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Margot Robbie sostituisce Emma Stone nel nuovo film di Damien Chazelle

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Come riportato da Deadline, la candidata all’Oscar Margot Robbie è in trattative iniziali per sostituire il premio Oscar Emma Stone nel nuovo film di Damien Chazelle, il cui titolo ufficiale sarà Babylon. Stone, che era già stata diretta da Chazelle in La La Land, ha dovuto abbandonare il progetto a causa di impegni pregressi.

Il cast del film annovera già il premio Oscar Brad Pitt: se le trattative con la Robbie dovessero andare a buon fine, si tratterà della seconda volta che i due celebri e amatissimi attori lavoreranno fianco a fianco dopo C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino. Babylon avrebbe segnato la seconda collaborazione tra Damien Chazelle e Emma Stone dopo l’incredibile successo di La La Land.

Babylon è stato descritto come un dramma audace e originale, dal budget significativo, che sarà ambientato nel periodo in cui l’industria di Hollywood è passata dal muto al sonoro. La Lionsgate avrebbe dovuto accaparrarsi i diritti del film, ma è stata poi surclassata dall’offerta ben più vantaggiosa avanzata dalla Paramount.

Il film, che sarà scritto e diretto da Chazelle, dovrebbe arrivare nelle sale a Natale 2021 (con un’uscita limitata) e successivamente a gennaio 2022 (con un’uscita worldwide), giusto in tempo per l’awards season. Tra i produttori figurano Olivia Hamilton, Matt Plouffe e Marc Platt.

La carriera di Damien Chazelle

Damien Chazelle è diventato in un istante una figura interessante e di spicco nel panorama hollywoodiano, a partire dal suo esordio, il folgorante Whiplash, che nel 2014 ha portato a casa ben tre premi Oscar, tra cui migliore attore non protagonista, J.K. Simmons.

Whiplash ebbe un tale successo che molti critici si chiesero se Chazelle potesse mai essere in grado di replicare quel successo e quella bellezza. Eventuali dubbi su questo fronte si sono rapidamente estinti quando Chazelle ha presentato al Festival di Venezia 2016 La La Land. L’affascinante tributo ai classici musical di Hollywood vede Emma Stone Ryan Gosling nei panni di una coppia di giovani ambiziosi in cerca della loro carriera artistica nella Hollywood dei sogni e delle illusioni. Il film è stato campione di incassi, e non solo.

La La Land ha raddoppiato il conteggio dei tre Oscar di Whiplash, portando a casa sei premi tra cui un Oscar come miglior regista per Chazelle e un trofeo per la migliore attrice a Stone. Eppure, nonostante il successo di Whiplash e La La Land, Chazelle non è riuscito a ripetere la sua formula di grande successo con First Man – Il primo uomo del 2018. Anche se il film ha visto il ritorno di Gosling con il regista, non è riuscito a eguagliare le alture vertiginose dei precedenti lavori di Chazelle. Il film è anche il primo caso in carriera, per Chazelle, di una regia su sceneggiatura non sua.

Lo chiamavano Jeeg Robot: trama, cast e premi del film

Lo chiamavano Jeeg Robot: trama, cast e premi del film

Indicato come uno dei film che ha contribuito alla forte attenzione del cinema italiano nei confronti dei generi cinematografici, Lo chiamavano Jeeg Robot segna il debutto ad un lungometraggio di Gabriele Mainetti e Nicola Guaglianone. Rispettivamente regista e sceneggiatore, i due avevano già collaborato con successo a cortometraggi quali Il produttore, Basette e Tiger Boy. Per il loro esordio sul grande schermo, scelgono di dar vita al primo grande supereroe italiano, il quale è però naturalmente calato all’interno del forte contesto della periferia di Roma. Con il film di Mainetti si è così aperta per il cinema italiano una nuova ricca stagione.

Il titolo del film è un ovvio riferimento al celebre manga Jeeg Robot d’acciaio, dove il supereroe in questione si trova a dover salvare il mondo da nemici ogni volta diversi. Allo stesso modo, il protagonista del film italiano, Enzo Ceccotti, deve fare i conti con la criminalità di Roma, e in particolare con un nemico che si rivelerà più imprevedibile del previsto. Proprio per le grandi novità che il film presentava, questo faticò inizialmente a trovare produttori disposti ad investirvi. In seguito, tuttavia, il film riuscì a prendere forma, arrivando ad ottenere un’anteprima alla Festa del Cinema di Roma.

Arrivato infine in sala, il film riesce ad affermarsi come uno dei migliori incassi della stagione, arrivando ad un guadagno complessivo di quasi 6 milioni di euro a fronte di un budget di quasi 2. Per Lo chiamavano Jeeg Robot la strada verso il successo era però appena iniziata. Il film divenne infatti un vero e proprio caso cinematografico, arrivando a vincere alcuni tra i maggiori premi assegnati dall’industria italiana. Grazie anche ad una distribuzione estera, il film ha potuto dimostrare in tutto il mondo il pregio che ancora oggi il cinema italiano può vantare.

Lo chiamavano Jeeg Robot: la trama del film

Il film racconta di Enzo Ceccotti, un uomo solitario che vive di espedienti nella periferia di Roma, si nutre di budini alla vaniglia e guarda solo dvd pornografici. Un giorno, inseguito dalla polizia per il furto di un orologio, si tuffa nel Tevere e lì viene a contatto con una sostanza radioattiva, che una volta tornato a casa gli causa un terribile malessere. Superata la notte e apparentemente guarito, si organizza per un nuovo colpo, commissionatogli dallo spietato criminale noto come Lo Zingaro. A casa di uno dei suoi complici, Enzo incontra Alessia, una ragazza con problemi mentali, che si comporta come una bambina, fa fatica a distinguere tra finzione e realtà e ha una vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg Robot d’acciaio.

Durante un incontro con alcuni corrieri di droga, Enzo rimane però coinvolto in una sparatoria, si prende una pallottola e fa un volo di diversi metri. Inspiegabilmente rimane illeso e realizza così di avere dei “superpoteri”, acquisiti grazie alla sostanza radioattiva: oltre all’invulnerabilità, possiede anche una forza sovrumana. Lo Zingaro con i suoi scagnozzi si reca a casa di Alessia per avere informazioni sul carico di droga, arrivando ad essere violento con la giovane. Sentite le urla della ragazza, Enzo accorre e interviene picchiando i criminali e salvando Alessia. I due, costretti ora ad una latitanza, si ritrovano a stringere un profondo legame. La loro tranquillità viene però messa a dura prova proprio da Lo Zingaro, il quale è in cerca di vendetta.

Lo chiamavano Jeeg Robot cast

Lo chiamavano Jeeg Robot: il cast di attori del film

Tra gli elementi di maggior forza del film vi è il suo cast di attori. Tutti premiati per le loro interpretazioni, questi hanno dato vita a personaggi memorabili, entrati da subito nell’immaginario collettivo del cinema italiano. Grande protagonista è l’attore Claudio Santamaria. Questi, tuttavia, aveva inizialmente dovuto rifiutare il ruolo a causa di altri impegni. Poiché il regista desiderava fortemente averlo nel film, però, le riprese vennero posticipate in attesa che l’attore fosse libero. Ciò avvenne però con la sua promessa di acquisire circa 20 chili, arrivando ad un totale di 100, e assumendo l’imponenza richiesta per il personaggio.

Accanto a lui nel film è poi presente Luca Marinelli, oggi tra i principali interpreti del cinema italiano, che ha qui vestito i panni del criminale Lo Zingaro. Affermatosi per il suo carattere sopra le righe, il personaggio è oggi ricordato come uno dei villain più apprezzati del recente cinema nazionale. Per dargli vita, Marinelli ha raccontato di essersi ispirato ai personaggi di Hannibal Lecter e Buffalo Bill, entrambi presenti in Il silenzio degli innocenti. Per il ruolo di Alessia, invece, viene scelte l’attrice Ilenia Pastorelli. All’epoca questa era ancora un’esordiente, e per tale ragione il regista non era del tutto convinto di voler affidare a lei il ruolo. A convincerlo fu però Guaglianone, lo sceneggiatore, il quale dichiarò di aver scritto il personaggio con lei in mente. Dopo averla incontrata, anche Mainetti si convinse del fatto che era l’attrice giusta per il ruolo. Nel film è poi presente anche l’attrice Antonia Truppo nel ruolo della boss criminale Nunzia Lo Cosimo.

Lo chiamavano Jeeg Robot: i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Lo chiamavano Jeeg Robot si è affermato come uno dei film più acclamati e premiati del suo anno. Questo è infatti stato candidato a numerosi premi di particolare prestigio in Italia, come i David di Donatello e i Nastri d’argento. Ai primi il titolo ricevette ben 17 nomination, ottenendo poi 8 premi, tra cui quelli per i quattro interpreti principali e quello per il miglior regista esordiente. Ai Nastri d’argento il film guadagnò invece 10 nomination, mentre 12 furono quelle ai Ciak d’Oro. Il film venne inoltre selezionato nella rosa dei film tra cui scegliere per il candidato italiano all’Oscar per il miglior film straniero, non ottenendo però tale possibilità. Svariati sono poi stati i premi “minori” vinti sempre sul suolo italiano.

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Lo chiamavano Jeeg Robot grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Now TV, Rai Play e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 2 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

MCU: le 10 cose più tristi relative alla storia di Vedova Nera

MCU: le 10 cose più tristi relative alla storia di Vedova Nera

Vedova Nera è uno dei supereroi del MCU più popolari. Fa parte dell’universo condiviso dal 2010 e ha contribuito a salvare il mondo molte volte. In qualità di ex spia, Natasha Romanoff ha molte abilità utili per il suo lavoro da supereroe. Anche se non possiede alcun vero superpotere come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori, questo non le ha mai impedito di abbattere i cattivi.

Sfortunatamente, la vita di Vedova Nera non è stata sempre facile, con molti episodi che hanno spesso intristito i suoi fan. Dalle relazioni personali al suo passato, Vedova Nera avrebbe spesso meritato di più di quanto in realtà ha avuto:

La relazione con Bruce Banner

La storia d’amore tra Natasha e il suo compagno di squadra Bruce Banner non ha sempre trovato il consenso dei fan. Ad alcuni è piaciuta, ma altri hanno obiettato che sia venuta fuori dal nulla e non è mai apparsa credibile.

In ogni caso, la relazione è andata in pezzi rapidamente, anche se sembrava che Natasha e Bruce non abbiano mai smesso di preoccuparsi l’uno dell’altro. Forse alla fine avrebbe potuto far funzionare la loro relazione, ma la morte di Natasha ha impedito che ciò accadesse.

La morte

Molte persone sospettavano che Tony Stark sarebbe morto in Avengers: Endgame (2019). Ma nessuno poteva immaginare che anche Natasha sarebbe morta. Inoltre, diversamente da Tony, non è stata circondata dai suoi cari, ma ha avuto soltanto Clint al suo fianco.

Natasha ha sacrificato la sua vita quando lei e Clint sono andati a Vormir per ottenere la Gemma dell’Anima. Nat era consapevole che Clint aveva molto di più per cui vivere, ed è stata disposta a rinunciare alla sua vita per la loro battaglia. 

Cosa è accaduto a Budapest?

L’imminente film in solitaria dedicato a Natasha, l’attesissimo Black Widow, potrebbe rappresentare un punto di svolta in relazione al passato del personaggio, ma per ora, la questione su cosa sia successo davvero a Budapest rimane uno dei più grandi misteri del MCU.

Tale mistero continua a torturare i fan che stanno creando molteplici teorie sulla missione di Natasha e Clint nella città ungherese. Sicuramente resterebbero delusi, per non dire sconvolti, se Black Widow non dovesse finalmente fornire loro le risposte che attendono ormai da anni.

È un’orfana

A volte, scene che svelano di più sui personaggi non finiscono nel montaggio finale dei film. È successo anche con Natasha in Captain America: Civil War (2016). Natasha va a sostenere il suo caro amico, Steve Rogers, quando prende parte al funerale di Peggy Carter.

In seguito, Natasha rivela che quando è tornata in Russia per trovare i suoi genitori, ha trovato invece due lapidi. Ciò significa che è un’orfana, proprio come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori: Steve Rogers, Tony Stark e Thor, per citarne solo alcuni…

Non può avere figli

Se Natasha non voleva avere figli, allora questa sarebbe stata una situazione diversa. Ma in base della sua conversazione con Bruce in Avengers: Age of Ultron (2015), è chiaro che non è contenta di ciò che le hanno fatto nella Stanza Rossa, e cioè che l’hanno resa sterile.

Se c’è una cosa certa, è che Natasha sarebbe una mamma fantastica, ma sfortunatamente questa possibilità l’è stata barbaramente negata.

Un duro allenamento

Parlando della Stanza Rossa e del passato di Natasha, è chiaro che la sua vita precedente era tutt’altro che felice. Quando ha frequentato il corso di formazione per Vedove Nere, ha vissuto in condizioni difficili ed è stata trattata in un modo che le ha lasciato numerose cicatrici (soprattutto mentali, ma forse anche fisiche).

