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Ed Skrein sulle difficoltà avute con la sua scena di nudo in Rebel Moon: “Non è stato divertente”

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Una scena importante di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco si è rivelata essere particolarmente impegnativa per l’attore Ed Skrein. Egli interpreta nel film l’ammiraglio Atticus Noble, il braccio destro di Balisarius, padre adottivo di Kora che ha recentemente guidato un colpo di stato per impadronirsi del Mondo Madre. La scena a cui si fa riferimento arriva nel finale del film, dove un Noble apparentemente morto viene rianimato da vari fili e immerso totalmente nudo in una vasca contenente uno strano liquido. Intervistato da Looper, l’attore ha rivelato che quella sua scena di nudo è stata particolarmente difficile da girare perché si è trattato di cinque giorni di riprese durante i quali è stato malato.

Sono stati cinque giorni interessanti perché ero praticamente da solo. Ero l’unico membro del cast, anche se c’erano alcuni attori in costume da sacerdoti semiti. Inoltre, eravamo proprio alla fine delle restrizioni Covid, quindi stavamo ancora facendo i test. L’ironia della sorte è che quella settimana ero molto malato, ma non avevo la Covid e quindi mi è stato permesso di lavorare. Ero lì dentro ed ero nudo. Mi ricoprivano di gelatina K-Y, così ero tutto lucido e scivoloso, e stavo male. Non è stato divertente… e poi fingere di essere fulminato e tutte quelle cose su quella griglia di vero metallo“, ha spiegato Skrein.  “È stato impegnativo. Ma come attore, le sfide sono tutto ciò che vuoi. È questo ad essere stato così affascinante dell’interpretare Noble“.

Di cosa parla Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

La sinossi di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

Emily Blunt riflette sul successo del Barbenheimer: “Dobbiamo fare in modo che accada di nuovo”

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Emily Blunt riflette sul successo della data di uscita comune (negli Stati Uniti) di Barbie e Oppenheimer, esortando Hollywood a ripetere qualcosa di simile. Con la loro data di uscita comune, il 21 luglio, Barbie e Oppenheimer hanno infatti sbancato sia internet che il botteghino con il fenomeno denominato “Barbenheimer” (che sembra ora diventerà anche un film vero). Entrambi i titoli hanno ricevuto il plauso della critica e sono ora in lizza per diversi premi ai prossimi Golden Globes, puntando poi agli Oscar.

In una recente intervista con The Playlist, la Blunt, membro del cast di Oppenheimer, riflette dunque su questo fenomeno e ammette di volere che si ripeta. Blunt incoraggia il pubblico a “fare in modo che accada di nuovo. Dobbiamo farlo, perché guardate cosa ha fatto per il cinema. Guardate cosa ha fatto per le persone. È stata una gioia e una celebrazione della verità dei film in circolazione. E perché dovrebbero essere messi l’uno contro l’altro? Andate a vederli entrambi! Voglio che accada sempre più spesso. È fantastico!”.

Quanto hanno avuto successo al botteghino Barbie e Oppenheimer?

Cillian Murphy ha interpretato J. Robert Oppenheimer nel film di Christopher Nolan, interpretato anche da Emily BluntRobert Downey JrMatt DamonFlorence Pugh, Benny Safdie, Michael Angarano, Josh Hartnett, Rami Malek, Kenneth Branagh. Oppenheimer ha incassato 953,2 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget di 100 milioni di dollari.

Margot Robbie, nel frattempo, ha interpretato il personaggio principale di Barbie di Greta Gerwig, che ha scritto insieme a Noah Baumbach. Interpretato anche da Emma MackeyRyan GoslingWill Ferrell, America FerreraKate McKinnon, Michael Cera e Alexandra Shipp, Barbie ha incassato 1,422 miliardi di dollari al botteghino globale con un budget stimato di 128-145 milioni di dollari.

Sia Barbie che Oppenheimer sono attualmente disponibili per l’acquisto su piattaforme digitali come Amazon, AppleTV+ e altre. Sono entrambi disponibili anche per l’acquisto su supporto fisico.

Bendy and the Ink Machine: il videogioco horror diventerà un film

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Il videogioco Bendy and the Ink Machine sta per essere adattato sul grande schermo. Pubblicato dallo studio Kindly Beast nel 2017, è questo un gioco survival horror in prima persona che include sia azione che enigmi da risolvere, seguendo le avventure di un uomo di nome Henry, un tempo l’animatore principale dell’attrazione Joey Drew Studio, che anni dopo riceve un invito dallo stesso Joey Drew per tornare al laboratorio. Qui scoprirà con orrore che diversi ex dipendenti del Joey Drew Studios sono stati tramutati in esseri mostruosi composti d’inchiostro, dopo essere stati corrotti proprio dal misterioso inchiostro prodotto dalla Macchina.

Secondo la pagina ufficiale di Bendy su X, Bendy and the Ink Machine riceverà ora un adattamento cinematografico, dando l’annuncio con una foto che riporta la dicitura: “Bendy sta arrivando sul grande schermo“. Il post tuttavia non rivela alcun dettaglio sulla produzione, come il regista, il cast o la data di uscita. Inoltre, non è stato rivelato se il film di Bendy and the Ink Machine sarà in live-action o in animazione. Data l’esistenza di Bendy nel mondo dell’animazione, avrebbe molto senso realizzare un film d’animazione dal videogioco, ma non essendo ancora stato rivelato nulla, l’idea del live-action è ancora da ritenere possibile.

Anche se non sono stati menzionati membri specifici del team di produzione, la notizia della realizzazione del film è accompagnata da un’informazione chiave: la sua casa di produzione, la Radar Pictures. Fondata nel 1984, Radar Pictures ha nel tempo prodotto 80 film di vario genere. Tra i suoi lavori più recenti figurano Jumanji: Benvenuti nella giungla e il suo sequel Jumanji: The Next Level. Di certo, il successo del recente Five Night At Freddy’s, anche quello adattamento di un videogioco horror, potrebbe aver contribuito alla decisione di portare un nuovo racconto di questo tipo sul grande schermo.

Avengers 5: nuovi rumor su come i Marvel Studios potrebbero sostituire Kang

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I Marvel Studios si trovano attualmente in una situazione difficile dopo che Jonathan Majors è stato dichiarato colpevole da una giuria di New York di aggressione intenzionale di terzo grado e di molestie aggravate di secondo grado. Ora il suo tempo come Kang il Conquistatore è finito, data anche la conferma da parte dei Marvel Studios di aver interrotto i rapporti con l’interprete. Come noto, il film precedentemente intitolato Avengers: The Kang Dynasty è tornato ad essere chiamato semplicemente Avengers 5, mentre Kevin Feige e il suo team stabiliscono se sia più conveniente trovare un nuovo attore per Kang o semplicemente togliere di torno il personaggio.

Quest’ultima opzione sembra però sempre più probabile, dato anche che in molti hanno lamentato come Kang non sia stato una seria minaccia all’interno del franchise, un problema non indifferente quando si è destinati a essere il grande cattivo della Saga del Multiverso. Alcuni ritengono che la seconda stagione di Loki abbia offerto una via d’uscita ai Marvel Studios, ma la serie è stata girata prima dei problemi legali di Majors e il finale menzionava esplicitamente che una variante di Kang era stata affrontata nel Regno Quantico, confermando che le varianti del cattivo sono ancora in circolazione.

Convenzionalmente, sono tutte riunite nel Consiglio dei Kang, il che rende semplice per un altro grande cattivo eliminarle tutte in un colpo solo. Secondo Alex Perez di The Cosmic Circus, l’idea presso i Marvel Studios sarebbe ora di introdurre un nuovo grande cattivo che, eliminando d’un colpo tutti i Kang, dimostrerebbe che questi non erano la vera minaccia e si affermerebbe invece egli come tale. Il nome che ad oggi sembra più probabile a ricoprire questo ruolo è quello di The Beyonder, in Italia conosciuto anche come Arcano, colui che dovrebbe poi dare il via alla battaglia di Avengers: Secret Wars. In Avengers 5, dunque, potrebbe essere lui ad affermarsi come vero antagonista di questa saga.

50 km all’ora: recensione del film con Fabio De Luigi e Stefano Accorsi

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Guido e Rocco sono due fratelli che hanno vissuto per quasi 30 anni lontani l’uno dall’altro. Quando il padre muore, si ritrovano al suo funerale ed è l’occasione per i due di affrontare i demoni del passato. Ritrovano due vecchie moto scassate che si erano costruiti da ragazzini e decidono di fare un viaggio insieme attraverso l’Italia. I giorni trascorsi sulle due ruote aiuteranno i fratelli a chiarire i rancori e ad analizzare il loro rapporto. 50 km all’ora, il film diretto da Fabio De Luigi con Stefano Accorsi, è una rivisitazione italiana di 25 km/h, film tedesco diretto da Markus Goller, solo che qui ci troviamo in Italia e in particolare in Emilia-Romagna dove anche i luoghi sono protagoniste di un road movie che ci porta al passato della famiglia ma anche al presente, sperando in un futuro migliore.

50 km all’ora, la trama

Un lutto in famiglia, quello del padre, che serve da spartiacque nella vita di due fratelli così diversi ma anche così simili. Sono passati quasi 30 anni da quando Guido e Rocco e si sono separati, da quando il tradimento della madre ha portato alla separazione dei genitori e di una famiglia intera. Rocco è il figlio perfetto, il maggiore, caricato di tutte le responsabilità, che ha ereditato il lavoro di meccanico del padre ma non il suo brutto carattere. Rocco, infatti, è un uomo mosso da buone intenzioni anche se non sempre riesce a realizzarle e, allo stesso tempo, cova sentimenti repressi verso il fratello ma anche verso il padre che ho la screditato fino in punto di morte.

Guido, invece, dopo la separazione ha scelto di vivere con la madre e non sapremo mai la versione della sua storia, sappiamo solo che in età adulta è un manager che organizza eventi per crociere. Vive la sua vita itinerante, non sta mai nello stesso posto per più di un mese, ha relazioni occasionali ma ha anche un figlio, avuto proprio da uno di questi rapporti. Guido è l’eterno ragazzino, scappato da quelle colline emiliane dove si pascolano i campi per vivere al quale è mancata una figura di riferimento, come lo era suo fratello.

50 km all'ora Stefano Accorsi Fabio De Luigi

Mio fratello (non) è figlio unico

In questi 30 anni di lontananza, mai un contatto tra i due fratelli che, adesso, si rivedono al funerale di un padre scontroso, burbero e anaffettivo. Rocco è scosso e caricato per l’ultima volta della responsabilità di organizzare tutto. Guido entra in scena a funerale iniziato scatenando l’ira del fratello, il motore di 50 km all’ora non è stato ancora acceso ma il film di De Luigi fino a questo momento, porta in scena una drammatica commedia nostrana. Il fattore di cambiamento, che darà inizio al vero viaggio del film è una lettera scritta in punto di morte dal padre dei due e indirizzata a Guido.

In quelle parole si legge quasi tutto il pentimento per aver rinunciato a quei 30 anni insieme, ma anche il perdono verso lui e la madre e una richiesta. Il defunto padre chiede di spargere le ceneri sulla tomba della ex moglie che si trova a Cervia. I due fratelli ci pensano un po’ ed ebbri dall’entusiasmo di questa avventura, come due bambini, decidono di partire con i loro motorini (due vecchi Ciao che gli ha costruito il padre meccanico). Qui ha inizio 50 km all’ora: un viaggio fatto di ricordi ma anche di rancori e cose non dette e taciute per oltre 30 anni che hanno fatto inaridire il cuore di Rocco. Questa avventura li porterà a vivere ogni genere di situazione, anche molto comica, come se fossero due adolescenti in viaggio dopo la maturità. Guido cerca di smaliziare Rocco e viceversa il fratello maggiore cerca di responsabilizzare il minore.

