Di recente WarnerMedia ha
annunciato, a sorpresa, una fusione con Discovery, che tuttavia non
sarà completata fino alla metà del 2022. Ciononostante, sembra che
le conseguenze di tale fusione abbiamo già iniziato a farsi sentire
alla Warner Bros., poiché
Deadline riporta che l’attesissimo Dune di
Denis Villeneuve non uscirà più in contemporanea
al cinema e su HBO Max, ma tornerà ad essere un’esclusiva della
sala.
I rappresentanti della Warner Bros.
stanno fermamente
negando la modifica al piano di distribuzione del film,
continuando a sostenere che il film uscirà in contemporanea al
cinema e su HBO Max, ma Deadline sembra parecchio fiducioso del suo
report: semplicemente, potrebbe aver ottenuto l’esclusiva prima
dell’annuncio ufficiale. Inoltre, è anche parecchio significativo
che WB abbia già raggiunto un accordo con Regal Cinemas per
ripristinare la finestra di esclusività della sala cinematografica
per 45 giorni in merito alle uscite del 2022, quindi non dovrebbe
sorprendere che Dune sia
stato aggiunto all’accordo, soprattutto considerando che lo stesso
Villeneuve aveva espresso una certa insoddisfazione in merito alla
release “congiunta”.
Collider aggiunge che Dune sarà
probabilmente l’unico film dello studio a rinunciare al modello di
rilascio simultaneo quest’anno, mentre King
Richard con Will Smith e Cry Macho di
Clint Eastwood dovrebbero ancora seguire
l’attuale piano, e quindi arrivare sia in sala che su HBO Max. Non
si sa cosa potrebbe accadere con The Suicide Squad di James
Gunn o con Matrix 4 con Keanu Reeves, ma
entrambi potrebbero tranquillamente seguire l’esempio di
Dune, anche se potrebbe ormai essere troppo tardi
per il primo da un punto di vista di marketing.
Dune presentato in anteprima a Venezia 78?
Ricordiamo che di recente
Dune è
stato menzionato in un lungo report di
Variety dedicato ai primissimi titoli che potrebbero debuttare
all’interno della cornice della 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Tra gli altri titoli che potrebbero debuttare al
Fetival, la fonte ha menzionato anche È stata
la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Freaks
Out di Gabriele Mainetti.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il terzo
capitolo del franchise dedicato al supereroe interpretato da
Paul Rudd, è attualmente in pre-produzione,
anche se ancora non sappiamo quando partiranno ufficialmente le
riprese (do. Tuttavia, pare che le stesse siano ormai imminenti,
come confermato dal regista Peyton Reed.
Attraverso il suo account
Twitter ufficiale, infatti, Reed ha condiviso uno scatto dai
Pinewood Studios di Londra che immortala proprio uno dei momenti
relativi alla pre-produzione. La cosa interessante è che il regista
ha confermato che il film impiegherà la rivoluzionaria tecnologia
StageCraft (nota anche come The Volume), già
impiegata nella serie tv The
Mandalorian e utilizzata dai Marvel Studios anche per Thor: Love
and Thunder, attualmente in fase di riprese.
Per chi non lo sapesse, StageCraft è
una tecnica all’avanguardia ideata per sostituire il green screen
che consiste nella proiezione di un autentico set in virtuale: le
ambientazioni delle scene da girare vengono proiettate in tempo
reale su enormi schermi LED ad altissima definizione, garantendo un
risparmio assai notevole per quanto riguarda la creazione dei set e
agevolando il lavoro in fase di post-produzione.
A circa un decennio di distanza
dall’uscita del film originale nelle sale, che aveva conquistato il
pubblico grazie al suo mix sorprendente di fantascienza, commedia e
horror, arriva da
Deadline la notizia che un sequel di Attack the
Block è ufficialmente in sviluppo da Studiocanal, Film4,
Complete Fiction Pictures e UpperRoom Productions.
Joe Cornish tornerà
a scrivere e dirigere il nuovo film, con John Boyega pronto a riprendere il ruolo del
protagonista Moses. “Sono passati dieci anni da quando Attack
The Block è uscito nelle sale e da allora sono cambiate molte
cose”, ha detto la star della saga di Star Wars. “Sono entusiasta di vedere
questa storia così intensa tornare tra le strade di Londra. Moses è
rimasto uno dei miei personaggi preferiti da interpretare e
riportarlo indietro è un grande onore.”
“Sono entusiasta di annunciare
ufficialmente il nostro ritorno nel mondo di Attack The Block,
proprio in occasione del decimo anniversario dell’uscita del
film”, ha aggiunto Cornish. “Non vedo l’ora di lavorare di
nuovo al fianco di John e di regalare al pubblico una fetta ancora
più grande di azione aliena tipica della periferia”. Al
momento i dettagli sulla trama del sequel non sono stati rivelati.
Vi terremo aggiornati.
La trama di Attack the Block –
Invasione aliena
Ambientato nella periferia
londinese, Attack the Block – Invasione
aliena segue le vicende di un gruppo di adolescenti
appartenenti ad una gang giovanile. Mentre sta derubando
l’infermiera venticinquenne Sam, improvvisamente un oggetto
misterioso si schianta su un’automobile vicina. Dai rottami
fuoriesce una strana creatura, che gli adolescenti uccidono senza
problemi, senza sapere che quello è solo l’inizio di un’invasione
aliena di vaste proporzioni. I ragazzi iniziano così una
battaglia per difendere il loro quartiere popolare dalla minaccia
aliena.
Non sappiamo ancora se ci sono dei
piani per un eventuale ritorno di
Agatha Harkness nel MCU dopo la sua sconfitta per mano
di Scarlet Witch nel finale di stagione di WandaVision,
ma Kathryn Hahn sembra di sicuro interessata ad
una reunion con la Wanda Maximoff di Elizabeth Olsen.
La popolare attrice, che di recente
è entrata a far parte del cast del sequel di Cena con delitto – Knives Out di Rian Johnson, ha
vinto il premio come Miglior cattivo all’ultima edizione degli
MTV Movie & TV Awards (tenutasi lo scorso 16
maggio), e ha parlato della possibilità di tornare a lavorare con
Olsen nel MCU durante un Q&A andato in
onda prima della cerimonia di premiazione. “Sì… mi piacerebbe
che stessero di nuovo insieme”, ha detto Hahn entusiasta.
“Chi lo sa? È la Marvel ad avere il controllo della
baracca. Al momento non ho sentito niente.”
“La dinamica a cui il nostro
regista, Matt Shakman, ci ha chiesto di fare riferimento era quella
che esisteva tra Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri”,
ha aggiunto. “Non so se conoscete la storia, ma Amadeus è un
grande film dell’epoca. Ed è più o meno quello che era il nostro
rapporto. Volevo il potere di Wanda, ma volevo anche fare amicizia
con lei… volevo insegnarle e volevo imparare da lei… volevo
tutto.”
Nel corso della medesima
intervista, l’attrice ha anche avuto modo di commentare le numerose
teorie dei fan in merito alla presenza del personaggio di Mefisto
nello show. L’attrice ha spiegato che, non essendo presente sui
social, ha saputo di tutte quelle indiscrezioni tramite i suoi
amici: “Ricordo di aver sentito da alcuni amici che Agatha era
un burattino nelle mani di Mefisto e ho subito dovuto dire: ‘Chi è
Mefisto?’. Non usatelo contro di me, vi prego! Adesso so chi
è.”
9-1-1
5 è la quinta stagione della serie
tv 9-1-1
creata da Ryan Murphy e Tim Minear per il
network americano FOX.
9-1-1 5: quando esce e dove vederla in streaming
I primi episodi di 9-1-1
5 saranno presentati in anteprima in autunno 2021 su FOX.
9-1-1-5 in streaming sarà disponibile Star, canale per
adulti di Disney+
La quinta stagione si apre con Un
gruppo di hacker usa il ransomware per impossessarsi di tutta la
tecnologia di Los Angeles. Il 118 viene chiamato quando il GPS di
una donna la manda dritta nell’oceano. Uno spavento in un centro di
controllo aeroportuale porta tre operatori ad avere attacchi di
cuore contemporaneamente. Il sospetto di Athena, Jeffery Hudson,
viene processato, ma fugge quando si verifica l’attacco ransomware.
Eddie subisce un attacco di panico dopo che un venditore scambia
Ana per la madre di Christopher. Un preoccupato Buck scopre i
timori per la salute di Eddie. La depressione post-partum di Maddie
peggiora. L’attacco provoca un blackout in tutta la città, portando
il 118 ad aiutare in un ospedale a corto di personale. Si scopre
che l’avvocato di Jeffery è innamorato di lui quando taglia la gola
al detective Ransone.
In 9-1-1 5
protagonisti sono Athena Grant (stagione 1-in corso), interpretata
da Angela Bassett, Robert “Bobby” Nash (stagione
1-in corso), interpretato da Peter Krause, Evan
“Buck” Buckley (stagione 1-in corso), interpretato da
Oliver Stark, Henrietta “Hen” Wilson (stagione
1-in corso), interpretata da Aisha Hinds, Howie
“Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato da
Kenneth Choi, Michael Grant (stagione 1-in corso),
interpretato da Rockmond Dunbar, Maddie Kendall
(stagione 2-in corso), interpreta da
Jennifer Love Hewitt, Edmundo “Eddie” Diaz (stagione
2-in corso), interpretato da Ryan Guzman, May
Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata da
Corinne Massiah.
Dai creatori Ryan Murphy e
Brad Falchuk (il franchise di “American Horror Story”,
“Nip / Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1 esplora le
esperienze ad alta pressione di agenti di polizia, paramedici e
vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni spaventose,
scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono cercare di
bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel
risolvere i problemi della propria vita.
9-1-1 racconterà le esperienze ad alta
pressione della polizia, paramedici e i vigili del fuoco che
vengono spinti nelle situazioni più spaventose, scioccanti e
toccanti. Questi soccorritori devono cercare di bilanciare il
salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel risolvere i
problemi della propria vita.
È ormai chiaro a tutti che Zack Snyder non tornerà più a lavorare con la
Warner Bros., né per gli agognati sequel di Justice
League né per eventuali nuovi progetti. Di recente il
regista, impegnato con la promozione di
Army of the Dead, ha spesso condiviso le sue esperienze
negative con lo studio, e ora ha parlato anche dei piani per un
altro sequel di 300.
In una recente intervista con
The Playlist, il regista ha spiegato che aveva un accordo con
la Warner Bros. per firmare la sceneggiatura di un nuovo seguito
del film del 2007 basato sull’omonimo romanzo a fumetti di
Frank Miller, ma pare che lo studio non fosse
interessato alla sua visione della storia.
“Durante la pandemia, avevo un
accordo con la Warner Bros. e ho scritto quello che,
essenzialmente, doveva essere il capitolo finale di 300”, ha
spiegato il regista. “Ma quando mi sono seduto per scriverlo,
quello che è venuto fuori è stato un film molto diverso. Stavo
scrivendo a proposito di Alessandro Magno, e alla fine è venuto
fuori un film sulla relazione tra lui ed Efestione. Una vera e
propria storia d’amore. Quindi non poteva essere considerato un
terzo film.”
“Era quello il concept, ed è
uscito fuori veramente bene”, ha continuato Snyder. “Si
chiama ‘Blood and Ashes’ ed è una bellissima storia d’amore,
davvero. Chiaramente ambientata in tempi di guerra. Mi piacerebbe
farlo, ma la Warner Bros. ha detto di no. Sai, non sono dei miei
grandi fan. È così e basta”.
Considerato che 300 – L’alba di un impero non è stato accolto
in maniera così entusiasmante, è facile intuire perché la Warner
Bros. fosse potenzialmente riluttante all’idea di realizzare un
nuovo film basato essenzialmente su una storia d’amore e non su ciò
che aveva reso il primo 300 così celebre, ossia le sequenze d’azione…
Zack Snyder aggiorna sul film dedicato a Re Artù
Nella stessa intervista, Snyder ha
anche anticipato qualcosa sul film dedicato a
Re Artù a cui sta lavorando ormai da un po’ di tempo:
“Sto scrivendo una sorta di rivisitazione della leggenda
arturiana, che è ambientata in un luogo diverso”, ha spiegato.
“È come nell’era della corso all’oro in America. È un po’
strano, lo ammetto. Ma è bello. Mi piace molto.”
J.J. Abrams, regista – tra gli altri – di
Star Wars: Il risveglio della Forza e
Star Wars: L’ascesa di Skywalker, sta attualmente
lavorando con la Warner Bros. ad una serie di progetti DC tramite
la sua società di produzione Bad Robot, in seguito ad un accordo
firmato con WarnerMedia nel 2019. Chiaramente, molti dei suoi fan
si chiedono ora se Abrams finirà anche per occuparsi della regia di
uno di questi progetti.
Di recente abbiamo appreso che non
sarà lui ad occuparsi della regia dell’annunciato reboot di
Superman che sarà scritto da Ta-Nehisi
Coates, e sembra che Abrams non abbia particolare
interesse a dirigere film che non sono basati su concept originali
(come Justice League Dark o Zatanna).
