Star
Wars L’Ascesa di Skywalker arriva oggi nelle sale
americane, mentre in quelle italiane ha già fatto il suo debutto,
precisamente lo scorso 18 dicembre. Per celebre l’uscita nelle sale
del film che chiuderà ufficialmente la saga degli Skywalker,
Mark Hamill, storico interprete di Luke Skywalker
nel franchise, ha voluto rendere omaggio alla persona che ha fatto
conoscere l’universo di Guerre Stellari al mondo intero:
George Lucas.
Attraverso il suo account Twitter, infatti, Mark Hamill ha condiviso un bellissimo
post per celebre George Lucas, il papà della saga
ambientata nella “galassia lontana lontana”. Una serie di immagini
che ritraggono l’attore insieme al regista, sceneggiatore e
produttore ha accompagnato la seguente didascalia: “E mentre
L’Ascesa di Skywalker arriva nei cinema, non dimentichiamoci che
tutto è nato dall’immaginazione di un uomo solo: George Lucas. Lui,
da solo, ha creato la galassia lontana lontana che ha ispirato
intere generazioni. E poi mi ha permesso di farne parte, cambiando
la mia vita per sempre…”
Potete vedere il post condiviso da Mark Hamill di seguito:
As
#TheRiseOfSykwalker arrives in theaters, let’s not forget that
it all started in the imagination of just 1 man: GEORGE LUCAS. He
alone created that galaxy far, far away that has inspired
generations. Then, he let me be a part of it & changed my life
forever…#ALifetimeOfLukepic.twitter.com/0HPUUrInUj
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Stando ad un nuovo report di
Variety, i diritti di
sfruttamento cinematografico del franchise The LEGO
Movie potrebbero passare dalla Warner Bros. alla
Universal Pictures. Secondo il report, l’obiettivo sarebbe quello
di rilanciare la saga d’animazione basata sui celebri mattoncini
della società danese attraverso una nuova serie di film.
Nel nuovo progetto resterebbe
comunque coinvolto Dan Lin in qualità di
produttore, nonostante lo stesso sia legato alla Warner da un
accordo a lungo termine. Lin è stato il produttore di tutti i film
del franchise che sono stati distribuiti dalla Warner Bros.,
inclusi gli spin-off LEGO Batman – Il
Filme LEGO Ninjago – Il
Film.
Al momento la notizia non è stata
ancora confermata, né dalla LEGO né tantomeno dalla Universal:
sempre secondo quanto riportato dalla fonte, la major starebbe
accarezzando l’idea di rivisitare alcuni dei suoi grandi classici
in chiave LEGO.
I film della saga prodotti dalla
Warner Bros. sono stati accolti molto bene, tanto dalla critica
quanto dal pubblico, nonostante i risultati al botteghino dei vari
episodi non siano stati sempre soddisfacenti: il primo film ha
incassato 468 milioni di dollari a livello mondiale, seguito da
LEGO Batman – Il Film (311 milioni di dollari), The
LEGO Movie 2: Una nuova avventura (191 milioni) e
LEGO Ninjago – Il Film (123 milioni).
Nel 2014, il primo film divenne un
enorme successo, con recensioni prevalentemente positive e un
incasso di 469 milioni su un budget di 60, quello che si definisce
un vero successo. A scrivere e dirigere c’erano Phil
Lord e Chris Miller. Il primo film ha
generato subito un universo condiviso, con altri film del genere
usciti nel corso di questi 4 anni.
Il cast vocale originale del
franchise include attori del calibro di Chris Pratt,
Elizabeth Banks, Will Arnett, Nick Offerman, Alison Brie, Charlie
Day,Tiffany Haddish, Jonah
Hill e Channing Tatum.
Tutti sanno che Avengers:
Endgame, il cinecomic Marvel diretto da
Anthony e Joe Russo, è riuscito a
battere Avatar di James Cameron, diventando il film con il
maggiore incasso nella storia del cinema. In seguito all’importante
record stabilito dall’ultima avventura dei Vendicatori sul grande
schermo, lo stesso regista di Titanic si era congratulato
con i Marvel
Studios con un post pubblicato sia attraverso i suoi
profili social ufficiali che quelli del franchise.
All’epoca dei fatti, James Cameron aveva dichiarato: “Il
risultato di Endgame mi ha dato tantissima speranza. Questa è la
prova tangibile che le persone vanno ancora al cinema. E quello che
mi spaventava di più nel girare Avatar 2 e Avatar 3 è il fatto che il mercato è
cambiato tantissimo, e che quell’epoca in cui le persone sono
entusiaste di andare in una sala buia con un gruppo di estranei per
guardare qualcosa fosse ormai tramontata.”
Con l’arrivo nelle sale dei sequel
di Avatar a partire dal 2021, sono in
molti a pensare che la storia dei maggiori incassi al box office
possa essere nuovamente riscritta, e che Avatar possa
tornare in cima alla classifica dei film più visti. Della medesima
opinione sembra essere anche James Cameron, che in una recente intervista
con USA Today rilasciata
in occasione dei dieci anni dell’uscita del primo film, ha spiegato
che un’eventuale re-release della pellicola potrebbe ribaltare la
situazione, riportando in vetta il suo kolossal sci-fi: “Credo
sia una certezza”, ha dichiarato Cameron. “Ma lasciamo che
Avengers: Endgame si goda il momento e
celebriamo il fatto che persone stanno ancora andando al
cinema.”
Il regista ha poi sottolineato
ancora una volta di aver amato il film dei fratelli Russo, ma ha
anche dichiarato: “Non vorrei apparire irriverente, ma ci hanno
batttuto di pochissimo. Ho fatto i conti giusto prima: ci hanno
superato per un quarto del percento… penso che secondo i contabili
si tratterebbe di un errore di arrotondamento.”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
In attesa di scoprire quali saranno
con precisione i piani di Quentin Tarantino in
merito al terzo chiacchieratissimo film della saga di
Kill Bill, il celebre regista e
sceneggiatore ha rivelato un aneddoto decisamente interessante in
merito alla saga con protagonista Uma Thurman nei
panni di Beatrix Kiddo.
In una recente intervista durante un
podcast di CinemaBlend,
Quentin Tarantino ha svelato che inizialmente il
ruolo di Bill non era stato pensato per David
Carradine, ma bensì per altri due attori, entrambi molti
noti al grande pubblico: Warren Beatty e
Bruce Willis. Per Beatty si sarebbe trattata della
prima collaborazione con Tarantino, mentre Willis aveva già
lavorato con il regista in Pulp Fiction e Four
Rooms. A proposito del casting del personaggio di Bill,
Tarantino ha spiegato:
“Avevo creato il personaggio di
Bill appositamente per Warren Beatty, ma alla fine mi sono reso
conto che un personaggio del genere non avrebbe potuto funzionare
con lui. Così ho provinato David Carradine, e ho apportato alcuno
modifiche al personaggio proprio per lui. La mia terza scelta
sarebbe stata Bruce Willis. Ogni volta che leggo la prima versione
di Kill Bill, per certi aspetti mi fa ridere… perché è la versione
di Warren Beatty.
Il regista ha poi aggiunto:
“Nella prima versione del film, Bill era una sorta di James
Bond malvagio. Più che un villain alla 007, sembrava una sorta
di alter-ego cattivo di Bond, e penso che Warren avrebbe potuto
mettere in luce questo aspetto. Se invece avessi dovuto scegliere
Bruce, probabilmente non avrei dovuto riscrivere così tanto il
personaggio. Bruce avrebbe potuto interpretare un James Bond
cattivo senza alcuna difficoltà. Forse mi sarei fatto soltanto
guidare un po’ di più dal suo carattere. Un po’ meno Cristal. Un
po’ più Coors. Un po’ meno champagne, un po’ piùbirra.”
Ricordiamo che l’ultimo film di
Quentin Tarantino, C’era una volta a
Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes
2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia),
Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per
Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non
Protagonista per Brad
Pitt. Il film ha inoltre ricevuto 4 candidature ai
SAG Awards
2020 e ben 12 candidature ai Critics’ Choice
Awards.
Nonostante Cena con Delitto – Knives
Out, il suo ultimo film, sia stato molto apprezzato sia
dalla critica che dal pubblico, Rian Johnson non
dimentica quanto sia stato difficile gestire il rapporto con i fan
in seguito all’uscita nelle sale di Star
Wars: Gli Ultimi Jedi, secondo capitolo della
trilogia sequel della celebre saga fantascientifica che ha generato
non poche reazioni contrastanti all’interno del fandom di
Guerre Stellari.
In occasione dell’uscita nelle sale
di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il
film diretto da Rian Johnson è tornato nuovamente
a far parlare di sé, dal momento che sono tantissimi i fan che
speravano che l’ultima fatica di J.J.
Abrams possa aver in qualche modo riparato agli errori
commessi da Johnson con Episodio VIII.
