In un epoca di franchise e universi cinematografici condivisi, quello di The Conjuring è senza ombra di dubbio uno dei più completi e riusciti, nonché uno dei pochissimi, se non l’unico, ad appartenere al puro genere horror. Iniziato nel 2013 con The Conjuring – L’evocazione, i film ed esso appartenenti danno vita alla drammatizzazione di alcuni dei più noti casi dei coniugi Ed e Lorrain Warren, demonologi e ricercatori del paranormale. Dopo che negli ultimi anni si era dato maggiore spazio agli spin-off Annabelle e The Nun, questi tornano ora ad essere protagonisti di The Conjuring – Per Ordine del Diavolo, con buona probabilità uno dei capitoli più spaventosi e avvincenti dell’intero franchise, in arrivo nelle sale il 2 giugno.
Diretto da Michael Chaves (già regista di La Llorona – Le lacrime del male) e prodotto da James Wan (noto anche per le saghe di Saw ed Insidious), il film si concentra su un evento svoltosi nel 1981 e che ha generato un precedente particolarmente angosciante nella storia legale statunitense. Si tratta del processo ad Arne Johnson, il quale colpevole d’omicidio si difese affermando di essere stato posseduto dal diavolo. Ad indagare sulla veridicità di quanto da lui affermato vengono dunque chiamati Ed (Patrick Wilson) e Lorrain (Vera Farmiga) Warren. I due demonologi si troveranno così di nuovo faccia a faccia con il male. Stavolta, però, la presenza del demonio sarà più letale che mai.
La ricerca dell’orrore nella realtà
L’idea di vivere in un mondo ordinato e razionalmente spiegabile è quanto mai rassicurante, ma vi sono eventi che non è possibile spiegare con i criteri con cui si è soliti fare uso nella vita quotidiana. La grandezza del franchise di The Conjuring sta proprio nel fondare le sue storie su eventi realmente avvenuti che, per quanto controversi o screditabili, animano comunque una serie di emozioni o sentimenti conturbanti. Con questo nuovo film, in particolare, si raggiunge un livello particolarmente alto, riportando in auge un caso già di per sé particolarmente inquietante.
Il processo ad Arne Johnson (qui interpretato da Ruairi O’Connor) ha infatti sconvolto gli Stati Uniti e il mondo intero per il suo costringere a considerare realisticamente l’idea della possessione demoniaca. Benché questa fosse già stata al 1981 oggetto di varie opere, tra cui il celebre L’esorcista, ben diverso era considerarlo come una possibilità concreta nella realtà. The Conjuring – Per Ordine del Diavolo raccoglie dunque tali elementi per dar vita alla drammatizzazione di quella vicenda, che assume qui connotati ovviamente ancor più estremi e brutali, coerenti con i precedenti capitoli della serie.
Dei sette film appartenenti ad essa, questo nuovo lungometraggio riesce dunque ad affermarsi come uno dei più spaventosi, non solo per le tante e orripilanti scene contenute, quanto anche per una generale atmosfera particolarmente cupa, che lascia ben percepire la gravità della situazione. Ancora una volta, i coniugi Warren non sono qui per provare l’impossibilità di un’esistenza demoniaca, data invece per certa, bensì per ricercare un modo per poterla arginare. Al coraggioso spettatore che termina la visione, dunque, è lasciato un brivido di fondo che continua a manifestarsi ben oltre la fine del film.

The Conjuring – Per Ordine del Diavolo: la recensione
Tra i tanti horror che escono ogni anno, questo nuovo capitolo della serie riesce dunque ad affermarsi come uno dei più interessanti e spaventosi. Nonostante venga a mancare la regia di Wan, che aveva diretto i primi due, Chaves si dimostra un ottimo sostituto, capace di trovare continuamente il modo per esaltare al massimo la sceneggiatura di David Leslie Johnson-McGoldrick. Il regista dimostra infatti un gusto per la composizione e la messa in scena che accentua il terrore delle situazioni, molte delle quali sono al limite della sopportazione. Elemento, questo, che può suonare negativo ma che sarà molto apprezzato dai fan del genere.
Non mancano ovviamente numerosissimi jump-scare, elemento ricorrente nell’intera saga, molti dei quali non risultano però particolarmente memorabili. Sono proprio questi a frenare la narrazione, risultando più come dei diversivi per risvolti altrimenti difficilmente risolvibili. Si nota tuttavia, rispetto ai precedenti film, il desiderio di accompagnarli ad una tensione costante, che permette dunque di anticipare l’arrivo di tali spaventi improvvisi, prolungandone poi l’effetto. Portato avanti anche solide interpretazioni dei due protagonisti, ormai sempre più convincenti in questi panni, The Conjuring – Per Ordine del Diavolo risulta non solo uno dei più spaventosi ma anche dei più belli della serie.






