A pochi giorni dall’uscita nelle
sale di Glass,
M. Night Shyamalan ha voluto condividere un
emozionante messaggio sul suo profilo twitter dove sancisce la fine
di un percorso creativo iniziato nel 2000 con
Unbreakable.
Queste le parole del regista:
“Ad una settimana dall’uscita di Glass mi sento pieno di tante
emozioni. Sono appena atterrato a Philadelphia, felice di essere a
casa. La fine della trilogia sembra un capitolo che si sta
chiudendo nella mia carriera. Non posso dirvi quanto sono grato di
avere la possibilità di raccontarvi storie.“
One week out from @GlassMovie
I am filled with so many emotions. I just landed in philly so happy
to be home. The trilogy closing feels like a chapter is closing in
my career. I can not tell you how grateful I am to tell stories to
you guys.
Intervistato da Vulture in
occasione dell’uscita
di Glass, M. Night
Shyamalan ha negato qualsiasi ipotesi di sequel e
svelato un interessante dettaglio della lavorazione del primo film
con Bruce Willis.
Queste le parole del regista:
“Originariamente Unbreakable e Split erano stati concepiti come
un’unica storia. David Dunn e l’Orda si sarebbero incontrati in
stazione e Dunn avrebbe iniziato a…Tuttavia ero consapevole che
sarei andato incontro ad alcuni problemi narrativi, e ogni volta
che alzi la posta in gioco, non puoi più tornare indietro […] Ma se
avessi introdotto le due ragazze rapite, il tempo utile per lo
sviluppo del personaggio sarebbe stato minimo e ne avrebbe tolto a
quello di David, della moglie e del figlio“.
Sul sequel Shyamalan ha invece
spiegato:
“L’idea non mi interessa perché
non c’è abbastanza pericolo. È come se la mia arma non fosse adatta
agli effetti pirotecnici richiesti…semplicemente non sono bravo in
queste cose. Film come Avengers e altri del genere…non saprei
proprio dove iniziare“.
Qui la prima sinossi: Dunn
(Bruce Willis) sta dando la caccia alla Bestia, controparte
sovrumana di Crumb (James McAvoy), scontrandosi con lui in maniera
sempre più aspra. Intanto Price (Samuel L. Jackson) emerge
dall’ombra, nascondendo dei segreti che si riveleranno pericolosi
per entrambi.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
La diversità sarà un valore
celebrato dalla Fase 4 del MCU, come spiegato da Kevin Feige
in numerose interviste, e il film su Vedova Nera
potrebbe inaugurare questa nuova fase diventando il primo capitolo
dei Marvel Studios ad uscire nelle sale come
vietato ai minori. A suggerirlo è Charles Murphy di That Hashtah
Show su Twitter, precisando che si tratterebbe soltanto di un rumor
e non di una conferma ufficiale.
Lo standalone riprenderà le sorti di Natasha
Romanoff quindici anni dopo la caduta dell’Unione
Sovietica negli Stati Uniti. Detto ciò, è evidente che il film si
piazzerà in un momento della timeline antecedente
a Iron Man 2 (dove Vedova Nera debuttava
ufficialmente). Probabile quindi
un’ambientazione a metà degli anni 2000, una posizione storica che
potrebbe ammettere la tanto sperata reunion tra Natasha e Clint
Barton (Occhio di Falco) mentre collaborano a
Budapest, oppure il primo incontro fra l’eroina e
il Soldato d’Inverno.
Vi ricordiamo la
sceneggiatura del cinecomic è stata affidata a Jac
Schaeffer (già autrice di TiMER, Nasty
Woman, Frozen – Le avventure di Olaf) e la regia
a Cate Shortland.
Il villain del film
su Vedova Nera sarà quasi sicuramente un
uomo, descritto come un individuo “entusiasmante” e di etnia non
identificata, ma che si aggira intorno ai quarant’anni. Sfogliando
la storia dell’eroina nei fumetti, un personaggio che corrisponde a
questa descrizione è il Guardiano Rosso,
soldato russo tra i più amati dai fan; oppure potrebbe trattarsi
di Taskmaster, supercriminale mercenario
capace di duplicare perfettamente i movimenti di chiunque e
infiltrato nello SHIELD. Possibile, vista l’ambientazione in
Europa, anche la presenza di Night Raven,
apparso nella graphic novel Fury / Black Widow: Death Duty. Viene inoltre
menzionato che gli studios sono in cerca di un’attrice di 50 anni
che possa interpretare un villain secondario.
Sono stati assegnati nella notte i
Critics’ Choice Awards 2019, in precedenza
chiamati Broadcast Film Critics Association Awards (o BFCA Awards)
e Critics’ Choice Movie Awards, i riconoscimenti che la critica
statunitense assegna al meglio di cinema e tv.
I premi di quest’anno si sono
distinti per ben due parimerito nelle categorie dedicate alle
attrici, quella principale delle attrici di cinema e quella della
migliore interpreta in una mini serie.
Inoltre, i critici americani hanno
deciso di premiare Roma
di Alfonso Cuaron, che ha vinto per il miglior
film, la regia, la fotografia e per il miglior film straniero. Si
potrebbe quasi parlare di concorrenza sleale! In che modo
gestiranno il bellissimo film del regista messicano agli Oscar?
Stephen King è uno
degli autori migliori che la letteratura mondiale abbia mai potuto
conoscere. Ha emozionato milioni di persone e intere generazioni
con i suoi romanzi, continuando a scrivere racconti di successo uno
dietro l’altro.
Di Stephen King, i libri adattati
sono davvero numerosi, diventando forse l’autore più inflazionato
in questo senso: basti pensare che, giusto per fare qualche
esempio, tra il 2019 e il 2020 sono previsti gli adattamenti di
Pet Sematary,
Doctor Sleep, Revival e Sleeping Beauties (che dovrebbe
diventare una serie tv). E se si pensa che dal Stephen King’s world
sono in arrivo altre idee, non resta che aspettare prima i libri e
poi gli adattamenti.
Ecco, allora, una lista di dieci film da vedere tratti
dai romanzi di Stephen King.
Stand By Me – Ricordo di
un’estate
Nel 1986, uscì nei cinema un film
diventato un cult: Stand by Me – Ricordo di un’estate.
Tratto dal racconto Il corpo, facente parte della raccolta
Stagioni Diverse di King, il film è diretto da Rob Reiner, con Wil Wheaton, River
Phoenix, Corey Feldman e Jerry
O’Connell.
Il film, come il libro, è
ambientato durante il periodo estivo (momento di perdita
dell’innocenza e acquisizione della consapevolezza) dell’anno 1959:
quattro amici dodicenni, Gordon, Chris, Teddy e Vern, decidono di
andare alla ricerca del corpo di Ray Bower, un ragazzo scomparso
tre giorni prima, dopo aver saputo che il fratello maggiore di Vern
e un suo amico si sono imbattuti nel suo cadavere senza denunciarne
il ritrovamento.
Quello che sarebbe stato il
desiderio di riscattarsi e diventare degli eroi per tutti, finisce
per mutare: le esperienze che compiono sul loro cammino li
aiuteranno a maturare e ad approfondire la loro amicizia.
Misery non deve
morire
Diretto da Rob Reiner, nel 1990
uscì nei cinema Misery non deve morire, film tratto dal romanzo
Misery di Stephen King, scritto tre anni prima. In questo
film, Kathy Bates, che ha regalato al mondo del
cinema una delle sue migliori interpretazioni (vincendo l’Oscar
come Miglior Attrice Protagonista), interpreta Annie Wilkes, una
donna che apparentemente sembra volenterosa di aiutare Paul
Sheldon, scrittore di successo che, a causa di un incidente si
frattura le gambe e viene da lei ospitato per la degenza.
In realtà, Annie è una lettrice
appassionata di tutti i libri scritti da Paul che ha deciso di
terminare il ciclo di racconti dedicato a Misery Chastain,
facendola morire nell’ultimo romanzo. Annie, che ha un passato da
serial killer, non approva il finale e tenterà di farlo cambiare
all’autore: egli, invece, cercherà di scappare dalla sua
carceriera.
Shining
Dell’adattamento di Shining realizzato da Stanley Kubrick si è veramente detto di tutto
e oltre, diventando quasi più famoso per i suoi retroscena che per
come venne narrato. Realizzato nel 1980, leggenda vuole che Kubrick
cercasse un libro horror da poter adattare, per farsi apprezzare
sia dal pubblico che dalla critica dopo il fallimento di Barry
Lyndon.
Trovando in Shining di
King l’unico romanzo in grado di potergli dare tutto quello che
cercava, decise di realizzarne un film: uscito nel maggio del 1980,
tra i protagonisti vi sono Jack Nicholson e Shelley
Duvall.
La pellicola di Kubrick, che
racconta l’evoluzione della pazzia dello scrittore Jack Torrance
che decide di lavorare come guardiano invernale per l’Overlook
Hotel restando in isolamento con moglie e figlio per diversi mesi
tra le montagne del Colorado, venne aspramente contestata da King
stesso, che lo definì freddo e distaccato, totalmente l’opposto del
libro che aveva realizzato lui. In ogni caso, Shining è stato uno
dei film che ha contribuito alla storia del cinema horror.
Il miglio
verde
Nel 1999 venne realizzato Il
miglio verde, adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King
scritto nel 1996. Scritto, diretto e prodotto da Frank
Darabont, il film ha per protagonisti Tom Hanks e Micheal Clarke Duncan.
Quello che viene narrato è il
racconto che Paul Edgecomb fa alla sua amica Elaine Connelly mentre
si trova in una casa di riposo: nella Louisiana di inizio anni ’30,
lui lavorava come capo delle guardie che sovrintendono il braccio
della morte nel penitenziario di Cold Mountain. Tra i detenuti che
erano condattati alla pena capitale c’era lui, John Coffrey, un
ragazzone di colore giudicato colpevole per aver uccido due
gemelline di nove anni. Eppure lui è gentile con tutti, quasi
ingenuo e candido e possiede anche la qualità di risucchiare il
dolore dalle altrui persone.
It
Pennywise è
tornato e ha deciso di spaventare ancora il mondo. Dopo la
miniserie realizzata nel 1990 diretta da Tommy Lee
Wallace e con
Tim Curry nei panni del clown, già nel 2009 la Warner
Bros volle trasportare al cinema un adattamento di uno dei romanzi
più famosi di Stephen King: It.
Dopo alcuni problemi produttivi, si
decise di dividere il film in due parti: It – Capitolo Uno, uscito il 19 ottobre 2017, presenta
tutti i personaggi, dai giovani membri del Club dei Perdenti fino
agli antagonisti e, ovviamente, a Pennywise. Il film, diretto da
Andres Muschietti ha messo d’accordo pubblico e
critica, riuscendo a creare il giusto hype per la seconda parte,
It – Capitolo Due, in cui i membri del Club dei
Perdenti sono diventati ormai adulti e si troveranno a combattere
It e le loro paure in maniera definitiva. L’uscita di questo
secondo capitolo è prevista per la fine del 2019.
Carrie – Lo sguardo di
Satana
Carrie è stato il primo
romanzo di Stephen King ad essere pubblicato, nel 1974, portandolo
al successo. Da questo romanzo sono stati realizzati tre
adattamenti, Carrie – Lo sguardo di Satana (1976), Carrie
(2002) e Lo sguardo di Satana – Carrie (2013) e un sequel,
Carrie 2 – La furia (1999).
La storia è quella di Carrie,
timida ragazza che frequenta l’ultimo anno delle scuole superiori:
è emarginata dalle sue compagne di classe, che la bullizzano, e ha
sempre dovuto convivere con una madre fortemente devota alla
religione. I continui scherni a scuola, i castighi della madre e la
scoperta dei suoi poteri, non faranno altro che alimentare la
rabbia di Carrie che non rimarrà contenuta troppo a lungo.
