Dopo aver
dato un’occhiata al Mercenario (Ryan Reynolds) e Wolverine
(Hugh Jackman) mentre combattono (e terminano
la battaglia in modo piuttosto raccapricciante) con la
versione originale Sabertooth dal film X-Men (Tyler Mane), questi ultimi
scatti rivela alcuni dei veicoli che la coppia di eroi incontrerà
in The Void.
Non abbiamo idea del motivo per cui
questi veicoli facciano parte di questa sequenza, ma la teoria
prevalente è che Wade e Logan rivisiteranno sostanzialmente ogni
era precedente dell’MCU durante il loro periodo in questo
misterioso piano di esistenza, quindi c’è una possibilità che tutto
ciò sia semplicemente decorazione di sfondo e non verrà affrontata
direttamente nel film. Poi chissà cosa Shawn Levy e co. stanno
preparando questo trequel vietato! Guarda le foto di seguito:
Deadpool 3
riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
A partire dal tragico e
indimenticato attentato dell’11 settembre 2001 il cinema ha
affrontato la problematica del terrorismo in modo sempre più
diretto, contribuendo così ad una miglior comprensione di questo
fenomeno ma anche ad una sua metabolizzazione. Numerosi sono poi i
film che hanno trattato l’argomento con fini prettamente legati
all’intrattenimento e alla ridefinizione del genere action
thriller. Tra questi si annovera il recente AmericanAssassin, diretto nel 2017 dal regista
Michael Cuesta, già noto per La regola del gioco.
Questo suo nuovo lungometraggio parte dunque da un assunto molto
contemporaneo per costruire una storia ricca di colpi di scena.
Scritto tra gli altri dal premio
Oscar Edward Zwick, American Assassin è basato
sul romanzo L’assassino americano, scritto da
VinceFlynn, noto autore di
polizieschi. Questo fa parte della serie di dodici romanzi che
hanno come protagonista l’agente antiterrorismo Mitch Rapp. Pur non
essendo il primo della serie, tale romanzo è stato scritto come
prequel ed è dunque stato scelto dai produttori al fine di
raccontare Rapp sin dalla sua giovinezza. Vi è però stato un
significativo cambiamento che si è deciso di operare, ovvero quello
riguardante l’attentato che apre il racconto. Nel libro, Flynn
descrive l’attentato al volo Pan Am svoltosi nel 1998, di cui si
parlerà più avanti.
American Assassin parte
invece da un tipo di terrorismo molto più simile a quello dei
recenti attentati svoltisi in varie località europee. Adattando
questo particolare, il racconto assume valori nuovi e attuali, pur
se inseriti in un contesto di finzione cinematografica. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
American Assassin: la trama del film
Protagonista del film è lo studente
universitario Mitch Rapp, il quale durante una
vacanza ad Ibiza chiede alla sua
ragazza Katrina di sposarlo. Quando la
fidanzata perde però la vita durante un attacco terroristico Mitch,
sconvolto, decide che il suo unico scopo sarà quello vendicarsi.
Egli inizia dunque un duro allenamento in una sezione speciale
della CIA per portare a termine il suo sanguinoso progetto,
sottoponendosi per mesi a incredibili sforzi fisici e dure prove
psicologiche. Finalmente, il veterano della Guerra Fredda
Stan Hurley lo arruola per un’operazione segreta,
con l’obiettivo di indagare su una serie di attacchi previsti in
Medio Oriente. Il giovane Mitch, ossessionato dal desiderio di
vendetta, accetta il pericoloso incarico, intenzionato a sventare i
piani del nemico.
American Assassin: la storia vera dietro il film
Nel romanzo di Flynn, come
anticipato, si fa riferimento ad un famoso attentato, realmente
accaduto, che – nella finzione del racconto – porta alla morte
della protagonista, ma che nella realtà portò alla morte ben 270
persone. Si tratta dell’attentato avvenuto ad un aereo Pan Am in
volo il 21 dicembre del 1998 da Londra a New York che precipitò
Lockerbie, un villaggio in Scozia. Si pensò inizialmente ad un
incidente, ma indagini successive hanno stabilito che lo schianto
non era stato causato da un malfunzionamento del velivolo bensì da
una bomba plastica piazzata sul volo. Solo nel 2001 sono poi stati
arrestati i due attentatori responsabili, appartenenti ad una
cellula di intelligence libica. Per il film, tuttavia, si è deciso
di ispirarsi ad attentati più odierni.
American Assassin: il cast del film
Per interpretare il protagonista
Mitch Rapp, i produttori avevano inizialmente contattato l’attore
Chris
Hemsworth, il quale però declinò l’offerta per via dei
suoi impegni con la Marvel. Venne allora scelto
Dylan O’Brien,
attore noto per la serie Teen Wolf e la trilogia
di Maze Runner. O’Brien ha
ottenuto la parte di Rapp, battendo attori più vecchi e affermati.
Avendo circa 20 anni, la speranza dei produttori era infatti quella
che l’attore cresca man mano che il franchise cinematografico vada
avanti. Inoltre, poiché questo film è basato su un romanzo prequel,
offre l’opportunità anche all’attore di iniziare al principio della
carriera di Rapp. L’attore si è naturalmente dovuto preparare al
ruolo addestrandosi fisicamente anche ad interpretare le scene più
complesse.
Nel ruolo del suo mentore, Stan
Hurley, era originariamente stato considerato l’attore Bruce Willis.
Si decise però poi di offrire la parte a Michael Keaton,
in quegli anni tornato in auge. Inizialmente, però, Keaton era
preoccupato per l’interpretazione di questo personaggio, che viene
ritratto come un ex agente della CIA un po’ pazzo. A Keaton l’idea
in origine non piaceva, a causa delle sue ben note vedute liberali.
Tuttavia, dopo aver letto il romanzo di Flynn, egli ha sentito di
potersi connettere e immedesimare nel personaggio di Hurley. Nel
film sono poi presenti Sanaa Lathan nei panni del
videdirettore della CIA Irene Kennedy e Shiva
Negar in quelli dell’agente VAJA Annika Ogden. Completano
poi il cast Taylor Kitsch
come Ronnie “Ghost” e David Sucket nel ruolo
del direttore della CIA Thomas Stansfield.
American Assassin
2, ci sarà?
Come anticipato, American Assassin è
solo uno dei dodici romanzi che hanno come protagonista l’agente
Mitch Rapp. Intenzione dei produttori era dunque quella di dar vita
ad una nuova saga cinematografica sullo stile di titoli simili come
Die Hard e Mission: Impossible.
Parallelamente all’uscita in sala di American Assassin,
venne dunque confermato che in caso di buon successo economico
sarebbero entrati in produzione anche ulteriori film. A fronte di
un budget di circa 33 milioni di dollari, però, questo
lungometraggio è arrivato a guadagnarne appena 67 in tutto il
mondo. Un risultato al di sotto delle aspettative e che unito allo
scarso riscontro di critica sembra aver posto in stato di fermo i
piani per la saga.
il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
In attesa di poter vedere un giorno
questi sequel, è possibile fruire di American
Assassin grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Si è conclusa da qualche giorno la
prima edizione del Fantasticon Film Fest(FFF), il
nuovo festival dedicato ai film di genere che ha avuto luogo dal 24
al 26 novembre presso l’auditorium di Fiera Milano Rho nell’ambito
di Milan Games Week & Cartoomics 2023 (MGW CMX 2023),
manifestazione che con oltre 120.000 visitatori ha segnato un nuovo
record di presenze e si è confermata come l’appuntamento più
popolare per la geek culture del Nord Italia.
Grande successo e soddisfazione
anche per il festival neonato, organizzato da Echo e
Fiera Milano in collaborazione con Fandango Club
Creators e con la direzioneartistica di
Manlio Gomarasca: nell’arco dei 3 giorni sono stati
proiettati alla presenza di centinaia di persone molti contenuti in
anteprima ed esclusivi che ruotavano intorno ai 3 filoni principali
(anime, fantasy e horror), spesso accompagnati da ospiti
d’eccezione: i Manetti bros.,Federico Zampaglione, Lamberto Bava, Shinichi
Ishizuka,Daniele Serra, Paolo Barbieri, Andrea
Niada, Rocco Fasano,Dario Moccia,Roberto
Recchioni, Luca Crovi,Andrea Ferro, Cristina
Scabbia e Dario Argento, che ha anche ricevuto davanti a
una platea numerosissima dalle mani di Ilenia Pastorelli il
Legend Award, il premio alla carriera riservato
alle grandi personalità del cinema fantastico.
Inaugurato anche un Premio del
Pubblico che è andato all’horror The Well: grazie
alla collaborazione con ComingSoon che ha ospitato la piattaforma
per votare tutti i contenuti in programma, gli spettatori hanno
scelto come preferito il film di Federico Zampaglione che
uscirà prossimamente in sala.
Il noto regista e musicista ha
dichiarato: “Sono felice e orgoglioso di questo bellissimo
risultato; c’erano titoli importantissimi e non era affatto
scontato vincere. Inoltre la gioia maggiore è che il premio arriva
da chi può decidere davvero le sorti di un
film: il pubblico!”.
Aggiunge il Direttore Artistico
Manlio Gomarasca: “Come ho avuto modo di dire più volte
dal palco del Fantasticon, questa prima edizione, ricca di sorprese
ed emozioni, era dedicata alla celebrazione della rinascita del
cinema fantastico, nel tentativo di creare un ponte virtuale tra i
grandi maestri come Dario Argento, Lamberto Bava e Aldo Lado e i
nuovi autori. Sono quindi particolarmente felice di apprendere che
il pubblico del Fantasticon abbia decretato la vittoria di The
Well, film italiano dal respiro internazionale, diretto dalla
rockstar del cinema horror moderno:
Federico Zampaglione”.
Si terrà a Bellaria Igea
Marina (Rimini) dal 1° al 5 maggio 2024 la 42ma edizione
del
Bellaria Film Festival. Nato nel 1983 come “Anteprima
per il cinema indipendente italiano”, il Bellaria Film Festival
vanta una storia prestigiosa che lo ha reso, con il passare degli
anni, una delle più autorevoli manifestazioni cinematografiche
italiane.
Dopo anni in cui il
Festival è stato dedicato al cinema documentario, dal 2022 si è
nuovamente aperto ai film di ogni formato e genere, proponendosi di
sostenere in particolare opere di giovani autori e nuove tendenze
del cinema.
Dal 3 novembre, sulla
piattaforma FilmFreeway (filmfreeway.com), è aperta la call
ufficiale per partecipare al 42° Bellaria Film Festival con
doppia scadenza: il 18 dicembre 2023 e il 23 febbraio
2024. Nuovi sguardi, nuove prospettive e visioni del cinema:
per ampliare orizzonti e confini, un nuovo viaggio nel cinema
indipendente.
La call è dedicata
principalmente a due sezioni: il Premio Gabbiano e gli
Eventi Speciali; tutte le informazioni per le iscrizioni e
la partecipazione sono disponibili sul bando completo della call
2024. Tra i film che hanno partecipato al festival nella sezione
Gabbiano e che hanno poi continuato il loro fortunato cammino
festivaliero troviamo:
Ultimo impero di Danilo Monte –
Medfilm Festival e al Napoli Film Festival
Lala di Ludovica Fales – Ortigia
Film Festival (Menzione Speciale per il documentario);
Trieste Film Festival (Premio Corso Salani)
ANIMAL di Riccardo Giacconi –
Visions du Réel;Seoul Animal Film Festival;
Kasseler Dokfest, Rencontres Internationales Paris/Berlin
(Video Library); Filmmaker Festival di Milano.
Articolato in
cinque giornate, Bellaria Film Festival ospita varie
sezioni: il premio Casa Rossa, il premio Gabbiano, il
premio Gabbiano internazionale e la sezione Eventi
Speciali.
– Il premio Casa
Rossa verrà consegnato anche quest’anno alle opere prime o
seconde più interessanti del panorama cinematografico: una
sezione che ambisce a fare luce su una nuova generazione di autrici
e autori, capaci di esprimere il proprio talento anche grazie a
rinnovate pratiche produttive e pronti così a prendere posto
accanto ai massimi talenti del nostro cinema. Non è un caso che
alcuni di questi siano stati scoperti e valorizzati proprio a
Bellaria dal concorso Casa Rossa come Silvio Soldini, Paolo
Sorrentino, Daniele Ciprì, Matteo Garrone, Pietro Marcello,
Michelangelo Frammartino e tanti altri.
– Il Premio
Gabbiano, storico premio del Bellaria Film Festival dalle prime
edizioni, è dedicato a mettere in evidenza una rosa di film in
prima mondiale o internazionale provenienti dal panorama
indipendente italiano, senza limite di formato, genere e durata e
con particolare attenzione alla ricerca e all’innovazione del
linguaggio, con un premio di 3.000 € per il Miglior Film e
un premio di 2.000€ per l’Innovazione cinematografica.
– La sezione Eventi
Speciali è dedicata a film in anteprima nazionale, che segnino
i nuovi linguaggi del panorama mondiale e le connessioni tra il
cinema italiano e quello estero.
Realizzato grazie al
Comune di Bellaria Igea Marina, il festival avrà per il terzo anno
la direzione artistica di Daniela Persico ed è organizzato da
Approdi, start-up di cinema d’autore. Il Bellaria Film Festival è
la casa del cinema indipendente italiano, una casa speciale, sul
mare: punto di riferimento di nuove e coraggiose sperimentazioni
del linguaggio cinematografico.