La serie Agent Carter ha poi rivelato ulteriori dettagli sulle vite delle ragazze che hanno partecipato alla formazione. E a giudicare dal fatto che di notte le ammanettano ai loro letti, l’allenamento non è stato per nulla un gioco da ragazzi.

Steve potrebbe averla friendzonata

Chi mai vorrebbe essere friendzonato da Capitan America? Sfortunatamente, è proprio quello che è successo a Natasha. Ha baciato Steve in Captain America: The Winter Soldier (2014), e se ciò non fosse abbastanza ovvio, in seguito ha lasciato intendere che avrebbero potuto diventare più che amici.

Non è chiaro quanto Natasha considerasse seriamente una possibile relazione con Steve e, alla fine, sembra aver superato la cosa. Tuttavia, è stato un vero peccato, dato che lei e Steve hanno molto in comune e avrebbero potuto essere una coppia davvero tosta.

Ha dovuto combattere i suoi amici

Combattere contro i propri amici non è mai facile. Soprattutto quando sono l’unica famiglia che hai, proprio come Natasha. Ma anche Vedova Nera fu costretta a scegliere da che parte stare durante la Civil War.

Prima si schierò con Iron Man, il che significava che doveva combattere al fianco del suo caro amico Clint. Poi ha cambiato “team” e ha aiutato Steve e Bucky a scappare. E c’è stata anche una lotta con Clint in The Avengers (2012), quando ha dovuto ferirlo per rompere il controllo mentale di Loki su di lui.

È apparsa come un oggetto sessuale?

Ciò è stato particolarmente evidente in Iron Man 2, in cui Natasha è apparsa per la prima volta. Ha assunto un’identità fasulla e si è presentata come la graziosa assistente di Pepper Potts.

E anche se ha abbattuto un gruppo di nemici e sconfitto Happy sul ring, ha indossato abiti eccessivamente rivelatori ed è persino apparsa brevemente in mutande, quando Tony ha cercato ulteriori informazioni su di lei (per non parlare del fatto che Tony ha flirtato apertamente con Natasha nonostante la sua relazione con Pepper!). Questo non è stato certamente il miglior trattamento per un’eroina così eccellente.

Troppi anni prima del suo standalone

black widowL’uscita dello standalone dedicato a Natasha è stata posticipata a causa dell’emergenza Covid-19: il film, in origine, sarebbe già dovuto arrivare nelle sale da un pezzo.

Fatta eccezione per Occhio di Falco (che apparirà prossimamente in una serie tutta sua), Natasha è stata l’unica a non avere il suo film in solitiaria, non importa quanto sia popolare o quanto i fan l’abbiano richiesto a gran voce. In effetti, ha ottenuto il suo standalone a ben 11 anni di distanza dalla sua prima apparizione nel MCU.

MINI Republic 4 Comics: un concorso in occasione del Free Comic Book Day Italia

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Dopo l’importante appuntamento di Lucca Changes 2020, che ha visto MINI tra i grandi protagonisti del community event internazionale con una celebrazione unica pensata per gli 80 anni di Flash – in collaborazione con Panini Comics -, MINI torna ad addentrarsi nel mondo del fumetto con un’iniziativa pensata per tutti gli appassionati di comics (e non solo).

In occasione della quinta edizione del Free Comic Book Day Italia, la giornata interamente dedicata all’invito alla lettura del fumetto prevista per giovedì 3 dicembre (che quest’anno si estenderà eccezionalmente lungo tutto il mese di dicembre), MINI presenta MINI Republic 4 Comics, un concorso a premi che mette in palio 5 buoni del valore di 200€ da spendere in fumetti sul sito ufficiale del gruppo Panini.

Nelle oltre 230 fumetterie che aderiscono al Free Comic Book Day Italia, i lettori potranno ritirare gratuitamente – insieme agli albi inediti pensati esclusivamente per l’evento e alle importanti preview di volumi in uscita nei prossimi mesi – una litografia della Nuova MINI Full Electric con i disegni del Velocista Scarlatto realizzata dal disegnatore italiano Carmine Di Giandomenico a Lucca Changes. Un pezzo da collezione contenente anche un QR Code che rimanderà al sito ufficiale di MINI Republic dove, dal 9 al 24 dicembre si potrà sfidare la fortuna per conquistare uno dei preziosissimi “buoni fumetto” in palio (tutti i dettagli del concorso sono su republic.mini.it).

MINI si conferma così sempre pronta a condividere con la sua community (e non solo) passioni, interessi ed esperienze speciali, e con MINI REPUBLIC 4 COMICS partecipa a un appuntamento importante come il Free Comic Book Day che quest’anno, oltre a continuare a promuovere la lettura, ha l’intento di supportare le fumetterie in un periodo che si è dimostrato difficile, avvicinando nuovi lettori e riportando chi se ne era allontanato.

Terminator: Destino Oscuro, Mackenzie Davis torna a parlare del flop del film

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Terminator: Destino Oscuro è stato diretto da Tim Miller, regista di Deadpool, e ha visto il coinvolgimento di James Cameron – regista dei primi due iconici episodi del franchise – in qualità di produttore. Ciononostante, il film non è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori: le recensioni sono state per lo più positive, ma al box office il film ha incassato “appena” 261 milioni in tutto il mondo, facendo così ripiombare la saga in una sorta di limbo.

Durante una recente intervista con il podcast Happy Sad Confused (via CBM), la co-protagonista del film, Mackenzie Davis, è tornata a parlare sul fallimento di Terminator: Destino Oscuro. “Mi è piaciuto tantissimo lavorare aquel film. È stata un’esperienza dura, ma le persone coinvolte erano incredibili. Tim è stato un regista meraviglioso, sempre concentrato nel provare a fare il miglior lavoro possibile”, ha spiegato l’attrice. “Ma parlando in termini di box office era comunque un Terminator 6 e nessuno aveva visto gli ultimi tre. Questo non significa che abbiamo fatto un brutto film, ma che forse l’appetito della gente per questa saga si è esaurito.”

Poi ha aggiunto: “Non voglio neanche entrare nel merito del fatto che sia andato male perché aveva tre donne come protagoniste, perché sono fattori che non posso controllare. Sono una donna, mi è piaciuta davvero tanto la mia parte. Sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto e non potrei mai dire: ‘È andato male perché il pubblico è sessista’. Sembrerebbe una scappatoia per non ammettere che forse sei film sono troppi. Adesso lo sappiamo.”

Sempre nel corso della medesima intervista, Mackenzie Davis ha anche parlato dei piani per il sequel mai realizzato di Destino Oscuro: “Avrebbe avuto a che fare con la timeline. Avrebbe esplorato una linea temporale diversa. Nessuna resurrezione… sarebbe venuta dal futuro”. L’attrice non ha rivelato null’altro, dal momento che – sebbene il sequel non sai più nei piani della Paramount e della Skydance – quell’idea potrebbe comunque essere utilizzata prima o poi.

Ad oggi, il futuro del franchise di Terminator rimane un mistero, soprattutto dopo le deludenti performance di Destino Oscuro. Forse la saga si evolverà e magari ne verrà tratta una serie tv. Per quanto riguarda il grande schermo, l’insuccesso dell’ultimo capitolo è indice di quanto i concetti ormai familiari alla basa del franchise siano diventati davvero troppo stantii e privi di fascino per il pubblico.

La trama di Terminator: Destino Oscuro

La protagonista della storia di Terminator: Destino Oscuro è Sarah Connor. La donna, invecchiata e indurita dalla vita, è una cacciatrice di Terminator, vive così e, quando si trova ad avere a che fare con Dani Ramos, apparentemente una persona normale, e Grace, un essere umano potenziato che è stato mandato dal futuro per proteggere la ragazza, capisce che in giro c’è anche un nuovo Terminator, che, come accadde a lei tanto tempo fa, è stato mandato per compiere la sua missione e uccidere il suo obbiettivo. Il loro cammino però è difficile e impervio, e per riuscire a sopravvivere al nuovo e straordinariamente forte modello di macchina, un Rev 9, non possono che chiedere aiuto al T-800 più famoso della storia del cinema, quel Terminator che ha inseguito Sarah per tutta la sua giovinezza.

Mi chiamo Francesco Totti in Home Video dal 3 dicembre

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Mi chiamo Francesco Totti in Home Video dal 3 dicembre

Dopo essere stato presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, Mi chiamo Francesco Totti arriva in home video in formato DVD insieme a Universal Pictures Home Entertainment Italia a partire dal prossimo 3 dicembre.

Diretto da Alex Infascelli, il documentario si pone l’obiettivo di raccontare con umiltà l’uomo dietro la leggenda e oltre “il capitano”, ripercorrendo la sua vita con le parole dello stesso protagonista. Il regista porta quindi Totti sulla stessa dimensione dello spettatore, senza però ridurre le sue gesta sportive. Per riuscire in questo, viene scelta la modalità del racconto in prima persona, coinvolgendo così totalmente Francesco, che diventa la sola voce narrante della storia. Una narrazione che è diretta rappresentazione di ciò che Totti per primo evidenzia come importante nella sua storia, la storia che lo ha portato sino a qui: una storia di calcio, certo, ma soprattutto di famiglia e senso di appartenenza.

È la notte che precede il suo addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.

Mi chiamo Francesco Totti, la recensione del documentario

Arrivato al suo sesto lungometraggio, il regista Alex Infascelli ha già ottenuto due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak d’Oro, oltre ad aver diretto più di 50 video musicali e due miniserie per Sky, per il quale ha ottenuto il premio come miglior regista italiano al Roma Fiction Fest.

Soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli). Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.

Scream: il cast non conosce l’identità del “nuovo” Ghostface

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Scream: il cast non conosce l’identità del “nuovo” Ghostface

Il cast del nuovo attesissimo capitolo di Scream – intitolato semplicemente Scream – ha ricevuto delle sceneggiature “fake” in modo che nessuno potesse conoscere il vero finale del film. Uscito nel 1996, il primo Scream ha rivitalizzato il genere slasher e dato vita ad una nuova saga di successo, elogiata soprattutto per il suo approccio meta-horror, qualcosa che i futuri prodotti del genere avrebbero spesso cercato di riproporre.

Dopo anni di rumor, il nuovo Scream è stato ufficialmente confermato, e proprio di recente abbiamo appreso che le riprese si sono finalmente concluse. Essendo Wes Craven – registi di tutti i precedenti episodi – scomparso nel 2015, il nuovo film sarà diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, registi dell’horror Finché morti non ci separi. Nel nuovo Scream ritroveremo Neve Campbell nei panni di Sidney Prescott, insieme a David Arquette (Dewey Riley) e Courtney Cox (Gale Weathers). Tra le new entry, invece, figurano Melissa Barrera, Jack Quaid, Kyle Gallner e Dylan Minnette.

Naturalmente, il più grande mistero legato al film sarà ancora una volta l’identità di Ghostface, e pare che questa volta nessuno – neanche i membri del cast – sappia chi si nasconda dietro il costume dell’ormai iconico serial killer cinematografico. Parlando con Cinemablend, infatti, il produttore William Sherak ha rivelato che al cast sono state consegnate differenti versioni della sceneggiatura proprio per evitare che nessuno conosca la vera identità di Ghostface e, di conseguenza, impedire spoiler sul film.

“Esistono più versioni della sceneggiatura e la maggior parte del cast non sa se ha letto la versione definitiva oppure no”, ha spiegato Sherak. “Abbiamo giocato con loro e il bello di un film di Scream è che tutti sono colpevoli fino a prova contraria. Quindi, l’obiettivo è continuare così il più a lungo possibile e divertirci ancora.”

Scream: dalla finzione alla realtà!

Dalla finzione alla realtà, quindi. Tale espediente dovrebbe essere ben noto ai fan della saga di Scream. Nel terzo capitolo uscito nel 200, infatti, esistevano diverse versioni della sceneggiatura di Stab 3, “il film nel film” basato sugli eventi di Woodsboro e del Windsor College. In Scream 3, i personaggi della storia erano incapaci di prevedere quale sarebbe stata la prossima vittima di Ghostface proprio perché, nonostante l’assassino stesse iniziando ad ucciderli in base all’ordine in cui morivano in Stab 3, esistevano differenti versioni del copione.

Ricordiamo che Scream arriverà nelle sale americane il 14 gennaio 2022. In Italia il film verrà distribuito nello stesso anno da Eagle Pictures. Kevin Williamson, storico produttore e sceneggiatore della saga, è stato nuovamente coinvolto nel nuovo film.

Joe Russo sull’uscita congiunta di Wonder Woman 1984: “È il futuro dell’industria”

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Quando Avengers: Endgame è uscito nelle sale lo scorso anno, è diventato il film con il maggior incasso di tutti i tempi, arrivando a guadagnare circa 2,8 miliardi di dollari. Nonostante ciò, molti dei titoli prodotti dai Fratelli Russo stanno arrivando sui servizi di streaming: basti pensare a Tyler Rake con Chris Hemsworth, arrivato su Netflix, o a Cherry con Tom Holland, che arriverà su Apple TV+.

