Arriva al cinema dal 1°
maggio, Sei Fratelli, il nuovo film di
Simone Godano, prodotto da
Grøenlandia con Rai Cinema, e
distribuito da 01 Distribution. Ecco il
trailer.
Simone Godano, che
firma anche la sceneggiatura insieme a Luca
Infascelli, dirige un cast corale composto da
Riccardo Scamarcio,
Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire
Romain, Mati Galey,
Linda Caridi, Judith El Zein, Imma Villa, Antonella Ponziani,
Camilla Barbieri e con Gioele Dix.
Sei Fratelli, la trama
Marco, Guido, Leo, Luisa, Gaelle e
Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello
stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento:
Manfredi Alicante. Quando quest’ultimo viene a mancare, si
ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a
Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia
unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità
e tornare indietro non sarà facile.
È stato diffuso il primo trailer di
MaXXXine, il nuovo film di Ti
West che chiude la trilogia che compone con X
– A Sexy Horror Story e Pearl.
Torna protagonista Mia Goth nei panni dell’anti-eroina del
titolo.
Dopo il successo di X
– A Sexy Horror Story e del suo prequel Pearl, Ti West è al lavoro su
MaXXXine, sequel diretto di X
e che vede protagonista ancora Mia Goth. Oltre a lei, che torna nel ruolo che
ha già interpretato, il film è impreziosito da una serie di nomi
che sono stati annunciati da poche ore.
Elizabeth Debicki (Tenet), Moses
Sumney (Creed), Michelle Monaghan (Mission: Impossible –
Fallout), Bobby Cannavale (The
Watcher), Lily Collins (Emily in Paris),
Halsey (Sing 2), Giancarlo
Esposito (Breaking Bad), e Kevin Bacon (City on a Hill) si uniscono a
Goth, il che rende il film ancora più interessante e ne fa un
prodotto abbastanza insolito, in quanto sarà un film horror a basso
budget ma con un cast stellare.
Ancora una volta, Ti
West scrive e dirige la storia, il che significa che a
questo punto il franchise è in ottime mani. E il pubblico risponde
abbastanza bene: i primi due film sono costati solo 2 milioni di
dollari e hanno incassato oltre 22 milioni di dollari in tutto il
mondo. Potrebbe non sembrare molto, ma questi numeri suggeriscono
che il franchise è abbastanza popolare da andare avanti e che un
moderato ritorno al botteghino non mette troppa pressione su A24,
che a sua volta potrebbe ancora garantire il controllo creativo di
West sul film.
Il talento di Mr.
Ripley è una delle pellicole che ha portato maggiore
popolarità nel grande pubblico a attori all’epoca emergenti come
l’affascinante Jude
Law e un brillante
Matt Damon, già noto per il suo
Good Will Hunting. Il regista e sceneggiatore
Steven Zaillian (Schindler’s
list) ha dato vita a un nuovo adattamento della storia:
Ripley, è un adattamento del romanzo Il
talento di mr. Ripley di Patricia Highsmith, formata da una
sola stagione di 8 episodi da circa 45 minuti ciascuno. Il ruolo
del protagonista Tom Ripley, interpretato da Damon nella versione
cinematografica, è qui ricoperto dall’attore irlandese
Andrew Scott (il prete in Fleabag,
Estranei). Nel cast si ritrovano anche Johnny
Flynn (One life,
Emma) e
Dakota Fanning rispettivamente nei panni di Dicky
Greenleaf e di Marge Sherwood.
Ripley: un’estate ad Atrani
La serie si apre in una cupa notte
romana, tutto sembra fermo e silenzioso; finché un uomo, Tom
Ripley, si ritrova a trascinare un cadavere giù dalle scale del
palazzo, dinanzi ai soli occhi vigili del gatto Lucio. Sei mesi
prima Ripley non era altro che un falsario, un ladro di identità
che viveva di assegni rubati. L’uomo viene un giorno intercettato
da un investigatore privato che gli offre un lavoro per conto del
ricco signor Greenleaf: partire per Atrani e riportare Dicky, suo
figlio e conoscente di Tom al college, indietro negli Stati
Uniti.
Da questo momento iniziano le
avventure di Dicky, Tom e Marge, compagna di Dicky, insieme ad
Atrani. Per quanto la ragazza si mostri fin da subito diffidente
nei confronti di Ripley, il giovane Greenleaf crea con lui un forte
rapporto. La presenza insistente e ingombrante di Tom però finirà
per infastidire anche lo stesso Dicky. I comportamenti di Tom si
riveleranno avere uno scopo ben diverso dall’amicizia: diventare
Dicky Greenleaf.
Un thriller dai toni gravi
Nel guardare Ripley
viene naturale il confronto con la sua precedente versione
cinematografica: il film diretto da Anthony Minghella sembra
presentare le vicende in maniera più leggera, concentrandosi
maggiormente sull’amicizia tra Tom e Dicky, sul tempo passato ad
Atrani. A rendere Il talento di mr Ripley più leggero è anche la
presenza di diverse figure molto note della commedia italiana, come
Rosario e Giuseppe Fiorello.
Al contrario la serie risulta essere più seriosa e con un
ritmo più lento: sviluppandosi in otto episodi, permette allo
spettatore di notare tanti piccoli particolari della storia che
sono tutt’altro che scontati.
Ripley sembra
presentare le vicende con dei toni più dark, senza esaltare troppo
la quieta e spensierata vita di Atrani. Ad accentuare questa
atmosfera contribuisce sicuramente la scelta del B/N: l’assenza di
colori accentua questo clima di suspense e tensione. Ciò si nota
specialmente nelle scene in cui è visibile del sangue: questo
risulta sullo schermo di un nero tale da sembrare pece, così da
accentuare l’orrore degli assassini.
È doveroso anche un confronto tra le
interpretazioni di
Matt Damon e Jude
Law da un lato, e di
Andrew Scott e Johnny Flynn
dall’altro. Il ruolo del vero protagonista della storia, Tom
Ripley, sembra essere molto complicato: si tratta di una persona di
base fortemente problematica, ma anche calcolatrice. Ripley riesce
a abbracciare totalmente dell’identità di Dicky, usando i suoi
vestiti e tutte le sue cose, ascoltando la sua stessa musica e
iniziando a dipingere. In ogni albergo in cui alloggia si premura
sempre di posare nella stessa posizione gli oggetti di Dicky,
scrive lettere ai signori Greenleaf in America come anche a Marge
una volta lasciata Atrani.
Ebbene, anche la rappresentazione di
Tom nella serie sembra essere un po’ più sinistra rispetto alla
versione di Damon: il signor Ripley della serie si mantiene educato
e affabile, ma più riservato e schivo, mentre il Tom de Il talento
di mr. Ripley viene presentato, specialmente all’inizio, come una
persona più insicura. Nella serie si tende anche ad esaltare
maggiormente la perenne crisi di identità che Ripley vive: dal
momento in cui si stabilisce a Roma come Richard Greenleaf inizia
ad avere visioni e poi vere e proprie conversazioni con il vecchio
amico di cui ora utilizza il nome. A ciò si aggiungono però le
continue rassicurazioni fatte nelle varie lettere sulla bontà delle
azioni di Ripley, quindi di sé stesso.
A non reggere il paragone con il
film è Johnny Flynn nel ruolo di Dicky: per quanto
nella serie vengano ben imitati gli atteggiamenti e l’aspetto
ricollegabili al personaggio, il fascino e la bellezza di
Jude
Law nei panni del giovane Greenleaf sono
ineguagliabili.
Lo scenario italiano
Ad emergere è certamente anche
l’attenzione con cui in Ripley è stata
rappresentata l’Italia. Il passaggio dalla sporca e malfamata New
York vissuta da Tom alla tranquilla e soleggiata Atrani sembra
essere molto marcato.
La cura vera però si trova nei
particolari: il sottofondo musicale costellato di capolavori senza
tempo della musica italiana come Il cielo in una stanza e
Quando, quando, quando e la presenza quasi ossessiva del
Caravaggio. Nelle riprese sono stati ampiamente valorizzati anche i
singoli particolari delle opere dell’artista, ma l’attenzione non è
venuta a mancare anche riguardo altre opere e monumenti della
capitale e delle altre città visitate da Tom/Richard.
A rendere l’atmosfera ancora più
italiana è la presenza di parte del cast italiano: la nota attrice
Margherita Buy qui interpreta la portiera del palazzo
romano in cui si trova l’appartamento di Tom, mentre Maurizio
Lombardi qui è nel ruolo dell’ispettore Ravini.
Ripley presenta una storia effettivamente già
molto nota: la possibilità di cadere in una banale emulazione era
alta, ma non è certamente questo il caso. Ripley è
una rappresentazione innovativa e originale, pronta a sorprendere
sempre lo spettatore.
È insolito, in un mondo
dell’intrattenimento stravolto di “tratto da” e “basato su”,
trovare nel panorama della serialità italiana un prodotto
originale, eppure Il Clandestino, nuova fiction
Rai con Edoardo Leo (qui
la nostra intervista), spicca proprio per questo elemento di
originalità. La serie, creata da Renato Sannio e
Ugo Ripamonti e diretta da Rolando
Ravello, si inserisce nel genere noir, e, in sostanza, è
una detective story in cui seguiamo le vicende di Luca
Travaglia, un ex ispettore dell’antiterrorismo che lascia la
polizia e… si mette in proprio.
Il Clandestino, la storia di Luca Travaglia
La storia de Il
Clandestino parte con antefatto: Travaglia
(Leo), in servizio sotto copertura, viene
coinvolto in un attentato in cui perde la vita la sua compagna.
