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Luca Marinelli sarebbe un perfetto Solid Snake per Hideo Kojima

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Luca Marinelli sarebbe un perfetto Solid Snake per Hideo Kojima

Il creatore di Metal Gear Solid, Hideo Kojima, ha dichiarato che Luca Marinelli, visto di recente in The Old Guard al fianco di Charlize Theron, sarebbe un perfetto Solid Snake. Rilasciato nel 1987 per i computer, l’originale Metal Gear ha dato il via ad un longevo franchise di giochi d’azione e avventura stealth che sarebbe cresciuto fino a diventare uno dei più grandi e conosciuti al mondo. Con il rilascio di Metal Gear Solid su Playstation, la serie è ufficialmente entrata nel mondo dei giochi 3D ed è diventata ancora più amata.

Naturalmente, gran parte del successo della serie è dovuto al suo personaggio principale, ossia Solid Snake, un’unità per le operazioni speciali modellata sul personaggio di Jena Plissken interpretato da Kurt Russell dal classico cult di John Carpenter, 1977: Fuga da New York. Data la natura estremamente cinematografica del gameplay di Metal Gear Solid, oltre allo status iconico dello stesso Solid Snake, i fan hanno sempre chiesto che la serie di videogiochi venisse adattata per il grande schermo. Un grande fan della serie sembra essere Jordan Vogt-Roberts, regista di Kong: Skull Island, che fin dal lontano 2014 era al lavoro su un film ispirato al videogioco, che però non ha ancora ricevuto il via libera.

Da parte sua, il leggendario creatore di Metal Gear, Hideo Kojima, ha recentemente parlato di chi potrebbe interpretare Solid Snake in un eventuale adattamento cinematografico della serie di videogiochi, e bisogna riconoscere che la sua idea è davvero molto intrigante. Kojima, infatti, ha suggerito via Instagram che l’attore Luca Marinelli possiede l’aspetto giusto per interpretare il protagonista principale di un film basato su Metal Gear Solid: Ci sono molti attori che seguo. Di recente Luca Marinelli ha attirato la mia attenzione dopo aver visto Martin Eden e The Old Guard. Ha interpretato un malvagio impressionante in Lo Chiamavano Jeeg Robot, ma penso che la sua fama e la sua popolarità aumenteranno. Inoltre, penso che se indossasse una bandana, sarebbe l’immagine sputata di Solid Snake!”

Il talento di Luca Marinelli, apprezzato tanto in Italia quanto all’estero

In effetti, molte più persone – a livello internazionale – sono ora a conoscenza del talento di Luca Marinelli grazie alla sua interpretazione di Nicky in The Old Guard. Prima di unirsi a Charlize Theron nel cast dell’adattamento della graphic novel, Marinelli ha recitato in diverse grandi produzioni italiane, tra cui La grande bellezza, il film con cui Paolo Sorrentino ha vinto il premio Oscar. Nel suo discorso, Kojima ha anche fatto riferimento al ruolo che ha definitivamente consacrato Marinelli nel nostro paese, ossia quello dello Zingaro in Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Prima di The Old Guard, Marinelli era apparso anche nella miniserie Trust, diretta da Danny Boyle e incentrata sul rapimento di John Paul Getty III.

Subito dopo la dichiarazione di Kojima, il celebre artista BossLogic ha prontamente realizzato una nuova fan-art che immagina come sarebbe Marinelli nei panni del soldato/agente segreto.

Deadpool 3: Ryan Reynolds attira l’attenzione della Marvel

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Deadpool 3: Ryan Reynolds attira l’attenzione della Marvel

La riuscita fusione della Disney con la Fox dello scorso anno ha significato che il tanto atteso debutto degli X-Men e dei Fantastici Quattro nell’Universo Cinematografico Marvel arriverà presto. Al momento non è chiaro in che modo i personaggi saranno adeguatamente integrati nell’universo condiviso; quel che è certo è che i Marvel Studios sono già al lavoro per preparare il loro debutto. Tra la lunga lista di personaggi che dovrebbe essere integrati nel MCU, il Deadpool di Ryan Reynolds sembra rappresentare un caso speciale.

Il Mercenario Chiacchierone è già stato protagonista di ben due film di successo – entrambi vietati ai minori – sotto l’egida della Fox, ma non è ancora certo che i Marvel Studios si atteneranno a quella tipologia di narrativa e, soprattutto, di toni una volta che il personaggio avrà debuttato nel franchise. Nonostante ciò, Reynolds ha ammesso che avere Deadpool nel MCU sarebbe una “vittoria per tutti”, suggerendo anche che ci sarebbere “infinite possibilità” per il personaggio nell’universo condiviso.

Adesso Ryan Reynolds continua a prendersi gioco del debutto del suo Deadpool nel franchise miliardario, com’è naturalmente nel suo stile ironico al quale ci ha abituati in tutti questi anni. Via Twitter, infatti, Reynolds ha voluto celebrare il “leakaversary” del test-footage del primo film trapelato online diversi anni fa. Per l’occasione, l’attore ha condiviso un video che fa il verso al programma tv di criminologia “Unsolved Mysteries” (disponibile anche su Netflix”. Nella didascalia che ha accompagnato il video, Reynolds ha scritto: “È per questo che il prossimo film di Deadpool ci sta mettendo così tanto tempo. Stiamo ancora cercando di risolvere questo mistero”. Potete vederlo cliccando sull’immagine di seguito:

Deadpool 3: realtà o miraggio?

Prima dell’enorme successo del franchise di Deadpool, il primo film vietato ai minori ha dovuto lottare parecchio per ottenere il via libera da parte della Fox. Le cose sono cambiate proprio quando è trapelato online quel test-footage, che ha generato ampie discussioni sulla possibilità di un ipotetico film e ha spinto la Fox ad approvare il progetto. Adesso, il video condiviso da Reynolds potrebbe aver fatto luce sulla debacle che sembra riguardare Deadpool 3.

Per un po’ di tempo, il creatore del personaggio di Deadpool, Rob Liefeld, è stato abbastanza categorico sul destino del personaggio nel MCU, sottolineando più volte quanto in realtà la Marvel non abbia intenzione di integrare il personaggio all’interno del suo universo. A questo punto, non esiste ancora nulla di ufficiale sul modo in cui l’anti-eroe debutterà nel monumentale franchise. Forse le continue prese in giro di Reynolds attireranno prima o poi l’attenzione dei Marvel Studios.

21 grammi: le curiosità sul film con Sean Penn

21 grammi: le curiosità sul film con Sean Penn

Presentato nel 2003 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film 21 grammi è l’opera seconda del regista pluripremiato agli Oscar Alejandro Gonzáles Iñárritu. Si tratta inoltre del suo primo lungometraggio in lingua inglese composto da un cast di grandi stelle del cinema statunitense. La pellicola, caratterizzata da una narrazione non lineare, è il secondo film della Trilogia sulla morte, composta dal precedente Amores perros e dal successivo Babel.

Il titolo si riferisce alla teoria del medico Duncan MacDougall, il quale agli inizi del ventesimo secolo tentò di stabilire l’ipotetico peso dell’anima. Dalle sue ricerche, dove misurò la massa persa da un essere umano al momento del trapasso, questi arrivò a stabilire un peso di circa 21 grammi. Benché tali studi siano stati ritenuti non scientifici per mancanza di dettagli sul metodo, tale teoria è oggi entrata a far parte dell’immaginario collettivo, ed è stata lo spunto per il film del regista messicano.

Scritto da Iñárritu insieme al fidato Guillermo Arriaga, il film si è affermato come uno dei maggiori successi di critica dell’anno. Vinse inoltre numerosi premi di prestigio come la Coppa Volpi per la migliore interpretazione a Sean Penn. Ottenne poi cinque nomination ai Bafta Awards e due nomination al premio Oscar per gli attori Naomi Watts e Benicio del Toro. Anche da un punto di vista commerciale il film fu ben recepito. Complessivamente, guadagnò più di 60 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 20 milioni.

21 grammi: la trama del film

La storia del film si compone di continui salti indietro e in avanti nel tempo, e intreccia le drammatiche vite di tre persone completamente differenti tra loro.
Questi sono Jack Jordan (Benicio Del Toro), un ex detenuto che ha abbracciato la fede religiosa in modo cieco e integralista, tentando di riprendersi dalla tossicodipendenza e dall’alcolismo; Paul Rivers (Sean Penn), un professore di matematica con una patologia cardiaca letale in attesa di un trapianto di cuore per riuscire a sopravvivere; e Cristina Peck (Naomi Watts) una ex tossicodipendente che si è ricostruita una vita grazie al marito e le due figlie.

Le loro storie si incrociano in modo tragico e inaspettato quando Jack uccide la famiglia di Cristina in un incidente stradale. Il cuore del marito viene in seguito donato a Paul. Desideroso di scoprire da chi ha avuto il cuore, riuscendo infine a rintracciare Cristiana. Dalla donna, distrutta dal dolore e tornata a far uso di droghe, apprende dell’incidente. Insieme, decideranno di cercare Jack Jordan per ucciderlo e vendicare la famiglia della donna. Compiere tale gesto, tuttavia, si rivelerà più complesso del previsto.

21 grammi cast

21 grammi: il cast del film

Nel film, l’attrice Naomi Watts ricopre la parte di Cristina Peck, oggi considerato uno dei suoi ruoli più importanti. Il regista Iñárritu la contattò per il ruolo andandola a trovare sul set del film The Ring, dove la Watts stava in quel momento recitando. L’attrice era tuttavia preoccupata per quell’incontro, temendo che facendosi trovare con il costume e l’acconciatura di scena non avrebbe avuto un aspetto consono. Il regista messicano, invece, dichiarò che proprio vedendola così conciata si convinse che era l’attrice che cercava. La Watts accettò poi il ruolo senza neanche voler leggere la sceneggiatura, e per la sua interpretazione fu nominata al premio Oscar.

Il due volte premio Oscar Sean Penn ricopre invece il ruolo di Paul Rivers. Penn si era dichiarato particolarmente attratto dalle opere di Iñárritu e accettò ben volentieri di ricoprire la parte di uno dei protagonisti nel film. L’esperienza fu per lui particolarmente entusiasmante, e diede vita all’amicizia che ancora oggi lo lega al regista. In quello stesso anno, l’attore era anche impegnato nelle riprese del film Mystic River, di Clint Eastwood, e nel corso della stagione dei premi ottenne numerose nomination grazie ad entrambi i film. Nell’edizione del 2004 dei premi Oscar, in cui i suoi due colleghi vennero nominati per 21 grammi, Penn ha invece ottenuto la nomination per Mystic River, vincendo poi il premio.

Per il ruolo dell’ex galeotto Jack, il regista indicò da subito Benicio Del Toro come sua prima ed unica scelta. Per l’autore di Birdman, l’attore messicano era l’interprete migliore per un ruolo tanto emotivamente intenso. Del Toro, che era reduce dall’Oscar vinto nel 2001 con Traffic, del regista Steven Soderbergh, si dichiarò entusiasta della parte, iniziando da subito a costruire una personale idea del personaggio e della sua psicologia. Il suo intenso lavoro lo portò infine a dar vita ad uno dei ruoli più apprezzati della sua carriera, che gli permise di ottenere una nuova nomination all’Oscar come attore non protagonista.

21 grammi: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. 21 grammi è infatti presente su Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 

 

Valentina Cervi: 10 cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi per la sua attività artistica tanto in Italia quanto negli Stati Uniti, l’attrice Valentina Cervi ha negli anni collezionato una serie di importanti ruoli con i quali ha potuto sfoggiare tutto il suo carisma e la sua versatilità. Apprezzata in generi spesso diversi tra di loro, la Cervi non ha mancato di portare il suo fascino e il talento anche sul piccolo schermo, dove ha recitato per alcune delle principali serie italiane degli ultimi anni, conquistando così ulteriormente le simpatie del grande pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Valentina Cervi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi marito

Valentina Cervi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi italiani. L’attrice debutta sui grandi schermi italiani nel 1988 con il film Mignon è partita, per poi affermarsi grazie a titoli come Oasi (1994), La notte e il momento (1995), Escoriandoli (1996), Figli di Annibale (1998) e La via degli angeli (1999). Inizia poi a recitare anche a livello internazionale, senza però dimenticare l’Italia. Continuerà infatti a recitare nel Bel Paese per apprezzati film come L’anima gemella (2002), di Sergio RubiniMundo civilizado (2003), Provincia meccanica (2005), Fine pena mai (2007), Il resto della notte (2008), Sleepless (200), Mi rifaccio vivo (2013), Senza lasciare traccia (2016), Dove non ho mai abitato (2017), Euforia (2018), di Valeria Golino, Vivere (2019), con Micaela Ramazzotti, e Gli infedeli (2020), con Riccardo Scamarcio.