La zona
morta
Tra i diversi adattamenti dei libri
di King realizzati per il cinema, anche David Cronenberg ne ha realizzato uno:
infatti, nel 1983 ha diretto La zona morta, tratto
dall’omonimo libro dello scrittore americano.
Prodotto dalla Dino de
Laurentiis Company e interpretato da
Christopher Walken, Brooke Adams e Tom
Skerritt, La zona morta racconta la storia di Johnny
Smith, professore di lettere che finisce in coma, vittima di un
incidente stradale. Dopo alcuni anni, Smith si risveglia e si
accorge che, oltre a non avere più niente della vita di prima, di
poter predire il tragico futuro delle persone soltanto toccandole:
comprende che questo dono gli può servire per cambiare in meglio il
destino delle persone.
Le ali della
libertà
Nel 1994, dal racconto Rita
Hayworth e la redenzione di Shawshank, facente parte della
raccolta Stagioni diverse, è stato tratto il film Le ali della libertà. La pellicola, diretta da
Frank Darabont, con Tim Robbins e
Morgan Freeman tra i protagonisti, racconta la
storia di Andy Dufresne, un dirigente bancario condannato
all’ergastolo per l’assassinio della moglie e dell’amante nella
prigione di Shawshank.
Egli è innocente, ma cerca di
affrontare la condizione con calma e speranza, pur subendo diverse
violenze in carcere. L’uomo riuscirà comunque a fare amicizia con
Red, ergastolano di lunga detenzione che rinnova la biblioteca ed è
diventato complice del direttore per i suoi affare non proprio
puliti.
Secret
Window
Nel 2004 è stato realizzato
Secret Window, film diretto da David Koepp e tratto dal racconto Finestra
segreta, giardino segreto incluso nella raccolta Quattro
dopo mezzanotte, del 1990, scritta da Stephen King.
L’adattamento, che vede Johnny Depp, John Turturro e
Timothy Hutton tra i protagonisti, racconta la
storia di Morton “Mort” Rainey, uno scrittore di romanzi horror e
thriller psicologici che entra, senza farsi sorprendere, nella
stanza di un motel. Qui, scopre che sua moglie Amy è in compagnia
del suo amante, Ted.
Ormai il blocco dello scrittore lo
condiziona da un po’ di tempo e, dopo aver divorziato, si
trasferisce in una casa nel bosco: sarà qui che avverranno la
maggior parte dei problemi che nascono dall’incontro tra John
Shooter e Mort.
1922
Nel 2017, è uscito sulla
piattaforma digitale Netflix l’adattamento del libro di Stephen King
1922, incluso nell’antologia Notte buia, niente
stelle. Il film, diretto da Zak Hilditch,
racconta la storia di un agricoltore, tale Wilfred James, che,
mentre si trova in una camera d’albergo, scrive in una lettera
nella quale confessa di aver ucciso la moglie, grazie all’aiuto del
figlio.
Quello che avviene subito dopo è un
flashback che porta all’estate del 1922, in cui tra Wilfred e la
moglie si consumano delle accese discussioni in merito a un terreno
da lei ereditato che avrebbe voluto vendere ad una compagnia per
potersi trasferire in città. Wilfred e il figlio decidono di
sbarazzarsi di lei e ognuno regge il gioco all’altro quando lo
sceriffo inizia ad indagare. In seguito, viene raccontato come il
gesto compiuto dai due in passato, abbia scatenato una serie di
conseguenze tremende e disastrose.
A seguito dell’accordo
fra Disney e Fox, con la prima che
ha finalmente acquisito tutte proprietà cinematografiche
dell’altra, gli X-Men e
i Fantastici Quattro torneranno “a casa”
per la gioia dei fan. Questo vuol dire che adesso i Marvel Studios, in seno alla Disney, non solo
potranno utilizzare la parola “mutanti”, ma anche avere accesso a
tutti quei personaggi che fino a questo momento gli erano
preclusi.
Di tutti i modi in cui i personaggi
Marvel precedentemente gestiti
dalle Fox potranno essere introdotti nel MCU, quello che vede
Wolverine in un
ruolo importante è forse tra i più affascinanti; e per farlo
bisognerebbe riportare l’eroe indietro di qualche anno per
organizzare un incontro con…Capitan
America.
In questa storyline vedremo
un’ultima volta Steve Rogers al fianco del Mutante per combattere
Teschio Rosso
durante l’epoca della Seconda Guerra Mondiale.
Deadpool e la continuity
Tra i personaggi Marvel finora gestiti dalla Fox,
Deadpool è
l’unico ad essere potenzialmente “contemporaneo” alla timeline del
MCU e potrebbe facilmente inserirsi
nella narrazione dell’universo condiviso senza troppi scossoni.
Potrebbe anche rivelarsi un buon
modo per tenere Josh Brolin
nella famiglia, una volta che Thanos avrà terminato la sua corsa in
Avengers:
Endgame, nei panni di Cable.
I Mutanti sono rimasti nascosti
E se il corso del MCU svelasse che in realtà
i mutanti sono rimasti nascosti fino ad adesso, mentre l’umanità ha
praticamente dimenticato la loro esistenza? Non sarebbe
interessante vedere di nuovo in azione gli X-Men con il
Professor X e Magneto che
lavorano insieme per combattere qualche minaccia mutante?
Forse in seguito ad una di queste
missioni (finite male) Xavier decide di cancellare la memoria dei
suoi simili, e ciò spiegherebbe il perché della loro scomparsa o
giustificare la paura e l’odio dell’umanità nei loro confronti.
House of M
È evidente che a causa dei diritti
sul personaggio in mano alla Fox, Scarlet Witch
non abbia espresso tutto il suo potenziale nel corso del MCU. Ma ora che l’amore della sua
vita (Visione) è
morto, la perdita di suo fratello, e tanti altri ostacoli, che ne
sarà dell’eroina? Questa rabbia repressa si scatenerà contro il
mondo?
La trama di House of
M potrebbe offrire, il tal senso, molte possibilità, dove
il risveglio retroattivo del gene mutante, la resurrezione di
Quicksilver,
così come la potenziale resurrezione di Magneto
sarebbero ottimi presupposti dai quali ripartire.
Spider-Man e la Torcia Umana
Il numero inaugurale di
Amazing Spider-Man vedeva Peter Parker tentare di
unirsi alla squadra dei Fantastici
Quattro, e da allora lui e Johnny Storm, aka la Torcia
Umana, sono diventati praticamente migliori amici.
Perché quindi non introdurre la
prima famiglia di supereroi nel MCU tramite Spidey? D’altronde
anche Spider-Man:
Homecoming si era collegato ad altri personaggi
Marvel, come Tony
Stark, o Nick Fury nell’imminente
Far From Home e
ora sembra logico che piuttosto che dargli un altro mentore
dovrebbe avere un collega alla pari con cui affrontare nuove
missioni.
Gli Inumani in Wakanda
Mentre alcuni vorrebbero dimenticare
la loro esistenza nel MCU, Gli Inumani
potrebbero in realtà rivelarsi una risorsa interessante per quanto
riguarda l’ingresso dei personaggi Fox. Ma in che modo?
Sappiamo, grazie ai fumetti, che
questi eroi sono strettamente legati alla nazione di Black Panther,
il Wakanda, come i Fantastici Quattro, prima che
le loro trame diventassero indipendenti. È possibile che possa
essere questa location la chiave per portare nell’universo
condiviso il team di Inhumans?
I poteri dei Fantastici Quattro
derivano da Thanos
In attesa di scoprire quali
conseguenze porterà nel MCUAvengers: Infinity
War, sappiamo che Thanos ha
lasciato indietro parecchia tecnologia da battaglia nel Wakanda,
qualcosa di molto simile a ciò che l’Avvoltoio aveva usato in
Spider-Man: Homecoming
lavorando su vecchi detriti di Chitauri.
E se fossero queste tecnologie a far
ottenere ai Fantastici Quattro i loro poteri?
Sembra un modo valido valido per legare la prima famiglia della
Marvel al MCU no?
Sokovia diventa Latveria
L’MCU ha introdotto Sokovia in
Avengers: Age of
Ultron, e alla fine del film l’abbiamo vista
letteralmente devastata da Ultron. Cosa sia successo al luogo e ai
sopravvissuti non è certo, ed è alquanto improbabile immaginare che
sia stata conquistata da un signore della guerra…oppure no?
E se fosse stato nientemeno che il
Dottor Destino a trasformare Sokovia in
Latveria? D’altronde è qui che il villain
vive come monarca, tenendo la sua nazione protetta dagli
affari internazionali e dai cali economici.
Tempesta in Wakanda
Nei fumetti
Tempesta è stata anche la moglie di Black Panther,
forse una delle donne di colore più iconiche della storia della
Marvel Comics, e potrebbe diventare la chiave
per introdurre i Mutanti nel MCU.
In passato il regista del cinecomic
su T’Challa, Ryan Coogler,
ha espresso il suo desiderio di raccontare sul grande schermo
storie che fossero al di fuori dai limiti dei personaggi di Black
Panther…sarà davvero l’eroina ad unire i due mondi?
Silver Surfer di Adam McKay
Di recente è stato confermato che il
regista Adam McKay
(The Big Short, Vice) sarebbe interessato a dirigere un
film su Silver Surfer,
forse il personaggio e il modo ideale per introdurre le forze
cosmiche di Galactus nel MCU.
Uno standalone su Silver Surfer
potrebbe infatti espandere il lato cosmico dell’universo condiviso
come nessun capitolo è riuscito a fare prima, oppure offrire una
storia sul potere all’altezza di quella di Thanos.
Leggi anche – X-Men:
come sono cambiati dai fumetti al cinema – Parte 1 e Parte 2
Un macabro omicidio, un’indagine
che sembra non portare da nessuna parte, che si snoderà attraverso
tre decenni raccontati alternando diversi piani temporali e che
trentacinque anni dopo tornerà a tormentare la sempre più labile
memoria del detective che la condusse. Tornano a gennaio, in
contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, i
ritmi sbilenchi e le atmosfere rarefatte di True Detective
3, il crime dramaTrue
Detective fra le produzioni più ambiziose e di
prestigio di HBO.
I nuovi episodi segnano un vero e
proprio ritorno alle origini, al tono di quella prima, amatissima
stagione che ha fatto della serie antologica di Nic
Pizzolatto, showrunner e sceneggiatore nonché regista di
alcuni di questi nuovi episodi, un cult in tutto il
mondo.La terza stagione di True
Detective debutterà il 14 gennaio in lingua originale
con sottotitoli alle 21.15 (ma sarà possibile godersi il primo
episodio anche già alle 3 della notte fra domenica e lunedì) e il
lunedì successivo, 21 gennaio, in versione in
italiano. Gli episodi – in entrambe le versioni,
sottotitolati e doppiati in italiano – saranno ovviamente
disponibili anche su Sky On Demand e su NOW
TV.
Protagonista il Premio Oscar per
MoonlightMahershala Ali, qui nei panni del detective
Wayne Hays. Capelli ingrigiti, pistola e distintivo consegnati
ormai da tempo e segnato per sempre da un macabro crimine che
all’epoca dei fatti sconvolse la sua carriera, Hays proverà, da
anziano, a ricostruire i fatti lottando contro un nemico
apparentemente invincibile, il tempo, che sembra aver avuto la
meglio sulla sua capacità di ricordare come andò. Nel cast del
nuovo ciclo di episodi anche Stephen Dorff
(Somewhere, Immortals) e Carmen
Ejogo (Selma
– La strada per la libertà,Animali
fantastici e dove trovarli).
