I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection, in collaborazione con Fil Rouge Media,
annunciano l’uscita nelle sale cinematografiche de La
Cordigliera dei Sogni del maestro cileno Patricio
Guzmán. Dopo gli acclamati Nostalgia della luce e
La memoria dell’acqua arriva sul grande schermo giovedì 10
giugno l’opera che chiude la trilogia dedicata al Cile, terra natia
del regista che, con il suo sguardo, ne ha svelato l’anima più
profonda e nascosta.
LaCordigliera
dei sogni è stato presentato al Festival
di Cannes con grande riscontro di pubblico e critica. Assolute
protagoniste le alte cime della Cordigliera, cariche di una
moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori,
stratificati come la roccia. Per il regista cileno, che ha lasciato
la sua terra dopo il colpo di Stato del ’73 e non è mai tornato a
viverci, La Cordigliera dei sogni è un viaggio nel suo
passato, un ritorno nostalgico e a tratti onirico nel cuore della
sua terra. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle
testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi
della dittatura di Pinochet: le voci umane si fondono con quella
silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle
nuove generazioni, affinché non si rassegnino e non smettano di
sperare nel futuro.
Il film – dichiara
Guzmán – continua ad occuparsi del conflitto tra uomo,
cosmo e natura. Ma queste montagne immense, che sono il cuore del
progetto, sono diventate per me metafora dell’immutabile, di ciò
che abbiamo lasciato e di ciò che continua a vivere con noi quando
pensiamo che sia tutto perduto. Immergermi nella Cordigliera mi
consente di nuotare nei miei ricordi. Quando scruto le ripide vette
o mi tuffo nelle profonde valli, inizio un viaggio introspettivo
che rivela parzialmente i segreti della mia anima cilena.
La Cordigliera dei
sognidi Patricio Guzmán sarà nelle sale
italiane da giovedì 10 giugno con I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection.
La trilogia di Spider-Man di Sam Raimi è una delle più amate da parte dei
fan (nonostante il terzo capitolo non ricevette la medesima
accoglienza dei primi due, tant’è che la Sony decise di cancellare
il già programmato quarto film). Tuttavia, esistono alcuni buchi di
trama che forse non avete mai notato. Screen
Rant ne ha raccolti 10.
Bernard non dice a Harry la verità
Dopo gli eventi del primo
Spider-Man, Harry incolpa Spidey per la morte di suo padre
e giura vendetta. Ciò rappresenta il culmine di Spider-Man
3, quando Harry segue le orme di suo padre e diventa New
Goblin. Dopo un brutale confronto con il suo ex amico, Peter chiede
l’aiuto di Harry per salvare la loro comune amica Mary Jane, ma
Harry si rifiuta.
Il
maggiordomo di Harry, Bernard, decide quindi di far sapere a Harry
la verità su ciò che è successo a suo padre. Non ha molto senso il
motivo per cui il maggiordomo non lo abbia detto al giovane prima,
poiché ha espresso chiaramente la sua delusione nel vedere
l’ossessione di Harry consumarlo. Questa scena è stata modificata
nel taglio del produttore, ma i fan hanno dovuto affrontare il buco
di trama per 10 anni, fino a quando il taglio alternativo non è
stato rilasciato.
Lo zio Ben non porta Peter a scuola
Quando vediamo per la prima
volta Peter in Spider-Man, il giovane sta inseguendo uno
scuolabus. Apparentemente, l’autista lo ha fatto apposta ed è un
evento normale, poiché ciò accade ancora una volta più avanti nel
film. Lo zio Ben rivela di aver perso il lavoro qualche tempo
prima. Ciò fa sorgere una domanda: perché non porta Peter a scuola,
risparmiandogli l’imbarazzo di perdere l’autobus?
Vediamo che Ben non ha problemi a portare Peter in biblioteca,
quindi è chiaro non gli dispiace offrire a Peter dei passaggi.
Forse Ben non conosce nel dettaglio i guai di Peter, ma sembra
comunque essere in grado di capirlo, quindi potrebbe essere stato
in grado di dedurre che, ogni mattina, c’era qualcosa che non
andava…
Peter non si è difeso da solo
Peter è in grado di
eliminare un wrestler apparentemente imbattibile nel primo film.
Quando va a ritirare i soldi della sua ricompensa, il promotore gli
offre solo una piccola frazione della somma che avrebbe dovuto
ricevere in origine. Peter non avrebbe mai ferito l’uomo, ma non
aveva ancora i suoi principi e avrebbe potuto facilmente
minacciarlo.
Tuttavia, Peter si allontana con riluttanza e
accetta quel cattivo trattamento. Ma il promotore dice a Peter che
avrebbe potuto eliminare il rapinatore facilmente, quindi è
consapevole di ciò di cui è capace. Sollevando semplicemente l’uomo
dalla sua sedia, è probabile che avremmo avuto l’idea di ciò che
Peter poteva fare, senza contare che avrebbe avuto comunque i suoi
soldi.
La polizia non rivela l’assassino di Ben
Una delle più grandi
rivelazioni di Spider-Man 3 è il fatto che Flint Marko è
il vero assassino di zio Ben. Il capitano Stacey non lo rivelò né a
Peter né a zia May fino a quando non scappò di prigione, con Peter
che nel frattempo aveva vissuto la sua vita pensando di aver
catturato l’assassino di suo zio, per poi scoprire in seguito che
in realtà era solo un complice.
È strano che il dipartimento di
polizia abbia mantenuto questo segreto, poiché trovare il colpevole
dell’omicidio di una persona cara, per i membri di un’intera
famiglia, sembra essere una delle cose più importanti. Invece,
aspettano che l’assassino venga nuovamente liberato prima di farli
accedere a quello che apparentemente sembra essere un segreto.
Mary Jane non avverte Peter
Quando Harry recupera la
sua memoria e il suo odio per l’Uomo Ragno in Spider-Man
3, usa l’amore di Peter per Mary Jane contro di lui. Dice a
Mary Jane di fingere di rompere con Peter, con Harry che rivela al
suo amico di essere il ragazzo per cui May Jane lo sta
lasciando.
Mary
Jane avrebbe potuto facilmente dire a Peter che Harry aveva
recuperato la memoria, dando a Peter il sopravvento e l’opportunità
di fermare il piano di Harry prima che iniziasse. Invece, Mary Jane
segue il piano, lasciando Peter con il cuore spezzato,
apparentemente senza motivo.
Eddie è riuscito a farla franca con foto truccate
Spider-Man 3 ha
visto il debutto sul grande schermo di Eddie Brock, ossia Venom.
Eddie è un fotografo del Daily Bugle, che riesce a ottenere un
lavoro nello staff grazie ad alcune foto diffamatorie di
Spider-Man. Peter è in grado di rendersi conto subito che le foto
di Eddie sono solo versioni modificate delle sue, e così lo
affronta.
È strano come queste immagini siano
state modificate e pubblicate prima che qualcuno si accorgesse che
erano false. Sicuramente qualcuno al Bugle avrebbe potuto notare
che le immagini erano state modificate prima che lo scoprisse
Peter. Le foto di Spider-Man sono state un’enorme fonte di guadagno
per il giornale, quindi qualcuno avrebbe dovuto ispezionare le foto
con molta attenzione.
Peter si è smascherato da solo
Dopo l’emozionante
battaglia in treno in Spider-Man 2, Spidey si ritrova
legato a casa di Harry Osborn. Harry smaschera l’eroe e scopre la
verità. Poco dopo essere stato smascherato, Peter si libera da ciò
che lo tiene incatenato con facilità. Ciò solleva un dubbio: perché
Peter non l’ha fatto prima che Harry gli si avvicinasse?
È
stato ferito durante la battaglia, ma la scena ha mostrato che
comunque aveva abbastanza forza per liberarsi. Ciò avrebbe
risparmiato dolore al suo amico e impedito la nascita di un nuovo
nemico.
Il piano di Doc Ock
Prima dell’incidente che lo
ha portato a diventare il malvagio Doctor Octopus, Otto Octavious
voleva creare una nuova fonte d’energia basata sulla fusione. Dopo
l’incidente, vuole ancora crearla, anche se non c’è motivo. Doc Ock
ha ucciso una stanza piena di dottori e ha dimostrato di essere una
minaccia, quindi anche se avesse avuto successo non avrebbe
ottenuto alcuna ricompensa a causa dei suoi scopi malvagi.
Se
Spidey non lo avesse fermato e avesse avuto successo, la macchina
avrebbe raso al suolo gran parte della città, rendendolo ancora più
pericoloso e temuto. È strano che avrebbe affrontato quest’enorme
sforzo senza un apparente fine dei giochi.
Peter perde i suoi poteri
Uno dei punti principali
della trama di Spider-Man 2 è che Peter deve affrontare la
perdita dei suoi poteri. Si dice che ciò sia dovuto allo stress e
al suo cuore spezzato, ma la cosa non ha molto senso. Peter ha
ancora la capacità di fare ciò che è giusto, quindi è curioso che
non combatta per i suoi poteri sapendo che il Dottor Octopus è
ancora in libertà.
Peter dice a Mary Jane che non l’ama
perché è preoccupato per la sua sicurezza, ma anche dopo aver perso
i suoi poteri vuole tenerla al sicuro, quindi è inutile per lui
perdere i poteri. Peter riacquista i suoi poteri con la stessa
rapidità con cui li ha persi, con una spiegazione davvero
minima.
Gli studenti non si sono resi conto di chi era Spider-Man
Quando Peter inizia a
sentire gli effetti del morso di ragno, mette in scena un vero show
nella sua scuola. Lancia accidentalmente un vassoio al bullo di
turno, Flash Thompson, durante la prima vera esposizione della sua
ragnatela, di fronte all’intera scuola. Tutti nella caffetteria
vedono il vassoio collegato a Peter con una ragnatela, mentre il
ragazzo esce dalla stessa.
In seguito, Flash affronta Peter in
una lotta che l’apparentemente debole Parker è in grado di vincere
con estrema facilità. La grande folla di studenti non si interroga
mai su come sia in grado di farlo. Quando Spider-Man si fa vivo,
poco dopo che Peter si è laureato, si potrebbe pensare che almeno
uno studente realizzerebbe che Peter e Spider-Man sono la stessa
persona… ma a quanto pare, non è così.
Il network americano CBS ha diffuso
il trailer di Ghosts ,
la nuova serie tv con protagonisti con Rose McIver e Utkarsh
Ambudkar.
Ghosts, la serie tv
Ghosts
è la nuova serie tv americana creata da Joe Port e Joe Wiseman e
basata sul format UK della BBC.
La serie è una commedia a
telecamera singola sull’allegra giornalista freelance Samantha
(Rose McIver) e lo chef emergente Jay (Utkarsh Ambudkar), che
gettano al vento cautela e denaro quando decidono di convertire
un’enorme tenuta di campagna fatiscente che hanno ereditato in un
bed & breakfast, solo per scoprire che è abitato dai molti spiriti
dei residenti deceduti che ora lo chiamano casa.
Le anime dei defunti sono un gruppo
affiatato ed eclettico che include un impertinente cantante lounge
dell’era del proibizionismo, un pomposo miliziano del 1700, un
hippie degli anni ’60 appassionato di allucinogeni, un leader delle
truppe scout degli anni ’80 eccessivamente ottimista, un
esploratore vichingo ossessionato dal merluzzo 1009, un brillante
fratello finanziario degli anni ’90, un nativo sarcastico e
spiritoso del 1500, e una donna di società e moglie di un barone
rapinatore del 1800 che è l’antenato di Samantha, solo per citarne
alcuni. Ad aumentare l’ansia degli spiriti per i cambiamenti in
arrivo nella loro casa c’è la consapevolezza che Samantha è la
prima persona dal vivo che può vederli e ascoltarli.
Lo scorso settembre abbiamo appreso
la notizia che Herny Joost e Ariel
Schulman, registi di
Project Power, sono stati scelti per dirigere
Nemesis, il film basato sulla controversa serie a
fumetti di Mark Millar e Steve
McNiven, in cantiere ormai da diversi anni.
All’epoca avevamo anche appreso che
sarebbe stata Emerald Fennell (regista di
Una donna promettente, film vincitore dell’Oscar 2021 alla
migliore sceneggiatura originale) a scrivere l’adattamento per il
grande schermo. Ora, è stato proprio Millar, durante un’intervista
con Forbidden Planet TV, ad
aggiornare in merito al progetto.
“Emerald Fennell, che ha da poco
vinto un Oscar alla migliore sceneggiatura grazie a Una donna
promettente, ha appena consegnato l’ultima bozza della
sceneggiatura di Nemesis”, ha spiegato Mark
Millar. “È estremamente interessante, soprattutto dopo
lo sviluppo iniziale del film che era stato affidato al compianto
Tony Scott e che aveva stabilito alcune idee visive davvero
sorprendenti.”
Emerald Fennell è
stata anche scelta per scrivere
Zatanna per la Warner Bros., quindi Nemesis
non rappresenta la sua prima incursione nel mondo dei fumetti.
