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Elizabeth Olsen parla del potenziale ritorno di Scarlet Witch

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Elizabeth Olsen parla del potenziale ritorno di Scarlet Witch

Dopo un tocco di malvagità intravisto nel finale di stagione di WandaVision, Scarlet Witch interpretata da Elizabeth Olsen è diventata l’antagonista in piena regola di Doctor Strange nel Multiverso della Follia di Sam Raimi. Nella sua parabola verso la malvagità Wanda ha commesso alcuni atti piuttosto atroci sotto l’influenza di Darkhold, incluso il massacro di tutti gli Illuminati in una realtà alternativa. Alla fine, si è assunta la responsabilità delle sue azioni, distruggendo ogni copia del Darkhold e seppellendosi sotto il fatiscente Monte Wundagore.

Anche se è sembrata sulla strada della morte, ci vorrebbe più di qualche maceria per finire uno dei personaggi più potenti dell’MCU, e quasi sicuramente vedremo di nuovo Scarlet Witch ad un certo punto della storia. Ebbene in queste ore Durante un’apparizione al Comfest Con del Kuwait, a Elizabeth Olsen è stato chiesto di quali trame le piacerebbe far parte se e quando Wanda tornerà. “Beh, onestamente, se dovessi dirti esattamente cosa vorrei, penso che rovinerei qualcosa. Perché Kevin Feige ci chiede sinceramente cosa vogliamo fare con il personaggio e poi lo fa. Quindi… non so se posso condividere, ma voglio solo tornare!”

Da quello che leggiamo tra le righe delle sue dichiarazione sembra che abbia sicuramente avuto delle discussioni in merito al suo potenziale ritorno, ma probabilmente è tutto ciò che sapremo di Wanda, almeno per un bel po’. Elizabeth Olsen ha precedentemente rivelato che le piacerebbe essere coinvolta nel famigerato arco “No More Mutants”, ma è difficile immaginare che la storia sia già in discussione quando i mutanti non hanno ancora debuttato ufficialmente. Wanda dovrebbe avere un ruolo nella prossima serie Vision Quest annunciata per Disney+ e potrebbe anche apparire in Agatha: Coven of Chaos. Il personaggio è anche sicuro di entrare in Avengers: Secret Wars .

The Umbrella Academy: la quarta stagione aggiunge al cast Nick Offerman e non solo

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La quarta e ultima stagione di The Umbrella Academy prodotta da Netflix ha aggiunto tre nuovi volti al cast. Come abbiamo appreso da Variety si tratta di Nick Offerman, Megan Mullally e David Cross. Nell’agosto 2022 è stato annunciato che la serie di successo si sarebbe conclusa con la sua quarta stagione.

Nick Offerman (“The Last of Us“, “Parks and Recreation”) e Megan Mullally (“Will & Grace”, “Party Down”), che nella vita reale sono marito e moglie, interpreteranno il Drs. Gene e Jean Thibedeau. I personaggi sono descritti come “una coppia sposata di professori universitari del New Mexico che indossano calzature comode e soffrono del caso più estremo di deja vu che questa linea temporale abbia mai visto“. Cross (“Arrested Development”, “Mr. Show”) interpreterà Sy Grossman, descritto come “un onesto e timido imprenditore e padre di famiglia che cerca disperatamente di riallacciare i rapporti con la figlia separata, che non si fermerà davanti a nulla pur di riaverla”.

Il trio si unisce ai membri del cast di ritorno Elliot Page, Tom Hopper, David Castañeda, Emmy Raver-Lampman, Robert Sheehan, Aidan Gallagher, Justin H. Min, Ritu Arya e Colm Feore. La produzione dell’ultima stagione è attualmente in corso a Toronto.

Netflix deve ancora confermare ufficialmente di quanti episodio sarà composta la quarta stagione, ma diverse fonti affermano che la stagione finale sarà più breve delle stagioni di 10 episodi che lo show ha fatto in passato. La terza stagione  di The Umbrella Academy” è uscita su Netflix nel giugno 2022, con la stagione 2 in onda nel 2020 e la stagione 1 nel 2019. Lo spettacolo è basato sulle omonime graphic novel scritte da Gerard Way e illustrate da Gabriel Bá. Segue una famiglia di fratelli adottivi con superpoteri che si ritrovano a cercare di fermare la fine del mondo.

Steve Blackman ha sviluppato la serie per la televisione e funge da produttore esecutivo e showrunner nell’ambito del suo accordo globale con Netflix. Anche Jesse McKeown, Mike Richardson, Keith Goldberg, Scott Stuber e Beau Bauman sono i produttori esecutivi. Way e Bá servono come produttori co-esecutivi. La serie è prodotta per Netflix da UCP.

Warner Bros. Discovery fa causa alla Paramount per i diritti di streaming di South Park

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Warner Bros. Discovery ha intentato una causa contro Paramount Global, sostenendo che quest’ultima società si è ritirata da alcune parti del loro accordo di licenza da 500 milioni di dollari per i diritti di streaming di South Park. Secondo un rapporto di Variety, la causa – che è stata depositata venerdì presso la Corte Suprema dello Stato di New York – afferma che la Paramount ha violato il contratto indirizzando intenzionalmente gli speciali di South Park e altri contenuti alla propria piattaforma di streaming, Paramount+.

La causa sostiene inoltre che la Paramount “intendeva palesemente sostenere la Paramount+ a spese della Warner/HBO” e che la Paramount si è impegnata in “molteplici e flagranti contorsioni di fatti e violazioni del contratto“. In una dichiarazione della Warner, la società afferma che sta portando avanti la causa al fine di “rivendicare i propri diritti e recuperare le centinaia di milioni di dollari di danni subiti a causa della cattiva condotta degli imputati“. Nel 2019, HBO Max e Paramount hanno raggiunto un accordo per i diritti degli episodi di South Park , che consentirebbero di mettere su l’intera libreria di South Park, così come il film del 1999 South Park: Bigger, Longer & Uncut. HBO Max.

“South Park” è stato un punto fermo del canale via cavo Comedy Central di Paramount Global per più di 25 anni. L’intramontabile commedia animata, che proviene da Trey Parker e Matt Stone, è alla sua 26a stagione e ha accumulato più di 300 episodi fino ad oggi. La causa sostiene che quando HBO Max ha fatto un’offerta per i diritti di streaming di “South Park”, lo ha fatto con la certezza che ci sarebbero state tre nuove stagioni di 10 episodi ciascuna. La causa sostiene, tuttavia, che sono stati consegnati solo due episodi per la prima di quelle stagioni e solo sei per la seconda. HBO Max sa che anche la terza stagione sarà composta da sei episodi, per un totale di 14 nelle tre stagioni.

La causa sostiene che i nuovi episodi sono molto più preziosi di quelli vecchi e che quindi HBO Max ha pagato in eccesso per la libreria. Nel frattempo, nel 2021, MTV, una sussidiaria della Paramount, ha annunciato un accordo da 900 milioni di dollari con Parker e Stone per contenuti esclusivi di “South Park” che sarebbero stati trasmessi su Paramount+. Nel comunicato stampa, un dirigente di MTV ha affermato che l’accordo “aiuterebbe ad alimentare Paramount+“. La causa cita anche Stone che ha detto: “Adesso abbiamo dei fottuti soldi” in riferimento all’accordo.

The Buried Giant: Guillermo Del Toro programma il prossimo film d’animazione per Netflix

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Dopo il successo di critica del suo adattamento animato in stop-motion di Pinocchio , sembra che il regista Guillermo del Toro abbia ufficialmente trovato il suo prossimo progetto animato con NetflixDeadline ha annunciato che il regista premio Oscar sta attualmente sviluppando l’adattamento cinematografico animato di The Buried Giant , basato sull’omonimo romanzo fantasy del vincitore del premio Nobel Kazuo Ishiguro.

The Buried Giant continua la mia partnership di animazione con Netflix e la nostra ricerca di stop-motion come mezzo per raccontare storie complesse e costruire mondi illimitati“, ha dichiarato del Toro in una nota. “È un grande onore e una maggiore responsabilità per me dirigere questa sceneggiatura che io e Dennis Kelly stiamo adattando dal romanzo profondo e fantasioso di Kazuo Ishiguro“.

The Buried Giant sarà diretto da Guillermo del Toro da una sceneggiatura che sta scrivendo insieme a Dennis Kelly (Matilda the Musical). La storia si svolge in un’immaginaria Inghilterra post-arturiana, dove nessuno è in grado di conservare ricordi a lungo termine. È incentrato su un’anziana coppia britannica, che sta cercando il figlio che ricordano vagamente.

The Buried Giant sarà prodotto da Guillermo del Toro, con ShadowMachine come studio in stop-motion. Questo segna l’ultima collaborazione di del Toro con Netflix dopo aver lavorato insieme per la prima volta a spettacoli animati tra cui Trollhunters: Tales of Arcadia e Trollhunters: Rise of the Titans.

Succession: la serie HBO terminerà con la quarta stagione!

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Succession: la serie HBO terminerà con la quarta stagione!

In una recente intervista con il New Yorker, il creatore della serie Jesse Armstrong ha annunciato che l’acclamato dramma familiare della HBO Succession (recensione terza stagione) concluderà ufficialmente la sua storia dopo la sua prossima quarta stagione. L’ultimo capitolo della saga della famiglia Roy è prevista per debuttare negli USA il 26 marzo.

Mi sono riunito con alcuni dei miei colleghi sceneggiatori prima di iniziare a scrivere la quarta stagione, verso novembre, dicembre 2021, e in un certo senso ho detto: ‘Guarda, penso che forse dovrebbe essere così“, ha spiegato Armstrong. “Ma cosa ne pensi?” E abbiamo interpretato vari scenari: potremmo fare un paio di brevi stagioni o altre due stagioni. Oppure potremmo andare avanti per anni e trasformare lo spettacolo in qualcosa di piuttosto diverso, farlo diventare quel tipo di serie divertente lunga che va a ruota libera, dove ci sarebbero settimane buone e settimane meno buone. Oppure potremmo fare qualcosa di un po’ più solido e completo, e uscirne con un finale forte. E questa è stata sicuramente sempre la mia preferenza.”