“L’opportunità di mettersi a lavoro su qualsiasi franchise
preesistente è sicuramente un’arma a doppio taglio”, ha detto
J.J. Abrams in una recente intervista con
Collider, quando gli è stato chiesto della possibilità di
dirigere uno dei progetti DC che lo vedono coinvolto al
momento.
“Sono incredibilmente grato e
orgoglioso di essere stato coinvolto in tutti questi progetti,
ovviamente”, ha aggiunto. “Tutto ciò che vedo è cosa
avrebbero potuto essere e cosa avremmo potuto fare”. Il
regista ha poi parlato della responsabilità che deriva dall’essere
“il custode temporaneo di un progetto”, suggerendo che il
suo prossimo film sarà quasi sicuramente basato su un’idea
originale. “Le poche cose su cui sto lavorando ora, come
sceneggiatore, sono idee originali. Sento solo, come regista, che
mi piacerebbe davvero che i miei prossimi progetti siano cose non
che esistono già.”
Per quanto riguarda il nuovo reboot
di Superman, sappiamo che Warner Bros. è alla
ricerca di un attore e di un regista neri: ciò conferma, dunque, le
voci secondo cui il film avrà come protagonista un Superman nero.
Pare che Ta-Nehisi Coates stia lavorando ad una
versione del personaggio molto più fedele ai fumetti originali.
Inoltre, sembra che il film non sarà ambientato nel DCEU.
Anche se il primo trailer ufficiale
di
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli non ha
rivelato molto a proposito della trama del film, sappiamo non solo
che diversi elementi fantasy verranno incorporati all’interno della
storia, e che il pubblico del MCU si troverà di fronte ad un tipo
di avventura molto diversa rispetto al passato.
Durante una recente intervista con
E! Online, il protagonista Simu Liu ha parlato
delle scene d’azione che saranno presenti nel film, promettendo ai
fan che saranno totalmente diverse da qualsiasi altra cosa vista
nel MCU fino ad oggi. “Prometto che
Shang-Chi e la Leggenda
dei Dieci Anelli offrirà scene d’azione che i fan del MCU – ma anche qualsiasi altro tipo
di spettatore – non hanno mai visto prima. Posso garantirlo. Vi
aspetta una sorpresa e sono veramente eccitato all’idea”, ha
spiegato l’attore.
Per quanto riguarda invece il suo
personaggio e il fatto di essere stato scelto dai Marvel Studios come protagonista del film, Liu
ha aggiunto: “È come un sogno che si avvera. Questo è tutto ciò
che volevo da bambino, a 6 anni forse, ma anche a 16, se devo
essere sincero. È come un cerchio che si chiude, ed è incredibile.
Continuo a pensare che a mezzanotte la mia carrozza si trasformerà
in una zucca…”
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Universal Pictures Italia ha
diffuso il trailer ufficiale di Hotel
Transylvania: Uno scambio mostruoso, l’atteso quarto
capitolo della saga animata che arriverà al cinema dal 02 settembre
2021.
In Hotel
Transylvania: Uno scambio mostruoso Drac e i suoi
amici sono tornati, come non li avete mai visti prima d’ora! In
questa nuova avventura, Drac deve affrontare l’impresa più
terrificante di sempre. Un misterioso manufatto di Van Helsing va
fuori controllo, Drac e il suo gruppo vengono trasformati in umani
mentre Johnny assume le sembianze di un mostro. Drac, privato dei
suoi poteri, e Johnny, felice per la sua nuova vita da mostro,
fanno squadra per trovare una soluzione prima che sia troppo tardi.
Con l’aiuto di Mavis e dell’esilarante gruppo di ‘umani’ capitanato
da Drac, l’obiettivo è far tornare tutti all’aspetto originario,
prima che la trasformazione diventi permanente.
Si torna alle conferenze
stampa “in presenza” al cinema Adriano di Roma, dove Federico
Zampaglione presenta il suo quarto film da regista, Morrison,
incentrato sul rapporto tra due musicisti: il giovane Lodo,
Lorenzo Zurzolo, e Libero Ferri, Giovanni
Calcagno, artista in declino dopo il grande successo. Oltre ai
protagonisti e al regista, presenti le due attrici che
arricchiscono il cast: Carlotta Antonelli e Giglia
Marra. Con loro, Massimiliano Orfei di Vision
Distribution e Ilaria Dello Iacono di Pegasus
Produzioni.
Morrison,
dice Zampaglione, “è nato perchè voleva nascere, come
succede con alcune canzoni, che arrivano nel momento in cui meno te
lo aspetti”, raccontando una genesi partita dal suo romanzo –
Dove tutto è a metà, scritto con Giacomo Gensini, edito da
Mondadori – e dall’entusiasmo che ha suscitato nella Pegasus
Produzioni, al punto da convincere il regista a farne un film.
Ilaria Dello Iacono di Pegasus in proposito afferma:
“Ci è piaciuto il rapporto tra Lodo e Libero. Da lì ci siamo
innamorate del romanzo e abbiamo sviluppato il tutto […]
Abbiamo creduto in quel rapporto”. Così si è arrivati a
realizzare il film, prima e durante il lockdown, in un clima
che Zampaglione descrive come “assurdo”.
“Quest’atmosfera avrebbe dovuto rovinare tutto il film. L’ansia,
l’agitazione, il senso di disorientamento, di non potere fare
nessun tipo di programma. Però si è creato un clima, come se si
fosse in guerra.[…] C’era voglia di reagire a quella
situazione. Credo che partendo da una posizione di svantaggio
[…] il film si sia acceso di questa voglia di reagire, di non
smettere di creare ed essere vivi.”
Morrison
è ambientato nel mondo della musica, ma, il regista ci tiene a
sottolineare, non è un film sul desiderio di successo:
“Non mi piace affatto quando vedo dei film sulla musica e come
coronamento di tutto c’è il successo. Per me questa è una
grandissima cazzata. Io non ho mai fatto musica spinto dall’idea di
fare successo, perché è qualcosa di molto effimero e non lo puoi
prevedere in nessun modo. Ho cominciato perché mi piaceva suonare
la chitarra, mi piaceva il blues. In questo film nessuno finisce
coi titoloni di giornale. […] In realtà tutto resta com’è,
ma quello che viene fuori è che non si vuole rinunciare a una
passione. […] Non è un film incentrato su quello che devi
avere dalla musica, ma su quello che puoi dare a te stesso e a chi
hai vicino. […] Saper suonare uno strumento, saper scrivere,
amare il momento in cui suoni è una cosa che appartiene a te. Il
successo no. È una roba che gira nell’aria, una volta cade qui, una
volta cade là. Se sei fortunato ce l’hai, ma non dev’essere
quello [ che ti guida]. A me piace sperimentare. Non so che
succederà, magari ho sbagliato, ma la vita mi ha portato a fare
qualcosa di diverso”.
Essendo il film
ambientato nel mondo della musica, viene spontaneo chiedersi
quanto ci sia di autobiografico in Morrison.
Così risponde il regista: “L’obiettivo principale del film è
raccontare aspetti legati alle persone. C’è questa atmosfera che
gira intorno alla musica, con tutti i suoi colori, i suoi fumi, i
suoi rischi e le sue grandi magie. Però le vicende sono di
carattere più universale. Cose che succedono a tutti:
innamorarsi, cadere, rialzarsi, cercare confronti” Però
ammette: “Io stesso sono stato Lodo nel furgone, col gruppo di
amici e le cannette, con grandi aspettative e grandi sogni, che
magari si infrangevano nella realtà. […] Però c’era la
voglia di andare avanti, quella sana incoscienza di sognare cose
strampalate. Poi gli anni sono passati, di musica ne ho fatta
tanta […] Ho avuto momenti di grande successo, momenti di
buio. Questo accade nella vita. […] Ovviamente, se
sei sotto i
riflettori, il tuo momento no viene amplificato e reso pubblico, ma
in realtà sono sentimenti che appartengono un po’ a tutti”.
Fare questo film, prosegue, “Mi ha riportato indietro nel tempo.
Ho avuto anche io i miei maestri: Lucio Dalla, Franco Califano,
Pino Daniele, per la chitarra il grandissimo Roberto Ciotti. C’è un
po’ di me anche dal punto di vista sentimentale. Anche io mi sono
trovato a fare i conti con una ragazza che ti gestisce, poi magari
te ne innamori, o anche cose che riguardano più la coppia
adulta.Con Morrison, a
differenza dell’horror, ho potuto raccontare cose della mia
vita.”Misurarsi con un film non di genere,
dice, significa: “Andare a 360 gradi. Devi cambiare registro
molto più spesso. In questo senso è più difficile. Ciò che mi ha
aiutato è che faceva riferimento a un immaginario che ho trattato
molto spesso nelle canzoni. Passare da cose più leggerre a pensieri
più profondi, al romanticismo. Tutto materiale emotivo che ho
frequentato molto nella musica e a cui ho attinto. La considero più
un’altra canzone dei Tiromancino che un’esperienza cinematografica
come le altre”.
La conferenza stampa di Morrison
di Federico Zampaglione
Da musicista, poi,
Zampaglioneha voluto che i suoi protagonistiimparassero a suonare e scrivere canzoni. Lorenzo
Zurzolo, ad esempio, non aveva esperienza in campo musicale,
racconta il regista: Aveva proprio la faccia giusta, ma non
sapeva suonare, finchè non gli ho regalato una chitarra e gli ho
detto: suonala, perchè gli strumenti sono come le persone,
soffrono. Magari chi non suona non lo sa, ma io li sento, e si
lamentano quando non li suoni”. Per il cantato, poi, “l’idea
più ovvia sarebbe stata fargli fare il playback sulla voce di un
cantante, ma per me che sono un musicista, una cosa del genere è
quanto di più posticcio si possa fare. Dovevo trovare il modo di
farlo esprimere. Alla fine ha scritto questo pezzo – Sotto
sotto, che canta lui stesso nel film ndr –dove non serve una grande
voce, l’importante è raccontare ciò che hai dentro”.
Esperienza che per
Lorenzo Zurzolo è stata particolarmente stimolante: “E’
stata un’esperienza unica. Suonavo il pianoforte da bambino, quindi
sapevo leggere la musica. Quando Federico mi regalò una chitarra
ancora non c’era il covid. Poi, durante la quarantena ho cominciato
da autodidatta a provare a strimpellare qualche accordo. Una sera
ho scritto questa canzone in maniera molto spontanea. Nella mia
testa era una cosa mia, non per il film. Quando glie l’ho fatta
sentire, gli è piaciuta molto e abbiamo modificato alcuni concetti
troppo personali per renderla più adatta a Lodo.
Mi sono appassionato moltissimo alla chitarra. […]
Continuerò a
suonare, perchè mi piace molto”.
Giovanni Calcagno,
dal canto suo, non solo ha cantato il cavallo di battaglia di
Libero Ferri Di sale e di fuoco, ma si è cimentato perfino
con un assolo di chitarra. Racconta Zampaglione: “In
realtà l’ho fatto io, ma lui doveva suonarlo in maniera credibile.
Non aveva mai suonato. Gli ho mandato dei video di Mark Knopfler,
di Eric Clapton, e anche un video mio per mostrargli come eseguire
il pezzo. Ma ero preoccupato”. Alla fine, tutto è andato per il
meglio.
Calcagno descrive
così il lavoro sul suo personaggio e rivela a chi si è ispirato:
“Il film parla del sapore bruciante del fallimento. Cosa
significa toccare il fondo. […] Ci sono degli stracci di
fallimento che mi interessano in certe figure, di decadimento
soprattutto. Lì si misura veramente che tipo di rapporto c’è tra
l’uomo e il successo. SicuramenteFranco Califanoè stato uno di questi personaggi. È un personaggio secondo me
gigantesco da questo punto di vista, che insegna moltissimo.
AncheJohnny Hallyday, è un personaggio al
quale esteticamente ho cercato di ispirarmi”. E sull’esperienza
come musicista aggiunge: “Ho iniziato a suonare il pianoforte
quattro mesi fa. Credo che la colpa sia di
Federico.”
I personaggi femminili di
Morrison sono molto diversi tra loro.
Giglia Marra:
“Luna è il personaggio più dolce della storia, molto
innamorata di Ferri, in qualche modo cerca di spronarlo a suonare
ma anche a uscire dal suo guscio. È un personaggio molto materno,
pronto sempre ad aiutare gli altri”.
Carlotta Antonelli
descrive invece così la sua Giulia: “E’ un po’ più
partoicolare. Penso sia molto bello vedere anche personaggi che non
per forza devono avere un ruolo positivo […]. Questa ragazza
giovane che ha il sogno di fare l’attrice non si approfitta dei
personaggi che ha intorno, però ha questo sano egoismo che le
permette di smuovere tante cose intorno a lei. Mi è piaciuto che
rimanesse un personaggio abbastanza incoerente fino alla
fine”.
