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I 10 peggiori film realizzati interamente con il green screen

I 10 peggiori film realizzati interamente con il green screen

La moderna tecnologia e l’evoluzione del CGI hanno ridefinito i contorni dell’industria cinematografica e del prodotto audiovisivo finale, con ogni cosa che sembra ormai essere replicabile sul grande schermo. Ancora oggi, il green screen (il famoso schermo verde) viene comunemente utilizzato per dare vita a luoghi e situazioni che altrimenti non avrebbero mai potuto prendere vita al cinema.

Il risultato finale è spesso impeccabile, con i contorni tra realtà e finzione che diventano sempre più sfumati. Tuttavia, quello stesso risultato può a volte rivelarsi sconcertante e rovinare l’intero film. Ecco di seguito i 10 peggiori film girati interamente (o  quasi) attraverso l’impiego del green screen

Sky Captain And The World Of Tomorrow

Sebbene la tecnica del green screen non fosse affatto una novità quando Sky Captain and the World of Tomorrow uscì nel lontano 2004, è stato uno dei primi film ad essere interamente girato senza gli impiego di set costruiti. Ciò ha permesso al film di entrare in produzione facendo affidamento su un budget relativamente ridotto. Nonostante ciò, il risultato finale è molto lontano dall’essere qualcosa di eccezionale. Tra sfondi sfocati e un utilizzo delle luci alquanto sgradevole, il senso del realismo viene totalmente a mancare.

Sin City – Una donna per cui uccidere

Molto spesso il sequel di un film viene realizzato quasi subito l’uscita del predecessore: nel caso di Sin City – Una donna per cui uccidere sono trascorsi ben 9 anni dal primo film. Forse, è stata proprio l’attesa snervante a contribuire al flop della pellicola. Sebbene gli effetti visivi del sequel fossero affascinanti tanto quanto Sin City, per l’anno in cui è uscito sembravano ormai già superati. Con una storia poco brillante ed un’azione poco adrenalinica, il sequel sarà destinato a vivere per sempre all’ombra dell’originale. 

300 – L’alba di un impero

300 – L’alba di un impero soffre, in larga parte, degli stessi problemi che hanno “afflitto” lo sfortunato sequel di Sin City. Nonostante il film sia stato accolto molto bene dal pubblico, non c’è dubbio che l’originale sia nettamente superiore. Se 300 aveva citazioni memorabili, mostrando l’azione da un punto di vista più stilizzato, il sequel ha semplicemente fallito nel tentativo di innovare tecniche già usate in precedenza dal predecessore. Nonostante la performance di Eva Green abbia ricevuto tanti elogi, il resto del film non è stato così fortunato, restando nettamente inferiore all’originale.

Speed Racer

Dalle menti visionarie delle sorelle Wachowski, già dietro la fortunata trilogia di Matrix, un mondo stilizzato e fiorente ha preso vita in Speed ​​Racer grazie all’utilizzo del green screen. Purtroppo, il risultato finale ha lasciato molto a desiderare. Basato sull’omonimo manga, il film – da un punto di vista visivo – ricorda fin troppo la serie animata: tutto, dalle piste da corsa agli interni della casa dei protagonisti, appare fin troppo artefatto e poco realistico. 

Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni

Sebbene Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni utilizzi anche set costruiti, la maggior parte del film è stata girata grazie all’impiego del green screen. Questa tecnologia ha permesso di dare vita all’universo fantascientifico in un modo che sarebbe stato impossibile attraverso il solo impiego delle tecniche tradizionali. Il risultato finale, però, è stato un bel pastrocchio, con molte location apparentemente artificiali ed esteticamente inferiori alla trilogia originale, nonostante i decenni trascorsi le uscite al cinema delle due trilogie. 

Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma

Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma può essere considerato il pioniere di molte delle tecniche legate all’impiego del green screen che sarebbero diventate una pratica standard nel cinema mainstream. Tuttavia, quando il film è uscito nel 1999, la tecnologia semplicemente non era ancora al massimo del suo potenziale. A quel tempo gli effetti creavano più distrazione che altro, e col passere del tempo l’utilizzo di uno stridente green screen è diventato più evidente. Il risultato finale, purtroppo, è un film che si fatica – almeno esteticamente – a prendere sul serio.

Justice League

Nonostante il budget di oltre 300 milioni di dollari, Justice League sembra un film realizzato con un risorse assai ridotte. L’uso del green screen non è affatto un evento raro nei film di supereroi, ma in Justice League appare senza dubbio spropositato. La produzione notoriamente travagliata ha dato vita ad un film dal punto di vista estetico è forse il peggior cinecomic mai realizzato. Quella che doveva essere un’epopea in stile Avengers, è finita per assomigliare ad un videogioco dell’era targata PlayStation 2.

The Spirit

Dal 2000 in poi, la tecnologia ha subito un’evoluzione senza precedenti, e con lei anche la tecnica del green screen. Dopo l’uscita di The Spirit nel 2009, l’utilizzo del green screen era più diffuso che mai, con risultati tra i migliori che fossero mai stati raggiunti. Tuttavia, il film di Frank Miller è stato uno dei più grandi flop di quell’annata cinematografica, che ha deluso i fan e scatenato la ferocia della critica. Al di là degli effetti visivi, è stato il modo in cui gli stessi sono stati utilizzati per raccontare la storia e i suoi personaggi ad aver destato le maggiori perplessità. 

Missione 3D – Game Over

La maggior parte della storia di Missione 3D – Game Over si svolge all’interno di un videogioco: per dare vita a questo mondo, è stato utilizzato il green screen. Definire il risultato finale terribile è usare un mero eufemismo. Nonostante le immagini richiamino alla memoria l’assetto visivo tipico di un videogame, al tempo stesso la loro artificialità rende la visione del film a tratti insostenibile.

Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D

Con oltre 1000 inquadrature piene zeppe di effetti visivi, che hanno richiesto lo sforzo combinato di undici diverse società di effetti speciali, Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D è un film che non riesce mai a risultare convincente. Nonostante presenti diversi concetti e personaggi interessanti ed elaborati che sarebbero stati impossibili da ricreare con qualsiasi altra tecnologia, al film manca completamente qualsiasi approccio realistico, senza considerare una storia talmente fiacca che forse neanche i bambini saranno in grado di digerire.

Fonte: Screen Rant

I miserabili: il cartoon di Makkox per l’uscita del film

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I miserabili: il cartoon di Makkox per l’uscita del film

In occasione dell’uscita del film “I miserabili” di Ladj Ly, disponibile in esclusiva dal 18 maggio sulla nuova piattaforma digitale MioCinema.it e sulla Pay Per View Sky Primafila Premiere, il disegnatore Marco Dambrosio in arte Makkox offre il suo particolare punto di vista sul film realizzando un cartoon originale ispirato alle vicende del film trionfatore al Festival di Cannes.

Una recensione per immagini, in cui il disegnatore ripercorre la storia dell’avvincente poliziesco del regista Ladj Ly ambientato nella periferia multietnica di Parigi: “A me non piacciono i film francesi, tranne alcuni (segue una lista di 300 titoli)” – afferma ironicamente Makkox – “Una lista di 300 film, più uno: I miserabili. Un (gran) film di Ladj Ly”.

Ispirato alle sommosse di Parigi del 2005, il film “I miserabili” di Ladj Ly ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio Miglior Rivelazione agli European Film Awards, è stato candidato al Premio Oscar come Miglior Film Straniero e ha trionfato ai César ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui Miglior Film.

Un affresco sincero e autentico delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio, un thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza. Perché, proprio come affermava Victor Hugo nel suo celebre romanzo, “non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.

Totoro: il tutorial per disegnare l’icona dello Studio Ghibli

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Totoro: il tutorial per disegnare l’icona dello Studio Ghibli

Toshio Suzuki, tra i produttori dello Studio Ghibli, ha condiviso su YouTube un bellissimo video in cui mostra ai bambini come disegnare Totoro, l’iconico personaggio immaginario creato nel 1988 da Hayao Miyazaki per il capolavoro Il mio vicino Totoro. Il video è stato realizzato a sostegno di un’iniziativa benefica nata attraverso un sito giapponese che cerca di sostenere con diverse attività ricreative tutti quei bambini che, a causa della pandemia di Covid-19, sono costretti a restare a casa.

Nel video tutorial, Toshio Suzuki riesce in poco meno di un minuto a disegnare il tenerissimo custode e protettore della foresta attraverso l’utilizzo di un semplice foglio di carta e di una brush pen. Nel video, il produttore dichiara: “Ciao a tutti. Oggi vi insegnerò come disegnare Totoro. Quando si disegna Totoro, la cosa fondamentale è ricordarsi dei suoi due occhi enormi e rotondi, molto distanti tra loro. Adesso potete realizzarlo anche voi da casa. Coraggio, disegniamo tutti insieme!”

Dopo l’uscita de Il mio vicino Totoro, grazie all’enorme successo del film il personaggio divenne il simbolo dello Studio Ghibli. È stato proprio Toshio Suzuki a confessare che lo studio non riuscirà mai a creare un personaggio che superi in popolarità Totoro, come Walt Disney non riuscì mai a creare qualcosa più popolare di Topolino.

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Ne Il mio vicino Totoro,le sorelline Satsuki e Mei si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa in campagna. Per le due bambine inizia un viaggio alla scoperta di un nuovo mondo, abitato da creature fantastiche: dai nerini del buio, spiritelli della fuliggine, a buffi esseri di pelo di varie dimensioni, tra cui Totoro, lo spirito buono della foresta! Insieme a lui, Satsuki e la piccola Mei vivranno una magica e straordinaria avventura all’insegna dell’amicizia!

Mad Max 5 sarà un prequel su Furiosa, Charlize Theron non tornerà

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In una recente intervista con il New York Times, è stato il regista George Miller – dopo i rumor delle ultime settimane – a confermare che Mad Max 5, il nuovo capitolo della saga post-apocalittica, sarà un prequel dedicato al personaggio di Furiosa che non vedrà il ritorno del premio Oscar Charlize Theron nei panni della ribelle Imperatrice.

Al prestigioso quotidiano statunitense, Miller ha confermato di essere al lavoro su un prequel dedicato a Furiosa che sarà basato su una sceneggiatura scritta insieme a Nick Lathouris, già co-autore dello script di Mad Max: Fury Road. La sceneggiatura è stata scritta anni prima che Fury Road facesse il suo debutto nelle sale. Miller ha inoltre confermato che la Theron non tornerà ad interpretare il personaggio, rivelando però di aver considerato a lungo l’idea di utilizzare il de-aging (la stessa tecnica usata da Martin Scorsese in The Irishman) per ringiovanire l’attrice sullo schermo e permetterle di tornare sul set. Alla fine però, proprio dopo aver visto il film di Scorsese, Miller ha avuto la sensazione che quella tecnica non sia ancora arrivata al massimo del suo potenziale:

“Per lungo tempo ho pensato che avremmo potuto semplicemente usare il de-aging su Charlize, ma credo che non ci siamo ancora del tutto per quanto riguarda quella tecnica. Nonostante i valorosi tentativi visti in The Irishman, penso che sia ancora un territorio misterioso che vada studiato. Sembra che tutti siano sul punto di scoprirne il massimo potenziale, in particolare i progettisti di videogiochi giapponesi, ma credo che ci sia ancora molta strada da fare.”

Al momento non sappiamo ancora quale attrice interpreterà la giovane Furiosa. Circa due mesi fa era emersa la notizia che Anya-Taylor Joy (SplitThe New Mutants) sarebbe la favorita per raccogliere l’eredità della Theron, anche se all’epoca venne specificato che l’attrice non è stata l’unica ad aver incontrato Miller per discutere della parte.

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Stando ai piani originali di George Miller, ci dovrebbero essere altri due film del franchise con protagonista Tom Hardy (l’attore ha firmato un contratto per quattro film) e persino uno spin-off sul personaggio di Furiosa con Charlize Theron. La battaglia legale tra Miller e la Warner Bros. a causa del budget impiegato per Fury Road ha inevitabilmente rallentato i lavori sulla saga e lo sviluppo dei nuovi film.

