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Thunderbolts* dal 27 agosto su Disney+

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Il film Marvel Studios Thunderbolts* arriverà su Disney+ il 27 agosto dopo la sua uscita cinematografica, accolta dalla critica con una valutazione “Certified Fresh®” pari all’88% su Rotten Tomatoes.

I Thunderbolts sono i Nuovi Avengers, una sorpresa assoluta per il pubblico: questa squadra di disadattati ed emarginati, contro ogni previsione, unisce le forze e si allea. Il film a loro dedicato, Thunderbolts*, è un’avventura ricca d’azione che ha conquistato gli spettatori con umorismo e adrenalina. La critica ha definito Thunderbolts*uno dei migliori film Marvel di tutti i tempi” (BJ Colangelo, Slashfilm) e “uno dei capitoli del Marvel Cinematic Universe più divertenti, appassionanti e sinceramente toccanti” (Ross Bonaime, Collider). Thunderbolts* arriverà su Disney+ il 27 agosto, portando tanto divertimento e azione.

I Marvel Studios riuniscono un’insolita squadra di antieroi con Yelena Belova, Bucky Barnes, Red Guardian, Ghost, Taskmaster e John Walker. Dopo essersi ritrovati nel mezzo di una trappola mortale orchestrata da Valentina Allegra de Fontaine, questi emarginati disillusi devono affrontare una missione pericolosa che li costringerà a confrontarsi con gli aspetti più oscuri del loro passato. Questo gruppo disfunzionale si distruggerà dall’interno o riuscirà a trovare redenzione e a unirsi prima che sia troppo tardi?

Spider-Man: Brand New Day, un video dal set suggerisce una battaglia con Punisher

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Sebbene molti dettagli sulla trama di Spider-Man: Brand New Day siano ancora segreti, è noto che uno dei grandi protagonisti dell’MCU apparirà nel film è Frank Castle, alias Punisher, interpretato da Jon Bernthal e questo sarà così il primo film dell’MCU in cui apparirà il personaggio Marvel-Netflix, che finora è stato presente solo nelle serie TV.

Mentre le riprese di Spider-Man: Brand New Day sono in corso, un nuovo video dal set e una foto sono stati pubblicati online, fornendo finalmente ulteriori indizi sulla presenza di Punisher e suggerendo che Peter Parker avrà un grande scontro proprio con il violento antieroe. Il video (lo si può vedere qui) dal set offre infatti una visione ravvicinata del furgone di Punisher, con il suo logo visibile sul cofano. Nel video, l’eroe interpretato da Holland è visibile davanti al furgone di Punisher. Bernthal, tuttavia, non è visibile nel video e nella foto (la si può vedere qui).

Dato che Spider-Man e Punisher sono personaggi nettamente diversi, non sarebbe sorprendente se Spider-Man: Brand New Day mettesse Peter e Frank in contrasto quando si incontrano per la prima volta. Dato che il film uscirà dopo la seconda stagione di Daredevil: Rinascita e, molto probabilmente, dopo la Punisher Special Presentation nell’MCU, questo film sembra essere il luogo in cui si incontreranno per la prima volta.

Tuttavia, anche se all’inizio potrebbero scontrarsi, i personaggi di Bernthal e Holland sono destinati a trovare un terreno comune ad un certo punto del film, mentre affrontano chiunque sia il vero cattivo del film. Sebbene ci siano state teorie secondo cui Mister Negative sarebbe il cattivo di Spider-Man: Brand New Day, non c’è alcuna conferma su chi sia effettivamente la minaccia principale.

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Quello che sappiamo su Spider-Man: Brand New Day

Ad oggi, una sinossi generica di Spider-Man: Brand New Day è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro quanto sia accurata.

Dopo gli eventi di Doomsday, Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile alleato per proteggere coloro che ama.

L’improbabile alleato potrebbe dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal recentemente annunciato come parte del film – in una situazione già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi contro la vera minaccia di turno.

Di certo c’è che il film condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry Osborn.

Il film è stato recentemente posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026. Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik Sommers. Tom Holland guida un cast che include anche Zendaya, Mark Ruffalo, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas e Jon Bernthal. Michael Mando è stato confermato mentre per ora è solo un rumors il coinvolgimento di Charlie Cox.

Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il 31 luglio 2026.

Boyd Holbrook al fianco di Omar Sy per Extraction di Netflix

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Boyd Holbrook (A Complete Unknown, Narcos) è stato scelto per la nuova serie Netflix Extraction, al fianco di Omar Sy. La serie è ambientata nel mondo dell’omonima serie di film thriller d’azione, diretta dallo showrunner, sceneggiatore e produttore esecutivo Glen Mazzara e prodotta da AGBO di Joe Russo e Anthony Russo.

Negli 8 episodi del thriller d’azione Extraction, un mercenario (Omar Sy) intraprende una pericolosa missione per salvare degli ostaggi in Libia. Intrappolato tra fazioni in guerra e spietati assassini, deve affrontare scelte di vita o di morte, affrontando profonde ferite emotive. Extraction esplora il trauma, il tradimento e i conflitti morali di personaggi spinti al limite.

Boyd Holbrook interpreterà il leader della squadra di Extraction, David Ibby, in un ruolo fisso nella serie, secondo quanto riferito a Deadline da fonti vicine alla produzione.

Questa è la seconda volta che Netflix estende un franchise cinematografico originale di successo a una serie TV. La trilogia cinematografica “Tutte le volte che ho scritto ti amo” ha dato vita a una serie comica di successo, “XO, Kitty“, recentemente rinnovata per una terza stagione. Al contrario, la piattaforma di streaming ha in programma un film di “Peaky Blinders” basato sulla popolare serie TV.

Il thriller d’azione del 2020 “Extraction”, diretto da Sam Hargrave, e che in Italia si intitola Tyler Rake, è basato sulla graphic novel “Ciudad” di Ande Parks. Chris Hemsworth interpreta un mercenario australiano delle operazioni segrete che accetta una missione per salvare il figlio rapito da un boss della droga indiano a Dhaka, in Bangladesh, ma la missione va a rotoli quando viene tradito.

Un sequel, “Extraction 2“, è uscito nel 2023, con il ritorno del cast principale. Il film riporta in scena il Rake di Hemsworth, incaricato di una nuova missione: salvare la famiglia maltrattata di uno spietato gangster georgiano dalla prigione in cui sono detenuti. AGBO ha prodotto entrambi i film.

Boyd Holbrook ha recentemente interpretato il Corinzio in The Sandman di Netflix e Clement Mansell in Justified: City Primeval di FX. Prossimamente, interpreterà Brodie nella serie di Apple TV+ The Morning Show. Sul grande schermo, ha interpretato Johnny Cash nel film biografico su Bob Dylan di James Mangold, A Complete Unknown. Ha anche appena completato il lavoro sul film Espiazione, che segue un marine tormentato che cerca di riconciliarsi con i sopravvissuti di una famiglia irachena contro cui lui e la sua unità hanno sparato nel 2003. Altri crediti includono il film di Jeff Nichols The Bikeriders e Indiana Jones e The Dial of Destiny di James Mangold. Holbrook è rappresentato da WME, Range Media Partners e Yorn, Levine, Barnes.

Vought Rising: svelati i costumi dei protagonisti dello spin-off di The Boys

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Amazon Prime Video ha svelato le prime immagini dei costumi della serie prequel di The Boys, Vought Rising (le si può vedere qui). La serie vede protagonisti Jensen Ackles (Soldier Boy), Mason Dye (Bombsight), Will Hochman (Torpedo) ed Elizabeth Posey (Private Angel). La serie vede anche la partecipazione di Aya Cash (Stormfront), KiKi Layne, Jorden Myrie, Nicolò Pasetti, Ricky Staffieri e Brian J. Smith.

Di cosa parla Vought Rising?

Vought Rising è “un contorto giallo sulle origini della Vought negli anni ’50, le prime imprese di Soldier Boy e le manovre diaboliche di una supereroina nota ai fan come Stormfront, che all’epoca si chiamava Clara Vought”, hanno detto Eric Kripke e Paul Grellong quando la serie è stata commissionata la scorsa estate. Grellong è poi stato nominato produttore esecutivo e showrunner del dramma della durata di un’ora sviluppato dal creatore del franchise Kripke.

Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Michaela Starr e Jim Barnes sono anche produttori esecutivi. Cash e Ackles sono a loro volta produttori. Vought Rising è prodotto da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Picture,s e Original Film.

Anthony Hopkins ha ottenuto il ruolo in Locked grazie al suo account Instagram

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Nel corso di una lunga intervista con ScreenRant, il regista di Locked – In Trappola, David Yarovesky, ha rivelato come ha scelto Anthony Hopkins per il ruolo di William, nel film al cinema dal 20 agosto distribuito da Eagle Pictures.

“Quando è entrato a far parte del cast, ho trascorso molto tempo con lui, mi chiamava e ci scrivevamo lunghe email piene di vulnerabilità. È stato strano. Ci siamo incontrati e io ho pensato: ‘Sono seduto di fronte ad Anthony Hopkins. È pazzesco’, [e poi] in così poco tempo, abbiamo condiviso quelli che considererei aspetti molto vulnerabili e intimi di noi stessi, della nostra famiglia e della nostra moralità”.

“Ci siamo davvero immersi”, ha continuato Yarovesky, “perché il film è il mio genere preferito in quanto sembra intrattenimento, ma se si approfondisce, si scopre che c’era molta riflessione e molto altro in corso. [Lui e io] ci siamo immersi profondamente, e poi abbiamo iniziato a scriverci lunghe email”.

Ma è stato il lato divertente di Hopkins ad attrarre maggiormente Yarovesky, ha rivelato il regista: “Avevo visto il suo Instagram e gli avevo detto: ‘Il tuo Instagram è così sorprendente. Ho sentito parlare di Sir Anthony Hopkins, e poi vedo questa persona che non è quella che immagino quando immagino uno dei più grandi attori viventi di tutti i tempi, un attore shakespeariano. Sembri così giocoso, divertente e buffo’. E volevo dare un tocco di questo aspetto a questo ruolo… c’è un pizzico di quel tipo di follia nel suo personaggio“.

L’account Instagram di Anthony Hopkins

Per chi non conoscesse l’Instagram di Anthony Hopkins, non è raro vedere l’attore premio Oscar e Emmy ballare spensieratamente nel suo soggiorno. Quando gli è stato chiesto se un video in particolare avesse suscitato in Yarovesky qualcosa, ha menzionato video come quello: “Non ce n’era uno, ma me lo immaginavo ballare così a casa sua dopo aver beccato Eddie”.

Se vi state chiedendo perché il personaggio di Hopkins si comporti in quel modo, è perché “Non gli importa più“, ha detto Yarovesky. Il motivo si rivelerà meglio nel film, ma David Yarovesky ha continuato a discutere del suo approccio, dicendo: “Non deve più giocare secondo le regole della società. Può essere chi vuole essere, e la cosa che vuole è divertirsi. E se lo fa per divertimento, deve divertirsi. Non poteva essere solo questo tipo di personaggio alla Hannibal Lector. Doveva venire da un posto diverso. È un sociopatico, ma è [gioioso]”.

Il Padrino – Parte II: la spiegazione del finale del film

Seguito di Il padrino del 1972, il film Il padrino – Parte II racconta l’ascesa di Vito Corleone (Robert De Niro) dopo il suo trasferimento in America e la sua trasformazione in criminale. La sua ascesa al potere è contrapposta agli sforzi compiuti decenni dopo dal figlio Michael (Al Pacino) per mantenere il loro impero criminale. Il Padrino – Parte II è dunque sia un sequel che un prequel, che mette in evidenza il costo di queste scelte, soprattutto quando Michael deve affrontare i conflitti tra lui e i suoi cari.

Mentre il conflitto tra Kay (Diane Keaton) e Michael è intriso di drammi personali, sono le azioni di Michael nei confronti di Fredo (John Cazale) a rappresentare il colpo più duro per la famiglia. Questa sottotrama porta al tragico finale del film, che vede Michael trionfante nei suoi obiettivi ma completamente sconvolto dalle sue vittorie. Soprattutto se contrapposto ai flashback dei primi tempi della famiglia Corleone, il finale de Il padrino: Parte II mette in evidenza il tema morale centrale del film e di tutti i film della serie Il padrino.

Il significato dietro l’ultima scena de Il padrino – Parte II

L’ultima scena de Il padrino – Parte II mostra dunque Michael Corleone solo e isolato da coloro che lo circondano, sottolineando il costo delle sue decisioni come capo della famiglia criminale Corleone. Il film, come già detto, è diviso in due parti, che rivelano le origini dell’impero criminale di Vito e gli sforzi del suo figlio più giovane, decenni dopo, per mantenere il controllo dell’organizzazione. Il finale del film contrasta direttamente con le conseguenze dei loro sforzi. Mentre un flashback rivela una famiglia Corleone litigiosa ma alla fine unita sotto la guida di Vito, la storia di Michael finisce con lui veramente solo.

In questo momento, Michael fa i conti con il peso delle sue recenti azioni, tra cui l’ordine di uccidere suo fratello Fredo. Dopo la morte della madre Carmela (che aveva avvertito Michael che non poteva permettersi di perdere altri membri della famiglia), la decisione di Michael di uccidere suo fratello nella parte finale mette in evidenza la disumanità che Michael ha abbracciato, ironicamente per il “bene” della sua famiglia. Ciò si riflette nell’ultima scena, in cui Michael, pensieroso e meditabondo, siede da solo, riflettendo sulle sue scelte e sull’impatto delle sue azioni.

