Dopo il grande successo e
l’acclamazione della critica ottenuti da The
Batman del 2022, è come noto in arrivo un sequel
del film DC. Questa volta, il film farà parte del marchio Elseworlds, ideato per
differenziare i film e le serie televisive che esistono al di fuori
della continuità principale dell’Universo DC. Con la produzione di
The
Batman – Part 2 che dovrebbe iniziare l’anno
prossimo per una data di uscita prevista per l’autunno del 2025,
sono da tempo iniziate a circolare voci sul cast del film e sui
villain coinvolti. James Gunn,
co-CEO dei DC Studios, ha però ora smentito la presenza di quelli
ad oggi citati.
In un recente post su Threads, Gunn ha infatti risposto alle recenti voci
secondo cui il Professor Pyg, lo
Spaventapasseri, Clayface,
Hush e
Dick Grayson dovrebbero fare la loro comparsa in
The
Batman – Part 2. In una sola frase, Gunn ha
rivelato che le voci sono “totalmente inventate”.
Lapidario come suo solito, Gunn non spende troppe parole a chiarire
la questione, per cui non è certo se la sua smentita riguardi tutti
i villain ad oggi citati, oppure solamente quelli più recentemente
nominati, ovvero Professor Pyg e Spaventapasseri. Secondo alcune
teorie, la presenza di Hush sarebbe piuttosto certa, considerando
l’interesse che il regista Matt Reeves nutre per
tale personaggio. Bisognerà però attendere notizie ufficiali prima
di poter avere qualcosa di certo tra le mani.
Quali sono le
ultime novità su The Batman – Parte 2?
Nell’ultimo aggiornamento
sull’attesissimo seguito, le riprese di The
Batman – Parte 2 sarebbero state posticipate a
marzo 2024. La star principale Robert
Pattinson riprenderà il ruolo principale,
con Matt Reevesche
tornerà alla regia. Anche Mattson Tomlin
tornerà per scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La
data di uscita è attualmente fissata per il 3 ottobre
2025. Il primo film ha raggiunto più di 770 milioni di
dollari al botteghino, diventando il settimo film con il maggior
incasso del 2022 e ottenendo recensioni positive.
Nel cast di Batman c’erano anche
Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman,
Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del GCPD,
John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone,
Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore
distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel
ruolo di Alfred Pennyworth e Colin Farrell nel ruolo di Oswald
Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento
del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore,
però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far
parte del film.
Mark Cousins è un regista e scrittore nordirlandese-scozzese;
dal suo libro del 2004, il successo mondiale
The Story of Film, è nato il suo film di 930 minuti The Story
of Film: An Odyssey, premiato con lo Stanley Kubrick Award e il
Peabody Award e nominato ai BAFTA. Dieci anni dopo,
attraverso le immagini più potenti dell’ultimo decennio, Cousins
aggiunge un nuovo capitolo e torna ad analizzare il presente e il
futuro del cinema in The Story of Film: A
New Generation, in esclusiva il 3 gennaio alle
21.15 su Sky Documentaries. Il film è una fantastica
carrellata in due parti sul cinema mondiale dal 2010 al 2021 e
parte da
Joker e
Frozen e da The souvenir e Abou Leila per l’esplorazione del
nuovo linguaggio cinematografico e del ruolo della tecnologia nel
cinema contemporaneo.
La rivoluzione industriale e
culturale del grande schermo è raccontata attraverso i film, i
registi e le comunità sotto rappresentate nelle storie
cinematografiche tradizionali, con particolare attenzione alle
opere asiatiche e mediorientali. Come spiega Cousins, il cinema è
ancora sessista e razzista per omissione: “Nonostante i
fantastici cambiamenti sociali e i movimenti per la diversità e il
progresso, i problemi persistono. Dopo tutto, il più grande cinema
di quest’anno non arriverà nella tua casella di posta. Non verrà da
noi, quindi dobbiamo andare a cercarlo. Potrebbe sembrare un duro
lavoro, ma è un gioioso processo di scoperta di questo mezzo.
Abbiamo un DNA comune, tu ed io e chiunque ami il cinema. Siamo la
stessa specie. Siamo la specie del cinema. E quindi dobbiamo
continuare ad assicurarci di aggiornare le nostre
conoscenze”.
Una riflessione profonda su ciò che
ci aspetta nell’era dello streaming, su come sono cambiati i
cinefili, e su come il cinema continuerà a trasformarsi nel secolo
digitale.
Uno dei progetti di supereroi più
attesi all’orizzonte è senza dubbio X-Men
’97 dei Marvel Studios, che fungerà da revival/sequel
della classica serie animata degli anni Novanta. Siamo ancora in
attesa di un trailer per questo show Disney+ e, a parte un banner di
annuncio iniziale e alcune immagini di merchandising trapelate, non
si è ancora vista nemmeno un’immagine rilasciata ufficialmente. Con
l’uscita prevista per il 2024, però, c’è da aspettarsi che nei
prossimi mesi verranno forniti maggiori dettagli, ma per il momento
lo scooper CWGST ha rivelato quelli che sarebbero
i titoli di tutti i 10 episodi della prima stagione.
Sebbene i titoli non sembrino
svelare molto a prima vista, alcuni di essi offrono sicuramente dei
suggerimenti sugli argomenti su cui potrebbero essere incentrati
gli episodi in questione, e chi ha familiarità con la storia degli
X-Men nei fumetti non potrà non notare alcune cose. Di seguito ecco
i titoli riportati (ma ancora non ufficialmente confermati):
E1: A me, i miei X-Men
E2: Inizia la liberazione dei mutanti
E3: Il fuoco fatto carne
E4: Motendo
E5: Ricordatelo
E6: Occhi brillanti
E7: Splendere con la forza rinata
E8: La tolleranza è estinzione – Parte 1
E9: La tolleranza è estinzione – Parte 2
E10: La tolleranza è estinzione – Parte 3
Alcuni dettagli sul finale di
stagione in tre parti sono stati condivisi in precedenza. Si pensa
che Nathan Summers/Cable sarà presente, mentre gli X-Men
affronteranno diversi cattivi, tra cui Mister Sinister, Bastion e una
nuova e letale ondata di Sentinelle. “Motendo”, invece, sarà molto
probabilmente l’episodio che vede Jubilee e Sunspot intrappolati in
un ambiente di videogiochi a 16 bit da Mojo. In generale, la
serie viene descritta come “una continuazione spirituale e
tonale della serie classica degli anni ’90 andata in onda su
Fox” e una “lettera d’amore retrò all’originale“.
Come confermato, sono in atto piani per una seconda stagione.
Tutto quello che sappiamo su X-Men ’97
X-Men
’97 sarà un sequel diretto delle cinque stagioni di
X-Men: The Animated Series, ma si ipotizza che possa anche
preparare l’eventuale debutto in live-action della squadra
nell’MCU (improbabile, ma potremmo avere
qualche accenno e/o qualche stuzzichino qua e là). Tra i doppiatori
che ritornano nel cast figurano Lenore Zann nel
ruolo di Rogue, Cal Dodd nel ruolo di Wolverine,
Catherine Disher nel ruolo di Jean Grey,
George Buza nel ruolo di Bestia, Chris
Potter nel ruolo di Gambit, Adrian Hough
nel ruolo di Nightcrawler, Alison Sealy-Smith nel
ruolo di Storm, Christopher Britton nel ruolo di
Mister Sinister e Alyson Court nel ruolo di
Jubilee.
La sinossi ufficiale ad oggi
diffusa recita: “Tempesta e Wolverine cercano di portare avanti
gli X-Men. Magneto entra in scena e vuole sostituirsi a Charles
Xavier. Mister Sinister arriva per cercare di porre fine agli X-Men
una volta per tutte“.