Mad Max: Fury Road ha avuto un successo travolgente. Dalla presentazione a Cannes alla vittoria di sei Oscar (su dieci nomination), il film con Tom Hardy e Charlize Theron è certamente uno dei migliori film degli ultimi dieci anni

Mission Impossible: perché il nuovo film è stato diviso in due parti

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Il regista Christopher McQuarrie ha spiegato perché il nuovo film della saga di Mission Impossible è stato diviso in due parti distinte, che corrisponderanno ai capitoli sette e otto del franchise. I dettagli sulla trama dei due film non sono ovviamente stati ancora resi noti. Al momento sappiamo soltanto che, oltre a Tom Cruise, nel cast torneranno anche Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Simon Pegg e Ving Rhamese. Tra le new entry, invece, figurano Hayley Atwell, Pom Klementieff, Shea Whigham e Nicholas Hoult (quest’ultimo potrebbe interpretare il nuovo antagonista principale).

McQuarrie, che ha diretto sia Mission Impossible: Rogue Nation che Mission Impossible: Fallout, tornerà a scrivere e dirigere i prossimi due film della saga che verranno girati back-to-back, cioè in maniera consequenziale, non appena sarà possibile tornare sui set cinematografici. In un recente podcast di Light the Fuse, il regista ha spiegato che dal momento che Fallout ha rappresentato un viaggio particolarmente ricco ed emozionante per Ethan Hunt, il suo obiettivo era quello di espandere ancora di più quel viaggio nel capitolo successivo: “Quando abbiamo iniziato a lavorare al nuovo film, ho pensato che volevo prendere ciò che avevamo imparato da Fallout e applicarlo a tutti i personaggi della saga”, ha spiegato McQuarrie.

“Volevo che tutti avessero il proprio arco narrativo e che ci fosse un maggiore coinvolgimento emotivo da questo punto di vista”. Il regista ha poi aggiunto: “Ci siamo resi conto di avere un film della durata di due ore e quaranta minuti in cui ogni scena era necessaria.”

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I prossimi due capitoli della saga di Mission Impossible vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Nicholas Hoult (X-Men, Mad Max: Fury Road). Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust.

I due film verranno girati in contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast torneranno sul set per le riprese. Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

Nessun aggiornamento sul destino di August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati da Henry Cavill e Alec Baldwin, che secondo le ultime indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono morti?

Black Widow: un nuovo indizio sulla vera identità di Taskmaster

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Black Widow: un nuovo indizio sulla vera identità di Taskmaster

Nell’attesissimo Black Widow, il film del MCU interamente dedicato alla Vedova Nera di Scarlett Johansson, farà il suo debutto il personaggio di Mason, interpretato dall’attore O-T Fagbenle, noto per la serie tv The Handmaid’s Tale. Secondo i primi dettagli sul personaggio, dovrebbe trattarsi di un alleato di Nat, che probabilmente rappresenterà anche l’interesse amoroso della supereroina.

Da parecchio tempo, però, circola un rumor secondo cui Mason sarebbe in realtà Taskmaster, l’antagonista principale del film che possiede la capacità di imitare le abilità dei suoi avversari. Adesso, in una recente diretta su Instagram, è stato proprio Fagbenle a commentare le voci con una sua amica. L’attore ha dichiarato: “C’è questa teoria secondo cui nel film sarei Taskmaster…”, con l’amica che ha risposto: “Probabilmente lo sei!” e con la replica di Fagbenle che è stata: “Stai cercando di farmelo dire? Pensavo che ne avessimo già parlato. Pensavo che fossimo d’accordo sul fatto di tenerlo segreto.”

Ciò non significa ovviamente che dietro Mason si cela in realtà Taskmaster, ma è comunque interessante notare come l’attore non abbia negato i rumor (anche se è probabile che se ne stesse soltanto prendendo gioco). Per la conferma ufficiale della reale identità del villain, bisognerà attendere soltanto l’arrivo del film in sala, la cui uscita è fissata per il prossimo 6 novembre.

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Luca Guadagnino dirigerà il remake di Scarface

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Luca Guadagnino dirigerà il remake di Scarface

La Universal ha scelto Luca Guadagnino per dirigere  la sua rivisitazione Scarface. Il regista italiano è molto amato negli Usa, il suo ultimo film, Chiamami col tuo nome, ha ricevuto numerose candidature agli Oscar e ha vinto la statuetta per la migliore sceneggiatura non originale.

Joel Coen e Ethan Coen hanno scritto l’ultima versione della sceneggiatura dalle bozze precedenti di Gareth Dunnet-Alcocer, Jonathan Herman e Paul Attanasio.

Scarface sarà prodotto da Dylan Clark per la sua Dylan Clark Productions. Scott Stuber sarà produttore esecutivo al fianco di Marco Marabito. SVP Brian Williams sarà anche produttore esecutivo di Dylan Clark Productions.

La storia è stata adattata più volte, di recente nel classico del 1983 con Al Pacino e Michelle Pfeiffer con la regia di Brian DePalma. La nuova versione è una rivisitazione della storia originale ambientata a Los Angeles e già ambientata nel 1932 e nel 1983.

Il vicepresidente senior della produzione Jay Polidoro e il direttore dello sviluppo Lexi Barta supervisioneranno il progetto Universal.

Per Guadagnino si tratta del secondo remake recente, visto che il suo ultimo film è stato Suspiria, rifacimento dall’omonimo cult di Dario Argento, con Dakota Johnson, Tilda Swinton e Chloe Moretz.

Fonte: Variety

L’uomo del labirinto: 10 cose che non sai sul film

L’uomo del labirinto: 10 cose che non sai sul film

Distribuito in Italia nel 2019, L’uomo del labirinto è il secondo lungometraggio diretto da Donato Carrisi, che trae anche in questo caso la storia da un suo romanzo. Per l’occasione, chiama a recitare per sé uno dei più acclamati interpreti statunitensi, ponendolo all’interno di un noir ricco di colpi di scena.

Ecco 10 cose che non sai su L’uomo del labirinto.

L'uomo del labirinto cast

L’uomo del labirinto: la trama del film

10. Al centro della vicenda vi è un misterioso rapimento. L’uomo del labirinto ha inizio con Samantha, che dopo essere scomparsa per quindi anni in seguito ad un rapimento, viene miracolosamente ritrovata. Con il suo aiuto, sulle tracce del rapitore si incammineranno due criptici personaggi: un profiler che la aiuta a ricordare quanto accaduto, e quello stesso investigatore privato che non era stato in grado di ritrovarla al momento del rapimento.

L’uomo del labirinto è tratto da un libro

9. È l’adattamento del romanzo omonimo. Per il suo secondo lungometraggio, il regista Carrisi ha deciso di realizzare la trasposizione del romanzo scritto da egli stesso nel 2017. L’uomo del labirinto è il terzo capitolo della serie di libri intitolata Ciclo di Mila Vasquez, personaggio ricorrente in ogni titolo, e, in modo non dichiarato, è anche il seguito del romanzo Il suggerito, pubblicato nel 2009.

L’uomo del labirinto: il cast del film

8. Uno dei protagonisti è interpretato da un noto attore americano. Per dar vita al ruolo del dottor Green, uno dei protagonisti della storia, il regista ha dichiarato di aver da subito voluto che ad interpretarlo fosse il due volte premio Oscar Dustin Hoffman. L’attore, che aveva già lavorato in Italia per la serie I Medici, fu da subito entusiasta del progetto, avendo letto i romanzi di Carrisi e visto il suo precedente film. A convincerlo definitivamente fu la presenza di Servillo tra gli interpreti.

7. Vanta un cast di noti attori italiani. Non solo Hoffman però, e il film si arricchisce delle presenze di attori come Toni Servillo, che interpreta l’investigatore Bruno Genko, Valentina Bellè, nel ruolo di Mila Vasquez, e Vinicio Marchioni, nel ruolo di Simon Berish, direttore dell’ufficio bambini scomparsi.

6. Servillo non era inizialmente sicuro di voler partecipare al film. Già protagonista di La ragazza nella nebbia, dove interpretava un detective, Servillo non era convinto riguardo il ruolo di Genko, poiché non voleva rischiare di essere associato a questo tipo di personaggi. Tuttavia, si convinse nel momento in cui leggendo la sceneggiatura scoprì lati inediti e nascosti del personaggio che gli permettevano di renderlo diverso da quello precedentemente interpretato.

L'uomo del labirinto finale

L’uomo del labirinto: le recensioni del film

5. È stato accolto da opinioni miste. Un film criptico come L’uomo del labirinto non poteva mancare di dar vita ad ampie discussioni, ricevendo pareri spesso contrastanti. In particolare, molti critici hanno criticato l’eccessiva ambizione narrativa, che rallenta la visione, mentre altri hanno invece elogiato le interpretazioni dei due protagonisti.

L’uomo del labirinto è su Sky

4. È stata anticipata la sua uscita On Demand. Distribuito nelle sale italiane a partire dal 30 ottobre 2019, il film è ora attualmente disponibile in streaming in alcune delle principali piattaforme cinematografiche e televisive. Tra queste vi è Sky, che ha messo a disposizione dei propri utenti la visione del film in modalità On Demand.

L’uomo del labirinto: la spiegazione del finale del film

[ALLERTA SPOILER]

3. Ci sono due linee narrative da seguire. Particolarmente complesso, il finale del film ha generato numerosi dibattiti. Innanzitutto, occorre sapere che nel film vi sono due storylinee che procedono parallelamente. All’interno di una si muove l’indagine condotta dall’investigatore Genko, il quale tenta di risalire al reale colpevole del rapimento. Nella seconda, invece, si svolge il rapporto tra la presunta ragazza rapita e il misterioso dottor Green. Infine, la prima delle due linee narrative si svolge all’incirca un anno prima della seconda.

2. I personaggi non sono chi crediamo che siano. Con un audace plot twist finale, allo spettatore viene rivelato che quella che si crede essere Samantha è in realtà l’investigatrice Mila Vasquez, e quello che si credeva essere il dottor Green è in realtà un impostore, nonché il rapitore di turno che fa credere alla sua vittima di essere chi non è.

1. Il senso finale è molto cupo. Come si apprende dalle scoperte fatte da Genko, dietro il rapimento della ragazza si nasconde una misteriosa setta chiamata “i figli del buio”, il cui scopo non è solo quello di abusare delle proprie vittime ma anche di tramandare di volta in volta questa tradizione attraverso degli eredi.

Fonte: IMDb

 

Avengers: Age of Ultron, Quicksilver con un look accurato

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Avengers: Age of Ultron, Quicksilver con un look accurato

Quicksilver e Scarlet Witch sono i personaggi che più di tutti hanno catalizzato l’attenzione all’uscita di Avengers: Age of Ultron, nel 2015. I due personaggi sono molto amati nei fumetti, e nella versione del MCU sono due “esperimenti” che hanno ottenuto i loro poteri con l’utilizzo della Gemma della Mente (che poi si incastona sulla fronte di Visione).

Ebbene, se Scarlet Witch diventa uno dei personaggi “minori” più amati del MCU, l’arco narrativo di Quicksilver ha vita breve, visto che il personaggio interpretato da Aaron Taylor Johnson muore nel film stesso.

Di seguito, Andy Park ha condiviso dei concept che mostrano il personaggio con un look molto accurato rispetto alla controparte a fumetti di Pietro Maximoff.

Avengers: Age of Ultron, ecco “l’originale” Captain Marvel

Diretto da Joss Whedon, Avengers: Age of Ultron è il secondo team-up dei Vendicatori, film in cui viene introdotto il personaggio di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) che presto vedremo nella serie Diseny + WandaVision. Nel cast oltre a Johansson ed Evans, anche Robert Downey Jr, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Jeremy Renner e James Spader nei panni del villain Ultron.

