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Box office: Indiana Jones mantiene il primo posto

Indiana Jones e il quadrante del destino

Per la seconda settimana consecutiva Indiana Jones ed il quadrante del destino scala le classifiche del box office, stabilendosi al primo posto! Il film incassa altri €294.975 a fronte di un totale di più di 4 milioni di euro dalla sua uscita nelle sale italiane lo scorso 28 giugno. Secondo classificato è Elemental, nuovo film Disney Pixar, il quale incassa €160.784 su un totale di 4 milioni di euro. Al terzo posto per incassi ritroviamo una pellicola nuova nei cinema: si tratta di Insidious – La porta rossa, quinto ed ultimo capitolo della saga cinematografica horror. Il film incassa €123.021 nel solo fine settimana.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto nella classifica incassi, come riportato da Cinetel, abbiamo altre due pellicole nuove nelle sale: Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli, film d’animazione prodotto dalla Dreamworks Animation, e Hypnotic, thriller con Ben Affleck. Il primo incassa €107.892 nel week end, stabilendo un certo stacco con Hypnotic, che incassa soli €33.709.

Sesto e settimo classificato sono i due supereroi del momento: Spider-Man: Across the Spider-Verse, secondo capitolo della nuova saga sull’eroe Marvel, e The Flash, pellicola sul personaggio della DC Comics. Spider-Man incassa €27.803 a fronte di un totale di più di 6 milioni di euro, mentre The Flash ha un guadagno di €26.663 con poco più di 2 milioni e mezzo di euro di incassi dalla sua uscita nei cinema il 15 giugno.

Ottavo classificato è Ponyo sulla scogliera, film di animazione giapponese prodotto dal famoso Studio Gibli e riportato nei cinema dopo 15 anni dalla sua prima uscita. La pellicola incassa €26.401. Nelle ultime due posizioni ritroviamo Rapito, film italiano di Marco Bellocchio, e La Sirenetta, live action sulla nota principessa Disney. Rapito incassa €17.847 nel week end a fronte di un totale di poco più di 1 milione e mezzo di euro, mentre La Sirenetta incassa €17.196 su un totale di quasi 12 milioni di euro dalla sua uscita il 24 maggio.

 
 

Barbie: le prime reazioni lodano il film di Greta Gerwig con Margot Robbie

Barbie Margot Robbie Ryan Gosling

Le prime reazioni sui social media al film di Barbie stanno prendendo d’assalto Internet. La commedia, diretta da Greta Gerwig da una sceneggiatura che ha scritto lei stessa insieme a Noah Baumbach, arriverà nelle nostre sale il 20 luglio, proponendo come noto Margot Robbie nei panni di Barbie e Ryan Gosling in quelli di Ken nel loro viaggio nel mondo reale dopo che Barbie è stata esiliata per malfunzionamento e non si è comportata nel modo perfetto previsto dall’idilliaca Barbieland.

Ora a seguito della premiere, le prime reazioni al film sono state condivise sui social media, meno di due settimane prima della data di uscita ufficiale di Barbie. I critici e gli esperti culturali stanno infatti riportato dei brevi pensieri senza spoiler su tutti i social media e l’impressione generale sembra estremamente positiva. Le loro recensioni contengono infatti in gran parte elogi espansivi, incluso chi come Ty definisce il film “un classico“, affermando che il film è “un’esperienza profondamente catartica, che riguarda l’industrializzazione dell’arte e dell’iconografia che forma la sensibilità invece dell’individualismo“.

Perry Nemiroff loda invece “i costumi e la scenografia, un lavoro di livello superiore che contribuisce fortemente a creare la sensazione che queste siano veramente Barbie, le loro case dei sogni e i loro mondi prendono vita“. Joseph Deckelmeier scrive invece che “Barbie mi ha colto alla sprovvista e lo dico nel miglior modo possibile. È divertente, ampolloso e molto intelligente”. Per Eze Baum, infine, il film “è un trionfo. Una sceneggiatura perfetta supportata da grandi interpretazioni – in particolare da Ryan Gosling – trasforma quella che potrebbe essere una semplice commedia in un commento acuto sulla nostra società”.

Katcy Stephan scrive che “Greta Gerwig offre un commento su cosa significhi essere una donna in un gioco divertente stravagante, meraviglioso e ridicolo. L’intero cast brilla, in particolare Margot Robbie e Ryan Gosling“. Tuttavia, non tutti sono convinti al cento per cento del film, poiché ad esempio la stessa Perri Nemiroff – pur lodando il film – sottolinea che alcuni personaggi “avevano bisogno di più tempo sullo schermo per scavare ed esplorare davvero al meglio“. In generale, comunque, le prime reazioni esaltano il film e sottolineano la presenza di grandi interpretazioni e di un commento sociale particolarmente importante.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film sarà al cinema dal 20 luglio.

 
 

L’estate più calda: recensione del film su Prime Video

L'estate più calda recensione

Noi siamo degli strumenti imperfetti.” – L’estate più calda.

L’odore della salsedine, la brezza fra i capelli, i balli in spiaggia. I piedi immersi nella sabbia, il suono delle onde, quell’alba che si aspetta emozionati accanto agli amici o alla persona che ci fa battere il cuore. L’estate è la stagione dell’anno più amata e vissuta. Quella che, una volta giunta al termine, lascia un sapore malinconico e nostalgico che si appiccia sulla pelle e aggroviglia lo stomaco. Eppure è lo stesso periodo che non si dimentica mai e si aspetta sempre con ansia. Ogni anno.

Sono tutte queste emozioni e sensazioni ad essere racchiuse in L’estate più calda, nuovo film di Matteo Pilati (Maschile Singolare), il quale firma anche la sceneggiatura insieme a Giuseppe Paternò Raddusa e Tommaso Triolo. Quello proposto da Prime Video nel mese di luglio è il tipico summer movie, in cui al centro regna sovrana una storia fatta di rapporti viscerali, sentimenti contrastanti, e il dolce profumo della gioventù che ricorderanno molto, a chi conosce la materia, i libri di Nicholas Sparks e i suoi adattamenti sullo schermo.

L’estate più calda, la trama

Lucia (Nicole Damiani) e Valentina (Alice Angelica) sono amiche inseparabili. La prima, però, è quella che fra le due deve salutare la sua Sicilia, per poter cominciare il percorso universitario a Roma. L’ultima estate, quindi. Un’estate che, in special modo Valentina, vuole ricordare. A smuovere la vita tranquilla di paese arriva ad un certo punto Nicola (Gianmarco Saurino), che a breve dovrà prendere i voti per diventare prete. Valentina, stregata dal ragazzo, è pronta a sedurlo e farlo rinunciare alla chiamata di Dio, e chiede aiuto all’amica. D’altro canto Lucia è restia a spingerla nelle braccia di un (quasi) prete, fino a quando non si lascia convincere e prova a darle una mano. Le cose cambieranno quando, alla fine, Lucia scoprirà di essere connessa a Nicola molto più di quanto pensasse e viceversa, dando inizio ad una bollente e romantica relazione, dove ciò che conta è solo vivere il momento e non pensare alle scelte future e… ai propri sbagli.

L'estate più calda Gianmarco Saurino e Nicole Damiani

Un summer movie pregno di romanticità

L’estate più calda è il canonico film da guardare in vacanza, perché assicura quella magia tipica del periodo estivo, nel quale ogni cosa è concessa e possibile, e i sogni – persino quelli improbabili – possono diventare realtà. È come se fosse un tempo sospeso, in cui tutto ciò che accade ha il gusto della spensieratezza e della libertà, fatta però di altalene sia felici che tristi. A renderla così bella è il fatto che la si percepisce fin dentro le ossa, essendo più breve e quindi più intensa, mentre si ha l’impressione di guardare il mondo circostante con la lente di ingradimento. C’è meraviglia in ogni angolo in cui lo sguardo va posandosi, anche quando lo fa su qualcosa che non dovrebbe appartenerti.

Ed è proprio quello che accade a Nicola e Lucia, anime compatibili ma il cui ruolo nella società non permette nessuna unione che non porti come conseguenza una scelta difficile. Qui troviamo il motore dell’intero film, il pretesto che accende ogni segmento narrativo, grazie al quale gli eventi innescati (dalla crisi di Nicola allo slancio amoroso di Lucia) garantiscono un’apprezzata romanticità alle scene – con un merito alla buona sceneggiatura che dà ritmo alla narrazione – e la concessione di sognare ad occhi aperti. Ricordando molto Dear John dell’autore americano Sparks, L’estate più calda offre un racconto dai toni caramellosi, in cui rispecchiarsi è più facile di quanto sembri perché o è qualcosa che si è vissuto o è qualcosa che si desidera ardentemente vivere, e che cresce ad ogni cambio di fotogramma.

Un’estate da ricordare

Se L’estate più calda riesce ad ingranare nelle offerte italiane della piattaforma, è poi merito del suo cast principale. Gianmarco Saurino, conosciuto per i suoi ruoli in Doc – Nelle tue mani e Che Dio ci aiuti, si cala bene nel ruolo del combattuto diacono, ed è accompagnato da due comprimarie in fioritura, Alice Angelica e Nicole Damiani, che riescono a dare al film la giusta freschezza per poterlo apprezzare. Abbracciati da una costante fotografia calda che enfatizza ancor di più l’atmosfera, con sullo sfondo la cornice naturale di una Sicilia soleggiata, i tre danno corpo e tono a personaggi che, pur diversi, hanno in comune il desiderio di sfidare se stessi per rendere ogni attimo meritevole di un ricordo.

Per ognuno di loro, in special modo per Nicola, ogni passo compiuto è un rischio, che può portare a un bellissimo inizio o a un terrificante epilogo. Ma è proprio nelle azioni da loro compiute che giace il senso di L’estate più calda. Oltre al piacere della love story, il film porta in scena quello che è realmente l’estate: non solo un momento in cui non esistono freni inibitori, i pensieri si sciolgono e non si ha controllo della propria vita. Ma la miglior occasione in cui poter essere se stessi e forse conoscersi davvero.

 
 

Il cane che dorme: recensione della miniserie thriller su Netflix

Il cane che dorme film recensione

Un poliziotto caduto in disgrazia, pezzi di un puzzle da comporre e un fil rouge tra due delitti che viene continuamento spezzato. Il cane che dorme, thriller tedesco di Netflix, arriva sulla piattaforma e si posiziona nei primi posti tra le serie più viste. La miniserie in sei episodi porta in scena il racconto frammentato e confuso di Mike Atlas (Max Riemelt) che cerca di ricostruire attraverso un fascicolo di omicidio parte della sua memoria andata perduta. Un brutto incidente, un forte stress ha portato Mike ad abbandonare il suo lavoro e la sua famiglia e adesso vive come un vagabondo.

Lo stesso Mike non ricorda perché e una volta aperto il fascicolo il suo obiettivo è ricordare. Questo però comporta anche l’inizio di un gioco pericoloso che lo porterà a rivangare un caso di cospirazione che sembra interessare l’organo della polizia. Mike è stato incastrato? Sarà questa la domanda che lo spettatore si porterà dietro per tutti gli episodi, fino alla conclusione finale. Il cane che dorme, titolo di questa miniserie, non è altro che una metafora al giovane poliziotto che forse ha cercato di scavare troppo in profondità.

Il cane che dorme, la trama

Il cane che dorme Mike e Jule

Mike Atlas è nato per fare il poliziotto. Il suo personaggio è descritto proprio come la classica persona sempre alla ricerca continua della verità. Questa stessa verità lo ha cacciato in un mare di guai quando, adesso, ha deciso di aprire il vaso di Pandora e cercare di portare a galla questa verità. E se da questo punto di vista Il cane che dorme riesce nella caratterizzazione dei personaggi è nella trama che si perde il fulcro fondamentale del racconto. Mike è un personaggio problematico, archetipo di tutti i poliziotti prima di lui che abbiamo visto passar sul piccolo schermo. Ricorda per certi versi il Rust Cohle di True Detective, senza entrare nello specifico del paragone.

