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Deadpool & Wolverine: svelata una nuova variante del Mercenario Chiacchierone!

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Deadpool & Wolverine è sempre più vicino alla sua uscita al cinema, mentre i protagonisti hanno cominciato il tour promozionale del film. Tuttavia alcune foto dal set del film ci avevano già anticipato che nel film esisterà un Deadpool bello, con i capelli lunghi, un look da samurai e senza cicatrici sul viso, una Variante di Wade Wilson molto bella. Non avendo un corrispettivo ufficiale nei fumetti, i fan hanno soprannominato quella variante: Deadpool Samurai.

Durante una recente intervista con la rivista SFX, il regista di Deadpool & Wolverine Shawn Levy ha esaltato il trequel quando ha detto: “Ci sono alcuni momenti in questo film in cui, se riesci anche solo a sentire il dialogo sopra le risate, abbiamo fallito”, ha aggiunto.“L’abbiamo analizzato nella sala di montaggio, quando dico a Ryan che ogni volta che mostriamo una certa scena non puoi sentire le tre battute perché il pubblico sta ancora ridendo della battuta precedente.” “Ogni volta che avevamo questo dibattito molto fraterno. Ryan di solito vinceva. Lui diceva, ‘Fantastico, dovranno vedere di nuovo il film!'”

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine
Hugh Jackman e Ryan Reynolds in una scena di Deadpool & Wolverine.

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Alicent Hightower: cosa beve in Il drago rosso e il drago dorato e qual è il vero significato di quel gesto?

Attenzione SPOILER sull’episodio 4 di House of the Dragon 2 – Il drago rosso e il drago dorato

Nel quarto episodio di House of the Dragon stagione 2, Alicent Hightower beve un “te”, o meglio una pozione che le viene portata dal Gran Maestro. Una scena che, per quanto meno interessante della poderosa battaglia tra draghi, ha un’importanza fondamentale nel corso della storia. La rivelazione della relazione tra Alicent e Criston Cole è stata sorprendente e forse tutti sono rimasti sorpresi dal rendersi conto che questo rapporto continua anche ora che Cole è in guerra.

È proprio alla luce di quella relazione che assistiamo a un momento breve ma cruciale nell’episodio, ovvero la scena in cui ad Alicent viene data una bevanda chiamata tè della luna dal Gran Maestro Orwylle. Certo, non si tratta di una scena importante come il finale dell’episodio, però dà di che pensare ai fan.

Il Maestro prepara il tè della luna ad Alicent Hightower nell’episodio 4 della seconda stagione di House Of The Dragon

Alicent era incinta del bambino di Criston Cole?

Il Gran Maestro Orwyle dà ad Alicent Hightower il tè della luna. Sappiamo che questa bevanda viene utilizzato in tutti i Sette Regni di Westeros per prevenire o interrompere le gravidanze ed è preparato mescolando insieme erbe chiamate tanaceto e mentuccia insieme ad alcuni altri ingredienti, come menta e miele. Ciò significa che Alicent era incinta, o era preoccupata di rimanere incinta di Ser Criston.

Nella prima stagione, la stessa Alicent ha dato il tè della luna alla sguattera Dyana, che era stata aggredita sessualmente da Aegon, quindi è certamente ben consapevole dell’utilizzo della bevanda e di ciò che causa. La sua relazione con Cole sembra andare avanti solo poche settimane, quindi è più probabile che si tratti di una misura precauzionale da parte sua, ma il fatto che si tenga la pancia mentre beve indica la possibilità che lei sappia di essere incinta.

In quanto dama di alto lignaggio, ex regina e attuale regina madre, Alicent non può avere figli al di fuori del matrimonio, poiché ciò le porterebbe grande vergogna e disgrazia. Il fatto che il Lord Comandante della Guardia Reale fosse sia padre non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose (anche se non lo avesse mai rivelato, avrebbe dovuto convivere con quella consapevolezza), dal momento che le Cappe Bianche dovrebbero osservare il voto di castità. Questo spiega perché Alicent beve il tè della luna, ma c’è di più.

Il significato più profondo di Alicent Hightower che beve il tè della luna

C’è un interessante parallelo con Rhaenyra

La prima volta che il tè della luna viene usato in House of the Dragon fu in realtà per Rhaenyra, che lo ricevette dal Gran Maestro Mellos per ordine di Re Viserys. Alicent apprende da Larys Strong che a Rhaenyra è stato dato il tè della luna e deduce che aveva mentito sul fatto di non aver fatto sesso con Daemon Targaryen – il che era vero solo a metà, dato che in realtà era con Cole che era andata a letto.

Ora, anni dopo, è Alicent Hightower a bere il tè della luna dopo aver fatto sesso con Cole. La situazione mette a nudo la sua ipocrisia ed espone la sua rettitudine, proprio come accaduto a Rhaenyra nella prima stagione. Un simile parallelo presumibilmente non è sfuggito nemmeno alla stessa Alicent. Da una parte dovrebbe alimentare il suo disprezzo per se stessa e per la sua relazione con il Lord Comandante (e Primo Cavaliere), dall’altra Alicent ricorda bene che fu a seguito di quell’avvenimento che il suo rapporto con Rhaenyra si incrinò del tutto, e quindi adesso potrebbe assumere una posizione revisionista sul suo operato.

House Of The Dragon 2, episodio 4: la spiegazione del finale di “Il drago rosso e il drago dorato”

Attenzione SPOILER sull’episodio 4 di House of the Dragon 2 – Il drago rosso e il drago dorato

L’episodio 4 di House of the Dragon 2, dal titolo Il drago rosso e il drago dorato, è ricco di azione, con un sacco di materiale da analizzare. La serie prequel della HBO è basata sul libro Fuoco & Sangue di George R.R. Martin, che esamina l’apice della dinastia Targaryen quando la famiglia governava Westeros con il potere dei draghi. Dopo la morte di re Viserys I e la sua successione messa in discussione, il regno cade nel caos mentre la famiglia si divide in Neri e Verdi entrambi convinti di rappresentare il legittimo erede: Rhaenyra Targaryen o Aegon II Targaryen.

Il finale della prima stagione di House of the Dragon ha visto il primo tributo di sangue da parte di Aemond Targaryen, che uccide (anche se accidentalmente) Lucerys Velaryon, dando inizio a un ciclo sanguinoso e violento che si protrarrà nella seconda stagione. Nell’episodio 4, che si intitola Il drago rosso e il drago dorato, la serie TV mostra la prima grande battaglia trai poderosi animali, alla battaglia di Riposo del Corvo, dove la guerra (e la serie) è ufficialmente all’altezza del suo nome. Ma cosa è accaduto alla fine della violenta battaglia? Ecco la spiegazione del finale di “Il drago rosso e il drago dorato“.

Aegon è morto nel finale di Il drago rosso e il drago dorato?

Aegon non muore in questo momento nel libro, quindi è improbabile che sia morto nello show

La Danza dei DraghiRe Aegon II non faceva parte del piano di Criston Cole e Aemond di tendere un’imboscata ai Neri a Riposo del Corvo, ma arriva alla battaglia di propria iniziativa. Aegon cavalca Sunfyre, considerato il più bello tra i draghi della Casa del Drago per le sue vibranti scaglie dorate. Sfortunatamente per il re, la bestia viene fatta a pezzi abbastanza rapidamente da Rhaenys e Meleys, e l’arrivo di Aemond non fa altro che suggellarne la fine, poiché il principe più giovane tradisce suo fratello maggiore con il fuoco del drago, mandandolo a terra.

L’episodio si chiude con un mistero in sospeso in merito alle condizioni di Aegon, sarebbe però sorprendente se il giovane fosse effettivamente morto. In Fuoco & Sangue di George R.R. Martin, Aegon viene ferito gravemente in quella battaglia, ma non viene ucciso. Sarebbe un’enorme deviazione dalla storia se Aegon venisse ucciso così presto, e probabilmente non sarebbe una scelta che lo spettacolo apprezzerebbe. La serie ha apportato molte modifiche al libro, ma in termini di eventi chiave ha costantemente seguito il progetto delineato da George R.R. Martin.

Perché Aemond ha tentato di uccidere Aegon (due volte)?

Se Aegon muore, Aemond diventa re

Come spesso capita tra fratelli e sorelle di House of the Dragon e Il Trono di Spade, non c’è amore tra Aemond e Aegon. Aemond considera suo fratello maggiore uno sciocco indegno della corona, mentre lui ha lavorato instancabilmente, fatto sacrifici e corso enormi rischi per trasformarsi in un’arma per la sua fazione. Questa relazione non è molto diversa di quella che c’era tra Daemon e Viserys, sebbene Daemon ammirasse profondamente suo fratello maggiore.

Aemond disprezza Aegon e vede la battaglia di Riposo del Corvo come un’opportunità per uccidere suo fratello maggiore e attribuire la colpa a Rhaenys. Dopo lo scontro, si avvicina ad Aegon, caduto insieme al suo drago, per suggellarne la sorte con la sua spada, se la caduta stessa non l’ha ucciso. Se Aegon morisse, Aemond diventerebbe re, poiché ormai è troppo tardi per i Verdi accettare che Rhaenyra diventi regina. In questo momento, Aemond ha tutto da guadagnare e niente da perdere dalla morte di suo fratello.

La morte di Rhaeny e cosa significa per Rhaenyra

Rhaenys si rassegna al suo destino e muore difendendo la roccaforte di Riposo del Corvo

Rhaenys Targaryen entra in battaglia per i Neri e fa un ottimo lavoro nell’infliggere un duro colpo ai Verdi, eliminando centinaia di forze armate e mandando a terra Re Aegon a cavallo del suo Sunfyre. Avrebbe potuto lasciare il campo, a quel punto, e questo avrebbe reso le sue gesta una vittoria sorprendente per i Neri nonostante la perdita della roccaforte, ma La Regina che non fu decide di voltarsi e mantenere la sua posizione, affrontando il molto più grande Vhagar. È un rischio enorme, ma Rhaenys sembra rassegnata al suo destino e decide di combattere.

La morte di Rhaenys è confermata e avrà implicazioni maggiori per Rhaenyra in futuro. Rhaenys è la moglie di Corlys Velaryon, l’alleato più potente di Rhaenyra, il quale sarà piuttosto sconvolto dalla morte della moglie. Questo potrebbe mettere in discussione la sua fedeltà a Rhaenyra. Dopotutto, è già diffidente nei confronti della Regian e di suo marito Daemon, ed è stata Rhaenys a spingere affinché i Velaryon si schierassero con i Neri. Per non parlare del fatto che la loro fazione ha perso uno dei suoi cavalieri di draghi più potenti, indebolendo la loro posizione in futuro.

Perché Rhaenyra racconta a Jacaerys del Sogno di Aegon

In Il drago rosso e il drago dorato, La Danza dei Draghi è iniziata e Rhaenyra deve garantire la sicurezza del regno

Con la guerra iniziata e lo scoppio del caos, Jacaerys deve conoscere la posta in gioco. All’inizio della Battaglia di Riposo del Corvo, vediamo una scena in cui Rhaenyra racconta a Jacaerys della profezia del Sogno di Aegon, che le è stata tramandata da Viserys nella prima stagione. Jacaerys è l’erede di Rhaenyra, ed è plausibile che lei glielo dica ad un certo punto, ma il fatto che lo faccia proprio ora è cruciale. Sta mandando in guerra un cavaliere di draghi, aumentando la posta, e vuole assicurarsi che il Sogno di Aegon sia protetto nel miglior modo possibile.

In che modo Il drago rosso e il drago dorato cambia il libro

Aemond non tradisce Aegon nel libro

In Fuoco & Sangue di George R.R. Martin, Aegon è complice del piano di Cole e Aemond di tendere un’imboscata ai Neri a Riposo del Corvo, e cavalca con suo fratello per attaccare Rhaenys. Mentre combattono entrambi i fratelli, Rhaenys e Meleys riescono comunque a sferrare un colpo quasi fatale a re Aegon, ma alla fine cadono nelle mani di Aemond. Il cambiamento più grande nell’episodio è che Aemond tradisce suo fratello, sperando di impossessarsi della corona. Inoltre, Rhaenys non viene mai descritta come se avesse l’opportunità di scappare dopo aver abbattuto Aegon.

La Danza dei Draghi è iniziata: cosa succederà?

Ci saranno altre battaglie, discorsi politici e nuovi cavalieri dei draghi in arrivo

Addam of Hull
Addam di Hull

Con la Battaglia di Riposo del Corvo, in Il drago rosso e il drago dorato la Danza dei Draghi è ufficialmente iniziata, mettendo in moto ancora più eventi. Da entrambe le parti ci aspettiamo un discorso politico dopo l’evento. Con Aegon gravemente ferito, Aemond governa Approdo del Re al suo posto, conferendo ai Verdi maggiore competenza e rendendoli più pericolosi. Per i Neri, Corlys Velaryon sarà piuttosto scontento della perdita di sua moglie, il che probabilmente porterà a tensioni tra lui e Rhaenyra.

Ci saranno altre battaglie in arrivo, ma Riposo del Corvo è probabilmente il palcoscenico principale della seconda stagione, e il resto della stagione dovrebbe trascorrere con i Neri che cercano di ricostituire la loro forza di cavalieri di draghi. Ci sono molti draghi selvaggi che vagano per Roccia di Drago e per il Driftmark, e i Neri hanno già detto di aver accolto potenziali cavalieri per cercare di reclamarli. Molti dei nuovi personaggi della stagione 2 di House of the Dragon tenteranno di cavalcare i draghi, rendendoli immediatamente protagonisti cruciali nella guerra.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

Captain America: Brave New World, il ruolo di Giancarlo Esposito potrebbe essere stato rivelato

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Dopo essere stato la scelta preferita dei fan per diversi ruoli di supereroi/cattivi nel corso degli anni, Giancarlo Esposito (Breaking Bad, The Boys, The Mandalorian) si è recentemente unito al Marvel Cinematic Universe in un ruolo ancora misterioso.

Sappiamo che Giancarlo Esposito farà il suo debutto in Captain America: Brave New World, ma nonostante le foto dal set ci diano una buona visuale del personaggio, non eravamo ancora sicuri di chi interpreterà. Fino a questo momento. Secondo il famoso scooper MTTSS  Esposito interpreterà George Washington “G.W.” Bridge!

Nei fumetti, Bridge iniziò come membro del gruppo mercenario noto come Wild Pack (in seguito Six Pack), guidato da Cable. In seguito sarebbe diventato un membro di alto rango dello S.H.I.E.L.D. come agente di collegamento per gli affari mutanti. Non crediamo che qualcuno abbia mai pensato a questo particolare personaggio, dal momento che generalmente si presumeva che Esposito avrebbe interpretato un cattivo in piena regola. Naturalmente, resta da vedere come Bridge verrà rappresentato sullo schermo, personaggio moralmente discutibile ma in definitiva eroico.

Captain America: Brave New World e l’ossessione per Giancarlo Esposito

captain america brave new world harrison-ford-anthony-mackieEsposito ha recentemente commentato il suo personaggio, definendolo come uno “tosto” e indicando che lo vedremo essere più coinvolto fisicamente nell’azione rispetto ai suoi progetti precedenti.

