Una scena importante diRebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco si è rivelata
essere particolarmente impegnativa per l’attore Ed Skrein. Egli interpreta nel film
l’ammiraglio Atticus Noble, il braccio destro di Balisarius, padre
adottivo di Kora che ha recentemente guidato un colpo di stato per
impadronirsi del Mondo Madre. La scena a cui si fa riferimento
arriva nel finale del film, dove un Noble apparentemente morto
viene rianimato da vari fili e immerso totalmente nudo in una vasca
contenente uno strano liquido. Intervistato da Looper, l’attore ha rivelato che
quella sua scena di nudo è stata particolarmente difficile da
girare perché si è trattato di cinque giorni di riprese durante i
quali è stato malato.
“Sono stati cinque giorni
interessanti perché ero praticamente da solo. Ero l’unico membro
del cast, anche se c’erano alcuni attori in costume da sacerdoti
semiti. Inoltre, eravamo proprio alla fine delle restrizioni Covid,
quindi stavamo ancora facendo i test. L’ironia della sorte è che
quella settimana ero molto malato, ma non avevo la Covid e quindi
mi è stato permesso di lavorare. Ero lì dentro ed ero nudo. Mi
ricoprivano di gelatina K-Y, così ero tutto lucido e scivoloso, e
stavo male. Non è stato divertente… e poi fingere di essere
fulminato e tutte quelle cose su quella griglia di vero
metallo“, ha spiegato Skrein. “È stato impegnativo.
Ma come attore, le sfide sono tutto ciò che vuoi. È questo ad
essere stato così affascinante dell’interpretare Noble“.
Di cosa parla Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi di Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco recita: dopo essersi schiantata su
una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed Skrein)
scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro
raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e
Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di
ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Emily Blunt
riflette sul successo della data di uscita comune (negli Stati
Uniti) di Barbie
e Oppenheimer,
esortando Hollywood a ripetere qualcosa di simile. Con la loro data
di uscita comune, il 21 luglio, Barbie e
Oppenheimer
hanno infatti sbancato sia internet che il botteghino con il
fenomeno denominato “Barbenheimer” (che sembra ora diventerà anche un
film vero). Entrambi i titoli hanno ricevuto il plauso della
critica e sono ora in lizza per diversi premi ai prossimi Golden Globes, puntando poi agli
Oscar.
In una recente intervista con
The Playlist, la Blunt, membro
del cast di Oppenheimer,
riflette dunque su questo fenomeno e ammette di volere che si
ripeta. Blunt incoraggia il pubblico a “fare in modo che accada
di nuovo. Dobbiamo farlo, perché guardate cosa ha fatto per il
cinema. Guardate cosa ha fatto per le persone. È stata una gioia e
una celebrazione della verità dei film in circolazione. E perché
dovrebbero essere messi l’uno contro l’altro? Andate a vederli
entrambi! Voglio che accada sempre più spesso. È
fantastico!”.
Quanto hanno avuto successo al
botteghino Barbie e Oppenheimer?
Sia Barbie
che Oppenheimer
sono attualmente disponibili per l’acquisto su piattaforme digitali
come Amazon, AppleTV+ e altre. Sono entrambi disponibili anche
per l’acquisto su supporto fisico.
Il videogioco Bendy and
the Ink Machine sta per essere adattato sul grande
schermo. Pubblicato dallo studio Kindly Beast nel
2017, è questo un gioco survival horror in prima persona che
include sia azione che enigmi da risolvere, seguendo le avventure
di un uomo di nome Henry, un tempo l’animatore principale
dell’attrazione Joey Drew Studio, che anni dopo riceve un invito
dallo stesso Joey Drew per tornare al laboratorio. Qui scoprirà con
orrore che diversi ex dipendenti del Joey Drew Studios sono stati
tramutati in esseri mostruosi composti d’inchiostro, dopo essere
stati corrotti proprio dal misterioso inchiostro prodotto dalla
Macchina.
Secondo la pagina ufficiale di Bendy su X,
Bendy and the Ink Machine riceverà ora un adattamento
cinematografico, dando l’annuncio con una foto che riporta la
dicitura: “Bendy sta arrivando sul grande schermo“. Il
post tuttavia non rivela alcun dettaglio sulla produzione, come il
regista, il cast o la data di uscita. Inoltre, non è stato rivelato
se il film di Bendy and the Ink Machine sarà in
live-action o in animazione. Data l’esistenza di Bendy nel mondo
dell’animazione, avrebbe molto senso realizzare un film
d’animazione dal videogioco, ma non essendo ancora stato rivelato
nulla, l’idea del live-action è ancora da ritenere possibile.
Anche se non sono stati menzionati
membri specifici del team di produzione, la notizia della
realizzazione del film è accompagnata da un’informazione chiave: la
sua casa di produzione, la Radar Pictures. Fondata
nel 1984, Radar Pictures ha nel tempo prodotto 80 film di vario
genere. Tra i suoi lavori più recenti figurano Jumanji: Benvenuti nella
giungla e il suo sequel Jumanji: The Next Level. Di certo,
il successo del recente Five Night At Freddy’s,
anche quello adattamento di un videogioco horror, potrebbe aver
contribuito alla decisione di portare un nuovo racconto di questo
tipo sul grande schermo.
Quest’ultima opzione sembra però
sempre più probabile, dato anche che in molti hanno lamentato come
Kang non sia stato una seria minaccia all’interno del franchise, un
problema non indifferente quando si è destinati a essere il grande
cattivo della Saga del Multiverso. Alcuni ritengono che la seconda
stagione di Loki abbia offerto una via d’uscita ai Marvel Studios, ma la serie è stata
girata prima dei problemi legali di Majors e il finale menzionava
esplicitamente che una variante di Kang era stata affrontata nel
Regno Quantico, confermando che le varianti del cattivo sono ancora
in circolazione.
Convenzionalmente, sono tutte
riunite nel Consiglio dei Kang, il che rende semplice per un altro
grande cattivo eliminarle tutte in un colpo solo. Secondo Alex Perez di The Cosmic Circus,
l’idea presso i Marvel Studios sarebbe ora di
introdurre un nuovo grande cattivo che, eliminando d’un colpo tutti
i Kang, dimostrerebbe che questi non erano la vera minaccia e si
affermerebbe invece egli come tale. Il nome che ad oggi sembra più
probabile a ricoprire questo ruolo è quello di The
Beyonder, in Italia conosciuto anche come
Arcano, colui che dovrebbe poi dare il via alla
battaglia di Avengers:
Secret Wars. In Avengers
5, dunque, potrebbe essere lui ad affermarsi come vero
antagonista di questa saga.
Guido e
Rocco sono due fratelli che hanno vissuto per
quasi 30 anni lontani l’uno dall’altro. Quando il padre muore, si
ritrovano al suo funerale ed è l’occasione per i due di affrontare
i demoni del passato. Ritrovano due vecchie moto scassate che si
erano costruiti da ragazzini e decidono di fare un viaggio insieme
attraverso l’Italia. I giorni trascorsi sulle due ruote aiuteranno
i fratelli a chiarire i rancori e ad analizzare il loro rapporto.
50 km all’ora, il film diretto da Fabio De Luigi con Stefano Accorsi, è una rivisitazione italiana
di 25
km/h, film tedesco diretto da Markus Goller, solo che qui
ci troviamo in Italia e in particolare in Emilia-Romagna dove anche
i luoghi sono protagoniste di un road movie che ci porta al passato
della famiglia ma anche al presente, sperando in un futuro
migliore.
50 km all’ora, la trama
Un lutto in famiglia, quello del
padre, che serve da spartiacque nella vita di due fratelli così
diversi ma anche così simili. Sono passati quasi 30 anni da quando
Guido e Rocco e si sono separati, da quando il tradimento della
madre ha portato alla separazione dei genitori e di una famiglia
intera. Rocco è il figlio perfetto, il maggiore, caricato di tutte
le responsabilità, che ha ereditato il lavoro di meccanico del
padre ma non il suo brutto carattere. Rocco, infatti, è un uomo
mosso da buone intenzioni anche se non sempre riesce a realizzarle
e, allo stesso tempo, cova sentimenti repressi
verso il fratello ma anche verso il padre che ho la screditato fino
in punto di morte.
Guido, invece, dopo la separazione
ha scelto di vivere con la madre e non sapremo mai la versione
della sua storia, sappiamo solo che in età adulta è un manager che
organizza eventi per crociere. Vive la sua vita itinerante, non sta
mai nello stesso posto per più di un mese, ha relazioni occasionali
ma ha anche un figlio, avuto proprio da uno di questi rapporti.
Guido è l’eterno ragazzino, scappato da quelle colline emiliane
dove si pascolano i campi per vivere al quale è mancata una
figura di riferimento, come lo era suo
fratello.
Mio fratello (non) è figlio
unico
In questi 30 anni di lontananza, mai
un contatto tra i due fratelli che, adesso, si rivedono al funerale
di un padre scontroso, burbero e anaffettivo. Rocco è scosso e
caricato per l’ultima volta della responsabilità di organizzare
tutto. Guido entra in scena a funerale iniziato scatenando l’ira
del fratello, il motore di 50 km all’ora non è stato
ancora acceso ma il film di De Luigi fino a questo momento, porta
in scena una drammatica commedia nostrana. Il fattore di
cambiamento, che darà inizio al vero viaggio del film è una lettera
scritta in punto di morte dal padre dei due e indirizzata a
Guido.
In quelle parole si legge quasi
tutto il pentimento per aver rinunciato a quei 30
anni insieme, ma anche il perdono verso lui e la madre e una
richiesta. Il defunto padre chiede di spargere le ceneri sulla
tomba della ex moglie che si trova a Cervia. I due fratelli ci
pensano un po’ ed ebbri dall’entusiasmo di questa avventura, come
due bambini, decidono di partire con i loro motorini (due vecchi
Ciao che gli ha costruito il padre meccanico). Qui ha inizio 50 km
all’ora: un viaggio fatto di ricordi ma anche di rancori e cose non
dette e taciute per oltre 30 anni che hanno fatto inaridire il
cuore di Rocco. Questa avventura li porterà a vivere ogni genere di
situazione, anche molto comica, come se fossero due adolescenti in
viaggio dopo la maturità. Guido cerca di
smaliziare Rocco e viceversa il fratello maggiore cerca di
responsabilizzare il minore.
L’emotività maschile
In 50 km all’ora c’è anche
il disperato tentativo di mettere in luce l’emotività maschile che
mai come nel film di De Luigi è repressa e
nascosta. Non sempre però quello che l’altro ha da dire sarà
accettato e in sella al motorino cercano di dialogare e confessare
i sentimenti taciuti da 30 anni. Alla fine del film, dopo
rocambolesche e allucinanti avventure, Guido e Rocco portano a
compimento la richiesta del padre e proprio su quella tomba si
salutano, promettendosi di rivedersi presto. Non c’è più
rancore, non c’è più rabbia: tutto si è esaurito
sulla sella di quel motorino simbolo di vecchi ricordi e di ricordi
nuovi, motore di una nuova vita. Ma attenzione sempre al
colpo di scena finale…
Dopo esser fuggita dall’ospedale
Ongseong insieme ai pochi sopravvissuti, la coraggiosa Chae-ok
(Han So-hee) perde le tracce del ricco Tae-sang
(Park Seo-jun), ancora in grave pericolo nel
misterioso e oscuro edificio. Intanto, la polizia giapponese
aumenta l’oppressione contro il popolo coreano con l’intento di
recuperare le persone fuggite dagli orribili e crudeli esperimenti
biologici. È così che si conclude la Parte 1 della prima
stagione de La Creatura di Gyeongseong (qui
la recensione), il nuovo period horror creato da Kang Eun-kyung
e Chung Dong-yoon e disponibile dal 22 dicembre su Netflix. La serie – con protagonisti i celebri e
talentuosi attori Park Seo-jun e Han So-hee – si concluderà
con la Parte 2 composta dagli ultimi tre episodi
in arrivo il 5 gennaio 2024.
Chi ha bevuto il bicchiere d’acqua contaminato?
La Creatura di Gyeongseong | In foto gli attori Han So-hee e Park
Seo-jun.