Giunta alla
terza stagione, la serie – definita da The Atlantic
“lo show migliore della televisione” – rinnova come da regola cast,
ambientazione e storia ma centra sempre il suo racconto sullo
sviluppo delle indagini di un caso di omicidio e sui tormenti degli
investigatori, mantenendo intatta la sua cifra fatta di toni
dolenti e atmosfere rarefatte. Nelle prime due stagioni,
che sono valse alla prestigiosa produzione HBO ben cinque Emmy e
numerose nomination ai Golden Globe, si sono alternati grandi
interpreti, dal folgorante esordio con Matthew McConaughey e Woody
Harrelson, ai protagonisti della seconda
stagioneColin Farrell, Vince Vaughn, Rachel
McAdams e Taylor Kitsch.
True Detective 3, trama
Sullo sfondo della storia
raccontata nella terza
stagione di True Detective si srotolano i
freddi paesaggi rurali dell’Arkansas, nel cuore degli Stati Uniti,
con una storia frantumata nell’arco di tre decenni. Il detective
Wayne Hays ha trascorso gli ultimi 35 anni come un supplizio, per
via delle conseguenze di un caso che ha sconvolto la sua carriera.
Nel 1980 lui e il suo partner sul posto, l’investigatore
dell’Arkansas Roland West (Stephen Dorff) vengono incaricati di
condurre le indagini su due fratelli scomparsi nell’altopiano di
Ozark. Ad essere coinvolta nel caso è anche l’insegnante e
scrittrice Amelia Reardon (Carmen Ejogo). Nel racconto di Hays,
attraverso alcuni flashback e come in un puzzle che si ricompone
ricordo dopo ricordo, riviviamo il caso che sconvolgerà la loro
vita e, a dieci anni dal primo giorno d’indagine, rivelerà una
tremenda verità…
Scritta e prodotta da Nic
Pizzolatto, la serie vedrà in questa stagione anche il suo debutto
dietro la macchina da presa insieme agli altri registi
Jeremy Saulnier (Green Room) e
Daniel Sackheim (The Americans, Dr.
House, Lie to Me). Tra i produttori Scott
Stephens (WestWorld), Matthew
McConaughey (Dallas Buyers Club, Mud,The Wolf of Wall Street) e
Woody Harrelson (Tre manifesti a Ebbing,
Missouri, la saga diHunger Games).
Dal 21 gennaio in lingua
italiana, tutti i lunedì dalle 21.15 su Sky
Atlantic
Dopo il teaser promo la
Showtime ha diffuso il trailer ufficiale
di Billions 4, l’attesa quarta stagione della
serie BILLIONS
con protagonisti Paul Giamatti e Damian
Lewis.
Il primo episodio di Billions
4 sarà presentata in anteprima negli USA domenica 17
marzo alle 21.
Interpretato dal premio Oscar,
vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore
dell’Emmy e Golden Globe Damian Lewis, BILLIONS 4
è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una
media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le
piattaforme. Le prime tre stagioni di BILLIONS
sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su
Now Tv.
BILLIONS 4, la
trama
Quando tutti sono fuori per cercare
vendetta, nessuno è al sicuro. Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck
Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff),
moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti
per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace,
mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor
Andolov (guest star John Malkovich), Taylor Mason (Asia Kate
Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon “Jock”
Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il
tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa
stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il
prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La
serie vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola
Rashad, Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e Malin Akerman,
BILLIONS
è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian
Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da
Andrew Ross Sorkin.
Ma quali altri personaggi vorremmo
vedere approfonditi sul piccolo schermo? Chi merita maggiore
spazio? Ecco 7 candidati ideali:
Starforce
Introdotta nei fumetti nel 1992
come una speciale squadra di villain, la Starforce è un gruppo di
guerrieri Kree riuniti dalla Suprema Intelligenza, composto
tra gli altri da Ronan
l’Accusatore e Korath Il Persecutore. La
sua controparte dei Marvel Comics ha anche sfidato
gli Avengers quando gli eroi tentarono
di fermare l’avanzata dei Kree.
Gli altri componenti
sono Att-Lass, guerriero spietato e
fisicamente molto potente e uno dei pochi guerrieri Kree capaci di brandire le
Nega-Bande di Mar-Vell, ovvero i guanti che attingono energia
interdimensionale; Bron-Char, guerriero Kree
introdotto nel fumetto evento del 1998 Live Kree or
Die e uno dei pochi personaggi Marvel capace di distruggere lo
scudo di Captain America; Minn-Erva, genetista
dei Kree e uno dei villain meno noti di Captain Marvel, scienziato senza scrupoli che
non esita a sperimentare su “razze inferiori” come gli umani e in
possesso di abilità di manipolazione energetica di base analoghe a
quelle di Carol Danvers.
Thunderbolts
I Thunderbolts sono un gruppo supereroi
ex criminali, creato da Kurt Busiek nel 1997 e apparso per la prima
volta nei fumetti Marvel nelle storie di The
Incredible Hulk n.449. Si tratta di una squadra molto simile a
quella dei Vendicatori, ma con intenzioni e obiettivi diversi: i
loro piani vengono gestiti dal Barone Zemo, che
intende ricreare i Signori del Male in segreto.
Tra i personaggi del team
attualmente presenti ne MCU ci sono ovviamente
Zemo, Ghost e
Crossbones.
Ravagers
I Ravagers sono un
gruppo criminale interstellare composto da ladri, contrabbandieri,
criminali, banditi, mercenari, cacciatori di taglie e pirati; ne
esistono almeno cento fazioni intorno alla galassia e ognuna di
queste ha un proprio capitano che guida le loro operazioni.
Dopo la morte di Yondu
Udonta il gruppo potrebbe riunirsi sotto
Stakar e Aleta insieme a
Ogord, Martinex e
Charlie-27 per nuove e appassionanti missioni.
Valchiria
Valchiria ha
debuttato nel MCU lo scorso anno in Thor: Ragnarok,
catturando immediatamente l’attenzione grazie alla convincente
prova di Tessa
Thompson e all’adattamento del personaggio
attuato dagli sceneggiatori e dal regista Taika
Waititi.
Guerriera disillusa e riluttante,
Valchiria nascondeva un passato doloroso (di cui abbiamo avuto un
accenno grazie ad un flashback che raccontava la caduta delle
Valchirie per mano di Hela), e su questo
potrebbe basarsi una serie prequel che segue la vita precedente
dell’eroina.
Shuri
Sin dalla sua prima apparizione
in Black
PantherShuri ha messo in
mostra le infinite potenzialità di un personaggio che in molti
danno come erede di Tony Stark alla guida del lato “scientifico”
del MCU. La conferma è arrivata
in Avengers:
Infinity War, dove la sorella minore
di T’Challa si è resa utile fino
all’arrivo di Thanos (e sappiamo che è sopravvissuta allo
schiocco…).
Dunque non sarebbe poi così
sbagliato dedicarle uno standalone, meglio se prequel, in cui
mostrare cosa ha reso Shuri la mente brillante che conosciamo ora e
cosa ha fatto prima degli eventi di Black
Panther.
La principessa wakandiana potrebbe
inoltre dirigere il settore scientifico e tecnologico in America,
dopo che T’Challa ha aperto le frontiere del suo paese oltre i
confini nazionali.
Come dichiarato
da Kevin Feige, il futuro prossimo
dei Marvel Studios (Fase
4) sarà legato ad una nuova versione dei personaggi che abbiamo
visto e amato nei film finora prodotti, e secondo gli ultimi report
potrebbe presentarsi per Occhio
di Falco l’occasione di uno standalone incentrato
sull’eroe.
Il rumor è stato rilanciato
da MCU Cosmic, specificando che
l’azienda starebbe sviluppando un paio di progetti per “testare” nuovi piani di gioco, e uno di questi
sarebbe dedicato a Clint Barton aka Occhio di Falco.
Korg e i fratelli di guerra
Korg è stata la
vera sorpresa di Thor: Ragnarok e i fan stanno chiedendo a gran
voce uno standalone ai Marvel Studios, vista la popolarità
che è riuscito a guadagnarsi in poco tempo.
Sulla scia di Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgameci sarebbero diversi modi in cui
re-introdurre il personaggio in una serie tv prequel di Ragnarok,
di stampo comico, insieme a Miek mentre i due tentano di radunare i
prigionieri su Sakaar.
Lui è Paperino,
Paolino Paperino. Casacca e berretto da marinaio, Paperino è il
papero più famoso del mondo che ha divertito, educato e fatto
commuovere tante generazioni e continua a farlo anche oggi.
Sfortunato, squattrinato, iroso e
dedito al dolce far niente, Paperino è uno dei personaggi più
amati del mondo Disney ed è, forse, quello più umano, ricco di
chiaroscuri, di profondità e di contraddizioni: è pronto ad oziare
e si arrabbia subito, ma è anche generoso e simpatico (e poi si
trasforma anche in Paperinik, ma non ditelo in giro!).
Ecco tutto quello che non
sapevate sul grande Paperino.
Paperino e Paperina
Paperino e Paperina: imparerai ad
amarli, se già non lo fai.
I due futuri fidanzati si sono incontrati per la prima volta nel
1937 nel cortometraggio Don Paperino: tuttavia, la
controparte femminile di allora, Donna Duck, era
ben lontana rispetto alla caratterizzazione assunta in seguito da
Daisy Duck (Paperina, appunto), in primis per il
fatto di non essere stata concepita come personaggio ricorrente.
Al Taliaferro decise, però di inserirla nelle
proprie storie per dargli un po’ di movimento.
Sicché, il personaggio di Paperina
appare per la prima volta in Paperino e l’appuntamento del
1940, con sceneggiatura del fumettista ed illustratore Carl
Barks: sarà verso la fine dello stesso anno che Paperina
apparirà anche nei fumetti, diventando parte del cast principale e
cominciando ad assumere la caratterizzazione di fidanzata
affettuosa e tutta pepe. Se Paperino, in genere, passa le sue
giornate ad oziare, Paperina è quella che lavora, anche se non è
ben chiaro che professione svolga di preciso: si sa che partecipa
alla redazione del Papersera, quotidiano di Paperon de’ Paperoni e
spesso è anche un’inviata televisiva.
Se, secondo la genealogia
realizzata dal fumettista e illustratore Don Rosa,
che si è basato sulle storie a fumetti di Carl Barks, Paperino è
figlio di Ortensia de’ Paperoni, sorella di
Paperon
de’ Paperoni, e di Quackmore Duck,
figlio di Nonna Papera (e ha anche una sorella
gemella, Della Duck, che è la madre dei suoi
birbanti nipotini Qui, Quo e Qua), Paperina è
figlia di Pa Duck e Ma Duck, è
nipote di Elvira Papera e ha una sorella che si
chiama Matilde, la madre delle sue nipotine
Emy, Ely ed Evy.
È chiaro constatare, che Paperina
era stata creata davvero con l’intento di essere una controparte
femminile di Paperino, diventando poi la sua fidanzata. I due,
infatti, sono fidanzati da tempo, ma Paperina continua ad essere
corteggiata dalla nemesi di Paperino: il fortunatissimo
Gastone.
Paperino: cartoni
Paperino nasce nel 1934 nel
cortometraggio di animazione, targato Disney, intitolato La
gallinella saggia. Il corto, che faceva parte della serie
Sinfonie Allegre, si basava su una popolare fiaba russa
dal titolo La gallinella rossa. Il successo che Paperino
comincia ad assumere è rilevante e gli viene dedicata una striscia
a fumetti nel tardo ’34 nelle Silly Symphony e poi nelle
strisce giornaliere di Topolino.
Sarà grazie ad Al Taliaferro che
Paperino potrà godere di tutto il successo che lo accompagna sin
dagli anni ’30. Paperino è un
personaggio che dedica la sua intera vita all’ozio e quando non
lo fa è costantemente sfortunato oppure è in balia dei dispetti
attuati dai suoi tre vivaci nipoti. Nel corso della sua carriera,
sono stati realizzati moltissimi cartoni con Paperino protagonista,
e per la maggior sono cortometraggi: in questi cartoni animati, la
sua parlata non è chiara ed è proprio quella di un papero.