A smuovere la trama però c’è un mistero che si estende a macchio d’olio. Una cospirazione, un male da radicare fin nelle radici più profonde di una società e di un sistema giudiziario corrotto. Il regista Christoph Darnstädt alterna colpi di scena ben piazzati all’interno degli episodi a momenti in cui gli episodi stessi sembrano troppo dettagliati e bombardati da continue linee narrative che si intrecciano. Il risultato è una partita a scacchi molto lunga che di tanto in tanto sgancia il suo plot twist.

Vittime e carnefici

Il cane che dorme Jule

Il viaggio intrapreso da Mike Atlas non è solo un viaggio a ritroso nei ricordi. L’ex poliziotto viene trascinato di nuovo nel mezzo del caos dopo che l’uomo che aveva messo in prigione finisce per suicidarsi. Il fratello di quest’ultimo brucia la roulotte di Atlas e lo lascia con la consapevolezza di essere responsabile del suicidio. Questo porta Atlas a intraprendere un viaggio di riflessione, reinvenzione e redenzione. In questo viaggio Mike si domanderà spesso se è l’uno o l’altro e fino all’episodio finale intitolato Confessioni non si scoprirà la verità. Ad aiutare Mike in Il cane che dorme, una giovane donna di nome Jule Andergast, che lavora presso l’ufficio del procuratore, che è impantanata nello stesso caso di suicidio.

La miniserie però confonde vittime e carnefici in un doppio gioco tra le parti dove tutti dubitano di chi hanno accanto. Mike in questa grossa metafora che è Il cane che dorme è il protagonista. Quel cane addormentato da droghe e dal troppo lavoro che nella vita precedente all’incidente di quella notta lo ha sovrastato. Il cane per natura ha un ottimo fiuto e che abbandonando l’organo della polizia ha messo da parte il suo potenziale. Viceversa, a questa metafora se ne contrappone un’altra: lasciare il cane che dorme per non scoperchiare davvero quel vado di Pandora che tiene a galla le malefatte della polizia.

Il cerchio che si chiude

Il cane che dorme Mike e Tinka

Verso la fine ci sono molte cose su cui indagare, forse troppe per una miniserie che concentrandosi sul personaggio di Mike Atlas aveva già tutte le carte in regola per funzionare. Anche se per tutta la durata de Il cane che dorme il suo personaggio non ha le idee ben chiare, la sua prospettiva è offuscata e spetta allo spettatore mettere insieme i pezzi. L’unico momento in cui sembra raggiungere la lucidità è quando si trova insieme alla figlia Tinka, anche se talvolta le sue scelte non sono state azzeccate seppur fatte a fin di bene.

Invece, il personaggio di Jule è quello più dinamico e che insieme al pubblico cerca di scoprire la verità, infatti, da questo punto di vista è uno dei personaggi meglio caratterizzati anche se il suo arco narrativo non ha un vero e proprio sbocco. Questo è un po’ il vero problema di Il cane che dorme il fatto che al suo interno ci sono parecchie storie che cercano di trovare una via d’uscita ma che si allontanano dalla storia principale. Nonostante questo, però il colpo di scena finale è risolutorio: Mike Atlas e Jule combattono contro i clan e contro il terrorismo ma soprattutto combattono contro un nemico che hanno al loro fianco, i loro stessi colleghi e presunti amici della polizia corrotti dal sistema.

 
 

Il signore della morte: trama, cast e curiosità sul film con Jamie Lee Curtis

Il signore della morte film

Il genere horror ha in più occasioni regalato al cinema personaggi entrati da subito nell’immaginario collettivo. Tra questi vi è senza dubbio Michael Myers, l’inarrestabile mostro che dal 1978 spaventa generazioni e generazioni di spettatori. Dopo essere comparso per la prima volta in Halloween di John Carpenter, questi è tornato ad essere protagonista sul grande schermo con il film Il signore della morte, il cui titolo originale è Halloween II. Diretto nel 1981 da Rick Rosenthal, questo è l’unico film della saga ad avvalersi di una sceneggiatura firmata da Carpenter, ideatore del personaggio.

Questo si pone come sequel diretto del precedente capitolo, riprendendo la narrazione proprio lì dove era rimasta. Particolare rilievo assume però da qui l’ossessione del gigantesco assassino nei confronti della povera Laurie Strode. Un rapporto, il loro, che continua a suo modo ancora oggi a generare storie, come visto nel nuovo Halloween uscito nel 2018. Il signore della morte riproduce molti degli elementi stilistici che fecero la fortuna del suo predecessore, ma vi è una maggior presenza di violenza e sangue, che lo rendono molto più vicino al nascente genere splatter.

Pur con un budget di 2,5 milioni di dollari, di molto maggiore rispetto al primo film, Il signore della morte non replicò il successo precedentemente ottenuto, arrivando ad incassarne appena 25,5. Questo doveva inoltre concludere la storia di Michael Myers, ma dato l’insuccesso ancor maggiore del terzo capitolo, il personaggio tornò ad essere il villain principale nel quarto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il signore della morte: la trama del film

La vicenda del film si apre nuovamente sulla notte di Halloween del 1978. Il dottor Sam Loomis ha appena sparato a Michael Myers, facendolo precipitare dalla finestra e salvando Laurie Strode da morte certa. Nel momento in cui vanno ad assicurarsi che il mostro sia realmente morto, il suo corpo è già sparito, segno che questi è ancora vivo. La giovane Laurie ha però bisogno di cure mediche, e viene subito condotta in ospedale per essere operata. Loomis, intanto, cerca di convincere le forze dell’ordine che Myers è ancora vivo e in libertà, ma nessuno sembra volergli credere. Ben presto, però, nuovi omicidi si verificheranno in città, e mentre Laurie inizia ad avere visioni rivelatrici sul suo passato, la morte è sempre più vicina.

Il signore della morte cast

Il signore della morte: il cast del film

Per questo sequel gran parte degli attori presenti già nel primo film tornano a ricoprire i rispettivi ruoli. Jamie Lee Curtis è dunque ancora una volta Laurie Strode, l’obiettivo primario di Myers. Nonostante si indicata come protagonista, l’attrice è presente nel film soltanto per un totale di 25 minuti, lasciando così molto più spazio al personaggio del dottor Loomis. Per riprendere il suo ruolo, la Curtis dovette inoltre indossare una parrucca per tutta la durata delle riprese, poiché i suoi veri capelli in quel periodo erano più corti di quando girò il primo film. L’attore Donald Pleasence è nuovamente presente nei panni del dottor Loomis, e data la sua notorietà ha qui ricevuto molto più spazio rispetto al precedente film, divenendo a tutti gli effetti un vero protagonista.

A dare corpo al minaccioso Michael Myers non è invece più l’attore Nick Castle, bensì lo stuntman Dick Warlock. Questi raccontò di essersi preparato al ruolo studiando alcune scene chiave del precedente film, e di aver cercato di riprodurre la malvagità del personaggio con la stessa espressività corporea di Castle. Ad aiutarlo a calarsi nel ruolo, inoltre, gli fu data da utilizzare la stessa maschera del primo Halloween. Nel film è poi presente l’attore Hunter von Leer, nei panni di Gary Hunt, l’uomo che guiderà la caccia a Myers. Charles Cyphers, già visto nel primo film, riprende qui brevemente il ruolo dello sceriffo Leigh Brackett. Lance Guest è invece il volto di Jimmy, autista dell’ambulanza. Egli è portatore nel film di una particolare innocenza, che entra in contrasto con quanto gli capita intorno.

I sequel di Il signore della morte, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Con Il signore della morte si concludevano i piani degli autori per Michael Myers. Halloween venne infatti pensata come saga antologica incentrata su storie e personaggi sempre diversi. Fu così che in Halloween III – Il signore della notte, del 1982, il celebre mostro venne sostituito da un controverso scienziato pazzo. Per quanto il film sia oggi considerato un cult, questo mancò di ottenere un significativo successo proprio a causa dell’assenza del villain dei precedenti due film. Si decise allora di abbandonare i piani per una saga antologica e di tornare alle origini. Nel 1988 arrivò così in sala Halloween 4 – Il ritorno di Michael Myers, tornando così a concentrarsi sul silenzioso assassino. Da quel momento, egli sarebbe stato protagonista di ben altri 9 sequel.

Prima di gettarsi su tali sequel, è possibile vedere o rivedere il film del 1981 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il signore della morte è infatti disponibile nel catalogo di Google Play e Infinity. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 8 luglio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

 
 

Ethan Coen: “io e Joel lavoreremo insieme per un nuovo film”

Joel e Ethan Coen
Georges Biard, CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

I fratelli Joel Coen ed Ethan Coen sono noti per una serie di film, che vanno da Fargo e Il grande Lebowski fino a Il grinta e Non è un paese per vecchi. Tuttavia, nel 2019 Ethan aveva detto di volersi dedicare ad altro, mettendo dunque da parte il cinema. Joel Coen ha poi diretto da solo Macbeth, candidato a tre Oscar, mentre a settembre, i fan potranno dare un’occhiata al nuovo film di Ethan Coen nelle sale, Drive-Away Dolls, con il quale dunque il regista sembra essere pronto a tornare a dedicarsi al cinema. Il duo ha infatti ora confermato di volersi riunire per un nuovo progetto.

Durante una recente intervista con Empire (tramite SlashFilm) Ethan Coen ha rivelato che sta sviluppando un nuovo film con suo fratello. Questo potrebbe addirittura arrivare prima del prossimo progetto che sta pianificando con sua moglie, Tricia Cooke e che anticipa sarà “un altro film lesbico” come Drive-Away Dolls. Sfortunatamente, Ethan non ha divulgato alcuna informazione sul suo prossimo progetto con Joel, ma SlashFilm sottolinea che potrebbe anche trattarsi di un adattamento di To the White Sea di James Dickey, un progetto che i fratelli stanno cercando di realizzare da un po’ di tempo.

L’ultima volta che Ethan Coen aveva partecipato alla regia di un film insieme al fratello è stato nel 2018 con La ballata di Buster Scruggs, grazie al quale hanno vinto il premio per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia. Da quando ha annunciato il suo primo film in solitaria, in molti hanno sperato che i due Coen annunciassero una loro reunion e così è stato. Non resta ora che attendere qualche notizia in più riguardo questo loro nuovo progetto di coppia e considerando la celerità che contraddistingue i due potrebbe non volerci molto per avere maggiori dettagli.

 
 

Spider-Man, la classifica dei 10 scontri più memorabili dell’Uomo Ragno

Spider-Man 10 combattimenti

Da Spider-Man (2002) ad Across the Spider-Verse (2023), i film sull’Uomo Ragno hanno avuto alcune incredibili scene di combattimento. Tra il 2002 e il 2023 sono stati realizzati 10 film sul supereroe, che hanno portato tutti qualcosa di diverso all’eredità cinematografica del personaggio. In questi due decenni sono state affrontate le sfide più memorabili che hanno portato il giovane Peter Parker ad affrontare i cattivi più classici e quelli del Multiverso. Scopriamo allora i 10 migliori combattimenti dei film di Spider-Man.

1Spider-Man contro Doctor Octopus

Spider-Man 2

Spider-Man 2 è ampiamente considerato uno dei migliori film sull’Uomo Ragno di tutti i tempi, nonché uno dei migliori film sui supereroi in generale. Sam Raimi ha ripreso tutto ciò che funzionava nel primo film e lo ha elevato per il sequel. Ogni scena d’azione di Spider-Man 2 sembra più grande e più audace rispetto al film del 2002. Non solo l’addestramento di Spider-Man contro il Dottor Octopus ma dal momento in cui l’Uomo Ragno raggiunge Doc Ock a quello in cui Peter ferma il treno, Spider-Man 2 ha regalato una sequenza di azione classica e immediata.

