Apple TV+
ha annunciato oggi Down Cemetery Road, il nuovo
thriller interpretato e prodotto dal premio Oscar Emma Thompson, vincitrice anche di BAFTA,
Golden Globe ed Emmy (“Il piacere è tutto mio”, “Ragione e
sentimento”), che interpreta Zoë Boehm,
un’investigatrice privata di Oxford in difficoltà; accanto a lei la
vincitrice di due Golden Globe e di un Olivier Award, Ruth Wilson (“Luther”, “The Affair – Una
relazione pericolosa”, “His
Dark Materials – Queste oscure materie“) nel ruolo di
Sarah Tucker, una donna ossessionata dalla sorte di una
bambina che crede scomparsa. Morwenna Banks
(“Funny Woman – Una reginetta in Tv”, “Miss You Already”, “Slow
Horses”) è sceneggiatrice e produttrice esecutiva.
«Down Cemetery Road ha tutte le
caratteristiche della scrittura divertente e pungente di Mick
Herron e sono lieto che lo porteremo in vita per Apple TV+
grazie a un cast stellare», ha dichiarato Jay
Hunt, direttore creativo di Apple
TV+ per l’Europa. «Emma Thompson e Ruth Wilson ne
faranno un’imperdibile compagna di “Slow Horses” nell’offerta del
nostro servizio».
La trama di Down Cemetery Road
Quando una casa esplode in un
tranquillo sobborgo di Oxford e una ragazzina scompare, la vicina
di casa Sarah Tucker diventa tormentata dall’idea di ritrovarla, al
punto da chiedere aiuto all’investigatrice privata Zoë
Boehm. Zoë e Sarah si trovano improvvisamente coinvolte in
un complesso intrigo che rivela che persone a lungo
credute morte sono ancora tra i vivi, mentre i vivi si stanno
rapidamente unendo ai morti.
La serie Down Cemetery
Road è prodotta esecutivamente da Jamie Laurenson, Hakan
Kousetta e Tom Nash della 60Forty Films, insieme ai produttori
esecutivi Morwenna Banks, Emma Thompson e l’autore di “Down
Cemetery Road” Mick Herron. Natalie Bailey (“Audrey”, “Bay of
Fires”, “Run”) è la regista principale della serie.
Down Cemetery Road
si aggiunge a “Slow
Horses“, la dramedy di spionaggio e plurinominata ai
BAFTA con il premio Oscar Gary Oldman, recentemente rinnovata per una
nuova stagione di cui la Banks è anche autrice, basata sulla
celebre serie di libri di Mick Herron “Slow
Horses“.
Dal 10 aprile su Netflix è
disponibile la miniserie Anthracite, ideata da
Fanny Robert, Maxime Berthemy e
Mehdi Ouahab, è questa produzione francese che
ruota attorno a un’agguerrita caccia alla scoperta del misterioso
guru di una setta. Questo racconto di genere thriller offre dunque
numerosi brividi, mentre ripercorre anche una vicenda realmente
avvenuta che negli anni Novanta sconvolse il mondo intero. Elementi
particolarmente accattivanti, che hanno permesso alla serie di
divenire una delle più viste sulla piattaforma.
Per gli appassionati del genere, si
tratta infatti di un titolo da non perdere, che offre grandi
misteri da risolvere e intricate vicende con personaggi di cui è
difficile potersi fidare. Con un totale di 6 episodi, è inoltre una
visione rapida ma memorabile, che rimane a lungo nella mente dello
spettatore per via dei forti temi trattati. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Anthracite. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera a cui la serie si ispira.
La trama e il cast di Anthracite
Nel 1994, il leader della setta
degli Écrins, Caleb Johannson, viene assalito da
una squadra SWAT davanti alla sua casa sulle Alpi francesi, piena
di membri della setta. Mentre i poliziotti gli dicono che è in
arresto per l’omicidio rituale della diciassettenne Roxane
Vail, egli inizia a sanguinare copiosamente dalla bocca.
All’interno, tutti i presenti vengono trovati morti. 30 anni dopo,
Ida, leader di un forum di investigazione sul web,
viene gettata nel caos quando il padre reporter,
Solal, il quale sta indagando sul culto degli
Écrins, che tutti pensano abbia cessato di esistere anni fa, viene
rapito.
Nella speranza di trovare indizi
sulla sua posizione, Ida rintraccia il telefono del padre a
Lévionna, dove sono avvenuti gli omicidi. Lì, nella stanza
d’albergo del padre, si imbatte in una foto di
Jaro in un fascicolo di indagine sulla setta e lo
rintraccia subito. Ida scopre anche che lo stesso Johannson, ora
ricoverato in un ospedale psichiatrico, vuole incontrare Jaro per
ragioni sconosciute. Così, la ragazza coinvolge Jaro nell’indagine
per scoprire dove si trova suo padre e perché così tante persone
hanno iniziato a scomparire nella città natale della setta.
L’attrice Noémie Schmidt ricopre
il ruolo di Ida Heilman, mentre Hatik recita nel
ruolo di Jaro Gatsi, un uomo dal passato misterioso. L’attore
italiano Stefano Cassetti, visto anche
in Noi
credevamo e Angel
Face, interpreta Caleb Johansson, il leader del culto
degli Écrins, mentre Jean-Marc Barr interpreta il
ruolo di Solal Heilman, il reporter padre di Ida. Completano il
cast Nicolas Godart nel ruolo di Roméo Deluca,
collega di Jaro, Camille Lou nel ruolo della
detective Giovanna Deluca e Florence Muller nel
ruolo di Marie Chevallier, coinquilino di Jaro.
La narrazione di
Anthracite è fittizia, ma l’ideatrice e
co-sceneggiatrice Fanny Robert ha rivelato di
essersi ispirata a un vero suicidio di massa avvenuto nelle Alpi
francesi nel 1995. La situazione, orribile e inquietante, ha visto
le autorità trovare i corpi di sedici membri di una setta, disposti
in quella che è stata ipotizzata come una formazione stellare
occulta. Il suicidio di massa sembrava emulare i rituali associati
a un’organizzazione nota come Ordine del Tempio
Solare, originaria di Ginevra. La controversa setta è
apparsa nel 1984 e avrebbe emulato le attività dei
Cavalieri Templari.
L’Ordine del Tempio Solare è stato
fondato da Luc Jouret e Joseph Di
Mambro nel 1984. Jouret era un omeopata belga che
praticava la medicina alternativa e teneva conferenze sulla natura
della spiritualità. Di Mambro, invece, era un gioielliere che in
passato era stato condannato per frode, oltre a essere un
esoterista. I due si incontrano e, sfruttando i contatti precedenti
e i gruppi in cui erano coinvolti, formano l’Ordine del Tempio
Solare. Le riunioni prevedono vari rituali ispirati agli
insegnamenti delle filosofie New Age e della Teosofia.
È stato riferito che i vari gruppi
erano composti da tre o quattrocento membri. Ben presto, però,
l’Ordine del Tempio Solare è finito al centro di attenzioni
indesiderate, in quanto le accuse di frode, traffico d’armi e
appropriazione indebita cominciarono ad affliggere le sue
fondazioni. Alla fine, per sfuggire a queste accuse, i fondatori
del gruppo avrebbero istigato suicidi e omicidi di massa, che
avrebbero portato a misure più severe contro tali gruppi in tutta
Europa. Tra l’ottobre del 1994 e il 23 marzo del 1997 vennero
infatti ritrovati ben 74 cadaveri di persone legate all’Ordine.
Il trailer di Anthracite e come vedere la
serie su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Anthracite unicamente grazie alla sua presenza
nel catologo di Netflix,
dove attualmente è al 3° posto della Top
10 delle serie più viste sulla piattaforma in Italia. Per
vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità
video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti
nel catalogo.
C’è un nuovo Santone a Centocelle…
ed è donna! Torna con la seconda stagione la serie RaiPlay
OriginalIl Santone 2 –
#lepiùbellefrasidioscio, una produzione Stand By
Me in collaborazione con Rai Fiction. Otto episodi da 30
minuti ciascuno disponibili in boxset da venerdì 19 aprile 2024 in
esclusiva su RaiPlay.
La brillante serie comedy diretta
da Laura Muscardin e ispirata a Oscio, il celebre personaggio
creato da Federico Palmaroli e fenomeno social da 2 milioni di
follower, vede diventare protagonista assoluta delle nuove puntate
Carlotta Natoli nei panni di Teresa Baroni. Nel cast anche la new
entry Francesco Paolantoni, accanto ai volti amati della prima
stagione: Rossella Brescia, Beatrice De Mei, Chiara Bassermann,
Alessandro Bertoncini, Fabrizio Giannini, Davide Devenuto,
Alessandro Riceci, Guia Jelo, Daniela Terreri, Alessio Sakara,
Claudio Segaluscio.
La seconda stagione – scritta da
Federico Palmaroli, Valerio Vestoso, Alessandro Bosi, Mary
Stella Brugiati, Serena Tateo e Simona Ercolani – inizia a
un anno dalla scomparsa del Santone: ad assumere inaspettatamente
la “guida spirituale” di Centocelle e a indossare il mundu di Enzo
sarà sua moglie Teresa (Carlotta Natoli), rimasta
sola con la figlia Novella (Beatrice De Mei) che
vorrebbe lasciare il quartiere e trasferirsi all’EUR ed è ancora
legata sentimentalmente a Mirko (Claudio
Segaluscio).
Donna, madre e ora Santona, Teresa
dovrà lottare per affermarsi nel quartiere contro the Only Oscio
(Francesco Paolantoni), uno pseudo santone di origine napoletana
che si spaccia per la reincarnazione di Enzo e che intende
sfruttare Centocelle per pagare i suoi debiti con una boss della
malavita, l’ex fidanzata Nocciolina (Antonella Stefanucci),
abbandonata all’altare e ora assetata di vendetta. In poco tempo,
the Only Oscio riuscirà a irretire gli abitanti del quartiere,
portando dalla sua parte anche vecchi amici di Enzo, come Carlo
Crack (Alessandro Bertoncini), Stefano (Fabrizio Giannini) e Pietro
(Davide Devenuto). A complicare la situazione, il ritorno a
Centocelle della pugliese Cosima (Rossella Brescia), pronta a
rivestire i panni del suo alter ego Jacqueline, agguerrita agente
dello showbusiness, dopo un’infelice parentesi agreste nelle sue
terre natali. Nel frattempo, Igor (Alessio Sakara) ha lasciato il
mondo criminale ed è diventato agente immobiliare, mentre la sua
compagna Fabiola (Chiara Bassermann) è pronta ad aprire una nuova
attività, prima un centro estetico e poi il “gin yoga”.
La trama dell seconda stagione di
Il Santone 2 – #lepiùbellefrasidioscio
La nuova stagione, che vede anche
un cameo del cantante neomelodico Antoine, continua a raccontare in
modo satirico con ironia e leggerezza gioie e dolori della
periferia italiana e in generale della società contemporanea,
toccando temi come il lato oscuro della popolarità, la potenza
della viralità, il senso di appartenenza alla comunità, la
necessità di una guida, le speranze per il futuro, attraverso un
linguaggio che introduce un melting pot di comicità tutte italiane,
da quella romana della Santona Carlotta Natoli, a quella pugliese,
inaspettata, di Rossella Brescia, fino a quella napoletana di
Francesco Paolantoni.
Il Santone 2 –
#lepiùbellefrasidioscio è una produzione Stand By Me in
collaborazione con Rai Fiction. Scritta da Federico Palmaroli,
Valerio Vestoso, Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati, Serena
Tateo e Simona Ercolani. Da un’idea di Giorgia Cardaci. Prodotta da
Simona Ercolani e Teresa Carducci. Produttori esecutivi Stand By Me
Grazia Assenza, Riccardo Chiattelli e Tommaso Vecchio. Produttori
RAI Leonardo Ferrara, Emanuele Cotumaccio e Laura Massacra. Regia
di Laura Muscardin.
Lucca si tinge di
rosa con la 5° Tappa del Giro d’Italia 2024, che arriverà
a Lucca mercoledì 8 maggio 2024, dopo 39 anni di
assenza. Un momento sportivo significativo e attesissimo, a cui
parteciperà anche Lucca Crea, con alcune
iniziative speciali powered by Lucca Comics &
Games.
In particolare saranno due le
attività capaci di attirare l’attenzione degli appassionati di
ciclismo, ma anche del grande pubblico e dei
cittadini. Lucca Comics & Games omaggerà la
corsa a tappe con la mostra “Karl Kopinski:
Wearing the Pink” e con 12 giganti
installazioni artistiche.
Nella chiesa di San Franceschetto (in p.za San
Francesco con inaugurazione il 3 maggio), mettendo a frutto la
grande esperienza maturata negli anni, Lucca Comics &
Games realizzerà la mostra “Karl
Kopinski: Wearing the Pink”, dedicata all’omonimo artista
inglese, che lavora nell’industria dell’illustrazione dal
1997 e ha raggiunto i vertici del settore, nominato al BP
Portrait Award – uno dei premi più importanti per
ritrattisti – e con un enorme seguito social.
Grande appassionato di ciclismo e
amico storico di Lucca Comics &
Games, Kopinski ha creato una serie di
ritratti degli eroi dei pedali, che appartengono alla
storia del ciclismo tra i quali: Gino
Bartali, Fausto
Coppi, Francesco
Moser, Marco
Pantani, Eddy Merckx e campioni
contemporanei che si sono fatti largo nei nostri cuori
come Mark Cavendish, Bob
Jungels, Bradley
Wiggins e Tadej Pogačar.
“Una tappa lunga dieci anni, un
traguardo a lungo atteso e conquistato con costanza e caparbietà.
Come nelle grandi corse a tappe. Da quando abbiamo incontrato Karl
Kopinski, e conosciuto la sua dimensione legata all’arte
contemporanea, abbiamo voluto realizzare questa mostra, assieme ai
curatori Roberto Irace, Luca
Bitonte e Antonio Rama. Oggi,
finalmente ci siamo, e come una squadra di gregari siamo orgogliosi
di aver tirato la volata al grande maestro inglese che finalmente,
qui, nella sua Lucca, indosserà il rosa!”
racconta Emanuele Vietina, direttore
di Lucca
Comics & Games.
La mostra, visitabile a ingresso gratuito dalle
17.00 di venerdì 3 maggio a domenica 12 maggio, esplorerà
anche il rapporto d’affetto dell’artista con la città di Lucca e il
festival Lucca Comics &
Games, arricchendo l’esposizione con gli originali del
poster della manifestazione realizzata proprio da Kopinski nel 2015
e il Grog del 2023, la rivisitazione realizzata dall’artista della
mascotte di Lucca Games che l’anno scorso ha compiuto 30 anni.
Non mancherà il prezioso catalogo dedicato
all’esposizione, acquistabile presso gli spazi espositivi,
stampato in collaborazione con CMON, azienda
leader del settore gioco e grandi amici dello stesso Karl Kopinski
e del festival.
Ad accompagnare la mostra, nelle principali piazze
della città, nel tardo pomeriggio del 30 aprile faranno la
loro apparizione in città dodici memorabili biglie
giganti, installate in quattro luoghi: San
Michele, San Frediano, San Francesco e di fronte al Caffè delle
Mura. Grandi installazioni trasparenti e colorate, di
cui alcune alte fino a sei metri in piazza San Michele e fino a
quattro metri sulle mura, per richiamare alla memoria le biglie che
tanti di noi hanno utilizzato per giocare sulla spiaggia da
bambini, e nelle quali saranno posizionati i ritratti degli eroi
dei pedali, interpretati proprio attraverso l’arte di Karl
Kopinski.
