Il network americano
NBC dopo
il teaser promo ha diffuso i primi 5 minuti di La Brea,
l’annunciata nuova serie tv La
Brea.
https://www.youtube.com/watch?v=SqV8NPVG8v0
La Brea
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
Nelle ultime ore si è tenuta una
speciale proiezione a Londra di Venom: La furia di
Carnage e, in base a quanto dichiarato da chi ha avuto
modo di vedere già il film, nella scena post-credit ci sarebbe una
grandissima sorpresa.
Come riportato da
CBR, chi ha già avuto modo di vedere il film ha parlato di una
scena post-credit assolutamente sbalorditiva. Naturalmente, la
descrizione di quella scena ha già fatto il giro del web. Per
evitare di rovinare la sorpresa, non riporteremo alcuna descrizione
della stessa, ma se morite dalla voglia di scoprire di cosa si
tratta e non vi interessa incappare in spoiler, allora potete
cliccare
qui.
Naturalmente, sono moltissimi i
personaggi e le situazioni che potremmo trovarsi davanti nella
suddetta scena: dal tanto agognato incontro tra il Venom di
Tom Hardy e lo Spider-Man di
Tom Holland, al Morbius di
Jared Leto, fino ad arrivare ad un possibile primo
sguardo ad
Aaron Taylor-Johnson nei panni di Kraven il
Cacciatore. Ad ogni modo, come rivelato da un utente su
Twitter, la scena farà letteralmente impazzire il pubblico.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
È da un po’ di tempo ormai che
sentiamo parlare del fatto che Vincent D’Onofrio potrebbe tornare nei panni
di Wilson Fisk, alias Kingpin, nel MCU dopo aver interpretato il
celebre villain nella serie
Daredevil.
Ora, secondo l’ultima voce in ordine
di tempo collegata all’eventuale ritorno dell’attore nei panni del
personaggio, D’Onofrio dovrebbe interpretare nuovamente Kingpin
nell’attesissima serie Hawkeye che debutterà il prossimo 24 novembre
su Disney+.
Nel primo trailer della serie
diffuso online all’inizio di questa settimana non c’è ovviamente
traccia di Kingpin, sebbene Echo (l’attrice Alaqua
Cox), che apparirà nello show, sia la figlia adottiva del
personaggio nel fumetti, quindi il coinvolgimento del
supercriminale nella storia potrebbe avere sicuramente un
senso.
Ora, è stato proprio Vincent D’Onofrio a rispondere alle numerose
voci via
Twitter. Nonostante negli ultimi giorni abbia condiviso
attraverso il suo profilo una serie di poesie alquanto criptiche
che hanno spinto i fan a chiedersi se non potesse trattarsi di un
riferimento velato proprio a Fisk e al suo eventuale ruolo in
Hawkeye, D’Onofrio ha chiesto ai suoi follower di non
dare troppo peso ai rumor.
“È sciocco provare a leggere
qualcosa di più profondo in quei piccoli pezzi che ho
scritto”, ha detto l’attore proprio in riferimento a quelle
poesie. “Sono cose che scrivo da anni ormai. Ma apprezzo
comunque il fandom. Ho amato interpretare Kingpin in
Daredevil.”
Chloé Zhao, la
regista di Eternals,
ha dichiarato che il film spiegherà finalmente perché il team di
supereroi non ha interferito durante la Guerra dell’Infinito,
quindi con gli eventi narrati in Infinity
War e Endgame.
Si tratta di una domanda che molti fan si sono posti da quando il
film è stato ufficialmente annunciato.
Creati da Jack Kirby quando il
fumettista tornò alla Marvel Comics negli anni ’70, gli Eterni hanno
avuto una storia editoriale alquanto travagliata. In linea
generale, si è sempre dato per assunto che gli Eterni siano rimasti
nascosti per migliaia di anni, combattendo una guerra segreta
contro i Devianti mentre i loro poteri crescevano lentamente. È
molto probabile che anche il film dei Marvel Studios seguirà questa storia.
In una nuova intervista con
Total Film, la regista Chloé Zhao ha fornito
una breve spiegazione del motivo per cui gli Eterni non hanno
interferito nella Guerra dell’Infinito, cosa che ovviamente verrà
approfondita nel film. Per Zhao, ciò riguarderebbe alcuni ordini
specifici dei loro creatori che hanno impedito al gruppo di essere
coinvolti negli affari della Terra.
“Il pubblico capirà
perché”, ha spiegato la regista. “Non solo perché, ma
anche quanto sia stato difficile per loro non intervenire.
Esploreremo proprio questa dinamica. La vedrete nel film. Gli
Eterni sono stati istruiti a non interferire con alcun conflitto
umano, a meno che non siano coinvolti dei Devianti. C’è una ragione
per cui è così. Questa era l’istruzione del primo Celestiale,
Arishem”.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Ancora più
Bello, sequel di Sul più
bello al cinema dal 16 settembre. Ludovica
Francesconi, Giancarlo Commare e il regista
Claudio Norza sono i protagonisti di questa
intervista.
Il film – prodotto da Eagle Pictures
in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio
Norza, da un’idea di Roberto Proia, che
lo ha anche sceneggiato insieme con Michela
Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti
raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da
Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo
Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego
Giangrasso.
La trama di Ancora più bello
Dopo dodici mesi, la storia tra
Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli
opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta,
che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e
continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un
giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e
insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella
che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere
del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è
sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il
ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che
li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una
telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un
donatore compatibile per Marta.
Il resto sarà svelato nel terzo
capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle
sale cinematografiche nel 2022.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Ancora più
Bello, sequel di Sul più
bello al cinema dal 16 settembre. Jozef Gjura,
Gaia Masciale e Jenny De Nucci sono i protagonisti di
questa intervista.
Il film – prodotto da Eagle Pictures
in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio
Norza, da un’idea di Roberto Proia, che
lo ha anche sceneggiato insieme con Michela
Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti
raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da
Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo
Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego
Giangrasso.
La trama di Ancora più bello
Dopo dodici mesi, la storia tra
Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli
opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta,
che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e
continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un
giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e
insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella
che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere
del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è
sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il
ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che
li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una
telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un
donatore compatibile per Marta.
Il resto sarà svelato nel terzo
capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle
sale cinematografiche nel 2022.
Oggi Netflix svela il
trailer ufficiale e l’elenco delle star che saranno presenti a
“TUDUM: Un evento globale Netflix per i fan”.
Il 25 settembre più di 145
tra le nostre più grandi star e tra i più famosi creativi
provenienti da ogni angolo del pianeta – che rappresentano oltre 70
serie, film e contenuti speciali – saliranno sul palco virtuale per
questa entusiasmante giornata piena di esclusive e anteprime.
Ispirato al primo suono
che si sente all’inizio di una serie o un film su Netflix, TUDUM è
il primo evento globale Netflix per i fan. L’obiettivo è semplice:
onorare e intrattenere i fan Netflix di tutto il mondo.
Come guardare
TUDUM
L’evento in live streaming
live inizierà alle 18:00 ora italiana e sarà trasmesso sui canali
YouTube di Netflix in tutto il mondo, oltre che su Twitter, Twitch
e Facebook.
La programmazione
includerà anche alcuni speciali pre-show dedicati a serie e film
coreani e indiani, ma anche a entusiasmanti contenuti anime, a
partire dalle 14:00 su canali specifici.
Cosa aspettarsi da
TUDUM
Nel corso delle tre ore
del nostro primissimo evento Tudum saranno coinvolti più di 145
star e saranno presentati oltre 70 titoli, tra cui alcune delle
nostre serie ricorrenti più popolari come Stranger Things,
Bridgerton, The Witcher, La casa di carta e Cobra Kai, così come
blockbuster quali Red Notice, Don’t Look Up, Tyler Rake, The Harder
They Fall, The Old Guard e molti altri (di seguito è disponibile
l’elenco completo).
I fan saranno i primi a
ricevere notizie inedite e a vedere anteprime, nuovi trailer e clip
esclusive di titoli Netflix durante i panel interattivi e le
conversazioni con star e creativi, che includono:
Il cast di TUDUM
Jennifer Aniston
Jonathan Bailey
Jason Bateman
Zazie Beetz
Halle Berry
Millie Bobby Brown
Manolo Cardona
Henry Cavill
John Cho
Lily Collins
Nicola Coughlan
Madhuri Dixit
Idris Elba
Nathalie Emmanuel
Kevin Hart
Chris Hemsworth
Dwayne Johnson
Jung Hae-in
Kai
Kim Hee-chul
Regina King
Nick Kroll
Jennifer Lawrence
Ralph Macchio
Jonathan Majors
Adam McKay
Caleb McLaughlin
Álvaro Morte
Elsa Pataky
Maite Perroni
Maitreyi Ramakrishnan
Adam Sandler
Matthias Schweighöfer
Maisa Silva
Lilly Singh
Zack Snyder
Song Kang
Alejandro Speitzer
Omar Sy
Charlize Theron
Kenjiro Tsuda
Finn Wolfhard
e molti altri
Le serie e i film:
Aggretsuko – Stagione 4
Miyo – Un amore felino
A Traves De Mi Ventana
Arcane
Army of Thieves
Black Crab
Big Mouth
Bridgerton
Bright: Samurai Soul
Bruised – Lottare per vivere
L’uomo delle castagne
Cobra Kai
Colin in bianco e nero
Cowboy Bebop
The Crown
Oscuro desiderio
De Volta Aos 15
Don’t Look Up
Emily in Paris
Tyler Rake
Finding Anamika
Floor is Lava
The Harder They Fall
Hellbound
Heeramandi
Human Resources
Interceptor
Inside Job
La casa di carta
The Old Guard
Ozark
Maldivas
My Name
New World
Pretty Guardian Sailor Moon
Eternal – Il film
Rebelde
Ritmo Salvaje
Red Notice
The Sandman
Sex Education
The Silent Sea
Soy Georgina
Stranger Things
Super ladri
Ultraman: Stagione 2
The Umbrella Academy
Vikings: Valhalla
The Witcher
The Witcher: Blood Origin
Young, Famous & African
Come effettuare il co-streaming:
I fan sono invitati a effettuare il co-streaming e a
commentare l’evento Tudum in tempo reale. Dai un’occhiata a questa
guida su come eseguire il
co-streaming su Twitch. Registrati per il co-streaming su TUDUM.com. Visita Tudum.com per le ultime novità e
informazioni.
