Tom Rothman di Sony
ha confermato che Spider-Man di Tom
Holland tornerà per un altro crossover MCU. Spider-Man di
Holland fa parte del Marvel Cinematic Universe sin dalla
sua introduzione in Captain America: Civil
War. La presenza del personaggio nel MCU è stata a lungo subordinata a
una delicata collaborazione tra Marvel Studios e Sony per condividerlo tra i
film corali prodotti dalla Marvel e i film solisti prodotti
dalla Sony. Con l’attuale trilogia di Spider-Man con protagonista
Tom
Holland che si conclude, alcuni fan si chiedono
esattamente cosa potrebbe riservare il futuro dell’attore nel
MCU.
Sono state rivelate alcune nuove
informazioni sul futuro di Spider-Man nel MCU. Parlando con il podcast
Phase Zero alla premiere di Spider-Man:
No Way Home a Los Angeles, Tom
Rothman di Sony Pictures ha spiegato che, sulla base
dell’attuale partnership tra Sony e Marvel, c’è ancora almeno un
crossover MCU che porterebbe Holland
nell’orbita di gli altri personaggi Marvel. Rothman ha detto:
“Ne prestiamo uno a loro, poi
loro ne prestano uno a noi, ed è così che Benedict è in questo
film, quindi abbiamo un altro prestito da
restituire.” Quindi possiamo aspettarci un altro Tom
Holland in un crossover Marvel, anche se non sappiamo
quando.
Dopo aver incassato più di 350
milioni di dollari al boxoffice internazionale, Dune,
il film acclamato dalla critica, è disponibile in DVD,
Blu-ray, 4K Ultra HD E Steelbook 4K Ultra HD. Diretto dal
candidato all’Oscar Denis Villeneuve con
protagonista Timothée Chalamet, il film di Warner Bros.
Pictures e Legendary Pictures, adattamento per il grande schermo
dell’omonimo best seller di Frank Herbert, è stato presentato Fuori
Concorso venerdì 3 settembre, in prima mondiale, alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia. Dune in
4K UHD e Blu-ray conterrà più di un’ora di esclusivi
contenuti speciali con tante curiosità sulla realizzazione
del film.
Dune, un’epica avventura ricca di emozioni,
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e
talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua
gente. Mentre forze maligne si fronteggiano in un conflitto per
assicurarsi il controllo esclusivo della più preziosa risorsa
esistente sul pianeta – una materia prima capace di sbloccare il
più grande potenziale dell’umanità – solo coloro che vinceranno le
proprie paure riusciranno a sopravvivere.
Villeneuve (“Arrival”, “Blade
Runner 2049”) dirige “Dune” da una sceneggiatura da lui scritta
insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sull’omonimo romanzo di
Frank Herbert. Villeneuve è anche produttore del film insieme a
Mary Parent, Cale Boyter e Joe Caracciolo Jr. I produttori
esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon
Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim
Herbert.
Dietro la macchina da presa,
Villeneuve ritrova la scenografa due volte candidata
all’Oscar® Patrice Vermette (“Arrival”, “Sicario”, “The
Young Victoria”), il montatore due volte candidato
all’Oscar® Joe Walker (“Blade Runner 2049”, “Arrival”,
“12 Anni Schiavo”), il due volte premio Oscar®
supervisore agli effetti visivi Paul Lambert (“First Man”, “Blade
Runner 2049”) e il premio Oscar® per gli effetti
speciali Gerd Nefzer (“Blade Runner 2049”).
Villeneuve collabora per la prima
volta con il direttore della fotografia candidato
all’Oscar® Greig Fraser (“Lion”, “Zero Dark Thirty”,
“Rogue One: A Star Wars Story”); la costumista tre volte candidata
all’Oscar® Jacqueline West (“The Revenant”, “Il Curioso Caso di
Benjamin Button”, “Quills – La penna dello scandalo”), il secondo
costumista Bob Morgan e il coordinator delle controfigure Tom
Struthers (la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”, “Inception”). Il
compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Blade Runner
2049”, “Inception”, “Il Gladiatore”, “Il Re Leone”) ha realizzato
la colonna sonora.
Duneè inoltre già disponibile per l’acquisto e il noleggio
in digitale su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio
su Sky Primafila e Mediaset Infinity.
Brie Larson è una
di quelle attrici che continuerà a fare storia nel mondo del
cinema. L’attrice americana ha sempre lavorato sodo, con molti
sacrifici, per arrivare dove si trova ora, forte del suo carisma e
del suo talento.
Brie Larson ha fatto innamorare il
pubblico con la sua bellezza acqua e sapone e con una bravura nella
recitazione genuina, dando vita a ruoli di donne forte ed
indipendenti, che non devono chiedere scusa a nessuno per come
sono.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Brie Larson.
Brie Larson: i suoi film
1. Ha recitato in noti
film. La carriera cinematografica di Brie Larson è
iniziata ben presto, quando lei era ancora bambina: il primo film
in cui appare, infatti, è Special Delivery (1999). In
seguito, la Larson lavora in 30 anni in 1 secondo (2004),
Sleepover (2004), Hoot (2006), House Broken –
Una casa sottosopra (2009) e Lo stravagante mondo di
Greenberg (2010). Dal 2010, Brie Larson comincia a guadagnare
ruoli di maggior rilievo, prendendo parte a film come Scott Pilgrim vs. the
World (2010), 21 Jump Street (2012),
The Spectacular Now (2012), Don Jon
(2013), Short Term 12 (2013), The Gambler (2014) e
Un disastro di ragazza
(2015). Nel 2015 conquista il mondo con la sua interpretazione in
Room, per poi recitare
in Free Fire (2016),
Kong: Skull Island
(2017) e Il castello di vetro
(2017). Tra gli ultimi film, vi sono Captain Marvel (2019),
Avengers: Endgame
(2019), Unicorn Store (2019) e Il diritto di
opporsi (2019).
2. Ha lavorato anche in
televisione. Nonostante sia la carriera cinematografica
quella in cui Brie Larson ha più investito, in realtà il suo
debutto nel mondo della recitazione è avvenuto nel piccolo schermo.
L’attrice americana, infatti, è apparsa in diverse puntate al
The Tonight Show with Jay Leno nel 1998, per poi apparire
in alcuni episodi di diverse serie tv come Il tocco di un
angelo (1999), Popular (1999), Raising Dad
(2001-2002), Hope & Faith (2003), Ghost
Whisperer (2008), United States of Tara (2009-2011),
The League (2011) e Community (2013-2014).
Brie Larson è Captain Marvel
3. Si è fatta consigliare da
Chris Evans. Dare vita ad un personaggio come quello di
Captain Marvel non è cosa facile e, per
realizzarlo, Brie Larson si è sottoposta ad un allenamento
psicologico, oltre che fisico, facendosi consigliare anche da chi,
sotto questo aspetto, ci è già passato. Non ha caso, Chris Evans a
consigliato a Brie di concentrarsi sul personaggio senza badare a
ciò che la circonda, facendo sì che la popolarità e la fama siano
tutte cose bizzarre che accadono a qualcun altro.
4. Aveva inizialmente
rifiutato il ruolo di Captain Marvel. Per Brie Larson il
ruolo di Captain Marvel è molto importante perché
non chiede scusa per quello che è, vive nelle sue imperfezioni e fa
ammenda per i suoi errori. Tuttavia, in principio, la Larson aveva
rifiutato il ruolo, per il semplice fatto di non immaginarsi nei
panni di un supereroe, preferendo ruoli piccoli che le permettano
di scomparire all’interno dei personaggi. Alla fine, l’attrice si è
lasciata conquistare dalla descrizione e dalle sfaccettature del
suo personaggio nella sceneggiatura.
Brie Larson ha vinto un Oscar
5. Ha contattato Jennifer
Lawrence dopo aver vinto l’Oscar. Gli Oscar del 2016 sono
stati dominati dalla vittoria assoluta di Brie Larson che si è
guadagnata la statuetta come Miglior Attrice Protagonista per la
sua interpretazione in Room. Tuttavia, dopo la vittoria,
l’attrice ha ammesso di essersi sentita vulnerabile e di non sapere
come reagire in merito alle alte aspettative. Così, ha deciso di
chiamare l’amica Jennifer
Lawrence, che aveva vinto l’Oscar tre anni prima, che
l’ha tranquillizzata ammettendo di non pensare a quelle cose che,
ma di immaginare di aver ricevuto un semplice dottorato, una
certificazione.
Brie Larson in Scott Pilgrim
vs. The World
6. Ha voluto essere nel film
per lavorare con Edgar Wright. Brie Larson voleva essere
nel film Scott Pilgrim vs. The World perché era una grande
fan del regista Edgar Wright. Non aveva letto nessuno dei fumetti
dedicati a Scott Pilgrim, ma aveva visto un disegno di Envy Adams,
il personaggio per il quale si propose e che poi ottenne,
rimanendone affascinata. Larson ha deciso di guardare gli Adult
Video Awards per trarre ispirazione per questo. La maggior parte
delle star femminili mostrate, però, si comportavano in modo molto
vanitoso, quindi Larson ha basato la sua voce e il linguaggio del
corpo sui modelli.
Brie Larson in Room
7. Brie Larson ha emozionato
il mondo con Room. Nel marzo del 2016 anche
l’Italia ha potuto andare al cinema a vedere Room, film
che racconta la storia di Ma, una ragazza rapita in giovane età da
un maniaco e segregata in un bunker per anni, e di Jack, figlio di
Ma avuto da una delle tante violenze del suo sequestratore.
Entrambi vivono nel bunker e Ma cerca di creare un mondo di
fantasia per il suo bambino che continua a crescere e a fare
domande circa il mondo esterno. Per poter interpretare Ma, Brie
Larson ha parlato con alcune vittime di molestie e con associazioni
che le aiutano, cercando di entrare nella psicologia di un
personaggio forte e molto sfaccettato.
8. Brie Larson ha un legame
personale con Room. La vita da reclusi che Ma e
Jack sono costretti a vivere a Brie Larson ha ricordato di quando
da piccola viveva in un monolocale con sua sorella e sua madre.
Infatti, per assecondare la sua vocazione di attrice, la madre di
Brie (con le due figlie) decise di trasferirsi da Sacramento a Los
Angeles, vivendo in un monolocale con un letto ribaltabile, con un
guardaroba striminzito e mangiando surgelati e fagioli.
Brie Larson è su Instagram
9. Ha un profilo Instagram
ufficiale. Come moltit altri suoi colleghi, anche Brie
Larson ha un dato vita ad un account Instagram ufficiale, seguito
da 6,8 milioni di persone. Sulla sua bacheca, molto variegata e
piena di post molto ironici che la vedono spesso protagonista, sono
presenti anche molti video che la ritraggono durante i duri
allenamenti svolti per poter interpretare Captain Marvel. Ma, se alla fine
dell’allenamento ci sono le ciambelline, allora va tutto bene.
Brie Larson è fidanzata
10. È nuovamente
fidanzata. Dopo circa sei anni di relazione con
Alex Greenwald, cantante dei Phantom Planet, lui e
Brie Larson hanno rotto il fidanzamento. I due si erano fidanzati
ufficialmente verso la metà del 2016, dopo tre anni di
frequentazione, e le nozze sembravano imminenti. Non sono chiari i
motivi della rottura e questo non sorprende: i due, infatti, sono
molto riservati circa la loro vita privata. Dal 2019, invece,
l’attrice ha una relazione con l’attore Elijah
Allan-Blitz.
Le riprese di Kingsman
3 dovrebbero iniziare nel settembre 2022, secondo il
regista del film. Basato sul fumetto di Mark
Millar, il franchise cinematografico di Kingsman è
iniziato nel 2015 con Kingsman: The Secret Service
ed è stato seguito da Kingsman: The Golden Circle
del 2017, con entrambi i film che sono diventati successi al
botteghino. L’ultimo film del franchise è un prequel intitolato
The King’s Man – Le origini, che uscirà da noi a
gennaio, dopo essere stato ritardato di due anni a causa della
pandemia.
Kingsman 3 chiuderà il viaggio di Eggsy
In una recente intervista con
Comicbook.com, Matthew Vaughn, che ha diretto tutti i film di
Kingsman, ha confermato che la produzione di Kingsman
3 inizierà nel settembre 2022. Vaughn ha confermato che il
film concluderà la storia di Eggsy, rendendolo la parte finale di
una trilogia di film, senza contare il prequel in arrivo. Tuttavia
non è stata ancora fissata nessuna data d’uscita né ci sono
conferme sul cast coinvolto.
A guardare la schedule della 20th
Century Pictures, però, si nota che c’è un film senza titolo in
uscita il 15 settembre 2023. Kingsman: The Golden
Circle è stato rilasciato nello stesso fine settimana di
settembre 2017 e sia Kingsman: The Secret Service
che
The King’s Man – Le origini aveva originariamente
pianificato una data di uscita per settembre, quindi è probabile
che lo studio miri a quella data di uscita per il prossimo terzo
capitolo.
Esiste davvero la possibilità di una
nuova vita per un pregiudicato? The Unforgivable
sembra porre questa domanda allo spettatore, portando sullo schermo
la storia struggente di un’assassina che tenta di ritrovare i
suoi affetti una volta uscita di prigione. Il film
di Nora Fingscheidt è un validissimo adattamento
della serie inglese Unforgiven, soprattutto grazie alla
protagonista Sandra
Bullock. Vediamo il perché.
