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La Cordigliera dei Sogni di Patricio Guzmán dal 10 giugno al cinema

I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, in collaborazione con Fil Rouge Media, annunciano l’uscita nelle sale cinematografiche de La Cordigliera dei Sogni del maestro cileno Patricio Guzmán. Dopo gli acclamati Nostalgia della luce e La memoria dell’acqua arriva sul grande schermo giovedì 10 giugno l’opera che chiude la trilogia dedicata al Cile, terra natia del regista che, con il suo sguardo, ne ha svelato l’anima più profonda e nascosta.

La Cordigliera dei sogni è stato presentato al Festival di Cannes con grande riscontro di pubblico e critica. Assolute protagoniste le alte cime della Cordigliera, cariche di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. Per il regista cileno, che ha lasciato la sua terra dopo il colpo di Stato del ’73 e non è mai tornato a viverci, La Cordigliera dei sogni è un viaggio nel suo passato, un ritorno nostalgico e a tratti onirico nel cuore della sua terra.  La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet: le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino e non smettano di sperare nel futuro.

Il film – dichiara Guzmán – continua ad occuparsi del conflitto tra uomo, cosmo e natura. Ma queste montagne immense, che sono il cuore del progetto, sono diventate per me metafora dell’immutabile, di ciò che abbiamo lasciato e di ciò che continua a vivere con noi quando pensiamo che sia tutto perduto. Immergermi nella Cordigliera mi consente di nuotare nei miei ricordi. Quando scruto le ripide vette o mi tuffo nelle profonde valli, inizio un viaggio introspettivo che rivela parzialmente i segreti della mia anima cilena.

La Cordigliera dei sogni di Patricio Guzmán sarà nelle sale italiane da giovedì 10 giugno con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Spider-Man: 10 buchi di trama nella trilogia di Sam Raimi

Spider-Man: 10 buchi di trama nella trilogia di Sam Raimi

La trilogia di Spider-Man di Sam Raimi è una delle più amate da parte dei fan (nonostante il terzo capitolo non ricevette la medesima accoglienza dei primi due, tant’è che la Sony decise di cancellare il già programmato quarto film). Tuttavia, esistono alcuni buchi di trama che forse non avete mai notato. Screen Rant ne ha raccolti 10.

Bernard non dice a Harry la verità

Dopo gli eventi del primo Spider-Man, Harry incolpa Spidey per la morte di suo padre e giura vendetta. Ciò rappresenta il culmine di Spider-Man 3, quando Harry segue le orme di suo padre e diventa New Goblin. Dopo un brutale confronto con il suo ex amico, Peter chiede l’aiuto di Harry per salvare la loro comune amica Mary Jane, ma Harry si rifiuta.

Il maggiordomo di Harry, Bernard, decide quindi di far sapere a Harry la verità su ciò che è successo a suo padre. Non ha molto senso il motivo per cui il maggiordomo non lo abbia detto al giovane prima, poiché ha espresso chiaramente la sua delusione nel vedere l’ossessione di Harry consumarlo. Questa scena è stata modificata nel taglio del produttore, ma i fan hanno dovuto affrontare il buco di trama per 10 anni, fino a quando il taglio alternativo non è stato rilasciato.

Lo zio Ben non porta Peter a scuola

Quando vediamo per la prima volta Peter in Spider-Man, il giovane sta inseguendo uno scuolabus. Apparentemente, l’autista lo ha fatto apposta ed è un evento normale, poiché ciò accade ancora una volta più avanti nel film. Lo zio Ben rivela di aver perso il lavoro qualche tempo prima. Ciò fa sorgere una domanda: perché non porta Peter a scuola, risparmiandogli l’imbarazzo di perdere l’autobus?

Vediamo che Ben non ha problemi a portare Peter in biblioteca, quindi è chiaro non gli dispiace offrire a Peter dei passaggi. Forse Ben non conosce nel dettaglio i guai di Peter, ma sembra comunque essere in grado di capirlo, quindi potrebbe essere stato in grado di dedurre che, ogni mattina, c’era qualcosa che non andava…

Peter non si è difeso da solo

Peter è in grado di eliminare un wrestler apparentemente imbattibile nel primo film. Quando va a ritirare i soldi della sua ricompensa, il promotore gli offre solo una piccola frazione della somma che avrebbe dovuto ricevere in origine. Peter non avrebbe mai ferito l’uomo, ma non aveva ancora i suoi principi e avrebbe potuto facilmente minacciarlo.

Tuttavia, Peter si allontana con riluttanza e accetta quel cattivo trattamento. Ma il promotore dice a Peter che avrebbe potuto eliminare il rapinatore facilmente, quindi è consapevole di ciò di cui è capace. Sollevando semplicemente l’uomo dalla sua sedia, è probabile che avremmo avuto l’idea di ciò che Peter poteva fare, senza contare che avrebbe avuto comunque i suoi soldi. 

La polizia non rivela l’assassino di Ben

Una delle più grandi rivelazioni di Spider-Man 3 è il fatto che Flint Marko è il vero assassino di zio Ben. Il capitano Stacey non lo rivelò né a Peter né a zia May fino a quando non scappò di prigione, con Peter che nel frattempo aveva vissuto la sua vita pensando di aver catturato l’assassino di suo zio, per poi scoprire in seguito che in realtà era solo un complice.

È strano che il dipartimento di polizia abbia mantenuto questo segreto, poiché trovare il colpevole dell’omicidio di una persona cara, per i membri di un’intera famiglia, sembra essere una delle cose più importanti. Invece, aspettano che l’assassino venga nuovamente liberato prima di farli accedere a quello che apparentemente sembra essere un segreto.

Mary Jane non avverte Peter

Quando Harry recupera la sua memoria e il suo odio per l’Uomo Ragno in Spider-Man 3, usa l’amore di Peter per Mary Jane contro di lui. Dice a Mary Jane di fingere di rompere con Peter, con Harry che rivela al suo amico di essere il ragazzo per cui May Jane lo sta lasciando.

Mary Jane avrebbe potuto facilmente dire a Peter che Harry aveva recuperato la memoria, dando a Peter il sopravvento e l’opportunità di fermare il piano di Harry prima che iniziasse. Invece, Mary Jane segue il piano, lasciando Peter con il cuore spezzato, apparentemente senza motivo. 

Eddie è riuscito a farla franca con foto truccate

Spider-Man 3 ha visto il debutto sul grande schermo di Eddie Brock, ossia Venom. Eddie è un fotografo del Daily Bugle, che riesce a ottenere un lavoro nello staff grazie ad alcune foto diffamatorie di Spider-Man. Peter è in grado di rendersi conto subito che le foto di Eddie sono solo versioni modificate delle sue, e così lo affronta.

È strano come queste immagini siano state modificate e pubblicate prima che qualcuno si accorgesse che erano false. Sicuramente qualcuno al Bugle avrebbe potuto notare che le immagini erano state modificate prima che lo scoprisse Peter. Le foto di Spider-Man sono state un’enorme fonte di guadagno per il giornale, quindi qualcuno avrebbe dovuto ispezionare le foto con molta attenzione.

Peter si è smascherato da solo

Dopo l’emozionante battaglia in treno in Spider-Man 2, Spidey si ritrova legato a casa di Harry Osborn. Harry smaschera l’eroe e scopre la verità. Poco dopo essere stato smascherato, Peter si libera da ciò che lo tiene incatenato con facilità. Ciò solleva un dubbio: perché Peter non l’ha fatto prima che Harry gli si avvicinasse?

È stato ferito durante la battaglia, ma la scena ha mostrato che comunque aveva abbastanza forza per liberarsi. Ciò avrebbe risparmiato dolore al suo amico e impedito la nascita di un nuovo nemico.

Il piano di Doc Ock

Prima dell’incidente che lo ha portato a diventare il malvagio Doctor Octopus, Otto Octavious voleva creare una nuova fonte d’energia basata sulla fusione. Dopo l’incidente, vuole ancora crearla, anche se non c’è motivo. Doc Ock ha ucciso una stanza piena di dottori e ha dimostrato di essere una minaccia, quindi anche se avesse avuto successo non avrebbe ottenuto alcuna ricompensa a causa dei suoi scopi malvagi.

Se Spidey non lo avesse fermato e avesse avuto successo, la macchina avrebbe raso al suolo gran parte della città, rendendolo ancora più pericoloso e temuto. È strano che avrebbe affrontato quest’enorme sforzo senza un apparente fine dei giochi. 

Peter perde i suoi poteri

Uno dei punti principali della trama di Spider-Man 2 è che Peter deve affrontare la perdita dei suoi poteri. Si dice che ciò sia dovuto allo stress e al suo cuore spezzato, ma la cosa non ha molto senso. Peter ha ancora la capacità di fare ciò che è giusto, quindi è curioso che non combatta per i suoi poteri sapendo che il Dottor Octopus è ancora in libertà.

Peter dice a Mary Jane che non l’ama perché è preoccupato per la sua sicurezza, ma anche dopo aver perso i suoi poteri vuole tenerla al sicuro, quindi è inutile per lui perdere i poteri. Peter riacquista i suoi poteri con la stessa rapidità con cui li ha persi, con una spiegazione davvero minima.

Gli studenti non si sono resi conto di chi era Spider-Man

Quando Peter inizia a sentire gli effetti del morso di ragno, mette in scena un vero show nella sua scuola. Lancia accidentalmente un vassoio al bullo di turno, Flash Thompson, durante la prima vera esposizione della sua ragnatela, di fronte all’intera scuola. Tutti nella caffetteria vedono il vassoio collegato a Peter con una ragnatela, mentre il ragazzo esce dalla stessa.

In seguito, Flash affronta Peter in una lotta che l’apparentemente debole Parker è in grado di vincere con estrema facilità. La grande folla di studenti non si interroga mai su come sia in grado di farlo. Quando Spider-Man si fa vivo, poco dopo che Peter si è laureato, si potrebbe pensare che almeno uno studente realizzerebbe che Peter e Spider-Man sono la stessa persona… ma a quanto pare, non è così.

Ghosts: trailer della nuova serie

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Ghosts: trailer della nuova serie

Il network americano CBS ha diffuso il trailer di Ghosts , la nuova serie tv con protagonisti con Rose McIver e Utkarsh Ambudkar.

Ghosts, la serie tv

Ghosts è la nuova serie tv americana creata da Joe Port e Joe Wiseman e basata sul format UK della BBC.

La serie è una commedia a telecamera singola sull’allegra giornalista freelance Samantha (Rose McIver) e lo chef emergente Jay (Utkarsh Ambudkar), che gettano al vento cautela e denaro quando decidono di convertire un’enorme tenuta di campagna fatiscente che hanno ereditato in un bed & breakfast, solo per scoprire che è abitato dai molti spiriti dei residenti deceduti che ora lo chiamano casa.

Le anime dei defunti sono un gruppo affiatato ed eclettico che include un impertinente cantante lounge dell’era del proibizionismo, un pomposo miliziano del 1700, un hippie degli anni ’60 appassionato di allucinogeni, un leader delle truppe scout degli anni ’80 eccessivamente ottimista, un esploratore vichingo ossessionato dal merluzzo 1009, un brillante fratello finanziario degli anni ’90, un nativo sarcastico e spiritoso del 1500, e una donna di società e moglie di un barone rapinatore del 1800 che è l’antenato di Samantha, solo per citarne alcuni. Ad aumentare l’ansia degli spiriti per i cambiamenti in arrivo nella loro casa c’è la consapevolezza che Samantha è la prima persona dal vivo che può vederli e ascoltarli.

Nemesis: Mark Millar aggiorna sul film e rivela che la sceneggiatura è pronta

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Lo scorso settembre abbiamo appreso la notizia che Herny Joost e Ariel Schulman, registi di Project Powersono stati scelti per dirigere Nemesis, il film basato sulla controversa serie a fumetti di Mark Millar e Steve McNiven, in cantiere ormai da diversi anni.

All’epoca avevamo anche appreso che sarebbe stata Emerald Fennell (regista di Una donna promettente, film vincitore dell’Oscar 2021 alla migliore sceneggiatura originale) a scrivere l’adattamento per il grande schermo. Ora, è stato proprio Millar, durante un’intervista con Forbidden Planet TV, ad aggiornare in merito al progetto.

“Emerald Fennell, che ha da poco vinto un Oscar alla migliore sceneggiatura grazie a Una donna promettente, ha appena consegnato l’ultima bozza della sceneggiatura di Nemesis”, ha spiegato Mark Millar. “È estremamente interessante, soprattutto dopo lo sviluppo iniziale del film che era stato affidato al compianto Tony Scott e che aveva stabilito alcune idee visive davvero sorprendenti.”