In una recente intervista con
Radio.com,
Rian Johnson ha parlato proprio del rapporto con i
fan di Star Wars – che si sono spesso
distinti per atteggiamenti particolarmente deleteri – e di come
questo si sia ridimensionato proprio in seguito agli attacchi che
sono stati riservati a Gli Ultimi
Jedi:
“Penso che avvicinarsi ad un
qualsiasi processo creativo provando in tutti i modi a rendere
felici i fan sia sbagliato. Si rischia di ottenere il risultato
opposto. Anche facendo riferimento alla mia esperienza in qualità
di fan, se mi approccio a qualcosa, anche se si tratta di qualcosa
che penso di volere, se vedo esattamente quello che immaginavo di
vedere sul grande schermo, non posso far altro che reagire con un
‘Ah, ok!’. Potrebbe sicuramente farmi sorridere, ma al tempo stesso
mi lascerebbe una sensazione di neutralità che non mi porterebbe a
ripensare a quello che ho visto una volta uscito dalla sala,
lasciandomi insoddisfatto. Io voglio rimanere scioccato, voglio
essere sorpreso, voglio vedere delle cose contestualizzate
nuovamente. Nel momento in cui mi siedo al cinema, da fan voglio
essere sfidato.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Attraverso il suo account Instagram, il regista Mike
Flanagan ha annunciato l’arrivo della “Director’s Cut” di
Doctor
Sleep, l’adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo di Stephen King, uscito nelle
nostre sale lo scorso 31 ottobre.
La versione estesa di
Doctor
Sleepdurerà ben 3 ore e sarà contenuta
in un’apposita edizione home video del film, che sarà disponibile
negli Stati Uniti a partire dal prossimo 21 gennaio in Digital HD e
dal 4 febbraio in Blu-ray e 4K.
Nonostante il film non sia stato
accolto bene né dalla critica né dal pubblico, di recente
Mike Flanagan ha rivelato di voler rinnovare il
sodalizio con Stephen King, sperando in tempi
brevi di poter tornare al lavoro su un nuovo adattamento della sua
sconfinata produzione.
Di seguito potete ammirare il post condiviso da Flanagan:
Ancora irrimediabilmente
segnato dal trauma che ha vissuto da bambino all’Overlook, Dan
Torrance ha combattuto per trovare una parvenza di pace. Ma questa
tregua va in frantumi quando incontra Abra, un’adolescente
coraggiosa con un potente dono extrasensoriale, noto come la
“luccicanza”. Riconoscendo istintivamente che Dan condivide il suo
potere, Abra lo contatta, invocando disperatamente il suo aiuto
contro la spietata Rose Cilindro e i suoi seguaci, i membri de Il
Nodo, che si nutrono della Luccicanza degli innocenti alla ricerca
della loro immortalità.
Nel cast di Doctor
SleepEwan McGregor nel ruolo di Dan
Torrance, Rebecca Ferguson in quello di Rose
Cilindro, e Kyliegh Curran, al suo debutto in un lungometraggio,
nel ruolo di Abra, insieme a Carl Lumbly, Zahn McClarnon, Emily
Alyn Lind, Bruce Greenwood, Jocelin Donahue, Alex Essoe e Cliff
Curtis.
A quanto pare, anche l’USDA, il
Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America, è un
grande fan di Black Panther, il cinecomic
Marvel diretto da Ryan
Coogler e vincitore di ben tre premi Oscar. Probabilmente,
però, l’eccessivo apprezzamento del dipartimento federale nei
confronti del film con protagonista Chadwick
Boseman ha indotto i suoi membri a non rendersi conto di
un errore alquanto insolito e anche piuttosto divertente.
Il dipartimento ha infatti inserito
Wakanda, nazione dell’Africa Orientale in cui si
svolgono le vicende del cinecomic di Coogler, nella lista dei suoi
partner commerciali, nonostante il regno di T’Challa sia un luogo
fittizio partorito dalla mente di Stan Lee e
Jack Kirby… cioè, non esiste! Un portavoce
dell’USDA ha spiegato che l’errore è stato commesso durante un test
da parte dello staff e che non sarebbe dovuto diventare di dominio
pubblico.
L’errore è stato scovato da
un’utente di Twitter: il
tariffario del sito web del Dipartimento dell’Agricoltura ha
presentato per alcune ore una lista dettagliata di beni – tra cui
animali, tabacco, latticini e alcool – che sarebbero al centro di
scambi commerciali tra l’America e il Wakanda. L’errore ha subito
scatenato le reazioni più disparate sul web, ma in seguito alla
diffusione della notizia è stato prontamente rimosso.
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con
il maggior risultato domestico di sempre secondo solo
ad Avengers: Endgame e vincitore di
tre premi Oscar, Black Panther tornerà
con un nuovo capitolo – Black Panther
2 – inserito nella Fase 5 del MCU, come
confermato da Kevin Feige.
Ryan
Coogler è stato confermato a capo
del sequel per
il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da
Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire
alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende
raggiungere con la prossima avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
Seppur breve, la scena di
Avengers: Endgame che ha
visto riunite tutte le donne dell’Universo Cinematografico Marvel ha sicuramente fatto la
gioia di molti fan. Eppure, la scena con la formazione della
A-Force al completo, doveva essere in origine
molto diversa…
Stando a quanto rivelato nel libro
illustrato: “The Art of Marvel Studios Avengers: Endgame”
dall’artista Jackson Sze, inizialmente c’erano dei
piani per una scena che avrebbe coinvolto le donne della
A-Force molto diversa rispetto a quella che
abbiamo visto al cinema nel film di Anthony e
Joe Russo.
La scena alternativa in questione –
che probabilmente non è mai stata girata – era stata denominata “La
Battaglia del Cielo” e avrebbe visto Captain Marvel, Pepper Potts
nelle vesti di Rescue e altre Vendicatrici tentare di abbattere il
Santuario II, l’enorme nave di Thanos.
Di seguito la descrizione della scena mai realizzata:
“Captain Marvel, dotata ormai di
potenza intergalattica, sarebbe entrata in azione per cercare di
fermare la nave di Thanos, che in quel momento stava bombardando il
campo di battaglia con una serie di esplosioni, rendendo le cose
davvero difficili per tutti i Vendicatori. Carol Danvers, però,
viene colpita e finisce a terra.
Assunta l’identità di Rescue,
Pepper Potts la vede, corre in suo aiuto e cerca di proteggerla da
uno altro colpo sferrato dalla nave. A quel punto aumenta i poteri
dello scudo protettivo e, prima di essere nuovamente bombardata,
chiama in aiuto tutti gli altri membri della A-Force, che si
schierano attorno a Captain Marvel, formando un cerchio… tutte
insieme cercano di proteggere Carol e sconfiggere gli
Outriders.
Alla fine, resasi conto di cosa
sta accadendo, ringrazia tutte e si evolve nella sua forma
“Binary”. A quel punto Pepper Potts avrebbe esclamato: “Fai quello
che devi, Captain!”. Carol sarebbe balzata nello spazio e avrebbe
iniziato a sparare alla razza aliena, per poi penetrare nella
grande nave con l’obiettivo di distruggerla, proprio come poi
avviene nel film.”
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James
Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark
Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom
Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy
Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul
Rudd e Brie Larson.
All’inizio del mese abbiamo
scoperto che le riprese di Avatar 2 erano
ufficialmente terminate. Il primo sequel è atteso nelle sale per
Dicembre 2021, ma come sappiamo ormai da diverso tempo non sarà
l’unico:
James Cameron, infatti, ha in cantiere di portare
al cinema altri tre sequel, ai quali sta attivamente lavorando dal
lontano 2013.
Un’operazione sicuramente complessa
che ha richiesto uno sforzo notevole, tanto in termini produttivi
quanto in termini creativi. Ed è proprio in merito alle difficoltà
di un’operazione come quella della realizzazione dei sequel di
Avatar che James Cameron si è espresso in una
recente intervista concessa a Variety.
Cameron è partito proprio dal
processo creativo, cercando di riassumere brevemente quali sono
stati – in tutti questi anni – gli step che hanno definito la
lavorazione dei quattro sequel: “Dal 2013 fino ad oggi abbiamo
essenzialmente progettato questo intero universo che avremmo
raccontato in questi quattro nuovi film. Abbiamo scritto i film e
abbiamo terminato le sceneggiature di tutti e quattro i sequel.
Abbiamo scelto gli attori e abbiamo girato le performance in motion
capture per il secondo Avatar, per il terzo e per la prima parte
del quarto. Abbiamo inoltre quasi terminato le riprese in live
action. Sarò impegnato in Nuova Zelanda per alcuni mesi a partire
dalla prossima primavera… direi che siamo perfettamente in linea su
ciò che avevamo stabilito di far dall’inizio.”
Il regista ha poi sottolineato come
un’operazione come quella dietro ad un film come
Avatar richieda necessariamente tutti
questi anni di lavoro, nonostante i fan del primo film bramino
ormai da dieci anni un ritorno su Pandora: “La gente non
capisce realmente la portata e la complessità di tale processo. È
come realizzare due grandi film d’animazione e mezzo. In genere, un
grande film d’animazione ha bisogno di quattro anni di lavorazione.
Se ci basiamo su queste tempistiche, direi che abbiamo rispettato
la tabella di marcia e che il film arriverà sicuramente a Dicembre
2021.”