Il padrino - Parte II film
John Cazale e Al Pacino in Il padrino – Parte II

Perché Michael ha ucciso Fredo?

Nel film, Fredo rivela inavvertitamente a suo fratello di aver collaborato con il boss rivale Hyman Roth, mettendo così la sua vita in grave pericolo. Durante un confronto, Fredo rivela poi di aver tradito Michael per gelosia. Fredo era frustrato e amareggiato dalla decisione di Vito di ignorarlo e nominare Michael come nuovo leader. Questo alimenta le insicurezze di Fredo su come viene percepito dalla famiglia. Anche se Fredo e la loro sorella Connie implorano Michael di perdonarlo, Michael alla fine decide di far assassinare Fredo durante una battuta di pesca.

Questo momento è specificamente contrapposto all’omicidio di Roth e alla morte dell’ex alleato di Michael, Frank Pentangeli. Ciò li contrappone direttamente al massacro dei nemici dei Corleone durante il finale de Il Padrino. Entrambi gli eventi hanno isolato Michael dai suoi cari, pur affermando il suo potere. Tuttavia, la morte di Fredo pesa chiaramente su Michael in modo diverso rispetto agli altri omicidi che ha organizzato, creando un breve flashback su una notte cruciale per la famiglia anni prima.

Il vero significato del flashback

Il flashback alla fine de Il padrino – Parte II aggiunge quindi tragici livelli alla discesa di Michael nella malvagità palese. La sequenza è ambientata nel 1941, anni prima degli eventi de Il padrino, e vede la famiglia riunirsi per festeggiare il compleanno di Vito. Con sorpresa dei suoi fratelli, Michael annuncia che abbandonerà l’università per arruolarsi e combattere nella seconda guerra mondiale. È interessante notare che Fredo è l’unico dei suoi fratelli a sostenere questa decisione, il che evidenzia quanto fossero legati i due e come Fredo sostenesse il suo “fratellino” prima di tradirlo anni dopo.

La sequenza si conclude con la famiglia che parte per raggiungere Vito, lasciando Michael da solo. Questo senso di isolamento dalla sua famiglia, causato dalle sue scelte, pesa chiaramente su Michael. La situazione peggiora più di dieci anni dopo, quando un Michael più anziano e più duro riflette su come sia diventato ancora più isolato. Mentre gli sforzi di Vito non gli sono mai costati la famiglia, Michael è separato dalla moglie, tradisce attivamente la fiducia della sorella e uccide il fratello. Gli sforzi di Vito lo hanno trasformato in un mostruoso boss del crimine, ma la sua famiglia era al sicuro e felice. Michael non ha questo conforto, tutto a causa delle sue scelte.

Al Pacino in Il padrino - Parte II
Al Pacino in Il padrino – Parte II

Come la storia di Vito rende più triste il finale de Il padrino – Parte II

Al centro delle scelte di Vito e Michael ne Il padrino – Parte II c’è il desiderio espresso di proteggere le loro famiglie. Sebbene Vito fosse un killer spietato in gioventù e fosse salito al potere grazie alla sua disponibilità a commettere atti terribili, i suoi sforzi per proteggere e migliorare la posizione della sua famiglia alla fine hanno avuto successo. La sua festa di compleanno è celebrata con gioia dalla moglie e dai figli, mentre Michael viene rimproverato apertamente per essersi arruolato, perché questo compromette le speranze che la famiglia ripone in lui. Alla fine, la storia di Vito è agrodolce e violenta, ma in definitiva felice.

Questo contrasta direttamente con l’ultima scena de Il padrino – Parte II, che rivela che Michael è davvero solo. I suoi sforzi hanno arricchito la famiglia Corleone, ma l’hanno divisa più che mai. Mentre la storia di Vito si conclude con la sua famiglia entusiasta di vederlo, quella di Michael finisce con i membri della famiglia morti per suo ordine o furiosi per le sue scelte. Questo si riflette poi in Il padrino – Parte III, che riprende il finale del secondo film e completa il tragico arco narrativo di Michael spazzando via ulteriormente i suoi cari e lasciandolo veramente ed eternamente solo.

Il vero significato del finale de Il padrino – Parte II

Al centro de Il padrino – Parte II c’è dunque la rovina delle speranze di Michael di essere un uomo migliore di suo padre. Vito avrà anche fatto cose terribili, ma lo ha sempre fatto in nome della famiglia. Questo gli ha permesso di vivere molti anni felici come Don Corleone, con una famiglia che lo amava. Sebbene la ricchezza e il potere che garantivano alla famiglia sicurezza e gioia superficiali siano rimasti, gli sforzi di Michael per eliminare i suoi nemici gli sono costati quella stessa famiglia che lui e suo padre avevano cercato di rendere legittima.

In questo modo, Michael è diventato più potente di Vito, ma ha tradito le sue ambizioni. Entrambi volevano che la famiglia intraprendesse un percorso verso la nobiltà, ma l’approccio spietato di Michael gli è costato tutto ciò che desideravano davvero. Il film si conclude con Michael vittorioso ma distrutto, un uomo solo nell’impero che lui stesso ha creato. Il vero significato del finale de Il padrino – Parte II sottolinea quindi che il costo del potere è troppo alto quando viene pagato a spese della famiglia e dell’umanità, lasciando il nobile Corleone, un tempo solitario, come il più crudele di tutti.

Dangerous Waters: la spiegazione del finale del film

Il thriller di John Barr, Dangerous Waters racconta la storia di Rose (Odeya Rush), convinta dalla madre Alma ad accompagnarla in una gita in barca con il suo nuovo fidanzato, Derek. Tuttavia, il loro viaggio si trasforma presto in un incubo quando il passato oscuro dell’uomo viene alla luce. Rose, bloccata in mare, senza alcun aiuto, dovrà dunque lottare per la propria vita per tornare alla sicurezza della terraferma. Nonostante la trama sia incentrata sull’azione di una sola donna, la storia del film rimane ancorata al realismo, offrendo una narrazione avvincente sulle disavventure in cui Rose viene coinvolta. In questo articolo, ci concentriamo allora sul finale, andando a scoprire come si risolve la vicenda.

L’incidente scatenante di Dangerous Waters

Il film inizia dunque con Rose e sua madre Alma che organizzano un viaggio con Derek, il nuovo fidanzato di Alma. Rose non vuole fare da terzo incomodo durante il viaggio, ma dato che Alma è troppo ansiosa di presentarle Derek, non può rifiutare la proposta. Quando si incontrano per la prima volta, Rose ha l’impressione che lui stia cercando troppo di fare colpo, mentre sua figlia è già troppo presa da lui. Derek ha pianificato alcuni giorni fantastici per loro, da trascorrere in mezzo al mare senza essere disturbati. Tuttavia, Rose non si sente affatto al sicuro con questo programma, poiché ha troppa paura di stare in acqua.

Ad ogni modo, il viaggio inizia e dopo un paio di contrattempi i due iniziano a legare. Rose scopre che Derek era un agente di polizia e ora lavora come consulente per la sicurezza. Trova poi un fucile AR15 e delle pistole nascoste nella cabina della barca. Cerca così di imparare a sparare con tale arma. Una notte, mentre Rose dorme, sente un rumore sul ponte. Quando guarda fuori, vede un paio di uomini che litigano con Derek, il che porta alla morte di Alma e a Derek, che vengono colpiti dai proiettili. Gli sconosciuti cercano poi di bruciare la barca. Tuttavia, dopo che se ne sono andati, Rose riesce in qualche modo a spegnere il fuoco e a resistere.

Odeya Rush ed Eric Dane in Dangerous Waters
Odeya Rush ed Eric Dane in Dangerous Waters

Rose cerca vendetta

Sulla barca non c’è nulla che funzioni correttamente, poiché il fuoco ha danneggiato quasi tutto. Rose trova alcuni vestiti e copre il corpo di Alma perché vuole darle un funerale dignitoso quando e se riuscirà a tornare a casa. Cerca di raccogliere tutto ciò che potrebbe aiutarla a sopravvivere alle difficoltà che l’attendono. Il fiocco è completamente bruciato, quindi sta praticamente galleggiando in mezzo al nulla. All’improvviso, trova Derek che è in realtà sopravvissuto e cerca aiuto perché, dopo essere stato colpito alla mano sinistra, è caduto in acqua.

Rose tira Derek sul ponte e gli chiede consiglio su come sopravvivere alla situazione. Derek chiede a Rose di mettere il fiocco di riserva sull’albero. Rose lo fa e, con il passare del tempo, vengono trasportati dal vento e dalla corrente. Rose trova delle foto degli uomini che hanno attaccato quella notte all’interno della cabina. Nelle foto, vede Derek in compagnia di quegli uomini. Comincia quindi a sospettare di lui ma il ragazzo è la sua unica speranza per sopravvivere a questa situazione disperata.

Dopo un po’, Rose trova un’isola in mezzo all’oceano e decidono di avventurarsi sull’isola in cerca di aiuto. Tuttavia, si scopre che l’isola è già deserta e non c’è alcuna speranza per loro di sopravvivervi. Quindi, Derek vuole continuare a navigare, ma dato che è già molto tardi, decide di passare la notte sull’isola. Durante quella sosta, Derek racconta a Rose come è entrato in affari con i tizi che li hanno attaccati quella notte. Le racconta del Capitano che si circonda di giovani donne. Tuttavia, dato che Rose sa così tanto dei suoi affari loschi, Derek non può più correre il rischio di lasciarla in vita.

Quindi, cerca di ucciderla, ma lei in qualche modo sopravvive nascondendosi nella giungla dell’isola. La mattina seguente, Derek vede Rose correre verso la barca e tenta di spararle. Nel farlo scivola da una scogliera e cade sulla sabbia, ferendosi gravemente. Derek chiede a quel punto aiuto a Rose ma lei non si lascia più ingannare e lo colpisce con una pietra. Lascia poi l’isola senza tenere per sé l’EPIRB. Derek le dice che l’EPIRB non funziona, ma sta chiaramente mentendo. In ogni caso, Rose riesce a salire sulla barca e a fuggire da Derek, sapendo che non lo incontrerà più in futuro.

Odeya Rush in Dangerous Waters
Odeya Rush in Dangerous Waters

Come il film finisce

Sebbene Rose non abbia letteralmente idea di come sopravvivere, decide di galleggiare e rimanere in vita il più a lungo possibile. Arriva un momento in cui imbarca acqua da tutte le parti, quindi abbandona il mezzo e si trasferisce nella scialuppa di salvataggio. Tuttavia, durante questo processo, Rose cerca di mettere il corpo della madre nella scialuppa di salvataggio, ma alla fine questo va perso in mare. Rose piange impotente e rimane sola nella scialuppa di salvataggio. Un mattino, poi, vede una nave non molto lontana dalla sua posizione. Quindi accende una torcia. Tuttavia, a causa del sole, la nave deve averla mancata e la piccola possibilità che Rose ha sembra essere andata perduta.

Ma quella notte, un motoscafo si avvicina a lei e la porta su una nave. Rose pensa di essere stata salvata. Tuttavia, le ci vuole un po’ di tempo per capire che ora si trova a pochi metri dalla persona che ha ucciso sua madre, il capitano (Ray Liotta). Sapendo che il suo destino sarà lo stesso, Rose decide di elaborare un piano. Sa che il capitano vorrà parlarle da solo, quindi si consegna a lui, cogliendolo di sorpresa. Lo convince a cadere nella sua trappola e, quando lui è distratto, lo colpisce alla testa da dietro. Così il capitano muore e i suoi uomini danno la caccia a Rose. Come abbiamo visto in precedenza, lei è però un’abile tiratrice e il suo istinto di sopravvivenza le permette di uccidere tutti gli uomini sulla nave.

Tuttavia, alla fine, incontra il suo destino, ovvero Derek. Lui ha attivato l’EPIRB, ed è per questo che il capitano è venuto a cercarlo con la sua nave. Ha sistemato le cose con il capitano, quindi non l’ha ucciso. Tuttavia, con la pura determinazione di sopravvivere, Rose riesce a uccidere Derek una volta per tutte. Quando tutto questo è finito, le ragazze all’interno della nave salgono sul ponte e mostrano a Rose che sono vicine alla città. Lei viene poi interrogata dall’agente Richard Friedman, che conosce tutta la storia e non mostra altro che rispetto nei suoi confronti. Rose avrà anche perso la sua famiglia rimasta là fuori in mare, ma è riuscita a salvare tante ragazze che possono ora tornare dalle loro famiglie.

Vacanze romane: le location dove è stato girato il film

Uscito nel 1953 e diretto da William Wyler, Vacanze romane è considerato uno dei più raffinati esempi di commedia romantica hollywoodiana, capace di fondere con grazia elementi di avventura, humour e sentimento. Ambientato nella Roma del dopoguerra, il film rientra nel filone di questa tipologia di opere degli anni ’50, ma con una freschezza e un’eleganza che lo distinguono dai titoli coevi. Il ritmo narrativo, equilibrato tra momenti leggeri e passaggi più malinconici, e la cura nella rappresentazione dei luoghi, contribuiscono a trasformare la storia in un racconto sospeso nel tempo, che ancora oggi conquista nuove generazioni di spettatori.

