertita soltanto nel
corso dell’epica battaglia finale, durante la quale lui e il suo
esercito hanno praticamente affrontato ogni singolo supereroe del
MCU. A causa però dell’elevato
numero di inquadrature che sono state realizzate per la scena in
questione, era quasi inevitabile che venisse commesso un errore in
fase di post-produzione, durante il processo di perfezionamento del
girato attraverso l’utilizzo degli effetti visivi.
In una nuova puntata di “VFX Artists
React” del canale YouTube Corridor Crew,
Matt Aiken, artista della WETA
Digital che ha lavorato ad Avengers:
Endgame, è stato messo dai presentatori dello show di
fronte ad un errore di VFX scovato nel cinecomic Marvel. Ad un certo punto, nel
video, Corridor Crew fa notare come Thanos abbia avuto un problema
di taglio quando schiocca le dita con il Guanto dell’Infinito
costruito con la nanotecnologia di Tony Stark (Robert
Downey Jr.). Candidamente, Aiken ammette di non aver mai
notato l’errore.
Potete vedere il momento a partire dal minuto 5:03 del video a
seguire:
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco
narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Sembra che i Marvel Studios stiano pianificando il ritorno
di Jaimie Alexander nei panni di Lady
Sif. Il personaggio in questione, creato da Stan Lee e
Jack Kirby, è apparso nei primi due capitoli di Thor e
successivamente nella serie tv Agents of SHIELD. Da
allora, è completamente sparito dal MCU.
E se le cose stessero per cambiare?
In una recente intervista emersa inizialmente su Reddit, alla
Alexander è stato chiesto di ricordare la sua esperienza nei panni
della temibile guerriera asgardiana e se era davvero capace di
brandire una spada mentre cavalcava: “Sì, una volta ero in
grado di farlo e credo che potrei rifarlo in futuro. Non ho ancora
perso quel dono… o almeno, si spera.”
Quando è stato poi chiesto
all’attrice dei suoi piani per il futuro, la stessa ha dichiarato:
“Probabilmente smetterebbero di esistere se vi dicessi davvero
ciò che sta per succedere, ma grazie per avermelo
chiesto.”
Naturalmente, sono subito partite le
speculazioni a proposito di un possibile ritorno del personaggio di
Sif in Thor: Love and Thunder o
magari nella serie Loki, o magari
in entrambi i progetti. Sarà davvero così? Non ci resta che
attendere maggiori dettagli.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika
Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame.
L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty
Thor, descritto da Waititi come “la perfetta
combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con
la prima Thor femmina dell’universo”.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 5 novembre 2021.
James
Gunn ha rivelato che lui e Margot
Robbie adorano l’idea di un film che veda schierati
insieme i personaggi di Harley Quinn e
Groot. Il regista e l’attrice candidata all’Oscar
torneranno a lavorare insieme per The Suicide Squad, nuovo adattamento
cinematografico dedicato alla Task Force X dopo il film del 2016
diretto da David Ayer.
Nel film di Gunn ci saranno
tantissimi nuovi personaggi interpretati da attori quali
John Cena, Taika Waititi, Idris Elba, Alice Braga
e Nathan Fillion. Fortunatamente, una delle poche
cose che sono state apprezzate della versione di Ayer, ossia
l’incarnazione della Mattacchiona ad opera della Robbie, sarà
presente nel reboot.
Di recente Margot
Robbie è tornata a vestire i panni di Harley Quinn in
Birds of
Prey, film che la stessa ha scelto di sviluppare
al posto di Gotham City
Sirens, e che a differenza di Suicide
Squad è stato accolto positivamente dalla critica.
Adesso, come rivelato da James Gunn, il regista
incaricato di riportare nuovamente la Harley di Margot al cinema,
sembra che lui e la diretta interessata abbiano discusso a
proposito di un’idea davvero unica per una nuova potenziale storia
della supercriminale sul grande schermo.
Su Twitter, Gunn ha
risposto ad un fan che gli ha chiesto quale membro dei
Guardiani della Galassia
inserirebbe in The Suicide Squad se ne
avesse la possibilità. La risposta del regista è stata: “Ho
ampiamente parlato di questa cosa con Margot Robbie e penso che
Harley e Groot potrebbe essere i protagonisti di avventure favolose
insieme”. Poi ha aggiunto: “Ci sono altre grandi
combinazioni a cui mi piacerebbe dare vita… se le cose con
#TheSuicideSquad non fossero così segrete…”
Cosa avrà voluto “insinuare”
James Gunn con quest’ultima affermazione?
Nonostante il regista stia attualmente lavorando sia per la DC sia
per la Marvel, è altamente improbabile che
un giorno riuscirà davvero ad avere i personaggi di Harley
Quinn e Groot all’interno dello stesso
film.
Eppure, le parole di Gunn sembrano
lasciare aperta la possibilità che in The Suicide
Squad potremmo vedere insieme personaggi –
chiaramente appartenenti all’Universo DC – che forse non avremmo
mai immaginato di vedere fare squadra sul grande schermo…
Il cast ufficiale
di The Suicide Squad comprende
i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Robert Downey Jr. ha rivelato che, se non
avesse interpretato Iron Man in 10 film del
MCU, gli sarebbe piaciuto vestire i
panni di Occhio di Falco in The Avengers.
L’attore ha debutto nel franchise di successo nel lontano 2008 con
il primo Iron Man, il cinecomic che ha stabilito il tono
dei futuri film dell’Universo Cinematografico Marvel e influenzato profondamente
quella che sarebbe stata la forma dell’interno MCU. Lo scorso anno, Downey è
uscito ufficialmente dal franchise dopo la morte del personaggio di
Tony Star in Avengers:
Endgame, sacrificatosi per fermare il temibile Thanos una
volta per tutte.
In una recente intervista con
BBC Radio 1 in occasione della promozione
di Dolittle, a
Robert Downey Jr. è stato chiesto quale altro
supereroe avrebbe voluto interpretare se non fosse stato ingaggiato
dai Marvel Studios per il ruolo di Tony Stark.
Questa la sua risposta:
“Non riesco a pensare a nessun
gagliardo ragazzo americano che non abbia mai sognato di essere
Spider-Man durante la sua infanzia”, ha spiegato Downey.
“Ad ogni modo, guardando indietro dalla posizione in cui mi
trovo adesso – e anche perché sono un grande fan di Jeremy Renner e
del suo modo così cool di aver interpretato il personaggio,
soprattutto quando si è trasformato in Ronin in Endgame – direi che
mi sarebbe piaciuto interpretare Occhio di Falco.”
Potete vedere il video dell’intervista di seguito:
Anche se è difficile immagine un
altro attore nei panni di Tony Stark, forse non tutti sanno che
inizialmente il ruolo era stato proposto a Tom
Cruise. Se all’epoca la star di Hollywood avesse
accettato la parte, forse oggi avremmo davvero Robert
Downey Jr. come incarnazione di Occhio di Falco nel
MCU e non Jeremy
Renner.
La ABC ha
rinnovato la serie drammatica di successo The Good
Doctor per la quarta stagione che arriverà nel
2020-2021. La notizia è stata annunciata oggi da Karey Burke,
presidente di ABC Entertainment. La serie The Good
Doctor è prodotta da Sony Pictures Television e
ABC Studios. ABC Studios fa parte di Disney Television
Studios, una collezione di studi composta da 20th Century Fox
Television, ABC Studios e Fox 21 Television Studios.
“‘The Good
Doctor è stato una pietra miliare il lunedì sera ed è
una di quelle serie sentite che affronta senza paura
l’incisività”, ha detto Burke. “Lo storytelling ponderato
di David Shore, combinato con un cast incredibile guidato dalla
performance sfumata di Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun
Murphy, è ciò che ha reso questa serie un successo eccezionale
nelle ultime tre stagioni, e sono entusiasta di vedere dove ci
porteranno dopo”
“Siamo incredibilmente grati
alla ABC per tutto il suo continuo supporto e a David Shore per
aver portato “‘The Good
Doctor” in televisione nel momento giusto; il viaggio
complicato, sorprendente ed emotivo dello spettacolo è la ricetta
perfetta per ora”, ha dichiarato Jason Clodfelter,
copresidente della Sony Pictures Television.
The Good
Doctor è lo spettacolo più visto della ABC in questa
stagione dopo 35 giorni di visione su tutte le piattaforme lineari
e digitali, con una media di 15,6 milioni di visualizzatori totali
con riproduzione multipiattaforma.
The Good
Doctorè il miglior show televisivo della stagione
nella riproduzione TV in Total Viewers, impennata di +6,41 milioni
di spettatori dalla sua media Live + stesso giorno alla sua media
Live + 35 giorni. Inoltre, il dramma della ABC quasi triplica la
sua valutazione Live + Same Day Adult 18-49 dopo 35 giorni di
riproduzione, aumentando del + 175% fino a diventare il miglior
guadagno della trasmissione in questa stagione. Basato su
trasmissioni originali, “The Good Doctor” è la serie numero 1 di
lunedì in Total Viewers e si colloca tra le prime 10 serie della
stagione in totale (n. 9).
The Good Doctor 4
The Good Doctor
4 è la quarta stagione della serie tv
The Good Doctor creata da David Shore per il network
americano della ABC. David Shore è il
produttore esecutivo e showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David
Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.
In The Good Doctor
4 Dr. Shaun Murphy (Freddie
Highmore), un giovane chirurgo con autismo e sindrome dei
savant, continua a usare la sua straordinaria regali medici presso
l’unità chirurgica dell’ospedale San Bonaventura. Mentre le sue
amicizie si approfondiscono, Shaun lavora più duramente di quanto
abbia mai fatto prima di iniziare a uscire, mentre naviga nel suo
ambiente e nelle sue relazioni per dimostrare ai suoi colleghi che
il suo talento come chirurgo salverà delle vite. La serie è di
David Shore (“House”), e “Lost” e “Hawaii Five-0” star Daniel Dae
Kim.
In The Good
Doctor protagonisti
Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas nel ruolo del Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez nel ruolo del Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann come Dr. Morgan Reznick, Will Yun
Lee come Dr. Alex Park, Paige Spara come Lea Dilallo e Jasika Nicole
come Dr. Carly Lever.
Joe Russo,
co-regista di Avengers: Endgame, ha rivelato che il
film di Star
Wars affidato a Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios, sarà unico ed emozionante.
L’Ascesa di
Skywalker potrà anche aver messo la parola fine alla saga
degli Skywalker, ma sappiamo che la Disney e la Lucasfilm non hanno
alcuna intenzione di fermarsi con il franchise.
Tra i numerosi progetti in sviluppo,
ci sarebbe anche un film ambientato nella Galassia lontana,
lontana alla quale sta attualmente lavorando Kevin
Feige. Il boss della Casa delle Idee aveva così commentato
il suo coinvolgimento nella celebre saga: “Adoro quel mondo e
adoro l’idea di esplorare nuovi personaggi e nuovi luoghi in
quell’universo. Ma questo è tutto ciò che si può dire per
ora.”