Questo evento (anche per dettagli specifici che non riveleremo in
questa sede) lo convince a cambiare vita. Lascia la polizia e si
trasferisce a Milano, reinventandosi come buttafuori e andando a
occupare il retro di un’officina di soccorso stradale gestita da
Palitha (Hassani Shapi), un simpatico e
intraprendente cingalese che, spinto dalla possibilità di guadagno
ma anche da una innegabile simpatia per Luca, lo convince a mettere
su una specie di agenzia investigativa. Così, la vita di Travaglia,
avviata inesorabilmente verso la disgregazione e l’autodistruzione,
sembra assumere nuovamente un senso. Tuttavia, il suo tormentato
passato non esita a fargli visita, di tanto in tanto.
Milano multietnica luogo/personaggio
Pur essendo chiaramente
una storia derivativa, Il Clandestino riesce a
innestare su un concept abbastanza familiare delle
peculiarità che ne costituiscono l’aspetto vincente.
L’ambientazione milanese della vicenda è uno degli angoli più
interessanti della serie: non la “Milano da bere” già
cantata e raccontata da molti, ma quella multietnica, sfaccettata,
da una parte violenta, dall’altra ricca di storie e di culture. E
Ravello riesce a raccontarlo con il dono della sintesi e
dell’efficacia, imponendo a tutto lo show il suo stile asciutto e
privo di fronzoli, ma denso di fatti, che rifiuta il melodramma e
si focalizza sull’azione, principale veicolo di emozioni e
approfondimento psicologico. Travaglia non ci viene (troppo)
mostrano mentre rimugina e si strugge sul suo passato, ma
apprendiamo molto del suo modo di essere da come si approccia agli
amici, al lavoro, alle varie umanità che incrocia nella Milano
insolita ma autentica che la serie ha per ambiente/personaggio.
ph – Loris T. Zambelli
Ogni episodio (dodici in
tutto, per sei serate su RaiUno) propone una trama
verticale in cui Travaglia è coinvolto in una nuova indagine,
mentre la trama orizzontale volta a raccontare i traumi del
protagonista si dipana un pezzetto alla volta, affondando sempre di
più dentro al suo passato e dentro alle ragioni che lo hanno
portato lì, dove si trova adesso. Questa formula permette dunque
all’azione di essere sempre interessante e di mantenere alta
l’attenzione dello spettatore che, mentre segue le vicende dei
personaggi di volta in volta chiamati in causa, si affeziona pian
piano a Luca, scoprendone il passato e il suo grande dilemma.
Un linguaggio “da fiction”
Con un approccio molto
pratico, Il Clandestino riesce a distinguersi per
originalità e onestà di rappresentazione, anche se fatica a
distaccarsi da un certo linguaggio da fiction che, in scambi di
dialogo banalizzati dal classico parlato televisivo “finto” e
alcune dinamiche di scena, inciampa clamorosamente, svelando la sua
natura più nazional popolare, rivendicata poi dalla sua
destinazione d’uso, la prima serata di RaiUno. Niente che però
possa minarne la popolarità o il successo agli occhi del pubblico
di riferimento, abituato e confortato da quello stesso
linguaggio.
La storia della Monarchia del Regno
Unito è tanto lunga quanto – a dir poco – vivace. Scavando nel suo
passato, ci si può infatti imbattere in personalità d’ogni tipo:
dai monarchi più spietati a quelli più facilmente soggiogabili, dai
frequentatori di corte più devoti a quelli più depravati, fino a
quelli più arrivisti. Grandi sogni, passioni, inganni, tradimenti,
complotti, intorno alla Corona inglese è avvenuto tutto e di più.
Non sorprende dunque che la sua storia continui ad essere oggetto
di adattamenti cinematografici e televisivi, l’ultimo dei quali è
la miniserie con la premio Oscar Julianne Moore, Mary &
George, ideata da D. C. Moore e tratta dal saggio di
Benjamin Woolley, The King’s
Assassin.
Siamo lontani dalla contemporaneità
tanto brillantemente raccontata nella serie The
Crown, per tornare invece a cavallo del Cinquecento e del
Seicento. Il regno di Elisabetta I (raccontato in
Elizabeth ed Elizabeth – The Golden Age) è terminato e a lei,
regina senza figli, è succeduto suo cugino Giacomo
I, figlio di Mary Stuart (raccontata, tra
gli altri, in Maria regina di Scozia). È dunque presso la corte di
questi – personalità colta e amante dell’arte ma incapace di
gestire le problematiche politiche del regno – che si sviluppa il
racconto di Mary & George, incentrato sulla
madre e il figlio che hanno tramato, sedotto e ucciso per
conquistare la corte d’Inghilterra e il letto del suo re.
La trama di Mary & George: serpi nel
palazzo
Mary & George è
infatti ispirato alla controversa storia vera di Mary
Villiers (Julianne
Moore), che a partire dal 1592 plasmò il suo
bellissimo e carismatico figlio George
(Nicholas Galitzine) per sedurre il
Re Giacomo I (Tony
Curran), entrando nella sua corte e ottenere così un
potere immenso. Partendo da umili origini, la coppia raggiunge
infatti ben presto ricchezze, titoli e un’enorme influenza sulla
corte inglese attraverso intrighi scandalosi e giochi pericolosi.
Ma il posto dell’Inghilterra sulla scena mondiale è minacciato da
un’invasione spagnola e con il popolo pronto a ribellarsi al re,
tutti i sogni di Mary e George potrebbero crollare da un momento
all’altro.
Il racconto proposto da Mary
& George potrebbe vagamente ricordare quello del
film La
favorita, dove la Abigail Hill di Emma Stone si insinua nelle grazie della
regina Anna interpretata da Olivia Colman, spodestando la precedente
favorita, la Sarah Churchill di Rachel Weisz. Questa vicenda, a sua volta
realmente avvenuta tra il 1708 e il 1714, presenta in modo
evidente diverse similitudini, a riprova di quanto la corte inglese
sia stata teatro di inganni e tradimenti. È lecito immaginare che,
consapevole di questa somiglianza, Moore abbia stabilito con la sua
miniserie di allontanarsi dai toni grotteschi di quel film, per
concentrarsi invece su un’atmosfera molto più cupa, ma anche sul
rapporto morboso tra i due protagonisti del titolo.
Mary & George,
infatti, stabilisce da subito la natura del legame vigente tra
madre e figlio, con una scena d’apertura che vede la donna esporre
al neonato il difficile futuro che lo attende, ritardando il taglio
del cordone ombellicale come a voler prolungare la dipendenza di
lui nei suoi confronti. Caratterizzata dalla semioscurità, questa
scena offre già un’idea chiara di ciò che verrà dopo, tra forti
elementi di oscurità (dell’animo) e ricorrenti desideri di
possessione, che naturalmente anche George finirà con l’ereditare.
È dunque in questi personaggi e nei non detti delle loro azioni,
più che nelle tappe storiche del racconto, che va ricercato il
cuore della miniserie.
Il potere corrompe chi lo desidera
Così facendo, Moore riesce a
conferire alla miniserie una serie di riflessioni che si staccano
dal periodo storico che ci viene raccontato per arrivare fino a
noi. Gli intrighi di palazzo, la scalata sociale dei protagonisti,
il desiderio di potere, sono tutti temi eterni che ritroviamo anche
nella nostra contemporaneità, camuffatisi con le vesti di moda nei
nostri giorni. Non più solo corti e palazzi, ma anche luoghi
virtuali, dove insinuarsi e da cui operare più o meno velatamente
un controllo su quanti al di sotto. Mary & George
sembra ragionare proprio sul ripresentarsi nel tempo di queste
pulsioni nell’animo umano, sul marcio che causano tanto in chi li
nutre quanto in ciò che viene toccato dal loro agire.
Questa recensione – è bene
precisarlo – si basa unicamente sui primi due episodi (di 7) di
Mary & George, ma questi bastano per poter trarre
un primo giudizio sulla miniserie di Moore. Al di là delle
ricostruzioni scenografiche e nei costumi, verso i quali c’è in
generale una crescente attenzione e cura dei dettagli, ciò che
rende appassionante il racconto è il suo non perdersi in superflue
lungagini, riducendo al minimo le sottotrame per portare sempre
avanti il racconto principale. Ciò Moore lo ottiene anche e
soprattutto donando le giuste attenzioni ai suoi personaggi, con i
due protagonisti e re Giacomo I che risultano ricchi di sfumature e
apparentemente pronti ad evolvere episodio dopo episodio.
Il merito è naturalmente anche di
interpreti particolarmente generosi nei confronti di questi
personaggi. C’erano pochi dubbi sul fatto che Julianne Moore avrebbe rubato la scena a
quanti presenti accanto a lei. Impeccabile nel raccontare le
pulsioni che la spingono verso il potere come anche i moti del suo
cuore di madre nei confronti dei figli. Accanto a lei, si distingue
Nicholas Galitzine nei panni del figlio George, al
quale l’attore riesce a conferire una personalità sempre più
complessa mano mano che si addentra nell’inganno nei confronti del
re. Anche solo per le loro interpretazioni, e per i risvolti che i
loro personaggi potrebbero mostrare nei prossimi episodi, la
miniserie merita la nostra attenzione.
All’inizio della settimana si è
diffusa la notizia che Daredevil:
Born Again ha terminato le riprese. Le riprese
erano iniziate lo scorso anno, per poi essere interrotte quando i
Marvel Studios avevano deciso di
licenziare il team creativo e di rivedere una serie che
apparentemente non funzionava.
Alcune riprese e idee saranno
inserite nella nuova versione, anche se è improbabile che sapremo
mai come era la versione precedente di questo seguito di
Daredevil.
Tuttavia, in base a ciò che abbiamo
sentito, Foggy Nelson, Karen Page e Bullseye erano
assenti, così come il costume dell’Uomo senza Paura per gran parte
del revival.
Negli ultimi mesi abbiamo avuto
modo di vedere molte foto e filmati sul set, che mostrano tutti i
personaggi, dalla Tigre Bianca al Punitore in azione.
È probabile che all’orizzonte ce ne
siano altre, visto che Daredevil:
Born Again, il coordinatore degli stunt Philip J.
Silvera ha confermato che le riprese sono terminate per gli episodi
da 1 a 9 e non per l’intera serie di 18 episodi.
