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A casa tutti bene – la serie: annunciata la nuova serie tv Sky Original

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Svelato il cast di A casa tutti bene – la serie, il primo progetto per la TV firmato da Gabriele Muccino, reboot dell’omonimo film campione di incassi del 2018 del regista vincitore del David di Donatello. Le riprese della serie prodotta da Sky e Marco Belardi per Lotus Production – società di Leone Film Group, inizieranno il 15 marzo a Roma, dove continueranno fino all’estate, per un debutto su Sky e NOW TV previsto nel 2021.

Per la serie, un family drama in otto episodi girati da Gabriele Muccino e da lui scritti insieme a Barbara Petronio, Andrea Nobile, Gabriele Galli, Camilla Buizza, un grande cast corale a interpretare i membri della numerosa famiglia – nei suoi due rami – al centro della storia.

A casa tutti bene – La Serie quando esce e dove vederla in streaming

A casa tutti bene – La Serie uscirà a novembre 2021 su SKY. A casa tutti bene – La Serie in streaming sarà disponibile su NOW.

Il cast di A casa tutti bene – la serie tv

Laura Morante (Lacci, Ciliegine, Ricordati di me) e Francesco Acquaroli (Fargo, Suburra – la serie, Alfredino – Una storia italiana) guidano il cast nei ruoli di Alba e Pietro Ristuccia, proprietari del ristorante La Villetta, a Roma, e genitori di Carlo, Sara e Paolo interpretati rispettivamente da Francesco Scianna (Baarìa, La mafia uccide solo d’estate, Latin Lover), Silvia D’Amico (The Place, Hotel Gagarin, Christian) e Simone Liberati (Petra, La profezia dell’armadillo, Suburra).

Euridice Axen (Gli Infedeli, Loro, Il Processo) è Elettra, ex moglie di Carlo, mentre l’esordiente Sveva Mariani interpreta Luna, la figlia della coppia, legata a Manuel, il cuoco del ristorante La Villetta interpretato da Francesco Martino (L’oro di Scampia, Catturandi – Nel nome del padre). Nei panni di Ginevra, attuale compagna di Carlo, Laura Adriani (Tutta colpa di Freud, Non c’è più religione).Antonio Folletto (Gomorra – la serie, Capri-Revolution, I bastardi di Pizzofalcone) è invece il compagno di Sara, Diego.

Quindi i Mariani: Paola Sotgiu (Suburra – la serie) interpreta Maria Ristuccia (in Mariani), sorella di Pietro e madre di Sandro e Riccardo Mariani, nei cui panni figureranno Valerio Aprea (Boris, Figli, Smetto quando voglio) e Alessio Moneta (1992, Baciami ancora). Emma Marrone (Gli anni più belli) interpreta la compagna di Riccardo, Luana, mentre Milena Mancini sarà Beatrice, la compagna di Sandro.

Nel cast anche il giovanissimo Federico Ielapi (Pinocchio, Quo vado?, Tutti per 1 – 1 per tutti), Maria Chiara Centorami (Come saltano i pesci, Universitari – Molto più che amici) e Mariana Falace (Gli anni più belli, Si vive una volta sola).

La trama di A casa tutti bene – la serie tv

Un segreto legato a una dolorosa vicenda del passato torna all’improvviso nelle vite dei Ristuccia, proprietari del ristorante La Villetta, da quarant’anni uno dei più rinomanti locali della Capitale. Siamo nel cuore del rione Trastevere, a Roma. Carlo, la nuova compagna Ginevra e la sorella Sara sono sempre lì, tutti i giorni, ad aiutare i genitori Pietro e Alba nella gestione dell’attività. Unico assente Paolo, il fratello artista, che nessuno sa dove sia. Un giorno, però, un evento inaspettato sconvolge gli equilibri familiari. I Mariani, un altro ramo della famiglia, reclamano un posto all’interno dell’attività, minacciando di far riemergere un terribile segreto dal passato dei Ristuccia che ancora oggi ha delle profonde conseguenze nelle vite dei protagonisti.

A CASA TUTTI BENE – LA SERIE | Su Sky e NOW TV nel 2021

Avengers: Endgame, Anthony Mackie e Sebastian Stan hanno contribuito al finale

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Kevin Feige ha spiegato che Anthony Mackie e Sebastian Stan hanno contribuito alla scena finale di Avengers: Endgame, in cui i rispettivi personaggi (Sam Wilson e Bucky Barnes) hanno detto addio al loro caro amico Steve Rogers (Chris Evans). Quest’ultimo, infatti, grazie alla scoperta del viaggio nel tempo da parte dei Vendicatori, ha deciso di tornare nel passato e vivere finalmente la sua vita insieme a Peggy Carter (Hayley Atwell).

Secondo quanto raccontato da Feige a Variety, parte di ciò che abbiamo visto sullo schermo nel finale di Avengers: Endgame non era nella sceneggiatura. Il boss dei Marvel Studios ha spiegato che, in realtà, sono stati proprio Mackie e Stan a suggerire la scena sulla panchina. Inizialmente, Sam doveva essere l’unico dei due ad avvicinare a Steve, ma sono stati proprio gli attori a far sì che la scena prendesse una direzione diversa.

“In realtà, sono stati Anthony e Sebastian a inventare il blocco per la scena della panchina alla fine di Endgame. Si avvicinano a Steve Rogers insieme. Nella sceneggiatura, soltanto Sam notava questo signore anziano seduto su una panchina. Hanno avuto quest’idea che iniziavamo a camminare insieme, e poi Sam si faceva avanti. Anche l’idea di lui che tiene lo scudo ed esclama: ‘Sembra che appartenga a qualcuno altro’, è stata loro.”

Sam Wilson e Bucky Barnes sono stati entrambi una parte fondamentale dell’arco narrativo di Steve Rogers nel MCU. Nel finale di Endgame, Steve ha ufficialmente lasciato in eredità a Sam lo scudo di Captain America, spianando così la strada agli eventi dell’attesissima serie The Falcon and the Winter Soldier, che debutterà su Disney+ il prossimo 19 marzo.

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019, diventando il maggior incasso nella storia del cinema. Nel cast del film – tra gli altri – figurano Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Titans of Cult: a marzo nuove steelbook in Edizione Limitata

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Titans of Cult: a marzo nuove steelbook in Edizione Limitata

Dal 22 marzo, dopo il successo di “Mad Max: Fury Road”, “Blade Runner – The Final Cut” e “Wonder Woman”, torna “Titans of Cult” – la prestigiosa collana di Steelbook in Edizione Limitata che omaggia i grandi cult del cinema – con la special edition di  “Batman”.

Jack Nicholson è Joker, che dopo un orribile incidente si è trasformato in un folle criminale. Michael Keaton è Batman, che in seguito ad un trauma infantile è diventato un vigilante mascherato. Kim Basinger è Vicki Vale, la fotoreporter di talento desiderata da entrambi. In questa sua nuova speciale edizione, “Batman”, l’incredibile spettacolo diretto da Tim Burton, con le canzoni di Prince e la colonna sonora di Danny Elfman, sarà disponibile in edizione Steelbook a 2 dischi, con il film disponibile in 4K Ultra HD e in Blu-Ray, la Joker Card e un’esclusiva spilletta in metallo.

In arrivo dal 12 marzo anche “Wonder Woman 1984”, la “Titans of Cult” Steelbook Limited Edition di “Pacific Rim, oltre ai cult sci-fi “Il Pianeta Proibito” di Fred M. Wilcox (che festeggia quest’anno il suo 65esimo anniversario) e “L’uomo che fuggì dal futuro” (primo lungometraggio di George Lucas, al suo 50esimo anniversario), disponibili per la prima volta in una speciale edizione Steelbook Blu-Ray, che conterrà anche il poster originale delle pellicole.

WONDER WOMAN 1984:d al 12 marzo in DVD, Blu-Ray, 4K e Steelbook 4K

Wonder Woman 1984, l’attesissimo film diretto da Patty Jenkins con protagonista Gal Gadot, arriva in DVD, Blu-Ray, 4K e Steelbook 4K da venerdì 12 marzo.

Dalla regista Patty Jenkins e con protagonista Gal Gadot nel ruolo che dà il titolo al film, “Wonder Woman 1984” fa un balzo in avanti fino agli anni ’80, dove l’ultima avventura di Wonder Woman la vede cavalcare fulmini nel cielo, indossare ali dorate e inseguire un suo sogno mentre è alla caccia di due nuovi e formidabili nemici: Max Lord e Cheetah.

In “Wonder Woman 1984”, il destino del mondo è nuovamente in pericolo, e solo l’intervento di Wonder Woman riuscirà a salvarlo. Questo nuovo capitolo della storia di Wonder Woman, vede Diana Prince vivere tranquillamente in mezzo ai mortali nei vibranti e scintillanti anni ‘80—un’epoca di eccessi spinta dal bisogno di possedere tutto. Nonostante sia ancora in possesso di tutti i suoi poteri, mantiene un basso profilo, occupandosi di antichi manufatti e agendo come supereroina solo in incognito. Ma adesso, Diana dovrà uscire allo scoperto e fare appello alla sua saggezza, alla sua forza e al suo coraggio per salvare il genere umano da un mondo in pericolo di vita. Nel film sono protagonisti anche Chris Pine nel ruolo di Steve Trevor, Kristen Wiig in quello di Cheetah, Pedro Pascal è Max Lord, Robin Wright è Antiope e Connie Nielsen come Hippolyta.

Nelle versioni Blu-Ray e 4K sono inclusi i contenuti extra del film, tra cui spiccano gli speciali “Scene Studies”, “The Making Of Wonder Woman 1984” e “Gal & Kristen”. Tutte le versioni DVD, Blu-Ray, 4K e Steelbook 4K sono già disponibili per il pre-order su Amazon.

PACIFIC RIM: dal 12 marzo ‘Titans of Cult’ Steelbook Limited Edition

Quando una legione di mostruose creature aliene emerge dagli oceani, una guerra mortale ha inizio. Per combatterle, gli umani creano un’arma speciale: enormi robot, chiamati Jaeger. Ma anche i Jaeger sembrano impotenti di fronte alla ferocia delle creature. Sull’orlo della sconfitta, il genere umano non ha altra scelta che rivolgersi a due improbabili eroi chiamati a pilotare un obsoleto Jaeger come ultima speranza prima dell’apocalisse.

L’edizione Steelbook a 2 dischi (disponibile con il prezzo suggerito al pubblico di €34,99) include:

  • Il film Pacific Rim in 4K Ultra HD e in Blu-Ray
  • Un’esclusiva spilletta smaltata
  • Un poster da collezione

IL PIANETA PROIBITO: dal 12 marzo in Steelbook Blu-Ray

“Il Pianeta Proibito” è il precursore dei film di fantascienza moderni, un’opera all’avanguardia che è stata fonte inesauribile di ispirazione per infinite avventure spaziali cinematografiche degli anni successivi. Leslie Nielsen interpreta un comandante che con il suo incrociatore spaziale atterra sul pianeta Altair-4, dove vivono il professor Morbius (Walter Pidgeon), sua figlia (Anne Francis), un diligente robot Robby… e una terribile forza misteriosa. Realizzato con straordinarie scenografie in scala e con la prima colonna sonora interamente elettronica della storia del cinema, “Il Pianeta Proibito” è un film che appartiene a una galassia cinematografica tutta sua.

Di seguito i contenuti speciali della Steelbook Limited Edition che conterrà anche il poster originale del film:

  • Scene Eliminate e Filmati di Repertorio
  • 2 Sequel con protagonista Robby il robot:
  • Film “Il Robot e lo Sputnik”
  • “Robot Client”, un episodio originale della Serie Tv “L’Uomo Ombra”
  • Documentario Originale TCM Watch: “Science Fiction, the 1950s and Us”
  • 2 Featurette:
  • Amazing! Exploring the Far Reaches of Forbidden Planet
  • Robby the Robot: Engineering a Sci-Fi Icon
  • Estratti dalla Serie TV The MGM Parade
  • Trailer Cinematografici de “Il Pianeta Proibito” e “Il Robot e lo Sputnik”

L’UOMO CHE FUGGI DAL FUTURO: dal 12 marzo in Steelbook Blu-Ray

La prima visionaria pellicola di George Lucas ora in versione Director’s Cut. Un’agghiacciante esplorazione del futuro che può diventare un’avvincente valutazione del presente. “L’Uomo che Fuggì dal Futuro”, prima opera del grande regista George Lucas, ci propone un’indimenticabile interpretazione di Robert Duvall, nella parte di THX 1138. Il prigioniero THX, il cui corpo e la cui mente sono controllati da un sofisticato sistema computerizzato, tenterà l’impossibile fuga da un mondo in cui non esiste la parola libertà e l’amore è il peggiore crimine. “L’elemento più entusiasmante de L’Uomo che Fuggì dal Futuro non è tanto il messaggio quanto il mezzo – l’uso del film non per raccontare una storia ma per comunicare un messaggio. Sbalorditivo… affascinante… agghiacciante e incredibilmente potente”. (Charles Champlin, Los Angeles Times).

Di seguito i contenuti speciali della Steelbook Limited Edition che conterrà anche il poster originale del film:

  • Commento di George Lucas e Walter Murch
  • Cinema del suono: solo traccia audio degli effetti speciali
  • Master Sessions: Galleria Fotografica sul Lavoro Pioneristico di Walter Murch
  • 2 Documentari: A Legacy of Filmmakers: The Early Years of American Zoetrope e Artifact from the Future: The Making of THX 1138
  • Electronic Labyrinth THX 1138 4EB: il Cortometraggio Originale di George Lucas
  • Featurette della produzione originale: Bald

Jennifer Garner rimpiange che la sua Elektra non abbia fatto parte del MCU

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Jennifer Garner, che ha interpretato il personaggio di Elektra nell’omonimo film del 2005 e in Daredevil al fianco di Ben Affleck, ha ammesso di essere dispiaciuta che quei film non siano stati realizzati dopo l’esplosione del MCU. Il film con Affleck e lo spin-off con Garner sono stati entrambi un fallimento, tant’è che il franchise dedicato all’Uomo Senza Paura non è stato più esplorato fino all’arrivo della serie Netflix con Charlie Cox, trasmessa dal 2015 al 2018.

