Dopo un tocco di malvagità
intravisto nel finale di stagione di
WandaVision,
Scarlet Witch interpretata da
Elizabeth Olsen è diventata l’antagonista in piena
regola di Doctor Strange nel Multiverso della Follia di
Sam Raimi.Nella sua
parabola verso la malvagità Wanda ha commesso alcuni atti piuttosto
atroci sotto l’influenza di Darkhold, incluso il massacro
di tutti gli Illuminati in una realtà alternativa. Alla fine, si è
assunta la responsabilità delle sue azioni, distruggendo ogni copia
del Darkhold e seppellendosi sotto il fatiscente Monte
Wundagore.
Anche se è sembrata sulla strada della morte, ci vorrebbe più
di qualche maceria per finire uno dei personaggi più potenti
dell’MCU, e quasi sicuramente
vedremo di nuovo Scarlet Witch ad un certo punto della storia.
Ebbene in queste oreDurante un’apparizione alComfest Con
del Kuwait, a Elizabeth Olsen è stato chiesto di quali trame
le piacerebbe far parte se e quando Wanda tornerà.“Beh, onestamente, se dovessi dirti esattamente cosa
vorrei, penso che rovinerei qualcosa. Perché
Kevin Feige ci chiede sinceramente cosa vogliamo fare con il
personaggio e poi lo fa. Quindi… non so se posso condividere,
ma voglio solo tornare!”
Da quello che leggiamo tra le righe delle sue dichiarazione sembra
che abbia sicuramente avuto delle discussioni in merito al suo
potenziale ritorno, ma probabilmente è tutto ciò che sapremo di
Wanda, almeno per un bel po’. Elizabeth Olsen ha precedentemente rivelato
che le piacerebbe essere coinvolta nel famigerato arco “No More
Mutants”, ma è difficile immaginare che la storia sia già in
discussione quando i mutanti non hanno ancora debuttato
ufficialmente.Wanda dovrebbe avere un ruolo nella
prossima serie Vision
Questannunciata per Disney+ e potrebbe anche
apparire inAgatha: Coven of
Chaos. Il personaggio è anche
sicuro di entrare in Avengers:
Secret Wars .
La quarta e ultima stagione diThe Umbrella Academyprodotta da Netflix
ha aggiunto tre nuovi volti al cast. Come abbiamo appreso da
Variety si tratta diNick
Offerman, Megan Mullally e David
Cross.Nell’agosto 2022 è
stato annunciato che la serie di successo si
sarebbe conclusa con la suaquarta stagione.
Nick Offerman
(“The
Last of Us“, “Parks and Recreation”) e Megan
Mullally (“Will & Grace”, “Party Down”), che nella vita
reale sono marito e moglie, interpreteranno il Drs. Gene e
Jean Thibedeau. I personaggi sono descritti
come “una coppia sposata di professori universitari del New
Mexico che indossano calzature comode e soffrono del caso più
estremo di deja vu che questa linea temporale abbia mai
visto“. Cross (“Arrested
Development”, “Mr. Show”) interpreterà Sy
Grossman, descritto come “un onesto e timido
imprenditore e padre di famiglia che cerca disperatamente di
riallacciare i rapporti con la figlia separata, che non si fermerà
davanti a nulla pur di riaverla”.
Il trio si unisce ai membri del cast
di ritorno
Elliot Page, Tom Hopper, David Castañeda, Emmy Raver-Lampman,
Robert Sheehan, Aidan Gallagher, Justin H. Min, Ritu Arya e Colm
Feore. La produzione dell’ultima stagione è
attualmente in corso a Toronto.
Netflix deve ancora confermare ufficialmente
di quanti episodio sarà composta la quarta stagione, ma diverse
fonti affermano che la stagione finale sarà più breve delle
stagioni di 10 episodi che lo show ha fatto in passato. La
terza stagione di The Umbrella
Academy” è uscita su Netflix nel giugno 2022, con la
stagione 2 in onda nel 2020 e la stagione 1 nel 2019. Lo spettacolo
è basato sulle omonime graphic novel scritte da Gerard
Way e illustrate da Gabriel Bá. Segue una famiglia di
fratelli adottivi con superpoteri che si ritrovano a cercare di
fermare la fine del mondo.
Steve Blackman ha
sviluppato la serie per la televisione e funge da produttore
esecutivo e showrunner nell’ambito del suo accordo globale con
Netflix. Anche
Jesse McKeown, Mike Richardson, Keith Goldberg, Scott
Stuber e Beau Bauman sono i produttori esecutivi. Way
e Bá servono come produttori co-esecutivi. La serie è prodotta
per Netflix da
UCP.
Warner Bros.
Discovery ha intentato una causa contro Paramount
Global, sostenendo che quest’ultima società si è ritirata
da alcune parti del loro accordo di licenza da 500 milioni di
dollari per i diritti di streaming di South
Park. Secondo un rapporto di Variety,
la causa – che è stata depositata venerdì presso la Corte Suprema
dello Stato di New York – afferma che la Paramount ha violato il
contratto indirizzando intenzionalmente gli speciali
di South Park e altri contenuti alla
propria piattaforma di streaming, Paramount+.
La causa sostiene inoltre che la
Paramount “intendeva palesemente sostenere la Paramount+ a spese della Warner/HBO” e che la
Paramount si è impegnata in “molteplici e
flagranti contorsioni di fatti e violazioni del contratto“. In
una dichiarazione della Warner, la società afferma che sta portando
avanti la causa al fine di “rivendicare i propri diritti e
recuperare le centinaia di milioni di dollari di danni subiti a
causa della cattiva condotta degli imputati“. Nel 2019,
HBO Max e Paramount hanno
raggiunto un accordo per i diritti degli episodi
di South Park , che consentirebbero
di mettere su l’intera libreria di South
Park, così come il film del 1999 South Park:
Bigger, Longer & Uncut. HBO Max.
“South Park” è stato un punto fermo del
canale via cavo Comedy Central di Paramount Global per più di 25
anni. L’intramontabile commedia animata, che proviene da Trey
Parker e Matt Stone, è alla sua 26a stagione e ha accumulato più di
300 episodi fino ad oggi. La causa sostiene che quando HBO Max ha
fatto un’offerta per i diritti di streaming di “South Park”, lo ha
fatto con la certezza che ci sarebbero state tre nuove stagioni di
10 episodi ciascuna. La causa sostiene, tuttavia, che sono
stati consegnati solo due episodi per la prima di quelle stagioni e
solo sei per la seconda. HBO Max sa che anche la terza
stagione sarà composta da sei episodi, per un totale di 14 nelle
tre stagioni.
La causa sostiene che i nuovi episodi sono
molto più preziosi di quelli vecchi e che quindi HBO Max ha pagato
in eccesso per la libreria. Nel frattempo, nel 2021, MTV, una
sussidiaria della Paramount, ha annunciato un accordo da 900
milioni di dollari con Parker e Stone per contenuti esclusivi di
“South Park” che sarebbero stati trasmessi su Paramount+. Nel
comunicato stampa, un dirigente di MTV ha affermato che l’accordo
“aiuterebbe ad alimentare Paramount+“. La causa cita anche
Stone che ha detto: “Adesso abbiamo dei fottuti soldi” in
riferimento all’accordo.
Dopo il successo di critica
del suo adattamento animato in stop-motion di Pinocchio ,
sembra che il regista Guillermo del Toro abbia
ufficialmente trovato il suo prossimo progetto animato con Netflix. Deadlineha annunciato che il regista premio Oscar sta attualmente
sviluppando l’adattamento cinematografico animato diThe Buried Giant , basato
sull’omonimo romanzo fantasy del vincitore del premio Nobel
Kazuo Ishiguro.
“The
Buried Giantcontinua la mia
partnership di animazione con Netflix e
la nostra ricerca di stop-motion come mezzo per raccontare storie
complesse e costruire mondi illimitati“, ha dichiarato del
Toro in una nota. “È un grande onore e una maggiore
responsabilità per me dirigere questa sceneggiatura che io e Dennis
Kelly stiamo adattando dal romanzo profondo e fantasioso di Kazuo
Ishiguro“.
The Buried
Giant sarà diretto da Guillermo del Toro
da una sceneggiatura che sta scrivendo insieme a Dennis
Kelly (Matilda the
Musical). La storia si svolge in
un’immaginaria Inghilterra post-arturiana, dove nessuno è in grado
di conservare ricordi a lungo termine. È incentrato su
un’anziana coppia britannica, che sta cercando il figlio che
ricordano vagamente.
The Buried
Giant sarà prodotto da Guillermo del
Toro, con ShadowMachine come studio in stop-motion. Questo
segna l’ultima collaborazione di del Toro con Netflix
dopo aver lavorato insieme per la prima volta a spettacoli animati
tra cuiTrollhunters: Tales of
Arcadiae
Trollhunters: Rise of the
Titans.
In una recente intervista con il
New Yorker, il creatore della serie Jesse
Armstrong ha annunciato che l’acclamato dramma familiare
della HBO Succession (recensione
terza stagione) concluderà ufficialmente la sua storia dopo la
sua prossima
quarta stagione. L’ultimo capitolo della saga della famiglia
Roy è prevista per debuttare negli USA il 26 marzo.
“Mi sono riunito con alcuni dei
miei colleghi sceneggiatori prima di iniziare a scrivere la quarta
stagione, verso novembre, dicembre 2021, e in un certo senso ho
detto: ‘Guarda, penso che forse dovrebbe essere così“, ha
spiegato Armstrong. “Ma cosa ne pensi?” E abbiamo
interpretato vari scenari: potremmo fare un paio di brevi stagioni
o altre due stagioni. Oppure potremmo andare avanti per anni e
trasformare lo spettacolo in qualcosa di piuttosto diverso, farlo
diventare quel tipo di serie divertente lunga che va a ruota
libera, dove ci sarebbero settimane buone e settimane meno buone.
Oppure potremmo fare qualcosa di un po’ più solido e completo, e
uscirne con un finale forte. E questa è stata sicuramente sempre la
mia preferenza.”