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Escape Room 2 – Gioco mortale: tutto quello che c’è da sapere sul film

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Negli ultimi anni le escape room sono diventate sempre più popolari, apprezzate per il loro prevedere un’esperienza in prima persona, durante la quale mettere alla prova le proprie abilità logiche nella risoluzioni di determinati enigmi entro un dato tempo. Date le sue caratteristiche, era solo questione di tempo prima che si immaginasse questo tipo di situazione applicata ad un film. Nel 2019, è così stato realizzato il film Escape Room, distintosi come un grandissimo successo economico. Un sequel non si è dunque fatto attendere, arrivando nel 2021 con il titolo Escape Room 2 – Gioco mortale.

Come il primo, anche questo è diretto da Adam Robitel, già regista dell’horror Insidious – L’ultima chiave. Similmente al primo film, anche in questo sequel si ripropongono situazioni con enigmi da risolvere entro un determinato tempo al fine di poter preservare la propria vita. Un tipo di narrazione che non può che ricordare una saga come Saw (naturalmente molto meno cruenta) ma anche film come Cube – Il cubo e Il cubo 2 – Hypercube. Un tipo di film, dunque, che stimola ad una partecipazione attiva e porta lo spettatore a sviluppare un forto trasporto nei confronti di ciò che si sta vedendo.

Per tutti gli appassionati dei thriller di questo tipo, dove la logica può salvare la vita ma non sempre le regole vengono rispettate, Escape Room 2 – Gioco mortale è un titolo decisamente da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

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La trama e il cast di Escape Room 2 – Gioco mortale

Dopo gli eventi del primo film, Zoey e Ben, entrambi sopravvissuti al gioco precedente, sono determinati ad arrestare la follia dei sadici ideatori dell’escape room, nella quale sono morte quattro persone. Mentre sono sulla metro, però, il vagone si distacca dal resto del treno e Zoey e Ben insieme ad altri sconosciuti si ritrovano bloccati al suo interno. Ma non è stato un incidente, i sei estranei sono infatti i protagonisti di una nuova sfida. Tutto il gruppo, però, ha già partecipato in passato all’escape room.

Dopo essere riusciti a uscire dal vagone, la comitiva improvvisata si ritroverà bloccata in una serie di stanze e dovrà trovare la vita d’uscita giusta per riuscire a rimanere in vita. Per superare le insidie delle stanze ideate dalla Minos Escape Rooms Corporation, il gruppo dovrà inoltre necessariamente fare gioco di squadra e per vincere dovranno scoprire cosa li accomuna, perché proprio loro sono stati scelti per questa partita. È così che i sei inizieranno a scavare nel loro passato, alla ricerca dell’elemento in grado di salvarli.

Ad interpretare Zoey e Ben vi sono nuovamente gli attori Taylor Russell e Logan Miller. La Russell è divenuta celebre, oltre che grazie ai due film di Escape Room, anche per il suo ruolo nel film Bones and All. Miller è invece noto anche per i film Manuale scout per l’apocalisse zombie e Tuo, Simon. Nel film recitano poi Deborah Ann Woll nel ruolo di Amanda Harper, Holland Roden in quelli di Rachel Ellis e Indya Moore in quelli di Brianna Collier. Thomas Cocquerel è Nathan, mentre Carlito Olivero è Theo.

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Il finale alternativo di Escape Room 2 – Gioco mortale

Chi ha visto il film, sa che Escape Room 2 – Gioco mortale termina con Zoey e Ben che ancora una volta riescono a sopravvivere al mortale gioco organizzato per loro. Nella scena finale, tuttavia, i due si ritrovano intrappolati in una nuova sfida a tempo, con la voce distorta del leader di Minos che prende in giro Zoey e Ben per essere caduti nella sua nuova trappola, di fatto aprendo così ad un terzo capitolo. Inizialmente, però, era stato concepito un altro finale, poi scartato in quanto indicato come troppo nichilista dal pubblico di prova. Ecco di seguito quanto dichiarato dal regista a riguardo:

“Il finale originale era molto più nichilista e vedeva Zoey tornare nella sua stanza del dormitorio. È stata ovviamente illuminata dal gas e trova un indizio in uno dei suoi libri di puzzle che la riporta nella sala accademica. E sotto la sua scrivania, trova una piccola nota del Puzzle Maker e il pendente di sua madre. Questo ci fa capire che Minos, in qualche modo, ha qualcosa a che fare con l’incidente aereo della donna. Poi la voce del rompicapo arriva dall’altoparlante ed è tipo: Sei pronto a giocare di nuovo? Non suona poi così male.

Mostra ancora che Minos è una grande società che avrà sempre un nuovo gioco, ma sarebbe stata una specie di delusione dopo le escape room precedenti. Una delle cose che è risultata chiara da quella proiezione di test era che il pubblico voleva due cose: volevano che Ben e Zoey avessero una specie di chiusura e volevano dare una sbirciatina dietro al sipario dove Minos era nascosto. Quindi ho avuto colto in pieno questa sfida e mi sono chiesto come dare uno scacco matto“.

Il trailer di Escape Room 2 – Gioco mortale e come vedere il film su Netflix o altrove

È possibile fruire di Escape Room 2 – Gioco mortale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma il film è attualmente al 1° posto della Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 
 

Tramite Amicizia arriva su SKY e NOW

alessandro siani e matilde gioli seduti sul divano

Dopo il grande successo nelle sale, arriva in prima tv su Sky Tramite Amicizia, divertentissima commedia di e con Alessandro Siani, lunedì 10 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

A fianco di Alessandro Siani, protagonista del film oltre che regista, anche un grande cast che comprende Max Tortora, Matilde Gioli e Maria Di Biase. Il film è un racconto brillante e profondo di uno dei sentimenti fondamentali per l’uomo: l’amicizia, ed è scritto da Alessandro Siani con Gianluca Ansanelli e con la collaborazione di Fabrizio Testini.

La trama di Tramite Amicizia

Lorenzo (Alessandro Siani) è il proprietario di un’agenzia, “Tramite amicizia”, che offre amici a noleggio. Se hai bisogno di conforto, di compagnia o semplicemente di un consiglio per fare shopping, Lorenzo è il finto amico che fa per te! Affabile, premuroso, gentile. Insomma, l’amico perfetto…

Questa volta però, a rivolgersi all’agenzia non sono degli sconosciuti, ma i familiari di Lorenzo, dipendenti di una fabbrica di dolciumi che il proprietario, Alberto Dessè (Max Tortora), in un momento di profondo scoramento, sentendosi estremamente solo, vuole vendere. A rischio centinaia di posti lavoro. Non c’è dubbio, il re dei dolciumi ha bisogno di un amico e Lorenzo è l’uomo che fa per lui! Tra gag e colpi di scena, la complicità della cugina Filomena (Maria Di Biase) e di un’amica molto speciale Maya (Matilde Gioli), riuscirà Lorenzo a convincere Alberto a salvare l’azienda e i suoi dipendenti?

 
 

Ciné 2023: finite le Giornate di Cinema

Ciné 2023
ph FABIO DEMITRI

Si è chiusa con le ultime convention della mattinata di oggi, venerdì 8 luglio, la 12^ edizione di Ciné – Giornate di Cinema. Quella di Ciné 2023 è un’edizione che si chiude con grande successo e soddisfazione da parte degli organizzatori ma anche di tutti gli addetti ai lavori che vi hanno preso parte. Come di consueto la convention di Riccione ha visto alternarsi per quattro giorni le presentazioni dei listini, workshop e momenti dedicati all’aggiornamento professionale, ma anche anteprime ed eventi aperti al pubblico.

21 tra convention e presentazioni delle società di distribuzione che hanno mostrato alla platea di addetti ai lavori tutto il cinema della prossima stagione (01 Distribution, Adler Entertainment, Bim Distribuzione, Eagle Pictures, Europictures, Fandango, I Wonder Pictures, Lucky Red, Magnitudo Distribution, Medusa Film, Minerva Pictures in collaborazione con Altre Storie, Movies Inspired, Notorious Pictures, Officine Ubu, Plaion Pictures, The Walt Disney Company, Universal Pictures, Vertice 360, Vision Distribution, Wanted Cinema, Warner Bros. Discovery), 1400 accreditati, 14 appuntamenti tra convegni, eventi speciali e incontri di approfondimento riservati agli addetti ai lavori, 5 anteprime aperte anche al pubblico, 6 strepitose serate in arena con Ciné in Città tra cui i 3 appuntamenti degli Hot Corn Awards: sono questi i numeri della sorprendete edizione di Ciné 2023, che registra un incremento rispetto all’anno precedente.

Ad arricchire il programma di Ciné sono state anche le presenze dei tanti attori e registi del nostro cinema arrivati in riviera per mostrare alcune anticipazioni dei loro prossimi film, ma anche per incontrare il pubblico di Ciné in Città nelle serate in Piazzale Ceccarini: Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Claudio Bisio, Paola Cortellesi, Emanuela Fanelli, Matteo Garrone, Pupi Avati, Vincenzo Salemme, Max Tortora, Carolina Crescentini, Edoardo De Angelis, Enrico Brignano, Paola Minaccioni, Neri Parenti, Massimiliano Bruno, Edoardo Leo, Davide Minnella, Francesco Scianna, Diego Abatantuono, Francesco Patierno, Maria Pia Calzone, Pina Turco, Giovanni Esposito, Valentina Cenni, Stefano Bollani, che ha inaugurato questa edizione di Ciné con una performance live sulle note della colonna sonora de Il Pataffio, Gianluca Ansanelli, Mario Di Leva.

Grande successo anche per il palinsesto di CinéCamp – Giffoni a Riccione, la sezione dedicata ai ragazzi e alle ragazze da tutta Italia con proiezioni, attività, laboratori e incontri guidati dagli esperti facilitator di Giffoni, e il programma di SDC Days, le giornate nazionali dedicate agli esercenti e ai volontari delle Sale della Comunità, promosse dall’ ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema).

La manifestazione è promossa da ANICA, in collaborazione con ANEC, sostenuta dal MiC, dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Emilia-Romagna Film Commission e dal Comune di Riccione, prodotta e organizzata da Cineventi.

Ciné è inoltre resa possibile grazie alla collaborazione dei Technical Partner Pino Chiodo Cinema Engineering, Ottoemezzo Movie Factory, Ied Roma, del Main Media Partner CinecittàNews, dei Media Partner Rai Movie, 7, Box Office, Best Movie, Coming Soon, Hot Corn, Screen Week, Cineguru, Brad&K Productions, Movieplayer, Fortune, e dagli Sponsor tecnici Montenegro, Giometti, Verdemente.

 
 

Xavier Dolan spiega il suo addio al cinema con un post su Instagram

Xavier Dolan
foto di Aurora Leone

Nelle ultime ore si è diffusa la notizia secondo cui il regista canadese Xavier Dolan avrebbe deciso di abbandonare il cinema poiché l’arte non ha più senso per lui. Tale testimonianza è stata riportata dalle testate spagnole El Pais e El Mundo, ma poche dopo che la cosa ha iniziato a circolare in rete e diffondersi, lo stesso Dolan ha smentito la notizia con una storia sul suo profilo Instagram, promettendo maggiori chiarimenti a breve. Ora, con un post – presente sempre sul profilo Instagram del regista – egli ha spiegato in maniera più approfondita la realtà dietro le sue affermazioni.

