Amanda Seyfried
interpreta Marion Davies in Mank,
il nuovo film di David Fincher che ricostruisce le
vicende dietro alla produzione di Quarto Potere di
Orson Welles. Questa la nostra intervista
all’attrice. Mank arriva il 4 dicembre su Netflix.
Dopo aver lanciato brand del
calibro di House of Cards e
Mindhunter,David Fincher torna a
lavorare con Netflix. Mank,
un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta
dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il
premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto
Potere.
A interpretare lo sceneggiatore,
Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da
Howard Fincher il padre defunto di David. Il film
dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los
Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film
invece troviamo Ceán Chaffin, frequente
collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski
che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha
il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva
essere il progetto a cui David Fincher voleva
dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin
Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la
produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di
girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.
Mankiewicz è stato uno degli
sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood
e ha lavorato con Orson Welles per Quarto
Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago
Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker,
Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo
periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la
migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere
nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera
includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle
otto, L’idolo delle folle e The Pride of St.
Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film
diretto da Steven SoderberghThe
Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo
dei Panama Paper, insieme a un cast che include
Meryl Streep e Antonio Banderas.
Sempre per Netflix, David Fincher
ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death &
Robots.
Tom Pelphrey
interpreta Joseph L. Mankiewicz in
Mank, il nuovo film di David
Fincher che ricostruisce le vicende dietro alla produzione
di Quarto Potere di Orson Welles.
Questa la nostra intervista all’attore. Mank
arriva il 4 dicembre su Netflix.
Dopo aver lanciato brand del
calibro di House of Cards e
Mindhunter,David Fincher torna a
lavorare con Netflix. Mank,
un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta
dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il
premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto
Potere.
A interpretare lo sceneggiatore,
Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da
Howard Fincher il padre defunto di David. Il film
dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los
Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film
invece troviamo Ceán Chaffin, frequente
collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski
che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha
il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva
essere il progetto a cui David Fincher voleva
dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin
Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la
produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di
girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.
Mankiewicz è stato uno degli
sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood
e ha lavorato con Orson Welles per Quarto
Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago
Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker,
Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo
periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la
migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere
nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera
includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle
otto, L’idolo delle folle e The Pride of St.
Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film
diretto da Steven SoderberghThe
Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo
dei Panama Paper, insieme a un cast che include
Meryl Streep e Antonio Banderas.
Sempre per Netflix, David Fincher
ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death &
Robots.
Il regista Jon
Favreau è oggi noto per essere particolarmente legato alla
Disney, per la quale ha diretto film come Iron Man, Il libro della
giungla, Il re leone e ha
ideato la serie The Mandalorian. Molto impegnato in
progetti dal grande budget, questi decise però, nel 2014, di
prendersi una pausa da tutto ciò e tornare a dedicarsi ad un film
più piccolo, senza l’utilizzo di grandi effetti speciali ma basato
unicamente su una buona sceneggiatura e valide interpretazioni. È
così che nasce Chef – La ricetta
perfetta, film per il quale Favreau ha ricoperto
il ruolo di regista, sceneggiatore, produttore e attore
protagonista.
Il suo desiderio era infatti quello
di realizzare un film basato sul mondo della cucina, sua altra
grande passione. Per tale progetto decise di circondarsi di
colleghi fidati ed esperti del settore che potessero guidarlo verso
una maggior realisticità. All’interno di questo contesto, però,
Favreau decise di inserire anche elementi autobiografici, come la
provenienza da una famiglia difficile e l’essere un padre spesso
più impegnato nel lavoro che nel dedicare tempo ai propri figli. Lo
stesso desiderio di abbandonare film dal grande budget per
dedicarsi ad un progetto indipendente è un elemento che si ritrova
nel film nella decisione del protagonista di rinunciare al grande
ristorante in favore di un più umile food truck.
Dopo un periodo di riprese
dislocate tra le città di Miami, Austin, Los Angeles e New Orleans,
Chef – La ricetta perfetta arrivò infine in sala. Qui si
affermò come un grande successo, incassando ben 46 milioni di
dollari a livello globale a fronte di un budget di soli 11. Il film
venne inoltre particolarmente apprezzato dalla critica, che ne lodò
la regia, le interpretazioni e la storia. Così Favreau ha dato
ulteriormente prova della sua poliedricità, dimostrando di essere
uno dei nomi del cinema statunitense più importanti del momento.
Per scoprire ulteriori curiosità su questo film, basterà proseguire
qui nella lettura.
Chef – La ricetta perfetta: la
trama del film
Protagonista del film è Carl
Casper, chef di grande fama che da anni riscuote ormai soltanto
pareri positivi per i suoi ricercati piatti, in grado di soddisfare
ogni tipo di palato. Nonostante ciò, egli si trova un giorno a
dover fare i conti con la critica negativa del temuto Ramsey
Michel, noto esperto di gastronomia. Carl non prenderà però affatto
bene le sue affermazioni, e in seguito ad una sfuriata pubblica nei
confronti del critico finisce con l’essere licenziato dal
ristorante e veder terminare bruscamente la sua gloriosa carriera.
Ritrovatosi screditato da tutti e senza un lavoro, questi si trova
nella condizione di dover trovare una soluzione.
L’idea che gli permetterà di
riscattarsi arriva proprio dalla sua ex moglie Inez, la quale gli
consiglia di aprire un chiosco di panini cubani. Aiutato da suo
figlio Percy e dall’esperienza di questi con il mondo del Web, Carl
intraprende così un lungo viaggio dalla Florida alla California con
il suo food truck chiamato “El-Jefe”. Durante tale tour lo chef
avrà non solo occasione di incontrare numerosi fan della sua
cucina, ma anche di riscoprire l’amore nei confronti di questa. In
particolare, però, egli avrà modo di ricostruire il rapporto con
suo figlio, con il quale aveva fino a quel momento trascorso troppo
poco tempo insieme.
Chef – La ricetta perfetta: il
cast del film
Anche protagonista del film,
Jon
Favreau contattò per assisterlo il celebre chef di
food-truck Roy Choi. Questi acconsentì di partecipare in qualità di
consulente a patto che Favreau si impegnasse ad essere il più
realistico possibile nella sua interpretazione. Per riuscire in
ciò, il regista e attore trascorse diverso tempo in cucina con
Choi, imparando ad eseguire correttamente attività come ripulire la
propria postazione o ripiegare adeguatamente gli asciugamani. Allo
stesso tempo, lo chef insegnò lui a cucinare, e tutti i piatti che
si vedono nel film vengono realmente preparati da Favreau. Questo
duro periodo di pratica gli permise di entrare nella mentalità
dello chef, con tutta la concentrazione che questo ruolo richiede
anche per i più piccoli dettagli.
Nel ruolo di Inez, ex moglie di
Carl, si ritrova l’attrice Sofia
Vergara, oggi nota per il suo ruolo nella serie
Modern Family. Il giovane Emjay Anthony,
qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici, interpreta invece
il figlio di Carl, Percy. Nel film sono poi presenti attori come
John
Leguizamo nei panni di Martin, amico di Carl, e il
premio Oscar Dustin
Hoffman in quelli di Riva, proprietario del ristorante
dove Carl lavorava. Compaiono poi in ruoli minori gli attori
Robert Downey
Jr. nel ruolo di Marvin e Scarlett
Johansson in quello di Molly. Questi due avevano già
collaborato con Favreau per il film Iron Man 2.
L’attore Oliver Platt, invece, è il critico Ramsey
Michel. Per prepararsi al ruolo, questi passò diverso tempo insieme
a suo fratello, che di professione è proprio un critico
gastronomico. Da lui imparò tutto ciò che c’era da sapere sul
mestiere.
Chef – La ricetta perfetta: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Chef
– La ricetta perfetta è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 27
novembre alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
La mattina dell’8 novembre 2018,
nel nord della California, una scintilla prodotta da una torre di
trasmissione, si trasforma rapidamente, grazie anche alla siccità
che perdura da tempo, in una devastante tempesta di fuoco che
travolge la cittadina di Paradise. Quando l’incendio viene spento, si contano
85 morti, 50.000 sfollati e il 95% delle strutture distrutte. Si
tratta dell’incendio più letale negli Stati Uniti negli ultimi 100
anni e il peggiore nella storia della California.
Senza più un’abitazione e con una
città rasa al suolo dalle fiamme, gli abitanti di Paradise decidono
di unire le proprie forze dando vita a una comunità capace di
risorgere nelle avversità e trovare in se stessa la forza per
affrontare i tanti ostacoli della ricostruzione.
Una storia di resilienza e impegno
che il regista premio Oscar Ron Howard racconta in
California, paradiso in fiamme in onda su
National Geographic (Sky, 403) lunedì 30 novembre
alle 20:55. Realizzato dopo un anno di riprese, questo
documentario ripercorre i sacrifici di una popolazione che trova la
propria strada ridefinendo le priorità sulla salvaguardia
dell’ambiente e rafforzando il suo tessuto sociale. Una comunità
che decide di rinascere per inseguire il sogno di ricostruire un
nuovo “paradiso”.
“Non ci sono dubbi, i
cambiamenti climatici hanno contribuito agli incendi che hanno
devastato la costa ovest degli Stati Uniti. Dovrebbe suonare per
tutti come un campanello d’allarme – Paradise potrebbe essere la
nostra città” afferma Ron Howard e aggiunge “Paradise ci
ha ricordato come la comunità rappresenti una risorsa e l’unità sia
una preziosa rete di sicurezza emotiva.”
Onward
– Oltre la magia quando due fratelli elfi adolescenti,
Ian e Barley Lightfoot, hanno l’inaspettata opportunità di
trascorrere un giorno in più con il loro defunto padre, si
imbarcano in una straordinaria avventura a bordo dell’epico furgone
di Barley, Ginevra. Come ogni impresa che si rispetti, la loro
avventura è ricca di incantesimi magici, mappe misteriose, ostacoli
insormontabili e scoperte incredibili. Ma quando la coraggiosa
mamma dei ragazzi, Laurel, si accorge che i suoi figli sono
scomparsi, si allea con la Manticora, una ex guerriera in parte
leone, in parte pipistrello e in parte scorpione, e inizia a
cercarli. Nonostante le pericolose maledizioni, questo singolo
magico giorno potrebbe significare molto più di quanto avessero mai
immaginato. Diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae, il
lungometraggio d’animazione Disney e Pixar sarà disponibile dal 2
dicembre in formato Blu-Ray e DVD.
Nella versione italiana di Onward
– Oltre la magia, il cast di voci comprende
Sabrina Ferilli nei panni di Laurel Lightfoot, una
mamma determinata e devota che lavora duramente e si impegna con
tutto il cuore in tutto ciò che fa, e Fabio Volo
in quelli di Wilden Lightfoot, intelligente e sicuro di sé, ha
scoperto un modo creativo e al tempo stesso fantastico per rivedere
i suoi figli molti anni dopo la sua morte. Tra le voci italiane
anche Favij, Raul Cremona e
David Parenzo che interpretano rispettivamente uno
spiritello, un apprendista stregone e un cameriere.
Onward – Oltre la magia
CONTENUTI EXTRA:
Alla ricerca della
Storia – Onward – Oltre la magia è ispirato
alle esperienze personali vissute da Dan Scanlon, nonostante il
regista non abbia sangue elfico o poteri magici;
Cittadini di New
Mushroomton – La città di New Mushroomton è popolata
da un insieme variegato di creature magiche – dagli elfi agli
gnomi, dai centauri ai troll. In questo documentario i filmmaker e
i voice talent raccontano in che modo hanno portato in vita le
creature fantastiche del mondo di Onward – Oltre la
Magia;
Ardore del
cuore – Questo estratto ripercorre il processo di
creazione della magia del mondo di Onward – Oltre la Magia
sin dai primi stadi, attraverso le inquadrature, le luci e gli
effetti;
Gemme
Magiche – Approfondimento sull’emozionante scena delle
“Gemme Magiche”, dall’idea narrativa alla sua epica realizzazione
sullo schermo;
Mago Rock
– I fratelli e compositori Mychael e Jeff Danna hanno scavato a
fondo nella loro storia personale per plasmare la brillante Colonna
Sonora del film;
Scene
eliminate – con l’introduzione del regista Dan
Scanlon;
Commento
Audio – con le voci del regista Dan Scanlon e la
produttrice Kori Rae E tanto
altro!
Il quadro dei Ciak d’oro
2020 si completa con i risultati del voto della
giuria di 150 giornalisti e critici di cinema
nelle 10 categorie “tecniche” (Miglior Attore e Attrice non
protagonisti, Miglior Sceneggiatura, Miglior Colonna sonora,
Miglior Produttore, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Migliori
Costumi, Migliori Scenografie e Miglior Sonoro).
Miglior Attore non
Protagonista è Roberto Benigni per il suo
Geppetto in Pinocchio di Matteo
Garrone. Pinocchio vince anche nelle categorie
Migliori Costumi (a Massimo Cantini
Parrini, anche per Favolacce), Migliori
Scenografie (a Dimitri Capuano) e
Miglior Sonoro (a Maricetta
Lombardo).
Miglior Attrice non
Protagonista è Barbara Chichiarelli per
la sua interpretazione in Favolacce di
Damiano e Fabio D’Innocenzo.
Favolacce conquista anche i
Ciak d’oro per la Miglior
Sceneggiatura ai Fratelli D’Innocenzo e per il
Miglior Produttore.
Il
Traditore di Marco Bellocchio si
aggiudica due premi: quello per la Migliore
Fotografia (a Vladan Radovic) e quello
per il Miglior Montaggio (a Francesca
Calvelli).
Miglior Colonna
Sonora è quella realizzata da Brunori Sas
per Odio l’estate di Massimo
Venier, che ha segnato il ritorno al cinema di Aldo,
Giovanni e Giacomo.
