L’episodio 4 di “The
Last of Us” ha stabilito un altro record per la
serie. 7,5 milioni di spettatori si sono sintonizzati
sull’episodio di domenica sera, in aumento del 17% rispetto ai 6,4
milioni che si sono sintonizzati sull’episodio 3. Il fatto che il
pubblico dello show stia ancora crescendo a questo punto è
un’impresa particolarmente impressionante, dato che l’episodio 4 è
andato in onda su HBO e pubblicato su HBO
Max durante la trasmissione televisiva del
65° Grammy, che ha portato 12,4 milioni di spettatori , il suo
pubblico più alto dal 2020. Tuttavia, una grossa fetta di
spettatori ha scelto invece di guardare “The Last of
Us“, o ha scelto di trasmettere in streaming il nuovo
episodio dopo lo spettacolo di premiazione di tre ore.
Inoltre degno di nota è che “The
Last of Us” è su una traiettoria più veloce rispetto a
“House of
the Dragon”, che è la più recente serie comparabile di
HBO in termini di spettatori. Sebbene “House
of the Dragon” sia stato presentato in anteprima con
quasi 10 milioni di spettatori e “The
Last of Us” non abbia ancora raggiunto quel punto, è
degno di nota il fatto che il numero di spettatori via cavo di
“House of
the Dragon” sia diminuito in modo significativo dal
suo terzo episodio prima di stabilizzarsi per il resto della sua
corsa. (Le visualizzazioni totali, incluso lo streaming, non erano
disponibili per gli episodi 3-9 di “House of
the Dragon“).
Il
quinto episodio di “The
Last of Us” si imbatterà anche in una grande
competizione – il Super Bowl, in genere la trasmissione televisiva
più vista dell’anno – sebbene HBO abbia mitigato quel problema con
una nuova strategia di rilascio. La rete ha annunciato
domenica che
l’episodio 5 uscirà su HBO Max venerdì 10 febbraio, due giorni
prima della messa in onda lineare. Ciò consentirà agli
spettatori l’intero fine settimana di guardare l’episodio prima del
grande evento televisivo americano.
Dato il debutto anticipato in streaming e il
successo complessivo della serie finora, sembra che “The
Last of Us” possa ancora superare se stesso la
prossima settimana. L’anno scorso, “Euphoria” ha mandato in
onda il sesto episodio della sua seconda stagione in competizione
con il Super Bowl – senza modificare il suo calendario di streaming
– e ha comunque raggiunto un record per la serie, e “The
Last of Us” ha superato di milioni il pubblico di
“Euphoria“.
Angela Bassett in Black
Panther: Wakanda Forever - Credit Marve/Disney
Black
Panther: Wakanda Forever è la premiere del film
Marvel più vista su
Disney+ in tutto il mondo, in
base alle ore trasmesse in streaming nei suoi primi cinque giorni,
ha annunciato la società lunedì. Black
Panther: Wakanda Forever, diretto da Ryan
Coogler, è stato lanciato su Disney+ il 1° febbraio, dopo
il suo debutto nelle sale l’11 novembre 2022. Si noti che la Disney
non ha fornito alcun numero di spettatori specifici per la
performance in streaming del film e che il l’affermazione si basa
sulle misurazioni interne del conglomerato dei media.
“Black
Panther: Wakanda Forever” è statonominato per cinque Academy Awards ma non
ha ottenuto la nomination nella categoria dei migliori film. Le sue
nomination agli Oscar includevano una per Angela Bassett (nella foto
sopra) come attrice non protagonista nel
film; è diventata la prima donna, la prima persona di colore e il
primo attore dei Marvel Studios ad essere nominato per un Academy
Award per una performance in un adattamento a fumetti.
Ryan Coogler ha diretto Black
Panther: Wakanda Forever da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Joe Robert Cole. È prodotto da Kevin
Feige e Nate Moore, con Victoria Alonso, Louis D’Esposito e Barry
Waldman come produttori esecutivi. “Nel film, la regina Ramonda,
Shuri, M’Baku , Okoye e la Dora Milaje
combattono per proteggere la loro nazione dall’intervento delle
potenze mondiali in seguito alla morte del re T’Challa”, si legge
nella sinossi. “Mentre i Wakandan si sforzano di abbracciare
il loro prossimo capitolo, gli eroi devono unirsi con l’aiuto di
War Dog Nakia ed Everett Ross e forgiare un nuovo percorso per il
regno di Wakanda.”
Interpreta diversi membri del cast
di ritorno dal primo film, tra cui Letitia Wright
nei panni di Shuri,
Lupita Nyong’o nei panni di Nakia,
Danai Gurira nei panni di Okoye,
Angela Bassett nei panni di Ramonda,
Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross, Winston
Duke nei panni di M’Baku e Florence. Pastore come Ayo. Insieme a
loro c’erano i nuovi arrivati in franchising Tenoch
Huerta (Narcos: Mexico) nei panni di Namor,
Michaela Coel (I May Destroy You) nei
panni di Aneka, Mabel Cadena nei panni di Namora e
Alex Livinalli nei panni di Attuma.
Come apprendiamo da Variety
Sony Pictures sta cercando di riavviare So cosa
hai fatto l’estate scorsaconJennifer
Kaytin Robinson(“Do Revenge”,
“Someone Great”, “Sweet/Vicious”) alla regia.Il
progetto è in fase di sviluppo iniziale presso lo studio, con le
star originali del franchise Jennifer
Love Hewitt e Freddie
Prinze Jr. in trattative per riprendere i loro
ruoli. Leah McKendrick è a bordo per scrivere la sceneggiatura
del progetto, che ha sviluppato con Kaytin
Robinson, che è destinato a portare una nuova prospettiva
al franchise di Sony. Anche Neal H. Moritz è in trattative per
tornare come produttore.
La notizia del rilancio arriva dopo il
riavvio di successo del franchise “Scream“,
che continua con “Scream
VI” nelle sale il 10 marzo. Il film segue anche “Do
Revenge” di Kaytin Robinson, con Sarah Michelle Gellar, che insieme
a Ryan Phillippe, ha completato il quartetto originale “I Know What
You Did Last Summer”. Diretto da Jim Gillespie e scritto da
Kevin Williamson, il film slasher del 1997 ha visto quattro
adolescenti di una piccola città di mare perseguitati (o, più
letteralmente, perseguitati) da un maniaco armato di uncino dopo
aver avuto un incidente mordi e fuggi, che hanno aveva cercato di
coprirsi. Il film ha incassato più di 125 milioni di dollari
al botteghino e ha generato il sequel diretto “So ancora cosa hai
fatto l’estate scorsa”, con Hewitt, Brandy, Mekhi Phifer e Matthew
Settle. Nel 2021, il franchise ha avuto un riavvio in
streaming con “I Know What You Did Last Summer” di Amazon Prime Video.Deadline è stato
il primo a riportare notizie sullo sviluppo del sequel. Sony non ha
commentato.
Salma Hayek ha
rivelato in una nuova intervista
a GQ UK che Hollywood le ha impedito di
recitare in una commedia per quasi 20 anni perché ritenuta troppo
sexy per il genere. Sebbene la Hayek abbia recitato in commedie romantiche
come “Fools Rush In” del 1997 (con Matthew Perry) e
“Breaking Up” (con
Russell Crowe), ha detto che non è stato fino a
“Grown-Ups” del 2010 che ha avuto la possibilità di
recitare in un film commedia tradizionale. la Hayek ha attribuito adAdam Sandleril
merito di averle finalmente dato la possibilità di essere
divertente.
“Sono stato typecast per molto
tempo“, ha detto Hayek. “Per tutta la vita ho voluto
fare commedie e la gente non mi dava commedie. Non sono
riuscito a ottenere un ruolo fino a quando non ho incontrato Adam
Sandler, che mi ha messo in una commedia [Grown Ups del 2010], ma
avevo quarant’anni! Dissero: “Sei sexy, quindi non ti è
permesso avere il senso dell’umorismo“. Non solo non ti è
permesso essere intelligente, ma non ti è stato permesso di essere
divertente negli anni ’90.L’essere stata limitata nel
recitare in commedie ha fatto arrabbiare Hayek? “Ero triste in
quel momento“, ha detto. “Ma ora qui sto facendo ogni
genere, in un momento della mia vita in cui mi hanno detto che
sarei “scaduta” – che negli ultimi 20 anni sarei stato fuori
mercato. Quindi non sono triste, non sono arrabbiato; Sto
ridendo. Sto ridendo, ragazza.
Salma Hayek è tornata in modalità romantica
per il suo nuovo film, Magic
Mike – The Last Dance di Steven
Soderbergh. Nell’ultima puntata della saga di
“Magic Mike”, Hayek interpreta il vecchio
interesse amoroso dell’omonima spogliarellista di Channing Tatum. Il suo personaggio,
Maxandra Mendoza, lavora con Mike per creare una rivista di
spogliarelliste maschili.“Più che essere un film
su una donna anziana che si innamora di un ragazzo più giovane,
parla di una donna di mezza età che ha un grande potenziale ed è
stanca di essere messa a repentaglio per tutta la sua vita“,
ha detto Hayek a GQ UKriguardo al film. La Warner Bros. lancerà
“Magic
Mike – The Last Dance” nelle sale questo
giovedì.
Il MarvelCinematic
Universe darà il via alla sua prossima serie di titoli,
soprannominata
Fase Cinque, con l’imminente uscita del 17 febbraio di
“Ant-Man
and the Wasp: Quantumania“. È il sipario sulla
premiere avvenuta lunedì sera del film a Los Angeles si è levato,
con le prime reazioni al sequel del supereroe che si sono riversate
sui social media.
Paul Rudded
Evangeline Lilly riprendono i loro omonimi
supereroi in quella che è stata pubblicizzata come la più ambiziosa
voce di “Ant-Man” fino ad oggi, inviando Scott Lang di Rudd e la
sua famiglia di scienziati in via di estinzione, inclusa la figlia
ormai cresciuta Cassie (Kathryn Newton), nel pericoloso Reame
Quantico.
Il nuovo film presenta nuove sfide per gli
eroi, tra cui l’emergere di un nuovo cattivo Kang il Conquistatore
(Jonathan
Majors), che è destinato a svolgere un ruolo
importante nei nuovi film a venire, tra cui “Avengers:
The Kang Dynasty” del 2025. Anche
Michelle Pfeiffer e
Michael Douglas tornano per “Quantumania”,
affiancati da un cast di supporto che comprende David
Dastmalchian, William Jackson Harper, Katy O’Brian e
Bill Murray. Peyton Reed è
tornato dietro la macchina da presa dopo aver diretto
“Ant-Man” e “Ant-Man
and the Wasp“. Il regista in precedenza aveva detto
a Entertainment
Weekly che era ansioso di dare al suo franchise di
“Ant-Man” la gravità di un’epopea delle dimensioni di
“Avengers” ed era intenzionato a farlo con
“Quantumania“.”La
gente pensava, Oh, questi sono divertenti piccoli detergenti per il
palato dopo un gigantesco film dei Vendicatori“,
Reed. “Per questo terzo film, ho detto: ‘Non voglio più essere
il pulitore del palato. Voglio essere il grande film dei
Vendicatori.’”
L’editore di artigiani di varietà
Jazz Tangcay “si è divertito moltissimo” vedendo il film.
Had an absolute blast watching
#AntManAndTheWaspQuantumania. Creative, irresistibly energetic
and filled with some great action sequences. Welcome Jonathan
Majors -such a bad ass. The effects are superb. pic.twitter.com/KdVB7qvl2E
Mike Ryan di Uproxx sembrava
apprezzare il film, anche se ha lasciato intendere che i nuovi
arrivati della Marvel potrebbero essere un po’ confusi dalle
complicate chiacchiere del multiverso.
ANT-MAN AND THE WASP: QUANTUMANIA … trying
to imagine a Marvel novice, “one ticket please,” then getting two
hours of variant and multiverse talk. Jonathan Majors is great as
Kang and for a good portion of the movie Michelle Pfeiffer is the
main character, which is awesome
Sean Keane di CNET era meno
entusiasta, dicendo che il film aveva “troppe cose da fare”.
#AntManAndTheWaspQuantumania has way too much going on — it’s
tough to connect emotionally to any of it. Jonathan Majors’ Kang is
a charismatic, intense baddy and visually awesome, but the threat
he represents is too abstract. Review @CNET on Feb.
14. pic.twitter.com/42bDJobRgc
Il caporedattore di Collider, Steven
Weintraub, ha definito il film un “buon inizio per la
Fase 5” e ha evidenziato il cattivo di Majors come punto
culminante.
Marvel’s
#AntManAndTheWaspQuantumania is a strong start to Phase 5. I
now understand why it’s called
#Quantumania. JonathanMajors is excellent as Kang and cannot
wait to see where this all goes. 2 after the credits scenes and
both are very good. pic.twitter.com/62Ch3w2O5N
Jamie Broadnaux, membro
dell’American-Canadian Critics Choice Association, ha dichiarato
che il film aveva “forti vibrazioni di Star
Wars” e ha offerto il proprio sostegno a Majors.
#AntManAndTheWaspQuantumania gives some heavy Star Wars vibes!