Adesso, in una recente intervista
con THR, Joe
Russo, co-regista di Avengers: Endgame, ha
parlato brevemente del coinvolgimento di Feige nella saga di
Star Wars, sottolineando quanto siano
autentici l’amore e la passione del produttore cinematografico nei
confronti del franchise:
“Star Wars è il primo vero amore
di Feige”, ha spiegato Russo. “Ha un seminterrato
veramente, veramente grande, pieno zeppo di memorabilia di Star
Wars sufficienti a riempire un museo. Qualsiasi cosa farà con la
saga, sarà appassionato, emozionante e unico.”
In attesa di nuovi dettagli su
quello che sarà il film attualmente in sviluppo per mano di Feige,
ricordiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, è stata
affidata la scrittura di una nuova trilogia basata su nuove storie
e nuovi personaggi. In passato, anche ai creatori di Game of
Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era stato
affidato lo sviluppo di una trilogia parallela: sfortunatamente, il
duo ha deciso poi di abbandonare il progetto.
In Black Widow potremmo vedere alcuni
flashback con una giovane Natasha Romanoff. Vedova
Nera è uno dei membri fondatori degli Avengers, nonché uno dei
primi supereroi ad essere stato introdotto nell’Universo
Cinematografico Marvel. Nel corso della sua
carriera, Scarlett Johansson è apparsa in 7
film del MCU, a partire da Iron Man
2 del 2010. In Avengers: Endgame abbiamo visto il
personaggio sacrificare la propria vita per ottenere la Gemma
dell’Anima, ma adesso sarà finalmente protagonista di uno
standalone che i fan hanno sempre richiesto a gran voce.
In occasione del red carpet della
92esima edizione degli
Oscar, Variety ha avuto
l’opportunità di intervistare Paul Gooch e
David White, nominati nella categoria Miglior
Trucco e Acconciatura per Maleficent: Signora del Male.
Parlando brevemente del loro lavoro in Black
Widow, i due hanno spiegato: “Torneremo indietro
nel tempo, a quando i personaggi erano molto più giovani. Abbiamo
attori che interpretano gli stessi personaggi ma in età
differenti.”
Essendo Black
Widow il primo film interamente dedicato al
personaggio di Vedova Nera, è quasi scontato che la trama
racconterà delle sue origini. Sicuramente, il film spiegherà come
Natasha ha incontrato Red Guardian e tutti gli altri personaggi
della storia. Ad ogni modo, le parole di Gooch e White non sembrano
lasciare spazio all’immaginazione: saranno gli stessi attori ad
interpretare le versioni più giovani dei loro personaggi; è
probabile, dunque, che verrà impiegata anche la CGI.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
È stato un red carpet “neutro”
quello degli Oscar 2020. Un anno che ha visto la
rivoluzione scendere in campo per quello che riguarda i premi
assegnati, si è invece rivelato molto tradizionalista e anonimo dal
punto di vista dei look e dell’abbigliamento sfoggiato dalle star
sul tappeto rosso sul Hollywood Boulevard.
Quest’anno, proprio a sottolineare
l’austerità all’insegna della quale i vip hanno operato le loro
scelte di stile, nessuno degli invitati uomini è stato inserito
nella nostra gallery, con la sola eccezione del sempre magnifico
Billy Porter. Tutti gli altri, con sporadiche
eccezioni, si sono affidate allo smoking nero, un capo basic,
oseremo dire, che non ha fatto sfigurare nessun in favore di altri.
Un socialismo dello stile che, forse motivato da scelte politiche,
appiattisce il brio e la bellezza del red carpet più importante
dell’anno (con le dovute eccezioni, vedi Spike Lee
e Timothée Chalamet).
E veniamo invece alle ospiti,
attrici, produttrici, regista, alcune nominate, altre solo invitate
a presentare. In poche hanno osato e ancora in meno sono riuscite a
lasciare il segno. Tra le migliori, in fatto di stile, spiccano
senz’altro le bionde Charlize Theron e
Margot Robbie. Affidatesi rispettivamente a
Dior e Chanel, le due bellissime bionde sono tra
le meglio vestite, complice anche un look (anche qui) semplice che
si concede solo un sorriso rosso fuoco sul viso di Margot.
Nota di merito a Natalie
Portman, che accompagna un elegante Dior lungo e
nero con inserti in oro con un cappotto che sui bordi porta i
cognomi delle registe non nominate agli Oscar 2020. Politicamente
impegnata, sì, ma con grande stile.
Non sfigura affatto anche la ex
vincitrice premio Oscar, Regina King, che in un
principesco Versace rosa cipria arricchito da ricami
argento era tra le più eleganti e particolari della serata. La
nostra preferita però è Scarlett Johansson. Una sirena
d’argento (in Oscar de la Renta) con abito aderente sui
fianchi e corpetto a rete metallica, Scarlett vince soprattutto per
il look, che evidenzia lo sguardo e lascia libero un sorriso nude.
Assolutamente radiosa.
Tra chi ha invece fatto scelte
azzardate, annoveriamo da una parte Sandra Oh, che
ha scelto un Elie Saab senza rinunciare al tulle, ai
ricci, alle paillettes e al velluto, risultando comunque molto
elegante, dall’alta Kristen Wiig, in un rosso
Valentino strutturato, accompagnato da guanti neri.
Probabilmente la peggiore della serata.
In un limbo di medietà,
comunque gradevole, si posizionano le due vincitrice dell’Oscar per
la recitazione, Laura Dern e Renee
Zellwegger, e quasi tutte le altre ospiti, non
particolarmente ispirate, quest’anno a voler fare bella figura su
quello che, in fin dei conti, non è stato affatto il più elegante
red carpet della stagione.
Ecco tutti i vincitori degli
Oscar 2020 fotografati con i loro premi, durante
il loro discorso di ringraziamento o nel backstage. I nuovi
Oscar winner!
Gli Oscar
2020 hanno riservato moltissime sorprese ma anche un
certo numero di film e personaggi snobbati, lasciati in un angolo e
ignorati dall’Academy.
Sorpresa: Parasite vince il miglior
film
Nel momento in
cui Parasite ha vinto la migliore
sceneggiatura originale, si è capito che sarebbe stata una grande
serata per il film sudcoreano. Già galvanizzato dalla vittoria per
la migliore regia, Parasite ha portato a
casa il premio più ambito della serata, il suo quarto Oscar della
notte.
La vittoria segna la prima volta
nella storia di 92 anni dell’Academy che un film in lingua
straniera vince il premio più prestigioso. L’anno 2020 passerà alla
storia degli Oscar. È una vittoria sorprendente ma non certo
completamente inattesa, dati alcuni pronostici. Sebbene
1917 fosse considerato il primo favorito
in classifica, Parasite era una concreta
minaccia alla sua vittoria.
Snobbato: Scarlett Johansson
Povera Scarlett. Nominata
per i suoi primi due Oscar in una sola notte, l’attrice di talento
è andata a casa a mani vuote. Non si aspettava di vincere nella
categoria di migliore attrice per Storia di un matrimonio, con
Renée Zellweger data per certa, ma poteva essere
una scelta interessante per il premio da non protagonista,
categoria nella quale era candidata per Jojo
Rabbit. Alla fine, ha vinto Laura
Dern, sua co-protagonista in Storia di un
Matrimonio, con cui ha condiviso molte scene.
Siamo sicuri che Scarlett sia orgogliosa di lei.
Sorpresa: Bong Joon-Ho vince la
migliore regia
Il regista sudcoreano Bong
Joon-Ho ha ottenuto il miglior risultato della serata con
la sua vittoria per la regia, battendo il favorito Sam
Mendes (1917). Mendes aveva vinto il premio come
miglior regista ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Critics Choice e ai
Director’s Guild Awards. In precedenza aveva anche vinto un Oscar,
nel 1999, per American Beauty.
Snobbato: The Irishman
Nominato per 10 Oscar,
The
Irishman di Martin Scorsese è
andato a casa a mani vuote. Il film prodotto da Netflix ha debuttato con grande successo di critica e
si prevedeva che sarebbe diventato un contendente importante agli
Oscar, ma il suo slancio si è smorzato con il tempo e al suo posto
hanno incalzato 1917 e
Parasite, che piano piano si sono presi
la scena.
Sorpresa: Parasite vince per la
migliore sceneggiatura originale
Parasite ha avuto una
grande serata, con quattro premi vinti su sei nomination. Il
team di scrittori di Parasite
formato da Bong Joon-Ho e Jin Won
Han ha battuto i pesi massimi Quentin
Tarantino per C’era una
volta a Hollywood e Noah
Baumbach per Storia di un
Matrimonio. È la prima volta che un film in lingua
straniera vince l’Oscar della sceneggiatura originale da quando
Pedro Almodóvar è stato onorato con questo
riconoscimento per Parla con lei, nel
2003.
Snobbato: registe donne
Sapevamo che questo particolare
problema sarebbe finito nei discorsi pronunciati durante lo show ed
è un problema molto grave che non dovrebbe essere trascurato. Nel
2019, ci sono state molte registe donne che hanno lavorato a film
di grande importanza. Tuttavia, nessuno è stato nominato come
miglior regista agli Oscar. Greta Gerwig (Piccole
donne), Lulu Wang (Una
Bugia Buona – The Farewell) e Olivia
Wilde (La rivincita delle
sfigate) erano solo tre degne candidate che non
potevano essere nominate. Sul red carpet, Natalie
Portman ha indossato un mantello che portava sopra tutti i
nomi delle registe escluse quest’anno.
Sorpresa: Toy Story 4 vince la
migliore film d’animazione
Questa è in realtà una
mezza sorpresa. Toy Story 4 è stato
scelto per vincere il premio come miglior film d’animazione, ma c’è
stato un momento in cui, dopo la vittoria di Missing
Link ai Golden Globe e quella di
Klaus agli Annie Awards, sembrava che il
film potesse perdere la sua pole position. Entrambi i premi sono
infatti buoni indicatori da Oscar. La divisione di questi
riconoscimenti ha mostrato che Hollywood non era univocamente
schierata, tuttavia è stato chiaro che l’Academy almeno non ha
avuto “curiosità” e si è affidata al titolo rassicurante Pixar.
Sorpresa:
Eminem ci riporta al 2002
Ci fu delusione agli
Academy Awards del 2003 quando, nonostante la nomination alla
migliore canzone, Eminem non si esibì in “Lose
Yourself” durante la cerimonia. Non era nemmeno lì, in effetti,
eppure vinse nella categoria. Ma la scorsa notte, Hollywood ha
ottenuto il suo risarcimento con 17 anni di ritardo. Dopo un
omaggio alle canzoni degli Oscar del passato,
Eminem è apparso sul palco per eseguire il
successo del 2002, brano portante della colonna sonora di
8 Mile. La folla è rimasta sicuramente
sorpresa!