Tuttavia, pare che l’adattamento avrà poco in comune con il
materiale originale, poiché dovrebbe raccontare la storia di un
ingegnere dalla mente brillante che assiste ad un brutale omicidio
da parte del Presidente degli Stati Uniti; l’uomo unirà le forze
con un vigilante per abbattere il Presidente e il suo governo
corrotto.
La storia del
Nemesis originale di Mark Millar,
invece, ricorda molto quella di Batman e ruota intorno a Matt
Anderson, un miliardario che lotta contro la polizia per vendicare
la morte dei sui genitori. Ricordiamo che l’adattamento
cinematografico verrà prodotto e distribuito da Netflix.
La produzione di Black
Adam è finalmente iniziata e ora una nuova
descrizione dal set del film potrebbe aver rivelato il look che
Hawkman, il personaggio interpretato da Aldis Hodge, sfoggerà nel film.
Secondo quanto riportato da
Murphy’s Multiverse, infatti, nel film vedremo lo Star Cruiser
di Hawkman, appartenente alla tecnologia Thangariana. La
descrizione della nave conferma quindi che anche nel DCEU verranno
mantenute le origini aliene dell’eroe.
“È elegante… ha un aspetto
curvo”, si legge nel report della fonte. “Una zona salotto
circolare rialzata nella parte posteriore e una grande serie di
lunghe luci rosse che si incurvano dalla parte posteriore fino al
soffitto. C’è una zona medica (un letto reclinabile con alcuni
strumenti intorno) e qualcosa che assomiglia ad un bar con sedie di
classe. Il simbolo Hawkman in oro è sul pavimento, al centro.
Inoltre, uno dei corridoi presenta il logo di Hawkman in rosso
acceso, alla fine.”
Nel film potrebbe essere l’intera
Justice Society ad utilizzare la nave, ma l’inclusione dello Star
Cruiser indica che la versione di Hawkman di Black
Adam sarà quella dell’ufficiale di polizia alieno
della Silver Age della DC. Durante quell’epoca, Katar Hol (Hawkman)
e Shayera Hol (Hawkgirl) arrivarono sulla Terra per arrestare un
criminale in fuga: questo potrebbe spiegare l’assenza del
personaggio nel film (nonostante in passato si era parlato di uno
possibile coinvolgimento).
Dopotutto, se i due si sono separati
all’atterraggio, è possibile che Hawkman abbia trascorso anni alla
ricerca di Hawkgirl. In alternativa, Katar potrebbe non essere
stato in grado di tornare a casa se la nave aveva bisogno di essere
riparata, con Shayera che potrebbe benissimo aspettarlo su Thanagar
(in questo modo, il personaggio potrebbe essere introdotto in un
eventuale sequel o in uno dei progetti futuri del DCEU).
Tutto quello che sappiamo su Black Adam
Il cast completo di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera
anche Noah Centineo (Atom
Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla
sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e
alla sua origin story. A quanto pare, il film su
Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni duemila.
Il 2021 segnerà il debutto ufficiale
di Salma
Hayek nel MCU. L’attrice, infatti, è tra i
protagonisti de Gli
Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios che sarà diretto da
Chloé Zhao (vincitrice dell’Oscar 2021 come
miglior regista per
Nomadland) e che arriverà nelle sale a
novembre.
In una recente intervista con
Variety, l’attrice messicana ha avuto modo di riflettere
proprio sulla possibilità di aver recitato in un cinecomic,
occasione che la stessa non credeva possibile a causa della sua
età. “Non mi è mai passato per la testa di poter entrare a far
parte di un film Marvel. È stato uno shock assoluto,
perché credevo che quel treno fosse ormai passato per me”, ha
spiegato Salma
Hayek. “Poi, all’improvviso, ho ricevuto una
chiamata: ‘Vogliono parlarti di un nuovo franchise’. Non ci potevo
credere… è difficile ottenere il ruolo di un eroe in un film
d’azione se sei messicano. Lo è ancora di più se sei messicano e
sei una donna. Pensavo mi stessero prendendo in giro, perché mai
avrei pensato di ottenere la parte, essendo una donna messicana
della mia età. Sono stato uno dei primi membri del cast ad essere
scelto, quindi ho dovuto tenere la bocca chiusa per tantissimi
mesi. Non potevo parlarne con nessuno. Non vedevo l’ora che
arrivasse il giorno in cui finalmente avrei potuto
parlarne.”
Nel corso della medesima intervista,
l’attrice ha anche rivelato per la prima volta di aver avuto il
Covid e di aver deliberatamente tenuto segreta la gravità dei suoi
sintomi. L’attrice ha spiegato di aver sofferto di insufficienza
respiratoria, di avuto bisogno dell’ossigeno e di aver trascorso
circa sette settimane isolata in una stanza della sua abitazione.
“Il mio medico mi ha pregato di andare in ospedale perché la
situazione era veramente grave”, ha raccontato l’attrice.
“Ma io gli risposto: ‘No, grazie. Preferirei morire a
casa’.”
Per fortuna, Salma
Hayek ora è completamente guarita ed è tornata a
lavorare all’inizio di quest’anno (di recente l’attrice è stata
impegnata sul set di House
of Gucci, il nuovo film di Ridley Scott girato in Italia e incentrato
sull’omicidio dell’imprenditore Maurizio Gucci, ex presidente
dell’omonima casa di moda). Tuttavia, ha rivelato alla celebre
rivista che “non ha ancora recuperato l’energia che aveva una
volta.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri
superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e
i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come
Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore
tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi,
eroina che ama muoversi tra gli umani.
Nonostante il film presenti una
carrellata di personaggi DC che non sono mai apparsi sul grande
schermo prima d’ora, è innegabile che i fan dell’universo condiviso
non vedano l’ora di vedere The Suicide
Squad di James Gunn anche – e soprattutto – per il
ritorno di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn.
L’attrice candidata all’Oscar ha
interpretato per la prima volta il personaggio in Suicide Squad e, alcuni anni dopo, in
Birds of Prey. Nel film di Gunn, la Mattacchiona unirà le
forze con una nuova Task Force X e, stando alle prime immagini
ufficiali, sembrano che il personaggio incarnerà uno stile molto
diverso dalle precedenti iterazioni. James Gunn ha parlato spesso del suo amore per
Harley Quinn, e in un recente speciale di
AP dedicato ai film più attesi dell’estate, sono emerse alcune
interessanti dichiarazioni del regista in merito a ciò che dovremmo
aspettarci dal film.
Nello specifico, il regista e
sceneggiatore ha parlato delle spiccate doti fisiche di Margot Robbie, cosa che lo ha portato a
scrivere appositamente per l’attrice “la più grande scena d’azione
che vedrà coinvolta Harley Quinn”. “Margot può fare qualsiasi
cosa”, ha spiegato Gunn. “O meglio, credevo potesse fare
qualsiasi cosa. Perché un giorno ha dovuto cantare e le ho detto:
‘Beh, puoi fare tutto, tranne questa cosa’. Ma è davvero una grande
attrice. Incarna realmente lo spirito del personaggio. Il suo lato
comico, il suo lato drammatico… fisicamente, poi, è una vera atleta
ed è in grado di fare qualsiasi stunt in maniera aggraziata,
rendendo tutto magnifico e bellissimo.”
Poi ha aggiunto: “Proprio per
questo, ho scritto per Margot la più grande scena d’azione che
abbia mai coinvolto il personaggio di Harley Quinn, ed è stato
incredibilmente divertente lavorarci, sotto ogni aspetto… dal
lavoro con gli stuntman al lavoro con lei. Probabilmente, si tratta
dei quattro minuti di film più divertenti che abbia mai girato in
vita mia.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
La
Snyder Cut di Justice
League è uscita su HBO Max lo scorso marzo, dopo che i
fan hanno trascorso anni ad implorare la Warner Bros. per la sua
distribuzione, attraverso l’hashtag #ReleaseTheSnyderCut.
Ora, quegli stessi fan vorrebbero
vedere l’intero SnyderVerse sul grande schermo (è stato infatti
lanciato anche l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse), e chissà che la
stessa sorte non possa toccare anche a Sucker Punch…
In una recente intervista con
Vanity Fair, infatti, è stato proprio Zack Snyder a confermare che quella uscita al
cinema nel 2011 non è la versione originale del film, quella che
lui avrebbe voluto realizzare, e che spera che la Warner Bros.
possa far uscire il taglio originale prima o poi.
“Sucker Punch è stata la prima
volta in cui ho davvero affrontato una vera ristrutturazione
radicale del film per renderlo più commerciale”, ha spiegato
il regista. “E c’è una Director’s Cut di quel film che deve
ancora essere distribuita. Lo dico ad alta voce.”
All’epoca dell’uscita in sala,
Sucker Punch non venne accolto bene né dalla
critica né dal pubblico: in particolare, gli addetti ai lavori non
apprezzarono la rappresentazione sessualizzata dei personaggi
femminili. Adesso, Zack Snyder ha affrontato la questione
nell’intervista, sostenendo di essere sempre stato pronto a
criticare il tipo di sessismo che era stato accusato di
rappresentare.
“È un film di protesta sotto
molti punti di vista. È un film sul genere”, ha detto Snyder.
“All’epoca mi è stato chiesto: ‘Perché hai vestito le ragazze
in quel modo?’. E io rispondevo sempre: ‘Non le ho vestiti così, tu
l’hai fatto’. In un certo senso, l’ho sempre visto come un atto
d’accusa nei confronti della cultura popolare. Penso che all’epoca
fui criticato perché il film sembrava l’opposto… una sorta di sfogo
sessista. La verità è che è stato divertente realizzarlo. Mi piace
ancora oggi.”
Il film dedicato a
Batgirl, ormai in cantiere alla Warner Bros. da
diverso tempo, torna finalmente all’attenzione del popolo del web.
Come apprendiamo da
THR, infatti, il film è stato affidato a Adil El
Arbi e Bilall Fallah, registi di
Bad Boys for Life.
Secondo la fonte, il duo ha
ufficialmente chiuso un accordo con lo studio per occuparsi della
regia del cinecomic. In base a quanto riferito, il film non uscirà
al cinema, ma arriverà direttamente sulla piattaforma di streaming
HBO Max. Al momento non sappiamo se i piani potrebbero cambiare,
permettendo così al film di arrivare successivamente anche nelle
sale.
Christina Hodson,
che ha scritto lo spin-off Bumblebee e che ha lavorato
anche ai film DC Birds of Prey e The
Flash, ha scritto la bozza più recente della
sceneggiatura. “Con Batgirl, speriamo di condurre il pubblico
in un viaggio divertente. L’obiettivo è mostrare loro un lato
diverso di Gotham”, ha detto il produttore Kristin
Burr. “La sceneggiatura di Christina è piena di
spirito. Adil e Bilall hanno un’energia talmente viva che è quasi
contagiosa, cosa che li rende i registi perfetti per questo nuovo
progetto sull’universo di Batman. Sono semplicemente entusiasta di
poter far parte dell’universo DC. È fantastico.”
In origine, Batgirl
doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di
The Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di
Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decrifrare la storia”.
Per quanto riguarda Adil El
Arbi e Bilall Fallah, dopo il successo di
Bad Boys for Live, che ha rivitalizzato a distanza di
molti anni il franchise di Bad Boys inaugurato negli anni
’90, il duo si è occupato anche della regia di alcuni episodi
dell’attesa serie
Ms. Marvel, in arrivo su Disney+.
Nell’universo Marvel, l’Antico potrebbe essere
definito come uno stereotipo, quindi nessuno può davvero incolpare
i Marvel Studios per aver cercato di fare
qualcosa di diverso con il personaggio in Doctor
Strange.
Tilda Swinton, un’attrice bianca, è stata
scelta per interpretare una versione femminile dello Stregone
Supremo. All’epoca il suo casting fu oggetto di whitewashing, e ora
il boss della Casa delle Idee, Kevin Feige, ha
affrontato la controversia ammettendo di aver commesso un errore
portando l’Antico in quella direzione.
“Pensavamo di essere così
intelligente e all’avanguardia”, ha detto Feige a
Men’s Health, la cui cover del nuovo numero ha come
protagonista Simu Liu, star dell’attesissimo
Shang-Chi e la Leggenda dei Diedi Anelli.
“Non cadremo nel cliché dell’asiatico vecchio e saggio. In
realtà è stato un campanello d’allarme. Ci ha spinto a pensare:
‘Aspetta un attimo, forse poteva esistere un altro modo per non
cadere nel cliché e scegliere comunque un attore asiatico?’ La
risposta è ovviamente sì.”
I Marvel Studios avevano ovviamente
buone intenzioni, ma questa è di certo un’esperienza da cui hanno
imparato tanto, che potrebbe anche spiegare perché in
Shang-Chi vedremo Wenwu nei panni del Mandarino, e non
quello dei fumetti, ossia Fu Manchu. Parlando di quel film, Feige
ha poi spiegato perché quel franchise sarà la chiave per entrare
davvero nella Fase 4 del MCU.
“Una volta portata a conclusione
quella che tutti conosciamo come la Saga dell’Infinito, ci siamo
rimboccati le maniche e abbiamo detto: ‘Ok, cosa ci sarà dopo? Cosa
tireremo fuori in futuro?’. Dovevamo pensare ad una vera e propria
evoluzione dopo la fine della nostra prima grande saga, ed è per
questo che Shang-Chi era in cima alla lista.”, ha dichiarato
il produttore.