Annunciati anche i tre premi
speciali assegnati dalla redazione di
Ciak: il tradizionale Ciak
d’oro Colpo di fulmine, quello per la Rivelazione
nelle serie tv e il nuovo Ciak d’oro per
il miglior Corto, reso ormai necessario dall’enorme crescita della
produzione e del numero di festival dedicati ai cortometraggi. In
questo anno segnato dai lockdown, alla redazione è sembrato
impossibile assegnare un altro Ciak d’oro
tradizionale, il Bello e invisibile, dedicato ai film di qualità
che non hanno avuto la fortuna di farsi notare.
Il Ciak
d’oroColpo di fulmine va a
Lontano lontano di Gianni Di
Gregorio perché “affronta con levità venata
d’amarezza, ma senza arrendersi al disincanto, il tema delle
aspirazioni e dei bilanci della terza età nella realtà cittadina di
oggi. Ed è l’ultima, magistrale interpretazione diEnnio Fantastichini”.
Il Ciak
d’oro per la Rivelazione nelle serie
tv va a Carlotta Antonelli per
la sua interpretazione di Angelica in Suburra La
Serie perchè: “Sobria,
sempre lontana dal rischio dell’interpretazione di genere, la
Antonelli a 25 anni coglie l’occasione di Suburra per dimostrare di
aver maturato il talento già mostrato in Bangla e Vivi e lascia
vivere”.
Il nuovo Ciak
d’oro per il Miglior Cortometraggio
va a Non io di Claudia
Gatti e Benedetta Pontellini con la
seguente motivazione: “L’incontro tra un uomo e una donna in
una cornice dominata dall’isolamento e dalla difficoltà dei
rapporti al tempo del lockdown, è realizzato con il ricorso alle
riprese in smartphone, in una cornice formale di grande cura.
Conferma il talento delle due giovani autrici-imprenditrici, già
intravisto nel cortoGenerazione
2000, entrato nella shortlist del Tribeca Film
Festival.”
A ottobre erano stati resi noti i
vincitori dei Ciak d’orodel
Pubblico, realizzati quest’anno in collaborazione con
Sky Tg24. Partner della 35esima
edizione dei Ciak d’oro è
l’Università telematica Mercatorum, del gruppo
Pegaso. La prima Startup University tutta
italiana, caratterizzata da diversi percorsi accademici, tutti
all’insegna dell’innovazione. Si tratta della prima partnership
pubblico-privata per la governance di un’istituzione universitaria,
che nasce con l’obiettivo di assumere la leadership nella
formazione delle imprese. L’appuntamento con i
prossimiCiak d’oro è per
l’estate 2021.
Questi i vincitori
deiCiak d’oroassegnati
dai 150 giornalisti e critici di cinema e i premi speciali della
redazione diCiak:
Ciak d’oro per il Migliore
attore non protagonista: Roberto Benigni(Pinocchio)
Ciak d’oro per la Migliore
attrice non protagonista: Barbara Chichiarelli(Favolacce)
Ciak d’oro per la Migliore
sceneggiatura: Damiano e Fabio D’Innocenzo(Favolacce)
Ciak d’oro per la Migliore
colonna sonora: Brunori Sas(Odio l’estate)
Ciak d’oro per il Miglior
Produttore: Pepito Produzioni, con Amka Films Prod.,
Qmi, Rai Cinema, Vision Distribution (Favolacce)
Ciak d’oro per la Migliore
Fotografia: Vladan Radovic(Il traditore)
Ciak d’oro per il Miglior
Montaggio: Francesca Calvelli(Il traditore)
Ciak d’oro per i Migliori
costumi: Massimo Cantini Parrini(Pinocchio
e
Favolacce)
Ciak d’oro per le Migliori
scenografie: Dimitri Capuano(Pinocchio)
Ciak d’oro per il Miglior
sonoro: Maricetta Lombardo(Pinocchio)
Ciak d’oroColpo di
fulmine: Lontano lontanodi Gianni Di
Gregorio
Ciak d’oro per il Miglior
Cortometraggio: Non iodi Claudia Gatti e Benedetta
Pontellini
Ciak d’oro per la Rivelazione
nelle serie tv: Carlotta Antonelli(Suburra La
Serie)
Con Elio (Elio e le storie tese) e
Gianluca Nicoletti (Cervelli Ribelli), continuano gli eventi
speciali firmati #iorestoinSALA! La nuova diretta
“streaming” è fissata per mercoledì 2 dicembre alle
ore 20.30 con la presentazione di THE SPECIALS – FUORI DAL COMUNE.
Entrambi genitori di figli affetti
da autismo e da anni impegnati in prima linea nelle
campagne di sensibilizzazione e nella
diffusione di informazioni sulla
neuro diversità, Elio e
Gianluca Nicoletti introdurranno il film assieme a
Michele Crocchiola per #iorestoinSALA.
E proprio di questo parla la
commedia agrodolce firmata
da Olivier Nakache e Éric Toledano (Quasi
Amici) con protagonisti Vincent
Cassel e Reda Kateb. Nei panni di Bruno e Malik, amici e
colleghi, i due sono entrambi impegnati in organizzazioni
non-profit differenti, responsabili dell’educazione di bambini e
adolescenti affetti da autismo.
La storia del film s’ispira a due
persone reali, Stéphane Benhamou, fondatore di Le silence des
justes, Daoud Tatou, direttore di Le relais IDF,
associazioni specializzate nella cura dei giovani autistici, in
particolare quelli provenienti da contesti svantaggiati.
«I nostri film raccontano sempre
incontri inverosimili. – spiegano i registi – Questo
ha una dimensione particolare: parla di come persone che comunicano
poco, o affatto, e che sono considerate anormali, riescano comunque
a far sì che delle persone considerate “normali”, che nella nostra
società non comunicano più, possano comunicare. In queste
associazioni si ritrova un’armonia e una miscela di culture,
religioni, identità e passati atipici che dovrebbero essere
d’ispirazione per molti…»
L’introduzione sarà come di consueto
visibile anche sulle pagine Facebook di ognuna delle oltre 50 sale
italiane che aderiscono al circuito www.iorestoinsala.it.
È stato presentato, nelle ormai
consuete modalità a distanza, via conference call, il
nuovo film di Sydney Sibilia, una co-produzione
Netflix e Groenlandia e ispirata ad una storia
incredibilmente vera, L’incredibile storia de L’Isola delle Rose,
appunto. Il film racconta infatti la vicenda dell’Isola delle
Rose, la piattaforma artificiale creata dall’ingegnere Giorgio
Rosa, divenuta micronazione il 1º maggio 1968 e
demolita nel febbraio del 1969. Una storia di utopie e libertà,
raccontata attraverso i volti di
Elio Germano,
Matilda De Angelis,
Luca Zingaretti,
Fabrizio Bentivoglio, Violetta Zironi,
Tom Wlaschiha e Leonardo Lidi,
scritta dallo stesso Sibilia con Francesca Manieri
e prodotto da Matteo Rovere per Groenlandia e da Teresa
Meneo per Netflix.
I primi a presentare il progetto
sono stati appunto i produttori, che si sono confrontati con un
lavoro niente affatto semplice. Meneo in particolare ha specificato
che il coinvolgimento della piattaforma è stato deciso proprio
dalla natura della storia, che nonostante sia legata ad un fatto
accaduto in Italia e legato al territorio, ha uno spirito
internazionale: “A Netflix ci piacciono le storie che vengono
da tutte le parti, e che possono arrivare ovunque. Questa storia ci
ha conquistati, nonostante sia molto ‘locale’, riesce a portare
sullo schermo tanti elementi che possono avere un’eco
internazionale.”
Rovere aggiunge: “Il film è nato
da Sydney, Francesca e anche da me, anni fa. Abbiamo subìto il
fascino di Giorgio Rosa e della sua volontà di rendere concreto il
suo desiderio di libertà utopistico, un desiderio che in fondo non
era poi tanto noto come forse merita. Era una storia un po’ folle,
come il cinema di Sydney, ma anche radicata nel territorio. Abbiamo
trovato in Netflix un partner che ci ha aiutato a pensarlo con
questa dimensione internazionale, con un grande aiuto da parte di
Teresa.”“E’ stata una produzione complessa –
continua Rovere – ma abbiamo cercato di portarla avanti senza
sottovalutarne le difficoltà. La cosa bellissima è vedere il cast
così variegato che ha partecipato al film. Sono stati tutti
bravissimi a restituirci la forza di questa storia vera che è
incredibile.”
Sulle complessità realizzative
legate alla protagonista assoluta del film, questa piattaforma in
mezzo al mare al largo di Rimini, Rovere ha spiegato: “La
realizzazione dell’isola è l’elemento produttivo che ci ha
spaventato di più. L’abbiamo realizzata nelle Infinity Pool di
Malta, ovvero studios grandissimi, delle piscine all’interno delle
quali è stata realizzata la struttura che poi è stata implementata
dagli effetti visivi. Sydney voleva percorrere la strada più
difficile, che ci potesse permettere di ottenere una location con
cui si poteva interagire fisicamente in maniera credibile, per cui
abbiamo scartato da subito l’idea di farla interamente con gli
effetti, e abbiamo ottenuto questo risultato.”
La cosa che maggiormente
colpisce è che la storia raccontata ne L’incredibile storia de L’Isola delle Rose è
effettivamente vera, accaduta, proprio in Italia, o meglio a largo
delle acque territoriali italiane. Una storia è nota, incredibile,
ma in qualche modo rimasta sommersa. “L’idea nasce nel periodo
in cui stavo a cercare storie, come un rabdomante. Stavamo
scrivendo Smetto quando voglio 2 e 3, ed erano sceneggiature piene
di tecnicismi, quindi stavamo sempre con Wikipedia aperta –
esordisce Sydney Sibilia, raccontando la genesi
del progetto – E sulla home page del sito, un giorno, c’era un
riquadretto che citava proprio la micronazione dell’Isola delle
Rose. Allora ci ho cliccato e ho letto questa storia incredibile,
di quella che ti chiedi perché nessuno ci abbia mai fatto un film.
Poi mi sono ricordato che io i film li faccio e ne ho parlato con
Francesca, con cui ci siamo detti che era come un film già fatto,
tant’è che ci abbiamo messo solo un anno e mezzo per
scriverlo.”
Francesca Minieri
continua: “È andata così, la scaletta l’abbiamo scritta mentre
stavamo ultimando Smetto quando voglio 3. Credo che la
cinematografia di Sydney sia molto chiara, ha a che fare con
l’individuo, con il suo potere in rapporto al potere costituito, ed
è un tema che viene raccontato nel film. Si parla di libertà. La
storia ci sembrava particolarmente giusta per lui, ed aveva tanti
trabocchetti e tanti rischi, perché ci sembrava interessante che
gli antagonisti fossero alcuni dei padri della patria, gli eroi
della Costituzione italiana. Franco Restivo è stato un padre
costituente. Dal mio punto di vista di sceneggiatrice è stato
interessante arrivare ad un tono di scrittura che si confronta con
la commedia che presenta anche toni drammatici, epici,
storici.”
Il film racconta un’epoca folle
Ad interpretare l’ingegnere
Giorgio Rosa è stato chiamato Elio
Germano che così spiega la sua idea di libertà, in questo
momento storico: “Oggi l’idea di libertà è declinata al
ribasso. Ci sono persone che non hanno libertà di accedere a cure,
istruzione, dimore, per cui si può parlare di libertà quando siamo
tutti sullo stesso livello. Quindi credo che oggi bisogna prima
pensare al diritto di vita delle persone, al diritto di
sopravvivenza. Tutto il resto è qualcosa in più. Soprattutto dopo
la pandemia, già l’idea di pensare al futuro mi sembra qualcosa di
importante. Un film così ci aiuta ad alleggerire gli animi.”
Parlando del suo lavoro di ricerca sul personaggio, Elio Germano ha
raccontato: “Una delle cose che mi ha colpito di più andando a
parlare con i reduci di quell’epoca, a Bologna, anche per studiare
l’accento, è uscito fuori che era un periodo in cui si faceva a
gara a chi la faceva più strana. Tutto molto diverso
dall’omologazione che oggi la fa da padrone. Non è che la sua fosse
un’impresa ideologica, ma era solo l’idea di fare una cosa molto
grande da soli.”
Nelle figure storiche di
Franco Restivo e Giovanni Leone,
il film trova i suoi inediti antagonisti, due padri della nostra
Costituzione egregiamente e comicamente interpretati da
Fabrizio Bentivoglio e Luca
Zingaretti, che non hanno nascosto un certo gusto
nell’offrire un ritratto così irriverente delle due figure storiche
quasi sacre. Così Zingaretti: “Per quelli della mia
generazione, Leone è stato un personaggio molto importante.
Ovviamente è stato divertente andare a rivisitare quei momenti.
Come diceva Elio, quegli anni sono ricordati per il boom economico
o per le contestazioni, ma la verità, come racconta questo film, è
che sono stati anche anni folli. Oltre a raccontare una storia di
libertà, questo film è anche divertente, con tanti spunti di
riflessione, proprio uno di quelli che piace andare a vedere a
me.”
“Di Franco Restivo si sapeva
poco – spiega invece Bentivoglio – non posso dire di aver
fatto una grande ricerca per interpretarlo, ho trovato una sua
frase che suona ‘ogni qualvolta la democrazia viene minacciata, il
Paese reagisce subito, d’istinto’. Questa mi sembra la summa del
personaggio, lo racconta molto bene. Perché lui ha fatto parte
della costituente, ha scritto realmente la nostra costituzione,
anche quel benedetto articolo 11, che dice ‘L’Italia ripudia la
guerra’, e quindi racconta come si possa scrivere questo e poi
disattenderlo, se non addirittura tradirlo.”
