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Gli Eterni, Salma Hayek: “Mai avrei creduto di recitare in un film Marvel”

gli eterni Salma Hayek

Il 2021 segnerà il debutto ufficiale di Salma Hayek nel MCU. L’attrice, infatti, è tra i protagonisti de Gli Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios che sarà diretto da Chloé Zhao (vincitrice dell’Oscar 2021 come miglior regista per Nomadland) e che arriverà nelle sale a novembre.

In una recente intervista con Variety, l’attrice messicana ha avuto modo di riflettere proprio sulla possibilità di aver recitato in un cinecomic, occasione che la stessa non credeva possibile a causa della sua età. “Non mi è mai passato per la testa di poter entrare a far parte di un film Marvel. È stato uno shock assoluto, perché credevo che quel treno fosse ormai passato per me”, ha spiegato Salma Hayek. “Poi, all’improvviso, ho ricevuto una chiamata: ‘Vogliono parlarti di un nuovo franchise’. Non ci potevo credere… è difficile ottenere il ruolo di un eroe in un film d’azione se sei messicano. Lo è ancora di più se sei messicano e sei una donna. Pensavo mi stessero prendendo in giro, perché mai avrei pensato di ottenere la parte, essendo una donna messicana della mia età. Sono stato uno dei primi membri del cast ad essere scelto, quindi ho dovuto tenere la bocca chiusa per tantissimi mesi. Non potevo parlarne con nessuno. Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno in cui finalmente avrei potuto parlarne.”

Nel corso della medesima intervista, l’attrice ha anche rivelato per la prima volta di aver avuto il Covid e di aver deliberatamente tenuto segreta la gravità dei suoi sintomi. L’attrice ha spiegato di aver sofferto di insufficienza respiratoria, di avuto bisogno dell’ossigeno e di aver trascorso circa sette settimane isolata in una stanza della sua abitazione. “Il mio medico mi ha pregato di andare in ospedale perché la situazione era veramente grave”, ha raccontato l’attrice. “Ma io gli risposto: ‘No, grazie. Preferirei morire a casa’.”

Per fortuna, Salma Hayek ora è completamente guarita ed è tornata a lavorare all’inizio di quest’anno (di recente l’attrice è stata impegnata sul set di House of Gucci, il nuovo film di Ridley Scott girato in Italia e incentrato sull’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci, ex presidente dell’omonima casa di moda). Tuttavia, ha rivelato alla celebre rivista che “non ha ancora recuperato l’energia che aveva una volta.”

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

 
 

The Suicide Squad, James Gunn anticipa la più grande scena d’azione di Harley Quinn

the suicide squad

Nonostante il film presenti una carrellata di personaggi DC che non sono mai apparsi sul grande schermo prima d’ora, è innegabile che i fan dell’universo condiviso non vedano l’ora di vedere The Suicide Squad di James Gunn anche – e soprattutto – per il ritorno di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn.

L’attrice candidata all’Oscar ha interpretato per la prima volta il personaggio in Suicide Squad e, alcuni anni dopo, in Birds of Prey. Nel film di Gunn, la Mattacchiona unirà le forze con una nuova Task Force X e, stando alle prime immagini ufficiali, sembrano che il personaggio incarnerà uno stile molto diverso dalle precedenti iterazioni. James Gunn ha parlato spesso del suo amore per Harley Quinn, e in un recente speciale di AP dedicato ai film più attesi dell’estate, sono emerse alcune interessanti dichiarazioni del regista in merito a ciò che dovremmo aspettarci dal film.

Nello specifico, il regista e sceneggiatore ha parlato delle spiccate doti fisiche di Margot Robbie, cosa che lo ha portato a scrivere appositamente per l’attrice “la più grande scena d’azione che vedrà coinvolta Harley Quinn”. “Margot può fare qualsiasi cosa”, ha spiegato Gunn. “O meglio, credevo potesse fare qualsiasi cosa. Perché un giorno ha dovuto cantare e le ho detto: ‘Beh, puoi fare tutto, tranne questa cosa’. Ma è davvero una grande attrice. Incarna realmente lo spirito del personaggio. Il suo lato comico, il suo lato drammatico… fisicamente, poi, è una vera atleta ed è in grado di fare qualsiasi stunt in maniera aggraziata, rendendo tutto magnifico e bellissimo.”

Poi ha aggiunto: “Proprio per questo, ho scritto per Margot la più grande scena d’azione che abbia mai coinvolto il personaggio di Harley Quinn, ed è stato incredibilmente divertente lavorarci, sotto ogni aspetto… dal lavoro con gli stuntman al lavoro con lei. Probabilmente, si tratta dei quattro minuti di film più divertenti che abbia mai girato in vita mia.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

 
 

Sucker Punch: Zack Snyder conferma che esiste una Director’s Cut

Sucker Punch film

La Snyder Cut di Justice League è uscita su HBO Max lo scorso marzo, dopo che i fan hanno trascorso anni ad implorare la Warner Bros. per la sua distribuzione, attraverso l’hashtag #ReleaseTheSnyderCut.

Ora, quegli stessi fan vorrebbero vedere l’intero SnyderVerse sul grande schermo (è stato infatti lanciato anche l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse), e chissà che la stessa sorte non possa toccare anche a Sucker Punch

In una recente intervista con Vanity Fair, infatti, è stato proprio Zack Snyder a confermare che quella uscita al cinema nel 2011 non è la versione originale del film, quella che lui avrebbe voluto realizzare, e che spera che la Warner Bros. possa far uscire il taglio originale prima o poi.

“Sucker Punch è stata la prima volta in cui ho davvero affrontato una vera ristrutturazione radicale del film per renderlo più commerciale”, ha spiegato il regista. “E c’è una Director’s Cut di quel film che deve ancora essere distribuita. Lo dico ad alta voce.”

All’epoca dell’uscita in sala, Sucker Punch non venne accolto bene né dalla critica né dal pubblico: in particolare, gli addetti ai lavori non apprezzarono la rappresentazione sessualizzata dei personaggi femminili. Adesso, Zack Snyder ha affrontato la questione nell’intervista, sostenendo di essere sempre stato pronto a criticare il tipo di sessismo che era stato accusato di rappresentare.

“È un film di protesta sotto molti punti di vista. È un film sul genere”, ha detto Snyder. “All’epoca mi è stato chiesto: ‘Perché hai vestito le ragazze in quel modo?’. E io rispondevo sempre: ‘Non le ho vestiti così, tu l’hai fatto’. In un certo senso, l’ho sempre visto come un atto d’accusa nei confronti della cultura popolare. Penso che all’epoca fui criticato perché il film sembrava l’opposto… una sorta di sfogo sessista. La verità è che è stato divertente realizzarlo. Mi piace ancora oggi.”

 
 

Batgirl: i registi di Bad Boys for Life per il film destinato a HBO Max

birds of prey

Il film dedicato a Batgirl, ormai in cantiere alla Warner Bros. da diverso tempo, torna finalmente all’attenzione del popolo del web. Come apprendiamo da THR, infatti, il film è stato affidato a Adil El Arbi e Bilall Fallah, registi di Bad Boys for Life

Secondo la fonte, il duo ha ufficialmente chiuso un accordo con lo studio per occuparsi della regia del cinecomic. In base a quanto riferito, il film non uscirà al cinema, ma arriverà direttamente sulla piattaforma di streaming HBO Max. Al momento non sappiamo se i piani potrebbero cambiare, permettendo così al film di arrivare successivamente anche nelle sale.

Christina Hodson, che ha scritto lo spin-off Bumblebee e che ha lavorato anche ai film DC Birds of Prey e The Flash, ha scritto la bozza più recente della sceneggiatura. “Con Batgirl, speriamo di condurre il pubblico in un viaggio divertente. L’obiettivo è mostrare loro un lato diverso di Gotham”, ha detto il produttore Kristin Burr. “La sceneggiatura di Christina è piena di spirito. Adil e Bilall hanno un’energia talmente viva che è quasi contagiosa, cosa che li rende i registi perfetti per questo nuovo progetto sull’universo di Batman. Sono semplicemente entusiasta di poter far parte dell’universo DC. È fantastico.”

In origine, Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decrifrare la storia”.

Per quanto riguarda Adil El Arbi e Bilall Fallah, dopo il successo di Bad Boys for Live, che ha rivitalizzato a distanza di molti anni il franchise di Bad Boys inaugurato negli anni ’90, il duo si è occupato anche della regia di alcuni episodi dell’attesa serie Ms. Marvel, in arrivo su Disney+.

 
 

Doctor Strange: per Kevin Feige il casting di Tilda Swinton è stato un errore

Nell’universo Marvel, l’Antico potrebbe essere definito come uno stereotipo, quindi nessuno può davvero incolpare i Marvel Studios per aver cercato di fare qualcosa di diverso con il personaggio in Doctor Strange.

Tilda Swinton, un’attrice bianca, è stata scelta per interpretare una versione femminile dello Stregone Supremo. All’epoca il suo casting fu oggetto di whitewashing, e ora il boss della Casa delle Idee, Kevin Feige, ha affrontato la controversia ammettendo di aver commesso un errore portando l’Antico in quella direzione.

“Pensavamo di essere così intelligente e all’avanguardia”, ha detto Feige a Men’s Health, la cui cover del nuovo numero ha come protagonista Simu Liu, star dell’attesissimo Shang-Chi e la Leggenda dei Diedi Anelli. “Non cadremo nel cliché dell’asiatico vecchio e saggio. In realtà è stato un campanello d’allarme. Ci ha spinto a pensare: ‘Aspetta un attimo, forse poteva esistere un altro modo per non cadere nel cliché e scegliere comunque un attore asiatico?’ La risposta è ovviamente sì.”

I Marvel Studios avevano ovviamente buone intenzioni, ma questa è di certo un’esperienza da cui hanno imparato tanto, che potrebbe anche spiegare perché in Shang-Chi vedremo Wenwu nei panni del Mandarino, e non quello dei fumetti, ossia Fu Manchu. Parlando di quel film, Feige ha poi spiegato perché quel franchise sarà la chiave per entrare davvero nella Fase 4 del MCU.

“Una volta portata a conclusione quella che tutti conosciamo come la Saga dell’Infinito, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo detto: ‘Ok, cosa ci sarà dopo? Cosa tireremo fuori in futuro?’. Dovevamo pensare ad una vera e propria evoluzione dopo la fine della nostra prima grande saga, ed è per questo che Shang-Chi era in cima alla lista.”, ha dichiarato il produttore.