Succession segue la storia della famiglia Roy – Logan Roy e i suoi quattro figli – che controllano uno dei più grandi conglomerati di media e intrattenimento del mondo. La serie segue le loro vite mentre contemplano cosa riserverà loro il futuro una volta che il loro anziano padre inizierà a ritirarsi dalla compagnia.

Succession è interpretata da Brian Cox, Jeremy Strong, Alan Ruck, Kieran Culkin, Sarah Snook, Nicholas Braun, Matthew Macfadyen, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Cherry Jones, Alexander Skarsgård, Stephen Root e altro ancora.

César 2023: La Notte del 12 trionfa con sei statuette

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César 2023: La Notte del 12 trionfa con sei statuette

La notte del 12 ha trionfato ai César 2023 portando a casa sei statuette, tra cui i prestigiosi premi per il miglior film e la regia, a Dominik Moll. L’innocent, film di e con Louis Garrel, che aveva dominato con 11 nomination, porta a casa invece un solo premio. Mentre Rodrigo Sorogoyen vince il premio per il miglior film straniero, con il suo As Bestas.

BEST FILM
La notte del 12 producers Haut et Court

BEST DIRECTOR
Dominik Moll, La notte del 12

BEST ACTRESS
Virginie Efira, “Paris Memories”

BEST ACTOR
Benoit Magimel, “Pacifiction”

BEST SUPPORTING ACTRESS
Noemie Merlant, “The Innocent”

BEST SUPPORTING ACTOR
Bouli Lanners, La notte del 12

BEST FEMALE NEWCOMER
Nadia Tereszkiewicz, “Forever Young”

BEST MALE NEWCOMER
Bastien Bouillon, La notte del 12

BEST ORIGINAL SCREENPLAY
Louis Garrel, Tanguy Viel, Naïla Guiguet, “The Innocent”

BEST ADAPTED SCREENPLAY
Gilles Marchand, Dominik Moll, La notte del 12

BEST DEBUT FEATURE
“Saint Omer,” Alice Diop

BEST ANIMATED FEATURE
“My Sunny Maad,” Michaela Pavlátová

BEST DOCUMENTARY FEATURE
“Returning To Reims (Fragments),” Jean-Gabriel Périot

BEST CINEMATOGRAPHY
Artur Tort, “Pacification“

BEST VISUAL EFFECTS
Laurens Ehrmann, “Notre Dame On Fire”

BEST ORIGINAL SCORE
Irene Dresel, “Full Time”

BEST SOUND
François Maurel, Olivier Mortier, Luc Thomas, La notte del 12

BEST SET DESIGN
Christian Marti, “Simone – The Journey Of The Century”

BEST EDITING
Mathilde van de Moortel, “Full Time”

BEST COSTUME DESIGN
Gigi Lepage, “Simone – The Journey Of The Century”

BEST ANIMATED SHORT
“La Vie Sexuelle De Mamie,” Urška Djukić and Emilie Pigeard

BEST DOCUMENTARY SHORT
“Maria Schneider, 1983,” Elisabeth Subrin

BEST SHORT FILM
“Partir Un Jour,” Amélie Bonnin

BEST FOREIGN FILM
As Bestas, Rodrigo Sorogoyen

Una giusta causa: la storia vera dietro al film con Felicity Jones

In periodo storico in cui le discussioni e le battaglie per la parità di genere sono particolarmente vive e intense, portando alla luce problematiche mai realmente risolte, anche il cinema contribuisce a sostenere tali cause con film che celebrano la figura della donna attraverso storie di fantasia o, spesso e volentieri, ispirate ad eventi reali. Un titolo esemplare a riguardo è il film del 2018 Una giusta causa, diretto da Mimi Leder (regista nota per i film d’azione The Peacemaker e Deep Impact) e interpretato dall’attrice Felicity Jones.

Quella raccontata in questo film è una delle più importanti figure femminili della storia statunitense, Ruth Bader Ginsburg, seconda donna a essere nominata Giudice alla Corte Suprema. Attraverso la sua storia, Una giusta causa diventa dunque un tributo a tutte le donne e alla loro forza, ma anche al non lasciarsi mai vincere dagli stereotipi, dalle imposizioni dettate dalla società e da chi crede erroneamente nell’impossibilità per una donna di ottenere ciò che le spetta di diritto. Il film, inoltre, risulta ancor più significativo in quanto scritto da Daniel Stiepleman, nipote della Ginsburg.

Grazie alla sceneggiatura da lui scritta, inserita tra l’altro nella Blacklist del 2014 dei migliori script ancora non prodotti, il racconto si rivela particolarmente attento e fedele alla vera storia della giurista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori, passando poi ad esplorare la vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Una giusta causa

Prima di scoprire la vera storia dietro il film, è bene però sapere di cosa questo parla effettivamente. Protagonista è dunque Ruth Bader Ginsburg, una delle nove donne ammessa al corso di legge dell’Università di Harvard nel 1956. Nonostante questo successo, la vita di Ruth non smette di essere complessa. L’aspirante giudice si vede infatti rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna. L’unica che la sostiene è l’avvocato progressista Dorothy Kenyon, che la sostiene nel processo per discriminazione di genere che Ruth deciderà di portare avanti. Sfidando numerosi oppositori, Ruth si troverà dunque a dar vita a qualcosa di storico.

Per quanto riguarda il cast di attori coinvolti nel film, ad interpretare Ruth Bader Ginsburg vi è l’attrice Felicity Jones, candidata all’Oscar per il film La teoria del tutto, mentre Armie Hammer interpreta il marito Marty Ginsburg. La premio Oscar Kathy Bates è Dorothy Kenyon, mentre Justin Theroux interpreta Melvin Wulf, suo collega all’ACLU. Sam Waterston interpreta l’avvocato Erwin Griswold, mentre Cailee Spaeny è Jane C. Ginsburg, figlia di Ruth. La vera Ruth, inoltre, accettò di apparire nel finale del film, da lei poi giudicato in modo molto positivo e fedele alla sua storia.

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Una giusta causa: la vera storia dietro al film

Ma qual è dunque la storia della Ginsburg? Nata nel 1933 da genitori ebrei emigrati dall’Ucraina, Ruth non ebbe una giovinezza facile, vedendo prima morire sua sorella per la meningite e poi sua madre per via di un cancro. Nel 1955 Ruth riuscì poi ad essere ammessa al corso di laurea in giurisprudenza all’Harvard Law School, divenendo una delle sole 9 studentesse in una classe di circa 500 persone. Terminati gli studi nel 1959, Ruth iniziò a cercare lavoro ma ebbe difficoltà a trovarlo in quanto donna e pertanto giudicata non idonea all’attività giuridica e legale.

La Ginsburg iniziò dunque a lavorare come ricercatrice e docente presso la Rutgers University (con uno stipendio molto più basso rispetto ai colleghi maschi) e alla Columbia University. Nel corso degli anni Settanta, poi, decise di portare avanti una causa che costituì un precedente importante nella storia giuridica americana e che portò alla luce le discriminazioni basate sul sesso, sia per ruoli femminili che maschili. Il film si concentra infatti sul primo caso di discriminazione di genere sostenuto dalla Ginsburg, ovvero il cosiddetto Moritz v. Commissioner. Nel caso, che ebbe luogo nel 1972, la Ginsburg sostenne che la Sezione 214 del codice fiscale degli Stati Uniti, che negava a Charles Moritz il diritto di detrarre le spese per la cura della madre malata, era incostituzionale.

Inizialmente la Ginsburg non era interessata al caso, pensando si trattasse unicamente di questioni relative a tasse da pagare. Dopo essersi informata, tuttavia, capì che quel caso era l’occasione giusta per portare alla luce il tema delle discriminazioni di genere. Dopo aver vinto il caso, la Ginsburg ha co-fondato il Women’s Right’s Project presso l’ACLU (American Civil Liberties Union) nel 1972, dove ha continuato la lotta per promuovere l’uguaglianza di genere. A partire da questo momento la Ginsburg divenne infatti un attiva sostenitrice di cause legali a favore dei diritti di genere, delle donne e dunque promuovendo l’uguaglianza tra uomo e donna.

Per via del peso politico acquisito, nel 1980 venne nominata dal presidente Jimmy Carter giudice della Corte d’appello degli Stati Uniti d’america per il Distretto della Columbia. Qui lavora fino al 1993, quando il presidente Bill Clinton la nomina membro della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, divenendo la seconda donna dopo Sandra Day O’Connor a far parte di tale istituzione. Ha ricoperto tale ruolo fino al giorno della sua scomparsa, avveuta il 18 settembre del 2020 all’età di 87 anni per via di un cancro al pancreas. Questo le era stato diagnosticato pochi giorni dopo la premiere del film Una giusta causa.

Il trailer di Una giusta causa e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Una giusta causa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonti: Time, IMDb

The consultant: recensione della nuova serie con Christoph Waltz

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The consultant: recensione della nuova serie con Christoph Waltz

In un intreccio continuo di suspense e paradosso, The consultant è la nuova serie thriller ideata da Tony Basgallop (Inside Men) e diretta dal regista Matt Shakman (la serie Marvel WandaVision, la serie Revenge, Fantastic Four). Questa dark comedy, formata da una sola stagione di 8 episodi, ognuno di circa trenta minuti, è tratta dall’omonimo romanzo di Bentley Little.  Nel cast ritroviamo uno strabiliante Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Big eyes) nel ruolo del consulente Regus Patoff; l’attore Nat Wolff (Città di carta, lo stagista inaspettato) interpreta Craig, uno dei programmatori, mentre ritroviamo Brittany O’Grady (Paula in The white lotus, Simone Davis nella serie Star) nei panni dell’ambiziosa Elaine.

The consultant: un consulente da incubo

CompWare, un a società che produce giochi per smartphone, si trova in una situazione di parziale crisi; Elaine guida un gruppo di bambini in visita nell’ufficio a conoscere il signor Sang, giovane fondatore della CompWare. Qui uno dei bambini spara a Sang, uccidendolo. Da questo momento in poi la guida della società passerà ad una misteriosa figura ingaggiata prima di morire dallo stesso Sang: il consulente Regus Patoff. Mentre Craig ed Elaine cercano di raccogliere informazioni sul loro nuovo inquietante capo, Patoff inizia a creare nell’ufficio una atmosfera di maggiore tensione, capitanata da un’accentuata competitività tossica.