In una recente intervista con The Hollywood Reporter in occasione della promozione della commedia Yes Day (disponibile da domani su Netflix), Jennifer Garner ha ricordato la sua esperienza nei panni di Elektra, ammettendo che è un “peccato” che abbia perso l’opportunità di entrare a far parte del MCU. L’attrice ha quindi elogiato il lavoro fatto nel corso degli anni da Kevin Feige, che ha saputo “elevare” ogni tipo di componente dei film tratti dai fumetti, dalla regia alle sceneggiature, fino al tono del film (che spesso abbraccia quello tipico della commedia).

“Onestamente, è stato un vero peccato”, ha dichiarato Garner. “Una volta che Kevin Feige ha preso in mano la situazione, è riuscito a elevare tutto: dalla scrittura alla regia… ha anche inserito quel tocco da commedia nelle storie che voleva raccontare. Io non ho avuto quell’esperienza quando ho realizzato i miei film.”

Al momento non sappiamo se rivedremo mai i personaggi di Daredevil ed Elektra sul grande schermo. A lungo si è parlato di un possibile ritorno di Charlie Cox nei panni di Matt Murdock in Spider-Man: No Way Home, ma ad oggi non esiste ancora una conferma ufficiale. Di recente, invece, Zack Snyder, regista di Batman v Superman e Justice League, ha ammesso che si unirebbe volentieri alla grande famiglia Marvel per realizzare un film dedicato ad Elektra.

Doctor Strange 2, Cumberbatch su Raimi: “È una forza incredibile”

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Doctor Strange in the Multiverse of Madness è uno dei titoli della Fase 4 del MCU più attesi di sempre, non solo perché nel sequel ritroveremo Elizabeth Olsen nei panni di Scarlet Witch (il film sarà collegato alla serie WandaVision), ma anche perché rivedremo finalmente Benedict Cumberbatch nei panni di Stephen Strange (anche se è stato confermato che prima dell’arrivo del sequel il personaggio apparirà in Spider-Man: No Way Home). 

Le riprese di Doctor Strange 2 sono attualmente in corso a Londra. Il film sarà diretto da Sam Raimi, che tornerà ad occuparsi di supereroi dopo la sua trilogia di Spider-Man conclusasi ufficialmente nel 2007. Raimi è subentrato a Scott Derrickson, regista del primo Doctor Strange, che ha abbandonato il progetto a causa di alcune “divergenze creative” con i Marvel Studios, ma che sarà comunque coinvolto in qualità di produttore esecutivo.

Al momento i dettagli sulla trama del film non sono ancora stati resi noti: sappiamo, però, che Strange si ritroverà ad affrontare un “amico diventato nemico” che, accidentalmente, ha scatenato un male di proporzioni epiche. Come la maggior parte degli attori che firmano un contratto con la Marvel, anche Benedict Cumberbatch ha giurato di mantenere il più stretto riserbo sulla trama del sequel. Tuttavia, in una recente intervista con Collider, l’attore britannico ha avuto la possibilità di parlare della produzione e del lavoro con Sam Raimi.

Benedict Cumberbatch e il set “collaborativo” di Doctor Strange 2

“Sam è fantastico”, ha spiegato Cumberbatch. “È incredibilmente collaborativo. È arrivato da noi strascinandosi dietro il suo bagaglio da icona a tutti gli effetti. È una forza incredibile, specialmente quando si tratta di cinecomic. Al tempo stesso, però, è umile, gentile, riconoscente. Vuoi davvero metterti al suo servizio. Quando è felice, allora sai che hai fatto le cose nel modo giusto. Ti sa indirizzare, riesce a farti raggiungere l’obiettivo. Lavorare a questo film si è rivelato un processo molto, molto collaborativo. Certo, c’era molta eredità con la quale confrontarsi… ma Sam è la persona giusta. All’inizio sembra che stesse semplicemente facendo del suo meglio in base a ciò che era già stato fatto. A mano a mano, invece, è diventato sempre più creativo. Talmente tanto, che a volte mi faceva paura.”

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Non uccidere: la recensione del film di David Victori #NoirinFest

La notte è il momento della giornata dove tutto può succedere, anche l’impensabile. Al cinema questa è più volte stata assimilata alla sospensione del possibile, e il film Non uccidere, opera seconda di David Victori, non fa eccezione. Appassionato di storie adrenaliniche e ricche di emozioni, il regista spagnolo dà qui vita ad un percorso lungo una notte, durante la quale prende forma un vero e proprio incubo. Se da un punto di vista narrativo questo è un territorio piuttosto battuto, il regista tenta di allontanarsi dai suoi predecessori attraverso una serie di ambizioni e capacità estetiche che conferiscono al film un ritmo a dir poco forsennato.

Presentato in concorso al Noir in Festival, il film ha per protagonista Dani (Mario Casas). Questi è un bravo ragazzo, che negli ultimi anni si è dedicato esclusivamente al padre malato. Dopo la morte del genitore, questi decide di riprendere in mano la sua vita. Proprio quando ha in mente un lungo viaggio che la sorella ha deciso di regalargli, incontra Mila (Milena Smit), una ragazza tanto sensuale quanto instabile, che trasformerà la notte in un vero incubo. Le conseguenze dell’incontro porteranno Dani a compiere cose che non avrebbe mai immaginato di poter fare.

Attraverso le emozioni del protagonista

La sequenza d’apertura del film è già di per sé una chiara dichiarazione d’intenti. Il regista sceglie di riprendere il protagonista sempre di spalle, seguendolo attraverso un piano-sequenza in una serie di attività. Questo pedinamento permette dunque di comprendere come l’intero film sarà per lo spettatore un viaggio quanto più ravvicinato possibile a Dani. Si avrà letteralmente la possibilità di essere accanto a lui e seguirlo nelle sue peripezie. Come dichiarato dallo stesso regista, il suo intento primario è proprio quello di permettere a chi guarda il film di avere a che fare con un viaggio sensoriale che lo porti a provare il disagio e le emozioni che il protagonista vive.

Nel momento in cui la notte da incubo di Dani ha inizio, ciò diventa ancor più evidente. La macchina da presa diventa l’occhio dello spettatore, ma allo stesso tempo è il mezzo attraverso cui si esterna lo stato d’animo del personaggio. Capiterà infatti di imbattersi in una serie di lunghi piani-sequenza che nella loro instabilità sottolineano lo smarrimento e la paura del protagonista. Allo stesso modo, una serie di movimenti virtuosistici che portano lo spettatore a vivere quel malessere che determinate situazioni suscitano. Tale ricerca stilistica potrebbe per certi aspetti risultare una forzatura o una manipolazione di ciò che si dovrebbe provare, ma è innegabile il suo conferire al tutto un’attrattiva particolarmente entusiasmante.

Non uccidere film

Non uccidere: la recensione

Tra i titoli più famosi che in una notte portano i loro protagonisti a vivere incubi dell’assurdo è impossibile non citare Fuori orari Good Time. Seguendo una struttura simile, Non uccidere non brilla certo per originalità, ma consapevole di ciò Victori punta tutto sull’elemento visivo, sulla capacità di comunicare emozioni e stati d’animo attraverso questo. Allo stesso tempo, come il titolo lascia ben intendere, riesce a dar vita ad una riflessione morale sempre più attuale. Il protagonista, presentato come un classico bravo ragazzo senza macchie, sembra essere la cavia di un esperimento. Il tema di questo potrebbe essere sintetizzato in “Cosa saresti disposto a fare per sopravvivere?”.

Victori unisce dunque grande intrattenimento a tematiche etiche, portando lo spettatore a dover rispondere in prima persona alle domande poste. È facile dire al protagonista come dovrebbe comportarsi, risulta frustrante quanto sceglie di agire in tutt’altro modo. Il tentativo di annullare la distanza tra personaggio e spettatore sembra dunque servire anche a portare quest’ultimo a giungere a proprie personali riflessioni, che potrebbero in fin dei conti non differire troppo da quelle fatte da Dani. Nel suo finale, anche fin troppo esplicito, tutto ciò risulta ancor più evidente. Per queste sue caratteristiche estetiche e tematiche, Non uccidere conferma il talento del suo regista. Victori, scoperto tramite un cortometraggio dal celebre Ridley Scott, potrebbe infatti diventare uno dei nomi di punta del nuovo cinema spagnolo.

ASC Awards 2021: tutte le nomination, c’è anche Notturno di Gianfranco Rosi

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Sono state annunciate le nomination per gli ASC Awards 2021, i premi del sindacato dei direttori della fotografia a Hollywood che premiano le eccellenze di settore. Ecco di seguito tutti i candidati:

Motion Picture, Miniseries, or Pilot Made for Television

  • Martin Ahlgren, ASC for The Plot Against America“Part 6”
  • Anette Haellmigk for The Great “The Great”
  • Pete Konczal for Fargo “The Birthplace of Civilization”
  • Steven Meizler for The Queen’s Gambit “End Game”
  • Gregory Middleton, ASC, CSC for Watchmen “This Extraordinary Being”

Episode of a One-Hour Television Series – Non-Commercial

  • David Franco for Perry Mason “Chapter 2”
  • Ken Glassing for Lucifer “It Never Ends Well for the Chicken”
  • Adriano Goldman, ASC, ABC, BSC for The Crown“Fairytale”
  • David Greene, ASC, CSC for Impulse “The Moroi”
  • M. David Mullen, ASC for The Marvelous Mrs. Maisel “It’s Comedy or Cabbage”
  • Fabian Wagner, ASC, BSC for The Crown “Imbroglio”

Episode of a One-Hour Television Series – Commercial

  • Marshall Adams, ASC for Better Call Saul “Bagman”
  • Carlos Catalán for Killing Eve “Meetings Have Biscuits”
  • François Dagenais, CSC for Project Blue Book “Area 51”
  • Jon Joffin, ASC for Motherland: Fort Salem “Up is Down”
  • C. Kim Miles, ASC, CSC, MySC for Project Blue Book“Operation Mainbrace”

Episode of a Half Hour Series for Television

  • Ava Berkofsky for Insecure “Lowkey Lost”
  • Greig Fraser, ASC, ACS for The Mandalorian“Chapter 1: The Mandalorian”
  • Baz Idoine for The Mandalorian “Chapter 13: The Jedi”
  • Matthew Jensen, ASC for The Mandalorian “Chapter 15: The Believer”
  • Jas Shelton for Homecoming “Giant”

Spotlight Award

  • Katelin Arizmendi for Swallow
  • Aurélien Marra for Two of Us
  • Andrey Naydenov for Dear Comrades!

Theatrical Release

  • Erik Messerschmidt, ASC for Mank
  • Phedon Papamichael, ASC, GSC for The Trial of the Chicago 7
  • Joshua James Richards for Nomadland
  • Newton Thomas Sigel, ASC for Cherry
  • Dariusz Wolski, ASC for News of the World

Documentary

  • Michael Dweck and Gregory Kershaw for The Truffle Hunters
  • Victor Kossakovsky and Egil Håskjold Larsen for Gunda
  • Gianfranco Rosi for Notturno

Creed 3 al cinema nel 2022, Michael B. Jordan confermato alla regia

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Dopo mesi di rumor parecchio insistenti, arriva da Deadline la conferma ufficiale che Michael B. Jordan dirigerà Creed 3, firmando così il suo debutto dietro la macchina da presa. La MGM ha inoltre annunciato che il film arriverà nelle sale americane il 23 novembre 2022. Le riprese dovrebbero partire entro la fine del 2021.

Naturalmente Jordan (che vedremo prossimamente nell’attesissimo Senza rimorso di Stefano Sollima, basato sul romanzo di Tom Clancy) tornerà a vestire anche i panni di Adonis “Donnie” Johnson, mentre Tessa Thompson (attualmente impegnata sul set di Thor: Love and Thunder) sarà ancora una volta Bianca Taylor. Per quanto riguarda Sylvester Stallone, più volte in passato il leggendario attore ha specificato che non sarebbe tornato nei panni di Rocky Balboa. Nel terzo episodio rivedremo anche Phylicia Rashad, che in Creed II aveva interpretato Mary Anne Creed.

Creed 3, il terzo episodio di Creed è stato ufficializzato a febbraio del 2020. All’epoca venne soltanto confermato che ad occuparsi della sceneggiatura sarebbe stato Zach Baylin, noto per aver curato lo script di King Richard, un biopic incentrato sulla vita del padre delle campionesse di tennis Serena e Venus Williams, che avrà come protagonista Will Smith e che debutterà nelle sale e su HBO Max il prossimo 19 novembre. Alla sceneggiatura collaborerà anche Keenan Coogler.

Il primo Creed, uscito nel 2015 (e noto in Italia col titolo Creed – Nato per combattere), è stato diretto da Ryan Coogler, regista di Black Panther, ed è stato un enorme successo sia di critica che di pubblico. Il sequel, Creed II, è uscito nelle sale nel 2018 ed è incassato 215 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 50 milioni. Il sequel è stato diretto da Steven Caple Jr., mentre Coogler è tornato in qualità di produttore esecutivo.

Deadpool: Ryan Reynolds spiega perché il budget ridotto ha aiutato il film

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Il primo Deadpool, uscito nelle sale nel 2016, ha sicuramente ridefinito alcune concezioni alla base della realizzazione di un film di supereroi di successo. Il cinecomic con Ryan Reynolds, infatti, è passato alla storia per aver battuto numerosi record nonostante il budget ridotto, e ora è stato l’interprete di Wade Wilson a riflettere sulla questione, spiegando quanto sia stato proprio quel budget ad aiutare il film a lungo termine.

