Jake Gyllenhaal reciterà in The
Interpreter, un film di guerra diretto da Guy
Ritchie. Dopo una carriera variegata e addirittura una
incursione nei live action Disney (Aladdin
è diretto da lui), Ritchie sta collaborando con Gyllenhaal per
The Interpreter, come conferma Deadline.
Il film seguirà il sergente John
Kinley e il suo interprete, Ahmed, la cui unità subisce
un’imboscata in Afghanistan. Secondo quanto riferito, Ritchie è
stato ispirato a raccontare la storia dopo aver ascoltato le
esperienze di vita reale dei veterani e dei loro interpreti. Oltre
alla regia, Ritchie ha scritto la sceneggiatura insieme ai
collaboratori di Wrath of Man e The Gentlemen, Marn Davies e
Ivan Atkinson.
The Interpreter
segna un ritorno al genere bellico per Jake Gyllenhaal. L’attore ha già recitato in
Jarhead nel 2005, in cui interpreta un marine
durante la Guerra del Golfo. In Brothers del 2009,
Gyllenhaal recita nel ruolo del fratello di un veterano della
guerra in Afghanistan alle prese con il disturbo da stress
post-traumatico. L’attore reciterà anche nel prossimo dramma di
guerra, Combat Control.
Secondo la sinossi, Gyllenhaal
interpreterà il sergente John Kinley che durante il suo ultimo
turno di servizio in Afghanistan è in coppia con l’interprete
locale Ahmed per ispezionare la regione. Quando la loro unità
subisce un’imboscata di pattuglia, Kinley e Ahmed sono gli unici
sopravvissuti. Con i combattenti nemici all’inseguimento, Ahmed
rischia la propria vita per portare in salvo un Kinley ferito
attraverso chilometri di terreno estenuante. Tornato sul suolo
americano, Kinley scopre che Ahmed e la sua famiglia non hanno
avuto il passaggio promesso per l’America. Determinato a proteggere
il suo amico e ripagare il suo debito, Kinley torna nella zona di
guerra per recuperare Ahmed e la sua famiglia prima che le milizie
locali li raggiungano per primi. Le riprese di The
Interpreter inizieranno a gennaio 2022.
Mahershala Ali è
uno di quegli attori che si è fatto una bella gavetta per trovarsi
dove è ora. Dopo aver partecipato a qualche serie televisiva di
successo, in ruoli prevalentemente minori, ha debuttato al cinema
nel 2008 grazie a Il curioso caso di Benjamin Button.
Da quel film in poi la sua carriera
non si è più fermata, vincendo anche un Oscar al Miglior Attore non
Protagonista per Moonlight. Nonostante ciò, Mahershala è
rimasto un uomo umile, conscio delle sue responsabilità e sempre
pronto a mettere tutto l’impegno possibile nel lavoro che
svolge.
Mahershala Ali: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in noti
film. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel
2008, con un ruolo marginale nel film di David
FincherIl curioso caso di Benjamin
Button. Da questo film in poi la sua carriera è tutta in
ascesa: entra nel cast di Crossing Over (2009), Predators (2010),
Come un tuono (2012) e in quello degli ultimi due film
della saga di Hunger Games, ovvero Il canto della
rivolta –
Parte 1 (2014) e Parte 2 (2015). Nel 2016 recita in Free State of Jones e in Moonlight, consacrandosi grazie a quest’ultimo.
Successivamente recita in Il diritto di contare
(2016), Green Book (2018) e
Alita – Angelo della
battaglia (2019). Prossimante reciterà in Swan Song,
Leave the World Behind e Blade.
2. Mahershala Ali e il
legame con le serie tv. Mahershala Ali ha iniziato la sua
carriera grazie alla televisione: infatti, la sua prima apparizione
avviene nella serie Crossing Jordan (2001-2002), per poi
continuare nel mondo delle serie con Codice
Matrix (2003-2004), 4400 (2004-2007) e
Lie To Me (2009). Parallelamente alla sua carriera
cinematografica, Ali ha poi continuato a recitare in diverse serie
tv, come Treme (2011-2012), Alcatraz
(2012), Alphas (2011-2012), House of Cards – Gli intrighi del potere (2013-2016) e
Marvel’s Luke Cage (2016). Nel
2019 interpreta il protagonista della terza stagione di True
Detective, Wayne Hays. Nel 2020 è invece Sheikh Malik in
Ramy.
Mahershala Ali: chi è sua
moglie
3. Mahershala Ali è sposato
ed è padre di una figlia. Maheshala Ali ha una relazione
con Amatus Sami-Karim, un’artista e compositrice.
I due si sono conosciuti mentre frequentavano la New York
University e si sono sposati nel 2013. La coppia ha poi avuto la
loro prima figlia il 22 febbraio del 2017, giusto qualche giorno
prima che l’attore conquistasse il suo primo Oscar. Mahershala e
sua moglie non sono poi soliti condividere dettagli sulla loro vita
privata, preferendo tenere questa lontana dai riflettori.
Mahershala Ali in Hunger Games
4. Ha recitato nella celebre
saga. Tra i primi ruoli cinematografici importanti di Ali
si annovera anche quello da lui avuto negli ultimi due capitoli
della saga di Hunger Games. In questi egli ha interpretato
Boggs, secondo in comando del presidente Coin, il quale diviene poi
il protettore di Katniss nel momento in cui questa assume il ruolo
di Ghiandaia Imitatrice, simbolo della rivoluzione. È stato proprio
grazie a questo ruolo che Ali ha potuto dimostrare la sua bravura
come interprete, ottenendo poi sempre più attenzioni.
Mahershala Ali in Green
Book
5. Mahershala Ali ha dovuto
imparare a comportarsi come un pianista. Per il film
Green Book, in cui Ali interpreta Don
Shirley, un pianista afromericano che sarà seguito nel suo
tour per gli Stati Uniti dall’italoamericano Tony
Lip (interpretato da Viggo Mortensen), Ali ha lavorato per alcuni
mesi con Kris Bowers, che è anche l’autore della
colonna sonora del film. Pur non essendo lui davvero a suonare la
musica del film, Ali ha voluto imparare l’atteggiamento giusto per
un pianista, il modo corretto di stare seduto al piano, e come
comportarsi con lo strumento. In 3 mesi, Ali ha imparato la postura
e la coreografia delle melodie da suonare.
Mahershala Ali è Blade
6. Interpreterà il vampiro
della Marvel. Tra la fine degli
anni Novanta e i primi del Duemila è stata realizzata una trilogia
cinematografica dedicata al vampiro Blade, appartenente
all’universo della Marvel. Il personaggio,
interpretato da Wesley Snipes,
è stato uno dei primi supereroi ad ottenere un buon successo sul
grande schermo. A circa vent’anni di distanza, Blade è ora pronto a
tornare al cinema con un nuovo film che lo farà ufficialmente
entrare a far parte del Marvel Cinematic Universe. Ad
interpretarlo ci sarà proprio Ali, giudicato dai fan come la scelta
perfetta per il ruolo. Il film, ancora in fase di pre-produzione,
dovrebbe essere realizzato nel corso del 2022.
Mahershala Ali è su Instagram
7. Mahershala Ali ha un
profilo ufficiale Instagram. Mahershala Ali ha un account
ufficiale sul social di Instagram, seguito da più di 800 mila
persone. Non è molto attivo sul social, ma la sua bacheca pullula
di post che si dividono tra quelli dedicati alla sua famiglia e
quelli che riguardano il contesto lavorativo. Il suo lavoro è la
sua passione e condivide volentieri i progetti ai quali partecipa.
Seguendo l’attore sul social, dunque, si potrà rimanere sempre
aggiornati sulle sue attività.
Mahershala Ali, gli Oscar e altri
premi
8. Mahershala Ali ha vinto
l’Oscar per Moonlight. Nel 2016, Ali è stato
lodato per la sua interpretazione in Moonlight. In questo
film, scritto e diretto da Barry Jenkins, Ali ha
interpretato il personaggio di Juan, uno spacciatore che prende a
cuore Chiron, bambino tormentato che vive con una madre
tossicodipendente. Per questa sua performance, Mahershala Ali è
stato candidato a numerosi premi, tra cui gli Oscar. A questi
ultimi ha poi vinto come Miglior Attore non Protagonista,
risultando anche il primo musulmano a vincere l’ambita
statuetta.
9. Ha vinto un secondo
Oscar. Nel 2018 Ali ha recitato in Green Book, il
nuovo film di Peter Farrelly che racconta la vera storia
dell’amicizia che nasce tra un buttafuori italoamericano e un
pianista afromericano, il tutto nell’America degli anni Sessanta.
Per la sua interpretazione, Ali ha ricevuto le candidature, come
Miglior Attore non Protagonista, al Satellite Award, al SAG e al
Golden Globe. Ha infine vinto, a soli due anni di distanza dal
precedente, un secondo Oscar come miglior attore non
protagonista.
Mahershala Ali: età e altezza dell’attore
10. Mahershala Ali è nato il 16 febbraio del 1974 a
Oakland, in California, Stati Uniti. L’attore è alto
complessivamente 1.88 metri.
Con No Time
to Die finisce la lunga e felice relazione di
Daniel Craig con James Bond, e si cerca dunque un degno erede,
che sia inglese, piacente, carismatico e in grado di raccogliere il
testimone di Craig. Si sono fatti diversi nomi e tra questi anche
quello di Richard Madden è parecchio quotato.
Durante la presentazione di Eternals
a Roma, nuovo film Marvel Studios in cui Richard Madden interpreta Ikaris, Culture
Crave ha posto all’attore britannico la domanda diretta, che
però è stata evasa sotto sollecitazione dell’agente di Madden
stesso. Vorrà forse dire che l’attore è stato contattato e non può
rivelare nulla in merito? Oppure, forse più semplicemente, che
trattandosi di un evento legato ad un film, si è preferito non
parlare d’altro?
Il terzo film della Fase Quattro
dell’Universo Cinematografico Marvel – diretto da Chloé Zhao, regista premio Oscar® per
Nomadland – porta sul grande schermo un’epica storia che
abbraccia migliaia di anni e vede protagonisti un nuovo team di
Super Eroi immortali, costretti a uscire dall’ombra per unirsi
contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti. Ad
interpretarli un cast che include Richard Madden, Gemma Chan, Kumail Nanjiani, Lia McHugh,
Brian Tyree Henry, Lauren
Ridloff, Barry Keoghan, Don
Lee,Kit
Harington,
Salma Hayek e
Angelina Jolie. Eternals arriverà
nelle sale italiane mercoledì 3 novembre, distribuito da The Walt
Disney Company Italia.
Shia LaBeouf è uno
degli attori americani più versatili e brillanti degli ultimi anni.
Ha recitato in film che hanno fatto la storia del cinema, come i
primi tre capitoli di Transformers, e ha interpretato tanti ruoli
diversi.
Spesso la sua versatilità e le sue
abilità vengono oscurate dai suoi continui colpi di testa e dai
suoi problemi caratteriali che gli causano problemi di diverso
genere. Bisogna, però, riconoscere che LaBeouf è una persona
brillante, con tante idee geniali in mente e che spesso non viene
compreso.
Ecco, allora, dieci cose che
non sapevate di Shia LaBeouf.
Shia LaBeouf: i suoi film
1. È diventato celebre
grazie ad una nota saga. La carriera di Shia LaBeouf
inizia subito dopo il conseguimento del diploma nel 2003,
cominciando a partecipare nello stesso anno, con ruoli marginali,
in film come Holes – Buchi nel deserto, Scemo & più scemo –
Iniziò così…, Charlie’s Angels – Più che mai e La
Battaglia di Shaker Heights. Negli anni successivi comincia a
farsi valere in pellicole come Io, Robot (2004),
Constantine (2005) e Guida per riconoscere i tuoi
santi (2006). Tuttavia, sarà il 2007 l’anno di svolta per il
giovane attore, che viene conosciuto in tutto il mondo grazie ai
suoi ruoli da protagonista in Disturbia (2007) e nel primo
capitolo di quella che poi sarebbe diventata una delle saghe più
seguite, ovvero Transformers di Michael
Bay.
3. Shia LaBeouf e il video
motivazionale. Nel 2015, l’attore ha deciso di rendere
pubblico un video motivazionale, intitolato Do It,
realizzato con uno studente del Central Saint Martin College di
Londra. In questo video l’attore invita e sprona tutti a realizzare
i propri sogni, a far sì che non rimangano solo sogni. Anche se
alla fine il video è diventato un vero e proprio tormentone,
oggetto di gag e di variazioni parodistiche, è chiaro il buon
intento dell’attore dietro questo video.
4. Shia LaBeouf protagonista
di All My Movies e Touch My Soul. Nel
2015, LaBeouf ha realizzato dei veri e propri esperimenti: come la
visione ininterrotta, nel 2015, dei suoi film in ordine cronologico
inverso intolata All My Movies. La visione è durata 3
giorni, il pubblico poteva vedere gratuitamente i flm e la sua
postazione era ripresa h24. Nello stesso anno, chiunque lo avrebbe
potuto chiamare al call center di una galleria d’arte a Liverpool
grazie al progetto Touch My Soul: chiunque poteva chiamare
un numero prestabilito e avrebbe potuto parlare con lui,
disponibile per 4 giorni consecutivi.
5. Shia LaBeouf e le 24 ore
in ascensore. Nel febbraio del 2016, l’attore ha deciso di
farne un’altra delle sue: accompagnato dai suoi fidati
collaboratori che lo hanno sostenuto in altri progetti passati,
LaBeouf ha deciso di passare una giornata intera nell’ascensore
dell’Università di Oxford, dando la possibilità a chiunque lo
avrebbe preso di poter parlare con lui. Le 24 ore di riprese sono
state trasmesse in live streaming su You Tube e il tutto è stato
pubblicizzato con l’hastag #elevate.