Alla luce dei recenti articoli pubblicati sui media spagnoli, ho sentito il bisogno di chiarire alcuni pensieri e punti di vista. – scrive Dolan – Alcune cose che ho detto durante la promozione del mio show a El Pais e El Mundo hanno allarmato alcuni di voi, che mi hanno gentilmente contattato per sapere come sto. Quindi, prima di tutto, sto bene. Grazie. Davvero. Ho detto che voglio smettere di fare film e mi sento in pace con questa decisione.”

Nel post Dolan continua poi scrivendo che: “alcune persone mi hanno detto che è “solo una pausa, o una fase”… Ma il mio stato d’animo attuale e il nostro mondo attuale non mi ispirano a perseguire quella che una volta era una vocazione inevitabile. Tuttavia, al momento sono coinvolto in progetti televisivi e intendo mantenere la mia parola se dovessero essere approvati. Altrimenti, penso che questo sia tutto. Voglio dedicare tempo alla mia salute, ai miei amici e alla mia famiglia. Ho anche altre passioni, altre cose in cui mi piacerebbe impegnarmi”.

Come ho detto nell’articolo: “Ho vissuto una bella avventura. Ho avuto quindici buoni anni, viaggiando per il mondo, andando ai festival, facendo film, lavorando con persone di talento, incontrando artisti monumentali. [. ..] Ho dato tutto. E ne sono felice. Ho avuto una carriera molto soddisfacente. Mi sono anche espresso molto liberamente. Sono stato fortunato. Non mi è mai stato detto cosa fare o come farlo, ho sempre mantenuto la mia libertà. Di tutte queste parole, El Mundo ha mantenuto solo “l’arte non ha senso e il cinema è una perdita di tempo”, spiega poi il regista.

La prima parte di quella frase è una vaga generalizzazione e la seconda una pura invenzione. Io, per esempio, non considero l’arte priva di significato, né il cinema una perdita di tempo. Penso che l’arte offra rimedio alle nostre realtà soffocanti e salvi vite altrui. Sarò sempre lì per incoraggiare artisti e registi. È solo che non desidero più fare film, perché non mi rendono più felice. Ma l’hanno fatto, e anche voi. Tutto si riduce a questo: potrei dirigere delle serie. Ma non desidero più dirigere film. Il mondo non è in un buon stato… e voglio aiutare il più possibile. L’ho fatto, silenziosamente. Ma ora voglio essere più esplicito al riguardo. I miei progetti, ora, sono altrove, credo.”, ha poi concluso Dolan.

Xavier Dolan: sognare in grande e abbracciare il dolore

Dal folgorante esordio nel 2009 con Ho ucciso mia madre, girato a soli 20 anni, Xavier Dolan ha conquistato il cuore dei fan di tutto il mondo, con Gli amori Immaginari, Lawrence Anyways, Tom à la farme, MommyÈ solo la fine del mondo che ha vinto il premio della Giuria a Cannes 2016. Con La mia vita con John F. Donovan aveva realizzato una specie di film conclusivo, in cui raccontava i demoni della fama e la mancanza di ispirazione, salvo poi tornare in un terreno conosciuto e amico con Matthias & Maxime che a oggi è il suo ultimo film per il cinema. Ha poi recitato in Illusioni Perdute e in IT – Capitolo due.

 
 

Deadpool 3: Jennifer Garner torna ad interpretare Elektra per il film Marvel

Elektra Deadpool 3 film

Con le riprese attualmente in corso di Deadpool 3, iniziano ad emergere sempre più dettagli riguardo all’atteso terzo film della trilogia, che introdurrà ufficialmente il personaggio interpretato da Ryan Reynolds all’interno dell’MCU. Accanto a lui, vi saranno diversi personaggi già visti nei precedenti due film ma anche il Wolverine di Hugh Jackman. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Mentre non ci sono ancora conferme per quanto riguarda questi ultimi, arriva invece ora la conferma, da Variety, che l’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato. In tali panni, l’attrice era presente anche nel Daredevil con Affleck, aprendo dunque a maggiori possibilità per cui anche quest’ultimo potrebbe effettivamente essere nel film. Con l’annuncio che la Garner tornerà ad interpretare l’iconica supereroina, si fa inoltre sempre più forte la teoria secondo cui il Multiverso sarà alla base del trama del film.

La notizia rappresenta inoltre un lieto fine per la Elektra della Garner, che scarso successo aveva ottenuto con il film del 2005. Nel 2021, l’attrice aveva anche dichiarato che considera un peccato che quel film e Daredevil  non fossero stati prodotti da Kevin Feige come parte del Marvel Cinematic Universe. “È un vero peccato, onestamente, perché una volta che Kevin ha preso il controllo di tutto ciò che era elevato: la scrittura, la regia, la commedia all’interno delle storie che stavano raccontando“, ha detto. “E io non ho avuto quell’esperienza”. L’attrice può invece ora vivere quest’esperienza e i fan sono già curiosi di scoprire cosa avrà in serbo per lei Deadpool 3.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura. Deadpool 3 uscirà l’8 novembre 2024.

 
 

Michael Clayton: trama, cast e curiosità sul film con George Clooney

Michael Clayton film

Lo sceneggiatore Tony Gilroy ha negli anni dato vita ad alcuni dei thriller più sofisticati e affascinanti in circolazione. Titoli come L’avvocato del diavolo, Rapimento e riscatto o la saga di Jason Bourne sono tutti frutto della sua penna. Nel 2007 egli ha però deciso di cimentarsi nella sua prima regia, realizzando quello che ancora oggi è indicato come il suo film più importante e migliore. Si tratta di Michael Clayton, storia di un avvocato alle prese con una serie di corruzioni e complotti molto più grandi di lui. Un thriller puro basato sulla necessità di un uomo di uscire da una brutta sitazione, capace di tenere lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo.

Gilroy ha dunque raccolto tutte le sue tematiche e caratteristiche cinematografiche per questo film di debutto dietro la macchina da presa, ottenendo un successo andato oltre ogni più rosea aspettativa. Il film, costato 20 milioni di dollari, è arrivato ad un guadagno di 93 milioni a livello internazionale. Merito anche della sua ferrea sceneggiatura, che presenta una serie di situazioni apparentemente irrisolvibili e sempre più complesse. Un lavoro poi premiato con una grande quantità di nominatio e premi ricevuti. Dopo essere stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, Michael Clayton è infatti arrivato dritto dritto ai premi Oscar.

Qui ha ricevuto ben 7 nomination, tra cui quelle come miglior film, miglior registae migliore sceneggiatura originale. Ancora oggi è indicato come uno dei più avvincenti thriller dal Duemila ad oggi, manifestando un fascino sempre entusiasmante. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Michael Clayton: la trama del film

Protagonista del film è l’avvocato Michael Clayton, il quale si occupa dei danni collaterali per il suo studio legale. Egli è infatti solito occuparsi di questioni particolari, come risolvere particolari conflitti tra clienti. Al di fuori del suo lavoro, la sua vita è un disastro, tra un brutto divorzio e un debito di 75 mila dollari. Le cose sembrano peggiorare quando il suo collega e amico Arthur Dens ha un crollo nervoso durante una seduta preliminare di un processo. Egli viene chiamano a rapporto per tentare di capire cosa accada, ritrovandosi ad essere coinvolto in un caso molto più complesso e pericoloso di quanto avrebbe potuto immaginare.

Contro di sé trova infatti Karen Crowder, giovane legale decisa a fare carriera all’interno dell’azienda contro la quale Dens stava portando avanti la causa, la U-North. Karen ha infatti scoperto dei documenti che incastrerebbero l’azienda, rea di aver prodotto diserbanti contenenti sostanze nocive, e tenta di distruggerli. Questi vengono però ritrovati da Arthur Dens, il quale però viene eliminato prima che possa parlare. Michael non crede però al suicidio dell’amico, decidendo di continuare a cercare le prove che incastrino la U-North. Sfidare Karen, però, si rivelerà un gioco molto più complesso del previsto.

Michael Clayton cast

Michael Clayton: il cast del film

Originariamente il ruolo del protagonista era stato offerto all’attore Denzel Washington, il quale però rifiutò non convinto dal lavorare con un regista esordiente. Al suo posto venne allora chiamato George Clooney, che inizialmente rifiutò a sua volta per lo stesso motivo salvo poi ripensarci. Per prepararsi al film, Clooney decise inoltre di approfondire in modo particolare la psicologia del personaggio, traendo ispirazioe da alcune letture o film simili. Insieme al regista, ha così costruito con grande cura la caratterizzazione di Clayton, come anche ogni sua reazione a quanto gli accade. Per la sua interpretazione, l’attore è stato poi nominato al premio Oscar. Dopo aver visto il film, Washington si pentì di non aver accettato la parte.

A recitare accanto a Clooney vi è l’attrice Tilda Swinton, qui nei panni della giovane legale Karen Crowder. Fino a quel momento non particolarmente celebre, la Swinton ebbe proprio con questo film una prima grande popolarità. Arrivò infatti a vincere il premio Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua intensa performance. Ad interpretare l’avvocato Arthur Edens vi è invece l’attore Tom Wilkinson, recentemente visto in film come Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) e Snowden. Anch’egli è stato candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista. Nel film recita poi il noto regista Sydeney Pollack nei panni di Martin Bach, il capo dello studio legale dove lavora Michael. L’attrice Katherine Waterston, qui al suo film di debutto, è invece presente nei panni di un’aspirante avvocato.

Michael Clayton: il trailer e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Michael Clayton è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 luglio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 

 
 

Il cattivo poeta: tutto quello che c’è da sapere sul film

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Cinema e lettertura sono spesso andati d’accordo e numerosi sono infatti i film dedicati a celebri poeti o scrittori della storia. Tra i più noti si annoverano Poeti dall’inferno, dedicato a Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, Bright Star, dedicato a John Keats, o Wilde, dedicato a Oscar Wilde. Anche in Italia, negli ultimi anni, sono stati prodotti alcuni film con protagonisti importanti personalità della letteratura italiana. Esempi celebri sono Il giovane favoloso, dedicato a Giacomo Leopardi, La stranezza, con Luigi Pirandello tra i protagonisti, e Il cattivo poeta (qui la recensione del film), dedicato invece agli ultimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio.

Il film è l’opera d’esordio di Gianluca Jodice, mentre a produrlo vi è la mano ormai esperta di Matteo Rovere e la sua Groenlandia. L’obiettivo non è era però dar vita ad un semplice biopic quanto ad una rilettura di D’Annunzio e dei suoi ultimi anni di vita, che Jodice ha riassunto come “un Nosferatu dentro al suo mausoleo-castello”. Attraverso l’esilio autoimposto di uno dei più importanti poeti italiani del Novencento, emerge tutto il clima di un’epoca segnata dal fascismo, dalle tensioni politiche e dall’approssimarsi della guerra. Quello che Jodice porta avanti è dunque un vero e proprio ritratto d’epoca, basato su fonti storiche attendibili.

A partire da lettere, diari e testimonianze scritte di quelli che hanno vissuto gli eventi in prima persona, si costruisce dunque un entusiasmante film che propone uno sguardo nuovo su una personalità della nostra storia che si dimostra essere continuamente ricca di sorprese. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e a molto altro ancora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il cattivo poeta

Il cattivo poeta racconta gli ultimi anni di vita di Gabriele D’Annunzio. È il 1937 quando Giovanni Comini viene promosso federale, divenendo il più giovane in Italia, all’età di 28 anni, a potersi fregiare del titolo. Proprio per via di ciò la nomina ottiene una certa risonanza e porterà Comini a dover gestire da subito una missione delicata: controllare Gabriele D’Annunzio, sempre più irrequieto e pericoloso agli occhi del Duce. Quest’ultimo non può permettersi intoppi o complicazioni, dal momento che il suo piano di espansione dell’Impero ha la precedenza su tutto. Si tratterà di una vera sfida per il giovane, soprattutto per via della incrollabile stima reverenziale che prova nei confronti del “Vate”.