Il personaggio di Deadpool era sempre stato considerato dalla Fox degno di essere esplorato sul grande schermo, ma a causa del flop di Lanterna Verde del 2011 (sempre con Reynolds protagonista), lo studio era parecchio titubante. Secondo alcune voci, proprio per questo motivo Fox – solo 48 ore prima che Deadpool ricevesse ufficialmente il via libera – arrivò a tagliare il budget di circa 8 milioni, lasciando a Reynolds e soci solo 58 milioni con cui realizzare il loro film. Alla fine, Deadpool conquistò circa 800 milioni di dollari al box office mondiale, diventando il progetto ideale di ogni studio cinematografico (budget ridotto e incassi al di sopra delle aspettative).

Naturalmente, Ryan Reynolds è molto orgoglioso dei risultati che sono stati raggiunti dal film. In una recente intervista con Entrepreneur, l’attore canadese ha spiegato che, proprio grazie al successo di Deadpool, oggi più che mai ritiene che un budget ridotto possa effettivamente rappresentare un vantaggio. “Ogni volta che lo studio sottraeva denaro al nostro buget, sostituivamo qualsiasi situazione che perdevamo con un personaggio”, ha spiegato. “Alla fine questo è diventato il segno distintivo del progetto, la caratteristica distintiva di quella proprietà. Le persone non ricordano tutte quelle sciocchezze legate al dover salvare il mondo, ecc… Ricordano quello che il personaggio dice o come reagisce in un determinato momento. Per me, quella lezione vale oro. Perché significa che puoi penetrare lo zeitgeist e fare colpo senza spendere un sacco di soldi e rovinare la banca.”

Il futuro di Deadpool al cinema

Dopo l’uscita di Deadpool 2 e l’acquisizione di Fox da parte di Disney, il futuro di Deadpool è stato per lungo tempo appeso al filo dell’incertezza. Tuttavia, lo scorso gennaio è stato confermato che Deadpool 3 si farà e che sarà ufficialmente collegato al MCU. Al momento le uniche informazioni sul film riguardano gli sceneggiatori: la Marvel, infatti, ha affidato a Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Logelin (che andranno a sostituire i veterani Rhett Reese e Paul Wernick) il compito di scrivere il nuovo film.

Yellowstone 5: Paramount annuncia la quinta stagione

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Yellowstone 5: Paramount annuncia la quinta stagione

Sembra che Yellowstone 5 si farà, lo show con Kevin Costner è stato tranquillamente rinnovato per una quinta stagione. Le riprese per la quinta stagione di Yellowstone inizieranno a luglio 2021. La terza stagione di Yellowstone – creata da Taylor Sheridan (già sceneggiatore di Hell or High Water, Sicario e Soldado) è andata in onda su SKY Atlantic e si è conclusa da poco, mentre cresce l’attesa per la quarta stagion, oggi arriva la conferma della quinta stagione.

In Yellowstone 5 ritornano John Dutton (Kevin Costner), capofamiglia e proprietario del ranch, entrato in conflitto con l’imprenditore edile Dan Jenkins (Danny Huston), e con il presidente della riserva indiana di Broken Rock, Thomas Rainwater (Gil Birmingham), coinvolgerà nuovamente i quattro figli Kayce (Luke Grimes), Jamie (Wes Bentley) e Beth (Kelly Reilly) nella sua personale guerra contro i poteri forti.

Scritta e diretta da Taylor Sheridan, candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Hell or High Water e già dietro al successo di Sicario e Soldado, Yellowstone è un avvincente dramma familiare che ha conquistato il pubblico e la critica italiani e internazionali mettendo in scena un’America inedita. Protagonista ancora una volta il premio Oscar Kevin Costner nei panni del cowboy John Dutton.

TINA: trailer del documentario

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TINA: trailer del documentario

La Universal Pictures ha diffuso il trailer di TINA, il documentario realizzato dai registi vincitori dell’Oscar Dan Lindsay e T.J. Martin e con interviste a TINA TURNER, OPRAH WINFREY, ANGELA BASSETT, KATORI HALL, CARL ARRINGTON, ANN BEHRINGER, TERRY BRITTEN, ROGER DAVIES, RHONDA GRAAM, KURT LODER, LE’JEUNE RICHARDSON, JIMMY THOMAS e ERWIN BACH 

E’ stato presentato, con grande successo di critica, il nuovo trailer del documentario TINA. Realizzato dai registi vincitori dell’Oscar® Dan Lindsay, T.J. Martin (Undefeated), TINA è uno sguardo rivelatore e intimo sulla vita e la carriera dell’icona musicale Tina Turner, che racconta il suo difficile cammino, fino al successo e alla fama, le sue battaglie, nella vita privata e nell’ambito professionale, le sue rivincite,  la sua stupefacente trasformazione  in un fenomeno globale negli anni ’80. Filmati, nastri audio e foto personali mai visti prima, raccontano, in tutta la sua complessità, la vita avvincente della regina del rock ‘n’ roll. TINA uscirà nei cinema quest’estate.

TINA, la trama

 TINA “celebra” il valore di una donna e di una superstar globale e il ritratto intimo di una donna che ha superato incredibili avversità per percorrere la sua carriera, per definire una sua identità in totale autonomia. Dagli inizi della sua carriera come regina dell’R&B ai suoi tour da record nelle arene degli anni ’80, Tina Turner apre il sipario per invitarci nel suo mondo privato in un modo che non ha mai fatto prima. Rivelando i suoi conflitti, le sue lotte e condividendo alcuni dei suoi momenti più personali. TINA è il documentario che traccia il ritratto di una delle più grandi figure della musica moderna. 

Lightbox Production presenta TINA, prodotto dal premio Oscar® Simon Chinn e dal produttore vincitore di un Emmy® Jonathan Chinn, insieme alla produttrice nominata agli Emmy® Diane Becker; e dai produttori esecutivi Erwin Bach, Tali Pelman, Will Clarke, Andy Mayson, Mike Runagall, David Gilbery e Charles Dorfman.

Joe Manganiello sui piani originali per Deathstroke e sul futuro del personaggio

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Il Deathstroke di Joe Manganiello avrà finalmente la possibilità di apparire sul grande schermo ed avere un certo minutaggio a disposizione (anche se non sappiamo effettivamente quale sarà il suo ruolo nella storia) grazie all’attesissima Snyder Cut di Justice League, in arrivo il prossimo 18 marzo sia in America che in Italia.

Inizialmente il personaggio, apparso per la prima volta nella seconda scena post-credits della versione cinematografica di Justice League (scena che, nei fatti, non si è poi collegata a nessun progetto concreto), sarebbe dovuto apparire nel nuovo standalone dedicato a Batman, quando il film era ancora nelle mani di Ben Affleck e non era ancora passato a Matt Reeves, che l’avrebbe poi trasformato nel The Batman che arriverà al cinema nel 2022.

Da allora, Manganiello ha più volte parlato dei piani originali per il personaggio di Deathstroke, ribadendo più e più volte che oltre al film di Affleck, la Warner Bros. aveva in cantiere anche uno standalone dedicato a Slade Wilson. In occasione di una recente ospitata all’interno del podcast Happy Sad Confused, l’attore statunitense ha spiegato che la visione di Affleck era stata fortemente influenzata dal videogioco “Batman: Arkham Origins” per quanto riguarda l’approccio all’azione, spiegando che lui e Affleck avevano guardato il video promozionale dedicato allo scontro tra i due personaggi per capire come orchestrare al meglio le sequenze d’azione.

Sempre nel corso della medesima intervista, Manganiello ha rivelato che inizialmente il personaggio di Deathstroke sarebbe dovuto apparire anche nel sequel di Suicide Squad (la pellicola uscita nel 2016 e non il film diretto da James Gunn). “C’erano quattro o forse cinque versioni differenti di Suicide Squad 2 che includevano anche il mio personaggio”, ha spiegato. “Alla fine non è stato realizzato nessun film. C’era una sceneggiatura di Zak Penn, c’era la versione di Gavin O’Connor. C’era una versione con Will Smith, un’altra senza Will Smith, una in cui c’eravamo solo io e Will Smith. Siamo andati avanti così per molto tempo.”

Come già avvenuto in passato, Manganiello ha fatto ancora una volta riferimento al futuro di Deathstroke dopo l’uscita della Snyder Cut. L’attore ha spiegato che i fan resteranno estasiati da ciò che Zack Snyder ha fatto con il personaggio nella sua versione del cinecomic, lasciando intendere che potrebbe davvero esserci un futuro per il personaggio sul grande schermo, indipendentemente da chi verrà chiamato ad occuparsene: “Penso che ci sarà molto eccitazione nel continuare quello che Zack ha fatto nel suo film”, ha dichiarato.

Joe Manganiello sullo standalone di Deathstroke mai realizzato

In un’altra intervista con The Hollywood Reporter, invece, l’attore ha parlato dello standalone di Deathstroke, spiegando che il progetto è stato sospeso tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 a causa dei cambiamenti esecutivi avvenuti all’interno della Warner Bros. Manganiello aveva scritto un trattamento ed era stato lui a convincere il regista Gareth Evans (The Raid – Redenzione) ad occuparsi della regia, nonostante questi non fosse particolarmente convinto. Tuttavia, come spiegato dall’attore, la Warner Bros. era riluttante a dare il via libera ad un film basato su un supercriminale: “Quando le cose si sono calmate, non è stata vista come una priorità fare un film da 40 milioni di dollari sulle origini di un cattivo.”

Gatecrash, recensione del film diretto da Lawrence Gough #NoirinFest

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Presentato nella selezione ufficiale in concorso del Noir in Festival XXX, Gatecrash tradisce la sua origine teatrale nell’impianto basato sulla totale unità di tempo e spazio. Il film, diretto da Lawrence Gough, si basa infatti su una piece teatrale di Terry Hughes e mette in scena una mascolinità tossica che si conclude in un violento epilogo. 

Questo dramma da camera, compresso in spazi angusti, ruota attorno a un incidente automobilistico che non ci viene mai mostrato, ma solo raccontato. L’evento causa dei conflitti tra una manciata di personaggi che costituiscono il punto fermo di un ritmo della narrazione crescente, nonostante non ci sia grande movimento, né dei personaggi, né del montaggio stesso del film. 

Nicole (Olivia Bonamy) e Steve (Ben Cura), una coppia che chiaramente vive di abusi, tornano a casa, una graziosa ma isolata villetta di campagna, una casa che nei colori e negli arredi, prugna, tortora e grigi, ricorda i lividi che Nicole porta sul volto, dopo che, sulla via del ritorno, Steve ha investito qualcosa o qualcuno con la macchina.

Gatecrash, un noir che non è all’altezza della fonte

Non ci viene mostrato niente, ma dai discorsi della coppia, capiamo che era lui a guidare, quando hanno investito un misterioso passante, ma che dà la colpa a lei, perché dice di essere stato distratto dalla sua conversazione. Mentre questo dispiegamento di mascolinità tossica si avvicina al suo momento più alto, la conversazione trai due viene interrotta da qualcuno che arriva alla porta: un poliziotto (Samuel West) che con fare fintamente disinvolto chiede alla coppia se hanno visto qualcosa di strano nei dintorni. Da questo momento in poi, la situazione degenera.

A questo punto del film cominciano a verificarsi diverse cose strane, che mirano probabilmente a confondere e sedurre lo spettatore, ma che purtroppo conferiscono al film, nel suo svolgimento, un andamento caotico, fuori controllo. Monti dialoghi si ripetono, pronunciati da personaggi diversi, nessuno dei protagonisti ha motivazioni chiare e i toni cominciano ad oscillare dal fantasy macabro al thriller senza però trovare una loro dimensione vera e propria. 

A questa dinamica già confusa, si aggiunge un altro elemento dissonante, ovvero l’apparizione, apparentemente senza motivazione alcuna, di un altro personaggio, l’anziano Sid, interpretato da Anton Lesser (meglio conosciuto in TV per Game of Thrones in cui interpreta l’infido Qyburn). Il personaggio risulta il più risolto e strutturato di tutti, e sembra quindi che sia stato l’attore stesso a dargli spessore, visto che da sceneggiatura, firmata da Lawrence Gough e Alan Pattinson, nessuno degli altri sembra avere lo stesso approfondimento. 

Se dalle recensioni degli specialisti di teatro, la storia aveva un suo interesse e la piece in sé è stata accolta con grande favore, la versione cinematografica di Gatecrash non possiede né lo stesso appeal, né l’allure lynchiano che ha fatto la fortuna del testo originale.

50 Santarcangelo Festival, la recensione del documentario

50 Santarcangelo Festival, la recensione del documentario

Partecipa anche tu, se hai il coraggio’ è il motto del Festival irriverente e mai scontato di Santarcangelo, che festeggia il cinquantenario dalla sua nascita con un’opera in suo onore. Un lavoro minuzioso ed evocativo, plasmato dalle menti dei registi Alessandro Rossi e Michele Mellara e presentato alla diciassettesima edizione delle Giornate degli Autori, nella sezione “Notti Veneziane – l’Isola degli autori” (Venezia 2020). 

50 Santarcangelo Festival è la storia di un Festival che ospita l’espressione e l’evoluzione del teatro in un contesto politico e sociale in fermento, che ne arricchisce forme e colori.

Il duo di registi, già assiduo frequentatore del Festival di Santarcangelo ha attinto, su commissione, dagli archivi video accumulati negli anni e ne ha tratto una congerie saporita di sensazioni ed immagini. Corpi in azione e voci in asincrono riflettono scontri e miscugli di un festival che è stato ed è unico nel suo genere. 