Fantastic performance from Jonathan Majors who is incredible as the
big bad villain. Make sure to stay for 2 post credit scenes!
Gizmodo e il reporter senior di io9 Germain Lussier hanno fatto eco
al paragone di Star Wars.
The best Star Wars movie since 2018 is
#AntManAndTheWaspQuantumania. It’s a huge sci-fi adventure with
gorgeous world building that feels almost little un-Marvel in how
much world building there is. But it’s got humor, heart, Kang
completely rules & Michelle Pfeiffer steals it. pic.twitter.com/vRO2Poko2s
Il nuovo film Marvel Studios
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic
Universe, arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane,
distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura
presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora:
Kang il Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi
Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Apprezzato film del 2013,
Philomena (qui la recensione) è diretto
dall’acclamato regista Stephen Frears, autore di
film come The Queen, Florence e
Vittoria e
Abdul. Egli anche in questo caso porta al cinema una
figura femminile particolarmente complessa e ricca di emozioni, in
un racconto tratto da una storia vera. Questa ha per protagonista
la Philomena del titolo, donna irlandese costretta a rinunciare a
suo figlio dopo il parto. Cinquant’anni dopo, però, la donna
intraprende una ricerca per ritrovarlo, aiutata dal giornalista
Martin Sixsmith.
La vicenda è raccontata nel romanzo
intitolato The Lost Child of Philomena, scritto dallo
stesso Sixsmith. Divenuto un best seller, questo viene acquistato
dalla British Film Institute, che dà il via al progetto di
trasposizione. La sceneggiatura viene firmata da Jeff
Pope e Steve Coogan, il quale figura
anche come interprete all’interno del film. Presentata in concorso
alla 70ª Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia,
la pellicola ottiene una grande accoglienza da parte della critica,
arrivando a vincere anche il premio per la miglior
sceneggiatura.
Affermatosi come uno dei titoli di
maggior rilievo dell’anno, al momento della sua uscita in sala il
film si rivelò anche un grande successo di pubblico. A fronte di un
budget di circa 12 milioni di dollari, Philomenaarrivò
ad incassarne circa 100 in tutto il mondo. In breve, si affermò
come uno dei principali protagonisti della stagione dei premi,
ottenendo nomination ai premi Bafta e ai Golden Globe. Arrivò
infine ad ottenere ben quattro candidature al premio Oscar, tra cui
quella per il miglior film e per la miglior attrice
protagonista.
La trama di Philomena
La vicenda ha inizio nell’Irlanda
del 1952. Qui Philomena rimane incinta quanto è
ancora adolescente. Per questo motivo si ritrova ripudiata dalla
famiglia, che decide di spedirla in un convento istituito
appositamente per ragazze come lei. Qui la giovane porta avanti la
sua gravidanza, aiutando le suore con piccoli lavori. In seguito al
parto, però, Philomena si vede privata di suo figlio, il quale
viene dato in adozione ad una coppia di americani. Per anni la
ragazza tenterà di ritrovarlo, senza però ottenere alcun successo.
Trascorrono così cinquant’anni di disperata ricerca, dove il figlio
perduto rimane per la donna l’unico pensiero possibile.
La sua situazione va incontro ad una
svolta inaspettata nel momento in cui Philomena si imbatte nel
giornalista Martin Sixsmith, particolarmente
rinomato nel suo settore. Dopo aver raccontato a questi la propria
triste storia, Sixsmith si offre di aiutare l’ormai anziana
Philomena a ritrovare suo figlio. Per loro ha così inizio un
viaggio negli Stati Uniti. Pur formando una strana coppia, i due si
ritroveranno sempre più uniti in quell’avventura. Ciò che non
sanno, è che andare a fondo a questa porterà inevitabilmente alla
luce dolori e verità rimasti taciuti per molto, molto tempo.
Philomena: il cast del
film
Per dar vita ai personaggi
principali del film, i produttori e il regista si sono assicurati
la partecipazione di alcuni tra i più noti e apprezzati attori
britannici. Era infatti importante ricercare interpreti in grado di
trasmettere tutti i sentimenti che il film pone in gioco attraverso
le vite dei suoi protagonisti. È così che per interpretare
Philomena viene scelta la premio Oscar Judi
Dench. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha avuto
modo di incontrare la vera donna su cui si basa la storia,
apprendendo da lei quanto c’era da sapere a riguardo. La toccante
interpretazione della Dench è stata poi riconosciuta con la sua
settima nomination al premio Oscar.
Nel ruolo del giornalista Martin
Sixsmith vi è invece l’attore Steve Coogan.
Recentemente visto in Stanlio &
Ollio, questi rimase particolarmente colpito dalla
vicenda, richiedendo un molteplice coinvolgimento nella
realizzazione del film. Oltre ad essere interprete, egli è infatti
anche produttore e sceneggiatore. Proprio per quest’ultimo ruolo ha
vinto il Bafta Awards per la miglior sceneggiatura non originale,
ottenendo anche una nomination all’Oscar nella medesima categoria.
Nel film compaiono anche gli attori Anna Maxwell
Martin nei panni di Jane, Mare Winningham
in quelli di Mary, e Barbara Jefford nel ruolo di
suor Hildegarde.
Philomena: la vera storia
dietro al film
Philomena Lee è nata nel 1933, in
Irlanda. All’età di 18 anni rimane incinta senza però essere
sposata. A quel tempo ciò era considerato un grandissimo peccato, e
la famiglia cacciò di casa la giovane per inviarla al convento di
Sean Ross Abbey. Qui Philomena ripagava le suore dell’ospitalità
cimentandosi in vari lavori. In cambio, aveva anche la possibilità
di vedere suo figlio nato da poco per un’ora al giorno. Quando il
piccolo compie tre anni, però, viene dato in adozione ad una
famiglia americana. Philomena rimarrà sempre all’oscuro riguardo
chi abbia adottato suo figlio e dove questi sia stato portato a
vivere.
Nel 1959, dopo aver lasciato il
convento, la donna si sposa e dà alla luce altre due figlie. Inizia
a lavorare come infermiera, e conduce una vita normale senza però
dimenticare mai il dolore dato dalla separazione dal figlio.
Raccontata la sua triste storia alle due figlie, queste si offrono
di aiutarla a ritrovarlo. È così che entrano in contatto con il
giornalista Martin Sixsmith. Commosso dalla storia, egli inizia le
sue ricerche e scopre che il bambino è stato adottato con il nome
di Michael Hess da una famiglia del Missouri. Sfortunatamente, da
tali ricerche Philomena viene a sapere che suo figlio è morto nel
1995 all’età di 43 per via dell’AIDS. Come lei, anche Michael ha
cercato per tutta la vita di riabbracciare la sua vera madre, senza
però riuscirvi.
Philomena: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili.
Philomena è infatti presente su
Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, e Tim
Vision. Per poter usufruire del film, sarà necessario
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta
comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il
film è inoltre in programma in televisione per lunedì 6
febbraio alle ore 21:15 sul canale
Cielo.
Acclamato come uno dei più
coinvolgenti e struggenti film sentimentali degli ultimi anni,
Le pagine della nostra vita è la
trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di
Nicholas Sparks, scrittore noto per i suoi libri
incentrati sull’amore e il destino. Tra tutti gli adattamenti
basati sulle sue opere, questo diretto da Nick
Cassavetes è probabilmente il più celebre, nonché uno
dei più apprezzati da critica e pubblico.
Pubblicato con successo nel 1996, il
romanzo divenne da subito motivo di interesse all’interno di
Hollywood, tanto che uno dei primi registi intenzionati a curarne
la regia fu Steven Spielberg, il quale voleva
Tom
Cruise come protagonista. Il progetto tuttavia passò
più volte di mano, arrivando ad ottenere il via per le riprese
soltanto nel 2002, con regista e cast completamente diversi
rispetto ai nomi iniziali.
Al momento della sua uscita in sala,
nel 2004, il film raccolse ampi consensi, arrivando a guadagnare
oltre 116 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un
budget di “soli” 29. Numerosi sono anche i premi ricevuti, come gli
otto Teen Choice Awards, che hanno confermato una volta di più il
successo ottenuto dal film. La pellicola contribuì inoltre a
lanciare le carriera dei due protagonisti, Ryan
Gosling e Rachel
McAdams, oggi star affermate del panorama
statunitense.
Le pagine della nostra
vita: la trama, il finale e le differenze con il libro
La vicenda del film si apre
conducendo lo spettatore in una casa di riposo. Qui, un uomo
anziano legge una storia a una donna, la quale si rivela essere
affetta da demenza senile. Il racconto narra la storia d’amore tra
Noah, umile ragazzo di bassa estrazione sociale, e
Allie, appartenente a una facoltosa famiglia. I
due si conoscono in estate nella cittadina costiera di Seabrook,
finendo in breve tempo con l’innamorarsi l’uno dell’altra. Si
troveranno però costretti a fare i conti con le differenze che
intercorrono tra di loro, come anche con lo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale che finirà con il separarli.
Quando ormai sembra non esserci più
speranza per un loro futuro insieme, l’amore darà però loro una
seconda occasione. Ritrovatisi, i due ragazzi hanno così modo di
vivere la loro storia d’amore, che si compie fino al finale del
film. Qui, la vicenda dei di Noah ed Allie si ricollega a quella
degli anziani visti inizialmente, lasciando così emergere alcuni
dei temi principali del film e portando a compimento la struggente
storia d’amore narrata.
Quello di Le pagine della nostra
vita è un adattamento particolarmente fedele al romanzo, e
sono poche le differenze tra l’uno e l’altro. Queste riguardano per
lo più dettagli o luoghi, mentre lo svolgimento della storia
d’amore tra i due protagonisti viene riprodotto pressoché in modo
completo. Del film esistono inoltre due versioni, le quali
presentano una piccola ma significativa variazione nel finale.
L’assenza dell’immagine dei due protagonisti abbracciati, infatti,
conferisce al film una conclusione meno drammatica. I fan sono però
concordi nel preferire la versione in cui tale fotogramma è
presente.
Le pagine della nostra
vita: il cast del film
Per i ruoli di Noah ed Allie vennero
scelti gli attori Ryan Gosling e
RachelMcAdams. Gosling fu sin
dall’inizio il primo ed unico attore considerato dal regista per la
parte. Cassavetes ha infatti dichiarato di aver ricercato un volto
non canonicamente bello e sconosciuto, nel quale gli spettatori si
potessero identificare. Dopo che gli fu comunicato che aveva
ottenuto la parte, l’attore decise di abitare per due mesi in South
Carolina, dove il film sarebbe stato ambientato, così da prendere
confidenza con i luoghi e lo stile di vita. Si dedicò inoltre a
costruire mobili in legno, poiché il suo personaggio è un esperto
falegname.
Pur di ottenere il ruolo di Allie,
invece, la McAdams accettò di sostenere il provino mentre era
impegnata nelle ultime riprese di un altro film. Le fu consegnata
la sceneggiatura soltanto un giorno prima, ma ebbe comunque modo di
prepararsi e risultare la più idonea rispetto alle altre candidate.
Come il suo collega, anche lei decise di passare del tempo nei
luoghi in cui il film sarebbe stato ambientato, familiarizzando con
questi. Decise inoltre di prendere lezioni di danza e di galateo,
per poter essere più realistica nei panni dell’altolocata Allie. Si
esercitò inoltre nell’imparare ad usare con scioltezza un accento
del sud.
Conosciutisi sul set del film, i due
attori intrapresero poi una relazione durata dal 2004 e al 2007,
ricordata ancora oggi come una delle più importanti della loro
vita. Tuttavia, inizialmente, i due non andavano affatto d’accordo
durante le prime riprese, e Gosling spinse addirittura
affinché la collega venisse sostituita. Per cercare di far
andare d’accordo i due, il regista decise di chiuderli insieme in
una stanza, dove i due sono stati costretti a confrontarsi e a
risolvere i loro conflitti. La cosa funzionò a tal punto che la
loro chimica di coppia migliorò in modo evidente, portandoli
addirittura ad innamorarsi l’uno dell’altro.
Le pagine della nostra
vita: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il titolo è infatti presente nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Amazon Prime Video e Netflix. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale,
avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione
lunedì 6 febbraio alle ore 21:10
sul canale La 5.
Showtimeha dato un ordine diretto alla serie thriller politico
The Department,
conGeorge
Clooneyalla regia. Clooney e
Grant Heslov serviranno anche come produttori esecutivi tramite
Smokehouse Pictures. Lo spettacolo è basato sulla serie
francese “Le Bureau des Legendes”. La produzione dovrebbe
iniziare entro la fine dell’anno.
The
Department, basato sull’affascinante e brillante
serie ‘The Bureau’, seguirà la grande tradizione di ‘Homeland‘,
uno degli spettacoli di maggior successo e che definiscono il
marchio a Showtime”, ha affermato Chris McCarthy, presidente e CEO
di Showtime e Paramount Media. “Proprio come ‘Homeland’ ha portato
lo spionaggio globale a nuovi livelli, ‘The Department’ porterà gli
spettatori ancora più in profondità in un mondo di intrighi e
sotterfugi con personaggi complicati che lottano con i propri
demoni mentre combattono minacce esistenziali alla nazione e al
mondo.”