Questa sua caratterizzazione lo fa
diventare simpatico agli occhi del mondo, soprattutto ai bambini.
Come detto, Paperino compare nel 1934 e da qui non si è più
fermato, continuando ad essere protagonista, o comprimario, di
moltissimi cortometraggi che l’hanno fatta da padrona nei restanti
anni ’30 e in tutti gli anni ’40 e ’50 (compare anche nel
lungometraggio Bongo e i tre avventurieri, nel segmento di
Topolino e il fagiolo magico e nel film I tre
caballeros del 1944), spesso condividendo le storie con
Topolino e un altro dei personaggi Disney più amati, Pippo.
Paperino, però, comincia a diradare
le apparizione con il termine degli anni ’50. Nel 1959, dopo tre
anni di sosta, è gran protagonista del corto Paperino nel mondo
della matemagica, mentre negli anni ’60 apparirà in una manciata di
corti e negli anni ’80 compare in Canto di Natale di Topolino (1983) e in Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988). In seguito,
Paperino farà parte di Il principe e il povero (1990) e
nel lungometraggio Fantasia 2000.
Paperino: video
I video che ritraggono Paperino
sono veramente tanti e quasi non si contano. Il web è un mondo
veramente pieno di video che ripropongono i cartoni con Paperino
protagonista. Basta andare su il motore di ricerca preferito e
inserire “Paperino video”: non potrà che esserci l’imbarazzo della
scelta.
Paperino: youtube
Youtube è il luogo adatto per poter
cercare i corti di Paperino. Che sia un modo per tornare bambini
per un po’, o per far conoscere questo personaggio ai propri
bambini, su questa piattaforma è possibile trovare davvero di
tutto! Addirittura, si trovano anche dei video di oltre un’ora, in
cui sono stati uniti diversi cortometraggi!
Paperino nel mondo della
matemagica
Paperino nel mondo della
matemagica è un cortometraggio animato del 1959, realizzato a
scopo educativo ed usato anche nelle scuole americane. Realizzato
sulla falsa di riga di Alice nel paese delle meraviglie e diretto
da Wolfgang Reitherman (uno dei Nine Old Man di
casa Disney, animatore di Biancaneve e i sette nani,
Pinocchio e regista de La bella addormentata nel
bosco e, inseguito, de Gli Aristogatti e Robin
Hood), il corto racconta la storia di Paperino che, armato di
fucile da ciaccia, entra nella terra della Matematiga.
Il regno è fantastico, occupato
dagli elementi della matematica che si materializzano sotto fora di
alberi, torrenti e una matita che gioca a tris. Trovare la retta
via è complicato e, novello Dante, Paperino sarà guidato dallo
Spirito d’Avventura: grazie a lui, il protagonista riuscirà a
intuire una probabile relazione esistente tra la musica e i numeri,
venendo catapultato nell’antica Grecia e trovandosi in compagnia di
Pitagora.
Dopo aver imparato dal suo spirito
che Pitagora è stato uno dei primi a realizzare inizi della musica,
Paperino si troverà in mano il pentagramma, esempio della sezione
aurea e modello per la realizzazione degli elementi della
geometria. Edifici antichi e varie sculture si basano proprio sul
rettangolo aureo, così come il corpo umano. Lo spirito insegna a
Paperino che la matematica è la chiave di tutto ed è l’unica via
d’accesso verso il futuro, e di quanto sia importante cominciare ad
apprezzarne il valore.
Paperino: Operazione papero
Nel 2000, Paperino è stato
protagonista di un videogioco intitolato Paperino: Operazione
Papero, destinato a diverse consolle, come Game Boy Color,
Microsoft Windows e Playstation.
Inizialmente Paperino e Gastone si
trovano a casa del loro amico Archimede per assistere alla diretta
del primo servizio di Paperina: lei è riuscita ad entrare nel
tempio dello stregone Merlock per poter scovare i propri diabolici
piani, ma viene scoperta ed imprigionata.
Paperino, in gara aperta con
Gastone, si mette subito alla ricerca di Paperina, usando l’ultima
invenzione di Archimede, ovvero, una porta spazio-temporale che per
poter trasportare Paperino ha bisogno di una certa quantità di
energia. Lo scopo del gioco è riuscire a recuperare l’energia
necessaria per arrivare al tempo e salvare la sua amata,
affrontando i soliti nemici (come Amelia e la Banda Bassotti).
Uscito nelle sale otto anni fa,
The Social Network adattava per il grande schermo
il libro Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook:
una storia di soldi, sesso, genio e tradimento di Ben Mezrich
incentrato sui primi anni di Facebook dalla sua fondazione nel 2004
fino alla causa da 600 milioni di dollari indetta contro il
fondatore Mark Zuckerberg.
La pellicola vinse ben 4 Golden
Globe, tra cui quello del Miglior film drammatico, e ottenne 8
candidature agli Oscar 2011, vincendone 3, per la miglior
sceneggiatura non originale, la miglior colonna sonora e il miglior
montaggio.
Quasi un decennio dopo lo
sceneggiatore Aaron Sorkin, che di recente ha
debuttato come regista in Molly’s Game, è tornato
a parlare del film in un’intervista con AP Entertainment e della
possibilità che venga realizzato un sequel:
“Prima di tutto, conosco molto
di più su Facebook nel 2005 che nel 2018, ma so abbastanza per
sapere che dovrebbe esserci un sequel […] Sono successe un sacco di
cose molto interessanti e drammatiche dalla conclusione del film
con la risoluzione della causa dei gemelli Winklevoss Twins e
Eduardo Saverin. E Scott Rudin, che ha prodotto The Social Network,
mi ha inviato più di una e-mail con il messaggio ‘Non è arrivato il
momento di un sequel?“
Il primo film è stato diretto da
David Fincher e vedeva nel cast Jesse
Eisenberg, Andrew Garfield, Armie
Hammer, Justin Timberlake e
Rooney Mara.
Dopo Loki, Scarlet Witch e
Visione, Soldato d’Inverno e Falcon,
i Marvel Studios potrebbero aver deciso di
dedicare un’altra serie tv da consegnare al servizio streaming di
Disney + nelle prossime stagioni. Ma di quale personaggio del
MCU stiamo parlando? A quanto pare
la designata sarebbe nientemeno che Lady Sif, la
guerriera asgardiana vista l’ultima volta sul grande schermo in
Thor: The Dark World e
brevemente in Agents of S.H.I.E.L.D.
Il rumor è stato lanciato da
Discussion Film, senza alcuna conferma ufficiale da parte della
Disney né ulteriori informazioni in merito. È ovvio che, nel
caso la notizia si rivelasse fondata, il ritorno di Jaimie
Alexander nei panni dell’eroina sarebbe plausibile.
Proprio l’attrice nelle scorse
settimane aveva twittato un’immagine di Lady Sif che per alcuni fan
era un volontario indizio di qualcosa di più importante. Sarà
davvero così? Rivedremo in azione il personaggio?
Gli altri titoli in sviluppo sono
dedicati a Scarlet
Witch, Falcon e Soldato
d’Inverno, ed è probabile che vengano confermati già nei
prossimi giorni.
È ormai ufficiale: i Marvel Studios sono al lavoro sulla
prima di una lunga lista di serie tv destinate alla nuova
piattaforma streaming di Disney, che avrà
come protagonista Loki e che farà parte
del Marvel Cinematic Universe.
L’annuncio è arrivato direttamente dal CEO Bob
Iger insieme al nome del servizio in arrivo nel 2019,
che si chiamerà Disney +insieme alla notizia
che Tom Hiddleston tornerà a vestire i
panni del Dio dell’Inganno anche sul “piccolo” schermo.
Vi ricordiamo che la piattaforma
streaming Disney ha già ordinato nel suo catalogo una serie inedita
su Star
Wars ideata da Jon Favreau,
un’altra basata sui film di High School
Musical e il live action di Lilli e il
Vagabondo.
La star di Captain Marvel, Brie
Larson, si è allenata per nove mesi per completare la sua
trasformazione nel supereroe della Marvel, trasformando il suo corpo
in “un’arma e uno strumento” fatto di “puri muscoli”.
Larson ha confessato al Los
Angeles Times di non essere mai stata “particolarmente
attiva” prima di accettare il ruolo del guerriero mezzo umano
e mezzo Kree che promette di essere il più potente di tutta la
legione di super-esseri del Marvel Cinematic
Universe.
“Carol è un guerriero addestrato
e io riesco a malapena a camminare in linea retta – ha detto
Larson – Quindi per me arrivare al punto in cui posso fare
tutte le cose che mi sono state richieste significava davvero
mettermi alla prova dedicandomi un sacco di ore
all’allenamento”.
Larson ha seguito un rigoroso
processo di formazione durato nove mesi che ha visto l’attrice
ventinovenne impegnata in allenamenti giornalieri di 90 minuti per
sei mesi, seguiti da altri tre mesi di intensi allenamenti di due
ore due volte al giorno. Tutto il suo allenamento è stato
documentato dal suo account Instagram.
“Facevo un’ora e mezza di
allenamento cardio o di forza, andavo a mangiare qualcosa, poi
svenivo per un’ora e per poi indossare un altro paio di pantaloni
da ginnastica e andare in palestra per fare altre due ore di
allenamento” ha detto Larson. “Ci sono stati momenti in
cui ho pianto, ci sono stati momenti in cui ho pensato che fosse
troppo difficile, dove sono stato spinta oltre la mia comfort
zone”.
Il film, in arrivo il prossimo 8
marzo, ci mostrerà come Brie Larson sia riuscita
davvero a costruirsi il fisico adatto a interpretare l’eroina che
con ogni probabilità riuscirà a sconfiggere Thanos.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Apprendiamo da CBR
che la Disney è nelle prime fasi di sviluppo di un sequel di
Il
Ritorno di Mary Poppins. Il secondo film basato sulla
serie di libri di P.L. Travers, con protagonista
Emily Blunt è già riuscito a guadagnare oltre 260
milioni di dollari al botteghino USA. E ora sembra che la Disney
voglia riportare la tata magica sul grande schermo.
Secondo The Sun, i dirigenti
della Disney sono nelle fasi iniziali della messa a punto di una
trama per un nuovo sequel. Rob Marshall, che ha
diretto l’ultimo film, tornerà probabilmente alla regia insieme
alla star, Emily Blunt. Parlando a un evento per i
candidati al BAFTA, Marshall ha detto: “Sono le prime fasi, ma
in questo momento dirò che esistono otto libri della serie, quindi
c’è ancora molto materiale da non perdere.”
Il film racconta di Jane e Michael
Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita,
accolgono in casa Mary Poppins.
Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack,
Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di
meraviglia che hanno abbandonato le loro vite.
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
Dopo mesi di speculazioni e
smentite, la produzione del sequel di World War Z
può finalmente iniziare, come riportato da Production Weekly. Le
riprese partiranno a Marzo con la troupe che si muoverà tra
Thailandia, Spagna e lo stato americano della Georgia, mentre il
titolo provvisorio di lavorazione sarà
Maximillian.
L’ultimo aggiornamento sul film
risale a novembre 2017, quando David
Fincher spiegò i suoi piano per la costruzione
di una
mitologia del franchise. Era stato poi Varietya spiegare che le
riprese sarebbero state posticipate (e la release fissata al 2020)
per permettere a Brad Pitt di completare il suo
lavoro con Quentin Tarantino sul set di
Once Upon A Time In Hollywood.
Pitt è infatti il protagonista,
insieme a Leonardo DiCaprio, del nuovo
film del regista di Pulp Fiction. Questo
impegno, in un progetto forse più definito di World
War Z 2, ha determinato lo slittamento del film di
zombie.
World War Z
2: Paramount conferma David Fincher e
Brad Pitt
World
War Z è la trasposizione cinematografica del
romanzo “World
War Z La guerra mondiale degli zombi” di Max
Brooks del 2006.
