In merito al film il regista Jon
Watts ha dichiarato: “Frank Costello faccia d’angelo, Cronaca
di un assassinio, Ghost Dog – Il codice del samurai, Collateral…
Adoro i film su professionisti solitari dediti al loro mestiere e
sono sempre stato curioso di sapere cosa succederebbe se due tipi
del genere fossero costretti a lavorare insieme. Da adulti può
essere difficile farsi dei nuovi amici, anche se si ha molto in
comune. Wolfs è il mio tentativo di tornare con i piedi per terra
dopo sette anni passati a dondolarmi dai grattacieli e a saltare
attraverso i portali del multiverso. Volevo mettere insieme quasi
tutte le mie cose preferite. New York. Tutto in una notte. Trame
criminali impenetrabilmente complesse. David Mamet. Buster Keaton.
Neve. E soprattutto la pura gioia cinematografica di guardare due
fiammeggianti stelle del cinema fronteggiarsi su uno schermo
gigante“.
La trama di Wolfs – Lupi
solitari
In questa commedia d’azione, un
fixer, un faccendiere di professione, viene assunto per far sparire
le tracce di un crimine estremamente delicato. Ma quando si
presenta un secondo fixer e i due “lupi solitari” sono costretti a
lavorare insieme, scoprono che la loro serata sta per sfuggirgli di
mano in modi completamente inaspettati.
Sarà presentato questa sera in
concorso all’81.
Mostra Internazionale d’Arte CinematograficaAinda estou aqui di Walter
Salles con protagonista Fernanda Torres, Selton Mello e
Fernanda Montenegro.
In merito al film Walter
Salles ha commentato: “Quando ho letto per la prima
volta Ainda estou aqui di Marcelo Rubens Paiva mi sono commosso
profondamente. La storia dei desaparecidos, le persone strappate
alle loro vite dalla dittatura brasiliana, veniva raccontata per la
prima volta dal punto di vista di coloro che erano rimasti.
L’esperienza di una donna, Eunice Paiva, madre di cinque figli,
conteneva sia una storia di sopravvivenza al lutto sia lo specchio
di una nazione ferita. Era anche personale: conoscevo questa
famiglia ed ero amico dei figli dei Paiva. La loro casa mi è
rimasta incisa nella memoria. Durante i sette anni passati a creare
Ainda estou aqui la vita in Brasile ha virato pericolosamente
vicino alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più
urgente raccontare questa storia.”
La trama di Ainda estou aqui
Ambientato in Brasile nel 1971
Ainda estou aqui racconta di un paese
nella morsa sempre più stretta di una dittatura militare. Quando la
vita della sua famiglia viene distrutta da un arbitrario atto di
violenza, una madre è costretta a reinventarsi.
Ecco le foto del red carpet di
The
Order in concorso a Venezia 81 diretto da
i Justin Kurzel con protagonista Jude Law,
Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett e Marc
Maron.
Justin Kurzel
parlando del film ha commentato: “Di fronte al Campidoglio, il
6 gennaio 2021, sono stati appesi dei cappi a imitazione
dell’immaginaria insurrezione descritta in The Turner Diaries, un
romanzo degli anni Settanta: il primo piano generale di terrorismo
interno in America. The Order è una caccia all’uomo nelle
profondità di quell’odio, un presagio di un’America divisa, un
colpo di avvertimento di ciò che è stato e di ciò che potrebbe
accadere“.
La trama di The Order
Nel 1983 una serie sempre più
violenta di rapine in banca, operazioni di contraffazione e rapine
a mezzi blindati sta instillando il terrore nel nordovest degli
Stati Uniti. Tra la confusione delle forze dell’ordine che si
affannano per trovare risposte, un solitario agente dell’FBI di
stanza nella pittoresca e sonnolenta cittadina di Coeur d’Alene, in
Idaho, giunge alla conclusione che non si tratta di criminali
comuni assetati di denaro, ma di un gruppo di pericolosi terroristi
interni al seguito di un leader radicale e carismatico, che stanno
tramando una devastante guerra contro il governo degli Stati
Uniti.
Ecco le foto del red carpet del
primo film italiano in Concorso di Venezia 81 Campo di
battaglia di Gianni Amelio con
protagonisti
Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini,
Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi e
Maria Grazia Plos, Rita Bosello.
Foto di Luigi De Pompeis –
Cinefilos.it
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Luigi De Pompeis – Cinefilos.itFoto di Luigi De Pompeis –
Cinefilos.it
Foto di Luigi De Pompeis –
Cinefilos.it
L’81.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica presenta
il primo film italiano Campo di
battaglia. Sul finire della Prima guerra mondiale, due
ufficiali medici amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale
militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi.
Molti di loro però sono impostori che si sono procurati da soli le
ferite e che farebbero di tutto per non tornare a combattere.
Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui
un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e,
oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio,
apparentemente più comprensivo e tollerante, è a disagio alla vista
del sangue, è più portato per la ricerca e avrebbe voluto diventare
un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, fa
la volontaria alla Croce Rossa: un duro lavoro che affronta con
determinazione, consapevole che è il prezzo che sta pagando per il
fatto di essere una donna.
Laurearsi in medicina era infatti
difficilissimo a quei tempi per una donna senza una famiglia
influente alle spalle. Qualcosa di strano accade intanto tra i
malati: molti si aggravano misteriosamente. È possibile che
qualcuno stia provocando di proposito complicazioni alle loro
ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi,
anche mutilati, pur di non farli tornare al campo di battaglia.
Nell’ospedale c’è dunque un sabotatore, di cui Anna è la prima a
sospettare. Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del
conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più
delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione
civile…
Alessandro Borghi è stato il protagonista del red
carpet di Campo di Battaglia (qui
la recensione), il nuovo film di Gianni
Amelio in concorso a Venezia 81. Con lui i suoi compagni
di set, Gabriel Montesi e Federica
Rossellini, insieme a tanti ospiti tra cui Eva
Green e Emily Ratajkowski.
Ognuno di noi ha un lato oscuro.
Siamo fatti di luci e ombre, di pregi e difetti. Tuttavia, un
individuo dovrebbe sempre agire per il bene proprio e altrui,
evitando che la propria parte oscura prenda il sopravvento. È
esattamente il contrario di quanto accade ai protagonisti de
La scommessa – Una notte in corsia, la
nuova black comedy firmata da Giovanni
Dota. Presentato in anteprima alle Notti Veneziane,
sezione delle Giornate degli Autori nell’ambito
dell’81esima edizione Mostra
del Cinema di Venezia, il film vede protagonisti
Lino Musella e Carlo Buccirosso,
pronti a strappare risate amare e profonde riflessioni. Distribuito
da I Wonder Pictures, La scommessa – Una notte in corsia arriverà
nelle sale dal 12 settembre.
La trama de La
scommessa – Una notte in corsia
Angelo e Salvatore sono due
infermieri che lavorano svogliatamente in un ospedale di Napoli. In
una calda sera di Ferragosto, particolarmente irritati dal fatto
che tutti siano in vacanza tranne loro, i due sono ossessionati
dall’idea di ottenere le ferie tanto desiderate per Natale e
Capodanno. Ma solo uno di loro potrà averle. L’opportunità si
presenta quando, durante il turno di notte, arriva in corsia il
signor Caputo, un paziente in condizioni critiche. Angelo è
convinto che l’uomo non sopravviverà fino all’alba, mentre
Salvatore crede che resisterà. Spinti dal desiderio di garantirsi i
giorni di ferie, i due lanciano una scommessa: se il signor Caputo
muore, Angelo otterrà le ferie, altrimenti toccherà a Salvatore. Da
quel momento, una serie di eventi rocamboleschi si susseguono,
innescando una spirale di caos che renderà impossibile tornare
indietro.
Restiamo umani
La scommessa – Una
notte in corsia solleva dei precisi interrogativi:
siamo davvero diventati una società eccessivamente opportunista ed
egoista? Cosa ci rende così irrispettosi della vita altrui? La
scommessa – Una notte in corsia esplora queste domande
attraverso la storia di due uomini, stanchi e insofferenti, che si
ritrovano a giocare sulla vita di un paziente senza alcuno
scrupolo. Scommettere sulla vita e sulla morte di qualcuno è
deplorevole, ma lo è ancora di più quando il proprio interesse
personale ne dipende. Eppure, nel mondo di oggi, sembra che nessuno
si ponga più il problema. In una notte calda e soffocante, in un
ospedale deserto, questi due infermieri lasciano che il
loro lato oscuro prenda il controllo, trascinandoli in un
vortice da cui non riescono più a emergere.
La messa in scena della pellicola è
essenziale: poche location, dialoghi diretti e taglienti, un ritmo
incalzante, e personaggi ben caratterizzati. Dota costruisce una
narrazione potente, inserendo nelle maglie della storia diversi
spunti di riflessione, che invitano il pubblico a considerare
quanto sia pericoloso cedere alle tentazioni e perdere se stessi.
“Vi prego, restiamo umani”, implora Angelo in un momento
di caos, offrendo un momento di lucidità e un monito importante:
non permettiamo al nostro lato oscuro di sopraffarci. Per quanto
faccia parte di noi, mantenere l’equilibrio è fondamentale per
convivere con se stessi e con gli altri. Perdersi è questione di un
attimo; ritrovarsi può richiedere tempo. E non è detto che ci si
riesca.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
(qui
la recensione) ha portato un Mago Oscuro e nuove leghe di
cattivi a Rhûn: chi sono e cosa significa questo per la storia in
corso della Seconda Era? Questo nuovo mago è una specie di mistero,
poiché finora non ci sono indicazioni chiare su come si allinei al
canone tolkieniano. Rhûn, in generale, è una regione della Terra di
Mezzo poco esplorata, quindi il viaggio dello Straniero con Nori è
un territorio del tutto nuovo per un adattamento cinematografico
del Signore degli Anelli.
L’episodio 2 della stagione 2 di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere,
“Where the Stars are Strange”, vede lo Straniero, Nori e
Poppy arrivare finalmente a Rhûn, dove le cose iniziano rapidamente
a precipitare. Lo stesso gruppo di cultisti responsabile dell’invio
degli accoliti nella stagione 1 è apparso, guidato da un minaccioso
mago con intenzioni apparentemente oscure. Il personaggio magico,
interpretato da Ciarán Hinds, sta facendo di tutto
per catturare lo Straniero prima che riesca a padroneggiare i
poteri Istari. A parte questo, possiamo solo fare delle ipotesi sul
cattivo di Rhûn e sui suoi seguaci.
È un mago a governare Rhûn nella
seconda stagione di Gli Anelli del Potere?
Prime Video ha ufficialmente ribattezzato il
personaggio di Hinds “Mago Oscuro”, confermando che questo nuovo
cattivo è davvero una versione malvagia degli evocatori di trucchi
del Signore degli Anelli. Il suo status di mago è
ulteriormente supportato dal suo bastone e dalla sua lunga barba,
caratteristiche tipiche di questi esseri della Terra di Mezzo.