Emerald Fennell è stata anche scelta per scrivere Zatanna per la Warner Bros., quindi Nemesis non rappresenta la sua prima incursione nel mondo dei fumetti. Tuttavia, pare che l’adattamento avrà poco in comune con il materiale originale, poiché dovrebbe raccontare la storia di un ingegnere dalla mente brillante che assiste ad un brutale omicidio da parte del Presidente degli Stati Uniti; l’uomo unirà le forze con un vigilante per abbattere il Presidente e il suo governo corrotto.

La storia del Nemesis originale di Mark Millar, invece, ricorda molto quella di Batman e ruota intorno a Matt Anderson, un miliardario che lotta contro la polizia per vendicare la morte dei sui genitori. Ricordiamo che l’adattamento cinematografico verrà prodotto e distribuito da Netflix.

Black Adam: confermate le origini aliene di Hawkman?

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Black Adam: confermate le origini aliene di Hawkman?

La produzione di Black Adam è finalmente iniziata e ora una nuova descrizione dal set del film potrebbe aver rivelato il look che Hawkman, il personaggio interpretato da Aldis Hodge, sfoggerà nel film.

Secondo quanto riportato da Murphy’s Multiverse, infatti, nel film vedremo lo Star Cruiser di Hawkman, appartenente alla tecnologia Thangariana. La descrizione della nave conferma quindi che anche nel DCEU verranno mantenute le origini aliene dell’eroe.

“È elegante… ha un aspetto curvo”, si legge nel report della fonte. “Una zona salotto circolare rialzata nella parte posteriore e una grande serie di lunghe luci rosse che si incurvano dalla parte posteriore fino al soffitto. C’è una zona medica (un letto reclinabile con alcuni strumenti intorno) e qualcosa che assomiglia ad un bar con sedie di classe. Il simbolo Hawkman in oro è sul pavimento, al centro. Inoltre, uno dei corridoi presenta il logo di Hawkman in rosso acceso, alla fine.”

Nel film potrebbe essere l’intera Justice Society ad utilizzare la nave, ma l’inclusione dello Star Cruiser indica che la versione di Hawkman di Black Adam sarà quella dell’ufficiale di polizia alieno della Silver Age della DC. Durante quell’epoca, Katar Hol (Hawkman) e Shayera Hol (Hawkgirl) arrivarono sulla Terra per arrestare un criminale in fuga: questo potrebbe spiegare l’assenza del personaggio nel film (nonostante in passato si era parlato di uno possibile coinvolgimento).

Dopotutto, se i due si sono separati all’atterraggio, è possibile che Hawkman abbia trascorso anni alla ricerca di Hawkgirl. In alternativa, Katar potrebbe non essere stato in grado di tornare a casa se la nave aveva bisogno di essere riparata, con Shayera che potrebbe benissimo aspettarlo su Thanagar (in questo modo, il personaggio potrebbe essere introdotto in un eventuale sequel o in uno dei progetti futuri del DCEU).

Tutto quello che sappiamo su Black Adam

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

Gli Eterni, Salma Hayek: “Mai avrei creduto di recitare in un film Marvel”

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Il 2021 segnerà il debutto ufficiale di Salma Hayek nel MCU. L’attrice, infatti, è tra i protagonisti de Gli Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios che sarà diretto da Chloé Zhao (vincitrice dell’Oscar 2021 come miglior regista per Nomadland) e che arriverà nelle sale a novembre.

In una recente intervista con Variety, l’attrice messicana ha avuto modo di riflettere proprio sulla possibilità di aver recitato in un cinecomic, occasione che la stessa non credeva possibile a causa della sua età. “Non mi è mai passato per la testa di poter entrare a far parte di un film Marvel. È stato uno shock assoluto, perché credevo che quel treno fosse ormai passato per me”, ha spiegato Salma Hayek. “Poi, all’improvviso, ho ricevuto una chiamata: ‘Vogliono parlarti di un nuovo franchise’. Non ci potevo credere… è difficile ottenere il ruolo di un eroe in un film d’azione se sei messicano. Lo è ancora di più se sei messicano e sei una donna. Pensavo mi stessero prendendo in giro, perché mai avrei pensato di ottenere la parte, essendo una donna messicana della mia età. Sono stato uno dei primi membri del cast ad essere scelto, quindi ho dovuto tenere la bocca chiusa per tantissimi mesi. Non potevo parlarne con nessuno. Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno in cui finalmente avrei potuto parlarne.”

Nel corso della medesima intervista, l’attrice ha anche rivelato per la prima volta di aver avuto il Covid e di aver deliberatamente tenuto segreta la gravità dei suoi sintomi. L’attrice ha spiegato di aver sofferto di insufficienza respiratoria, di avuto bisogno dell’ossigeno e di aver trascorso circa sette settimane isolata in una stanza della sua abitazione. “Il mio medico mi ha pregato di andare in ospedale perché la situazione era veramente grave”, ha raccontato l’attrice. “Ma io gli risposto: ‘No, grazie. Preferirei morire a casa’.”

Per fortuna, Salma Hayek ora è completamente guarita ed è tornata a lavorare all’inizio di quest’anno (di recente l’attrice è stata impegnata sul set di House of Gucci, il nuovo film di Ridley Scott girato in Italia e incentrato sull’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci, ex presidente dell’omonima casa di moda). Tuttavia, ha rivelato alla celebre rivista che “non ha ancora recuperato l’energia che aveva una volta.”

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

The Suicide Squad, James Gunn anticipa la più grande scena d’azione di Harley Quinn

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Nonostante il film presenti una carrellata di personaggi DC che non sono mai apparsi sul grande schermo prima d’ora, è innegabile che i fan dell’universo condiviso non vedano l’ora di vedere The Suicide Squad di James Gunn anche – e soprattutto – per il ritorno di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn.

L’attrice candidata all’Oscar ha interpretato per la prima volta il personaggio in Suicide Squad e, alcuni anni dopo, in Birds of Prey. Nel film di Gunn, la Mattacchiona unirà le forze con una nuova Task Force X e, stando alle prime immagini ufficiali, sembrano che il personaggio incarnerà uno stile molto diverso dalle precedenti iterazioni. James Gunn ha parlato spesso del suo amore per Harley Quinn, e in un recente speciale di AP dedicato ai film più attesi dell’estate, sono emerse alcune interessanti dichiarazioni del regista in merito a ciò che dovremmo aspettarci dal film.

Nello specifico, il regista e sceneggiatore ha parlato delle spiccate doti fisiche di Margot Robbie, cosa che lo ha portato a scrivere appositamente per l’attrice “la più grande scena d’azione che vedrà coinvolta Harley Quinn”. “Margot può fare qualsiasi cosa”, ha spiegato Gunn. “O meglio, credevo potesse fare qualsiasi cosa. Perché un giorno ha dovuto cantare e le ho detto: ‘Beh, puoi fare tutto, tranne questa cosa’. Ma è davvero una grande attrice. Incarna realmente lo spirito del personaggio. Il suo lato comico, il suo lato drammatico… fisicamente, poi, è una vera atleta ed è in grado di fare qualsiasi stunt in maniera aggraziata, rendendo tutto magnifico e bellissimo.”

Poi ha aggiunto: “Proprio per questo, ho scritto per Margot la più grande scena d’azione che abbia mai coinvolto il personaggio di Harley Quinn, ed è stato incredibilmente divertente lavorarci, sotto ogni aspetto… dal lavoro con gli stuntman al lavoro con lei. Probabilmente, si tratta dei quattro minuti di film più divertenti che abbia mai girato in vita mia.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Sucker Punch: Zack Snyder conferma che esiste una Director’s Cut

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Sucker Punch: Zack Snyder conferma che esiste una Director’s Cut

La Snyder Cut di Justice League è uscita su HBO Max lo scorso marzo, dopo che i fan hanno trascorso anni ad implorare la Warner Bros. per la sua distribuzione, attraverso l’hashtag #ReleaseTheSnyderCut.

Ora, quegli stessi fan vorrebbero vedere l’intero SnyderVerse sul grande schermo (è stato infatti lanciato anche l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse), e chissà che la stessa sorte non possa toccare anche a Sucker Punch

In una recente intervista con Vanity Fair, infatti, è stato proprio Zack Snyder a confermare che quella uscita al cinema nel 2011 non è la versione originale del film, quella che lui avrebbe voluto realizzare, e che spera che la Warner Bros. possa far uscire il taglio originale prima o poi.

“Sucker Punch è stata la prima volta in cui ho davvero affrontato una vera ristrutturazione radicale del film per renderlo più commerciale”, ha spiegato il regista. “E c’è una Director’s Cut di quel film che deve ancora essere distribuita. Lo dico ad alta voce.”

All’epoca dell’uscita in sala, Sucker Punch non venne accolto bene né dalla critica né dal pubblico: in particolare, gli addetti ai lavori non apprezzarono la rappresentazione sessualizzata dei personaggi femminili. Adesso, Zack Snyder ha affrontato la questione nell’intervista, sostenendo di essere sempre stato pronto a criticare il tipo di sessismo che era stato accusato di rappresentare.

“È un film di protesta sotto molti punti di vista. È un film sul genere”, ha detto Snyder. “All’epoca mi è stato chiesto: ‘Perché hai vestito le ragazze in quel modo?’. E io rispondevo sempre: ‘Non le ho vestiti così, tu l’hai fatto’. In un certo senso, l’ho sempre visto come un atto d’accusa nei confronti della cultura popolare. Penso che all’epoca fui criticato perché il film sembrava l’opposto… una sorta di sfogo sessista. La verità è che è stato divertente realizzarlo. Mi piace ancora oggi.”

Batgirl: i registi di Bad Boys for Life per il film destinato a HBO Max

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Il film dedicato a Batgirl, ormai in cantiere alla Warner Bros. da diverso tempo, torna finalmente all’attenzione del popolo del web. Come apprendiamo da THR, infatti, il film è stato affidato a Adil El Arbi e Bilall Fallah, registi di Bad Boys for Life

Secondo la fonte, il duo ha ufficialmente chiuso un accordo con lo studio per occuparsi della regia del cinecomic. In base a quanto riferito, il film non uscirà al cinema, ma arriverà direttamente sulla piattaforma di streaming HBO Max. Al momento non sappiamo se i piani potrebbero cambiare, permettendo così al film di arrivare successivamente anche nelle sale.

Christina Hodson, che ha scritto lo spin-off Bumblebee e che ha lavorato anche ai film DC Birds of Prey e The Flash, ha scritto la bozza più recente della sceneggiatura. “Con Batgirl, speriamo di condurre il pubblico in un viaggio divertente. L’obiettivo è mostrare loro un lato diverso di Gotham”, ha detto il produttore Kristin Burr. “La sceneggiatura di Christina è piena di spirito. Adil e Bilall hanno un’energia talmente viva che è quasi contagiosa, cosa che li rende i registi perfetti per questo nuovo progetto sull’universo di Batman. Sono semplicemente entusiasta di poter far parte dell’universo DC. È fantastico.”

In origine, Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decrifrare la storia”.

Per quanto riguarda Adil El Arbi e Bilall Fallah, dopo il successo di Bad Boys for Live, che ha rivitalizzato a distanza di molti anni il franchise di Bad Boys inaugurato negli anni ’90, il duo si è occupato anche della regia di alcuni episodi dell’attesa serie Ms. Marvel, in arrivo su Disney+.

Doctor Strange: per Kevin Feige il casting di Tilda Swinton è stato un errore

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Nell’universo Marvel, l’Antico potrebbe essere definito come uno stereotipo, quindi nessuno può davvero incolpare i Marvel Studios per aver cercato di fare qualcosa di diverso con il personaggio in Doctor Strange.

Tilda Swinton, un’attrice bianca, è stata scelta per interpretare una versione femminile dello Stregone Supremo. All’epoca il suo casting fu oggetto di whitewashing, e ora il boss della Casa delle Idee, Kevin Feige, ha affrontato la controversia ammettendo di aver commesso un errore portando l’Antico in quella direzione.

“Pensavamo di essere così intelligente e all’avanguardia”, ha detto Feige a Men’s Health, la cui cover del nuovo numero ha come protagonista Simu Liu, star dell’attesissimo Shang-Chi e la Leggenda dei Diedi Anelli. “Non cadremo nel cliché dell’asiatico vecchio e saggio. In realtà è stato un campanello d’allarme. Ci ha spinto a pensare: ‘Aspetta un attimo, forse poteva esistere un altro modo per non cadere nel cliché e scegliere comunque un attore asiatico?’ La risposta è ovviamente sì.”

I Marvel Studios avevano ovviamente buone intenzioni, ma questa è di certo un’esperienza da cui hanno imparato tanto, che potrebbe anche spiegare perché in Shang-Chi vedremo Wenwu nei panni del Mandarino, e non quello dei fumetti, ossia Fu Manchu. Parlando di quel film, Feige ha poi spiegato perché quel franchise sarà la chiave per entrare davvero nella Fase 4 del MCU.