La 92° edizione degli
Academy Awards, gli Oscar 2020
(tutti i vincitori), è
partita con tutti i presupposti per essere una delle cerimonie più
noiose e scontate della storia del premio e di questa season
awards. La (quasi) certezza dei premi che sarebbero stati
assegnati e l’assenza, per il secondo anno consecutivo, di un
presentatore ufficiale sembravano, su carta, elementi che avrebbero
determinato il fallimento dello show e invece, come nei film più
belli, la serata ha riservato sorprese e qualche momento
genuinamente emozionante insieme a sporadiche ma memorabili
sequenze di spettacolo.
La ABC, network
che ha ancora una volta ospitato le oltre tre ore di cerimonia, ha
portato a casa un risultato discreto, date le premesse, e questo
grazie alle decisioni dell’Academy, che una volta tanto si è spinta
oltre la sua confort zone.
È
Parasite show agli Oscar
2020
Parasite,
film sud coreano, scritto e diretto da Boong
Joon-Ho, ha portato a casa quattro statuette, quattro
premi che rendono il film un pezzo di storia dell’Academy. Si
tratta infatti del primo film in lingua non inglese ad aver vinto
nella categoria più ambita, quella di Miglior Film (a chi punta il
dito su The Artist, film di produzione
francese diretto da Michel Hazanavicius,
ricordiamo che quello era un film muto, e che l’unica battuta
recitata nel film è in inglese, caso chiuso).
Non solo, Bong ha portato a casa
anche i premi alla sceneggiatura, battendo l’agguerrita concorrenza
di Quentin Tarantino, dato per favorito, al
miglior film Internazionale, ovvero il miglior film straniero che
da quest’anno cambia dicitura, in nome di una nomenclatura più
inclusiva e universale, alla migliore regia, premio letteralmente
strappato dalle mani di Sam Mendes, che aveva
vinto ai BAFTA, ai Golden
Globes e persino ai DGA.
La sorpresa è stata generale e
comunque bene accolta, dato l’impatto che ha avuto Parasitein
tutto il mondo. Dalla sua presentazione al Festival
di Cannes 2019, dove ha vinto la Palma
d’Oro, il film ha raccolto consensi a strascico, che
si sono concretizzati in recensioni entusiaste e incassi
importanti. E sembra quindi quasi logico che l’Academy abbia voluto
tenere la scia.
Il quartetto di attori vincenti,
invece, non ha sorpreso nessuno. Dai Golden Globes
fino a questi Oscar 2020, Joaquin Phoenix, Renée
Zellweger, Laura
Dern e Brad
Pitt hanno fatto un percorso netto, dritti alla meta e
al premio che corona carriere incredibili e, nel caso di Zellweger,
segna un ritorno importante.
Con le sorprese ai “vertici della
classifica” e le retrovie abbastanza prevedibili, gli Oscar 2020
hanno visto i migliori guizzi nei molti momenti musicali, da
Eminem che con Lose Yourself ha dato una
scossa ad una platea (ed una compagine casalinga) addormentata, a
Billie Eilish, che invece ha ammaliato tutti con
la sua versione di Yesterday, come sottofondo al video
In Memoriam, a Cynthia
Erivo e Idina Menzel che hanno brillato con le loro
performance canore.
Oscar 2020 – In Memoriam
https://www.youtube.com/watch?v=FKmqtaxIS3Y
La performance spettacolare di
Janelle Monáe in apertura ha fatto intendere che
il tono della serata potesse essere più vivace, e invece, dopo il
discorso di ringraziamento di Brad Pitt che ha
tirato in gioco anche l’impeachment trumpiano, la serata
si è assestata su una costante ma diluita e poco incisiva richiesta
di unione e impegno. Esemplari di questa tendenza sono stati i
discorsi di ringraziamento di Phoenix e
Zellwegger, ma non sufficienti a rimanere
memorabili.
Quello che il pubblico italiano non
ha visto, sono stati però i commercial andati in onda
sulla ABC durante la serata, pubblicità davvero
incredibili con protagonisti attori, registi, protagonisti delle
passate edizioni degli Oscar. Certo, l’organizzazione ha comunque
tentato di dare movimento alla serata, affidando il monologo
iniziale a Steve Martin e Chris
Rock, oppure le premiazioni a coppie comiche collaudate,
come Maya Rudolph e Kristen Wiig
oppure Rebel Wilson e James
Corden (che si sono profusi in una auto parodia
dell’orribile Cats), tuttavia non è
bastato.
Un breve sketch di
Olivia Colman, introduttivo alla proclamazione del
miglior attore protagonista, è stato più trascinante di molti dei
discorsi e delle battute preparate a tavolino dei presentatori che
si sono avvicendati sul palco. Forse l’attrice britannica potrebbe
essere proposta il prossimo anno come host, e fare in modo
che la cerimonia sia di nuovo degna di essere seguita, al netto dei
numeri musicali.
Diretto da Brett
Haley e scritto da Liz Hannah, il film si
basa sull’omonimo romanzo scritto da Jennifer
Niven. Echo Lake Entertainment e FilmNation Entertainment
hanno prodotto il film, con Fanning, Paula Mazur, Mitchell Kaplan,
Doug Mankoff, Andrew Spaulding e Brittany Kahn come produttori,
mentre Hannah sarà il produttore esecutivo.
Raccontami di un giorno perfetto:
quando esce e dove vederlo in streaming
Raccontami di un giorno perfetto in
streaming debutterà solo su Netflix il 28
febbraio.
Raccontami di un giorno perfetto:
la trama e il cast
Sconvolta dalla morte della
sorella, l’introversa Violet Markey (Elle
Fanning) riscopre la gioia di vivere quando incontra
l’eccentrico e imprevedibile Theodore Finch (Justice Smith). Tratto
dal romanzo bestseller internazionale di Jennifer Niven.
Nel cast anche Alexandra
Shipp nel ruolo di Kate, Keegan-Michael
Key nel ruolo di Embry, Luke Wilson come
James, Kelli O’Hara nel ruolo di Sheryl,
Felix Mallard nel ruolo di Roamer,
Virginia Gardner nel ruolo di Amanda,
Lamar Johnson nel ruolo di Charlie e Sofia Hasmik
nel ruolo di Brenda.
Il romanzo
All the Bright
Places è un romanzo per adulti scritto da Jennifer Niven
ed è stato pubblicato per la prima volta il 6 gennaio 2015 tramite
la società di edizioni Knopf Publishing Group ed è il primo lavoro
per giovani adulti di Niven. All the Bright Places è scritto in uno
stile soggettivo dal punto di vista dei due personaggi principali,
Finch e Violet. Il romanzo è composto da brevi sezioni narrate da
Finch e Violet, che generalmente si alternano tra i due personaggi.
Questo stile di scrittura permette ai lettori di comprendere i
cambiamenti in Violet mentre guarisce dalla morte di sua sorella e
Finch mentre si ammala progressivamente più mentalmente durante il
romanzo.
Showtime ha
diffuso il teaser promo di Billions 5, la quinta stagione della serie
tv di Billions
con protagonista
Damian Lewis e Paul Giamatti.
La stagione 5 di Billions
sarà presentata in anteprima domenica 3 maggio su SHOWTIME. Nella
quinta stagione di Billions,
Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck Rhoades (Giamatti) vedono
riaccendersi la loro feroce rivalità, mentre nuovi nemici si alzano
e prendono la mira. Il pioniere dell’impatto sociale Mike Prince
(Stoll) rappresenta una vera minaccia per il dominio di Axe e Chuck
fa la febbre con un formidabile procuratore distrettuale. Taylor
Mason (Asia
Kate Dillon) è costretto a tornare ad Ax Capital, dove
devono lottare per proteggere i loro dipendenti e le loro risorse.
Wendy Rhoades (Maggie Siff) rivaluta la sua lealtà e crea
sorprendenti nuove alleanze che la mettono in contrasto sia con
Chuck che con Ax. In questa stagione, la lotta per il potere
diventa una lotta per la sopravvivenza e tutti i personaggi devono
adattarsi o rischiare l’estinzione. Margulies interpreterà
Catherine Brant, professore di sociologia della Ivy League e autore
di bestseller.
Billions 5
In Billions 5 protagonisti sono il premio
Oscar, vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore dell’Emmy e Golden
Globe
Damian Lewis, Billions
è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una
media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le
piattaforme. Le prime tre stagioni di Billions
sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su
Now Tv.
Quando tutti sono fuori per cercare
vendetta, nessuno è al sicuro. Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck
Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff),
moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti
per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace,
mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor
Andolov (guest star
John Malkovich), Taylor Mason (Asia
Kate Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon
“Jock” Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il
tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa
stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il
prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La serie
vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola Rashad,
Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e
Malin Akerman.
Billions
è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian
Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew
Ross Sorkin.
È senza dubbio Parasiteil
vincitore della serata che ha visto assegnare gli Oscar 2020
dall’Academy of Motion Pictures. Il film di Bong
Joon-Ho, già Palma d’Oro ha portato a casa ben 4 premi
Oscar, miglior film internazionale, migliore sceneggiatura,
migliore regia e miglior film, il primo non in lingua inglese a
vincere il riconoscimento.
I premi agli attori non hanno
riservato sorprese, Phoenix, Zellwegger, Pitt e Dern portano a casa
le statuette, mentre un po’ penalizzato rispetto alle aspettative è
stato 1917, che porta a casa solo
fotografia, missaggio sonoro e effetti visivi.
Ecco tutti i vincitori dei 92°
Academy Awards, gli Oscar 2020
Celebre per aver preso parte ad
alcune popolari commedie sentimentali, l’attore Noah
Centineo ha potuto affermarsi in breve tempo grazie ai
suoi ruoli cinematografici e televisivi. Con un ampio seguito di
fan, l’attore vive infatti da un paio d’anni un periodo d’oro, che
lo ha visto particolarmente richiesto in progetti spesso differenti
gli uni dagli altri. Ecco 10 cose che non sai di Noah
Centineo.
Parte delle cose che non sai sull’attore
Noah Centineo: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in popolari
film adolescenziali. Dopo aver recitato in piccoli ruoli
in film come The Gold Retrievers (2009), Another
Assembly (2014) e Can’t Take It Back (2017), l’attore
diventa noto grazie al suo ruolo nel film Sierra Burges è una
sfigata (2018), e acquista ulteriore popolarità con il ruolo
di Peter in Tutte le volte che ho scritto ti amo (2018).
Nel 2019 vive un anno particolarmente prolifico, recitando nei film
The Perfect Date, The Diary e Charlie’s Angels,
dove recita accanto all’attrice Kristen
Stewart. Nel 2020 riprende il ruolo che l’ha reso
celebre nel sequel P.S. Ti amo ancora.
L’attore vestirà poi i panni del celebre He-Man nell’atteso film
Masters of the Universe.
9. È noto per alcune
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore si è reso celebre anche per la partecipazione ad alcune
serie TV di successo. Tra queste si annoverano Austin &
Ally (2011-2012), #TheAssignment (2013) e The
Fosters (2015-2017), dove ha un ruolo da protagonista
interpretando Jesus Adams Foster. Un altro ruolo importante è anche
quello nella serie T@gged (2017), con il personaggio di
Hawk. Centineo recita poi anche nel film televisivo Come creare
il ragazzo perfetto (2014).