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L’emotività maschile

In 50 km all’ora c’è anche il disperato tentativo di mettere in luce l’emotività maschile che mai come nel film di De Luigi è repressa e nascosta. Non sempre però quello che l’altro ha da dire sarà accettato e in sella al motorino cercano di dialogare e confessare i sentimenti taciuti da 30 anni. Alla fine del film, dopo rocambolesche e allucinanti avventure, Guido e Rocco portano a compimento la richiesta del padre e proprio su quella tomba si salutano, promettendosi di rivedersi presto. Non c’è più rancore, non c’è più rabbia: tutto si è esaurito sulla sella di quel motorino simbolo di vecchi ricordi e di ricordi nuovi, motore di una nuova vita. Ma attenzione sempre al colpo di scena finale…

La Creatura di Gyeongseong: spiegazione del finale

La Creatura di Gyeongseong: spiegazione del finale

Dopo esser fuggita dall’ospedale Ongseong insieme ai pochi sopravvissuti, la coraggiosa Chae-ok (Han So-hee) perde le tracce del ricco Tae-sang (Park Seo-jun), ancora in grave pericolo nel misterioso e oscuro edificio. Intanto, la polizia giapponese aumenta l’oppressione contro il popolo coreano con l’intento di recuperare le persone fuggite dagli orribili e crudeli esperimenti biologici. È così che si conclude la Parte 1 della prima stagione de La Creatura di Gyeongseong (qui la recensione), il nuovo period horror creato da Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon e disponibile dal 22 dicembre su Netflix. La serie – con protagonisti i celebri e talentuosi attori Park Seo-jun e Han So-hee – si concluderà con la Parte 2 composta dagli ultimi tre episodi in arrivo il 5 gennaio 2024.

Chi ha bevuto il bicchiere d’acqua contaminato?

La Creatura di Gyeongseong | In foto gli attori Han So-hee e Park Seo-jun.

Lo spietato e folle tenente Kato, dopo aver scoperto che Chae-ok è figlia dell’unica donna sopravvissuta al misterioso parassita che causa la trasformazione in mostro, cerca di infettare anche la giovane con l’intento di studiare il DNA vincitore della sperimentazione. Su centinaia di persone vittime di quegli atroci esperimenti, infatti, solo la madre di Chae-ok è riuscita a sopravvivervi trasformandosi in un essere mostruoso e pericoloso. Dunque, il tenente Kato avvelena col parassita, il “Najin”, il bicchiere d’acqua che offre poi alla giovane. Nonostante ciò, la scena lascia dubbi e incertezze riguardo la buona riuscita del piano di Kato, rendendo poco chiaro se Chae-ok abbia bevuto o meno da quel bicchiere. Poco dopo, infatti, si comprende che altre tre persone sono entrate nella stanza e potrebbero aver bevuto l’acqua contaminata: Tae-sang, l’amico rivoluzionario di Jun-taek e, infine, Akiko.

Al suo ritorno, Kato guarda il bicchiere vuoto, suggerendo così allo spettatore che tutti e quattro i personaggi hanno avuto l’opportunità di bere quell’acqua e che da un momento all’altro qualcuno potrebbe trasformarsi in mostro.

Gli ultimi minuti dell’episodio finale della Parte 1 si concentrano proprio su questo enigma, mostrando il tenente Kato mentre si chiede quale dei quattro sia ora stato infettato dal parassita.

Come ha fatto Tae-sang a fuggire dal sergente Haneda?

La Creatura di Gyeongseong | Park Seo-jun interpreta Jang Tae-sang.
S1 Cr. Lim Hyo Sun/Netflix © 2023

Nei primi minuti dell’episodio 7 è mostrato Tae-sang sdraiato su un gigantesco mucchio di ossa privo di coscienza. Nonostante sia ancora vivo, Tae-sang è in grave pericolo poiché ancora rinchiuso tra le mura dell’ospedale Ongseong. Il sergente Haneda, infatti, subito dopo la fuga di Chae-ok, affronta Tae-sang con l’intento di eliminarlo definitivamente. Pur di sopravvivere, Tae-sang fugge nei condotti dell’aria fino a precipitare improvvisamente su cumuli di ossa in una cupa e spoglia stanza.

Alcune scene dopo è poi mostrato Tae-sang ferito e con una pistola tra le mani, con accanto il corpo di Haneda probabilmente morto. Si presume che Tae-sang si sia trovato di nuovo faccia e faccia con Haneda e che, durante il duro e tragico scontro, lui sia riuscito a prendere la pistola di Haneda per salvarsi dalla sua furia. Ma Tae-sang è anche tra i quattro personaggi che potrebbero aver ingerito il Najin; dunque c’è anche la possibilità che nello scontro si sia trasformato in mostro senza neppure rendersene conto.

L’ultimo episodio de La Creatura di Gyeongseong si conclude con Tae-sang che cerca di uscire dall’ospedale mentre il tenente Kato si chiede chi sia la prossima persona che si trasformerà in una mostruosa creatura.

Cos’è il Najin

La Creatura di Gyeongseong | Cho Han-cheul interpreta Yoon Jung-won, padre di Chae-ok.

Il termine “Najin” – che dà anche il titolo al primo episodio della serie – indica il misterioso parassita in grado di trasformare l’essere umano in mostro e di cui il tenente Kato è ossessionato, al punto da definire l’orribile creatura nata dalla madre di Chae-ok come una divinità. In giapponese il termine “Najin” può avere diversi significati, come quello di qualcosa di esteticamente bello o anche il seme prodotto da un frutto. Entrambi i significati possono essere ricondotti alla profonda ammirazione con cui Kato osserva il parassita evolversi nella povera donna.

I titoli di testa che introducono ogni episodio, inoltre, raccontano come i giapponesi entrano in contatto per la prima volta con l’agghiacciante parassita: il Najin dall’oceano infettò tragicamente una ragazzina che in poco tempo distrusse e sterminò il suo intero villaggio.

Cosa è successo alla madre di Chae-ok

La Creatura di Gyeongseong | Han So-hee nei panni di Yoon Chae-ok e Park Seo-jun nel ruolo di Jang Tae-sang. S1 Cr. Lim Hyo Sun/Netflix ©

Gli ultimi episodi della Parte 1 dimostrano come la mamma di Chae-ok sia diventata una spaventosa e brutale creatura a causa dei disumani esperimenti di Kato. Ma, dopo aver seminato morte e terrore, quando la creatura si ritrova innanzi a Chae-ok pare riconoscerla. E invece che attaccarla, cerca di proteggerla, proprio come farebbe una madre.

La creatura viene poi sedata e rinchiusa ancora una volta in una delle celle di detenzione dell’ospedale Ongseong.

Come Lady Maeda è collegata all’ospedale Ongseong

La Creatura di Gyeongseong – Lady Maeda (Claudia Kim) e Jang Tae-sang (Park Seo-jun)

Nell’episodio finale è rivelato al pubblico il motivo che collega l’enigmatica Lady Maeda all’ospedale Ongseong e alle oscure e folle pratiche svolte in esso. La moglie del commissario Ishikawa, infatti, è coinvolta in quei crudeli esperimenti biologici condotti su esseri umani rapiti. La ricca e influente Lady Maeda, inoltre, non solo supporta le atrocità commesse in quell’ospedale, ma è anche colei che ha scelto il direttore Ichiro come capo del gruppo di ricerca.

Sebbene non siano chiari i motivi che l’hanno spinta nel realizzare questo orribile piano, Lady Maeda è dunque la spietata e vile artefice. Oltre a voler contribuire probabilmente per la creazione di micidiali armi umane belliche, Lady Maeda sembra essere mossa soprattutto da motivi personali. Per esempio, è stata la stessa Maeda a mandare Akiko, consapevole essere l’amante di suo marito, all’ospedale dopo aver saputo del suo stato interessante. E, ancora, è stata Maeda a scegliere la madre di Chae-ok come una delle cavie di ricerca sui mostri del tenente Kato.

Come l’episodio 7 anticipa la Parte 2 de La Creatura di Gyeongseong

La Creatura di Gyeongseong | Cr. Lim Hyo Sun/ Netflix © 2023

La prima stagione de La Creatura di Gyeongseong si concluderà con gli ultimi tre episodi contenuti nella Parte 2. La Parte 1 termina con importanti rivelazioni, emozionanti cliffhanger e grandi aspettative. Il fulcro dei prossimi episodi sarà la soluzione al mistero della nuova creatura: Chi ha bevuto l’acqua contaminata? Chi sarà la prossima vittima della mostruosa trasformazione? E, infine, come e perché Lady Maeda ha iniziato questa terribile e feroce operazione bellica nell’ospedale Ongseong?

Uno sguardo dal cielo: tutto quello che c’è da sapere sul film con Denzel Washington

Le festività natalizie sono quel momento in cui, tra le altre cose, si ha modo di riguardare tutti quei film o serie ambientati in questo specifico periodo dell’anno, sia che si decida di affidarsi a grandi classici come Mamma ho perso l’aereo, Il Grinch o Una poltrona per due (quest’ultimo qualora si sia appassionati di film “natalizi” ma non dedicati al Natale); sia che si decida di scoprire qualche nuovo titolo di questo filone. Per chi si riconosce in questa seconda categoria, Uno sguardo dal cielo può essere il titolo che fa al caso proprio. Diretto nel 1996 da Penny Marshall, si tratta di un film natalizio meno noto ma con i suoi elementi di fascino.

Anche in questo caso si ha a che fare con un film non specificatamente dedicato al Natale, ma che ha in esso il culmine del suo racconto con la risoluzione di tutte le linee narrative e l’esplicitazione del suo messaggio di fondo. Remake del film del 1947 La moglie del vescovo, tratto dal romanzo omonimo di Robert Nathan, il film è infatti stato fortemente voluto dal due volte premio Oscar Denzel Washington per via del suo affrontare temi come il valore della famiglia, della comunità e della fede. Apprezzato da critica e pubblico, Uno sguardo dal cielo è però oggi un titolo tendenzialmente dimenticato, perfetto però per questi giorni di festa.

A renderlo speciale vi è anche la presenza di Whitney Houston non solo come protagonista femminile ma anche come cantante di alcuni brani presenti nel film. Per tutti gli appassionati di film di questo genere in cerca di un buon titolo da vedere in questi giorni, Uno sguardo dal cielo è un titolo ideale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Uno sguardo dal cielo

La vicenda si svolge a New York, dove il sacerdote metodista Henry Biggs, dopo aver sempre svolto con passione il proprio lavoro, attraversa un momento di crisi in cui pensa di non essere più in grado di andare incontro ai problemi che gli pongono la sua comunità e la sua famiglia, la moglie Julia, il figlio piccolo, la madre di lei. All’improvviso, però, arriva Dudley, un angelo di colore, che a poco a poco si installa a casa sua e gli annuncia di volerlo aiutare a superare le difficoltà. Il problema è che Dudley, nonostante sia molto generoso, attua degli interventi che spesso finiscono con il creare più confusione di prima.

Le cose, dunque, finiscono con il peggiorare ed Henry cade in piena crisi. Come se non bastasse, da un lato si trova a dover fronteggiare il perfido speculatore Joe, che ha acquistato la proprietà della chiesa e vuole demolirla per costruirci un complesso più grande con servizi vari; dall’altro vede Julia frequentare piacevolmente Dudley, col quale esce la sera, va al night e ritrova il gusto di cantare, cosa che ormai faceva solo in chiesa alle funzioni del marito. Dinanzi a tutto ciò, Henry deciderà che è giunto il momento di sistemare le cose.

Uno sguardo dal cielo Denzel Washington

Il cast di Uno sguardo dal cielo

Ad interpretare l’angelo Dudley vi è l’attore Denzel Washington, il quale per il ruolo di Julia Biggs voleva inizialmente l’attrice Julia Roberts. Dopo aver capito che Whitney Houston sarebbe stata più adatta al ruolo, glielo propose, ma lei rifiutò. Washington continuò a chiederglielo per un anno, finché lei non accettò. Houston in seguito dichiarò di aver inizialmente rifiutato il ruolo perché riteneva di non potersi immedesimare nel personaggio e pensava che non si sarebbe sentita a suo agio vestita come una casalinga della classe media. Alla fine, è però riuscita a immedesimarsi nell’amore di Julia per la famiglia e la chiesa, decidendo così di accettare la parte.

L’attrice Jenifer Lewis interpreta invece Margueritte Coleman, madre di Julia. Tra le due attrici, tuttavia, vi sono solo sei anni di differenza. Ad interpretare il reverendo Henry Biggs vi è invece l’attore Courtney B. Vance, noto per il ruolo dell’assistente procuratore distrettuale Ron Carver in Law & Order: Criminal Intent, ricoperto dal 2001 al 2006. Recitano poi nel film Justin Pierre Edmund nel ruolo di Jeremiah Biggs e Gregory Hines in quelli di Joe Hamilton. Completano infine il cast gli attori Loretta Devine nel ruolo di Beverly, Cissy Houston, madre di Witney, interperta Mrs. Havergale, mentre il produttore discografico Lionel Richie è Britsloe.