Shia LaBeouf e FKA Twigs
6. Ha avuto una relazione
con la cantante e ballerina. La più recente relazione
sentimentale di LaBeouf è stata quella avuta con FKA
Twigs, musicista, ballerina e attrice vista anche in
Honey Boy o nello spot Homepod della Apple
diretto da Spike Jonze. I due, conosciutisi
proprio sul set del film qui citato, sono stati insieme dal 2018 al
2020. Al momento della loro separazione, Twigs ha accusato LaBeouf
di abusi sessuali, aggressione e inflizione di distress emotivo.
Tra i due si è dunque aperta una causa legale ancora in corso.
Shia LaBeouf e i suoi tattoo
7. Si è fatto fare dei veri
tatuaggi per un film. Nel 2020 LaBeouf ha recitato nel
ruolo di Creeper nel film The Tax Collector, incentrato
appunto su “esattore delle tasse” che opera per un potente signore
del crimine. Per via dell’ambiente in cui si muove, il personaggio
di Creeper era stato pensato per essere pieno di tatuaggi.
Piuttosto che affidarsi al trucco, come normalmente si fa in questi
casi, LaBeouf ha deciso di farsi realmente tatuare per il ruolo. Ad
occuparsi della cosa è poi stato il tatuatore Bryan
Ramirez, il quale ha condiviso sui social lo scioccante
risultato. Ancora una volta LaBeouf ha confermato di essere un
attore disposto a tutto per i suoi personaggi.
Shia LaBeouf in
Transformers
8. Shia LaBeouf non è
proprio un fan dei Transformers. Nel 2007 il giovane
attore americano fu scelto per girare il primo film della
fortunatissima saga dei Transformers, diventando il
protagonista per i primi tre capitoli. Un ruolo per cui l’attore si
è trovato a dover perdere diverso peso e a sviluppare una notevole
massa muscolare. Ciò non vuol dire però che egli sia un fan
appassionato di queste pellicole: infatti, nel marzo del 2018,
l’attore ha
dichiarato che quei film sono del tutto irrilevanti e datati,
come se non avessero dei valori che si possono trovare, ad esempio,
in film come Toro Scatenato.
Shia LaBeouf in
Nymphomaniac
9. Shia LaBeouf e il ruolo
in Nymphomaniac. Nel 2013, Lars von Trier
ha dato scandalo realizzando il suo controverso film, diviso in due
parti e di cui esiste anche la versione senza censure: si parla,
ovviamente, di Nymphomaniac. Shia non è uno che si fa
molti problemi nel recitare delle parti un po’ spinte o nel
recitare senza nulla addosso e per il film di von Trier si è messo
davvero a nudo. Per questo film drammatico ed erotico, l’attore ha
dichiarato di aver fatto un provino estremo e di aver ricevuto
richiesta, da parte della produzione, di mandare foto del suo pene.
Shia ha anche precisato che il cast era stato avvertito, poiché
all’inizio della sceneggiatura c’era scritto che il sesso sarebbe
stato vero e solo ciò che sarebbe stato illegale sarebbe stato
simulato.
Shia LaBeouf: età e altezza dell’attore
10. Shia LaBeouf è nato l’11 giugno del 1986 a Los
Angeles, in California, Stati Uniti. L’attore è alto
complessivamente 1.76 metri.
Apple TV+ ha presentato oggi un primo teaser di
Servant 3, la terza stagione dell’acclamata serie
Apple Original Servant.
La nuova stagione di 10 episodi debutterà con lancio del primo il
21 gennaio 2022, seguito da un nuovo episodio settimanale, ogni
venerdì.
Da un’idea del produttore esecutivo
M. Night Shyamalan, Servant
racconta la storia di una coppia di Filadelfia colpita da una
terribile tragedia che mette in crisi il loro matrimonio, e apre le
porte della loro casa a una forza misteriosa. Il cast della terza
stagione di “Servantinclude
Lauren Ambrose, Toby Kebbell, Nell Tiger
Free e Rupert Grint, a cui si aggiunge Sunita
Mani (“Spirited”, “Mr. Robot”, “GLOW”).
Producono la serie con Shyamalan
anche Jason Blumenthal, Todd Black, Steve Tisch, Ashwin Rajan e
Taylor Latham. I registi di questa stagione sono M. Night
Shyamalan, Ishana Night Shyamalan, Carlo Mirabella-Davis, Dylan
Holmes, Celine Held & Logan George, Kitty Green e Veronika Franz &
Severin Fiala; tra gli autori troviamo Ryan Scott, Ishana Night
Shyamalan, Alyssa Clark, Laura Marks, Henry Chaisson, Amy Louise
Johnson e Kara Lee Corthon. Servant è
una produzione di Blinding Edge e Escape Artists. La serie è stata
creata dal produttore esecutivo e scrittore nominato dalla British
Academy of Film and Television Arts Tony Basgallop.
In occasione dell’uscita nelle sale
italiane di Eternals,
al cinema dal 3 novembre distribuito da The Walt Disney
Company Italia, il cielo di Roma è stato illuminato da
duecento droni che hanno realizzato una spettacolare coreografia
vicino una delle sette meraviglie del mondo moderno: il
Colosseo.
L’imponente sciame di droni ha
sorvolato il Foro Romano all’interno del Parco Archeologico del
Colosseo creando una magica atmosfera tra storia, cultura,
tecnologia e creatività. I droni si sono sollevati dalla splendida
terrazza degli Horti Farnesiani e dalla Casa delle Vestali creando
una suggestiva scia luminosa che si è trasformata in una
costellazione tridimensionale ispirata al film, per poi formare
l’atteso titolo “Eternals”, largo oltre 130 metri e la scritta
“Solo al cinema”. La coreografia è stata visibile da molti luoghi
della capitale come dal Tempio di Venere e Roma, da dove hanno
assistito allo spettacolo il cast e la regista: Chloé Zhao,
Richard Madden,
Gemma Chan,
Angelina Joliee
Kit Harington.
L’operazione si è svolta grazie al
lavoro di quarantasette professionisti tra italiani e francesi,
diretti da Luca Toscano del Gruppo Artech e resa possibile dal
grande sforzo collaborativo delle istituzioni coinvolte. Un video
emozionale è stato realizzato con la direzione creativa e
produzione di T3KNE, e le riprese in volo di Skyters Drone, da
terra di BRAD&K Production.
Il terzo film della Fase Quattro
dell’Universo Cinematografico Marvel – diretto da Chloé Zhao, regista premio Oscar® per
Nomadland – porta sul grande schermo un’epica storia che
abbraccia migliaia di anni e vede protagonisti un nuovo team di
Super Eroi immortali, costretti a uscire dall’ombra per unirsi
contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti. Ad
interpretarli un cast che include Richard Madden, Gemma Chan, Kumail Nanjiani, Lia McHugh,
Brian Tyree Henry, Lauren
Ridloff, Barry Keoghan, Don
Lee,Kit
Harington,
Salma Hayek e
Angelina Jolie. Eternals arriverà nelle sale
italiane mercoledì 3 novembre, distribuito da The Walt Disney
Company Italia.
Arriva il 29 ottobre in esclusiva
su AppleTV+ la nuova serie originale che la piattaforma ha affidato
al genio di Reggie Rock Bythewood, si intitola
Swagger e ci accompagna un po’ per mano, un
po’ a spintoni, nel mondo del basket giovanile. Seguendo la
parabola sportiva di Jace Carson (Isaiah Hill),
teenager atleta molto promettente, Swagger ci accompagna tra spogliatoi,
palestre, scuole e uffici di rappresentanti sportivi, insomma,
tutti gli ambienti che accolgono il giovane Jace a caccia del suo
sogno di giocare nel NBA.
Abbiamo avuto il piacere di
incontrare (anche se attraverso uno schermo, con chilometri di
Oceano Atlantico a dividerci) i protagonisti di questa storia, che
svelano immediatamente il segreto di Swagger: la serie vede trai produttori
esecutivi la stella Kevin
Durant, alla cui giovinezza è ispirata la storia che
ci viene raccontata.
Tristan Mack
Wilds, che interpreta il personaggio di Alonzo, è stato
però molto chiaro in merito a questa ispirazione dalla vita vera.
Secondo Wilds, infatti, tutta la storia è una riscrittura
dell’esperienza di Durant, così ci troviamo di fronte personaggi
che, seppure basati su persona reali, sono comunque il risultato di
una elaborazione, prima in fase di scrittura e poi in fase di
costruzione del personaggio stesso. Secondo Wilds, l’ispirazione
per il suo personaggio è “un’amalgama di diversi personaggi, si
rifà a quei giovani che hanno grandi idee ma nessuno li ascolta,
principalmente però ho fatto tante ricerche su Sonny Vaccaro,
guardando documentari e leggendo libri sulla sua carriera. Guardare
come si è mosso nella struttura amministrativa della Nike, e come
ha messo a punto contratti personalizzati con atleti del calibro di
Michael Jordan o Coby Briant. È
stato sicuramente la persona a cui mi sono ispirato e che ha
cercato di capire cosa accadeva dietro alle porte chiuse, che ha
creato il pandemonio dietro alle scarpe da ginnastica.” E
proprio nei giorni in cui le nuove Jordan vanno a ruba anche in
Italia, si capisce perfettamente a quale “pandemonio”
Wilds si riferisca.
Quvenzhané Wallis e Caleel Harris sono Crystal e Musa in
Swagger
Swagger vede nel cast anche una serie di
giovani talenti, trai quali Quvenzhané Wallis (che
abbiamo amato, molti anni fa in Re delle Terra Selvaggia) e Caleel
Harris, che interpretano rispettivamente Crystal e
Musa.
Harris ha pochi dubbi, quando gli
viene chiesto il motivo del suo sì a questo progetto: “Per
Reggie, quando ci siamo incontrati mi ha portato nel suo ufficio e
mi ha presentato così dettagliatamente il progetto, e poi ne era
così appassionato, che sapevo che sarebbe stato speciale. Poi ho
detto sì anche per via del basket, volevo sfidarmi e imparare
qualcosa in cui non ero bravo. Mi sono ispirato a Michael B. Jordan
che si è completamente trasformato per Creed, sono molto contento
perché credo che il mio sforzo sia valso la pena, credo che sia
venuto poi fuori un bel lavoro.”
Diverso per Wallis che, dopo
l’esordio folgorante con tanto di nomination agli Oscar nel 2013,
ha quasi smesso di lavorare: “Per me è stato un progetto
provvidenziale, era un periodo difficile perché non stavo lavorando
molto, facevo audizioni ma non andavano mai bene, continuavo a
ricevere dei rifiuti. È stato difficile, non dico che ho mollato ma
ho cominciato a cercare altre strade. Poi è arrivata l’audizione
per Swagger ed ero molto titubante per prevedeva che sapessi
giocare a basket, non sapevo farlo, ero molto indecisa ma per
fortuna mia madre mi ha convinta a fare l’audizione. Poi ho parlato
solo una volta con Reggie, e mi ha dato così tanta fiducia, si è
mostrato così appassionato per il progetto e mi ha detto da subito
che io ero Crystal. Non c’è stato più verso di potermi dire di
no.”
Non c’è però squadra che tenga
senza un allenatore che riesca a tenere testa e a guidare questi
giovani talenti del parquet. O’Shea Jackson Jr.
interpreta Ike, una piccola leggenda del basket a cui viene
affidato il talento del protagonista Jace.
“Molte relazioni tra persone
che si incontrano a un certo punto della vita sono sempre
complicate. Non si tratta di qualcuno con cui sei cresciuto, ma di
qualcuno che piomba nella tua vita di punto in bianco – ha
detto Jackson, in merito alla relazione tra Ike e Jace – C’è
sempre una quantità di rispetto che va guadagnata, da entrambe le
parti. Io ho sempre lavorato con persone con le quali c’era una
certa chimica, ma sapevo che qui era più importante perché con
Isaiah (R. Hill, ndr) dovevo avere una relazione che fosse da una
parte di competizione, ma dall’altra di maestro e allievo, che poi
si trasformava in una relazione conflittuale e poi in una relazione
padre/figlio. È eccitante per me essere in un momento della mia
carriera in cui qualcuno mi chiede consigli e Isaiah è un ragazzo
speciale, mi ha chiesto tanti consigli e dritte. Per me è stata una
responsabilità molto importante e sarò sempre qui per lui. Penso
che le persone vedranno una vera amicizia tra me e lui, un’amicizia
cresciuta mentre lavoravamo insieme.”
O’Shea Jackson Jr. e Isaiah Hill in ‘”Swagger”
Photo Credit: Courtesy of Apple
Shinelle Azoroh
interpreta la madre di Jace, Jenna, e ovviamente per costruire
questo personaggio, l’attrice ha studiato qualche filmato di
repertorio e interviste che vedevano protagonista la mamma di
Kevin Durant, tuttavia il personaggio di Jenna è
anche il risultato di elementi universali e del talento
dell’attrice che è riuscita a dare un volto omogeneo a tutti gli
spunti per il personaggio. Parlando di Jenna, Azoroh spiega:
“Lei è consapevole che suo figlio è molto talentuoso, ma sa
anche che spesso le giuste decisioni sono fondamentali, più del
talento. Jenna lo valorizza, gli riconosce il suo talento
istintivo, ma sa anche che quel talento va indirizzato e coltivato,
fatto crescere con le decisioni giuste. Più in fondo, è una mamma
che considera suo figlio ancora piccolo e vuole ancora proteggerlo
da tutto il mondo che a breve lo divorerà. Vuole dirgli che deve
occuparsi di lui ancora per un po’.”