Netflix ha trovata la protagonista
dell’annunciata serie su Mercoledì un
nuovo live-action spin-off de La Famiglia Addams basato su
Mercoledì che
sarà diretta da Tim Burton. Il colosso dello streaming lo ha
annunciato via twitter presentando per la prima volta l’attrice
Jenna Ortega:
Happy Wednesday! @JennaOrtega
will play the iconic Wednesday Addams in our upcoming live-action
Wednesday series, directed by Tim Burton. pic.twitter.com/yQRJXgnUo4
La serie sarà incentrata sul
personaggio iconico di Wednesday Addams. Intitolata Mercoledì,
la commedia di formazione, scritta dai creatori di SmallvilleAl Gough e Miles Millar e che sarà diretta da
Tim Burton, è un mistero inquietante e
soprannaturale che racconta gli anni di Mercoledì
di Addams come studente alla Nevermore Academy. I tentativi di
Wednesday di padroneggiare la sua abilità psichica emergente,
contrastare una mostruosa follia omicida che ha terrorizzato la
città locale e risolvere il mistero soprannaturale che ha coinvolto
i suoi genitori 25 anni fa, il tutto mentre navigava nelle sue
nuove e intricate relazioni a Nevermore.
È involontariamente passato alla
storia come l’ultimo Blockbuster della normalità prima dell’inizio
della pandemia e qualora lo si volessero vedere e rivedere,
Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è disponibile su NOW e
on demand su Sky.
Il film diretto da Cathy Yan non è
solo l’ultimo film ad alto budget ad essere stato distribuito in
sala in una condizione di normalità, ma è anche il primo cinecomi
che vede in azione una squadra di eroine anticonformiste tutta al
femminile, una squadra forte ed energica, contro la quale non ci si
vorrebbe mai scontrare, cosa che non possono dire i villani del
film. Ma da chi è composta questa squadra? Ecco di seguito chi
sono, secondo i fumetti, le protagoniste del film e da chi sono
interpretate nel film Warner Bros, disponibile su NOW e
on demand su Sky.
Il film Birds of
Preyè disponibile su
NOW e anche
on demand su Sky. Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
Renee Montoya
Il personaggio è trai più
affascinanti dei fumetti DC, nonostante, come vedremo è capitato
anche alla nostra protagonista Harley Quinn, il suo esordio si deve alla serie
animata dedicata a Batman. Nella serie, Renee Maria Montoya è una
detective della polizia di Gotham City, incorruttibile e letale,
tostissima, come dovrebbe essere ogni poliziotto onesto che lavora
in quella fogna che è Gotham! Il personaggio animato ebbe talmente
tanto successo da meritarsi anche il passaggio su carta.
Originaria della Repubblica
Dominicana, è rimasta una delle poche persone oneste a lavorare in
polizia, vive una vita tranquilla al di fuori del suo impegno
lavorativo che certo tranquillo non è, fino a che è costretta a
dichiarare la sua omosessualità quando Due Facce si innamora di
lei. Questo porterà un vero e proprio terremoto nella sua vita, con
la conseguente degenerazione dei rapporti con la famiglia.
Nonostante questo, Renee ha una storia d’amore molto importante con
la seconda Batwoman, Katherine Kane.
Tuttavia, dopo tanti anni di
servizio al Gotham Police Department, anche lei resta disgustata
dalla corruzione imperante, e decide di lasciare il dipartimento
per continuare a combattere il crimine in autonomia. Si farà così
chiamare Question. Nel film è interpretata dall’energica Rosie
Perez.
Cassandra Cain
Cassandra Cain ha una
storia articolata e complessa persino per essere un personaggio dei
fumetti, i quali, si sa, hanno sempre vicissitudini complicate.
All’inizio della sua storia, Cassandra era una giovane che aveva
seguito un durissimo addestramento per diventare l’assassino
perfetto, lei era capace di leggere i movimenti del corpo
del suo nemico, prevedendo le sue mosse, cosa che le dava un
incredibile vantaggio in combattimento. Ma dopo aver salvato la
vita a Jim Gordon, entra nelle simpatie di Batman che la accetta
nelle vesti di Batgirl.
Questa seconda vita di Cassandra
durerà poco, perché presto la sua origine prende il sopravvento e
da eroina diventa una villain, leader della Lega degli Assassini.
Questo cambio di rotta del personaggio piacque poco ai lettori,
tanto che dopo poco si rivelò che Cassandra era sotto il controllo
mentale di Deathstroke. A seguito dell’intervento di Robin, Cain
tornò a combattere il male, prima come Batgirl e poi come Orphan.
Nel film è interpretata da
Ella Jay Basco ed ha un ruolo decisamente diverso!
Cacciatrice
SI tratta di un personaggio
che ha avuto diverse incarnazioni nell’arco dei decenni delle
storie a fumetti DC Comics. L’identità di Cacciatrice è stata
indossata da molti personaggi. Nella Golden Age, Cacciatrice era la
malvagia Paula Brooks, successivamente, negli anni ’60, Cacciatrice
è stata Helena Wayne, figlia di Batman e Catwoman. Quest’ultima
versione è stata rimossa dalla continuity con Crisi sulle Terre
Infinite e reintrodotta solo nel 2000 da Grant Morrison.
Solo successivamente è diventata
Helena Bertinelli, figlia di un boss mafioso che cerca la sua
vendetta dopo che la sua intera famiglia è stata sterminata davanti
ai suoi occhi. Questa incarnazione, che Batman credeva troppo
violenta e instabile per combattere il male al suo fianco, è quella
che ci viene proposta in Birds of Prey con il volto di Mary
Elizabeth Winstead, amatissima dagli
spettatori nerd, vista la sua partecipazione a
Scott Pilgrim vs the World.
Black Canary
Questo personaggio aveva
avuto spazio anche nella serie tv Arrow, ma ci
torneremo. La sua storia a fumetti è molto complessa, perché chi
l’ha scritta per tanti anni forse non ha mai saputo bene cosa
farne. Prima due visioni dello stesso personaggio, poi madre e
figlia, poi una sola persona che però conteneva le coscienze di due
eroine differenti.
La Black Canary incarica
è Dinah Drake-Lance, affidata ad un orfanotrofio perché figlia
di una ragazza madre. Cresciuta per strada e addestrata alle arti
marziali da un poliziotto delle forze speciali, ha una mutazione
genetica che le consente di emettere grida ultrasoniche dagli
effetti devastanti. Fondatrice del primo gruppo delle Birds of
Prey, darà la caccia all’organizzazione criminale Basilisk. Nelle
sue incarnazioni precedenti ha avuto una storia d’amore con Oliver
Queen, una storia lunga e tormentata che, come accennavamo, è stata
raccontata in parte in Arrow della The CW. L’attrice a cui è stato
affidato il compito di portarla sul grande schermo è la magnetica
Jurnee Smollett-Bell.
Harley Quinn
Meravigliosa protagonista,
totalmente fuori di testa, Harley Quinn è la regina del film e la
spalla di maggiore successo della storia dei fumetti. Nata anche
lei nella serie animata dedicata a Batman come spalla di Joker,
Harley trova presto la sua strada sui fumetti e anche uno spazio
indipendente dal Clown principe del crimine. Il suo costume
originale è quello del jester, il jolly nero e rosso.
Dai fumetti però scopriamo chi è,
ovvero la dottoressa Harleen Quinzel, psicologa con doti atletiche
da ginnasta che lavora al manicomio di Arkham. In questa occasione
conosce Joker, del quale rimane vittima, innamorandosi perdutamente
di lui. Il villan la conduce in un vortice di violenza e follia dal
quale lei stessa si affranca nel corso degli anni delle storie a
fumetti, tanto che in Suicide
Squad la conosciamo mentre sta cercando di conquistare la sua
indipendenza.
Nel corso degli anni è stata tante
cose: vittima di Joker, sua complice, pazza assassina, ma più di
recente anche donna incerta di emancipazione, innamorata di Poison
Ivy e personaggio divertente e irriverente. A darle corpo e anima
la meravigliosa
Margot Robbie, che possiamo vedere e rivedere grazie a NOW e
a Sky on demand.
In diretta sulla
piattaforma Zoom, è stato presentato in Italia il nuovo film di
Lech Majewski: autore eclettico, non solo regista,
ma anche scrittore e pittore, dalla carriera più che trentennale e
la collaborazione con i più disparati artisti internazionali.
Valley of the gods è stato il suo ultimo
lavoro, finito di girare appena prima dell’inizio della pandemia, e
che CG Entertainment ha atteso a lungo a distribuire proprio per
realizzarne l’uscita esclusiva nelle sale cinematografiche.
Durante l’incontro stampa
mediato da CG Entertainment, il regista ha narrato la genesi
dell’idea del film e della sua realizzazione. Insieme a lui c’era
parte del cast rappresentata da Bérénice Marlohe
(Song to song e
Skyfall) e Keir Dullea
(2001 Odissea nello spazio), che ha
regalato un piacevolissimo siparietto iniziale nel quale, per
diversi minuti, ognuno dei tre si è festosamente salutato di fronte
alla divertita partecipazione di stampa ed esercenti.
Il film è un racconto che
si addentra nella mente di uno scrittore (Josh Hartnett), senza
curarsi troppo di dettagliati riferimenti cronologici e lineari, la
cui vita entra in collisione con l’uomo più ricco del mondo
(John Malkovich) che sta per appropriarsi di un
vasto territorio appartenente al popolo dei Navajo, per sfruttarne
i giacimenti di uranio.
Lech
Majewski spiega che l’ispirazione gli è venuta qualche
decennio fa. Con Viggo Mortensen stava
pianificando i dettagli del film Gospel according to
Harry e, nel cercare un paesaggio desertico, si era
trovato per la prima volta nella Monument Valley. Il contatto con
quella realtà lo aveva lasciato senza fiato, in particolar modo
quando era riuscito a entrare in relazione con gli abitanti di
quelle terre: «I Navajo sono continuamente proiettati verso gli
spiriti dei loro antenati», racconta Majewski, «E in tutto
ciò che osservano ne colgono i significati, quello che si nasconde.
Nonostante le condizioni di disagio in cui vivono, hanno una vita
interiore ricchissima, che li rende persone sempre in pace e in
armonia. Con questo film ho infatti desiderato creare uno scontro
tra il cinema commerciale, con la sua cultura pop che spesso abusa
degli effetti speciali facendone quasi una pornografia, e la
mitologia antica. E l’ambientazione scelta per il lussuoso castello
con il maggiordomo, ad esempio, è un chiaro riferimento a Batman e
al suo rapporto con Alfred».
Ambientazione che fa da
eco ai ceti più potenti degli Stati Uniti, prosegue il regista:
«Quando stavo scrivendo e producendo Basquiat ho
intervistato alcuni dei miliardari più famosi degli USA, e ciò che
più mi aveva colpito è che, nonostante abbiano una marea infinita
di possibilità, vivono blindati in gabbie dorate, impauriti e
protetti da un mondo esterno pieno di pericoli. E gli unici con cui
hanno rapporti costanti, sono i loro collaboratori».
Persone fragili e
interiormente inconsistenti, proprio come il magnate interpretato
da John Malkovich, Wes Tauros. E alla domanda su come sia stato
lavorare con l’attore, il regista risponde che gli era stato detto
che non sarebbe stato facile: «Secondo alcuni è un tipo
intransigente, invece l’ho trovato di una gentilezza rara.
Disponibile e umile a qualunque indicazione gli dessi».
Così come per Josh
Hartnett, che gli ha addirittura confessato di essere stato
ispirato da Basquiat nella scelta di voler fare l’attore.
Viene poi chiesto a
Bérénice Marlohe come si sia trovata a lavorare a questo progetto,
dopo aver interpretato nella sua carriera – tra gli altri – ruoli
in film di Terrence Malick e David Lynch: «Devo stare attenta a
quel che dico perché mi sente», dice ridendo, «Mi sono sinceramente
appassionata al modo in cui Lech ha affrontato temi così complessi
e sfaccettati, proprio com’è lui stesso. Dopo aver letto la
sceneggiatura la prima volta, ho pensato che condividessi
pienamente il suo punto di vista. Vedere film come Valley of the
gods oggi è molto difficile. Penso che sia una sorta di magia
dare voce a civiltà dalle radici così preziose e di cui non si
parla quasi mai».
La parola passa di nuovo
al regista quando gli viene chiesto quale sia il suo rapporto con
il cinema italiano. E Lech Majewski svela quanto la sua formazione
nasca interamente dall’arte italiana, partendo proprio dalla
pittura: «Quando da ragazzo studiavo per diventare pittore, ero
rimasto impietrito davanti alla “Tempesta”, il dipinto del
Giorgione esposto alla Galleria dell’Accademia di Venezia. Avevo
provato la stessa sensazione al cinema per una scena di Blow
Up. Ho pensato che se Giorgione fosse stato ancora vivo sarebbe
stato Michelangelo Antonioni. Così mi è scattata la scintilla che
mi ha fatto scegliere d’iscrivermi alla scuola di cinema».
