Zack Snyder ha condiviso la prima pagina di
Justice League Book 1. Il regista sta
attualmente lavorando alla tanto clamorosa
Snyder Cut del cinecomic uscito nel 2017, che dovrebbe
arrivare su HBO Max nella prima metà del 2021. Negli ultimi anni,
Snyder ha continuamente condiviso contenuti del suo taglio del
film, comprese immagini dal backstage e foto inedite.
Dopo più di due anni di campagna
incessante da parte dei sostenitori del movimento
#ReleaseTheSnyderCut, sostenuti da personalità dell’industria e
dalla maggior parte del cast e della troupe del cinecomic, la
distribuzione della versione del regista del travagliato
blockbuster è stata finalmente ufficializzata. Come la maggior
parte dei fan saprà, Snyder avrebbe dovuto dirigere Justice
League, ma a causa di una tragedia familiare è stato il
regista Joss Whedon ad assemblare il montaggio finale.
Sfortunatamente, invece di terminare semplicemente il progetto, il
regista di The Avengers ha effettuato una serie massiccia di
riprese aggiuntive che hanno cambiato in modo significativo i piani
originali di Snyder. Ora, la versione originale del cinecomic sta
finalmente per arrivare, con alcuni nuovi contenuti aggiuntivi,
come ad esempio l’inclusione del personaggio del Joker.
Ora, attraverso il suo account
Vero
ufficiale, Snyder ha condiviso un’immagine di “JL Book
1“. Come ben sapranno i suoi fan, il regista ha un debole
per gli storyboard dei suoi film: questa è la prima pagina del film
originale di Justice
League, con un’immagine che ci mostra Ben Affleck alle prese con la prova
costume di Batman.
I piani originali di Zack Snyder con la DC
La dicitura Justice League
Book 1 fa riferimento al fatto che, in origine, Zack Snyder aveva un piano che prevedeva
la realizzazione di ben cinque film per il DCEU; un piano iniziato
con L’uomo d’acciaio del 2013 e che sarebbe
dovuto terminare con Justice League Book 2 e
3.
Negli ultimi anni, la Warner
Bros.ha adottato un approccio diverso nei confronti del suo
franchise dedicato ai fumetti DC, abbandonando molti dei piani
iniziali e basandosi più sul concetto di Multiverso che
sull’interconnettività narrativa. Ciò consentirebbe l’esistenza di
due diverse Justice
League, con la versione di Whedon ufficialmente
canonica nella realtà primaria, mentre la versione di Snyder è
qualcosa appartenente ad una linea temporale alternativa.
Vi ricordiamo che la Snyder
Cutdi Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Steven Soderbergh è ufficialmente al lavoro su
un sequel spiriturale di
Contagion, film diretto dal regista premio Oscar nel
2011 e interpretato – tra gli altri – da
Matt Damon,
Kate Winslet e Gwyneth Paltrow. La pellicola, sceneggiata da
Scott Z. Burns, era incentrata su un’epidemia
legata alla diffusione di un virus mortale e sul collasso della
società in seguito alla sua rapida propagazione.
Di recente il film è tornato a far
discutere proprio a causa dell’attuale situazione globale legata al
Covid-19: non solo durante il lockdown dello scorso marzo il film è
stato uno dei più visti sulle varie piattaforme di streaming, ma in
molti hanno riscontrato diversi parallelismi tra ciò che accade
nella pellicola e il modo in cui gli Stati Uniti – e più in
generale il mondo – hanno affrontato quest’anno la pandemia di
Coronavirus.
In una recente intervista durante il
podcast
Happy Sad Confused, Soderbergh ha confermato di essere al
lavoro su un sequel di Contagion. Il regista ha parlato del nuovo
film come una sorta di sequel “filosofico” dell’originale:
il nuovo progetto infatti, che sarà nuovamente scritto da Burns,
non sarà una storia direttamente collegata al primo film o un
prosieguo di quanto visto nel 2011. I due film avranno soltanto una
trama molto simile, ma ci saranno delle sostanziali differenze.
“Ho un progetto in fase di
sviluppo a cui Scott Burns sta lavorando con me, che è una sorta di
sequel filosofico di Contagion, ma in un contesto diverso”, ha
dichiarato il regista. “Li guarderai in un certo senso come se
fossero accoppiati, ma con colori di capelli molto diversi. Scott e
io ne abbiamo parlato: ‘Allora, qual è la prossima iterazione di
una storia tipo Contagion?’. Ci abbiamo lavorato; probabilmente
dovremmo lavorarci ancora un po’.”
Non solo Contagion: pandemia tra cinema e serialità
Le opere di fiction a tema “pandemia
virale” non sono di certo una novità a Hollywood, da titoli più
datati come Virus letale del 1995 con Dustin Hoffman e
Rene Russo a serie tv più recenti come The Strain, creata
da Guillermo del Toro e Chuck Hogan,. In realtà,
vivere una pandemia nella realtà porterà adesso ad un ritratto
molto diverso di come questi tipi di storie. I concetti basati
sulla fantasia, l’immaginazione e la speculazione possono ora
essere radicati nell’esperienza della vita reale, con gli
spettatori che potrebbero iniziare a vedere dei riscontri già in
opere di imminente distribuzione, come la serie The
Stand tratta dal romanzo di Stephen King o, appunto, il
sequel spirituale di
Contagion.
Da sempre le fiabe sono fonte di
grandi ispirazioni per il cinema e le sue storie. Nei decenni sul
grande schermo si sono avvicendate innumerevoli versioni e
reinterpretazioni dei più celebri racconti di questo tipo,
arricchendo l’immaginario di generazioni e generazioni di
spettatori. Tra le tante, quella di Biancaneve è certamente una delle più
celebri. Questa è stata portata diverse volte al cinema, tra cui
con i noti adattamenti della Disney. Nel 2012 arriva però una
versione live action (qui la recensione) ispirata non
all’omonimo film d’animazione del
1937, bensì direttamente alla folkloristica fiaba popolare
europea.
Diretto da Tarsem
Singh, il film
in questione non fa infatti parte degli innumerevoli rifacimenti in
live action prodotti negli ultimi anni dalla Disney. Questo prende
come spunto di partenza la fiaba dei fratelli
Jakob e Wilhelm Grimm. La loro è
infatti la versione più conosciuta di tale racconto, pubblicata per
la prima volta nel 1812 nella raccolta Fiabe dei bambini e del
focolare. Per una strana coincidenza, quello di Singh non è
stato l’unico film dedicato a Biancaneve arrivato al cinema nel
2012. Nello stesso anno è infatti stato distribuito anche Biancaneve e ilcacciatore, una versione più dark della storia con
protagonista l’attrice Kristen
Stewart.
Tra i maggiori punti di forza del
film
Singh si ritrovano non solo un grande cast di noti attori, ma anche
la colonna sonora del veterano Alan Menken e i
costumi di Eiko Ishioka, che per il suo lavoro qui
è stata candidata al premio Oscar. Tutti questi elementi hanno
contribuito al buon successo del film, arrivato ad un incasso
complessivo di circa 183 milioni di dollari a fronte di un budget
di 85. Prima di intraprendere una visione del film, però, può
tornare utile approfondire ulteriormente alcuni aspetti di questo,
come la trama e i retroscena riguardanti il cast. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile scoprire ciò e molto altro.
Biancaneve: la trama del film
La vicenda si apre in un regno non
meglio definito, dove il re è da poco rimasto vedovo dell’amata
moglie. Per non lasciare l’amata figlia senza una madre, decide di
risposarsi, e sceglie come nuova consorte la bellissima regina
Clementianna. Ciò che non sa, però, è che questa è in realtà una
malvagia strega esperta di magia nera. La donna uccide infatti il
re, divenendo così l’unica regnante. Con lei ha inizio un periodo
di terrore e povertà, mentre Biancaneve si ritrova a vivere
segregata nel palazzo, temuta poiché in grado di reclamare il
trono. Clementianna, inoltre, non nasconde una profonda gelosia per
la bellezza della giovane.
Il giorno del suo diciottesimo
compleanno, però, Biancaneve decide di sfidare gli ordini della
regina e uscire dalle mura per conoscere il mondo e scoprire in che
situazione si trova il suo regno. Nel corso della sua uscita, ella
si imbatte nell’affascinante principe Alcott. Di questi è però
innamorata anche Clementianna, e temendo la concorrenza della
figliastra decide di farla portare nel bosco per essere uccisa.
Biancaneve riuscirà però a salvarsi, e nella sua fuga si imbatterà
in un gruppo di sette nani ribelli. Saranno proprio loro ad
aiutarla nella sua battaglia contro l’usurpatrice, permettendole di
reclamare ciò che le spetta di diritto.
Biancaneve: il cast del
film
Per dar vita a personaggi tanto
celebri come quelli della fiaba di Biancaneve, era
assolutamente necessario individuare gli interpreti più adeguati a
tale importante compito. Per la parte della giovane protagonista
venne infine scelta Lily Collins.
Questa dichiarò in seguito di essere sempre stata un’amante del
personaggio, e di aver inizialmente sostenuto un provino per il
film Biancaneve e il cacciatore, finendo però con
l’interpretare Biancaneve in quest’altra trasposizione.
Interpretare la protagonista le ha permesso di indossare abiti
meravigliosi, ma le ha anche richiesto un particolare studio. Per
calarsi meglio nel ruolo, infatti, l’attrice si è documentata sulle
varie versioni della fiaba, cercando di ricostruire la psicologia
di Biancaneve. Ad interpretare suo padre nel film è l’attore
Sean Bean, che
ancora una volta si trova ad interpretare un personaggio destinato
a morire.
Nel ruolo della regina cattiva vi è
invece l’attrice premio Oscar Julia Roberts. Questa
dichiarò di essere stata inizialmente contraria all’idea di
recitare in tali vesti, ma di essersi infine lasciata convincere
dal regista, di cui è una grande ammiratrice. Durante le riprese
l’attrice si è trovata ad indossare enormi abiti da ballo, e i suoi
figli, talvolta presenti sul set, erano soliti andarsi a nascondere
sotto di questi. L’attore Armie Hammer è
invece presente nei panni del principe Alcott. La sceneggiatura
originale prevedeva una scena egli a torso nudo, e la Regina che
osservava ammirata quanto fosse liscio il petto dell’uomo. Questa
scena ha dovuto essere modificata quando Hammer ha rifiutato si
radersi i peli dal petto. Il noto caratterista Danny
Woodburn è invece presente nei panni di Grimm, leader dei
sette nani.
Biancaneve: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Biancaneve grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 28
dicembre alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Conosciuto principalmente per film
in costume come Orgoglio e pregiudizio, Espiazione e
Anna Karenina, nel 2011
il regista Joe Wright si è
cimentato con successo nella realizzazione del thriller d’azione
Hanna.
Al centro di questo vi è una giovanissima ragazza cresciuta come
una guerriera e un’assassina da suo padre, ex agente governativo.
Il motivo di tale addestramento è presto spiegato: qualcuno sta
dando la caccia ad Hanna, e lei dovrà scoprire il perché. Acclamato
come uno dei migliori film del suo genere del suo anno, tale
lungometraggio è basato sulla sceneggiatura scritta dall’esordiente
Seth Lochhead, il quale la realizzò come elaborato
finale per la scuola di cinema da lui frequentata.
Wright ha descritto il film come un
fiaba dark, dove l’innocenza della giovane protagonista è costretta
a scontrarsi con la dura realtà di un mondo tutt’altro che roseo.
Interpretabile dunque anche come una metafora sul difficile
passaggio dall’adolescenza all’età adulta, Hanna
rappresenta un’opera molto importante per il regista,
particolarmente legato a tali tematiche. Per realizzare il film,
inoltre, Wright ha affermato di essersi ispirato molto al cinema di
David Lynch, con numerosi riferimenti alle qualità
mistiche dei film di questi. Con le riprese svoltesi tra la
Germania e la Finlandia, tale opera ha così da subito acquisito
l’interesse di numerosi spettatori amanti del genere.
Una volta arrivato in sala,
Hanna è stato ben accolto dalla critica e dal pubblico. La
pellicola ha infatti incassato oltre 65 milioni di dollari a fronte
di un budget di 30. Particolarmente apprezzate sono state le
interpretazioni dei protagonisti e la qualità della regia. Prima di
intraprendere una visione del film, sarà certamente utile
approfondire ulteriormente alcuni aspetti del film, come la trama e
i retroscena relativi al cast. Proseguendo qui nella lettura sarà
possibile scoprire tutto ciò è anche diverse altre curiosità. Si
elencheranno infine anche le principali piattaforme streaming dove
è possibile ritrovare il film per una comoda visione casalinga.
Hanna: la trama del film
Protagonista della storia è Hanna,
un’adolescente dalla pelle candida, gli occhi di ghiaccio e i
capelli biondissimi e arruffati. Questa vive in nei boschi del nord
Europa, con il padre Erik, ex agente della CIA, che giorno dopo
giorno la addestra a diventare un soldato perfetto. La giovane è
infatti in grado di combattere, sopravvivere e soprattutto
uccidere. Vissuta per 16 anni in questo deserto di ghiaccio, Hanna
si troverà ora a dover fare i conti con il desiderio adolescenziale
di esplorare il mondo, inseguendo così la curiosità di scoprire
cose nuove. Ritrovatasi catapultata nel mondo vero, con enorme
meraviglia vi troverà tutte le cose di cui aveva solo letto:
l’elettricità, la musica, le altre persone.
Uscire allo scoperto, però, non si
rivelerà essere stata una buona idea. La ragazza dovrà infatti fare
i conti con le sue misteriose origini, dalle quali il padre ha
sempre cercato di proteggerla. Ben presto, sulle sue tracce si
porrà la spietata Marissa Wiegler, agente speciale della CIA, che
da tempo cerca Hanna e suo padre per eliminarli una volta per
tutte. Per la giovane arriverà dunque il momento di mettere in
pratica quanto imparato nel corso dei suoi anni di addestramento.
Ancor più che dimostrare le proprie abilità, però, dovrà dimostrare
a sé stessa di essere pronta a crescere e assumere responsabilità
impreviste.
Hanna: il cast del film
Per dar vita alla giovane
protagonista del film sono state diverse le attrici prese in
considerazione. Ad aver ottenuto il ruolo è però stata la candidata
all’Oscar Saoirse Ronan.
Fu poi proprio lei a richiedere che Wright venisse scelto come
regista, avendo già collaborato con lui per Espiazione.
Per prepararsi al ruolo, l’attrice si è poi dovuta sottoporre a
diverse ore giornaliere di allenamento fisico, praticando anche le
principali forme di combattimento corpo a corpo. Questo ha permesso
all’attrice di poter interpretare personalmente molte delle
complesse sequenze di lotta previste dal copione. L’attrice si è
inoltre sottoposta ad uno sbiancamento delle proprie sopracciglia,
così da assumere un’ulteriore particolarità, che nelle intenzioni
del regista la rende più simile ad un lupo bianco.
Accanto a lei, nel ruolo del padre
Erik è invece presente l’attore Eric Bana.
Questi ha speso diverso tempo in compagnia della Ronan, sviluppando
così con lei una buona chimica di coppia. I due hanno così potuto
dar vita ad un più realistico rapporto tra padre e figlia. La
premio Oscar Cate Blanchett
dà invece vita alla spietata agente della CIA Marissa Wiegler.
Particolarmente apprezzata per la sua interpretazione, l’attrice è
stata assistita nella sua preparazione da un ex agente dei servizi
segreti, dal quale ha potuto imparare tutti i segreti del mestiere.