A dare vita alla magia di Vacanze romane sono soprattutto i suoi due protagonisti: Audrey Hepburn, al suo primo ruolo da protagonista, e Gregory Peck, già star affermata del cinema americano. Hepburn, nei panni della principessa Anna, incarna un equilibrio perfetto tra regalità e spontaneità, regalando un’interpretazione che le valse l’Oscar come miglior attrice. Peck, nei panni del giornalista Joe Bradley, è il contrappunto ideale: misurato, ironico e dotato di un carisma che rende credibile l’evoluzione del loro rapporto. La chimica tra i due attori, unita alla scrittura brillante e alla regia elegante di Wyler, ha reso la loro coppia una delle più iconiche della storia del cinema.

A distanza di oltre settant’anni, Vacanze romane continua a essere amato per la sua capacità di trasportare lo spettatore in un mondo in cui l’amore e la libertà si intrecciano con il fascino di una città senza tempo. Le scene girate in esterni a Roma, insolite per le produzioni americane dell’epoca, conferiscono al film un realismo e una vivacità unici, trasformando le strade, le piazze e i monumenti in veri e propri personaggi. Nel prosieguo di questo articolo scopriremo quali sono le principali location utilizzate durante le riprese e in che modo esse sono state integrate nella narrazione, contribuendo a rendere il film un classico immortale.

Audrey Hepburn e Gregory Peck nel film Vacanze romane
Audrey Hepburn e Gregory Peck nel film Vacanze romane. Cortesia di © Paramount

La trama di Vacanze romane

Il film racconta la storia della principessa Anna (Audrey Hepburn) in visita a Roma per l’ultima parte del suo viaggio diplomatico nelle principali capitali europee. Al termine di un lungo ed estenuante incontro in ambasciata, la principessa, stanca a causa di tutti i suoi impegni reali, si abbandona a una crisi di nervi. Il medico di corte decide allora di somministrarle un sedativo affinché si riposi sufficientemente ma, prima che il sedativo faccia effetto, la principessa riesce a fuggire dal palazzo e ad addentrarsi nelle piccole vie di Roma, perdendovisi. Poco dopo, a causa degli effetti del sedativo, viene trovata mezza addormentata da un affascinante reporter statunitense, Joe Bradley (Gregory Peck)

L’uomo, senza riconoscerla, decide di aiutare la fanciulla dandole ospitalità per la notte nel suo appartamento. Il giorno dopo, recandosi presso la redazione del suo giornale, Joe comprende chi sia la sua ospite e così, preso dall’entusiasmo, promette al suo capo un articolo esclusivo sulla principessa. A quel punto l’uomo, dopo aver ingaggiato per la giornata un amico fotografo, raggiunge l’ospite e, omettendole volontariamente di essere un reporter, si offre di farle da guida per una giornata di svago tra le meraviglie di Roma. Così, i due, accompagnati dalle bellezze della Città Eterna, passeranno insieme una giornata pronta a rivelarsi migliore di quanto avessero mai immaginato.

Le location del film, da Palazzo Brancaccio al Colosseo

Vacanze romane, come anticipato, è celebre non solo per la sua storia d’amore e per la coppia di protagonisti, ma anche per l’uso straordinario delle location reali di Roma, insolito per le produzioni hollywoodiane dell’epoca. Tra i luoghi più iconici compare Via Margutta, dove si trova l’appartamento del giornalista Joe Bradley. Le inquadrature esterne, in particolare quelle del civico n. 51, immortalano la via con la sua atmosfera artistica e riservata. Gli interni dell’ambasciata in cui alloggia la principessa Anna furono invece ricreati a Palazzo Brancaccio, le cui sale riccamente decorate offrono uno sfondo sontuoso alla fuga della giovane.

Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze romane
Audrey Hepburn e Gregory Peck nel film Vacanze romane. Cortesia di © Paramount

L’esterno dell’ambasciata venne invece ambientato a Palazzo Barberini, imponente residenza barocca che contribuisce a definire il contrasto tra la rigidità dell’ambiente reale e la libertà che Anna sta per scoprire. Tra i momenti più memorabili del film spicca poi la scena alla Bocca della Verità, girata davanti alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin, dove l’interazione tra i due protagonisti unisce leggenda e romanticismo. Altrettanto significativa è la sequenza nel piccolo salone di Via della Stamperia, dove Anna decide di tagliarsi i capelli: un gesto simbolico di ribellione e cambiamento.

Poco dopo, la narrazione si sposta verso la Fontana di Trevi, che appare mentre la principessa lascia il negozio e si immerge tra le vie affollate della città. La scalinata di Piazza di Spagna, con la prospettiva su Trinità dei Monti, è invece il luogo dove Anna si concede un momento di spensieratezza, gustando un gelato e osservando la vita cittadina. Da qui inizia la celebre corsa in Vespa attraverso Roma, che attraversa luoghi come il Teatro di Marcello e conduce fino al Colosseo, mostrato in una delle sequenze più vivaci e iconiche della pellicola.

Il film include anche scorci del Foro Romano e di Via dei Fori Imperiali, inseriti sia nelle prime fasi della narrazione sia in passaggi intermedi, a testimonianza della centralità dei monumenti antichi nel tessuto visivo della città. Il momento conclusivo della storia, con la conferenza stampa della principessa, si svolge nella Galleria di Palazzo Colonna, uno degli spazi più maestosi di Roma, la cui eleganza conferisce solennità e malinconia all’addio tra i protagonisti. L’uso di queste location ha reso Vacanze romane una testimonianza cinematografica unica della città negli anni ’50, trasformando le vie, le piazze e i monumenti in elementi narrativi tanto importanti quanto i personaggi stessi.

Avengers: Doomsday, svelato il possibile ruolo di Captain America nel film

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Sebbene circolino numerose voci su Avengers: Doomsday, sappiamo ancora relativamente poco sui piani dei fratelli Russo. Il film è infatti ancora ricco di un mistero, ma ora, grazie ad un possibile scoop di @MyTimeToShineH, potremmo finalmente avere un’idea approssimativa della trama. Le fonti del settore – ma non i diretti interessati – hanno confermato che Chris Evans riprenderà il ruolo di Steve Rogers/Capitan America, e la sua importanza nella trama del film sembra destinata ad essere molto maggiore del previsto.

Secondo l’insider, “Quando Steve è tornato indietro nel tempo per andare a vivere con Peggy, ha creato le Incursioni, quindi ora Doom lo vuole morto”. La cosa avrebbe senso: in Avengers: Endgame, Steve ha riportato le Gemme dell’Infinito al loro posto nella Sacra Linea Temporale. Tuttavia, ha anche creato una realtà alternativa quando ha deciso di trascorrere la propria vita con Peggy Carter, guadagnandosi un lieto fine. In seguito è tornato nella linea temporale principale della Terra 616 come un uomo anziano.

Tuttavia, i paradossi che probabilmente ha creato sono enormi, soprattutto se in questa realtà c’erano due versioni di Steve contemporaneamente (il che sembra più probabile di una linea temporale ramificata che la TVA avrebbe rapidamente eliminato). È tutto un po’ complicato, a voler essere onesti, ma l’idea che gli eroi più potenti della Terra si riuniscano per proteggere Capitan America ha il suo fascino. Dovrebbe anche essere piuttosto interessante vedere come Steve accetterà di essere la causa dell’imminente collasso del Multiverso.

Questo sembra suggerire ulteriormente che la Marvel Studios si stia allontanando dall’idea che Kang il Conquistatore sia la più grande minaccia del Multiverso. Molto probabilmente, con il film otterremo una spiegazione per la sua assenza, ma al momento ipotizziamo che la TVA sia riuscita a tenere sotto controllo le sue varianti grazie a Loki. Come detto in apertura, le certezze riguardo al film sono però ancora molte poche, per cui non resta che attendere di poter vedere qualche prima immagine ufficiale per poter iniziare a fare maggiore luce sul progetto.

Fallout – Stagione 2: svelati poster e periodo di uscita dei nuovi episodi

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Dopo aver anticipato l’iconica location nel finale della prima stagione, la prima immagine della seconda stagione di Fallout ha confermato il viaggio dei protagonisti verso New Vegas. Ideata da Graham Wagner e Geneva Robertson-Dworet, la serie Prime Video è come noto un adattamento della serie di videogiochi Bethesda, che mette i giocatori nei panni di diversi personaggi che esplorano un’America post-apocalittica ora conosciuta come The Wasteland.

La prima stagione della serie era incentrata sulla vivace Lucy, abitante del Vault, alla ricerca del padre rapito nella zona di Los Angeles, che la metteva in conflitto con un leggendario cacciatore di taglie Ghoul e un aspirante scudiero della Confraternita d’Acciaio. Anche se alla fine trova suo padre, Lucy scopre che lui e Vault-Tec sono responsabili della Grande Guerra che ha distrutto il mondo.

Con Ella Purnell, Walton Goggins e Aaron Moten nei ruoli principali, la prima stagione è diventata subito un successo per Prime Video, ottenendo grandi consensi dalla critica e diventando il secondo titolo più visto nella storia della piattaforma. Oltre ad essere stata rinnovata per la seconda stagione nello stesso mese della sua uscita, Fallout è già stata rinnovata anche per la terza stagione.

A pochi mesi dalla fine delle riprese del prossimo capitolo della serie, IGN ha ora pubblicato il primo poster della seconda stagione di Fallout. L’immagine chiave offre un assaggio del ritorno di Lucy, Maximus e del Ghoul mentre attraversano la Zona Contaminata alla ricerca del padre di lei a New Vegas, con il cartello della città e la città stessa visibili sullo sfondo. L’annuncio è stato accompagnato dalla notizia che la seconda stagione uscirà a dicembre. Di seguito, ecco il poster:

Fallout Stagione 2

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Mercoledì Stagione 2 Seconda parte: il trailer!

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Mercoledì ritorna, e non è sola. Sono disponibili da oggi il trailer ufficiale e le nuove immagini della seconda parte della seconda stagione di “Mercoledì”. Gli ultimi quattro episodi da brivido sono in arrivo solo su Netflix il 3 settembre 2025.

 

Mercoledì Stagione 2

Wednesday, creato da Alfred Gough e Miles Millar, ha debuttato nel 2022 ed è rapidamente diventato un fenomeno globale da record, conquistando il primo posto nella classifica di Netflix degli show in inglese più popolari di tutti i tempi e rimanendo per 20 settimane nella Top 10 globale. Basato sui personaggi creati da Charles Addams e reimmaginati per una nuova generazione dal visionario creativo Tim Burton. La serie ha conquistato i fan con il suo tono ironico e anticonformista e il fascino gotico di Mercoledì Addams, interpretata da Jenna Ortega. Mercoledì ha innescato un fandom enorme: i follower di Ortega su Instagram sono passati da 9 milioni a 37 milioni in concomitanza all’uscita della prima stagione.

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Lo show è diventato un fenomeno culturale, dal revival della moda gotica al completo sold out dei trucchi utilizzati nella serie, e la canzone “Goo Goo Muck” dei The Cramps ha registrato un’impennata del 5000% negli stream a distanza di quattro decenni dalla sua uscita. L’iconica scena di ballo ha ispirato milioni di riproduzioni su TikTok con la canzone “Bloody Mary” di Lady Gaga, provocando un’impennata del 1800% degli ascolti su Spotify e portando Lady Gaga a partecipare alla serie come guest star nella seconda stagione, come annunciato durante la sua spettacolare performance al Netflix Tudum 2025. Wednesday si è guadagnato il plauso della critica mondiale, ottenendo 50 nomination a diversi premi e 17 vittorie, tra cui agli Emmy, ai Golden Globes e ai SAG Awards. La crescita del franchise si estende ben oltre lo schermo tra esperienze immersive presso la Netflix House e collaborazioni creative con brand, tra cui Wendy’s US, McDonald’s France, Burger King Spain, Nu Bank LATAM e Cheetos US e Latin America. Già rinnovato per una terza stagione, Wednesday è tornato con la stagione 2 di cui la parte 1 è uscita il 6 agosto e la parte 2 uscirà il 3 settembre.

La trama di Mercoledì Stagione 2

Nella seconda stagione, Mercoledì Addams (Jenna Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della Nevermore Academy, dove l’attende una nuova serie di nemici e problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di caos splendidamente oscuro e bizzarro. Armata della sua caratteristica arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile, Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo agghiacciante mistero soprannaturale.

  • Showrunner / Produttori Esecutivi / Sceneggiatori: Alfred Gough, Miles Millar
  • Regista / Produttore Esecutivo: Tim Burton
  • Produttori Esecutivi: Steve Stark, Andrew Mittman, Meredith Averill, Karen Richards, Gail Berman, Jonathan Glickman, Tommy Harper, Kayla Alpert, Kevin Miserocchi
  • Registi: Tim Burton (ep. 201, 204, 207, 208), Paco Cabezas (ep. 202, 203), Angela Robinson (205, 206)
  • Cast principale: Jenna Ortega, Emma Myers, Steve Buscemi, Catherine Zeta-Jones, Luis Guzman, Isaac Ordonez, Joy Sunday, Billie Piper, Luyanda Unati Lewis-Nyawo, Moosa Mostafa, Georgie Farmer, Victor Dorobantu, Evie Templeton, Owen Painter, Noah B. Taylor, Hunter Doohan
  • Guest Stars: Jamie McShane, Joanna Lumley, Joonas Suatamo, Fred Armisen, Christopher Lloyd, Thandiwe Newton, Heather Matarazzo, Haley Joel Osment.
  • Guest Stars per la Parte 2: Frances O’Connor, Lady Gaga.
  • Studio: MGM Television

Bill Skarsgård in Locked: l’occasione per “liberarsi” del genere horror

Il prossimo film di Bill Skarsgård è Locked – In Trappola, con cui prosegue una carriera che può dargli una pausa dall’horror, anche se solo per un po’. Bill Skarsgård ha avuto un grande anno nel 2024 con tre film. Il suo successo più recente è il film horror gotico Nosferatu di Robert Eggers, in cui ha interpretato il cattivo principale, il Conte Orlok. Si tratta di un altro capitolo alla lunga storia di Skarsgård con il genere horror, iniziata nel 2013 quando ha interpretato il vampiro Roman Godfrey in Hemlock Grove.