A capo di questa grande famiglia
che è Swagger c’è Reggie Rock
Bythewood, ideatore, sceneggiatore, produttore, regista,
mente unica dietro al lavoro di molti. Proprio sul lavoro di
squadra, Bythewood fonda il successo della sua serie: “Volevo
realizzare qualcosa che fosse elevato, quindi ho deciso di
costruire una writers room di grande talento. Qualche mio
collaboratore gioca a basket, due di loro sono portoricani, uno è
un genitore, ci sono donne molto in gamba, c’era una ricca varietà
di persone. La diversità di questo gruppo è diventata la ricchezza
della nostra sceneggiatura, per riuscire a trovare una scrittura
che fosse interessante per i nostri spettatori e per lo show.
Abbiamo cercato di essere all’altezza delle aspettative e di essere
il più inclusivi possibile.”
Swagger è l’ennesimo prodotto
Appletv+ che conferma l’attenzione della
piattaforma per la diversificazione del prodotto e l’attenzione a
un pubblico sempre più vario e ricco. In merito a questo ambiente
così attento alla diversità, Bythewood ha dichiarato: “Credo
sia importante riflettere il mondo in tutta la sua varietà. Quando
ho cominciato a lavorare, era difficile trovare persone come me che
operavano in questo campo, ma le persone hanno sempre voluto
ascoltare nuove storie da tanti punti di vista, e credo che sia un
grado superiore di consapevolezza quello che stiamo
raggiungendo.”
Swagger è disponibile su
Appletv+ dal 29 ottobre con i primi 3 episodi e
poi con un episodio a settimana, ogni venerdì, fino al 17 dicembre
2021.
Anche i supereroi del MCU
hanno bisogno di amici. Tutti i superpoteri del mondo non possono
riparare un cuore solitario e, dopo una lunga giornata spesa a
combattere il crimine e sconfiggere i cattivi, chi non vuole
rilassarsi con un amico intimo e confidente? In effetti, i
supereroi potrebbero avere bisogno di veri legami affettivi, più di
qualsiasi essere umano.
I supereroi Marvel
non sono l’eccezione a questa regola. Nel corso degli anni, molti
dei migliori e più brillanti eroi del MCU
hanno formato amicizie durature che sono diventate indissolubili
nel tempo. Queste rapporti hanno superato la prova del tempo,
diventando iconici quasi quanto i supereroi che hanno reso la
compagnia un titano dell’industria.
Il Professor X e Magneto
Charles
Xavier e Erik Lensherr hanno dato vita a
una delle dinamiche più complesse dei fumetti americani. A volte
amici, a volte nemici, la rivalità tra il Professor X e Magneto
rimanda a sogni e incubi shakespeariani. Si rispettano e apprezzano
la reciproca compagnia, questo è vero. Infatti, Xavier potrebbe
essere l’unica persona di cui Magneto si fida.
Nonostante ciò, sono costantemente
in contrasto tra loro. La loro visione del mondo non potrebbe
essere più diversa, e le loro differenze fondamentali rendono le
loro interazioni ancora più caotiche. Eppure, trovano un terreno
comune quando la situazione lo richiede e, nel corso della loro
storia, sono stati amici tante volte quanto sono stati rivali.
Wolverine e Nightcrawler
I fan dei fumetti sanno che
Wolverine non ha un carattere troppo
espansivo: dimostra infatti diversi problemi di fiducia, tendendo
sempre a preferire il comfort della solitudine. Dall’altro lato,
l’allegro Nightcrawler è amichevole con tutti e
apprezza il contatto umano. I due si sono uniti alla seconda
generazione degli X-Men e, dopo un inizio difficile, sono diventati
sparring partner e, infine, migliori amici.
Logan si riferisce notoriamente a
Kurt come “Elfo”, e i due si divertono a prendersi in giro a
vicenda con affetto, sapendo che l’altro in fin dei conti si
diverte. Durante le numerose missioni degli X-Men, questi due si coprono sempre le spalle
a vicenda. Il loro legame è così forte che Logan si sente a suo
agio nel dichiarare il suo amore per Kurt e per un personaggio
solitario come Logan, questo la dice lunga.
Captain America e Bucky Barnes
Capitan
America e Bucky Barnes rappresentano uno dei legami più
duraturi del MCU,
fin dall’Età dell’Oro dei fumetti. Tuttavia, il MCU
ha fatto l’impossibile e ha reso la loro amicizia ancora più
avvincente. Infatti, la connessione di Steve Rogers e Bucky Barnes
precede le loro identità di supereroi, essendo amici d’infanzia che
sono letteralmente cresciuti insieme.
La loro amicizia è sopravvissuta a
guerre, battaglie intergalattiche, S.H.I.E.L.D.,
HYDRA e tutto il resto. Alcuni considerano il loro
legame romantico, e molti fan si divertono ad esplorare una
potenziale relazione “Stucky” attraverso fanart e
fanfiction. Tuttavia, che siano romantici o platonici, Steve e
Bucky condividono un legame innegabile che probabilmente non si
spezzerà mai.
Capitan Marvel e Spider-Woman
I fumetti, in generale,
presentano una distinta mancanza di amicizie femminili. Tuttavia,
quelle che esistono sono a dir poco spettacolari, come il legame
tra Carol
Danvers e Jessica Drew nel MCU.
Le due si sono incontrate quando Jess ha portato una Carol quasi
morta all’ospedale dopo l’incontro di quest’ultima con
Rogue. Da lì, è sbocciata una bellissima amicizia,
che perdura tutt’ora.
Avengers Anual #10
è la storia definitiva della coppia, ma la loro complicità si è
evoluta nel corso degli anni. Insieme, sono entrati in nuovi
capitoli delle loro vite, sapendo sempre di poter contare l’uno
sull’altra, se la situazione lo richiedeva. Ad un certo punto,
durante la gravidanza di Jess, Carol le prende persino un
appuntamento con “uno dei migliori ospedali di maternità della
galassia”. Ora, questa si chiama amicizia!
Misty Knight & Colleen Wing
Collettivamente conosciute
come le Figlie del Drago, Misty Knight e
Colleen Wing sono uno dei duo più famosi del
MCU.
Wing, un’artista marziale giapponese, e Knight, un ex poliziotto
della polizia di New York con un braccio bionico, hanno formato
un’amicizia che dura da più di quarant’anni.
Insieme, hanno fondato la
Knightwing Restorations, un’agenzia specializzata
nella ricerca di persone scomparse. Hanno anche combattuto figure
criminali come Ricadonna e Steel
Serpent. Misty e Colleen non hanno un attaccamento
eccessivamente sentimentale; invece, hanno un’immensa empatia e si
capiscono davvero, per non parlare del loro continuo sostegno alle
imprese dell’altra. E alla fine, questo è ciò che consolida le vere
amicizie.
Rocket Racoon e Groot
Come ha fatto con Bucky e
Steve, il MCU ha anche
ampliato un’altra amicizia duratura dei fumetti, ovvero quella tra
Groot e Rocket. Questi due furfanti hanno una delle
relazioni più caotiche e stratificate di sempre, nonostante il
fatto che uno sia un procione geneticamente potenziato, e l’altro
sia letteralmente un albero parlante con un vocabolario
limitato.
Eppure, il loro legame è genuino e
sorprendentemente dolce. Non hanno fatto amicizia istantaneamente,
ma hanno imparato a stare bene l’uno con l’altro, sviluppando la
loro connessione fino a formare il legame che tutti conoscono e
amano oggi, e il loro affetto è cresciuto sempre più.
L’Uomo Ragno e la Torcia Umana
L’Uomo
Ragno ha stretti rapporti con molte figure di spicco
dell’Universo Marvel. Dopo tutto, è il loro
amichevole vicino di casa. I fan conoscono il suo legame con
Deadpool e la sua amicizia finita male con il
futuro Green Goblin, Harry Osborn. Tuttavia, la
sua collaborazione con Johnny Storm, alias la
Torcia Umana, rimane la più memorabile.
Il loro legame risale agli anni ’60.
Quando si incontrarono per la prima volta, non si piacevano perché
Peter si era introdotto nel Baxter Building
cercando di impressionare la Prima Famiglia della Marvel.
Tuttavia, trovarono presto un terreno comune, e negli anni ’70, la
loro amicizia cominciò ad essere sviluppata negli archi narrativi.
Johnny ha persino aiutato Peter a costruire la
Spider-Mobile e poi gli ha insegnato a guidarla.
Hanno avuto i loro alti e bassi, ma il loro legame si è solo
rafforzato nel corso degli anni.
Mr. Fantastic e La Cosa
La prima famiglia della
Marvel
ha un posto privilegiato nella storia dei fumetti. La loro dinamica
stratificata e confusionaria è stata la prima a nascere, rendendoli
quattro degli eroi con cui è più facile empatizzare.
Una delle basi di questa famiglia
imperfetta era il legame precedentemente stabilito tra Reed
Richards e Ben Grimm. La loro strana
dinamica di coppia era nota fin dal primo giorno, quando nacque una
scintilla innegabile tra i due. Sono diventati poi partner
professionali, condividendo un sodalizio radicato nel rispetto e
nell’ammirazione reciproca.
Luke Cage e Iron Fist
I fan dei fumetti conoscono
Iron Fist come un ragazzo gioviale e di mentalità
aperta che si dà il caso sia un eroe. D’altra parte, Luke Cage è più stoico e metodico ma
altrettanto premuroso. Insieme, hanno formato una delle partnership
più intriganti degli anni ’70. Le loro storie privilegiavano
l’umorismo e lo sviluppo dei personaggi rispetto all’azione,
creando una formula unica per il successo.
Dalle loro prime avventure insieme
come Heroes for Hire, Luke e Danny sono rimasti
strettamente associati. Non hanno ancora raggiunto un punto in cui
farebbero qualsiasi cosa l’uno per l’altro, ma si completano a
vicenda perfettamente, e l’Universo Marvel ha fatto un balzo in avanti
grazie a questa amicizia.
Matt Murdock e Foggy Nelson
Molte amicizie
Marvel
raffigurano due eroi che trovano un terreno comune a causa delle
loro situazioni simili. Tuttavia, pochi si concentrano su un
supereroe e un umano normale che riescono comunque a far funzionare
le cose, il che rende la partnership di Matt Murdock e Foggy Nelson
ancora più speciale.
Il personaggio di Foggy ha subito
notevoli cambiamenti dalla sua introduzione. Oggi, è spesso ridotto
ad essere il rilievo comico in contrasto con il suo amico troppo
pessimista, ma Foggy e Matt hanno condiviso una dinamica molto
complessa durante l’Età del Bronzo. Sono comunque riusciti ad
essere vicini e leali l’uno all’altro nonostante le loro molte
differenze, il che riassume perfettamente la loro amicizia. Foggy e
Matt hanno messo da parte le loro differenze per il bene del loro
legame, capendo che l’affetto che li unisce è più importante di
qualsiasi differenza caratteriale.
Entra nel vivo il programma di
Lucca Comics & Games 2021
per la seconda giornata di festival, sabato 30 ottobre, che
culminerà nella serata di premiazione nel corso della quale saranno
annunciati i vincitori dei Lucca Comics & Games
Awards, ovvero gli “Oscar” italiani del fumetto e del
gioco (ore 21.00, Teatro del Giglio). La serata di premiazione, cui
potrà partecipare anche il pubblico possessore di biglietto
del festival (previa prenotazione entro il 30
ottobre ore 11:00: https://bit.ly/2ZlmVy7), precede lo
speciale di Wonderland in onda su RAI 4 in seconda serata che
racconterà con clip e materiali esclusivi i vincitori di questa
edizione 2021.
Tra gli ospiti della giornata: la
prima volta a Lucca Comics & Games
di Roberto Saviano, che presenta al festival
il suoi esordio nel graphic novel con Sono Ancora
Vivo (Bao Publishing), un’opera molto personale in cui il
giornalista e scrittore si racconta in un’opera molto personale
realizzata dalla mano eccelsa del fumettista e illustratore
israeliano Asaf Hanuka (ore 11.00, Teatro del
Giglio); Maccio Capatonda, accompagnato da
Herbert Ballerina e Valerio Desirò, per presentare il suo nuovo
podcast per Audible (ore 21.30, Auditorium San
Francesco); Sio con il
suo La bambina che voleva diventare un
sasso(Feltrinelli Comics), una storia per bambini che parla
anche agli adulti (ore 12.30, Auditorium San Francesco),
accompagnato dalla musica e dalla compagnia di Fabio
Antonelli; Ensi, uno dei più importanti
rapper italiani, vera e propria icona del freestyle, presenta in
anteprima a Lucca il suo nuovo progetto, il graphic
novel Santuario 2105, in uscita per BeccoGiallo
editore il 4 novembre (ore 14.30, San Giovanni).
Sergio Bonelli
Editore rinnova la collaborazione con Lucca Comics & Games attraverso una
conferenza dal vivo sugli 80 anni della Casa editrice (ore 16.00,
San Giovanni) che sarà trasmessa, come è avvenuto l’anno scorso,
sui canali Twitch e YouTube e sui profili social del Festival e
della casa editrice. Nuovo appuntamento per il format Rock
‘n’ Comics con Caparezza (ore 14.00, San
Francesco), in dialogo insieme a Simone Bianchi, Andrea Rock e
la partecipazione del caricaturista Frank Federighi, per
presentare l’unveil della variant cover del suo ultimo geniale
album Exuvia, un eccezionale pop-up creato
per lui proprio dalla superstar a fumetti Bianchi.