Brad Pitt tornerà nei panni di Gerry Lanel, e
sarà nuovamente produttore. A scrivere la sceneggiatura del film
sarà lo scrittore e regista Steven Knight, che ha
scritto e diretto l’apprezzatissimo Locke, con Tom Hardy e visto al Festival di Venezia 2013.
Inoltre, ha scritto le sceneggiature dei film in arrivo
Seventh Son, Madame Mallorye il piccolo chef indiano con Helen Mirren e il biopic su Bobby Fischer,
Pawn Sacrifice. É sua anche la
sceneggiatura del film di
Cronenberg, La
promessa dell’assassino.
Di tutte le versioni dell’Uomo Ragno
viste in Spider-Man: Un nuovo universo, quella di
Spider-Gwen è senza dubbio la più apprezzata dai
fan. Bella, in gamba, sveglia e divertemte, il personaggio è la
perfetta spalla per Miles Morales. Nel film la sua
voce è quella di Hailee Steinfeld, cantante e
attrice in sala in Bumblebee, al momento.
Bosslogic ha
immaginato una versione live action di
Spider-Gwen, con il look del personaggio visto al
cinema, ma con il volto e le fattezze della Steinfeld. Ecco di
seguito il sorprendente risultato:
Dopo aver vinto il Golden Globes
2019 come miglior film d’animazione e dopo aver
ricevuto la nomination ai BAFTA
2019 nella stessa categoria, il film è proiettato
verso gli Oscar 2019 come frontrunner.
Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le
vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità
dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la
maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con
uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.
Il film è diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney
Rothman, con Shameik Moore e Jake Johnson. Uscita al cinema il 25
dicembre 2018. Durata 117 minuti. Distribuito da Warner Bros.
Italia.
Il cast di doppiatori americano
comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber,
Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, Nicolas Cage.
A dirigere Spider-Man – Un
nuovo universo sono ben tre registi, Bob
Persichetti (sceneggiatore de Il piccolo
principe), Peter Ramsey (Le 5 leggende)
e Rodney Rothman, che ritroveremo
prossimamente alla regia di un film live action, ovvero lo spin-off
di 21, Jump Street. La sceneggiatura è di quest’ultimo insieme a
Phil Lord (Piovono polpette, The Lego movie 1 e 2, 22 Jump Street),
autore anche del soggetto. Il film è dedicato alla memoria di Steve
Ditko, morto il 6 luglio 2018, e contiene l’ultimo cammeo
vocale di Stan Lee. Nell’originale, Zoe Kravitz dà la voce
a Mary Jane e Hailee Stanfield a Gwen Stacy.
L’aggiornamento del cast di
Avengers: Endgame sulla pagina
ufficiale di IMDB del film sembra aver confermato che nel film
assisteremo a diversi viaggi nel tempo e che gli eroi torneranno
indietro agli anni Settanta, epoca mai esplorata prima nel MCU.
Questa ipotesi scaturisce dalla
descrizione del personaggio interpretato da Monica Mathis, una
certa “Car Girl #1 dei ’70“, e da quello interpretato da
Miles Webb che apparirà come “Scienziato/Addetto al laboratorio
dei ’70“. Sarà davvero così? Ma soprattutto, perché i
Vendicatori dovrebbero tornare nel 1970?
Sappiamo che John
Slattery ha girato alcune scene nei panni di
Howard Stark, e che il primo Stark Expo ha avuto
luogo durante quel decennio, quindi è del tutto possibile che
rivedremo parte di quegli anni nell’universo cinematografico…
È notizia di ieri che John
Lasseter è stato nominato ufficialmente nuovo capo della
Skydance Animation.
Il lavoro è stato assegnato a
Lasseter dopo una serie di tentativi falliti di affiliarsi ad altri
gruppi produttivi, tentativi arrivati anche alla Warner Bros.
Primia di questo prestigioso incarico, lo ricordiamo, Lasseter era
a guida dei Walt Disney Animation Studios e dai
Pixar Animation Studios, posizione da cui fu
allontanato a causa di un’accusa di molestie, svelata
lo scorso anno.
A diffondere ufficialmente la
notizia è stato il CEO della Skydance Media, David
Ellison, che ha elogiato il lavoro passato di Lasseter,
definendolo un visionario, spiegando che la sua decisione di
assumerlo è stata a lungo considerata ed è motivata dalla volontà
di dare una seconda possibilità a un uomo che, nel campo
dell’animazione, ha contribuito a scrivere la storia del
cinema.
Dopo un provvisorio allontanamento
dalla Pixar, all’inizio dello scorso anno, a giugno è stato
comunicato che John Lasseter avrebbe lasciato lo
studio a fine anno, e adesso è tornato in pista alla guida della
Skydance Animation.
Le implicazioni di questa decisione
possono essere molteplici, a partire dalla considerazione di quanto
fossero gravi le accude e le effettive azioni di Lasseter all’epoca
della denuncia per molestie sul posto di lavoro.
Questa nuova assunzione potrebbe
essere il primo indizio che la “caccia alle streghe” scatenatasi a
Hollywood a seguito dello scandalo Weinstein, potrebbe tornare a
parametri più concreti e circoscritti. Ovviamente non si sta qui
screditando le “vittime” di Lasseter, ma questo potrebbe essere un
invito a dare spazio alla ragione e alla giustizia, per le vittime
da ogni parte dello “schieramento”.
Le uscite ravvicinate di
Captain Marvel e Avengers: Endgame fanno supporre
che il film con Brie Larson risponderà alle domande lasciate aperte
in Infinity
War creando un ponte diretto con il successivo
capitolo dei Vendicatori.
Ma in che modo? Ecco 10 possibili
soluzioni:
Il mistero del cercapersone
L’arrivo di Capitan Marvel nel MCU si vociferava fin dai tempi di
Avengers: Age of Ultron, tuttavia è solo alla
fine di Infinity
War che ne abbiamo avuto la conferma definitiva: nella
scena post credits vediamo infatti Nick Fury
tirare fuori il suo cercapersone e inviare un sos d’emergenza a
Carol Danvers. Ma da dove arriverà? Da quale
epoca, quale anno?
Probabilmente la risposta a questa
domanda verrà fornita dal film solista in uscita a Marzo, e il
mistero sul cercapersone vedrà finalmente la luce: il cinecomic
spiegherà quindi l’origine dell’oggetto e come riesce Fury a
mettersi in contatto con l’eroina?
Carol salverà Tony
Un’altra interessante teoria basata
sul materiale del primo trailer di Avengers:
Endgame immagina che Tony Stark verrà recuperato
e salvato da Carol Danvers, aka Captain Marvel;
l’eroina verrà infatti introdotta nel MCU a Marzo nel cinecomic
con Brie Larson ed è attesa
in Avengers: Endgame in seguito
all’invio del messaggio di Nick Fury alla fine di Infinity
War, dunque è possibile che il personaggio entri in
scena per aiutare Iron Man già nel prologo del film.
Ronan conosce i segreti di Thanos
Il film su Captain
Marvel andrà ad esplorare una zona inedita del
MCU (o almeno per buona parte),
ovvero la galassia dove Thanos e i Kree hanno vissuto per anni
all’oscuro degli abitanti della Terra. Sappiamo inoltre che il
Titano Pazzo e uno di loro, Ronan, hanno avuto uno
stretto rapporto di “lavoro”…
Dunque è probabile che l’alieno
Kree possa conoscere qualche informazione sulle gemme dell’infinito
utili ai Vendicatori, oppure un punto debole di Thanos?
La Terra è un punto nevralgico della mappa cosmica
Di tutti i miliardi di pianeti
confermati sulla mappa cosmica dell’universo Marvel, la Terra potrebbe rivelarsi
il più importante: qui gli Asgardiani hanno sostato varie volte, è
stata la casa delle gemme dell’infinito e teatro di battaglie
epiche tra supereoi. Ma perché?
Forse il film su Capitan
Marvel potrebbe aiutare a risolvere questa domanda, e
probabilmente Carol avrà saputo prima degli altri personaggi le
intenzioni di Thanos di
invadere il nostro pianeta. Staremo a vedere…
Dov’era Carol quando la Terra aveva bisogno di lei?
Il dubbio, a questo punto, resta:
perché Nick Fury non ha reclutato prima Capitan Marvel nel team dei
Vendicatori? Perché ha aspettato così tanto a chiamarla? Perché
Carol non è intervenuta per salvare la Terra dai tanti e diversi
problemi in cui si è trovata a partire dagli anni ’90? Tutte queste
domande potrebbero essere assolte nel suo film solista e legarsi a
doppio filo con Avengers:
Endgame in vari modi.
Forse Fury riteneva il suo potere
troppo grande, e il fatto che l’abbia chiamata solo ora significa
davvero che lei è l’ultima opzione possibile per salvare metà
dell’universo. Forse la sua “alleanza” con l’umanità non è
completamente stabilita, essendo l’eroina metà Kree metà umana…
Captain Marvel sarà il futuro leader dei Vendicatori
Kevin Feige ha confermato che
Captain Marvel occuperà una
posizione centrale all’interno dell’universo cinematografico, un
po’ ciò che ha fatto Tony Stark aka Iron Man
finora: un leader incontrastato e potentissimo. Tuttavia, da ciò
che abbiamo visto nei trailer, sembra che Carol entrerà nel
MCU come semplice soldato
dell’esercito Kree e soltanto dopo prenderà la strada
“solista”.
Le implicazioni per
Endgame quindi sono piuttosto importanti: se Tony
morirà, allora Captain Marvel si farà avanti come nuovo
leader.
Viaggi nel tempo
Le tante teorie su Avengers:
Endgamesembravano portare avanti quella legata
al Regno Quantico come risoluzione della Decimazione, ovvero la
morte di metà della popolazione dell’universo per mano di Thanos.
Tuttavia le recenti dichiarazioni di Samuel L.
Jackson ci portano a credere che sarà invece Carol
Danvers/Captain Marvel a determinare la guerra
contro Thanos… con un viaggio nel tempo!
Parlando di Captain
Marvelcon Entertainment
Tonight, Samuel L. Jackson, che
tornerà a interpretare un giovane Nick Fury con entrambi gli occhi,
ha commentato i formidabili poteri di Carol Danvers (Brie
Larson) e ha apparentemente ha rivelato un enorme SPOILER
che potrebbe avere importanti implicazioni per il seguito
di Infinity
War.
“È praticamente il personaggio
più forte – in termini di qualcuno con poteri in grado di fare
delle cose – nell’universo Marvel. Quindi, per Carol Danvers
essere quella persona e per Brie diventare quella persona, sarà un
evento esplosivo. Voglio dire, [i Vendicatori] si trovano ad avere
a che fare con delle situazioni davvero concrete e difficili in
questo momento – abbiamo visto cosa è accaduto in Infinity War –
così ora sappiamo che abbiamo bisogno di qualcosa che sia potente
come Thanos. E a un certo punto scopriremo quanto è potente lei e
scopriremo anche tutte le cose di cui è capace. È una delle poche
persone nell’universo Marvel che può viaggiare nel tempo,
quindi… “
Le “origini” dello schiocco
E se lo schiocco non fosse stata
una sorpresa per Nick Fury? E se il leader dei
Vendicatori avesse previsto il piano di Thanos?
Cosa implicherebbe questa trama? Dopotutto la sua reazione è stata
piuttosto “rilassata”…
Praticamente Fury ha semplicemente
chiamato Carol Danvers, senza dare ulteriori spiegazioni
sull’evento, dunque potrebbe significare che esista un accordo
prestabilito tra lui e l’eroina; oppure qualcosa di simile allo
schiocco è già successo prima e Captain
Marvel ha fatto promettere a Fury che l’avrebbe
chiamata in caso di pericolo.