“Una volta portata a conclusione quella che tutti conosciamo come la Saga dell’Infinito, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo detto: ‘Ok, cosa ci sarà dopo? Cosa tireremo fuori in futuro?’. Dovevamo pensare ad una vera e propria evoluzione dopo la fine della nostra prima grande saga, ed è per questo che Shang-Chi era in cima alla lista.”, ha dichiarato il produttore.

Ricordiamo che Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli arriverà nelle sale italiane il1° settembre. Per quanto riguarda Tilda Swinton, invece, l’attrice premio Oscar non tornerà nei panni dell’Antico in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, atteso nelle sale americane il 25 marzo 2022.

Mercoledì: Jenna Ortega sarà la protagonista

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Mercoledì: Jenna Ortega sarà la protagonista

Netflix ha trovata la protagonista dell’annunciata serie su Mercoledì un nuovo live-action spin-off de La Famiglia Addams basato su Mercoledì che sarà diretta da Tim Burton. Il colosso dello streaming lo ha annunciato via twitter presentando per la prima volta l’attrice Jenna Ortega:

La serie sarà incentrata sul personaggio iconico di Wednesday Addams. Intitolata Mercoledì, la commedia di formazione, scritta dai creatori di Smallville Al Gough e Miles Millar e che sarà diretta da Tim Burton, è un mistero inquietante e soprannaturale che racconta gli anni di Mercoledì di Addams come studente alla Nevermore Academy. I tentativi di Wednesday di padroneggiare la sua abilità psichica emergente, contrastare una mostruosa follia omicida che ha terrorizzato la città locale e risolvere il mistero soprannaturale che ha coinvolto i suoi genitori 25 anni fa, il tutto mentre navigava nelle sue nuove e intricate relazioni a Nevermore.

Birds of Prey: chi sono le protagoniste del film DC Comics?

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Birds of Prey: chi sono le protagoniste del film DC Comics?

È involontariamente passato alla storia come l’ultimo Blockbuster della normalità prima dell’inizio della pandemia e qualora lo si volessero vedere e rivedere, Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è disponibile su NOW e on demand su Sky.

Il film diretto da Cathy Yan non è solo l’ultimo film ad alto budget ad essere stato distribuito in sala in una condizione di normalità, ma è anche il primo cinecomi che vede in azione una squadra di eroine anticonformiste tutta al femminile, una squadra forte ed energica, contro la quale non ci si vorrebbe mai scontrare, cosa che non possono dire i villani del film. Ma da chi è composta questa squadra? Ecco di seguito chi sono, secondo i fumetti, le protagoniste del film e da chi sono interpretate nel film Warner Bros, disponibile su NOW e on demand su Sky.

Il film Birds of Prey è disponibile su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Renee Montoya

Renee MontoyaIl personaggio è trai più affascinanti dei fumetti DC, nonostante, come vedremo è capitato anche alla nostra protagonista Harley Quinn, il suo esordio si deve alla serie animata dedicata a Batman. Nella serie, Renee Maria Montoya è una detective della polizia di Gotham City, incorruttibile e letale, tostissima, come dovrebbe essere ogni poliziotto onesto che lavora in quella fogna che è Gotham! Il personaggio animato ebbe talmente tanto successo da meritarsi anche il passaggio su carta.

Originaria della Repubblica Dominicana, è rimasta una delle poche persone oneste a lavorare in polizia, vive una vita tranquilla al di fuori del suo impegno lavorativo che certo tranquillo non è, fino a che è costretta a dichiarare la sua omosessualità quando Due Facce si innamora di lei. Questo porterà un vero e proprio terremoto nella sua vita, con la conseguente degenerazione dei rapporti con la famiglia. Nonostante questo, Renee ha una storia d’amore molto importante con la seconda Batwoman, Katherine Kane.

Tuttavia, dopo tanti anni di servizio al Gotham Police Department, anche lei resta disgustata dalla corruzione imperante, e decide di lasciare il dipartimento per continuare a combattere il crimine in autonomia. Si farà così chiamare Question. Nel film è interpretata dall’energica Rosie Perez.

Cassandra Cain

Cassandra CainCassandra Cain ha una storia articolata e complessa persino per essere un personaggio dei fumetti, i quali, si sa, hanno sempre vicissitudini complicate. All’inizio della sua storia, Cassandra era una giovane che aveva seguito un durissimo addestramento per diventare l’assassino perfetto, lei era capace di leggere i movimenti del corpo del suo nemico, prevedendo le sue mosse, cosa che le dava un incredibile vantaggio in combattimento. Ma dopo aver salvato la vita a Jim Gordon, entra nelle simpatie di Batman che la accetta nelle vesti di Batgirl.

Questa seconda vita di Cassandra durerà poco, perché presto la sua origine prende il sopravvento e da eroina diventa una villain, leader della Lega degli Assassini. Questo cambio di rotta del personaggio piacque poco ai lettori, tanto che dopo poco si rivelò che Cassandra era sotto il controllo mentale di Deathstroke. A seguito dell’intervento di Robin, Cain tornò a combattere il male, prima come Batgirl e poi come Orphan. Nel film è interpretata da Ella Jay Basco ed ha un ruolo decisamente diverso!

Cacciatrice

CacciatriceSI tratta di un personaggio che ha avuto diverse incarnazioni nell’arco dei decenni delle storie a fumetti DC Comics. L’identità di Cacciatrice è stata indossata da molti personaggi. Nella Golden Age, Cacciatrice era la malvagia Paula Brooks, successivamente, negli anni ’60, Cacciatrice è stata Helena Wayne, figlia di Batman e Catwoman. Quest’ultima versione è stata rimossa dalla continuity con Crisi sulle Terre Infinite e reintrodotta solo nel 2000 da Grant Morrison.

Solo successivamente è diventata Helena Bertinelli, figlia di un boss mafioso che cerca la sua vendetta dopo che la sua intera famiglia è stata sterminata davanti ai suoi occhi. Questa incarnazione, che Batman credeva troppo violenta e instabile per combattere il male al suo fianco, è quella che ci viene proposta in Birds of Prey con il volto di Mary Elizabeth Winstead, amatissima dagli spettatori nerd, vista la sua partecipazione a Scott Pilgrim vs the World.

Black Canary

Black CanaryQuesto personaggio aveva avuto spazio anche nella serie tv Arrow, ma ci torneremo. La sua storia a fumetti è molto complessa, perché chi l’ha scritta per tanti anni forse non ha mai saputo bene cosa farne. Prima due visioni dello stesso personaggio, poi madre e figlia, poi una sola persona che però conteneva le coscienze di due eroine differenti.

La Black Canary incarica è Dinah Drake-Lance, affidata ad un orfanotrofio perché figlia di una ragazza madre. Cresciuta per strada e addestrata alle arti marziali da un poliziotto delle forze speciali, ha una mutazione genetica che le consente di emettere grida ultrasoniche dagli effetti devastanti. Fondatrice del primo gruppo delle Birds of Prey, darà la caccia all’organizzazione criminale Basilisk. Nelle sue incarnazioni precedenti ha avuto una storia d’amore con Oliver Queen, una storia lunga e tormentata che, come accennavamo, è stata raccontata in parte in Arrow della The CW. L’attrice a cui è stato affidato il compito di portarla sul grande schermo è la magnetica  Jurnee Smollett-Bell.

Harley Quinn

Margot Robbie Harley Quinn-PortraitMeravigliosa protagonista, totalmente fuori di testa, Harley Quinn è la regina del film e la spalla di maggiore successo della storia dei fumetti. Nata anche lei nella serie animata dedicata a Batman come spalla di Joker, Harley trova presto la sua strada sui fumetti e anche uno spazio indipendente dal Clown principe del crimine. Il suo costume originale è quello del jester, il jolly nero e rosso.

Dai fumetti però scopriamo chi è, ovvero la dottoressa Harleen Quinzel, psicologa con doti atletiche da ginnasta che lavora al manicomio di Arkham. In questa occasione conosce Joker, del quale rimane vittima, innamorandosi perdutamente di lui. Il villan la conduce in un vortice di violenza e follia dal quale lei stessa si affranca nel corso degli anni delle storie a fumetti, tanto che in Suicide Squad la conosciamo mentre sta cercando di conquistare la sua indipendenza.

Nel corso degli anni è stata tante cose: vittima di Joker, sua complice, pazza assassina, ma più di recente anche donna incerta di emancipazione, innamorata di Poison Ivy e personaggio divertente e irriverente. A darle corpo e anima la meravigliosa Margot Robbie, che possiamo vedere e rivedere grazie a NOW e a Sky on demand.

Valley of the gods, la conferenza stampa con Lech Majewski

Valley of the gods, la conferenza stampa con Lech Majewski

In diretta sulla piattaforma Zoom, è stato presentato in Italia il nuovo film di Lech Majewski: autore eclettico, non solo regista, ma anche scrittore e pittore, dalla carriera più che trentennale e la collaborazione con i più disparati artisti internazionali.

Valley of the gods è stato il suo ultimo lavoro, finito di girare appena prima dell’inizio della pandemia, e che CG Entertainment ha atteso a lungo a distribuire proprio per realizzarne l’uscita esclusiva nelle sale cinematografiche.

Durante l’incontro stampa mediato da CG Entertainment, il regista ha narrato la genesi dell’idea del film e della sua realizzazione. Insieme a lui c’era parte del cast rappresentata da Bérénice Marlohe (Song to song e Skyfall) e Keir Dullea (2001 Odissea nello spazio), che ha regalato un piacevolissimo siparietto iniziale nel quale, per diversi minuti, ognuno dei tre si è festosamente salutato di fronte alla divertita partecipazione di stampa ed esercenti.

Il film è un racconto che si addentra nella mente di uno scrittore (Josh Hartnett), senza curarsi troppo di dettagliati riferimenti cronologici e lineari, la cui vita entra in collisione con l’uomo più ricco del mondo (John Malkovich) che sta per appropriarsi di un vasto territorio appartenente al popolo dei Navajo, per sfruttarne i giacimenti di uranio.

Lech Majewski spiega che l’ispirazione gli è venuta qualche decennio fa. Con Viggo Mortensen stava pianificando i dettagli del film Gospel according to Harry e, nel cercare un paesaggio desertico, si era trovato per la prima volta nella Monument Valley. Il contatto con quella realtà lo aveva lasciato senza fiato, in particolar modo quando era riuscito a entrare in relazione con gli abitanti di quelle terre: «I Navajo sono continuamente proiettati verso gli spiriti dei loro antenati», racconta Majewski, «E in tutto ciò che osservano ne colgono i significati, quello che si nasconde. Nonostante le condizioni di disagio in cui vivono, hanno una vita interiore ricchissima, che li rende persone sempre in pace e in armonia. Con questo film ho infatti desiderato creare uno scontro tra il cinema commerciale, con la sua cultura pop che spesso abusa degli effetti speciali facendone quasi una pornografia, e la mitologia antica. E l’ambientazione scelta per il lussuoso castello con il maggiordomo, ad esempio, è un chiaro riferimento a Batman e al suo rapporto con Alfred».

Ambientazione che fa da eco ai ceti più potenti degli Stati Uniti, prosegue il regista: «Quando stavo scrivendo e producendo Basquiat ho intervistato alcuni dei miliardari più famosi degli USA, e ciò che più mi aveva colpito è che, nonostante abbiano una marea infinita di possibilità, vivono blindati in gabbie dorate, impauriti e protetti da un mondo esterno pieno di pericoli. E gli unici con cui hanno rapporti costanti, sono i loro collaboratori».

Persone fragili e interiormente inconsistenti, proprio come il magnate interpretato da John Malkovich, Wes Tauros. E alla domanda su come sia stato lavorare con l’attore, il regista risponde che gli era stato detto che non sarebbe stato facile: «Secondo alcuni è un tipo intransigente, invece l’ho trovato di una gentilezza rara. Disponibile e umile a qualunque indicazione gli dessi».

Così come per Josh Hartnett, che gli ha addirittura confessato di essere stato ispirato da Basquiat nella scelta di voler fare l’attore.

Viene poi chiesto a Bérénice Marlohe come si sia trovata a lavorare a questo progetto, dopo aver interpretato nella sua carriera – tra gli altri – ruoli in film di Terrence Malick e David Lynch: «Devo stare attenta a quel che dico perché mi sente», dice ridendo, «Mi sono sinceramente appassionata al modo in cui Lech ha affrontato temi così complessi e sfaccettati, proprio com’è lui stesso. Dopo aver letto la sceneggiatura la prima volta, ho pensato che condividessi pienamente il suo punto di vista. Vedere film come Valley of the gods oggi è molto difficile. Penso che sia una sorta di magia dare voce a civiltà dalle radici così preziose e di cui non si parla quasi mai».