Tutti tranne te sarà nelle sale
italiane dal 25 gennaio prodotto da Sony Pictures e distribuito da
Eagle Pictures.
Tutti tranne te – la trama
Nella commedia Tutti tranne
te Bea (Sydney Sweeney) e Ben (Glen Powell) sembrano la
coppia perfetta, ma dopo un primo appuntamento fantastico succede
qualcosa che spegne la loro infuocata attrazione. Quando si
ritrovano inaspettatamente allo stesso matrimonio in Australia,
decidono di fingere di essere una coppia, ognuno con uno scopo
diverso.
Prime Video ha svelato oggi i nomi dei
protagonisti della quarta stagione di LOL: Chi ride è
fuori, il comedy show Original dei record prodotto in
Italia. Diego Abatantuono, Edoardo Ferrario, Angela
Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone,
Lucia Ocone, Giorgio Panariello,
Claudio Santamaria, Rocco Tanica si sfideranno a
rimanere seri per sei ore consecutive provando, contemporaneamente,
a far ridere i loro avversari, per aggiudicarsi un premio finale di
100.000 euro a favore di un ente benefico scelto da chi vincerà. La
novità di quest’anno sarà anche la presenza di un aspirante comico,
vincitore dello show Original LOL Talent Show: Chi fa ridere è
dentro. LOL: Chi ride è fuoriS4 è l’ultima
novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di
spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso
Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o
€4,99/mese.
La quarta stagione del comedy show
in sei episodi è prodotta da Endemol Shine Italy per
Amazon Studios, sarà disponibile su Prime Video in oltre 240 Paesi
e territori nel mondo nel 2024.
Dopo lo straordinario successo
delle prime tre stagioni, LOL: Chi ride è fuori torna per
una nuova sorprendente stagione con l’esilarante sfida a colpi di
battute fra i dieci professionisti della risata impegnati nel
tentativo di strappare un sorriso agli altri partecipanti senza mai
cedere alla comicità degli avversari, in una battaglia di sketch
senza esclusione di colpi che mostra diversi stili comici: dalla
stand-up, all’improvvisazione, fino alla commedia fisica e a tanto
altro.
Ad osservare l’esilarante gara
comica dalla control room, torna nelle vesti di arbitro e
conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano, e da Lillo
Petrolo, che per questa stagione vestirà i panni di vero e
proprio coach. Alla prima risata di uno dei partecipanti, dalla
control room scatterà un cartellino giallo di ammonizione,
seguito alla successiva dal temuto cartellino rosso di espulsione
dal gioco. L’ultimo sfidante che riuscirà a resistere rimanendo
serio per tutte le sei ore di gioco sarà il vincitore, e potrà
donare 100.000 euro a un ente benefico di sua scelta.
In attesa della quarta stagione, Prime Video delizierà il
pubblico con LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro, il
nuovo show Original in 5 episodi che sarà disponibile in esclusiva
su Prime Video all’inizio del 2024. Elio, Katia Follesa e Angelo
Pintus, tra i protagonisti più amati delle passate edizioni di
LOL: Chi ride è fuori, hanno girato l’Italia in cerca del
decimo concorrente che farà parte del cast della quarta stagione
del celebre comedy show. Mago Forest vestirà invece i panni di
presentatore e accompagnerà i giudici in questo tour tutto italiano
che promette risate e divertimento. Il nuovo show Original sarà un
vero e proprio varietà in stile LOL dove a sfidarsi, con
l’obiettivo di far ridere i tre giudici, saranno non solo comici ma
anche artisti di ogni genere: maghi, cantanti, imitatori, mimi,
improvvisatori, rumoristi, persone comuni con spiccate doti di
intrattenimento, e molti altri personaggi che non mancheranno di
suscitare ilarità. Il vincitore di LOL Talent Show: Chi fa
ridere è dentro si unirà al cast della nuova stagione di
LOL: Chi ride è fuori.
LOL: Chi ride è fuori è un adattamento del popolare
show giapponese Original, HITOSHI MATSUMOTO Presents
Documental, prodotto e interpretato da Hitoshi Matsumoto. Un
format replicato con grande successo su Prime Video in quindici
Paesi nel mondo, inclusi Messico, Australia, Germania, Francia,
Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Nigeria, India, Canada, Argentina,
Colombia e Brasile, oltre alla versione giapponese e a quella
italiana. La prima, la seconda e la terza stagione di LOL: Chi
ride è fuori sono disponibili in esclusiva su Prime Video.
La quarta stagione di LOL: Chi ride è fuori si
unirà a migliaia di film e serie già presenti nel catalogo di Prime
Video, tra cui le produzioni italiane Original, Elf
Me, AMAZING – FABIO DE LUIGI, Everybody
Loves Diamonds, The Bad
Guy, Prisma, Bang Bang
Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura
Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La
serie S1 e S2, The Ferragnez:
Sanremo special, All or Nothing: Juventus, Anni da
cane, Dinner Club
S1 e S2, Vita da
Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia
all’uomo S1, S2 e S3,
e LOL: Chi ride è fuori
S1, S2 e S3; le serie
pluripremiate The Marvelous Mrs.
Maisel e Lizzo’s Watch Out for the Big
Girls, la serie satirica sui supereroi The
Boys e grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del
Potere, Citadel, Jack Ryan di Tom
Clancy, Un matrimonio
esplosivo, Samaritan, Tredici
Vite, The Tender Bar, A proposito dei
Ricardo, La guerra di
domani, Reacher e Il principe
cerca figlio, oltre a contenuti in licenza disponibili in più
di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in
Italia delle migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre
che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli
Original italiani già annunciati sono le serie Gigolò per
caso, Antonia, No Activity – Niente da
segnalare, Sul più bello – La serie, gli
show Karaoke Night – Talenti Senza
Vergogna, LOL Talent Show: Chi fa ridere è
dentro, i film lI migliore dei
mondi, Pensati Sexy, oltre ai rinnovi per
nuove stagioni di Prisma, Sono
Lillo e Celebrity Hunted – Caccia all’uomo.
È stata inoltre annunciata la serie Citadel:
Diana, il capitolo italiano
dell’universo Citadel.
Arriva in prima visione su Sky The Lost
King,film Sky
Original diretto dall’acclamato ed eclettico regista inglese
Stephen Frears, che in Italia sarà in esclusiva mercoledì 6 dicembre 2023 alle 21.15 su Sky Cinema
Due (alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming solo su
NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on
demand anche in 4K.
Frears torna a lavorare con il team creativo di
Philomena, i candidati all’OscarSteve Coogan e Jeff
Pope,per raccontare
l’affascinante storia vera della scoperta dei resti di Riccardo
III, avvenuta nel 2012 grazie a Philippa Langley. Nel cast Sally
Hawkins nei panni della protagonista, Steve Coogan in
quelli di John Langley e Harry Lloyd che interpreta Riccardo
III.
La trama di
The Lost King
Tratto da un’incredibile storia vera, il racconto
di una donna che ha portato alla scoperta della vera storia di re
Riccardo III e al ritrovamento delle spoglie mai rinvenuteper 500 anni. Dovrà però lottare per difendere la maternità
della sua conquista.
Rendendo omaggio ad una donna che ha rifiutato di
essere incasellata dagli altri, che è stata ignorata ma è riuscita
lo stesso ad affermare sé stessa, il film esplora i fatti al di là
del mito, rivelando un Re molto diverso dal perfido personaggio
raffigurato da Shakespeare.
Molti di voi sapranno già che uno
dei maggiori fan di Zack Snyder è l’acclamato
regista Christopher Nolan. Quest’ultimo fu il primo a
sceglierlo per dirigere L’Uomo
D’Acciaio (Man of Stell) quando la Warner Bros lo
ingaggio per produrre il rilancio di Superman al cinema.
I due si vedono al telefono
circa una volta al mese e Christopher Nolan lo ha invitato a unirsi
a un gruppo selezionato di cineasti per una prima proiezione
diOppenheimerquest’estate. (Paul Thomas
Anderson, Todd
Phillips e Denis
Villeneuveerano gli altri registi
invitati).
Per la storia di copertina apparsa su
The Hollywood Reporter dedicata a Zack Snyder,
il noto sito americano ha avuto uno scambio di e-mail con Christopher Nolan (sì, in effetti usa la
posta elettronica nonostante quello che potresti pensare) – e hanno
svelato ora una curiosità solo per la newsletter.
Al regista è stato chiesto se c’è
una scena o un momento specifico in uno dei film di
Zack che vive nella tua testa?Christopher Nolan ha
risposto:Il momento
ne L’Uomo
d’Acciaio in cui Kevin
Costner dice al giovane Clark che
qualunque sia la sua origine, è pur sempre suo figlio, mi fa venire
un nodo alla gola ogni volta. Zack è conosciuto soprattutto
per la sua facilità nel creare immagini iconiche, ma il suo istinto
di casting non è secondo a nessuno.
L’Uomo D’Acciaio (Man of Stell)
L’Uomo
D’Acciaio (Man of Stell) è un film
di supereroi del 2013 basato
sulpersonaggio della DC
Comics Superman. Diretto
daZack Snyder, la
storia è stata sviluppata daDavid S.
Goyere dal
produttoreChristopher Nolan, con Goyer che
ha scritto la sceneggiatura. Il film era
un riavvio della serie di
film di Superman , che
descriveva la storia delle originidel personaggio, ed è il primo capitolo
delDC
Extended Universe(DCEU).L’Uomo
D’Acciaio (Man of Stell)vede
protagonisti Henry
Cavillnel ruolo del protagonista insieme
ad
Michael Shannon, Amy
Adams, Kevin
Costner, Diane
Lane,
Laurence Fishburne e
Russell Crowe. Nel
film, Clark Kent scopre di
essere un alieno superpotente proveniente dal pianetaKrypton. Assume il ruolo di protettore
dell’umanità nei panni di Superman, scegliendo di
affrontare il generale Zode
impedirgli di distruggere l’umanità. Ha incassato 668 milioni di
dollari in tutto il mondo, diventando il nono film con il maggior
incasso del 2013. Un seguito intitolato Batman v Superman: Dawn of Justice è stato
rilasciato il 25 marzo 2016.
A questo punto non abbiamo
bisogno di ricordarvi l’intera saga dello “Snyderverse” che finirà
ufficialmente con l’uscita imminente di Aquaman Il
regno perduto.Tornando un po’ indietro,
però, e molto prima che Justice
League diventasse una realtà,
Zack Snyder è stato impegnato a dare una nuova
svolta a Superman in
Man of Steel.
Nel riavvio del 2013,
Clark Kent è diventato un supereroe un po’ più tardi
rispetto alla sua controparte dei fumetti e ha sconfitto il
malvagio generale Zod spezzandogli il
collo. Questo avvien pochi istanti dopo che la loro battaglia a
Metropolis devasta la città e uccide migliaia di
persone.
Il regista ha poi ripreso
Superman in Batman v Superman: Dawn of
Justice, mandando un vendicativo
Crociato Incappucciato in missione per uccidere l’alieno arrivato
Terra.Nel film abbiamo anche visto molto cambi
rispetto ai canoni dei fumetti, come ad esempio Batman che uccide i
criminali che incontra. Gran parte di questo è
ciò che ha reso Zack Snyder una figura così controversa tra i fan
dei fumetti.
Parlando
con The Hollywood
Reporteril diretto interessato, ha spiegato
perché si è avvicinato a questi iconici personaggi DC in un modo
così non convenzionale. “Come potrei guardare Superman,
Batman con la faccia seria e dire semplicemente ‘Eccolo,
divertitevi'”, dice. “Amo i personaggi, non sto
dicendo che volevo distruggerli o renderli meno di quello che sono.
Ma non li consegnerò nemmeno come un pezzo di pura propaganda che
dice che Superman è fantastico o che Batman ha un codice morale
indistruttibile.”
Batman v Superman: Dawn of
Justice
Batman v Superman: Dawn of Justice
nonostante abbia diviso la critica è stato il primo successo della
Warner Bros. Globalmente il film ha stabilito diversi record al
box-office, tra cui quello come miglior esordio per un film di
supereroi con $420 milioni con un totale di 874 milioni di dollari.
Nonostante abbia ottenuto ottimi incassi, ha ricevuto critiche
generalmente negative. Un’edizione
director’s cut, chiamata Ultimate
Edition e che dispone di 30 minuti aggiuntivi, è stata
distribuita digitalmente il 28 giugno 2016, e su Blu-ray e DVD il
19 luglio 2016
L’ex membro dei Monty
Python e regista visionarioTerry
Gilliam ha dichiarato domenica
a Variety al Red
Sea Film Festival che vuole che Johnny
Deppinterpreti
Satana nel suo nuovo film “Carnival at the End of
Days“.
Terry Gilliam ha
riassunto la trama in questo modo: “Dio spazza via l’umanità e
l’unico personaggio che vuole salvarla è Satana, e
Johnny Depp interpreta
Satana“.
Terry Gilliam era
presente alla proiezione al Mar Rosso di una
doppia serie di documentari “Lost in La Mancha” e “He Dreams of
Giants”, che documentano entrambi il maledetto ed estenuante
tentativo del regista di realizzare il film “L’uomo
che uccise Don Chisciotte”. ” Il film è stato infine
presentato in anteprima a Cannes nel 2018, con protagonisti
Jonathan Pryce e Adam Driver.