Appuntamento al 30 aprile con le biglie giganti e al 3 maggio,
ore 17.00, per l’inaugurazione della mostra.
L’universo cinematografico
Marvel non è esattamente
noto per essere innovativo, ma il franchise crollerebbe
letteralmente sotto le restrizioni delle più vecchie regole di
censura della Marvel Comics, quelle dettate dal famoso
Comics Code Authority. Il codice di condotta ha
posto severe restrizioni sui tipi di narrazione che le principali
società di fumetti potevano portare avanti negli anni ’50.
Guardare i film dell’universo
cinematografico Marvel attraverso la lente delle
regole originali della Comics Code Authority
dipinge un quadro interessante. L’MCU ha la reputazione di essere un
franchise commerciabile in massa e per famiglie, ma secondo gli
antichi standard dell’originale CCA pubblicato nel 1954, i film
sono in realtà più che scandalosi! Ecco i momenti del MCU che non avrebbero mai superato
le regole della censura per fumetti degli anni ’50.
Il Time
Heist – Per quanto divertente, la “rapina temporale”
è ancora tecnicamente un crimine
Un inaspettato momento di
leggerezza dopo la cupa introduzione a Avengers:
Endgame, la “rapina temporale” è un momento divertente
attraverso i più grandi successi del MCU mentre i Vendicatori lottano
per reclamare le Gemme dell’Infinito in diversi momenti nel tempo.
Ideato nientemeno che dal ladro presente della squadra, Ant-Man, il
Time Heist ha fatto sì che i Vendicatori, che
normalmente si fanno notare, adottassero furtività e astuzia per
rubare le varie pietre. Sorprendentemente, secondo le regole della
Comics Code Authority l’intera sottotrama avrebbe dovuto essere
eliminata dalla sceneggiatura di Endgame.
Per quanto divertente sia guardare
il Time Heist, è facile dimenticare che
tecnicamente si tratta di un comportamento criminale. Anche se è
nel passato, i Vendicatori derubano le autorità governative come lo
S.H.I.E.L.D. e perfino la famiglia reale di Asgard. Secondo una
riga del Codice, “I crimini non devono mai essere presentati in
modo tale da creare simpatia per il criminale”, il che
significa che i Vendicatori sarebbero sfortunati a infrangere la
legge, anche solo per salvare metà dell’universo.
La tortura di Doctor
Strange – Atti così brutali sono vietati dal CCA
In una delle scene più
brutali del MCU, Doctor Strange viene torturato dal
signore della guerra telecinetico dell’Ordine Nero di Thanos,
Ebony Maw. Il despota alieno riesce a rendere
relativamente breve gli sforzi combinati di Doctor Strange e Iron
Man, portando via il primo per interrogarlo sulla sua astronave e
sbloccare l’incantesimo vincolante dell’Occhio di Agomotto. I
metodi brutali di Maw prevedono la tortura di Strange con centinaia
di piccoli aghi telecinetici, creando un’immagine davvero
terrificante.
Non capita spesso che l’MCU ricorra a rappresentare la
violenza in modo così doloroso, ma in quei casi, la Comics
Code Authority si metterebbe sicuramente in discussione.
La tortura in particolare sembrava essere un punto dolente per il
sistema di regole, che stabiliva che “le scene di tortura
brutale, eccessivi e inutili scontri con coltelli e armi da fuoco,
agonia fisica, crimini cruenti e raccapriccianti devono essere
eliminati”. La tortura di Dottor Strange per
mano di Ebony Maw rientra sicuramente in questo ombrello.
Gli zombie di Waht
If…? – Il codice dei fumetti aveva un problema particolare
con il cannibalismo dei non morti
Basato sul famigerato
fumetto Marvel Zombies, in cui un virus
devastava l’universo dei supereroi, What
If…? Zombie?! ha adattato la stessa idea nel MCU. Di gran lunga una delle voci
più cruente dell’intero franchise, la Comics Code Authority avrebbe
alcuni ovvi scrupoli con l’episodio a causa del livello di violenza
rappresentato. Ma oltre alla violenza in sé, il codice sembrava
nutrire anche un particolare disprezzo per i morti che camminano in
generale.
Una riga si esprimeva in particolare
contro “Scene che trattano o strumenti associati a morti che
camminano”, ammonendo poi sulla presenza di demoni e sul
cannibalismo. Ciò significa che l’intero concetto di Marvel Zombies sarebbe stato
completamente fuori discussione. Anche se l’MCU potrebbe trovare un modo per
far funzionare gli zombi senza sangue, le autorità sono esplicite
riguardo al semplice concetto di non morti.
I Love Bots in Guardiani
della Galassia Vol. 2 – una delle implicazioni più volgari
dell’Universo Marvel
L’ambientazione di sfondo
di una scena relativamente dimenticabile in
Guardiani della Galassia Vol. 2era onestamente
una sfida per le normali pratiche di censura dell’MCU, per non parlare della
Comics Code Authority. Quando Yondu incontra
Stakar, trova lui e il suo clan che godono dei servizi dell’Iron
Lotus sul pianeta innevato Contraxia. Non sorprende che per i
Devastatori l’Iron Lotus sia un bordello popolato da cortigiane
robotiche incaricate di “intrattenere” gli avventori della
taverna.
Di tutti i molti pianeti esotici
visitati dalla serie Guardiani della Galassia,
Contraxia finisce per essere uno dei più volgari, con prostitute
androidi seminude che si muovono sullo sfondo. Ovviamente, questo
tipo di costruzione del mondo toccherebbe i nervi dell’autorità
asessuata del Codice dei fumetti, sempre vigile su argomenti
così scandalosi che offuscano le menti dei giovani lettori di
fumetti. È sicuro dire che questa scena non sarebbe mai
apparsa nel MCU se si fosse stati severi
seguendo le regole del CCA.
La rivelazione del titolo
di Werewolf By Night – il corto sarebbe stato scartato
solo in fase di presentazione
Mentre singole scene,
trame o addirittura episodi di show sarebbero stati tagliati sotto
la restrittiva del CCA, un progetto in particolare
avrebbe dovuto essere completamente demolito. Werewolf
By Night, primo progetto a tema horror della Marvel, realizzato per Disney+, raccontava la storia di un
licantropo con un’audace fotografia in bianco e nero. Il
cortometraggio non è privo di momenti brutali che avrebbero
innescato un intervento da parte dell’Autorità, ma il concetto da
solo avrebbe reso l’MCU motivo di radiazione
dall’albo.
Stranamente, nella stessa riga che
vieta l’uso dei morti viventi, la Comics Code
Authority ha dichiarato che “vampiri, vampirismo,
ghoul, cannibalismo e lupo mannaro sono proibiti”. Le regole
dei fumetti degli anni ’50 erano così fissate nel separare i
supereroi dall’horror che persino i lupi mannari non potevano
aggirarsi sotto lo stendardo della Marvel.
La “bomba F” di Guardiani
della Galassia vol. 3 – Il terzo film dei Guardiani è
entrato nella storia del franchise per quella volgarità
Mantenendo un track record
coerente di film PG-13, il Marvel Cinematic Universe non aveva
osato molto con il suo vocabolario fino all’uscita di
Guardiani della Galassia vol. 3. Nonostante i film
PG-13 di solito possano contenere una singola bomba F
secondo le regole di classificazione dei film della Classification
and Ratings Administration, l’MCU non ne ha mai veramente
approfittato fino a quel momento. Naturalmente, è Star-Lord che ha
l’onore di essere il primo personaggio del MCU a pronunciare questa parolaccia
sullo schermo, ma la vecchia Comics Code Authority non avrebbe
approvato.
Le volgarità erano un argomento
delicato ai tempi, e gli scrittori di fumetti dovevano stare
attenti quando osavano inserire qualche imprecazione nei loro
dialoghi. Secondo le vecchie linee guida, “sono vietate
parolacce, oscenità, volgarità o parole o simboli che abbiano
acquisito significati indesiderabili”. Ciò significa che le
battute del MCU avrebbero dovuto rimanere
ancora più pulite di quanto lo fossero già prima di Guardiani della Galassia Vol. 3.
Wanda uccide gli
Illuminati – le orribili morti della squadra di supereroi
non avrebbero mai visto la luce
Poche scene nella storia
dell’universo cinematografico Marvel avrebbero infranto così
tanti principi fondamentali della Comics Code
Authority in una sola volta come lo scontro mortale di
Scarlet Witch con gli Illuminati in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Wanda Maximoff riesce a eliminare uno per uno una serie di potenti
avversari, con alcune morti creativamente raccapriccianti. Secondo
la vecchia normativa questo sarebbe stato segnalato per molteplici
reati.
Per prima cosa, anche Scarlet Witch vincendo questa battaglia
avrebbe potuto rappresentare una narrazione troppo precaria secondo
le vecchie regole, che preferivano un eroe vittorioso in tutti i
casi possibili. In secondo luogo, alcune delle uccisioni più
brutali eseguite in questa scena, come Mr. Fantastic che viene
trasformato in spaghetti o Black Bolt il cui cranio si frantuma a
causa del contraccolpo del suo stesso potere sigillato, verrebbero
sicuramente esaminati. È una fortuna per il pubblico che l’MCU non sia vincolato a regole
arcaiche come queste, durante la stesura di alcune delle scene di
combattimento più creative.
Capitan America fa uscire i
suoi amici di prigione – Steve Rogers non può infrangere
le regole
Nonostante rappresenti
gli interessi del governo degli Stati Uniti più di ogni altro
supereroe, Capitan America ha una storia sorprendentemente
travagliata con l’autorità. L’universo cinematografico Marvel di certo non si è tirato
indietro, poiché la trama del fumetto Guerra Civile, in
cui Capitan America sfida apertamente il governo degli Stati Uniti,
è stata liberamente adattata nel film
Capitan America: Civil War. L’intera trama si
troverebbe su un ghiaccio incredibilmente sottile secondo le
vecchie regole, con una scena in particolare sicuramente
incompatibile con le norme del CCA.
In un breve momento post-credits, è
implicito che Capitan America riesce a far evadere i compagni
cospiratori Occhio di Falco, Ant-Man e Falcon dalla Zattera, una
delle prigioni più sicure del mondo intero. Ciò entrerebbe
direttamente in conflitto con il desiderio della Comics Code
Authority che i supereroi non “promuovano mai la sfiducia nei
confronti delle forze della legge e della giustizia”,
indipendentemente dalle circostanze. La breve esperienza di Steve
nei panni del famigerato Nomad non sarebbe mai stata consentita in
un MCU governato da queste regole.
La scena di quasi nudo di
Thor – Il fan service sfacciato è sgradito ai sensi del
CCA
Le incredibili
trasformazioni di Thor di Chris
Hemsworth sono leggenda nell’MCU, e l’attore infatti presenta
uno dei fisici più impressionanti di qualsiasi personaggio Marvel. Sfortunatamente per lui, il
suo corpo viene spesso utilizzato a scopo comico nei suoi film,
come dimostrato in Thor: Love and
Thunder quando Zeus fa saltare il magro
travestimento di Thor per rivelare la sua divinità a uno stadio
pieno di spettatori. Si può dire con certezza che questo umorismo
incentrato sulla nudità non passerebbe indisturbato sotto l’occhio
vigile della Comics Code Authority.
Le regole del 1954 prevedevano una
politica di tolleranza zero molto chiara sulla nudità,
sottolineando che “la nudità in qualsiasi forma è vietata, così
come l’esposizione indecente o indebita”. Che fosse maschile o
femminile, usato in uno scherzo o in una scena di sesso reale, la
nudità o la quasi-nudità non avrebbe avuto successo. Anche se
l’universo cinematografico Marvel non è mai arrivato al punto
di mostrare nudi espliciti completamente frontali, in linea con la
scena di Thor: Love and
Thunder, in cui le aree più private di Thor sono
sempre opportunamente bloccate da un’inquadratura intelligente e
dal posizionamento degli oggetti, non sarebbe ancora mai alla
distribuzione.
Il piano del barone Zemo
funziona – Non sarebbe piacevole, secondo le vecchie linee
guida, far vincere il cattivo
Di tutti i cattivi del
MCU che hanno effettivamente vinto,
pochi hanno ottenuto una vittoria così definitiva come il Barone Zemo. In cerca di vendetta sui
Vendicatori per il loro ruolo nella morte della sua famiglia, il
barone Zemo escogitò un intricato piano per mettere la squadra di
supereroi l’uno contro l’altro, portando con successo alla
disgregazione della squadra e alla quasi morte di Tony Stark e
Steve Rogers. Se non fosse stato per l’arrivo di Thanos sulla
Terra, fornendo loro un nemico comune contro cui unirsi, è molto
probabile che i Vendicatori non si sarebbero mai riuniti.
Secondo le vecchie regole della
Comics Code Authority, è improbabile che il barone
Zemo sarebbe riuscito a farla franca con il suo piano. Il codice
insisteva sul fatto che “In ogni caso il bene trionferà sul
male e il criminale sarà punito per i suoi misfatti”. Anche se
il barone Zemo alla fine trascorrerà il resto della sua vita in
prigione, il grado di successo con cui il suo piano ha funzionato
avrebbe messo l’MCU nei guai con la Comics Code
Authority se avessero dovuto rispettare le sue regole.
Dopo il programma della Semaine de la Critique, anche la
Quinzaine des Réalisateurs ha annunciato la sua
line-up per il prossimo Festival di Cannes 2024. La sezione, lanciata
nel 1969 e supervisionata dalla Gilda dei registi francesi,
presenterà 21 lungometraggi e 10 cortometraggi. Questa selezione è
la seconda per il Delegato Generale Julien Rejl,
che ha assunto l’incarico lo scorso anno.
Quinzaine des Réalisateurs 2024 Line-Up
Feature Films
This Life Of Mine (Ma Vie Ma Gueule) OPENING
FILM
Dir.Sophie Fillières
(France)
In
His Own Image (A Son Image)
Dir. Thierry de Peretti
(France)
Christmas Eve In Miller’s Point Dir. de Tyler
Taormina
(U.S)
Desert of Namibia (Namibia no sabaku)
Dir. Yôko Yamanaka
(Japan)
East of Noon (Sharq 12)
Dir. Hala Elkoussy
(Egypt)
Eat
The Night
Dir. Caroline Poggi & Jonathan Vinel
(France)
C’è una cascata di lettere. Sono
tante, tutte bianche, con il sigillo di ceralacca. Sono lettere
diaboliche, che contengono oscenità, ma ancora nessuno lo sa.
Quello che però ci viene detto, all’inizio di
Cattiverie a domicilio, è che “questa è
una storia più vera di quanto si pensi”. E allora bisogna prestare
la massima attenzione. Perché il film di Thea
Sharrock, pur essendo in costume e ambientato
nell’Inghilterra degli anni ’20, sembra raccontarci qualcosa che
ancora oggi accade, ma con strumenti diversi. Se prima c’era un
foglio bianco e una penna velenosa attraverso cui imprimere fiumi
di parolacce, insulti e caroselli di epiteti molto fantasiosi,
adesso ci sono i social network che danno massima libertà di
espressione (a volte purtroppo).
La ragione dietro un palese
atteggiamento di sfogo non è cambiata nonostante gli anni e ha
radici diverse: c’è chi lo fa per colmare la noia o
l’insoddisfazione, magari riversando la propria frustrazione sulle
bacheche di Facebook o attraverso commenti sotto i post di qualcun
altro, e c’è chi – come nel caso della Edith di
Cattiverie a domicilio – lo fa per
liberarsi da uno stato di repressione vissuto fra le mura di una
casa che più sembra una prigione. La regista, perciò, partendo da
una storia dal respiro universale e attuale, costruisce una
commedia irriverente d’effetto pur con qualche incrinatura in
alcuni passaggi di sceneggiatura, e il cui baricentro emotivo è
affidato da un lato a Edith, interpretata da una sempre brava
Olivia Colman, e dall’altro a Rose, nel cui
ruolo calza più che bene Jessie Buckley.