8. Ha partecipato alla
produzione di una serie TV. Tra i ruoli più importanti
fino ad ora nella carriera di Centineo vi è quello nella serie
#TheAssignment. Legato al progetto, l’attore ha
contribuito alla scrittura degli episodi in cui ha recitato,
Stepmom e Babysitter, e ha inoltre svolto il
ruolo di produttore per venti episodi della serie.
Noah Centineo è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 17,6 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
numerosi scatti tratte dalle premiere a cui ha preso parte, come
anche immagini e video promozionali dei suoi progetti. Non mancano
tuttavia anche foto scattate in momenti di svago, in compagnia di
amici o della sua fidanzata.
Noah Centineo e Alexis Ren
6. Ha una relazione con una
nota modella. Dopo diverse voci su una loro presunta
relazione, l’attore ha confermato di essere fidanzato con la
modella Alexis Ren. Classe 1996, la Ren ha
esordito nel mondo della moda all’età di 13, acquistando nel tempo
grandissima popolarità sui social media e arrivando ad essere
inclusa nell’elenco delle donne più sexy del mondo nel 2019. Sui
rispettivi social network i due sono soliti condividere foto o
video dei loro momenti insieme.
Parte delle cose che non sai sull’attore
Noah Centineo in Austin & Ally
5. È stato il suo debutto
televisivo. Nel 2011 l’attore partecipa nel ruolo di
Dallas alla serie di Disney Channel Austin & Ally,
incentrata su due ragazzi caratterialmente opposti che, con la
passione per la musica, diventeranno particolarmente popolari
vincendo le loro paure. Centineo ha in particolare recitato negli
episodi Secrets & Songbooks, Club Owners & Quinceaneras e
World Records & Work Wreckers.
Noah Centineo in Tutte le volte che
ho scritto ti amo
4. Ci ha messo un po’ per
stringere amicizia con la protagonista. Nel film
distribuito da NetflixTutte le volte che ho scritto ti
amo, l’attore recita insieme all’attrice Lana
Condor. Durante un’intervista, Centineo ha raccontato che
durante i primi giorni sul set i due non avevano ancora stretto un
legame. L’attore cercò di farsi intraprendente chiedendo alla
co-protagonista di ripassare insieme le battute, ma lei declinò
gentilmente l’invito. In seguito sono tuttavia diventati migliori
amici.
3. Ha annunciato il sequel
con un post su Instagram. Tramite il proprio profilo
Instagram l’attore ha comunicato ai fan che Netflix aveva deciso di
dare un sequel al fortunato film. In P.s. Ti amo
ancora, in arrivo il 12 febbraio 2020 sulla piattaforma
streaming, sarà possibile scoprire quali evoluzioni ha assunto la
storia d’amore tra Lara Jena e Peter, i due protagonisti.
Noah Centineo in Swiped
2. È il protagonista del
film. Tra gli altri lungometraggi interpretati dall’attore
nell’ultimo periodo vi è Swiped, che ruota intorno al
personaggio di Lance Black, interpretato da Centineo, il quale
decide di realizzare un’app di incontri che possa aiutarlo a
portare il proprio successo con le donne ad un altro livello.
Noah Centineo: età e altezza
1. Noah Centineo è nato a
Miami, in Florida, Stati Uniti, il 9 maggio 1996. L’attore
è alto complessivamente 185 centimetri.
Tra le più celebri personalità di
Hollywood vi è Ben Affleck, attore, regista e
produttore che negli anni si è affermato grazie ad alcuni brillanti
ruoli in film particolarmente celebri. Da anni uno dei nomi di
punta dell’industria, Affleck ha saputo distinguersi per la sua
poliedricità, ottenendo alcuni tra i più ambiti riconoscimenti
cinematografici.
Ecco 10 cose che non sai di
Ben Affleck.
Ben Affleck: i suoi film
1. È stato protagonista di
celebri lungometraggi. Affleck debutta al cinema con il
film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), ma ottiene
celebrità grazie ai suoi ruoli nei film La vita è un sogno
(1993) e Generazione X (1995). Successivamente recita nei
film Will Hunting – Genio ribelle (1997), Armageddon –
Giudizio finale (1998) e Shakespeare in Love (1998)
che ne aumentano la popolarità. Da quel momento prende parte a
celebri film come Dogma (1999), Pearl Harbor
(2001), Daredevil (2003),
Amore estremo (2003), Jersey Girl (2004), La
verità è che non gli piaci abbastanza (2008), The Company
Men (2010), The Town (2010), Argo (2012),
To The Wonder
(2012), L’amore bugiardo –
Gone Girl (2014), Batman v Superman:
Dawn of Justice (2016), The
Accountant (2016), La legge della
notte (2016), Justice
League (2017), Triple
Frontier (2019), Tornare a vincere (2020) e
Il suo ultimo desiderio (2020).
2. È un apprezzato
regista. Nel 2007 Affleck debutta alla regia con il film
Gone Baby Gone (2007), seguito da The Town
(2010). Entrambi i film ottengono un ottimo riscontro da parte
della critica, che apprezza le qualità registiche di Affleck. Il
successo avviene con Argo (2012), suo terzo film, che
vince l’Oscar come miglior film. Nel 2016 dirige invece La
legge della notte.
3. Ha vinto un Oscar per la
miglior sceneggiatura. Oltre ad aver scritto le
sceneggiature dei propri film, Affleck è noto per essere, insieme
all’amico Matt
Damon, l’autore della sceneggiatura del film Will
Hunting – Genio ribelle. Proprio per questo loro scritto, i
due vinsero l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale,
imponendosi sin da giovanissimi all’interno dell’industria
hollywoodiana.
Ben Affleck: chi è sua moglie
4. È stato
sposato. Dopo aver conosciuto l’attrice Jennifer
Garner sul set dei film Pearl Harbor e
Daredevil, i due si sposano nel giugno del 2005. Dalla
loro relazione nascono tre figli, rispettivamente nel 2005, nel
2009 e nel 2012. Dopo dieci anni di matrimonio, tuttavia, nel
giugno del 2015 la coppia annuncia l’intenzione di divorziare,
avviando la pratica nel 2017. Nonostante ciò hanno affermato di
essere rimasti in buoni rapporti, e di voler continuare a crescere
i figli insieme.
Ben Affleck e suo fratello
5. Suo fratello è un noto
attore. Affleck ha un fratello minore, Casey
Affleck, anch’egli attore e vincitore di un premio
Oscar. I due hanno in più occasioni condiviso il set, sia recitando
insieme nel film Will Hunting – Genio ribelle, sia nei
ruoli di attore e regista per il film The Town. Gli
Affleck sono una delle coppie di fratelli più note dell’attuale
panorama cinematografico, ed entrambi hanno raggiungo importanti
traguardi in tale campo, manifestando sempre il loro supporto
reciproco.
Ben Affleck: il suo fisico
6. È stato criticato per il
suo crollo fisico. Tra i motivi per cui Affleck è noto
presso il grande pubblico vi è anche la sua imponenza. L’attore,
particolarmente alto, ha infatti sfoggiato in più occasioni un
fisico particolarmente scolpito e allenato per i ruoli d’azione
previsti per alcuni film da lui interpretati. Negli ultimi anni
tuttavia l’attore ha ricevuto critiche per il suo decadimento
fisico, dalle quali si è difeso affermando che è la conseguenza di
alcuni difficili momenti famigliari e della sua dipendenza
dall’alcol.
Ben Affleck è Batman
7. Ha ricevuto critiche per
il suo casting. Nel 2016 l’attore ricopre il ruolo del
celebre supereroe nel film Batman v Superman. Affleck è stato
ampiamente criticato, giudicato una scelta errata per il ruolo.
Egli ha affermato di aver evitato di leggere ogni commento negativo
per evitare di esserne influenzato, e ha cercato di dar vita ad una
versione differente del personaggio, che ha infine riscosso
l’apprezzamento da parte di una fetta di fan del cavaliere
oscuro.
8. Ha acquisito molta massa
muscolare. Per dar vita ad una nuova versione del
personaggio di Batman, l’attore ha messo su circa dieci chili di
muscoli, raggiungendo il livello di solo l’8% di massa grassa nel
suo corpo. Quello di Affleck è infatti un Batman particolarmente
possente, ma che si dimostra anche appesantito dagli anni.
Ben Affleck, oggi
9. È pronto a tornare al
cinema. Dopo un periodo di silenzio in cui l’attore ha
avuto modo di risolvere alcuni problemi personali, Affleck è pronto
a tornare al cinema recitando nel film Tornare a vincere,
dove interpreta un ex promessa della pallacanestro che trova una
possibilità di riscatto nell’allenare una squadra giovanile. Un
ruolo particolarmente sentito da Affleck, per un film da lui anche
prodotto.
Ben Affleck: età e altezza
10. Ben Affleck è nato a
Berkeley, in California, Stati Uniti, il 15 agosto 1972.
L’attore è alto complessivamente 192 centimetri.
Di origine malaysiana, l’attore
Henry Golding intraprende la propria carriera
prima come conduttore televisivo e in seguito come attore
cinematografico. In pochi anni recita in alcune tra le commedie di
maggior successo, affermandosi così presso il grande pubblico.
Particolarmente richiesto, Golding sembra ora essere in cerca del
ruolo che possa consacrarne popolarità e carriera.
Ecco 10 cose che non sai di
Henry Golding.
Henry Golding: i suoi film
1. È stato protagonista di
una celebre commedia. Nel 2018 l’attore esordisce al
cinema nel ruolo di Nick Young nel film Crazy Rich Asians,
commedia campione d’incassi della stagione che permette subito a
Golding di ottenere una buona popolarità nell’ambiente
hollywoodiano. Prende poi parte con un ruolo di rilievo al film
thriller Un piccolo
favore (2018), dove recita accanto alle attrici
Anna Kendrick e Blake
Lively, mentre durante il periodo natalizio del 2019 è
al cinema con la commedia sentimentale Lash
Christmas, dove recita con l’attrice Emilia
Clarke. Nel 2020 sarà invece tra i protagonisti del
nuovo film di Guy Ritchie, intitolato The
Gentlemen.
2. Ha condotto diversi
programmi televisivi. Prima di diventare un noto attore di
Hollywood, Golding ha lavorato in più occasione come conduttore di
alcuni programmi documentaristi come Welcome to the Railworld
Malaysia (2012), The Travel Show (2014), Welcome
to the Railworld Japan (2015) e Surviving Borneo
(2017). La maggior parte di questi programmi sono stati trasmessi
su note emittenti come BBC World News o Discovery Channel Asia, che
hanno permesso all’attore di ottenere una prima visibilità.
Henry Golding è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,1 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
curiosità quotidiane o luoghi visitati, ma non mancano anche
numerose immagini e video promozionali dei suoi progetti da
interprete. Diverse sono anche le foto scattate in momenti di
svago, o ancora durante le premier a cui Golding ha preso
parte.
