Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler
(María), Ariana DeBose (Anita), David
Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff),
Josh Andrés Rivera (Chino),
Corey Stoll (Tenente Schrank) e Brian
d’Arcy James (Agente Krupke) sono i protagonisti del
remake di West
Side Story ad opera di Steven Spielberg, che,
coraggiosamente, si cimenta nel genere musical e va a scomodare una
pietra miliare di Hollywood, il capolavoro di Robert Wise del
1961.
L’intenzione di Spielberg si evince
immediatamente dalla scelta di questi nomi: sono giovani, quasi
tutti sconosciuti (a parte Elgort e gli adulti Stoll e d’Arcy
James) e di etnie varie, il che evidenzia la sua intenzione di
mettere in scena un conflitto etnico e generazionale, tra bande, ma
anche tra culture.
Rachel Zegler è
Maria
Durante l’incontro con il cast,
Rachel Zegler, l’erede di Natalie
Wood nel ruolo di Maria, ha ricordato Stephen Sondheim,
autore delle canzoni e delle musiche originali, che ha affiancato
Kushner alla sceneggiatura ed ha presenziato alle sedute di
registrazione con il cast insieme a Spielberg, in sala di
registrazione.
“Penso di poter parlare per
tutti qui oggi quando dico che molti di noi non sarebbero qui senza
le parole di Steve Sondheim. Siamo stati così fortunati non solo a
poter cantare i suoi testi, ma anche a parlargliene. È stato
davvero stimolante come artista guardare qualcuno che aveva creato
quest’opera d’arte e dopo 64 anni ancora ne parlava come qualcosa
che potesse essere cambiato e perfezionato.”
Uno dei ruoli più temuti del film è
senza dubbio quello di Anita, non solo perché è valso l’Oscar alla
sua interprete originale, Rita Moreno, ma soprattutto perché Moreno
è nel cast del film, nel ruolo di Valentina, e accettare di essere
la nuova Anita era anche mettersi in gioco sotto gli occhi di Rita
Moreno, un EGOT!
Ariana DeBose è
Anita
A Ariana DeBose è
toccato l’onere e l’onore, e possiamo dire con certezza che la
Anita del 2021 non ha nulla da invidiare a quella del 1961. “Mi
sento come se la risposta a questa domanda cambi ogni volta che me
la pongono – ha esordito DeBose di fronte alla domanda sul
senso di responsabilità che il ruolo richiedeva – Quando mi è
stato chiesto per la prima volta di fare un’audizione, ho dovuto
essere spinta nella stanza. Di per sé non pensavo che questo fosse
mai un lavoro che sarei riuscita ad ottenere. Perché Anita non
assomiglia a nessuno di noi, Anita è Rita Moreno. E io ero proprio
stupita che Steven e Tony fossero aperti a prendere in
considerazione questa cosa. Ero come se non volessimo toccare quel
determinato tasto, in virtù del fatto che sono una donna di colore,
come se si volesse parlare di ciò che io potevo portare al
personaggio per questo motivo.Ma pensavo che non fossi la scelta
giusta. Dopo aver ottenuto la parte ho pensato che fosse
bellissimo, mi sentivo preparata, sapevo di potercela fare. Pensavo
che sarebbe andato tutto bene. Poi ho incontrato Rita Moreno, e ho
subito pensato ‘ma cosa diavolo pensavo?’ È una pessima idea!
Insomma mi sono dovuta calmare parecchio perché se provavo a
cercare di raggiungere quel successo, quella performance, sarei
andata incontro al disastro. Invece ho dovuto capire che dovevo
fare cosa era meglio per questa versione di Anita.”
Ansel Elgort è
Tony
A interpretare Tony, il
lanciatissimo (e altissimo)
Ansel Elgort, che forse del gruppo è quello più noto e
anche la sorpresa più grande, visto che tutto quello che aveva
fatto vedere del suo talento, fino a questo momento, escludeva
canto e danza, e invece in West
Side Story si rivela una sorpresa scena dopo
scena. Quello che però ha determinato la bontà della sua
performance, a suo dire, è stata la mole di prove e la condivisione
di tempo e spazi con Mike Faist, che interpreta
Riff, il leader dei Jets.