Il trailer di Uno sguardo dal cielo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Uno sguardo dal cielo grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Disney+. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma e si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 27 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Batman Begins: trama, cast e curiosità sul film di Christopher Nolan

Considerata unanimemente una delle migliori trilogie cinematografiche dedicate ad un supereroe dei fumetti, quella di Christopher Nolan con protagonista Batman è oggi un vero e proprio oggetto di culto. Iniziata nel 2005 con Batman Begins (qui la recensione) e proseguita con l’acclamato Il cavaliere oscuro nel 2008, questa ha infine trovato conclusione nel 2012 con Il cavaliere oscuro – Il ritorno. Le avventure del celebre supereroe di Gotham City trovano così nuova vita al cinema in film dalle grandi intenzioni, in puro stile Nolan, dove intrattenimento e autorialità si fondono in modo inequivocabile.

Nel 2003, la Warner Bros. assunse il regista di Memento per dirigere un nuovo film di Batman, mentre David S. Goyer firmò un contratto per scrivere la sceneggiatura della pellicola. Nolan dichiarò la sua intenzione di reinventare il franchise cinematografico di Batman in chiave moderna e più realistica. Affascinato dal personaggio e dal suo background egli voleva colmare una lacuna lasciata dai precedenti film andando a narrare le origini del Cavaliere Oscuro. Nella realizzazione della prima pellicola della trilogia, Nolan rivelò inoltre di essersi ispirato al Superman di Richard Donner, soprattutto riguardo alla focalizzazione sull’evoluzione del personaggio. Batman Begins venne così costruito traendo particolare ispirazione da fumetti come Batman: Year One e Batman: The Long Halloween.

In esso vennero però inserite anche delle idee originali e inedite, come ad esempio la paura del protagonista per i pipistrelli. Una volta arrivato in sala, il film si affermò come uno dei maggiori successi economici del suo anno. A fronte di un budget di 150 milioni di dollari, questo arrivò infatti a guadagnarne 373 in tutto il mondo. Ancora oggi il film è ricco di curiosità tutte da scoprire, e proseguendo qui nella lettura sarà possibile approfondire molte di queste. Si ritroveranno infatti ulteriori elementi riguardanti la trama, il cast, il costume di Batman e le piattaforme streaming dove poter vedere tale titolo.

La trama di Batman Begins

Protagonista del film è il multimiliardario Bruce Wayne, il quale ancora da adulto è profondamente scosso dal trauma di aver assistito all’omicidio dei suoi genitori. In cerca di vendetta e impegnato in viaggi lontani dalla sua Gotham City, egli si ritrova imprigionato in una prigione del Bhutan. Qui conosce il misterioso Henri Ducard, membro dell’organizzazione anti-crimine chiamata Setta delle Ombre. L’uomo si offre di liberare Wayne e di addestrarlo al fine di diventare un potente guerriero. C’è però qualcosa che non torna nell’etica di quell’organizzazione, che in breve Bruce deciderà di abbandonare per tornare a Gotham City. La città si trova infatti in preda alla corruzione e alla criminalità più dilagante, e il miliardario decide di fare qualcosa per cambiare tutto ciò.

Desideroso di affrontare le sue paure più grandi, egli inizia così ad assumere il ruolo di un giustiziere mascherato, rinominato Batman. Ad aiutarlo nella sua impresa vi saranno preziosi alleati come Alfred Pennyworth, il suo fedele maggiordomo, e Lucius Fox, il quale gli fornirà una serie di armi e tecnologie particolarmente utili nella lotta alla criminalità. Ben presto, Batman si troverà però a doversi scontrare con personalità particolarmente malvage, che minacciano di prendere il controllo di Gotham. Tra questi vi è lo psichiatra Jonathan Crane, noto con il nome di Spaventapasseri. A preoccupare però più di tutti Wayne, è il misterioso Ra’s Al Ghul, il quale si rivelerà essere una persona particolarmente nota al giustiziere mascherato.

Batman Begins cast

Batman Begins: il cast del film

Per il ruolo di Bruce Wayne, alias Batman, Nolan decise di affidarsi all’attore Christian Bale, il quale sembrava possedere esattamente l’equilibrio tra l’oscurità e la luce ricercato per il personaggio. Per dar vita al personaggio, Bale si sottopose ad una massacrante trasformazione fisica, arrivando ad acquisire circa 26 chili di muscoli. Ciò gli permise di poter avere la forma fisica necessaria per prendere parte alle numerose e complesse sequenze d’azione. Bale, inoltre, approfondì il personaggio anche da un punto di vista psicologico. Egli infatti si getto nella lettura di diversi volumi dei fumetti dedicati a Batman, esplorando così le varie sfumature del personaggio. Accanto a lui, nel film si ritrova poi l’attore premio Oscar Michael Caine nei panni di Alfred Pennyworth. Questi dichiarò in seguito di considerare quella per questo film una delle migliori esperienze della sua carriera.

Gary Oldman è invece il volto del celebre commissario Gordon. Nolan scelse l’attore per via della sua capacità di fornire un’interpretazione calma e misurata di un personaggio tanto importante e riservato. Katie Holmes è invece Rachel Dawes, interesse amoroso di Wayne nonché personaggio ideato appositamente per il film. Morgan Freeman, invece, è l’interprete di Lucius Fox, inventore della Wayne Enterprises. Per la scelta degli antagonisti, il regista decise di portare in scena villain ancora mai visti al cinema. Fa così la sua prima apparizione Jonathan Crane, alias Spaventapasseri, interpretato da Cillian Murphy. Tom Wilkinson è il mafioso Carmine Falcone, mentre Liam Neeson è presente nei panni di Henri Ducard. L’attore, grande fan di Superman, era inizialmente restìo all’offerta di recitare nel film, ma venne infine convinto dalla possibilità di lavorare con Nolan.

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Batman Begins: il costume di Batman e il cattivo del film

Di particolare importanza, ogni volta che si parla di Batman, è il design del costume del cavaliere oscuro. Per quanto riguarda questo, venne realizzato dalla costumista Lindy Hemming e dal suo staff creativo. Per il film, Nolan chiese che il costume di Batman fosse nerissimo e di un tessuto non riflettente, il più opaco possibile, poiché, secondo lui, doveva attenersi alla filosofia ninja che Bruce aveva imparato. In più, il regista voleva che il costume fosse leggero e permettesse a Bale di muoversi agevolmente. Nonostante tale richiesta, questo si rivelò ugualmente molto scomodo per l’attore, che in più occasioni se ne lamentò. Proprio il suo parere contrario circa il risultato spinse a rivedere il costume in vista del sequel. Ad ogni modo, il design particolarmente realistico di questo fu particolarmente apprezzato dai fan.

Per quanto riguarda i cattivi presenti nel film, il primo di essi è Spaventapasseri. Riguardo alla sua presenza come antagonista, Nolan rivelò di averlo scelto in quanto non era ancora stato portato sul grande schermo e perché si legava bene al tema della paura, fondamentale per il batman di questo film. Spaventapasseri viene dunque portato in scena come dotato di un particolare sacco di tela che egli si pone sulla testa e che mostra sembianze spaventose ai nemici colpiti dal suo fumo allucinogeno. L’altro grande antagonista del film, anch’esso scelto in quanto inedito sul grande schermo, è Ra’s al Ghul, uno tra i più complessi e pericolosi nemici di Batman, nonché il primo che nei fumetti ne scopre la vera identità.

La differenza principale tra il Ra’s al Ghul di questa versione e quello fumettistico è il non possedere l’immortalità donatagli dal Pozzo di Lazzaro: in questa versione, quindi, il personaggio è “immortale” semplicemente perché Ra’s al Ghul è il nome che assume colui che sta a capo della Setta delle Ombre. Sono poi diversi gli ideali del personaggio sono poi diversi dalla controparte cartacea: in essi egli è un ecoterrorista che non sopporta come la razza umana abbia fatto scempio del pianeta tramite guerre e inquinamento. Nel film, invece, la Setta delle Ombre si “limita” a perseguire l’obiettivo di distruggere quelle civiltà da loro ritenute troppo corrotte per “purificare” l’umanità.

Il trailer di Batman Begins e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere tale opera grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Batman Begins è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 27 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Dumbo: trama, cast e significato del film diretto da Tim Burton

Dumbo: trama, cast e significato del film diretto da Tim Burton

Dei tanti personaggi che animano il colorato universo della Disney, Dumbo è senz’altro quello che, dato il suo ruolo di outsider, più si presta a far anche parte della filmografia di Tim Burton. Il regista noto per le sue favole dark dedicate a personaggi emarginati e in cerca del proprio posto nel mondo ha infine accolto l’elefantino tutt’orecchie nel proprio cinema nel 2019, quando ha diretto il live action Dumbo (qui la recensione). Non un vero e proprio remake del film animato del 1941, bensì una reinterpretazione di quella storia a cui si aggiungono nuovi elementi tematici e narrativi.

Il regista ha infatti qui avuto modo di dar vita ad un nuovo antieroe che non solo si va ad aggiungere ai personaggi animali del suo cinema – con tutti i valori e significati di cui essi si fanno portatori – ma che gli offre anche l’occasione per affrontare questioni legate ai diritti degli animali e alle nuove sensibilità a riguardo in cui Burton si riconosce. La realizzazione di questo film, come noto, ha anche rappresentato una nuova collaborazione con la Disney, luogo dove come noto aveva svolto i suoi primi lavori come animatore e per cui ha poi diretto sia Alice in Wonderland che Frankenweenie.

L’esperienza di Dumbo non è però stata delle migliori, con Burton che ha giurato che non lavorerà mai più per la Disney. Il film ha poi risentito di questi contrasti, mancando di ottenere il successo sperato. Si tratta però in ogni caso di un’opera che presenta degli elementi di interesse, specialmente se contestualizzati nella filmografia di Burton. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al significato del racconto di Dumbo. Infine, si elencheranno anche le piattaforme streaming contenenti il lungometraggio nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Dumbo

Nel film, Max Medici, proprietario di un circo, riassume l’ex star Holt Farrier, tornato dalla Prima guerra mondiale, per occuparsi di un elefante appena nato le cui orecchie sproporzionate lo rendono lo zimbello di un circo già in difficoltà. Quando si scopre che Dumbo sa volare, però, il circo riscuote un incredibile successo attirando l’attenzione del persuasivo imprenditore V. A. Vandevere, che recluta l’insolito elefante per il suo nuovo straordinario circo, Dreamland. Dumbo vola sempre più in alto insieme all’affascinante e spettacolare trapezista Colette Marchant, finché Holt e i suoi figli Milly e Joe non scoprono che, dietro alla sua facciata scintillante, Dreamland è piena di oscuri segreti.

Ad interpretare Holt Farrier vi è l’attore Colin Farrell, il quale ha raccontato di aver colto subito l’occasione di recitare nel film essendo un grande fan di Burton. Nel ruolo dei suoi figli vi sono invece Nico Parker e Finley Hobbins. Danny DeVito e Michael Keaton, qui entrambi alla loro quarta collaborazione con Burton, interpretano rispettivamente Max Medici e V. A. Vandevere. L’attrice, Eva Green, alla sua terza collaborazione con il regista è invece Colette Marchant. Come noto, l’attrice era realmente spaventata dalle altezze ed è riuscita a superare questa sua fobia proprio durante le riprese, con l’aiuto di un performer professionista che l’ha addestrata per le sue acrobazie.

Per quanto riguarda il vero protagonista del film, Dumbo, inizialmente si era pensato di realizzare una versione realistica di un cucciolo di elefante, ma Burton ha poi preferito rinunciare a tale aspetto per avere un personaggio più espressivo, specialmente attraverso gli occhi. Essendo stato realizzato solo in seguito in CGI, al momento delle riprese sul set sono stati utilizzati oggetti a forma di elefante per dare agli attori e al team di produzione un’idea delle dimensioni di Dumbo e del posto da lui occupato nello spazio. Quando necessario, specialmente nelle interazioni con gli altri protagonisti, i movimenti dell’elefantino sono invece stati forniti da un interprete specializzato.

Dumbo

Dumbo: perché si chiama così e cosa rappresenta?

Per quanto riguarda il nome dato al piccolo elefantino tutt’orecchie, come viene spiegato sia in questo film che in quello animato del 1941, Dumbo non è altro che una storpiatura della parola dumb, ovvero “stupido”. Si tratta dunque di un nome dato al personaggio con un fare canzonatorio, con l’obiettivo prenderlo in giro per la sua deformità. Dumbo va dunque a rappresentare quanti sono vittima di discriminazione per via di loro difformità, fisiche o di altro tipo, rispetto a quella che è considerata “la norma”. A partire da qui, però, si costruisce un racconto che mira a spezzare queste convinzioni, dimostrando con quelli che si ritengono essere difetti possano invece essere tratti distintivi.