Naturalmente, ciò crea un po’ di confusione, dato che nel canone
tolkieniano c’erano solo cinque maghi (o Istari). Apparentemente lo
Straniero sarebbe Gandalf, il mago più noto del Signore degli
Anelli, ma allora chi è questo Mago Oscuro?
Il miglior indizio che abbiamo sulla
vera identità del Mago Oscuro è la regione su cui sembra regnare.
Nella storia della Terra di Mezzo, tre maghi hanno attraversato
Rhûn: i due Maghi Blu e Saruman. Poiché Pallando e Alatar (i Maghi
Blu) giunsero nella Terra di Mezzo nella Seconda Era, sembra molto
probabile che il Mago Oscuro di Hinds sia uno di questi due.
Tuttavia, poiché Saruman è arrivato durante la Terza Era, nello
stesso periodo di Gandalf, e Anelli del Potere sembra aver già
buttato alle ortiche questa linea temporale, c’è sempre la
possibilità che il Mago Oscuro sia una versione iniziale del Mago
Bianco.
Come la magia di Rhûn cambia la
mitologia del Signore degli Anelli di Tolkien
Foto Prime Video
Tolkien non ha mai detto che Rhûn
fosse particolarmente magica, il che rende piuttosto sorprendente
il fatto che lo Straniero, Nori e Poppy trovino questo luogo.
Secondo il canone tolkieniano, è qui che lo spirito di Sauron è
fuggito dopo l’Ultima Alleanza degli Elfi e degli Uomini alla fine
della Seconda Era, ma questo non è ancora avvenuto durante gli
eventi de Gli Anelli del Potere. Quindi, la magia non può essere
stata ispirata dallo stesso Signore Oscuro. Tuttavia, nelle opere
di Tolkien c’è qualche vaga indicazione che la magia potrebbe aver
iniziato a diffondersi a Rhûn durante la Seconda Era.
Tolkien ha fornito resoconti
contraddittori su ciò che accadde ai Maghi Blu, ma una versione
prevede che la coppia stabilisca culti a Rhûn che incoraggiano il
loro culto e insegnano agli esseri lì presenti a usare la magia.
Questo non dovrebbe accadere fino alla fine della Seconda Era e
all’inizio della Terza, ma in Anelli del Potere sembra che
l’influenza magica del Mago Oscuro sia iniziata da molti anni.
Quindi, o la Prime Video ha spostato i culti dei Maghi Blu
significativamente in avanti nella linea temporale, oppure la
natura di Rhûn è stata completamente cambiata per
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.
Gli uomini di Rhûn sono
Esterling
Gli Uomini di Rhûn sono un po’ più
facili da definire rispetto al Mago Oscuro degli Anelli del Potere,
poiché la loro storia è delineata nelle opere di Tolkien.
Tipicamente chiamati Esterlings, gli Uomini di questa regione sono
lì da secoli e secoli, presumibilmente discendenti dai primi Uomini
che si risvegliarono a Hildórien. Poiché l’Est è stato il luogo in
cui Morgoth ha dimorato per gran parte dei primi anni
dell’esistenza della Terra di Mezzo, coloro che sono rimasti qui
(invece di migrare verso Ovest) hanno tipicamente servito e
venerato il Signore Oscuro. Ciò è continuato anche dopo la caduta
di Morgoth, quando gli Easterling hanno rivolto la loro fedeltà a
Sauron.
Gli Easterling continuarono a
servire le forze del male in tutte le epoche della Terra di Mezzo e
si vedono nella trilogia de Il Signore degli Anelli
combattere per Mordor (erano gli Uomini con la maschera e gli
Olifanti). Non sorprende quindi che vengano visti offrire i loro
servigi al Mago Oscuro nella seconda stagione di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. È
fortemente implicito che questo leader magico sia dalla parte di
Sauron, quindi gli Easterling sarebbero i suoi alleati
naturali.
Come gli accoliti degli Anelli del
Potere sono collegati al nuovo cattivo di Rhûn
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha
introdotto gli Accoliti all’inizio della prima stagione, con i tre
Mistici, l’Abitante, il Nomade e l’Asceta, in viaggio attraverso la
Terra di Mezzo alla ricerca di Sauron. All’inizio pensano che lo
Straniero sia il Signore Oscuro e si presentano pronti a servirlo e
a riportarlo al potere. Tuttavia, quando si accorgono che è invece
un Istar, tutto cambia. Lo Straniero li ha trasformati in falene,
ma ha considerato le loro parole degli indizi su dove doveva
andare. Naturalmente, questo lo ha condotto nel regno dei Maghi
Oscuri nella stagione 2 di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere.
Nella stagione 2, episodio 2, il
Mago Oscuro ha usato il sangue di uno dei suoi seguaci per
ricostituire le falene nell’Abitante, che ha prontamente riferito
sulle attività del vero Sauron prima di essere interrogato
sull’Istar errante. È chiaro che questo accolito ha agito su ordine
del Mago Oscuro fin dall’inizio, e l’Abitante che si inchina a
questo nuovo cattivo degli Anelli del Potere avvalora ulteriormente
l’idea che non sia solo il leader di un culto che sostiene Sauron,
ma l’oggetto stesso della loro adorazione. Naturalmente, c’è ancora
molto da scoprire riguardo agli avvenimenti di Rhûn – sicuramente i
prossimi episodi ci daranno ulteriori risposte.
Nella filmografia del regista
Sergio Leone il film del 1968 C’era una
volta il West è considerato uno dei principali capolavori.
Più volte indicato come uno dei migliori western mai realizzati, il
film è un tripudio di epica e sentimento, capace di raccontare un
paese e il suo mutare nel tempo. Proprio per questo tema, il film è
considerato il primo episodio della Trilogia del Tempo di
Leone, che proseguirà con Giù la testa (1971) e C’era
una volta in America (1984). Il soggetto del film venne
scritto da Leone insieme ai giovani Bernardo
Bertolucci e Dario Argento. Questi, però,
abbandonarono poi il progetto per dedicarsi ai loro nuovi film.
Leone non si fece scoraggiare da ciò, e decise di ultimare la
sceneggiatura del film con il fidato Sergio
Donati.
Leone dichiarò che dopo Il buono, il brutto e il
cattivo non voleva tornare a realizzare film di genere
western. Si convinse però dopo che gli fu data l’occasione di
lavorare con l’attore Henry Fonda, il suo
preferito di sempre. A lui, poi, il regista affiancò nomi del
calibro di Claudia Cardinale, Jason Robards e
Charles Bronson. Ritrovandosi così a lavorare
nuovamente in quell’immaginario, Leone dichiarò che il film sarebbe
stato il suo più personale. Egli lo considerava infatti la propria
versione della nascita di una nazione, raccontata attraverso le
convenzioni e i trucchi delle ambientazioni western. Il film
completò durava 165 minuti, e si decise di apportare dei tagli per
raggiungere il più fruibile minutaggio di 145. Esiste però una
director’s cut della durata di 175 minuti.
Al momento della sua uscita in sala,
complici anche i tagli effettuati, il film non ottenne una grande
accoglienza negli Stati Uniti. Con il tempo però, C’era una
volta il West guadagnò un seguito di appassionati, che
comprende anche celebri registi come Quentin Tarantino,
Martin
Scorsese, e George Lucas. Questi
contribuirono alla rivalutazione del film, che arrivò infine ad
essere considerato un vero e proprio capolavoro. Nel corso dei
decenni, si è poi affermato come uno dei titoli più citati e
omaggiati di sempre. Riferimenti al film di Leone si possono
infatti ritrovare in pellicole di diverso genere come Ritorno
al futuro – Parte III,
Kill Bill: Volume 1, e C’era una volta in
Messico. Tutto ciò prova una volta di più la grande influenza
che il film ha avuto e ha tutt’ora nell’immaginario cinematografico
mondiale.
La trama di C’era una volta
il West
La vicenda del film si svolge
nell’immaginaria città di Sweetwater, nel pieno west. Qui è
presente l’unica fonte d’acqua della regione, la quale è ovviamente
motivo di un accesso conflitto. La zona è infatti contesa da
Brett McBain e Morton,
concorrenti nel settore ferroviario. Entrambi aspirano infatti a
costruire una locomotiva a vapore, che attraversando quella zona
potrebbero usufruire della fonte d’acqua per il proprio
sostentamento. Il progetto permetterebbe di collegare l’intero
continente, ed è perciò una fonte di guadagno inestimabile a cui
entrambi puntano. Per assicurarsi il primato, Morton ingaggia il
sicario Frank per intimidire McBain. Questi, però,
non si limita a spaventarlo, ma anzi uccide lui e i suoi figli.
Facendo ciò, semina delle prove che farebbero ricadere la colpa sul
bandito Cheyenne.
Il piano, però, sembra infrangersi
nel momento in cui nella città arriva l’ex prostituta Jill
McBain, la quale afferma di essere la moglie del defunto
imprenditore ed unica erede del terreno. Allo stesso tempo, un
misterioso pistolero soprannominato Armonica si
mette sulle tracce di Frank, con l’intensione di compiere la sua
vendetta nei confronti del sicario. Questi arriva a comprendere che
la stessa Jill è in pericolo di vita e si offrirà di proteggerla.
Ma Morton e Frank non sembrano disposti a cedere il terreno, e
faranno di tutto pur di spaventare la donna e convincerla a cederlo
a loro. La vicenda diventerà a quel punto sempre più intricata e le
rivalità si faranno sempre più fitte, sfociando in una vera e
propria caccia all’uomo.
Il cast del film
Per la prima volta nel genere
western, il cattivo del film viene
interpretato dall’attore di punta. Il sicario Frank ha infatti
il volto dell’attore Henry Fonda. Tra i più
popolari interpreti di Hollywood, Fonda aveva costruito la propria
carriera su personaggi positivi e incorruttibili. Per questo fu
inizialmente riluttante all’idea di interpretare uno spietato
sicario nel film di Leone. Il regista però non si arrese al primo
rifiuto, e riuscì a convincere l’attore raccontandogli il modo in
cui sarebbe apparso in scena. A quel punto, Fonda si convinse. Il
primo giorno sul set si presentò con delle lenti a contatto marroni
e una folta barba, che secondo lui avrebbero accentuato la
malvagità del personaggio. Leone, però, gli chiese di togliere
entrambi, poiché riteneva che i gelidi occhi azzurri
dell’interprete erano perfetti per rappresentare la natura del
killer.
Altro ruolo fondamentale è quello
del misterioso Armonica. Il ruolo venne inizialmente offerto
all’attore Clint
Eastwood, che aveva già collaborato con Leone per la
Trilogia del dollaro. L’attore, però, rifiutò la parte.
L’attore Charles Bronson, con cui il regista
desiderava lavorare da tempo, ottenne così il ruolo. Per il ruolo
di Morton si considerarono diversi attori, italiani e americani. Ad
ottenere la parte fu però Gabriele Ferzetti,
celebre per aver recitato tra gli altri nel film
L’avventura, del 1960. Egli si dichiarò entusiasta
dell’occasione, e affermò di considerare il personaggio come uno
dei migliori della sua carriera. Il due volte premio Oscar
Jason Robards ricopre invece il ruolo del bandito
Cheyenne.