Succession
segue la storia della famiglia Roy – Logan Roy e i suoi quattro
figli – che controllano uno dei più grandi conglomerati di media e
intrattenimento del mondo. La serie segue le loro vite mentre
contemplano cosa riserverà loro il futuro una volta che il loro
anziano padre inizierà a ritirarsi dalla compagnia.
Succession
è interpretata da
Brian Cox,
Jeremy Strong, Alan Ruck, Kieran Culkin, Sarah Snook, Nicholas
Braun, Matthew Macfadyen, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David
Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Cherry Jones,
Alexander Skarsgård, Stephen Root e altro ancora.
La notte del 12 ha trionfato ai César
2023 portando a casa sei statuette, tra cui i prestigiosi
premi per il miglior film e la regia, a Dominik
Moll. L’innocent, film di e con Louis
Garrel, che aveva dominato con 11 nomination, porta a casa
invece un solo premio. Mentre Rodrigo Sorogoyen
vince il premio per il miglior film straniero, con il suo As Bestas.
In periodo storico in cui le
discussioni e le battaglie per la parità di genere sono
particolarmente vive e intense, portando alla luce problematiche
mai realmente risolte, anche il cinema contribuisce a sostenere
tali cause con film che celebrano la figura della donna attraverso
storie di fantasia o, spesso e volentieri, ispirate ad eventi
reali. Un titolo esemplare a riguardo è il film del 2018
Una giusta causa, diretto da Mimi
Leder (regista nota per i film d’azione The Peacemaker e
Deep Impact) e
interpretato dall’attrice Felicity Jones.
Quella raccontata in questo film è
una delle più importanti figure femminili della storia
statunitense, Ruth Bader Ginsburg, seconda donna a
essere nominata Giudice alla Corte Suprema. Attraverso la sua
storia, Una giusta causa diventa dunque un tributo a tutte
le donne e alla loro forza, ma anche al non lasciarsi mai vincere
dagli stereotipi, dalle imposizioni dettate dalla società e da chi
crede erroneamente nell’impossibilità per una donna di ottenere ciò
che le spetta di diritto. Il film, inoltre, risulta ancor più
significativo in quanto scritto da Daniel
Stiepleman, nipote della Ginsburg.
Grazie alla sceneggiatura da lui
scritta, inserita tra l’altro nella Blacklist del 2014 dei migliori
script ancora non prodotti, il racconto si rivela particolarmente
attento e fedele alla vera storia della giurista. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori, passando poi ad esplorare la
vera storia dietro al film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Una giusta causa
Prima di scoprire la vera storia
dietro il film, è bene però sapere di cosa questo parla
effettivamente. Protagonista è dunque Ruth Bader
Ginsburg, una delle nove donne ammessa al corso di legge
dell’Università di Harvard nel 1956. Nonostante questo successo, la
vita di Ruth non smette di essere complessa. L’aspirante giudice si
vede infatti rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna.
L’unica che la sostiene è l’avvocato progressista Dorothy
Kenyon, che la sostiene nel processo per discriminazione
di genere che Ruth deciderà di portare avanti. Sfidando numerosi
oppositori, Ruth si troverà dunque a dar vita a qualcosa di
storico.
Per quanto riguarda il cast di
attori coinvolti nel film, ad interpretare Ruth Bader Ginsburg vi è
l’attrice Felicity Jones,
candidata all’Oscar per il film La teoria del
tutto, mentre Armie
Hammerinterpreta il marito Marty Ginsburg. La
premio OscarKathy
Batesè Dorothy Kenyon, mentre Justin Theroux
interpreta Melvin Wulf, suo collega all’ACLU. Sam
Waterston interpreta l’avvocato Erwin Griswold,
mentre Cailee Spaeny è Jane C. Ginsburg,
figlia di Ruth. La vera Ruth, inoltre, accettò di apparire nel
finale del film, da lei poi giudicato in modo molto positivo e
fedele alla sua storia.
Una giusta causa: la vera storia dietro al film
Ma qual è dunque la storia della
Ginsburg? Nata nel 1933 da genitori ebrei emigrati dall’Ucraina,
Ruth non ebbe una giovinezza facile, vedendo prima morire sua
sorella per la meningite e poi sua madre per via di un cancro. Nel
1955 Ruth riuscì poi ad essere ammessa al corso di laurea in
giurisprudenza all’Harvard Law School, divenendo una delle sole 9
studentesse in una classe di circa 500 persone. Terminati gli studi
nel 1959, Ruth iniziò a cercare lavoro ma ebbe difficoltà a
trovarlo in quanto donna e pertanto giudicata non idonea
all’attività giuridica e legale.
La Ginsburg iniziò dunque a lavorare
come ricercatrice e docente presso la Rutgers University (con uno
stipendio molto più basso rispetto ai colleghi maschi) e alla
Columbia University. Nel corso degli anni Settanta, poi, decise di
portare avanti una causa che costituì un precedente importante
nella storia giuridica americana e che portò alla luce le
discriminazioni basate sul sesso, sia per ruoli femminili che
maschili. Il film si concentra infatti sul primo caso di
discriminazione di genere sostenuto dalla Ginsburg, ovvero il
cosiddetto Moritz v. Commissioner. Nel caso, che
ebbe luogo nel 1972, la Ginsburg sostenne che la Sezione 214 del
codice fiscale degli Stati Uniti, che negava a Charles Moritz il
diritto di detrarre le spese per la cura della madre malata, era
incostituzionale.
Inizialmente la Ginsburg non era
interessata al caso, pensando si trattasse unicamente di questioni
relative a tasse da pagare. Dopo essersi informata, tuttavia, capì
che quel caso era l’occasione giusta per portare alla luce il tema
delle discriminazioni di genere. Dopo aver vinto il caso, la
Ginsburg ha co-fondato il Women’s Right’s Project
presso l’ACLU (American Civil Liberties
Union) nel 1972, dove ha continuato la lotta per
promuovere l’uguaglianza di genere. A partire da questo momento la
Ginsburg divenne infatti un attiva sostenitrice di cause legali a
favore dei diritti di genere, delle donne e dunque promuovendo
l’uguaglianza tra uomo e donna.
Per via del peso politico acquisito,
nel 1980 venne nominata dal presidente Jimmy
Carter giudice della Corte d’appello degli Stati Uniti
d’america per il Distretto della Columbia. Qui lavora fino al 1993,
quando il presidente Bill Clinton la nomina membro
della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, divenendo la
seconda donna dopo Sandra Day O’Connor a far parte
di tale istituzione. Ha ricoperto tale ruolo fino al giorno della
sua scomparsa, avveuta il 18 settembre del 2020 all’età di 87 anni
per via di un cancro al pancreas. Questo le era stato diagnosticato
pochi giorni dopo la premiere del film Una giusta
causa.
Il trailer di Una giusta
causa e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Una giusta causa grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 24 febbraio alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
In un intreccio continuo di
suspense e paradosso, The consultant è la nuova
serie thriller ideata da Tony Basgallop (Inside
Men) e diretta dal regista Matt Shakman
(la serie MarvelWandaVision,
la serie
Revenge, Fantastic
Four). Questa dark comedy, formata da una sola stagione di 8
episodi, ognuno di circa trenta minuti, è tratta dall’omonimo
romanzo di Bentley
Little. Nel cast ritroviamo uno strabiliante
Christoph Waltz (Bastardi
senza gloria,
Big eyes) nel ruolo del consulente Regus Patoff; l’attore Nat
Wolff (Città
di carta,
lo stagista inaspettato) interpreta Craig, uno dei
programmatori, mentre ritroviamo Brittany O’Grady (Paula in
The white lotus, Simone Davis nella serie Star) nei panni
dell’ambiziosa Elaine.
The consultant: un consulente da
incubo
CompWare, un a società che produce
giochi per smartphone, si trova in una situazione di parziale
crisi; Elaine guida un gruppo di bambini in visita nell’ufficio a
conoscere il signor Sang, giovane fondatore della CompWare. Qui uno
dei bambini spara a Sang, uccidendolo. Da questo momento in poi la
guida della società passerà ad una misteriosa figura ingaggiata
prima di morire dallo stesso Sang: il consulente Regus Patoff.
Mentre Craig ed Elaine cercano di raccogliere informazioni sul loro
nuovo inquietante capo, Patoff inizia a creare nell’ufficio una
atmosfera di maggiore tensione, capitanata da un’accentuata
competitività tossica.
Mentre la stessa Elaine verrà
coinvolta sempre di più nei piani di Patoff, per via della sua
feroce ambizione, Craig continua le sue indagini; il giovane
programmatore si imbatterà in alcune figure del passato di Patoff.
Più Craig scopre sul consulente, più la sua stessa vita e quella
della sua fidanzata Patty viene messa in pericolo.
Un intrigo parzialmente
irrisolto
The consultant è
una serie caratterizzata da un forte stato di tensione,
continuamente trasmesso allo spettatore da semplici e piccoli
particolari: la continua insistenza sulle scale di vetro
scricchiolanti, specialmente quando a salirle è lo stesso Patoff.
La misteriosa sparizione della signora Sang già nei primi episodi.
Questa atmosfera di mistero e suspense mantiene salda l’attenzione
dello spettatore, in vista di un qualche strabiliante colpo di
scena.
Ciononostante, The
consultant lascia alcuni dubbi in sospeso per lo
spettatore: considerando il finale e la ancora mancata conferma di
una seconda stagione, è possibile che le vicende si chiudano in
questi soli otto episodi. In questo modo The
consultant risulta essere poco completo: quando si tratta
di thriller di questo genere, è necessario permettere allo
spettatore di poter comprendere a pieno tutte le vicende nel
finale, cosa che invece qui non è stata garantita in toto. Che
cos’è veramente Regus Patoff? Nel secondo episodio della serie, la
signora Sang, parlando del figlio, afferma che egli sia stato preso
dal diavolo, ma che cosa significa di preciso? Questi sono solo
alcuni dei dilemmi che The Consultant lascia allo
spettatore. Sarebbero forse bastati alcuni episodi in più in questa
prima stagione per sviluppare questa trama così interessante al
massimo del suo potenziale. Ma, a questo punto non ci resta che
sperare in una potenziale seconda stagione che possa chiarire
tutto!