Nel 2017, Bill Skarsgård è entrato a far parte della storia dell’horror quando ha interpretato Pennywise il Clown Danzante nell’adattamento di Andy Muschietti del romanzo di Stephen King It. Questo ha reso Skarsgård il primo attore a interpretare Pennywise sul grande schermo e il secondo in assoluto a interpretare il personaggio, accanto a Tim Curry. Da allora, Skarsgård ha spesso esplorato il genere horror (sia come cattivo che come vittima) e ora è fortemente associato ad esso, ma il suo nuovo progetto, Locked – In Trappola, prosegue una tendenza della sua carriera che potrebbe tenerlo lontano dall’horror per un po’.

Locked – In Trappola prosegue la tendenza action di Bill Skarsgård

Bill Skarsgård ha dato una possibilità ai film d’azione

Solo un paio di mesi dopo aver interpretato il Conte Orlok, Bill Skarsgård si prenderà una pausa dai film horror con il film d’azione e poliziesco Locked – In Trappola. Diretto da David Yarovesky, Locked segue Eddie (Skarsgård), un ladro che scassina un’auto. Tuttavia, una volta dentro, il proprietario dell’auto, William (Anthony Hopkins), lo chiude a chiave dentro e lo colpisce con il taser attraverso alcune modifiche apportate all’auto. William vuole dare a Eddie una lezione di moralità e onestà, ma la sua punizione si intensifica a livelli terrificanti. Pur con accenni di horror, Locked è più un film d’azione, che prosegue una recente tendenza nella carriera di Skarsgård.

Bill Skarsgård in Locked - In Trappola Photo-Courtesy-Of-The-Avenu
Cortesia di © The Avenu

Locked – In Trappola è il remake in lingua inglese del film d’azione argentino del 2019 4×4

Sebbene Skarsgård avesse già preso parte a film d’azione, come The Divergent Series: Allegiant e Atomica Bionda, non ha avuto un ruolo principale in un film d’azione fino a John Wick: Capitolo 4 nel 2023. Skarsgård interpreta il Marchese Vincent de Gramont, un potente membro della Tavola Alta la cui posizione viene contestata da Wick. L’interpretazione di Skarsgård in John Wick 4 è stata elogiata, insieme a quella di Keanu Reeves e Donnie Yen. Nel 2024, Skarsgård ha recitato nella commedia d’azione distopica Boy Kills World.

In questo film, Bill Skarsgård interpreta Boy, un sordomuto in cerca di vendetta contro i Van Der Koy, che hanno ucciso la sua famiglia. Le doti d’azione di Skarsgård in Boy Kills World hanno ricevuto molti elogi dalla critica e sono state spesso considerate il punto di forza del film. Un paio di mesi dopo, Skarsgård ha recitato ne Il Corvo nel ruolo di Eric Draven, che non è stato esattamente elogiato dalla critica. Nonostante la mancanza di alchimia con la sua co-protagonista, FKA Twigs, l’interpretazione d’azione di Skarsgård è stata una delle cose migliori del film. Locked potrebbe proseguire la serie di film d’azione di Skarsgård, dandogli una pausa dall’horror.

Bill Skarsgård tornerà a interpretare il suo miglior personaggio horror nel 2025

Bill Skarsgård ha un altro progetto horror in programma

Nonostante Skarsgård abbia dimostrato di saper essere una star d’azione e di sapersi fare strada in questo genere, ha un altro progetto horror in sospeso. Skarsgård riprende il ruolo di Pennywise nella serie TV Welcome to Derry, un prequel dei film di It di Muschietti. Si dice che la serie esplori le origini di Pennywise e, sebbene il ritorno di Skarsgård sia ufficiale, non si sa quanto sarà coinvolto. Sicuramente, il ritorno di Skarsgård nei panni di Pennywise è entusiasmante e può rispondere ai più grandi interrogativi sulla storia passata di Pennywise e sul suo legame con Derry.

Bill Skarsgård non ha altri progetti horror in programma per il prossimo futuro dopo Welcome to Derry. Sul grande schermo, Skarsgård apparirà nel dramma poliziesco storico Dead Man’s Wire nel ruolo di Tony Kiritsis e in Emperor nel ruolo di Filippo II di Spagna. Bill Skarsgård sta mostrando la sua versatilità recitativa in altri generi e il mondo dell’azione lo ha accolto con particolare favore.

Superman: James Gunn aggiorna sul nuovo film e sul collegamento con Peacemaker

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La premiere della seconda stagione di Peacemaker si sta svolgendo in queste ore a Los Angeles, e in tale occasione James Gunn ha condiviso un aggiornamento sul prossimo capitolo di quella che lui definisce la “Saga di Supermandurante un’intervista con THR sul red carpet. Già in precedenza era stato confermato che Gunn sta lavorando a una sorta di sequel di Superman (in precedenza descritto come parte della “Famiglia Superman”), e il regista ha ora rivelato di aver già completato una bozza del progetto e spera di vederlo entrare in produzione abbastanza presto.

Non sappiamo ancora molto di questo film, ma ci sono molte speculazioni sul fatto che potrebbe concentrarsi sull’Uomo d’Acciaio (David Corenswet) che fa squadra con Supergirl (Milly Alcock) e Krypto per affrontare Brainiac e/o forse The Authority. “È una parte importante, sicuramente Superman conduce direttamente a Peacemaker; va notato che questo è per adulti, non per bambini, ma Superman conduce a questo show e poi abbiamo l’ambientazione di tutto il resto della DCU in questa stagione di Peacemaker, è incredibilmente importante”, ha aggiunto Gunn.

Ci saranno molte guest star, molti personaggi che abbiamo già incontrato in Superman. Non credo ci sia nulla che abbia mai fatto che ami più di questa stagione di Peacemaker, quindi sono davvero entusiasta che la gente lo veda“. Se davvero Gunn ha già completato una prima bozza, potrebbe non volerci molto prima che qualche annuncio ufficiale venga fornito ai fan. Questo ci permetterà di sapere cosa c’è nel futuro di Superman e di sua cugina Supergirl, ma anche dell’intero DCU.

Locked – In Trappola: 5 dettagli nascosti nel trailer con Anthony Hopkins e Bill Skarsgård

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Adrenalina, claustrofobia e un duello psicologico dentro un SUV “intelligente”: Locked – In Trappola arriva al cinema il 20 agosto, distribuito in Italia da Eagle Pictures. Nel trailer vediamo Eddie (Bill Skarsgård), un piccolo ladro, rimanere intrappolato in un’auto trasformata in prigione dal suo proprietario, William (Anthony Hopkins), deciso a impartire una lezione senza vie di fuga. Un high-concept teso e minimale che promette ritmo serrato, sorprese di messa in scena e un confronto attoriale ad alto voltaggio. In attesa dell’uscita, abbiamo passato il trailer ai raggi X: ecco 5 dettagli che anticipano temi, svolte e riferimenti del film.

L’auto è la vera arma (“trappola intelligente”)

Bill Skarsgård Locked - In Trappola
Cortesia di © The Avenu

Il trailer svela che non è un semplice antifurto: blocco porte, chiamate in vivavoce e controlli remoti trasformano il SUV in una prigione programmata dal proprietario–carceriere (Hopkins). Non è solo tensione claustrofobica: è un duello tecnologico.

Scosse dal sedile: la tortura è incorporata

Un indizio chiave: gli shock arrivano direttamente dal sedile, segnale che l’auto è stata “modificata” per infliggere dolore e dissuadere. È uno degli espedienti più crudi anticipati nel materiale promozionale.

Bill Skarsgård nel film Locked - In Trappola
Cortesia di © The Avenu

Il marchio fittizio “Dolus” (dolo/inganno) non è casuale

L’auto non esiste sul mercato: è di un brand inventato, Dolus. Il nome (dal latino “inganno, dolo”) riflette il tema del film: una trappola morale oltre che fisica. È un dettaglio world-building che suggerisce vigilantismo e giustizia privata.

Un “duetto” atipico: Hopkins soprattutto voce, Skarsgård sempre in scena

Anthony Hopkins in Locked - In Trappola
Cortesia di © The Avenu

Il trailer prefigura una struttura a due voci: il rapito in campo, il carnefice in voice-over. Dietro le quinte, Hopkins ha registrato gran parte dei dialoghi in anticipo, mentre Skarsgård ha girato praticamente da solo in auto—scelta che si sente nella messinscena e nel ritmo degli scambi.

Remake di 4×4, ma il tono vira su humor nero e “Lecter on wheels”

4x4 film 2019

Le immagini e i dialoghi richiamano il vigilante sadico dell’originale argentino, ma il trailer evidenzia una sfumatura più darkly comic alla Hopkins—“Hannibal Lecter su quattro ruote”—e lascia intuire cambi di registro rispetto al modello.

Tra auto-prigione, scosse dal sedile, il marchio fittizio “Dolus” e il duello a distanza tra Anthony Hopkins e Bill Skarsgård, il trailer di Locked – In Trappola promette un one-location teso, punte etiche da vigilantismo e lampi di humor nero. In sala dal 20 agosto con Eagle Pictures. Avete colto altri indizi? Ditecelo nei commenti e restate connessi per recensione e spiegazione del finale.

FONTI: Business Insider, EW, Screenrant

James Bond: nuovi rumor sul casting indicano una possibile novità per 007

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Sono emerse nuove indiscrezioni su chi potrebbe interpretare il prossimo 007 in James Bond 26 e, se questa scelta dovesse concretizzarsi, sarebbe una novità assoluta per la serie. Il film, che come noto sarà diretto da Denis Villeneuve e scritto da Steven Knight, ma, ovviamente, l’industria cinematografica è ossessionata dalla scelta del protagonista. Ora, secondo il The Hollywood Reporter, una fonte vicina alla produzione ha riferito che l’attore trentasettenne dai capelli rossi Scott Rose-Marsh, relativamente sconosciuto, avrebbe sostenuto un provino per l’ambito ruolo.

E, se Rose-Marsh fosse scelto, sarebbe il primo James Bond dai capelli rossi. Sebbene si tratti di un dettaglio secondario, THR conclude l’articolo con il commento: […] ricordate come i capelli biondi di Daniel Craig abbiano quasi scatenato un incidente internazionale quando è stata annunciata la sua scelta nel 2005?”. Prima di Daniel Craig, tutti gli interpreti del personaggio avevano i capelli scuri, da Sean Connery Roger Moore, da Timothy Dalton e Pierce Brosnan. Al momento quello di Rose-Marsh è un rumor non confermato, ma d’altronde c’è una prima volta per tutto.

Cosa significa questo per James Bond

Come però sottolinea THR, i nuovi annunci di casting per il ruolo di James Bond tendono a suscitare scalpore. Se Rose-Marsh dovesse entrare a far parte del franchise, questo potrebbe potenzialmente essere il caso anche per lui. Anche se Craig è diventato un Bond molto amato, prima del suo debutto c’erano molti dubbi, soprattutto perché aveva un aspetto diverso dai precedenti attori che avevano interpretato il personaggio. Fino al casting di Craig, la caratteristica più notevole tra i Bond era il fatto che George Lazenby fosse australiano, invece che britannico o irlandese.

Un’altra potenziale fonte di dissenso riguardo al casting di Rose-Marsh è che si tratta di un attore praticamente sconosciuto. In generale, le star che sono state ipotizzate per il ruolo sono più famose, tra cui Aaron Taylor-Johnson, Tom Holland, Richard Madden e Idris Elba. Tuttavia, è molto più probabile che il ruolo venga assegnato a un attore relativamente sconosciuto, poiché questo è stato generalmente l’approccio della serie nei confronti del ruolo principale. Infatti, lo stesso Craig aveva appena ottenuto il suo ruolo di successo nel film Layer Cake del 2004 quando è stato scelto per interpretare James Bond.

Scott Rose-Marsh

Chi è Scott Rose-Marsh?

Al 2025, Scott Rose-Marsh ha all’attivo solo sei film e tre serie televisive. Recentemente è apparso in due progetti nel 2022: la seconda e ultima stagione della serie comica della BBC One The Outlaws e il film Wolves of War. Rose-Marsh è nato a Southampton nel 1988, si è laureato alla BRIT School for Performing Arts and Technology e ha lavorato in un call center. Rose-Marsh ha poi lasciato questo lavoro dopo aver ottenuto il suo primo ruolo nel film Arthur & Merlin: Knights of Camelot, uscito nel 2020. Da quel momento ha intrapreso una carriera come attore.

Sinéad O’Connor, in lavorazione un biopic

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È in fase di sviluppo un film biografico su Sinéad O’Connor. Variety ha appreso che è in lavorazione un film che racconterà la storia dei primi anni di vita e della carriera dell’iconica musicista irlandese, scomparsa nel 2023 all’età di 56 anni.

Dietro il progetto c’è la casa di produzione irlandese ie: entertainment, che ha prodotto esecutivamente il documentario acclamato dalla critica su O’Connor “Nothing Compares” (e ha collaborato con la cantante durante il progetto), insieme ai colleghi irlandesi Nine Daughters (“God’s Creatures”, “Lady Macbeth”) e See-Saw Films (“Slow Horses”, “The Power of the Dog”). Nine Daughters e See-Saw si riuniscono dopo aver precedentemente collaborato per “Ammonite”. Variety ha contattato See-Saw Films per una conferma, ma non ha ricevuto risposta.