Ma il film nasce principalmente da
una negazione, come ha raccontato Sydney Sibilia, la contrarietà
del vero Giorgio Rosa a fare della sua impresa un film. E così il
regista ha raccontato il suo incontro con l’ingegnere
bolognese: “Quando entri in contatto con una storia, non
sai se dentro c’è già un film. Quindi avevo bisogno di incontrare
Giorgio Rosa, di fargli delle domande, prima tra tutte ‘perché?’,
cosa c’era dietro quell’isola. È stato un incontro stupendo e molte
cose che ci sono nel film vengono proprio dai racconti che ha fatto
lui. Dopo avergli fatto tante domande, ancora non ero convinto di
farci un film. Solo alla fine del nostro incontro gli ho chiesto se
gli avrebbe fatto piacere se avessimo fatto un film su di lui. E
lui mi ha guardato e mi ha detto ‘No’. Allora ho pensato che in
quella negazione c’era la motivazione più grande per farlo, il
film.”
Sappiamo ormai da tempo che un
sequel di Dirty Dancing è ufficialmente in sviluppo
con Jennifer Grey, protagonista del film
originale del 1987 al fianco di Patrick
Swayze, coinvolta nel progetto. Diretto da Emile
Ardolino, il primo Dirty Dancing è stato un
grandissimo successo di critica e pubblico, incassando al box
office oltre 214 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 5
milioni.
In una recente intervista con
People, Jennifer Grey ha voluto rassicurare i
fan della pellicola originale e del compianto Swayze, assicurando
che l’attore – scomparso nel 2009 all’età di 57 anni – non verrà
sostituito. “Tutto quello che posso dire è che nessuno andrà a
rimpiazzare chi non c’è più”, ha dichiarato Grey. “Non
puoi provare a ripetere qualcosa di magico come quello. Devi
cercare di fare qualcosa di differente.”
Ad agosto Jon Feltheimer, CEO di
Lionsgate, ha ufficialmente confermato che Dirty Dancing avrà un sequel che sarà
diretto da Jonathan Levine e Gillian Bohrer e sceneggiato da Mikki
Daughtry e Tobias Iaconis. Inoltre Jennifer
Grey, l’originale “Baby” della pellicola del 1987,
reciterà nel film e sarà coinvolta anche in qualità di produttore
esecutivo.
In una nota ufficiale, lo studio
aveva dichiarato: “Sarà esattamente il tipo di film romantico e
nostalgico che i fan del franchise stavano aspettando e che lo ha
trasformato nel film di maggior successo nella storia della nostra
compagnia.”
Il grande successo di Dirty Dancing
Oltre ad essere stato un grandissimo
successo, Dirty
Dancing ha ricevuto anche diversi riconoscimenti
importanti. La canzone portante della colonna sonora, “(I’ve Had)
The Time of My Life”, ad esempio, ha ricevuto l’Oscar e il Golden
Globes nel 1988 come miglior canzone originale. Sempre ai Golden
Globes del 1988, sia Patrick
Swayze che Jennifer
Grey ricevettero una nomination a testa come migliori
attori, mentre il film venne candidato come miglior film musicale o
commedia.
Il successo del
MCU ha rivoluzionato l’industria cinematografica hollywoodiana,
non soltanto il genere dei cinecomics. Dopo l’enorme successo della strategia
senza precedenti di Kevin Feige – avere un franchise i cui titoli
fossero collegati gli uni agli atri attraverso una narrazione
generale più ampia -, quasi tutti i principali studi hanno provato
a ricreare lo stesso modello e ad applicarlo ai loro franchise di
successo. Il
MCU ha indubbiamente dato vita ad una formula vincente;
tuttavia, ci sono stati innumerevoli film Marvel non realizzati nel corso
degli anni che oggi, nonostante risultino appetibili sulla carta,
probabilmente non potrebbero mai trovare una loro collocazione
nell’universo condiviso.
Il sequel de L’incredibile Hulk
Se il
Thaddeus Ross di William Hurt non avesse fatto il suo grande
ritorno in Captain
America: Civil War, allora si potrebbe cancellare
completamente L’incredibile Hulk dal canone del MCU senza cambiare una virgola,
motivo per cui il film è da sempre considerato l’indesiderato
figliastro del franchise.
Il motivo per cui i
Marvel Studios non potrebbero più realizzare
un sequel è perché legalmente sarebbe impossibile. La Universal
detiene ancora i diritti di distribuzione dei film in solitaria di
Hulk, motivo per cui Mark Ruffalo è stato un costante attore di
supporto nell’universo condiviso. È un vero peccato, perché
un’avventura in solitaria che riprenda i fili della trama originale
sarebbe qualcosa che i fan vorrebbero sicuramente vedere un
giorno.
I Fantastici Quattro di Peyton Reed
Il MCU aveva già affrontato epoche
diverse con
Captain America: Il primo Vendicatore, senza contare il
viaggio di Captain Marvel nel 1995, ma quando i diritti
dei Fantastici Quattro erano ancora nelle mani della Fox, Peyton
Reed ha proposto allo studio una storia sulle origini dei
personaggi che sarebbe stata molto fedele ai fumetti.
Reed voleva che avesse una
struttura narrativa slegata, con lo status di celebrità dei
Fantastici Quattro che avrebbe avuto un ruolo importante nella
storia. Un dinamico film dal sapore anni ’60 sarebbe stata
certamente una svolta unica in merito ai quei personaggi a cui deve
ancora essere resa giustizia sul grande schermo, ma al tempo stesso
qualcosa di forse un po’ troppo audace per il MCU.
Doctor Doom di Noah Hawley
Sebbene il franchise abbia
ampiamente superato lo stigma che ci sia un serio problema relativo
alla rappresentazione dei cattivi, non c’è praticamente alcuna
possibilità che il MCU metta mai un villain al centro
di un film autonomo, non importa di chi si tratti. Un altro dei
progetti accantonati in seguito all’acquisizione della Fox da parte
della Disney è stato il film su Doctor Doom di Noah Hawley.
La mente creativa dietro
Fargo e Legion ha già dimostrato di essere in
grado di dare una nuova svolta a generi abbastanza noti che si
fondano su degli archetipi, e un film a fumetti incentrato su un
cattivo avrebbe dato al regista ampie opportunità di sovvertire e
decostruire il genere, come è sua abitudine fare; purtroppo, il
MCU ha sempre guardato solo e
soltanto gli eroi.
Deathlok
All’inizio degli anni ’90,
Randall Frakes, collaboratore di James Cameron, aveva ricevuto il
compito di scrivere una sceneggiatura basata su uno dei personaggi
meno noto della Marvel Comics, Deathlok. Anche se il
personaggio è apparso in Agents of
S.H.I.E.L.D. quando lo spettacolo era ancora considerato
canonico, è stato trattato più come un “villain della settimana”
che altro.
Oggi come oggi, i
Marvel Studios non prenderebbero
mai in considerazione la possibilità di realizzare un film su
Deathlok, nonostante l’indubbio potenziale che ha. Nei fumetti,
molti personaggi ne hanno assunto l’eredità nel corso degli anni,
ma pensare ad un film che dovrebbe raccontare la storia di un ex
soldato che si ribella contro il governo che lo ha trasformato in
un cyborg armato contro la sua volontà, forse è un po’ troppo
“maturo” per rientrare nei “canoni narrativi ed estetici” stabiliti
dal MCU.
Elektra: Assassin di Oliver Stone
Oggi potrebbe anche aver
perso un po’ di quella fama di cui ha goduto in passato, ma i più
grandi film di
Oliver Stone rimarranno sempre come monumenti simbolo di una
delle personalità più rivoluzionarie e controcorrente dell’era
moderna. Eppure, una volta Stone ha considerato l’adattamento di un
fumetto.
Nel 1992 il regista confermò,
infatti, che stava prendendo in considerazione un film basato sulla
graphic novel Elektra: Assassin di Frank Miller, ma non
riuscì ad ottenere i diritti, nonostante avesse già pensato
all’attrice comica Gabrielle Reece per il ruolo dell’eroina del
titolo.
Doctor Strange di Guillermo Del Toro
Nei primissimi giorni del
MCU, il dream team composta da
Guillermo del Toro e Neil Gaiman aveva proposto alla Marvel, nel 2007, un film su
Doctor
Strange, ma non rientrava ancora nel mandato del giovane
studio, ossia cerca di costruire un universo cinematografico
collegato.
Quando lo Stregone Supremo alla
fine è arrivato sul grande schermo, è stato al centro di una storia
di origine che vantava alcune immagini straordinariamente
abbaglianti. Con del Toro e Gaiman al timone, le cose sarebbero
state certamente molto più dark, molto più contorte e, molto
probabilmente, da incubo.
Spider-Man di James Cameron
L’idea di James Cameron di
realizzare un film di
Spider-Man a metà degli anni ’90 rimane ancora oggi una
prospettiva affascinante, e anche se alcune delle sue idee – come
lo spararagnatele organico – sono state usate nel blockbuster di
Sam Raimi del 2002, forse è stato meglio che il film non abbia mai
visto la luce.
Perché il MCU non dovrebbe trarre ispirazione
da una delle menti più creative di Hollywood? Forse perché l’intero
trattamento di Cameron era una grande metafora sulla pubertà, con
tanto di allucinazioni che invocavano Franz Kafka. Ad un certo
punto Peter seduceva Mary Jane con vivide descrizioni dei rituali
di accoppiamento dei ragni, per poi fare sesso con lei in cima al
ponte di Brooklyn. Riuscite ad immaginare Tom Holland che fa
qualcosa del genere?
Luke Cage di Quentin Tarantino
Fatta
eccezione per Jackie Brown, tutti i film di Quentin
Tarantino sono stati opere originali, anche se piene di omaggi ai
suoi titoli preferiti. All’inizio degli anni ’90, prima di
raggiungere la fama mondiale, Tarantino voleva realizzare un film
su
Luke Cage.
Voleva che Laurence
Fishburne interpretasse il personaggio del titolo, ma a quel tempo
nessuno era interessato a fare film basati sui fumetti. Sulla base
di quella che è poi stata la sua carriera, è impossibile
immaginare i Marvel Studios che si tuffano in
qualcosa di anche lontanamente tarantiniano, dal
linguaggio volgare e dalla violenza sanguinosa.
La trilogia di Daredevil di Joe Carnahan
La Fox stava valutando
diverse proposte per Daredevil nel tentativo di far decollare un altro film
prima che i diritti tornassero ai Marvel Studios, ma anche la
trilogia vietata ai minori di Joe Carnahan era troppo per lo
studio.
Il regista di Smokin’ Aces
voleva realizzare tre film ambientati nel 1973, 1976 e 1985, che
sarebbero stati radicati nella realtà socioeconomica della New York
dell’epoca, ma che includessero anche un vigilante in costume. Lo
show di Netflix è stato piuttosto dark, ma anche quello non
sarebbe stato niente in confronto a ciò che i supereroi noir di
Carnahan avrebbero riservato al pubblico…
Silver Surfer: The Musical
Silver Surfer ha fatto
solo un’apparizione in live action finora, ma è stato soltanto al
centro di un sequel di scarso successo, quando avrebbe potuto
essere il protagonista di un’opera rock sulla scia di
Flash Gordon.
Il produttore Lee Kramer aveva il
bodybuilder Frank Zane in lizza per il ruolo del titolo, mentre
Stan Lee aveva creato un personaggio appositamente per il film, che
sarebbe stato interpretato da
Olivia Newton-John. Come se ciò non bastasse, a Paul
McCartney era stato chiesto di scrivere la colonna sonora e le
canzoni di Silver Surfer: The Musical. Il MCU potrebbe esistere per altri
cento anni e siamo certi che arriverebbe mai a toccare certi
livelli di insana follia.
In occasione di uno spot
pubblicitario a tema natalizio, l’attore John Travolta, che ha interpretato il sicario
Vincent Vega in Pulp Fiction di Quentin Tarantino, è apparso nei panni di
Babbo Natale e ha ricreato l’iconico ballo del cult del 1994. Da
allora, la sequenza è diventata una delle più riconoscibili nella
storia del cinema ed è stata molte volte oggetto di parodie.
Il ballo di Pulp Fiction, che coinvolgeva anche Uma Thurman nei panni di Mia Wallace, è stata
direttamente influenzata dai film della New Wave europea degli anni
’60. Da allora è diventato un pezzo iconico della cultura
pop e il ruolo di Vincent Vega nel film ha rivitalizzato
la carriera di John Travolta. Sebbene non sia mai più tornato
a lavorare con Tarantino, la sua apparizione nell’ultimo spot di
Capital One a tema natalizio mostra quanto l’attore sia ancora
irreversibilmente legato al ruolo.
Lo spot, disponibile sull’account
YouTube
della società bancaria Capital One, vede Travolta nei panni di
Babbo Natale, immerso in un’atmosfera tipicamente natalizia.
Facendo shopping online, improvvisamente riceve una videochiamata
da Samuel L. Jackson, suo co-protagonista in
Pulp Fiction. Lo spot si conclude con Mr. & Mrs. Claus che
ricreano l’iconica scena del ballo del cult di Tarantino sulle note
di “Run Run Rudolph” di Chuck Berry, anche se nel film è
stata usata “You Never Can Tell”, sempre di Berry.
Pulp Fiction è uno dei film cult
diQuentin
Tarantino, anzi, dell’intera storia del cinema.
Scritto e diretto dal regista americano nel 1994, vinse (nello
stesso anno) la Palma d’oro al Festival
di Cannes e un Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale del
1994. Di recente Michael Madsen, attore feticcio del regista,
ha rivelato che il film avrebbe dovuto avere un prequel (qui
per approfondire).
Il canone di Star Wars ha velatamente lasciato
intendere che Leia potrebbe essere l’unico Skywalker ad essere
stato realmente un Maestro Jedi. La Lucasfilm ha recentemente
pubblicato “The Star
Wars Book”, una guida completa alla galassia lontana, lontana,
con contributi da parte di Pablo Hidalgo, Dan Zehr e Cole Horton.
Il libro ha finalmente fornito una spiegazione in merito a tutti e
sei i ranghi dei Jedi, con alcune implicazioni davvero
sorprendenti.