Intervistato da Collider, a Joe Russo è stato chiesto un commento sulla decisione della Warner Bros. di distribuire Wonder Woman 1984 contemporaneamente nelle sale cinematografiche e su HBO Max. “[Patty Jenkins] ha realizzato qualcosa in cui ha messo una quantità incredibile di amore e gioia, e ora è pronta a condividerlo con il mondo”, ha spiegato il regista. “Le circostanze stanno dettando che avere più opzioni per permettere al pubblico di vedere un film è forse la cosa migliore. Alcune persone vogliono andare al cinema; altre, per motivi di salute, potrebbero aver bisogno di vederlo a casa.”

Abbiamo sentito molti registi scagliarsi contro l’idea che i film vengano distribuiti sulle piattaforme digitali, al fine di proteggere l’esperienza del grande schermo, ma a quanto pare Joe Russo ritiene che questo tipo di distribuzione “congiunta” sia una mossa “audace e coraggiosa” e che, secondo lui, rappresenterà “il futuro dell’industria.”

“Può esserci spazio sia per il digitale che per la sala e, in effetti, entrambi potrebbero forse migliorare gli affari e l’esperienza l’uno dell’altro”, ha aggiunto. “Ma ci sono molte persone in tutto il mondo che preferiscono il digitale alla sala, e questo è solo un modo per raggiungerle. Quindi, da regista, penso che, se il tuo obiettivo è far vedere il tuo film al maggior numero possibile di spettatori, una visione cinematografica e digitale insieme è un modo incredibile per farlo.”

Wonder Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Van Helsing: James Wan e il regista di Overlord per il reboot

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Van Helsing: James Wan e il regista di Overlord per il reboot

Julius Avery, noto per aver diretto il fanta-horror Overlord del 2018, è stato scelto per dirigere il reboot di Van Helsing per conto della Universal. James Wan, noto al grande pubblico per le saghe di Insidious e The Conjuring e anche per aver diretto Aquaman, figurerà in qualità di produttore.

Overlord, che inizialmente si diceva facesse parte dell’universo di Cloverfield, è stato prodotto da J.J. Abrams, ed è stato il sec.ondo lungometraggio di Avery. Il suo debutto, Son of a Gun, interpretato da Brenton Thwaites e Ewan McGregor, era ambientato nella sua nativa Australia. Attualmente il regista sta lavorando a Samaritan, un oscuro film di supereroi con protagonista Sylvester Stallone.

Il personaggio di Van Helsing, introdotto per la prima volta nel romanzo originale “Dracula” di Bram Stoker, è apparso sullo schermo diverse volte. Il personaggio è stato rilanciato in qualità di vendicativo assassino nel Van Helsing del 2004. Ad interpretarlo in quel film c’era Hugh Jackman, con la Universal che sperava di poter dare vita ad un nuovo franchise. Sfortunatamente, il film si rivelò un flop, stroncato dalla critica e bistrattato anche dal pubblico. Ora, la Universal spera di bandire definitivamente il ricordo di quel fallimento con una nuova interpretazione del personaggio.

Deadline riporta che un nuovo film dedicato alla figura di Van Helsing sarà diretto da Avery e prodotto da Wan. Pare ci sia già una sceneggiatura, ma Avery è stato incaricato di di riscriverla, una pratica standard quando si tratta di grande blockbuster. Secondo la fonte, il nuovo film sarà ambientato nell’universo dei mostri di Van Helsing, ma potrebbe non seguire necessariamente il personaggio in qualità di protagonista. Al momento, però, si tratta di una mera speculazione, dal momento che nessun dettaglio sulla trama è stato rivelato.

Inoltre, il film non si collegherà al Dark Universe della Universal, progetto naufragato in seguito al terribile flop del reboot de La Mummia con Tom Cruise. Si tratterà, dunque, di una pellicola autonoma, sulla scia del successo de L’uomo invisibile uscito quest’anno, diretto da Leigh Whannell e distribuito sempre da Universal.

Euphoria – trouble don’t last always: due episodi speciali

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Euphoria – trouble don’t last always: due episodi speciali

Euphoria, l’acclamato ritratto a luci al neon della Generazione Z che è valso a Zendaya un Emmy Award come migliore attrice protagonista, torna con un attesissimo speciale intitolato “Trouble Don’t Last Always“, il primo di due episodi che faranno da ponte tra la prima e la seconda stagione della serie e di cui viene rilasciato oggi il teaser. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, lo speciale andrà in onda su Sky Atlantic e NOW TV in contemporanea assoluta con la messa in onda americana, nella notte fra il 6 e il 7 dicembre alle 3.00 e poi dalle 23.00 il 7 dicembre.

Dal 7 dicembre, inoltre, On Demand su Sky e in streaming su NOW TV anche l’intera prima stagione del cult HBO. Il primo episodio speciale è dedicato a Rue, che dopo essere stata lasciata da Jules alla stazione ferroviaria e aver avuto una ricaduta, trascorre un giorno di Natale particolare. Tra i protagonisti dello speciale, oltre a Zendaya, anche Colman Domingo (Fear the Walking Dead), già apparso nella prima stagione della serie nei panni dello sponsor di Rue, e Hunter Schafer che torna ad interpretare Jules.

Euphoria – trouble don’t last always: la trama

New York. Rue e Jules vivono insieme come una coppia felice nella Grande Mela. Una sequenza introduttiva quasi perfetta, che tuttavia si rivelerà essere soltanto un sogno, apre l’episodio speciale. Durante la vigilia di Natale, Rue (Zendaya) e il suo sponsor Ali (Colman Domingo) si trovano in una tavola calda a mangiare pancakes dopo la rituale riunione degli alcolisti anonimi. L’uomo aiuta Rue a riflettere e a capire come spezzare il ciclo della sua dipendenza dalla droga. La ragazza si troverà a ripensare all’influenza che Jules ha avuto sull’astinenza che aveva raggiunto e sulla sua ricaduta.

Euphoria – trouble don’t last always farà da ponte tra la prima e la seconda stagione . Scritta e diretta dal creatore della serie Sam Levinson con Zendaya, Hunter Schafer e Colman Domingo

EUPHORIA – TROUBLE DON’T LAST ALWAYS | In contemporanea con la messa in onda americana, nella notte fra il 6 e il 7 dicembre alle 3.00 su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV e poi dalle 23.00 il 7 dicembre

Wonder Woman 1984: Pedro Pascal si è ispirato a Nicolas Cage per una scena

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Nonostante i numerosi ritardi causati dalla pandemia di Covid-19, Wonder Woman 1984 è finalmente pronto a fare il suo debutto sia nelle sale che su HBO Max il giorno di Natale. Manco poco e finalmente avremmo la possibilità di vedere – tra le altre cose – la guerriera Amazzone combattere contro il malvagio Maxwell Lord, un grande cattivo dei fumetti che ha rappresentato una minaccia per Diana Prince e la Justice League in più di un’occasione.

Durante un’intervista con Entertainment Weekly, la star dell’acclamata serie The Mandalorian, Pedro Pascal, ha parlato dell’opportunità di interpretare il cattivo e di averlo sempre considerato come un tipico cattivo ragazzo degli anni ’80. “In Wonder Woman 1984, sono Gal Gadot e Kristen Wiig a guidare l’azione. Io mi limito a gigioneggiare”, ha spiegato l’attore al sito. “Sto dando spettacolo!”. Durante l’intervista è emerso che Pascal si è persino ispirato a Nicolas Cage per una scena, elogiando la sceneggiatura per avergli fornito tutto ciò di cui aveva bisogno.

“Non dovevo prendere qualcosa e capire come mettere più carne al fuoco. Dovevo arrivare ad entrare nella pelle di ciò che mi veniva presentato”, ha spiegato l’attore confrontando la sua esperienza con la serie Narcos. “Per me, la Colombia era quasi il personaggio centrale, e poi mi è stato permesso di renderlo depressivo e di interpretare tonalmente quello che era il personaggio. E in questo caso, su Wonder Woman 1984, c’era così tanto da abbracciare piuttosto che inventare.”

“È stata un’incredibile gioia, ma anche una grande sfida, perché Patty Jenkins è una regista che ama gli attori e quando vede che può chiedere di più, lo fa senza problemi”, ha concluso Pascal. “E non c’è stato nessuno di meglio, nella mia esperienza, a cui dare di più.”

Wonder Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Il Cavaliere Oscuro: Aaron Eckhart sostiene che Harvey Dent avrebbe detto la verità

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Aaron Eckhart crede che Harvey Dent avrebbe detto la verità alla fine de Il Cavaliere Oscuro. La trasformazione di Dent in Due Facce avviene alla fine del film, dopo la tragica morte di Rachel Dawes, con il villain che medita vendetta. I suoi piani includo anche l’omicidio dei poliziotti che erano sul libro paga di Joker e che hanno aiutato a portare Rachel nel luogo dell’incidente.

Batman e Jim Gordon fermano la furia omicida di Dent mentre questi tenta di uccidere la famiglia del Commissario. Batman finisce per uccidere Dent, spingendolo alla morte dopo che Dent gli ha sparato. Il film si conclude con Batman che convince Gordon ad attribuire gli omicidi di Dent al Crociato Incappucciato, per mantenere l’immagine eroica di Dent agli occhi della gente di Gotham. Ciò preserverebbe il fragile stato della città, dopo i giochi contorti di Joker all’inizio del film. 

In una nuova intervista con THR, Aaron Eckhart ha parlato proprio della scelta del personaggio di Batman di attribuire gli omicidi a sé stesso. Nonostante le loro buone intenzioni, Eckhart pensa che Dent si sarebbe opposto alla decisione del Crociato di Gotham e di Gordon, citando l’intrinseca onestà di Dent come motivazione principale. Eckart crede che, nonostante la trasformazione di Dent in Due Facce, il centro morale del personaggio sia rimasto sempre vivo. In qualità di procuratore distrettuale, Dent ha sempre combattuto per la verità, ed Eckhart ritiene che non sarebbe stato diverso se fosse sopravvissuto allo scontro con Batman.

“Avrebbe detto la verità. Questa è la cosa più incredibile di Harvey Dent. Indipendentemente da ciò che sta accadendo, rimane la bocca della verità. È un esempio di moralità. Harvey Dent ha sempre combattuto per ogni uomo e donna, per la verità e la giustizia, e si è sempre messo in gioco. Ma dopo averlo fatto, è stato morso ed è stato cambiato per sempre. Ma non vorresti mai perdere persone come Harvey Dent nella vita. Non importa quanti soldi o pressione ci siano, non importa quanta coercizione, controllo o corruzione ci siano: Harvey Dent rimarrà fedele alla moralità e alla verità. Le persone possono fare affidamento su questo e oggi è sempre più difficile accorgersene.”

E se Harvey Dent fosse sopravvissuto alla fine de Il Cavaliere Oscuro?

Se Dent fosse sopravvissuto alla fine de Il Cavaliere Oscuro, l’intera narrativa della trilogia sarebbe cambiata. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno si apre con Batman che è scomparso per otto anni e con Bruce Wayne che è diventato un recluso. La decisione di mentire alla fine de Il Cavaliere Oscuro prepara il film all’arco della redenzione di Batman, una parte cruciale del capitolo finale della trilogia di Christopher Nolan. Senza la redenzione di Batman e l’apparizione di Bane e Talia al Ghul, il film avrebbe potuto perdere l’occasione di chiudere un cerchio ideale e di ricollegarsi agli inizi della trilogia, quindi a Batman Begins.

Big Sky 1×04: promo e trama dall’episodio

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Big Sky 1×04: promo e trama dall’episodio

Il network americano ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky 1×04, il quarto episodio dell’annunciata nuova serie tv Big Sky in arrivo questo autunno.

In Big Sky 1×04 che si intitolerà  “Unfinished Business” Insoddisfatte delle indagini ora che la scomparsa delle ragazze ha fatto notizia, Cassie e Jenny prendono le cose nelle loro mani, sfruttando i loro punti di forza individuali per fare progressi nel caso. Nel frattempo, Legarski cerca di mantenere la calma, ma Ronald adotta un approccio diverso per proteggersi. Ancora prigionieri, Danielle e Jerrie si prendono cura di Grace, che prende una decisione dolorosa nel tentativo di salvarli tutti, nel nuovissimo episodio di “Big Sky”, che debutterà martedì 8 dicembre, su ABC.

Big Sky in streaming è disponibile su Star, il nuovo canale per adulti di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare gli episodi di Big Sky e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Big Sky 1×04

Big Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

Star Wars VIII: Rian Johnson voleva il Fantasma di Forza di Anakin

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Il regista Rian Johnson ha rivelato di aver preso in considerazione l’idea di includere il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker in Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Uscito nel 2016, il film è stato l’episodio centrale della trilogia sequel dell’amatissima saga fantascientifica, riprendendo le fila del racconto proprio dal finale de Il Risveglio della Forza di J.J. Abrams. Oltre a portarea vanti la storia dei nuovi personaggi, ossia Rey, Finn, Poe e Kylo Ren, il film ha finalmente rivelato cosa aveva fatto Luke Skywalker dopo essersi ritirato in esilio.