Sul palco con Terry
Gilliam era presente anche la produttrice dei documentari,
Lucy Darwin, per spiegare al pubblico come è passata dall’essere
ufficio stampa di “Le avventure del barone di Munchausen” a
produttrice grazie all’incoraggiamento di Terry
Gilliam. Ha anche detto ai fan che “Lost in La Mancha”
sarebbe stato presentato in anteprima al festival in una versione
appena restaurata.
Parlando
con Variety dopo la
proiezione, Gilliam inizialmente ha scherzato: “Ah, sei la
rivista che mi ha ucciso!“, riferendosi a un incidente
avvenuto quando la rivista pubblicò prematuramente il suo
necrologio nel 2015. Dopo aver suggerito alla rivista di comprargli
un paio di bottiglie di vino per rimediare al disagio causato ad
alcuni familiari.
Cosa sappiamo su Carnival at the
End of Days?
Per quanto riguarda il nuovo film
Carnival at the End of Days , è stato scritto insieme a uno
sceneggiatore 33enne senza nome, “perché quando invecchi il
mondo ti diventa più estraneo”. La storia è selvaggia come ti
aspetteresti dal creatore di “L’esercito delle dodici
scimmie” e “Brazil“.
“Questa è una semplice storia di
Dio che spazza via l’umanità per aver rovinato il suo bellissimo
giardino Terra“, ha detto Gilliam. “C’è solo un
personaggio che sta cercando di salvare l’umanità ed è Satana,
perché senza l’umanità ha perso il lavoro ed è un personaggio
eterno e quindi vivere senza lavoro è terribile. Allora trova
dei giovani e cerca di convincere Dio che questi giovani sono i
nuovi Adamo ed Eva. Dio riesce ancora a spazzare via
l’umanità. È una commedia.
Ed è qui che entra in gioco Johnny Depp. Anche se il film è ancora in una
fase iniziale, Gilliam si sente fiduciosa. Ha anche notato che il
suo nome in “Lost in La Mancha” appare sopra quello di Johnny Depp. “Devo tenerlo al suo posto”, ha
scherzato.
The
Marvels ha faticato a decollare al botteghino ed è
probabile che diventino il più grande fallimento commerciale dei
Marvel Studios.
Affrontando questo argomento al Dealbook Summit del New York Times
all’inizio di questa settimana, il CEO della Disney, Bob Iger, ha
attribuito la colpa alla mancanza di supervisione sul set da parte
dei dirigenti dello studio.
“The
Marvels è stato girato durante il Covid” ha
detto. “Non c’era molta supervisione sul set, per così
dire, dove abbiamo dirigenti [che] controllano davvero ciò che
viene fatto giorno dopo giorno.”
È
una spiegazione che ha sollevato perplessità un po’ ovunque in
rete, e il regista di
Spider-Man: Across the Spider-Verse, Peter
Ramsey, è intervenuto per descrivere le osservazioni di Iger come
un “livello sorprendente di
stronzate”.
Il regista, che ha diretto episodi
di The
Mandalorian e Ahsoka
per la Disney, ha suggerito che secondo lui Iger “deve
sembrare come se avesse sempre una risposta”. Quando un
fan ha sottolineato che Thor:
Love and Thunder avrebbe potuto avere bisogno di un po’
più di supervisione sul set, Ramset ha obiettato dicendo:
“Come fai a sapere che non è stata la ‘supervisione’ a
causare ciò che non ti piace?”
Poco tempo dopo ha condiviso ancora
la sua opinione secondo cui “Non succede nulla in quei film
[senza] il totale controllo da parte di Feige e soci. I problemi
della Marvel sembrano essere più profondi di così”.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è solo uno
dei due film di supereroi ad essere considerato un successo
finanziario quest’anno (l’altro è Guardiani della Galassia Vol.
3). La prospettiva di Ramsey ci deve far
riflettere e, data quanta colpa è stata ingiustamente attribuita
alla sua collega regista, Nia DaCosta, è facile
capire perché ha voluto prendere le sue difese in rete.
All’interno della sezione Fuori
Concorso della 41esima edizione del Torino Film FestivalMario Martone (Nostalgia,
Qui rido io) ha presentato Un ritratto
in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice, film documentario
dedicato alla figura del celebre fotografo italiano della durata di
poco più di 50 minuti.
Partenopeo di nascita – e dunque
concittadino del regista – Mimmo Jodice è ormai da
qualche tempo, in realtà, al centro dell’attenzione torinese.
Aperta al pubblico il 29 giugno scorso e programmata fino al 7
gennaio 2024, la mostra “Mimmo Jodice. Senza
tempo” – allestita alle Gallerie d’Italia – rappresenta
infatti il secondo capitolo di un progetto curato da
Roberto Koch e intitolato “La Grande
Fotografia Italiana”. Un’esposizione che, pensata come
celebrazione dei grandi maestri dell’arte fotografica del nostro
Paese, si compone di diverse sezioni (tra cui Anamnesi, Linguaggi,
Vedute di Napoli, Città, Natura e Mari) e tenta in qualche modo di
sintetizzare la gloriosa produzione del fotografo attraverso 80
scatti da lui realizzati tra il 1964 e il 2011.
Accanto però alle opere della sua
carriera, alcune iconiche, le sale espositive della mostra
proiettano proprio l’ultima “fatica” di Mario
Martone. In una commistione artistica che, a partire dalla
forza dell’Immagine, si sforza di restituire la trasversalità di un
grande autore nostrano.
Un ritratto in movimento. Omaggio a
Mimmo Jodice: la trama
Ma chi è Mimmo
Jodice? Chi si nasconde nel buio della camera oscura,
dietro l’obbiettivo della fedele macchina fotografica? Un artista,
senza dubbio; un napoletano verace classe 1934, oggi
ottantanovenne, ma in attività costante. Di sicuro una importante
personalità del mondo culturale e dei suoi dibattiti, fondamentale
per l’affermarsi della fotografia italiana nel mondo e responsabile
della crescita della stessa – non solo per le sue possibilità
nell’ottica di analisi del reale, ma anche (e soprattutto?) per
l’indiscutibile valore introspettivo ad essa strettamente
connesso.
Ma chi è il Mimmo Jodice osservato
da Mario Martone? Il racconto del regista segue,
prevedibilmente, gli stilemi canonici della narrazione documentaria
e lo fa radunando testimonianze varie, ricordi e aneddoti, parole e
immagini; recuperando dunque – e di fatto costruendo – un archivio
pluralmente composto. Molti sono infatti i volti di persone (tra
intellettuali, artisti o galleriste) che, seppur appartenenti a
generazioni diverse, hanno avuto modo di incontrare il suo lavoro;
e Martone li convoca, li pone davanti alla
cinepresa e li alterna, affrescando l’esposizione. Ci sono le voci
di Antonio Biasiucci e Marino
Niola, quelle di Laura e Lucia
Trisorio e Lia Rumma, ci sono
Stefano Boeri e Francesco
Vezzoli; e, naturalmente, c’è Angela
Jodice, l’instancabile compagna di vita che ha sempre
sostenuto Mimmo e forse per prima si è accorta di
un talento che negli anni sarebbe stato sotto gli occhi di
tutti.
Un’opera “in absentia”
Non è però il fuoricampo l’unico
spazio dove il corpo di Mimmo Jodice guadagna
concretezza. Non sono solo le parole di altri a dargli forma, a
descriverlo, a raccontarne le particolarità che lo hanno reso
l’uomo che conosciamo oggi.
Martone non rimane
esclusivamente in ferma osservazione; si fa avanti, varca la soglia
dello studio del fotografo e qui riporta a galla aneddoti,
immagini, anni e anni di archivio e di professione, nonché di
continua ricerca e sperimentazione. Ed è attraverso la delicatezza
dei gesti dell’artista, tramite la sua stessa voce, che il cineasta
riordina una vita dedicata alla fotografia; passando in rassegna i
primi scatti, genesi di un pensiero prima ancora che di un atto,
gli anni sessanta e settanta, le opere di natura politica e di
interesse sociale, senza dimenticare le numerose passioni
ispiratrici di Jodice – tra cui l’architettura, le
antichità classiche, la natura e i nudi. Il tutto rigorosamente
filmato avvicendando il colore del presente al bianco e nero delle
foto, fissate come in un orizzonte d’eternità come simulacro di un
uomo e di un’arte.
Dopotutto, per usare le parole di
Jodice“tutto ciò che succede in fotografia,
succede prima in visione”. E le visioni dell’artista
napoletano affiorano ben oltre il reale, prendono forma solo in
condizioni di luce ottimali e istantanee, indagando il sublime
insito nel tempo e in ciò che da esso è stato levigato. Perché la
fotografia di Mimmo Jodice è prima d’ogni altra
cosa un’arte che lavora in absentia; là dove l’umano ha
deciso di ritirarsi lasciando che la realtà, sovrascritta della sua
mancanza, acquisti un ultra-senso (quasi) impossibile da scorgere e
catturare.
“Io ho fatto sempre con grande
eccitazione tutte le foto che ho fatto. Le rifarei tute da
capo”.
Goblin, tristi mietitori, volpi a
nove code o demoni infernali: chi è avvezzo ai prodotti sudcoreani
conosce molto bene queste affascinanti e perdute creature tanto
care alla tradizione folcloristica dell’Asia orientale. Ed è
proprio un seducente e infido angelo delle tenebre
a essere il protagonista del nuovo romantico k-drama
fantasy My Demon (in hangeul 마이 데몬), disponibile
dal 24 novembre su Netflix.
La serie, composta da 16 episodi di circa un’ora
ciascuno e pubblicata a puntate ogni venerdì e sabato,
porta sul piccolo schermo due celebri e giovani attori:
Song Kang, volto noto al pubblico netflixiano per
le serie Sweet Home, Love Alarm, Navillera e
Previsioni d’amore; e la dolce Kim
Yoo-jung, comparsa sulla piattaforma lo scorso anno con il
commovente dramma adolescenziale 20th Century Girl.
Trama di My Demon
Do Do-hee (Kim
You-jung) è una temuta ereditiera e implacabile imprenditrice a
capo della Mirae F&B, azienda alimentare del conglomerato
industriale Mirae Group. Jeong Gu-won (Song Kang),
invece, è un affascinante demone centenario che vive sulla Terra
stipulando contratti con persone disperate e sfinite dalle
avversità della vita, disposte a barattare la propria
anima pur di vedere esaudito un loro desiderio. I due si
incontrano, per caso o per destino, il giorno del ventottesimo
compleanno di Do-hee: costretta ad andare a un appuntamento al buio
dall’ “Onnipotente Ju”, la sua madre adottiva e presidente del
Mirae Group, Do-hee si ritrova nel ristorante sbagliato con Gu-won,
intento a festeggiare con una torta l’ennesimo contratto del
diavolo. Dopo quell’imbarazzante e accidentale
incontro, le loro vite si incrociano ancor di più quando
Do-hee viene rapita da un serial killer. Attirato dalla sua paura e
disperazione, Gu-won la raggiunge per pattuire un contratto che le
permetta di salvarsi ma – proprio nel momento in cui Do-hee è
pronta a promettere la sua anima – improvvisamente i poteri
del demone si trasferiscono a lei, legando ora la sua
esistenza alla giovane donna.
My Demon – In foto l’attore Song Kang nei panni del demone
Gu-won.
«I cattolici credono che gli
uomini abbiano tre tipi di nemici. Il primo è il loro corpo, che li
indebolisce dall’interno con tratti come la pigrizia. Il secondo è
la loro vita terrena, che li divora dall’esterno. Il loro terzo e
ultimo nemico sono gli spiriti maligni, che
ingannano gli umani con modi arroganti ma
affascinanti, mimandoli dall’interno all’esterno. Ma chi
ha mai visto uno spirito maligno? E se esistessero, sarebbero
comunque forze esterne, perché anche se possono portare le persone
sulla cattiva strada, tutto il male del mondo nasce
comunque dai desideri degli uomini.» – il demone
Jeong Gu-won.
La difficoltà di distinguere gli amici dai nemici, gli
angeli dai demoni
Il primo episodio, intitolato
“Vita fosca”, presenta fin da subito ciò
che saranno le dinamiche principali su cui si baserà l’intera
storia. Do-hee e Gu-won sono improvvisamente e
incomprensibilmente legati l’un l’altra dalla vita e la
morte: dal loro primo incontro, Gu-won salva più volte la
vita di Do-hee, messa in pericolo dalla sua posizione di potere
nell’azienda di famiglia, mentre lei è l’unica possibilità che
Gu-won ha di poter riavere i suoi poteri oscuri ed evitare
l’autodistruzione. L’episodio, infatti, si apre con ciò che sarà
una delle scene più emblematiche della serie: Do-hee, in fuga da un
misterioso e spaventoso uomo, corre nel buio in cerca di aiuto
finché, nella fitta nebbia innanzi a sé, riconosce il volto di
Gu-won.
My Demon – In foto l’attrice Kim You-jung nel ruolo della fredda
ereditiera Do-hee.
“È come se la mia vita fosse
avvolta nella nebbia”, dice Do-hee. “Come
distinguo gli amici dai nemici?O sono
completamente circondata da nemici? Chi si avvicina a me attraverso
la nebbia è un demone o un angelo?”. È da queste domande che
si intesse frettolosamente una trama che dal fantasy passa ben
presto a un intricato e confuso thriller che ruota
intorno all’avara famiglia del Mirae Group, di cui Do-hee diviene
il bersaglio e vittima. Lo spettatore è così coinvolto in un gioco
pericoloso di inganni, assassini e committenti misteriosi in cui si
affianca la tenera e surreale storia d’amore di un demone e
della sua umana, una storia che commuove e diverte anche
grazie all’evidente alchimia fra i due talentuosi attori.