Infine, impossibile dimenticare
l’iconico personaggio di Jill McBain, divenuto uno dei ruoli
femminili più celebri del genere western. Originariamente, Leone
voleva affidare la parte all’attrice Sophia Loren.
Tuttavia, preferì non farlo temendo che questa avrebbe finito con
l’influenzare le riprese del film con il suo carattere autoritario.
Preferì piuttosto assegnare il ruolo a Claudia
Cardinale, conosciuta tramite amici. L’attrice,
divenuta particolarmente popolare in quegli anni grazie a film come
Il Gattopardo e 8½, si convinse a partecipare
senza neanche il bisogno di leggere la sceneggiatura. La sua
performance nel film contribuì ulteriormente alla sua popolarità
internazionale, e le permise di diventare una delle icone
cinematografiche italiane nel mondo.
La colonna sonora del film
La colonna sonora del film è
naturalmente affidata al maestro Ennio Morricone,
che per Leone aveva già
realizzato veri e propri capolavori. Quella composta per
C’era una volta il West ha però raggiunto nuovi
livelli di grandezza, affermandosi come una delle sue migliori. I
brani per il film furono composti ben prima delle riprese, così che
il regista potesse riprodurli in sottofondo, aiutando così gli
attori nella loro interpretazione. Ogni personaggio, infatti, ha il
proprio tema personale, che lo descrive e ne anticipa le azioni.
Celebre è anche il grande utilizzo di suoni naturali che Leone e
Morricone scelsero di utilizzare e che divennero parte integrante
della colonna sonora insieme alla più canonica musica.
Il trailer di C’era una
volta il west e dove vederlo in streaming
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. C’era una volta il
West è infatti presente su Now TV, Tim
Vision, Prime Video. In base alla piattaforma
scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi
possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso sabato 31
agosto alle ore 20:30 sul canale
Rai 3.
Grazie al successo di Harry Potter
al cinema, ha sempre più preso vita una fortunata stagione di saghe
cinematografiche ispirate a celebri romanzi per ragazzi e tra
queste vi è quella di Percy Jackson, arrivato per
la prima volta al cinema nel 2010 con il film Percy Jackson
e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini (qui la recensione), diretto da
Chris Columbus.
In tale pellicola, si offre un’avvincente versione del mondo
mitologico greco vistro attraverso gli occhi di un giovane semidio,
il quale con la propria avventura porta aventi il tema della
scoperta e dell’accettazione della propria identità e di ciò che
rende unici.
Oltre a ciò, il film offre
spettacolari sequenze d’azione e effetti speciali che catturano
l’immaginazione dello spettatore. Le battaglie con creature
mitologiche, gli scontri con dei potenti e gli effetti magici
trasportano il pubblico in un viaggio straordinario attraverso il
Mondo Inferiore, il Monte Olimpo e altre ambientazioni leggendarie,
il tutto riuscendo a connettere la mitologia antica con la vita
moderna. Infine, nonostante la trama epica e la tensione crescente,
il film inserisce con successo momenti di umorismo e
leggerezza.
Con un equilibrio tra azione epica,
umorismo e temi di identità, il film si afferma dunque come
un’avventura coinvolgente e visivamente stimolante che affascina
sia i fan della mitologia che il pubblico generale. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori, ma anche sulle differenze
tra il libro e il film e il suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama di Percy Jackson e
gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini
Il film segue dunque le avventure di
Percy Jackson, un giovane ragazzo che scopre di
essere un semidio, figlio di Poseidone, il dio
greco del mare. Percy, che ha sempre vissuto una vita normale,
all’oscuro della sua vera identità, la scopre quando iniziano ad
accadere eventi strani intorno a lui. Dopo un attacco da parte di
un mostro mitologico, Percy viene infatti a conscenza della verità
sul suo retaggio divino e viene portato al Campo Mezzosangue, un
luogo sicuro per i semidei come lui. Quando però il fulmine di
Zeus viene rubato e Percy diventa il principale
sospettato, ha inizio la sua missione per dimostrare la propria
innocenza e prevenire una guerra tra gli dei.
Percy si trova dunque a doversi
imbarcare in un’avventura epica insieme ai suoi amici, il satiro
Grover e la figlia di Atena, Annabeth
Chase. Lungo il percorso, però, il trio dovrà affrontare
creature mitologiche, risolvere enigmi e scontrarsi con dei
dell’Olimpo furiosi con Percy, il quale dovrà recuperare il fulmine
rima che sia troppo tardi. Il viaggio, inoltre, permetterà a Percy
di scoprire vari luoghi mitologici di grande fascino, dal Mondo
Inferiore al il Giardino delle Esperidi, passando naturalmente per
il Monte Olimpo stesso. Durante questo viaggio, infine, Percy dovrà
sforzarsi di accettare il peso del suo destino come figlio di un
dio.
Il cast del film
Ad interpretare Percy Jackson vi è
Logan Lerman,
mentre Alexandra
Daddario interpreta Annabeth Chase, figlia di Atena
nonché a sua volta abile guerriera. Per tale ruolo, come noto, si
era candidata anche l’attrice Nina Dobrev.
L’attore Brandon T. Jackson recita invece nel
ruolo di Grover, il satiro che funge da protettore di Percy e lo
accompagna nel suo viaggio. Accanto a Percy nella sua missione
ritroviamo anche Luke Castellan, interpretato da Jake
Abel, mentre il noto attore Sean Bean
interpreta Zeus, il potente dio del cielo e re degli dei, colui che
accusa Percy del furto del suo fulmine.
Ma i nomi noti non finiscono qui,
poiché nel film recitano anche Pierce Brosnan
nel ruolo del saggio centauro Chirone, Catherine
Keener interprete non di una divinità ma di Sally
Jackson, la madre mortale di Percy, che cerca di
proteggere il figlio dai pericoli del mondo mitologico e Uma Thurman in
quello della mostruosa Medusa. Quest’ultima ha interagito con
diversi serpenti vivi, con l’aiuto di un addestratore, per
prepararsi al ruolo. Maneggiare e tenere in mano i serpenti, ha
detto, l’ha aiutata a immaginare come potrebbe sentirsi Medusa ad
avere serpenti vivi che le spuntano dalla testa.
Come noto, le differenze tra
adattamenti cinematografici e i libri originali sono comuni e
spesso necessarie per adattare una storia complessa al formato
cinematografico. Pur cercando di rimanere quanto più fedeli
possibile al romanzo, gli autori del film si sono dunque trovati a
dover apportare una serie di modifiche, a partire dall’età
dei personaggi. Nel libro, infatti, i personaggi
principali, inclusi Percy Jackson, Annabeth Chase e Grover, sono
più giovani rispetto alle loro controparti cinematografiche. Ad
esempio, Percy ha 12 anni all’inizio della serie, mentre nel film
ha 16 anni ed interpretato da Logan Lerman, che aveva all’epoca ne
aveva 17.
Diverso è poi il trattamento che
alcuni personaggi ricevono, come ad esempio Ares,
che nel film appare in una sola scena, mentre nel romanzo ha un
ruolo decisamente più importante. O ancora Luke,
che nel romanzo è riconoscibile da una lunga cicatrice sul volto,
mentre nel film non possiede tale caratteristica. L’Idra non appare
nel romanzo (non nel primo, perlomeno), mentre nel film è una delle
creature che Percy e i suoi amici devono affrontare nel loro
viaggio alla ricerca della folgore. Per quanto riguarda
Annabeth, nel romanzo ha i capelli biondi, mentre
nel primo adattamento cinematografico Alexandra Daddario ha tenuto
i capelli scuri.
Differente è poi lo svolgimento di
alcuni eventi, come il primo incontro tra Percy e
Annabeth, che nel romanzo avviene quando lei si prende
cura delle sue ferite dopo l’incontro con il Minotauro. Nel film,
invece, Percy vede Annabeth per la prima volta mentre Grover gli fa
fare un giro del Campo Mezzosangue. Un’altra scena con protagonisti
Percy e Annabeth, quella in piscina, non esiste nel libro. Infine,
la scena della scoperta del ladro di fulmini avviene in modi
diversi nel libro e nel film. Nel romanzo, Percy scopre che Luke è
il ladro di fulmini al Campo Mezzosangue, mentre nel film lo scopre
sull’Empire State Building dove tra i due c’è una resa dei
conti.
Come noto, Rick
Riordan, autore dei libri di Percy Jackson, ha odiato la
sceneggiatura le modifiche apportate al suo racconto e ha
dichiarato di non aver mai visto il film completo. Ha però comunque
accettato il compenso dello studio per i diritti e ha dichiarato di
essere grato per il numero di persone che hanno scoperto i libri
grazie ai film. Riordan ha poi anche sostenuto con forza la
necessità di riadattare i romanzi affinché potessero avere una
giusta trasposizione. Ciò è poi avvenuto grazie alla serie Disney+Percy Jackson e gli dei
dell’Olimpo (2023), per la quale ha scritto la
maggior parte delle sceneggiature.
Percy Jackson e gli dei
dell’Olimpo – Il ladro di fulmini: il sequel e la serie
reboot
Dato il discreto successo del film,
nel 2013 è stato realizzato un sequel dal titolo Percy Jackson e gli
dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri, il
quale continua le avventure di Percy Jackson e dei suoi amici che
si recano nel Mare dei Mostri per recuperare il Vello d’Oro e
salvare la barriera di alberi che protegge la loro casa. Questo
sequel, tuttavia, ha incassato 200 milioni di dollari in tutto il
mondo. Un risultato non soddisfacente abbastanza da spingere anche
a realizzare l’ulteriore sequel previsto, che doveva essere basato
su La maledizione del Titano. In seguito
all’acquisizione della Fox da parte della Disney nel 2019,
quest’ultima ha però acquisito i diritti dei romanzi di Percy
Jackson, realizzandone una serie per Disney+.
Il trailer di Percy Jackson
e gli dei dell’Olimpo – Il ladro di fulmini e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Netflix e Disney+ Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
31 agosto alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
I primi tre episodi della seconda
stagione de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
(qui
la recensione) sono ora in streaming su Prime Video, e l’ep 2, “Where the Stars are
Strange”, introduce un misterioso personaggio che potrebbe
rivelarsi l’antagonista secondario della trilogia di J.R.R.
Tolkien. Sappiamo che la maggior parte di voi saprà bene a chi ci
stiamo riferendo, ma per sicurezza seguiranno degli
spoiler.