Dumbo, infatti, impara ad usare a proprio vantaggio le sue enormi orecchie, poiché imparando a volare grazie ad esse da prima permette al circo di cui fa parte di migliorare le proprie sorte e in seguito si guadagna la libertà di tornare nel suo habitat naturale insieme alla sua ritrovata madre. La morale di Dumbo è l’importanza di riconoscere la diversità quale inesauribile fonte di ricchezza e bellezza, in contrasto a quelle società o culture che vorrebbero invece perseguire la completa uguaglianza anche a costo di sopprimere quei tratti che rendono unici e speciali proprio per questo. La vittoria di Dumbo, dunque, è la vittoria di tutti i discriminati.

Il trailer di Dumbo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Dumbo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 27 dicembre alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco: tutti gli Easter Eggs e auto-omaggi di Zack Snyder nel film

Rebel Moon- Parte 1: Figlia del fuoco (qui la recensione) è pieno di tratti distintivi e più che riconoscibili del suo regista, Zack Snyder, qui anche in veste di scrittore, produttore e direttore della fotografia. Lo stile – soprattutto visivo – di Snyder si è distinto sin dal suo esordio in regia nell’oramai lontano 2004, L’alba dei morti viventi, per poi migliorare e definirsi nei film successivi, fino all’ultimo progetto in collaborazione con Netflix, di cui è previsto un secondo capitolo intitolato Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice. Scopriamo perciò tutti gli auto-omaggi del regista, gli Easter Eggs e i “marchi di fabbrica” presenti in Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco.

Mescolare i generi

Star Wars VII - Il risveglio della forza personaggi

Da quando Zack Snyder si è posizionato in cabina di regia, ogni suoi film è stato un mash-up di generi e una sovversione dei tropi di questi ultimi, diventando un suo marchio di fabbrica. Lo abbiamo visto con 300, o ancora con Watchmen, in cui ha sovvertito il genere dei supereroi e dei film di squadra; o ancora con Sucker Punch nel quale ha realizzato una commistione di generi inserendo persino un meta-commento su come le donne vengono trattate nella narrativa di genere, sia davanti che dietro la macchina da presa. In Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco Snyder continua a farne un’impeccabile miscela, includendo numerose influenze fantascientifiche e fantasy nel suo mash-up estetico di generi, da Star Wars a Excalibur, fino a I sette samurai e Heavy Metal.

Il rallenty

Justice-League-sequel

Pur non essendo stato lui a inventare il rallenty, Zack Snyder è uno dei registi contemporanei a utilizzarlo di più nelle sue opere, tanto da essere associato a questo strumento stilistico, e rivoluzionandolo con lo “speed ramping” in 300. Watchmen, Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani e Sucker Punch hanno tutti una considerevole parte a rallentatore, anche se a un certo punto della sua carriera il regista, precisamente con L’uomo d’acciaio, non ne ha più fatto uso, salvo poi riprenderlo in Justice League e finendo con, per l’appunto, Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco.

Gli attori feticcio di Zack Snyder

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

Come ogni regista, anche Zack Snyder ha degli attori feticcio a cui si rivolge quando si tratta di realizzare un film. Sappiamo anche bene che il regista è capace poi di individuare i talenti emergenti da inserire nelle sue pellicole, contribuendo quindi a rendere la loro carriera un successo, come accaduto con Henry Cavill e Gal Gadot. Star ricorrenti sono, fra gli altri, Jena Malone, Carla Gugino, Abbie Cornish e Matt Frewer, alcune delle quali Zack Snyder ha richiamato per farle partecipare in Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco. Ray Fisher, ad esempio, ha idossato i panni di Darrian Bloodaxe, Jana Malone di Harmada e Ray Porter di Hickman.

Epico montaggio di flashback

Rebel Moon film 2023

Un altro marchio di fabbrica del regista sono i montaggi epici, di cui ne ha fatto il suo stile caratteristico. In particolare, ad essere tanto epici quanto importanti nei film di Zack Snyder sono i flashback, i quali vanno a stabilire gli eventi nell’universo portato sullo schermo prima della trama principale di un film. Ogni singola pellicola che il regista ha diretto ha incluso un epico montaggio di flashback, e quello presente in Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco riguarda la storia di Kora, quando mostra come sia stata rapita da bambina e abbia scalato i ranghi dell’esercito dell’Imperium.

Le sequenze d’azione dei personaggi femminili

Rebel Moon Sofia Boutella come Kora
Rebel Moon Sofia Boutella come Kora – Cr. Clay Enos/Netflix © 2023

Ciò che rende famoso Zack Snyder, avendone decretato il successo negli anni, sono poi le sequenze d’azione con personaggi femminili, le quali diventano un altro suo tratto distintivo. Pensiamo a Sucker Punch, film incentrato sull’azione femminile molto stilizzata, oppure Faora in L’uomo d’acciaio, o ancora Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice, per finire a Kora e Nemesis in Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco. Kora ha diverse sequenze d’azione impattanti e magistralmente costruite, ma anche il combattimento con la spada di Nemesis contro la donna ragno Harmada costituisce un inserto di spicco.

Nessun eroe è al sicuro

Rebel Moon - Parte 1: Figlia del fuoco recensione

Chi conosce la filmografia di Zack Snyder si sarà accorto di un particolare non proprio indifferente: la morte degli eroi, che spesso sono o inaspettate oppure brutali. Pensiamo ad esempio alla trama di 300, che ruota attorno alla morte degli spartani, oppure a Batman v Superman: Dawn of Justice, in cui il regista uccide Jimmy Olsen nei momenti iniziali e poi Superman nell’atto conclusivo, mentre nella director’s cut di Justice League uccide (e rianima) l’intera squadra. In Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco accade lo stesso: il film si conclude con la dipartita di diversi personaggi principali, come Kai e Bloodax, con il tradimento del primo avvenuto poco prima.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco avrà la director’s cut

Rebel Moon - Parte 1 figlia del fuoco

Pur non essendoci per ogni suo film delle versioni estese, Zack Snyder è conosciuto anche per le director’s cut. Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco è uno di quei film che ne avrà una. Su Netflix al momento è disponibile solo la versione PG-13 della storia, mentre l’anno prossimo ne arriverà una vietata ai minori di oltre tre ore. Come ci dimostra Justice League, le director’s cut del regista spesso, oltre a essere estremamente lunghe, sono anche più dense e brutali. Ricordiamo poi che il 19 aprile 2024 debutterà sulla piattaforma la seconda parte di Rebel Moon, intitolata Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice.

Tra i film preferiti di Michael Mann c’è anche Avatar

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Tra i film preferiti di Michael Mann c’è anche Avatar

L’amore del regista Michael Mann per Avatar di James Cameron è ancora più forte che mai: recentemente il regista ha definito l’epico film di fantascienza del 2009 uno dei suoi quattro film preferiti.

In una recente intervista con Letterboxd, a Michael Mann è stato chiesto di elencare i suoi quattro film preferiti, e tra La corazzata Potemkin del 1925, Giungla d’asfalto del 1950 e 2001: Odissea nello spazio del 1968, Mann ha indicato Avatar come quarto e ultimo film.

Non è la prima volta che Mann elogia il film di James Cameron. Durante il sondaggio di Sight & Sound del 2012, Michael Mann ha indicato Avatar come uno dei suoi 10 film preferiti di sempre, e all’epoca lo ha elogiato.

Sulle fondamenta di un biosistema interamente inventato, Avatar è una brillante sintesi di tropi mitici, con debiti verso Lévi-Strauss e Il ramo d’oro di Frazier. Si innalza perché, semplicemente, ti folgora e ti trasporta“, scrisse Mann all’epoca.

L’ultimo film di Mann è Ferrari, con Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley.

Adam Driver interpreta Enzo Ferrari nel film, mentre Penelope Cruz interpreta sua moglie Laura. Nel film compaiono anche Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi, Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian, Gabriel Leone nel ruolo di Alfonso de Portago, Jack O’Connell nel ruolo di Peter Collins, Patrick Dempsey nel ruolo di Piero Trauffi e Ben Collins nel ruolo di Stirling Moss.

Ferrari è ambientato nell’estate del 1957. L’ex pilota Ferrari è in crisi. La bancarotta ha messo in ginocchio l’azienda che lui e sua moglie Laura hanno costruito dal nulla dieci anni prima. La loro relazione è messa a dura prova dalla perdita di un figlio e dal riconoscimento di un altro. Ferrari decide così di colmare le varie perdite cui la vita l’ha messo di fronte scommettendo tutto su una gara automobilistica che per 1000 miglia avrebbe percorso tutta l’Italia: la leggendaria Mille Miglia.

Mann dirige il film Ferrari la cui sceneggiatura è firmata da Mann stesso e da Troy Kennedy Martin la sceneggiatura sua e di Troy Kennedy Martin (The Italian Job), basata sul libro di Brock Yates, “Enzo Ferrari – The Man and the Machine“. Mann produce il film con la sua società Moto Pictures insieme a P.J. van Sandwijk e John Lesher, oltre a John Friedberg, Lars Sylvest, Thorsten Schumacher, Gareth West e Thomas Hayslip, con l’importante supporto dei produttori Andrea Iervolino e Monika Bacardi tramite la loro produzione esecutiva ILBE e il supporto del produttore esecutivo Niels Juul.

Rebel Moon: rivelato il numero di quanti spettatori hanno visto la nuova saga Netflix

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Sono stati rivelati i numeri di audience su Netflix di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco, il film space opera di Zack Snyder. Secondo The Hollywood Reporter, il film ha ottenuto 23,9 milioni di visualizzazioni in poco più di tre giorni. Secondo l’agenzia, si tratta di un inizio discreto per il film, che in futuro riceverà un director’s cut vietato ai minori.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco è stato diretto da Snyder da una sceneggiatura scritta insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad, basata su una storia di Snyder e Johnstad. Il film è interpretato da Sofia Boutella nel ruolo di Kora, Ed Skrein nel ruolo dell’Ammiraglio Atticus Noble, Charlie Hunnam nel ruolo di Kai, Michiel Huisman nel ruolo di Gunnar, Djimon Hounsou nel ruolo del Generale, Staz Nair nel ruolo di Tarak, Doona Bae nel ruolo di Nemesis, Ray Fisher nel ruolo di Darrian Bloodaxe e l’esordiente E. Duffy nel ruolo di Milius, mentre il premio Oscar Anthony Hopkins è la voce di un antico cavaliere robot di nome Jimmy.

Nel film l’esercito del tiranno Regent Balisarius minaccia gli abitanti di una colonia pacifica al confine della galassia, che decidono di inviare una giovane donna dal passato misterioso a esplorare pianeti vicini alla ricerca di guerrieri disposti a combattere al loro fianco.

Produzione: Deborah Snyder, Wesley Coller e Zack Snyder per The Stone Quarry; Eric Newman per Grand Electric Produzione esecutiva: Sarah Bowen per Grand Electric. Il lungometraggio segna il ritorno insieme di Newman, Snyder e Stuber. Tra i produttori più prolifici di Netflix, Newman aveva ingaggiato Snyder per la regia del suo L’alba dei morti viventi del 2004, che era stato supervisionato dall’allora vicepresidente di Universal Scott Stuber, oggi Netflix Head of Global Films. Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco è il primo lungometraggio frutto dell’accordo di prelazione tra Netflix e The Stone Quarry Productions, società di produzione fondata da Zack e Deborah Snyder, insieme al socio di produzione Wesley Coller.

Doctor Who: il nuovo teaser anticipa la prima stagione con Ncuti Gatwa

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Dopo la première dell’ultimo speciale natalizio di Doctor Whola BBC ha finalmente pubblicato il primo teaser trailer di Doctor Who per il prossimo capitolo della lunga serie di fantascienza.

Il video offre ai fan un’anteprima di cosa aspettarsi dalla prima stagione completa della star di Barbie Ncuti Gatwa nei panni del nuovo Signore del tempo. Il nuovo contributo mette in risalto le sue prossime avventure con Ruby Sunday di Millie Gibson, che ha incontrato nell’episodio speciale di Natale. Il ritorno della serie è previsto per maggio 2024 su BBC One e Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Doctor Who e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Molto tempo fa, alla Vigilia di Natale, un bambino fu abbandonato nella neve. Oggi Ruby Sunday incontra il Dottore, bambini rubati, folletti e forse il segreto della sua nascita.