Il film, che si ritiene sia in lavorazione dal documentario “Nothing Compares” del 2022, è diretto da Josephine Decker (“Shirley”), su una sceneggiatura dell’autrice irlandese Stacey Gregg. La fondatrice di Nine Daughters, Fodhla Cronin O’Reilly, e il duo premio Oscar formato da Iain Canning ed Emile Sherman (“Il discorso del re”, “Lion”) di See-Saw produrranno il film, così come Neil Chordia (Urban Hymn), con il peso massimo della musica Tim Clark come produttore esecutivo per conto di ie: entertainment. BBC Film finanzia lo sviluppo del film.

Oltre alla sua musica, O’Connor era un’appassionata attivista e, come lei stessa la descriveva, una “cantante di protesta”, usando la sua piattaforma per denunciare questioni come il sessismo nel mondo della musica e la corruzione all’interno della Chiesa cattolica. Durante un’apparizione al “Saturday Night Live” del 1992, strappò una foto di Papa Giovanni Paolo II, scatenando un’ondata di condanne.

Il film biografico esplorerà i primi anni di vita di Sinéad O’Connor e i suoi esordi nell’industria musicale. Racconterà la storia di una giovane donna di Dublino che ha conquistato il mondo, esaminando come la sua fama mondiale sia stata costruita sul suo talento, ma il suo nome sia diventato sinonimo dei suoi sforzi per attirare l’attenzione sui crimini commessi dalla Chiesa cattolica e dallo Stato irlandese.

Paramount: Top Gun 3 e Star Trek tra le priorità dello studio

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La nuova era della Paramount, ora sotto il controllo di Skydance, parte con ambizioni alte e una strategia chiara: aumentare la produzione e puntare su franchise di grande richiamo. Dopo la fusione, i nuovi co-presidenti Josh Greenstein e Dana Goldberg, insieme al CEO David Ellison, hanno ribadito che l’obiettivo è riportare lo studio al vertice, incrementando il numero di film annui fino a raggiungere quota 20 e rafforzando la collaborazione con grandi registi e talenti internazionali.

Le priorità sono evidenti: Top Gun 3 è in cima alla lista, forte dello straordinario successo di Top Gun: Maverick, cofinanziato proprio da Skydance. Subito dietro c’è Star Trek, con due progetti in sviluppo: uno con personaggi completamente nuovi, diretto da Toby Haynes e scritto da Seth Grahame Smith, e un altro con il ritorno di Kirk, Spock e l’equipaggio classico, prodotto da J.J. Abrams. Il franchise di Transformers resta un altro pilastro, con diverse sceneggiature in valutazione, inclusa l’ipotesi di un ritorno di Michael Bay.

Confermata anche l’uscita di A Quiet Place Parte III per l’estate 2027, scritto e diretto da John Krasinski. Lo studio investirà anche in titoli per famiglie e animazione: il sequel di Tartarughe Ninja: Caos Mutante 2 arriverà il 17 settembre 2027, affiancato da un progetto live-action ispirato al graphic novel originale. Altri progetti in sviluppo includono The Rescue, un film sulle Olimpiadi invernali con Miles Teller e Hailee Steinfeld, uno spin-off di Una pazza giornata di vacanza (Sam & Victor’s Day Off), e What Kids Want.

Dalla parte Skydance arrivano altri potenziali titoli di punta come un film di John Tuggle con David Corenswet, un adattamento di Mike Hammer con Matthew McConaughey e The Traveler diretto da Lee Isaac Chung. In sintesi, Paramount 2.0 punta a un’espansione decisa, con franchise consolidati e nuove produzioni di alto profilo al centro del rilancio. Non resta allora che attendere di avere novità su questi progetti, a partire da Top Gun 3 e i prossimi Star Trek.

Io sono nessuno 2: recensione del film con Bob Odenkirk

Con Liam Neeson passato dall’altra parte della barricata, come erede del Frank Drebin nella nuova pallottola spuntata, chissà che non ci si debba aspettare di vedere Bob Odenkirk a guidare la futura saga action che potrebbe seguire Io sono nessuno 2, sequel dell’eccezionale e sorprendente Nobody (questo il titolo originale) che nel 2021 aveva rivelato al mondo le doti di agente segreto – per non dire di spietato killer professionista – dell’ex Saul Goodman. Che oggi torna a vestire i panni di padre e marito un po’ particolare, meno placido di quel che potrebbe apparire e capace di tutto per proteggere i propri figli e le vacanze di famiglia così faticosamente organizzate.

Il ritorno di Hutch Mansell

Quattro anni dopo aver avuto a che fare con la mafia russa, infatti, Hutch Mansell (Odenkirk) è ancora costretto a ritmi di ‘lavoro’ forsennati per ripagare il debito di circa 30 milioni di dollari e ad affrontare una serie di colpi ai danni di criminali internazionali che pare non finire mai. Ma un ruolino di marcia tanto intenso non poteva non avere ripercussioni sul quotidiano suo e dei suoi cari, dalla moglie Becca (Connie Nielsen), che piano si sta allontanando da lui, ai loro figli (Gage Munroe e Paisley Cadorath).

Quale momento migliore quindi per una piccola pausa e una rigenerante fuga nel suo posto felice? Quel Wild Bill’s Majestic Midway and Waterpark dove lui e e suo fratello Harry (RZA) trascorrevano le vacanze da bambini con il rude padre David (Christopher Lloyd). Che fa parte della carovana dei Mansell all’arrivo nella piccola città turistica di Plummerville, quando un piccolo screzio si rivela essere la scintilla che scatena un incendio imprevedibile, nel quale saranno coinvolti piccoli teppisti, poliziotti corrotti, loschi imprenditori e la boss del crimine più folle e sanguinaria che Hutch abbia mai incontrato, la Lendina interpretata da una algida e cattivissima Sharon Stone.

Una vacanza esplosiva

Solo accennare ai personaggi coinvolti nel tourbillon diretto da Timo Tjahjanto (La notte viene per noi, May the Devil Take You) potrebbe far girare la testa, e non li abbiamo citati nemmeno tutti! Tranquilli, non c’è pericolo di confondersi o perdersi tra complicati intrighi o affollate e interminabili scene di combattimento, la sceneggiatura firmata da Aaron Rabin (Tom Clancy’s Jack Ryan) insieme all’autore originale Derek Kolstad (non a caso creatore anche di John Wick) poggia su basi solide quanto elementari, vera forza di questo secondo capitolo. Come della saga che ipoteticamente potrebbe seguire, sicuramente divertente e trascinante fin quando resterà fedele a sé stessa.

Prima che a quella (la saga), intanto, a questo (sequel) si potrà però contestare una certa – quanto comune all’ampia concorrenza dei più grigi e ritriti action-thriller in circolazione – poca originalità, ma dopo essersi giocati l’effetto sorpresa nel primo capitolo, era inevitabile che venisse a mancare la forza dirompente dell’entrata in scena del padre-marito-assassino-workaholic protagonista. Facile prevedere le sue reazioni in certe situazioni, meno forse la scala che queste assumono in alcuni casi, ma a chi importa? E fa bene il film a non preoccuparsene, regolandosi di conseguenza e lasciandosi andare sin dalle prime immagini a uno sfrenato autocitazionismo, giocando con i dettagli, lo stile, le riprese e le inquadrature, fino a una serie di scene nelle quali i ‘rumori fuori scena’ o le coreografie orchestrate ricorderanno ai più le scazzottate di Bud Spencer, con buona pace di ambizioni e virtuosismi registici.

Troppi diavoli nell’Inferno di Plummerville

Meno difendibili potrebbero essere le scelte fatte nello sviluppo della vicenda, della quale – come spesso accade – è la premessa a catturare, una parte preparatoria nella quale scopriamo le tensioni familiari e generazionali della famiglia Mansell, arrivando a intuire alcuni scheletri nell’armadio di casa, ai quali ci si dedicherà nelle successive porzioni. Altrettanto scontate, probabilmente, di questa prima, eppure meno snelle (per non usare l’aggettivo “noiose” che il film non merita di certo). Forse per un accumulo di personaggi che pochi Team Up potrebbero sostenere, forse per la caratterizzazione stereotipata di molti di essi (anche se lo sceriffo psicopatico fa sempre la sua figura) e per la smaccata tendenza ad assegnare ruoli chiave alle donne in scena, praticamente tutte.

Tutto funziona, come detto, e si arriva con buono slancio a una conclusione che difficilmente lascerà scontenti gli spettatori. Che però rischiano di scoprirsi meno entusiasti di quel che furono e di quanto si erano illusi sarebbero poi stati dopo la prima mezz’ora di film. Un ‘Magnifici sette‘ (o 4+1, meglio) ricco di cliché e di promesse mantenute, e di una cattiva da fumetto, tanto fascinosa e magnetica quanto bidimensionale, a interpretare la quale Sharon Stone sembra essersi divertita non poco, oltre a consolarsi dell’occasione sfuggita nel deludente Blue Beetle (dove la villain fu poi Susan Sarandon). Per fortuna c’è lui, c’è Bob, con le sue smorfie, il suo carisma e uno stile unico, che difficilmente vedremo ripercorrere la parabola di Liam Neeson – per quanto il rischio di sequel manierati sia forte – e che potrebbe invece aprire le porte a un franchise capace di sintetizzare dark comedy e action raccogliendo il testimone che Keanu Reeves non ha mai veramente portato.

James Gunn non esclude il ritorno di Margot Robbie e Idris Elba nel DCU

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Mentre James Gunn e Peter Safran continuano a costruire l’universo DC, sono sorte molte domande sul futuro di Margot Robbie in questa nuova era. Con l’uscita di Superman, tutti gli occhi si sono ora rivolti ai personaggi dell’universo di Batman e a Harley Quinn. Al regista e co-direttore della DC Studios è stato quindi chiesto se Robbie avrebbe ripreso il ruolo di Harley Quinn, e lui ha semplicemente risposto a EW: “Lo scopriremo più avanti”.

Robbie, come noto, ha interpretato il ruolo di Harley Quinn nel film Suicide Squad del 2016 e ha ripreso il ruolo nel film Birds of Prey del 2020. Quando Gunn ha poi assunto la direzione degli antieroi per il film The Suicide Squad del 2021, la Quinn di Robbie è tornata anche in quell’occasione. Sebbene Gunn stia lavorando al rilancio dell’universo DC, alcuni aspetti di The Suicide Squad sono diventati canonici nel nuovo universo, con la storia di Peacemaker interpretato da John Cena che continua nell’omonima serie HBO.

Un altro personaggio del vecchio universo che Gunn sta cercando di portare nel nuovo universo è Bloodsport, interpretato da Idris Elba, presente sempre in The Suicide Squad. “Sto sicuramente cercando un posto dove inserire Bloodsport e sto cercando di capirlo”, ha detto Gunn alla pubblicazione. “Quindi vedremo cosa succederà”.

A quale progetto sta attualmente lavorando James Gunn?

Dopo SupermanJames Gunn ha recentemente dichiarato di essere impegnato a lavorare su una nuova sceneggiatura, che sarebbe il seguito del film uscito a luglio nelle sale. Il regista ha però chiarito che non si tratta di un sequel diretto del film di David Corenswet, ma che Superman avrà un ruolo importante. In un’altra occasione, il CEO della Warner Bros. Discovery David Zaslav ha poi confermato che James Gunn sta lavorando a una sorta di sequel di Superman, affermando: “James Gunn si sta già preparando a scrivere il prossimo capitolo della famiglia Super”.

Jason Bourne: Universal acquisisce i diritti, nuovi film in arrivo?

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La guerra delle offerte per i diritti del franchise di Jason Bourne è terminata. La serie multimediale è nata dai romanzi di spionaggio scritti da Robert Ludlum, che ora comprende 22 libri – anche se quelli pubblicati dopo la morte di Ludlum nel 2001 sono stati scritti da Eric Van Lustbader e Brian Freeman – e alcuni di essi sono poi stati adattati nei film con Matt Damon nel ruolo dell’agente senza memoria del proprio passato.

Secondo Deadline, la guerra delle offerte per i diritti del franchise di Jason Bourne è ora stata vinta dalla NBCUniversal. La società deteneva già i diritti prima che scadessero e fossero messi sul mercato nel 2025 dall’eredità di Ludlum. Frank Marshall rimarrà quindi a bordo del franchise, producendo insieme a Jeffrey Weiner e Ben Smith della Captivate Entertainment.

Sebbene la guerra di offerte abbia visto almeno sette offerte importanti, tra cui quella di un altro studio e di due piattaforme di streaming, NBCUniversal ora detiene tutti i diritti, ad eccezione di quelli editoriali, sui libri di Ludlum e sulla serie spin-off Treadstone a tempo indeterminato. Secondo fonti di Deadline, si è trattato di un “affare molto importante”.

Di seguito, i commenti sull’acquisizione del presidente della Universal Pictures Peter Cramer: “Dal suo debutto nel 2002, l’iconico franchise di Bourne ha rivoluzionato il genere spionistico con film innovativi che hanno stabilito nuovi standard per l’azione cinematografica. Siamo entusiasti di continuare ad espandere l’universo Bourne nel futuro con nuove emozionanti storie per il pubblico globale”.