Due sorelle e un omicidio
Ruth Slater (Sandra
Bullock) è in carcere da vent’anni, metà della sua
vita. È accusata di aver sparato ad un poliziotto mentre una
squadra tentava di sfrattare lei e la sorellina Katy dalla
proprietà del padre defunto. Per buona condotta, Ruth
viene liberata e cerca di rimettersi in carreggiata: trova lavoro,
anzi due lavori. Non riesce però a darsi pace: vuole riabbracciare
la sorella, desiderio che le ha dato la forza di resistere tutti
quegli anni prigione. Katherine ora vive in una nuova
famiglia, suona il pianoforte ed è ignara del suo passato: conserva
solo qualche immagine confusa. Grazie a John (Vincent
D’onofrio) un avvocato dal cuore buono, Ruth
affronta pregiudizi e spettri passati nel tentativo di ritrovare
l’unico straccio di famiglia che le è rimasto. La pena da scontare,
anche dopo il carcere, sembra essere ancora lunga per
Ruth…
Le relazioni famigliari al centro
della storia
Famiglie distorte, assenti, mozzate,
stravolte, surrogate. C’è ogni possibile sfumatura dei rapporti
famigliari in The Unforgivable. Genitori morti in
vari modi, figli sofferenti e traumatizzati. Ma anche fratelli che
vivono fianco a fianco e sorelle separate forzatamente. La potenza
del lungometraggio è tutta racchiusa nelle emozioni che
viaggiano attraverso le relazioni parentali.
Emozioni forti che in The
Unforgivable scaturiscono da un evento tragico,
vissuto da entrambi i fratelli. La morte del poliziotto cambia la
vita non solo a Katy e Ruth, ma anche ai figli
del poliziotto ucciso: i ragazzi, una volta adulti, portano dentro
un dolore incolmabile, una rabbia che si trasforma in voglia di
vendetta e rivincita. In The Unforgivable è
mostrato il circolo vizioso della sofferenza: ogni accadimento
luttuoso genera nuovo dolore a nuove persone, in una spirale che
arriva a risucchiare tutti i personaggi del film.
Sandra Bullock: potente e
glaciale
Ruth è una donna segnata
profondamente dalle tragedie che si sono susseguite nella sua vita:
la morte dei genitori, l’assassinio, la perdita della sorella, il
carcere. Fin dalle prime immagini, il volto di Sandra Bullock ci comunica il tormento
interiore, la sofferenza del personaggio. Lo sguardo perso,
annebbiato, il viso che pare impassibile a tutto. E in questa
immensa freddezza, le poche espressioni marcate risultano
potentissime e dense d’emozione.
Con fare stoico, Ruth si è
arresa al suo destino, ma non si lascia demotivare. Nonostante
tutto, ha ancora degli obiettivi da realizzare: riprendere il
lavoro che l’appassionava da giovane, ritrovare Katy.Sandra marcia imperterrita, letteralmente:
cammina tantissimo in The Unforgivable, proprio a
rendere l’idea della resilienza del personaggio.
I buoni in The Unforgivable
Per il punto di vista adottato, in
The Unforgivable non esiste un vero e proprio
personaggio cattivo: abbiamo invece tanti anti-eroi. L’anti-eroe è
quel character che, per quanto moralmente scorretto, è presentato
in modo da sembrare umano, dotato di emozioni e di sensibilità.
Il discorso vale in primis per
Ruth. Non si riesce a non compatirla, anche se siamo
consapevoli del fatto che sia un’assassina. Come lo
spettatore, anche gli altri personaggi del film sono combattuti.
Inizialmente, o non appena vengono a sapere della sua condotta, la
disprezzano. Ma conoscendola a poco a poco ne colgono il lato umano
e la sofferenza. La lotta per ripulire l’identità, per essere
perdonata non è solo della protagonista: anche il pubblico e i
personaggi sono combattuti a livello morale. Ruth è buona
o cattiva?
Perché The Unforgivable merita di
essere visto
Un film ricco, carico di emozioni,
che affronta il tema della scarcerazione in chiave originale.
The Unforgivable merita anche per i colpi di scena
e la cura con cui le immagini sono state costruite, in un ottimo
mix di inquadrature ampie e composite e primissimi piani.
The Unforgivable è
disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix.
Sono ormai diversi anni che le
grandi produzioni molto attese dai fan coinvolgono gli attori
protagonisti per appelli al “No Spoiler”, e Spider-Man: No
Way Home si è unito al coro. Tutto è cominciato con
Thanos, che chiedeva ai fan di
non spoilerare prima Infinity War e poi
Endgame, e a lui si sono uniti molti altri film, e
ora tocca allo Spider-Man 3 di Tom
Holland.
Ecco di seguito il video che
Holland,
Zendaya e Jacob Batalon hanno
registrato per chiedere ai fan di non spoilerare il film!
È stato diffuso il video dei primi 5
minuti di Moonfall,
il nuovo disaster movie di Roland Emmerich,
regista di 2012, Independence Day
e The Day After Tomorrow. Moonfall,
che nel cast conta Halle Berry,Patrick
Wilson, John Bradley, Michael Peña,
Charlie Plummer, Kelly Yu, Donald Sutherland è un’esclusiva
per l’Italia Italian International
Film – Gruppo Lucisano in collaborazione
con Rai Cinema e uscirà in Italia il 3
febbraio 2022 distribuitoda 01
Distribution.
Si è tenuta ieri la premiere
statunitense di Spider-Man:
No Way Home e le prime reazioni della stampa al nuovo
film Marvel/Sony sono a dir poco
travolgenti. Tra chi dichiara che non c’è mai stato un film di
Spider-Man così travolgente e chi invece tira un sospiro di
sollievo perché l’Uomo Ragno ha finalmente avuto un threequel
degno, sembra proprio che Kevin Feige, Amy Pascal
e tutta la squadra realizzativa del film abbiano fatto un ottimo
lavoro.
Senza aggiungere ulteriori commenti
che potrebbero dare troppe indicazioni su ciò che accade nel film,
rimandiamo il nostro commento a questa sera, mentre da domani, 15
dicembre, Spider-Man: No Way Home arriverà nei cinema di tutta
Italia!
Dopo le nomination ai Golden Globes 2022, anche la
Critics Choice Association ha
annunciato le candidature ai Critics Choice Awards 2022. Ecco di
seguito i nominati per i premi assegnati dalla critica statunitense
al meglio del cinema degli ultimi 12 mesi.
BEST PICTURE
Belfast
CODA
Don’t Look Up Dune
King Richard
Licorice Pizza
Nightmare Alley
The Power of the Dog
tick, tick…Boom!
West Side Story
BEST ACTOR
Nicolas Cage – Pig
Benedict Cumberbatch – The Power of the Dog
Peter Dinklage – Cyrano
Andrew Garfield – tick, tick…Boom!
Will Smith – King Richard
Denzel Washington – The Tragedy of Macbeth
BEST ACTRESS
Jessica Chastain – The Eyes of Tammy Faye
Olivia Colman – The Lost Daughter
Lady Gaga – House of Gucci
Alana Haim – Licorice Pizza
Nicole Kidman – Being the Ricardos
Kristen Stewart – Spencer
BEST SUPPORTING ACTOR
Jamie Dornan – Belfast
Ciarán Hinds – Belfast
Troy Kotsur – CODA
Jared Leto – House of Gucci
J.K. Simmons – Being the Ricardos
Kodi Smit-McPhee – The Power of the Dog
BEST SUPPORTING ACTRESS
Caitríona Balfe – Belfast
Ariana DeBose – West Side Story
Ann Dowd – Mass
Kirsten Dunst – The Power of the Dog
Aunjanue Ellis – King Richard
Rita Moreno – West Side Story
BEST YOUNG ACTOR/ACTRESS
Jude Hill – Belfast
Cooper Hoffman – Licorice Pizza
Emilia Jones – CODA
Woody Norman – C’mon C’mon
Saniyya Sidney – King Richard
Rachel Zegler – West Side Story
BEST ACTING ENSEMBLE
Belfast
Don’t Look Up
The Harder They Fall
Licorice Pizza
The Power of the Dog
West Side Story
BEST DIRECTOR
Paul Thomas Anderson – Licorice Pizza
Kenneth Branagh – Belfast
Jane Campion – The Power of the Dog
Guillermo del Toro – Nightmare Alley Steven Spielberg – West Side Story
Denis Villeneuve – Dune
BEST ORIGINAL SCREENPLAY
Paul Thomas Anderson – Licorice Pizza
Zach Baylin – King Richard
Kenneth Branagh – Belfast
Adam McKay, David Sirota – Don’t Look Up
Aaron Sorkin – Being the Ricardos
BEST ADAPTED SCREENPLAY
Jane Campion – The Power of the Dog
Maggie Gyllenhaal – The Lost Daughter
Siân Heder – CODA
Tony Kushner – West Side Story
Jon Spaihts, Denis Villeneuve, Eric Roth – Dune
BEST CINEMATOGRAPHY
Bruno Delbonnel – The Tragedy of Macbeth
Greig Fraser – Dune
Janusz Kaminski – West Side Story
Dan Laustsen – Nightmare Alley
Ari Wegner – The Power of the Dog
Haris Zambarloukos – Belfast
BEST PRODUCTION DESIGN
Jim Clay, Claire Nia Richards – Belfast
Tamara Deverell, Shane Vieau – Nightmare Alley
Adam Stockhausen, Rena DeAngelo – The French Dispatch
Adam Stockhausen, Rena DeAngelo – West Side Story
Patrice Vermette, Zsuzsanna Sipos – Dune
BEST EDITING
Sarah Broshar and Michael Kahn – West Side Story
Úna Ní Dhonghaíle – Belfast
Andy Jurgensen – Licorice Pizza
Peter Sciberras – The Power of the Dog
Joe Walker – Dune
BEST COSTUME DESIGN
Jenny Beavan – Cruella
Luis Sequeira – Nightmare Alley
Paul Tazewell – West Side Story
Jacqueline West, Robert Morgan – Dune
Janty Yates – House of Gucci
BEST HAIR AND MAKEUP
Cruella
Dune
The Eyes of Tammy Faye
House of Gucci
Nightmare Alley
BEST VISUAL EFFECTS
Dune
The Matrix Resurrections
Nightmare Alley
No Time to Die
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
BEST COMEDY
Barb & Star Go to Vista Del Mar
Don’t Look Up
Free Guy
The French Dispatch
Licorice Pizza
BEST ANIMATED FEATURE
Encanto
Flee
Luca
The Mitchells vs the Machines
Raya and the Last Dragon
BEST FOREIGN LANGUAGE FILM
A Hero
Drive My Car
Flee
The Hand of God
The Worst Person in the World
BEST SONG
Be Alive – King Richard
Dos Oruguitas – Encanto
Guns Go Bang – The Harder They Fall
Just Look Up – Don’t Look Up
No Time to Die – No Time to Die
BEST SCORE
Nicholas Britell – Don’t Look Up
Jonny Greenwood – The Power of the Dog
Jonny Greenwood – Spencer
Nathan Johnson – Nightmare Alley
Hans Zimmer – Dune
Maestro di film d’azione e thriller
come Manhunter – Frammenti di un
omicidio, Heat – La sfida e Collateral,
Michael Mann ha nel 2006
portato sul grande schermo la trasposizione in forma di
lungometraggio di una delle più celebri serie TV degli anni
Ottanta. Si tratta di Miami Vice, basato
sul titolo omonimo e interpretato dagli attori Colin
Farrell e Jamie Foxx. Mann, che era stato
produttore esecutivo della serie e conosce dunque molto bene
quell’universo narrativo, rivisita qui temi e argomenti per dar
vita ad una nuova epopea del crime.
Come Collateral, anche per
Miami Vice il regista impresse sul film una serie di nuove
sperimentazioni consentite dal digitale. Egli limitò infatti
l’utilizzo della pellicola alle scene dove è presente grande
movimento e quelle ambientate sott’acqua. Le riprese furono poi
tutt’altro che semplici, con Mann che si spinse a girare in luoghi
pericolosi e con condizioni climatiche spesso sfavorevoli. Tensioni
e conflitti tra il cast e i membri della troupe fecero infine di
Miami Vice un titolo che si presentava da subito come
particolarmente problematico.
Con un budget di 135 milioni di
dollari, inoltre, questo andò incontro ad un risultato economico
non del tutto soddisfacente, incassando globalmente circa 164
milioni. Con il tempo, tuttavia, il film è stato rivalutato ed è
oggi considerato un cult e uno dei più interessanti del regista.
Prima di intraprenderne una visione, però, sarà certamente utile
approfondire alcune curiosità relative a questo. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare dettagli relativi
alla trama, al cast di attori e
alla colonna sonora. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Miami Vice: la trama del film
Protagonisti del film sono
Sonny Crockett e Ricardo Tubbs,
due abilissimi agenti della polizia di Miami i quali vengono scelti
per infiltrarsi all’interno di una pericolosissima organizzazione
sudamericana che si occupa di trasportare ingenti quantitativi di
droga all’interno del territorio degli Stati Uniti. A controllare
questo traffico vi sono Arcangel de Jesus Montoya
e la sua Isabella, un’affascinante e seducente
donna di origini cubano-cinesi, con la quale Crocket inizia una
relazione pericolosa. Le cose si complicano ulteriormente per i due
agenti a causa di José Yero, il braccio destro di
Montoya che, non convinto della reale identità degli agenti,
progetta un piano per smascherarli. Prima che ciò avvenga, i due
dovranno incastrare una volta per tutte il potente criminale.
Miami Vice: il cast del film
Ad interpretare Crockett e Tubbs vi
sono rispettivamente gli attori Colin Farrell e
Jamie Foxx. In
preparazione ai loro personaggi, Mann li ha fatti entrambi
addestrare con veri agenti delle forze dell’ordine che lavorano
sotto copertura. I due attori hanno così avuto modo di seguire gli
agenti in vere operazioni di questo tipo, imparando moltissimo sul
modo in cui casi di questo tipo si svolgono. Gestire i due attori
però non fu facile. Foxx aveva da poco vinto l’Oscar per
Ray e questo lo spinse a fare richieste come una paga
maggiore e ulteriori trattamenti di lusso. Farrell, invece, non fu
d’accordo con alcune delle scelte stilistiche di Mann, finendo con
il non apprezzare il risultato finale.