La rivelazione più notevole
(qui
per approfondire) è stata che un Maestro Jedi è un Cavaliere che ha
completato con successo l’addestramento di almeno un Padawan. Anche
se questa sembra una definizione abbastanza semplice, in realtà ha
notevoli implicazioni per la saga di
Star Wars. Significa, infatti, che Anakin Skywalker non è
mai stato veramente un Maestro, perché il suo Padawan, Ahsoka, non ha mai completato le Prove, ma ha invece
lasciato l’Ordine. Inoltre, anche Luke Skywalker non dovrebbe
essere considerato un vero Maestro Jedi, perché il suo primo
Padawan, Ben Solo, ha ceduto al lato oscuro prima di affrontare le
Prove, e nessun altro dei suoi studenti era passato al Cavalierato
prima che il suo Tempio Jedi venisse distrutto da Palpatine.
In effetti, c’è solo uno Skywalker
che probabilmente ha la pretesa di essere un vero Maestro Jedi:
Leia Organa. Mentre Luke ha iniziato
l’addestramento di Rey in Star
Wars: Gli ultimi Jedi, l’ha guidata in realtà soltanto per
pochi giorni; Rey ha successivamente lavorato come apprendista
presso Leia per un anno prima degli eventi di
Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Rey è letteralmente
l’unico studente di uno Skywalker a diventare un Cavaliere Jedi, il
che significa che Leia è l’unico Skywalker che può davvero essere
considerato un Maestro Jedi.
L’addestramento Jedi di Leia e i Fantasmi di Forza
Anche se
l’addestramento di Leia sotto Luke è stato interrotto, il romanzo
di Rae Carson basato su L’Ascesa di Skywalker ha rivelato che è stata
successivamente addestrata dai Fantasmi della Forza di Obi-Wan Kenobi e persino dal Maestro Yoda.
“Aveva imparato dai migliori”, ha spiegato il romanzo.
“E non solo da Luke; nel corso degli anni aveva occasionalmente
sentito la voce di Obi-Wan Kenobi attraverso la Forza, e ancora più
raramente quella di Yoda. Alcuni giorni le era sembrato di aver
imparato dalla Forza stessa.”
È implicito che
questi Fantasmi di Forza abbiano continuato a fare da mentore a
Leia mentre allenava Rey. Nel frattempo, Leia incoraggiò Rey a
cercare conoscenze molto più antiche di quelle che poteva donarle
lei: spinse, infatti, Rey ad esaminare attentamente gli antichi
testi Jedi recuperati da Ahch-To. Evidentemente, l’approccio di
Leia si è rivelato efficace, poiché Rey ha superato una Prova Jedi
peggiore di qualsiasi cosa i Jedi del passato avrebbero mai potuto
immaginare: quando ha combattuto contro suo nonno, Palpatine, nel
mondo Sith di Exegol.
Senza dubbio questa rivelazione
sorprenderà i fan, poiché Luke è il personaggio più associato ai
Jedi, nonché considerato da sempre un leggendario Maestro Jedi. In
verità, però, è sua sorella Leia che ha l’onore di essere
considerata la prima Maestra Jedi in
Star Wars dopo gli eventi de
Il ritorno dello Jedi.
Intervistato da
Men’s Journal,
Miles Tellerha parlato di
Top
Gun: Maverick, attesissimo sequel della pellicola
cult degli anni ’80 che contribuì a lanciare la carriera
internazionale di Tom
Cruise, attore ancora poco conosciuto all’epoca e che,
in breve tempo, sarebbe diventato una delle più grandi star di
Hollywood.
Teller, che nel film avrà il ruolo
di Bradley “Rooster” Bradshaw, il figlio dell’ex gregario di
Maverick, Nick “Goose” Bradshaw (interpretato da Anthony
Edwards e morto nel film originale), ha spiegato che nel
film “Rooster” sta seguendo le orme di suo padre ed è una delle
nuove reclute del programma Top Gun. A proposito del lavoro sul
set, la star di Whiplash ha spiegato: “Non è stato
impiegato alcun green screen in Top Gun: Maverick. Ogni ripresa,
ogni acrobazia… è stato il risultato del duro lavoro, del vero
sudore, di tutto le persone che hanno collaborato al film. La
produzione è durata circa un anno intero, sicuramente l’esperienza
lavorativa più lunga a cui abbia mai preso parte.”
A fornire ulteriori dettagli sulla
lavorazione del film è stato lo stesso
Tom Cruise, che parlando con
Empire Magazine ha rivelato di aver curato personalmente
l’addestramento al volo dei suoi colleghi. Cruise, che del sequel è
anche produttore, ha spiegato: “Quando hai a che fare con GS
pesati, la colonna vertebrale si comprime, incluso il tuo cranio.
Alcune persone delirano. Alcune persone riescono a gestirlo. Quindi
ho dovuto sostenere i miei colleghi per poter ottenere delle alte
GS. Perché dovevano farlo agire sull’aereo. Non posso farli
ammalare ogni volta.”
Il conflitto di Pete Mitchell al
centro di Top Gun: Maverick
Il vero conflitto nel sequel di
Top
Gun esiste all’interno dello stesso Maverick, fino a
quando non scopre la verità su suo padre e accetta di non essere
responsabile della morte di Goose. A 30 anni di distanza, le sue
buffonate stanno ancora influenzando negativamente la sua carriera
militare.
Secondo riportato già in passato, Maverick si troverà in
contrasto con il personaggio di
Jon Hamm, molto simile a quello di Mike “Viper”
Metcalf (interpretato nell’originale da Tom
Skerritt), la cui autorità sarà proprio il motivo
scatenante dell’attrito.
C’è indubbiamente una dinamica
complicata tra Maverick e Rooster, e ci sono state molte
speculazioni sulla scena del funerale vista nel trailer e su cosa
potrebbe significare per Maverick. Parlando sempre con
Empire, il regista John Kosinski ha parlato
proprio delle sfide che Maverick dovrà affrontare nel nuovo film:
“Adesso è il migliore in quello che fa. Ha dedicato tutta la
sua vita all’aviazione. Ma ha dovuto comunque pagarne il prezzo:
deve affrontare alcune cose del suo passato e riconciliarsi con
esse. È una storia di passaggio, proprio come lo era il primo film.
Adesso è un uomo in una fase diversa della sua vita.”
Il personaggio di Maverick farà
anche i conti con una Marina tecnologicamente più avanzata di
quella che esisteva tre decenni fa. Il Maverick della “vecchia
scuola” dovrà ritagliarsi una nicchia per se stesso in questo nuovo
e coraggioso mondo o accettare che non ci sia posto per lui. In
un’intervista con Collider,
il produttore del film David Ellison ha
dichiarato: “È proprio lo specchio del mondo in cui viviamo
oggi, in cui esiste la tecnologia dei droni e la quinta generazione
di aerei da caccia è davvero ciò che la Marina degli Stati Uniti
chiama l’ultimo caccia artificiale che stiamo effettivamente per
produrre. Quindi, sta davvero esplorando la fine di un’era di
combattimenti aerei e piloti di caccia e cosa sia diventata questa
cultura oggi.”
Tutto quello che sappiamo su Top
Gun: Maverick
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo
l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore,
mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato
nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei
diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun
pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley
Bradshaw (Miles
Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio del
defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar Ten.
Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e
confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene
coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina
in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che
saranno scelti per volarci incontro.
Tom Cruise e Val
Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo
originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom
“Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer
Connelly, Jon
Hamme Miles
Teller. Il film arriverà al cinema il 2 luglio
2021.
Godzilla
vs. Kong potrebbe essere il prossimo blockbuster a
saltare la sala cinematografica e arrivare direttamente in
streaming. Legendary e Warner Bros. ha dato il via al
MonsterVerse nel 2014 con il reboot di Godzilla.
Il film ha aperto così la strada ad una nuova interpretazione di
King Kong attraverso
Kong: Skull Island. L’ultimo capitolo del franchise è
arrivato lo scorso anno, quando Godzilla: King of the Monsters è uscito al cinema e ha
contribuito a gettare le basi per l’atteso grande crossover del
MonsterVerse.
In passato, Godzilla
vs. Kong sarebbe dovuto arrivare nelle sale a marzo di
quest’anno, ma la data di uscita è stata cambiata molto prima che
dell’esplosione della pandemia di Covid-19 e della chiusura delle
sale cinematografiche. Il film era stato spostato a novembre 2021,
ma l’emergenza sanitaria ha poi costretto Legendary e Warner Bros.
ad optare per un ulteriore slittamento, che alla fine è conciso con
maggio del 2021. Ciononostante, Godzilla vs. Kong potrebbe saltare
definitivamente l’uscita in sala.
Secondo
THR, è probabile che Godzilla
vs. Kong venga rilasciato direttamente in
streaming. Secondo quanto riferito, Netflix ha offerto alla Legendary 200 milioni di
dollari per ottenere i diritti sul film, ma la WarnerMedia è
intervenuta per bloccare l’accordo in modo da poter rispondere con
un’offerta ulteriore e cercare di portare il film su HBO Max. Non è
ancora stato diramato alcun comunicato ufficiale, sebbene un
portavoce della Warner Bros. abbia dichiarato: “Abbiamo in
programma di rilasciare Godzilla vs Kong nelle sale il prossimo
anno, come previsto.”
Una delle forze trainanti dietro il
potenziale passaggio di Godzilla
vs. Kong allo streaming è l’elevato budget del film e
una lista di film di successo già programmata per il 2021.
Legendary ha finanziato il 75% del blockbuster, costato circa 200
milioni di dollari, con la WB che ha pagato il restante 25%, dando
loro voce in capitolo su quale servizio di streaming potrebbe
acquistare il film. Dal momento che sono dietro HBO Max, il
potenziale per Godzilla vs.
Kong di attirare ancora più iscritti sulla
piattaforma è decisamente alto. D’altronde, nulla esclude che
all’atteso blockbuster possa toccare la stessa sorte di
Wonder Woman 1984, e quindi un’uscita
“congiunta” tanto nelle sale quanto in streaming. Non ci resta che
attendere un eventuale comunicato ufficiale…
Tutto quello che sappiamo su
Godzilla vs. Kong
Inizialmente previsto per il
prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla
vs. Kong è stata posticipata al 21 Maggio 2021 a
causa della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13,
ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste
nella presenza nel film di “intense scene di violenza e
distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai
minori di 17 anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà
molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.
Nonostante sia il Vendicatore più
potente, Hulk (Mark
Ruffalo) non è stato in grado di sconfiggere Iron Man
(Robert
Downey, Jr.) in
Avengers: Age of Ultron. È stata una delle poche
sconfitte che il Gigante di Giada ha dovuto sopportare nel MCU. Quel momento ha anche segnato
la prima volta che il personaggio ha perso uno scontro 1-1 contro
un altro personaggio dell’universo condiviso.
La lotta di Hulk con
Iron Man nel secondo film degli Avengers è stata il risultato del
suo essere mentalmente influenzato dai poteri di Scarlet Witch.
Hulk è andato su tutte le furie fino a quando non è stato
contrastato da Iron Man, che ha indossato in battaglia la sua
armatura Hulkbuster. Grazie ad un enorme aumento di dimensioni e
forza, Iron Man è stato in grado di rappresentare una minaccia
fisica per Hulk, in un modo che la sua classica armatura non gli
avrebbe mai consentito. Dopo un lungo e brutale scambio di colpi,
Iron Man si è rivelato vittorioso ed è riuscito a far perdere i
sensi a Hulk.
In quanto personaggio che nei
fumetti Marvel viene comunemente definito
“il più forte che ci sia”, la sconfitta di Hulk contro
Iron Man è stata una svolta narrativa sorprendente. L’armatura di
Hulkbuster è stata progettata specificamente per sconfiggerlo, ma
Hulk ha una consolidata reputazione nell’aver sempre sfidato le
probabilità e aver vinto tutte le gare di forza bruta. Tuttavia, lo
scontro in questione ha rappresentato l’eccezione: Hulk non è
riuscito a sconfiggere il suo avversario, e ciò è stato dovuto in
gran parte al colpo improvviso di Iron Man alla fine del
combattimento.
Il colpo improvviso di Iron Man
alla fine del combattimento con Hulk
Hulk stava vincendo quando si
schiantarono contro un edificio, facendolo crollare su di loro.
Dopo essere emerso dai detriti, un Hulk senza fiato si è seduto,
per poi essere bruscamente preso a pugni in faccia da Iron Man. È
stato questo attacco a sorpresa che ha permesso a Iron Man di
prevalere su di lui. Per quanto riguarda il motivo per cui Hulk è
stato messo fuori combattimento proprio da questo colpo, è
importante sottolineare che il potere di Hulk è alimentato da
un’emozione: la rabbia. Hulk, spinto dalla rabbia, stava prendendo
a pugni Iron Man fino a quando l’edificio non è crollato,
interrompendo completamente il flusso della battaglia. Hulk stava
tornando momentaneamente in sé quando Iron Man l’ha colpito colpì.
Ciò significa che in quel preciso momento, Hulk aveva
dimenticato la sua rabbia. Iron Man ha vinto perché ha saputo
sfruttare quest’improvvisa svolta degli eventi.
In altre parole, Iron Man avrebbe
perso se la rabbia di Hulk non si fosse placata. C’è stato un
momento nella lotta in cui Stark stava dominando, ma tutto ciò che
ha fatto è stato rendere Hulk ancora più arrabbiato di quanto già
non fosse. In seguito, le probabilità sono cambiate a favore di
Hulk, con il personaggio che ha scatenato un furioso assalto di
potenti colpi che stava quasi distruggendo l’Hulkbuster di Iron
Man. Se la lotta fosse continuata senza interruzioni, Hulk avrebbe
consegnato a Iron Man quella che probabilmente sarebbe stato la sua
più grande sconfitta.