Infine, Massimiliano
Orfei di Vision Distribution è ottimista sul futuro
delle sale e si augura che questo sia davvero l’inizio della tanto
invocata ripartenza: “Questa settimana ci aspettiamo di vedere
il primo slancio vero della ripartenza perchè riapriranno i
circuiti commerciali. Non sappiamo ancora in che dimensioni”.
Per questo non c’è ancora un numero definito di copie. Quel che è
certo però, prosegue Orfei, è che “con Morrison diamo al
mercato una carta che giudichiamo commerciale. Vogliamo rendere il
film quanto più largo possibile come distribuzione, non a caso
abbiamo aspettato questo momento. […] Sarà sicuramente
l’offerta per il pubblico dei multiplex e cerchiamo di trovare la
connessione con il pubblico dei ragazzi.”
Morrison di
Federico Zampaglione è in sala dal 20 maggio, prodotto da
Pegasus e distribuito da Vision
Distribution.
Tra le novità recenti di
NOW e Sky,
The Nevers di Joss
Whedon ricopre un ruolo di tutto rispetto. Serie tv al
femminile fantasy sembra riproporre una formula già nota e
collaudata nella carriera del filmmaker statunitense che ha già
riscosso parecchio successo. Ma perché guardare The
Nevers? Di seguito abbiamo provato ad elencare dei
motivi per convincere anche i più scettici a dare una possibilità a
questa storia nuova che catapulta lo spettatore nell’affascinante
scenario della Londra vittoriana. Prodotta da HBO e creata da
Joss Whedon (che è stato
allontanato alla fine della prima stagione), la serie è
disponibile su NOW e anche
on demand su Sky. Perché guardare The Nevers?
The Nevers è disponibile su NOW. Iscriviti a soli 3
euro per il primo mese e guarda tutte le serie e molto
di più.
È stata creata da Joss Whedon
Ci sembra un motivo più che valido.
Nonostante la sua figura professionale sia stata in mezzo alla
bufera, di recente, la carriera di Joss Whedon è
stata costellata di successi. E non ci riferiamo solo ai recenti
primi due capitoli dei Vendicatori per i Marvel Studios! Buffy,
Angel,
Dollhouse, Firefly e
Agents of SHIELD sono solo alcuni dei nomi che dovrebbero
risuonare nella testa dei fan seriali a sentir pronunciare il nome
del regista e sceneggiatore.
Tutti i suoi prodotti televisivi hanno goduto di grande seguito e
successo, e nel corso della sua carriera ha sempre consegnato al
pubblico personaggi interessanti e figure femminili moderne ante
litteram, molto prima che il movimento del MeToo desse una
svecchiata ai modelli femminili al cinema e in tv. È pur vero che
Whedon ha abbandonato la serie dopo i primi sei episodi, ovvero la
prima stagione, lasciando il testimone a Philippa
Goslett, ma la sua impronta è evidente.
Un cast strepitoso
Protagonista della serie è
Laura Donnelly, attrice nordirlandese che
interpreta Amalia True. È lei la protagonista indiscussa della
serie, dotata di un potere sovrannaturale a seguito dell’evento
che, nell’agosto del 1896 ha dato origine a tante persone speciali
con dei poteri. Lei è capace di vedere alcuni flash del futuro e
gestisce l’orfanotrofio dei ‘toccati’, quelle persone, per lo più
giovani donne e ragazze, che, proprio come lei, hanno ricevuto dei
doni speciali. Alla stregua degli X-Men, che Whedon ben conosce, anche loro sono
rifiutati ed ostacolati dalla società.
Ma la Donnelly non è sola.
Ann Skelly interpreta la geniale inventrice
Penance Adair, le cui invenzioni da sole valgono il tempo trascorso
a vedere lo show, e con lei tanti volti più o meno noti:
Olivia Williams, James Norton, Tom Riley, Pip Torrens, Ben
Chaplin, Denis O’Hare, Amy Manson, Rochelle Neil, Zackary Momoh,
Eleanor Tomlinson, Elizabeth Berrington,
Nick Frost, Anna Devlin, Kiran Sonia Sawar, Viola Prettejohn,
Ella Smith, Vinnie Heaven. Un cast perfetto per uno show
originale e di grande intrattenimento.
Girl Power
The Nevers è pieno
di grandiose donne con superpoteri. Come accennato, Whedon non è
nuovo al racconto di protagoniste super, Buffy Summers vi dice
niente? E ora anche The Nevers mette in scena una serie di
personaggi femminili non solo superdotati, ma anche accattivanti ed
intriganti, dalla protagonista Amalia, alla mitica inventrice Miss
Adair. Certo, non ci sono solo donne, e c’è spazio anche per
qualche personaggio maschile interessante, ma è innegabile che il
mondo di Whedon è donna.
Queste donne non sono solo dotate
di poteri, ma sono anche sveglie, intelligenti e dotate di una
grande capacità di fare squadra, caratteristica che da sempre si
considera poco femminile. Eppure l’amicizia tra Amalia e Penance è
una vera perla all’interno di tutta la narrazione. Se Amalia è
colei che gestisce l’orfanotrofio, Penance è la sua bussola morale,
ma anche una preziosa alleata e un genio delle invenzioni.
Una villain super
Amy Manson
interpreta Maladie, una cattiva da far venire i brividi. Vista in
Being Human, Once
Upon A Time, The White Princess, Manson conferisce una
ferocia e una fierezza particolari alla sua cattiva, e si sa che
l’antagonista è sempre fondamentale per ogni eroe che si rispetti.
Chiedetelo a
Lex Luthor o a Joker!
Ebbene anche Maladie è una dei ‘toccati’, ma il suo potere è a dir
poco terrificante. La giovane donna infatti trae energia e potere
dalle sofferenze altrui, che siano esse fisiche o emotive. A questa
capacità raccapricciante, si aggiunge il fatto che non è
esattamente quello che si definirebbe un personaggio equilibrato!
Insomma, è proprio il tipo che dà ad Amalia, Penance e le altre del
filo da torcere.
La messa in scena e i toni
Ambientato nella Londra vittoriana,
The Nevers è un tripudio di costumi d’epoca.
Corsetti, trine, colletti, giacche, stivaletti, bastoni da
passeggio, cilindri, gonne ampie, tight e vita alta, insomma tutto
ciò che un appassionato di moda d’epoca può desiderare. A questa
straordinaria cura per il dettaglio, che si riflette anche nella
scenografia, va aggiunto il fatto che la serie presenta una
fortissima componente mistery che sicuramente aiuta lo spettatore a
entrare dentro la storia e ad essere catturato da primo momento.
Che cosa è accaduto a Londra, e solo a Londra, nel 1896? Perché
principalmente le donne hanno ricevuto questi doni? Cosa c’è nel
passato di Amalia prima che si occupasse dell’orfanotrofio? Questo
e molto altro in The Nevers, disponibile in streaming su
NOW e on
demand su Sky.
Shannara
Chronicles è la serie tv fantasy del 2016 creata da
Alfred Gough e Miles Millar e basata sulla
trilogia de La spada di Shannara di romanzi
fantasy di Terry Brooks.
The Shannara Chronicles segue più o
meno le trame esposte in Le Pietre Magiche di Shannara, ambientate
nelle immaginarie Quattro Terre. All’inizio della serie, i demoni
iniziano a tornare dopo essere stati banditi da questo mondo in un
luogo noto come il Divieto, rinchiuso da un antico albero chiamato
Ellcrys. La serie racconta il viaggio di Wil, Amberle ed Eretria
che, con la guida dell’ultimo druido Allanon, devono intraprendere
una missione per proteggere l’Ellcrys dalla morte e liberare tutti
i demoni banditi nelle Quattro Terre.
Nel cast di Shannara
Chronicles protagonisti sono
Austin Butler nei panni di Wil Ohmsford, un mezzo
umano / mezzo elfo che è l’ultimo della linea di sangue dell’antica
famiglia Shannara. Poppy Drayton nei panni di
Amberle Elessedil, la principessa elfica e la prima donna ad essere
accettata come uno dei Prescelti. Ivana Baquero
nei panni di Eretria , un’umana cresciuta dai Rovers, una banda di
ladri. Manu Bennett nei panni di Allanon, un umano
e l’ultimo druido che è stato vivo per più di 300 anni grazie
all’uso di Druid Sleep. Aaron Jakubenko nei panni di Ander
Elessedil, il figlio più giovane del re Eventine che ha la
reputazione di essere irresponsabile. Marcus Vanco nei panni di
Bandon, un ragazzo elfo con il dono di un veggente, il che
significa che può vedere possibili futuri quando tocca qualcuno.
Malese Jow nei panni di Mareth Ravenlock (stagione 2), una metà
umana / metà elfa alla ricerca di Allanon perché crede di essere
sua figlia.Vanessa Morgan nei panni di Lyria (stagione 2), un’umana
che ha una relazione romantica con Eretria e che si rivela essere
la principessa di Leah. Gentry White nei panni di Garet Jax
(stagione 2), un cacciatore di taglie che cerca Lyria per sua madre
la regina di Leah. Successivamente si unisce al gruppo di Wil per
salvare le Quattro Terre.
Shannara Chronicles: le
stagioni
La prima stagione di The Shannara
Chronicles è stata presentata in anteprima su MTV negli Stati Uniti
il 5 gennaio 2016 e consisteva in 10 episodi. La seconda stagione
è stata presentata in anteprima l’11 ottobre 2017 e si è conclusa
il 22 novembre 2017. Il 16 gennaio 2018 è stato annunciato che la
serie era stata cancellata dopo due stagioni.
Shannara Chronicles – stagione
2
Nella seconda stagione di Shannara
Chronicles un anno dopo la guerra della Forbidding, la nuova vita
di Wil viene interrotta da una misteriosa nuova
figura. Eretria è riunita con qualcuno del suo
passato. Nel frattempo, Allanon scopre una trama che potrebbe
mandare le Quattro Terre nelle tenebre.
Shannara Chronicles – stagione
1
Nella prima stagione di Shannara
Chronicles ambientata migliaia di anni dopo le Grandi Guerre che
hanno portato alla distruzione della vecchia civiltà, la serie
segue le avventure della principessa elfa Amberle Elessedil, nipote
del re Eventine Elessedil, del giovane mezzelfo Wil Ohmsford nipote
di Flick, figlio di Shea Ohmsford e discendente del primo re
Shannara, e della nomade Eretria, “figlia” acquisita di Cephalo, un
importante capoclan dei Nomadi;
i tre, inviati da Allanon, ultimo druido di Paranor, si
imbarcano in un viaggio per salvare l’Eterea (antico albero nato
dalla magia che ha la funzione di mantenere in vita il Divieto,
regno creato anch’esso dalla magia dove ogni creatura malvagia è
imprigionata) e proteggere le Quattro Terre dall’esercito
demoniaco.
In Treatment è la
serie tv drammatica prodotta e sviluppata da
Rodrigo Garcia per HBO e basata sulle avventure di
una psicoterapeuta e le sue sedute settimanali coi pazienti.
In Treatment: dove vederla in
streaming
Tutte le stagioni di In
Treatment in streaming sono disponibili su
NOW.
La serie, ambientata a Baltimora,
racconta dello psicoterapeuta Dr. Paul Weston ha uno studio privato
dove svolge sessioni con i suoi pazienti a casa sua. Comincia a
mettere in discussione le proprie capacità e motivazioni, quindi
cerca aiuto dalla sua ex mentore e terapista, la dottoressa Gina
Toll, che non vede da dieci anni.
Nel cast di In
Treatment protagonisti sono Gabriel Byrne interpreta Paul Weston , uno
psicologo affascinante e implacabile, che sta cercando la propria
esistenza pacifica, libera da dubbi e ambivalenze. Dianne
Wiest interpreta la psicoterapeuta Gina Toll, l’ex mentore
e supervisore clinico di Paul Weston.
Le stagioni di In Treatment
La serie ha avuto ben tre stagioni
per un totale di 105 episodi. Nel 2020 HBO ha annunciato la quarta
stagione
In treatment – stagione 4
Nell’ottobre 2020, HBO ha
confermato che la serie sarebbe tornata per una quarta stagione con
Uzo Aduba nel ruolo principale. La stagione di 24
episodi sarà presentata in anteprima il 23 maggio 2021 e andrà in
onda quattro episodi settimanali.
In Treatment – stagione 2
Paul, ora divorziato e piuttosto
solo, si è trasferito a Brooklyn e usa il soggiorno del suo piccolo
brownstone ristrutturato e ristrutturato per le visite dei
pazienti. È servito con una causa per negligenza dal padre di Alex
nel primo episodio, e si preoccupa delle conseguenze. Alex Sr. fa
causa a Paul per negligenza , accusandolo di non aver impedito la
morte di suo figlio Alex Jr., un ex paziente che ha interrotto
volontariamente la terapia ed è stato ucciso in un incidente aereo
che è stato un incidente o un suicidio. Alex, Sr. ei suoi avvocati
sostengono che la responsabilità professionale di Paul era di
contattare i militari e denunciare Alex, Jr. inidoneo al servizio.