Nel film sono poi presenti gli attori Tom
Hollander, già noto per la trilogia di Pirati dei
Caraibi, e qui interprete di Isaacs. Olivia
Williams, nota per film come Il sesto senso e
Anna Karenina, è invece Rachel. Jessica
Barden, celebre per il ruolo di Alyssa in The End of the F***ing
World, è invece Sophie.
Hanna: la serie TV, il trailer e
dove vedere il film in streaming
Dato il buon successo del film, nel
2019 questo viene riadattato in una serie televisiva allo stesso
modo intitolata Hanna. Distribuita su
Amazon Prime Video, questa riprende le vicende
narrate nel film, ampliando però il mondo narrativo tramite
l’introduzione di nuovi personaggi, nuovi ambienti e nuovi eventi.
Ad interpretare la protagonista è ora l’attrice Esme
Creed-Miles, divenuta celebre proprio grazie a tale ruolo.
Suo padre Erik ha invece il volto di Joel Kinnaman.
Ad oggi la serie si compone di due stagioni, per un totale di 16
episodi. Nel luglio del 2020 questa viene però rinnovata anche una
terza stagione, prevista per il 2021.
È possibile fruire di
Hanna grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo,
basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il
singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e
al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di
noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui
vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno lunedì 28 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Diretto da Dan Scanlon e prodotto
da Kori Rae, il lungometraggio d’animazione targato Disney e Pixar
Onward – Oltre la Magiasarà disponibile
in streaming su Disney+ dal 6 gennaio 2021.
Ambientato in un immaginario mondo fantastico, il film racconta la
storia di due fratelli elfi adolescenti che si imbarcano in una
straordinaria avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un
po’ di magia.
Quando due fratelli elfi
adolescenti, Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata
opportunità di trascorrere un giorno in più con il loro defunto
padre, si imbarcano in una straordinaria avventura a bordo
dell’epico furgone di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si
rispetti, la loro avventura è ricca di incantesimi magici, mappe
misteriose, ostacoli insormontabili e scoperte incredibili. Ma
quando la coraggiosa mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i
suoi figli sono scomparsi, si allea con la Manticora, una ex
guerriera in parte leone, in parte pipistrello e in parte
scorpione, e inizia a cercarli. Nonostante le pericolose
maledizioni, questo singolo magico giorno potrebbe significare
molto più di quanto avessero mai immaginato.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci comprende
Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot, una
mamma determinata e devota che lavora duramente e si impegna con
tutto il cuore in tutto ciò che fa; e Fabio Volo
in quelli di Wilden Lightfoot, intelligente e sicuro di sé, ha
scoperto un modo creativo e al tempo stesso fantastico per rivedere
i suoi figli molti anni dopo la sua morte. Tra le voci italiane
anche Favij, Raul Cremona e
David Parenzo che interpretano rispettivamente uno
spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.
Nel giorno della scomparsa di
Pierre Cardin, che si è spento oggi all’età di 98 anni, Sky Arte
propone in prima visione HOUSE OF CARDIN in onda
questa sera alle 21.15 su Sky Arte e in streaming su NOW
TV. Il documentario racconta la vita, i disegni e la
gloriosa carriera del genio Pierre Cardin, che ha concesso
l’accesso esclusivo ai suoi archivi e al suo impero. La pellicola
verrà trasmessa anche mercoledì 30 dicembre alle
21.15 e martedì 5 gennaio alle 19.35 su Sky Arte e
in streaming su NOW TV.
Milioni di persone conoscono il
logo iconico e la firma presente ovunque, ma pochi sanno chi sia lo
straordinario uomo che sta dietro quel marchio. Il film cerca di
rispondere alla domanda: chi è Pierre Cardin? Qual è la storia di
questa icona leggendaria? House of Cardin rappresenta un’occasione
unica per sbirciare nella mente di un genio, è un documentario
autorizzato che racconta la vita di Pierre Cardin, che ha permesso
interviste inedite al tramonto di una gloriosa carriera.
HOUSE OF CARDIN – Questa
sera alle 21.15 su Sky Arte e in streaming su NOW
TV
Scritto e diretto da
Christopher Nolan, uno dei più celebri registi
contemporanei con i maggiori incassi nella storia del cinema,
Tenet sarà
disponibile su Infinity in 4K dal 29 dicembre.
Tenet è un film epico d’azione che si svolge
nel mondo dello spionaggio internazionale e segue le vicende di un
agente segreto che cercherà di impedire la terza guerra
mondiale.
In Tenet,
John David Washington interpreta il Protagonista che, armato
solo di una parola – Tenet
– e in lotta per la sopravvivenza di tutto il mondo, viene
coinvolto in una missione attraverso il crepuscolare mondo dello
spionaggio internazionale, che si svolgerà al di là del tempo
reale. Non un viaggio nel tempo. Ma Inversione.
Girato in sette diversi Paesi
(Estonia, Italia, India, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Stati
Uniti) e realizzato con un mix di IMAX e pellicola in 70mm,
Tenetè l’undicesimo film del
regista britannico che utilizza il tempo, visto dalla maggior parte
delle persone come una dinamica inalterabile della nostra
esistenza, trasformandolo in un filo capace di essere manovrato,
piegato, attorcigliato, accostato… o invertito.
La squadra creativa che ha lavorato
dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Hoyte van
Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame,
il costumista Jeffrey Kurland, il supervisore degli effetti visivi
Andrew Jackson e il supervisore degli effetti speciali Scott
Fisher. La colonna sonora è opera del compositore Ludwig
Göransson.
“Devi solo toglierti la
mascherina e mostrarci chi sei veramente”. Le parole
pronunciate dal Joker ne Il Cavaliere Oscuro racchiudono una delle più
grandi crisi che Batman ha dovuto affrontare: il mondo che scopre
la sua identità. Nel corso degli anni, le diverse iterazioni
cinematografiche di Batman hanno enfatizzato (a vari livelli)
l’importanza che Bruce Wayne attribuisce alla sua maschera, al suo
simbolismo e alla protezione che offre agli altri.
Ci sono stati diversi casi nei film
in cui l’identità di Bruce è stata rivelata, sia per scelta che
contro la sua volontà. Smascherare il cavaliere oscuro offre alle
storie che vengono raccontate un potente strumento per
incorporazione al loro interno sia il conflitto che la catarsi…
Vicki Vale – Batman
Batman
di Tim Burton non è stato di certo esente da polemiche, dal
cambiare l’origine di Batman alla dimostrazione della sua volontà
di uccidere. Anche i fan di lunga data sono rimasti
comprensibilmente perplessi quando hanno visto Alfred, il fidato
maggiordomo di Bruce, che ha lasciato volontariamente Vicki Vale
nella Batcaverna.
Il co-sceneggiatore Sam Hamm ha
spiegato che non è stata una sua scelta inserire la scena nel film,
sostenendo che “quello è l’ultimo giorno di lavoro di Alfred a
Villa Wayne”, ma che il serrato programma di produzione ha
reso necessaria quell’aggiunta. La scena segue i precedenti
tentativi di Bruce di confessare a Vicki di essere Batman, e
avrebbe avuto più peso se Vicki fosse apparsa nel sequel, dove la
rivelazione avrebbe potuto incorporare qualche conflitto nella
storia. Ciò non è mai accaduto, lasciando il momento come una
sfortunata macchia nera sul curriculum di Alfred.
Coleman Reese – Il Cavaliere Oscuro
In realtà, è alquanto
sorprendente che più membri della Wayne Enterprises non abbiano
dedotto l’identità segreta di Bruce nella trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, considerando il suo uso continuato
dei vasti giocattoli della sua azienda.
Il dipendente dell’azienda Coleman
Reese finisce per fare questa deduzione e porta le sue scoperte a
Lucius Fox. Minaccia di ricattare Bruce e la Wayne Enterprises,
cosa che Lucius sottolinea in modo esilarante, rendendola una mossa
imprudente. Con calma ricorda a Reese che l’uomo che sta accusando
– ammesso che le sue accuse siano fondate – è uno degli uomini più
potenti del mondo che passa le notti a ridurre i criminali in
poltiglia. Reese ritrae saggiamente la sua proposta di ricatto e se
ne va, soltanto per azzardare poi una mossa ancora più sciocca
mettendosi nel mirino del Joker.
Edward Nygma – Batman Forever
Batman
Forever non ha mai trovato i consensi dei fan, il che non
sorprende considerando che ci sono film di gran lunga migliori con
il Crociato Incappucciato. Eppure, una cosa che tenta seriamente di
fare è esplorare la psiche oscura di Bruce, qualcosa che il regista
Joel Schumacher avrebbe voluto approfondire ancora di più.
Nel corso della storia, Bruce
esamina le sue paure e la sua infanzia con la Dottoressa Meridian e
pone domande abbastanza esistenziali sull’essere Batman. Quando
diventa una vittima di “The Box”, l’oggetto che Edward
Nygma/Enigmista rea per infiltrarsi nella mente delle persone,
Nygma riceve l’immagine di un pipistrello gigante. Da questo deriva
naturalmente l’identità segreta di Batman e usa le informazioni per
inseguire il Cavaliere Oscuro.
Lucius Fox – Batman Begins
Dopo che Bruce torna a
lavorare alla Wayne Enterprises, fa amicizia con Lucius Fox e
inizia ad andare da lui con alcune “richieste insolite”. Lucius
capisce subito che Bruce ha i suoi assi nella manica, ma gli
fornisce comunque l’attrezzatura di cui ha bisogno.
Sapendo che il suo coinvolgimento
potrebbe implicare la colpevolezza, Lucius implora Bruce di non
dirgli cosa sta pianificando in modo da poter mantenere una
negazione plausibile, ma avverte Bruce di non considerarlo un
idiota. Bruce è d’accordo e la coppia forma una partnership
rispettosa per tutta la trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, rendendo pragmatica e necessaria la
deduzione di Lucius sugli sforzi di Bruce per espandere la
storia.
John Blake – Il Cavaliere Oscuro: Il ritorno
Prima di diventare un
poliziotto delle forze di polizia di Gotham, John Blake ha vissuto
in un orfanotrofio da ragazzo. Un giorno, l’orfanotrofio è stato
visitato da Bruce Wayne e Blake ha riconosciuto la rabbia che Bruce
nascondeva dietro la sua facciata miliardaria, che condivide con
Bruce in futuro dopo l’esperienza di pre-morte del Commissario
Gordon.
Blake paragona il nascondere la sua
rabbia dietro un sorriso all’indossare una maschera, esplorando
ulteriormente il concetto della maschera come un simbolo, cosa che
il film approfondisce abbastanza. Nel corso del tempo, Bruce impara
a vedere l’idealismo in Blake, qualcosa che una volta possedeva, e
tenta di guidarlo lungo la strada sull’importanza di proteggere i
propri cari mantenendo la segretezza.
Barry Allen – Justice League
Il Barry Allen di Ezra
Miller è stato uno degli aspetti più popolari di Justice
League, incorporando umorismo e cuore nel tetro universo
cinematografico stabilito da Zack Snyder. Uno dei suoi momenti
migliori arriva quando arriva a casa sua nientemeno che da Bruce
Wayne.
Mentre Bruce esamina il nascondiglio
di Barry, quest’ultimo tenta di deviare le domande di Bruce sui
suoi superpoteri, aggirando in punta di piedi tutto, dai sospetti
di Bruce sulle sue capacità alle indagini sul vestito di Flash.
All’improvviso, Bruce sferza un Batarang verso Barry e Barry passa
immediatamente alla sua modalità fulminea. Fissa il Batarang mentre
gli passa accanto, poi guarda Bruce incredulo: lo prende ed esclama
la sua eccitazione nell’apprendere che Bruce è Batman.
Bane – Il Cavaliere Oscuro: Il ritorno
Il pubblico ha capito dal
momento in cui è uscito il teaser trailer de Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno che Batman aveva
qualcosa di severo. Le loro paure furono amplificate solo quando
Alfred tentò di dissuadere Bruce dall’assumere da solo la figura
massiccia.
Quando Bane saluta Batman nelle
fogne di Gotham con l’agghiacciante “Non facciamo cerimonie
qui, signor Wayne”, improvvisamente non era solo il sé fisico
di Batman a preoccupare i fan. Avendo già visto le capacità
distruttive di Bane, le implicazioni del caos che Bane avrebbe
potuto raccogliere sulla vita e la reputazione di Bruce erano
sicuramente presenti nella mente di molte persone nel momento in
cui ha rivelato la sua conoscenza dell’identità di Bruce.
Rachel Dawes – Batman Begins
Rachel Dawes rappresenta
per Bruce molto di più di un semplice interesse amoroso; è la sua
coscienza emotiva e il legame con la sua infanzia, la quale gli
spiega che lui è molto di più dell’essere solo un vigilante.
Dopo che Bruce torna a Gotham e
assume il ruolo di Batman, vede Rachel per la prima volta dopo
diversi anni. Guardando la sua macchina sportiva e la sua vita
privata, Rachel presume che non sia altro che una ricca e viziata
persona mondana. Lui cerca di spiegare che è più di quello che
vede, e lei risponde che non è chi è interiormente, ma è quello che
fa che lo definisce. Bruce le racconta questa lezione come Batman
più avanti nel film, dimostrando la cura e il rispetto che ha per
lei.
Selina Kyle – Batman: Il ritorno
La migliore scena di
Batman – Il ritorno si svolge quando Bruce Wayne e
Selina Kyle si incontrano alla sontuosa festa di Max Schrek. Oltre
all’eccellente recitazione per conto di Michael Keaton e Michelle
Pfieffer, il momento più emotivo è quando assistiamo alle loro
reciproche rivelazioni circa le identità mascherate l’uno
dell’altro.
Dopo aver litigato per via del
desiderio di Selina di uccidere Max, Bruce tenta di calmarla e la
coppia ripete le frasi che si erano detti l’un l’altro in
precedenza come Batman e Catwoman. Dopo aver realizzato che c’è di
più nella loro relazione di quanto sapessero in precedenza, si
fissano increduli negli occhi finché non decidono che è meglio
lasciare la festa verso un esito incerto.
Jim Gordon – Il Cavaliere Oscuro: Il ritorno
Il
Cavaliere Oscuro – Il Ritorno potrebbe essere considerato
da molti un atto di chiusura imperfetto della trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, ma colpisce sicuramente in modo
toccante per come chiude la relazione tra Batman e il Commissario
Gordon. Mentre Batman si prepara a far volare la bomba via da
Gotham, Gordon dice a Batman che le persone dovrebbero conoscere
l’eroe che li ha salvati. Batman dice al Commissario che gli eroi
possono essere chiunque, anche qualcuno che fa qualcosa di semplice
come confortare un bambino traumatizzato i cui genitori erano
appena morti, per ricordare loro che il mondo non era finito.
Gordon è sbalordito mentre ricorda
il momento in cui ha incontrato Bruce. Considerando che il loro
rapporto professionale è iniziato con Gordon che vuole conoscere
l’identità di Batman, il cerchio si chiude quando Blake si
commisererà con Gordon, alla fine, che i cittadini di Gotham non
sapranno mai chi ha salvato la loro città. Gordon sorride e
risponde con: “Lo sanno. Era Batman”.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
WONDER WOMAN 1984!
Wonder
Woman 1984 ha evitato saggiamente di ripetere una
controversia legata a L’uomo
d’acciaio. In che modo? Non adattando la morte di Maxwell
Lord nei fumetti. Ambientato decenni dopo il primo film, Wonder
Woman 1984 di Patty Jenkins vede Diana Prince vivere una
vita relativamente normale a Washington D.C. lavorando come
antropologo allo Smithsonian. È lì che incontra i due possibili
cattivi del film, Barbara Minerva/Cheetah e Maxwell Lord, che
diventano entrambi cattivi usando la Dreamstone.