Le prime immagini ufficiali del film sono state rilasciate un paio di settimane fa, con Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson equipaggiato con l’iconico scudo in vibranio di Steve Rogers, e la nostra nuova Sentinella della Libertà che incontra l’attuale presidente “Thunderbolt” Ross (Harrison Ford), che incaricherà Wilson di riformare gli Avengers.

Nel filmato proiettato al CinemaCon il mese scorso, Ross dà il benvenuto a Wilson alla Casa Bianca per lodarlo per il suo eroismo passato, ma presto scoppia il caos quando una musica in filo-diffusione attiva alcuni agenti assassini dormienti, tra cui Isaiah Bradley di Carl Lumbly, che tentano di eliminare il Presidente.

Captain America Brave New WorldQuello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.

Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.

Lobo: il film dovrebbe essere in sviluppo ai DC Studios. Ci sarà Jason Momoa?

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Il Main Man sarà finalmente scatenato sul grande schermo? È quello che sembrano indicare le ultime indiscrezioni: Lobo sarà il prossimo personaggio dei fumetti DC ad arrivare nel DCU.

CBM ha sentito dire che la star di Aquaman Jason Momoa è in trattative o ha ottenuto il ruolo di Lobo ormai da un po’ di tempo, e anche se gli aggiornamenti sono stati scarsi nel 2024, una nuova voce di MTTSH sostiene che un film solista con l’ultra – violento cacciatore di taglie intergalattico è in fase di sviluppo presso i DC Studios.

Non si fa menzione di Momoa, ma diremmo che il suo coinvolgimento è una scommessa abbastanza sicura considerando i precedenti rapporti commerciali e i suggerimenti dell’attore stesso, anche se vale la pena notare che lui non ha mai detto di essere specificamente disponibile per il ruolo di Lobo.

“Quindi Lobo era… colleziono fumetti, e non faccio più molto, ma è sempre stato il mio preferito, e ho sempre voluto interpretare Lobo, perché ero perfetto per il ruolo”, ha detto Momoa in un’intervista lo scorso dicembre. “Voglio dire, ascolta. Se chiamano e mi chiedono di interpretarlo, è un ca**o, sì. Non ho ricevuto quella chiamata, quindi non voglio mettere in giro nessuna notizia falsa, ma se mai mi chiamassero per chiedermi di interpretarlo, o anche per fare un’audizione, io sono lì.”

Aquaman - Jason MomoaStranamente, Jason Momoa in realtà pensava di essere stato scelto come Lobo quando Zack Snyder lo ha scelto come Aquaman. “Pensavo che avrei interpretato Lobo fin dall’inizio”, ha spiegato. “Ho fatto il provino per Batman, e quasi non mi presentavo, perché pensavo, ‘È stupido. Non sarò io. Perché faccio il provino per Batman?’ Ma era solo un’audizione ordinaria, e poi vengo chiamato subito dopo l’annuncio di Affleck, e dico, ‘Oh, cazzo, certo, interpreterò il cattivo tipo.’ Quindi ho pensato, ‘Sì, entrerò, li picchierò [Batman e Superman] e morirò, come faccio io.'” “Mi hanno chiamato in ufficio e mi sono detto, ‘Beh, sai chi interpreterai?’ Io dico: “Sì, Lobo! Certo, è l’unico che può combattere Batman e Superman”. [Il regista Zack Snyder era] confuso, e allora mi chiedo, ‘Cosa? Chi diavolo dovrei interpretare?’ E poi, vorrei che l’avesse registrato, perché ha detto “Aquaman” e io ho messo su una faccia delusa.”

Chi è Lobo nei fumetti DC?

Lobo, come ben sanno i fan della DC, è un cacciatore di taglie a pagamento proveniente dal pianeta Czarnia. Si tratta di un personaggio profondamente malvagio, che antepone la violenza brutale e insensata a tutto il resto, che non rinuncia però occasioni per divertirsi, cosa che comprende l’ubriacarsi pesantemente e l’avere rapporti sessuali in lungo e in largo nell’universo. Un personaggio dunque controverso, che in Jason Momoa troverebbe il giusto interprete, essendosi già distinti come un ottimo e dissacrante Aquaman. Si devono però attendere notizie ufficiali in merito al suo coinvolgimento, solo a quel punto si potrà scoprire come l’attore sceglierà di caratterizzare Lobo.

House of the Dragon 2 episodio 5: il trailer

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House of the Dragon 2 episodio 5: il trailer

Dopo lo straordinario episodio 4 di House of the Dragon 2, La Danza dei Draghi, HBO diffonde il trailer della quinta puntata della serie ambientata nel mondo di George R.R. Martin, che dovrà confrontarsi con le conseguenze dell’episodio precedente.

Sia i Verdi che i Neri sembrano molto preoccupati dal momento che la Battaglia di Riposo del Corvo potrebbe aver causato vittime illustri da entrambe le parti, e la guerra è ormai inevitabile.

House of the Dragon 2: il quarto episodio mantiene quello che la serie aveva promesso da due anni

In otto nuovi episodi, la seconda stagione di House of the Dragon vede nel cast i già protagonisti della prima Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e Rhys Ifans. Nei nuovi episodi tornano anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew Needham.

New-entry nel cast della nuova stagione: Abubakar Salim (sarà Alyn di Hull), Gayle Rankin (Alys Rivers), Freddie Fox (Ser Gwayne Hightower), Simon Russell Beale nei panni di Ser Simon Strong, Clinton Liberty nel ruolo di Addam of Hull, Jamie Kenna che interpreterà Ser Alfred Broome, Kieran Bew nei panni di Hugh, Tom Bennett in quelli di Ulf, Tom Taylor sarà Lord Cregan Stark e Vincent Regan interpreterà invece Ser Rickard Thorne.

I crediti della seconda stagione: co-creatore e produttore esecutivo George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Tratto dal bestseller di George R.R. Martin “Fuoco e Sangue”.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

House of the Dragon 2: il quarto episodio mantiene quello che la serie aveva promesso da due anni

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Attenzione SPOILER sull’episodio 4 di House of the Dragon 2 – Il drago rosso e il drago dorato

L’episodio 4 di House of the Dragon 2 è davvero strabiliante, e finalmente dà inizio alla storyline che tutti gli spettatori stavano aspettando dall’inizio dello show, nel 2022.

La timeline della serie parte 200 anni prima de Il Trono di Spade e la serie prequel prometteva all’inizio uno sguardo nuovo sull’universo fantasy di George R.R. Martin, prefiggendosi di esaminare la dinastia dei Targaryen all’apice del suo potere. Alla luce di ciò, la serie ha presentato fino a questo momento una narrativa incentrata principalmente sulle dinamiche familiari, una impostazione narrativa molto diversa rispetto all’ampia epica politica de Il Trono di Spade.

Il finale della prima stagione ha annunciato un guerra a venire, inevitabile, che incombe su Westeros, con la formazione di due fazioni, i Neri e i Verdi, all’indomani della morte di Re Viserys. L’uccisione di Lucerys Velaryon, figlio di Rhaenyra, da parte di Aemond Targaryen dà il via a un ciclo di sangue con i Neri che contrattaccano assassinando il piccolo Jaehaerys. I negoziati sono falliti, troppo sangue è stato versato, e l’episodio 4 di House of the Dragon mostra i risultati: è finalmente guerra!

In Il drago rosso e il drago dorato La Danza dei Draghi è finalmente cominciata

La serie mette in scena una battaglia con tanto di scena Drago contro Drago

House of the Dragon aveva promesso molto di più che drammi familiari. Uno dei punti principali della serie era la possibilità di vedere più draghi e cavalieri Targaryen (e non solo) affrontare la guerra a cavallo di questi formidabili animali. Con la battaglia di Riposo del Corvo, la Danza dei Draghi è finalmente cominciata. I Verdi hanno lanciato un debole attacco sul castello, sperando di isolare Roccia di Drago dalla costa. Criston Cole ha adescato i Neri, costringendoli a scendere in campo con i draghi per difendere Riposo del Corvo, facendoli cadere nell’imboscata di Vhagar.

Il drago è il più vecchio e il più grande dei draghi della serie, è il più esperto, il che rende il suo cavaliere, Aemond Targaryen, una grande minaccia per gli avversari. Rhaenys e Meleys sono bene allenate e molto legate e sono in grado di affrontare una buona battaglia contro l’enorme bestia, tanto che alla fine riescono a scampargli. Anche Aegon II e Sunfyre fanno il loro ingresso in scena ma il loro tentativo di affrontare Rhaenys e il suo drago è debole, subito prima che Aemond lo tradisca.

Il drago rosso e il drago dorato è già una puntata epica

L’episodio 4 di House of the Dragon 2 è epico quanto Il Trono di Spade

L’episodio di questa notte rivaleggia con qualsiasi altra scena di combattimento con i draghi vista ne Il Trono di Spade, poiché è la prima volta che le due serie mostrano correttamente i cavalieri di draghi Targaryen che si affrontano in combattimento. È solo una delle tante battaglie epiche che probabilmente arriveranno nella Danza, e il sapore aggiunto di Aemond che tradisce Aegon dimostra la sfumatura costante che sarà in gioco durante tutta la guerra. La casa dei Targaryen può anche essersi spaccata in due fazioni, ma la serie ha reso chiaro che nessuna motivazione individuale verrà messa da parte.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

James Cameron e Kate Winslet commemorano Jon Landau, produttore di Titanic e Avatar

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James Cameron è in lutto per la morte di un caro amico e collaboratore Jon Landau. Al suo cordoglio si unisce anche Kate Winslet, che sotto la guida di Landau ha recitato in Titanic e in Avatar: La via dell’acqua.

Dopo la morte del produttore di Titanic e Avatar, James Cameron il regista premio Oscar ha reso omaggio al suo defunto partner della Lightstorm Entertainment in una sentita dichiarazione.

“La famiglia Avatar è addolorata per la perdita del nostro amico e leader Jon Landau”, ha esordito in una dichiarazione condivisa con Deadline. “Il suo umorismo demenziale, il suo magnetismo personale, la grande generosità di spirito e la sua feroce volontà hanno mantenuto il centro del nostro universo di Avatar per quasi due decenni.

Jon Landau: muore a 63 anni il produttore di “Titanic” e “Avatar” premiato con l’Oscar

“La sua eredità non risiede solo nei film che ha prodotto, ma anche nell’esempio personale che ha dato:  indomito, premuroso, inclusivo, instancabile, perspicace e assolutamente unico. Ha prodotto grandi film, non esercitando il potere ma diffondendo il calore e la gioia di fare cinema. Ha ispirato tutti noi a essere e a dare il meglio di noi, ogni giorno. Ho perso un caro amico e il mio più stretto collaboratore da 31 anni. Una parte di me è stata strappata via”, ha aggiunto Cameron.

Anche Kate Winslet ha ricordato il suo produttore di Titanic e Avatar: La via dell’acqua, Jon Landau, dopo la notizia della sua morte, esclamando che “la sua passione per il cinema si è approfondita solo con l’età”. Winslet ha detto di conoscere Landau “da quando avevo 20 anni”.

L’attrice britannica, che prima di Titanic era nota per film d’autore come Ragione e sentimento e Creature del cielo, è balzata al successo con il film diretto da James Cameron nel 1997, e prodotto proprio da Landau, sul tragico affondamento del transatlantico, che per un po’ divenne il film di maggior incasso film di sempre a 2,2 miliardi di dollari (titolo ceduto solo  a Avatar di Cameron a 2,92 miliardi di dollari). Titanic ha fatto guadagnare a Winslet la sua seconda nomination all’Oscar in carriera e la prima nomination come miglior attrice. In Titanic, Winslet interpretava la passeggera di alto rango Rose DeWitt Bukater.

Avatar: la via dell’acqua, il produttore Jon Landau racconta il ritorno su Pandora con James Cameron

Winslet è tornata a collaborare con Landau e Cameron in Avatar: La via dell’acqua del 2022 nei panni di Ronal nel sequel che ha incassato 2,3 miliardi di dollari. Nel film, Ronal, un membro del clan del mare Metkayina, offre rifugio a Jake Sully (Sam Worthington) e alla sua famiglia mentre fuggono dai conquistatori umani.

Winslet ha detto a Deadline stasera: “Jon Landau era il più gentile e il migliore degli uomini”. Aggiunge: “Era un uomo ricco di compassione ed eccezionale nel supportare e coltivare team di persone creative fenomenali”. “La sua forza nella vita era conoscere l’importanza della famiglia, a casa e al lavoro”, ha continuato Winslet. “Era sempre pieno di sorrisi e gratitudine. Non posso credere che sto scrivendo questo, non posso credere che se ne sia andato.”

Kissing Gorbaciov, in streaming su OpenDDB dall’8 luglio

Kissing Gorbaciov, in streaming su OpenDDB dall’8 luglio

Sarà possibile vedere in streaming da lunedì 8 luglio Kissing Gorbaciov di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, il film documentario che ha riunito i CCCP Fedeli alla Linea nell’anno del loro 40° anniversario, sulla piattaforma OpenDDB. Il film, intanto, continua ininterrottamente dallo scorso novembre il suo tour nei cinema di tutta Italia, nelle sale e nelle arene estive: ad oggi sono più di 450 le proiezioni, con oltre 25 mila spettatori.

Il film è una produzione SMK Factory, in collaborazione con AAMOD – Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, ed è distribuito da OpenDDB. Dopo l’anteprima al 64° Festival dei Popoli a Firenze, Kissing Gorbaciov è stato in lizza nella cinquina dei finalisti ai Nastri d’Argento 2024. il film è ora disponibile anche in formato dvd.

Kissing Gorbaciov, la storia

Tutto parte dal Salento, da Melpignano, nel 1988: alcune rock band sovietiche suonano per la prima volta oltre la cortina di ferro, “il primo sbarco ufficiale della nuova armata musicale russa”. Con loro sul palco anche band italiane, tra cui i CCCP Fedeli alla Linea. Da qui inizia un viaggio di 8 giorni tra Mosca e Leningrado: l’incredibile storia di un tour tra due Mondi che non sarebbero stati più gli stessi. Prima della caduta del muro, l’ultimo ponte costruito a suon di punk, attraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, i racconti, gli archivi inediti ed esclusivi e la ricostruzione di quegli incredibili giorni.

Gorbaciov era stato eletto nel marzo dell’85 come presidente del PCUS e, all’alba della prossima caduta del muro di Berlino, ci si trovava in un momento in cui, sia la Storia che le storie di chi era sul palco, stavano cambiando per sempre: il festival viene subito chiamato “Le Idi di Marzo”. Dalle allora aride terre salentine, una bizzarra delegazione italiana, tra cui i CCCP e Litfiba, imbarcandosi su un pericolante “Aeroflot”, arrivò a esibirsi in Unione Sovietica in due concerti.