La senti quasi in bocca,
scricchiolare tra i denti, arrivare fino alle narici, toglierti il
respiro. La sabbia di Duneavvolge tutto e
ricopre un mondo che esce dai confini dello schermo per immergerti,
avvolgerti, farti suo.
Denis
Villeneuve non si limita a rileggere l’ostico romanzo di
Frank
Herbert, ma ricalca filologicamente quelle pagine per
creare un universo immersivo, visivamente magistrale e magnetico.
Non è un volo pindarico il suo, e nemmeno un mero esercizio di
stile. Villeneuve lo aveva già dimostrato precedentemente con
Arrival e Blade Runner 2049: si
avvicina ai canoni strutturali del genere della fantascienza per
integrarlo con il proprio sguardo autoriale, arricchito di nozioni
filosofiche e associazioni dirette con il nostro
presente.
Perché alla fine questa è
la vera fantascienza: spogliata del lato ludico e di puro
intrattenimento con il quale è stato zavorrato negli ultimi anni,
il genere sci-fi nasce per immaginarsi il futuro parlando delle
ombre del proprio presente. E il nostro presente è claustrofobico,
buio, come il mondo che avvolge Paul Atreides, ammantato dall’ombra
del pregiudizio e della paura del diverso.
Con Dune,
Villeneuve completa pertanto la propria trilogia sul mondo
contemporaneo scritto con la lingua della fantascienza. Un saggio
che attinge a piene mani nel mondo immaginato da Herbert, e ridato
indietro con intelligenza, maestria, grazie anche a un comparto
visivo di pura bellezza estetica, sostenuto da una colonna sonora
roboante e a tratti angosciante firmata da Hans
Zimmer.
Un quadro in movimento di
radice romantica, sublime nella sua carica inquietantemente
magnetica e attrattiva, il Dune
di Denis Villeneuve. E come tutti i quadri, ha
bisogno di tempo per essere compreso, studiato e letto nei minimi
dettagli così da poter essere apprezzato appieno.
In Dune ogni
informazione viene restituita con la forza dell’immagine, più che
della parola. Basta la minima distrazione che il filo che tiene
unito il discorso formulato da Villeneuve si spezza e tutto si
sgretola come castelli di sabbia.
Dune, la
trama
Sul desertico pianeta
Arrakis si trova la Spezia, sostanza preziosa per una varietà di
motivi. Alla casata Atreides e al suo capo, il Duca Leto, viene
affidato il controllo del pianeta. In realtà dietro a questo
passaggio di controllo si nasconde una congiura per eliminarlo.
Leto ha però un figlio, Paul, il quale è dotato di particolari
poteri che sta sviluppando con l’aiuto di sua madre Lady Jessica.
Non passa molto tempo che oltre al casato, Paul erediterà il
pericolo di essere eliminato.
La parola agli
occhi
Ci chiede di stare
attenti, il regista canadese. Di affidare ogni forza interpretativa
ai propri occhi, piuttosto che alle proprie orecchie. Perché in un
mondo come quello che vede scontrarsi la Casa Atreides contro la
Casa Harkonnen, la parola perde di importanza. La struttura
narrativa c’è, ma è costruita su una funzione prettamente
informativa. Più che parte 1, il Dune di Denis Villeneuve in
uscita il 16 settembre 2021 e presentato alla 78.esima edizione
della Mostra del cinema di Venezia, è da considerarsi come una
“parte 0”. Talmente complesso l’universo che racconta, e le
sottotrame che si appresta ad affrontare, da sfruttare la potenza
immaginifica dei primi due atti per fornire ai propri spettatori
tutte le nozioni basilari per comprendere il suo mondo.
I sacrifici, i punti di
svolta, i tradimenti sono elementi che ordiscono una trama
complessa ma che Villeneuve rende comunque accessibile perché
totalmente affidata al racconto visivo, linguaggio non-verbale
universalmente comprensibile. Eppure è tra gli inframezzi del suo
più grande pregio che si nasconde anche il suo punto più debole.
Seguire un percorso costruito con la forza dello spettacolo visivo
significa chiedere tanta concentrazione al proprio pubblico, cosa
che dopo due ore porta a una prevedibile stanchezza.
Il viaggio dell’eroe di
un Paul investito di attese, speranze, un po’ Luke Skywalker, un
po’ Messia, prende e trascina il proprio spettatore al centro
dell’azione, estenuandolo nello stesso modo in cui estenuato è il
suo protagonista. Combaciano perfettamente il pubblico e i
protagonisti di Villeneuve; uno sdoppiamento perfetto che sussurra
a entrambe le parti le fattezze del proprio destino, spingendo a
chiudere gli occhi perché troppo opprimente il peso del futuro,
l’immagine di ciò che sarà, l’essenza di un destino che siamo
chiamati a modificare.
Universo di stelle e
sabbia
Per un universo che
appoggia la propria potenza immaginifica sulla forza dello sguardo,
risultava imprescindibile che a farsi presta-corpo dei personaggi
immaginati da Herbert, fossero degli interpreti capaci di
comunicare ogni singolo mutamento umorale con la forza della mimica
espressiva. Un minimo cenno della testa, uno sguardo, una più
piccola e impercettibile espressione, si fanno ponti diretti con
l’interiorità di Leto, Paul, e di tutta la galleria di uomini e
donne che abitano l’universo di Dune. Non c’è un attore che
non risponda con talento e profondità interpretativa alla chiamata
di Denis Villeneuve. Nello sguardo basso, e negli occhi a volte
assenti di
Timothée Chalamet si ritrova tutto quell’universo
abitato da timori e paure di Paul Atreides.
Complice la giovane età,
il corpo esile, e quella mimica così espressiva, l’attore di
Chiamami col tuo nome riesce a far trasparire
tutto il difficile percorso intrapreso dal suo protagonista:
un’educazione sentimentale e personale orientata alla scoperta del
vero senso del suo esistere e del compito che lo attende sia nelle
vesti di essere umano che erede di una delle più importanti casate
nobiliari.
Oscar Isaac cammina invece a testa alta, spalle
dritte, facendosi colonna umana di un’intera casata. Abbattuta
quella parete portante crolla tutta la forza di un popolo sostenuto
con fedeltà, lealtà e giustizia. Perfino
Jason Momoa riesce a far trasparire la sua carica più
drammatica, investendo di nuove sfumature una fisicità che per
quanto presente, passa comunque in secondo piano. Dal canto suo
Rebecca Ferguson è invece un camaleonte capace di
adattarsi a ogni situazione, traducendo ogni mutamento emotivo
della sua Lady Jessica in uno sguardo penetrante, sensibile e
coraggioso.
Riflessi eterogenei
provenienti dall’unicità dell’essere donna, che ritrovano una
costante nel discorso autoriale di un regista come Villeneuve,
sempre attento a destinare ai propri ruoli femminili, il risvolto
dell’intera faccenda. Prima lady Jessica, poi la Chani di
Zendaya, sono le donne le figure chiamate a portare
sulle proprie spalle il peso della rivoluzione, della democrazia,
dello sguardo puro e limpido in un mondo marcio e in decomposizione
(si pensi solo al personaggio di Emily Blunt in Sicario).
La sabbia di oggi in
quella di domani
Immortalati da riprese di
ampio respiro, che con campi lunghi, e totali, uniscono non solo
ogni personaggio a quell’ambiente desertico che lo sovrasta,
modella, crea come castelli di sabbia, ma anche e soprattutto con i
propri comprimari. Si necessita pertanto di una chimica tra i vari
interpreti che Villeneuve è riuscito a creare, stabilendo tra ogni
personaggio un legame che lo avvicini, o allontani empaticamente,
l’uno con gli altri.
Una giostra
caleidoscopica di umori, caratteri, psicologie, che ogni interprete
riesce a far suo, renderlo personale e allo stesso tempo
riconoscibile nutrendosi dalla sostanza dell’inchiostro di Herbert
per dar vita alla propria visione di Chani, Paul, Lady Jessica,
Leto, Stilgar ecc. Un universo di stelle investite da manti di
sabbia che parla al cuore e all’intelletto dello spettatore,
scuotendolo dal torpore della sala per indirizzarlo verso questioni
nodose e di forte impatto sociale come lo sfruttamento delle
risorse ambientali (vedi le Spezie), e di manodopera nel Terzo
Mondo.
È solo un’anticipazione
di quel che sarà, un antipasto servito con cura e maestosa eleganza
della durata di due ore e mezza questo Dune,
ma se i presupposti sono questi, il viaggio che ci aspetterà sarà
sicuramente uno di quelli che non ci scorderemo facilmente. Basterà
ricordarci di toglierci la sabbia dagli occhi.
Sam e Tusker, partner da 20 anni,
viaggiano attraverso l’Inghilterra a bordo del loro vecchio camper
per far visita agli amici, rivedere i famigliari e ritrovare i
luoghi del loro passato. Da quando due anni prima a Tusker è stato
diagnosticato l’insorgere di una malattia, il tempo insieme è
sempre più prezioso.
Diretto da Harry
Macqueen con Colin Firth e Stanley Tucci, Supernova è un
film sulla forza dell’amore che riesce a superare le avversità.