Ricordiamo che Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli arriverà nelle sale italiane il1° settembre. Per quanto riguarda Tilda Swinton, invece, l’attrice premio Oscar non tornerà nei panni dell’Antico in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, atteso nelle sale americane il 25 marzo 2022.

 
 

Mercoledì: Jenna Ortega sarà la protagonista

Mercoledì

Netflix ha trovata la protagonista dell’annunciata serie su Mercoledì un nuovo live-action spin-off de La Famiglia Addams basato su Mercoledì che sarà diretta da Tim Burton. Il colosso dello streaming lo ha annunciato via twitter presentando per la prima volta l’attrice Jenna Ortega:

La serie sarà incentrata sul personaggio iconico di Wednesday Addams. Intitolata Mercoledì, la commedia di formazione, scritta dai creatori di Smallville Al Gough e Miles Millar e che sarà diretta da Tim Burton, è un mistero inquietante e soprannaturale che racconta gli anni di Mercoledì di Addams come studente alla Nevermore Academy. I tentativi di Wednesday di padroneggiare la sua abilità psichica emergente, contrastare una mostruosa follia omicida che ha terrorizzato la città locale e risolvere il mistero soprannaturale che ha coinvolto i suoi genitori 25 anni fa, il tutto mentre navigava nelle sue nuove e intricate relazioni a Nevermore.

 
 

Act of Valor: trama, cast e la vera storia dietro il film

Act of Valor film

Più volte le gesta dei soldati sono diventate materia da film, dove si ricorda e celebra il loro valore. Il genere bellico è da sempre uno dei più popolari e apprezzati, perché permette di assistere a tutto il coraggio e la forza che l’essere umano scopre di disporre naturalmente in momenti di crisi. Titoli come The Hurt Locker, American Sniper o il più recente 1917 sono solo alcuni dei più acclamati a riguardo. Tra questi si colloca anche Act of Valor (qui la recensione del film), film del 2012 scritto da Kurt Johnstad e diretto da Mike McCoy e Scott Waugh. Come suggerisce il titolo, si tratta di un film che celebra gli atti di valore dei protagonisti.

In particolare, in questo caso, vengono portate sul grande schermo le gesta del corpo dei NAVI Seals. L’idea per il progetto è nata nei due registi dopo che ebbero realizzato un video promozionale per tale corpo militare. Passando molto tempo in mezzo a loro, decisero di dar vita ad un film che si ispirasse ad alcune delle loro vere missioni per mostrare le capacità e il coraggio di cui questi uomini e donne sono dotati. Nel realizzare Act of Valor, i due registi hanno potuto vantare anche la supervisione dello scrittore Tom Clancy, celebre per i suoi romanzi di spionaggio con protagonista Jack Ryan.

Il film si è poi affermato per il suo grande realismo, che sfiora il documentario, come anche per il suo essere un’opera che mostra sempre più come il punto di vista del cinema e quello dei videogiochi sparatutto inizi a coincidere sempre di più. Tantissima adrenalina e azione per un titolo imperdibile per i fan del genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Act of Valor: la trama del film

Il film segue le vicende di una squadra di Navy Seals inviati in Costa a Rica per un’operazione di salvataggio di due agenti della CIA, Walter Ross e Lisa Morales. Questi sono infatti stati sequestrati poiché sulle tracce di un pericoloso trafficante di droga noto come Mikhail “Christo” Troykovich. In loro soccorso arrivano dunque sul territorio sette soldati speciali, i quali grazie alle loro abilità riescono a rintracciare rapidamente i due agenti. Per loro è però soltanto l’inizio di quella che si rivela essere una missione più delicata e complessa del previsto.

Attaccati dagli uomini di Christo, i soldati si trovano a dover trovare rifugio presso un loro campo base, ma si tratta di una protezione temporanea. È solo questione di tempo prima che vengano circondati e abbattuti. Il motivo di tale spietato contrattacco sta nel fatto che fuggendo la Morales ha portato via con sé un prezioso cellulare con informazioni importantissime. Tra queste vi sono anche documenti che testimoniano del rapporto tra Christo e il pericoloso terrorista Abu Shabal. I Seals si troveranno così oltre a doversi salvare anche a scoprire quali sono i piani dei due criminali.

Act of Valor storia vera

Act of Valor: il cast del film

Nel dar vita al film, i registi si resero conto ben presto che dei veri attori non avrebbero potuto interpretare realisticamente i ruoli dei soldati che avevano scritto e così i Seals passarono da semplici consulenti ad attori veri e propri. I nomi dei soldati sono però rimasti anonimi, in quanto per riservatezza nessuno dei loro nomi appare nei crediti del film. Tra gli attori professionisti si possono però ritrovare Roselyn Sanchez, attrice nota per il ruolo di Elana Delgado nella serie Senza traccia, che interpreta l’agente Lisa Morales. Nestor Serrano è invece l’agente Walter Ross, mentre Alex Veadov è il narcotrafficante Christo. Sono infine presenti Gonzalo Menendez nei panni del comandante Pedros ed Emilio Rivera in quelli di Sanchez, membro del cartello di droga.

Act of Valor: la vera storia dietro al film

Se le vicende raccontate nel film sono state scritte appositamente per il cinema, queste sono comunque basate su una serie di missioni realmente intraprese dai Seals nel corso degli anni, e che i due registi hanno avuto modo di apprendere durante le conversazioni dirette con i soldati. In particolare, sono state alcune delle loro operazioni ad averli colpiti a tal punto da spingere lo sceneggiatore a basarsi su di essere. In primis, è possibile notare che il film si apre con un attentato a Manila, nelle Filippine. La scelta di tale località non è un caso, poiché tra gli Stati Uniti e il Paese asiatico vige un controverso accordo militare noto come Visiting Forces Agreement, che stabilisce le regole che i soldati devono seguire sul territorio filippino.

Le vicende che nel film si concentrano invece sulla lotta dei Seals contro i narcotrafficanti richiama ovviamente le numerosissime operazioni antidroga condotte dalle truppe statunitensi nei Paesi latinoamericani. Quelli riportati nel film sono anche in questo caso eventi desunti dai veri racconti che i due registi hanno potuto udire. Allo stesso modo, i due Seals che nel film vengono inviati in Somalia è un riferimento all’Operazione Gothic Serpent del 1993, quando al culmine della battaglia di Mogadiscio i soldati statunitensi arrivarono nel Paese africano per porre fine alla guerra civile e alla presidenza del terrorista Mohamed Farrah Aidid. Sempre i Seals, infine, sono il corpo di soldati dietro la cattura del tristemente noto Osama Bin Laden.

Act of Valor: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Act of Valor è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity+, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 19 maggio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb, Nationalpost

 
 

Birds of Prey: chi sono le protagoniste del film DC Comics?

Birds Of Prey Harley Quinn

È involontariamente passato alla storia come l’ultimo Blockbuster della normalità prima dell’inizio della pandemia e qualora lo si volessero vedere e rivedere, Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è disponibile su NOW e on demand su Sky.

Il film diretto da Cathy Yan non è solo l’ultimo film ad alto budget ad essere stato distribuito in sala in una condizione di normalità, ma è anche il primo cinecomi che vede in azione una squadra di eroine anticonformiste tutta al femminile, una squadra forte ed energica, contro la quale non ci si vorrebbe mai scontrare, cosa che non possono dire i villani del film. Ma da chi è composta questa squadra? Ecco di seguito chi sono, secondo i fumetti, le protagoniste del film e da chi sono interpretate nel film Warner Bros, disponibile su NOW e on demand su Sky.

Il film Birds of Prey è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

1Harley Quinn

Margot Robbie Harley Quinn-Portrait

Meravigliosa protagonista, totalmente fuori di testa, Harley Quinn è la regina del film e la spalla di maggiore successo della storia dei fumetti. Nata anche lei nella serie animata dedicata a Batman come spalla di Joker, Harley trova presto la sua strada sui fumetti e anche uno spazio indipendente dal Clown principe del crimine. Il suo costume originale è quello del jester, il jolly nero e rosso.

Dai fumetti però scopriamo chi è, ovvero la dottoressa Harleen Quinzel, psicologa con doti atletiche da ginnasta che lavora al manicomio di Arkham. In questa occasione conosce Joker, del quale rimane vittima, innamorandosi perdutamente di lui. Il villan la conduce in un vortice di violenza e follia dal quale lei stessa si affranca nel corso degli anni delle storie a fumetti, tanto che in Suicide Squad la conosciamo mentre sta cercando di conquistare la sua indipendenza.

Nel corso degli anni è stata tante cose: vittima di Joker, sua complice, pazza assassina, ma più di recente anche donna incerta di emancipazione, innamorata di Poison Ivy e personaggio divertente e irriverente. A darle corpo e anima la meravigliosa Margot Robbie, che possiamo vedere e rivedere grazie a NOW e a Sky on demand.

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Valley of the gods, la conferenza stampa con Lech Majewski

Valley of the Gods film 2020

In diretta sulla piattaforma Zoom, è stato presentato in Italia il nuovo film di Lech Majewski: autore eclettico, non solo regista, ma anche scrittore e pittore, dalla carriera più che trentennale e la collaborazione con i più disparati artisti internazionali.

Valley of the gods è stato il suo ultimo lavoro, finito di girare appena prima dell’inizio della pandemia, e che CG Entertainment ha atteso a lungo a distribuire proprio per realizzarne l’uscita esclusiva nelle sale cinematografiche.

Durante l’incontro stampa mediato da CG Entertainment, il regista ha narrato la genesi dell’idea del film e della sua realizzazione. Insieme a lui c’era parte del cast rappresentata da Bérénice Marlohe (Song to song e Skyfall) e Keir Dullea (2001 Odissea nello spazio), che ha regalato un piacevolissimo siparietto iniziale nel quale, per diversi minuti, ognuno dei tre si è festosamente salutato di fronte alla divertita partecipazione di stampa ed esercenti.

Il film è un racconto che si addentra nella mente di uno scrittore (Josh Hartnett), senza curarsi troppo di dettagliati riferimenti cronologici e lineari, la cui vita entra in collisione con l’uomo più ricco del mondo (John Malkovich) che sta per appropriarsi di un vasto territorio appartenente al popolo dei Navajo, per sfruttarne i giacimenti di uranio.