Barbara è innamorata della bellezza
e del coraggio di Diana, quindi desidera essere proprio come lei –
e così facendo, non solo diventa tutto ciò che aveva sempre
sognato, ma anche di più. Poiché Diana è un’amazzone con poteri
divini, Barbara ottiene anche una super forza. Nel frattempo,
Maxwell Lord si spinge molto più avanti, diventando letteralmente
la Dreamstone: usa, cioè, le sue nuove abilità per ottenere il
potere supremo e abbattere la civiltà così come la gente la
conosce. Considerando quanto potere ottiene, l’unico modo per
invertire tutto è fermarlo.
Diana usa il suo Lazo per rivelare
la verità a Maxwell Lord e al mondo, il che convince lui e tutti
gli altri a rinunciare ai loro desideri. È un finale molto più
personale rispetto al primo film e presenta un messaggio di
speranza al pubblico; tuttavia, quel finale avrebbe potuto essere
completamente diverso. Nei fumetti, infatti, Wonder Woman uccide Maxwell Lord spezzandogli il
collo, il che salva gli altri eroi ma costringe anche Batman e
Superman a rivoltarsi contro di lei ed escluderla dalla Justice League.
Cosa potevano avere in comune
Wonder Woman 1984 e L’uomo d’acciaio?
La morte di Maxwell Lord nei fumetti
ha avuto luogo nell’arco narrativo “Sacrifice”, in cui Lord ha
usato i suoi poteri psionici per convincere Superman che i suoi
compagni eroi della Justice League erano suoi acerrimi nemici.
Wonder Woman non poteva fermarlo, se non uccidendolo. È stato un
momento assai controverso per i fan dei fumetti, e mentre Wonder
Woman che uccide Lord in Wonder
Woman 1984 avrebbe creato paragoni con quell’arco
narrativo, in realtà sarebbe stato paragonato di più a L’uomo
d’acciaio.
Come molte persone ricorderano,
Zack Snyder e L’uomo
d’acciaio hanno attirato l’ira dei fan per il fatto
che Superman ha spezzato il collo di Zod. Dato che Superman, come
Batman, dovrebbe essere contrario ad ogni forma di omicidio, la
morte di Zod per mano dell’eroe nel film del 2013 è stata
decisamente sorprendente. Per questo motivo, se Wonder Woman avesse
ucciso Maxwell Lord nel sequel, sarebbe stato di sicuro in linea
con i fumetti, ma al tempo stesso sarebbe stata anche una scelta
molto controverso: per questo motivo, è stata una mossa
intelligente evitarlo. Al contrario, Wonder
Woman 1984 si chiude in un modo migliore, con un
messaggio molto più ottimista.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il DCEU sta iniziando a dare corpo ai piani per
espandere notevolmente il franchise, con l’ipotesi di due film
all’anno che verrebbero distribuiti direttamente su HBO Max. Il
DCEU è stato ufficialmente inaugurato nel 2013 con L’uomo
d’acciaio di Zack Snyder, con Henry Cavill nei panni di Kal-El. Tre anni
dopo Batman v Superman: Dawn of Justice ha
introdotto sul grande schermo la Wonder Woman di Gal Gadot e il Batman di Ben Affleck. Tuttavia, il franchise ha
faticato a decollare, soprattutto se paragonato al suo “naturale”
concorrente, il MCU.
Mentre il MCU è stato acclamato dalla critica
e ha battuto record su record al botteghino, il DCEU ha lottato per
riuscire a tenere il passo. Film come Suicide
Squad e Justice
League o non sono stati accolti bene dalla critica o
hanno faticato per avere un impatto al box office. Wonder
Woman del 2017 e Aquaman
del 2018 hanno cambiato tutto: entrambi sono stati ben accolti
dalla critica, con il cinecomic di James Wan che è diventato il primo film del
DCEU a superare l’incasso di 1 miliardo di dollari. Nonostante una
solida lista di titoli annunciati per i prossimi anni, i piani
circa il futuro dell’universo condiviso non sembrano essere ancora
del tutto chiari.
Ora, Walter Hamada,
presidente della DC films, ha rivelato i piani dello studio per il
futuro, che dovrebbero entrare in vigore già dal 2022. Secondo
quanto riportato dal
NYT, lo studio prevede di distribuire due film del DCEU
all’anno direttamente su HBO Max, insieme ad altri due film che
arriveranno invece soltanto nelle sale (fino a quattro titoli
all’anno). I titoli destinati alla piattaforma di streaming si
concentreranno su personaggi più piccoli e più rischiosi (come
Batgirl e Static Shock). Inoltre,
Hamada ha affermato anche che, oltre ai film, sono possibili serie
tv che si collegheranno all’universo cinematografico più ampio.
DCEU: un franchise più grande e
coerentemente interconnesso
Il più ampio universo DC è stato
oggetto di forti disordini per un bel po’ di tempo: nonostante la
Warner continuasse a produrre film, i piani dello studio in merito
al franchise non sono mai stati definiti con chiarezza. A volte,
sembrava che lo studio volesse soltanto sfornare titoli
semplicemente per competere con la Marvel, senza curarsi realmente di
creare un franchise più grande e coerentemente interconnesso.
Quello sforzo, ovviamente, non stava funzionando, e nel corso degli
anni è diventato palese che Warner Bros. e
DC Films avevano bisogno di rivalutare la loro
linea d’azione in merito ai loro adattamenti a fumetti.
WandaVision unisce televisione
classica e Marvel Cinematic Universe e vede
protagonisti Wanda Maximoff e Visione, due individui dotati di
super poteri che conducono vite di periferia idealizzate, che
iniziano a sospettare che ogni cosa non sia come sembra. La
nuova serie è diretta da Matt Shakman mentre Jac Schaeffer è il
capo sceneggiatore.
Disney+ è il servizio di streaming
dedicato ai film e ai prodotti di intrattenimento di Disney, Pixar,
Marvel, Star
Wars, National Geographic e altri brand, riuniti insieme, per
la prima volta. Come parte della divisione Media ed Entertainment
Distribution di Disney, Disney+ è disponibile sulla maggior
parte degli schermi connessi a Internet e offre una programmazione
senza interruzioni pubblicitarie con una varietà di lungometraggi
originali, documentari, serie live-action e animate e
cortometraggi. Oltre ad offrire un accesso senza precedenti allo
sterminato archivio cinematografico e televisivo di Disney,
Disney+ è il nuovo servizio di
streaming dove trovare le ultime uscite cinematografiche
distribuite da The Walt Disney Studios.
Zack Snyder pensa che la versione “Flashpoint”
di Batman ad opera di Jeffrey Dean Morgan“avrebbe potuto essere
fantastica”. Morgan ha fatto il suo debutto nel DCEU nei panni
di Thomas Wayne in Batman v Superman: Dawn of Justice. A
differenza di altri attori coinvolti nel DCEU, il ruolo di Morgan è
stato abbastanza piccolo, limitato a solo un’apparizione non
accreditata in un film.
Tuttavia, le morti di Thomas e
Martha Wayne alimentano Bruce in
Batman v Superman, così come in Justice
League. Nonostante la sua brevità, l’apparizione di Morgan
è stata sufficiente per far sperare che avrebbe interpretato il
Batman dell’universo di “Flashpoint” nell’attesissimo
The
Flash: avrebbe così reso omaggio alla celebre trama
dei fumetti in cui è Thomas a diventare Batman, e non Bruce.
Anche se The Flash adatterà
la trama di “Flashpoint”, sembra che Morgan non interpreterà
Batman. Invece, Michael Keaton e Ben Affleck riprenderanno le loro
rispettive iterazioni di Bruce Wayne nel film. Sebbene entrambi i
ritorni siano particolarmente eccitanti, significa anche che il
Batman di “Flashpoint” non prenderà parte al film… almeno per ora!
Ciò è di sicuro deludente per alcuni fan, soprattutto perché Morgan
aveva precedentemente espresso interesse ad interpretare la
versione di Thomas Wayne vista nella serie a fumetti. Adesso,
sembra che anche una figura di spicco del DCEU fosse interessata a
quella versione di Batman…
Parlando con
TheFilmJunkee (via
Screen Rant), Zack Snyder ha discusso del casting di
Jeffrey Dean Morgan, spiegando: “Amo
Jeffrey Dean. L’ho scelto perché mi piaceva l’idea che Thomas Wayne
fosse un tipo un po’ tosto, non un pazzoide. Mi piace anche la
dualità, che è poi il motivo per cui sono stati uccisi… sai, era
che non ha dato subito il suo portafoglio. Ha cercato di reagire un
po’, il che penso sia una cosa che ha perseguitato Bruce in qualche
modo.”
Snyder ha poi parlato della
possibilità che Morgan interpretasse il Batman di “Flashpoint”:
“Chiaramente, potrebbe farlo. Non è un problema. Anche se non
credo che accadrà. Ma avrebbe potuto essere bello.”
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash
Ricordiamo che The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film
sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT
– Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo un cameo in Batman
v Superman: Dawn of Justice e Justice
League. Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti
“Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert.
Come sappiamo ormai da diverso
tempo, la storia dell’attesissimo Spider-Man 3, attualmente in fase di
produzione, coinvolgerà il Multiverso e probabilmente la Sony
potrebbe contribuire alla sua creazione attraverso Venom: Let
There Be Carnage.
Il personaggio dell’Uomo Ragno ha
trascorso anni fuori dall’Universo Cinematografico Marvel prima che la Sony e i
Marvel Studios raggiungessero un accordo per
“condividere” cinematograficamente i diritti
sull’eroe. Tuttavia, il successo della nuova iterazione di
Spider ad opera di Tom Holland ha riacceso le speranze in merito
ad un nuovo universo condiviso targato esclusivamente Sony. Tutto è
iniziato nel 2018 con l’uscita di Venom e
proseguirà il prossimo anno con l’arrivo di Venom: Let
There Be Carnage, sebbene i film non siano collegati
al MCU (almeno finora!).
La possibilità che i personaggi
dell’Universo Marvel di proprietà della Sony
Pictures si incrociano con il MCU e con lo Spider-Man di Holland
sembra ora più che mai decisamente probabile. Nelle ultime
settimane si è parlato moltissimo del casting di Spider-Man 3 e del ritorno di moltissimi volti
noti dei precedenti franchise cinematografici dedicati
all’arrampicamuri. È ovvio che il film tratterà in qualche modo del
Multiverso, soprattutto anche grazie alla presenza di Doctor Strange, in attesa dell’arrivo nelle
sale del sequel Doctor Strange in the Multiverse of Madness. E
anche se i fan credono che ciò che vedremo in Spider-Man 3 verrà anticipato in altri film del
MCU, è probabile che in realtà sia
proprio Venom 2
il film che potrebbe contenere al suo interno diversi indizi su
quanto vedremo nella terza avventura cinematografica di Spidey
collegata all’universo condiviso.
Uno dei più grandi rumor su Venom: Let
There Be Carnage è che Tom Holland apparirà in qualche modo nel
sequel. Tali voci circolavano da prima dell’uscita di Venom;
tuttavia, si sono rivelate false. L’apparizione di Holland in
Venom
2 non è stata al momento confermata, ma una sua eventuale
apparizione nel sequel potrebbe essere sicuramente legata al
Multiverso. Marvel e Sony hanno soltanto poche
opzioni per poter adattare un ruolo del genere alla storia e
sarebbe alquanto sorprendente se Venom 2
rendesse il Sony’s Marvel Uuniverse ufficialmente
parte della realtà principale del MCU con il cameo di Holland. Al
contrario, Holland potrebbe apparire come l’Uomo Ragno
dell’universo di Venom. Questo
potrebbe generare un po’ di confusione, con Holland che interpreta
due diverse versioni di Spider-Man, ma sarebbe un seme decisamente
intrigante da piantare prima dell’arrivo di Spider-Man 3.
Venom 2 e le infinità possibilità
di legarsi narrativamente a Spider-Man 3
Venom: Let
There Be Carnage potrebbe presentare Tom Holland come una nuova iterazione di
Spider-Man, ma l’incontro che i fan vogliono vedere di più è quello
tra l’Eddie Brock di Tom Hardy e lo Spidey di Holland del MCU. Ciò può ancora essere
realizzato nel sequel di Venom, andando
così ad impostare la trama di Spider-Man 3 in diversi modi. Potenzialmente, il cameo
di Holland potrebbe figurarsi in una realtà alternativa, con il
personaggio confuso da ciò che sta accadendo, creando così un
legame con le sue avventure nel Multiverso. C’è anche la
possibilità che l’apparizine di Holland possa essere utilizzata per
anticipare la presenza di Venom in
Spider-Man 3. Ancora, una potenziale scena post-credits in
cui Venom viene trasportato in una nuova realtà dopo aver sconfitto
Carnage, potrebbe fare molto per la trama di Spider-Man 3 e anticipare così la sua apparizione nel
film.
Le possibilità di ciò che Venom: Let
There Be Carnage potrebbe fare per legarsi a Spider-Man 3 sono alquanto vaste, in quanto
non necessitano neanche di una reale apparizione da parte di
Holland. Il trailer di Morbius
ha confermato la presenza di Avvoltoio (Michael Keaton) e persino
un poster con lo Spider-Man di Tobey Maguire. Non si sa cosa la
Sony abbia intenzione di fare con Venom: Let There Be
Carnage, ma potrebbe andare oltre lo Spidey di Holland. Il
sequel potrebbe includere o fare riferimento ad altre versioni di
Spider-Man o includere altri personaggi che appariranno in
Spider-Man 3.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
WONDER WOMAN 1984!
In Wonder
Woman 1984, l’ultima aggiunta al DCEU, la regista e il
suo team hanno scelto di proposito di non far morire alcun
personaggio. Il film è uscito il giorno di Natale nelle sale
americane e su HBO Max. Anche se le recensioni sono parecchio
contrastanti, il film è diventato l’attuale leader al botteghino
durante la pandemia, superando sia
I Croods 2 – Una nuova era che Tenet.
Chi ha apprezzato Wonder
Woman 1984 crede che il sequel sia stato
l’antidoto ideale a questo 2020, senza dubbio uno degli anni più
bui della storia. Il film trasmette un messaggio di amore e
speranza, che è in linea con le convinzioni e i valori fondamentali
di Diana Prince. In contrasto con l’originale Wonder
Woman, che si è concluso con un’enorme battaglia contro
Ares, Wonder Woman
1984 vede Diana salvare il mondo facendo appello al
meglio dell’umanità attraverso la compassione e la comprensione,
dando a tutti una possibilità di redenzione. Sebbene il film abbia
comunque molta azione, è stata una scelta intenzionale quella di
minimizzare la violenza, così come quella di non far morire alcun
personaggio.
In un’intervista con
JoBlo, Patty Jenkins e
Gal Gadot hanno spiegato che il loro intento era
quello di fare un film che non desse priorità alla violenza dei
supereroi, sottolineando quanto sia stata intenzionale la scelta di
non far morire alcun personaggio durante il film.
Gadot: “Questo è uno dei motivi
per cui abbiamo deciso che non avrebbe dovuto avere una spada o uno
scudo. Diana non è aggressiva. Non è lì per combattere. È una
pacificatrice. Sapete, è anche convinta che le persone non nascono
cattive, ma lo diventano. Siamo tutti uguali, abbiamo tutti i
nostri momenti in cui non facciamo la cosa giusta. Diana cerca di
assorbire il meglio dalle persone e il suo difetto è sempre quello
di proteggerle e di dare il buon esempio. Per lei l’umanità sarà in
grado prima o poi di capire determinate cose, ma lei farà
e darà sempre tutto ciò che ha per portare bontà
all’umanità.”