 

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, un concept non utilizzato nel film

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Matthew Savage, concept artist che ha lavorato alla realizzazione di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ha rivelato un concept inedito che mostra un dispositivo spia della Resistenza che però non è stato utilizzato per il film.

Il dispositivo in questione doveva essere una capsula spaziale che sarebbe stata utilizzata dalla Resistenza per condividere informazioni. Nella didascalia alle immagini di Savage si legge: “Scatola della Resistenza Dead Drop per L’Ascesa di Skywalker: progettata per una scena che non è stata girata, questa capsula sarebbe stata lasciata fluttuare nello spazio utilizzata come device per trasmettere informazioni tra le spie della Resistenza. Questo spunto si è evoluto nella scena di Boolio che passa l’informazione a Fin e Poe “.

Il cast di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam DriverDaisy RidleyJohn Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Armie Hammer: 10 cose che non sai sull’attore

Armie Hammer: 10 cose che non sai sull’attore

Da un decennio a questa parte l’attore Armie Hammer ha dato prova di essere maturato notevolmente, arrivando a ricoprire ruoli di sempre maggior rilievo e complessità. Apprezzato anche per la sua versatilità, Hammer passa con grande naturalezza dal western al thriller, dall’action al drammatico, guadagnato spesso e volentieri le lodi di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Armie Hammer.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Armie Hammer fisico

Armie Hammer: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Dopo aver debuttato con un piccolo ruolo in Flicka – Uno spirito libero (2006), l’attore ottiene grande popolarità grazie al suo doppio ruolo in The Social Network (2010), con Jesse Eisenberg, per poi continuare ad affermarsi grazie a titoli come J. Edgar (2011), con Leonardo DiCaprio, Biancaneve (2012), The Lone Ranger (2013), con Johnny Depp, Operazione U.N.C.L.E. (2015), The Birth of a Nation (2016), Animali notturni (2016), con Amy Adams, Free Fire (2016), Mine (2016), e Chiamami col tuo nome (2017), con cui si consacra e dove recita accanto a Timothée Chalamet. Successivamente recita in Final Portrait (2017), Una giusta causa (2018) e Wounds (2019). Nel 2020 sarà tra i protagonisti di Assassino sul Nilo.

9. Ha partecipato ad alcune serie televisive. Ancora agli esordi come attore, Hammer recita in alcuni episodi delle serie Arrested Development (2005), Veronica Mars (2006) e Desperate Housewives (2007), per poi ottenere un ruolo di maggior rilievo in Gossip Girl (2009), con Blake Lively, dove è Gabriel Edwards. Nello stesso anno recita anche in Reaper – In missione per il diavolo. Tornerà sul piccolo schermo con l’annunciata serie Gaslit, con Julia Roberts.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Il ruolo che ha consacrato Hammer è quello di Oliver in Chiamami con il tuo nome, per il quale l’attore ha ricevuto nomination ai Golden Globe, Critics’ Choice Awards, Independent Spirit Awards e Satellite Awards come miglior attore non protagonista. Pur non riportando vittorie, l’attore ha avuto modo di affermarsi ulteriormente all’interno dell’industria, continuando ad imporre la propria personalità.

Armie Hammer: chi è sua moglie

7. È sposato. Particolarmente riservato circa la propria vita privata, Hammer non ha tuttavia mancato di annunciare le nozze con la giornalista televisiva Elizbeth Chambers, avvenute nel maggio del 2010. In seguito, la coppia annuncia la nascita del primo figlio nel 2014, e del secondo nel 2017.

Armie Hammer doveva essere Batman

6. Era stato scelto per ricoprire il ruolo del noto supereroe. Uno dei più affascinanti progetti mai realizzati è quello intitolato Justice League: Mortal, dove Hammer avrebbe dovuto interpretare proprio il personaggio di Batman. Il film venne tuttavia messo da parte, e l’attore si limitò ad affermare che aveva accettato il ruolo per la possibilità di dar vita ad una versione ancora più dark e borderline del personaggio.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Armie Hammer gemello

Armie Hammer non ha un gemello

5. Ha interpretato entrambe le parti di due gemelli. Dopo averlo visto recitare in The Social Network, molti spettatori hanno pensato che ad interpretare i gemelli Winklevoss fossero i gemelli Hammer, uguali in tutto e per tutto. In realtà, Hammer non ha alcun fratello gemello, ed ha personalmente interpretato entrambi i ruoli visti nel film.

4. La tecnologia lo ha aiutato nell’interpretazione. Per poter dar vita a questa doppia interpretazione, l’attore è stato notevolmente aiutato da alcuni effetti speciali. Da un punto di vista fisico, uno dei due gemelli è incarnato da un noto modello, il cui volto è stato poi sostituito digitalmente con quello di Hammer. Un effetto speciale invisibile che ha consentito all’attore di risultare estremamente credibile nel ruolo dei due personaggi.

Armie Hammer: il suo fisico

3. È considerato uno dei nuovi grandi sex symbol di Hollywood. Particolarmente possente, Hammer ha avuto diverse occasioni per sfoggiare un fisico definito e ricco di muscoli. L’attore è infatti solito tenersi in perfetta forma, e grazie ad alcuni film dove gli era richiesto un corpo allenato, ha potuto raggiungere risultati particolarmente notevoli, venendo definito come uno degli uomini più attraenti dell’attuale panorama cinematografico.

Armie Hammer: il suo patrimonio

2. È un attore particolarmente quotato. Nel corso del decennio appena conclusosi Hammer ha dato vita ad alcune memorabili interpretazioni in film particolarmente apprezzati da critica e pubblico. Ciò gli ha permesso di diventare una personalità particolarmente affermata e richiesta nel panorama hollywoodiano, arrivando a raggiungere un patrimonio attuale di circa 16 milioni di dollari.

Armie Hammer: età e altezza

1. Armie Hammer è nato a Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 28 agosto 1986. L’attore è alto complessivamente 196 centimetri.

Fonte: IMDb

Kellan Lutz: 10 cose che non sai sull’attore

Kellan Lutz: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie alla sua partecipazione alla saga di film di Twilight, l’attore Kellan Lutz è oggi un apprezzato interprete distintosi per versatilità e carisma. Negli anni, si è dedicato a progetti diversi tra loro, dimostrando però una predilezione verso il genere action. Attualmente, ha portato il proprio volto sul piccolo schermo, dove recita in un’apprezzata serie TV.

Ecco 10 cose che non sai di Kellan Lutz.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Kellan Lutz Hercules

Kellan Lutz: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. Dopo aver debuttato nel film Stick It – Sfida e conquista (2006), con Jeff Bridges, Lutz diventa noto per il ruolo di Emmett Cullen in Twilight (2008), New Moon (2009), Eclipse (2010), Breaking Dawn – Parte 1 (2011), e Breaking Dawn – Parte 2 (2012), dove recita accanto a Robert Pattinson e Kristen Stewart. Fa poi parte del cast dei film Nightmare (2010), Immortals (2011) ed Hercules – La leggenda ha inizio (2014), di cui è protagonista. Successivamente recita in I mercenari 3 (2014), con Sylvester Stallone, Extraction (2015), Soldi (2016), e What Men Want (2019).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. All’inizio della sua carriera l’attore ha preso parte ad alcune puntate di serie come Beautiful (2004), CSI: NY (2005), Six Feet Under (2005), The Comeback (2005), Heroes (2007) e Generation Kill (2008). In seguito, recita in 90210 (2008-2009), per poi tornare sul grande schermo soltanto nel 2020, con il ruolo di Kenny Crosby in FBI: Most Wanted, con protagonista Julian McMahon.

8. Ha ottenuto diversi premi popolari. Il grande pubblico è rimasto particolarmente colpito dal ruolo dell’attore nella saga di Twilight, a tal punto da portarlo a vincere per ben tre volte ai Teen Choice Awards come miglior attore ruba scena. Secondo i fan, infatti, in diverse occasioni Lutz è stato in grado di oscurare i protagonisti, attirando su di sé tutte le attenzioni.

Kellan Lutz è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 859 mila persone. All’interno di questo Lutz è solito condividere numerose foto realizzate sui set a cui ha partecipato, promuovendo dunque i suoi progetti da interprete. Non mancano però anche immagini ritraenti momenti di svago quotidiano, in compagnia di amici o di sua moglie.

Kellan Lutz: chi è sua moglie

6. Ha sposato una modella. Nell’ottobre del 2017 l’attore rivela pubblicamente di essere fidanzato con la modella e conduttrice televisiva Brittany Gonzales. La coppia si sposa il mese seguente, e tramite i rispettivi account Instagram annunciano, nel novembre del 2019, di attendere una figlia. Nel febbraio del 2020, tuttavia, annunciano di aver perso la bambina per alcune complicazioni nella gravidanza.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Kellan Lutz Twilight

Kellan Lutz in Twilight

5. Avrebbe voluto sfoggiare dei capelli lunghi. Per ricoprire il ruolo di Emmett Cullen, membro della famiglia di vampiri protagonista, l’attore aveva espresso il desiderio di poter portare i capelli lunghi. Tuttavia, per via di un taglio particolarmente corto effettuato per un precedente film, questi non fecero in tempo a ricrescere, e dato che la produzione non poteva aspettare l’attore si rassegnò a girare con la lunghezza che aveva in quel momento.

4. Vorrebbe uno spin-off sul suo personaggio. Parlando di Emmett Cullen, l’attore ha dichiarato che esiste un breve racconto dove viene spiegato come egli sia stato trasformato in vampiro. Lutz, dopo averlo letto, ha espresso il forte desiderio di poterlo realizzare, dando così vita ad uno spin-off sulle origini del proprio personaggio.

3. Ha adorato girare le scene di combattimento. L’attore ha elencato diversi momenti memorabili della saga, come la partita a baseball o il matrimonio, ma i suoi preferiti rimangono quelli che prevedevano scene di combattimento. Per Lutz, poter dar vita a quelle coreografie dinamiche e complesse è stata una sfida particolarmente gratificante.

Kellan Lutz è Hercules

2. Era già pronto fisicamente per il ruolo. Lutz fu scelto per il ruolo del semidio protagonista di Hercules – La leggenda ha inizio soltanto due settimane prima delle riprese. Questo poco preavviso non è però stato un problema, poiché l’attore, il quale si tiene costantemente in allenamento, era già fisicamente pronto per la parte.

Kellan Lutz: età e altezza

1. Kellan Lutz è nato a Dickinson, in North Dakota, Stati Uniti, il 15 marzo 1985. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

Horror: 10 grandi film “snobbati” dagli Oscar

Horror: 10 grandi film “snobbati” dagli Oscar

Non è un segreto che l’Academy non sia una sostenitrice accanita del genere horror. Troppo spesso, anche agli occhi dei membri della prestigiosissima organizzazione, l’horror è considerato un genere di serie b, inferiore ad altre forme di intrattenimento. Proprio per questo, nel corso di ben 92 anni, non abbiamo mai visto – salvo alcune dovute eccezioni (prendi L’esorcista o Il silenzio degli innocenti) – alcun film horror tra i grandi protagonisti della cerimonia di premiazione.

Anche oggi, in una realtà cinematografica dove il genere horror ha acquistato maggiore rilevanza rispetto al passato, gli Oscar continuano a non tributare il dovuto omaggio al genere. Ecco di seguito 10 grandi film horror che sono stati totalmente “snobbati” dall’Academy:

Hereditary – Le radici del male (2018)

Hereditary è probabilmente l’horror più acclamato dell’ultimo decennio. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un punteggio pari all’89%, mentre su Metascore una valutazione stellare pari ad 87. Il film è stato ampiamente apprezzato dalla critica, che ha lodato in particolar modo la straordinaria interpretazione di Toni Collette.