La parola passa di nuovo al regista quando gli viene chiesto quale sia il suo rapporto con il cinema italiano. E Lech Majewski svela quanto la sua formazione nasca interamente dall’arte italiana, partendo proprio dalla pittura: «Quando da ragazzo studiavo per diventare pittore, ero rimasto impietrito davanti alla “Tempesta”, il dipinto del Giorgione esposto alla Galleria dell’Accademia di Venezia. Avevo provato la stessa sensazione al cinema per una scena di Blow Up. Ho pensato che se Giorgione fosse stato ancora vivo sarebbe stato Michelangelo Antonioni. Così mi è scattata la scintilla che mi ha fatto scegliere d’iscrivermi alla scuola di cinema».

Il regista rivela che fin da adolescente guardava film in italiano, pur non capendo quasi nulla dei dialoghi. E alla curiosità sull’eventualità di un nuovo film da girare proprio in Italia, risponde: «Mi piacerebbe tantissimo. Ho un debole per Dino Buzzati».

Il film uscirà in sala il 3 giugno.

Morrison, recensione del film di Federico Zampaglione

Morrison, recensione del film di Federico Zampaglione

Dopo aver esplorato i territori dell’horror, Federico Zampaglione si concede un’altra incursione nel cinema, del tutto diversa, con Morrison, tratto dal suo romanzo Dove tutto è a metà, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. Si tratta del racconto di formazione del giovane Lodo, Lorenzo Zurzolo, che cerca la sua strada nella musica e nella vita suonando con i Mob. Ma anche di un confronto, di uno scambio tra generazioni, che nasce dall’incontro con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, musicista in declino. Due facce della stessa medaglia quelle che propone Zampaglione. Due fasi e due modi del vivere di musica o almeno provare a farlo, seguendo la propria passione. 

La trama di Morrison

Lodo, Lorenzo Zurzolo, è un giovane musicista. Suona tutti i giovedì al Morrison con la sua band, i Mob. È timido, schivo, ama suonare, ma ancora si sente a disagio quando sale sul palco. Un incontro casuale con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, vecchia gloria che ora fa vita ritirata, ricordando i fasti del passato e il successo della sua unica hit Di sale e di fuoco, dà il via a un’amicizia per entrambi occasione di scambio e crescita. Un  evento tragico e una cocente delusione mettono in crisi Lodo, mentre Ferri, pur incoraggiato dalla moglie Luna, Giglia Marra, non riesce a trovare lo slancio per tornare a mettersi in gioco. Continueranno a seguire la loro passione o la abbandoneranno, scegliendo di cambiare strada?

Alessandra Amoroso, Ermal Meta e gli altri nel cast di Morrison 

Per Morrison, Zampaglione ha chiamato a raccolta conoscenze dal mondo della musica, come l’amico Ermal Meta, e Alessandra Amoroso,cui ha affidato delle piccole partecipazioni. Nel primo caso si tratta di un personaggio di finzione – colui che dovrà decidere se reclutare i Mob per un Festival musicale – mentre Alessandra Amoroso interpreta sé stessa. C’è poi la compagna di Zamapaglione, Giglia Marra, nel ruolo della paziente e materna moglie di Libero Ferri, Luna. Il cast però si arricchisce anche di altre presenze, come Stefano Ambrogi, il proprietario del Morrison, Andrea Renzi, il padre di Lodo, o Adamo Dionisi, che interpreta il boss.

Morrison – un atto d’amore per la musica, ma una sceneggiatura da rivedere e un protagonista acerbo 

Era una sfida per Federico Zampaglione affrontare territori diversi da quelli dell’horror, che percorre ormai da anni  con un certo seguito. Da Nero bifamiliare, a Shadow, fino a Tulpa. Stavolta però, il cantautore e regista, che ama sperimentare più che inseguire i gusti del pubblico, come ha affermato in conferenza stampa, voleva dare spazio ad un raccono più personale, che uscisse dai confini di genere. 

Morrison è un film altalenante, con luci e ombre. Le luci sono senz’altro in tutto ciò che nel film ha a  che fare con la musica e il suo mondo. L’ambientazione è curata e realistica, come non poteva che essere, trattandosi del racconto dell’ambiente professionale che Zampaglione vive ed ha vissuto. Quindi, il locale-barcone sul Tevere, il proprietario che ti fa suonare solo se porti gente, il fonico “mezzo sordo”, i compagni di band che sono come una famiglia. A volte si va d’amore e d’accordo, altre si litiga. Morrison è anche una riflessione sincera e spassionata sugli alti e bassi, i momenti bui della carriera, quelli in cui hai la tentazione di abbandonare tutto e molti tra coloro che erano al tuo fianco ti voltano le spalle. Più o meno da vicino, in maniera più o meno romanzata, si ha la sensazione che il regista mostri parecchio di sé, della sua esperienza, sia giovanile, che più matura, come dei tanti personaggi incontrati lungo la strada. Questo fa bene al film. Quasi scontato dire che sia un piacere ascoltare la colonna sonora, curata da Zamaglione stesso, di cui fa parte anche Cerotti, ultimo singolo dei Tiromancino, scritto con Gazelle. Musicalmente il film funziona benissimo. Il regista riesce a far cantare i suoi due protagonisti in maniera credibile. Calcagno si cimenta con grinta con il grande successo di Libero Ferri Di sale e di fuoco, mentre Lorenzo Zurzolo canta Sotto sotto, di cui ha scritto anche il testo, e per la quale Zampaglione ha composto un riff azzeccatissimo, oltre all’assolo di chitarra finale.  

Poi però, c’è il resto. Se il soggetto era il romanzo, la sceneggiatura del film, scritta come questo a quattro mani con il fidato collaboratore Giacomo Gensini, ha parecchie ombre. Il film è, sì, puntaggiato di ironia, con alcuni scambi esilaranti ed efficaci, ma ci sono salti improvvisi nell’evolversi della vicenda, momenti a cui si sarebbe dovuto arrivare con maggiore gradualità. Un filo narrativo romantico piuttosto banale, soprattutto per quanto riguarda Lodo e la sua frequentazione con Giulia, la pur brava Carlotta Antonelli. Vi sono sequenze prescindibili, come quella del “trip” di Libero, e qualche elemento scontato – Libero, nella sua crisi, passa attraverso alcohol, droga, gioco d’azzardo, in un evolversi ampiamente prevedibile. 

Nel delineare la figura di Ferri, interpretata in modo efficace da Giovanni Calcagno, sembra esserci comunque una maggior cura e un maggior approfondimento delle dinamiche psicologiche del personaggio, che si confronta con il proprio fallimento professionale. Per quel che riguarda Lodo, invece, Zampaglione si lascia andare alla nostalgia degli anni trascorsi a suonare in locali fumosi e a girare col furgoncino, ma questo non è sufficiente a dare spessore al personaggio. Lorenzo Zurolo Baby,  Sotto il sole di Riccione – appare spesso spaesato. Fatta salva la canzone che interpreta, in cui riesce a mettere qualcosa in più di sé, sembra rimanere distante da Lodo e spinge anche lo spettatore a distanziarsene. Gli altri componenti della band sembrano più a loro agio nei rispettivi ruoli: Gabriele Sorrentino, Attila, ma soprattutto Valentino Campitelli, che interpreta Ciccio, e Daniele Rienzo, Zed. 

Morrison, in sala dal 20 maggio, prodotto da Pegasus e distribuito da Vision Distribution, resta un atto d’amore sincero, anche se un po’ sconnesso, nei confronti della musica, una compagna  che non ti lascia mai, nel bene e nel male, come tutti i grandi amori.  

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La donna alla finestra: recensione del film di Joe Wright

La donna alla finestra: recensione del film di Joe Wright

Ritardi dovuti alla pandemia globale che ha paralizzato l’industria cinematografica per oltre un anno, hanno portato all’approdo del film La donna alla finestra su Netflix. Il film, infatti, doveva essere distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi e italiane un anno fa, ma a causa della pandemia l’uscita è stata rimandata al 14 maggio 2021 sulla piattaforma statunitense, che ha acquisito i diritti da 20th Century Studios.

Partendo da queste premesse, quindi, la storia di una donna che non lascia la sua casa per 10 mesi e pensa di essere testimone di un omicidio dall’altra parte della strada si pone come  “La finestra sul cortile” dell’era COVID. Tuttavia, nonostante un impianto registico interessante, qualche scambio di battute interessanti e alcuni momenti attoriali forti guidati da Amy Adams, La donna alla finestra alla fine non riesce a dare forma al suo potenziale abbondante.

Un plot derivativo privo di reale sostanza

Il regista Joe Wright (“Espiazione“, “Orgoglio e pregiudizio“) dà vita a molteplici delle sue virtuose intuizioni registiche, rendendo il palazzo di Manhattan in cui vive il personaggio di Amy Adams al tempo stesso rifugio e claustrofobico. Il talentuoso direttore della fotografia Bruno Delbonnel (A proposito di Davis, Una lunga domenica di passioni) illumina le stanze della sua casa di rosa sgargianti e blu gelido, riflettendo sia il disturbo psicologico che la sua solitudine. E la sempre brillante sceneggiatrice e co-protagonista Tracy Letts, nell’adattare A.J. Il romanzo bestseller di Finn del 2018, stabilisce un tono vivace con alcuni scambi di dialogo brillanti, che riescono a mantenere intatto il senso dell’umorismo di Anna Fox, nonostante la sua depressione e agorafobia.

Anna è una psicologa newyorchese a cui è stata diagnostica l’agorafabia, ragion per cui vive pressoché confinata in casa, riempiendo le sue giornate con film classici e una “dieta” poco indicata che mischia psicofarmaci e vino rosso. La miscela di sostanze da cui è dipendente e l’isolamento fisico e mentale rendono la sua prospettiva inaffidabile fin dall’inizio; non sarebbero servite ulteriori dimostrazioni di ciò come un montaggio vorticoso e senza soluzione di continuità, e gli intertitoli indicano il passare dei giorni della settimana.

Dimmi di uscire“, implora in una delle numerose telefonate con il suo ex marito (Anthony Mackie), che è anche il padre della sua bambina e il coro greco del film. Risponde pazientemente: “Perché non rendere oggi il giorno in cui esci?” , eppure Anna non riesce mai a compiere il salto ed è  invece Letts, il suo terapista, a venire sempre da lei. Il ritmo delle loro sessioni e la ripetizione di certe frasi, insieme al luogo solitario, fanno di questi primi momenti di La donna alla finestra un interessante gioco cinematografico, con premesse potenzialmente affascinanti: Adams rivela l’instabilità del suo personaggio attraverso tremiti di panico e risatine maniacali, con una saggezza sostanziale di fondo: esattamente il tipo di tecnica perfezionata che ci aspettiamo dalla sua eclettica carriera.

La donna alla finestra

La donna alla finestra: un cast stellare impotente e sprecato

Ma c’è un pericolo ancora più pressante all’orizzonte, come prefigurato dal bicchiere di vino che cade a terra in frantumi: Anna cerca di tamponare il liquido rosso con un pezzo di carta straccia, creando visivamente un gioco di sfumature cromatiche come prefigurazione del sangue che macchierà l’appartamento di fronte alla sua casa. La famiglia Russell si è trasferita infatti all’altra parte della strada e Anna ha osservato ogni loro movimento con molta attenzione dal suo rifugio (uno scatto particolarmente sorprendente vede l’ombra di una tenda di pizzo distesa sul lato sinistro del suo viso alla luce della lampada; Wright e Delbonnel si sono difatti certamente divertiti con i tocchi visivi noir del film).

Riesco a vedere la tua casa dalla mia stanza“, dice Ethan (Fred Hechinger), il figlio adolescente e fanciullesco dei Russells, la prima volta che va a trovarla. Sembra abbastanza innocuo, ma poco dopo, sua madre, Jane, si presenta e fornisce ulteriori informazioni, piuttosto inquietanti, sulla famiglia. Julianne Moore la interpreta come una bionda petardo: effervescente e coinvolgente, divertente e sorprendentemente sincera, è proprio la scintilla di cui Anna ha bisogno. “Oh, sei una strizzacervelli? Questa è una svolta! ” ride mentre chiacchierano tra sorsi di brandy e vino. È così favolosa, quanto basta per farci chiedere se sia reale – o se sia soltanto Anna ad immaginarsi la sua figura, quando giura di vedere il marito di Jane che la accoltella a morte nella loro cucina.

Le cose si fanno ancora più confuse quando il marito infastidito di Jane (Gary Oldman) si presenta alla frenetica casa di Anna con la polizia e la donna che viene fatta passare per la vera moglie, Jane, un’altra bionda, più austera, ora interpretata da Jennifer Jason Leigh. “È viva, vedi. Lei è proprio qui“. Allora chi era quell’altra donna? Dov’è lei adesso? E cosa potrebbe avere a che fare con lei l’inquilino di Anna, un cantautore traballante interpretato da Wyatt Russell?