Sfortunatamente, questa non è stata
l’unica volta che le cose non sono andate a favore di Hulk in una
grande battaglia. Ha dovuto ottenere aiuto dal Gran Maestro contro
il Dio del Tuono in Thor:
Ragnarok ed è stato sconfitto senza alcuno sforzo da
Thanos all’inizio di Avengers:
Infinity War. La battaglia con Thanos, in
particolare, rende la sconfitta di Hulk in Age
of Ultron ancora più schiacciante, in quanto avrebbe
potuto dargli un’enorme vittoria che gli è stata negata nei
successivi film del MCU.
La serie drammatica della HBO
vincitrice di un Emmy Euphoria
tornerà
con due episodi speciali, con il primo debutto DOMENICA 6
DICEMBRE alle 21:00 ET / PT. L’episodio andrà in onda su HBO e sarà
disponibile per lo streaming su HBO Max negli USA. In Italia non ha
ancora una collocazione su SKY.
Dopo essere stato lasciato da Jules
alla stazione dei treni e ricaduto, il primo episodio speciale
segue Rue (interpretata dalla vincitrice dell’Emmy
Zendaya) mentre celebra il Natale. Scritto e diretto dal
creatore della serie Sam Levinson, l’episodio, intitolato “Trouble
Don’t Last Always”, è interpretato anche da Colman Domingo, che è
apparso nella prima stagione. Il titolo e la data del secondo
episodio sono in arrivo. Entrambi gli episodi speciali sono stati
prodotti sotto Linee guida COVID-19.
Euphoria ha
ricevuto tre Primetime Emmy quest’anno, tra cui Miglior attrice
protagonista in una serie drammatica (Zendaya),
Miglior trucco contemporaneo (non protesico) e Musica e testi
originali eccezionali.
Euphoria è
stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche produttore
esecutivo; i produttori esecutivi Ravi Nandan, Kevin Turen, Drake,
Future the Prince, Hadas Mozes Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna
Levin, Tmira Yardeni, Mirit Toovi, Yoram Mokady e Gary Lennon; Will
Greenfield è co-produttore esecutivo. Prodotto in collaborazione
con A24 e
basato sull’omonima serie israeliana, creata da Ron Leshem e Daphna
Levin, di HOT.
Bisognerà attendere ancora un bel
po’ prima dell’arrivo di Black Widow nelle sale,
anche se la continua evoluzione dell’attuale situazione legata alla
pandemia di Covid-19 potrebbe stravolgere ancora una volta i piani
dei Marvel Studios. Nel frattempo, sono arrivati
online nuovi interessantissimi dettagli sul ruolo che la Stanza
Rossa avrà all’interno della storia dell’atteso cinecomic.
Il libro di recente pubblicazione
“Black Widow: The Official Movie Special Book”
(via
CBM) contiene un’intervista a James Young, coordinatore degli
stunt che ha lavorato al film con Scarlett
Johansson, ha parlato del ruolo che avranno le Vedove
della Stanza Rossa nella storia e del mondo in cui si
relazioneranno al malvagio Dreykov interpretato da Ray
Winstone.
“Le Vedove provengono
fondamentalmente dalla Stanza Rossa. Fin da giovani queste donne
vengono portate lì e addestrate per diventare delle
assassine”, spiega Young. “Quello che ha fatto Dreykov è
che ha imparato che per controllare il mondo, non puoi gettarti
nella mischia e metterci la faccia. Quindi Dreykov usa le Vedove
per farle eseguire i suoi ordini. Usa queste giovani donne, che
sono delle assassine, per il programma.”
“Tutto quello che conoscono è la
violenza. È dura per Natasha quando si arriva a quella lotta nel
film. Ancora una volta, arriviamo al centro di tutto: Natasha ci è
già passata, sa di cosa si sta parlando, e questo la mette in una
posizione davvero scomoda per quanto riguarda la lotta con le
Vedove, perché queste vedove vogliono ucciderla. Nessuno lascia la
Stanza finché non è morta. Questo mette Natasha in una posizione
estremamente difficile. Queste vedove hanno un obiettivo. Qualunque
cosa dica il loro capo, faranno di tutto per
raggiungerlo.”
“Penso che sia piuttosto
interessante ora che abbiamo finalmente la possibilità di vedere
ciò che i fan hanno chiesto per anni”, aggiunge Young. “In
questo film, possiamo finalmente vedere la Stanza Rossa e scoprire
chi sono queste Vedove, scoprire che ci esistono più Vedove, che
Natasha era la migliore di loro e che Dreykov l’ha sempre voluta di
nuovo con sé.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Continuano le riprese di Mission
Impossible 7 in Italia, la produzione è ritornata
a Roma e questa mattina sul set c’eranoTom
Cruise e Hayley Atwell. Ecco i due
attori impegnati in alcuni stunt a bordo di una
500 gialla per le vie di Roma, nel quartiere di
Monti:
Nei prossimi due capitoli della
saga di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham (Kong: Skull Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom
Klementieff (Guardiani della Galassia) e
Esai
Morales (Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il
loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre
2021 e il 4 novembre 2022.
Sta per chiudersi questo di
Novembre del 2020 che passerà alla storia come quello del secondo
Lockdown per gran parte del nostro paese e in attesa di vivere un
natale diverso da tutti gli altri Amazon Prime
Video rivela tutte le novità di questo Dicembre
2020.
The Wilds
In parte survival drama, in parte
“pigiama party”
distopico, The Wilds segue
un gruppo di ragazze adolescenti di varia estrazione sociale, che
lottano per la sopravvivenza dopo che un incidente aereo le
costringe a vivere su un’isola deserta. Le naufraghe si
ritroveranno a litigare e a stringere forti legami che le
porteranno a conoscersi, a scoprire segreti che nascondono e i
traumi a cui sono tutte sopravvissute. C’è solo un colpo di scena
in questo drama emozionante… le ragazze non sono finite su
quell’isola per caso.
La serie vede nel cast la
veterana Rachel Griffiths, oltre a un
mix di volti noti ed emergenti tra cui Sophia Ali,
Shannon Berry, Jenna Clause, Reign Edwards, Mia Healey,
Helena Howard, Erana James, Sarah Pidgeon, David Sullivan, e
Troy Winbush. The Wilds è
co-prodotta da Amazon Studios e ABC Signature, parte dei
Disney Television Studios. Sarah
Streicher (Daredevil) ha creato la serie e ne è
anche executive producer insieme ad Amy B.
Harris (Sex
and the City e The Carrie
Diaries), Jamie Tarses (Happy Endings), e
Dylan Clark (The Batman and Bird
Box).
The Gentlemen
Per la serie “Il film a
casa tua”, dall’1 dicembre in anteprima esclusiva su Prime Video
Dall’autore e regista Guy Ritchie
arriva The
Gentlemen, una sofisticata commedia action con un cast
di primo livello. Il film segue le vicende dell’emigrato americano
Mickey Pearson (Matthew McConaughey) che si è costruito un impero
della marijuana a Londra. Quando si diffonde l’indiscrezione che
possa volere abbandonare il mercato per sempre, si attivano una
serie di piani, complotti e ricatti nel tentativo di riuscire a
sottrargli il dominio. Nel cast anche Henry
Golding, Matthew
McConaughey, Hugh Grant, Jeremy Strong, Michelle
Dockery e Colin
Farrell.
Per la serie “Il film a
casa tua”, dal 4 dicembre in anteprima esclusiva su Prime
Video
I protagonisti di 10
giorni senza mamma, Fabio
De Luigi e Valentina
Lodovini tornano in 10
giorni con Babbo Natale, questo atteso sequel
affiancati questa volta da un travolgente Diego
Abatantuono nei panni di Babbo Natale e diretti da Alessandro
Genovesi in una commedia delle feste natalizie per tutta la
famiglia.
Insieme a loro i
giovanissimi Angelica Elli, Matteo
Castellucci e Bianca Usai. La famiglia “tutta matta”
di 10 giorni senza mamma è alle prese con nuovi problemi
sulla divisione dei ruoli e con un’avventura che la porterà in
viaggio verso la Lapponia a bordo di un vecchio camper per un
Natale da trascorrere appassionatamente insieme. Gli imprevisti
lungo il percorso e un esilarante incontro-scontro con un sedicente
Babbo Natale renderanno il viaggio indimenticabile.
I’M YOUR WOMAN
Dall’11 dicembre in
esclusiva su Prime Video Versione originale, sottotitolata e
doppiata
I’m Your Woman è un thriller
ambientato negli anni ’70 prodotto e interpretato da Rachel Brosnahan (The Marvelous Mrs.
Maisel) che tratta i temi della maternità, della famiglia,
dell’empowerment femminile e della trasformazione personale. La
storia segue Jean (Brosnahan) nella sua avventura con il figlio
appena nato mentre cerca di scappare dal passato criminale del
marito e si trasforma da casalinga protetta a tostissima madre in
fuga. Grazie all’aiuto di Cal e Teri, la sua fatica nel cercare di
prendere il controllo della propria vita si traduce nella
consapevolezza del proprio potere. Al fianco di Brosnahan troviamo
nel cast Marsha Stephanie Blake e Arinzé Kene. Il film è diretto da
Julia Hart e prodotto da Jordan Horowitz (La La Land).
SOUND OF METAL
Durante una serie di
performance adrenaliniche, il batterista punk-metal Ruben (Riz
Ahmed) inizia ad avere degli episodi intermittenti di perdita di
udito. Quando uno specialista lo informa che la sua condizione è
destinata a peggiorare rapidamente, il batterista pensa che la sua
carriera e, di conseguenza, la sua vita siano finite. La fidanzata
e compagna nella band, Lou (Olivia Cooke), spaventata dal fatto che
Ruben possa ricadere nella tossicodipendenza da eroina da cui sta
faticosamente cercando di curarsi, lo porta in un’isolata casa di
cura per sordi affinché possano aiutarlo ad adattarsi a questa sua
nuova condizione.
Dopo essere stato accolto in una
comunità che lo accetta per come è, Ruben deve scegliere tra il suo
nuovo equilibrio e il desiderio di tornare alla vita che aveva un
tempo. Sound of Metal è diretto Darius Marder (Loot, sceneggiatore
di Come un tuono), autore del soggetto con Derek Cianfrance (Come
un tuono). La sceneggiatura è firmata dal regista Darius Marder con
Abraham Marder. Nel cast del film Riz Ahmed (The Night Of,
Nightcrawler), Olivia Cooke (Me and Earl and the Dying Girl, Bates
Motel), Paul Raci (Baskets, Parks and Recreation), Lauren Ridloff
(The Walking Dead,Eternals) e Mathieu Almaric (The Diving Bell and the
Butterfly, The Grand Budapest Hotel).
EL CID
El Cid narra la storia di
Rodrigo “Ruy” Diaz de Vivar, detto El Cid, eroe nazionale spagnolo
ma anche uno dei personaggi più misteriosi e complessi della storia
del paese. La serie racconta gli anni della gioventù di Ruy, ovvero
il momento in cui diventò un fedele vassallo, cavaliere ed eroe per
la corona. La storia è ambientata nell’undicesimo secolo, una delle
epoche più affascinanti della storia spagnola, in cui cristiani,
arabi ed ebrei convivevano nella penisola iberica, fronteggiandosi
in guerre e stringendo alleanze. El Cid è una storia
d’amore, intrighi, tradimenti e scontri fra potere e autorità.
El Cid è stato girato
nelle provincie spagnole di Soria, Burgos, Teruel e Madrid, oltre
che nella città di Saragozza; una produzione che ha superato i 4000
m2 di estensione, con uno staff di più di 200 persone e 11.000
comparse. Oltre a Jaime Lorente nei panni di El Cid, la serie vede
la partecipazione anche di José Luis García-Pérez che interpreta Re
Ferdinando I il Grande, Elia Galera nei panni della Regina Sancha
La Bella, Carlos Bardem è il Conte di León, Juan Echanove è il
vescovo, Alicia Sanz è Infanta Urraca, Francisco Ortiz è Sancho VII
il Forte, Jaime Olías è Alfonso VI, Lucía Guerrero è Jimena, Lucía
Díez è Infanta Elvira, Nicolás Illoro è Re García, Juan
Fernández è Rodrigo, nonno di El Cid, Pablo
Álvarez è Orduño, l’antagonista di Ruy, Ginés García Millán è Re
Ramiro di Navarra, Dani Tatay è Beltrán, il figlio di Ramiro, Dani
Albaladejo è Orotz, David Castilloè Lisardo lo scudiero, Adrián
Salzedo è Alvar, Álvaro Rico è Nuño, Emilio Buale è Sádaba il
guerriero, Hamid Krim è il Sultano di Saragozza Al-Muqtadir, Sarah
Perles è Amina, la figlia del Sultano, e Zohar Liba è Abu Bakr.
ANTEBELLUM
Per la serie “Il film a casa tua”, dal 14 dicembre in anteprima
esclusiva su Prime Video
L’autrice di successo
Veronica Henley (Janelle Monáe) si
trova incastrata in una realtà spaventosa che la obbliga a
confrontarsi con il suo passato, presente e futuro e in cui “prima”
è già tardi. I filmmaker visionari Gerard
Bush e Christopher
Renz (Bush
+ Renz), noti per il loro lavoro pionieristico nella
pubblicità impegnato nella lotta per la giustizia sociale,
scrivono, producono e dirigono il loro primo film, il nuovo
terrificante thriller Antebellum, in team
con QC Entertainment, già produttore dei film
Premi Oscar Get Out e
BalcKkKlansman, Zev Foreman e Lezlie
Wills.