Questo sembra confermare le voci
secondo cui la serie verrà divisa in due stagioni separate e
corrisponde a ciò che abbiamo sentito. Al momento si prevede
che Daredevil:
Born Again “stagione 1” risolverà le questioni in
sospeso di Daredevil prima che la “stagione 2”
racconti la propria storia, che potrebbe sfociare direttamente in
Spider-Man 4 (ancora da
decidere). Sono state pubblicate anche altre foto dell’ultimo
giorno di riprese:
Charlie Cox and Jon Bernthal on set of
‘DAREDEVIL: BORN AGAIN’.
Lo sceneggiatore di The Punisher,
Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della
serie Daredevil:
Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.
I dettagli specifici della trama
sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil:
Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil
(Charlie
Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi
Kingpin (Vincent
D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New
York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per
la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a
tale carica quando la storia prenderà il via.
Non è previsto che la serie
Daredevil:
Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente
annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe
andare in onda per 9 (forse 6)
episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil:
Born Again non ha ancora una data di uscita
ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della
Disney per il 2024.
La Warner Bros.
Discovery avrebbe ingaggiato il regista Denis
Villeneuve per adattare il libro di saggistica
Nuclear War: A Scenario di Annie Jacobsen,
candidata al Premio Pulitzer. L’articolo di Deadline conferma
ufficialmente che la Warner Bros. Discovery vuole
che Denis Villeneuve finisca la sua trilogia di
Dune
prima di occuparsi di Nuclear War, e che Dune:
Messiah è ora in fase di sviluppo.
In Dune:
Messiah, Paul Atreides è ora l’Imperatore e l’esercito
Fremen è impegnato in una guerra santa che ha distrutto miliardi di
vite in tutta la galassia. Nel frattempo, le Tre Grandi Case, i
Tleilaxu, la Gilda Spaziale e i Bene Gesserit, progettano di
eliminare Paul perché temono i suoi poteri di chiaroveggenza.
Allo stesso tempo, Paul sfrutta le
sue capacità per navigare in un futuro sempre più pericoloso, al
fine di preservare il proprio futuro e quello del suo impero.
In attesa dei numeri ufficiali
degli incassi di questo fine settimana, che arriveranno più tardi,
va detto che Dune: Parte
Due ha raggiunto i 626 milioni di dollari a livello
globale nel fine settimana precedente e, ad oggi, è il film che ha
incassato di più nel 2024. Gli analisti del botteghino prevedono
che il film supererà i 700 milioni di dollari a livello globale
prima di terminare la sua corsa nelle sale.
Secondo The Hollywood Reporter,
Dune:
Parte Due aveva un obiettivo di pareggio per gli
incassi di 500 milioni di dollari. In passato Villeneuve ha
dichiarato con ritrosia che non farà un terzo film se non supererà
il secondo, ma visti i risultati del film al botteghino e il
clamore suscitato, un terzo film è sempre sembrato inevitabile.
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Denis Villeneuve da una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato
sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di
Frank Herbert ed è uscito nei cinema il 28 Febbraio
2024. Il secondo capitolo continua la storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari.
Nel caso in cui ci fossero ancora
dubbi sul fatto che l’importante revisione creativa di Daredevil:
Born Again, attuato durante gli scioperi, ha
sostanzialmente rinnovato il revival Disney+ come “stagione
4” dello show di Netflix, oggi abbiamo la conferma che un
altro personaggio di supporto della serie originale sarà ora
interpretato dallo stesso attore dopo essere stato inizialmente
rimpiazzato.
Lo scorso marzo abbiamo saputo che
l’attrice di Better Call
Saul e Mr. Robot, Sandrine Holt,
aveva ottenuto il ruolo di Vanessa Fisk in Born Again, ma
una nuova foto dal set ha rivelato che Ayelet
Zurer (Man of Steel) tornerà a vestire i panni
dell’amata moglie di
Kingpin (Vincent
D’Onofrio).
Zurer ha condiviso un articolo sul
suo recasting poco dopo la diffusione della notizia, aggiungendo la
didascalia: “Triste non partecipare. Ma sarò sempre la più
grande fan di Vincent D’Onofrio“. Guardate la foto qui sotto
dal set di Daredevil:
Born Again.
📸 | Ayelet Zurer reprises her role as
Vanessa Mariana alongside Vincent D’onofrio filming Daredevil: Born
Again
— Daredevil: Born Again Behind the Scenes (@DDBAbts)
April 7, 2024
Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again?
Lo sceneggiatore di The Punisher,
Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della
serie Daredevil:
Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.
I dettagli specifici della trama
sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil:
Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil
(Charlie
Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi
Kingpin (Vincent
D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New
York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per
la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a
tale carica quando la storia prenderà il via.
Non è previsto che la serie
Daredevil:
Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente
annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe
andare in onda per 9 (forse 6)
episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil:
Born Again non ha ancora una data di uscita
ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della
Disney per il 2024.
Il trailer completo di Deadpool &
Wolverine dovrebbe debuttare all’inizio del mese
prossimo, ma nel frattempo abbiamo alcune nuove immagini
promozionali che arrivano dal design delle t-shirt di Hot
Topic.
L’artwork rivela un paio di nuove
varianti del Merc With a Mouth (Ryan Reynolds),
tra cui Headpool e Babypool oltre ai già confermati
Dogpool e Kidpool, e abbiamo anche un’altra occhiata alla
maschera di Logan (Hugh Jackman),
accurata come un fumetto.
I Marvel Studios hanno rilasciato
un’immagine ufficiale di Hugh Jackman vestito da
Wolverine poco dopo l’inizio delle riprese, ma non abbiamo ancora
visto l’iconica maschera in live-action. Se l’aspetto è simile a
quello dei vari promo/concept design che abbiamo visto, però, i fan
dovrebbero essere davvero molto felici. Date un’occhiata agli
artwork ai link sottostanti.
Le indiscrezioni sulla trama del film Deadpool &
Wolverine continuano a dilagare, e una recente di
Daniel Richtman potrebbe aver chiarito alcune di queste voci legate
al “nuovo concetto di Multiverso” di cui abbiamo sentito parlare.
Secondo lo scooper, D&W
introdurrà qualcosa noto come “The Anchor”. Per quanto ne sappiamo,
questo significa che quando una variante del Multiverso viene
uccisa (presumibilmente nell’area simile a Battleworld che si vede
nel teaser e nelle foto del set), il suo mondo inizia a decadere
fino a scomparire dall’esistenza.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Nel finale della
seconda stagione di Invincible,
Mark Grayson viene spedito nel Multiverso e
incontra un supereroe che striscia sui muri chiamato Agente
Spider.
I fan dei fumetti sapranno che
Invincible e Spider-Man si sono incrociati sulla
pagina, ma che questo avvenga in un film o in una serie televisiva
è più facile a dirsi che a farsi.
Parlando con Variety, al creatore e
produttore esecutivo Robert Kirkman è stato
chiesto di riportare Josh Keaton a prestare la sua
voce a una versione alternativa di Spider-Man che,
beh, non è Spider-Man… ma in un certo senso lo è!
Cosa ha detto Robert Kirkman?
“Si trattava solo di trovare un
modo per mantenere quel momento in qualche modo intatto dai
fumetti“, spiega. “Sembrava un modo divertente e
sorprendente per farlo. L’ufficio legale di Amazon,
scrupolosamente, ha detto: ‘No, il costume non può essere di quel
colore. Dobbiamo allontanarci da questo e da quello”. C’erano molti
occhi puntati su quella scena“.
“Volevamo trovare un attore che
avesse già fatto Spider-Man. [Dan Duncan è arrivato immediatamente
e ha detto: ‘Josh Keaton deve farlo’. ‘Spectacular Spider Man’ è
una grande serie’. Ci aveva lavorato e aveva detto che Josh era
fantastico. Mi è sembrata la scelta migliore possibile perché si
tratta di un’animazione con l’animazione. Sembrava che sarebbe
stata una cosa divertente“.
“Detto questo, non interpreterà
Spider-Man. È l’Agente Spider“, ha ribadito Kirkman.
“Potrebbero esserci delle somiglianze, ma credo che la
performance ricca di sfumature di Josh nei panni dell’Agente Spider
sia completamente diversa dal modo in cui ha interpretato
Spider-Man in ‘Spectacular Spider-Man’. Ma chi lo sa? La mia
opinione potrebbe essere un po’ di parte“.
Per quanto riguarda il fatto che
Prime Video abbia mai contattato gli
avvocati della Marvel per vedere cosa sarebbe
stato possibile o meno, sembra che sapessero fin dall’inizio che
Spider-Man stesso era fuori discussione.
Di conseguenza, si è trattato di
non mettersi contro la Disney. “No, voglio dire, sono
abbastanza sicuro che la Marvel l’abbia scoperto oggi“,
confessa Kirkman. “Quindi, non abbiamo chiamato nessun avvocato
della Marvel o altro. No, era compito dell’ufficio legale di Amazon
assicurarsi che la Marvel non dovesse saperlo“.
Nel suo secondo weekend di uscita,
Godzilla
e Kong – Il nuovo impero ha subito un
preoccupante calo del 60% negli USA, ma nel complesso i numeri del
box office globale sono ancora forti.
Dopo il weekend di apertura, gli
analisti del botteghino prevedevano un’uscita finale nelle sale di
oltre 700 milioni di dollari, ma dopo gli ultimi dati nazionali, le
stime sono ora scese a 550-600 milioni di dollari a livello
globale.
Tuttavia, Godzilla
e Kong – Il nuovo impero ha un budget di
produzione incredibilmente modesto, pari a soli 135 milioni di
dollari, il che significa che deve incassare solo 400 milioni di
dollari in tutto il mondo per raggiungere il punto di pareggio.
Prima dell’uscita del film, il
regista Adam Wingard ha rivelato di avere tre
opzioni sul tavolo dopo Godzilla
e Kong – Il nuovo impero: un film live-action sui
ThunderCats, un sequel di
Face/Off e un altro capitolo del
MonsterVerse.