Il regista rivela che fin
da adolescente guardava film in italiano, pur non capendo quasi
nulla dei dialoghi. E alla curiosità sull’eventualità di un nuovo
film da girare proprio in Italia, risponde: «Mi piacerebbe
tantissimo. Ho un debole per Dino Buzzati».
Dopo aver esplorato i
territori dell’horror, Federico Zampaglione si concede
un’altra incursione nel cinema, del tutto diversa, con
Morrison, tratto dal suo romanzo Dove tutto è a
metà, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. Si
tratta del racconto di formazione del giovane Lodo, Lorenzo Zurzolo, che cerca la
sua strada nella musica e nella vita suonando con i Mob. Ma anche
di un confronto, di uno scambio tra generazioni, che nasce
dall’incontro con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, musicista
in declino. Due facce della stessa medaglia quelle che propone
Zampaglione. Due fasi e due modi del vivere di musica o
almeno provare a farlo, seguendo la propria passione.
La trama diMorrison
Lodo, Lorenzo
Zurzolo, è un giovane musicista. Suona tutti i giovedì al
Morrison con la sua band, i Mob. È timido, schivo, ama suonare, ma
ancora si sente a disagio quando sale sul palco. Un incontro
casuale con Libero Ferri, Giovanni Calcagno, vecchia gloria
che ora fa vita ritirata, ricordando i fasti del passato e il
successo della sua unica hit Di sale e di fuoco, dà il via a
un’amicizia per entrambi occasione di scambio e crescita.
Un evento tragico
e una cocente delusione mettono in crisi Lodo, mentre Ferri, pur
incoraggiato dalla moglie Luna, Giglia Marra, non riesce a
trovare lo slancio per tornare a mettersi in gioco. Continueranno a
seguire la loro passione o la abbandoneranno, scegliendo di
cambiare strada?
Alessandra Amoroso,
Ermal Meta e gli altri nel cast diMorrison
Per
Morrison, Zampaglione ha chiamato a raccolta
conoscenze dal mondo della musica, come l’amico Ermal Meta,
e Alessandra Amoroso,cui ha affidato delle piccole
partecipazioni. Nel primo caso si tratta di un personaggio di
finzione – colui che dovrà decidere se reclutare i Mob per un
Festival musicale – mentre Alessandra Amoroso interpreta sé
stessa. C’è poi la compagna di Zamapaglione, Giglia Marra,
nel ruolo della paziente e materna moglie di Libero Ferri, Luna. Il
cast però si arricchisce anche di altre presenze, come Stefano
Ambrogi, il proprietario del Morrison, Andrea Renzi, il
padre di Lodo, o Adamo Dionisi, che interpreta il boss.
Morrison –un
atto d’amore per la musica, ma una sceneggiatura da rivedere e un
protagonista acerbo
Era una sfida per
Federico Zampaglione affrontare territori diversi da quelli
dell’horror, che percorre ormai da anni con un certo seguito. Da
Nero bifamiliare, a Shadow, fino a
Tulpa. Stavolta però, il cantautore e regista, che
ama sperimentare più che inseguire i gusti del pubblico, come ha
affermato in conferenza stampa, voleva dare spazio ad un raccono
più personale, che uscisse dai confini di genere.
Morrison è
un film altalenante, con luci e ombre. Le luci sono senz’altro in
tutto ciò che nel film ha a che fare con la musica e il
suo mondo. L’ambientazione è curata e realistica, come non poteva
che essere, trattandosi del racconto dell’ambiente professionale
che Zampaglione vive ed ha vissuto. Quindi, il
locale-barcone sul Tevere, il proprietario che ti fa suonare solo
se porti gente, il fonico “mezzo sordo”, i compagni di band che
sono come una famiglia. A volte si va d’amore e d’accordo, altre si
litiga. Morrison è anche una riflessione sincera e
spassionata sugli alti e bassi, i momenti bui della carriera,
quelli in cui hai la tentazione di abbandonare tutto e molti tra
coloro che erano al tuo fianco ti voltano le spalle. Più o meno da
vicino, in maniera più o meno romanzata, si ha la sensazione che il
regista mostri parecchio di sé, della sua esperienza, sia
giovanile, che più matura, come dei tanti personaggi incontrati
lungo la strada. Questo fa bene al film. Quasi scontato dire che
sia un piacere ascoltare la colonna sonora, curata da
Zamaglione stesso, di cui fa parte anche Cerotti,
ultimo singolo dei Tiromancino, scritto con Gazelle.
Musicalmente il film funziona benissimo. Il regista riesce a far
cantare i suoi due protagonisti in maniera credibile.
Calcagno si cimenta con grinta con il grande successo di
Libero Ferri Di sale e di fuoco, mentre LorenzoZurzolo canta Sotto sotto, di cui ha scritto anche il
testo, e per la quale Zampaglione ha composto un riff
azzeccatissimo, oltre all’assolo di chitarra finale.
Poi però, c’è il resto.
Se il soggetto era il romanzo, la sceneggiatura del film, scritta
come questo a quattro mani con il fidato collaboratore
GiacomoGensini, ha parecchie ombre. Il film è, sì,
puntaggiato di ironia, con alcuni scambi esilaranti ed efficaci, ma
ci sono salti improvvisi nell’evolversi della vicenda, momenti a
cui si sarebbe dovuto arrivare con maggiore gradualità. Un filo
narrativo romantico piuttosto banale, soprattutto per quanto
riguarda Lodo e la sua frequentazione con Giulia, la pur brava
Carlotta Antonelli. Vi sono sequenze prescindibili, come
quella del “trip” di Libero, e qualche elemento scontato – Libero,
nella sua crisi, passa attraverso alcohol, droga, gioco d’azzardo,
in un evolversi ampiamente prevedibile.
Nel delineare la figura
di Ferri, interpretata in modo efficace da Giovanni
Calcagno, sembra esserci comunque una maggior cura e un maggior
approfondimento delle dinamiche psicologiche del personaggio, che
si confronta con il proprio fallimento professionale. Per quel che
riguarda Lodo, invece, Zampaglione si lascia andare alla
nostalgia degli anni trascorsi a suonare in locali fumosi e a
girare col furgoncino, ma questo non è sufficiente a dare spessore
al personaggio. Lorenzo Zurolo – Baby,Sotto il sole
di Riccione – appare spesso spaesato. Fatta salva la
canzone che interpreta, in cui riesce a mettere qualcosa in più di
sé, sembra rimanere distante da Lodo e spinge anche lo spettatore a
distanziarsene. Gli altri componenti della band sembrano più a loro
agio nei rispettivi ruoli: Gabriele Sorrentino, Attila, ma
soprattutto Valentino Campitelli, che interpreta Ciccio, e
Daniele Rienzo, Zed.
Morrison,
in sala dal 20 maggio, prodotto da Pegasus e
distribuito da Vision Distribution, resta un atto d’amore
sincero, anche se un po’ sconnesso, nei confronti della musica, una
compagna che non
ti lascia mai, nel bene e nel male, come tutti i grandi amori.
Ritardi dovuti alla pandemia
globale che ha paralizzato l’industria cinematografica per oltre un
anno, hanno portato all’approdo del film La donna alla
finestra su Netflix. Il film, infatti, doveva
essere distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi e
italiane un anno fa, ma a causa della pandemia l’uscita è stata
rimandata al 14 maggio 2021 sulla piattaforma statunitense, che ha
acquisito i diritti da 20th Century Studios.
Partendo da queste premesse,
quindi, la storia di una donna che non lascia la sua casa per 10
mesi e pensa di essere testimone di un omicidio dall’altra parte
della strada si pone come “La finestra sul cortile” dell’era
COVID. Tuttavia, nonostante un impianto registico interessante,
qualche scambio di battute interessanti e alcuni momenti attoriali
forti guidati da Amy Adams, La donna alla
finestra alla fine non riesce a dare forma al suo
potenziale abbondante.
Un plot derivativo privo di reale
sostanza
Il regista Joe
Wright (“Espiazione“, “Orgoglio e
pregiudizio“) dà vita a molteplici delle sue virtuose
intuizioni registiche, rendendo il palazzo di Manhattan in cui vive
il personaggio di Amy Adams al tempo stesso rifugio e
claustrofobico. Il talentuoso direttore della fotografia
Bruno Delbonnel (A
proposito di Davis, Una lunga domenica di passioni) illumina le
stanze della sua casa di rosa sgargianti e blu gelido, riflettendo
sia il disturbo psicologico che la sua solitudine. E la sempre
brillante sceneggiatrice e co-protagonista Tracy
Letts, nell’adattare A.J. Il romanzo bestseller di Finn
del 2018, stabilisce un tono vivace con alcuni scambi di dialogo
brillanti, che riescono a mantenere intatto il senso dell’umorismo
di Anna Fox, nonostante la sua depressione e
agorafobia.
Anna è una psicologa newyorchese a
cui è stata diagnostica l’agorafabia, ragion per cui vive pressoché
confinata in casa, riempiendo le sue giornate con film classici e
una “dieta” poco indicata che mischia psicofarmaci e vino rosso. La
miscela di sostanze da cui è dipendente e l’isolamento fisico e
mentale rendono la sua prospettiva inaffidabile fin dall’inizio;
non sarebbero servite ulteriori dimostrazioni di ciò come un
montaggio vorticoso e senza soluzione di continuità, e gli
intertitoli indicano il passare dei giorni della settimana.
“Dimmi di
uscire“, implora in una delle numerose telefonate con
il suo ex marito (Anthony
Mackie), che è anche il padre della sua bambina e il
coro greco del film. Risponde pazientemente: “Perché
non rendere oggi il giorno in cui esci?” , eppure
Anna non riesce mai a compiere il salto ed è invece Letts, il
suo terapista, a venire sempre da lei. Il ritmo delle loro sessioni
e la ripetizione di certe frasi, insieme al luogo solitario, fanno
di questi primi momenti di La donna alla finestra
un interessante gioco cinematografico, con premesse potenzialmente
affascinanti: Adams rivela l’instabilità del suo personaggio
attraverso tremiti di panico e risatine maniacali, con una saggezza
sostanziale di fondo: esattamente il tipo di tecnica perfezionata
che ci aspettiamo dalla sua eclettica carriera.
La donna alla finestra: un cast
stellare impotente e sprecato
Ma c’è un pericolo ancora più
pressante all’orizzonte, come prefigurato dal bicchiere di vino che
cade a terra in frantumi: Anna cerca di tamponare il liquido rosso
con un pezzo di carta straccia, creando visivamente un gioco di
sfumature cromatiche come prefigurazione del sangue che macchierà
l’appartamento di fronte alla sua casa. La famiglia Russell si è
trasferita infatti all’altra parte della strada e Anna ha osservato
ogni loro movimento con molta attenzione dal suo rifugio (uno
scatto particolarmente sorprendente vede l’ombra di una tenda di
pizzo distesa sul lato sinistro del suo viso alla luce della
lampada; Wright e Delbonnel si sono difatti certamente divertiti
con i tocchi visivi noir del film).
“Riesco a vedere la tua
casa dalla mia stanza“, dice Ethan (Fred
Hechinger), il figlio adolescente e fanciullesco dei
Russells, la prima volta che va a trovarla. Sembra abbastanza
innocuo, ma poco dopo, sua madre, Jane, si presenta e fornisce
ulteriori informazioni, piuttosto inquietanti, sulla famiglia.
Julianne Moore la interpreta come una bionda
petardo: effervescente e coinvolgente, divertente e
sorprendentemente sincera, è proprio la scintilla di cui Anna ha
bisogno. “Oh, sei una strizzacervelli? Questa è una
svolta! ” ride mentre chiacchierano tra sorsi di
brandy e vino. È così favolosa, quanto basta per farci chiedere se
sia reale – o se sia soltanto Anna ad immaginarsi la sua figura,
quando giura di vedere il marito di Jane che la accoltella a morte
nella loro cucina.
Le cose si fanno ancora più confuse
quando il marito infastidito di Jane (Gary
Oldman) si presenta alla frenetica casa di Anna con la
polizia e la donna che viene fatta passare per la vera moglie,
Jane, un’altra bionda, più austera, ora interpretata da
Jennifer Jason Leigh. “È viva,
vedi.Lei è proprio qui“. Allora chi
era quell’altra donna? Dov’è lei adesso? E cosa potrebbe avere a
che fare con lei l’inquilino di Anna, un cantautore traballante
interpretato da Wyatt Russell?