The Consultant: l’etica tossica
del lavoro
Una delle tematiche più
interessanti e più approfondite in The Consultant
è la competitività tossica: episodio dopo episodio si nota come
Patoff punti a creare un ambiente di lavoro poco sano dal punto di
vista morale, ma più produttivo. All’arrivo del consulente la
situazione della società è drammatica: il signor Sang, avendo solo
vent’anni, aveva dato vita ad un ambiente di lavoro molto
flessibile, ma allo stesso tempo pieno di “sprechi” economicamente
parlando.
Già dal primo giorno in ufficio,
Patoff impone tutta una serie di sacrifici ai suoi impiegati:
costringe i lavoratori da remoto a doversi recare in ufficio in
un’ora, licenziando una ragazza disabile perché in lieve ritardo.
Il consulente era intenzionato a licenziare un manager solamente
per il suo odore: quest’ultimo è costretto a lavarsi in ufficio con
un sapone fornitogli dallo stesso Patoff.
Con l’avanzare delle vicende,
Patoff renderà disponibile un ufficio nella parte elevata riservata
ai manager a chiunque la desiderasse: in questo modo ha fatto
emergere la ferocia di alcuni impiegati, disposti a lottare con
ogni mezzo per ottenere l’ufficio. Questo clima, basato solo sulla
fredda produttività, non ha niente a che vedere con l’ambiente
presente alla CompWare durante la gestione di Sang. Dalle poche
immagini nel primo episodio e da qualche flashback è chiara la
differenza: se Sang aveva creato un ambiente di lavoro moderno,
flessibile ed inclusivo, con Patoff permane solo competitività.
Un altro chiaro esempio di etica
tossica del lavoro in The Consultant è la crescita
del personaggio di Elaine. La ragazza che nei primi episodi sembra
essere molto dolce e legata a dei saldi principi morali, finisce
per farsi corrompere dall’ambizione e dallo stesso Patoff.
Quest’ultimo la pone di fronte a molti bivi, grandi sacrifici che
lei finisce per essere disposa a fare pur di ottenere
l’approvazione del suo capo e le soddisfazioni lavorative tanto
agognate. Elaine finirà per non vedere più il consulente Regus
Patoff come una effettiva minaccia, ma come un mentore che ha
aiutato la società a crescere.
La giovane attrice Storm
Reid ha ad oggi ricoperto principalmente ruoli secondari o
da co-protagonista, grazie ai quali ha ad ogni modo potuto
dimostrare il proprio talento e la propria versatilità come
interprete. Capace di passare dai personaggi più leggeri a quelli
più profondamente drammatici, la Reid è dunque oggi un’interprete
in piena ascesa, che continua a stupire interpretazione dopo
interpretazione.
Ecco 10 cose che non sai di Storm Reid.
Storm Reid: i suoi film e le serie TV
1. È nota per alcune serie
TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come
I Thunderman (2013), NCSI: Los Angeles (2014),
Nicky, Ricky, Dicky & Dawn (2014) e Chicago P.D.
(2015), la Reid ottiene il ruolo di Lisa nella miniserie TV
When They See Us (2019). Nello stesso anno inizia a
ricoprire il ruolo di Gia nella serie Euphoria, con protagonista Zendaya,
ricoprendo ancora oggi questo ruolo. Nel 2023 la si può invece
ritrovare nel settimo episodio della serie
The Last of Us, con Pedro
Pascal.
2. Ha recitato anche in noti
film. Oltre alle popolari serie in cui ha recitato, la
Storm ha avuto modo di prendere parte anche ad alcuni importanti
film. Il primo di questi è stato 12 anni schiavo (2013),
con Chiwetel
Ejiofor, seguito poi da titoli meno noti come
White Water (2015), The Summoning (2015),
Sleight – Magia (2016) e A Happening of Monumental
Proportions (2017). Nel 2018 è invece protagonista di Nelle pieghe del tempo,
con Reese
Witherspoon, mentre nel 2020 recita in L’uomo invisibile e nel
2021 in The Suicide Squad, con
Idris Elba. Nel
2023 è protagonista del thriller Missing.
Storm Reid in Euphoria con Zendaya
3. Interpreta la sorella
della protagonista. Nell’acclamata serie HBO
Euphoria, l’attrice interpreta Gia, la sorella della
protagonista Rue, interpretata da Zendaya. Dolce e
solidale, Gia Bennett è un costante sostegno per Rue, prendendosi
cura della sorella maggiore nei suoi momenti più bui. La giovane,
però, porta ancora con sé le cicatrici emotive dell’aver trovato
sua sorella in fin di vita a causa delle sue dipendenze dalla droga
e ciò la rende un personaggio molto fragile e ricco di paure
all’interno della serie.
4. Potrebbe essere più
presente nella terza stagione. Per le prime due stagioni
di Euphoria Gia è
tendenzialmente rimasta un personaggio secondario, ma ciò potrebbe
cambiare con l’annunciata terza stagione. L’attrice ha infatti
anticipato che spera si potrà vedere molto più di Gia in questa e
l’ideatore della serie sembra avere proprio questa intenzione. Dopo
che nella seconda stagione le due sorelle arrivano ad un duro
scontro verbale, molto dell’interiorità di Gia viene tirato fuori e
ciò potrebbe portare a raccontare quanto di lei è ad oggi rimasto
nascosto.
Storm Reid in The Last of Us
5. Ha un ruolo importante
nella serie TV. Nella serie The Last of Us,
tratta dall’omonimo videogioco, l’attrice interpreta Riley,
attualmente prevista solamente per il settimo episodio. Questo sarà
infatti basato sul DLC Left Behind, che esplora il passato
di Ellie, interpretato da Bella Ramsey.
Riley, come noto a chi conosce il videgioco, è la migliore amica
nonché il primo amore di Ellie. L’attrice non ha rivelato se e
quanto questo sia fedele all’espansione del videogioco in cui è
presente Riley, ma ha garantito che il tutto si adatterà benissimo
al tono e ai temi della serie.
6. Ha amato molto il proprio
personaggio. Parlando di The Last of Us,
l’attrice ha raccontato di non aver mai giocato al videogioco e di
sapere dunque della sua storia solo alcuni dettagli. È rimasta
dunque molto colpita nello scoprire di Riley e del suo rapporto con
Ellie. Nell’interpretare tale personaggio e condividere la scena
con la Ramsey, la Reid ha affermato di essersi sentita estremamente
grata, in quanto considera tale progetto come uno dei più
importanti della sua carriera. Ha inoltre affermto che l’episodio
in cui è presente è senza dubbio uno dei più commoventi e
strazianti della stagione.
Storm Reid in I Thunderman
7. Ha recitato in un
episodio della nota serie per ragazzi. Nel 2013, ancora
agli inizi della sua carriera, l’attrice ha recitato in un episodio
della serie TV per ragazzi I Thunderman. La si può
infatti ritrovare nel sesto episodio della prima stagione,
intitolato Questo è il lavoro giusto per…, dove i
protagonisti cercano di raggranellare denaro svolgendo alcuni
lavori o facendo alcune scommesse. Qui la Reid interpreta il ruolo
della giovane Avery.
Storm Reid in Suicide Squad
8. Ha avuto un ruolo nel
film DC. Nel film del 2021 The Suicide Squad, diretto da James Gunn,
l’attrice ha un ruolo secondario ma a suo modo importante.
Interpreta infatti Tyla, la figlia di Bloodsport, personaggio
ricoperto da Idris Elba. Nel film Tyla non compare
poi molto, ma è il motivo per cui il padre decide di accettare di
unirsi alla Suicide Squad e portare a termine la pericolosa
missione prevista. Amanda Waller, interpretata da Viola Davis,
ricatta infatti Bloodsport in quanto ha il potere di far uccidere
Tyla in caso egli si rifiuti di partecipare alla spedizione.
Storm Reid è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 2,5
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
1000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Storm Reid: età e altezza dell’attrice
10. Storm Reid è nata il 1
luglio del 2003 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1,70 metri.
Certe ferite uccidono la mente.
Dilagano imperterrite in un oceano di colpe, illusioni perdute:
diventano una balena nera, che divora ogni minimo spazio in cui
potremmo vedere la luce. Dopo aver vinto il Leone
d’Oro alla
Mostra del Cinema di Venezia con The
Wrestler, Darren Aronofsky torna al Lido
con The Whale, un dramma in cui il senso di colpa
è incapsulato in un corpo strabordante, quello di
Charlie (Brendan
Fraser), che ha assunto su di se le piaghe di
un’esistenza dolorosa, un oceano in cui si sguazza senza muoversi,
costretti su un divano che fagocita ogni riverbero di speranza.
The Whale: la storia di Charlie
La trama, basata sull’omonima opera
teatrale di Samuel D. Hunter, è incentrata su
Charlie (Brendan
Fraser), un insegnante di inglese solitario che soffre
di grave obesità e cerca di riallacciare i rapporti con la figlia
adolescente (Sadie
Sink) allontanata dopo essersi dichiarato
omosessuale.
The Wrestler seguiva il tortuoso calvario del
personaggio di Randy “The Ram” Robinson, una
vecchia star del wrestling che cercava di riallacciare i rapporti
con una figlia abbandonata mentre si autodistruggeva sul ring con
pugni e calci acrobatici. Non solo ha incoronato il regista
americano ma ha anche segnato il ritorno trionfale (anche se di
breve durata) di Mickey Rourke ai vertici della recitazione:
una rinascita che lo ha portato a sfiorare l’Oscar a Hollywood. Ora, con
The Whale, Aronofsky sembra voler
ripetere il suo successo con un claustrofobico dramma familiare in
cui Brendan Fraser, condannato per anni
all’ostracismo, offre un’interpretazione sensazionale. Due lavori
sulle fisicità degli attori apparentemente diverse, ma
completementari: il corpo come riflesso di mancanze e dipendenze,
come autoflagellazione, è un discorso che
Aronofsky porta avanti fin da Requiem for
a Dream (2001).