Il documentario copre più di 3.500 km tra Melpignano e San Pietroburgo, passando per la rossa Emilia e Mosca. Dai ricordi e dal materiale d’archivio, il passo alla voce viva e al racconto di chi c’era è breve e doveroso. In “Kissing Gorbaciov” sono protagonisti, e ospiti d’eccezione, i CCCP – Fedeli alla Linea riuniti al completo dopo numerosi anni con la loro storica formazione, con Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Guidici e Danilo Fatur, come gli organizzatori di quel pazzo viaggio dalla Puglia a Mosca, ovvero Antonio Princigalli e Sergio Blasi (ideatore della Notte della Taranta in Salento). Ancora, tra gli altri, compariranno gli artisti dell’epoca che si esibirono sul palco a Melpignano, come alcune tra le band sovietiche che parteciparono al progetto e gli italiani RATS, Wilko Zanni e Gabriele “Pedro” Pedrini, e i Mista & Missis.

Un oggi alla volta: trailer e poster dell’esordio di Nicola Conversa

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Un oggi alla volta, l’opera prima del regista Nicola Conversa, con Tommaso Cassissa, al suo primo ruolo da protagonista, e Ginevra Francesconi, arriva al cinema dal 25 luglio, distribuita da Vision Distribution.

Un teen movie che racconta l’incontro inusuale tra Marco e Aria che dà vita a una storia non solo d’amore, ma anche di crescita personale, che ci ricorda quanto sia emotivamente difficile essere giovani al giorno d’oggi ma anche come il peso della vita si alleggerisca con le persone giuste al nostro fianco. Un inno alla bellezza dei piccoli attimi, quelli vissuti offline, un monito a vivere la vita così come viene o, meglio, “un oggi alla volta”, proprio come la frase che Aria ha deciso di tatuarsi sul braccio. Realizzato in collaborazione con Trentino Film Commission, il film è interamente girato nella provincia di Trento.

Nel cast, al fianco di Tommaso Cassissa e Ginevra Francesconi troviamo Francesco Centorame, Katia Follesa, Marilù Pipitone, Edoardo Pagliai, Federica Pagliaroli, Cesare Bocci ed Elisabetta de Palo. Un oggi alla volta è una produzione One More Pictures con Vision Distribution in collaborazione con Rai Cinema, in collaborazione con Sky.

Un oggi alla volta, la trama

Marco è un ansioso diciannovenne prossimo alla maturità, con 3 materie da recuperare, una madre che vive con lo smartphone in mano ed un fratello che sogna di fare il cantante indie. È a-social e vorrebbe amare come si faceva un tempo.

Aria si è diplomata l’anno precedente, ha tatuato sul braccio “un oggi alla volta” e vive ogni giorno come se fosse l’ultimo. A seguito di un numero di telefono memorizzato male, Marco e Aria si conoscono ed iniziano a piacersi…

Marco però non sa che Aria vive un oggi alla volta, non perché bellissima e ribelle come vuole dimostrare di essere, ma per colpa di una malattia degenerativa che la fa andare a dormire senza sapere se un domani ci sarà veramente.

Un teen love drama divertente e appassionante, che racconta il viaggio incredibile e sorprendente che i protagonisti si troveranno a fare. Il tutto per riuscire in una cosa talmente semplice da essere diventata complicata oggi: innamorarsi.

Un oggi alla volta, il poster

L’immaginario: recensione del nuovo film Netflix

L’immaginario: recensione del nuovo film Netflix

Catapultando lo spettatore in un mondo in cui la fervida fantasia infantile incontra la realtà, L’immaginario è il nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di A.F. Harrold. Prodotto dallo Studio Ponoc e diretto da Yoshiyuki Momose (Porco Rosso, La città incantata) e scritto da Yoshiaki Nishimura (Il castello errante di Howl) , il film riprende marcatamente lo stile dello Studio Ghibli e di Miyazaki stesso. Presentato  al festival di animazione di Annecy, L’immaginario è il secondo lungometraggio realizzato dallo Studio Ponoc, dopo Mary e il fiore della strega. La distribuzione, originariamente programmata per l’estate del 2022, è stata successivamente rimandata al 15 maggio 2024 per il Giappone e al  5 luglio in piattaforma.

L’immaginario: un amico speciale

Amanda è una bambina come tante: va a scuola, gioca, ha una madre amorevole. Ciò che però la contraddistingue è una forte immaginazione, più potente di quella di altri bambini. Lei ha dato vita al suo amico Rudger, il quale vive con lei tante avventure nel mondo della sua immaginazione.

THE IMAGINARY – Studio Ponoc’s The Imaginary will premiere on Netflix later this year. Cr: Netflix © 2023 Ponoc

Tutto però inizia a cambiare nel momento in cui uno strano signore, il signor Bunting si presenta alla porta della libreria della madre di Amanda. Bunting porta con se il suo immaginario: una terrificante figura di una bambina, vestita di nero e dalla carnagione grigiastra. Pur di mantenere viva la sua immaginazione anche da adulto, il signore si nutre di anime di amici immaginari ed è alla ricerca di Rudger.

La madre di Amanda continua a non credere alla presenza di Rudger e questo porta a una lite tra le due: Amanda finirà  per respingere il suo amico. I due si separeranno il giorno dopo in seguito a un incidente. Nonostante le nuove avventure vissute con gli altri immaginari, Rudger farà di tutto per ritornare dalla sua amica.

Il  miracolo dell’immaginazione

 L’elemento chiave de L’immaginario è proprio il potere del fantastico, del saper vedere oltre la semplice realtà davanti ai nostri occhi. Questa è una caratteristica tanto affascinante quanto affrontata nel cinema e nella letteratura: nel vedere il film risulta chiaro allo spettatore più attento un parallelismo con il concetto stesso del Fanciullino pascoliano. Amanda, con la sua fervida fantasia, non riesce solo a creare mondi diversi dalla realtà, ma anche a  vedere cose e persone che sono invisibili per gli adulti. Allo stesso modo il fanciullino ideato da Giovanni Pascoli è parte di tutti noi, e permette di scoprire il mondo con una meraviglia e immaginazione differente. Col tempo, però, ogni persona cresce e matura, e il fanciullino resta solamente una parte recondita e dimenticata; allo stesso modo, ne L’immaginario, ogni bambino finisce per dimenticarsi degli amici immaginari e smette di vedere la magia nel mondo.

THE IMAGINARY – Studio Ponoc’s The Imaginary will premiere on Netflix later this year. Cr: Netflix © 2024 Ponoc

Ma ciò che cade nel dimenticatoio non ci resta necessariamente per sempre: la spensierata immaginazione dei bambini può tornare anche da adulti e con essa gli amici immaginari dell’infanzia. Un chiaro esempio è proprio il ritorno di Frigo, immaginario della madre di Amanda: nel momento in cui la donna lo ricorda, il suo amico fedele fa ritorno da lei.

Un immaginario con sentimenti reali

Una delle cose che affascina maggiormente del modo in cui gli amici immaginari sono rappresentati nel film è proprio la loro realisticità. Un amico nato  dal solo frutto dell’immaginazione di un bambino dovrebbe rispecchiarne al massimo il carattere e il modo di pensare, proprio perché non si tratta di un’entità individuale ma dipendente dal suo amico umano. Rudger invece, pur essendo fortemente legato a Amanda, ha le sue idee e il suo carattere, alle volte contrastante con quello della bambina. A rafforzare questo elemento è anche la scelta di utilizzare come voce narrante all’inizio del film proprio quella di Rudger.

THE IMAGINARY – Studio Ponoc’s The Imaginary will premiere on Netflix later this year. Cr: Netflix © 2023 Ponoc

La fantasia come evasione

Fin da subito, il signor Bunting afferma di voler divorare Rudger perché lo considera un immaginario speciale, ma fino alla fine non è ben chiaro il motivo della sua particolarità. Rudger, a differenza di molti altri come lui, non viene creato dalla sola gioia e fantasia, ma anche dalla tristezza di Amanda. Non riuscendo ad affrontare da sola la triste realtà, Amanda crea Rudger per colmare il dolore della sua perdita, come una sorta di meccanismo di difesa psicologico.

L’immaginario si presenta come una pellicola di animazione con diversi livelli di comprensione e interpretazione. Agli occhi di un bambino il film incanta con la fantasia, ma la visione da parte di uno spettatore adulto permette di ricavare vari spunti di riflessione.

GOYO: recensione del romance argentino di Netflix

GOYO: recensione del romance argentino di Netflix

Sensibile, gentile, intelligente, bello, esperto di storia dell’arte – con una grande passione per Van Gogh – e dotato di un sorprendente talento per la pittura. Gregorio Villanueva, chiamato affettuosamente da tutti Goyo, è davvero speciale. Non sembra affatto come tutti gli altri uomini comuni… perché effettivamente non lo è.

GOYO, la trama del romance argentino di Netflix

Goyo, interpretato dall’affascinante attore uruguaiano Nicolás Furtado (Bandidos, Felices los 6), è un giovane affetto dalla sindrome di Asperger che lavora come guida presso il Museo Nacional de Bellas Artes a Buenos Aires, distante pochi minuti dalla casa in cui vive con i suoi due bizzarri fratelli maggiori: il cuoco Matute (Pablo Rago), che lo incoraggia a vivere la sua normalità senza rimorsi o limiti, e la sorella Saula (Soledad Villamil), un’affermata pianista che si prende cura di Goyo con il tipico apprensivo istinto materno.

La sua equilibrata e monotona quotidianità, condivisa solo con i due fratelli, viene improvvisamente sconvolta dall’arrivo di una nuova addetta alla sicurezza, la cinquantenne Eva Montero (Nancy Dupláa). Dal momento in cui lo sguardo di Goyo si posa sulla irrequieta e affascinante donna, la sua vita assume le tinte e le forme del più bel quadro di Van Gogh. Mentre Goyo si innamora giorno dopo giorno, Eva è però impegnata a rimettere a posto la sua famiglia e a fare i conti con un matrimonio al capolinea a causa del marito violento.

Questa è la storia di Goyo, il tenero e commovente dramma romantico argentino – disponibile dal 5 luglio su Netflixscritto e diretto dal regista Marcos Carnevale (Grandine, Crazy Heart).

Goyo. In foto (da sinistra a destra) gli attori Nancy Dupláa (Eva) e Nicolás Furtado (Goyo). Cr. Cleo Bouza. Netflix ©2024
Goyo | In foto (da sinistra a destra) gli attori Nancy Dupláa (Eva) e Nicolás Furtado (Goyo). Cr. Cleo Bouza. Netflix ©2024

Un altro modo di amare ed essere amati

Con toni delicati e semplici, Goyo racconta una storia autentica e sincera di un amore che non è poi così diverso da quelli narrati da Nicholas Sparks. Pur non avendo lo stesso immancabile pathos e passione del celebre scrittore, Carnevale si propone di esplorare l’amore di un uomo affetto da sindrome di Asperger nelle sue fasi di infatuazione, desiderio e ossessione, dimostrando come la diversità sia un concetto che risiede più negli occhi di chi la osserva che in quelli di chi la vive.

Goyo ed Eva sono accomunati dalla stessa profonda solitudine e dal bisogno di comprensione, sentimenti che diventano, fin dal loro primo incontro, il filo rosso che lega le loro anime. Goyo, nonostante il suo impegno a vivere una vita normale, è visto dagli altri principalmente come un uomo affetto da autismo, meritevole più di compassione che ascolto. Nel frattempo, Eva cerca di proteggere i suoi due figli adolescenti e se stessa da un matrimonio malato e tossico, che provoca loro solo dolore e sofferenza.

Goyo. In foto l'attore Nicolás Furtado nei panni di Goyo. Cr. Cleo Bouza. Netflix ©2024
Goyo | In foto l’attore Nicolás Furtado nei panni di Goyo. Cr. Cleo Bouza. Netflix ©2024

Con una narrazione delicata e toccante, Carnevale riesce a mostrare chiaramente allo spettatore le varie sfumature delle intense emozioni di Goyo, emozioni così forti e irruente che quando le si incontra nella vita reale (come in soggetti con disturbi neurologici) spesso risultano difficili e faticosi da interpretare. Grazie al suo personaggio – reso magnificamente dalla intensa e nobile interpretazione di Nicolás Furtado – il regista dimostra dunque come l’amore possa sbocciare anche nei contesti più inaspettati e complessi, anche tra persone apparentemente distanti anni luce l’una dall’altra. Ma la storia di Goyo ed Eva non è solo una storia d’amore, è anche una riflessione sulla capacità e la sensibilità di trovare bellezza e speranza nelle circostanze più difficili. Attraverso le loro esperienze ed emozioni, il regista invita gli spettatori a guardare oltre le apparenze e a riconoscere la forza dell’empatia e della comprensione reciproca.

Un romance semplice dalle nuance profonde

Oltre alla trama e ai dialoghi molto semplici ed essenziali, il romance di Carnevale si regge su simbologie e metafore che creano un costante parallelismo tra arte e vita, binomio chiave attraverso cui lo spettatore può vedere (almeno in parte) il mondo come lo vede Goyo. Questo si nota soprattutto nella scena onirica che apre e chiude il film, realizzando un cerchio perfetto in cui le emozioni di Goyo trovano la loro massima espressione. In questa scena, Goyo cammina felice con tela e cavalletto alla mano attraverso un immenso campo di grano, che richiama i paesaggi dei celebri quadri vangoghiani. Il caldo del giallo si alterna poi, nel corso della storia, al freddo del blu, espresso particolarmente nelle scene in cui Goyo appare in apnea sul fondo di una piscina, come se cercasse di estraniarsi dal mondo per poter “riprendere fiato”. Ma l’utilizzo del giallo e del blu non sono gli unici elementi ricorrenti che alludono all’iconica ed emozionante arte di Van Gogh: Carnevale, infatti, introduce alcune ripetitive scene emblematiche in cui Goyo, guardando Eva, ridipinge la vita e ciò che lo circonda proprio come farebbe il pittore olandese.

GOYO
Goyo. (L to R) Nicolás Furtado as Goyo, Cecilia Roth as Magda in Goyo. Cr. Cleo Bouza/Netflix ©2024

Inoltre, il nome dato al protagonista e al film stesso potrebbe essere un ulteriore rimando alla sfera artistica: l’abbreviativo “Goyo”, infatti, ricorda il celebre artista Francisco Goya, considerato uno dei più importanti pittori e incisori spagnoli.

Tenero e speciale come Goyo

Nonostante alcune forzature dialogiche e cliché tipici del melodramma romantico, Goyo è un film che si fa apprezzare per la sua straordinaria delicatezza e onestà. Carnevale, infatti, non cerca di intrattenere il pubblico con colpi di scena e amori travolgenti, ma tenta piuttosto di offrire una riflessione semplice e chiara, mostrando un punto di vista differente e talvolta scomodo che non sempre si è disposti a comprendere. Invitando gli spettatori a guardare il mondo con gli occhi di Goyo (e di chi gli sta intorno) e a riconoscere la bellezza nelle piccole cose e nelle diversità, Goyo si afferma come un film che ricorda quanto l’amore e la connessione umana possano emergere come le forze più potenti, capaci di legare e trasformare vite, dando colore e valore anche ai momenti più bui.