SYLVIE’S LOVE
Dal 25 dicembre in esclusiva su Prime
Video
È il 1957, New York è
invasa dal caldo estivo e dal jazz. Robert (Nnamdi Asomugha),
sassofonista, passa le notti a suonare dietro al meno capace ma più
famoso frontman del quartetto di cui fa parte. Sylvie (Tessa
Thompson), che sogna una carriera nella televisione, spende i suoi
giorni d’estate ad aiutare suo padre nel negozio di dischi,
aspettando che il suo ragazzo torni dalla guerra. Quando Robert
inizia a lavorare in quello stesso negozio, tra i due si accende
una scintilla che potrebbe far nascere una passione forte, come
nessuno dei due ha mai provato nella propria vita. Il regista e
sceneggiatore Eugene Ashe unisce romance e musica in una storia
travolgente che narra un’epoca di cambiamento, un’evoluzione
culturale e il vero prezzo dell’amore.
WEEKEND
Federico, Giulio, Michele
e Roberto: quattro amici di gioventù si rincontrano all’apertura
di una mostra di pittura. L’artista è la madre di Alessandro, un
loro amico morto sette anni prima in circostanze poco chiare. Il
giorno della sua scomparsa i quattro erano con lui e da quel
momento non si sono più rivisti. La sera stessa della mostra
vengono condotti forzatamente in un luogo a loro familiare: la casa
di montagna dove, in quella tragica estate, passarono quel mai
dimenticato weekend che terminò nel peggiore dei modi. Si
ritrovano così abbandonati, lontani da tutto e isolati a causa di
una tempesta di neve. Proprio in quel luogo, dove il loro amico
perse la vita, qualcuno di cui non conoscono l’identità gli
comunica che tra loro c’è il responsabile della sua morte. L’unica
via di uscita è scoprire l’assassino, facendolo finalmente
confessare. Chi tra loro può aver commesso il terribile atto?
Presente e passato, estate e inverno, si intrecciano portando alla
luce risvolti sorprendenti, ed una verità molto più complessa di
quella immaginata.
The Expanse
5
Dal 16 dicembre in
esclusiva su Prime Video i primi tre episodi della quinta stagione,
a seguire un episodio ogni mercoledì
La quinta stagione di The Expanse
continua a narrare la storia degli umani che in
massa abbandonano il sistema solare in cerca di una nuova casa
e di un nuovo inizio in mondi simili alla Terra. Le
conseguenze dello sfruttamento secolare
della Cintura sono ormai reali e la resa dei
conti è inevitabile. Per la crew
della Rocinante e per i leader
dei Pianeti Interni e della Cintura il passato e il
presente collidono, e il futuro riserva sfide che avranno
conseguenze su tutto il sistema solare. Amos (Wes
Chatham) torna sulla Terra per confrontarsi con il suo passato
e con le conseguenze di una vita che tanto ha
combattuto per lasciarsi alle spalle. Naomi
(Dominique Tipper) riesce a raggiungere suo
figlio in un tentativo disperato di salvarlo dalla
dannosa influenza del padre. Bobbie (Frankie
Adams) e Alex (Cas Anvar) cercano di affrontare
il collasso di Marte seguendo i movimenti di
un’ambigua congrega avente legami con criminali e
terroristi. Holden (Steven Strait) lotta con le
conseguenze dei suoi trascorsi con la
Protomolecola, con gli alieni che
l’hanno costruita e con il mistero di cosa li
abbia annientati. Drummer (Cara Gee), in
compagnia di una nuova squadra, combatte per fuggire da
chi e cosa è stata in precedenza
e Avasarala (Shohreh Aghdashloo), rifiutandosi di
essere relegata ai margini, farà di tutto per prevenire un
attacco terroristico di proporzioni storiche.
THE GRAND TOUR PRESENTS: A MASSIVE
HUNT
Dopo le
spericolate avventure acquatiche nel Mekong, l’intrepido
trio si ritrova su quattro ruote per la sua ultima
avventura nelle esotiche isole
di Reunion e Madagascar. A bordo di tre
auto sportive Richard, James e Jeremy sono
convinti di affrontare un
viaggio tranquillo e divertente quando arrivano
a Reunion e si lanciano a gran velocità sul
tratto di asfalto più costoso del
mondo: una sbalorditiva strada costruita sul mare.
Ma una bizzarra
sfida, lanciata da Mr Wilman, li
spinge ad attraversare l’oceano per
giungere fino in Madagascar,
dove dovranno affrontare la strada
più ardua del mondo a bordo di alcune tra
le auto
più modificate che abbiano mai costruito,
per completare una delle loro missioni più difficili fino
a oggi. L’estenuante avventura si concluderà
con un finale esplosivo.
Yearly Departed
Amazon Prime
Video darà il suo addio al 2020 con il nuovo special
comico Yearly Departed, un ironico memorial per un
anno che in realtà deve ancora finire. Lo show raccoglie una
serie di elogi funebri al 2020, in cui una squadra di
comiche parlerà di tutto ciò che abbiamo “perso” negli ultimi
mesi. Dopo un lungo periodo passato tra pandemia, vespe killer
e banana bread, Yearly
Departed darà al 2020 l’addio che si merita da parte di
alcune delle donne più divertenti al mondo.
La lineup tutta al femminile
include Rachel
Brosnahan (The Marvelous Mrs. Maisel), Ziwe
(Book of Ziwe), Tiffany Haddish
(Girls Trip), Patti Harrison (Shrill), Natasha
Leggero (Another Period), Natasha
Rothwell (Insecure) e Sarah
Silverman (I Love You, America).
Yearly Departed ha come executive producer
Rachel Brosnahan, Paige Simpson, David Jammy, Katy Mullan, Samantha
Ressler, Nathalie Love e Bess Kalb, qui anche nel ruolo di
head writer. A dirigere è la regista nominata agli Emmy Linda
Mendoza (Tiffany Haddish Presents: They
Ready).Yearly Departed è prodotto
dagli Amazon Studios e Done + Dusted.
È tempo di feste su Rakuten TV
che a dicembre ha preparato sorprese di ogni genere per far
felice tutto il suo pubblico, tra attesi successi cinematografici e
intriganti nuove serie tv. A partire dal 15 dicembre sarà
disponibile sulla piattaforma, anche nella versione 4K HDR la
pellicola al cardiopalma Tenet, ultimo successo del regista Christopher
Nolan. Dallo studio Disney Pixar arriva l’ultimo
successo Onward. Ambientato in un mondo popolato di
creature fantasy dove però la magia non è più di uso comune, la
pellicola è un’esperienza magica da vivere sotto le Feste insieme a
tutta la famiglia. Il film è disponibile su Rakuten TV in 4K
HDR. Ma non finisce qui: dopo il clamoroso successo al
botteghino di After, ecco approdare su Rakuten TV il
sequel After 2 che ha incassato 4.2 milioni di
euro nelle sue 7 settimane di programmazione e 2.2 milioni di euro
solo nel primo weekend.
A partire dal 4 Dicembre, e in
offerta prezzo per l’acquisto dal 4 all’8, arriva su Rakuten TV
anche The Gentlemen, ultimo film
diretto da Guy Ritchie, che con le sue sequenze d’azione
adrenaliniche è pronto a gettare il pubblico tra narcotrafficanti,
imperi del crimine, miliardari e gangster. In arrivo anche il
film Marvel The New
Mutants, primo film del genere
supereroistico dalle tinte più horror. Dal regista Claudio
Noce, arriva su Rakuten TV
anche Padrenostro. Il film,
ambientato in una Roma “sospesa” del 1976, nel pieno del periodo
degli anni di piombo, ha visto Pierfrancesco Favino vincere, grazie
alla sua straordinaria interpretazione, la Coppa Volpi per la
migliore interpretazione maschile alla 75ma edizione della Mostra
internazionale del cinema di Venezia. E ancora ecco il 24
Dicembre Dreambuilders la fabbrica dei
sogni, film d’animazione perfetto proprio per le
atmosfere natalizie. La galleria dei cuori
infranti, racconta invece l’idea di una giovane
ragazza che, dopo la fine della sua ultima relazione, decide di
aprire una galleria dove le persone possono lasciare piccoli
ricordi delle loro storie passate. A dicembre approderanno su
Rakuten TV anche Balto e Togo – La leggenda,
che narra sotto una nuova luce la famosa storia dei due husky che
hanno attraversato l’Alaska per consegnare una preziosa medicina,
e Notturno, documentario del regista
di Fuocammare Gianfranco Rosi, girato nelle zone
calde di Siria, Libano e Iran e scelto dall’Anica per
rappresentare l’Italia nella categoria che premia il Miglior Film
Internazionale alla 93esima edizione degli Academy Awards.
STARZPLAY
Arriva su Starzplay – disponibile in SVOD su Rakuten TV – una delle
serie TV più attese dell’ultimo periodo: No
Man’s Land. Il racconto unisce thriller e spionaggio
per trascinare lo spettatore negli aspetti meno conosciuti della
guerra civile siriana. Qui Antoine, interpretato da Felix Moati,
partirà alla ricerca di sua sorella, data per morta, per poi venire
coinvolto tra le fila dei guerriglieri curdi..
AVOD
Grandi novità anche nella sezione FREE di Rakuten TV, che
continua ad ampliare il suo catalogo con molti contenuti di
intrattenimento gratuiti e grandi classici del cinema
contemporaneo. Questo mese da segnalare in particolare due
film con il grandissimo genio della commedia Will Ferrell: il
cult Anchorman – La leggenda di Ron
Burgundy, che racconta in maniera inedita e
irriverente il mondo del giornalismo con l’attore nei panni
dell’iconico presentatore dalla giacca bordeaux Ron Burgundy;
e Blades of Glory, un ritratto del
pattinaggio su ghiaccio maschile pieno di gag demenziali e
irresistibili. Ma le novità sono molte altre.
PROMO
Sul fronte delle promozioni, da segnalare alcune novità
perfette per passare il Natale con i propri film preferiti.
Dal 7 dicembre al 3 gennaio ecco la Disney Winter
Promo, che porta sulla piattaforma tantissimi film Disney,
tra novità e grandi classici, per godersi l’atmosfera natalizia in
famiglia con tanti titoli come Frozen 2, Il Re Leone, A Christmas
Carol, Aladdin e molti altri. Dal 4 al 28 dicembre, invece,
ecco arrivare la Winter Promo, una speciale
offerta di film da vedere con tutta la famiglia: tra grandi
classici e uscite recenti, i titoli perfetti per accendere la magia
delle Feste sono tantissimi, da Paddington
2 a 10 giorni senza
mamma, ma anche Alio – Un’avventura
tra i ghiacci, Ti presento
Sofia, La banda dei Babbi
Natale e molti altri.
In occasione
della Notte dei ricercatori e delle
ricercatrici, venerdì 27 novembre alle
20.30, nelle sale aderenti al
circuito #iorestoinSALA arriva MARIE
CURIE, il film scritto e diretto da Marie Noëlle,
interpretato da Karolina Gruszka, distribuito
da Valmyn.
La proiezione sarà preceduta da
un’introduzione di illustri donne che, come Marie Curie, hanno
dedicato la loro vita alla scienza: Maria Rita
Gismondo, direttrice Microbiologia Clinica, Virologia e
Bioemergenze, Polo Univ Sacco – Milano; Gabriella
Greison, scrittrice, fisica e performer teatrale; e con un
intervento di Ilaria Capua, direttrice del
One Health Center of Excellence dell’Università della Florida.
Le introduzioni in streaming
potranno essere seguite in diretta sulle pagine Facebook di tutte
le sale aderenti. Presenta l’incontro Michele Crocchiola della
Fondazione Niels Stensen di Firenze, in rappresentanza di
#iorestoinSALA.
Di Marie Curie sappiamo che, grazie
una fulgida intelligenza e un grande talento, riuscì a farsi strada
ed ebbe successo in un ambiente scientifico dominato dagli uomini.
Ma era anche una donna forte, passionale e moderna. Questo film,
racconta la sua storia.
Il film racconta gli anni più
turbolenti della vita di Marie Curie, quelli compresi tra il 1903,
anno in cui Marie e Pierre Curie si recano a Stoccolma per ricevere
il Premio Nobel per la scoperta della radioattività, e il 1911,
quando le venne assegnato il suo secondo Nobel. Nel mezzo, la morte
di Pierre, il nuovo amore con il matematico Paul Langevin, lo
scandalo.
Scrive la regista: «Chi era
Marie Curie? Una brillante scienziata, come tutti sanno. La sua
biografia è qualcosa di leggendario. Scoprendo il radio, questa
donna eccezionale ha dato un considerevole contributo alla
battaglia dell’umanità contro il cancro. Ma chi era la donna dietro
la mitica icona della scienza che nel corso del tempo è diventata?
La vita la mise di fronte a molte sfide che dovette affrontare con
coraggio e perseveranza. È stata la prima docente donna alla
Sorbona, la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Fisica e –
a tutt’oggi – la sola donna ad aver vinto due Nobel in due
categorie diverse. Tuttavia non le fu permesso di manifestare i
propri sentimenti».
Dee Dee Allen (la tre volte
vincitrice del premio Oscar® Meryl Streep) e Barry Glickman (il
vincitore del Tony Award® James Corden) sono star del palcoscenico
di New York City alle prese con una situazione critica: il loro
nuovo e costoso spettacolo di Broadway è un grosso flop che ha
improvvisamente distrutto le loro carriere. Nel frattempo, in una
piccola città dell’Indiana, la studentessa del liceo Emma Nolan
(l’esordiente Jo Ellen Pellman) sta vivendo un dispiacere molto
diverso: nonostante il sostegno del preside del liceo
(Keegan-Michael Key), il capo dall’associazione genitori-insegnanti
(Kerry Washington) le ha vietato di partecipare al ballo di fine
anno con la sua ragazza, Alyssa (Ariana DeBose). Quando Dee Dee e
Barry decidono che la difficile situazione di Emma è la causa
perfetta per aiutarli a riabilitare la propria immagine pubblica,
si mettono in viaggio con Angie (la vincitrice del premio Oscar
Nicole Kidman) e Trent (Andrew Rannells), un’altra coppia di cinici
attori in cerca di un’ascesa professionale. Ma il loro egocentrico
attivismo, tipico delle celebrità, gli si ritorce inaspettatamente
contro e i quattro si trovano a capovolgere le proprie vite mentre
si riuniscono per offrire a Emma una notte in cui può celebrare chi
è veramente.