Salvare gli altri per salvare se stessi
Charlie è
assistito quotidianamente da Liz (Hong
Chau), un’infermiera risoluta e integerrima che lo aiuta
nella difficilissima gestione della sua condizioni fisica precaria,
anche se, come dicevamo, questa incommensurabile afflizione affonda
le radici in un fitto arazzo di cicatrici emotive. Traumatizzato da
una tragica perdita e percependo la fine dei suoi giorni,
Charlie cerca di ristabilire il legame con la
figlia diciassettenne Ellie, ma il peso del tempo
perduto si rivela un fardello difficile da portare: ci sono verità
dal passato che è dura affrontare da soli. Eppure
Charlie capisce che, se non può salvare se stesso,
può almeno tentare di salvare gli altri, il che implica trovare un
canale per intercettare il buio dell’abisso ed emergere dalle
acque.
Abbracciando una messa in scena più
classica e ortodossa, Aronofsky prende le distanze
dalla sperimentazione formale e narrativa che ci aveva proposto con
Madre!
(2017), ma non abbandona l’attenzione verso spazi e situazioni
claustrofobiche. Contenendo il proprio estro creativo dal punto di
vista formale, Aronofsky si butta a capofitto
nella drammatizzazione di relazioni scomposte e brutali, ma anche
inaspettate e di breve durata, e che possiamo veramente
interpretare solo rifacedoci alla biografia dell’autore del testo
teatrale. L’eccesso, la tendenza verso gli estremi di
Aronofsky, qui è rappresentata al meglio dal
processo autodistruttivo del protagonista: grottesche aritmie e
rischi di soffocamento, abbuffate selvagge, cadute, un’immobilità
lacerante, anche se il dolore più lancinante per
Charlie risiede nel suo cuore. Mentalmente, è
lucidissimo, colto, accomodante. La letteratura, insegnata e
visitata quotidianamente, è l’unico canale di comunicazione che
Charlie ha con il mondo esterno. Nonostante sia un
grandissimo comunicatore, si serve però spesso delle parole degli
altri per fermare il pericolo, fisico e mentale.
Charlie ci appare
come un personaggio toccato fin troppo dalla sventura, infausta
circostanza che Aronofsky accentua invitando la
maggior parte dei personaggi a trattarlo con disprezzo; è quasi
come se Charlie cercasse di indurre chi gli sta
intorno a cadere nel disinteresse, proprio perché egli è il primo
che sembra non preoccuparsi del suo stato di salute. Tuttavia, pian
piano si disvelerà ai nostri occhi il retroscena morale e idelogico
di questa nuova “preghiera cinematografica” di
Aronofsky, che si aggrappa nuovamente al concetto
di fede nel prossimo e all’idea della conquista di una certa luce
(o elevazione esistenziale) attraverso il sacrificio.
La fenomenale performance di Brendan Fraser
In questo cammino verso la
morte/rinascita, Charlie non è però mai solo:
certo, il dialogo con gli altri è difficile, ma c’è sempre qualcuno
che vuole entrare in casa. Il delivery della pizza, il giovane
evangelizzatore Thomas, la figlia
Ellie e perfino l’ex moglie. L’espressività
emotiva guida la penna di The Whale e la
caratterizzazione di Charlie che, tra un inciampo
e l’altro, si consolida come uno dei personaggi che non
dimenticheremo facilmente nella prossima stagione degli Oscar.
The Whale dà infatti il meglio di sé quando
Aronofsky lascia che Fraser sia Fraser. Sotto i
chili di protesi c’è la stessa star sincera e dal cuore aperto che
ha conquistato il pubblico negli anni Novanta: questo emerge
soprattutto nel rapporto con l’infermiera Liz,
veicolo per accedere non solo all’anima di Charlie
ma anche alla star che vi è sotto. La dolcezza dell’anima di Fraser
emerge lentamente come un potente contrappeso alla brutalità della
condizione che lo consuma.
Dall’interiorità più pura passiamo
all’immensità celestiale con The Whale, che conserva alcuni dei tratti di
scrittura archetipici di Aronofsky ma ci fa un
regalo immenso: lasciare spazio alle storia. A quella di
Charlie, prima di tutto, di purezza e redenzione,
a quella delle famiglie e del loro potere salvifico, e a quella di
un regista che si avvicina allo spettatore come mai aveva fatto
prima.
MUBI, distributore globale, servizio di
streaming e società di produzione, ha acquisito al 73° Festival
Internazionale del Cinema di Berlino l’acclamato film Passages
di Ira Sachs per l’Italia. Il film, presentato in anteprima
europea al 73°
Festival Internazionale del Cinema di Berlino, sarà
distribuito nel corso del 2023.
In seguito all’anteprima mondiale
al Sundance Film Festival 2023, MUBI ha acquisito il film per gli
Stati Uniti, il Regno Unito, l’Irlanda e l’America Latina. MUBI ha
ora acquisito il film per altri territori europei, tra cui
Germania, Austria, Italia, Turchia e Benelux, quest’ultimo in
collaborazione con Imagine Film Distribution.
Diretto da Ira
Sachs (I toni dell’amore, Little Men) e prodotto da
Saïd Ben Saïd (Elle, Bacarau) e Michel Merkt (Toni
Erdmann), Passages è interpretato da Ben Whishaw (Skyfall, Paddington, Women
Talking), Franz Rogowski (Great Freedom, Transit,
Victoria, Freaks Out) e dalla vincitrice della Palma d’Oro
Adèle Exarchopoulos (La
Vita di Adele, Les Cinq Diables, Generazione Low Cost).
Ira Sachs è tornato quest’anno al
Sundance con Passages, suo
sesto lungometraggio al festival, dove il film è stato accolto
con grande positività in seguito alla sua anteprima
mondiale. Lodato da The Hollywood Reporter come un “ritratto
acuto e superbamente interpretato di mutevoli dinamiche di potere”,
da Indiewire come “crudo e incisivo”, da Screen Daily come “sicuro
di sé e provocatorio” e da The Playlist come “irresistibile”,
Passages uscirà nelle sale nel 2023.
La trama del film
Dopo aver completato il suo ultimo
progetto, il regista Tomas (Franz Rogowski) inizia in maniera
impulsiva un’intensa relazione con una giovane insegnante, Agathe
(Adèle Exarchopoulos). Per Tomas, la novità di stare con una donna
è un’esperienza eccitante che desidera approfondire, nonostante il
suo matrimonio con Martin (Ben Whishaw). Quando anche Martin
inizierà ad avere una relazione extraconiugale, Tomas riporterà la
sua attenzione sul marito. Ambientato nella Parigi contemporanea,
PASSAGES descrive una continua lotta di desiderio tra tre persone,
dove la felicità è appena fuori portata. Con una fotografia
raffinata e interpretazioni oneste e ricche di sfumature, Sachs ha
creato un dramma intimo che esplora le complessità, le
contraddizioni e le crudeltà dell’amore e del desiderio.
La pandemia del 2020 ha
messo in pausa il mondo, soprattutto ha interrotto per molti mesi
in maniera totale, l’abitudine al viaggio. Aeroporti, porti e
stazioni chiuse non hanno visto più passeggeri, viaggiatori,
persone che si spostano da una parte all’altra della Terra per
dovere o per piacere, per festeggiare, per scoprire, per
raggiungersi.
E mentre il mondo
finalmente ha ripreso a muoversi, prima con cautela e sospetto, poi
sempre più freneticamente, di nuovo come nel pre-pandemia, arriva
su Apple Tv+ una
nuova docu serie che ha proprio nel valore del viaggio e della
scoperta il suo cuore pulsante. Si intitola In viaggio con
Eugene Levy ed è condotto proprio dall’attore vincitore
dell’Emmy per Schitt’s Creek che ci fa da guida in
otto location del mondo.
Dal Nord Europa al cuore
desertico degli Stati Uniti fino a Venezia o alla foresta pluviale,
Levy raggiunge posti inesplorati, location lussuose, capanne in
mezzo al nulla, deserti, pianure, ghiacciai, boschi, lagune e
vulcani. Insomma viaggia (sempre in tutta sicurezza, si intende)
alla scoperta di posti particolari e usi e costumi del posto, con
la cauta curiosità che,
come ha lui stesso dichiarato, non è mai stata una sua
caratteristica predominante. Tuttavia, la chiave della serie è
proprio qui, nella riluttanza del suo protagonista al viaggio.
In viaggio con Eugene Levy,
le avventure di un viaggiatore riluttante
Il concetto chiave dello
show è meglio espresso infatti nel titolo originale che recita:
The Reluctant Traveller, il viaggiatore
riluttante, appunto. Ma perché dovremmo seguire le avventure di un
uomo che non vuole averne? Perché Levy si mette continuamente fuori
dalla sua zona di conforto per provare esperienze nuove e
incontrare non solo persone ma modi di vita differenti.
Ogni episodio è
un’avventura nuova, tutta raccontata con il tono sempre elegante,
composto, ironico e gentile di Levy, che, dentro una lussuosa suite
sul Canal Grande, o una cuccetta di legno dentro a una foresta
lappone, approccia ogni momento con la stessa distaccata curiosità.
È come se si ponesse di fronte a tutte le circostanze con grande
scetticismo, pur rimanendo sempre possibilista. Dopotutto solo
provando delle esperienze si può capire se fanno per noi o meno, ed
è quello che fa Eugene Levy in ognuno degli otto
episodi di cui è composta la serie, in ognuna delle otto location
in cui la serie ci accompagna.
L’immersione in un bagno
di suoni alle Maldive, il galleggiamento sul ghiaccio in Finlandia,
il contatto con la Nazione Navajo nello Utah, il comando di una
barca a vela a Lisbona, l’assaggio della cultura culinaria di Tokyo
e il viaggio nella giungla della Costa Rica sono solo alcune delle
esperienze di cui Levy gode nella serie, ed è chiaro che In viaggio
con Eugene Levy ha uno scopo molteplice.
Perché se da una parte la
serie può anche soltanto mostrare dei luoghi che per alcuni restano
delle mete irraggiungibili e da sogno, può essere anche un invito
al viaggio vero e proprio, un modo per scegliere la prossima
vacanza, ma anche la conferma che solo uscendo dalla propria zona
di conforto si può imparare ad apprezzare e amare quello che ci
circonda. Perché viaggiare apre la mente, allarga gli orizzonti e
ci fa diventare cittadini del mondo, anche se magari non siamo
proprio appassionati di avventura e non abbiamo particolari
curiosità nemmeno per quello che mangia il nostro vicino di
casa.