Jon Landau: muore a 63 anni il produttore di “Titanic” e “Avatar” premiato con l’Oscar

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Jon Landau, il produttore premio Oscar di “Titanic” e di entrambi i film di “Avatar” è morto di cancro. Aveva 63 anni.

Landau, da sempre partner di James Cameron nella produzione, è stato dietro a tre dei quattro film di maggior incasso di tutti i tempi. Landau ha contribuito a fare la storia con “Titanic“, il primo film a superare il miliardo di dollari al botteghino mondiale. Ha superato il record di incassi di quel film due volte, con “Avatar” del 2009 e il suo sequel, “Avatar: La via dell’acqua” del 2022.

Prima della sua morte, Landau è stato profondamente coinvolto nella produzione dei sequel di “Avatar“. Cameron sta pianificando di riempire il suo franchise fantascientifico con cinque film in totale, con il quinto che dovrebbe uscire nel 2031.

Parlando con Variety alla prima di “La via dell’acqua“, Landau ha ricordato di aver proiettato il film per il cast principale. “Quando li ho visti piangere, ho dovuto piangere anch’io“, ha detto.

Jon Landau: muore a 63 anni il produttore di “Titanic” e “Avatar” premiato con l’Oscar

Negli anni ’90, Landau è stato vicepresidente esecutivo della produzione di lungometraggi presso la 20th Century Fox, che nel 1995 ha stretto un accordo di first look con la Lightstorm Entertainment di James Cameron, dove Landau è stato direttore operativo. Alla 20th Century, Landau ha supervisionato film come “Die Hard 2”, “Power Rangers”, “True Lies” e “L’ultimo dei Mohicani”.

È inoltre l’architetto dei progetti secondari di Lightstorm, come i fumetti di Dark Horse Comics e i vari spinoff di “Avatar” stampati da Penguin Random House. Landau è stato anche consulente per la creazione di “Avatar: Frontiers of Pandora”, l’apprezzato gioco Ubisoft uscito a dicembre, e di un gioco di ruolo multigiocatore online di Level Infinite di Tencent Games chiamato “Avatar: Reckoning”.

Avatar: la via dell’acqua, il produttore Jon Landau racconta il ritorno su Pandora

Tra gli altri crediti produttivi di Landau figurano “Campus Man” del 1987, “Solaris” del 2002 e “Alita: Battle Angel” del 2019.

Parliamo a nome di tutto il team di Wētā FX quando diciamo che siamo devastati dalla perdita di Jon Landau. Jon non era solo una figura monumentale nell’industria cinematografica, ma anche un caro collaboratore e amico“, hanno dichiarato Peter Jackson e Fran Walsh, la cui società Wētā FX è stata la casa di effetti visivi per i film di “Avatar”. “Jon ha portato una passione senza pari nei progetti a cui ha lavorato e la sua influenza continuerà a ispirare per gli anni a venire. Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e ai cari di Jon, così come a Jim e al team di Lightstorm Entertainment”.

La zona morta: trama, cast e le differenze tra il libro e il film

Le innumerevoli opere scritte dal celebre Stephen King sono da sempre fonte di grande ispirazione per il cinema e moltissime di queste hanno poi trovato il loro adattamento sul grande schermo. Dal celebre Stand by Me a Le ali della libertà, da Carrie – Lo sguardo di Satana fino alla più recente serie televisiva The Stand. Quello realizzato dallo scrittore del brivido è un bacino di storie senza eguali, contenenti tutti i sentimenti e i temi più ricorrenti nell’esistenza umana. Uno dei film più belli, e di cui forse si parla meno, tratti da una sua opera è La zona morta (qui la recensione), diretto nel 1983 dal celebre regista David Cronenberg.

Realizzato dopo Videodrome e prima di La mosca, questo si presentò da subito come un progetto estremamente nelle corde del regista canadese. La storia infatti non presenta elementi particolarmente fantastici o orrorifici quanto le precedenti scritte, ma si concentra in modo particolare sull’evoluzione del protagonista e sul suo rapporto con il potere acquisito. La prima versione della sceneggiatura era stata scritta dallo stesso King, ma rimaneva talmente fedele al romanzo da essere grossomodo inadattabile per il grande schermo. Venne così chiamato Jeffrey Boam, che riscrisse il tutto riuscendo ad ottenere il consenso dello scrittore.

Divenuto negli anni un vero e proprio cult, La zona morta è ancora oggi considerato uno dei migliori adattamenti da un romanzo di King. Pur con le dovute modifiche, il film riesce infatti a mantenere vivo il cuore del romanzo, come anche tutti i suoi aspetti più affascinanti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze tra il libro e il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La zona morta trama

La trama di La zona morta

Protagonista del film è l’insegnante Johnny Smith, il quale in seguito ad un incidente rimanere per ben cinque anni in coma. Al suo risveglio si scopre in possesso dello straordinario potere di leggere il passato e il futuro delle persone semplicemente toccandole. Grazie a ciò può letteralmente cambiare il corso degli eventi ancora da verificarsi. Dopo aver fatto l’abitudine a tale capacità, Johnny inizia ad usare questa per evitare varie disgrazie ed aiutare il prossimo. Così facendo, egli spera di potersi lasciare il passato alle spalle e ricominciare da capo, conducendo un’esistenza tranquilla. Ma quando stringe la mano al politico Greg Stillson e ne vede il futuro, capisce di dover intervenire per evitare che quanto visto diventi realtà.

 

Il cast del film

Per dar volto al protagonista del film King indicò come sua personale scelta l’attore Bill Murray, Cronenberg invece propose un altro attore, ma ad avere l’ultima parola fu il produttore Dino De Laurentis, il quale affidò la parte al premio Oscar Christopher Walken in quanto in quegli anni all’apice del suo successo. Accanto a lui, nei panni della sua ex fidanzata vi è l’attrice Brooke Adams, nota per Terrore dallo spazio profondo, mentre il celebre Tom Skerritt è lo sceriffo Bannerman. Herbert Lom è invece il dottor Sam Weizak, e Nicholas Campbell il serial killer Frank Dodd. Ad interpretare il politico Greg Stillson vi è invece l’attore Martin Sheen.

La zona morta cast

Le differenze tra il libro e il film

Come anticipato, La zona morta non è un film particolarmente fedele al romanzo di King. Per quanto la storia sia grossomodo la stessa, cambiano infatti una serie di eventi, dettagli o la stessa struttura narrativa. Il libro, infatti, segue due storie parallele che convergevano poi soltanto con il sopraggiungere del finale. Questa struttura, inizialmente presente nella sceneggiatura di King, venne poi abbandonata in favore di una narrazione più lineare, suddividendo le avventure del protagonista in tre atti attraverso i quali è più evidente l’evoluzione emotiva e psicologica del personaggio. Ciò è tornato utile specialmente considerando che molti degli episodi che evidenziano il dramma di Johnny sono necessariamente stati sintetizzati per il film.

Ulteriore differenza si ritrova poi nella rappresentazione delle visioni che il protagonista ha, e che rappresentano la zona morta che dà il titolo all’opera. Nel romanzo di King queste vengono descritte come dei frammenti estremamente poco chiari, che lasciano interamente al protagonista il compito di ricostruire il loro significato. Nel film, invece, tali visioni appaiono estremamente più chiare nel loro svolgersi, rendendo più semplice il compito del protagonista. In particolare, la visione principale, quella relativa al personaggio di Stillson, si spinge in dettagli particolarmente importanti. Il finale, invece, risulta essere lo stesso tanto per il film quanto per il libro.

La zona morta: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La zona morta grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 5 agosto alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Midnight in Paris: il significato del film di Woody Allen

Midnight in Paris: il significato del film di Woody Allen

Midnight in Paris (qui la recensione) è tra i film più apprezzati tra gli ultimi realizzati dal regista Woody Allen. Dopo essere stato a Londra e a Barcellona, l’autore newyorkese si dirige a Parigi per dar vita ad una commedia sentimentale in quella che è tutt’ora considerata la capitale dell’amore. Come sempre, Allen confeziona una sceneggiatura brillante, ricca di umorismo e riflessioni sull’esistenza. In poco più di novanta minuti riesce così a dar vita ad una storia leggera, spensierata, che non ha mancato di attrarre il pubblico e la critica internazionale.

Ideato e scritto a partire dalla passione di Allen per la Parigi degli anni Venti, dove si concentrava una fervida attività culturale comprendente alcuni tra i maggiori artisti dell’epoca, il film venne poi presentato in anteprima al Festival di Cannes, nella sezione Fuori Concorso. Qui ottenne recensioni entusiastiche, che elogiavano la scrittura, le interpretazioni e l’atmosfera generale del film. Uscito poi in sala, il film si rivelò essere il maggior incasso nella filmografia del regista. Con un budget di soli 17 milioni di dollari, Midnight in Paris arrivò a guadagnarne complessivamente 154 a livello mondiale.

Numerosi furono poi i riconoscimenti tributati ad Allen, agli attori principali e al film in sé. Il titolo divenne infatti uno dei grandi protagonisti della stagione dei premi, guadagnando nomination ai Critic’s Choice Award, al premio Goya,  agli Indipendent Spirit Award, ai Satellite Award, ai Bafta Awards e ai Golden Globe. A quest’ultimo si aggiudicò il premio per la migliore sceneggiatura originale. Nella stessa categoria vincerà anche al premio Oscar, dove era candidato anche come miglior film, miglior regia e migliore scenografia. Con la statuetta vinta, Allen ha così raggiunto il record di ben tre premi alla sceneggiatura.

La trama di Midnight in Paris

La vicenda si svolge a Parigi, dove lo sceneggiatore statunitense Gil Pender si trova in vacanza con la sua fidanzata e promessa sposa Inez. Con loro, vi sono inaspettatamente anche i genitori di lei, i quali non nascondono un certo astio verso il fidanzato della figlia. A Gil però importa soltanto di poter visitare e lasciarsi conquistare dalla magica capitale francese. Egli non nasconde infatti il desiderio di trasferirsi a vivere lì, stanco della vita e del mondo di Hollywood, e di dar finalmente luce al romanzo che progetta da tempo. Le sue aspirazioni trovano però l’opposizione della stessa Inez, la quale sminuisce l’opera letteraria considerando la carriera da sceneggiatore ben più remunerativa.

Per Gil, però, Parigi ha in serbo ancora numerose sorprese. Rimasto a passeggiare da solo fino a notte tarda, allo scoccare della mezzanotte questi si ritrova ad accettare un passaggio su un’affascinante auto d’epoca. Come per incanto, da qui si ritrova trasportato nella mitica Parigi degli anni Venti, dove ha modo di incontrare personalità come Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Salvador Dalì, Pablo Picasso e Luis Buñuel. A colpirlo in special modo, però, sarà l’affascinante Adriana. Desideroso di rivederla, Gil ogni notte a mezzanotte si farà trovare nel punto in cui quella magia ha avuto inizio, pronto a vivere nuovamente quel periodo per lui straordinario e grazie al quale potrà capire cosa desidera davvero per sé.

Il cast del film

Per il film, Allen aveva pensato al protagonista Gil come ad un intellettuale della costa East degli Stati Uniti, con tutte le influenze culturali che ciò portava con sé. Gli attori pensati originariamente per la parte, però, si rivelarono occupati in altri progetti. A quel punto, Allen decise di offrire il ruolo ad Owen Wilson. Il suo ingresso portò a riscrivere il personaggio come appartenente alla cultura californiana, e in particolare all’ambiente di Hollywood. Wilson raccontò di aver incontrato Allen soltanto al momento delle riprese a Parigi, e di aver quindi dovuto lavorare da sé sul carattere del personaggio. Per sua fortuna, la descrizione fatta dal regista in sceneggiatura era talmente precisa che non gli fu necessario inventarsi molto di più.

Nel film sono poi presenti una grande quantità di interpreti particolarmente famosi nei ruoli delle personalità che il protagonista incontra. Si ha infatti Kathy Bates nei panni di Gertrude Stein, Adrien Brody in quelli di Salvador Dali, e Alison Pil nel ruolo di Zelda Williams. Celebre è poi la presenza di Corey Stoll nel ruolo di Ernest Hemingway. L’attore raccontò di essersi sentito molto a disagio nell’interpretare il celebre scrittore, non sentendosi la scelta giusta. Fu però smentito dalle lodi ricevute da Allen stesso, il quale è noto per non complimentarsi mai con i suoi attori. Tom Hiddleston è invece il volto di Francis Scott Fitzgerald. All’attore, il regista non disse nulla riguardo al film, ma soltanto quale personaggio avrebbe interpretato.

Infine, la premio Oscar Marion Cotillard dà vita all’affascinante Adriana. L’attrice raccontò di essere rimasta sbalordita nel ricevere la chiamata di Allen, e di aver accettato subito di partecipare al progetto senza neanche sapere di cosa parlasse. Per i personaggi appartenenti al presente, invece, si ritrovano le attrici Rachel McAdams nei panni di Inez, Carl Bruni in quelli di una guida di un museo, e Léa Seydoux in quelli della bella Gabrielle. La McAdams fu entusiasta di partecipare, e decise anche di prendere lezioni di francese per potersi calare ulteriormente nel contesto. La Bruni, invece, all’epoca delle riprese era la first lady francese, in quanto moglie dell’allora presidente Sarkozy.

Midnight in Paris: il significato del film

Midnight in Paris è, oltre ad una brillante commedia, un film incentrato in modo inequivocabile sulla nostalgia. Tale tema viene trattato nel corso dell’intera narrazione, sino a trovare massima espressione con il “viaggio nel tempo” del protagonista. Dimostratosi sin da subito appassionato di un’epoca che non esiste più, né per i suoi modi né per la sua cultura, Gil appare essere un personaggio perfettamente fuori dal suo tempo. Questa tensione verso un passato mai vissuto ma ugualmente desiderato, gli impedisce però di vivere appieno il presente, e di comprendere le varie fratture che sempre più si manifestano nella sua vita.

Questo viene reso esplicito grazie a due precisi eventi. Il primo è la scoperta del tradimento di Inez. Occupato ad ammirare il passato, Gil non si accorge di quanto accade nel presente. Vivendo, qui letteralmente, in due epoche diverse, finisce con il non essere realmente presente né in una né nell’altra. Il secondo momento è invece la scoperta che come lui anche Adriana guarda con desiderio al passato, provando un sentimento di insoddisfazione per quegli anni Venti che invece lui ammira. Mentre dunque lei sceglie di inseguire il passato, lui comprende l’importanza del presente, unica epoca in cui è dato esistere.

Così, accettando infine di vivere il presente, Gil si accorge finalmente di quanto questo possa essere altrettanto ricco di fascino e occasioni. Terminata l’asfissiante relazione con Inez, ha modo di perseguire i suoi sogni, rincontrando sul suo percorso la bella Gabrielle già precedentemente incontrata. Sarà proprio lei a suggellare l’importanza di non rimanere incastrati in nulla che non sia il presente. Tra alti e bassi, ciò che conta si troverà sempre lì. In un momento storico in cui si guarda con fin troppa facilità al passato come ad un periodo brillante e migliore, Allen ricorda dunque che è proprio questa distrazione a fare del presente un luogo meno sicuro. Concentrarsi su di esso potrebbe risolvere tanti problemi dell’umanità, e dell’animo.