Sulla base di questi numeri al
botteghino, pensiamo che probabilmente si tratterà di quest’ultimo.
Il film si trova attualmente a 350 milioni di dollari in tutto il
mondo, ben al di sopra degli incassi di Godzilla vs
Kong in questo stesso periodo.
Cosa sappiamo su Godzilla
e Kong – Il Nuovo Impero?
La sinossi di Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero anticipa che il film metterà
“L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una colossale
minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando la loro
stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le storie di
questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull Island e oltre,
mentre scopri la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare
questi straordinari esseri e li ha legati all’umanità per
sempre.“
Godzilla e
Kong – Il Nuovo Impero è interpretato da
Dan Stevens (Legion; The Guest),
Rebecca Hall (Iron
Man 3; Transcendence), Brian
Tyree Henry (Atlanta ; Eternals), Kaylee Hottle
(Godzilla vs. Kong ; Magnum PI),
Fala Chen (Shang-Chi e La leggenda dei dieci
anelli; The Undoing), Alex
Ferns (The Batman; Wrath of Man) e
Rachel House (Thor: Ragnarok; Next Goal
Wins). Wingard torna alla regia con una sceneggiatura di Terry
Rossio, Jeremy Slater e Simon Barrett. Godzilla
e Kong – Il nuovo Impero è al cinema dal 28 marzo.
Le riprese di Superman sono
iniziate ufficialmente il 25 febbraio 2024, e il regista
James Gunn ha oggi
rivelato quanto delle riprese previste è stato già completato e
poco più di un mese dall’inizio della lavorazione.
Su Threads, James Gunn ha
dichiarato che finora è stato completato solo il 18% della
produzione. In base a questa percentuale, sembra che la produzione
del film si protrarrà fino a tutta l’estate.
James
Gunn ha recentemente rivelato che quest’anno salterà
il San Diego Comic-Con (SDCC), che si svolge a luglio, perché sarà
troppo impegnato nelle riprese di Superman.
Di recente, James
Gunn è intervenuto anche su Threads per
rispondere alle recenti voci secondo cui un sosia di
Superman sotto forma
di Bizarro o Ultraman sarebbe stato l’antagonista
principale del film.
James Gunn ha
dichiarato: “Il protagonista principale di Superman è,
sorprendentemente, Superman. Il cattivo principale di Superman è,
sorprendentemente, Lex Luthor. Non so da dove provengano tutte le
voci che dicono che si tratta di qualcosa di diverso da questo. Ci
sono così tante storie che escono ogni giorno che è difficile
gestirle, e ogni volta che butto giù qualcosa gli sto dando
attenzione. Quindi, ripeto, non credete a nulla se non lo vedete
QUI (e perché mai dovreste voler sapere tutto prima che il film
esca?“.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Frank Grillo interpreterà il personaggio di
Bill Bevilaqua, descritto come un mafioso di Kansas City con
interessi a Tulsa. La produzione della prossima puntata è
attualmente in corso, in vista della première su Paramount+
prevista per l’autunno.
Ideata dal candidato all’Oscar
Taylor Sheridan, la serie sarà girata in Oklahoma
e ad Atlanta, con il pluripremiato Craig Zisk
(Weeds, The Larry Sanders Show) alla regia e alla produzione
esecutiva. Il candidato all’Oscar Terence Winter
(The
Wolf of Wall Street, I Soprano) tornerà come sceneggiatore
e produttore esecutivo. TULSA KING è prodotto da MTV
Entertainment Studios e 101 Studios in esclusiva per
Paramount+.
La serie segue il capo della mafia
newyorkese Dwight “Il Generale” Manfredi, appena uscito di prigione
dopo 25 anni e esiliato senza complimenti dal suo capo per
stabilirsi a Tulsa, in Oklahoma. Rendendosi conto che la sua
famiglia mafiosa potrebbe non avere a cuore i suoi interessi,
Dwight costruisce lentamente una squadra composta da un gruppo di
personaggi improbabili che lo aiutano a stabilire un nuovo impero
criminale in un luogo che per lui potrebbe davvero essere un altro
pianeta.
Tutte le novità della seconda stagione di Tulsa King
Le guest star della prima stagione
Annabella Sciorra e Tatiana Zappardino sono
diventate series regular per la seconda stagione, insieme a un
incredibile cast che comprende Andrea Savage, Martin Starr,
Max Casella, Domenick Lombardozzi, Vincent Piazza e Jay Will, con
Garrett Hedlund e Dana Delany.
Il creatore e candidato all’Oscar
Taylor Sheridan torna come produttore esecutivo.
Tra i produttori esecutivi di TULSA KING anche Sylvester Stallone, David C. Glasser, Terence
Winter, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin e Braden Aftergood.
Oltre a TULSA KING, il crescente palinsesto
di contenuti creati da Sheridan su Paramount+ comprende 1883
e MAYOR OF KINGSTOWN, attualmente in produzione con la
terza stagione, SPECIAL OPS: LIONESS, LAWMEN: BASS
REEVES, 1923, che entrerà in produzione con la seconda
stagione nel corso dell’anno, e la prossima serie inedita
LANDMAN, con Billy Bob Thornton.
Il network americano CBS ha diffuso
il promo e la trama di S.W.A.T. 7×08, l’ottavo
inedito episodio della settima e ultima stagione di
S.W.A.T.
In S.W.A.T. 7×08
che si intitolerà “Family Man” La squadra SWAT si
scontra con una famiglia di preterintenzionali barricati nella loro
casa-fortezza e Deacon si ritrova al centro della tempesta.
Inoltre, Tan si scontra con un giornalista che sta seguendo la
situazione e Powell è alle prese con l’incontro con il bambino che
ha dato in adozione 18 anni fa.
S.W.A.T. 7
La stagione 7 di S.W.A.T. ha debuttato il
16 febbraio 2024 ed è composta da 13 episodi in totale. La serie è
prodotta esecutivamente da Shawn Ryan, Neal H. Moritz, Aaron
Rahsaan Thomas, Marney Hochman, Danielle Woodrow, Pavun Shetty,
Justin Lin e Paul Bernard.
Il cast di S.W.A.T. comprende Shemar Moore nel ruolo di Daniel Harrelson,
Stephanie Sigman nel ruolo del Capitano Jessica
Cortez, Jay Harrington nel ruolo del Sergente II
David Kay, Alex Russell nel ruolo dell’Agente III
James Street e molti altri.
La sinossi di S.W.A.T. è la seguente:
“Un tenente della S.W.A.T., nato e
cresciuto in zona, è combattuto tra la lealtà verso le strade e il
dovere verso i suoi colleghi quando gli viene affidato il compito
di dirigere un’unità altamente addestrata che è l’ultima fermata
per risolvere i crimini a Los Angeles”.
L’Italia è (anche) un Paese di
artisti e oltre i più noti tra essi si agita un’intera galassia di
personalità forse anche più interessanti di quelle di cui
conosciamo il nome. Tra questi vi è Anna
Paparatti, donna libera nata in Calabria e arrivata a
studiare all’Accademia di Belle Arti di Roma con il talento e la
vocazione per la pittura, distintasi per una serie di dipinti
geometrici divenuti particolarmente popolari nel corso degli anni
Sessanta. A lei è dedicato il documentario La
Pitturessa (qui il trailer), diretto
da Fabiana Sargentini
(Tutto su mio padre Fabio Sargentini, Non lo so
ancora), figlia della stessa Paparatti, a cui dunque dedica un
ritratto che alterna momenti di gioco a serietà critica.
L’occasione per tale progetto di
documentario si sviluppa in seguito a quando, nel 2021, la
direttrice artistica di Dior, Maria Grazia Chiuri,
propone a Paparatti di usare i suoi quadri geometrici, “Il
grande gioco” e “Pop-oca”, “Le jeu qui n’existe
pas” e “Il gioco del nonsense” – tele rimaste per
anni nella sua grande casa sul Lungotevere a Roma – per costruire
il set up della sfilata parigina del prêt-à porter di Dior nello
stesso anno. Occasione che dunque riporta Anna Paparatti di nuovo
sulla scena contemporanea.
Anna Paparatti, la Pitturessa
La Pitturessa
ripercorre dunque la storia di Anna Paparatti, che in seguito agli
studi in Accademia è entrata a far parte, dal di dentro, di
cinquant’anni di storia dell’arte contemporanea italiana e
internazionale. In particolare, nel film confluisce la sua forte
fascinazione per la cultura e la filosofia indiana, ma naturalmente
anche il rapporto con il gallerista FabioSargentini, dalla cui galleria
L’Attico passarono artisti e intellettual che
hanno animato la scena artistica romana e internazionale degli anni
60 e 70 e entrando in contatto con i quali Paparatti ha avuto modo
di formare ulteriormente la propria personalità artistica.
Proprio L’Attico rappresenta un
momento spartiacque nella vita e nella carriera di Anna
Paparatti. Nella celebre galleria italiana, dove oltre
all’arte trovano spazio anche le avanguardistiche ricerche musicali
e performative che tanto contribuirono alla diffusione di
determinate culture, l’artista diventa una vera e propria figura di
riferimento per quanti gravitavano intorno a quell’ambiente, da
Pino Pascali a Piero Pizzi
Cannella (presente in La Pitturessa come
narratore) fino a Sol LeWitt, celebre artista
legato a vari movimenti, tra cui l’arte concettuale e il
minimalismo.
Raccontare la sua storia significa
dunque raccontare anche quella di un ambiente artistico e culturale
di un’Italia che non c’è più. Ciò viene compiuto attraverso
materiali inediti dell’archivio personale dell’artista, immagini di
repertorio uniche, fotografie e opere diverse, oltre a frammenti di
film importanti in cui si ritrovano i suoi quadri. Fondamentali
sono naturalmente anche le interviste ai compagni di viaggio che
hanno osservato tutto il percorso e poi l’ascesa di Paparatti nel
panorama internazionale. In mezzo a tutti questi elementi, spicca
però la presenza della stessa Paparatti, la quale si racconta senza
filtri e offre la propria affascinante visione dell’arte.