Doctor Who  è prodotto da Bad Wolf con BBC Studios, per BBC e Disney Branded Television. Tra i produttori esecutivi figurano Davies (scrittore e showrunner), Jane Tranter, Julie Gardner, Joel Collins e Phil Collinson.

Lo scorso lunedì 11 dicembre, Gatwa e Gibson hanno premuto il pulsante per accendere il London Eye con i colori dell’iconico vortice temporale di Doctor Who per celebrarne il debutto. Inoltre, presso il British Film Institute, a Southbank, si è tenuta una proiezione in anteprima mondiale dello speciale natalizio con tanto di Q&A con Gatwa, Gibson e lo showrunner Russell T Davies.

I nuovi episodi di Doctor Who saranno disponibili su Disney+ in tutto il mondo (ad eccezione di Regno Unito e Irlanda).

Box office Christmas edition: Wonka conquista il pubblico natalizio

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Nel fine settimana natalizio appena concluso Wonka continua a mantenere il primo posto nella classifica box office! L’atmosfera magica che crea il prequel sul noto cioccolatiere è risultata essere perfetta per il pubblico nei giorni del Natale. Wonka incassa €1.282.077 nel solo week end e più di 7 milioni di euro dal suo arrivo nelle sale il 14 dicembre.

Secondo classificato è Wish, nuovo cartone targato Disney, con il quale il noto studio di animazione festeggia il suo centenario. Wish raggiunge un incasso di €1.068.840 a fronte di un totale di quasi 2 milioni e mezzo dalla sua uscita nei cinema il 21 dicembre.

Al terzo posto si trova Santocielo, commedia a tema natalizio con il noto duo comico Ficarra e Picone. Santocielo incassa €865.903 nel week end e 3 milioni e mezzo di euro dal suo approdo nelle sale il 14 dicembre.

Box office: il resto della classifica

Quarto e quinto classificato sono rispettivamente Aquaman e il regno perduto, sequel di Aquaman con Jason Momoa, e Ferrari, pellicola biografica con Adam Driver. Aquaman incassa €710.761 a fronte di un totale di 2 milioni di euro dalla sua uscita nelle sale il 20 dicembre, mentre Ferrari raggiunge un guadagno di €398.130 nel week end natalizio e più di 2 milioni dal suo arrivo nei cinema il 7 dicembre. Al sesto posto ritroviamo C’è ancora domani, il quale, dopo ben due mesi nelle sale, continua ad avere il suo pubblico: la pellicola incassa €351.721 a fronte di un totale di quasi 32 milioni di euro.

Al settimo e ottavo posto si stabiliscono One Life, nuova pellicola con Anthony Hopkins, e Adagio, film che chiude la trilogia della Roma criminale dopo Romanzo Criminale e Suburra. One life incassa €204.756 e Adagio €133.534.

Ultimi due classificato al box office di Natale sono Foglie al vento (fallen leaves), dramma diretto dal regista ucraino  Aki Kaurismäki, e Prendi il volo, cartone che racconta le vicende di una famiglia di germani. Foglie al vento incassa €124.903 mentre Prendi il volo €124.714.

What If…? 2×06: la spiegazione del finale del sesto episodio

What If…? 2×06: la spiegazione del finale del sesto episodio

What If…? 2×06 si conclude con il ritorno di un personaggio importante, pochi istanti dopo il completamento delle origini del nuovo eroe del MCU: Kahhori una guerriera nativa americana Mohawk che ha ricevuto i suoi poteri dal Tesseract. Tuttavia, sembra che le sue avventure siano appena iniziate dopo il significativo finale dell’episodio. L’episodio rivela infatti una realtà in cui il Ragnarok ha distrutto Asgard e il Tesseract è precipitato sulla Terra. I suoi resti rotti hanno trasformato un lago in un portale che offre l’accesso a un nuovo mondo. Diversi membri della tribù Mohawk, nel corso delle generazioni, hanno attraversato il portale, ottenendo poteri e immortalità dal Tesseract.

Cosa vuole Strange Supreme da Kahhori, il nuovo eroe del MCU?

What If 2x06 spiegazione finale

Quasi subito dopo che Kahhori e la tribù Mohawk hanno forzato un trattato di pace tra il Nuovo Mondo e gli spagnoli, Kahhori viene accolta da Strange Supremo in persona, un membro dei Guardiani del Multiverso riuniti da Uatu l’Osservatore nella prima stagione di What If…?. Anche se sembra che voglia reclutare l’aiuto di Kahhori in un episodio futuro, non è chiaro per quale motivo Strange abbia bisogno di lei. Essendo una versione molto più oscura di Stephen Strange rispetto a quella del MCU principale, è difficile dire se le intenzioni di Strange Supreme saranno buone o cattive. Tuttavia, è chiaro che qualcosa di significativo sta accadendo al multiverso, soprattutto dopo il finale di What If…? 2×05, in cui Capitan Carter è stata trascinata in un’altra realtà che ha colto di sorpresa persino l’Osservatore.

Cosa è successo a Strange Supreme dopo What If…?

What If 2x06 Doctor Strange

Come si è visto nel finale della stagione 1 di What If…?, Strange Supreme e Uatu l’Osservatore sono stati in grado di combinare i loro poteri per contenere Killmonger e Zola. La loro battaglia, alimentata dalla Pietra dell’Infinito, avrebbe distrutto il tessuto stesso della realtà e del multiverso, Strange accettò di sorvegliare i potenti cattivi in ciò che rimaneva della sua realtà. Chiamando Uatu suo amico, sembrava certamente che Strange fosse cresciuto e in cerca di redenzione dopo aver distrutto il suo universo. Potrebbe essere successo qualcosa a Strange Supreme fuori dallo schermo che ha compromesso il suo sacrificio. Dopotutto, sembra che abbia viaggiato per il multiverso alla ricerca di Kahhori per molto tempo, il che indica che si è mosso liberamente.

Spiegazione dei poteri e delle abilità di Kahhori

What If 2x06 Kahhori

Come tutti i guerrieri Mohawk che hanno attraversato il portale del lago, Kahhori ha acquisito una serie impressionante di poteri. Tra questi, la supervelocità, la telecinesi, i campi di forza, l’aumento della forza e della durata e altre abilità come l’immortalità. Grazie al Tesseract, sembra proprio che Kahhori sia ora uno degli eroi più potenti dell’intero multiverso del MCU, e in What If 2×06 dimostra le sue impressionanti capacità e abilità. Il set di poteri di Kahhori è notevolmente diverso da quello di Capitan Marvel, anche se entrambi provengono dal Tesseract.

Come Kahhori sconfisse i conquistadores spagnoli

What If 2x06 trama cast

Pur avendo chiesto ai suoi compagni di guerra di unirsi a lei contro i conquistadores spagnoli che opprimevano la parte della tribù Mohawk rimasta sulla Terra, Kahhori dovette inizialmente affrontare gli spagnoli da sola. Grazie alla stretta collaborazione dei Marvel Studios con i cittadini della reale Nazione Mohawk, What If…? 2×06 è davvero una storia avvincente e un debutto dinamico per il nuovo eroe del MCU. Allo stesso modo, è evidente che la sua storia è tutt’altro che finita grazie a Strange Supreme.

Good Trouble 5: promo e data di uscita della seconda parte di stagione

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Il canale americano Freeform ha annunciato il debutto della seconda parte di stagione di Good Trouble 5, la quinta stagione della serie di successo Good Trouble. Lo show come tutte le serie americane aveva subito lo stop a seguito del blocco dell’industria scaturita dagli scioperi dei sindacati di sceneggiatori e attori.

Freeform ha annunciato che inaugurerà il nuovo anno con il ritorno di Good Trouble. Secondo la rete, la quinta stagione della serie farà il suo debutto di metà stagione il 2 gennaio. Un primo sguardo al resto della stagione che dà uno sguardo a ciò che verrà è riportato sopra. Ha inoltre diffuso le anticipazioni dell’undicesimo episodio.

Nell’undicesimo episodi di Good Trouble 5, lo stress di Mariana raggiunge un punto di rottura. Malika dà il benvenuto a Isaac nella Confraternita. Dennis vacilla dopo il tradimento di Ranjit, portando Davia e Alice a mettere insieme le loro idee.

Tutto quello che sappiamo su Good Trouble

Good Trouble è la serie tv drammatica spin-off dellospettacolo Freeform The Fosters. Good Trouble è iniziato nel gennaio 2019 con una prima stagione di tredici episodi e segue Callie Adams Foster (Maia Mitchell) e Mariana Adams Foster (Cierra Ramirez), concettualmente alcuni anni dopo la serie precedente, “mentre si imbarcano nella fase successiva della loro giovane adulto vive lavorando a Los Angeles.”

La seconda stagione è stata presentata per la prima volta a giugno 2019, e la terza stagione è stata presentata per la prima volta a febbraio 2021.  Nel settembre 2021, la serie è stata rinnovata per una quarta stagione, che ha debuttato il 9 marzo 2022. Nell’agosto 2022, la serie è stata rinnovata per una quinta stagione, che ha debuttato il 16 marzo 2023. Nel dicembre 2023, la serie è stata cancellata dopo cinque stagioni.

Superman: Legacy, James Gunn rivela le probabilità di vedere il costume prima delle riprese

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Superman: Legacy sarà il film che darà il via al nuovo DCU, riportando sul grande schermo uno dei superoi più amati di sempre, che avrà ora il volto di David Corenswet. Con le riprese ormai sempre più vicine, previste per il mese di marzo, il film scritto e diretto da James Gunn continua ad essere al cento delle attenzioni dei fan, che non vedono l’ora di saperne di più. Tra le cose legate al film che più si attendono, vi è senza dubbio il costume di Superman, che come rivelato da Gunn sarà allo stesso tempo fedele ma innovativo rispetto a quello dei fumetti.

Le possibilità di vedere questo costume prima dell’inizio delle riprese sembrano essere però molto basse, anzi, pari a zero. A rivelarlo è proprio Gunn, il quale su Threads ha risposto alla domanda posta da un fan, ovvero quali sono le probabilità che il costume venga svelato prima dell’inizio dei lavori sul set, con un semplice “zero-punto-zero“. Per il momento delle riprese, inoltre, si prevede un set particolarmente rigido riguardo la possibilità di diffusione di materiale fotografico, pertanto è probabile che anche con le riprese in corso non sarà possibile scoprire che aspetto ha il costume del personaggio.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.

Addio a Lee Sun-kyun: morto l’attore di Parasite

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Addio a Lee Sun-kyun: morto l’attore di Parasite

Lee Sun-kyun, attore sudcoreano protagonista del film vincitore ai premi Oscar 2020 Parasite, è morto mercoledì mattina, secondo quanto riportato dall’Associated Press e dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Aveva 48 anni. Secondo l’AP, l’attore è stato trovato morto in un’auto in un parco del centro di Seul. La polizia stava cercando Lee dopo che la sua famiglia aveva affermato che aveva scritto un biglietto d’addio e si era allontanato da casa all’alba di mercoledì.

Lee era stato recentemente sottoposto ad indagine dalla polizia per presunto uso di droghe illegali. L’agenzia di polizia metropolitana di Incheon stava indagando su Lee e altre sette persone per presunto uso di droga. Secondo Yonhap, la polizia avrebbe interrogato Lee tre volte, fino a sabato scorso, per il suo presunto uso di marijuana e altre droghe a casa di una hostess di un bar di alto livello a Seoul, diverse volte all’inizio dell’anno. Lee ha sempre dichiarato di essere stato ingannato e di non sapere cosa stesse assumendo.

Nel film Parasite, Lee interpreta Park Dong-ik, il padre della ricca famiglia Park che, senza saperlo, assume in casa i membri della famiglia Kim, truffatrice e di classe inferiore, per aiutarlo con i figli e gestire la casa. Quando lo stratagemma viene finalmente svelato, Kim Ki-taek (Song Kang-ho) uccide il signor Park in un impeto di rabbia durante la festa di compleanno del figlio. Dopo essere salito alla ribalta con questo, Lee ha recitato nella serie Apple TV+Dr. Brain“, la sua prima serie sudcoreana, ed è stato nominato come miglior attore agli International Emmy Awards 2022.

Lee Sun-kyun ha però recitato anche in altri progetti sudcoreani come “Payback“, “Diary of a Prosecutor“, “My Mister“, “Killing Romance“, “Kingmaker” e molti altri negli anni 2000 e 2010, divenendo un attore particolarmente noto e apprezzato nel panorama della cinematografia sudcoreana.