Lo spietato e folle tenente Kato,
dopo aver scoperto che Chae-ok è figlia dell’unica donna
sopravvissuta al misterioso parassita che causa la
trasformazione in mostro, cerca di infettare anche la giovane con
l’intento di studiare il DNA vincitore della sperimentazione. Su
centinaia di persone vittime di quegli atroci esperimenti, infatti,
solo la madre di Chae-ok è riuscita a sopravvivervi trasformandosi
in un essere mostruoso e pericoloso. Dunque, il tenente
Kato avvelena col parassita, il “Najin”, il bicchiere
d’acqua che offre poi alla giovane. Nonostante ciò, la scena lascia
dubbi e incertezze riguardo la buona riuscita del piano di Kato,
rendendo poco chiaro se Chae-ok abbia bevuto o meno da quel
bicchiere. Poco dopo, infatti, si comprende che altre tre persone
sono entrate nella stanza e potrebbero aver bevuto l’acqua
contaminata: Tae-sang, l’amico rivoluzionario di Jun-taek
e, infine, Akiko.
Al suo ritorno, Kato guarda il
bicchiere vuoto, suggerendo così allo spettatore
che tutti e quattro i personaggi hanno avuto l’opportunità di bere
quell’acqua e che da un momento all’altro qualcuno potrebbe
trasformarsi in mostro.
Gli ultimi minuti dell’episodio
finale della Parte 1 si concentrano proprio su questo
enigma, mostrando il tenente Kato mentre si chiede
quale dei quattro sia ora stato infettato dal
parassita.
Come ha fatto Tae-sang a fuggire dal sergente Haneda?
Nei primi minuti dell’episodio 7 è
mostrato Tae-sang sdraiato su un gigantesco mucchio di
ossa privo di coscienza. Nonostante sia ancora vivo,
Tae-sang è in grave pericolo poiché ancora rinchiuso tra le mura
dell’ospedale Ongseong. Il sergente Haneda, infatti, subito dopo la
fuga di Chae-ok, affronta Tae-sang con l’intento di eliminarlo
definitivamente. Pur di sopravvivere, Tae-sang fugge nei condotti
dell’aria fino a precipitare improvvisamente su cumuli di ossa in
una cupa e spoglia stanza.
Alcune scene dopo è poi mostrato
Tae-sang ferito e con una pistola tra le mani, con
accanto il corpo di Haneda probabilmente morto. Si presume che
Tae-sang si sia trovato di nuovo faccia e faccia con Haneda e che,
durante il duro e tragico scontro, lui sia riuscito a prendere la
pistola di Haneda per salvarsi dalla sua furia. Ma Tae-sang è anche
tra i quattro personaggi che potrebbero aver ingerito il Najin;
dunque c’è anche la possibilità che nello scontro si sia
trasformato in mostro senza neppure rendersene conto.
L’ultimo episodio de La Creatura
di Gyeongseong si conclude con Tae-sang che cerca di uscire
dall’ospedale mentre il tenente Kato si chiede chi sia la prossima
persona che si trasformerà in una mostruosa creatura.
Cos’è il Najin
La Creatura di Gyeongseong | Cho Han-cheul interpreta Yoon
Jung-won, padre di Chae-ok.
Il termine “Najin” – che dà anche il
titolo al primo episodio della serie – indica il misterioso
parassita in grado di trasformare l’essere umano in mostro
e di cui il tenente Kato è ossessionato, al punto da definire
l’orribile creatura nata dalla madre di Chae-ok come una divinità.
In giapponese il termine “Najin” può avere diversi
significati, come quello di qualcosa di esteticamente
bello o anche il seme prodotto da un frutto. Entrambi i significati
possono essere ricondotti alla profonda ammirazione con cui Kato
osserva il parassita evolversi nella povera donna.
I titoli di testa
che introducono ogni episodio, inoltre, raccontano come i
giapponesi entrano in contatto per la prima volta con
l’agghiacciante parassita: il Najin dall’oceano infettò
tragicamente una ragazzina che in poco tempo distrusse e sterminò
il suo intero villaggio.
Gli ultimi episodi della Parte 1
dimostrano come la mamma di Chae-ok sia diventata una spaventosa e
brutale creatura a causa dei disumani esperimenti di Kato. Ma, dopo
aver seminato morte e terrore, quando la creatura si ritrova
innanzi a Chae-ok pare riconoscerla. E invece che attaccarla, cerca
di proteggerla, proprio come farebbe una madre.
La creatura viene poi sedata e
rinchiusa ancora una volta in una delle celle di detenzione
dell’ospedale Ongseong.
Come Lady Maeda è collegata all’ospedale Ongseong
La Creatura di Gyeongseong – Lady Maeda (Claudia Kim) e Jang
Tae-sang (Park Seo-jun)
Nell’episodio finale è rivelato al
pubblico il motivo che collega l’enigmatica Lady Maeda all’ospedale
Ongseong e alle oscure e folle pratiche svolte in esso. La
moglie del commissario Ishikawa, infatti, è coinvolta in
quei crudeli esperimenti biologici condotti su esseri umani rapiti.
La ricca e influente Lady Maeda, inoltre, non solo supporta le
atrocità commesse in quell’ospedale, ma è anche colei che ha scelto
il direttore Ichiro come capo del gruppo di ricerca.
Sebbene non siano chiari i motivi
che l’hanno spinta nel realizzare questo orribile piano,
Lady Maeda è dunque la spietata e vile artefice.
Oltre a voler contribuire probabilmente per la creazione di
micidiali armi umane belliche, Lady Maeda sembra essere mossa
soprattutto da motivi personali. Per esempio, è stata la stessa
Maeda a mandare Akiko, consapevole essere l’amante di suo marito,
all’ospedale dopo aver saputo del suo stato interessante. E,
ancora, è stata Maeda a scegliere la madre di Chae-ok come una
delle cavie di ricerca sui mostri del tenente Kato.
Come l’episodio 7 anticipa la Parte 2 de La Creatura di
Gyeongseong
La prima stagione
de La Creatura di Gyeongseong si concluderà con gli ultimi
tre episodi contenuti nella Parte 2. La Parte 1 termina con
importanti rivelazioni, emozionanti cliffhanger e grandi
aspettative. Il fulcro dei prossimi episodi sarà la
soluzione al mistero della nuova creatura: Chi ha
bevuto l’acqua contaminata? Chi sarà la prossima vittima della
mostruosa trasformazione? E, infine, come e perché Lady
Maeda ha iniziato questa terribile e feroce operazione bellica
nell’ospedale Ongseong?
Le festività natalizie sono quel
momento in cui, tra le altre cose, si ha modo di riguardare tutti
quei film o serie ambientati in questo specifico periodo dell’anno,
sia che si decida di affidarsi a grandi classici come Mamma ho perso l’aereo,Il Grinch o Una poltrona per due (quest’ultimo qualora si sia
appassionati di film
“natalizi” ma non dedicati al Natale); sia che si decida di
scoprire qualche nuovo titolo di questo filone. Per chi si
riconosce in questa seconda categoria, Uno sguardo dal
cielo può essere il titolo che fa al caso proprio.
Diretto nel 1996 da Penny Marshall, si
tratta di un film natalizio meno noto ma con i suoi elementi di
fascino.
Anche in questo caso si ha a che
fare con un film non specificatamente dedicato al Natale, ma che ha
in esso il culmine del suo racconto con la risoluzione di tutte le
linee narrative e l’esplicitazione del suo messaggio di fondo.
Remake del film del 1947 La moglie del
vescovo, tratto dal romanzo omonimo di Robert
Nathan, il film è infatti stato fortemente voluto dal due
volte premio Oscar Denzel Washington per via del suo affrontare
temi come il valore della famiglia, della comunità e della fede.
Apprezzato da critica e pubblico, Uno sguardo dal cielo è
però oggi un titolo tendenzialmente dimenticato, perfetto però per
questi giorni di festa.
A renderlo speciale vi è anche la
presenza di Whitney Houston non solo come
protagonista femminile ma anche come cantante di alcuni brani
presenti nel film. Per tutti gli appassionati di film di questo
genere in cerca di un buon titolo da vedere in questi giorni,
Uno sguardo dal cielo è un titolo ideale. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Uno sguardo dal
cielo
La vicenda si svolge a New York,
dove il sacerdote metodista Henry Biggs, dopo aver
sempre svolto con passione il proprio lavoro, attraversa un momento
di crisi in cui pensa di non essere più in grado di andare incontro
ai problemi che gli pongono la sua comunità e la sua famiglia, la
moglie Julia, il figlio piccolo, la madre di lei.
All’improvviso, però, arriva Dudley, un angelo di
colore, che a poco a poco si installa a casa sua e gli annuncia di
volerlo aiutare a superare le difficoltà. Il problema è che Dudley,
nonostante sia molto generoso, attua degli interventi che spesso
finiscono con il creare più confusione di prima.
Le cose, dunque, finiscono con il
peggiorare ed Henry cade in piena crisi. Come se non bastasse, da
un lato si trova a dover fronteggiare il perfido speculatore
Joe, che ha acquistato la proprietà della chiesa e
vuole demolirla per costruirci un complesso più grande con servizi
vari; dall’altro vede Julia frequentare piacevolmente Dudley, col
quale esce la sera, va al night e ritrova il gusto di cantare, cosa
che ormai faceva solo in chiesa alle funzioni del marito. Dinanzi a
tutto ciò, Henry deciderà che è giunto il momento di sistemare le
cose.
Il cast di Uno sguardo dal
cielo
Ad interpretare l’angelo Dudley vi è
l’attore Denzel Washington, il quale per il ruolo di
Julia Biggs voleva inizialmente l’attrice Julia Roberts. Dopo aver capito che Whitney Houston sarebbe stata più adatta al
ruolo, glielo propose, ma lei rifiutò. Washington continuò a
chiederglielo per un anno, finché lei non accettò. Houston in
seguito dichiarò di aver inizialmente rifiutato il ruolo perché
riteneva di non potersi immedesimare nel personaggio e pensava che
non si sarebbe sentita a suo agio vestita come una casalinga della
classe media. Alla fine, è però riuscita a immedesimarsi nell’amore
di Julia per la famiglia e la chiesa, decidendo così di accettare
la parte.
L’attrice Jenifer
Lewis interpreta invece Margueritte Coleman, madre di
Julia. Tra le due attrici, tuttavia, vi sono solo sei anni di
differenza. Ad interpretare il reverendo Henry Biggs vi è invece
l’attore Courtney B. Vance, noto per il ruolo
dell’assistente procuratore distrettuale Ron Carver in Law &
Order: Criminal Intent, ricoperto dal 2001 al 2006. Recitano
poi nel film Justin Pierre Edmund nel ruolo di
Jeremiah Biggs e Gregory Hines in quelli di Joe
Hamilton. Completano infine il cast gli attori Loretta
Devine nel ruolo di Beverly, Cissy
Houston, madre di Witney, interperta Mrs. Havergale,
mentre il produttore discografico Lionel Richie è
Britsloe.
Il trailer di Uno sguardo dal
cielo e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Uno sguardo dal cielo grazie alla sua
presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti
oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di
Disney+. Per vederlo, basterà
dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma e si
avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 27 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 3.
Considerata unanimemente una delle
migliori trilogie cinematografiche dedicate ad un supereroe dei
fumetti, quella di Christopher Nolan con protagonista Batman è
oggi un vero e proprio oggetto di culto. Iniziata nel 2005 con
Batman Begins (qui la recensione) e proseguita
con l’acclamato Il cavaliere oscuro nel
2008, questa ha infine trovato conclusione nel 2012 con Il cavaliere oscuro – Il
ritorno. Le avventure del celebre supereroe di Gotham City
trovano così nuova vita al cinema in film dalle grandi intenzioni,
in puro stile Nolan, dove intrattenimento e autorialità si fondono
in modo inequivocabile.