Henry Golding: chi è sua
moglie
4. La sua è una storia
d’amore da film. Durante le celebrazioni di Capodanno, il
1 gennaio del 2011 l’attore incontra in un locale Liv
Lo, presentatrice televisiva ed istruttrice di yoga. Dopo
una serata in cui si erano limitati ad osservarsi, i due hanno
infine trovato il coraggio di parlarsi, dandosi appuntamento per
rivedersi. Hanno poi intrapreso una relazione coronatasi,
nell’agosto del 2016, con il matrimonio.
Henry Golding in Crazy Rich
Asians
5. Aveva rifiutato il
ruolo. Quando fu contattato per la parte da protagonista
nel film Crazy Rich Asians, Golding rifiutò più volte
l’offerta, non sentendosi adeguato al ruolo e avendo all’attivo
solo esperienze da conduttore. Fu soltanto quando il regista si
presentò fisicamente da lui per parlare del progetto che Golding si
convinse ad accettare la parte, che gli avrebbe poi aperto le porte
di Hollywood.
6. Ha dovuto ridurre la
propria luna di miele. Nel momento della pre-produzione
del film, l’attore si era da poco sposato ed aveva intrapreso il
tradizionale viaggio per la luna di miele. Tuttavia fu costretto a
rientrare in anticipo, poiché i produttori avevano fissato una
prima prova tra Golding e l’attrice Constance Wu,
scelta per il ruolo di protagonista femminile.
Henry Golding in Last
Christmas
7. Ha recitato nel film
natalizio. Nel film Last Christmas l’attore
ricopre il ruolo di Tom, e proprio il suo personaggio è al centro
di un importante snodo narrativo. Golding ha dichiarato di essere
rimasto particolarmente sorpreso quando questo gli fu rivelato,
dovendo a quel punto esercitarsi a partire da quello spunto ed
evitare che altri potessero intuire di cosa si trattava. Un compito
che ha richiesto tutta la concentrazione possibile da parte
dell’attore.
Henry Golding ed Emilia Clarke
8. Ha recitato a stretto
contatto con la celebre attrice. Per rendere credibile il
rapporto tra i due protagonisti, Golding e l’attrice Emilia
Clarke hanno trascorso diverso tempo insieme, imparando a
conoscersi e a stabilire una chimica di coppia. Golding ha
scherzosamente ammesso di aver approfittato della presenza della
Clarke per cercare di farsi rivelare il finale di Il Trono di
Spade, senza ottenere risultati.
Henry Golding in The Gentlemen
9. Sarà il villain del
film. Nell’atteso film The Gentlemen, l’attore si
ritroverà a ricoprire il ruolo di Dry Eye, il villain che si
contrapporrà al personaggio interpretato da Matthew
McConaughey. L’attore ha dichiarato di aver accettato
il ruolo anche per liberarsi dall’etichetta di attore per commedie,
potendo così finalmente dar vita ad un personaggio per lui
inedito.
Henry Golding: età e altezza
10. Henry Golding è nato a
Betong, in Malesia, il 5 febbraio 1987. L’attore è alto
complessivamente 186 centimetri.
La serata fresca e la leggera
pioggia che hanno “funestato” il tappeto rosso srotolato nelle
ultime ore sul Hollywood Boulevard, davanti al Dolby Theatre non
hanno scoraggiato le star nominate e invitate alla serata degli
Oscar
2020. La passerella è stata infatti (come da
tradizione) affollata di vip, ospiti, nominati e presentatori,
tutti al loro meglio per la serata più importante dell’anno. Ecco
il red carpet degli Oscar 2020.
Come da tradizione, 24 ore prima
della cerimonia degli Oscar, che celebra il meglio di Hollywood e
dell’industria cinematografica americana, vengono assegnati gli
Spirit Awards, i premi al cinema indipendente
americano.
Ma come quest’anno, con pochissime
eccezioni, i titoli nominati e quelli che saranno i vincitori
differiscono in maniera quasi diametrale, dal momento che il
vincitore della categoria Miglior Film è stato Una Bugia
Buona – The Farewell, neanche nominato agli
Oscar, mentre Diamanti
grezzi, ugualmente ignorato dall’Academy, ha
vinto tre premi molto importanti, regia, montaggio e Adam
Sandler miglior protagonista.
Ecco di seguito tutti i vincitori dei 2020 Spirit
Awards
Best Feature
A HIDDEN LIFE
CLEMENCY THE FAREWELL (Winner)
MARRIAGE STORY
UNCUT GEMS
Best Director
Robert Eggers – THE LIGHTHOUSE
Alma Har’el – HONEY BOY
Julius Onah – LUCE Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS
(Winner)
Lorene Scafaria – HUSTLERS
Best First Feature BOOKSMART (Winner)
THE CLIMB
DIANE
THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
THE MUSTANG
SEE YOU YESTERDAY
Best Female Lead
Karen Allen – COLEWELL
Hong Chau – DRIVEWAYS
Elisabeth Moss – HER SMELL
Mary Kay Place – DIANE
Alfre Woodard – CLEMENCY Renée Zellweger – JUDY (Winner)
Best Male Lead
Chris Galust – GIVE ME LIBERTY
Kelvin Harrison Jr. – LUCE
Robert Pattinson – THE LIGHTHOUSE Adam Sandler – UNCUT GEMS (Winner)
Matthias Schoenaerts – THE MUSTANG
Best Supporting Female
Jennifer Lopez – HUSTLERS
Taylor Russell – WAVES Zhao Shuzhen – THE FAREWELL (Winner)
Lauren “Lolo” Spencer – GIVE ME LIBERTY
Octavia Spencer – LUCE
Best Supporting Male Willem Dafoe – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Noah Jupe – HONEY BOY
Shia Labeouf – HONEY BOY
Jonathan Majors – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
Wendell Pierce – BURNING CANE
Best Screenplay Noah Baumbach – MARRIAGE STORY (Winner)
Jason Begue, Shawn Snyder – TO DUST
Ronald Bronstein, Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS
Chinonye Chukwu – CLEMENCY
Tarell Alvin Mccraney – HIGH FLYING BIRD
Best First Screenplay Fredrica Bailey, Stefon Bristol – SEE YOU YESTERDAY
(Winner)
Hannah Bos, Paul Thureen – DRIVEWAYS
Bridget Savage Cole, Danielle Krudy – BLOW THE MAN DOWN
Jocelyn Deboer, Dawn Luebbe – GREENER GRASS
James Montague, Craig W. Sanger – THE VAST OF NIGHT
Best Cinematography
Todd Banhazl – HUSTLERS Jarin Blaschke – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Natasha Braier – HONEY BOY
Chananun Chotrungroj – THE THIRD WIFE
Pawel Pogorzelski – MIDSOMMAR
Best Editing
Julie Béziau – THE THIRD WIFE Ronald Bronstein, Benny Safdie – UNCUT GEMS
(Winner)
Tyler L. Cook – SWORD OF TRUST
Louise Ford – THE LIGHTHOUSE
Kirill Mikhanovsky – GIVE ME LIBERTY
John Cassavetes Award
BURNING CANE
COLEWELL GIVE ME LIBERTY (Winner)
PREMATURE
WILD NIGHTS WITH EMILY
Robert Altman Award
Storia di un Matrimonio
Best Documentary AMERICAN FACTORY (Winner)
APOLLO 11
FOR SAMA
HONEYLAND
ISLAND OF THE HUNGRY GHOSTS
Best International Film
INVISIBLE LIFE, Brazil
LES MISERABLES, France PARASITE, South Korea (Winner)
PORTRAIT OF A LADY ON FIRE, France
RETABLO, Peru
THE SOUVENIR, United Kingdom
Piaget Producers Award
Mollye Asher
Krista Parris
Ryan Zacarias
Someone to Watch Award
Rashaad Ernesto Green – PREMATURE
Ash Mayfair – THE THIRD WIFE
Joe Talbot – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
Truer Than Fiction Award
Khalik Allah – BLACK MOTHER
Davy Rothbart – 17 BLOCKS Nadia Shihab – JADDOLAND (Winner)
Erick Stoll & Chase Whiteside – AMÉRICA
Annual Bonnie Award
Marielle Heller
Lulu Wang Kelly Reichardt (Winner)
Domenica notte verranno assegnati
gli Oscar 2020 (qui le nomination) e,
mentre alcune previsioni per i 92° Academy Awards
sono scontate, è divertente “giocare” a “chi vincerà e chi dovrebbe
vincere”, tenendo d’occhio da una parte le probabilità e quello che
la stagione dei premi ha raccontato fino a questo momento, e
dall’altra i meriti effettivi di una performance (nella
recitazione, nella scrittura, nella regia) rispetto ad
un’altra.
Ecco chi vincerà e chi dovrebbe
vincere nelle categorie principali agli Oscar 2020
La votazione preferenziale e
l’internazionalizzazione dell’Academy metterebbero in crisi
qualsiasi previsione, ma l’epopea della prima guerra mondiale in
1917 rappresenta un tipo di cinema
solido, già riconosciuto dai premi PGA, DGA, BAFTA, Critics ‘Choice
e Golden Globe. Non ha avuto nomination per gli attori, come
Parasite che però dovrebbe vincere ad occhi chiusi il premio al
Miglior Film Internazionale. I cani sciolti sono invece C’Era una
volta a Hollywood e Jojo Rabbit.
Martin Scorsese ha realizzato un
affresco di incredibile profondità non solo dell’esperienza umana,
ma anche del mondo del cinema e di un certo ambiente mafioso che da
sempre ha caratterizzato l’habitat del suo cinema. Uno sforzo
produttivo incredibile da parte del cineasta newyorkese, ma anche
un film testamento che riconsidera il tempo e la vita in una
maniera del tutto nuova per la sua filmografia. Nonostante la
categoria vanti capolavori del calibro di C’Era una volta a
Hollywood e Parasite.
Miglior regista
VINCERÀ: Sam Mendes,
1917
Con il premio ai DGA, Mendes ha
messo in cassaforte l’Oscar alla regia, il secondo in carriera dopo
quello di 20 anni fa per il bellissimo American Beauty. I Golden
GLobes e i Critics Choice hanno consolidato la sua posizione di
favorito. Effettivamente il suo lavoro di orchestrazione della
scena in 1917 è ammirevole e testimone di una perizia tecnica e
drammatica davvero lodevole. C’è da considerare solo il fatto che
Bong Joon Ho non è troppo lontano dalle preferenze
dell’Academy.
Definire “rilassata” la regia di
C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino potrebbe essere
considerata una critica, ma, come scrive anche THR, si tratta di un
grande complimento, dal momento che il film confezionato da
Tarantino è la testimonianza di quanto la proprio passione
personale può diventare non solo osservazione ombelicale ma anche
grande cinema di intrattenimento.