La rivelazione degli Skrull segreti
Il nuovo trailer di Captain
Marvel ha finalmente
spiegato di cosa sono capaci gli Skrull, alieni
mutaforma che invaderanno la Terra. Con il loro ingresso nel
MCU i fan stanno già speculando su
quali personaggi si riveleranno essere dei nemici in incognito, e
potremmo ottenere le prime risposte già nel film.
È logico che gli Skrull si siano
infiltrati in posizioni di potere, come il governo degli Stati
Uniti o lo S.H.I.E.L.D., o forse anche nel corpo di Nick Fury in
persona…
I nuovi cattivi
Possiamo dire che finora
Thanos è stato il miglior antagonista del MCU ma è probabile che lascerà
l’universo condiviso alla fine di Avengers:
Endgame e che ci sarà bisogno in futuro di un’altra
figura altrettanto minacciosa da opporre agli eroi.
Forse un candidato sarà tra i
protagonisti del film di Captain Marvel? Debuttando così nelle
seconde linee ed esplodendo, come ha fatto Thanos, al culmine di
una narrazione decennale? Chi potrebbe essere allora?
Magari Dormammu? Che ne pensate?
Dopo molto parlarne, sembra
finalmente che Steven Spielberg e Peter
Jackson si siano decisi a portare avanti il progetto
cinematografico dedicato a Tintin, il giornalista
belga figlio di Hergé.
Benoit Mouchart,
direttore editoriale della Casterman, la casa editirce che
pubblica i fumetti del personaggio, ha confermato che i due
cineasti sono al lavoro sul secondo film, dopo il successo di
Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno,
arrivato al cinema nel 2011.
La notizia metterà sicuramente di
buon umore non solo i fan del fumetto e del film d’avventura di
otto anni fa, ma anche quelli di Spielberg e di Jackson,
soprattutto, il quale dopo il flop di Macchine
Mortali ha certamente bisogno di trovare altro spazio
e un nuovo successo di critica e pubblico.
Secondo Mouchart, i due registi
lavoreranno a una rielaborazione di due albi, Lo scettro di
Ottokar (1939) e L’affare Girasole (1956), cosa che
era già accaduta con l’adattamento precedente.
Il primo film ha visto protagonisti
Jamie Bell e Andy Serkis, è stato
realizzato in animazione CGI e motion capture ed è stato un
successo di critica e di pubblico. Staremo a vedere se, a distanza
di tanti anni, anche il cast sarà confermato.
In una delle due scene post credits
di Ant-Man
and the Wasp , vediamo Scott Lang rimanere
intrappolato nella dimensione del Regno Quantico proprio durante lo
schiocco delle dita di Thanos. Soluzione brillante che collega in
maniera praticamente perfetta il film con Avengers: Infinity War e con
Avengers: Endgame, il capitolo
della resa dei conti in uscita ad Aprile.
Sulla scena è tornato a parlare
Peyton Reed, regista dei due Ant-Man, spiegando
che l’idea è nata grazie alla consultazione dei fratelli Russo e
degli sceneggiatori di Infinity War:
“Eravamo tutti insieme allo
stesso tavolo, io, Paul [Rudd], gli sceneggiatori del film Chris
McKenna ed Eric Summers, i fratelli Russo e gli sceneggiatori di
Infinity War Christopher Marcus e Stephen McFeely per discutere
sulla timeline, e stavamo parlando dei personaggi che avrebbero
scontato la Decimazione di Thanos” ha raccontato Reed.
“Allora ci siamo chiesti: Bill Foster è lì con Scott e Hope? E
Eva Starr? Moriranno tutti? Poi è stato deciso che il 50% dei
personaggi doveva rimanere vittima dello schiocco, ed è stato lì
che Marcus e McFeely hanno lanciato quest’idea per la scena post
credits“.
“Non posso dire che non sia
stato difficile crearla, perché se messa a paragone con il finale
di Infinity War, non c’era finale drammatico più grande che
potessimo offire. Sapevamo che se avessimo introdotto il concetto
del Regno Quantico troppo presto nel film non sarebbe interessato a
nessuno, e avrebbe minacciato seriamente il corso della
storia”.
In Ant-Man and The
Wasp Scott Lang (Paul Rudd) è alle
prese con le conseguenze delle proprie scelte come Supereroe e come
padre, dopo Captain America: Civil
War. Mentre lotta per ritrovare un equilibrio tra la
sua vita famigliare e le responsabilità di Ant-Man, viene chiamato
da Hope van Dyne e il Dr. Hank Pym per intraprendere una nuova
missione: salvare Janet van Dyne persa nel Regno Quantico. Scott
deve quindi indossare di nuovo i panni di Ant-Man e imparare a
combattere al fianco di Wasp, pur cercando di rispettare gli
arresti domiciliari. Il tutto mentre si impegna a dare una mano
all’amico Luis (Michael Peña), tenendosi pronto a
combattere un nuovo nemico, Ghost (Hannah
John-Kamen), e il suo alleato Bill Foster
(Laurence Fishburne).
Kevin Feige e Stephen Broussard
hanno prodotto il film con Louis D’Esposito, Victoria Alonso,
Charles Newirth, mentre Stan Lee ne è stato produttore esecutivo.
Chris McKenna e Erik Sommers, Paul Rudd e Andrew Barrer insieme a
Gabriel Ferrari hanno invece firmato la sceneggiatura.
Ant-Man
and the Wasp è diretto da Peyton
Reed. Il cast del film comprende Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Peña, Michael
Douglas, Michelle
Pfeiffer Judy Greer, Laurence
Fishbourne, Hannah John-Kamen e Walton
Goggins. Il team creativo di Peyton Reed comprende il
direttore della fotografia nominato all’Oscar per il
fim Insider – Dietro la Verità Dante Spinotti,
lo scenografo Shepherd Frankel (Ant-Man, Bad Words),
gli editor Dan Lebental (Ant-Man, Spider-Man: Homecoming) e Craig
Wood (Guardiani della Galassia,
Vol.2, The Great Wall), la costume-designer
Louise Frogley (Spider-Man: Homecoming, La Grande
Tempesta), il VFX Supervisor due volte nominato all’Oscar
Stephane Ceretti (Doctor Strange, 2017), e l’SFX Supervisor
otto volte nominato all’Oscar Dan Sudick (Guardiani della
Galassia, Vol.2).
Inarrestabile Aquaman: continua la corsa stellare del
cinecomic DC al box office, dove ha superato quota 971.5 milioni di
dollari nel mondo e si prepara a toccare la cima del miliardo nei
prossimi giorni. Un risultato difficilmente pronosticabile visti i
precedenti del franchise ottenuti da titoli
come Batman v Superman e
Justice League.
Se così fosse, il blockbuster
diventerebbe il più alto incasso della Warner Bros. del 2018
(nonché il quinto miglior incasso della stagione
cinematografica).
L’inizio della corsa
di Aquaman non poteva essere più
positiva: grazie ai 93.6 milioni di dollari incassati nel
weekend d’apertura al box office cinese, il film
di James Wan diventa il miglior debutto
della storia per quanto riguarda il mercato asiatico e il migliore
di sempre per quanto riguarda i cinecomic DC.
Superato di gran
lunga Ready Player One (che lo
scorso anno ne aveva
registrati 61.6), Aquaman è anche
il quinto miglior opening per un film di supereroi e il quarto per
un titolo americano quest’anno. Per
intenderci, Wonder Woman aveva toccato quota
90.4, Man of
Steel 63.4, Batman v Superman: Dawn
of Justice 95.7 e Justice
League 106 nella prima settimana di
programmazione.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Dopo il
teaser promo la Netflixha diffuso le foto promozionali
di The
Umbrella Academy l’annunciato adattamento seriale
dell’omonima serie di romanzi. The
Umbrella Academy che avrà come protagonista l’attrice
Ellen Paghe debutterà il 15 febbraio su
Netflix.
Basato sui celebri fumetti e
graphic novel The Umbrella Academy, è stata
creata e scritta da Gerard Way (My Chemical Romance) e illustrato
da Gabriel Bá, The Umbrella Academyè
una serie live-action che segue i membri di una famiglia
disfunzionale di supereroi (The Umbrella Academy) – Monocle,
Spaceboy, The Kraken, The Rumor, The Séance, Number Five, The
Horror e The White Violin – mentre lavorano insieme per risolvere
la misteriosa morte del padre mentre modellano la loro personalità
e abilità divergenti. Pubblicato da Dark Horse Comics, la
serie a fumetti ha ottenuto molti elogi da parte di fan e critici
per il suo alternato e intrigante approccio al genere dei
supereroi.
The Umbrella Academy, la serie tv
The
Umbrella Academy sarà prodotta da Universal Cable
Productions. Steve Blackman (Fargo, Altered Carbon) sarà
produttore esecutivo e showrunner, con produttori esecutivi
Mike Richardson di Bluegrass Television e Keith Goldberg di
Dark Horse Entertainment. Gerard Way sarà come produttore
co-esecutivo. La sceneggiatura pilota è stata adattata dalla
serie di fumetti di Jeremy Slater (The
Exorcist).
In The
Umbrella
Academyprotagonisti
sono Ellen Page, Tom Hopper, Robert Sheehan, Emmy
Raver-Lampman, David Castaneda, Aidan Gallagher, Mary J.
Blige , Ashley Madekwe, Cameron Britton, Colm Feore, Adam
Godley, John Magaro e Kate
Walsh.
Entertainment Weekly dedica la sua
prossima cover a Men In Black:
International, il nuovo capitolo che rivoluziona
la saga che ha visto protagonisti Tommy Lee
Jones e Will Smith. Questa
volta è il turno di Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson che si ritrovano dopo Thor:
Ragnarok(dove hanno interpretato Thor e
Valchiria).
Il film sembra molto simile al
primo film del franchise, con la Thompson nel ruolo che è stato
di Will Smith, ovvero la nuova recluta degli
uomini in nero. Nel cast figurano anche Liam
Neeson e Emma Thompson.
Di seguito potete dare uno sguardo
alla copertina più una manciata di immagini ufficiali.
Men In Black:
International, annunciato lo scorso anno, vedrà
tornare sul grande schermo gli agenti in nero che difendono e
proteggono la Terra dalle razze aliene ostili, accogliendo e
aiutando a integrarsi quelle invece amichevoli. I due attori, che
si sono incontrati per la prima volta sul set di Thor: Ragnarok, in cui interpretavano
il protagonista Thor e la new entry
del MCUValchiria,
stanno adesso affollando i social network con foto e video dal
backstage del film che li vede di nuovo in coppia.
Tessa e
Chris rimpiazzeranno Will
Smith e Tommy Lee
Jones come protagonisti della storia, mentre nel film
tornerà Emma Thompson nel ruolo del capo del MIB, Agente O.
Questa presenza illustre indica che il film avrà connessione con il
franchise originale, avvalorandone quindi la natura di spin-off e
non di reboot, come era stato ipotizzato in precedenza.
“Gli Uomini in Nero hanno
sempre protetto la Terra dalla feccia dell’universo. In questa
nuova avventura, affrontano la più grande minaccia fino ad oggi:
una talpa nell’organizzazione Men in Black.
“
Arriva nelle sale italiane il 17
gennaio 2019 Glass, il film di M. Night
Shyamalan che chiude la sua trilogia supereroistica e che
vede tornare protagonisti Elijah Price (Samuel
L. Jackson), David Dunn (Bruce
Willis) e Kevin Wendell Crumb (James
McAvoy) con tutte le sue personalità.
Realizzare un sequel è una scelta
rischiosa, soprattutto quando si tratta di materiale originale. Ma
decidendo di chiudere la sua ideale trilogia, Shyamalan si è andato
a ficcare in un vicolo molto stretto, visto che più che un terzo
capitolo di un trittico, Glass è a tutti gli
effetti un crossover che mescola i toni e i personaggi di
Unbreakable e di Split.