L’effettiva risoluzione di tutti
questi interrogativi non è così interessante come il mistero che
avrebbe potuto essere. I tentativi di Anna di interpretare il
detective (nonostante la presenza di un vero detective,
interpretato da Brian Tyree Henry), non sono così
intriganti come il persistente dubbio sul fatto che sia una stalker
delirante. Un Oldman esasperato sputa ferocemente invettive,
definendola “una gattara ubriaca, rinchiusa e drogata
di pillole“. In effetti, nell’osservare Anna lottare
per sembrare stabile ci appropriamo di parte della sua tristezza,
mentre rivisita gli eventi che l’hanno portata a questo stato. La
credibilità che riesce a conferire al personaggio con la sua
interpretazione fortunatamente non va di pari passo con
l’involuzione di una scrittura che si sgretola sempre più,
vanificando nel finale un colpo di scena che poteva risollevare le
sorti dell’operazione. La trama cerca di depistare lo spettatore
spostando l’attenzione dal reale carnefice ad altri potenziali
sospetti, ma mai tanto da arrivare a mettere in discussione la
posizione della protagonista. Momenti emotivi come questo
suggeriscono quanto il film avrebbe potuto funzionare se ne avesse
fatto un punto narrativo focale, piuttosto che soffermarsi sullo
scontro finale, che di horror e thriller ha davvero poco.
Sostanzialmente La donna
alla finestra si configura come una fucina di possibilità,
purtroppo sfruttate al minimo. Allo spettatore non resta altro che
agire come la protagonista dopo la visione, chiudendo le tende e
voltando le spalle alla finestra con un sospiro deluso.
Mentre sale l’attesa per l’arrivo su
Disney+ di Loki, che debutterà ufficialmente il prossimo
9 giugno,
Screen Rant ha raccolto 10 dettagli dai fumetti che non
dovrebbero mancare all’interno della serie con protagonista
Tom Hiddleston. Scopriamoli insieme…
Il potere di Mutaforma
Quando Loki ha dimostrato
di essere a tutti gli effetti il Dio dell’Inganno, in genere le sue
azioni implicano sempre i suoi poteri di Mutaforma. Nel MCU, Loki si è limitato a
travestirsi da altri personaggi piuttosto che assumere le sembianze
di animali o di altre creature.
La serie dovrebbe affrontare tutte
le capacità del personaggio del titolo a tal riguardo. Ciò potrebbe
includere anche la possibilità che Loki si trasformi in un
personaggio femminile.
La grandezza delle illusioni
Loki ha creato una serie di
illusioni nel MCU, ingannando diversi personaggi
e spingendo loro a credere che quelle sue “copie” fossero
autentiche. I fumetti hanno trattato questa sua capacità in maniera
ancora più grande, poiché Loki è stato in grado di creare illusioni
con lo scopo di ingannare intere città, come si vede ad esempio in
“Journey Into Mystery #96”.
La serie dovrebbe mostrare come i
poteri di Loki agiscono su una scala molto più ampia rispetto al
passato: in questo modo, si potrebbe tracciare una linea
immaginaria, ma fondamentale, tra il suo ruolo di personaggio di
supporto nelle precedenti apparizioni e la sua attuale posizione di
protagonista assoluto di un intero show.
L’esistenza di altri Loki
Il Loki di Terra-616 è la
versione principale del personaggio che esiste nei fumetti, ma ce
ne sono molte altre provenienti da una serie di universi
alternativi. Tra queste figura il Loki di Terra-94001, che ha
rivendicato con successo Asgard, il Loki di Terra-9997 che divenne
il leader dei Vendicatori, ma anche il Loki di Terra-691, che
addirittura visse sulla luna.
Sappiamo che la serie esplorerà il
Multiverso (anche se non sappiamo ancora sotto quale forma), quindi
potrebbe essere il luogo ideale per l’apparizione di altre versioni
del personaggio. Ciò consentirebbe di esplorare il suo lato
malvagio senza trasformare il protagonista in un vero cattivo. Per
non parlare di quanto sarebbe bello vedere
Tom Hiddleston interpretare più iterazioni dello stesso
personaggio…
La proiezione astrale
Nel primo Thor,
abbiamo visto Loki apparire in visita a suo fratello mentre era
invisibile durante la sua prigionia con lo S.H.I.E.L.D., ma aveva
dovuto lasciare fisicamente Asgard per arrivarci. Loki ha il potere
della proiezione astrale nei fumetti, come spiegato in “Avengers
#1”, che gli consente di viaggiare attraverso le barriere
dimensionali.
Doctor Strange e Scarlet Witch hanno mostrato
questa abilità nel MCU ed è ora che anche Loki la
utilizzi. Dopotutto, Loki si collegherà a Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, il che significa che il potere
della proiezione astrale si allinea perfettamente ai due personaggi
ma anche a quel film.
Il genio e l’intelletto
Loki ha dimostrato di
possedere la mente di un genio nei fumetti, come in “Thor #378”,
dove ha realizzato una macchina per aumentare i poteri dell’Uomo
Ghiaccio. Solo i veri fan del Loki del MCU ritengono che il Dio
dell’Inganno sia un genio, ma è tempo che la serie lo confermi.
È sicuramente un buon dettaglio da
aggiungere, poiché spiegherebbe anche perché molte delle cose che
Loki ha realizzato in passato sono state attribuite alla tecnologia
asgardiana, senza considerare che sarebbe comunque un modo per Loki
di ingannare la
Time Variance Authority e rimanere un passo avanti.
Kid Loki
Probabilmente, la versione
di Loki con le caratteristiche migliori era quando il Dio
dell’Inganno era un bambino. Parte della serie “Journey Into
Mystery” includeva un Loki bambino nato dal sacrificio della
versione adulta dello stesso. Questo Loki era veramente buono e
voleva a tutti i costi rimediare al suo passato.
Sebbene la serie tv è quasi certo
che non trasformerà questo Loki nella sua versione bambina,
dovrebbe comunque alludere a questo dettaglio presente nei fumetti.
Ciò potrebbe essere garantito durante uno dei viaggi di Loki
attraverso le varie linee temporali alternative, una delle quali
potrebbe includere appunto Kid Loki. Sarebbe un grande omaggio ad
un arco narrativo estremamente significativo per il personaggio dei
fumetti.
Creare altri personaggi
I fan hanno adorato i modi
in cui Loki ha cercato di dimostrare di essere superiore a Thor, e
nei fumetti il Dio dell’Inganno crea addirittura dei cattivi per
inimicarsi il fratello. Ad esempio, il celebre cattivo Uomo
Assorbente è stato creato da Loki in “Journey Into Mystery
#114”.
Il Loki del MCU dovrebbe includere l’abilità
del personaggio di creare esseri potenti. Loki aveva un certo
controllo sui Chitauri in The Avengers e sarebbe interessante vederlo avere pari
subalterni a cui conferire il potere nella serie.
Travestirsi da altri supereroi
Ci sarà sicuramente un
momento nella serie in cui Loki tirerà fuori uno dei suoi
tradimenti attuati nel franchise. A tal fine, sarebbe perfetto se
assumesse la forma di un supereroe significativo nel MCU come modo per ingannare sia gli
spettatori che gli stessi personaggi dell’universo.
Aveva
fatto ciò in “Mighty Avengers #21”, assumendo la forma di Scarlet
Witch per ingannare i Vendicatori. Loki aveva anche impersonato
Capitan America in Thor:
The Dark World per prendere in giro suo fratello, ma la
serie aovrebbe alzare la posta in gioco, dedicando un’intera
storyline a questa modalità di inganno.
Provare rimorso per le sue azioni
La strana logica che Loki
ha applicato come giustificazione alle sue azioni ha spinto i fan a
creare una serie di meme ad hoc. In realtà, Loki non si è mai
scusato per nulla, poiché ha scelto di rimanere in silenzio di
fronte alle sue azioni, magari attribuendo la colpa a qualcun
altro.
La serie si concentrerà sullo
sviluppo del personaggio in quanto protagonista, e per questo ha
bisogno di prendere ispirazione da “Siege #4”, dove le ultime
parole di Loki sono state delle parole di scusa. Ovviamente, Loki
non sarà un antagonista nella serie, ma l’idea generale di provare
rimorso e accettare le sue responsabilità è un dettaglio che il
MCU non può sottovalutare.
L’Occhio di Agamotto e il Mantello della
Levitazione
La versione Terra-3515 di Loki in
“Thor Vol. 2 #68” aveva mostrato al Dio dell’Inganno di essere il
padrone dell’Occhio di Agamotto e del Mantello della Levitazione.
Anche se la serie non dovesse adattare la trama di quel fumetto, il
punto in cui controlla gli elementi caratteristici di Doctor
Strange è sicuramente interessante.
Doctor Strange è uno dei personaggi
del MCU che i fan vogliono vedere nella
serie, e dato il suo legame con questi oggetti, ci sarebbe un modo
per anticipare il suo arrivo. Loki che prende il controllo del
Mantello e dell’Occhio sarebbe anche un modo per vendicarsi di
Strange che cerca sempre di “superarlo” in Thor:
Ragnarok.
Grazie agli eventi di WandaVision, Scarlet Witch è diventata una
parte integrante del futuro del MCU. Il personaggio è sempre stato
una parte importante del franchise, ma grazie alla serie targata
Disney+, è chiaro che ora gran parte
della Fase 4 potrebbe ruotare proprio attorno a Wanda Maximoff.
Abbiamo incontrato per la prima
volta il personaggio in Avengers:
Age of Ultron, e ora Elizabeth Olsen ha raccontato al podcast
“Award’s
Chatter” di The Hollywood Reporter che, in origine, il suo
primo accordo con i Marvel Studios era davvero breve: “Avevo
firmato per due film e per un cameo”, ha spiegato l’attrice.
“Ho già esteso il mio contratto con la Marvel tre volte. Mi vedevano
soltanto come un personaggio di contorno… adatto come antipasto o
qualcosa del genere. Non mi hanno mai considerata per la portata
principale.”
“Ho sentito dire che le persone
firmano contratti per sei o addirittura per nove film”, ha
continuato. “È veramente tanto tempo. E non sapevano neanche
per quanto sarebbe potuta durare. La verità è che nessuno sapeva
davvero se avremmo mai neanche affrontato la metà delle cose che
abbiamo raccontato in WandaVision.”
Nonostante il suo ruolo all’interno
del MCU stia diventato sempre più
cruciale, pare che all’inizio Olsen fosse contenta di essere un
personaggio marginale: “È una cosa che mi ha davvero
avvantaggiata, perché continuano ad usare il mio personaggio non
perché sono costretti a farlo, ma perché pensano che ci sia una
storia che valga la pena di raccontare. E anche se in alcuni
momenti mi ha fatto soffrire, ho sempre saputo che avevano dei
piani per il mio personaggio. Non ho mai saputo quali fossero nello
specifico, ma sapevo che mi avrebbero usato solo se fosse stato
effettivamente utile.”
Elizabeth Olsen spiega come ha
scoperto di essere in Doctor Strange 2
Sempre nel corso della medesima
intervista, Elizabeth Olsen ha parlato del ritorno di
Scarlet Witch in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, rivelando che ha
saputo che sarebbe apparsa nel film di Sam Raimi solo quando è tornata sul set dello
show durante la pandemia.
“Avrei voluto che qualcuno
avesse condiviso con me i piani circa il mio personaggio un po’ di
tempo prima”, ha spiegato ridendo. “Ho saputo di Doctor Strange 2 e
della storia del sequel poco prima delle ultime otto settimane di
riprese di WandaVision, durante la pandemia. L’ho scoperto, credo,
ad agosto. Ho finito WandaVision di mercoledì… il venerdì ero già
su un aero per l’Inghilterra.”
L’attrice ha trascorso l’ultima
parte del 2021 e l’inizio del 2021 in Inghilterra per le riprese
del sequel di Doctor
Strange, che si sono ufficialmente concluse lo scorso
aprile. A tal proposito, Olsen ha aggiunto: “È stata veramente
dura. Sono finalmente tornata a casa 10 giorni fa. Ho trascorso
veramente tanto tempo in Inghilterra. È stata una produzione molto
lunga.”
All’inizio di quest’anno hanno
cominciato a fare il giro del web alcune voci secondo cui Dane DeHaan sarebbe tornato nei panni di
Harry Osborn/Green Goblin – personaggio interpretato in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb – in
Spider-Man:
No Way Home.
Purtroppo, si trattava di un puro e
semplice rumor, dal momento che poco dopo fu lo stesso attore a
smentire categoricamente l’indiscrezione. “Non c’è nulla di
vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite
fuori”, aveva spiegato DeHaan. “Nonho assolutamente
idea di cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non
capisco nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio
personaggio.”
Quindi, assodato che non vedremo la
versione di Dane DeHaan di Harry Osborn in
Spider-Man: No Way Home, i fan si chiedono se l’attore
sia comunque interessato a rivisitare il personaggio in futuro.
“Spero di prendere parte a cose nuove, questo è certo”, ha
commentato l’attore quando
ComicBook.com gli ha chiesto di un potenziale ritorno nel
franchise di Spider-Man o del coinvolgimento in un altro franchise
supereroistico, magari nei panni di un nuovo personaggio. “La
cosa eccitante per me è fare sempre cose nuove, e sono certo che
qualcosa del genere accadrà di nuovo nella mia vita. Sono
entusiasta all’idea di scoprire di cosa si tratta.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
Anche se la serie The Falcon and the Winter Soldier è stata
incentrata principalmente sulla trasformazione di Sam Wilson nel
nuovo Captain America, è innegabile quanto lo show targato Disney+ abbia rappresentato una parte
cruciale anche del viaggio di Bucky Barnes.