The Atlantic ha infatti
pubblicato un’intervista a Snyder a cui è stato chiesto dello stato
attuale del genere supereroistico. “Ho la stessa
stanchezza“, ha risposto Snyder, descrivendo gli adattamenti
dei fumetti come “un vicolo cieco“, che non sono più in
grado di raccontare storie autonome. “Nessuno pensa più che
andrà a vedere un film di supereroi unico nel suo genere”.
Anche Snyder si schiera dunque dalla parte di chi non riesce più a
star dietro alla grande quantità di film prodotti a riguardo, pur
avendo recentemente dichiarato che tornerebbe a concludere la sua
saga DC se Netflix ne detenesse i diritti, ma in ogni caso non
sembra che abbia fretta di rivisitare quei personaggi.
Il problema, secondo il regista,
sarebbe dunque da rintracciare anche nel natura non più
completamente autonoma di questi film, che impegnandosi a portare
avanti un racconto trasversale perderebbero di vista la loro
individualità. “Non sto bussando alla porta di James Gunn per chiedergli:
‘Fratello, fammi uno di quei film dolci’“, ha detto Snyder.
“Il Santo Graal è una IP originale che crei, che abbia una
risonanza e che sia figa“. È proprio ciò che ha ora fatto
Snyder con Rebel Moon, che pur ispirandosi fortemente a
titoli di fantascienza come Star
Wars e Dune, mira a raccontare una nuova storia
espandendola poi attraverso vari spin-off e media (è previsto anche
un videogioco).
Se c’è un progetto cinematografico
di cui si attendono notizie riguardo il suo casting, quello è
senz’altro Fantastici
Quattro. Per quanto
nuovi rumor a riguardo sono circolati nelle ultime settimane,
sembra che non avremo l’annuncio del cast prima del 2024 e anche
una volta iniziato il nuovo anno è difficile stabilire quando
potrebbe essere fatto l’annuncio, considerando che secondo alcune
voci non ci sarebbero ancora accordi certi per alcuni dei
personaggi protagonisti. La mancanza di notizie porta sempre più a
pensare che i Marvel Studios non riusciranno a rispettare la
data prefissata del 2 maggio 2025 e che il film
andrà dunque incontro a ritardi.
Tuttavia, l’affidabile scooper
Daniel Richtman riporta ora che le
riprese del film dovrebbero iniziare a maggio
2024. Se ciò si rivelasse vero, vorrebbe dire il regista
Matt Shakman e il suo team avrebbero tutto il
tempo necessario per preparare il film per il suo debutto nelle
sale nel 2025 e, molto probabilmente, per prevedere anche tutti i
reshoot necessari. Altresì, se davvero le riprese fossero così
vicine, entro quel momento si scoprirebbero chi sono gli attori che
andranno ad interpretare la prima famiglia di supereroi della
Marvel, a lungo attesa
nell’MCU e finalmente confermata.
Fantastici Quattro: quello
che sappiamo sul cast del film
Per il ruolo di Reed
Richards (Mister Fantastic), il candidato numero uno
attualmente è l’attore Pedro
Pascal (The
Last of Us), mentre per Sue Storm (Donna
Invisibile), Johnny Storm (Torcia Umana) e
Ben Grimms (La Cosa) si continuano a riportare i
nomi di Vanessa Kirby (Napoleon),
Joseph Quinn (Stranger
Things) e Ebon Moss-Bachrach
(The
Bear). Anche per questi, però, si attende un’ufficialità
da parte dei Marvel Studios. Si è
poi parlato di Javier Bardem per il ruolo di Galactus, ma
anche Antonio
Banderas sarebbe ancora in lizza per il ruolo. Infine,
sembra che sia in corso la ricerca di un’attrice per l’araldo di
Galactus, che potrebbe però non essere Silver Surfer.
Per quanto riguarda il ruolo di
Dottor Destino, non è ancora noto in che misura il personaggio
potrebbe essere presente nel film, ma il candidato numero uno per
interpretarlo ad oggi è l’attore Cillian Murphy. Ad oggi sappiamo solo che
Matt Shakman (produttore e regista di WandaVision)
dirigeràFantastici
Quattro da una sceneggiatura di Jeff
Kaplan, Ian Springer, Josh
Friedman, co-sceneggiatore diAvatar: La via dell’acqua, e Cameron
Squires. I dettagli della trama sono ancora un mistero, ma
Kevin Feige ha confermato che non si tratterà
di un’altra origin story per il super-team. Il film, infine, è
atteso in sala per il 2 maggio 2025.
Storicamente, l’arcinemesi di
Superman, Lex Luthor, è sempre stata rappresentata
completamente calva, dai fumetti originali della DC fino ai vari
progetti animati e ai lungometraggi. Ci sono sì state alcune
versioni di Lex che hanno reimmaginato nuovi look per il
personaggio, in particolare l’incarnazione con i capelli lunghi di
Jesse Eisenberg in Batman v Superman: Dawn of Justice.
Sulla piattaforma di social media Threads, un fan ha dunque chiesto a James Gunn se il Lex del DCU che comparirà in Superman:
Legacy resterà fedele a questa calvizie del
personaggio e il regista ha risposto con un “ofc”, che in gergo
internet significa “of f***ing course“, in altre parole:
sì.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto
da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già
detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain
“The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan
Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced),
Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho
(Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha
permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi,
infatti, è confermato che Superman:
Legacyrispetterà la data di uscita
prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.
Apparsa su Netflix nel
2017, la serie spagnola de La casa di carta è
stato uno dei più grossi successi, e non senza una certa sorpresa.
Anche per la capacità di alcuni suoi personaggi di colpire
l’immaginario del pubblico, mentre le evoluzioni del colpo alla
Zecca di Stato spagnola e delle vicende dei singoli soggetti
coinvolti ci accompagnavano fino al dicembre 2021. È quindi una
sorta di speciale compleanno, un riallacciare un discorso
interrotto, quello che offre
la serie prequel/spin-offBerlino. Sulla
piattaforma della N cremisi dal 29 dicembre – in tempo per chiudere
l’anno in bellezza, e magari con uno binge watching in compagnia –
è di nuovo il momento del fascinoso e (non così) algido criminale
interpretato da Pedro Alonso, probabilmente il
motivo principale per rituffarsi in quel flamenco action-noir che
sembrava aver detto tutto quel che aveva da dire.
Berlino è su Netflix, la trama
È ancora lui il
protagonista principale, qui sempre più mastermind e –
all’epoca – ancora convinto che solo due cose riescano a
trasformare una giornata “di M” in memorabile: l’amore e tanti
soldi facili. Almeno, questo è ciò che ha sostenuto
Berlino nei suoi anni migliori, quando ancora non
sospettava di essere malato e non era rimasto intrappolato come un
topo in un caveau di formaggio spagnolo. Quando, soprattutto, la
sua priorità era portate a termine uno dei suoi colpi più
spettacolari, facendo sparire con una magia gioielli del valore di
44 milioni da un altro sotterraneo con l’aiuto di una delle tre
squadre con le quali ha lavorato. Ma cosa succede se il “cervello”
del piano perde lucidità per questioni personali, se gli ormoni
travolgono i giovani componenti della banda e se lo stesso
burattinaio sembra aver cambiato le proprie priorità in merito a
quel che vuole ottenere dal colpo?
Berlino, cosa aspettarsi dalla serie
Netflix
C’è di nuovo Álex
Pina dietro gli 8 episodi nei quali si sviluppa la prima
stagione (prepariamoci…) di questo
prequel/spin-off, emblematicamente negli annali con il titolo
completo di La casa di carta – Berlino a
rendere incontrovertibilmente chiaro quale sia l’ambito in cui ci
si muove e cosa sia bene aspettarsi. Ma soprattutto a identificare
– e chiamare a raccolta – un pubblico di fedelissimi che, dopo aver
tentato di colmare il vuoto lasciato dal Professore & Co. con il
remake coreano, ora potranno contare su una nuova dose di quel mix
di dramma, azione e romanticismo, per altro sapientemente affidato
a due degli stessi registi dell’originale, David
Barrocal e Albert Pintó, con l’aggiunta
del quasi esordiente Geoffrey Cowper, e servito
dalla co-sceneggiatrice Esther Martínez
Lobato.