Nel 2003, la Warner Bros. assunse il
regista di
Memento per dirigere un nuovo film di Batman, mentre
David S. Goyer firmò un contratto per scrivere la
sceneggiatura della pellicola. Nolan dichiarò la sua intenzione di
reinventare il franchise cinematografico di Batman in chiave
moderna e più realistica. Affascinato dal personaggio e dal suo
background egli voleva colmare una lacuna lasciata dai precedenti
film andando a narrare le origini del Cavaliere Oscuro. Nella
realizzazione della prima pellicola della trilogia, Nolan rivelò
inoltre di essersi ispirato al
Superman di Richard Donner, soprattutto
riguardo alla focalizzazione sull’evoluzione del personaggio.
Batman Begins venne così costruito traendo particolare
ispirazione da fumetti come Batman: Year One e Batman:
The Long Halloween.
In esso vennero però inserite anche
delle idee originali e inedite, come ad esempio la paura del
protagonista per i pipistrelli. Una volta arrivato in sala, il film
si affermò come uno dei maggiori successi economici del suo anno. A
fronte di un budget di 150 milioni di dollari, questo arrivò
infatti a guadagnarne 373 in tutto il mondo. Ancora oggi il film è
ricco di curiosità tutte da scoprire, e proseguendo qui nella
lettura sarà possibile approfondire molte di queste. Si
ritroveranno infatti ulteriori elementi riguardanti la
trama, il cast, il
costume di Batman e le piattaforme
streaming dove poter vedere tale titolo.
La trama di Batman
Begins
Protagonista del film è il
multimiliardario Bruce Wayne, il quale ancora da
adulto è profondamente scosso dal trauma di aver assistito
all’omicidio dei suoi genitori. In cerca di vendetta e impegnato in
viaggi lontani dalla sua Gotham City, egli si ritrova imprigionato
in una prigione del Bhutan. Qui conosce il misterioso Henri
Ducard, membro dell’organizzazione anti-crimine chiamata
Setta delle Ombre. L’uomo si offre di liberare
Wayne e di addestrarlo al fine di diventare un potente guerriero.
C’è però qualcosa che non torna nell’etica di quell’organizzazione,
che in breve Bruce deciderà di abbandonare per tornare a Gotham
City. La città si trova infatti in preda alla corruzione e alla
criminalità più dilagante, e il miliardario decide di fare qualcosa
per cambiare tutto ciò.
Desideroso di affrontare le sue
paure più grandi, egli inizia così ad assumere il ruolo di un
giustiziere mascherato, rinominato Batman. Ad aiutarlo nella sua
impresa vi saranno preziosi alleati come Alfred
Pennyworth, il suo fedele maggiordomo, e Lucius
Fox, il quale gli fornirà una serie di armi e tecnologie
particolarmente utili nella lotta alla criminalità. Ben presto,
Batman si troverà però a doversi scontrare con personalità
particolarmente malvage, che minacciano di prendere il controllo di
Gotham. Tra questi vi è lo psichiatra Jonathan
Crane, noto con il nome di Spaventapasseri. A preoccupare
però più di tutti Wayne, è il misterioso Ra’s Al
Ghul, il quale si rivelerà essere una persona
particolarmente nota al giustiziere mascherato.
Batman Begins: il cast del
film
Per il ruolo di Bruce Wayne, alias
Batman, Nolan decise di
affidarsi all’attore Christian Bale,
il quale sembrava possedere esattamente l’equilibrio tra l’oscurità
e la luce ricercato per il personaggio. Per dar vita al
personaggio, Bale si sottopose ad una massacrante trasformazione
fisica, arrivando ad acquisire circa 26 chili di muscoli. Ciò gli
permise di poter avere la forma fisica necessaria per prendere
parte alle numerose e complesse sequenze d’azione. Bale, inoltre,
approfondì il personaggio anche da un punto di vista psicologico.
Egli infatti si getto nella lettura di diversi volumi dei fumetti
dedicati a Batman, esplorando così le varie sfumature del
personaggio. Accanto a lui, nel film si ritrova poi l’attore premio
Oscar Michael Caine
nei panni di Alfred Pennyworth. Questi dichiarò in seguito di
considerare quella per questo film una delle migliori esperienze
della sua carriera.
Gary Oldman è invece il
volto del celebre commissario Gordon. Nolan scelse l’attore per via
della sua capacità di fornire un’interpretazione calma e misurata
di un personaggio tanto importante e riservato. Katie Holmes è
invece Rachel Dawes, interesse amoroso di Wayne nonché personaggio
ideato appositamente per il film. Morgan Freeman,
invece, è l’interprete di Lucius Fox, inventore della Wayne
Enterprises. Per la scelta degli antagonisti, il regista decise di
portare in scena villain ancora mai visti al cinema. Fa così la sua
prima apparizione Jonathan Crane, alias Spaventapasseri,
interpretato da Cillian Murphy.
Tom Wilkinson è il mafioso Carmine Falcone, mentre
Liam Neeson è presente
nei panni di Henri Ducard. L’attore, grande fan di Superman, era
inizialmente restìo all’offerta di recitare nel film, ma venne
infine convinto dalla possibilità di lavorare con Nolan.
Batman Begins: il costume
di Batman e il cattivo del film
Di particolare importanza, ogni
volta che si parla di Batman, è il design del costume del cavaliere
oscuro. Per quanto riguarda questo, venne realizzato dalla
costumista Lindy Hemming e dal suo staff creativo. Per il film,
Nolan chiese che il costume di Batman fosse nerissimo e di un
tessuto non riflettente, il più opaco possibile, poiché, secondo
lui, doveva attenersi alla filosofia ninja che Bruce aveva
imparato. In più, il regista voleva che il costume fosse leggero e
permettesse a Bale di muoversi agevolmente. Nonostante tale
richiesta, questo si rivelò ugualmente molto scomodo per l’attore,
che in più occasioni se ne lamentò. Proprio il suo parere contrario
circa il risultato spinse a rivedere il costume in vista del
sequel. Ad ogni modo, il design particolarmente realistico di
questo fu particolarmente apprezzato dai fan.
Per quanto riguarda i cattivi
presenti nel film, il primo di essi è
Spaventapasseri. Riguardo alla sua presenza come
antagonista, Nolan rivelò di averlo scelto in quanto non era ancora
stato portato sul grande schermo e perché si legava bene al tema
della paura, fondamentale per il batman di questo film.
Spaventapasseri viene dunque portato in scena come dotato di un
particolare sacco di tela che egli si pone sulla testa e che mostra
sembianze spaventose ai nemici colpiti dal suo fumo allucinogeno.
L’altro grande antagonista del film, anch’esso scelto in quanto
inedito sul grande schermo, è Ra’s al Ghul, uno
tra i più complessi e pericolosi nemici di Batman, nonché il primo
che nei fumetti ne scopre la vera identità.
La differenza principale tra il Ra’s
al Ghul di questa versione e quello fumettistico è il non possedere
l’immortalità donatagli dal Pozzo di Lazzaro: in questa versione,
quindi, il personaggio è “immortale” semplicemente perché Ra’s al
Ghul è il nome che assume colui che sta a capo della Setta delle
Ombre. Sono poi diversi gli ideali del personaggio sono poi diversi
dalla controparte cartacea: in essi egli è un ecoterrorista che non
sopporta come la razza umana abbia fatto scempio del pianeta
tramite guerre e inquinamento. Nel film, invece, la Setta delle
Ombre si “limita” a perseguire l’obiettivo di distruggere quelle
civiltà da loro ritenute troppo corrotte per “purificare”
l’umanità.
Il trailer di Batman
Begins e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere tale
opera grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Batman
Begins è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno mercoledì 27 dicembre alle
ore 21:20 sul canale Italia
1.
Il regista ha infatti qui avuto modo
di
dar vita ad un nuovo antieroe che non solo si va ad aggiungere
ai personaggi animali del suo cinema – con tutti i valori e
significati di cui essi si fanno portatori – ma che gli offre anche
l’occasione per affrontare questioni legate ai diritti degli
animali e alle nuove sensibilità a riguardo in cui Burton si
riconosce. La realizzazione di questo film, come noto, ha anche
rappresentato una nuova collaborazione con la Disney, luogo dove
come noto aveva svolto i suoi primi lavori come animatore e per cui
ha poi diretto sia Alice in Wonderland che Frankenweenie.
L’esperienza di Dumbo non è
però stata delle migliori, con Burton che ha giurato che non
lavorerà mai più per la Disney. Il film ha poi risentito di questi
contrasti, mancando di ottenere il successo sperato. Si tratta però
in ogni caso di un’opera che presenta degli elementi di interesse,
specialmente se contestualizzati nella filmografia di Burton. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà utile
approfondire alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile ritrovare dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al
significato del racconto di Dumbo. Infine, si
elencheranno anche le piattaforme streaming
contenenti il lungometraggio nel proprio catalogo.
La trama e il cast di
Dumbo
Nel film, Max
Medici, proprietario di un circo, riassume l’ex star
Holt Farrier, tornato dalla Prima guerra mondiale,
per occuparsi di un elefante appena nato le cui orecchie
sproporzionate lo rendono lo zimbello di un circo già in
difficoltà. Quando si scopre che Dumbo sa volare,
però, il circo riscuote un incredibile successo attirando
l’attenzione del persuasivo imprenditore V. A.
Vandevere, che recluta l’insolito elefante per il suo
nuovo straordinario circo, Dreamland. Dumbo vola sempre più in alto
insieme all’affascinante e spettacolare trapezista Colette
Marchant, finché Holt e i suoi figli
Milly e Joe non scoprono che,
dietro alla sua facciata scintillante, Dreamland è piena di oscuri
segreti.
Ad interpretare Holt Farrier vi è
l’attore Colin Farrell, il quale ha raccontato di aver
colto subito l’occasione di recitare nel film essendo un grande fan
di Burton. Nel ruolo dei suoi figli vi sono invece Nico
Parker e Finley Hobbins. Danny DeVito e Michael Keaton, qui entrambi alla loro quarta
collaborazione con Burton, interpretano rispettivamente Max Medici
e V. A. Vandevere. L’attrice, Eva Green, alla sua terza collaborazione con
il regista è invece Colette Marchant. Come noto, l’attrice era
realmente spaventata dalle altezze ed è riuscita a superare questa
sua fobia proprio durante le riprese, con l’aiuto di un performer
professionista che l’ha addestrata per le sue acrobazie.
Per quanto riguarda il vero
protagonista del film, Dumbo, inizialmente si era pensato di
realizzare una versione realistica di un cucciolo di elefante, ma
Burton ha poi preferito rinunciare a tale aspetto per avere un
personaggio più espressivo, specialmente attraverso gli occhi.
Essendo stato realizzato solo in seguito in CGI, al momento delle
riprese sul set sono stati utilizzati oggetti a forma di elefante
per dare agli attori e al team di produzione un’idea delle
dimensioni di Dumbo e del posto da lui occupato nello spazio.
Quando necessario, specialmente nelle interazioni con gli altri
protagonisti, i movimenti dell’elefantino sono invece stati forniti
da un interprete specializzato.
Dumbo: perché si chiama così e cosa
rappresenta?
Per quanto riguarda il nome dato al
piccolo elefantino tutt’orecchie, come viene spiegato sia in questo
film che in quello animato del 1941, Dumbo non è
altro che una storpiatura della parola
dumb, ovvero “stupido”. Si tratta dunque
di un nome dato al personaggio con un fare canzonatorio, con
l’obiettivo prenderlo in giro per la sua deformità. Dumbo va dunque
a rappresentare quanti sono vittima di discriminazione per via di
loro difformità, fisiche o di altro tipo, rispetto a quella che è
considerata “la norma”. A partire da qui, però, si costruisce un
racconto che mira a spezzare queste convinzioni, dimostrando con
quelli che si ritengono essere difetti possano invece essere tratti
distintivi.
Dumbo, infatti, impara ad usare a
proprio vantaggio le sue enormi orecchie, poiché imparando a volare
grazie ad esse da prima permette al circo di cui fa parte di
migliorare le proprie sorte e in seguito si guadagna la libertà di
tornare nel suo habitat naturale insieme alla sua ritrovata madre.