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker ha fatto il suo
debutto nelle sale italiane lo scorso mercoledì, mentre oggi arriverà anche in quelle
americane. Ma i fan italiani non sono gli unici ad aver già avuto
la possibilità di vedere il film di J.J. Abrams,
dal momento che il capitolo finale della saga degli Skywalker è
arrivato anche in alcuni paesi del Medio Oriente.
ATTENZIONE: DA QUESTO MOMENTO L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SUL FILM
A quanto pare, però,
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker sarebbe
stato vittima della censura in un cinema di Dubai: secondo quanto
riportato da The Hollywood
Reporter, infatti, nella versione arrivata nei cinema della
città degli Emirati Arabi Uniti, sarebbe stata eliminata la scena
che mostra un bacio tra due piloti dello stesso sesso: la scena in
questione arriva verso il finale del film e vede protagoniste due
donne della Resistenza. Come riferito dalla fonte, la censura
potrebbe non interessare soltanto Dubai, ma estendersi anche ad
altri paesi del Medio Oriente.
In seguito alla diffusione della
notizia, molti fan hanno cominciato a temere che la scena potesse
essere stata censurata anche in Cina, nazione in cui la censura è
ormai divenuto un fenomeno sempre più stringente: eppure, come
abbiamo modo di apprendere sempre da THR, nella nazione
dell’Asia Orientale Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker non ha subito alcune modifiche; molti
spettatori che hanno avuto modo di partecipare alle anteprime del
film hanno infatti confermato che il momento è presente nella
pellicola.
A proposito della scena, che
rappresenta il primo bacio LGBTQ all’interno della saga di
Guerre Stellari,J.J. Abrams aveva
dichiarato: “Nel caso della comunità LGBTQ, era importante per
me che i suoi membri si sentissero rappresentati vedendo il
film.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
In occasione della premiere europea
di Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker a Londra, ecco i
protagonisti parlare del film e di ciò che hanno imparato dal loro
personaggi in questo ultimo capitolo della saga di George
Lucas. Nel video compaiono il regista J.J.
Abrams e i protagonisti Daisy Ridley, Oscar Isaac,
John Boyega e Kelly Mary Trant.
Diretto da Joe
Wright e con un cast d’eccezione che comprende
Gary Oldman, Amy Adams e
Julianne Moore, il nuovo film 20th Century Fox
La Donna alla Finestra arriverà nelle sale italiane il 14
maggio 2020 distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Anna Fox trascorre le sue giornate
in casa a New York, bevendo, guardando vecchi film e spiando i
vicini. Dalla sua finestra riesce a vedere anche ciò che succede
all’interno dell’appartamento dei Russell, i vicini arrivati da
poco. Apparentemente “normali” i due coniugi nascondono invece
un segreto scioccante.
Nota
importante! Il trailer termina semplicemente con “venite al
cinema”, che una volta per tutte sembra suggerire che probabilmente
Tenetnon si atterrà alla
data di uscita del 17 luglio.
La Warner Bros ha annunciato che
sono iniziate le riprese di Tenet,
che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di
Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto
che Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple
Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence
Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David
Washington insieme a Robert Pattinson e
Elizabeth Debicki.
Il film, il primo
lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk,
viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo
dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la
sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono
ora in corso.
Lo studio ha già fissato la data di
uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet
include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van
Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice
Jennifer Lame, lo scenografo Nathan
Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e
il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Dwayne Johnson, Kevin Hart, Karen
Gillan e Jack Black tornano ad essere i
protagonisti di Jumanji: The Next Level.
Ecco di seguito l’intervista ai protagonisti durante la
presentazione a Londra.
A due anni dall’uscita nelle sale di
Jumanji: Benvenuti nella Giungla, reduce da uno
straordinario successo al box office italiano e internazionale, i
protagonisti del film si imbattono di nuovo nel celebre gioco
apparso per la prima volta sul grande schermo nell’iconico film del
1995 con protagonista Robin Williams.
Diretto ancora una volta da Jake
Kasdan, Jumanji: The Next Level arriva nelle sale a
gennaio distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Completano il cast Danny Glover, Danny DeVito e Nick Jonas, che
torna ad interpretare il ruolo di Jefferson “Idrovolante”
McDonough,.
In Jumanji: The Next
Level la gang è tornata ma il gioco è cambiato. Rientrati
in Jumanji per salvare uno dei loro, i giocatori scoprono che nulla
è come avevano previsto. Per sopravvivere al gioco più pericoloso
del mondo i protagonisti dovranno affrontare zone sconosciute e
inesplorate: dagli aridi deserti fino alle montagne innevate.
Ritratto della giovane in fiamme di Céline
Sciamma, al cinema da oggi giovedì 19 dicembre 2019 distribuito da
Lucky Red. Già acclamata regista di “Tomboy” e sceneggiatrice di
“La mia vita da zucchina”, Céline Sciamma torna dietro la macchina
da presa per raccontare una storia d’amore potente e delicata,
ambientata nella Francia di fine ‘700, offrendo al contempo una
riflessione attualissima sulla condizione della donna nella società
e nell’arte.
Premiato al Festival di
Cannes, dove è stato insignito del riconoscimento per la migliore
sceneggiatura e della Queer Palm, Ritratto della giovane in fiamme è stato anche
designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani SNCCI con la seguente motivazione:
“Esteticamente raffinato e politicamente rivoluzionario, Céline
Sciamma firma un indispensabile atto di ridefinizione dell’universo
femminile. Mentre si racconta una storia d’amore, di sguardi e di
solidarietà, l’esclusione del maschile dallo schermo, relegato
fuori campo ma presente nei suoi effetti sul corpo e nelle
condizioni di vita delle donne, determina la cifra di un manifesto
femminista discreto e potente, elegante e senza tempo.”
Ritratto della giovane in fiamme è stato
inoltre insignito del premio per la miglior sceneggiatura agli
European Film Awards 2019 ed è candidato ai Golden Globe 2020 come
miglior film straniero. Arricchito da uno straordinario cast tutto
al femminile, composto da Noémie Merlant,
Adèle Haenel e
Valeria Golino, il film vede al centro della vicenda
la talentuosa pittrice Marianne (Noémie Merlant), che nella Francia
prerivoluzionaria viene ingaggiata per fare il ritratto di Héloise
(Adèle Haenel), un dipinto destinato al futuro marito della giovane
nobildonna. La ragazza, contraria alle nozze combinate, si rifiuta
di posare: su indicazione della madre (Valeria Golino), Marianne
comincia a dipingerla di nascosto, fingendosi la sua dama di
compagnia. Tra le due donne nascerà così un amore tanto travolgente
quanto inaspettato.
Ritratto della giovane in fiamme, la
trama
Ritratto della giovane in fiamme Marianne,
pittrice di talento, viene ingaggiata per fare il ritratto di
Héloise, una giovane donna che ha da poco lasciato il convento per
sposare l’uomo a lei destinato. Héloise tenta di resistere al suo
destino, rifiutando di posare. Su indicazione della madre, Mariane
dovrà dipingerla di nascosto, fingendo di essere la sua dama di
compagnia. Le due donne iniziano a frequentarsi e tra loro scatta
un amore travolgente e inaspettato.
Intervista a CÉLINE SCIAMMA, regista di Ritratto della
giovane in fiamme
Fino ad ora hai avuto la tendenza
a confrontarti con temi contemporanei, da regista della nostra
epoca quale sei. Come mai hai deciso di fare un salto indietro nel
tempo e di girare un film ambientato nel XVIII° secolo?
Non è detto che qualcosa che
risale a tanto tempo fa sia per questo meno rilevante oggi.
Specialmente se si tratta di una storia poco conosciuta, come
quella delle artiste donne, o perfino delle donne in generale.
Quando mi sono immersa nello studio della documentazione per il
film, sapevo pochissimo della realtà delle artiste di quell’epoca.
Conoscevo solo quelle più famose di cui è provata l’esistenza:
Elisabeth Vigée Le Brun, Artemisia Gentileschi o Angelica
Kauffman.
La difficoltà a raccogliere
informazioni e materiali d’archivio non ha però impedito che la
consistente presenza di donne nel mondo dell’arte della seconda
metà del XVIII° secolo emergesse con forza. Le donne pittrici
erano numerose e avevano un certo successo, soprattutto grazie alla
moda dei ritratti. C’erano donne esperte d’arte, rivendicazioni per
una maggior uguaglianza e per una maggiore visibilità, c’era di
tutto.
In questo contesto un centinaio
circa di pittrici hanno avuto vite e carriere di successo. Molti
dei loro lavori appaiono nelle collezioni dei più importanti
musei. Ma sono rimaste escluse dalle cronache e dai resoconti
storici. Quando ho scoperto le opere di queste pittrici dimenticate
ho provato al tempo stesso una grande emozione e un grande
dispiacere. Il dispiacere per l’anonimato totale nel quale sono
stati relegati questi lavori, condannati a restare nascosti. Ho
sofferto non solo per essermi resa conto di come la storia
dell’arte ufficiale li abbia resi invisibili ma anche per le
conseguenze: quelle immagini mi turbano e mi commuovono soprattutto
perché non hanno fatto parte della mia vita.