“Io e Mike siamo stati come Riff
e Tony, abbiamo passato molto tempo insieme e abbiamo costruito
quella specie di amicizia, abbiamo immaginato insieme cosa potesse
essere essere dei bambini che giocano a fare i Jets, prima che le
cose diventino troppo violente. Abbiamo cercato di costruire
quell’amicizia frequentandoci tanto. Devo dare molto credito per la
mia performance alle persone con cui sono stato tanto fortunato da
lavorare. Persone straordinarie, anche perché quando sono arrivato
alle prove, non ero proprio un ballerino molto forte, anzi, ero
sicuramente il più debole, eppure tutti questi ballerini
incredibili che sono tutt’intorno a me non hanno fatto altro che
supportarmi. Harrison Cole, il coach, mi ha aiutato tantissimo con
i miei passi. E Justin Peck e Patty e Craig Solstein, è stata una
squadra di persone che hanno cercato di rendermi migliore. Ma in
realtà l’intero processo, fare tutto, cantare, ballare, recitare, è
stato come stare in un’incubatrice. E Steven voleva che tutti noi
fossimo al nostro meglio. Devo dare davvero il merito del mio
risultato al fatto che faccio parte di un tale incredibile insieme
in cui tutti si migliorano a vicenda… e mi hanno reso il meglio che
potevo essere.”
David Alvarez è Bernardo
Nessuna storia funziona senza un
cattivo, ma nel caso di Bernardo si tratta più che altro di un
antagonista. David Alvarez ha costruito un
personaggio carismatico e affascinante, forse un po’ cocciuto ma
niente affatto semplice. E per lui è stato “spaventoso… perché
non sapevo se lo stavo facendo bene per metà del tempo. Mi sentivo
bene in questo ambiente protetto in cui tutti mi mostravano cosa
potevo fare, volevano solo che mi fidassi di me stesso per avere
fiducia e cercare dentro di me cosa pensavo davvero di poter
portare a questo personaggio. E questo è davvero raro, in un
progetto così grande, poi. In questo modo però mi hanno anche
spaventato perché è come se avessi avuto la responsabilità creativa
di qualcosa. Ma allo stesso tempo, questo è ciò che ti rende un
artista migliore, quindi mi sento che questa esperienza ci ha
aiutati a diventare tutti artisti migliori, grazie a questo
processo.”
Mike Faist è Riff
Il leader dei Jets, Riff, ha il
volto di Mike Faist che conoscerà chi ha visto
Panic, serie Amazon Prime, disponibile sulla
piattaforma. A dispetto del ruolo taciturno dello show Prime Video, in questo caso Riff parla tanto, ma
canta e balla anche alla perfezione, doti su cui ha dovuto
costruire un personaggio che in qualche modo nasce dalle macerie
del West Side.
“Mi sono dovuto appoggiare al
luogo da dove lui proviene. Da dove viene la paura fortissima che
prova? Questi ragazzi non hanno una famiglia, cercano di ottenere
un posto nella città che si trasforma intorno a loro, ma non hanno
nessun modello, solo questo atteggiamento tossico di una tribù, una
relazione familiare che hanno costruito tra loro e che si esplica
in questo modo malsano. Ed è l’unica cosa che hanno. E così quando
Tony torna dalla prigione e sta davvero cercando di cambiare e di
essere diverso, il mio personaggio non la prende bene. Riff è
incapace di riconoscere il cambiamento in Tony, così come non vede
il cambiamento nella città, la sua è riluttanza a lasciar andare le
cose, è questa la sua paura e se ci penso bene nasce dal suo amore
per le cose, per la città com’era, per Tony, come lo
conosceva.”
Josh Andrés Rivera è Chino
Esordire al cinema in un film di
Spielberg non è per tutto, ma è ciò che può vantare nel suo
curriculum Josh Andrés Rivera, scelto dal regista
per interpretare Chino, una gioia ma anche una responsabilità:
“Questo film rappresenta un sacco di cose, e per me è il mio
primo film, ed è diretto da Steven Spielberg! Mi ha dato persino la
possibilità di portare avanti la rappresentazione dell’eredità
portoricana, di cui faccio parte. Inoltre mi è piaciuto aggiungere
sfumature a un personaggio che già si conosce, perché Chino è
quello gentile e studioso, ma poi passa al lato oscuro! Ringrazio
Tony Kushner che mi ha dato questa possibilità, ma penso anche che
sia stata una grande fortuna avere la possibilità di fare un film
come questo, è stato incredibile.”