Tutti hanno un demone nel cuore
My Demon incarna alla
perfezione il classico k-drama fantasy, racchiudendo in sé
tutti i cliché della serialità sudcoreana:
l’estremo romanticismo enfatizzato da iconici slow motion
(per esempio, la classica caduta di lei tra le braccia di lui o gli
intensi – e fin troppo lunghi – momenti di scambio di sguardi); il
traumatico e difficile passato di uno (o entrambi) i protagonisti;
l’alternarsi costante di momenti drammatici a quelli più buffi e
spiritosi e, ancora, la classica mescolanza di generi che partecipa
a complicare e arricchire la trama principale con ulteriori e
imprevedibili sotto-trame.
My Demon – In foto (da sinistra a destra) Song Kang e Kim
You-jung.
Per chi è, dunque, un veterano della
produzione televisiva del Sud Corea, My Demon
probabilmente non apporta nulla di nuovo e
originale al già ricco catalogo Netflix dedicato all’Oriente. Nonostante ciò,
la serie con la
coppia Kang e You-jung – tra profondi drammi familiari,
pericolose lotte di potere e inspiegabili forze
sovrannaturali – si lascia guardare con estrema facilità,
incuriosendo e coinvolgendo sempre più il pubblico che resta
piantato davanti lo schermo col fiato sospeso in attesa di scoprire
cosa accadrà e nella speranza di vedere, ancora una volta, il
prevedibile ma tanto confortevole lieto fine che tanto distingue i
prodotti provenienti dall’amato, e ora in voga, Hanguk.
Al box office del fine settimana
appena concluso ritroviamo ancora
C’è ancora domani al primo posto! La pellicola,
esordio alla regia dell’attrice
Paola Cortellesi, sta superando molti record d’incassi in
Italia, divenendo il terzo film per presenze in sala nel 2023 dopo
Barbie e
Avatar – La via dell’acqua. C’è ancora domani ha
incassato nel week end €729.956 e più di 27 milioni di euro
dall’uscita nei cinema il 26 ottobre.
Al secondo posto in classifica si
stabilisce
Napoleon, dramma di stampo storico con
Joaquin Phoenix e diretto da
Ridley Scott. Nonostante le critiche per le
inesattezze storiche, la pellicola ottiene un incasso di
€582.391 a fronte di un totale di 5 milioni e mezzo di euro dal suo
arrivo nelle sale il 23 novembre.
Terzo classificato è
Prendi il volo, pellicola di animazione che racconta
la migrazione di una famiglia di germani reali, che incassa
€227.273.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto ritroviamo
rispettivamente
Cento domeniche, dramma diretto ed interpretato
dall’attore italiano
Antonio Albanese, e
Hunger games – la ballata dell’usignolo e del
serpente, prequel della serie cinematografica Hunger
games. Cento domeniche raggiunge un incasso di €190.777 su un
totale di poco più di un milione dall’arrivo nelle sale il 23
novembre, mentre Hunger games incassa €152.968 nel fine settimana e
sfiora i 5 milioni di euro dalla sua uscita il 15 novembre. Sesto
classificato è La guerra
dei nonni, commedia italiana con Vincenzo Salemme, che
incassa €125.198.
Al settimo ed ottavo posto si
stabiliscono
Diabolik-chi sei?, terzo capitolo della trilogia
cinematografica adattamento della nota serie di fumetti, e
Palazzina
Laf, film esordio alla regia di Michele Riondino.
Diabolik incassa €115.537 nel fine settimana, mentre Palazzina Laf
raggiunge un incasso di €74.198.
Ultimi due film nella classifica box
office sono rispettivamente
Home education- le regole del male, pellicola
dell’orrore, e
The old oak, diretto da Ken Loach. Home education
incassa €49.880 mentre The old oak raggiunge un guadagno di
€40.810.
Resta tristemente escluso dal box
office del fine settimana appena concluso
La chimera, dramma diretto da Alice Rohrwacher con
Josh O’Connor (il principe Carlo nella serie The crown) e
Isabella Rossellini. Nonostante la pellicola sia approdata
nelle sale italiane il 23 novembre, e nonostante la candidatura per
la Palma d’oro a Cannes e la vittoria del premio AFCAE sempre a
Cannes, La chimera non riesce a rientrate nella classifica per via
della poca distribuzione nelle sale italiane.
Il nuovo lungometraggio diretto da
Nicola
Barnaba, Runner, con gli
attori Matilde Gioli e
Francesco
Montanari è l’unico film italiano in
concorso alla 33esima edizione del prestigioso
Noir In Festival, un festival unico nel suo genere
per quanto riguarda il mondo del cinema e della letteratura del
giallo e del mistero. Girato a Gasperina (CZ), in Calabria, il film
è prodotto daCamaleo con il sostegno della
Calabria Film Commission e sarà
distribuito al cinema daPlaion Pictures.
Si tratta di un action thriller con protagonista
Lisa una giovane di 25 anni con il sogno del
cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del runner è un
traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del cinema, ma
anche il punto di partenza per una fulgida carriera.
È
finalmente su un set, intreccia una relazione con
Sonja, protagonista e star del cinema. Cosa
potrebbe volere di più dalla vita? Cosa potrebbe andare storto? Ma
l’attrice ha un passato oscuro che torna a cercarla nel momento più
impensato. Quando poi Lisa si trova ad essere accusata
dell’omicidio di Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Per
salvarsi la vita, dovrà trovare le prove che la scagionino e
permettano di condannare il vero assassino. Il film si preannuncia
dunque particolarmente adrenalinico e claustrofobico, interamente
ambientato in un albergo isolato dal mondo e con fonti
d’ispirazione film come “Die Hard” e “Trappola in alto
mare“.
Runner, dalle origini alle sfide in fase di
realizzazione
A parlarci meglio del film è però
proprio lo stesso NicolaBarnaba,
a partire dalle motivazioni che lo hanno spinto a realizzare questo
lungometraggio. “Io sono cresciuto in provincia e il cinema era
l’unica evasione possibile dalla vita di tutti i giorni. –
racconta il regista – Mi riferisco principalmente ad un cinema
d’intrattenimento che va dai mostri degli anni Cinquanta fino ai
grandi blockbuster d’azione degli anni Ottanta, dai vari Arma
Letale a Die Hard. Un po’ dalla voglia di fare cinema, un po’ dalla
voglia di ricostruire questo tipo di avventure e sensazioni, ho
iniziato ad ideare Runner.”
“L’idea però è rimasta per un
po’ nel cassetto, fino a quando non ho trovato in Roberto
Cipullo, creative producer di Camaleo, un complice che ha deciso
che questa idea matta era il caso di provare a realizzarla, –
ha continuato poi Barnaba – dando così vita ad un omaggio a
quei film che sono ormai delle pietre miliari del cinema d’azione.
Sono poi stato fortunato a trovare altri due complici, Matilde
Gioli e Francesco Montanari, che si sono prestati con ironia e
simpatia nel cercare di dar vita a questo progetto. Matilde, nel
ruolo di Lisa, è poi stata straordinaria nel mettersi in gioco,
nell’eseguire personalmente tutte le scene più complesse, senza
ricorrere alla sua controfigura”.
“Abbiamo girato pressocché in
un’unica location,cosa che ha presentato degli ovvi
vantaggi da un punto di vista organizzativo, ma ha presentato
problematiche di altro tipo, a partire dal fatto che
sostanzialmente eravamo sempre sul luogo di lavoro. In ogni caso,
abbiamo cercato di sfruttare al meglio gli spazi a disposizione,
ricercando un’idea di claustrofobia e disagio che sono poi quelle
che vive anche la stessa protagonista. Tutto ciò è reso anche
attraverso l’uso delle luci. In generale cercavamo un modo per
“nascondere” le pareti bianche dell’albergo, ma questo usare colori
intensi è poi diventato anche un modo per evidenziare l’angoscia
data dalla situazione”.
Ritorno al film di genere
Barnaba offre poi una riflessione
sull’importanza di praticare anche in Italia un cinema di genere,
troppo spesso trascurato ma che negli ultimi anni ha fortunatamente
ritrovato un proprio piccolo posto nella produzione nazionale.
“A riguardo, io credo che la voglia di intrattenimento sia
sempre attuale. – afferma Barnaba – Attuale e in crescita.
Con le tante piattaforme esistenti oggi c’è una grande richiesta di
contenuti, che si trasforma anche in maggiori possibilità di
sperimentare. I film d’azione, ovviamente, richiedono una certa
calma e molto tempo, elementi che di solito su un set
mancano.
“Ma il risultato spesso premia,
perché questi film richiamano al cinema un pubblico che altrimenti
rischia di non frequentare tale ambiente.Abbiamo una
lunga tradizione di maestri di cinema di genere, che sarebbe dunque
bene riscoprire per realizzare sempre più opere che spazino dalla
fantascienza all’horror, dal noir al thriller d’azione. Forse c’è
la paura di confrontarsi con i prodotti simili che vengono
realizzati all’estero, ma credo che non sia un confronto da fare.
In Italia godiamo di ottime maestranze e sul set di Runner tutto
ciò ha trovato ennesima conferma. Abbiamo dato vita ad un lavoro di
squadra davvero entusiasmante!”.
Le macchine da presa hanno
finalmente ripreso a girare sul set di Deadpool 3 dopo che la
produzione è stata interrotta durante gli scioperi del SAG-AFTRA e
della WGA, e alcune nuove foto dal set sono state ora condivise
online tramite il Daily
Mirror.
Attenzione, questi sono gli scatti
più spoiler che abbiamo
mai visto.
Le foto mostrano il Mercenario (Ryan
Reynolds) e Wolverine (Hugh
Jackman) mentre combattono contro Victor
Creed/Sabtertooth del primo film degli X-Men (non
siamo sicuri che si tratti effettivamente di Tyler Mane),
e sembra che Wade Wilson abbia trovato una
soluzione al potente fattore di guarigione del feroce mutante!
Non siamo esattamente sicuri del motivo per cui
Deadpool si porta dietro la testa decapitata di
Sabertooth, ma è sicuro dire che il trequel ambientato nel MCU di Shawn Levy
sta davvero consolidando la sua classificazione R! Sebbene non
appaia in nessuna delle foto, il rapporto menziona che anche il
membro della Confraternita di Creed, Toad, è stato
avvistato sul set. Dai un’occhiata alle foto di seguito:
Deadpool
3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Con la presentazione in
Brasiledi Dune – Parte
Dueche dovrebbe iniziare tra circa un’ora,
Warner Bros Discoveryha pubblicato undici nuovi
poster dei personaggi del prossimo blockbuster diretto da Denis
Villeneuve, offrendo uno sguardo nuovo ai protagonisti principali
mentre si preparano per una guerra epica.
La nuova serie di poster mette in luce Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides,
Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica,
Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha,
Florence Pugh nei panni della Principessa
Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban,
Léa
Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan
Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher
Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.
Il secondo capitolo
continuerà la storia diDune:
Parte Uno, che, nonostante la sua
controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel
2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di
produzione stimato di 165 milioni di dollari.Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel,
che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in
formati standard e premium, incluso IMAX.Dune:
Parte Dueuscirà
nei cinema il 1 marzo 2024!
Paramount+
ha pubblicato il primo teaser trailer di Halo 2, l’annunciata
seconda stagione della serie HALO, lo show basato
sull’omonimo videogames XBOX. La seconda stagione della serie
basata sul popolare franchise di videogiochi sarà presentata in
anteprima l’8 febbraio 2024 in tutti i paesi in cui Paramount+
è disponibile. I primi due episodi della stagione usciranno in
quella data, seguiti successivamente da nuovi episodi
settimanali.
L’annuncio è stato fatto al CCXP di San
Paolo, in Brasile, alla presenza dei membri del cast Pablo
Schreiber e
Joseph Morgan insieme al nuovo showrunner David
Wiener e al produttore esecutivo Kiki Wolfkill. Paramount+ha
anche rilasciato il primo teaser trailer della nuova stagione, che
potete vedere qui sotto.
La descrizione ufficiale della
seconda stagione afferma: “Master Chief John-117 (Schreiber)
guida la sua squadra di Spartani d’élite contro la minaccia aliena
conosciuta come Covenant. Sulla scia di un evento
scioccante su un pianeta desolato, John non riesce a scrollarsi di
dosso la sensazione che la sua guerra stia per cambiare e rischia
tutto per dimostrare ciò che nessun altro crederà: che i Covenant
si stanno preparando ad attaccare la più grande roccaforte
dell’umanità. Con la galassia sull’orlo del baratro,
John intraprende un viaggio per trovare la chiave per la salvezza
dell’umanità, o la sua estinzione: l’HALO.”
La seconda stagione di HALO
Joseph Morgan si unisce al cast nei panni di James
Ackerson, descritto come “un formidabile agente
dell’intelligence che ha trascorso la sua carriera scalando i
ranghi dell’ufficio segreto dell’intelligence navale del Consiglio
di sicurezza delle Nazioni Unite”. Anche Cristina Rodlo si
unirà allo spettacolo nel ruolo di Talia Perez, “un caporale
specializzato in linguistica per un’unità di comunicazione del
Corpo dei Marines dell’UNSC e una recluta relativamente nuova che
deve ancora vedere un vero combattimento”.