Lech Majewski spiega che l’ispirazione gli è venuta qualche decennio fa. Con Viggo Mortensen stava pianificando i dettagli del film Gospel according to Harry e, nel cercare un paesaggio desertico, si era trovato per la prima volta nella Monument Valley. Il contatto con quella realtà lo aveva lasciato senza fiato, in particolar modo quando era riuscito a entrare in relazione con gli abitanti di quelle terre: «I Navajo sono continuamente proiettati verso gli spiriti dei loro antenati», racconta Majewski, «E in tutto ciò che osservano ne colgono i significati, quello che si nasconde. Nonostante le condizioni di disagio in cui vivono, hanno una vita interiore ricchissima, che li rende persone sempre in pace e in armonia. Con questo film ho infatti desiderato creare uno scontro tra il cinema commerciale, con la sua cultura pop che spesso abusa degli effetti speciali facendone quasi una pornografia, e la mitologia antica. E l’ambientazione scelta per il lussuoso castello con il maggiordomo, ad esempio, è un chiaro riferimento a Batman e al suo rapporto con Alfred».

Ambientazione che fa da eco ai ceti più potenti degli Stati Uniti, prosegue il regista: «Quando stavo scrivendo e producendo Basquiat ho intervistato alcuni dei miliardari più famosi degli USA, e ciò che più mi aveva colpito è che, nonostante abbiano una marea infinita di possibilità, vivono blindati in gabbie dorate, impauriti e protetti da un mondo esterno pieno di pericoli. E gli unici con cui hanno rapporti costanti, sono i loro collaboratori».

Persone fragili e interiormente inconsistenti, proprio come il magnate interpretato da John Malkovich, Wes Tauros. E alla domanda su come sia stato lavorare con l’attore, il regista risponde che gli era stato detto che non sarebbe stato facile: «Secondo alcuni è un tipo intransigente, invece l’ho trovato di una gentilezza rara. Disponibile e umile a qualunque indicazione gli dessi».

Così come per Josh Hartnett, che gli ha addirittura confessato di essere stato ispirato da Basquiat nella scelta di voler fare l’attore.

Viene poi chiesto a Bérénice Marlohe come si sia trovata a lavorare a questo progetto, dopo aver interpretato nella sua carriera – tra gli altri – ruoli in film di Terrence Malick e David Lynch: «Devo stare attenta a quel che dico perché mi sente», dice ridendo, «Mi sono sinceramente appassionata al modo in cui Lech ha affrontato temi così complessi e sfaccettati, proprio com’è lui stesso. Dopo aver letto la sceneggiatura la prima volta, ho pensato che condividessi pienamente il suo punto di vista. Vedere film come Valley of the gods oggi è molto difficile. Penso che sia una sorta di magia dare voce a civiltà dalle radici così preziose e di cui non si parla quasi mai».

La parola passa di nuovo al regista quando gli viene chiesto quale sia il suo rapporto con il cinema italiano. E Lech Majewski svela quanto la sua formazione nasca interamente dall’arte italiana, partendo proprio dalla pittura: «Quando da ragazzo studiavo per diventare pittore, ero rimasto impietrito davanti alla “Tempesta”, il dipinto del Giorgione esposto alla Galleria dell’Accademia di Venezia. Avevo provato la stessa sensazione al cinema per una scena di Blow Up. Ho pensato che se Giorgione fosse stato ancora vivo sarebbe stato Michelangelo Antonioni. Così mi è scattata la scintilla che mi ha fatto scegliere d’iscrivermi alla scuola di cinema».

Il regista rivela che fin da adolescente guardava film in italiano, pur non capendo quasi nulla dei dialoghi. E alla curiosità sull’eventualità di un nuovo film da girare proprio in Italia, risponde: «Mi piacerebbe tantissimo. Ho un debole per Dino Buzzati».

Il film uscirà in sala il 3 giugno.

 
 

Morrison, recensione del film di Federico Zampaglione

morrison recensione

Dopo aver esplorato i territori dell’horror, Federico Zampaglione si concede un’altra incursione nel cinema, del tutto diversa, con Morrison, tratto dal suo romanzo Dove tutto è a metà, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. Si tratta del racconto di formazione del giovane Lodo, Lorenzo Zurzolo, che cerca la sua strada nella musica e nella vita suonando con i Mob. Ma anche di un confronto, di uno scambio tra generazioni, che nasce dall’incontro con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, musicista in declino. Due facce della stessa medaglia quelle che propone Zampaglione. Due fasi e due modi del vivere di musica o almeno provare a farlo, seguendo la propria passione. 

La trama di Morrison

Lodo, Lorenzo Zurzolo, è un giovane musicista. Suona tutti i giovedì al Morrison con la sua band, i Mob. È timido, schivo, ama suonare, ma ancora si sente a disagio quando sale sul palco. Un incontro casuale con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, vecchia gloria che ora fa vita ritirata, ricordando i fasti del passato e il successo della sua unica hit Di sale e di fuoco, dà il via a un’amicizia per entrambi occasione di scambio e crescita. Un  evento tragico e una cocente delusione mettono in crisi Lodo, mentre Ferri, pur incoraggiato dalla moglie Luna, Giglia Marra, non riesce a trovare lo slancio per tornare a mettersi in gioco. Continueranno a seguire la loro passione o la abbandoneranno, scegliendo di cambiare strada?

Alessandra Amoroso, Ermal Meta e gli altri nel cast di Morrison 

Per Morrison, Zampaglione ha chiamato a raccolta conoscenze dal mondo della musica, come l’amico Ermal Meta, e Alessandra Amoroso,cui ha affidato delle piccole partecipazioni. Nel primo caso si tratta di un personaggio di finzione – colui che dovrà decidere se reclutare i Mob per un Festival musicale – mentre Alessandra Amoroso interpreta sé stessa. C’è poi la compagna di Zamapaglione, Giglia Marra, nel ruolo della paziente e materna moglie di Libero Ferri, Luna. Il cast però si arricchisce anche di altre presenze, come Stefano Ambrogi, il proprietario del Morrison, Andrea Renzi, il padre di Lodo, o Adamo Dionisi, che interpreta il boss.

Morrison – un atto d’amore per la musica, ma una sceneggiatura da rivedere e un protagonista acerbo 

Era una sfida per Federico Zampaglione affrontare territori diversi da quelli dell’horror, che percorre ormai da anni  con un certo seguito. Da Nero bifamiliare, a Shadow, fino a Tulpa. Stavolta però, il cantautore e regista, che ama sperimentare più che inseguire i gusti del pubblico, come ha affermato in conferenza stampa, voleva dare spazio ad un raccono più personale, che uscisse dai confini di genere. 

Morrison è un film altalenante, con luci e ombre. Le luci sono senz’altro in tutto ciò che nel film ha a  che fare con la musica e il suo mondo. L’ambientazione è curata e realistica, come non poteva che essere, trattandosi del racconto dell’ambiente professionale che Zampaglione vive ed ha vissuto. Quindi, il locale-barcone sul Tevere, il proprietario che ti fa suonare solo se porti gente, il fonico “mezzo sordo”, i compagni di band che sono come una famiglia. A volte si va d’amore e d’accordo, altre si litiga. Morrison è anche una riflessione sincera e spassionata sugli alti e bassi, i momenti bui della carriera, quelli in cui hai la tentazione di abbandonare tutto e molti tra coloro che erano al tuo fianco ti voltano le spalle. Più o meno da vicino, in maniera più o meno romanzata, si ha la sensazione che il regista mostri parecchio di sé, della sua esperienza, sia giovanile, che più matura, come dei tanti personaggi incontrati lungo la strada. Questo fa bene al film. Quasi scontato dire che sia un piacere ascoltare la colonna sonora, curata da Zamaglione stesso, di cui fa parte anche Cerotti, ultimo singolo dei Tiromancino, scritto con Gazelle. Musicalmente il film funziona benissimo. Il regista riesce a far cantare i suoi due protagonisti in maniera credibile. Calcagno si cimenta con grinta con il grande successo di Libero Ferri Di sale e di fuoco, mentre Lorenzo Zurzolo canta Sotto sotto, di cui ha scritto anche il testo, e per la quale Zampaglione ha composto un riff azzeccatissimo, oltre all’assolo di chitarra finale.  

Poi però, c’è il resto. Se il soggetto era il romanzo, la sceneggiatura del film, scritta come questo a quattro mani con il fidato collaboratore Giacomo Gensini, ha parecchie ombre. Il film è, sì, puntaggiato di ironia, con alcuni scambi esilaranti ed efficaci, ma ci sono salti improvvisi nell’evolversi della vicenda, momenti a cui si sarebbe dovuto arrivare con maggiore gradualità. Un filo narrativo romantico piuttosto banale, soprattutto per quanto riguarda Lodo e la sua frequentazione con Giulia, la pur brava Carlotta Antonelli. Vi sono sequenze prescindibili, come quella del “trip” di Libero, e qualche elemento scontato – Libero, nella sua crisi, passa attraverso alcohol, droga, gioco d’azzardo, in un evolversi ampiamente prevedibile. 

Nel delineare la figura di Ferri, interpretata in modo efficace da Giovanni Calcagno, sembra esserci comunque una maggior cura e un maggior approfondimento delle dinamiche psicologiche del personaggio, che si confronta con il proprio fallimento professionale. Per quel che riguarda Lodo, invece, Zampaglione si lascia andare alla nostalgia degli anni trascorsi a suonare in locali fumosi e a girare col furgoncino, ma questo non è sufficiente a dare spessore al personaggio. Lorenzo Zurolo Baby,  Sotto il sole di Riccione – appare spesso spaesato. Fatta salva la canzone che interpreta, in cui riesce a mettere qualcosa in più di sé, sembra rimanere distante da Lodo e spinge anche lo spettatore a distanziarsene. Gli altri componenti della band sembrano più a loro agio nei rispettivi ruoli: Gabriele Sorrentino, Attila, ma soprattutto Valentino Campitelli, che interpreta Ciccio, e Daniele Rienzo, Zed. 