Nonostante tanta cura –
produttiva, in primis – era inevitabile che fosse impossibile
replicare la sensazione di novità e il seducente magnetismo di quei
personaggi e di quella tenzone intellettuale prima che criminale.
Sbagliato aspettarselo, forse, anche se appare un progetto furbo e
di comodo (al solito) quello di riproporre ingredienti apprezzati
dagli abbonati senza preoccuparsi di dosi e ricetta, con il
risultato di avere una presentazione potenzialmente e sicuramente
instagrammabile, ma senza una propria originalità e
connotazione.
E così, per quanto i
nuovi protagonisti (la doppia coppia Michelle Jenner,
Begoña Vargas, Julio Peña Fernández e Joel
Sanchez) regalino buoni momenti ed eseguano il compito
richiesto loro, a spiccare è più il ‘vecchio’ Tristán Ulloa, anche
per il suo farsi carico di dinamiche che fecero la fortuna del
Berlino di Pedro Alonso nella Casa di
carta che fu… ma solo in parte. O fino a un certo
punto. L’abile alternarsi della descrizione della rapina –
modellini e ricostruzioni comprese – con le altre linee narrative
proposte è una sorta di marchio di fabbrica, ma stavolta la scelta
di puntare sull’amore, la passione e la conquista sentimentale come
vere chiavi di volta della caratterizzazione dei personaggi
(ciascuno con le sue modalità) e motori degli eventi finisce per
rivelarsi la principale debolezza del racconto giallo.
Una
casa di carta velina
Dal riferimento al colpo
alla zecca del primo episodio a quello, più vago, al professore nel
terzo, la continua rassicurazione degli spettatori affezionati non
va oltre l’ammiccamento, ma soprattutto la scelta di puntare sullo
stesso Berlino come narratore non fa che sbilanciare ulteriormente
la serie. Che promette più di quanto possa mantenere e a tratti
sembra contentarsi di affascinare le proprie vittime in un
ininterrotto – anche verboso – flirtare. Da Madrid a Parigi, tra
notti brave più pop che punk in localini fumosi o su piste da
corsa, poliziotte sopra le righe e una cover live della
“Felicità” di Al Bano e Romina, è un
profluvio di cliché (donne e uomini, spagnoli e francesi, etc),
pose e forzature quello che si sostituisce all’intrigo e a un vero
redde rationem. Che rischiamo di non trovare nemmeno nella prossima
stagione, che pare abbiano già iniziato a girare a Roma con Berlino
a bagno nella fontana di Trevi.
L’episodio 2×05 di What If…?, diretto da Bryan Andrews, ha per
protagonista Captain Carter (Hayley Atwell)
e si conclude con un grande colpo di scena per lei. Dopo la sua
battaglia con il mostro calamaro dell’Hydra nell’episodio di
debutto della prima stagione della serie animata, la storia di
Captain Carter continua ora in una versione alternativa a Captain America: The Winter Soldier, in cui Steve Rogers è stato corrotto non diversamente
dal Bucky Barnes del MCU. Tuttavia, l’episodio si
conclude in un modo che né Carter né l’Osservatore stesso potevano
aspettarsi. E se… il Capitano Carter avesse combattuto
l’Hydra Stomper?, questo il titolo dell’episodio,
dove al comando dell’Hydra Stomper vi è proprio Rogers. Analizziamo
qui di seguito il finale.
Dove finisce Captain Carter alla
fine di What If…? 2×05?
Dopo la battaglia di Peggy e
Natasha Romanoff contro la Stanza Rossa e il
sacrificio di Rogers per distruggere la fortezza galleggiante,
Peggy ha tutte le intenzioni di ritrovare Steve, che crede ancora
vivo. Tuttavia, prima che lei e Vedova Nera potessero iniziare la
ricerca, delle crepe rosse sono apparse nel terreno sotto i piedi
della Carter, trascinandola in un portale e trasportandola in
un’altra realtà. È la seconda volta che Captain Carter viaggia
attraverso il multiverso, la prima volta con i Guardiani del
Multiverso riuniti dall’Osservatore nell’episodio finale della
prima stagione.
Questa nuova realtà in cui Peggy si
è ritrovata sembra essere un MCU alternativo ambientato nel XVII
secolo, che fa da sfondo all’ottavo episodio della seconda stagione
di What
If…? intitolato “E se… gli Avengers si fosssero
formati nel 1602?“. È stato confermato che questo episodio è
ispirato ai fumetti Marvel 1602 di
Neil Gaiman, che immagina come sarebbero stati gli
eroi più classici della Marvel se fossero stati attivi
durante l’epoca elisabettiana. Ritroveremo dunque Captain Carter
nell’ottavo episodio di questa stagione, ma non sappiamo ancora
cosa la aspetta.
Chi ha richiamato Captain Carter
sorprendendo l’Osservatore?
Nell’ultima inquadratura di What
If…? 2×05, Captain Carter si ritrova dunque davanti a nuove
varianti di Nick Fury e di Scarlet
Witch, entrambi con abiti datati ma adatti all’epoca
elisabettiana. Si tratta di una forte conferma che Peggy si è
effettivamente ritrovata sulla Terra-1602 (nota anche come
Terra-311). Inoltre, Fury e Wanda si riferiscono a Captain Carter
come all’eroe che può salvare non solo la loro regina, ma anche il
loro intero mondo. È quindi possibile che “Sir Nicholas Fury” sia
il capo dell’intelligence della Regina Elisabetta, proprio come nei
fumetti originali.
È inoltre degno di nota il fatto che
persino un essere cosmico apparentemente onniveggente come
l’Osservatore possa essere rimasto sorpreso da questa versione
della Strega Scarlatta. Essendo stato confermato che si tratta di
un essere del nexus e di un’immensa magia del caos, forse tutte le
varianti di Wanda Maximoff e le loro azioni sono più imprevedibili
a livello cosmico e possono cogliere di sorpresa persino Uatu. In
ogni caso, sarà interessante vedere che tipo di azione
intraprenderà l’Osservatore nei prossimi episodi. Si può immaginare
che presto inizierà a indagare sulla scomparsa di Carter.
Come il Capitano Carter ha
sconfitto l’Hydra Stomper e la Stanza Rossa
Avendo raggiunto Steve alla fine
dell’episodio, Peggy ha potuto solo guardare mentre Rogers volava
con la sua armatura Hydra Stomper per distruggere la fortezza
galleggiante della Stanza Rossa. Allo stesso modo, Natasha ha
sparato un cavo contro l’Hydra Stomper prima di attaccarlo a
Melina, assicurandosi che anche il leader della Stanza Rossa
venisse distrutto. Il sacrificio di Rogers, che sembra essere
l’atto finale di un uomo rimasto a lungo intrappolato nell’armatura
che lo teneva in vita, è stato piuttosto eroico, soprattutto dopo
aver finalmente rivisto la donna che amava, dopo tanti anni di
solitudine e di prigionia come arma della Stanza Rossa.
Tuttavia, Peggy si rifiuta di
credere che Rogers sia morto nell’esplosione. Anche se alla fine
dell’episodio si trova in un’altra realtà, è probabile che alla
fine torni nel suo universo per iniziare la ricerca di Steve. Con
un po’ di fortuna, riuscirà a trovare Rogers e potranno finalmente
stare insieme, proprio come il Capitan America e Peggy del MCU principale conosciuto come
Terra-616.
Cos’altro ancora accadrà a Captain
Carter in What If…? Stagione 2?