La morale di Dumbo è
l’importanza di riconoscere la diversità quale inesauribile fonte
di ricchezza e bellezza, in contrasto a quelle società o culture
che vorrebbero invece perseguire la completa uguaglianza anche a
costo di sopprimere quei tratti che rendono unici e speciali
proprio per questo. La vittoria di Dumbo, dunque, è la vittoria di
tutti i discriminati.
Il trailer di Dumbo e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Dumbo
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV,
Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 27 dicembre alle ore
21:30 sul canale Rai 1.
Rebel Moon- Parte 1: Figlia del
fuoco (qui
la recensione) è pieno di tratti distintivi e più che
riconoscibili del suo regista, Zack Snyder,
qui anche in veste di scrittore, produttore e direttore della
fotografia. Lo stile – soprattutto visivo – di Snyder si è distinto
sin dal suo esordio in regia nell’oramai lontano 2004, L’alba
dei morti viventi, per poi migliorare e definirsi nei film
successivi, fino all’ultimo progetto in collaborazione con Netflix,
di cui è previsto un secondo capitolo intitolato Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice. Scopriamo
perciò tutti gli auto-omaggi del regista, gli Easter Eggs e i
“marchi di fabbrica” presenti in Rebel Moon – Parte
1: Figlia del fuoco.
Mescolare i generi
Da quando Zack Snyder si è posizionato in cabina
di regia, ogni suoi film è stato un mash-up di generi e una
sovversione dei tropi di questi ultimi, diventando un suo marchio
di fabbrica. Lo abbiamo visto con 300, o ancora con Watchmen, in cui ha sovvertito il genere dei supereroi
e dei film di squadra; o ancora con Sucker Punch nel quale ha realizzato una commistione
di generi inserendo persino un meta-commento su come le donne
vengono trattate nella narrativa di genere, sia davanti che dietro
la macchina da presa. In Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco Snyder
continua a farne un’impeccabile miscela, includendo numerose
influenze fantascientifiche e fantasy nel suo mash-up estetico di
generi, da Star
Wars a Excalibur, fino a I sette
samurai e Heavy Metal.
Il rallenty
Pur non essendo stato lui a inventare il
rallenty, Zack Snyder è uno dei registi contemporanei a utilizzarlo
di più nelle sue opere, tanto da essere associato a questo
strumento stilistico, e rivoluzionandolo con lo “speed ramping” in
300. Watchmen, Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei
guardiani e
Sucker Punch hanno tutti una considerevole parte a
rallentatore, anche se a un certo punto della sua carriera il
regista, precisamente con L’uomo d’acciaio, non ne ha più fatto uso, salvo poi
riprenderlo in Justice League e finendo con, per l’appunto, Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco.
Gli attori feticcio di Zack Snyder
Come ogni regista, anche Zack Snyder ha degli
attori feticcio a cui si rivolge quando si tratta di realizzare un
film. Sappiamo anche bene che il regista è capace poi di
individuare i talenti emergenti da inserire nelle sue pellicole,
contribuendo quindi a rendere la loro carriera un successo, come
accaduto con
Henry Cavill e
Gal Gadot. Star ricorrenti sono, fra gli altri, Jena Malone,
Carla Gugino, Abbie Cornish e Matt Frewer, alcune delle quali Zack
Snyder ha richiamato per farle partecipare in Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco. Ray Fisher, ad
esempio, ha idossato i panni di Darrian Bloodaxe, Jana Malone di
Harmada e Ray Porter di Hickman.
Epico montaggio di flashback
Un altro marchio di fabbrica del regista sono i
montaggi epici, di cui ne ha fatto il suo stile caratteristico. In
particolare, ad essere tanto epici quanto importanti nei film di
Zack Snyder sono i flashback, i quali vanno a stabilire gli eventi
nell’universo portato sullo schermo prima della trama principale di
un film. Ogni singola pellicola che il regista ha diretto ha
incluso un epico montaggio di flashback, e quello presente in
Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco riguarda la
storia di Kora, quando mostra come sia stata rapita da bambina e
abbia scalato i ranghi dell’esercito dell’Imperium.
Ciò che rende famoso Zack Snyder, avendone
decretato il successo negli anni, sono poi le sequenze d’azione con
personaggi femminili, le quali diventano un altro suo tratto
distintivo. Pensiamo a Sucker Punch, film incentrato sull’azione femminile
molto stilizzata, oppure Faora in
L’uomo d’acciaio, o ancora Wonder Woman in Batman v Superman: Dawn of Justice, per finire a Kora
e Nemesis in Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco. Kora ha diverse
sequenze d’azione impattanti e magistralmente costruite, ma anche
il combattimento con la spada di Nemesis contro la donna ragno
Harmada costituisce un inserto di spicco.
Nessun eroe è al sicuro
Chi conosce la filmografia di Zack Snyder si
sarà accorto di un particolare non proprio indifferente: la morte
degli eroi, che spesso sono o inaspettate oppure brutali. Pensiamo
ad esempio alla trama di 300, che ruota attorno alla morte
degli spartani, oppure a Batman v Superman: Dawn of Justice, in cui il regista
uccide Jimmy Olsen nei momenti iniziali e poi Superman nell’atto
conclusivo, mentre nella director’s cut di Justice League uccide (e rianima) l’intera squadra. In
Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco accade lo
stesso: il film si conclude con la dipartita di diversi personaggi
principali, come Kai e Bloodax, con il tradimento del primo
avvenuto poco prima.
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco
avrà la director’s cut
Pur non essendoci per ogni suo film delle
versioni estese, Zack Snyder è conosciuto anche per le director’s
cut. Rebel
Moon – Parte 1: Figlia del fuoco è uno di quei
film che ne avrà una. Su Netflix al momento è disponibile solo la
versione PG-13 della storia, mentre l’anno prossimo ne arriverà una
vietata ai minori di oltre tre ore. Come ci dimostra Justice League, le director’s cut del
regista spesso, oltre a essere estremamente lunghe, sono anche più
dense e brutali. Ricordiamo poi che il 19 aprile 2024 debutterà
sulla piattaforma la seconda parte di Rebel Moon, intitolata
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice.
L’amore del regista Michael
Mann per Avatar di
James Cameron è ancora più forte che mai:
recentemente il regista ha definito l’epico film di fantascienza del 2009 uno dei
suoi quattro film preferiti.
In una recente intervista con
Letterboxd, a Michael Mann è stato chiesto di
elencare i suoi quattro film preferiti, e tra La corazzata
Potemkin del 1925, Giungla d’asfalto del
1950 e 2001: Odissea nello spazio del 1968, Mann ha
indicato Avatar come
quarto e ultimo film.
Non è la prima volta che Mann
elogia il film di James Cameron. Durante il sondaggio di Sight &
Sound del 2012, Michael Mann ha indicato Avatar come
uno dei suoi 10 film preferiti di sempre, e all’epoca lo ha
elogiato.
“Sulle fondamenta di un
biosistema interamente inventato, Avatar è una brillante sintesi di
tropi mitici, con debiti verso Lévi-Strauss e Il ramo d’oro di
Frazier. Si innalza perché, semplicemente, ti folgora e ti
trasporta“, scrisse Mann all’epoca.
L’ultimo film di Mann è Ferrari,
con Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley.
Adam Driver interpreta Enzo Ferrari nel film, mentre
Penelope Cruz interpreta sua moglie Laura. Nel
film compaiono anche Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi,
Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian,
Gabriel Leone nel ruolo di Alfonso de Portago,
Jack O’Connell nel ruolo di Peter Collins,
Patrick Dempsey nel ruolo di Piero Trauffi e
Ben Collins nel ruolo di Stirling Moss.
Ferrari è
ambientato nell’estate del 1957. L’ex pilota Ferrari è in crisi. La
bancarotta ha messo in ginocchio l’azienda che lui e sua moglie
Laura hanno costruito dal nulla dieci anni prima. La loro relazione
è messa a dura prova dalla perdita di un figlio e dal
riconoscimento di un altro. Ferrari decide così di colmare le varie
perdite cui la vita l’ha messo di fronte scommettendo tutto su una
gara automobilistica che per 1000 miglia avrebbe percorso tutta
l’Italia: la leggendaria Mille Miglia.
Mann dirige il film
Ferrari
la cui sceneggiatura è firmata da Mann stesso e da Troy Kennedy
Martin la sceneggiatura sua e di Troy Kennedy Martin (The Italian
Job), basata sul libro di Brock Yates, “Enzo Ferrari – The Man
and the Machine“. Mann produce il film con la
sua società Moto Pictures insieme a P.J. van Sandwijk e John
Lesher, oltre a John Friedberg, Lars Sylvest, Thorsten Schumacher,
Gareth West e Thomas Hayslip, con l’importante supporto dei
produttori Andrea Iervolino e Monika Bacardi tramite la loro
produzione esecutiva ILBE e il supporto del produttore esecutivo
Niels Juul.
Sono stati rivelati i numeri di
audience su Netflix
di Rebel Moon
– Parte 1: Figlia del Fuoco, il film space opera di
Zack Snyder. Secondo The Hollywood Reporter, il
film ha ottenuto 23,9 milioni di visualizzazioni in poco più di tre
giorni. Secondo l’agenzia, si tratta di un inizio discreto per il
film, che in futuro riceverà un director’s cut vietato ai
minori.
Rebel Moon – Parte 1:
Figlia del Fuoco è stato diretto da Snyder da una
sceneggiatura scritta insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad, basata
su una storia di Snyder e Johnstad. Il film è interpretato da
Sofia Boutella nel ruolo di Kora, Ed Skrein nel ruolo dell’Ammiraglio Atticus
Noble, Charlie Hunnam nel ruolo di Kai,
Michiel Huisman nel ruolo di Gunnar, Djimon Hounsou nel ruolo del Generale,
Staz Nair nel ruolo di Tarak, Doona
Bae nel ruolo di Nemesis, Ray Fisher nel
ruolo di Darrian Bloodaxe e l’esordiente E. Duffy
nel ruolo di Milius, mentre il premio Oscar Anthony Hopkins è la voce di un antico
cavaliere robot di nome Jimmy.
Nel film l’esercito del tiranno
Regent Balisarius minaccia gli abitanti di una colonia pacifica al
confine della galassia, che decidono di inviare una giovane donna
dal passato misterioso a esplorare pianeti vicini alla ricerca di
guerrieri disposti a combattere al loro fianco.
Produzione: Deborah Snyder, Wesley
Coller e Zack Snyder per The Stone Quarry; Eric Newman per Grand
Electric Produzione esecutiva: Sarah Bowen per Grand Electric. Il
lungometraggio segna il ritorno insieme di Newman, Snyder e Stuber.
Tra i produttori più prolifici di Netflix, Newman aveva ingaggiato Snyder per la regia
del suo L’alba dei morti viventi del 2004, che era stato
supervisionato dall’allora vicepresidente di Universal Scott
Stuber, oggi Netflix Head of Global Films. Rebel Moon
– Parte 1: Figlia del Fuoco è il primo lungometraggio
frutto dell’accordo di prelazione tra Netflix e The Stone Quarry
Productions, società di produzione fondata da Zack e Deborah
Snyder, insieme al socio di produzione Wesley Coller.
Dopo la première dell’ultimo
speciale natalizio di Doctor
Who, laBBCha finalmente
pubblicato il primo teaser trailer di Doctor
Who per il prossimo capitolo della lunga serie di
fantascienza.
Il video offre ai fan
un’anteprima di cosa aspettarsi dalla prima stagione completa della
star di BarbieNcuti Gatwa nei panni del nuovo Signore del tempo.
Il nuovo contributo mette in risalto le sue prossime avventure con
Ruby Sunday di Millie Gibson, che ha
incontrato nell’episodio speciale di Natale. Il ritorno della
serie è previsto per maggio 2024 su BBC One e
Disney+.
Molto tempo fa, alla Vigilia di
Natale, un bambino fu abbandonato nella neve. Oggi Ruby Sunday
incontra il Dottore, bambini rubati, folletti e forse il segreto
della sua nascita.
Doctor
Who è prodotto da Bad Wolf con BBC Studios, per
BBC e Disney Branded Television. Tra i produttori esecutivi
figurano Davies (scrittore e showrunner), Jane Tranter, Julie
Gardner, Joel Collins e Phil Collinson.