Secondo il logline ufficiale, lo
spettacolo originale è incentrato sulla “vita quotidiana e le
missioni degli agenti all’interno del principale servizio di
sicurezza esterno della Francia. Si concentra sul “Bureau of
Legends”, responsabile dell’addestramento e della gestione di
agenti sotto copertura in missioni a lungo termine in aree con
interessi francesi. Vivendo sotto false identità per anni, le
missioni di questi agenti sono identificare e reclutare buone fonti
di intelligence.”
“Siamo entusiasti di collaborare
con George & Grant a questo fantastico progetto“, ha affermato
David Glasser, CEO di 101 Studios. “Paramount+/Showtime e MTV Entertainment Studios
sono stati una casa incredibile per molti dei nostri progetti e
siamo entusiasti di lavorare ancora una volta al fianco di Chris
McCarthy, Keith Cox, Nina Diaz e i loro incredibili
team”.
“Le Bureau Des Legendes” è stato
creato da Eric Rochant. Ha debuttato originariamente nel 2015
e fino ad oggi ha trasmesso cinque stagioni. Lo spettacolo è
una serie di Canal+ Creation Originale prodotta da Alex Berger e
Rochant di TOP – The Originals Productions e Pascal Breton di
Federation Studios.
The Department sarà
prodotto esecutivamente da Clooney e Heslov così come da Keith Cox
e Nina L. Diaz di MTV Entertainment Studios. David C. Glasser, Ron
Burkle, David Hutkin e Bob Yari di 101 Studios sono anche
produttori esecutivi insieme a Berger per The Originals
Productions. Anche Ashley Stern e Breton per Federation
Studios/Federation Entertainment of America sono i produttori
esecutivi. Producono MTV Entertainment Studios e 101
Studios.
“Siamo lieti di estendere il DNA di
‘The Bureau’ attraverso ‘The Department’ per Showtime con i nostri
amici di MTV Entertainment Studios e 101 Studios”, ha dichiarato
Berger, presidente e produttore esecutivo di The Originals
Productions. “The Originals Productions (TOP), Federation e
Paramount stanno portando il nostro franchise a un livello
superiore, realizzando un nuovo spettacolo di spionaggio
internazionale ad alto rischio ambientato oggi in un ambiente
geopolitico molto complesso”.
Guillaume Pommier, co-responsabile
della distribuzione di Federation, ha aggiunto: “Non potevamo
sognare un partner migliore di Showtime per adattare ‘The
Bureau’. Condividono con noi la passione, la visione e
l’ambizione per questo fantastico spettacolo, combinate con la loro
forte rete globale premium che porterà ‘The Department’ nel
mondo”.
Nessun programma per San Valentino?
La nota piattaforma streaming quest’anno vi viene in aiuto con
Tutte le volte che ci siamo innamorati. Dal
creatore di
Elite,Carlos Montero, la serie,
sviluppata come una commedia romantica, è formata al momento da una
sola stagione di otto episodi, ognuno di circa quaranta minuti. Nel
cast ritroviamo figure già affermate in altre produzioni Netflix:
prima fra tutti, Georgina Amoros (Calletana in
Elite) qui interpreta la protagonista Irene. A questa si
affianca anche Silvia Abril, nota
figura del cinema e della televisione spagnola.
Tutte le volte che ci siamo
innamorati: un amore impossibile
Tutte le volte che ci siamo
innamorati si divide in due differenti piani temporali: il
primo, nel 2004, ed il secondo nel presente, nel 2022. Nei
macro-flashback in cui si sviluppano gli episodi, si seguono le
vicende amorose di Irene, una studentessa di cinema ed aspirante
regista, e di Julio, un ragazzo affascinante ma fragile. I due
sviluppano un forte legame, il quale li porta a rincontrarsi ogni
volta che si separano: pur non riuscendo a creare una relazione
duratura, è come se fossero perennemente attratti l’uno nella vita
dell’altro. Julio diventa per Irene una fonte d’ispirazione, prima
come attore nel suo corto, e poi anche per la creazione di nuove
sceneggiature.
Il rapporto tra Julio ed Irene
verrà più volte spezzato anche da eventi esterni: primo fra tutti
l’esplosione nel treno in cui i due viaggiavano insieme a Da, amico
e coinquilino di Irene. Ma ciò che veramente allontana Julio da
Irene è poi anche la sua carriera: fin dalla festa in cui i due si
incontrano, il ragazzo è stato notato dal noto regista spagnolo
Romano, che vuole trasformarlo in una star del cinema. Grazie anche
all’aiuto di Irene, Julio ottiene la parte, ma per lui diverrà
sempre più difficile sopportare le pressioni del mondo dello
spettacolo.
Tutte le volte che ci siamo
innamorati risulta essere da subito una serie tanto
leggera quanto banale. Il tema focale è l’amore impossibile tra
Julio ed Irene: semplicemente una delle tematiche maggiormente
proposte nel cinema. Molti film e serie tv simili spesso riescono
comunque a trovare dei propri elementi di originalità per
“distinguersi dalla massa”, ma questo non è esattamente il caso.
Ogni episodio rappresenta un tira e molla continuo dei due, senza
grandi colpi di scena, con l’aggiunta di citazioni smaccate da
alcuni grandi classici della storia del cinema romantico (Le
pagine della nostra vita di Nick Cassavetes
con
Ryan Gosling e
Rachel MacAdams).
Un elemento che avrebbe potuto
essere effettivamente interessante era la presenza del doppio piano
temporale. Nel 2022 i due amanti non stanno insieme, e questo
ovviamente stimola lo spettatore a sapere tutti i risvolti della
storia d’amore tra i due. Sfortunatamente però la narrazione
riguardo al loro passato si interrompe, probabilmente in vista di
una possibile continuazione in una seconda stagione. Tra i continui
risvolti nel presente e l’impossibilità di sapere tutto
l’antefatto, si crea solo confusione per il pubblico.
Julio Mera: la pressione
distruttiva del mondo dello spettacolo
Un personaggio focale in
Tutte le volte che ci siamo innamorati è Julio.
Giovane e bello, Julio viene catapultato nel mondo del cinema
praticamente per caso. Il regista Romano finisce per sceglierlo
come attore per il suo film prevalentemente per il suo aspetto più
che per il suo talento. Julio sente la pressione delle aspettative
che tutti, dai suoi genitori a Romano fino alla stessa Irene, hanno
nei suoi confronti. In varie scene, soprattutto della linea
temporale del 2022, è chiaro come nel non riuscire a sopportare
questo peso, Julio finisca per rifugiarsi nell’alcol e nella
droga.
Ad ogni modo, si comprende fin dai
primi episodi come le sue insicurezze e fragilità abbiano radici
ben più profonde ed antiche rispetto all’inizio della sua carriera
da attore. Purtroppo, questo è un altro dei punti che nella non
viene approfondito. Ci si ferma a fare dei riferimenti ad un
periodo precedente in cui Julio è stato in terapia, senza scendere
nei dettagli. Per un personaggio come Julio sarebbe stato
interessante approfondirne la costruzione, aggiungendo questo
antefatto.
Gli spin-off diBillions eDexter sono
in programma a Showtimementre
il canale via cavo premium piano piano verrà
inglobato inParamount+con Showtime sta
riconfigurando la sua programmazione.Dexter
che è andato in onda dal 2006 al 2013 e ha seguito la storia del
tecnico forense e serial killer Dexter Morgan (Michael C. Hall), è
il primo show che riceverà uno spin-off. Dopo il successo di
“New
Blood“, una serie limitata sequel che mirava a rifare
l’odiato finale della serie “Dexter“,
Showtime ha ordinato una serie prequel incentrata sulla storia
delle origini di Dexter.
Inoltre, sono in fase di sviluppo
un’altra serie di spin-off incentrati su altri personaggi, incluso
il famigerato killer.Sono in lavorazione anche fino a
quattro serie basate su “Billions“,
la serie drammatica ambientata nella finanza che è stata presentata
per la prima volta nel 2016 e che attualmente sta trasmettendo la
sua sesta stagione. Il primo sarà ambientato a Miami, in contrasto
con l’ambientazione newyorkese di
“Billions“. Altri spin-off pianificati hanno
i titoli provvisori “Millions” e
“Trillions“.
La notizia arriva nel mezzo di un
importante cambiamento per il marchio Showtime. Il CEO di
Paramount Bob Bakish ha annunciato la scorsa settimana
che la rete via cavo di Showtime sarebbe
stata rinominata in Paramount+ con Showtime mentre il suo servizio di
streaming sarebbe stato trasferito in
Paramount+. Il consolidamento è arrivato anche
con la cancellazione e la cancellazione dallo streaming di più
serie che la Paramount ha ritenuto poco performanti, tra cui
“American Gigolo” e “Let the Right One In”, così come
“Three Women”, che è stato completato e presentato in anteprima nel
2023. .
Ma l’attenzione sulle serie in
franchising come “Dexter” e “Billion” si allinea con le strategie
delineate da Chris McCarthy, presidente e CEO di Showtime e
Paramount Media Networks, a dicembre, quando Showtime ha rinnovato
“Yellowjackets” per una terza stagione e ha
persino menzionato “Dexter“. Nell’annuncio:
“Mentre ci dirigiamo verso il 2023 e oltre, il nostro piano è
di appoggiarci ai punti di forza di Showtime e concentrarci su tre
aree chiave che hanno definito il marchio: antieroi complessi e
sovversivi come ‘Dexter’ e ‘Yellowjackets’, potenti high- mette in
gioco mondi come ‘Homeland’ e ‘Billions’ e riprese culturali non
convenzionali come ‘The L Word’ e ‘The Chi’, il tutto con
l’obiettivo di rendere possibili i più grandi successi e
trasformarli in franchise di successo come abbiamo fatto con grande
successo in tutto l’azienda.”
Il regista dei primi due film di
Harry Potter, Chris Columbus, ha dichiarato apertamente che
l’unico modo in cui il franchise del maghetto di J.K. Rowling potrebbe continuare sarebbe
adattando l’opera teatrale Harry Potter e la maledizione dell’erede. Un
adattamento dello spettacolo, scritto da J.K. Rowling, Jack Thorne e
John Tiffany, attirerebbe molto probabilmente
l’attenzione di molti fan che forse non hanno potuto assistere alla
produzione dal vivo e si sono dovuti accontentare di leggerne solo
la sceneggiatura. Ecco tutto quello che si sa sull’ipotetico
adattamento di
Harry Potter e la maledizione dell’erede.
1Daniel Radcliffe non vuole prendere
parte al film…per ora
Daniel Radcliffe non tornerà per un film
su Harry
Potter ela maledizione dell’erede: di tutto il cast, è
stato infatti il più categorico sul fatto che non è ancora pronto a
tornare nel suo ruolo titolare. È comprensibile, dato che il
Radcliffe ha inizialmente faticato ad avviare
una seconda fase della sua carriera, post-Harry Potter, e ha
“appena” iniziato a liberarsi del personaggio nel suo
complesso.
L’idea è stata proposta all’attore durante
un’intervista con il New York Times, in cui ha ammesso: “Sto
arrivando ad un punto in cui sento di essere uscito bene da Potter,
e sono davvero felice di dove sono ora“. Ha poi continuato a
paragonare il suo ruolo a quello di Mark Hamill
come Luke Skywalker e Harrison
Ford come Han Solo, dicendo
fondamentalmente che gli sono stati concessi almeno 30 anni prima
di tornare alle loro iconici ruoli. Questo dovrebbe almeno dare
speranza al pubblico sul fatto chhe, anche se Daniel Radcliffe non è interessato a fare un
altro film di Harry Potter a breve, potrebbe comunque essere aperto
a questa possibilità in futuro.
Sky svela oggi alcune immagini in
anteprima della seconda stagione del sci-fi thriller Sky Original
Progetto
Lazarus, il cui debutto è previsto in esclusiva su Sky
e in streaming solo su NOW prossimamente.
Prodotta dal pluripremiato team di
Urban Myth Films, in associazione con Sky Studios,
l’epica e adrenalinica Progetto
Lazarus è scritta da Joe Barton,
nominato ai BAFTA, e Howard Overman (La guerra dei mondi,
Misfits), e vede il ritorno fra i protagonisti di
Paapa Essiedu, Anjli Mohindra, Charly Clive, Rudi
Dharmalingam, Caroline Quentin e Tom Burke. Il cast dei
nuovi episodi include Colin Salmon (Resident
Evil, Limitless), Royce Pierreson (Gli
irregolari di Baker Street, The Witcher), Safia
Oakley-Green (Sherwood), Lorne
MacFayden (Vigil – Indagine a bordo), Zoe
Telford (Genius), Sam Troughton
(The Outlaws) e James Atherton(Hollyoaks).
1 di 4
Progetto Lazarus, la trama
della seconda stagione
La lotta per garantire il futuro
non è mai stata così intensa. Quando il mondo si blocca in un loop
temporale – nel quale ogni tre settimane il mondo finisce – la
squadra Lazarus deve correre contro il tempo per trovare una
soluzione prima che l’umanità venga spazzata via per sempre. Tra
loro c’è il risoluto agente speciale George (Paapa Essiedu), che è
caduto in disgrazia dopo aver tradito l’organizzazione in nome
dell’amore. George è determinato a riscattarsi e a riconquistare la
fiducia dei suoi amici, dei suoi colleghi e dell’amore della sua
vita. Ma quando scopre che la causa che sta combattendo è più
inquietante di quanto sembri, George inizia a sospettare che
l’unica persona di cui può davvero fidarsi è solo sé stesso.