Ci sono uomini al mondo che, pur
senza indossare maschere o disporre di superpoteri, riescono a
compiere gesta capaci di avere una risonanza tale da poter salvare
numerose vite umane. Si tratta di persone da sempre impegnate a
combattere contro le ingiustizie e continuamente attente a
smascherare il male perpetrato da altri. Uno di questi uomini è
stato William Eugene Smith, fotografo
documentarista la cui vita è raccontata nel film Il
caso Minamata, diretto da Andrew
Levitas, il quale si concentra sui suoi reportage
fotografici realizzati nella città giapponese di Minamata, i quali
hanno svelato al mondo gli effetti di una malattia letale.
Il film, basato sull’omonimo libro
scritto dallo stesso Smith in collaborazione con Aileen
Mioko Smith, ripercorre le vicende che hanno portato alla
scoperta della malattia di Minamata. Si tratta di
una sindrome neurologica causata da intossicazione acuta da
mercurio, i cui sintomi includono atassia, parestesie e numerosi
altri danni all’audio, alla vista e alle articolazioni. Presentato
in anteprima al Festival di Berlino, il film è stato accolto in
modo molto positivo dalla critica, che ne ha elogiato l’intensità
drammatica e la fedeltà agli eventi reali.
Più volte rimandato a causa della
pandemia di Covid-19, Il caso Minamata potrà essere
finalmente visto anche in Italia, dimostrando una volta di più la
capacità del cinema di ricordare eventi terribili nella speranza
che non si verifichino più. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Il caso Minamata: la trama del
film
La vicenda si apre a New York, nel
1971. Il celebre fotoreporter William Eugene Smith
è ormai l’ombra di sé stesso. Alcolizzato, in polemica con il mondo
dell’informazione e senza più alcun rapporto con i figli vive in
solitudine e si rifiuta di lavorare. Il direttore della rivista
Life Robert Hayes gli offre di recarsi nella città
costiera giapponese di Minamata, devastata dall’avvelenamento da
mercurio, risultato di decenni di inquinamento industriale da parte
della Chisso Corporation. A pregarlo di recarsi lì, vi è anche
la traduttrice giapponese Aileen, la quale
desidera che il mondo sappia cosa sta accadendo.
Arrivato dunque sul luogo, Smith
entra in contatto con la comunità di pescatori del villaggio e,
armato della sua macchina fotografica, documenta i loro sforzi per
convivere con la grave malattia, chiamata proprio “malattia di
Minamata” e la loro appassionata campagna per ottenere un
risarcimento da parte della Chisso, importante azienda chimica
giapponese, e dal governo del Paese. Le immagini di Smith dal
villaggio avvelenato danno al disastro una dimensione umana
straziante e il suo incarico iniziale si trasforma in un’esperienza
gli cambierà la vita.
Il caso Minamata: il cast del
film
Ad interpretare il fotografo
William Eugene Smith vi è il celebre attore Johnny Depp, il
quale si è detto da subito attratto dalla parte, considerando Smith
un vero eroe. Il suo coinvolgimento nel progetto è stato tale che
ha deciso di ricoprire anche il ruolo di produttore. La sua intensa
interpretazione è poi stata particolarmente lodata e indicata come
una delle migliori della sua carriera. Accanto a lui, nel ruolo di
Robert Hayes vi è l’attore Bill Nighy,
mentre Aileen è interpretata dall’attrice giapponese
Minami, qui al suo primo ruolo internazionale.
Completano il cast Hiroyuki Sanada nel ruolo di
Mitsuo Yamazaki, Jun Kunimura in quelli di Junichi
Nojima e Katherine Jenkins nei panni di
Millie.
Il caso Minamata: la vera storia
dietro il film
Come anticipato, quella di Il
caso Minamata è una drammatica storia vera che ha per
protagonista il fotoreporter William Eugene Smith. Egli, con la sua
attività di fotografo fu determinante nello svelare al mondo la
malattia di Minamata, la quale era stata già identificata per la
prima volta nel 1956. Questa era il risultato dell’inquinamento da
mercurio inorganico delle acque perpetrato da una fabbrica chimica
di proprietà della Chisso Corporation. Man mano che le persone e
gli animali consumavano pesci, crostacei e vegetali bagnati dalle
acque, iniziarono a soffrire di avvelenamento da mercurio.
La Chisso Corporation inquinava in
realtà tali acque già dal 1932 e continuò a farlo fino al 1968,
quando il governo riconobbe la malattia di Minamata quale causa di
avvelenamento. Naturalmente la Chisso era consapevole del fatto che
i propri rifiuti stavano inquinando il territorio, causando
evidenti problemi. È a questo punto che entra in gioco Smith,
chiamato a documentare quanto stava accadendo nella città
giapponese. Agli inizi degli anni Settanta, Smith era un uomo ormai
preda dell’alcol e dell’autocommiserazione, ma la sua compagnia
Aileen Mioko lo spinse ad accettare l’incarico.
Il compito di Smith fu però in più
occasioni ostacolato, con la Chisso che commissionò anche alcuni
attacchi fisici nei suoi confronti affinché la smettesse di
documentare il tutto. Il fotografo però non si fece intimorire e
continuò a scattare fotografie dei malati e dei luoghi dove questi
vivevano. Una volta pubblicati, i suoi scatti contribuirono a
portare l’attenzione globale su ciò che stava avvenendo, aiutando
anche i locali a vincere le loro cause contro la Chisso. Le pulizie
della zona iniziarono poi nel 1977, ma le acque non furono
considerate salve sino al 1997. Ad oggi, oltre 2.265 hanno
contratto la malattia, e 1.784 di queste sono decedute.
Il caso Minamata: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Il caso
Minamata si potrà vedere in prima tv su Sky
Cinema Unovenerdì 17 settembre alle
21.15, mentre sarà possibile vederlo anche in
streaming su NOW e on
demand. Grazie alla sezione Extra i clienti Sky da
più di tre anni e con Sky Cinema, potranno vedere il film prima di
tutti on demand nella suddetta sezione.
Finalmente arriva il trailer
ufficiale di West
Side Story, l’adattamento cinematografico del
musical diretto dal vincitore dell’Academy Award Steven
Spielberg, arriverà il 16 dicembre nelle sale italiane,
distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award Steven Spielberg, da una sceneggiatura del
vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award Tony
Kushner, West
Side Story racconta la classica storia delle
feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La
rivisitazione dell’amato musical è interpretata da
Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana
DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh
Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente
Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel
ruolo di Valentina, proprietaria del negozio in cui lavora Tony).
Moreno, una degli unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar,
Emmy®, GRAMMY®, Tony e Peabody, è anche una dei produttori
esecutivi del film.
La squadra creativa del film, che
unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony
Kushner, che è anche il produttore esecutivo; il vincitore
del Tony Award Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film;
il celebre direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e
vincitore del GRAMMY Award Gustavo Dudamel, che ha
curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora; il compositore
e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award David
Newman (Anastasia), che ha composto la colonna
sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award Jeanine Tesori
(Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha
supervisionato il cast per le parti cantate; e il music supervisor
candidato al Grammy Matt Sullivan (La Bella e
la Bestia, Chicago), produttore esecutivo delle
musiche del film. Il film è prodotto da Spielberg, dalla
produttrice candidata all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e
dal produttore vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West
Side Story è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di
Broadway originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents,
musiche di Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato,
diretto e coreografato da Jerome Robbins.
Superintelligence, la commedia diretta da
Ben Falcone con protagonista
Melissa McCarthy, sarà disponibile in Premiere su
Infinity+ dal 17 al 23 settembre.
Superintelligence, la trama
La vita di Carol Peters è
decisamente monotona, perciò quando il suo televisore, telefono e
microonde iniziano a parlarle e a fare commenti sarcastici, crede
di essere vittima di uno scherzo. Oppure di stare impazzendo. In
realtà, la prima superintelligenza artificiale al mondo (doppiata
nella versione originale da James Corden) ha scelto di osservare e
studiare il tentativo di Carol di riavvicinarsi al suo ex
(interpretato da Bobby Cannavale) per capire meglio la condizione
umana.
Nell’arco di poco tempo, l’onnipotente entità prende possesso
della sua vita… e comincia a escogitare piani sinistri per la
conquista del mondo. Carol si ritrova così a essere l’ultima
speranza per l’umanità, prima che questa intelligenza artificiale
dalla personalità dirompente stacchi la spina al mondo intero.
Pochi film, nel passato recente,
possono essere considerati un monumento alla cultura pop allo
stesso modo di Ready Player One, film che già nel
suo animo cartaceo prevede una serie di omaggi e riferimenti
“Easter Eggs”, come si chiamano, che ne caratterizzano l’animo
nostalgico. Ma come riconoscere tutti, ma proprio tutti i
riferimenti e le citazioni? Sembra un’impresa impossibile, anche
guardando e riguardando il film innumerevoli volte su Sky e
in streaming suNOW,
ma si può fare invece una classifica delle Easter Eggs più belle di
tutto il film. Eccola di seguito.
Ready Player One è disponibile suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
La Delorean
È davvero difficile farsi
sfuggire questo riferimento, tanto è evidente nel film e celebre
nella cultura popolare. Oltre a dare una sbirciatina al poster de
I Predatori dell’Arca Perduta e a un T-Rex che
potrebbe provenire o meno da
Jurassic Park, Ritorno al futuro è una delle poche proprietà
intellettuali autoreferenziali che Steven Spielberg ha permesso di
utilizzare in
Ready Player One.
Anche se sapevamo già che nel film
ci sarebbe stato spazio per una Delorean, è davvero emozionante
vederla in azione sul grande schermo come parte integrante del
racconto nella sfida del primo cancello, e rivederla poi di nuovo
per la battaglia finale. L’unica cosa che ci è stata negata è stato
il raggiungimento di quei famosi 88 miglia all’ora, ma, lo
sappiamo, in questa circostanza, l’auto non doveva fungere da
macchina del tempo!