Cattiverie a domicilio è scritto da Jonny Sweet e
arriva nelle sale dal 18 aprile.
Cattiverie a domicilio, la
trama
Littlehampton, 1922. La guerra è
finita da poco. Nella cittadina inglese è arrivata Rose, una donna
irlandese che dice d’essere vedova, con la figlia e il nuovo
compagno. Su di lei i paesani ne dicono di cotte e di crude. Questo
perché la donna è sfacciata, non ha peli sulla lingua e per di più
bestemmia anche. Lì, invece, la parola di Dio è come oro colato.
Non sono ammesse parole e atteggiamenti che non si confacciano a
una signora per bene. Come Edith, che vive in una famiglia guidata
dalle parole Bibbia e non può permettersi errori. Il padre, il
signor Swan, ce l’ha in pugno. Casa, chiesa, pulizie, al massimo un
incontro con le amiche per giocare a carte. Se esce fuori dai
margini pre-impostati, rischia di ricopiare stralci del Sacro
Testamento per ore. Edith e Rose, pur agli antipodi, un tempo erano
persino amiche, prima che un forte litigio le separasse. Un legame
che era nato dalla volontà dell’una e dell’altra di supportarsi a
vicenda: eppure Edith, a Rose, sotto sotto, la invidiava. Perché
Rose non aveva costrizioni, Edith sì. E quando a quest’ultima
iniziano ad arrivare lettere piene di estreme volgarità, provocando
un grosso scandalo a Littlehampton, e un infarto alla madre, la
colpa ricade subito sulla straniera. L’associazione è automatica,
non c’è via di scampo. Meno male che qualcuno, al comando di
Polizia, crede alla sua innocenza. Il problema, però, è che è una
donna.
Edith e Rose, due facce della
stessa medaglia
Per comprendere al meglio Cattiverie
a domicilio, bisogna inquadrare il contesto storico del periodo,
che in realtà parla tanto anche dell’oggi. La religione, all’epoca,
era l’occhio scrutatore e giudicante di una società a lei
assoggettata, con l’unica missione di seguire rigorosamente i
precetti della Chiesa senza battere ciglio. Le donne non erano ben
viste e non avevano alcun diritto né di replica né di libertà.
Confinate in casa per essere domestiche obbedienti, oppresse e
nulla di più. È in questa atmosfera rigida e bigotta che è immersa
la cittadina di Littlehampton, dove l’elemento scomodo è Rose,
iconoclasta per eccellenza che, come un terremoto,
provoca chiacchiericcio e vergogna poiché non omologata. Lei è
dissidente, insolente e ha un linguaggio colorito, tutte
caratteristiche che la fanno scontrare con il perbenismo vigente
nella cittadina in cui si è trasferita. Rose poi, a differenza
delle sue compaesane, non è imprigionata in alcun ruolo.
È libera,
spudoratamente sincera con gli altri, e nessuna regola domina la
sua vita. A farle da contraltare è invece Edith e la sua famiglia,
che vanno a rappresentare la società puritana di quei tempi (ma un
po’ anche dei nostri), con le sue idiosincrasie, ligia al dovere e
fastidiosamente devota. L’esistenza di Edith gira intorno al padre
padrone, il quale non ammette sbagli o comportamenti fuori posto.
Una figura che il film tenta in tutti i modi di distruggere,
facendosi spesso beffa di lui. Ma è proprio in
Edith, in realtà, che va riflettendosi il detto
“l’apparenza inganna”. È infatti attraverso il suo
sfaccettato personaggio che il film consacra i temi su cui si
fonda: emancipazione femminile e sociale. Perché
Edith, all’insaputa di tutti, è la prima anticonformista. Non
diciamo altro, solo che il finale contiene una delle scene più
forti e belle dell’intero film, racchiudendone tutto il suo senso
più profondo.
Fra ironia e dramma
E così Thea Sharrock e Jonny Sweet,
con battute al fulmicotone, espressioni volgari dall’ironia
pungente e molto a fuoco e sequenze dal puro divertissement –
bilanciate da momenti più drammatici – puntano con decisione il
dito contro una società da un lato non ancora completamente
progredita che continua a fare danni a causa di una mentalità
distorta e dall’altro innapagata e infelice. Ricordandoci, però,
che si è sempre in tempo per rompere gli schemi e ribellarsi. Le
risate, nonostante le tematiche delicate di cui si fa portatrice la
narrazione, restano comunque primarie, perché alla base
Cattiverie a domicilio sfrutta al massimo
il suo tono da black comedy, senza rinunciare agli inserti più
seri, che nel contrasto scatenano lunghe parentesi di
riflessione.
Alcuni difetti si
riscontrano invece nel filone mystery del film, che pur
stuzzicando inizialmente il pubblico si esaurisce già nel secondo
atto con la scoperta del mittente delle lettere, smorzando l’ansia
dell’attesa. Non stando più in piedi, alcuni eventi progrediscono
suscitando molto meno interesse nello spettatore, ma nel complesso
Cattiverie a domicilio riesce a ultimare
il suo discorso senza sfaldarsi. La pellicola firmata da Sharrock,
pur dunque con qualche sbavatura, funziona, mantenendo il suo
equilibrio nella messa in scena e riuscendo nell’intento di non
farsi dimenticare con facilità.
Brandon
Box, casa di produzione giovane e dinamica che ha fatto
della passione per i manga e i fumetti il proprio marchio
distintivo, continua a consolidare la sua posizione come punto di
riferimento nel mondo dei cinecomics in Italia. Dopo il successo del film
Dampyr,
realizzato in collaborazione con Eagle Pictures e Sergio Bonelli
Editore, e l’acquisizione dei diritti per la produzione di
Tiger Mask insieme a Fabula
Pictures, l’azienda annuncia con entusiasmo l’avvio delle
riprese del suo nuovo e ambizioso progetto: “Prophecy“.
Ispirato al celebre
manga giapponese scritto e disegnato da Tetsuya Tsutsui,
edito da KI-OON, pubblicato in Giappone da Shueisha ed in Italia
da J-POP, “Prophecy” porta sul grande schermo la storia
avvincente di “Paperboy”, un misterioso individuo il cui
volto appare sempre nascosto da un foglio di giornale.
Nell’avvincente action comedy si intrecciano tematiche attuali come
gli effetti amplificatori del web, il mondo dei riders e del food
delivery e le potenzialità della realtà virtuale, il tutto mentre i
protagonisti sono impegnati a promuovere la loro start up
tecnologica. L’intreccio narrativo appassionante si unisce a spunti
riflessivi stimolanti capaci di catturare e coinvolgere il
pubblico.
Il cast di Prophecy vanta
la presenza di giovani e talentuosi attori, tra cui spicca
Damiano Gavino nel ruolo di “Paperboy”, affiancato da
Federica Sabatini, Ninni Bruschetta, Haroun Fall, Denise
Tantucci e Giulio Greco.
Alla regia troviamo
Jacopo Rondinelli, regista, designer e artista multimediale
che ha firmato la regia di Ride (2018), prodotto e distribuito da
Lucky Red, scritto e coprodotto da Fabio Guaglione, Marco Sani e
Fabio Resinaro e distribuito in tutto il mondo dalla casa di
produzione True Colors.
Andrea Sgaravatti, produttore e autore del film,
commenta entusiasta: “E’ un momento straordinario per noi.
Durante queste prime settimane di riprese stiamo dando vita al
nostro sogno di portare sul grande schermo un manga che ci ha
profondamente appassionato e che affronta tematiche di grande
rilevanza per i più giovani e non solo. Prophecy rappresenta un
progetto particolarmente significativo per me. Inoltre, il film si
colloca strategicamente tra il successo di
Dampyr su Netflix US e il prossimo progetto, l’adattamento
cinematografico de L’Uomo Tigre. Con Prophecy, il nostro obiettivo
è creare un film pop, giovane e audace, in sintonia con il nostro
target di riferimento.”
Marco Schiavone,
CEO di J-POP, aggiunge riguardo al progetto: “Tetsuya Tsutsui è
un autore importante del catalogo J-POP; quando Brandon Box ci ha
chiesto di suggerire un titolo manga per un adattamento, è stato
naturale pensare a Prophecy, un racconto che ci ha emozionato
pubblicare e che ha la forza per diventare anche un film di
successo.”
Le riprese del film –
realizzato con il sostegno di Film Commission Torino
Piemonte – sono attualmente in corso a Torino, in varie
location cittadine.
Dopo il suo acclamato ruolo nella
serie Showtime Fellow Travellers, Jonathan Bailey potrebbe aver trovato il suo
prossimo progetto, e si tratta di un franchise di grande successo.
Fonti dicono a Deadline che è in trattative
iniziali per recitare nel nuovo film Jurassic
World di Universal e Amblin Entertainment. Anche Scarlett Johansson è in trattative per
recitare. Gareth Edwards dirigerà.
Lo studio ha recentemente datato il
film al 2 luglio 2025 e si è mosso rapidamente per trovare un
regista, con Edwards che ha trascorso tutta la scorsa settimana
incontrando i dirigenti. Dopo aver impressionato i produttori
Steven Spielberg e Frank
Marshall, che contribuirono a lanciare il franchise negli
anni ’90, è seguita poi un’offerta. Si prevede che la
pre-produzione accelererà una volta concluso l’accordo.
Il nuovo film sarà una nuova
interpretazione, con i membri del cast di Jurassic World
Chris Pratt e Bryce Dallas Howard che non
dovrebbero tornare, e come loro anche gli attori della trilogia
originale Jeff Goldblum, Laura Dern e Sam
Neill. David Koepp ha scritto la
sceneggiatura.
Il film sarà prodotto da Spielberg
attraverso la Amblin, mentre Marshall e Patrick Crowley lo
produrranno attraverso la Kennedy-Marshall. Sara
Scott, vicepresidente esecutivo dello sviluppo della
produzione, e Jacqueline Garell, direttore
creativo dello sviluppo della produzione, supervisioneranno il
progetto per lo studio.
Jonathan Bailey ha forti legami con la
Universal poiché apparirà nel suo atteso adattamento
Wicked. Lo studio è entusiasta del progetto dopo
aver fatto la grande rivelazione durante la presentazione al
CinemaCon. Oltre a Wicked, anche Bailey esce da
Fellow Travellers. La serie limitata aveva
come protagonista anche Matt Bomer e è valsa a
Bailey un Critics Choice Award per il suo lavoro,
rendendolo un favorito nella corsa agli Emmy. Lo rivedremo presto
nella terza stagione di Bridgerton.
Spider-Man: Beyond the Spider-Verse
potrebbe avere una finestra di uscita, a rivelarlo, forse
involontariamente, è il musicista d4vd, che ha
recentemente anticipato il suo possibile coinvolgimento nel film
indicando quando potrebbe uscire. Il musicista è noto per aver
composto la canzone “Feel It” per la seconda stagione
della serie televisiva Invincible di Prime
Video.
Beyond the Spider-Verse era
inizialmente previsto per il marzo 2024, ma ha dovuto affrontare un
ritardo indefinito. Tuttavia, recentemente è emersa una possibile
nuova finestra di uscita per il film. Parlando tramite TikTok, il
cantante d4vdd ha lasciato intendere che il film
potrebbe uscire nei cinema nel 2025. L’artista ha risposto a un
fan, affermando: “[Ci vediamo l’anno prossimo quando uscirà
[Spider-Man]”.
Per quanto riguarda il motivo per
cui potrebbe conoscere la finestra di distribuzione, il cantante ha
continuato accennando alla sua apparizione nella colonna sonora di
Beyond the Spider-Verse. Durante uno
streaming su Twitch in reazione al suo brano “Feel It” da
Invincible,d4vd ha risposto al
commento di un fan sulla canzone, ricordando loro Miles e Gwen dei
film Spider-Verse dicendo: “Ho una notizia per te amico.
Beyond the Spider-Verse. Questo è tutto quello che
dirò.”
Originariamente previsto per
l’uscita nel 2023 come Spider-Man: Across the Spider-Verse
(Parte seconda), il film è stato ribattezzato
Spider-Man: Beyond the Spider-Verse nell’aprile
2022. In risposta alle preoccupazioni sollevate da un artista
anonimo coinvolto nella produzione, che ha parlato con Vulture, di
potenziali ritardi dovuti a presunti intoppi nella produzione.
L’animatore ha inoltre spiegato che la produzione di Across the
Spider-Verse è stata gravemente dannosa per molti animatori,
sostenendo che le condizioni di lavoro hanno lasciato esauriti
molti contributori. I produttori Lord e Miller hanno rassicurato i
fan che si sarebbero “presi il tempo necessario” per garantire che
il film soddisfi i loro standard elevati.
Tuttavia, nel luglio 2023,
Beyond the Spider-Verse è stato rimosso dal
programma di distribuzione di Sony. La decisione è stata attribuita
allo sciopero SAG-AFTRA del 2023, che ha impedito al cast vocale di
registrare le proprie battute nei tempi previsti. Dopo la fine
dello sciopero nel novembre 2023, sono emerse notizie secondo cui
la registrazione vocale per Beyond the
Spider-Verse sarebbe dovuta riprendere quello stesso
mese.
Spider-Man: Beyond the Spider-Verse
riprenderà da dove Spider-Man: Across the Spider-Verse si era
interrotto mentre Miles Morales/Spider-Man si imbarca in una
ricerca interdimensionale per alterare i destini dei suoi cari
mentre forgia il proprio Identità dell’Uomo Ragno. Il cast del film
include Shameik Moore e Hailee Steinfeld nei panni di Miles Morales e
Gwen Stacy. Il film è diretto dal team formato da Joaquim
Dos Santos, Kemp Powers, Justin
K. Thompson con una sceneggiatura di Dave
Callaham, Phil Lord e Christopher
Miller.
Felicity Jones sarà la protagonista della
commedia natalizia di Michael Showalter Oh. What. Fun. per
Amazon MGM Studios, unendosi a Michelle Pfeiffer, Chloë
Grace Moretz e Dominic Sessa.
Showalter, che ha scritto la
sceneggiatura insieme a Chandler Baker, sta
producendo tramite Semi-Formal Productions insieme a Jordana
Mollick; Berry Welsh e Jane Rosenthal di Tribeca; e Kate Churchill.
La sceneggiatura è basata su un racconto di Baker, che è anche
produttore esecutivo, originariamente pubblicato da Amazon Original
Stories.
Nel film, Claire Clauster (Pfeiffer)
organizza una speciale gita di Natale quando la sua famiglia la
dimentica nella confusione. Quando si rendono conto del loro
errore, lei è scomparsa. Il loro Natale è in pericolo, ma Claire ha
altri piani. Il film sarà disponibile per lo streaming su Prime
Video in più di 240 paesi e territori in tutto il
mondo.
Jones è nota soprattutto per il suo
ruolo da protagonista, candidato all’Oscar, al fianco di
Eddie Redmayne nel film di James Marsh
La teoria del
tutto. Più recentemente, ha recitato e prodotto il
thriller d’azione Dead Shot diretto da
Charles e Thomas Guard.
Successivamente, sarà la
protagonista e produrrà sotto la sua bandiera Piecrust Pictures una
serie drammatica unica nel suo genere sul mondo della F1 per ITV
Studios. Reciterà anche in Train Dreams al fianco
di Joel Edgerton e The Brutalist
al fianco di Adrien Brody e Guy
Pearce.