Di recente, un fan a chiesto su Twitter a Rian Johnson se ci fosse mai stato un momento durante il processo creativo in cui ha pensato di inserire nella storia de Gli Ultimi Jedi il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker. Sorprendentemente, il regista ha risposto di sì, spiegando anche in che tipo di contesto sarebbe tornato il personaggio: “Brevemente, avevo considerato il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker per la scena dell’albero in fiamme ad Ahch-To. Ma la relazione di Luke era con Vader, e non con Anakin, quindi avrebbe reso le cose ancora più complicate. Quindi, alla fine, mi sono reso conto che Yoda si sarebbe adattato meglio a quella sequenza in termini di narrazione.”

Sempre via Twitter, e in risposta alla curiosità di un altro fan, Johnson ha anche rivelato di essere stato lui ad avere l’idea del titolo del film, ossia Gli Ultimi Jedi, e che lo stesso non gli è stato suggerito dalla Lucasfilm. La domanda era piuttosto lecita, dal momento che i ben informati sanno quanto la società di produzione abbia un elevato controllo durante il processo creativo di uno dei suoi progetti. La risposta di Johnson evidenzia ancora una volta come al regista di una stata concessa parecchia libertà durante la lavorazione di Episodio VIII, libertà che ovviamente non si è limitata ad una “semplice” titolo, ma che ha profondamente influenzato anche la narrativa interna del longevo franchise.

Il futuro della saga di Star Wars

Per quanto riguarda il futuro della saga di Star Wars, sappiamo che Rian Johnson dirigerà un’ulteriore trilogia di film della saga che non saranno legati alla storia degli Skywalker; tuttavia, è da tempo ormai che non si hanno aggiornamenti in merito al progetto. Sappiamo, inoltre, che Taika Waititi, l’acclamato regista di Thor: Ragnarok e JoJo Rabbit, è stato incaricato di scrivere e dirigere un nuovo film del franchise. Inoltre, un altro progetto legato alla saga dovrebbe essere in sviluppo per conto del regista JD Dilliard e dello sceneggiatore Matt Owens.

Rango: personaggi, cast e curiosità sul film d’animazione

Rango: personaggi, cast e curiosità sul film d’animazione

Che il genere western sia da sempre uno dei più apprezzati e memorabili della storia del cinema è cosa ormai nota. Con i suoi paesaggi e personaggi caratteristici, questo influenza ancora oggi numerose opere più o meno esplicitamente ad esso appartenenti. Tra i maggiori casi a riguardo vi è il film d’animazione Rango, diretto nel 2011 da Gore Verbinski. Divenuto un vero e proprio caso cinematografico, questo ha permesso alle atmosfere del vecchio west di prendere nuovamente vita sul grande schermo con un’animazione che ne esalta tutte le principali caratteristiche, dalla polvere alla natura macabra di certi particolari.

Per il regista, reduce dalla complessa esperienza dei primi tre film dei Pirati dei CaraibiRango era l’occasione di dar vita ad un progetto più piccolo. Egli tuttavia sottovalutò la complessità della realizzazione grafica richiesta, per il quale fu necessario molto più lavoro del previsto. Il risultato è però particolarmente sorprendente, e ancora oggi il film vanta un caratteristiche estetiche che gli permettono di distinguersi tra i tanti film d’animazione ogni giorno sempre più curati al minimo dettaglio. Il successo fu tale che Rango arrivò ad ottenere alcuni dei maggiori riconoscimenti cinematografici dell’anno.

A fronte di un considerevole budget di circa 135 milioni di dollari, questo riuscì ad incassarne complessivamente 245 in tutto il mondo. In seguito, il titolo arrivò a vincere il premio Oscar come miglior film d’animazione. Questo fu il primo film non prodotto dalla Disney o dalla Pixar a vincere il premio dal 2006 a quel momento, e mantenne tale primato sino al 2018. Numerose altre sono però le curiosità legate al film, molte delle quali legate agli attori che prestarono la propria voce per i personaggi principali del film. Proseguendo nella lettura sarà qui possibile scoprire tutto ciò che c’è da sapere su Rango.

Rango: la trama del film

Protagonista del film è il camaleonte di nome Rango, il quale improvvisamente si ritrova strappato dal suo tranquillo terrario in seguito ad una brusca manovra dell’auto su cui stava viaggiando. Egli si ritrova così nel bel mezzo della strada che attraversa il Deserto del Mojave. Totalmente inadatto alla vita selvaggia, egli si trova sin da subito a doversi scontrare con una serie di pericoli mortali, che lo porteranno a comprendere la gravità della sua nuova situazione. Ad aiutarlo, per sua fortuna, troverà Borlotta, una giovane iguana con un involontario meccanismo di difesa che la porta a paralizzarsi ogni volta che si arrabbia. Questa, attratta dai modi di fare del camaleonte, decide di portarlo con sé nella cittadina di Polvere, la quale è attraversata da una grave siccità.

Qui per Rango ha inizio una nuova vita, e riuscito involontariamente ad uccidere il falco che terrorizzava il paese si ritrova nominato sceriffo. Colto da un eccesso di orgoglio, egli inizia così ad attribuirsi una serie di gesta eroiche mai realmente compiute. C’è però una minaccia di cui Rango non è a conoscenza, e che rischierà di far saltare i suoi sogni di gloria. L’aver ucciso il falco, infatti, ha aperto la strada ad un predatore ben più temibile e pericoloso, il quale è pronto ad abbattersi su Polvere. Allo stesso tempo, in qualità di sceriffo, Rango è chiamato a risolvere il problema della siccità, per il quale scoprirà esserci un motivo particolarmente inaspettato.

Rango cast

Rango: i personaggi e il cast di attori

Per dare vita alle voci dei personaggi protagonisti del film, il regista Verbinski decise di riunire tutti gli attori in un unico ambiente, permettendo loro di interagire concretamente nella loro attività di doppiaggio. Questo, come anche il dotare gli interpreti di veri costumi western, contribuì non solo ad una maggiore immedesimazione, ma anche a dar vita ai brillanti scambi di battute presenti nel film. Per la voce di Rango, il camaleonte protagonista, Verbinski scelse l’attore Johnny Depp, con cui aveva già collaborato per Pirati dei Caraibi. L’attore, noto per il non riguardare i propri film, ammise che Rango è la sua unica eccezione a riguardo. Accanto a lui, nel ruolo dell’iguana Borlotta, si ritrova invece l’attrice Isla Fisher, mentre il celebre Ned Beatty dà voce al sindaco John, una tartaruga del deserto.

Alfred Molina è invece la voce di Carcassa, un armadillo che fornirà a Rango una serie di lezioni utili sotto forma di metafore. L’attore Bill Nighy, già villain in Pirati dei Caraibi, dà qui voce al temibile Jake Sonagli, un serpente che al posto del caratteristico sonaglio al termine della coda vanta un fucile mitragliatore a canne girevoli. Egli sarà il principale problema di Rango all’interno del film. Sono poi presenti Abigail Breslin nei panni del roditore Priscilla, Harry Dean Stanton in quelli della talpa Balthazar, e Ray Winstone per il mostro di gila Bill. Vincent Kartheiser, noto per la serie Mad Men, è qui Ezechiele, figlio di Balthazar. L’attore Timothy Olyphant, infine, da voce al personaggio chiamato Spirito del West, il quale viene raffigurato con le sembianze di Clint Eastwood all’epoca dei suoi primi film western.

Rango: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, Rango divenne da subito un prodotto particolarmente gettonato, ampliandosi anche al mercato dei giocattoli e dei videogiochi. Era inoltre lecito aspettarsi la conferma di un sequel, che avrebbe così ampliato l’universo narrativo da molti apprezzato. Per anni, tuttavia, nessuna informazione concreta è stata rilasciata a riguardo, e le speranze di rivedere sul grande schermo il simpatico camaleonte sono così infine state messe a tacere. Nel 2017, tuttavia, in occasione della presentazione del suo nuovo film, La cura del benessere, Verbinski ha dichiarato di non aver mai pianificato un sequel, ma di essere aperto alla possibilità di realizzarlo qualora la giusta idea si presentasse sul tavolo.

In attesa di ulteriori notizie, per gli appassionati del film è possibile fruire di Rango grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 1 dicembre alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

Rachelle Lefevre: tutto quello che non sai sull’attrice di Twilight

Facciamo insieme un piccolo viaggio indietro nel tempo fino al 2008, anno in cui al cinema debuttava Twilight, il primo film della famosa saga sui vampiri ispirata ai libri di Stephenie Meyer. Grazie alla tetralogia della scrittrice americana, e ai successivi film, sono state lanciate le carriera di tantissimi attori come Robert Pattinson, Kristen Stewart, Cam Gigandet, Taylor Lautner, Jackson Rathbone, Nikki Reed e molti altri ancora. In tanti hanno beneficiato della fama di Twilight, eppure c’è chi come Rachelle Lefevre ha abbandonato la nave troppo presto.

Oggi vi parliamo quindi delle bellissima interprete di Victoria, la bella e letale vampira dai capelli rossi. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Rachelle Lefevre, sulla sia vita privata e soprattutto sulla sua carriera post Twilight.

Rachelle Lefevre film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Nata a Montréal il 1º febbraio del 1979, Rachelle Marie Lefevre è figlia di una psicologa e un insegnante d’inglese e ha tre sorelle. Dopo aver studiato arti creative al Dawson College e teatro alla Walnut Hill School, Rachelle comincia il suo percorso di studi alla McGill University con indirizzo educazione e letteratura. Impegnatissima negli studi, la Lefevre intraprende la carriera d’attrice un po’ per caso.

Durante gli anni del college, infatti, Rachelle lavora part time come cameriera in un famoso sushi bar di Westmount, quando un cliente abituale le propone un provino. Grazie al suo aiuto ottiene un’audizione per la sitcom Student Bodies ma purtroppo non ottiene la parte. Poco più tardi però, Rachelle riceve una telefonata dal direttore del casting di un’altra serie tv canadese, Big Wolf on Campus (1999), che le offre la sua prima parte. Rachelle ottiene il ruolo di Stacey Hanson nella serie e continua a recitare nonostante gli studi universitari.

Grazie al suo debutto con Big Wolf on Campus, Rachelle continua a lavorare sul piccolo schermo. Negli anni successivi la vediamo in serie tv come The Hunger (2000) Undressed (2002), Largo Winch (2003), Streghe (2003), Bones (2005), Veronica Mars (2006), The Class – Amici per Sempre (2006), A Proposito di Brian (2006-2007), How I Met Your Mother (2007), The Closer (2007), CSI: NY (2007), Boston Legal (2008), CSI: Scena dei Crimine (2008), Eli Stone (2008) e Better Off Ted – Scientificamente pazzi (2009).

Rachelle Lefevre partecipa anche a diversi film per la tv come The Legend of Sleepy Hollow (1999), See Jane Date (2003), Picking Up & Dropping Off (2003), Pool Guys (2005), The Legend of Butch & Sundance (2006), Life on Mars (2008), Do You Know Me (2009) e Gimme Shelter (2010).

Rachelle Lefevre in How I Met Your Mother

Tra le ‘comparsate’ o i ruoli minori più famosi di Rachelle c’è quella nella celebre sitcom How I Met Your Mother. Creata da Craig Thomas e Carter Bays per la CBS, in onda dal 2005 al 2014 per ben 9 stagioni e 208 episodi, HIMYM è diventata una delle sitcom più famose ed amate dal pubblico in tutto il mondo.

Ambientata nella New York del terzo millennio, la serie racconta delle vite e delle vicissitudini sentimentali e non di cinque amici, Ted (Josh Radnor), Robin (Cobie Smulders), Marshall (Jason Segel), Lily (Alyson Hannigan) e Barney (Neil Patrick Harris). In ogni episodio vediamo i ragazzi alle prese con problemi lavorativi, familiari o di cuore, protagonisti di avventure ai limiti della follia. Tuttavia, il filo conduttore della serie è Ted, pasticcione e un po’ sfortunato in amore, alla costante ricerca della sua anima gemella.

https://youtu.be/BzXJY_A0QBk

Rachelle Lefevre compare come guest star nell’episodio 2×18 “Movin Day “ (in italiano Il Trasloco) di How I Met Your Mother, e interpreta Sarah. In questo episodio Ted e Robin decidono di vivere insieme nell’appartamento di lei ma Barney darà loro del filo da torcere. Intanto anche a Lily Marshall le cose non vanno meglio. Vivendo da poco da soli, si rendono conto in fretta che molte delle commissioni relative alla gestione della casa erano affidate a Ted e ora sono una loro responsabilità.

Rachelle Lefevre in Twilight

Contemporaneamente alla sua carriera in tv, Rachelle Lefevre comincia a muovere i primi passi anche sul grande schermo. Il suo debutto cinematografico risale al 2000, anno in cui l’attrice partecipa al film Stardom, diretto da Denys Arcand. Ma grazie alla sua esperienza in tv, alla sua formazione e al suo talento per la recitazione, Rachelle in breve tempo riesce a farsi largo tra la folla.