Chestburster
È stato un Chestburster
direttamente da Alien a strappare il travestimento di Goro usato da
Art3mis per accedere agli archivi di Halliday con un effetto sia
comico che sorprendente. Il fatto che lei, subito dopo la scena
apparentemente orrorifica abbia usato le fauci del mostriciattolo
come fossero un burattino davanti a Parzival converte
istantaneamente lo schifo del pubblico in sonore risate.
Più avanti nel film scorgiamo un
altro riferimento all’Alien del 1979, il fucile di Ripley, che
viene usato in una scena particolare, ma possiamo dire con certezza
che questo utilizzo del Chestburster è stato molto efficace.
Mechagodzilla
La scena che vede
protagonista Godzilla è stato un grande piacere per il pubblico che
ha applaudito l’apparizione del mostrane iconico del cinema, ma ad
una visione leggermente più attenta è chiaro che si tratta della
versione meccanica del lucertolone, materializzatosi nella realtà
virtuale nello schieramento di Sorrento.
Se pure questa constatazione può
essere considerata una delusione, la scena spettacolare e
l’utilizzo che l’enorme rettile fa della coda gigante è un momento
di grande spettacolo. Il bestione meccanizzato è comparso per ila
prima volta nel 1974, in Godzilla vs. Mechagodzilla.
Cubo di Rubik
L’iconico gioco degli anni
’80 ha creato un brivido alla sua prima apparizione, sensazione
accentuata dal fatto che nel film si chiama Cubo di Zemeckis. La
ragione del cambio di nome è stata resa evidente quando il prezioso
manufatto è stato utilizzato da Parzival e Art3mis per salvarsi da
una situazione molto delicata e pericolosa. L’oggetto è infatti in
grado di far tornare indietro il tempo di 60 secondi.
L’idea era eccezionale, ma la
verità è che il vero brivido è stato causato dall’ascolto, in
sottofondo, del tema musicale di Ritorno al futuro (diretto da
Robert Zemeckis). Certo, avesse portato il tempo indietro ancora un
po’, ci avrebbe risparmiato la scena del ballo.
Chucky
La scena con protagonista
Chucky è stata un vero colpo di genio. Usare la bambola assassina
del film anni ’80 come un’arma dell’orda di Sorrento ha avuto un
effetto esilarante, soprattutto perché, per quanto sia
effettivamente un personaggio inquietante, il suo accanimento di
fronte a combattenti così più grandi di lei risulta comico.
Sicuramente l’uso che si è fatto di
Chucky è stato migliore del trattamento riservato ai suoi colleghi
di “genere”, come Freddy Krueger che è stato disintegrato appena in
scena. Chissà se il Blu-Ray riserva sorprese per Jason o Michael
Myers!
RX-78-2 Gundam
Sono davvero tantissimi i
momenti di Ready Player One in cui lo spettatore può saltare dalla
sedia per l’eccitazione, ma nessuno di questi può competere con il
momento in cui Daito dice “Scelgo Gundam”, e davanti ai nostri
occhi si materializza il celebre Mobile Suit Gundam del 1979.
Il fatto che Daito abbia mantenuto
la calma e abbia aspettato pazientemente prima di unirsi alla lotta
ha aiutato a costruire il climax per questa scena, che è davvero
elettrizzante. Certo, è stata una vera e propria stoccata al cuore
della nostra nostalgia anni ’80, ma il fatto che Spielberg abbia
regalato ai suoi fan un Gundam che combatte contro un
mechagodzilla, vuol dire davvero che il regista ama i suoi
spettatori.
Madballs
Si tratta di uno di
quegli Easter Eggs che non ti aspetti, il momento sorpresa reale,
perché costruito su un oggetto anni ’80 che davvero sembrava
dimenticato, e invece l’utilizzo di Dust Brain Madball mummificato
come una piccola bomba a mano è stato un vero colpo di genio!
Non solo, la bomba/Madball ha
ghignato prima di esplodere secernendo una melma disgustosa e
corrosiva! Un “tocco di classe” che qualsiasi ragazzino avrebbe
apprezzato e, per approccio nostalgico, hanno apprezzato tantissimo
tutti quelli che a sette anni hanno davvero giocato con quelle
palline disgustose!
Gigante di ferro
Il Gigante di Ferro ha un
posto speciale nel cuore degli spettatori trai 30 e i 40 anni.
Vedere l’enorme robot dentro l’officina di Aech utilizzato nel
combattimento finale è stato super soddisfacente, ma anche chi non
ha visto il bellissimo film di Brad Bird in cui il gigante è
protagonista, il personaggio funziona ugualmente all’interno della
battaglia.
Alcuni spettatori potrebbero
obiettare che lo spirito anti-violenza del personaggio è stato
sacrificato in nome dello spettacolo, ma la maggior parte del
pubblico è sembrata concordare sul fatto che fosse semplicemente
fantastico! La fine agrodolce del Gigante di Ferro è stata resa
ancora migliore (se possibile) dal brillante cenno a un altro
caposaldo della cultura pop, Terminator 2.
Atari
Il gioco retrò è un
appuntamento fisso nel libro, quindi è stato davvero bello vedere
Atari “interpretare” un ruolo così fondamentale nel finale del
film. A differenza di molti altri pezzi di nostalgia che appaiono
solo sullo sfondo, l’uso prominente della classica console Atari
con venature del legno, e il gioco Adventure in particolare, è
stata una scelta che rappresenta quasi una lettera d’amore per
Warren Robinett, che ci ha mostrato che giocare per vincere non è
sempre la cosa più importante.
Potrebbe non essere così ricco di
azione come alcuni dei riferimenti precedenti, ma è un amorevole
riferimento a un punto fermo dell’infanzia di molti che ha generato
un’industria da miliardi di dollari che continua ancora oggi.
The Shining
Non solo l’inclusione a
sorpresa del film The Shining è stata uno shock completo per i
fan del romanzo di Ready Player One, ma si tratta anche della
sequenza migliore di tutto il film, proprio perché, e sembra strano
dirlo, si tratta di un momento “originale” rispetto alla storia.
Giocando con un mix di orrore e umorismo, guardare Aech, Parzival e
il resto dei High Five navigare nel film pieno di ondate di sangue,
gemelle raccapriccianti, cadaveri in decomposizione e un pazzo
armato di ascia è stato il momento clou del film.
Abilmente abituato a risolvere il
mistero di un creatore che odia la sua creazione (a
Stephen King non è piaciuto il film di Stanley
Kubrick), le scene di Shining ha scavato in profondità per far
avanzare la trama, aggiungere una massiccia dose di divertimento e
mostrare ancora una volta quanto Steven Spielberg sappia manovrare
e plasmare la materia cinematografica nella migliore forma
possibile. Il film è disponibile su Sky e in streaming su NOW,
così da poterlo vedere e rivedere e scovare ogni volta dei
riferimenti nuovi e delle citazioni che alle prime visioni non sono
state notate.
Ready Player One è disponibile suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
Alla fine, è successo: la longeva
partnership tra Christopher Nolan e la Warner
Bros. si è ufficialmente conclusa dopo che la
Universal Pictures ha ufficialmente acquistato i
diritti per finanziare e distribuire il prossimo progetto
cinematografico del regista britannico.
La notizia è stata data da
Deadline, ma era già nell’aria in seguito ai dissapori venutisi
a creare tra Nolan e lo studio responsabile della distribuzione di
tutti i suoi film da
Batman Begins del 2005, in merito alla strategia
distributiva di Tenet, uscito nelle sale di tutto il mondo nel
bel mezzo della pandemia, quando i cinema avevano da poco
cominciato a riaprire e molte sale erano ancora chiuse.
Per quanto riguarda il film, che non
ha ancora un titolo ufficiale, Nolan avrebbe deciso di dirigere una
pellicola sulla creazione della prima bomba atomica durante la
Seconda Guerra Mondiale. Nello specifico, il film ci focalizzerà
sul coinvolgimento del fisico statunitense J. Robert
Oppenheimer nella creazione della bomba.
Secondo le prime indiscrezioni pare
che Cillian Murphy, attore feticcio di Nolan che
il regista ha diretto in diversi suoi film (tra cui la trilogia
de Il
cavaliere oscuro e Inception),
sarebbe già in trattative per un ruolo. La produzione del film, che
sarà sceneggiato dallo stesso Nolan e prodotto da quest’ultimo
insieme alla sua storica partner Emma Thomas,
dovrebbe partire già nella prima metà del prossimo anno.
Elijah Wood, interprete di Frodo nella
trilogia de Il Signore degli Anelli, ha detto che spera di
riunirsi presto con i suoi compagni di cast per celebrare il 20°
anniversario dell’uscita de
La compagnia dell’anello, ma non è sicuro che ciò
accadrà.
In una conversazione con
Looper, Wood ha affermato che sarebbe persino difficile
arrivare in Nuova Zelanda, a causa dell’attuale pandemia in corso.
Tuttavia, l’attore ha detto che il cast è comunque intenzionato a
riunirsi ad un certo punto, soprattutto perché in futuro ci saranno
gli altri anniversari degli altri due capitoli della trilogia da
festeggiare.
“Ne abbiamo parlato un sacco. Si
parla molto di un raduno per il ventesimo anniversario, ma non so
se è qualcosa che alla fine andrà a buon fine”, ha spiegato.
“È difficile anche a causa del COVID. Non so nemmeno se
potremmo arrivare in Nuova Zelanda. In effetti, sono quasi certi
che non potremmo arrivare in Nuova Zelanda a meno che non ci
venissero fatti dei permessi speciali, il che suppongo sia
possibile, ma ora il paese è chiuso… Insomma, è un momento
difficile. Quest’anno, in particolare, sarà un po’ difficile per
tutta una serie di motivi, il che è un vero peccato, perché negli
anni, soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo parlato tanto di voler
fare qualcosa. Suppongo che l’unico vantaggio sia che abbiamo
almeno altri due anniversari da festeggiare. Almeno abbiamo
quello.”