(dalla stagione 1). Alex Sr. in seguito incontra Paul e fa
un’offerta pesante: se Paul scrive una lettera in cui si prende la
colpa per la morte di Alex Jr., ritirerà la causa contro di lui,
soddisfatto di aver confermato la sua convinzione che Paul sia al
100% colpevole.
In Treatment – stagione 3
La terza stagione è la prima serie
non basata sulla serie originale israeliana “Be Tipul”, che è
andata in onda solo per due stagioni. Il formato è simile, ogni
settimana, una serie di pazienti visita lo psicoterapeuta Paul
Weston in episodi di mezz’ora, mentre nell’ultimo, Paul visita la
sua stessa terapeuta che è Adele Brouse piuttosto che Gina Toll che
è apparsa nelle prime due stagioni. Inoltre, questa volta ci sono
solo tre pazienti e le loro storie offrono una profondità simile a
quella delle stagioni precedenti. Paul vive ancora a Cobble Hill a
Brooklyn anche se ora ha una giovane fidanzata, Wendy. Il lunedì si
incontra con Sunil, un vedovo trasportato a New York da Calcutta in
seguito alla morte della moglie, per vivere con suo figlio, la
moglie di suo figlio ei loro due figli piccoli. La paziente di
martedì è Frances, un’attrice di successo che si autodefinisce che
è tornata sul palco, ma ha difficoltà a ricordare le sue battute.
Sta anche affrontando una sorella morente, un matrimonio fallito e
una figlia adolescente sprezzante.
In Treatment – stagione 1
La paziente in terapia Laura
professa il suo amore per Paul, il che rende la loro relazione più
complessa e difficile da controllare. I problemi personali di
Laura includono l’essere sedotti da un uomo molto più anziano
quando era un’adolescente. Inizia una relazione sessuale
insoddisfacente con Alex, un altro dei pazienti di Paul. Paul
riflette sui suoi sentimenti per lei e crede di essere innamorato
di lei; tuttavia, le sessioni con Gina non riescono a
risolvere il suo conflitto interiore sul suo desiderio e
responsabilità professionale. A metà della stagione, Laura
termina la sua terapia con Paul dopo che lui continua a rifiutare
le sue avances. Paul e Laura si incontrano al funerale di
Alex, e in seguito Paul decide di inseguire Laura con il rischio di
distruggere il suo matrimonio, ma un attacco di panico gli
impedisce di andare fino in fondo.
Fanno parte del cast della prima
stagioni Melissa George nei panni di Laura Hill del lunerdì, Blair
Underwood che interpreta Alex Prince del Martedì. Mia Wasikowska
interpreta Sophie al mercoledì. Embeth Davidtz e Josh Charles nel
ruolo di Amy e Jack del giovedì. Dianne Wiest nei panni di Gina
Toll del venerdì e Michelle Forobes nei panni di Kate Weston e
moglie di Paul.
Le avventure di Hooten & the
Ladyè la serie tv
drammatica UK creata da Tony Jordan, James Payne, Sarah Phelps,
Jeff Povey e Richard Zajdlic per SKY.
Le avventure di Hooten &
the Lady dove vederla in streaming
Le avventure di Hooten & the Lady
in streaming è disponibile su NOW
Le avventure di Hooten & the Lady:
trama e cast
La serie segue la storia di due
partner cacciatori di tesori, Lady Alexandra ( Ophelia Lovibond ),
curatrice del British Museum, che si allea con il carismatico
avventuriero americano Hooten ( Michael Landes ) in una serie di
tesori globali -scappatelle di caccia.
Nel cast di protagonisti sono
Michael Landes nel ruolo di Ulysses Hooten, Ophelia Lovibond nel
ruolo di Lady Alexandra Lindo-Parker, Jessica Hynes nel ruolo di
Ella Bond, Shaun Parkes nel ruolo di Clive Stephenson, Jane Seymour
nel ruolo di Lady Lindo-Parker, Jonathan Bailey nel ruolo di Edward
e Vincent Regan nel ruolo di Kane.
Gli episodi de Le avventure di
Hooten & the Lady
S1. Ep1 – La curatrice del British
Museum Lady Alex Lindo-Parker si reca in Amazzonia alla ricerca
dell’accampamento perduto dell’esploratore vittoriano Percy Fawcett
. Una serie di disavventure la vede raggiunta dall’avventuriero
americano anticonformista Hooten e si imbattono in El Dorado.
S1. Ep2 – Hooten chiede a Lady
Alex di aiutarlo a trovare i Libri Sibillini perduti da tempo, una
raccolta di profezie mistiche. A Roma, la curatrice del museo si
ritrova rapidamente a scalare la Cappella Sistina, combattendo un
alligatore di fogna e affrontando la mafia. Ospite interpretato da
Jane Seymour.
S1. Ep3 – Quando Alex si reca in
Egitto si allea ancora una volta con Hooten, questa volta per
cercare di trovare la tomba perduta da tempo di Alessandro Magno,
ma l’intrepida coppia scopre presto che alcuni locali senza
scrupoli sono sulle loro tracce. Ospite interpretato da Angel
Coulby.
S1. Ep4- Alex ottiene una pista su
un antico rotolo che si dice sia stato scritto dallo stesso Buddha.
Arruola Hooten per andare con lei nel regno himalayano del Bhutan
per trovarlo, ma finisce per correre contro il tempo per salvargli
la vita.
S1. Ep5 – Quando Ella viene rapita
in Etiopia, Lady Alex e Hooten si dirigono in Africa dove devono
superare banditi impazziti e cammelli scontrosi per salvare la
situazione.
S1. Ep6 – Alex vola a Mosca per
aiutare Hooten a cercare un uovo Fabergé perduto e affronta il suo
acerrimo nemico dell’università, che ora lavora per un oscuro
collezionista del mercato nero.
S1. Ep7 – Alex e Hooten tentano di
rintracciare l’inestimabile gioiello Cintamani in Cambogia, che può
manifestare qualunque cosa si desideri, ma presto attirano le
attenzioni di una spietata gang di droga vietnamita. Ospite
interpretato da Vincent Regan.
S1. Ep8 – Alex mette in pericolo
il suo matrimonio quando segue Hooten su un’idilliaca isola dei
Caraibi per andare a caccia del tesoro dei pirati perduto da tempo
del capitano Henry Morgan. Alex finalmente sposa il suo fidanzato
Edward.
Billions è la serie drammatica creata da
Brian Koppelman, David Levien e Andrew Ross
Sorkin per Showtime che vede protagonista
Paul
Giamatti e Damian
Lewis ed è incentrata sui grandi drammi che accadono
spesso nei centri finanziari, in particolare a New York e
Connecticut.
Billions: dove vederla in
streaming
La
serie Billions è andata in onda dal 2016
su Showtime. In Italia è trasmessa da Sky
Atlantic. Billions in streaming è
disponibile su NOW.
Billions: la trama e il
cast
La serie tv racconta del
procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New
York Chuck Roades (Giamatti) insegue il re degli hedge fund e
sopravvissuto all’11 settembre Bobby “Axe” Axelrod (Lewis). Una
rotta di collisione, in cui ognuno usa tutta la sua considerevole
intelligenza e influenza per superare l’altro.
Protagonisti nel cast di Billions
sono Paul Giamatti nel ruolo di Charles “Chuck”
Rhoades, Jr .: Procuratore degli Stati Uniti per il distretto
meridionale di New York. Damian Lewis nei panni di Robert “Bobby”
Axelrod: un ambizioso miliardario manager dell’hedge fund Ax
Capital e un laureato della Hofstra University. Maggie
Siff nel ruolo di Wendy Rhoades: psichiatra, performance
coach interna all’Ax Capital e moglie di Chuck Rhoades. Malin Åkerman nei panni di Lara Axelrod (con
protagonista la stagione 1–3, stagione 4 ospite): moglie e
successivamente ex moglie di Bobby Axelrod. Toby Leonard
Moore nei panni di Bryan Connerty (interpretato dalla
stagione 1–4, stagione 5 ospite), il capo della Task Force per le
frodi sui titoli. David Costabile nel ruolo di
Mike “Wags” Wagner: COO di Axel Capital e braccio destro di
Axelrod. Condola Rashād nel ruolo di Kate Sacker: ex capo del
crimine e assistente procuratore degli Stati Uniti nel distretto
meridionale di New York, ora avvocato nell’ufficio di Rhoades.
Asia Kate Dillon nei panni di Taylor Amber
Mason (stagione 2 ricorrente, con protagonista la stagione 3 –
presente): talentuosa analista finanziaria di Axel Capital che si
avvicina ad Axelrod.
Curiosità
Alcune trame rispecchiano
procedimenti giudiziari reali per crimini finanziari da parte delle
autorità federali. La serie è stata ispirata dalle indagini
intraprese da Preet Bharara , procuratore degli Stati Uniti per il
distretto meridionale di New York dal 2009 al 2017, su cui si basa
Rhoades.
Billions: le stagioni
Dal 2016 Billions
ha prodotto cinque stagioni complete fino ad oggi,
con una sesta
stagione in produzione.
Billions stagione 5
La quinta
stagione di BILLIONS vedrà la lotta per il potere delle scorse
stagioni trasformarsi in una vera e propria battaglia per la
sopravvivenza in cui ristabilire nuovi equilibri diventerà
fondamentale per tutti i personaggi, che dovranno adattarsi per non
rischiare di scomparire. La rinnovata rivalità tra Axe e Chuck,
infatti, non sarà l’unico fattore di cui i due protagonisti
dovranno preoccuparsi. Da un lato Axelord dovrà fare i conti con il
miliardario Mike Prince, un gigante degli affari venuto da una
piccola città dell’Indiana che diventerà presto una seria
minaccia; dall’altro Chuck arriverà ai ferri corti con la
procuratrice distrettuale Mary Ann Gramm, interpretata da
Roma Maffia (Nip/Tuck), e dovrà affrontare la
crisi del suo matrimonio con Wendy Rhoades (Maggie
Siff, Sons of Anarchy), che rivaluterà la sua lealtà e
creerà sorprendenti nuove alleanze che la metteranno in contrasto
sia con Chuck che con Axe. Nel frattempo, Taylor Mason – Asia Kate
Dillon (John Wick 3 – Parabellum) – dovrà tornare alla Axe Capital,
dove lotterà per proteggere dipendenti e risorse.
Nel cast riprendono i loro ruoli
David Costabile (Suits) nei panni di Mike
Wagner, braccio destro di Axe;Condola
Rashād (Money
Monster – L’altra faccia del denaro) è ancora Kate Sacher;
Jeffrey DeMunn (Il miglio verde), che
interpreta Charles Rhoades Sr, il padre di Chuck; e Kelly
AuCoin (Drunk Parents), nel ruolo di “Dollar”
Bill Stearn. Nuovi ingressi nel cast oltre a Stoll e Margulies
anche Rick Hoffman (Suits) nei panni del
Dott. Swerdlow, medico dai metodi poco ortodossi, Frank
Grillo (Kingdom) nel ruolo di Nico Tanner, un
artista contemporaneo, e Daniel Breaker
(Mozart in the Jungle) nei panni di Scooter Dunbar, il
capo dello staff di Michael Prince.
Billions stagione 4
La quarta
stagione di Billions Taylor torna ad Axe Capital, ma
Chuck ha chiesto loro di spiare Ax per lui. I dipendenti di Axe
Capital hanno difficoltà a integrarsi con i loro nuovi colleghi.
Chuck Sr. si sta risposando. Chuck e Wendy stanno litigando, il che
è solo esacerbato dalla scomparsa di Chuck dopo il matrimonio
mentre il loro figlio, Kevin, beveva troppo. Wendy annuncia che lei
e Chuck si separeranno e Taylor informa Ax che è stato chiesto loro
di lavorare per Chuck. Chuck conduce un’indagine contro i minatori
di criptovaluta che sono finanziati da Axe, ma si rifiutano di
accendere il loro investitore. Axe chiede a Chuck di terminare le
indagini. Axe e Wags incontrano uno sciamano per un ritiro
spirituale, quindi vengono invitati a partecipare a un servizio
fotografico per Vogue. Axe è infastidito nel vedere Mike Prince, un
altro magnate deca-miliardario degli hedge fund, che lo inimica, e
poi viene selezionato per la copertina della rivista.