Diretto da Ryan Murphy e interpretato anche da Tracey Ullman,
Kevin Chamberlin, Mary Kay Place, Logan Riley, Nico Greetham, Sofia
Deler e Nathaniel J. Potvin, The Prom è lo spettacolare adattamento
cinematografico e dal grande cuore del pluripremiato musical di
Broadway di Chad Beguelin, Bob Martin e Matthew Sklar, candidato ai
Tony Award. La sceneggiatura è scritta da Bob Martin e Chad
Beguelin; il film è prodotto da Ryan Murphy, Dori Berinstein, Bill
Damaschke, Alexis Martin Woodall e Adam Anders.
Screen Rant ha stilato una lista dei possibili luoghi in cui è
possibile si trovi Gamora dopo gli eventi di
Avengers:
Endgame, e che dovrebbe essere rivelato in Guardiani
della Galassia Vol. 3. Dopo la sua morte in
Avengers:
Infinity War, i Marvel Studios sono stati in grado di trovare
un modo intelligente per riportare il personaggio di Zoe Saldana nel MCU attraverso il viaggio nel
tempo. Considerando che l’attuale versione del personaggio che
esiste nella linea temporale principale non ha le stesse esperienze
della sua controparte defunta, è comprensibile il motivo per cui
non si sia unita ai Guardiani della Galassia.
I fatti di Avengers: Endgame
Nonostante sia la figlia adottiva
preferita di Thanos, ciò non ha risparmiato a Gamora di diventare
un danno collaterale nella ricerca del Titano Pazzo per bilanciare
l’universo attraverso le Gemme dell’Infinito. Essendo l’unica
persona che conosceva la posizione della Gemma dell’Anima, venne
trascinata da suo padre su Vormir per acquisire proprio la preziosa
Gemma. Quello che nessuno di loro sapeva all’epoca era che la Gemma
dell’Anima richiedeva un sacrificio per essere reclamata, come
spiegato dal suo guardiano Teschio Rosso. In quel momento, Thanos
decise che la sua missione era più importante di Gamora, e non ci
pensò due volte a lanciarla dal dirupo in cambio del cristallo
elementale.
Il viaggio nel tempo al centro
della trama di Endgame,
tuttavia, ha permesso alla Gamora del 2014 di tornare nella linea
temporale principale del MCU, essenzialmente prendendo il
posto della versione di se stessa che era già morta in quella
realtà. Anche se si tratta dello stesso personaggio proveniente da
un momento diverso della sua vita, questa nuova Gamora non sa della
sua associazione con i Guardiani della Galassia o della sua
relazione con Star-Lord. La versione cinematografica di Endgame
non ha rivelato se la Gamora del 2014 sia stata evaporata dallo
schiocco sacrificale di Iron Man: una scena cancellata ha
confermato la sua sopravvivenza, anche se la sua posizione è
attualmente sconosciuta, sperando che GOTG Vol. 3 fornisca una risposta adeguata.
Zen-Whoberi
Inizialmente si pensava che
il pianeta natale di Gamora fosse stato distrutto e che lei fosse
l’unica nativa sopravvissuta, come spiegato in Guardiani della Galassia di James
Gunn del 2014. Quando però i Marvel Studios hanno esplorato
ulteriormente il suo passato insieme all’arco narrativo di Thanos
in Avengers:
Infinity War, è stato rivelato che Zen-Whoberi esiste
ancora e, secondo il Titano Pazzo, è persino fiorente dopo che lo
stesso ha decimato metà della sua popolazione e portato via Gamora
dalla sua famiglia. Con il padre adottivo ormai morto, Gamora è
libera di fare tutto ciò che vuole, incluso tornare al suo paineta
natale e forse provare a vedere se ha dei parenti che sono stati
risparmiati dal genocidio casuale di Thanos.
Per chi non conoscesse la vita che
ha avuto la sua principale controparte della timeline del MCU, Gamora che ritorna a ciò che
conosce potrebbe essere una scelta comprensibile per il personaggio
in
Guardiani della Galassia Vol. 3. Le donerebbe un senso di
controllo sulla sua vita, poiché si troverebbe in un territorio a
lei familiare. Ammesso che non sia tornata da quando il Titano
pazzo l’ha rapita, fare ritorno a Zen-Whoberi potrebbe aiutare
Gamora a ringiovanire e prepararsi per affrontare le avventure che
il futuro ha in serbo per lei.
Xandar
Avengers:
Infinity War non ha mostrato Thanos e i suoi seguaci
prendere il controllo di Xandar nella speranza di acquisire la
Gemma del Potere. Al contrario, il film si è aperto con il Titano
Pazzo che era già in possesso della Gemma, e quello che è successo
sul pianeta è stato rivelato solo in seguito. Oltre ad abbattere i
Nova Corps, il temibile villain ha anche eseguito un genocidio
casuale su Xandar, lasciando in vita solo metà della sua gente. Ciò
significa che, proprio come Zen-Whoberi, funziona ancora e potrebbe
essere la destinazione di Gamora dopo gli eventi di Avengers:
Endgame.
Considerato che si tratta
dell’ambientazione principale degli eventi di Guardiani della Galassia, Gamora potrebbe
voler ripercorrere i passaggi della sua versione principale della
timeline del MCU. Avere in
Guardiani della Galassia Vol. 3 tutti i membri
principali del gruppo cosmico a Xandar riporterebbe le loro
avventure al punto di partenza, considerando che non solo è lì che
si sono incontrati, ma salvare il pianeta è stata anche la loro
prima missione collettiva come gruppo di supereroi. Chissà,
potrebbe anche essere una grande apertura narrativa per
l’introduzione nel MCU di Richard Rider/Nova…
La Terra
Con il viaggio nel tempo
che ha portato Gamora sulla Terra, c’è la possibilità che in
Guardiani della Galassia Vol. 3 l’eroina sia ancora
lì. Lo schiocco di Iron Man ha decimato Thanos, l’Ordine Nero, i
suoi altri servitori, così come le navi che stavano usando: detto
ciò, Gamora non ha davvero alcun mezzo per lasciare la Terra, a
meno che non abbia segretamente chiesto un passaggio a qualcun di
misterioso. Se è davvero bloccata sul pianeta, potrebbe riportare
indietro Star-Lord e gli altri suoi amici, il che sarebbe
particolarmente interessante per Peter Quill, considerando che a
quanto pare non le piaceva che fosse tornato sul suo pianeta
natale, poiché evocava brutti ricordi.
Vale anche la pena notare che, dato
che Avengers:
Endgame è terminato con i Guardiani della Galassia
insieme a Thor, e con un nuovo regno di Asgard stabilito in
Norvegia, non è così strano ipotizzare che in qualche modo tornino
comunque tutti sulla Terra. Thor: Love and Thunder di Taika
Waititi dovrebbe vedere il Dio del Tuono insieme Star-Lord e al
resto della banda.
Vormir
A seconda di quanto
l’originale Nebula del MCU ha detto alla Gamora del 2014
della morte della sua controparte nel 2023,
Guardiani della Galassia Vol. 3 potrebbe vederla
rivisitare Vormir. Poiché non è a conoscenza di tutto ciò che è
accaduto nella sua vita prima di incontrare Star-Lord e il resto
del suo team cosmico, Gamora potrebbe essere ansiosa di scoprire
cosa aveva passato la sua altra versione prima della sua straziante
morte in Avengers:
Infinity War. Dato che la Gemma dell’Anima nella
linea temporale principale del MCU non si trova più lì, Teschio
Rosso potrebbe aver già lasciato il pianeta; come suggerito dai
registi, una volta che la gemma è stata recuperata, non è più
obbligato rimanere a Vormir. Ma, se l’obiettivo è raccontare cosa è
realmente accaduto quel giorno in cui è morta su quel pianeta,
Teschio Rosso è la soluzione migliore per i Marvel Studios, considerando che è
l’unico altro personaggio che ha assistito a ciò che è successo e
che è ancora vivo.
Certo, questa è una strada
difficile da percorrere; anche se la Gamora del 2014 è informata
circa la storia generale della Gamora “principale”, è
essenzialmente un personaggio diverso. È curioso come i Marvel Studios vadano avanti con il
suo personaggio dato questo passaggio. Ancora, considerando che
Gunn è stato informato dell’arco narrativo dell’eroina in
Infinity War e che la sceneggiatura di
Guardiani della Galassia Vol. 3 non è mai cambiata dopo il
suo licenziamento, è lecito ritenere che abbiano in mente un piano
B per questa nuova Gamora.
Diane Keaton ha rivelato di non aver
apprezzato
Il Padrino – Parte III all’epoca della sua uscita
nelle sale. Il capitolo finale della pluripremiata e acclamata
trilogia non è stato accolto bene come i suoi predecessori, e
ancora oggi è considerato l’anello debole della saga. Nel 1972,
all’epoca dell’uscita del primo
Il Padrino, Diane Keaton era ancora un’attrice sconosciuta
e il film di Francis Ford Coppola segnò la sua seconda
esperienza sul grande schermo. Sei anni dopo, nel 1978, conquistò
l’Oscar come migliore attrice protagonista grazie a Io & Annie di
Woody Allen.
Kay Adams, il personaggio
interpretato da Keaton nella saga de
Il Padrino, è ricordato come uno dei personaggi che si
sono maggiormente evoluti nel corso dei tre film. Di recente è
stata confermata una nuova versione de Il
Padrino – Parte III, completamente restaurata, con un
nuovo inizio e un nuovo finale, che utilizzerà il titolo pensato in
origine da Francis Ford Coppola, ossia Mario Puzo’s
The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone, il titolo
scelto inizialmente da Coppola, prima che i dirigenti dello studio
lo semplificassero per l’uscita nelle sale del 1990. Il film uscirà
nelle sale USA a dicembre, seguito da una versione VOD e
Blu-Ray.
In una recente
intervista con
Variety, Diane Keaton ha elogiato il nuovo taglio del
film, e ha anche rivelato che di non aver mai particolarmente
apprezzato la versione originale del 1990: “Guardare la nuova
versione è stato uno dei momenti più belli della mia vita
guardarlo. È stato un sogno che finalmente è diventato realtà. Ho
visto il film sotto una luce completamente diversa. Quando l’ho
visto la prima volta, non ero veramente convinta. All’epoca
dell’uscita in sala non sembrava funzionasse bene e le recensioni
non furono eccezionali. Ma Francis ha lavorato nuovamente
all’inizio e alla fine e, lasciatemelo dire, adesso funziona alla
perfezione. Non so perché le persone non lo apprezzassero, ma di
certo io ero uno di loro. Cosa c’era di sbagliato in me? Perché non
mi è piaciuto prima? Eppure, era così.”
La riedizione de Il Padrino – Parte
III
La riedizione de Il
Padrino – Parte III avrà luogo in occasione del
30esimo anniversario dell’uscita del film al cinema e, sulla base
delle dichiarazioni di Coppola, sarà molto più vicina alla sua
visione originale del film. È facile intuire perché i dirigenti,
all’epoca, scelsero di cambiare il titolo del film: non solo per
seguire la logica degli altri due titoli del franchise, ma anche –
e soprattutto – per evita il principale spoiler sulla trama, ossia
la morte di Michael Corleone. Ora, circa tre decenni dopo, è chiaro
che non ci sia più nulla che possa rovinare la visione allo
spettatore.
Francis Ford Coppola ha
completamente restaurato il film insieme ai suoi editori,
aggiungendovi un nuovo inizio, un nuovo finale e anche delle
riprese alternative di alcune scene, oltre a nuovi spunti musicali.
Coppola ha definito la nuova versione del film una “conclusione
più appropriata alla storia dei Corleone”.
A proposito della Director’s Cut de
Il Padrino – Parte III, Coppola aveva dichiarato: “Èun riconoscimento nei confronti del titolo di Mario e del
mio titolo preferito, nonché delle nostre intenzioni originali in
merito a ciò che poi divenne Il Padrino – Parte III.Per
questa nuova versione del capitolo finale della trilogia, ho creato
un nuovo inizio e una nuova fine e ho riorganizzato alcune scene,
inquadrature e spunti musicali. Con queste modifiche, con il
filmato e il suono ripristinati, si tratta per me di una
conclusione più appropriata per Il Padrino e Il Padrino – Parte II.
Sono grato a Jim Gianopulos e alla Paramount per avermi permesso di
rivisitare il film.”
Rob Liefeld ha
accolto con favore la notizia che Deadpool 3 è ufficialmente in sviluppo presso
i Marvel Studios. Da quando la Disney ha
acquisito le risorse televisive e cinematografiche della Fox, c’è
stato parecchio interesse per il modo in cui Kevin Feige e la Casa
delle Idee gestiranno gli X-Men, i Fantastici Quattro e tutti i
personaggi collegati all’universo dei mutanti. Ciò include
naturalmente anche il personaggio del Mercenario Chiacchierone
interpretato da Ryan Reynolds.
Da quando è stato siglato l’accordo
tra Disney e Fox, non ci sono mai state notizie concrete da parte
dei Marvel Studios su quali fossero i
piani per il franchise di Deadpool
e per il futuro dei personaggi “ereditati” dalla Fox. Dopo mesi e
mesi di speculazioni, lo scorso weekend abbiamo appreso la
notizia che la Marvel ha inizialmente
ufficialmente a lavorare a Deadpool 3, ingaggiando un nuovo duo di
sceneggiatrici: Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin, infatti, andranno a sostituire gli
storici Rhett Reese e Paul
Wernick, che avevano firmato sia Deadpool
che Deadpool
2 (quest’ultimo co-sceneggiato insieme a Reynolds).