Mentre la stessa Elaine verrà coinvolta sempre di più nei piani di Patoff, per via della sua feroce ambizione, Craig continua le sue indagini; il giovane programmatore si imbatterà in alcune figure del passato di Patoff. Più Craig scopre sul consulente, più la sua stessa vita e quella della sua fidanzata Patty viene messa in pericolo.

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Un intrigo parzialmente irrisolto

The consultant è una serie caratterizzata da un forte stato di tensione, continuamente trasmesso allo spettatore da semplici e piccoli particolari: la continua insistenza sulle scale di vetro scricchiolanti, specialmente quando a salirle è lo stesso Patoff. La misteriosa sparizione della signora Sang già nei primi episodi. Questa atmosfera di mistero e suspense mantiene salda l’attenzione dello spettatore, in vista di un qualche strabiliante colpo di scena.

Ciononostante, The consultant lascia alcuni dubbi in sospeso per lo spettatore: considerando il finale e la ancora mancata conferma di una seconda stagione, è possibile che le vicende si chiudano in questi soli otto episodi. In questo modo The consultant risulta essere poco completo: quando si tratta di thriller di questo genere, è necessario permettere allo spettatore di poter comprendere a pieno tutte le vicende nel finale, cosa che invece qui non è stata garantita in toto. Che cos’è veramente Regus Patoff? Nel secondo episodio della serie, la signora Sang, parlando del figlio, afferma che egli sia stato preso dal diavolo, ma che cosa significa di preciso? Questi sono solo alcuni dei dilemmi che The Consultant lascia allo spettatore. Sarebbero forse bastati alcuni episodi in più in questa prima stagione per sviluppare questa trama così interessante al massimo del suo potenziale. Ma, a questo punto non ci resta che sperare in una potenziale seconda stagione che possa chiarire tutto!

The Consultant: l’etica tossica del lavoro

Una delle tematiche più interessanti e più approfondite in The Consultant è la competitività tossica: episodio dopo episodio si nota come Patoff punti a creare un ambiente di lavoro poco sano dal punto di vista morale, ma più produttivo. All’arrivo del consulente la situazione della società è drammatica: il signor Sang, avendo solo vent’anni, aveva dato vita ad un ambiente di lavoro molto flessibile, ma allo stesso tempo pieno di “sprechi” economicamente parlando.

Già dal primo giorno in ufficio, Patoff impone tutta una serie di sacrifici ai suoi impiegati: costringe i lavoratori da remoto a doversi recare in ufficio in un’ora, licenziando una ragazza disabile perché in lieve ritardo. Il consulente era intenzionato a licenziare un manager solamente per il suo odore: quest’ultimo è costretto a lavarsi in ufficio con un sapone fornitogli dallo stesso Patoff.

Con l’avanzare delle vicende, Patoff renderà disponibile un ufficio nella parte elevata riservata ai manager a chiunque la desiderasse: in questo modo ha fatto emergere la ferocia di alcuni impiegati, disposti a lottare con ogni mezzo per ottenere l’ufficio. Questo clima, basato solo sulla fredda produttività, non ha niente a che vedere con l’ambiente presente alla CompWare durante la gestione di Sang. Dalle poche immagini nel primo episodio e da qualche flashback è chiara la differenza: se Sang aveva creato un ambiente di lavoro moderno, flessibile ed inclusivo, con Patoff permane solo competitività.

Un altro chiaro esempio di etica tossica del lavoro in The Consultant è la crescita del personaggio di Elaine. La ragazza che nei primi episodi sembra essere molto dolce e legata a dei saldi principi morali, finisce per farsi corrompere dall’ambizione e dallo stesso Patoff. Quest’ultimo la pone di fronte a molti bivi, grandi sacrifici che lei finisce per essere disposa a fare pur di ottenere l’approvazione del suo capo e le soddisfazioni lavorative tanto agognate. Elaine finirà per non vedere più il consulente Regus Patoff come una effettiva minaccia, ma come un mentore che ha aiutato la società a crescere.

Storm Reid: 10 cose che non sai sull’attrice

Storm Reid: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Storm Reid ha ad oggi ricoperto principalmente ruoli secondari o da co-protagonista, grazie ai quali ha ad ogni modo potuto dimostrare il proprio talento e la propria versatilità come interprete. Capace di passare dai personaggi più leggeri a quelli più profondamente drammatici, la Reid è dunque oggi un’interprete in piena ascesa, che continua a stupire interpretazione dopo interpretazione.

Ecco 10 cose che non sai di Storm Reid.

Storm Reid: i suoi film e le serie TV

1. È nota per alcune serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come I Thunderman (2013), NCSI: Los Angeles (2014), Nicky, Ricky, Dicky & Dawn (2014) e Chicago P.D. (2015), la Reid ottiene il ruolo di Lisa nella miniserie TV When They See Us (2019). Nello stesso anno inizia a ricoprire il ruolo di Gia nella serie Euphoria, con protagonista Zendaya, ricoprendo ancora oggi questo ruolo. Nel 2023 la si può invece ritrovare nel settimo episodio della serie The Last of Us, con Pedro Pascal.

2. Ha recitato anche in noti film. Oltre alle popolari serie in cui ha recitato, la Storm ha avuto modo di prendere parte anche ad alcuni importanti film. Il primo di questi è stato 12 anni schiavo (2013), con Chiwetel Ejiofor, seguito poi da titoli meno noti come White Water (2015), The Summoning (2015), Sleight – Magia (2016) e A Happening of Monumental Proportions (2017). Nel 2018 è invece protagonista di Nelle pieghe del tempo, con Reese Witherspoon, mentre nel 2020 recita in L’uomo invisibile e nel 2021 in The Suicide Squad, con Idris Elba. Nel 2023 è protagonista del thriller Missing.

Storm Reid in Euphoria con Zendaya

3. Interpreta la sorella della protagonista. Nell’acclamata serie HBO Euphoria, l’attrice interpreta Gia, la sorella della protagonista Rue, interpretata da Zendaya. Dolce e solidale, Gia Bennett è un costante sostegno per Rue, prendendosi cura della sorella maggiore nei suoi momenti più bui. La giovane, però, porta ancora con sé le cicatrici emotive dell’aver trovato sua sorella in fin di vita a causa delle sue dipendenze dalla droga e ciò la rende un personaggio molto fragile e ricco di paure all’interno della serie.

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4. Potrebbe essere più presente nella terza stagione. Per le prime due stagioni di Euphoria Gia è tendenzialmente rimasta un personaggio secondario, ma ciò potrebbe cambiare con l’annunciata terza stagione. L’attrice ha infatti anticipato che spera si potrà vedere molto più di Gia in questa e l’ideatore della serie sembra avere proprio questa intenzione. Dopo che nella seconda stagione le due sorelle arrivano ad un duro scontro verbale, molto dell’interiorità di Gia viene tirato fuori e ciò potrebbe portare a raccontare quanto di lei è ad oggi rimasto nascosto.

Storm Reid in The Last of Us

5. Ha un ruolo importante nella serie TV. Nella serie The Last of Us, tratta dall’omonimo videogioco, l’attrice interpreta Riley, attualmente prevista solamente per il settimo episodio. Questo sarà infatti basato sul DLC Left Behind, che esplora il passato di Ellie, interpretato da Bella Ramsey. Riley, come noto a chi conosce il videgioco, è la migliore amica nonché il primo amore di Ellie. L’attrice non ha rivelato se e quanto questo sia fedele all’espansione del videogioco in cui è presente Riley, ma ha garantito che il tutto si adatterà benissimo al tono e ai temi della serie.

6. Ha amato molto il proprio personaggio. Parlando di The Last of Us, l’attrice ha raccontato di non aver mai giocato al videogioco e di sapere dunque della sua storia solo alcuni dettagli. È rimasta dunque molto colpita nello scoprire di Riley e del suo rapporto con Ellie. Nell’interpretare tale personaggio e condividere la scena con la Ramsey, la Reid ha affermato di essersi sentita estremamente grata, in quanto considera tale progetto come uno dei più importanti della sua carriera. Ha inoltre affermto che l’episodio in cui è presente è senza dubbio uno dei più commoventi e strazianti della stagione.

Storm Reid in I Thunderman

7. Ha recitato in un episodio della nota serie per ragazzi. Nel 2013, ancora agli inizi della sua carriera, l’attrice ha recitato in un episodio della serie TV per ragazzi I Thunderman. La si può infatti ritrovare nel sesto episodio della prima stagione, intitolato Questo è il lavoro giusto per…, dove i protagonisti cercano di raggranellare denaro svolgendo alcuni lavori o facendo alcune scommesse. Qui la Reid interpreta il ruolo della giovane Avery.

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Storm Reid in Suicide Squad

8. Ha avuto un ruolo nel film DC. Nel film del 2021 The Suicide Squad, diretto da James Gunn, l’attrice ha un ruolo secondario ma a suo modo importante. Interpreta infatti Tyla, la figlia di Bloodsport, personaggio ricoperto da Idris Elba. Nel film Tyla non compare poi molto, ma è il motivo per cui il padre decide di accettare di unirsi alla Suicide Squad e portare a termine la pericolosa missione prevista. Amanda Waller, interpretata da Viola Davis, ricatta infatti Bloodsport in quanto ha il potere di far uccidere Tyla in caso egli si rifiuti di partecipare alla spedizione.

Storm Reid è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2,5 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 1000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Storm Reid: età e altezza dell’attrice

10. Storm Reid è nata il 1 luglio del 2003 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.

Fonte: IMDb, Instagram, HollywoodReporter

The Whale: recensione del film con Brendan Fraser

The Whale: recensione del film con Brendan Fraser

Certe ferite uccidono la mente. Dilagano imperterrite in un oceano di colpe, illusioni perdute: diventano una balena nera, che divora ogni minimo spazio in cui potremmo vedere la luce. Dopo aver vinto il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con The Wrestler, Darren Aronofsky torna al Lido con The Whale, un dramma in cui il senso di colpa è incapsulato in un corpo strabordante, quello di Charlie (Brendan Fraser), che ha assunto su di se le piaghe di un’esistenza dolorosa, un oceano in cui si sguazza senza muoversi, costretti su un divano che fagocita ogni riverbero di speranza.