Il nuovo film di A24Civil
War è arrivato nei cinema USA, e immagina cosa
potrebbe accadere se gli Stati Uniti entrassero in guerra con se
stessi. Il film è stato elogiato per le sue scene di battaglia
realistiche, e questo è in parte dovuto ai grandi sforzi compiuti
dal regista Alex Garland per rendere quei momenti
genuini.
In una nuova intervista con
Kevin Polowy di CBR, Garland ha
commentato le scene di guerra nel film. Ha condiviso come non
voleva che queste scene sembrassero stereotipate, preferendo che
fossero molto più realistiche di quanto si vede tipicamente in
questo tipo di film. Ciò significava circondarsi di veterani sul
set che avevano il compito di garantire che le scene di battaglia
si concentrassero maggiormente sul realismo rispetto a ciò che era
più tradizionalmente cinematografico.
Civil War di
Alex Garland è un inno al lavoro brutale e
necessario dei reporter di guerra. È anche un film complicato e
disordinato che non fornisce mai risposte facili. “Il punto di
partenza è stato che abbiamo preso spunto in termini di suono,
immagini, azione, sequenza di eventi, comportamento, ogni sorta di
cose del genere, non tanto dal cinema, quanto da filmati di
notizie, documentari e anche da esperienze vissute” ha detto
Garland parlando dell’ispirazione dietro le scene di battaglia.
“Quindi, il supervisore militare era un veterano. Molte delle
persone che lavoravano al film erano veterani, e hanno avuto molta
– non so quale sia la parola giusta – libertà, incoraggiamento… è
stato chiesto loro di mettere in scena questi momenti nel modo più
accurato possibile, e dimenticare il modo in cui il film
normalmente li presenterebbe, e seguire ciò che ritenevano corretto
per la loro esperienza, piuttosto che per il modo in cui il cinema
normalmente fa queste cose.”
Sebbene il film sia ambientato negli
Stati Uniti, Garland ha anche notato come questo tipo di conflitti
siano globali, come ha anche detto: “Il contesto è la
divisione, la polarizzazione, la politica populista, sai, questo
genere di cose, esiste assolutamente nel mio paese. Esiste in tutta
Europa. In gradi diversi, ma a volte davvero estremi in Europa.
Inoltre, in Medio Oriente, in Asia e in Sud America. Questo non è
un fenomeno per questo paese.”
01 Distribution distribuisce in
Italia Civil
War, l’atteso nuovo film A24, dal regista che ha
co-scritto “28
giorni dopo” e “Sunshine“Alex Garland e vede protagonisti
Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura,
Stephen McKinley Henderson e Nick
Offerman. Civil
War è un’esclusiva per l’Italia LEONE FILM GROUP in
collaborazione con RAI CINEMA dal 18 APRILE AL
CINEMA.
Rebel
Moon di Zack Snyder ha sicuramente
affascinato un vasto pubblico, fino ad oggi. La prima parte,
La figlia del fuoco, è stata presentata in
anteprima il 22 dicembre su Netflix, ottenendo 34 milioni di visualizzazioni
nella prima settimana. Ora, con il suo sequel, La
sfregiatrice, che arriverà sulla piattaforma di streaming
questa settimana, Snyder ha discusso delle prospettive che la serie
ottenga un terzo capitolo, dato l’entusiasmo con cui è stato
accolto il film da parte della comunità online.
I commenti di Snyder in
un’intervista condotta da Maggie Lovitt di
Collider hanno notevolmente alimentato
questa prospettiva. Durante l’intervista, quando gli è stato
chiesto del potenziale per un terzo film, Snyder ha risposto con il
suo caratteristico umorismo, suggerendo che mostrare un supporto
entusiasta tramite il “sistema di valutazione” di Netflix – il suo
piccolo algoritmo che misura il “pollice in su” – potrebbe essere
tutto ciò che serve: “Probabilmente in generale, un doppio
pollice in su probabilmente basterebbe.”
Snyder ha anche accennato al
processo in corso di distribuzione di versioni estese dei film, con
l’obiettivo di uscire a fine estate. “Sì, penso alla fine
dell’estate. Penso che dovrebbero uscire in agosto”, ha
confermato Snyder. Ha detto che sta attualmente concludendo queste
versioni, ma deve affrontare alcune sfide con la Motion Picture
Association of America (MPAA) sulla classificazione del film.
“Sto solo combattendo con la MPAA per cercare di ottenere la
mia classificazione R”, ha condiviso, accennando ai contenuti
più innovativi che i fan possono aspettarsi da questi montaggi
estesi.
“Abbiamo sicuramente lavorato su
una ‘Terza Parte’, per quanto riguarda la storia. Sappiamo
sicuramente dove siamo diretti– lo sappiamo da un bel
po’, a dire il vero. Quindi sì, sono entusiasta di realizzare altri
film su Rebel Moon: sarebbe divertente.”
La trama di Rebel Moon – Parte 2: La
sfregiatrice
Kora e
i suoi alleati si preparano a sacrificare tutto al fianco del
coraggioso popolo di Veldt, per difendere il villaggio dove una
volta regnava la pace e diventato nel tempo patria per coloro che
hanno perso la propria lotta contro il Mondo Madre. Alla vigilia
della battaglia, i guerrieri devono affrontare le realtà dei loro
passati, rivelando il vero motivo per cui sono pronti a tutto per
di sconfiggere le forze del male. Quando poi il Regno si abbatterà
con tutta la sua forza sulla nascente ribellione, si stringeranno
legami indissolubili, emergeranno eroi e nasceranno
leggende.
Dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora
(Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed
Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno
venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Abigail,
l’ultimo film horror di Tyler Gillett e
Matt Bettinelli-Olpin (registi di
Scream e Scream VI), uscirà nei
cinema il 19 aprile negli USA e il 16 maggio in Italia. Il
film vede protagonista Alisha Weir già vista in
Matilda the Musical, nei panni di una ballerina
apparentemente innocente che viene rapita da una banda di criminali
che ottiene molto più di quanto si aspettassero quando la ragazzina
si scopre essere un mostro omicida.
I trailer e le clip promettevano
grande divertimento, e sembra che sia esattamente ciò che i
realizzatori hanno ottenuto. Abigail è attualmente
all’80% su Rotten Tomatoes, anche se vale la pena notare che finora
sono state aggiunte solo 15 recensioni, il che significa che il
punteggio probabilmente oscillerà nei prossimi giorni. È stata
diffusa anche una nuova clip, che vede Abigail
uscire dalla sua cella con facilità e attaccare il personaggio di
Dan Stevens.
Un gruppo di aspiranti criminali
rapisce una ballerina dodicenne, figlia di un potente personaggio
della malavita, e tutto ciò che i membri del gruppo devono fare per
ottenere un riscatto di 50 milioni di dollari è sorvegliare la
ragazza durante la notte. In una villa isolata, i rapitori iniziano
a diminuire, uno dopo l’altro, e scoprono, con crescente orrore, di
essere rinchiusi in quella enorme villa insieme a un mostro.
Da Radio Silence,
il team di registi formato da Matt
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett dietro i
terrificanti successi horror moderni Ready or Not,
Scream del 2022 e Scream VI
dell’anno scorso, arriva una nuova versione sfacciata e assetata di
sangue di vampiri cinematografici, scritta da Stephen
Shields (Il buco nel terreno, Zombie Bashers) e
Guy Busick (franchise di Scream, Ready or
Not).
Nel cast di Abigail figurano anche
Melissa Barrera (franchise di Scream, In the
Heights), Dan Stevens (Gaslit, Legion),
Kathryn Newton (Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, Freaky), William Catlett (Black
Lightning, True Story), Kevin Durand ( Resident
Evil: Retribution, X-Men Origins: Wolverine) e Angus
Cloud (Euphoria, North Hollywood) nei panni dei
rapitori.
Il film è prodotto da
William Sherak (franchise di Scream, Ready or
Not), Paul Neinstein (franchise di Scream;
produttore esecutivo, The Night Agent) e James
Vanderbilt (franchise di Zodiac, Scream) per Project X
Entertainment, da Tripp Vinson (Ready or Not ,
Journey 2: The Mysterious Island) e da Chad Vilella di Radio
Silence (produttore esecutivo del franchise Ready or Not e Scream).
I produttori esecutivi sono Ron Lynch e
Macdara Kelleher.
Disney/Marvel Studios hanno dato il via alla
presentazione CinemaCon della scorsa settimana con un divertente
spot “Silenzia i tuoi cellulari” con Deadpool &
Wolverine e, secondo THR, lo spot sarà proiettato
nei cinema, meno le molteplici parolacce!
Il teaser inizia con Wade Wilson che
tenta di dire a Logan ciò che ha sentito sulla trama di
Avengers: Secret Wars, ma ogni
volta che ci prova, viene interrotto dallo squillo di un cellulare.
Alla fine, il mutante notoriamente scontroso spinge via il
Mercenario Chiacchierone e rompe lui stesso la quarta parete.
“Ehi, amico, sei in un cinema, non nella casa di cura di tua
nonna: spegni il tuo fottuto telefono!” Deadpool poi risponde
menzionando che Wolvie parlando in questo modo fa vibrare il suo
“cazzo”. Poi aggiunge: “Bella rottura della quarta parete, non
pensavo di avercela con te!”. Non vediamo l’ora di essere
partecipi della promozione di questo film!
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Josh O’Connor è uno
dei più promettenti attori della sua generazione, distintosi tanto
al cinema quanto al cinema per la generosità con cui dà vita ai
suoi personaggi, rendendoli sempre ricchi di un mondo emotivo che
li rende particolarmente affascinanti e per cui viene facile porsi
dalla loro parte. Con numerosi altri progetti in arrivo
prossimanente, O’Connor è davvero uno degli attori che più si sta
ritagliando un certo spazio nel panorama cinematografico attuale,
vista anche la sua volontà di sperimentare oltre gli ambienti
hollywoodiani.
Josh O’Connor: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. O’Connor ha iniziato ad ottenere ruoli importanti a
partire da Cenerentola
(2015), The Program (2015) e
Florence (2016), con Meryl Streep, grazie ai quali ottiene maggiore
notorietà. Successivamente recita in La terra di Dio
(2017), Only You (2018), Le cose che non ti ho detto (2019), Emma. (2020), con Anya Taylor-Joy, Secret
Love (2021), Aisha (2022) e La
chimera (2023), grazie a cui ottiene ulteriore popolarità
anche in Italia. Nello stesso anno recita in Lee e
Bonus Track, mentre nel 2024 è tra i protagonisti di
Challengers
e prossimamente sarà tra i protagonisti di The History of Sound e Separate Rooms.
2. È noto anche per alcune
serie TV. Dopo aver recitato in alcuni piccoli ruoli in
alcuni episodi di serie come Lewis (2012), Doctor Who (2013), Law & Order: UK
(2013) e
Peaky Blinders (2014), O’Connor ottiene ruoli di maggiori
rilievo in Ripper Street (2014), I Durrell – La mia
famiglia e altri animali (2016-2019) e I miserabili
(2018-2019). Ottiene poi la consacrazione grazie al ruolo del
principe Carlo in The
Crown, dove recita accanto a Olivia Colman, Helena Bonham Carter e Emma
Corrin.
Josh O’Connor in The Crown
3. Ha interpretato il
giovane principe Carlo. A partire dalla
terza stagione di The Crown, O’Connor ha interpretato
il principe Carlo. Inizialmente il ruolo non gli interessava
e ha dovuto essere convinto a fare il provino. Il creatore
Peter Morgan gli ha chiesto di leggere una scena
in cui Charles si paragona a un personaggio del romanzo
Dangling Man (1944) di Saul Bellow, in
cui il personaggio aspetta di essere arruolato in guerra perché la
guerra darà un senso alla sua vita. È stata proprio la
“mancanza di scopo e di finalità della vita di Carlo come erede
al trono” a far nascere in O’Connor l’interesse per il
personaggio.
4. Ha trovato “orribile” il
personaggio nella quarta stagione. O’Connor ha poi ripreso
il ruolo per la
quarta stagione di The Crown ma ha ammesso che il suo
personaggio è “orribile” in quella stagione. Tuttavia, ha
detto di comprendere la fonte del malcontento di Charles,
affermando che tutto si riduce al fatto che egli ha passato tutta
la sua vita a essere trascurato. Originariamente, poi, la quarta
stagione doveva concludersi con il Camillagate. O’Connor, però, si
è rifiutato di girare questo momento della vita di Carlo, che è
stato dunque eliminato.
5. Ha vinto importanti premi
per la sua interpretazione. Per la sua interpretazione del
principe Carlo nelle stagioni 3 e 4 di The
Crown, O’Connor si è aggiudicato un Premio Emmy, due
Screen Actors Guild Awards, un Critics Choice Television Award e un
Golden Globe nella sezione migliore attore in una serie drammatica,
nonché due candidature al BAFTA Television Award.
Josh O’Connor parla italiano per La chimera
6. Ha imparato a parlare un
po’ di italiano per il film. In La
chimera (qui
la recensione), il film di Alice Rohrwacher,
O’Connor interpreta il tombarolo di nome Arthur, ruolo per il quale
ha avuto modo di incontrare e parlare con dei veri tombaroli,
preparandosì così a tale personaggio. In particolare, però,
O’Connor ha imparato anche quel poco di italiano stentato che si
sente parlare al suo personaggio. L’attore ha raccontato di aver
trovato la cosa tutt’altro che semplice, ma di essere infine
riuscito a parlare in italiano per le riprese.
Josh O’Connor in Challengers
7. È tra i protagonisti del
film di Luca Guadagnino. O’Connor è uno dei tre
protagonisti del film Challengers
(qui
la recensione), dove recita accanto a Zendaya e Mike Faist.
Interpreta Patrick Zweig, di professione tennista. Per il ruolo,
O’Connor si è cimentato non solo nel frequentare lezioni di tennis,
ma ha anche interpretato il suo personaggio dai 18 ai 31 anni di
età, cosa resa possibile da alcuni accorgimenti resi possibili dai
truccatori.
Josh O’Connor è Patrick in CHALLENGERS.
Josh O’Connor ha recitato in Peaky Blinders
8. Ha recitato in tre
episodi di Peaky Blinders. I fan dell’attore lo hanno ora
riscoperto anche in Peaky Blinders, dove O’Connor ha recitato nella
seconda stagione assumendo il ruolo di James e comparendo
complessivamente in tre episodi. James era il compagno di casa
della sorella di Tommy Shelby (interpretato da Cillian Murphy), Ada Thorne (Sophie
Rundle). La prima volta che gli spettatori incontrano
James è quando Tommy va a trovare Ada a casa sua e scambia James
per il nuovo fidanzato di lei.
Josh O’Connor è su Instagram
9. Ha un profilo sul social
network. L’attore è naturalmente presente sul social
network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 475 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena
un’ottantina di post, sue fotografie di luoghi visitati o oggetti
incontrati nella sua vita quotidiana. Non ci sono molte foto
dedicate alla sua attività da attore, salvo qualche post più
recente, per cui è possibile che con la crescente notorietà
l’attore decida anche di impostare in modo diverso il proprio
profilo.
Josh O’Connor: età, altezza e dove vive l’attore
10. Josh O’Connor è nato il
20 maggio 1990 a Southampton, Regno Unito. L’attore è alto
complessivamente 1,85 cm. O’Connor ha vissuto in una casa
vittoriana a Shoreditch e si è trasferito
brevemente a New York per un “periodo con la sua
ex compagna”, prima di tornare nel Gloucestershire
nel 2023, dove ha acquistato una casa a
Woodchester, un villaggio fuori
Stroud.