Come hai affrontato le questioni di regia collegate alla
ricostruzione storica?
Un film in costume sembra
richiedere più lavoro degli altri film, perché comporta
l’assunzione di persone, di tecnica, esigenze particolari, esperti,
e ansie relative ad una ricostruzione fedele. In realtà il
processo per la sua realizzazione è uguale a quello di tutti gli
altri film. Una volta esclusi gli anacronismi, bisogna fare
attenzione alla verità storica delle scene e dei costumi, così
come si presta attenzione al realismo per i film contemporanei. La
questione di fondo è la stessa: come l’immaginazione possa operare
senza tradire la realtà.
Paradossalmente di tutti i miei
film questo è quello per il quale abbiamo avuto meno da fare sui
set. Abbiamo girato in un castello disabitato e non restaurato, in
cui gli elementi lignei, i colori e i pavimenti sono rimasti come
congelati nel tempo. Avevamo così un buon punto di partenza e
abbiamo potuto dedicare maggiore attenzione agli arredi e agli
oggetti di scena, ai materiali e ai tessuti.
Una sfida nuova per me è stata
quella della creazione dei costumi. Riuscire a realizzarli con
questo livello di precisione è stato fantastico. Specialmente
perché volevo un’unica ‘uniforme’ per ciascun personaggio, una
cosa su cui Dorothée Guiraud ed io ci siamo concentrate. Una
specie di caratterizzazione fatta su misura, per la quale più che
mai abbiamo dovuto riflettere sul significato degli abiti. La
scelta del taglio e dei materiali – in particolare del loro peso –
implica allo stesso tempo elementi di sociologia del personaggio e
verità storica, e deve tener conto delle performance di attrici
fisicamente condizionate da ciò che portano addosso. Per esempio,
non avevo alcun dubbio sul fatto che l’abito di Marianne dovesse
avere delle tasche. Non solo per il suo atteggiamento, ma anche
perché alla fine del secolo le tasche per le donne sarebbero state
proibite e sarebbero sparite. Mi piace l’idea di una figura così
moderna, in un certo senso fatta riemergere, come se fosse
risuscitata.
Fin da quando ho cominciato ad
immaginare il film, per me la grande sfida nella ricostruzione
storica ha riguardato di più la sfera intima, la rappresentazione
dei sentimenti. Anche se queste donne sapevano fin dall’inizio che
la loro vita era segnata, hanno vissuto qualcosa di diverso.
Erano
curiose, intelligenti e volevano
amare. I loro desideri esistevano, nonostante vivessero in un mondo
che li negava e li proibiva. Si riappropriano dei loro corpi quando
possono rilassarsi, quando si sottraggono alla vigilanza, quando
sfuggono al controllo sociale, quando sono sole. Volevo restituire
loro l’amicizia e i dubbi, i loro comportamenti naturali, il
divertimento, il desiderio di fuggire.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE IMPORTANTI SPOILER
SUSTAR WARS: L’ASCESA DI
SKYWALKER
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker (qui la nostra
recensione) sta ricevendo alcune tra le critiche più contrastanti
che siano mai state riservate ad uno dei nove film della “Saga
degli Skywalker”: ciononostante, è sicuramente un film destinato ad
aprire un profondo dibattito e del quale si parlerà per molto
tempo.
Alcuni, ovviamente lo ameranno,
mentre altri, probabilmente, lo odieranno. Ma trattandosi del
finale di un arco narrativo iniziato ben 42 anni, accontentare
tutti era letteralmente impossibile. Ma cosa ha funziona davvero e
cosa invece no nel film di J.J.
Abrams? Proviamo a spiegarvelo di seguito… ovviamente,
se ancora non avete avuto modo di vedere il film, ci consigliamo di
tenervi alla larga dalla lettura dell’articolo!
Cosa non funziona: Il ritorno di
Luke Skyalker
Come previsto, Luke Skywalker torna
ne L’Ascesa di Skywalker sottoforma di Fantasma della
Forza. Ci ritroviamo davanti un personaggio decisamente più
ottimista (pronto ad ammettere di aver sbagliato in riferimento ai
fatti de Gli Ultimi Jedi), ma il suo ritorno non sembra
avere quella risonanza a livello motivazionale così profonda
all’interno della storia.
È bello vederlo agire come un
mentore nei confronti di Rey, così com’è altrettanto bello vederlo
far riemergere l’X-Wing dalle fosse dell’oceano: ma i pochi minuti
che il personaggio ha a disposizione non sono realmente d’impatto
né tantomeno riescono a rendere giustizia ad una storyline che da
molti non è stata particolarmente apprezzata.
Cosa funziona: L’addio al Generale Leia
Pur avendo avuto a disposizione
soltanto alcune scene tagliate da Il Risveglio della
Forza, J.J. Abrams è comunque riuscito a porgere al
personaggio del Generale Leia interpretato da Carrie Fisher il
dovuto omaggio, dal momento che nel film la vediamo offrire alcuni
importantissimi consigli a Rey mentre la allena per diventare un
Jedi.
La scena della morte del personaggio
è forse un tantino deludente, ma risulta comunque funzionale se
inserita nel contesto della storia: la sequenza flashback al fianco
del giovane Luke e l’apparizione nelle battute finale come Fantasma
della Forza rendono ulteriore giustizia ad un personaggio
assolutamente iconico che, sfortunatamente, non vedremo mai
più.
Cosa non funziona: I nuovi personaggi
Se eravate entusiasti all’idea di
vedere in azione personaggi come Jannah, Zorii Bliss e Beaumont
Kin, fareste meglio a rivedere il calibro delle vostre aspettative.
Si tratta dei nuovi personaggi che vedrete all’interno del film,
personaggi che però non vengono minimamente approfonditi,
risultando più che dimenticabili.
Di Jannah sappiamo soltanto che è un
ex Stormtrooper, e nulla del suo passato ci viene rivelato; mentre
Zorii Bliss sembra avere un trascorso con Poe Dameron, che viene
però soltanto menzionato e subito accantonato. Tutti e tre i
personaggi – incluso anche Beaumont Kin – non appaiono lungo tutto
l’arco del film, ma entrano in scena soltanto quando diventano
funzionali alla trama.
Cosa funziona: Addio Kylo Ren, bentornato Ben Solo
Dopo aver percepito la morte di sua
madre, Kylo Ren esita e viene colpito da Rey. L’eroina usa la Forza
per curarlo, ma a salvarlo sarà proprio l’intervento di sua madre,
che riuscirà a ripulire il suo spirito da tutto l’odio e il rancore
che lo hanno sempre accompagnato.
Ad allontanare definitivamente Kylo
dal Lato Oscuro è, tuttavia, una conversazione con lo spirito di
Han Solo, suo padre. È un momento bellissimo e particolarmente
toccante, soprattutto per il ritorno di Harrison Ford. Ben dice a suo padre che lo ama,
il quale lo interrompe riproponendo l’iconica battuta de
L’impero colpisce ancora: “Lo so”.
Cosa non funziona: Il piano di Palpatine
Visivamente, il look dell’Imperatore
Palpatine è sempre affascinante e capace di incutere ancora una
volta la giusta dose di terrore. Non scopriamo però come abbia
fatto a sopravvivere a quella caduta nella Morte Nera, e sembra che
il suo corpo (reale o clonato che sia) stia cedendo: sembra che sia
lui stesso ad animare il proprio cadere attraverso l’uso della
Forza. Sfortunatamente, ciò che il Sith ha pianificato per Rey è
sicuramente una delle più grandi delusioni del film.
Tutti i Sith vivono dentro di lui,
quindi vuole che Rey lo elimini affinché possa impossessarsi dello
spirito dell’eroina e governare di nuovo la Galassia. Il suo piano
è decisamente ridicolo: perché sarebbe disposto a morire così,
quando ha già creato con successo il Primo Ordine? Il suo desiderio
di riportare l’Impero al suo antico splendere ha senso, ma ciò non
fa altro che renderlo l’ennesimo cattivo monodimensionale.
Cosa non funziona: L’identità di Rey
Nel bel mezzo del film, viene
rivelato che Rey è in realtà Rey Palpatine, la nipote
dell’Imperatore. È una rivelazione interessante per certi versi, ma
anche una svolta narrativa che non sembra del tutto necessaria. I
genitori di Rey erano nobili (suo padre era il figlio di Palpatine)
e l’hanno venduta per tenerla lontana dal Sith, il quale ha sempre
bramato di portarla al Lato Oscuro.
Si tratta di una rivelazione che non
sembra funzionare, soprattutto se messa in relazione alla scena
finale del film. Dopo aver seppellito le spade laser di Luke e Leia
nella fattoria dei Lars, una donna anziana chiede a Rey come si
chiama e l’eroina risponde “Rey Skywalker”: è sicuramente un
momento pensato per celebrare gli Skywalker, ma è innegabile quanto
sia involontariamente buffo.
Cosa funziona: La battaglia con le spade laser
Si possono recriminare tante cose a
L’Ascesa di Skywalker, ma l’azione nel film non viene mai a
mancare, soprattutto quanto si tratta di mettere in scena delle
grandi sequenze di battaglia.