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Il cast e le location di Il cattivo poeta

Ad interpretare Giovanni Comini vi è l’attore Francesco Patané, interprete con una grande carriera teatrale e da poco approdato al cinema, dove è stato protagonista anche di Ti mangio il cuore. Per prepararsi al ruolo l’attore ha raccontato di aver approfondito il periodo storico in cui il film è ambientato e di aver cercato di dimenticare tutto quello che sapeva di D’Annunzio, così da poter entrare meglio nei panni di un giovane che “va ad incontrare un personaggio famoso“, come raccontato dall’attore durante la conferenza stampa. Ad interpretare il poeta Gabriele D’Annunzio vi è invece Sergio Castellitto, il quale per assumere il ruolo si è rasato a zero i capelli.

Nel film recitano poi anche Tommaso Ragno nei panni di Giancarlo Maroni, Clotilde Courau in quelli di Amélie Mazoyer, Fausto Russo Alesi in quelli di Achille Starace e Vincenzo Pirrotta, che interpreta invece Benito Mussolini. La maggior parte delle riprese del film si sono svolte proprio nel Vittoriale degli Italiani, sul lago di Garda, dove la produzione ha potuto girare grazie al permesso della fondazione che gestisce la casa-museo di D’Annunzio. È questo un luogo a tutti gli effetti visitabile, dove si possono ritrovare non solo gli oggetti posseduti dal poeta, i suoi abiti, i suoi appunti ma anche l’intera costruzione nella sua magnificenza.

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La vera storia dietro Il cattivo poeta

Quella narrata in Il cattivo poeta è dunque una storia realmente avvenuta, che ha come protagonista Giovanni Comini. Convinto sostenitore del fascismo, Comini si formò al G.U.F.e fece una rapida carriera nelle organizzazioni giovanili del Partito Nazionale Fascista divenendo dapprima vice-podestà di Brescia nel 1929 e in seguito segretario federale del PNF della città il 12 aprile 1935, alla giovane età di ventotto anni. Durante il suo mandato da federale, Comini venne incaricato dal segretario Achille Starace di rimanere a stretto contatto e sorvegliare attentamente il poeta Gabriele D’Annunzio, che suscitava le preoccupazioni di Benito Mussolini.

A seguito della delusione di Fiume, nel 1921, D’Annunzio si era pressocché ritirato in esilio nel suo Vittoriale degli Italiani. Negli ultimi anni il poeta era sempre più malmesso fisicamente. Divenuto fotofobico in seguito all’incidente all’occhio del 1916, trascorreva la maggior parte del suo tempo nella penombra, coprendo con tende (visibili tuttora al Vittoriale) le finestre esposte alla luce solare diretta. Faceva spesso uso di stimolanti (come la cocaina), medicinali vari e antidolorifici, visibili tuttora negli armadietti del Vittoriale. Egli non mancava però di far sapere la propria contrarietà circa le azioni che il Partito Fascista aveva intrapreso alleandosi con Hitler.

L’incarico del giovane Comini, ad ogni modo, terminò con la morte del “Vate”, avvenuta il 1° marzo 1938 a causa di un’emorragia cerebrale. Secondo alcuni studiosi, poeta potrebbe in realtà essere morto per overdose di farmaci, accidentale o volontaria, dopo un periodo di depressione. Della cosa Comini scrisse: «La morte di D’Annunzio mi toglie da una grossa preoccupazione». Egli continuò puoi a portare avanti il suo incarico di federale fino al 1940 quando, dopo aver informato Mussolini sulla contrarietà all’entrata in guerra da parte della popolazione di Brescia, fu sostituito in qualità di federale da Antonio Valli.

Il trailer di Il cattivo poeta e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il cattivo poeta grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

 
 

Dalla Cina con furore: trama, cast e curiosità sul film con Bruce Lee

Dalla Cina con furore film

Negli anni Settanta il cinema mondiale venne conquistato dall’Oriente, con una lunghissima serie di film di genere a tema arti marziali. Il più grande esponente di tale filone fu il grande Bruce Lee, il quale con una manciata di film contribuì a diffondere tali arti del combattimento in tutto il mondo. Questi sono Il furore della Cina colpisce ancora, L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente e I 3 dell’Operazione Drago. Di particolare importanza e rilevanza fu però Dalla Cina con furore (qui la recensione), opera del 1972 divenuta un vero e proprio cult, nonché il titolo che più di tutti ha dato il via ad un seguito vivo ancora oggi.

Scritto e diretto da Lo Wei, il film riscosse un enorme successo sin dalla sua uscita ad Hong Kong. Il personaggio protagonista, Chen Jeh, divenne da subito ed è ancora oggi identificato con il moderno eroe cavalleresco, pronto a battersi contro le ingiustizie e gli invasori. Sulle spalle di questo si costruì un film che è non solo grande intrattenimento, ma anche promotore di un nuovo orgoglio nazionale. Il pubblico cinese poté da subito identificarsi nell’opposizione dei cinesi contro le oppressioni dei giapponesi, ritrovando qui una catarsi dalle pene subite durante la guerra.

Arrivato anche in Occidente, il film rese poi celebre tanto Lee quanto le arti marziali, dando vita ad un enorme culto manifestatosi attraverso rifacimenti e sequel apocrifi. Nessuno ha però il valore di Dalla Cina con furore, che rimane ancora oggi un esemplare insuperato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dalla Cina con furore: la trama del film

Il film si svolge nella Shanghai del 1910, dove due scuole di arti marziali, una cinese e una giapponese, danno continuamente vita ad una serie di brutali scontri dettati dall’odio e dalla rivalità che li separa. In questo contesto particolarmente teso, il giovane Chen Jeh torna in città per poter convolare a nozze con la propria amata. Talentuoso studente cinese di arti marziali affiliato della scuola Jingwu, egli vede però spezzata la propria tranquillità nel momento in cui apprende una terribile notizia: il suo maestro di kung fu Huo Yuanjia è stato brutalmente ucciso, anche se la sua morte appare quanto mai misteriosa.

Quando durante il funerale del maestro un gruppo di arti marziali giapponesi si presenta per recare fastidio, Chen comprende come ci siano loro dietro la morte di Huo. Mettendo momentaneamente da parte il matrimonio, Chen scatena tutta la sua ira, deciso ad infliggere una severa punizione agli arroganti invasori. Intenzionato a scoprire di più sulla morte dell’amato maestro e vendicarlo, egli intraprenderà dunque una vera e propria guerra, durante il quale sfoggerà tutte le sue abilità. Sostenuto dall’intero popolo cinese oppresso, Chen è pronto a reclamare giustizia e nessuno sembra in grado di poterlo fermare.

Dalla Cina con furore cast

Dalla Cina con furore: il cast del film

Come anticipato, protagonista del film nei panni di Chen Jeh è l’attore Bruce Lee. La sua grandezza per questo film fu quella di fornire al personaggio un forte spessore carismatico, evidenziando però come Chen non sia un vero e proprio modello da seguire, mancando di virtù come tolleranza e compassione. Con Chen, però, Lee ebbe modo di diventare estremamente popolare, facendo diventare tali anche le arti marziali. L’attore curò infatti tutte le coreografie dei combattimenti presenti, eseguendo questi in prima persona, in quanto esperto della materia. Per l’occasione, Lee riportò in scena anche l’uso del nunchaku, strumento agricolo poi divenuta vera e propria arma da combattimento.

Sul set però Lee ebbe anche diversi scontri con il regista, per via dei metodi troppo sbrigativi di quest’ultimo a detta del primo. In seguito, Lee e Wei non collaborarono più in futuro. Tra gli altri interpreti del film si ritrovano poi Nora Miao nei panni di Yuan Le-erh e Riki Hashimoto in quelli di Hiroshi Suzuki. Robert Baker è invece Petrov, crudele oppositore russo. Nel film, inoltre, compare brevemente anche un giovane Jackie Chan, nei panni di un allievo della scuola cinese. Solo qualche anno dopo questo film, anche lui divenne famoso come uno dei grandi interpretati del cinema di arti marziali, contribuendo a rendere questo ulteriormente popolare nel mondo ancora oggi.

Dalla Cina con furore: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Dalla Cina con furore è infatti disponibile nei cataloghi di Now, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

The Nun 2: il trailer ufficiale del film horror

Il trailer ufficiale di The Nun 2 è finalmente disponbile. Il film horror, che è il nona capitolo del The Conjuring Universe, è il sequel di The Nun del 2018. Il primo film era ambientato nel 1952 e seguiva padre Burke, la noviziata suor Irene e la loro guida Frenchie mentre indagavano su un monastero rumeno appartato infestato da una suora demoniaca. Questo sequel sarà invece ora ambientato nel 1956, in Francia, dove Suor Irene si troverà nuovamente faccia a faccia con Valak, la suora demoniaca.

Il trailer promette dunque un’altra inquietante avventura dopo che la suora demoniaca, Valak, riappare per tormentare i giovani studenti in un collegio francese. Suor Irene è quindi costretta a tornare in azione per affrontare l’entità dopo che questa è emersa dall’interno di Frenchie, dove si era rifugiata alla fine del film precedente quando si pensava fosse stata sconfitta. Con questo nuovo capitolo, inoltre, il racconto dedicato a Valak dovrebbe ricollegarsi al film The Conjuring 2 – Il caso Enfield, il primo film nella saga in cui la suora demoniaca ha fatto la sua comparsa.

The Nun 2: il cast e il team creativo del film

Taissa Farmiga (The Nun) torna nel ruolo di Suor Irene, affiancata da Jonas Bloquet (Tirailleurs), Storm Reid (The Last of Us, The Suicide Squad), Anna Popplewell (la trilogia de Le cronache di Narnia), Bonnie Aarons (The Nun) e da un cast di star internazionali. Michael Chaves (The Conjuring: Per ordine del diavolo) dirige da una sceneggiatura di Ian Goldberg & Richard Naing (Eli, The Autopsy of Jane Doe) e Akela Cooper (M3gan, Malignant). Da una storia di Akela Cooper, basata sui personaggi creati da James Wan & Gary Dauberman.

Il film è prodotto dalla Safran Company di Peter Safran e dalla Atomic Monster di James Wan. Produttori esecutivi di The Nun 2 sono Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Gary Dauberman, Michael Clear, Judson Scott e Michael Polaire. Nel team creativo che ha affiancato il regista Michael Chaves troviamo il direttore della fotografia Tristan Nyby (The Conjuring: Per ordine del diavolo), lo scenografo Stéphane Cressend (The French Dispatch), il montatore Gregory Plotkin (Get Out) e il compositore Marco Beltrami (Scream) autore della colonna sonora.

The Nun 2 sarà nelle sale italiane a partire da settembre distribuito dalla Warner Bros. Pictures.

 
 

Deadpool 3: nuove foto svelano un costume diverso per il protagonista

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Mentre continuano le riprese, ecco arrivare nuove foto dal set di Deadpool 3, le quali offrono un primo sguardo all’atteso debutto di Ryan Reynolds nel Marvel Cinematic Universe. Come noto, Reynolds si uniranno al MCU anche il Wolverine di Hugh Jackman e diversi personaggi di ritorno dei due precedenti film di Deadpool – come Dopinder, Vanessa, Colossus, Testata Mutante  Negasonica e altri ancora. Le nuove foto (che si possono vedere qui), sono però particolarmente interessanti in quanto svelano un nuovo costume per il protagonista.

Come mostrano le immagini, Reynolds indossa un abito che condivide una netta somiglianza con il suo costume dei due film di Deadpool prodotti da Fox. Tuttavia, ci sono alcune piccole differenze: la tuta MCU di Deadpool ha un’area nera sotto il collo e meno cinghie rispetto alla tuta originale del personaggio. Detto questo, si tratta di cambiamenti minori, confermando che il personaggio porterà con sé il suo aspetto distintivo dall’universo Fox all’MCU. La differenza che più ha turbato i fan, però, sono i colori apparentemente più accesi di questo nuovo costume rispetto a quello dei precedenti film.