I membri del cast di ritorno di HALO includono
Natascha McElhone, Jen Taylor, Bokeem Woodbine, Shabana
Azmi, Natasha Culzac, Olive Gray, Yerin Ha, Bentley Kalu, Kate
Kennedy, Charlie Murphy, Danny Sapani, Fiona O’Shaughnessy e Tylan
Bailey.
HALO è prodotto da
Showtime in associazione con 343 Industries e Amblin Television. La
seconda stagione è prodotta da Wiener insieme a Steven Spielberg, Darryl Frank e Justin
Falvey per Amblin Television. Wolfkill è il produttore esecutivo
per Xbox/343 Industries, con Otto Bathurst e Toby Leslie per One
Big Picture e Gian Paolo Varani. Sia Schreiber che McElhone sono
produttori in questa stagione. La serie è distribuita a livello
internazionale da Paramount Global Content Distribution.
Will Smith ha condiviso nuovi dettagli su
Io
sono leggenda 2, di cui è protagonista e produttore
insieme a Michael B. Jordan, sabato sera al Red Sea
International Film Festival di Gedda, in Arabia Saudita. Secondo
l’attore, l’imminente sequel si basa sul finale alternativo
utilizzato nella versione in DVD del film di fantascienza
post-apocalittico del 2007, piuttosto che nella versione vista al
cinema, in cui il suo personaggio muore.
Will Smith, che è una delle star hollywoodiane
presenti alla terza edizione del Red Sea Film Festival, ha parlato
anche di “Bad Boys 4“, in cui lui e la sua co-star
Martin Lawrence riprenderanno i loro ruoli nei
precedenti sequel del film poliziesco originale del 1995.
“Domani ho una telefonata con
Michael B. Jordan. Siamo molto vicini, il copione è appena
arrivato“, ha detto Smith di “Io
sono leggenda 2” durante uno degli eventi In
Conversation del festival. “Dovete essere dei veri appassionati
di ‘Io sono leggenda’ per saperlo, ma nella prima versione teatrale
il mio personaggio muore, ma nel DVD c’era una versione alternativa
del finale in cui il mio personaggio viveva. Seguiamo la mitologia
della versione in DVD. Non posso dirvi altro, ma
Michael B. Jordan ci sta“.
Will Smith ha fatto subito un riferimento
autoironico allo scandalo della cerimonia degli Oscar del 2022, in
cui ha
schiaffeggiato il presentatore
Chris Rock dopo che il comico e attore aveva fatto una
battuta malriuscita sulla testa rasata della moglie Jada Pinkett Smith (che soffre di alopecia) –
dicendo che fin da bambino era “sempre stato bravo in
matematica e scienze… e amavo i problemi e i rompicapo, così ho
iniziato a creare i miei problemi“, prima di passare a una
divertente analisi della sua carriera.
Il suo primo amore è stato il rap,
ha detto a un pubblico dominato da fan. In seguito, si è reso conto
del potere della recitazione di comprendere, plasmare e influenzare
la condizione umana.
“I film parlano di persone che
cercano di capire come stare qui senza essere infelici – come stare
bene con la vita, come non solo sopravvivere, ma come prosperare in
questa potenziale tragedia esistenziale in cui siamo stati tutti
gettati“, ha detto, aggiungendo: “Come trovare l’amore e
la gioia in tutto questo“.
Quando gli è stato chiesto di
nominare i suoi principali mentori, ha detto che un momento
cruciale è stato lavorare con Tommy Lee Jones e
Gene Hackman. “È stata la prima volta che ho
capito che potevo usare tutto quello che mi serviva per un singolo
progetto. Quei due attori mi hanno fatto capire che non ero
assolutamente all’altezza e mi hanno ispirato ad elevare il mio
mestiere di attore“, ha detto Smith.
Guardando al futuro, Smith ha detto
di voler diventare un mentore per una nuova generazione di registi
e insegnare il suo mestiere. “La cosa che mi entusiasma di più
ora è il trasferimento delle conoscenze. Voglio davvero insegnare a
fare cinema“.
“L’aspetto entusiasmante
dell’Arabia Saudita è che si tratta di una comunità cinematografica
nuova di zecca. C’è uno stile di narrazione globale che ha fatto il
giro del mondo. Mi rendo conto che si tratta di prendere storie
locali e renderle globali. Ho una profonda fede nel potere di
condividere le nostre storie insieme per aiutare a guarire le
ferite. La prossima fase della mia vita consisterà nel lavorare in
collaborazione globale, condividendo le nostre storie in modo da
creare ponti. Non credo che la politica possa creare il cambiamento
necessario“.
Concludendo la conversazione di
un’ora – durante la quale ha offerto al pubblico le imitazioni di
Muhammad Ali e Richard Williams (il padre delle
tenniste Serena e Venus Williams, che ha interpretato nel film del
2021 “King
Richard“) – Smith ha aggiunto che le “avversità
degli ultimi due anni” hanno affinato la sua visione di ciò
che vuole fare nella prossima fase della sua vita: “Devo essere
chiaro su chi sono e su ciò che sto cercando di fare nel mondo, non
posso dipendere dagli applausi degli altri per rimanere concentrato
sulla mia missione“. “
Kasbah Films, la società
della produttrice Karim Debbagh con sede a
Tangeri, si è assicurata la produzione esecutiva di una serie
di progetti statunitensi e britannici che verranno girati in
Marocco, tra cui il
sequel di Lord of War,
con Nicolas
Cage nel ruolo del famigerato trafficante d’armi
più famoso del mondo.
Mentre era al Marrakech Film Festival
Debbagh ha parlato con Variety
del suo lavoro su “Lords of War 2”, le cui riprese dovrebbero
iniziare a marzo per circa 40 giorni. Debbagh sta
attualmente esplorando luoghi in tutto il Marocco.
“Stiamo cercando di coprire quattro o
cinque paesi africani, come Libia, Egitto, Senegal e Mali e diversi
paesi del Medio Oriente, e abbiamo trovato quasi tutto in Marocco”,
ha detto il produttore veterano, che sembrava felicissimo di
riprendere lo scouting dopo essere stato costretto a una pausa di
otto mesi a causa degli scioperi WGA e SAG-AFTRA. “Casablanca
stessa è così diversificata”, ha detto Debbagh, “che trovi
aree che assomigliano al Senegal e altre molto lussuose come un
quartiere della California, e se stai cercando posti che
assomigliano alla Libia, allo Yémen o alla Siria, li puoi trovare a
Marrakech e dintorni.”
Ha detto che il seguito beneficerà
dell’incentivo del rimborso fiscale locale, che è stato aumentato
al 30% un anno fa. Lo schema attuale non limita più lo sconto
a 1,8 milioni di euro per film e prevede invece un limite annuale
di 10 milioni di euro di sconti per tutte le riprese di produzioni
straniere. “Questo nuovo sistema significa che è ‘primo
arrivato, primo servito‘”, ha detto Debbagh. “Lords
of War”, ad esempio, spenderà circa 7 milioni di euro di spese
ammissibili in Marocco e otterrà uno sconto di circa 2 milioni di
euro, il che significa che rimarranno solo 8 milioni di euro per
tutte le altre produzioni internazionali girate nel paese.
La troupe di “Lords of War” sarà composto da
400 a 500 membri, circa 100 dei quali proverranno principalmente
dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. “I membri della troupe in
Marocco sono diventati così ben formati negli ultimi anni grazie a
tutti i grandi film che sono venuti qui per girare e anche alle
grandi scuole che hanno aperto e contribuito a rafforzare questa
generazione più giovane“, ha detto.
Kasbah Films sta anche lavorando su
“Atomic”, una prossima serie britannica la cui
prima stagione sarà girata interamente in Marocco a partire da
maggio. Lo spettacolo è prodotto da Pulse Films, la
consolidata società dietro “Gangs
of London”. Un altro progetto in cantiere per
Kasbah Films è “Faster Than Horses”, un film indipendente
britannico prodotto da Pure Grass Films.
Insieme a questi progetti
internazionali, Kasbah Films produce anche film marocchini
pluripremiati di alcuni dei registi più famosi del paese. I
crediti recenti della banner includono “Life Suits Me
Well”, diretto da Al Hadi Ulad-Mohand.
Emma Stone si è unita
all’ambito Five-Timers Club di
“Saturday Night Live” questo sabato ed è
stata accolta nella “SNL her-story” da Tina Fey e
Candice Bergen durante il suo monologo.
Fey e Bergen hanno
regalato a Emma Stone l’iconica giacca Five-Timers Club,
nella quale la Stone, ha trovato uno spinello.“Deve essere la giacca di
Woody Harrelson“, ha scherzato Bergen.“C’è anche una tessera del vaccino qui“, ha detto
Stone, a cui Fey ha risposto: “Allora non è sicuramente di
Woody“.
Woody Harrelson è stato ospite del “SNL” a febbraio
e
nel suo monologo ha fatto riferimenti ironici alle cospirazioni sul
vaccino COVID-19 nel suo monologo.
L’episodio con Emma Stone è stato aperto da Bowen Yang, che
ha interpretato il deputato espulso George Santos
eha cantato una parodia di “Candle in the Wind” di
Elton John.
Emma Stone attualmente recita al fianco di
Nathan Fielder e Benny Safdie nella serie della
Showtime “The
Curse”, creato da Fielder e Safdie. La serie segue
Whitney e Asher Siegel (interpretati da Stone e Fielder), una
coppia sposata che realizza uno spettacolo HGTV sulla loro casa
filantropica che viene lanciata nella città di Española nel New
Mexico. Quando Asher viene “maledetto” da un bambino, il loro
matrimonio e il loro rapporto professionale iniziano a
precipitare.
Questa stagione di “Saturday Night
Live” ha visto partecipare attori del calibro
Jason Momoa, Pete Davidson, Nate Bargatze e
Timothée Chalamet, oltre agli ospiti musicali
Tate McRae, Ice Spice, Foo Fighters e Boygenius.
Nell’episodio del 21 ottobre, Bad Bunny ha svolto il doppio compito
di ospite e cantante. C’è stato anche un afflusso di cameo di
prim’ordine in questa stagione da star come Taylor Swift,
Travis Kelce,
Pedro Pascal, Lady Gaga, Mick Jagger, Alec Baldwin, Christopher
Walken e altri. Ecco il monologo della
Stone:
Paramount+ ha rilasciato un’anteprima
della prossima quinta e ultima stagione diStar
Trek: Discovery, che sarà presentata in
anteprima nell’aprile 2024 sullo streamer
Paramount+.
Nel nuovo filmato, il capitano
Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) e Cleveland
“Book” Booker (David Ajala) si confrontano con un’enorme
creatura aliena ostile che ha la capacità di nascondersi. La
star di “Star
Trek: Discovery” Martin-Green e la showrunner Michelle
Paradise hanno presentato la clip durante il panel Paramount+ al
CCXP sabato a San Paolo, in Brasile.
Secondo la trama ufficiale, la
stagione 5 “vedrà il Capitano Burnham e l’equipaggio della USS
Discovery scoprire un mistero che li porterà in un’epica avventura
attraverso la galassia per trovare un antico potere la cui stessa
esistenza è stata deliberatamente nascosta per secoli. Ma ce
ne sono anche altri a caccia… nemici pericolosi che vogliono
disperatamente reclamare il premio per se stessi e non si
fermeranno davanti a nulla pur di ottenerlo.”
Oltre a Sonequa Martin-Green e David Ajala, Star
Trek: Discovery vede nel cast Doug
Jones (Saru), Anthony Rapp (Paul
Stamets), Mary Wiseman (Sylvia Tilly),
Wilson Cruz (Dr. Hugh Culber), Blu del
Barrio (Adira) e Callum Keith Rennie
(Rayner). La quinta stagione presenta anche le guest star
ricorrenti Elias Toufexis (L’ak) ed Eve
Harlow (Moll).
La serie è prodotta da CBS Studios in
associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. I
co-showrunner di “Discovery” Alex Kurtzman e Paradise sono
produttori esecutivi insieme a Heather Kadin, Aaron Baiers,
Olatunde Osunsanmi, Frank Siracusa, John Weber, Rod Roddenberry e
Trevor Roth.
“Abbiamo intenzione di
conservare quel momento e di non toccarlo mai più“, ha detto
Feige a proposito dei momenti finali di Stark nel film del
2019. “Abbiamo lavorato tutti duramente per molti anni per
arrivare a quel momento e non vorremmo mai annullarlo magicamente
in alcun modo”.
Robert Downey Jr., che ha fatto il suo debutto
alla Marvel in “Iron Man” del 2008, è stato quasi
scartato per il ruolo a causa della sua reputazione, che
comprendeva l’arresto nell’aprile 1996 per possesso di eroina,
cocaina e una pistola scarica. Tuttavia, Kevin Feige ricorda che lui e il regista
Jon Favreau si sono contesi l’attore per
interpretare il supereroe titolare nel film.
“Il consiglio di amministrazione
della Marvel era nervoso all’idea di puntare tutte le sue carte per
i futuri film su qualcuno che aveva notoriamente avuto quei
problemi legali in passato“, ha detto Feige a
proposito degli arresti di Downey. “Non ero molto bravo – e non
lo sono ancora – ad accettare un no come risposta. Ma non mi batto
nemmeno il petto per cercare di ottenere quello che voglio. Cerco
di trovare il modo di far capire agli altri perché dobbiamo andare
in una direzione. Ed è così che è nata l’idea di un
provino“.