Negli anni successivi la vediamo in molti altri film come Abandon – Misteriosi Omicidi (2002), Confessioni di Una Mente Pericolosa (2002) – diretto da George Clooney -, La Preda (2003), Un Amore Sotto L’Albero (2004), The River King (2005) e Fugitive Pieces (2007).

Tuttavia, il successo più grande per Rachelle arriva nel 2008 quando l’attrice viene scelta per entrare a far parte del cast di Twilight. Diretto da Catherine Hardwicke, Twilight è il primo di una saga di quattro film, ispirati alla famosa tetralogia letteraria di Stephenie Meyer dedicata ai vampiri.

Il film racconta la storia di Bella Swan (Kristen Stewart), una diciassettenne che da Phoenix si trasferisce a Fork, una piccola cittadina piovosa nello stato di Washington. A causa delle continue trasferte della madre e del suo nuovo compagno, un giocatore di baseball di serie B, Bella viene mandata a vivere a Fork da padre, Charlie Swan (Billy Burke).

Durante il suo primo giorno nella nuova scuola, Bella, nonostante il suo carattere un po’ introverso e cupo, riesce subito a farsi degli amici. A darle il benvenuto ci sono Jessica Stanley (Anna Kendrick), Angela Weber (Christian Serratos), Eric Yorkie (Justin Chon) e Mike Newton (Michael Welch). Ma c’è qualcun altro che riesce a catturare l’attenzione di Bella. Si tratta di Edward Cullen (Robert Pattinson), un ragazzo bellissimo e misterioso, figlio del ricchissimo e famoso medico Carlisle Cullen (Peter Facinelli).

https://youtu.be/z3RQtICuVoI

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Ma Bella non è la sola ad aver notato Edward. Il giovane Cullen e i suoi fratelli e sorelle, Rosalie (Nikki Reed), Alice (Ashley Greene), Emmett (Kellan Lutz) e Jasper (Jackson Rathbone), sono i più ammirati della scuola. Tuttavia, sembra che il giovane Edward non sopporti neanche la vista di Bella che, sconfortata e confusa, cerca di stargli alla larga.

Quello che però all’inizio sembra essere ‘disgusto’, si rivela essere tutta un’altra cosa. I due ragazzi si ritrovano spesso a interagire, dentro e fuori scuola, imparando così a conoscersi meglio. E ben presto, una semplice ma strana amicizia, si trasforma in attrazione travolgente. Eppure c’è ancora qualcosa riguardo Edward che Bella non riesce a capire.

Con l’aiuto di Jacob Black (Taylor Lautner), membro della tribù dei Quileute e figlio di un amico di vecchia data di suo padre, Bella impara a conoscere molte delle leggende del posto e dell’antica lotta tra umani, licantropi e vampiri. Grazie alle informazioni ottenute, la ragazza capisce che dietro la facciata da bello e impossibile di Edward si nasconde molto di più, un pericoloso e oscuro segreto che non vede l’ora di scoprire.

Rachelle Lefevre in Twilight interpreta Victoria, una bellissima vampira dai capelli rossi che diventerà l’antagonista principale di Bella e dei Cullen in New Moon ed Eclipse, secondo e terzo capitolo della saga. In Twilight, Victoria viene presentata come membro di un trio di vampiri assetati di sangue che terrorizza lo stato di Washington. Insieme al suo compagno James (Cam Gigandet) e al terzo vampiro della congrega, Laurent (Edi Gathegi), Victoria attacca gli esseri umani, arrivando anche a minacciare Bella e mettendosi quindi contro i Cullen.

Rachelle Lefevre e Bryce Dallas Howard: l’evoluzione di Victoria

Forse pochi sanno che il ruolo di Victoria non è stato assegnato a caso a Rachelle Lefevre. Pare infatti che l’attrice fosse una grande fan della saga della Meyer nonché di Catherine Hardwicke e che, per ottenere una parte nel nuovo film di Twilight, abbia scritto una lettera particolarmente ispirata alla regista.

Appassionata di fantasy e di vampiri da quando era stata abbastanza grande da leggere Dracula di Bram Stoker, Rachelle riesce a convincere la Hardwicke che le assegna il ruolo di Victoria. Il suo personaggio, considerato come secondario nei film Twilight e New Moon, nel terzo capitolo della saga avrebbe invece avuto maggiore importanza. Se nei primi due film le minacce alla vita di Bella non arrivano mai a concretizzarsi, in Eclipse Victoria è al centro dell’azione, pronta a sferrare il suo attacco mortale.

Nonostante però l’entusiasmo iniziale, a sorpresa, Rachelle Lefevre rinuncia al ruolo di Victoria in Eclipse lasciando i suo fan senza parole. L’attrice, già impegnata in quel periodo con tanti altri progetti, decide di abbandonare il treno di Twilight. A prendere però il suo posto in Eclipse è Bryce Dallas Howard, scelta dal regista David Slade per dare nuova vita al personaggio di Victoria.

Rachelle Lefevre in Under The Dome

Grazie alla notorietà acquisita con Twilight e New Moon, Rachelle continua la sua carriera passando da un progetto all’altro. In quegli anni la vediamo in moltissimi film tra i quali ricordiamo La versione di Barney (2010), Il Gioco dei Soldi (2010), Sotto Assedio – White House Down (2013), Pawn Shop Chronicles (2013), Homefront (2013), Reclaim (2014), Il Volto della Verità (2016) e Hollow In The Land (2017).

Anche in tv la sua carriera prosegue a gonfie vele. Dal 2011 la vediamo nelle serie tv Off The Map (2011), A Gifted Man (2011-2012), Law & Order – Unità Vittime Speciali (2017), Philips K. Dick’s Electric Dreams (2017) e Mary Kills People (2018). Ma tra i suoi progetti televisivi più importanti c’è di sicuro Under The Dome, serie tv creata da Brian K. Vaughan per la CBS, basata sul romanzo The Dome di Stephen King.

La serie racconta delle vicende degli abitanti di Chester’s Mill, una piccola cittadina dello stato del Maine, tagliati improvvisamente fuori dal mondo. Attorno alla città infatti è comparso dal nulla uno strano e invisibile campo di forza che impedisce ai cittadini di uscire e agli esterni di entrare. Intrappolate e senza via di scampo, le persone cominciano a cedere al panico e, in breve tempo, tutte le strutture sociali e governative crollano. Sarà compito dei più audaci e illuminati riportare l’ordine in città e trovare un modo per sorpassare la barriera.

Nella serie Rachelle Lefevre interpreta Julia Shumway, una giornalista caduta in disgrazia che da Chicago si trasferisce a Chester’s Mill per ricostruire la sua carriera. Under The Dome è andato in onda dal 2013 al 2015 per 3 stagioni e 39 episodi.

Rachelle Lefevre 2020

A causa della pandemia da Coronavirus moltissime produzioni sia cinematografiche che televisive sono state bloccate e molti attori, per cause di forza maggiore, hanno dovuto smettere di recitare. Solo pochi progetti, a cavallo tra il 2019 e il 2020, sono riusciti a vedere la luce e tra questi c’è anche la miniserie drama thriller dal titolo The Sounds con Rachelle Lefevre.

Creata da Sarah-Kate Lynch, la serie racconta la storia di una giovane coppia di sposi alle prese con una famiglia invadente. Maggie (Rachelle Lefevre) e Tom Cabbott (Matt Whelan) si sono trasferiti nella città di Pelorus per sfuggire all’influenza opprimente della famiglia di Tom. Ma quando l’uomo scompare misteriosamente, Maggie è costretta a fare i conti con una lunga serie di scoperte inquietanti che riapriranno vecchie e dolorose ferite.

La serie The Sounds è andata in onda sul canale canadese CBC Television dal 3 settembre 2020 al 12 ottobre 2020, per una sola stagioni di 8 episodi della durata di circa 40 minuti ciascuno.

Rachelle Lefevre Instagram

Per essere sempre aggiornati sulle ultime avventure professionali di Rachelle Lefevre e sulla sua vita privata, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Elliot Page,precedentemente noto come Ellen Page, annuncia: “Sono transgender”

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Elliot Page, la star nominata all’Oscar di Juno e protagonista di The Umbrella Academy, ha annunciato di essere transgender. Elliot, precedentemente noto come Ellen Page, si è rivolto ai suoi numerosi follower sui social media dicendo:

“Ciao amici, voglio condividere con voi che sono trans, i miei pronomi sono lui / loro e il mio nome è Elliot. Mi sento fortunato a scrivere questo. Essere qui. Di essere arrivato a questo punto nella mia vita. Sento un’incredibile gratitudine per le persone incredibili che mi hanno sostenuto in questo viaggio. Non riesco a esprimere quanto sia straordinario amare finalmente chi sono abbastanza per perseguire il mio sé autentico. Sono stato continuamente ispirato da così tanti nella comunità trans. Grazie per il vostro coraggio, la vostra generosità e il lavoro incessante per rendere questo mondo un luogo più inclusivo e compassionevole. Offrirò tutto il supporto possibile e continuerò a lottare per una società più amorevole ed equa”, ha scritto.

“Adoro il fatto di essere trans. E adoro il fatto di essere queer. E più mi tengo vicino e abbraccio pienamente chi sono, più sogno, più il mio cuore cresce e più prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si occupano di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza: ti vedo, ti amo e farò tutto il possibile per cambiare questo mondo in meglio”, ha continuato Page.

Nick Adams, Direttore di Transgender Media di GLAAD, ha dichiarato: “Elliot Page ci ha regalato personaggi fantastici sullo schermo ed è stato un schietto difensore di tutte le persone LGBTQ. Ora sarà un’ispirazione per innumerevoli persone trans e non binarie. Tutte le persone transgender meritano la possibilità di essere loro stesse e di essere accettate per quello che siamo. Celebriamo oggi lo straordinario Elliot Page”.

Page ha recitato nel famoso film indipendente di Jason Reitman e Diablo Cody Juno, per il quale Page ha ricevuto una nomination all’Oscar, tra gli altri riconoscimenti.

I suoi ruoli importanti includono Kitty Pryde nella serie X-Men, Inception di Christopher Nolan. Ha prodotto e interpretato film come Tallulah e Freeheld e lo scorso anno ha segnato il suo debutto alla regia esaminando il razzismo ambientale affrontato dalle persone di colore e dalle comunità delle Prime Nazioni del Canada.

Prima della transizione, Page era uno degli attori gay più in vista di Hollywood. L’annuncio arricchisce ulteriormente la sua eredità e lo aggiunge a un piccolo ma crescente numero di creatori e star trans di Hollywood.

Fonte

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

Sylvie’s Love, recensione del film con Tessa Thompson

Otto anni dopo Homecoming, Eugene Ashe, regista, sceneggiatore ed ex musicista di Harlem, torna dietro la macchina da presa con Sylvie’s Love, una produzione originale Amazon Studios e iAm21 Entertainment in associazione con lo stesso Ashe e la sua Seven Letters Word Films.

Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha sono i protagonisti di una storia d’amore a suon di jazz, ambientata nella New York degli anni ’50 e ’60.

La trama di Sylvie’s Love 

1962, Sylvie, Tessa Thompson, e Robert, Nnamdi Asomugha, si rincontrano dopo cinque anni davanti a un teatro newyorkese, dove lei aspetta qualcuno e lui ha appena finito le prove col suo gruppo jazz, l’ormai famoso Dickie Brewster Quartet. Un sorriso e un saluto riportano alla mente di entrambi gli inizi della loro storia, che forse non si è ancora conclusa. Dal primo incontro nel negozio di dischi del padre di Sylvie, Mr. Jay, Lance Reddick, dove Robert si era fatto assumere come aiutante, al loro amore sbocciato di lì a poco, nonostante le differenze sociali e il fatto che Sylvie fosse in procinto di sposarsi, mentre Robert suonava il sax sperando che qualcuno notasse la sua band. Dal momento in cui le loro strade si erano divise per la prima volta, a quel 1962 che li ha fatti ritrovare, lui ormai famoso, lei sposata, in carriera e con una figlia, ma con un matrimonio che non la soddisfa più. Cosa faranno del loro amore? Quanto durerà il successo per Robert? Riuscirà a dare a Sylvie tutto quello che ha sempre voluto?

La storia d’amore di Sylvie secondo Eugene Ashe

Per Eugene Ashe dirigere Sylvie’s Love è stato un modo per coniugare due sue passioni: cinema e musica. Il cinema amato dal regista è presente soprattutto a livello di ispirazione. Ashe ha infatti dichiarato in una recente intervista di aver tenuto presenti per questo lavoro film quali Come eravamo di Sydney Pollack (1973) e Paris Blues di Martin Ritt (1961), volendo anche rendere omaggio a questa seconda pellicola, citandone una scena all’interno di Sylvie’s Love. Il film però non è una riproposizione, ma un’interpretazione originale e più attuale. Ashe fa della protagonista, una donna di colore, interpretata con aderenza e coinvolgimento da Tessa Thompson, una figura forte e determinata, che non insegue solo il proprio sogno d’amore, ma anche la realizzazione di sé e delle proprie ambizioni.