Uno dei momenti culminanti del film
è sicuramente il duello con le spade laser tra Rey e Kylo Ren in
mezzo ai resti della Morte Nera, mentre l’oceano si scatena intorno
a loro. È un momento tesissimo ed eccitante, forse non così
orchestrato alla perfezione come le battaglie che abbiamo visto
nella trilogia prequel, ma che sicuramente farà la gioia dei
fan.
Cosa non funziona: Il tradimento del Generale Hux
Uno dei maggiori problemi del film è
sicuramente la leggerezza con la quale sono state gestite alcune
svolte narrative importanti, come ad esempio quando si scopre che
il Generale Hux è in realtà la spia all’interno del Primo Ordine
che ha divulgato una serie di informazioni alla Resistenza. Si
tratta di una svolta spiegata male, alla cui base non sembra
esserci una reale motivazione (Hux vuole solo che Kylo Ren perda?)
e che non ha alcun tipo di impatto reale sulla restante parte della
storia.
Hux si rivela un traditore ma viene
ucciso poco dopo: alla fine, le sua azioni saranno utili soltanto
alla fuga degli eroi, cosa che probabilmente sarebbe potuta
accadere anche senza il suo intervento.
Cosa funziona: L’addestramento Jedi del Generale Leia
Nel film assistiamo ad un bellissimo
flashback in cui vediamo un giovane Luke addestrare una giovane
Leia, flashback che ci permette di scoprire che il Generale aveva
rinunciato alla sua spada laser perché aveva avuto una visione
della morte di suo figlio.
Si tratta di un momento che i fan
erano ansiosi di vedere… sicuramente, la spada laser di Leia
diventerà un must-have per tutti i collezionisti
della saga. Peccato che lo stesso trattamento non sia stato
riservato alla storia dell’Imperatore e al suo ritorno.
Cosa non funziona: Le morti dei personaggi
Se c’è la morte di un personaggio
che funziona davvero bene all’interno del film è sicuramente quella
di Ben Solo. Il modo in cui si sacrifica per salvare Rey è tanto
commovente quanto straziante e il bacio che i due si scambiano
suggerisce in che direzione si sarebbe potuta evolvere la loro
relazione. Il fulmine di Palpatine che si riflette su di lui e lo
trasforma in cenere aggiunge ancora più coerenza e dignità alla
morte del personaggio.
Ciò che non funziona sono le altre
morti apparenti disseminate lungo tutto il film. Quando pensi che
il sia morto perché Rey ha usato impropriamente la Forza, in realtà
si scopre che il Wookiee era solo su un’altra nave. E quando pensi
che C-3PO si sia sacrificato in nome di un bene più grande, ecco
che viene fuori che R2-D2 è in grado di ripristinarlo; e ancora,
quando pensi che Zorii Bliss sia morta per mano dell’Ordine Finale…
in realtà è sopravvissuta, ma alla cosa non viene fornita alcuna
spiegazione.
Cosa non funziona: Rimediare agli errori de Gli Ultimi
Jedi
Non si può negare che Rian Johnson
abbia commesso alcuni grossi errori ne Gli Ultimi Jedi, ma gran
parte di ciò che ha fatto – sia nel bene che nel male – ha
preparato il terreno per ciò che abbiamo visto ne L’Ascesa di
Skywalker. Se da un lato il film di Johnson sembra che venga
omaggiato da Abrams in molti modi, dall’altro il regista sembra
volerlo mettere da parte, dando più volte allo spettatore la
sensazione che L’Ascesa di Skywalker sia un sequel diretto
de Il Risveglio della Forza.
Il personaggio di Rose interpretato
da Kelly Marie Tran non è stato particolarmente amato dai fan, ma
nel film di Abrams diventata davvero un personaggio di contorno:
neanche la sua storia d’amore con Finn riesce a conquistarsi lo
spazio giusto all’interno del film. A quanto pare Abrams e Chris
Terrio hanno preferito continuare a struggere Finn per Rey,
piuttosto che approfondire la sua storia con Rose.
Cosa non funziona: I Cavaliere di Ren
La trama de L’Ascesa di Skywalker è
costellata di MacGuffin e di momenti particolarmente intriganti.
Ciononostante, ai Cavalieri di Ren sarebbe stato opportuno dedicare
una maggiore attenzione, invece che renderli delle semplice pedine
sullo sfondo.
Cosa ha spinto Ben Sono a diventare
Kylo Ren? Chi sono i misteriosi guerrieri del suo esercito e perché
si rivolta così facilmente contro il loro capo? Sono domande che
hanno trovato risposta in una serie a fumetti a loro dedicato, ma
non sul grande schermo. Così, i Cavaliere di Ren finiscono per non
avere alcun impatto sulla trama… per non parlare del fatto che non
sono neanche protagonisti di chissà quali epiche sequenze
d’azione!
Narratore del realismo sempre
intriso di un’aura di tenerezza e magia, Matteo
Garrone si confronta per la prima volta nella sua carriera
con la fiaba pura, quel Pinocchio di
Carlo
Collodi che rappresenta l’ossatura della tradizione
letteraria italiana per ragazzi. Dopo il trionfo di critica e
pubblico di Dogman,
Garrone si impegna, finalmente, in quello che per lui è stato il
progetto della vita, e lo fa partendo dal testo. La prima cosa che
si evince dalla sua lettura di Pinocchio è che si tratta di una
rappresentazione abbastanza fedele alle pagine, ma che comunque
racconta una storia che interessa più a Matteo che a Carlo.
Nel lavoro che Matteo
Garrone compie su Pinocchio
cogliamo la volontà del regista di mettere a fuoco non tanto gli
aspetti educativi della fiaba sul piano delle regole e della
disciplina, che il burattino deve imparare per diventare un bambino
vero, quanto quelli relativi alla crescita umana ed empatica del
burattino/bambino. A Garrone interessa non che Pinocchio diventi
uno studente e un figlio ubbidiente (non solo, almeno), ma che
impari la bontà e la compassione, l’impegno a prendersi cura degli
altri.
La storia di
Pinocchio
La storia ricalca quasi
completamente il testo, ad eccezione di poche sequenze che si è
scelto di non includere. Geppetto, falegname poverissimo, riceve da
Mastro Ciliegia un ceppo di pino, dal quale ricava un bellissimo
burattino di legno che battezza Pinocchio. Il burattino si rivela
da subito senziente, vivace, discolo, ma risveglia immediatamente
la paternità nel vecchio falegname solitario che da subito
sacrifica tutto ciò che ha, ben poco a dire il vero, per permettere
al figlio di andare a scuola.
Pinocchio però non entrerà mai in
classe, attirato dal teatrino di burattini di Mangiafuoco, lì verrà
preso prigioniero del burattinaio, ma riuscirà a commuovere il suo
cuore e a farsi liberare, addirittura con un regalo di 5 zecchino
d’oro, da portare al suo povero babbo. Sulla strada per casa,
Pinocchio si fa abbindolare da Gatto e Volpe, due cialtroni
truffaldini, e così via, passando per l’intervento della Fata
Turchina, la visita al Paese dei Balocchi con Lucignolo, la pancia
del Pescecane e il lieto fine che tutti conosciamo.
Il
Pinocchio “realistico” di Garrone
Nonostante si tratti del
più fantastico dei suoi racconti cinematografici, Garrone infonde
un realismo estremo alla storia, dall’utilizzo di scenografie
prevalentemente naturali, alla scelta di volti caratteristici,
salvo poi rendere antropomorfi i personaggi animaleschi che
Pinocchio incontra nelle sue peripezie. Garrone gioca ancora una
volta con realtà e fiaba, sovrapponendo le due visioni e giocando
con lo spettatore.
Non calca la mano su ciò che
potrebbe essere spaventoso, e nella storia di Collodi ce ne sono di
momenti così, né spettacolarizza gli eventi che si presterebbero a
evoluzioni e utilizzo di effetti visivi roboanti, rimane su un
registro lineare e rassicurante, alla ricerca di una purezza
dell’immagine e del linguaggio che si rispecchia nel Pinocchio di
Federico Ielapi, sincero seppure disobbediente,
mai in mala fede, completamente inesperto del mondo e che alla fine
impara che non è tanto il seguire le regole che conta, quanto il
capire per cosa vale la pena lottare e faticare.
Il linguaggio di Matteo
Garrone è dolce, delicato, affettuoso e devoto, come il
Geppetto di Roberto Benigni, ricco solo dell’amore
che nutre per la sua creatura e dello struggimento che prova quando
il burattino scappa di casa.
Con
Pinocchio, il regista romano si cimenta
con la memoria collettiva popolare, e riesce ad imporre la sua
visione sulla storia, sui personaggi, suoi volti e sui paesaggi
senza rompere la tradizione, ma insinuandosi nell’immaginario
condiviso, rimanendo autentico e fedele al proprio sguardo.
Continuano le riprese di
The Falcon and the Winter Soldier, la
serie Marvel in arrivo il prossimo anno
su Disney+, che avrà come protagonisti i
personaggi di Sam Wilson e Bucky Barnes, interpretati nel MCU da
Anthony Mackie e Sebastian
Stan.