Jenkins: “E non muore una
persona in tutto il film. Potresti o non potresti accorgertene, ma
abbiamo fatto di tutto perché ciò accadesse… perché se tutte queste
persone erano sotto l’influenza di qualcos’altro, allora non era
colpa loro. Mi è piaciuto affrontare una sfida del genere. Non è
colpa loro se ti stanno attaccando, quindi è diventato parecchio
interessante…”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
È diventato abbastanza chiaro,
soprattutto nel corso degli ultimi mesi, che la Warner Bros. sta
progettando una sorta di “Multiverso della DC” per raccontare
storie, sia sul grande che sul piccolo schermo, che possano essere
collegate in futuro, ma dove si inserisce la
Snyder Cut di Justice
League all’interno di quest’ambizioso
progetto?
Sono stati spesi ben 70 milioni di
dollari per completare gli effetti visivi e reclutare i membri del
cast originale per le riprese aggiuntive, ecco perché in molti
credono che la versione del cinecomic ad opera di Zack Snyder sarà molto importante per il
futuro del DCEU. La verità è che… non è così! In base a quanto si
apprende da un nuovo profilo del
New York Times dedicato al capo della DC Films Walter Hamada,
Snyder non fa attualmente parte del “nuovo progetto della DC
Films”, con i dirigenti dello studio che descrivono la
versione targata HBO Max di Justice
League“come un vicolo cieco narrativo –una strada che non porterà da nessuna parte.”
In altre parole, le possibilità che
un sequel, uno spin-off o che questo taglio del film influenzino
altre storie del DCEU sono decisamente scarse. In realtà, la cosa
non dovrebbe sorprendere più di tanto; al contrario, potrebbe
spiegare perché si era parlato di
un’espansione dell’universo di Justice League che avrebbe
dovuto assumere la forma di un fumetto (e commissionata allo
scrittore e fumettista Scott Snyder).
Il fatto che la Snyder
Cut verrà distribuita è già di per sé una grande
vittoria, ovviamente, e il suo annuncio è stato un vero e proprio
shock, dal momento che nessuna credeva che la WB avrebbe mai
davvero assecondato il volere del fandom.
Vi ricordiamo che la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Gli Eterni sarebbe
dovuto arrivare nelle sale lo scorso novembre, ma a causa della
pandemia di Coronavirus il film è slittato di un intero anno. Sulla
trama del film non sappiamo ancora molto, ma di recente sono
trapelate online (via Redwolf) le descrizioni dei
vari personaggi che vedremo nell’attesissimo cinecomic Marvel. Potete leggerle di
seguito:
Ikaris (Richard
Madden) è il leader tattico e il più potente Eterno ed
è orgoglioso di tenere al sicuro gli altri Eterni. Virtuoso,
gentile e carismatico, Ikaris vanta il potere di una forza
incredibile, il volo e la capacità di proiettare raggi di intensa
energia cosmica dai suoi occhi. Quando i mostruosi Devianti tornano
dopo secoli, Ikaris riunirà gli Eterni dispersi per fermare la
nuova minaccia.
Sersi (Gemma
Chan) è l’Eterno con un’affinità per l’umanità. Sersi
è tanto felice di lavorare come curatrice di un museo quanto di
salvare gli esseri umani dalla minaccia dei Devianti. Sersi ha la
capacità di manipolare la materia, cambiando la composizione di
qualsiasi materiale non senziente che tocca. È anche innamorata di
Ikaris da secoli e lo aiuta a reclutare gli Eterni per un’ultima
missione.
Ajak (Salma
Hayek) è il leader spirituale degli Eterni. La sua
saggezza ha aiutato a guidare la squadra da quando sono arrivati
qui dal loro pianeta natale per aiutare a difendere l’umanità dai
Devianti e per aiutare gli umani ad avanzare verso la civiltà
moderna in cui vivono oggi. Ajak non solo può curare sia gli umani
che gli Eterni, ma è anche in grado di comunicare con i
Celestiali.
Phastos (Brian Tyree
Henry) è benedetto con il potere dell’invenzione. È in
grado di creare tutto ciò che può immaginare a condizione che abbia
abbastanza materie prime a sua disposizione. Nel corso dei secoli,
Phastos ha contribuito al progresso tecnologico dell’umanità,
mantenendo sempre il suo splendore nascosto nell’ombra.
Makkari (Lauren
Ridloff) è la donna più veloce dell’universo. Usa la sua
super velocità cosmica per esplorare i pianeti alla ricerca degli
Eterni e, in quanto unica Eterna sorda, il boom sonoro che
accompagna la sua corsa cosmica non la colpisce.
La descrizione dei personaggi che vedremo ne Gli Eterni
Druig (Barry
Keoghan) può usare l’energia cosmica per controllare la
mente degli uomini. Druig si è allontanato dagli altri Eterni
perché non era d’accordo con il modo in cui hanno interagito con
l’umanità nel corso dei secoli. Distaccato e potente, a volte è
difficile determinare se è amico o nemico.
Gilgamesh (Don Lee)
è il membro più forte e gentile della squadra. Diventa il partner
di fatto di Thena quando gli eventi del passato la esiliano dal
resto della squadra. Capace di proiettare un potente esoscheletro
di energia cosmica, Gilgamesh è un feroce guerriero che è diventato
leggendario per i suoi combattimenti con i Devianti nel corso della
storia.
Thena (Angelina
Jolie), una feroce guerriera più a suo agio in
battaglia che in qualsiasi altro contesto, ha la capacità di usare
l’energia cosmica per formare qualsiasi arma portatile a cui possa
pensare. Spesso scontrosa e distaccata, stringe un’improbabile
amicizia con Gilgamesh che abbraccia secoli.
Kingo (Kumail
Nanjiani) è l’Eterno con il potere di proiettare
proiettili di energia cosmica con le sue mani. Nel corso dei secoli
si è innamorato del concetto di fama. Al giorno d’oggi, è una
famosa star di Bollywood che deve lasciare la sua vita fatta di
ricchezza e celebrità per aiutare la squadra a respingere la nuova
minaccia Deviante.
Sprite (Lia McHugh)
è una ragazza di 12 anni che ha la capacità di lanciare illusioni
realistiche. La sua amicizia con Sersi nasconde una tristezza nei
confronti del mondo perché è stata trattata come una bambina
dall’umanità per secoli. Ma Sprite è molto più forte e intelligente
di quanto sembri, il che tornerà utile quando combatteranno con i
Devianti.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Il mondo dei supereroi è un
tripudio di testosterone. Tra Marvel e DC
Comics gli eroi mascherati ormai non si contano più. Ma
come dietro ogni uomo c’è una grande donna, anche dietro ogni
supereroe c’è una grande eroina. Nonostante siano numericamente
inferiori rispetto ai loro colleghi uomini, le supereroine giocano
un ruolo fondamentale nella lotta contro i cattivi. E oggi vi
parliamo proprio di una delle eroine Marvel più amate, Natasha
Romanoff, meglio conosciuta come Vedova
Nera.
Personaggio dei famosi fumetti
della Marvel Comics, creati dal genio di
Stan Lee,
N. Korok e Don Heck, Vedova Nera
fa parte dei Vendicatori (in inglese, Avengers) e
dello S.H.I.E.L.D. La sua prima apparizione
dell’universo bidimensionale illustrato della Marvel risale all’aprile del 1964,
nel fumetto Tales of Suspence.
Nonostante non sia dotata di poteri
speciali come i suoi colleghi Thor o Captain
America, Vedova Nera è una delle supereroine più amate
di tutti i tempi. In pochi però conoscono davvero la sua storia e
il suo passato da spia. Scopriamo quindi insieme tutto
quello che c’è da sapere su Natasha Romanoffe su
Black Widow, la sua letale identità
segreta.
Natasha Romanoff in Avengers: la
storia di Vedova Nera
Natalia Alianovna
Romanova – conosciuta negli States come Natasha Romanoff –
nasce in Russia, a Stalingrado, il 5 maggio del 1984 da una
famiglia lontana discendente dei reali russi. A un mese dalla sua
nascita, a causa di un attacco degli imperialisti, la casa della
sua famiglia viene rasa al suolo. La madre, che è riuscita a
salvare solo la piccola, avendo perso tutto quello che possiede,
decide di affidare sua figlia a Ivan Petrovich, un misterioso
soldato.
Petrovich non è infatti un semplice
soldato ma una spia, un agente segreto che lavora per il
pericolosissimo KGB, i servizi segreti sovietici.
Convinto del potenziale della piccola, Ivan comincia sin da subito
ad addestrare Natalia a diventare una spia. Ben presto, infatti, la
giovane recluta entra nella Red Room, noto anche
come il Black Widow Program (in inglese
Programma Vedova Nera). Si tratta di un programma segreto
gestito dal KGB che trasforma giovani donne in letali assassine con
un durissimo addestramento e con il lavaggio del cervello.
Reclutata giovanissima dal KGB,
Natalia viene sottoposta a un indottrinamento assai intenso e
finisce col diventare una delle spie più pericolose nonché una
delle migliori assassine al mondo. Dotata di carisma, fascino e
straordinarie abilità sia fisiche che mentali, Natalia diventa ben
presto la punta di diamante della Red Room
Academy. Tuttavia, essendo stata addestrata a eseguire gli
ordini senza batter ciglio, alla ragazza viene spesso chiesto di
uccidere innocenti a sangue freddo.
Natasha Romanoff nel mirino dello
S.H.I.E.L.D.
Nonostante sembri all’apparenza
un’assassina senza scrupoli, Natalia ben presto comincia a
risentire dell’addestramento da spia e delle scelte fatte in nome
del programma Black Widow. Le esecuzioni ordinate
dalla Red Room cominciano a pesarle sulla coscienza tanto da
sentirsi quasi perseguitata dalle anime degli innocenti uccisi in
nome del KGB. Natalia negli anni ha dato tutta se stessa
all’organizzazione, rinunciando anche all’opportunità un giorno di
poter diventare madre. La sterilizzazione di tutte le reclute,
infatti, fa parte della cerimonia del diploma della Red
Room Academy.
Per poter diventare una vera spia,
ogni ragazza deve assoggettarsi completamente al volere della Red
Room, rinunciando a essere una persona per diventare un’arma al
servizio del KGB. La famiglia e la maternità sono considerate delle
mere distrazione dall’organizzazione, cose alle quali le reclute
dovranno rinunciare.
Eliminando le distrazioni e
completando il programma, Natalia comincia quindi la sua carriera
di spia, diventando la più pericolosa minaccia sovietica in tutto
il mondo. Grazie alle sue abilità e alla sua fama
worldwide, Natalia finisce nel mirino dello Strategic
Homeland Intervention, Enforcement, and Logistics Division,
conosciuto con l’acronimo S.H.I.E.L.D. Si
tratta di un’agenzia militare americana antiterrorismo e di
intelligence extra governativa, incaricata di proteggendo gli Stati
Uniti e il mondo intero da tutte le possibili minacce.
Riconoscendo nella Romanoff una
minaccia mondiale, il diretto dello S.H.I.E.L.D., Nick Fury, decide di
inviare uno dei suoi migliori agenti per eliminare la spia nemica.
La missione viene quindi affidata a Clint Burton, meglio conosciuto
come Occhio di Falco per la sua abilità con arco e frecce.
Tuttavia, riconoscendo in Natalia delle doti eccezionali, invece di
portare a termine il suo compito, Occhio di Falco propone allo
S.H.I.E.L.D. di reclutare la ragazza. Vedova Nera
lascia quindi la Russia per gli States e diventa una delle punte di
diamante dello S.H.I.E.L.D.
Vedova Nera e gli Avengers:
l’incontro con Tony Stark
Tra i primi nonché il più
importante degli incarichi assegnati alla Romanoff dallo S.H.I.E.L.D.
c’è sicuramente quello di infiltrata speciale alle Stark
Industries. Sotto copertura, Natalia viene assunta
come notaio grazie al suo incredibile curriculum, alle sue
esperienze e ovviamente grazie anche al suo fascino.
Nonostante Natalia sia ricorsa a
stratagemmi non proprio onorevoli per ottenere il posto alle Stark
Industries, il suo ruolo è solo quello di osservatrice. Nick Fury, infatti,
l’ha assegnata per tenere sotto controllo Tony Stark, inventore
visionario e CEO della sua azienda. Genio, miliardario, filantropo
e playboy, Stark è infatti il volto di Iron Man,
l’uomo dall’armatura d’acciaio.
Anni prima, Tony Stark era stato
rapito in Afghanistan da un gruppo di terroristi chiamati Ten Rings
ed era riuscito a fuggire grazie a una delle sue folli invenzioni.
Si tratta di un’incredibile armatura che gli aveva permesso di
sconfiggere i suoi nemici, scappando via e polverizzando il loro
nascondiglio. Una volta tornato a casa aveva continuato a lavorare
sulla sua armatura, creando una che si adattasse perfettamente al
suo corpo, dandogli una forza sovrumana e delle incredibili
abilità. Grazie a quell’armatura era nato un nuovo supereroe,
l’invincibile Iron Man.
Il compito di Natalia è quindi
quello di osservare Tony Stark e il suo
operato, valutando se sia adatto per entrare a far parte degli
Avengers. I Vendicatori, sono
un gruppo di supereroi creato dallo S.H.I.E.L.D. per neutralizzare
un nemico potente, impossibile da sconfiggere con armi
convenzionali. Il gruppo, nato per contrastare la comparsa del
malvagio Loki, comprende un gran numero di supereroi e supereroine.
Nel gruppo originario, comparso nel primo film della saga dei
Vendicatori, The Avengers
(2012), ci sono sei membri:
Tony Stark/Iron Man
Steve Rogers/Capitan America
Thor
Bruce Banner/Hulk
Clint Barton/Occhio di Falco
Natasha Romanoff/Vedova Nera
Nel film The Avengers
(2012), i sei Vendicatori dello S.H.I.E.L.D.
collaborano per sconfiggere il crudele e pericoloso Loki. Il nemico comune
altri non è che un alieno del pianeta Asgard,
figlio adottivo di Odino e Nemesi
nonché fratellastro di Thor. Negli anni però il
gruppo degli Avengers cresce e accogli nuovi membri tutti dotati di
poteri o abilità particolari. Stiamo parlando di:
I vendicatori della Marvel sono tantissimi e molte
delle loro storie raccontate al cinema differiscono da quelle
originali dei fumetti tanto amati dai cultori del genere. Se volete
quindi una lista completa e dettagliata di tutti gli
Avengers divisi per gruppi di appartenenza e per
epoche, vi consigliamo di dare uno sguardo alla pagina Wiki
Fandom.
Natasha Romanoff, film dedicato a
Vedova Nera
Nonostante sia sempre stato
considerato come un personaggio secondario, anche Natasha
Romanoff alias Black Widow, potrà godersi
presto il suo momento di gloria. La Vedova Nera degli
Avengers sarà infatti protagonista di un intero
film targato Marvel Studios che presumibilmente
arriverà in sala nel 2021. Il film, annunciato al San Diego
Comic-Con del 2019, sarebbe dovuto uscire in sala in
Italia il 29 aprile 2020 e il 1 maggio
2020 negli States.
A causa della pandemia da
Coronavirus e della relativa emergenza sanitaria, l’uscita
del film è stata purtroppo rimandata. Con l’avanzata dei contagi, i
lockdown e la chiusura dei cinema, la Marvel si è trovata
costretta a fare un passo indietro e a ‘parcheggiare’ il film
Black Widow. Dopo alcune indiscrezioni che davano
per certa l’uscita del film il 6 novembre 2020, Entertainment Weekly ha
poi pubblicato la data ufficiale del posticipo della Disney.
Black Widow uscirà in sala il prossimo 7 maggio
2021.