9. Ha preso parte anche a film statunitensi. Nel 1996 l’attrice recita per la prima volta al di fuori dell’Italia per Ritratto di signora (1996), con Nicole Kidman. Da quel momento, inizia così a recitare anche per film di altre nazionalità, e prevalentemente per la Francia e gli Stati Uniti. Tra i titoli a riguardo si annoverano dunque Artemisia – Passione estrema (1997), Rien sur Robert (1999), Hotel (2001), Le valigie di Tulse Luper – La storia di Moab (2003), Miracolo a Sant’Anna (2008), e Jane Eyre (2011), con Mia Wasikowska.

8. È nota per i suoi ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera, diversi sono anche i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Tra questi si annoverano il film James Dean – La storia vera (2001), con James Franco, Guerra e pace (2007), con Clémence Poésy, Le inchieste dell’ispettore Zen (2011), Distretto di polizia (2011-2012), Una grande famiglia (2012-2015), con Alessandro Gassmann, e True Blood (2012), dove interpreta la vampira Salome Agrippa recitando accanto ad Alexander Skarsgård. Negli anni successivi ha invece recitato nelle celebri serie italiane I Borgia (2012), Solo per amore (2015-2017), I Medici (2016) e nel film I ragazzi dello Zecchino d’Oro (2019), con Matilda de Angelis.

Valentina Cervi: chi è suo padre

7. È figlia di un noto regista. Come suggerisce il cognome, l’attrice è figlia del regista e produttore Tonino Cervi, noto in particolare per aver prodotto alcuni dei film dei più grandi autori del cinema italiano, da Antonioni a Rosi, da Bertolucci a Bolognini, come anche per la sua collaborazione con grandi interpreti del panorama cinematografico nazionale come Sordi, Gassmann e Villaggio. A sua volta, Tonino era figlio dei celebri attori Gino Cervi e Ninì Gordini Cervi, nonni dunque di Valentina, che si affermarono come grandi e versatili interpreti della prima metà del Novecento.

Valentina Cervi: il marito e i figli

6. Ha sposato un regista. Nel 2005 l’attrice recita nel ruolo della protagonista per il film Provincia meccanica, opera prima del regista Stefano Mordini. Con questi, poi, l’attrice intraprende una relazione, da cui nascerà la figlia Margherita e pochi anni dopo un secondo figlio. L’esperienza della maternità è stata da lei descritta come «l’esperienza più folgorante che potessi vivere». Nel 2020, infine, l’attrice torna a collaborare con Mordini per il suo nuovo film da regista, Gli infedeli, distribuita sulla piattaforma Netflix.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi True Blood

Valentina Cervi in I Medici

5. Ha interpretato un noto personaggio. Comparsa in tre episodi della celebre serie di carattere storico, l’attrice ha impersonato qui la parte di Alessandra degli Albizzi. Personaggio influente, questa è membro dell’importante famiglia degli Albizzi, nobili che acquisendo potere nella città di Firenze hanno contribuito ad orientarne la cultura e la politica locale. Ella è la moglie del capofamiglia, Rinaldo, nonché madre di Ormanno. Per l’attrice, si è inoltre trattando di un ritorno al costume, avendo già in precedenza recitato in film e serie ambientate in epoche passate.

4. Ha condotto diverse ricerche sul personaggio. Per prepararsi al ruolo di Alessandra degli Albizzi, l’attrice ha raccontato di aver studiato il personaggio svolgendo diverse ricerche su di esso. Documentandosi, ha infatti potuto scoprire aspetti inediti, non accennati nella sceneggiatura, ma che le sono tornati utili per costruire la psicologia del personaggio. Pur essendo comparsa soltanto in tre episodi della prima stagione, l’attrice ha avuto modo di portare in scena un’apprezzata versione della nobildonna.

Valentina Cervi in True Blood

3. Si è totalmente affidata al giudizio del regista per il suo ruolo. Spesso sono gli stessi attori a proporre modifiche o varianti per quanto riguarda il carattere o l’aspetto dei personaggi che dovranno interpretare. Per la sua partecipazione alla serie True Blood, dove interpreta la vampira di oltre duemila anni Salomè Agrippa, la Cervi ha invece deciso di affidarsi totalmente alle scelte del regista. L’attrice infatti aveva in mente di proporre una versione del personaggio che ricordasse un’epoca passata, ma il regista volle invece dar risalto alla modernità del personaggio, cambiandovi perfino look. La Cervi si affidò a queste nuove indicazioni, e costruì il personaggio poi visto sullo schermo e tanto apprezzato.

2. È affascinata dalla tragicità del personaggio. Parlando del suo ruolo, la Cervi ha raccontato di come si sentisse particolarmente attratta dalla sua psicologia e dal suo credo. In particolare, era affascinata dalla tragicità intrinseca alla sua natura, e ha cercato pertanto di rendere il personaggio il più umano possibile. Ha dunque lavorato per spogliarlo di qualsiasi egocentrismo rispetto alle sue azioni, ricercando un fondo di verità e umanità in esse. Altro aspetto che l’attrice avrebbe poi desiderato approfondire è il coinvolgimento politico della vampira, nella serie soltanto accennato.

Valentina Cervi: età e altezza

1. Valentina Cervi è nata a Roma, Italia, il 13 aprile 1974. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Lina Sastri: 10 cose che non sai sull’attrice

Lina Sastri: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre interprete italiana, Lina Sastri ha conosciuto grande popolarità nel corso degli anni Ottanta, decennio in cui partecipò a film di importanti autori che le permisero di ottenere prestigiosi riconoscimenti di critica e pubblico. Affermatasi anche come cantante, la Sastri è una delle grandi interpreti della canzone napoletana, tramandata attraverso una serie di album di successo. Ancora oggi continua a guadagnare apprezzamenti per il suo lavoro cinematografico e musicale.

Ecco 10 cose che non sai di Lina Sastri.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Lina Sastri canzoni

Lina Sastri: i suoi film e le serie televisive

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema recitando nel film Il prefetto di ferro (1977), per poi affermarsi con i titoli Ecce bombo (1978), Café Express (1980), e Mi manda Picone (1984). Negli anni seguenti recita in Segreti segreti (1985), L’inchiesta (1987), La posta in gioco (1988), Piccoli equivoci (1989), Celluloide (1995), Vite strozzate (1996), Lascia perdere, Johnny! (2007), di Fabrizio Bentivoglio, Baarìa (2009), Passione (2010), di John Turturro, To Rome with Love (2012), con Roberto Benigni, e Napoli velata (2017), con Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera, la Sastri ha più volte recitato anche per il piccolo schermo, comparendo in diversi film, mini-serie o serie televisive. Tra i titoli più noti si annoverano Gli ultimi tre giorni (1977), Vita di Antonio Gramsci (1981), I giudici – Excellent Cadavers (1999), Don Bosco (2004), San Pietro (2005), Assunta Spina (2006), L’onore e il rispetto (2015), Con il sole negli occhi (2015), con Laura Morante, Le nozze di Laura (2015), Il bello delle donne… alcuni anni dopo (2017) e La vita promessa (2018), con Luisa Ranieri.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Grazie ai primi film in cui ha recitato, l’attrice ha potuto dare particolare prova delle proprie capacità, conquistando tanto il pubblico quanto l’industria. Quest’ultima l’ha infatti riconosciuta facendole vincere ben tre David di Donatello, due come miglior attrice protagonista per i film Mi manda Picone e Segreti segreti, e uno come attrice non protagonista per L’inchiesta.

Lina Sastri: i suoi album e le sue canzoni

7. Ha inciso numerosi album. Dal 1989 la Sastri ha intrapreso una florida attività nel campo musicale, arrivando a pubblicare un totale di 15 album, la maggior parte dei quali è dedicato alla canzone napoletana. Alcuni dei titoli di maggior successo sono Lina Sastri (1989), Tutta pe’ mme (1995), Concerto napoletano (2004), Live in Japan (2005), Reginella (2008) e Canzoni napoletane (2010). Nel corso della sua attività come cantante, vanta inoltre diverse importanti collaborazioni con nomi quali Gigi D’Alessio e Peppe Barra, con i quali ha inciso il brano Sole, Cielo e Mare.

6. Ha partecipato al Festival di Sanremo. Nel 1992, l’attrice partecipa per la prima volta nel concorso del Festival di Sanremo, presentando il brano Femmene ‘e mare, incluso poi nell’album Live on Broadway, dello stesso anno. La canzone, tuttavia, non si classificò tra i finalisti, ma permise comunque alla Sestri di ottenere una buona notorietà come cantante. Ad oggi quella rimane l’unica partecipazione dell’attrice e cantante al popolare Festival della musica italiana.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Lina Sastri Napoli Velata

Lina Sastri: il marito e i figli

5. Ha sposato un ballerino. Particolarmente riservata riguardo la sua vita privata, l’attrice è però nota per aver sposato nel 1994 il ballerino argentino Ruben Celiberti, con il quale non ha però avuto figli. Dopo sette anni di matrimonio, la coppia ha annunciato la separazione, rimanendo però in buoni rapporti. Da quel momento, la vita privata della Sastri si è ulteriormente fatta misteriosa, e l’attrice evita in tutti i modi di mischiare lavoro e privato. Motivo per cui non è possibile stabilire se abbia o meno un nuovo legame sentimentale.

Lina Sastri è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 5.950 persone. All’interno di questo, la Sastri è solita condividere prevalentemente immagini relative al suo lavoro di interprete e musicista, condividendo articoli di giornale, dietro le quinte e altre curiosità varie sui suoi lavori. Così facendo, mantiene aggiornati i propri follower sui suoi lavori attuali e futuri, evitando di condividere particolari informazioni sulla sua vita privata.

Lina Sastri in Napoli velata

3. Ha recitato nel film di Özpetek. In Napoli velata, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Ludovica, che insieme a Valeria, interpretata da Isabella Ferrari, forma un duo di ambigue antiquarie che metteranno in guardia la protagonista dall’addentrarsi troppo nelle ricerche del caso che la ossessiona. Per la Sastri, da sempre innamorata e legata alla città di Napoli, recitare nel film è stata un’esperienza unica, che le ha permesso di ricongiungersi con aspetti del celebre capoluogo che credeva di aver dimenticato.

2. Ha dovuto modificare il proprio look. Recitare nel film non è però stato per lei semplice. Il regista di origini turche le ha infatti richiesto un radicale cambiamento nel proprio look, privandola così delle comodità a cui la Sestri ha sempre fatto affidamento. L’esperienza, stando alle sue parole, non è stata affatto semplice. L’attrice faticava infatti a riconoscersi, provando un certo disagio e una certa difficoltà nell’immedesimarsi nel personaggio. Allo stesso tempo, però, ciò è stato per lei costruttivo e le ha permesso di uscire dalla sua zona di comfort per dar vita ad un ruolo inaspettato.

Lina Sastri: età e altezza

1. Lina Sastri è nata a Napoli, in Italia, il 17 novembre del 1950. L’attrice e cantante è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Notturno di Gianfranco Rosi in Concorso a Venezia 77

Notturno di Gianfranco Rosi in Concorso a Venezia 77

Gianfranco Rosi – Leone d’Oro con Sacro Gra, Orso d’Oro e Nomination agli Oscar con Fuocoammare – torna al Festival di Venezia in Concorso con Notturno, girato nel corso di tre anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano.