La seconda stagione di Progetto
Lazarus è stata commissionata da Paul Gilbert,
Commissioning Editor di Sky Studios, per Zai Bennett, Managing
Director of Content di Sky UK. È prodotta da Urban Myth Films in
associazione con Sky Studios. Produttori esecutivi della serie sono
Joe Barton, Johnny Capps e Julian Murphy per Urban Myth Films e
Paul Gilbert per Sky Studios. La serie è diretta da Carl
Tibbets, Pier Wilkie e Sean Spencer. NBCUniversal Global
Distribution è il distributore internazionale della serie per conto
di Sky Studios.
Una delle uscite più interessanti su
Netflix nel mese di febbraio è il film horror
Viking Wolf – Il lupovichingo, di produzione svedese e diretto
dalla regista Stig Svendsen, già autrice dei
thriller Elevator e Kings Bay. Disponibile sulla
piattaforma streaming dal 3 febbraio, questo
titolo è divenuto da subito uno dei più guardati dagli utenti,
schizzando in breve al primo posto tra i film più visti attualmente
in Italia su Netflix. Ma qual è il successo dietro tale pellicola?
Primo film svedese dedicato alla figura dei lupi mannari,
Viking Wolf si configura come un omaggio ai grandi
classici del passato, con però numerosi elementi originali ricchi
di fascino.
Il lupo mannaro è stato più volte
protagonista di film per il cinema, dall’iconico Un lupo
mannaro americano a Londra (1984) sino a titoli più recenti
come Wolf – La belva è fuori (1994), Underworld (2003), Wolfman (2010) o
Licantropus (2022), lo
speciale televisivo di genere horror prodotto dai Marvel Studios. Il processo di
trasformazione che da esseri umani porta a diventare lupi feroci
dotati di una forza straordinaria ha infatti sempre avuto un forte
fascino, dando forma a quegli istinti primordiali che albergano in
ognuno di noi. Viking Wolf – Il lupo vichingo porta tale
dinamica a nuovi livelli, offrendo una versione dei licantropi
particolarmente spaventosa e brutale.
A differenza di altri titoli sui
lupi mannari, i quali hanno puntato sulla violenza intrinseca di
tali creature, il film Netflix non dimentica di mostrare anche
quanto la presenza della creatura porti dolore, perdita e senso di
angoscia nella popolazione che deve fare i conti con tale
presenza. Viking Wolf – Il lupo vichingo è
dunque un gradito ritorno del lincantropo come protagonista di un
film che ha il coraggio di osare e spaventare attraverso espedienti
che rielabora dai film precedenti ma anche da altri classici del
cinema. Prima di andarlo a vedere, però, sarà bene sapere qualcosa
di più questo film.
La trama e il cast di Viking Wolf – Il lupo
vichingo
Il film ha per protagonista la
diciassettenne Thale, la quale si è appena
trasferita da Oslo nella piccola cittadina di Nybo con la madre
poliziotta Liv, il patrigno
Arthur e la sorellina Jenny. Una
sera, Thale viene invitata a una festa, dove insieme all’amico
Jonas assiste a una brutale aggressione ai danni
della coetanea Elin, senza però riuscirea vedere
chi, o cosa, ha perpretrato quel crimine. Liv e lo sceriffo
Eiler cominciano dunque le loro indagini e, con
l’aiuto del veterinario William, trovano indizi
che indicano come dietro l’aggressione potrebbe esserci un grosso
lupo. Allo stesso tempo, però, Thale inizia a sperimentare strane
cose al chiaro di luna, segno che il pericolo per gli abitanti di
Nybo non è affatto finito ma è anzi più spaventoso di quanto si
potrebbe immaginare.
Ad interpretare tali personaggi vi è
naturalmente un cast composto da attori svedesi, dunque non
particolarmente noti al di fuori dei propri confini nazionali. La
giovane Elli Müller Osborne interpreta Thale,
mentre l’attrice Liv Mjönes è sua madre, la
poliziotta Liv. Vidar Magnussen e Mia
Fosshaug Laubacher sono invece gli interpreti del patrigno
Arturh e della sorellina di Thale, Jenny. L’attore Sjur
Vatne Brean ricopre invece il ruolo di Jonas, mentre
Silje Øksland Krohne è Elin, la ragazza aggredita
dal lupo. Completano invece il cast gli attori Øyvind
Brandtzæg e Arthur Hakalahti,
rispettivamente nei ruoli dello sceriffo Eiler e del veterinario
William.
Viking Wolf – Il lupo
vichingo: alcune curiosità sul film
Il racconto del film si svolge in
epoca contemporanea, ma si apre con un prologo su come i Vichinghi
abbiano introdotto il lupo in Norvegia circa mille anni fa. Si
gettano così le basi per un orrore proveniente dal passato,
spostando poi il tutto al presente, nella cittadina dove vivono i
personaggi che saranno protagonisti della vicenda. La regista,
insieme allo sceneggiatore Espen Aukan, ha dunque
ideato tale premessa per intrecciare i canoni del thriller con le
leggende nordiche dei vichinghi e delle maledizioni che essi
portavano con sé. Oltre a queste fonti di ispirazione e ai titoli
precedentemente citati come modelli di film sui licantropi,
Viking Wolf – Il lupo vichingo fa suo un importante
insegnamento del film di Steven
SpielbergLo squalo.
Nel corso del film della Svendsen,
infatti, a generare maggior terrore è l’idea che si ha del lupo
mannaro, che non la sua effettiva manifestazione. A lungo tale
creatura rimane nell’ombra, mostrandosi molto poco, e sono proprio
i momenti in cui si hanno meno certezze e meno si vede quelli che
risultano più funzionali a generare quel senso di paura dilagante e
invincibile. Che Lo squalo sia una fonte d’ispirazione per
questo film è reso esplicito durante la scena dell’autopsia di uno
dei personaggi. Porzioni del dialogo presente in tale scena sono
infatti riprese fedelmente da quelli che si possono ascoltare
durante l’autopsia della ragazza di nome Chrissie nel film di
Spielberg.
Un’altra fonte d’ispirazione è poi
anche il videoclip della popolarissima canzone Thriller,
di Michael Jackson. Il titolo originale del film
doveva infatti essere “Thriller“, proprio in omaggio al
video musicale diretto da John Landis. Anche se
poi il titolo è stato cambiato, rimangono alcuni riferimenti al
videoclip, come si può notare dalla scena in cui Thale si trasforma
e attacca Jonas, esplicitamente ispirata al video musicale del
brano di Jackson. Viking Wolf – Il lupo vichingo, dunque,
prende ispirazione da opere dedicate alla figura del licantropo,
specialmente se provenienti dagli Stati Uniti, ma offre una
personale rielaborazione di tale creatura, inserendola dunque
all’interno della propria mitologia nazionale.
Viking Wolf – Il lupo vichingo: il trailer del film
Netflix
Mentre la rete è piena di nuove
teorie sull’identità di colui che indossa la maschera di Ghostface,
è arrivato un video di Scream
6 che anticipa i vari personaggi di ritorno nel film,
suggerendo che ognuno di loro può essere il serial killer di questo
sesto episodio.
Il prossimo capitolo dell’amato
franchise horror vedrà il ritorno di Melissa Barrera,
Jenna Ortega, Mason Gooding, Jasmin Savoy Brown,
Hayden Panettiere e Courteney Cox nei
panni dei vari sopravvissuti ai precedenti omicidi di Ghostface che
cercano di andare avanti con le loro vite a New York City , solo
per iniziare una nuova serie di omicidi perpetrati da qualcuno che
indossa la maschera. Diretto ancora una volta dal duo di Radio
Silence Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, Scream 6 arriverà
all’inizio di marzo, quasi un anno dopo che il suo predecessore si
è fatto strada verso il successo di critica e commerciale.
A poco più di un mese dalla sua
uscita, l’account Twitter ufficiale del franchise di Scream ha
rilasciato un nuovo video di Scream
6.
Keanu Reeves sta confermando le influenze
giapponesi per John Wick:
Capitolo 4. Il franchise di John Wick
segue la storia di un leggendario assassino che perde il suo amato
cucciolo in un brutale attacco che lo costringe a tornare in gioco
dopo essere andato in pensione. Ora in cerca di vendetta e libertà
dalla sua carriera, Wick lavora disperatamente per trovare un modo
per tornare alla sua vita tranquilla.
Mentre il franchise d’azione è
sempre stato influenzato dai film di arti marziali, l’imminente
John Wick: Capitolo 4 prenderà direttamente
ispirazione dagli anime e dai film giapponesi. In un’intervista con
Total Film, Reeves ha rivelato quanto siano state centrali le
influenze giapponesi nel film. Via CBR:
“Gli anime giapponesi e il cinema giapponese sono stati sicuramente
qualcosa che ho amato e da cui sono stato influenzato. E il bushido
è sicuramente un tema nel nostro film – sai, il codice del samurai
– quindi, dall’esterno, sembra un grande fit, l’idea dell’onore e
del sacrificio. C’è sicuramente una forte influenza
giapponese”.
John Wick:
Capitolo 4 è stato annunciato per la prima volta
subito dopo il weekend di apertura da record di
John Wick:
Capitolo 3 – Parabellum, che ha incassato
oltre 300 milioni di dollari in tutto il mondo. La quarta
puntata vedrà il ritorno di Keanu Reeves nei panni
dell’omonimo assassino, che è stato visto per l’ultima volta
soffrire di ferite multiple dopo essere caduto dall’alto del
Continental Hotel.
Insieme a Reeves, Lance
Reddick e Ian McShane ci sono le nuove arrivate in
franchising, la superstar pop giapponese-britannica Rina
Sawayama al suo debutto cinematografico, Shamier
Anderson, Bill Skarsgard, Clancy Brown, Hiroyuki Sanada e
Donnie Yen, che a quanto si dice interpreterà un
vecchio amico di John Stoppino.
John Wick: Chapter
4 è diretto da Chad Stahelski
da una sceneggiatura co-scritta da Shay Hatten e Michael Finch, che
subentra al creatore del franchise Derek Kolstad. È prodotto
da Basil Iwanyk, Erica Lee e Stahelski con Reeves e Louise Rosner
come produttori esecutivi.
Con Bussano
alla Porta,M. Night Shyamalan ha
guadagnato la vetta del box office domestico spodestando
Avatar: La Via dell’Acqua di James
Cameron, che era in cima alla classifica dalla metà di
dicembre. Il film del regista di Philadelphia vanta anche altri
meriti, e tra questi c’è che si tratta del suo settimo film che
esordisce in vetta alla classifica del box office e il quarto di
fila per esordisce al primo posto del botteghino USA con la
Universal Pictures.
Nel suo tweet di ringraziamento,
M. Night
Shyamalangioisce per il suo
successo ma dedica anche un ringraziamento speciale a James
Cameron, definendolo “un eroe” e considerando un onore
essere in sala insieme a un suo film. Il riferimento a Cameron è
chiaramente una forma di “scusa” per la detronizzazione dal gradino
più alto della classifica domestica. Ecco il tweet:
Thank you to all who made @KnockAtTheCabin
the number one film this weekend! I am pinching myself that this is
the seventh time this has happened to me. This is the fourth in a
row with @UniversalPics.
Much love to James Cameron, he’s a hero to me. Glad to be in
theaters with you
Prodotto dal visionario regista
M. Night Shyamalan, Bussano
alla Porta (Knock At The Cabin) è interpretato
da
Dave Bautista (Dune,
Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e
all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da
Ben Aldridge (Pennyworth,
Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki
Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente
Kristen Cui, da Abby Quinn
(Piccole donne, Landline) e da
Rupert Grint (Servant,
la saga di
Harry Potter).
In Bussano
alla Porta mentre sono in vacanza in una baita
isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da
quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere
una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso
limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa
credere prima che tutto sia perduto.
Scoperto dal
regista Steven Spielberg all’età di 14 anni
durante un bat mitzavah, Alden Ehrenreich
si è in seguito costruito una filmografia di tutto rispetto,
recitando per importanti autori del cinema. Formatosi come comico
ma in seguito distintosi prevalentemente in ruoli drammatici,
Ehrenreich è dunque divenuto un attore particolarmente richiesto,
schivo ma attento alle proprie scelte, dalle numerose doti, molte
delle quali ancora da scoprire.
2. Ha recitato anche in
alcune serie TV. Oltre al cinema, Ehrenreich ha avuto modo
di recitare anche per la televisione, specialmente all’inizio della
sua carriera. Ha infatti inizialmente preso parte ad un episodio di
Supernatural (2005) e ad uno di CSI: Crime Scene
Investigation (2006). Tornerà sul piccolo schermo solo nel
2020, interpretando John il Selvaggio nella miniserie da 9 episodio
Brave New World. Nel 2023 comparirà invece in
Ironheart.