Black Widow trama e
personaggi
Il film, il primo della Phase
4 della Marvel, racconta la storia
di Natasha Romanoff – interpretata da Scarlett
Johansson -, partendo delle origini fino ad oggi. La
prima parte del film e presumibilmente alcuni flashback, saranno
dedicati al passato di Nathasha, una giovane reclutata dal
KGB negli anni ottanta e addestrata a diventare
una spia assassina. La pellicola ripercorrerà i primi anni di
reclutamento di Natasha e il suo addestramento tra le fila di
‘vedove nere’ del Black Widow Program del KGB.
Con un balzo temporale, i film ci
riporta al presente, in quel lasso di tempo tra i capitoli Captain America: Civil
War e Avengers: Infinity
War. In questo periodo, Vedova Nera, tormentata ancora
dal suo passato, decide di allontanarsi momentaneamente dagli
Avengers per affrontare così i suoi demoni personali. Nathasha
torna quindi alle sue origini, dalla sua vecchia famiglia formata
dalle spie Yelena Belova (Florence Pugh),
Melina Vostokoff (Rachel Weisz) e
Alexei Shostakov (David
Harbour).
Lentamente Natasha si accorgerà che
i demoni del suo passato, dei quali sembra essersi liberata negli
ultimi anni, sono tornati a tormentarla. C’è una pericolosa
cospirazione legata proprio al suo passato che la Romanoff dovrà
affrontare e distruggere prima che sia troppo tardi.
Esiste una sola occasione, nell’arco
di un intero anno lavorativo, in cui mi concedo di usare la prima
persona: il momento della Top 10 dell’anno. E
infatti, eccomi qui a proporvi la mia lista dei migliori
film del 2020. Lo faccio con la mia voce perché, per loro
natura, le classifiche di questo tipo contengono una componente
discrezionale troppo importante per attribuirle ad una impersonale
terza persona, ma anche perché mi diverte molto.
Intanto specifico che ho tenuto
conto, nella classifica, di quelle che sono state le difficoltà
logistiche di questi ultimi dodici mesi, durante i quali, a causa
della ormai ben nota pandemia di coronavirus in corso, le sale sono
state aperte a pieno regime soltanto a Gennaio e Febbraio,
rimanendo poi chiuse, aperte a mezzo servizio (nel periodo estivo
fino all’inizio dell’autunno) e poi ancora chiuse, come in questo
momento.
Alla luce di questa difficoltà nel
vedere i film in sala e considerato che in genere la mia classifica
comprende solo i film usciti al cinema, la lista che ho compilato
quest’anno comprenderà non solo i titoli che rispettano il
requisito classico, ma anche quelli distribuiti direttamente sulle
piattaforme di streaming on line, in abbonamento o acquisto e
noleggio.
Partiamo però dagli illustri
esclusi, che per una decisione puramente istintiva, sono i primi
esclusi tra le cose che ho visto quest’anno. Dall’intelligentissimo
remake de L’uomo Invisibile, diretto da
Leigh Whannell con Elizabeth
Moss, al divertente Palm Springs, diretto da Max
Barbakow, che gioca con gli archetipi della commedia
romantica e dei loop temporali, passando per Emma, esordio di Autumn de
Wilde che ci ricorda che i classici di Jane
Austen non sono ancora esausti e hanno ancora cose da dire
al pubblico di oggi, fino allo show di Adam
Sandler, Diamanti Grezzi, dei
Fratelli Safdie, all’allucinato e romantico
Undine di Christian Petzold,
fino al ritorno di David Fincher con l’ambizioso
Mank.
Già solo a leggere l’elenco degli
esclusi, mi rendo conto che stilare la classifica dei
migliori film del 2020 non è affatto semplice come
si può immaginare, data la chiusura delle sale e la scarsità di
film visti al cinema. Ma proprio questa sventura si è trasformata
in un elemento di ricchezza, perché l’assenza di blockbuster (con
l’eccezione di Tenet, che non è finito in classifica) ha dato
maggiore visibilità a titoli meno “rumorosi”. Così, alla luce di
queste considerazioni e queste rinunce, ecco la mia personalissima
lista dei migliori film del 2020.
I migliori film del 2020 –
parte 1
10.Sto pensando di finirla qui
Capita raramente di
trovarsi di fronte a film che mettono in discussione lo spettatore
e rendono il giudizio difficilmente “polarizzabile”. In un periodo
storico invero molto triste per la critica cinematografica e il
giudizio critico sull’opera cinematografica, in cui tutto è bianco
o nero, netto e diretto, in genere riportabile in poche righe di un
commento incazzato su qualche social, il film di Charlie
Kaufman è sfuggente, perturbante, difficile da
comprendere, lascia aperte piste, tracce, indizi per farsi leggere
senza mai lasciarsi afferrare, anche molto tempo dopo la fine della
visione.
Quando sembra che ti stia
accogliendo alla sua comprensione, Sto pensando di finirla
qui sterza, cambia direzione, deraglia sul finale, ma la
visione rimane sempre rapita e disorientata, allo stesso tempo. Non
si tratta di un film di facile fruizione, ma è sicuramente un modo
di fare cinema, di raccontare stati d’animo e situazioni, più che
storie, che fanno discutere e mantengono allenato il muscolo dello
spirito critico (che dovrebbe essere sempre in forma in ogni
spettatore, sia esso addetto ai lavori o no).
Tra le cose più interessanti ma
anche emotivamente devastanti che ho visto quest’anno, un posto
d’onore spetta al bellissimo documentario di Garrett
Bradley presentato al Sundance e poi nella Selezione
Ufficiale della Festa di Roma. Oltre ad essere un forte atto di
condanna al sistema carcerario statunitense, il film racconta una
storia d’amore travolgente.
Proprio nell’equilibro tra pubblico
e privato risiede la potenza di Time. Il suo bianco e nero morbido, i filmati
casalinghi mossi o fuori fuoco, il coraggio di una donna che per
amore ha sfidato un sistema e che, magari all’inizio
involontariamente, si è resa voce di una vera e propria piaga
sociale e portavoce di chi non poteva parlare. Un vero e proprio
terremoto d’amore, che il racconto cinematografico ha
glorificato.
Arrivato all’inizio
dell’anno su Netflix, il documentario di Jeff
Orlowski è innanzitutto interessante per la forma che
unisce una componente più corposa documentaristica a una parte
dimostrativa di fiction, che mette in scena quanto documentato. Il
film informa, spaventa, apre gli occhi, eppure la sua natura lo
rende un Giano Bifronte, pronto a svelarsi come un oggetto ideale
di quel meccanismo produttivo che lui stesso denuncia.
Oltre ogni teoria complottista,
The Social Dilemma è un film che dà
consapevolezza di un sistema all’interno del quale ci troviamo
tutti e dal quale appare impossibile uscire. Lo fa con un
linguaggio semplice, diretto forse poco inventivo ma sicuramente
funzionale.
Mentre scrivo, le ore
alla Casa Bianca di Donald Trump sono contate e il
prossimo 21 gennaio cederà la sua poltrona nella Stanza Ovale a
Joe Biden. Tuttavia, gli anni di Trump sono stati
caratterizzati da scontri e lotte tutt’altro che pacifiche per le
strade degli Stati Uniti. Non è un caso che negli ultimi 4 anni,
Spike Lee abbia diretto due film, e che questi
siano proprio BlackkKlansman e Da 5 Bloods.
Del primo si è parlato giustamente
in abbondanza e con grandi lodi. Uscito direttamente su
piattaforma, il secondo ha avuto meno visibilità (BlackkKlansman
ha vinto il Gran Prinx a Cannes 2018 e l’Oscar 2019 alla
sceneggiatura), ma è un film che sembra sia stato scritto domani.
Il regista racconta l’America di oggi, attraverso storie di ieri.
La ferocia e la lucidità di Lee si sentono ad ogni passo e il film
è un potente atto d’accusa verso una società che non ha ancora
trovato la forza di fare pace con la sua bellissima e inevitabile
varietà razziale.
I
FratelliD’Innocenzo colpiscono
ancora. Hanno vinto l’Orso d’argento a Berlino per la migliore
sceneggiatura e hanno stregato il pubblico, prima in streaming e
poi al cinema, quando quest’estate il loro film è stato quello più
visto nelle sparute sale aperte in poche città italiane. La
bellezza tribale del film ne fa un oggetto preziosissimo. La
lucidità con cui questi due giovani autori raccontano il mondo è un
tesoro da custodire e alimentare, da parte mia con il sostegno e i
soldi ben spesi per andare a vederli sempre in sala.
Storiacce di piccole bestie alle
prese con un mondo popolato di lupi, il film è un atto d’amore
verso un mondo emarginato, tanto geolocalizzato e raccontato con un
occhio più affettuoso che imparziale quanto indefinibile nel tempo
e nello spazio e per questo universale. Un’opera con una grande
finezza narrativa e un ottimo gusto cinematografico, che stride
meravigliosamente con la cattiveria e la bruttura che mette in
scena.
Seconda opera prima in
classifica (la prima era il documentario Time), il
film d’esordio di Pietro Castellitto è
interessante sotto molti punti di vista. Per prima cosa concilia
con equilibrio e garbo i registri comici e drammatici che di volta
in volta sembra abbracciare, senza mai propendere troppo da una
parte o dall’altra. Certo, c’è una strana discrepanza tra il fatto
che il film condanna chiaramente una fascia alto borghese a cui il
regista stesso appartiene e dal quale proviene e trae le
possibilità per fare cinema. Ma i ribelli “dall’interno”,
soprattutto se arguti e dotati, fanno simpatia.
In secondo luogo, e forse è la cosa
più interessante del film, I Predatori ha una sceneggiatura molto
complessa, rischiosa per una prima volta dietro la macchina da
presa. La ricchezza di personaggi e di eventi, gli intrecci e le
varie facce di ogni carattere hanno messo in luce una scrittura
matura, che sembra vada oltre il dato anagrafico e l’effettiva
esperienza del suo autore.
L’idea che Aaron
Sorkin realizzi una sceneggiatura e poi un film da uno dei
processi più discussi della storia d’America è semplicemente
elettrizzante. E infatti il suo nuovo film da regista finisce alto
alto in classifica perché è effettivamente uno dei migliori
prodotti cinematografici usciti quest’anno (purtroppo direttamente
in piattaforma). La precisione delle battute e il ritmo incalzante
rendono il film avvincente, il racconto eroico che si fa dei
protagonisti è trascinante, persino la forma classica della regia
assume nuovo spessore di fronte ad una storia scritta con tale
perizia.
Aaron Sorkin è il
più grande sceneggiatore vivente e il suo nuovo film ci dà la
dimostrazione che, qualche volta, anche solo una grande
sceneggiatura può fare un grande film. Poi, in questo caso, lo
scrittore si appoggia ad uno squadrone di attori sublimi, e il
gioco è fatto.
Arrivati in zona podio,
sembra strano trovare questo titolo, visto che è stato trai
protagonisti della scorsa stagione dei premi e sembra uscito una
vita fa, nel mondo pre-pandemia. In effetti, il film di Sam
Mendes è arrivato in sala all’inizio di Gennaio e rientra
a tutti gli effetti nel cinema di questo sfortunato 2020. Apoteosi
della tecnica al servizio della drammaturgia, il film è un esempio
di ingegno registico, visione, organizzazione, grandezza e
ambizione.
Fotografia, suono, recitazione,
regia sono raramente così devote allo scopo di raccontare
un’avventura e offrire un viaggio, senza mai dimenticare che il
viaggio stesso è un’esperienza umana che trasuda orrore e paura,
dalla prima all’ultima inquadratura, nella quale, finalmente,
si trova un briciolo di distensione e ristoro. 1917 è
meraviglioso.
In silenzio, in
pochissime sale, con una distribuzione assolutamente ingiusta e
crudele, quest’anno è arrivato in sala anche A Hidden Life
– La vita nascosta, il film di Terrence
Malick visto e amato tantissimo a Cannes 2019. Reduce da
anni difficili, in cui sembrava aver annacquato la sua potenza
narrativa in tanti film “minori”, il maestro texano torna ai fasti
del suo cinema migliore, con la rielaborazione di una storia vera.
E naturalmente incanta e ammalia.
Quello che Malick ci ricorda con
questo film è la sua grandezza, non solo per la capacità di
infondere uno spessore unico e distintivo ad ogni inquadratura, ma
anche per la freschezza con cui muove la macchina da presa,
inventando punti di vista e offrendo momenti di altissimo cinema,
per contenuto, forma e intenzione. The master is back.
Prima posizione scelta più
con le viscere che con la testa. Il film di Pablo
Larrain, anch’esso penalizzato da un’uscita in sala che
gli ha dato poca visibilità (ma almeno mi ha permesso di metterlo
sulla cima alla classifica dei migliori film del
2020), è un colpo di fulmine che mi porto dentro da
Venezia 2019. Un inno travolgente e sensuale alla vita, alla madre
terra, agli elementi e alla voglia, ferina, di trovare un posto nel
mondo, plasmandolo a propria misura.
Ema è fuoco, è danza tribale e
selvaggia, è quel ritmo di reggaeton che smuove i lombi e innesca
desideri sessuali, ossessivi, ripetitivi, che però, in mezzo al
circolo di streghe di cui la protagonista è Strega Suprema,
diventano istinti vitali, guizzi di passione, desiderio bruciante
di vita e spazio. Il film di Larrain è un’esplosione di energia
sessuale che travolge lo spettatore, sfruttando lo sguardo furbo e
puro allo stesso tempo di Mariana De Girolamo/Ema,
forza creatrice, che pota via i rami morti per dare nuova vita, una
strega, un folletto. Larrian risveglia i sensi con il suo ritmo,
riempie gli occhi con i suoi colori, travolge e irretisce, ti fa
innamorare della sua protagonista. Non fa prigionieri.
Gli eventi di
Avengers: Age of Ultron hanno segretamente anticipato
l’esistenza dei mutanti nel MCU? Nonostante il ruolo gigantesco
che svolgono all’interno di Marvel Comics, i mutanti sono stati
completamente assenti dall’universo cinematografico della Disney,
in gran parte a causa della proprietà dei diritti sugli X-Men da
parte dell’ex 20th Century Fox. Dopo l’acquisizione dello studio da
parte della Casa di Topolino, i Marvel Studios avranno il compito di spiegare
dove sono stati i mutanti in tutti questi anni; un compito arduo,
considerando che devono ancora essere menzionati nei molti film e
serie tv del franchise.
Le premesse di Age of Ultron
Tuttavia, guardando alle
storie MCU già esistenti che avrebbero
potuto accennare all’esistenza di mutanti,
Avengers: Age of Ultron si distingue rispetto alle
altre, in particolare da quando il film ha introdotto Quicksilver e
Scarlet Witch, personaggi creati per i primi fumetti degli X-Men.
Nel materiale originale, si è pensato a lungo che i gemelli
Maximoff fossero i figli mutanti di Magneto (sebbene quelle origini
siano state recentemente ricollegate). Anche se la versione di
Quicksilver del MCU è stata uccisa nel terzo atto
di Age of
Ultron, Wanda è ancora viva e sembra essere un personaggio
che giocherà un ruolo molto importante nell’evoluzione della Fase
4. Grazie all’arrivo dell’attesissima serie WandaVision, Scarlet Witch sembra aver
aumentato i suioi poteri di manipolazione della realtà. Questa
particolare abilità, precedentemente inesplorata nel MCU, si è dimostrata di grande
impatto nella trama dei fumetti “House of M”, che si è conclusa con
una Wanda sconvolta che ha cancellato l’esistenza della maggior
parte della popolazione mutante.