“Penso che ci sarà assolutamente una
reunion, prima o poi”, ha aggiunto. “Vogliamo festeggiare tutti
insieme e penso che vogliamo essere in grado di trovare uno spazio
che funzioni per tutti. Ci sono molte persone a cui piacerebbe
sedersi a un tavolo gigante e brindare alla nostra esperienza
collettiva, ritrovandoci a condividere storie.”
Nonostante alcuni film di supereroi
classificati come R, quindi vietati ai minori, abbiamo riscontrato
molto successo (come Deadpool
e Joker, ad
esempio), ce ne sono altri per cui le cose sono andate in maniera
un tantino diversa.
The
Suicide Squad, ad esempio, è stato accolto in maniera
decisamente tiepida rispetta ai due titoli sopraelencati e,
considerato che Venom
è un personaggio amato dal pubblico di tutte le età, nessuno può
incolpare la Sony Pictures per aver assegnato alle avventure di
Eddie Brock ancora una volta un PG-13.
Comprensibilmente, ci sono tuttavia
molti fan che vorrebbero vedere una versione più oscura del
franchise con Tom Hardy, specialmente ora che Cletus Kasady
sta per far sentire la sua presenza in Venom: La furia di
Carnage.
Parlando con
IGN, il regista Andy Serkis ha spiegato il suo approccio al
sequel e in che modo ha cercato di spingersi oltre i confini
imposti da un divieto ai minori di tredici anni. “Avremmo
potuto rendere questo film vietato ai minori. Ma volevamo arrivare
al pubblico più ampio possibile e in questo caso ci sono diverse
regole da rispettare”, ha spiegato Serkis. “Tuttavia,
penso che ci siamo comunque spinti al limite per quanto riguarda il
pericolo, l’oscurità e la minaccia che rappresenta
Carnage.”
“Solo perché non vedrete così
tanto sangue o così tante teste che rotolano, non vuol dire che un
certo tipo di atmosfera non venga evocata”, ha aggiunto.
“Il suggerimento, lasciando che sia poi l’immaginazione del
pubblico a fare il resto, può essere altrettanto potente. Penso che
sia proprio quello che siamo riusciti a fare. Di certo non abbiamo
voluto fuggire dall’oscurità. E state pur certi che la vera essenza
di Carnage come personaggio non è stata affatto
compromessa.”
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è
arrivato nelle sale italiane lo scorso 1 settembre e, come da
tradizione, il film che ha visto il debutto ufficiale dell’eroe
eponimo nel MCU ha già impostato quello che
potrebbe essere il suo stesso futuro all’interno dell’universo
condiviso. Vediamo insieme in che modo il film di Destin Daniel
Cretton ha già impostato un probabilissimo sequel.
Xialing prende il comando dei Dieci Anelli
Xialing ha dimostrato di
essere uno dei personaggi più coraggiosi di
Shang-Chi, andando contro suo padre e diventando una
combattente a sé stante, quindi sarà interessante vedere quale sia
la sua visione dei Dieci Anelli ora che ne ha ufficialmente preso
il comando.
Il film ha volutamente lasciato le
sue intenzioni ambigue, poiché si tratta della stessa fazione che
Xialing aveva precedentemente affermato di voler vedere distrutta.
Dal momento che non è mai stata in una posizione di potere prima di
questo momento, il suo impatto sul più grande esercito del mondo
potrebbe avere diverse conseguenze sul futuro del MCU o magari finire per avere un
impatto positivo sugli altri personaggi.
Il passato di Wenwu
La morte di Ying Li è stata
il risultato degli errori commessi da Wenwu quando i nemici che si
è creato nei suoi molti anni di conquiste sono tornati a
perseguitarlo. Anche Shang-Chi è stato torturato dopo aver tolto la
vita all’assassino di sua madre, il che significa che gli eventi
della storia erano tutti legati alle azioni di Wenwu.
Ha senso che il sequel prenda una
strada simile rivelando ulteriori nemici di Wenwu che ora
prenderanno quasi sicuramente di mira Shang-Chi e Xialing. Wenwu ha
affermato che il Mandarino non era l’unico titolo che gli era stato
dato nella sua carriera da malvagio, il che lascia aperta la
probabilità che il suo passato raggiunga molto preso i suoi
figli.
I segreti dei Dieci Anelli
Il futuro di Shang-Chi nel MCU dipende in gran parte dai Dieci
Anelli, dato che Wong, alla fine del film, sembrava proprio portare
l’eroe eponimo e Katy al Sanctum. Nella prima scena post-credits,
con Captain Marvel che rivela che i Dieci
Anelli non sono di origine aliena e Wong che conferma che non sono
mistici, è attualmente un mistero a cosa servano davvero le
armi.
Questo sarà sicuramente approfondito
in un eventuale sequel, in cui dovrebbero esserci anche trame
aggiuntive dedicate allo sblocco di ulteriori capacità dei Dieci
Anelli. L’uso che ne ha fatto Shang-Chi ha mostrato che i Dieci
Anelli assumono un aspetto diverso da quello che avevano quando
erano nelle mani di Wenwu e molto probabilmente, in un seguito,
verrà mostrato cosa significa davvero attingere ai loro pieni
poteri.
La relazione tra Shang-Chi e Katy
Il film ha mantenuto
l’amicizia tra Shang-Chi e Katy come strettamente platonica, senza
alcuna indicazione di una possibile connessione romantica.
Tuttavia, questo è stato inizialmente fatto anche con alcune delle
coppie precedenti del MCU, come Peter Parker e MJ, quindi
c’è una possibilità concreta che la relazione di Shang-Chi e Katy
possa sbocciare nel sequel.
A parte questo, il finale alludeva
anche a loro che potrebbero dare vita ad una sorta di partnership
con i supereroi più potenti della Terra, mentre raccontavano ai
loro amici delle loro (dis)avventure. Non è noto come potrebbe
funzionare, dal momento che Katy non ha poteri, ma sarà
interessante vedere se formeranno una partnership ufficiale o se i
due rimarranno nei “piani bassi”.
Wong e Abominio
In una svolta che la maggior parte
dei fan non avrebbe mai potuto prevedere, Abominio è diventato un
personaggio addirittura simpatico in
Shang-Chi, quando viene rivelato che la sua lotta con Wong
è stata messa in scena da entrambi. Tuttavia, non si sa dove si
siano diretti dopo quella particolare scena.
Oltre ad essere forse il personaggio più
divertente di
Shang-Chi, Trevor
Slattery ha anche fatto ammenda per essersi finto il Mandarino.
Sebbene l’ultima volta lo abbiamo visto fingersi un cadavere
durante la battaglia per evitare di combattere, è chiaro che alla
fine è rimasto a Ta Lo.
Tutti coloro che risiedono nel villaggio sono
trattati da pari a pari, il che dovrebbe portare Trevor ad essere
abile quanto gli altri abitanti. Il sequel potrebbe riportare
Trevor con un diverso livello di abilità e sarebbe altrettanto
divertente vederlo essere davvero coraggioso questa
volta.
Lo stato di Ta Lo
Il mistero di Ta Lo era
associato al fatto che Dweller-in-Darkness era intrappolato lì. Ora
che ciò è stato risolto, tocca ad un eventuale sequel mostrare come
il villaggio sta affrontando la sconfitta del loro grande
nemico.
Inoltre, il Grande Protettore
dovrebbe ora essere l’unica creatura potente che i fan conoscono,
nonostante anche il suo stato debba essere rivelato. Con Ta Lo che
ha fatto fuori anche Wenwu, che era il loro nemico più longevo, le
sue attività restano ambigue e resta da vedere come questo si
legherà alla sconfitta di Dweller-in-Darkness.
Il legame di Shang-Chi con gli Avengers
Conoscendo il MCU, è probabile che Shang-Chi
apparirà nel film di un altro supereroe prima di ottenere il suo
sequel. Tuttavia, lo stesso scenario può essere applicato al
contrario, con un altro Vendicatore che potrebbe apparire nel
seguito di
Shang-Chi.
Il sequel potrebbe vedere qualcuno
come Nick Fury o un Vendicatore esperto in coppia con Shang-Chi,
come parte della sua inclusione nella squadra di supereroi. Ciò
sarà simile a quanto fatto con Hulk in Thor: Ragnarok,
poiché alcuni dei Vendicatori sono stati usati su base individuale.
Le apparizioni di Captain Marvel e Bruce Banner nella scena
post-credits hanno implicato – anche se non necessariamente – che
questi due potrebbero riapparire nel sequel.
Esplorare le altre città in formato tascabile
Ying Nan ha rivelato che
c’erano molti altri posti a Ta Lo a cui era possibile accedere
attraverso portali nascosti. Il villaggio non è il luogo più
pericoloso del MCU, ma potrebbe benissimo esserlo
se il sequel scegliesse di esplorare Ta Lo in modo più
dettagliato.
La dichiarazione di Ying Nan non
sarebbe stata pronunciata se non fosse stata un richiamo per
qualcosa da esplorare in futuro. C’è molto potenziale nel mistero
dietro Ta Lo, come le sue origini e la possibilità di più creature
come il Grande Protettore.
Il segnale che stanno inviando i Dieci Anelli
Il più grande mistero del
film è arrivato proprio alla fine, quando Wong, Bruce Banner e
Captain Marvel si sono presentati per
informare Shang-Chi che i Dieci Anelli stanno trasmettendo un
segnale, con i fan che ora si chiedono che cosa questo significhi
e, soprattutto, a chi faccia riferimento.
Sebbene sia molto probabile che
questo punto della trama verrà sciolto prima, è altresì probabile
che la scena verrà tenuta “in caldo” fino al momento del sequel.
Qualunque cosa stiano richiamando i Dieci Anelli sarà sicuramente
un punto di svolta e potrebbe benissimo essere il prossimo grande
antagonista che Shang-Chi dovrà affrontare.
È passato più di un anno dalla
prematura morte di
Chadwick Boseman, interprete di Black Panther, e
nessuno sembra farsi una ragione della tragedia che ha colpito un
uomo di soli 42 anni che rappresentava un simbolo importantissimo
per tutto il mondo.