Morrison, in sala dal 20 maggio, prodotto da Pegasus e distribuito da Vision Distribution, resta un atto d’amore sincero, anche se un po’ sconnesso, nei confronti della musica, una compagna  che non ti lascia mai, nel bene e nel male, come tutti i grandi amori.  

morrison recensione

 
 

La donna alla finestra: recensione del film di Joe Wright

Recensione del film La donna alla finestra

Ritardi dovuti alla pandemia globale che ha paralizzato l’industria cinematografica per oltre un anno, hanno portato all’approdo del film La donna alla finestra su Netflix. Il film, infatti, doveva essere distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi e italiane un anno fa, ma a causa della pandemia l’uscita è stata rimandata al 14 maggio 2021 sulla piattaforma statunitense, che ha acquisito i diritti da 20th Century Studios.

Partendo da queste premesse, quindi, la storia di una donna che non lascia la sua casa per 10 mesi e pensa di essere testimone di un omicidio dall’altra parte della strada si pone come  “La finestra sul cortile” dell’era COVID. Tuttavia, nonostante un impianto registico interessante, qualche scambio di battute interessanti e alcuni momenti attoriali forti guidati da Amy Adams, La donna alla finestra alla fine non riesce a dare forma al suo potenziale abbondante.

Un plot derivativo privo di reale sostanza

Il regista Joe Wright (“Espiazione“, “Orgoglio e pregiudizio“) dà vita a molteplici delle sue virtuose intuizioni registiche, rendendo il palazzo di Manhattan in cui vive il personaggio di Amy Adams al tempo stesso rifugio e claustrofobico. Il talentuoso direttore della fotografia Bruno Delbonnel (A proposito di Davis, Una lunga domenica di passioni) illumina le stanze della sua casa di rosa sgargianti e blu gelido, riflettendo sia il disturbo psicologico che la sua solitudine. E la sempre brillante sceneggiatrice e co-protagonista Tracy Letts, nell’adattare A.J. Il romanzo bestseller di Finn del 2018, stabilisce un tono vivace con alcuni scambi di dialogo brillanti, che riescono a mantenere intatto il senso dell’umorismo di Anna Fox, nonostante la sua depressione e agorafobia.

Anna è una psicologa newyorchese a cui è stata diagnostica l’agorafabia, ragion per cui vive pressoché confinata in casa, riempiendo le sue giornate con film classici e una “dieta” poco indicata che mischia psicofarmaci e vino rosso. La miscela di sostanze da cui è dipendente e l’isolamento fisico e mentale rendono la sua prospettiva inaffidabile fin dall’inizio; non sarebbero servite ulteriori dimostrazioni di ciò come un montaggio vorticoso e senza soluzione di continuità, e gli intertitoli indicano il passare dei giorni della settimana.

Dimmi di uscire“, implora in una delle numerose telefonate con il suo ex marito (Anthony Mackie), che è anche il padre della sua bambina e il coro greco del film. Risponde pazientemente: “Perché non rendere oggi il giorno in cui esci?” , eppure Anna non riesce mai a compiere il salto ed è  invece Letts, il suo terapista, a venire sempre da lei. Il ritmo delle loro sessioni e la ripetizione di certe frasi, insieme al luogo solitario, fanno di questi primi momenti di La donna alla finestra un interessante gioco cinematografico, con premesse potenzialmente affascinanti: Adams rivela l’instabilità del suo personaggio attraverso tremiti di panico e risatine maniacali, con una saggezza sostanziale di fondo: esattamente il tipo di tecnica perfezionata che ci aspettiamo dalla sua eclettica carriera.

La donna alla finestra

La donna alla finestra: un cast stellare impotente e sprecato

Ma c’è un pericolo ancora più pressante all’orizzonte, come prefigurato dal bicchiere di vino che cade a terra in frantumi: Anna cerca di tamponare il liquido rosso con un pezzo di carta straccia, creando visivamente un gioco di sfumature cromatiche come prefigurazione del sangue che macchierà l’appartamento di fronte alla sua casa. La famiglia Russell si è trasferita infatti all’altra parte della strada e Anna ha osservato ogni loro movimento con molta attenzione dal suo rifugio (uno scatto particolarmente sorprendente vede l’ombra di una tenda di pizzo distesa sul lato sinistro del suo viso alla luce della lampada; Wright e Delbonnel si sono difatti certamente divertiti con i tocchi visivi noir del film).

Riesco a vedere la tua casa dalla mia stanza“, dice Ethan (Fred Hechinger), il figlio adolescente e fanciullesco dei Russells, la prima volta che va a trovarla. Sembra abbastanza innocuo, ma poco dopo, sua madre, Jane, si presenta e fornisce ulteriori informazioni, piuttosto inquietanti, sulla famiglia. Julianne Moore la interpreta come una bionda petardo: effervescente e coinvolgente, divertente e sorprendentemente sincera, è proprio la scintilla di cui Anna ha bisogno. “Oh, sei una strizzacervelli? Questa è una svolta! ” ride mentre chiacchierano tra sorsi di brandy e vino. È così favolosa, quanto basta per farci chiedere se sia reale – o se sia soltanto Anna ad immaginarsi la sua figura, quando giura di vedere il marito di Jane che la accoltella a morte nella loro cucina.

Le cose si fanno ancora più confuse quando il marito infastidito di Jane (Gary Oldman) si presenta alla frenetica casa di Anna con la polizia e la donna che viene fatta passare per la vera moglie, Jane, un’altra bionda, più austera, ora interpretata da Jennifer Jason Leigh. “È viva, vedi. Lei è proprio qui“. Allora chi era quell’altra donna? Dov’è lei adesso? E cosa potrebbe avere a che fare con lei l’inquilino di Anna, un cantautore traballante interpretato da Wyatt Russell?

L’effettiva risoluzione di tutti questi interrogativi non è così interessante come il mistero che avrebbe potuto essere. I tentativi di Anna di interpretare il detective (nonostante la presenza di un vero detective, interpretato da Brian Tyree Henry), non sono così intriganti come il persistente dubbio sul fatto che sia una stalker delirante. Un Oldman esasperato sputa ferocemente invettive, definendola “una gattara ubriaca, rinchiusa e drogata di pillole“. In effetti, nell’osservare Anna lottare per sembrare stabile ci appropriamo di parte della sua tristezza, mentre rivisita gli eventi che l’hanno portata a questo stato. La credibilità che riesce a conferire al personaggio con la sua interpretazione fortunatamente non va di pari passo con l’involuzione di una scrittura che si sgretola sempre più, vanificando nel finale un colpo di scena che poteva risollevare le sorti dell’operazione. La trama cerca di depistare lo spettatore spostando l’attenzione dal reale carnefice ad altri potenziali sospetti, ma mai tanto da arrivare a mettere in discussione la posizione della protagonista. Momenti emotivi come questo suggeriscono quanto il film avrebbe potuto funzionare se ne avesse fatto un punto narrativo focale, piuttosto che soffermarsi sullo scontro finale, che di horror e thriller ha davvero poco.

Sostanzialmente La donna alla finestra si configura come una fucina di possibilità, purtroppo sfruttate al minimo. Allo spettatore non resta altro che agire come la protagonista dopo la visione, chiudendo le tende e voltando le spalle alla finestra con un sospiro deluso.       

   

 

 
 

Loki: 10 dettagli chiave dei fumetti che la serie dovrebbe includere

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Mentre sale l’attesa per l’arrivo su Disney+ di Loki, che debutterà ufficialmente il prossimo 9 giugno, Screen Rant ha raccolto 10 dettagli dai fumetti che non dovrebbero mancare all’interno della serie con protagonista Tom Hiddleston. Scopriamoli insieme…

1L’Occhio di Agamotto e il Mantello della Levitazione

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La versione Terra-3515 di Loki in “Thor Vol. 2 #68” aveva mostrato al Dio dell’Inganno di essere il padrone dell’Occhio di Agamotto e del Mantello della Levitazione. Anche se la serie non dovesse adattare la trama di quel fumetto, il punto in cui controlla gli elementi caratteristici di Doctor Strange è sicuramente interessante.

Doctor Strange è uno dei personaggi del MCU che i fan vogliono vedere nella serie, e dato il suo legame con questi oggetti, ci sarebbe un modo per anticipare il suo arrivo. Loki che prende il controllo del Mantello e dell’Occhio sarebbe anche un modo per vendicarsi di Strange che cerca sempre di “superarlo” in Thor: Ragnarok.

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Elizabeth Olsen sul contratto con la Marvel e su quando ha scoperto di essere in Doctor Strange 2

Grazie agli eventi di WandaVision, Scarlet Witch è diventata una parte integrante del futuro del MCU. Il personaggio è sempre stato una parte importante del franchise, ma grazie alla serie targata Disney+, è chiaro che ora gran parte della Fase 4 potrebbe ruotare proprio attorno a Wanda Maximoff.

Abbiamo incontrato per la prima volta il personaggio in Avengers: Age of Ultron, e ora Elizabeth Olsen ha raccontato al podcast “Award’s Chatter” di The Hollywood Reporter che, in origine, il suo primo accordo con i Marvel Studios era davvero breve: “Avevo firmato per due film e per un cameo”, ha spiegato l’attrice. “Ho già esteso il mio contratto con la Marvel tre volte. Mi vedevano soltanto come un personaggio di contorno… adatto come antipasto o qualcosa del genere. Non mi hanno mai considerata per la portata principale.”

“Ho sentito dire che le persone firmano contratti per sei o addirittura per nove film”, ha continuato. “È veramente tanto tempo. E non sapevano neanche per quanto sarebbe potuta durare. La verità è che nessuno sapeva davvero se avremmo mai neanche affrontato la metà delle cose che abbiamo raccontato in WandaVision.”

Nonostante il suo ruolo all’interno del MCU stia diventato sempre più cruciale, pare che all’inizio Olsen fosse contenta di essere un personaggio marginale: “È una cosa che mi ha davvero avvantaggiata, perché continuano ad usare il mio personaggio non perché sono costretti a farlo, ma perché pensano che ci sia una storia che valga la pena di raccontare. E anche se in alcuni momenti mi ha fatto soffrire, ho sempre saputo che avevano dei piani per il mio personaggio. Non ho mai saputo quali fossero nello specifico, ma sapevo che mi avrebbero usato solo se fosse stato effettivamente utile.”

Elizabeth Olsen spiega come ha scoperto di essere in Doctor Strange 2

Sempre nel corso della medesima intervista, Elizabeth Olsen ha parlato del ritorno di Scarlet Witch in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, rivelando che ha saputo che sarebbe apparsa nel film di Sam Raimi solo quando è tornata sul set dello show durante la pandemia.