L’effettiva risoluzione di tutti questi interrogativi non è così interessante come il mistero che avrebbe potuto essere. I tentativi di Anna di interpretare il detective (nonostante la presenza di un vero detective, interpretato da Brian Tyree Henry), non sono così intriganti come il persistente dubbio sul fatto che sia una stalker delirante. Un Oldman esasperato sputa ferocemente invettive, definendola “una gattara ubriaca, rinchiusa e drogata di pillole“. In effetti, nell’osservare Anna lottare per sembrare stabile ci appropriamo di parte della sua tristezza, mentre rivisita gli eventi che l’hanno portata a questo stato. La credibilità che riesce a conferire al personaggio con la sua interpretazione fortunatamente non va di pari passo con l’involuzione di una scrittura che si sgretola sempre più, vanificando nel finale un colpo di scena che poteva risollevare le sorti dell’operazione. La trama cerca di depistare lo spettatore spostando l’attenzione dal reale carnefice ad altri potenziali sospetti, ma mai tanto da arrivare a mettere in discussione la posizione della protagonista. Momenti emotivi come questo suggeriscono quanto il film avrebbe potuto funzionare se ne avesse fatto un punto narrativo focale, piuttosto che soffermarsi sullo scontro finale, che di horror e thriller ha davvero poco.

Sostanzialmente La donna alla finestra si configura come una fucina di possibilità, purtroppo sfruttate al minimo. Allo spettatore non resta altro che agire come la protagonista dopo la visione, chiudendo le tende e voltando le spalle alla finestra con un sospiro deluso.       

   

 

Loki: 10 dettagli chiave dei fumetti che la serie dovrebbe includere

Mentre sale l’attesa per l’arrivo su Disney+ di Loki, che debutterà ufficialmente il prossimo 9 giugno, Screen Rant ha raccolto 10 dettagli dai fumetti che non dovrebbero mancare all’interno della serie con protagonista Tom Hiddleston. Scopriamoli insieme…

Il potere di Mutaforma

Quando Loki ha dimostrato di essere a tutti gli effetti il Dio dell’Inganno, in genere le sue azioni implicano sempre i suoi poteri di Mutaforma. Nel MCU, Loki si è limitato a travestirsi da altri personaggi piuttosto che assumere le sembianze di animali o di altre creature.

La serie dovrebbe affrontare tutte le capacità del personaggio del titolo a tal riguardo. Ciò potrebbe includere anche la possibilità che Loki si trasformi in un personaggio femminile.

La grandezza delle illusioni

Loki ha creato una serie di illusioni nel MCU, ingannando diversi personaggi e spingendo loro a credere che quelle sue “copie” fossero autentiche. I fumetti hanno trattato questa sua capacità in maniera ancora più grande, poiché Loki è stato in grado di creare illusioni con lo scopo di ingannare intere città, come si vede ad esempio in “Journey Into Mystery #96”.

La serie dovrebbe mostrare come i poteri di Loki agiscono su una scala molto più ampia rispetto al passato: in questo modo, si potrebbe tracciare una linea immaginaria, ma fondamentale, tra il suo ruolo di personaggio di supporto nelle precedenti apparizioni e la sua attuale posizione di protagonista assoluto di un intero show.

L’esistenza di altri Loki

Il Loki di Terra-616 è la versione principale del personaggio che esiste nei fumetti, ma ce ne sono molte altre provenienti da una serie di universi alternativi. Tra queste figura il Loki di Terra-94001, che ha rivendicato con successo Asgard, il Loki di Terra-9997 che divenne il leader dei Vendicatori, ma anche il Loki di Terra-691, che addirittura visse sulla luna.

Sappiamo che la serie esplorerà il Multiverso (anche se non sappiamo ancora sotto quale forma), quindi potrebbe essere il luogo ideale per l’apparizione di altre versioni del personaggio. Ciò consentirebbe di esplorare il suo lato malvagio senza trasformare il protagonista in un vero cattivo. Per non parlare di quanto sarebbe bello vedere Tom Hiddleston interpretare più iterazioni dello stesso personaggio…

La proiezione astrale

Nel primo Thor, abbiamo visto Loki apparire in visita a suo fratello mentre era invisibile durante la sua prigionia con lo S.H.I.E.L.D., ma aveva dovuto lasciare fisicamente Asgard per arrivarci. Loki ha il potere della proiezione astrale nei fumetti, come spiegato in “Avengers #1”, che gli consente di viaggiare attraverso le barriere dimensionali.

Doctor Strange e Scarlet Witch hanno mostrato questa abilità nel MCU ed è ora che anche Loki la utilizzi. Dopotutto, Loki si collegherà a Doctor Strange in the Multiverse of Madness, il che significa che il potere della proiezione astrale si allinea perfettamente ai due personaggi ma anche a quel film.

Il genio e l’intelletto

Loki ha dimostrato di possedere la mente di un genio nei fumetti, come in “Thor #378”, dove ha realizzato una macchina per aumentare i poteri dell’Uomo Ghiaccio. Solo i veri fan del Loki del MCU ritengono che il Dio dell’Inganno sia un genio, ma è tempo che la serie lo confermi.

È sicuramente un buon dettaglio da aggiungere, poiché spiegherebbe anche perché molte delle cose che Loki ha realizzato in passato sono state attribuite alla tecnologia asgardiana, senza considerare che sarebbe comunque un modo per Loki di ingannare la Time Variance Authority e rimanere un passo avanti.

Kid Loki

Probabilmente, la versione di Loki con le caratteristiche migliori era quando il Dio dell’Inganno era un bambino. Parte della serie “Journey Into Mystery” includeva un Loki bambino nato dal sacrificio della versione adulta dello stesso. Questo Loki era veramente buono e voleva a tutti i costi rimediare al suo passato.

Sebbene la serie tv è quasi certo che non trasformerà questo Loki nella sua versione bambina, dovrebbe comunque alludere a questo dettaglio presente nei fumetti. Ciò potrebbe essere garantito durante uno dei viaggi di Loki attraverso le varie linee temporali alternative, una delle quali potrebbe includere appunto Kid Loki. Sarebbe un grande omaggio ad un arco narrativo estremamente significativo per il personaggio dei fumetti.

Creare altri personaggi

I fan hanno adorato i modi in cui Loki ha cercato di dimostrare di essere superiore a Thor, e nei fumetti il Dio dell’Inganno crea addirittura dei cattivi per inimicarsi il fratello. Ad esempio, il celebre cattivo Uomo Assorbente è stato creato da Loki in “Journey Into Mystery #114”.

Il Loki del MCU dovrebbe includere l’abilità del personaggio di creare esseri potenti. Loki aveva un certo controllo sui Chitauri in The Avengers e sarebbe interessante vederlo avere pari subalterni a cui conferire il potere nella serie.

Travestirsi da altri supereroi

Ci sarà sicuramente un momento nella serie in cui Loki tirerà fuori uno dei suoi tradimenti attuati nel franchise. A tal fine, sarebbe perfetto se assumesse la forma di un supereroe significativo nel MCU come modo per ingannare sia gli spettatori che gli stessi personaggi dell’universo.

Aveva fatto ciò in “Mighty Avengers #21”, assumendo la forma di Scarlet Witch per ingannare i Vendicatori. Loki aveva anche impersonato Capitan America in Thor: The Dark World per prendere in giro suo fratello, ma la serie aovrebbe alzare la posta in gioco, dedicando un’intera storyline a questa modalità di inganno. 

Provare rimorso per le sue azioni

avengers: endgameLa strana logica che Loki ha applicato come giustificazione alle sue azioni ha spinto i fan a creare una serie di meme ad hoc. In realtà, Loki non si è mai scusato per nulla, poiché ha scelto di rimanere in silenzio di fronte alle sue azioni, magari attribuendo la colpa a qualcun altro.

La serie si concentrerà sullo sviluppo del personaggio in quanto protagonista, e per questo ha bisogno di prendere ispirazione da “Siege #4”, dove le ultime parole di Loki sono state delle parole di scusa. Ovviamente, Loki non sarà un antagonista nella serie, ma l’idea generale di provare rimorso e accettare le sue responsabilità è un dettaglio che il MCU non può sottovalutare.

L’Occhio di Agamotto e il Mantello della Levitazione

loki

La versione Terra-3515 di Loki in “Thor Vol. 2 #68” aveva mostrato al Dio dell’Inganno di essere il padrone dell’Occhio di Agamotto e del Mantello della Levitazione. Anche se la serie non dovesse adattare la trama di quel fumetto, il punto in cui controlla gli elementi caratteristici di Doctor Strange è sicuramente interessante.

Doctor Strange è uno dei personaggi del MCU che i fan vogliono vedere nella serie, e dato il suo legame con questi oggetti, ci sarebbe un modo per anticipare il suo arrivo. Loki che prende il controllo del Mantello e dell’Occhio sarebbe anche un modo per vendicarsi di Strange che cerca sempre di “superarlo” in Thor: Ragnarok.

Elizabeth Olsen sul contratto con la Marvel e su quando ha scoperto di essere in Doctor Strange 2

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Grazie agli eventi di WandaVision, Scarlet Witch è diventata una parte integrante del futuro del MCU. Il personaggio è sempre stato una parte importante del franchise, ma grazie alla serie targata Disney+, è chiaro che ora gran parte della Fase 4 potrebbe ruotare proprio attorno a Wanda Maximoff.

Abbiamo incontrato per la prima volta il personaggio in Avengers: Age of Ultron, e ora Elizabeth Olsen ha raccontato al podcast “Award’s Chatter” di The Hollywood Reporter che, in origine, il suo primo accordo con i Marvel Studios era davvero breve: “Avevo firmato per due film e per un cameo”, ha spiegato l’attrice. “Ho già esteso il mio contratto con la Marvel tre volte. Mi vedevano soltanto come un personaggio di contorno… adatto come antipasto o qualcosa del genere. Non mi hanno mai considerata per la portata principale.”

“Ho sentito dire che le persone firmano contratti per sei o addirittura per nove film”, ha continuato. “È veramente tanto tempo. E non sapevano neanche per quanto sarebbe potuta durare. La verità è che nessuno sapeva davvero se avremmo mai neanche affrontato la metà delle cose che abbiamo raccontato in WandaVision.”

Nonostante il suo ruolo all’interno del MCU stia diventato sempre più cruciale, pare che all’inizio Olsen fosse contenta di essere un personaggio marginale: “È una cosa che mi ha davvero avvantaggiata, perché continuano ad usare il mio personaggio non perché sono costretti a farlo, ma perché pensano che ci sia una storia che valga la pena di raccontare. E anche se in alcuni momenti mi ha fatto soffrire, ho sempre saputo che avevano dei piani per il mio personaggio. Non ho mai saputo quali fossero nello specifico, ma sapevo che mi avrebbero usato solo se fosse stato effettivamente utile.”

Elizabeth Olsen spiega come ha scoperto di essere in Doctor Strange 2

Sempre nel corso della medesima intervista, Elizabeth Olsen ha parlato del ritorno di Scarlet Witch in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, rivelando che ha saputo che sarebbe apparsa nel film di Sam Raimi solo quando è tornata sul set dello show durante la pandemia.

“Avrei voluto che qualcuno avesse condiviso con me i piani circa il mio personaggio un po’ di tempo prima”, ha spiegato ridendo. “Ho saputo di Doctor Strange 2 e della storia del sequel poco prima delle ultime otto settimane di riprese di WandaVision, durante la pandemia. L’ho scoperto, credo, ad agosto. Ho finito WandaVision di mercoledì… il venerdì ero già su un aero per l’Inghilterra.”

L’attrice ha trascorso l’ultima parte del 2021 e l’inizio del 2021 in Inghilterra per le riprese del sequel di Doctor Strange, che si sono ufficialmente concluse lo scorso aprile. A tal proposito, Olsen ha aggiunto: “È stata veramente dura. Sono finalmente tornata a casa 10 giorni fa. Ho trascorso veramente tanto tempo in Inghilterra. È stata una produzione molto lunga.”

Dane DeHaan tornerebbe a recitare in un cinecomic, ma non come Green Goblin

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All’inizio di quest’anno hanno cominciato a fare il giro del web alcune voci secondo cui Dane DeHaan sarebbe tornato nei panni di Harry Osborn/Green Goblin – personaggio interpretato in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb – in Spider-Man: No Way Home.

Purtroppo, si trattava di un puro e semplice rumor, dal momento che poco dopo fu lo stesso attore a smentire categoricamente l’indiscrezione. “Non c’è nulla di vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite fuori”, aveva spiegato DeHaan. “Nonho assolutamente idea di cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non capisco nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio personaggio.”

Quindi, assodato che non vedremo la versione di Dane DeHaan di Harry Osborn in Spider-Man: No Way Home, i fan si chiedono se l’attore sia comunque interessato a rivisitare il personaggio in futuro. “Spero di prendere parte a cose nuove, questo è certo”, ha commentato l’attore quando ComicBook.com gli ha chiesto di un potenziale ritorno nel franchise di Spider-Man o del coinvolgimento in un altro franchise supereroistico, magari nei panni di un nuovo personaggio. “La cosa eccitante per me è fare sempre cose nuove, e sono certo che qualcosa del genere accadrà di nuovo nella mia vita. Sono entusiasta all’idea di scoprire di cosa si tratta.”