Proprio quest’ultimo è al centro
delle nuove immagini dal set allestito ad Atlanta e diffuse online
da JustJared. Le foto
sono particolarmente interessanti perché ci mostrano per la prima
volta Stan sfoggiare il nuovo costume di Bucky: il costume non è in
realtà molto dissimile dalla versione che abbiamo visto nei film
dell’Universo Cinematografico Marvel, ma è comunque arricchito da
tutta una serie di particolari dettagli, incluso il fatto che
permette al Soldato d’Inverno di sfoggiare il braccio metallico
realizzato per lui in Wakanda.
Nelle nuove immagini dal set, che
potete ammirare di seguito, appaiono anche Anthony
Mackie e Daniel Bruhl, che torna nei
panni del Barone Zemo:
Vi ricordiamo che nel cast
di The Falcon and The Winter
Soldier è previsto anche il ritorno di due volti
noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily
VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The
Winter Soldier e Civil War e Daniel
Bruhl, nei panni del Barone Zemo.
Per quanto concerne la serie, il
lancio è fissato in autunno 2020 e Kari
Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful,
Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the
Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of
Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.
Probabile, visti gli esiti
di Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
A quanto pare, il brano proveniente
dalle colonne sonore della saga di Star
Wars più ascoltato su Spotify
appartiene a Episodio I – La minaccia
fantasma, da sempre etichettato come il capito meno
riuscito di tutto il franchise. Il servizio di streaming ha infatti
svelato i dati relativi alle musiche più ascoltate di Guerre
Stellari in occasione dell’imminente release della colonna
sonora di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, l’ultimo capitolo della trilogia sequel
uscito ieri nelle nostre sale.
Stando a Spotify, la traccia più
“streammata” di tutte quelle presenti all’interno delle varie
colonne sonore degli episodi dell’amatissima saga fantascientifica
è la memorabile “Duel of the
Fates”, composta da John
Williams e presente durante il combattimento con le spade
laser tra i personaggi di Qui-Gon Jinn (Liam
Neeson), Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) e
Darth Maul (Ray Park), sicuramente uno dei momenti
più riusciti e di maggiore tensione dell’intera pellicola.
Al secondo posto si trova invece il
romantico tema di Anakin e Padme “Across the Stars”
da Episodio II – L’attacco dei cloni,
seguita dall’iconica “The Imperial
March” di Darth Vader, che ha fatto la sua prima
apparizione in Episodio V – L’impero colpisce
ancora. Altre tracce che hanno totalizzato un
numero assai rilevante di ascolti sono “Rey’s Theme”
da Il Risveglio della Forza e
“Battle of the
Heroes” da La vendetta dei
Sith.
Il sito di Spotify ha rivelato che
gli utenti hanno “streammato” la colonna sonora di Star
Wars per un totale di 6.7 milioni di ore a partire
dal 2015; è stato inoltre rivelato che il 4 maggio – il giorno
dello Star Wars Day – è il momento dell’anno in
cui gli utenti ascoltano maggiormente le iconiche musiche della
saga.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Leonardo DiCaprio
e Brad
Pitt si sono ritrovati a Los Angeles in occasione di
un recente evento dedicato a C’era una volta a
Hollywood, l’ultima fatica di Quentin
Tarantino. Nel film DiCaprio è protagonista di ben due
scene che lo vedono impegnato ad usare un lanciafiamme: la prima è
durante le riprese di un film che vede protagonista Rick Dalton, la
seconda è quando il personaggio – ignaro dell’invasione da parte
dei seguaci di Charles Manson nella sua abitazione – elimina uno di
loro utilizzando proprio quell’arma.
A proposito delle realizzazione di
quelle scene, Leonardo
DiCaprio ha rivelato degli aneddoti interessanti:
“Il primo giorno che ho usato quel lanciafiamme è stato davvero
un incubo, perché avevano creato questa specie di canale – e a
proposito, tutti i più grandi stuntmen nella storia di questa città
si sono presentati sul set per quella scena. È stato
fantastico.”
L’attore – che per la sua
interpretazione di Rick Dalton ha ricevuto una nomination ai Golden
Globes 2020, ai SAG Awards 2020 e ai Critics’ Choice Awards – ha
poi aggiunto: “Ho dovuto realmente colpirli con un vero
lanciafiamme e bruciarli tutti. Mi sono sentito davvero in colpa
nei loro confronti, e subito dopo ho iniziato a sentirmi male nei
confronti di me stesso, perché tutto quel calore mi ritornava
dritto in faccia. Da quel giorno ho iniziato ad avere dei mal di
testa cronici. Sapevo che avrei dovuto girare un’altra scena con il
lanciafiamme, ma almeno stavolta sarebbe stato all’aria
aperta.”
È poi intervenuto anche Brad
Pitt, che divertito ha ricordato: “Mi è venuto da
ridere quando ho letto il lanciafiamme nel programma della
giornata. Diceva: ‘LDC prove lanciafiamme’. E ricordo di aver
pensato: ‘Oh, sarà una situazione terribile’.”
Ricordiamo
che C’era una volta a
Hollywood ha ricevuto 5 nomination
ai Golden Globes
2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia),
Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia)
per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore
Non Protagonista per Brad Pitt. Il film ha
inoltre ricevuto 4 candidature ai SAG Awards
2020 e ben 12 candidature ai Critics’ Choice
Awards.
La storia
diC’era una volta a
Hollywoodsi svolge a Los Angeles nel 1969, al
culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due
protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una
serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth
(Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood
che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto
famoso…Sharon
Tate.
Nel cast Brad Pitt,
Margot Robbie, Leonardo DiCaprio, Damian
Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins
Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon
Herriman sarà Charles Manson. Il film segnerà anche
l’ultima apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è arrivato ieri nelle
sale italiane e domani farà il suo debutto anche in America.
Nonostante il film sia stato accolto dalla critica internazionale
in maniera contrastante, è innegabile quanto rappresenti per tutti
i fan della saga un’appuntamento davvero speciale, dal momento che
segna la fine di un’arco narrativo durato ben 42 anni.
Altrettanto speciale è il
significato che il progetto assume per tutti coloro che sono stati
coinvolti nella realizzazione di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, a partire dalla Lucasfilm, dal regista
J.J. Abrams e dalla crew, fino ad arrivare
naturalmente al cast, per il quale Episodio IX deve aver
sicuramente rappresentato una grande sfida dal punto di vista
emotivo.
Ne sa qualcosa Daisy
Ridley, interprete del personaggio fulcro della trilogia
sequel, ossia Rey, che in una recente intervista con Entertainment Tonight
ha rivelato di essere dovuta scappar via dalla premiere mondiale
del film perché sopraffatta dalle emozioni: l’attrice ha spiegato
di aver provato ad allontanarsi dalla folla dopo la fine della
visione del film, per poter piangere in solitudine e regalarsi un
momento “privato” in cui lasciar andare tutte le emozioni legate
alla fine di un’esperienza professionale e personale di valore
certamente inestimabile.
“Eravamo tutti un po’
sconvolti”, ha spiegato Daisy Ridley.
“Stavo cercando di allontanarmi dagli altri e scappare in
macchina per poter piangere da sola, ma la produttrice Michelle
Rejwan e lo sceneggiatore Chris Terrio mi hanno detto: ‘No, dai.
Continua!’. Allora io gli ho detto: ‘Non voglio piangere di fronte
e voi. Voglio solo salire in macchina’.”
L’attrice ha poi aggiunto: “È
un’esperienza che ti risucchia le energie. Sei talmente coinvolto
quando giri i film che elabori tutte le emozioni soltanto alla
fine. Quindi, all’improvviso, ti ritrovi sopraffatto e pensi: ‘O
mio Dio! È tutto così travolgente!’.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza.“Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
C’è davvero tantissima attesa per
The
Suicide Squad, il riavvio cinematografico dei
personaggi appartenenti alla celebre organizzazione segreta dei
fumetti DC. Soprattutto, i fan non vedono l’ora di scoprire
l’approccio di James
Gunn – regista di Guardiani della Galassia –
ad un’universo cinematografico che, almeno fino ad oggi, si è
dimostrato essere parecchio lontano da quello della Marvel.
Sappiamo che le riprese del film
sono attualmente in corso, ma non sappiamo ancora quando vedremo
ufficialmente le prime immagini del film. In occasione dell’ultima
edizione del Brazilian Comic Con, James
Gunn aveva inviato un filmato a tutti i presenti
all’evento nerd per scusarsi della sua assenza e per confermare che
il film sarebbe stato presentato alla convention il prossimo
anno.
Sembra dunque che dovremo attendere
ancora un po’ prima di vedere qualcosa di ufficiale in merito a
The
Suicide Squad, cosa che lo stesso Gunn ha
ribadato di recente attraverso il suo account Instagram. In risposta ad un fan che gli
ha chiesto proprio quando sarà disponibile il primo materiale
ufficiale del film, il regista e sceneggiatore ha confermato che
“ci vorrà ancora un po’!”.