Il trailer di Midnight in Paris e dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Midnight in Paris è infatti presente su Rakuten TV, Apple TV+, Infinity, Now e Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione sabato 6 luglio alle ore 21:15 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Deadpool & Wolverine: ecco la condizione posta da Ryan Reynolds per il suo ritorno

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Ryan Reynolds, star di Deadpool & Wolverine, ha posto una condizione per il suo ritorno nei panni di Deadpool. SFX Magazine è riuscito a carpire il segreto dal regista Shawn Levy. Il regista di Free Guy ha spiegato che Reynolds sarebbe tornato a vestire i panni di Deadpool solo se dietro la macchina da presa ci fosse stato proprio Levy stess. Gli è piaciuto così tanto il periodo trascorso su quel film e sull’altro da loro realizzato insieme, The Adam Project, che voleva portare avanti questo sodalizio. Inoltre, il fatto che Reynolds, Levy e Hugh Jackman abbiano un’amicizia di lunga data ha permesso di coinvolgere anche quest’ultimo.

Stavo girando The Adam Project con Ryan a Vancouver“, ha ricordato Levy. “E lui mi dice: ‘Ok, so che mi dirai di no, ma rifarò Deadpool solo se lo dirigerai tu’. Gli ho detto che mi sarebbe piaciuto molto dirigere quel film, perché la verità è che se lavori nello spazio cinematografico delle grandi opere, come ho fatto io dopo i film di Notte al Museo, è un sogno poter raccontare una storia su quel tipo“. Il regista ha poi dichiarato: “Sono sempre stato un fan dei film Marvel, ed ero già un fan di Deadpool e un grande fan di Wolverine, quindi l’opportunità di unirmi al franchise di Deadpool ma di fare qualcosa di notevolmente diverso era irresistibile“.

Deadpool 3 Shawn Levy
Shawn Levy, Ryan Reynolds e Hugh Jackman in un’immagine promozionale di Deadpool & Wolverine.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber è presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) nel ruolo di Cassandra Nova e Matthew Macfadyen (Succession) in quello di Mr. Paradox. Inoltre, come ormai noto, la TVA, sarà coinvolta nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 24 luglio 2024.

Deadpool & Wolverine: Aaron Stanford parla del suo ritorno nel ruolo di Pyro

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Se da un lato Deadpool & Wolverine ha fatto un ottimo lavoro per mantenere segreti alcuni dei suoi grandi camei, dall’altro è stato abbastanza aperto nello spoilerare alcuni altri ritorni. Ad esempio, un recente teaser ha mostrato il Sabretooth di Tyler Mane e le immagini hanno rivelato il ritorno di Lady Deathstrike, tra gli altri. Il primo trailer di Deadpool & Wolverine ha inoltre fornito una rapida occhiata ad Aaron Stanford, che ha dunque ripreso il ruolo di Pyro dal film X-Men 2 e X-Men: Conflitto finale, e ora l’attore ha parlato pubblicamente del suo ritorno nel franchise degli X-Men e di ciò che i fan possono aspettarsi da Pyro.

Durante un’intervista con Entertainment Weekly, Stanford ha infatti rivelato alcuni segreti strettamente custoditi su ciò che fa nel film. “Il primo set che ho visto era una gigantesca landa deserta con tutti questi pezzi pratici che si estendevano per tutta la lunghezza di un campo da football“, ha detto Stanford a EW. “Mi sarei certamente aspettato che una cosa del genere fosse tutta in green screen, ma il lavoro che è stato fatto e la quantità di risorse e di manodopera che sono state impiegate per costruire fisicamente questo mondo mi hanno assolutamente stupito“.

Il set della terra desolata a cui si riferisce Stanford è apparso nel marketing di Deadpool & Wolverine. Pyro viene mostrato come un seguace della Cassandra Nova di Emma Corrin, la cattiva del film degli X-Men. Tra gli oggetti mostrati nella landa desolata ci sono il logo dell’ex studio degli X-Men, la 20th Century Fox, e un casco gigante di Ant-Man che funge da quartier generale di Cassandra. Uno dei punti salienti del ritorno di Aaron Stanford nei panni di Pyro è che avrà finalmente un suo costume.

Ero solo molto felice di avere un costume“, ha detto Stanford. “Nei film originali degli X-Men, Pyro viene davvero penalizzato in termini di costume … In X-Men 2, iniziamo con Pyro nella scuola per mutanti dotati di Xavier… La squadra SWAT irrompe nel cuore della notte e noi dobbiamo fuggire. Quindi per metà del film sono in pigiama. Non ho mai avuto la tuta tattica in pelle che indossano tutti gli X-Men. E in X-Men: Conflitto finale ero vestito con un completo preso da Hot Topic, praticamente. Quindi, fargli indossare un vero e proprio costume da supereroe, tratto dai fumetti, è stato molto bello“.

Deadpool Pyro
Aaron Stanford è Pyro nel trailer di Deadpool & Wolverine

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber è presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) nel ruolo di Cassandra Nova e Matthew Macfadyen (Succession) in quello di Mr. Paradox. Inoltre, come ormai noto, la TVA, sarà coinvolta nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 24 luglio 2024.

Superman: Ti West rivela il piccolo ruolo avuto nel casting di David Corenswet

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Prima di essere scritturato per il ruolo del protagonista di Superman, David Corenswet era relativamente sconosciuto. Tuttavia, aveva accumulato alcuni crediti importanti nel campo della recitazione, tra cui Hollywood e Pearl, quest’ultimo è il secondo capitolo della serie di film X del regista Ti West con Mia Goth. In questo film, Corenswet interpretava il “Proiezionista”, un ruolo di cui si è parlato molto ultimamente a causa dell’uscita di MaXXXine nelle sale.

L’Hollywood Reporter ha recentemente parlato proprio con West e gli ha chiesto cosa ne pensa di Corenswet nei panni dell’Uomo d’Acciaio, di come è stato lavorare con lui e del piccolo ruolo che il regista potrebbe aver avuto nella sua scelta. “Assomiglia a Superman, quindi mi sembrava ragionevole“, ha esordito. “Ma abbiamo avuto una grande conversazione durante il casting. Veniamo da una parte del mondo simile, siamo andati d’accordo e lui ha capito il tipo di film che volevo fare.

Credo che abbia detto che il suo film preferito è Singin’ in the Rain, e quando stavamo per fare Pearl, ha capito il tipo di epoca d’oro di Hollywood in cui stava entrando come interprete“. “È anche un ragazzo fantastico e siamo andati molto d’accordo. Credo di averlo visto in Hollywood, ed era un bravo attore, ma più che altro avevamo una bella conversazione. Poi è venuto in Nuova Zelanda e ci siamo divertiti molto insieme“.

Ma ho ricevuto alcune chiamate quando era candidato a diventare Superman“, ha aggiunto West. “La gente stava curiosando su di lui per quel ruolo, e io l’ho appoggiato con tutto il cuore. Se lo merita tutto e non vedo l’ora di vedere Superman“. Il regista ha dunque chiarito di aver messo una buona parola su Corenswet a chi gli chiedeva come fosse lavorare con lui ed è possibile che anche questo contributo abbia portato alla scelta dell’attore per il ruolo.

MaXXXine film 2024
Un’immagine del nuovo film di Ti West, MaXXXine

Tutto quello che sappiamo su Superman

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.

Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Joker: Folie à Deux: la direttrice del casting elogia l’interpretazione di Lady Gaga

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È ufficialmente partito il conto alla rovescia per Joker: Folie à Deux, il sequel del sorprendente successo DC della Warner Bros. Come il primo trailer del film ha rivelato all’inizio dell’anno, Joker: Folie à Deux sarà un musical che abbinerà l’Arthur Fleck/Joker di Joaquin Phoenix a una nuova Harley Quinn, interpretata da Lady Gaga. Durante un panel al Karlovy Vary International Film Festival – come riporta ComicBook -, la direttrice del casting Francine Maisler ha elogiato il lavoro di Gaga nel film, sostenendo che l’attrice e musicista è più che all’altezza di un personaggio così iconico.

È bravissima, ragazzi“, ha spiegato Maisler. “Vi lascerà a bocca aperta. Non ho suggerito io Lady Gaga. Non è stata una mia idea. È stata di Todd Phillips, prima di me. Ma vi dirò che è davvero sorprendente – e davvero brava. L’ho vista e sono rimasta davvero sorpresa. Insomma, sappiamo tutti cosa è stata in grado di fare in A Star is Born, ma ho pensato: “Oh, beh, è un po’ nelle sue corde“. Qualcosa che potesse fare ed essere reale. Ma questo… Cavolo, è brava. Joaquin ti fa impazzire, ma il fatto che lei sia riuscita a tenergli testa e a essere reale, senza essere spazzata via dallo schermo da quello che è il suo ruolo e dalla sua interpretazione, dimostra che è brava“.

Joker: Folie à Deux
Un’immagine di Joker Folie à Deux

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

LEGGI ANCHE: Joker: Folie à Deux, Todd Phillips parla di Lady Gaga come Harley Quinn e degli elementi musicali del sequel

Netflix annuncia Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio

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Netflix annuncia Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio

Netflix annuncia Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio, la docuserie sviluppata e diretta da Gianluca Neri, scritta da Carlo G. Gabardini, Gianluca Neri ed Elena Grillone, e prodotta da Quarantadue, che sarà disponibile dal 16 luglio solo su Netflix.

Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio ripercorre in cinque episodi la tragica vicenda di Yara Gambirasio, scomparsa a soli 13 anni una sera del novembre 2010 a Brembate di Sopra (BG) mentre percorre i 700 metri che separano casa sua dalla palestra in cui pratica ginnastica ritmica.

La docuserie ricostruisce l’indagine sulla scomparsa della ragazza, che culmina con l’arresto di Massimo Bossetti. Il lungo processo investigativo e giudiziario rivela la verità riguardo ad alcuni legami familiari della famiglia Bossetti, mettendo in luce dettagli intricati e spesso controversi sull’investigazione. Attraverso testimonianze, ricostruzioni, interviste esclusive (compresa quella allo stesso Bossetti e alla moglie Marita) e materiali inediti si esplorano gli eventi legati al caso, le accuse di depistaggio e i sospetti sui metodi investigativi. La vasta eco mediatica e le pressioni della politica permetteranno un processo che si concluda con un verdetto al di là di ogni ragionevole dubbio?

Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio

Il lavoro di documentazione è iniziato già nel 2017 (quasi quattro anni prima dell’uscita di SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano), e gli autori hanno iniziato a delineare la struttura della docuserie nel 2021.

Per la realizzazione della docuserie è stato attuato uno studio rigoroso e approfondito di tutti i 60 faldoni (60.000 pagine, oltre a centinaia di gigabyte di immagini, audio e video) dei documenti che compongono l’inchiesta. Un totale di migliaia di ore di materiale video visionato, che è stato poi sintetizzato in 118 minuti complessivi di reperti, recuperati da venti archivi diversi e integrati come parte fondamentale del racconto.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: 15 segreti sulla realizzazione del film

Uscito contemporaneamente nelle sale di tutto il mondo il 4 giugno 2004, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il terzo capitolo della saga cinematografica Harry Potter tratta dai romanzi di J.K.Rowling; forse il più originale dal punto di vista visivo e di approccio alla fonte, grazie al contributo di un regista come Alfonso Cuaron che ha scombinato l’ordine dei precedenti film.

Quattordici anni dopo Il prigioniero di Azkaban rimane uno degli adattamenti più contestati dai fan, ma anche tra i più apprezzati dalla critica, un vero “caso” che vogliamo ripercorrere svelando alcuni dei segreti di lavorazione riguardanti il cast, l’autore e i dettagli sulle riprese:

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: Alfonso Cuaron ha disegnato i tatuaggi di Sirius Black

Gary OldmanCome prova della sua difficile permanenza ad Azkaban, il corpo di Sirius Black è stato letteralmente ricoperto di tatuaggi, una versione parecchio distante dalla controparte del libro che vede lo zampino di Alfonso Cuaron.

Il regista ha infatti interpretato il personaggio con sfumature ancora più dark, mostrandolo come un pazzo criminale dai capelli neri e selvaggi, barba lunga e tatuaggi di ispirazione nordica. E a creare questo look e gli stessi tatuaggi è stato proprio Cuaron in collaborazione con Gary Oldman.

Gary Oldman ha accettato il ruolo di Sirius per i suoi figli

Far parte di un franchise importante come Harry Potter può esporre un attore ad un’attenzione mediatica non indifferente; per questa ragione Gary Oldman ha pensato bene di ragionare bene prima di accettare il ruolo di Sirius Black, non avendo mai partecipato a saghe familiari come questa.

Tuttavia è stato Oldman ad affermare che il motivo principale della sua partecipazione al film sono stati i suoi figli: diventando il padrino di Harry Potter, ha raccontato, l’avrebbe fatto diventare popolare ai loro occhi (e a quelli dei loro compagni di scuola).

Ian McKellen ha rifiutato il ruolo di Albus Silente

Tra i tanti attori considerati per sostituire lo scomparso Richard Harris nei panni di Albus Silente c’era anche Sir Ian McKellen, che nello stesso periodo stava interpretando Gandalf ne Il Signore degli Anelli. Addirittura si dice che fosse in cima alla lista dei desiderati, prima ancora di Michael Gambon (poi scelto dalla produzione).

McKellen ha poi dichiarato di aver “declinato” l’offerta dopo alcuni commenti negativi che gli aveva dato Harris (a quanto pare l’attore non si era particolarmente divertito sul set…): “Non poteva prendere il posto da un attore che conoscevo e che non non avrebbe approvato“.

J.K.Rowling ha creato i Dissennatori basandosi sul periodo della sua depressione

Prima delle celebrità, del successo della saga letteraria Harry Potter e dei film, la vita non ha sempre sorriso a J.K.Rowling. La scrittrice ha spesso raccontato degli anni in cui viveva grazie ai benefici del governo lottando per sbarcare il lunario, ragioni che l’hanno portata a confrontarsi con una forte depressione.

Questa vicenda personale è stata però trasformata nelle pagine del Prigioniero di Azkaban sotto forma di spettro, nella figura dei Dissennatori che attaccano le loro prede succhiando la loro felicità e voglia di vivere.

Hermione non avrebbe dovuto dare un pugno a Draco

Quando Hermione Granger colpisce con un pugno Draco Malfoy verso la fine del film, gli spettatori in sala hanno sicuramente reagito con un applauso. Tuttavia la scena non è mai stata inclusa nella sceneggiatura del film, come spiegato da Tom Felton.

Originariamente Hermione avrebbe dovuto solo schiaffeggiare Malfoy, ma l’intensità della scena e un accordo fra i due attori hanno portato a modificare in corso gli eventi.

Alfonso Cuaron non poteva dire parolacce davanti ai giovani attori

Quando regista non ha mai lavorato con attori giovani prima d’ora, il processo creativo può diventare assai complicato, soprattutto se è solito lasciarsi sfuggire qualche parolaccia.