Nella serie abbiamo visto il
personaggio interpretato da Sebastian Stan ancora alle prese con i
tormenti legati al suo passato in qualità di assassino dell’HYDRA.
Alla fine dello show, dopo aver fatto ammenda per le sue azioni
passata, abbiamo visto il più caro amico di Steve Rogers andare
finalmente avanti con la sua vita.
Anche se il titolo apparso alla fine
dello show (“Captain America and the Winter Soldier”)
suggerisce che Bucky potrebbe non essersi lasciato ancora del tutto
alle spalle il Soldato d’Inverno, quello che tutti i fan si
chiedono ora è cosa accadrà al personaggio e, soprattutto, che
direzione prenderà il suo arco narrativo. La questione è stata
affrontata dall’head writer della serie, Malcolm
Spellman, in una recente intervista con
The Playlist.
“Penso che Bucky sia libero in
un certo senso”, ha spiegato Spellman. “Quando è uscito da
Wakanda, non era ancora completamente libero. Era libero dalla
programmazione, ma credo che Bucky sia veramente libero ora, in un
certo senso. Pensiamo al modo in cui sorride alla fine della serie:
adesso ha una famiglia, viene invitato ai barbecue… è libero in un
modo che non avevano ancora visto, e questo apre la strada ad un
sacco di possibilità per la sua storia.”
Bucky Barnes tornerà in Captain America 4?
Teoricamente, l’arco narrativo di
Bucky è davvero aperto ad infinite possibilità, ora come ora. Anche
se per il momento non è stato ancora confermato, sembra abbastanza
ovvio che lo rivedremo al fianco di Sam Wilson nell’annunciato
Captain America 4. Dopotutto, la chimica tra
Sebastian Stan e Anthony Mackie è una di quelle che i fan hanno
sempre apprezzato di più, quindi sarebbe un vero peccato non
sfruttarla ancora per eventuali nuove storie. Al tempo stesso,
sarebbe interessante vedere i Marvel Studios focalizzarsi di più sul Lupo
Bianco, e smetterla di relegarlo al ruolo di spalla.
Le riprese di Shazam! Fury
of the Gods sono ufficialmente partite, ma al momento
non sono ancora stati rivelati dettagli sulla storia del nuovo
film. In una delle due scene post-credits del primo film aveva
anticipato che Sivana avrebbe stretto un’alleanza con Mr. Mind con
sconfiggere Billy Batson e conquistare i sette regni.
Molti fan hanno quindi dato per
scontato il ritorno del villain interpretato da
Mark Strong nel sequel, ma a quanto pare non sarà
così. In una recente intervista con
Den of Geek in occasione della promozione di Crudelia,
l’attore britannico ha confermato che non sarà presente in Shazam! Fury
of the Gods. “Ho parlato con il produttore proprio
ieri sera, perché avevo letto su Twitter, da Zachary Levi, che
stavano iniziando a girare ad Atlanta”, ha raccontato Strong.
“Mi ha detto che il Dottor Sivana non è presente in Shazam
2.”
“Forse è successo che… credo che
Helen Mirren, Lucy Liu e forse qualcun altro… ora ci sono queste
donne cattive al centro della scena”, ha aggiunto. “E ad
essere onesti, sono molto felice di passare in secondo piano
rispetto a questi personaggi e lasciare che siano loro a fare la
loro parte. A giudicare dal lavoro che Emma Stone e Emma Thompson
hanno fatto in Crudelia, è giunto il momento.”
Ciononostante,
Mark Strong ha specificato di essere sempre
disponibile ad un eventuale futuro ritorno nel franchise di Shazam:
“Chi può dirlo cosa accadrà? Dopotutto, Sivana ha ancora degli
affari in sospeso con Mister Mind…”
Parallelamente,
Murphy’s Multiverse riporta la notizia che Djimon Hounsou tornerà a vestire i panni del
Mago. Sebbene fosse stato ridotto in cenere alla fine del film,
avrebbe perfettamente senso per l’attore tornare nei panni del
personaggio, magari con una piccola parte in qualche eventuale
flashback (soprattutto se è vero che il sequel esplorerà le origini
dei poteri della famiglia Shazam!).
Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel, mentre i villain saranno
interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel
Zegler e Lucy Liu. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
Hulk, il film
diretto da Ang Lee nel 2003, è sempre stato considerato
un unicum all’interno del genere. Nonostante il film non
riscosse il successo sperato, è innegabile quanto gli effetti
visivi all’avanguardia per l’epoca restituirono una versione del
Gigante di Giada decisamente impressionante.
In quel film, a vestire i panni di
Bruce Banner, c’era Eric Bana, all’epoca all’apice della sua
carriera. Un sequel del film non venne mai realizzato e Bana non
ebbe più l’opportunità di tornare nei panni dell’iconico eroe
Marvel (che venne ufficialmente
interpretato da Edward Norton, cinque anni più tardi, ne
L’incredibile Hulk, il secondo film del MCU, prima che l’attore venisse poi
sostituito da Mark Ruffalo nei titoli a venire, a partire da
The Avengers).
In una recente intervista con Marc
Maron all’interno del suo podcast WTF,
Eric Bana ha avuto modo di riflettere proprio
sul ruolo di Hulk e, in generale, sull’esperienza con il film del
2003. “Non è stato un sì immediato, questo è certo”, ha
spiegato l’attore. “Ci ho pensato su per parecchio tempo. Non
ebbi modo di leggere la sceneggiatura quando accettai la parte. È
uno dei pochi film che ho accettato di fare senza leggere nulla. Ma
ad essere onesto, non era il tipo di film in cui mi
vedevo.”
“Quando ho deciso di prendere
parte al film, non avrei mai pensato di girarne anche un altro.
Semplicemente, non è mai stato nei piani”, ha spiegato
l’attore quando gli è stato chiesto perché un sequel di
Hulk non ha mai visto la luce. “All’epoca le
aspettative non erano come quelle che esistono oggi. Mi sono
approcciato a quel ruolo come un’esperienza
singola”. L’attore ha poi confermato che non gli è mai
stato chiesto di tornare nei panni del Gigante di Giada nel film
del 2008, riconoscendo a Edward Norton di aver riportato in auge il
personaggio: “È stato lui a farlo funzionare davvero. Ha
trovato il modo giusto di interpretarlo.”
Eric Bana tornerebbe a recitare in un cinecomic?
Per quanto riguarda la possibilità
di tornare a recitare in un cinecomic, ha poi aggiunto: “È per
questo che non mi sono messo di nuovo alla prova con quel genere.
Non sono il tipo di film in cui mi rivedo. Quindi sono tutte
conversazioni che non ho mai avuto con nessuno… semmai le ho con me
stesso. Sono io che mi chiedo se vorrei farne ancora parte oppure
no.”
Con oltre 1,1 miliardi di dollari
conquistati al box office mondiale, Aquaman del
2018 è diventato il film di maggior successo del DCEU. Di
conseguenza, nessuno è rimasto sorpreso quando la Warner Bros.
annunciò ufficialmente il sequel, di cui però non abbiamo mai avuto
grossi aggiornamenti nel corso degli anni.
Ora, finalmente, è stato proprio
Jason Momoa, l’interprete del Re di Atlantide,
ad aggiornare in merito ai lavori sul nuovo film. Ospite dello show
di
Drew Barrymore, infatti, Momoa ha confermato che le riprese del
sequel partiranno ufficialmente a luglio. “Partirò a luglio e
inizieremo a girare”, ha spiegato l’attore. Ma c’è di più…
Nel corso dell’intervista, Jason Momoa ha rivelato di aver scritto
un trattamento per il sequel di Aquaman
2, prima che il regista James Wan e lo sceneggiatore David
Leslie Johnson-McGoldrick espandessero quelle idee per
scrivere la vera sceneggiatura del film. “Dopo aver terminato
il primo film, ho lavorato con un mio collaboratore ad un’idea per
il secondo, che abbiamo effettivamente presentato”, ha
spiegato l’attore.
“Adoro l’idea di aver
partecipato alla scrittura del film. Abbiamo fatto questo primo
trattamento e poi James e lo sceneggiatore originale, David Leslie,
lo hanno sviluppato ulteriormente, realizzando la vera
sceneggiatura. È come se ci fosse il contribuito di tutti”, ha
aggiunto Momoa. “Invece di ricevere una sceneggiatura e
recitare una parte, è come se fossi incoraggiato al 100% dal tuo
regista e dai co-sceneggiatori, è emozionante per me e sono davvero
entusiasta di aver contribuito in questo modo.”
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Vi ricordiamo che Jason
Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel
sequel di Aquaman,
film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo
cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios
vorrebbero riportare James
Wan dietro la macchina da presa
per Aquaman
2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il
gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di
sviluppo.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente
di James
Wan(The Orphan, The Conjuring 2, The
Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme
a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno
co-produttori.
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness è certamente uno
dei titoli più attesi della Fase 4 del MCU, non solo perché vedrà il
ritorno di Sam Raimi alla regia di un cinecomic,
ma anche perché esplorerà ufficialmente il Multiverso, con la
possibilità che molti personaggi già visti in passato – e
appartenenti a franchise slegati dal MCU – facciano il loro ritorno sul
grande schermo.
Ora, stando a quanto riportato da
The Illuminerdi, pare che nel sequel apparirà uno dei più
grandi nemici di Doctor Strange, ossia Shuma
Gorath, che potrebbe essere a tutti gli effetti
l’antagonista principale del nuovo film. Apparentemente, Gorath
punterà gli occhi sul personaggio di America
Chavez interpretato dalla new entry Xochitl
Gomez, perché interessato ad ottenere i suoi poteri per
avere così il totale controllo sul Multiverso del MCU.
Per quelli che non hanno mai letto
un fumetto di Doctor Strange, America Chavez ha il potere di
spostarsi liberamente da una realtà all’altra, e per una creatura
onnipotente come Shuma Gorath, essere in grado di piegare la realtà
stessa alla sua volontà, viaggiando da un mondo all’altro, farebbe
di lui una forza inarrestabile, che forse nemmeno lo Stregone
Supremo potrebbe fermare.
Probabilmente, Scarlet Witch vuole
usare i poteri di America Chavez per trovare i suoi figli Billy e
Tommy (che dovrebbero essere ancora vivi, come anticipato dalla
scena post-credits dell’ultimo episodio di WandaVision). Tuttavia, è probabile che Wanda
e Stephen Strange cercheranno, insieme, di proteggere la giovane
America dalle sinistre macchinazioni di Gorath.
Per ora si tratta di semplici rumor.
La speranza è che, una volta rilasciato il primo trailer ufficiale
di Doctor
Strange in the Multiver of Madness, le prime immagini
ufficiali riescano a gettare finalmente un po’ di chiarezza sulla
misteriosissima trama del film…
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo), Tilda
Swinton (Antico) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
In occasione dell’uscita in Home
Video di Raya
e L’Ultimo Drago il 18 maggio, ecco l’intervista alla
produttrice Osnat Shurer e alla sceneggiatrice
Adele Lim. Raya
e L’Ultimo Drago arriva in Home Video il 18 maggio e
free su Disney+ a partire dal 4 giugno.
Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Home Video dal
18 maggio e dal 4 giugno free su Disney+. Diretto da
Don Hall (Big Hero 6) e Carlos
López Estrada (Blindspotting) e prodotto da Osnat
Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho (Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film, il
cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra.
Da quando i film di supereroi sono
esplosi in tutta la loro potenza, in molti hanno cercato di seguire
questo filone dando vita a personaggi e storie più o meno
originali. Sono tanti gli esempi di supereroi non appartenenti né
alla Marvel né alla DC giunti sul grande
schermo, da Hancock a Glass. Tra i più bizzarri
tentativi a riguardo vi è quello di The Green
Hornet, film del 2011 diretto da Michel
Gondry, regista celebre per film come Eternal Sunshine of the Spotless
Mind o Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm, e qui
chiamato a gestire il suo primo film su commissione, del quale però
non ha un buon ricordo.
Più che di Gondry, in realtà,
The Green Hornet si configura come un film realizzato su
misura di Seth Rogen, che lo ha scritto e
interpretato, adattando il tutto alle sue capacità comiche. L’idea
non è però originale, essendo ispirata al preesistente personaggio
del Calabrone Verde, ideato per la radio nel 1936 da George
W. Trendle e Fran Striker. Si tratta di
un combattente del crimine che conduce una doppia vita:
ufficialmente è un editore di un giornale ma segretamente combatte
il crimine indossando una maschera ed un vestito verde, avvalendosi
dell’aiuto dell’asiatico Kato. Sulle sue avventure era stata
realizzata anche una serie televisiva con Bruce Lee nei
panni di Kato.
Un personaggio dunque noto, che per
anni gli studios hanno cercato di portare al cinema. Con il
concretizzarsi di ciò, The Green Hornet si affermò come un
buon successo, incassando il doppio del suo budget. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Green Hornet: la trama del film
Protagonista del film
è Britt Reid, un giovane di buona famiglia,
figlio del miliardario James Reid. Il padre di
Britt è infatti l’editore del celebre quotidiano The Daily
Sentinel, nella città di Los Angeles. Contrariamente a suo padre,
però, il giovane non ha particolare voglia di impegnarsi in un
mestiere e di rimboccarsi le maniche per quello. Preferisce
piuttosto spendere in giro la propria fortuna, dandosi alla pazza
gioia in notti all’insegna dell’eccesso. Il suo atteggiamento
cambia però drasticamente quando suo padre, con il quale aveva un
brutto rapporto, viene trovato morto. Britt decide a quel punto di
chiudere il giornale e licenziare tutti. Tutti tranne il fedele
Kato.