Anche quelli che non amano Joker
ammirano la performance di Joaquin Phoenix dell’antieroe
protagonista, motivo per cui, alla sua quarta nomination, l’attore
porterà quasi sicuramente a casa la sua prima statuetta. Si
tratterà dunque della seconda volta che un attore che interpreta il
personaggio DC vince un premio Oscar (il primo fu Heath Ledger con
il suo Oscar postumo). Adam Driver di Marriage Story si posizionerà
poco distante, ma alla sua seconda nomination e come Phoenix prima
di lui, dovrà aspettare il suo turno.
Antonio Banderas ha lavorato con
Pedro Almodóvar dall’inizio della sua carriera. In Dolore e Gloria,
interpreta brillantemente intime variazioni della personalità del
regista, dalle sue dipendenze e passioni al suo rapporto con la
madre, nel complesso e vivido diario emotivo che è il film per il
regista madrileno.
Una vittoria per Renée Zellweger per
Judy porterà l’attrice al suo Oscar numero 2 (16 anni dopo la sua
vittoria per Ritorno a Cold Mountain) dopo un periodo non troppo
brillante della sua carriera, grazie ad un ritratto universalmente
applaudito di una leggenda di Hollywood. Ogni pronostico punta
nella sua direzione, ad eccezione del fatto che il film ha solo
un’altra nomination, per il trucco, mentre Scarlett Johansson, per Storia di un
Matrimonio, gareggia con un film molto più apprezzato
dall’Academy.
Saoirse Ronan ha solo 25 anni e,
solo due anni fa, ha interpretato una liceale per Greta Gerwig in
Lady Bird. Questa nomination è la numero 4 per un’attrice
giovanissima e talentuosa, e la sua ultima collaborazione con la
Gerwig, in Piccole Donne, va oltre e approfondisce il suo
sfaccettato talento che, attraverso tutte le fasi della sua vita,
ha brillato in performance diverse e tutte di altissimo livello. Se
non è quest’anno, sarà presto, Saoirse Ronan porterà un Oscar nella
sua Irlanda.
Miglior attore non
protagonista
VINCERÀ: Brad Pitt, C’era
una volta a Hollywood
Sono passati otto anni da quando
Brad Pitt è stato nominato agli Oscar per un’interpretazione
(contro 29 e 27 di Joe Pesci e Al Pacino per The
Irishman, 22 per Anthony Hopkins per I due papi e 19 per Tom
Hanks per Un amico straordinario). Pitt ha vinto un Oscar come
produttore, per 12 Anni Schiavo, ma mai come interprete.
DOVREBBE VINCERE: Brad Pitt,
C’era una volta a Hollywood
Questa è una delle categorie con il
livello più alto di attori e interpreti, eppure presenta la scelta
più semplice, ovvia diremmo; non solo quattro dei nominati hanno
vinto almeno un Oscar per la recitazione, ma Brad Pitt è senza
dubbio quello che quest’anno lo merita di più per una performance
assolutamente irripetibile.
Kathy Bates (Richard Jewell) ha
avuto il suo momento; Scarlett Johansson (Jojo Rabbit), Florence
Pugh (Piccole donne) e Margot Robbie (Bombshell) avranno il loro.
Ma questo è l’anno di Laura Dern. Ha spazzato via i concorrenti con
la sua brillante interpretazione dell’avvocato divorzista
deliziosamente spietato in Storia di un Matrimonio, e a differenza
dei suoi genitori, Bruce Dern e Diane Ladd, vincerà il suo premio
Oscar.
DOVREBBE VINCERE: Laura
Dern, Storia di un matrimonio
Negli ultimi anni, Laura Dern sta
lavorando tantissimo, e sempre ad altissimi livelli, sia al cinema
che in tv. Quest’anno è in due dei film nominati a miglior film, ma
in Storia di un Matrimonio ha finalmente trovato un progetto in cui
poteva mostrare la sua versatilità. Da un avvocato divorzista, hai
bisogno di supporto morale o modalità di attacco? Lei riesce a
darti entrambe le cose.
Molti vorrebbero che Greta Gerwig
vincesse questo Oscar per il suo adattamento di Piccole Donne, e lo
US Scripter, che negli ultimi 10 anni ha indovinato 8 volte, ha
scelto lei. Ma i membri dell’Academy tendono a premiare l’opera più
originale, anche nella categoria delle sceneggiature adattate,
motivo per cui la satira sull’Olocausto di Taika Waititi è favorita
rispetto a un’altra interpretazione del romanzo di Louisa May
Alcott o alla sceneggiatura di The Irishman di Steven Zaillian
(come accaduto ai BAFTA).
DOVREBBE VINCERE: Anthony
McCarten, I Due Papi
In termini di pura felicità di
scrittura, di dialogo, di vivacità, niente di ciò che si è visto
negli ultimi 12 mesi può essere paragonato all’arguzia, alla
saggezza e alle assurdità talvolta arcaiche che fluiscono dalle
bocche dei protagonisti de I Due Papi. Pochissimi sceneggiatori
potevano scrivere dialoghi trai due personaggi protagonisti e
renderli credibili, ma Anthony McCarten ce l’ha fatta
Nonostante abbia già vinto in questa
categoria, con C’era una volta a Hollywood, Quentin Tarantino
“corre il rischio” di vincere ancora e sicuramente 1917, Cena con
Delitto e Storia di un Matrimonio hanno il loro pubblico, tuttavia
se c’è un punto su cui non ci sono dubbi, quando si tratta di testo
“originale” è che il Parasite di Bong Joon Ho lo è davvero,
originale. Questo farebbe del film il sesto vincitore in lingua non
inglese di categoria, il primo degli ultimi 17 anni.
DOVREBBE VINCERE: Quentin
Tarantino, C’era una volta a Hollywood
In questa categoria, di alta
qualità, tutti i nominati hanno scritto e diretto il loro film (due
in collaborazione) e le cinque sceneggiature nominate coprono una
serie di temi e argomenti molto varia. Ma mentre quattro dei cinque
script riguardano ambienti familiari, quello di Tarantino vola
completamente in un’altra direzione, decisamente originale.
È stata una stagione strana, con il
Golden Globe andato a Missing Link e i premi Annie e BAFTA a Klaus
mentre a Frozen 2 è stata negata addirittura la nomination
all’Oscar. Il terzo e ultimo film di Dragon Trainer non può essere
contato, ma l’affetto storico dell’Academy per il franchise di Toy
Story, oltre a Critics ‘Choice e PGA già vinti in questa stagione,
lascia Toy Story 4 come il titolo da battere in categoria.
DOVREBBE VINCERE:
Klaus
Dopo aver trionfato agli Annie e ai
BAFTA, il film d’animazione Netflix dovrebbe portare al livello dell’Oscar la
produzione originale animata del gigante dello streaming, così come
ha fatto Roma lo scorso anno per la produzione in live action.
Migliore film internazionale
VINCERÀ:
Parasite
La vittoria di Parasite in questa
categoria è la scommessa più sicura della prossima notte degli
Oscar. Il primo film sudcoreano mai nominato per la categoria ha
altre cinque nomination tra cui fotografia, regia e sceneggiatura.
Certo, Dolore e Gloria, per la Spagna, ha anche una nomination per
il migliore attore (Antonio Banderas), mentre Parasite non compare
nella categoria, ma gli attori del sindacato di Hollywood hanno
assegnato il SAG al cast, la prima volta che un cast non inglese
vince un tale riconoscimento.
DOVREBBE VINCERE: Dolore e
Gloria
Si tratta del migliore film di
Almodovar da moltissimo tempo, un film tanto intimo quanto
universale che si avvale di performance intense e di una
sensibilità incredibile. Il regista madrileno è al suo meglio, e
sarebbe bello se vincesse in questa categoria, visto che il
principale favorito, Parasite, potrebbe spuntarla in una delle
altre 5 categorie in cui è nominato.
È arrivato come ogni anno
l’appuntamento più atteso dal mondo del cinema: nella notte tra
il 9 e il 10 febbraio Sky trasmetterà in
diretta la 92ª edizione degli Academy
Awards®. Appuntamento dalle 22.45 su
Sky Cinema Oscar® (canale 303 di Sky) per la
magica Notte degli Oscar 2020 con il Red Carpet e
tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di Los Angeles. La diretta
della cerimonia sarà trasmessa anche su Sky Uno
(dalle 00.30) e in chiaro su TV8
(dalle 23.50).
Dagli studi Sky Francesco
Castelnuovo accompagnerà gli spettatori per l’intera
serata, commentando i momenti salienti insieme al “Cinemaniaco”
Gianni Canova e la giornalista di Sky Cinema
Barbara Tarricone. Insieme a loro, ospiti in
studio la giornalista di Sky TG24 Denise Negri, il
ristoratore, musicista e showman Joe Bastianich,
il giornalista esperto di moda Ildo Damiano e
l’attrice Euridice Axen.
La Notte degli Oscar®
2020 sarà riproposta integralmente lunedì 10
febbraio su Sky Cinema Oscar® a partire
dalle 10.45 circa, mentre in prima serata
l’appuntamento con “Il meglio della Notte degli Oscar®
2020” sarà in onda dalle 21.15 su
Sky Cinema Oscar® e su Sky Uno,
disponibile anche on demand su Sky e NOW TV.
Tutte le notizie e gli aggiornamenti
sulla programmazione e sul live sono disponibili su
skycinema.it/oscar, sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter di
Sky Cinema.
Arriva al cinema il 16 aprile
A Quiet Place
2, sequel del thriller horror rivelazione della scorsa
stagione cinematografica, con 341 milioni di dollari incassati nel
mondo. Il secondo capitolo comincia proprio lì dove era terminato
il primo: tra suspense e il terrificante silenzio ci fa scoprire
qualcosa di più sull’invasione delle misteriose creature che
infestano il pianeta. Dietro la macchina da presa
torna John Krasinski, regista e
sceneggiatore, con lui la moglie e protagonista Emily
Blunt, insieme a Millicent Simmonds e Noah Jupe,
componenti della famiglia Abbot; al cast conosciuto si aggiunge
Cillian Murphy (Peaky
Blinders, Dunkirk, Inception), che preparerà
i protagonisti ai pericoli del mondo “esterno”.
A Quiet place IIsarà
il primo film di Paramount
Pictures distribuito in Italia da Eagle
Pictures, in sala dal 16 aprile.
John Krasinski, il
regista, ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche
del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio
personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di
sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio
personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece
diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a
questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho
amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la
sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse
quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”
Arriverà il prossimo 19 marzo,
distribuito da Vision Distribution, il nuovo film di
Francesco Bruni, dal titolo Andrà
tutto bene.
Nel cast del film KIM
ROSSI STUART,LORENZA INDOVINA, BARBARA
RONCHI,GIUSEPPE PAMBIERI, RAFFAELLA
LEBBORONI,
FOTINÍ PELUSO, TANCREDI GALLI, NICOLA NOCELLA. Il
film è prodotto
da PALOMAR con VISION
DISTRIBUTION.