Dopo aver incontrato Durin, Disa e
gli altri Nani di Khazad-dûm, scopriamo chi ha inviato i predoni
mascherati che hanno seguito Nori, Poppy e lo Straniero nei deserti
del Rhûn occidentale: Un potente stregone conosciuto solo come il
“Mago Oscuro” (interpretato da Ciarán Hinds,
attore di Game of Thrones). A prima vista, sembrano
esserci pochi dubbi sul fatto che questo individuo chiaramente
malvagio sia Saruman, ma ci sono altre
possibilità.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere si è
già preso alcune libertà con alcuni aspetti delle opere di Tolkien,
naturalmente, ma se questo fosse Saruman sarebbe una deviazione
piuttosto importante dalla tradizione. Per esempio, il mago non è
arrivato sulla Terra di Mezzo fino alla Terza Era (anche se lo
stesso si può dire per Gandalf, che è quasi certamente Lo
Straniero). Inoltre, “Saruman il Saggio” era inizialmente una forza
del bene prima di essere corrotto più avanti nella linea
temporale.
Tenendo presente questo, potrebbe
essere in realtà uno dei Maghi Blu, Alatar e Pallando? Di questi
personaggi è stato scritto pochissimo, ma Tolkien disse che
“gli altri Istari andarono nell’est della Terra di Mezzo e non
entrano in questi racconti”. Lasciando da parte le
incongruenze geografiche, raffigurare uno di questi personaggi
sotto una luce malvagia sarebbe una scelta strana, ma – ancora una
volta – lo show ha già giocato velocemente con la tradizione,
quindi non sarebbe così sorprendente.
C’è un’altra possibilità: E se il
Mago Oscuro fosse un personaggio nuovo di zecca creato per questa
serie? Certo, i puristi di Tolkien alzerebbero le mani se venisse
introdotto un sesto Istar, ma potrebbe essere semplicemente uno
degli ordini di Gandalf.
La prima stagione de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha
ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100
milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di
minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25
milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita,
divenendo il più grande debutto nella storia di Prime
Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche
di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.
Lo show ha inoltre battuto tutti i
precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha
portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto
precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è
la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America,
Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo.
Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con
numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e
altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426
ore nel weekend.
La seconda stagione di
Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli
showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A
loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum
Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme
alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate
Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew
Penry-Davey e Clare Buxton.
Dopo Il signore delle formiche, in concorso a
Venezia 79, Gianni Amelio torna a
gareggiare per il Leone d’Oro alla 81° edizione della
Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia
con Campo di Battaglia,
uno spaccato inedito sulla Prima Guerra Mondiale, un racconto
storico che diventa attuale e parla di relazioni e umanità.
La ricca trama di Campo di
Battaglia
Sul finire della Prima
guerra mondiale, due ufficiali medici amici d’infanzia lavorano
nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal
fronte i feriti più gravi. Molti di loro però sono impostori che si
sono procurati da soli le ferite pur di lasciare la prima linea.
Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui
un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e,
oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio,
apparentemente più comprensivo e tollerante, è a disagio alla vista
del sangue, è più portato per la ricerca e avrebbe voluto diventare
un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, fa
la volontaria alla Croce Rossa: un duro lavoro che affronta con
determinazione, consapevole che è il prezzo che sta pagando per il
fatto di essere una donna. Laurearsi in medicina era infatti
difficilissimo a quei tempi per una donna senza una famiglia
influente alle spalle. Qualcosa di strano accade intanto tra i
malati: molti si aggravano misteriosamente, il che rende
impossibile per loro tornare al fronte, e vengono così spediti in
congedo, a casa. Che qualcuno li stia aiutando a “peggiorare” così
che non siano in grado di tornare a combattere? Nell’ospedale c’è
dunque un sabotatore, di cui Anna è la prima a sospettare. Ma sul
fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde
una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E
presto contagia anche la popolazione civile…
Liberamente ispirato a
“La sfida” di Carlo Patriarca,
Campo di battaglia è un racconto con molte facce e
tante intenzioni, che cerca di offrire uno spaccato inedito del
primo conflitto mondiale, attraverso posizioni ideologiche
diametralmente opposte, inconciliabili, eppure che convivono nello
stretto spazio delle corsie sovraffollate di un ospedale di guerra.
A dare vita a queste due prospettive ci sono Gabriel
Montesi e
Alessandro Borghi. Il secondo è ormai ben noto al
cinema e alla tv italiane, volto internazionale e beniamino del
grande pubblico. Il secondo, meno conosciuto, fa bella mostra di sé
con il personaggio di Stefano, che gli consente di aggiungere una
nuova sfumatura alle sue interpretazioni. Federica
Rosellini conclude il triangolo di eccellenti
protagonisti, regalando una Anna austera e appassionata allo stesso
tempo.
Un prodotto ambizioso ma fuori
fuoco
Amelio confeziona un
film molto ambizioso, che fa diverse promesse ma che poi non ne
mantiene nessuna: il racconto di un amore contrastato, sia
romantico che amicale, che poi però si trasforma in un conflitto
deontologico sulla vocazione del medico e la professione del
soldato e poi diventa ancora una rappresentazione storica della
grande epidemia di Spagnola dell’inizio del secolo scorso che
strizza terribilmente l’occhio alla recente storia contemporanea
che ha visto il mondo chiuso in se stesso nella primavera del
2020.
Il problema di
Campo di battaglia è che non approfondisce nessuno
dei grandi temi che propone, non porta avanti la storia in maniera
compatta e si perde dietro distrazioni di sceneggiatura a cui si
affianca una regia stanca, priva di guizzi e idee che si
contrappone invece allo spirito vitale che i tre protagonisti
infondono nei loro personaggi. Sarebbe stato il caso di riflettere
maggiormente in fase di stesura della sceneggiatura su quale
dovesse essere il punto focale del film, in modo tale da poterlo
approfondire a dovere, dando ai personaggi un arco narrativo
completo e coerente.
Jude Law è uno di
quegli attori che ha fatto la storia del cinema recente grazie alle
sue interpretazioni, alla sua grazia e anche ad una certa dose di
fascino innato. L’attore ha iniziato a lavorare da ragazzo e non si
è mai più fermato. Ha lavorato con i più grandi, ha sperimentato
varie professioni del cinema e continua ad ammaliare milioni di
persone in tutto il mondo. Ecco dieci cose da sapere su
Jude Law.
2. È anche doppiatore,
produttore e regista. Nel corso della sua lunga carriera,
Law non ha svolto solo la professione di attore, ma ha anche
vestito i panni, per esempio, del doppiatore, prestando la propria
voce per i film Lemony Snicket – Una serie di sfortunati
eventi (2004), Le 5 leggende (2012) e la serie Neo Yokio
(2017). Inoltre, è stato produttore dei film Sky Captain and
the World of Tomorrow (2004), Sleuth – Gli
insospettabili (2007) e Vox Lux, oltre che della
serie The Young Pope. In quanto regista, invece, ha
diretto il segmento Bird in the Hand, A del film Tube
Tales (1999) e un episodio della serie Do Not Disturb
(2019).
Jude Law è Watson in Sherlock
Holmes
3. Non è stata la prima
scelta. Per il personaggio di Watson, in origine erano
stati contattati gli attori Colin Farrell e Sam Worthington. In seguito, però, si è deciso
di optare per Jude Law, che ha così ottenuto il
ruolo e si è dimostrato la perfetta spalla di Robert DowneyJr.. Law si è
poi dedicato anima e corpo al personaggio, decidendo di cimentarsi
personalmente in molti degli stunt previsti per il Watson.
Jude Law in Anna Karenina
4. Ha interpretato un ruolo
chiave. Nel 2012 Law ha ricoperto il ruolo di Alexei
Alexandrovich Karenin, statista di alto livello e marito di Anna,
nel film Anna Karenina. L’assumere questo ruolo ha per lui
comportato una trasformazione fisica che ha richiesto l’uso di
protesi, rendendo Law quasi irriconoscibile. “Abbiamo pensato
che, per un uomo che viveva nella sua testa, avremmo voluto
attirare l’attenzione sulla sua testa, quindi abbiamo avuto l’idea
di arretrare l’attaccatura dei capelli e di concentrarci sul
viso”, ha detto l’attore.
Jude Law in Closer
5. Non ha giudicato la
natura del suo personaggio. Nel film Closer, Law
ha interpretato Daniel “Dan” Woolf, protagonista insieme agli altri
tre personaggi principali di un feroce racconto sulle relazioni
sentimentali. Parlando di loro, Law ha affermato: “Non credo
che siano spietati. Quello che si sottovaluta è ciò che non si
vede. È una versione condensata di quattro anni di vita di queste
persone. Tra questi momenti di innamoramento e separazione, c’è un
sacco di felicità e gioia, come tutti noi sperimentiamo, e non si
può sottovalutare. È un’amalgama dei momenti più alti, dei drammi
della vita“.
Jude Law è Albus Silente in Animali fantastici
6. Si è fatto avanti
personalmente. L’attore sapeva che la produzione del film
stava cercando l’attore giusto per il ruolo di Silente in
Animali fantastici – I crimini di Grindelwalde si è
così proposto per la parte, riuscendo poi effettivamente ad
ottenerla. Per aiutarlo a prepararsi per il ruolo di
Silente, J.
K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, ha dato all’attore dei dettagli
estremamente segreti sul suo personaggio durante un incontro di due
ore e mezzo tra i due, durante il quale gli fu permesso di porre
tutte le domande che voleva.
Jude Law non è Instagram
7. Non possiede un profilo
sul social network. L’attrice ha in più occasioni
dichiarato di non essere una grande fan dei social network, dove
troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica.
Proprio per perseguire il desiderio di non condividere troppo di
sé, ha deciso di non possedere alcun account ufficiale sul social
Instagram né su altri social. Si possono tuttavia ritrovare alcune
fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui
suoi progetti.
Jude Law: la moglie Philipa
Coan e i figli
8. È attualmente sposato, ma
ha un matrimonio alle spalle. L’attore si è sposato per la
prima volta nel 1997 con l’attrice Sadie Frost,
conosciuta sul set del film Shopping nel 1994. Tuttavia,
dopo cinque anni di matrimonio, la coppia si è separata nel 2003.
Il secondo matrimonio è, invece, avvenuto di recente, nell’aprile
2019: l’attore ha sposato la psicologa Philipa
Coan, più giovane di quattordici anni, con cui si
frequentava dal 2016.
9. È padre di sei
figli. Dal matrimonio con Sadie Frost, l’attore è
diventato padre di tre figli, Rafferty (nato nel
1996), Iris (nata nel 2000) e
Rudy (nato nel 2002). Nel 2009, l’attore è
diventato padre per la quarta volta di Sophia, una
bambina nata dalla relazione avuta con la modella Samantha
Burke nel 2008. In seguito, è diventato padre per la
quinta ed ultima volta nel 2015 con la nascita di
Ada, figlia avuta dall’unione con la cantante
Catherine Harding. È poi diventato padre per la
sesta volta, con la moglie Philipa Coan.
Jude Law: età e altezza
10. Jude Law è nato il 29
dicembre del 1972a Lewisham, Londra, e
la sua altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.