La carriera di Alfonso Cuarón l’ha visto lavorare principalmente con attori adulti, motivo per cui il set del Prigioniero di Azkaban, Cuarón è stato l’occasione perfetta per testare se stesso frenando il suo linguaggio istintivo. Cuarón aveva persino un “barattolo” sul set che raccoglieva monete ogni volta che diceva imprecazioni di fronte agli attori più giovani.

L’espresso per Hogwarts è stato vandalizzato

Un evento spiacevole ha causato alcuni ritardi di produzione sulle riprese del Prigioniero di Azkaban: accessibile al pubblico, l’espresso per Hogwarts è stato infatti vandalizzato nel 2003 durante la lavorazione, con segni di vernice spray e finestre rotte.

Cedric Diggory non è stato interpretato da Robert Pattinson

Gli adattamenti cinematografici di Harry Potter non hanno sempre riportato fedelmente ciò che è successo nei romanzi, tuttavia, c’era un punto critico in Il Prigioniero di Azkaban che è stato lasciato fuori dalla produzione del film.

Stiamo parlando di una scena relativa al torneo di Quiddich che vedeva protagonista il cercatore dei Tassorosso, Cedric Diggory (che rivedremo meglio in Il calice di fuoco): il ragazzo compare infatti per la prima volta nel match contro Grifondoro, ma non è interpretato da Robert Pattinson. Nessuno sa chi sia questo attore, e non è stato nemmeno accreditato nel film.

Il cast ha scritto un saggio per “capire” i propri personaggi

I registi sanno trovare tantissime strategie per far si che gli attori entrino nei personaggi prima delle riprese: Alfonso Cuarón, da parte sua, ha chiesto ai membri del cast principale di scrivere un saggio sui rispettivi personaggi, rimanendo sorpreso dai lavori di Daniel Radcliffe e Emma Watson.

Emma Watson è andato ben oltre il suo compito, scrivendo pagine su pagine, mentre Daniel Radcliffe ha svolto il minimo indispensabile. Rupert Grint invece non ha nemmeno consegnato il compito…

Alfonso Cuaron non aveva mai letto i libri di Harry Potter

Prima di dirigere l’adattamento de Il Prigioniero di Azkaban, Alfonso Cuarón non aveva mai letto un libro di Harry Potter. Queste sono state le sue parole in merito: “All’epoca pensavo fosse un franchise su un ragazzino, e che fosse qualcosa di veramente stupido“. Fortunatamente ha cambiato idea…

Christopher Lee era un possibile candidato al ruolo di Silente

Dopo la morte improvvisa di Richard Harris, diversi attori vennero considerati per sostituirlo nella saga di Harry Potter, e tra questi ci fu anche Christopher Lee (Saruman ne Il Signore degli Anelli). Alla fine Lee ha rifiutato il ruolo per motivi personali.

A M. Night Shyamalan fu chiesto di dirigere il film

M. Night Shyamalan Rome 2023
Foto di Giulia Parmigiani – Cortesia di Universal Pictures Italia

Dopo i primi due capitoli diretti da Chris Columbus, la Warner Bros. cercava un nuovo regista da affiancare al progetto del Prigioniero di Azkaban, e insieme a Cauron venne considerato anche M. Night Shyamalan. Il suo curriculum vantava film di genere horror come Il sesto senso e The village, motivo per cui gli studios si rivolsero proprio a lui per dirigere il terzo adattamento della saga.

Daniel Radcliffe ha preso lezioni di chitarra da Gary Oldman

Dopo aver sentito che Daniel Radcliffe era un grande appassionato di musica, Gary Oldman ha deciso di dare qualche lezione di chitarra al giovane attore sul set del film. Tra i brani provati da principiante, hanno svelato i due, c’era anche “Come Together” dei Beatles.

Michael Gambon non aveva mai letto i libri della saga

Michael Gambon si è unito al cast di Harry Potter durante le riprese de Il Prigioniero di Azkaban nei panni del “nuovo” Professor Silente, tuttavia non aveva mai letto un libro della saga prima d’ora.

L’attore ha affermato che “Se sei un attore, tutto quello che ti serve è la sceneggiatura che ti viene data. Se leggi il libro potresti rimanere deluso da ciò che è stato lasciato fuori“.

La moglie e la figlia di Cuaron sono nel film

Invece di rimanere lontano dalla sua famiglia per troppo tempo, Alfonso Cuarón ha deciso di portarla con sè sul set, e si è scoperto più tardi che in varie scene compaiono sua moglie e sua figlia.

Una di queste vedeva il tentativo di irruzione di Sirius Black nella Sala Comune di Grifondoro, e c’è un’immagine visibile di una madre che consola il suo bambino che piange. Sono proprio loro due!

Leggi anche – Harry Potter: le 15 differenze con i libri che hanno migliorato i film

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: libro, trama e cast del film

Con l’arrivo nelle sale di tutto il mondo del film Harry Potter e la pietra filosofale prese vita una delle saghe fantasy più celebri e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori vengono condotti alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei maghi. Un mondo nato dalla penna di J. K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla crescita, all’amicizia e al coraggio. Nel 2004 il viaggio prosegue con Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, terzo atteso capitolo delle avventure del maghetto più famoso di sempre.

A dirigere questo vi è il celebre premio Oscar Alfonso Cuaron, che con il proprio talento realizza uno dei film ancora oggi più apprezzati dell’intera saga. Harry Potter è al terzo anno di Hogwarts ormai, e crescendo crescono anche le minacce nei suoi confronti. È per tale motivo che a partire da questo lungometraggio i toni diventano più cupi, il mondo dei maghi un luogo meno sicuro e la magia svela aspetti ben più oscuri del previsto. Nuovi attori entrano a far parte del cast, apportando sempre più popolarità ad una saga che sembra ormai lanciata verso i più importanti traguardi del cinema di genere.

Al momento dell’uscita in sala il film confermò infatti il grande interesse nei confronti di questa. A fronte di un budget di circa 130 milioni di dollari, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban arrivò a guadagnarne circa 800 in tutto il mondo. Ciò spinse ovviamente i produttori a proseguire nella costruzione della saga, preparando da subito i successivi sequel. Prima di vedere questi come anche il terzo capitolo, però, può essere utile approfondire quest’ultimo, scoprendo tutte le principali curiosità ad esso legate. Dalla trama al cast e fino alle differenze con il romanzo, proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò.

La trama di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Dopo un’altra estate costretto a casa con i perfidi zii Dursley, Harry Potter è ora pronto per tornare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Prima che ciò possa avvenire, però, il giovane viene avvertito da Arthur Weasley, il padre di Ron, che un pericoloso criminale e seguace di Voldemort è evaso dalla prigione di Azkaban, la prigione di massima sicurezza per maghi e streghe. Questi è Sirius Black, il quale sembra aver avuto un ruolo decisivo nella morte dei genitori di Harry. Il suo obiettivo, ora, sembra essere proprio il celebre maghetto. Il preside di Hogwarts Albus Silente decide di porre sotto stretta sorveglianza la scuola, circondandola dai Dissennatori, terrificanti creature a guardia di Azkaban.

Le lezioni hanno così inizio cercando di mantenere una parvenza di normalità. In particolare, Harry e i suoi amici si trovano a seguire Divinazione con la professoressa Cooman. Proprio questa predice un pericolo di morte imminente per il giovane mago, che inizia così a sentirsi sempre più minacciato. La vera novità è però il nuovo docente di Difesa contro le Arti Oscure, il gentile Remus Lupin. Questi decide di impartire delle lezioni private a Harry, desiderando che questi sia in grado di proteggersi quando sarà il momento. Nel frattempo, insieme ai suoi amici, Harry scopre delle nuove terribili verità su Black, che sembra essere sempre più vicino.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: il cast del film

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Ancora una volta nei panni di Harry Potter si ritrova l’attore Daniel Radcliffe, ormai identificato da tutti proprio con tale personaggio. Con lui, nei ruoli di Hermione Granger e Ron Weasley tornano Emma Watson e Rupert Grint. Ai tre è stato richiesto di approfondire i proprio personaggi scrivendo un racconto autobiografico sui propri rispettivi personaggi. Radcliffe e la Watson consegnarono infine tali testi, tranne Grint, che si appellò invece al fatto che Ron non avrebbe mai avuto realmente voglia di scriverlo. Accanto a loro subentra nei panni di Albus Silente l’attore Michael Gambon. Questi ottenne il ruolo dopo la scomparsa del precedente interprete, Richard Harris. Il ruolo venne offerto anche a Ian McKellen, già noto come Gandalf, ma questi rifiutò consapevole che Harris non avrebbe approvato la sua scelta.

Nei panni di Sirius Black vi è invece l’attore Gary Oldman. Oggi premio Oscar, l’attore fu ben lieto di interpretare il personaggio, affermando di aver accettato la parte sia perché necessitava di lavorare sia per far contenti i propri figli. Egli raccontò poi di essersi ispirato a John Lennon per Black. L’attore David Thewlis è invece Remus Lupin. Questi si era inizialmente proposto per il ruolo del professor Raptor, presente nel primo film. Richiamato invece per interpretare Lupin, Thewlis decise di accettare dopo aver scoperto di come questi sia uno dei personaggi più belli della saga. L’attore aveva però letto solo parte del primo libro, e per poter essere informato di quanto necessario decise di continuare la lettura passando poi ai romanzi successivi.

Tra i più celebri personaggi della saga, Severus Piton è nuovamente interpretato dal grande Alan Rickman, il quale accettò entusiasta e lavorò a lungo insieme alla Rowling per caratterizzare il personaggio sia caratterialmente che esteticamente. Si ritrovano poi Tom Felton nei panni di Draco Malfoy, Maggie Smith in quelli della professoressa McGranitt, e Robbie Coltrane come Hagrid. Timothy Spall è qui presente nei panni di Peter Minus, il quale si rivelerà poi un personaggio ricorrente nei futuri film della saga. La premio Oscar Emma Thompson dà invece vita alla professoressa Sibilla Cooman. Anche lei, come altri membri del cast, decise di accettare il ruolo per sorprendere i propri figli, fan della serie.

Harry Potter e il principe di Azkaban cast

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: le differenze tra il libro e il film

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è l’ultimo dei film della saga a seguire in modo fedele quanto narrato nei libri. I successivi lungometraggi si prenderanno invece maggiori libertà, cambiando, eliminando o aggiungendo dettagli. Tra le più significative differenze presenti tra il terzo libro e il terzo film, ad ogni modo, si ritrovano quelle relative ai Dissennatori. Introdotte qui per la prima volta, tali creature si mostrano come esseri particolarmente minacciosi, in grado di congelare l’ambiente in cui si trovano con la loro sola presenza. Tale aspetto non è in realtà presente nel libro, ma si aggiunge per conferir loro ulteriore pericolosità. Sempre rimanendo in tema di pericolo, se è vero che la professoressa Cooman predice sventure per Harry Potter, nel libro questa arriva anche a prevedere la morte di Silente, di Sirius Black e di Remus Lupin. Previsioni invece assenti nel film.

Altro nuovo personaggio introdotto qui per la prima volta, Lupin viene nel libro descritto come perennemente stanco ma meno vecchio di come poi viene rappresentato nel film. Questi è da qui in poi una figura particolarmente importante nella saga, anche se nel film non vengono spiegati alcuni dettagli relativi alle sue origini. Allo stesso modo, anche per Sirius Black si ritrovano diverse differenze. Questo nel film riesce ad introdursi ad Hogwarts grazie alla signora grassa, mentre nel libro è Sir Cadogan a consentirgli ciò. Nel finale, contrariamente al film, questi si salva grazie all’uso della Giratempo di Hermione, nonché grazie alla forza del Patronus evocato da Harry.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 26 gennaio alle ore 21:20 su Italia 1.

Fonte: IMDb

House of the Dragon: la scena “faccia a faccia” ha un significato più profondo

House of the Dragon della HBO è il dono che continua a dare quando si tratta di valore scioccante. Dalla morte violenta di Lucerys (Elliot Grihault) nella prima stagione all’inquietante assassinio di Jaehaerys nella prima della seconda stagione, House of the Dragon non ha mai rinunciato a suscitare una reazione negli spettatori. Ciò continua nel terzo episodio della seconda stagione, “The Burning Mill“, che presenta una scena di nudo integrale che coinvolge Aemond Targaryen (Ewan Mitchell).

Per quanto scioccante, il franchise non è nuovo alla nudità. Nelle prime stagioni di Game of Thrones il suo uso liberale sembrava quasi strategico per far parlare di sé, ma raramente questi momenti venivano utilizzati come opportunità per esplorare le motivazioni interne di un personaggio. Sebbene la scena sia stata probabilmente già oggetto di meme, lo stesso Mitchell, star di House of the Dragon, ha discusso le motivazioni alla base della scena e il significato che potrebbe avere più di quanto gli spettatori si aspettino.

Le vecchie ferite colpiscono ancora Aemond nella seconda stagione di House of the Dragon

House of the Dragon 2 episodio 4
Olivia Cooke and Ewan Mitchell in A Dance of Dragons (2024)

House of the Dragon ha creato la figura di Aemond come emarginato già nel sesto episodio della stagione 1, “La principessa e la regina”. Sebbene ci siano lotte intestine tra tutti i figli dei Targaryen e dei Velaryon, Aemond (Leo Ashton) riceve in particolare il peso del bullismo, soprattutto da parte del fratello Aegon (Ty Tennant). La sua più grande insicurezza nella prima stagione deriva dal fatto che l’uovo di drago che avrebbe dovuto essere suo fin dalla nascita non si è mai schiuso, e un momento fondamentale dell’infanzia di Aemond è rappresentato dallo scherzo fattogli dal fratello e dagli zii, quando gli presentano un maiale vestito con le ali al posto del drago.

Questo sfruttamento della sua più grande insicurezza è probabilmente ciò che fa sì che Aemond inizi a costruirsi un aspetto duro. È questa esteriorità che dà inizio alla lotta su Driftmark e che alla fine costa ad Aemond il suo occhio, quando viene affrontato dopo aver rivendicato Vhagar, e questi singoli eventi sono cruciali per l’Aemond che gli spettatori vedranno nella seconda stagione. Parlando con Vulture, Ewan Mitchell ha commentato la visione che Aemond ha di se stesso:

“Tra gli episodi sette e otto della prima stagione, si è trasformato in un’arma. Possiede un codice che gli impedisce di essere ferito di nuovo, come quando era bambino. Deve essere visto come una presenza a prova di proiettile, intoccabile ed eterea che nessuno può afferrare”.

La seconda stagione di House of the Dragon introduce altre sorprendenti rivelazioni su Aemond

La seconda stagione offre uno sguardo più profondo sulla psiche di Aemond di quanto gli spettatori si aspettassero. L’episodio 2, “Rhaenyra la crudele”, mostra il lato più contemplativo e pieno di rimorsi. Tra le braccia di una maitresse che frequenta, Aemond ammette i suoi veri sentimenti riguardo alla Danza dei Draghi. Ammette che il tentativo di Daemon di assassinarlo lo fa sentire orgoglioso ed esprime persino rammarico per la morte di Lucerys. Lo stoicismo silenzioso e la difensiva che Aemond mostra di solito sono scomparsi, sostituiti da un sorprendente senso di vulnerabilità emotiva.