“Avrei voluto che qualcuno avesse condiviso con me i piani circa il mio personaggio un po’ di tempo prima”, ha spiegato ridendo. “Ho saputo di Doctor Strange 2 e della storia del sequel poco prima delle ultime otto settimane di riprese di WandaVision, durante la pandemia. L’ho scoperto, credo, ad agosto. Ho finito WandaVision di mercoledì… il venerdì ero già su un aero per l’Inghilterra.”

L’attrice ha trascorso l’ultima parte del 2021 e l’inizio del 2021 in Inghilterra per le riprese del sequel di Doctor Strange, che si sono ufficialmente concluse lo scorso aprile. A tal proposito, Olsen ha aggiunto: “È stata veramente dura. Sono finalmente tornata a casa 10 giorni fa. Ho trascorso veramente tanto tempo in Inghilterra. È stata una produzione molto lunga.”

 
 

Dane DeHaan tornerebbe a recitare in un cinecomic, ma non come Green Goblin

All’inizio di quest’anno hanno cominciato a fare il giro del web alcune voci secondo cui Dane DeHaan sarebbe tornato nei panni di Harry Osborn/Green Goblin – personaggio interpretato in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb – in Spider-Man: No Way Home.

Purtroppo, si trattava di un puro e semplice rumor, dal momento che poco dopo fu lo stesso attore a smentire categoricamente l’indiscrezione. “Non c’è nulla di vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite fuori”, aveva spiegato DeHaan. “Nonho assolutamente idea di cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non capisco nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio personaggio.”

Quindi, assodato che non vedremo la versione di Dane DeHaan di Harry Osborn in Spider-Man: No Way Home, i fan si chiedono se l’attore sia comunque interessato a rivisitare il personaggio in futuro. “Spero di prendere parte a cose nuove, questo è certo”, ha commentato l’attore quando ComicBook.com gli ha chiesto di un potenziale ritorno nel franchise di Spider-Man o del coinvolgimento in un altro franchise supereroistico, magari nei panni di un nuovo personaggio. “La cosa eccitante per me è fare sempre cose nuove, e sono certo che qualcosa del genere accadrà di nuovo nella mia vita. Sono entusiasta all’idea di scoprire di cosa si tratta.”

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono concluse lo scorso marzo. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

 
 

MCU: che direzione prenderà la storia di Bucky?

Anche se la serie The Falcon and the Winter Soldier è stata incentrata principalmente sulla trasformazione di Sam Wilson nel nuovo Captain America, è innegabile quanto lo show targato Disney+ abbia rappresentato una parte cruciale anche del viaggio di Bucky Barnes.

Nella serie abbiamo visto il personaggio interpretato da Sebastian Stan ancora alle prese con i tormenti legati al suo passato in qualità di assassino dell’HYDRA. Alla fine dello show, dopo aver fatto ammenda per le sue azioni passata, abbiamo visto il più caro amico di Steve Rogers andare finalmente avanti con la sua vita.

Anche se il titolo apparso alla fine dello show (“Captain America and the Winter Soldier”) suggerisce che Bucky potrebbe non essersi lasciato ancora del tutto alle spalle il Soldato d’Inverno, quello che tutti i fan si chiedono ora è cosa accadrà al personaggio e, soprattutto, che direzione prenderà il suo arco narrativo. La questione è stata affrontata dall’head writer della serie, Malcolm Spellman, in una recente intervista con The Playlist.

“Penso che Bucky sia libero in un certo senso”, ha spiegato Spellman. “Quando è uscito da Wakanda, non era ancora completamente libero. Era libero dalla programmazione, ma credo che Bucky sia veramente libero ora, in un certo senso. Pensiamo al modo in cui sorride alla fine della serie: adesso ha una famiglia, viene invitato ai barbecue… è libero in un modo che non avevano ancora visto, e questo apre la strada ad un sacco di possibilità per la sua storia.” 

Bucky Barnes tornerà in Captain America 4?

Teoricamente, l’arco narrativo di Bucky è davvero aperto ad infinite possibilità, ora come ora. Anche se per il momento non è stato ancora confermato, sembra abbastanza ovvio che lo rivedremo al fianco di Sam Wilson nell’annunciato Captain America 4. Dopotutto, la chimica tra Sebastian Stan e Anthony Mackie è una di quelle che i fan hanno sempre apprezzato di più, quindi sarebbe un vero peccato non sfruttarla ancora per eventuali nuove storie. Al tempo stesso, sarebbe interessante vedere i Marvel Studios focalizzarsi di più sul Lupo Bianco, e smetterla di relegarlo al ruolo di spalla.

 
 

Shazam 2: non ci sarà Sivana, rivedremo invece il Mago

Le riprese di Shazam! Fury of the Gods sono ufficialmente partite, ma al momento non sono ancora stati rivelati dettagli sulla storia del nuovo film. In una delle due scene post-credits del primo film aveva anticipato che Sivana avrebbe stretto un’alleanza con Mr. Mind con sconfiggere Billy Batson e conquistare i sette regni.

Molti fan hanno quindi dato per scontato il ritorno del villain interpretato da Mark Strong nel sequel, ma a quanto pare non sarà così. In una recente intervista con Den of Geek in occasione della promozione di Crudelia, l’attore britannico ha confermato che non sarà presente in Shazam! Fury of the Gods. “Ho parlato con il produttore proprio ieri sera, perché avevo letto su Twitter, da Zachary Levi, che stavano iniziando a girare ad Atlanta”, ha raccontato Strong. “Mi ha detto che il Dottor Sivana non è presente in Shazam 2.”

“Forse è successo che… credo che Helen Mirren, Lucy Liu e forse qualcun altro… ora ci sono queste donne cattive al centro della scena”, ha aggiunto. “E ad essere onesti, sono molto felice di passare in secondo piano rispetto a questi personaggi e lasciare che siano loro a fare la loro parte. A giudicare dal lavoro che Emma Stone e Emma Thompson hanno fatto in Crudelia, è giunto il momento.”

Ciononostante, Mark Strong ha specificato di essere sempre disponibile ad un eventuale futuro ritorno nel franchise di Shazam: “Chi può dirlo cosa accadrà? Dopotutto, Sivana ha ancora degli affari in sospeso con Mister Mind…”

Parallelamente, Murphy’s Multiverse riporta la notizia che Djimon Hounsou tornerà a vestire i panni del Mago. Sebbene fosse stato ridotto in cenere alla fine del film, avrebbe perfettamente senso per l’attore tornare nei panni del personaggio, magari con una piccola parte in qualche eventuale flashback (soprattutto se è vero che il sequel esplorerà le origini dei poteri della famiglia Shazam!).

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy Liu. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

 
 

Eric Bana riflette sul suo Hulk e svela di non essere più interessato ai cinecomics

Hulk, il film diretto da Ang Lee nel 2003, è sempre stato considerato un unicum all’interno del genere. Nonostante il film non riscosse il successo sperato, è innegabile quanto gli effetti visivi all’avanguardia per l’epoca restituirono una versione del Gigante di Giada decisamente impressionante.

In quel film, a vestire i panni di Bruce Banner, c’era Eric Bana, all’epoca all’apice della sua carriera. Un sequel del film non venne mai realizzato e Bana non ebbe più l’opportunità di tornare nei panni dell’iconico eroe Marvel (che venne ufficialmente interpretato da Edward Norton, cinque anni più tardi, ne L’incredibile Hulk, il secondo film del MCU, prima che l’attore venisse poi sostituito da Mark Ruffalo nei titoli a venire, a partire da The Avengers). 

In una recente intervista con Marc Maron all’interno del suo podcast WTF, Eric Bana ha avuto modo di riflettere proprio sul ruolo di Hulk e, in generale, sull’esperienza con il film del 2003. “Non è stato un sì immediato, questo è certo”, ha spiegato l’attore. “Ci ho pensato su per parecchio tempo. Non ebbi modo di leggere la sceneggiatura quando accettai la parte. È uno dei pochi film che ho accettato di fare senza leggere nulla. Ma ad essere onesto, non era il tipo di film in cui mi vedevo.”

“Quando ho deciso di prendere parte al film, non avrei mai pensato di girarne anche un altro. Semplicemente, non è mai stato nei piani”, ha spiegato l’attore quando gli è stato chiesto perché un sequel di Hulk non ha mai visto la luce. “All’epoca le aspettative non erano come quelle che esistono oggi. Mi sono approcciato a quel ruolo come un’esperienza singola”. L’attore ha poi confermato che non gli è mai stato chiesto di tornare nei panni del Gigante di Giada nel film del 2008, riconoscendo a Edward Norton di aver riportato in auge il personaggio: “È stato lui a farlo funzionare davvero. Ha trovato il modo giusto di interpretarlo.”

Eric Bana tornerebbe a recitare in un cinecomic?

Per quanto riguarda la possibilità di tornare a recitare in un cinecomic, ha poi aggiunto: “È per questo che non mi sono messo di nuovo alla prova con quel genere. Non sono il tipo di film in cui mi rivedo. Quindi sono tutte conversazioni che non ho mai avuto con nessuno… semmai le ho con me stesso. Sono io che mi chiedo se vorrei farne ancora parte oppure no.”

 
 

Aquaman 2: Jason Momoa ha scritto il trattamento, riprese a luglio

Aquaman 2

Con oltre 1,1 miliardi di dollari conquistati al box office mondiale, Aquaman del 2018 è diventato il film di maggior successo del DCEU. Di conseguenza, nessuno è rimasto sorpreso quando la Warner Bros. annunciò ufficialmente il sequel, di cui però non abbiamo mai avuto grossi aggiornamenti nel corso degli anni.

Ora, finalmente, è stato proprio Jason Momoa, l’interprete del Re di Atlantide, ad aggiornare in merito ai lavori sul nuovo film. Ospite dello show di Drew Barrymore, infatti, Momoa ha confermato che le riprese del sequel partiranno ufficialmente a luglio. “Partirò a luglio e inizieremo a girare”, ha spiegato l’attore. Ma c’è di più…

Nel corso dell’intervista, Jason Momoa ha rivelato di aver scritto un trattamento per il sequel di Aquaman 2, prima che il regista James Wan e lo sceneggiatore David Leslie Johnson-McGoldrick espandessero quelle idee per scrivere la vera sceneggiatura del film. “Dopo aver terminato il primo film, ho lavorato con un mio collaboratore ad un’idea per il secondo, che abbiamo effettivamente presentato”, ha spiegato l’attore.