Il Texas del 1800, un luogo
violento e inospitale dove ogni giorno si rinnova l’eterna lotta
dell’uomo per la sopravvivenza. È il mondo senza legge
di DJANGO,
“lo straniero” protagonista del western Sky Original che omaggia il
classico di Sergio Corbucci, da oggi venerdì 24 febbraio con due
nuovi episodi (terzo e quarto, disponibili anche on demand) in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.
Lo scontro tra due tra due visioni
contrapposte, tra due città fondate su valori incompatibili, fa da
sfondo alle vicende di un uomo in cerca di redenzione e perdono, ma
anche di giustizia. Arrivato a New Babylon col solo intento di uccidere gli assassini
della sua famiglia, Django (Matthias
Schoenaerts) viene coinvolto nelle vicende della
comunità che abita questa utopia fatta città, impegnata a
contrastare le rivendicazioni sempre più pressanti di Elizabeth
Thurman (Noomi
Rapace) sulle terre su cui sorge New Babylon, specie
ora che sotto quelle stesse terre è stato trovato l’oro nero.
È proprio per estrarre questo
petrolio che Django, la figlia che pensava perduta, Sarah (Lisa
Vicari), John Ellis (Nicholas Pinnock) con i suoi
figli proveranno a comprare una trivella da un vecchio sodale di
John, Walter Breaver, e dal suo socio, Oscar Beaunney, interpretato
da ManuelAgnelli,
guest-star del terzo episodio. Ma niente è facile in un mondo dove
ognuno sembra agire per il proprio tornaconto e dove allo stesso
tempo le storie di tutti sono molto più legate di quanto si possa
credere. Django è ancora molto lontano da quel che cerca – quel
perdono che sua figlia non sa ancora dargli, perché convinta che
siano proprio le mani di suo padre a essere sporche del sangue
della sua famiglia, ignara di quali siano state le motivazioni che
hanno determinato le sue scelte. A rinfrancare l’uomo, le sagge
parole del reverendo Jan, interpretato da FrancoNero.
Il cast: MatthiasSchoenaerts interpreta l’iconico personaggio del
titolo, accanto a NicholasPinnock nei panni di John Ellis, il visionario
fondatore di New Babylon, a LisaVicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia
di Django, e a NoomiRapace nel
ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann.
Tra gli altri interpreti: JyuddahJaymes, BennyO.
Arthur e EricKole nei
panni dei figli di John Ellis, TomAusten in quelli del cowboy Eljiah Turner e
CamilleDugay che sarà Margaret,
la moglie di DJANGO.
Con, ManuelAgnelli,
VinicioMarchioni,
ThomasTrabacchi. E a omaggiare
il mito del western di culto di SergioCorbucci, la partecipazione straordinaria di
FrancoNero.
DJANGO
è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in
inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique
Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e
CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il
sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo
rumeno.
John, Django, Sarah, Phillip,
Seymour e Kevin raggiungono Walter, un vecchio amico di John, a
Nagadoches, per provare a comprare una trivella. Elizabeth,
informata dalla sua nuova spia dentro New Babylon, assalta la
fattoria di Walter. Anche questa volta però il suo attacco
fallisce. Ora che può estrarre il petrolio, la comunità di New
Babylon intravede la fine della miseria per la propria città.
Django e Seymour scendono lungo il
fiume fino a Pueblo per vendere il petrolio estratto a New Babylon,
ma vengono attaccati da un gruppo di mercenari che catturano
Seymour per portarlo da Elizabeth. John, Sarah, Django, Kevin e
Phillip non hanno altra scelta: devono trovare un modo per
liberarlo e farlo fuggire da Elmdale.
La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo
patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa il
racconto della nuova serie Rai “Sei Donne – il mistero
di Leila”, una produzione IBC Movie
in collaborazione con Rai Fiction, creata da
Ivan Cotroneo e Monica Rametta,
per la regia di Vincenzo Marra, in onda in tre
puntate da 100 minuti da martedì 28 febbraio in prima
visione su Rai1.
Un giallo psicologico nel quale la ricerca
della verità si incrocia con le storie di sei
donne di oggi – Anna, Michela, Alessia, Viola,
Aysha, Leila – ciascuna con un proprio vissuto,
ciascuna con i propri segreti, rappresentative di un
universo femminile contemporaneo, tra
determinazione e fragilità, amore e odio, costrizioni e
libertà.
Un nuovo capitolo della scrittura televisiva di Ivan
Cotroneo e Monica Rametta, che portano ancora una volta al
pubblico Rai un’avvincente trama mistery.
L’occasione per indagare la psicologia di
personaggi complessi e sfaccettati, con particolare attenzione al
tema del riscatto femminile, già sperimentato in
acclamate fiction Rai come “Un’altra vita”,
“Sorelle”, “Mentre ero via”. La regia è affidata
a Vincenzo Marra, pluripremiato regista
cinematografico apprezzato anche all’estero (“Tornando a casa”,
“L’ora di punta”, “L’equilibrio”) che firma
la sua prima regia televisiva, in una serie
innovativa e corale che unisce un cast di grandi
nomi a un approccio produttivo e narrativo
autoriale.
Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del Pubblico Ministero
di Taranto Anna Conti, stimata e
autorevole professionista con un problema di
alcolismo,riaffiorato dopo la fine del suo matrimonio, che
la rende dura nei rapporti interpersonali,
soprattutto con il nuovo ispettore
Emanuele (Alessio
Vassallo), appena arrivato in Procura. Trovando nella
sparizione di Leila( Silvia
Pacente) delle analogie con il suo passato, Anna si butta
senza tregua nella risoluzione del caso, inizialmente sottovalutato
dalla Procura come un semplice allontanamento volontario, ma sul
quale sembrano aleggiare bugie, incongruenze e
testimonianze poco convincenti. Intorno al “mistero di
Leila” ruotano le protagoniste della serie:
Michela (Ivana Lotito),
la zia materna, chirurgo ortopedico,
Alessia (Denise
Tantucci), l’allenatrice di atletica,
Aysha (Cristina Parku),
la migliore amica di Leila e Viola
(Isabella Ferrari), la vicina di
casa.
Nulla è scontato e prevedibile in questo intreccio
noir che si dipana, puntata dopo puntata, offrendo allo
spettatore indizi, conferme, confessioni, inaspettati
risvolti e giochi di ruolo capaci di condurlo, senza
rassicurazioni né retorica, alla verità.
Arricchiscono il cast Maurizio Lastrico, nel ruolo
di Gregorio, il patrigno di Leila, Pier Giorgio
Bellocchio, nei panni di Roberto Conti, l’ex
marito di Anna e Gianfelice Imparato, che
interpreta il Procuratore capo Marcello Trifoni, molto
vicino ad Anna, con lei duro e protettivo allo stesso
tempo.
Realizzata con il contributo di Apulia Film Fund
della Fondazione Apulia Film Commission, la serie
restituisce la fotografia di una Tarantoinedita e contemporanea, a fare da cornice a un
racconto corale dove le storie dei protagonisti si intrecciano con
un tessuto territoriale lontano da stereotipi.
“Sei Donne – Il Mistero di Leila” è una
produzione IBC Movie in collaborazione con
Rai Fiction, in onda da martedì 28
febbraio in prima serata su Rai1 per
3puntate (3 episodi da 100
minuti). Creata da Ivan Cotroneo e Monica
Rametta. Prodotta da Beppe Caschetto e
Anastasia Michelagnoli. Produttori Rai
Leonardo Ferrara, Francesca Loiero e Daniela
Troncelliti.
Regia di Vincenzo Marra.
I piani dei Marvel Studios per il franchise degli
X-Men rimangono un mistero per adesso, e non
prevediamo di vedere l’MCU raccontare la squadra mutante
fino alla fine della Saga del Multiverso. Tuttavia, con Deadpool
3 all’orizzonte e Hugh Jackman
destinato a tornare nei panni di Wolverine in quel film, si
comincia a speculare sul serio su quando vedremo i membri della
squadra di Xavier.
Il trequel di Shawn Levy includerà
sicuramente molti volti familiari, mentre continuano a circolare
voci sul fatto che il team originale del grande schermo abbia in
qualche modo a che fare con Avengers:
Secret Wars.
Durante una recente intervista sul
tappeto rosso, a James Marsden, che ha interpretato Ciclope nei
film di Bryan Singer, è stato chiesto ancora una
volta della possibilità di tornare nei panni di Scott Summers.
Il suo personaggio è sempre stato
messo in ombra da Wolverine nei film degli X-Men di Bryan
Singer, cosa che non rispecchia affatto la grande
importanza che Scott ha nel franchise a fumetti, in cui per un
periodo abbastanza lungo ha guidato la squadra degli Men al posto
di Xavier.
“Certo. Sì, voglio dire, io do
grande importanza al materiale di partenza, qual è la storia e cosa
farebbe il personaggio in questione, ma Ciclope è un personaggio
che ho interpretato e mi sta molto a cuore – dice Marsden
– E quella famiglia mi manca molto. Abbiamo creato qualcosa di
molto speciale con i primi due film di ‘X-Men’ e sì, mi piacerebbe
esplorarlo”.
Ciclope merita un’altra possibilità
e sarebbe fantastico vederlo mostrare di cosa è capace in uno dei
prossimi film dei Vendicatori, specialmente con il Multiverso in
ballo.
I Marvel Studios hanno gestito l’allontanamento
dal MCU di Chris Evans
in un modo molto strano. Mentre la maniera in cui la storia di
Steve Rogers è finita in Avengers: Endgame sembrava giusta,
The Falcon and The Winter Soldier – una
storia su Captain America – non ha fatto menzione dell’eroe a parte
il fatto che è “andato”. Il mondo sembra credere che Steve sia
morto, qualcosa che era evidente dalla trasformazione della Statua
della Libertà in Spider-Man: No Way Home.