In futuro, sembra proprio che Peggy
Carter diventerà un eroe fondamentale, necessario per affrontare
qualsiasi crisi sia arrivata sulla Terra-1602. Allo stesso modo, si
può immaginare che Uatu l’Osservatore possa di nuovo essere
coinvolto negli affari delle varie realtà dopo il finale a sorpresa
di questo episodio, invece di essere il passivo osservatore cosmico
che è destinato a essere nel multiverso del MCU. In ogni caso, il futuro di
Captain Carter in un passato alternativo sarà rivelato quando
arriverà l’episodio dedicato a quest’avventura nel passato.
Si chiama Nathan
Ambrosioni, ha 24 anni ed è pronto per diventare la nuova
star del cinema francese. Con alle spalle già 4 lungometraggi, si
appresta a raggiungere gli schermi italiani con Ricomincio
da me (Toni, en famille), una
commedia generazionale in cui Camille Cottin interpreta la madre di 5 figli
che decide di ritrovare il tempo per sé e per coltivare il proprio
talento. Il film, che esce in sala il 28 dicembre
distribuito da Wanted Cinema.
Ricomincio da
me affronta i temi della maternità e dell’adolescenza in
modo completamente nuovo, raccontando la storia di una donna e il
suo desiderio di seguire i suoi sogni, nonostante una famiglia
complessa, non tradizionale, composta da cinque figli ormai
cresciuti. Da dove nasce l’esigenza e la capacità di
parlare in maniera così brillante e originale di adolescenza e
maternità?
“Volevo parlare di
queste persone che si pongono delle domande sulla loro condizione.
Ho scelto di raccontare di una madre con 5 figli, i quali sono
molto diversi tra loro e ognuno segue un proprio desiderio. È un
ottimo spunto per la commedia, ma è anche il racconto di una
situazione complicata perché ognuno di loro cerca la libertà.
Quando ho scritto il film avevo 20 anni, e volevo parlare della mia
generazione, dei miei amici, di queste persone che non sempre
vengono rappresentate o se succede, sono sempre personaggi scritti
da quarantenni. Volevo parlare dei miei amici da amico, con
gentilezza.”
Parlare di una
donna che a 45 anni ha 5 figli, i maggiori trai quali sono pronti
per l’università, in Italia, è fantascienza, dal momento che da noi
le persone cominciano ad avere figli proprio intorno ai 40 anni e
anzi, spesso si fermano a un solo figlio! In Francia è plausibile
uno scenario del genere?
“Non sapevo che le
cose per l’Italia fossero così diverse, ma posso garantirti che a
ogni proiezione del film, una o due donne intorno ai 40 sono
intervenute dicendo che si sentivano ben rappresentate. Il problema
credo sia diverso, penso dipenda principalmente dal fatto che
spesso quando una donna diventa madre le viene detto che l’essere
madre deve soddisfare ogni suo desiderio, mentre per un uomo è
diverso. Ai padri è concesso poter essere anche professionisti, per
esempio. E credo che sia questo l’elemento di maggiore interesse
del film, concedere alle madri la possibilità di essere anche
altro, che la maternità non esaurisce del tutto le loro
ambizioni.”
Protagonista del
film è Camille Cottin che ormai è una vera e propria star. Ti ha
aiutato a dare forma a Toni?
“Camille è una
persona e un’attrice magnifica. Ho scritto il ruolo sognando
proprio che lo interpretasse lei. Seguo il suo lavoro sin da quando
avevo 12 anni e osservandola in interviste e performance ho scritto
la mia Toni in maniera che avesse molto a che fare con lei.
Chiaramente non sono la stessa persona, e non c’è improvvisazione
nel film, le riprese sono state portate avanti seguendo in maniera
precisa il testo della sceneggiatura, ma ci sono degli elementi nel
modo in cui parla o si muove Toni che sono stati scritti pensando
proprio a come parla e come si muove Camille. Sono stato fortunato
perché quando lei ha letto la sceneggiatura le è piaciuta e ha
accettato di diventare Toni. È stata magnifica, ha dato la sua
dolcezza, la sua ambiguità, le sue caratteristiche al personaggio.
Ha portato il personaggio e il film a un altro livello.”
Anche il tuo film
precedente, Paper Flags, raccontava di una donna con un
talento nascosto, che non sfruttava e che non rappresentava il suo
vero lavoro. Cosa ti affascina di questo aspetto?
“Sono affascinato
dalle persone che hanno un dono, come una bella voce, ma che non
vogliono farne una professione, non vogliono ricavarci soldi. Come
Toni che ha una bella voce, ma non vuole usarla, non vuole
sfruttare questa cosa e viene forzata a cantare. Sono affascinato
da come il talento non diventi necessariamente una professione. Non
credo che sia un dovere fare per forza qualcosa di grande con il
talento che si ha, puoi anche utilizzarlo nel tuo privato, per
te.”
Sei un regista e
sceneggiatore molto giovane ma molto promettente. Ci sono dei
colleghi ai quali ti ispiri e con i quali vorresti
lavorare?
“Mi piacerebbe
lavorare con Noah Baumbach, con Greta
Gerwig e con Kore’eda. Mi piacerebbe lavorare anche con
Chloé Zhao, la seguo dal suo primo film. Ci sono tantissimi registi
che mi piacciono, e sono contento di vivere in questo momento
storico, perché credo stiano uscendo un sacco di film di registi
che ammiro, e questa cosa mi fa molto felice.”
Diretto da Nathan
Ambrosioni, Ricomincio da me arriva in sala
il 28 dicembre, distribuito da Wanted
Cinema.
Nonostante un avvio tiepido in casa,
Aquaman e il Regno
Perduto (qui la recensione) ha recuperato
terreno al box office internazionale. Il film, che segue le
avventure del personaggio DC Arthur Curry (Jason
Momoa), è un sequel diretto di Aquaman del 2018, che è il film con il
maggior incasso nel DC
Extended Universe, avendo guadagnato $ 1,15 miliardi. Tuttavia,
il seguito, in sala dal 21 dicembre, ha avuto un avvio molto timido
al botteghino casalingo, avendo aperto con una cifra stimata di
27,6 milioni di dollari, segnando il quarto peggior debutto della
serie di 15 film che compongono il DCEU.
Secondo i dati riportati da
Deadline, il botteghino di Aquaman e il Regno
Perduto ha aggiunto ulteriori 80,1 milioni
di dollari in 73 mercati internazionali, triplicando quasi il suo
weekend di apertura nazionale e rivendicando il primo posto a
livello mondiale. Questi mercati includono la Cina, dove ha avuto
la più grande apertura per un film di supereroi del 2023. Il totale
del weekend di apertura globale è ora molto più consistente, anche
se non ha ancora recuperato il budget di produzione di oltre 200
milioni di dollari.
L’uscita di Aquaman e il Regno Perduto
arriva in un periodo in cui i film di supereroi ad alto budget
registrano generalmente rendimenti decrescenti. Questo è stato
particolarmente vero per il franchise DC, che sta passando al
riavvio graduale noto come DC
Universe, ma è vero anche per il “rivale”
Marvel Cinematic Universe.
Tuttavia, i risultati internazionali di Aquaman stanno superando di
molto alcuni recenti flop in entrambi i franchise. I primi dati
registrano infatti che il film di James Wan con
Jason Momoa è già
un successo rispetto a Black
Adam, The
Flash e The
Marvels.
Jason Momoa torna di
nuovo nei panni dell’eroe protagonista in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring), cisono
anche Patrick Wilson nei panni di Orm, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che è ancora una volta Re
Nereus, il padre di Mera, e ancora
Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black
Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del
primo film.David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, ha scritto la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran sono co-produttori.
È il periodo più bello dell’anno! E
non c’è niente di meglio da fare in questi giorni che prepararsi
una bella tazza di cioccolata calda e guardare un film di
Natale. Perfetti per immergersi nello giusto spirito
festoso, i
film natalizi sono sorprendentemente divertenti e spesso
incredibilmente commoventi. Nel corso degli anni ci sono stati
alcuni fantastici film delle vacanze che hanno dato vita a
personaggi iconici amati in tutto il mondo…
Willie (Babbo Bastardo)
Willie interpretato da
Billy Bob Thornton, risulterà un personaggio iconico del
Natale solo se hai una certa età, con Babbo
Bastardo che è un tipo di film natalizio molto diverso.