È da tempo che si parla del fatto
che Kevin Feige possa in qualche modo adattare “House of M” per
portare i mutanti nel MCU. Ma prima che lo faccia, sarà
probabilmente necessario rispondere ad alcune domande su Wanda e il
suo passato, la maggior parte delle quali derivano da
Avengers: Age of Ultron. Ecco come e perché il secondo
film degli Avengers tornerà probabilmente ad essere importante in
futuro…
Il retroscena di Scarlet Witch
Considerando il grande ruolo che è destinata
a svolgere nella prossima Fase 4 del MCU, si sa relativamente poco del
retroscena dell’universo di Wanda. Si scopre che lei e suo
fratello, Pietro, sono rimasti orfani dopo che la loro casa a
Sokovia è stata bombardata con armi Stark, un evento che ispira i
gemelli a offrirsi volontari per gli esperimenti dell’Hydra con lo
scettro di Loki. Wanda e Pietro sono gli unici sopravvissuti alla
sperimentazione e, per ragioni lasciate vaghe nel film,
acquisiscono capacità sovrumane.
Tuttavia, nel recente libro tie-in
“The Wakanda Files”, Shuri menziona che l’Hydra ha scelto Sokovia
come terreno di prova per le “anomalie genetiche” dei suoi
cittadini – un potenziale indizio che i gemelli potrebbero essere
stati mutanti, con un gene X, da sempre. Elizabeth Olsen, che
interpreta Wanda nei film, ha detto che l’imminente WandaVision esplorerà le radici sokoviane del
personaggio. Pertanto, è possibile che il MCU inizi a colmare le lacune della
storia delle origini di Scarlet Witch, forse entrando più nel
dettaglio su ciò che ha reso i gemelli Maximoff così speciali.
I poteri di Wanda e la sua “origine”
I poteri di Scarlet Witch
sono stati notevolmente incoerenti sia nel MCU che nei fumetti. In
Avengers: Age of Ultron, l’agente Maria Hill descrive le
abilità di Wanda come “interfacciamento neuroelettrico,
telecinesi, manipolazione mentale”, tutto ciò che mostra
durante il suo primo film. Mentre le puntate successive mostrano la
sua capacità di levitazione e di usare la telecinesi per scontrarsi
con Thanos, le sue capacità di controllo mentale sono decisamente
assenti dopo Age of
Ultron. Nelle sue prime apparizioni nei fumetti, Wanda è
in grado di creare “bulloni esagonali”, esplosioni di
energia rossa usate per influenzare la probabilità degli eventi
intorno a lei. Nel corso degli anni, gli autori hanno notevolmente
aumentato i suoi poteri, dandole la capacità di alterare la realtà
stessa. La sua capacità di piegare la realtà, così come la sua
grande abilità come maga, la rendono una delle figure più potenti
dell’universo Marvel.
L’imminente serie WandaVision sembra finalmente attingere
all’alterazione della realtà di Wanda. Nel trailer, sembra che lei
abbia (forse inconsciamente) creato la sua dimensione “tascabile”,
una realtà in cui altre persone sono state risucchiate con lei. Se
questo è qualcosa che l’iterazione MCU del personaggio è davvero in
grado di fare, è possibile che questa non sia la prima volta che ha
cambiato il mondo intorno a lei senza che nessun altro se ne
accorga. Se è così, forse i suoi poteri hanno lavorato in incognito
da (o prima) di Avengers:
Age of Ultron.
Il momento “House Of M” di
Wanda
Nella trama di “House of
M”, una Wanda affranta e fuori controllo interrompe la linea
temporale principale della Marvel dopo aver appreso che i suoi
figli, Tommy e Billy, erano in realtà estensioni delle sue capacità
e, quindi, non esistevano realmente. A differenza della sua
controparte fumettistica, la versione MCU di Scarlet Witch ha già subito
la sua enorme perdita, avendo perso i suoi genitori, suo fratello,
il suo amore e il suo intero paese nel giro di pochi anni. Durante
la battaglia culminante di Avengers:
Age of Ultron, Wanda in qualche modo apprende che suo
fratello è stato ucciso e scatena un’ondata di potere telecinetico
che distrugge i robot in avvicinamento di Ultron.
Questo momento sarebbe stato
monumentale nella vita di Wanda, ma stranamente non è mai più stato
menzionato nelle sue successive apparizioni. Sulla base di ciò che
il trailer di WandaVision anticipa sulla reale portata dei suoi
poteri, potrebbe essere possibile che questa esplosione di energia
abbia avuto conseguenze più grandi. Con la serie Disney+ che promette molte sorprese,
sarebbe una svolta intelligente se venisse rivelato che la Scarlet
Witch del MCU aveva già avuto il suo M-Day,
avendo forse cancellato una popolazione mutante per sempre o
avendoli magari depotenziati.
Il problema con la Gemma della Mente
Potrebbe risultare che non abbiamo visto
l’ultima volta di Wanda a Sokovia, anche dopo la caduta (letterale)
della nazione. Il secondo trailer di WandaVision mostra Wanda che guarda meravigliata la
Gemma della Mente, ma un’ispezione ravvicinata potrebbe suggerire
che questo sia in realtà un flashback dei giorni precedenti ad
Avengers:
Age of Ultron, un periodo in cui era ancora sotto
il controllo dell’Hydra. Innanzitutto, il suo aspetto fisico è
terribilmente simile al suo debutto cinematografico nella scena dei
titoli di coda di
Captain America: Winter Soldier. Il suo viso ha un aspetto
insolitamente affamato, i suoi capelli sono spettinati e il suo
vestito grigio sembra incredibilmente simile a quello che indossava
durante la sua prima apparizione. Inoltre, lo sfondo industriale e
tetro potrebbe benissimo rivelarsi essere la base sokoviana del
Barone von Strucker.
Poi c’è la Gemma della Mente stessa,
che ha un’aura blu che la circonda – un dettaglio strano
considerando che la gemma è gialla e la firma del potere di Wanda è
rossa. Tuttavia, prima degli eventi di Avengers:
Age of Ultron, la Gemma della mente era
ancora incorporata nel cristallo blu all’interno dello scettro di
Loki, suggerendo che Wanda a un certo punto avrebbe rimosso la
gemma dal suo involucro. La relazione di Wanda con questa
particolare Gemma dell’Infinito è stata ben consolidata (come le
origini dei suoi poteri e la sua capacità di distruggerla), ma se
questa è davvero una scena flashback, è possibile che una
connessione più profonda possa essere rivelata. Nei fumetti, Wanda
usa le capacità telepatiche del professor Xavier per aiutare a
portare le persone dell’universo nella sua nuova realtà. La Gemma
della Mente potrebbe svolgere un ruolo simile nella versione del
MCU di “House of M”?
La fase 4 potrebbe reintrodurre mutanti
Se Wanda ha davvero il
potere di alterare la realtà, potrebbe essere quel personaggio
abbastanza potente da portare i mutanti nel MCU. Inoltre, se è in qualche modo
responsabile della loro scomparsa, la Fase 4 potrebbe seguire il
suo viaggio per espiare il suo errore. WandaVision fornirà sicuramente diverse
rivelazioni su Scarlet Witch, sia per i personaggi che per lo
spettatore, e probabilmente accennerà al suo ruolo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness del 2022.
Con i personaggi già confermati che attraversano gli universi
nell’imminente
Spider-Man 3, non è da escludere la possibilità per Wanda
di avventurarsi nel Multiverso alla ricerca dei mutanti
scomparsi.
Indipendentemente da come la loro
lunga assenza verrà giustificata, i mutanti stanno sicuramente
entrando nel MCU e, data l’affiliazione dei
fumetti di Wanda con gli X-Men, è probabile che giocherà un ruolo
nel loro emergere. Tanti anni dopo la sua uscita, ci sono ancora
alcuni fili della trama irrisolti lasciati da Avengers:
Age of Ultron, molti dei quali coinvolgono
Wanda. Dal momento che Kevin Feige e i Marvel Studios non hanno mai
evitato di riesaminare i film precedenti, non diamo per scontato di
aver visto tutto di Sokovia…
La regista Patty Jenkins ha rivelato che la Warner Bros.
voleva tagliare una delle scene iniziali di Wonder
Woman 1984. In una nuova intervista con
JoBlo, Jenkins ha spiegato che la major non voleva inserire nel
film la sequenza iniziale ambientata su Themyscira, che la regista
riteneva invece fondamentale per il pubblico che non aveva
dimestichezza con il personaggio di Diana o che, più semplicemente,
non aveva visto il primo capitolo.
“La scena su Themyscira non era
presente all’inizio. È stata inserita a causa del successo del
primo film, ma anche per un altro motivo. Ci sono due sequenze
d’apertura nel nostro film. Ne abbiamo parlato a lungo con lo
studio. Loro dicevano: devi tagliare il centro commerciale e gli
anni Ottanta, o devi tagliare l’Amazzonia. Anche se fosse risultato
troppo lungo, alla fine ho capito che avevamo bisogno di quella
scena perché mi sono resa conto che tutte le persone che non
avevano visto il primo Wonder Woman, adesso si sarebbero ritrovare a
vederlo, ad esempio, su un aereo. È difficile capire chi è Diana e
cosa sta accadendo senza mostrare Themyscira.”
In occasione dell’uscita del film
nelle sale americane e su HBO Max, nella giornata di ieri la WB ha
organizzato uno speciale watchalong del sequel durante il quale
Patty Jenkins, l’attrice Gal
Gadot e la stessa major erano a disposizione dei fan
per rispondere alle più svariate domande a proposito del film. In
tale occasione, Jenkis ha rivelato che Superman di Richard Donner
del 1978 è stata una delle fonti d’ispirazione per Wonder Woman
1984.
Su
Twitter, la regista ha spiegato: “Mi sono ispirata a quel
film, di sicuro. Queste sono le mie due iterazioni preferite nel
mondo dei supereroi. Ho adorato il primo Superman, così come ho
adorato il primo Spider-Man. Perfezione allo stato puro. Mi hanno
ispirato davvero tanto.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Tom Hanks pensa che i cinema riusciranno a
sopravvivere alla pandemia, ma soltanto grazie ai grandi
blockbuster. Il due volte premio Oscar è attualmente protagonista
di
Notizie dal mondo, l’ultimo film di Paul
Greengrass. Il film è uscito nei cinema degli Stati Uniti
il giorno di Natale e verrà rilasciato in VOD a breve. Distribuito
nelle sale insieme a Wonder Woman
1984, il lancio del film è passato in sordina proprio a
causa dell’uscita congiunta del sequel di Patty Jenkins sia al cinema che su HBO
Max.
Durante la promozione del film,
Hanks ha spiegato a
Collider come vede il futuro dei cinema. Secondo l’amatissimo
attore, un cambiamento era già nell’aria, al di là della pandemia
di Covid-19. Sebbene Hanks creda che i cinema sopravviveranno alla
pandemia, pensa che le opzioni che le sale avranno da offrire in
futuro saranno molto diverse e più limitate. Secondo la star, nei
cinema verranno distribuiti soltanto i grandi blockbuster, mentre i
titoli più piccoli o indipendenti passeranno direttamente allo
streaming.
“Un cambio della marea era
comunque in arrivo. Era previsto”, ha spiegato Tom Hanks. “Esisteranno ancora i cinema?
Assolutamente, esisteranno ancora. In un certo modo penso che gli
esercenti, appena potranno ripartire, avranno libertà di scelta
sulla tipologia di film che vorranno proiettare. I grandi eventi
cinematografici saranno quelli che governeranno i cinema. News of
the World potrebbe essere l’ultimo film per adulti che racconta la
storia di gente che parla di cose interessanti a essere proposto
sul grande schermo da qualche parte perché dopo tutto ciò, per
garantire il ritorno in sala del pubblico, avremo i film
dell’Universo Cinematografico Marvel e di ogni genere di
franchise.”
Un altro film con protagonista
Tom Hanks del 2020, Greyhound, è
stato rilasciato direttamente in streaming, su AppleTV+, all’inizio
di quest’anno. Il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale
cinematografiche americane il 22 marzo scorso: in seguito allo
scoppio della pandemia di COvid-19, la Apple ha acquistato i
diritti di distribuzione per 70 milioni di dollari. Hanks è stato
sotto gli occhi dell’opinione pubblica dall’inizio della pandemia,
quando lui e la moglie Rita Wilson sono stati due dei primissimi
personaggi pubblici a risultare positivi al virus.
Zack Snyder ha rivelato che il suo momento
preferito di Wonder
Woman 1984 è il modo in cui Diana Prince usa il Lazo
della Verità nel film. Il Lazo della Verità è stato per molto tempo
un segno distintivo dell’arsenale di Wonder Woman. La sua prima apparizione nei
fumetti risale al 1942. Tra i suoi numerosi poteri, l’arma aiuta
anche Wonder Woman a rivelare le vere intenzioni dei suoi
nemici
Il Lazo della Verità è già stato
visto più volte nel DCEU. Ha fatto la sua prima apparizione nel
debutto di Wonder Woman in
Batman v Superman: Dawn of Justice. Da allora, il Lazo è
apparso insieme a Wonder Woman sia in Justice
League, sia nel primo lungometraggio da solista del
personaggio del 2017, e ora anche in Wonder Woman
1984. Nel sequel, uscito in America il giorno di Natale
sai al cinema che su HBO Max, Diana lo usa più che mai.
Attraverso una domanda posta a
Patty Jenkins su
Twitter, Snyder ha chiesto alla regista come è stato concepito
il Lazo della Verità nel sequel. Il regista ha anche rivelato che
il Lazo è ciò che ha più amato del film, citando le sequenze
d’azione in cui Diana lo usa come punto culminante. A quanto pare,
Snyder era particolarmente curioso di sapere come Jenkins e il suo
team avessero sviluppato le particolari tecniche utilizzate nel
sequel. Nella sua risposta, la regista ha detto che molte ricerche
sono state dedicate all’esplorazione di nuove idee per il Lazo,
come se fosse possibile per Diana generare abbastanza velocità
attraverso di esso da poter bloccare i proiettili.
Anche se all’inizio del DCEU l’uso
del Lazo da parte di Wonder Woman potrebbe essere stato in qualche
modo limitato, i fan lo vedranno finalmente nella sua piena gloria
proprio grazie a Wonder
Woman 1984. Ci sono diverse scene importanti in cui
Wonder Woman usa il Lazo, incluso quando salva due bambini da una
carovana militare in Egitto e durante il suo combattimento con
Barbara Minerva/Cheetah, alla Casa Bianca. A quanto pare, però, il
momento più emozionante, però, arriva quando Wonder Woman lo usa
per imparare a volare, facendosi strada tra la folla.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
I cattivi Marvel sono noti per aver
accumulato un certo numero di vittime sul grande schermo, ma anche
eroi come gli Avengers hanno ucciso diversi
personaggi nel MCU. Gli scontri uno contro uno tra eroe e
cattivo sono terreno fertile per morte e distruzione, soprattutto
quando i Vendicatori si riuniscono per combattere collettivamente
minacce su larga scala per l’universo. Tuttavia, solo uno può
rivendicare il titolo di Avenger più letale.
Anche se nuovi eroi ed eroine si
uniscono ai ranghi dei Vendicatori ogni anno, i sei membri
originali della squadra d’élite messa insieme da Nick Fury –
Iron Man, Thor, Captain America, Vedova Nera, Hulk
e Occhio di Falco – rimangono il cuore e l’anima
su cui è stato costruito il franchise . E in qualità di membri più
longevi del MCU, gli eroi ben noti già dalla
Fase 1 hanno condiviso la sfortunata circostanza di impegnarsi nel
maggior numero di battaglie, sconfiggendo così il maggior numero di
nemici.