A un anno dalla sua dipartita,
NOW
mette a disposizione nella sua offerta City of
Crime, l’ultima interpretazione in carne e ossa
dell’attore e per ricordarlo, elenchiamo di seguito le sue migliori
performance, che, in una carriera così breve, sono comunque state
fondamentali per la storia del cinema e per la comunità
black.
Iscriviti a soli 3
euro e guarda Chadwick
Boseman in City of Crime, disponibile suNOWe anche on demand su
Sky.
City of Crime
L’ultima interpretazione
di
Chadwick Boseman è anche la migliore, nonostante, a
posteriori, si sia detto che l’attore appariva dimagrito e stanco
sul set, a causa della malattia che aveva tenuto nascosta a tutti.
Queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, perché se da
una parte è innegabile che Boseman fosse leggermente dimagrito e
non più prestante come in
Black Panther, è anche vero che lo spessore emotivo e morale
della sua interpretazione hanno raggiunto vette importanti,
nonostante il film sia un crime movie puro, dove più che
all’interpretazione si bada all’azione. Poliziotto incorruttibile e
integerrimo, l’ultima incarnazione di
Chadwick Boseman è visibile su Sky e in streaming su
NOW,
per rendere una volta di più omaggio ad un grande attore e a
un’icona della comunità black in tutto il mondo.
42 – La vera storia di una leggenda americana
Il film del 2013 racconta
la storia vera di Jackie Robinson, il primo afroamericano a giocare
nella Major League Baseball.
Chadwick Boseman sceglieva i suoi progetti con un
criterio preciso, e anche prima della notorietà planetaria con la
Marvel, aveva sempre cercato di
dare un peso alle sue scelte. L’intensità che riesce a trasmettere
in questa prova è una cosa rara, e il suo carisma strabocca dallo
schermo.
Get on Up – James Brown
Da una storia sportiva ad
una storia artistica, Boseman interpreta James Brown, il padrino
del soul. Anche in questo caso, la strada che sceglie l’attore non
è facile, dal momento che l’interpretazione classica di complica
con l’elemento musicale che però dimostra di saper gestire molto
bene. Il film del 2014 non ha forse avuto la vetrina che meritava,
ma va ricordato anche solo per il talento musicale i
Chadwick Boseman, talento che avrà modo di
approfondire più avanti.
Nel 2016, in
Captain America: Civil War, esordisce sul grande schermo
T’Challa, Black Panther. Ritroveremo il personaggio nel suo film da
solista, ma anche in Avengers: Infinity War e in Avengers: Endgame.
Il personaggio di
Chadwick Boseman ha cambiato la storia del cinema, la
rappresentazione della comunità black nei grandi blockbuster, la
percezione che i bambini di ogni colore possono avere di fronte ai
supereroi del grande schermo. Non solo, il film è stato il primo
cinecomic a guadagnarsi una nomination agli Oscar come miglior
film, portando a casa i premi a costumi, trucco e colonna sonora.
Ma soprattutto ha mostrato quanto il carisma di Chadwick, la sua
eleganza e la sua regalità fossero effettivamente qualità che
metteva al servizio dei personaggi, ma che caratterizzavano la sua
persona.
Ma Rainey’s Black Bottom
Il film con una
strepitosa
Viola Davis ha visto
Chadwick Boseman a un passo dall’Oscar postumo per la
migliore interpretazione maschile. Il premio è andato poi a
Anthony Hopkins per
The Father, ma questo non sminuisce di un soffio la performance
del nostro. Il suo Levee, trombettista della band della star Ma
Reiney, è un esempio di vitalità e grinta, ma anche rabbia e
desiderio di rivalsa, di giustizia, per un mondo (quello degli anni
’20 non è troppo diverso da quello contemporaneo) che non lo valuta
per quello che è. Boseman è trascinante e accorato, non hanno
affatto sorpreso le nomination nel corso dell’ultima stagione dei
premi.
Il network americano della ABC ha diffuso le
anticipazioni di Grey’s Anatomy 18×01, il primo
episodio della diciottesima
stagione di Grey’s
Anatomy.
In Grey’s Anatomy
18×01 che si intitolerà “Here Comes The Sun” Mentre la
città di Seattle si diverte alla Phoenix Fair che celebra la
rinascita della città post-COVID, i medici di Grey Sloan curano un
paziente che incontra illegalità fuochi d’artificio. Nel frattempo,
Bailey ha gli occhi puntati sull’assunzione di nuovi medici, ma ha
difficoltà a trovare opzioni praticabili. Owen e Teddy tentano di
fare il passo successivo nel loro fidanzamento, e Meredith ha una
sorprendente opportunità quando incontra un dinamico dottore del
passato di sua madre nella premiere della stagione di
“Grey’s Anatomy 18, che andrà in onda giovedì 30
settembre su ABC.
Guest star di Grey’s Anatomy 18×01 sono Kate
Burton come Ellis Gray e Peter Gallagher come Dr. David Hamilton.
Grey’s
Anatomy 18 in streaming è disponibile
suDisney+.
In
Grey’s Anatomy 18 ritorneranno i personaggi
Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen
Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in
corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary, Greg
Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren
(stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato
da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo
Gianniotti e Caterina
Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Grey’s Anatomy 18 è stato creato ed è prodotto da
Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station
19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”,
“Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff
(“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy
Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy”
è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television
Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.
Roberto
Andò torna a Venezia per il suo Il
bambino nascosto, presentato fuori concorso alla
78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Il regista
viene da un’esperienza lunga quasi quanto la sua vita, che affonda
le radici nel teatro, nella scrittura e, naturalmente, nella
regia.
Già a metà degli anni 90
era iniziata la sua avventura con la Mostra al Lido di Venezia,
dove aveva presentato diversi documentari. Fino ad
arrivare al 2018 quando porta Una storia senza nome, sempre fuori concorso.
Nel corso di tutti quegli anni, si aggiudica una grande quantità di
premi e candidature tra Nastri d’argento e David di Donatello. Un
percorso professionale ricchissimo, dunque, quello di Andò, fatto
anche di maestri e guide dai nomi altisonanti (da Leonardo
Sciascia a Francesco Rosi, passando per
Fellini e Harold Pinter), che
contribuiscono alla sua formazione artistica, ai suoi interessi e
allo stile che via via avrebbe raffinato nel tempo.
La storia de Il
bambino nascosto è tratta da un suo stesso libro dal
titolo omonimo, nel quale chiaramente ci sono tanti più dettagli di
contorno rispetto al risultato finale scritto in sceneggiatura. Il
film parla del professore Gabriele Santoro (Silvio
Orlando) che insegna pianoforte al Conservatorio San
Pietro a Majella e che un giorno, dentro casa propria, si trova un
giovane sugli undici anni (Giuseppe Pirozzi) che
riconosce essere il figlio di una coppia che vive nel suo palazzo
(Imma Villa e Sasà Striano). Il
tutto è ambientato a Napoli, in un quartiere popolare, in cui il
maestro Santoro – così è come viene chiamato in zona – abita da
diverso tempo, nonostante potrebbe permettersi di vivere in zone
ben più ricche, ma al regista è proprio questo che vuole
combinare.
La soddisfazione nel far
confluire insieme mondi così tanto diversi è il flusso primario
della corrente del film. Il desiderio di Andò è quello di mettere
in scena due correnti dall’impeto opposto che si scontrano, ma che
scatenano l’apertura verso la libertà, proprio quella che per vie
legali non è ancora realizzabile a causa della mancanza di
preparazione del nostro sistema giuridico.
Il piccolo e sfrontato
Ciro, così si chiama il giovinetto che irrompe nella vita del
professor Santoro, è dovuto fuggire dalla sua stessa famiglia a
causa di una situazione non chiara, ma evidentemente molto grave,
che ha combinato con un suo amichetto, e che ha scatenato le ire
della Camorra.
Il bambino non ha
protezione, se dovesse ritornare a casa sa che potrebbe essere
ucciso, nonostante la sua sia ancora un’età in cui di morte e
sparatorie non se ne dovrebbe capire nulla. Eppure tant’è. Il
maestro è chiuso, intimidito, al limite dell’asociale. Ma forse è
questa l’occasione che la sua personalità ripiegata in sé stava
giusto aspettando per uscire all’aria aperta.
Un incontro tra due solitudini
Roberto
Andò si appoggia completamente all’insolita coppia di
attori nella strutturazione del progressivo sviluppo della storia.
E sarebbe l’ideale in base a come l’idea originale è stata pensata,
al modo in cui la trama viene tessuta su carta, nella scrittura del
film. È evidente l’intento del regista-scrittore, così come
dell’ausilio dello sceneggiatore Franco Marcoaldi:
l’incontro dell’intellettuale un po’ burbero, reso legnoso dalla
vita solitaria, si schiude davanti alla semplicità sfacciata e
vitale del piccolo Ciro, finché l’uno salva l’altro.
Il problema è solo che la
chimica e la sintonia interpretativa non sono così immediate e, tra
l’altro, traspaiono da così tanti elementi che è praticamente
impossibile recitarle, anche se parrebbe un paradosso.
Silvio Orlando e il giovane Giuseppe
Pirozzi portano loro stessi e le loro reali fragilità
davanti alla macchina da presa, e il gioco risulta efficace
fintanto che è funzionale all’impaccio della prima parte del
racconto. Ma quando si arriva al nocciolo della questione, la
relazione vacilla e rimane la poca armonia. Per quanto sia
innegabile la buona intenzione dell’autore.
Malignant, nelle
sale dal 2 Settembre, segna il ritorno di James
Wan al genere che lo ha reso celebre grazie al successo di
Saw-L’enigmista nel 2004. Coi successivi
Insidious e The Conjuring ha dato via a successi al
botteghino, che hanno incontrato il favore del pubblico. Il
soggetto di Malignant è stato elaborato proprio da Wan e da
Ingrid Bisu. Gli intenti di Wan con questa
pellicola sono stati, tuttavia, disattesi e ben lontani dall’essere
un omaggio di tutto punto al thriller-horror anni ’70-80.