“Adoro l’idea di aver partecipato alla scrittura del film. Abbiamo fatto questo primo trattamento e poi James e lo sceneggiatore originale, David Leslie, lo hanno sviluppato ulteriormente, realizzando la vera sceneggiatura. È come se ci fosse il contribuito di tutti”, ha aggiunto Momoa. “Invece di ricevere una sceneggiatura e recitare una parte, è come se fossi incoraggiato al 100% dal tuo regista e dai co-sceneggiatori, è emozionante per me e sono davvero entusiasta di aver contribuito in questo modo.”

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

 
 

Doctor Strange 2: nuovi dettagli su America Chavez e sul possibile villain principale

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Doctor Strange in the Multiverse of Madness è certamente uno dei titoli più attesi della Fase 4 del MCU, non solo perché vedrà il ritorno di Sam Raimi alla regia di un cinecomic, ma anche perché esplorerà ufficialmente il Multiverso, con la possibilità che molti personaggi già visti in passato – e appartenenti a franchise slegati dal MCU – facciano il loro ritorno sul grande schermo.

Ora, stando a quanto riportato da The Illuminerdi, pare che nel sequel apparirà uno dei più grandi nemici di Doctor Strange, ossia Shuma Gorath, che potrebbe essere a tutti gli effetti l’antagonista principale del nuovo film. Apparentemente, Gorath punterà gli occhi sul personaggio di America Chavez interpretato dalla new entry Xochitl Gomez, perché interessato ad ottenere i suoi poteri per avere così il totale controllo sul Multiverso del MCU.

Per quelli che non hanno mai letto un fumetto di Doctor Strange, America Chavez ha il potere di spostarsi liberamente da una realtà all’altra, e per una creatura onnipotente come Shuma Gorath, essere in grado di piegare la realtà stessa alla sua volontà, viaggiando da un mondo all’altro, farebbe di lui una forza inarrestabile, che forse nemmeno lo Stregone Supremo potrebbe fermare.

Probabilmente, Scarlet Witch vuole usare i poteri di America Chavez per trovare i suoi figli Billy e Tommy (che dovrebbero essere ancora vivi, come anticipato dalla scena post-credits dell’ultimo episodio di WandaVision). Tuttavia, è probabile che Wanda e Stephen Strange cercheranno, insieme, di proteggere la giovane America dalle sinistre macchinazioni di Gorath.

Per ora si tratta di semplici rumor. La speranza è che, una volta rilasciato il primo trailer ufficiale di Doctor Strange in the Multiver of Madness, le prime immagini ufficiali riescano a gettare finalmente un po’ di chiarezza sulla misteriosissima trama del film…

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo), Tilda Swinton (Antico) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

 
 

Raya e L’Ultimo Drago: intervista a Osnat Shurer e Adele Lim

In occasione dell’uscita in Home Video di Raya e L’Ultimo Drago il 18 maggio, ecco l’intervista alla produttrice Osnat Shurer e alla sceneggiatrice Adele Lim. Raya e L’Ultimo Drago arriva in Home Video il 18 maggio e free su Disney+ a partire dal 4 giugno.

Raya e L’Ultimo Drago, recensione del nuovo film Disney

Raya e l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Home Video dal 18 maggio e dal 4 giugno free su Disney+. Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e Carlos López Estrada (Blindspotting) e prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho (Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.

Nella versione italiana del film, il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri (Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa (Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi (Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale Atitaya).

Gli influencer Emanuele Ferrari, Vatinee Suvimol e Maryna hanno prestato la propria voce per un cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione italiana del film.

Raya e l’Ultimo Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria, avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e lavoro di squadra.

 
 

The Green Hornet: trama, cast e curiosità sul film con Seth Rogen

The Green Hornet film

Da quando i film di supereroi sono esplosi in tutta la loro potenza, in molti hanno cercato di seguire questo filone dando vita a personaggi e storie più o meno originali. Sono tanti gli esempi di supereroi non appartenenti né alla Marvel né alla DC giunti sul grande schermo, da Hancock a Glass. Tra i più bizzarri tentativi a riguardo vi è quello di The Green Hornet, film del 2011 diretto da Michel Gondry, regista celebre per film come Eternal Sunshine of the Spotless Mind o Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm, e qui chiamato a gestire il suo primo film su commissione, del quale però non ha un buon ricordo.

Più che di Gondry, in realtà, The Green Hornet si configura come un film realizzato su misura di Seth Rogen, che lo ha scritto e interpretato, adattando il tutto alle sue capacità comiche. L’idea non è però originale, essendo ispirata al preesistente personaggio del Calabrone Verde, ideato per la radio nel 1936 da George W. Trendle e Fran Striker. Si tratta di un combattente del crimine che conduce una doppia vita: ufficialmente è un editore di un giornale ma segretamente combatte il crimine indossando una maschera ed un vestito verde, avvalendosi dell’aiuto dell’asiatico Kato. Sulle sue avventure era stata realizzata anche una serie televisiva con Bruce Lee nei panni di Kato.

Un personaggio dunque noto, che per anni gli studios hanno cercato di portare al cinema. Con il concretizzarsi di ciò, The Green Hornet si affermò come un buon successo, incassando il doppio del suo budget. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Green Hornet: la trama del film

Protagonista del film è Britt Reid, un giovane di buona famiglia, figlio del miliardario James Reid. Il padre di Britt è infatti l’editore del celebre quotidiano The Daily Sentinel, nella città di Los Angeles. Contrariamente a suo padre, però, il giovane non ha particolare voglia di impegnarsi in un mestiere e di rimboccarsi le maniche per quello. Preferisce piuttosto spendere in giro la propria fortuna, dandosi alla pazza gioia in notti all’insegna dell’eccesso. Il suo atteggiamento cambia però drasticamente quando suo padre, con il quale aveva un brutto rapporto, viene trovato morto. Britt decide a quel punto di chiudere il giornale e licenziare tutti. Tutti tranne il fedele Kato.

Britt condivide infatti con il giovane asiatico esperto di meccanica e di arti marziali l’odio verso suo padre. Da quel momento i due svilupperanno un’amicizia che li porterà a prendere una decisione quantomai folle e inaspettata. Entrambi assumono infatti due identità segrete e camuffandosi con maschere e abiti iniziano a dare la caccia al crimine presente in città. Le loro avventure saranno però quanto mai goffe, portandoli ben presto a scontrarsi con veri pericoli. Sarà in quel momento che Britt, che si fa ora chiamare Calabrone Verde, capirà davvero cosa vuol dire usare i propri mezzi per fare del bene.

The Green Hornet cast

The Green Hornet: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare Britt Reid, alias Calabrone Verde, vi è il noto attore comico Seth Rogen. Egli si era occupato del progetto da più punti di vista, spesso entrando in contrasto con alcune decisioni dello studios di produzione. Per poter interpretare il ruolo, Rogen si è inoltre sottoposto ad una ferrea dieta, riuscendo a perdere circa 10 chili. Accanto a lui, nei panni del fedele Kato, vi è l’attore e cantante taiwanese Jay Chou. Questi non aveva ancora mai recitato in un film statunitense, e si propose a Rogen tramite un video provino. Rimasto piacevolmente colpito da lui, Rogen gli assegnò la parte, scoprendo solo in seguito che Chou era celebre come cantante nel suo paese.

Nei panni di Leonore Case, l’affascinante segretaria del The Daily Sentinel, vi è la celebre attrice Cameron Diaz, qui in uno dei suoi ultimi ruoli prima del ritiro dalle scene. Nel film si ritrova poi il due volte premio Oscar Christoph Waltz nei panni di Benjamin Chudnofsky, criminale russo e principale villain del film. Per la parte era stato originariamente contattato Nicolas Cage, il quale rinunciò però non giudicando sufficiente il tempo datogli per preparare il personaggio. David Harbour è D. A. Frank Scanlon, alleato di Chudnofsky, mentre Edward Furlong, noto per essere stato John Connor in Terminator 2 – Il giorno del giudizio, è Tupper, spacciatore di Meth. L’attore Tom Wilkinson, infine, interpreta James Reid, il padre del protagonista.

The Green Hornet: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Green Hornet è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 maggio alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

 
 

Il cattivo poeta: Gabriele D’Annunzio, la prima rockstar

il cattivo poeta

Si intitola Il cattivo poeta il film scritto e diretto da Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio, prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris, una coproduzione italo francese Ascent Film e Bathysphere con Rai Cinema, e in arrivo in sala il 20 maggio in 200 copie. Un’uscita importante considerato che molte sale sono ancora chiuse e che la normalità post pandemia è ancora lontana.

Gianluca Jodice ha scelto di fare un film al di fuori delle convenzioni del cinema italiano. È un progetto ambizioso e soprattutto la sua scelta è ricaduta su un soggetto, Gabriele D’Annunzio, che si studia a scuola ma che la storia ha messo da parte, nonostante sia una figura molto moderna.

Il cattivo poeta – il regista Gianluca Jodice

“Tentavo di inserirmi in un filone della tradizione italiana di prima – spiega Jodice – inoltre le opere prime tendono a giocare di rimessa e io non volevo farlo. Forse anche il fatto che ho esordito tardi mi ha dato modo di essere più sfacciato. Matteo (Rovere, ndr) mi chiese se volevo pensare a un biopic, e io scelsi D’Annunzio perché mi affascinava, mi ricordavo questo poeta recluso in questo castello di Dracula, per 15 anni, ovvero tutta l’ultima parte della sua vita, tra ossessioni e perversioni, donne e cocaina, quando aveva perso la sua vena artistica. Questo Nosferatu chiuso nel suo castello che ha subito una damnatio memoriae nella cultura del Novecento. Un personaggio scomodo, che ha vissuto mille vite, e che non era mai stato raccontato dal cinema. E Rovere è stato abbastanza pazzo da ascoltarmi, lui come tanti altri pazzi che hanno reso possibile questo film.”