Billions stagione 3
La terza
stagione di Billions Chuck incontra il nuovo
procuratore generale degli Stati Uniti , che lo informa della sua
politica di licenziare il crimine di Wall Street . Chuck cede e
informa Sacker, il nuovo capo della criminalità. Axe è uscita di
prigione, ma è separata da Lara. Dake, ora procuratore degli Stati
Uniti del distretto orientale , sta perseguendo il caso con
Connerty e ha congelato tutta la capitale di Axe, che lascia
Taylor, ora Chief Investment Officerdi Axe Capital in una brutta
posizione. Taylor informa tutti i dipendenti che devono trovare
idee per un “incontro di idee” in cui i migliori gestori di hedge
fund si incontrano per discutere la strategia, e Axe ha bisogno di
un’idea per stupirli tutti. Spyros è il nuovo Head of Compliance di
Ax Capital. Lara entra con Steven Birch per controllare i beni ad
Ax Capital, lasciando Axe frustrato per lo stato del suo
matrimonio. Per sbloccare il capitale di Axe, deve rinunciare alla
sua licenza di commerciare, temporaneamente, un’idea con cui è
molto a disagio, poiché non sa dove lo collochi riguardo
all’azienda. Alla fine cede, proprio mentre Taylor realizza una
buona giocata riguardo alla tecnologia dei chip intelligenti, e si
iscrive ad Axe alla cena dell’idea. L’amicizia di Chuck con Ira va
in pezzi, poiché Ira lo informa che non gli parlerà mai
più.Governatore , ma fallisce. Chuck dà un pagherò a Dake in cambio
dell’esclusione da parte di Dake di Wendy nella scoperta di scambi
riguardanti Ice Juice. Lara informa Axe che non cercherà i soldi,
ma lo avverte di non perderli.
Billions stagione
2
La seconda
stagione di BillionsChuck affronta il controllo
all’interno del suo ufficio e dal procuratore generale. Axe riforza
e valuta le sue opzioni di ritorsione. Wendy considera un’offerta
da un fondo speculativo rivale. Lara interviene nella scuola dei
suoi figli.
Billions stagione
1
Nella prima stagione di
Billions Bobby “Axe” Axelrod è un carismatico
sopravvissuto all’11 settembre che dirige Ax Capital (“Axe Cap”),
un hedge fund con sede nel Connecticut . Nonostante i suoi atti di
generosità, la SEC chiede a Chuck Rhoades, il procuratore degli
Stati Uniti per il distretto meridionale di New York , di indagare
su di lui. La moglie di Chuck, Wendy, lavora come coach
motivazionale / psichiatra all’Ax Cap, e la prospettiva che Chuck
indaga sul suo capo crea tensione tra di loro. Chuck decide di
convincere Axe a comprare una costosa casa di fronte all’oceano [7]
per rivolgere il favore del pubblico contro di lui. Nel frattempo,
Axe si rende conto che un vecchio amico, Dan Margolis, sta
collaborando con l’ FBI. Axe
e il suo riparatore, Hall, si muovono per incastrare un altro
commerciante, Steven Birch, per il male di Axe. Axe e Chuck si
incontrano finalmente faccia a faccia a una conferenza sugli
investimenti. Axe compra la casa, ma Hall gli dice che l’FBI ha
aperto un caso contro di lui.
Sarà la regista Susanna
Nicchiarellia presiedere la Giuria della 67ma
edizione del Taormina Film Fest che dal 27 giugno al 3
luglio ospiterà un concorso internazionale composto da sei film,
una selezione ufficiale riservata a opere prime e seconde che si
alterneranno alle premières sul grande schermo del Teatro
Antico. E in programma anche agli incontri con gli autori, le
personalità del cinema e della cultura e, naturalmente, le
celebrities nella settimana in cui Taormina si trasforma
in una sala cinematografica open air.
Una scelta significativa che
riflette lo spirito di un Festival sensibile alla valorizzazione
del cinema al femminile e che onora il talento di un’artista che ha
ribaltato i cliché di genere rivelando, sin dagli esordi con Nanni
Moretti, una visione internazionale e una vocazione a esplorare
l’universo femminile, come sottolineano i Direttori Artistici
Francesco Alò, Alessandra De Luca e Federico Pontiggia: “Sensibile,
determinata e generosa, Susanna Nicchiarelli, con quattro
lungometraggi diretti in poco più di un decennio, ha saputo
affermare la propria voce e il proprio sguardo nel panorama
cinematografico italiano e internazionale, con la complicità di
attrici come la danese Tryne Dyrholm e della britannica Romola
Garai. Da Cosmonauta a Miss Marx,
passando per Nico, 1988 con cui ha conquistato
la sezione Orizzonti della 74. Mostra di Venezia (2017), ha
raccontato non il “tema” delle donne, ma la loro complessa
identità, traducendo le premesse femminili in promesse poetiche, in
perfetto equilibrio tra passione e riflessione. Musicale, umanista
e irriducibile, la visione di Susanna Nicchiarelli saprà certamente
valorizzare e indirizzare la giuria del 67° Taormina Film
Fest.”
Un ruolo impegnativo per la regista
e sceneggiatrice, recentemente premiata con 3 David di
Donatello e il Nastro d’Argento per Miss Marx, che ha così
commentato: “Sono felice e onorata di questo incarico, sarà un
Festival per celebrare il futuro luminoso del cinema, vedremo opere
di registi nuovi, festeggeremo la bellezza di essere
spettatori.”
Novità di questa edizione sarà la
Media Partnership con la Rai, che sosterrà e
promuoverà il TFF. Una collaborazione forte e concreta che vedrà la
collaborazione di Rai Movie in qualità di TV del Festival e di
Rai Radio3, che seguirà l’evento con la trasmissione
Hollywood Party; entrambe garantiranno un’informazione
ricca e completa sulla manifestazione. Le telecamere di Rai Movie
racconteranno gli attori, i registi, i volti noti del cinema dal
red carpet al palco del Teatro Antico nella settimana in cui
Taormina diventa la capitale del cinema. E poi Rai Radio3 che,
attraverso i microfoni di Hollywood Party, seguirà i protagonisti,
i film in programma e gli eventi collaterali con interviste,
curiosità e collegamenti social, con la possibilità per gli utenti
di commentare tutti i film del programma della 67ma edizione.
Grazie all’attenzione della Rai si
accenderanno i riflettori sul cinema, su chi lo fa e chi lo
promuove, offrendo un sostegno a questo settore che, pur avendo un
ruolo portante nello sviluppo socio-culturale del Paese, più di
altri ha subito le conseguenze di questo momento storico e che
guarda con rinnovata fiducia al futuro.
Nel 1998 Carrie
Bradshaw faceva il suo debutto sullo schermo televisivo
come personaggio protagonista della serie
Sex and the City. Nasceva con lei una nuova
ondata di figure femminili particolarmente intraprendenti e
dinamiche, sempre più pronte a prendere il proprio posto in un
territorio prevalentemente maschile. Oltre 20 anni dopo, a
ricalcare le sue orme arrivano Whitney, Ella, Renee e Sondi. Un
gruppo di quattro amiche di colore protagoniste della nuova serie
Run the World, di genere commedia e
ideata da Leigh Davenport. La serie, composta da 8
episodi e disponibile sulla piattaforma Starz dal
16 maggio, sembra così aprire un nuovo percorso incentrato
sull’emancipazione.
Run the World va infatti a
raccontare la storia di Whitney (Amber Stevens
West), Ella (Andrea Bordeaux), Renee
(Bresha Webb) e Sondi (Corbin
Reid). Un gruppo di donne afroamericane migliori amiche
particolarmente affiatate ed estremamente leali tra loro. Le
quattro lavorano, vivono e si divertono ad Harlem, trovandosi però
anche a dover lottare per affermare il proprio dominio in un mondo
prevalentemente maschile o bianco. Tra segreti inconfessabili,
avventure romantiche e problemi lavorativi, le quattro protagoniste
si troveranno alle prese con situazioni che aspirano a far
comprendere meglio cosa voglia dire essere una donna di colore in
cerca di successo e rispetto.
Da Sex and the City a
Run The World
Ancora oggi in molti sottovalutano
il potere che Sex and the City ha avuto,
sul finire degli anni Novanta, nel riproporre un differente modello
femminile. Tuttavia, non necessariamente in senso positivo. Al di
là degli aspetti più validi, infatti, con Carrie Bradshaw a guidare
il suo gruppo di amiche si è costruito l’ideale di una figura
femminile a suo modo immacolata. Questa, nel suo tentativo di
distinguersi, finiva con il diventare quasi irrealistica. Il grande
difetto di Carrie e delle sue amiche era spesso quello di
considerare inferiore (fortunatamente con alcune eccezioni) tutto
ciò che le circondava.
Se il loro dominio era relativo
alla città di New York, con questa nuova serie invece questo si
estende idealmente all’intero mondo. Nel corso degli episodi lo
spettatore può ritrovare le quattro amiche protagoniste alle prese
con problemi simili a quelli incontrati vent’anni fa da Carrie. La
differenza sta qui ovviamente nel diverso contesto storico, sociale
e culturale, come anche ovviamente dal fatto che si parla di
protagoniste afroamericane. Negli ultimi anni si è assistito sempre
più ad una maggiore inclusività a riguardo. Ci sono storie oggi che
riescono a dar vita a personaggi afroamericani, asiatici o relativi
ad altre minoranze lontani dagli stereotipi.
Run the
World, tuttavia, dimostra sin dal suo pilota di non
aver imparato la lezione di Sex and the City. Questa
ripropone infatti errori simili per quanto riguarda la narrazione e
la costruzione dei personaggi. Le quattro protagoniste si affermano
infatti per una certa arroganza e un forte senso di vittimismo.
Elementi che non giovano né alla serie né al ritratto che si vuole
dare di quel contesto. Per fare un esempio, se in un negozio si
viene urtati da una persona bianca non è necessariamente perché
agli occhi di questa si è invisibili. Probabilmente l’altra persona
era solamente distratta. Basta chiedere scusa e andare avanti,
senza inscenare improbabili discussioni che mancano di rispetto a
chi realmente soffre per il razzismo vero.
Run the World: la recensione
Fortunatamente la serie non è da
condannare nella sua interezza. Si ritrovano anche momenti ed
episodi più coinvolgenti, che meglio riescono a dar vera voce a chi
spesso non ne ha. Il personaggio di Ella a tal proposito sembra
essere quello meglio concepito, capace di includere al suo interno
una gamma di emozioni e sentimenti piuttosto ampia e sincera. Al
contrario, le sue tre amiche si rendono invece spesso protagoniste
di momenti eccessivi, che spezzano l’incanto che invece si vorrebbe
plasmare. Naturalmente tali momenti, che dovrebbero essere le fonti
di divertimento, sono ben lungi dallo strappare una risata.
Al netto di ciò Run the
World risulta estremamente chiara ed esplicita nel
suo intento, mancando però di dotarsi di quegli elementi che gli
avrebbero permesso di attuarlo. Piuttosto decide di avvalersi di
personaggi stereotipati che non permettono di portare in modo
sincero sullo schermo persone e problemi reali. Da questo punto di
vista non occorre necessariamente appartenere al pubblico di
riferimento per poter comprendere ciò, poiché i problemi tematici e
ideologici risultano evidenti a prescindere. La serie non sembra
invece considerare una realtà che è molto più complessa di come
appare e che necessita, specialmente se trattata con la commedia,
di essere affrontata in modo meno fazioso.
Nelle ultime settimane Dave
Bautista è impegnato con la promozione di
Army of the Dead, il nuovo zombie movie di Zack Snyder in cui figura tra i protagonisti.
Chiaramente, durante le varie interviste concesse dall’attore sono
emersi anche dettagli in relazione tanto ai suoi progetti passati
quanto a quelli futuri.
Intervistato da The Hollywood Reporter
(via
Screen Rant), l’ex wrestler ha ricordato la faticosa produzione
di Spectre,
il ventiquattresimo capitolo della saga di James
Bond diretto da Sam Mendes, in cui l’ex wrestler ha
interpretato il ruolo di Mr. Hinx, uno degli antagonisti del film.
Bautista ha spiegato che far parte di un film di Bond è un’impresa
davvero difficile, nonché un processo lungo e parecchio lento.
Tuttavia, Bautista è entusiasta all’idea di lavorare di nuovo con
Daniel Craig, che ritroverà nel sequel di
Cena con delitto – Knives Out.
“Sì, sono entusiasta di
lavorare di nuovo con Daniel. E sono entusiasta del fatto che sarà
in un ambiente molto, molto meno stressante, perché essere in un
film di Bond è semplicemente difficile. È stressante. Sono giornate
davvero lunghe. Logisticamente, è un incubo. Ti devi trasferire da
un paese all’altro. È davvero un processo lungo e lento. Penso di
essere stato impegnato con le riprese di Spectre per quasi un anno.
Il mio ruolo non era grande, ma sono stato impegnato col film per
otto mesi. È un tipo di produzione veramente, veramente
lunga.”
Mentre la carriera da attore di
Dave
Bautista continua a crescere sempre di più, è certo
che in futuro lo stesso si ritroverà ad affrontare ruoli più
impegnativi. Di recente ha parlato di essere interessato ad
interpretare
Bane in un nuovo flm di Batman e, parallelamente, ha anche
espresso il desiderio di allontanarsi dal ruolo di Drax nel
MCU dopo
Guardiani della Galassia Vol. 3.