Alden Ehrenreich è Han Solo
3. È stato il primo attore a
sostenere il provino per il ruolo. Per il ruolo di Han
Solo nel film Solo: A Star
Wars Story, Alden Ehrenreich è stato il primo attore a
fare un provino per i registi Phil Lord e
Christopher Miller. I due hanno poi dichiarato
che, nonostante gli piacessero anche molti altri attori con cui
leggevano la parte, sempre più spesso si trovavano a dirsi che il
primo candidato rimaneva il migliore. Alla fine Ehrenreich ha
dunque ottenuto il ruolo per cui è divenuto celebre.
4. È un grande fan del
personaggio. Ehrenreich non ha mai nascosto di essere un
grandissimo fan del personaggio di Han Solo, rivelando di possedere
anche una collezione di giocattoli vintage a lui dedicati. Molto
devoto al personaggio e intenzionato ad essere credibile in tali
panni, Ehrenreich ha raccontato di aver studiato approfonditamente
la console di guida del Millennium Falcon, così da sapere
perfettamente a cosa corrispondesse ogni comando e avere perfetta
padronanza dell’astronave.
Alden Ehrenreich in
Supernatural
5. Ha recitato in un
episodio della serie. Il debutto come attore di Ehrenreich
si ha grazie alla serie Supernatural, dove recita nel
secondo episodio della prima stagione, intitolato Wendigo,
dove interpreta Ben Collins, fratello dello scomparso Tommy, rapito
da un Wendigo, una creatura mostruosa che per vivere si ciba di
carne umana. Nel corso dell’episodio, dunque, Ben aiuterà i
fratelli Dean e Sam, protagonisti della serie, a individuare e
sconfiggere l’orripilante creatura.
Alden Ehrenreich in
Ironheart
6. Reciterà nell’attesa
serie Marvel. Nel corso del 2023
verrà rilasciata su Disney+ la serie Ironheart,
basata sull’omonimo personaggio interpretato da Dominique
Thorne e già comparso in Black Panther: Wakanda
Forever. Accanto alla Thorne, tra gli altri, comparirà
anche Ehrenreich, in un ruolo però ancora non svelato. L’attore ha
infatti dichiarato di non poter rivelare nulla a riguardo e che il
suo personaggio dovrà rimanere segreto il più a lungo possibile per
preservare l’effetto sorpresa.
7. Ha amato il set della
serie. Ehrenreich non si è sbilanciato circa l’identità
del proprio personaggio, ma ha potuto raccontare qualcosa riguardo
il set della serie, descrivendolo come particolarmente
entusiasmante. L’attore ha infatti descritto il tutto come grande
ma anche personale, affermando che proprio tale aspetto ha reso il
tutto più divertente, facendogli provare gioia nell’essere parte di
un progetto simile.
Alden Ehrenreich non è su
Instagram
8. Non è presente sul social
network. L’attore ha scelto di non essere presente con un
proprio profilo sul social network Instagram, così da tenersi alla
larga dalle insidie che questo può portare con sé. Ehrenreich ha
infatti affermato di non gradire la sovraesposizione mediatica né
alcune dinamiche basilari del social. I suoi fan, tuttavia, possono
ritrovare sulla piattaforma diverse fan page a lui dedicate, così
da rimanere sempre aggiornati riguardo le novità relative
all’attore.
Alden Ehrenreich: chi è la sua fidanzata?
9. È molto
riservato. Come testimonia la sua volontà di restare
lontano da piattaforme come Instagram, Ehrenreich è molto restio a
condividere dettagli sulla propria vita personale. Ad esempio, non
è noto se egli sia attualmente impegnato o meno in una relazione.
Sembra essere certo il suo non essere sposato, ma stando ad alcuni
rumor sarebbe invece impegnato in una relazione di lunga data con
l’attrice Kelsey McNamee. I due non hanno però mai
confermato tale relazione e non sono mai apparsi insieme in eventi
pubblici.
Alden Ehrenreich: età e
altezza
10. Alden Ehrenreich è nato
il 22 novembre del 1989 a Los Angeles, in California, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri.
Poco importa se l’Academy non l’ha
nominata quest’anno come migliore attrice protagonista per il suo
ruolo in The Woman King, perché nel corso della
cerimonia di premiazione dei Grammy 2023, Viola Davis ha raggiunto lo status di EGOT, il
raro ed elitario status che possono vantare pochissime persone nel
campo dell’entertainment e che sancisce la persona che ha
conquistazto almeno un Emmy, un Gramme, un Oscar e un Tony. Davis
ha vinto il suo primo Grammy per l’audiolibro del suo libro di
memorie “Finding Me”.
Viola Davis è diventata la
diciottesima persona a vincere un Emmy, Grammy, Oscar e Tony Award,
unendosi ad attori e registi come Rita Moreno,
Alan Menken, Andrew Lloyd Webber,
John Legend, Mike Nichols,
Mel Brooks, Jennifer Hudson e
Whoopi Goldberg.
Il libro di memorie di Davis
accompagna i lettori attraverso la sua illustre carriera, segnata
da momenti decisivi come quando è stata scelta per la prima volta
per Le regole del delitto perfetto (How to Get Away With
Murder) della ABC, la serie che l’ha catapultata a un
altro livello di fama. La Davis descrive anche il razzismo e gli
incidenti che ha vissuto crescendo nel Rhode Island e all’interno
di Hollywood.
Davis ha due Tony Awards per “King
Hedley II” e il revival di Broadway di “Fences”, un Primetime Emmy
per Le regole del delitto perfetto (How to Get Away With
Murder) e un Oscar per il film del 2016
Barriere. La sua vittoria in Le regole del
delitto perfetto l’ha resa la prima attrice di colore a
vincere un Emmy come attrice protagonista in una serie drammatica.
Ha anche fatto la storia diventando la prima artista nera a “tripla
corona” vincendo premi Oscar, Emmy e Tony in competizione.
Nel futuro di Viola Davis c’è la
serie HBO Max Waller, in cui tornerà a vestire i panni di Amanda
Waller, personaggio che ha esordito nel 2016 con Suicide Squad, all’interno del nascente
CDU.
Dopo la calorosa accoglienza
all’ultima Festa del Cinema di Roma, dove è stato presentato in
anteprima, Wanted Cinema è lieto di portare in sala come evento
speciale il 27, 28 febbraio e il primo marzo il documentario
KILL ME IF YOU CAN diretto da Alex
Infascelli.
Prodotto da Fremantle Italia e The
Apartment, società del gruppo Fremantle, con Rai Cinema, il
film narra l’incredibile storia vera del primo dirottatore di un
volo transatlantico, al quale si ispirò Sylvester Stallone per il
personaggio di Rambo. Protagonista di questa incredibile vicenda è
Raffaele Minichiello, veterano del Vietnam, italiano
originario di Melito Irpino ed emigrato negli USA, una vita
punteggiata da tragedie personali, incontri inattesi e guai di ogni
sorta, ma sempre all’insegna di una irriducibile voglia di vivere,
o meglio, di sopravvivere. Pier Paolo Pasolini dedicò un
intero articolo alla storia e al suo personaggio principale, che,
secondo l’intellettuale, era un delitto tenere in prigione, una
cosa contronatura, e il cui occhio ridarello rendeva
la legge bieca e ridicola.
Alex Infascelli parte dal libro di
Pier Luigi Vercesi “Il Marine. Storia di Raffaele
Minichiello” per portarci avanti e indietro nel tempo sulle
tracce di un personaggio imprevedibile e controverso, tra Stati
Uniti e Italia, raccogliendo testimonianze, foto di archivio e
soprattutto lasciando la parola al vero protagonista di questi
eccezionali eventi.
KILL ME IF YOU CAN di Alex
Infascelli sarà nei cinema come evento speciale il 27, 28
febbraio e il primo marzo distribuito da Wanted Cinema. Il film è
candidato al Premio Cecilia Mangini per il miglior documentario
David di Donatello 2023.
Il 31 ottobre del 1969 le
trasmissioni televisive di tutta l’America vengono interrotte da un
annuncio: un uomo armato fino ai denti ha preso il controllo di un
jet della TWA inpartenza da Los Angeles e diretto a San Francisco
con destinazione finale Roma. Inizia così il più lungo
dirottamento nella storia dell’aviazione. Mentre l’America è
incollatadavanti alla televisione a seguire con
il fiato sospeso l’odissea del volo TWA 85, gli agenti dell’FBI
scoprono l’identità del ragazzo. Si chiama Raffaele Minichiello,
anni 19, emigrato negli Usa dall’Irpinia
dopo il terremoto del 1962, Marine pluridecorato per il valore
dimostrato in battaglia. Nel frattempo, anche l’Italia ha iniziato
a seguire la gimcana tra i cieli del proprio connazionale.
All’arrivo a Roma, Minichiello cerca la fuga con una macchina della
polizia ma viene catturato e arrestato… Kill Me If You Can racconta
l’incredibilevicenda di Raffaele Minichiello, una vita punteggiata
da terremoti, attentati, guerre, tragedie personali e guai di ogni
sorta, ma sempre all’insegna di una irriducibile voglia di vivere,
o meglio, di sopravvivere, nonostante un destino che sembra proprio
accanirsi contro di lui.
il trailer e il poster
ufficiali del film Preparativi per stare insieme per un
periodo indefinito di tempo di Lili
Horváth, nelle sale italiane dal 2 marzo grazie a Cineclub
Internazionale Distribuzione.
Presentato alle Giornate
degli Autori della 77° Mostra del Cinema di Venezia e proiettato al
45° Festival di Toronto nella sezione Contemporary World Cinema, il
film è stato presentato dall’Ungheria per la corsa agli Oscar 2021
e segna il ritorno alla regia della cineasta ungherese Lili
Horváth.
Dopo l’esordio con “The
Wednesday Child”, vincitore del 27° Trieste Film Festival e del
Karlovy Vary International Film Festival nel 2015, la regista si
cimenta nella storia di un amore a prima vista che si trasforma in
ossessione, dipanata attraverso una trama enigmatica e piena di
suspence.
Al centro della vicenda
Marta, neurochirurga di 40 anni. Un giorno, durante una conferenza
medica in New Jersey, l’incontro inaspettato con un medico
ungherese accende in lei qualcosa di nuovo e potente. Decide così
di lasciare una promettente carriera negli Stati Uniti e di
trasferirsi a Budapest per iniziare una nuova vita con l’uomo che
ama. Ma all’appuntamento che hanno preso lui non si presenta. Marta
inizia disperatamente a cercarlo e, quando finalmente lo trova,
l’uomo le dice di non averla mai vista prima: per la donna inizia
così una solitaria ossessione amorosa, che potrebbe essere reale
oppure frutto della sua fantasia. Fino a che punto avrà il coraggio
di spingersi?
“Nello sviluppo di questo
personaggio così complesso e affascinante, mi sono ispirata a
personaggi di donne guidate da grandi ossessioni” – ha dichiarato
la regista Lili Horváth- “alla protagonista del dramma
‘Käthchen’ di Heinrich von Kleist, a Madeleine di ‘La
donna che visse due volte’ di Hitchcock, o ancora ‘Adèle H.’ di
Truffaut, alle protagoniste femminili dei film di Kieslowski.
Durante la fase di scrittura, ho deciso che Marta sarebbe stata una
neurochirurga. In questa specializzazione convivono un aspetto di
grande concretezza (la carne, le ossa, il sangue) ma anche un
elemento misterioso e affascinante, quasi poetico, dato dal fatto
che il chirurgo tiene tra le sue mani i pensieri e i sentimenti di
una persona. E la dimensione del ‘pensare” e del “sentire’ è così
enigmatica che risuonava bene con il tema del film. Con le
immagini, volevamo catturare l’inesplicabile: l’intuizione profonda
e misteriosa dietro le nostre irrazionali scelte d’amore”.
Preparativi per stare insieme per un periodo
indefinito di tempo, il poster
Laggiù qualcuno mi ama, il docu-film
di Mario Martone omaggio a Massimo
Troisi, verrà presentato al 73º Festival Internazionale
del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special.
Laggiù qualcuno mi ama è il
viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi.
Montando le scene dei suoi film Martone vuole mettere in luce
Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come
grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica
dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in
cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col
montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con
persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato
e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo
Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno
studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due
tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino,
Michael Radford e Roberto Perpignani. Fa eccezione Anna Pavignano
che con Troisi scriveva i suoi film e che Martone vuole incontrare
per indagare i processi creativi da cui essi scaturivano, e
che collabora al film mettendo a disposizione dei preziosi
materiali inediti.
una produzione INDIANA PRODUCTION, VISION DISTRIBUTION
e MEDUSA FILM
in collaborazione con SKY
montaggio JACOPO QUADRI
fotografia PAOLO CARNERA
soggetto e sceneggiatura ANNA PAVIGNANO MARIO MARTONE
musiche PINO DANIELE, ANTONIO SINAGRA e
LUIS BACALOV
vendite internazionali a cura di VISION
DISTRIBUTION
una distribuzione MEDUSA FILM / VISION DISTRIBUTION
In passato, nulla sembrava più
lontano dalla realtà come film e/o serie tv dei generi distopici o
post apocalittici. Eppure con la pandemia da
Coronavirus ancora in corso, quelle storie sembrano uscire
quasi fuori dallo schermo. Oggi vi parliamo proprio di una delle
serie tv appartenenti a questo genere televisivo e cinematografico,
The Last Ship.