Questo non è un film per famiglie, dal momento che Willie è un
depresso, suicida, alcolizzato, che trascorre ogni Natale
vestendosi da
Babbo Natale in modo da poter eventualmente rapinare il centro
commerciale.
Penseresti che questo potrebbe
rendere Willie inaffidabile. Ma il suo percorso per diventare un
essere umano migliore è semplicemente incredibile. Non può
classificarsi troppo in alto in questa lista, semplicemente perché
i film di Natale dovrebbero essere generalmente per tutti. Per gli
adulti, è il personaggio perfetto in quanto mostra gli aspetti
negativi e positivi di questo periodo di festa.
Ebeneezer Scrooge (A Christmas Carol)
Non importa quale versione
del personaggio preferisci: Ebeneezer Scrooge è un classico
natalizio. Tutti hanno la loro versione preferita di
A Christmas Carol, e al centro di tutte c’è Scrooge, a cui
viene insegnata una lezione durante tutto il film. Passare da avido
ricco e senza cuore ad essere umano dotato di gentilezza,
compassione e amore per tutti.
Imparando la
lezioni dai fantasmi del Natale passato (che sono tutti personaggi
altrettanto iconici), la storia stessa è una delle migliori mai
raccontata. C’è molto da imparare da A Christmas Carol, e
anche se Scrooge inizia come personaggio molto sgradevole, alla
fine del film tutti hanno un debole per lui.
Jack Skellington (Nightmare Before Christmas)
Mentre alcune persone
potrebbero associare Jack Skellington ad Halloween, il fatto è che
è anche un’icona del Natale. Dopotutto, il Natale è nel titolo del
film stesso e Jack trascorre la maggior parte del film imparando a
conoscerne il valore mentre si improvvisa “Santa Claus”. Questa è
la bellezza di
Nightmare Before Christmas, adatto ai due periodi
più popolari dell’anno.
Chi avrebbe mai pensato che l’idea
di alcuni raccapriccianti personaggi di Halloween che vogliono
conquistare il Natale potesse essere così divertente? Dalle canzoni
orecchiabili alla personalità contagiosa di Jack, non si può negare
che sia uno dei personaggi del film più iconici. Anche se è un
Babbo Natale terribile, non si può negare che il cuore di Jack
sia immenso, ed è per questo che è così amato.
Il controllore (Polar Express)
Tom
Hanks che fornisce la voce ad un personaggio natalizio
avrà sempre la possibilità di fornire qualcosa di speciale, ed è
esattamente quello che è successo con Polar Express. Hanks
in realtà dà la voce a molti personaggi in questo film, ma è Il
conduttore quello che ha il maggiore impatto.
Il conduttore è un
personaggio incredibilmente amorevole e positivo che fornisce
suggerimenti premurosi e lezioni reali ai giovani personaggi a
bordo del treno. È pieno di cuore e ha un vero amore per il Natale,
il che lo rende un perfetto personaggio delle feste.
Susan Walker (Il miracolo della 34ª strada)
Il miracolo della 34ª
strada è uno dei più grandi film di Natale di tutti i tempi.
Un classico semplicemente senza tempo, è un film pieno zeppo di
personaggi incredibili. Ma è Susan Walker ad essere la vera
protagonista. A causa di come viene cresciuta dalla madre (una
donna dal cuore spezzato), Susan è incredibilmente scettica su
tutto.
Non si perde nelle fiabe e nemmeno
nelle credenze su
Babbo Natale finché non incontra Kris Kringle, che pensa sia il
vero
Babbo Natale. Una storia commovente perfetta per il Natale, con
il personaggio di Walker che riassume quanti bambini si sentono
come lei durante la loro vita ad un certo punto.
John McClane (Die Hard)
Il dibattito sarà sempre
acceso sul fatto che Die Hard sia o meno un film di Natale. Anche se molti
potrebbero non essere d’accordo sul fatto che lo sia, per quelli
che lo sono invece, John McClane è certamente un personaggio
iconico per questo periodo dell’anno, con molte persone che
guardano il film durante l’inverno.
La performance di
Bruce Willis in questo film è iconica quanto il personaggio
stesso, mentre combatte contro i terroristi che si scatenano alla
festa di Natale. Il film è pieno di battute straordinarie e alcune
sequenze d’azione davvero superbe. Anche se non lo si classifica
come un film di Natale, è come minimo un film d’azione
straordinario.
Gizmo (Gremlins)
Parlando di film di Natale
non canonici, Gremlins è un altro film che non è proprio il tipico
film delle vacanze. Tuttavia, è certamente un film di Natale e
Gizmo è diventato uno dei personaggi più iconici delle vacanze
proprio per questo motivo. Sebbene Gizmo sia incredibilmente carino
e amorevole, se non segui le regole, allora ti ritroverai presto
all’inferno…
Viene scatenato un esercito di
creature squamose, vili e molto dispettose, che trasforma il
divertimento festivo in un vero incubo. È impossibile non amare
Gizmo, motivo per cui il personaggio è diventato un tale successo a
livello di merchandising quando il film è stato distribuito per la
prima volta.
Il Grinch (Il Grinch)
Dott. Seuss ha creato
alcuni personaggi fantastici. E uno dei più iconici è Il Grinch. È
qualcuno che non dovrebbe essere simpatico a causa di quanto sia
scontroso e vile per la maggior parte del film, ma è semplicemente
impossibile non amarlo. Il Grinch odia il Natale e tutto ciò che
rappresenta, quindi penseresti che un film basato esclusivamente su
questo non sia molto divertente.
Tuttavia, il suo viaggio per far
crescere il suo cuore e prendersi cura delle persone e del Natale
stesso è incredibile. Questo film è molto divertente, con il
classico mondo del Dr. Seuss viene portato in vita perfettamente.
Grinch è eccentrico, esagerato e rumoroso. Ma allo stesso tempo, è
davvero adorabile, con le sue invettive esilaranti, che alla fine
conquistano il pubblico.
Karen (Love Actually)
Love
Actually è uno dei più grandi film natalizi di tutti i
tempi e porta in primo piano molti personaggi famosi. Tuttavia, è
Karen, interpretata da
Emma Thompson, che porta davvero il film con la trama più
emozionante del gruppo.
In realtà sta
attraversando un periodo difficile, perché scopre che suo marito è
nelle prime fasi di una relazione extra-coniugale. Tuttavia, la sua
forza nell’affrontare quella situazione, rimanere dedita ai suoi
figli e spingersi in avanti contribuisce a renderla un personaggio
davvero iconico.
Kevin McCallister (Mamma, ho perso l’aereo)
Quando si
tratta di personaggi natalizi iconici, nessuno è forse al pari di
Kevin McCallister. Mamma, ho perso l’aereo è uno dei più grandi film per
le vacanze mai realizzati, che porta tonnellate di allegria e
divertimento festivo, e tutto grazie a Kevin. Il film è
semplicemente esilarante, con Kevin dimenticato accidentalmente a
casa dalla sua famiglia e costretto a prendersi cura di se stesso
da solo.
Tuttavia, è quando
arrivano i due ladri che la storia inizia davvero a coinvolgere.
Creando tonnellate di trappole diverse per impedire loro di entrare
in casa e di rubare qualsiasi cosa, il film si trasforma in una
straordinaria commedia slapstick. Kevin è semplicemente
adorabile ed è responsabile di alcuni dei momenti più iconici del
film.