50 Santarcangelo Festival sbircia su un mondo altro, incantato e chiassoso, sconosciuto a molti e piccolo gioiello per chi vi ha preso parte, raccontato attraverso gli occhi dei molteplici direttori che si sono succeduti alla sua guida, ognuno dei quali si è sempre dimostrato alla ricerca instancabile di integrazione ed innovazione: ‘Se rimani uguale a te stesso muori, ma se vuoi rimanere te stesso devi cambiare’ (Antonio Attisani – Direttore del Festival, 1981).

Il tutto nasce dall’incontro fortuito tra il sindaco di Santarcangelo Romagnola, Romeo Donati ed il registra di teatro, allora in turnée, Piero Patino, dei quali l’intento è quello di proporre ‘spettacoli che abbraccino le attività di palcoscenico, senza riferimenti’ alla politica (Romeo Donati). 

La recensione di 50 Santarcangelo Festival

Perché è questo che è il teatro: politica, performance, arti sceniche, teatro d’attore, musica ed infine incontro di tutte queste forme in una sola.

Ciò che si nota guardando la pellicola è quanto il festival sia orientato alla condivisione e insieme all’apprendimento: è una fucina di talenti, una ‘Woodstock del teatro, un grande laboratorio di strada’, come tiene a sottolineare Roberto Dacci, Direttore illuminato di svariate edizioni del Festival. 

Nelle edizioni che si susseguiranno, si esibiranno compagnie teatrali tra le più importanti e all’avanguardia dello scenario italiano ed europeo, rinvigorendo ogni volta la manifestazione con energie nuove e dirompenti.

Alessandro Rossi e Michele Mellara non sono nuovi al genere del documentario ed in particolare a tematiche delicate quali ambiente e diritti umani ed hanno reso con eleganza la storia di un Festival che ha rappresentato il luogo di incontro di tradizioni teatrali lontane geograficamente e concettualmente, che ha permesso scambi culturali altrimenti impensabili e, cosa più importante, è stato e rimane un punto di riferimento per il teatro e gli artisti che lo praticano.

Il lavoro è un tripudio di immagini, forme e corpi in fiore, raccontati dai testimoni di allora e di oggi. Un’opera che è riuscita nella difficile impresa di rendere il teatro tramite il cinema, che ha saputo cogliere la scintilla nelle performance, i momenti di stupore ed attonimento. Ha restituito con compiutezza sensazioni ed emozioni di un passato che ha forgiato attori e compagnie del presente, raccontandone l’evoluzione tra bisbigli e sospiri e talvolta urla, rivelando e nascondendosi, ma mai annoiando.

Artmedia cinema e scuola: Alex Infascelli e Francesco Bruni si raccontano

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Il 15 e il 26 marzo i registi ALEX INFASCELLI e FRANCESCO BRUNI saranno i protagonisti di due importanti incontri virtuali, nell’ambito del progetto ArtMedia Cinema e Scuola – Immagini personaggi storie. Percorsi di cinema per studenti, ideato e curato da Loredana Commonara e rivolto agli studenti dei licei di tutta Italia.

I due incontri saranno preceduti rispettivamente dalle proiezioni, programmate per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, di Mi chiamo Francesco Totti, per la regia di Alex Infascelli (dall’8 all’ 11 marzo) e di Cosa sarà? di Francesco Bruni (dal 22 al 25 marzo). Dopo il primo evento dello scorso 19 febbraio, moderato da Mario Sesti e con la partecipazione di

Sara Serraiocco per il film Non odiare di Mauro Mancini, l’iniziativa prosegue così il suo viaggio nel cinema contemporaneo con nuovi appuntamenti, destinati a stimolare la curiosità dei ragazzi e consegnare loro strumenti utili per avviare un’analisi critica su una realtà sempre più confusa. «Siamo riusciti a trovare il modo più efficace per poter mettere in opera la seconda edizione del progetto ‘ArtMedia Cinema e Scuola’» dichiara Loredana Commonara. «Mai come quest’anno, vista la situazione dell’istruzione, del comparto della cultura in generale e del cinema in particolare, un progetto del genere diventa necessario. Lo vediamo dalla risposta delle scuole, degli insegnanti e soprattutto degli studenti».
Il progetto nasce con l’obiettivo di creare una vera e propria palestra per l’audiovisivo, in grado di fornire gli strumenti per leggere un’opera cinematografica e di ridurre la distanza tra pubblico e specialisti attraverso proiezioni e occasioni di confronto con attori, registi, sceneggiatori e compositori, veicolato dai maggiori esponenti della critica e del giornalismo.
L’origine del progetto è da rintracciare nel concorso nazionale OPEN FRONTIERS YOUNG, che si tiene ogni anno nell’ambito del VENTOTENE FILM FESTIVAL. Dedicato ai cortometraggi interamente realizzati da studenti italiani (dall’ideazione al soggetto, dalla recitazione alla produzione), da molti anni il concorso ha l’obiettivo primario di avvicinare i giovani a quegli ideali di unità e condivisione con cui l’Unione Europea è nata e che, non a caso, affondano le proprie radici nella storia dell’isola di Ventotene.

In un momento a dir poco drammatico per il settore culturale come quello che stiamo attraversando, il percorso di educazione e approfondimento portato avanti da ArtMedia – Cinema e Scuola gioca così un ruolo ancora più fondamentale nel diversificare l’offerta formativa delle scuole e degli studenti, colpiti dagli effetti della pandemia, fornendo ai ragazzi nuove occasioni di dialogo e, allo stesso tempo, avvicinandoli al mondo del lavoro creativo attraverso la sperimentazione in campo. Conclusione naturale del progetto e degli incontri di quest’anno sarà, infatti, la produzione di un cortometraggio che vedrà la partecipazione attiva dei ragazzi.

Tra i tantissimi protagonisti che, nella precedente edizione, hanno accompagnato gli studenti in questo importante viaggio di educazione e di approfondimento nel cinema d’autore contemporaneo, ricordiamo: Emir Kusturica, Monica Guerritore, Luca Zingaretti, Roberto Saviano e Claudio Giovannesi, Daniele Lucchetti, Alessandro Borghi, Riccardo Milani, Paola Cortellesi, Francesco Piccolo ed Elena Sofia Ricci.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito di CIPS – Cinema e Immagini per la Scuola – Piano nazionale di educazione visiva per le scuole promosso dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Cultura, con il patrocinio del Comune di Roma Assessorato alla Crescita culturale.

Il progetto ArtMedia – Cinema e Scuola vede il coinvolgimento dei licei di tre diverse regioni: Istituto Comprensivo Pisacane di Ponza e Isiss Pacifici e De Magistris di Sezze (Latina), IIS G. De Sanctis e IMS Margherita di Savoia di Roma, Liceo classico musicale statale Domenico Cirillo di Aversa (Napoli), Istituto Isabella D’este Caracciolo di Napoli, ISI di Barga (Lucca).

Stephen Amell: 10 cose che non sai sull’attore

Stephen Amell: 10 cose che non sai sull’attore

Protagonista dal fisico e dalle abilità eccezionali di Arrow, Stephen Amell è in circolazione da un bel po’. Ha recitato in The Vampire Diaries, Beautiful People, Heartland, CSI e NCIS, 90210, Hung – Ragazzo Squillo, New Girl, Private Practice, The Flash, Legends of Tomorrow, e molto altro. Cosa non sapete su di lui? Ecco dieci curiosità su Stephen Amell.

Stephen Amell in The Vampire Diaries

Stephen Amell in The Vampire Diaries1. Stephen Amell ha mancato due ruoli in The Vampire Diaries. Inizialmente, aveva fatto l’audizione per il ruolo di Mason Lockwood, e poi per quello di Elijah. Entrambe le volte, fu preso in considerazione, per poi essere però scartato. Ma riuscì ad entrare nel cast del telefilm, quando fu scelto per il ruolo del lupo mannaro Brady nella seconda stagione.

Stephen Amell: fisico

stephen amell

2. Stephen Amell: il fisico e il body-shaming. Stephen Amell è famoso per il proprio fisico, per la propria forza, e per la capacità di sottoporsi costantemente ad allenamenti intensissimi per mantenere una forma smagliante, soprattutto per Arrow. Ad un certo punto, però, una fan dell’attore ha commentato una fotografia nella quale l’attore sembra avere un po’ di “pancetta”, e in modo offensivo: “Questo non è il mio Oliver Queen, lui non è così grasso. Rimettiti in forma”. Ovviamente, Stephen Amell, su Twitter, si è difeso dicendo: “Quindi, mi prendo due mesi di pausa dopo aver lavorato senza sosta dal luglio 2014 fino all’aprilo 2017… Una fotografia compare su internet… E le persone mi scrivono sulla timeline per prendere in giro la mia pancia in una foto a distanza. A chi pensate di stare scrivendo?”

3. Stephen Amell ha interpretato un prostituto. Se pensate che, in Arrow, Stephen appaia molto spesso senza maglietta, sappiate che non è niente in confronto a Hung, lo show televisivo nel quale Stephen Amell ha sfoggiato il proprio fisico parecchie volte nel corso di dieci puntate. Ovviamente, le scene di sesso facevano parte del contratto: già dal primo giorno sul set.

Stephen Amell: Instagram e Twitter

4. Stephen e i social media. Su Twitter, lo trovate come @StephenAmell, e ha 2.35 milioni di follower. Anche l’account certificato di Stephen Amell su Instagram si chiama @stephenamell. Qui, l’attore ha al momento 5.2 milioni di follower. Sul profilo, vediamo tante (tantissime) foto dell’allenamento di Stephen Amell (più o meno quotidiano, nonché tante di momenti passati con gli amici e scatti adorabili con la figlia.

Stephen Amell: Facebook e la causa LGBT

5. Stephen Amell su Facebook e il Pride. Nel 2017, Stephen Amella a Vancouver quando l’annuale Pride ebbe luogo: lui non mancò di partecipare insieme alla moglie Cassandra e postò tantissime fotografie su Facebook. Ma i commenti negativi e assurdi cominciarono ad arrivare. Lui, però, ha risposto con un post a parte, dicendo di essere sorpreso dalla quantità di messaggi negativi e di odio. E ha chiesto agli autori di andare a “stare dalla parte sbagliata della storia” da un’altra parte.

6. Stephen Amell fa tantissima beneficienza. Supporta attivamente diverse cause e diverse associaizoni, tra cui F**k Cancer. è qui che va a finire la maggior parte del ricavato della sua azienda vinicola. Non solo: Stephen a prestato la propria faccia per realizzare delle magliette, poi vendute con lo scopo di raccogliere fondi per l’organizzazione. Ha lanciato, poi, una campagna per le due associazioni Stand For Silence e Paws&Stripes. insieme ad una nuova parola: “sinceriously” (“sinceriamente”), e significa “la capacità di parlare apertamente, in materia aperta e onestamente, di qualsiasi cosa”. A detta sua: cosa c’è di maglio per far parlare le persone di una parola nuova?

Stephen Amell: Arrow

Stephen Amell Arrow7. Stephen Amell in Arrow: il tic di Oliver. Amell ha dato molto al ruolo di Oliver Queen in Arrow, soprattutto per quanto riguarda le differenze tra i due. Uno dei modi nei quali l’attore ha sottolineato la duplicità del personaggio, è stato attraverso un tic delle mani. È un movimento che arriva all’improvviso, uno scatto con il quale le mani si muovono come per allungarsi a prendere una freccia. Amell ha confermato che questo tratto appartiene solamente ad Oliver, ed è stato una sua idea: quando il personaggio è stressato o non a suo agio, l’azione ha l’effetto di calmarlo, sottolineando quanto sia a proprio agio nei panni di Arrow piuttosto che in quelli di Oliver Queen.

8. Stephen Amell e Arrow: i supereroi sono di famiglia. Se avete visto The Flash, avrete notato che c’è un tizio che assomiglia molto a Stephen Amell: ecco, è proprio lui. E l’altro tizio che assomiglia a lui chi è? È suo cugino Robbie, che nello show interpreta Ronnie/Firestorm. A quanto pare, i due sono cresciuti insieme, erano molto vicini, e dei campioni di beer pong.

Allenamento di Stephen Amell

9. L’allenamento di Stephen Amell in Arrow è reale. L’attore si è preparato come si deve per il rule di Oliver Queen, e molte delle sequenza d’allenamento fatte da Stephen Amell sono reali (inclusa la routine di esercizio che vediamo nel primo episodio”. “È uno dei momenti più discussi del pilot”, ha raccontato Guggenheim all’Huffington Post. Stephen Amell è diventato un tale fenomeno dell’esercizio chiamato “salmon ladder”, da partecipare ad America Ninja Warrior, completando il difficilissimo percorso senza problemi.

10. A proposito di allenamento, Stephen Amell è istruttore di spinning. Stephen Amell ha un fisico incredibile, ma non solamente grazie ad Arrow. All’inizio della carriera, infatti, per guadagnarsi da vivere l’attore faceva anche l’istruttore di spinning. Ora che è famoso, riceve parecchi messaggi sui social media da parte di vecchi allievi. Ed è stato istruttore anche sullo schermo, per la serie del 2004 Queer As Folk.

Fonti: hmv, Mental Floss, UpWorthy, WhatCulture

Nastri d’Argento 2021 documentari, vince Mi chiamo Francesco Totti

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Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli è il Nastro d’Argento 2021 per il Cinema del reale, The Rossellinis di Alessandro Rossellini, ritratto di una famiglia allargata decisamente speciale, il miglior documentario sul cinema. Oggi l’annuncio dei Giornalisti Cinematografici che hanno assegnato il Premio per la docufiction a Il caso Braibanti di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese segnalando anche con una menzione speciale La verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli.