Erano in molti a sperare che l’attrice potesse conquistare la sua seconda candidatura agli Oscar (dopo la prima ottenuta grazie a The Sixth Sense – Il sesto senso), ma così non è stato. Un vero peccato!

Shining (1980)

Oggi, Shining di Stanley Kubrick è universalmente riconosciuto come una pietra miliare del genere horror, oltre ad essere un film che ha irreversibilmente segnato l’immaginario collettivo della pop-culture. All’epoca della sua uscita in sala, però, il film non venne accolto bene dalla critica, ed ottenne addirittura due candidature ai Razzie Awards (peggior regista e peggiore attrice a Shelley Duvall).

Anche l’Academy, l’anno successivo, snobbò totalmente il film: quantomeno, l’incredibile lavoro di Jack Nicholson doveva essere riconosciuto con una candidatura al migliore attore. Stiamo parlando di una delle performance più iconiche della storia del cinema…

Psyco (1960)

Psyco, probabilmente uno dei più grandi film horror mai realizzati, ottenne ben quattro candidature alla 33esima edizione degli Oscar: miglior regia, migliore attrice non protagonista (Janet Leigh), migliore fotografia e migliore scenografia. Tuttavia, il film non riuscì a portare a casa neanche una statuetta. Clamorosamente, non venne considerato né per il miglior film né per la miglior colonna sonora.

The Witch (2015)

The Witch è stato uno degli horror più acclamati dell’annata 2015. Ha ottenuto un punteggio pari al 90% su Rotten Tomatoes e una valutazione stellare pari a 83 su Metacritica. In particolare, la critica ne ha elogiato la sceneggiatura, la regia e la recitazione. Nonostante abbiamo ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale, inclusi il Directing Award al Sundance Film Festival e ben due Independent Spirit Awards, il film non ha ricevuto neanche una candidatura agli Oscar.

The Lighthouse (2019)

The Lighthouse è l’opera seconda di Robert Eggers, regista di The Witch. A differenze del predecessore, il film è stato considerato dall’Academy, pur sempre in minima parte: ha infatti ottenuto una candidatura all’ultima edizione degli Oscar per la miglior fotografia, ma ha perso contro 1917 di Sam Mendes.

Molti critici hanno sostenuto che anche le interpretazioni dei due protagonisti – soprattutto quella di Willem Dafoe – avrebbero meritato un doveroso riconoscimento. Per la sua performance nel film, Dafoe ha ottenuto una Satellite Award e un Independent Spirit Awards, ma nessuna nomination all’Oscar.

La cosa (1982)

Il fatto che l’Academy non abbia riconosciuto il lavoro de La cosa di John Carpenter a livello di trucco ed effetti speciali è ancora oggi uno dei più grandi misteri nella storia del premio. All’epoca della sua uscita, la critica non fu particolarmente indulgente con il film, che ottenne anche una candidatura ai Razzie Award per la peggior colonna sonora. Oggi il film è considerato a tutti gli effetti un cult del genere horror.

A Venezia… un dicembre rosso shocking (1973)

E parlando sempre di film horror che hanno ricevuto la giusta considerazione, non si può non citare A Venezia… un dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg, da sempre considerato uno dei capisaldi del genere horrror.

E anche se il film non è stato accolto come La cosa di Carpenter, non ha comunque ricevuto dalla critica il plauso che avrebbe meritato. Il film ottene sette candidature alla 27esima edizione dei BAFTA, vincendo per la migliore fotografia. Agli Oscar di quell’anno non ottenne neanche una nomination.

Poltergeist – Demoniache presenze (1982)

Il 1982 è stato un anno veramente incredibile per Steven Spielberg, e non solo grazie all’uscita in sala del capolavoro E.T. – L’extra-terrestre, ma anche perché il celebre regista contribuì alla sceneggiatura e alla produzione di un vero e proprio classico del genere horror, Poltergeist – Demoniache presenze.

Il film ottenne tre candidature agli Oscar: miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali e miglior colonna sonora. Tuttavia, non riuscì a portare a casa alcun premio, nonostante in tutte e tre le categorie perse proprio contro E.T. 

Babadook (2014)

Babadook è stato uno degli horror più acclamati del 2014. Su Rotten Tomatoes ha raggiunto un punteggio pari al 98%, mentre su Metascore una valutazione stellare pari ad 86. Il film è stato universalmente acclamato, anche grazie alla performance della protagonista Essie Davis, ed ad oggi è già considerato un cult del genere. In patri il film è riuscito a conquistare numerosi riconoscimenti importanti, mentre gli Oscar hanno completamente ignorato la pellicola.

Carrie – Lo sguardo di Satana (1976)

Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma è un altro celeberrimo horror a non aver ricevuto il giusto riconoscimento da parte dell’Academy. Nel 1977 il film ricevette soltanto due candidature: a Sissy Spacek e Piper Laurie, rispettivamente nominate come migliore attrice e migliore attrice non protagonista. Nessuna delle due riuscì però a portare a casa l’ambita statuetta, nonostante entrambi i loro ruoli sia oggi considerati assolutamente iconici.

Fonte: ScreenRant

Josh Gad nel nuovo disaster movie di Roland Emmerich

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Josh Gad nel nuovo disaster movie di Roland Emmerich

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che Josh Gad, la voce di Olaf nel franchise animato di Frozen e interprete di Le Tont nel live action de La Bella e la Bestia, ha firmato per unirsi al cast del prossimo disaster movie di Roland Emmerich, dal titolo Moonfall.

Nel film la Luna verrà proiettata fuori dalla sua orbita da una forza misteriosa ed entrerà in rotta di collisione con la Terra. Mentre il mondo si prepara ad affrontare la catastrofe, una squadra di improbabili eroi unirà le forze e verrà spedita in missione sulla superficie lunare per cercare di salvare l’umanità, qualcosa di più o meno simile a quanto visto in Armageddon di Michael Bay.

Josh Gad interpreterà uno dei membri del team che verrà inviato sulla Luna, tale KC Houseman, un personaggio bizzarro e disorganizzato, ma dotato di una grandissima intelligenza. Al momento non sappiamo quando il film arriverà nelle sale, ma la produzione – ammesso che per allora i set cinematografici saranno nuovamente agibili – dovrebbe partire il prossimo autunno.

Josh Gad entra a far parte del cast del nuovo disaster movie di Roland Emmerich

La sceneggiatura di Moonfall porterà la firma di Emmerich insieme al suo fidato Harald Kloser, che in molti suoi film ha assunto anche il ruolo di compositore. Alla sceneggiatura collaborerà anche Spenser Cohen.

Roland Emmerich è un veterano del genere disaster movie: nella sua carriera, infatti, ha diretto Independence Day (1996), Godzilla (1998), The Day After Tomorrow (2004), 2012 (2009) e Independence Day: Rigenerazione (2016). L’ultimo film da lui diretto è il war movie Midway (2019).

Mad Max: Fury Road, ecco le prime scelte di Miller per i protagonisti

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Mad Max: Fury Road di George Miller è considerato da molti un autentico capolavoro, ma il viaggio del film per arrivare ad un’effettiva realizzazione è stato davvero problematico, con il progetto che ha più volte rischiato di non vedere mai la luce.

Il film è arrivato nelle sale nel 2015, ma era da almeno 15 anni che Miller stava cercando di realizzare un nuovo capitolo della saga distopica. Quando Mel Gibson era ancora associato al progetto, e sarebbe dovuto tornare a vestire i panni di Max Rockatansky, pare che la Warner Bros. fosse interessata ad affidare il ruolo di Furiosa a Uma Thurman. Siamo orientativamente intorno al 2001, e la produzione fu costretta ad interrompersi dopo i tragici attentati dell’11 settembre.

Quando il progetto di un quarto Mad Max tornò nuovamente in pista, Miller si rese conto che Gibson era effettivamente troppo “maturo” per tornare nei panni del protagonista, e così iniziò a cercare un attore più giovane che potesse raccoglierne l’eredità. A quanto pare, una delle star del MCU era sul punto di ottenere la parte del Guerriero della Strada, prima che venisse ufficialmente scelto Tom Hardy: stiamo parlando di Jeremy Renner.

A rivelarlo è stata Zoe Kravitz, interprete di Toast la Sapiente in Fury Road, in una recente intervista (via CBM): “Ho fatto uno screen test con Jeremy Renner che leggeva la parte di Max quando ancora non avevano assunto Tom. Dovevamo misurare la nostra alchimia.”

Alla fine, i ruoli di Max Rockatansky e di Furiosa sono stati affidati rispettivamente ad Hardy e al premio Oscar Charlize Theron, che proprio di recente hanno parlato per la prima volta della faida che c’è stata tra loro sul set del film.

LEGGI ANCHE – Mad Max 5: Anya Taylor-Joy sarà una giovane Furiosa?

Russell Crowe nel cast del remake americano de Il Profeta

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Russell Crowe nel cast del remake americano de Il Profeta

Il premio Oscar Russell Crowe, indimenticabile Massimo Decimo Meridio de Il gladiatore, visto più di recente al cinema in The Nice Guys, La mummia e Boy Erased – Vite cancellate, sarà tra i protagonisti del remake a stelle e strisce de Il Profeta, film del 2009 diretto dal regista e sceneggiatore francese Jacques Audiard.

L’adattamento americano ad opera della Paramount, il cui titolo ufficiale sarà American Son, porterà la firma di Dennis Lehane, celebre scrittore e sceneggiatore britannico, noto per i romanzi La morte non dimentica e L’isola della paura, da cui sono stati tratti rispettivamente i film Mystic River di Clint Eastwood e Shutter Island di Martin Scorsese.

Alla regia, invece, ci sarà Andrew Onwubolu, rapper statunitense attivo anche come attore, sceneggiatore e regista. Come apprendiamo da Variety, nel film Russell Crowe avrà il ruolo di uno spietato boss mafioso, probabilmente la parte interpretata da Niels Arestrup nell’originale francese.

Russell Crowe tra i protagonisti di American Son, remake USA del francese Il Profeta

Il Profeta di Jacques Audiard ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria del 62esimo Festival di Cannes, ben novePremi César 2010 (tra cui quello per il miglior film), ed è stato candidato come miglior film straniero ai Premi Oscar 2010.

Il film narra la prigionia del giovane beur Malik, dall’ingresso in carcere, solo e appena maggiorenne, all’uscita sei anni più tardi, che lo vedrà completamente trasformato in un affermato boss criminale. Al momento il giovane attore che interpreterà Malik nella versione USA (nel film di Audiard era interpretato da Tahar Rahim) non è ancora stato trovato.

Hulk: ecco il personaggio che potrebbe sconfiggerlo

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Hulk: ecco il personaggio che potrebbe sconfiggerlo

L’Hulk dell’Universo Cinematografico Marvel è certamente uno degli eroi più potenti in circolazione, con un potere ed una forza che aumentano di pari passo alla crescita esponenziale e incontrollabile della sua rabbia. Eppure – anche se per molti è difficile immaginarlo -, il Gigante di Giada non è propriamente l’eroe più forte che esista tanto nei fumetto quanto sul grande schermo.

Ora che la Disney ha acquistato la Fox (oggi conosciuta come 20th Century Studios), ci sarà – forse – la possibilità di vedere uno scontro acceso tra il Vendicatore interpretato al cinema da Mark Ruffalo e un noto villain che potrebbe eguagliare Hulk in quanto a potenza: siamo parlando di Cain Marko, meglio conosciuto come Fenomeno. Il personaggio creato da Stan Lee e Jack Kirby ha fatto due apparizioni nella saga Fox dedicata agli X-Men: in X-Men – Conflitto finale del 2006, interpretato dall’attore Vinnie Jones, e io Deadpool 2, ricreato grazie all’animazione digitale e al contributo di Ryan Reynolds.

Tralasciando l’iterazione mostrata nel film di Bratt Rattner, è quella che abbiamo visto in Deadpool 2 che potrebbe dare del vero filo da torcere al nostro amato Hulk, dal momento che stiamo parlando di un antagonista letteralmente inarrestabile, soprattutto grazie alla sua armatura, che lo rende invulnerabile a qualsiasi colpo gli si possa infliggere.