Creata da Hank
Steinberg e Steven Kane e co-prodotta dal
famoso regista Michael
Bay (The Rock,
Transformers, Bad Boys) per la
TNT, la serie è tratta dall’omonimo romanzo del
1988 di William Brinkley. Ambientata in un futuro
prossimo non ben specificato, The Last Ship
racconta della missione di salvataggio dell’umanità da parte di un
gruppo di soldati della marina statunitense.
The Last Ship cast e trama
In missione segreta nel mare
artico, la nave militare USS Nathan James, sotto
il controllo del Comandante Tom Chandler (Eric
Dane), è costretta ad andare in silenzio radio per un
periodo di quattro mesi. Il compito dell’equipaggio è di estrema
importanza per la marina statunitense e le misure di sicurezza
adottate dovrebbero impedire infiltrazioni nei loro sistemi. Ci
sono infatti molti nemici dell’America che potrebbero voler
sabotare la loro missione.
Una volta terminati i rilevamenti e
la raccolta dei campioni per la missione, la nave torna in
‘superficie’ e ristabilisce le comunicazioni. Ma con grande
sorpresa dell’intero equipaggio, una volta riaperto il segnale
radio, non c’è nessuna risposta dalla parte opposta. Mentre tutti
cercano di capire cosa sia successo e se ci siano interferenze o
guasti nelle comunicazioni, la nave viene attaccata. I misteriosi
nemici vogliono a tutti i costi impadronirsi dei campioni raccolti
dai marinai nei mesi d’isolamento e nessuno sembra capirne il
motivo.
Respinti a fatica gli invasori, la
USS Nathan James, ancora isolata dalle comunicazioni, decidi di
sbarcare sulla terraferma. Ma quello che i marinai trovano al loro
ritorno è a dir poco terrificante. Durante il loro mesi di
isolamento, un misterioso e letale virus ha attaccato l’intero
pianeta spazzando via ben cinque miliardi di persone. L’ottanta per
certo della popolazione mondiale è stata uccisa da una pandemia e
adesso la terra è piombata nel caos più totale.
The Last Ship 2: i ribelli contro
il vaccino
Tutte le gerarchie del potere sono
crollate, tra i pochi sopravvissuti vige l’anarchia più totale e
adesso l’unica speranza per il mondo è proprio la USS Nathan James.
L’intero equipaggio dunque ritorna a bordo e comincia la sua ultima
e più importante missione. Il Comandante Chandler, con l’aiuto di
Mark Slattery (Adam Baldwin), ex detective della
omicidi e suo secondo in comando, e dei virologi Rachel Scott
(Rhona Mitra) e Quincy Tophet (Sam
Spruell), dovrà cercare di scoprire l’origine e le cause
di questa pandemia. Se il suo equipaggio riuscirà nella missione,
la totale estinzione della razza umana sarà scongiurata.
Durante la loro sosta per
rifornimento a Guantanamo bay, Chandler, Slattery, Scott e Tophet
cominciano a indagare. Mentre i due marinai raccolgono informazioni
e prove su quell’orribile pandemia, i virologi analizzano i dati
raccolti dai pochi scienziati ancora in vita. Una volta scoperta
l’origine del virus, toccherà a loro creare un vaccino a difesa dei
sopravvissuti. Dopo aver raccolto quindi tutto il necessario per la
missione e gli esperimenti, l’intero equipaggio torna sulla Nathan
James.
A bordo il lavoro dei medici
continua senza sosta ma per i marinai continuano i problemi e gli
attacchi dall’esterno. Ben presto il comandante Chandler capisce
che, nonostante gli sforzi del suo intero equipaggio, c’è qualcuno
di molto potente che trama nell’ombra. Con un vaccino finalmente
valido a disposizione, Chandler e i suoi sbarcano per poter
cominciare la produzione e curare i pazienti infetti e i pochi
sopravvissuti ancora sani.
Tuttavia ci sono diverse fazioni di
ribelli che tentano di impedire la produzione del vaccino. Alcuni
vorrebbero la cura tutta per sé, per poter creare così una nuova
umanità di eletti e privilegiati; altri fanatici invece vorrebbero
soltanto distruggerla per impedire la cura degli infetti. A
Chandler il difficile compito di respingere i ribelli.
The Last Ship 5: il capitolo
finale
Nel 2018, dopo quattro
entusiasmanti stagioni, va in onda il capitolo finale di
The Last Ship. In questa quinta e ultima stagione,
la pandemia è ormai un ricordo lontano e l’azione e l’attenzione di
sposta tutta sulla politica internazionale.
[SPOILER
ALERT]
Quella piccola porzione di umanità
che è scampata al virus mortale, grazie anche al vaccino della
dottoressa Scott, sta cominciando pian piano a tornare alla
normalità. Con la sconfitta dei ribelli e la diffusione della cura,
il mondo è ormai uscito dalla crisi pandemica e anche l’equipaggio
della USS Nathan James è finalmente tornato a vivere.
Alla fine della sua estenuante
missione di salvataggio del mondo intero, Tom Chandler (Eric
Dane) si è ritirato e anche i membri della sua squadra
hanno tutti preso strade diverse. La maggior parte di loro è
rimasta in marina e, facendosi largo tra le fila, è riuscita a far
carriera. In particolare, Shasha Cooper (Bridget
Regan), il tenente Danny Green (Travis Van
Winkle), il sergente Azima Kandie (Jodie Turner
Smith) e il Sottufficiale capo anziano Wolf Taylor
(Bren
Foster), sono stati assegnati a Panama.
Tutti cercano quindi di andare
avanti e di riconquistare la normalità perduta ma nel mondo i
disordini politici continuano a imperversare. Gli equilibri tra i
paesi sono crollati a causa della pandemia e adesso ogni mossa
azzardata potrebbe avere conseguenze pericolose. A dare il via alle
‘danze’ è proprio la squadra in missione segreta a Panama.
Durante il loro soggiorno, i membri
della marina statunitense vengono accusati di aver attentato alla
vita del presidente. Queste accuse, seppure infondate, si rivelano
assai pericolose per gli Stati Uniti e per il mondo intero. Sarà
ancora una volta compito della USS Nathan James e del comandante
Chandler risolvere la situazione per evitare l’invasione
dell’America Latina e quindi una nuova guerra mondiale.
The Last Ship 6: una cancellazione
attesa
Dopo la messa in onda della quinta
stagione, tutta la produzione di The Last Ship
inaspettatamente si ferma, gettando il panico tra i fan. Per mesi
autori e produttori si sono chiusi in un religioso silenzio stampa,
lasciando il pubblico in uno strano limbo.
Nei mesi di hiatus,
durante i quali circolavano varie notizie sulla cancellazione della
serie, il network della TNT ha sempre cercato di prendere tempo. Ma
nonostante i suoi sforzi, è la notizia relativa ai problemi di
salute del protagonista a dare il colpo di grazia alla serie e a
distruggere le speranze dei suoi fan. Eric Dane
dichiara infatti di aver iniziato a soffrire di
depressione e che le cure lo terranno lontano
dalla scena per un bel po’ di tempo.
Senza ancora nessun annuncio
ufficiale, i ritardi sull’inizio delle riprese cominciano far
dubitare gli spettatori sull’uscita di un’eventuale sesta stagione
Soltanto a maggio del 2018 arriva la notizia ufficiale della
cancellazione di The Last Ship. A confermare i dubbi del pubblico è
Variety che comunica la
fine della serie con la quinta stagione. Ad avvalorare
ulteriormente l’ufficialità della notizia inoltre arriva anche la
conferma della presenza di Jocko Sims – che interpreta il tenente
Carlton Burk – nel cast del nuovo medical dramaNew Amsterdam. [Fonte:
Variety]
The Last Ship in streaming: dove
vederla
Tutte le stagioni di The
Last Ship sono disponibili in streaming sulla piattaforma
di Infinity
Tv o in abbonamento su Sky
Tv.
A volte gli underdogs si
prendono le loro belle rivincite. Ne sa qualcosa la serie tv
Desperate Housewives che, dopo essere stata
rifiutata da tantissimi network televisivi, ha raggiunto un
successo strabiliante. Ideata da Marc Cherry per
la ABC, Desperate Housewives – I segreti
di Wisteria Lane, in onda dal 2004 al 2012, ha fatto
strage di pubblico negli anni, diventando affresco impietoso della
società americana. Ambientata a Wisteria Lane, un quartiere
residenziale fittizio, la serie rappresenta nel peggiore dei modi
la ricca borghesia americana, abituata a una vita di apparenze nei
sobborghi delle grandi città.
Le famiglie protagoniste delle
vicende di Wisteria Lane sembrano intrappolate nei malati schemi
del cosiddetto “american way of life”. Questa
espressione, nata nel secondo dopoguerra, definisce lo “stile di
vita americano”, identificandolo con quello delle tipiche famiglie
degli anni cinquanta. In quell’epoca, infatti, l’immagine della
famiglia doveva rispecchiare gli ideali americani di nazionalismo e
patriarcato. Quel sistema familiare simil
Pleasantville tanto osannato dagli americani e
contestato dal resto del mondo, pur essendo stato criticato negli
anni, conserva ancora oggi un certo fascino. Nonostante infatti
l’evoluzione della società americana e della figura femminile, non
più prigioniera dietro ai fornelli, il modello familiare
statunitense degli anni cinquanta sembra non essersi del tutto
estinto.
Sono ancora molti i nuclei
familiari abituati a uno stile di vita decisamente anacronistico ed
è proprio a queste famiglie che la serie fa riferimento.
Desperate Housewives, con i suoi toni esasperati e
il suo stile quasi da soap opera, si diverte a ridicolizzare le
famiglie tipo del cosiddetto “sogno americano”.
Attraverso le storie delle sue protagoniste, la serie abbatte quel
muro di finzione che protegge la tronfia società americana.
Desperate Housewives: dove vederlo in streaming
Tutte le stagioni di
Desperate Housewives in streaming sulla
piattaforma sono disponibili su Disney+.
A Wisteria Lane tutto fila liscio
come l’olio; le famiglie vivono felici, i ragazzi giocano nei
prati, le mamme fanno torte deliziose, i fiori sbocciano e tutti si
fanno i fatti di tutti. Tuttavia, ad un certo punto, un tragico
evento sconvolge la tranquillità dell’intero quartiere.
Inaspettatamente, una delle super mamme di Wisteria Lane, Mary
Alice Young (Brenda Strong), si suicida lasciando
dietro di sé dolore, sgomento e tante domande.
Mentre tutti credono si tratti del
semplice gesto disperato di una persona vittima del suo stesso
stato depressivo, c’è chi è convinto si tratti di ben altro dietro.
Bree (Marcia
Cross), Lynette (Felicity
Huffman), Susan (Teri Hatcher) e
Gabrielle (Eva
Longoria), amiche e vicine di casa di Mary Alice,
pensavo infatti che la sua morte sia in qualche modo stata
architettata dal marito Paul Young (Mark Moses) e
da suo figlio Zach (Cody Kasch). Le donne quindi
cominciano goffamente a indagare, scoprendo pian piano i segreti
della vita di Mary Alice e dell’intera Wisteria Lane.
A complicare ulteriormente la
missione delle quattro donne, c’è la loro quotidianità. Ognuna di
esse infatti ha una lunga serie di problemi da dover risolvere. C’è
Bree che fa di tutto per salvare il suo disastroso matrimonio con
Rex, tentando comunque di mantenere le apparenze. All’opposto
invece troviamo Gabrielle, bellissima ed estrosa moglie di Carlos
(Ricardo Antonio Chavira), un ricco uomo d’affari,
impegnata in una relazione extraconiugale con il suo giovane
giardiniere.
Lynette invece, sempre alle prese
con i suoi terribili e irrequieti figli, deve affrontare il
licenziamento del marito e trovare una nuova fonte di reddito. In
ultimo abbiamo Susan, unica madre single, attratta dal suo nuovo
vicino di casa, Mike Delfino (James Denton), sexy
e dal passato oscuro.
Desperate Housewives, i
personaggi: le quattro protagoniste
Un po’ come tutte le serie tv più
longeve, anche Desperate Housewives ha subito
diversi avvicendamenti di cast. Nelle corso del tempo e delle varie
stagioni, alcuni dei personaggi secondari sono scomparsi, facendo
posto a nuovi attori e nuove storie. Tuttavia le protagoniste sono
rimaste sempre le stesse. Come in Sex And The City, queste quattro
donne, tutte molto diverse tra loro, sono le colonne portanti della
serie che altrimenti, non potrebbe reggersi in piedi. Ma vediamo
nel dettaglio chi sono le nostre protagoniste.
Partiamo con Lynette
Scavo, interpretata da Felicity Huffman,
ex donna di carriera che, abbandonato il suo lavoro, adesso fa la
vita della casalinga, occupandosi di suo marito Tom e dei loro
quattro figlio Porter, Preston, Parker e Penny. Nonostante Lynette
ami fare la mamma e prendersi cura della sua famiglia, molto spesso
sembra essere sopraffatta dalla routine e dalle responsabilità.
Quando nella prima stagione suo
marito perde il lavoro, Lynette deve quindi rimboccarsi le maniche.