The Whale: la storia di Charlie

La trama, basata sull’omonima opera teatrale di Samuel D. Hunter, è incentrata su Charlie (Brendan Fraser), un insegnante di inglese solitario che soffre di grave obesità e cerca di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente (Sadie Sink) allontanata dopo essersi dichiarato omosessuale.

The Wrestler seguiva il tortuoso calvario del personaggio di Randy “The Ram” Robinson, una vecchia star del wrestling che cercava di riallacciare i rapporti con una figlia abbandonata mentre si autodistruggeva sul ring con pugni e calci acrobatici. Non solo ha incoronato il regista americano ma ha anche segnato il ritorno trionfale (anche se di breve durata) di Mickey Rourke ai vertici della recitazione: una rinascita che lo ha portato a sfiorare l’Oscar a Hollywood. Ora, con The Whale, Aronofsky sembra voler ripetere il suo successo con un claustrofobico dramma familiare in cui Brendan Fraser, condannato per anni all’ostracismo, offre un’interpretazione sensazionale. Due lavori sulle fisicità degli attori apparentemente diverse, ma completementari: il corpo come riflesso di mancanze e dipendenze, come autoflagellazione, è un discorso che Aronofsky porta avanti fin da Requiem for a Dream (2001).

 

The Whale recensione del film

Salvare gli altri per salvare se stessi

Charlie è assistito quotidianamente da Liz (Hong Chau), un’infermiera risoluta e integerrima che lo aiuta nella difficilissima gestione della sua condizioni fisica precaria, anche se, come dicevamo, questa incommensurabile afflizione affonda le radici in un fitto arazzo di cicatrici emotive. Traumatizzato da una tragica perdita e percependo la fine dei suoi giorni, Charlie cerca di ristabilire il legame con la figlia diciassettenne Ellie, ma il peso del tempo perduto si rivela un fardello difficile da portare: ci sono verità dal passato che è dura affrontare da soli. Eppure Charlie capisce che, se non può salvare se stesso, può almeno tentare di salvare gli altri, il che implica trovare un canale per intercettare il buio dell’abisso ed emergere dalle acque.

Abbracciando una messa in scena più classica e ortodossa, Aronofsky prende le distanze dalla sperimentazione formale e narrativa che ci aveva proposto con Madre! (2017), ma non abbandona l’attenzione verso spazi e situazioni claustrofobiche. Contenendo il proprio estro creativo dal punto di vista formale, Aronofsky si butta a capofitto nella drammatizzazione di relazioni scomposte e brutali, ma anche inaspettate e di breve durata, e che possiamo veramente interpretare solo rifacedoci alla biografia dell’autore del testo teatrale. L’eccesso, la tendenza verso gli estremi di Aronofsky, qui è rappresentata al meglio dal processo autodistruttivo del protagonista: grottesche aritmie e rischi di soffocamento, abbuffate selvagge, cadute, un’immobilità lacerante, anche se il dolore più lancinante per Charlie risiede nel suo cuore. Mentalmente, è lucidissimo, colto, accomodante. La letteratura, insegnata e visitata quotidianamente, è l’unico canale di comunicazione che Charlie ha con il mondo esterno. Nonostante sia un grandissimo comunicatore, si serve però spesso delle parole degli altri per fermare il pericolo, fisico e mentale.

Charlie ci appare come un personaggio toccato fin troppo dalla sventura, infausta circostanza che Aronofsky accentua invitando la maggior parte dei personaggi a trattarlo con disprezzo; è quasi come se Charlie cercasse di indurre chi gli sta intorno a cadere nel disinteresse, proprio perché egli è il primo che sembra non preoccuparsi del suo stato di salute. Tuttavia, pian piano si disvelerà ai nostri occhi il retroscena morale e idelogico di questa nuova “preghiera cinematografica” di Aronofsky, che si aggrappa nuovamente al concetto di fede nel prossimo e all’idea della conquista di una certa luce (o elevazione esistenziale) attraverso il sacrificio.

La fenomenale performance di Brendan Fraser

In questo cammino verso la morte/rinascita, Charlie non è però mai solo: certo, il dialogo con gli altri è difficile, ma c’è sempre qualcuno che vuole entrare in casa. Il delivery della pizza, il giovane evangelizzatore Thomas, la figlia Ellie e perfino l’ex moglie. L’espressività emotiva guida la penna di The Whale e la caratterizzazione di Charlie che, tra un inciampo e l’altro, si consolida come uno dei personaggi che non dimenticheremo facilmente nella prossima stagione degli Oscar.

The Whale dà infatti il meglio di sé quando Aronofsky lascia che Fraser sia Fraser. Sotto i chili di protesi c’è la stessa star sincera e dal cuore aperto che ha conquistato il pubblico negli anni Novanta: questo emerge soprattutto nel rapporto con l’infermiera Liz, veicolo per accedere non solo all’anima di Charlie ma anche alla star che vi è sotto. La dolcezza dell’anima di Fraser emerge lentamente come un potente contrappeso alla brutalità della condizione che lo consuma.

Dall’interiorità più pura passiamo all’immensità celestiale con The Whale, che conserva alcuni dei tratti di scrittura archetipici di Aronofsky ma ci fa un regalo immenso: lasciare spazio alle storia. A quella di Charlie, prima di tutto, di purezza e redenzione, a quella delle famiglie e del loro potere salvifico, e a quella di un regista che si avvicina allo spettatore come mai aveva fatto prima.

MUBI ha acquisito per l’Italia Passages di Ira Sachs con Ben Whishaw e Franz Rogowski

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MUBI, distributore globale, servizio di streaming e società di produzione, ha acquisito al 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino l’acclamato film Passages di Ira Sachs per l’Italia. Il film, presentato in anteprima europea al 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, sarà distribuito nel corso del 2023.

In seguito all’anteprima mondiale al Sundance Film Festival 2023, MUBI ha acquisito il film per gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Irlanda e l’America Latina. MUBI ha ora acquisito il film per altri territori europei, tra cui Germania, Austria, Italia, Turchia e Benelux, quest’ultimo in collaborazione con Imagine Film Distribution.

Diretto da Ira Sachs (I toni dell’amore, Little Men) e prodotto da Saïd Ben Saïd (Elle, Bacarau) e Michel Merkt (Toni Erdmann), Passages è interpretato da Ben Whishaw (Skyfall, Paddington, Women Talking), Franz Rogowski (Great Freedom, Transit, Victoria, Freaks Out) e dalla vincitrice della Palma d’Oro Adèle Exarchopoulos (La Vita di Adele, Les Cinq Diables, Generazione Low Cost).

Ira Sachs è tornato quest’anno al Sundance con Passages, suo sesto lungometraggio al festival, dove il film è stato accolto con grande positività in seguito alla sua anteprima mondiale. Lodato da The Hollywood Reporter come un “ritratto acuto e superbamente interpretato di mutevoli dinamiche di potere”, da Indiewire come “crudo e incisivo”, da Screen Daily come “sicuro di sé e provocatorio” e da The Playlist come “irresistibile”, Passages uscirà nelle sale nel 2023.

La trama del film

Dopo aver completato il suo ultimo progetto, il regista Tomas (Franz Rogowski) inizia in maniera impulsiva un’intensa relazione con una giovane insegnante, Agathe (Adèle Exarchopoulos). Per Tomas, la novità di stare con una donna è un’esperienza eccitante che desidera approfondire, nonostante il suo matrimonio con Martin (Ben Whishaw). Quando anche Martin inizierà ad avere una relazione extraconiugale, Tomas riporterà la sua attenzione sul marito. Ambientato nella Parigi contemporanea, PASSAGES descrive una continua lotta di desiderio tra tre persone, dove la felicità è appena fuori portata. Con una fotografia raffinata e interpretazioni oneste e ricche di sfumature, Sachs ha creato un dramma intimo che esplora le complessità, le contraddizioni e le crudeltà dell’amore e del desiderio.

In viaggio con Eugene Levy, la recensione della serie Apple Tv+

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In viaggio con Eugene Levy, la recensione della serie Apple Tv+

La pandemia del 2020 ha messo in pausa il mondo, soprattutto ha interrotto per molti mesi in maniera totale, l’abitudine al viaggio. Aeroporti, porti e stazioni chiuse non hanno visto più passeggeri, viaggiatori, persone che si spostano da una parte all’altra della Terra per dovere o per piacere, per festeggiare, per scoprire, per raggiungersi.

E mentre il mondo finalmente ha ripreso a muoversi, prima con cautela e sospetto, poi sempre più freneticamente, di nuovo come nel pre-pandemia, arriva su Apple Tv+ una nuova docu serie che ha proprio nel valore del viaggio e della scoperta il suo cuore pulsante. Si intitola In viaggio con Eugene Levy ed è condotto proprio dall’attore vincitore dell’Emmy per Schitt’s Creek che ci fa da guida in otto location del mondo.

Dal Nord Europa al cuore desertico degli Stati Uniti fino a Venezia o alla foresta pluviale, Levy raggiunge posti inesplorati, location lussuose, capanne in mezzo al nulla, deserti, pianure, ghiacciai, boschi, lagune e vulcani. Insomma viaggia (sempre in tutta sicurezza, si intende) alla scoperta di posti particolari e usi e costumi del posto, con la cauta curiosità che, come ha lui stesso dichiarato, non è mai stata una sua caratteristica predominante. Tuttavia, la chiave della serie è proprio qui, nella riluttanza del suo protagonista al viaggio.

In viaggio con Eugene Levy, le avventure di un viaggiatore riluttante

Il concetto chiave dello show è meglio espresso infatti nel titolo originale che recita: The Reluctant Traveller, il viaggiatore riluttante, appunto. Ma perché dovremmo seguire le avventure di un uomo che non vuole averne? Perché Levy si mette continuamente fuori dalla sua zona di conforto per provare esperienze nuove e incontrare non solo persone ma modi di vita differenti.

Ogni episodio è un’avventura nuova, tutta raccontata con il tono sempre elegante, composto, ironico e gentile di Levy, che, dentro una lussuosa suite sul Canal Grande, o una cuccetta di legno dentro a una foresta lappone, approccia ogni momento con la stessa distaccata curiosità. È come se si ponesse di fronte a tutte le circostanze con grande scetticismo, pur rimanendo sempre possibilista. Dopotutto solo provando delle esperienze si può capire se fanno per noi o meno, ed è quello che fa Eugene Levy in ognuno degli otto episodi di cui è composta la serie, in ognuna delle otto location in cui la serie ci accompagna.