Basato sul romanzo
omonimo di Nicolas Mathieu, Leurs enfants
après eux è il film di Zoran e Ludovic
Boukherma che è stato selezionato per il Concorso della
81° edizione della Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia. Una scelta felice per un film che racconta con una certa
grazia uno spaccato di vita che sta scomparendo mentre si compie.
Una periferia francese che non esiste più ora e che con decadente
vitalità trova la via dello schermo, brillando attraverso il suo
splendido protagonista, l’astro in ascesa Paul Kircher.
Cosa racconta Leurs enfants après eux?
Leurs enfants
après eux è il racconto di quattro estati che si
consumano lente, tra amore, bagni al fiume, feste, furti, cotte e
lotte, la crescita di Anthony, a partire dall’agosto del 1992
quando scopre il primo amore e dice per sempre addio all’infanzia.
È anche, in misura minore, la crescita di Hacine, il suo provare a
affermarsi in un mondo che lo vorrebbe sempre ai margini, sorte che
invece lui vorrebbe capovolgere per progredire. Seguiamo i loro
personaggi nel 1994, nel 1996 e infine nel 1998, quell’estate dei
mondiali in cui la nazionale francese regalò un grande sogno alla
nazione intera (a spese dell’Italia, ricordate?). Le cose cambiano,
i rapporti si evolvono ma il tempo e la vita impongono scelte e
prese di posizione.
Un coming of age in un mondo che sparisce
Leggermente fuori fuoco
nella parte iniziale, il coming of age dei
fratelli Boukherma fa grande leva sul racconto
corale e su come, in mezzo al gruppo di personaggi che popolano le
estati di Anthony, tutti prendono una strada piuttosto che
un’altra, mentre il protagonista rimane sempre bloccato al centro
delle sue incertezze, complice anche una storia familiare in cui la
solidità della figura materna è minata dalla fragilità di un padre
che ha perso la strada e con il quale fatica a trovare un
rapporto.
La musica totalmente non
ricercata, i colori vivaci, le soluzioni sceniche quasi banali
offrono un quadro quasi rassegnato un mondo che scompare e in cui i
giovani sembrano in balia di loro stessi, in maniera sempre più
soffocante man mano che passano gli anni. Eppure, nei pensieri di
Anthony, resta inalterata la fascinazione per la bella coetanea
interpretata da Angélina Woreth, che gli ruba il
cuore, e un po’ anche la dignità, fino a quel sudato ballo finale,
in cui il ragazzo finalmente fiorisce e il padre, ubriaco, deluso,
abbandonato, muore definitivamente, pur fiero di un figlio che non
ha mai amato come avrebbe dovuto.
Paul Kircher è effettivamente la stella del
film, sia perché è appunto il protagonista, sia perché la sua
ascesa come protagonista del grande schermo lo sta portando a dover
mettere in scena ruoli sempre più complessi nei quali trova sempre
un modo per far vedere il suo carattere di attore in crescita. Di
fronte a lui, un gigantesco Gilles Lellouche, nei
panni di suo padre, un uomo che ha perso la strada e che si
aggrappa all’idea di sé che vorrebbe lasciare al figlio.
Con qualche sequenza
emozionante, e un racconto francamente disordinato, Leurs
enfants après eux è un interessante coming of age
che gode del contrasto tra la vita che va avanti e vuole progredire
che si confronta con un modo di vivere destinato invece ad
appassire per sempre.
Mentre lo streamer si prepara alla
prima di un altro adattamento del gioco, l’anime
Splinter Cell di Netflix
ha ricevuto un sorprendente aggiornamento del cast. Basato sul
franchise d’azione stealth di Ubisoft, approvato dallo scrittore di
romanzi militari Tom Clancy, i vari tentativi di
adattare i giochi per lo schermo hanno languito per quasi
vent’anni, con Tom Hardy che era stato proposto come
protagonista di un film live-action che è apparentemente morto
nell’inferno dello sviluppo. L’anime di Splinter Cell è
stato annunciato per la prima volta a metà del 2020, con il
creatore di John Wick Derek Kolstad incaricato di
dirigere e produrre la serie.
Durante una recente intervista con
The Nerd Shepherd per il suo prossimo film
1242:Gateway to the West, a Michael Ironside è
stato chiesto del prossimo anime di Splinter Cell . Oltre
a confermare che non riprenderà il suo ruolo di Sam Fisher nei
videogiochi, Ironside ha apparentemente annunciato che
Liev Schreiber diRay
Donovanè stato scritturato per interpretare
l’iconico protagonista, e ha anche indicato che la serie è
“fatta e pronta”. Ecco cosa ha detto Ironside qui di
seguito:
Netflix possiede Sam Fisher.Hanno già girato
la miniserie, una serie estesa con Liev Schreiber che interpreta
Sam.E credo che sia già pronta.Hanno anche una
serie anime con Sam, che hanno intenzione di lanciare per
prima.Il COVID e lo sciopero del SAG hanno ritardato un po’
tutto, ma no, sono sicuro che avrò 75 anni in primavera.Non
è possibile che io interpreti Sam Fisher.Non posso far
parte della serie perché se apro bocca sapranno che si tratta di
Sam.
Quando uscirà l’anime di Splinter
Cell?
Mentre alcuni potrebbero
interpretare la nota di Ironside sull’arrivo dell’anime prima della
miniserie come se ci fossero due serie di Splinter Cell in
sviluppo presso Netflix, sembra più probabile che lo streamer
consideri l’anime come una serie limitata. Quando è stato
annunciato per la prima volta, si è detto
che l’adattamento sarebbe stato una produzione di due
stagioni composta da 16 episodi. Netflix ha fatto una cosa
simile con l ‘imminente Tomb Raider:The Legend of
Lara Croft, che ha trascorso anni in produzione prima di
ottenere una data di uscita nell’ottobre 2024.
Con l’apparente conferma da parte
di Ironside che la produzione dell’anime di Splinter Cell
è in gran parte completata, la questione diventa ora quando la
serie sarà effettivamente trasmessa su Netflix. Alcuni membri
vicini alla produzione avevano già commentato sui social media che
la serie era stata annunciata abbastanza
prematuramente, con uno staff che aveva assicurato nel
maggio 2024 che ci stavano “lavorando duramente”.
Tuttavia, dopo quattro anni dall’annuncio, sembra probabile che la
première avverrà prima del previsto, anche se tutti i 16 episodi
sono stati realizzati in anticipo.
Harmony Korine ha ribadito il suo pensiero
sullo stato attuale dell’industria cinematografica durante la
conferenza
stampa di Venezia di sabato, affermando che “stiamo
iniziando a vedere Hollywood sgretolarsi dal punto di vista
creativo” perché è “così bloccata dalle convenzioni”.
Mentre sbuffava da un sigaro, facendo sì che il fumo invadesse la
sala conferenze, Korine – seduto accanto al suo designer
Joao Rosa e a un Gaspar Noé
mascherato di verde neon – ha parlato di come l’industria stia
abusando dei suoi giovani.
“Hollywood deve incoraggiare –
non è necessario, ma sarebbe intelligente farlo – i giovani, i
ragazzi. Il motivo per cui stiamo iniziando a vedere Hollywood
crollare dal punto di vista creativo è che stanno perdendo molte
delle menti più creative a favore del gioco e dello
streaming”, ha detto. “Sono così chiusi nelle convenzioni
e tutti quei ragazzi che sono così creativi ora troveranno altri
percorsi e andranno in altri posti perché i film non sono più la
forma d’arte dominante”.
Korine è presente per presentare in
anteprima “Baby Invasion”, il suo ultimo progetto
sperimentale ed esperienziale dopo “Aggro
Dr1ft” dello scorso anno. Korine ha anticipato che il
pubblico del festival riceverà solo uno “strato di base”
dell’esperienza complessiva che verrà offerta una volta uscito il
film.
“Quando il film uscirà, ci sarà
un modo per guardarlo attraverso il telefono, ma ci saranno alcuni
codici all’interno del film che vi porteranno ad altri film”,
ha detto. “Quindi il film, quello che state vedendo, è solo un
film di base. Ci saranno altri tre o quattro film
secondari”.
Il film – in cui un gruppo di
mercenari travestiti con facce da bambini invade le ville dei
ricchi e dei potenti – ha una proiezione di mezzanotte fuori
concorso al Lido stasera. “È un horror, perché quello che fanno
è orribile, ma sono anche così carini”, ha detto Korine a
proposito degli invasori dal volto di bambino. “Sono così
adorabili da guardare. Ma questi bambini sono delle minacce, delle
creature ignobili”.
Il regista ha raccontato di aver
utilizzato i filmati di sicurezza di alcuni suoi amici che erano
stati derubati come base per il film, che non aveva una
sceneggiatura o un cast tradizionale. “Alcuni del cast erano in
realtà persone che avevano tentato di rapinare molti miei amici”,
ha detto. “Una volta arrestati, li abbiamo inseriti nel cast e
questo ha aggiunto un ulteriore senso di realtà”.
Come “Aggro Dr1ft”, “Baby
Invasion” si presenta come uno sparatutto in prima persona
ed è stato realizzato utilizzando l’intelligenza artificiale e i
motori dei videogiochi. Mentre “Aggro Dr1ft” è interpretato da
Travis Scott (nel suo primo ruolo cinematografico importante),
“Baby Invasion” presenta una colonna sonora originale dell’elusivo
musicista elettronico Burial.
Jude Law ha dichiarato che il suo nuovo
thriller poliziesco, The
Order, sulle indagini dell’FBI su
un gruppo terroristico neonazista negli anni ’80, “doveva
essere realizzato ora”. Alla conferenza stampa della Mostra
del Cinema di Venezia, Law ha parlato dell’importanza
del film in un momento in cui le ideologie di estrema destra stanno
tornando a crescere. “Purtroppo la rilevanza parla da
sola”, ha continuato. “Mi sembrava un’opera che doveva
essere realizzata ora. È sempre interessante trovare un’opera del
passato che abbia una qualche relazione con il presente”.
Basato su fatti realmente accaduti,
il film è ambientato nell’Idaho nel 1983 e vede un agente solitario
dell’FBI (Law) seguire una serie di rapine in banca e furti d’auto
sempre più violenti, arrivando a capire che sono opera di un gruppo
di pericolosi terroristi neonazisti nazionali, ispirati dal leader
radicale Robert Jay Mathews (Nicholas
Hoult), che stanno tramando una guerra contro il
governo degli Stati Uniti. Basato sul libro del 1989 “The
Silent Brotherhood” di Kevin Flynn e Gary
Gerhardt, il film è interpretato anche da Tye
Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver e Odessa
Young.
Il regista Justin
Kurzel ha aggiunto che i parallelismi del film con il
mondo di oggi sono ciò che lo rende così interessante da
realizzare. “È sempre una cosa straordinaria quando si trova
uno scritto o un evento del passato che ha una sorta di prospettiva
che può avere una conversazione con la politica di oggi”, ha
detto. “È una gemma rara. Quindi abbiamo pensato che ci fosse
molto da dire sull’oggi”.