Sylvie’s Love, perfetta ricostruzione Sixties che porta dritti all’attualità

Ciò che colpisce fin dai primi fotogrammi del film e dalle prime note è l’accuratezza estrema della ricostruzione d’epoca: l’ambientazione nella New York anni Cinquanta e Sessanta è perfettamente ricreata, non solo attraverso il tappeto sonoro jazz che percorre tutto il film, ma anche con le scenografie, i costumi di Phoenix Mellow – in particolare quelli indossati da Tessa Thompson sono davvero notevoli – ma anche il trucco e le acconciature. Tutto concorre ad una messa in scena veramente molto ben fatta, che ha la capacità di riportare lo spettatore immediatamente indietro nel tempo. Da notare anche l’accorto uso del flashback, coerente e non eccessivo, raccordato dal montaggio di Dana Congdon.

Pur mantenendo il focus sulla storia d’amore tra Sylvie e Robert, Ashe, anche sceneggiatore e co-produttore del film, decide dunque di mettere al centro la figura di una donna in carriera, di colore, anticipatrice dei tempi, molto in sintonia con un oggi in cui le donne fanno sentire la loro voce in molti modi, attraverso una sempre maggiore affermazione professionale, ma anche con movimenti di denuncia come Me Too, in cui le strade americane si affollano di manifestanti uniti al grido di “black lives matter”. Al tempo stesso Sylvie’s Love è  una storia d’amore di impianto classico – i protagonisti che si lasciano e si ritrovano varie volte, un amore che va in crisi ma che non muore mai – giocata sulla disparità sociale tra i due che pone ostacoli e introduce l’elemento dell’inadeguatezza, dell’insicurezza da parte di uno dei due. Stavolta però è l’uomo a non sentirsi all’altezza, mentre la donna non si sente affatto sminuita nello stare accanto ad un uomo che non è altrettanto “vincente”.

Anche questo un segno dei tempi. Thompson (Veronica Mars, Westworld, Selma – la strada per la libertà) e Asomugha, attore ed ex giocatore di football americano, danno vita a questa coppia. Lei con maggiore efficacia, dimostrando duttilità espressiva e capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore, lui con qualche limite in più, ma comunque in maniera dignitosa. Sylvie’s love è dunque un inno all’amore, ma anche all’emancipazione femminile e alla possibilità per la comunità black di prendersi la scena da protagonista, dimostrando di saperla gestire efficacemente.

Sylvie’s Love, il cast

Accanto a Tessa Thompson e Nnamdi Asomugha, vi sono Aja Naomi King (The birth of a nation – Il risveglio di un popolo, Sempre amici), che interpreta la cugina di Sylvie, il già citato Lance Reddick (The Wire, Fringe, Sotto assedio – White House Down) nei panni del padre di Sylvie, Mr. Jay, l’attore e stand-up comedian Tone Bell nel ruolo di Dickie, leader del gruppo in cui milita Robert, la loro manager soprannominata La Contessa, Jemima Kirke, e l’amica Carmen, Eva Longoria (Desperate Housewives, La sposa fantasma, Dora e la città perduta).

Le musiche di Sylvie’s love

La musica è anch’essa protagonista del film con una robusta e più che appropriata colonna sonora. Non poteva essere altrimenti, dal momento che Ashe stesso è stato, oltre che musicista, compositore di svariate colonne sonore. Inoltre, pare che abbia tratto in parte ispirazione dal suo passato nella band dei Funky Poets e dalla musica della cantante Nancy Wilson. La sua The nearness of you è infatti nella colonna sonora ad opera di Fabrice Lecomte. Al suo interno anche brani come Waltz for Debby di Bill Evans, cantata da Smantha Sidley, Quizás, Quizás, Quizás di Osvaldo Farrés, cantata da Eva Longoria, ma anche See You Later Alligator, nella versione di Bill Haley, My Little Suede Shoes di Charlie Parker e naturalmente Summertime di George Gershwin, cantata da Sam Cook. Scelte oculate, che accompagnano in maniera ottimale i diversi momenti del film, traghettando lo spettatore in un’altra epoca.

Sylvie’s Love, dove e quando vederlo in streaming

Sylvie’s Love sarà disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 23 dicembre sia negli Usa che in Europa.

I delitti del barlume: foto e trailer dei due nuovi episodi in arrivo

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Rilasciate oggi le prime immagini de I DELITTI DEL BARLUME, la produzione Sky Original coprodotta con Palomar, che tornerà con due nuove storie in prima tv su Sky Cinema e in streaming su NOW TV l’11 e il 18 gennaio 2021, disponibili anche on demand.

Anche quest’anno due nuovi casi scuotono la quotidianità dell’immaginaria cittadina di Pineta (come sempre ambientata a Marciana Marina, sull’Isola d’Elba), chiamata a fare i conti con la pandemia che condizionerà la vita di tutti i suoi abitanti.

I due nuovi capitoli “Mare forza quattro” e “Tana liberi tutti”, sempre ispirati al mondo dei romanzi di Marco Malvaldi editi da Sellerio Editore, sono scritti da Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu e Carlotta Massimi.

Confermata nuovamente la regia di Roan Johnson, così come gli storici personaggi che hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, mentre Stefano Fresi e Corrado Guzzanti sono ancora una volta Beppe Battaglia e Paolo Pasquali. Sempre insieme, anche se questa volta con l’ausilio della tecnologia, il “quartetto uretra”, capitanato da Alessandro Benvenuti (Emo), insieme ad Atos Davini (Pilade) Marcello Marziali (Gino) e Massimo Paganelli (Aldo).

 Le due nuove storie de I DELITTI DEL BARLUME “Mare forza quattro” e “Tana liberi tutti” – saranno in prima TV lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema  e disponibili anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV 

MAX3MIN: Very Short Film Festival 1° edizione dal 10 al 21 marzo 2021

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Si terrà dal 10 al 21 marzo la prima edizione di MAX3MIN, festival di cortometraggi con film di breve durata, per un massimo di 3 minuti. Il festival è diretto da Martina Schmied, scenografa italo-argentina che nella sua carriera ha lavorato sia come producer di video musicali per numerosi artisti tra cui Sting, Bluvertigo, Milva, Gino Paoli, Zucchero e molti altri, che come curatrice di mostre d’arte contemporanea.

MAX3MIN nasce dall’idea di raccontare delle storie condensate in un tempo minimo, che fanno della brevità il loro marchio di fabbrica: storie di emozioni che non hanno bisogno di tempo, storie che si possono rivedere come si riascoltano le canzoni, storie che non vogliono proporre nient’altro fuorché loro stesse.

Il bando di selezione è aperto: c’è tempo fino al prossimo 14 gennaio per poter inviare le opere da sottoporre ai selezionatori tramite l’apposito form sul sito www.max3min.com. I cortometraggi potranno essere di ogni genere e lingua, girati in qualsiasi formato e in qualsiasi tempo, con un unico limite ovvero la durata di massimo 3 minuti, esclusi i titoli.

Tutti i film saranno disponibili sulla piattaforma del festival nella sala virtuale a cui si potrà accedere tramite una semplice registrazione. Il festival ospiterà film di ogni genere, con il solo limite della durata, ma senza limiti geografici: la programmazione di MAX3MIN, infatti, non sarà disponibile solo entro i confini nazionali ma worldwide.

Dopo la serata inaugurale di mercoledì 10 marzo 2021, anch’essa in streaming sulla piattaforma del festival, ogni giorno la sala virtuale ospiterà un gruppo di cortometraggi, fruibili gratuitamente in tutto il mondo per 24 ore. Il festival MAX3MIN si chiuderà domenica 21 marzo 2021 con la cerimonia di premiazione in live streaming, nel corso della quale verranno annunciati i cortometraggi vincitori.

A decretare il film vincitore della 1° edizione di MAX3MIN sarà una Giuria Internazionale composta da professionisti provenienti da tutto il mondo. Tra i primi giurati confermati, Tony Kaye, registra britannico di film, tra cui l’acclamato American History X, nonché pluripremiato regista di spot e videoclip, tra cui Dani California dei Red Hot Chili Peppers e God’s Gonna Cut You Down di Johnny Cash, per il quale ha vinto nel 2008 il Grammy Award al Miglior Videoclip Musicale. Accanto a lui, farà parte della giuria internazionale anche Elisa Bonora, montatrice italiana ma di base a Los Angeles, che nella sua carriera ha collaborato con registi del calibro di Oliver Stone, Cameron Crowe, James Keach, Jerry Sherr, Cecilia Peck, oltre che con Tony Kaye. Nelle prossime settimane sarà annunciata la giuria completa.

La Giuria internazionale stilerà  una classifica dei migliori 10 cortometraggi, e il vincitore riceverà un premio del valore di 3.000 euro per la produzione di un nuovo film. Sarà inoltre assegnato il Premio del Pubblico, che tramite votazione on-line decreterà il film vincitore.

Thor: Love and Thunder, i personaggi del MCU che potrebbero apparire nel film

Secondo quanto riferito, i Marvel Studios starebbe assemblando un cast in stile Avengers per Thor: Love and Thunder. Ecco, quindi, che Screen Rant ha stilato una lista di alcuni personaggi del MCU che potrebbero apparire nell’attesissimo cinecomic di Taika Watiti in arrivo a febbraio del 2022.

Rocket & Groot

Con il ritorno di Star-Lord per Thor 4, è ovvio che appariranno anche altri membri dei Guardiani della Galassia. L’intero team ha la possibilità di apparire, ma ci sono alcuni membri le cui apparizioni sono più probabili, come ad esempio Rocket e Groot. Thor ha trascorso la maggior parte di Avengers: Infinity War con entrambi e la sua amicizia con Rocket è cresciuta ancora di più durante Endgame. Se i Guardiani avranno un ruolo nel nuovo Thor, la storia di Rocket e Groot con il Dio del Tuono li rende inevitabilmente i personaggi perfetti per un’apparizione.

Ci sono anche ragioni logistiche favorevoli dietro ad un possibile ritorno di Rocket e Groot per Thor 4. Entrambi i personaggi sono creazioni CGI le cui apparizioni non richiederebbero Bradley Cooper e Vin Diesel direttamente sul set. Gli artisti del motion capture Sean Gunn e Terry Notary potrebbero essere usati per dar loro vita, con Cooper e Diesel che registrerebbero i loro dialoghi prima o dopo la produzione. Ricordiamo, inoltre, che Diesel è già stato avvistato in Australia prima ancora dell’inizio ufficiale delle riprese…

Smart Hulk

Se Thor 4 sta davvero assemblando un cast in stile Avengers, allora quale modo migliore per farlo se non con un altro membro originale dei Vendicatori? La relazione tra Hulk e Thor è sempre stata basata sulla rivalità e su chi tra i due sia più forte, ma l’introduzione di Smart Hulk ha arricchito ancora di più il loro rapporto dal punto di vista narrativo.

Potrebbe non essere più in forma smagliante dopo che le Gemme dell’Infinito gli hanno incenerito un braccio, ma Smart Hulk è diventato uno degli alleati più fidati di Thor. Sono stati legati insieme da Thor: Ragnarok, e poiché Smart Hulk non ha un futuro chiaro nel MCU, un ritorno in Thor: Love and Thunder potrebbe essere un modo per tenerlo ancora nei paraggi. Forse potrebbe persino portare il nuovo Thor ad introdurre She-Hulk prima dell’arrivo dell’omonima serie tv… 

Captain Marvel

Thor ha già un debole per Carol Danvers, alias Captain Marvel (Brie Larson), come visto in Avengers: Endgame, quindi potrebbe tranquillamente essere tra i personaggi che tornano per Thor: Love and Thunder. Il modo esatto in cui Captain Marvel ha influito nella storia è ancora in discussione, ma potrebbe adattarsi a qualsiasi potenziale trama cosmica o persino lavorare con Valkyria per proteggere la nuova Asgard.

Carol è stata presentata a quest’ultima nella battaglia finale di Endgame e una reunion in Thor 4 potrebbe aprire la strada ad un futuro team-up, come il tanto atteso film sugli Avengers tutto al femminile. E se Carol dovesse incrociare Mighty Thor durante il film, anche Jane potrebbe essere reclutata per il tanto atteso film sulla A-Force.

Doctor Strange

Thor aveva già avuto interazioni limitate con Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) in Thor: Ragnarok, ma il ritorno dello Stregone Supremo per Thor 4 potrebbe essere legato a eventi più grandi.

La Fase 4 si preannuncia come l’introduzione ufficiale del Multiverso e vedrà lo Stregone Supremo apparire in altri progetti prima di Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Ciò potrebbe includere anche Thor 4, soprattutto se le teorie su Mighty Thor provenienti da un’altra dimensione si riveleranno fondate.

Gli Eterni

gli eterniSe i Marvel Studios vogliono davvero fare di Thor: Love and Thunder una sorta di Avengers 5, allora questo potrebbe essere il il film in cui alcuni dei loro nuovi personaggi si incontrano. Basandoci sull’attuale calendario delle uscite Marvel, Gli Eterni uscirà solo pochi mesi prima di Thor 4.