Con questo film Rosi dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre, nella messinscena dell’insensatezza della politica recitata dai pazienti di un istituto psichiatrico. Un cantore di strada intona le lodi dell’Altissimo. Un bracconiere fra i canneti e i pozzi di petrolio. La grazia delle guerrigliere peshmerga. I terroristi dello Stato Islamico in carcere. L’angoscia di una madre yazida per la figlia prigioniera. Alì, adolescente, che fatica per portare il pane ai suoi fratelli… Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un notturno che pare infinito. Notturno è un film di luce dai materiali oscuri della storia.

«Durante tre anni di viaggio in Medio Oriente, – racconta Rosi – ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato laddove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l’eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro. Ho cercato di raccontare la quotidianità di chi vive lungo il confine che separa la vita dall’inferno».

La regia, fotografia e suono sono di Gianfranco Rosi, il montaggio di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico.

Il film è una produzione 21Uno Film – Stemal Entertainment con Rai Cinema, con il contributo di Dg Cinema Audiovisivo – Mibact e con il supporto di Eurimages, in associazione con Istituto Luce – Cinecittà, prodotto da Donatella Palermo per Stemal Entertainment e Gianfranco Rosi per 21Uno Film.

Una coproduzione Italo Franco Tedesca con Les Films D’Ici in coproduzione con Arte France Cinéma e con No Nation Films – Mizzi Stock Entertainment. Il film è distribuito in Italia da 01 Distribution. Le vendite estere sono di The Match Factory.

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli in Concorso a Venezia 77

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli in Concorso a Venezia 77

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli sarà presentato nella selezione ufficiale in Concorso a Venezia 77. Il biopic vede protagonista Romola GaraiPatrick Kennedy.

Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx:  tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.

«Con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata – racconta la regista Susanna Nicchiarellila storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari. In un momento in cui la questione dell’emancipazione è più che mai centrale, la vicenda di Eleanor ne delinea tutte le difficoltà e le contraddizioni: contraddizioni, credo, più che mai attuali per cercare di “afferrare” alcuni tratti dell’epoca che stiamo vivendo». E a proposito della partecipazione alla Mostra di Venezia aggiunge: «Alcuni dei momenti più belli della mia vita da appassionata di cinema e da regista sono legati alla Mostra. Ho visto dei film meravigliosi al Lido che mi hanno cambiato per sempre. E naturalmente non dimentico la felicità e la soddisfazione per l’accoglienza riservata al mio primo film, Cosmonauta, e poi al più recente Nico, 1988. Adesso poter tornare a Venezia, per la prima volta in Concorso, è – sia pure sullo sfondo di luoghi conosciuti e ormai famigliari – un’emozione ancora nuova».

Lasciami Andare di Stefano Mordini film di chiusura di Venezia 77

Lasciami Andare di Stefano Mordini è il film di chiusura di Venezia 77, e sarà presentato nella selezione ufficiale Fuori Concorso. Nel cast Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa, Serena Rossi, Antonia Truppo.

SINOSSI

Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa).

Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora da scrivere.

La verità su La Dolce Vita di Pedersoli Fuori Concorso a Venezia 77

In anteprima mondiale alla 77. Mostra del Cinema di Venezia, Fuori Concorso, il docufilm di Giuseppe Pedersoli, La verità su La Dolce Vita, che per la prima volta con documenti inediti e un’appassionata ricostruzione, svela la genesi e le avventure di uno dei capitoli immortali della storia del cinema.

Verso la fine del 1958 Federico Fellini attraversa un periodo professionale complicato. Ha già vinto due Oscar per “La Strada” e “Le Notti di Cabiria” ma nessun produttore vuole realizzare il suo nuovo progetto: una storia scritta da lui, Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, intitolata La Dolce Vita. Soltanto un uomo, Giuseppe Amato, già famosissimo produttore di capolavori come “Umberto D.”, “Quattro passi tra le nuvole”, “Francesco Giullare di Dio”, “Don Camillo”, comprende la straordinarietà del soggetto. Amato sembra essere davvero l’unico a immaginare, e dire, che il copione che ha tra le mani contiene un capolavoro.   Con la sua esperienza trentennale intuisce anche che l’operazione sarà molto rischiosa ma nessun ostacolo può impedirgli di realizzare un progetto in cui crede.

La storia della realizzazione del film inizia con un viaggio fino a San Giovanni Rotondo, dove Amato, da uomo molto religioso, si reca per ottenere la benedizione di Padre Pio in persona, per iniziare il lavoro su “La Dolce Vita”. Amato non sbagliava in nessuna delle sue intuizioni: da lì partirà la storia del film italiano più popolare di sempre all’estero, un film mitico e iconico. E una realizzazione travagliatissima, la produzione più costosa fino a quel momento in Italia. Amato convince il magnate e suo storico socio Angelo Rizzoli a co-finanziare l’opera, che arriverà a costare il doppio di quanto preventivato e concordato con il regista. La lavorazione subirà liti, battute d’arresto, sfuriate, minacce. I contrasti tra Fellini e la produzione sono duri. Il primo montato, della durata di quattro ore, per Rizzoli non è distribuibile nei cinema. I coproduttori internazionali neppure lo prendono in considerazione. Il film sarà la causa della rottura del sodalizio ventennale tra Amato e Rizzoli.

E varrà una Palma d’oro a Cannes, un successo straordinario al botteghino, una delle polemiche più controverse mai registrate sui giornali italiani e internazionali. La gloria eterna al film.

Oggi, a sessant’anni dalla sua produzione, e nel centenario di Fellini, La verità su La dolce vita, docufilm diretto da Giuseppe Pedersoli, racconta per la prima volta, grazie a documenti inediti, tra cui soprattutto la corrispondenza tra Fellini, Giuseppe Amato e Angelo Rizzoli, la nascita e le irripetibili vicissitudini di uno dei più celebrati capolavori della storia del cinema. Raccontati attraverso una felice ricostruzione con attori professionisti, sequenze originali del film, importanti testimonianze d’archivio e odierne dei protagonisti della vicenda (in primis Fellini, Mastroianni, Amato, Dino De Laurentiis, e tanti altri).

E racconta uno dei più straordinari casi in cui il cinema ha creato, per merito di un regista fuori dal comune, un mondo che prima non c’era.

Soprattutto, racconta una vera storia d’amore per il cinema: quella di un produttore per un film, innamorato di un sogno fino quasi al costo della vita. Un film in cui nessuno voleva credere, e che oggi è un emblema del nostro amore per quest’arte.

La verità su La dolce vita, scritto (con Giorgio Serafini) e diretto da Giuseppe Pedersoli, è prodotto da Gaia Gorrini per Arietta Cinematografica, in associazione con Istituto Luce-Cinecittà che lo distribuisce per l’Italia, mentre la distribuzione per l’estero è affidata a Intramovies.

Il sessantesimo anniversario dalla produzione de “La Dolce Vita” e il centenario dalla nascita di Federico Fellini, costituiscono la migliore opportunità per ricostruire la genesi, la produzione e la vita commerciale di uno tra i piu’ famosi e iconici film della cinematografia mondiale.

Questo progetto si basa sulla copiosissima, originale e inedita corrispondenza tra Giuseppe Amato, Angelo Rizzoli e Federico Fellini, rispettivamente produttore, distributore e regista de “La Dolce Vita”. Sono gli stessi protagonisti a raccontarci, con la “voce” diretta dei loro scritti, ciò che hanno vissuto.

Attraverso un montaggio serrato e avvincente di interviste e letture, e scene ricostruite, si ricreano le atmosfere, i contrasti e le grandi passioni che formarono la sostanza fondante e la creazione di uno tra i più controversi prodotti della cinematografia italiana, universalmente riconosciuto come un capolavoro.

Giuseppe Pedersoli

THE DUKE di Roger Michell Fuori Concorso a Venezia 77

THE DUKE di Roger Michell Fuori Concorso a Venezia 77

THE DUKE di Roger Michell (Rachel, A Royal Weekend, Notting Hill) sarà presentato in Selezione Ufficiale – Fuori Concorso alla 77. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Tratto da una storia realmente accaduta, il film vede protagonisti i premi Oscar© Helen Mirren (The Queen – La regina, Ella & John, Woman in Gold) e Jim Broadbent (Iris, The Iron Lady, Il segreto di Vera Drake). Nel cast anche Fionn Whitehead (Il verdetto, Dunkirk) e Matthew Goode (The Imitation Game, Match Point).

Il film sarà distribuito nelle sale da BIM nel 2021.

Regia: Roger Mitchell

Con: Helen Mirren, Jim Broadbent, Fionn Whitehead, Matthew Goode

Genere: Comedy, Drama

Nazionalità: UK

Distribuzione: BIM

Uscita: 2021

SINOSSI

Nel 1961, Kempton Bunton, un tassista di 60 anni, rubò dalla National Gallery di Londra il Ritratto del duca di Wellington di Francisco Goya. Kempton chiese un inconsueto riscatto: avrebbe restituito il dipinto solo se il governo si fosse impegnato di più a sostegno degli anziani, per i quali si era già battuto in precedenza. Solo 50 anni dopo si è scoperto che Kempton aveva intessuto una rete di bugie. L’unica verità era che era un brav’uomo determinato a cambiare il mondo e a salvare il suo matrimonio. Il racconto di come “il Duca” lo abbia aiutato in questo è una storia meravigliosamente ispiratrice.

Salvatore – Shoemaker of Dreams, il doc di Luca nel Fuori Concorso di Venezia 77

Sarà presentato nella selezione ufficiale Fuori Concorso di Venezia 77 il nuovo documentario di Luca Guadagnino, Salvatore – Shoemaker of Dreams, la storia di Salvatore Ferragamo.

Il documentario è diretto da Guadagnino e scritto da Dana Thomas, con Stella Savino produttore esecutivo e Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti in veste di produttori.

Salvatore – Shoemaker of Dreams – Sinossi:

L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione: Salvatore – Shoemaker of Dreams mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.

Il regista Luca Guadagnino dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande”.

Le sorelle Macaluso di Emma Dante in Concorso a Venezia 77

Le sorelle Macaluso di Emma Dante in Concorso a Venezia 77

Sette anni dopo Via Castellana Bandiera, Emma Dante torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, selezione ufficiale, con LE SORELLE MACALUSO, tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ricevuto il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la Miglior Regia. Scritto da Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta, il film è una produzione Rosamont e Minimum Fax Media con Rai Cinema che arriverà in sala il 10 settembre distribuito da Teodora Film.

Le Sorelle Macaluso è interpretato da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano.

«Con grandi emozioni sette anni fa per la 70ª edizione della Mostra fu presentato a Venezia il mio primo film, Via Castellana Bandiera; oggi con la gioia di una bambina ancora più incantata e felice per la 77ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica tornerò a Venezia con il mio secondo film, Le sorelle Macaluso» – dichiara la regista Emma Dante – «Spero che questa famiglia di donne di tre generazioni possa far affiorare i ricordi di noi bambine dentro le stanze dell’infanzia dove strette da un legame fortissimo siamo state sorelle».

USCITA: 10 SETTEMBRE 2020

SINOSSI

Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste.

Captain America: l’evoluzione dell’eroe nel corso del MCU

Captain America: l’evoluzione dell’eroe nel corso del MCU

Steve Rogers, aka Captain America, era un personaggio dei fumetti già estremamente popolare prima della nascita dell’Universo Cinematografico Marvel. È chiaro però che i film abbiamo contribuito a  trasformato in uno degli eroi cinematografici più iconici di tutti i tempi. Grazie anche all’accattivante performance di un Chris Evans sempre dedito e impegnato, il personaggio è diventato forse l’eroe più importante del MCU. Con Avengers: Endgame l’arco narrativo di Cap nel MCU, iniziato con Captain America: Il primo vendicatore, si è ufficialmente concluso. Nel corso degli anni, come evidenziato da Screen Rant, il personaggio ha attraversato alcuni importanti cambiamenti, tanto fisici quanto emotivi. Ecco di seguito i principali:

Il costume

Non era certamente facile adattare il costume di Cap per un live action senza correre il rischio di dare vita a qualcosa di buffo. Il Primo Vendicatore ha cercato di collegare il costume al tentativo dei militari di creare una figura di propaganda, e lo ha fatto con estrema intelligenza, dato che il costume si è adattato sorprendentemente all’avventura raccontata nel film, profondamente radicata nel passato.