Per creare l’intensità tra i
personaggi di Law e Hoult, i due attori sono stati tenuti separati
fino alla prima volta che hanno girato una scena insieme. “Non
ci siamo nemmeno parlati per le prime quattro o cinque settimane di
riprese”, ha rivelato Hoult. “Alla troupe piaceva molto
l’idea di tenerci come forze diverse. La prima volta che abbiamo
parlato è stata nella prima scena in cui interagiamo”.
Law è stato anche incaricato di
seguire Hoult per un giorno, come avrebbe fatto il suo agente
dell’FBI. Ma a Hoult non era stato detto nulla prima di arrivare a
Venezia. “L’ho appena scoperto sulla barca!”, ha
esclamato.
“The
Order” vede il giovane poliziotto di Sheridan unirsi
all’agente dell’FBI di Law nella caccia al gruppo suprematista, e
l’attore ha detto di avere una certa esperienza dei temi del film
dalla sua infanzia. “È una grande opera che esplora come le
persone di una piccola comunità possano essere manipolate da
un’ideologia estrema”, ha detto Sheridan. “Sono cresciuto
in una piccola città di 1.200 abitanti, quindi ho sicuramente visto
certe cose crescendo in cui la gente probabilmente diventa
violenta, soprattutto in queste sottoculture. Negli Stati Uniti c’è
un’ideologia specifica che discende da generazioni che vivono in
una piccola comunità e non hanno alcuna esposizione, quindi questa
è stata una cosa che mi ha davvero attratto del progetto”.
In risposta alla creazione da parte
della ABC di un blocco di game show dalle 20.00 alle 22.00 il
lunedì per Celebrity Wheel Of Fortune e Press Your
Luck, The Wranglers si sposta dal giovedì al lunedì,
scambiando le serate con Scrabble e Trivial
Pursuit.
Con il martedì e il venerdì
occupati da WWE NXT e Inside The NFL, l’unica scelta
possibile è stata quella di spostare Superman & Lois, che
ora debutterà lunedì 7 ottobre anziché il 17 ottobre.
Non c’è da preoccuparsi, però,
perché la première di due ore originariamente prevista è ancora
valida. Superman
& Lois continuerà poi ad andare in onda il lunedì
alle 20.00 per tutta la durata della stagione finale.
Brad Schwartz, presidente del
settore intrattenimento di The CW, ha portato la rete in una
direzione molto diversa rispetto a quando ospitava l’Arrowverse
e show come Supernatural e Riverdale.
Tuttavia, all’inizio di quest’anno
ha espresso parole di elogio per la stagione finale di Superman
& Lois: “Ho visto nove dei dieci episodi e sono
fantastici.È un evento televisivo
settimanale.Greg Berlanti e i produttori hanno
costruito 10 episodi da urlo.Ci danno dentro alla
grande.Ho pianto due volte guardando [i primi
nove episodi] e non sono ancora arrivato al finale”.
“È degno di un
Emmy.E, tra l’altro, si può guardare questo
finale di stagione senza aver visto le stagioni precedenti e
rimanere comunque emotivamente coinvolti in ciò che sta
accadendo”, ha aggiunto Schwartz. “È un
meraviglioso arco di 10 episodi”.
Basata sui personaggi della DC
creati da Jerry Siegel e Joe Shuster, la serie è prodotta da
Berlanti Productions in associazione con Warner Bros. Television,
con i produttori esecutivi Greg Berlanti, Todd Helbing, Sarah
Schechter, Brent Fletcher e Geoff Johns.
La posta in gioco sarà più alta che
mai nel finale di 10 episodi, perché tutti gli indizi indicano che
avremo un adattamento della Morte e Resurrezione di
Superman. La quarta e ultima stagione è interpretata da
Tyler Hoechlin nel ruolo di Clark
Kent/Superman, Bitsie Tulloch nel ruolo di Lois
Lane, Alex Garfin nel ruolo di Jordan,
Michael Bishop nel ruolo di Jonathan e
Michael Cudlitz nel ruolo di Lex Luthor.
Tra i precedenti regular della
serie che torneranno come guest star figurano Dylan Walsh (Sam
Lane), Wolé Parks (John Henry Irons), Tayler Buck (Natalie Irons),
Inde Navarrette (Sarah), Erik Valdez (Kyle), Emmanuelle Chriqui
(Lana Lang) e Sofia Hasmik (Chrissy).
La quarta stagione di Superman
& Lois debutta su The CW con due episodi il
17 ottobre e il 7 ottobre.
I Dead Boy Detectives sono stati
mandati nell’aldilà prematuramente. Nonostante le recensioni
positive (92% su Rotten Tomatoes) e la forte audience (almeno
inizialmente), Variety riporta che la serie di mistero
soprannaturale di Netflix è stata
cancellata dopo una sola stagione.
La serie – ambientata nello stesso
universo di The
Sandman – era partita molto bene, riuscendo a
rimanere nella Top 10 della classifica televisiva inglese di
Netflix per tre settimane dopo la sua uscita. Nei
primi tre giorni di disponibilità ha totalizzato solo 3,1 milioni
di visualizzazioni (Netflix
definisce le visualizzazioni come il tempo totale della serie
diviso per le ore totali di visione) prima di salire a 4,7 milioni.
Poi è scesa a soli 1,8 milioni di visualizzazioni nella terza
settimana, prima di uscire dalla Top 10 della classifica.
Creato da Neil
Gaiman, il duo di non-morti è stato introdotto per la
prima volta nelle pagine di The
Sandman prima di apparire in serie come The
Books of Magic, Children’s Crusade,
Doom Patrol e altre ancora. La storia è
incentrata su Charles Rowland e Edwin Paine, una coppia di studenti
assassinati che decidono di non entrare nell’aldilà per rimanere
sulla terra e indagare sui crimini che coinvolgono il
soprannaturale.
La notizia è stata accolta con
grande disappunto dai fan della serie, che si sono riversati su
Twitter per esprimere la loro frustrazione.
Il logline ufficiale dello show
recita: “Avete un fastidioso fantasma che vi perseguita? Un
demone ha rubato i vostri ricordi fondamentali? Forse è il caso di
chiamare i Dead Boy Detectives. Ecco Edwin Payne (George Rexstrew)
e Charles Rowland (Jayden Revri), “il cervello” e “il braccio”
dell’agenzia Dead Boy Detectives. Adolescenti nati a decenni di
distanza l’uno dall’altro che si ritrovano solo nella morte, Edwin
e Charles sono migliori amici e fantasmi… che risolvono misteri.
Farebbero di tutto per restare insieme, anche fuggire da streghe
malvagie, dall’Inferno e dalla Morte stessa. Con l’aiuto di un
chiaroveggente di nome Crystal (Kassius Nelson) e del suo amico
Niko (Yuyu Kitamura), riescono a risolvere alcuni dei casi
paranormali più misteriosi del regno mortale“.
Rowland e Paine sono apparsi in
realtà nella terza stagione di Doom Patrol, ma
interpretati da attori diversi (Sebastian Croft e Ty Tennant).
Dead Boy Detectives fa parte dell’universo di
The Sandman ed è basato sull’amata serie a fumetti di Neil
Gaiman. Steve Yockey (The Flight Attendant, Supernatural) e Beth
Schwartz (Sweet Tooth, Arrow) sono co-showrunner, mentre Greg
Berlanti (Riverdale, You), Jeremy Carver (Supernatural) e
Sarah Schechter (Riverdale, You) sono produttori esecutivi.
Probabilmente è giusto dire che il
primo trailer del remake live-action di Biancaneve
della Disney non è andato particolarmente a genio
alla maggior parte dei fan. Il teaser ha debuttato durante il D23
all’inizio del mese e ha raggiunto 1 milione di dislikes su
YouTube.
È un segno innegabile che i fan
sono stufi di questi remake di amati classici d’animazione, o
possiamo semplicemente attribuire questo fatto al contraccolpo
negativo che il film ha subito per mesi a causa della percezione
che la Disney stia “imponendo un’agenda woke” con
l’ingaggio di Rachel Zegler come protagonista e apportando
diverse altre modifiche significative all’originale?
Onestamente, anche lasciando da
parte il livello di odio e negatività ingiustificati, sarebbe
difficile trovare qualcuno che abbia qualcosa di bello da dire su
questo film – soprattutto da quando la prima immagine promozionale
ufficiale ha rivelato Biancaneve insieme a sette… creature umanoidi
mal congegnate? Potete dare un’altra
occhiata al trailer.
Zegler ha
commentato così l’immagine dopo la sua pubblicazione online.
“Si tratta di una cosa
iconica a cui la gente tiene molto.Non voglio
rovinare tutto per nessuno, incluso me stesso.Gli
sceneggiatori, Marc Webb e tutto il nostro team di
produzione.La storia è un po’ diversa.Siamo riusciti a fare “Whistle While You Work”, il che mi
ha reso davvero felice ed eccitato.Ero davvero
nervoso più che altro per l’elemento tecnico.È
uscita l’immagine del primo sguardo… e nel film c’è molta
CGI”.
“La maggior parte di quella
giornata l’ho trascorsa cantando a vuoto”, ha proseguito
Zegler. “Sono sicuro che anche voi sapete come può
essere.C’erano molti pupazzi e CGI in
post-produzione.È stato davvero intenso.Ci sono molti bloopers di me che lancio una scopa e la
lascio cadere a terra, perché a quanto pare è così che si lanciano
le cose ai personaggi in CGI.Ma è stato molto
divertente!”.
Tutto quello che sappiamo su
Biancaneve
Biancaneve
è diretto da Marc Webb, regista di The Amazing Spider-Man, e dovrebbe ampliare la
storia del classico d’animazione del 1937. Il film conterrà nuove
canzoni di Benj Pasek e Justin Paul (La La
Land e The Greatest Showman) e vedrà anche la star di
Wonder Woman
Gal Gadot nel ruolo della Regina Cattiva. Gli
attori per la maggior parte dei sette “nani” non sono stati
annunciati, ma sappiamo che Martin Klebba, che ha partecipato a
tutti i film dei Pirati dei
Caraibi, interpreterà Brontolo. È stato inoltre confermato
che il film includerà una versione più giovane di Biancaneve, il
che suggerisce che avremo una sorta di scene di flashback che
approfondiranno le origini del personaggio principale. Biancaneve
arriverà nelle sale il prossimo marzo.
Universal Pictures
ha rivelato ieri il primo sguardo ufficiale a Jurassic
World Rebirth, e ora abbiamo alcuni intriganti
aggiornamenti. Il logo del titolo e le immagini fisse erano
accompagnate da una breve sinossi, ma ora è stata condivisa online
una versione più lunga, che dà un’idea molto più precisa di cosa
aspettarsi dalla trama insieme ad alcuni dettagli sulla
protagonista Scarlett Johansson.
“Il film sarà ambientato
cinque anni dopo gli eventi di Jurassic World Dominion, quando
l’ecologia del pianeta si è rivelata in gran parte inospitale per i
dinosauri.Quelli rimasti vivono in ambienti
equatoriali isolati con climi simili a quelli in cui un tempo
prosperavano.Le tre creature più colossali di
quella biosfera tropicale possiedono la chiave di un farmaco che
porterà miracolosi benefici al genere umano.