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La dimensione del mistero non riesce dunque ad essere sostenuta da una tensione significativa e non riesce a svettare completamente, se non per l’intuizione del percorso di riappropriazione della memoria di Liz, memoria nebulosa avvolta dall’ipersonno e dalla mancanza di consapevolezza del proprio essere. Una rilettura della pandemia che cerca di configurarsi come una commistione di genere ambiziosa, tuttavia derivativa e piuttosto approssimativa nel suo epilogo. Il bozzolo della crisalide che avvolge la protagonista la ricopre anche metaforicamente nel finale, che rappresenta una chiusura narrativa ulteriore, ben lontana da alcune riflessioni affascinanti, come la teoria delle emozioni, impulsi chimici che rappresentano reazioni alle esperienze e, in quanto tali, possono essere conservate come memorie muscolari e trasformate in dati.


Lei è un’agente delle Forze Speciali degli Stati Uniti e lavora in una divisione segreta che si occupa di sorvegliare e tenere sotto controllo i vari reami. Nel videogioco, la sua missione è quella di collaborare con Jax per sconfiggere Kano. Nel film sarà invece colei che aprirà a Cole la porta del Mortal Kombat, il torneo al quale lui è stato chiamato a partecipare. Ha anche un conto in sospeso con Kano, che all’inizio del film è suo prigioniero. È interpretata da Jessica McNamee.
Nel videogioco, Kano è il capo del clan del Dragone Nero, e per questo ricercato dalla squadra speciale di Sonya Blade e Jax. È sicuramente uno dei cattivi, sebbene sia un cattivo “collaterale”. Nel film è più o meno lo stesso personaggio, con un conto in sospeso con Sonya, in particolare e un pessimo rapporto con Jax. All’inizio della sua avventura è particolarmente vicino ai nostri eroi, salvo poi rivelare la sua natura più autentica e pagarne il prezzo. È interpretato da Josh Lawson.
Senza dubbio si tratta di uno dei personaggi più affascinanti del gioco, nonché di uno dei più famosi, insieme a Scorpion e Raiden. È lui infatti il più amato dai videogiocatori ed è l’unico che è presente in ogni singola declinazione del franchise, tra episodi del gioco, film e serie tv. Nella continuity, diversi personaggi hanno preso il mantello di Sub-Zero e per questo ha una identità stratificata, tuttavia, ultimamente descritto come uno dei discendenti dei Criomanti, un’antica razza di persone capaci di controllare il potere elementale del ghiaccio in varie forme.
Jackosn Briggs, noto come Jax, è un soldato americano di grado maggiore a quello di Sonya Blade. I due fanno parte della stessa squadra e devono neutralizzare Kano. Nel film, Jax è un agente che è alla ricerca dei marchiati, coloro che alla nascita sono stati toccati dal destino per essere i concorrenti della Terra nel Mortal Kombat. Nonostante sia presto spodestato dal centro della scena, il suo personaggio è molto divertente, nel film. È interpretato da Mehcad Brooks.
Nel videogioco, Raiden è uno dei giocatori più forti in assoluto. Nella narrativa classica, fa parte delle forze del bene e rappresenta il dio del tuono, mandato sulla Terra dagli Dei anziani per proteggere il genere umano minacciato da malvagi come Shang Tsung e Shao Kahn. È lui che organizza il torneo di Mortal Kombat. Nel film, il personaggio viene fregiato dell’appellativo di Lord Raiden ed è il leader dei campioni della Terra, nonostante sia una dività di un altro mondo. A lui si rivolgono Cole e gli altri per essere addestrati e trovare il proprio arcana, l’abilità sovrumana che consente ad ogni partecipante al torneo di essere un guerriero formidabile. È interpretato da Tadanobu Asano.
Arcistregone di Shao Khan originario dell’Earthrealm. Si tratta del leader della fazione avversaria che vuole conquistare la Terra. Nel film è proprio il leader della squadra dei villain e mostra a tutti la sua terrificante abilità, il suo arcana, ovvero risucchia le anime degli avversari per rimanere giovane. È interpretato da Ng Chin Han.
Si tratta di uno dei personaggi principali dell’intera serie e la sua ispirazione è inequivocabilmente debitrice a Bruce Lee, del quale riprende aspetto e abilità. Nel film è un monaco Shaolin dell’Accademia Wu Shi che partecipa al torneo su richiesta di Raiden. Il suo arcana è molto potente e affascinante, dal momento che Liu controlla il fuoco e sarà colui che condurrà Cole, Sonya e Kano da Raiden, oltre ad essere quello che salva la vita a Jax dopo il suo scontro con Sub-Zero. È molto legato a Kung Lao, che considera un fratello, e con lui fa parte delle schiere dei campioni della Terra, prima che Cole, Sonya e Jax si uniscano a loro. È interpretato da Ludi Lin.
Nella storia del videogioco, non si conosce molto di Reiko, salvo la sua prima occupazione di generale delle armate di Shinnok. Egli oltre al dio ha servito anche Shao Kahn, ed è stato generale delle armate della Fratellanza d’Ombra. La sua posizione rimane quella di servitore, anche nel film, dal momento che lo troviamo nella schiera di Shang Tsung, pronto a battersi contro i nostri eroi. È interpretato da Nathan Jones.
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