Al momento non sappiamo se vedremo nuovamente il personaggio di Fenomeno sul grande schermo: uno scontro con Hulk sarebbe di certo interessante, quantomeno per stabilire se esiste davvero un modo in cui il Gigante Verde può battere il fratellastro di Charles Xavier. Un ipotetico scontro cinematografico tra i due potrebbe prendere spunto proprio dai fumetti: una volta, grazie ad una delle sue incarnazioni più potenti – ossia War Hulk -, Hulk è stato in grado di fermare fisicamente Fenomeno.

Ricordiamo che, dopo Avengers: Endgame, Mark Ruffalo dovrebbe tornare a vestire i panni di Hulk nell’annunciata serie dedicata a She-Hulk che debutterà prossimamente su Disney+.

LEGGI ANCHE – Mark Ruffalo spera ancora in una rivincita di Hulk contro Thanos

Fonte: CBR

Josh Dallas: 10 cose che non sai sull’attore

Josh Dallas: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie ad una nota serie TV, l’attore Josh Dallas ha negli anni guadagnato sempre più consensi, affermandosi per la sua versatilità e il suo carisma. I suoi fan hanno poi potuto ritrovarlo anche sul grande schermo, come interprete in un noto cinecomic del Marvel Extended Universe.

Ecco 10 cose che non sai su Josh Dallas.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Josh Dallas Ginnifer Goodwin

Josh Dallas: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in un noto film di supereroi. Dopo alcuni piccoli ruoli nei film 80 Minutes (2008), The Boxer (2009) e The Descent Part 2 (2009), Dallas ottiene una buona popolarità ricoprendo il ruolo di Fandral nel film Thor (2011), recitando accanto agli attori Chris Hemsworth, Tom Hiddleston e Natalie Portman. L’anno seguente è invece nel cast di Red Tails, accanto ad attori come Bryan Cranston e Michael B. Jordan.

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Particolarmente attivo in televisione, Dallas ha negli anni partecipato ad alcuni episodi di serie come Doctor Who (2008), Hawaii Five-0 (2010), e CSI – Scena del crimine (2010). Dal 2011 diventa celebre dando vita ai personaggi David Nolan e Principe Azzurro nella serie C’era una volta, dove recita accanto a Jennifer Morrison e Colin O’Donoghue. Dal 2018 recita invece nella serie Manifest, nel ruolo di Ben Stone.

8. Ha doppiato un personaggio in un noto film d’animazione. Nel 2016 Dallas dà vita alla sua prima prova come doppiatore, partecipando al film Zootropolis, vincitore dell’Oscar come miglior film d’animazione. Qui l’attore ha dato voce al personaggio del maiale fioraio, esibendosi accanto ad attori come Jason Bateman e Idris Elba.

Josh Dallas è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 853 mila persone. All’interno di questo, egli è solito condividere proprie foto personali, scattate in momenti di svago quotidiano. Non mancano però anche foto di curiosità a lui legate o con fini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Josh Dallas e Ginnifer Goodwin

6. Ha sposato una sua collega. Dopo due anni di relazione, nel 2014 Dallas rende noto il suo matrimonio con l’attrice Ginnifer Goodwin, nota per il personaggio di Biancaneve nella serie C’era una volta. Proprio sul set di questa si sono incontrati e innamorati i due attori, che hanno poi dato vita a due figli, nati rispettivamente nel 2014 e nel 2016.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Josh Dallas Thor

Josh Dallas in Thor

5. Si è ispirato ad un noto attore. Per prepararsi al ruolo di Fandral in Thor, Dallas ha raccontato di aver tratto ispirazione dall’attore Errol Flynn, sia per il suo fascino che per la sua abilità di spadaccino. Ha poi aggiunto di non essere stato a conoscenza del fatto che la fonte di ispirazione per il personaggio nei fumetti fosse proprio Flynn.

4. Ha dovuto rinunciare al ruolo. La prima scelta per il ruolo di Fandral fu l’attore Zachary Levi, il quale tuttavia non poté accettare per via di altri impegni. La parte fu allora affidata al semi sconosciuto Dallas, che ottenne così una buona popolarità. Nel momento in cui questi, per via della serie C’era una volta, non poté riprendere il ruolo per il sequel, la parte fu riassegnata a Levi.

Josh Dallas in C’era una volta

3. È tornato per il gran finale. Dopo che l’attore aveva lasciato il suo ruolo al termine della sesta stagione, è stato richiamato un’ultima volta nella parte per il gran finale della settima stagione. L’attore ha dichiarato di essere stato entusiasta di poter concludere la serie così come era iniziata, dando il degno finale alla storia del proprio personaggio.

2. Il suo personaggio sarebbe dovuto comparire in modo diverso. Originariamente, gli ideatori della serie avevano previsto che il personaggio interpretato da Dallas comparisse soltanto attraverso dei flashback, poiché morto tempo prima. Tuttavia, data la grande chimica instauratasi tra l’attore e la Goodwin, decisero di riscrivere il tutto permettendogli di comparire nel tempo presente.

Josh Dallas: età e altezza

1. Josh Dallas è nato a Louisville, nel Kentucky, Stati Uniti, il 18 dicembre 1978. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Sandman: in attesa del live action, arriva l’audiolibro

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Sandman: in attesa del live action, arriva l’audiolibro

In attesa di nuovi aggiornamenti sull’annunciato adattamento live action di Sandman ad opera di Netflix, arriva la notizia che Audible, la multinazionale venditrice di programmi di intrattenimento audio distribuiti sul web, renderà disponibile i primi tre cicli narrativi della serie a fumetti (Preludi e notturni, Casa di bambole, Le terre del sogno) sotto forma di audiolibri.

Grazie a The Hollywood Reporter veniamo a conoscenza del prestigiosissimo cast di attori coinvolti nel progetto e che presteranno le loro voci ai personaggi della storia: James McAvoy sarà la voce di Sogno/Morfeo; Justin Vivian Bond sarà la voce di Desiderio; Kat Dennings presterà la voce a Morte; Miriam Margolyes presterà la voce a Disperazione; Michael Sheen sarà Lucifero ed Andy Serkis doppierà invece Matthew il Corvo.

Tra gli attori coinvolti nel progetto figurano anche Riz Ahmed (Corinthian), Taron Egerton (John Constantine), Samantha Morton (Urania Blackwell) e Bebe Neuwirthe (il Gatto Siamese). Al loro si aggiungo anche Arthur Darvill, William Hope e Josie Lawrence.

“Un cast di artisti davvero eccezionali darà vita a questo fenomeno culturale. Siamo onorati di lavorare a fianco di Neil Gaiman e DC per creare un adattamento davvero coinvolgente che sappiamo che i fan e gli ascoltatori adoreranno”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale David Blum, caporedattore di Audible Originals.

La prima parte della versione Audible di Sandman debutterà in America il 15 luglio. Gaiman sarà coinvolto in qualità di narratore e di produttore esecutivo insieme al suo storico collaboratore Dirk Maggs.

LEGGI ANCHE – Sandman: lo sceneggiatore lascia il film, ecco perché

Sandman (The Sandman) è una serie a fumetti nata dalla penna di Neil Gaiman e pubblicata dalla DC Comics tra il 1989e il 1996. La serie è composta da 75 albi, divisi poi in  10 volumi, nel quale il protagonista è Sogno, la personificazione antropomorfa di tutti i sogni.

Mission Impossible 7: i primi dettagli sul ruolo di Hayley Atwell

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Il regista Christopher McQuarrie e l’attrice Hayley Atwell sono stati ospiti di un recente podcast di Light the Fuse dove, naturalmente, hanno discusso degli attesissimi nuovi capitoli della saga di Mission Impossible. McQuarrie e la Atwell hanno avuto la possibilità di svelare i primi dettagli sul ruolo che l’attrice interpreterà nei due nuovi film: la Atwell figura tra le new entry della saga, insieme ai colleghi Shea Whigham, Pom Klementieff e Nicholas Hoult.

A proposito del suo personaggio, Hayley Atwell ha rivelato: “C’è ambiguità… la cosa interessante che stiamo esplorando è la sua resistenza ad una determinata situazione in cui si trova. Come il suo viaggio ha iniziato e dove la porterà durante il film. È un viaggio che riguarda la sua storia, cosa le viene chiesto di fare e dove ciò probabilmente la condurrà.”

Il regista Christopher McQuarrie, invece, ha aggiunto: “Affinché Hayley potesse esistere in un franchise come questo, non potevamo permetterci di farla apparire per qualche minuto e affidarle soltanto poche battuta. Non poteva essere questo il modo. Non volevamo che Hayley fosse una ripetizione di qualche personaggio che magari i fan già conoscono. Cosa ci è rimasto da esplorare? Cosa può rendere davvero unico questo personaggio? Abbiamo scritto una scena basata proprio su quello che crediamo sia il vero tratto distintivo del personaggio, ed è anche la scena che Hayley ha letto la prima volta che ci siamo incontrati. Abbiamo scoperto un’attrice dotata di un’energia incredibile e di una grande alchimia con Tom Cruise. Non si tratta di una specifica atmosfera che si viene a creare, si tratta proprio di una vibrazione. La senti, la percepisci e ti ritrovi a pensare: ‘Non so cosa fare con questa persona’.”

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I prossimi due capitoli della saga di Mission Impossible vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Nicholas Hoult (X-Men, Mad Max: Fury Road). Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust.

I due film verranno girati in contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast torneranno sul set per le riprese. Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e il 4 novembre 2022.

Nessun aggiornamento sul destino di August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati da Henry Cavill e Alec Baldwin, che secondo le ultime indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono morti?

The New Mutants arriverà in sala: ecco la nuova data di uscita

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The New Mutants arriverà in sala: ecco la nuova data di uscita

Alla fine, The New Mutants arriverà nelle sale! Dopo essere stato rimandato per l’ennesima volta a causa della pandemia di Covid-19 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane lo scorso 3 aprile), il tredicesimo film della saga di X-Men diretto da Josh Boone – nonostante i rumor delle ultime settimane che parlavano di una release direttamente in streaming – farà finalmente il suo debutto in sala quest’estate, precisamente il prossimo 28 agosto.

A proposito dell’arrivo al cinema del film, apprendiamo da The Hollywood Reporter un aneddoto decisamente interessante: la fonte conferma, infatti, che la versione del film che arriverà nelle sale ad agosto sarà ‘in larga parte’ quella mostrata nel 2017 durante i test screening, con il lavoro sugli effetti visivi portato ovviamente a compimento.

Sempre la fonte riconferma, inoltre, che le tanto chiacchierate riprese aggiuntive del film – che sarebbero dovuto servire a cambiarne il tono e ad inserire nuovi personaggi – non hanno mai avuto luogo (cosa rivelata già da Boone in una vecchia intervista). Di seguito il nuovo poster ufficiale del film che segnala la nuova data di uscita americana:

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The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire.

Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

ll film è prodotto da Simon KinbergKaren Rosenfelt Lauren Shuler Donner, mentre Stan Lee Michele Imperato Stabile sono i produttori esecutivi.

Clint Eastwood: 10 cose che non sai sull’attore e regista

Clint Eastwood: 10 cose che non sai sull’attore e regista

Considerato l’ultimo dei grandi autori classici, Clint Eastwood è una vera e propria leggenda vivente. Con una lunghissima carriera alle spalle, divisa tra recitazione e regia, egli è oggi uno dei più prolifici uomini di cinema in circolazione, capace con ogni suo film di indagare tanto sulla natura umana quanto sul complesso rapporto con i media, la giustizia e lo Stato. Giunto alla soglia dei novant’anni, Eastwood non accenna a rallentare il ritmo, sempre pronto a lavorare su nuove e complesse storie.