Ad interpertare l’affascinante
Isabella vi è l’attrice Gong Li, nota anche per
film come Lanterne rosse, Addio mia concubina e
Memorie di una geisha. Arcangel de Jesus Montoya è invece
interpretato da Luis Tosar, mentre José Yero ha il
volto di JohnOrtiz. A ricoprire
il ruolo della detective Trudy Joplin vi è la candidata all’Oscar
Naomie Harris,
la quale dovette girare tutte le sue scene durante i weekend poiché
impegnata anche sul set di Pirati dei Caraibi – La
maledizione del forziere fantasma. Justin Theroux
è il detective Larry Zito, mentre completano il cast gli attori
Ciaran Hinds nei panni dell’agente FBI
James Fujima, Barry Shabaka Henley in quelli del
tenente Martin Castillo e Elizabeth Rodriguez in
quelli di Gina Calabrese.
Miami Vice: la colonna sonora del
film
Come quasi tutti i film di Mann e
come il precedente Collateral, anche Miami Vice
contiene una vasta gamma di canzoni di varia matrice. Per la
realizzazione della colonna sonora di questo film, però, è bene
notare come Mann decise di prendere apertamente le distanze da
quella utilizzata per la serie televisiva. Il compositore di
quella, JanHammer, non venne ad
esempio contattato per collaborare a questo film. Si ritrovano
dunque brani come In The Air Tonight, il pezzo musicale che
apre l’album discografico del film, il quale è una rivisitazione di
un pezzo di Phil Collins da parte dei
Nonpoint, una band nu metal di Miami. Vi si
trovano poi anche due canzoni di Moby, una dalle
tonalità techno (Anthem) e l’altra dalle tonalità
malinconiche (One Of These Mornings);
Gli addetti alla colonna sonora sono
John Murphy, King Britt e
Klaus Badelt, i quali hanno poi incluso anche
artisti come i Felix da Housecat con il remix di
un pezzo di Nina Simone (Sinnerman), gli
scozzesi Mogwai con due canzoni rock strumentali e
i Goldfrapp con la sensuale canzone Strict
Machine. Infine i ritmi latini delle canzoni di Emilio
Estefan e di Manzanita.Il brano che apre
il film e che accompagna i trailer, Numb/Encore dei
Linkin Park assieme al rapper
Jay-Z, non è incluso invece fra le 17 tracce della
colonna sonora. Stessa cosa accade per Wide Awake e Shape
of Things to Come degli Audioslave, nonostante
siano poi presenti nel film.
Miami Vice: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Miami Vice grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di lunedì 13 dicembre alle ore
21:00 sul canale Iris.
I film e le serie tv del MCU
hanno regalato innumerevoli citazioni memorabili da parte dei suoi
personaggi iconici che hanno accompagnato i fan dal 2008.
Alcune di queste, sono state
cruciali per definire l’arco dei personaggi, altre a trasmettere un
messaggio profondo, altre ancora sono talmente tanto divertenti che
sono diventate indimenticabili: vediamo assieme quali sono le 20
migliori in assoluto!
“Cos’è il dolore se non l’amore che
persiste?”
La frase di
Visione sul dolore è la citazione più memorabile
in WandaVision
ed è già diventata una delle più memorabili dell’intero MCU.
Non solo queste parole catturano sinteticamente l’essenza
dell’intera trama di WandaVision, ma offrono anche un punto
di vista preciso sul senso del dolore.
Mostra il dolore come un segno di
forza, un modo per l’amore di perseverare oltre la morte e che può
permettere di amare ancora di più dopo una dolorosa perdita. Anche
se il fratello di Wanda, Pietro,
e il Visione che amava sono morti, il suo amore
per loro persevererà sempre.
“Ti amo 3000”
Tony Stark
ha salvato l’universo, ma il messaggio che ha lasciato in caso di
morte dimostra che pensava sempre alla sua famiglia. Riprendendo la
citazione della figlia, Tony esplicita quanto
l’abbia amata e che, anche se è scomparso, il suo amore nei
confronti della piccola non svanirà mai.
È il messaggio più semplice, ma più
dolce e potente che Tony potesse lasciare. Questa
citazione è arrivata anche ad incapsulare come i fan del MCU
si sentono nei confronti di Tony Stark, poiché è
impossibile misurare adeguatamente il profondo amore e
apprezzamento che hanno sempre avuto per il personaggio.
“Tu non sarai mai un dio”
La migliore citazione di
Loki nel MCU
arriva proprio prima di essere ucciso da Thanos:
Loki sa per esperienza personale che c’è un prezzo
più che salato da pagare per essersi spinti troppo in là in nome di
un senso distorto della giustizia. Mentre Thanos
si sente fiducioso e sicuro di sé riguardo al suo piano per
riportare l’equilibrio nell’universo, Loki
riconosce l’arroganza del Titano Pazzo.
Prima di esalare l’ultimo respiro,
Loki rimarca il fatto che Thanos
non è un dio e mai lo sarà, il che si rivela essere vero, poiché è
proprio il comportamento divino di Thanos ad
essere la sua rovina.
“Asgard non è un luogo. Non lo è
mai stato. Potrebbe essere qui. Asgard è dove si trova il nostro
popolo”
Le sagge parole di
Odino a Thor sono essenzialmente
una versione aggiornata della celebre citazione “Casa è dove si
trova il cuore”: cerca di far capire a Thor che
ciò che Asgard è lo definisce il suo popolo e non la sua posizione
nell’universo.
Questo aiuta Thor a
capire che può salvare la sua casa e il suo popolo da
Hela, anche se questo significa distruggere ciò
che ha rappresentato Asgard, ovvero la sua casa da quando è nato.
Ma anche se il luogo fisico viene distrutto, Asgard continua a
vivere attraverso la sua gente.
“Ti avrà anche generato magari, ma
non era tuo padre!”
I film di Guardiani della Galassia sono fortemente
incentrati sull’importanza fondatrice della famiglia: uno dei
migliori momenti che lo dimostra è nel sequel, quando diventa
chiaro che Yondu è stato più una figura paterna
per Peter Quill di quanto lo sia mai stato
Ego.
Ego sarà anche il
padre biologico di Peter, ma
Yondu è quello che ha cresciuto
Peter, era sempre lì per lui e lo ha plasmato
rendendolo l’uomo che è diventato. Ciò lo rende una vera e propria
figura paterna per Peter, il che è ulteriormente
consolidato quando Yondu sacrifica la sua vita in
modo che Peter possa vivere.
“Stiamo affrontando un esercito di
robot… e io ho un arco e delle frecce. Nulla di tutto questo ha
senso”
Molto prima della sua serie
tv da solista su Disney+,
avevamo già imparato a conoscere bene il paradosso associato ad
Occhio di Falco: non aveva superpoteri, ma
continuava a trovarsi in situazioni in cui tutti gli altri li
avevano. Questo è ciò che rende la sua battuta in Avengers: Age Of Ultron così perfetta.
Clint Barton ha
sempre riconosciuto la stravaganza di quanto gli stava accadendo,
ma è sempre sceso in campo – proprio come tutti gli altri eroi.
“A qualunque costo…”
Captain
America è sempre riuscito a ispirare i Vendicatori, anche
tramite le sue parole, così come fa in Avengers: Endgame.
Steve Rogers ha
ricordato alla sua squadra più e più volte che avrebbero fatto
“tutto il necessario” per riportare indietro chi era stato
spazzato via dallo Snap di Thanos…”a qualunque
costo“; questo è diventato il mantra dei Vendicatori, parte di
ciò che ha reso la posta in gioco del film così alta: ogni singolo
eroe era disposto a perdere la vita per salvare tutti gli
altri.
“Se non sei niente senza questa
tuta allora non dovresti averla”
Tony Stark
è diventato il mentore di Peter Parker quando
questi si è unito al MCU,
ma il loro rapporto non è stato affatto rose e fiori: Peter voleva
fortemente dimostrare di essere un eroe valido come il resto dei
Vendicatori, nel corso di Spider-Man: Homecoming, il che l’ha visto
spesso scontrarsi con Tony.
Anche se era stato dotato da
Tony di una tuta tecnologicamente avanzata,
Peter ha dovuto capire prima di tutto chi era
senza di essa: ha dimostrato, proprio come Tony,
che tutta la tecnologia del mondo non fa un eroe, ma le scelte che
si prendono.
“Non ho niente da dimostrarti”
Come primo film da solista
nel MCU,
sembrava che Captain Marvel avesse molto da
dimostrare al pubblico e tutta la potenza dell’eroina è stata
incanalata nello scontro finale con Yon-Rogg.
Yon–Rogg ha cercato di spingere
“Vers” a combattere contro di lui senza i suoi poteri, cercando di
dimostrare quanto potesse valere all’agente Kree
che aveva presumibilmente investito così tanto tempo e risorse in
lei. Dopo il suo tradimento e il modo in cui le ha impedito di
essere se stessa, Carol Danvers ha finalmente
capito di essere libera di abbracciare pienamente i suoi
poteri.
“Non è sola”
Quando i Vendicatori
affrontano le forze di Thanos a
Wakanda, assistiamo a una battaglia sconcertante,
in cui i nostri eroi e i loro alleati in di Wakanda vengono
rapidamente sopraffatti. Quando Scarlet Witch si
unisce alla battaglia, viene derisa da Proxima
Midnight sul fatto che morirà da sola in battaglia, il che
ha portato a una delle citazioni più memorabili di Black Widow.
È un piccolo, ma significativo
momento, in quanto, prima che si unisse alla squadra, Natasha era
l’unica vendicatrice donna. Ha preso Wanda sotto
la sua ala, e le due hanno unito le forze con
Okoye in battaglia per respingere
Thanos. Il loro piccolo team-up sarebbe stato
ripreso più tardi – senza Natasha – in Endgame con molte più donne e uno sguardo a
come il MCU
era cambiato in un decennio.
“Posso farlo tutto il giorno”
Questa battuta va di
diritto nella categoria “citazione che definisce il personaggio”:
non vi è infatti frase di Capitan America più
memorabile per descrivere Steve Rogers.
Dall’essere brutalmente picchiato da ragazzino debole nei vicoli,
ad affrontare robot e alieni come eroe nazionale, il suo modo di
affrontare i problemi è sempre rimasto lo stesso. È sempre disposto
a rischiare la vita per un bene superiore e sa che nulla è più
importante che salvare le vite degli altri.
In altre parole, non importa quanto
disfatto, malconcio o stanco sia Capitan America:
sarà sempre pronto a combattere fino alla fine. Dopo aver ripetuto
la stessa citazione in tre film a tre diversi avversari,
Steve Rogers ha reso abbastanza chiara l’idea che
possa “fare questo tutto il giorno”.
“Questo è il mio segreto, Cap; sono
sempre arrabbiato”
The
Avengers è stato pieno di momenti folli e
sbalorditivi, ma probabilmente la migliore entrata in scena nel
film è stata quella di Bruce Banner all’ultimo
minuto che, con una virata di 180 gradi si è trasformato in
Hulk, scagliando un pugno direttamente in faccia
all’alieno gigante. In una manciata di secondi,
Banner è passato da scienziato nervoso e nerd a
inarrestabile, tostissimo Vendicatore.
È una delle uniche volte in cui è
riuscito a rimanere assolutamente calmo in tutto il MCU.
La citazione serve anche come parte cruciale dell’arco di
Hulk: affermando che “è sempre
arrabbiato” prima di trasformarsi nel gigante verde, rivela
che Bruce Banner ha ora il controllo totale su
Hulk.
“Wakanda per sempre!”
Dopo il successo
inaspettatamente clamoroso di Black Panther, “Wakanda forever” è
diventato l’ultima aggiunta al dizionario americano, un inno
ripetuto ovunque: fan, celebrità e atleti di livello mondiale hanno
diffuso la Black Panther-mania con i loro tentativi di replicare il
saluto wakandiano a braccia incrociate.
Questo grido di guerra/saluto è
diventato lo slogan non ufficiale del film ed è stato apprezzato
così tanto che il sequel di Black Panther sarà
proprio intitolato Wakanda Forever.
“Io sono Iron Man”
Queste quattro parole sono
state artefici della creazione del Marvel Cinematic
Universe come i fan lo conoscono ora; fino all’avvento
di Iron Man, i supereroi hanno sempre avuto una
caratteristica necessaria: avevano bisogno di identità segrete.
Peter Parker ha lottato con la sua identità in tre
film, Batman si è sempre battuto per non lasciare
mai trapelare il suo vero io e la famiglia Parr
della Pixar è
stata sempre molto attenta a tenere segreti i suoi poteri.
Al contrario, Tony
Stark non arriva mai a sperimentare nessuno di questi
problemi e decide semplicemente di rivelare al mondo intero la sua
vera identità sulla televisione nazionale. È stata una fine
perfetta per un film innovativo e la maniera ideale per mostrare
sia la natura egocentrica e violenta di Stark che
la sua personalità benevola ed eroica.
“Abbiamo un Hulk”
Iron Man
dichiarò per la prima volta il possesso di un Hulk
da parte dei Vendicatori per intimidire Loki, la
più grande minaccia della Terra, durante la battaglia di New York.
Bruce Banner riuscì poi a palesarsi da New York, a
Sokovia, a un altro pianeta e infine a un’astronave asgardiana
accompagnato da un ormai eroico Loki. Il Dio
dell’inganno ha poi ripetuto la medesima citazione per intimidire
Thanos, la più grande minaccia dell’universo.