C’è un motivo per cui Deadpool entrerà nell’MCU con praticamente lo stesso costume che indossava per i primi due film, mentre gli eroi dell’MCU di solito hanno abiti diversi in ciascuna delle loro apparizioni. Il Deadpool di Reynolds non ha infatti a che fare con quella tendenza MCU poiché l’abito più famoso del personaggio è il costume rosso e nero, che gli è già stato visto indossare nei precedenti due film. Per questo motivo, il personaggio non ha bisogno di cambiare il suo design per Deadpool 3, mantenendo il suo aspetto ormai iconico.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura. Deadpool 3 uscirà l’8 novembre 2024.

 
 

Superman: Legacy, il film di James Gunn non sarà una origin story

Superman: Legacy film 2025 James Gunn

Dopo l’annuncio degli interpreti di Superman e Lois Lane in Superman: Legacy, c’è sempre più fermento intorno al progetto che darà il via al DC Universe supervisionato da Peter Safran e James Gunn. Proprio quest’ultimo sarà anche sceneggiatore e regista del film e benché egli tenga ancora estremamente segreti i dettagli sulla trama del film, ha ora affermato che il nuovo film dedicato al celebre supereroe non sarà una origin story. Secondo Variety, però, il film sarà una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo apparentemente che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, ovvero Clark Kent.

Se ciò fosse confermato, dunque, non si dovrebbe assistere alle origini del Superman interpretato da David Corenswet, bensì ai tentativi del supereroe di adattarsi alla vita terrestre e trovare e portare avanti il proprio lavoro come reporter per il Daily Planet. Inoltre, gli attuali rapporti relativi al film affermano che la Lois Lane di Rachel Brosnahan sarà co-protagonista di Superman: Legacy, dando dunque ulteriore credito al fatto che il film sarà fortemente caratterizzato dal Daily Planet e dai suoi lavoratori.

“Penso che al cinema abbiamo visto fin troppe volte le origini di Superman”, ha affermato Gunn in precedenza, rivelando anche che, come suggerisce il titolo, il film sarà incentrato sull’eredità di Superman, esplorando dunque come “sia i suoi aristocratici genitori kryptoniani che i suoi genitori contadini del Kansas lo formano su chi è e le scelte da fare“. “Si concentra su Superman che bilancia la sua eredità kryptoniana con la sua educazione umana“, ha poi aggiunto Safran. Alla luce di ciò, non resta dunque che attendere ulteriori notizie riguardo l’effettiva trama del film.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

 
 

Strange Planet – Uno strano mondo: la serie di adult animation Apple Tv+ disponibile dal 9 agosto

Strange Planet

Apple TV+ ha annunciato che “Strange Planet – Uno strano mondo“, la nuova serie animata per adulti composta da 10 episodi, farà il suo debutto il 9 agosto con nuovi episodi settimanali ogni mercoledì, fino al 27 settembre. Basata sull’omonima graphic novel bestseller del New York Times, divenuta un fenomeno sui social media, “Strange Planet – Uno strano mondo” offre uno sguardo esilarante e perspicace su uno scenario lontano non dissimile dal nostro. In un mondo stravagante di rosa e viola, gli esseri blu esplorano l’assurdità delle tradizioni umane quotidiane.

A dare voce a questo mondo di strani esseri sono il candidato al Gotham Award Tunde Adebimpe (“Rachel sta per sposarsi”), la candidata all’Emmy Demi Adejuyigbe (“The Amber Ruffin Show”), Lori Tan Chinn (“Awkwafina è Nora del Queens”), il candidato al Critics Choice Award Danny Pudi (“Community”) e la candidata all’Emmy Award Hannah Einbinder (“Hacks”).

Strange Planet – Uno strano mondo” è co-creata e prodotta esecutivamente dal vincitore dell’Emmy Dan Harmon (“Rick and Morty”, “Community”) e dall’autore di bestseller del New York Times Nathan W. Pyle. Il vincitore del premio Oscar® Alex Bulkley (“Pinocchio di Guillermo del Toro”), il vincitore del premio Emmy Corey Campodonico per ShadowMachine (“BoJack Horseman”, “Tuca & Bertie”), Lauren Pomerantz (“Saturday Night Live”, “The Ellen DeGeneres Show”), la vincitrice del premio Emmy Amalia Levari (“Over the Garden Wall”, “Harvey Beaks”), Steve Levy (“Rick and Morty”, “Community”) e Taylor Alexy Pyle fungono da produttori esecutivi. “Strange Planet – Uno strano mondo” è prodotto da Apple Studios e ShadowMachine.

 
 

Killers of the Flower Moon, Lily Gladstone: “non è un western, ma una grande tragedia americana”

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Martin Scorsese e Lily Gladston

In attesa di poter vedere il nuovo film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon (leggi qui la nostra recensione) al cinema il 19 ottobre, la protagonista femminile Lily Gladstone torna a parlarne in un intervista per Empire, affermando che il film non è un western tradizionale, come molti potrebbero presumere. Il genere western possiede infatti caretteristiche ben definite, mentre il film di Scorsese è da lei definito come “una grande tragedia americana“, per il quale si è dato vita ad una stretta collaborazione con veri nativi americani per raccontare una storia libera da cliché.

Molte persone vogliono davvero identificare questo film come ‘un western di Martin Scorsese’. Il modo in cui i nativi sono stati rappresentati a lungo nel Western ci ha disumanizzati al punto da farci percepire come parte del paesaggio, invece che esseri umani che raccontano una storia”. Il film, basato sull’omonimo libro di David Grann, ruota attorno a una serie di delitti verificatisi tra i membri della tribù Osage negli anni ’20, i quali casualmente accadono quando il petrolio viene scoperto nel loro territorio.

Originariamente, Killers of the Flower Moon doveva essere molto più concentrato sulle indagini dell’FBI riguardo gli omicidi. La storia, come Scorsese ha rivelato in precedenza, è stata raccontata attraverso la prospettiva dell’agente Tom White e dei suoi colleghi dell’FBI mentre tentavano di risolvere i macabri crimini in corso. Inizialmente Leonardo DiCaprio avrebbe dovuto interpretare White, ma ciò è cambiato dopo che Scorsese ha iniziato a incontrarsi con i membri della Osage Nation.

Dopo conversazioni illuminanti avute con loro, è diventato chiaro che la storia di Killers of the Flower Moon doveva concentrarsi maggiormente sulla punto di vista dei nativi americani. Successivamente la Mollie Burkhart interpretata dalla Gladstone è stata posta al centro della storia e DiCaprio è stato invece scelto per il ruolo del suo intrigante marito Ernest, con Jesse Plemons chiamato ad interpretare il ruolo di White. Spostando il punto di vista, Scorsese ha dunque allontanato il suo nuovo film dall’essere un classico western per farlo diventare invece un’opera molto più complessa.

 
 

L’ultimo Boss di Kings Cross, il trailer della serie dal 26 luglio su Sky

L’ultimo Boss di Kings Cross

Nel cuore di Sidney, il quartiere di Kings Cross accende con sfavillanti luci le notti della città, per accogliere tutti coloro che cercano ogni tipo di divertimento e vizio. È proprio qui che è ambientata la nuova serie Sky Original ispirata all’omonimo bestseller autobiografico di John Ibrahim, L’ultimo Boss di Kings Cross, di cui oggi viene rilasciato il trailer ufficiale.

La serie, in arrivo il 26 luglio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, racconta l’ascesa in società di due fratelli, arrivati dal Libano con il grande sogno di trovare fortuna, che si sono faticosamente fatti strada nell’ambiente criminale della città fino ad arrivare al successo.

Lincoln Younes (Grand Hotel) veste i panni di John Ibrahim, immigrato libanese a Sidney che sogna di fare fortuna: alla fine degli anni ‘80, lui e suo fratello Sam – Claude Jabbour (Stateless) – rimangono estasiati dalle luci di Kings Cross, un luogo noto per “ospitare” ogni forma di criminalità. John apre un nightclub e inizia ad avere successo nel suo campo, fino a diventare il più famigerato magnate dei locali notturni della zona. Fino a quando un’ondata di cocaina travolge Sidney come un’epidemia, l’ecosistema criminale di Kings Cross vacilla ed è ora di combattere per stabilire chi comanda. I fratelli Ibrahim si troveranno a fronteggiare il re in carica, Ezra Shipman (Tim RothPulp Fiction, Le Iene), astuto e molto conosciuto boss del crimine. Ora che è diventato anziano, l’uomo più potente e temuto di Sydney si rende conto che non c’è nessuno capace di portare avanti l’eredità che ha costruito per decenni. Finché non entra in scena John Ibrahim…

Nel cast anche Callan Mulvey (The Luminaries) e Matt Nable (Hyde & Seek). Una produzione Sky Studios e Cineflix.

 
 

Cristian Mungiu, nella storia vera di Animali selvatici c’è il nostro lato peggiore

animali selvatici di Cristian Mungiu

E’ un piccolo villaggio della Transilvania quello scelto da Cristian Mungiu come teatro del suo nuovo Animali Selvatici (in originale R.M.N., proprio come la Risonanza Magnetica che normalmente indica la sigla), un film presentato al Festival di Cannes, dove il regista rumeno ha già vinto diversi premi, compresa la Palma d’Oro per il 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni del 2007. Un luogo apparentemente idilliaco, dove piano emergono dinamiche alle quali siamo tristemente abituati nel nostro quotidiano, fatte di intolleranza e pregiudizio, a conferma dell’attenzione del cineasta a temi sociali importanti e della sua capacità di intrecciare situazioni universali con conflitti umani e crisi familiari.

Una storia, ispirata da accadimenti reali, che Bim Distribuzione porta nei nostri cinema a partire dal 6 luglio e della quale lo stesso regista ha approfondito origine e temi, spiegando al pubblico italiano il suo pensiero e il suo modo di fare cinema, sempre fortemente legato alla realtà, ma che non disdegna distaccarsene per metterne in evidenza le fragilità, i paradossi o le zone d’ombra.

Che non mancano nella storia di Matthias, impiegato in Germania che per Natale torna al suo villaggio in Transilvania per stare più tempo con il figlio piccolo e il padre malato. Ma il rapporto con la sua compagna è ormai compromesso, anche per la relazione adulterina con la ex-amante  Csilla, ormai diventata responsabile del locale panificio, al centro di una accesa contestazione da parte di molti abitanti del luogo per aver assunto alcuni lavoratori cingalesi.

Una storia nella quale convivono molti elementi, una storia vera?

La storia nasce da un fatto realmente accaduto in un piccola cittadina della Transilvania, abitata soprattutto da ungheresi, giusto prima che esplodesse la pandemia nel 2020. Tutto si è svolto più o meno come nel film: c’è stata una partecipata riunione nel municipio, qualcuno l’ha registrata, è finita su internet e ha provocato un grande scandalo, inizialmente in Romania e poi nel resto del mondo. Il punto di partenza per me è stato il fatto che normalmente mi sarei aspettato che una comunità abitata da una minoranza di un alto paese mostrassero maggiore empatia verso chi fa parte di minoranze ancora più piccole, soprattutto in un paese come il nostro dove la tendenza è quella di lasciare il Paese e andare a Ovest in cerca di una vita migliore. Ma qui accade l’esatto contrario.

Un fatto che in Romania ha sollevato molte discussioni

Inizialmente si è cercato di non dare grande importanza all’accadimento, ma la stampa l’ha resa una notizia tale che il governo ha dovuto rispondere, insistendo che a questi lavoratori dovesse essere consentito di continuare a lavorare, come è avvenuto. Il problema che si è cercato di evitare era quello di una discriminazione nei confronti della popolazione Rom locale.