Ecco 10 cose che non sai di Clint Eastwood.

Parte delle cose che non sai sul regista

Clint Eastwood Oscar

Clint Eastwood: i suoi film da regista e attore

10. È autore di celebri film. Nel 1971 Eastwood esordisce alla regia con il film Brivido nella notte. Dopo una serie di titoli come Lo straniero senza nome (1973) e Coraggio… fatti ammazzare (1983), nel 1992, con Gli spietati, viene riconosciuto come grande autore, e da quel momento realizza acclamati titoli come Un mondo perfetto (1993), con Kevin Costner, I ponti di Madison County (1995), Space Cowboys (2000), Mystic River (2003), con Sean Penn, Million Dollar Baby (2004), con Hilary Swank, Flags of Our Fathers (2006), Lettere da Iwo Jima (2006), Changeling (2008), Gran Torino (2008), Invictus (2009), con Morgan Freeman, Hereafter (2010), J. Edgar (2011), con Leonardo DiCaprio, Jersey Boys (2014), American Sniper (2014), Sully (2016), con Tom Hanks, Ore 15:17 – Attacco al treno (2018), The Mule (2018) e Richard Jewell (2019).

9. Ha iniziato la sua carriera come interprete. Eastwood debutta come attore nel film Francis in the Navy (1955), ottenendo però solo ruoli di poco rilievo. La svolta arriva quando viene scelto come protagonista dei film Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966). Dal western passa poi a recitare in noti polizieschi come Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (1971), Una calibro 20 per lo specialista (1974) e Coraggio… fatti ammazzare (1983). Divenuto celebre come regista, Eastwood ha iniziato a ricoprire il ruolo del protagonista nei propri film, tra cui Gli spietati, Million Dollar Baby e Gran Torino. Nel 2018 torna a ricoprire il ruolo principale per il suo film The Mule.

8. Ha composto molte colonne sonore. Da sempre è nota la passione di Eastwood per la musica, ed egli stesso si è affermato negli anni come talentuoso compositore. Ha infatti scritto le colonne sonore per molti dei suoi film, ricevendo in più occasioni importanti riconoscimenti. Tra le più celebri si annoverano per quelle per Gli spietati, Mystic River, Million Dollar Baby e Gran Torino.

Clint Eastwood e gli Oscar

7. Ha vinto diversi premi Oscar. Il punto di svolta per Eastwood come regista è stato il film Gli spietati, che gli ha permise di vincere due premi Oscar, come miglior regista e miglior film. Viene poi nominato in queste stesse categorie nel 2004, per il film Mystic River, senza però riportare vittorie. Ha modo di rifarsi l’anno seguente, quando vince nuovamente come miglior film e miglior regista per Million Dollar Baby. È stato poi nominato come miglior regista per Lettere da Iwo Jima, e per il miglior film American Sniper. Nel 1995 gli è inoltre stato assegnato un Oscar alla memoria.

Clint Eastwood: il suo patrimonio

6. È tra le personalità più ricche del cinema. Eastwood negli anni ha dimostrato una grande poliedricità, distinguendosi tanto come interprete quanto come regista, ma ricoprendo anche il ruolo di produttore e compositore delle colonne sonore. Grazie ai suoi film, i quali hanno complessivamente guadagnato quasi due miliardi di dollari, oggi Eastwood vanta un patrimonio di circa 375 milioni di dollari.

Parte delle cose che non sai sul regista

Clint Eastwood figli

Clint Eastwood è una canzone dei Gorillaz

5. Gli è stata dedicata una celebre canzone. Tra i brani più celebri della band Gorillaz, vi è senza dubbio Clint Eastwood. La canzone si apre come un vero e proprio omaggio al personaggio interpretato dal regista ne La Trilogia del Dollaro, i celebri film western che lo resero famoso. Nel testo, come anche nel videoclip, si possono infatti ritrovare riferimento al personaggio interpretato da Eastwood, tra cui la frase “I got sunshine in a bag“, la quale indicherebbe il denaro che lo Straniero senza nome porta con sé nella borsa.

Clint Eastwood: chi sono i suoi figli

4. I suoi figli hanno intrapreso carriere artistiche. Nel corso della sua lunga vita, Eastwood ha avuto diverse relazioni, che lo hanno fatto diventare padre in più occasioni. I primi due figli, Kyle, musicista, e Alison, attrice, sono nati rispettivamente nel 1968 e nel 1972. Da una relazione extraconiugale, nel 1986, ha invece avuto il figlio Scott Eastwood, oggi noto attore. Nel 1993 nasce invece la figlia Francesca, anche lei divenuta attrice, mentre nel 1996 diventa padre per l’ultima volta di Morgan Colette.

Clint Eastwood: il suo ultimo film

3. Aveva rinunciato al progetto. L’ultimo film per ora uscito in sala del regista è stato Richard Jewell, storia di un uomo che viene inizialmente acclamato come eroe per aver sventato un attacco terroristico, salvo poi essere accusato di esserne lui stesso l’autore. Il film era stato proposto a Eastwood nel 2016, ma egli aveva declinato l’offerta per dirigere invece 15:17 – Attacco al treno. Il progetto passò allora in mani diverse, senza però trovare sviluppi concreti. Nel 2018, Eastwood, ora libero da altri impegni, si dichiarò interessato e firmò per curarne la regia.

2. Non ha interrotto il lavoro neanche per un incendio. Impegnato nel montaggio del film, Eastwood non ha voluto interrompere il lavoro neanche nel momento in cui un pericoloso incendio era divampato nei pressi degli studi della Warner Bros. Le uniche parole del regista a riguardo sarebbero state “C’è un lavoro da finire”, confermando, nonostante l’età avanzata, il suo celebre carattere indomito e la grande passione verso la sua professione.

Clint Eastwood: età e altezza

1. Clint Eastwood è nato a San Francisco, in California, Stati Uniti, il 31 maggio 1930. L’attore è alto complessivamente 193 centimetri.

Fonte: IMDb

Avatar 2: anche Kate Winslet nella prima foto del cast sul set

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Avatar 2: anche Kate Winslet nella prima foto del cast sul set

Dopo aver dato uno sguardo alle riprese subacquee, ecco arrivare finalmente online – attraverso l’account Twitter della saga – la prima immagine ufficiale del cast di Avatar direttamente dal set dei sequel. Lo scatto ritrae i veterani Sam Worthington e Zoe Saldana insieme alle new entry Cliff Curtis e il premio Oscar Kate Winslet.

L’immagine ci mostra i quattro attori impegnati con le riprese subacquee attraverso la performance capture, come si evince dai volti ricoperti dai marcatori. Nella didascalia che ha accompagnato la foto, è possibile leggere una piccola curiosità: “La maggior parte del motion capture si è svolta in questa enorme vasca da 3.4000 metri cubi, costruita appositamente per i sequel”.

LEGGI ANCHE – Avatar: la produzione dei sequel si ferma per il Coronavirus

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Harry Potter: qual è il membro più “fico” della famiglia Weasley?

La famiglia Weasley è sicuramente quella più amata nel mondo di Harry Potter. Sembra strano pensare che siano Purosangue, eppure lo sono eccome, anche se vogliono a tutti i costi vantare legami con i Babbani.

Sono rossi e un po’ scapestrati, tutti tranne mamma Molly, sono buoni e allegri, soprattutto sono la famiglia che Harry non ha mai conosciuto, e quindi anche la famiglia di lettori e spettatori.

Sebbene tutti, ognuno a suo modo, hanno provato di essere virtuosi e coraggiosi, qualcuno ha dimostrato di essere un po’ più goffo e noioso degli altri. Ecco quindi la Famiglia Weasley, dal più al meno noioso!

Percy Weasley

Percy Weasley è un insostenibile borioso pieno di sé. È preso in giro senza pietà dai suoi fratelli per il suo zelo, la sua passione per le regole e il suo comportamento pomposo. Tuttavia, ciò non gli impedisce mai di vivere la sua vita come vuole. Nonostante ciò, la fiducia può essere un vantaggio, e il suo lavoro con il Ministero della Magia gli offre molti vantaggi nell’alta società dei maghi, anche questo ha significato per un breve periodo, il tradimento della sua famiglia. Sappiamo però che alla fine si è pentito e ha combattuto a Hogwarts contro l’armata di Voldemort.

Arthur Weasley

Arthur Weasley, il patriarca della famiglia, si posiziona molto in basso nella scala della “ficaggine” di famiglia. È ben intenzionato ed è uno dei personaggi più buoni della serie, ma ha un sacco di aspetti che lo rendono goffo, tutti legati alla sua passione per i babbani e il loro mondo. Si eccita troppo per qualsiasi cosa legata ad essi e di conseguenza perde spesso la sua compostezza, caratteristica per lo può rendere simpatico ma anche imbarazzante.

Molly Weasley

Molly Weasley è la matriarca della famiglia e una madre meravigliosa, che tiene insieme una casa accogliente per la sua famiglia e i loro amici. Ha anche ucciso Bellatrix Lestrange, in uno dei momenti più cool della serie. Mentre ammette, in Harry Potter e il Calice di Fuoco, che era solita sgattaiolare fuori dal dormitorio dei Grifondoro dopo l’orario, cosa che la rende un po’ ribelle, è anche un personaggio molto apprensivo, e spesso perde la pazienza, oltre ad essere molto severe, come ogni madre con tanti figli un po’ ribelli.

Charlie Weasley

I fan non conoscono molto bene Charley Weasley, il secondogenito di famiglia, ma ciò che viene rivelato di lui è che è un tipo simpatico con un lavoro pericoloso ma incredibile, dato che addestra draghi in Romania. Harry e il pubblico lo incontrano ne Il Calice di Fuoco quando si unisce alla famiglia ai Mondiali di Quidditch, e si presenta di nuovo quando consegna draghi a Hogwarts per il Torneo Tremaghi. La descrizione fisica che ne abbiamo nei libri ci indica che è robusto e ha molte cicatrici da ustioni, che sono i risultati della sua professione. Sembra abbastanza cool, tutto sommato, ma lo vediamo troppo poco nei libri (e per niente nei film) per dargli una posizione più alta.

Ron Weasley

Ron Weasley è il migliore amico di Harry Potter ed è stato parte integrante e attiva della lotta a Voldemort e della distruzione dei suoi Horcrux. È il Weasley favorito dai fan, ma non è necessariamente il personaggio più fico, soprattutto rispetto ai suoi fratelli più avanti nella lista. È assolutamente terribile con le donne, non riesce a essere intenzionalmente affascinante nonostante sia un personaggio molto dolce, quando abbassa la guardia. Ad esempio, quando chiede a Fleur Delacour di andare con lui al Ballo del Ceppo, le urla in faccia l’invito, e poi scappa, senza nemmeno aspettare la sua risposta. Nel suo quinto anno, diventa una specie di eroe del Quidditch, cosa che lo fa diventare certamente più interessante.

Ginny Weasley

Ginny Weasley è l’unica femmina della cucciolata Weasley, è fichissima e sarebbe più avanti in classifica se non fosse che quelli che occupano le posizioni due e tre sono davvero i migliori. All’inizio della serie è molto goffa e innamoratissima di Harry, pur conservando l’amore per lui, cresce molto e si rivela una donna in gamba e una strega molto potente. Ha un paio di fidanzati che non appartengono a Grifondoro, dimostrando che è una persona simpatica in generale. Finisce anche per diventare una star del Quidditch ed è famosa per le sue fatture.

Fred e George Weasley

Non è possibile separare i gemelli Weasley poiché le loro gesta sono sempre intrecciate. I gemelli sono dei gran burloni e hanno la reputazione di organizzare grandi feste nella sala comune di Grifondoro. A volte però possono farsi prendere la mano. Ad esempio, quando lasciano che Dudley ingerisca delle caramelle che gli provocano seri danni emotivi. Anche se Dudley è un marmocchio viziato, ciò non scusa i gemelli che si fanno gioco di qualcuno più debole di loro poiché non può usare la magia. In più, ridono anche del trauma che gli infliggono. Tuttavia, la loro crudeltà viene bilanciata dalla loro genialità, e non si può negare che la loro uscita da Hogwarts in Harry Potter e l’Ordine della Fenice sia qualcosa che rimarrà nella memoria.