Quella che all’inizio era solo una
frase divertente e buttata lì, è diventata qualcosa di molto più
significativo: ha sancito il viaggio di Loki da
cattivo imbroglione a eroe non riconosciuto. Come bonus aggiuntivo,
ha anche introdotto i fan alla prima scena di lotta epica di
Infinity War: un Hulk contro
Thanos, che purtroppo finisce in una sconfitta
imbarazzante per il gigante verde.
“C’era un’idea…”
“C’era un’idea, Stark
lo sa, chiamata Iniziativa Avengers. L’idea era di riunire un
gruppo di persone notevoli, vedere se potevano diventare qualcosa
di più. Capire se potevano lavorare insieme quando avevamo bisogno
di loro per combattere le battaglie che non abbiamo mai potuto
fare“.
Questo monologo iconico era l’ultimo
passo di Nick Fury per riuscire a rendere realtà
l’iniziativa degli Avengers attentamente
pianificata, a cui aveva lavorato da quando aveva invaso la casa di
Tony Stark nella sua prima apparizione. Anni dopo,
il primo trailer di Infinity War inizia con lo stesso discorso,
che non è solo motivazionale: questi sono i Vendicatori. Un gruppo
di persone straordinarie, che hanno lavorato insieme per diventare
qualcosa di più e per combattere le battaglie che nessun altro
poteva. È esattamente quello che sono riusciti a fare nei primi due
film degli Avengers e ciò che hanno trascurato in
Civil War, che poi è letteralmente costato
loro metà dell’universo.
“Noi siamo Groot!”
Per un estraneo al MCU,
questa citazione non ha assolutamente senso: tuttavia, per i fan
della Marvel, si collega ad un momento
unico nella sua commovente rarità. Per un personaggio che è capace
di pronunciare solo le parole “‘Io’ e ‘sono’ e ‘Groot’,
esclusivamente in questo ordine”, come dice
Rocket, sentirlo aggiungere una nuova parola al
suo vocabolario limitato è incredibile: ascoltare il pronome “io”
essere sostituito dal collettivo “noi” ci ha commosso
enormemente.
Sentirlo dire “noi siamo
Groot” come ultimo saluto mentre sacrifica la sua vita per
salvare i suoi compagni Guardiani è… straziante. E sì, secondo
James
Gunn, regista di Guardiani della Galassia,
Groot è davvero morto e il bambino/adolescente
Groot che i fan hanno visto da Guardiani della Galassia Vol. 2 sarebbe suo
figlio.
“Se non riusciremo a proteggere la
Terra stai pur certo che la vendicheremo!”
Questa famosa citazione
potrebbe essere stata ignorata all’epoca come una semplice battuta
da parte di Tony Stark per intimidire
Loki in The Avengers. Tuttavia, era praticamente
impossibile che qualcosa di così significativo non fosse legato a
un ipotetico film futuro: infatti, anni dopo, Infinity War e
Endgame hanno dato a questa frase un significato
completamente nuovo.
Sorprendentemente, i fan hanno visto
di rado i Vendicatori… vendicarsi propriamente. Hanno vendicato la
“morte” di Phil Coulson nel loro primo film, che
in realtà non è da tenere in considerazione a causa degli eventi di
Agents of S.H.I.E.L.D.
“Dormammu, sono venuto a
patteggiare”
Questa lista è piena di
citazioni, cruciali per un personaggio o per l’intero MCU,
ma questa battuta di Doctor Strange è totalmente a sè
stante: l’unico motivo per cui viene menzionata è che è diventata
una delle battute più citate nel MCU.
E lo è diventata nel giro di pochi minuti, quando Doctor
Strange ha intrappolato il sovrano della Dimensione Oscura
in un loop temporale scandito da un’onda infinita di parole
ripetute.
Ma questa citazione è in realtà più
che uno scherzo fastidioso: questa insolita, ma intelligente
tattica ha portato ad un atto finale totalmente innovativo in un
film Marvel che non è incentrato su una
scena di combattimento.
“Avresti dovuto mirare alla
testa”
Molti considerano
Thanos come il più grande cattivo del MCU:
uno dei fattori che contribuiscono a ciò sono sicuramente i suoi
monologhi memorabili, primo fra tutti quello iniziale di Infinity War, grazie al quale il Titano Pazzo
si afferma come il nemico definitivo. “Temilo. Scappa da lui.
Il destino arriva lo stesso. E ora, è qui. O dovrei dire, sono
io” dice, mentre mostra la Pietra del Potere
sul suo guanto.
Anche prima di Infinity
War,Thanos ci ha fatto venire i brividi
nella scena post-credits di Age Of Ultron, dove
indossa per la prima volta il Guanto dell’Infinito
e dichiara minacciosamente: “Bene, lo farò da solo”. Durante
Infinity War, ci sono innumerevoli altri esempi di
battute sia minacciose che toccanti, ma una sola citazione combina
queste due in modo indimenticabile, ovvero la frase con cui
Thanos spazza via metà dell’universo. “Avresti
dovuto puntare alla testa“.
Il primo trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part One)
ha rivelato che i protagonisti di Spider-Man: Un nuovo universo, Miles
Morales e Spider-Gwen, dovranno
affrontare Spider-Man 2099. Molto probabilmente,
avranno anche a che fare con molte altre varianti di Spider-Man
provenienti da tutto il multiverso, comprese molte delle migliori
versioni di Spider-Man della Marvel Comics.
Il multiverso è diventato una parte
sostanziale della storia di Spider-Man, facendo convergere non solo
le realtà di Miles Morales e Gwen
Stacy ma presentandoci anche nuovi personaggi: su questa
scia, dopo l’uscita del First Look di Across the Spider-Verse, i fan si stanno
chiedendo quali altri personaggi dei fumetti di
Spidey potrebbero essere introdotti in questo
secondo capitolo.
Spider-Man Zombie
Dato
che la realtà alternativa dei fumettiMarvel Zombies
sta ottenendo la propria serie animata suDisney+,
è molto probabile che anche la versione zombie di
Spider-Man
appaia nel nuovo film. Questa variante di
Peter Parker,
infettata dal temuto virus zombie, potrebbe fungere da cattivo in
una nuova storyline, dato che è in realtà una delle versioni più
potenti dell’Uomo Ragno.
Spider-ManZombie non solo è diventato effettivamente
immortale grazie al virus, ma ha anche ottenuto il Potere Cosmico
quando lui e altri zombie hanno attaccato
Galactus: ciò lo rende potenzialmente un nemico
affascinante e terrificante nel multiverso.
Silk
È facile immaginare che
Silk apparirà ad un certo punto in Across the Spider-Verse (Parte Uno) oppure nel
secondo capitolo, che uscirà nel 2023. Cindy Moon
non proviene da una realtà alternativa, ma è originaria della
Terra-616: è una studentessa che è stata morsa dallo stesso ragno
di Peter e si configura quindi come una versione
alternativa, femminile, dell’iconico personaggio.
Silk potrebbe
aggiungersi al film d’animazione, provenendo da un universo
differente da quello di Miles, ma sicuramente manterrebbe i suoi
poteri unici, che includono la capacità di generare ragnatele di
tessuto organico, diverse dalla varietà meccanica di Peter.
Spider-Man U.K.
Spider-Man
U.K. è anche il Capitain Britain del suo
universo, il che lo rende ideale per un’ipotetica apparizione in
Across the Spider-Verse: in quanto membro del
Captain Britain Corps, questa versione di
Spider-Man ha il compito di difendere il
multiverso dalle minacce del Magistrato Omniversale,
Saturnyne.
William Braddock
potrebbe plausibilmente apparire anche in altre circostanze: il
capitano Carter è effettivamente il capitano britannico del
MCU,
oltre che guardiano del multiverso. Spider-Man U.K. potrebbe quindi
potenzialmente apparire nella stagione 2 di What If…?
Lady Spider
Lady
Spider
è una delle migliori versioni alternative di
Spider-Woman
nei fumetti e sarebbe molto divertente includerla inAcross the Spider-Verse:
l’eroina proviene dalla realtà alternativa a tema steampunk di
Terra-803. Il suo costume unico, che presenta bizzarre zampe di
ragno alimentate a vapore, sarebbe reso perfettamente dal punto di
vista grafico.
Nella sua realtà combatte i
Sinistri Sei in stile steampunk e si è incrociata
con molte altre varianti di Spider-Man e
Spider-Woman nei fumetti, il che dovrebbe
identificarla come una candidata ideale per un’apparizione nel
film.
L’Uomo Ragno Superiore
Una delle migliori versioni
di Doctor Octopus è apparsa nel primo film
Into The Spider-Verse del 2018, ovvero
Olivia Octavius, con cui i nostri eroi si devono
scontrare. Un’altra grande versione dai fumetti che potrebbe
apparire è lo Spider-Man Superiore, che in realtà
non è altro che Otto Octavius nel corpo di
Peter Parker.
Un Octavius morente
ha scambiato la sua coscienza con quella di
Parker, ottenendo la giovinezza e il potere
dell’Uomo Ragno per un periodo di tempo e
apparentemente condannando Peter Parker alla morte
nel corpo malandato di Otto.
Spider-Hulk
Ci sono state un paio di
versioni di “Spider-Hulk” nella Marvel Comics: entrambe sarebbero
ottime aggiunte al prossimo film, per combinare l’ agilità
dell’Uomo Ragno e la forza bruta di
Hulk. Spider-Hulk è apparso per
la prima volta in Web of Spider-Man #70
negli anni ’90, quando l’Uomo Ragno ha ottenuto i
poteri di Hulk.
La seconda versione è apparsa nel
fumetto del 2020 Immortal Hulk: Great
Power, che in questo caso ha dato a Bruce
Banner i poteri dell’Uomo Ragno; entrambe
le iterazioni del personaggio sarebbero molto divertenti nel
film.
“May Day” Parker
May “May Day”
Parker è la figlia di Peter Parker e
Mary Jane Watson in Terra-982, la casa
dell’universo MC2: è un grandioso ed estremamente divertente
personaggio, che avrebbe senso apparisse in Across the Spider-Verse.
May Parker sviluppa
i suoi poteri da adolescente e prende il posto del padre dopo che
questi è stato gravemente ferito in una battaglia. Ha anche già
avuto a che fare con le altri varianti dell‘Uomo
Ragno nei fumetti, il che rende probabile che lo farà
anche nella versione animata.
Capitan Universo
La variante Captain
Universe dell’Uomo Ragno è uno degli
esseri cosmici più potenti dell‘Universo
Marvel, il che lo rende un personaggio da dover
assolutamente far debuttare nel MCU;
oltretutto, ci sono un paio di versioni di Captain
Universe, tra cui scegliere.
Peter Parker
ottiene i poteri di Capitan Universo in maniera
fortuita, alla fine del crossover degli anni ’90 Acts of
Vengence. Durante il crossover
Spider-Geddon che ha riunito molteplici varianti
dell’Uomo Ragno molti anni dopo, anche Miles
Morales è stato dotato della forza cosmica.
Ben Reilly
Una delle versioni più
significative di Spider-Man nei fumetti è il clone
di Peter Parker,Ben Reilly.
Reilly è emerso dal “Clone
Sage“, un enorme crossover degli anni ’90 che
all’epoca fu percepito in maniera controversa dai fan, proprio per
l’ aver sostituito Peter con il personaggio di
Ben. Da allora, tuttavia, Ben è
diventato un membro benvoluto della famiglia allargata
dell’Uomo Ragno.
Si potrebbe introdurre Ben
Reilly in Across the Spider-Verse semplicemente
rendendolo un’altra variante di Spider-Man, senza
dover per forza entrare nelle complessità del “Clone Sage”, la cui
storyline ha poi incorporato diversi cloni differenti.
Supaidāman
Supaidāman
è la versione dell’Uomo Ragno della serie
giapponese live-action del 1978 sull’eroe titolare. La serie era
composta da 41 episodi e la sua fama si è estesa ben oltre il
Giappone, rendendo questa versione una scelta perfetta da esplorare
nel multiverso.
Nonostante abbia un costume che è
più o meno lo stesso di quello del fumetto,
Supaidāman ha delle differenze nella backstory e
nei poteri che lo distinguono. Infatti, Takuya
Yamashiro ottiene i suoi poteri da un alieno dopo che
un’astronave si schianta vicino a casa sua.
Sempre più negli ultimi decenni
cinema e televisione si sono scambiati i rispettivi canoni
influenzandosi sempre più. La possibilità della TV di avere
trasmissioni in diretta è in particolare una delle possibilità che
la settima arte ha cercato di inglobare all’interno dei propri
meccanismi tecnici o narrativi. Ciò che accade in diretta, infatti,
conferisce una certa imprevedibilità al tutto, che favorisce la
presa sugli spettatori. Da questo principio nasce così
Live! Corsa contro il tempo, che unisce
tale potenzialità ad una storia di genere thriller crime. Questo è
stato diretto nel 2019 da Steven C. Miller, già
affermatosi come regista di First Kill e Escape Plan 2.
Esperto di questo genere, Miller si
è affidato ad una serie di noti attori del cinema e della
televisione per dar vita a questo suo ultimo progetto. Girato in
tempi brevissimi, Live! Corsa contro il tempo si è
dimostrato un buon prodotto del suo genere, con tutte le principali
caratteristiche del suo genere di riferimento. Ad avvalorare il
tutto vi è però l’occhio instancabile delle telecamere, che
riprendono ogni cosa vissuta dal protagonista dando l’impressione
di sta vedendo qualcosa che accade in diretta davanti a noi.
Accolto da una discreta accoglienza di critica e pubblico, il film
è in realtà inedito in Italia.