Artisti si nasce, madri si diventa
“Essere artisti? Lo sei. Non
puoi fare altro” afferma infatti Anna
Paparatti nelle prime scene del documentario e per
l’intera durata di esso la regista Fabiana
Sargentini porta avanti una delicata indagine su cosa tale
consapevolezza abbia significato per sua madre e come questa sua
vocazione abbia travolto ogni altro aspetto della sua vita. Perché
se è vero che La Pitturessa offre un dettagliato
excursus storico, è bene notare che questo racconto collettivo si
anima a partire dal rapporto tra una madre e una figlia e che
questo detta a suo modo l’andamento e il percorso compiuto dal
documentario.
Fabiana Sargentini – proprio come
aveva già fatto con il documentario dedicato a suo padre – ci guida
alla scoperta di sua madre Anna Paparatti, dando l’impressione di
riscoprirla a sua volta mentre il film si svolge e ciò conferisce
al documentario quella certa spontaneità e sensibilità capaci di
far diventare universale una storia così personale. Con La
Pitturessa, dunque, si apprende e ci si sorprende, ci si
diverte per l’arguzia di Anna Paparatti e allo stesso tempo si ha
la conferma di quanto l’odierno mondo dell’arte italiana sia
variegato e meritevole di essere scoperto.
In occasione della presentazione de
Il Clandestino, la nuova fiction Rai in onda
dall’8 aprile su RaiUno, abbiamo intervistato Edoardo Leo e Rolando
Ravello, rispettivamente protagonista e regista della
serie.
Luca Travaglia (Edoardo
Leo), ex ispettore capo dell’antiterrorismo, ha
lasciato la polizia in seguito a un violento attentato che è
costato la vita alla sua donna. Trasferitosi a Milano, lavora come
buttafuori nelle discoteche, cercando di anestetizzare il dolore.
Il muro che ha alzato tra se stesso e la vita comincia a
sgretolarsi quando incrocia sulla sua strada Palitha
(Hassani Shapi), un cingalese intraprendente e
sopra le righe che lo trascina nell’impresa di mettere in piedi
un’improbabile agenzia investigativa.
Dune
Messiah, che sarà il testo di partenza per Dune:
Parte Tre, è pieno di elementi bizzarri, che forse il
pubblico non è pronto a vedere. Finora, non è ancora chiaro quanto
Denis Villeneuve trarrà dagli altri capitoli di
Dune per realizzare la terza parte della sua trilogia, ma sappiamo
che Messiah conclude la storia di Paul (Timothée
Chalamet), mentre i seguiti sono dedicati ai suoi
figli gemelli, che avrà da Chani (Zendaya):
Ghanima e il futuro Dio Imperatore dell’Universo Leto II.
Dai romanzi però sappiamo che
sebbene Paul sia l’eroe della storia, le sue scelte future
provocheranno parecchie sofferenze all’Universo, così il Bene
Gesserit decide di mettere a punto un piano per ucciderlo,
alleandosi con forze oscure. Da qui in poi la storia diventa sempre
più strana, e non sappiamo se il pubblico è davvero pronto ad
assistere a queste stranezze! Ecco gli aspetti bizzarri della
storia di Dune Messiah.
1Il figlio di Paul diventa un ibrido
uomo-verme della sabbia
Anche se resta da vedere se Villeneuve
racconterà sia Dune Messiah che Children
of Dune, il regista ha molti punti bizzarri della trama
tra cui scegliere per quanto riguarda quest’ultimo. Nel terzo libro
di Dune, Leto II e Ghanima hanno a che fare con la zia posseduta
dal Barone. Alla fine, Leto II decide di intraprendere il
cosiddetto Sentiero d’Oro, la strada da seguire per l’umanità in
modo che non ristagni nella sua struttura e condizioni attuali. Per
fare ciò, Leto adotta una “pelle di trota della sabbia”, creando un
futuro in cui diventerà un ibrido uomo-verme della
sabbia.
La
pelle del verme della sabbia lo rende praticamente indistruttibile,
permettendo al cosiddetto Imperatore Dio di vivere molto a lungo.
Per consolidare il suo potere e garantire il futuro della Casa
Atreides, Leto sposa anche sua sorella, sebbene Ghanima abbia figli
da un altro corteggiatore. Anche così, si tratta di una svolta
degli eventi incredibilmente inquietante: i figli di Paul si
sposano e uno di loro diventa in parte un verme della sabbia.
Chissà quali di queste cose entrerà nel racconto di Dune:
Parte Tre.
Il confermato sequel Matrix
5 ha il potenziale per rispondere alle domande ancora
senza risposta sollevate dall’ultimo film della saga,
Matrix Resurrection e in generale dalla trilogia
originale. Il
finale di Matrix Resurrections vede Neo (Keanu
Reeves) e Trinity (Carrie-Anne
Moss) dare vita ad una nuova era in cui hanno più
controllo che mai su Matrix e si propongono di riprogettarlo
completamente, ma non è chiaro cosa ciò comporterà.
Ora Matrix 5 è
dunque
entrato ufficialmente in fase di sviluppo, anche senza la regia
delle Wachowski (anche se Lana svolgerà il ruolo di produttrice
esecutiva), il modo migliore per il nuovo regista Drew Goddard
(Quella
casa nel bosco,
7 sconosciuti a El Royale) di conquistare i fan potrebbe
essere quello di rispondere alle domande più scottanti e annose su
Matrix e di risolvere le vecchie trame ancora insolute.
1In che modo Neo e Trinity cambiano
Matrix?
Alla fine di Matrix
Resurrections, Neo e Trinity si sono liberati dal
controllo dell’Analista e la loro capacità di manipolare la realtà
di Matrix è più forte che mai. Si incontrano per l’ultima volta con
l’Analista, dove Trinity gli dice: “Eravamo in viaggio per
rifare il vostro mondo” e “ricordare alla gente cosa può
fare una mente libera“. Neo e Trinity sembrano dunque essere
impegnati in un’avventura per garantire alle persone il libero
arbitrio, anche all’interno della realtà simulata.
Questa sarà molto probabilmente la trama
principale di Matrix 5, ma ci sono diverse
sfaccettature che potrebbero diventare sottotrame avvincenti. Gli
esseri umani che sono soddisfatti della vita in Matrix, ma che
continuano a lottare, potrebbero diventare personaggi importanti.
Neo e Trinity devono anche capire come gli Agenti e gli altri
programmi si inseriscono in questo mondo. I fan sono ora ovviamente
in apprensione per il prossimo film della saga, ma si spera che
questo darà a queste trame delle conclusioni
soddisfacenti.
Non perdetevi Scoop solo
perché non siete interessati alle vicende del principe Andrea
d’Inghilterra. Il film di Philip Martin online su Netflix dal 5 aprile in realtà è
molto di più. Al centro, la storica intervista rilasciata dal Duca
di York a Emily Maitlis, la giornalista della BBC
interpretata da Gillian Anderson, nota come protagonista di
X-Files, anche se in realtà la sua carriera
cinematografica è stata importante indipendentemente dal famoso
serial.
Come si è arrivati all’incontro che
si tenne in esclusiva nel Salone Sud di Buckingham Palace?
Scoop ricostruisce il paziente lavoro di
negoziazione che ha consentito alla rete di stabilire un contatto
con la Casa Reale e convincere il principe ad accettare il
confronto davanti alla videocamera; il tema non è l’ossessione per
il sesso di Sua Maestà: parliamo di giornalisti, del giornalismo
che sta scomparendo, delle sfide decisive e della vita che ciascuno
deve sapersi.
La vicenda è nota: nel 2008
Jeffrey Epstein, un ex insegnante di una scuola di figli di
VIP che gli aprono le porte dell’alta finanza e del jet set, viene
condannato per induzione alla prostituzione di minori. Secondo
l’accusa, era responsabile di un giro di ragazze molto giovani
indirizzate a politici e nomi in vista che ne abusavano
sessualmente. Tra questi, sembra esserci anche il principe
Andrea (Rufus
Sewell), la cui vicinanza a Epstein anche dopo la sua
condanna e rimessa in libertà viene testimoniata dallo scatto dal
reporter Jae Donnelly nel 2010, a New York, durante una
passeggiata a Central Park.
Quasi dieci anni dopo, la mole di
articoli scritti sull’argomento avrebbe forse rischiato di essere
dimenticata se quella foto non continuasse ad accompagnarlo dalle
pagine di ogni quotidiano. Le immagini riescono ad impattare anche
quando ogni altra informazione tende a sbiadire ed è da lì che
parte la narrazione centrale di Scoop. Il
giornalismo è in crisi da tempo quando nel 2019, la BBC annuncia
450 licenziamenti. Sam Mac Alister, interpretata da
Billie Piper (Diario di una squillo e Doctor
Who), è tra i lavoratori che ascoltano con preoccupazione
l’annuncio.
Newsnight, il programma
d’informazione quotidiana della nota emittente televisiva
britannica di cui è redattrice, fatica infatti a trovare una
breaking news che possa davvero suscitare l’attenzione del pubblico
e surclassare le concorrenti. La tensione tra quanti credono che a
dimostrare la validità del proprio ruolo (e salvarlo) sia la
presenza assidua in redazione e chi invece rivendica il
diritto/dovere di andare in giro a cercare le notizie è palpabile.
Non serve dire che Sam appartiene alla seconda scuola di pensiero
per capire che da qui Scoop entra nel vivo.
Mai arrendersi: è questo il
sottotesto di Scoop e della tenacia con cui la giornalista persegue
ogni contatto, anche quello da cui è più facile aspettarsi un
rifiuto, fino a trasformarlo in una fonte e guidare l’informazione
degli altri media per molto tempo a seguire. Scoop
on è un film sul fare carriera: farsi valere anche quando non si è
invitati a condividere quanto raccolto con pazienza e non aspettare
che le buone occasioni cadano dal cielo è un’altra storia. È questa
storia.