Quando Cap è arrivato nel mondo moderno in The Avengers, il costume è finalmente apparso in tutto il suo splendore. In Endgame è addirittura diventato qualcosa sul quale poter scherzare. Negli altri film abbiamo visto una versione dello stesso più radicata ed elegante, forse più appropriata al contesto narrativo.

Steve e Bucky

Forse la relazione più importante che Steve ha avuto durante i suoi tre film in solitaria è stata quella con il suo amico d’infanzia Bucky Barnes. La loro amicizia ha motivato molte delle azioni di Steve nel MCU: quando hanno iniziato a combattere fianco a fianco, sono stati poi costretti a combattere l’uno contro l’altro: alla fine, Steve ha lottato per proteggere Bucky.

È stata una relazione commovente che forse, nel MCU, non si è conclusa nel modo in cui avrebbe dovuto. Con così tante accadute in Avengers: Infinity War ed Endgame, la storyline dedicata a Steve e Bucky non ha ricevuto molta attenzione. Dopotutto, sembra strano che la relazione tra i due sia finita nel modo in cui ci ha mostrato il cinecomic di Anthony e Joe Russo

Il boy scout

Uno dei principali problemi, da un punto di vista narrativo, con un personaggio come Captain America è che potrebbe risultare fin troppo bravo. Non è sempre divertente, infatti, vedere un personaggio così potente fare sempre la cosa giusta e non commettere mai errori.

Quando Cap venne introdotto nel MCU, il suo spirito nobile era accattivante, ma rischiava di invecchiare abbastanza velocemente. Saggiamente, con i film si è iniziato ad irruvidire un pochino il personaggio, rendendolo più imperfetto, come quando ha trattenuto la verità sui genitori di Tony.

Lo stile di combattimento

Come se non ci fossero abbastanza lotte per giustificare l’arrivo di Cap sul grande schermo, il fatto che il suo principale stile di combattimento fosse lanciare un grande scudo non ha certamente aiutato. Fortunatamente, una volta che Cap venne portato nel mondo moderno, sembrò imparare alcuni nuovi trucchi.

Nella scena d’azione iniziale di Captain America: The Winter Soldier, assistiamo al nuovo stile di combattimento di Cap, qualcosa di davvero elettrizzante. È tattico, brutale e frenetico, il che ha aggiunto un nuovo grado di eccitazione ai suoi film e alle scene di lotta che lo vedevano coinvolto.

Patriottismo indiscusso

Il MCU è diventato un franchising così imponente che è popolare in tutto il mondo e le sue storie si estendono in tutto l’universo. Quindi, avere un personaggio di nome Captain America che indossa letteralmente la bandiera americana, potrebbe apparire limitante.

I film hanno fatto un ottimo lavoro fin dall’inizio nel rendere Steve Rogers qualcuno che non si riferisse solo all’America, ma alla giustizia in generale. Soprattutto gli ultimi titoli, esplorano meravigliosamente l’idea che spesso il patriottismo significa mettere in discussione coloro che sono al potere.

La sua eredità

Tutti gli eroi del MCU hanno una buona parte di difetti, ma Cap è sempre apparso come quello non macchiato, capace di tenere tutti gli eroi con i piedi per terra. Era il simbolo di ciò che un eroe dovrebbe essere e un modello a cui tutti devono guardare.

Quell’aspetto nobile del personaggio non è mai scomparso, ma il modo in cui viene percepito dagli altri è indubbiamente cambiato. Dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Cap passa dall’essere il più grande eroe americano al più grande fuggitivo. È stata una direzione sicuramente interessante che la Marvel ha deciso di far intraprendere al personaggio.

Un pesce fuor d’acqua

Alla fine de Il Primo Vendicatore, Cap si sveglia nel 21° secolo e si rende conto che il mondo che conosceva non esiste più. È stato un momento che ha cambiato il personaggio in una sorta di eroe tragico, anche se i film si sono divertiti molto con l’umorismo legato al suo essere spesso un “pesce fuor d’acqua”.

Col passare del tempo, e anche in maniera piuttosto rapida, Cap sembrò a suo agio con il nuovo mondo. In poco tempo lo vediamo trasformarsi e sentirsi come a casa, nonostante il suo passato ogni tanto abbia continuato a compromettere qualche sua azione o qualche suo comportamento.

Steve e Tony

Non appena si incontrano per la prima volta in The Avengers, era chiaro che Steve e Tony Stark avrebbero sviluppato una relazione molto particolare. Si scontrano quasi subito prima di sviluppare un sincero rispetto reciproco in qualità di eroi.

Quella tensione tra loro dà poi vita ad un’affascinante amicizia. Si avvicinano come compagni di squadra prima di dividersi in modo sostanziale. Alla fine, questi due eroi si renderanno conto che, nonostante tutto, vogliono combattere fianco a fianco. 

Fascino e simpatia

È difficile non restare affascinati da Steve Rogers e dal suo viaggio nella sua storia di origini, ma probabilmente Capitan America non è stato il Vendicatore preferito di molte persone, almeno non dall’inizio. I suoi compagni eroi sembravano essere certamente più divertenti dell’eroe apparentemente perfetto.

Tuttavia, Cap è diventato molto più simpatico con l’avanzare del franchise. La sua determinazione e il suo buon cuore lo hanno trasformato da personaggio un po’ noioso alla tipologia di eroe di cui i fan avevano bisogno. 

La storia d’amore con Peggy

Il romanticismo nel MCU è sempre stato un po’ complicato. Fra tutta l’azione dei supereroi, le trame d’amore sono sempre apparsi un po’ forzate. Ne Il Primo Vendicatore, la relazione tra Steve e Peggy Carter è stata alquanto dolce, ma non ha avuto molto tempo per svilupparsi prima di essere totalmente ignorata.

Sorprendentemente, nonostante non fosse stato dedicato altro tempo alla loro storia al di là di quel primo film, il franchise ha continuato a consolidare il legame tra i due personaggi. A parte uno sfortunato passo falso con Sharon Carter, Steve non ha mai esitato nel suo amore, il che ha reso il suo lieto fine ancora più gratificante.

Cari Compagni di Andrei Konchalovsky in Concorso a Venezia 77

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Cari Compagni di Andrei Konchalovsky in Concorso a Venezia 77

Sarà presentato in Concorso alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica CARI COMPAGNI! di Andrei Konchalovsky. Il regista – vincitore di un Leone d’Argento Gran Premio della Giuria nel 2002 con “Dom Durakov – La casa dei matti” e poi del Leone d’Argento per la Miglior Regia nel 2014 con “Le notti bianche del postino” e nel 2016 con “Paradise” – è anche autore della sceneggiatura con Elena Kiseleva.  Tratto da una storia vera, il film è interpretato da Julia Vysotsakaya (“Paradise”) nel ruolo della protagonista. CARI COMPAGNI! è stato realizzato con il supporto della Fondazione di Beneficenza “Arte, Scienza e Sport”, del Ministero della Cultura della Federazione Russa e del Canale Tv Russia 1.

URSS, Novocherkassk, 1962. Lyudmila è un membro del partito comunista locale,  una convinta militante che nutre un’ incrollabile fiducia negli ideali comunisti e un profondo disprezzo per ogni forma di dissenso. Durante una manifestazione operaia in una fabbrica di locomotive, la donna assiste a una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo per reprimere lo sciopero: un evento che cambierà per sempre la sua visione del mondo. Molti i feriti e numerosi i dispersi, la città è sconvolta dagli arresti, da condanne sommarie e dal coprifuoco.  E in quei giorni la figlia di Lyudmila scompare nel nulla. Per la donna inizia così un’affannosa, quanto rischiosa, ricerca senza sosta e senza quartiere – a dispetto del blocco della città, degli arresti e dei tentativi di insabbiamento da parte delle autorità.

Il film è basato su un fatto realmente accaduto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962 e secretato fino agli anni ’90. Nel 1992 venne avviata la prima inchiesta. Le vittime del massacro erano state occultate in tumuli sotto falso nome perché non venissero mai ritrovate. I principali sospetti fra gli alti vertici governativi erano già morti. I responsabili non sono mai stati condannati.

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma

È stato presentato con una conferenza stampa in live streaming il programma di Venezia 77, un’edizione particolare della Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale, che si svolge nel mondo post lockdown, con Paesi ancora nella morsa del coronavirus e con lo spettro della pandemia ancora aleggiante su ogni cosa.

Eppure, questa edizione è importante proprio per questo, perché dà un segno di ripartenza, di rinascita e di nuova vita che deve partire anche dal cinema e dall’arte, che la Mostra da sempre rappresenta. Non sorprende, quindi, che la maggior parte dei film selezionati vengano da Est, con il Medio Oriente che recita la parte del leone (insieme all’Italia) in una selezione che presenta molti punti di interesse, numerosi ritorni di registi affezionati al Lido e opere prime che non mancheranno di destare curiosità.

Ecco il programma di Venezia 77

Concorso ufficiale

In Between Dying, Hilal Baydarov

Le sorelle Macaluso, Emma Dante

The World to Come, Mona Fastvold

Nuevo Orden, Michel Franco

Amants, Nicole Garcia

Laila in Haifa, Amos Gitai

Dorogie Tovarischi (Dear Comrades), Andrei Konchalovsky

Spy No Tsuma (Wife of a Spy), Kyoshi Kurosawa

Khorshid (Sun Children), Majid Majidi

Pieces of a Woman, Kurnél Mundruczó

Miss Marx, Susanna Nicchiarelli

Padrenostro, Claudio Noce

Notturno, Gianfranco Rosi

Never Gonna Snow Again, Małgorzata Szumowska, Michał Englert

The Disciple, Chaitanya Tamhane

Und Morgen Die Ganze Welt (And Tomorrow the Entire World), Julia Von Heinz

Quo Vadis, Aida?, Jasmila Zbanic

Nomadland, Chloé Zhao

Fuori concorso

Sportin’ Life, Abel Ferrara

Crazy, Not Insane, Alex Gibney

Greta, Nathan Grossman

Salvatore – Shoemaker of Dreams, Luca Guadagnino

Final Account, Luke Holland

La verità su La dolce vita, Giuseppe Pedersoli

Molecole, Daniele Segre (film di pre-apertura)

Narciso Em Ferias, Renato Terra, Ricardo Calil

Paolo Conte, Via con me, Giorgio Verdelli

Hopper/Welles, Orson Welles

City Hall, Frederick Wiseman

Lacci, Daniele Luchetti (film d’apertura)

Lasciami andare, Stefano Mordini (film di chiusura)

Mandibules, Quentin Dupieux

Di Yi Lu Xiang (Love After Love), Ann Hui

Assandia, Salvatore Mereu

The Duke, Roger Mitchell

Night in Paradise, Park Soon-Jung

Mosquito State, Filip Jan Rymsza

Fuori concorso – Proiezioni speciali

30 Monedas – Episodio 1, Alex De La Iglesia

Princesse Europe, Camille Lotteau

Omelia contadina, Alice Rohrwacher

Orizzonti

Apples, Christos Nikou (film d’apertura)

La Troisieme Guerre, Giovanni Aloi

Milestone, Ivan Ayr

The Wasteland, Ahmad Bahrami

The Man Who Sold His Skin, Kaouther Ben Hania

I predatori, Pietro Castellitto

Mainstream, Gia Coppola

Genus Pan, Lav Diaz

Zanka Contact, Ismael El Iraki

Guerra e pace, Martina Parenti, Massimo D’Anolfi

La Nuit Des Rois, Philippe Lacôte

The Furnace, Roderick Mackay

Careless Crime, Shahram Mokri

Gaza Mon Amour, Tarzan Nasser, Arab Nasser

Selva tragica, Yulene Olaizola

Nowhere Special, Uberto Pasolini

Listen, Ana Rocha De Sousa

La 77° Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale di Venezia si svolgerà al Lido dal 2 al 12 settembre.