Andrà tutto
bene – sinossi
La vita di Bruno Salvati è in una
fase di sospensione. I suoi film non hanno mai avuto successo e il
suo produttore fatica a mettere in piedi il suo prossimo progetto.
Sua moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già
avere qualcun altro accanto. E per i figli Adele e Tito, Bruno non
riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.
Un giorno Bruno scopre di avere una
forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa
competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e
proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Il primo
obiettivo è trovare un donatore compatibile di cellule staminali:
dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente
paura.
Il padre Umberto, rivelandogli un
segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.
Bruno e la sua famiglia
intraprendono un inatteso percorso di rinascita, con la certezza in
fondo al cuore che per loro Andrà tutto
bene.
Illumination Italia ha
diffuso il primo trailer italiano di Minions 2 – Come
Gru Diventa Cattivissimo.
Arriverà al cinema il prossimo 27
agosto Minions 2: come Gru diventa
cattivissimo, la seconda avventura dei personaggi
tutti gialli della Illumination che si congiungeranno con il loro
padrone originale, Gru, alla scoperta di come il piccolo è
diventato il più cattivo di tutti.
Minions è un film d’animazione
del 2015 diretto da Pierre Coffin e Kyle Balda. Il film è uno
spin-off/prequel dei film Cattivissimo me, Cattivissimo me 2 e
Cattivissimo me 3 e vede come protagonisti i minions, personaggi
creati da Sergio Pablos.
Kevin Feige non ha ancora rivelato
in che modo il Deadpool di Ryan
Reynolds verrà integrato all’interno dell’Universo
Cinematografico Marvel ora che la Disney ha
acquisito i diritti di sfruttamento sul personaggio.
Wade Wilson ha funzionato sul grande
schermo in maniera spettacolare, e la risposta del pubblico ai film
r-rated usciti sotto la Fox è stata davvero incredibile. L’ingresso
di Deadpool nel MCU potrebbe rappresentare una
ghiotta occasione per tantissimi personaggi dell’Universo Marvel di essere protagonisti di un
film vietato ai minori.
Ecco di seguito 10 personaggi che ci
piacerebbe vedere in un film R-Rated come Deadpool
3:
Star-Lord
Grazie alla serie Parks and
Recreation, Chris Pratt ha dimostrato di essere davvero a suo
agio quanto si tratta di affrontare ruoli comici. Molti dei
dialoghi più divertenti del personaggio di Andy Dwyer nello show,
sono frutto dell’improvvisazione dell’attore sul set, nonostante il
rating imposto dai network abbia “limitato” l’estro comico di
Pratt.
Anche il PG-13 di Guardiani della Galassia ci ha
forse impedito di vedere una versione più irriverente di Star-Lord:
ecco perché siamo certi che Peter Quill sarebbe perfetto per
apparire in Deadpool 3.
Doctor Strange
Anche se diventare un
maestro delle arti mistiche ha inevitabilmente smussato alcuni lati
della sua personalità, Stephen Strange nutre ancora un’elevata dose
di disprezzo nei confronti di quelli che sono meno intelligenti di
lui, e un personaggio come Wade Wilson potrebbe tranquillamente
fargli perdere la testa.
Se pensiamo ad alcuni dei precedenti
lavori di Benedict Cumberbatch, come il doppiaggio ne I
Pinguini di Madagascar o l’interpretazione di Smaug attraverso
la motion capture nella trilogia de Lo Hobbit, è facile
ipotizzare che l’attore si sentirebbe perfettamente a suo agio in
Deadpool 3.
Captain Marvel
Se c’è un personaggio nel MCU che si rifiuterebbe
categoricamente di “sopportare” le innumerevoli buffonate di
Deadpool, quello è sicuramente Carol Danvers. Ecco perché i
due devono per forza condividere lo schermo.
Brie Larson ha dimostrato di essere
una valida spalla comica in pellicole come 21Jump
Street e Un disastro di ragazza, senza considerare
Scott Pilgrim vs. the World, vietato ai minori di 13 anni.
Quindi, se di prendesse maggiore ispirazione dai fumetti e si
approfondisse il lato comico di Carol Danvers, siamo certi che
Captain Marvel farebbe un’ottima figura al
fianco del Mercenario Chiacchierone in Deadpool 3.
Korg
Korg è un personaggio così dolce e
mite che metterlo in un film r-rated al fianco di Wade Wilson e
spingerlo a confrontarsi con i suoi comportamenti abrasivi,
potrebbe rendere la sua innocua personalità ancora più divertente
agli occhi dello spettatore. Dopotutto, Taika Waititi è stato
regista, sceneggiatore e interprete di What We Do in the
Shadows, una delle più grandi commedie vietate ai minori del
decennio 2010.
Come Deadpool, Korg è un personaggio
genuinamente comico, introdotto come una sorta di “generatore
automatico di battute” in Thor: Ragnarok, senza contare tutte le
battute esilaranti fatte dallo stesso in Avengers: Endgame. Ecco perché sarebbe
una gioia vedere Waititi interpretare Korg al fianco di Reynolds in
Deadpool 3.
Black Panther
T’Challa è
uno dei pochi personaggi del MCU che ha la capacità di non
arrendersi mai. Da orgoglioso monarca qual è, T’Challa non avrebbe
certamente accettato le buffonate spericolate di Deadpool ed il suo
palese disprezzo nei confronti delle regole.
Nei fumetti,
Deadpool e Black Panther hanno spesso dato viti a momenti comici e
irriverenti; siamo certi che Ryan Reynolds e Chadwick Boseman
sarebbero in grado di ricreare quelle situazioni sul grande schermo
in maniera davvero divertente.
Nick Fury
È soltanto questione di tempo prima
che Samuel L. Jackson si rivolga a qualcuno chiamandolo “figlio
di p*****a” nei panni di Nick Fury. Ci è andato quasi vicino
quando lo schiocco delle dita di Thanos lo ha trasformato in
polvere, ma nulla è paragonabile all’ira dell’attore sfoggiata in
pellicole quali Pulp Fiction o Snakes on a
Plane.
Fury è un personaggio dotato di
pochissima pazienza: ecco perché unirsi a Deadpool, così
“allergico” all’autorità, potrebbe dare vita a scena a dir poco
esilaranti…
Valchiria
Con il suo amore nei confronti
dell’alcol e il suo atteggiamento nichilista, è innegabile quanto
Valchiria sarebbe perfetta per un film con rating R. Fare squadra
con Deadpool potrebbe rivelarsi addirittura un gioco da ragazzi:
sono entrambi invincibili, entrambi usano le spade e dopo aver
sconfitto i cattivi, ad entrambi piace uscire ed ubriacarsi.
Se ci pensate bene, potrebbero
tranquillamente essere migliori amici. E sarebbe bello vedere Tessa
Thompson conquistare maggiore libertà attraverso una sceneggiatura
che sappia mettere in risalto tanto la forza spregiudicata quanto
la sensualità del personaggio…
Thor
Con Thor: Ragnarok, Taika
Waititi ha preso uno dei personaggi forse meno interessanti del
MCU e l’ha trasformato in uno dei
più divertenti dell’interno franchise. Da allora, le interazioni
del Dio del Tuono con altri personaggi esilaranti, come ad esempio
con i Guardiani della Galassia, sono diventate tra i momenti più
amati di tutto il MCU.
Il Dio del Tuono passerà il suo
mantello a Jane Foster in Thor: Love and Thunder: vedremo
così il figlio di Odino occupare un altro posto nel MCU, perdendosi in altre avventure
con altri eroi. Fare squadra con Deadpool potrebbe rappresentare
una storia collaterale molto divertente, vivace e ricca di
azione.
Rocket Raccoon
Nelle varie interviste che hanno
preceduto l’uscita di Guardiani della Galassia, Bradley
Cooper ha paragonato il personaggio di Rocket Raccoon a quello di
Tommy DeVito, il personaggio di Joe Pesci in Quei bravi
ragazzi. Mai analogia fu più appropriata: a parte il suo modo
di parlare sostenuto e il suo carattere irrefrenabile, il
personaggio di DeVito è passato alla storia per aver pronunciato
più volte la parola “c***o” rispetto a qualsiasi altro
personaggio in qualsiasi altro film uscito al cinema.
Assistere alle cruente conseguenze
della violenza sociopatica di Rocket Raccoon potrebbe
regalare ai fan gag ancora più irriverenti di quelle che il
personaggio ha sfoggiato in questi anni…
Spider-Man
Peter
Parker – in particolare l’incarnazione del personaggio di Tom
Holland – è una delle figure più tenere e innocenti dell’Universo
Marvel. Parte del divertimento
nelle sue interazioni con Tony Stark è dovuta proprio a
quell’innocenza che viene spesso a scontrarsi con la persona
sfacciata e disinteressata di Tony.
Una collaborazione
con Wade Wilson in un film r-rated renderebbe tutto ancora più
divertente. L’accordo tra Sony e Disney potrebbe impedirlo, ma è
certo che i fan della Marvel perderebbero la testa se il
Deadpool di Reynolds e lo Spidey di Holland dovessero mai comparire
insieme sullo schermo…
Downton
Abbey, il fenomeno globale celebrato in tutto il mondo
fa ritorno nelle case dei propri fan con le edizioni Dvd,
Blu-ray e DigitalHD a partire
dall’11 febbraio con Universal Pictures Home Entertainment
Italia.
https://youtu.be/mqA9BdMNFEQ
Dopo essersi guadagnato una A su
CinemaScore, il film – definito dai critici “una vera e propria
lettera d’amore ai fan” – arriva in home video con una grande
varietà di contenuti speciali, tra cui dietro le quinte esclusivi
con il cast, scene eliminate ed un recap della serie completa che
trasporta il pubblico in un’altra epoca.
Basato sulla premiata serie
televisiva, il film di Downton
Abbey vede il ritorno del cast originale affiancato da
alcuni nuovi personaggi. L’incredibile gruppo di attori è stato
oggetto di plauso da parte della critica e definito “divertente e
affascinante come sempre”. Il film racconta le vicende della
famiglia Crawley un anno dopo la conclusione della serie Tv, nel
bel mezzo dei preparativi per l’evento più importante delle loro
vite: una visita da parte della famiglia reale. Unitevi allo
sfarzo, allo stile e allo spettacolo, godetevi lo scandalo, le
storie d’amore e l’intrigo che si scatenano durante i preparativi
per la speciale visita tra la famiglia più amata dai fan e i suoi
domestici. Ideato e scritto dallo sceneggiatore e
produttore della serie Julian Fellowes, il film è
prodotto da Gareth Neame e Liz Trubridge.
Il film sarà inoltre disponibile
per i fan più affezionati nell’esclusiva HIGHCLERE CASTLE
LIMITED EDITION, nel doppio formato Dvd e Blu-ray del film
racchiusi in un packaging premium imperdibile, che comprende un
album fotografico da collezione e alcune delle migliori ricette
preparate nella cucina di Downton.
All’inizio del mese di gennaio,
Rian
Johnson aveva rivelato di essere al lavoro sul sequel
di Cena con delitto – Knives
Out, il crime mystery da lui
scritto e diretto, e uscito nelle nostre sale lo scorso dicembre.