Bill Weasley

Harry lo dice meglio di qualunque altra descrizione possibile, quando incontra per la prima volta il maggiore dei fratelli Weasley, in Harry Potter e il Calice di Fuoco: “Non c’era altra parola per lui, se non fico“. È uno spezza-incantesimi per la banca Gringott, professione che lo porta a viaggiare per il mondo per affrontare compiti eccitanti e pericolosi. È incredibilmente bello e sposa la donna più bella della serie, Fleur. Inoltre, è sopravvissuto a un attacco di lupo mannaro, riuscendo a scamparla con solo qualche cicatrice. Bill è il più simpatico della famiglia Weasley, e il vincitore totale di questa classifica.

Animazione: i 10 film più fotorealistici

Animazione: i 10 film più fotorealistici

I film d’animazione sono tendenzialmente apprezzati ed amati dal pubblico di tutte le età, non soltanto dagli spettatori più giovani ai quali sembrano essere destinati in maniera esclusiva. Il processo di realizzazione di un film animato – spesso certosino e assai scrupoloso – è affascinanti e complesso, ma spesso non è conosciuto  o compreso da tutti, nonostante gli innumerevoli capolavori che l’animazione è stato in grado di regalarci in tutti questi anni di storia del cinema.

L’evoluzione della tecnologia ha permesso la realizzazione di film animati le cui immagini fossero sempre più ricche di dettagli e più vicine che mai alla realtà. Di seguito abbiamo raccolto i 10 film d’animazione più belli di tutti i tempi, classificati in base ai più eccellenti livelli di fotorealismo:

Il principe d’Egitto

L’epico racconto biblico Il principe d’Egitto fa affidamento ad un’animazione stilizzata, ma i livelli di realismo e di dettaglio catturati dal film sono davvero sorprendenti. I toni scuri del film si sposano alla perfezione con l’epoca e il mondo che vengono rappresentati.

Gli splendidi paesaggi dell’Egitto sono stati portati in vita attraverso l’impiego della migliore tecnologia che l’annata 1998 aveva da offrire. Visivamente, il film è ancora bello da guardare oggi: all’epoca della sua uscita rappresentò il film d’animazione più costoso della storia del cinema. 

Kubo e la spada magica

Realizzato attraverso la tecnica della stop-motion, Kubo e la spada magica racconta una storia fantastica in cui si mescolano streghe, mostri e fantasmi. Nonostante il forte tessuto narrativo tipico della fiaba, il film è in grado di restituire un livello di dettaglio e di realismo assai raro per una pellicola animata. Il film presenta anche uno dei modelli più grandi mai impiegati per un film in stop-motion (circa 18 piedi di altezza).

Anomalisa

Anomalisa racconta, in chiave apparentemente ironica, la storia di un esperto customer service che non è più in grado di connettersi con le persone. Il film, caratterizzato da una maturità disarmante, porta la firma inconfondibile del regista e sceneggiatore Charlie Kaufman, ed è infatti intriso di umorismo nero e di malinconia.

Attraverso lo stop-motion, Anomalisa punta al fotorealismo, con ogni dettaglio relativo ai personaggi (dalle acconciature all’abbigliamento) che rasenta la perfezione. Realizzato con un budget limitato, il film regala un livello di realismo a dir poco straordinario e viene spesso menzionato nelle classifiche dei migliori film dell’annata 2015.

Una tomba per le lucciole

Ambientato durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, Una tomba per le lucciole è un racconto fortemente radicato nella realtà che racconta una bellissima storia di sopravvivenza. L’aspetto più emozionale e commovente del film si riflette anche nei suoi elementi visivi, con il mondo che circonda i personaggi rappresentato attraverso dettagli cupi ma sbalorditivi, un connubio potentissimo che non è facile trovare nei film d’animazione. Una tomba per le lucciole cattura magnificamente la tragedia di quel periodo attraverso la desaturazione dei paesaggi e delle città in rovina.

La città incantata

Anche se La città incantata presenta concetti e tematiche molto complessi per un film d’animazione tradizionale, riesce comunque a bilanciare i suoi toni surreali e fantastici con un devoto impegno al realismo che risulta comunque ineccepibile. Sebbene il film abbia quasi due decenni, risulta ancora oggi strabiliante dal punto di vista visivo.

Con paesaggi mozzafiato popolati di dettagli e sontuosi interni ricchi di particolari non sempre facili da cogliere, La città incantata è un film che sospende qualsiasi incredulità ma che riesce a non perdersi mai nella banalità, e che merita di essere visto più di una volta.

Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno

Uscito nel 2011, Le avventure di Tintin: Il segreto dell’unicorno è stato realizzato attraverso l’utilizzo della motion capture, regalando agli spettatori un’avventura carica di realismo, sensazione che attraverso l’animazione tradizionale sarebbe stata impossibile da riprodurre. Anzi, è proprio grazie al connubio tra le tecniche dell’animazione e le interpretazioni “dal vivo” che il film è stato capace di costruire un aspetto visivo così unico. Nonostante l’eccessiva stilizzazione delle immagini, il film presenta un mondo ricco di dettagli e di personaggi elaborati.

The LEGO Movie

Sebbene The LEGO Movie non racconti di personaggi “umani”, riesce comunque ad emulare la nostra realtà in maniera sorprendente (oltre che divertente!). Gli iconici mattoncini prendono vita in modo entusiasmante, a tal punto da indurci a credere che siano “quasi” reali.

Il team creativo dietro il film si è ispirato alle varie compilation in stop-motion presenti sul canale YouTube ufficiale della LEGO per replicare le gesta e le azioni dei mattoncini. Inoltre, i personaggi del film caricati anche di una certa dose d’imperfezione, tramite graffi e impronte digitali che contribuiscono ancora di più a quel senso di realismo.

Your Name

Senza dubbio, Your Name del 2016 è uno dei film d’animazione in 2D più belli di tutti i tempi. Questo dramma incentrato sul body-swap ha dato vita ad una rappresentazione tanto della città quanto della campagna ricca di dettagli, con alcuni dei paesaggi più realistici e visivamente più sbalorditivi mai visti in un film d’animazione. Il livello di dettaglio è davvero senza eguali, con la complessità del mondo che ci circonda reso in una maniera così viva come forse in passato non sarebbe mai stato possibile.

Toy Story 4

Utilizzando la migliore tecnologia disponibile, Toy Story 4 è pura avanguardia nel campo dell’animazione 3D, capace di presentare gli amati personaggi della saga attraverso dettagli più sbalorditivi che mai. Il franchise ha fatto molta strada dal lontano 1995 e le differenza, soprattutto in campo visivo, sono davvero sorprendenti.

Dalle fibre degli abiti di Woody ai personaggi umani del film, tutto appare incredibilmente mozzafiato. La lavorazione del film è stata particolarmente impegnativa, con ogni fotogramma che richiedeva dalle sessanta alle centosessanta ore per essere di lavorazione.

Il giardino delle parole

Il giardino delle parole è un film metodico e contemplativo, che affronta temi importanti come la solitudine e il senso di responsabilità. Ciò si riflette nel tono del film e nel suo aspetto visivo. Con diverse scene ambientate sotto la pioggia davvero impressionanti ambientate, il livello di dettaglio di questo film non ha davvero eguali. Inoltre, la stessa città in cui si svolge la storia è resa in una maniera davvero impressionante, dando allo spettatore la sensazione di un film che voglia travalicare i confini del fotorealismo. Il giardino delle parole è pura gioia per gli occhi; un’esperienza che tutti dovrebbero provare.

Fonte: ScreenRant

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’ispirazione per la spada laser di Leia

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In Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Rey ha trovato un nuovo maestro per addestrarla sulle vie del Lato Chiaro: Leia Organa. Dopo la morte del generale, Rey si reca ad Ahch-To, dove il fantasma di forza di Luke Skywalker le consegna la spada laser di Leia. Il debutto di questa spada laser inedita è stato degno di nota in sé e per sé, soprattutto perché ci mostra una parte della storia di Leia che non conoscevamo ancora, ovvero il suo addestramento Jedi.

La spada, che Rey custodisce, ha un ruolo fondamentale in tutto il film, e soprattutto nel finale svolge la sua funzione più importante, come sa chi ha visto l’Episodio IX.

Ora, il concept artist Matthew Savage ha condiviso delle immagini che mostrano da vicino la spada laser di Leia, rivelando l’ispirazione alla base del suo particolare design.

“Sono stato fortunato ad essere una delle tante persone coinvolte nella progettazione della spada laser di Leia per L’Ascesa di Skywalker – ha scritto Savage – Il design inizia con un prototipo che poi viene fatto rimbalzare trai vari reparti fino a quando non viene finalizzato. L’area dell’emettitore è stata ispirata da una lampada Art Déco di Walter Von Nessen che ci ha suggerito J.J. (Abrams).”

Il cast di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam DriverDaisy RidleyJohn Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Maleficent – Signora del Male su Disney+ dal 29 maggio.

Maleficent – Signora del Male su Disney+ dal 29 maggio.

Dopo il grande successo al box office italiano, il film Disney Maleficent – Signora del Male debutterà su Disney+ dal 29 maggio.

Lo scorso ottobre Roma ha ospitato Angelina Jolie, l’attrice vincitrice di un’Oscar e di tre Golden Globe, e Michelle Pfeiffer, l’attrice vincitrice di un Golden Globe, per presentare l’anteprima europea del film nella città eterna. Per l’occasione, le due attrici hanno sfilato lungo via della Conciliazione su un carpet di 90 metri in black&white, tra Castel Sant’Angelo e la Cupola di San Pietro, incantando i fan italiani.

Iscriviti a Disney+ per guardare Maleficent: Signora del Male e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Maleficent – Signora del Male vanta la presenza di un cast stellare come Angelina Jolie, Elle Fanning, Chiwetel Ejiofor, Sam Riley, Harris Dickinson, Ed Skrein, Imelda Staunton, Juno Temple, Lesley Manville e Michelle Pfeiffer nel ruolo della Regina Ingrith ed è diretto da Joachim Rønning. Basato su una storia di Linda Woolverton e scritto da Linda Woolverton e Noah Harpster & Micah Fitzerman-Blue, il film è prodotto da Joe Roth, Angelina Jolie e Duncan Henderson, mentre Matt Smith, Jeff Kirschenbaum e Mike Vieira sono i produttori esecutivi.

Nel film Disney Maleficent – Signora del Male, sequel del successo mondiale al box office del 2014, Malefica e Aurora devono affrontare la complessità dei legami famigliari quando le loro strade vengono separate da un matrimonio imminente, alleanze inaspettate e dall’ingresso di nuove forze oscure. Il tempo è stato gentile con Malefica e Aurora. Il loro rapporto, nato da un tradimento, dalla vendetta e infine dall’amore, è cresciuto ed è forte. Ciononostante c’è ancora dell’astio tra gli uomini e le creature magiche. Il matrimonio di Aurora con il Principe Filippo è motivo di festeggiamenti in tutto il Regno e nelle terre vicine poiché le nozze uniranno i due mondi. Un incontro inaspettato però darà vita a una nuova potente alleanza: Malefica e Aurora si ritroveranno sui fronti opposti di una Grande Guerra che metterà alla prova la loro lealtà e le porterà a chiedersi se potranno essere davvero una famiglia.

Maleficent – Signora del Male è uscito il 17  ottobre 2019, continuando a cavalcare l’onda dei live action dei classici Disney. Maleficent – Signora del Male sarà diretto da Joachim Ronning, che collaborerà ancora con Espen Sandberg, come per Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.