Cosa sappiamo di Spider-Man: No Way Home?

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono concluse lo scorso marzo. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

MCU: che direzione prenderà la storia di Bucky?

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MCU: che direzione prenderà la storia di Bucky?

Anche se la serie The Falcon and the Winter Soldier è stata incentrata principalmente sulla trasformazione di Sam Wilson nel nuovo Captain America, è innegabile quanto lo show targato Disney+ abbia rappresentato una parte cruciale anche del viaggio di Bucky Barnes.

Nella serie abbiamo visto il personaggio interpretato da Sebastian Stan ancora alle prese con i tormenti legati al suo passato in qualità di assassino dell’HYDRA. Alla fine dello show, dopo aver fatto ammenda per le sue azioni passata, abbiamo visto il più caro amico di Steve Rogers andare finalmente avanti con la sua vita.

Anche se il titolo apparso alla fine dello show (“Captain America and the Winter Soldier”) suggerisce che Bucky potrebbe non essersi lasciato ancora del tutto alle spalle il Soldato d’Inverno, quello che tutti i fan si chiedono ora è cosa accadrà al personaggio e, soprattutto, che direzione prenderà il suo arco narrativo. La questione è stata affrontata dall’head writer della serie, Malcolm Spellman, in una recente intervista con The Playlist.

“Penso che Bucky sia libero in un certo senso”, ha spiegato Spellman. “Quando è uscito da Wakanda, non era ancora completamente libero. Era libero dalla programmazione, ma credo che Bucky sia veramente libero ora, in un certo senso. Pensiamo al modo in cui sorride alla fine della serie: adesso ha una famiglia, viene invitato ai barbecue… è libero in un modo che non avevano ancora visto, e questo apre la strada ad un sacco di possibilità per la sua storia.” 

Bucky Barnes tornerà in Captain America 4?

Teoricamente, l’arco narrativo di Bucky è davvero aperto ad infinite possibilità, ora come ora. Anche se per il momento non è stato ancora confermato, sembra abbastanza ovvio che lo rivedremo al fianco di Sam Wilson nell’annunciato Captain America 4. Dopotutto, la chimica tra Sebastian Stan e Anthony Mackie è una di quelle che i fan hanno sempre apprezzato di più, quindi sarebbe un vero peccato non sfruttarla ancora per eventuali nuove storie. Al tempo stesso, sarebbe interessante vedere i Marvel Studios focalizzarsi di più sul Lupo Bianco, e smetterla di relegarlo al ruolo di spalla.

Shazam 2: non ci sarà Sivana, rivedremo invece il Mago

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Shazam 2: non ci sarà Sivana, rivedremo invece il Mago

Le riprese di Shazam! Fury of the Gods sono ufficialmente partite, ma al momento non sono ancora stati rivelati dettagli sulla storia del nuovo film. In una delle due scene post-credits del primo film aveva anticipato che Sivana avrebbe stretto un’alleanza con Mr. Mind con sconfiggere Billy Batson e conquistare i sette regni.

Molti fan hanno quindi dato per scontato il ritorno del villain interpretato da Mark Strong nel sequel, ma a quanto pare non sarà così. In una recente intervista con Den of Geek in occasione della promozione di Crudelia, l’attore britannico ha confermato che non sarà presente in Shazam! Fury of the Gods. “Ho parlato con il produttore proprio ieri sera, perché avevo letto su Twitter, da Zachary Levi, che stavano iniziando a girare ad Atlanta”, ha raccontato Strong. “Mi ha detto che il Dottor Sivana non è presente in Shazam 2.”

“Forse è successo che… credo che Helen Mirren, Lucy Liu e forse qualcun altro… ora ci sono queste donne cattive al centro della scena”, ha aggiunto. “E ad essere onesti, sono molto felice di passare in secondo piano rispetto a questi personaggi e lasciare che siano loro a fare la loro parte. A giudicare dal lavoro che Emma Stone e Emma Thompson hanno fatto in Crudelia, è giunto il momento.”

Ciononostante, Mark Strong ha specificato di essere sempre disponibile ad un eventuale futuro ritorno nel franchise di Shazam: “Chi può dirlo cosa accadrà? Dopotutto, Sivana ha ancora degli affari in sospeso con Mister Mind…”

Parallelamente, Murphy’s Multiverse riporta la notizia che Djimon Hounsou tornerà a vestire i panni del Mago. Sebbene fosse stato ridotto in cenere alla fine del film, avrebbe perfettamente senso per l’attore tornare nei panni del personaggio, magari con una piccola parte in qualche eventuale flashback (soprattutto se è vero che il sequel esplorerà le origini dei poteri della famiglia Shazam!).

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy Liu. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Eric Bana riflette sul suo Hulk e svela di non essere più interessato ai cinecomics

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Hulk, il film diretto da Ang Lee nel 2003, è sempre stato considerato un unicum all’interno del genere. Nonostante il film non riscosse il successo sperato, è innegabile quanto gli effetti visivi all’avanguardia per l’epoca restituirono una versione del Gigante di Giada decisamente impressionante.

In quel film, a vestire i panni di Bruce Banner, c’era Eric Bana, all’epoca all’apice della sua carriera. Un sequel del film non venne mai realizzato e Bana non ebbe più l’opportunità di tornare nei panni dell’iconico eroe Marvel (che venne ufficialmente interpretato da Edward Norton, cinque anni più tardi, ne L’incredibile Hulk, il secondo film del MCU, prima che l’attore venisse poi sostituito da Mark Ruffalo nei titoli a venire, a partire da The Avengers). 

In una recente intervista con Marc Maron all’interno del suo podcast WTF, Eric Bana ha avuto modo di riflettere proprio sul ruolo di Hulk e, in generale, sull’esperienza con il film del 2003. “Non è stato un sì immediato, questo è certo”, ha spiegato l’attore. “Ci ho pensato su per parecchio tempo. Non ebbi modo di leggere la sceneggiatura quando accettai la parte. È uno dei pochi film che ho accettato di fare senza leggere nulla. Ma ad essere onesto, non era il tipo di film in cui mi vedevo.”

“Quando ho deciso di prendere parte al film, non avrei mai pensato di girarne anche un altro. Semplicemente, non è mai stato nei piani”, ha spiegato l’attore quando gli è stato chiesto perché un sequel di Hulk non ha mai visto la luce. “All’epoca le aspettative non erano come quelle che esistono oggi. Mi sono approcciato a quel ruolo come un’esperienza singola”. L’attore ha poi confermato che non gli è mai stato chiesto di tornare nei panni del Gigante di Giada nel film del 2008, riconoscendo a Edward Norton di aver riportato in auge il personaggio: “È stato lui a farlo funzionare davvero. Ha trovato il modo giusto di interpretarlo.”

Eric Bana tornerebbe a recitare in un cinecomic?

Per quanto riguarda la possibilità di tornare a recitare in un cinecomic, ha poi aggiunto: “È per questo che non mi sono messo di nuovo alla prova con quel genere. Non sono il tipo di film in cui mi rivedo. Quindi sono tutte conversazioni che non ho mai avuto con nessuno… semmai le ho con me stesso. Sono io che mi chiedo se vorrei farne ancora parte oppure no.”

Aquaman 2: Jason Momoa ha scritto il trattamento, riprese a luglio

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Con oltre 1,1 miliardi di dollari conquistati al box office mondiale, Aquaman del 2018 è diventato il film di maggior successo del DCEU. Di conseguenza, nessuno è rimasto sorpreso quando la Warner Bros. annunciò ufficialmente il sequel, di cui però non abbiamo mai avuto grossi aggiornamenti nel corso degli anni.

Ora, finalmente, è stato proprio Jason Momoa, l’interprete del Re di Atlantide, ad aggiornare in merito ai lavori sul nuovo film. Ospite dello show di Drew Barrymore, infatti, Momoa ha confermato che le riprese del sequel partiranno ufficialmente a luglio. “Partirò a luglio e inizieremo a girare”, ha spiegato l’attore. Ma c’è di più…

Nel corso dell’intervista, Jason Momoa ha rivelato di aver scritto un trattamento per il sequel di Aquaman 2, prima che il regista James Wan e lo sceneggiatore David Leslie Johnson-McGoldrick espandessero quelle idee per scrivere la vera sceneggiatura del film. “Dopo aver terminato il primo film, ho lavorato con un mio collaboratore ad un’idea per il secondo, che abbiamo effettivamente presentato”, ha spiegato l’attore.

“Adoro l’idea di aver partecipato alla scrittura del film. Abbiamo fatto questo primo trattamento e poi James e lo sceneggiatore originale, David Leslie, lo hanno sviluppato ulteriormente, realizzando la vera sceneggiatura. È come se ci fosse il contribuito di tutti”, ha aggiunto Momoa. “Invece di ricevere una sceneggiatura e recitare una parte, è come se fossi incoraggiato al 100% dal tuo regista e dai co-sceneggiatori, è emozionante per me e sono davvero entusiasta di aver contribuito in questo modo.”

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori.

Doctor Strange 2: nuovi dettagli su America Chavez e sul possibile villain principale

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Doctor Strange in the Multiverse of Madness è certamente uno dei titoli più attesi della Fase 4 del MCU, non solo perché vedrà il ritorno di Sam Raimi alla regia di un cinecomic, ma anche perché esplorerà ufficialmente il Multiverso, con la possibilità che molti personaggi già visti in passato – e appartenenti a franchise slegati dal MCU – facciano il loro ritorno sul grande schermo.

Ora, stando a quanto riportato da The Illuminerdi, pare che nel sequel apparirà uno dei più grandi nemici di Doctor Strange, ossia Shuma Gorath, che potrebbe essere a tutti gli effetti l’antagonista principale del nuovo film. Apparentemente, Gorath punterà gli occhi sul personaggio di America Chavez interpretato dalla new entry Xochitl Gomez, perché interessato ad ottenere i suoi poteri per avere così il totale controllo sul Multiverso del MCU.

Per quelli che non hanno mai letto un fumetto di Doctor Strange, America Chavez ha il potere di spostarsi liberamente da una realtà all’altra, e per una creatura onnipotente come Shuma Gorath, essere in grado di piegare la realtà stessa alla sua volontà, viaggiando da un mondo all’altro, farebbe di lui una forza inarrestabile, che forse nemmeno lo Stregone Supremo potrebbe fermare.

Probabilmente, Scarlet Witch vuole usare i poteri di America Chavez per trovare i suoi figli Billy e Tommy (che dovrebbero essere ancora vivi, come anticipato dalla scena post-credits dell’ultimo episodio di WandaVision). Tuttavia, è probabile che Wanda e Stephen Strange cercheranno, insieme, di proteggere la giovane America dalle sinistre macchinazioni di Gorath.

Per ora si tratta di semplici rumor. La speranza è che, una volta rilasciato il primo trailer ufficiale di Doctor Strange in the Multiver of Madness, le prime immagini ufficiali riescano a gettare finalmente un po’ di chiarezza sulla misteriosissima trama del film…

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo), Tilda Swinton (Antico) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Raya e L’Ultimo Drago: intervista a Osnat Shurer e Adele Lim

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Raya e L’Ultimo Drago: intervista a Osnat Shurer e Adele Lim

In occasione dell’uscita in Home Video di Raya e L’Ultimo Drago il 18 maggio, ecco l’intervista alla produttrice Osnat Shurer e alla sceneggiatrice Adele Lim. Raya e L’Ultimo Drago arriva in Home Video il 18 maggio e free su Disney+ a partire dal 4 giugno.

Raya e L’Ultimo Drago, recensione del nuovo film Disney

Raya e l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Home Video dal 18 maggio e dal 4 giugno free su Disney+. Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e Carlos López Estrada (Blindspotting) e prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho (Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.

Nella versione italiana del film, il cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri (Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa (Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi (Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale Atitaya).

Gli influencer Emanuele Ferrari, Vatinee Suvimol e Maryna hanno prestato la propria voce per un cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione italiana del film.

Raya e l’Ultimo Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria, avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e lavoro di squadra.

The Green Hornet: trama, cast e curiosità sul film con Seth Rogen

Da quando i film di supereroi sono esplosi in tutta la loro potenza, in molti hanno cercato di seguire questo filone dando vita a personaggi e storie più o meno originali. Sono tanti gli esempi di supereroi non appartenenti né alla Marvel né alla DC giunti sul grande schermo, da Hancock a Glass. Tra i più bizzarri tentativi a riguardo vi è quello di The Green Hornet, film del 2011 diretto da Michel Gondry, regista celebre per film come Eternal Sunshine of the Spotless Mind o Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm, e qui chiamato a gestire il suo primo film su commissione, del quale però non ha un buon ricordo.