A giugno, l’ex presidente dei
Marvel Studios David Maisel ha affermato di aver
avuto un ruolo chiave nel convincere il consiglio di
amministrazione della Marvel ad assumere Robert Downey Jr. invece dell’altro candidato,
Timothy Olyphant.
“Il mio consiglio di
amministrazione pensava che fossi pazzo a mettere il futuro della
società nelle mani di un tossicodipendente“, ha detto Maisel
senza mezzi termini. “Li ho aiutati a capire quanto fosse
adatto al ruolo. Avevamo tutti fiducia che fosse pulito e che lo
sarebbe rimasto“.
Da allora Robert Downey Jr. è apparso in nove film
Marvel nel corso di 11 anni. Nell’intervista rilasciata a Vanity
Fair, Feige ha ricordato quanto Robert Downey Jr. fosse di supporto ai suoi
co-protagonisti della Marvel, affermando: “Scherzavamo dicendo
che Robert era il capo del dipartimento di recitazione perché tutti
lo ammiravano“. Kevin Feige ha continuato: “Li ha presi
tutti sotto la sua ala, ma non in senso servile. È diventato la
loro cheerleader“.
Warner Bros Pictures Italia ha
diffuso il trailer ufficiale di Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero, il nuovo atteso capitolo
della saga Godzilla vs. Kong.Il film sarà distribuito nelle sale
cinamatografiche italiane nel 2024 da Warner Bros. Pictures.
L’epica battaglia continua! Il
Monsterverse cinematografico di Legendary Pictures dà seguito allo
scontro esplosivo di “Godzilla vs. Kong” con una
nuovissima avventura che vedrà l’onnipotente Kong e il temibile
Godzilla combattere fianco a fianco contro una colossale minaccia
sconosciuta che si cela nel nostro mondo, mettendo a dura prova la
loro stessa esistenza… e la nostra.
Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero approfondisce ulteriormente
le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di
Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha
contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati
per sempre all’umanità. Adam Wingard torna a dirigere il film,
interpretato da
Rebecca Hall (“Godzilla vs. Kong”, The Night
House – la casa oscura”), Brian Tyree Henry
(“Godzilla vs. Kong”, “Bullet Train”), Dan Stevens
(la serie TV “Gaslit”, “Legion”, “La Bella e la Bestia”),
Kaylee Hottle (“Godzilla vs. Kong”), Alex
Ferns (“The Batman”, “La furia di un uomo – Wrath of Man”,
“Chernobyl”) e Fala Chen (“Irma Vep”, “Shang Chi e
la leggenda dei Dieci Anelli”).
La sceneggiatura di Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero è di Terry Rossio
(“Godzilla vs. Kong”, la serie “Pirati dei Caraibi”), Simon
Barrett (“You’re Next”) e Jeremy Slater
(“Moon Knight”), da una storia di Rossio, Wingard e Barrett, basato
sul personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO Co.,
Ltd..
Il film è prodotto da Mary
Parent, Alex Garcia, Eric Mcleod, Thomas Tull, Jon Jashni e Brian
Rogers, mentre i produttori esecutivi sono Wingard, Jen
Conroy, Jay Ashenfelter, Yoshimitsu Banno, Kenji Okuhira. Wingard
torna a collaborare con il direttore della fotografia Ben Seresin
(“Godzilla vs. Kong”, “World War Z”), lo scenografo Tom Hammock
(“Godzilla vs. Kong”, “X: A Sexy Horror Story”, “The Guest”), il
montatore Josh Schaeffer (“Godzilla vs. Kong”, “Molly’s Game”), la
costumista Emily Seresin (“L’uomo invisibile”, “Top of the Lake –
Il mistero del lago”). Le musiche del film sono opera dei
compositori Tom Holkenborg (“Godzilla vs. Kong”, “Mad Max: Fury
Road”) e Antonio Di Iorio (musica aggiuntiva su “Godzilla vs.
Kong”, i film “Sonic”). Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures
presentano una produzione Legendary Pictures, un film di Adam
Wingard: “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero”.
Winona Ryder è una
delle attrici simbolo degli anni novanta. Celebre per i tanti ruoli
che le hanno permesso di sfoggiare il suo talento e la sua
personalità, durante gli anni ha saputo rinnovarsi attraverso
generi differenti e grandi autori. Tornata poi al successo grazie
alla serie Stranger
Things, l’attrice sembra oggi vivere una nuova vita,
dimostrando di non aver perso il carisma che l’ha sempre
connotata.
Ecco dieci cose che non sai
di Winona Ryder.
Winona Ryder carriera
1. I film. Il
debutto cinematografico dell’attrice avviene nel lungometraggio
Lucas, del 1986. Ma è con il film Beetlejuice – Spiritello porcello, diretto da
Tim Burton, che raggiunge la notorietà.
Burton la vorrà poi anche per il film Edward mani di forbice (1990), dove l’attrice recita
accanto a Johnny
Depp. Successivamente prende parte a numerosi film,
tra cui spiccano Taxisti di notte (1991), di Jim
Jarmusch, Dracula di Bram Stoker (1992, di
Francis Ford Coppola, L’età
dell’innocenza (1993), di Martin Scorsese, Giovani, carini e
disoccupati (1994), di Ben Stiller, e ancora nei film
Celebrity (1998), Ragazze interrotte (1999),
A Scanner Darkly (2006), Star Trek (2009),
Il cigno nero (2010), e The Iceman (2012).
2. Le serie TV.
Nel corso della sua carriera, l’attrice vanta una partecipazione
televisiva alla serie Friends (2001), alla miniserie
Show Me a Hero (2015), dove recita accanto all’attore
Oscar Isaac, e dal 2016 interpreta il ruolo di
Joyce Byers nella serie NetflixStranger Things.
Winona Ryder in
Beetlejuice 2
Nel 2024 tornerà insieme a
Tim Burton per riprenderà il ruolo d Lidia Deetz in
Beetlejuice 2 che debutterà ad halloween del
2024.
Winona Ryder vita privata
3. È stata fidanzata con
Johnny Depp. L’attrice è celebre anche per essere
stata la compagna dell’attore Johnny Depp dal 1989 al 1993. I due avevano
condiviso il set di Edward mani di forbice, e nonostante la loro relazione
non sia durata molto sono stati indicati come una delle coppie più
belle degli anni novanta. L’attore dedicò alla Rider il celebre
tatuaggio Winona Forever, che venne però modificato in Wino Forever
(ubriaco per sempre) dopo la loro rottura.
4 Stava per
sposarsi. Dal 1998 al 2000 l’attrice ha inoltre una
relazione con l’attore Matt
Damon, con il quale stava per sposarsi. I due avevano
già fissato la data delle nozze, ma poi lui decise di interrompere
la relazione. Dopo alcune altre relazioni celebri, la Ryder sembra
ora aver trovato una stabilità con lo stilista Scott Mackinlay
Hahn, con cui ha una relazione dal 2011.
5 Ha sposato Keanu Reeves
sul set. L’attrice lavorò con l’attore Keanu Reeves sul set del film Dracula di
Bram Stoker. La Ryder ha rivelato che per la scena del
matrimonio tra i loro due personaggi, il regista Francis
Ford coppola ingaggiò un vero prete e davanti a lui i due
attori pronunciarono il fatidico “Sì”. I due attori da quel giorno
scherzano di essere sposati l’un l’altro da ben 27 anni.
Winona Ryder controversie
6 Ha avuto problemi con la
legge. Nel dicembre del 2001, l’attrice, che soffriva di
cleptomania, venne fermata per taccheggio nei grandi magazzini di
Beverly Hills. Nella borsa le trovarono una serie di articoli
d’abbigliamento per un totale di 4 mila dollari, oltre ad una
grande quantità di analgesici. L’attrice venne condannata a tre
anni di libertà vigilata, al pagamento di una multa e fu
obbligata a sottoporsi ad un trattamento di consulenza
psichiatrica.
Winona Ryder Stranger Things
7 Sul set piangeva tutti i
giorni. L’attrice ha raccontato di quanto sia stato
difficile doversi calare nel ruolo di una madre disperata per la
scomparsa del figlio. L’attrice, non avendo figli, parlò a lungo di
questo ruolo con sua madre, arrivando a spingersi così oltre
nell’immedesimazione da non riuscire a smettere di piangere sul
set, avvertendo in prima persona il dolore per la scomparsa del
figlio Will Buyers.
Winona Ryder Edward mani di
forbice
8 Non gradiva il suo
personaggio. L’attrice nel film interpreta Kim, giovane
ragazza che si innamorerà infine di Edward. L’attrice ha dichiarato
di averci messo diverso tempo ad apprezzare il proprio personaggio
nel film, dichiarando che per quanto alla fine Kim sveli un lato
umano, per buona parte del film appare come una viziata a cui piace
dare fastidio a quelli inferiori a lei. La stessa Ryder aveva
problemi con questo tipo di persone a scuola, motivo per cui
doverne interpretare una si è reso più difficile del previsto.
Winona Ryder premi e
nomination
9 È stata nominata agli
Oscar. Nel 1994 riceve la sua prima nomination agli Oscar,
come miglior attrice non protagonista, per il film L’età
dell’innocenza. Per questo stesso ruolo vinse, nello stesso
anno il Golden Globe nella medesima categoria. Nel 1995 viene
nominata nuovamente agli Oscar come miglior attrice per il film
Piccole donne.
Winona Ryder età e altezza
10 Winona Ryder è nata a
Winona, in Minnesota, Stati Uniti, il 29 ottobre 1971.
L’altezza complessiva dell’attrice è di 161 centimetri.
In occasione del Noir in Festival 2023, la giuria letteraria
del Premio Giorgio Scerbanenco composta da Cecilia Scerbanenco
(Presidente), Valerio Calzolaio, Luca Crovi, Isabella Fava, Cecilia
Lavopa, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi e John Vignola ha deciso di
assegnare all’unanimità il premio Giorgio Scerbanenco 2023 per il
miglior romanzo noir italiano a LA FINE È IGNOTA
(Rizzoli) di Bruno Morchio con la seguente
motivazione: “Perché riesce, in modo profondo, a raccontare una
città, Genova, attraverso le sue ombre, i suoi carruggi, la sua
geografia umana fatta anche di disperati e criminali, un luogo
denso di contraddizioni in cui si muove un originale investigatore
in bilico tra hard boiled e romanzo sociale. L’autore, in questo
suo maturo romanzo, che racconta oltre ai disagi del mondo del
lavoro contemporaneo, anche l’antica piaga dello sfruttamento delle
donne, conferma brillantemente la sua abilità stilistica, espressa
anche attraverso l’utilizzo di molteplici registri
linguistici”.
La Giuria Letteraria ha deciso di
assegnare anche una MENZIONE SPECIALE al romanzo L’INFERNO
DEGLI ELETTI (Clown Bianco) di Cristina
Brondoni con la seguente motivazione: “Per
l’originalità con cui l’autrice ha saputo raccontare tematiche
tragicamente attuali, come la violenza sulle donne, l’omofobia e la
fragilità umana di cui si nutrono le sette”.
Il Premio dei
lettori, assegnato dal Noir in Festival al romanzo
partecipante al Premio Giorgio Scerbanenco 2023 che ha ottenuto più
voti online è andato a IL TORTO (E/O)
di Carlo Piano.
I premi sono stati consegnati ai
vincitori nella serata di sabato 2 dicembre a Casa Manzoni di
Milano.
L’apertura del
33° Noir in Festival è stata affidata a Neil
Labute, che con il suo Out of the Blue,
propone un noir che si sposa perfettamente con i tratti del genere
e che offre un ritratto di femme fatale affidato alla versatile
Diane Kruger: “Marilyn è un personaggio
che somiglia alle varie dark lady impersonate da Barbara Stanwyck o
Jane Greer” spiega il regista, che con Out of the
Blue vuole proporre “un tentativo di muoversi nel solco
dei grandi classici del genere. Mi piaceva l’idea di una figura
femminile più adulta del protagonista e che il protagonista
perdesse subito la testa per questa donna.”
È proprio questa infatti una delle
caratteristiche della splendida attrice di origine tedesca che
hanno convinto Labute a voler lavorare con lei:
“Ho scelto un’attrice che è in grado di rendere credibile ciò
che il protagonista sceglie di fare, rischiando di mandare all’aria
la propria vita in nome dell’attrazione che sente per lei fin dal
primo momento. Diane Kruger mi è sembrata l’attrice perfetta,
perché è un’artista che affascina e incuriosisce sia quando parla
che quando resta in silenzio, e che può rendere plausibili anche
situazioni estreme, come quelle che si verificano nel
film”.
Ma nessuna femme fatale funziona
senza un altro personaggio che viene irretito e che subisce quel
fascino così letale e irresistibile: “Per quanto riguarda
Ray Nicholson (figlio d’arte, ndr), non lo
conoscevo, ma quando ho avuto modo di vedere alcune delle sue
interpretazioni, ho pensato: è perfetto per il ruolo, non è un
criminale né un santo, è soltanto un ragazzo che aveva qualche
problema nella gestione della rabbia, e infatti ha esagerato ed è
finito in prigione, e adesso sta cercando di rifarsi una vita ma si
ritrova invischiato in questa storia passionale e nelle sue
conseguenze.”