Il primo elemento rilevante è
appunto l’adozione delle atmosfere di Split, toni
thriller horror dunque, e lo stile di regia di
Unbreakable. L’esito è contrastante. Da una parte
Shyamalan si conferma maestro dello studio dell’inquadratura, delle
trovate di regia, del punto di vista che adotta per inquadrare la
scena ma anche della costruzione visiva del racconto in cui ogni
emozione e personaggio è caratterizzato da una scelta cromatica
precisa: il viola è la calma meditabonda della mente criminale, il
verde è la salda serenità dell’eroe, il giallo è la schizofrenica
esuberanza del villain e delle sue personalità.
Glass è un crossover tra Unbreakable e Split
D’altra parte il film sceglie un
comparto sonoro che ricorda moltissimo quello di
Split e si libera quindi della possente onda
emotiva veicolata dalla colonna sonora che James Newton
Howard compose all’epoca per Unbreakable
e che in questo contenso fa sentire la sua mancanza.
Da un punto di vista della
scrittura, Glass risente della necessità di
Shyamalan di spiegarsi con i suoi spettatori. Il suo grande amore
per i fumetti viene trasformato in più di una occasione in
dichiarazioni e dialoghi goffi che suonano proprio come se lo
stesso regista fosse a parlare direttamente al pubblico. M. Night
si fa dunque divulgatore di cultura “fumettara” in un’epoca in cui
la cultura pop ne è già intrisa.
Nella sconfinata (ma comprensibile)
presunzione di creatore di universi condivisi in cui la realtà è
popolata di essere straordinari così come li leggiamo nei fumetti
(e li vediamo al cinema), Shyamalan tenta di portare di nuovo sul
grande schermo una visione autoriale del supereroe, come fu nel
2000: ecco che l’azione è spesso vista in soggettiva, o fuori
campo, o attraverso barriere che possono essere una finestra o il
vetro di un furgone blindato. Un linguaggio raffinato e personale,
che rischia di risultare vecchio all’occhio assuefatto all’azione
caotica e frenetica, spiattellata sotto al naso dello
spettatore.
Unbreakable – Il
predestinato (2000) e Split (2016) sono
due film compiuti, autoconclusivi e che stabiliscono una semplice
verità: i supereroi esistono e sono tra noi. Da una parte abbiamo
l’affermazione di David Dunn, come Guardiano che assume il suo
ruolo di difensore dei più deboli, dall’altra c’è Kevin, con il suo
disturbo di personalità, che abbraccia la sua natura di villain.
Buoni contro cattivi, come è sempre accaduto nel grande schema
dell’universo.
Ancora una storia di origini
Che senso può avere dunque
Glass? Già dal titolo, Shyamalan sembra darci la
sua indicazione fondamentale: il protagonista è Elijah. Il
personaggio che vede la sua determinazione nell’esistenza del suo
opposto nel film del 2000 (l’uomo che si rompe le ossa a ogni urto
che incontra l’uomo apparentemente indistruttibile), è ancora alla
ricerca di se stesso, del suo posto nel mondo e del bisogno di
conferma, un po’ infantile, che “non è stato un errore della
natura”.
In quest’ottica, una delle chiavi
di lettura del film sembra darcela proprio il personaggio
interpretato da Samuel L. Jackson, che nel terzo atto spiega
il suo progetto: non un grande spettacolo finale, con l’eroe contro
la bestia, ma una nuova storia d’origine, la sua, in cui conosciamo
il vero scopo de L’Uomo di Vetro.
In quest’ottica,
Glass è il dramma di un uomo che ha impiegato
tutta la vita a trovare il suo posto nel mondo. Da questo punto di
vista, il film rintraccia moltissimo della poetica classica del
regista, che risale ai suoi film più riusciti di inizio
carriera.
M. Night Shyamalan
dice più di quanto non riesca a far arrivare allo spettatore, per
questo Glass si rivela essere un ingranaggio non
perfettamente oliato, ma non per questo privo di fascino. Il
“pensiero felice” dell’appassionato di fumetti M. Night viene
affidato al finale del film: i supereroi esistono, sono in mezzo a
noi e devono avere la possibilità di accogliere la loro alterità.
Da parte dell’uomo comune, quello senza super poteri, c’è bisogno
soltanto di un atto di fede.
A pochi giorni dall’uscita nelle
sale di Glass
, capitolo conclusivo della trilogia firmata da M. Night
Shyamalan, ecco arrivare online una nuova clip che vede
protagonisti Kevin Wendell Crumb (il personaggio interpretato
da James McAvoy) e tutte le sue mille
personalità.
Intervistato da Vulture in
occasione dell’uscita di Glass
, M. Night Shyamalan ha negato qualsiasi
ipotesi di sequel e svelato un interessante dettaglio della
lavorazione del primo film con Bruce Willis.
Queste le parole del regista:
“Originariamente Unbreakable e
Split erano stati concepiti come un’unica storia. David Dunn e
l’Orda si sarebbero incontrati in stazione e Dunn avrebbe iniziato
a Tuttavia ero consapevole che sarei andato incontro ad alcuni
problemi narrativi, e ogni volta che alzi la posta in gioco, non
puoi più tornare indietro […] Ma se avessi introdotto le due
ragazze rapite, il tempo utile per lo sviluppo del personaggio
sarebbe stato minimo e ne avrebbe tolto a quello di David, della
moglie e del figlio“.
Sul sequel Shyamalan ha invece
spiegato:
“L’idea non mi interessa perché
non c’è abbastanza pericolo. È come se la mia arma non fosse adatta
agli effetti pirotecnici richiesti…semplicemente non sono bravo in
queste cose. Film come Avengers e altri del genere…non saprei
proprio dove iniziare“.
Qui la prima sinossi: Dunn
(Bruce Willis) sta dando la caccia alla Bestia, controparte
sovrumana di Crumb (James McAvoy), scontrandosi con lui in maniera
sempre più aspra. Intanto Price (Samuel L. Jackson) emerge
dall’ombra, nascondendo dei segreti che si riveleranno pericolosi
per entrambi.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
Sono stati aggiunti altri 11 film al
concorso della Berlinale 2019, mentre altre sei
titoli si sono aggiunti al programma speciale della Berlinale
Special.
Al momento sono 17 le produzioni che
partecipaeranno all’evento e che comprendono film provenienti da
Belgio, Brasile, Canada, Croazia, Danimarca, Francia, Germania,
Israele, Italia , Macedonia, Mongolia, Norvegia, Repubblica
popolare cinese, Polonia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Regno
Unito e Stati Uniti.
Ecco la lista provvisoria con i
nuovi titoli annunciati in competizione.
Competition
Di jiu tian chang (So Long, My Son)
People’s Republic of China
by Wang Xiaoshuai (In Love We Trust, Beijing Bicycle,
Chinese Portrait)
with Wang Jingchun, Yong Mei, Qi Xi, Wang Yuan, Du Jiang, Ai Liya,
Xu Cheng, Li Jingjing, Zhao Yanguozhang
World premiere
Elisa y Marcela (Elisa & Marcela)
Spain
by Isabel Coixet (Elegy, The Bookshop, The Secret
Life of Words)
with Natalia de Molina, Greta Fernández, Sara Casasnovas, Tamar
Novas, Maria Pujalte
World premiere
Gospod postoi, imeto i’ e Petrunija (God
Exists, Her Name is Petrunija)
Macedonia / Belgium / Slovenia / Croatia / France
by Teona Strugar Mitevska (When the Day Had No Name, The
Women Who Brushed Off Her Tears, I Am From Titov
Veles)
with Zorica Nusheva, Labina Mitevska, Simeon Moni Damevski, Suad
Begovski, Violeta Shapkovska, Stefan Vujisic, Xhevdet Jahari,
Andrijana Kolevska
World premiere
Marighella
Brazil
by Wagner Moura
with Seu Jorge, Adriana Esteves, Bruno Gagliasso, Jorge Paz, Luiz
Carlos Vasconcelos, Humberto Carrão, Bella Camero, Ana Paula
Bouzas
World premiere – First Feature
Out of competition
Mr. Jones
Poland / United Kingdom / Ukraine
by Agnieszka Holland (Spoor, Europa Europa, Angry
Harvest)
with James Norton, Vanessa Kirby, Peter Sarsgaard
World premiere
Öndög
Mongolia
by Wang Quan’an (White Deer Plain, Apart Together,
Tuya‘ s Marriage)
with Dulamjav Enkhtaivan, Aorigeletu, Norovsambuu Batmunkh
World premiere
The Operative
Germany / Israel / France / USA
by Yuval Adler (Bethlehem)
with Diane Kruger, Martin Freeman, Cas Anvar
World premiere – Out of competition
La paranza dei bambini (Piranhas)
Italy
by Claudio Giovannesi (Fiore, Alì Blue Eyes)
with Francesco Di Napoli, Ar Tem, Viviana Aprea, Pasquale
Marotta
World premiere
Systemsprenger (System Crasher)
Germany
by Nora Fingscheidt (Without this World)
with Helena Zengel, Albrecht Schuch, Gabriela Maria Schmeide, Lisa
Hagmeister
Wold premiere – First Feature
Ut og stjæle hester (Out Stealing
Horses)
Norway / Sweden / Denmark
by Hans Petter Moland (The Beautiful Country, A Somewhat
Gentle Man, In Order of Disappearance)
with Stellan Skarsgård, Tobias Santelmann, Bjørn Floberg, Danica
Curcic
World premiere
Varda par Agnès (Varda by Agnès) –
Documentary
France
by Agnès Varda (Cléo from 5 to 7, The Gleaners and I,
The Beaches of Agnès, Faces Places)
World premiere – Out of competition
Berlinale Special at the Haus der Berliner Festspiele
ANTHROPOCENE: The Human Epoch – Documentary
Canada
by Jennifer Baichwal (Long Time Running, Watermark,
Manufactured Landscapes), Nicholas de Pencier (Long Time
Running, Black Code, Four Wings and a Prayer),
Edward Burtynsky (Watermark)
European premiere
Es hätte schlimmer kommen können – Mario Adorf
(It Could Have Been Worse – Mario Adorf) – Documentary
Germany
by Dominik Wessely (Reverse Angle: Rebellion of the
Filmmakers, Nelly’s Adventure, The Housewife’s
Flower)
with Mario Adorf, Senta Berger, Margarethe von Trotta
World premiere
El Norte (The North)
USA (1984)
by Gregory Nava (Bordertown, My Family,
Selena)
with Zaide Silvia Gutiérrez, David Villalpando, Ernesto Gómez Cruz,
Lupe Ontiveros El Norte was restored in 2017 by the Academy Film
Archive, supported in part by the Getty Foundation.
European premiere of the restored version
In cooperation with NATIVe
Berlinale Special Gala at the Friedrichstadt-Palast
The Boy Who Harnessed the Wind
United Kingdom
by Chiwetel Ejiofor
with Chiwetel Ejiofor, Maxwell Simba, Lily Banda, Noma Dumezweni,
Aïssa Maïga, Joseph Marcell, Lemogang Tsipa European premiere –
First Feature
Lampenfieber (Kids in the Spotlight) –
Documentary
Germany
by Alice Agneskirchner (On Hunting – Who Owns Nature?,
20xBrandenburg, Dear Mum, I Hardly Knew You…)
World premiere
Berlinale Special Gala at the Zoo Palast
Celle que vous croyez (Who You Think I
Am)
France
by Safy Nebbou (Angel of Mine, Dumas, In the
Forests of Siberia)
with Juliette Binoche, François Civil, Nicole Garcia
World premiere
Alla luce degli eventi recenti, il
direttore del festival Dieter Kosslick ha
commentato il film in concorso Grâce à Dieu di
François Ozon: “Grâce à Dieu – sugli abusi
sessuali su minori che sono andati avanti per anni nell’arcidiocesi
di Lione – mostra come il cinema possa essere rilevante.