Parlando con
THR in occasione della promozione del terzo numero del
fumetto spin-off di G.I. Joe, Snake Eyes, a Rob
Liefeld è stato chiesto della sua reazione al fatto che i
Marvel Studios abbiano finalmente
ingaggiato gli sceneggiatori di Deadpool 3. Il fumettista ha ammesso di essere
un grande fan del duo e di aspettarsi un grande lavoro per il nuovo
film dedicato alla sua creatura.
“Penso che le persone dovrebbero
essere aperte alle nuove voci”, ha spiegato Liefeld
riferendosi al coinvolgimento delle due sceneggiatrici. “Senza
le nuove voci, non avrei mai trovato un lavoro nel campo dei
fumetti. Senza le nuove voci, il creatore di The Walking Dead,
Robert Kirkman, non sarebbe mai entrato in questo mondo.”
Il pensiero iniziale di Rob Liefeld su Deadpool 3
Si tratta di un bel cambio di rotta
per Rob Liefeld, che in passato non si era
dimostrato un grande sostenitore di un possibile Deadpool 3. Lo scorso luglio, infatti, il
fumettista aveva dichiarato: “Lo sto per dire: f*****o i film!
F*****o tutto questo discorso sul prossimo film di Deadpool, va
bene?Ecco cosa direi io: ‘Hey, Disney. Ciao, sono Rob.
Hai speso 70 miliardi di dollari per compare la Fox. Ok? Hai speso
70 miliardi di dollari. Non riesci più a gestire i tuoi parchi a
tema, che rappresentano il 50% dei tuoi guadagni complessivi, e
sono anche stati chiusi per cinque mesi. Non hai neanche modo di
portare in sala i tuoi film da tre miliardi di dollari. Nessun
Mulan, nessun Black Widow, nessun Gli Eterni. Gli animatori
possono lavorare da casa. Gli artisti digitale anche. I cartoni
animati di Deadpool, i videogiochi di Deadpool: è su questo che vi
dovreste concentrare. Iger, chiunque stia guidando adesso la nave…
cosa state facendo per ottenere un ritorno concreto da questi 70
miliardi?”
Aveva poi aggiunto: “Certo che
dovrebbero creare più videogiochi di Deadpool, certo che dovrebbero
creare più serie animate di Deadpool. Che diavolo! Kevin Feige, ti
voglio bene amico mio, sei un genio, ma ne esistono anche altri di
geni. I ragazzi che hanno realizzato Spider-Man: Un Nuovo Universo,
ad esempio. Sono dei geni! E la Disney non ha avuto nulla a che
fare con quel film. La Disney non ha avuto nulla a che vedere con
Deadpool, Deadpool 2, Logan. Lascia che questi altri luogotenenti
ti rendano un ritorno nei tuoi investimenti. Non ho bisogno di un
altro film su Deadpool, né io né i fan. Ne abbiamo già due
fantastici. Sono perfetti. Naturalmente c’è una richiesta, e spero
che riescano a soddisfarla, ma non sono certo che lo
faranno.”
In attesa dell’arrivo nelle sale di
Wonder
Woman 1984, in una recente intervista Geek Magazine
(via
Reddit), la regista Patty
Jenkins ha aggiornato in merito all’annunciato
spin-off dedicato alle Amazzoni. Alla fine
del 2019, in occasione del Comic Con Experience di San Paolo, in
Brasile, la
Jenkins aveva anticipato che lei e la Warner Bros. stavano
pensando ad un possibile film interamente dedicato alle guerriere e
alla mitologia di Themyscira.
Al momento i piani della major in
merito al progetto sono ancora piuttosto vaghi: nulla esclude,
infatti, che alla fine la storia possa adattarsi maggiormente ad
una serie tv, magari destinata a HBO Max, dovrà tra l’altro
Wonder Woman
1984 sarà disponibile proprio nel giorno dell’uscita
nelle sale americane (il prossimo 25 dicembre). In attesa di
maggiori chiarimenti, Patty Jenkins ha spiegato che lo spin-off sarà
ambientato dopo gli eventi di Wonder
Woman e che potrebbe persino collegarsi ad un ipotetico
Wonder Woman 3 (non ancora confermato
ufficialmente).
“Si tratta di una storia che
Geoff Johns ed io abbiamo inventato e poi presentato alla Warner
Bros.”, ha spiegato regista. “Gli eventi di questa storia
si svolgono dopo che Diana ha lasciato Themyscira, l’isola delle
Amazzoni, e ci sono alcuni colpi di scena legati a quanto accadrà
tra Wonder Woman 1984 e Wonder Woman 3. La
produzione del progetto non è ancora iniziata ufficialmente, ma
spero che ce la faremo prima o poi, perché amo davvero questa
storia.”
Le date di uscita internazionali di Wonder Woman 1984
In attesa di saperne di più,
ricordiamo che di recente la
Warner Bros. ha annunciato le varie date di uscita di
Wonder Woman
1984 a livello internazionale. Prima di arrivare nelle
sale americane e su HBO Max il 25 dicembre, infatti, il film sarà
distribuito in alcuni mercati come la Francia (16 dicembre), la
Spagna (18 dicembre) e la Germania (23 dicembre). In Italia il
sequel, inizialmente previsto per il 14 gennaio 2021, arriverà
adesso il 28 gennaio e sarà quasi uno degli ultimi mercati in cui
il film verrà distribuito.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 dicembre 2020 in America (sia
in sala che su HBO Max) e il 28 Gennaio 2021 in Italia. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la
prossima iterazione della supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Kristen Stewart ha guardato la quarta stagione
di The
Crown per meglio prepararsi al ruolo di Lady Diana
nell’annunciato biopic che sarà diretto da Pablo
Larraín. Il film si intitolerà Spencer ed è stato scritto da Steven
Knight. Il film sarà ambientato nell’arco di un fine
settimana, racconterà il momento in cui Lady D. decise che il suo
matrimonio con il principe Carlo era finito e sarà sicuramente
destinato a far discutere, come accade ogni volta che il cinema
racconta la storia della “principessa triste”.
La quarta stagione di The
Crown è stata presentata in anteprima all’inizio di
questo mese, ed è stata accolta con grandissimo entusiasmo. La
serie racconta del regno della regina Elisabetta, interpretata dal
premio Oscar Olivia Colman a partire dalla terza stagione.
Il nuovo ciclo di episodi si concentra fortemente sulla principessa
Diana (interpretata da Emma Corrin) e sul suo
matrimonio con il principe Carlo. La relazione tumultuosa è stata a
lungo oggetto di contesa per la Casa reale di Windsor, e questa
nuova stagione ha riacceso tensioni mai realmente sopite
all’interno della famiglia.
In una nuova intervista con
The Wrap, la Kristen Stewart ha rivelato di aver visto
l’ultima stagione di The
Crown per meglio prepararsi al ruolo della Principessa
Diana. Anche se il film sarà ambientato in un momento diverso della
vita di Diana rispetto alla serie creata da Pete
Morgan, la Stewart ha detto che lo show l’ha aiutata a
connettersi emotivamente con la figura di Lady D. e con le persone
che hanno fatto parte della sua vita. Spencer, le cui riprese inizieranno all’inizio
del 2021, sarà ambientato nei primi anni ’90, poco prima del
divorzio di Diana e Charles, mentre la quarta stagione di The
Crown termina proprio agli inizi degli anni ’90.
“Mi sento davvero fortunato ad
avere The
Crown, perché ho investito emotivamente in personaggi basati su
persone reali, e in quella serie c’è stato davvero tanto materiale
a rinforzarlo e ricordarmelo. Ora mi sento connessa emotivamente a
questi personaggi e ho questo strana sensazione che mi accompagna
ogni volta che vado a dormire, perché penso: ‘Oh, Dio, nutro già
dei sentimenti nei confronti di queste persone’. Penso che sia una
prova di quanto quella serie sia valida.”, ha spiegato
l’attrice.
Lady Diana nelle parole di Pablo
Larraín
In merito al biopic Spencer, Pablo Larraín
(regista di Jackie ed
Ema) aveva dichiarato: “Siamo tutti cresciuti, almeno
la mia generazione, sapendo cosa fosse una fiaba. In genere, il
principe arriva e trova la principessa, la invita a diventare la
sua moglie e poi lei diventa regina. Questa è una fiaba. Quando
qualcuno però decide di non essere regina, e dice che preferisce
andarsene ed essere se stessa, prende una decisione molto
importante, e la fiaba si capovolge.
Sono sempre rimasto
impressionato da decisioni così, pensando anche a quanto deve
essere difficile. Questo è il cuore del film.Come e
perché decidi di farlo? È una storia universale che può toccare
milioni e milioni di persone, e noi vogliamo fare questo. Vogliamo
fare un film che possa andare a fondo, connettersi con il pubblico
di tutto il mondo che prova interesse verso una vita tanto
affascinante.”
Sebbene inizialmente la serie
sembrasse concentrarsi sulle avventure del magizoologo Newt
Scamander (Eddie
Redmayne), ben presto è stato confermato che
Animali Fantastici avrebbe coperto il periodo in cui il
mago oscuro Grindelwald terrorizzava il mondo magico. Johnny Depp è apparso alla fine del primo
Animali Fantastici nei panni di Gellert Grindelwald,
prima di avere un ruolo più importante nel sequel I Crimini di Grindelwald del 2018. Era pronto
ad interpretare il personaggio per l’intero franchise, ma a seguito
della perdita di una causa per diffamazione contro il quotidiano
britannico The Sun che lo ha definito un “picchiatore di
mogli”, la Warner Bros. ha chiesto all’attore di abbandonare
la saga.
In seguito alla notizia del
licenziamento di Depp, è emerso che Mads Mikkelsen era in trattative per
sostituire il collega e diventare ufficialmente il nuovo volto
cinematografico di Gellert Grindelwald. Nonostante Mikkelsen avesse
smentito la voce, oggi sappiamo che l’attore stava semplicemente
“mentendo”, nel senso che non aveva ancora avuto l’autorizzazione a
parlare del suo coinvolgimento, dal momento che, come riportato da
The Wrap, che la Warner Bros. – attraverso un comunicato – ha
ufficializzato il casting dell’attore danese.
Nonostante sia destinato a svolgere
un ruolo chiave nell’attesissimo nuovo adattamento cinematografico
di Dune,
Jason Momoa ha dichiarato che non vedrà il
film quando finalmente uscirà nei cinema. Diretto da Denis Villeneuve, Dune è
stato posticipato diverse volte a causa non solo di alcuni ritardi
di produzione, ma anche della pandemia di Covid-19. Il film segnerà
il ritorno di Momoa sul grande schermo, che non appare in un film
destinato al cinema dal 2018, anno di uscita del campione d’incassi
Aquaman.
Il nuovo adattamento del romanzo di
Frank Herbert del 1965 era originariamente
previsto per il prossimo 20 novembre, prima di essere posticipato
al 18 dicembre e ancora al 1 ottobre 2021. Jason Momoa avrà il ruolo di Duncan Idaho,
personaggio reso celebre dall’attore Richard Jordan
nell’adattamento del 1984 diretto da David Lynch. All’inizio di quest’anno, Momoa
ha alzato ancora di più l’hype attorno al film commentando con la
grande entusiasmo la portata della produzione, sottolineando come
quello di Duncan Idaho sarà probabilmente il ruolo più grande da
lui interpretato.
Tuttavia, in una recente intervista
con
Men’s Health, Jason Momoa ha spiegato che non vedrà il film
al cinema quando verrà distribuito, in modo da potersi godere
l’esperienza insieme a la sua famiglia. L’attore ha infatti notato
la paura di suo figlio nel vedere il padre coinvolto in scene
d’azione. Una volta, infatti, il figlio di 11 anni Wolfie, mentre
guardavano un suo film, si è girato verso il padre e gli ha
chiesto: “Papà, stai bene?”. Momoa ha subito
tranquillizzato il figlio, dicendogli: “Figlio mio, sono seduto
accanto a te. Stiamo tutti bene. Questo è successo due anni fa.
Guarda il film.”
Con tutta l’incertezza che circonda
ormai l’industria cinematografica, la decisione di Momoa figura
senza dubbio come una mossa audace. Le riprese principali di
Dune
si sono concluse lo scorso agosto, e quando il film arriverà nelle
sale, il lavoro svolto da Momoa sul set sarà già un lontano
ricordo. Un’esperienza cinematografica condivisa, qualcosa che
quest’anno è venuta profondamente a mancare, sembra importare molto
per Momoa: per l’attore è importante non solo poter godere dei
frutti del suo lavoro, ma anche avere la possibilità di confortare
suo figlio.
Il network americano
FOX dopo il primo promo ha diffuso un nuovo promo
di 9-1-1
4, l’annunciata
quarta stagione di 9-1-1.
9-1-1 4
9-1-1 4 è la
quarta stagione della serie 9-1-1
creata da Ryan Murphy e Tim Minear per
il network americano FOX. Dai creatori Ryan Murphy e Brad
Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip /
Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1
esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia,
paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni
spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono
cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più
vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.
In 9-1-1
4 protagonisti sono Athena Carter Nash,
(stagione 1-in corso), interpretata da Angela
Bassett, Robert “Bobby”
Nash (stagione 1-in corso), interpretato
da Peter Krause, Evan “Buck”
Buckley (stagione 1-in corso), interpretato
da Oliver Stark, Henrietta “Hen”
Wilson (stagione 1-in corso), interpretata
da Aisha Hinds, Howard
“Howie”/”Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato
da Kenneth Choi, Michael
Grant (stagione 1-in corso), interpretato
da Rockmond Dunbar, Abigail “Abby”
Clark (stagione 1, guest star stagione 3), interpretata
da Connie Britton, Madeline “Maddie”
Buckley Kendall (stagione 2-in corso), interpretata
da Jennifer
Love Hewitt, Edmundo “Eddie”
Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan
Guzman, May Grant (ricorrente
stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata
da Corinne Massiah, Harry
Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso),
interpretato da Marcanthonee Jon Reis.