Lo scorso lunedì 11
dicembre, Gatwa e Gibson hanno
premuto il pulsante per accendere il London Eye con i colori
dell’iconico vortice temporale di Doctor Who per celebrarne il debutto.
Inoltre, presso il British Film Institute, a Southbank, si è tenuta
una proiezione in anteprima
mondiale dello speciale natalizio con tanto di
Q&A con Gatwa, Gibson e lo showrunner Russell T
Davies.
I nuovi episodi di Doctor
Who saranno disponibili su Disney+ in tutto il mondo (ad eccezione
di Regno Unito e Irlanda).
Nel fine settimana natalizio appena
concluso
Wonka continua a mantenere il primo posto nella
classifica box office! L’atmosfera magica che crea il prequel sul
noto cioccolatiere è risultata essere perfetta per il pubblico nei
giorni del Natale. Wonka
incassa €1.282.077 nel solo week end e più di 7 milioni di euro dal
suo arrivo nelle sale il 14 dicembre.
Secondo classificato è
Wish, nuovo cartone targato Disney, con il quale il
noto studio di animazione festeggia il suo centenario. Wish
raggiunge un incasso di €1.068.840 a fronte di un totale di quasi 2
milioni e mezzo dalla sua uscita nei cinema il 21 dicembre.
Al terzo posto si trova
Santocielo, commedia a tema natalizio con il noto duo
comico Ficarra e Picone. Santocielo incassa €865.903 nel week end e
3 milioni e mezzo di euro dal suo approdo nelle sale il 14
dicembre.
Box office: il resto della
classifica
Quarto e quinto classificato sono
rispettivamente
Aquaman e il regno perduto, sequel di Aquaman con
Jason Momoa, e
Ferrari, pellicola biografica con
Adam Driver. Aquaman incassa €710.761 a fronte di un totale di
2 milioni di euro dalla sua uscita nelle sale il 20 dicembre,
mentre Ferrari raggiunge un guadagno di €398.130 nel week end
natalizio e più di 2 milioni dal suo arrivo nei cinema il 7
dicembre. Al sesto posto ritroviamo C’è ancora domani, il quale,
dopo ben due mesi nelle sale, continua ad avere il suo pubblico: la
pellicola incassa €351.721 a fronte di un totale di quasi 32
milioni di euro.
Al settimo e ottavo posto si
stabiliscono One
Life, nuova pellicola con
Anthony Hopkins, e
Adagio, film che chiude la trilogia della Roma
criminale dopo Romanzo Criminale e Suburra. One
life incassa €204.756 e Adagio €133.534.
Ultimi due classificato al box
office di Natale sono Foglie al vento (fallen
leaves), dramma diretto dal regista ucraino Aki
Kaurismäki, e Prendi il
volo, cartone che racconta le vicende di una famiglia
di germani. Foglie al vento incassa €124.903 mentre Prendi il volo
€124.714.
What If…? 2×06 si conclude con il ritorno di un
personaggio importante, pochi istanti dopo il completamento delle
origini del nuovo eroe del MCU:
Kahhori una guerriera nativa americana Mohawk che
ha ricevuto i suoi poteri dal Tesseract. Tuttavia, sembra che le
sue avventure siano appena iniziate dopo il significativo finale
dell’episodio. L’episodio rivela infatti una realtà in cui il
Ragnarok ha distrutto Asgard e il
Tesseract è precipitato sulla Terra. I suoi resti
rotti hanno trasformato un lago in un portale che offre l’accesso a
un nuovo mondo. Diversi membri della tribù Mohawk, nel corso delle
generazioni, hanno attraversato il portale, ottenendo poteri e
immortalità dal Tesseract.
Cosa vuole Strange Supreme da
Kahhori, il nuovo eroe del MCU?
Quasi subito dopo che Kahhori e la
tribù Mohawk hanno forzato un trattato di pace tra il Nuovo Mondo e
gli spagnoli, Kahhori viene accolta da Strange
Supremo in persona, un membro dei Guardiani del Multiverso riuniti
da Uatu l’Osservatore nella prima stagione di
What
If…?. Anche se sembra che voglia reclutare l’aiuto di
Kahhori in un episodio futuro, non è chiaro per quale motivo
Strange abbia bisogno di lei. Essendo una versione molto più oscura
di Stephen Strange rispetto a quella del MCU principale, è difficile dire se
le intenzioni di Strange Supreme saranno buone o cattive. Tuttavia,
è chiaro che qualcosa di significativo sta accadendo al multiverso,
soprattutto dopo il finale di What If…? 2×05, in cui
Capitan Carter è stata trascinata in un’altra realtà che ha colto
di sorpresa persino l’Osservatore.
Cosa è successo a Strange Supreme
dopo What If…?
Come si è visto nel finale della
stagione 1 di What If…?, Strange Supreme e Uatu
l’Osservatore sono stati in grado di combinare i loro poteri per
contenere Killmonger e Zola. La loro battaglia, alimentata dalla
Pietra dell’Infinito, avrebbe distrutto il tessuto stesso della
realtà e del multiverso, Strange accettò di sorvegliare i potenti
cattivi in ciò che rimaneva della sua realtà. Chiamando Uatu suo
amico, sembrava certamente che Strange fosse cresciuto e in cerca
di redenzione dopo aver distrutto il suo universo. Potrebbe essere
successo qualcosa a Strange Supreme fuori dallo
schermo che ha compromesso il suo sacrificio. Dopotutto, sembra che
abbia viaggiato per il multiverso alla ricerca di Kahhori per molto
tempo, il che indica che si è mosso liberamente.
Spiegazione dei poteri e delle
abilità di Kahhori
Come tutti i guerrieri Mohawk che
hanno attraversato il portale del lago, Kahhori ha acquisito una
serie impressionante di poteri. Tra questi, la supervelocità, la
telecinesi, i campi di forza, l’aumento della forza e della durata
e altre abilità come l’immortalità. Grazie al Tesseract, sembra
proprio che Kahhori sia ora uno degli eroi più potenti dell’intero
multiverso del MCU, e in What If 2×06
dimostra le sue impressionanti capacità e abilità. Il set di poteri
di Kahhori è notevolmente diverso da quello di Capitan Marvel, anche se entrambi
provengono dal Tesseract.
Come Kahhori sconfisse i
conquistadores spagnoli
Pur avendo chiesto ai suoi compagni
di guerra di unirsi a lei contro i conquistadores spagnoli che
opprimevano la parte della tribù Mohawk rimasta sulla Terra,
Kahhori dovette inizialmente affrontare gli
spagnoli da sola. Grazie alla stretta collaborazione dei
Marvel Studios con i cittadini della
reale Nazione Mohawk, What If…? 2×06 è davvero una storia
avvincente e un debutto dinamico per il nuovo eroe del MCU.
Allo stesso modo, è evidente che la sua storia è tutt’altro che
finita grazie a Strange Supreme.
Il canale americano Freeform ha
annunciato il debutto della seconda parte di stagione di
Good Trouble 5, la quinta stagione della serie di
successo Good
Trouble. Lo show come tutte le serie americane aveva
subito lo stop a seguito del blocco dell’industria scaturita dagli
scioperi dei sindacati di sceneggiatori e attori.
Freeform ha annunciato che
inaugurerà il nuovo anno con il ritorno di Good
Trouble. Secondo la rete, la quinta stagione della serie
farà il suo debutto di metà stagione il 2 gennaio. Un primo sguardo
al resto della stagione che dà uno sguardo a ciò che verrà è
riportato sopra. Ha inoltre diffuso le anticipazioni
dell’undicesimo episodio.
Nell’undicesimo episodi di Good
Trouble 5, lo stress di Mariana raggiunge un punto di rottura.
Malika dà il benvenuto a Isaac nella Confraternita. Dennis
vacilla dopo il tradimento di Ranjit, portando Davia e Alice a
mettere insieme le loro idee.
Tutto quello che sappiamo su Good
Trouble
Good
Trouble è la serie tv drammatica spin-off
dellospettacolo Freeform The Fosters. Good
Trouble è iniziato nel gennaio 2019 con una prima
stagione di tredici episodi e segue Callie Adams Foster (Maia
Mitchell) e Mariana Adams Foster (Cierra Ramirez),
concettualmente alcuni anni dopo la serie precedente, “mentre si
imbarcano nella fase successiva della loro giovane adulto vive
lavorando a Los Angeles.”
La seconda stagione è stata presentata per la
prima volta a giugno 2019, e la
terza stagione è stata presentata per la prima volta a febbraio
2021. Nel settembre 2021, la serie è stata
rinnovata per una quarta stagione, che ha debuttato il 9 marzo
2022. Nell’agosto 2022, la serie è stata rinnovata per
una quinta stagione, che ha debuttato il 16 marzo
2023. Nel dicembre 2023, la serie è stata cancellata
dopo cinque stagioni.
Superman:
Legacy sarà il film che darà il via al nuovo
DCU, riportando sul grande schermo uno dei
superoi più amati di sempre, che avrà ora il volto di David Corenswet. Con le riprese ormai sempre
più vicine, previste per il mese di marzo, il film scritto e
diretto da James Gunn continua ad essere al cento delle
attenzioni dei fan, che non vedono l’ora di saperne di più. Tra le
cose legate al film che più si attendono, vi è senza dubbio il
costume di Superman, che come rivelato da Gunn sarà allo stesso
tempo fedele ma innovativo rispetto a
quello dei fumetti.
Le possibilità di vedere questo
costume prima dell’inizio delle riprese sembrano essere però molto
basse, anzi, pari a zero. A rivelarlo è proprio Gunn, il quale su
Threads ha risposto alla domanda
posta da un fan, ovvero quali sono le probabilità che il costume
venga svelato prima dell’inizio dei lavori sul set, con un semplice
“zero-punto-zero“. Per il momento delle riprese, inoltre,
si prevede un set particolarmente rigido riguardo la possibilità di
diffusione di materiale fotografico, pertanto è probabile che anche
con le riprese in corso non sarà possibile scoprire che aspetto ha
il costume del personaggio.
Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul
film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. È però
confermata anche la presenza della Fortezza della Solitudine.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025. Le
riprese dovrebbero invece avere inizio a marzo 2024.
Lee Sun-kyun,
attore sudcoreano protagonista del film vincitore ai premi Oscar
2020 Parasite,
è morto mercoledì mattina, secondo quanto riportato dall’Associated
Press e dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Aveva 48 anni. Secondo
l’AP, l’attore è stato trovato morto in un’auto in un parco del
centro di Seul. La polizia stava cercando Lee dopo che la sua
famiglia aveva affermato che aveva scritto un biglietto d’addio e
si era allontanato da casa all’alba di mercoledì.
Lee era stato recentemente
sottoposto ad indagine dalla polizia per presunto uso di droghe
illegali. L’agenzia di polizia metropolitana di Incheon stava
indagando su Lee e altre sette persone per presunto uso di droga.
Secondo Yonhap, la polizia avrebbe interrogato Lee tre volte, fino
a sabato scorso, per il suo presunto uso di marijuana e altre
droghe a casa di una hostess di un bar di alto livello a Seoul,
diverse volte all’inizio dell’anno. Lee ha sempre dichiarato di
essere stato ingannato e di non sapere cosa stesse assumendo.
Nel film Parasite,
Lee interpreta Park Dong-ik, il padre della ricca famiglia Park
che, senza saperlo, assume in casa i membri della famiglia Kim,
truffatrice e di classe inferiore, per aiutarlo con i figli e
gestire la casa. Quando lo stratagemma viene finalmente svelato,
Kim Ki-taek (Song Kang-ho) uccide il signor Park
in un impeto di rabbia durante la festa di compleanno del figlio.
Dopo essere salito alla ribalta con questo, Lee ha recitato nella
serie Apple
TV+ “Dr. Brain“, la sua prima serie sudcoreana, ed è
stato nominato come miglior attore agli International Emmy Awards
2022.
Lee Sun-kyun ha
però recitato anche in altri progetti sudcoreani come
“Payback“, “Diary of a Prosecutor“, “My
Mister“, “Killing Romance“, “Kingmaker” e
molti altri negli anni 2000 e 2010, divenendo un attore
particolarmente noto e apprezzato nel panorama della cinematografia
sudcoreana.