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Salvatore – Shoemaker of Dreams: il docufilm di Luca Guadagnino

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Salvatore – Shoemaker of Dreams: il docufilm di Luca Guadagnino

Salvatore – Shoemaker of Dreams, il docufilm diretto da Luca Guadagnino alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Scritto da Dana Thomas e diretto da Luca Guadagnino è prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti con Stella Savino come produttore esecutivo.

Sinossi: L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione: Salvatore – Shoemaker of Dreams mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.

Il regista Luca Guadagnino dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande”.

I predatori di Pietro Castellitto in Concorso in Orizzonti

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I predatori di Pietro Castellitto in Concorso in Orizzonti

I predatori, film d’esordio alla regia di Pietro Castellitto sarà presentato in Concorso in Orizzonti alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti sono Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco Borghese.

Sono profondamente felice – dichiara il regista – che il mio film venga presentato nella sezione Orizzonti. Lo sconquasso della pandemia ha distrutto molte certezze aprendo le porte a un nuovo scontro fra culture e visioni del mondo, premessa fondamentale per qualsiasi era artistica. C’è un che di bellico in quest’alba veneziana e farne parte è motivo di orgoglio. Ringrazio Alberto Barbera e tutti i selezionatori per la fiducia data. Spero di esserne all’altezza.

       Pietro.

Nel film  I predatori È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

I predatori è una produzione FANDANGO con RAI CINEMA prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.

Captain Marvel 2 adatterà Secret Invasion?

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Captain Marvel 2 adatterà Secret Invasion?

È da un po’ di tempo che circolano diversi rumor secondo cui i Marvel Studios avrebbero grandi progetti per Captain Marvel 2, l’annunciato sequel che vedrà il ritorno di Brie Larson nei panni di Carol Danvers. Adesso, secondo un nuovo report di The Direct, la posta in gioco sarà persino più alta del previsto.

Apparentemente, il personaggio di Ms. Marvel avrà un ruolo secondario nel sequel, mentre lo stesso “includerà anche molti nuovi ed importanti personaggi del MCU”, con la fonte che lo descriverà come una sorta di “mini-film dedicato ai Vendicatori”. Ciò è in linea con le voci che si sono già susseguite in passato: sembra quindi che il sequel adatterà la tanto agognata trama di “Secret Invasion“, il crossover a fumetti che si concentra sull’invasione della Terra da parte degli Skrull.

Nel sequel potremmo quindi vedere Carol Danvers tornare sulla Terra per affrontare un’invasione di Skrull: ciò potrebbe confermare anche che il sequel svelerà se nel MCU ci sono degli Skrull che in realtà si sono nascosti dietro l’identità degli eroi più potenti della Terra, ma tutto dipenderà ovviamente da quanto il film sarà fedele ai fumetti. Ricordiamo che per il momento si tratta esclusivamente di rumor.

Tutto ciò che sappiamo sul sequel di Captain Marvel

Captain Marvel 2, il sequel del cinecomic con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in sviluppo e destinate a Disney+.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel dovrebbe arrivare già nel 2022.

Shining: il prequel avrebbe svelato il mistero della foto di Jack

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Overlook Hotel, il prequel di Shining, avrebbe dovuto spiegare l’origine della misteriosa foto di Jack Torrance che si vede alla fine del film originale diretto da Stanley Kubrick. Acclamato come uno dei thriller più influenti di tutti i tempi, Shining è ricordato soprattutto per le citazioni iconiche, i personaggi complessi ed immagini dal forte impatto visivo. Sicuramente, uno degli aspetti più ambigui e controversi del film è la scena finale: il film si chiude, infatti, con una carrellata su una foto d’epoca scattata durante la festa di gala del 4 luglio 1921, la quale ritrae tra i partecipanti un Jack Torrance sorridente ed in abito elegante.

Le teorie sul perché il personaggio di Jack Nicholson appaia nella foto in bianco e nero si sono ovviamente sprecate: secondo la più accreditata, Jack sarebbe la reincarnazione di un precedente funzionario dell’hotel e che l’Overlook abbia ufficialmente preso il controllo dell’anima dello scrittore. Tuttavia, Stanley Kubrick non ha mai spiegato davvero il significato di quella scena. Lo scorso anno è arrivato nelle sale Doctor Sleep, sequel del film di Kubrick basato sull’omonimo romanzo di Stephen King, mentre per lungo tempo si è parlato di un prequel, Overlook Hotel, appunto, che però non ha mai visto la luce e che è stato accantonato proprio per realizzare il sequel con Ewan McGregor.

Adesso, sembra che il prequel di Shining avrebbe dovuto spiegare proprio il significato di quella fotografia che appare alla fine del film originale del 1980. Intervistato da Bloody Disgusting, Glen Mazzara, sceneggiatore di Overlook Hotel, che spiegato che il suo film avrebbe potuto spiegare proprio l’origine di quella foto con Jack. Il prequel era basato su un prologo inedito del romanzo originale di King, intitolato “Before the Play”, che venne eliminato dal romanzo del 1977. Il prequel avrebbe dovuto seguire la storia di Bob T. Watson, un ricco barone che parte con la sua famiglia e una squadra di costruttori per realizzare il suo progetto da sogno: un grande hotel sulle Montagne Rocciose.

Brad Pitt era stato considerato per il prequel mai realizzato di Shining

Dopo il ballo inaugurale dell’Overlook, nella Golden Room dell’hotel viene organizzata una serata di gala. In base alla sceneggiatura di Mazzara, durante la serata un fotografo avrebbe scattato la foto che vediamo alla fine di Shining. Secondo quanto riferito, Mazzara aspirava a realizzare la scena in modo da non permettere allo spettatore di capire se il Jack del film di Kubrick fosse effettivamente coinvolto al centro dello scatto oppure no. Brad Pitt era stato considerato per il ruolo di Bob, mentre Mark Romanek (One Hour Photo, Non lasciarmi) era stato incaricato di occuparsi della regia.

Di recente è stato annunciato che HBO Max produrrà una serie ambientata nel famoso Overlook Hotel, affidata a J.J. Abrams e intitolata semplicemente Overlook. L’esatta natura dello show non è ancora stata rivelata, così come non sono state confermate eventuali somiglianze con la sceneggiatura di Mazzara.

Justice League: non è stato Zack Snyder a scegliere Joss Whedon

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Justice League: non è stato Zack Snyder a scegliere Joss Whedon

Il regista Zack Snyder ha rivelato di non essere stato lui a scegliere Joss Whedon per terminare i lavori su Justice League. Snyder dovette abbandonare le riprese del cinecomic DC a causa di una tragedia personale: a quel punto, Whedon firmò per portare a termine il film. Tuttavia, le cose non sono andate secondo i piani.

Justice League doveva essere la risposta DC ai film del MCU dedicati agli Avengers. Nel film Batman, Wonder Woman, Aquaman, The Flash, Cyborg ed un Superman risorto si uniscono per sconfiggere l’alieno Steppenwolf e il suo esercito di Parademoni. Invece di trasformarsi in un successo strepitoso, il film non ha performato secondo le aspettative al box office ed è stato stroncato dalla critica per la sceneggiatura, il modo in cui villain principale è stato tratteggiato e l’utilizzo a dir poco discutibile della CGI (con particolare riferimento alla rimozione dei baffi di Henry Cavill). Ovviamente, una delle più grandi critiche che sono state mosse al film era relativa al tono decisamente irregolare, dovuto essenzialmente al fatto che al film avevano lavorato due registi con due visioni diametralmente opposte. 

I film di Snyder sono noti per essere molto dark, dai toni grintosi e profondamente stilizzati, in netto contrasto con lo stile più leggero, quasi “da commedia”, di Whedon. Ecco perché molti fan si sono chiesti perché la Warner Bros. abbia scelto proprio il regista di The Avengers per portare a compimento i lavori su Justice League. Durante un panel in occasione dell’evento Justice-Con, a Zack Snyder è stato chiesto se fosse stata una sua decisione quella di “consegnare” il film a qualcun altro: il regista ha rivelato che mentre è stata sua la decisione di abbandonare il film, nella scelta di un eventuale sostituto non è stato in alcun modo coinvolto; ha detto che la scelta è stata fatta “dal comitato” e che all’epoca le sue forze e le sue energie erano focalizzata altrove.

Perché WB e DC hanno scelto Joss Whedon per terminare Justice League?

Sebbene non sia stato rivelato il motivo per cui Whedon è stato scelto per sostituire Snyder, i fan hanno ipotizzato che probabilmente è stato scelto a causa del suo lavoro nell’Universo Cinematografico Marvel. Whedon ha diretto i primi due film dedicati ai Vendicatori, il primo dei quali è diventato uno dei più alti incassi di tutti i tempi. The Avengers è stato un crossover ambizioso come forse non ne erano mai stati realizzati prima, e Whedon è riuscito a cavarsela in maniera eccellente. Questo probabilmente ha spinto la Warner Bros. e la DC a chiedere a Whedon di finire Justice League, considerata la natura “ensemble” del progetto.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Rakuten TV: le novità di Agosto 2020

Rakuten TV: le novità di Agosto 2020

Brividi assicurati per tutta la famiglia questa estate su Rakuten TV con alcuni dei titoli in arrivo in premiere digitale: Scooby!, primo film animato dedicato al famoso cane  in 4K HDR, The tunnel – Trappola nel buio, Shortcut e la Spider Week

Rakuten TV si prepara ad un agosto da brivido. Tra i film che arrivano in premiere digitale The tunnel – Trappola nel buio, action thriller svedese ad alta tensione con protagonista Thorjorn Harr della nota serie TV “Vikings”. Shortcut, misterioso horror italo tedesco. Da segnalare anche Scooby!, primo feauture film di Scooby-Doo tutto in CG (Computer Graphic), già disponibile in 4K HDR dal 15 luglio.  Escono direttamente sulla piattaforma Beyond the law- L’infiltratoultimo action crime con la star assoluta del genere Steven Seagal. Killerman con Liam Hemswroth nei panni di un riciclatore di denaro che si sveglia senza memoria e con milioni di dollari in contanti e droghe rubati in una corrotta New York. River runs red con Taye Diggs, John Cusack e Luke Hemswroth, film di grande attualità sulla questione razziale. El Chicano action drama ambientato nel mondo della droga statunitense.

Con Ci rivediamo lassù, tratto dal romanzo “Au revoir là-haut” di Pierre Lemaitre, vincitore del Premio Goncourt, il più prestigioso dei premi letterari francesi, Albert Dupontel firma un film trionfatore ai César 2018 e ancora 1918 I giorni del coraggio. Risate assicurate con The Day shall come, storia di un predicatore impoverito che lotta per salvare la sua famiglia dallo sfratto. Per i più piccini in arrivo L’incantesimo del lago: Un matrimonio reale, sequel della saga animata L’incantesimo del Lago, ispirata al balletto di Tchaikovsky“Il lago dei cigni”.

Tra le promozioni da non perdere la Spider Week, dal 31 luglio al 10 agosto con tutti i film dell’universo Marvel dedicati al mitico supereroe in offerta speciale: Spider-Man (2002), Spider-Man 2, Spider-Man 3, The amazing Spider-Man, The amazing Spider-Man 2, Spider-Man Home Coming, Spider-Man far from home e Venom.

Hawkeye: Hailee Steinfeld sarà Kate Bishop?

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Hawkeye: Hailee Steinfeld sarà Kate Bishop?

Molte produzioni e diversi progetti dei Marvel Studios sono stati sospesi o posticipati a causa della pandemia di Coronavirus purtroppo ancora in corso. Naturalmente, l’annunciata serie Hawkeye destinata a Disney+ non ha fatto eccezione, nonostante di recente siano stati rivelati i nomi dei registi che si occuperanno di dirigere parte degli episodi dello show.

E sempre a proposito dei personalità artistiche coinvolte nella realizzazione della serie, oggi torniamo a parlare di casting, in particolare della scelta dell’attrice che andrà a vestire i panni di Kate Bishop: sappiamo infatti da diverso tempo che il progetto coinvolgerà anche Jeremy Renner, ossia il Clint Barton del MCU, e che la storia ruoterà attorno al passaggio di consegne tra l’eroe e la sua erede.