Il cattivo poeta – il produttore Matteo Rovere

Il “pazzo” chiamato in causa, Matteo Rovere, che oltre a essere lui stesso regista e sceneggiatore, sempre più spesso ricopre il ruolo di produttore in progetti particolari e molto interessanti, ha replicato: “È un film ambizioso per il suo impianto, ma credo che si tratti di un tipo di cinema che è stato realizzato in Italia in passato, con grande orgoglio verso quelle che sono state le grandi figure della nostra cultura, raccontandoli anche all’estero. D’Annunzio ha attraversato la prima metà del Novecento, modificandolo, è stato una rockstar ante litteram. Poi però è stato asfaltato dal Ventennio Fascista. La sua personalità politica viene spesso collegata agli ideali fascisti, per il ruolo che aveva avuto prima dell’avvento del fascismo, e quindi è sempre stata vista con sospetto, ma in realtà, come abbiamo ricostruito nel film, non era affatto così. Anche in sceneggiatura, il lavoro fatto è stato filologico, di ricostruzione, attraverso lettere e testimonianze scritte. Abbiamo usato molte delle parole che lo stesso D’Annunzio ha pronunciato. Accanto allo scopo di intrattenere il pubblico, il risultato del film è anche quello di offrire un personaggio realistico, anche se relativo solo ad una fase specifica della sua vita, la vecchiaia.”

Ad interpretare il Vate è stato chiamato Sergio Castellitto, che Rovere ha ringraziato non solo per la sua partecipazione al film, ma anche perché con la stessa ha reso appetibile il progetto per i produttori esteri. Ma cosa ha fatto Castellitto per entrare nel ruolo di D’Annunzio? “Mi sono tagliato i capelli – risponde con grande semplicità e ironia l’attore – mi sono tagliato i capelli a zero, anche temendo che non mi ricrescessero, conferendo a questo gesto non solo l’artigianato dell’immedesimazione, ma anche un significato altro, un atto di generosità. Se si chiudono gli occhi e si visualizza D’Annunzio, si immagina un cranio, un cranio privo di capelli ma contenente un’immensità di fantasia, immaginazione, crudeltà. Tutto questo fotografato nell’ultimo anno della sua vita e nell’incontro con il controcampo della giovinezza. Incontra qualcuno che ha di fronte a sé più futuro che passato.”

Il Cattivo PoetaI protagonisti Sergio Castellitto e Francesco Patané

Il film fotografa infatti D’Annunzio che entra in contatto con Giovanni Comini, federale di Brescia e iscritto al partito fascista. Un uomo molto giovane e innamorato della causa di Mussolini, convinto che potesse rappresentare il bene per quel Paese che tanto amava. Ad interpretarlo, Francesco Patané, interprete con una grande carriera teatrale e da poco approdato al cinema: “Per interpretare Comini mi sono documentato al contrario. Ho cercato di dimenticare tutto quello che sapevo su D’Annunzio, prima di arrivare sul set. Giovanni Comini arriva al Vittoriale senza conoscere D’Annunzio poeta o persona, sa solo delle sue imprese politiche. Ho cercato di eliminare tutte le mie nozioni sul poeta e poi ho fatto quello che succede a Comini: un giovane che va ad incontrare un personaggio famoso. È quello che mi è successo con Castellitto, ero timoroso e curioso e ho cercato di rubare da lui. Ho riproposto la mia esperienza.”

“Ho cercato di mettermi nei panni di un giovane che crede nella guerra che dovrebbe arrivare – continua Patané – Questo giovane crede a quelle promesse, crede a quel futuro e abbraccia questi ideali con passione. La fortuna che gli capita è quella di incontrare un personaggio come D’Annunzio che gli mostra come le cose che aveva abbracciato non era quello che immaginava davvero. La sfida come attore è stata proprio mostrare questa presa di coscienza e il cambio di rotta. La cosa più difficile da raccontare è stata la capacità di rimanere aperti ad ascoltare.”

Il Vittoriale, la casa-museo set del film

Il film è ambientato per buona parte nel Vittoriale, sul lago di Garda, dove la produzione ha potuto girare grazie al permesso della fondazione che gestisce la casa-museo di D’Annunzio.

Ha detto Castellitto, in merito: “Le case sono la geografia dell’anima di chi le abita, il Vittoriale è la geografia dell’anima di D’Annunzio, apparentemente deposito di antiquariato, ma in realtà un sito archeologico. Perché l’archeologia ci insegna qualcosa del futuro, l’antiquariato no. Ogni spazio di quel luogo è la raffigurazione della natura di D’Annunzio. Questo luogo è stato una placenta per lui e il film non sarebbe stato così bello se non fosse stato per questo luogo.”

Ma perché definire Gabriele D’Annunzio “cattivo”, nel titolo del film? “Il cattivo poeta è una definizione che si diede lui in una lettera – spiega Jodice – io sono un cattivo poeta, mi occupo di tendaggi, tappeti, quadri e cornici. È una sua definizione, ironica e intelligente, e mi sembrava un ottimo titolo, affettuoso, per raccontare di questo personaggio.”

Il cattivo poeta arriva in sala il 20 maggio, distribuito da 01 Distribution.

 
 

Lasciali Parlare di Steven Soderbergh in esclusiva digitale dal 27 maggio

Lasciami Parlare

Lasciali Parlare, il film diretto da Steven Soderbergh con protagonista Meryl Streep, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 27 maggio, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

La scrittrice Alice Hughes, vincitrice del Premio Pulitzer, è stata invitata in Inghilterra per ritirare un altro prestigioso premio letterario. Ma ha paura di volare: decide così di fare il viaggio in nave, a bordo di un magnifico transatlantico, e di invitare le sue due migliori amiche del college, Roberta e Susan, oltre a farsi accompagnare dal suo amato nipote Tyler, per assisterle durante la crociera. La nuova agente di Alice, Karen, con l’obiettivo di carpire dettagli sul manoscritto attualmente in lavorazione della sua cliente, si intrufola sulla nave, approcciando Tyler per avere informazioni su come avvicinare al meglio la zia. Tyler però finisce per innamorarsi di Karen, così Alice e le sue amiche vengono lasciate a sé stesse. Roberta nutre del risentimento verso Alice, perché si è riconosciuta nelle vicende raccontate nel suo libro più celebre, rovinandole la vita; al contrario Alice nega ogni responsabilità e cerca di salvare la loro sacra amicizia di un tempo, mentre Susan si sforza di aiutarle a riconciliarsi. Mentre Alice si impegna a completare il suo tanto atteso manoscritto e mantiene la sua vita personale avvolta nel mistero, le donne intraprendono un viaggio di una settimana pieno di ricordi, risentimenti e battute.

Il film presenta un cast stellare, tra cui spiccano l’attrice premiata con l’Oscar, l’Emmy e il Golden Globe Meryl Streep (Big Little Lies di HBO, The Iron Lady, Il diavolo veste Prada) nei panni della misteriosa e nobile Alice Hughes, il cui successo professionale l’ha allontanata dalle sue amicizie più strette, rendendola una sconosciuta; la premio Emmy e candidata all’Oscar Candice Bergen (Murphy Brown, Miss Detective) nei panni di Roberta, che accetta l’invito di Alice, in cerca di un risanamento per il caos che ha provocato nella sua vita il romanzo più famoso di Alice; la premio Oscar, Emmy e Golden Globe Dianne Wiest (Hannah e le sue sorelle, Pallottole su Broadway) nei panni di Susan, che lavora in un carcere femminile ed è apparentemente la più diplomatica e sensibile del gruppo; il candidato all’Oscar® e al Golden Globe Lucas Hedges (Manchester by the Sea, Boy Erased – Vite cancellate) nei panni del goffo e dolce nipote di Alice, Tyler, che ama e rispetta profondamente sua zia per essere stata presente nella sua vita come un genitore; e la candidata al SAG Award Gemma Chan (Crazy & Rich, Captain Marvel) nei panni di Karen, la nuova agente letteraria di Alice la cui carriera è in bilico, che catturando l’attenzione di Tyler cerca di ottenere informazioni sul nuovo libro della sua cliente; ed altri.

Lasciali Parlare – diretto da Steven Soderbergh (il film premio Oscar Traffic e il candidato all’Oscar Erin Brockovich – Forte come la verità) – è incentrato sulle conversazioni schiette e fluide dei suoi personaggi. Avendo fornito al cast ricche descrizioni dei personaggi ed accurati particolari delle loro scene, gli attori sono stati lasciati liberi di improvvisare, al fianco della sceneggiatrice Deborah Eisenberg, che ha aiutato a sviluppare i dialoghi secondo necessità. Lo stile guerrilla della regia di Soderbergh non si è fermato qui: in un’intervista, Dianne Wiest ha anche rivelato che il film è stato girato “senza attrezzatura, se non quella essenziale. Steven semplicemente teneva la telecamera su una sedia a rotelle. Niente luci, carrelli, o tutto ciò che solitamente serve per girare un film. C’erano solo Steven e questa nuova macchina da presa”.

“Lasciali Parlare”, diretto da Steven Soderbergh, scritto da Deborah Eisenberg, prodotto da Gregory Jacobs, con produttori esecutivi Ken Meyer e Joseph Malloch

 
 

American Skin: dal 24 maggio su SKY il film di Nate Parker

American Skin film 2020

A un anno dalla morte di George Floyd, che ha scatenato la rivolta del movimento Black Lives Matter, portando alla ribalta il tema della violenza della polizia americana sui cittadini di colore e dopo la storica sentenza di condanna del poliziotto che l’ha ucciso, Sky presenta in prima visione assoluta American Skin, lunedì 24 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW. 

Il film, scritto, diretto e interpretato da Nate Parker (The Birth of a Nation), racconta la disperazione di un padre in cerca di giustizia per la morte del figlio adolescente ucciso da un poliziotto bianco, riflettendo sui temi della paura e delle divisioni culturali, ancor oggi radicate nella società americana. Nel cast, oltre a Nate Parker nel ruolo del protagonista Lincoln Jefferson, Omari Hardwick (A-Team, Middle of Nowhere, Miracolo a Sant’Anna) è Omar “Derwood” Scott amico di Linc, Theo Rossi (Luke Cage, Sons of Anarchy) è il poliziotto Dominic Reyes e Beau Knapp (Seven Seconds, Black and Blue) è il poliziotto Mike Randall, colpevole di aver ucciso il ragazzo. Il film, prodotto da Tarak Ben Ammar, Mark Burg e Lukas Behnken è distribuito da Eagle Pictures.

American Skin racconta le azioni disperate di Linc, un veterano della guerra in Iraq che, tornato in patria, vede il figlio quattordicenne Kijani morire davanti ai suoi occhi per mano di un poliziotto durante un controllo stradale. Privato di un processo equo, dopo l’assoluzione in tribunale di Mike Randall, il poliziotto che aveva sparato al ragazzo uccidendolo, Linc decide di farsi giustizia da solo. Ad accompagnare lo spettatore nel racconto Jordin King, uno studente di cinema deciso a girare un documentario sulla morte di Kijiani e sul desiderio di giustizia di Linc. Insieme alla sua troupe Jordin diventerà testimone diretto e protagonista dell’intera vicenda, con la responsabilità di farla conoscere al mondo.