L’arcivescovo e gli altri membri dell’arcidiocesi sono stati
accusati di mantenere segrete le loro conoscenze sui casi di abuso.
Il procedimento giudiziario è iniziato il 7 gennaio 2019,
accompagnato da un’ampia copertura mediatica. La Berlinale mostrerà
il film all’inizio del festival.”
La rinuncia di Kevin
Hart a condurre la cerimonia degli Oscar
2019 ha portato a un unicum negli ultimi 30 anni, gli
Academy Awards 2019 non avranno nessun conduttore.
Tuttavia i produttori non si arrendono e stanno cercando di portare
sul palcoscenico del Dolby la maggior parte delle star possibili
per rendere più appetibile la serata in onda sulla ABC.
Secondo The Hollywood Reporter la
produzione dello spettacolo vorrebbe riunire sul palco la maggior
parte degli Avengers possibili. Nel 2013, l’Academy ospitò
Robert Downey Jr. (Iron
Man), Chris Evans (Captain
America), Mark Ruffalo (Bruce Banner/The
Hulk), Jeremy Renner (Occhio di Falco)
e Samuel L. Jackson (Nick Fury) tutti
insieme.
Per lo spettacolo, ma anche per la
rete, sarebbe un grande colpo, visto che gli attori del franchise
Marvel sono molto amati dal
pubblico. Considerando che la ABC, dove viene trasmessa la
cerimonia, appartiene alla Disney, così come i Marvel Studios, che quest’anno
promuoveranno Avengers: Endgame, una tale scelta
di ospiti sul palco farebbe felici tutte le parti coinvolte.
Il progetto ancora senza titolo
ufficiale di Todd Haynes (Carol, Lontano dal
paradiso, Velvet Goldmine) si arricchisce di un cast illustre,
come riportato nelle ultime ore da Variety: Anne
Hathaway, Mark Ruffalo e Tim
Robbins reciteranno infatti nel nuovo film del regista
americano incentrato sullo scandalo della compagnia chimica
DuPont.
Ruffalo figurerà anche in vesti di
produttore insieme Pamela Koffler e Christine Vachon della Killer
Films, mentre Jeff Skoll e Jonathan King della Participant Media
saranno i produttori esecutivi al fianco di Michael Sledd. Le
riprese inizieranno la prossima settimana a Cincinnati.
Tratta da una storia vera, la
pellicola seguirà Bilott, il personaggio interpretato da Ruffalo,
condurre una causa ambientalista contro la compagnia DuPont che
avrebbe nascosto un precedente di inquinamento chimico durato
decenni.
Anne Hathaway e Mark Ruffalo nel
cast del nuovo lavoro di Todd Haynes
Maestro di viaggi di fantasia, ma
mai troppo distanti dalla realtà, Robert Zemeckis
torna al cinema con una nuova avventura fantastica, che ci porta a
Marwen, una immaginaria cittadina del Belgio assediata dai nazisti,
durante la Seconda Guerra Mondiale. In Benvenuti a
Marwen, il regista di Ritorno al Futuro
parte da una storia vera e racconta la fatica di una risalita, dopo
il tonfo e il dolore di una profonda caduta.
Mark Hogancamp è
un fotografo e un artista, che dopo una violenta aggressione a
opera di cinque omofobi perde tutta la memoria della sua vita
precedente e fatica a rimettersi in piedi, diventa dipendente dalle
sue medicine e si inventa un posto dove poter curare la sua anima
fatta a pezzi, la sua mente a cui è stato strappato il passato e
anche il suo fisico, malridotto e ancora convalescente dopo il
coma. A questo posto attribuisce un nome, Marwen, una popolazione,
il soldato Hoggie e la sua squadra di soldatesse che sembrano
provenire da tutto il mondo, e dei nemici da combattere, cinque
soldati tedeschi. Hoggie è il salvatore e l’eroe della città,
protegge le soldatesse e ogni volta sconfigge i nemici che
puntualmente si rianimano, pronti per una nuova battaglia.
Si scopre presto che nel racconto
di Zemeckis, come accaduto nella realtà a Hogancamp, che è stato
aggredito nel 2000, Hoggie è un alter ego, un pupazzo su cui il
protagonista riversa le sue paure ma anche le sue aspettative e i
suoi desideri, tanto che quando arriva una nuova vicina, Nicol, e
Mark si infatua di lei, la sua soluzione è quella di far sposare
Hoggie con una nuova bambola, di nome… Nicol. Hoggie è il
salvatore, il leader e il centro di Marwen, la sua speranza.
Il percorso lento verso la risalita
ci porta in un mondo senza antefatto, così come la memoria di Mark
che è stata cancellata dall’aggressione. Anche noi siamo proiettati
nel suo eterno presente, senza una spiegazione che ci
contestualizzi la sua situazione, ma soltanto un progressivo
scoprire ciò che è accaduto attraverso le sue crisi e attraverso le
donne che popolano il suo mondo, le stesse donne che diventano
bambole, con cui lui gioca, che protegge e con cui “si cura”.
Zemeckis sembra quasi essere il
protagonista, sembra quasi che il regista trovi nel cinema e nella
creazione dell’immagine, una cura, una via per rigenerarsi. E lo fa
mescolando la live action con i toni fantastici e con la motion
capture, il cui utilizzo ha perfezionato nei suoi tre film
realizzati con questa tecnica.
Dal canto suo Steve
Carrell, protagonista assoluto di Benvenuti a
Marwen, riesce ancora una volta a sorprendere, e come
spesso accade agli attori di grande talento, riesce a trasmettere
maggiore empatia con ruoli del genere, che hanno “pochi mezzi”
esteriori, niente trucco o protesi per cambiare fisionomia, ma
soltanto l’intensità e la delicatezza di un interprete
poliedrico.
Benvenuti a Marwen
ci accoglie in un mondo spezzato che cerca faticosamente,
attraverso la fantasia, di rimettersi insieme, di ricucirsi da
solo. Nonostante il grande amore e la compassione da cui è sempre
circondato il protagonista, il suo è un cammino solitario e
doloroso, ma coraggioso ed emozionante.
Una notte di 12
anni, terzo lungometraggio dell’uruguayano Álvaro Brechner
(Bad day to go fishing,Mr. Kaplan), affronta un
tema ancora scottante nella memoria storica del suo paese, poiché
appartiene al recente passato: la dittatura che ha tenuto sotto
scacco l’Uruguay dal 1973 al 1985, interrompendo una pur radicata
tradizione democratica.
Il film, presentato allo scorso
Festival di Venezia nella
sezione Orizzonti e poi uscito in Uruguay, Argentina, Brasile e
Messico, non vuole però, nelle intenzioni del regista, essere una
denuncia della dittatura, ma indagare come possano uomini – se ne
prendono in considerazione tre, ma in totale furono nove – privati
non solo della libertà, ma della possibilità di usare la parola e
gran parte dei propri sensi, isolati, sopravvivere per più di un
decennio senza perdere sé stessi.
Nell’Uruguay della dittatura
militare, nel 1973, tre guerriglieri Tupamaros vengono arrestati e
portati in carcere, dove, con spostamenti continui da una caserma
all’altra, resteranno in isolamento per dodici anni, ostaggi del
regime, che si riserva di ucciderli in caso di nuovi attacchi da
parte di guerriglieri ancora attivi nel paese. Senza poter parlare,
spesso incappucciati, ammanettati, nutriti a malapena e privati di
tutto, saranno portati ai limiti della resistenza umana e
psicologica e solo aggrappandosi ai pochi brandelli di vita con cui
verranno in contatto o al potere dell’immaginazione potranno
evitare l’annientamento.
Una notte di 12 anni, i protagonisti
I tre prigionieri sono José “Pepe”
Mujica (Antonio De La Torre), Eleuterio Fernández
Huidobro (Alfonso Tort) e Mauricio Rosencof
(Chino Darín). Il film si basa sulle testimonianze
della loro reale esperienza. Oggi, sono considerati figure di
spicco della vita democratica del paese post dittatura: Mujica è
stato Presidente dell’Uruguay, Huidobro Ministro della difesa,
mentre Rosencof è scrittore e poeta.
Di fatto, la denuncia non può che
emergere dal film con estrema forza, proprio perché scaturisce
direttamente dai fatti e non è ostentata. Il regista non punta
sull’elemento cruento, ma piuttosto sulla privazione sensoriale, da
rendere ad esempio assumendo il punto di vista del prigioniero
incappucciato, sulla fame, sull’assenza di igiene, sul vuoto delle
celle in cui nulla si può fare, perché nulla c’è. Non mostra quasi
mai le torture vere e proprie subite dai tre, ma manette strette ai
polsi, insulti, umiliazioni. Non vi sono neanche discorsi di
denuncia da parte dei protagonisti.
Mostrare gli effetti della
deprivazione totale è però di per sé un atto d’accusa contro chi ha
pensato, orchestrato e reso possibile quel sistema. Brechner riesce
ad essere coinvolgente e mai retorico, scegliendo tre attori che
per immedesimarsi nei rispettivi ruoli si sono sottoposti a una
prova di resistenza fisica e mentale notevole, a un forte
dimagrimento.
Hanno provato anche loro, in parte,
“nella propria carne” – la citazione de La colonia
penale di Kafka apre il film – cosa significhi quella
condizione, dando tutti un’egregia prova attoriale. Non solo
Antonio De La Torre, forse il più noto dei tre
(Volver, Gli amanti passeggeri), più volte
candidato ai premi Goya, che dà vita ai deliri di Mujica, ma anche
Alfonso Tort, già scelto da Brechner per Bad
day to go fishing e Chino Darín (Il
Clan).
Il regista fa anche un buon lavoro
di sceneggiatura per far appassionare lo spettatore alle vicende di
tre detenuti che, in isolamento per anni, non fanno altro che
essere spostati di caserma in caserma. Ricrea l’alienazione di
questi luoghi, la ripetitività e l’ossessività dei movimenti al
loro interno, un tempo circolare dove difficilmente si distingue il
giorno dalla notte, ma spezza abilmente la monotonia con incursioni
frequenti nelle menti dei tre, nel loro ondeggiare tra follia e
lucidità, nel lavorio incessante per creare spazi astratti di
evasione con fantasie su persone care, o ricordi riproposti in
chiave onirica, con giochi immaginari, o inventando nuovi codici di
comunicazione in assenza di linguaggio.
In più, una vena umoristica
attraversa questo universo cupo e disperante ed è forse l’aspetto
che più stupisce. Il film è punteggiato di situazioni paradossali,
grottesche, quasi da teatro dell’assurdo, ma basate su episodi
realmente accaduti, che offrono un quadro insolito della situazione
carceraria. Non trova posto invece il pietismo, anche quando si dà
spazio ai momenti di solidarietà umana che pure vi sono stati, ai
brevi e sporadici incontri con i familiari che hanno reso, almeno
per poco, sopportabile la prigionia.
Nella colonna sonora spicca una
versione di The sound of silence di Simon & Garfunkel,
reinterpretata in modo originale da Silvia Pérez
Cruz – anche attrice nei panni della moglie di Huidobro –
a sottolineare l’importanza del silenzio per arrivare a
conoscere davvero sé stessi, delineando col suo stesso andamento
l’evoluzione dei protagonisti dalla completa disperazione alla
consapevolezza della propria forza, alla speranza di farcela che
caratterizza gli ultimi anni della prigionia.
Una notte di 12
anni non esplora solo una pagina buia della storia
uruguayana, in cui la vicenda dei protagonisti testimonia le enormi
potenzialità dell’uomo, in grado di aggrapparsi a tutto pur di
sopravvivere per poi risorgere dalle proprie ceneri e può essere
letta come metafora di un paese capace di rigenerarsi, ma fa
riflettere su un mondo contemporaneo sempre più intransigente e
dominato da sentimenti di paura e rabbia, mantenendo una forte
connotazione di speranza e apertura verso il futuro.