Ci piacerebbe pensare che
Captain
America: New World Order affronterà più
direttamente cosa sta succedendo con l’ex Captain America, ma non
c’è alcuna garanzia in questo senso. Tuttavia, il successore di
Evans,
Anthony Mackie, sembra suggerire fortemente che Steve
è davvero vivo e vegeto durante una recente intervista su Jimmy
Kimmel Live.
Quando Kimmel ha sottolineato che
non abbiamo mai visto Cap morire, l’attore ha risposto: “Questo
significa che non è morto! Perché stai cercando di uccidere Steve?
Questa è discriminazione basata sull’età… non c’è niente di
sbagliato in un vecchio Cap!”
Dopo aver scherzato con l’ospite, a
Mackie è stato chiesto a bruciapelo se Steve è vivo. “Sì! Penso
di sì! Non l’ho visto morire! Non lo so, ho visto Chris due
settimane fa, e aveva un bell’aspetto.” Non è chiaramente una
conferma ufficiale, ma sarebbe interessante capire in che modo
questo tipo di domanda influenzerebbe il film e il MCU.
Ci sarebbe ancora tanto da
raccontare su Steve, visto che su Terra-616 è rimasto con Peggy
Carter e hanno vissuto una vita insieme. Ma aspetteremo pazienti di
scoprire novità in merito.
Captain America: New
World Order
Julius Onah dirige Captain
America: New World Order, su una sceneggiatura di
Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
Jake Schreier
dirigerà Thunderbolts e
si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast
dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter
Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent,
Olga Kurylenko come Antonia
Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red
Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost,
e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina
Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà
nei cinema il 26 luglio 2024.
Sappiamo già da tempo che un film
su
Iron Man in produzione prima del film del 2008 avrebbe
dovuto essere interpretato da
Tom Cruise nei panni Tony Stark.
All’epoca il progetto era supervisionato da Avi
Arad che ha poi prodotti l’altro film e i recenti
Morbius e Venom.Proprio
quel progetto si è poi concretizzato e trasformato
nell’Iron Man del 2008 con protagonista assoluto
Robert Downey Jr. È lì che è iniziato l’MCU, e mentre Downey ha fatto suo
l’eroe, molti fan non riescono ancora a togliersi dalla mente
l’immagine di
Tom Cruise nei panni Iron Man.
Ebbene, oggi in un’intervista
recentemente riemersa con Phase Zero, a
Tom
Cruise è stato chiesto quanto fosse stato vicino
realmente ad interpretare Iron Man.“Non
vicino, non
vicino”, conferma. “Adoro
Robert Downey Jr e non riesco a immaginare nessun altro in quel
ruolo… penso che sia perfetto per lui.”Per
quanto riguarda la possibilità di interpretare un supereroe,
Cruise aggiungeva:“Guardo un
film e non escludo nulla. Qual è la storia, qual è il personaggio,
mi interessa? Sento che questo è interessante e mi chiedo in cosa
un pubblico vorrebbe vedermi? Cosa posso imparare e come posso
contribuire? Questo è davvero il modo in cui guardo le cose
“.
Anche l’anno scorso, ci sono state voci secondo cui la
star di Top
Gun: Maverickaveva girato un ruolo
cameo in
Doctor Strange nel Multiverso della
Follia, mentre le teorie dei fan
continuano a turbinare sul fatto che
Cruise potrebbe far parte diAvengers: Secret Wars. Ma
c’è da dire che l’attore è notoriamente schizzinoso con i suoi
progetti e non consente che la sua somiglianza venga utilizzata nel
merchandising, quindi questo potrebbe chiudergli la porta per
interpretare una variante di
Iron Man.
Come c’era da aspettarselo
sopratutto dopo aver visto la prima stagione della serie di
LOKI,
nel film
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, abbiamo potuto
ammirare diverse varianti del personaggio di
Kang il Conquistatore interpretato
Jonathan Majors. Tra le milioni di varianti è salta
all’occhio una sorta di triade che dovrebbero rappresentare i i più
potenti eroi del multiverso che toccherà affrontare nel futuro.
Avengers: The Kang Dynasty fornirà
sicuramente alcune risposte in merito a questo ma oggi ci
concentreremo su alcune curiosità che abbiamo scovato proprio
riguardo a queste varianti. Nello specifico abbiamo scovato via CBM
alcune foto dietro le quinte appena pubblicate confermano che
rivelano come
Jonathan Majors abbia indossato molte protesi per dar
vita ad almeno una delle varianti viste. Non siamo sicuri di dove
abbiano avuto origine queste immagini, ma sono chiaramente
legittime.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania è attualmente
nelle sale.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a., Ant-Man and the Wasp: Quantumania è
interpretato anche da Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Abbiamo riportato
ieri sera la notizia che la Warner Bros è al lavoro su nuovi
film tratti da Il Signore degli Anelli. Adesso,
sempre tramite Variety, arriva
la conferma che Peter Jackson è stato non solo
informato, ma coinvolto dallo studio a ogni passo relativo a questa
nuova serie di film, per i quali non abbiamo però ancora
informazioni di titoli o argomenti.
Nessun regista è stato ancora
coinvolto nei progetti, ma in una dichiarazione a Variety, Jackson
e i suoi principali collaboratori de Il Signore degli
Anelli, Fran Walsh e Philippa Boyens,
hanno affermato che Warner Bros. ed Embracer “ci hanno tenuti
aggiornati in ogni fase del processo.” “Non vediamo l’ora di
parlare ulteriormente con loro per ascoltare la loro visione del
franchise che va avanti”, hanno detto Jackson, Walsh e
Boyens.
Non sappiamo ancora se questo vorrà
dire un coinvolgimento diretto di Peter Jackson nel progetto,
tuttavia possiamo essere rassicurati dal fatto che il regista sarà
informato, e forse anche consultato per la realizzazione di altre
storie per il cinema ambientate nella Terra di Mezzo.
In attesa
della notte degli
Oscar 2023, uno degli appuntamenti mondiali più
iconici dell’anno, che si terrà il prossimo 12 marzo presso il
Dolby Theatre di Los Angeles, The Space
Cinema offre agli spettatori un’occasione
imperdibile. Infatti, sarà possibile rivedere i grandi
titoli candidati agli Academy Awards in tutte le sale italiane del
circuito, grazie a un calendario speciale di
proiezioni.
Si
partirà lunedì 27 febbraio con il film
Marcel the
Shell, candidato come
miglior film d’animazione; il giorno
successivo, martedì 28 febbraio, sarà la
volta di Elvis,
opera dedicata alla leggendaria figura del cantante e attore
statunitense, che ha ottenuto ben 8
nomination; mercoledì 1 marzo spazio al film
rivelazione dell’anno, Everything Everywhere All at Once, che vanta
11 candidature tra cui quelle di miglior film e migliore
regia. Domenica 5 marzo sarà possibile
assistere alla proiezione anticipata del mattino di
tutti e tre i film.
L’iniziativa
proseguirà lunedì 6 marzo con Tár, candidato
a 6 premi Oscar, tra cui miglior film e migliore attrice per la
straordinaria interpretazione di Cate
Blanchett. Martedì 7 marzo sarà proiettato
l’action movie Top
Gun: Maverick, candidato a 5 statuette
d’oro; mercoledì 8 marzo in sala ci sarà
Gli
Spiriti dell’Isola, che concorre anche per la
statuetta destinata al miglior film. Infine, domenica
12 marzo sarà nuovamente
possibile partecipare alla proiezione mattutina dei
tre film.
Paramount+ presenta The English, la nuova serie originale
interpretata da Emily Blunt che sarà disponibile sul servizio
di streaming a partire da mercoledì 8 marzo.
The English è un western epico in sei
episodi con protagonisti Emily Blunt (“A Quiet Place”, Sicario) e
“Chaske Spencer” (“The Twilight Saga”, “Banshee”) ed è scritto e
diretto dal pluripremiato Hugo Blick (“The Honourable Woman”,
“Black Earth Rising”, “The Shadow Line”).
La serie prende i
temi centrali dell’identità e della vendetta per raccontare una
parabola unica e avvincente sulla razza, il potere e l’amore.
Un’aristocratica inglese, Lady Cornelia Locke, interpretata da
Emily Blunt, e un ex scout di cavalleria di Pawnee, Eli Whipp
(Chaske Spencer), si incontrano nel 1890 in America centrale per
attraversare un territorio violento costruito sui sogni e sul
sangue. Cornelia vuole vendicarsi dell’uomo che considera
responsabile della morte del figlio e convince Eli Whipp a
lasciarla viaggiare con lui, il quale scopre che la ragazza è molto
più capace e intraprendente in materia di sopravvivenza di quanto
ci si potesse aspettare.
Entrambi hanno un
chiaro senso del loro destino, ma nessuno dei due è consapevole che
esso è radicato in un passato comune. Devono affrontare ostacoli
sempre più terrificanti che li metteranno a dura prova, fisicamente
e psicologicamente. Ma ogni ostacolo li avvicina alla loro
destinazione finale, la nuova città di Hoxem, Wyoming. È qui che,
dopo un’indagine da parte dello sceriffo locale Robert Marshall
(Stephen Rea) e della giovane vedova Martha Myers
(Valerie Pachner) su una serie di bizzarri e
macabri omicidi irrisolti, che si comprenderà veramente tutta la
portata della loro storia intrecciata e si affronterà il futuro che
dovranno vivere.
Tra gli interpreti
anche Rafe Spall nel ruolo di David Melmont; Tom Hughes nel ruolo
di Thomas Trafford; Ciarán Hinds nel ruolo di Richard M Watts e
Toby Jones nel ruolo di Sebold Cusk.
The English è una serie prodotta dalla
pluripremiata casa di produzione Drama Republic (“Doctor Foster”,
“Us”) per BBC Two e BBC iPlayer nel Regno Unito, e Prime Video negli Stati Uniti, Canada, Australia
e Nuova Zelanda, in associazione con All3Media international.
Colin Wratten è
produttore; co-Produttore è Daniel Toland; Arnau Valls Colomer è il
direttore della fotografia; Phoebe de Gaye, costumista; Lesley
Lamont-Fisher è Hair and Make-Up Designer mentre Chris Roope è
Production Designer; il compositore è Federico Jusid.