Confermando una voce che circolava
da tempo, THR ha ora reso ufficiale che Keanu
Reeves interpreterà Shadow in Sonic – Il film
3 della Paramount Pictures. La notizia segue la
recente
presentazione dello studio al CinemaCon, che ha mostrato il
primo filmato del trequel.
Nel teaser, apprendiamo che il
malvagio Dr. Robotnik interpretato da Jim Carrey è sopravvissuto alla battaglia con
Sonic alla fine del film precedente e nel frattempo ha messo su
qualche chilo (portandolo più in linea con la sua controparte nei
videogiochi). Ai partecipanti è stata poi mostrata una clip di
Shadow in azione, mentre combatte contro il
velocissimo eroe blu e i suoi alleati, Tails e Knuckles.
Shadow è stato
creato come uno specchio oscuro di Sonic ed è stato introdotto in
Sonic Adventure 2 del 2001. In realtà era più un
antieroe che un vero e proprio cattivo, ma fungerà da antagonista
di Sonic – Il film
3.
“Siamo davvero entusiasti
dell’idea di espandere i nostri personaggi nel nostro mondo in
televisione, in particolare, perché ci offre una piattaforma per
fare davvero studi sui personaggi”, ha detto il produttore
esecutivo Toby Asche del debutto di Shadow in una
recente intervista. “Sapevamo che, con l’arrivo di Shadow in
Sonic 3 e con alcune delle cose più grandi che volevamo fare, il
franchise di Sonic dal punto di vista cinematografico sarebbe stato
un evento al livello degli Avengers.” “Saranno storie grandi
ed emozionanti con molti personaggi diversi”, ha aggiunto Asche.
“E quindi quello che la televisione ha fatto per noi è stato
darci il tempo di approfondire alcuni dei personaggi secondari e di
costruirli davvero in modi fantastici.”
Jeff Fowler tornerà
alla regia del threequel Sonic – Il film 3
(Sonic the Hedgehog 3), mentre Ben Schwartz (Sonic the
Hedgehog), Colleen O’Shaughnessey (Miles “Tails” Prower),
Idris Elba (Knuckles the Echidna),
James Marsden (Tom Wachowski), Tika Sumpter (Maddie
Wachowski) e
Jim Carrey (Dr. Robotnik) riprenderanno i rispettivi
ruoli dei primi due film.
Le nuove aggiunte al franchise
includono Krysten Ritter (Jessica Jones), Alyla Browne (Furiosa),
James Wolk (Harley Quinn), Sofia Pernas (Jane the Virgin), Cristo
Fernández (Ted Lasso) e Jorma Taccone (Spider-Man: Across the
Spider-Verse). Knuckles sarà presentato in anteprima su Paramount+ il 26 aprile, mentre Sonic – Il film 3
(Sonic the Hedgehog 3), arriverà nelle sale il 20
dicembre.
L’allontanamento di Gina Carano è avvenuto dopo che l’attrice
ha condiviso una serie di post offensivi sui social media,
paragonando l’essere un conservatore nell’America moderna a ciò che
“migliaia” di ebrei hanno vissuto per mano dei nazisti durante
l’Olocausto.
Carano ha recentemente avuto una
conversazione con Tucker Carlson (tramite
SFFGazette.com) e ha affermato che i suoi co-protagonisti non
provano nei suoi confronti lo stesso livello di disprezzo che crede
provi la Disney. “Con tutti quelli con cui ho lavorato
fisicamente non ho mai avuto problemi”, ha spiegato Carano.
“Io e Pedro [Pascal] ci siamo riavvicinati dopo la morte di
Carl Weathers. Ci sono tutte queste bugie e tutte
queste strane storie che le persone inventano nelle loro teste. Una
cosa che posso dire è che adoro Pedro, e lui mi ha detto una cosa.
Ha detto: ‘Tu e Carl eravate protettori.'”
“E questo significa così tanto
per me che lui abbia un ricordo di me come di una persona che
proteggeva, ed è importante che le persone sappiano quale sia la
vera storia”, ha detto senza approfondire. “Ad esempio,
perché pensi che Pedro mi chiami protettore? Ai suoi fan, voglio
che sappiano che c’è una ragione e ci sono fatti che le persone che
non conoscono ma che sono accadute. E io ero lì e proteggo le
persone.”
Gina Carano, che è arrivata sul punto di
diventare la protagonista della sua serie Rangers of the
New Republic, spiegherebbe di aver parlato a nome di un
attore sul set di The Mandalorian che era rimasto
“turbato” dopo una ripresa particolarmente estenuante. Afferma di
aver detto al regista che avevano “finito” e di essersi offerta
volontaria per filmare scene aggiuntive in modo che gli altri
potessero avere il tempo di riposarsi.
“Ho lavorato più ore di
qualsiasi altro attore [in The Mandalorian], perché si vedeva la
mia faccia e ho fatto tutte le mie acrobazie”, aggiunge
Carano. “Quindi, se torni indietro e guardi i registri di
lavoro, scoprirai chi era di più sul set, come attori, e troverai
me in cima a quella lista.”
È una bella storia, ma non è in
alcun modo rilevante per stabilire se la Disney abbia fatto la cosa
sbagliata licenziandola. Lo studio sostiene che era nel suo diritto
separarsi da qualcuno le cui opinioni sono state ritenute
“ripugnanti”, e Gina Carano è fermamente convinta di avere il
diritto di dire ciò che vuole senza timore di conseguenze da parte
di un datore di lavoro.
La star di Superman,
David
Corenswet, ha tenuto nascosto il suo fisico da
supereroe finora. Tuttavia, è stato recentemente avvistato senza
una felpa oversize che gli coprisse le braccia, consentendo ai fan
della DC di dare una prima occhiata a quanto la massa muscolare
dell’attore sia cresciuta per il film DC
Universe.
L’account X @dcuworld ha recentemente condiviso le foto che un
fan ha scattato in Messico mentre David
Corenswetgirava uno spot
pubblicitario. L’attore è stato mostrato mentre indossava
pantaloncini neri e una canottiera. Le braccia dell’attore erano in
bella mostra e le foto e confermano che il prossimo Uomo d’Acciaio
si sta allenando in palestra.
New pictures of David Corenswet filming an
Ad in Mexico
The person who originally posted these thought he met Henry
Cavill, when it was actually David.
"Now I can die in Peace I got to meet Superman and the
Witcher in person face to face" pic.twitter.com/pr3AtRu5EE
Con Corenswet attualmente in
Messico, sembra che la produzione di Superman sia
stata sospesa mentre lo sceneggiatore, regista e capo dei DC
Studios James
Gunn è impegnato a in delle riprese iniziali
della seconda stagione di Peacemaker. Lo show sui supereroi guidato
da John Cena sarà il secondo prodotto del DCU e la prima serie live-action del DCU. Mentre la prima stagione faceva parte del
DC
Extended Universe, la seconda stagione di
Peacemaker si svolgerà nel DCU, con Gunn che in precedenza ha confermato che
il cambiamento di continuità sarà affrontato nella nuova
stagione.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Apprendiamo da
Variety che la Marvel ha licenziato 15
membri dello staff, inclusi dipendenti di produzione e sviluppo di
livello inferiore nei Marvel Studios di Burbank, nonché dipendenti
della divisione Marvel Entertainment di New
York.
I licenziamenti sono stati causati
dalla riduzione complessiva della lista di titoli cinematografici e
televisivi della Marvel dopo che le missioni delle
uscite del 2023 hanno portato la società a rivalutare il rapido
aumento delle produzioni per alimentare il lancio di Disney+. Lo studio deve anche
affrontare la decisione della Disney, nel marzo 2023, di assorbire
il banner Marvel Entertainment, che aveva
operato come unità indipendente, in altre divisioni della società,
scelta che ha reso ridondanti alcune posizioni.
Quest’ultima decisione ha già
portato al licenziamento di Isaac “Ike” Perlmutter
dalla sua posizione di presidente della Marvel Entertainment, così
come di altri due alti dirigenti. Perlmutter era un convinto
sostenitore del
recente tentativo fallito di Nelson Peltz di
entrare nel consiglio di amministrazione della Disney.
Nella conferenza sugli utili di
febbraio, il CEO della Walt Disney Company, Bob
Iger, ha
svelato un’iniziativa strategica per ricalibrare il programma
di produzione dello studio. La mossa risponde a varie sfide del
settore con l’obiettivo di elevare la qualità delle offerte
cinematografiche dell’azienda.
“Quindi, il primo passo che
abbiamo fatto è stato ridurre il volume”, ha detto Iger
durante l’incontro. “Abbiamo ridotto la produzione, in
particolare della Marvel. Quando risolvi o affronti
questi problemi nei film, fai tre cose. Diventi aggressivo nel fare
in modo che i film che stai realizzando possano essere ancora
migliori. A volte uccidi progetti in cui non credi. E,
naturalmente, metti in cantiere nuove cose in cui credi e in cui
hai molta più fiducia, e noi stiamo facendo tutto questo. I
Marvel Studios hanno un solo film
quest’anno: “Deadpool e Wolverine”.
A parte questi licenziamenti, lo
studio non ha annunciato nessun altro impatto sulla produzione.
Il DC
Extended Universe, anche noto semplicemente
come DCEU, è definitivamente terminato con
l’uscita in sala nel dicembre 2023 del film Aquaman e il Regno Perduto. A questo franchise
che ha sin dall’inizio faticato a trovare la propria identità, pur
regalando momenti molto entusiasmanti, subentrerà ora il
DCU di James Gunn e Peter
Safran. In attesa che questo diventi realtà, con il
Superman
del 2025, è ancora tempo di riguardare al DCEU per
riflettere su ciò che ha funzionato e su ciò che non ha funzionato,
ma anche su quelle cose che non si è ancora disposti ad accettare.
Proprio su quest’ultimo punto, ecco 8 cose che nessun fan
della DC vuole accettare sul DCEU.
Copiare la Marvel è stata la mossa
giusta (ma non ha funzionato)
Quando gli spettatori hanno
rifiutato il tono cupo di Batman v Superman: Dawn of Justice, la Warner
Bros. è entrata in modalità panico e ha apportato modifiche a
Suicide Squad per alleggerire l’approccio di
David Ayer alla narrazione. È lo stesso motivo per
cui alla fine lo studio si è rivolto a Joss Whedon
per rendere Justice League più simile a The Avengers.
Da quel momento in poi, i tentativi
di replicare il successo dei Marvel Studios sono continuati seriamente, con
Aquaman,
Shazam!
e Birds of Prey che hanno praticamente copiato e
incollato i loro toni dal MCU. La decisione non aveva nulla
di sbagliato, ma semplicemente non ha funzionato e pur ottenendo
recensioni migliori questi film non sono riusciti ad apportare
qualcosa di proprio a questi toni, finendo con il risultare poco
più che copie in contrasto tra loro.
Superman non è un eroe nel
DCEU
Non si può negare che Henry Cavill abbia fatto un ottimo lavoro nel
ruolo di Superman e, con la giusta sceneggiatura e il giusto
regista, forse l’attore avrebbe potuto fare cose incredibili con il
ruolo. Tuttavia, pur lodando il suo Clark Kent, molti fan ignorano
il fatto che questo Kal-El non è esattamente l’eroe altruista che
conosciamo e amiamo nei fumetti. In L’uomo
d’acciaio, ha deciso di salvare le vite delle persone
solo dopo aver superato i suoi problemi con il padre.
Mentre l’uccisione di Zod – anche se
usata come ultima risorsa – è decisamente fuori dal personaggio.
Cosa ha portato poi l’eroe più potente del DCEU a imboccare un
sentiero oscuro in quei flashforward visti in
Batman v Superman: Dawn of Justice? Insomma, ci sono
stati numerosi segnali che dimostrano che questo Superman non è un
eroe.
La Warner Bros. non dovrebbe
rilasciare la Ayer’s Cut
Da quando la Zack
Snyder’sJustice League ha visto la
luce, il regista di Suicide SquadDavid Ayer ha
portato avanti una campagna per convincere i fan a riunirsi dietro
un movimento #ReleaseTheAyerCut. Ayer insiste sul fatto che la sua
versione originale del film del 2016 sia una sorta di capolavoro
inedito e che le modifiche apportate dalla Warner Bros. (un finale
leggermente diverso, alcuni elementi grafici e l’approccio confuso
all’esplorazione delle storie di origine di ciascun membro della
Task Force X) siano in qualche modo responsabili del fatto che il
film sia stato una tale delusione.
Tuttavia, è stato riportato che non
abbia subito cambiamenti poi tanto drastici e per quanto sia del
tutto possibile che il film concepito dal regista fosse più
coerente e godibile, con archi narrativi migliori, è improbabile
che possa rivelarsi un’opera tanto migliore. Ad ogni modo, sembra
ormai improbabile che questa versione verrà rilasciata in futuro e
lo stesso Ayer ha affermato di
aver gettato la spugna a riguardo.
Birds of Prey non è un brutto
film
I personaggi di Birds of Prey meritavano di certo di meglio e
il film in generale ha indubbiamente mancato di offrire storie a
loro legate che avessero un effettivo valore. Tuttavia, a parte
questo, non si tratta di un brutto film. Non parliamo ovviamente di
un capolavoro, ma con il 79% su Rotten Tomatoes, è tra i film
meglio recensiti di questo franchise.
Margot Robbie è fantastica, così come la
maggior parte del cast di supporto, ed Ewan McGregor è probabilmente uno dei più
grandi cattivi del DCEU nel ruolo di Maschera Nera. Anche in questo
caso, sono stati commessi degli errori, ma è ingiusto vedere
Birds of Prey spesso classificato, insieme a
film come The
Flash, Suicide
Squad e Wonder
Woman 1984, come il peggiore che il DCEU abbia mai
offerto.
Batman v Superman presenta una
delle più belle scene di combattimento di tutti i tempi
Molti fan della DC non sono riusciti
a dimenticare la scena di “Martha!” in Batman v Superman: Dawn of Justice, ma
sembrano aver dimenticato che il film ha offerto una delle migliori
scene di combattimento mai apparse sullo schermo in un adattamento
di un fumetto. La battaglia tra il Crociato incappucciato e
l’Uomo d’Acciaio è assolutamente epica e fa
un lavoro brillante nel mostrare quanto Batman sia un eccellente
tattico mentre trova abilmente il modo di sopraffare il suo
nemico.
Brutale, dura e come se i fumetti
prendessero vita, l’intera sequenza ancora oggi non riceve
abbastanza credito. Certo, Snyder ha commesso alcuni errori:
Doomsday aveva un aspetto terribile, Superman è stato ucciso e Lex
Luthor era… strano. Tuttavia, la negatività che circonda
Batman v Superman ha reso alcuni
ciechi di fronte alla grandezza che era occasionalmente
offerta.
I DC Studios non hanno ucciso il
DCEU, è stato il DCEU stesso a farlo
Da una certa parte dei fan della DC,
James Gunn, Peter Safran e
gli studi DC nel loro complesso ricevono un sacco di odio in quanto
vengono incolpati di aver distrutto il DCEU con un
reboot che ha gettato via Henry Cavill e
Ben Affleck ma ha mantenuto i piani di Gunn e i membri della
sua famiglia. Sebbene si possa sostenere che l’annuncio del reboot
del DCU all’inizio di un anno che ha visto l’uscita
di quattro film del DCEU sia stato un errore, i DC Studios non
possono essere incolpati della scomparsa di questo franchise.