Artigiano visionario e due volte
Premio Oscar, il tecnico degli effetti visivi statunitense
Phil Tippett ha dato forma ad alcune delle
sequenze più sorprendenti del cinema contemporaneo, da
Star
Wars a Jurassic
Park. Il Locarno Film Festival gli
renderà omaggio con il Vision Award Ticinomoda, premio dedicato
alle personalità che, con il loro lavoro dietro le quinte, hanno
allargato gli orizzonti dell’immaginario cinematografico. La
cerimonia si svolgerà giovedì 5 agosto in Piazza Grande, seguita da
una conversazione con il pubblico, venerdì 6 agosto al Forum
@Rotonda by la Mobiliare, dalla proiezione di due titoli
indimenticabili del suo percorso con il regista Paul Verhoeven
– RoboCop (1987)
e Starship Troopers (1997) – e dalla
presentazione, in prima mondiale, di Mad God,
progetto al quale Phil Tippett ha lavorato per molti anni
sperimentando nuove tecniche e soluzioni.
La 74esima edizione del Locarno Film Festival celebrerà un
protagonista leggendario della storia degli effetti visivi, Phil
Tippett, anche regista e fondatore del Tippett Studio. Vincitore di
due Premi Oscar per gli effetti visivi di Star
Wars: Episode VI – Return of the Jedi(Richard
Marquand, 1983)e diJurassic
Park (Steven Spielberg, 1993), negli anni Ottanta
ha inventato la tecnica go-motion, per poi diventare un virtuoso
della computer grafica, proprio con i dinosauri creati per il film
di Spielberg. L’eccellenza nell’uso delle tecniche tradizionali e
il ruolo da pioniere nel campo degli effetti visivi digitali hanno
permesso a Tippett di dar vita agli universi fantastici più
rilevanti dei nostri tempi, come quello di Indiana Jones
and the Temple of Doom (Steven Spielberg, 1984),
di Starship Troopers (Paul Verhoeven 1997), o
ancora di Jurassic
World(Colin Trevorrow, 2015) e della saga
di Twilight (2008-2012).
Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival:
“C’è un prima e un dopo Phil Tippett. Da Star
Wars in avanti tutto il cinema fantastico deve tantissimo
al suo genio creativo. Con la sua fantasia e il suo altissimo
artigianato ha intrecciato la lezione di Ray Harryhausen con le
tecniche digitali più avanzate, forgiando un immaginario in grado
di affrontare le nuove sfide del racconto cinematografico. Come
dimostra anche in Mad God, film che presenteremo
in prima mondiale al Locarno Film Festival, Tippett non è solo un
creatore al servizio della visione artistica altrui, ma un autore
completo, innovativo, visionario, in grado di ripensare il cinema
in tutte le sue forme.”
Il programma
dell’omaggio
Il premio Vision Award Ticinomoda
2021 verrà consegnato la sera di giovedì 5 agosto
in Piazza Grande. Durante la 74esima edizione del Festival
verranno proposti due film emblematici del suo contributo al cinema
spettacolare:
RoboCop, Paul Verhoeven – Stati
Uniti – 1987
Starship Troopers, Paul Verhoeven –
Stati Uniti – 1997
Inoltre, nel corso della 74esima edizione sarà possibile
ammirare Mad God, presentato in prima mondiale nella
sezione Fuori Concorso: un viaggio sensoriale e spettacolare
attraverso un universo distopico pronto ad esplodere sul grande
schermo in tutta la sua forza immaginifica.
Venerdì 6 agosto alle 10.30, presso il
Forum @Rotonda by la Mobiliare, si svolgerà infine una
Conversazione con il pubblico che lo vedrà ancora protagonista.
In Loki, l’attesissima serie con Tom Hiddleston che debutterà a giugno su
Disney+, farà il suo debutto Mobius M.
Mobius (Owen
Wilson), uno dei membri di alto rango della Time
Variance Authority (TVA). Si tratta di una potente
organizzazione che ha il compito di monitorare le varie linee
temporali dell’universo Marvel. L’organizzazione non è mai
stata esplorata prima nel MCU, quindi ecco che
Screen Rant ha raccolto 10 cose da sapere sulla TVA prima
dell’arrivo dello show:
I
cloni di Mark Gruenwald
Tutti i dipendenti senior
della Time Variance Authority hanno la stessa struttura genetica e
lo stesso QI. Questo perché sono stati clonati dallo stesso
materiale genetico. Lo scopo è eliminare controversie inutili e
migliorare l’efficienza assicurandosi che tutti lavorino per un
obiettivo comune.
Si dice che i dipendenti siano dei
cloni dello scrittore di fumetti Marvel Mark Gruenwald. Lo
scrittore, che generalmente includeva se stesso come personaggio
dei fumetti, ha lavorato per la Marvel dal 1936 al 1986.
L’Authority ha già catturato due membri degli Avengers
Nel recente passato,
l’organizzazione ha imprigionato Iron Man 2020 (Arno Stark) e
She-Hulk. Arno Stark è il parente che acquista le
Stark Industries dopo la morte di
Tony Stark. La decisione di Arno di creare un dispositivo di
spostamento del tempo è ciò che attira l’attenzione
dell’Authority.
Anche Jennifer Walters,
alias She-Hulk, viene
catturata e processata dall’organizzazione nella serie a fumetti
“She-Hulk” del 2005. Il suo crimine? Quello di aver avvertito
Occhio di Falco sulla sua imminente morte. Durante il processo,
alcune persone del suo passato vengono riportate in vita per far
parte della giuria. Alla fine viene perdonata perché aiuta
l’Authority a sconfiggere il cattivo Clockwise.
La storia di Mobius M. Mobius
I due trailer della serie
hanno dato ai fan un assaggio di uno dei membri della TVA, ossia
Mobius M. Mobius. Nei fumetti, Mobius non interagisce con
Loki in nessun momento. Mobius ha iniziato come
parte della dirigenza junior della Time Variance Authority prima di
essere promosso a senior management, grazie alla sua
intelligenza.
Guida una squadra per catturare i
Fantastici Quattro per i loro crimini contro il tempo, ma alla
fine riescono a fuggire. Successivamente, si allea addirittura con
loro. Mobius è anche stato uno dei giudici durante il processo di
She-Hulk.
La zona Null-Time
La Time Variance Authority
conduce le sue operazioni in una zona nota come Null-Time. Si
tratta di un regno che si trova lontano dallo spazio e dal
tradizionale fuso orario. La posizione della base ne rende
impossibile l’attacco per la maggior parte dei nemici.
Una delle caratteristiche della
zona Null-Time è la “Hall of Discontinued Universes”. Questa
sezione ospita ciò che resta di tutte le timeline scartate. I
Fantastici Quattro sono gli unici eroi ad aver visitato tale
sezione, precisamente nel numero 353 della serie a loro
dedicata.
Le armi usate dall’Authority
Ci sono due armi
attualmente possedute dalla TVA. Una è il “Retroactive Canon”, noto
anche come “Ret Can”. L’arma è in grado di eliminare un essere
dall’esistenza, cancellandone la storia e annullando il suo
concepimento. L’arma lo fa bombardando la vittima con raggi
anti-temporali che la spingono indietro nel tempo e la cancellano
dalla realtà.
La
TVA è anche in possesso del “Null-Time Sequencer” che ha confiscato
al
Dr. Doom. L’arma rende facile spostarsi attraverso diversi
periodi di tempo.
Doom l’ha ottenuta durante uno dei suoi tour attraverso i regni
extra-dimensionali.
I Cronomonitoratori
Ogni organizzazione ha una
sua struttura: sotto i cloni di Mark Gruenwald ci sono, infatti, i
Cronomonitoratori. Si tratta di membri dello staff junior che non
hanno un volto. Niente naso, bocca o occhi.
Il loro compito è sedersi davanti
ai computer, ad ogni ora di ogni giorno, e monitorare il tempo. Non
mangiano, non dormono e non si impegnano in nessun altra attività.
I Cronomonitoratori, numericamente infiniti, si sono dimostrati
determinanti nel rilevare alcune attività insolite in altrettante
realtà alternative.
Forme di trasporto utilizzate contro l’Authority
I membri dei Fantastici Quattro si sono scontrati con la Time
Variance Authority sin dal numero 353, dove hanno indagato
illegalmente in merito ad una bolla temporale che si trovava nel
futuro. La TVA è per lo più inaccessibile ad altre persone, ma i
Fantastici Quattro riescono ad arrivarci utilizzando una locomotiva
a vapore sulla Cross-Time Central Express Railroad.
Un
nodo di trasporto che la TVA non è riuscita a fermare è la
Time-Ship di Kang il Conquistatore. La nave ospita una macchina del
tempo che può accedere a tutte le terre alternative, strappare
chiunque dalla loro terra e posizionarlo in un’altra.
Justice Peace
Come parte dei suoi sforzi
per prevenire i crimini contro il tempo, la TVA lavora
occasionalmente con mercenari e cacciatori di taglie. Questo è ciò
che accade quando scoppia la VII Guerra Mondiale su Terra-869371.
La guerra scoppia dopo che il sindaco di Brooklynopolis viene
assassinato da un diplomatico posseduto da Zaniac.
Poiché Zaniac vuole cambiare il
tempo, la TVA assume il cacciatore di taglie Justice Peace per
fermarlo. Equipaggiato con un veicolo speciale chiamato Hopsikle,
Justice Peace si allea con Thor e riesce a porre fine alla follia
di Zaniac. Peace ha continuato ad assistere la TVA nella conduzione
di molte altre missioni.
I dipendenti hanno contratti a vita
Secondo Fantastic Four
Annual #27, i dipendenti della TVA non devono preoccuparsi di
essere licenziati. Sono impiegati per tutta la vita. Dal momento
che hanno tutti cervelli simili, questo non è un problema.
Dedicano la loro intera vita
all’organizzazione e si assicurano che tutto funzioni senza intoppi
in ogni momento. C’è anche il fatto che non avrebbero nient’altro
da fare se lasciassero il lavoro. Non avrebbero neanche un posto
dove andare…
L’ascesa dei Custodi del Tempo
Cosa succede
all’organizzazione quando tutto cessa di esistere? Bene, i fumetti
“Avengers Forever” di Kurt Busiek e dell’artista Carlos Pacheco
affermano che milioni di anni nel futuro, emerge un gruppo noto
come i Custodi del Tempo. Dall’ultimo trailer, sembra che la serie
li introdurrà molto prima.
Di tratta di tre esseri che vengono
creati e che sono gli ultimi direttori dell’organizzazione.
L’obiettivo dei Custodi è quello di eliminare tutte le sequenze
temporali alternative. Tuttavia, dimenticano di eliminare una
sequenza temporale in cui sono più malvagi. In quella linea
temporale, sono conosciuti come “Time Twisters”.
James Gunn ha più e più volte messo in guardia
i fan in merito a The Suicide
Squad, specificando di non affezionarsi troppo ai vari
personaggi che appariranno nel film dal momento che tutti
potrebbero morire.
Di recente il regista e
sceneggiatore ha ribadito che la Warner Bros. gli ha dato assoluta
carta bianca in merito al cast e ai personaggi, permettendogli di
riportare chiunque volesse dal film del 2016, ma anche di uccidere
qualsiasi personaggio volesse, sottolineando quanto lo studio abbia
approvato la sua visione della storia fin dall’inizio.
Ora, via Twitter, James Gunn ha rivelato di ricevere
quotidianamente delle vere e proprie minacce di morte in merito al
fatto che in The Suicide
Squad assisteremo alla dipartita di vari personaggi.
“Questa mattina su Instagram: ‘Questa è una minaccia. Se uccidi
(nome del personaggio), mi macchierò di un crimine d’odio’. Ogni.
Singolo. Giorno.”, ha scritto il regista.
Tuttavia, Gunn ha specificato di non
dare mai troppo peso a questo genere di “contraccolpo”, preferendo
concentrarsi sui commenti positivi e sui fan che realmente non
vedono l’ora di vedere il film: “Troppi artisti si sentono
sommersi dai commenti negativi, mentre non tengono conto di quelli
positivi. Io cerco di non badare a nulla e restare concentrato su
ciò che amo.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
La regista e
sceneggiatrice Misha Green ha aggiornato
brevemente in merito ai lavori su Tomb Raider 2,
attesissimo sequel del film del
2018 con protagonista il premio Oscar Alicia
Vikander nei panni di Lara Croft, la celebre
esploratrice al centro delle avventure della serie di videogiochi
nata nel lontano 1996.
Attraverso il suo account
Twitter, infatti, Green (nota per aver ideato la
serie Lovecraft
Country – La terra dei demoni, basata sull’omonimo
romanzo di Matt Ruff e prodotta
da J.J. Abrams e Jordan
Peele), ha confermato di aver completato la prima bozza
della sceneggiatura, ma che ci vorrà ancora del tempo prima che il
sequel entri ufficialmente in produzione. Allo stato attuale, il
titolo ufficiale del nuovo film è Tomb Raider:
Obsidian, ma Green ha specificato che non è stato ancora
approvato, quindi potrebbe cambiare.
Tomb Raider 2
rappresenterà il debutto di Green alla regia di un lungometraggio.