Significativi i premi con i quali il Direttivo Nazionale del Sngci, che assegna i Nastri, ha deciso di sottolineare l’importanza del ‘cinema del reale’ in un’edizione dedicata quest’anno alla memoria di Cecilia Mangini, per cui parla ancora una volta il suo straordinario lavoro nell’ ultimo documentario – in ‘cinquina’ – realizzato con Paolo Pisanelli. Il Direttivo del Sindacato ha voluto inoltre sottolineare la qualità e l’importanza di due titoli, fuori selezione, nati per lo schermo televisivo: SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano di Cosima Spender, serie originale Netflix realizzata da un gruppo produttivo e creativo composto, con la regista, da Gianluca Neri, Valerio Bonelli, Andrea Romeo, Nicola Allieta, Christine Reinhold, Carlo Gabardini, Paolo Bernardelli e Edizione Straordinaria di Walter Veltroni, proposto da Rai Cultura con il materiale di Rai Teche. Due opere che rappresentano un valore aggiunto al miglior giornalismo d’inchiesta come a quello televisivo: percorsi della memoria con cui si può rileggere – nel racconto di una stagione controversa come nelle ‘aperture’ sulla grande cronaca nazionale – la Storia del Paese. Il Sngci lancia, inoltre, da quest’anno, segnalando Punta Sacra di Francesca Mazzoleni – viaggio d’autore alla foce del Tevere dove ancora è vivo il ricordo di Pier Paolo Pasolini – la prima edizione del Premio Valentina Pedicini che nasce per valorizzare sempre di più nel cinema del reale, lo sguardo di una nuova generazione di autrici e autori, in collaborazione con la Sede di Palermo dedicata al Documentario del Centro Sperimentale di Cinematografia diretta da Costanza Quatriglio.

Tornando ai vincitori dei Nastri Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli è prodotto da The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment e Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. Distribuito in Italia da Vision e all’estero da Vision e NBC Universal, il film riceve nel palmarès dei Nastri anche il Premio per il protagonista dell’anno, ovviamente Francesco Totti che ha messo in campo, oltre il pallone, la sua immagine, la sua vicenda umana e professionale e le sue emozioni più intime.

Entra invece nella storia di un vero e proprio ‘clan’ familiare che non si è mai raccontato con tanta sincerità, The Rossellinis diretto da Alessandro Rossellini che del grande regista è nipote (prodotto da B&B Film e VFS Films con Rai Cinema, in associazione con Luce Cinecittà con il sostegno del Mibact e altre collaborazioni anche internazionali). I protagonisti, insieme ad Alessandro sono – con le loro confidenze inedite – Isabella, Renzo, Robin, Ingrid, Gil, Nur, ovviamente il grande Roberto. Alessandro, che ha avuto al suo fianco come co-regista Lorenzo D’amico De Carvalho, presenta il film come il racconto e “l’iperbole di una famiglia affascinante, appassionata ed anche bugiarda” E dice: ”L’arte di narrarsi al meglio è forse l’unico pezzetto di genio creativo che abbiamo ereditato da nonno Roberto”. Ecco perché The Rossellinis è il suo personale tentativo di restituire “un’immagine sincera di una grande, amata e complicata famiglia”.

Il caso Braibanti, che i Nastri premiano per la docufiction è, infine, un film importante e necessario perché attraverso il lavoro di ricostruzione tra molte testimonianze – da Piergiorgio Bellocchio a Dacia Maraini, da Lou Castel a Maria Monti nonché quella del nipote di Braibanti – offre l’occasione di ripercorrere una vicenda processuale che, per  un reato codificato dal Codice Rocco dell’era fascista (poi cancellato dalla Corte Costituzionale nel 1981) fu di fatto un processo all’omosessualità.

Nel complesso un palmarès, quest’anno, particolarmente ricco di temi, storie e personaggi che non ha dimenticato l’attualità in un’annata difficile, siglata da interessanti testimonianze sul lockdown come dalla musica (gli Extraliscio di Elisabetta Sgarbi), dall’arte (Pino, su Pascali, di Walter Fasano) o dalla memoria anche privata di Molecole, che ha inaugurato l’ultima Mostra di Venezia. E anche un’incursione nella vita e nei pensieri più intimi che riguardano il corpo o l’esperienza della malattia vissuta nel lockdown (come testimoniano gli italiani che racconta Gabriele Salvatores e svela con coraggio Elisa Fuksas nel suo iSola) ma anche il vissuto nelle tragedie italiane dei terremoti (con un esordio alla regia di Alessandro Preziosi). I Nastri ricordano che tra i titoli finalisti è stata ancora una volta grande protagonista la memoria del cinema con il fascino di Alida Valli (Alida di cent’anni in questi giorni, e l’immenso patrimonio felliniano, nel centenario della nascita, con l’originalissimo Fellini degli spiriti di Anselma Dell’Olio. Tra le storie che ha raccontato la selezione delle Docufiction finaliste anche il viaggio di Nella Condorelli ne La storia vergognosa, racconto di lotta contro antiche vessazioni nella memoria della Sicilia contadina. Dalla Storia alla politica, infine, il ritratto, mai tanto attuale, di una donna speciale come Nilde Iotti, attraverso un film siglato anche da un reading dei suoi discorsi affidato alla voce e all’immagine di Paola Cortellesi.

La Selezione ufficiale e finalista è consultabile su www.cinemagazineweb.it

Il Direttivo dei Nastri d’Argento ha già annunciato i Premi speciali dei Nastri 75 per il Documentario a Notturno di Gianfranco Rosi e Salvatore – Shoemaker of Dreams di Luca Guadagnino assegnati dai Giornalisti Cinematografici. I premi sono stati scelti in una Selezione di 60 titoli tra i 170 usciti nel 2020 e visionati dalla Giuria del Direttivo Nazionale: la short list selezionata per il voto da Maurizio Di Rienzo con il Direttivo Nazionale (composto da Laura Delli Colli con Fulvia Caprara, Oscar Cosulich, Paolo Sommaruga e Stefania Ulivi) riguarda, per regolamento, film proposti nell’anno solare (2020) da Festival e rassegne anche su piattaforme e reti tv. Di seguito, la lista dei vincitori e le ‘cinquine’ finaliste

 

I vincitori e le ‘cinquine’ finaliste

I PREMI Nastri d’Argento Documentari 2021

 

CINEMA DEL REALE

MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI di Alex INFASCELLI

Protagonista dell’anno

Francesco TOTTI

Premio Valentina Pedicini 2021

PUNTA SACRA di Francesca MAZZOLENI

CINEMA SPETTACOLO CULTURA

THE ROSSELLINIS di Alessandro ROSSELLINI

DOCUFICTION

IL CASO BRAIBANTI di Carmen GIARDINA e Massimiliano PALMESE

Menzione speciale a LA VERITA’ SU LA DOLCE VITA di Giuseppe PEDERSOLI

Premi speciali (fuori selezione)

SANPA – Luci e tenebre di San Patrignano di Cosima SPENDER

EDIZIONE STRAORDINARIA di Walter VELTRONI

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I vincitori sono stati scelti tra queste ‘cinquine finaliste’

 

CINEMA DEL REALE

DUE SCATOLE DIMENTICATE – UN VIAGGIO IN VIETNAM di Cecilia MANGINI e Paolo PISANELLI

FUORI ERA PRIMAVERA – Viaggio nell’Italia del lockdown di Gabriele SALVATORES

iSOLA di Elisa FUKSAS

MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI di Alex INFASCELLI

MOLECOLE di Andrea SEGRE

CINEMA SPETTACOLO CULTURA

ALIDA di Mimmo VERDESCA

EXTRALISCIO–PUNK DA BALERA di Elisabetta SGARBI

FELLINI DEGLI SPIRITI di Anselma DELL’OLIO

PINO di Walter FASANO

THE ROSSELLINIS di Alessandro ROSSELLINI

 

DOCUFICTION  

IL CASO BRAIBANTI di Carmen GIARDINA e Massimiliano PALMESE

LA LEGGE DEL TERREMOTO di Alessandro PREZIOSI

LA STORIA VERGOGNOSA di Nella CONDORELLI

LA VERITA’ SU LA DOLCE VITA di Giuseppe PEDERSOLI

NILDE IOTTI, IL TEMPO DELLE DONNE di Peter MARCIAS

Noir in Festival XXX: investigatori, gazze ladre e stormtrooper

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Noir in Festival XXX: investigatori, gazze ladre e stormtrooper

Inizia con un dialogo a due voci tra uno dei più acclamati autori della narrativa italiana contemporanea e una giovane ma già affermata scrittrice e sceneggiatrice il programma di giovedì 11 marzo del Noir in Festival, che vedrà Nicola Lagioia e Antonella Lattanzi protagonisti di un incontro incentrato sul tema “Maschile / Femminile al nero” (ore 11.00, su Facebook e YouTube). Durante la conversazione, moderata da Mazzino Montinari, i due autori si confronteranno sul tema a partire dai loro ultimi romanzi: La città dei vivi di Nicola Lagioia (Einaudi) e Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi (HarperCollins).

Si passa poi dalla realtà contingente alla fantascienza con la masterclass “La cosmogonia di Star Wars, a cura del regista e saggista Federico Greco, condotta da Giorgio Gosetti con la partecipazione di Elisabetta Sgarbi: un viaggio attraverso la storia della saga cinematografica più amata di tutti i tempi (ore 12.00, su Facebook e YouTube). Altro imperdibile viaggio attraverso universi fantastici sarà l’incontro, moderato dal critico Roberto Silvestri, con Brian Yuzna, regista culto del genere fanta-horror tra gli anni ’80 e ’90 cui il festival rende omaggio con il Premio Luca Svizzeretto come maverick dell’anno (ore 17.00, su MYmovies, Facebook e YouTube).

Tra i grandi ospiti internazionali di questa edizione, che proprio nella giornata di venerdì incontreranno (virtualmente) il pubblico del festival, due autori che non hanno bisogno di presentazioni: Alicia Giménez-Bartlett – creatrice di una delle detective “seriali” più amate, Petra Delicado – che racconterà il suo iconico personaggio attraverso l’Autobiografia recentemente pubblicata da Sellerio in dialogo con Alessandra Casella e Marina Fabbri (ore 18.00, su Facebook e YouTube); e poi, ancora, il “padre” di Alex Rider, lo scrittore e sceneggiatore Anthony Horowitz (ore 19.00 su Facebook e YouTube), bestseller in patria da centinaia di migliaia di copie che al Noir presenta il suo ultimo romanzo, I delitti della gazza ladra (Rizzoli).

L’appuntamento con il cinema di genere parte alle ore 19.00 su MYmovies con Non amarmi, film d’esordio di Marco Cercaci presentato al Noir come evento speciale fuori concorso: il racconto di una passione morbosa nella cornice della Seconda Guerra Mondiale, ispirato a fatti realmente accaduti riletti in chiave noir dal regista. Per il concorso internazionale l’argentino Karnawal, opera prima di Juan Pablo Fénix che indaga le dinamiche familiari concentrandosi soprattutto sulla figura di un padre assente dai trascorsi criminali magistralmente interpretato da Alfredo Castro (ore 21.00, MYmovies). L’ultimo appuntamento della giornata è con Non si sevizia un paperino (ore 22.00, MYmovies), uno dei titoli più apprezzati della filmografia di Lucio Fulci, cui il Noir in Festival dedica la retrospettiva di quest’anno.

Il Noir in Festival si svolge in streaming gratuito su tutto il territorio nazionale sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social del festival (Facebook, YouTube, Instagram). Tutti i film saranno disponibili per 24 ore dalla data di prima programmazione, previa prenotazione.

Mila Kunis: 10 cose che non sai sull’attrice

Mila Kunis: 10 cose che non sai sull’attrice

Mila Kunis è una delle attrici più belle di Hollywood, con una delle carriere più longeve, con una certa vena comica e con un carattere instancabile. Lavora parecchio, e i fan sono innamorati di lei sin dai tempi di That 70s Schow. Che amiate/odiate Meg Griffin, o che vi siate visti tutte le sue commedie romantiche, ecco alcune curiosità su di lei. Cosa non sapete su Mila Kunis? Ecco dieci curiosità.

Mila Kunis: gli inizi

mila kunis

1. Mila Kunis non è nata negli Stati Uniti. Mila è infatti nata a Kiev, in Ucraina, e aveva solamente sette anni quando i genitori lasciarono l’Unione Sovietica. “Mi fu detto che ci saremmo trasferiti in fondo alla strada”, ha raccontato a riguardo. Quando arrivarono negli Stati Uniti, lei e i genitori riuscirono ad entrare con un permesso per rifugiati religiosi.

2. Mila Kunis ha cominciato a recitare a Los Angeles, e i genitori erano un po’ preoccupati. Una volta arrivata a Los Angeles, Mila ha cominciato a prendere lezioni di recitazione ed è apparsa in alcune pubblicità. Inizialmente, i genitori erano un po’ preoccupati: “Siamo arrivati in questo Paese senza nulla e, quindi, qualunque livello di successo per noi è importante” ha raccontato l’attrice, “(I miei genitori) non hanno mai voluto che io facessi l’attrice, perché è una professione talmente imprevedibile. Quando sei un immigrato, e devi lavorare duramente anche solo per sopravvivere, è naturale preoccuparti di avere un lavoro e delle entrate stabili. Ma penso che ora si siano più o meno convinti del fatto che stia andando piuttosto bene”.

Mila Kunis: film

mila kunis

3. Mila Kunis: i film e gli show degli inizi. Dopo una serie di pubblicità di alto profilo e dopo essere apparsa in serie come Settimo cielo, la carriera di Mila ebbe una svolta quando ottenne il ruolo di Jackie in That ‘70s Show nel 1998. Nel 1999, poi, cominciò a doppiare Meg Griffin in I Griffin, che interpreta ancora oggi. Per Mila Kunis, nei film, i ruoli importanti arrivarono circa un decennio più avanti, con Non mi scaricare (2008) e, da allora, ha costantemente arricchito la propria filmografia con film come Max Payne (2008), Codice Genesi (2010), Il cigno nero (2010), Amici di letto (2011), Ted (2012), e Il grande e potente Oz (2013).