Questo non ha infatti mai conosciuto
il buio della sala cinematografica, passando direttamente su alcune
delle principali piattaforme streaming. Si tratta però di un titolo
particolarmente interessante per gli appassionati del genere, che
merita di essere riscoperto. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Live! Corsa contro il tempo: la
trama del film
Protagonista del film è
FrankPenny, un solitario ed
impulsivo poliziotto di Birmingham, in Alabama. Dopo aver commesso
un grave errore durante una passata missione di lavoro, che ha
compromesso la sua intera carriera, si trova oggi rassegnato e
senza ambizioni in attesa di una nuova chance per potersi
riscattare. L’occasione gli si presenta quando la figlia di 11 anni
del commissario della polizia, Volk, viene rapita
e tenuta nascosta in un posto segreto della città. Penny ha a
disposizione solo 80 minuti per mettere insieme tutti gli indizi e
trovare la ragazza prima che sia troppo tardi.
Per riuscire nella missione il
poliziotto farà a modo suo sfidando gli ordini del capo arrabbiato
e preoccupato per la sua bambina. Durante le indagini, inoltre,
Penny avrà a che fare con Ava Brooks, una giovane
vlogger ambiziosa che armata di telecamera riprenderà l’intera
caccia al killer trasmettendola in diretta streaming sui social,
con l’intenzione di rivelare la verità sull’attività della polizia.
Con la pressione di ogni sua mossa sotto gli sguardi di tutti,
Penny si trova a dover dar vita ad una vera e propria corsa contro
il tempo per salvare la bambina e riacquistare la propria
credibilità come poliziotto.
Live! Corsa contro il tempo: il
cast del film
Ad interpretare l’agente Frank Penny
vi è l’attore Aaron Eckhart,
celebre per film come Thank You For Smoking, Il cavaliere oscuro, Qualcosa di speciale e
Sully. Non nuovo ad
opere di genere d’azione, l’attore si è preparato a questo
attraverso un addestramento fisico che gli permettesse di dar vita
anche alle sequenze più complesse. Inoltre, Eckhart ha avuto modo
anche di imparare a maneggiare alcune delle armi più comuni tra gli
agenti di polizia, al fine di risultare più realistico nella sua
interpretazione. Accanto a lui, nei panni della vlogger Ava Brooks
vi è invece l’attrice Courtney Eaton. Modella
australiana, questa è già apparsa al cinema con i film Mad Max:
Fury Road e Gods of Egypt.
Giancarlo
Esposito, celebre per essere stato Gus Fring in
Breaking Bad e Moff Gideon in The Mandalorian, interpreta qui Volk,
capitano di polizia la cui figlia è stata misteriosamente rapita.
Anche l’attore ha avuto modo di prepararsi al ruolo in modo
speciale, incontrando diversi capi di polizia e apprendendo da loro
le varie procedure che si è soliti seguire in casi di rapimento.
L’attrice Dina Meyer, celebre per le serie
Beverly Hills 90210 e Birds of Prey, è qui
presenti nei panni di Ruth Carter. Ben McKenzie è
invece Dean Keller. L’attore è meglio noto per aver interpretato
Ryan Atwood nella serie The O.C. e il giovane James Gordon
in Gotham. L’attrice Jessica Lu, infine,
è Clover.
Live! Corsa contro il tempo: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Live! Corsa contro il
tempo è infatti disponibile nei cataloghi di
Amazon Prime Video e Infinity. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
13 dicembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Chloë Grace Moretz
è una di quelle attrici da tenere d’occhio per il prossimo futuro.
La giovane attrice americana ha già dimostrato più e più volte, nei
suoi quindici anni e più di carriera, di avere un talento innato
per la recitazione. Il suo viso dolce e sempre solare, insieme alle
sue capacità, ha saputo conquistare tante diverse fasce del
pubblico di tutto il mondo che si affezionato a lei e l’ha vista
crescere.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Chloë Grace Moretz.
2. Chloë Grace Moretz è
anche doppiatrice. Nel corso della sua carriera, Chloë
Grace Moretz ha vestito anche i panni della doppiatrice. L’attrice,
infatti, ha lavorato al doppiaggio delle serie A scuola con
l’imperatore (2006), I miei amici Tigro e Pooh
(2007-2009) e American Dad! (2014), e dei film animati
Bolt – Un eroe a quattro zampe (2008), La storia della principessa
splendente (2014), La famiglia Addams(2019),
nei panni di Mercoledì, Scarpette rosse e i sette
nani (2019) e La famiglia Addams 2(2021).
Ha inoltre partecipato al doppiaggio dei videgiochi Kick-Ass:
The Game (2010) e Dishonored (2012).
Chloë Grace Moretz: età, altezza e
fisico dell’attrice
3. Chloë Grace Moretz è
piccoletta. Nonostante sembri molto slanciata, Chloë Grace
Moretz in realtà è piccoletta: l’attrice, infatti, è alta 163
centimetri. tuttavia, la sua è una statura che può essere
considerata media e la Moretz non ha avuto nessun tipo di problema
per questo, riuscendo a dare vita a tutti i suoi personaggi
serenamente. Nata il 10 febbraio del 1997, la Moretz ha oggi 24
anni.
4. Chloë Grace Moretz è
stata vittima di body shaming. Quello del body shaming
sembra un tunnel senza uscita e sembra proprio che questi attacchi
ignoranti e sessisti non abbiano fine. Anche Chloë Grace Moretz ha
ricevuto degli attacchi per la sua forma fisica, avvenuti quando
aveva 15 anni e si trovava sul set di un film. L’attrice, infatti,
fu attaccata dal suo collega che vestiva i panni del suo ragazzo
sul grande schermo e che riuscì a farla piangere. Più grande di lei
di circa 7-8 anni, l’attore si permise di criticarla per il suo
peso, dicendole che non sarebbe mai uscito con lei nella vita reale
perché troppo grossa.
Chloë Grace Moretz Instagram
5. Chloë Grace Moretz ha un
profilo Instagram molto seguito. Come la maggior parte dei
suoi colleghi, anche Chloë Grace Moretz si è lasciata affascinare
dal social Instagram, tanto da dare vita ad un proprio account
ufficiale, seguito da qualcosa come 19,5 milioni di persone.
L’attrice è molto attiva sul social e sulla sua bacheca vengono
postate prevalentemente foto che ritraggono protagonista di
campagne pubblicitarie o progetti cinematografici in via di
sviluppo, ma anche di progetti umanitari e sociali. Poche le foto
in cui la si vede durante momenti di vita quotidiana con la
famiglia o gli amici.
6. Chloë Grace Moretz ha
dichiarato il suo amore per Brooklyn Beckham su Instagram.
Durante i cinque anni di frequentazione (con una lunga pausa di
riflessione nel mezzo), Chloë Grace Moretz non si è trattenuta dal
pubblicare scatti che la ritraevano con la sua dolce metà di
allora, Brooklyn Beckham. Sono molte le foto, tuttora presenti, che
la vedevano sorridente accanto a quello che oggi è il suo ex,
proprio come i comuni mortali. Tuttavia, quando i due non si sono
più frequentati, la Moretz aveva mandato qualche messaggio
subliminale, pubblicando nelle storie la citazione di Be
Careful, canzone Cardi B, che parla di
tradimento e di un avvertimento per chi pratica una ferita al suo
cuore.
Chloë Grace Moretz: chi è il suo fidanzato
7. Chloë Grace Moretz è
stata fidanzata con Brooklyn Beckham. Circa sei anni fa,
Chloë Grace Moretz e Brooklyn Beckham avevano
iniziato a frequentarsi come amici, ma qualcosa, negli anni, è
cambiato. I due, infatti, sono usciti allo scoperto nel 2016.
Nonostante il periodo di riflessione iniziato nell’ottobre dello
stesso anno e durato fino all’autunno dell’anno dopo (pare per
colpa della distanza), i due sono rimasti insieme fino all’aprile
del 2018. Non è chiaro cosa sia successo (si vocifera che il
giovane Beckham l’abbia tradita), ma i due si sono detti addio e
pare che abbiano preso strade diverse sin da subito.
Chloë Grace Moretz in Lo
sguardo di Satana –Carrie
8. Ha potuto lavorare solo
poche ore al giorno. Nel film del 2013 Lo sguardo di
satana – Carrie, nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di
Stephen King, la Moretz ha interpretato proprio il ruolo della
protagonista Carrie, ragazza dotata di poteri telecinetici. Poiché
al momento delle riprese era minorenne, le era permesso lavorare
soltanto per otto ore al giorno. Molte delle scene in cui il
personaggio è presente sono state girate utilizzando una
controfigura.
9. Ha costruito la propria
versione del personaggio. Questo in cui la Moretz ha
recitato è il quarto adattamento per il cinema del romanzo di King.
In preparazione al provino per la parte, la giovane attrice ha
dichiarato di non aver guardato nessuna delle precedenti versioni
cinematografiche, al fine di non esserne influenzata. Anche dopo
aver ottenuto la parte, la Moretz non ha voluto guardare quei film,
evitando così di esserne influenzata e avere più possibilità di dar
vita alla propria versione del personaggio.
Chloë Grace Moretz e Kate Harrison
10. Chloë Grace Moretz
frequenta una modella. Da quando Chloë Grace Moretz
e Brooklyn Beckham si sono detti addio nella primavera del
2018, entrambi si sono rifatti una vita sentimentale. Se lui è
avvistato prima mentre baciava Lexi Wood, una modella di Playboy, e
poi mentre frequenta la modella Hana Cross, lei (dopo una
chiacchierata frequentazione con Dylan O’Brian) pare stia
frequentando la modella Kate Harrison. Le solite
voci di corridoio affermano anche che le due già convivano in una
casa a Los Angeles.
Apple TV+ ha diffuso il trailer di Servant
3, l’attesa terza
stagione di Servant,
la serie di successo creata e prodotta da M. Night
Shyamalan. La nuova stagione di 10 episodi debutterà con
il lancio del primo il 21 gennaio 2022 su AppleTV+, seguito da un
nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.
Tre mesi dopo aver lasciato la casa
dei Turner, nella seconda stagione, ora le cose sembrano tornate al
loro posto. Dorothy e Sean stravedono per Jericho, Julian ha una
nuova fidanzata e Leanne è tornata a casa. Sotto la minaccia
incombente del culto e con visitatori sospettosi appostati in un
parco nelle vicinanze, Leanne fa tutto il possibile per sentirsi al
sicuro, portando ancora più scompiglio nella famiglia Turner. Nel
momento in cui Sean inizia a confidare nel potere di Leanne,
Dorothy si sente sempre più minacciata e preoccupata per la
sicurezza di Jericho. Mentre i Turner lottano per mantenere integra
la loro famiglia, devono fare i conti con il prezzo del ritorno di
Jericho. Meglio fare attenzione a ciò che si desidera.
https://youtu.be/q2RpsLfhEr4
Il cast della terza
stagione di Servant include
Lauren Ambrose, Toby Kebbell, Nell Tiger Free e Rupert Grint, a cui
si aggiunge Sunita Mani (“Spirited”, “Mr. Robot”, “GLOW”).
Producono la serie con Shyamalan
anche Jason Blumenthal, Todd Black, Steve Tisch, Ashwin Rajan e
Taylor Latham. I registi di questa stagione sono M. Night
Shyamalan, Ishana Night Shyamalan, Carlo Mirabella-Davis, Dylan
Holmes, Celine Held & Logan George, Kitty Green e Veronika
Franz & Severin Fiala; tra gli autori troviamo Ryan Scott,
Ishana Night Shyamalan, Alyssa Clark, Laura Marks, Henry Chaisson,
Amy Louise Johnson e Kara Lee Corthon. “Servant” è una produzione
di Blinding Edge e Escape Artists. La serie è stata creata dal
produttore esecutivo e scrittore nominato dalla British Academy of
Film and Television Arts Tony Basgallop.
Sono stati annunciati i candidati ai
Golden Globes 2022, i premi assegnati al cinema americano dalla
stampa estera, la Hollywood Foreign Press
Association. Ecco di seguito tutti i nominati tra
cui, nella categoria miglior film in lingua non inglese, spicca
anche E’ Stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino.
La Universal Pictures Italia ha
diffuso il teaser trailer di
Downton Abbey II: Una Nuova Era, l’atteso secondo film
del franchise Downton Abbey.
Diretto da Simon Curtis e scritto
da Julian Fellowes Downton Abbey II: Una Nuova Era è prodotto
da Gareth Neame, Liz Trubridge, Julian Fellowes. Nel cast ritorna i
protagonisti Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim
Carter, Brendan Coyle,
Michelle Dockery, Kevin Doyle, Joanne Froggatt, Harry
Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen Leech, Phyllis Logan,
Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Tuppence Middleton, Lesley
Nicol, Maggie Smith, Imelda Staunton, Penelope Wilton. In
aggiunta al cast originale ci saranno
Hugh Dancy, Laura Haddock, Nathalie Baye,
Dominic West e Jonathan Zaccaï.
“Dopo un anno molto impegnativo
con così tanti di noi separati dalla famiglia e dagli amici, è un
enorme conforto pensare che ci aspettano tempi migliori e che il
prossimo Natale ci ritroveremo con i tanto amati personaggi di
Downton Abbey”, ha detto il produttore Neame.
Anche il presidente di Focus
Features Peter Kujawski si è concentrato sui
piaceri ristoratori di un ritorno a Downton: “Non c’è
posto come casa per le vacanze e non possiamo immaginare un regalo
migliore che riunirsi con Julian, Gareth e l’intera famiglia
Downton nel 2021 per riportare a casa i Crawley per i loro
fan”.
Animali
fantastici – I segreti di Silente della Warner Bros.