FX ha diffuso il promo e le
anticipazioni dell’ottavo episodi di Fargo 5, la quinta stagione
della serie antologica Fargo che
in Italia va in onda su SKY e NOW. Nel prossimo episodio La
campagna di Roy continua, Indira prende posizione e Witt cerca di
aiutare. L’episodio che si intitola “Blanket” è stato scritto da
Noah Hawley e Thomas Bezucha e diretto da Sylvain White.
Fargo
è disponibile con il nuovo attesissimo capitolo in esclusiva
su Sky e in streaming solo su
NOW dal 22 novembre, subito dopo il debutto negli
Stati Uniti. Il quinto capitolo di Fargo è interpretato da Juno Temple (Ted Lasso), Jon Hamm (Mad Men), Jennifer Jason
Leigh, David Rysdahl, Joe Keery, Lamorne Morris, Richa Moorjani,
Sam Spruell e Dave Foley.
Tutto quello che sappiamo sulla
quinta stagione di FARGO
L’ultimo capitolo di
Fargo
è ambientato in Minnesota e North Dakota, nel 2019. Dopo che
una serie inaspettata di eventi ha messo “Dorothy ‘Dot’ Lyon”
(Juno
Temple) nei guai con le autorità, questa casalinga del
Midwest, apparentemente tipica, si ritrova improvvisamente
catapultata in una vita che pensava di essersi lasciata alle
spalle.
Lo sceriffo del North
Dakota “Roy Tillman” (Jon
Hamm) è alla ricerca di Dot da molto tempo.
Allevatore, predicatore e costituzionalista, Roy crede di
essere la legge e quindi di essere al di sopra della
legge. Al suo fianco c’è il suo fedele ma inetto figlio,
“Gator” (Joe Keery), che cerca disperatamente di dimostrare il suo
valore al padre. Peccato che sia senza speranza. Così, quando
si tratta di dare la caccia a Dot, Roy arruola “Ole Munch” (Sam
Spruell), un oscuro vagabondo di origine misteriosa.
Con i suoi segreti più
profondi che iniziano a svelarsi, Dot tenta di proteggere la sua
famiglia dal suo passato, ma il suo affettuoso e ben intenzionato
marito “Wayne” (David Rysdahl) continua a correre da sua madre,
“Lorraine Lyon” (Jennifer Jason Leigh), per chiedere aiuto. CEO
della più grande agenzia di recupero crediti del paese, la “Regina
del debito” non è contenta della scelta di suo figlio e non
risparmia occasione per esprimere la sua disapprovazione verso
Dot. Tuttavia, quando l’insolito comportamento di Dot attira
l’attenzione del vice della polizia del Minnesota “Indira Olmstead”
(Richa Moorjani) e del vice del North Dakota “Witt Farr” (Lamorne
Morris), Lorraine nomina il suo consulente interno e consigliere
principale, “Danish Graves” (Dave Foley) per aiutare sua
nuora. Dopotutto, la famiglia è famiglia. Ma Dot ha un
talento inquietante per la sopravvivenza. E con le spalle al
muro, sta per dimostrare perché non si dovrebbe mai provocare una
madre Lyon.
Hawley è showrunner,
produttore esecutivo, sceneggiatore, regista (episodi 501 e 502) e
la sua società di produzione 26 Keys guida il team creativo
dell’ultimo nuovo capitolo. Warren Littlefield (The Handmaid’s Tale, The Old Man,
Dopesick), e la sua casa di produzione The Littlefield
Company, è anche produttore esecutivo insieme a Steve Stark
(Vikings: Valhalla, Mercoledì, The Consultant) di Toluca
Pictures, Kim Todd (The Handmaid’s Tale, Brave New World) e Joel &
Ethan Coen. Fargo
è prodotto da MGM Television e FX Productions, con MGM Television
come studio principale. La serie è distribuita a livello
internazionale da Amazon MGM Studios Distribution.
Barry Keoghan
ha parlato del finale di Saltburn (qui la recensione), il film di
Emerald Fennell
disponibile dal 22 dicembre su Prime Video, per il quale l’attore si è
letteralmente messo a nudo. Un finale, questo, che ha scioccato i
vari spettatori che in questi giorni hanno visto il film e riguardo
il quale la regista ha dichiarato che inizialmente non era previsto
che Keoghan danzasse totalmente nudo attraverso il maniero.
L’attore ha poi infatti raccontato a EW che in una prima versione
della sceneggiatura il protagonista “si dirigeva verso la
colazione, dove il maggiordomo gli serviva delle uova alla
coque“, il che sarebbe stato un richiamo a una scena
precedente in cui gli venivano appunto servite delle uova alla
coque.
Alla fine, però, si è optato per la
scena finale vede Oliver ballare per Saltburn senza vestiti mentre
si ascolta “Murder on the Dance Floor” di Sophie
Ellis-Bextor. Quando gli è stata proposta la cosa, Keoghan
non ha esitato ad accettare la sfida. “Mi sembrava
assolutamente giusta“, ha detto Keoghan. “È una questione
di proprietà. Quello è il mio posto. Ho piena fiducia nel fatto che
posso fare quello che voglio in quella casa. Posso spogliarmi e
ballare il valzer perché è mia. Sì… è stato divertente“.
Sebbene
Barry Keoghan fosse pronto per la scena, quando si è trattato
di girarla, all’inizio ha avuto qualche normale esitazione.
“La prima cosa che ho fatto è
stata quella di non avere vestiti addosso. Sono un po’… ehhh“,
ha ricordato. “Ma dopo la prima ripresa ero pronto a partire.
Pensavo: ‘Riprendiamo. Andiamo di nuovo’. In un certo senso te ne
dimentichi, perché si crea un ambiente così confortevole che ti dà
la possibilità di dire: “Va bene, ora si tratta della
storia”“. Fennell ha poi dichiarato che la scena è stata
girata 11 volte e alla settima ripresa era “tecnicamente
perfetta” ma non aveva la “gioia assolutamente
diabolica” che voleva dal personaggio. “Barry, a suo
merito, l’ha rifatta altre quattro volte fino a quella che vedete,
che ha una gioia di vivere fottutamente malvagia con cui è
impossibile non essere d’accordo“.
Tra i vari aspetti di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
fuoco (qui la recensione) che il
regista Zack Snyder sta ora spiegando in seguito
all’arrivo del film su Netflix, vi è anche il bizzarro
portale presente all’inizio del film. Gli spettatori non hanno
infatti mancato di notare le somiglianze di tale elemento – che
permette alla nave nota come Occhio del Re di spostarsi nello
spazio – con l’organo genitale femminile. Parlando con The Film Junkee, Snyder ha anticipato
le possibili battute a riguardo, spiegando che si è trattata di una
scelta ragionata e fortemente voluta. Infatti, il regista ha detto
che tale portale avrà molto più senso quando si approfondirà
ulteriormente la saga della Rebel Moon.
“Vi dirò che in realtà è un
portale più…. ecco, c’è molto altro da scoprire su come le navi del
Mondo Madre attraversano e piegano lo spazio quando devono fare
lunghi viaggi“, ha esordito Snyder. “E questa è una
rivelazione che avrà senso. In realtà è corretto al 100% per la
mitologia che piega lo spazio per il Mondo Madre. Quindi, non lo è.
Voi direte: ‘Oh, certo, questa è la forma…’“. Tale particolare
elemento che tanto ha generato dibattiti sul Web ha dunque
motivazioni precise, ma scopriremo di più sul suo funzionamento
solo in futuro, forse già con l’arrivo di Rebel Moon – Parte 2: La
Sfregiatrice, che sarà disponibile su Netflix dal 19 aprile.
Di cosa parla Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi di Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco recita: dopo essersi schiantata su
una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed Skrein)
scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro
raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e
Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di
ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Dopo il grande successo e
l’acclamazione della critica ottenuti da The
Batman del 2022, è come noto in arrivo un sequel
del film DC. Questa volta, il film farà parte del marchio Elseworlds, ideato per
differenziare i film e le serie televisive che esistono al di fuori
della continuità principale dell’Universo DC. Con la produzione di
The
Batman – Part 2 che dovrebbe iniziare l’anno
prossimo per una data di uscita prevista per l’autunno del 2025,
sono da tempo iniziate a circolare voci sul cast del film e sui
villain coinvolti. James Gunn,
co-CEO dei DC Studios, ha però ora smentito la presenza di quelli
ad oggi citati.
In un recente post su Threads, Gunn ha infatti risposto alle recenti voci
secondo cui il Professor Pyg, lo
Spaventapasseri, Clayface,
Hush e
Dick Grayson dovrebbero fare la loro comparsa in
The
Batman – Part 2. In una sola frase, Gunn ha
rivelato che le voci sono “totalmente inventate”.
Lapidario come suo solito, Gunn non spende troppe parole a chiarire
la questione, per cui non è certo se la sua smentita riguardi tutti
i villain ad oggi citati, oppure solamente quelli più recentemente
nominati, ovvero Professor Pyg e Spaventapasseri. Secondo alcune
teorie, la presenza di Hush sarebbe piuttosto certa, considerando
l’interesse che il regista Matt Reeves nutre per
tale personaggio. Bisognerà però attendere notizie ufficiali prima
di poter avere qualcosa di certo tra le mani.
Quali sono le
ultime novità su The Batman – Parte 2?
Nell’ultimo aggiornamento
sull’attesissimo seguito, le riprese di The
Batman – Parte 2 sarebbero state posticipate a
marzo 2024. La star principale Robert
Pattinson riprenderà il ruolo principale,
con Matt Reevesche
tornerà alla regia. Anche Mattson Tomlin
tornerà per scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La
data di uscita è attualmente fissata per il 3 ottobre
2025. Il primo film ha raggiunto più di 770 milioni di
dollari al botteghino, diventando il settimo film con il maggior
incasso del 2022 e ottenendo recensioni positive.
Nel cast di Batman c’erano anche
Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman,
Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del GCPD,
John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone,
Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore
distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel
ruolo di Alfred Pennyworth e Colin Farrell nel ruolo di Oswald
Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento
del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore,
però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far
parte del film.
Mark Cousins è un regista e scrittore nordirlandese-scozzese;
dal suo libro del 2004, il successo mondiale
The Story of Film, è nato il suo film di 930 minuti The Story
of Film: An Odyssey, premiato con lo Stanley Kubrick Award e il
Peabody Award e nominato ai BAFTA. Dieci anni dopo,
attraverso le immagini più potenti dell’ultimo decennio, Cousins
aggiunge un nuovo capitolo e torna ad analizzare il presente e il
futuro del cinema in The Story of Film: A
New Generation, in esclusiva il 3 gennaio alle
21.15 su Sky Documentaries. Il film è una fantastica
carrellata in due parti sul cinema mondiale dal 2010 al 2021 e
parte da
Joker e
Frozen e da The souvenir e Abou Leila per l’esplorazione del
nuovo linguaggio cinematografico e del ruolo della tecnologia nel
cinema contemporaneo.
La rivoluzione industriale e
culturale del grande schermo è raccontata attraverso i film, i
registi e le comunità sotto rappresentate nelle storie
cinematografiche tradizionali, con particolare attenzione alle
opere asiatiche e mediorientali. Come spiega Cousins, il cinema è
ancora sessista e razzista per omissione: “Nonostante i
fantastici cambiamenti sociali e i movimenti per la diversità e il
progresso, i problemi persistono. Dopo tutto, il più grande cinema
di quest’anno non arriverà nella tua casella di posta. Non verrà da
noi, quindi dobbiamo andare a cercarlo. Potrebbe sembrare un duro
lavoro, ma è un gioioso processo di scoperta di questo mezzo.
Abbiamo un DNA comune, tu ed io e chiunque ami il cinema. Siamo la
stessa specie. Siamo la specie del cinema. E quindi dobbiamo
continuare ad assicurarci di aggiornare le nostre
conoscenze”.
Una riflessione profonda su ciò che
ci aspetta nell’era dello streaming, su come sono cambiati i
cinefili, e su come il cinema continuerà a trasformarsi nel secolo
digitale.