Ha il sapore di un film
arrivato fuori tempo massimo, quest’ultimo,
Marlowe, del sempre amato Neil
Jordan. E forse proprio per questo non si riesce a non
volergli bene. Fin dalle prime scene, l’idea portante di
Marlowe sembra essere quella di un gruppo di
artisti che si sono uniti, decisi a creare qualcosa che piacesse
prima di tutto a loro, un prodotto con un sapore retrò che
abbracciasse un modo passato di intendere storia, personaggi e
messa in scena.
Ed ecco allora che già
partendo dalla sceneggiatura firmata dallo stesso Jordan insieme a
William Monahan – si tratta dell’adattamento del
romanzo the Black-Eyed Blonde: A Philip Marlowe Novel
scritto da Benjamin Black – si capisce chiaramente
quanto questo noir sia un qualcosa che non appartiene al cinema
contemporaneo, che vuole rendere omaggio non soltanto al
personaggio creato dal genio letterario di Raymond
Chandler ma anche a quella stagione cinematografica che lo
rese celeberrimo.
Marlowe, un omaggio
revisionista
Certo, ci sono evidenti
strizzate d’occhio al revisionismo degli anni ‘70 – ad esempio si
trovano sparsi nel film almeno un paio di riferimenti espliciti a
un altro capolavoro quale Chinatown di
Roman Polanski – ma l’anima di
Marlowe appartiene in tutto e per tutto agli anni
‘40, a quel mondo in cui il detective privato pur col suo cinismo
manteneva comunque intatto il suo codice morale che ne faceva un
eroe capace di battersi contro la decadenza di una società allo
sbando.
Sotto questo punto di
vista perfetto si rivela immediatamente Liam Neeson nel ruolo principale, un attore
che si compiace in maniera evidente nel riabbracciare il lato
umano, addirittura malinconico di questo tipo di ruolo. Col suo
sguardo pacato, il tono della voce profondo e sussurrato, un
linguaggio del corpo che sottolinea la fatica psicologica ed
emotiva del suo lavoro, Neeson si trasforma in un Marlowe gentile,
magari un po’ stanco ma comunque implacabile nel voler portare a
termine il suo incarico. In un paio di momenti poi Jordan riesce a
farci arrivare tutto il dramma, il dolore di un uomo che assiste
impotente ad atti criminosi capaci di ferire la sua anima.
Il cast asseconda l’anima del
film
Accanto a lui un cast che
comprende benissimo e asseconda con classe l’anima del film:
Diane Kruger e Jessica Lange
lavorano con efficacia ai rispettivi ruoli di figlia e madre che
sono troppo simili per non detestarsi. Il vero valore aggiunto di
marlowe sono però i caratteristi a supporto, un gruppo di attori
britannici “rispolverati” da Jordan per aiutarlo e divertirsi
insieme e lui.
Nelle scene in cui
recitano insieme a Neeson Ian Hart, Colm
Meaney e soprattutto un istrionico Alan
Cumming elevano questo noir calandosi perfettamente nei
rispettivi ruoli. A completare l’equazione di un lungometraggio in
fin dei conti riuscito ci pensa poi Neil Jordan,
il quale certamente non possiede più la vena creativa degli anni
‘80 e soprattutto ‘90, ma con altrettanta certezza sa ancora come
si gira un film, e riesce a comporre alcune scene di sicuro impatto
estetico e densità emotiva. Un bell’aiuto arriva anche dal
direttore della fotografia Xavi Giménez,
intelligente ad operare alcune dominanti cromatiche per definire
spazi e ambientazioni in sintonia con l’evoluzione narrativa della
storia.
Marlowe è il tipo di film
che ci sentiamo di consigliarvi se avete voglia di fare un tuffo
nel passato in maniera intelligente ed elegante. Chia ancora oggi
ricorda con affetto il detective privato interpretato tra gli altri
da Humphrey Bogart (Il grande
sonno) o Elliott Gould (Il lungo
addio), non rimarrà deluso dalla nuova versione che Neil
Jordan e Liam Neeson ne propongono.
Se invece il noir
classico non fa per voi e cercate un tipo di intrattenimento
maggiormente “contemporaneo”, allora questo lungometraggio può
rappresentare un qualcosa di vetusto e noioso. A noi ha divertito,
pur con tutte le sue imperfezioni. E una volta tanto vedere un film
di genere in cui non ci sono eroi che fanno stragi di cattivi, o
effetti speciali strabordanti che producono spettacolo inutile per
la storia, è un discreto toccasana…
Torna al cinema, a 35 anni dalla sua
prima uscita nelle sale, AKIRA
di Katsuhiro Ōtomo, il film che ha incassato, tra repliche
cinematografiche e vendite home-video, oltre 50 milioni di euro,
conquistando il pubblico giapponese e rivoluzionando la percezione
degli anime in tutto il mondo occidentale.
Unanimemente considerato un
capolavoro e inserito da Empire Magazine tra i 100
migliori film in lingua straniera della storia del cinema, AKIRA è
diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del
fumetto giapponese. Tra le numerose collaborazioni e produzioni di
Katsuhiro Ôtomo figurano, tra le altre, “Steamboy”, con cui
partecipò fuori concorso alla Mostra internazionale d’arte
cinematografica di Venezia del 2004, e la sceneggiatura del film
“Metropolis” di Rintaro (tratto dal manga di Osamu Tezuka).
L’appuntamento per i fan italiani è
fissato per il 14 marzo (proiezioni in lingua originale con
sottotitoli in italiano) e 15 marzo (proiezioni in versione
doppiata in italiano fedele all’originale), quando la Stagione
degli Anime al Cinema, progetto esclusivo di Nexo
Digital distribuito in collaborazione
con Dynit, porterà nelle
sale AKIRAin formato 4K e per la prima volta
anche in lingua originale (elenco cinema su nexodigital.it). Nel 2013 le celebrazioni del
25esimo anniversario di Akira, sempre organizzate da Nexo Digital e
Dynit, avevano raccolto oltre 20.000 spettatori in un solo giorno,
con sold out diffusi in tutti i cinema italiani che avevano
programmato il film.
Uscito nelle sale per la prima volta
nel 1988 e ispirato al manga ormai giunto alla centesima ristampa
del suo primo volume, Akira è ambientato nel 2019, in un’epoca in
cui le grandi metropoli sono state spazzate via dopo la Terza
Guerra Mondiale. Tokyo è teatro di scontri tra bande di
motociclisti, tra cui di distingue la gang dei giovani Kaneda e
Tetsuo. La polizia segreta, intanto, cerca di mettere un freno alla
minaccia per poter continuare lo sviluppo del segretissimo progetto
Akira…
La Stagione degli Anime al Cinema è
un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione
con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.
Jon Favreau sta attualmente intraprendendo un
tour stampa globale per promuovere l’imminente terza stagione di
The
Mandalorian e recentemente è apparso a Madrid, in
Spagna, per una sessione di domande e risposte sulla serie che
debutterà presto su Disney+.
Prima di occuparsi di questo angolo
dell’universo di Star Wars,
Jon Favreau era forse meglio conosciuto per il
suo lavoro nel franchise diIron
Man per i Marvel Studios. Dopotutto, era lì proprio
all’inizio della creazione dell’MCU, e il regista conferma
che vedere come tutto si è unito ha direttamente ispirato il suo
approccio alla narrazione nel “Mando-Verse“.
“[L’MCU] è diventato incredibilmente
più complesso col passare del tempo e fino ai fratelli Russo e agli
ultimi film dei Vendicatori”, dice nel
video “E la cosa interessante era che potevano fare
capitoli che non erano nelle trame specifiche dei personaggi che
avrebbero influenzato i personaggi”.
“Quindi, come quando è stato presentato
Captain Marvel,
Black Panther… ho imparato molto osservando quanto fosse
sofisticato il pubblico, e le persone sono molto veloci nel
raccontarsi a vicenda”, continua Favreau.
“Quindi mi sentivo come se avessi la libertà di non passare tutto
il tempo con quei due personaggi separati in The
Mandalorian e trascorrere quel tempo in
The Book of Boba Fett come capitoli che erano come un romanzo
in cui c’erano capitoli che trattavano di personaggi diversi.
“
Tuttavia, per quelli di voi che non
sono fan sfegatati di Star Wars,
Favreau afferma che ci saranno riepiloghi che aiuteranno ad
aggiornare gli spettatori occasionali (il che sarà particolarmente
utile se avete perso The Book of Boba Fett). Din
Djarin e Grogu si sono ovviamente riuniti in quella serie spin-off,
e lo showrunner avrebbe continuato a confermare che c’è un salto
temporale verso la terza stagione. “Grogu si è
sviluppato molto e ora è persino passato del tempo da The Book of
Boba Fett e da quando si è allenato con
Luke”, scherza Favreau, “quindi, come
vedrai, i suoi poteri della Forza sono diventati più
grandi”.
The
Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è
interpretata da
Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily
Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto
episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel
Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e
Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed
executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i
co-executive producer.
Arriva in prima tv l’avvincente action-comedyBullet Train, con protagonista l’attore premio
Oscar® Brad Pitt, alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle
21.45 anche su Sky Cinema Collection –
Brad Pitt Mania), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Diretto da
David Leitch (Deadpool
2, Fast & Furious – Hobbs & Shaw) e tratto dal
romanzo di Kōtarō Isaka I sette killer dello Shinkansen. Bullet
train, vede nel cast, assieme a Brad Pitt,
anche Joey King, Aaron Taylor-Johnson, Brian Tyree
Henry, Andrew Koji, Hiroyuki
Sanada,
Michael Shannon, Benito A Martínez
Ocasio e Sandra Bullock.
In Bullet Train,
Brad Pitt interpreta Ladybug, uno sfortunato assassino determinato
a fare il suo lavoro in pace dopo che un incarico di troppo è
andato storto. Tuttavia, il destino potrebbe avere altri piani,
quando l’ultima missione di Ladybug lo mette in rotta di collisione
con avversari letali da tutto il mondo, tutti con obiettivi legati
tra loro e in conflitto, sul treno più veloce del mondo… e deve
ancora capire come fare a scendere. Dal regista di Deadpool 2,
David Letich, il capolinea è solo l’inizio di un emozionante
viaggio senza sosta attraverso il Giappone moderno.