L’UNICEF Italia e lo
streamer POW3R porteranno
a Lucca Comics & Games la loro
speciale collaborazione dedicata al mondo dei giovani e del
gaming: un evento che vedrà Pow3r in dialogo con il Direttore
dell’UNICEF Italia Paolo Rozera, affiancati da Emilio Cozzi,
giornalista ed esperto di cultura videoludica (ore 15.30,
Teatro del Giglio).
Il programma dell’Area Movie ospiterà due speciali masterclass:
alle 13.30 (Cinema Astra) dopo al proiezione di Yaya &
Lennie. The Walking Liberty, il
regista Alessandro Rak insieme a Marino
Guarnieri e Dario Sansone incontreranno il pubblico del festival;
sempre al Cinema Astra alle ore 14.00 appuntamento con la
masterclass dedicata a Encanto, film targato Walt
Disney Animation Studios nelle sale dal 24 novembre, con la
proiezione di contenuti esclusivi alla presenza degli artisti
italiani Giovanni
Rigano e Massimo Rocca che
hanno realizzato la Graphic Novel Global del film. Appuntamento
dedicato ai più piccoli, grazie a Rainbow e Rai Ragazzi, con
l’anteprima di Pinocchio and Friends – anteprima
mondiale con la speciale partecipazione dei protagonisti Pinocchio
e Freeda e del creatore Iginio
Straffi (ore 14.30, Cinema Centrale). Tra le
proiezioni della giornata: The
Night House – La Casa Oscura (ore 19.00, Cinema
Centrale); Meander, sci-fi thriller claustrofobico di
Mathieu Turi (ore 17.00, Cinema Centrale). Dall’universo Warner
Bros, anteprima della serie tv targata DC Superman
& Lois (ore 18.00, Cinema Astra), oltre ad una
speciale Matrix Night con la proiezione del
primo capitolo e contenuto speciale da Matrix resurrections e un
contenuto speciale con interviste al cast del nuovo Matrix:
Resurrections (ore 20.30, Cinema Astra).
Per
l’area videogames l’appuntamento
principale è nella splendida cornice dell’Auditorium San Romano,
anche quest’anno polo e-sportivo della manifestazione e
rinominato Esports Cathedral, con
il Pokémon Lucca Party, che si svilupperà
durante tutta la giornata del 30 ottobre celebrando le simpatiche
creaturine arrivate ormai al loro 25° anno di vita. Il tutto si
svolgerà in compagnia della community di Pokémon
Millennium. Durante la mattinata si terrà uno speciale
Invitational giocato su Pokémon Spada e Scudo con
quattro importanti giocatori italiani che si sfideranno senza
esclusione di colpi. Nel pomeriggio invece ecco la finale del
Community Challenge giocato su Pokémon Unite, con importanti
creator come Froz3n, PokeTonx e Dario Moccia. Approfondimenti e
talk dedicati ad altri titoli del franchise completano poi il
programma della giornata, che potrà essere seguita in presenza (nel
rispetto delle regole di sicurezza) o attraverso il canale Twitch
di Pokémon Millennium.
Dall’universo fantasy, appuntamento
con Fiore Manni e Michele
Monteleone che presentano Nel buio della
casa (ore 14.30, Auditorium Fondazione Banca del Monte),
il loro primo romanzo scritto a quattro mani (Sperling & Kupfer), e
dal mondo del gioco alle 15.00 (Real Collegio) appuntamento con
Gioca con l’Autore con Andrea Angiolino, tra
i creatori di Isla Dorada, e alle 17.30 (Sala Hotel San Luca)
Asmodee organizzerà (al festival come nei campfire aderenti) dei
tornei di Ticket to Ride in una edizione speciale, dedicata proprio
al Milite Ignoto.
Treccani a Lucca vuole
celebrare Dante Alighieri con la
presentazione del volume di Treccani dedicato alla storia delle
illustrazioni della Divina Commedia (ore 17.00, Auditorium del
Suffragio) analizzando la relazione tra immagini e parole durante
un dialogo tra Massimo Bray (direttore generale di Treccani); Lina
Bolzoni (critica letteraria) e Eike Schmidt (direttore delle
Gallerie degli Uffizi). Inoltre, il maestro Paolo Barbieri, artista
del promotion poster di Lucca 2021, performerà dal vivo realizzando
e commentando una tavola inedita, dedicata all’opera immortale del
Sommo Poeta. Il polo fiere ospiterà le riproduzioni di tavole di
due maestri che hanno segnato la storia del manga, Kazuo Kamimura
(L’età della convivenza, Lady Snowblood, Il club delle divorziate,
Una Gru Infreddolita, Storia Di Una Geisha, I Fiori del Male
portati in Italia da J-Pop) e Baron Yoshimoto (Seventeen, J-Pop),
pioniere del gekiga, che è stato uno dei primi mangaka a lavorare
negli Stati Uniti.
Oggi, in occasione del panel
dedicato a The
Witcher a Lucca Comics & Games, la
showrunner Lauren Schmidt Hissrich, i membri del cast Joey Batey
(Jaskier) e Kim Bodnia (Vesemir), il production designer Andrew
Laws e la costume designer Lucinda Wright hanno sorpreso i fan con
il lancio in anteprima mondiale dell’attesissimo trailer della
seconda stagione della serie.
Confermati
Henry Cavill (Mission:
Impossible – Fallout, Justice League) nel
ruolo di Geralt di Rivia, Anya Chalotra (Agatha Christie – La serie
infernale, Wanderlust) nel ruolo di Yennefer e
Freya Allan (La guerra dei mondi, Into The
Badlands) nel ruolo di Ciri e Joey Batey (Knightfall,
Strike) nel ruolo del personaggio più amato dai fan:
Jaskier.
Si uniranno al cast per la seconda
stagione Yasen Atour (Young Wallander) che interpreterà
Coen, Agnes Bjorn (Monster) nel ruolo di Vereena, Paul
Bullion (Peaky Blinders) che interpreterà Lambert, Thue
Ersted Rasmussen (Fast and Furious 9) nel ruolo di Eskel,
Aisha Fabienne Ross (The Danish Girl) nel ruolo di Lydia,
Kristofer Hivju (Il Trono di Spade) che interpreterà
Nivellen e Mecia Simson, nel ruolo di Francesca.
La serie The
Witcher sarà diretta da Stephen Surjik (The
Umbrella Academy) per gli episodi 02×01 e 02×02, Sarah
O’Gorman (Cursed) per gli episodi 02×03 e 02×04, Ed
Bazalgette (The Last Kingdom) per gli episodi 02×05 e 02×08 e Geeta
V. Patel (Meet The Patels) per gli episodi 02×06 e
02×07.
Riconfermati inoltre nei propri
ruoli MyAnna Buring (Kill List) Tissaia,
Tom Canton (Good Karma Hospital)
Filavandrel, Lilly Cooper (Peterloo)
Murta, Jeremy Crawford (Titans) Yarpin
Zigrin, Eamon Farren (Twin Peaks) Cahir,
Mahesh Jadu (Marco Polo) Vilgefortz,
Terence Maynard (Maledetto) Artorius,
Lars Mikkelson (House of Cards)
Stregobor, Mimi Ndiweni (Black Earth
Rising)Fringilla Vigo, Royce Pierreson
(Judy) Istredd, Wilson Radjou-Pujalte
(Hunter Street)Dara, Anna Shaffer
(Harry Potter)Triss Merigold, Therica Wilson
Read (Young Wallander) Sabrina.
La showrunner e produttrice
esecutive di The
Witcher, Lauren Schmidt Hissrich, ha dichiarato:
«Anche per la seconda stagione è stato mantenuto un altissimo
livello artistico del cast. Sophie Holland e il suo team hanno
nuovamente selezionato i migliori attori per incarnare questi
personaggi, siamo entusiasti di vedere queste nuove storie prendere
vita sotto la direzione di registi tanto affermati.»
The Witcher 2:
trama
Nella seconda stagione di The
Witcher, convinto che Yennefer sia morta
nell’epica battaglia di Colle Sodden, Geralt di Rivia porta Ciri
nel luogo più sicuro che conosce, la sua casa d’infanzia, Kaer
Morhen. Mentre i re, gli elfi, gli umani e i demoni del Continente
lottano per la supremazia fuori dalle sue mura, Geralt di Rivia
deve proteggere la ragazza da qualcosa di molto più pericoloso: il
misterioso potere dentro di sé.
The
Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga
bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino.
Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per
trovare il proprio posto in un mondo in cui le persone spesso si
dimostrano più malvagie delle bestie. Il suo destino si intreccerà
poi con quello di una potente strega e una giovane principessa con
un pericoloso segreto. I tre si ritroveranno ad attraversare
insieme un mondo sempre più instabile.
The Witcher 2: quando esce
in streaming?
The Witcher 2 in streaming
uscirà su Netflix il 17 dicembre 2021.
Giovedì 28 ottobre,
data di uscita nelle sale del film Freaks
Out, il regista Gabriele Mainetti e
l’interprete Claudio Santamaria hanno incontrato il
pubblico milanese per una lezione di cinema con il critico
Gianni Canova. Il Cinema Anteo ha accolto
gli ospiti nella sala Excelsior, creando un piacevole spazio
d’incontro e permettendo un dialogo entusiasmante tra regista,
attore, cinefili e fan.
Freaks out: la trama e i
personaggi
Freaks
Out racconta la storia di
quattro freaks, quattro fenomeni da baraccone che durante la
Seconda guerra mondiale vedono il proprio circo venire distrutto
dai bombardamenti. Dopo la scomparsa di
Israel (Giorgio Tirabassi), loro
direttore e padre putativo, Fulvio, Cencio,
Matilde e Mario vagano nella Roma del 1943
alla ricerca di un luogo in cui la loro diversità possa essere
accettata. In un racconto ucronico, i protagonisti percorrono un
viaggio di formazione che li porta a esplorare il brutale mondo
esterno ma soprattutto la loro interiorità.
In un periodo storico in cui la
diversità è fortemente perseguitata, Fulvio è un uomo
lupo. Cencio (Pietro
Castellitto) è un ragazzo albino in grado di
comunicare con gli
insetti. Matilde (Aurora
Giovinazzo) è la ”ragazza elettrica”, terrorizzata dal suo
stesso potere. Mario (Giancarlo
Martini) è un adulto con la testa da bambino dotato di
forza magnetica. I protagonisti non sono gli unici freaks, gli
outsider della storia. Il direttore del circo nazista,
Franz (Franz Rogowsky), è dotato di sei
dita e prevede il futuro. Anche i partigiani sono freaks a loro
modo: c’è ”il gobbo”, ”il guercio”, chi è mutilato.
Lezione di cinema con i Freaks
Ieri, grazie alla lezione di cinema
organizzata all’Anteo di Milano, Gabriele
Mainetti e Claudio Santamaria hanno
dato modo al pubblico di esplorare con loro la magia che sta dietro
a Freaks
Out. L’evento, moderato dal professore e critico
cinematografico Gianni Canova, è stato un
piacevole dialogo tra il palco e la platea, in cui domande non
banali hanno incontrato risposte cariche di entusiasmo e
passione.
Non appena sale sul palco,
Gabriele Mainetti confessa la sua felicità:
”È bello eh? É una grande emozione, voi siete il mio primo
vero pubblico, quello che serve, le persone per cui noi facciamo
veramente questo lavoro.” Tornare nelle sale è emozionante per
il regista come per l’attore Claudio Santamaria.
I due si riuniscono sul set di Freaks out
dopo la collaborazione in Lo chiamavano Jeeg Robot,
opera prima di Maietti che ha collezionato 8
David di Donatello e 3 Nastri d’argento.
La costruzione del freaks di
Santamaria
Nel film,
Santamaria è Fulvio, l’uomo lupo dotato
di forza sovrumana, scorbutico e cinico ma anche protettivo nei
confronti degli altri protagonisti. Parlando del suo personaggio,
ispirato ad un uomo ipertricotico esistito
davvero, Claudio Santamaria scherza ”Ma
io in realtà nel film non c’ero.” Interpretare il personaggio,
completamente coperto dal pelo, è stato il lavoro più duro della
sua carriera. Girare il film d’estate con quattro ore di trucco al
giorno, è stato difficilissimo. Però confessa: ”Se la
preparazione di Jeeg è stata più dura per altri aspetti,
in Freaks out mi sentivo più maturo. Fulvio
ha una maschera molto forte, bisognava trovare una personalità
che uscisse fuori da questa maschera. Avevo una libertà nella
costruzione del personaggio notevole, ho lavorato molto
d’improvvisazione. Essendo Fulvio un personaggio di
spettacolo, mi ha permesso di attingere molto anche alla mia
carriera e al mio passato.”
Santamaria
evidenzia l’importanza delle prove, il lavoro sul proprio passato,
sulle discriminazioni vissute lui stesso. Mainetti
conferma e aggiunge: ”É bello come l’attore prenda da un
gesto la storia del personaggio.”
Nell’interiorità dei freaks
Parlando del messaggio alla base del
film, Claudio Santamaria rivela:
”Possiamo parlare di maschera, di pelo, di diversità ma la cosa
fondamentale per sospendere l’incredulità e dare credibilità a
questi personaggi era lavorare su una costruzione forte di
relazioni tra di loro. Costruire questo fratello maggiore
(Fulvio) che si prende cura degli altri freaks e questo padre
putativo che è Israel.”
Il discorso sul padre è forte nel
film. Mainetti racconta come Nicola
Guaglianone, autore del soggetto del film, abbia attinto
alla propria vicenda personale per l’idea di Freaks
out. ”I personaggi del film guardano a quello che
è il mondo mio e di Guaglianone.