Nate Parker ha trascorso gran parte della sua vita e della sua carriera combattendo le ingiustizie sociali e creando contenuti che affrontano il tema della disparità delle comunità emarginate in tutto il mondo. Si è guadagnato per la prima volta l’attenzione della critica con il suo ruolo da protagonista in The Great Debaters – Il potere della parola di Denzel Washington. Nate ha interpretato il ruolo di protagonista in Red Tails prodotto da George Lucas. Con il suo debutto alla regia in The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo ha vinto il Gran Premio della Giuria e del Premio del Pubblico al Sundance Film Festival nel 2016.

American Skin – Lunedì 24 maggio in prima visione alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su N0W e disponibile on demand.  Grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione extra.

 
 

Fast & Furious 9: la storia di Dom in un nuovo video

La Universal Pictures Italia ha diffuso un nuovo contributo video su Fast & Furious 9 che racconta la storia di Dom. Il Dom Toretto di Vin Diesel  sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama.

La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad). In attesa del nono capitolo della saga Fast & Furious di Universal Pictures, un nuovo e adrenalinico video dedicato al personaggio interpretato da Vin Diesel.

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo. Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

 
 

MCU: 10 iconiche scene da “vedere e rivedere”

Al di là delle grandi trame e dei grandi personaggi dei film, il MCU è così amato dai fan di tutto il mondo anche per una serie di scene memorabili che riguardano tanto le scene di combattimento quanto i momenti più divertenti, per non parlare di quelle che sono dei veri e propri omaggi ai fumetti. Scren Rant ha raccolto 10 scene del MCU che probabilmente i fan amano rivedere più e più volte:

1“Vendicatori Uniti!” in Avengers: Endgame

avengers endgame

Avengers: Endgame ha visto gli eroi sopravvissuti viaggiare indietro nel tempo per cercare di capire come annullare lo Snap. Ci sono stati diversi momenti fantastici nel film, inclusa una fantastica scena di combattimento tra Capitan America e… sé stesso.

Tuttavia, la scena migliore, e quella che ha portato i fan di tutto il mondo ad applaudire in sala, è arrivata dopo che gli eroi erano tornati. Doctor Strange ha aperto i portali e tutti gli eroi del MCU si sono presentati contemporaneamente. Capitan America esclama: “Vendicatori Uniti!” e la guerra ha inizio. È la migliore scena del MCU, senza dubbio.

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Dune di Denis Villeneuve potrebbe tornare un’esclusiva per la sala

Dune film 2020

Di recente WarnerMedia ha annunciato, a sorpresa, una fusione con Discovery, che tuttavia non sarà completata fino alla metà del 2022. Ciononostante, sembra che le conseguenze di tale fusione abbiamo già iniziato a farsi sentire alla Warner Bros., poiché Deadline riporta che l’attesissimo Dune di Denis Villeneuve non uscirà più in contemporanea al cinema e su HBO Max, ma tornerà ad essere un’esclusiva della sala.

I rappresentanti della Warner Bros. stanno fermamente negando la modifica al piano di distribuzione del film, continuando a sostenere che il film uscirà in contemporanea al cinema e su HBO Max, ma Deadline sembra parecchio fiducioso del suo report: semplicemente, potrebbe aver ottenuto l’esclusiva prima dell’annuncio ufficiale. Inoltre, è anche parecchio significativo che WB abbia già raggiunto un accordo con Regal Cinemas per ripristinare la finestra di esclusività della sala cinematografica per 45 giorni in merito alle uscite del 2022, quindi non dovrebbe sorprendere che Dune sia stato aggiunto all’accordo, soprattutto considerando che lo stesso Villeneuve aveva espresso una certa insoddisfazione in merito alla release “congiunta”.

Collider aggiunge che Dune sarà probabilmente l’unico film dello studio a rinunciare al modello di rilascio simultaneo quest’anno, mentre King Richard con Will Smith e Cry Macho di Clint Eastwood dovrebbero ancora seguire l’attuale piano, e quindi arrivare sia in sala che su HBO Max. Non si sa cosa potrebbe accadere con The Suicide Squad di James Gunn o con Matrix 4 con Keanu Reeves, ma entrambi potrebbero tranquillamente seguire l’esempio di Dune, anche se potrebbe ormai essere troppo tardi per il primo da un punto di vista di marketing.

Dune presentato in anteprima a Venezia 78?

Ricordiamo che di recente Dune è stato menzionato in un lungo report di Variety dedicato ai primissimi titoli che potrebbero debuttare all’interno della cornice della 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tra gli altri titoli che potrebbero debuttare al Fetival, la fonte ha menzionato anche È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Freaks Out di Gabriele Mainetti.

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane e su HBO Max il 1 ottobre 2021.

 
 

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, confermato l’impiego della tecnologia StageCraft

Ant-Man and the Wasp: Quantummania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il terzo capitolo del franchise dedicato al supereroe interpretato da Paul Rudd, è attualmente in pre-produzione, anche se ancora non sappiamo quando partiranno ufficialmente le riprese (do. Tuttavia, pare che le stesse siano ormai imminenti, come confermato dal regista Peyton Reed.

Attraverso il suo account Twitter ufficiale, infatti, Reed ha condiviso uno scatto dai Pinewood Studios di Londra che immortala proprio uno dei momenti relativi alla pre-produzione. La cosa interessante è che il regista ha confermato che il film impiegherà la rivoluzionaria tecnologia StageCraft (nota anche come The Volume), già impiegata nella serie tv The Mandalorian e utilizzata dai Marvel Studios anche per Thor: Love and Thunder, attualmente in fase di riprese.

Per chi non lo sapesse, StageCraft è una tecnica all’avanguardia ideata per sostituire il green screen che consiste nella proiezione di un autentico set in virtuale: le ambientazioni delle scene da girare vengono proiettate in tempo reale su enormi schermi LED ad altissima definizione, garantendo un risparmio assai notevole per quanto riguarda la creazione dei set e agevolando il lavoro in fase di post-produzione.

Le info su Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

 
 

Attack the Block: il sequel è ufficiale, tornerà John Boyega

attack the block

A circa un decennio di distanza dall’uscita del film originale nelle sale, che aveva conquistato il pubblico grazie al suo mix sorprendente di fantascienza, commedia e horror, arriva da Deadline la notizia che un sequel di Attack the Block è ufficialmente in sviluppo da Studiocanal, Film4, Complete Fiction Pictures e UpperRoom Productions.

Joe Cornish tornerà a scrivere e dirigere il nuovo film, con John Boyega pronto a riprendere il ruolo del protagonista Moses. “Sono passati dieci anni da quando Attack The Block è uscito nelle sale e da allora sono cambiate molte cose”, ha detto la star della saga di Star Wars. “Sono entusiasta di vedere questa storia così intensa tornare tra le strade di Londra. Moses è rimasto uno dei miei personaggi preferiti da interpretare e riportarlo indietro è un grande onore.”

“Sono entusiasta di annunciare ufficialmente il nostro ritorno nel mondo di Attack The Block, proprio in occasione del decimo anniversario dell’uscita del film”, ha aggiunto Cornish. “Non vedo l’ora di lavorare di nuovo al fianco di John e di regalare al pubblico una fetta ancora più grande di azione aliena tipica della periferia”. Al momento i dettagli sulla trama del sequel non sono stati rivelati. Vi terremo aggiornati.

La trama di Attack the Block – Invasione aliena

Ambientato nella periferia londinese, Attack the Block – Invasione aliena segue le vicende di un gruppo di adolescenti appartenenti ad una gang giovanile. Mentre sta derubando l’infermiera venticinquenne Sam, improvvisamente un oggetto misterioso si schianta su un’automobile vicina. Dai rottami fuoriesce una strana creatura, che gli adolescenti uccidono senza problemi, senza sapere che quello è solo l’inizio di un’invasione aliena di vaste proporzioni. I ragazzi iniziano così una battaglia per difendere il loro quartiere popolare dalla minaccia aliena.

 
 

WandaVision: Kathryn Hahn dal possibile ritorno nel MCU alle teorie su Mefisto

Agatha Harkness
Kathryn Hahn as Agatha Harkness in Marvel Studios' WANDAVISION exclusively on Disney+. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2021. All Rights Reserved.

Non sappiamo ancora se ci sono dei piani per un eventuale ritorno di Agatha Harkness nel MCU dopo la sua sconfitta per mano di Scarlet Witch nel finale di stagione di WandaVision, ma Kathryn Hahn sembra di sicuro interessata ad una reunion con la Wanda Maximoff di Elizabeth Olsen.

La popolare attrice, che di recente è entrata a far parte del cast del sequel di Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson, ha vinto il premio come Miglior cattivo all’ultima edizione degli MTV Movie & TV Awards (tenutasi lo scorso 16 maggio), e ha parlato della possibilità di tornare a lavorare con Olsen nel MCU durante un Q&A andato in onda prima della cerimonia di premiazione. “Sì… mi piacerebbe che stessero di nuovo insieme”, ha detto Hahn entusiasta. “Chi lo sa? È la Marvel ad avere il controllo della baracca. Al momento non ho sentito niente.”

“La dinamica a cui il nostro regista, Matt Shakman, ci ha chiesto di fare riferimento era quella che esisteva tra Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri”, ha aggiunto. “Non so se conoscete la storia, ma Amadeus è un grande film dell’epoca. Ed è più o meno quello che era il nostro rapporto. Volevo il potere di Wanda, ma volevo anche fare amicizia con lei… volevo insegnarle e volevo imparare da lei… volevo tutto.”

Nel corso della medesima intervista, l’attrice ha anche avuto modo di commentare le numerose teorie dei fan in merito alla presenza del personaggio di Mefisto nello show. L’attrice ha spiegato che, non essendo presente sui social, ha saputo di tutte quelle indiscrezioni tramite i suoi amici: “Ricordo di aver sentito da alcuni amici che Agatha era un burattino nelle mani di Mefisto e ho subito dovuto dire: ‘Chi è Mefisto?’. Non usatelo contro di me, vi prego! Adesso so chi è.”