Qui invece i commenti di e di Jeffrey Weiner, che oltre ad essere il presidente e amministratore delegato di Captivate è anche l’esecutore testamentario dell’eredità di Ludlum: “Siamo entusiasti che il franchise Bourne rimanga alla Universal. Non vediamo l’ora di lavorare con il team della Universal per espandere il franchise Bourne sulle varie piattaforme della Universal“.

Cosa significa questo per la serie Jason Bourne

Sebbene l’ultimo film su Jason Bourne sia apparso sul grande schermo quasi un decennio fa (il Jason Bourne del 2016), l’annuncio di questa acquisizione non è stato accompagnato dalla conferma di alcun progetto imminente. Tuttavia, il fatto che NBCUniversal mantenga i diritti della serie significa che il loro progetto in fase di sviluppo, che non è ancora stato ufficialmente approvato, può ancora vedere la luce.

L’adattamento più recente di Bourne è stata la serie Treadstone, trasmessa dalla USA Network nel 2019 con Jeremy Irvine nel ruolo del protagonista. Deadline riporta invece che il possibile sequel, in fase di sviluppo con il regista di Conclave Edward Berger e che potrebbe vedere il ritorno di Matt Damon nei panni di Jason Bourne, ha una sceneggiatura completa scritta da Joe Barton, autore della popolare serie spionistica di Netflix Black Doves con Keira Knightley. Sembra dunque solo questione di tempo prima che il personaggio torni sul grande schermo.

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Alien: Pianeta Terra – Episodio 2, la spiegazione del finale

La fine dell’episodio 2 di Alien: Pianeta Terra, “Mr. October”, vede Joe, il fratello biologico di Wendy, in pericolo dopo che lo Xenomorfo che gli ha quasi tolto la vita ritorna e lo porta via. Questo accade subito dopo che Wendy ha seguito l’ordine di Kirsch, uno scienziato della Prodigy che è anche un synth, di indagare sulla “frittata” di uova aliene all’interno dell’astronave caduta, la Maginot.

In quanto primo ibrido in assoluto – una coscienza umana scaricata in un corpo sintetico – nell’universo di Alien: Pianeta Terra, Wendy possiede una forza, una velocità e un’intelligenza sovrumane che la collocano, insieme agli altri ibridi Prodigy, in una categoria a sé stante.

Tuttavia, devono ancora incontrare il pericoloso cyborg Morrow, un fedele dipendente della società Weyland-Yutani che non si fermerà davanti a nulla per proteggere i vari esemplari a bordo della nave da ricerca.

Joe è stato ucciso dallo Xenomorfo?

Pochi istanti dopo che Wendy, nata come l’umana Marcy, si è ricongiunta con Joe, un medico Prodigy noto anche come Hermit, il loro legame viene brutalmente spezzato da uno Xenomorfo, che terrorizza diversi esseri umani sulla Terra. Questo accade pochi istanti dopo che lo Xenomorfo ha quasi mangiato Joe vivo, prima che Morrow neutralizzasse brevemente il mostro.

Sebbene Morrow abbia tecnicamente salvato la vita a Joe, è più che ovvio che non gli importa nulla di Joe o di qualsiasi altro essere umano sulla Terra. Il viaggio di Morrow è destinato a incrociare quello di Wendy e Joe nei prossimi episodi di Alien: Earth, soprattutto perché il suo obiettivo principale è quello di contenere lo Xenomorfo e gli altri esemplari alieni.

Anche se Joe è stato trascinato via dallo Xenomorfo alla fine dell’episodio 2 di Alien: Pianeta Terra, è più che probabile che non sia morto, almeno non ancora. Sembra che ci sia dell’altro nella storia di Joe dopo il ricongiungimento con Wendy, che è determinata a salvarlo e a proteggerlo dalla morte con ogni mezzo necessario.

Cosa significano le uova aliene sulla navicella spaziale per Kirsh, Morrow e gli altri

Timothy Olyphant in Alien Pianeta Terra
Foto cortesia di © FX

Le uova non terrestri viste alla fine dell’episodio 2 di Alien: Pianeta Terra sono probabilmente quelle dello Xenomorfo. Ciò indicherebbe che lo Xenomorfo è una regina e sarà particolarmente aggressivo nel cercare di proteggere i suoi piccoli. Le uova nell’universo di Alien sono chiamate ovomorfi e storicamente contengono quelli che sono comunemente noti come “facehugger”, che si attaccano a un ospite e iniettano il loro embrione.

Morrow continuerà probabilmente a lavorare instancabilmente per catturare tutti gli esemplari in libertà ed eliminare chiunque si metta sulla sua strada. Kirsh, tuttavia, ha anche un interesse personale nel recuperare gli esemplari per Boy Kavalier, il genio miliardario che ha investito nella società Prodigy quando era ancora un bambino.

Mentre Wendy sarà impegnata a cercare e salvare suo fratello, Kirsh probabilmente ordinerà agli altri ibridi di recuperare gli esemplari per Boy Kavalier.

Questo pone già le basi per una resa dei conti tra Morrow e gli ibridi, anche se questi ultimi sono solo un gruppo di ragazzini. Kirsh potrebbe rendersi conto che per sbarazzarsi di Morrow dovrà sporcarsi le mani.

Come Marcy è diventata Wendy grazie a Boy Kavalier e Prodigy

I primi due episodi di Alien: Pianeta Terra rivelano come Marcy, una ragazza affetta da una malattia terminale, sia stata “salvata” da Boy Kavalier, che ha avvicinato il padre di Marcy mentre lei era in ospedale. Boy Kavalier ha offerto di salvare la vita di Marcy in cambio di portarla nella sua isola di ricerca Neverland, dove la sua coscienza sarebbe stata trasferita in un essere umano sintetico che Marcy ha chiamato Wendy.

Sebbene Wendy sia un’innovazione rivoluzionaria con un immenso potenziale per sconfiggere la mortalità umana, tecnicamente è ancora di proprietà di Prodigy. A questo punto, Boy Kavalier e i suoi scienziati di Prodigy sono affascinati da Wendy, che crede ancora di essere umana, e le permettono di sperimentare le sue nuove abilità per comprendere meglio la loro creazione.

Il vero significato del ritrovamento della palla da baseball di Reggie Jackson da parte di Joe

Alien Pianeta Terra
Sydney Chandler in Alien: Pianeta Terra. Foto cortesia di © FX

Joe è un appassionato di baseball che ricorda di aver guardato le repliche delle vecchie partite della MLB con suo padre, scomparso prima degli eventi della serie. Joe trova per caso un autografo di Reggie Jackson, soprannominato Mr. October per le sue prestazioni stellari durante i playoff, su una palla da baseball delle World Series.

Per Joe, “Mr. October” è emblematico di qualcosa che suo padre gli disse quando era bambino. Parafrasando, il padre di Joe diceva che a volte la vita offre alle persone l’opportunità di brillare, e chi lo fa viene celebrato nella storia.

Nel contesto di Alien: Pianeta Terra, Joe è letteralmente l’unico essere umano che ha incontrato lo Xenomorfo ed è sopravvissuto, il che suggerisce che più avanti nella serie avrà il suo momento di gloria, forse con uno scopo “speciale” tutto suo.

Cosa aspettarsi dall’episodio 3 di Alien: Pianeta Terra

L’episodio 3 di Alien: Pianeta Terra, “Metamorphosis”, riprenderà sicuramente da dove si era interrotto il finale dell’episodio 2. Wendy cercherà di salvare Joe dallo Xenomorfo mentre Kirsh e Morrow lottano per il controllo degli esemplari. Le cose non sembrano andare bene per Slightly, uno degli ibridi, che è rimasto con l’“omelette” aliena e potrebbe finire per dimostrare se un ibrido può davvero morire.

La trama dell’episodio 3 di Alien: Pianeta Terra, che uscirà il 19 agosto 2025, recita: “La squadra torna a casa con un carico inaspettato. Si verifica un esperimento inquietante e viene scoperto un nuovo talento.

Questo suggerisce che Kirsh e Wendy riusciranno a catturare lo Xenomorfo e a consegnarlo a Boy Kavalier, uccidendo potenzialmente Morrow nel processo. Se così fosse, il sovrano di Weyland-Yutani, di nome Yutani, cercherà probabilmente di riprendersi i suoi esemplari nell’episodio 3 di Alien: Pianeta Terra.

Yellowstone: rivelato il segreto spin-off di Taylor Sheridan

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Mentre l’universo di Yellowstone di Taylor Sheridan continua ad espandersi, è stata rivelata la location del prossimo spin-off segreto. Yellowstone ha già diversi spin-off in cantiere, tra cui Y: Marshals di Kayce Dutton (Luke Grimes), lo spin-off di Yellowstone con Beth e Rip, The Madison di Michelle Pfeiffer, 6666 basato su Four Sixes e un prequel intitolato 1944. Tuttavia, questo show sembra essere qualcosa di completamente nuovo.

In un articolo del San Antonio Express-News, è stato rivelato che la nuova serie di Sheridan sarà girata a Ferris, in Texas, una piccola città a 20 miglia a sud di Dallas con una popolazione di circa 5.000 persone. La serie sarà girata con il titolo Rio Palo, che in spagnolo significa “fiume di bastoni”. Rio Palo è probabilmente solo un titolo provvisorio e non il titolo ufficiale della serie.

Cosa significa Rio Palo per il franchise Yellowstone di Taylor Sheridan

Rio Palo sarà una vera e propria bomba per i fan di Yellowstone, che finora non sapevano nulla del nuovo spin-off. L’annuncio dell’inizio delle riprese di Rio Palo a Ferris, in Texas, arriva mentre i fan attendono con ansia notizie sui tanto attesi spin-off 6666 e The Madison, in lavorazione da anni senza che sia stato mostrato nulla.

Dato che gli è stato dato un titolo separato, lo spin-off probabilmente non sarà collegato ad alcuno degli altri spin-off e scriverà invece un capitolo completamente nuovo del franchise di Yellowstone. Nella sua dichiarazione su Facebook, la città di Ferris ha sottolineato che la città “ha contribuito a costruire il Texas e la nazione”, sottolineando la reputazione di Ferris come “la capitale nazionale del mattone” (via Fort Worth Star-Telegram).

Molte delle serie TV di Taylor Sheridan mettono in risalto le industrie americane, come l’impero dell’allevamento di John Dutton (Kevin Costner) in Yellowstone o il business petrolifero di Billy Bob Thornton in Landman. Con Rio Palo, forse Taylor Sheridan punta a far luce su un altro aspetto sottovalutato dell’industria americana, portando alla ribalta una nuova famiglia di Yellowstone.

La città di Ferris ha annunciato in un comunicato che “una location di Ferris sarà il luogo in cui vivranno i personaggi principali della serie”. Anche se non si sa ancora chi saranno i protagonisti e quale ruolo avranno i loro personaggi nella serie, lo show promette di introdurre un nuovo gruppo di personaggi di Yellowstone.

Motherless Brooklyn – I segreti di una città: la spiegazione del finale del film

Motherless Brooklyn – I segreti di una città (qui la recensione) segna la seconda regia di Edward Norton, che torna dietro la macchina da presa oltre vent’anni dopo il suo debutto con Tentazioni d’amore. Norton non solo dirige, ma interpreta anche il protagonista, Lionel Essrog, un investigatore privato affetto dalla sindrome di Tourette, capace di straordinaria memoria e determinazione. Il film è ispirato all’omonimo romanzo di Jonathan Lethem, vincitore del National Book Critics Circle Award, ma Norton ne rielabora profondamente l’ambientazione, spostando la storia dagli anni ’90 agli anni ’50 per accentuare le atmosfere noir e inserire riferimenti politici e sociali legati alla storia urbanistica di New York.

La pellicola affronta temi complessi e stratificati: dalla corruzione politica alla speculazione edilizia, passando per il razzismo sistemico e le disuguaglianze sociali. Il personaggio di Lionel, con le sue fragilità e ossessioni, diventa il filtro attraverso cui lo spettatore osserva una città in trasformazione, dove potere e interessi economici si intrecciano con segreti personali e tragedie collettive. Norton mette al centro non solo il mistero investigativo, ma anche un forte commento sulla lotta per la giustizia e la verità, facendo convivere la tensione del genere poliziesco con un’indagine umana e morale.

Per il suo intreccio intricato e per il modo in cui utilizza un caso criminale per svelare verità più ampie e scomode, Motherless Brooklyn – I segreti di una città richiama alla memoria un classico come Chinatown (1974) di Roman Polanski. In entrambi i film, un investigatore solitario si trova a fronteggiare un sistema corrotto che permea ogni livello della società, e la città stessa diventa un personaggio vivo e minaccioso. Tuttavia, mentre Chinatown ha un epilogo secco e devastante, il film di Norton si chiude con un finale ambiguo e ricco di sfumature, che lascia spazio a più interpretazioni. Nel resto dell’articolo analizzeremo in dettaglio questo finale, cercando di chiarirne i significati nascosti e le implicazioni morali.

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La trama di Motherless Brooklyn – I segreti di una città 

Il film segue le vicende di Lionel Essrog, un solitario detective privato afflitto dalla sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio del suo mentore ed unico amico, Frank Minna. Armato solo di pochi indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela lentamente dei segreti gelosamente custoditi che tengono in equilibrio il destino dell’intera città. In un mistero che lo porta dai jazz club grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn e, infine, ai salotti dorati dei potenti mediatori di New York, Lionel si scontra con i teppisti, la corruzione e l’uomo più pericoloso della città, per onorare il suo amico e salvare la donna che potrebbe essere la sua stessa salvezza.