Fargo 5: promo e anticipazioni dall’ottavo episodio

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Fargo 5: promo e anticipazioni dall’ottavo episodio

FX ha diffuso il promo e le anticipazioni dell’ottavo episodi di Fargo 5, la quinta stagione della serie antologica Fargo che in Italia va in onda su SKY e NOW. Nel prossimo episodio La campagna di Roy continua, Indira prende posizione e Witt cerca di aiutare. L’episodio che si intitola “Blanket” è stato scritto da Noah Hawley e Thomas Bezucha e diretto da Sylvain White.

Fargo è disponibile con il nuovo attesissimo capitolo  in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 22 novembre, subito dopo il debutto negli Stati Uniti. Il quinto capitolo di Fargo è interpretato da Juno Temple (Ted Lasso), Jon Hamm (Mad Men), Jennifer Jason Leigh, David Rysdahl, Joe Keery, Lamorne Morris, Richa Moorjani, Sam Spruell e Dave Foley.

Tutto quello che sappiamo sulla quinta stagione di FARGO

L’ultimo capitolo di Fargo è ambientato in Minnesota e North Dakota, nel 2019.  Dopo che una serie inaspettata di eventi ha messo “Dorothy ‘Dot’ Lyon” (Juno Temple) nei guai con le autorità, questa casalinga del Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle.

Lo sceriffo del North Dakota “Roy Tillman” (Jon Hamm) è alla ricerca di Dot da molto tempo.  Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di essere  la legge e quindi di essere al di sopra della legge.  Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio, “Gator” (Joe Keery), che cerca disperatamente di dimostrare il suo valore al padre. Peccato che sia senza speranza.  Così, quando si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola “Ole Munch” (Sam Spruell), un oscuro vagabondo di origine misteriosa.

Con i suoi segreti più profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato, ma il suo affettuoso e ben intenzionato marito “Wayne” (David Rysdahl) continua a correre da sua madre, “Lorraine Lyon” (Jennifer Jason Leigh), per chiedere aiuto. CEO della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina del debito” non è contenta della scelta di suo figlio e non risparmia occasione per esprimere la sua disapprovazione verso Dot.  Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira l’attenzione del vice della polizia del Minnesota “Indira Olmstead” (Richa Moorjani) e del vice del North Dakota “Witt Farr” (Lamorne Morris), Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere principale, “Danish Graves” (Dave Foley) per aiutare sua nuora.  Dopotutto, la famiglia è famiglia.  Ma Dot ha un talento inquietante per la sopravvivenza.  E con le spalle al muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una madre Lyon.

Hawley è showrunner, produttore esecutivo, sceneggiatore, regista (episodi 501 e 502) e la sua società di produzione 26 Keys guida il team creativo dell’ultimo nuovo capitolo. Warren Littlefield (The Handmaid’s Tale, The Old Man, Dopesick), e la sua casa di produzione The Littlefield Company, è anche produttore esecutivo insieme a Steve Stark (Vikings: Valhalla, Mercoledì, The Consultant)  di Toluca Pictures, Kim Todd (The Handmaid’s Tale, Brave New World) e Joel & Ethan Coen. Fargo è prodotto da MGM Television e FX Productions, con MGM Television come studio principale. La serie è distribuita a livello internazionale da Amazon MGM Studios Distribution.

Barry Keoghan parla della scena di nudo nel finale di Saltburn: “Era assolutamente giusta”

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Barry Keoghan ha parlato del finale di Saltburn (qui la recensione), il film di Emerald Fennell disponibile dal 22 dicembre su Prime Video, per il quale l’attore si è letteralmente messo a nudo. Un finale, questo, che ha scioccato i vari spettatori che in questi giorni hanno visto il film e riguardo il quale la regista ha dichiarato che inizialmente non era previsto che Keoghan danzasse totalmente nudo attraverso il maniero. L’attore ha poi infatti raccontato a EW che in una prima versione della sceneggiatura il protagonista “si dirigeva verso la colazione, dove il maggiordomo gli serviva delle uova alla coque“, il che sarebbe stato un richiamo a una scena precedente in cui gli venivano appunto servite delle uova alla coque.

Alla fine, però, si è optato per la scena finale vede Oliver ballare per Saltburn senza vestiti mentre si ascolta “Murder on the Dance Floor” di Sophie Ellis-Bextor. Quando gli è stata proposta la cosa, Keoghan non ha esitato ad accettare la sfida. “Mi sembrava assolutamente giusta“, ha detto Keoghan. “È una questione di proprietà. Quello è il mio posto. Ho piena fiducia nel fatto che posso fare quello che voglio in quella casa. Posso spogliarmi e ballare il valzer perché è mia. Sì… è stato divertente“. Sebbene Barry Keoghan fosse pronto per la scena, quando si è trattato di girarla, all’inizio ha avuto qualche normale esitazione.

“La prima cosa che ho fatto è stata quella di non avere vestiti addosso. Sono un po’… ehhh“, ha ricordato. “Ma dopo la prima ripresa ero pronto a partire. Pensavo: ‘Riprendiamo. Andiamo di nuovo’. In un certo senso te ne dimentichi, perché si crea un ambiente così confortevole che ti dà la possibilità di dire: “Va bene, ora si tratta della storia”“. Fennell ha poi dichiarato che la scena è stata girata 11 volte e alla settima ripresa era “tecnicamente perfetta” ma non aveva la “gioia assolutamente diabolica” che voleva dal personaggio. “Barry, a suo merito, l’ha rifatta altre quattro volte fino a quella che vedete, che ha una gioia di vivere fottutamente malvagia con cui è impossibile non essere d’accordo“.

Zack Snyder spiega la particolare forma del portale all’inizio di Rebel Moon

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Tra i vari aspetti di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco (qui la recensione) che il regista Zack Snyder sta ora spiegando in seguito all’arrivo del film su Netflix, vi è anche il bizzarro portale presente all’inizio del film. Gli spettatori non hanno infatti mancato di notare le somiglianze di tale elemento – che permette alla nave nota come Occhio del Re di spostarsi nello spazio – con l’organo genitale femminile. Parlando con The Film Junkee, Snyder ha anticipato le possibili battute a riguardo, spiegando che si è trattata di una scelta ragionata e fortemente voluta. Infatti, il regista ha detto che tale portale avrà molto più senso quando si approfondirà ulteriormente la saga della Rebel Moon.

Vi dirò che in realtà è un portale più…. ecco, c’è molto altro da scoprire su come le navi del Mondo Madre attraversano e piegano lo spazio quando devono fare lunghi viaggi“, ha esordito Snyder. “E questa è una rivelazione che avrà senso. In realtà è corretto al 100% per la mitologia che piega lo spazio per il Mondo Madre. Quindi, non lo è. Voi direte: ‘Oh, certo, questa è la forma…’“. Tale particolare elemento che tanto ha generato dibattiti sul Web ha dunque motivazioni precise, ma scopriremo di più sul suo funzionamento solo in futuro, forse già con l’arrivo di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, che sarà disponibile su Netflix dal 19 aprile.

Di cosa parla Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

La sinossi di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

The Batman – Parte 2: James Gunn smentisce il coinvolgimento di alcuni villain

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Dopo il grande successo e l’acclamazione della critica ottenuti da The Batman del 2022, è come noto in arrivo un sequel del film DC. Questa volta, il film farà parte del marchio Elseworlds, ideato per differenziare i film e le serie televisive che esistono al di fuori della continuità principale dell’Universo DC. Con la produzione di The Batman – Part 2 che dovrebbe iniziare l’anno prossimo per una data di uscita prevista per l’autunno del 2025, sono da tempo iniziate a circolare voci sul cast del film e sui villain coinvolti. James Gunn, co-CEO dei DC Studios, ha però ora smentito la presenza di quelli ad oggi citati.

In un recente post su Threads, Gunn ha infatti risposto alle recenti voci secondo cui il Professor Pyg, lo Spaventapasseri, Clayface, Hush e Dick Grayson dovrebbero fare la loro comparsa in The Batman – Part 2. In una sola frase, Gunn ha rivelato che le voci sono “totalmente inventate”. Lapidario come suo solito, Gunn non spende troppe parole a chiarire la questione, per cui non è certo se la sua smentita riguardi tutti i villain ad oggi citati, oppure solamente quelli più recentemente nominati, ovvero Professor Pyg e Spaventapasseri. Secondo alcune teorie, la presenza di Hush sarebbe piuttosto certa, considerando l’interesse che il regista Matt Reeves nutre per tale personaggio. Bisognerà però attendere notizie ufficiali prima di poter avere qualcosa di certo tra le mani.

Quali sono le ultime novità su The Batman – Parte 2?

Nell’ultimo aggiornamento sull’attesissimo seguito, le riprese di The Batman – Parte 2 sarebbero state posticipate a marzo 2024. La star principale Robert Pattinson riprenderà il ruolo principale, con Matt Reeves che tornerà alla regia. Anche Mattson Tomlin tornerà per scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La data di uscita è attualmente fissata per il 3 ottobre 2025. Il primo film ha raggiunto più di 770 milioni di dollari al botteghino, diventando il settimo film con il maggior incasso del 2022 e ottenendo recensioni positive.

Nel cast di Batman c’erano anche Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman, Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del GCPD, John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone, Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel ruolo di Alfred Pennyworth e Colin Farrell nel ruolo di Oswald Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore, però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far parte del film.

The Story of Film: A New Generation di Mark Cousins arriva su SKY e NOW

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Mark Cousins è un regista e scrittore nordirlandese-scozzese; dal suo libro del 2004, il successo mondiale The Story of Film, è nato il suo film di 930 minuti The Story of Film: An Odyssey, premiato con lo Stanley Kubrick Award e il Peabody Award e nominato ai BAFTA.  Dieci anni dopo, attraverso le immagini più potenti dell’ultimo decennio, Cousins aggiunge un nuovo capitolo e torna ad analizzare il presente e il futuro del cinema in The Story of Film: A New Generation, in esclusiva il 3 gennaio alle 21.15 su Sky Documentaries.  Il film è una fantastica carrellata in due parti sul cinema mondiale dal 2010 al 2021 e parte da Joker e Frozen e da The souvenir e Abou Leila per l’esplorazione del nuovo linguaggio cinematografico e del ruolo della tecnologia nel cinema contemporaneo.

La rivoluzione industriale e culturale del grande schermo è raccontata attraverso i film, i registi e le comunità sotto rappresentate nelle storie cinematografiche tradizionali, con particolare attenzione alle opere asiatiche e mediorientali. Come spiega Cousins, il cinema è ancora sessista e razzista per omissione: “Nonostante i fantastici cambiamenti sociali e i movimenti per la diversità e il progresso, i problemi persistono. Dopo tutto, il più grande cinema di quest’anno non arriverà nella tua casella di posta. Non verrà da noi, quindi dobbiamo andare a cercarlo. Potrebbe sembrare un duro lavoro, ma è un gioioso processo di scoperta di questo mezzo. Abbiamo un DNA comune, tu ed io e chiunque ami il cinema. Siamo la stessa specie. Siamo la specie del cinema. E quindi dobbiamo continuare ad assicurarci di aggiornare le nostre conoscenze”.

Una riflessione profonda su ciò che ci aspetta nell’era dello streaming, su come sono cambiati i cinefili, e su come il cinema continuerà a trasformarsi nel secolo digitale.

X-Men ’97: rivelati i potenziali titoli degli episodi della serie Marvel

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Uno dei progetti di supereroi più attesi all’orizzonte è senza dubbio X-Men ’97 dei Marvel Studios, che fungerà da revival/sequel della classica serie animata degli anni Novanta. Siamo ancora in attesa di un trailer per questo show Disney+ e, a parte un banner di annuncio iniziale e alcune immagini di merchandising trapelate, non si è ancora vista nemmeno un’immagine rilasciata ufficialmente. Con l’uscita prevista per il 2024, però, c’è da aspettarsi che nei prossimi mesi verranno forniti maggiori dettagli, ma per il momento lo scooper CWGST ha rivelato quelli che sarebbero i titoli di tutti i 10 episodi della prima stagione.