Taraji P. Henson rivela un difetto nella
versione di Steven Spielberg de Il colore
viola del 1985. Basato sull’omonimo romanzo di
Alice Walker del 1982, il dramma di formazione di
Spielberg è incentrato su Celie Harris, un’adolescente del sud
degli Stati Uniti che lotta per trovare la sua identità in seguito
ai brutali abusi da parte di suo padre e di altri per quattro
decenni. Il film, che ha ottenuto consensi commerciali e di
critica, vedeva Whoopi Goldberg nel ruolo di
Celie, e accanto a lei, nel cast, anche Danny Glover,
Akosua Busia, Margaret Avery, Willard Pugh, Carl Anderson, Adolph
Caesar e Oprah Winfrey al suo debutto
cinematografico.
Dopo la recente uscita USA del
remake di Il colore viola, Taraji P. Henson, che interpreta Shug Avery
nella nuova versione, ha condiviso i suoi pensieri sul film
originale con The Hollywood Reporter. L’attrice ha
spiegato che la versione di Spielberg non era “culturalmente
completo“, aggiungendo che i neri non si crogiolano o
rimangono bloccati nel trauma, ma ballano, cantano, festeggiano e
combattono costantemente per la gioia.
“Il primo film non era
culturalmente completo. Non ci crogioliamo nel fango. Non rimaniamo
bloccati nei nostri traumi. Ridiamo, cantiamo, andiamo in chiesa,
balliamo, celebriamo, lottiamo per la gioia, troviamo la gioia, la
manteniamo. È tutto quello che abbiamo. Non abbiamo potere. Siamo
continuamente oppressi, tenuti sotto controllo. Quindi cos’altro
possiamo fare se non ridere e celebrare la vita? Dobbiamo farlo,
altrimenti moriremmo. Non appena vedrai il primo fotogramma di
questa nuova versione, saprai che questo film è diverso. La
colorazione è diversa. È leggero, è luminoso, è vibrante. Siamo
noi.”
Warner
Bros. Pictures vi invita a vivere la straordinaria storia di
amicizia e fratellanza di tre donne che condividono un legame
indissolubile in Il Colore
Viola (The Color Purple). Questa audace rivisitazione
dell’amato classico è diretta da Blitz Bazawule
(“Black Is King”, “The Burial of Kojo”) e prodotta da Oprah
Winfrey,
Steven Spielberg, Scott Sanders e Quincy Jones. Sono
protagonisti de “Il Colore Viola”, Taraji P. Henson (“What Men Want – Quello che
gli uomini vogliono”, “Il diritto di contare”), Danielle
Brooks (“Peacemaker”, “Orange Is the New Black”),
Colman Domingo (“Ma Rainey’s Black Bottom”, “Fear
the Walking Dead”), Corey Hawkins (“In the
Heights”, “BlacKkKlansman”), H.E.R. (“Judas and the Black Messiah”,
“La Bella e la Bestia: 30°
Anniversario”), Halle Bailey (“La
sirenetta”, “Grown-ish”), Aunjanue
Ellis-Taylor (“Una famiglia vincente – King Richard”, “Se
la strada potesse parlare”) e Fantasia Barrino (al
suo debutto in un lungometraggio).
La
sceneggiatura di Il Colore
Viola (The Color Purple) è di Marcus Gardley
(“Maid”, “The Chi”), basata sul romanzo di Alice Walker e sul
musical teatrale e il suo conseguente libro di Marsha Norman.
Musiche e testi sono a cura di Brenda Russell, Allee Willis e
Stephen Bray. I produttori esecutivi sono Alice Walker, Rebecca
Walker, Kristie Macosko Krieger, Carla Gardini, Mara Jacobs, Adam
Fell, Courtenay Valenti, Sheila Walcott e Michael
Beugg.Ad
affiancare il regista Blitz Bazawule dietro la macchina da presa è
il team composto dal direttore della fotografia Dan Laustsen (“John
Wick 4”, “La forma dell’acqua – The Shape of Water”), lo scenografo
Paul Denham Austerberry (“The
Flash”, “The Twilight Saga: Eclipse”) e il montatore Jon Poll
(“Bombshell – La voce dello scandalo”, “The Greatest Showman”). Le
coreografie sono di Fatima Robinson (“Il principe cerca figlio”,
“Dreamgirls”) e i costumi di Francine Jamison-Tanchuck
(“Emancipation – Oltre la libertà”, “Quella notte a Miami…
…”).
I
supervisori musicali sono Jordan Carroll (“The Greatest Showman”,
“Godfather of Harlem”) e Morgan Rhodes (“Space Jam: New Legends”,
“Selma – La strada per la libertà”); le musiche sono di Kris Bowers
(“Una famiglia vincente – King Richard”,”, “Green Book”) e i
produttori esecutivi musicali sono, Nick Baxter (“Babylon”, “CODA – I segni del cuore”), Stephen Bray
(“Respect”, “Juanita”) e Blitz Bazawule. Warner Bros. Pictures
presenta, una produzione Harpo Films, Amblin Entertainment, Scott
Sanders e QJP, “Il Colore Viola”. Il film sarà distribuito nelle
sale italiane da Warner Bros. Pictures nel 2024.
Babbo Natale è
noto con molti nomi ed è presente in gran parte delle tradizioni di
tutto il mondo. Il primo personaggio è San Nicola di
Mira (più noto in Italia come san Nicola di
Bari), un vescovo cristiano del IV secolo. Mira (o Myra)
era una città della Licia, una provincia dell’Impero bizantino che
si trova nell’attuale Anatolia, in Turchia. Negli USA e in Canada è
conosciuto con il nome di Santa Claus, Kris Kringle,
Saint Nicholas o Saint Nick. Mentre in Francia viene
chiamato Père Noël, come anche in Argentina, Brasile
e Perù, rispettivamente, Papá Noel, Papai
Noel e Papa Noel. Probabilmente una delle
figure più carismatiche della tradizione di ogni Paese, e anche nel
cinema nella sua storia ha assunto un ruolo importante nella
tradizionale messa in scena del natale. Oggi per divertirci un po’
proviamo a fare una classifica delle migliori caratterizzazioni, o
rappresentazione di Babbo Natale.
North (Babbo
Natale) de Le cinque leggende
Non può mancare
ovviamente North, il babbo natale de Le cinque leggende, il film
d’animazione del 2012 prodotto da Guillermo del
Toro e da Universal Pictures. A prestare la voce a North,
l’attore Alec
Baldwin.
Rise of the Guardians, il
titolo originale del film è basato sulla serie di libri The
Guardians of Childhood e sul cortometraggio The Man in the Moon di
William Joyce. Il film racconta la storia dei guardiani Babbo
Natale , della Fatina dei denti , del Coniglietto pasquale e
dell’Uomo Sabbia , che arruolano Jack Frost per impedire al
malvagio Nero Pece di inghiottire il mondo nell’oscurità in una
lotta tra sogni.
La storia di Babbo Natale (1985)
David
Huddleston ne La storia di Babbo
Natale, film del 1985, tra di enorme successo in
televisione. In lingua originale noto con il titolo Santa Claus:
The Movie è il film di Natale del 1985 con Dudley Moore, John
Lithgow e David Huddleston. Descrive l’origine di Babbo Natale
(interpretato da Huddleston) e la sua avventura moderna per salvare
uno dei suoi elfi (Moore) che è stato manipolato da un dirigente
senza scrupoli di un’azienda di giocattoli (Lithgow). È stato
diretto da Jeannot Szwarc ed è stato l’ultimo grande film fantasy
prodotto dal team di produzione padre e figlio di Alexander
e Ilya Salkind con sede a Parigi.
Distribuito in Nord America dalla
TriStar Pictures il 27 novembre 1985, Santa Claus:
The Movie ha avuto un flop al botteghino e ha ricevuto recensioni
contrastanti da parte della critica ma non in Inghilterra. John
Lithgow, in un’intervista del 2019, ha detto: “È semplicemente
uno dei film più pacchiani in cui sia mai stato. Sembrava scadente
e di certo non si è mai bloccato… tranne che in Inghilterra. È un
enorme successo laggiù. Vorrei averlo avuto un centesimo per ogni
inglese che mi ha detto [che è il loro film preferito]. In
Inghilterra, è la metà di quello per cui sono conosciuto.” Il
film ottenne largo consenso anche in home video e in dvd.