Più che di Gondry, in realtà, The Green Hornet si configura come un film realizzato su misura di Seth Rogen, che lo ha scritto e interpretato, adattando il tutto alle sue capacità comiche. L’idea non è però originale, essendo ispirata al preesistente personaggio del Calabrone Verde, ideato per la radio nel 1936 da George W. Trendle e Fran Striker. Si tratta di un combattente del crimine che conduce una doppia vita: ufficialmente è un editore di un giornale ma segretamente combatte il crimine indossando una maschera ed un vestito verde, avvalendosi dell’aiuto dell’asiatico Kato. Sulle sue avventure era stata realizzata anche una serie televisiva con Bruce Lee nei panni di Kato.

Un personaggio dunque noto, che per anni gli studios hanno cercato di portare al cinema. Con il concretizzarsi di ciò, The Green Hornet si affermò come un buon successo, incassando il doppio del suo budget. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Green Hornet: la trama del film

Protagonista del film è Britt Reid, un giovane di buona famiglia, figlio del miliardario James Reid. Il padre di Britt è infatti l’editore del celebre quotidiano The Daily Sentinel, nella città di Los Angeles. Contrariamente a suo padre, però, il giovane non ha particolare voglia di impegnarsi in un mestiere e di rimboccarsi le maniche per quello. Preferisce piuttosto spendere in giro la propria fortuna, dandosi alla pazza gioia in notti all’insegna dell’eccesso. Il suo atteggiamento cambia però drasticamente quando suo padre, con il quale aveva un brutto rapporto, viene trovato morto. Britt decide a quel punto di chiudere il giornale e licenziare tutti. Tutti tranne il fedele Kato.

Britt condivide infatti con il giovane asiatico esperto di meccanica e di arti marziali l’odio verso suo padre. Da quel momento i due svilupperanno un’amicizia che li porterà a prendere una decisione quantomai folle e inaspettata. Entrambi assumono infatti due identità segrete e camuffandosi con maschere e abiti iniziano a dare la caccia al crimine presente in città. Le loro avventure saranno però quanto mai goffe, portandoli ben presto a scontrarsi con veri pericoli. Sarà in quel momento che Britt, che si fa ora chiamare Calabrone Verde, capirà davvero cosa vuol dire usare i propri mezzi per fare del bene.

The Green Hornet cast

The Green Hornet: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare Britt Reid, alias Calabrone Verde, vi è il noto attore comico Seth Rogen. Egli si era occupato del progetto da più punti di vista, spesso entrando in contrasto con alcune decisioni dello studios di produzione. Per poter interpretare il ruolo, Rogen si è inoltre sottoposto ad una ferrea dieta, riuscendo a perdere circa 10 chili. Accanto a lui, nei panni del fedele Kato, vi è l’attore e cantante taiwanese Jay Chou. Questi non aveva ancora mai recitato in un film statunitense, e si propose a Rogen tramite un video provino. Rimasto piacevolmente colpito da lui, Rogen gli assegnò la parte, scoprendo solo in seguito che Chou era celebre come cantante nel suo paese.

Nei panni di Leonore Case, l’affascinante segretaria del The Daily Sentinel, vi è la celebre attrice Cameron Diaz, qui in uno dei suoi ultimi ruoli prima del ritiro dalle scene. Nel film si ritrova poi il due volte premio Oscar Christoph Waltz nei panni di Benjamin Chudnofsky, criminale russo e principale villain del film. Per la parte era stato originariamente contattato Nicolas Cage, il quale rinunciò però non giudicando sufficiente il tempo datogli per preparare il personaggio. David Harbour è D. A. Frank Scanlon, alleato di Chudnofsky, mentre Edward Furlong, noto per essere stato John Connor in Terminator 2 – Il giorno del giudizio, è Tupper, spacciatore di Meth. L’attore Tom Wilkinson, infine, interpreta James Reid, il padre del protagonista.

The Green Hornet: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Green Hornet è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 18 maggio alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

Il cattivo poeta: Gabriele D’Annunzio, la prima rockstar

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Il cattivo poeta: Gabriele D’Annunzio, la prima rockstar

Si intitola Il cattivo poeta il film scritto e diretto da Gianluca Jodice, con Sergio Castellitto nei panni di Gabriele D’Annunzio, prodotto da Matteo Rovere e Andrea Paris, una coproduzione italo francese Ascent Film e Bathysphere con Rai Cinema, e in arrivo in sala il 20 maggio in 200 copie. Un’uscita importante considerato che molte sale sono ancora chiuse e che la normalità post pandemia è ancora lontana.

Gianluca Jodice ha scelto di fare un film al di fuori delle convenzioni del cinema italiano. È un progetto ambizioso e soprattutto la sua scelta è ricaduta su un soggetto, Gabriele D’Annunzio, che si studia a scuola ma che la storia ha messo da parte, nonostante sia una figura molto moderna.

Il cattivo poeta – il regista Gianluca Jodice

“Tentavo di inserirmi in un filone della tradizione italiana di prima – spiega Jodice – inoltre le opere prime tendono a giocare di rimessa e io non volevo farlo. Forse anche il fatto che ho esordito tardi mi ha dato modo di essere più sfacciato. Matteo (Rovere, ndr) mi chiese se volevo pensare a un biopic, e io scelsi D’Annunzio perché mi affascinava, mi ricordavo questo poeta recluso in questo castello di Dracula, per 15 anni, ovvero tutta l’ultima parte della sua vita, tra ossessioni e perversioni, donne e cocaina, quando aveva perso la sua vena artistica. Questo Nosferatu chiuso nel suo castello che ha subito una damnatio memoriae nella cultura del Novecento. Un personaggio scomodo, che ha vissuto mille vite, e che non era mai stato raccontato dal cinema. E Rovere è stato abbastanza pazzo da ascoltarmi, lui come tanti altri pazzi che hanno reso possibile questo film.”

Il cattivo poeta – il produttore Matteo Rovere

Il “pazzo” chiamato in causa, Matteo Rovere, che oltre a essere lui stesso regista e sceneggiatore, sempre più spesso ricopre il ruolo di produttore in progetti particolari e molto interessanti, ha replicato: “È un film ambizioso per il suo impianto, ma credo che si tratti di un tipo di cinema che è stato realizzato in Italia in passato, con grande orgoglio verso quelle che sono state le grandi figure della nostra cultura, raccontandoli anche all’estero. D’Annunzio ha attraversato la prima metà del Novecento, modificandolo, è stato una rockstar ante litteram. Poi però è stato asfaltato dal Ventennio Fascista. La sua personalità politica viene spesso collegata agli ideali fascisti, per il ruolo che aveva avuto prima dell’avvento del fascismo, e quindi è sempre stata vista con sospetto, ma in realtà, come abbiamo ricostruito nel film, non era affatto così. Anche in sceneggiatura, il lavoro fatto è stato filologico, di ricostruzione, attraverso lettere e testimonianze scritte. Abbiamo usato molte delle parole che lo stesso D’Annunzio ha pronunciato. Accanto allo scopo di intrattenere il pubblico, il risultato del film è anche quello di offrire un personaggio realistico, anche se relativo solo ad una fase specifica della sua vita, la vecchiaia.”

Ad interpretare il Vate è stato chiamato Sergio Castellitto, che Rovere ha ringraziato non solo per la sua partecipazione al film, ma anche perché con la stessa ha reso appetibile il progetto per i produttori esteri. Ma cosa ha fatto Castellitto per entrare nel ruolo di D’Annunzio? “Mi sono tagliato i capelli – risponde con grande semplicità e ironia l’attore – mi sono tagliato i capelli a zero, anche temendo che non mi ricrescessero, conferendo a questo gesto non solo l’artigianato dell’immedesimazione, ma anche un significato altro, un atto di generosità. Se si chiudono gli occhi e si visualizza D’Annunzio, si immagina un cranio, un cranio privo di capelli ma contenente un’immensità di fantasia, immaginazione, crudeltà. Tutto questo fotografato nell’ultimo anno della sua vita e nell’incontro con il controcampo della giovinezza. Incontra qualcuno che ha di fronte a sé più futuro che passato.”

Il Cattivo PoetaI protagonisti Sergio Castellitto e Francesco Patané

Il film fotografa infatti D’Annunzio che entra in contatto con Giovanni Comini, federale di Brescia e iscritto al partito fascista. Un uomo molto giovane e innamorato della causa di Mussolini, convinto che potesse rappresentare il bene per quel Paese che tanto amava. Ad interpretarlo, Francesco Patané, interprete con una grande carriera teatrale e da poco approdato al cinema: “Per interpretare Comini mi sono documentato al contrario. Ho cercato di dimenticare tutto quello che sapevo su D’Annunzio, prima di arrivare sul set. Giovanni Comini arriva al Vittoriale senza conoscere D’Annunzio poeta o persona, sa solo delle sue imprese politiche. Ho cercato di eliminare tutte le mie nozioni sul poeta e poi ho fatto quello che succede a Comini: un giovane che va ad incontrare un personaggio famoso. È quello che mi è successo con Castellitto, ero timoroso e curioso e ho cercato di rubare da lui. Ho riproposto la mia esperienza.”

“Ho cercato di mettermi nei panni di un giovane che crede nella guerra che dovrebbe arrivare – continua Patané – Questo giovane crede a quelle promesse, crede a quel futuro e abbraccia questi ideali con passione. La fortuna che gli capita è quella di incontrare un personaggio come D’Annunzio che gli mostra come le cose che aveva abbracciato non era quello che immaginava davvero. La sfida come attore è stata proprio mostrare questa presa di coscienza e il cambio di rotta. La cosa più difficile da raccontare è stata la capacità di rimanere aperti ad ascoltare.”

Il Vittoriale, la casa-museo set del film

Il film è ambientato per buona parte nel Vittoriale, sul lago di Garda, dove la produzione ha potuto girare grazie al permesso della fondazione che gestisce la casa-museo di D’Annunzio.

Ha detto Castellitto, in merito: “Le case sono la geografia dell’anima di chi le abita, il Vittoriale è la geografia dell’anima di D’Annunzio, apparentemente deposito di antiquariato, ma in realtà un sito archeologico. Perché l’archeologia ci insegna qualcosa del futuro, l’antiquariato no. Ogni spazio di quel luogo è la raffigurazione della natura di D’Annunzio. Questo luogo è stato una placenta per lui e il film non sarebbe stato così bello se non fosse stato per questo luogo.”

Ma perché definire Gabriele D’Annunzio “cattivo”, nel titolo del film? “Il cattivo poeta è una definizione che si diede lui in una lettera – spiega Jodice – io sono un cattivo poeta, mi occupo di tendaggi, tappeti, quadri e cornici. È una sua definizione, ironica e intelligente, e mi sembrava un ottimo titolo, affettuoso, per raccontare di questo personaggio.”

Il cattivo poeta arriva in sala il 20 maggio, distribuito da 01 Distribution.

Lasciali Parlare di Steven Soderbergh in esclusiva digitale dal 27 maggio

Lasciali Parlare, il film diretto da Steven Soderbergh con protagonista Meryl Streep, arriva in Italia in esclusiva digitale da giovedì 27 maggio, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme digitali.

La scrittrice Alice Hughes, vincitrice del Premio Pulitzer, è stata invitata in Inghilterra per ritirare un altro prestigioso premio letterario. Ma ha paura di volare: decide così di fare il viaggio in nave, a bordo di un magnifico transatlantico, e di invitare le sue due migliori amiche del college, Roberta e Susan, oltre a farsi accompagnare dal suo amato nipote Tyler, per assisterle durante la crociera. La nuova agente di Alice, Karen, con l’obiettivo di carpire dettagli sul manoscritto attualmente in lavorazione della sua cliente, si intrufola sulla nave, approcciando Tyler per avere informazioni su come avvicinare al meglio la zia. Tyler però finisce per innamorarsi di Karen, così Alice e le sue amiche vengono lasciate a sé stesse. Roberta nutre del risentimento verso Alice, perché si è riconosciuta nelle vicende raccontate nel suo libro più celebre, rovinandole la vita; al contrario Alice nega ogni responsabilità e cerca di salvare la loro sacra amicizia di un tempo, mentre Susan si sforza di aiutarle a riconciliarsi. Mentre Alice si impegna a completare il suo tanto atteso manoscritto e mantiene la sua vita personale avvolta nel mistero, le donne intraprendono un viaggio di una settimana pieno di ricordi, risentimenti e battute.