A Sam non basta aver fatto centro
una volta per vedere cambiare la propria vita e la propria
posizione all’interno di un ambiente tanto competitivo ma nutre la
convinzione di partecipare a qualcosa che vale la pena: è questo
che cerca davvero ogni volta che persegue la notizia. Quando in
Scoop arriva il fatidico giorno e
l’intervista-duello ha luogo, fuori dal set si fronteggiano anche
Sam e il suo contatto, la segretaria privata del principe,
Amanda Thirsk (interpretata da Keeley Hawes): le due
donne si trovano su fronti contrapposti e nutrono aspettative
naturalmente diverse rispetto all’esito dell’intervista.
Ma entrambe sono arrivate fin lì
stringendo un patto di solidarietà e di rispetto, il che rende il
gioco molto più sottile rispetto ad un netto contrasto, in un
crescendo di pathos che riesce a coinvolgere anche senza colpi di
scena. E alla fine pazienza per il povero Andrea e per i suoi
peluche: è grazie ai giornalisti che non si sono arresi che molte
vittime di Epstein e dei suoi sodali oggi hanno un nome e stanno
lottando per i riconoscimenti dei propri diritti.
Divenuto uno dei franchise animati
di maggior successo degli ultimi anni, Kung Fu Panda ha conquistato spettatori da
ogni parte del mondo, tanto presso gli spettatori più giovani
quanto con i più adulti. Nel 2008 è uscito in sala il primo dei tre
film attualmente realizzati, da subito considerato uno dei migliori
film d’animazione della storia. Presentato fuori concorso al
Festival di Cannes, e nominato all’Oscar,
questo dà vita alle avventure del simpatico panda Po, che aspira a
diventare un grande guerriero di arti marziali. Nel 2011 è poi
arrivato il primo sequel, Kung Fu Panda 2
(qui la recensione), mentre del
2016 è Kung Fu Panda 3 (qui
la recensione), diretto da Alessandro Carloni
e Jennifer Yuh Nelson.
L’ispirazione per il primo film
nacque però dal videogioco T’ai Fu: Wrath of the Tiger e
dal film Kung Fu Hustle. Inizialmente, tuttavia, il
progetto nasceva per essere una parodia del genere arti marziali,
ma il co-regista John Stevenson non gradì tale
idea, preferendo dar vita ad una commedia basata sul genere Wǔxiá.
Insieme al regista Mark Osborne, questi lavorò
dunque per conferire al film una realistica atmosfera cinese, tra
tradizioni e ornamenti. Per la DreamWorks Animation si trattò di
uno dei loro progetti più complessi di sempre, data specialmente la
grande richiesta di dettagli animati.
Con il terzo film si tento di alzare
ulteriormente il livello e successivamente all’uscita nelle sale si
pensò che questo sarebbe stato l’ultimo capitolo. Oggi sappiamo che
non è così, ma prima di vedere cosa c’è nel futuro di Po oltre
Kung Fu Panda 3, in questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
questo terzo capitolo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di doppiatori e,
infine, al suo sequel. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Kung Fu Panda
3
Kung
Fu Panda 3 vede Po ottenere
l’incarico di maestro del Palazzo di Giada. Egli ha ora il compito
di addestrare nuove generazioni di guerrieri all’arte del kung fu.
Mentre si confronta con questa nuova responsabilità, Po ha modo di
ricongiungersi con il suo padre biologico, Li
Shan. La gioia del momento viene tuttavia interrotta dalla
notizia che il guerriero Kai è tornato nel regno
mortale alla ricerca dell’antico potere del Chi. Grazie ad una
pergamena lasciata da Oogway, Po scopre che Kai
può essere sconfitto solo grazie a questo stesso potere. Esso
veniva tramandato dai guerrieri panda, e così insieme a suo padre
Po intraprende un viaggio verso la valle delle sue vere origini.
Qui, Po si confronterà con il proprio passato, con i propri simili
e con il segreto dietro al Chi.
I doppiatori americani e italiani
del film: da Po al villain Kai
Tra gli elementi più noti della
trilogia vi è quello relativo ai celebri nomi di Hollywood che
hanno preso parte al doppiaggio dei personaggi protagonisti. A dare
voce al panda Po, è l’attore Jack
Black, mentre a doppiare in italiano il personaggio è
invece Fabio
Volo. Dustin
Hoffman dà voce al saggio maestro
Shifu. Per accettare la parte l’attore richiese,
qualora non fosse stato soddisfatto della propria performance, di
poter registrare nuovamente le proprie battute. La voce italiana
del personaggio è invece di Eros Pagni. La premio
Oscar Angelina
Jolie interpreta Tigre, la più forte
e coraggiosa dei guerrieri di Shifu e inizialmente favorita per la
conquista della Pergamena del Drago.
La sua voce italiana è di
Francesca Fiorentini, nota doppiatrice di attrici
come Gwyneth Paltrow e Milla Jovovich. Jackie
Chan è invece presente nei panni di
Scimmia, la cui voce italiana è affidata ad
Angelo Maggi, doppiatore storico di Tom Hanks e Robert Downey Jr.. Lucy
Liu, nota per diversi film di arti marziali, è
Vipera, doppiata in italiano
da Tiziana Avarista. L’attore comico Seth
Rogen dà invece voce al piccolo guerriero
Mantide. Questi è doppiato in italiano da
Simone Mori. David Cross, infine,
è Gru, l’ultimo dei guerrieri di Shifu. Voce
italiana di Danilo De Girolamo. Nel terzo capitolo
la voce del villain Kai è quella diJ.K.
Simmons. Nel film è inoltre presente Bryan
Cranston, interprete di Li Shan, padre di Po.
Kung Fu Panda 3:
il sequel del film
Kung Fu Panda
3 ha dunque ulteriormente esplorato le avventure
del panda Po, introducendo nuovi potenti nemici ma anche
inaspettati alleati. Dopo quest’ultimo, che ha confermato il
successo della saga, si è iniziato naturalmente a parlare di un
quarto capitolo. I registi hanno però dichiarato di non avere
particolarmente fretta, desiderando poter lavorare con calma ad
ognuno dei film così da rendere quanto più eccellenti possibile.
Kung Fu Panda
4 (qui
la recensione) è così diventato realtà solo nel 2024,
narrando una nuova (e forse ultima) avventura per Po.
Il trailer di Kung Fu Panda
3 e dove vederlo in streaming e in TV
In attesa di vedere il sequel,
attualmente al cinema, è possibile fruire del film grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete.Kung Fu Panda è
infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Now, Apple
TV e Prime
Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi,
in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di
guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione
un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il
film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato
6 aprile alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Negli ultimi anni il cinema è stato
invaso da numerosi film di fantascienza ambientati in un futuro
distopico, ma pochi hanno avuto successo quanto la trilogia di
MazeRunner. Composta dai
capitoli Il
labirinto,La fuga e La
rivelazione, questo è la trasposizione dell’omonimo
romanzo del 2009, facente parte di una vera e propria saga
letteraria, composta da una trilogia principale e due romanzi
prequel. Scritto da James Smith Dashner, questo
ebbe un ampio successo tra le giovani generazioni di lettori, i
quali potevano ritrovare al loro interno molte tematiche a loro
care. Dopo il successo dei primi due, nel 2018 è dunque uscito il
capitolo conclusivo,
Maze Runner – La rivelazione.
Con un incasso complessivo di oltre
288 milioni di dollari, il film ha dunque portato a compimento la
storia ideata su carta da James Dashner. Lo
scrittore, celebre proprio per questa trilogia di romanzi, ha poi
scritto anche due prequel, che magari un giorno troveranno a loro
volta spazio sul grande schermo. Prima di intraprendere una visione
di
Maze Runner – La rivelazione, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alle differenze tra
libro e film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Nel terzo capitolo dell’avvincente
saga distopica, MazeRunner: La rivelazione, vediamo
Thomas e i Radurai unire le forze con i ribelli
del “Braccio Destro” per salvare l’amico Minho,
rapito durante lo scontro a fuoco dalle truppe del W.C.K.D. Il
giovane Velocista, a capo del gruppo di adolescenti sopravvissuti
alla prigionia della Radura e alla disperata fuga nel deserto, è
determinato a trovare una cura contro il virus mortale che si è
abbattuto sul pianeta. La ricerca, irta di sfide e ostacoli
insormontabili quasi quanto le pareti del Labirinto, metterà a dura
prova l’amicizia e i legami creati tra i ragazzi.
Protagonista del film, nel ruolo di
Thomas, è ancora l’attore Dylan
O’Brien. Questi, tuttavia era stato inizialmente
scartato dal regista Wes Ball, poiché la sua capigliatura non
lasciava trasparire la fragilità che invece si ricercava per il
ruolo. In quel periodo l’attore era infatti impegnato nelle riprese
della serie Teen Wolf, dove sfoggiava una capigliatura
particolarmente vistosa. Per sua fortuna, una sua foto con i
capelli corti finì successivamente nelle mani di Ball, il quale si
pentì di averlo giudicato negativamente e decise di richiamarlo,
convinto che avrebbe potuto essere l’attore giusto per la parte.
Una volta comunicatagli la notizia, O’Brien ebbe soltanto quattro
giorni di tempo per leggere il romanzo e informarsi sulla sua
storia.
L’attore Will Poulter decise invece di proporsi sia per
il ruolo di Newt che per quello di Gally, finendo con l’ottenere
quest’ultimo. Per il ruolo di Teresa, l’attrice Kaya
Scodelario fu da subito la prima scelta per il
regista. Questi si convinse che fosse la persona giusta per la
parte dopo averla vista recitare nella serie Skins.
Particolarmente coinvolta dal progetto, la Scodelario decise di
allenarsi al fine di poter eseguire personalmente le acrobazie
richieste per il film, senza avvalersi di controfigure. Ad
interpretare Newt, uno dei leader, è invece l’attore Thomas
Brodie-Sangster, mentre Ki Hong Lee è
Minho, uno degli esploratori.