Malignant si propone come un horror scioccante e viscerale
Malignant segue le
vicende della sfortunata Madison (Annabelle
Wallis), giovane donna incita, vessata e maltrattata
continuamente dal marito. E’ proprio durante una lite col marito
che “qualcosa” di misterioso interviene uccidendolo, dando via a
una serie di eventi inconcepibili e misteriosi, cui Madison non sa
dare una spiegazione. Entreranno in gioco anche due detective della
polizia e la fidata sorella di Madison, per indagare su un
inquietante mistero che ha a che fare con l’oscuro passato di
Madison.
“Malignant è il
mio film più violento, quindi mi rendo conto che spiazzerò quelli
che amano i miei film meno cruenti. Ma quello non era il film che
volevo fare, ho già fatto quel tipo di horror, ho fatto The
Conjuring, ho fatto Insidious, e non volevo ripetermi. Volevo fare
qualcosa che non fosse solo un horror spaventoso, ma allo stesso
tempo scioccante e viscerale. Infatti in questo film ho deciso di
concentrami soprattutto sul come mostrarlo. Sento che molti lo
troveranno eccessivo mentre altri lo accetteranno”, afferma il
regista.
Effettivamente, le premesse per
rendere Malignant un horror dallo sviluppo
viscerale, rivisitato attraverso i compromessi della struttura
classica ma totalmente aggiornato coi tempi, ci sono. L’azionalità
tipica del regista è sfruttata adeguatamente tramite una regia
rifinita e scelte di montaggio azzeccate, con tanto di
sperimentazione dal punto di vista musicale, che unisce temi più
classici a tracce rock, come Where is my mind?
Con Malignant Wan
punta tutto su una regia piuttosto curata, con qualche guizzo
ravvisabile, e che va ad abbracciare anche l’elemento
sovrannaturale che lo ha reso proprio un celebre regista di genere.
La pellicola tuttavia ambirebbe a sorprendere lo spettatore,
tramite rivelazioni inaspettate e tuffi repentini nel sottogenere
orrorifico, materico e scabroso delle narrazioni di suspense. La
trama, unitamente a performance attoriali davvero deboli, non
riescono a seguire l’elevazione della materia narrativa quanto
dovrebbe bastare per rendere Malignant un prodotto
riuscito e vincente nel panorama dell’horror contemporaneo.
Malignant: tra intertestualità e narrazione piuttosto
debole
Wan prende spunto dalle fonti più
disparate, come Alexandre Bustillo e
Julien Maury (A L’Interieur) e
Dario Argento, sommandole senza soluzione di
continuità al tema cardine della narrazione, ossia la maternità e
la sorellanza che vanno a cozzare contro l’imprevedibilità e
l’inevitabilità di un male in crescita, il quale non conosce
confini né giurisdizione alcuna, bensì è guidato solo da istinti
primordiali; incarnazione allegorica di una fiera dantesca,
ostacolo inappuntabile di un viaggio infernale che fa perno sulla
nocività dell’attaccamento fisico e si nutre di un antropomorfismo
ancestrale sorprendente in punti chiave della narrazione.
Alcune sequenze prettamente
azionistiche, in cui la carica malefica del villain di Malignant
finisce per sconfinare nella caratterizzazione di un maligno
fumettistico, quasi da cinecomic, rappresentano effettivamente al
meglio le potenzialità del regista, che parte da omaggi di
altissimo livello – La Metà Oscura di
Romero, Il Vestito per uccidere di De
Palma, passando per Murderock uccide a passo di
danza e i film di Argento.
L’intertestualità cede però in fretta il passo a una debolezza
narrativa crescente, che vede nella rivelazione finale l’unico
frammento ben riuscito di un soggetto povero.
L’estetica di Wan rimane pressochè
immutata in Malignant, distreggiandosi tra eccessi
e virtuosismi sovrabbondanti che, in questo specifico caso, poco
hanno a che vedere con una struttura narrativa ansiogena, in cui
predominano sottotesti ricchi di suspense. Indubbiamente
Malignant riesce ad accaparrarsi più punti a
favore rispetto alla maggioranza dei titoli mainstream, riuscendo
ad assicurarsi il beneplacito dei fan del regista, anche grazie
alla grande carica azionistica che contraddistingue diverse
sequenze.
Malignant si
appropria di stilemi narrativi che riprendono anche le cornici
dell’horror fantastico, in particolare per quanto riguarda la
costruzione di una villain reietto, prodotto di un contesto
famigliare rigettato, ma in cui egli vuole disperatamente
rientrare. Personaggi in bilico tra una realtà precaria e nebulosa
e un inconscio raggirabile e mutevole fanno da padrone a un ritmo
narrativo che non riesce a delineare un crescendo tensivo
apprezzabile e, al posto di risultare sempre più sorprendente nella
propria cupezza, finisce per configurarsi come una miscela di
richiami horror, punteggiata da qualche schizzo di ironia piuttosto
convenzionale.
Andrew Garfield è apparso per la prima volta
nei panni di Spider-Man in The Amazing Spider-Man, prima episodio del dittico che
ha riavviato il celebre franchise dopo la serie di film guidata da
Tobey Maguire. Sfortunatamente, a causa del flop del sequel,
The Amazing Spider-Man 2, tutti i piani relativi a
quella saga vennero ufficialmente cancellati.
Diversi anni dopo, un nuovo
Spider-Man sarebbe apparso sul grande schermo, segnando finalmente
l’introduzione del personaggio nel MCU: stiamo ovviamente parlando di
Tom Holland, che ritroveremo nei panni del
simpatico arrampicamuri nell’attesissimo Spider-Man:
No Way Home, atteso nelle sale di tutto il mondo a
dicembre.
Di recente Garfield è stato ospite
dello show di Jimmy
Fallon in occasione della promozione del suo ultimo film,
The Eyes of Tammy Faye, e ovviamente, nel corso
dell’intervistata, la conversazione si è spostata sulla sua
presunta apparizione in No
Way Home. Dopo aver smentito per l’ennesima volta
quei rumor, Garfield ha parlato della sua ammirazione per
l’iterazione dell’Uomo Ragno ad opera di Holland e di quanto si
senta sollevato dal non essere più il “custode” dei segreti che
aleggiano attorno al franchise.
“Penso che Tom Holland sia
semplicemente il perfetto Peter Parker/Spider-Man, quindi sono
semplicemente super entusiasta della cosa”, ha dichiarato
l’attore. “Posso essere di nuovo un fan, che è quello che mi
piace essere di più. Posso sedermi tra il pubblico, al cinema, e
dire anche io la mia su cosa mi è piaciuto e cosa no. Finalmente
anche io posso dire se il costume mi è piaciuto o no
(ride).”
Tornando a parlare del suo ipotetico
coinvolgimento in No
Way Home, Andrew Garfield ha commentato la foto dal set
emersa online nei mesi scorsi, in cui apparirebbe al fianco di
Tobey Maguire. La foto è in seguito sparita dal web, e in
merito alla questione l’attore si è semplicemente limitato a dire:
“Ne ho sentito parlare e l’ho vista. Si tratta di un
fotomontaggio.”
Il network americano NBC dopo le foto ha
diffuso le anticipazioni di Chicago PD 9×01, il
primo episodio dell’annunciata nona stagione diChicago
PD.
In Chicago PD 9×01 che si
intitolerà “Closure” quando un informatore del PD viene
assassinato, la squadra interviene per rintracciare l’autore solo
per apprendere una verità scioccante. Voight e Ruzek decidono di
aiutare Burgess
Chicago PD 9×01
Chicago PD 9 è la nona stagione della
serie tv Chicago
PD creata da Dick
Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato
su Chicago trasmesso dal network americano NBC.
In Chicago PD
9 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight
(stagioni 1-in corso), interpretato da Jason
Begheè il capo dell’Unità Intelligence del
Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto
che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non
rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è
sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente
di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie,
Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato
daJesse
Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner
del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua
fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che
occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo
discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto
reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da
Patrick John Flueger, è il partner del
Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un
agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande
potenziale.
In Chicago Fire 10×01 che si intitolerà “Mayday” Firehouse
51 si occupa delle conseguenze del salvataggio della barca
capovolta. Gallo, Ritter e Violet discutono dei piani per un
concerto secondario.
Nel cast di Chicago
Fire 10 ritorneranno i personaggi Matthew
Casey (stagione 1-in corso), interpretato da Jesse
Spencer, Tenente del Camion 81. Kelly Severide
(stagione 1-in corso), interpretato da Taylor
Kinney, tenente della Squadra di Soccorso 3. Ha
vissuto insieme a Leslie Shay, sua migliore amica. È un “don
Giovanni”. Gabriela Dawson (stagione 1-in corso), interpretata da
Monica Raymund, paramedico nell’Ambulanza 61 e
amica di Leslie Shay. Successivamente seguirà il corso per
diventare vigile del fuoco.
Comandante Wallace Boden (stagione
1-in corso), interpretato da Eamonn Walker, è
il Comandante della Caserma 51. Christopher Herrmann (stagione 1-in
corso), interpretato da David Eigenberg,
Vigile del fuoco del Camion 81. È sposato e ha 5 figli. Insieme a
Dawson e Otis ha un locale, il Molly’s. Brian “Otis” Zvonecek
(stagione 1-in corso), interpretato da Yuri
Sardarov Vigile del fuoco del Camion 81. Ha avuto una
relazione con la sorellastra di Kelly Severide. Joe Cruz (stagione
1-in corso), interpretato da Joe Minoso, Vigile
del fuoco del Camion 81. È coinquilino di Otis e ha avuto una
relazione con Sylvie Brett. Randy “Mouch” McHolland (stagione 1-in
corso), interpretato da Christian
Stolte, Vigile del fuoco del Camion 81. Si sposerà
con il sergente Trudy Platt di Chicago P.D..