Maggiori superpoteri e una vita più
lunga equivalgono ad una maggiore capacità di uccidere. Ecco perché
al primo posto figura Thor, probabilmente il più potente dei
Vendicatori originali, e certamente il più anziano. In
Avengers:
Infinity War, Thor afferma: “Ho millecinquecento
anni. Ho ucciso il doppio dei nemici rispetto ai miei anni”,
il che porrebbe il numero delle uccisioni del Dio del Tuono ad un
minimo di 3000. Thor combatte intere armate di giganti, elfi e
altre creature in tutta la serie dedicata agli Avengers, persino
nei film in solitaria tipicamente riservati a storie più intime che
favoriscono lo sviluppo del personaggio rispetto all’azione. Le
oltre 3000 uccisioni di Thor sono più di qualsiasi altro
Vendicatore nel MCU. Tuttavia, mettendo da parte
temporaneamente la longevità di Thor, l’Asgardiano si avvicina
molto di più al resto del team, perdendo forse anche il suo titolo
di Vendicatore più letale a causa di un eroe terrestre.
Per essere un umano senza poteri
speciali, a parte un geniale intelletto e miliardi di dollari, Tony
Stark è un assassino altamente prolifico. Con una ben nota storia
nella tecnologia delle armi e la tuta di ferro altamente avanzata
di Iron Man, Stark conta abbastanza uccisioni da potersi
classificare secondo nella lista dei più letali Vendicatori. Nel
suo film d’esordio, uccide dozzine di nemici subito dopo aver
forgiato il suo primo abito. Lo schicco di Stark in Avengers:
Endgame non solo sconfigge Thanos (e purtroppo anche
se stesso) ma presumibilmente centinaia di soldati di Thanos sia a
terra che in aria.
Thor, Iron Man e gli altri: ecco i
Vendicatori più letali del MCU
Thor e Iron Man fanno quindi squadra
a sé, mentre i restanti quattro Vendicatori si trovano molto
indietro in termini di uccisioni. Il servizio di Cap nel conflitto
più mortale della storia umana durante Captain America: Il primo vendicatore
significa certamente che l’eroe ha alle spalle un numero di
uccisioni più alto di quanto ci si potrebbe aspettare, ma tale
numero è senza dubbio inferiore rispetto a quello di Hulk,
specialmente contando il tempo trascorso dal Gigante Verde a
Sakaar.
Completano la lista Occhio di Falco
e Vedova Nera: anche se la storia travagliata di Vedova Nera e la
trasformazione di Occhio di Falco in Ronin potrebbero giustificare
diverse morti, i loro ruoli da assassini letali erano probabilmente
più adatti ad eliminare i singoli bersagli.
Secondo un nuovo report di
Variety, i Marvel Studios avevano pensato a Shia LaBeouf per il ruolo di un supereroe in
uno dei loro prossimi progetti. A quanto pare la Casa delle Idee
aveva puntato all’ex enfant prodige dopo l’acclamato
Honey Boy, pellicola autobiografica di cui LaBeouf ha
curato anche la regia.
Tuttavia, sempre come riferito dalla
fonte, tra lo studio e LaBeouf non c’è mai stato un incontro reale
per discutere dell’eventuale progetto. Inoltre, pare che i Marvel Studios abbiano fatto marcia
indietro – e quindi ripensato alla loro idea di ingaggiarlo – in
seguito alle recenti accuse mosse ai danni dell’attore dalla sua ex
compagna, l’attrice e cantante FKA Twigs, che
aveva conosciuto proprio sul set di Honey Boy e che lo ha accusato di percosse e abusi (e
anche di averle trasmesso una malattia venerea in maniera del tutto
consapevole).
In seguito alle accuse di Twigs,
Netflix ha rimosso il nome di LaBeouf dalla campagna
promozionale in occasione dei prossimi Oscar di Pieces
of a Woman, l’acclamato film di
Kornél Mundruczó in cui l’attore recita al fianco
di Vanessa Kirby (premiata a Venezia con la Coppa
Volpi per la sua interpretazione).
Shia LaBeouf licenziato da Don’t
Worry Darling, il nuovo film di Olivia Wilde
Shia LaBeouf ha alle spalle una lunga storia
fatta di problemi legati all’abuso di sostanze, alla gestione della
rabbia e alla mancanza di professionalità. Nel corso degli anni, il
suo comportamento è stato ampiamente tollerato a Hollywood a causa
del suo innegabile talento. Tuttavia, sempre il report di
Variety chiarisce sul reale motivo per cui l’attore abbia
abbandonato il cast di Don’t Worry Darling, il nuovo film da regista
di Olivia Wilde(La rivincita delle
sfigate).
A settembre venne ufficializzato che
LaBeouf aveva abbandonato il progetto a causa di altri impegni e
che sarebbe stato sostituito da Harry Styles(Dunkirk).
Adesso, invece, come spiegato dalla fonte, pare che l’attore sia
stato licenziato dalla stessa Wilde proprio a causa del suo
comportamento anti-professionale. Una fonte vicina alla produzione
del film ha spiegato che non è facile lavorare con l’attore e che
LaBeouf è stato più volte sgradevole sia con Wilde che con i membri
del cast e della troupe.
Le riprese del film, che verrà
finanziato da Apple e distribuito nelle sale americane dalla
Paramount Pictures, sarebbero dovute partire a marzo di quest’anno,
ma causa della pandemia di Covid-19 sono state posticipate di un
anno esatto. Adesso, in una recente intervista con
Empire realizzata in occasione del primo anno trascorso
dall’uscita di The
Irishman, Scorsese ha parlato del suo nuovo film e del
fatto che la produzione sia stata posticipata a marzo 2021.
“Sono felice che al pubblico
sia piaciuto The
Irishman. Questi apprezzamenti mi hanno colpito molto”, ha
spiegato il regista. “Il Covid, questa pandemia, ha interrotto
un processo creativo. Mi sono dovuto concentrare su me stesso. In
particolare i primi due mesi, quando eravamo tutti blindati nelle
nostre case, hanno eliminato moltissime distrazioni. Devo trovare
un modo per ritrovare quel particolare impulso creativo per il mio
nuovo film, allo stesso modo in cui è accaduto con Irishman. Tolte
tutte le cerimonie di premiazione, tutte quelle cose… tornare in
una stanza da solo, con un progetto, a chiedermi se riuscirò a fare
qualcosa di nuovo.”
Poi ha aggiunto: “Con The
Irishman abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati.
Che sia un grande film, o un buon film, o non lo sia, io non lo so.
Quello che so è che riesco a vederlo. Quello che voglio dire è che
devo tornare e trovare quella stessa scintilla. Non so se ci
riuscirò. Questa pandemia, però, ha reso quasi obbligatorio provare
e cercare di riuscirci. Perché tutto il resto se n’è andato, la
vita di una volta non c’è più. Cosa ci resta adesso? Le persone che
ami, la famiglia e, si spera, quella scintilla… di ravvivarla per
un nuovo film. Ma continuo a ripensare a The Irishman. Userò
quell’esperienza come lezione.”
La trama del nuovo film di Martin Scorsese
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la
prima volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo
DiCaprio e Robert
De Niro (in precedenza, i due avevano recitato
insieme in Voglia di Ricominciare del 1993 e
ne La stanza di Marvin del 1996). In
una vecchia
intervista concessa a Cahiers du Cinéma, il regista aveva così
parlato del film: “Posso dire che sarà un western. È
ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno dei
cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
Nella giornata di ieri, a soli pochi
giorni dall’uscita di Wonder
Woman 1984 nelle sale e su HBO Max, si è tenuto su
Twitter uno speciale watchalong del film durante il quale la
regista Patty Jenkins, l’attrice Gal Gadot e la Warner Bros. erano a
disposizione dei fan per rispondere alle più svariate domande a
proposito del sequel, ma non solo.
Una domanda che ha attirato
l’attenzione di molti riguardava la lunga lista di personaggi dei
fumetti che Jenkins sarebbe eventualmente interessata a portare sul
grande schermo. La regista, che è stata confermata alla regia di
Wonder Woman 3 (che vedrà anche il ritorno di
Gadot), ha rivelato che amerebbe raccontare sul grande schermo le
avventure di tre supereroi in particolare: Superman, appartenente
all’universo DC, e poi Spider-Man e Vedova Nera, entrambi
appartenenti all’universo Marvel. “Grazie per la
domanda”, ha risposto Jenkins alla domanda di un fan.
“Probabilmente Superman, Spider-Man o Black Widow! Tanto potenziale con tutti loro,
sempre”.
Ricordiamo che in passato la regista
ha avuto la possibilità di lavorare con i Marvel Studios: a Jenkins, infatti, era stata
proposta la regia di Thor: the Dark World, progetto dalla quale la
stessa ha deciso di allontanarsi a causa di alcune “divergenze
creative”. Nonostante tra i prossimi progetti della regista figuri
anche un nuovo film di
Star Wars, al momento sembra improbabile che possa
realmente occuparsi di uno dei cinecomics della “concorrenza”.
Patty Jenkins sull’approccio a Cleopatra
Tra i progetti futuri della regista
di Monster, uno dei più attesi è sicuramente Cleopatra, che la vedrà dirigere nuovamente
Gal Gadot nei panni della regia d’Egitto. In
una recente intervista con
Collider in occasione della promozione di
Wonder Woman 1984, la regista ha parlato del
chiacchieratissimo progetto, spiegando cosa avrà in comune con i
suoi lavori precedenti:
“Credo di amare particolarmente
le storie di personaggi complicati, come ad esempio quella che ho
raccontato in Monster. Quando entri nel punto di vista di quel
personaggio, la sua storia diventa molto interessante, in un modo
forse diverso. Spero di aver fatto la stessa cosa con Wonder Woman. Voglio approcciarmi allo stesso
modo a Cleopatra. L’unica storia che conosciamo veramente su di lei
ci è stata tramandata dai romani, che la odiavano e l’hanno uccisa.
Vogliamo cercare di capire cos’altro esiste su una delle donne più
famose della storia, su una delle grandi leader d’Egitto.
Racconteremo la storia che tutti conoscono, ma cambiando il punto
di vista. A quel punto, la comprensione sarà totalmente
diversa.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Variety conferma che è
ufficialmente entrato in produzione Wonder
Woman 3 alla Warner Bros. La rivista riporta anche che
Gal Gadot tornerà a vestire i panni di Diana
Prince mentre alla regia è stata confermata Patty
Jenkins, che ha già diretto Wonder Woman nel 2017 e
Wonder Woman 1984 uscito in questi
ultimi giorni in sala e su HBO Max negli USA, e in arrivo nel 2021
in Italia.
L’annuncio arriva in coda
all’arrivo dei primi dati relativi all’accoglienza del secondo film
con protagonista l’Amazzone della DC Comics in uscita nel giorno di
Natale sulla piattaforma della Warner Bros e in alcuni cinema
selezionati. Lo Studio ha annunciato che il terzo film sarà
distribuito in sala, come da tradizione pre-covid.
“Dal momento che i fan di tutto
il mondo hanno accolto Diana Prince, portando in alto la
performance in apertura nel weekend di Wonder Woman 1984, siamo
emozionati nell’essere in grado di continuare la sua storia con le
nostre Wonder Women nella vita vera, Gal e Patty, che torneranno
per concludere la trilogia cinematografica a lungo
pianificata.” Si legge nelle dichiarazioni di Toby
Emmerich, capo di Warner Bros.
La Wonder Woman di
Gal Gadot, intanto, sarà vista prossimamente anche in
Justice League su HBO Max, nella
versione del film pensata da Zack Snyder.
Wonder
Woman 1984 è uscito il 25 Dicembre 2020 in America e
il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del
personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata
introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il regista Tim
Burton ha da sempre abituato i suoi spettatori a
confrontarsi con delle fiabe, racconti fantastici dove anche
l’impossibile diventa realtà. Grazie ad Edward mani
diforbice, uno dei suoi titoli
più apprezzati e celebrati di tutta la sua carriera, egli ci svela
così l’origine della neve, dando vita ad una storia ricca di
poesia, emozioni e riferimenti all’immaginario culturale di cui da
sempre Burton fa sfoggio. Racconto senza tempo sul diverso e sulle
tante sfumature dell’amore, il titolo del 1990 è tutt’oggi l’opera
che più di ogni altra incarna la poetica del regista originario
della grigia Burbank.
L’idea per tale film è infatti da
ritrovarsi nell’infanzia del regista. Questi era infatti solito dar
vita ad una serie di cupi disegni per esternare i propri sentimenti
di isolamento e di incapacità di comunicare con quanti intorno a
lui. Nel film si può infatti ritrovare la figura dell’emarginato,
ricorrente nel cinema di Burton, contrapposta alla colorata ma
bigotta popolazione del sobborgo dove si svolgono le vicende.
Attraverso l’uso di colori, cliché e uno stile volutamente retrò,
il regista dà così vita alle sue creature, riuscendo ad infondere
in esse sentimenti estremamente personali e a renderli
universali.
Acclamato dalla critica e dal
pubblico, Edward mani di forbice arrivò ad un incasso
complessivo di circa 86 milioni di dollari a fronte di un budget di
20 milioni. Nell’opera si possono poi ritrovare innumerevoli
riferimenti, i più evidenti dei quali rimandano ad opere come
Frankenstein e La bella e la bestia. Prima di
gettarsi in una nuova visione del film, può senz’altro essere utile
approfondire alcuni dei principali aspetti del film. Dalla
trama al cast di attori, passando
infine per la colonna sonora e alcune delle
frasi più belle del film. Proseguendo qui nella
lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò, come anche le
principali piattaforme streaming dove poter
ritrovare il film.
Edward mani di forbice: la trama
del film
La storia si svolge in un ridente e
colorato quartiere di periferia, a cui si contrappone un tetro e
tenebroso castello. Qui, da orma troppo tempo, vive in completa
solitudine il giovane Edward, creatura quasi umana, la cui
imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del mondo, timoroso
di affacciarsi ad una società poco incline ad accettarlo. Edward,
ha infatti delle forbici per mani, a causa della prematura morte
del suo creatore. Scoperto però dalla gentile Peggy, rappresentante
Avon alla disperata ricerca di clienti, Edward si troverà ora per
la prima volta a lasciare quel tetro ambiente, trovando ospitalità
nella cittadina fino a quel momento temuta.
Qui egli sviluppa una straordinaria
capacità creativa che gli varrà un’iniziale amicizia dell’intero
vicinato. La grande voglia di Edward di conoscere una realtà
diversa da quella sino ad allora vissuta non basterà però perché il
quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi tanto temuti
dal giovane. Ben presto, infatti, egli sarà costretto a rapportarsi
e scontrarsi con il bigottismo e l’ipocrisia, a causa dei quali si
sentirà sempre più smarrito. Per sua fortuna a rassicurarlo ci sarà
la bella figlia di Peggy, Kim, grazie alla quale Edward scoprirà
l’esistenza di un sentimento mai conosciuto prima: l’amore.
Edward mani di forbice: il cast del
film
Per dar vita al personaggio di
Edward così come Burton l’aveva immaginato, era necessario trovare
l’attore che meglio di chiunque altro avrebbe potuto vestire quei
panni. Inizialmente la Fox propose Tom
Cruise per la parte, ma il regista non era convinto.
Egli preferì invece assegnare il ruolo a Johnny
Depp, all’epoca noto come sex-symbol. L’attore era
infatti in cerca di un personaggio con cui potersi togliere
quest’etichetta, e lo trovò in Edward. Affascinato dal ruolo, Depp
iniziò a guardare numerosi film di Charlie Chaplin, studiando i
modi per poter comunicare emozioni senza l’uso di dialoghi. Il film
in questione ha rappresentato la prima di tante collaborazioni tra
l’attore e Burton.