Pictures è la nuova avventura del Wizarding World creato da
J.K. Rowling. Animali
fantastici – I segreti di Silente presenta un cast
guidato dal premio Oscar
Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), il due volte
candidato all’Oscar Jude Law (“Ritorno a Cold Mountain”, “Il
talento di Mr. Ripley”), con Ezra Miller, Dan Fogler,
Alison Sudol, Callum Turner,
Jessica Williams,
Katherine WaterstoneMads Mikkelsen.David Yates
ha diretto Animali fantastici – I segreti di
Silente, un film scritto da J.K. Rowling
e Steve Kloves, basato su una sceneggiatura di
J.K. Rowling. I produttori del film sono
David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves, Lionel
Wigram e Tim Lewis, mentre Neil
Blair, Danny Cohen, Josh
Berger, Courtenay Valenti e
Michael Sharp sono i produttori esecutivi.
In Animali
fantastici – I segreti di Silente Il professor Albus
Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert
Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo
del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente
affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di
guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso
Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano
vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di
seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a
lungo Silente potrà restare in disparte?
Il team creativo che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della fotografia George
Richmond (“Rocketman”, “Kingsman: Il cerchio d’oro”), lo scenografo
vincitore di tre Oscar® Stuart Craig (“Il paziente inglese”, “Le
relazioni pericolose”, “Gandhi”, i film di “Harry Potter” e
“Animali fantastici”) e lo scenografo Neil Lamont (“Solo: A Star Wars Story”, “Rogue One: A Star Wars Story”),
la costumista vincitrice di quattro Oscar® Colleen Atwood
(“Chicago”, “Memorie di una geisha”, “Alice in Wonderland”,
“Animali fantastici e dove
trovarli”) e il montatore che da tempo collabora con Yates,
Mark Day (“Animali
fantastici: i crimini di Grindelwald”, gli ultimi quattro film
di “Harry Potter”). La musica è del nove volte candidato all’Oscar®
James Newton Howard (“Notizie dal mondo”, “Animali fantastici: i
crimini di Grindelwald”, “Defiance – I giorni del coraggio”,
“Michael Clayton”, i film di “Hunger Games”).
La Warner Bros. Pictures presenta
una produzione Heyday Films, un film di David Yates,
Animali fantastici – I segreti di Silente. Il film
sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, e
l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Aprile
2022.
Tornano i cowboy e le immense
praterie del Montana di Yellowstone,
l’amatissima serie TV con
Kevin Costner, giunta ormai alla quarta stagione: dal
14 dicembre su Sky Atlantic e in streaming su NOW. Scritti e
prodotti da Taylor Sheridan, i dieci nuovi episodi
proseguono la narrazione dell’epopea neo – western sulle storie di
confine dei Dutton e il loro viscerale legame con lo sterminato e
ambitissimo ranch di cui sono proprietari da generazioni.
Yellowstone
è un’avvincente saga familiare con protagonista ancora una volta il
premio Oscar
Kevin Costnernei panni del
cowboy John Dutton. Nel cast tornano anche i figli di John,
interpretati da Kelly Reilly, Luke Grimes e
Wes Bentley, oltre a Kelsey Chow, Cole
Hauser, Gil Birmingham e Josh Holloway.
Yellowstone – quarta
stagione, la trama
John Dutton, proprietario di un
ranch nel Montana, lotta per mantenere la stabilità della famiglia
e del ranch, minacciato dai costruttori e da una riserva indiana, a
cui si aggiunge la corruzione della classe politica. Tutti hanno un
obiettivo: conquistare il territorio del ranch. La nuova stagione
inizia subito dopo l’adrenalinico finale della terza stagione, con
le vite di John, Bette e Kayce in pericolo e con Jamie contro la
sua famiglia. La guerra contro Market Equities è ancora in
corso.
In Yellowstone
4 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny
Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario
sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di
costruire su parti di Yellowstone.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 maggio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film
dei Marvel
Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto
arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
È in uscita gratuita a dicembre su
Rakuten Tv, Amazon Prime
Video e per gli abbonati del canale
Rarovideo l’opera “In the fabulous
underground”.
Il film dei registi Mauro
John Capece(Reverse, La Scultura e La Danza
Nera) e Claudio Romano(Ananke) è
stato scritto dalla docente Betty L’Innocente e si
è avvalso della collaborazione di Marco
Fioramanti, noto artista italiano e intimo amico di Anton
Perich.
Il documentario racconta la
vita straordinaria di Anton Perich, artista, fotografo, pittore e
regista underground, attivo a New York a partire dagli anni
’70.
Perich si trasferì dalla Parigi dei
Letteristi a New York dove iniziò a collaborare insieme ad Andy
Warhol come fotografo per la rivista Interview Magazine. Assiduo
frequentatore del Max’s Kansas City e dello Studio 54 ha
immortalato nei suoi scatti la “beat generation”, la “punk
generation” e la “Warhol generation”. Nel 1978 inventò la
Painting Machine, ovvero la prima macchina al
mondo in grado di dipingere; oggi è valutata come il primo
prototipo di stampante a getto d’inchiostro e plotter. Anton
Perich, considerato un pioniere dell’arte digitale, fondò nel 1978
NIGHT, lo spazio galleria interattivo per le sue opere
fotografiche. Oggi le sue fotografie sono esposte in tutte in
mondo.
“In the Fabulous
Underground”, girato tra gli Stati Uniti e la
Croazia, è un importante documento sulla nightlife della
Factory di Warhol.
Il documentario è un viaggio tra il
passato e il presente, tra Mikulići, città natale dell’artista, e
New York, sua città d’adozione. Per raccontare il fermento di
quegli anni l’opera si affida alle testimonianze di artisti quali
Taylor Mead(scrittore e attore in
numerose pellicole di Andy Warhol),SusanBlond(attualmente produttrice discografica,
al tempo nota per essere stata la prima donna andata in onda senza
veli sulla TV americana, proprio in un film di Perich) e
Victor Bockris(biografo di Andy
Warhol, Lou Reed, Patti Smith).
A rendere unico “In the
Fabulous Underground” sono i filmati inediti girati fra lo
Studio 54 e il Max’s Kansas City che mostrano personaggi del
calibro di Salvador Dalì, Muhammad Alì, Taylor
Mead e lo stesso Andy
Warhol.
Eduardo, Peppino e
Titina: da sempre e per sempre I
Fratelli De Filippo. Loro i protagonisti assoluti del
film di Sergio Rubini presentato alla Festa del Cinema di
Roma e nei cinema il 13, 14 e 15 dicembre per una uscita speciale
che anticipa il passaggio su Rai1 del 29 dicembre. Un diverso
Natale in Casa Cupiello, insomma, ci aspetta. E per una
volta l’occasione di conoscere meglio figure entrate nel mito, che
siamo spesso abituati a fotografare semplicisticamente.
Questa l’operazione del
regista pugliese, che dopo venti anni e 14 film diretti si mette
dietro la macchina da presa per raccontare il teatro, una passione
comune a quella dei tre fratelli, animati dal sacro fuoco ed eredi
putativi del grande Eduardo Scarpetta
(interpretato da Giancarlo Giannini).
Cresciuti a Napoli
all’inizio del Novecento, Eduardo, Peppino e Titina non sono mai
stati riconosciuti come figli dallo ‘zio’, che però sin da bambini
li porta con sé dietro le quinte e sul palcoscenico. Alla morte
dell’attore, ai tre non spetta nulla della sua eredità, ma il
riscatto passa per la formazione del trio De Filippo, sogno
accarezzato per anni dai tre fratelli.
Che sullo schermo hanno i
volti di Mario Autore, Domenico Pinelli e
Anna Ferraioli Ravel (rispettivamente Eduardo,
Peppino e Titina), circondati da Giovanni Esposito, Nicola
Di Pinto, Augusto Zucchi, Lucianna De Falco, Marianna
Fontana e Maurizio Casagrande, oltre
aMaurisa
Laurito, Maurizio Micheli e Vincenzo
Salemme. Un cast ricco, ampio, variegato, forse troppo,
che sicuramente aiuta i tre protagonisti a emergere in un affresco
composto da figure di contorno, nel quale sono i conflitti tra il
Vincenzo Scarpetta di Biagio Izzo e il
fratellastro Eduardo, e di quest’ultimo con Peppino, a spingere
avanti la narrazione e a catturare.
Il contesto rischia di diventare il vero protagonista
Nonostante i nomi
impegnati nella scrittura, i dialoghi non sono certamente la forza
di una produzione nata per la serialità tv, e che di quel mondo
sconta qualche difetto. Al netto di una grande cura e attenzione a
scenografie, location, costumi e ricostruzioni di un contesto che
rischia di diventare il vero protagonista. Più ancora del trio
patrimonio nazionale o di una regia che – forse per cronachistico
rispetto – non riesce a trasmettere il cuore messo nel presentare e
realizzare il progetto.
Una storia “italiana” e
“di una ferita familiare” l’ha definita lo stesso Rubini, che già
sogna un sequel, con il quale arrivare fino al 1944, quando
definitivamente le strade dei De Filippo si divisero. Che forse
farebbe bene a destinare definitivamente al piccolo schermo, senza
confusioni, ma che difficilmente potrebbe aggiungere molto –
cinematograficamente parlando – al conflitto ampiamente esplorato
in questa sede, per altro senza poter contare sulla parabola del
tanto bistrattato Peppino, dei tre il più sfaccettato e
imprevedibile, nel bene e nel male.
I personaggi sono appiattiti
L’eccessiva
caratterizzazione dei personaggi, tutti troppo netti, coerentemente
con la natura teatrale del loro habitat e della vicenda,
appiattisce un po’ alcuni passaggi. E il bilancio finale è
sicuramente indebolito da alcune immagini che verrebbe da definire
datate o poco credibili (come la versione anziana della Signora De
Filippo o certe esagerazioni dell’encomiabile Giannini e della
Laurito). E se per lo sbarco in una Milano nebbiosa e dove nessuno
“sta mai coi man in man” c’è la scusa della citazione, per
la dedica al Vesuvio siamo più dalle parti di Un posto al sole…
Non serviva insistere
sullo stereotipo, in una pièce nella quale Napoli spunta dietro
ogni angolo, in ogni scena, dalla riproposizione della poesia
Napule all’elegia della sua gente, nata per recitare e
costantemente in scena. Ma d’altronde non si potevano eliminare
sentimentalismi e napoletanità, anche nelle sue manifestazioni più
popolari, da un omaggio del genere, che nella sua circolarità si
chiude con un finale conciliatorio. Che sarà bene non scomodare
ulteriormente.
La Warner Bros. Japan (tramite
Culture Crave) ha recentemente
diffuso un nuovo trailer per The
Batman. Il trailer internazionale rivela alcune nuove
scene molto brevi del film mai viste prima, uno dei quali mostra la
parete dell’Enigmista piena di ritagli di giornale e fotografie.
Uno sguardo dentro il pozzo nero della mente del prossimo grande
villain con cui dovrà confrontarsi il Cavaliere Oscuro.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Doctor Strange lancia un incantesimo come
Scarlet Witch in un nuovo trailer di Spider-Man: No Way
Home. Come sappiamo, nel film di prossima uscita,
Spider-Man di Tom Holland sarà accompagnato da un
altro grande eroe Marvel, ovvero il Doctor Strange di
Benedict Cumberbatch.
Dal momento in cui è stato
annunciato che Doctor Strange sarebbe stato in Spider-Man:
No Way Home, gli spettatori hanno iniziato a speculare sul
suo ruolo e su eventuali connessioni che avrebbe avuto con
Doctor Strange in the
Multiverse of Madness. I trailer hanno rivelato che
Peter cerca Stephen Strange dopo aver avuto l’idea di usare la
magia per annullare la rivelazione sulla sua identità fatta da
Mysterio alla fine di Far From Home.
Tuttavia, l’incantesimo non va come
previsto, dal momento che “apre” il multiverso e i cattivi dei
precedenti franchise di Spider-Man cominciano a saltare nel
MCU. Strange è anche quello che
rivela a Peter che tutti loro sono destinati a morire combattendo
contro Spider-Man nei loro universi. Il marketing di
Spider-Man: No Way Home indica che questo
coinvolgerà Strange a svolgere un ruolo importante nel terzo atto
del film.
Nell’ultimo spot di
Spider-Man: No Way Home pubblicato da Sony, viene
mostrato un nuovo momento, molto breve, del terzo atto che vede
coinvolto Doctor Strange e include una connessione a Scarlet Witch.
Strange viene mostrato mentre lancia un incantesimo usando le rune,
proprio come quelle usate da Wanda Maximoff e Agatha Harkness in
WandaVision.
Potete vedere l’epico momento al
secondo 10 del video a seguire:
James
Gunn chiarisce alcune informazioni errate diffuse su
Internet in merito al cast confermato di Guardiani
della Galassia Vol. 3. Nello tempo che è intercorso
tra l’uscita di Guardiani della Galassia Vol. 2 e adesso, Gunn
è stato licenziato per un breve periodo dalla Disney, e in quel
periodo ha lavorato a The Suicide Squad per DC e Warner.
Ora che tutto è stato riportato alla
normalità, lo sceneggiatore-regista nella squadra Marvel preferito dai fan è al
lavoro su Guardiani della Galassia Vol.
3, che di recente ha avviato la produzione. L’uscita
del film è attualmente prevista per maggio 2023 e dovrebbe essere
l’ultimo film MCU per diversi personaggi.