L’attrice Patricia
Clarkson è Ava Paige, direttrice dell’organizzazione WCKD.
Si ritrovano poi gli attori Rosa Salazar, celebre
anche per il film Alita – Angelo della battaglia e la
serie Undone,
nel ruolo della ribelle Brenda, e Giancarlo
Esposito, noto per serie come Breaking Bad,
The
Boyse The
Mandalorian, che interpreta Jorge. In ultimo, Aidan Gillen
interpreta il misterioso Janson, tra i personaggi principali anche
di questo sequel. Per prepararsi al film, inoltre, l’intero cast di
giovani protagonisti fu portato a partecipare ad una sfida di
sopravvivenza nella radura, dove hanno imparato a costruirsi da sé
strumenti e a mettersi al riparo dalla natura circostante.
Nel dar vita ad un adattamento
cinematografico del romanzo, gli autori confermarono l’intenzione
di rimanere quanto più fedeli possibile a questo. Il passaggio
dalla pagina al grande schermo ha però visto operare anche in
questo caso delle necessarie modifiche. Una delle prime la si
ritrova già ad inizio film, dove si assiste al tentativo di salvare
Minho da W.C.K.D. Totalmente differente è invece l’inizio
del libro, dove Thomas si risveglia prigioniero di
W.C.K.D. e lo resta per mesi prima di riuscire a scappare. Ciò
rappresenta una considerevole modifica anche per il fatto che
Minho nel libro non si è mai diviso dal gruppo,
mentre nel film il suo salvataggio è una parte particolarmente
importante del racconto.
Differente è anche ciò che riguarda
la lettera scritta da Newt e affidata a Thomas.
Nel libro questa viene aperta e letta subito dal protagonista,
mentre nel film tale azione viene compiuta soltanto nel finale. A
ciò si ricollegano anche le sorti del personaggio di
Newt, profondamente diverse tra libro e film. Per quanto
riguarda Teresa, invece, viene eliminata la
maggior parte delle ambiguità che la riguardano. In ultimo,
un’altra significativa differenza è la mancanza di
riferimenti nel film ad altre città esistenti. Nel libro,
invece, i protagonisti credono ci siano rimaste più città in piedi
ma quella che cercano loro è a Denver, in Colorado.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
In attesa di vedere il terzo
capitolo della trilogia, è possibile fruire del film grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Maze
Runner – La rivelazione è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV,Apple TV,
Prime Video, Disney+
eNetflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo.
Captain America è
stato parte integrante del MCU per quasi un decennio, il che ha dato al
personaggio di Steve Rogers parecchie occasioni per poter brillare
sul grande schermo. Alcune scene dei film dell’universo condiviso
in cui è apparso, rendono palese il motivo per cui Steve
sia un supereroe così amato e rispettato. Screen
Rant ha raccolto le 10 scene presenti nei film
del Marvel Cinematic Universe
che dimostrano che Cap è il migliore di tutti i Vendicatori:
Steve che torna indietro nel tempo e vive la
sua vita con Peggy è stata una mossa controversa, poiché molti fan
credevano che Steve fosse semplicemente egoista quando ha preso la
sua decisione. Tuttavia, dopo quello che ha passato (e anche
Peggy!), i due si meritavano un po’ di felicità.
Steve mancava a Peggy, lei mancava a lui, e
anche se forse è stato realmente un gesto un po’ egoista… nessuno è
perfetto, nemmeno Capitan America! Lo fa solo sembrare più umano.
Inoltre, gli sceneggiatori hanno suggerito che Steve fosse il padre
dei figli di Peggy: se è così, alla fine la sua scelta acquista un
significato ancora maggiore…
Superman
sarà il primo film DCU dei DC Studios e un primo passo
incredibilmente importante nel riavviare questi personaggi al
cinema. Possiamo ben dire che, se il film dovesse essere accolto
male, il progetto potrebbe essere accantonato prima di sbocciare
sul serio. Quindi la responsabilità è tanta.
James Gunn ha messo insieme un cast impressionante e un
nuovo rumor afferma che il film contrapporrà l’Uomo d’Acciaio a un clone malvagio di se
stesso ispirato a Ultraman. È una mossa audace quando personaggi
del calibro di Brainiac e Mongol sono lì a portata di mano, ma chi
è Ultraman e come potrebbe essere utilizzato nel nuovo film di
Superman?
1Cosa significa per il Superman di James
Gunn
Queste sono le versioni della storia di
Ultraman sulla pagina, ma cosa significa questo
per Superman?
Secondo quanto riferito, Luthor della DCU usa parte del DNA
dell’Uomo d’Acciaio per creare il suo clone, presumibilmente in
modo da poter avere un supereroe che è da una parte “migliore” di
Superman e dall’altra gli è obbediente.
L’intera faccenda ad un certo punto andrà
storta e qui ci aspettiamo di vedere un cattivo più simile a
Bizarro. Le ipotesi più accreditate vogliono che il personaggio che
nascerà come Ultraman subirà una mutazione o un cambiamento che lo
renderà mostruoso.
È
una mossa coraggiosa da parte di
James Gunn rinunciare alla galleria dei cattivi di Superman
per concentrarsi su un Superman malvagio e significa che David
Corenswet avrà il doppio compito e interpretare
due personaggi. Staremo a vedere se questi rumors si confermeranno
veri.
Con Deadpool &
Wolverine pronti a prendere il comando di un viaggio
attraverso il Multiverso, ci aspettiamo che il Mercenario
Chiacchierone e Logan incontreranno
moltissimi volti familiari del passato. Ci saranno alcuni nuovi
personaggi che saranno i veri protagonisti della storia,
ovviamente, ma sono gli eroi e i cattivi dell’universo Marvel della 20th Century
Fox che potrebbero essere i protagonisti dei momenti più
divertenti del film.
Con questo film, i Marvel Studios
hanno l’opportunità di riportare alcuni dei personaggi preferiti
dai fan per breve tempo sullo schermo e dare una nuova svolta a
personaggi che non ci saremmo mai aspettati di vedere di nuovo.
Ecco chi ci piacerebbe vedere in Deadpool &
Wolverine:
1Bullseye (Colin Farrell)
Abbiamo già parlato del franchise di
Daredevil e ora è il momento di puntare i
riflettori su un altro cattivo. Colin Farrell ha dato il massimo per la sua
interpretazione di Bullseye nel 2003 e, a differenze di
ogni altro aspetto del film, ha funzionato!
In
base a quanto abbiamo visto nelle foto del set, Deadpool &
Wolverine si troveranno a fronteggiare una serie di
cattivi nel Vuoto che presumibilmente sono fedeli a Cassandra Nova
e vogliono uscirne, per cui l’inserimento di Bullseye nel mix ci
sembra giusto. Inoltre, le scene di combattimento sarebbero a dir
poco fantastiche…
Il cast di A Knight of the
Seven Kingdoms: The Hedge Knight per il prossimo spin-off
di Il
trono di spade (Game of Thrones) comincia a
prendere forma: sono stati infatti scelti gli attori per i due
personaggi principali della storia.
Variety ha
riportato che la coppia di personaggi principali della serie
A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight –
Ser Duncan l’Alto e il suo scudiero Egg – è stata
ufficialmente scritturata. L’agenzia ha rivelato che Peter
Claffey interpreterà Ser Duncan, mentre
Dexter Sol Ansell vestirà i panni di
Egg.
Claffey ha
recitato nella serie televisiva Wreck ed è apparso
negli show Harry Wild e Bad Sisters. Ansell,
invece, è apparso in serie come Emmerdale e
The Midwich Cuckoos, oltre che nel film prequel di
Hunger Games dello scorso anno, The Hunger Games: The Ballad of Songbirds &
Snakes.
A Knight of the Seven
Kingdoms: The Hedge Knight è basato sulla novella Dunk and
Egg di Martin. Il breve racconto è incentrato su Ser Duncan l’Alto
(Dunk) e Aegon V Targaryen (Egg), ambientato cento anni prima degli
eventi della serie principale. La serie dovrebbe avere una durata
di sei episodi.
Cosa aspettarsi nella serie The Hedge
Knight?
A Knight of the Seven
Kingdoms: The Hedge Knight è basato sulla novella di
George RR MartinDunk and Egg. Il
racconto è incentrato su Ser Duncan the Tall (Dunk) e Aegon V
Targaryen (Egg), ambientato cento anni prima degli eventi della
serie principale. La serie dovrebbe durare sei episodi.
“Un secolo prima degli eventi
de Il Trono di Spade, due improbabili eroi
vagavano per Westeros… un giovane, ingenuo ma coraggioso cavaliere,
Ser Duncan l’Alto, e il suo minuscolo scudiero, Egg“, recita
la trama della serie. “Ambientato in un’epoca in cui la
stirpe dei Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo
dell’ultimo drago non è ancora passato dalla memoria vivente,
grandi destini, potenti nemici e imprese pericolose attendono
questi amici improbabili e incomparabili.“
Il prequel sarà scritto e prodotto
esecutivamente da Martin e Ira Parker. Ulteriori produttori
esecutivi sono Ryan Condal e Vince Gerardis. Altri potenziali
spin-off di Game of Thrones sono in lavorazione alla HBO, tra cui
una serie incentrata su Jon
Snow con il ritorno di
Kit Harington.
Daniel Craig in Glass Onion: A
Knives Out Mystery.
Un nuovo report di World of
Reel suggerisce che Knives Out 3 di Rian Johnson inizierà la
produzione nel corso dell’anno.
World of Reel
riporta che l’inizio delle riprese del film è previsto per
novembre. Non si sa molto dell’imminente terzo capitolo della serie
di film gialli, ma Daniel Craig dovrebbe riprendere il suo ruolo
di detective privato Benoit Blanc.
Il sequel è valso allo
sceneggiatore e regista Rian Johnson una
nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.