Gli esseri quasi immortali saranno introdotti attraverso una storia che abbraccerà migliaia di anni e sarà legata sia alla Terra che al cosmo. Sebbene i fan non sappiano molto altro a proposito della trama de Gli Eterni, far apparire alcuni personaggi in Thor 4 sarebbe un modo intelligente per aumentare l’importanza di questi personaggi nell’universo più ampio. Sersi (Gemma Chan), Ikaris (Richard Madden) e Thena (Angelina Jolie) potrebbero essere alcuni dei personaggi che potrebbero apparire.

Loki

Oltre ad includere personaggi esterni al franchise del Dio del Tuono, Thor: Love and Thunder potrebbe anche riportare in vita il Loki di Tom Hiddleston. Alla fine di Thor: Ragnarok, sembrava che Dio dell’Inganno e suo fratello fossero finalmente pronti a voltare pagina, ma poi il villain è stato ucciso da Thanos all’inizio di Avengers: Infinity War.

Tuttavia, quella non è stata la fine di Loki, dato che sarà protagonista dell’omonima serie in arrivo su Disney+ ambientata in una timeline alternativa, e si parla già del fatto che quella versione possa unirsi alla timeline principale del MCU. Ciò offrirebbe a Thor 4 la possibilità di esplorare ancora una volta la rivalità tra Thor e Loki o magari continuare a far crescere la fiducia tra loro.

Lady Sif

Un cast simile ad un film degli Avengers significa che Thor: Love and Thunder potrebbe far ritornare anche Jaimie Alexander nei panni di Lady Sif. Il personaggio è stato concepito come interesse amoroso del Dio del Tuono nei primi due film del franchise, ma alcuni conflitti di programmazione hanno impedito ad Alexander di tornare per Thor: Ragnarok.

Sif è ancora viva nel MCU; tuttavia, il luogo in cui si trova, dagli eventi di Thor: the Dark World, rimane un grande mistero. Tuttavia, Thor 4 sarebbe il film perfetto attraverso cui riportarla indietro in qualche modo.

Nick Fury

Se Thor: Love and Thunder avrà davvero un cast in stile Avengers, allora ciò avrà davvero senso soltanto se apparirà anche Nick Fury (Samuel L. Jackson). Fury è apparso in tutti i film ufficiali degli Avengers ed è stato anche protagonista di film in solitaria dedicati a personaggi come Captain America, Iron Man, Captain Marvel e Spider-Man.

Tuttavia, Fury non ha mai trascorso molto tempo con Thor. Le cose potrebbe cambiare ora che Fury sembra puntare allo spazio e alla formazione dello SWORD. 

Eitri

Thor: Love and Thunder potrebbe anche essere il film in cui Peter Dinklage potrebbe tornare nei panni di comeEitri. Si è unito al MCU in Avengers: Infinity War e ha aiutato Thor a costruire la sua nuova arma preferita, lo Stormbreaker.

Ci si aspettava che Eitri sarebbe tornato anche in Avengers: Endgame, ma non è successo. Con la possibilità che il Mjolnir ritorni, Eitri potrebbe tornare in Thor 4 per ricostruire il martello o creare un’altra potente arma da far usare a Thor.

Lashana Lynch parla dei provini per il MCU prima di Captain Marvel

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Lashana Lynch, che ha interpretato il personaggio di Maria Rambeau in Captain Marvel, ha rivelato di recente di aver sostenuto provini per altri ruoli nel MCU. Maria è un personaggio fondamentale del cinecomic del 2019, in quanto svolge un ruolo fondamentale nel viaggio di Carol Danvers. In qualità di amica del supereroe e collega pilota dell’Air Force, Maria rappresenta un collegamento con la vita di Carol sulla Terra. Anche la figlia di Maria, Monica, appare nel film ambientato negli anni ’90, ed è stato già confermato che avrà un impatto sul futuro del MCU: l’attrice Teyonah Parris, infatti, interpreterà la versione adulta di Monica nella prossima serie Disney+ della Marvel, l’attesissima WandaVision

Lashana Lynch è una star decisamente in ascesa in questo momento. Sebbene Captain Marvel sia stato il suo primo ruolo cinematografico di spicco, aveva già recitato in Still Star-Crossed della ABC nel 2017, nei panni di Rosaline Capulet. Tuttavia, la sua performance più rivelante arriverà l’anno prossimo, quando finalmente uscirà al cinema No Time to Die, in cui Lynch interpreterà Nomi (che nel film assumerà temportaneamente l’identità di nuovo 007).

Nonostante manchino ancora diversi mesi all’uscita di No Time to Die, il cast è già impegnato con la promozione del film. Recentemente, Lashana Lynch ha parlato con la versione inglese di GQ del ruolo, condividendo anche alcuni dettagli sul percorso che l’ha portata ad ottenere una parte in Captain Marvel: “Ho fatto provini per anni”, ha spiegato Lynch. “Il direttore casting della Marvel, Sarah Finn, mi conosceva benissimo perché ho sostenuto provini sia per ruoli importanti che per ruoli minori: per Black Panther (non dirò per quale personaggio, perché ho degli amici nel film), Venom, un film degli Avengers… ce ne sono stati davvero tanti.”

I commenti di Lynch fanno eco a quelli della protagonista Brie Larson, che è stata altrettanto aperta circa la sua esperienza con le audizioni, incluse quelle per il MCU. Tuttavia, Larson e Lynch non si sono mai contese alcun ruolo, poiché Larson è stata provinata sia per Iron Man 2 che per Thor. Come accaduto con Larson, è difficile immaginare per quali personaggi si fosse candidata Lynch. In Black Panther, ci sono tre personaggi principali intorno all’età dell’attrice: Nakia (Lupita Nyong’o), Okoye (Danai Gurira) e Shuri (Letitia Wright). È probabile che abbia sostenuto un provino per uno di questi, anche se potrebbe essere stato per un ruolo ancora più secondario.

Tutto qua: completate le riprese del film di Davide Ferrario

Tutto qua: completate le riprese del film di Davide Ferrario

Dopo circa 6 settimane di riprese si chiuderanno tra pochi giorni le riprese dell’ultimo film di Davide Ferrario, Tutto qua (titolo provvisorio) girato a Torino dal 26 ottobre scorso. Moltissime le location utilizzate in città (OGR, Officine Ferroviarie, Environment Park, Grattacielo di Intesa Sanpaolo, Campus ONU ITC-ILO, l’Hotel Double Tree by Hilton del Lingotto), insieme ad alcune località limitrofe come Pecetto, Villastellone, Pianezza e ad altre della provincia di Asti (Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito, Albugnano).

Un cast artistico di rilievo che vede protagonisti Neri Marcorè, Marco Paolini, Giovanni Storti Giorgio Tirabassi, con un’importante presenza di attori piemontesi: Paolo Giangrasso, Linda Messerklinger, Luca De Stasio, Marilina Succo, Mauro Morittu, Chiara Cardea, Toni Mazzara, Zoe Tavarelli.

Altrettanto massiccia la presenza di professionisti piemontesi nel cast tecnico, con una troupe formata per il 95% da maestranze locali: la regia di Davide Ferrario naturalmente, la fotografia di Emanuele Pasquet, le scenografie di Francesca Bocca, insieme a Ladis Zanini in qualità di organizzatore generale, Cristina Vecchio come direttore di produzione, Davide Spina come location manager, Vito Martinelli al suono e molti altri.

Tutto qua racconta la storia di un gruppo di amici adulti uniti dal legame e dalla passione per la musica, che molti anni fa li aveva fatti incontrare. The Boys, questo il nome della band, aveva avuto un grande successo con un disco negli anni Settanta. Nella loro routine, tra vicende amorose e familiari irrompe una nuova possibilità per tornare al professionismo, ma dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di un tempo e il mondo di oggi.

Il film – prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi, una produzione Lumière & Co. con Rai Cinema – è realizzato con il contributo del POR FESR Piemonte 2014-2020 – Azione III.3c.1.2 – bando “Piemonte Film TV Fund” e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.

In un momento segnato gravemente dalla pandemia che ha penalizzato il comparto della Cultura e in particolare quello dello spettacolo con la chiusura delle sale e dei teatri – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Vittoria Poggio – era importante dare un segnale di vitalità con la prosecuzione delle attività che hanno coinvolto tecnici e attori valorizzando molte professionalità piemontesi.”. “Grazie al sostegno di Film Commission, degli sponsor, di Rai Cinema e della casa di produzione Lumier & Co  – ha aggiunto Poggio – il Piemonte si conferma attrattore di progetti e fucina di idee a conferma della propria vocazione in campo culturale a 360°”.

L’attribuzione del contributo del “Piemonte Film Tv Fund” a “Tutto Qua”, è stata resa nota proprio in questi giorni, insieme ad ulteriori 4 titoli, nella graduatoria del Bando POR FESR “Piemonte Film Tv Fund”, Fondo della Regione Piemonte per il sostegno alla produzione di cinema, film tv e serie tv, con contributi a singolo progetto fino a 200 mila Euro (misura di aiuto nell’ambito dei fondi strutturali POS FESR 2014-2020).

Oltre al film di Davide Ferrario sono 2 i lungometraggi e 2 le serie TV, che prevedono la realizzazione nel 2021 su territorio piemontese: la società piemontese Indyca con il lungometraggio “The Store”; la società milanese Casa delle Visioni con il lungometraggio “Peripheric love”; IIF Italian International Film con la serie TV “Guida astrologica per cuori infranti”; Viola Film, già due volte in Piemonte con il sostegno della Regione Piemonte e di FCTP, con una nuova serie Tv tedesca dal titolo “Der Feind Meines Feindes”.

Grey’s Anatomy 17×06: anticipazioni dal finale d’inverno

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Grey’s Anatomy 17×06: anticipazioni dal finale d’inverno

Dopo il quinto episodio il network americano ABC ha diffuso le anticipazioni di Grey’s Anatomy 17×06, il sesto episodio della diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy.

In Grey’s Anatomy 17×06 che si intitolerà “No Time for Despair (Winter Finale)”  Il Grey Sloan Memorial deve affrontare nuove pressioni mentre il Seattle Pres è sovraccarico e il Grey Sloan Memorial è ora sottoposto al protocollo di capacità di picco. Nel frattempo, Owen e Amelia si trovano ad affrontare uno degli interventi chirurgici più controversi della loro carriera nel nuovo episodio di Grey’s Anatomy che andrà in onda giovedì 17 dicembre sulla ABC.

Iscriviti a Disney+ per guardare Grey’s Anatomy e le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

In Grey’s Anatomy 17×06 protagonisti sono Ellen Pompeo nei panni di Meredith Gray, Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey, James Pickens, Jr nei panni di Richard Webber, Kevin McKidd nei panni di Owen Hunt, Kim Raver nei panni di Teddy Altman, Jesse Williams nei panni di Jackson Avery, Camilla Luddington nei panni del dottor Jo, Caterina Scorsone come Amelia Shepherd, Kelly McCreary come Maggie Pierce, Giacomo Gianniotti  come Andrew DeLuca, Chris Carmack come Atticus “Link” Lincoln, Jake Borelli come Levi Schmitt, Greg Germann come Tom Koracick, Richard Flood come Cormac Hayes e Anthony Hill come Winston Ndugu.

Grey’s Anatomy 17×05

La diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà giovedì 12 novembre 2020.  In Grey’s Anatomy 17 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Grey’s Anatomy è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes. Betsy Beers, Mark Gordon, Krista Vernoff, Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Viggo Mortensen risponde alle critiche sul personaggio gay in Falling

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Negli ultimi anni è stata prestata molta più attenzione al modo in cui Hollywood racconta i personaggi LGBTQ+ nei film e nelle serie tv. In passato, era abbastanza comune per attori eterosessuali interpretare personaggi omosessuali ed essere elogiati per quelle che venivano definite scelte di carriera “coraggiose”.

Oggi assistiamo sempre più ad una maggiore inclusione a livello di casting, con molti attori gay che interpretano personaggi gay, aggiungendo forse più autenticità alle loro performance. Uno dei titoli più recenti ad aver ricevere una sorta di contraccolpo per le sue scelte di casting è stato Falling, il debutto alla regia di Viggo Mortensen che vede l’attore candidato all’Oscar interpretare proprio un uomo gay.

In un’intervista con il Times (via The Playlist), a Mortensen è stato chiesto proprio delle critiche al fatto che, nel film, abbia deciso di interpretare il protagonista Will, un uomo gay che vive a Los Angeles con suo figlio John, il suo compagno Eric e la loro figlia, e che da sempre ha un rapporto conflittuale con suo padre, il quale non ha mai accettato la sua omosessualità. In risposta alle controversie, la star de Il Signore degli Anelli e di Green Book ha spiegato che le persone dovrebbero smetterla di credere di sapere tutto a proposito della sua vita privata; proprio per questo, dovrebbero smetterla di giudicare i ruoli che decide di interpretare.