La spiegazione del finale del film

Nel corso di Motherless Brooklyn – I segreti di una città, Lionel, fingendosi un giornalista interessato a un’inchiesta sull’urban renewal, approfondisce il legame con Laura, giovane donna legata al caso. La loro indagine li conduce in un locale che Frank stava monitorando, ma il padre di Laura, Billy, scambiando Lionel per un uomo al soldo di Moses Randolph, lo fa picchiare brutalmente. Salvato da un trombettista, Lionel scopre collegamenti compromettenti: Randolph sta intascando tangenti e i programmi di ricollocamento abitativo sono truffe. Emergono inoltre i legami familiari nascosti: Paul, fratello di Moses e ingegnere, è il vero padre di Laura, nato da un rapporto violento tra Moses e la madre della ragazza.

Quando Billy viene assassinato e la sua morte inscenata come suicidio, Lionel comprende che anche Laura è in pericolo e decide di proteggerla. Il confronto finale con Moses svela il cuore della cospirazione. L’uomo ammette di aver violentato la madre di Laura e di voler proteggere il proprio segreto a ogni costo. Lionel recupera prove decisive da un deposito di Pennsylvania Station: un atto di proprietà e il certificato di nascita di Laura. Con queste carte minaccia Moses, intimandogli di lasciare in pace la ragazza. Parallelamente, smaschera il corrotto Lieberman e affida le prove a un giornalista, mentre Laura viene messa in salvo con l’aiuto del trombettista.

Motherless-Brooklyn-i-segreti-di-una-città-cast

Paul, però, vede infrangersi i suoi progetti di rinnovamento urbano quando Moses li boccia per ripicca. Il film si chiude con Lionel che raggiunge Laura nella casa al mare ereditata da Frank, in un momento sospeso tra pace ritrovata e incertezze future. Sul piano tematico, questo finale racchiude il senso dell’intera opera: la verità come strumento di giustizia, ma anche come arma fragile in un sistema che tende a proteggere il potere. Lionel, investigatore afflitto dalla sindrome di Tourette, diventa metafora di una coscienza ostinata, capace di superare limiti personali e ostacoli sociali pur di arrivare alla verità.

La salvezza di Laura non rappresenta solo un atto di protezione, ma anche il rifiuto di lasciarla intrappolata nello stesso meccanismo di corruzione e violenza che ha distrutto altre vite. Metaforicamente, il film riflette dunque sul volto oscuro della modernizzazione e sull’ipocrisia dei grandi progetti urbani, spesso mascherati da progresso ma radicati in interessi predatori. La figura di Moses incarna il potere incontrollato, capace di piegare la città e le persone alla propria volontà. Lionel, pur non potendo abbattere l’intero sistema, riesce a strappare una vittoria parziale: proteggere un’innocente, onorare la memoria di Frank e far emergere almeno una parte della verità.

Cosa ci lascia il film Motherless Brooklyn – I segreti di una città

È un epilogo che unisce amarezza e speranza, lasciando intendere che il cambiamento, seppur minimo, è possibile quando qualcuno sceglie di non voltarsi dall’altra parte. Motherless Brooklyn – I segreti di una città ci lascia così l’immagine di una lotta solitaria contro un sistema corrotto, in cui la verità è fragile ma preziosa. Attraverso Lionel, un investigatore imperfetto ma determinato, il film mostra come la perseveranza possa scalfire anche il potere più radicato. La salvezza di Laura diventa simbolo di resistenza personale, mentre la denuncia delle ingiustizie suggerisce che ogni piccolo atto di coraggio conta. È un racconto amaro e malinconico, che invita a non arrendersi di fronte all’ingiustizia e a credere nel valore della coscienza individuale.

Harry ti presento Sally: come il finale originale avrebbe trasformato il film

Gli anni ’80 e ’90 hanno visto il culmine delle commedie romantiche, e una di quelle che occupa i primi posti in innumerevoli classifiche di questo genere è Harry ti presento Sally (qui la recensione). Diretto da Rob Reiner e scritto da Nora Ephron, il film vede Billy Crystal nel ruolo di Harry e Meg Ryan in quello di Sally, segnando l’inizio della carriera di quest’ultima come una delle attrici di commedie romantiche più popolari e amate degli anni ’90. Il film si svolge nell’arco di 12 anni, seguendo i personaggi del titolo in diversi momenti della loro vita.

Harry e Sally si incontrano nel 1977 quando Sally accetta di condividere un passaggio per New York City con il fidanzato della sua amica, Harry, che ha trovato lavoro lì, mentre Sally sta andando a frequentare la scuola di giornalismo. Sebbene all’inizio non vadano d’accordo, dopo un paio di incontri casuali nel corso degli anni, finiscono per diventare molto amici e stringere un legame speciale. Harry ti presento Sally ha poi un finale edificante, che avrebbe potuto però essere completamente diverso, confermando il suo messaggio originale nel modo peggiore possibile.

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Il finale originale di Harry ti presento Sally non li avrebbe visti insieme

In un’intervista alla CNN, Rob Reiner ha parlato del finale originale che aveva previsto per Harry ti presento Sally e del motivo per cui ha finito per cambiarlo. Secondo Reiner, originariamente il film sarebbe finito con Harry e Sally che non si mettevano insieme, anche se non ha specificato se questo avveniva dopo l’incontro alla festa di Capodanno o se questo incontro non avveniva nemmeno nella versione originale. Reiner aveva motivi personali per non dare a Harry e Sally un lieto fine, spiegando che era stato sposato per un decennio e single per un altro, e “non riusciva a capire come avrebbe potuto stare con qualcuno”.

Harry, ti presento Sally... frasi

 

Reiner ha aggiunto di aver poi incontrato sua moglie durante le riprese di Harry ti presento Sally, il che ha portato al cambiamento del finale. “Non avevo incontrato nessuno, quindi il finale sarebbe stato che i due si sarebbero rivisti dopo anni, avrebbero parlato e poi si sarebbero allontanati l’uno dall’altra. Tuttavia, alla fine ho incontrato mia moglie Michele, con cui sono sposato da 35 anni. L’ho incontrata mentre stavamo girando il film e quindi ho cambiato il finale”. Nel film, dopo anni di solida amicizia, il rapporto tra Harry e Sally si complica quando si rendono conto dei sentimenti che provano l’uno per l’altra, ma li elaborano in modi molto diversi.

A una festa di Capodanno del 1988, Harry arriva e dichiara il suo amore per Sally, e più tardi si scopre che si sono sposati tre mesi dopo. Ora, l’argomento principale di Harry ti presento Sally è la questione spesso dibattuta: “Gli uomini e le donne possono essere solo amici?”, con il finale nella versione definitiva che mostra che possono esserlo, ma che molto probabilmente si svilupperà in una relazione romantica. Il finale originale avrebbe invece dimostrato che uomini e donne possono essere solo amici, anche dopo aver fatto sesso, ma dopo tutto quello che Harry e Sally avevano già passato, sarebbe stato frustrante e ingiusto se non fossero finiti insieme.

Come il finale originale di Harry ti presento Sally avrebbe influenzato la sua eredità

Una delle caratteristiche più notevoli delle commedie romantiche è il loro lieto fine, che spesso è un sollievo dopo tutto quello che i personaggi principali hanno passato per stare insieme. Il motivo per cui Reiner ha cambiato il finale di Harry ti presento Sally potrebbe essere stato personale, ma alla fine è stato un cambiamento in meglio per il suo messaggio e la sua eredità. Se Harry e Sally non fossero finiti insieme, la commedia romantica avrebbe probabilmente trasmesso il messaggio che uomini e donne non possono stare insieme se discutono apertamente di sesso e altri argomenti che a volte sono difficili da affrontare.

Harry, ti presento Sally... film

Avrebbe anche potuto trasmettere il messaggio che l’amicizia tra uomini e donne non può evolversi in una relazione romantica autentica e duratura. Questi messaggi negativi avrebbero cambiato in peggio l’eredità di Harry ti presento Sally e il futuro del genere della commedia romantica. Concludere una commedia romantica senza che i protagonisti finiscano insieme sarebbe diventato l’eredità del film, un finale inutilmente sovversivo e pessimista che avrebbe oscurato la commedia e altri elementi forti della storia, tra cui la famigerata e divertente scena della tavola calda in cui Sally dimostra come il piacere di una donna possa essere facilmente simulato.

Invece, Harry ti presento Sally mostra come l’onestà e le discussioni franche tra partner romantici possano alla fine portare a un lieto fine. Come Harry e Sally hanno scoperto nella loro storia e come Reiner ha scoperto nella sua vita, spesso ci vuole tempo, raramente è un percorso lineare e richiede la persona giusta, ma un lieto fine romantico è possibile sia nella finzione che nella realtà. Il finale di Harry ti presento Sally rende quindi il film una commedia romantica classica che ha aperto la strada ad alcune delle migliori storie emerse da allora nel genere.

Poly: dalle location al finale, tutte le curiosità sul film

Poly, diretto da Nicolas Vanier, è un film d’avventura per famiglie che unisce il gusto del racconto classico con la sensibilità moderna per i temi dell’amicizia e del rispetto per gli animali. Ambientato nella Francia degli anni Sessanta, segue la storia di Cécile, una bambina appena trasferitasi in un piccolo villaggio del sud, che stringe un legame speciale con Poly, un pony maltrattato dal proprietario di un circo. L’opera si colloca così nel filone del cinema familiare che punta su emozioni genuine e paesaggi suggestivi, offrendo uno sguardo delicato ma intenso sulle relazioni umane e sul rapporto con la natura.

Il film trae ispirazione dal celebre romanzo per ragazzi di Cécile Aubry, già adattato in una popolare serie televisiva francese degli anni Sessanta. Vanier, già affermatosi per un altro adattamento di Aubry quale Belle & Sebastien, conferma qui il suo interesse per storie ambientate in scenari incontaminati, dove i protagonisti si confrontano con sfide morali e avventure che li fanno crescere. In Poly, il percorso di Cécile diventa anche un racconto di formazione, in cui coraggio, lealtà e determinazione si intrecciano con la volontà di proteggere chi non può difendersi.

In termini di atmosfera e temi, Poly richiama ovviamente Belle & Sebastien, ma anche War Horse, dove l’amicizia tra un giovane e un animale diventa il motore emotivo della narrazione e un catalizzatore di cambiamento. Come in queste opere, l’elemento avventuroso si unisce a una forte componente emotiva, rendendo la storia accessibile a tutte le età ma capace di toccare corde profonde. Nel resto dell’articolo, ci concentreremo sul finale di Poly, ma anche sull’indicare dove si sono svolte le riprese del film!

Elisa de Lambert in Poly
Elisa de Lambert in Poly

La trama di Poly

Il film segue la storia di Cécile (Elisa de Lambert), una ragazzina di 10 anni, che durante l’estate del 1964, è costretta dalla madre Louise (Julie Gayet) a lasciare Parigi per trasferirsi in un piccolo villaggio nel sud della Francia. Una volta arrivata sul posto, Cécile non è contenta: la nuova casa non le piace, l’integrazione con gli altri bambini del villaggio è difficile, e le manca suo padre, in viaggio per l’Italia. Cécile si sente sola e annoiata fino a quando un circo di passaggio si ferma vicino casa.

La star dello spettacolo è un pony di nome Poly, che purtroppo viene maltrattato dal mostruoso proprietario del circo, Brancalou (Patrick Timsit). Determinata a salvarlo, Cécile decide di proteggerlo e organizzare la sua fuga. Inseguiti da Brancalou e dal misterioso Victor (François Cluzet), Cécile e Poly intraprendono una fuga ricca di imprevisti, che diventerà un vero viaggio di crescita e una straordinaria avventura di amicizia.

Le location dove si sono svolte le riprese

In Poly, Nicolas Vanier trasforma le location in veri e propri personaggi, rendendo il territorio parte integrante del racconto. Il film si apre con le suggestive ambientazioni della zona vinicola di Beaucastel, catturate con la consueta attenzione per i dettagli che caratterizza il regista. Le riprese si sono svolte interamente in Francia, privilegiando luoghi capaci di trasmettere autenticità e fascino. Il dipartimento del Gard, con i suoi paesaggi rurali e la natura incontaminata, ospita alcune delle scene più memorabili: Montclus e i suoi dintorni, le spettacolari cascate di Sautadet sul fiume Cèze e la spiaggia del campeggio omonimo, oltre ai pittoreschi villaggi medievali di Aiguèze e La Roque-sur-Cèze.

A completare il mosaico visivo, troviamo Saint-Ambroix e Saint-Cyr-sur-Dourdan, quest’ultima nel Loiret, scelta per sostituire idealmente il villaggio spagnolo di Rupit, che nella serie televisiva originale del 1961 rappresentava il paese di Théodore. Vanier, come dichiarato, ama “fare del territorio un attore del film”, e in Poly questo approccio si traduce in un’ambientazione bucolica e poetica che amplifica il tema della fuga e della rinascita. Le colline del Cévennes e l’atmosfera rurale dell’Occitania diventano cornice e motore emotivo, offrendo allo spettatore un viaggio visivo in perfetta sintonia con la dolcezza e la profondità della storia.

Poly film location
Elisa de Lambert in Poly

Il finale del film

Nel climax del film Poly, Cécile e il pony vengono braccati senza tregua dai responsabili del circo, decisi a riprendersi l’animale. La fuga sembra destinata a concludersi con la cattura, ma un incontro inatteso cambia le sorti della storia: tra le colline del Cévennes, la bambina trova rifugio presso Victor, un uomo solitario e apparentemente scontroso, che vive lontano dal paese. Inizialmente riluttante a farsi coinvolgere, Victor rimane colpito dalla determinazione e dal legame sincero che unisce Cécile a Poly, decidendo così di schierarsi dalla loro parte.