Sebbene i titoli non sembrino svelare molto a prima vista, alcuni di essi offrono sicuramente dei suggerimenti sugli argomenti su cui potrebbero essere incentrati gli episodi in questione, e chi ha familiarità con la storia degli X-Men nei fumetti non potrà non notare alcune cose. Di seguito ecco i titoli riportati (ma ancora non ufficialmente confermati):

  • E1: A me, i miei X-Men
  • E2: Inizia la liberazione dei mutanti
  • E3: Il fuoco fatto carne
  • E4: Motendo
  • E5: Ricordatelo
  • E6: Occhi brillanti
  • E7: Splendere con la forza rinata
  • E8: La tolleranza è estinzione – Parte 1
  • E9: La tolleranza è estinzione – Parte 2
  • E10: La tolleranza è estinzione – Parte 3

Alcuni dettagli sul finale di stagione in tre parti sono stati condivisi in precedenza. Si pensa che Nathan Summers/Cable sarà presente, mentre gli X-Men affronteranno diversi cattivi, tra cui Mister Sinister, Bastion e una nuova e letale ondata di Sentinelle. “Motendo”, invece, sarà molto probabilmente l’episodio che vede Jubilee e Sunspot intrappolati in un ambiente di videogiochi a 16 bit da Mojo. In generale, la serie viene descritta come “una continuazione spirituale e tonale della serie classica degli anni ’90 andata in onda su Fox” e una “lettera d’amore retrò all’originale“. Come confermato, sono in atto piani per una seconda stagione.

Tutto quello che sappiamo su X-Men ’97

X-Men ’97 sarà un sequel diretto delle cinque stagioni di X-Men: The Animated Series, ma si ipotizza che possa anche preparare l’eventuale debutto in live-action della squadra nell’MCU (improbabile, ma potremmo avere qualche accenno e/o qualche stuzzichino qua e là). Tra i doppiatori che ritornano nel cast figurano Lenore Zann nel ruolo di Rogue, Cal Dodd nel ruolo di Wolverine, Catherine Disher nel ruolo di Jean Grey, George Buza nel ruolo di Bestia, Chris Potter nel ruolo di Gambit, Adrian Hough nel ruolo di Nightcrawler, Alison Sealy-Smith nel ruolo di Storm, Christopher Britton nel ruolo di Mister Sinister e Alyson Court nel ruolo di Jubilee.

La sinossi ufficiale ad oggi diffusa recita: “Tempesta e Wolverine cercano di portare avanti gli X-Men. Magneto entra in scena e vuole sostituirsi a Charles Xavier. Mister Sinister arriva per cercare di porre fine agli X-Men una volta per tutte“.

Zack Snyder dice la sua sulla “stanchezza da supereroi”

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Zack Snyder dice la sua sulla “stanchezza da supereroi”

Il 2023 non è stato un anno particolarmente felice per i film con protagonisti supereroi. Film come Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Shazam! Furia degli Dei, The Flash e The Marvels si sono tutti distinti come scottanti flop al box office. Si è dunque parlato molto di “stanchezza da supereroi”, con diverse personalità interne a questo genere che hanno espresso la propria opinione a riguardo. All’elenco si aggiunge ora anche il regista Zack Snyder, attualmente impegnato nella promozione del suo nuovo film Rebel Moon: Parte 1 – Figlia del fuoco (qui la recensione), ma celebre per aver diretto i cinecomic Watchmen, L’uomo d’acciaio e Justice League.

The Atlantic ha infatti pubblicato un’intervista a Snyder a cui è stato chiesto dello stato attuale del genere supereroistico. “Ho la stessa stanchezza“, ha risposto Snyder, descrivendo gli adattamenti dei fumetti come “un vicolo cieco“, che non sono più in grado di raccontare storie autonome. “Nessuno pensa più che andrà a vedere un film di supereroi unico nel suo genere”. Anche Snyder si schiera dunque dalla parte di chi non riesce più a star dietro alla grande quantità di film prodotti a riguardo, pur avendo recentemente dichiarato che tornerebbe a concludere la sua saga DC se Netflix ne detenesse i diritti, ma in ogni caso non sembra che abbia fretta di rivisitare quei personaggi.

Il problema, secondo il regista, sarebbe dunque da rintracciare anche nel natura non più completamente autonoma di questi film, che impegnandosi a portare avanti un racconto trasversale perderebbero di vista la loro individualità. “Non sto bussando alla porta di James Gunn per chiedergli: ‘Fratello, fammi uno di quei film dolci’“, ha detto Snyder. “Il Santo Graal è una IP originale che crei, che abbia una risonanza e che sia figa“. È proprio ciò che ha ora fatto Snyder con Rebel Moon, che pur ispirandosi fortemente a titoli di fantascienza come Star Wars e Dune, mira a raccontare una nuova storia espandendola poi attraverso vari spin-off e media (è previsto anche un videogioco).

Fantastici Quattro: ecco quando potrebbero avere inizio le riprese

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Se c’è un progetto cinematografico di cui si attendono notizie riguardo il suo casting, quello è senz’altro Fantastici Quattro. Per quanto nuovi rumor a riguardo sono circolati nelle ultime settimane, sembra che non avremo l’annuncio del cast prima del 2024 e anche una volta iniziato il nuovo anno è difficile stabilire quando potrebbe essere fatto l’annuncio, considerando che secondo alcune voci non ci sarebbero ancora accordi certi per alcuni dei personaggi protagonisti. La mancanza di notizie porta sempre più a pensare che i Marvel Studios non riusciranno a rispettare la data prefissata del 2 maggio 2025 e che il film andrà dunque incontro a ritardi.

Tuttavia, l’affidabile scooper Daniel Richtman riporta ora che le riprese del film dovrebbero iniziare a maggio 2024. Se ciò si rivelasse vero, vorrebbe dire il regista Matt Shakman e il suo team avrebbero tutto il tempo necessario per preparare il film per il suo debutto nelle sale nel 2025 e, molto probabilmente, per prevedere anche tutti i reshoot necessari. Altresì, se davvero le riprese fossero così vicine, entro quel momento si scoprirebbero chi sono gli attori che andranno ad interpretare la prima famiglia di supereroi della Marvel, a lungo attesa nell’MCU e finalmente confermata.

Fantastici Quattro: quello che sappiamo sul cast del film

Per il ruolo di Reed Richards (Mister Fantastic), il candidato numero uno attualmente è l’attore Pedro Pascal (The Last of Us), mentre per Sue Storm (Donna Invisibile), Johnny Storm (Torcia Umana) e Ben Grimms (La Cosa) si continuano a riportare i nomi di Vanessa Kirby (Napoleon), Joseph Quinn (Stranger Things) e Ebon Moss-Bachrach  (The Bear). Anche per questi, però, si attende un’ufficialità da parte dei Marvel Studios. Si è poi parlato di Javier Bardem per il ruolo di Galactus, ma anche  Antonio Banderas sarebbe ancora in lizza per il ruolo. Infine, sembra che sia in corso la ricerca di un’attrice per l’araldo di Galactus, che potrebbe però non essere Silver Surfer.

LEGGI ANCHE: Fantastici Quattro: 8 cattivi che vorremmo vedere nel prossimo film Marvel

Per quanto riguarda il ruolo di Dottor Destino, non è ancora noto in che misura il personaggio potrebbe essere presente nel film, ma il candidato numero uno per interpretarlo ad oggi è l’attore Cillian Murphy. Ad oggi sappiamo solo che Matt Shakman (produttore e regista di WandaVision) dirigerà Fantastici Quattro da una sceneggiatura di Jeff Kaplan, Ian Springer, Josh Friedman, co-sceneggiatore di Avatar: La via dell’acqua, e Cameron Squires. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma Kevin Feige ha confermato che non si tratterà di un’altra origin story per il super-team. Il film, infine, è atteso in sala per il 2 maggio 2025.

Superman: Legacy, James Gunn conferma che Lex Luthor sarà calvo

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Superman: Legacy, James Gunn conferma che Lex Luthor sarà calvo

Storicamente, l’arcinemesi di Superman, Lex Luthor, è sempre stata rappresentata completamente calva, dai fumetti originali della DC fino ai vari progetti animati e ai lungometraggi. Ci sono sì state alcune versioni di Lex che hanno reimmaginato nuovi look per il personaggio, in particolare l’incarnazione con i capelli lunghi di Jesse Eisenberg in Batman v Superman: Dawn of Justice. Sulla piattaforma di social media Threads, un fan ha dunque chiesto a James Gunn se il Lex del DCU che comparirà in Superman: Legacy resterà fedele a questa calvizie del personaggio e il regista ha risposto con un “ofc”, che in gergo internet significa “of f***ing course“, in altre parole: sì.

La precisazione di Gunn ha fatto seguito all’ingresso di Nicholas Hoult nel DCU con il ruolo di Lex Luthor in Superman: Legacy. Sebbene Lex sarà calvo come la maggior parte delle altre versioni del personaggio, Gunn ha anche affermato che l’obiettivo è quello di “creare un Lex che sarà diverso da qualsiasi cosa [i fan] abbiano mai visto prima e che non dimenticheranno mai“. Non sono ancora stati rivelati dettagli su come Lex sarà inserito nella trama di Superman: Legacy e cosa queste parole di Gunn nascondano; quindi, non resta che vedere come il personaggio si differenzierà dalle incarnazioni passate.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.

Berlino, la recensione dello spin-off di La casa di carta

Berlino, la recensione dello spin-off di La casa di carta

Apparsa su Netflix nel 2017, la serie spagnola de La casa di carta è stato uno dei più grossi successi, e non senza una certa sorpresa. Anche per la capacità di alcuni suoi personaggi di colpire l’immaginario del pubblico, mentre le evoluzioni del colpo alla Zecca di Stato spagnola e delle vicende dei singoli soggetti coinvolti ci accompagnavano fino al dicembre 2021. È quindi una sorta di speciale compleanno, un riallacciare un discorso interrotto, quello che offre la serie prequel/spin-off Berlino. Sulla piattaforma della N cremisi dal 29 dicembre – in tempo per chiudere l’anno in bellezza, e magari con uno binge watching in compagnia – è di nuovo il momento del fascinoso e (non così) algido criminale interpretato da Pedro Alonso, probabilmente il motivo principale per rituffarsi in quel flamenco action-noir che sembrava aver detto tutto quel che aveva da dire.

Berlino è su Netflix, la trama

È ancora lui il protagonista principale, qui sempre più mastermind e – all’epoca – ancora convinto che solo due cose riescano a trasformare una giornata “di M” in memorabile: l’amore e tanti soldi facili. Almeno, questo è ciò che ha sostenuto Berlino nei suoi anni migliori, quando ancora non sospettava di essere malato e non era rimasto intrappolato come un topo in un caveau di formaggio spagnolo. Quando, soprattutto, la sua priorità era portate a termine uno dei suoi colpi più spettacolari, facendo sparire con una magia gioielli del valore di 44 milioni da un altro sotterraneo con l’aiuto di una delle tre squadre con le quali ha lavorato. Ma cosa succede se il “cervello” del piano perde lucidità per questioni personali, se gli ormoni travolgono i giovani componenti della banda e se lo stesso burattinaio sembra aver cambiato le proprie priorità in merito a quel che vuole ottenere dal colpo?

Berlino, cosa aspettarsi dalla serie Netflix

C’è di nuovo Álex Pina dietro gli 8 episodi nei quali si sviluppa la prima stagione (prepariamoci…) di questo prequel/spin-off, emblematicamente negli annali con il titolo completo di La casa di carta – Berlino a rendere incontrovertibilmente chiaro quale sia l’ambito in cui ci si muove e cosa sia bene aspettarsi. Ma soprattutto a identificare – e chiamare a raccolta – un pubblico di fedelissimi che, dopo aver tentato di colmare il vuoto lasciato dal Professore & Co. con il remake coreano, ora potranno contare su una nuova dose di quel mix di dramma, azione e romanticismo, per altro sapientemente affidato a due degli stessi registi dell’originale, David Barrocal e Albert Pintó, con l’aggiunta del quasi esordiente Geoffrey Cowper, e servito dalla co-sceneggiatrice Esther Martínez Lobato.

Nonostante tanta cura – produttiva, in primis – era inevitabile che fosse impossibile replicare la sensazione di novità e il seducente magnetismo di quei personaggi e di quella tenzone intellettuale prima che criminale. Sbagliato aspettarselo, forse, anche se appare un progetto furbo e di comodo (al solito) quello di riproporre ingredienti apprezzati dagli abbonati senza preoccuparsi di dosi e ricetta, con il risultato di avere una presentazione potenzialmente e sicuramente instagrammabile, ma senza una propria originalità e connotazione.