L’esperta di operazioni
segrete Zora Bennett (Scarlett
Johansson) cerca di assicurarsi il materiale genetico dei
dinosauri, ma finisce per arenarsi con una famiglia di civili su
un’isola che nasconde un segreto tenuto nascosto all’umanità per
decenni”.
Questi ulteriori dettagli si
ricollegano a una logline trapelata in precedenza (ma secondo
quanto riferito ufficialmente), che descriveva Rebirth
come “una rivisitazione completamente nuova, che dà il via a una
nuova era giurassica, seguendo tre adulti e tre adolescenti che
rimangono bloccati sull’isola”.
Per quanto riguarda i misteriosi
dinosauri di cui sopra, MTTSH
ritiene che saranno: Mosasaurus Titanosaurus e Quetzalcoatlus.
Se non siete troppo esperti di
paleontologia, potreste non avere familiarità con queste bestie
come il T-Rex e il Triceratopo, ma si tratta di dinosauri veri e
propri (alcuni sembrano pensare che siano ibridi inventati come
l’Indominus Rex) che esistevano durante il tardo
Cretaceo/Maastrichtiano.
Il Mosasaurus era un rettile
acquatico carnivoro, il Titanosaurus un sauropode erbivoro e il
Quetzalcoatlus un gigantesco pterosauro. Date un’occhiata alle
immagini qui sotto e fateci sapere cosa ne pensate di queste
(presunte) nuove aggiunte di dinosauri nella sezione commenti.
Il mese prossimo debutterà sulla HBO
il film The
Penguin, che fa seguito a The
Batman del 2022 in maniera piuttosto importante. La
miniserie televisiva sarà incentrata su Oswald Cobblepot / Il
Pinguino (Colin
Farrell), che aveva già iniziato a diventare un
avversario di Bruce Wayne / Batman (Robert
Pattinson) durante gli eventi di The
Batman. Data la posizione della serie nei piani di Reeves
e la lunga attesa per The
Batman – Part 2 del 2026, alcuni si sono chiesti se
Pattinson riprenderà il suo ruolo in qualche modo, ma a quanto pare
possiamo mettere da parte un aspetto di questa ipotesi.
Come riportato da GamesRadar, la showrunner del
The
Penguin, Lauren LeFranc e il regista
di The
BatmanMatt Reeves hanno confermato che
Batman non farà alcun tipo di cameo nella serie. “Capisco il
desiderio delle persone di avere Batman, o di pensare che se non
c’è Batman in uno show o in un film non ha la stessa forza”,
ha spiegato LeFranc. “Per me ha un peso diverso. I film di Matt
sono realizzati attraverso l’obiettivo di Batman, quindi si è in
alto e si guarda la città dall’alto. È una prospettiva diversa. Con
Oz, invece, si è nelle strade della città, nella polvere, nel fango
e nella sporcizia“.
“Lui guarda in alto, vuole farsi
strada verso la cima. Quindi è un’esperienza diversa. Penso che
Gotham sia una città abbastanza interessante da meritare che si
aprano altre porte al suo interno, e che noi possiamo attraversarle
e vedere cosa ne pensiamo”. “Non mi sembra che manchi
qualcosa di fondamentale”, gli fa eco Reeves. “Sento che è
un’estensione di ciò che c’è fondamentalmente. Sappiamo che questo
è il mondo di Batman. Si va in un vicolo diverso. Quindi lo spettro
di Batman è lì. Lo spettro dell’Enigmista è lì. Lo spettro di tutto
ciò che è accaduto nell’ultimo film è lì. Lo informa. Ed è
esattamente il punto di partenza”.
La serie riprenderà subito dopo gli
eventi di The
Batman, c’è un vuoto di potere a Gotham dopo
l’arresto di Falcone e Oz sta cercando di riempire questo
spazio. Mentre il film ci dà una buona visione delle
motivazioni del Pinguino, la serie in arrivo approfondirà aspetti
che non abbiamo potuto vedere nel film, dai flashback della sua
infanzia al suo attuale rapporto con la madre mentalmente
disturbata (Deirdre O’Connell).
“Mi è piaciuto molto fare la
parte nel film di Batman e l’idea che saremmo stati viziati
dall’avere otto ore per approfondire la psicologia e la storia di
questo personaggio”, ha detto Farrell. “I retroscena hanno un ruolo
importante nella serie televisiva”.
Un’altra parte importante della
sua storia sarà Sofia di Milioti, anche se non si sa molto del
suo personaggio, Farrell ha rivelato: “Sono due sopravvissuti che
sono stati immersi in mondi di doppiezza, sconfitta e violenza”, e
ha aggiunto: “Sono molto sospettosi. Hanno anche un passato molto
personale”. Sarà molto interessante vedere come si svilupperà
questa storia.
Nel cast della serie figurano anche
Rhenzy Feliz nel ruolo di Victor Aguila,
Michael Kelly nel ruolo di Johnny Vitti,
Shohreh Aghdashloo nel ruolo di Nadia
Maroni, O’Connell nel ruolo di Francis Cobb, Clancy
Brown nel ruolo di Salvatore Maroni, James
Madio nel ruolo di Milos Grapa, Scott
Cohen nel ruolo di Luca Falcone, Michael
Zegen nel ruolo di Alberto Falcone e altri ancora. La
serie è diretta e creata da Lauren LeFranc.
The Penguin debutterà a settembre sia su HBO che su SKY
e NOW.
Manca ancora più di un mese
all’uscita di Joker:
Folie à Deux, ma ora possiamo dare un nuovo sguardo al
prossimo sequel di Joker. Venerdì, la Warner Bros. ha
pubblicato un nuovo teaser per il film interpretato da Joaquin Phoenix e Lady Gaga. Il nuovo teaser è solo l’ultimo
sguardo all’attesissimo sequel e arriva a pochi giorni dall’uscita
di
nuovi poster del film ed offre uno dei migliori sguardi su
Arthur Fleck e Harley Quinn in vista della premier alla Mostra del
Cinema di Venezia. Potete dare un’occhiata qui sotto.
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC
Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a
Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione
di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente
dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Manca ufficialmente meno di un anno
al debutto del film su Superman
di James Gunn, che dovrebbe dare il via al nuovo
Universo DC di lui e Peter Safran in grande stile.
Ci sono ancora molti interrogativi sul film, soprattutto dopo che
la produzione del progetto si è conclusa da qualche settimana, ma
una delle teorie più eccentriche della memoria recente potrebbe
essere ora stata messa a tacere. Su Threads, mentre sfatava una notizia di
Puck News secondo cui sarebbe in sviluppo un videogioco basato
sulla saga di The
Batman di Matt Reeves, Gunn ha anche affrontato una nuova
voce emersa online su Superman.
In particolare, suggerisce che la
hit “Tubthumping” dei Chumbawamba del 1997 potrebbe essere
ascoltata sul set di Superman, una tattica che Gunn utilizza spesso
per le canzoni che fanno parte delle sue colonne sonore. Sebbene
Gunn non abbia confermato apertamente che “Tubthumping” non fa
parte della colonna sonora di Superman,
ha chiarito che la canzone non è stata assolutamente suonata sul
set.
“Non è vero che Tubthumping dei
Chumbawamba sia stata suonata sul set di Superman (si tratta di una
vera e propria voce su Reddit che qualcuno mi ha appena
inviato!)”, si legge nel commento di Gunn. La colonna sonora
non originale del film, effettivamente, sarà un altro grande
elemento tutto da scoprire, considerando quanto Gunn tenga a questo
aspetto per i suoi progetti.
Tutto quello che sappiamo su
Superman
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”. Il
film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
I Marvel Studios hanno condiviso sui social
media due nuovi teaser promozionali di Agatha
All Along che, oltre a riportarci a Westview per un
piccolo viaggio nella memoria di WandaVision, ci danno un primo inquietante
sguardo ai cattivi Salem’s Seven. Questi cattivi
mutaforma erano i figli di Nicholas Scratch (quindi nipoti di
Agatha). Erano esseri umani dotati di poteri magici che avevano la
capacità di trasformarsi in creature ibride/demoniache animali.
Non sappiamo se la serie Disney+ introdurrà lo stesso gruppo di
personaggi, ma nei fumetti la squadra era composta da
Vertigo, Brutacus,
Gazelle, Hydron,
Reptilla, Thornn e
Vakume. Il cast non è stato confermato, ma si dice
che i membri dei Sette di Salem saranno interpretati da
Okwui Okpokwasili, Bethany Curry,
Athena Perample, Marina Mazepa,
Britta Grant, Chau Naumova e
Alicia Vela-Bailey. Alla fine si scoprirà che i
Sette sono al servizio di Mefisto?
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutterà su Disney+ il 18
settembre.
Justin Kurzel
parlando del film ha commentato: “Di fronte al Campidoglio, il
6 gennaio 2021, sono stati appesi dei cappi a imitazione
dell’immaginaria insurrezione descritta in The Turner Diaries, un
romanzo degli anni Settanta: il primo piano generale di terrorismo
interno in America. The Order è una caccia all’uomo nelle
profondità di quell’odio, un presagio di un’America divisa, un
colpo di avvertimento di ciò che è stato e di ciò che potrebbe
accadere“.
La trama di The Order
Nel 1983 una serie sempre più
violenta di rapine in banca, operazioni di contraffazione e rapine
a mezzi blindati sta instillando il terrore nel nordovest degli
Stati Uniti. Tra la confusione delle forze dell’ordine che si
affannano per trovare risposte, un solitario agente dell’FBI di
stanza nella pittoresca e sonnolenta cittadina di Coeur d’Alene, in
Idaho, giunge alla conclusione che non si tratta di criminali
comuni assetati di denaro, ma di un gruppo di pericolosi terroristi
interni al seguito di un leader radicale e carismatico, che stanno
tramando una devastante guerra contro il governo degli Stati
Uniti.
Oggi sarà presentato il primo film
in Concorso di Venezia 81 Campo di
battaglia di Gianni Amelio con
protagonisti
Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini,
Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi e
Maria Grazia Plos, Rita Bosello.
L’81.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica presenta
il primo film italiano Campo di
battaglia. Sul finire della Prima guerra mondiale, due
ufficiali medici amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale
militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi.
Molti di loro però sono impostori che si sono procurati da soli le
ferite e che farebbero di tutto per non tornare a combattere.
Stefano, di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui
un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e,
oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio,
apparentemente più comprensivo e tollerante, è a disagio alla vista
del sangue, è più portato per la ricerca e avrebbe voluto diventare
un biologo. Anna, amica di entrambi dai tempi dell’università, fa
la volontaria alla Croce Rossa: un duro lavoro che affronta con
determinazione, consapevole che è il prezzo che sta pagando per il
fatto di essere una donna.