Maleficent – Signora del Male rientra nella nuova politica Disney del revival in live action del classici d’animazione. Dopo il primo capitolo, Cenerentola, La Bella e la Bestia e Il Libro della Giungla, Aladdin, Dumbo e Il Re Leone già arrivati in sala, il film con protagonista la Jolie si aggiunge alla lista di film che riproporranno in carne e ossa i personaggi iconici della Casa di Topolino, insieme a tanti altri confermati e molti che sicuramente arriveranno.

L’hotel degli amori smarriti da 25 maggio sulle piattaforme digitali

Officine UBU ha annunciato che il film L‘hotel degli amori smarriti di Christophe Honoré, la cui uscita nei cinema lo scorso 20 febbraio era stata bruscamente interrotta a causa dell’emergenza Covid-19, sarà dal 25 maggio disponibile per la visione web on demand sulle principali piattaforme digitali.

L’hotel degli amori smarriti  arriva on demand dopo essere stato presentato con successo al 72° Festival di Cannes, dove la protagonista Chiara Mastroianni ha ottenuto il Premio per la Miglior Interpretazione nella sezione Un Certain Regard, e dopo essere stato designato FILM DELLA CRITICA dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI, che lo ha definito una commedia sentimentale irresistibile e ironica, piena di spunti narrativi audaci, che si offre anche come una candida riflessione esistenziale. Trasportato dalla superba energia di Chiara Mastroianni, Christophe Honoré intreccia melodramma e favola fantastica sognando orizzonti sentimentali ed erotici tutti da sperimentare.

Officine UBU supporta il cinema anche in versione online e lo fa distribuendo il film L’hotel degli amori smarriti  dal 25 maggio sulle principali piattaforme digitali, tra cui MioCinema e #iorestoinSALA, entrambe fortemente volute e gestite dagli esercenti cinematografici colpiti dalla fase emergenziale che ha imposto la chiusura delle sale. MioCinema è la piattaforma di prossimità dedicata al cinema d’autore che aggiornerà ogni 15 giorni il suo catalogo, permettendone l’acquisto legato alla propria sala cinematografica “reale” e “di fiducia”, la quale avrà una percentuale (40%) del biglietto. La visione web replicherà per quanto possibile il posto in sala e gli utenti potranno interagire tramite chat (info al sito http://miocinema.it). #iorestoinSALA è la nuova iniziativa digitale nata dalla volontà comune di un gruppo di Esercenti cinematografici che gestiscono circa 70 strutture per un totale di circa 170 schermi e che – in attesa di poter tornare a riempire fisicamente le sale, hanno deciso di creare una soluzione on-line per soddisfare le necessità dei propri spettatori. La visione online di entrambe queste piattaforme verrà garantita dalla piattaforma nazionale Mymovies del gruppo GEDI, che raccoglierà i film nelle categorie “current o catalogo”. La visione web sarà affiancata da una serie di attività collaterali quali presentazioni, dibattiti e promozioni.

Dopo vent’anni di matrimonio, Richard scopre che Maria lo tradisce. Lei decide di lasciare il domicilio coniugale e di trasferirsi nell’hotel di fronte, dal quale avrà una vista privilegiata sul suo appartamento, su Richard e sul loro matrimonio. Nella stanza 212 Maria riceverà delle visite inattese dal suo passato, con le quali rivivrà i ricordi di amori sognati e perduti in una magica notte che le cambierà la vita.

Il diritto di opporsi arriva in digital

Il diritto di opporsi arriva in digital

Il diritto di opporsi, il dramma illuminante che porta sul grande schermo una delle storie più importanti del nostro tempo, con protagonisti Michael B. Jordan e i premi Oscar Jamie Foxx  e Brie Larson a partire dal 14 maggio sarà disponibile per l’acquisto in digitale (anche in 4K UHD*) su Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV. Dal 28 maggio sarà inoltre disponibile anche per il noleggio su Sky Primafila, Infinity e VVVVID.

In occasione dell’uscita digitale del film, i primi 10 minuti di Il diritto di opporsi sono già disponibili sul canale Youtube ufficiale di Warner Bros. Italia. Tra i contenuti extra spiccano la riflessione di Michael B. Jordan e Bryan Stevenson sull’importanza di raccontare questa storia al pubblico di oggi, lo speciale dedicato alla Equal Justice Initiative, dai modesti inizi fino a diventare un protagonista del cambiamento capace di avere un impatto positivo su migliaia di persone, e oltre 15 minuti di scene inedite.

IL FILM

Il premiato regista Destin Daniel Cretton (“Il castello di vetro”, “Short Term 12”) ha diretto il film da una sceneggiatura che ha co-scritto, tratta dal pluripremiato best-seller di memorie ad opera di Bryan Stevenson.

Il diritto di opporsi si basa sulla vera storia, potente e stimolante, del giovane avvocato Bryan Stevenson (Jordan) e la sua storica battaglia per la giustizia. Dopo essersi laureato ad Harvard, Bryan avrebbe potuto scegliere fin da subito di svolgere dei lavori redditizi. Al contrario, si dirige in Alabama con l’intento di difendere delle persone condannate ingiustamente, o che non avevano una rappresentanza adeguata, con il sostegno dell’attivista locale Eva Ansley (Larson). Uno dei suoi primi casi, nonché il più controverso, è quello di Walter McMillian (Foxx), che nel 1987 viene condannato a morte per il famoso omicidio di una ragazza di 18 anni, nonostante la preponderanza di prove dimostri la sua innocenza, e il fatto che l’unica testimonianza contro di lui sia quella di un criminale con un movente per mentire. Negli anni che seguono, Bryan si ritroverà in un labirinto di manovre legali e politiche, di razzismo palese e sfacciato, mentre combatte per Walter, e altri come lui, con le probabilità – e il sistema – contro.

Fanno parte del cast principale anche Rob Morgan (“Mudbound”) nei panni di Herbert Richardson, un detenuto che si trova nel braccio della morte in balia del proprio destino; Tim Blake Nelson (“Wormwood”) nel ruolo di Ralph Myers, la cui cruciale testimonianza contro Walter McMillian verrà messa in discussione; Rafe Spall (“La grande scommessa”) è Tommy Chapman, il procuratore distrettuale che si batte per la colpevolezza e la condanna di Walter; O’ Shea Jackson Jr. (“Straight Outta Compton”) nei panni di Anthony Ray Hinton, un altro detenuto condannato a morte ingiustamente, la cui causa viene presa in carico da Bryan, e Karan Kendrick (“Il coraggio della verità”) nel ruolo della moglie di Walter, Minnie McMillian, che è sempre rimasta al fianco di suo marito.

Il film è prodotto dal due volte candidato all’Oscar® Gil Netter (“La vita di Pi”, “The Blind Side”), Asher Goldstein (“Short Term 12”) e Michael B. Jordan, mentre Bryan Stevenson, Mike Drake, Niija Kuykendall, Gabriel Hammond, Daniel Hammond, Scott Budnick, Jeff Skoll e Charles D. King sono i produttori esecutivi.

Cretton ha scritto la sceneggiatura con Andrew Lanham (“Il castello di vetro”), basata sul libro di Stevenson Just Mercy: A Story of Justice and Redemption (Fazi Editore). Pubblicato nel 2014 da Spiegel & Grau, il libro è stato per 180 settimane nella lista dei best seller del New York Times, e nel complesso è stato nominato uno dei migliori libri dell’anno da numerosi top outlets, tra cui TIMEMagazine. Per la sua opera, Stevenson si è aggiudicato inoltre la Andrew Carnegie Medal for Excellence, un NAACP Image Award e il Dayton Literary Peace Prize per la Nonfiction.

La squadra creativa che ha collaborato con Cretton dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Brett Pawlak, la scenografa Sharon Seymour, il montatore Nat Sanders e il compositore Joel P. West, che hanno tutti precedentemente collaborato con il regista in “Il castello di vetro”. Fa parte del gruppo anche la costumista Francine Jamison-Tanchuck (“Detroit”, “End of Justice – Nessuno è innocente”).

Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Endeavor Content/One Community/Participant Media/Macro, una produzione Gil Netter, una produzione Outlier Society: Il diritto di opporsi

CONTENUTI EXTRA

  • MAKING MERCY: Michael B. Jordan presenta la crew di professionisti che, davanti e dietro la camera, ha messo tutta la propria passione per onorare il racconto della storia di Bryan Stevenson sul grande schermo
  • THE EQUAL JUSTICE INITIATIVE: Bryan Stevenson e Michael B. Jordan raccontano la nascita e lo sviluppo della Equal Justice Initiative, dai suoi modesti inizi fino a diventare un potente protagonista del cambiamento, capace di avere un impatto positivo sulla vita di migliaia di persone, arrivando alla creazione del National Memorial for Peace and Justice
  • THIS MOMENT DESERVES: Michael B. Jordan discute insieme alla sua controparte fuori dallo schermo, il vero Bryan Stevenson, sulla storia de Il diritto di opporsi, sul perchè questo film sia importante per il pubblico di oggi e sul processo creativo e le ricerche svolte per adattare il libro al grande schermo
  • 15 MINUTI DI SCENE TAGLIATE

Il diritto di opporsi è già disponibile per il pre-order su:

Mad Max: Tom Hardy vs Charlize Theron, gli attori parlano dei retroscena

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Mad Max: Fury Road di George Miller è stato uno degli ultimi film, arrivati in sala di recente, che ha davvero fatto innamorare gli amanti del cinema, dell’avventura e del grande schermo.

Il regista ha diretto Charlize Theron e Tom Hardy, nei panni di Furiosa e Max, facendo di loro due vere e proprie icone del cinema moderno, pur spingendo al limite i due attori. Sono state frequenti infatti le voci di liti e screzi sul set, soprattutto trai due protagonisti.

Adesso, in una lunga intervista concessa al New York Times, le due star hanno parlato nel dettaglio delle loro discussioni e di qual è stata la causa scatenante dei litigi sul set.

Theron ha dichiarato: “Ripensandoci non avevo capito realmente cosa deve aver provato Tom Hardy nel raccogliere l’eredità di Mel Gibson. Deve essere spaventoso! E credo che a causa della mia paura abbiamo alzato delle barriere per proteggerci invece che dirci ‘Questo è spaventoso per te e lo è anche per me. Cerchiamo di essere gentili tra di noi’. In un modo strano stavamo agendo come i nostri personaggi: tutto riguardava la sopravvivenza“.

Aggiungendo poi: “La cosa più forte che ci stava facendo portare avanti l’intera produzione era la paura. Ero incredibilmente spaventata perché non ho avevo mai fatto niente di simile. Credo che la cosa più difficile tra me e George fosse che lui aveva il film nella sua testa e io cercavo disperatamente di capirlo“.

Tom Hardy ha detto in merito: “Sotto molti punti di vista era troppo per me. La pressione su entrambi alle volte era troppa. Ciò di cui avevo bisogno era un partner con più esperienza rispetto a me. Ed è qualcosa che non si può fingere. Voglio pensare che ora che sono più vecchio e brutto sarei all’altezza della situazione“.

Hardy ha poi proseguito, spiegando che le riprese si svolgevano in pochissimo tempo, era un set molto veloce e gli attori dovevano fidarsi del regista ciecamente, ma spesso non sapevano in che modo avrebbe agito. Questo, ovviamente, generava tensione.

Stando a quanto hanno dichiarato anche Rosie Huntington-Whitley e Zoe Kravitz in merito ai difficili rapporti sul set del film, sembra opinione condivisa che la visione di Miller era così totale e completa che nessuno riusciva a stargli dietro, e in un film così impegnativo, anche fisicamente, deve essere un elemento che sicuramente aumenta la tensione.

Tuttavia, dal canto suo, anche George Miller ha sofferto molto queste riprese, tanto che la moglie ha dichiarato in passato: “Alla fine delle riprese, dopo sei mesi, era quasi a pezzi. Ero preoccupata per lui. Avreste dovuto vederlo alla fine delle riprese, era così magro“.