La Warner Bros, invece, sì. Non c’è
mai stata una visione coesa per questi personaggi, che sono stati
passati di mano in mano più volte nel corso degli anni senza una
vera idea di dove portarli. Blue
Beetle andava bene, ma si potrebbe sostenere che
Wonder
Woman è ancora l’unico film del DCEU veramente grande
e vietato ai minori, in una serie composta da più di una dozzina di
titoli. Non bisogna dunque odiare i DC Studios se il DCEU è morto,
bensì l’idea di questo della Warner Bros.
Joss Whedon ha azzeccato molte cose
in Justice League
Non si può negare che la versione di
Justice
League distribuita nei cinema non sia affatto un film
eccezionale. Tuttavia, è stato tutt’altro che un disastro e
certamente non è stato il pasticcio insopportabile che alcuni fan
hanno descritto negli anni. L’odio per il “Whedon Cut” ha
dato vita al movimento #ReleaseTheSnyderCut e ha costretto la
Warner Bros. a spendere decine di milioni di dollari per completare
la
Zack Snyder’sJustice League.
Quest’ultima è ritenuta superiore,
ma nella versione di Whedon, Superman si comportava davvero come…
beh, Superman! Certo, c’erano alcune battute che facevano
rabbrividire, ma molte delle trovate di Whedon si sono rivelate
azzeccate nella costruzione di determinati eventi e personaggi.
Persino Cavill sembra aver preferito l’approccio del regista di
The Avengers alla versione di Superman proposta da
Snyder.
Il MCU è meglio del DCEU
Mettendo da parte i fumetti e
riferendoci solo a quanto visto sullo schermo, è difficile non
riconoscere che la maggior parte dei supereroi Marvel e anche diversi villain del
MCU si siano dimostrati essere più
interessanti di quelli del DCEU. Naturalmente i
personaggi di quest’ultimo franchise sono incredibili: Superman,
Wonder Woman e Batman sono tutte icone
innegabili. Tuttavia, il problema di questi personaggi – e questo è
il caso della DC da decenni – è che questi Dei tra gli uomini non
sono relazionabili.
I personaggi del Marvel Cinematic Universe sono più
vicini alla realtà, e persino un Dio del Tuono letterale come Thor
è una persona imperfetta e credibile. Per questo motivo, i fan e
gli spettatori abituali graviteranno senza dubbio sempre di più
verso i personaggi della Marvel, con Spider-Man e Hulk che
continueranno a incuriosire ed emozionare più di quanto non faranno
mai Shazam e Aquaman. Certo, il DCU di Gunn potrebbe cambiare quest’aspetto e
offrire delle gradite novità.
L’attore Jason Statham è unanimemente considerato una
delle grandi icone del cinema d’azione. Negli anni si è infatti
affermato grazie a titoli come Crank, Parker, Safe, Blitz, Death Race e il recente
Hobbs & Shaw. A dare
origine alla sua fama è però stato in particolare il film del 2002
The Transporter, dove dà vita ad esperto nel
trasporto di pacchi supersegreti, il quale si ritroverà ben presto
coinvolto in un caso troppo grande per un uomo qualunque, ma non
per lui. Il film è diretto dal regista francese Louis
Leterrier, mentre alla sceneggiatura si ritrovano
Robert Mark Kamen e il celebre Luc
Besson.
All’interno del film si ritrovano
così tutte le caratteristiche di cui Statham è poi diventato un
grande esperto. Dagli spericolati inseguimenti ai combattimenti
coreograficamente spettacolari, da un’inaspettata comicità alla
presenza non scontata di certi sentimenti. Con un budget di circa
20 milioni di dollari, The Transporter è arrivato
a guadagnarne circa il doppio in sala, aumentando poi il proprio
risultato grazie al mercato home video. Un simile successo non ha
solo contribuito a lanciare la carriera del protagonista, ma ha
anche dato vita ad un’intera saga dedicata al concept di questo
primo titolo.
Per tutti gli appassionati di film
d’azione, The Transporter è ancora oggi una
pellicola imprescindibile, ricca di suspence e colpi di scena.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e ai suoi
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di The
Transporter
Protagonista del film è l’ex soldato
delle forze speciali Frank Martin, ora
specializzato nel trasporto di pacchi particolarmente segreti e di
grande valore. In un giorno qualunque egli si trova ad essere
pagato per consegnare una borsa particolarmente grande, promettendo
di non guardare il suo contenuto. Per Frank sembra un incarico come
un altro, ma ben presto si insinua in lui il sospetto che
all’interno del pacco vi sia una persona viva. Infrangendo la sua
promessa, si ritrova così a scoprire con orrore che ciò che temeva
è realtà. All’interno della borsa vi è infatti una giovane ragazza
cinese di nome Lai. Con il suo aiuto, Frank
tenterà allora di risalire al traffico illegale di umani, con
l’intenzione di distruggerlo una volta per tutte.
Il cast del film
Come giù anticipato, ad interpretare
il protagonista vi è l’attore Jason Statham.
Noto per la grande preparazione fisica che dedica ad ogni nuovo
ruolo, questi decise di allenarsi a lungo prima delle riprese al
fine di poter eseguire la maggior parte delle scene più complesse,
senza dover ricorrere a controfigure. Allo stesso modo, è lui in
persona ad eseguire le spericolate acrobazie al volante presenti
nel film. Per recitare in The Transporter, però, egli si
trovò a dover anche imparare attività a lui totalmente nuove. Tra
queste vi è il riuscire ad accendere un auto utilizzando
esclusivamente i cavi del motore, e una serie di pratiche delle
arti marziali, poi sfoggiate nel film.
Accanto a lui, nel ruolo della
giovane Lai, vi è invece l’attrice Shu Qi. Qui al
suo primo film in lingua inglese, l’attrice non conosceva neanche
una parola di questa lingua. Per aiutarla, i produttori le
mandarono la sceneggiatura con grande anticipo, affinché lei
potesse impararla. Al di fuori delle sue battute, però, l’attrice
non riusciva a comunicare con nessuno. Per aiutarla, Statham ha
cercato un modo non verbale per farlo, riuscendo così a stabilire
un feeling con lei. Ad interpretare Darren Bettencourt, a cui la
ragazza è destinata, vi è invece l’attore Matt
Schulze. Per il ruolo, l’attore arrivò a perdere una
grande quantità di peso in breve tempo. L’attore francese
François Berléand interpreta infine il detective
Tarconi.
I sequel di The
Transporter
Dato il buon successo ottenuto dal
film, in particolare con le vendite dell’home video, i produttori
decisero di dar vita a ben due sequel. Nel 2005 è così stato
realizzato Transporter: Extreme,
nel cui cast figura anche Alessandro
Gassmann, mentre nel 2008 è arrivato in sala
Transporter 3. Anche questi
due vantano naturalmente come protagonista l’attore Statham. Nel
2015, invece, è stato realizzato un reboot del primo film.
Intitolato The Trasporter Legacy,
questo vede per protagonista l’attore Ed Skrein. Dal
2012 al 2014 è inoltre andata in onda una serie televisiva dedicata
alla saga, intitolata Transporter: The Series.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire di The Transporter grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Apple TV, Prime Videoe Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 15 aprile alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
La serie Fallout
di Prime Video sta ponendo le basi per una
seconda stagione, e questo è il termine più appropriato da usare
visto il luogo che il finale della prima stagione ha annunciato. La
serie si svolge già in un ambiente significativo dell’universo di
Fallout,
ovvero l’arida regione di quella che un tempo era la California
meridionale. Nel corso della serie vediamo i resti di un altro
nome familiare nel mondo di Fallout,
la Nuova Repubblica Californiana, che sembra essere sfollata o
sciolta dopo che la sua base a Shady Sands è stata distrutta da
Hank MacLean (Kyle MacLachlan).
L’NCR e la sua base di Shady Sands
sono stati introdotti per la prima volta in Fallout 2, aggiungendo un riferimento divertente
e coerente con l’ambientazione della serie nella California
meridionale. Tuttavia, l’organizzazione è probabilmente più nota
per la sua apparizione in un titolo successivo di Fallout,
Fallout: New Vegas. Si tratta di uno dei titoli
più amati di un franchise già molto amato, e finalmente sembra che
con il finale della stagione 1 di Fallout stia ricevendo un
riconoscimento atteso da tempo.
Qual è la storia principale di
“Fallout: New Vegas”?
Fallout: New Vegas
si svolge tra gli eventi di Fallout 3 e
Fallout 4 e presenta una storia che, come molti altri giochi di
Fallout, è per lo più scollegata dalle altre. È
anche l’unico altro gioco principale della serie a seguire un
personaggio che non è nato in un Vault. Al contrario, il
protagonista principale è un Wastelander che viene
coinvolto in una cospirazione selvaggia e tortuosa.
I giocatori vestono i panni del
“Corriere”, un normale fattorino che viene coinvolto in una
bizzarra serie di circostanze. Il Corriere viene rapito da una
banda nota come I Grandi Khan, guidata da un gangster dalla
parlantina saggia di nome Benny (Matthew Perry).
Qualunque cosa il Corriere stesse consegnando quella sera era di
grande importanza, e Benny ringrazia il giocatore per la consegna
con un rapido colpo di pistola alla testa. Miracolosamente, il
Corriere viene trovato da un gentile medico di nome Doc Mitchell
(Michael Hogan) e riesce a guarire dalle ferite.
L’esperienza di pre-morte ispira il Corriere a rintracciare Benny e
a scoprire perché gli hanno sparato.
La ricerca di risposte da parte del
Corriere li porta alla fine nella città di New Vegas, che appare
notevolmente fuori luogo rispetto al resto delle Terre Desolate.
Mentre la maggior parte dei luoghi di interesse degli Stati Uniti è
in rovina, New Vegas sembra praticamente intatta e sembra
addirittura aver conosciuto dei progressi. Il Corriere scopre
presto che l’oggetto che stavano trasportando quella notte era una
fiche di platino che funge da chiave per controllare tutti i
computer e i robot di sicurezza di New Vegas, ed è un oggetto di
cui tutte le principali fazioni del Nevada vogliono entrare in
possesso. Spetta quindi al giocatore decidere il destino di New
Vegas e con chi schierarsi.
Un filantropo di nome Robert House
è la mente dietro New Vegas
La rapida e selvaggia trasformazione
di Las Vegas in New Vegas è in gran parte merito di Robert Edwin
House (René Auberjonois), più comunemente chiamato
“Mr. House”. Prima che le bombe cadessero, House era il fondatore e
amministratore delegato della RobCo Industries, la stessa azienda
responsabile dell’invenzione di prodotti tecnologici altamente
avanzati come il Pip-Boy. Secondo quanto dichiarato dallo stesso
House, egli aveva previsto l’imminente disastro nucleare che
avrebbe inghiottito il Paese e aveva messo in atto le misure
necessarie per proteggere al meglio la città di Las Vegas.
House aveva ragione e riuscì nel suo
intento: Las Vegas riuscì in qualche modo a evitare la completa
distruzione (anche se subì alcuni danni). House portò a termine
questo compito a costo di diventare più macchina che uomo. Si è poi
collegato in modo permanente a un elaborato macchinario che gli ha
permesso di controllare e accedere ai vari sistemi di difesa di Las
Vegas. Sebbene sia riuscito a difendere la maggior parte di Las
Vegas, lo sforzo che la tecnologia ha esercitato sul suo corpo ha
portato House in coma per i decenni successivi.
Quando House si risvegliò, vide con
sgomento che la città, pur essendo ancora tecnicamente stabile, era
stata contaminata da Wastelanders, raiders, mutanti e altro ancora.
Riprese allora il controllo della città e attivò i suoi robot
Securitron per riportare la legge e l’ordine in quella che ora
chiamava “New Vegas“. La creazione di questa nuova
città è avvenuta anche grazie alla collaborazione con diverse
fazioni non proprio rispettabili, soprattutto quelle associate alle
cosiddette Tre Famiglie.
Il finale della stagione 1 di
Fallout codifica il canone di “Fallout: New
Vegas”.
Sin dall’uscita del gioco,
Fallout: New Vegas si è trovato in un insolito
status di semi-canone. Da tempo Bethesda non riconosce più il gioco
in modo significativo, forse perché il gioco è stato sviluppato da
Obsidian Entertainment e non da Bethesda Game Studios. Inoltre, a
differenza di altri giochi, non è diventato esplicitamente chiaro
quale dei tanti finali del gioco sia quello canonico. Dato il modo
in cui si conclude la Stagione 1 di Fallout,
il gioco sembra essere codificato come canonico in modo definitivo
(anche se, a dire il vero, non c’è mai stata un’indicazione
esplicita che il gioco non fosse canonico in partenza). Sono molto
più sostanziali di semplici cenni e riferimenti, come la sequenza
in cui vediamo due individui vestiti con l’equipaggiamento da
Ranger dell’NCR. La stessa armatura si vede nell’iconica box art di
Fallout: New Vegas.
Innanzitutto, abbiamo potuto vedere
Mr. House (interpretato da Rafi Silver) in carne e
ossa durante la scioccante sequenza di flashback nel finale della
prima stagione. La sequenza rivela già in modo sorprendente che la
Vault-Tec e le sue aziende associate sono direttamente responsabili
delle bombe atomiche che hanno travolto gli Stati Uniti. Tuttavia,
questa sequenza aggiunge anche un’importante sfumatura al
personaggio di Mr. L’idea che abbia “previsto” il crollo può essere
vera, ma questa scena dimostra che era direttamente e
implicitamente a conoscenza dell’imminente disastro nucleare.
L’idea che abbia “salvato” Las Vegas sembra ora meno eroica e più
un tentativo tipicamente vano di convincere gli abitanti di New
Vegas del suo potere.
Un accenno ancora più esplicito a
Fallout: New Vegas si ha quando Hank, ora
rivelatosi un agente segreto della Vault-Tec, si dirige verso la
città principale. Si tratta di una diretta allusione al fatto che
New Vegas sarà un luogo importante se Fallout
dovesse essere rinnovata per una seconda stagione. Ciò significa
anche che potremmo finalmente scoprire quale finale del gioco, se
esiste, è considerato quello canonico. Detto questo, poiché
sappiamo che Hank detesta tutto ciò che riguarda il mondo di
superficie, probabilmente si sta dirigendo verso la famigerata
città nella speranza di trovare House, visto che l’ex
amministratore delegato della RobCo era in combutta con la
Vault-Tec.
Glass
di M. Night Shyamalan si è rivelato una
particolare conclusione di una trilogia sui generis, che partendo
da
Unbreakable – Il Predestinato del 2000, passa per
Split (2017) e arriva a questo film, del 2019, che mette
insieme i protagonisti dei film precedenti e li costringe a un
confronto.
Ricco di ispirazioni e riferimenti,
Glass
è un film particolarmente denso di significati, un film che
andrebbe visto più volte per poterne cogliere ogni dettaglio.
Disponibile su Sky e in streaming su NOW,
il film del regista di Philadelphia contiene moltissimi segreti, e
di seguito vi elenchiamo quelli più interessanti.
Night Shyamalan
compare in ogni suo film, ha sempre una parte, piccola o grande in
ogni storia che racconta. In Glass,
appare nel negozio di sicurezza di David Dunn e parla con Joseph,
suo figlio. Sebbene l’intero scambio possa sembrare insolito e
fuori luogo, fornisce un interessante collegamento con Unbreakable.
Shyamalan dice a Joseph che frequentava lo stadio in cui Dunn
lavorava come addetto alla sicurezza e all’epoca “faceva cose
losche”. Scopriamo così che si tratta dello stesso personaggio che
nel film del 2000 David fa uscire dalla fila prima della partita
perché sente che ha qualcosa che non va (è, infatti, armato).