Nicola ha perso suo papà e voleva raccontare
quell’ossessiva ricerca del padre come una possibile protezione a
tutto. Una protezione che, quando tuo papà non c’è più non riesci a
trovare e che, una volta adulto, nessun padre può darti.”
I dettagli della realizzazione del
film
Mainetti affascina
poi il pubblico raccontando il modo in cui lavora con l’immagine,
gli attori, la musica. ”Il film ha una macchina ipercinetica,
che non trova pace, ma mette in scena un concerto virtuoso, che è
quello del movimento attoriale.”
Gli effetti speciali e i costumi in
Freaks
Out sono ciò che balza all’occhio del
pubblico. ”Ogni scena è il risultato di un concerto di
scenografi, trucco, parrucco, fotografia, attori… L’effetto
speciale è questo, l’unione di tutte le forze.”
Mainetti spiega poi
come ha lavorato alla ricostruzione storica della Roma del 1943,
facendo un’attenta analisi del periodo storico ma anche tradendolo
per un discorso puramente cinematografico. ”I tradimenti vanno
fatti quando sono funzionali a rendere l’immagine più espressiva.
Va poi capito come nei personaggi raccontare quel periodo senza
perdere la possibilità di essere comunicativi ad una platea
odierna, soprattutto quella dei giovani…”
L’obiettivo per il regista era
quello di ”Trovare personaggi che funzionassero in quel
contesto storico e ibridarli nella narrazione del fantastico, che
nel nostro paese non c’è, o c’è poco.”
La meraviglia del diverso
Un film storico, un po’ fantasy, ma
anche un racconto di crescita e di ricerca di sé. Gabriele
Mainetti mostra allo spettatore un mondo fantastico, che
coniuga verità storica e superpoteri, esibendo la meraviglia e
l’orrore delle stranezze. E afferma: ”L’identità ti rende
in qualche modo unico e se sei unico sei diverso da chi ti sta
accanto, ma in una forma meravigliosa.”
Freaks
Out è un unicum nel panorama nazionale. Rimanda
all’horror di Browning, al
thriller di Tarantino, all’azione
e al fantastico di Spielberg,
ma è tutto italiano, o forse romano. Un film che lascia a bocca
aperta per la precisione con cui tutto è stato costruito, una
favola che sembra reale nella sua assurdità. In Freaks
Out c’è un’incredibile forza attrattiva: dalla scena
di apertura dello spettacolo nel circo, ai piani sequenza dei
momenti di combattimento, dalle battute di spirito tra i freaks ai
dialoghi introspettivi.
Halloween
Kills è arrivato in sala tra la gioia dei fan della
saga che non vedono l’ora di continuare a capire in che modo
Michael troverà nuovi modi per ossessionare Lauire e come
quest’ultima tenterà di ammazzarlo, questa volta con l’aiuto della
sua famiglia.
Il film, secondo di una trilogia
affidata a David Gordon Green, è particolarmente
attento all’intera saga e non perde occasione per omaggiarla. Ecco
i riferimenti al franchise di Halloween in
Halloween Kills.
Michael alla sua Finestra
La
finestra nella stanza di Judy Myers sembra sempre molto intrigante
per Michael. Alla fine del film, Michael raggiunge finalmente il
suo obiettivo di stare alla finestra e guardare fuori. Non è la
prima volta nella serie che Michael sta lì a guardare la città
intorno a lui.
La scena ricorda l’originale
Halloween quando vediamo Michael che
guardare Laurie e le sue amiche fuori dalla stessa finestra. Appare
lì, in quella stessa posizione, in altri film della serie, in
particolare Halloween V, Halloween
VI e Halloween:
Resurrection.
Un’altra folla arrabbiata
Quando
Haddonfield scopre che il suo personale Uomo Nero è tornato di
nuovo nella sua città natale, i sopravvissuti di quella notte di
Halloween del 1978 guidano la città a caccia del mostro. La folla
arrabbiata di Haddonfield pronta al linciaggio è già stata vista in
questa serie prima, sia in
Halloween II che
in Halloween
IV: Il ritorno di
Michael Myers.
Nel sequel originale, una volta che
la città scopre che Myers è l’assassino, si aggrega in una folla
inferocita, ma la cosa più violenta che fa è vandalizzare la casa
di Myers. In Halloween IV, la città decide
anche di dargli la caccia, finendo con un’identificazione errata e
una tragedia.
Michael uccide una coppia di
anziani
Dopo che
Michael Myers fugge dalla trappola preparatagli così
scrupolosamente da Laurie, si dirige a casa del vicino in cerca di
un’arma. Questa scena è stranamente simile a quando Myers entra in
una casa e prende un enorme coltello da macellaio, all’inizio di
Halloween II. Questo è film della saga è così controverso trai fan
che, paradossalmente,
Michael Myers è considerato tra i personaggi più
piacevoli della storia.
La coppia che viene uccisa in
Halloween Kills che omaggia la coppia nel
vecchio film non si toglie dai piedi tanto facilmente. Michael non
è dell’umore per afferrare silenziosamente un’arma e allontanarsi,
ma preferisce sbarazzarsi di entrambi prima di afferrare la sua
arma preferita e andare a seminare altra morte.
Michael viene smascherato
C’è
una strana tradizione in cui Myers viene smascherato da un
personaggio femminile che è sopravvissuto ai suoi attacchi. Questo
film non è diverso, con Myers senza maschera che alla fine affronta
una folla di suoi sopravvissuti. Questa volta, la persona che lo
smaschera è Karen Nelson, la figlia di Laurie.
Nei film precedenti, solo Jaime,
Laurie e lo stesso Myers hanno rimosso la maschera, gesto che
conferisce a chi lo fa il potere di fermare momentaneamente
Michael, il killer definitivo, almeno momentaneamente. Finora,
l’unica persona (al di fuori di se stesso) che si è completamente
tolta la maschera ed è sopravvissuta è Laurie, e il pubblico sta
aspettando la loro resa dei conti finale in Halloween
Ends del prossimo anno.
Qualcuno dice: “Corri”
Lindsey
Wallace ha affrontato
Myers
al fianco di Tommy Doyle e Laurie Strode nel 1978 ed è
sopravvissuta. Era perseguitata da quella notte, come lo erano gli
altri, diventando una donna forte e capace, pronta a proteggere gli
altri nel momento in cui quell’incubo sarebbe ritornato a
perseguitarla.
Lindsey si dimostra abile nel
provocare
Myers mentre riesce ancora una volta a sopravvivere, e al suo
apice, urla ai bambini sulle altalene nel parco di correre e
nascondersi prima che lui li uccida tutti. In Halloween V: La
vendetta di
Michael Myers, anche Tina, la preferita dai fan,
si sforza di proteggere i bambini nel film, alla fine urlando a
Jaime di scappare mentre si sacrifica per tentare di portare
Michael fuori dal suo obiettivo.
Maschere Silver Shamrock
Quando hanno concluso i
libri su Halloween II, i creativi hanno creduto che il
franchise sarebbe continuato come una serie antologica, e la terza
puntata, infatti, è stata Halloween III: Season of the
Witch. Anche se ora è un film con uno status di cult
movie, è stato un flop e quasi immediatamente è stato dimenticato
dai fan.
Molti di coloro che hanno visto quel
film non saranno mai in grado di dimenticare le maschere Silver
Shamrock. Halloween Kills è quanto di più lontano possa
esserci da Season of the Witch, eppure i corpi nel
parco, con le maschere e tanto di targhetta Silver Shamrock in
vista sono un chiaro omaggio a quel film, nonostante tutto.
Tutti hanno diritto a un bello
spavento
Nel film originale del
1978, parte della genialità derivava dall’uso della suspense da
parte di John Carpenter invece che del sangue per
scatenare la paura negli spettatori. Uno dei migliori riferimenti
nel film arriva grazie allo sceriffo Brackett, interpretato da
Charles Cypher, che torna ad Haddonfield. Brackett
è artefice di una delle migliori scene “di paura”, urtando
accidentalmente Laurie che si allontana da casa Myers. Mentre la
rassicura, sorride, dicendo: “Sai che è Halloween. Immagino che
tutti abbiano diritto a un bello spavento”.
Immagina la gioia dei fan quando
Leigh Brackett si avvicina a Myers in Halloween
Kills per vendicarsi di Myers e fa partire la carica
all’Uomo Nero quando dice: “Ehi Michael. È Halloween. Tutti hanno
diritto a un bello spavento”.
La parte dell’infermiera
Marion
Dalla corsa sul tetto
dell’auto alla rievocazione fotogramma per fotogramma della sua
fuga dalla Smith’s Grove Institution, il rifacimento di una delle
scene più iconiche del film originale era una delle più attese alla
premiere del film – e ha affatto non deluso.
Non è solo il miglior ritorno al
passato di un precedente film di Halloween, ma è forse uno dei
migliori omaggi in un sequel/reboot che ha impreziosito il grande
schermo di recente. Anche se questa volta non è fuggita, Marion è
stata una delle migliori vittime dell’intero film. Nel film si
rende persino omaggio alla sua fuga iniziale, con un altro
passeggero vestito con un costume incredibilmente simile a quello
che indossava quel 31 ottobre 1978, mentre cade sul marciapiede
allo stesso modo. Sfortunatamente per lei, alla fine Myers ha
rivendicato la vittima.
La perdita di controllo è un tema
ricorrente nei film horror, indipendentemente dal budget. Può
presentarsi visivamente tramite la figura di serial killer che
perseguita una vittima e stravolge gli equilibri e lo stile di vita
suburbano, o una creatura mostruosa che invade una tranquilla città
di mare. Il body horror è un sottogenere
particolarmente conturbante perché, più che una perdita di
controllo di un luogo o di una situazione specifica, la vittima
perde il controllo di ciò che sta accadendo al proprio corpo… un
sottogenere da riscoprire assolutamente per
Halloween.
Il genere è andato ampiandosi
sempre di più nel corso degli anni, conoscendo picchi di creatività
sanguinaria. Può includere qualsiasi storyline ormai, da lupi
mannari o infezioni parassitarie a mutazioni scientifiche o
amputazioni forzate. Qualunque siano i gusti dei fan dell’horror,
c’è un tipo di body horror da brivido per tutti secondo IMdB, da rivedere in
occasione di Halloween!
Film da vedere ad Halloween: Cabin
Fever (2002) – 5.7
Scritto
e diretto dal guru del gore
Eli Roth,
Cabin Fever
farà sicuramente accapponare la pelle agli spettatori. Una vacanza
in una baita nei boschi va storta quando un gruppo di amici del
college viene esposto a un virus mangia-carne altamente contagioso
che si diffonde rapidamente in tutto il gruppo.
Pieno di effetti visivi
accapriccianti che sono sufficienti a far ricredere i fan
dell’horror su ogni formicolio o prurito, il film è assolutamente
la visione perfetta per una festa di
Halloween!
Film da vedere ad Halloween: The
Ruins (2008) – 5.9
Non è raro che il body
horror coinvolga i parassiti, ma The Ruins fa un
passo avanti con il suo uso di antiche viti carnivore che
distruggono la loro preda dall’interno.
Mentre sono in vacanza in Messico,
due coppie visitano uno scavo archeologico Maya, dove entrano in
contatto con un male a lungo celato che i locali speravano non
sarebbe mai stato esposto al mondo esterno. È difficile non
contorcersi guardando le piante feroci che si fanno strada sotto la
pelle delle loro vittime.
Film da vedere ad Halloween: The
Perfection (2018) – 6.1
Più circoscrivibile alle
caratteristiche del film di suspense e mistero rispetto all’horror
tradizionale, The Perfection è un inquietante giro
di emozioni psicologiche che segue un prodigio musicale respinto
andare alla ricerca della nuova allieva prodigio del suo
insegnante, con cui è stata rimpiazzata.
Con Allison Williams e Logan
Browning, quella che inizia come una storia di vendetta si
evolve in un’orribile spirale discendente di terrore e abusi –
tutto in nome del raggiungimento della vera perfezione.
Film da vedere ad Halloween:
American Mary (2012) – 6.3
Una talentuosa studentessa
di chirurgia abbandona la scuola di medicina dopo essere stata
violentata da un professore e, invece, viene coinvolta nello strano
mondo della chirurgia clandestina e della modifica estrema del
corpo.
Scritto e diretto da Jen e
Sylvia Soska, conosciute anche come The Twisted
Twins, American Mary approfondisce la
storia di una giovane donna promettente e le oscure conseguenze che
affrontano gli abusatori quando si rendono conto di essersi messi
contro la persona sbagliata.
Film da vedere ad Halloween:
Scanners (1981)- 6.8
Un classico degli anni ’80
direttamente dalla mente geniale ma contorta dello scrittore e
regista David Cronenberg, Scanners introduce il pubblico in un mondo in
cui alcune persone nascono con incredibili capacità telepatiche e
telecinetiche.
Temendo ciò che questo gruppo
potrebbe fare al resto del mondo, uno scienziato recluta una di
queste persone per aiutare a cacciare e distruggere altri come
lui.
Film da vedere ad Halloween:
Hellraiser (1987) – 7.0
Un uomo alla ricerca del
massimo piacere apre accidentalmente un portale per l’inferno, che
celerà più sofferenza di quanto pensasse immaginabile, nel debutto
alla regia di Clive Barker. Demoni, torture e
sadismo – il mix perfetto per una visione di
Halloween estrema!
Hellraiser è il primo film del
franchise ed è servito come una terrificante introduzione a Pinhead
e alla sua lega di altri sadici demoniaci, conosciuti come i
Cenobiti.
Film da vedere ad Halloween:
Martyrs (2008) – 7.1
Il regista francese
Pascal Laugier spinge ogni limite in questo
horror depravato che esplora temi di vendetta, abusi e
filosofie pericolose.