Una controparte perfetta per il
personaggio di Marilyn, quindi, per formare una coppia
perfettamente inserita nel canone noir e sul quale costruire la
storia del film, che fino alla fine pone degli interrogativi allo
spettatore su quali siano le vere intenzioni di ogni
personaggio.
Neil Labute viene
da una solida esperienza teatrale che si rispecchia alla perfezione
nella maniera che sceglie di mettere in scena soprattutto le scene
di dialogo: “Adoro i dialoghi, adoro vedere la gente che parla
e credo che attraverso le parole si possa creare la giusta
tensione, dare un’idea di violenza e sopraffazione o al contrario
intrattenere, divertire. In Out of the Blue
vediamo spesso i personaggi che parlano senza il classico
campo/controcampo.
Diane e Ray hanno trovato entusiasmante lavorare così e anche a
me piace, e anche questa modalità è molto classica. Ho appena
rivisto Gilda e mi sono accorto di quanti dialoghi ci fossero. Le
sceneggiature di allora erano il doppio di quelle attuali. Gli
attori dell’epoca studiavano a lungo i copioni, molti di loro
venivano dal teatro.”
Questa scelta riesce a diventare non
solo di messa in scena ma anche drammaturgica dal momento che ci
mostra solo quello che i personaggi vogliono che si sappia di loro,
senza uno sguardo oggettivo sui loro racconti: “Nessuna delle
cose che Marilyn racconta a Connor può essere verificata –
spiega Labute – Non vediamo mai il marito di
Marilyn, perché se lo vedessimo, lo giudicheremmo, e quindi
scegliamo di credere o non credere alla donna. Questa maniera di
procedere secondo me genera ambiguità. Ma non a tutti piace
l’ambiguità. Molte persone vogliono andare in una sala e capire
cosa sta succedendo e cosa è bene e cosa è male. Nei film noir non
sempre è possibile, perché a volte i cattivi non vengono puniti e i
buoni muoiono, ma secondo me è questo il bello.”
Parlando di come il film si
inserisce nell contemporaneità, pur lavorando su un genere e su
degli omaggi al cinema di genere noir classico, il regista
continua: “La contemporaneità del film è piuttosto evidente,
ovunque guardi te ne accorgi. Proprio questo mi ha indotto a
scegliere location che avessero un aspetto molto classico. Sarebbe
bello se qualcuno, magari fra 10 anni, vedendo il film si
domandasse in che epoca è ambientato. Magari Out of the
Blue non darà l’illusione di essere stato girato negli
anni ’40, ma nemmeno lo scorso anno. Prendete la biblioteca in cui
Connor lavora. L’ho vista e ho pensato immediatamente: ‘Accidenti,
dobbiamo venire qui a girare’. In realtà era una libreria, ma
l’abbiamo trasformata in una biblioteca simile a quelle di una
volta. Abbiamo insomma cercato luoghi che non avessero una
connotazione temporale, perché a suggerire la contemporaneità della
vicenda c’erano già diversi elementi: le automobili, per
esempio.”
Presentato al 33° Noir in Festival,
Out of the Blue sarà prossimamente su Sky e
Now.
In occasione dei suoi 100 anni di
attività, Warner
Bros. riporta al cinema dal 4 al 6 dicembre I Goonies, l’iconico film del 1985 per la
regia di Richard Donner e nato dalla fervida
immaginazione di Steven Spielberg, autore della storia che ha
ispirato la sceneggiatura di Chris Columbus. Nel
film, i ragazzini di Goon Docks, che si fanno chiamare “Goonies”,
scoprono un’antica mappa del tesoro che presumibilmente conduce
alla fortuna di un leggendario pirata, Willy
l’Orbo: ne segue un’avventura piena di indizi segreti,
tesori leggendari, trappole mortali e bottini pirateschi, che ha
consacrato I Goonies come uno dei
migliori film per ragazzi di sempre.
I protagonisti di questo autentico
tesoro cinematografico sono entrati nei nostri cuori con la loro
banda di giovani eroi intraprendenti, immersi in avventure che
superano ogni aspettativa: scopriamo insieme in questo articolo che
fine hanno fatto Sean Astin, Josh Brolin, Corey Feldman, Ke Huy Quan, Jeff Cohen,
Kerri Green, Martha Plimpton e
Joe Pantoliano!
Sean Astin
Dopo aver interpretato il
protagonista principale del film, Mikey Walsh,
Sean Astin ha continuato a lavorare
stabilmente a Hollywood. Ha recitato in altri successi degli anni
’90 come EncinoMan e
Rudy, anche se il suo ruolo più di rilievo è stato
forse quello di Sam nella trilogia del
Signore degli Anelli.
Nel 2017, Astin si è riavvicinato al
mondo delle avventure teen prendendo parte alla seconda
e
terza stagione di Stranger Things di Netflix. Ha anche dato voce a diversi personaggi
della serie Le epiche avventure di Capitan Mutanda nello
spazio sempre disponibile sul servizio streaming. Per
quanto riguarda la vita privata, ha sposato Christine
Harrell nel 1992 e la coppia ha tre figlie.
Josh Brolin ha continuato a recitare
ininterrottamente da quando ha debuttato sul grande schermo nel
film del 1985 nei panni di Brendon “Brand” Walsh. Forse lo
conoscete principalmente come Thanos nei film
Marvel, ma Brolin
ha interpretato anche ruoli in film acclamati dalla critica come
Non è un paese per vecchi (2007).
È stato anche candidato all’Oscar
per la sua interpretazione di Dan White in
Milk. Tra le altre interpretazioni di rilievo,
ricordiamo quelle di W. (2008), in cui ha interpretato
George W. Bush, Vizio
di forma (2014), Sicario (2015) e
Ave, Cesare! (2016), tra le altre. Più recentemente,
Brolin è apparso in Dune
(2021) ed è stato riconfermato come uno dei personaggi del prossimo
Dune:
Parte 2. L’attore ha un figlio e una figlia, Eden e
Trevor, avuti dal primo matrimonio con l’attrice Alice
Adair e due figlie con la moglie Kathryn Boyd
Brolin.
Corey Feldman
Corey
Feldman aveva già una fiorente carriera come attore
bambino quando ha interpretato Clark Mouth
Devereaux ne I Goonies, con partecipazioni a
Venerdì 13: Un nuovo inizio (1984),
Gremlins (1984) e la serie televisiva
Madame’s Place (1982). In particolare, dopo
I Goonies, Feldman ha recitato in altri film di successo
sull’adolescenza. Tra questi, ricordiamo Ragazzi
perduti (1987) con Corey Haim,
Jason Patric e Kiefer Sutherland
e Stand By Me, interpretato anche da River Phoenix, Kiefer
Sutherland, Wil Wheaton e Jerry
O’Connell.
Nel 2013 Feldman ha
pubblicato un libro, Coreyography: A Memoir, che
racconta la sua turbolenta vita di bambino star, compresi gli abusi
sessuali che lui e Haim avrebbero subito per mano
di uomini del settore. “Ci sono persone che hanno fatto questo
a me e a Corey che stanno ancora lavorando, sono ancora là fuori e
sono alcune delle persone più ricche e potenti di questo settore. E
non vogliono quello che sto dicendo ora. Mi vogliono morto“,
ha dichiarato a The View durante
la promozione del libro. Tra i suoi lavori più recenti, figurano un
video musicale per la sua canzone “Without U” e una piccola parte
in un film intitolato Suicide for Beginners,
entrambi usciti l’anno scorso.
Ke Huy Quan
La vita post-Goonies
non è stata facile per Ke Huy Quan, il nostro Richard “Data”
Wang nel film, che ha trascorso gli ultimi tre decenni
cercando di tornare davanti alla macchina da presa. Ha recitato
nella serie Head of the Class dal 1990 al 1991 ed è
apparso in Encino Man del 1992, ma alla fine è
stato costretto a smettere di recitare a causa della mancanza di
opportunità per gli attori asiatici in quegli anni. “È stata
dura“, ha dichiarato a
PEOPLE. “Aspettavo che il telefono squillasse, ma lo faceva
raramente“.
Tuttavia, di recente la carriera
dell’attore 51enne è nuovamente decollata: la sua seconda grande
occasione è arrivata nel 2022, prendendo parte al film Everything Everywhere All at Once insieme a
Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis e Stephanie
Hsu, vincitore dell’Oscar 2023 al Miglior Film. Quan ha
sbancato la stagione dei premi 2023, portandosi a casa il
Golden Globe, il SAG Award e l’Oscar
come miglior attore non protagonista. Recentemente è apparso nella
serie Disney American Born Chinese.
Jeff Cohen
Tra le sue guance paffute
e il suo famoso tartufo, era difficile non innamorarsi di
Lawrence “Chunk” Cohen quando compariva sullo
schermo. Tuttavia, Jeff Cohen, che ha interpretato
il memorabile personaggio ne I Goonies, ha praticamente smesso di recitare
dopo gli anni Ottanta. Dopo I Goonies, ha doppiato
Francis nella serie Che papà braccio di ferro
(1987) e Grunt in Scooby-Doo e la scuola
del brivido (1988). Secondo IMDb, tuttavia, la sua ultima
interpretazione risale al 1991, nel film TV Perfect
Harmony.
Da allora, Cohen è
diventato un avvocato di successo nel settore dello spettacolo a
Los Angeles, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza
presso la UCLA School of Law. La sua carriera ha chiuso il cerchio,
visto che è stato lui a negoziare il contratto di Quan per Everything Everywhere All at Once.
Kerri Green
Come interesse amoroso di
Brand (Brolin)
e Mikey (Astin),
l’Andy Carmichael di Kerri Green
è stata una parte integrante del film. Dopo I
Goonies, tuttavia, la Green ha partecipato solo a una
manciata di altri film. Ha recitato in Lucas
(1986) e in In tre si litiga meglio (1987)
con Charlie Sheen. Nel corso degli anni è apparsa
anche in diverse serie televisive, in particolare
ER, Mad About You e In
the Heat of the Night. Il suo ultimo ruolo di attrice
segnalato su IMDb è in un film del 2012 intitolato
Complacent. Attualmente, secondo quanto riferito,
lavora dietro le quinte dell’industria dell’intrattenimento, è
mamma di due bambini e occasionalmente prende parte ad alcune
convention cinematografiche.
Martha Plimpton
L’interpretazione della
Plimpton nel ruolo della spietata Stef
Steinbrenner ha segnato la prima esperienza
cinematografica dell’attrice che, dopo il successo de I Goonies, ha intrapreso una carriera di
rilievo a Hollywood. La Plimpton ha recitato in The Mosquito Coast (1986) e Una vita
in fuga (1988), ma ha trovato un grande successo in
televisione, recitando in show come ER,
How to Make It in America e The Real
O’Neals. Ha vinto l’Emmy come miglior attrice ospite in
una serie drammatica per il suo ruolo di Patti
Nyholm in The Good Wife della CBS ed è stata nominata
come attrice protagonista in una serie comica per Raising Hope della FOX. Quest’anno è apparsa
in serie televisive come A Town Called Malice e
I Griffin.
Inoltre, nel 2012 Martha Plimpton ha
co-fondato A is For, un’organizzazione dedicata a
porre fine allo stigma contro l’assistenza all’aborto. L’anno
scorso è stata co-conduttrice del concerto di beneficenza
Broadway Acts for Abortion, una raccolta fondi dedicata ai
diritti dell’aborto.
Joe Pantoliano
Joe Pantoliano ha
interpretato Francis Fratelli, l’altra metà della
temutissima banda criminale Fratelli. Dopo I Goonies, ha intrapreso una lunga carriera
come attore caratterista. Tra i suoi crediti recitativi figurano le
apparizioni nei grandi successi Fuga di mezzanotte
(1988), Il fuggitivo (1993), Bad Boys (1995) e Matrix (1999). Nel 2003,
Pantoliano ha vinto l’Emmy come miglior attore non
protagonista in una serie drammatica per il suo ruolo di
Ralph Cifarretto ne I Soprano.
Nel 2020, Pantoliano ha ripreso il ruolo del
Capitano Howard in Bad Boys for Life. Attualmente, Pantoliano
continua a recitare, apparendo in serie come Chucky
e Tacoma FD.
In occasione della 46esima
edizione delle Giornate Professionali di
Cinema di Sorrento, Disney Italia ha
presentato al pubblico le novità in arrivo nelle sale
cinematografiche italiane nei prossimi mesi.
Wish, dal 21
dicembre
Wish, il
nuovo film Disney di Natale, arriverà il 21
dicembre nelle sale italiane. Il film Walt Disney
Animation Studios Wish accoglie il pubblico nel magico
regno di Rosas, dove la brillante sognatrice Asha esprime un
desiderio così potente da essere accolto da una forza cosmica, una
piccola sfera di sconfinata energia chiamata Star. Insieme, Asha e
Star affrontano un nemico formidabile – il sovrano di Rosas, Re
Magnifico – per salvare la sua comunità e dimostrare che quando la
volontà di un umano coraggioso si unisce alla magia delle stelle,
possono accadere cose meravigliose.