E, in occasione
della prima visione del film Bullet Train, da sabato 25 febbraio a
venerdì 3 marzo Sky Cinema Collection si trasforma in
Sky Cinema Collection – Brad Pitt Mania, con una
programmazione dedicata al grande divo di Hollywood.
Tanti i titoli
previsti: l’intrattenimento è assicurato con la rilettura di
Quentin Tarantino della Seconda guerra mondiale di BASTARDI
SENZA GLORIA con Christoph Waltz, premiato a Cannes e con
l’Oscar®, e la commedia dei fratelli Coen BURN AFTER
READING – A PROVA DI SPIA con George Clooney. Non
mancheranno poi pellicole struggenti come il film su amore e morte
VI PRESENTO JOE BLACK, con Anthony Hopkins, e il
film di David Fincher vincitore di tre Oscar® IL CURIOSO
CASO DI BENJAMIN BUTTON con Cate Blanchett. Infine, sono
da non perdere la storia del celebre e amato bandito del West
L’ASSASSINIO DI JESSE JAMES PER MANO DEL CODARDO ROBERT
FORD con Casey Affleck; il dramma giudiziario di Barry
Levinson SLEEPERS, con Robert De Niro e Dustin
Hoffman; il kolossal ispirato al poema omerico
TROY, con Eric Bana e Orlando Bloom; il
coinvolgente biopic sul baseball L’ARTE DI VINCERE
con Jonah Hill e Philip Seymour Hoffman; e l’avvincente film
bellico FURY con Shia LaBeouf.
Bullet Train – Lunedì 27 febbraio in prima tv alle 21.15
su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection –
Brad Pitt Mania), in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Ieri sera, abbiamo appreso che la
Warner Bros. ospiterà la
prima proiezione di The
Flash al
CinemaCon ben sei settimane prima che il film arrivi nei
cinema. Lo studio chiaramente non è preoccupato per gli
spoiler e con la prima uscita da solista di Scarlet Speedster ora è
più concentrata a preparare il terreno per il riavvio del
DCU da parte del DC Studios. Ebbene sarà
molto interessante sentire quanto è cambiato rispetto ai tagli
precedenti. Indipendentemente da ciò, abbiamo sentito molte voci
positive su questo film e questa prima proiezione ha senza dubbio
lo scopo di creare entusiasmo tra i fan.
Le controversie che circondano l’attore di Barry Allen
Ezra Miller (loro/loro) sono state in gran parte
dimenticate e The
Flash potrebbe essere un successo abbastanza grande da
salvare la sua carriera e dare a questa versione di Scarlet
Speedster un posto nel nuovo DCU. Il regista Andy Muschietti sta senza dubbio
dando gli ultimi ritocchi al film e recentemente ha pubblicato su
Instagram alcuni dei primi storyboard con il Batman di Ben Affleck.
The
Flash segnerà l’ultima volta che Ben Affleckinterpreterà
il Cavaliere Oscuro, anche se i DC Studios sperano che si metta
dietro la macchina da presa per dirigere uno dei loro film (alcuni
rimuros lo danno come papabile regista del nuovo film di Batman
The Braveand The
Bold). “Ho abbozzato il primo
storyboard per The
Flash in cui il nostro amico pipistrello fa
‘shpoonk!'”, dice il regista nel post qui
sotto. Questo momento sembra essere stato tratto da una delle
prime sequenze di inseguimenti nel film che vede Batman e Barry
collaborare per affrontare l’elemento criminale di Central
City.
Prima della formazione dei DC
Studios, Ben Affleck avrebbe dovuto tornare nei panni
di Bruce Wayne in Aquaman
e il mondo perduto e nel film Crisis
on Infinite Earths, ma i piani sono cambiati e il suo
tempo per indossare il mantello e il cappuccio sta volgendo al
termine.
La casa di produzione
Camaleo è lieta di annunciare le riprese a Gasperina (CZ)
del film Runner, diretto da Nicola
Barnaba, con Matilde Gioli e Francesco Montanari. Nel cast accanto ai due
protagonisti, anche Ilenia Calabrese,
Saverio Malara, Vincenzo
Scuruchi.
Prodotto da
Camaleo, società di produzione cinematografica, distribuito
da Plaion Pictures che ne ha acquisito i diritti all
rights, finanziato con il Bando per il sostegno alle
produzioni audiovisive in Calabria – 2022, dalla Calabria
Film Commission e con il contributo del Ministero
della Cultura,Runner è un action thriller con protagonista Lisa una
giovane di 25 anni
con il sogno del cinema da quando era bambina. Per lei il ruolo del
runner è un traguardo importante: è il suo arrivo nel mondo del
cinema, ma anche il punto di partenza per una fulgida
carriera. È
finalmente su un set, intreccia una relazione con Sonja,
protagonista e star del cinema. Cosa potrebbe volere di più dalla
vita? Cosa
potrebbe andare storto? Ma l’attrice ha un passato oscuro che torna
a cercarla nel momento più impensato. Accusata dell’omicidio di
Sonja, la ragazza è costretta a scappare. Lisa corre, corre per
salvarsi la vita e per trovare le prove che la scagionino e
permettano di condannare il vero assassino.
Runner è un
film adrenalinico e claustrofobico, interamente ambientato in un
albergo isolato dal mondo. Il modello narrativo è ispirato a film
come “Die Hard” e “Trappola in alto mare“. L’idea è
di narrare la storia in tempo reale, 90 minuti che partono da
quando all’alba la troupe ha finito le riprese e Lisa riaccompagna
Sonja nell’albergo poco distante. Un film d’azione ambientato al
giorno d’oggi con una scansione ritmica che terrà lo spettatore
incollato alla sedia.
L’episodio
della scorsa settimana di The
Last of Us si è concluso con un grande
cliffhanger, con Joel che è crollato dopo esser stato
ferito con Ellie che è sembrata disperatamente preoccupata del loro
destino.
Ebbene ora grazie alle foto diffuso
dal
settimo episodio possiamo anticipare alcune delle cose che
vedremo nella prossima puntata e a giudicare dalle immagino oltre a
scoprire il destino di Joel, scopriremo molto di più sul passato di
Ellie e vedremo la sua amica e potenziale interesse amoroso Riley
(Storm Reid). Nelle immagini le vediamo irrompere
in un centro commerciale off-limits per un’ultima notte di
divertimento prima che Riley si unisca ai Fireflies.
Ellie ha menzionato questo
incidente a Tess all’inizio della stagione, e se hai
giocato al primo videogioco di Naughty Dog, saprai
certamente come vanno le cose, a meno che gli showrunner non
abbiano deciso di apportare alcune modifiche. Dai un’occhiata ad
alcuni nuovi fotogrammi promozionali di seguito.
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono
anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una
co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan
Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori
esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word
Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.
01 Distribution ha diffuso il
trailer di Educazione
Fisica, il nuovo film diretto da Stefano Cipani
con protagonisti Angela Finocchiaro,
Giovanna Mezzogiorno, Raffaella
Rea,
Sergio Rubini e Claudio Santamaria.
Educazione
Fisica è tratto dal testo teatrale La
Palestra di Giorgio Scianna, la
sceneggiatura è firmata da Damiano e Fabio
D’Innocenzo, a Fabio Cianchetti è
affidata la direzione della fotografia, la scenografia è di
Ivana Gargiulo mentre i costumi sono a cura di
Catia Dottori ed il montaggio di Jacopo
Quadri.
Educazione
Fisica è una coproduzione italo-polacca. Una
produzione Paco Cinematografica con Rai
Cinema in coproduzione con Agresywna
Banda, in collaborazione con Cinecittà
SpA. Il film sarà interamente girato presso il Teatro 8 di
Cinecittà.
I genitori di tre alunni vengono
convocati dalla preside di una scuola media di provincia: è
successo un fattaccio, di cui i loro figli sono i responsabili. Ma
è difficile da credere e da accettare. La palestra si trasforma in
un’aula di tribunale improvvisata, dove ha inizio un processo
feroce nel tentativo ostinato di smentire e nascondere la
verità.
Quando il film horror di
BlumhouseM3GAN
(recensione)
uscirà in digitale questo venerdì negli USA e in EUROPA, i fan
potranno vedere la versione non classificata del film. In alcune
clip condivise giovedì, sembra che questa versione includerà più
violenza e un po’ più di sangue rispetto a quanto abbiamo visto
nella versione cinematografica.
Sull’account Twitter ufficiale di M3GAN, sono
apparsi due nuove clip per l’imminente uscita del film, che
mostrano due delle uccisioni di M3GAN in un modo
ancora più raccapricciante. la prima clip vede M3GAN spruzzare
qualcuno con una idropulitrice, con effetti un po’ più cruenti
inclusi. Nel frattempo, il secondo vede l’androide strappare
parzialmente l’orecchio di qualcuno, mostrando molto più sangue e
sangue rispetto a quello che c’era nel film. Puoi dare
un’occhiata a entrambe le nuove clip qui sotto:
Nell’edizione americano oltre alla versione senza
classificazione del film, i bonus previste per le uscite includono
quanto segue:
Una nuova visione dell’orrore – I registi e il cast
spiegano come è stato creato il mondo di M3GAN, inclusa l’idea
iniziale, attraverso la produzione sotto la guida del regista
Gerard Johnstone
Dare vita a M3GAN – Guarda come l’animatronica, i pupazzi
e l’attore Amie Donald hanno contribuito a rendere M3GAN il più
reale possibile
Getting Hacked – Uno sguardo dietro le quinte su come il
cast e la troupe hanno realizzato alcune delle complesse acrobazie
e delle morti cruente del film
M3GANè diretto da Gerard Johnstone
(Housebound) da una sceneggiatura scritta da
Akela Cooper ( Malignant , The Nun
2) basata su una storia di Akela Cooper e James
Wan. Il film è interpretato da Allison
Williams, Violet McGraw, Ronny Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori
Dungey e Stephane Garneau-Monten.