Il personaggio di Shyamalan dice
anche a Joseph che qualcuno nel suo edificio è stato assassinato,
il che è un riferimento al suo cameo in Split. In questo film, Shyamalan ha
interpretato Jai, la guardia di sicurezza che ha aiutato la
dottoressa Fletcher a spiare Kevin mentre mangiava delle deliziose
ali di Hooters. Fletcher è la vittima dell’omicidio a cui si
riferiva.
I riferimenti DC e Marvel
Dal momento che è un film di
supereroi, Glass ha
fatto degli omaggi ai più grandi fumetti di supereroi di tutti i
tempi. Il riferimento alla Marvel appare ogni
volta che il film menziona la Torre di Osaka. Durante le notizie e
gli annunci sull’edificio, questo viene sempre definito “a real
‘Marvel’
(una vera meraviglia)”.
La verità, però, è che Glass
sembrava preferire i fumetti DC dal momento che ci sono
molti più riferimenti a questo marchio. All’inizio del film, Dunn
segue due uomini che si riprendono mentre picchiano uno sconosciuto
a caso. Quando uno degli uomini abbatte la vittima, urla “SUPERMAN
PUNCH!”,il nome di una tecnica di attacco comune a molte arti
marziali, che prende il suo nome proprio dall’Uomo
d’Acciaio.
Inoltre, alla fine del film, quando
la dottoressa Ellie Staple sta camminando per il negozio di
fumetti, si notano chiaramente le pubblicità per il Batman di Adam
West e si può ascoltare l’iconica sigla dello show televisivo in
sottofondo. Ci sono anche molti Funko Pop nel negozio, tra cui il
Pinguino, nemico di Batman, e
Nebula dei
Guardiani della Galassia (Marvel).
Infine, le cheerleader che l’Orda
cattura per nutrire la Bestia all’inizio del film indossano delle
divise con le lettere CHS. Si tratta probabilmente di un
riferimento alla Central High School di Philadelphia, ma potrebbe
anche essere un riferimento alla Central City High School, dove il
Flash di
Barry Allen è andato a scuola.
I colori di Glass “parlano”
Credit: JESSICA KOURKOUNIS/UNIVERSAL
Night Shyamalan ha rivelato di aver
evidenziato ciascuno dei personaggi principali del film con un
certo colore per rappresentare l’arco del personaggio e il suo
viaggio durante il film. David Dunn è associato al colore verde per
via delle sue doti vivificanti, a Kevin Wendell Crumb è dato il
colore giallo perché è associato alle cerimonie religiose, e Mr.
Glass è collegato al colore viola perché sta ad indicare la sua
connessione con la regalità.
Durante il film si nota che questi
colori appaiono riflessi anche negli abiti e negli effetti
personali dei tre personaggi, quando sono paziente al Raven Hill
Memorial Psychiatric Hospital. David indossa il verde, Crumb
indossa il giallo (a volte con uno scialle giallo) e Glass indossa
il viola insieme a una coperta viola. Anche la dottoressa Ellie
Staple indossa una miscela di questi colori per tutto il tempo
trascorso in ospedale.
I colori sono più brillanti e più
evidenti quando i personaggi credono nei loro poteri sovrumani e
più opachi quando i pazienti iniziano a dubitare di se stessi e ad
accettare la diagnosi psicologica della dottoressa Ellie Staple.
Questo è il motivo per cui c’è un’esplosione di viola alla fine del
film quando la mamma di Elijah riceve i video di suo figlio. Le
tende sono viola e lasciano entrare una luce che preannuncia che i
poteri di Elijah, David e Kevin stanno per essere condivisi con il
mondo. Poi, quando vediamo Casey, Joseph e la signora Price alla
stazione ferroviaria che guardano i loro video che si diffondono
nel mondo, indossano ciascuno i colori dei loro cari: Casey è
vestita di giallo, Joseph è vestito di verde e la Signora Price di
viola.
Infine, i colori si riflettono
anche nel negozio di fumetti che Casey e Joseph visitano per
saperne di più sui poteri della persona con cui hanno un legame.
Quando Casey compra il suo libro, il negoziante lo mette in una
borsa viola, il che sottolinea la sua fede in ciò che Mister Glass
ha sempre detto. Ma se guardiamo bene la stanza del negozio, ci
accorgiamo che è decorata in viola e verde e c’è un cartello viola
che dice “Villains” e un cartello verde che dice “Heroes”, in
riferimento, rispettivamente a Glass e a Dunn.
La dottoressa Ellie Staple è stata
menzionata a Split
Potrebbe suonare strano che la
dottoressa Ellie Staple conosca così tanto l’Orda e gli eventi
raccontati in Split.
Tuttavia, ha questa conoscenza perché è stata effettivamente citata
nel film precedente. Quando Dennis, nei panni di Barry, chiede alla
sua psichiatra, la dottoressa Karen Fletcher, cosa
gli succederebbe se lei dovesse morire, lei risponde: “Se mai
dovesse succedermi qualcosa, ho preso accordi con un collega di
Baltimora che prenderà il mio posto”.
Proprio la dottoressa Ellie Staple
è la collega di Baltimora e quindi è naturale che abbia accesso
alle note cliniche della dottoressa Fletcher, persino alla nota che
ha lasciato con il nome completo di Kevin.
Il fumetto di The Whisperman
Mentre la maggior parte dei fumetti
presenti in Glass sono realmente esisti, quello che
Joseph ritira al negozio è stato realizzato appositamente per
il film. Intitolato The Whisperman, questo fumetto è stato
pensato per apparire come se fosse un fumetto sviluppato tra gli
anni ’80 e ’90 per riflettere la trama del film. Presentava un
personaggio interamente inventato di nome Whisperman che era una
specie di supercriminale manipolatore con un intelletto superiore,
un personaggio creato affinché fosse un esempio per illuminare il
personaggio di Mister Glass, mostrando a lui la strada.
I fumetti nel negozio rappresentano
ogni personaggio del film
Nelle scene ambientate nel negozio
di fumetti in cui vanno Casey e Joseph, ci sono diversi fumetti che
vengono messi in evidenza e portati in primo piano sulla scena.
Quando Casey sta parlando con il proprietario del negozio, ci sono
tre fumetti sul bancone. Uno è The Secret Voice che
racconta di monaci con poteri psichici e un titolo che fa
riferimento all’Orda. C’è anche un numero di Tales to Demolish #1:
The Glacier, che ha un titolo che fa riferimento ai poteri di David
e una trama che parla di un incidente d’auto e cadute nell’acqua
ghiacciata, proprio come la storia delle origini di David. Non si
distingue bene il terzo fumetto sullo scaffale, ma molto
probabilmente fa riferimento a Glass.
Ci sono anche fumetti disposti nel
mezzo del negozio se ci soffermiamo un po’ di più sulla scena di
Joseph nel locale. Possiamo vedere The Legion of Regretable
Supervillains e The League of Regretable
Superheroes che rappresentano chiaramente ciascuno dei
personaggi principali del film.
Flashback della fiera di
Glass
Quando Mr. Glass si siede per il
suo “intervento chirurgico”, la sua mente vaga e vediamo un
flashback di un giovane Elijah che si allontana di soppiatto per
fare un giro pericolosamente divertente su una giostra. Questa
scena era in realtà una scena eliminata da Unbreakable che è stata
riproposta per Glass.
Secondo M. Shyamalan, ci sono voluti due giorni per girare la
scena, ma alla fine era stata considerata troppo out of character
rispetto al resto del film.
Questa non è l’unica scena che è
stata riproposta per Glass. In
un’altra scena, vediamo David entrare nella camera da letto di suo
figlio e Joseph che dice di conoscere l’identità segreta di suo
padre. Questa scena è stata girata anche per Unbreakable e doveva
essere proposta dopo che Joseph ha visto suo padre sollevare
un’incredibile quantità di pesi.
La fine del film
La fine del film vede giungere in
convergenza una serie di elementi, cinematografici e narrativi, che
hanno contribuito a coronare la chiusura che Shyamalan voleva per
Glass. In
Unbreakable, quando Dunn inizia a credere nei suoi poteri,
Elijah gli dice di andare dalle persone. Quindi si dirige alla
stazione ferroviaria e si trova tra la folla per mettere alla prova
i suoi poteri e trovare qualcuno da salvare. Pertanto, ha
perfettamente senso che Casey, Joseph e la signora Price si
dirigano alla stazione ferroviaria per guardare i filmati che
mostrano a tutti gli effetti i poteri di questi singolari
personaggi, alla fine del film.
Anche la stazione ferroviaria
stessa è significativa in tutti e tre i film. L’incidente
ferroviario causato da Mr. Glass è stato il momento che ha aiutato
sia David Dunn che Kevin Wendell Crumb ad abbracciare i loro
poteri. Pertanto, è stato naturale per Glassterminare
il viaggio dei personaggi alla stazione ferroviaria.
Se si osservano attentamente agli
abiti di Casey, Joseph e Ms. Price mentre sono seduti alla
stazione, si nota anche che, come accennato prima, indossano i
colori associati a ciascuno dei loro cari. Casey indossa il colore
giallo di Crumb, Joseph indossa il verde di Dunn e la signora Price
indossa il viola di Elijah. Questo rappresenta il fatto che i
sopravvissuti si sono assunti la responsabilità dei poteri dei loro
cari perduti in modo da poter sistemare le cose nel mondo.
Alla luce di queste informazioni,
l’unica cosa che resta da fare è riguardare Glass,
disponibile su Sky e in streaming su NOW, per
poter finalmente cogliere tutti i riferimenti nascosti del
film.
Rebecca Ferguson ha rivelato di aver ricevuto
una tonnellata di telefonate da parte di precedenti co-protagonisti
dopo aver rivelato pubblicamente di rimproverato un attore
sconosciuto (all’epoca dei fatti) per averla fatta piangere sul
set.
Durante una recente apparizione al
The Jess Cagle Show di SiriusXM (via Variety), la star di Dune: Parte
Due ha rivelato di aver ricevuto diverse telefonate da
parte di precedenti co-protagonisti, ma non sembra essersene
preoccupata più di tanto.
“Ho ricevuto telefonate da
fantastiche co-star con cui ho lavorato che mi dicevano: “Capisci
quello che hai fatto, vero?“”. Ha detto Rebecca Ferguson. “E io ho pensato: ‘Oh
mio Dio. No, non ci avevo pensato’. Voglio dire, non è una mia
responsabilità, ad essere onesti. Non mi interessa davvero. Sai,
‘Sei grande, ma la mia storia è la mia storia, e se sei una brava
persona, allora non preoccuparti‘”.
Rebecca Ferguson ha anche precisato che la sua
intenzione non era quella di far capire alla gente a chi si stesse
riferendo, ma piuttosto di sottolineare un momento importante della
sua carriera.
“In primo luogo, sì, mi è
piaciuta la presa“, ha detto Rebecca Ferguson. “Ma quello che ho
capito, anche all’età che ho adesso, è che non importa. Io sono me
stessa. Penso di essere molto più aperta. So anche quali sono i
miei limiti. Ma lo scopo dell’intervista non era quello di trovare
la persona – naturalmente, le persone saranno interessate. Ma ero
entusiasta della domanda, che era un’ottima domanda di [Josh
Smith]. Perché il punto era: C’è un momento della tua carriera in
cui sei stato trattato in modo tale da cambiare la tua decisione –
è così che l’ho formulata in me stessa – in cui vuoi un cambiamento
o non lo accetti? Ed è stato un momento così chiaro per me lavorare
con questa persona“.
In precedenza, Rebecca
Ferguson
aveva criticato un attore sconosciuto per la sua maleducazione
sul set. I commenti di Rebecca Ferguson sono arrivati durante
un’apparizione al podcast Reign with Josh Smith, dove ha rivelato
che all’inizio di quest’anno ha partecipato a un film con un
co-protagonista “assolutamente idiota” che era così
arrabbiato sul set da portarla alle lacrime. Alla fine, ha
raccontato Rebecca Ferguson, ha affrontato la star.
“Ho fatto un film con un
co-protagonista assolutamente idiota e questo essere umano era così
insicuro e arrabbiato perché non riusciva a far uscire le
scene“, ha detto la Ferguson nel podcast. “E credo di essere
stato così vulnerabile e a disagio da farmi urlare contro e
piangere mentre uscivo dal set”.
“Questa persona mi guardava
letteralmente davanti a tutta la troupe e mi diceva: ‘Ti definisci
un attore? È con questo che devo lavorare?“. Sono rimasto
lì a piangere. Poiché questa persona era la numero uno nel registro
delle chiamate, non c’era nessuna rete di sicurezza per me. Nessuno
mi guardava le spalle“.
I commenti hanno rapidamente
mandato in delirio i fan, molti dei quali hanno cercato di capire
chi fosse. Anche le star sono intervenute sui social media, con
Dwayne Johnson, co-protagonista di Rebecca Ferguson in Hercules, che volveva
scoprire chi è stato.
Presentato in anteprima italiana al
Far East Film Festival 2022 e al Florence
Korea Film Fest, il film sudcoreano Fuga da
Mogadiscio è basato su una storia vera nonché su uno dei
rarissimi casi in cui, in quasi ottant’anni di conflitto,
le due Coree si sono trovate a collaborare.
Diretto da Ryu Seung-wan il film – a partire da
questa storia – offre dunque spunti di riflessione su temi come la
solidarietà umana e il potere della collaborazione anche tra nemici
dichiarati. Si pone così in luce la determinazione dell’animo umano
di fronte alle avversità più gravi, offrendo di conseguenza un
racconto che pur affrontando uno specifico episodio risulta essere
più attuale e universale che mai.
Le riprese esterne del film si sono
svolte tra Mogadiscio in Somalia e alcune località del Marocco ed
ha dunque anche il pregio non solo di mostrare i veri luoghi dove
ebbero luogo i reali eventi di cui si parla, ma anche di portare
alla luce un particolare caso di quel conflitto che ribadisce ancor
di più come in caso di guerra non ci sono differenze che
impediscano anche a chi di solito è nemico di aiutarsi. In quanto
portatore di tutti questi valori, il film è poi stato Candidato
della Corea del Sud per la nomination come miglior film straniero
agli Oscar 2022, senza però arrivare alla cinquina di
finalisti.
Si tratta di un film da non perdere
assolutamente, non solo per chi è amante delle opere coreane ma in
generale per ogni spettatore, che ritroverà qui una storia ricca di
umanità e grandi emozioni. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Fuga da
Mogadiscio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast
di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Fuga da Mogadiscio
A Mogadiscio, capitale della
Somalia, nel 1991 si svolge una sanguinosa guerra civile tra i
ribelli, intenzionati a mettere fine al trentennale regime
dittatoriale del presidente Mohammed Siad Barre, e
le truppe fedeli a quest’ultimo. I guerriglieri, convinti che
alcune ambasciate di paesi stranieri stiano appoggiando Barre,
minacciano di attaccare le sedi diplomatiche di Mogadiscio.
Protagonisti del film sono dunque Han Shin-Sung,
ambasciatore della Corea del Sud, intrappolato insieme a sua moglie
nell’edificio dell’ambasciata del suo paese; e Kang
Dae-Jin, consigliere presso l’ambasciata nordcoreana la
cui sede è sotto minaccia dei ribelli.