La regista e sceneggiatrice aveva confermato il suo coinvolgimento
nel progetto sempre attraverso il suo profilo
Twitter ufficiale. Green sostituirà Ben
Wheatley, regista di High-Rise, Free
Fire e del più recente Rebecca,
che inizialmente era stato collegato al sequel e che invece sarà
impegnato con la regia di un altro seguito, quello di Shark – Il primo squalo con Jason Statham.
Di cosa parlerà il sequel di Tomb
Raider?
In merito alla trama del sequel, ad
oggi sappiamo davvero poco riguardo la direzione delle prossime
avventure di Lara Croft al cinema. Vi ricordiamo che il film
del 2018 si era chiuso con un cliffhanger, quindi aspettiamoci il
ritorno della protagonista contro l’oscura organizzazione Trinity
che si è infiltrata nella Croft Holdings, l’azienda di famiglia
lasciatole in eredità dal padre.
Madame Hydra, come è conosciuta nei
fumetti, è stata interpretata dalla vincitrice dell’Emmy Award
Julia Louis-Dreyfus, e sebbene in precedenza un
grande cameo fosse stato anticipato in quell’episodio, la sua
apparizione è stata comunque una grande (e chiaramente gradita)
sorpresa per i fan. Ora, l’head writer dello show, Malcolm
Spellman, ha rivelato che originariamente avrebbe usato un
personaggio completamente diverso nella serie, fino a quando la
Marvel non ha espresso la sua idea
e ha suggerito di usare proprio la Contessa.
“Quella è stata un’idea della
Marvel”, ha spiegato Spellman
parlado con Everyone Loves a Good
Story. “Avevamo scritto questo losco personaggio della CIA
e la Marvel ci ha detto: ‘Dovrebbe
essere Val’. Se c’è una cosa che riconoscono alla Marvel è quella di essere fan come
lo siamo noi. Credo che il personaggio abbia avuto un tale impatto
perché il pubblico l’ha visto come una sorta di easter
egg.”
Come sappiamo, il personaggio di Val
avrebbe dovuto debuttare in Black Widow come una sorta di controparte
“oscura” di Nick Fury, ma ora sembra chiaro che la Marvel stava aspettando un’altra
opportunità per introdurre ufficialmente il personaggio. Non
sappiamo ancora quali siano i veri piani del personaggio, ma la
teoria più accreditata è quella secondo cui Val stia progettando di
riunire un gruppo di individui superpotenti per uno scopo nefasto,
con il John Walker di Wyatt Russell divenuto la
sua prima recluta.
Watchmen di Zack Snyder è stato un adattamento per lo più
fedele alla graphic novel originale di Alan Moore
e Dave Gibbons, non fosse che nel film non abbiamo
visto il calamaro gigante.
Il fumetto originale termina con la
rivelazione che Ozymandias aveva costruito un polpo gigante e lo
aveva lasciato cadere su Manhattan, sperando così di estinguere le
tensioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, facendo credere
che il mondo fosse stato attaccato dagli alieni. La versione di
Snyder contiene la stessa tipologia di attacco, ma nel film
Ozymandias fa sembrare che sia il Dr. Manhattan il responsabile
dell’accaduto.
Considerando il contesto del film,
il finale optato da Snyder ha comunque funzionato. Tuttavia, la
recente serie Watchmen targata HBO e creata da
Damon Lindelof, ha dimostrato che il calamaro può
comunque funzionare sullo schermo. Durante un’intervista con
Uproxx in occasione della promozione di
Army of the Dead, Snyder ha confermato di non aver ancora
avuto la possibilità di guardare la serie e ha spiegato perché ha
deciso di non includere il calamaro nel suo film.
“Amo Watchmen. Non ho rimpianti.
Amo quel film al 100%. È esattamente quello che volevo
fare”, ha spiegato il regista. “In un certo senso, penso
che ci sia una bella lezione universitaria che qualcuno potrebbe
tenere circa le differenze fra il Dr. Manhattan e il polpo. Sul
perché abbiamo scelto il Dr. Manhattan e come funziona
tematicamente in reazione al climax dell’opera.”
Nonostante ciò, Snyder ha ammesso
che ora prenderebbe in considerazione l’aggiunta del calamaro se
dovesse girare il film oggi: “Ma voglio aggiungere che,
basandomi sul film che ho appena fatto, ossia Justice League, potrei prendere in
considerazione il calamaro. Di sicuro, in quel caso, avrei dovuto
fare un film più lungo. Sì, se avessi deciso di includere il polpo,
il film sarebbe stato più lungo. Ma c’era già Dr. Manhattan, quindi
non c’era la necessità di inserirlo.”
Disney+ ha diffuso la prima
clip dalla season premeire di LOKI,
l’attesa nuova serie originale Marvel Studios in esclusiva su
Disney+ che vede protagonista
Tom Hiddleston, nei panni del Dio degli Inganni
LOKI
segue le vicende del dio dell’Inganno quando esce dall’ombra di suo
fratello, in una nuova serie che si svolge dopo gli eventi
di Avengers: Endgame. Tom Hiddleston
torna nei panni del protagonista, insieme a Owen Wilson,
Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi Mosaku e
Richard E. Grant. Kate Herron è
la regista, mentre Michael Waldron è il capo
sceneggiatore.
La trama di LOKI
si svolge dopo gli eventi di
Avengers: Endgame e seguirà le vicende del Loki che è
fuggito nel 2012 grazie al Tesseract. Come rivelato dall’attore
stesso, il Loki della linea temporale principale è stato ucciso da
Thanos in Avengers: Infinity
War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano
nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno
fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers.
Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista,
insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi
Mosaku e Richard E. Grant. Kate Herron è la regista, mentre Michael
Waldron è il capo sceneggiatore.
Uncharted
è uno dei titoli più attesi della prossima stagione
cinematografica, ma purtroppo i fan dovranno attendere ancora prima
di vedere l’adattamento dell’omonimo videogioco sviluppato da
Naughty Dog, che a causa della pandemia di Covid-19 è stato
posticipato ufficialmente all’inizio del 2022.
Le riprese del film sono terminate
ormai da tempo e gli appassionati del franchise videoludico non
vedono l’ora di vedere Tom
Holland in azione nei panni di Nathan Drake,
soprattutto perché il giovane attore è considerevolmente più
giovane rispetto al protagonista del videogioco (nel primo capitolo
della serie Drake ha 31 anni, mentre nella vita reale Holland ne ha
appena 25).
Ospite del podcast
Good Game Nice Try (via
ComicBook), Nolan North, voce originale del
personaggio di Nathan Drake nei videogiochi originali, ha parlato
proprio di Holland, elogiando il suo entusiasmo per il progetto e
commentando gli stunt che hanno visto protagonista l’attore durante
le riprese. “Tom è un ragazzo super gentile. È un grande fan di
Uncharted ed è entusiasta del film. Poi è davvero
atletico, ed è anche un ballerino straordinario. In realtà ha fatto
molto durante le riprese, con le imbracature di sicurezza
ovviamente… ha fatto molti stunt. La sua intelligenza fisica è
fuori dal comune, così come il modo in cui si muove.”
Tutto quello che sappiamo su
Uncharted
In Uncharted, Tom
Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark
Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non
tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare
l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli
anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come
una origin story.
La sceneggiatura del film, che
arriverà al cinema l’11 febbraio 2022, è stata firmata da
Art Marcum, Matt Holloway e Rafe
Judkins, e racconterà le avventure del protagonista Nathan
Drake nei suoi anni giovanili mentre diventa il cacciatore di
tesori che tutti conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted
sarà la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
Nel finale di stagione di The Falcon and the Winter Soldier, Sam Wilson
ha deciso di mettere da parte tutte le sue incertezze e abbracciare
finalmente il suo destino assumendo il ruolo di Captain America.
Nel finale, l’eroe ha affrontato una serie di nemici anche molto
potenti senza l’aiuto del Siero del supersoldato.
Le ali fabbricata dai wakandiani
che Bucky gli ha dato sembrano certamente più potenti della sua
precedente tuta da volo. Tuttavia, andando avanti, il nuovo Cap
dovrà fare del suo meglio per essere all’altezza dell’eredità di
Steve Rogers, consapevole di non avere il vantaggio delle abilità
potenziate. Durante una recente intervista, all’head writer della
serie Disney+, Malcolm
Spellman, è stato chiesto come vede l’evoluzione dell’arco
narrativo di Sam nel MCU.
“Credo che questo sarà il suo
nuovo conflitto andando avanti. È appropriato”, ha detto
Spellman a
Everyone Loves a Good Story. “Nel genere d’azione, ciò che
ha reso Die Hard un classico non è stato chi ha battuto Bruce
Willis, è stato quello che il suo personaggio ha dovuto passare per
batterli. Sta camminando a piedi nudi sul vetro, se capisci cosa
intendo… Le persone potranno identificarsi con lui, pensare:
‘Questo motherfu*ker deve affrontare i cattivi, ma è proprio come
me’. Esiste un eroe migliore di questo per cui fare il
tifo?”
Se Malcolm
Spellman si prenderà carico di portare avanti le avventure
di Sam nel MCU, potrebbe averci fornito alcune
informazioni su ciò che ha in serbo per la nuova Sentinella della
Libertà nell’annunciato Captain America 4, anche se non i
Marvel Studios non hanno ancora confermato
ufficialmente il suo coinvolgimento. Ad oggi sappiamo che Spellman
scriverà il nuovo film dedicato a Cap insieme a Dalan
Musson, tra gli sceneggiatori di
The Falcon and the Winter Soldier.
Grazie a WarnerMedia (la società
madre di Warner Bros. e HBO Max),
Zack Snyderè stato in grado di
completare la sua versione di Justice
League. Sappiamo che non è stata un’impresa
particolarmente facile: negli ultimi mesi, infatti, si è parlato
spesso del fatto che il regista si sia scontrato con lo studio non
solo per il titolo del film, ma anche per la presenza al suo
interno del personaggio di Lanterna Verde, che alla fine è stato
sostituito con quello di Martian Manhunter.
Parlando con
Uproxx in occasione della promozione di
Army of the Dead, Snyder ha avuto modo di approfondire il
processo che ha portato alla realizzazione della
Snyder Cut sotto l’egida della Warner Bros.,
ammettendo che in realtà non è stata un’esperienza piacevole.
“Non voglio mettermi nei guai, ma sono stati loro quelli
aggressivi, non io”, ha spiegato il regista. “Io non ho
fatto nulla. Ogni giorno succedeva qualcosa e reagivano in maniera
passivo-aggressiva. È strano. Anche se alla fine mi sono divertito
molto a girare Justice League. Sono davvero super contento di
averlo finito.”
“È stato bello realizzare la
Snyder Cut di Justice League… è stato divertente e tutto il resto.
Ma la Warner Bros. mi ha comunque torturato per tutto il tempo e
per qualsiasi motivo, non riuscivano a evitarlo. Per loro era una
fo****a spina nel fianco, ma onestamente non credo di essere quel
tipo di persona”, ha aggiunto Snyder.
È davvero strano che la Warner Bros.
abbia cercato di render le cose così complicate a
Zack Snyder dopo avergli concesso di completare
la sua versione del film. Tuttavia, è probabile che ci fosse ancora
molto risentimento tra i dirigenti per il fatto che i piani alti
avevano deciso di consentire al regista di portare a termine un
film in cui probabilmente non credevano. Ancora una volta, sembra
sempre più improbabile che la campagna
#RestoreTheSnyderVerse produca dei risultati
effettivi. Se Snyder dovesse un giorno tornare a lavorare con la
Warner Bros., questa è una cosa che solo il tempo ci potrà
dire…
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Disponibile dal 28
maggio su Prime
Video, Panic è la nuova serie in
dieci episodi di un’ora prodotta dallo streamer. Basata
sull’omonimo romanzo, Panic si pone in una terra di mezzo tra
avventura adrenalina e racconto di formazione, sullo stile di
Stand By Me, ovvero l’ultima estate nel paesino
d’origine, dopo il diploma e prima del college, per un gruppo di
adolescenti che sognano un futuro migliore.
La serie è stata ideata
e scritta da Lauren Oliver, che compare anche tra
gli executive producer con Joe Roth, Jeff
Kirschenbaum e Adam Schroeder.
Lynley Bird e Alyssa Altman sono
co-executive producers, mentre la produzione è Amazon Studios. I
protagonisti sono Olivia Welch, che interpreta la
combattiva Heather Nill, Mike Faist è invece il
misterioso Dodge Mason, Jessica Sula è Natalie
Williams, migliore amica di Heather, ma con dei segreti
inconfessabili, Camron Jones interpreta invece
Bishop Mason, che con Natalie e Heather forma un terzetto
inseparabile, ma la cui amicizia sarà messa a dura prova. Chiudono
il cast principale Ray Nicholson, che interpreta
Ray Hall, ed è un brillante figlio d’arte (il cognome, Nicholson,
dovrebbe accendere qualche spia) e Enrique
Murciano, lo sceriffo Cortez, che vigila sulla città, con
lui, menzioniamo anche Moira Kelly, che interpreta
sua moglie nella serie, ma che ricordiamo principalmente per il
ruolo di Donna Hayward nel cult Fuoco Cammina con
me.
