Quest’anno il Natale si accende con
Lo schiaccianoci e il flauto magico, pellicola
d’animazione del regista Victor
Glukhushin che anima le sale cinematografiche dal 3
novembre. L’atmosfera natalizia si riempie ancora una volta delle
celebri musiche di Cajkovskij, riportando sulla
scena una storia già conosciuta, quella dello Schiaccianoci,
impreziosita da nuovi elementi di magia e spettacolarità.
Il film è un’altra rivisitazione
della storia di Dumas, il quale aveva al tempo “addolcito” il
racconto di Hoffmann Schiaccianoci e il Re dei Topo
considerato molto più crudo e cruento. A rendere il lungometraggio
più appetibile è la voce della conosciuta tiktoker
Charlotte M., che presta la voce alla protagonista
Marie.
Lo schiaccianoci e il flauto
magico, la trama
Nella notte di Capodanno, dopo aver
ballato sotto le note del brano Suite di Cajkovskij, la ballerina Marie riceve una
spiacevole notizia: alla morte del padre, la madre si è trovata con
una serie di debiti da dover pagare al Signor
Ratter, pena la prigione. Rientrata nella sua camera,
Marie esprime tristemente un desiderio, dopo aver gettato per terra
uno Schiaccianoci regalatole quella sera.
Improvvisamente, tutto attorno a lei
inizia a diventare di proporzioni enormi, finché non si rende conto
di essere sotto effetto di un incantesimo. I suoi giocattoli
prendono vita, compreso lo Schiaccianoci. Marie scopre così che lui
altri non è che il Principe George, ed è qui che
inizia l’avventura. Insieme al suo gruppo di amici giocattoli, la
ballerina decide di aiutare George in un’ardua impresa: tornare nel
suo regno, il Regno dei Fiori, per sconfiggere i topi che in sua
assenza se ne sono impossessati.

La magia del cartone in una tipica
storia d’amore
Walt Disney diceva
“Io non faccio film solamente per bambini. Li faccio per il
bambino che è in tutti noi, che abbia sei o sessanta anni.”
Ogni film d’animazione riuscito è perché ha portato dentro di sé
questo spirito, che è la chiave del successo di tutti i
lungometraggi di genere. Essere adulti non equivale a osservare il
mondo solo con l’occhio dell’esperienza, ma avere anche la capacità
di guardarlo con quello della spensieratezza tipico dell’infanzia.
Il mondo cinematografico, che sia d’animazione o meno, è sempre
stato una via di fuga, quel mondo parallelo in cui rifugiarsi
quando il resto del mondo inizia a stare stretto.
Ci sono momenti in cui però
l’universo dei cartoons è il luogo più “adatto” in
cui spegnere i pensieri, grazie soprattutto alla sua
architettura fatta di fotogrammi dai colori sgargianti e una
colonna sonora armoniosa. Le grandi storie animate portate sul
grande schermo fungono spesso anche da film di formazione, e
nascondo al loro interno importanti insegnamenti veicolati da
specifici messaggi, sia per bambini che adulti. Coglierli è
necessario affinché il racconto funzioni, poiché la realtà è
riportata in maniera più semplice ma mai semplicistica.
La premessa era da farsi per poter
comprendere Lo schiaccianoci e il flauto magico,
una pellicola la cui storia antica torna al cinema, seppur
rivisitata, per continuare a insegnarci qualcosa. La struttura
narrativa si dispone sul tema principale della ricerca dell’oggetto
perduto, in questo caso il flauto, grazie a cui l’equilibrio può
essere ripristinato e la felicità ritrovata. Il processo di Marie
all’interno della ricerca è un coming of age interessante
dal punto di vista formativo: inizia con una malinconia del
passato, un desiderio confidato al cielo ad alta voce, quello di
poter tornare alla sua infanzia, per poi terminare con un cammino
di crescita a cui segue un salvataggio. Essere adulti è
difficile, ma Marie non si lascia mai abbattere dagli
ostacoli che incontra per strada e impara che raggiunto
l’obiettivo i sacrifici fatti verranno ripagati. Ed è dalla fiducia
in se stessa, primo atto d’amore, che diventa donna.
L’amicizia, un punto fermo della
storia
La pellicola, che sembra un misto
fra Il
mago di Oz e Cenerentola, pone la lente di
ingrandimento poi su un altro tema importante, quello
dell’amicizia. Marie, George, Becco Rosso e
Ricciolo formano quel gruppo di amici sui generis per cui l’uno
senza l’altro non esistono. Il loro rimanere uniti nonostante le
paure e le difficoltà insegna che, nella vita, se hai degli amici
che ti guardano le spalle tutto può essere più facile da
affrontare.
Il disegno di tutti e quattro i
personaggi serve poi ad equilibrare le scene emotive più forti del
film. Ad esempio, nei momenti di maggior pathos, in cui
Marie e George sono protagonisti, vengono mostrati in parallelo –
in un “montaggio alternato” – le gag comiche di Becco Rosso e
Ricciolo (che sembrano un po’ Stanlio e Ollio), che entrano in
campo per smorzare la tensione. Questa scelta narrativa nasconde un
altro messaggio ben preciso: i momenti difficili è meglio superarli
con un sorriso se non ci si vuole far mangiare da essi.
Lo schiaccianoci e il flauto
magico è perciò un lungometraggio da gustarsi a luci
soffuse e prestando attenzione, poiché dietro le figure animate si
celano significati contemporanei dalla grande valenza. La famosa
musica di Suite (Danza della Fata Confetto) di Per Ilic Cajkovskij,
che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film, aiuta a
rimanere agganciati alla storia, facendosi quasi cullare da essa.
E’ per questo che quando compaiono i titoli di coda, i personaggi
scompaiono ma la magia non smette di avvolgere il cuore.
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