Forte del successo del film, acclamato tanto dalla critica quanto
dal pubblico, il regista de Gli Ultimi
Jedi ha deciso che le avventure del detective Benoît
Blanc interpretato da Daniel
Craig proseguiranno sul grande schermo.
Adesso, come apprendiamo grazie a
Deadline, la
Lionsgate ha ufficialmente dato il via libera al
sequel, come confermato alla fonte da Jon
Feltheimer, CEO della casa di distribuzione e produzione
americana. Lo stesso Feltheimer ha dichiarato che le riprese del
sequel sono “imminenti”: ipotizziamo, quindi, che la
sceneggiatura del nuovo film – firmata nuovamente da Johnson – sia
già pronta o comunque in fase di revisione.
Precedentemente, Rian
Johnson aveva spiegato che il nuovo film sarà incentrato
su un nuovo mistero che vedrà coinvolto ancora una volta il
detective Benoît Blanc: fatta eccezione per Daniel
Craig, il cast sarà totalmente inedito, dal momento che il
nuovo mistero ruoterà attorno a nuovi personaggi.
Ricordiamo che Cena con delitto – Knives Out è
stato un grande successo al botteghino: a fronti di un budget di
“soli” 40 milioni di dollari, il film ne ha incassati 294 milioni a
livello mondiale.
In Cena con delitto – Knives
OutHarlan Thrombey
(Christopher Plummer) è un agiato romanziere che
viene trovato morto, in circostanze misteriose, nella sua proprietà
la mattina dopo la festa per il suo 85esimo compleanno. Il celebre
detective Benoit Blanc (Daniel
Craig), uomo di straordinario intuito e carisma, è
incaricato del caso, e sospetta si tratti di un omicidio.
In perfetto stile “crime”
la famiglia del defunto è numerosa, e tutti, nessuno escluso, sono
potenziali sospettati: ognuno di loro, infatti, avrebbe un motivo
più che valido per eliminare Harlan Thrombey, uomo che l’esperienza
e l’età hanno reso tanto lungimirante quanto sagace. Quando il
fatidico giorno della lettura del testamento si avvicina, l’avida e
disfunzionale famiglia di Harlan, si rivela essere molto più
complicata e conflittuale di quanto sembrasse all’inizio.
Un contesto familiare
costituito da personaggi variopinti, appartenenti a generazioni
contrapposte tra loro per età, obiettivi e stili di
vita. Quando Marta (Ana de
Armas), la giovane e bella infermiera sudamericana di
Thrombrey si ritrova implicata nel misterioso caso, appare chiaro
che nessun segreto è più al sicuro nella casa, neppure i suoi. Il
film non segue una struttura tradizionale e incanta con i suoi
continui colpi di scena lasciando lo spettatore con il fiato
sospeso dall’inizio alla fine.
Dopo Birds of
Prey, Margot Robbie è ancora
interessata a tornare nei panni di Harley Quinn in
Gotham City Sirens, uno dei quattro
progetti dedicati alla Mattacchiona che la Warner Bros. ha messo in
cantiere dopo l’uscita di Suicide Squad. Nel film – che
stando alle recenti dichiarazioni del
regista David Ayer è ancora nei panni della
major -, Harley Quinn avrebbe dovuto combattere
contro i criminali di Gotham al fianco di Catwoman
e Poison Ivy. Il film sarebbe dovuto arrivare
nelle sale prima di Birds of Prey: i piani sono poi
cambiati, e alla fine la Warner (con l’approvazione della
stessa Robbie) ha optato per la realizzazione della pellicola
diretta da Cathy Yan.
Adesso, in una recente intervista
con ScreenRant proprio in
occasione della promozione di Birds of
Prey, è stata proprio Margot
Robbie a rivelare di essere ancora interessata al
progetto Gotham City Sirens e che
amerebbe esplorare la relazione tra Harley, Catwoman e Poison Ivy
sul grande schermo. Allo stesso tempo, però, l’attrice ha ammesso:
“Non so cosa la Warner sia intenzionata a fare adesso con
Harley Quinn… se Gotham City Sirens, un sequel di Birds of Prey o
un’altra cosa ancora.”
Sappiamo che il prossimo progetto in
cui ritroveremo Harley Quinn è The Suicide
Squad, il riavvio cinematografico della Task
Force X che sarà scritto e diretto da James
Gunn. Probabilmente, soltanto una volta che Birds
of Prey avrà terminato la sua corsa al box office e la Robbie
avrà concluso le riprese del cinecomic di Gunn, la Warner Bros.
renderà pubblici i suoi piani sul futuro della Mattacchiona al
cinema.
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, è uscito
nelle sale italiane il 6 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.“
Nota prevalentemente per alcuni film
horror, l’attrice Jane Levy ha nel tempo
guadagnato una buona notorietà, grazie anche ad alcuni ruoli in
celebri serie TV. Tramite collaborazioni con importanti attori e
registi, l’attrice ha avuto modo di far crescere le proprie
abilità, ottenendo le dovute attenzioni da parte di critica e
pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Jane Levy.
Jane Levy: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film
Nobody Walks (2012), per poi recitare in Fun Size
(2012) e ottenere una prima celebrità con il film La casa
(2013). Successivamente recita in About Alex (2014) e
Man in the Dark
(2016), altro horror che le permette di ottenere maggior
riconoscibilità. Negli ultimi anni recita poi nei film Monster
Trucks (2016), I Don’t Feel at Home in This World
Anymore (2017) e Pretenders (2018).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Dopo aver recitato in alcuni
episodi di Shameless (2011), l’attrice ottiene un ruolo
di rilievo in Suburgatory (2011-2014). Prende poi parte ad
alcuni episodi della terza stagione di Twin Peaks (2017),
per poi recitare da protagonista nelle serie Castle Rock
(2018) e What/If (2019).
Jane Levy è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 167 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con amici o colleghi. Particolarmente
presenti sono però anche i video e le immagini promozionali dei
progetti da interprete dell’attrice.
Jane Levy e Emma Stone
4. Viene spesso confusa con
la nota attrice. In più di un’occasione la Levy è stata
confusa con l’attrice premio Oscar Emma Stone. Sul
Web è infatti possibile trovare numerose foto che pongono a
confronto le due attrici, sottolineando le somiglianze a anche le
differenze. Risulta evidente come le due abbiano più di un tratto
in comune, abbastanza da confondere chi le vede sul grande
schermo.
Jane Levy: chi è suo marito
5. È stata
sposata. Nel marzo del 2011 la Levy ha annunciato il
matrimonio con l’attore Jaime Freitas. Tuttavia la loro relazione
dura assai poco, e nell’ottobre dello stesso anno i due si
separano, ottenendo il divorzio nell’aprile del 2013, indicando
come causa alcune differenze inconciliabili.
Jane Levy è Mandy Milkovich in
Shameless
6. Ha lasciato la serie dopo
alcuni episodi. Nella serie Shameless l’attrice
ha inizialmente ricoperto il ruolo di Mandy Milkovich. Tuttavia ha
in seguito annunciato l’abbandono del personaggio per ricoprire un
ruolo da protagonista nella serie Suburgatory. Per ovviare
a tale mancanza la produzione ha operato un recasting del
personaggio.
Jane Levy in La Casa
7. Ha sostituito un’altra
attrice. L’attrice è stata protagonista del film La
casa, remake dell’originale del 1981. Inizialmente per il
ruolo della protagonista Mia era stata scelta
l’attrice Lily Collins, che all’ultimo
rinunciò. Fu a quel punto che le subentrò la Levy, che grazie al
film ottenne una prima popolarità.
Jane Levy in What/If
8. È la protagonista della
serie. Nel 2019 l’attrice ricopre il ruolo di Lisa
Ruiz-Donovan nella serie What/If. Qui l’attrice fa parte
di una coppia di novelli sposi che, date le difficoltà economiche,
si ritrova costretta ad accettare la pericolosa proposta di una
misteriosa benefattrice, interpretata dall’attrice Renée
Zellweger.
9. Era intimidita dal
lavorare con l’attrice premio Oscar. La Levy ha affermato
che recitare con la Zellweger è stata una delle occasioni più
preziose della sua carriera, ma che proprio per via dell’esperienza
dell’attrice premio Oscar si è trovata in più occasioni ad essere
intimidita dalla sua presenza, nonostante la gentilezza
dell’interprete.
Jane Levy: età e altezza
10. Jane Levy è nata a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, il 29 dicembre
1989. L’attrice è alta complessivamente 156 centimetri.
Sappiamo tutti che prima di
Chris Evans, i Marvel Studios avevano pensato a John
Krasinski per il ruolo di Captain Amerca
nel MCU. Adesso, in una nuova
intervista con Total Film in
occasione della promozione di A Quiet Place 2,
è stato proprio Krasinski a ricordare quel momento della sua
carriera e a rivelare che non avrebbe saputo interpretare il
personaggio come poi ha fatto Evans.
Ma sarebbe davvero stata diversa la
carriera di Krasinski se avesse accettato il ruolo che ha fatto poi
la fortuna dell’amico e collega? Questa la sua risposta: “So
per certo che non avrei potuto interpretare quel personaggio così
bene come ha fatto Chris. Almeno ho visto qualcuno di veramente
bravo interpretare il personaggio. Ne ho parlato anche con lui. Non
aver ottenuta la parte mi ha dato una grande libertà. Se l’avessi
ottenuta, probabilmente la mia carriera da regista e sceneggiatore
non sarebbe mai iniziata. Sicuramente non ci sarebbe mai stato A
Quiet Place se avessi ottenuto il ruolo di Captain
America”.
Ciononostante, John
Krasinski ha comunque rivelato di essere ancora
interessato ad un ruolo nell’Universo Cinematografico Marvel. Sempre durante la medesima
intervista, infatti, l’attore ha espresso nuovamente il desiderio
di interpretare Reed Richards/Mister Fantastic in
un eventuale reboot dei Fantastici
Quattro (facendo così la gioia dei fan, che da sempre
desiderano vedere l’attore/regista nel ruolo):
“Mi piacerebbe essere parte
dell’Universo Marvel”, ha spiegato
Krasinski. “Mi piacciono quei film perché sono divertenti, ma
penso anche che siano fatti veramente bene. Poi, ci sono un sacco
di miei amici che recitano in quei film. Non ho idea di cosa la
Marvel stia pensando o progettando.
Ma se è vero che stanno valutando me per il ruolo Mr. Fantastic,
allora vi prego, continuate a farlo, perché mi piacerebbe
interpretarlo.”
A Quiet Place
2 arriverà nelle sale il 15 maggio
2020. Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio
di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere
vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni.
Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa
la morte, Evelyn (Emily
Blunt) e Lee (John Krasinski) sono
determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre
tentano disperatamente di contrattaccare.
John Krasinski, il
regista, ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche
del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui
il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio
di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio
personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece
diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a
questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho
amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la
sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse
quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”