Sappiamo che lLa maggior parte del
cast originale di Guardiani della Galassia tornerà
per il nuovo film, come Chris Pratt, Zoe Saldana, Karen
Gillan, Dave Bautista, Pom Klementieff, Vin Diesel e
Bradley Cooper. Anche Sean Gunn
tornerà per occuparsi della motion capture di Rocket Raccoon,
mentre Sylvester Stallone interpreterà ancora
una volta Stakar Ogord. Nel frattempo, Guardiani della
Galassia Vol. 3 ha aggiunto due nuovi arrivati:
Chukwudi Iwuji e Will Poulter, quest’ultimo nei panni di Adam
Warlock.
Tuttavia, se si prova a cercare il
film su Google, si noterà un cast molto più ricco. Gunn è
intervenuto sulla questione via social media per sfatare la falsa
lista del cast, secondo la quale Chris Hemsworth, Seth
Green, Viola Davis, Jai Courtney, Joel Kinnaman, Idris
Elba e King Bach sono tutti nel film
insieme a Poulter. “Qualcuno si sta divertendo su Google Movie
con il cast di #GotGVol3,” ha scritto Gunn prima di andare a
sottolineare che solo Poulter è confermato dall’elenco
considerevole.
Mentre l’attesa per l’arrivo al
cinema di Spider-man: No Way Home si fa sempre
meno lunga, l’account Twitter ufficiale del film
non perde occasione per prendere in giro i fan, a seguito
dell’ondata di speculazioni e teoria che sono state promosse sul
web nelle ultime settimane.
Postando una foto dal trailer del
film, in cui compaiono Spider-Man e MJ, è stato evidenziato un
pezzetto di un palazzo alle loro spalle e il post invita a
ingrandire la foto per vedere un easter egg che sicuramente è
sfuggito ai fan.
Ingrandendo la figura, però, si
legge soltanto: “Speriamo che stiate avendo una bella giornata!”
CONTROLLATE VOI STESSI A QUESTO LINK! L’idea è
semplice ma ingegnosa e prende garbatamente in giro i cacciati di
indizi e riferimenti a tutti i costi.
L’area che comprende il Vesuvio
e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente
ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli
della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti—, è la più
densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati
sarebbero catastrofici.
Abbiamo incontrato Giovanni
Troilo, regista del documentario Vesuvio,
in occasione della presentazione del film al Noir in
Festival. Documentarista di grande successo, noto
principalmente per il suo lavoro con Sky Arte, che porta avanti da
circa dieci anni (di recente abbiamo visto Frida Viva la Vida), Troilo si presenta al
festival con un documentario insolito, dal grande fascino.
Ma che ci fa un documentario sulla regione vulcanica del
napoletano nella selezione di un festival dedicato al cinema di
genere noir?
È un linguaggio al confine tra
fiction e documentario, e devo dire che questa modalità di racconto
a Napoli funziona particolarmente bene. La prima volta che ho
pensato di fare questo film, immaginavo di realizzare un
mockumentary su questo allarme eruzione, su una possibile messa in
atto del piano di evacuazione. In realtà sin dai primi sopralluoghi
è stato subito chiaro che la finzione da noi immaginata non sarebbe
stata nemmeno vagamente simile alla messa in scena del reale che
avremmo intercettato Nella maggior parte dei casi i protagonisti
delle molte storie del film non li abbiamo cercati, ci siamo
imbattuti in loro. I più importanti sono state delle vere e proprie
epifanie, spesso giunte nel momento in cui, dopo una lunga giornata
di esplorazione, eravamo ad un passo dal desistere.
Ad esempio durante le prime
giornate di sopralluoghi, dopo una serie di insuccessi, eravamo
diretti al cratere e su questa strada verso l’apocalisse, tra le
ultimissime case che affollano il cono del Vesuvio, abbiamo scorto
un’insegna: Paradise Tv! La prima epifania ci aveva portato ad
una delle storie più importanti del film.
Come hai
rintracciato i personaggi e le storie, e quanto tempo hai
impiegato?
Abbiamo iniziato con l’idea di
questo film nel 2018, ci è voluto tanto. È stato un paziente
spendere del tempo per cercare di cogliere l’essenza del luogo. In
questo senso è stato fondamentale avere un team che, innamoratosi
del progetto, ha deciso di sposarlo in toto facendosi carico dei
molti sacrifici. Oltre al produttore Davide Azzolini che ha deciso
di imbarcarsi su questo progetto totalmente al buoi, sono molto
grato al cameraman Valerio Coccoli, al fonico Renato Grieco e
soprattutto ad Allegra Nelli che è stata fondamentale nella ricerca
delle storie e nella relazione continua con questi
personaggi.
L’idea di avere tanti
protagonisti che potessero portare ad una percezione collettiva e
condivisa di questo senso del pericolo e di come ci si può
convivere, che investe tutti dalla nascita alla morte, era
necessario. Con il tempo mi sono fatto l’idea che questo gigantesco
apparato vulcanico somiglia molto a quelli che Timothy Morton
definisce iperoggetti, ovvero degli oggetti così grandi e
multidimensionali che risulta impossibile alla singola percezione
umana leggerne l’interezza.
La soluzione che abbiamo tentato
è stata quella di aggregare le singole percezioni in una sorta di
rete sensoriale collettiva per provare a leggere meglio questo
oggetto così complesso. Che continua a sfuggire soprattutto per la
così grande differenza di scala temporale che c’è tra
la vita di un apparato vulcanico e quella di un essere
umano.
Il film è molto democratico
nelle esistenze che racconta, dal Vescovo che presenzia il miracolo
di San Gennaro al fabbricante di fuochi d’artificio, tutte le
storie hanno la stessa importanza. Di alcune Giovanni
Troilo è testimone, di altre è partecipe, con domande e
interviste vere e proprie ai personaggi che di volta in volta
incontra. In base a cosa hai scelto di intervenire o
meno?
C’è una componente
istintiva molto forte per progetti di questo tipo. Dipende molto
dal tempo, ma anche dall’utilità che ci può essere nel chiedere
qualcosa, quando la storia non passa chiaramente attraverso le
immagini. Io credo fermamente che, anche di fronte alla forza delle
parole, spesso un’immagine possa essere molto più permeante. Poi
sicuramente c’è una questione di bilanciamento del racconto,
infatti non è un caso che l’aspetto informativo sia delegato al
personaggio del vulcanologo. Questo serve allo spettatore per
orientarsi, ed è lo scheletro minimo per avere la possibilità di
avere altri momenti lisergici. Il tentativo era quello di far
partire lo spettatore dalla terra ferma, e di traghettarlo pian
piano al largo. Per ritrovarsi qualche minuto dopo un po’
disorientati, per scoprire che sotto i piedi la terra non è così
fissa, ma trema, e trovarsi in un nuovo territorio con nuove regole
fisiche, in cui non si può far altro che abbandonarsi e provare a
immedesimarsi.
Nelle note di
regia scrivi “A Napoli non si è vicini o dentro a un vulcano. Si è
vulcano.” Come sei stato accolto?
Benissimo. Sono stato
felicissimo di avere la possibilità di fare un progetto del genere
a Napoli, dove avevo già fatto diversi lavori ma con un respiro
minore. È una città che mi dà una carica energetica che mi dura per
anni. Ero certo della risposta e le aspettative sono state più che
confermate.
In che modo
Vesuvio si inserisce nel tuo percorso artistico che di recente si
era focalizzato prevalentemente sul documentario
d’arte?
Ci sono dei progetti che
abbracciano archi di tempo così differenti che necessariamente
devono convivere sul piano temporale. L’ultimo lavoro di questo
tipo che avevo fatto è stato Coeurope, un documentario molto affine
nell’approccio a Vesuvio e la cui lavorazione ha richiesto
moltissimo tempo. Sarebbe bellissimo fare solo questo, ma anche
impensabile. E così ci sono questi documentari d’arte che amo
moltissimo e che da quasi dieci anni realizzo per Sky Arte. Mi
appassiona molto il fatto di poter sperimentare dei linguaggi e di
poterli portare al cinema, è capitato di recente con
Frida, con Monet e succederà di nuovo con un progetto su
Borromini.
Presentato in anteprima
al Noir in Festival a Milano,
Vesuvio uscirà a marzo in day and date, al cinema
che in streaming, sulla piattaforma IWonder di I Wonder
Pictures, accompagnato anche da presentazioni con i
protagonisti.
In Italia lo dovremmo conoscere da
diversi anni, dal momento che è lui la mente dietro a
Mental, serie Rai che nasce come remake di uno
show finlandese, ma di lui si è parlato moltissimo dall’ultimo
festival di Venezia, dove il suo
Il Cieco che non voleva vedere Titanic ha fatto
innamorare la stampa al Lido. Ora, torna in Italia con il suo
ultimo film, Nimby – Not in my backyard, presentato al
Noir in Festival: lui è Teemu
Nikki; lo abbiamo raggiunto al telefono, ecco cosa ci ha
raccontato.
Dopo Mental e Il Cieco, anche Nimby trova spazio in Italia, con
l’esordio ad un Festival del nostro Paese, cosa la lega
all’Italia?
“Prima di tutto abbiamo un distributore – risponde
Teemu Nikki, con grande semplicità e onestà –
e questo aiuta il dialogo, così i film arrivano in Italia. Per
quanto riguarda Mental è diventato un format di successo in Italia,
ma a parte questo, sembra che il pubblico italiano capisca bene il
nostro lavoro, il nostro linguaggio, il modo in cui raccontiamo le
cose.”
Nimby è una
satira sociale, politicizzata ma non cattiva. I toni sono leggeri e
a volte anche esilaranti. Che cosa era interessato a
raccontare?
“Ogni volta che
decido di fare un film è perché c’è un argomento che mi stuzzica e
che mi fa pensare. In questo caso si trattava del tema della
tolleranza, verso persone diverse, verso opinioni diverse. Quindi,
all’inizio l’idea era quella di fare una commedia, nel farlo è
diventata una commedia nera e ha assunto anche delle sfumature
politiche. Penso che in realtà quello che volevo fare era dare al
pubblico del materiale su cui riflettere. Godersi il film, sì, ma
poi cercare di capire cosa aveva raccontato, è un invito a
guardarsi allo specchio.”
Nelle note di
regia, Teemu Nikki scrive che odia quando scopre di aver avuto un
pregiudizio su qualcuno o qualcosa e che vorrebbe cambiare. Si può
quindi dire che Nimby è una specie di terapia?
“Tutti i film sono
una specie di terapia, ma forse la terapia sarebbe costata
meno!”
Gli attori,
soprattutto i giovani interpreti, offrono delle performance
autentiche e molto convincenti, sono uno degli elementi di forza
del film. Qual è stato il processo di casting, c’erano elementi
specifici che si cercavano negli attori?
“Per quello che
riguarda l’attore che interpreta il nazista, Elias Westerberg, lo
conoscevo da prima, volevo vederlo senza capelli, per questo l’ho
scelto (ride)! Ma è un bravo attore e porta nel personaggio
l’energia giusta. Per l’interprete di Mervi, Susanna Pukkila, non
avevo mai lavorato con lei, questo è il suo primo ruolo dopo essere
uscita dalla scuola di recitazione, mentre l’interprete di Kata,
Almila Bagriacik, è molto famosa in Germania, non avevo mai
lavorato con lei, ma quando li ho visti tutti insieme ho capito che
erano giusti, avevano la giusta energia.”
Dal momento che
racconta sempre le persone e la società, come sarebbe un suo film
sugli ultimi due anni, con il mondo in pandemia?
“Una commedia nera!
Ma a essere onesto, non lo so ancora, perché è ancora troppo
presto. Stiamo ancora vivendo questo periodo, potrei parlarne in un
film tra 5 anni. Ci vuole il giusto distacco”.
NIMBY – Not in my
backyard arriverà su IWONDERFULL.it, la piattaforma
streaming di I Wonder Pictures in collaborazione con MYmovies, e
contemporaneamente nei cinema a partire dal 14 dicembre, dopo
essere stato presentato in anteprima al XXXI Noir in
Festival.
Sabato 11 dicembre è stato
presentato in concorso al Noir Festival
2021Diario di Spezie, primo film di
Massimo Donati, tratto dal suo omonimo romanzo
pubblicato da Mondadori nel 2013 e prodotto con il sostegno della
Trentino Film Commission. Protagonista del film è Lorenzo Richelmy, che abbiamo raggiunto al
telefono per parlare proprio di questo thriller che lo vede
ritornare al Noir in Fest.
Dopo l’esperienza di Ride, di Jacopo Rondinelli, e
quella con Il talento del calabrone, di Giacomo
Cimini, Lorenzo Richelmy vede un altro suo film
presentato al festival del cinema di genere a Milano. Che affinità
c’è con il Noir in Festival?
“La prima volta che
ho partecipato al Noir in Festival ero un giurato, era il 2017 mi
pare – esordisce Richelmy, facendo risalire la sua amicizia
con il festival ancora a prima del 2018, anni di uscita di
Ride – Io sono un amante del genere, aborro
invece il mix di generi. Come attore appassionato d’arte, mi
piacciono le scelte radicali. Il genere permette ad un autore o a
un film di essere molto dritto. In un momento in cui è sempre più
difficile ottenere la sospensione di giudizio dal pubblico, perché
ora il pubblico è espertissimo, si fa subito le sue idee, mentre il
genere ti leva dal campo un sacco di problematiche, anche da un
punto di vista produttivo. Il genere ti permette di fare una
scelta, che poi magari è sbagliata, ma preferisco sbagliare
piuttosto che fare un film grignolino, carino, di intrattenimento.
Io non sono un grande fan del cinema come intrattenimento, mi piace
emozionarmi, non divertirmi. Quello, nella mia esperienza, lo
faccio con i videogiochi, per cui per me il cinema è un oggetto di
studio. Quindi sì, il genere mi piace, e sono legato al Noir in
Festival perché sono attratto da questo tipo di storie, sia come
attore che come spettatore. E il genere a tinte fosche mi piace
molto.”