BLUE MONKEYS (L to R) BEGONA VARGAS as CAMERON, JOEL SANCHEZ as BRUCE, TRISTáN ULLOA as DAMIáN, PEDRO ALONSO as BERLíN, MICHELLE JENNER as KEILA, JULIO PEñA as ROI in episode 01 of BLUE MONKEYS. Cr. TAMARA ARRANZ/NETFLIX © 2022

I personaggi di Berlino e l’amore

E così, per quanto i nuovi protagonisti (la doppia coppia Michelle Jenner, Begoña Vargas, Julio Peña Fernández e Joel Sanchez) regalino buoni momenti ed eseguano il compito richiesto loro, a spiccare è più il ‘vecchio’ Tristán Ulloa, anche per il suo farsi carico di dinamiche che fecero la fortuna del Berlino di Pedro Alonso nella Casa di carta che fu… ma solo in parte. O fino a un certo punto. L’abile alternarsi della descrizione della rapina – modellini e ricostruzioni comprese – con le altre linee narrative proposte è una sorta di marchio di fabbrica, ma stavolta la scelta di puntare sull’amore, la passione e la conquista sentimentale come vere chiavi di volta della caratterizzazione dei personaggi (ciascuno con le sue modalità) e motori degli eventi finisce per rivelarsi la principale debolezza del racconto giallo.

Una casa di carta velina

Dal riferimento al colpo alla zecca del primo episodio a quello, più vago, al professore nel terzo, la continua rassicurazione degli spettatori affezionati non va oltre l’ammiccamento, ma soprattutto la scelta di puntare sullo stesso Berlino come narratore non fa che sbilanciare ulteriormente la serie. Che promette più di quanto possa mantenere e a tratti sembra contentarsi di affascinare le proprie vittime in un ininterrotto – anche verboso – flirtare. Da Madrid a Parigi, tra notti brave più pop che punk in localini fumosi o su piste da corsa, poliziotte sopra le righe e una cover live della “Felicità” di Al Bano e Romina, è un profluvio di cliché (donne e uomini, spagnoli e francesi, etc), pose e forzature quello che si sostituisce all’intrigo e a un vero redde rationem. Che rischiamo di non trovare nemmeno nella prossima stagione, che pare abbiano già iniziato a girare a Roma con Berlino a bagno nella fontana di Trevi.

What If…? 2×05: la spiegazione del quinto episodio della serie animata Marvel

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L’episodio 2×05 di What If…?, diretto da Bryan Andrews, ha per protagonista Captain Carter (Hayley Atwell) e si conclude con un grande colpo di scena per lei. Dopo la sua battaglia con il mostro calamaro dell’Hydra nell’episodio di debutto della prima stagione della serie animata, la storia di Captain Carter continua ora in una versione alternativa a Captain America: The Winter Soldier, in cui Steve Rogers è stato corrotto non diversamente dal Bucky Barnes del MCU. Tuttavia, l’episodio si conclude in un modo che né Carter né l’Osservatore stesso potevano aspettarsi. E se… il Capitano Carter avesse combattuto l’Hydra Stomper?, questo il titolo dell’episodio, dove al comando dell’Hydra Stomper vi è proprio Rogers. Analizziamo qui di seguito il finale.

Dove finisce Captain Carter alla fine di What If…? 2×05?

What If Captain Carter

Dopo la battaglia di Peggy e Natasha Romanoff contro la Stanza Rossa e il sacrificio di Rogers per distruggere la fortezza galleggiante, Peggy ha tutte le intenzioni di ritrovare Steve, che crede ancora vivo. Tuttavia, prima che lei e Vedova Nera potessero iniziare la ricerca, delle crepe rosse sono apparse nel terreno sotto i piedi della Carter, trascinandola in un portale e trasportandola in un’altra realtà. È la seconda volta che Captain Carter viaggia attraverso il multiverso, la prima volta con i Guardiani del Multiverso riuniti dall’Osservatore nell’episodio finale della prima stagione.

Questa nuova realtà in cui Peggy si è ritrovata sembra essere un MCU alternativo ambientato nel XVII secolo, che fa da sfondo all’ottavo episodio della seconda stagione di What If…? intitolato “E se… gli Avengers si fosssero formati nel 1602?“. È stato confermato che questo episodio è ispirato ai fumetti Marvel 1602 di Neil Gaiman, che immagina come sarebbero stati gli eroi più classici della Marvel se fossero stati attivi durante l’epoca elisabettiana. Ritroveremo dunque Captain Carter nell’ottavo episodio di questa stagione, ma non sappiamo ancora cosa la aspetta.

Chi ha richiamato Captain Carter sorprendendo l’Osservatore?

What If Nick Fury Scarlet Witch

Nell’ultima inquadratura di What If…? 2×05, Captain Carter si ritrova dunque davanti a nuove varianti di Nick Fury e di Scarlet Witch, entrambi con abiti datati ma adatti all’epoca elisabettiana. Si tratta di una forte conferma che Peggy si è effettivamente ritrovata sulla Terra-1602 (nota anche come Terra-311). Inoltre, Fury e Wanda si riferiscono a Captain Carter come all’eroe che può salvare non solo la loro regina, ma anche il loro intero mondo. È quindi possibile che “Sir Nicholas Fury” sia il capo dell’intelligence della Regina Elisabetta, proprio come nei fumetti originali.

È inoltre degno di nota il fatto che persino un essere cosmico apparentemente onniveggente come l’Osservatore possa essere rimasto sorpreso da questa versione della Strega Scarlatta. Essendo stato confermato che si tratta di un essere del nexus e di un’immensa magia del caos, forse tutte le varianti di Wanda Maximoff e le loro azioni sono più imprevedibili a livello cosmico e possono cogliere di sorpresa persino Uatu. In ogni caso, sarà interessante vedere che tipo di azione intraprenderà l’Osservatore nei prossimi episodi. Si può immaginare che presto inizierà a indagare sulla scomparsa di Carter.

Come il Capitano Carter ha sconfitto l’Hydra Stomper e la Stanza Rossa

What If Hydra Stomper

Avendo raggiunto Steve alla fine dell’episodio, Peggy ha potuto solo guardare mentre Rogers volava con la sua armatura Hydra Stomper per distruggere la fortezza galleggiante della Stanza Rossa. Allo stesso modo, Natasha ha sparato un cavo contro l’Hydra Stomper prima di attaccarlo a Melina, assicurandosi che anche il leader della Stanza Rossa venisse distrutto. Il sacrificio di Rogers, che sembra essere l’atto finale di un uomo rimasto a lungo intrappolato nell’armatura che lo teneva in vita, è stato piuttosto eroico, soprattutto dopo aver finalmente rivisto la donna che amava, dopo tanti anni di solitudine e di prigionia come arma della Stanza Rossa.

Tuttavia, Peggy si rifiuta di credere che Rogers sia morto nell’esplosione. Anche se alla fine dell’episodio si trova in un’altra realtà, è probabile che alla fine torni nel suo universo per iniziare la ricerca di Steve. Con un po’ di fortuna, riuscirà a trovare Rogers e potranno finalmente stare insieme, proprio come il Capitan America e Peggy del MCU principale conosciuto come Terra-616.

Cos’altro ancora accadrà a Captain Carter in What If…? Stagione 2?

Ayley-Atwell-Peggy-Captain-Carter-What-If

In futuro, sembra proprio che Peggy Carter diventerà un eroe fondamentale, necessario per affrontare qualsiasi crisi sia arrivata sulla Terra-1602. Allo stesso modo, si può immaginare che Uatu l’Osservatore possa di nuovo essere coinvolto negli affari delle varie realtà dopo il finale a sorpresa di questo episodio, invece di essere il passivo osservatore cosmico che è destinato a essere nel multiverso del MCU. In ogni caso, il futuro di Captain Carter in un passato alternativo sarà rivelato quando arriverà l’episodio dedicato a quest’avventura nel passato.

Nathan Ambrosioni, intervista al regista di Ricomincio da me

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Nathan Ambrosioni, intervista al regista di Ricomincio da me

Si chiama Nathan Ambrosioni, ha 24 anni ed è pronto per diventare la nuova star del cinema francese. Con alle spalle già 4 lungometraggi, si appresta a raggiungere gli schermi italiani con Ricomincio da me (Toni, en famille), una commedia generazionale in cui Camille Cottin interpreta la madre di 5 figli che decide di ritrovare il tempo per sé e per coltivare il proprio talento. Il film, che esce in sala il 28 dicembre distribuito da Wanted Cinema.

Ricomincio da me affronta i temi della maternità e dell’adolescenza in modo completamente nuovo, raccontando la storia di una donna e il suo desiderio di seguire i suoi sogni, nonostante una famiglia complessa, non tradizionale, composta da cinque figli ormai cresciuti. Da dove nasce l’esigenza e la capacità di parlare in maniera così brillante e originale di adolescenza e maternità?

“Volevo parlare di queste persone che si pongono delle domande sulla loro condizione. Ho scelto di raccontare di una madre con 5 figli, i quali sono molto diversi tra loro e ognuno segue un proprio desiderio. È un ottimo spunto per la commedia, ma è anche il racconto di una situazione complicata perché ognuno di loro cerca la libertà. Quando ho scritto il film avevo 20 anni, e volevo parlare della mia generazione, dei miei amici, di queste persone che non sempre vengono rappresentate o se succede, sono sempre personaggi scritti da quarantenni. Volevo parlare dei miei amici da amico, con gentilezza.”

Parlare di una donna che a 45 anni ha 5 figli, i maggiori trai quali sono pronti per l’università, in Italia, è fantascienza, dal momento che da noi le persone cominciano ad avere figli proprio intorno ai 40 anni e anzi, spesso si fermano a un solo figlio! In Francia è plausibile uno scenario del genere?

“Non sapevo che le cose per l’Italia fossero così diverse, ma posso garantirti che a ogni proiezione del film, una o due donne intorno ai 40 sono intervenute dicendo che si sentivano ben rappresentate. Il problema credo sia diverso, penso dipenda principalmente dal fatto che spesso quando una donna diventa madre le viene detto che l’essere madre deve soddisfare ogni suo desiderio, mentre per un uomo è diverso. Ai padri è concesso poter essere anche professionisti, per esempio. E credo che sia questo l’elemento di maggiore interesse del film, concedere alle madri la possibilità di essere anche altro, che la maternità non esaurisce del tutto le loro ambizioni.”

Protagonista del film è Camille Cottin che ormai è una vera e propria star. Ti ha aiutato a dare forma a Toni?

“Camille è una persona e un’attrice magnifica. Ho scritto il ruolo sognando proprio che lo interpretasse lei. Seguo il suo lavoro sin da quando avevo 12 anni e osservandola in interviste e performance ho scritto la mia Toni in maniera che avesse molto a che fare con lei. Chiaramente non sono la stessa persona, e non c’è improvvisazione nel film, le riprese sono state portate avanti seguendo in maniera precisa il testo della sceneggiatura, ma ci sono degli elementi nel modo in cui parla o si muove Toni che sono stati scritti pensando proprio a come parla e come si muove Camille. Sono stato fortunato perché quando lei ha letto la sceneggiatura le è piaciuta e ha accettato di diventare Toni. È stata magnifica, ha dato la sua dolcezza, la sua ambiguità, le sue caratteristiche al personaggio. Ha portato il personaggio e il film a un altro livello.”

Anche il tuo film precedente, Paper Flags, raccontava di una donna con un talento nascosto, che non sfruttava e che non rappresentava il suo vero lavoro. Cosa ti affascina di questo aspetto?

“Sono affascinato dalle persone che hanno un dono, come una bella voce, ma che non vogliono farne una professione, non vogliono ricavarci soldi. Come Toni che ha una bella voce, ma non vuole usarla, non vuole sfruttare questa cosa e viene forzata a cantare. Sono affascinato da come il talento non diventi necessariamente una professione. Non credo che sia un dovere fare per forza qualcosa di grande con il talento che si ha, puoi anche utilizzarlo nel tuo privato, per te.”

Sei un regista e sceneggiatore molto giovane ma molto promettente. Ci sono dei colleghi ai quali ti ispiri e con i quali vorresti lavorare?

“Mi piacerebbe lavorare con Noah Baumbach, con Greta Gerwig e con Kore’eda. Mi piacerebbe lavorare anche con Chloé Zhao, la seguo dal suo primo film. Ci sono tantissimi registi che mi piacciono, e sono contento di vivere in questo momento storico, perché credo stiano uscendo un sacco di film di registi che ammiro, e questa cosa mi fa molto felice.”

Diretto da Nathan Ambrosioni, Ricomincio da me arriva in sala il 28 dicembre, distribuito da Wanted Cinema.

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