Il film presenta un cast stellare, tra cui spiccano l’attrice premiata con l’Oscar, l’Emmy e il Golden Globe Meryl Streep (Big Little Lies di HBO, The Iron Lady, Il diavolo veste Prada) nei panni della misteriosa e nobile Alice Hughes, il cui successo professionale l’ha allontanata dalle sue amicizie più strette, rendendola una sconosciuta; la premio Emmy e candidata all’Oscar Candice Bergen (Murphy Brown, Miss Detective) nei panni di Roberta, che accetta l’invito di Alice, in cerca di un risanamento per il caos che ha provocato nella sua vita il romanzo più famoso di Alice; la premio Oscar, Emmy e Golden Globe Dianne Wiest (Hannah e le sue sorelle, Pallottole su Broadway) nei panni di Susan, che lavora in un carcere femminile ed è apparentemente la più diplomatica e sensibile del gruppo; il candidato all’Oscar® e al Golden Globe Lucas Hedges (Manchester by the Sea, Boy Erased – Vite cancellate) nei panni del goffo e dolce nipote di Alice, Tyler, che ama e rispetta profondamente sua zia per essere stata presente nella sua vita come un genitore; e la candidata al SAG Award Gemma Chan (Crazy & Rich, Captain Marvel) nei panni di Karen, la nuova agente letteraria di Alice la cui carriera è in bilico, che catturando l’attenzione di Tyler cerca di ottenere informazioni sul nuovo libro della sua cliente; ed altri.

Lasciali Parlare – diretto da Steven Soderbergh (il film premio Oscar Traffic e il candidato all’Oscar Erin Brockovich – Forte come la verità) – è incentrato sulle conversazioni schiette e fluide dei suoi personaggi. Avendo fornito al cast ricche descrizioni dei personaggi ed accurati particolari delle loro scene, gli attori sono stati lasciati liberi di improvvisare, al fianco della sceneggiatrice Deborah Eisenberg, che ha aiutato a sviluppare i dialoghi secondo necessità. Lo stile guerrilla della regia di Soderbergh non si è fermato qui: in un’intervista, Dianne Wiest ha anche rivelato che il film è stato girato “senza attrezzatura, se non quella essenziale. Steven semplicemente teneva la telecamera su una sedia a rotelle. Niente luci, carrelli, o tutto ciò che solitamente serve per girare un film. C’erano solo Steven e questa nuova macchina da presa”.

“Lasciali Parlare”, diretto da Steven Soderbergh, scritto da Deborah Eisenberg, prodotto da Gregory Jacobs, con produttori esecutivi Ken Meyer e Joseph Malloch

American Skin: dal 24 maggio su SKY il film di Nate Parker

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American Skin: dal 24 maggio su SKY il film di Nate Parker

A un anno dalla morte di George Floyd, che ha scatenato la rivolta del movimento Black Lives Matter, portando alla ribalta il tema della violenza della polizia americana sui cittadini di colore e dopo la storica sentenza di condanna del poliziotto che l’ha ucciso, Sky presenta in prima visione assoluta American Skin, lunedì 24 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in streaming su NOW. 

Il film, scritto, diretto e interpretato da Nate Parker (The Birth of a Nation), racconta la disperazione di un padre in cerca di giustizia per la morte del figlio adolescente ucciso da un poliziotto bianco, riflettendo sui temi della paura e delle divisioni culturali, ancor oggi radicate nella società americana. Nel cast, oltre a Nate Parker nel ruolo del protagonista Lincoln Jefferson, Omari Hardwick (A-Team, Middle of Nowhere, Miracolo a Sant’Anna) è Omar “Derwood” Scott amico di Linc, Theo Rossi (Luke Cage, Sons of Anarchy) è il poliziotto Dominic Reyes e Beau Knapp (Seven Seconds, Black and Blue) è il poliziotto Mike Randall, colpevole di aver ucciso il ragazzo. Il film, prodotto da Tarak Ben Ammar, Mark Burg e Lukas Behnken è distribuito da Eagle Pictures.

American Skin racconta le azioni disperate di Linc, un veterano della guerra in Iraq che, tornato in patria, vede il figlio quattordicenne Kijani morire davanti ai suoi occhi per mano di un poliziotto durante un controllo stradale. Privato di un processo equo, dopo l’assoluzione in tribunale di Mike Randall, il poliziotto che aveva sparato al ragazzo uccidendolo, Linc decide di farsi giustizia da solo. Ad accompagnare lo spettatore nel racconto Jordin King, uno studente di cinema deciso a girare un documentario sulla morte di Kijiani e sul desiderio di giustizia di Linc. Insieme alla sua troupe Jordin diventerà testimone diretto e protagonista dell’intera vicenda, con la responsabilità di farla conoscere al mondo.

Nate Parker ha trascorso gran parte della sua vita e della sua carriera combattendo le ingiustizie sociali e creando contenuti che affrontano il tema della disparità delle comunità emarginate in tutto il mondo. Si è guadagnato per la prima volta l’attenzione della critica con il suo ruolo da protagonista in The Great Debaters – Il potere della parola di Denzel Washington. Nate ha interpretato il ruolo di protagonista in Red Tails prodotto da George Lucas. Con il suo debutto alla regia in The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo ha vinto il Gran Premio della Giuria e del Premio del Pubblico al Sundance Film Festival nel 2016.

American Skin – Lunedì 24 maggio in prima visione alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su N0W e disponibile on demand.  Grazie a extra, il programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione extra.

Fast & Furious 9: la storia di Dom in un nuovo video

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Fast & Furious 9: la storia di Dom in un nuovo video

La Universal Pictures Italia ha diffuso un nuovo contributo video su Fast & Furious 9 che racconta la storia di Dom. Il Dom Toretto di Vin Diesel  sta conducendo una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte. Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama.

La sua squadra si riunisce nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John Cena, l’imminente The Suicide Squad). In attesa del nono capitolo della saga Fast & Furious di Universal Pictures, un nuovo e adrenalinico video dedicato al personaggio interpretato da Vin Diesel.

Fast & Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin, che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla prova come mai prima d’ora.

Tornano a recitare nel film Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang, al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del cast di Fast & Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B, nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo cameo. Fast & Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin, Clayton Townsend e Samantha Vincent.

MCU: 10 iconiche scene da “vedere e rivedere”

MCU: 10 iconiche scene da “vedere e rivedere”

Al di là delle grandi trame e dei grandi personaggi dei film, il MCU è così amato dai fan di tutto il mondo anche per una serie di scene memorabili che riguardano tanto le scene di combattimento quanto i momenti più divertenti, per non parlare di quelle che sono dei veri e propri omaggi ai fumetti. Scren Rant ha raccolto 10 scene del MCU che probabilmente i fan amano rivedere più e più volte:

La lotta di Vedova Nera in Iron Man 2

Vedova Nera ha fatto il suo debutto in Iron Man 2. Ha esordito come assistente di Tony Stark, ma ben presto quest’ultimo ha scoperto che Natasha era stata mandata da Nick Fury per sorvegliarlo e tenerlo d’occhio. Durante la prima battaglia di Iron Man, quella messa in atto per cercare di fermare Justin Hammer, Nat ha dimostrato il suo coraggio in qualità di combattente.

Nel film è presente una scena di combattimento in un corridoio in cui Vedova Nera elimina tutti i cattivi in cui si imbatte alla stessa velocità con cui Happy Hogan ne avrebbe probabilmente sconfitto soltanto uno. Subito, Nat ha dimostrato di essere una vera e propria arma umana.

Iron Man vs. Captain America vs. Thor in The Avengers

Nel primo film degli Avengers, Nick Fury ha dovuto riunire gli eroi e fargli lavorare come una forza combinata per sconfiggere Loki e l’imminente invasione aliena. Tuttavia,  si trattava pur sempre di eroi dall’ego spropositato che dovevano imparare ad andare d’accordo…

Capitan America e Iron Man avevano catturato Loki, ma poi si è presentato Thor e ha portato via suo fratello con la forza. Ciò ha portato ad una lotta nei boschi che ha visto i tre eroi distruggere la maggior parte della vegetazione attorno a sé, per poi non giungere ad alcuna conclusione.

La lotta di Cap nell’ascensore in The Winter Soldier

In Captain America: The Winter Soldier, qualcuno ha ucciso Nick Fury e Captain America ha dovuto capire cosa stesse succedendo. Ha incontrato il direttore dello S.H.I.E.L.D. Alexander Pierce (Robert Redford), e quando se ne è andato si è ritrovato ad essere un ricercato.

Tuttavia, si accorse che sempre più persone andavano d’accordo con lui in un ascensore, incluso alcuni familiari agenti dello S.H.I.E.L.D. come Brock Rumlow. Ha capito cosa stava succedendo e ha stesso tutti i soldati prima di scappare. Per essere un luogo chiuso e alquanto ristretto, è stata sicuramente una lotta memorabile… 

Iron Man vs. Soldato d’Inverno vs. Capt in Civil War

Captain America: Civil War è pieno di fantastiche scene da vedere e rivedere, inclusa la battaglia dell’aeroporto in cui tutti gli eroi si affrontano l’uno contro l’altro. Tuttavia, il combattimento che rimane davvero memorabile arriva solo alla fine del film.

Captain America e il Soldato d’Inverno andarono a cercare gli altri Soldati in animazione sospesa, in attesa del loro risveglio. Tuttavia, quando arrivarono, il barone Zemo li aveva già uccisi. Fu allora che si presentò Iron Man, con l’intento di uccidere Bucky, che dovette combattere Cap e Bucky in un intenso combattimento.

Il combattimento d’apertura di GOTG Vol. 2

Ci sono molti momenti nei film dei Guardiani della Galassia che la gente ama guardare più e più volte. Tuttavia, la scena più divertente da rivedere più e più volte è probabilmente quella all’inizio di Guardiani della Galassia Vol. 2.

I Guardiani stanno combattendo un mostro gigante, ma la machina da presa si concentra su Baby Groot, che inizia a suonare musica e a ballare per la stanza mentre i suoi compagni di squadra sono coinvolti in un’enorme battaglia per la sopravvivenza.

Hulk vs. Thor in Thor: Ragnarok

Anche Thor: Ragnarok ha diverse scene che i fan amano rivedere più volte. La lotta sul Bifrost è quella di cui probabilmente nessuno si stancherebbe mai. Tuttavia, c’è un altro momento nel film che è divertente e non perde mai il suo fascino.

Thor è stato gettato nell’arena per combattere il campione, per poi rendersi conto che era Hulk. I due combatterono, con Hulk che dominò Thor fino a quando il Dio del Tuono non si rese conto di poter controllare i suoi poteri fulminei senza il Mjolnir.

La battaglia sul Bifrost in Thor: Ragnarok

Come accennato, il combattimento di Bifrost è un altro momento di Thor: Ragnarok da rivedere più e più volte. Thor, Valchiria, Hulk, Heimdall e Loki si ritrovano in battaglia sul Bifrost contro Hela e il suo esercito. C’è stato persino un momento in cui Skurge l’Esecutore si è unito a loro.

Il combattimento è stato fantastico, ma il vero momento che lo ha elevato e lo ha reso una delle migliori scene nella storia del MCU è arrivato quando Thor ha riacquistato l’uso dei suoi poteri divini, con i Led Zeppelin in sottofondo che hanno reso la scena del combattimento davvero magnifica.

Black Panther vs. Killmonger in Black Panther

Black Panther rimane uno dei film più acclamati dalla critica nella storia del MCU. È stato anche candidato agli Oscar e, in generale, resta una grande esperienza cinematografica da rivedere più e più volte. Ci sono alcune scene davvero fantastiche al suo interno, inclusa la lotta al casinò e il combattimento finale.

Tuttavia, ciò che spicca nel film come scena da rivedere almeno una volta è quando Killmonger e T’Challa combattono sulla cascata per il titolo di Pantera Nera.

Lo Snap – Avengers: Infinity War

Molti spettatori che non avevano familiarità con le trame dei fumetti Marvel Comics sono rimasti sorpresi alla fine di Avengers: Infinity War. I Vendicatori hanno combattuto Thanos sulla Terra ma anche fuori, ma il Titano Pazzo li ha battuti tutti clamorosamente.

Tuttavia, la scena che ha sorpreso molti fan è stata quando Thanos ha schioccato le dita e metà delle forme di vita nell’universo si sono disintegrate. Guardare il Soldato d’Inverno, Falcon, Doctor Strange e persino Spider-Man scomparire e morire è stato scioccante ma al tempo stesso degno dei più morbosi rewatch.

“Vendicatori Uniti!” in Avengers: Endgame

avengers endgameAvengers: Endgame ha visto gli eroi sopravvissuti viaggiare indietro nel tempo per cercare di capire come annullare lo Snap. Ci sono stati diversi momenti fantastici nel film, inclusa una fantastica scena di combattimento tra Capitan America e… sé stesso.

Tuttavia, la scena migliore, e quella che ha portato i fan di tutto il mondo ad applaudire in sala, è arrivata dopo che gli eroi erano tornati. Doctor Strange ha aperto i portali e tutti gli eroi del MCU si sono presentati contemporaneamente. Capitan America esclama: “Vendicatori Uniti!” e la guerra ha inizio. È la migliore scena del MCU, senza dubbio.

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