Chi è Luca
Treves, protagonista di Diario di Spezie?
“Io cerco sempre di
scegliere delle storie che possano avere una valenza contemporanea.
Luca è un personaggio che si è accomodato, ha trovato un posto che
tutto sommato gli sta comodo. Ha il suo piccolo ristorante, anche
se poteva diventare un grande chef. Come spesso succede ai ragazzi
in questi anni, lui sceglie di accontentarsi. Negli anni ’60-’70 si
protestava per il posto fisso, che era considerato uno schifo.
Adesso un ragazzo di 20 anni elemosina un posto fisso, e dal punto
di vista generazionale per me è una sconfitta totale. Il ragazzo di
30 anni che è stato testimone della fine dell’analogico e della
nascita del digitale, secondo me, è rimasto un po’ fregato, facendo
finta che il problema non esiste. Il mio personaggio parla un po’
di questa frustrazione che si sopporta perché si riesce ad andare
avanti. Sembra che vada tutto bene, ma in realtà nasconde drammi
perché non siamo fatti per restare figli tutta la vita. Luca Treves
è figlio di sua moglie, anche, e non si decide a diventare un uomo.
All’inizio del film lo vediamo così, ma grazie ad Andreas, nel
corso della storia, dovrà trovare il suo modo di diventare uomo.
Luca è un bimbo nella sua confort zone e nell’arco del film sarà
costretto a diventare un uomo.”
Luca tiene un
diario delle spezie, in cui annota i nomi delle spezie che assaggia
e che trova, ne elenca dettagli, usi e profumi. Hai un’abitudine
del genere, tenere un diario, non di spezie ma magari di esperienze
o pensieri?
“Non scritto, ma
musicale. Sono un grande appassionato di musica, la mia playlist va
da Bach alla death metal più incazzata. Ho sempre fatto molta
ricerca, anche se ora su Spotify mi sono addormentato un po’, ma
sto anche lavorando tanto, sono cambiate delle cose. Però ero uno
che almeno una volta al mese, se non a settimana, si metteva a fare
ricerca di musica, anche perché io applico la musica al mio
mestiere: ogni personaggio ha una canzone, ogni film una playlist,
ogni scena un ritmo.”
Ci sono due
storie parallele in Diario di Spezie, da una parte le indagini,
dall’altra l’on the road di cui Lorenzo Richelmy è protagonista.
Sempre più attori tendono a leggere solo la loro parte della
sceneggiatura, per godersi lo spettacolo al cinema. Tu hai avuto
contezza della storia nell’insieme?
“Molti amici e
colleghi lo fanno, lo rispetto, ma a me sembra strano. Credo che
bisogna avere un quadro della storia. A me piace capire tutto del
film, mi piace capire che ritmo avrà il film e lavorare con il
regista, io sono uno di quelli che studia anche gli archi emotivi
degli altri personaggi, per capire bene come incastrare il
mio.”
Il film è
recitato in lingue diverse, c’è il francese, il tedesco, un po’ di
inglese e l’italiano. Questo impasto linguistico ti ha condizionato
o ti ha dato delle indicazioni, oppure è stato del tutto
irrilevante, visto che il tuo personaggio recita prevalentemente in
italiano?
“Il mio personaggio
parla in veneto, non strettissimo, ma è comunque un linguaggio
lontano dalla mia confort zone che è questa con cui ti sto
parlando. L’estetica musicale del film si lega al linguaggio. La
musica diegetica si lega molto al mix di voci e anche questo spinge
lo spettatore a non avere un riferimento attaccamento regionale.
Questo permette alla storia di essere senza spazio, e questo
alimenta il thriller, perché non ti dà modo di capire a fondo cosa
sono i personaggi, non capisci neanche che cosa vogliono fino alla
fine. Questo mix linguistico, questa non appartenenza, gioca il
gioco del thriller. E per me, che non mi diverto a fare le cose
comode, questo aspetto contribuisce a creare suspance e
curiosità.”
Presentato al Noir in Festival in
concorso, Diario di Spezie, di Massimo
Donati vede trai protagonisti, accanto a Lorenzo Richelmy, anche Fabrizio
Ferracane e Fabrizio Rongione. Il film è prodotto da
Master Five Cinematografica con Rai Cinema e Rodeo
Drive.
Fin dall’ideazione del personaggio,
che ha debuttato nel fumetto Amazing Fantasy #15 nel 1962,
la storia di Spider-Man ha ricevuto diversi
adattamenti. Che si tratti di animazione, film live-action o
videogiochi, le storyline dedicate all’amato personaggio hanno
trasceso i fumetti, conferendogli lo status di uno degli eroi più
amati di sempre.
Spider-Man è
apparso in nove film da solista fin dal 2002, con una prossima
decima (e attesissima) apparizione in
Spider-Man: No Way Home. Tom Holland, in una conversazione con Total
Film, ha affermato che il film di prossima uscita
vedrà “tre generazioni riunirsi”, e i fan di Ranker, per
ingannare l’attesa, hanno classificato tutti i film in cui
l’arrampica muri è apparso.
Spider-Man (1977)
Il
mal accolto film del 1977 sull’Uomo
Ragno,
riproposto poi come episodio pilota televisivo, presentava
l’attore
Nicholas Hammond
nel ruolo del protagonista: il film uscì solo 15 anni dopo la
nascita del personaggio nei fumetti e, purtroppo, soffrì delle
grandi limitazioni tecniche dovute all’epoca in cui venne
prodotto.
Potrebbe essere ingiusto, quindi,
criticare la confezione tecnica del film, uscito ben 25 anni prima
del debutto di Tobey Maguire nei panni dell’eroe. Nonostante
sia ritenuto il film su Spider-Man meno
memorabile, ci sono comunque aspetti tecnici del film da tenere in
considerazione, comprese alcune impressionanti inquadrature in POV
dell’arrampica-muri. È deludente che Hammond non
riprenderà il suo ruolo in
No Way Home, ha riferito l’ Hollywood
Reporter, poiché sarebbe interessante vedere la sua
versione modernizzata.
The Amazing Spider-Man 2
(2014)
Il secondo film che si
posiziona in basso nella classifica di Ranked è
The
Amazing Spider-Man ritenuto piuttosto debole in quanto
la narrazione, a detta di molti fan, si concentrerebbe maggiormente
sull’ironizzare su possibili trame e personaggi per film futuri,
senza riuscire effettivamente a mettere insieme una storia coesa e
avvincente. Indipendentemente da questa critica, The
Amazing Spider-Man 2 presenta comunque alcuni dei
momenti più memorabili di qualsiasi film di
Spidey.
Il film presenta ai fan una delle
versioni più accurate della tuta di Spider-Man,
oltre ad essere impreziosito dalla performance magnetica di
Andrew Garfield; questo film ha anche sancito
la fine temporanea delle iterazioni dell’eroe di
Garfield, che è stato riavviato nel
MCU solo tre anni dopo.
Poiché Garfield ha espresso pubblicamente che il
volere dello studio gli ha spezzato il cuore, secondo Variety sarebbe
gratificante per molti se gli fosse data l’opportunità di
riprendere il suo ruolo.
Spider-Man 3 (2007)
Dovendo
proseguire le intenzioni di due film precedenti amatissimi dal
pubblico,
Spider-Man 3
ha osato forse troppo, secondo i fan di
Ranked,
presentando agli spettatori ben tre villain principali. Oltre a
questo, il terzo film della trilogia di
Raimi
presenta la famigerata scena di
Peter
che balla per strada, che è stata parodiata un decennio dopo
in
Spider-Man: Into the Spiderverse.
Anche se il film è criticato per non
essere all’altezza dei precedenti film di Sam
Raimi, presenta comunque pregi lodevoli: c’è una
conclusione, per quanto ingarbugliata ma comunque soddisfacente
dell’arco di Peter e la sequenza finale di
Peter e MJ che ballano è
memorabile, nonostante la loro relazione tumultuosa. Può essere il
terzo peggior film di Spider-Man, ma rimane ancora
un’ottima interpretazione da parte di Toby Maguire di Peter Parker,
secondo molti.
The Amazing Spider-Man (2012)
Cinque
anni dopo l’uscita di
Spider-Man 3,
la Sony ha optato per un reboot del franchise dedicato
all’Uomo
Ragno,
con il filmThe Amazing Spider-Man,
in cui è
Andrew Garfield
a vestire i panni dell’eroe omonimo. In molti non hanno apprezzato
pienamente la direzione grintosa e vibrante con cui è stata
declinata la storia del personaggio, sostenendo che fosse una
reazione al successo dei film di
Batman
di
Christopher Nolan.
Il tono cupo, quasi privo di
umorismo, del film è stato considerato un allontanamento sgradito
dalla natura spensierata dei film precedenti, e i fan hanno
sostenuto che Spider-Man non si adatta ai
caratteri del “supereroe grintoso”. L’aspetto forse più di successo
del film è stata l’interpretazione di Garfield del
personaggio, che ha dimostrato subito quanto potenziale il giovane
attore avesse.
Spider-Man: Far From Home
(2019)
Spider-Man:
Far From Home ha segnato la quinta apparizione di
Tom Holland nei panni di Peter
Parker (compresi i film del MCU non
incentrati su Spidey), rendendolo lo
Spider-Man con il maggior numero di apparizioni
nel cinema live-action. Oltre a questo,
Far From Home ha anche introdotto un cattivo che non
era mai stato adattato prima: Quentin Beck, alias
Mysterio, interpretato da Jake Gyllenhaal.
Le interazioni tra
Mysterio e Peter si sono
dispiegate tra sequenze originali e piene d’inventiva, come quella
dell’apparizione simultanea di più versioni di
Spider-Man che attaccano Peter,
Spider-Man intrappolato in una palla di neve che è
diventata il casco di Mysterio, e una versione
zombificata del defunto mentore di Peter,
Iron Man. Queste scene hanno elevato la fattura
del prodotto e e hanno contribuito ad affermare
Mysterio come uno dei migliori cattivi di
Spider-Man.
Spider-Man: Homecoming (2017)
Il
primo film da solista di
Spider-Man
all’interno delMCU,
Homecoming,
è arrivato dopo la prima apparizione di Peter inCaptain America: Civil
War.
Ricollegandosi agli eventi del film, vediamo Peter tentare di
conciliare il suo status di eroe dopo essere stato coinvolto in
battaglia dagli
Avengers.
Il film è stato lodato per la sua
rappresentazione accurata delle caratteristiche di
Peter, che molti sostengono abbia cementato
ulteriormente le capacità di Tom Holland come
grandioso Spider-Man. Una sequenza che vede
Peter trovare la determinazione di sollevare
tonnellate di macerie per fuggire, è stata particolarmente lodata
per essere un chiaro omaggio a Amazing Spider-Man #33,
dimostrando che i registi del MCU
si sono dedicati a ritrarre la spinta di Peter a superare le
avversità e ad adempiere alla sua responsabilità di proteggere il
suo quartiere.
Spider-Man: Un nuovo universo
(2018)
Come
unico film dell’Uomo
Ragno
premiato con
l’Oscar
(e il più votato suIMDb),Spider-Man: Into the Spider-Verse
è stato universalmente elogiato fin dalla sua uscita nel 2018. Il
film segue le vicende dell’adolescente
Miles Morales,
mentre si destreggia nell’acquisizione della sua nuova identità
da
Uomo Ragno.
Il film è stato lodato per il suo
impressionante stile visivo, l’umorismo e le innovazioni narrative:
vedere il giovane Spider-Man che impara ad essere
un eroe tramite interazioni con altre versioni del personaggio è
qualcosa che non era mai stato fatto prima, e ha dimostrato che il
concetto di “Spider-verse“, o multiverso, funziona
incredibilmente bene. Forse, se
No Way Home riporterà effettivamente tutti gli
Spider-Man cinematografici sul grande schermo,
dovrà il suo inevitabile successo a questo amato film
d’animazione.
Spider-Man (2002)
Indipendentemente da quante
versioni del personaggio ci siano o da quante altre ci possano
essere, nessuna esisterebbe se non fosse per il roboante successo
di Spider-Man del 2002. Il film di
Raimi, insieme a X-Men del 2000,
ha stabilito lo standard per il genere supereroistico, ponendo
probabilmente le basi per i franchise multimiliardari MCU
e DCEU.
Il primo film dell’Uomo
Ragno ad essere distribuito nei cinema presentava alcune
eccellenti sequenze d’azione che hanno subito dimostrato che
Maguire poteva essere un grande Uomo
Ragno, compresa una drammatica, emotivamente toccante,
disperata lotta contro il Green Goblin di Willem Dafoe. La vendetta di
Goblin contro l’Uomo Ragno è
profondamente personale, il che ha reso la trama del primo
Spider-Man ancora più avvincente e l’interazione
tra le due figure continuerà con la confermata apparizione di
Dafoe in No Way Home.
Spider-Man 2 (2004)
Ampiamente
considerato come uno dei più grandi film di supereroi di tutti i
tempi,
Spider-Man 2
vanta un cast e uno stile registico già ben rodato, rendendolo il
film che probabilmente ci ha consegnato la vera essenza di
Spider-Man
al meglio. Con un’incredibile performance di
Alfred Molina
nei panni del
Dottor Octopus,Spider-Man 2
è innegabilmente un classico del genere supereroistico.
Uno degli aspetti più attesi del
prossimo
No Way Home è proprio il ritorno di
Molina nei panni del tormentato cattivo 17 anni
dopo la sua prima e unica apparizione. Se le voci diffuse sul
coinvolgimento di Tobey Maguire nel film sono vere, forse il
primo film di questa lista sarà surclassato dall’attesissimo
No Way Home.