Vittime di abusi su minori
determinate a venire a patti con i loro traumi si ritrovano rapite
da una setta che crede che la vera consapevolezza e la conoscenza
scaturiscano dal reiterarsi di atroci torture.
Film da vedere ad Halloween:
Videodrome (1983) – 7.2
Il presidente di una
piccola stazione televisiva nota per il suo intrattenimento X-rated
è alla ricerca della prossima grande macchina da soldi del canale,
in Videodrome di
David Cronenberg.
Scopre un programma intrigante e
macabro che capitalizza quello che lui pensa siano torture e
lesioni simulate. Più si immerge nella sua indagine sul misterioso
programma, più si rende conto che potrebbe non essere finto, dopo
tutto.
Film da vedere ad Halloween: La
mosca (1986) – 7.6
C’è
una ragione per cui ben tre film diCronenberg
figurano in questa lista, dal momento che il regista ha sempre dato
il meglio di sé esplorando storyline macabre ed inquietanti. Il
remake del 1986 diThe
Fly
intreccia la storia di uno scienziato i cui esperimenti ben
intenzionati vanno terribilmente male.
Tanto straziante quanto veramente
disgustoso, gli spettatori assistono alla decomposizione del corpo
di Jeff Goldblum, con parti di lui che
letteralmente si sgretolano, mentre muta lentamente in un orribile
ibrido umano-mosca.
Film da vedere ad Halloween: La
cosa (1982) – 8.1
Il corpo umano si converte
nel posto più confortevolmente accogliente per nascondersi nel
classico horror fantascientifico di John
Carpenter. Un team di scienziati di stanza nell’Antartide
del 1980 è infiltrato da un alieno mutaforma con la capacità di
imitare l’aspetto delle persone che uccide.
Il montaggio originale del film era
così sanguinoso e inquietante che più scene hanno dovuto essere
tagliate per togliere alcuni dei momenti più disgustosi al fine di
essere ampiamente rilasciato in alcuni paesi.
Alla chiusura di WandaVision gli spettatori della serie
Disney+ sono stati lasciati con due
brucianti desideri. Il primo era quello di sapere subito
cosa sarebbe accaduto a Wanda e ai suoi smisurati poteri, il
secondo era che un personaggio affascinante come quello di
Agatha Harkness non poteva aver esaurito il suo arco
narrativo.
E infatti dopo poche settimane
dalla chiusura della serie, si è cominciato a parlare di uno
spin-off
completamente dedicato a Agatha con protagonista Kathryn Hahn. Ora però l’attrice si è rivelata
molto cauta in merito al progetto, spiegando che non c’è niente di
confermato, ma che con i Marvel Studios tutto è possibile.
Ecco cosa ha dichiarato: “Non
so se esiste uno spin-off di WandaVision. Devo essere onesta, tutto
quello che posso dire è che amo Agatha. Come sappiamo, alla
Marvel può succedere di tutto.
Quindi chi lo sa?”
WandaVision ha esplorato un po’ la storia di
Agatha Harkness, anche se sarà interessante vedere
come i Marvel Studios progettano di renderla una
simpatica protagonista dopo gli eventi della serie. Il personaggio
è stato uno di quelli con cui ci siamo divertiti a passare il
tempo, ma tra l’uccisione di Sparky e il tentativo di rubare i
poteri di Scarlet Witch, è anche giusto dire che
Agatha ora ha bisogno di redenzione! Allo stesso tempo, non sarebbe
necessariamente una brutta cosa seguire il suo arco narrativo da
villain, tanto per cambiare.
Abbiamo recentemente appreso che il
regista della Justice LeagueZack Snyder realizzerà il suo film ispirato ai
Sette Samurai ambientato nello spazio, in un’altra
galassia molto, molto lontana! A luglio, è stato annunciato che il
prossimo progetto di Snyder per Netflix dopo Army of Thieves, sarebbe stato un
fantasy/sci-fi epico intitolato Rebel Moon, che Snyder scriverà insieme allo
sceneggiatore di Army of the Dead, Shay
Hatten, e al co-sceneggiatore di 300,
Kurt Johnstad.
La trama ruota attorno a “una
colonia pacifica ai margini della galassia che è minacciata dagli
eserciti di un reggente tirannico di nome Balisarius. Persone
disperate inviano una giovane donna con un misterioso passato a
cercare guerrieri dai pianeti vicini per aiutarli a prendere
posizione.” Parlando con Post-Cred Podcast, il regista ha
paragonato il film alle scene di apertura di L’uomo
d’Acciaio ambientate a Krypton. “L’inizio de L’Uomo
d’Acciaio ha elementi di fantascienza piuttosto importanti, giusto?
Krypton… è un po’ quello che stiamo facendo in Rebel Moon, ma con
più steroidi che posso dargli. Francamente, quello che mi interessa
davvero in questo progetto è creare un film romantico di
fantascienza su una scala larghissima.”
Snyder ha spesso detto che se gli
fosse stata data l’opportunità di dirigere un film di Star
Wars, avrebbe reso omaggio al grande Akira
Kurosawa con un’epica avventura spaziale, ma sembra che si
sia stancato di aspettare la chiamata di
Lucasfilm! I dettagli sono ancora pochi, ma non
vediamo l’ora di scoprire di più su Rebel
Moon prima che sia troppo tardi.
Rebel Moon, il
film
Vi
ricordiamo che Rebel
Moon è il prossimo film di fantascienza originale
Netflix
di Zack Snyder che si baserà su una sceneggiatura scritta dal
regista insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad. Protagonista
annunciata è Sofia Boutella, l’ex modella e sportiva Nike
diventata attrice, Boutella ha raggiunto il successo con il suo
ruolo nel franchise Kingsman. Ha poi recitato in La mummia con Tom
Cruise per Universal, Atomica bionda al fianco di Charlize
Theron, Fahrenheit 451 di Ramin Bahrini per HBO e
Climax di Gaspar Noé per A24.
Nel film
L’esercito del tiranno Regent Balisarius minaccia gli abitanti di
una colonia pacifica al confine della galassia, che decidono di
inviare una giovane donna dal passato misterioso a esplorare
pianeti vicini alla ricerca di guerrieri disposti a combattere al
loro fianco.
Alice Eve ha
partecipato nel 2013 al ricco cast di Star Trek Into Darkness, uscito nel 2013.
L’attrice ha interpretato Carol Marcus, ma non c’era traccia del
personaggio in Star Trek Beyond. Non c’erano piani
in corso per l’interesse amoroso del
Capitano Kirk, anche se qualcuno ha ipotizzato che l’attrice
potesse non voler più partecipare al franchise a causa della scena
in intimo, del tutto gratuita, che la vede protagonista nel film e
della quale si parlò tanto, a suo tempo.
Il produttore Damon Lindelof in seguito si è
scusato per quella scena, mentre J.J. Abrams
ha ammesso che poteva effettivamente essere evitata. Sembra
invece che la protagonista della stessa non abbia avuto niente da
ridire su una scena che, anzi, l’ha resa molto fiera.
“È stato qualcosa per cui ho
lavorato volontariamente con un trainer, per essere in forma, per
cui ero molto preparato e mi è piaciuto molto [farla ]: filmare,
eseguire, promuovere – ha recentemente dichiarato Eve a Inverse,
chiarendo che era attivamente coinvolta in tutte le scene di Carol
Marcus nel sequel di Star Trek – La sensazione che non avrei dovuto
farlo, o che si trattasse di sfruttamento, mi confondeva”.
“Ci sono molte cose nel mondo
che confondono – ha continuato l’attrice – L’ho attribuito
a una di quelle anomalie. Sono orgogliosa di quella scena e di
tutto il lavoro che ho fatto”.
Nel finale di stagione di What
If…?,
l’Osservatore ha riunito i suoi Guardiani del Multiverso.
Guidato dal
Captain Carter, il gruppo includeva
T’Challa Star-Lord, Doctor Strange Supreme, Thor, Black Widow,
Killmonger e Gamora. Insieme, sono riusciti a sconfiggere
Infinity Ultron, salvando innumerevoli realtà.
Killmonger alla fine ha mostrato la
sua vera indole ed è finito intrappolato al fianco di Arnim Zola
dopo aver tentato di prendere per sé il potere di Ultron. Quella
era la fine che si meritava, ma il resto di questi eroi è tornato
alle rispettive realtà (o, nel caso di Natasha Romanoff, una
nuova).
Eagle Pictures e
Paramount hanno diffuso il secondo trailer di
House
of Gucci, l’atteso nuovo film diretto da
Ridley Scott ispirato alla sconvolgente storia
vera della famiglia che ha fondato Gucci la casa di alta moda
italiana diventata famosa in tutto il mondo. Il film racconta tre
generazioni di Gucci attraverso tre decenni. Potere, Creatività,
Ambizione, Tradimento, Vendetta e un omicidio. Tutto per il
controllo della Maison che portava il nome della loro famiglia. Nel
cast Adam Driver,Lady
Gaga,Jared
Leto,
Al Pacino e Jeremy Irons.
House of Gucci, i character poster
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Tutto quello che sappiamo su House of Gucci
House
of Gucci sarà sceneggiato da Roberto
Bentivegna e sarà basato sul libro
di Sara Gay Forden dal titolo: “The
House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and
Greed”. Per Ridley
Scott si tratta del secondo progetto sviluppato
dopo la fusione tra Fox e Disney, insieme a The
Last Duel, film che vedrà protagonisti Matt
Damon, Adam
Driver, Jodie Comer e Ben
Affleck.
House
of Gucci segna il ritorno di Scott in Italia, dov’era
stato ambientato anche
Tutti i soldi del mondo, uscito nel 2017. Il cast include
Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston,
Reeve Carney, Camille Cottin e Jeremy
Irons. L’uscita nelle sale è fissata per il prossimo
novembre.
Ana De Armas è in trattative per recitare in Ballerina,
il film spin-off di John Wick. Il primo film della
serie, uscito nel 2014, è valso alla Lionsgate un enorme successo,
che ha portato alla realizzazione di
diversi sequel e ora di uno spin-off al femminile.
Conosciuto solo come Ballerina,
il progetto è in sviluppo dal 2017. È stato poi riferito nel 2019
che il regista di Live Free or Die Hard,
Len Wiseman, avrebbe diretto il film. I fan hanno
avuto modo di capire come potrebbe essere un personaggio del
genere, protagonista di un film di questa serie, grazie al ruolo
che ha interpretato Angelica Huston in John Wick 3.
Dopo tutto questo tempo, sembra
adesso che Ballerina punti su
Ana De Armas nel ruolo di protagonista. Deadline
riporta che l’attrice è in trattative per interpretare il ruolo
principale, descritto come quello di una giovane assassina in cerca
di vendetta sulle persone che hanno ucciso la sua famiglia.
Abbiamo visto De Armas di recente in No Time to Die, e ancora
prima aveva già lavorato con Keanu Reeves nel film
Knock Knock. Non è chiaro, tuttavia, se Reeves
apparirà nello spin-off, ma il report di Deadline parla di una
possibilità concreta.
Il trailer di Lightyear
ha emozionato tutto il mondo degli appassionati Pixar, che hanno
avuto modo di dare uno sguardo al personaggio in carne e ossa che
ha ispirato l’amatissimo giocattolo Buzz, di Toy
Story. Non tutti però sono riusciti a capire che la voce
dell’astronauta protagonista è quella di Chris Evans, che si è detto emozionatissimo di
entrare a far parte del mondo Pixar.
Dal momento che internet è un posto
bellissimo e spesso le associazioni di idee più disparate generano
dei momenti preziosi, Bosslogic si è lasciato
ispirare da questa situazione e ha realizzato un bellissimo mash-up
in cui il volto di Lightyear compare sul maglione
bianco di Hugh Ransom Drysdale, interpretato da
Chris Evans in
Cena con delitto – Knives Out. Il risultato è
esilarante!
Il nuovo lungometraggio originale
Disney e Pixar arriverà nel 2022. Chris Evans (Cena
con delitto – Knives Out,
Avengers: Endgame) presta la propria voce a Buzz nella versione
originale del film. “La frase ‘un sogno che diventa realtà’ viene
usata spesso, ma non aveva mai significato così tanto nella mia
vita”, afferma Evans. “Chi mi conosce sa quanto io ami
profondamente i film d’animazione. Non posso credere di poter far
parte della famiglia Pixar e di lavorare con questi artisti davvero
brillanti che raccontano storie come nessun altro. Vederli lavorare
è a dir poco magico. Ogni giorno mi do un pizzicotto”.
Lightyear –
La vera storia di Buzz è diretto da Angus MacLane,
regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di Pixar,
che ha co-diretto
Alla Ricerca di Dory del 2016. Il film è prodotto da Galyn
Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).
In un’intervista con
THR, il regista Denis Villeneuve
ha discusso della sua visione di Dune
e dei suoi sequel (la
parte due è stata annunciata ufficialmente). Quando gli è stato
chiesto di una delle scene più importanti del film, quella tra
Jessica (Rebecca
Ferguson) e Paul (Timothée
Chalamet) inorridito dalle visioni di una guerra in
arrivo, il regista ha parlato di come il momento sovverta le
aspettative solitamente associate alla narrativa del
“prescelto”/viaggio dell’eroe.