Santa Clause
(1004)
Tim Allen,
pellicola del 1994 che lo vede protagonista nei panni
di Scott Calvin, uomo destinato a raccogliere l’eredità di
Santa Clause. Il primo capitolo della serie The Santa Clause , vede
protagonista Tim Allen nei panni di Scott Calvin, un uomo comune
che accidentalmente fa cadere Babbo Natale (interpretato dalla vera
controfigura di Tim Allen, Steve Lucescu) dal tetto fino alla sua
presunta morte alla vigilia di Natale . Quando lui e il suo giovane
figlio, Charlie, finiscono il viaggio e le consegne del defunto St.
Nick, vanno al Polo Nord dove Scott scopre che deve diventare il
nuovo Babbo Natale e convincere coloro che ama di essere davvero
Babbo Natale.
Il film è uscito l’11 novembre 1994
e ha incassato 190 milioni di dollari. Ha ricevuto recensioni
contrastanti da parte della critica e da allora è diventato un
punto fermo del periodo natalizio tra gli spettatori., Il suo
successo portò a due sequel, The Santa Clause 2 (2002) e The
Santa Clause 3: The Escape Clause (2006), che ebbero entrambi
un successo finanziario nonostante l’accoglienza mista del primo e
negativa del secondo. Il franchise continua con una serie
successiva,
The Santa Clauses, presentata in anteprima il 16 novembre 2022
su Disney+.
Il film originariamente doveva essere distribuito sotto lo
stendardo della Hollywood Pictures , ma a seguito di proiezioni di
test positivi tra i bambini, è stato trasferito sotto lo stendardo
della Walt Disney Pictures .
Chiamatemi Babbo Natale,
film del 2001 con protagonista
Whoopi Goldberg
e
Nigel Hawthorne.
Il film coinvolge Babbo Natale (Hawthorne) che ha bisogno di un
Babbo Natale sostitutivo dopo aver servito i suoi 200 anni di
regno. Sceglie Lucy Cullins (Goldberg), un’eccentrica e scontrosa
dirigente di una rete commerciale, che lo assume per promuovere
decorazioni e regali natalizi sulla rete.
Il figlio di Babbo
Natale (2011)
Il
figlio di Babbo Natale,
film divertente d’animazione del 2011, prodotto da Sony Pictures.
Noto con il titolo orinale Arthur
Christmas,
film è il secondo lungometraggio per lo più animato al computer di
Aardman dopo Giù per il tubo del 2006. È stato diretto da Sarah
Smith (al suo debutto alla regia), co-diretto da Barry Cook e
scritto da Smith e Peter Baynham.
Con le voci di
James McAvoy, Hugh Laurie, Bill Nighy, Jim Broadbent , Imelda
Staunton e Ashley Jensen, il film è incentrato su Arthur
Claus, il goffo ma ben intenzionato figlio di Babbo Natale , che
scopre che la nave high-tech di suo padre non è riuscito a
consegnare il regalo a una ragazza. Accompagnato solo dal nonno
dallo spirito libero e spericolato, da un giovane elfo di Natale
entusiasta e ossessionato dall’impacchettare regali per i bambini,
e da un gruppo di renne , si imbarca in una missione per consegnare
personalmente il regalo alla ragazza nelle prime ore del mattino
del giorno di Natale, prima dell’alba
Babbo Bastardo
(2003)
Nel 2003 Billy
Bob Thornton è Babbo
Bastardo, irriverente commedia diretta
da Terry Zwigoff con
protagonisti Lauren Graham e Bernie
Mac.
Bad Santa in originale è una
commedia nera natalizia americana del 2003diretta da Terry Zwigoff,
scritta da Glenn Ficarra e John Requa e interpretata da Billy Bob
Thornton nel ruolo del protagonista, con un cast di supporto
composto da Tony Cox , Lauren Graham , Brett Kelly, Lauren
Tom, John Ritter e Bernie Mac. È stata l’ultima
apparizione in un film live-action di Ritter prima della sua morte
avvenuta l’11 settembre 2003. Il film è stato dedicato alla sua
memoria. I fratelli Coen sono accreditati come produttori
esecutivi. Il film è uscito in Nord America il 26 novembre 2003 ed
è stato proiettato fuori concorso al Festival
di Cannes del 2004 .
Polar Express
(2004)
Il Babbo Natale di Tom Hanks in Polar
Express, 2004 di Robert Zemeckis in
motion capture. Il film è basato sull’omonimo libro per
bambini del 1985 di Chris Van Allsburg. Il film presenta personaggi
umani animati utilizzando l’animazione computerizzata live action e
motion capture , con sequenze per quest’ultima ambientate da giugno
2003 a maggio 2004. Ambientato alla vigilia di Natale , racconta la
storia di un ragazzo che vede un misterioso treno diretto al Il
Polo Nord si ferma fuori dalla sua finestra e viene invitato a
bordo dal suo conduttore. Si unisce ad altri bambini mentre
intraprendono un viaggio per visitare Babbo Natale che si prepara
al Natale.
Nightmare before
Christmas (1993)
Un capolavoro
d’animazione scritto e prodotto da Tim Burton nel 1993. La storia, che
si svolge nel Paese di Halloween, vede come protagonista Jack
Skeleton, il re delle zucche, alle prese con la preparazione della
prossima notte delle streghe, la ricorrenza più importante della
sua città. Ma annoiato dalla solita vita, circondato da mostri,
pipistrelli, streghe e vampiri, Jack scoprirà presto la magia di un
nuovo mondo, quello del Natale, e tenterà in tutti i modi
condividerlo con i suoi concittadini.
Il miracolo della 34ª strada
(1947)
Il Babbo Natale, quello più
tenero di Il miracolo della 34ª strada,
del 1947 interpretato da Edmund Gwenn.
Scritto e diretto da George Seaton e basata su una storia di
Valentino Davis. Ha come protagonisti Maureen O’Hara, John
Payne , Natalie Wood e Edmund Gwenn. La storia si svolge
tra il Ringraziamento e il Natale a New York City e si concentra
sull’effetto di un Babbo Natale in un grande magazzino che afferma
di essere il vero Babbo Natale.
Il film è diventato uno dei
preferiti di Natale per sempre. Miracolo sulla 34esima
Strada ha vinto tre Academy Awards: Gwenn per il miglior
attore non protagonista , Valentine Davies per la migliore
sceneggiatura, storia originale e George Seaton per la migliore
sceneggiatura, sceneggiatura. Il film è stato nominato come miglior
film, perdendo contro Gentleman’s Agreement. Nel 2005, il film è
stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry
della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti in quanto
“culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”. L’
Academy Film Archive ha conservato Miracolo nella 34a Strada nel
2009.
Il Babbo Natale di Richard
Attenborough ne Il miracolo della 34ª strada
Forse il più
affascinante e carismatico per la sua rappresentazione: Kris
Kringle del film Il miracolo della 34ª
strada, remake del celebre film del 1947 che vede
protagonista nei panni del noto personaggio il premio Oscar
Richard Attenborough.
Diretta da Les Mayfield e prodotta
e co-scritta da John Hughes, il film è interpretato anche
da Elizabeth Perkins, Dylan McDermott, JT Walsh, James
Remar, Mara Wilson e Robert Prosky. È il primo remake
cinematografico del film originale del 1947. Come l’originale,
questo film è stato distribuito dalla 20th Century Fox.
The Hook ha recentemente incontrato Zack
Snyder per un’intervista sul suo nuovo film disponibile su
Netflix, Rebel Moon
– Parte 1: La figlia del fuoco. A Snyder è stato
chiesto quale fosse il suo film di Natale preferito. Senza esitare,
ha citato il film del 2003
Love Actually, dicendo che “è semplicemente il
miglior film di Natale, probabilmente” lodando il momento
nella trama di
Liam Neeson in cui “tutti piangono un
po’”.