Al momento non è stato effettuato alcun casting per il terzo
capitolo.
Knives Out 3 sarà diretto ancora una volta da
Johnson, che sta attualmente ultimando la sceneggiatura del
prossimo capitolo della serie di film gialli. Oltre a Johnson,
anche la star di Non c’è tempo per morire Daniel Craig tornerà a vestire i panni del
detective privato Benoit Blanc. Ulteriori dettagli sulla trama e
sui nuovi personaggi non sono ancora stati resi noti.
“Sta venendo fuori“, ha
detto Johnson in una precedente intervista dopo la fine dello
sciopero della WGA. “Ovviamente non ho potuto lavorare
durante lo sciopero, e ora che è finito, mi sto tuffando a tutta
forza, e quindi sta venendo fuori. Ho la premessa, ho
l’ambientazione, ho in testa il film. Si tratta solo di
scriverlo“.
Bob Iger,
amministratore delegato della Disney, ha
dichiarato che Disney+ intende avviare un giro di vite sulla
condivisione delle password a giugno.
Secondo Variety,
Iger ha dichiarato giovedì 4 aprile 2023 che la società
“lancerà la nostra prima vera incursione nella condivisione
delle password” a giugno. Iger ha detto che l’iniziativa
inizierà in “pochi Paesi in alcuni mercati“, ma poi
“crescerà in modo significativo con un lancio completo a
settembre“. Non è immediatamente chiaro in quali Paesi o
mercati inizierà il giro di vite sulla condivisione delle
password.
Cos’altro sappiamo del giro di
vite sulla condivisione delle password di Disney+?
Secondo Variety, i clienti di
Disney+, Hulu ed ESPN+
dovranno iniziare a “chiedere a chi prende in prestito la loro
password di sottoscrivere un proprio abbonamento“.
Nell’articolo di Variety si legge anche: “Più tardi, nel 2024,
i titolari di account che vorranno consentire l’accesso a persone
al di fuori del proprio nucleo familiare potranno aggiungerle a un
costo aggiuntivo“.
Bob Iger ha anche
discusso del recente lancio di Hulu su Disney+, affermando:
“Abbiamo bisogno di strumenti tecnologici per ridurre
il tasso di abbandono e creare una maggiore adesione. Si tratta di
cose come i motori di raccomandazione, conoscere meglio i nostri
clienti. Dobbiamo ridurre il costo del marketing. Dobbiamo ridurre
i costi di acquisizione dei clienti per aumentare i margini,
ovviamente“.
I contratti di abbonamento USA per
Disney+, Hulu e ESPN+ recitano: “A meno che non
sia consentito dal livello di servizio, l’utente non può
condividere il proprio abbonamento al di fuori del proprio nucleo
familiare… Possiamo, a nostra esclusiva discrezione, analizzare
l’uso del suo account per determinare il rispetto del presente
Contratto. Se determiniamo, a nostra esclusiva discrezione, che
l’utente ha violato il presente Accordo, possiamo limitare o
interrompere l’accesso al Servizio e/o adottare qualsiasi altra
misura consentita dal presente Accordo“.
Inizialmente, nel 2023, Iger aveva
annunciato che Disney+ avrebbe presto iniziato un giro di
vite sulla condivisione delle password. All’epoca disse:
“Stiamo esplorando attivamente i modi per affrontare la
condivisione degli account e le migliori opzioni per gli abbonati
paganti per condividere i loro account con amici e familiari. Nel
corso dell’anno, inizieremo ad aggiornare i nostri contratti di
abbonamento con termini aggiuntivi e le nostre politiche di
condivisione. Inoltre, nel 2024, adotteremo delle tattiche per
promuovere la monetizzazione“.
Durante l’apparizione di James Cameron come ospite d’onore alla
Cinematheque Française di Parigi, il leggendario regista ha fornito
un aggiornamento sul remake del film di fantascienza del 1966
Fantastic Voyage.
James Cameron aveva espresso il suo interesse
a produrre il remake di Fantastic Voyage fin dalla
fine degli anni ’90, ma da allora ha riorientato la sua attenzione
su uno dei suoi film di maggior incasso, Avatar. Il progetto
di passione è stato a dir poco a lungo in fase di sviluppo, con
Guillermo del Toro confermato alla regia già nel
2016.
Ora, a distanza di più di otto
anni, James Cameronha parlato
del suo progetto di produrre un remake del film originale diretto
da Richard Fleischer.
“Lo stiamo sviluppando da
diversi anni e abbiamo intenzione di procedere molto presto. Raquel
Welch non è disponibile, ma pensiamo di poter fare un buon
film“, ha dichiarato James Cameron. Il remake, di cui si parla da
tempo, sarà prodotto dalla Lightstorm Entertainment di Cameron e la
sceneggiatura sarà affidata a David Goyer.
Di cosa parla Fantastic
Voyage?
Il film Fantastic
Voyage è incentrato su uno scienziato di nome Jan Benes
(Jean Del Val), entrato in coma a causa di un
attentato dopo essere riuscito a perfezionare il processo di
miniaturizzazione. Per salvarlo, un’équipe si sottopone alla
miniaturizzazione per permeare il corpo di Jan e, infine, riparare
il coagulo di sangue nel suo cervello. Tutti devono lavorare per un
periodo di tempo limitato prima che la procedura si esaurisca.
Il film del 1966 è interpretato da
Stephen Boyd nel ruolo di Charles Grant, Raquel
Welch nel ruolo di Cora Peterson, William Redfield nel ruolo del
Capitano Bill Owens, Edmond O’Brien nel ruolo del Generale Alan
Carter, Arthur O’Connell nel ruolo del Colonnello Donald Reid,
Donald Pleasence nel ruolo del Dr. Michaels e Arthur Kennedy nel
ruolo del Dr. Peter Duval. Il resto del cast comprende Barry Coe,
Ken Scott, Shelby Grant e James Brolin.
Dwayne Johnson si sta preparando per un grande weekend
a WrestleMania 40, ma di recente si è preso un po’
di tempo per deridere quella che definisce la cultura
cancel e woke di oggi.
Durante un’apparizione su
Fox News venerdì (via Variety),
Dwayne Johnson ha parlato brevemente delle sue
aspirazioni politiche, di cui si vociferava da tempo, e ha
dichiarato di non avere intenzione di candidarsi a nessun tipo di
carica. Parlando dello stato dell’America, Dwayne
Johnson ha detto di non esserne felice, prima di
menzionare che la “cultura woke” lo infastidisce.
“L’odierna cancellazione
della cultura, la cultura woke, la divisione, eccetera, mi
infastidiscono molto“, ha detto Dwayne
Johnson. “Nello spirito di questa cultura, puoi
soccombere ed essere ciò che gli altri vogliono che tu sia, oppure
puoi essere te stesso ed essere reale… e questo potrebbe far
arrabbiare e incazzare le persone, e va bene così“.
Dwayne Johnson non sosterrà nessun candidato alle
presidenziali del 2024
Per quanto riguarda la politica, a
Dwayne Johnson è stato chiesto di dare il suo sostegno
a un particolare candidato alle presidenziali, come ha fatto nel
2020 quando ha appoggiato pubblicamente Joe Biden.
Questa volta, ha detto
Dwayne Johnson, non lo farà.
“L’appoggio che ho
fatto anni fa a Biden è stata la decisione migliore per me in quel
momento“, ha detto
Dwayne Johnson. Ho pensato: “Sono in una
posizione in cui ho una certa influenza e ho ritenuto che fosse mio
compito esercitare la mia influenza [e] condividerla: Ecco chi
appoggerò”. Non lo farò. All’epoca ero l’uomo più seguito al mondo,
e lo sono ancora oggi, e lo apprezzo… ma ciò ha causato qualcosa
che mi ha lacerato le viscere: la divisione. Questo mi ha colpito.
Allora non me ne rendevo conto, sentivo solo che c’erano molti
disordini e che avrei voluto che le cose si
calmassero.
Per commemorare l’inizio delle
riprese all’inizio di quest’anno, il regista di Superman e
co-CEO dei DC Studios James
Gunn ha condiviso un primo sguardo al nuovo
costume dell’Uomo d’Acciaio.
Abbiamo potuto vedere solo il petto
dell’eroe, ma con un logo ispirato a Kingdom Come
e una texture che probabilmente porterà il design complessivo più
in linea con i fumetti, i fan sono stati per lo più soddisfatti di
ciò che hanno visto.
Tuttavia, rimangono due grandi
domande: Superman avrà
il costume e che aspetto avrà il suo mantello?
Almeno una di queste potrebbe
trovare risposta oggi, dopo che James Gunn ha
risposto a una foto condivisa da David
Corenswet del suo adorabile cagnolino. Come
potete vedere, sullo sfondo è presente quello che sembra essere un
mantello rosso, e la risposta del regista a un fan che glielo ha
chiesto ha confermato che appartiene davvero al protettore
kryptoniano di Metropolis.
Se è così, si tratta di un design
vibrante e semplice che dovrebbe davvero spiccare sullo schermo
quando Superman arriverà
nelle sale il prossimo anno.
Questo accade dopo che James
Gunn è intervenuto
su Threads per smentire le recenti voci secondo cui Supes si
scontrerà con Ultraman. Tuttavia, alcuni non sono riusciti a
guardare sotto la superficie e a leggere tra le righe; pur
confermando che Lex Luthor è l’antagonista principale del reboot,
James Gunn non
ha mai negato i piani per la comparsa di un clone di Superman.
Conclude addirittura il suo post
suggerendo ai fan di smettere di fare spoiler e, in base a ciò che
abbiamo sentito, Luthor al 100% non sarà l’unico cattivo di
Superman. Il principale, certo, ma lo sceneggiatore e
regista ha alcune idee ultra-cool che probabilmente non saranno
confermate fino al rilascio del primo trailer… Date un’occhiata più
da vicino a quello che potrebbe essere il mantello di Supermanqui
sotto.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta
anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.