La trama di Panic
La storia di
Panic si svolge in una cittadina del Texas in cui
ogni estate i neodiplomati si cimentano in una serie di sfide a
eliminazione. Si tratta di un gioco che mette alla prova i loro
nervi e le loro paure, un gioco che qualche volta costa la vita a
chi vi partecipa, ma questo non conta, perché il vincitore riceve
un premio in denaro, e questa è una motivazione sufficiente per i
ragazzi che sperano in una vita migliore al di fuori del loro
paesino abbandonato. È una motivazione sufficiente per Haether e
Natalie, amiche per la pelle, che si trovano a giocare, l’una
contro l’altra, a questo gioco senza esclusione di colpi. Ma
quest’anno qualcosa è cambiato: nuovi concorrenti misteriosi,
un’ombra dal passato, giudici che cambiano le regole in corsa, la
polizia che ce la mette tutta per intralciare questi pericolosi
giochi da ragazzi.
La posta in gioco non è
mai stata così alta e tutto, in Panic, è diventato
ancora più pericoloso. I contendenti dovranno affrontare le loro
paure più profonde e oscure e saranno costretti a decidere quanto
sono disposti a rischiare per vincere e sopravvivere. Le premesse
sono avvincenti e sicuramente il cast, inclusivo e multietnico, dà
una marcia in più a questa storia emozionante e avvincente.
Drammaturgicamente però, Panic non presenta niente di nuovo se non
una serie di situazioni derivative messe insieme con intelligenza.
E infatti è proprio il cast a fare la differenza, il carisma dei
giovani interpreti e soprattutto le dinamiche da soap che
coinvolgono lo spettatore molto più che le prove all’ultimo sangue
del gioco protagonista della serie.
Alla fine, quel gioco,
quelle prove, sono solo una scusa, un McGuffin per introdurci in
una piccola comunità di provincia dove povertà e segreti rischiano
di soffocare il futuro di giovani promettenti che aspirano a una
vita nuova, migliore. Siamo proprio dalle parti di Stand By
Me, l’ultima estate prima del grande passo, dell’età
adulta. Panic è un’avventura che intrattiene con
efficacia grazie al mix di elementi che mette inciampo, tra primi
amori ed esperienze sessuali, segreti inconfessabili, desideri
aspirazionali, voglia di cambiare la propria sorte, vita di
provincia e autodeterminazione di adolescenti promettenti. Dal 28
maggio disponibile su Amazon Prime
Video.
Anne Hathaway rimarrà per sempre la giovane
principessa di Genovia, per chi l’ha amata dalle sue prime
apparizioni cinematografiche, tuttavia il ruolo della Grande Strega
Suprema in Le Streghe di Robert Zemeckis è
sicuramente una parte che cambia il suo percepito, almeno da parte
dei fan più piccoli. Il film, come sappiamo, ha esordito in
digitale lo scorso autunno ed è disponibile su NOW
e on demand su Sky, ed è il secondo adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Roald Dahl (il primo si
intitolava Chi ha paura delle streghe? Ed è datato 1990), vero e
proprio campione della letteratura per l’infanzia.
Come ogni adattamento da romanzi
famosi con più di una versione, il film del 2020 è leggermente
diverso dal testo di partenza, e di seguito vi proponiamo le
principali differenze tra il lavoro di Dahl e quello di Zemeckis,
così da poter apprezzare meglio il lavoro di adattamento fatto nel
film disponibile su NOW
e on demand su Sky.
Il film Le
Streghe è disponibile su NOW e anche
on demand su Sky. Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
L’ambientazione
Il film di Zemeckis è
ambientato in Alabama, mentre il romanzo è ambientato in Gran
Bretagna. Il bambino protagonista, che viene trasformato in
topolino, è un afroamericano, come la sua nonna, che invece nel
romanzo è di origine norvegese, elemento molto importante nel
tratteggiare il personaggio. Anche l’ambientazione temporale è
differente, dal momento che se il romanzo lascia in sospeso la
localizzazione temporale, il film colloca la storia esattamente
negli anni ’60, così da aggiungere alla trama fantasy anche una
sottotrama legata a questioni razziali. In questo modo il regista
ha tentato di dare più spessore alla sua storia.
Il legame tra nonna e nipote
Nel film abbiamo visto
che la nonna, interpretata dal premio Oscar
Octavia Spencer, deve faticare per farsi accettare dal
nipote. La ragione è chiara: il bambino soffre moltissimo per la
morte dei genitori, e non vuole andare a vivere con questa signora
che conosce ma con la quale non ha un rapporto stretto, come lo
aveva con la sua mamma. Nel romanzo il legame tra nonna e nipote è
molto più stretto. Il bambino è molto affezionato alla nonna già da
prima che i genitori muoiano, tanto’è che dice che potrebbe voler
più bene alla nonna che alla mamma. Inoltre, quando i genitori
muoiono, il bambino è triste, certo, ma non depresso come nel film,
dal momento che nella tristezza della perdita dei genitori, è
comunque molto felice di andare a vivere con l’adorata nonna.
Nel film la nonna non fuma ne Le Streghe
Il personaggio della
nonna cambia leggermente tra film del 2020 e libro. Infatti, sia
nel romanzo che nell’adattamento del 1990, la donna fuma dei grossi
sigari, che la rendono più caratteristica e che nella storia la
fanno ammalare. Questo implica che la donna è costretta a letto per
curarsi dalla sua brutta polmonite, causata proprio dai sigari. Nel
film del 2020 è chiaro che la sensibilità relativa al fumo è molto
diversa, per cui la nonnina non fuma più. Questo però ha messo
Zemeckis in condizione di sfruttare in modo narrativo
l’eliminazione del fumo, senza cambiare la sostanza della storia.
Nel film del 2020 la nonna si ammala di una brutta tosse, risultato
di una fattura impostale da una strega.
Il personaggio di Gigia
Nel film, il nostro giovane
protagonista ha un topolino bianco di nome Gigia. È il suo
animaletto da compagnia, ma quando lui viene trasformato in topo
dalla Strega Suprema, scopre che Gigia altri non è che una bambina
tramutata in topino mesi prima dei fatti che vediamo nel film. Nel
romanzo, il protagonista ha due topolini bianchi, che sono topi
veri, non umani tramutati, mentre scopriamo che Bruno, il ragazzo
paffutello che lui incontra nell’albergo, è il primo bambino ad
essere tramutato in topino, visto che prima di lui le streghe
preferivano trasformare i bimbi in altri animali. Ci sembra
probabile che la scelta di inserire una topolina/bambina sia, anche
questa, figlia dei tempi, così da avere anche nella schiera dei
buoni un’eroina che cerca di sconfiggere le temibili streghe.
Tutti i bimbi sono odiati dalle streghe
Questo punto potrebbe
essere collegato alla scelta di Zemeckis di far cambiare periodo
storico e luogo alla storia, nonché alla scelta di un’etnia diversa
per i protagonisti. Spieghiamoci meglio: nel libro di Dahl, le
streghe odiano tutti i bambini, senza differenza di ceto, etnia,
provenienza. Nel film invece il personaggio di
Octavia Spencer dice che le streghe preferiscono
rapire i bambini poveri, perché se spariscono nessuno fa domande.
Tuttavia, sappiamo che nel film il piccolo Bruno viene trasformato
in topolino, e questo contraddice ciò che ha detto la nonna, perché
Bruno è benestante. La dichiarazione della nonna può essere quindi
intesa come un modo particolarmente efficace per mettere in guardia
il nipotino, ma implica anche una condizione di povertà della
popolazione di colore negli anni ’60 negli Stati Uniti del Sud
(situazione che, invero, non è molto cambiata oggi).
La sorte di Bruno
Il finale riservato al personaggio
di Bruno in entrambi i casi triste, per certi versi. Nel film Bruno
rimane con la nonnina, con il protagonista e con Gigia. Nel libro
invece Bruno si ricongiunge alla famiglia nella sua forma da
topolino. Nel libro è la nonna a convincere i genitori a
riprendersi il figlio/topo, sebbene sappiamo che Bruno teme che i
genitori non lo accetteranno mai in quella forma. Questo getta un
velo di incertezza sulla sorte di Bruno che potrebbe venire
annegato dai genitori stessi. Naturalmente Zemeckis ha preferito
evitare questo finale tragico, visto che desiderava fare un film
per famiglie.
Il finale diverso
Zemeckis ha deciso di
regalare ai suoi protagonisti un finale più glorioso rispetto a
quanto fatto da Dahl. Lo scrittore chiude la sua storia con la
scaltra nonnina che, fingendosi il Ministro degli Esteri norvegese,
chiama in albergo e si fa rivelare l’ubicazione della Strega
Suprema. Questo permetterà alla donna di infiltrarsi nel suo
quartier generale e di rubare gli indirizzi di tutte le streghe del
mondo. Così potrà andare a ucciderle, una per una. Il film aggiunge
un po’ di brio alla storia, dal momento che si conclude con la
nonna che recluta una vera e propria squadra di bambini addestrati
a uccidere le streghe. Sarà compito loro ripulire il mondo da
queste malvagie creature!
Il gatto e il topo de Le Streghe
Le streghe di Zemeckis ha
leggermente modificato la sorte della Grande Strega Suprema. Nel
romanzo di Dahl, tutte le streghe mangiano la zuppa di piselli in
cui è stata versata la pozione che trasforma in topi. Anche la
Strega Suprema diventa un topo e muore schiacciata nel trambusto
che segue la trasformazione collettiva. Nel film, Zemeckis ha
scelto di inserire un personaggio in più, per dare maggiore colore
alla fine della cattiva. La Strega Suprema ha un gatto nero che lei
maltratta per tutta la durata del film. Nella scena della resa dei
conti, quando nonna, nipote, Gigia e Bruno la affrontano e la
trasformano in topolino, il gatto ha la sua vendetta, ingoiandola
in sol boccone.
Le deformità delle streghe
Nel romanzo, tutte le
streghe hanno grandi bocche con denti aguzzi come quelli degli
squali, artigli al posto delle dita e piedi a punta quadrata, senza
dita. Inoltre sono calve e portano pesanti parrucche molto
fastidiose. A questo va aggiunto che indossano sempre una maschera
sul viso, a completare il loro travestimento che permette loro di
mimetizzarsi. Nel film sono rappresentate più o meno in maniera
simile, ma non portano la maschera, anche se Zemeckis ha scelto di
fare un piccolo cambiamento alla loro terrificante fisionomia che
ha portato qualche problema al film… le streghe del 2020 hanno solo
tre dita!
La polemica
Membri di spicco
della comunità dei disabili, compresi gli attivisti, i Paralimpici
e l’organizzazione dei Giochi Paralimpici, hanno condannato la
rappresentazione delle protagoniste nel film Le Streghe,
recentemente distribuito dalla Warner Bros direttamente on demand
(anche negli USA arriva su HBO Max).
Nel film, il personaggio di
Anne Hathaway è mostrato con mani con
sole tre dita, una condizione che in natura esiste e si chiama
ectrodattilia, altrimenti nota come “mano divisa”, che è
caratterizzata dall’assenza di una o più dita centrali sulla mano o
sul piede. La nuotatrice paralimpica britannica Amy Marren è stata
una delle prime a chiamare in causa lo studio chiedendo di
rispondere di quella scelta. L’attivista Shannon Crossland ha
dichiarato su Instagram che le immagini del film “non erano in
alcun modo un riflesso del romanzo originale scritto da Roald
Dahl”. Nel romanzo di Dahl del 1983, si dice che le streghe
abbiano “piedi quadrati senza dita” e “artigli invece di unghie”,
anche se nella prima edizione di copertina viene mostrato che hanno
cinque dita sulle mani.
“È questo il tipo di messaggio
che vogliamo che la prossima generazione riceva? Che avere tre dita
è un attributo di una strega? È un ritratto estremamente dannoso.
La disabilità NON dovrebbe essere associata a male, anormalità,
disgusto, paura o mostri “, ha aggiunto Crossland. In risposta
a quei messaggi e a numerosi altri provenienti da membri della
comunità dei disabili, un portavoce della Warner Bros ha detto a
Deadline che era stato “profondamente rattristato
nell’apprendere che la nostra rappresentazione dei personaggi di
fantasia in Le Streghe abbia turbato le persone con
disabilità”.
“Nell’adattare la storia
originale, abbiamo collaborato con designer e artisti per trovare
una nuova interpretazione degli artigli a forma di gatto descritti
nel libro”, hanno aggiunto. “Non è mai stata intenzione
degli spettatori sentire che le creature fantastiche e non umane
avrebbero dovuto rappresentarli”. Per verificare e confrontare
le differenze tra libro e film, basta tenere il primo sul comodino
e vedere il secondo su NOW
e su Sky on demand.