Un altro tema che emerge dal film

Dopo aver scritto la sceneggiatura ho voluto andare in loco per sincerarmi della situazione di persona e documentarmi, e ho potuto parlare sia con la proprietaria della fabbrica sia con i lavoratori stranieri. La comunità non era aperta al cambiamento, ma non lo percepivano come una discriminazione contro qualcuno, solo volevano conservare il proprio stile di vita, le proprie tradizioni. Qualcosa che succede in tutti quei piccoli centri da dove non è facile capire cosa sia davvero l’Unione Europea e adattarsi.

C’è la società al centro, ma soprattutto le persone

Quando faccio un film non mi piace raccontare quello che è effettivamente successo, non lo trovo interessante. Cerco di parlare di situazioni a livello globale, per parlare di noi come persone, come esseri umani, come siamo e perché agiamo come agiamo. L’affrontare e discutere le grandi differenze tra ciò che diciamo e quello che effettivamente pensiamo. Per me questo film parla di ipocrisia, di verità, delle grandi differenze tra l’essere politicamente corretto insegna a dire pubblicamente e quello che davvero pensiamo. Parla di populismo e della fine della democrazia come la conosciamo, che può essere davvero meravigliosa, ma se non si investe nell’educazione delle persone alla democrazia, e si chiede loro ugualmente una opinione, si ottengono risultati come quelli che vediamo oggi, un mondo fatto di populismo e ipocrisia.

Cosa le interessava rappresentare sul piano allegorico?

Ho cercato di costruire l’ambientazione come fosse una sorta di villaggio fantasma, perché era importante che rappresentasse ed esprimesse quello che è il nostro subconscio. E’ circondato da una foresta buia, scura, perché al di là di un primo livello nel nostro cervello c’è anche un lato belluino. Qualcosa che tende a lottare per sopravvivere, soffocando la nostra empatia. Qualcosa di cui dobbiamo prendere coscienza e consapevolezza perché tendiamo a pensare che il male al di fuori di noi, ma spesso non è così. Dobbiamo prendere coscienza di questo lato animale e tentare di addomesticarlo.

Siamo noi, dunque, gli animali selvatici del titolo italiano?

Non è facile accettare questo lato animale, e quanto questo sia più presente di quel che ci piaccia. Ci piace vederci come creature superiori, ma appena inizia una guerra anche le persone migliori si trasformano in assassini, stupratori e torturatori nei confronti del vicino, di persone che parlano la tua lingua o hanno la tua religione. Ho pensato alla natura umana, e a cosa ci sia sotto la superficie. A questa aggressività. Il titolo originale è R.M.N. (sigla della Risonanza Magnetica, ndr) perché nel film c’è questa analisi, di quello che non funzione all’interno del cervello. E poi mi piaceva l’idea di mostrare le radiografie del cranio, anche perché in genere quello che continua a crescere è il lobo frontale, dove risiede l’empatia. Se consentissimo a questa parte di svilupparsi ancora, potremmo ottenere davvero risultati positivi.

 
 

Ascolta i fiori dimenticati, il trailer della serie Prime Video

Ascolta i fiori dimenticati

Prime Video ha svelato il trailer ufficiale della serie Original Ascolta i fiori dimenticati (The Lost Flowers of Alice Heart), che sarà disponibile dal 4 agosto in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Diretto da Glendyn Ivin (Penguin Bloom, Safe Harbour), e dai produttori di Big Little LiesNine Perfect Strangers e Anatomy of a Scandal, il trailer svela i complessi misteri e i segreti che circondano Alice Hart e il passato della sua famiglia.

Ascolta i fiori dimenticati, la trama

Basata sul best-seller d’esordio di Holly Ringland The Lost Flowers of Alice Hart, la serie in sette episodi racconta la coinvolgente ed emozionante storia di Alice Hart. Quando Alice, all’età di 9 anni, perde tragicamente i genitori in un misterioso incendio, viene portata a vivere con la nonna June alla Thornfield flower farm, dove scopre che numerosi segreti si nascondono nel suo passato e in quello della sua famiglia. Ambientato in Australia, con il suo paesaggio mozzafiato, e fiori e piante selvatiche autoctone che danno modo di esprimere l’inesprimibile, questo avvincente drama familiare attraversa i decenni. Mentre cresce dal suo complicato passato, il viaggio di Alice raggiunge il climax emotivo quando si ritrova a combattere per la sua vita contro l’uomo che ama.

Sigourney Weaver interpreta June Hart, Asher Keddie è Sally Morgan, Leah Purcell è Twig North, Frankie Adams è Candy Blue e Alycia Debnam-Carey è Alice Hart.

 
 

Tom Cruise rivela in che ordine vedrà Barbie e Oppenheimer al cinema

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Tom Cruise - Foto di Aurora Leone

A pochi giorni dall’uscita in sala negli Stati Uniti di Barbie e Oppenheimer (in Italia il film di Christopher Nolan uscirà invece il 23 agosto), Tom Cruise, dal 12 luglio al cinema con Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, ha recentemente rivelato l’ordine in cui vedrà i due attesi blockbuster. In un’intervista al Sydney Morning Herald, l’attore ha dichiarato “voglio vedere sia Barbie che Oppenheimer“, aggiungendo poi che “li vedrò nel fine settimana di apertura. Venerdì vedrò Oppenheimer e poi Barbie sabato.

I commenti di Cruise arrivano dopo che l’icona di Hollywood ha incoraggiato gli spettatori a vedere Barbie e Oppenheimer uno dopo l’altro, una doppia combinazione che da allora è stata soprannominata “Barbenheimer“. Il sostegno di Cruise a entrambi i film, oltre a dare potenzialmente una spinta positiva alle vendite dei biglietti, sembra mettere a tacere le voci secondo cui l’attore era “piuttosto innervosito” dal fatto che Oppenheimer avrebbe sottratto diversi schermi IMAX al suo film, negli Stati Uniti.

Le parole di Cruise portano inoltre avanti il suo desiderio di sostenere pubblicamente film di alto profilo, promuovendo così l’importanza di vedere tali opere in sala. Prima di Barbie Oppenheimer, Cruse ha fatto lo stesso per The Flash e Indiana Jones e il Quadrante del Destino. Cruise ha infatti dichiarato che il suo sostegno ai cinema e a coloro che amano l’esperienza cinematografica non vacillerà mai. “È la mia passione intrattenervi“, ha detto Cruise. “Lotterò sempre per le grandi sale e quel tipo di esperienza per tutti“.

Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, tutto quello che c’è da sapere sul film con Tom Cruise

Il settimo capitolo della saga con protagonista Cruise si intitola Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, mentre l’ottavo, Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due. In questi due film Tom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, con il primo dei due in arrivo al cinema dal 12 luglio.

In Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno Ethan Hunt (Tom Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’ intera umanità. Con il destino del mondo e il controllo del futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a cuore.

 
 

Rodeo, la recensione del film di Lola Quivoron

Rodeo, primo film di Lola Quivoron, arriva finalmente in sala. Presentata in anteprima al Festival di Cannes 2022, nella sezione Un Certain Regard, la pellicola ha conquistato il Coup de Coeur ed è stata selezionata per il Queer Palm. In Concorso anche al 40° Torino Film Festival, ha ricevuto il Premio speciale della giuria nonché il riconoscimento per la Migliore attrice, assegnato a Julie Ledrou.

Rodeo: la trama

Julia (Julie Ledru) è una giovane disadattata, appassionata di motociclismo e sempre in mezzo ai guai. Dopo aver subito il furto della sua motocicletta – sequenza d’apertura del film – la ragazza organizza una piccola truffa e, rubata a sua volta una moto trovata in vendita online, torna subito in sella. Quello stesso giorno Julia si imbatte in un gruppo di bikers, rimane affascinata dal loro stile di vita selvaggio e decide di unirsi a loro.

Venuta a contatto con la banda, che gestisce un garage per conto del criminale Domino, bloccato in prigione, la giovane impara presto a conoscerne i componenti, dal gentile Kais (Yanis Lafki) a Ben (Louis Sotton) e Manel (Junior Correia), decisamente più diffidenti e ostili. Fa inoltre amicizia con Ophelie (Antonia Buresi), moglie di Domino, e suo figlio, ai quali il marito e padre ha vietato di lasciare la città in attesa del proprio rilascio.

Con il passare del tempo Julia inizia a integrarsi nel gruppo, a farsi conoscere, e mette a disposizione della banda le proprie abilità di truffatrice e ladra; fino a che, nonostante alcune difficoltà, il rispetto guadagnato la spinge ad avanzare l’idea di un colpo particolarmente remunerativo: rapinare un furgone in corsa.
Il reale obiettivo della ragazza, affezionatasi alla condizione di Ophelie, è però un altro. Una strada senza ritorno da affrontare con coraggio, istinto e caparbietà; avvolta nel buio della notte.

Un dramma sulla strada

“Cos’è quella sensazione che si prova quando ci si allontana in macchina dalle persone e le si vede recedere nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi?” scriveva Kerouac. “È il mondo troppo grande che ci sovrasta, è l’addio. Ma intanto, ci si proietta in avanti verso una nuova, folle avventura sotto il cielo.”

Rodeo è senza alcun dubbio un dramma on the road. Distante, certo, dalle suggestioni beat-generazionali evocate dall’autore statunitense sul finire degli anni ’50 o dalle traiettorie “di genere” comunemente tracciate su carta e su schermo pre e – soprattutto – post Kerouac. Capace, tuttavia, di infiammarsi del medesimo spirito di ribellione per trapiantarlo altrove, circoscrivendone i confini. Quella raccontata da Quivoron è una folle avventura sotto il cielo; un “viaggio” che è forse allegoria, pregno però della fisicità dell’asfalto, dell’olio motore e delle ferite. La storia di un mondo troppo grande, che sovrasta Julia e quanti insieme a lei si sforzano di abitarlo.

Tensioni differenti convivono in Rodeo: dal grido di libertà femminile e femminista alla Ridley Scott – Julia è sola in un contesto dominato dagli uomini – alla passione viscerale intesa come appiglio e via d’uscita dal degrado esistenziale (il motociclismo tematicamente simile alla danza di Billy Elliot o al pugilato di Million dollar baby). Senza voler trascurare la dimensione politica di un film che è anche spaccato sociale, specchio di un fango umano lasciato al decadimento.

Profumo di degrado

In quest’ottica forse, considerati i duri sconvolgimenti che in queste ore coinvolgono le banlieue francesi, l’esordio cinematografico della regista parigina può colpire nella sua capacità di ritrarre, almeno in parte, quel senso di frustrazione sempre attuale; quel senso di bisogno e abbandono provato dagli ultimi, da chi non ha sbocchi o prospettive.

Siamo lontani, è vero, dalla potenza espressiva di La Haine di Mathieu Kassovitz; da quel crudo e impietoso bianco e nero di metà anni ’90. Siamo però, a onor del vero, su pianeti narrativi profondamente distinti. Marcatamente geolocalizzato il primo, universalmente significante il secondo. E qui, con ogni probabilità, risiede il limite principale di Rodeo; un film istintivo e di grande impatto che, (volutamente) concentrato sulla sua protagonista, ne tratteggia il contesto di vita senza grande specificità. Adagiandosi, a tratti, su uno schema drammatico tipicamente “europeo” e di facile lettura che, sebbene animato da una buonissima regia – non solo acrobaticamente parlando – e da uno studio del testo-immagine non scontato (gli incubi di Julia), finisce per risolversi in un finale da “compromesso”, per quanto assolutamente funzionale.