Dune, la scena preferita di Denis
Villeneuve
“Frank Herbert ha scritto Dune
come un monito verso quelle figure messianiche, quei prescelti,
quelle figure salvatore – ha detto Villeneuve – Riguarda
quanto possono essere pericolosi questi tipi di riferimenti. È una
critica alla figura messianica. Questa è una delle mie scene
preferite del film e si poggia esclusivamente sulle spalle di
Timothée Chalamet e Rebecca Ferguson e sul loro talento. Questi due
attori sono rimasti intrappolati in quello spazio minuscolo, mentre
molte cose accadono all’interno e all’esterno di questo spazio
angusto in cui sono intrappolati. Il personaggio principale sta
diventando sempre più ossessionato e perseguitato da quelle
visioni, e poi finalmente si confronta con sua madre. Ma allo
stesso tempo piange anche suo padre. Quindi stanno accadendo molte
cose. È una sorta di rinascita cinematografica per il personaggio,
e Timothée ha offerto una performance che mi commuove ancora, ogni
volta che guardo il film”.
Viaggio mitico ed emozionante di un
eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides,
giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a
un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere
il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro
alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono
per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul
pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della
mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie
paure sopravviveranno.
Denis
Villeneuve ha diretto Dune e
ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth,
basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è
prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe
Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Spider-Man:
No Way Home riporterà sullo schermo lo scontro, che
Sam Raimi aveva reso grande, tra Spidey e Doc Ock,
ma ovviamente la tecnologia è cambiata da quando i due si sono
scontrati per la prima volta in sala, nel 2002.
No Way Home userà infatti tanta CGI,
come c’è da aspettarsi, soprattutto per i tentacoli del villain
interpretato da Alfred Molina. Questa scelta ha destato
qualche critica dai parte dei fan, che, senza vedere il nuovo film,
già lamentano i bei tempi andati con le tecniche practical usate da
Raimi. A queste lamentele, Tom
Holland ha risposto postando una foto
che lo mostra con la testa dentro le morse di Ocktopus che lui
commenta dicendo che non è stata usata CGI per il film, ma solo
metodo. Una risposta divertente ma anche diretta, contro chi
critica negativamente un film che non ha ancora visto.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Quando Nick Fury tentò per la prima volta di
reclutare Tony Stark per unirsi a Steve
Rogers e Natasha Romanoff nell’Iniziativa dei
Vendicatori, inizialmente l’eroe manifestò
titubanza. Tony si considerava più un lupo solitario:
“Apparentemente, sono volubile, ossessionato da me stesso e non
gioco bene in squadra con gli altri”.
Naturalmente, non solo ha finito
per unirsi ai Vendicatori; è diventato di fatto uno dei leader
della squadra, fornendo loro un quartier generale e compiendo
infine il sacrificio finale in modo che gli Eroi più forti della
Terra potessero vivere per continuare a combattere.
Bruce Banner
L’accattivante
collaborazione di Tony conBruce Banner
– il suo più vicino rivale per il titolo di “Vendicatore più
intelligente” fino all’arrivo di
Shuri
– ha fatto sì che la coppia fosse soprannominata
“Science
Bros.”
dai fan delMCU.
In Avengers: Age of Ultron, Tony e Bruce si sono uniti
per creare “un’armatura in tutto il mondo” che ha finito per
trasformarsi nella malvagia A.I., decisa a
spazzare via l’umanità. Dopo il monumentale fallimento del loro
primo esperimento di I.A., Tony e Bruce si sono uniti ancora una
volta per creare un’intelligenza artificiale in grado di
distruggere la primogenita.
Nebula
Il team-up di
Tony con Nebula è stato breve ma memorabile. Dopo lo
scioccante e polveroso finale cliffhanger di Infinity
War, Tony e Nebula erano gli unici due sopravvissuti
rimasti su Titano. Endgame si apre con la coppia che cerca
disperatamente di tornare sulla Terra con scorte di carburante
limitate.
Bloccati insieme nello spazio, Tony
e Nebula avrebbero potuto soccombere alla follia, ma hanno
mantenuto la loro sanità mentale lavorando instancabilmente per
riparare il motore e prendendosi pause regolari per giocare a
calcio con un pezzo di carta.
Doctor Strange
Tony
è la prima persona che Doctor Strange recluta
quando Banner lo avverte che
Thanos sta arrivando. Naturalmente, le personalità
di Tony e Strange si scontrano perché sono entrambi arroganti,
ossessionati da sé stessi e prepotenti.
Hanno comunque poi deciso di comune
accordo di unire le forze per combattere i Guardiani della Galassia (quando pensavano di
lavorare per Thanos) e poi Thanos stesso. Alla
fine, Strange ha rinunciato alla Pietra del Tempo
per salvare la vita di Tony, perché poteva prevedere quanto avrebbe
svolto un ruolo cruciale in Endgame. Potrebbero scontrarsi, ma c’è
chiaramente un rispetto reciproco.
Happy Hogan
Il regista di Iron ManJon Favreau ha dato
a se stesso il ruolo di supporto di Happy Hogan, che è diventato così amato dai
fan che ha continuato a rimanere nel MCU
dopo la tragica morte di Tony.
Nel film originale di Iron Man, Happy è stato introdotto come
guardia del corpo di Tony. Man mano che il franchise è andato
avanti, Happy ha sottolineato la crescente assurdità del suo titolo
di lavoro come “Iron’s man head of security “.
Harley Keener
Quando la casa di Tony
viene attaccata dai terroristi, Stark fugge con una delle armature,
che l’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S. indirizza
verso una cittadina del Tennessee, dove Stark
sperava di trovare indizi su una strage simile in modalità a quelle
del Mandarino. L’armatura di Stark non ha abbastanza energia per
tornare in California, e Stark
viene creduto morto. Lì, fa squadra con un ragazzo coraggioso di
nome Harley Keener per riparare la sua armatura e
tornare a casa.
Questa premessa ha creato un
interessante conflitto in Iron Man 3, dato che Tony non poteva contare
sulla sua tecnologia. Ha dovuto usare il suo ingegno per
infiltrarsi nel covo del Mandarino e ottenere delle risposte.
Guardiani della Galassia
QuandoIron Man
arriva su Titano con
Doctor Strange
e
Spider-Man
per attendere con ansia l’arrivo di Thanos, incontrano i
Guardiani della Galassia.
Supponendo che i Guardiani stiano lavorando con il Titano Pazzo,
inizialmente li combattono – finché non si rendono conto che
conoscono
Thor
e decidono di fare squadra.
Tony non era abituato alle persone
che sfidano la sua autorità fino a quando non incontra
Peter Quill, che senza mezzi termini gli dice: “Mi
piace il tuo piano, solo che fa schifo, quindi lasciami ordire il
piano e, in questo modo, potrebbe riuscire davvero bene”.
Tony e Nat si sono uniti per
combattere Bucky quando il lavaggio del cervello
dell’Hydra è stato riattivato e hanno guidato la carica nella
battaglia all’aeroporto (anche se Nat ha permesso a Steve e Bucky
di scappare come favore personale).
War machine
James
Rhodes è stato il migliore amico di Tony nel MCU
fin dall’inizio. Dopo che l’armatura di War
Machine è stata presentata nel primo film di Iron Man, ha potuto indossarla e combattere al
fianco di Tony nel sequel del 2010.
Anche se inizialmente Rhodey ruba
l’armatura di War Machine a un Tony ubriaco e odioso, i due eroi
corazzati finiscono per fare squadra per combattere insieme la
legione di scagnozzi robotici inviati da Justin
Hammer. Sconfiggono il grande cattivo,
Whiplash, unendo le forze (letteralmente) e
sparando i loro repulsori a vicenda.
Spider-Man
Tradizionalmente, la figura
paterna di Peter Parker è lo zio
Ben, la cui saggezza sul potere e la responsabilità ha
guidato la bussola morale di Spidey nei fumetti per decenni. Ma il
MCU
ha adottato un approccio diverso e ha reso Tony e Peter una sorta
di coppia Batman e Robin: un ricco supereroe che
prende sotto la sua ala un orfano.
Da quando si è unito a Tony in
Civil War, Spidey ha combattuto al suo fianco
a Central Park, sui resti post-apocalittici di Titano e persino
nella “Battaglia della Terra” che ha salvato
l’universo.
Capitan America
Tony si è scontrato con
Steve Rogers dal momento in cui si sono
incontrati nel primo film dei Vendicatori. Il loro conflitto è
arrivato al culmine in modo davvero straziante alla fine di
Civil War, quando hanno quasi combattuto fino
alla morte. Civil War si focalizza il conflitto intestino
tra le fazioni dei due leader, in disaccordo sulle modalità di
salvare la Terra.
L’accorata riunione del duo in
Endgame (compresa un’offerta di pace dello
scudo rinnovato di Cap) ha aperto la strada al trionfo finale dei
Vendicatori su Thanos. Se Tony e Steve si fossero parlati in
Infinity War, il Titano Pazzo forse non
avrebbe vinto.
Presentato Fuori Concorso alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, il film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures
Dune
disponibile da domani per l’acquisto e noleggio su Apple Tv app,
Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity. Il candidato all’Oscar
Denis Villeneuve (“Arrival”, “Blade Runner 2049”)
dirige Dune,
il film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, adattamento
per il grande schermo dell’omonimo celebre best seller di Frank
Herbert.
Dune,
un’epica avventura ricca di emozioni, narra la storia di Paul
Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande
destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare
verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un
futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si
fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo
della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia
prima capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità –
solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a
sopravvivere.
Nel cast il candidato all’Oscar
Timothée Chalamet (“Call Me by Your Name”,
“Piccole Donne”), Rebecca Ferguson (“Stephen King’s Doctor
Sleep”, “Mission: Impossible – Fallout”), Oscar Isaac (i film di “Star Wars”), il
candidato all’Oscar Josh Brolin (“Milk”,
“Avengers: Infinity War”), Stellan Skarsgård
(“Chernobyl” di HBO, “Avengers: Age of Ultron”), Dave
Bautista (la serie di film di “Guardiani della Galassia”,
“Avengers: Endgame”), Zendaya (“Spider-Man: Homecoming”, “Euphoria”
di HBO), Chen Chang (“Mr. Long”, “Crouching Tiger,
Hidden Dragon”), David Dastmalchian (“Blade Runner
2049”, “The Dark Knight”), Sharon Duncan-Brewster
(“Rogue One: A Star Wars Story”, “Sex Education”), con la candidata
all’Oscar Charlotte Rampling (“45 Years”,
“Assassin’s Creed”), con Jason Momoa (“Aquaman”,
“Il Trono di Spade” di HBO) e il premio Oscar Javier
Bardem (“No Country for Old Men”, “Skyfall”).
Villeneuve dirige Dune
da una sceneggiatura da lui scritta insieme a Jon Spaihts ed Eric
Roth, basata sull’omonimo romanzo di Frank Herbert. Villeneuve è
anche produttore del film insieme a Mary Parent, Cale Boyter e Joe
Caracciolo Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Dietro la macchina da presa,
Villeneuve ritrova la scenografa due volte candidata
all’Oscar® Patrice Vermette (“Arrival”, “Sicario”, “The
Young Victoria”), il montatore due volte candidato
all’Oscar® Joe Walker (“Blade Runner 2049”, “Arrival”,
“12 Anni Schiavo”), il due volte premio
Oscar®supervisore agli effetti visivi Paul Lambert
(“First Man”, “Blade Runner 2049”) e il premio Oscar®
per gli effetti speciali Gerd Nefzer (“Blade Runner 2049”).
Villeneuve collabora per la prima
volta con il direttore della fotografia candidato
all’Oscar® Greig Fraser (“Lion”, “Zero Dark Thirty”,
“Rogue One: A Star Wars Story”); la costumista tre volte candidata
all’Oscar® Jacqueline West (“The Revenant”, “Il Curioso
Caso di Benjamin Button”, “Quills – La penna dello scandalo”), il
secondo costumista Bob Morgan e il coordinator delle controfigure
Tom Struthers (la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”, “Inception”).
Il compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Blade Runner
2049”, “Inception”, “Il Gladiatore”, “Il Re Leone”) ha realizzato
la colonna sonora.
Dune,
girato in Ungheria e Giordania, è nelle sale cinematografiche
italiane dal 16 settembre, distribuito in tutto il mondo da Warner
Bros. Pictures e Legendary.
Nell’estate del 2019, per un
brevissimo periodo, lo Spider-Man di Tom
Holland è stato tirato fuori dall’Universo
Marvel. In quel breve periodo,
sembra che Holland, giovane interprete dell’arrampicamuri, venne
convocato a casa di Amy Pascal di SONY, che cercò di tirarlo su di
morale, parlando con lui delle incredibili opportunità che aveva il
suo Spider-Man anche lontano dalla Marvel.
In un’intervista con Empireper l’imminente uscita
di Spider-Man:
No Way Home, Tom Holland ha parlato proprio di
quell’incontro:
“Il giorno in cui è avvenuto
l’annuncio che non sarei più stato nell’MCU… sono andato a casa di
Amy Pascal e mi sono seduto con lei vicino alla
sua piscina, e ci siamo seduti lì per ore, chiacchierando e
immaginando film. Come avremmo fatto un film senza Marvel? Peter Parker sarebbe caduto
attraverso un portale e finito nel mondo di Venom? O potevamo fare
un film su Kraven the Hunter? È stata una bella distrazione… perché
da ragazzino ero così innamorato della Marvel, e sono stato così fortunato
a farne parte che quando mi hanno tolto il tappeto da sotto i
piedi, non ero ancora pronto per dire addio”.