È più di quanto gli spettatori abbiano mai visto da Aemond, ed è chiaro che ha trovato un luogo in cui è in grado di abbassare la guardia. Sfortunatamente, questo non dura a lungo, perché l’episodio 3 vede Aegon (Tom Glynn-Carney) imbattersi in Aemond in un altro momento compromettente con la stessa maitresse. Aegon si prende gioco di Aemond di fronte alla madama e ai suoi amici della Guardia Reale, e Aemond è costretto a sopportarlo.

L’imposizione di Aegon sull’unico luogo di rifugio del fratello provoca una risposta coraggiosa da parte di Aemond. È questa la scena che ha suscitato ilarità in tutto il mondo: Aemond si alza in piedi, completamente nudo, e si allontana dalla maitresse sminuendo la sua importanza per lui. È una mossa sia difensiva che offensiva, come ha detto Mitchell a Vulture: “Scene come questa iniziano con una conversazione su quanto si è disposti a spingersi oltre. Non è stata una scelta presa alla leggera. Ma è vero che Aemond sconvolge il pubblico. La debolezza non fa parte del vocabolario di Aemond“.

Le vecchie abitudini sono chiaramente dure a morire per Aegon in “House of the Dragon”.

Aegon, protetto dal suo attuale status di Re, interagisce con Aemond come se fossero ancora bambini, deridendolo per la sua vulnerabilità. Ma Aemond non è più un bambino senza drago: è un abile combattente e stratega, che cavalca il drago più grande di Westeros. Aegon è stato il bullo di Aemond fin dal primo giorno, e la solitudine e l’isolamento che ha provato a causa di quel bullismo continueranno a influenzare le decisioni che Aemond prenderà in futuro.

Questo senso di isolamento è incredibilmente pericoloso per una vittima di bullismo emotivamente instabile nel bel mezzo di una gigantesca guerra civile. Aemond è capace di mettersi a nudo fisicamente, ma non è mai stato in grado di diventare emotivamente vulnerabile con qualcuno al di fuori della maitresse che frequenta. Aegon gli ha tolto l’unico spazio sicuro che Aemond aveva per riflettere e aprirsi, e questo potrebbe avere conseguenze terribili.

Ewan Mitchell ha ragione: Aemond è “rotto”

House of the Dragon

A parte la spavalderia e la pelle nuda, l’episodio 3 chiarisce che Aemond sta soffrendo. Parlando con Variety, Mitchell ha commentato le lotte interne di Aemond, dicendo: “Ha bisogno di un po’ di amore. È un ragazzo distrutto, ha bisogno di qualcuno che lo aggiusti“. L’incapacità di Aemond di esprimere questo dolore è ciò che trasforma il suo dolore e la sua rabbia in una ferita che continuerà ad aggravarsi durante la guerra. La scena frontale di Aemond è stata una meccanica narrativa cruciale per la seconda stagione.

La regista di House of the Dragon , Greta Vasant Patel, ha spiegato: “È una delle poche volte in cui si vede il bambino che è in lui e si vede il dolore che prova”. Come e quando questo dolore si manifesterà non è ancora dato saperlo. Il confronto tra Aemond e Lucerys a Capo Tempesta e sopra la Baia dei Rompitori è stata la prima volta in cui gli spettatori hanno potuto conoscere il lato veramente crudele della rabbia di Aemond. Per il momento, sintonizzarsi su House of the Dragon è un esercizio per chiedersi quando Aemond finalmente scatterà e chi sarà il destinatario di questi anni di dolore e tormento.

La scena di Aemond in pieno volto nel bordello di Approdo del Re non è solo uno shock per gli spettatori, ma anche un’importante tattica intimidatoria per Aegon e per chiunque scelga di ridere di lui. Man mano che Aemond si ritira in se stesso, diventa sempre più pericoloso, incapace di empatia e più propenso ad agire e rispondere con crudeltà. L’incidente nel bordello potrebbe non essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non siamo sicuri di quanto il rapporto tra i fratelli possa sopportare nelle prossime settimane.

House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a settimana.

The Boys: lo showrunner sul colpo di scena dell’episodio 6: “Non credo che sia come Venom”

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Anche se molti fan hanno capito in anticipo il colpo di scena, l’episodio di questa settimana di The Boys si è concluso con una grande rivelazione relativa al personaggio di Jeffrey Dean Morgan, Joe Kessler.

Seguono spoiler.

Alla fine di “Dirty Business”, apprendiamo che Billy Butcher non ha salvato la vita al suo vecchio compagno quando entrambi prestavano servizio nella Panjshir Valley in Afghanistan, e che il defunto Kessler è sempre stato frutto della sua immaginazione.

Si è ipotizzato che Kessler esista in realtà come manifestazione del tumore indotto dal V di Butcher, che prende il sopravvento quando l’ospite scatena i suoi poteri, non diversamente da Venom della Marvel. Lo showrunner Eric Kripke ha affrontato questa teoria durante un’intervista con EW.

“Non credo che sia come Venom. Non credo che sia un tipo con un proprio punto di vista e che voglia andare a mangiare polli o altro, ma credo che rappresenti tutto ciò che di oscuro e maligno c’è dentro Butcher”.

“Sia Butcher che Homelander [interpretato da Antony Starr], in modi molto diversi, stanno lottando per capire se sono umani o se sono mostri”, continua Kripke. “Kessler rappresenta il lato mostruoso e Becca il lato umano di Butcher. Questi due lati sono in guerra con se stessi, ma sono tutti Butcher”.

Il lato oscuro avrà la meglio? Nel corso di quattro stagioni, Butcher ha fatto cose piuttosto terribili quando necessario, ma come sottolinea MM, di solito è un “figlio di puttana con un cuore”. A soli due episodi dalla fine, dovremo aspettare e vedere se riuscirà a tenere sotto controllo Kessler.

Arkham Asylum: la serie tv di Matt Reeves è stata cancellata

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Arkham Asylum: la serie tv di Matt Reeves è stata cancellata

Variety ha confermato che la serie televisiva Arkham Asylum, annunciata in precedenza, non andrà più avanti. Era il 2022 quando abbiamo saputo che Antonio Campos (The Staircase) era stato scelto come sceneggiatore e showrunner dello spin-off di The Batman.

Questa iterazione dello show è stata scartata, anche se si suppone che un nuovo progetto ambientato nella famigerata Gotham City possa essere realizzato in futuro. Purtroppo non ci scommettiamo.

Per molti versi, questa notizia non è una sorpresa. Quando lo show è stato annunciato, aveva un impegno di serie ma era stato sviluppato da Terrence Winter (Boardwalk Empire) e ambientato all’interno del Dipartimento di Polizia di Gotham City. Il regista ha poi abbandonato la serie a causa di divergenze creative.

Il creatore di Giri/Haji, Joe Barton, è stato il prossimo a cimentarsi con la serie senza titolo – che molti fan avevano già paragonato sfavorevolmente a Gotham della FOX – per poi abbandonarla per lo stesso motivo di Winter.

Il regista di The Batman Matt Reeves, che stava supervisionando la serie come produttore esecutivo a causa della sua collocazione nel Bat-Verse, ha poi confermato che lo show di Gotham PD non si farà più e che “ha iniziato a evolversi” in una storia sul manicomio di Arkham. Considerando quanto visto nel film, ci si aspettava che la storia ruotasse attorno alla nascente amicizia tra Joker e l’Enigmista.

Poi, le cose si sono fatte ancora più confuse quando James Gunn ha confermato che Arkham Asylum di Campos era ancora in fase di sviluppo, questa volta ambientato nel nuovo DCU (Batman II e The Penguin, invece, non lo sarebbero stati). Questo ha confuso i fan, anche se ha suggerito che Reeves avrebbe contribuito a introdurre molti dei cattivi che il Cavaliere Oscuro dei DC Studios dovrà affrontare… anche questo è sembrato strano.

Nonostante questa notizia deludente, The Penguin uscirà a settembre e The Batman II è previsto per il 2026.

Emma Roberts ritiene che la “cultura di internet” sia stata la causa dell’accoglienza negativa di MADAME WEB

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Probabilmente è giusto dire che Madame Web ha sempre avuto una salita piuttosto ripida da scalare, dopo essere diventato un meme-fodder subito dopo l’uscita del suo primo (e unico) trailer, ma fin dalla scena di apertura con la madre di Cassie Webb (Dakota Johnson) in Amazzonia alla ricerca di ragni poco prima di morire, sembrava chiaro che l’ultimo film della Sony Pictures SSU molto probabilmente non sarebbe stato un grande successo!

A dire il vero, il film ha superato (quasi) la soglia dei 100 milioni di dollari in tutto il mondo, ma con un budget dichiarato di circa 80-100 milioni di dollari (senza considerare i costi pubblicitari aggiuntivi, ecc.) e un abissale 11% su Rotten Tomatoes, non possiamo immaginare di vedere molto di più da Miss Web e le sue amiche adolescenti Spider-Women in tempi brevi.

Alcuni ritengono che il film non sia stato così brutto come è stato fatto credere, mentre altri sono dell’opinione che abbia sconfinato nel territorio del “così brutto è bello”, e alcuni lo hanno persino amato… a quanto pare.

Cosa ha detto Emma Roberts sulla cultura di internet

Nel corso di un’intervista con Variety, Emma Roberts – che ha interpretato la madre di Peter Parker in quello che è stato poco più di un cameo – è stata interrogata sull’accoglienza negativa di Madame Web e ritiene che il film sarebbe stato accolto meglio se non fosse stato per la “cultura di Internet”.

“Le cose funzionano, le cose non funzionano. A tutti piace comportarsi come se potessero prevedere se funzioneranno o meno. La verità è che non si può. Le cose vanno male e poi esplodono su TikTok. Le cose vanno bene, ma poi le guardi e ti chiedi: “È andata bene?”. Non c’è nessun segreto. Si tratta di fare qualcosa di buono e di colpire al momento giusto. Tutto il resto è come un desiderio e una preghiera. Non mi intimidisce il fallimento e non mi intimorisce che la gente abbia pensieri negativi su qualcosa”.

Personalmente ho amato molto Madame Web”, ha continuato. “Mi è piaciuto molto il film. Ho pensato che tutti i protagonisti fossero fantastici. La regista, S.J. Clarkson, credo abbia fatto un lavoro straordinario. È per lei che ho voluto fare quel film. Se non fosse stato per la cultura di internet e per il fatto che tutto è diventato una barzelletta, credo che l’accoglienza sarebbe stata diversa. E questo è ciò che mi preoccupa di molte cose, anche di quelle che ho fatto io, è che la gente oggi si prende gioco di tutto”.

Chiudi gli occhi – All I See Is You: la spiegazione del finale del film

Poche tipologie di film sanno catturare l’attenzione degli spettatori come i thriller psicologici, opere caratterizzate da storie che esplorano le paure umane scavando nella fragilità della psiche umana e proponendo intrighi e colpi di scena ai quali è difficile resistere. Film come Il sacrificio del cervo sacro, Animali notturni, Shutter Island e L’uomo senza sonno sono solo alcuni dei più celebri esempi di questo filone. Ad essi si può aggiungere anche Chiudi gli occhi – All I See Is You.

Il film segna il ritorno alla regia di Marc Forster dopo il film di zombie World War Z e il family movie Vi presento Christopher Robin. Regista anche di film come Monster’s Ball – L’ombra della vita, Neverland – Un sogno per la vita e Il cacciatore di aquiloni, Webb si confronta dunque qui con il thriller e in particolare con le atmosfere di questo genere applicate all’handicap fisico che pone la protagonista in uno stato di continuo svantaggio rispetto a chi potrebbe approfittarsi di lei.

Tra inganni, segreti e colpi di scena, il film riflette però in particolare sull’indipendenza all’interno della coppia e su ciò che può definire il Vero Amore. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Chiudi gli occhi – All I See Is You. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Chiudi gli occhi - All I See Is You trama film
Jason Clarke e Blake Lively in Chiudi gli occhi – All I See Is You. Foto di Roland Neveu – © 2017 – Dimension Films

La trama e il cast di Chiudi gli occhi – All I See Is You

Protagonista del film è Gina, una giovane donna che ha perso la vista a causa di un incidente stradale quando era bambina. Fino a ora la sua vita dipendeva in tutto e per tutto da suo marito James ma quando a Gina si presenta la possibilità di un intervento chirurgico per recuperare la vista, la relazione tra moglie e marito inizia a vacillare. Dopo l’intervento Gina finalmente vede il mondo con un nuovo senso di stupore e di indipendenza fino a scoprire inquietanti e terribili verità sul suo matrimonio.

Ad interpretare Gina vi è l’attrice Blake Lively, nota per i film Adaline – L’eterna giovinezza e Un piccolo favore. Accanto a lei, nel ruolo del marito James vi è invece Jason Clarke, attore visto in film Pet Sematary, Le strade del male e Oppenheimer. Nel ruolo di Carla, sorella di Gina, vi è l’attrice Ahna O’Reilly, mentre il marito di lei, Ramon, è Miquel Fernández. Recitano poi nel film Wes Chatham nel ruolo di Daniel, Danny Huston in quello del Dottor Hughes e Yvonne Strahovski in quello di Karen.

La spiegazione del finale del film

La progressiva riacquisizione della vista da parte di Gina la porta a comprendere come la dipendenza avuta in tutti quegli anni dal marito stia a sua volta esaurendosi, in favore di una sua maggiore indipendenza. Con l’intervento che le ha restituito la vista, Gina riesce infatti a ritrovare sé stessa. Dal canto suo, James inizia ad entrare in crisi accorgendosi di non essere più il solo punto di riferimento della moglie. L’intesa tra i due sembra sfumare perché l’Amore viene “visto” dalla protagonista da tutta un’altra prospettiva.

Questo è il motivo per il quale i due protagonisti che sembrano la coppia perfetta fin dalle primissime battute, in realtà stanno insieme perché non possono fare a meno – fisicamente – l’uno dell’altra. Il crescente allontanamento tra i due si esplicita in particolare attraverso la sfera sessuale. James si scopre infatti sterile, mentre Gina inizia a nutrire desideri sempre nuovi, tra cui l’idea di diventare madre. Per James, dunque, l’unico modo di tornare ad una felicità di coppia sembra essere quello di riportare Gina a come era prima: cieca.

Chiudi gli occhi - All I See Is You Jason Clarke Blake Lively

Jason Clarke e Blake Lively in Chiudi gli occhi – All I See Is You. Foto di Roland Neveu – © 2017 – Dimension Films

Per farlo altera il collirio prescritto alla moglie e senza il quale l’effetto dell’operazione andrebbe riducendosi fino a riportarla alla totale cecità. Prima che ciò avvenga, però, Gina ha anche un incontro extraconiugale, da cui rimane incinta. James, che nel frattempo ha scoperto di essere sterile, capisce dunque di essere stato tradito nel momento in cui Gina gli rivela della gravidanza. Gina, sospettosa del marito, ha però a sua volta scoperto della sua manipolazione del collirio, ricominciando così a prendere quello valido ad insaputa di lui.