4. Mila Kunis: i film recenti. In seguito, Mila Kunis ha recitato in diversi film, tra cui Blood Ties – La legge del sangue (2013), Third Person (2013), 90 minuti a New York (2014), Jupiter – Il destino dell’universo (2015), Bad Moms: Mamme molto cattive (2016), Bad Moms 2: mamme molto più cattive (2017), e Il tuo ex non muore mai (2018). Mentre continua a doppiare Meg ne I Griffin (l’ultima stagione del quale è uscita proprio nel 2018), Mila Kunis doppierà anche Greta in Wonder Park, in uscita nel 2019.

Mila Kunis: altezza e fisico

5. Mila Kunis altezza e fisico. Mila è alta 1.63 metri, e pesa 52 chilogrammi. Nel 2010, a quanto pare, ha perso parecchio peso per interpretare la ballerina de Il Cigno Nero. A riguardo, a Glamour UK Mila ha raccontato: “Non credo avessi mai realizzato (prima di allora) di cosa sia capace il corpo umano. (…) Amo tantissimo il cibo. Ma quanto la gente dice ‘Non riesco a perdere peso’, no no, puoi. Il tuo corpo può fare di tutto, qualunque cosa, se solo lo vuoi”.

Mila Kunis: occhi di colore diverso

6. Mila Kunis ha gli occhi di colore diverso. Per chi non se ne fosse accorto, gli occhi di Mila Kunis sono di due colori diversi: l’occhio destro è marrone, mentre l’occhio sinistro è verde. Questa condizione si chiama eteronomia e, nonostante sia ereditaria, gli occhi dell’attrice sono diventati così nel tempo.

Mila Kunis: Instagram

7. Mila Kunis non ha Instagram. Durante un’intervista con Cosmopolitan, Mila ha spiegato perché non si trova su Instagram, dicendo che, secondo lei, i social media sono oramai diventati piattaforme prevalentemente negative. Inoltre, il marito Ashton Kutcher ha spiegato perché anche i figli non compaiono mai nelle foto di Instagram: “Abbiamo una rete social privata, nella quale condividiamo cose con le nostre famiglie, cosicché i nonni possano vedere i bambini eccetera. Ma non condividiamo pubblicamente alcune foto dei nostri bambini, perché pensiamo che essere pubblici sia una scelta personale”.

Mila Kunis e Ashton Kutcher

8. Il matrimonio non era nei piani di Mila Kunis e Ashton Kutcher. Mila non aveva in mente di sposarsi e, già da giovanissima, aveva affermato di non volersi sposare finché il matrimonio tra persone dello stesso sesso non sarebbe stato legale. Quando poi ha detto a Ashton Kutcher della propria intenzione di non sposarsi, sembra che lui sia stato subito d’accordo: dopo il difficile divorzio da Demi Moore, non aveva esattamente intenzione di sposarsi di nuovo. Ma qualcosa cambiò, e i due decisero di sposarsi a un anno dall’inizio della loro relazione. A quanto pare, Kutcher aveva cominciato a pianificare il giorno del matrimonio già da prima che il divorzio dalla Moore fosse finalizzato, in modo da poter chiedere a Mila di sposarlo il prima possibile.

Mila Kunis Wyatt Isabelle Kutcher

Le cose sono cambiate in meglio quando Ashton Kutcher e Mila hanno avuto Wyatt Isabelle, la loro prima figlia nata dall’amore, quella che secondo Ashton ha «cambiato ogni cosa». Infatti l’attore è spesso fotografato in momenti premurosi mentre l’accompagna all’asilo a West Hollywood, Los Angeles. Ma Wayatt non è l’unico, Dimitri infatti è il secondo genito.

9. Mila Kunis e Ashton Kutcher erano amici di letto. Prima di sposarci, Mila Kunis e Ashton Kutcher erano amici. Poi, quando cominciarono a provare attrazione l’uno per l’altra, decisero semplicemente di cambiare i “termini” di questa amicizia. Mila ne ha parlato pubblicamente, e, per sua stessa ammissione, nessuno dei due ha imparato niente dai propri film (lei, da Amici di letto, e lui da Amici, amanti, e…). I due hanno sempre trattato la propria relazione da amici di letto con molta schiettezza. Poi, però, sono arrivati i sentimenti.

Mila Kunis senza trucco per Glamour

10. Nel 2016, Mila Kunis senza trucco era sulla copertina di Glamour. Nonostante sembri che Photoshop abbia fatto la sua parte, Mila Kunis si è fatta fotografare senza trucco per la copertina di Glamour. Quando le è stato chiesto come si è sentita ad essere stata fotografata struccata, ha risposto: “Bene! Non indosso il trucco. Non mi lavo i capelli tutti i giorni. Non è qualcosa al quale mi associo”. Non è contro il makeup, ha poi raccontato: semplicemente, non è da lei.

Fonti: IMDb, Heightline, Stylecaster, Biography, Independent, HelloGiggles, ScreenRant

Edward mani di forbice: 10 curiosità e le frasi più belle del film

Il capolavoro di Tim Burton ha ormai quasi trent’anni, ma gli amanti del regista di tutto il mondo lo amano ancora con tutto il cuore. Un film di grande tenerezza, grande umorismo, e anche grande oscurità, Edward mani di forbice è diventato un classico del cinema recente.

Cosa non sapete sul film? Ecco dieci curiosità su Edward mani di forbice.

Edward mani di forbice: trailer

Edward mani di forbice, film e curiosità

1. Gli studios volevano Tom Cruise per il ruolo di Edward. Dopo il successo di Batman del 1989, la 20th Century Fox decise di rischiare con la piccola favola suburbana di Edward mani di forbice, ma volevano che fosse una star di rilievo ad interpretare il protagonista. In particolare, volevano Tom Cruise, che allora stava godendo di un particolare periodo di gloria dopo il successo di Rain Man – L’uomo della pioggia. Tim Burton ebbe una conversazione con Tom Cruise, sul quale disse poi che “era interessante, ma credo che le cose siano andate per il meglio” dopo aver scelto Johnny Depp. “Alla fine dell’incontro mi sentivo così, e credo di averlo detto anche a lui: ‘è bello avere tante domande sul personaggio, ma o lo fai o non lo fai’”.

2. Gli studios erano preoccupati per l’aspetto di Edward mani di forbice. Prima dell’uscita del film, gli studios erano preoccupati del fatto che il potenziale pubblico avrebbe risposto male all’apparizione di Edward, il cui aspetto e look erano così diversi da quelli per cui Johnny Depp era conosciuto. Per questo motivo, cercarono di impedite l’uscita di alcune foto dell’intero cast prima dell’uscita del film.

3. Il quartiere di Edward mani di forbice esiste davvero. Mentre è ispirato a Burbank, California, ovvero la città natale di Tim Burton, il film fu girato in un luogo reale vicino a Tampa, in Florida. Il designer di produzione, Bo Welch, preparò le case della cittadina dipingendo ogni casa di un colore pastello. Durante i lavori, alcuni dei residenti erano ancora nella loro casa. “Inizialmente la cosa non gli piacque, ma credo che poi si abituarono. Lo rese un posto più divertente”.

Edward mani di forbice e Johnny Depp

edward mani di forbice

4. Per Johnny Depp, Edward mani di forbice fu la prima collaborazione con Tim Burton. Tim Burton avrebbe preferito un attore sconosciuto per la parte di Edward, ma decise di fare un compromesso e scegliere Johnny Depp, il quale al tempo era l’idolo dei teenager soprattutto grazie ai suoi ruoli televisivi. “Non lo conoscevo davvero” ha raccontato, “non avevo visto lo show nel quale aveva recitato (21 Jump Street), ma credo di aver visto una sua foto da qualche parte”. Il film è stata la prima delle loro tantissime collaborazioni.

5. Johnny Depp ha ripreso il ruolo di Edward mani di forbice in un’occasione. Fu per Seth MacFarlane ne I Griffin, in un episodio del 2012 dal titolo Crisi di mezza età.

6. C’è un fossile che porta il nome di Johnny Depp, grazie a Edward mani di forbice. Nel 2013, un fossile vecchio 505 milioni di anni fu chiamato Kooteninchela Deppi, proprio in onore di Johnny Depp. Come mai? “Quando vidi per la prima volta le paia di artigli isolati nei fossili di questa specie, non fui capace di fare a meno di pensare a Edward mani di forbice” ha raccontato il paleontologo Dr. David Legg, “In realtà, sono anche un fan di Johnny Depp, e quindi, quale occasione migliore per onorarlo che immortalarlo come un’antica creatura che una volta solcava i mari?”.

Gli attori di Edward mani di forbice

7. Winona Ryder non si immedesimava con il proprio personaggio in Edward mani di forbice. Tra gli attori di Edward mani di forbice c’è una giovanissima Winona Ryder, che interpreta la bionda cheerleader Kim. Il personaggio, però, era molto diverso da lei, e dal personaggio che Winona Ryder aveva interpretato nel precedente film di Tim Burton, Beetlejuice. E a Tim Burton, questa cosa piaceva: “Pensai che l’idea di lei nei panni di una cheerleader, con una parrucca bionda, fosse molto divertente” ha raccontato, “Non si identificava con il personaggio. (…)  A scuola, lei stessa veniva torturata da persone come quella. Fu così divertente. Ridevo ogni giorno, quando la vedevo arrivare sul set con questo piccolo costume da cheerleader e una parrucca bionda da Hayley Mills. Sembrava Bambi”.

8. Il film esiste in parte grazie a Dianne West. Se siete tra gli amanti il film, dovete ringraziare uno degli attori di Edward mani di forbice, ovvero Dianne West. Infatti, non contribuì al film solamente con la propria performance meravigliosa, ma fu anche la prima persona a leggere la sceneggiatura, e una sostenitrice instancabile del film. Burton ha raccontato: “Lei era così rispettata, che una volta che lei approvò il film, altri mostrarono interesse immediatamente. In molti modi, lei è stata il mio angelo custode”.

9. Il film permise a Tim Burton di lavorare con uno dei suoi eroi. Tra gli attori di Edward mani di forbice, c’è anche uno degli eroi di sempre di Tim Burton, ovvero Vincent Price. Il re dell’horror, nel film ha interpretato il creatore/padre di Edward. Dopo la fine delle riprese del film, Tim Burtoncominciò ad intervistare Price per un documentario dal titolo Conversations with Vincent, che però fu interrotto nel 1993 a causa della morte dell’attore.

Il costume di Edward mani di forbice

10. Stan Winston ha realizzato le mani del costume di Edward mani di forbice. Le iconiche mani di Edward furono disegnate da Stan Winston, il re del trucco e degli effetti speciali famoso per aver lavorato a Terminator, Jurassic Park e Alien. Fu Winston a decidere di usare delle vere forbici per le dita di Edward. Quando Winston mostrò i primi schizzi a Tim Burton, a quanto pare lui disse: ”Non pensavo che avrebbe davvero avuto dita di forbice. Pensavo sarebbero stati solamente lunghi e affilati pezzi di metallo che non erano stati finiti, ma così è molto meglio!” In seguito, Winston collaborò ancora con il regista, per Batman – Il ritorno e Big Fish.

Edward mani di forbice: frasi

Edward mani di forbice frasiEdward mani di forbice è un film memorabile non solo per i personaggi, per l’atmosfera, per l’estetica inconfondibile, ma anche per alcune frasi memorabili.

Ecco le migliori frasi di Edward mani di forbice:

  • Non mi ha finito. (Edward)
  • “Come fai a sapere che lui è ancora vivo?”
    “Non lo so , non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta, ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi”. (Kim)
  • “Stringimi.”
    “Non posso…” (Kim e Edward)
  • Non lasciare mai che qualcuno ti dica che sei un handicappato.
  • Morì, prima di finire l’ uomo da lui creato. (Kim)
  • “Allora perché lo hai fatto?”
    “Perché me lo hai chiesto tu.” (Kim e Edward)

Edward mani di forbice: streaming

Dove trovare Edward mani di forbice in streaming in italiano? Edward mani di forbice è ora in streaming su Disney+, nonché disponibile per il noleggio e l’acquisto su diverse piattaforme, tra cui Rakuten TV, Chili Cinema, Prime video e iTunes.

Fonti: Mental Floss

Genitori vs Influencer: trailer del film Sky Original

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Genitori vs Influencer: trailer del film Sky Original

Diffuso il trailer e  con le prime immagini del film Sky Original, Genitori vs Influencer diretto da Michela Andreozzi e da lei scritto a quattro mani con Fabio Bonifacci. Una co-produzione Paco Cinematografica e Vision Distribution con la spagnola Neo Art Producciones, prodotto da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia. Il film sarà trasmesso in prima assoluta su Sky Cinema Uno domenica 4 aprile alle 21.15, disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV.

Genitori vs Influencer è una commedia per famiglie che mette in scena lo scontro generazionale tra genitori e figli attraverso la storia di un padre single alle prese con le difficoltà di educare la figlia adolescente, affascinata dal mondo dei social network.

La trama

Quanto è difficile oggi essere il padre single di una teenager? Paolo (Michela Andreozzi), professore di filosofia, vedovo, ha cresciuto da solo sua figlia Simone – alla francese- (Ginevra Francesconi), con cui ha un bellissimo rapporto. Ma quando la ragazza entra ufficialmente nella fase dell’adolescenza, l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone viene “rapita” dallo smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta.  Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager. La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.

Nel cast Fabio Volo, la giovanissima Ginevra Francesconi (The Nest – Il nido, Famosa) e Giulia De Lellis. Insieme a loro anche Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni, Massimiliano Vado, Michela Andreozzi e con l’amichevole partecipazione di Massimiliano Bruno.

Con extra, il programma fedeltà di Sky, per i clienti Sky da più di 3 anni il film Genitori vs Influencer è disponibile da venerdì 5 marzo on demand nella sezione extra.