Con l’aiuto di Victor, Cécile riesce a trovare la forza e i mezzi per affrontare apertamente i maltrattatori del pony. Il loro intervento consente di raccogliere prove delle violenze subite da Poly, portando la vicenda all’attenzione delle autorità. L’azione della bambina, unita alla determinazione del suo nuovo alleato, smaschera le pratiche crudeli del circo e garantisce a Poly una liberazione definitiva. L’animale viene accolto in una riserva naturale, dove può vivere libero e al sicuro, lontano dagli abusi.

Il film si conclude così con un’atmosfera di pace e rinnovamento: Cécile, dopo le difficoltà affrontate, ha ritrovato fiducia in sé stessa e un nuovo equilibrio con sua madre, Louise. Il legame con Poly, nato in un momento di fragilità, diventa il simbolo di una rinascita personale e familiare. Gli ultimi fotogrammi, scanditi dalla bellezza dei paesaggi dell’Occitania, suggellano un lieto fine che celebra la libertà, l’amicizia e il coraggio di lottare per ciò che si ama.

Il trailer di Poly

Remain: concluse le riprese del nuovo film di M. Night Shyamalan

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Il prossimo film di M. Night Shyamalan, Remain, è stato descritto come un thriller romantico soprannaturale, ma la trama completa non è stata ancora rivelata. Come noto, il progetto è basato su un’idea che il regista ha concepito insieme allo scrittore Nicholas Sparks, autore dell’omonimo romanzo che uscirà ad ottobre. Ad oggi sappiamo solo che Remain vede protagonisti Jake Gyllenhaal, Julie Hagerty, Phoebe Dynevor, Tracy Ifeachor, Ashley Walters, Maria Dizzia, Hannah James e Kieran Mulcare.

L’uscita del film nelle sale è prevista per il 23 ottobre 2026. Sia Sparks che Shyamalan sono produttori di Remain, insieme ai coproduttori Marc Bienstock, Ashwin Rajan e Theresa Park. Secondo quanto ora riportato dal truccatore Donald Mowat su Instagram, le riprese di Remain sono ufficialmente terminate. Mowat ha parlato della “bellissima estate” trascorsa insieme al team a Providence, nel Rhode Island, negli Stati Uniti. Nel suo post ha dichiarato chiaramente: “È finita!”.

Mowat ha pubblicato questa foto insieme alle immagini dei due attori protagonisti del film, Gyllenhaal e Dynevor. Entrambi non sembrano indossare i costumi di scena, quindi continuano a nascondere la natura dei loro personaggi. Con questo aggiornamento sulle riprese, in ogni caso, tutto sembra procedere secondo i piani per l’uscita prevista il prossimo anno, dato che sono stati concessi oltre 12 mesi per la post-produzione dopo il completamento delle riprese principali.

Questo dovrebbe essere un tempo sufficiente per consentire al team di montare e realizzare tutti gli effetti visivi necessari per un film soprannaturale come questo. Nel frattempo, Shyamalan continua a mantenere il segreto su molti aspetti del film. La situazione cambierà probabilmente questo autunno, quando il romanzo di Sparks uscirà il 7 ottobre. Anche se non si sa quanto le storie siano simili tra loro, il romanzo avrà probabilmente la stessa trama generale del film e quindi influirà sull’arco narrativo del film.

Leonardo DiCaprio: “Il mio più grande rimpianto è aver rifiutato Boogie Nights”

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Leonardo DiCaprio è stato intervistato dal regista di Una battaglia dopo l’altra, Paul Thomas Anderson, per l’ultima copertina della rivista Esquire dedicata all’attore e l’attore ha rivelato che il suo più grande rimpianto professionale è stato quello di aver rifiutato l’offerta di Anderson per Boogie Nights – L’altra Hollywood quasi 30 anni fa. DiCaprio, come ormai noto, era la scelta originale di Anderson per interpretare Eddie Adams, il ragazzo che abbandona la scuola superiore e diventa una delle star più famose dell’industria pornografica con il nome di Dirk Diggler. Ma DiCaprio era già impegnato in Titanic, un ruolo che lo avrebbe trasformato in una star del cinema mondiale.

Lo dirò anche se sei qui: il mio più grande rimpianto è non aver partecipato a Boogie Nights”, ha ammesso DiCaprio. “È stato un film seminale per la mia generazione. Non riesco a immaginare nessun altro che Mark Wahlberg in quel ruolo. Quando finalmente ho visto quel film, ho pensato che fosse un capolavoro. È ironico che sia proprio tu a farmi questa domanda sui rimpianti, ma è vero“.

Secondo quanto si racconta, Anderson voleva Leonardo DiCaprio in Boogie Nights dopo aver visto il giovane attore in Ritorno dal nulla del 1995. Quando rifiutò il ruolo, DiCaprio disse ad Anderson di prendere in considerazione invece il suo co-protagonista in quello stesso film, Mark Wahlberg. Il resto è storia. Ora, trent’anni dopo, DiCaprio e Anderson hanno finalmente avuto l’occasione di collaborare con Una battaglia dopo l’altra, il loro primo film insieme che uscirà nelle sale a settembre.

Nel film DiCaprio interpreta Bob Ferguson, un rivoluzionario fallito che lotta per salvare sua figlia adolescente, Willa (Chase Infiniti). “Perché ci abbiamo messo così tanto tempo?”, ha chiesto Anderson a DiCaprio riguardo alla loro collaborazione. “So che Una battaglia dopo l’altra è rimasto sulla tua scrivania per molto tempo”, ha risposto DiCaprio. “Era una storia personale per te sotto molti aspetti e sicuramente pertinente al mondo in cui viviamo oggi. Ma alla fine, il motivo per cui volevo fare questo film era piuttosto semplice: volevo lavorare con te, Paul, da circa vent’anni, e mi piaceva l’idea di un rivoluzionario fallito che cerca di cancellare il suo passato, scomparire e provare a vivere una vita normale crescendo sua figlia”.

La trama e il cast di Una battaglia dopo l’altra con Leonardo DiCaprio

Una battaglia dopo l’altra ha per protagonista l’ex rivoluzionario e attivista per i diritti civili Bob Ferguson vive un’esistenza pacifica con la compagna afroamericana Perfidia. I due hanno una bambina, Wilma. Quando il colonnello Steven J. Lockjaw, loro vecchia conoscenza, torna in scena a capo di un gruppo di supremazia bianca, Bob raduna i suoi vecchi amici del gruppo liberale French 75 per dargli battaglia. Anche perché Lockjaw non tollera che esistano figli nati da unioni interrazziali, e quindi Wilma è in pericolo.

Il film, scritto e diretto da Paul Thomas Anderson, ha per protagonista l’attore Premio Oscar Leonardo DiCaprio. Accanto a lui, nel cast, anche i vincitori di Oscar Benicio del Toro e Sean Penn, affiancati da Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti, oltre a Wood Harris e Alana Haim. Il film sarà al cinema dal 25 settembre.

The Girlfriend: trailer della nuova serie thriller di Prime Video con Olivia Cooke

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Prime Video ha pubblicato il trailer completo del suo nuovo thriller The Girlfriend – La fidanzata, che potrebbe diventare la tua prossima ossessione in streaming. Con Olivia Cooke, Robin Wright e Laurie Davidson. Davidson interpreta Daniel, che presenta la sua nuova fidanzata Cherry (Cooke) a sua madre Laura (Wright) e le cose non vanno esattamente secondo i piani.

Nel trailer di The Girlfriend, Laura diventa sempre più paranoica, convinta che Cherry non sia chi dice di essere e che in realtà voglia rubarle suo figlio. Cherry provoca sottilmente Laura, guardandola negli occhi mentre bacia Daniel e commettendo altre trasgressioni che la portano a mettere in discussione ciò che crede stia accadendo. Guarda il trailer qui sotto:

Il trailer di The Girlfriend è sensuale e inquietante

Cooke ha conquistato il grande schermo in House of the Dragon e, sebbene il suo personaggio Alicent sia detestabile, la sua interpretazione è stata lodata, e giustamente. In The Girlfriend, Cooke sembra basarsi sulla natura intrigante di Alicent, dato che il suo personaggio Cherry si intromette tra madre e figlio.

Anche se la relazione tra Cherry e Daniel viene messa sotto la lente d’ingrandimento, sembra che Laura abbia alcune domande a cui rispondere riguardo alla sua ossessione per il figlio e se si tratti di una dinamica sana. È solo paranoica perché teme di perdere Daniel a causa di questa donna che sembra odiarla, o ha paura di lasciar andare l’unico uomo della sua vita?

The Boys – Stagione 5: Antony Starr dice addio a Homelander

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Antony Starr ha scritto un commosso addio al suo personaggio Homelander della serie Amazon The Boys, di cui si sono da poco concluse le riprese della quinta e ultima stagione, definendo l’esperienza “il momento clou della mia carriera”. In una lunga didascalia su Instagram accompagnata da foto dal dietro le quinte della satira sui supereroi, Starr ha detto di aver “aspettato un po’ per lasciare che le cose si sistemassero e elaborare la fine di questo show” prima di pubblicare il post.

È difficile (per me) esprimere a parole quanto sia stata incredibile questa avventura. Quanta vita e quanta crescita ci sono state. Quanto è fantastico il team. È stato davvero il momento clou della mia carriera“, ha scritto Starr. ”Quando abbiamo iniziato, non avevo idea di cosa mi aspettasse. Questo colosso è partito e non si è mai fermato. Tranne che per quel momento del Covid. Oh, e gli scioperi. Anche quelli sono stati un problema. Ma a parte quelle due volte, non si è mai fermato, lasciando audacemente il segno nel panorama televisivo. Non c’è niente di simile. Vive in una dimensione tutta sua“.

Con la produzione dell’ultima stagione ormai conclusa, Starr ha poi ringraziato “l’incredibile troupe canadese. Il fantastico team di produzione. Il cast incredibilmente talentuoso. Le persone di Amazon e Sony che hanno scommesso su questa cosa folle (e hanno fatto un’ottima scelta nel scritturarmi) e tutte le altre persone che hanno contribuito in qualche modo, grande o piccolo, a questo show bellissimo, complesso, contorto e delizioso”.

Riguardo al ruolo di Homelander, il leader estremamente potente ed egocentrico del gruppo di supereroi corrotti I Sette, Starr ha detto: “Questo personaggio complicato mi ha permesso di scoprire e superare i limiti in un modo che non mi sarei mai aspettato e sarò sempre grato per questa esperienza”. Ha poi ringraziato lo showrunner Eric Kripke, che ha definito il suo “co-genitore di questo personaggio contorto e geniale”.

Abbiamo creato un mostro. E mi mancherà lui, e mi mancherai tu”, ha continuato. “Fino a quando non lanceremo l’ultima stagione. Quando ti rivedrò. Ma questo capitolo creativo è chiuso e mi mancherà, fratello”. Infine, Starr ha rivolto un “enorme grazie ai fan. Voi siete la linfa vitale. Senza di voi, non potremmo fare tutto questo. I nostri fan non sono secondi a nessuno. Vi voglio un bene pazzo… e ho il massimo rispetto per i vostri gusti”. Ha poi concluso come: “Okidoke gente. Abbiamo cucinato per l’ultima volta. Non vedo l’ora di mostrarvi cosa abbiamo preparato. A presto, Homelander, chiudo”.

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Il cast di The Boys

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Nella quarta stagione hanno recitato anche  Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan. Nella quinta stagione Jensen Ackles riprenderà il ruolo di Soldier Boy.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures. La serie è disponibile su Prime Video.

Steve: Cillian Murphy è il preside di un riformatorio nel trailer del nuovo film Netflix

Netflix ha pubblicato il primo trailer di Steve, con protagonista il premio Oscar Cillian Murphy. Basato sul romanzo “Shy” di Max Porter del 2023, il film “segue una giornata cruciale nella vita del preside Steve (Murphy) e dei suoi studenti in un riformatorio dell’ultima possibilità, in un mondo che li ha abbandonati. Mentre Steve lotta per proteggere l’integrità della scuola e impedirne l’imminente chiusura, lo vediamo alle prese con i propri problemi di salute mentale. Parallelamente alle difficoltà di Steve, incontriamo Shy (Jay Lycurgo), un adolescente tormentato, diviso tra il suo passato e il suo futuro, che cerca di conciliare la sua fragilità interiore con il suo impulso all’autodistruzione e alla violenza“, secondo la sinossi ufficiale.

Accanto a Cillian Murphy e Jay Lycurgo (“Generation Z”, “The Batman”) recitano Tracey Ullman (“The Actor”, “Curb Your Enthusiasm”), Simni Ajikawo (“Top Boy”, “Venom: La furia di Carnage”) ed Emily Watson (“The Legend of Ochi”, “Dune: Pophecy”). Non è la prima volta che Murphy lavora in un’opera di Porter. Nel 2019 ha recitato nell’adattamento teatrale del suo libro del 2015 “Grief Is the Thing With Feathers”. I due hanno anche collaborato al cortometraggio del 2021 “All of This Unreal Time”. Murphy ha anche lavorato in precedenza con il regista di Tim Mielants, prima nella terza stagione di “Peaky Blinders” e poi nell’apprezzatissimo film del 2024 “Piccole cose come queste”.

Steve uscirà in alcuni cinema il 19 settembre e su Netflix il 3 ottobre.