“Guarda, questi sono i tempi in cui viviamo e penso che sia salutare che questi problemi vengano sollevati”, ha detto Viggo Mortensen. “La risposta breve è che non pensavo fosse un problema. Le persone poi mi chiedono: ‘E allora Terry Chen (che interpreta mio marito nel film) è omosessuale?’. La risposta è che non lo so. Non avrei mai il coraggio di chiedere a qualcuno, durante un casting, se lo sia.”

L’attore ha poi aggiunto: “E poi… come fai a sapere qual è la mia vita? State dando per scontato che io sia completamente eterosessuale. Forse lo sono, forse non lo sono. E francamente non sono affari vostri. Voglio che il mio film funzioni e voglio che il personaggio di John sia efficace. Quindi, se non avessi pensato che fosse una buona idea, non l’avrei fatto.”

Falling ha debuttato al Sundance Film Festival di quest’anno ed è stato ospitato in numerosi altri festival durante tutto l’anno. Attualmente è in uscita in diversi mercati europei, ma deve ancora essere annunciata una data di uscita ufficiale negli Stati Uniti.

Euphoria 2: promo dai nuovi episodi

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Euphoria 2: promo dai nuovi episodi

Il canale americano HBO ha diffuso il promo ufficiale di Euphoria 2, l’attesa nuova stagione della serie Euphoria acclamata che ritorna con due episodi speciali.

La serie drammatica della HBO vincitrice di un Emmy EUPHORIA tornerà con due episodi speciali, con il primo debutto DOMENICA 6 DICEMBRE alle 21:00 ET / PT. L’episodio andrà in onda su HBO e sarà disponibile per lo streaming su HBO Max negli USA. In Italia non ha ancora una collocazione su SKY.

https://www.youtube.com/watch?v=uY0_7wPGJlk

Dopo essere stato lasciato da Jules alla stazione dei treni e ricaduta, il primo episodio speciale segue Rue (interpretata dalla vincitrice dell’Emmy Zendaya) mentre celebra il Natale. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, l’episodio, intitolato “Trouble Don’t Last Always”, è interpretato anche da Colman Domingo, che è apparso nella prima stagione. Il titolo e la data del secondo episodio sono in arrivo. Entrambi gli episodi speciali sono stati prodotti sotto Linee guida COVID-19.

Euphoria ha ricevuto tre Primetime Emmy quest’anno, tra cui Miglior attrice protagonista in una serie drammatica (Zendaya), Miglior trucco contemporaneo (non protesico) e Musica e testi originali eccezionali.

Euphoria è stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche produttore esecutivo; i produttori esecutivi Ravi Nandan, Kevin Turen, Drake, Future the Prince, Hadas Mozes Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna Levin, Tmira Yardeni, Mirit Toovi, Yoram Mokady e Gary Lennon; Will Greenfield è co-produttore esecutivo. Prodotto in collaborazione con A24 e basato sull’omonima serie israeliana, creata da Ron Leshem e Daphna Levin, di HOT.

El Cid, recensione della serie Prime Video con Jaime Lorente

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El Cid, recensione della serie Prime Video con Jaime Lorente

La Casa di Carta e Elité ne hanno fatto un volto amatissimo in tutto il mondo, ma, dopo aver lavorato con e per Netflix, Jaime Lorente è pronto per passare ad Amazon Prime Video, con un nuovo progetto seriale che affonda le sue radici nella tradizione spagnola e presta il suo volto a El Cid, il condottiero medievale, leggendaria figura della Reconquista spagnola. La serie sarà disponibile sulla piattaforma a partire dal 18 dicembre 2020, in tempo per far compagnia agli spettatori in questo insolito periodo natalizio che si sta approssimando.

La serie tv, che prende proprio il titolo dal condottiero, El Cid, racconta la sua storia, il suo epico viaggio, da ragazzino, a eroe di guerra e scudiero del re, alla ricerca del proprio posto nella monarchia, nel mondo, mentre si trova a vivere in un periodo storico che lo mette a contatto con le diverse comunità religiose spagnole. Amore, lealtà e coraggio forgiano lo spirito di un guerriero che è diventato leggenda.

A creare la serie c’è José Velasco, insieme a Luis Arranz e Head Writer, mentre alla regia dei cinque episodi c’è Adolfo Martínez. Zebra Producciones ha affiancato Prime Video per realizzare un racconto storico, epico, che infonde grande cura nei dettagli della messa in scena ma che, come tutte le produzioni spagnole per la tv, sembra proporre una recitazione stentorea che si allontana dai gusti più naturalistici a cui il pubblico è abituato.

El Cid dal 18 dicembre su Amazon Prime Video

Nel cast, assieme a Jaime Lorente nel ruolo di El Cid, ci sono anche  José Luis García-Pérez, nel ruolo di Re Ferdinando Primo Il Grande, Elia Galera nei panni della Regina Sancha La Bella,  Juan Echanove  nei panni del Vescovo,  Alicia Sanz nel ruolo dell’Infanta Urraca, Juan Fernández  nei panni di Rodrigo, nonno del  Cid,  Pablo Álvarez  nel ruolo di Orduño, l’antagonista di Ruy,  Ginés García Millán nei panni del Re Ramiro di Navarra e Zohar Liba, che interpreta Abu Bakr.

Indirizzata ad un pubblico che ama la ricostruzione storica e il poema cavalleresco, El Cid non trascura nemmeno un pizzico di modernità nella messa in scena dei suoi personaggi, dai tratti eroici dei protagonisti, e degli antagonisti, al tratteggio delle figure femminili, volitive e passionali.

Sembra tuttavia scontato che la serie avrà tutto il successo e il pubblico che il Denver de La Casa di Carta riuscirà a trascinare, fino alla fine del primo ciclo narrativo, perché se l’impegno produttivo e artistico dello show si vede sin dalle prime battute, è anche vero che il volto trascinatore di Lorente rappresenta almeno della metà dell’interesse intorno al progetto.

Batman alle prese con gli effetti della pandemia in un video parodia

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In un nuovo video parodia con Jeff Ward, star di Agents of S.H.I.E.L.D., Batman declassa la Batmobile e perde la sua Batcaverna. Di recente, si è tornati a parlare con un certo fervore del classico supereroe all’interno del DC Extended Universe. Ciò è dovuto all’uscita di The Batman, che avrà come protagonista Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne. Tuttavia, il Batman originale del DCEU, Ben Affleck, non ha ancora finito con il ruolo: apparirà, infatti, nel film The Flash accanto al collega Michael Keaton, interprete del Crociato di Gotham nei due film realizzati da Tim Burton tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Affleck riprenderà il ruolo anche nell’attesissima Snyder Cut di Justice League, che debutterà su HBO Max il prossimo anno.

Essendo uno degli eroi più famosi della DC, Batman è stato protagonista di questo distopico 2020 anche fuori dallo schermo. Prima, un uomo travestito da Cavaliere Oscuro è sceso per le strade del Messico, con una Batmobile improvvisata, per spingere le persone a seguire le precauzioni contro il Coronavirus; dopo, un diverso cosplayer si è presentato ad una protesta a Philadelphia, tra gli applausi generali dei presenti. Tuttavia, entrambi gli esempi mostrano la popolarità duratura del personaggio e il simbolo della speranza che ancora oggi rappresenta.

Jeff Ward lo dimostra perfettamente in un nuovo video intitolato “Fund the Bat” (letteralmente “Finanzia il pipistrello”). Nel video, Ward interpreta un Batman colpito dalla pandemia di Coronavirus, costringendolo a rinunciare alla sua Batcaverna e a scambiare la Batmobile con un’opzione più sensata. Scritto e diretto da Jeffrey Bell, co-showrunner di Agents of S.H.I.E.L.D., la parodia è stata realizzata in realtà per provare ad incrementare le donazioni al Covid-19 Emergency Relief Fund dell’MPTF, che sostiene i lavoratori di Hollywood rimasti senza lavoro a causa della pandemia.

https://www.youtube.com/watch?v=Z01VERI5fiQ&feature=emb_title

Peter Dinklage protagonista del reboot di The Toxic Avenger

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Peter Dinklage protagonista del reboot di The Toxic Avenger

Arriva da Deadline la notizia che Peter Dinklage, il celebre Tyrion Lannister della serie Game of Thrones, sarà il protagonista del reboot di The Toxic Avenger, film del 1984 diretto da Lloyd Kaufman e Michael Herz, primo film horror prodotto dalla Troma.

Il film originale, a metà tra commedia, fantascienza e horror, è ambientato nella città fittizia di Tromaville, NJ, e racconta la storia di un custode in un centro benessere che viene lanciato dalla finestra del secondo piano da un gruppo di bulli, atterrando in un bidone di rifiuti tossici. I prodotti chimici lo portano a trasformarsi nel “vendicatore tossico” del titolo, che ha dimensioni e forza sovrumane e contrasta i bulli e la corruzione.

Il reboot sarà diretto dall’attore Macon Blair, che ha esordiato alla regia con I Do Not Feel at Home in This World Anymore, presentato per la prima volta nel 2017 e vincitore del Gran Premio della giuria al Sundance Film Festival. Sullo schermo, Blair ha recitato in Blue Ruin, Green Room, Murder Party, Gold, La truffa dei Logan, American Woman e nel film horror di Netflix Hold the Dark.

L’originale The Toxic Avenger ha dato il via a un franchise, tra cui sequel, The Toxic Avenger Part II, The Toxic Avenger Parte III: The Last Temptation of Toxie e Citizen Toxie: The Toxic Avenger IV, nonché a una strana produzione musicale, un film per bambini, una serie di cartoni animati e persino un fumetto Marvel.

Kaufman e Herz, registi del film originale, figureranno come produttori al riavvio per Troma Entertainment, mentre Alex Garcia Jay Ashenfelter supervisioneranno il progetto per conto di Legendary. Lo studio non ha ancora annunciato una data di uscita ufficiale.

I prossimi progetti cinematografici di Peter Dinklage

Tra i prossimi progetti cinematografici di Peter Dinklage (che abbiamo visto l’ultima volta al cinema in Avengers: Infinity War e I Think We’re Alone Now, entrambi del 2018) figurano Brothers, la nuova commedia di  Etan Cohen in cui reciterà al fianco di Josh Brolin, il remake de Il Mucchio Selvaggio ad opera di Mel Gibson che vedrà nel cast anche Michael Fassbender e Jamie Foxx, ed una nuova versione della storia di Van Helsing in cui Dinklage reciterà insieem a Jason Momoa.

Star Trek: Noah Hawley crede che il suo film non vedrà mai la luce

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Il creatore di Fargo, Noah Hawley, non pensa che il suo film di Star Trek verrà realizzato. Nel 2009, J.J. Abrams ha riportato in vita il franchise sul grande schermo grazie ad un nuovo film incentrato su versioni alternative – rispetto alla saga originale – dell’equipaggio dell’Enterprise. Il primo Star Trek di Abrams ha portato alla realizzazione di ben due sequel, e sebbene ci fossero dei piani per un quarto capitolo con il medesimo cast, tutto sembra essere caduto nel dimenticatoio a seguito della tiepida accoglienza riservata a Star Trek Beyond del 2016. Da allora, il futuro del franchise di Star Trek è rimasto in una sorta di limbo.

Lo scorso novembre, sembrava che si stessero facendo dei progressi quando la mente creativa dietro la serie tv Fargo, Noah Hawley, è stato scelto per scrivere e dirigere il prossimo film di Star Trek. All’inizio, i fan pensavano che sarebbe stato il tanto atteso Star Trek 4, ma Hawley ha subito messo in dubbio tale credenza quando ha descritto il progetto come un “nuovo inizio” per la saga. In seguito, alcuni report volevano che il progetto fosse stato messo in stand-by dalla Paramount, che stava parallelamente considerando altri due film legati alla saga, uno dei quali avrebbe riportato sul grande schermo il cast del reboot di Abrams.

Adesso, sembra davvero che lo Star Trek di Hawley non sia più una priorità per lo studio. In una nuova intervista con Deadline in occasione del finale di stagione del quarto ciclo di episodi di Fargo, a Noah Hawley è stato chiesto se crede ancora che Star Trek sarà nel suo futuro: purtroppo, non sembra essere così! Lo sceneggiatore statunitense ha risposto in maneira diplomatica, citando le mutevoli priorità della Paramount come motivo per cui il suo progetto è stato interrotto.

“Non sembra un progetto che farà parte del mio prossimo futuro. Penso che quando Emma [Watts, presidente della Paramount] è entrata, ha dato un’occhiata al franchise e voleva andare in una direzione diversa. Ma sai, la vita è lunga. Eravamo molto vicini alla produzione, ma in questo settore può significare tutto o nulla. Devi essere in gara sin da subito, se sai cosa intendo.” 

Sembra quindi che Hawley ed il suo Star Trek si siano avvicinati persino ad un inizio di produzione, ma è evidente che la Paramount sia interessata a muoversi in una nuova direzione. In realtà, si è sempre saputo molto poco circa il progetto di Hawley, tranne che si sarebbe concentrato su nuovi personaggi e non sulla timeline di Kelvin, e che avrebbe avuto al centro un conflitto incentrato su un virus mortale, qualcosa che molti avevano già bollato come “inadeguato” da un punto di vista narrativo.

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