Uno dei progetti di supereroi più
attesi all’orizzonte è senza dubbio X-Men
’97 dei Marvel Studios, che fungerà da revival/sequel
della classica serie animata degli anni Novanta. Siamo ancora in
attesa di un trailer per questo show Disney+ e, a parte un banner di
annuncio iniziale e alcune immagini di merchandising trapelate, non
si è ancora vista nemmeno un’immagine rilasciata ufficialmente. Con
l’uscita prevista per il 2024, però, c’è da aspettarsi che nei
prossimi mesi verranno forniti maggiori dettagli, ma per il momento
lo scooper CWGST ha rivelato quelli che sarebbero
i titoli di tutti i 10 episodi della prima stagione.
Sebbene i titoli non sembrino
svelare molto a prima vista, alcuni di essi offrono sicuramente dei
suggerimenti sugli argomenti su cui potrebbero essere incentrati
gli episodi in questione, e chi ha familiarità con la storia degli
X-Men nei fumetti non potrà non notare alcune cose. Di seguito ecco
i titoli riportati (ma ancora non ufficialmente confermati):
E1: A me, i miei X-Men
E2: Inizia la liberazione dei mutanti
E3: Il fuoco fatto carne
E4: Motendo
E5: Ricordatelo
E6: Occhi brillanti
E7: Splendere con la forza rinata
E8: La tolleranza è estinzione – Parte 1
E9: La tolleranza è estinzione – Parte 2
E10: La tolleranza è estinzione – Parte 3
Alcuni dettagli sul finale di
stagione in tre parti sono stati condivisi in precedenza. Si pensa
che Nathan Summers/Cable sarà presente, mentre gli X-Men
affronteranno diversi cattivi, tra cui Mister Sinister, Bastion e una
nuova e letale ondata di Sentinelle. “Motendo”, invece, sarà molto
probabilmente l’episodio che vede Jubilee e Sunspot intrappolati in
un ambiente di videogiochi a 16 bit da Mojo. In generale, la
serie viene descritta come “una continuazione spirituale e
tonale della serie classica degli anni ’90 andata in onda su
Fox” e una “lettera d’amore retrò all’originale“.
Come confermato, sono in atto piani per una seconda stagione.
Tutto quello che sappiamo su X-Men ’97
X-Men
’97 sarà un sequel diretto delle cinque stagioni di
X-Men: The Animated Series, ma si ipotizza che possa anche
preparare l’eventuale debutto in live-action della squadra
nell’MCU (improbabile, ma potremmo avere
qualche accenno e/o qualche stuzzichino qua e là). Tra i doppiatori
che ritornano nel cast figurano Lenore Zann nel
ruolo di Rogue, Cal Dodd nel ruolo di Wolverine,
Catherine Disher nel ruolo di Jean Grey,
George Buza nel ruolo di Bestia, Chris
Potter nel ruolo di Gambit, Adrian Hough
nel ruolo di Nightcrawler, Alison Sealy-Smith nel
ruolo di Storm, Christopher Britton nel ruolo di
Mister Sinister e Alyson Court nel ruolo di
Jubilee.
La sinossi ufficiale ad oggi
diffusa recita: “Tempesta e Wolverine cercano di portare avanti
gli X-Men. Magneto entra in scena e vuole sostituirsi a Charles
Xavier. Mister Sinister arriva per cercare di porre fine agli X-Men
una volta per tutte“.
The Atlantic ha infatti
pubblicato un’intervista a Snyder a cui è stato chiesto dello stato
attuale del genere supereroistico. “Ho la stessa
stanchezza“, ha risposto Snyder, descrivendo gli adattamenti
dei fumetti come “un vicolo cieco“, che non sono più in
grado di raccontare storie autonome. “Nessuno pensa più che
andrà a vedere un film di supereroi unico nel suo genere”.
Anche Snyder si schiera dunque dalla parte di chi non riesce più a
star dietro alla grande quantità di film prodotti a riguardo, pur
avendo recentemente dichiarato che tornerebbe a concludere la sua
saga DC se Netflix ne detenesse i diritti, ma in ogni caso non
sembra che abbia fretta di rivisitare quei personaggi.
Il problema, secondo il regista,
sarebbe dunque da rintracciare anche nel natura non più
completamente autonoma di questi film, che impegnandosi a portare
avanti un racconto trasversale perderebbero di vista la loro
individualità. “Non sto bussando alla porta di James Gunn per chiedergli:
‘Fratello, fammi uno di quei film dolci’“, ha detto Snyder.
“Il Santo Graal è una IP originale che crei, che abbia una
risonanza e che sia figa“. È proprio ciò che ha ora fatto
Snyder con Rebel Moon, che pur ispirandosi fortemente a
titoli di fantascienza come Star
Wars e Dune, mira a raccontare una nuova storia
espandendola poi attraverso vari spin-off e media (è previsto anche
un videogioco).
Se c’è un progetto cinematografico
di cui si attendono notizie riguardo il suo casting, quello è
senz’altro Fantastici
Quattro. Per quanto
nuovi rumor a riguardo sono circolati nelle ultime settimane,
sembra che non avremo l’annuncio del cast prima del 2024 e anche
una volta iniziato il nuovo anno è difficile stabilire quando
potrebbe essere fatto l’annuncio, considerando che secondo alcune
voci non ci sarebbero ancora accordi certi per alcuni dei
personaggi protagonisti. La mancanza di notizie porta sempre più a
pensare che i Marvel Studios non riusciranno a rispettare la
data prefissata del 2 maggio 2025 e che il film
andrà dunque incontro a ritardi.
Tuttavia, l’affidabile scooper
Daniel Richtman riporta ora che le
riprese del film dovrebbero iniziare a maggio
2024. Se ciò si rivelasse vero, vorrebbe dire il regista
Matt Shakman e il suo team avrebbero tutto il
tempo necessario per preparare il film per il suo debutto nelle
sale nel 2025 e, molto probabilmente, per prevedere anche tutti i
reshoot necessari. Altresì, se davvero le riprese fossero così
vicine, entro quel momento si scoprirebbero chi sono gli attori che
andranno ad interpretare la prima famiglia di supereroi della
Marvel, a lungo attesa
nell’MCU e finalmente confermata.
Fantastici Quattro: quello
che sappiamo sul cast del film
Per il ruolo di Reed
Richards (Mister Fantastic), il candidato numero uno
attualmente è l’attore Pedro
Pascal (The
Last of Us), mentre per Sue Storm (Donna
Invisibile), Johnny Storm (Torcia Umana) e
Ben Grimms (La Cosa) si continuano a riportare i
nomi di Vanessa Kirby (Napoleon),
Joseph Quinn (Stranger
Things) e Ebon Moss-Bachrach
(The
Bear). Anche per questi, però, si attende un’ufficialità
da parte dei Marvel Studios. Si è
poi parlato di Javier Bardem per il ruolo di Galactus, ma
anche Antonio
Banderas sarebbe ancora in lizza per il ruolo. Infine,
sembra che sia in corso la ricerca di un’attrice per l’araldo di
Galactus, che potrebbe però non essere Silver Surfer.
Per quanto riguarda il ruolo di
Dottor Destino, non è ancora noto in che misura il personaggio
potrebbe essere presente nel film, ma il candidato numero uno per
interpretarlo ad oggi è l’attore Cillian Murphy. Ad oggi sappiamo solo che
Matt Shakman (produttore e regista di WandaVision)
dirigeràFantastici
Quattro da una sceneggiatura di Jeff
Kaplan, Ian Springer, Josh
Friedman, co-sceneggiatore diAvatar: La via dell’acqua, e Cameron
Squires. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma
Kevin Feige ha confermato che non si tratterà
di un’altra origin story per il super-team. Il film, infine, è
atteso in sala per il 2 maggio 2025.
Storicamente, l’arcinemesi di
Superman, Lex Luthor, è sempre stata rappresentata
completamente calva, dai fumetti originali della DC fino ai vari
progetti animati e ai lungometraggi. Ci sono sì state alcune
versioni di Lex che hanno reimmaginato nuovi look per il
personaggio, in particolare l’incarnazione con i capelli lunghi di
Jesse Eisenberg in Batman v Superman: Dawn of Justice.
Sulla piattaforma di social media Threads, un fan ha dunque chiesto a James Gunn se il Lex del DCU che comparirà in Superman:
Legacy resterà fedele a questa calvizie del
personaggio e il regista ha risposto con un “ofc”, che in gergo
internet significa “of f***ing course“, in altre parole:
sì.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.
Apparsa su Netflix nel
2017, la serie spagnola de La casa di carta è
stato uno dei più grossi successi, e non senza una certa sorpresa.
Anche per la capacità di alcuni suoi personaggi di colpire
l’immaginario del pubblico, mentre le evoluzioni del colpo alla
Zecca di Stato spagnola e delle vicende dei singoli soggetti
coinvolti ci accompagnavano fino al dicembre 2021. È quindi una
sorta di speciale compleanno, un riallacciare un discorso
interrotto, quello che offre
la serie prequel/spin-offBerlino. Sulla
piattaforma della N cremisi dal 29 dicembre – in tempo per chiudere
l’anno in bellezza, e magari con uno binge watching in compagnia –
è di nuovo il momento del fascinoso e (non così) algido criminale
interpretato da Pedro Alonso, probabilmente il
motivo principale per rituffarsi in quel flamenco action-noir che
sembrava aver detto tutto quel che aveva da dire.
Berlino è su Netflix, la trama
È ancora lui il
protagonista principale, qui sempre più mastermind e –
all’epoca – ancora convinto che solo due cose riescano a
trasformare una giornata “di M” in memorabile: l’amore e tanti
soldi facili. Almeno, questo è ciò che ha sostenuto
Berlino nei suoi anni migliori, quando ancora non
sospettava di essere malato e non era rimasto intrappolato come un
topo in un caveau di formaggio spagnolo. Quando, soprattutto, la
sua priorità era portate a termine uno dei suoi colpi più
spettacolari, facendo sparire con una magia gioielli del valore di
44 milioni da un altro sotterraneo con l’aiuto di una delle tre
squadre con le quali ha lavorato. Ma cosa succede se il “cervello”
del piano perde lucidità per questioni personali, se gli ormoni
travolgono i giovani componenti della banda e se lo stesso
burattinaio sembra aver cambiato le proprie priorità in merito a
quel che vuole ottenere dal colpo?
Berlino, cosa aspettarsi dalla serie
Netflix
C’è di nuovo Álex
Pina dietro gli 8 episodi nei quali si sviluppa la prima
stagione (prepariamoci…) di questo
prequel/spin-off, emblematicamente negli annali con il titolo
completo di La casa di carta – Berlino a
rendere incontrovertibilmente chiaro quale sia l’ambito in cui ci
si muove e cosa sia bene aspettarsi. Ma soprattutto a identificare
– e chiamare a raccolta – un pubblico di fedelissimi che, dopo aver
tentato di colmare il vuoto lasciato dal Professore & Co. con il
remake coreano, ora potranno contare su una nuova dose di quel mix
di dramma, azione e romanticismo, per altro sapientemente affidato
a due degli stessi registi dell’originale, David
Barrocal e Albert Pintó, con l’aggiunta
del quasi esordiente Geoffrey Cowper, e servito
dalla co-sceneggiatrice Esther Martínez
Lobato.
Nonostante tanta cura –
produttiva, in primis – era inevitabile che fosse impossibile
replicare la sensazione di novità e il seducente magnetismo di quei
personaggi e di quella tenzone intellettuale prima che criminale.
Sbagliato aspettarselo, forse, anche se appare un progetto furbo e
di comodo (al solito) quello di riproporre ingredienti apprezzati
dagli abbonati senza preoccuparsi di dosi e ricetta, con il
risultato di avere una presentazione potenzialmente e sicuramente
instagrammabile, ma senza una propria originalità e
connotazione.