Corey Stoll è l’Agente Schrank
Dei volti che vedremo in West Side
Story, quello di
Corey Stoll nei panni dell’Agente Schrank è
sicuramente uno dei pochi noti al grande pubblico. Personaggio “non
cantante né ballante”, Schrank è una specie di testimone delle
vicende, che non può fare molto per arginare la lotta tra bande, ma
che contribuisce alla conversazione sul dialogo e la lingua tra le
bande.
“Il mio personaggio è
fondamentalmente razzista, ma cerca comunque di fare quello che è
giusto. Lui è l’esempio di come coloro che sono al potere si
aggrappano esso… e, sai, io rappresento l’autorità, cerco di
mantenere quella linea. E, sai, avevo di gran lunga il minor numero
di giorni sul set rispetto a chiunque altro, qui. Alcuni di loro
lavoravano da mesi prima che arrivassi io sul set, e questo
amplifica la mia sensazione di essere il più vicino a quello che
proverà il pubblico a vedere il film. E tutti i giorni c’erano
questi ragazzi giovanissimi ma già super professionali, c’era
quest’energia e poi c’era Steven Spielberg che ha 70 anni ed è la
definizione di esperienza, ed entrambi con così tanto entusiasmo.
Era come se questa fosse la cosa più eccitante che avessero mai
fatto. E ogni giorno sul set era così. Um, quindi è stato solo un
piacere per me che ero un estraneo, ma mi sono sentito davvero
fortunato a poter assistere a questo spettacolo.”
Brian d’Arcy James è il Sergente
Krupke
E non si può certo dire che
l’esperienza di Brian d’Arcy James sia stata tanto differente,
visto che anche il suo personaggio non ha grande parte nell’azione
e nelle scene di ballo, nel film. “Mi
sono sentito allo stesso modo… Lo
spirito di questo film è basato proprio sul fatto che tutti erano
così innamorati del progetto. Così innamorati l’uno
dell’altro che penso che tutti noi lo abbiamo apprezzato, cioè
almeno noi testimoni della produzione lo abbiamo apprezzato, visto
che per noi non c’era molto da fare!”
West Side Story, al cinema dal 23
dicembre
West
Side Story, l’adattamento cinematografico del
musical diretto dal vincitore dell’Academy Award® Steven
Spielberg, arriverà il 23 dicembre nelle sale italiane,
distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award® Steven Spielberg, da una sceneggiatura del vincitore del
Premio Pulitzer e del Tony Award® Tony Kushner, West
Side Story racconta la classica storia delle
feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La
rivisitazione dell’amato musical è interpretata da
Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler
(María), Ariana DeBose (Anita), David
Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff),
Josh Andrés Rivera (Chino), Ana
Isabelle (Rosalía),
Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian
d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita
Moreno (nel ruolo di Valentina, proprietaria del negozio
in cui lavora Tony). Moreno, una degli unici tre artisti ad aver
vinto i premi Oscar®, Emmy®, GRAMMY®, Tony® e Peabody, è anche una
dei produttori esecutivi del film.
La squadra creativa del film, che
unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony Kushner, che
è anche il produttore esecutivo; il vincitore del Tony Award®
Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film; il celebre
direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e vincitore
del GRAMMY Award® Gustavo Dudamel, che ha curato le registrazioni
dell’iconica colonna sonora; il compositore e direttore d’orchestra
candidato all’Academy Award® David Newman
(Anastasia), che ha composto la colonna
sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award® Jeanine Tesori
(Fun Home, Thoroughly Modern
Millie), che ha supervisionato il cast per le parti
cantate; e il music supervisor candidato al Grammy® Matt Sullivan
(La Bella e la Bestia,
Chicago), produttore esecutivo delle musiche del
film. Il film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata
all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore
vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story
è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway
originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di
Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e
coreografato da Jerome Robbins.