Sempre in risposta ad un altro fan,
curioso di sapere se il personaggio di King Shark
sarà effettivamente presente nel film (dopo che il regista aveva
postato la foto di una torta natalizia decorata con alcuni
personaggi della Task Force, incluso Re Squalo), Gunn ha risposto
in maniera decisamente criptica, con un’emoji che ha palesemente
sottolineato il fatto che lo stesso non posso rivelare la cosa.
Potete vedere gli screenshot con le risposte di James
Gunn di seguito:
Il cast ufficiale di
The Suicide
Squadcomprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Il 2021 sarà un’annata decisamente
importante nella carriera di Keanu Reeves: non
solo è atteso nelle sale il quarto capitolo della saga di
John Wick, ma il noto attore tornerà
anche nei panni di Neo nel quarto attesissimo episodio della saga
di Matrix. L’aspetto ancora più
interessante è che entrambi i film usciranno al cinema lo stesso
giorno: il 21 marzo!
Quello di Neo in
Matrix è probabilmente uno dei ruoli più
celebri ed amati dell’intera filmografia di Keanu
Reeves, mentre John Wick si è
rivelato – contro ogni previsione – un franchise di enorme
successo. Nonostante la produzione di entrambi i film non sia
ancora partita, pare che Reeves prenda il suo lavoro molto
seriamente: come emerso via Instagram nelle ultime ore, infatti,
l’attore ha già iniziato ad allenarsi in vista dell’inizio delle
riprese di entrambe le pellicole, che a questo punto dovrebbero
essere imminenti.
L’account Instagram ufficiale del team di esperti
che sta seguendo Keanu Reeves nella preparazione
per i nuovi John Wick e
Matrix, ha pubblicato uno scatto che
ritrae alcuni trainer proprio insieme all’attore. Nella didascalia
che ha accompagnato l’immagine, è possibile leggere: “Keanu
Reeves ha iniziato ad allenarsi per John Wick 4 e Matrix
4!”
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu Reeves,
Carrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al
fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick
Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby
Onwumere.
Il nuovo capitolo del franchise
sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura
del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David
Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero
iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly
ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra
realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere
questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa
possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha
detto la Wachowski.
Per quanto riguarda, invece,
John Wick 4, al momento non sono stati
svelati dettagli sul nuovo film. L’ultimo film della saga, JohnWick 3 –
Parabellum, è uscito nelle sale lo scorso maggio.
Al fianco di Keanu Reeves una misteriosa
Halle Berry e, tra gli
altri, Anjelica Huston, Laurence
Fishburne e Ian McShane. Il
film è stato diretto ancora una volta da Chad
Stahelski, regista anche del secondo episodio.
Sono state diffuse da
Entertainment Weekly le prime immagini ufficiali di
Tenet,
il misterioso nuovo film di Christopher Nolan che vede
protagonista John David Washington insieme a
Robert Pattinson e
Elizabeth Debicki. Eccoli tutti e tre nelle
foto:
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è stata reale, non si
sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la storia di quei
bambini, espandendo così l’universo di Inception, consentendo anche
l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come ipotizzato da The
Hollywood Reporter, Tenet
potrebbe rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i
militari in Inception è andata ancora oltre, o è
stata sviluppata in qualcosa di ancora più pericoloso, questa volta
permettendo alle missioni di spionaggio di non funzionare nel regno
dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di
Inception hanno avuto conseguenze terribili e
impreviste, portando la prossima generazione a dover affrontare
proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile, che
Tenet
sia completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse
davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
La Warner Bros ha annunciato che
sono iniziate le riprese di Tenet,
che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di
Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto
che Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple
Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence
Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David
Washington insieme a Robert Pattinson e
Elizabeth Debicki.
Il film, il primo
lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk,
viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo
dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la
sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono
ora in corso.
Lo studio ha già fissato la data di
uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di
Tenet include il direttore della fotografia di
Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di
Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista
Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX
Andrew Jackson.
Per questa volta, la colonna sonora
del film di Christopher Nolan sarà composta da Ludwig
Göransson, vincitore del premio Oscar per la colonna
sonora di Black Panther.
Celebre per i suoi ruoli in film
francesi, l’attrice e modella Marine Vacth sarà
presto nota anche in Italia per il ruolo della Fata Turchina nel
film Pinocchio, di Matteo
Garrone. L’attrice sfoggia così una continua
versatilità che, accompagnata dalla sua bellezza, le ha permesso
negli ultimi anni di affermarsi nell’industria cinematografica, in
particolar modo in alcuni film di odierni autori francesi.
Ecco 10 cose che non sai su
Marine Vacth.
Marine Vacth: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film francesi. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con il
film Ma part du gâteau. Recita poi in Ce que le jour
doit à la nuit (2012) e raggiunge una prima popolarità con il
ruolo da protagonista in Giovane e
bella (2013). Successivamente recita nei film Belles
familles (2015), La confession (2016) e Doppio
amore (2017), con cui viene ulteriormente
celebrata. Sempre nel 2017 recita in Si tu voyais son
coeur, mentre nel 2019 è tra le protagoniste del film
Pinocchio.
2. Reciterà in una serie
TV. Nel futuro dell’attrice vi è la partecipazione ad un
serie TV intitolata Moloch, di genere thriller ma la cui
trama è ancora segreta. La serie è attualmente in fase di
riprese.
Marine Vacth è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo seguito da 13,6 mila persone.
All’interno di questo la Vacth è solita condividere scatti
realizzati per servizi di moda, ma anche immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Marine Vacth ha un fidanzato
4. È impegnata in una
relazione sentimentale. L’attrice è attualmente fidanzata
con il fotografo francese Paul Schmidt. I due sono molto riservati
circa la loro vita sentimentale, tenuta lontano da quella
lavorativa a tal punto da non condividere nulla sui rispettivi
social.
5. Ha avuto un
figlio. Con il compagno l’attrice ha avuto un figlio nel
marzo del 2014. L’attrice ha dichiarato che la maternità le ha
permesso di scoprire nuovi aspetti del suo lavoro. Allo stesso modo
però, da quel momento cerca di ritagliarsi quanto più tempo
possibile per stare accanto alla famiglia.
Marine Vacth in Pinocchio
6. Ha sostituito un’altra
attrice. L’attrice francese nel film Pinocchio
interpreta il ruolo della Fata Turchina. Tale personaggio era
inizialmente stato affidato all’attrice italiana Matilda De
Angelis, la quale ha tuttavia dovuto rinunciare per via di
altri impegni. A quel punto il regista ha scelto la Vacth per la
purezza dei suoi tratti somatici.
7. Non ha ricevuto
particolari indicazioni. Nel costruire il suo personaggio
l’attrice ha dichiarato che il regista le ha suggerito di affidarsi
più al racconto di Collodi, che parla da sé, che non a sue
particolari indicazioni. L’unica fornitale, è stata quella di
comportarsi con Pinocchio come avrebbe fatto da madre con suo
figlio.
Marine Vacth e François Ozon
8. È divenuta celebre grazie
al celebre regista. La Vacth deve la sua popolarità ai
ruoli nei film del regista francese Ozon, ovvero Giovane e
bella e Doppio amore. In questi l’attrice interpreta
ruoli da femme fatale, mostrandosi in più occasioni senza veli in
scandalose scene erotiche.
9. Non si aspettava di fare
scandalo. Per le scene nel film Doppio amore,
sono nati numerosi dibattiti durante il Festival di Cannes, dove il
film era presentato. Pur consapevole di lavorare sul filo del
rasoio con Ozon, l’attrice ha dichiarato di non aspettarsi una
simile accoglienza, poiché per lei le scene di sesso non hanno
nulla di eccezionale, e veste la nudità come un costume di
scena.
Marine Vacth età e altezza
10. Marine Vacth è nata a
Parigi, in Francia, il 9 aprile 1991. L’attrice è alta
complessivamente 171 centimetri.
Poche ore fa abbiamo visto la
prima immagine
ufficiale di A
Quiet Place 2che ci mostra Emily Blunt di nuovo nei panni di Evelyn
Abbott: nello scatto è possibile vedere l’attrice insieme ai
piccoli attori che nel sequel tornano ad interpretare i suoi figli,
Marcus Abbott (Noah Jupe) e Beau Abbott
(Cade Woodward); la foto ci mostra anche Evelyn
stringere tra le braccia il nuovo arrivato all’interno della
famiglia Abbott. Ecco invece di seguito il primo teaser trailer del
film:
John Krasinski, il
regista, ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche
del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio
personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di
sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio
personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece
diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a
questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho
amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la
sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse
quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”
A
Quiet Place 2 arriverà nelle sale il 15 maggio
2020. Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio
di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere
vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni.
Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa
la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono
determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre
tentano disperatamente di contrattaccare.
Arrivano al cinema
in anteprima esclusiva come evento
speciale solo il 27, 28 e 29 gennaio
(elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it) i
primi due episodi della nuova stagione de L’AMICA GENIALE.
Storia del nuovo cognome, la serie di Saverio
Costanzo, tratta dal best seller di Elena
Ferrante, edito da Edizioni E/O, in onda su Rai1 dal 10
febbraio. Un appuntamento unico per far vivere ai fan in anteprima
sul grande schermo e condividere con tutti gli altri appassionati i
nuovi episodi della saga che ha conquistato oltre dieci
milioni di lettori in tutto il mondo.