Adesso, sempre che nei panni di Kate Bishop sia stata confermata un’attrice che da tempo era stata associata al ruolo. Come riportato da The Illuminerdi, infatti, sembra che Hailee Steinfeld abbia ufficialmente firmato per unirsi al cast di Hawkeye ed interpretare proprio il futuro membro degli Young Avengers al fianco di Renner. Inoltre, come riportato sempre dalla fonte, sembra che la produzione della serie dovrebbe partire il prossimo ottobre e svolgersi ad Atlanta, in Georgia.

Era da molto tempo che si parlava della possibilità di Hailee Steinfeld potesse interpretare Kate Bishop nella serie. La giovane attrice, classe 1996, è nota per aver esordito al cinema ne Il Grinta dei fratelli Coen, ruolo grazie al quale venne nominata all’Oscar come migliore attrice non protagonista. Durante la sua carriera ha recitato in pellicole quali Ender’s Game, Tutto può cambiare, Pitch Perfect 2, 17 anni (e come uscirne vivi) e Bumblebee.

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Hawkeye fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere stato The Falcon and The Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre serie tv includono WandaVision (sempre nel 2020?)Loki (primavera 2021) oltre a HawkeyeTutti vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.

Hawkeye, la serie tv

Hawkeye è l’annunciata spin off del franchise di Avengers e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e si baserà sulle avventure di Young AvengerKate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.

Laetitia Casta: 10 cose che non sai sull’attrice

Laetitia Casta: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre come supermodella, Laetitia Casta è in seguito diventata una nota attrice, attiva tanto in Francia, sua terra natale, quanto in Italia e negli Stati Uniti. Ad oggi, ha infatti avuto modo di collaborare con diversi importanti registi e attori di questi paesi, grazie ai quali ha potuto maturare come interprete, arrivando così ad affermarsi presso un ampio pubblico. Nella sua filmografia è infatti possibile ritrovare sia film più commerciali che titoli di maggior rilievo artistico.

Ecco 10 cose che non sai di Laetitia Casta.

Laetitia Casta marito

Laetitia Casta: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film. L’attrice debutta al cinema nel 1999 con il film Asterix & Obelix contro Cesare, con Roberto Benigni. Successivamente, ha modo di recitare in ruoli di rilievo nei film Les âmes fortes (2001), Le Grand Appartement (2006), Nés en 68 (2008), Visage (2009) e Gainsbourg, vie héroīque (2010). Nel 2011 recita nel ruolo della protagonista in La guerra dei bottoni, accanto a Guillaume Canet, mentre l’annno seguente è nel cast del film statunitense La frode, con Richard Gere. Recita poi nell’italiano Una donna per amica (2014), con Fabio De Luigi, in 11 donne a Parigi (2014) e L’uomo fedele (2018), con Lily-Rose Depp.

9. È protagonista di una mini-serie. Nel corso della sua carriera l’attrice non ha mancato di recitare anche per la televisione, comparendo nella miniserie La bicicletta blu (2000), nel film Luisa Sanfelice (2004), con Adriano Giannini, dove interpreta la nobildonna del titolo, protagonista del romanzo di Alexandre Dumas, e in Arletty, une passion coupable (2015). Tra il 2019 e il 2020 ha poi ricoperto il ruolo della protagonista Théa nella mini-serie Une île, incentrato su una storia che mescola crime e fantasy.

8. Ha scritto, diretto e prodotto un cortometraggio. Nel 2016 l’attrice debutta alla regia di En moi, cortometraggio di genere drammatico incentrato sulla relazione tra un regista cinematografico e l’attrice del suo film. Per l’occasione, la Casta si è cimentata anche nella sceneggiatura, da lei scritta insieme a Maude Ameline, come anche nella produzione del corto. Questo venne presentato durante la cerimonia di chiusura della Settimana internazionale della critica nel corso del Festival di Cannes.

Laetitia Casta: chi è suo marito

7. Ha avuto una relazione con un noto attore italiano. Divenuta celebre anche in Italia, la Casta ottenne su di sé ancor più attenzioni nel momento in cui fu resa nota la sua relazione con l’attore Stefano Accorsi, protagonista di film come Baciami ancora e Veloce come il vento. I due sono infatti stati una coppia dal 2003 al 2013, anno in cui poi si sono separata lasciando semplicemente intendere che il rapporto era giunto ad una naturale conclusione. Dalla loro relazione sono però nati due figli, rispettivamente nel 2006 e nel 2009.

6. Si è sposata con un regista francese. Dopo la separazione da Accorsi, nel 2015 l’attrice ritrova l’amore nel momento in cui si lega al regista e attore francese Louis Garrel, celebre per aver recitato in The Dreamers e L’ufficiale e la spia. I due si sono poi sposati in Corsica nel giugno del 2017, e nel 2018 hanno recitato insieme nel film L’uomo fedele, da lui anche scritto e interpretato. Attualmente, la coppia non ha avuto figli, avendo con sé quelli che l’attrice aveva avuto dalla precedente relazione.

Laetitia Casta fisico

Laetitia Casta a Sanremo

5. Ha condotto il celebre Festival della musica italiana. Il 1999 si rivelò un anno fondamentale per l’attrice, che ebbe modo di debuttare al cinema e anche di farsi conoscere nel mondo dello spettacolo italiano conducendo il Festival di Sanremo insieme a Fabio Fazio. Sempre Fazio, la chiama come ospite nell’edizione del 2014 da lui condotta. In tale occasione, presente nel corso della prima puntata, l’attrice si esibì nell’esecuzioni dei brani Meraviglioso e Silvano.

Laetitia Casta è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 356 mila persone. All’interno di questo la Casta è solita condividere prevalentemente immagini relative al suo lavoro di modella, con servizi fotografici realizzati per riviste o eventi particolari. È tuttavia possibile ritrovare anche immagini relative a suoi momenti di svago e post promozionali dei suoi progetti da attrice. Così facendo, può tenere costantemente aggiornati i propri follower circa le sue attività presenti o future.

Laetitia Casta: il suo fisico e le misure

3. È considerata l’ideale di modella sensuale. Da quando venne scoperta a 15 da un fotografo, la Casta non ha mai smesso di posare come modella per alcuni tra i principali nomi del settore, arrivando ad essere la testimonial ufficiale di L’Oréal. Oggi, a quarantadue anni, la Casta è ancora considerata una delle donne più sensuali e belle del mondo della moda. Nonostante il passare degli anni ha infatti mantenuto un fisico particolarmente invidiabile, che ha più volte sfoggiato anche senza veli per importanti riviste. Le misure del suo corpo rispettivamente 89-59-90.

Laetitia Casta e i suoi denti

2. Non è mai ricorsa alla chirurgia estetica. L’attrice si è dichiarata profondamente contraria alla chirurgia, considerandola una forma di distruzione, e affermando invece che da sempre il suo personale segreto di bellezza è essere in pace con il proprio corpo. Per questo motivo, l’attrice si è anche sempre rifiutata di correggere la forma dei suoi denti, da alcuni giudicati inadatti ad una modella, ma divenuti con il tempo il suo segno distintivo, nonché una delle sue caratteristiche più apprezzate.

Laetitia Casta: età e altezza

1. Laetitia Casta è nata a Pont-Audemer, in Francia, l’11 maggio 1978. L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Solo: A Star Wars Story, il sequel è in sviluppo per Disney+?

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Solo: A Star Wars Story, il sequel è in sviluppo per Disney+?

Solo: A Star Wars Story, lo spin-off di Star Wars uscito nelle sale a maggio 2018, nonostante sia stato un flop al botteghino è riuscito comunque a conquistare negli anni una grossa fetta di appassionati della saga fantascientifica ambientata nella galassia lontana, lontana. Sono in molti, infatti, ad aver chiesto a gran voce un sequel delle avventure di Han Solo, soprattutto perché nel film diretto da Ron Howard i fan hanno assistito al ritorno di Darth Maul.

Di recente si è parlato della possibilità che Donald Glover tornasse a vestire i panni di Lando Calrissian, così come della possibilità che Darth Maul potesse apparire in diversi progetti targati Disney+ e dedicati alla saga. Sempre di recente, l’attore Alden Ehrenreich aveva rivelato di aver sentito alcune discussioni in merito alla possibilità di continuare la storia di Solo, possibilità che adesso sembra essere diventata molto più concreta.

Come riportato da Jeremy Conrad of Star Wars Unity (via The Direct), sembra che le avventure raccontate in Solo: A Star Wars Story continueranno su Disney+. A quanto pare, la storia dovrebbe ripartire proprio dalla fine del film, con i membri del cast originale pronti a tornare nei panni dei rispettivi personaggi. Al momento non sappiamo se questo nuovo racconto sarà una miniserie, una serie tv o un sequel a tutti gli effetti realizzato esclusivamente per la piattaforma di streaming.

Di cosa potrebbe parlare un prosieguo di Solo?

Un eventuale prosieguo delle avventure di Solo potrebbe vedere certamente il ritorno di Alden Ehrenreich nei panni del noto contrabbandiere e di Donald Glover in quelli di Lando, con Darth Maul che potrebbe figurare questa volta come antagonista principale. Da un punto di vista strettamente narrativo, l’eventuale progetto potrebbe trattare di sindacati del crimine e di organizzazioni criminali legate alla figura di Maul, come il Crimson Dawn o il Black Sun.

Solo: A Star Wars Story è un film del 2018 diretto da Ron Howard con Alden EhrenreichWoody HarrelsonEmilia ClarkeDonald Glover Thandie Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Batman Begins: lo sceneggiatore smentisce una teoria su Ra’s al Ghul

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Uscito nel 2005, Batman Begins è ancora un oggi argomento di accesa discussione tra i fan del Crociato di Gotham: sebbene non si tratti del capitolo migliore della trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, è stato sicuramente un ottimo apripista. Focalizzandosi in particolare sulle origini di Bruce Wayne, nel film abbiamo visto l’Uomo Pipistrello combattere contro il suo vecchio mentore Ra’s al Ghul, che nello scontro finale sul treno non uscirà vivo, dopo che Batman decide di non ucciderlo ma nemmeno di salvarlo, facendolo precipitare assieme ai vagoni.

Il finale del film è stato molto criticato dai fan, al punto da generare una curiosa teoria: quando Henri Ducard va incontro al suo destino, in realtà sapeva che sarebbe sopravvissuto risorgendo attraverso il fenomeno del Pozzo di Lazzaro. Adesso però, in una recente intervista con Collider, è stato proprio David S. Goyer, sceneggiatore di Batman Begins, a smentire la teoria in questione: “Penso che siano andati un po’ oltre con la lettura della cosa. Di sicuro, io e Chris non abbiamo mai discusso della cosa”. Goyer ha poi parlato dell’approccio che lui e Christopher hanno avuto nei confronti del personaggio di Batman, lasciando intendere che l’utilizzo del Pozzo di Lazzaro non si adattava all’universo che avevano creato.

“Se ci pensate, è stato un approccio abbastanza realistico”, ha spiegato lo sceneggiatore. “Penso che se avessimo introdotto qualcosa come il Pozzo di Lazzaro nella nostra storia… Non sto dicendo che non si può raccontare una bella storia utilizzando il Pozzo di Lazzaro, penso che si può… Semplicemente, non credo che il Pozzo di Lazzaro avrebbe legato con il nostro tipo di approccio a quel mondo.”

Le parole di David S. Goyer hanno perfettamente senso: se Ra’s al Ghul fosse tornato, sicuramente l’avremmo rivisto ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, quando Talia al Ghul si unisce a Bane per mettere in ginocchio Batman e Gotham City. Voi cosa ne pensate di questa fan theory?

Il futuro di Batman sul grande schermo

Ricordiamo che le avventure del Crociato di Gotham vivranno in una nuova iterazione cinematografica grazie a The Batman, l’atteso film di Matt Reeves attualmente in fase di produzione, che vedrà Robert Pattinson interpretare l’Uomo Pipistrello. Nel cast anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista), John Turturro (Carmine Falcone), Peter Sarsgaard (Gil Colson) e Jayme Lawson (Bella Reál).