Non riuscendo a trovare un nuovo impiego, Tom cede lo scettro del
comando alla moglie che torna a lavorare mentre il marito sta a
casa con i figli. Questo scambio di ruoli, ritenuto geniale
all’inizio, causerà non pochi problemi alla coppia.
Meno materna ma non per questo meno
complessa è invece Gabrielle Solis (Eva
Longoria), moglie ‘trofeo’ di un ricco uomo d’affari
senza un solo problema al mondo. Vivendo in maniera agiata e senza
figli dei quali preoccuparsi, la signora Solis passa le sue
giornate a fare shopping e a curare il suo aspetto fisico. Con un
passato da modella, Gabrielle è la donna più bella del quartiere,
invidiata dalle donne e ammirata dagli uomini. Tanto ammirata da
cominciare una relazione segreta con il suo giardinere
diciassettenne.
L’unica madre single di Wisteria
Lane è Susan Delfino (Teri
Hatcher), divorziata ormai da anni ma senza un compagno al
suo fianco. Nonostante sia una brillante illustratrice e madre in
gamba della quattordicenne Julie, Susan è estremamente insicura del
suo aspetto e delle sue capacità. Nella prima stagione della serie,
si prende una bella sbandata per il suo vicino Mike Delfino con il
quale, dopo un’infinita serie di peripezie, convolerà a nozze
(terza stagione).
Nel corso delle stagioni il suo
personaggio dovrà affrontare numerose sfide che la porteranno
nuovamente a confrontarsi con i problemi della vita da single e a
un improvviso ma necessario trasferimento.
Ultima non di certo per importanza
è Bree Van de Kamp, interpretata da Marcia
Cross, che potremmo definire come la perfetta casalinga
anni cinquanta. Affetta da DOC (disturbo ossessivo compulsivo),
Bree è ossessionata dalla pulizia e dall’ordine; tutto in casa così
come nella sua vita, deve essere perfetto. Il concetto stesso di
perfezione regola la sua esistenza e quando qualcosa non va secondo
i suoi piani, Bree comincia a dare di matto.
Moglie di Rex e madre del
diciassettenne Andrew e della quindicenne Danielle, Bree
dall’esterno sembra la madre perfetta di una famiglia perfetta. Ma
a porte chiuse tutto è assai differente. I figli non riescono a
tollerare le sue stranezze e anche il marito sembra non poterne più
del suo carattere così rigido. Ma nel corso delle stagioni anche
Bree finirà per perdere le staffe, distruggendo la sua bella
facciata e travolgendo Wisteria Lane con un’onda anomala di rabbia
repressa, rimasta imbottigliata per anni.
Desperate Housewives 8: trama e
spoiler
La serie Desperate
Housewives, cominciata nel 2004, è andata in onda fino al
2012 per ben 8 stagioni e 180
episodi complessivi. Nel corso degli anni le storie delle
protagoniste si sono evolute e complicate trasformando la serie in
una vera e proprio baraonda narrativa.
[SPOILER
ALERT]
https://youtu.be/GVBCqGtkvvA
Nell’ottava stagione le nostre
amiche sono alle preso con un nuovo delitto. Le quattro donne
aiutano Carlos a occultare il cadavere del patrigno di Gabrielle,
decidendo di seppellirlo nel bosco. Una volta terminata la
sepoltura, le donne promettono di mantenere per sempre il
segreto.
Bree, Susan, Lynette e Gabrielle
tornando quindi alle loro noiose vite ma nessuna di loro sembra
riuscire a dimenticare l’accaduto. Le quattro donne fanno di tutto
per tenersi occupate, per non pensare a quel terribile segreto che
le accomuna, ma senza riuscirci. La prima a creare problemi è Susan
che, dopo essersi iscritta a un corso di pittura, finisce col
dipingere una tela che raffigura la scena della sepoltura. La morte
del patrigno di Gabrielle diventa un’ossessione e Susan decide di
andare a parlare con i parenti del defunto, in cerca di conforto.
Ma invece di trovare la pace che cercava, Susan scopre nuovi
inquietanti dettagli sull’uomo e sul suo passato.
Un po’ come Susan, anche Carlos
comincia a crollare sotto il peso dei sensi di colpa. L’uomo
comincia dunque a darsi all’alcol per dimenticare e finisce in
riabilitazione. In sua assenza è la moglie Gabrielle a doversi
occupare dei suoi affari e, non avendo mai lavorato prima, il
compito si rivela ben più arduo del previsto. Nonostante tutto
Gabrielle sopravvive egregiamente alla prova e, al ritorno di
Carlos, decide di continuare a lavorare come personal shopper.
Dopo la sua separazione da Tom,
adesso Lynette deve affrontare un imminente divorzio e far pace con
i suoi sentimenti. Tom è infatti pressato dalla sua nuova compagna
ad affrettare i documenti del divorzio, atteggiamento che
indispettisce Lynette, decisa invece a riconquistare il marito.
A creare problemi all’intero gruppo
è invece Bree, coinvolta in una relazione con il detective Chuck
Vance (Jonathan Cake) al quale è stato assegnato
il caso del patrigno scomparso di Gabrielle. Per levarsi da ogni
impiccio Bree lascia bruscamente Chuck che, arrivato alla soluzione
del caso, le promette vendetta. Proprio quando il detective sembra
vicino a smascherare Bree e le sue compagne, viene misteriosamente
investito da una macchina morendo sul colpo.
Questo tragico ma fortunato evento
salva le quattro amiche (più Carlos) dalla galera. Ma il destino
non ha ancora finito con la povera Bree. Subito dopo la morte di
Chuck, la donna comincia a ricevere lettere minatore e, disperata e
spaventata, cade di nuovo vittima dell’alcolismo. Isolatasi
completamente delle sue amiche, Bree comincia a frequentare bar
malfamati, abbordando uomini sconosciuti e tentando quasi il
suicidio.
A salvare e rimettere in sesto Bree
ci pensa Orson, un uomo conosciuto in un bar, che si prenderà cura
di lei. Tra i due comincia quindi una strana relazione che termina
bruscamente quando Bree scopre un terribile segreto. E’ stato
infatti Orson a uccidere Chuck, a ricattarla con le lettere e a
prestarle soccorso in modo che si fidasse di lui e lo facesse
entrare nella sua vita.
Bree, a causa di Orson, viene
quindi accusata dell’omicidio del patrigno di Gabrielle. Tuttavia,
a salvarla ci pensa Karen (Kathryn
Joosten) che, con un tumore ormai in fase terminale,
si accolla la responsabilità del delitto. Il caso quindi si chiude
così, lasciando libere le quattro donne e purtroppo con la morte di
Karen.
Desperate Housewives, il finale
della serie
Con l’archiviazione del caso,
finalmente tutto torna alla normalità ma l’amicizia tra Bree,
Lynette, Susan e Gabrielle ne esce compromessa e le quattro donne
prendono strade diverse.
Lynette e Tom,
nonostante l’intromissione della nuova compagna di lui, capiscono
di essere ancora innamorati l’uno dell’altra. La coppia ripensa
quindi al divorzio e torna a vivere sotto lo stesso tetto. Dopo
qualche tempo, a Lynette viene fatta un’importante offerta di
lavoro a New York che accetta con grande entusiasmo. L’intera
famiglia si trasferisce quindi nella Grande Mela in un bellissimo
attico su Central Park.
Anche per Gabrielle e
Carlos è tempo di cambiare aria. Dopo aver aperto uno
studio di moda, Gabrielle di trasferisce col marito in California
lasciandosi Wisteria Lane alle spalle. Bree,
invece, dal canto suo, decide di sposare il suo avvocato e cambia
quartiere. Grazie al suo nuovo ambiente, l’ex casalinga disperata
con manie ossessivo compulsive, fa il salto di qualità e si butta
in politica diventando presidentessa del partito repubblicano.
A Susan spetta
invece il finale più complicato. All’inizio dell’ottava stagione,
sua figlia Julie scopre di essere incinta e decide di dare in
affidamento la sua bambina. Nove mesi più tardi la piccola nasce e
sembra che le parole di Susan abbiano fatto breccia nel cuore di
sua figlia. Julie ripensa quindi all’affidamento e decide di
prendersi cura della figlia con l’aiuto di sua madre. Susan decide
allora di abbandonare Wisteria Lane e tutti i fantasmi del suo
passato e si trasferisce altrove insieme a sua figlia e alla sua
nipotina.
Desperate Housewives 9 si farà?
La serie finisce così, con le
quattro protagoniste che prendono strade diverse e cominciano un
nuovo capitolo lontano dai drammi di Wisteria Lane. Nonostante
quindi il grande successo, la serie si conclude e anche i rumors su
di un’ipotetica Desperate Housewives 9 vengono
definitivamente archiviati.
Insieme ai medical drama e
ai crime, le serie tv procedural sono senza
dubbio le più amate dal pubblico. Prodotti televisivi americano
come Law &
Order, Grey’s
Anatomy, in onda ormai da decenni, non passano mai di
moda. Tra le serie tv americane a tema giudiziario più apprezzate
dagli spettatori, c’è sicuramente The Good
Wife.
Ideata da Robert
King e Michelle King per la
CBS,The Good Wife è un dramma
giudiziario a puntante che conta al suo attivo ben 7
stagioni e 156 episodi. Trasmesso per la
prima volta in Italia dal 2010, la serie è andata in onda fino al
2016, senza registrare mai cali d’ascolto. Non a casa, infatti, nel
2017 è stato anche creato uno spin-off, dal titolo
The Good
Fight.
The Good Wife: il cast
La serie procedural crime
racconta di uno scandalo sessuale e di corruzione che investe il
procuratore Peter Florrick (Chris Noth). Accusato
di una lunga serie di crimini, Florrick viene arrestato e la moglie
Alicia (Julianna
Margulies) è costretta a rimboccarsi le maniche e
occuparsi da sola della sua famiglia.
Per far quadrare i conti decide
quindi, dopo dieci anni di assenza, di tornare a fare l’avvocato,
professione che ha accantonato dopo il matrimonio. Il suo vecchio
amico Will Gardner (Josh Charles), uno dei soci
dello studio “Stern, Lockhart & Gardner”, la assume, dandole la
possibilità di tornare in aula. Qui Alicia conosce Diane Lockhart
(Christine Baranski), socia di Will, il giovane e
ambizioso Cary Agos (Matt
Czuchry) e Kalinda Sharma (Archie
Panjabi), investigatrice che in passato aveva lavorato
anche con suo marito Peter.
Nel corso della prima stagione
della serie, la protagonista, nonostante l’esitazione iniziale,
torna a fare l’avvocato ed è piacevolmente colpita dall’accoglienza
ricevuta alla Stern, Lockhart & Gardner. Grazie alla
professionalità di Alicia e soprattutto grazie alle sue incredibili
conoscenze e connessioni, Will e Diane la assumono fin da subito
come associata. La sua posizione nello studio sarà quindi
confermata dopo un breve periodo di prova.
Poter tornare al lavoro è per
Alicia un vero sollievo. Oltre infatti a guadagnare per rimettere
in piedi la sua famiglia, la pratica legale le permette di
concentrarsi sui problemi altrui dimenticando per un attimo i suoi.
Nonostante i suoi colleghi siano così aperti e disponibili, c’è chi
comunque cerca di metterle i bastoni tra le ruote. Lo spietato Cary
Agos, che lavoro per l’ufficio del procuratore di stato, farà di
tutto per contrastare Alicia.
The Good Wife: la trama
Un’alleata preziosa, invece, per
Alicia è senza dubbio Kalinda, la misteriosa investigatrice che
lavora per lo studio. La sua presenza sarà di estremo conforto per
la protagonista alle prese con una grande sfida personale.
In breve tempo, dunque, la
Florrick, da moglie/casalinga disperata di un politico corrotto,
diventa una brillante donna in carriera alla quale nessuno sembra
tenere testa. Grazie al suo lavoro Alicia torna ad essere sicura di
sé e fiduciosa per il futuro, rendendo così meno difficile anche la
vita dei suoi figli adolescenti, Zach (Graham
Phillips) e Grace (Makenzie
Vega).
I problemi veri per Alicia
cominciano però quando il marito viene scagionato da tutte le
accuse e torna a casa. Per provare e quasi urlare la sua innocenza
al mondo intero, Peter Florrick decide di ricandidarsi. Per poter
anche solo pensare di concorrere alle prossime elezioni, ha bisogno
però di qualcuno che riabiliti la sua immagine e curi tutta la sua
campagna elettorale. Ed è qui che entra in gioco Eli Gold (Alan
Cumming), consulente d’immagine specializzato nella
gestione di personaggi pubblici, reduci da scandali di qualsiasi
natura.
Mentre quindi Peter e Eli elaborano
la giusta strategia per concorrere come prossimo Procuratore di
Stato, Alicia deve capire come far combaciare il suo ruolo di
moglie a quello di donna in carriera. Con suo marito in carcere
Alicia aveva assaporato di nuovo libertà e indipendenza e adesso le
viene chiesto di fare nuovamente un passo indietro.