Gli eventi del secondo libro
de L’amica geniale riprendono esattamente dal
punto in cui è terminata la prima stagione. Lila (Gaia Girace) ed
Elena (Margherita Mazzucco) hanno sedici anni e si sentono in un
vicolo cieco. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome
del marito, ha l’impressione di aver perso sé stessa. Elena è ormai
una studentessa modello ma, proprio durante il banchetto di nozze
dell’amica, ha capito che non sta bene né nel rione né
fuori. Nel corso di una vacanza a Ischia le due amiche
ritrovano Nino Sarratore (Francesco Serpico), vecchia conoscenza
d’infanzia diventato ormai studente universitario di belle
speranze. L’incontro, apparentemente casuale, cambierà per
sempre la natura del loro legame, proiettandole in due mondi
completamente diversi. Lila diventa un’abile venditrice
nell’elegante negozio di scarpe della potente famiglia Solara al
centro di Napoli; Elena, invece, continua ostinatamente gli studi
ed è disposta a partire per frequentare l’università a Pisa. Le
vicende de L’amica geniale ci trascinano nella
vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo con cui
si tallonano, si perdono, si ritrovano.
“L’AMICA GENIALE – STORIA
DEL NUOVO COGNOME” (8 episodi da 50’) è prodotta da The
Apartment e Wildside, parte di Fremantle, e da Fandango in
collaborazione con Rai Fiction, in collaborazione con HBO
Entertainment e in co-produzione con Umedia. La serie ha visto la
partecipazione di 125 attori e migliaia di comparse, circa
8500 maggiorenni e 860 minorenni, e la realizzazione di circa 2.000
costumi tra realizzazioni originali e di repertorio.
L’evento al cinema, con la
proiezione dei primi due episodi della serie, è distribuito in
esclusiva da Nexo Digital solo il 27, 28 e 29
gennaio con i media partner Radio DEEJAY e
MYmovies.it.
Sono terminate le riprese de
La terra dei figli, il nuovo film di
Claudio Cupellini tratto dall’omonimo graphic
novel di Gipi, con un cast formato da Leon
de La Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio Ferracane,
Maurizio Donadoni, Franco Ravera, con Valerio
Mastandrea e con Valeria Golino.
Di seguito la prima immagine dal
film:
“Il film La terra dei
figli è una storia di formazione in cui la bellezza e la
meraviglia, rappresentate da un adolescente solo al mondo,
combattono contro le tenebre di una terra che sembra
implacabilmente ostile. Il film che abbiamo appena terminato di
girare è però anche una storia di avventura titanica e
appassionante, un grande viaggio fisico e sentimentale, che parla
di argomenti che appartengono sempre più al sentire comune: il
futuro del mondo che lasceremo ai nostri figli e l’importanza della
memoria”.Claudio Cupellini.
Scritto da Filippo Gravino, Guido
Iuculano e dallo stesso Cupellini, La terra dei
figli è una produzione Indigo Film con Rai Cinema, in
coproduzione con WY Productions. L’omonima graphic novel di
Gipi è edita da Coconino Press/Fandango. Si ringraziano la
Polesine Film Commission e l’Emilia-Romagna Film Commission per il
prezioso supporto in fase di riprese.
L’A24 Films ha
diffuso il trailer ufficiale di Saint Maud, lo
spaventoso horror esordio alla regia di Rose
Glass. Protagonisti del film presentato in anteprima
mondiale al Toronto
International Film Festival sono Morfydd Clark
e Jennifer Ehle. L’uscita è prevista nel Regno Unito il 1°
maggio 2020 da StudioCanal.
Saint Maud
racconta del”infermiera dell’ospedale Hospice Maud ( Morfydd Clark
) che si è recentemente convertita al cattolicesimo romano ed è
preoccupata di poter essere posseduta quando si infatua di Amanda
(Jennifer Ehle), ex ballerina alle sue cure.
Nel cast protagonisti sono
Morfydd Clark nel ruolo di Maud, Jennifer
Ehle nel ruolo di Amanda, Lily Knight come Joy, Lily
Frazer nel ruolo di Carol, Turlough Convery come Christian, Rosie
Sansom nel ruolo di Ester, Marcus Hutton come Richard, Carl Prekopp
come un senzatetto e Noa Bodner nel ruolo di Hilary.
Tra i più influenti registi
dell’attuale panorama cinematografico vi è Matteo
Garrone, che più di altri negli ultimi anni si è speso per
portare in sala un cinema quanto più variegato possibile. Dalle
dure atmosfere di Gomorra a quelle fiabesche di Il
racconto dei racconti. Dal difficile contesto di periferia di
Dogman al classico di Collodi, Pinocchio. Garrone
ha sempre scelto con cura i propri progetti, ottenendo in più
occasioni un ottimo riscontro di critica e pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Matteo Garrone.
Matteo Garrone: i suoi film
1. Ha diretto film italiani
di grande successo. Garrone esordisce al cinema con il
film Terra di mezzo (1996), a cui seguono Ospiti
(1998) ed Estate romana (2000). Nel 2002 arriva la svolta
nel momento in cui dirige il film L’imbalsamatore, che gli
fa ottenere buoni riscontri di critica e pubblico. Nel 2004 dirige
poi Primo amore, e nel 2008 raggiunge il grande successo
con il film Gomorra, interpretato, tra gli altri,
dall’attore Toni
Servillo. Successivamente dirige poi i film Reality
(2012) e Il racconto dei
racconti (2015). Nel 2018 conosce nuova fama con il film
Dogman, e
nel 2019 esce il suo nuovo film, Pinocchio, con
protagonista Roberto
Benigni.
2. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Garrone ha in seguito ricoperto anche il ruolo
di produttore per alcuni suoi film, nello specifico per
Reality, Il racconto dei racconti, Dogman e
Pinocchio. Ha inoltre prodotto il film Pranzo di
ferragosto di Gianni Di Gregorio.
3. Non è solo un
regista. Garrone è noto per non aver ricoperto solo il
ruolo di regista. In più occasioni si è infatti cimentato anche
come operatore, direttore della fotografia, costumista e
scenografo. È inoltre l’autore di tutte le sceneggiature dei film
da lui diretti.
Matteo Garrone: la sua vita
privata
4. È stato sposato.
L’autore di Gomorra è stato sposato con Nunzia
De Stefano, a sua volta regista. I due hanno in seguito divorziato,
dichiarando tuttavia di essere rimasti in buoni rapporti, tanto da
trovarsi ancora oggi a collaborare insieme ad alcuni progetti
cinematografici.
Matteo Garrone ha lavorato come
pittore
5. Aveva intrapreso una
diversa carriera artistica. Dopo essersi diplomato al
liceo artistico, Garrone attraversa una breve parentesi come
pittore a tempo pieno. Il regista ha inoltre dichiarato che durante
quel periodo era solito recarsi quanto più possibile al MoMA di New
York per ammirare le opere lì esposte, cercando di trarne
ispirazione.
Matteo Garrone: il suo
Pinocchio
6. È il film che sognava di
dirigere da molto tempo. Con il suo nuovo lungometraggio,
Pinocchio, il regista si toglie una sua personale
soddisfazione. Garrone ha infatti dichiarato che dirigere una
trasposizione del celebre racconto di Collodi è sempre stato uno
dei suoi sogni. Dopo il successo di Dogman, l’autore ha
potuto trovare gli adeguati finanziamenti per concretizzare tale
desiderio.
Matteo Garrone ha diretto
Gomorra
7. Ha vissuto a lungo nei
luoghi in cui il film è ambientato. Per comprendere meglio
la realtà narrata in Gomorra, Garrone ha vissuto per
alcuni mesi nel malfamato quartiere di Scampia. Lì il regista ha
potuto conoscere diversi attori di teatri locali, che ottennero poi
una parte nel film per via della loro conoscenza della materia di
cui il film trattava.
Matteo Garrone è il regista di
Dogman
8. Ha puntato tutto su un
attore semi sconosciuto. Dopo alcune ricerche fatte per il
ruolo del protagonista di Dogman, Garrone affidò la parte
a Marcello Fonte, attore pressoché sconosciuto
prima di prendere parte al film. Per aiutare l’interprete a calarsi
nel ruolo, il regista gli ha inoltre suggerito di bere del whisky
prima delle riprese, così da poter avere un atteggiamento più
rilassato e consono all’atmosfera del film.
9. Ha vinto numerosi
premi. Per il suo film Dogman, Garrone ha vinto
alcuni tra i più prestigiosi premi della sua carriera. Tra questi
si annovera il premio come miglior regista ai Nastri d’argento e ai
David di Donatello. Per questa stessa categoria è stato nominato
anche agli European Film Awards. Ha inoltre vinto come miglior
sceneggiatura ai Ciak d’oro e ai David di Donatello.
Matteo Garrone età e altezza
10. Matteo Garrone è nato a
Roma, Italia, il 15 ottobre 1968. Il regista è alto
complessivamente 179 centimetri.