Tenet arriverà al cinema prima in Europa e poi in America

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Tenet arriverà al cinema prima in Europa e poi in America

Dopo le speculazioni dello scorso weekend, la Warner Bros. ha ufficializzato che Tenet, l’attesissimo nuovo film di Christopher Nolan uscirà prima in Europa e poi negli Stati Uniti. Il lancio internazionale del film, fissato al 26 agosto, interesserà oltre 70 paesi europei: per quanto riguarda gli Stati Uniti, il film arriverà il 3 settembre, soltanto in alcune città, essendo la situazione legata all’emergenza Coronavirus ancora critica.

Prima dell’uscita del film verranno installate adeguate misure di sicurezza nei cinema di tutto il mondo. Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Russia, Spagna e Regno Unito sono tra i paesi che vedranno il film alla fine del mese di agosto, mentre in Cina non è stata ancora programmata un’uscita. Di seguito il poster IMAX ufficiale del film:

Il futuro di Tenet al box office mondiale

Non è così inusuale che i grandi blockbuster arrivino prima nelle sale internazionali e poi in quelle americane (da questo punto di vista, i Marvel Studios insegnano!). Certo è che si tratta di una strategia che non rappresenta la prassi, adottata dalla Warner Bros. per cercare di adattarsi ad una “nuova normalità” in cui si cerca – nei limiti del possibile e rispettando sempre tutte le norme sanitarie – di convivere con l’emergenza.

A questo punto, sarà molto interessante vedere come Tenet performerà al box office mondiale: anche se in alcuni paesi la pandemia è sotto controllo e i cinema hanno riaperto, ci sono ancora tante persone che non si sentono sicure a tornare in sala, cosa che potrebbe limitare il potenziale del film al botteghino.

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Paolo Virzì: 10 cose che non sai sul regista

Il cinema italiano, dal neorealismo in poi, si è evoluto e negli ultimi trent’anni ha dato vita a una nuova generazione di autori, attori e registi di grande talento. Tra questi c’è anche Paolo Virzì, uno dei registi italiani più apprezzati in tutto il mondo.

Scopriamo insieme oggi tutto quello che c’è da sapere su Paolo Virzì e la sua folgorante carriera nel cinema.

Paolo Virzì film

10. Nato a Livorno il 4 marzo del 1964, Paolo Virzì passa tutta la sua infanzia a Torino per poi tornare nella sua città natale durante l’adolescenza. In questi anni si appassiona alla letteratura, sia italiana che straniera, e soprattutto quella inglese. Inizia a leggere i classici della letteratura con particolare attenzione ai romanzi di Charles Dickens e Mark Twain; grazie all’input di questi due grandi maestri, in quegli stessi anni si diletta a scrivere sceneggiature e testi teatrali, cimentandosi a volte anche come attore.

9. Al liceo conosce Francesco Bruni, celebre sceneggiatore e regista italiano, che diventa suo amico e collega, nonché co-sceneggiatore fidato. L’amicizia tra due sopravvive anche dopo il liceo quando Virzì si trasferisce a Pisa per frequentare la facoltà di lettere e filosofia.

8. Alla fine dei suoi studi lascia Livorno per trasferirsi a Roma e cominciare una carriera nel cinema. Qui entra al Centro Sperimentale di Cinematografia dove frequenta il corso di sceneggiatura fino al suo diploma nel 1987. Solo qualche anno più tardi, Paolo Virzì comincia a lavorare attivamente nel mondo del cinema. Nel 1989 viene arruolato da Giuliano Montaldo per lavorare alla alla sceneggiatura del film Tempo di Uccidere. Negli anni novanta, inoltre, Virzì lavora a tantissime sceneggiature per film come Turnè (1990), Condomino (1991) e Centro Storico (1992).

Paolo Virzì Filmografia

Sabrina Ferilli e Paolo Bigagli nel film La Bella Vita di Paolo Virzì
Sabrina Ferilli e Paolo Bigagli nel film La Bella Vita di Paolo Virzì

7. Soltanto nel 1994, Paolo Virzì finalmente debutta al cinema con il suo primo lungometraggio dal regista, il film La Bella Vita. Il film, sceneggiato da Paolo Virzì e Francesco Bruni, racconta la storia di una coppia di giovani sposi, Mirella (Sabrina Ferilli) e Bruno (Paolo Bigagli), alle prese con le difficoltà della vita quotidiana. Lei è una cassiera del supermercato mentre lui è un operaio metalmeccanico; i problemi cominciano quando Bruno perde il lavoro a causa della crisi economica e cade in una profonda depressione.

L’esordio di Paolo Virzì raccoglie i consensi sia del pubblico che della critica che gli assegna David di Donatello che il Nastro d’argento come miglior regista esordiente. Dopo un inizio così scoppiettante, Virzì continua la sua carriera e negli anni successiva sforna altri piccolo gioielli cinematografi come Ferie D’Agosto (1996), Intolerance [episodio Roma Ovest 143] (1996) e Ovosodo (1997).

Paolo Virzì dirige Ovosodo

Ovosodo di Paolo Virzì
Edoardo Gabbriellini e Marco Cocci in Ovosodo di Paolo Virzì

6. Uno dei film più amati di Virzì degli anni novanta è senza dubbio Ovosodo, girato nel 1997, e che probabilmente il regista ha realizzato prendendo spunto dalla sua adolescenza livornese.

Il film racconta la storia di Piero (Edoardo Gabbriellini), soprannominato Ovosodo, un ragazzo di un quartiere popolare di Livorno, costretto a crescere in un contesto sociale disagiato. La scuola è la sua oasi felice e il posto dove può trovare sostegno della professoressa Giovanna (Nicoletta Braschi) e nel suo amico Tommaso (Marco Cocci). Grazie a loro, Piero continua a studiare e a sognare un futuro migliore, lontano dalla povertà e dall’ignoranza delle sue origini. Tuttavia, quando Tommaso decide di partire per gli States, Piero si lascia andare e si arrende a una vita già prestabilita, fatta di famiglia e lavoro in fabbrica.

5. Per altri registi sarebbe difficile replicare il successo di un film come Ovosodo ma non per Virzì. Negli anni successivi il regista sforna altri piccoli capolavori per il grande schermo come Baci e Abbracci (1999), My Name is Tanino (2002), Caterina Va in Città (2003), N – Io e Napoleone (2006), Tutta La Vita Davanti (2008), La Prima Cosa Bella (2010) e Tutti i Santi Giorni (2012).

Paolo Virzì dirige Il Capitale Umano

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da Il Capitale Umano di Paolo Virzì.jpg

4. Uno dei film più importanti di Virzì e che ha consacrato la sua carriera di regista, è senza dubbio Il Capitale Umano, uscito nell’ormai lontano 2014.

Ispirato all’omonimo romanzo di Stephen Amidon, il film racconta la storia di due famiglie della provincia brianzola i cui destini si incrociano per caso il giorno della vigilia di Natale. Un ciclista viene, infatti, travolto da un SUV su di una strada provinciale e la Polizia comincia le indagini accumulando prove che porteranno i membri delle due famiglie a scagliarsi gli uni contro gli altri. Il film è un triste spaccato della società italiana raccontata dagli occhi di tutti i suoi personaggi che forniscono un punto di vista sempre diverso della vicenda.

Il Capitale Umano di Virzì fa strage di consensi tra pubblico e critica e quello stesso anno porta a casa 6 David di Donatello, 7 Nastri d’Argento, 4 Ciak d’Oro, un Globo d’Oro e viene scelto per concorrere agli Oscar di 2015 per la categoria Miglior Film Straniero. Nonostante i consensi ottenuti, però, il film di Paolo Virzì non riesce ad arrivare nella rosa finale.

Helen Mirren e Donald Sutherland in Ella e John - The Leisure Seeker di Paolo Virzì
Helen Mirren e Donald Sutherland in Ella e John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì

3. Dopo il successo ottenuto con il suo Capitale Umano, il regista livornese torna all’attacco con La Pazza Gioia (2016), Ella e John – The Leisure Seeker (2017) – presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia – e Notti Magiche (2018), ultimo film di Paolo Virzì. Tra il 2019 e il 2020, infatti, Virzì mette da parte la sedia del regista e si dedica alla sua attività di sceneggiatore curando lo script dei film Vivere di Francesca Archibugi e Tolo Tolo di Luca Medici.

Paolo Virzì vita privata

2. Virzì è sempre stato un uomo molto riservato anche se negli anni la sua vita sentimentale ha fatto molto discutere sui tabloid. Sappiamo, infatti, che il primo amore di Paolo Virzì è stato Paola Tiziana Cruciani, conosciuta dal regista durante il suo corso di studi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. I due sono stati insieme per anni e hanno avuto anche una figlia, Ottavia Virzì, prima di separarsi definitivamente.

Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti

1. Tra tanti flirt o presunti tali nella vita di Vìrzi, ce n’è uno che si è ben presto trasformato in una bellissima storia d’amore. Nel 2008 il regista, impegnato sul set di Tutta La Vita Davanti, s’innamora perdutamente di una delle sue protagoniste, Micaela Ramazzotti. Il colpo di fulmine, ricambiato dall’attrice, porta la coppia dritta dritta all’altare. Solo un anno più tardi, nel 2009, Paolo sposa la sua Micaela. Durante il loro matrimonio, Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti hanno avuto due figli, Jacopo e Anna Virzì.

Fonte: IMDB, WikiInstagram

After 2: trailer ufficiale del sequel di After

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After 2: trailer ufficiale del sequel di After

LEONE FILM GROUP e RAI CINEMA presentano il TRAILER UFFICIALE di After 2, sequel del film campione d’incassi nei cinema italiani dal 2 settembre 2020.

In After 2 dopo la loro rottura, Hardin (Hero Fiennes Tiffin) e Tessa (Josephine Langford) cercano di andare avanti ognuno per la propria strada. Mentre Hardin torna a perdersi in cattive abitudini, Tessa, forte della sicurezza acquisita, inizia a frequentare lo stage dei suoi sogni alla casa editrice Vance dove attira l’attenzione del suo collega Trevor (Dylan Sprouse), il ragazzo perfetto col quale intraprendere una relazione. Trevor è intelligente, spiritoso, attraente ma soprattutto è affidabile. Tessa, nonostante questo nuovo incontro, non riesce a togliersi dalla testa Hardin. Dopotutto lui è l’amore della sua vita e al di là dei loro fraintendimenti e delle difficoltà, non può negare ciò che prova. Vorrebbe essere in grado di andare avanti per la sua strada,  ma non è così semplice. Attraverso gli alti e i bassi della loro relazione, Tessa e Hardin lotteranno per stare ancora insieme anche se l’intero universo sembra tramare per tenerli separati.

Dopo il successo del primo film, “After”, uscito ad aprile 2019, che ha incassato più di 6 milioni di euro al boxoffice italiano, arriva prossimamente nei cinema After 2, basato sul secondo capitolo del romanzo best seller di Anna Todd con protagonisti Tessa Young (Langford) e Hardin Scott (Tiffin), diventato un fenomeno sensazionale come fan fiction su Wattpad. After 2 è diretto da Roger Kumble e vede protagonisti  Josephine LangfordHero Fiennes-Tiffin Dylan Sprouse, Selma Blair, Charlie Weber.

Galatea Ranzi: 10 cose che non sai sull’attrice

Galatea Ranzi: 10 cose che non sai sull’attrice

Formatasi come attrice teatrale, Galatea Ranzi ha negli anni conquistato anche il cinema e la televisione, affermandosi come una delle migliori interpreti della propria generazione. Grazie ai suoi ruoli in film di particolare successo, ha infatti saputo dar prova del proprio talento e della propria versatilità, conquistando tanto il pubblico quanto la stessa industria. Ancora oggi non manca di distinguersi in prodotti ricercati e con i quali può mettere in luce nuovi aspetti di sé.