Britt condivide infatti con il
giovane asiatico esperto di meccanica e di arti marziali l’odio
verso suo padre. Da quel momento i due svilupperanno un’amicizia
che li porterà a prendere una decisione quantomai folle e
inaspettata. Entrambi assumono infatti due identità segrete e
camuffandosi con maschere e abiti iniziano a dare la caccia al
crimine presente in città. Le loro avventure saranno però quanto
mai goffe, portandoli ben presto a scontrarsi con veri pericoli.
Sarà in quel momento che Britt, che si fa ora chiamare
Calabrone Verde, capirà davvero cosa vuol dire
usare i propri mezzi per fare del bene.
The Green Hornet: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare
Britt Reid, alias Calabrone Verde, vi è il noto attore comico
Seth Rogen.
Egli si era occupato del progetto da più punti di vista, spesso
entrando in contrasto con alcune decisioni dello studios di
produzione. Per poter interpretare il ruolo, Rogen si è inoltre
sottoposto ad una ferrea dieta, riuscendo a perdere circa 10 chili.
Accanto a lui, nei panni del fedele Kato, vi è l’attore e cantante
taiwanese Jay Chou. Questi non aveva ancora mai
recitato in un film statunitense, e si propose a Rogen tramite un
video provino. Rimasto piacevolmente colpito da lui, Rogen gli
assegnò la parte, scoprendo solo in seguito che Chou era celebre
come cantante nel suo paese.
Nei panni di Leonore Case,
l’affascinante segretaria del The Daily Sentinel, vi è la celebre
attrice Cameron Diaz,
qui in uno dei suoi ultimi ruoli prima del ritiro dalle scene. Nel
film si ritrova poi il due volte premio Oscar Christoph Waltz
nei panni di Benjamin Chudnofsky, criminale russo e principale
villain del film. Per la parte era stato originariamente contattato
Nicolas Cage,
il quale rinunciò però non giudicando sufficiente il tempo datogli
per preparare il personaggio. David Harbour è D. A.
Frank Scanlon, alleato di Chudnofsky, mentre Edward
Furlong, noto per essere stato John Connor in
Terminator 2 – Il giorno del giudizio, è Tupper,
spacciatore di Meth. L’attore Tom Wilkinson,
infine, interpreta James Reid, il padre del protagonista.
The Green Hornet: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. The Green
Hornet è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 18 maggio alle
ore 21:10 sul canale Paramount
Channel.
Si intitola Il
cattivo poeta il film scritto e diretto
da Gianluca Jodice, con Sergio
Castellitto nei panni di Gabriele
D’Annunzio, prodotto da Matteo Rovere e
Andrea Paris, una coproduzione italo francese
Ascent Film e Bathysphere con Rai
Cinema, e in arrivo in sala il 20 maggio in 200 copie. Un’uscita
importante considerato che molte sale sono ancora chiuse e che la
normalità post pandemia è ancora lontana.
Gianluca Jodice ha
scelto di fare un film al di fuori delle convenzioni del cinema
italiano. È un progetto ambizioso e soprattutto la sua scelta è
ricaduta su un soggetto, Gabriele D’Annunzio, che
si studia a scuola ma che la storia ha messo da parte, nonostante
sia una figura molto moderna.
Il cattivo poeta – il regista Gianluca
Jodice
“Tentavo di inserirmi in un
filone della tradizione italiana di prima – spiega Jodice
– inoltre le opere prime tendono a giocare di rimessa e io non
volevo farlo. Forse anche il fatto che ho esordito tardi mi ha dato
modo di essere più sfacciato. Matteo (Rovere, ndr) mi chiese se
volevo pensare a un biopic, e io scelsi D’Annunzio perché mi
affascinava, mi ricordavo questo poeta recluso in questo castello
di Dracula, per 15 anni, ovvero tutta l’ultima parte della sua
vita, tra ossessioni e perversioni, donne e cocaina, quando aveva
perso la sua vena artistica. Questo Nosferatu chiuso nel suo
castello che ha subito una damnatio memoriae nella cultura del
Novecento. Un personaggio scomodo, che ha vissuto mille vite, e che
non era mai stato raccontato dal cinema. E Rovere è stato
abbastanza pazzo da ascoltarmi, lui come tanti altri pazzi che
hanno reso possibile questo film.”
Il cattivo poeta – il produttore Matteo
Rovere
Il “pazzo” chiamato in causa,
Matteo Rovere, che oltre a essere lui stesso
regista e sceneggiatore, sempre più spesso ricopre il ruolo di
produttore in progetti particolari e molto interessanti, ha
replicato: “È un film ambizioso per il suo impianto, ma credo
che si tratti di un tipo di cinema che è stato realizzato in Italia
in passato, con grande orgoglio verso quelle che sono state le
grandi figure della nostra cultura, raccontandoli anche all’estero.
D’Annunzio ha attraversato la prima metà del Novecento,
modificandolo, è stato una rockstar ante litteram. Poi però è stato
asfaltato dal Ventennio Fascista. La sua personalità politica viene
spesso collegata agli ideali fascisti, per il ruolo che aveva avuto
prima dell’avvento del fascismo, e quindi è sempre stata vista con
sospetto, ma in realtà, come abbiamo ricostruito nel film, non era
affatto così. Anche in sceneggiatura, il lavoro fatto è stato
filologico, di ricostruzione, attraverso lettere e testimonianze
scritte. Abbiamo usato molte delle parole che lo stesso D’Annunzio
ha pronunciato. Accanto allo scopo di intrattenere il pubblico, il
risultato del film è anche quello di offrire un personaggio
realistico, anche se relativo solo ad una fase specifica della sua
vita, la vecchiaia.”
Ad interpretare il Vate è stato
chiamato Sergio Castellitto, che Rovere ha
ringraziato non solo per la sua partecipazione al film, ma anche
perché con la stessa ha reso appetibile il progetto per i
produttori esteri. Ma cosa ha fatto Castellitto per entrare
nel ruolo di D’Annunzio?“Mi sono tagliato i capelli
– risponde con grande semplicità e ironia l’attore – mi
sono tagliato i capelli a zero, anche temendo che non mi
ricrescessero, conferendo a questo gesto non solo l’artigianato
dell’immedesimazione, ma anche un significato altro, un atto di
generosità. Se si chiudono gli occhi e si visualizza D’Annunzio, si
immagina un cranio, un cranio privo di capelli ma contenente
un’immensità di fantasia, immaginazione, crudeltà. Tutto questo
fotografato nell’ultimo anno della sua vita e nell’incontro con il
controcampo della giovinezza. Incontra qualcuno che ha di fronte a
sé più futuro che passato.”
I protagonisti Sergio
Castellitto e Francesco Patané
Il film fotografa infatti D’Annunzio
che entra in contatto con Giovanni Comini,
federale di Brescia e iscritto al partito fascista. Un uomo molto
giovane e innamorato della causa di Mussolini, convinto che potesse
rappresentare il bene per quel Paese che tanto amava. Ad
interpretarlo, Francesco Patané, interprete con
una grande carriera teatrale e da poco approdato al cinema:
“Per interpretare Comini mi sono documentato al contrario. Ho
cercato di dimenticare tutto quello che sapevo su D’Annunzio, prima
di arrivare sul set. Giovanni Comini arriva al Vittoriale senza
conoscere D’Annunzio poeta o persona, sa solo delle sue imprese
politiche. Ho cercato di eliminare tutte le mie nozioni sul poeta e
poi ho fatto quello che succede a Comini: un giovane che va ad
incontrare un personaggio famoso. È quello che mi è successo con
Castellitto, ero timoroso e curioso e ho cercato di rubare da lui.
Ho riproposto la mia esperienza.”
“Ho cercato di mettermi nei
panni di un giovane che crede nella guerra che dovrebbe arrivare
– continua Patané – Questo giovane crede a quelle
promesse, crede a quel futuro e abbraccia questi ideali con
passione. La fortuna che gli capita è quella di incontrare un
personaggio come D’Annunzio che gli mostra come le cose che aveva
abbracciato non era quello che immaginava davvero. La sfida come
attore è stata proprio mostrare questa presa di coscienza e il
cambio di rotta. La cosa più difficile da raccontare è stata la
capacità di rimanere aperti ad ascoltare.”
Il Vittoriale, la casa-museo set del film
Il film è ambientato per buona parte
nel Vittoriale, sul lago di Garda, dove la produzione ha potuto
girare grazie al permesso della fondazione che gestisce la
casa-museo di D’Annunzio.
Ha detto Castellitto, in merito:
“Le case sono la geografia dell’anima di chi le abita, il
Vittoriale è la geografia dell’anima di D’Annunzio, apparentemente
deposito di antiquariato, ma in realtà un sito archeologico. Perché
l’archeologia ci insegna qualcosa del futuro, l’antiquariato no.
Ogni spazio di quel luogo è la raffigurazione della natura di
D’Annunzio. Questo luogo è stato una placenta per lui e il film non
sarebbe stato così bello se non fosse stato per questo
luogo.”
Ma perché definire Gabriele
D’Annunzio “cattivo”, nel titolo del film?“Il cattivo
poeta è una definizione che si diede lui in una lettera –
spiega Jodice – io sono un cattivo poeta, mi occupo di
tendaggi, tappeti, quadri e cornici. È una sua definizione, ironica
e intelligente, e mi sembrava un ottimo titolo, affettuoso, per
raccontare di questo personaggio.”
Il
cattivo poeta arriva in sala il 20 maggio, distribuito
da 01 Distribution.
Lasciali
Parlare, il film diretto da Steven
Soderbergh con protagonista
Meryl Streep, arriva in Italia in esclusiva
digitale da giovedì 27 maggio, disponibile per
l’acquisto e il noleggio premium su tutte le principali piattaforme
digitali.
La scrittrice Alice Hughes,
vincitrice del Premio Pulitzer, è stata invitata in Inghilterra per
ritirare un altro prestigioso premio letterario. Ma ha paura di
volare: decide così di fare il viaggio in nave, a bordo di un
magnifico transatlantico, e di invitare le sue due migliori amiche
del college, Roberta e Susan, oltre a farsi accompagnare dal suo
amato nipote Tyler, per assisterle durante la crociera. La nuova
agente di Alice, Karen, con l’obiettivo di carpire dettagli sul
manoscritto attualmente in lavorazione della sua cliente, si
intrufola sulla nave, approcciando Tyler per avere informazioni su
come avvicinare al meglio la zia. Tyler però finisce per
innamorarsi di Karen, così Alice e le sue amiche vengono lasciate a
sé stesse. Roberta nutre del risentimento verso Alice, perché si è
riconosciuta nelle vicende raccontate nel suo libro più
celebre, rovinandole la vita; al contrario Alice nega ogni
responsabilità e cerca di salvare la loro sacra amicizia di un
tempo, mentre Susan si sforza di aiutarle a riconciliarsi. Mentre
Alice si impegna a completare il suo tanto atteso manoscritto e
mantiene la sua vita personale avvolta nel mistero, le donne
intraprendono un viaggio di una settimana pieno di ricordi,
risentimenti e battute.
Il film presenta un cast stellare,
tra cui spiccano l’attrice premiata con l’Oscar, l’Emmy e il Golden
Globe
Meryl Streep (Big Little Lies di HBO, The
Iron Lady, Il diavolo veste Prada) nei panni della
misteriosa e nobile Alice Hughes, il cui successo professionale
l’ha allontanata dalle sue amicizie più strette, rendendola una
sconosciuta; la premio Emmy e candidata all’Oscar Candice
Bergen (Murphy Brown, Miss Detective)
nei panni di Roberta, che accetta l’invito di Alice, in cerca di un
risanamento per il caos che ha provocato nella sua vita il romanzo
più famoso di Alice; la premio Oscar, Emmy e Golden Globe
Dianne Wiest (Hannah e le sue sorelle,
Pallottole su Broadway) nei panni di Susan, che lavora in
un carcere femminile ed è apparentemente la più diplomatica e
sensibile del gruppo; il candidato all’Oscar® e al Golden Globe
Lucas Hedges (Manchester by the Sea,
Boy Erased – Vite cancellate) nei panni del goffo e dolce
nipote di Alice, Tyler, che ama e rispetta profondamente sua zia
per essere stata presente nella sua vita come un genitore; e la
candidata al SAG Award Gemma Chan (Crazy &
Rich, Captain Marvel) nei panni di Karen, la
nuova agente letteraria di Alice la cui carriera è in bilico, che
catturando l’attenzione di Tyler cerca di ottenere informazioni sul
nuovo libro della sua cliente; ed altri.