Per vedere fino a dove James è capace di spingersi, Gina continua però a fargli credere di essere tornata cieca, salvo rivelargli la verità quando nel finale, durante una sua esibizione canora, lo individua e lo fissa intensamente tra il pubblico. Disperato, James correndo con l’auto si va a schiantare contro un autocarro, probabilmente morendo nell’impatto. Gina può invece abbracciare il figlio tanto desiderato, scoprendo che il vero Amore è guardarsi e trovarsi reciprocamente negli occhi l’uno dell’altro.

Il trailer di Chiudi gli occhi – All I See Is You e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Chiudi gli occhi – All I See Is You grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Le cose che non ti ho detto: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

La fine di un amore è sempre a suo modo una tragedia. Il cinema ha affrontato il tema del divorzio sotto innumerevoli sfumature, da grandi classici del cinema come Kramer vs. Kramer, Io e Annie e La guerra dei Roses fino a un dramma puro come Storia di un matrimonio, un’opera sci-fi come Eternal Sunshine of the Spotless Mind o ad una commedia come 500 giorni insieme. Una delle opere più struggenti e realistiche a riguardo, oltre a quelle qui citate, è anche Le cose che non ti ho detto, scritto e diretto nel 2018 da William Nicholson.

Sceneggiatore due volte candidato all’Oscar e celebre per aver scritto film come Viaggio in Inghilterra, Il gladiatore, Les Misérable e Unbroken, Nicholson ha con quest’opera dato vita alla sua seconda regia di un lungometraggio, mosso dalla volontà di raccontare una storia estremamente personale. Il film è infatti ispirato all’opera teatrale da lui stesso scritta, The Retreat for Moscow, a sua volta basata sul matrimonio dei genitori dello scrittore, separatisi dopo 33 anni insieme. Nicholson riflette dunque su quella vicenda e sull’impatto che ebbe in lui all’epoca e che ha tutt’ora.

Allo stesso modo, egli esplora i due genitori alla ricerca delle rispettive motivazioni, giungendo così a dar voce ad un film fortemente emotivo in quanto profondamente sincero nel mostrare i percorsi che la vita porta ad intraprendere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Le cose che non ti ho detto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le cose che non ti ho detto cast

La trama di Le cose che non ti ho detto

Protagonisti del film sono i coniugi Grace ed Edward. I due sono sposati da 29 anni e la loro vita nella cittadina inglese di Seaford trascorre tranquilla in una casa in prossimità del mare tra oggetti accumulati negli anni, tra cui moltissimi libri. Entrambi in pensione, lei si occupa della stesura di un’antologia di poesie, mentre lui è ossessionato dall’attendibilità delle pubblicazioni su Wikipedia. Quando il figlio, Jamie, va a far loro visita per il weekend, il padre gli rivela l’intenzione di lasciare la madre per un’altra donna che lo rende felice e libero di essere sé stesso.

Edward fa così i bagagli e va via, nonostante Grace non voglia accettare la cosa. Caduta in depressione, la donna si sente persa senza Edward nella sua piccola cittadina costiera e spera sempre di vederlo rientrare un giorno in casa con le sue valigie. Jamie, dal canto suo, cerca di aiutare la madre a ripartire da zero e a mettersi alla ricerca della sua serenità. I tre faranno i conti con gli ostacoli che la vita pone durante il cammino e che dovranno saper affrontare per tornare ad essere felici, ognuno a modo suo.

Il cast del film e la location dove si sono svolte le riprese

Ad interpretare Grace, Edward e Jamie vi sono tre attori particolarmente celebri del panorama cinematografico mondiale. Nei panni di Grace si ritrova infatti la pluricandidata all’Oscar Annette Bening, celebre per film come American Beauty, I ragazzi stanno bene e Nyad – Oltre l’oceano. Nel ruolo di Edward vi è Bill Nighy, attore celebre per le saghe Underworld e Pirati dei Caraibi, ma anche per i film Love Actually – L’amore davvero e Living.

Nel ruolo del figlio Jamie, invece, vi è Josh O’Connor, affermatosi recentemente grazie alla serie The Crown e ai film La chimera e Challengers. Per quanto riguarda la location dove si sono svolte le riprese, queste è proprio Seaford, cittadina della contea dell’East Sussex, in Inghilterra. In passato la città disponeva di spiagge eccellenti, alimentate dalla deriva dei litorali che spostavano costantemente la sabbia lungo la costa da ovest a est. Ancora oggi è conosciuta principalmente per la sua vita costiera.

Le cose che non ti ho detto location

Il finale del film: ecco come si conclude il racconto

Nel corso del film, dunque, i tre personaggi principali di Le cose che non ti ho detto si scontrano con la necessità di ripartire con le proprie vite, ognuno a modo proprio. Al momento del finale, dunque, la storia è tutt’altro che conclusa, perché lì dove termina il film ha invece inizio qualcosa di nuovo per Grace, Andrew e Jamie. Proprio la voce di quest’ultimo conclude la pellicola recitando un poema scritto per i suoi genitori, in cui li ringrazia per ciò che rappresentano per lui, chiedendo però anche loro di “lasciarlo andare” affinché egli possa ora costruire il proprio percorso di vita.

Come riportato dallo stesso sceneggiatore e regista: “Le ultime parole di Le cose che non ti ho detto sono pronunciate dal giovane, dal ragazzo, che in un certo senso sono io. Sono: Lasciatemi andare. Niente è finito. La madre è sola, incerta su cosa le riserverà la vita. Il personaggio del padre sta diventando, finalmente e tardivamente, la persona che ha sempre voluto essere. E il figlio chiede di essere liberato, per poter crescere oltre l’infanzia. Così è stato. Così è”, riflettendo dunque sulla propria reale vicenda con i genitori e ciò che la loro separazione ha significato per lui.

Il trailer di Le cose che non ti ho detto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Le cose che non ti ho detto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

L’ultima casa a sinistra: la spiegazione del finale del film horror

Del trio di remake di Wes Craven apparsi negli anni 2000, L’ultima casa a sinistra (2009) di Dennis Iliadis è stato probabilmente il più divisivo tra il pubblico e la critica, e certamente il più controverso nel suo allontanamento dall’originale. Quell’horror di vendetta cupo e nichilista provocò un forte shock con il suo inebriante cocktail di violenza grafica, torture sessuali e abusi giustapposti a momenti stridenti di commedia nera, il tutto sostenuto da una campagna promozionale sensazionalistica.

Sebbene il remake del 2009 rimanga fedele alla trama e al tono dell’originale, molti aspetti del film di Iliadis hanno suscitato un misto di indignazione e di elogi da parte della critica, tra cui la fusione di una brutalità selvaggia con valori di produzione raffinati. Ma è stato il finale di questo remake de L’ultima casa a sinistra, con il suo importante allontanamento dalla visione originale di Craven, a dividere tutti coloro che hanno visto il film.

Poche semplici differenze sembrano infatti essere bastate per offrire un messaggio piuttosto diverso, controverso e sui cui ancora oggi si dibatte. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a L’ultima casa a sinistra. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L'ultima casa a sinistra trama

La trama e il cast di L’ultima casa a sinistra

Il film segue le vicende della famiglia CollingwoodJohn, sua moglie Emma, e la loro figlia Mari, una ragazzina nel pieno dell’adolescenza – che si trova in vacanza nella propria casa sul lago. Appena arrivati, la giovane va a trovare la sua amica Paige, che lavora in un piccolo negozio locale. Qui le due incontrano Justin, che si intuisce sin da subito non avere buone intenzioni: in cambio di un pacchetto di sigarette, offre alle ragazze della marijuana e le invita per quello stesso pomeriggio nella sua stanza di albergo.

Ma quando Mari e Paige arrivano al motel quello che trovano cambierà completamente le loro vite: poco dopo infatti giungono anche Krug, padre del ragazzo ed evaso di prigione, lo zio Francis e Sadie. La gang, inseguita dalla polizia in seguito alla fuga, decide di scappare prendendo in ostaggio le due amiche. Le cose, tuttavia, non andranno affatto secondo i loro piani e ben presto orrore e desiderio di vendetta dilagheranno senza fine.

Ad interpretare Johh, Emma e Mari Collingwood si ritrovano gli attori Tony Goldwyn, Monica Potter e Sara Paxton. Goldwyn, inizialmente, non voleva recitare nel film per via della sua eccessiva violenza, ma si convinse dopo aver incontrato il regista. Nel ruolo dell’amica Paige vi è l’attrice Martha MacIsaac, mentre Justin è interpretato da Spencer Treat Clark. Garret Dillahunt interpreta Krug Stillo, mentre Riki Linhome è Sadie e l’attore Aaron Paul, in quegli anni distintosi per il ruolo di Jessie Pinkman in Breaking Bad, interpreta Francis “Frank” Stillo.

L'ultima casa a sinistra Aaron Paul

La spiegazione del finale del film

Veniamo ora al finale del film. Nella conclusione dell’originale di Craven del 1972, sia Mari che Phyllis sono state spietatamente torturate e massacrate. L’ultima volta che vediamo Mari, inciampa nel lago e viene colpita mortalmente alla schiena da Krug. Quando i genitori di Mari scoprono il suo corpo nel lago, la loro vendetta sulla banda comprende il taglio della gola, il dissanguamento con l’amputazione di una certa appendice e un finale in cui il padre di Mari uccide Krug a colpi di motosega davanti allo sceriffo appena arrivato.

La novità principale del remake del 2009 è invece, come anticipato, rappresentata proprio dal finale, quando si scopre che Mari è miracolosamente sopravvissuta ai colpi di pistola che Krug le ha rivolto vedendola scappare. La giovane, seppur ferita ed esanime, riesce a tornare a casa, dove i genitori la trovano sul portico. Mentre si adoperano per soccorrerla, comprendono di aver dato ospitalità ai seviziatori della figlia e procedono ad escogitare una vendetta quanto più possibile brutale e cruenta.

Nel tetro finale di Craven, tutti muoiono tranne i genitori di Mari, che si trovano a dover affrontare il duro contraccolpo di una vendetta ottenuta che però non gli ha restituito la figlia. Facendo sì che la famiglia Collingwood sopravviva intatta, il remake giustifica dunque la loro vendetta con una risoluzione giudicata molto meno trasgressiva dell’originale. In un articolo per l’Inquirer, Tirdad Derakhshani suggerisce che: “Il film di Iliadis, con la sua eleganza, concede ai genitori e al pubblico un lasciapassare”.

 “Non c’è nessun retrogusto amaro o sbornia per noi mentre ci rallegriamo della vendetta compiuta sui cattivi (e sulla ragazza)”, ha scritto. “I buoni vincono e salvano i loro figli“. Derakhshani ha continuato: “Siamo portati a credere che i genitori di Mari siano giustificati… e che sia un diritto inviolabile vendicarsi“. Non hanno torto, e forse è proprio questo aggiustamento nel remake che ha suscitato tante feroci divisioni tra i fan dell’originale.

Il trailer di L’ultima casa a sinistra e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di L’ultima casa a sinistra grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 luglio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Brad Pitt è un pilota di formula 1 nel primo poster di F1

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Brad Pitt è un pilota di formula 1 nel primo poster di F1

Il film sulla Formula 1 con Brad Pitt ha appena fornito ai fan la prima occhiata alla star del cinema in veste da pilota. Come bonus aggiuntivo, la F1 ha anche annunciato un’anteprima del film durante l’evento di Formula 1 di questo fine settimana. Il film è in lavorazione da un po’ di tempo e finalmente il pubblico potrà vedere ciò che il dramma automobilistico ha da offrire. Su Twitter, l’account ufficiale della Formula 1 ha scritto: “Finalmente è ufficiale. Brad Pitt è il protagonista di F1, in arrivo nei cinema nell’estate del 2025. Una anticipazione questa domenica in occasione del Gran Premio di Gran Bretagna di Formula 1. #F1 #F1Movie“.

Quindi, se gli appassionati di sport motoristici non fossero già eccitati per lo spettacolo che li attende questo fine settimana, c’è un ulteriore bonus: la F1 ha finalmente un filmato da mostrare. Date un’occhiata al poster qui sotto! La scorsa estate, Pitt è riuscito a dare ai fan un piccolo assaggio di ciò che sta preparando con la F1. Sky Sports ha incontrato la megastar per parlare del suo ruolo nelle corse. Sebbene non abbia potuto dire molto sul regista Joseph Kosinski e sulla sua presunta collaborazione con il team fittizio APXGP, Pitt ha nascosto alcune piccole rivelazioni nell’intervista prima di tornare alle riprese.

Sonny Hayes ha un incidente terribile, si spaventa, scompare e corre in altre discipline. Il suo amico, interpretato da Javier Bardem, è il proprietario di una squadra“, ha spiegato Pitt. “È un proprietario all’ultimo posto, al 21°, 22° posto sulla griglia di partenza. Non hanno mai segnato un punto. Hanno un giovane fenomeno interpretato da Damson Idris. Mi fa entrare come una specie di Ave Maria e ne nascono dei guai“.

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Tutto quello che sappiamo sul film F1 con Brad Pitt

Con Brad Pitt nei panni di un ex pilota che torna in Formula 1, insieme a Damson Idris nel ruolo del suo compagno di squadra all’APXGP, una squadra immaginaria sulla griglia di partenza, il film è stato girato durante i weekend in cui si sono effettivamente svolti i Gran Premi, gareggiando contro i titani di questo sport. Il cast comprende anche la candidata all’Oscar® Kerry Condon, il vincitore dell’Oscar® Javier Bardem, il vincitore dell’Emmy e del Golden Globe Tobias Menzies, Sarah Niles e Kim Bodnia.

Kosinski (“Top Gun: Maverick”) dirige e produce il film insieme a Jerry Bruckheimer e Chad Oman della Jerry Bruckheimer Films, Brad Pitt, Dede Gardner e Jeremy Kleiner per la Plan B Entertainment e Lewis Hamilton con la sua Dawn Apollo Films. Il film è stato realizzato in collaborazione con la Formula 1® e l’intera comunità della F1, compresi i 10 team di F1 e i loro piloti, la FIA e gli organizzatori delle gare. Il candidato all’Oscar® Ehren Kruger (“Top Gun: Maverick”) scrive la sceneggiatura. L’amministratore delegato della Copper, Penni Thow, è il produttore esecutivo.

L’uscita in sala comprenderà anche le sale IMAX®. Le immagini cristalline, unite alla geometria personalizzata della sala IMAX e al potente audio digitale, creano un ambiente unico che farà sentire il pubblico come se fosse realmente immerso nel film. Il film sarà distribuito nelle sale di tutto il mondo e in IMAX® da Warner Bros. Pictures in Nord America il 27 giugno 2025 e a livello internazionale a partire dal 25 giugno 2025.

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