Nexo+ nasce la nuova piattaforma on demand

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Nexo+ nasce la nuova piattaforma on demand

Il 10 marzo nasce Nexo+, la piattaforma di contenuti on demand per un tempo libero di qualità ideata da Nexo Digital, la casa di produzione e distribuzione italiana specializzata nell’ambito degli eventi al cinema. Con un abbonamento di 9,99 euro al mese, Nexo+ presenterà ai suoi spettatori, settimana dopo settimana, concerti, film d’autore, contenuti d’arte, documentari, musica, opera, balletto, teatro, approfondimenti culturali.

L’idea

Nexo+ è un’idea in continua evoluzione: l’idea di un luogo d’incontro, di condivisione, di costruzione. Un luogo che promuove la curiosità, tutela le differenze, amplifica il sapere, il divertimento, l’emozione. Un luogo che vuole stimolare una partecipazione attiva, diversa da quella che può essere proposta da un algoritmo.  L’obiettivo è infatti quello di offrire agli spettatori un approccio multidisciplinare nella scelta e nell’organizzazione e indicizzazione dei contenuti, così da spaziare, come accade con gli eventi al cinema di Nexo Digital, dalla cultura all’educational, dal cinema ai concerti.  Come in una piazza in cui ci si incontra più che in un rifugio esclusivo, Nexo+ si propone come un luogo in cui il proprio tempo diventa unospazio per la mente, dove nutrire le proprie passioni e dove scoprirne di nuove.

9 MONDI, 4 CANALI DEDICATI, 40 PLAYLIST, 1500 ORE DI CONTENUTI

Tratto distintivo del progetto Nexo+, la nuova modalità distributiva targata Nexo Digital, è la presenza di una redazione che, mese dopo mese, andrà a definire le proposte per singole nicchie di riferimento, prediligendo l’inclusività e il desiderio di aprire spazi di confrontosempre diversi e variegati, a seconda dei pubblici con cui andrà a relazionarsi. Oltre alla categorizzazione in 9 MONDI, Nexo+ offrirà 40 PLAYLIST ideate appositamente e costantemente rinnovate in cui approfondire le proprie passioni e scoprirne di nuove. Per esempio, nella playlist “Le Signore delle Arti” gli spettatori troveranno una selezione di documentari e film dedicati a grandi attrici, artiste e donne della cultura: una raccolta di contenuti che celebrano le donne, protagoniste anche della mostra “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”, ospitata a Palazzo Reale di Milano e attualmente fruibile online. Nella playlist Say it loud! I’m black and I’m proud verrà invece proposto un omaggio alla Black Music e ai suoi grandi interpreti (il tutto raccolto sotto l’egida della canzone di James Brown che divenne l’inno non ufficiale del movimento Black Power negli anni ’60).

Grazie a un widget ad hoc, diversi titoli e playlist saranno via via arricchiti da un’apposita bibliografia, da una selezione musicale di riferimento e da podcast dedicati secondo il piano editoriale messo a punto dalla redazione di Nexo+ e dai suoi partner.

Inoltre, la piattaforma Nexo+ vedrà la collaborazione con alcuni dei più importanti editori, produttori, scuole di scrittura, festival. Si tratta della sezione denominata Costellazioni:mappe per orientarsi nel cielo, tra le stelle più luminose e i percorsi più preziosi, che spesso sono i meno battuti. Mappe che riportano a casa i naviganti, li guidano verso nuove scoperte, tracciano immagini che ispirano poesie, arte e letteratura. Al debutto, saranno 4 le Costellazioni presenti su Nexo+: quelle di Elisabetta Sgarbi, Far East Film Festival, Feltrinelli Real Cinema e Scuola Holden.

Spiega l’AD di Nexo Digital Franco di Sarro: “Come Nexo Digital siamo, per natura, degli sperimentatori. Sin dal 2010 ci siamo concentrati su programmazioni e contenuti totalmente diversi da quelli tradizionali delle sale cinematografiche. Oggi vogliamo confermare quell’impegno, proponendo una piattaforma che possa distinguersi per tipologia dei contenuti e scelta editoriale. Il nostro tempo libero, anche in periodo di Covid, sembra scarseggiare e non essere mai abbastanza. Per questo desideriamo presentare una piattaforma che permetta di vivere il proprio tempo in modo semplice e immediato, senza il rischio di smarrirsi tra infinite proposte, ma venendo accompagnati attraverso un catalogo ricco, organizzato in maniera fresca e innovativa. Nexo+ nasce per essere fantasiosa: una piattaforma in grado di stimolare la curiosità e gli interessi dei suoi spettatori attraverso percorsi editoriali inediti. È importante dire che questa per noi non è un’alternativa al cinema vissuto in sala, che resta sempre un passaggio cruciale e un luogo in cui non vediamo l’ora di tornare. Semplicemente Nexo+ vuole essere un modo nuovo e complementare per star vicini al nostro pubblico e alle sue rinnovate richieste”.

Aggiunge il Direttore di Nexo+ Guido Casali: “Nexo+ è, prima di tutto, qualcosa che prima non esisteva e che mancava: una collezione di meraviglie, vivace e luminosa, ideata per portare a un pubblico di persone appassionate e curiose il meglio della produzione italiana e internazionale di documentari, film e performance. Nexo+, come racconta il suo logo, è una porta che si apre su una serie di mondi governati dall’amore per il bello, per l’arte e per le grandi storie: i film d’autore e titoli cult, la grande arte, l’opera e il balletto, la musica classica, pop e rock, le biografie, i documentari sui grandi temi dell’attualità e sulla storia antica e recente. Mondi diversi che dialogheranno e si contamineranno tra loro attraverso collezioni e playlist legate a temi trasversali, ricorrenze e proposte d’autore. Un’offerta editoriale studiata con passione sartoriale e che va oltre gli algoritmi e le classifiche dei più visti, con un approccio sempre inclusivo per stimolare l’incontro con contenuti di altissima qualità, che una volta conosciuti diventeranno un nutriente ricchissimo per la nostra curiosità e le nostre passioni. Certo, Nexo+ è una creatura appena nata, ma in ostinata e rapida crescita ed evoluzione: nuovi contenuti, nuovi mondi, nuove collaborazioni, nuove produzioni originali continueranno a sbocciare ogni settimana nelle case dei nostri abbonati. Tra i primi progetti che ci fa piacere ricordare, stiamo seguendo e sostenendo La Visita, la nuova creazione site specific di Peeping Tom, commissionata e prodotta dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia in collaborazione con Collezione Maramotti e Max Mara, finalista ai prestigiosi Fedora Prizes, e aprendo una collaborazione col MEET Digital Culture Center che non a caso ha ospitato la prima presentazione ufficiale di Nexo+”.

Al suo debutto, su Nexo+ saranno disponibili, inclusi nell’abbonamento, quattro canali dedicati.

Le costellazioni

ELISABETTA SGARBI

Editore con La nave di Teseo, regista, produttore musicale, farmacista: il mondo di Elisabetta Sgarbi esplorato a 360 gradi. Un itinerario tra i capolavori dell’arte italiana, la grande letteratura, la musica in tutte le sue forme, le scienze oggi più attuali che mai, le curiosità meno note e più affascinanti di sempre. “Ho sempre pensato che nulla sia distante da nulla, che discipline, generi, mestieri si parlino e continuamente si attraversino. È sufficiente seguire il filo delle passioni e della curiosità per scoprire dentro un mondo nuovi mondi. Questo incontro con Nexo+ nasce proprio nel segno della curiosità, della passione, della voglia di scoprire e sperimentare. Tra letteratura, musica, cinema, arte, scienza e altro ancora che al momento non sappiamo”, Elisabetta Sgarbi.

FAR EAST FILM FESTIVAL

I capolavori da riscoprire, i blockbuster che hanno polverizzato i botteghini, i più accurati itinerari monografici, i cult che hanno fatto innamorare i cinefili. Il meglio del cinema asiatico selezionato dal più grande festival orientale d’Europa, in attesa di riscoprirlo dal vivo dal l’11 al 19 giugno, quando il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e il cinema Visionario riapriranno le porte al meglio del cinema popolare asiatico. Per una nuova, preziosa e avventurosa full immersion nel cuore dell’Asia cinematografica: Hong Kong, Cina, Taiwan, Corea del Sud, Giappone, Filippine, Singapore, Indonesia e Malesia.

FELTRINELLI REAL CINEMA 

Nata nel 2004 come collana di libri + DVD, in oltre 15 anni, Feltrinelli Real Cinema si è trasformata in uno dei principali cataloghi di cinema della realtà, distribuito nelle sale cinematografiche, in TV e in home video digitale nel nostro paese. Una selezione dei migliori documentari internazionali e dei titoli dei grandi festival capaci di offrire racconti inediti, approfondimenti inattesi, letture del mondo di ieri e di oggi: spunti di riflessione, sguardi verso nuovi orizzonti e la capacità di accendere il dibattito, secondo la migliore tradizione Feltrinelli. Dal 2017 Feltrinelli Real Cinema è diventato anche un brand di produzione cinematografica e televisiva, specializzato in documentari e factual realizzati in partnership con la miglior produzione indipendente italiana.

SCUOLA HOLDEN 

Le migliori produzioni teatrali e le performance che, negli ultimi anni, sono emerse dall’universo di Scuola Holden. Un viaggio di ricerca nelle regioni più diverse del sapere umano, percorsi della mente che aprono prospettive inedite sulla storia, l’arte, la letteratura e la musica. Si potranno vedere le Palladium e le Mantova Lectures di Alessandro Baricco, che toccano temi universali come la Narrazione, il Tempo, la Felicità. In Postcards to San Francisco si segue il flusso delle parole di Walt Whitman lette dallo scrittore Alessandro Mari e accompagnate dal pianoforte di Gloria Campaner, sulla scia del minimalismo americano e di sonorità vicine all’immaginario poetico dell’autore. Ci saranno inoltre Mario Brunello, che suona le Suite per violoncello di Bach in luoghi diversissimi accomunati da un particolare tipo di silenzio, e lo spettacolo Palamede, eroe greco cancellato dalla memoria collettiva da una resa dei conti tra due élite intellettuali. Per lasciarsi affascinare dalla visione di maestri che, anziché dare risposte, puntano a far risuonare nuove domande, o a pronunciare in modo diverso quel che pensavamo già di sapere.

I MONDI

Nexo+ proporrà 9 diversi generi di contenuti suddivisi in 9 MONDI da esplorare:

La Grande Arte

I musei, le mostre, gli artisti: un itinerario attraverso i colori e le forme della grande arte, dall’antichità al contemporaneo.

Cinema

I migliori film d’autore, i titoli più premiati dalla critica e quelli più amati dal grande pubblico, le storie delle star di Hollywood, le filmografie dei grandi registi.

Classica

Dai più importanti palchi del mondo, le opere, i concerti, la musica sinfonica, i documentari sui grandi protagonisti del mondo della classica. 

Biografie

Le vite dei personaggi che hanno fatto la storia e di quelli che l’hanno attraversata in modo più silenzioso ma sempre straordinario.

Musica

I concerti che hanno segnato un’epoca, i protagonisti della grande musica pop e rock, italiana e internazionale, i documentari e le biografie delle star che sono diventate leggenda.

Storia

Una selezione di documentari straordinari per ripercorrere i momenti salienti della storia del nostro pianeta, dalle origini ai nostri tempi.

Danza

Balletti leggendari, danzatori che sono icone internazionali: un viaggio nella danza classica e in quella contemporanea.

Current

Le infinite sfaccettature del presente raccontate in una selezione di documentari italiani e internazionali sui grandi temi del mondo in cui viviamo: sostenibilità, diversity, diritti civili… 

Performance

Tutta l’emozione degli eventi on stage: gli spettacoli teatrali, i concerti, i balletti, le performance.

Nei prossimi mesi, si aggiungeranno:

  • Masterclass e formazione
  • Fotografia
  • Fashion
  • Design
  • Architettura
  • Sport

Inoltre, con cadenza mensile, tutti gli utenti registrati riceveranno il Monthly Magazine di Nexo+ con tutte le indicazioni circa le novità della piattaforma.

Il primo giorno della mia vita: le prime foto con Toni Servillo

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Il primo giorno della mia vita: le prime foto con Toni Servillo

Lotus e Medusa hanno diffuso le prime immagini de Il primo giorno della mia vita, il nuovo film di Paolo Genovese. La sceneggiatura del film, da cui nel 2018 è stato tratto il secondo e omonimo romanzo del regista edito da Einaudi, è scritta dallo stesso Genovese insieme a Paolo Costella, Rolando Ravello e Isabella Aguilar.

Nel cast anche Giorgio Tirabassi, Elena Lietti, Antonio Gerardi, Vittoria Puccini, Thomas Trabacchi e Alessandro Tiberi e con la partecipazione di Lino Guanciale.  Il primo giorno della mia vita è una coproduzione Medusa Film e Lotus Production, prodotta da Marco Belardi per Lotus Production, una società di Leone Film Group. Distribuito da Medusa Film.

Una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare raccontata attraverso la vita di un uomo (Valerio Mastandrea), due donne (Margherita Buy e Sara Serraiocco) e un ragazzino (Gabriele Cristini) che, convinti di aver toccato il fondo, incontrano un personaggio misterioso (Toni Servillo) in grado di regalare loro una settimana di tempo per scoprire come potrebbe essere il mondo in loro assenza. E se possibile, innamorarsi di nuovo della vita, il cui inestimabile valore viene messo in primo piano.

Alien: Sigourney Weaver svela il suo film preferito della saga

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Alien: Sigourney Weaver svela il suo film preferito della saga

Sigourney Weaver è una delle migliori interpreti della sua generazione. Tuttavia, nonostante abbia dato prova del suo incommensurabile talento in una varietà di generi, la sua fama resterà per sempre legata al ruolo di Ellen Ripley nella saga di Alien, personaggio che ha interpretato per la prima volta nel 1979 nell’omonimo film di Ridley Scott e che da allora ha contribuito a ridefinire il ruolo dell’eroina sul grande schermo.