Secondo Eli, il miglior modo per
Peter per vincere le elezioni è tornare a giocare alla famiglia
felice con sua moglie e i suoi figli. Ma nel frattempo nella vita
di Alicia si è infiltrata una nuova (vecchia) fiamma. Si tratta di
Will con il quale Alicia comincia una relazione segreta…
The Good Wife 7 stagione
L’entusiasmante serie The
Good Wife è andata in onda per ben sette stagioni, senza
mai tradire le aspettative del pubblico, Tra intrighi, misteri,
complotti e relazioni clandestine gli spettatori non si sono mai
annoiati. Per questo motivo l’annuncio della settima e ultima
stagione della serie è stata accolto con una certa tristezza dai
fan di The Good Wife.
[SPOILER
ALERT]
Nell’ultima stagione di The
Good Wife, Alicia decide di appoggiare nuovamente Peter
nella sua campagna elettorale. Dopo due mandati da Procuratore di
Stato, Peter adesso è deciso a concorrere come vice-presidente
nelle primarie di Hillary Clinton. Comincia quindi per entrambi una
dura campagna elettorale non senza colpi di scena.
Dopo aver licenziato Eli come suo
addetto stampa, Peter continua la sua campagna ma incappa in un
enorme problema giudiziario. Viene infatti indagato per un’altra
accusa di corruzione, stavolta legata ad un vecchio processo per
omicidio, durante il suo secondo mandato da procuratore. Ad
accusarlo è Connor Fox (Matthew
Morrison), suo ex sfidante alle elezioni e adesso
assistente procuratore federale degli Stati Uniti.
Durante il processo le cose non si
mettono bene per Peter che coinvolge lo studio legale di Alicia per
la sua difesa. Contro l’accusa scende quindi in campo Diane, socia
della studio e amica di Alicia. Nonostante il momento difficile
Alicia decide di chiedere il divorzio da Peter che, stremato,
chiede a sua moglie di aspettare almeno la fine del processo per
rendere ufficiale la notizia.
Mentre gli avvocati raccolgono
prove per il processo, Alicia sembra aver trovato il modo per
dimostrare l’innocenza di Peter. Purtroppo per scagionare il suo
quasi ex marito, Alicia deve coinvolgere nel processo anche Kurt
McVeigh (Gary Cole), marito di Diane. Screditando
Kurt e mettendo in discussione la sua professionalità durante le
analisi delle prove dell’omicidio, Peter potrebbe salvarsi dalle
accuse.
The Good Wife: il finale
Coinvolgendo Kurt nel processo, gli
avvocati cominciano a scavare nel suo passato e in quello di Diane
portando alla luce alcuni indiscrezioni. Tra queste, la scoperta
dell’infedeltà di Kurt lascia Diane completamente umiliata. Alicia
quindi riesce a salvare l’ex marito ma perde il rispetto della sua
amica e collega per sempre.
Peter accetta un accordo con il
procuratore e ottiene un anno con la condizionale; questo gli
permetterà di non finire in carcere a patto però che si dimetta
dalla carica di Governatore. Alla fine del processo, ad Alicia, che
ha sacrificato tutto per salvare Peter e la sua famiglia, non resta
altro da fare che asciugarsi le lacrime e andare avanti. Nel suo
futuro infatti potrebbe esserci ancora una brillante carriera
aperta, non come avvocato, ma nel mondo della politica.
Il finale della serie, pur
chiudendo il cerchio, lascia anche molte questioni in sospeso. Ma
nonostante questo finale aperto, gli autori hanno categoricamente
rifiutato di riaprire la serie e tornare in onda con una nuova
stagione. The Good Wife 8 resta quindi solo un
progetto chiuso in un cassetto che purtroppo non vedrà mai la
luce.
The Good Wife: dove vederlo in
streaming
Tutte le stagioni di The
Good Wife sono disponibili sulla piattaforma di streaming
a pagamento di Amazon Prime
Video.
Uscirà nelle sale l’8 marzo,
in occasione della Giornata internazionale della donna, il
filmPRIMADONNA, primo lungometraggio
di Marta Savina. Il film racconta la storia di Lia, una
giovane donna, che nella Sicilia degli anni Sessanta rifiutò il
matrimonio riparatore portando in tribunale il suo violentatore e i
suoi complici.
Una storia ancora estremamente
attuale, un racconto necessario che parla al presente, alle nuove
generazioni e a tutta la nostra società. Nel
cast
Claudia Gusmano, Fabrizio
Ferracane, Francesco
Colella, Manuela Ventura, Dario
Aita, con
la partecipazione di Thony e
con Gaetano
Aronica, Maziar
Firouzi, Francesco
Giulio Cerilli e
conPaolo
Pierobon.
Il film, presentato lo scorso anno al London Film Festival e ad
Alice nella Città, dove vince il Concorso Panorama
Italia, è
prodotto da Capri
Entertainment in
coproduzione Italia-Francia con Medset
Film,
in associazione con Tenderstories,
in collaborazione con Rai
Cinema,Vision
Distribution, Sky ed
è distribuito da Europictures.
Primadonna, la trama
Sicilia, anni Sessanta. Lia ha 21
anni, va a lavorare la terra con il padre, anche se lei è
“femmina” e dovrebbe stare a casa a prendersi cura delle faccende
domestiche con la madre. Lia è bella, caparbia e riservata, ma sa
il fatto suo. Il suo sguardo fiero e sfuggente attira le attenzioni
del giovane Lorenzo Musicò, figlio del boss del paese. Quando lo
rifiuta, l’ira di Lorenzo non tarda a scatenarsi e il ragazzo si
prende con la forza quello che reputa di sua proprietà. Ma Lia fa
ciò che nessuno si aspetterebbe mai: rifiuta il matrimonio
riparatore e trascina Lorenzo, e i suoi complici, in tribunale.
Ecco il Trailer Ufficiale di
Mixed By Erry, il nuovo film di
Sydney Sibilia nelle sale dal 2 marzo distribuito da 01 Distribution.
Mixed By
Erry – la trama
Una storia di
passione e sogni che da un basso di Napoli diventa un’incredibile
avventura internazionale. Nel magico capoluogo campano degli anni
’80, dove Maradona è una divinità, Enrico “Erry” Frattasio
trasforma i mixtape che fa per i suoi amici in un impero, grazie
all’aiuto dei suoi fratelli Peppe e Angelo. Una clamorosa impresa
che cambierà le loro esistenze, reinventerà il concetto di
pirateria in Italia e porterà la musica nelle vite di
tutti.
Nel cast tre
giovanissimi interpreti Luigi D’Oriano,
Giuseppe Arena, Emanuele Palumbo
insieme aFrancesco Di
Leva, Cristiana Dell’Anna, Adriano Pantaleo, Chiara
Celotto, Greta Esposito, Fabrizio Gifuni.
Prodotto da Matteo
Rovere e Sydney
Sibilia,Mixed
By Erry è
una produzione Groenlandia con Rai
Cinema in
collaborazione con Netflix,
scritto da Armando
Festa e Sydney
Sibilia.
Nell’immaginario collettivo Pamela Anderson è una delle sex symbol più
famose degli anni Novanta. Il successo della showgirl canadese
deriva non solo dalle copertine hot di Playboy (che hanno avviato
la sua carriera), ma soprattutto grazie al personaggio interpretato
nell’iconica serie Baywatch. A distanza di molti anni,
Pamela si è ritrovata a dover girare un documentario approdato su
Netflix
il 31 gennaio, Pamela, a Love story, gettando una
luce molto più intensa sulla sua vita privata.
Il prodotto streaming è una
risposta della showgirl alla serieHulu Pam &
Tommy, la quale senza un minimo di privacy e rispetto ha
ricostruito la storia del video hard rubato a Pamela e al suo ex
marito Tommy Lee. Tante sono le rivelazioni affiorate in seguito
alla visione di Pamela, a Love Story, ma ce ne sono alcune
importanti che è bene sottolineare. Scopriamole insieme.
1Sylvester Stallone la voleva come sua
ragazza numero uno
In
Pamela, a Love Story è presente anche una breve
parentesi che include uno degli attori più famosi di Hollywood,
Sylvester Stallone. Lei stessa nel
documentario dice: “mi ha offerto un appartamento e una Porsche
per essere la sua “ragazza numero 1” ”.
Anche in questo caso il diretto interessato ha
negato le affermazioni di Pamela, ergo non si saprà mai chi dice la
verità e chi invece no. Ma secondo quanto afferma la showgirl,
quell’invito di Stallone fu da lei declinato.
Uno dei progetti che James
Gunn dei DC Studios ha annunciato mentre svelava il primo
stadio dell’Universo DC la scorsa settimana era un film
di Swamp
Thing, che è impostato per “indagare sulle origini
oscure” del personaggio. Per questo motivo, il prossimo film
DCUSwamp
Thing sarà molto più spaventoso di qualsiasi
altro progetto DC. James Gunn ha
osservato con decisione che “questo è un film molto più orribile,
ma avremo comunque Swamp Thing che interagisce con gli altri
personaggi”. Peter Safran ha aggiunto che Swamp
Thing sarà un ottimo esempio dell’universo DC
connesso pur variando di tono a seconda del progetto.
“L’ultimo film di cui volevamo
parlare è Swamp
Thing“, ha detto Safran alla DC . “Ne
parliamo perché è importante sottolineare che in queste storie,
sebbene siano interconnesse, non sono tutte uguali dal punto di
vista tonale. Ogni gruppo di registi apporta la propria estetica a
questi film, e il divertimento è vedere come queste opere tonali
diverse si fonderanno in futuro.” In seguito poi alla
notizia che il regista di Logan e Indiana
Jones 5, James Mangold, è in
trattative per dirigere il film Swamp Thing del DC
Universe, la cosa lo rende anche più interessante, visto che
LOGAN a suo modo fu
anche uno dei pochi film vietati ai minori e adattati dai
fumetti.
Gunn ha anche parlato del successo
di un personaggio come Rocket Raccoon nell’universo cinematografico
Marvel nonostante non fosse un
personaggio tradizionale o addirittura una
persona. Gunn ha detto che con
Swamp
Thing avrebbe ripetuto quel concetto e lo avrebbero
“migliorato” e che la sua storia avrebbe sposato appieno gli
elementi horror originale del fumetto. Attualmente, non si sa
molto di Swamp
Thing o della maggior parte dei progetti
pianificati di DC Studios. Tuttavia, un recente rapporto di
Variety suggerisce che il regista James
Mangold sia in trattative per dirigere
il film Swamp Thing. Mangold è
attualmente in procinto di finire il prossimo film di Indiana Jones
e la ruota del destino, e dirigerà
prossimamente Going Electric, un film
biografico su Bob Dylan con
Timothée Chalamet, così come un film biografico su
Buster Keaton con
Rami Malek.
Un’altra scena cancellata di
Black
Panther: Wakanda Forever è stata
rilasciata. La scena, intitolata “The Upstairs
Toilet”, mostra Everett K. Ross di Martin Freeman mentre va sotto
copertura per cercare di proteggere informazioni digitali per conto
di Okoye e Wakanda.Dai un’occhiata alla scena
eliminata di Black
Panther: Wakanda
Forever:
https://www.youtube.com/watch?v=zj9KzB3nmVw
Ryan Coogler ha diretto Black
Panther: Wakanda Forever da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Joe Robert Cole. È prodotto da Kevin
Feige e Nate Moore, con Victoria Alonso, Louis D’Esposito e Barry
Waldman come produttori esecutivi. “Nel film, la regina Ramonda,
Shuri, M’Baku , Okoye e la Dora Milaje
combattono per proteggere la loro nazione dall’intervento delle
potenze mondiali in seguito alla morte del re T’Challa”, si legge
nella sinossi. “Mentre i Wakandan si sforzano di abbracciare
il loro prossimo capitolo, gli eroi devono unirsi con l’aiuto di
War Dog Nakia ed Everett Ross e forgiare un nuovo percorso per il
regno di Wakanda.”
Interpreta diversi membri del cast
di ritorno dal primo film, tra cui Letitia Wright
nei panni di Shuri,
Lupita Nyong’o nei panni di Nakia,
Danai Gurira nei panni di Okoye,
Angela Bassett nei panni di Ramonda,
Martin Freeman nei panni di Everett K. Ross, Winston
Duke nei panni di M’Baku e Florence. Pastore come Ayo. Insieme a
loro c’erano i nuovi arrivati in franchising Tenoch
Huerta (Narcos: Mexico) nei panni di Namor,
Michaela Coel (I May Destroy You) nei
panni di Aneka, Mabel Cadena nei panni di Namora e
Alex Livinalli nei panni di Attuma.
La data di uscita dell’episodio 5
di The Last of
Us è stata annunciata e andrà in
onda un po’ prima rispetto ad altre puntate dell’adattamento
videoludico di successo della HBO. Non volendo
scontrarsi con il Super Bowl la prossima settimana, HBO rilascerà
invece l’episodio 5 di The Last of
Us venerdì. Sarà presentato in
anteprima su HBO Max e HBO On Demand il 10 febbraio alle 21:00 ET /
18:00 PT. Tornerà quindi al suo familiare slot domenicale fino al
suo finale di stagione il 12 marzo.Dai
un’occhiata al trailer dell’episodio 5 di The Last of
Usqui
sotto:
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna
è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico
Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è
Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam,
Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono
anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una
co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan
Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori
esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word
Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.