In viaggio con Eugene LevyL’immersione in un bagno di suoni alle Maldive, il galleggiamento sul ghiaccio in Finlandia, il contatto con la Nazione Navajo nello Utah, il comando di una barca a vela a Lisbona, l’assaggio della cultura culinaria di Tokyo e il viaggio nella giungla della Costa Rica sono solo alcune delle esperienze di cui Levy gode nella serie, ed è chiaro che In viaggio con Eugene Levy ha uno scopo molteplice.

Perché se da una parte la serie può anche soltanto mostrare dei luoghi che per alcuni restano delle mete irraggiungibili e da sogno, può essere anche un invito al viaggio vero e proprio, un modo per scegliere la prossima vacanza, ma anche la conferma che solo uscendo dalla propria zona di conforto si può imparare ad apprezzare e amare quello che ci circonda. Perché viaggiare apre la mente, allarga gli orizzonti e ci fa diventare cittadini del mondo, anche se magari non siamo proprio appassionati di avventura e non abbiamo particolari curiosità nemmeno per quello che mangia il nostro vicino di casa.

DJANGO: oggi il terzo e quarto episodio su SKY e NOW

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DJANGO: oggi il terzo e quarto episodio su SKY e NOW

Il Texas del 1800, un luogo violento e inospitale dove ogni giorno si rinnova l’eterna lotta dell’uomo per la sopravvivenza. È il mondo senza legge di DJANGO, “lo straniero” protagonista del western Sky Original che omaggia il classico di Sergio Corbucci, da oggi venerdì 24 febbraio con due nuovi episodi (terzo e quarto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Lo scontro tra due tra due visioni contrapposte, tra due città fondate su valori incompatibili, fa da sfondo alle vicende di un uomo in cerca di redenzione e perdono, ma anche di giustizia. Arrivato a New Babylon col solo intento di uccidere gli assassini della sua famiglia, Django (Matthias Schoenaerts) viene coinvolto nelle vicende della comunità che abita questa utopia fatta città, impegnata a contrastare le rivendicazioni sempre più pressanti di Elizabeth Thurman (Noomi Rapace) sulle terre su cui sorge New Babylon, specie ora che sotto quelle stesse terre è stato trovato l’oro nero.

È proprio per estrarre questo petrolio che Django, la figlia che pensava perduta, Sarah (Lisa Vicari), John Ellis (Nicholas Pinnock) con i suoi figli proveranno a comprare una trivella da un vecchio sodale di John, Walter Breaver, e dal suo socio, Oscar Beaunney, interpretato da Manuel Agnelli, guest-star del terzo episodio. Ma niente è facile in un mondo dove ognuno sembra agire per il proprio tornaconto e dove allo stesso tempo le storie di tutti sono molto più legate di quanto si possa credere. Django è ancora molto lontano da quel che cerca – quel perdono che sua figlia non sa ancora dargli, perché convinta che siano proprio le mani di suo padre a essere sporche del sangue della sua famiglia, ignara di quali siano state le motivazioni che hanno determinato le sue scelte. A rinfrancare l’uomo, le sagge parole del reverendo Jan, interpretato da Franco Nero.

Il cast: Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia di Django, e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O. Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di John Ellis, Tom Austen in quelli del cowboy Eljiah Turner e Camille Dugay che sarà Margaret, la moglie di DJANGO. Con, Manuel Agnelli, Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi. E a omaggiare il mito del western di culto di Sergio Corbucci, la partecipazione straordinaria di Franco Nero.

DJANGO è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo rumeno.

DJANGO, la trama del terzo episodio

John, Django, Sarah, Phillip, Seymour e Kevin raggiungono Walter, un vecchio amico di John, a Nagadoches, per provare a comprare una trivella. Elizabeth, informata dalla sua nuova spia dentro New Babylon, assalta la fattoria di Walter. Anche questa volta però il suo attacco fallisce. Ora che può estrarre il petrolio, la comunità di New Babylon intravede la fine della miseria per la propria città.

DJANGO, la trama del quarto episodio

Django e Seymour scendono lungo il fiume fino a Pueblo per vendere il petrolio estratto a New Babylon, ma vengono attaccati da un gruppo di mercenari che catturano Seymour per portarlo da Elizabeth. John, Sarah, Django, Kevin e Phillip non hanno altra scelta: devono trovare un modo per liberarlo e farlo fuggire da Elmdale.

Sei Donne – il mistero di Leila, dal 28 febbraio in prima visione su Rai1.

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La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa il racconto della nuova serie Rai “Sei Donne – il mistero di Leila”, una produzione IBC Movie in collaborazione con Rai Fiction, creata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, per la regia di Vincenzo Marra, in onda in tre puntate da 100 minuti da martedì 28 febbraio in prima visione su Rai1.
 
Un giallo psicologico nel quale la ricerca della verità si incrocia con le storie di sei donne di oggiAnna, Michela, Alessia, Viola, Aysha, Leila – ciascuna con un proprio vissuto, ciascuna con i propri segreti, rappresentative di un universo femminile contemporaneo, tra determinazione e fragilità, amore e odio, costrizioni e libertà. 
 
Un nuovo capitolo della scrittura televisiva di Ivan Cotroneo e Monica Rametta, che portano ancora una volta al pubblico Rai un’avvincente trama mistery. L’occasione per indagare la psicologia di personaggi complessi e sfaccettati, con particolare attenzione al tema del riscatto femminile, già sperimentato in acclamate fiction Rai come “Un’altra vita”, “Sorelle”, “Mentre ero via”. La regia è affidata a Vincenzo Marra, pluripremiato regista cinematografico apprezzato anche all’estero (“Tornando a casa”, “L’ora di punta”, “L’equilibrio”) che firma la sua prima regia televisiva, in una serie innovativa e corale che unisce un cast di grandi nomi a un approccio produttivo e narrativo autoriale.  
 
Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del Pubblico Ministero di Taranto Anna Conti, stimata e autorevole professionista con un problema di alcolismo,riaffiorato dopo la fine del suo matrimonio, che la rende dura nei rapporti interpersonali, soprattutto con il nuovo ispettore Emanuele (Alessio Vassallo), appena arrivato in Procura. Trovando nella sparizione di Leila( Silvia Pacente) delle analogie con il suo passato, Anna si butta senza tregua nella risoluzione del caso, inizialmente sottovalutato dalla Procura come un semplice allontanamento volontario, ma sul quale sembrano aleggiare bugie, incongruenze e testimonianze poco convincenti. Intorno al “mistero di Leila” ruotano le protagoniste della serie: Michela (Ivana Lotito), la zia materna, chirurgo ortopedico, Alessia (Denise Tantucci), l’allenatrice di atletica, Aysha (Cristina Parku), la migliore amica di Leila e Viola (Isabella Ferrari), la vicina di casa.
 
Nulla è scontato e prevedibile in questo intreccio noir che si dipana, puntata dopo puntata, offrendo allo spettatore indizi, conferme, confessioni, inaspettati risvolti e giochi di ruolo capaci di condurlo, senza rassicurazioni né retorica, alla verità.
 
Arricchiscono il cast Maurizio Lastrico, nel ruolo di Gregorio, il patrigno di Leila, Pier Giorgio Bellocchio, nei panni di Roberto Conti, l’ex marito di Anna e Gianfelice Imparato, che interpreta il Procuratore capo Marcello Trifoni, molto vicino ad Anna, con lei duro e protettivo allo stesso tempo.
 
Realizzata con il contributo di Apulia Film Fund della Fondazione Apulia Film Commission, la serie restituisce la fotografia di una Taranto inedita e contemporanea, a fare da cornice a un racconto corale dove le storie dei protagonisti si intrecciano con un tessuto territoriale lontano da stereotipi.
 
“Sei Donne – Il Mistero di Leila” è una produzione IBC Movie in collaborazione con Rai Fiction, in onda da martedì 28 febbraio in prima serata su Rai1 per 3 puntate (3 episodi da 100 minuti). Creata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta. Prodotta da Beppe Caschetto e Anastasia Michelagnoli. Produttori Rai Leonardo Ferrara, Francesca Loiero e Daniela Troncelliti.  Regia di Vincenzo Marra.

X-Men: James Marsden tornerebbe a interpretare Ciclope!

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X-Men: James Marsden tornerebbe a interpretare Ciclope!

I piani dei Marvel Studios per il franchise degli X-Men rimangono un mistero per adesso, e non prevediamo di vedere l’MCU raccontare la squadra mutante fino alla fine della Saga del Multiverso. Tuttavia, con Deadpool 3 all’orizzonte e Hugh Jackman destinato a tornare nei panni di Wolverine in quel film, si comincia a speculare sul serio su quando vedremo i membri della squadra di Xavier.

Il trequel di Shawn Levy includerà sicuramente molti volti familiari, mentre continuano a circolare voci sul fatto che il team originale del grande schermo abbia in qualche modo a che fare con Avengers: Secret Wars.

Durante una recente intervista sul tappeto rosso, a James Marsden, che ha interpretato Ciclope nei film di Bryan Singer, è stato chiesto ancora una volta della possibilità di tornare nei panni di Scott Summers.

Il suo personaggio è sempre stato messo in ombra da Wolverine nei film degli X-Men di Bryan Singer, cosa che non rispecchia affatto la grande importanza che Scott ha nel franchise a fumetti, in cui per un periodo abbastanza lungo ha guidato la squadra degli Men al posto di Xavier.

“Certo. Sì, voglio dire, io do grande importanza al materiale di partenza, qual è la storia e cosa farebbe il personaggio in questione, ma Ciclope è un personaggio che ho interpretato e mi sta molto a cuore – dice Marsden – E quella famiglia mi manca molto. Abbiamo creato qualcosa di molto speciale con i primi due film di ‘X-Men’ e sì, mi piacerebbe esplorarlo”.