Nella versione italiana del film,
la cantautrice Gaia presta la propria voce alla brillante
sognatrice Asha; il conduttore Amadeus interpreta l’adorabile
capretta di Asha, Valentino; e l’attore Michele Riondino presta la
propria voce nei dialoghi al potente Re Magnifico. Il film è
diretto dal regista premio Oscar Chris Buck (Frozen – Il regno
di ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) e Fawn
Veerasunthorn (Raya e l’ultimo drago), e prodotto da Peter
Del Vecho (Frozen – Il regno di ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto
di Arendelle) e Juan Pablo Reyes Lancaster Jones
(Encanto). Jennifer Lee (Frozen – Il regno di
ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle) è la produttrice
esecutiva, oltre che sceneggiatrice del progetto insieme a Allison
Moore (Notte stellata, Manhunt). Le canzoni originali sono
firmate dalla cantautrice nominata ai Grammy Julia Michaels e dal
produttore/autore/musicista vincitore del Grammy Benjamin Rice,
mentre la colonna sonora è composta da Dave Metzger.
Chi Segna Vince, dall’11
gennaio
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award Taika Waititi (Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok), il film Searchlight
Pictures Chi
Segna Vincearriverà l’11 gennaio
2024 nelle sale italiane. Basato su una storia vera, Il
film segue la nazionale di calcio delle Samoa Americane,
tristemente nota a causa della brutale sconfitta 31 a 0 subita nel
2001. Mentre si avvicinano le qualificazioni alla Coppa del Mondo,
la squadra ingaggia l’allenatore sfortunato e anticonformista
Thomas Rongen (Michael Fassbender) sperando che possa riuscire a
risollevare le sorti della peggiore squadra di calcio del mondo. Il
film è interpretato da
Michael Fassbender, Oscar Kightley, Kaimana, David
Fane, Rachel House, Beulah Koale, Uli Latukefu, Chris Alosio, Semu
Filipo, Ioane Goodhue, Lehi Falepapalangi, Hio Pelesasa, con Will
Arnett ed
Elisabeth Moss. Diretto da Taika Waititi, e con una sceneggiatura di
Waititi e Iain Morris, il film è prodotto da Jonathan Cavendish
p.g.a., Garrett Basch p.g.a., Taika Waititi p.g.a., Mike Brett e
Steve Jamison. I produttori esecutivi sono Andy Serkis, Will
Tennant, Phil Robertson, Kathryn Dean e Josh McLaglen.
Povere Creature! dal 25
gennaio 2024
Il film Searchlight
Pictures Povere
Creature! arriverà il 25
gennaio 2024 nelle sale italiane. Dal regista
Yorgos Lanthimos e dalla produttrice
Emma Stone arriva l’incredibile storia e la fantastica
evoluzione di Bella Baxter (Stone),
una giovane donna riportata in vita dal brillante e poco ortodosso
scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem
Dafoe). Sotto la protezione di Baxter, Bella è desiderosa di
imparare. Affamata della mondanità che le manca, Bella fugge con
Duncan Wedderburn (Mark
Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, in una travolgente
avventura attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo
tempo, Bella è sempre più decisa nel suo proposito di difendere
l’uguaglianza e l’emancipazione.
Searchlight Pictures in
associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione Element
Pictures, presenta Povere Creature!, diretto dal candidato
all’Academy Award® Yorgos Lanthimos (La favorita, The
Lobster). Con una sceneggiatura scritta dal candidato
all’Academy Award® Tony McNamara (La favorita), basata sul
romanzo di Alasdair Gray, il film è prodotto dal candidato
all’Oscar® Ed Guiney p.g.a. (La favorita, Room), Andrew
Lowe p.g.a. (The Eternal Daughter, The Souvenir: Part II),
Yorgos Lanthimos p.g.a. ed Emma Stone p.g.a..
La vincitrice dell’Academy Award
Emma Stone, (La favorita, La La Land), è protagonista
insieme al candidato all’Academy Award
Willem Dafoe (The Lighthouse, The French Dispatch), al
candidato all’Academy Award
Mark Ruffalo (Il caso Spotlight, Foxcatcher – Una storia
americana), al vincitore del Golden Globe® Ramy Youssef
(Ramy, Mr. Robot), Christopher Abbott (Black Bear,
Possessor), il vincitore del Primetime Emmy Award Jerrod
Carmichael (The Carmichael Show), Hanna Schygulla (Ai
confini del paradiso), Kathryn Hunter (Macbeth) e la
candidata al Primetime Emmy Award Margaret Qualley (C’era una
volta a… Hollywood, Maid).
Estranei dal 29 febbraio
2024
Il film scritto e diretto da Andrew
Haigh, Estranei,
arriverà il 29 febbraio 2024 nelle sale italiane.
Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra
contemporanea, Adam (Andrew
Scott) ha un incontro casuale con un misterioso vicino
di casa, Harry (Paul
Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre
si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai
ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia
in cui è cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori
(Claire
Foy e
Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno
della loro morte, 30 anni prima.
Searchlight Pictures presenta, in
associazione con Film4 e TSG Entertainment, una produzione
Blueprint Pictures, Estranei,
prodotto da Graham Broadbent, Pete Czernin e Sarah Harvey. Il film,
interpretato da Andrew Scott e Paul Mescal, con
Jamie Bell e Claire Foy, è ispirato al romanzo “Estranei”
di Taichi Yamada (Casa editrice Nord), romanzo che è stato
insignito del prestigioso Yamamoto Shugoro Prize for Literature.
Taichi Yamada è uno dei più famosi e rispettati scrittori
giapponesi contemporanei, definito da Bret Eston Ellis «uno dei
migliori autori giapponesi che abbia mai letto».
Il thriller
psicologico Omen –
L’origine del Presagio, film prequel della saga horror,
arriverà il 4 aprile 2024 nelle sale italiane.
Quando una giovane donna americana viene mandata a Roma per
iniziare una vita al servizio della Chiesa, incontra un’oscurità
che la porta a mettere in discussione la sua stessa fede e a
scoprire una terrificante cospirazione che spera di far nascere il
male incarnato.
Omen –
L’origine del Presagio è interpretato da Nell Tiger
Free (Servant), Tawfeek Barhom (Maria Maddalena),
Sonia Braga (Il bacio della donna ragno), Ralph Ineson
(The Northman) e Bill Nighy (Living). Il film è
diretto da Arkasha Stevenson, sulla base dei personaggi creati da
David Seltzer (Il presagio), con un soggetto di Ben Jacoby
(Bleed) e una sceneggiatura di Tim Smith & Arkasha
Stevenson e Keith Thomas (Firestarter). I produttori sono
David S. Goyer (Hellraiser) e Keith Levine (The Night
House – La casa oscura), mentre i produttori esecutivi sono
Tim Smith, Whitney Brown (Rosaline) e Gracie Wheelan.
Il Regno del Pianeta delle
Scimmie, dal 22 Maggio 2024
L’avventura d’azione 20th Century
Studios Il Regno del Pianeta delle Scimmie arriverà
il 22 maggio 2024 nelle sale italiane. Il regista
Wes Ball dà nuova vita all’epico franchise con un film ambientato
diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono
la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti
a vivere nell’ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie
costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno
straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto
ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un
futuro sia per le scimmie che per gli umani.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie è diretto
da Wes Ball (trilogia di Maze Runner) ed è interpretato da
Owen Teague (It), Freya Allan (The Witcher),
Kevin Durand (Locke & Key), Peter Macon
(Shameless) e William H. Macy (Fargo). La
sceneggiatura è di Josh Friedman (La guerra dei mondi),
Rick Jaffa & Amanda Silver (Avatar: La Via dell’Acqua) e
Patrick Aison (Prey), basata sui personaggi creati da Rick
Jaffa & Amanda Silver. Il film è prodotto da Wes Ball, Joe Hartwick
Jr. (Maze Runner), Rick Jaffa, Amanda Silver e Jason Reed
(Mulan), mentre Peter Chernin (trilogia de Il
Pianeta delle Scimmie) e Jenno Topping (Le Mans ’66 – La
grande sfida) sono i produttori esecutivi.
Inside Out 2 nel corso del
2024
Diretto da Kelsey Mann e prodotto
da Mark Nielsen, il film Disney e Pixar Inside
Out 2 arriverà nel 2024 nelle
sale italiane. Inside
Out 2 torna nella mente dell’adolescente Riley
proprio quando il quartier generale viene improvvisamente demolito
per far posto a qualcosa di completamente inaspettato: nuove
Emozioni! Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta
di tutti gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno
come comportarsi quando arriva Ansia. E sembra che non sia
sola.
La convention si è conclusa con
alcune anticipazioni relative ai titoli in arrivo nella seconda
metà del 2024: i nuovi capitoli delle saghe di Deadpoole Alien,
oltre a Mufasa:
The Lion King. Nel 2025 arriveranno poi Captain
America: Brave New World, Snow White, Fantastic
Foure il terzo capitolo di Avatar.
Negli ultimi anni l’attore
Liam Neeson si è
affermato come uno dei grandi interpreti dei thriller d’azione. Da
Io vi troverò a
La preda perfetta e
fino a Run All Night, questi
si è distinto per presenza scenica e grandi abilità con il genere.
Uno dei suoi film più noti e recenti appartenenti a questa
categoria è L’uomo sul treno – The
Commuter, diretto nel 2018 dal regista spagnolo
Jaume Collet-Serra, con il quale Neeson aveva già
collaborato tre volte precedentemente. Per questo loro quarto film
insieme prende vita una vicenda ambientata prevalentemente a bordo
di un treno, luogo dove è solita confluire, in piccolo, l’umanità
in tutta la sua varietà.
Dinamico e particolarmente teso, il
thriller vede dunque un uomo qualunque coinvolto in un caso
estremamente più grande di lui, da cui potrà salvarsi solo alla sua
astuzia ed esperienza. Indicato come il più affascinante tra i
lavori prodotti da Neeson e Collet-Serra, L’uomo sul treno – The
Commuter sfrutta il suo ambiente principale per costruire
un certo senso di claustrofobia, che non fa che aumentare la
suspense generale. Ancora una volta, l’attore si rivela essere tra
i migliori interpreti possibili per questo genere, e il suo
recente annuncio di volersi ritirare
da questo non può che dispiacere i tanti appassionati.
Se L’uomo sul treno – The
Commuter dovesse davvero essere uno degli ultimi thriller
d’azione dell’attore, quantomeno ci sarà un gran buon titolo con
cui poterlo ricordare. Costato 40 milioni di dollari, il film è
arrivato ad incassarne circa 120 in tutto il mondo, confermando il
grande interesse suscitato nei fan. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
L’uomo sul treno – The
Commuter: la trama del film
Protagonista del film è
Michael McCauley, mite pendolare che ormai da anni
sale tutti i giorni su un treno per recarsi a Manhattan, dove
lavora nel campo delle assicurazioni, al quale è passato dopo anni
di servizio nella polizia di New York. Michael si trova ora ad
avere nuovamente problemi sul luogo di lavoro, risultando così come
un uomo fragile e vulnerabile. Per distrarsi, il suo passatempo è
quello di osservare quanti lo circondano, volti ormai a lui
famigliari per i quali inventa storie tutte per sé. È proprio
durante un viaggio di ritorno in treno che viene avvicinato da una
misteriosa donna, la bella Joanna. Questa propone
da subito a Michael un passatempo molto diverso, nonché
rischioso.
A Michael viene infatti chiesto di
individuare un passeggero, il cui nome in codice è
Prynne, che non dovrebbe trovarsi su quel treno.
La presenza di questi rappresenta infatti un rischio per tutti gli
altri presenti, poiché l’uomo ha con sé un oggetto rubato di grande
valore. Per compiere tale ricerca, Michael verrà pagato 25 mila
dollari subito e 75 mila a missione conclusa. Allettato dalla
somma, che risolverebbe molti suoi problemi, il mite pendolare dà
inizio alla sfida, comprendendo però ben presto di essere finito
nel mirino di un complotto particolarmente pericoloso e intricato.
La sua unica possibilità di salvezza è trovare l’uomo ricercato,
prima che il treno giunga a destinazione.
L’uomo sul treno – The
Commuter: il cast del film
Con L’uomo sul treno – The
Commuter, Liam Neeson
torna a collaborare per la quarta volta con il regista
Collet-Serra. L’attore si è infatti detto disposto a partecipare al
progetto consapevole del clima positivo che lo spagnolo riesce ad
instaurare sul set. Neeson ha inoltre affermato di essere rimasto
intrigato dalla complessità della vicenda, che svolgendosi quasi in
tempo reale rende il tutto ancor più teso. Nell’approcciarsi al
ruolo, però, l’attore ha raccontato di non aver perso troppo tempo
ad analizzare da sé la sceneggiatura, preferendo invece affidarsi
alle indicazioni del regista. Riponendo completa fiducia in questi,
Neeson ha infatti potuto calarsi al meglio nella mente e nella
situazione del suo personaggio.
Accanto a lui, nei panni della
misteriosa Joanna, vi è l’attrice Vera Farmiga.
Curiosamente, questa aveva già recitato anni prima in un film
ambientato quasi interamente in un treno: SourceCode. Pur essendo stata indicata come una delle
protagoniste principali del film, l’attrice compare in realtà per
un totale di soli 6 minuti. Nel film è poi presente l’attore
Patrick Wilson,
celebre per la saga di The Conjuring, nei panni del
detective Alex Murphy. Jonathan Banks, conosciuto
per essere stato Mike Ehrmantraut nella serie Breaking
Bad, interpreta qui Walt. L’attore Sam Neill,
celebre per la saga di Jurassic Park, ricopre invece il
ruolo del capitano Hawthorne. Elizabeth McGovern
interpreta Karen McCauley, moglie del protagonista, mentre Florence Pugh
appare brevemente nei panni di Gwen.
L’uomo sul treno – The
Commuter: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di L’uomo sul treno – The
Commuter grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
2 dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.