Per fortuna di Holland e di tutti
gli appassionati della continuity Marvel al cinema, l’accordo è stato
poi ritrovato e adesso, anche a seguito di quanto visto in Venom 2, possiamo
solo pregustare un universo sempre più grande, intrecciato e
condiviso.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Sono passati ormai 4 anni
dall’annuncio ufficiale che Zachary Levi sarebbe
stato Shazam! per la Warner Bros. Dopo 4 anni,
l’attore celebra l’anniversario con un post social commosso e
tenero, dicendo che questo casting ha cambiato la sua vita per
sempre:
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel, mentre i villain saranno
interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel
Zegler eLucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
Con quattro milioni di visitatori
all’anno provenienti da ogni parte del globo, Pompei è il sito
archeologico più famoso al mondo, un luogo unico, una città perduta
e ritrovata, animata nel corso dei secoli da passioni violente e
dotata di un estro e una vitalità straordinari. I giochi di potere,
i legami amorosi, l’ambizione smodata e il genio creativo si
percepivano per le strade, si respiravano nei templi e si possono
ammirare ancora oggi negli affreschi, nelle rovine, nei reperti
sopravvissuti alla drammatica eruzione del 79 d.C. In uscita al
cinema solo il 29, 30 novembre e 1 dicembre, Pompei. Eros e
Mito è diretto dal poliedrico Pappi
Corsicato, che di recente ha firmato anche il documentario
dedicato a Julian Schnabel. Prodotto da Sky, Ballandi e
Nexo Digital, in collaborazione e con il contributo
scientifico del Parco Archeologico di Pompei e con
la partecipazione del MANN, Museo Archeologico Nazionale di
Napoli,POMPEI. EROS E MITO è un viaggio
che ci guida indietro nel tempo di duemila anni. Vengono messi a
nudo i miti e i personaggi che hanno contribuito a rendere
immortale questo sito archeologico unico al mondo che l’UNESCO ha
inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Dalla storia d’amore tra Bacco e Arianna nella celebre Villa dei
Misteri al rapporto ambiguo tra Leda e il Cigno, dalle lotte
gladiatorie sino alla disperata ricerca dell’immortalità di Poppea
Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone), il docu-film
metterà in scena e analizzerà anche i lati meno noti e più segreti
della città. Gli stessi che nel XVIII secolo portarono la Chiesa
Cattolica a nascondere alcuni dei reperti più scandalosi e scabrosi
recuperati duranti gli scavi.
A condurci attraverso le strade di
Pompei sarà una narratrice d’eccezione: la pluripremiata
Isabella Rossellini. La sua presenza e la sua voce
accompagneranno gli spettatori in un percorso elegante e serrato
che mostrerà come i miti e le opere ritrovate abbiano ammaliato e
influenzato artisti come Pablo Picasso e
Wolfgang Amadeus Mozart. Arricchiscono il percorso
tra storia e arte anche le rievocazioni dei miti in chiave
contemporanea ideate da Pappi Corsicato: Bacco,
Arianna, Teseo, Leda, solo per citarne alcuni, indossano abiti
moderni e sono sospesi in un tempo che appartiene sia al passato
che al presente, per mostrare quanto l’eredità di Pompei sia ancor
oggi una continua fonte di ispirazione artistica.
La colonna sonora originale di
“Pompei. Eros e mito” (titolo internazionale: “Pompeii. Sin city”),
già disponibile sugli store digitali su etichetta Nexo Digital/Sony
Classical, è firmata dal compositore e
pianista Remo Anzovino, che conferma con
questo titolo la sua capacità unica di raccontare in musica i
tesori dell’arte mondiale, tanto da essere stato premiato ai Nastri
d’Argento 2019 con una Menzione Speciale per le sue colonne sonore
originali dei docufilm d’arte.
Era il 1748 quando re Carlo III di
Borbone promosse i primi scavi ufficiali a Pompei a seguito dei
primi ritrovamenti della vicina Ercolano. Fu da quel momento che
cominciarono a riemergere con sempre maggior chiarezza i dettagli
della catastrofe del 79 d.C., anno in cui il Vesuvio seppellì
intere città, tra cui Pompei ed Ercolano, e tutto il territorio
circostante. Nel corso degli scavi di Pompei sono stati rinvenuti
tesori, statue, affreschi, mosaici, reperti di vita quotidiana, ma
anche ville e abitazioni private che ancor oggi ci raccontano la
vita di una città vivace, con giardini, fontane e imponenti
apparati decorativi. Sarà lungo queste antiche vie e grazie alle
opere conservate al MANN – Museo Archeologico Nazionale di
Napoli, che avremo modo di conoscere la vita degli
abitanti di Pompei prima dell’eruzione. Attenzione particolare sarà
dedicata al Gabinetto Segreto del MANN, istituito
dai Borbone per custodire i reperti più “scandalosi” ed
esplicitamente erotici.
Le storie che esploreremo sono
quelle di uomini e donne di cui ci restano tracce concrete perché
quando il flusso piroclastico ad altissima temperatura che investì
Pompei ne provocò la morte istantanea per shock termico, i corpi
delle vittime rimasero nella posizione in cui si trovavano
lasciando la propria impronta dopo la decomposizione. A partire
dalla seconda metà dell’Ottocento, poco più di un centinaio di
calchi sono stati realizzati da queste impronte, ispirando poeti e
artisti, tra cui lo stesso Roberto Rossellini, che dedicò alla
scoperta di alcuni calchi una celebre scena del “Viaggio in
Italia”.
Tra gli interventi del film
quelli di Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico
di Pompei dal 2014 al 2020; Andrew Wallace-Hadrill, Professore
Emerito di Studi Classici, Università di Cambridge; Catharine
Edwards, Professore di Studi Classici e Storia Antica – Birkbeck,
Università di Londra; Darius Arya, Direttore American Institute for
Roman Culture; Ellen O’Gorman, Professore Associato di Studi
Classici, Università di
Bristol.
Pompei. Eros e
Mito di Pappi Corsicato è prodotto
Sky, Ballandi e Nexo Digital, in collaborazione e
con il contributo scientifico del Parco Archeologico di
Pompei e con la partecipazione del MANN, Museo
Archeologico Nazionale di Napoli. La Grande Arte al Cinema
è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital.
Il
XXVI Linea d’Ombra Festival a Salerno ha superato il giro
di boa con una serata ricca di suggestioni che ha visto darsi il
cambio due grandi talenti del cinema italiano come Mario Martone e
Valeria Golino.
L’attrice e regista è arrivata da Napoli, dove ha iniziato a
girare la serie tv La vita segreta degli adulti,
tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante e diretta da Edoardo
De Angelis, e si è accomodata nel salotto di Linea d’Ombra alla
Sala Pasolini, intervistata dal direttore artistico Boris Sollazzo,
per parlare della sua carriera e dei suoi progetti futuri.
“NeLa vita segreta degli adultisarò solo
interprete, ma dopo questa inizierò a preparare la serie di cui
sarò invece regista, tratta dal romanzoL’arte della
gioia, di Goliarda Sapienza, inizieremo a girare l’estate
prossima e sono molto felice perché è un libro speciale che ho
amato molto”.
Proprio
una serie televisiva ha anche riportato Valeria Golino negli Stati Uniti, la seconda
stagione di The Morning Show, in cui interpreta Paola
Lambruschini, nella finzione documentarista nota per avere girato
un film in difesa di Amanda Knox e per le sue posizioni critiche
nei confronti del movimento #MeToo. Il personaggio esordisce con un
monologo che ha fatto il giro del mondo in poche ore appena la
serie è giunta su Apple
TV+.
“In
realtà ero preoccupata, ma non per quello che dice, anzi, ho
pensato subito che fosse una bella presentazione del personaggio.
Ero preoccupata perché volevo che venisse bene e quella scena è
stata la prima che ho girato appena arrivata sul set a Los Angeles.
Ma a parte questo, è come se ci fosse in atto una rivoluzione e
come in tutte le rivoluzioni ci sono anche cose sbagliate. Sono
imbarazzata dalla censura nei confronti delle parole, dei modi di
fare, dal fatto che viviamo un periodo in cui quasi niente di
quello che prima ci sembrava normale ora non lo è più, ed è vero
che c’erano e ci sono ancora sessismo, razzismo e che bisogna
lottare e farsi sentire, ma bisogna anche poter avere la libertà di
dissentire, di essere scorretti anche. In ambito artistico la
drammaturgia è scorretta perché l’essere umano è scorretto e non si
può pretendere che chi racconta storie, scrive libri, fa cinema o
teatro sia corretto per volere di un sistema, perché
significherebbe snaturare il nostro lavoro. Il movimento di questi
anni è importante, anche dal punto di vista dell’inclusione, ma il
processo con cui sta avvenendo lo trovo non del tutto
corretto”.
The
Morning Show ha riportato Valeria Golino a Los Angeles, dove ha vissuto
per molti anni. “Sono stata quattro mesi per le riprese della
serie e ho trovato la città molto cambiata, eravamo in pieno Covid
e l’atmosfera era molto cupa, ma sono stata felice di tornare per
un periodo così lungo dopo molti anni. Quando sono andata negli
Stati Uniti per fare il provino per il film di Tim Burton con Pee
Wee Hermann era il 1987, poi ho fatto il film e nel mentre i tanti
provini perRain Man. Ho incominciato a lavorare
tanto e alla fine sono rimasta lì fino al 2002. Ho imparato da
quell’esperienza cosa significhi essere molto professionali nel
fare questo lavoro, ma è un insegnamento che non sono mai riuscita
a fare mio fino in fondo, perché è sempre rimasta in me una
indisciplina legata al fatto di non avere fatto una scuola di
recitazione, di avere cominciato con autori come Peter Del Monte,
Citto Maselli, con cui ho vinto giovanissima la Coppa Volpi, che
avevano un metodo lontano anni luce da quello hollywoodiano. Ancora
oggi credo di avere la stessa indisciplina”.
Anche
regista di due bellissimi film come Miele ed
Euforia, Valeria Golino non pensa a un film a Hollywood
“ma mi piacerebbe girare un film internazionale, in cui poter
mettere a frutto tante cose ho imparato nel corso della mia vita e
della mia carriera, raccontare una storia che si dipani tra le
molte lingue che conosco con attori con cui poter parlare in
maniera diretta, condividendo con loro esperienza e
cultura”.
A
proposito di registi, Mario Martone si è collegato via Zoom
con il pubblico di Linea d’Ombra Festival per partecipare alla
presentazione del bel saggio di Giovanni De Luna Cinema
Italia, edito da UTET. E lo ha fatto in un giorno molto
speciale.
“Ho
finito oggi le riprese del mio nuovo film”, ovvero
Nostalgia, tratto dal romanzo Ermanno Rea, con
protagonisti Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva e Tommaso
Ragno. Martone è ancora in sala con Qui rido io, che dopo il trionfo di critica alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove era
in concorso, ha avuto un grande successo nelle sale
cinematografiche. E proprio alla sala va il pensiero del regista
napoletano.
“La
macchina comica, intesa come impianto della narrazione, del ritmo e
della struttura, ha bisogno della sala, come ne aveva bisogno la
commedia di Eduardo”. Sala cinematografica che come ha
detto lo storico e saggista Giovanni De Luna “inevitabilmente
perderemo e non si tornerà indietro, e con la sala perderemo la
costruzione di identità e di appartenenza che è stata parte
integrante del ‘900”.
Per
questo, come a chiosato il presidente di Linea d’Ombra Festival
Giuseppe D’Antonio, “la funzione dei festival è oggi
ancora più importante, perché mantiene vivo e indissolubile un
legame tra spettatore e luogo cinematografico tenendo viva una
tradizione che è stata fondamentale per la formazione del
patrimonio culturale collettivo del nostro paese”.
Ecco la nostra intervista a
Claudia Gusmano e Lorenzo Adorni, gli splendidi
protagonisti di Guida astrologica per cuori infranti, la nuova
serie Netflix disponibile in piattaforma, basata
sul romanzo di Silvia Zucca.
Guida astrologica per cuori infranti è la
nuova serie italiana Netflix, in 6 episodi, creata
da Bindu de Stoppani e diretta dalla stessa Bindu e da Michela Andreozzi. Prodotta da Italian
International Film – Gruppo Lucisano e tratta dall’omonimo successo
editoriale di Silvia Zucca edito da Casa Editrice Nord, la serie
debutta il 27 ottobre su Netflix in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo.
Amicizia, romanticismo,
carriera, incontri surreali e vicende tragicomiche sono solo alcuni
degli ingredienti di questa moderna commedia romantica che segue le
vicende della protagonista Alice, alla ricerca del grande amore e
della realizzazione lavorativa. L’incontro-rivelazione con l’amico
Tio farà entrare l’astrologia nella sua vita e la spingerà a
lasciarsi guidare dalle stelle, portandola sempre più vicino al
concretizzarsi dei suoi desideri.
Arturo (Fabio
De Luigi), un uomo che lavora zelantemente come
manager in un’azienda. Quando scopre un algoritmo che potrebbe
facilitare il lavoro alla ditta, ignora che la sua scoperta vada
tranquillamente sostituirlo, rendendolo un elemento non essenziale
per la stessa azienda. Arturo, in breve tempo, non perde solo il
suo lavoro, ma anche la fidanzata e il suo gruppo di amici.
L’unico impiego che riesce a trovare
è quello di rider per una multinazionale che si occupa di
tecnologia, la Fuuber, che ha sviluppato un’app particolare.
Installandola, Arturo scopre che l’app “dà vita” a un ologramma,
una donna di nome Stella (Ilenia
Pastorelli), con cui l’uomo trascorre le ore di
solitudine, finendo per legarsi così tanto a lei da invaghirsene.
Quando la settimana di prova gratuita con l’app della Fuuber
finisce, Arturo non ha soldi per poter pagare l’abbonamento e dovrà
fare tutto il possibile per riuscire a rivedere quella che è
diventata l’amore della sua vita, sempre se esiste veramente…