E così, per quanto i
nuovi protagonisti (la doppia coppia Michelle Jenner,
Begoña Vargas, Julio Peña Fernández e Joel
Sanchez) regalino buoni momenti ed eseguano il compito
richiesto loro, a spiccare è più il ‘vecchio’ Tristán Ulloa, anche
per il suo farsi carico di dinamiche che fecero la fortuna del
Berlino di Pedro Alonso nella Casa di
carta che fu… ma solo in parte. O fino a un certo
punto. L’abile alternarsi della descrizione della rapina –
modellini e ricostruzioni comprese – con le altre linee narrative
proposte è una sorta di marchio di fabbrica, ma stavolta la scelta
di puntare sull’amore, la passione e la conquista sentimentale come
vere chiavi di volta della caratterizzazione dei personaggi
(ciascuno con le sue modalità) e motori degli eventi finisce per
rivelarsi la principale debolezza del racconto giallo.
Una
casa di carta velina
Dal riferimento al colpo
alla zecca del primo episodio a quello, più vago, al professore nel
terzo, la continua rassicurazione degli spettatori affezionati non
va oltre l’ammiccamento, ma soprattutto la scelta di puntare sullo
stesso Berlino come narratore non fa che sbilanciare ulteriormente
la serie. Che promette più di quanto possa mantenere e a tratti
sembra contentarsi di affascinare le proprie vittime in un
ininterrotto – anche verboso – flirtare. Da Madrid a Parigi, tra
notti brave più pop che punk in localini fumosi o su piste da
corsa, poliziotte sopra le righe e una cover live della
“Felicità” di Al Bano e Romina, è un
profluvio di cliché (donne e uomini, spagnoli e francesi, etc),
pose e forzature quello che si sostituisce all’intrigo e a un vero
redde rationem. Che rischiamo di non trovare nemmeno nella prossima
stagione, che pare abbiano già iniziato a girare a Roma con Berlino
a bagno nella fontana di Trevi.
L’episodio 2×05 di What If…?, diretto da Bryan Andrews, ha per
protagonista Captain Carter (Hayley Atwell)
e si conclude con un grande colpo di scena per lei. Dopo la sua
battaglia con il mostro calamaro dell’Hydra nell’episodio di
debutto della prima stagione della serie animata, la storia di
Captain Carter continua ora in una versione alternativa a Captain America: The Winter Soldier, in cui Steve Rogers è stato corrotto non diversamente
dal Bucky Barnes del MCU. Tuttavia, l’episodio si
conclude in un modo che né Carter né l’Osservatore stesso potevano
aspettarsi. E se… il Capitano Carter avesse combattuto
l’Hydra Stomper?, questo il titolo dell’episodio,
dove al comando dell’Hydra Stomper vi è proprio Rogers. Analizziamo
qui di seguito il finale.
Dove finisce Captain Carter alla
fine di What If…? 2×05?
Dopo la battaglia di Peggy e
Natasha Romanoff contro la Stanza Rossa e il
sacrificio di Rogers per distruggere la fortezza galleggiante,
Peggy ha tutte le intenzioni di ritrovare Steve, che crede ancora
vivo. Tuttavia, prima che lei e Vedova Nera potessero iniziare la
ricerca, delle crepe rosse sono apparse nel terreno sotto i piedi
della Carter, trascinandola in un portale e trasportandola in
un’altra realtà. È la seconda volta che Captain Carter viaggia
attraverso il multiverso, la prima volta con i Guardiani del
Multiverso riuniti dall’Osservatore nell’episodio finale della
prima stagione.
Questa nuova realtà in cui Peggy si
è ritrovata sembra essere un MCU alternativo ambientato nel XVII
secolo, che fa da sfondo all’ottavo episodio della seconda stagione
di What
If…? intitolato “E se… gli Avengers si fosssero
formati nel 1602?“. È stato confermato che questo episodio è
ispirato ai fumetti Marvel 1602 di
Neil Gaiman, che immagina come sarebbero stati gli
eroi più classici della Marvel se fossero stati attivi
durante l’epoca elisabettiana. Ritroveremo dunque Captain Carter
nell’ottavo episodio di questa stagione, ma non sappiamo ancora
cosa la aspetta.
Chi ha richiamato Captain Carter
sorprendendo l’Osservatore?
Nell’ultima inquadratura di What
If…? 2×05, Captain Carter si ritrova dunque davanti a nuove
varianti di Nick Fury e di Scarlet
Witch, entrambi con abiti datati ma adatti all’epoca
elisabettiana. Si tratta di una forte conferma che Peggy si è
effettivamente ritrovata sulla Terra-1602 (nota anche come
Terra-311). Inoltre, Fury e Wanda si riferiscono a Captain Carter
come all’eroe che può salvare non solo la loro regina, ma anche il
loro intero mondo. È quindi possibile che “Sir Nicholas Fury” sia
il capo dell’intelligence della Regina Elisabetta, proprio come nei
fumetti originali.
È inoltre degno di nota il fatto che
persino un essere cosmico apparentemente onniveggente come
l’Osservatore possa essere rimasto sorpreso da questa versione
della Strega Scarlatta. Essendo stato confermato che si tratta di
un essere del nexus e di un’immensa magia del caos, forse tutte le
varianti di Wanda Maximoff e le loro azioni sono più imprevedibili
a livello cosmico e possono cogliere di sorpresa persino Uatu. In
ogni caso, sarà interessante vedere che tipo di azione
intraprenderà l’Osservatore nei prossimi episodi. Si può immaginare
che presto inizierà a indagare sulla scomparsa di Carter.
Come il Capitano Carter ha
sconfitto l’Hydra Stomper e la Stanza Rossa
Avendo raggiunto Steve alla fine
dell’episodio, Peggy ha potuto solo guardare mentre Rogers volava
con la sua armatura Hydra Stomper per distruggere la fortezza
galleggiante della Stanza Rossa. Allo stesso modo, Natasha ha
sparato un cavo contro l’Hydra Stomper prima di attaccarlo a
Melina, assicurandosi che anche il leader della Stanza Rossa
venisse distrutto. Il sacrificio di Rogers, che sembra essere
l’atto finale di un uomo rimasto a lungo intrappolato nell’armatura
che lo teneva in vita, è stato piuttosto eroico, soprattutto dopo
aver finalmente rivisto la donna che amava, dopo tanti anni di
solitudine e di prigionia come arma della Stanza Rossa.
Tuttavia, Peggy si rifiuta di
credere che Rogers sia morto nell’esplosione. Anche se alla fine
dell’episodio si trova in un’altra realtà, è probabile che alla
fine torni nel suo universo per iniziare la ricerca di Steve. Con
un po’ di fortuna, riuscirà a trovare Rogers e potranno finalmente
stare insieme, proprio come il Capitan America e Peggy del MCU principale conosciuto come
Terra-616.
Cos’altro ancora accadrà a Captain
Carter in What If…? Stagione 2?
In futuro, sembra proprio che Peggy
Carter diventerà un eroe fondamentale, necessario per affrontare
qualsiasi crisi sia arrivata sulla Terra-1602. Allo stesso modo, si
può immaginare che Uatu l’Osservatore possa di nuovo essere
coinvolto negli affari delle varie realtà dopo il finale a sorpresa
di questo episodio, invece di essere il passivo osservatore cosmico
che è destinato a essere nel multiverso del MCU. In ogni caso, il futuro di
Captain Carter in un passato alternativo sarà rivelato quando
arriverà l’episodio dedicato a quest’avventura nel passato.
Si chiama Nathan
Ambrosioni, ha 24 anni ed è pronto per diventare la nuova
star del cinema francese. Con alle spalle già 4 lungometraggi, si
appresta a raggiungere gli schermi italiani con Ricomincio
da me (Toni, en famille), una
commedia generazionale in cui Camille Cottin interpreta la madre di 5 figli
che decide di ritrovare il tempo per sé e per coltivare il proprio
talento. Il film, che esce in sala il 28 dicembre
distribuito da Wanted Cinema.
Ricomincio da
me affronta i temi della maternità e dell’adolescenza in
modo completamente nuovo, raccontando la storia di una donna e il
suo desiderio di seguire i suoi sogni, nonostante una famiglia
complessa, non tradizionale, composta da cinque figli ormai
cresciuti. Da dove nasce l’esigenza e la capacità di
parlare in maniera così brillante e originale di adolescenza e
maternità?
“Volevo parlare di
queste persone che si pongono delle domande sulla loro condizione.
Ho scelto di raccontare di una madre con 5 figli, i quali sono
molto diversi tra loro e ognuno segue un proprio desiderio. È un
ottimo spunto per la commedia, ma è anche il racconto di una
situazione complicata perché ognuno di loro cerca la libertà.
Quando ho scritto il film avevo 20 anni, e volevo parlare della mia
generazione, dei miei amici, di queste persone che non sempre
vengono rappresentate o se succede, sono sempre personaggi scritti
da quarantenni. Volevo parlare dei miei amici da amico, con
gentilezza.”
Parlare di una
donna che a 45 anni ha 5 figli, i maggiori trai quali sono pronti
per l’università, in Italia, è fantascienza, dal momento che da noi
le persone cominciano ad avere figli proprio intorno ai 40 anni e
anzi, spesso si fermano a un solo figlio! In Francia è plausibile
uno scenario del genere?
“Non sapevo che le
cose per l’Italia fossero così diverse, ma posso garantirti che a
ogni proiezione del film, una o due donne intorno ai 40 sono
intervenute dicendo che si sentivano ben rappresentate. Il problema
credo sia diverso, penso dipenda principalmente dal fatto che
spesso quando una donna diventa madre le viene detto che l’essere
madre deve soddisfare ogni suo desiderio, mentre per un uomo è
diverso. Ai padri è concesso poter essere anche professionisti, per
esempio. E credo che sia questo l’elemento di maggiore interesse
del film, concedere alle madri la possibilità di essere anche
altro, che la maternità non esaurisce del tutto le loro
ambizioni.”
Protagonista del
film è Camille Cottin che ormai è una vera e propria star. Ti ha
aiutato a dare forma a Toni?
“Camille è una
persona e un’attrice magnifica. Ho scritto il ruolo sognando
proprio che lo interpretasse lei. Seguo il suo lavoro sin da quando
avevo 12 anni e osservandola in interviste e performance ho scritto
la mia Toni in maniera che avesse molto a che fare con lei.
Chiaramente non sono la stessa persona, e non c’è improvvisazione
nel film, le riprese sono state portate avanti seguendo in maniera
precisa il testo della sceneggiatura, ma ci sono degli elementi nel
modo in cui parla o si muove Toni che sono stati scritti pensando
proprio a come parla e come si muove Camille. Sono stato fortunato
perché quando lei ha letto la sceneggiatura le è piaciuta e ha
accettato di diventare Toni. È stata magnifica, ha dato la sua
dolcezza, la sua ambiguità, le sue caratteristiche al personaggio.
Ha portato il personaggio e il film a un altro livello.”
Anche il tuo film
precedente, Paper Flags, raccontava di una donna con un
talento nascosto, che non sfruttava e che non rappresentava il suo
vero lavoro. Cosa ti affascina di questo aspetto?
“Sono affascinato
dalle persone che hanno un dono, come una bella voce, ma che non
vogliono farne una professione, non vogliono ricavarci soldi. Come
Toni che ha una bella voce, ma non vuole usarla, non vuole
sfruttare questa cosa e viene forzata a cantare. Sono affascinato
da come il talento non diventi necessariamente una professione. Non
credo che sia un dovere fare per forza qualcosa di grande con il
talento che si ha, puoi anche utilizzarlo nel tuo privato, per
te.”
Sei un regista e
sceneggiatore molto giovane ma molto promettente. Ci sono dei
colleghi ai quali ti ispiri e con i quali vorresti
lavorare?
“Mi piacerebbe
lavorare con Noah Baumbach, con Greta
Gerwig e con Kore’eda. Mi piacerebbe lavorare anche con
Chloé Zhao, la seguo dal suo primo film. Ci sono tantissimi registi
che mi piacciono, e sono contento di vivere in questo momento
storico, perché credo stiano uscendo un sacco di film di registi
che ammiro, e questa cosa mi fa molto felice.”
Diretto da Nathan
Ambrosioni, Ricomincio da me arriva in sala
il 28 dicembre, distribuito da Wanted
Cinema.