Il network americano NBC ha diffuso il teaser
promo di La Brea, l’annunciata nuova serie tv
La
Brea.
La Brea
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
In una recente ospitata all’interno
del podcast
The Beard and The Bald, Grillo ha ammesso che gli piacerebbe
tornare nei panni di Crossbones in un progetto futuro della
Marvel. L’attore ritiene che Brock
Rumolow sia un personaggio davvero interessante, che merita di
essere esplorato ancora di più. Inoltre, all’attore piacerebbe
interpretarlo di nuovo prima di diventare “troppo vecchio
e ridicolo” per farlo ancora.
“Prima di tutto, lasciatemi dire
che sono veramente grato per questo ruolo”, ha detto Grillo.
“È una specie di testamento del potere della Marvel. Anche perché sono soltanto
in due film. Due film di Captain America. Il pubblico tende ad
associarmi a lui perché appaiono sempre al suo fianco. Ma alla
Marvel non l’hanno mai concepito in
quel modo. E mi piace che alla fine tengano sempre una porta
aperta.”
“Impazzirei se dovessi ricevere
una chiamata in cui mi viene detto: ‘Abbiamo scritto qualcosa di
nuovo per Crossbones’. Mi piacerebbe interpretarlo di nuovo prima
di essere troppo vecchio o ridicolo per farlo”, ha aggiunto.
“Mi piacerebbe approfondire ancora di più il personaggio,
perché penso che sia davvero interessante. E poi è davvero popolare
tra i fan. Spero davvero che Kevin Feige, che è sempre molto
attento a questo tipo di cose, trovi davvero un modo, in futuro,
per riportarlo indietro.”
Agli occhi della maggior parte dei
fan, la scena madre di Brock Rumolow/Crossbones è sicuramente
quella presente in
The Winter Soldier, quando il personaggio si ritrova
a combattere contro Steve Rogers all’interno di un ascensore.
Quella battaglia è stata rivisitata in Endgame,
ma in quel caso Steve ha evitato il conflitto giurando fedeltà
all’Hydra (per finta, naturalmente).
Nonostante sia Robert Kirkman il
responsabile della prima serie a fumetti Marvel
Zombi insieme all’artista Sean Phillips, sono stati
poi Mark Millar e Greg Land che hanno effettivamente introdotto gli
eroi più potenti della Terra in versione “non-morta” nelle pagine
di “Ultimate Fantastic Four”.
Ora, in una recente newsletter
inviata ai fan, è stato proprio Millar ad aver suggerito che un
progetto live-action di qualche tipo (un film, ma anche una serie
tv) potrebbe essere in lavorazione dopo il debutto di quella
versione alternativa degli eroi nel quinto episodio della serie
animata What If… ?, disponibile su Disney+.
Nel condividere i suoi pensieri
proprio in merito al debutto di Marvel Zombi nel MCU, Mark Millar
ha dichiarato (via
CBR): “Se le mie fonti sono corrette, potrebbe esserci una
versione live action di Marvel Zombie in futuro. Ma
ricordate: da me non avete sentito nulla.”
Ovviamente, le parole di Millar sono
tutt’altro che una conferma ufficiale, ma considerato il suo
trascorso con i personaggi e i contatti con il mondo di Hollywood,
non c’è motivo di credere che non possa aver sentito parlare di
eventuali piani dei Marvel Studios. Già in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness potremmo avere un
assaggio “in carne ed ossa” di queste versioni alternative degli
eroi, ma nulla esclude che, in futuro, possa esserci un film o una
serie a loro interamente dedicati.
Il network americano
ABC ha diffuso l’inedito promo “Insanity” di
9-1-1 5, l’attesa
quinta stagione di 9-1-1.
Dai creatori Ryan Murphy e Brad
Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip/Tuck”), il
nuovo dramma procedurale 9-1-1
esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia,
paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nei più situazioni
spaventose, scioccanti e al cardiopalma. Questi soccorritori devono
cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più
vulnerabili con la risoluzione dei problemi della propria vita. La
serie provocatoria vede la partecipazione della candidata all’Oscar
e all’Emmy Award Angela Bassett (“American Horror Story”, “Che
c’entra l’amore”) e l’attore candidato all’Emmy Award e al Golden
Globe Peter Krause (“The Catch”, “Six Feet Under “).
9-1-1 5
9-1-1 5 è la
quinta stagione della serie 9-1-1
creata da Ryan Murphy e Tim Minear per
il network americano FOX. Dai creatori Ryan Murphy e Brad
Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip /
Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1 esplora
le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia, paramedici e
vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni spaventose,
scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono cercare di
bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel
risolvere i problemi della propria vita.
In 9-1-1
5 protagonisti sono Athena Carter Nash,
(stagione 1-in corso), interpretata da Angela
Bassett, Robert “Bobby”
Nash (stagione 1-in corso), interpretato
da Peter Krause, Evan “Buck”
Buckley (stagione 1-in corso), interpretato
da Oliver Stark, Henrietta “Hen”
Wilson (stagione 1-in corso), interpretata
da Aisha Hinds, Howard
“Howie”/”Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato
da Kenneth Choi, Michael
Grant (stagione 1-in corso), interpretato
da Rockmond Dunbar, Abigail “Abby”
Clark (stagione 1, guest star stagione 3), interpretata
da Connie Britton, Madeline “Maddie”
Buckley Kendall (stagione 2-in corso), interpretata
da Jennifer
Love Hewitt, Edmundo “Eddie”
Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan
Guzman, May Grant (ricorrente
stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata
da Corinne Massiah, Harry
Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso),
interpretato da Marcanthonee Jon Reis.
La promozione di Venom: La
furia di Carnage è ufficialmente iniziata e, in
attesa dell’arrivo del film nelle sale italiane (previsto per il
prossimo 14 ottobre), ecco che le varie interviste rilasciate dal
cast si stanno rivelando – come spesso accade – un’ottima occasione
per soddisfare la curiosità dei fan in merito al film e a tutta una
serie di questioni ad esso collegate.
Tra queste, ovviamente, figura la
possibilità che un giorno i personaggi di Venom e Spider-Man
appaiano insieme in un film. Il Sony Spider-Man
Universe (come di recente è stato ribattezzato) sta
prendendo ormai sempre più piede, con l’arrivo del sequel di
Venom,
l’attesa spasmodica per Morbius e
l’ufficializzazione del progetto dedicato a Kraven il Cacciatore. Tutti questi film sono dedicati
ai più grandi nemici dell’Uomo Ragno, che di fatto però non ha
ancora fatto la sua apparizione in nessuno di essi (o meglio,
ancora non sappiamo quando e, soprattutto, se accadrà).
Parlando con IGN (via
The Direct) proprio in occasione della promozione di Venom: La furia di
Carnage, il regista Andy Serkis ha dato forse la risposta che
tutti i fan stavano aspettando. Quando gli è stato chiesto,
infatti, della possibilità di un crossover, quindi se Venom
incontrerà mai Spider-Man un giorno, Serkis ha risposto che
sicuramente accadrà.
“Questa domanda è sulla bocca di
tutti. Tutti vogliono sapere se Venom incontrerà Spider-Man.
Personalmente, non credo accadrà… Ovviamente sto scherzando, è
chiaro che accadrà”, ha detto Andy Serkis. “Al tempo stesso, però, credo
che ci sia ancora molto da esplorare. Tutto dipende da come si
vorrà arrivare a quell’incontro. Se il pubblico vuole più storie di
Venom soltanto per arrivare a Spider-Man, allora potrebbe perdersi,
nel mezzo, tante altre fantastiche storie di altrettanti fantastici
supercriminali. In un certo senso, affrettare le cose potrebbe
anche precludere la possibilità che avvenga davvero.”
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
In un certo senso, il film
L’incredibile Hulk è considerato la “pecora nera”
dell’intera filmografia del MCU. Tuttavia, è probabile che il
ritorno del personaggio di Abominio, alla fine, spinga i fan a
rivalutare quel titolo in maniera significativa.
Abominio è apparso brevemente in
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, ma
tornerà per un ruolo assai più consistente nell’attesa serie
She-Hulk
che debutterà nel 2022 su Disney+. Sappiamo che Tim Roth è tornato a doppiare il personaggio
nel cinecomic di Destin Daniel Cretton e in una recente intervista
con
The Hollywood Reporter è stato proprio l’attore a spiegare cosa
lo ha spinto ad accettare di rivivere l’esperienza di Abominio.
“Ho preso parte a L’incredibile
Hulk, anni fa, solo perché pensavo che i miei figli ne sarebbero
stati imbarazzati. L’ho fatto per loro e mi sono davvero divertito
a realizzarlo”, ha spiegato. “Quindi, quando sono venuti
da me e mi hanno detto: ‘Stiamo lavorando a She-Hulk. Vuoi tornare
di nuovo nei panni di quel personaggio?’, ho subito
accettato. Dovrebbe essere divertente.”
“Allo stesso tempo, però, sono
rimasto molto sorpreso, perché all’inizio è stato difficile”,
ha aggiunto Roth, riferendosi probabilmente alla sua performance in
motion-capture. “È stato solo quando Mark Ruffalo è arrivato
per girare le sue scene nei panni di Bruce Banner che ho pensato:
‘Oh, è così che devi fare anche tu! Ci vuole senso
dell’umorismo!'”
Le dichiarazioni di Roth sono
alquanto interessanti, dal momento che nella prima scena
post-credits di
Shang-Chi abbiamo visto Bruce Banner nella sua forma umana
e non più come Smart Hulk. Non c’è motivo per credere che Hulk non
possa apparire di nuovo, e se c’è qualcosa che potrebbe realmente
scatenare il ritorno del Gigante Verde in She-Hulk,
potrebbe essere proprio il ritorno di Abominio.