Accanto a lui nel film si ritrova
poi Winona
Ryder nei panni di Kim. L’attrice raccontò in seguito
di aver fatto molta fatica a calarsi nei panni di questa, essendo
un personalità completamente diversa dalla sua. Secondo l’attrice,
le ragazze come Kim erano quelle con cui aveva a lungo avuto
problemi durante l’adolescenza. L’attrice Dianne
West dà invece vita a Peggy, madre di Kim e colei che
aiuta Edward ad uscire dal suo tetro castello. Questa fu da subito
una grande sostenitrice del progetto, e secondo Burton fu proprio
grazie a lei che questo riuscì a prendere vita. Una volta che la
West accettò la propria parte, diversi altri attori mostrarono
interesse nei confronti del film.
L’oggi premio Oscar Alan
Arkin è invece presente nei panni di Bill Boggs,
marito di Peggy e padre di Kim. Questo ammise in seguito di aver
faticato a comprendere il progetto, ma di essere rimasto entusiasta
dalla fantasia di Burton. L’attrice Kathy Baker
recita qui in uno dei suoi primi ruoli comici grazie a Joyce, la
vicina di Peggy che tenta di sedurre Edward. Anthony
Michael Hall ha invece ricoperto il personaggio di Jim,
violento fidanzato di Kim. Infine, Vincent Price,
da sempre idolo di Burton, compare nei panni dello scienziato che
dà vita ad Edward. Questo è stato per lui l’ultimo ruolo della sua
carriera, in quanto venuto poi a mancare nel 1993.
Edward mani di forbice: i costumi e
la colonna sonora
Le iconiche mani di Edward furono
disegnate da Stan Winston, il re del trucco e
degli effetti speciali famoso per aver lavorato a Terminator,
Jurassic Park e Alien. Fu Winston a decidere di usare
delle vere forbici per le dita di Edward. Quando Winston mostrò i
primi schizzi a Burton, a quanto pare lui disse: ”Non pensavo che
avrebbe davvero avuto dita di forbice. Pensavo sarebbero stati
solamente lunghi e affilati pezzi di metallo che non erano stati
finiti, ma così è molto meglio!” In seguito, Winston collaborò
ancora con il regista, per Batman – Il ritorno e Big Fish. Il look
del personaggio è invece ispirato a Robert Smith,
frontman del gruppo post-punk The Cure, e venne
realizzato da Ve Neill. Winston e Neill ottennero
poi una nomination all’Oscar.
Edward mani di forbice
rappresenta inoltre uno dei punti più alti della collaborazione di
Burton con il celebre compositore Danny Elfman.
Quest’ultimo ha più volte citato il lavoro svolto per tale film
come il suo più personale e favorito, nonché uno dei più difficili
a cui si sia mai dedicato. Per questo egli sviluppo tre temi
principali, indicati come il “Tema Principale”, il “Tema
Emozionale”, e il “Ballo di Ghiaccio”. Quest’ultima è la
composizione più riconoscibile, nonché quella che ha in seguito
caratterizzato maggiormente il film e la memoria che se ne ha.
Elfman raccontò infine di essere rimasto particolarmente intristito
dalla fine della lavorazione, desiderando poter ulteriormente
esplorare quel mondo narrativo e le sue musiche.
Edward mani di forbice: le frasi,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Edward
mani di forbice grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 24
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Edward mani di forbice
è un film memorabile non solo per i personaggi, per l’atmosfera,
per l’estetica inconfondibile, ma anche per alcune frasi
memorabili.
Non mi ha finito. (Edward)
“Come fai a sapere che lui è ancora vivo?” “Non lo so, non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi,
prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta,
ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non
credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra
quei fiocchi”. (Kim)
“Stringimi.” “Non posso…” (Kim e Edward)
Morì, prima di finire l’uomo da lui creato. (Kim)
“Allora perché lo hai fatto?” “Perché me lo hai chiesto tu.” (Kim e Edward)
Sembra che Spider-Man 3, la terza avventura di Peter
Parker collegata al MCU, vedrà il ritorno di moltissimi
volti noti dell’universo dell’Uomo Ragno già apparsi nei precedenti
franchise cinematografici. Tuttavia, ci sono alcuni di loro che
forse non dovrebbero fare ritorno. Ecco, secondo
ComicBookMovie, chi sono e perché:
Harry Osborn/Green Goblin (James Franco)
James
Franco è un grande attore, ma l’arco del suo Harry Osborn si è
concluso in modo deludente in
Spider-Man 3, con la trasformazione del suo personaggio in
Green Goblin. Franco non ha mai ricordato con affetto la sua
esperienza nell’universo Marvel, ma è stato chiaramente
tentato a fare ritorno nel mondo dei fumetti per il progetto
Multiple Man di Fox, poi cancellato.
È noto anche per essere molto
affezionato a Sam Raimi, quindi forse ci potrebbero essere i
presupposti per un ritorno in Spider-Man 3 del 2021? Speriamo di no! Non c’è niente
di buono che potrebbe venir fuori dal fatto che Harry faccia parte
di questo viaggio nello Spider-Verse, ed è ovvio che Norman
dovrebbe essere al centro dell’attenzione per il momento
(specialmente se viene impostato come nuovo grande cattivo).
Venom (Topher Grace)
Tra non molto,
Tom Holland e
Tom Hardy saranno destinati a condividere lo schermo nei panni
rispettivamente di Spider-Man e Venom, ma probabilmente ciò non
accadrà in Spider-Man 3. I Marvel Studios potrebbero essere felici di
usare volti familiari del passato, ma impiegare anche i personaggi
di Sony è un’altra questione. C’è, tuttavia, un Venom del passato
che potrebbe essere usato nel threequel…
Topher Grace ha interpretato Eddie
Brock in Spider-Man 3 del 2007, ma la sua interpretazione
del cattivo non è stata ben accolta. Inserito nel film, Venom è
diventato una delle parti peggiori di un film già di suo non
propriamente memorabile. Non avrebbe senso riportarlo indietro… a
meno che il Peter di Holland non prenda il suo simbionte!
Capitano George Stacy (Denis Leary)
Se The Amazing Spider-Man 3 non fosse stato demolito da
Sony, il piano era che Peter Parker portasse alla luce un siero che
avrebbe resuscitato i morti, incluso il capitano George Stacy.
Nessuno sa come avrebbe funzionato, ma forse nessuno è davvero
interessato a visitare un mondo in cui l’arrampicamuri è riuscito a
riportare indietro i suoi amici e familiari caduti.
A parte questo, il capitano Stacy di
Denis Leary non era eccezionale. Nemmeno la versione di James
Cromwell in Spider-Man 3 lo è stata. Se George dovesse
tornare davvero sul grande schermo, dovrebbe essere con un nuovo
attore nel MCU, e non con un volto del
passato.
Gwen Stacy (Bryce Dallas Howard)
Parlando della famiglia
Stacy, è stato rivelato che Emma Stone tornerà come Gwen Stacy in
Spider-Man 3. Alcuni credono che sarà vestita come
Spider-Gwen, e questo sarebbe un ruolo certamente interessante per
l’attrice nel film. Potrebbe anche essere un pio desiderio, ma
vedere di più su Gwen è sicuramente una prospettiva allettante. Non
abbiamo bisogno di più versioni, però!
Bryce Dallas Howard è una grande
attrice e una regista formidabile (vedi The
Mandalorian), ma la sua Gwen non ha mai avuto un impatto
duraturo. Se Kirsten Dunst cambierà idea sul ritorno e i Marvel Studios vogliono dare allo
Spidey di Tobey Maguire un interesse amoroso, potrebbe funzionare,
ma anche in questo caso non ce ne sarebbe realmente bisogno…
Ben Parker (Martin Sheen)
Lo zio Ben è stato
totalmente irrilevante nell’Universo Cinematografico Marvel, e un threequel già così
affollato potrebber non essere il posto migliore per reintrodurlo.
Cliff Robertson è morto nel 2011, lasciando ai Marvel Studios una sola scelta:
Martin Sheen. Non era molto bravo nel ruolo ed è troppo vecchio per
interpretare una nuova versione dello stesso personaggio sulla
Terra che il Peter di Tom Holland chiama casa.
Se Robertson fosse stato ancora con
noi, allora la sua versione che arrivava per unire tutti e tre gli
Spider-Men cinematografici avrebbe potuto avere un senso e apparire
familiare agli occhi dei fan dei primi tre film. Allo stato
attuale, però, lo zio Ben è meglio conservarlo per una storia
futura.
Betty Brant (Elizabeth Banks)
Il Marvel Cinematic Universe ha una
Betty Brant, ed è chiaramente un’aspirante reporter dato il lavoro
che fa per lei e per il liceo di Peter Parker. Quanto sarebbe bello
per lei trovarsi faccia a faccia con la sua controparte più anziana
e alternativa dell’universo, ora giornalista di punta per The Daily
Bugle? In realtà, neanche lontanamente.
Questo sarebbe un cameo lasciato
totalmente al caso. Inolte, considerato che
Elizabeth Banks è oggi una vera star rispetto a quando è stata
rilasciata la trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, sarebbe meglio
farle interpretare un personaggio diverso che rivisitare il
passato. La Betty del MCU è già fantastica di per sé,
quindi è meglio tenere i riflettori puntati su di lei!
Harry Osborn/Green Goblin (Dane DeHaan)
Secondo alcuni rumor, il
Green Goblin di Dane DeHaan tornerà in Spider-Man 3, una decisione impossibile da
capire dopo The Amazing Spider-Man 2. Mal progettato, e ancor più
mal interpretato dalla star di Chronicle, questo Gobby era
davvero uno scherzo. Sony che lo ha scelto come leader dei Sinistri
Sei è stata la battuta d’arresto finale e aspettarsi che i fan
prendessero sul serio il cattivo – nonostante sia stato
completamente rivisitato – è una grande prova di fiducia anche da
parte dei Marvel Studios.
Vederlo assomigliare
all’Ultimate Green Goblin potrebbe funzionare, ma questo solleva
comunque una domanda: “Perché?”. Se è vero che Spider-Man 3 sta riportando Willem Dafoe nei
panni di Norman Osborn, questo è davvero l’unico Goblin di cui
abbiamo realmente bisogno in un film già di per sé molto
ambizioso.
Sandman (Thomas Haden Church)
Non c’era nulla di
intrinsecamente sbagliato nel Sandman di Thomas Haden Church: le
cose iniziarono davvero ad andare storte solo quando, per qualche
motivo, si rivelò essere il vero assassino di Ben Parker. Si
vocifera che anche Church sia in trattative per tornare allo
Spider-Verse, e grazie al modo in cui la tecnologia è avanzata,
forse ora è il momento giusto per usare di nuovo Sandman.
Se i Marvel Studios non avessero usato
un sosia di Sandman in Spider-Man:
Far From Home, avrebbe potuto funzionare, ma ora
sembrerebbe ridondante. Non c’è molto che Sandman possa portare in
Spider-Man 3 o in un film multidimensionale sui
Sinistri Sei; ci sono cattivi decisamente migliori da utilizzare.
Non saremo troppo sconvolti se dovesse davvero tornare, ma i
Marvel Studios dovranno fare molto
per dargli un ruolo rilevante.
Felicia (Felicity Jones)
Felicity Jones ha avuto una
piccola parte in The Amazing Spider-Man 2 come “Felicia”, un
personaggio che si credeva fosse Felicia Hardy, a.k.a. Gatta Nera.
Quella trasformazione avrebbe dovuto avvenire nei Sinistri Sei,
progetto poi cancellato. Ora, però, è giusto dire che sia Jones che
Gatta Nera meritano più di una piccola parte in un film già molto
affollato.
Se la Sony prevede di dare a Jones
un ruolo da protagonista in un film su Gatta Nera, va bene, ma
probabilmente ci sono ruoli migliori per l’attrice nell’Universo
Cnematografico Marvel. Gestita correttamente,
potrebbe funzionare, ma è probabile che richieda troppo tempo sullo
schermo!
Lizard (Rhys Ifans)
Da un lato, perché non fare
in modo che Lizard si unisca ai Sinistri Sei? I Marvel Studios potrebbero
migliorare il suo aspetto e Rhys Ifans non era certo male come Curt
Connors (nemmeno Dylan Baker, ma non è mai diventato Lizard nei
film di Sam Raimi).
Tenendo conto di ciò, forse è meglio
che Lizard sia il principale cattivo in un altro film, e non in
Spider-Man 3. Preferibilmente, lo stesso discorso
dovrebbe valere anche per Kraven il Cacciatore. Usare troppi
cattivi in modo usa e getta sarebbe un errore, quindi per ora è
meglio tenere Lizard come riserva.
Non esiste giorno
migliore di quello di Natale per debuttare con un film per
famiglie, e Netflix lo sa bene, tanto che quest’anno, ha unito i
buoni sentimenti, l’avventura e il divertimento, con un occhio di
riguardo ai più piccoli, per mettere a disposizione dei suoi
abbonati, proprio il 25 dicembre, We can be heroes, il nuovo film originale della
piattaforma, scritto e diretto da Robert Rodriguez.
Sequel diretto di Le
avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D, We can be
heroes racconta della nuova generazione di eroi, i figli dei
Super, che sono costretti a entrare in azione dopo che i loro
genitori sono stati presi in ostaggio dagli alieni che minacciano
la Terra.
We Can Be Heroes
We can be heroes è sequel ed erede di Spy
Kids
La lezione di
Spy Kids si sente forte e chiara, anche se questa
volta Rodriguez contamina il suo mondo colorato di piccoli eroi con
i superpoteri che hanno invaso cinema, tv, piattaforme e streaming,
negli ultimi dieci anni. E così i figli delle spie diventano figli
di supereroi alle prese con la pesante eredità dei genitori che,
salvando il mondo, stabiliscono standard altissimi per i giovani
protagonisti.
Sulla scia dei film tv
prodotti in grande quantità da Disney Channel e ora da Disney+, Netflix conferma la sua
intenzione di potenziare l’offerta per il pubblico più giovane, a
partire dai prodotti di animazione, fino a film del genere che sono
sicuramente un diversivo divertente per i più giovani e per un
pomeriggio in famiglia.
I temi che il regista
affronta sono tutti edificanti, dall’importanza di avere fiducia in
se stessi, al valore del lavoro di squadra quando si è in
difficoltà, fino alla consapevolezza delle proprie forze e alla
fondamentale presa di coscienza del proprio ruolo all’interno di
una comunità. La giovane protagonista, Missy (YaYaGosselin), è infatti l’unica
senza superpoteri, ma è anche l’unica in possesso di una capacità
di leadership che dovrà imparare a gestire, per accettarsi e farsi
accettare dagli altri.
Personaggi edificanti ma
divertenti
Numerosissime sono
invece le trovate divertenti e gustose, che rendono la visione di
We can be heroes gradevole anche per i più grandi,
come la giovane eroina con una voce magica, A Cappella
(Lotus Blossom) che non perde occasione per
introdurre siparietti musicali, o la piccola Guppy (Vivian
Blair) che va addirittura in modalità berserk quando perde
il controllo, proprio lei che è il link con il film precedente, dal
momento che è la figlia di Lavagirl e Sharkboy. Oltre a
rappresentare un gruppo molto inclusivo, questi simpatici e svegli
supereroi sono un gruppo davvero ben scritto e immaginato. Certo il
film palesa una ingenuità disarmante, ma svolge egregiamente il suo
compito di raccontare una storia edificante per tutti.
Disponibile dal 25
dicembre sulla piattaforma, We can be heroes è
un’avventura divertente per tutta la famiglia, perfetta per le
vacanze di Natale casalinghe che si prospettano in questo 2020
disastroso.