Laurearsi in medicina era infatti
difficilissimo a quei tempi per una donna senza una famiglia
influente alle spalle. Qualcosa di strano accade intanto tra i
malati: molti si aggravano misteriosamente. È possibile che
qualcuno stia provocando di proposito complicazioni alle loro
ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi,
anche mutilati, pur di non farli tornare al campo di battaglia.
Nell’ospedale c’è dunque un sabotatore, di cui Anna è la prima a
sospettare. Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del
conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più
delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione
civile…
Su Baby
Girl, la regista Halina Reijn ha
dichiarato: “Abbiamo tutti una piccola scatola nera piena di
fantasie proibite che potremmo non confessare mai a nessuno. Sono
affascinata dalla dualità della natura umana e questo film è un
tentativo di far luce, senza giudicare, sulle forze contrapposte
che compongono le nostre personalità. Per me il femminismo è la
libertà di studiare la vulnerabilità, l’amore, la vergogna, la
rabbia e la bestia interiore di una donna. Invecchiare significa
affrontare l’infinità del tutto. Nella mezza età non possiamo più
nasconderci e siamo costrette ad affrontare i nostri demoni; più
reprimiamo la nostra ombra, più pericoloso e dirompente può
diventare il nostro comportamento. La relazione al centro di
Babygirl consente a Romy e Samuel di mettere in scena la loro
confusione riguardo a potere, genere, età, gerarchia e istinto
animale. Nonostante i tabù, la gioia di quell’esplorazione è
liberatoria e persino curativa.”
La trama di Baby Girl
Nel film Una potente
amministratrice delegata mette a repentaglio la carriera e la
famiglia quando inizia una torrida relazione con un suo stagista
molto più giovane.
La produzione
de The Fantastic
Four: First Steps è in corso nel Regno Unito e i
paparazzi possono avvicinarsi solo in base alla qualità dello zoom
dei loro droni! In quest’ultima serie di immagini, vediamo una
folla di comparse che applaude il Fantasticar mentre decolla. Anche
se non è presente fisicamente, il fotografo l’ha sentita nominare e
gli attori sono stati nuovamente invitati ad applaudire quando è
atterrata.
È interessante notare che Reed
Richards (Pedro
Pascal) e Sue Storm (Vanessa
Kirby) stavano osservando da lontano (e in effetti
sembrano proprio loro). Forse la folla sta festeggiando La Cosa
(Ebon
Moss-Bachrach), dato che spesso pilota la nave della
squadra nei fumetti. In ogni caso, la rampa di lancio
dell’Excelsior è quella su cui si trovano tutti, e questo sembra
essere l’ennesimo segno che la Prima Famiglia Marvel sarà trattata come una
celebrità amata nella loro realtà.
“Una delle cose che abbiamo
deciso fin dall’inizio è stata quella di non fare una storia di
origini”, ha dichiarato Matt Shakman, regista di
The Fantastic
Four: First Steps”, ha dichiarato il regista Matt
Shakman. “Uno dei modi in cui la facciamo nostra è che non
raccontiamo la storia di loro che salgono e vengono cambiati, e
iniziamo la nostra storia [da lì]”. “C’è un sacco di
narrazione ben nota che porta a quel momento, giusto? E poi si
inventa la nuova storia partendo praticamente dalla fine del primo
atto”.
“Noi abbiamo pensato: ‘Beh,
iniziamo questa storia con un piede completamente nuovo’. Quindi
stiamo iniziando da lì”. È sempre difficile indovinare cosa
sta succedendo fuori dal contesto, ma sicuramente avrà più senso
quando ci si siederà a guardare il reboot la prossima estate. Nel
frattempo, potete dare un’occhiata alle nuove foto del set de
The Fantastic
Four: First Steps.
Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast
anche Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
La vita è una continua sorpresa.
Nel partecipare al suo gioco, ci troviamo spesso di fronte a
incredibili colpi di scena o a dolorose cadute. Ma qualunque siano
le esperienze vissute e i sentieri percorsi, ogni elemento
contribuisce a definirci come esseri umani, con tutti i nostri
pregi e difetti. Questo è il pilastro narrativo di
Trois Amies, il nuovo film di
Emmanuel Mouret in Concorso all’81esima
edizione della Mostra
del Cinema di Venezia. Un’opera che, nei personaggi e
nelle dinamiche, richiama l’influenza di Woody Allen, da cui
attinge a piene mani. Qui, tre amiche si confrontano in un gioco
senza vincitori né vinti, in una pellicola che vuole essere quasi
cinema antropologico, dove le relazioni e la condizione umana
vengono messe sotto la lente d’ingrandimento. Prodotto da Moby Dick
Films, ha come interpreti Camille Cottin, Sara Forestier e India
Hair.
Trois Amies, la trama
Joan, Alice e Rebecca sono tre
amiche che vivono a Lione, ciascuna con una vita sentimentale
complessa e problematica. Joan non ama più suo marito Victor e,
come emerge in seguito, non ha mai avuto una reale propensione per
le relazioni durature. Alice, pur non amando il suo compagno Eric,
considera la loro relazione sana, poiché le permette di non
soffrire né di dipendere emotivamente da qualcuno. Rebecca, invece,
ha una relazione segreta proprio con Eric, il fidanzato di Alice, e
finge con le amiche di frequentare un uomo sposato di cui non svela
l’identità. Quando Joan decide di lasciare Victor, il quale muore
poco dopo, il dramma scatena una serie di eventi che sconvolgono la
vita delle tre donne, costringendole a confrontarsi con
un’esistenza che, dietro ogni angolo, riserva sempre qualche
inattesa svolta.
Essere o non essere?
Il regista transalpino tesse le
fila di un racconto che, come anticipato, tenta di indagare le
relazioni umane e le sue crepe. Partendo da un’amicizia intricata,
ricca di segreti e menzogne, Mouret cerca di decostruire ogni
singolo personaggio, per svelarne verità, incongruenze e ipocrisie.
Gioca con i suoi protagonisti, e si percepisce il suo piacere nel
seguirli e quasi tormentarli, per mettere in luce le loro debolezze
e fragilità ma anche punti di forza.
Come su un palco teatrale, Joan,
Alice e Rebecca si muovono alla ricerca della propria strada e del
vero amore. Provano a rimanere fedeli a se stesse e alla loro
amicizia, ma finiscono per commettere errori, inciampare e
rialzarsi. Cercano di non nascondersi dietro il proprio imbarazzo
e, anche quando credono di aver raggiunto una piena consapevolezza
di sé, si scoprono ancora in evoluzione, fino ad accettarsi per ciò
che sono realmente.
L’idea di base è buona: i temi sono
interessanti e la comicità presente strappa più di una
risata. Tuttavia, di Trois Amies non funziona
l’esecuzione e lo sviluppo delle linee narrative. La pellicola
manca di incisività e lascia la sensazione di non aver osato
abbastanza, quando forse si sarebbe potuto spingere di più sul
pedale dell’audacia. Una storia dunque troppo debole, che nel
Concorso, rispetto ad altri film presenti in gara, scompare del
tutto.
Dei tanti film d’azione di serie B
prodotti ogni anno – come ad esempio White Elephant o
Castle Falls – ce ne sono alcuni che, riusciti ad ottenere
un certo seguito e successo, hanno poi ottenuto anche il via libera
ad un sequel. È il caso di The Debt
Collector, film del 2018 di cui è poi stato realizzato il
seguito The Debt Collector – Il ritorno nel
2020. L’ex stuntman Jesse V. Johnson,
autore di film cult di questo genere come Triple
Threat, Missione Vendetta e Savage Dog,
torna dunque alla regia anche di questo sequel, riportando in scena
i personaggi già comparsi nel precedente film.
Naturalmente prende qui vita
un’avventura tutta nuova che spinge sull’acceleratore dell’azione e
del divertimento, offrendo sequenze d’azione magnificamente
coreografate e colpi di scena capacit di tenere viva l’attenzione.
Con questo sequel, si rinnova inoltre la lunga collaborazione tra
Johnson e l’attore ScottAdkins,
giunti qui al loro ottavo film insieme. Un film che non manca di
soddisfare ogni appassionato di questo genere, realizzato da
maestri di questa tipologia di opere capaci di restituire molto con
poco.
Grazie al suo passaggio televisivo,
è ora dunque possibile recuperare questo film, sfortunatamente
passato in sordina per via della pandemia da Covid-19. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori, ma anche in ciò che accadeva nel
precedente lungometraggio. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Cosa accade in The Debt Collector
Nel film del 2018 facciamo la
conoscenza di French, un artista marziale che per
sbarcare il lunario accetta un lavoro come esattore della mafia. Fa
di tutto per dare la caccia alle persone che devono soldi a
Tommy, finché non incontra un barista che lo
spinge a chiedersi se sia il caso di fare la cosa giusta. French,
che ha bisogno di soldi per pagare i suoi debiti e chiede l’aiuto
del suo socio, scoprirà sulla sua pelle che in questo mondo non può
fidarsi di nessuno. Ben presto, si troverà dunque a dover lottare
per rimanere vivo.
La trama di The Debt Collector – Il
ritorno
In questo sequel ritroviamo
French, l’istruttore di arti marziali, alle prese
con l’ex pugile Sue. I due utilizzano la loro
irruenza e la conoscenza delle arti marziali per portare a termine
missioni ad alto rischio. L’obiettivo, questa volta, è un casinò di
Las Vegas, la cui losca proprietaria ha un debito di diversi
milioni di dollari. A complicare la situazione vi è però un boss
della droga che vuole fare la pelle a French e quando i due soci si
ritrovano inseguiti dai suoi scagnozzi, capiranno di dover tirare
fuori tutte le loro competenze per lottare contro i nemici e
salvarsi la vita.
Il cast del film
Ad interpretare l’artista marziale
French vi è nuovamente l’attore ScottAdkins, noto principalmente per aver interpretato
il lottatore russo Yuri Boyka nella serie Undisputed ma
visto anche in X-Men le origini: Wolverine nel ruolo dell’Arma XI e
in John Wick
4 nel ruolo di Killa Harkan. Adkins è un artista marziale
nella realtà e pratica discipline come il judo, taekwondo e
kickboxing sin da ragazzo. Ha dunque eseguito personalmente tutte
le scene di combattimento presenti nel film e in cui il suo
personaggio è coinvolto, senza ricorrere dunque all’uso di
controfigure.
Accanto a lui si ritrova
Louis Mandylor, nuovamente nel ruolo di Sue.
L’attore è noto per aver recitato anche in Rambo:
Last Bloode Memory.
Vladimir Kulich, noto invece per il film
The Equalizer – Il vendicatore, riprende qui il ruolo del
boss della criminalità Tommy. Marina Sirtis è Mal
Reese, mentre Ski Carr interpreta Molly X.
Completano poi il cast Josef Cannon nel ruolo di
Evo, Jermaine Jacox nel ruolo di Darius e
Vernon Wells nel ruolo di Cyrus Skinner.
Il trailer di The Debt
Collector – Il ritorno e dove vedere il film in streaming
e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 30 agosto alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.