Ciclope merita un’altra possibilità e sarebbe fantastico vederlo mostrare di cosa è capace in uno dei prossimi film dei Vendicatori, specialmente con il Multiverso in ballo.

https://twitter.com/TheWrap/status/1627375775690428421?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1627375775690428421%7Ctwgr%5E5c5632a62c489b46699954f139292b9ff72de9a9%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fx_men%2Fx-men-star-james-marsden-is-still-willing-to-return-as-cyclops-if-marvel-studios-reaches-out-a200684

Steve Rogers è vivo nel MCU? Anthony Mackie risponde!

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Steve Rogers è vivo nel MCU? Anthony Mackie risponde!

I Marvel Studios hanno gestito l’allontanamento dal MCU di Chris Evans in un modo molto strano. Mentre la maniera in cui la storia di Steve Rogers è finita in Avengers: Endgame sembrava giusta, The Falcon and The Winter Soldier – una storia su Captain America – non ha fatto menzione dell’eroe a parte il fatto che è “andato”. Il mondo sembra credere che Steve sia morto, qualcosa che era evidente dalla trasformazione della Statua della Libertà in Spider-Man: No Way Home.

Ci piacerebbe pensare che Captain America: New World Order affronterà più direttamente cosa sta succedendo con l’ex Captain America, ma non c’è alcuna garanzia in questo senso. Tuttavia, il successore di Evans, Anthony Mackie, sembra suggerire fortemente che Steve è davvero vivo e vegeto durante una recente intervista su Jimmy Kimmel Live.

Quando Kimmel ha sottolineato che non abbiamo mai visto Cap morire, l’attore ha risposto: “Questo significa che non è morto! Perché stai cercando di uccidere Steve? Questa è discriminazione basata sull’età… non c’è niente di sbagliato in un vecchio Cap!”

Dopo aver scherzato con l’ospite, a Mackie è stato chiesto a bruciapelo se Steve è vivo. “Sì! Penso di sì! Non l’ho visto morire! Non lo so, ho visto Chris due settimane fa, e aveva un bell’aspetto.” Non è chiaramente una conferma ufficiale, ma sarebbe interessante capire in che modo questo tipo di domanda influenzerebbe il film e il MCU.

Ci sarebbe ancora tanto da raccontare su Steve, visto che su Terra-616 è rimasto con Peggy Carter e hanno vissuto una vita insieme. Ma aspetteremo pazienti di scoprire novità in merito.

Captain America: New World Order

Julius Onah dirige Captain America: New World Order, su una sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3 maggio 2024.

Jake Schreier dirigerà Thunderbolts e si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent, Olga Kurylenko come Antonia Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost, e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Tom Cruise rivela quanto è arrivato vicino a interpretare IRON MAN nel MCU

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Sappiamo già da tempo che un film su Iron Man in produzione prima del film del 2008 avrebbe dovuto essere interpretato da Tom Cruise nei panni Tony Stark. All’epoca il progetto era supervisionato da Avi Arad che ha poi prodotti l’altro film e i recenti Morbius e Venom. Proprio quel progetto si è poi concretizzato e trasformato nell’Iron Man del 2008 con protagonista assoluto Robert Downey Jr. È lì che è iniziato l’MCU, e mentre Downey ha fatto suo l’eroe, molti fan non riescono ancora a togliersi dalla mente l’immagine di Tom Cruise nei panni Iron Man.

Ebbene, oggi in un’intervista recentemente riemersa con Phase Zero, a  Tom Cruise è stato chiesto quanto fosse stato vicino realmente ad interpretare Iron Man. “Non vicino, non vicino”, conferma. “Adoro Robert Downey Jr e non riesco a immaginare nessun altro in quel ruolo… penso che sia perfetto per lui.” Per quanto riguarda la possibilità di interpretare un supereroe, Cruise aggiungeva: “Guardo un film e non escludo nulla. Qual è la storia, qual è il personaggio, mi interessa? Sento che questo è interessante e mi chiedo in cosa un pubblico vorrebbe vedermi? Cosa posso imparare e come posso contribuire? Questo è davvero il modo in cui guardo le cose “.

Anche l’anno scorso, ci sono state voci secondo cui la star di Top Gun: Maverick aveva girato un ruolo cameo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, mentre le teorie dei fan continuano a turbinare sul fatto che Cruise potrebbe far parte di Avengers: Secret Wars. Ma c’è da dire che l’attore è notoriamente schizzinoso con i suoi progetti e non consente che la sua somiglianza venga utilizzata nel merchandising, quindi questo potrebbe chiudergli la porta per interpretare una variante di Iron Man.

Ant-Man and The Wasp: Quantumania, foto dietro le quinte mostrano la trasformazione di Jonathan Majors

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Come c’era da aspettarselo sopratutto dopo aver visto la prima stagione della serie di LOKI, nel film Ant-Man and the Wasp: Quantumania, abbiamo potuto ammirare diverse varianti del personaggio di Kang il Conquistatore interpretato Jonathan Majors. Tra le milioni di varianti è salta all’occhio una sorta di triade che dovrebbero rappresentare i i più potenti eroi del multiverso che toccherà affrontare nel futuro.

Avengers: The Kang Dynasty fornirà sicuramente alcune risposte in merito a questo ma oggi ci concentreremo su alcune curiosità che abbiamo scovato proprio riguardo a queste varianti. Nello specifico abbiamo scovato via CBM alcune foto dietro le quinte appena pubblicate confermano che rivelano come Jonathan Majors abbia indossato molte protesi per dar vita ad almeno una delle varianti viste. Non siamo sicuri di dove abbiano avuto origine queste immagini, ma sono chiaramente legittime. Ant-Man and the Wasp: Quantumania è attualmente nelle sale.

Ant-Man and the Wasp: Quantumaniail trailer

Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il Conquistatore.

Nel film, che dà ufficialmente il via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) tornano per continuare le loro avventure come Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope, Hank Pym (Michael Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard, p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang, David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz e Bill Murray in quello di Lord Krylar.

Il Signore degli Anelli: la WB ha tenuto Peter Jackson aggiornato “in ogni fase del processo”

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Abbiamo riportato ieri sera la notizia che la Warner Bros è al lavoro su nuovi film tratti da Il Signore degli Anelli. Adesso, sempre tramite Variety, arriva la conferma che Peter Jackson è stato non solo informato, ma coinvolto dallo studio a ogni passo relativo a questa nuova serie di film, per i quali non abbiamo però ancora informazioni di titoli o argomenti.

Nessun regista è stato ancora coinvolto nei progetti, ma in una dichiarazione a Variety, Jackson e i suoi principali collaboratori de Il Signore degli Anelli, Fran Walsh e Philippa Boyens, hanno affermato che Warner Bros. ed Embracer “ci hanno tenuti aggiornati in ogni fase del processo.” “Non vediamo l’ora di parlare ulteriormente con loro per ascoltare la loro visione del franchise che va avanti”, hanno detto Jackson, Walsh e Boyens.

Non sappiamo ancora se questo vorrà dire un coinvolgimento diretto di Peter Jackson nel progetto, tuttavia possiamo essere rassicurati dal fatto che il regista sarà informato, e forse anche consultato per la realizzazione di altre storie per il cinema ambientate nella Terra di Mezzo.

Oscar 2023: The Space Cinema propone i film candidati, ecco il programma

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In attesa della notte degli Oscar 2023, uno degli appuntamenti mondiali più iconici dell’anno, che si terrà il prossimo 12 marzo presso il Dolby Theatre di Los Angeles, The Space Cinema offre agli spettatori un’occasione imperdibile. Infatti, sarà possibile rivedere i grandi titoli candidati agli Academy Awards in tutte le sale italiane del circuito, grazie a un calendario speciale di proiezioni.

Si partirà lunedì 27 febbraio con il film Marcel the Shell, candidato come miglior film d’animazione; il giorno successivo, martedì 28 febbraio, sarà la volta di Elvis, opera dedicata alla leggendaria figura del cantante e attore statunitense, che ha ottenuto ben 8 nomination; mercoledì 1 marzo spazio al film rivelazione dell’anno, Everything Everywhere All at Once, che vanta 11 candidature tra cui quelle di miglior film e migliore regia. Domenica 5 marzo sarà possibile assistere alla proiezione anticipata del mattino di tutti e tre i film. 

L’iniziativa proseguirà lunedì 6 marzo con Tárcandidato a 6 premi Oscar, tra cui miglior film e migliore attrice per la straordinaria interpretazione di Cate Blanchett. Martedì 7 marzo sarà proiettato l’action movie Top Gun: Maverick, candidato a 5 statuette d’oro; mercoledì 8 marzo in sala ci sarà Gli Spiriti dell’Isola, che concorre anche per la statuetta destinata al miglior film. Infine, domenica 12 marzo sarà nuovamente possibile partecipare alla proiezione mattutina dei tre film.

È possibile prenotare il proprio posto in sala nell’apposita sezione del sito di The Space Cinema al link: https://www.thespacecinema.it/iniziative/film-da-oscar

The English con Emily Blunt su Paramount+ dall’8 marzo

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The English con Emily Blunt su Paramount+ dall’8 marzo

Paramount+ presenta The English, la nuova serie originale interpretata da Emily Blunt che sarà disponibile sul servizio di streaming a partire da mercoledì 8 marzo.

The English è un western epico in sei episodi con protagonisti Emily Blunt (“A Quiet Place”, Sicario) e “Chaske Spencer” (“The Twilight Saga”, “Banshee”) ed è scritto e diretto dal pluripremiato Hugo Blick (“The Honourable Woman”, “Black Earth Rising”, “The Shadow Line”).

La serie prende i temi centrali dell’identità e della vendetta per raccontare una parabola unica e avvincente sulla razza, il potere e l’amore. Un’aristocratica inglese, Lady Cornelia Locke, interpretata da Emily Blunt, e un ex scout di cavalleria di Pawnee, Eli Whipp (Chaske Spencer), si incontrano nel 1890 in America centrale per attraversare un territorio violento costruito sui sogni e sul sangue. Cornelia vuole vendicarsi dell’uomo che considera responsabile della morte del figlio e convince Eli Whipp a lasciarla viaggiare con lui, il quale scopre che la ragazza è molto più capace e intraprendente in materia di sopravvivenza di quanto ci si potesse aspettare.