Lasciali
Parlare – diretto da Steven
Soderbergh (il film premio Oscar Traffic e il
candidato all’Oscar Erin Brockovich – Forte come la
verità) – è incentrato sulle conversazioni schiette e fluide
dei suoi personaggi. Avendo fornito al cast ricche descrizioni dei
personaggi ed accurati particolari delle loro scene, gli attori
sono stati lasciati liberi di improvvisare, al fianco della
sceneggiatrice Deborah Eisenberg, che ha aiutato a sviluppare i
dialoghi secondo necessità. Lo stile guerrilla della regia
di Soderbergh non si è fermato qui: in un’intervista, Dianne Wiest
ha anche rivelato che il film è stato girato “senza attrezzatura,
se non quella essenziale. Steven semplicemente teneva la telecamera
su una sedia a rotelle. Niente luci, carrelli, o tutto ciò che
solitamente serve per girare un film. C’erano solo Steven e questa
nuova macchina da presa”.
“Lasciali Parlare”, diretto da
Steven Soderbergh, scritto da Deborah Eisenberg, prodotto da
Gregory Jacobs, con produttori esecutivi Ken Meyer e Joseph
Malloch
A un anno dalla morte di George
Floyd, che ha scatenato la rivolta del movimento Black Lives
Matter, portando alla ribalta il tema della violenza della polizia
americana sui cittadini di colore e dopo la storica sentenza di
condanna del poliziotto che l’ha ucciso, Sky presenta in
prima visione assoluta American
Skin, lunedì 24 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno e in
streaming su NOW.
Il film, scritto, diretto e
interpretato da Nate Parker (The
Birth of a Nation), racconta la disperazione di un padre
in cerca di giustizia per la morte del figlio adolescente ucciso da
un poliziotto bianco, riflettendo sui temi della paura e delle
divisioni culturali, ancor oggi radicate nella società americana.
Nel cast, oltre a Nate Parker nel ruolo del protagonista Lincoln
Jefferson, Omari Hardwick (A-Team, Middle of
Nowhere, Miracolo a Sant’Anna) è Omar “Derwood” Scott amico di
Linc, Theo Rossi (Luke Cage, Sons of
Anarchy) è il poliziotto Dominic Reyes e Beau
Knapp (Seven Seconds, Black and Blue) è il
poliziotto Mike Randall, colpevole di aver ucciso il ragazzo. Il
film, prodotto da Tarak Ben Ammar, Mark Burg e Lukas
Behnken è distribuito da Eagle
Pictures.
American
Skin racconta le azioni disperate di Linc, un veterano
della guerra in Iraq che, tornato in patria, vede il figlio
quattordicenne Kijani morire davanti ai suoi occhi per mano di un
poliziotto durante un controllo stradale. Privato di un processo
equo, dopo l’assoluzione in tribunale di Mike Randall, il
poliziotto che aveva sparato al ragazzo uccidendolo, Linc decide di
farsi giustizia da solo. Ad accompagnare lo spettatore nel racconto
Jordin King, uno studente di cinema deciso a girare un documentario
sulla morte di Kijiani e sul desiderio di giustizia di Linc.
Insieme alla sua troupe Jordin diventerà testimone diretto e
protagonista dell’intera vicenda, con la responsabilità di farla
conoscere al mondo.
Nate Parker ha trascorso gran parte
della sua vita e della sua carriera combattendo le ingiustizie
sociali e creando contenuti che affrontano il tema della disparità
delle comunità emarginate in tutto il mondo. Si è guadagnato per la
prima volta l’attenzione della critica con il suo ruolo da
protagonista in The Great Debaters – Il potere della
parola di Denzel Washington. Nate ha interpretato il ruolo di
protagonista in Red Tails prodotto da George Lucas. Con il
suo debutto alla regia in The Birth of a Nation – Il risveglio
di un popolo ha vinto il Gran Premio della Giuria e del Premio
del Pubblico al Sundance Film Festival nel 2016.
American
Skin – Lunedì 24 maggio in prima visione alle 21.15 su Sky
Cinema Uno, in streaming su N0W e
disponibile on demand. Grazie a extra, il
programma fedeltà di Sky, i clienti Sky da più di 3 anni e con Sky
Cinema lo vedranno prima di tutti on demand nella sezione
extra.
La Universal Pictures Italia ha
diffuso un nuovo contributo video su Fast
& Furious 9che racconta la
storia di Dom. Il Dom Toretto di Vin
Diesel sta conducendo una vita tranquilla fuori
dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian, ma sanno che il
pericolo è sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte.
Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con
i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama.
La sua squadra si riunisce
nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato
dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano
mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob (John
Cena, l’imminente The
Suicide Squad). In attesa del nono capitolo della saga
Fast & Furious di Universal Pictures, un nuovo e adrenalinico video
dedicato al personaggio interpretato da Vin Diesel.
Fast
& Furious 9 vede il ritorno alla regia di Justin Lin,
che ha diretto il terzo, il quarto, il quinto e il sesto capitolo
della saga, quando cioè è diventata un successo globale. L’azione
sfreccia in tutto il mondo, da Londra a Tokyo, dall’America
centrale a Edimburgo, e da un bunker segreto in Azerbaigian alle
strade brulicanti di Tblisi. Lungo la strada, i vecchi amici
risorgeranno, i vecchi nemici torneranno, la storia verrà
riscritta, e il vero significato della famiglia verrà messo alla
prova come mai prima d’ora.
Tornano a recitare nel film
Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris”
Bridges, Jordana Brewster, Nathalie Emmanuel e Sung Kang,
al fianco delle attrici premiate con l’Oscar Helen
Mirren e Charlize Theron. Fanno parte del
cast di Fast
& Furious 9 anche la superstar premio Grammy, Cardi B,
nei panni del nuovo personaggio del franchise Leysa, una donna
legata al passato di Dom, e il re del Reggaeton, Ozuna, in un ruolo
cameo. Fast
& Furious 9 è prodotto da Neal H. Moritz, Vin
Diesel, Jeff Kirschenbaum, Joe Roth, Justin Lin,
Clayton Townsend e Samantha Vincent.
Al di là delle grandi trame e dei
grandi personaggi dei film, il MCU è così amato dai fan di tutto il mondo
anche per una serie di scene memorabili che riguardano tanto le
scene di combattimento quanto i momenti più divertenti, per non
parlare di quelle che sono dei veri e propri omaggi ai fumetti.
Scren Rant ha raccolto 10 scene del
MCU che probabilmente i fan amano rivedere più e più volte:
La lotta di Vedova Nera in Iron Man 2
Vedova Nera ha fatto il suo
debutto in Iron
Man 2. Ha esordito come assistente di Tony Stark, ma ben
presto quest’ultimo ha scoperto che Natasha era stata mandata da
Nick Fury per sorvegliarlo e tenerlo d’occhio. Durante la prima
battaglia di Iron Man, quella messa in atto per cercare di fermare
Justin Hammer, Nat ha dimostrato il suo coraggio in qualità di
combattente.
Nel film è presente una scena di
combattimento in un corridoio in cui Vedova Nera elimina tutti i
cattivi in cui si imbatte alla stessa velocità con cui Happy Hogan
ne avrebbe probabilmente sconfitto soltanto uno. Subito, Nat ha
dimostrato di essere una vera e propria arma umana.
Iron Man vs. Captain America vs. Thor in The Avengers
Nel primo film degli
Avengers, Nick Fury ha dovuto riunire gli eroi e fargli lavorare
come una forza combinata per sconfiggere Loki e l’imminente
invasione aliena. Tuttavia, si trattava pur sempre di eroi
dall’ego spropositato che dovevano imparare ad andare
d’accordo…
Capitan America e Iron Man avevano
catturato Loki, ma poi si è presentato Thor e ha portato via suo
fratello con la forza. Ciò ha portato ad una lotta nei boschi che
ha visto i tre eroi distruggere la maggior parte della vegetazione
attorno a sé, per poi non giungere ad alcuna conclusione.
La lotta di Cap nell’ascensore in
The Winter Soldier
In
Captain America: The Winter Soldier, qualcuno ha ucciso
Nick Fury e Captain America ha dovuto capire cosa stesse
succedendo. Ha incontrato il direttore dello S.H.I.E.L.D. Alexander
Pierce (Robert Redford), e quando se ne è andato si è ritrovato ad
essere un ricercato.
Tuttavia, si
accorse che sempre più persone andavano d’accordo con lui in un
ascensore, incluso alcuni familiari agenti dello S.H.I.E.L.D. come
Brock Rumlow. Ha capito cosa stava succedendo e ha stesso tutti i
soldati prima di scappare. Per essere un luogo chiuso e alquanto
ristretto, è stata sicuramente una lotta
memorabile…
Iron Man vs. Soldato d’Inverno vs.
Capt in Civil War
Captain
America: Civil War è pieno di fantastiche scene da vedere
e rivedere, inclusa la battaglia dell’aeroporto in cui tutti gli
eroi si affrontano l’uno contro l’altro. Tuttavia, il combattimento
che rimane davvero memorabile arriva solo alla fine del film.
Captain America e il Soldato
d’Inverno andarono a cercare gli altri Soldati in animazione
sospesa, in attesa del loro risveglio. Tuttavia, quando arrivarono,
il barone Zemo li aveva già uccisi. Fu allora che si presentò Iron
Man, con l’intento di uccidere Bucky, che dovette combattere Cap e
Bucky in un intenso combattimento.
Il combattimento d’apertura di GOTG Vol. 2
Ci sono molti momenti nei
film dei Guardiani della Galassia che la
gente ama guardare più e più volte. Tuttavia, la scena più
divertente da rivedere più e più volte è probabilmente quella
all’inizio di
Guardiani della Galassia Vol. 2.
I Guardiani stanno combattendo un
mostro gigante, ma la machina da presa si concentra su Baby Groot,
che inizia a suonare musica e a ballare per la stanza mentre i suoi
compagni di squadra sono coinvolti in un’enorme battaglia per la
sopravvivenza.
Hulk vs. Thor in Thor: Ragnarok
Anche Thor:
Ragnarok ha diverse scene che i fan amano rivedere più
volte. La lotta sul Bifrost è quella di cui probabilmente nessuno
si stancherebbe mai. Tuttavia, c’è un altro momento nel film che è
divertente e non perde mai il suo fascino.
Thor è stato gettato nell’arena per
combattere il campione, per poi rendersi conto che era Hulk. I due
combatterono, con Hulk che dominò Thor fino a quando il Dio del
Tuono non si rese conto di poter controllare i suoi poteri fulminei
senza il Mjolnir.
La battaglia sul Bifrost in Thor: Ragnarok
Come accennato, il
combattimento di Bifrost è un altro momento di Thor:
Ragnarok da rivedere più e più volte. Thor, Valchiria,
Hulk, Heimdall e Loki si ritrovano in battaglia sul Bifrost contro
Hela e il suo esercito. C’è stato persino un momento in cui Skurge
l’Esecutore si è unito a loro.
Il combattimento è stato
fantastico, ma il vero momento che lo ha elevato e lo ha reso una
delle migliori scene nella storia del MCU è arrivato quando Thor ha
riacquistato l’uso dei suoi poteri divini, con i Led Zeppelin in
sottofondo che hanno reso la scena del combattimento davvero
magnifica.
Black Panther vs. Killmonger in Black Panther
Black
Panther rimane uno dei film più acclamati dalla critica
nella storia del MCU. È stato anche candidato agli
Oscar e, in generale, resta una grande esperienza cinematografica
da rivedere più e più volte. Ci sono alcune scene davvero
fantastiche al suo interno, inclusa la lotta al casinò e il
combattimento finale.
Tuttavia, ciò che spicca nel film come scena da rivedere
almeno una volta è quando Killmonger e T’Challa combattono sulla
cascata per il titolo di Pantera Nera.
Lo Snap – Avengers: Infinity War
Molti spettatori che non
avevano familiarità con le trame dei fumetti Marvel Comics sono rimasti sorpresi alla fine
di Avengers:
Infinity War. I Vendicatori hanno combattuto Thanos sulla
Terra ma anche fuori, ma il Titano Pazzo li ha battuti tutti
clamorosamente.
Tuttavia, la scena che ha sorpreso
molti fan è stata quando Thanos ha schioccato le dita e metà delle
forme di vita nell’universo si sono disintegrate. Guardare il
Soldato d’Inverno, Falcon, Doctor Strange e persino Spider-Man scomparire
e morire è stato scioccante ma al tempo stesso degno dei più
morbosi rewatch.
“Vendicatori Uniti!” in Avengers: Endgame
Avengers:
Endgame ha visto gli eroi sopravvissuti viaggiare indietro
nel tempo per cercare di capire come annullare lo Snap. Ci sono
stati diversi momenti fantastici nel film, inclusa una fantastica
scena di combattimento tra Capitan America e… sé stesso.
Tuttavia, la scena migliore, e
quella che ha portato i fan di tutto il mondo ad applaudire in
sala, è arrivata dopo che gli eroi erano tornati. Doctor Strange ha
aperto i portali e tutti gli eroi del MCU si sono presentati
contemporaneamente. Capitan America esclama: “Vendicatori
Uniti!” e la guerra ha inizio. È la migliore scena del
MCU, senza dubbio.