Per entrambi, l’unica possibilità di
salvezza è di mettere momentaneamente da parte le loro storiche
divisioni politiche e di unire le loro forze per tentare di
attraversare la città devastata dalla guerra e mettersi al sicuro
insieme ai famigliari e colleghi. I “nuovi alleati”, che per il
solo fatto di essersi tesi la mano rischiano ora l’accusa di
diserzione da parte dei loro rispettivi governi, hanno assoluto
bisogno dell’aiuto di un paese terzo e in questo, l’intervento
italiano, coordinato dall’ambasciatore Mario Sica
si rivelerà decisivo per la fuga.
Il cast di attori del film
Il cast di Fuga da
Mogadiscio include attori come Kim
Yoon-seok – attore noto per The Chaser e 1987
– When The Day Comes – nel ruolo di Han Shin-sung, eIn-Sung
Jo – recentemente visto nella serie Una famiglia in
fuga – in quello di Kang
Dae-jin. HuhJoon-ho
interpreta Rim Yong-su, mentre Koo Kyo-hwan è Tae
Joon-ki e Kim So-jin è Kim Myung-hee.
ParkMyung-hoon interpreta Bae
Yeong-sook, mentre Kim Jae-hwa interpreta Jo
Soo-jin. Nel ruolo dell’ambasciatore italiano Mario Sica, invece,
si ritrova l’attore Enrico Ianniello, celebre in
particolare per aver interpretato il commissario Nappi nella
fiction A un passo dal cielo ma visto anche in
Il giorno più bello del mondo.
La storia vera dietro il film
La battaglia di
Mogadiscio fu uno scontro di vaste proporzioni svoltosi
nella capitale somala tra il 3 ed il 4 ottobre del
1993, nel corso dell’operazione Restore Hope. Questa
operazione, iniziata sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha visto il
susseguirsi di svariati scontri a fuoco di elevata intensità, che
hanno coinvolto truppe statunitensi, pakistane, malesi e di altre
nazioni partecipanti all’operazione. Due anni prima di questa
battaglia vera e propria, però, nel 1991 si
chiudese il lungo periodo di potere del generale Siad
Barre. Tale periodo perdurava dal 1969, anno nel quale un
colpo di Stato aveva condotto il paese ad una organizzazione
sociale e statale stabile, anche se sotto la forma di una
dittatura.
Ad essa si sostituiva un periodo di
instabilità e di scontri tra varie fazioni armate su base tribale,
controllate da signori della guerra locali, nessuna delle quali in
grado di prevalere sulle altre. Tra le varie situazioni che si
verificarono nel paese vi è dunque quella della cooperazione tra
gli ambiasciatori delle due coree e i rispettivi dipendenti.
“Nella realtà, le persone del Sud e del Nord hanno trascorso
insieme oltre 12 giorni. Ma dal momento che per raccontare la
storia io avevo solo due ore, che è quanto dura la maggior parte
dei film, dovevo comprimere gli eventi“, ha spiegato il
regista in un’intervista rilasciata a
L’Espresso.
“Nella realtà, le due parti si
incontrano all’aeroporto, e quando l’ambasciatore sudcoreano
convince quello del Nord, si recano all’ambasciata sudcoreana per
stare insieme prima della fuga. Io ho accorciato questa situazione,
e ho ridotto il tempo che hanno passato insieme, perché
concentrarsi sulle situazioni individuali avrebbe dato meno tempo
per esprimere la psicologia dei personaggi. Per questo ho
semplificato la situazione e mi sono concentrato sull’espressione
degli stati d’animo”. Il regista ha dunque modificato
parzialmente la situazione, andando però in ogni caso a raccontare
la cooperazione tra questi “nemici giurati” che ha permesso loro di
salvarsi.
Il trailer di Fuga da
Mogadiscio e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 15 aprile alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Il trailer della seconda stagione
di Outer Range rivela il ritorno della serie
western fantascientifica di Prime
Video, guidata dall’attore candidato all’Oscar
Josh Brolin nel ruolo del protagonista
Royal Abbott.
“Outer Range è incentrata su Royal Abbott (Josh Brolin), un
rallevatore che lotta per la sua terra e la sua famiglia, che
scopre un fenomeno insondabile ai margini della natura selvaggia
del Wyoming, sotto forma di un vuoto oscuro“, si legge nella
sinossi ufficiale.
Cosa c’è da sapere su Outer Range Stagione 2
“Nella seconda stagione, Royal
e sua moglie Cecelia lottano per tenere unita la loro famiglia dopo
l’improvvisa scomparsa della nipote”, si legge nella sinossi
ufficiale. “La posta in gioco non è mai stata così alta per gli
Abbott, che ora devono affrontare minacce su più fronti. La seconda
stagione di Outer Range spinge i suoi personaggi sempre più nel
vuoto con circostanze profonde e impreviste che potrebbero scuotere
le fondamenta del tempo stesso“.
Oltre a Josh Brolin, che farà il suo debutto alla
regia nel penultimo episodio della seconda stagione, il cast
comprende anche Imogen Poots (Baltimora), Lili Taylor
(Manhunt), Tamara Podemski (Reservation Dogs), Lewis Pullman
(Lezioni di chimica), Tom Pelphrey (Ozark), Noah Reid (Schitt’s
Creek), Shaun Sipos (Reacher), Isabel Arraiza (Le piccole cose), Olive
Abercrombie (The Haunting of Hill House) e Will Patton (Horizon: An
American Saga).
La seconda stagione di
Outer Range è prodotta dai produttori esecutivi
Charles Murray,
Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Ernest McNealey, Josh
Brolin, Tony Krantz, Heather Rae e Jon Paré.
Dopo aver realizzato nei primi anni
del nuovo Millennio film come Mystic River,Million Dollar Baby e Gran Torino, il regista premio Oscar Clint Eastwood si è concentrato tra il 2011 e
il 2019 a dar vita ad alcuni film incentrati sulle vite di quelli
che lui considera dei veri e propri eroi americani. Fanno parte di
questa categoria titoli come J. Edgar,
American Sniper,Sully,Ore 15:17 – Attacco al treno e Richard
Jewell (qui
la recensione). Quest’ultimo, uscito in sala proprio nel 2019,
è forse tra tutti il caso più esplicito di film con cui Eastwood
critica il sistema dei media e difende l’uomo comune che si rivela
eroe.
Il film si basa sull’articolo di
Vanity Fair del 1997 “American Nightmare: The Ballad of Richard
Jewell” di Marie Brenner e sul libro del 2019
“The Suspect: An Olympic Bombing, the FBI, the
Media, and Richard Jewell, the Man Caught in the Middle”, di
Kent Alexander e Kevin Salwen. A
partire da queste fonti, lo sceneggiatore Billy
Ray – anche noto per aver scritto il film Captain Phillips – Attacco in mare aperto, a sua volta
tratto da una storia vera – pone nuovamente sotto i riflettori
la vicenda di Jewell, donando nuova giustizia ad una vittima dei
tribunali mediatici.
Si tratta dunque di un film da non
perdere, tra i migliori diretti da Eastwood negli ultimi anni.
Grazie al suo passaggio televisivo, è ora possibile riscoprirlo e
riscoprire tutta la forza del suo messaggio. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Richard
Jewell. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Kathy Bates, Sam Rockwell, Paul Walter Hauser in Richard Jewell.
Foto di Claire Folger.
La trama e il cast di
Richard Jewell
Protagonista del film è Richard
Jewell, una guardia di sicurezza che trova un ordigno
esplosivo durante un evento delle Olimpia estive del 1996 ad
Atlanta. Il suo tempestivo intervento salva numerose vite,
rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, egli diventa il sospettato
numero uno dell’FBI, diffamato sia dalla stampa che dalla
popolazione. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro il
sistema Watson Bryant, Jewell professerà con
fermezza la propria innocenza. Ma Bryant scopre di doversi
scontrare con i poteri combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per
scagionare il suo cliente e la lotta per ottenere giustizia si
rivelerà più accesa del previsto.
Ad interpretare Richard Jewell vi è
l’attore Paul Walter Hauser, visto anche in
Tonya, il
quale per assume tale ruolo ha seguito una dieta per guadagnare 11
chili. Accanto a lui, nel ruolo dell’avvocato Watson Bryan vi è
invece il premio Oscar Sam Rockwell. Originariamente, Leonardo DiCaprio e Jonah Hill erano stati coinvolti nel progetto
per interpretare Watson e Richard, ma hanno poi rinunciato per via
di altri impegni. Tuttavia, sono entrambi produttori esecutivi del
film. La premio
Kathy Bates interpreta Bobi Jewell, madre di Richard,
mentre Jon Hamm, noto per la serie Mad
Men, è l’agente dell’FBI Tom Shaw.
Olivia Wilde è la giornalista Kathy Scruggs.
La storia vera dietro il film
Il Centennial Olympic
Park è stato l’epicentro delle festività olimpiche ad
Atlanta nell’estate del 1996. La notte del 27
luglio, una folla di migliaia di persone si riunì per
godersi un concerto notturno. Richard
Jewell, che lavorava come guardia di sicurezza alle
Olimpiadi, scoprì però uno zaino verde sotto una panchina poco dopo
la mezzanotte. Questo conteneva una bomba a tubo piena di chiodi e
viti. Dopo aver scoperto lo zaino, Jewell, insieme ad altre guardie
di sicurezza, ha iniziato a liberare l’area circostante la bomba
mentre aspettavano che gli artificieri la diffondessero. Quando la
bomba esplose, uccise Alice Hawthorne, una madre
che era lì con sua figlia.
Più di cento altre persone sono
rimaste ferite ma si ritiene che le azioni di Jewell abbiano
salvato molte vite e impedito decine di altri feriti. Inizialmente
salutato come un eroe per aver trovato la bomba e salvato molti
degli spettator, la percezione nei confronti di Richard Jewell è
cambiata dopo solo tre giorni, quando il giornale della sua città
natale, The Atlanta Journal-Constitution, ha
riportato la notizia che la F.B.I. stava trattando Jewell come un
potenziale sospetto, “l’F.B.I. sospetta che la guardia
dell’eroe possa aver piazzato una bomba”. Ben presto, la
notizia venne riportata da numerosi altri notiziari in tutto il
paese.
Paul Walter Hauser in Richard Jewell. Foto di Claire
Folger.
Come narrato nel film, venne
riportato che Jewell era un ufficiale delle forze dell’ordine
fallito che ha piazzato egli stesso la bomba in modo che potesse
scoprirla e diventare l’eroe. Dettagli del suo passato vennero poi
utilizzati per alimentare le voci sulla sua presunta megalomania.
In generale, è stato descritto dai media come un uomo sovrappeso
senza qualità che viveva ancora con sua madre mentre sognava di
trovare successo nelle forze dell’ordine. Non aiutò il fatto che
Richard Jewell aveva una collezione di armi e due granate che aveva
acquistato in un negozio di forniture militari da usare come
fermacarte.
Richard Jewell non è però mai stato
ufficialmente accusato. Tuttavia, ha subito un brutale “processo”
da parte dei media, che hanno sensazionalizzato la storia e lo
hanno reso il loro principale sospettato. Come visto nel film, la
cosa ha rovinato la sua reputazione e danneggiato sia la sua
carriera che la sua vita personale. Jewell si rivolse a questo
punto all’avvocato del sud Watson Bryant, un
vecchio amico con cui però non parlava da anni, affinché lo
aiutasse nel relazionarsi con l’FBI. Ci sono voluti 88 giorni
all’F.B.I. per rimuovere ufficialmente il nome di Jewell dalla
lista dei sospettati. Il vero attentatore, Eric Robert
Rudolph venne poi catturato il 31 maggio 2003.
Solo nel 2005 il nome di Richard
Jewell fu però completamente riabilitato, ovvero quando il vero
attentatore rilasciò una dichiarazione che descriveva la sua
motivazione politica per l’attentato. Per Jewell, però, era ormai
troppo tardi. Fece causa ai giornali che lo avevano diffamato,
ottenendo in alcuni casi dei risarcimenti e divenne vicesceriffo
nella contea di Meriwether, in Georgia, posizione che mantenne fino
alla sua morte, avvenuta prematuramente il 29 agosto 2007 a 44 anni
a causa di un’insufficienza cardiaca dovuta a complicazioni del
diabete di tipo 2. Sua madre, Bobi Jewell, ritiene
che lo stress causato dal suo calvario abbia contribuito alla sua
morte.
Il trailer di Richard
Jewell e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Richard
Jewell grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 15
aprile alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Syfy ha diffuso il
trailer ufficiale di Reginald the Vampire 2, la
seconda stagione di Reginald the Vampire, il
prossimo ciclo di episodi della commedia soprannaturale con
protagonista Jacob Batalon di
Spider-Man: No Way Home.
Il video mette in evidenza la
prossima sfida che Reginald dovrà affrontare quando l’esistenza
della comunità dei vampiri sarà minacciata da un angelo che intende
spazzarli via del tutto. Spetta a Reginald farsi avanti e diventare
l’eroe di cui hanno bisogno. La prossima puntata è prevista per l’8
maggio negli USA.
“Reginald Andres ha finalmente
messo insieme la sua vita, quando è stato trasformato in un
vampiro. Sebbene non rientri nelle aspettative stereotipate
dell’aspetto di un vampiro – non è cesellato o classicamente bello
– Reginald ha trovato il suo posto tra un’improbabile coorte che
comprende il vampiro figo che lo ha generato, l’ex capo dei vampiri
diventato un inaspettato alleato (o forse lo è?) e la sua
collega/ex fidanzata. Una serie con molto cuore e abbastanza
sangue, Reginald the Vampire dimostra che la vita da non-morto è
complicata quanto la vita stessa“, si legge nel titolo della
seconda stagione.
Chi è coinvolto in Reginald the Vampire 2?
Basata sulla serie di libri di
Johnny B. Truant, Reginald the Vampire è prodotta
esecutivamente dallo showrunner Harley Peyton, Jeremiah
Chechik, Todd Berger, Lindsay Macadam, Brett Burlock e Peter
Emerson. La serie è interpretata anche da Em Haine
(Chilling Adventures of Sabrina), Mandela Van Peebles (Mayor of Kingstown), Savannah Basley
(SurrealEstate) e altri ancora. È una produzione di Great Pacific
Media Inc., Modern Story Company, December Films e Cineflix
Studios.
Apple TV+
ha annunciato oggi Hollywood Con Queen, la nuova
avvincente docuserie in tre parti del regista vincitore dell’Emmy
Chris Smith (“Tiger King“,
“Fyre“, “100 Foot Wave“) in arrivo l’8
maggio.
Basata sul reportage originale del
giornalista investigativo Scott Johnson e sul suo
libro pubblicato da Harper Collins intitolato
“Hollywood Con Queen: The Hunt for an Evil Genius“, la
docuserie esplora la storia scioccante di una delle più grandi
truffe di Hollywood.
La trama di Hollywood Con
Queen
Una misteriosa figura
soprannominata “Con Queen” impersona le donne più
potenti dell’industria dello spettacolo, attirando ignare vittime
in Indonesia con la promessa di un’opportunità di carriera che
cambierà la loro vita. I malcapitati caduti nella
trappola della “Regina della truffa” investono
ingenuamente le proprie finanze personali alla ricerca di una
grande occasione, mentre vengono sfruttati e trascinati in un
perverso gioco psicologico che si estende a tutto il mondo. La
truffa attira l’attenzione del giornalista investigativo veterano
Scott Johnson di The Hollywood Reporter e dell’investigatrice
privata Nicole Kotsianas, ex K2 Integrity, che si mettono sulle
tracce della verità, scoprendo una storia più strana di quanto
potessero immaginare.
Hollywood Con Queen è prodotto per Apple
TV+ da Library Films, con Chris Smith come regista e produttore
esecutivo insieme al produttore esecutivo Ben Anderson. Scott
Johnson è il produttore consulente.