 
 

Robert Eggers parla di Nosferatu: “Sto cercando di andare oltre le mie capacità”

Nosferatu

Mentre si sono da poco concluse le riprese del rifacimento di Nosferatu per mano di Robert Eggers, il regista ha ora raccontato qualcosa di più sul proprio approccio a tale film, che desiderava realizzare da molto tempo. In un’intervista con la rivista Empire, Eggers, con la sua rinomata propensione per le riprese in esterni, ha in particolare spiegato come girare The Northman lo abbia preparato per le “difficili” riprese di Nosferatu. “Sto cercando di andare oltre le mie capacità“, ha detto Eggers. “Come sempre, sono state riprese difficili“, ha poi continuato il regista.

“Una sera stavamo girando una scena su una nave con molta pioggia e onde e il deflettore della pioggia, che cerca di far fuoriuscire la pioggia dall’obiettivo, si stava rompendo e dunque l’obiettivo si stava appannando“. Come noto, Eggers si è in questi anni distinto per la sua preferenza nel girare in esterni e in condizioni estreme, pur di ottenere riprese perfette per i suoi film. “Sono così felice di aver realizzato The Northman prima e di aver imparato quello che ho imparato. Quando penso al piano di produzione di Nosferatu, mi stupisco di come siamo riusciti ad arrivare in fondo”.

Robert Eggers è noto per il suo lavoro su film horror storici come The Witch e The Lighthouse. Il suo terzo film, The Northman, è invece un thriller d’azione che a sua volta presenta gli interessi del regista legati al folklore, alla mitologia e all’autenticità storica. Eggers ha fatto costruire interi villaggi per girare il film, la maggior parte dei quali è stata girata nell’Irlanda del Nord, con alcune parti completate nella Repubblica d’Irlanda e in Islanda. La vastità di questo ultimo progetto, interpretato da Alexander Skarsgård, ha dunque aiutato a preparare il regista per quella che si è rivelata essere un’altra produzione su larga scala.

Nosferatu, quello che sappiamo sul film

Nosferatu di Robert Eggers è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“, recita la sinossi ufficiale del film in uscita. La pellicola, prodotta della Focus Features e scritta e diretta da Robert Eggers, sarà dunque un vero e proprio remake del capolavoro del 1922 di F. W. Murnau. Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso.

Il film di Eggers è ora atteso in sala nel 2024, ma al momento non c’è una data precisa. Nel cast del film Nosferatu troviamo Bill Skarsgård (Barbarian), interprete del vampiro protagonista, Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass, Godzilla), Emma Corrin ( Lady Chatterley’s Lover ), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney (Carnival Row) e Ralph Ineson (Il cavaliere verde).

 
 

Barbie: Billie Eilish annuncia una sua canzone per la colonna sonora del film

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Mancano pochi giorni all’arrivo di Barbie in sala e i fan non vedono l’ora di vedere Margot Robbie interpretare tale ruolo accanto al Ken di Ryan Gosling. Si è inoltre molto curiosi di scoprire che tipo di storia Greta Gerwig abbia ideato per la bambola più famosa della storia. I motivi per vedere Barbie non fanno che aumentare e tra questi vi è anche la promessa di una colonna sonora piuttosto impressionante. In precedenza, infatti, è stato rivelato che il film includerà brani di alcuni grandi artisti, ai quali si è ora aggiunto un altro nome importante nome. Billie Eilish ha infatti annunciato di aver scritto e interpretato una nuova canzone per il film di Barbie.

L’artista, già vincitrice di Grammy e dell’Oscar alla miglior canzone per No Time To Die, ha rivelato la cosa tramite il proprio profilo Instagram. “What Was I Made For? uscirà il 13 luglio. Abbiamo realizzato questa canzone per Barbie e per me significa il mondo. Questo film cambierà le vostre e vite e spero che anche la canzone faccia altrettanto“, ha scritto l’artista nel post di Instagram. La Eilish si va dunque ad aggiungere agli artisti precedentemente annunciati come parte della colonna sonora di Barbie, ovvero Ava Max, Charli XCX, Dominic Fike, Dua Lipa, FIFTY FIFTY, Gayle, HAIM, Ice Spice, Kali, KAROL G, Khalid, Lizzo, Nicki Minaj, PinkPantheress, Tame Impala e The Kid LAROI.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film sarà al cinema dal 20 luglio.

 
 

Beetlejuice 2: foto dal set rivelano un matrimonio per Jenna Ortega

Beetlejuice 2

Continuano le riprese di Beetlejuice 2, sequel dell’iconico film del 1988 di Tim Burton. Tale seguito vedrà Winona Ryder tornare nei panni di Lydia Deetz al fianco di Michael Keaton, interprete del bio-esorcista che dà il titolo al film, mentre Catherine O’Hara tornerà nei panni della madre di Lydia. Si darà invece il benvenuto nel franchise a Jenna Ortega, Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe. I dettagli della storia sono attualmente tenuti nascosti, anche se la famiglia Deetz sembra essere in procinto di crescere.

Mentre continua la produzione del tanto atteso sequel, da People sono infatti emerse nuove foto dal set di Beetlejuice 2, che sembrano anticipare un matrimonio per il personaggio della Ortega, figlia di Lydia. Le immagini, che possono essere visualizzate al link qui riportato, vedono infatti la Ryder che si prepara per una scena in cui partecipa al matrimonio di sua figlia, il personaggio attualmente senza nome della Ortega. L’abito bianco e rosa brillante indossato sembra inoltre preannunciare un personaggio possibilmente opposto a quello della Ryder, decisamente più cupo e gotico.

Oltre a rivelare un primo sguardo alla Ortega, le nuove foto dal set di Beetlejuice 2 lasciano però emergere alcune teorie riguardo a tale matrimonio. Come noto, nel film del 1988 Beetlejuice tentava di sposare con la forza Lydia. La stessa cosa potrebbe star accadendo anche a sua figlia. Lo sguardo luminoso sul volto dell’attrice e il suo abito bianco sembrano però suggerire  una certa sincerità nel matrimonio, che potrebbe dunque non essere il frutto di una costrizione. Se il personaggio della Ortega fosse solare come queste foto lasciano intendere, sarebbe un forte cambiamento rispetto alla precedente collaborazione dell’attrice con Burton, avvenuta per la serie Mercoledì.

Beetlejuice 2, un sequel a lungo atteso

L’originale Beetlejuice, si concentrava sul personaggio fantasma del titolo che viene assunto da altri due fantasmi scontenti della famiglia che ha occupato la casa in cui abitano, è stato come noto un grande successo, generando anche uno spettacolo teatrale e una serie animata, ma i fan aspettano da decenni che venga realizzato un sequel canonico. Inizialmente si pensò di sviluppare un sequel che avrebbe dovuto essere intitolato Beetlejuice Goes Hawaiian. Il progettò passò però in secondo piano quando Burton si interessò ad altre sceneggiature. Messo da parte, soltanto nel 2011 si è tornato a parlare di un sequel di Beetlejuice.

Della riscrittura della sceneggiatura si è poi occupato Seth Grahame-Smith, già sceneggiatore per Burton di Dark Shadows. Benché Keaton e la Ryder si fossero detti disposti a riprendere i loro ruoli, Burton si è dichiarato in più occasione non convinto del progetto e ciò ha portato a continui ritardi. Tuttavia, nel 2022 Burton ha offerto positivi aggiornamenti sul sequel, lasciando intendere che il tempo per Beetlejuice 2 si stava avvicinando, dicendo: “Sto lavorando su idee e cose, ma è tutto molto presto. Vedremo come va. Com’è per una risposta senza risposta“. Nell’aprile 2023, infine, il film è stato annunciato ufficialmente ed ha ora una data di uscita fissata al 6 settembre 2024.

 
 

Xavier Dolan commenta l’intervista a El Pais: “A volte le parole sono prese fuori dal contesto”

Xavier Dolan
foto di Aurora Leone

Con una storia sul suo account Instagram, Xavier Dolan interviene a rettificare quanto riportato dai giornali soltanto poche ore fa. La rivista spagnola El Pais aveva riportato una dura intervista del regista e attore in cui annunciava il suo ritiro, usando espressioni molto dure in direzione dell’arte, del cinema e dello spettacolo.

“Non capisco quale sia il senso di mettersi a raccontare storie mentre tutto il resto attorno a noi cade a pezzi. L’arte è inutile e dedicarsi al cinema una perdita di tempo”. Riportava il pezzo, parole molto dure che, per quanto definitive, potevano essere allineate con una carriera che dopo i 30 anni faticava a trovare la strada del successo che aveva invece caratterizzato il decennio precedente.

Adesso, su Instagram, Xavier Dolan affida a una storia poche parole su sfondo nero: “Ovviamente l’arte ha importanza, ovviamente il cinema non è una perdita di tempo. A volte le parole sono prese fuori dal contesto e le cose si perdono nella traduzione. Mi spiegherò presto. E poi, sto bene!”

Dal folgorante esordio nel 2009 con Ho ucciso mia madre, girato a soli 20 anni, Xavier Dolan ha conquistato il cuore dei fan di tutto il mondo, con Gli amori Immaginari, Lawrence Anyways, Tom à la farme, Mommy e E solo la fine del Mondo che ha vinto il premio della Giuria a Cannes 2016.

Con La mia vita con John F. Donovan aveva realizzato una specie di film conclusivo, in cui raccontava i demoni della fama e la mancanza di ispirazione, salvo poi tornare in un terreno conosciuto e amico con Matthias & Maximeche a oggi è il suo ultimo film per il cinema. Ha poi recitato in Illusioni Perdute e in IT – Capitolo due.

 
 

Johnny Depp sarebbe pronto a lavorare di nuovo con la Disney

Johnny Depp

Nonostante la brusca interruzione dei loro rapporti, Johnny Depp sarebbe disposto a lavorare di nuovo con la Disney. “Tutto è possibile“, ha detto a People un insider vicino a Depp a proposito di una riunione con la Disney. “Se è il progetto sarà quello giusto, lo farà”. L’indiscrezione arriva appena un mese dopo che il presidente della Disney Studio Motion Picture Production, Sean Bailey, ha comunicato che lo studio sarebbe pronto a realizzare un nuovo film del franchise Pirati dei Caraibi, dove come noto Depp ha interpretato l’ormai iconico capitan Jack Sparrow.

Pensiamo di avere una storia davvero bella ed emozionante che onora i film che sono venuti prima e ha anche qualcosa di nuovo“, aveva dichiarato Bailey al NYT. Ovviamente, il dirigente della Disney è stato attento sul fornire indicazioni riguardo un coinvolgimento o meno di Johnny Depp, affermando solo che erano “non ci sono impegni a riguardo al momento”. Anche il produttore della saga, Jerry Bruckheimer, non si è sbilanciato, dichiarando: “dovreste chiedere alla Disney. Non posso rispondere a questa domanda. Davvero, non lo so”.

Bruckheimer ha però anche aggiunto, riguardo ad un possibile ritorno di Depp, che “mi piacerebbe averlo nel film. È un amico, un attore eccezionale, ed è un peccato che le vite personali si insinuino in tutto ciò che facciamo“. Come noto, la Disney si è separata da Jonny Depp alla fine degli anni 2010, dopo che l’attore è stato coinvolto nel controverso divorzio pubblico dalla sua ex moglie Amber Heard, che accusava l’attore di averla picchiata. Nel 2022 si è poi svolto il processo tra Depp e la Heard, con la sentenza andata in gran parte in favore di Depp.

Ora libero da quella vicenda, per Depp potrebbe avere inizio una nuova fase della sua carriera. Sembra dunque che ci siano conversazioni in corso tra lui e la Disney, ma che si stia cercando di tenere queste il più private possibile. Sarà dunque interessante vedere se tali conversazioni tra le due parti porteranno presto a un annuncio formale di riappacificazione, magari con l’annuncio ufficiale di un Pirati dei Caraibi 6 con Depp come protagonista, nonostante in passato abbia detto di non volerne più sapere di quella saga.