Entrambi hanno un chiaro senso del loro destino, ma nessuno dei due è consapevole che esso è radicato in un passato comune. Devono affrontare ostacoli sempre più terrificanti che li metteranno a dura prova, fisicamente e psicologicamente. Ma ogni ostacolo li avvicina alla loro destinazione finale, la nuova città di Hoxem, Wyoming. È qui che, dopo un’indagine da parte dello sceriffo locale Robert Marshall (Stephen Rea) e della giovane vedova Martha Myers (Valerie Pachner) su una serie di bizzarri e macabri omicidi irrisolti, che si comprenderà veramente tutta la portata della loro storia intrecciata e si affronterà il futuro che dovranno vivere.

Tra gli interpreti anche Rafe Spall nel ruolo di David Melmont; Tom Hughes nel ruolo di Thomas Trafford; Ciarán Hinds nel ruolo di Richard M Watts e Toby Jones nel ruolo di Sebold Cusk.

The English è una serie prodotta dalla pluripremiata casa di produzione Drama Republic (“Doctor Foster”, “Us”) per BBC Two e BBC iPlayer nel Regno Unito, e Prime Video negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, in associazione con All3Media international.

Colin Wratten è produttore; co-Produttore è Daniel Toland; Arnau Valls Colomer è il direttore della fotografia; Phoebe de Gaye, costumista; Lesley Lamont-Fisher è Hair and Make-Up Designer mentre Chris Roope è Production Designer; il compositore è Federico Jusid.

Marlowe, recensione del film di Neil Jordan

Marlowe, recensione del film di Neil Jordan

Ha il sapore di un film arrivato fuori tempo massimo, quest’ultimo, Marlowe, del sempre amato Neil Jordan. E forse proprio per questo non si riesce a non volergli bene. Fin dalle prime scene, l’idea portante di Marlowe sembra essere quella di un gruppo di artisti che si sono uniti, decisi a creare qualcosa che piacesse prima di tutto a loro, un prodotto con un sapore retrò che abbracciasse un modo passato di intendere storia, personaggi e messa in scena.

Ed ecco allora che già partendo dalla sceneggiatura firmata dallo stesso Jordan insieme a William Monahan – si tratta dell’adattamento del romanzo the Black-Eyed Blonde: A Philip Marlowe Novel scritto da Benjamin Black – si capisce chiaramente quanto questo noir sia un qualcosa che non appartiene al cinema contemporaneo, che vuole rendere omaggio non soltanto al personaggio creato dal genio letterario di Raymond Chandler ma anche a quella stagione cinematografica che lo rese celeberrimo.

Marlowe, un omaggio revisionista

Certo, ci sono evidenti strizzate d’occhio al revisionismo degli anni ‘70 – ad esempio si trovano sparsi nel film almeno un paio di riferimenti espliciti a un altro capolavoro quale Chinatown di Roman Polanski – ma l’anima di Marlowe appartiene in tutto e per tutto agli anni ‘40, a quel mondo in cui il detective privato pur col suo cinismo manteneva comunque intatto il suo codice morale che ne faceva un eroe capace di battersi contro la decadenza di una società allo sbando.

Sotto questo punto di vista perfetto si rivela immediatamente Liam Neeson nel ruolo principale, un attore che si compiace in maniera evidente nel riabbracciare il lato umano, addirittura malinconico di questo tipo di ruolo. Col suo sguardo pacato, il tono della voce profondo e sussurrato, un linguaggio del corpo che sottolinea la fatica psicologica ed emotiva del suo lavoro, Neeson si trasforma in un Marlowe gentile, magari un po’ stanco ma comunque implacabile nel voler portare a termine il suo incarico. In un paio di momenti poi Jordan riesce a farci arrivare tutto il dramma, il dolore di un uomo che assiste impotente ad atti criminosi capaci di ferire la sua anima.

Il cast asseconda l’anima del film

Accanto a lui un cast che comprende benissimo e asseconda con classe l’anima del film: Diane Kruger e Jessica Lange lavorano con efficacia ai rispettivi ruoli di figlia e madre che sono troppo simili per non detestarsi. Il vero valore aggiunto di marlowe sono però i caratteristi a supporto, un gruppo di attori britannici “rispolverati” da Jordan per aiutarlo e divertirsi insieme e lui.

Nelle scene in cui recitano insieme a Neeson Ian Hart, Colm Meaney e soprattutto un istrionico Alan Cumming elevano questo noir calandosi perfettamente nei rispettivi ruoli. A completare l’equazione di un lungometraggio in fin dei conti riuscito ci pensa poi Neil Jordan, il quale certamente non possiede più la vena creativa degli anni ‘80 e soprattutto ‘90, ma con altrettanta certezza sa ancora come si gira un film, e riesce a comporre alcune scene di sicuro impatto estetico e densità emotiva. Un bell’aiuto arriva anche dal direttore della fotografia Xavi Giménez, intelligente ad operare alcune dominanti cromatiche per definire spazi e ambientazioni in sintonia con l’evoluzione narrativa della storia.

Marlowe è il tipo di film che ci sentiamo di consigliarvi se avete voglia di fare un tuffo nel passato in maniera intelligente ed elegante. Chia ancora oggi ricorda con affetto il detective privato interpretato tra gli altri da Humphrey Bogart (Il grande sonno) o Elliott Gould (Il lungo addio), non rimarrà deluso dalla nuova versione che Neil Jordan e Liam Neeson ne propongono.

Se invece il noir classico non fa per voi e cercate un tipo di intrattenimento maggiormente “contemporaneo”, allora questo lungometraggio può rappresentare un qualcosa di vetusto e noioso. A noi ha divertito, pur con tutte le sue imperfezioni. E una volta tanto vedere un film di genere in cui non ci sono eroi che fanno stragi di cattivi, o effetti speciali strabordanti che producono spettacolo inutile per la storia, è un discreto toccasana…

Akira 35: il trailer del film culto che torna al cinema il 14 e 15 marzo

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Torna al cinema, a 35 anni dalla sua prima uscita nelle sale, AKIRA di Katsuhiro Ōtomo, il film che ha incassato, tra repliche cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro, conquistando il pubblico giapponese e rivoluzionando la percezione degli anime in tutto il mondo occidentale.

Unanimemente considerato un capolavoro e inserito da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua straniera della storia del cinema, AKIRA è diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del fumetto giapponese. Tra le numerose collaborazioni e produzioni di Katsuhiro Ôtomo figurano, tra le altre, “Steamboy”, con cui partecipò fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 2004, e la sceneggiatura del film “Metropolis” di Rintaro (tratto dal manga di Osamu Tezuka).

L’appuntamento per i fan italiani è fissato per il 14 marzo (proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano) e 15 marzo (proiezioni in versione doppiata in italiano fedele all’originale), quando la Stagione degli Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit, porterà nelle sale AKIRA in formato 4K e per la prima volta anche in lingua originale (elenco cinema su nexodigital.it). Nel 2013 le celebrazioni del 25esimo anniversario di Akira, sempre organizzate da Nexo Digital e Dynit, avevano raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno, con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano programmato il film.

Uscito nelle sale per la prima volta nel 1988 e ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa del suo primo volume, Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di motociclisti, tra cui di distingue la gang dei giovani Kaneda e Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto Akira…

La Stagione degli Anime al Cinema è un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.

The Mandalorian: Jon Favreau spiega come l’universo Marvel ha ispirato il suo approccio a STAR WARS

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Jon Favreau sta attualmente intraprendendo un tour stampa globale per promuovere l’imminente terza stagione di The Mandalorian e recentemente è apparso a Madrid, in Spagna, per una sessione di domande e risposte sulla serie che debutterà presto su Disney+.

Prima di occuparsi di questo angolo dell’universo di Star Wars, Jon Favreau era forse meglio conosciuto per il suo lavoro nel franchise di Iron Man per i Marvel Studios. Dopotutto, era lì proprio all’inizio della creazione dell’MCU, e il regista conferma che vedere come tutto si è unito ha direttamente ispirato il suo approccio alla narrazione nel “Mando-Verse“. “[L’MCU] è diventato incredibilmente più complesso col passare del tempo e fino ai fratelli Russo e agli ultimi film dei Vendicatori”, dice nel video “E la cosa interessante era che potevano fare capitoli che non erano nelle trame specifiche dei personaggi che avrebbero influenzato i personaggi”.

“Quindi, come quando è stato presentato Captain Marvel, Black Panther… ho imparato molto osservando quanto fosse sofisticato il pubblico, e le persone sono molto veloci nel raccontarsi a vicenda”, continua Favreau. “Quindi mi sentivo come se avessi la libertà di non passare tutto il tempo con quei due personaggi separati in The Mandalorian e trascorrere quel tempo in The Book of Boba Fett come capitoli che erano come un romanzo in cui c’erano capitoli che trattavano di personaggi diversi. “

Tuttavia, per quelli di voi che non sono fan sfegatati di Star Wars, Favreau afferma che ci saranno riepiloghi che aiuteranno ad aggiornare gli spettatori occasionali (il che sarà particolarmente utile se avete perso The Book of Boba Fett). Din Djarin e Grogu si sono ovviamente riuniti in quella serie spin-off, e lo showrunner avrebbe continuato a confermare che c’è un salto temporale verso la terza stagione.  “Grogu si è sviluppato molto e ora è persino passato del tempo da The Book of Boba Fett e da quando si è allenato con Luke”, scherza Favreau, “quindi, come vedrai, i suoi poteri della Forza sono diventati più grandi”.

The Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è interpretata da Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer.

Bullet Train: in prima tv su Sky dal 27 febbraio

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Bullet Train: in prima tv su Sky dal 27 febbraio

Arriva in prima tv l’avvincente action-comedy Bullet Train, con protagonista l’attore premio Oscar® Brad Pitt, alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – Brad Pitt Mania), in streaming su NOW e disponibile on demand.

Diretto da David Leitch (Deadpool 2, Fast & Furious – Hobbs & Shaw) e tratto dal romanzo di Kōtarō Isaka I sette killer dello Shinkansen. Bullet train, vede nel cast, assieme a Brad Pitt, anche Joey King, Aaron Taylor-Johnson, Brian Tyree Henry, Andrew Koji, Hiroyuki Sanada, Michael Shannon, Benito A Martínez Ocasio e Sandra Bullock.