A lungo si è parlato di un possibile ritorno dell’iconica Ripley sul grande schermo, ma ad oggi non sappiamo se effettivamente rivedremo mai il personaggio in un nuovo film. Resta la sua incredibile eredità, dal momento che Ripley è ancora oggi considerata fra i personaggi femminili più importanti della storia del cinema, oltre ad essere una figura di assoluto rilievo nella pop culture americana. Weaver ha interpretato il personaggio in ben quattro film della saga originale (prima che la stessa venisse rilanciata nel 2021, sempre da Scott, con il prequel Prometheus), ma fino ad oggi non aveva mai rivelato quale fosse il suo capitolo preferito.

Ora, in una recente intervista con Collider, l’attrice statunitense ha finalmente risposto alla fatidica domanda, dando una risposta che a quanto pare non si è basata su un gusto personale, ma esclusivamente sull’evoluzione narrativa del personaggio: “È veramente difficile, ma credo che la storia meglio costruita per il personaggio sia stata raccontata in Aliens – Scontro finale, e questo perché James Cameron ha un incredibile senso della struttura del racconto. L’intera struttura di quella storia, per me, è sempre stata incredibile. È stato un arco narrativo davvero incredibile per il personaggio. In questo senso, il secondo film è per Ripley sicuramente il più soddisfacente.”

Ricordiamo che per la sua interpretazione in Aliens – Scontro finale, Sigourney Weaver ricevette un Saturn Award come migliore attrice e una candidatura non solo ai Golden Globes e ai BAFTA ma anche agli Oscar, evento che oggi è considerato storico, dal momento che l’Academy, prima di allora, aveva sempre prestato poca attenzione ai generi horror e fantascientifici.

The Falcon and the Winter Soldier, il nuovo promo “Strong”

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The Falcon and the Winter Soldier, il nuovo promo “Strong”

Disney+ dopo il promo “Coworkers” ha diffuso il nuovo intenso promo “Strong” di The Falcon and The Winter Soldier, l’attesissima nuova serie targata Marvel Studios. La nuova serie composta da sei episodi debutterà in esclusiva su Disney+ il 19 marzo 2021.

The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Justice League Snyder Cut: oltre i sei capitoli, ci sarà anche un epilogo

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Di recente abbiamo appreso la notizia che la Snyder Cut di Justice League, attesa per il prossimo 18 marzo sia in America che in Italia, sarà ufficialmente divisa in sei capitoli. Adesso, però, veniamo a conoscenza del fatto che ci sarà anche un epilogo, il cui titolo sembra anticipare qualcosa di molto interessante.

A confermarlo è stato Zack Snyder in una recente intervista con Beyond the Trailer. Il regista, infatti, ha spiegato che dopo il Capitolo 6 ci sarà un “grande epilogo” che chiuderà definitivamente il suo taglio: il titolo di quest’epilogo sarà “A Father Twice Over” (letteralmente, “Padre due volte”) e durerà circa 25 minuti. Snyder non ha voluto spiegare il motivo del perché il titolo dell’epilogo non sia stato annunciato insieme a quello dei sei capitoli.

“Ci sarà un epilogo chiamato ‘A Father Twice Over’. Immagino che non sia stato annunciato”, ha spiegato il regista. “Ad ogni modo, l’ultima parte del film si chiama ‘A Father Twice Over’ e ci condurrà direttamente alla conclusione. Sarà questo il grande epilogo. Durerà circa 20-25 minuti e poi ci saranno i titoli di coda. Quindi sì, il film in realtà è diviso in sette parti.”

Il mistero dietro l’epilogo della Snyder Cut di Justice League

Il titolo dell’epilogo è decisamente intrigante. La parola “father” (“padre”) potrebbe essere un collegamento a Silas Stone, padre di Victor, che lo aiuta a tornare in vita come Cyborg, il che tecnicamente lo renderebbe padre “due volte”. Tuttavia, considerato che in uno dei vari teaser della Snyder Cut abbiamo visto che Silas muore, il titolo dell’epilogo potrebbe anche non riferirsi a lui, anche se nulla esclude che il personaggio possa tornare in vita come parte della storyline relativa al viaggio nel tempo. Inoltre, non bisogna dimenticare che Snyder ha sempre dichiarato che il personaggio di Victor/Cyborg è il cuore pulsante della sua versione.

Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film recitano Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast figurano anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Andy Serkis su Gollum: “Camminavo a quattro zampe anche fuori dal set”

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Il lavoro di Andy Serkis è spesso associato al Motion capture, dal momento che molti dei personaggi più celebri interpretati dall’attore britannico sono stati portati in vita sullo schermo proprio grazie alla suddetta tecnologia. Tra questi, il più amato di tutti è sicuramente Gollum, il personaggio più complesso e ambiguo della saga de Il Signore degli Anelli.

La saga letteraria di J.R.R. Tolkien e la conseguente trasposizione cinematografica di Peter Jackson sono piene di personaggi memorabili, ma Gollum è decisamente il personaggio che è riuscito a lasciare un’impronta più duratura. Inoltre, il suo ruolo all’interno della saga de Il Signore degli Anelli è di grande importanza ai fini della trama: svolge il ruolo di guida per i protagonisti Frodo e Sam durante la strada verso Mordor per distruggere l’Unico Anello, del quale era entrato precedentemente in possesso, senza conoscerne le origini o la storia.

Durante una recente intervista con The Guardian, Andy Serkis ha avuto la possibilità di condividere un dettaglio inedito circa la sua preparazione al ruolo di Gollum ne Il Signore degli Anelli. L’attore e regista britannico ha rivelato che, per entrare ancora meglio nel personaggio, aveva preso l’abitudine di camminare a quattro zampe anche fuori dal set. “Ho passato molto tempo a prepararmi per il ruolo di Gollum”, ha spiegato. “Andavo a fare delle lunghe passeggiate a quattro zampe. Duravano ore”. 

Andy Serkis e la dedizione al ruolo di Gollum

Naturalmente, come specificato dallo stesso attore, le cose diventavano anche un tantino imbarazzanti quando capitava di incontrare altre persone. “Di tanto in tanto mi capitava di incontrare persone lungo il mio cammino, e allora fingevo di essere soltanto in cerca di qualcosa. È un metodo che alla fine ha funzionato”. Nonostante il Motion capture, non c’è dubbio che Gollum si stato un ruolo estremamente fisico per Serkis, e queste dichiarazioni, oltre a confermare l’incredibile professionalità dell’interprete, sono un’ulteriore testimonianza di quanto abbia preso a cuore il personaggio.

A sostegno di quanto Gollum sia un personaggio chiave della saga, ricordiamo che lo scorso dicembre il regista Peter Jackson ha rivelato che la sua scena preferita dell’intera trilogia è quella tratta da Le due torri in cui lo Hobbit si batte per decidere se uccidere o meno Frodo e Sam e rubare l’anello per se stesso.

Steven Spielberg realizzerà un film ispirato alla sua infanzia

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Steven Spielberg realizzerà un film ispirato alla sua infanzia

Il leggendario regista Steven Spielberg è al lavoro su un film liberamente ispirato alla sua infanzia in Arizona. A riportare i primi dettagli sul progetto è Deadline, il quale aggiunge che l’attrice premio Oscar Michelle Williams (Marilyn, Manchester by the Sea) è in trattative per interpretare un personaggio basato sulla madre di Spielberg.

Tony Kushner, frequente collaborare del regista, sta scrivendo la sceneggiatura del film insieme allo stesso Spielberg, che non si occupa di scrivere un progetto (né suo né di altri colleghi) dall’uscita di A.I. – Intelligenza artificiale del 2001. Secondo la fonte, le riprese del film dovrebbero partire quest’estate, mentre l’uscita nelle sale dovrebbe avvenire già nel 2022.

A breve inizieranno i casting per i giovani attori che interpreteranno la figura di Spielberg in momenti diversi dalla sua vita, dall’infanzia fino all’adolescenza (anche se non sappiamo con precisione quanti anni verranno effettivamente coperti dagli eventi che saranno narrati nel film). Il progetto è in cantiere da oltre 20 anni: la prima volta fu il celebre regista François Truffaut (nonché star del film Incontri ravvicinati del terzo tipo) a spingere Spielberg a realizzare un film sulla sua infanzia.

I prossimi progetti di Steven Spielberg

In attesa di nuovi dettagli, ricordiamo che l’ultimo film di Steven Spielberg ad essere arrivato nelle sale è stato Ready Player One nel 2018, basato sull’omonimo romanzo di Ernest Cline. Per lo scorso dicembre, invece, era atteso West Side Story, nuovo adattamento del celebre musical di Arthur Laurents, Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, che a causa della pandemia di Covid-19 è stato posticipato a dicembre di quest’anno.

Rupert Grint su Harry Potter: “Fare quei film per 10 anni è stato soffocante”

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La fama di Rupert Grint è indissolubilmente legata al ruolo di Ron Weasley nella saga di Harry Potter. L’attore è letteralmente cresciuto sul set, dal momento che è apparso in tutto gli otto adattamenti cinematografici, al pari dei suoi colleghi Daniel Radcliffe e Emma Watson.

Nonostante sia passato già un decennio dalla sua conclusione (Harry Potter e i doni della morte – Parte 2 è uscito nel 2011), l’eredità della saga continua, anche grazie al successo – sicuramente inferiore rispetto al franchise originale – della saga spin-off di Animali Fantastici, il cui terzo capitolo è attualmente in fase di produzione (ne sono previsti altri due, per un totale di cinque episodi).

Al di là della fama che il ruolo di Ron può avergli regalato, Rupert Grint non sembra avere ricordi totalmente piacevoli quando si parla della saga ambientata nel Wizarding World partorito dalla mente di J.K. Rowling. Ospite del podcast Armichair Expert di Dax Shepard, infatti, l’attore britannico ha ammesso che, durante i dieci anni che lo hanno visto impegnato con il franchise, ad un certo punto lavorare ai film è diventato parecchio faticoso, senza però rinnegare la bellissima esperienza che ha avuto modo di vivere.

“C’è stato sicuramente un momento in cui lavorare sembrava davvero soffocante. È stato pesante andare quasi ogni giorno sul set per dieci anni consecutivi. È stata una bellissima esperienza. Sul set c’era un’atmosfera bellissima e sembravano davvero una grande famiglia. Era sicuramente un bel posto dove stare, ma a volte mi sono ritrovato a pensare: ‘Voglio fare qualcos’altro. Vedi cosa c’è là fuori’.”

Naturalmente, questa non è stata la prima volta che Rupert Grint, in tempi recenti, si è ritrovato a parlare del franchise che gli ha regalato la fama mondiale. Lo scorso mese aveva dichiarato in un’intervista con Variety di non essere un devoto al Wizarding World come molti fan si aspettano, e di aver visto solamente i primi tre film della saga (e soltanto in occasione delle anteprime mondiali).

MCU: Guy Pearce disposto a tornare nei panni di Aldrich Killian

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MCU: Guy Pearce disposto a tornare nei panni di Aldrich Killian

Iron Man 3 è certamente uno dei film più controversi dell’interno MCU. Prima del suo arrivo nelle sale, i fan credevano che il villain principale del film sarebbe stato il famigerato Mandarino. Tuttavia, la storia ha poi rivelato che in realtà si trattava soltanto di un personaggio fittizio interpretato da un attore alcolizzato (Trevor Slattery) e ingaggiato dal vero antagonista: il folle scienziato Aldrich Killian, interpretato da Guy Pearce.

Killian è stato il fondatore di A.I.M. e il creatore della tecnologia Extremis. Il personaggio è morto alla fine del film grazie a a una Pepper Potts (Gwyneth Paltrow) potenziata da quella stessa tecnologia, e da allora non è più apparso nel MCU. Tuttavia, l’interpretazione di Pearce è stata ben accolta dal pubblico e molti sarebbero interessanti ad un suo eventuale ritorno. Inoltre, l’A.I.M. è una delle principali organizzazioni della Marvel Comics e deve ancora raggiungere il suo pieno potenziale all’interno del MCU.

Se la Marvel volesse riportare indietro Killian, sappiate che Guy Pearce sarebbe disposto a interpretare nuovamente il personaggio. Intervistato di recente da Screen Rant in occasione della promozione del film The Last Vermeer, l’attore ha dichiarato in merito ad un suo eventuale ritorno nel Marvel Cinematic Universe: “Prenderei sicuramente in considerazione l’idea di interpretarlo ancora una volta se fossero interessati a portarlo di nuovo sullo schermo. Quell’esperienza è stata fantastica e ho amato vestire i panni di quel personaggio. Inoltre, mi è piaciuto tantissimo lavorare con Robert Downey Jr. e, naturalmente, con il nostro regista Shane Black, e con Gwyneth Paltrow, che è davvero adorabile. Mi sono divertito veramente tanto. Chissà come potrebbero riportarlo in vita…”

C’è ancora posto per Aldrich Killian nel futuro del MCU?

Nonostante la dipartita del personaggio, sappiamo che nel MCU nessuna uscita di scena può mai considerarsi realmente definitiva, neanche quando si parla della morte. Inoltre, la questione del ritorno dall’aldilà non sarebbe il reale problema in merito al personaggio di Aldrich Killian, quanto piuttosto riuscire a trovare un’adeguata collazione all’interno dell’universo condiviso senza che il suo ritorno possa risultare forzato o fuori luogo. Una possibile opzione sarebbe l’annunciata serie Disney+ Armor Wars, che seguirà il personaggio di Rhodey (Don Cheadle) mentre indaga su cosa succede quando la tecnologia di Iron Man finisce nelle mani sbagliate.

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