Ecco 10 cose che non sai di Galatea Ranzi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Galatea Ranzi marito

Galatea Ranzi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo nel 1993 con il film Fiorile, per distinguersi anche in Va’ dove ti porta il cuore (1996), di Cristina Comencini, Un viaggio chiamato amore (2002), Il pranzo della domenica (2003), con Rocco Papaleo, Caterina va in città (2003), Tre metri sopra il cielo (2004), con Riccardo Scamarcio, La vita che vorrei (2004), L’educazione fisica delle fanciulle (2005), Ho voglia di te (2007) e La grande bellezza (2013), dove recita accanto a Toni Servillo, e grazie al quale ottiene nuovi importanti riconoscimenti. Negli anni successivi, recita in Ma che bella sorpresa (2015), La ragazza nella nebbia (2017), Copperman (2019), con Luca Argentero, e Lontano lontano (2019).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Parallelamente alla carriera cinematografica, la Ranzi non manca di recitare anche per la televisione, partecipando inizialmente a film come L’ombra della spia (1988) e Gli ultimi giorni dell’umanità (1991), e in seguito a mini-serie come L’avvocato delle donne (1997) e La freccia nera (2006). Dal 2014 al 2015 ha invece recitato nella soap opera CentoVetrine. A partire dal 2018, invece, ricopre il ruolo di Elsa nella serie Netflix Baby, dove recita accanto ad Alice Pagani, Benedetta Porcaroli, Lorenzo Zurzolo e Claudia Pandolfi.

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Per la sua attività cinematografica, l’attrice ha in diverse occasioni ricevuto candidature ad importanti premi cinematografici, che le hanno permesso di far accrescere il proprio status. È stata infatti nominata ai Nastri d’Argento nel 1994 come attrice protagonista per Fienile, e nel 1997 come attrice non protagonista per Va’ dove ti porta il cuore. Ottiene poi due nomination come attrice non protagonista ai David di Donatello rispettivamente per i film La vita che vorrei e La grande bellezza.

Galatea Ranzi e il teatro

7. Si è formata presso una nota accademia. Prima di diventare l’apprezzata attrice che è oggi, la Ranzi ha speso alcuni anni per formarsi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, dove si è poi diplomata nel 1988. La preparazione lì ottenuta le ha permesso di diventare un nome particolarmente richiesto, arrivando a lavorare in numerose produzioni dirette dal celebre Luca Ronconi. Nello stesso 1988 vinse inoltre il Premio Ubu come miglior attrice giovane, mentre nel 2012 le venne assegnato il prestigioso Premio Eleonora Duse.

6. Ha recitato in numerosi spettacoli di successo. Nel corso degli anni l’attrice ha avuto modo di prendere parte a spettacoli teatrali particolarmente apprezzati da critica e pubblico. Tra questi si annoverano i titoli Amor nello specchio (1987), Mirra (1988), Strano interludio (1989), L’uomo difficile (1990), Gli ultimi giorni dell’umanità (1991), Re Lear (1994), Il sogno (1999), Lolita (2000), Il candelaio (2000), Quel che sapeva Maisie (2001), Le Baccanti (2001), Prometeo incatenato (2002), Vecchi tempi (2005) e Un’ora di tranquillità (2016).

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Galatea Ranzi La grande bellezza

Galatea Ranzi: il marito e i figli

5. Ha sposato un suo compagno di corsi. Frequentando l’Accademia Silvio d’Amico, l’attrice conosce Marco Andriolo, che frequentava i corsi insieme a lei. I due, innamoratisi, decidono poi di sposarsi ancor prima di diplomarsi. Dalla loro relazione nasceranno poi tre figli, rispettivamente nel 1996, nel 1999 e nel 2007. Contrariamente alla moglie, Andriolo si è poi specializzato in regia, lavorando prevalentemente dietro la macchina da presa.

Galatea Ranzi in La grande bellezza

4. Ha recitato nel film premio Oscar. Nel 2013 l’attrice torna al cinema recitando nel film La grande bellezza, diretto da Paolo Sorrentino. Nella pellicola, che ha poi vinto il Premio Oscar al miglior film straniero, la Ranzi interpreta Stefania, una delle amiche radical chic del protagonista Jep Gambardella. In particolare, è rimasta nota la sua scena dove si trova a subire uno spietato monologo di questi, dove la sua vita fatta di apparenza viene smontata pezzo per pezzo.

Galatea Ranzi in Baby

3. È la madre della protagonista. In Baby, serie italiana targata Netflix, l’attrice recita nel ruolo di Elsa Altieri. Questa è la madre di Chiara, la giovane protagonista della storia. Nel corso della vicenda, la donna si troverà a dover fare i conti con la sua vita tutt’altro che perfetta, ma retta in piedi soltanto da menzogne e segreti. Nel raccontare del suo personaggio, la Ranzi ha affermato di aver talvolta avuto difficoltà nell’immedesimarsi in esso, ma di aver sempre ricercato il modo più umano per dar vita alle sue emozioni.

Galatea Ranzi non è su Instagram

2. Non ha un profilo sul social. L’attrice ha in diverse occasioni confermato di non possedere un profilo sul social network Instagram, non apprezzando tanto il suo funzionamento quanto l’esposizione mediatica a cui inevitabilmente questo espone. La Ranzi ha infatti sempre cercato di mantenere un certo distacco tra la propria vita privata e quella lavorativa, evitando che l’una possa influenzare l’altra.

Galatea Ranzi: età e altezza

1. Galatea Ranzi è nata a Roma, Italia, il 24 gennaio del 1967. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Sabrina Impacciatore: 10 cose che non sai sull’attrice

Sabrina Impacciatore: 10 cose che non sai sull’attrice

Il panorama italiano cinematografico e televisivo, vanta alcune incredibili attrici la cui carriera sembra inarrestabile. Tra queste c’è senza dubbio Sabrina Impacciatore, amata per i suoi ruoli comici e impareggiabile in quelli drammatici.

Scopriamo insieme oggi tutto quello che c’è da sapere su Sabrina Impacciatore.

Sabrina Impacciatore film e tv: tra cinema e televisione

10. Nata il 29 marzo del 1968 a Roma, Sabrina comincia subito a manifestare interesse per il mondo dello spettacolo. La Impacciatore, infatti, ha la possibilità durante la sua formazione attoriale di seguire dei corsi di recitazione al prestigioso Actor Studio di New York.

9. Dopo aver studiato recitazione nella Grande Mela, Sabrina torna a Roma dove continua la sua formazione. Qui viene scoperta da Gianni Boncompagni, famoso autore e regista televisivo, che la ‘arruola’ per il suo nuovo programma, Non è la Rai.

Sabrina Impacciatore in Non è la Rai

8. Chi è cresciuto negli anni novanta, ricorda benissimo Non è la Rai e tutti i suoi personaggi, compresa Sabrina Impacciatore.

Non è la Rai è un programma televisivo creato da Gianni Boncompagni e Irene Gherdo, andato in onda dal 1991 al 1995, per quattro edizioni. Si tratta di una sorta di varietà con tanto di balletti e canzoni, giochi telefonici, tutti eseguiti da un enorme gruppo di adolescenti o poco più che ventenni. Inizialmente condotto da Enrica Bonaccorti e poi da Paolo Bonolis, il programma è poi passato nelle mani di Ambra Angolini.

La trasmissione, oltre alla Impacciatore e alla Angolini, diventa il trampolino di lancio di moltissime attrici e soubrette italiane come Nicole Grimaudo, Lucia Ocone, Romina Mondello, Antonella Elia, Miriana Trevisan e molte altre ancora.

Sabrina Impacciatore a Non è la Rai si occupava di intrattenere il pubblico a casa con piccoli sketch divertenti e che toccavano argomenti vicino al mondo femminile e delle adolescenti. Eccone un piccolo esempio:

Dopo il successo ottenuto in tv, la Impacciatore resta nell’universo Boncompagni, e qualche anno dopo partecipa a Rock n Roll, spinoff preserale di Non è la Rai.

Sabrina Impacciatore in tv: tra fiction e varietà

7. Ormai lanciatissima in televisione grazie a Boncompagni, Sabrina Impacciatore comincia a lavorare in alcune trasmissioni d’intrattenimento come Macao (1997), Ciro, il figlio di Target (1999) e Convenscion (1999).

6. Negli anni novanta e più precisamente nel 1997, prende parte anche alla sua prima serie tv, dal titolo Disokkupati.

La serie racconta la storia di Amelio Spina (Paolo Ferrari), un uomo anziano che, per arrotondare, decide di subaffittare una stanza di casa sua a tre giovani, Caterina (Sabrina Impacciarore), Ignazio Settimo Porcu (Pier Francesco Loche) e Speranzo Zammattaro (Adolfo Margiotta). I ragazzi sono tutti alla ricerca di un lavoro stabile e si arrangiano in qualunque modo per pagare l’affitto e vivere nella Capitale.

5. Negli anni duemila, Sabrina Impacciatore è molto attiva in tv con trasmissioni come Raiot- Armi di distrazione di massa (2003), La Valigia dei Sogni (2005) e Mai Dire Grande Fratello (2006), uno dei programmi più amati al pubblico, ancora oggi.

Nello stesso periodo, però, la Impacciatore partecipa anche a molte serie e miniserie tv come Le Ragioni del Cuore (2002), Doppio Agguato (2003), Liberi di Giocare (2007), Donne Assassine (2008), Due Mamme di Troppo (2009), L’amore Non Basta (Quasi Mai…) (2011) e Immaturi – La Serie (2018).

Sabrina Impacciatore e Alberto Sordi

4. In occasione del centenario della nascita del grande Alberto Sordi, la Rai manda in onda il 13 giugno 2020 un documentario di Silvio Governi, dal titolo Alberto Sordi, Un Italiano Come Noi. Nel documentario, Sabrina Impacciatore racconta della vita privata e professionale di Alberto Sordi, dagli esordi fino ai suoi ultimi progetti, senza dimenticare storie inedite, aneddoti, testimonianze e piccoli spezzoni di film mai visti prima.

Il documentario non è attualmente disponibile in streaming sul sito della Rai ma su RayPlay, potrete trovare tantissimi contenuti dedicati al grande Alberto Sordi

Sabrina Impacciatore filmografia

3. Sin dagli anni novanta, Sabrina Impacciatore è sempre stata molto attiva anche sul grande schermo. Al suo primo film, Il Compagno (1999), ne sono infatti seguiti molti altri. Tra i suoi film più famosi ricordiamo L’Ultimo Bacio (2001), Concorrenza Sleale (2001), Gente di Roma (2003), La Passione di Cristo (2004), Manuale d’Amore (2005), N (io e Napoleone) (2006), Baciami Ancora (2010) – sequel de L’Ultimo Bacio -, Una Donna per la Vita (2011), Pane e Burlesque (2014), Sei Mai Stata Sulla Luna? (2015), A Casa Tutti Bene (2018) e Amiche da Morire (2013).

Sabrina Impacciatore in Amiche da Morire

2. Nel 2013 Sabrina Impacciatore partecipa come protagonista al film scritto e diretto da Giorgia Farina, dal titolo Amiche da Morire.

Il film racconta la storia di tre donne siciliane, molto diverse tra loro; Gilda è una prostituita (Claudia Gerini), Crocetta è una donna che tutti credono porti sfortuna (Sabrina Impacciatore) e Olivia (Cristiana Capotondi) è la più invidiata del paese perché bellissima e sposata con un aitante pescatore. Quando Olivia scopre i traffici illeciti del marito e in un impeto di rabbia lo uccide, le tre donne faranno di tutto per custodire quel segreto e proteggersi a vicenda.

Sabrina Impacciatore curiosità

1. Negli anni i media hanno seguito molto da vicino la vita sentimentale della Impacciatore, cercando sempre di individuare l’ultima fiamma dell’attrice. A oggi, però, Sabrina Impacciatore non ha un compagno né tanto meno un marito e dei figli. Sabrina è single e felice di esserlo perché una donna non ha bisogno di un uomo accanto per sentirsi completa.

Per restare sempre aggiornati sulla vita privata e professionale dell’attrice, seguito il profilo Instagram ufficiale di Sabrina Impacciatore.

Fonte: Wiki, IMDB, Rai

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