Bullet Train, la trama 

In Bullet Train, Brad Pitt interpreta Ladybug, uno sfortunato assassino determinato a fare il suo lavoro in pace dopo che un incarico di troppo è andato storto. Tuttavia, il destino potrebbe avere altri piani, quando l’ultima missione di Ladybug lo mette in rotta di collisione con avversari letali da tutto il mondo, tutti con obiettivi legati tra loro e in conflitto, sul treno più veloce del mondo… e deve ancora capire come fare a scendere. Dal regista di Deadpool 2, David Letich, il capolinea è solo l’inizio di un emozionante viaggio senza sosta attraverso il Giappone moderno.

E, in occasione della prima visione del film Bullet Train, da sabato 25 febbraio a venerdì 3 marzo Sky Cinema Collection si trasforma in Sky Cinema Collection – Brad Pitt Mania, con una programmazione dedicata al grande divo di Hollywood.

Tanti i titoli previsti: l’intrattenimento è assicurato con la rilettura di Quentin Tarantino della Seconda guerra mondiale di BASTARDI SENZA GLORIA con Christoph Waltz, premiato a Cannes e con l’Oscar®, e la commedia dei fratelli Coen BURN AFTER READING – A PROVA DI SPIA con George Clooney. Non mancheranno poi pellicole struggenti come il film su amore e morte VI PRESENTO JOE BLACK, con Anthony Hopkins, e il film di David Fincher vincitore di tre Oscar® IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON con Cate Blanchett. Infine, sono da non perdere la storia del celebre e amato bandito del West L’ASSASSINIO DI JESSE JAMES PER MANO DEL CODARDO ROBERT FORD con Casey Affleck; il dramma giudiziario di Barry Levinson SLEEPERS, con Robert De Niro e Dustin Hoffman; il kolossal ispirato al poema omerico TROY, con Eric Bana e Orlando Bloom; il coinvolgente biopic sul baseball L’ARTE DI VINCERE con Jonah Hill e Philip Seymour Hoffman; e l’avvincente film bellico FURY con Shia LaBeouf.

Bullet Train – Lunedì 27 febbraio in prima tv alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – Brad Pitt Mania), in streaming su NOW e disponibile on demand.

The Flash: il regista condivide uno storyboard con il Batman di Ben Affleck

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Ieri sera, abbiamo appreso che la Warner Bros. ospiterà la prima proiezione di The Flash al CinemaCon ben sei settimane prima che il film arrivi nei cinema.  Lo studio chiaramente non è preoccupato per gli spoiler e con la prima uscita da solista di Scarlet Speedster ora è più concentrata a preparare il terreno per il riavvio del DCU da parte del DC Studios. Ebbene sarà molto interessante sentire quanto è cambiato rispetto ai tagli precedenti. Indipendentemente da ciò, abbiamo sentito molte voci positive su questo film e questa prima proiezione ha senza dubbio lo scopo di creare entusiasmo tra i fan.

Le controversie che circondano l’attore di Barry Allen Ezra Miller (loro/loro) sono state in gran parte dimenticate e The Flash potrebbe essere un successo abbastanza grande da salvare la sua carriera e dare a questa versione di Scarlet Speedster un posto nel nuovo DCU. Il regista Andy Muschietti sta senza dubbio dando gli ultimi ritocchi al film e recentemente ha pubblicato su Instagram alcuni dei primi storyboard con il Batman di Ben Affleck.

The Flash segnerà l’ultima volta che Ben Affleck interpreterà il Cavaliere Oscuro, anche se i DC Studios sperano che si metta dietro la macchina da presa per dirigere uno dei loro film (alcuni rimuros lo danno come papabile regista del nuovo film di Batman The Brave and The Bold).  “Ho abbozzato il primo storyboard per The Flash in cui il nostro amico pipistrello fa ‘shpoonk!'”, dice il regista nel post qui sotto. Questo momento sembra essere stato tratto da una delle prime sequenze di inseguimenti nel film che vede Batman e Barry collaborare per affrontare l’elemento criminale di Central City.

Prima della formazione dei DC Studios, Ben Affleck avrebbe dovuto tornare nei panni di Bruce Wayne in Aquaman e il mondo perduto e nel film Crisis on Infinite Earths, ma i piani sono cambiati e il suo tempo per indossare il mantello e il cappuccio sta volgendo al termine.

 

 

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Guarda il trailer di The Flash

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League. Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Runner: al via le riprese del film di Nicola Barnaba con Matilde Gioli e Francesco Montanari

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La casa di produzione Camaleo è lieta di annunciare le riprese a Gasperina (CZ) del film Runner, diretto da Nicola Barnaba, con Matilde Gioli e Francesco Montanari. Nel cast accanto ai due protagonisti, anche Ilenia Calabrese, Saverio Malara, Vincenzo Scuruchi.

Prodotto da Camaleo, società di produzione cinematografica, distribuito da Plaion Pictures che ne ha acquisito i diritti all rights, finanziato con il Bando per il sostegno alle produzioni audiovisive in Calabria – 2022, dalla Calabria Film Commission e con il contributo del Ministero della Cultura,  Runner è un action thriller con protagonista Lisa una giovane di  25 anni con il sogno del cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del runner è un traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del cinema, ma anche il punto di partenza per una fulgida carriera.  È finalmente su un set, intreccia una relazione con Sonja, protagonista e star del cinema. Cosa potrebbe volere di più dalla vita?  Cosa potrebbe andare storto? Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna a cercarla nel momento più impensato. Accusata dell’omicidio di Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Lisa corre, corre per salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino e permettano di condannare il vero assassino.

Runner è un film adrenalinico e claustrofobico, interamente ambientato in un albergo isolato dal mondo. Il modello narrativo è ispirato a film come “Die Hard” e “Trappola in alto mare“. L’idea è di narrare la storia in tempo reale, 90 minuti che partono da quando all’alba la troupe ha finito le riprese e Lisa riaccompagna Sonja nell’albergo poco distante. Un film d’azione ambientato al giorno d’oggi con una scansione ritmica che terrà lo spettatore incollato alla sedia.

The Last of Us: le foto dell’episodio 7 anticipano il passato di Ellie

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L’episodio della scorsa settimana di The Last of Us si è concluso con un grande cliffhanger, con Joel che è crollato dopo esser stato ferito con Ellie che è sembrata disperatamente preoccupata del loro destino.

Ebbene ora grazie alle foto diffuso dal settimo episodio possiamo anticipare alcune delle cose che vedremo nella prossima puntata e a giudicare dalle immagino oltre a scoprire il destino di Joel, scopriremo molto di più sul passato di Ellie e vedremo la sua amica e potenziale interesse amoroso Riley (Storm Reid). Nelle immagini le vediamo irrompere in un centro commerciale off-limits per un’ultima notte di divertimento prima che Riley si unisca ai Fireflies.

Ellie ha menzionato questo incidente a Tess all’inizio della stagione, e se hai giocato al primo videogioco di Naughty Dog, saprai certamente come vanno le cose, a meno che gli showrunner non abbiano deciso di apportare alcune modifiche. Dai un’occhiata ad alcuni nuovi fotogrammi promozionali di seguito.

La serie tv

The Last of Us racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

The Last of Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

Educazione fisica: il trailer del film di Stefano Cipani

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Educazione fisica: il trailer del film di Stefano Cipani

01 Distribution ha diffuso il trailer di Educazione Fisica, il nuovo film diretto da Stefano Cipani con protagonisti Angela Finocchiaro, Giovanna Mezzogiorno, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Claudio Santamaria.

Educazione Fisica è tratto dal testo teatrale La Palestra di Giorgio Scianna, la sceneggiatura è firmata da Damiano e Fabio D’Innocenzo, a Fabio Cianchetti è affidata la direzione della fotografia, la scenografia è di Ivana Gargiulo mentre i costumi sono a cura di Catia Dottori ed il montaggio di Jacopo Quadri.

Educazione Fisica è una coproduzione italo-polacca. Una produzione Paco Cinematografica con Rai Cinema in coproduzione con Agresywna Banda, in collaborazione con Cinecittà SpA. Il film sarà interamente girato presso il Teatro 8 di Cinecittà.

Educazione Fisica, la trama

I genitori di tre alunni vengono convocati dalla preside di una scuola media di provincia: è successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. Ma è difficile da credere e da accettare. La palestra si trasforma in un’aula di tribunale improvvisata, dove ha inizio un processo feroce nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la verità.

M3GAN: due clip dalla Unrated Edition mostra più sangue e violenza!

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Quando il film horror di Blumhouse  M3GAN (recensione) uscirà in digitale questo venerdì negli USA e in EUROPA, i fan potranno vedere la versione non classificata del film. In alcune clip condivise giovedì, sembra che questa versione includerà più violenza e un po’ più di sangue rispetto a quanto abbiamo visto nella versione cinematografica.

Sull’account Twitter ufficiale di M3GAN, sono apparsi due nuove clip per l’imminente uscita del film, che mostrano due delle uccisioni di M3GAN in un modo ancora più raccapricciante. la prima clip vede M3GAN spruzzare qualcuno con una idropulitrice, con effetti un po’ più cruenti inclusi. Nel frattempo, il secondo vede l’androide strappare parzialmente l’orecchio di qualcuno, mostrando molto più sangue e sangue rispetto a quello che c’era nel film. Puoi dare un’occhiata a entrambe le nuove clip qui sotto:

Nell’edizione americano oltre alla versione senza classificazione del film, i bonus previste per le uscite includono quanto segue:

  • Una nuova visione dell’orrore – I registi e il cast spiegano come è stato creato il mondo di M3GAN, inclusa l’idea iniziale, attraverso la produzione sotto la guida del regista Gerard Johnstone
  • Dare vita a M3GAN – Guarda come l’animatronica, i pupazzi e l’attore Amie Donald hanno contribuito a rendere M3GAN il più reale possibile
  • Getting Hacked – Uno sguardo dietro le quinte su come il cast e la troupe hanno realizzato alcune delle complesse acrobazie e delle morti cruente del film

M3GAN è diretto da Gerard Johnstone (Housebound) da una sceneggiatura scritta da Akela Cooper ( Malignant ,  The Nun 2) basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il film è interpretato da Allison Williams, Violet McGraw, Ronny Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori Dungey e Stephane Garneau-Monten.

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