“Voglio dire, ovviamente Love
Actually è il mio film di Natale preferito perché è semplicemente
il miglior film di Natale, probabilmente. [Il mio personaggio
preferito?] Direi… la trama di Liam Neeson, solo perché quel
momento in cui dice “andiamo a sputtanarci per amore” è
probabilmente, sai… tutti piangono un po’.”
Il regista di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del
serpente Francis Lawrence rivela un easter egg di
Katniss Everdeen presente nel prequel. Lawrence è stato il regista
principale del franchise di Hunger Games sin da
quando ha diretto The Hunger Games: La Ragazza di
Fuoco nel 2013. Il suo film prequel, che segue la storia
delle origini di Coriolanus Snow prima che diventi il tirannico
presidente, è stato ben recensito e ha ottenuto ottime prestazioni
al botteghino.
Parlando con BuzzFeed, Lawrence rivela un
“piccolo cenno” che ha fatto a Katniss in Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del
serpente. Come racconta Lawrence, questo momento si
svolge nell’arena dei decimi Hunger Games. Il riferimento implica
“un arco spezzato con una faretra con delle frecce”, che
non viene utilizzato da uno dei tributi ma è inteso come un
richiamo a uno degli “elementi iconici” dei film originali di
Hunger Games. “Ho inserito un piccolo cenno,
c’è una parte in cui Snow è effettivamente nell’arena e vediamo un
arco rotto con una faretra di frecce – e nessuno usa arco e frecce
in quella scena. Non era nella sceneggiatura, è stato qualcosa che
abbiamo aggiunto. Ogni volta che potevamo inserire piccoli accenni
agli elementi iconici delle storie originali, abbiamo provato a
farlo.”
I protagonisti sono
l’attore emergente inglese Tom Blyth,
Rachel Zegler di West Side Story e
Hunter Schafer della serie Euphoria. Nei ruoli comprimari l’attrice
Premio Oscar e vincitrice di un Golden Globe, di un Emmy Award e di
ben due Tony Award
Viola Davis, la star de Il trono di
spade e vincitore di un Golden Globe
Peter Dinklage e Jason
Schwartzman.
Mentre continuano le speculazioni
sul possibile ritorno di Tony Stark nel MCU, un fan trailer di Iron Man 4 si è preso la libertà di riportarlo
in vita così da dargli la possibilità di ri-scrivere il proprio
destino. La morte di Tony Stark è stata un punto
di svolta per il MCU e per tutti i personaggi in
esso contenuti, dal momento che le conseguenze del sacrificio di
Tony si ripercuotono ancora adesso nel Multiverso, fino agli eventi
di The
Marvels.
La dipartita del personaggio ha
lasciato un notevole “vuoto di potere”, visto il carisma e il ruolo
centrale che Tony ricopriva nel franchise. Ora, il fan trailer di
seguito, suggerisce ai fan che questo vuoto potrebbe essere colmato
da Morgan, la figlia che Tony ha lasciato e che ha avuto con
Pepper.
Il trailer realizzato dai fan per un
possibile Iron Man 4 esplora la possibilità del
ritorno di Iron Man nella saga del Multiverso
dell’MCU. È interessante notare che,
nonostante tutte le possibilità che offre una realtà con più
versioni della stessa, l’espediente che viene usato nel trailer è
semplicemente quello di realizzare un Tony “sintetico” nel quale si
carica la coscienza dello stesso che lui aveva salvato su un
chip. Questa resurrezione incentrata sulla tecnologia sembra
certamente più adatta all’eredità di Tony Stark rispetto agli
imbrogli multiversali.
Li avevamo lasciati innamoratissimi
e finalmente insieme alla fine della stagione 2, e adesso Anthony e
Kate tornano anche in
Bridgerton 3, che sarà incentrato sulla storia,
ampiamente seminata, tra Penelope Featherington
(Nicola Coughlan) e Colin Bridgerton (Luke Newton). Di
seguito, ecco nuovi scatti dalla terza stagione della serie di
Netflix e Shondaland.
Penelope Featherington
(Nicola Coughlan) ha finalmente rinunciato alla
sua cotta di lunga data per Colin Bridgerton (Luke
Newton) dopo aver sentito i suoi commenti denigratori su
di lei nella scorsa stagione. Tuttavia, ha deciso che è ora di
trovare un marito, preferibilmente qualcuno che le dia abbastanza
indipendenza per continuare la sua doppia vita come Lady
Whistledown, lontano da sua madre e dalle sue sorelle. Ma, a causa
della sua mancanza di fiducia in se stessa, i tentativi di Penelope
di trovare un marito falliscono clamorosamente.
Nel frattempo, Colin è
tornato dai suoi viaggi estivi con un nuovo look e una sfacciata
spavalderia. Ma è scoraggiato nel rendersi conto che Penelope,
l’unica persona che lo ha sempre apprezzato così com’era, lo tratta
con freddezza. Desideroso di riconquistare la sua amicizia, in
questa stagione Colin si offre di fare da mentore a Penelope per
aiutarla a trovare un marito. Ma quando le sue lezioni iniziano a
funzionare un po’ troppo bene, Colin deve capire se i suoi
sentimenti per Penelope sono davvero soltanto di amicizia. A
complicare le cose per Penelope si aggiunge il suo allontanamento
da Eloise (Claudia Jessie), che ha trovato una nuova amicizia in un
posto molto improbabile, mentre la sempre più assidua presenza di
Penelope nell’alta società londinese rende ancora più difficile
mantenere segreto il suo alter ego di Lady Whistledown.
Produttori esecutivi: Shonda Rhimes, Betsy Beers, Tom
Verica, Chris Van Dusen
Cast: Nicola Coughlan
(Penelope Featherington), Luke Newton (Colin Bridgerton), Claudia
Jesse (Eloise Bridgerton), Luke Thompson (Benedict Bridgerton),
Golda Rosheuvel (Regina Carlotta), Adjoa Andoh (Lady Danbury), Ruth
Gemmell (Violet Bridgerton), Lorraine Ashbourne (Mrs. Varley),
Simone Ashley (Kate Sharma), Jonathan Bailey (Anthony Bridgerton),
Harriet Cains (Philipa Featherington), Bessie Carter (Prudence
Featherington), Florence Hunt (Hyacinth Bridgerton), Martins
Imhangbe (Will Mondrich), Calam Lynch (Theo Sharpe), Will
Tilston(Gregory Bridgerton), Polly Walker (Portia Featherington),
Rupert Young (Jack), Julie Andrews (Lady Whistledown), Hugh Sachs
(Brimsley), Emma Naomi (Alice Mondrich), Kathryn Drysdale
(Genevieve Delacroix), Sam Phillips (Lord Debling)
Oltre alle due stagioni precedenti,
il franchise di Bridgerton ha visto di recente l’uscita di
La regina Carlotta: una storia di Bridgerton che ha
raccontato la giovinezza della regina che torna anche nella terza
stagione.
Willy Wonka è molto più di uno stravagante
cioccolataio. È un mago, le cui creazioni hanno una doppia
funzione: rendere felici chi le mangia e aiutarli ad affrontare la
vita con leggerezza, positività e allegria. Ricordando sempre
l’importanza della condivisione con gli altri. Wonka(qui
la recensione), basato sul celebre personaggio di Roald Dalh, è dunque
un film di cuore, sorrisi e magia spettacolare, ingredienti che si
riversano nei peculiari dolciumi del protagonista,
prodotti in cui ci viene mostrata tutta la sua ingegnosità e
immaginazione. Ogni cioccolatino ideato da Willy Wonka, oltre ad
essere speciale e gustoso, è pensato per uno scopo specifico, che
sia volare, diventare una star o trovare il coraggio perduto.
Scopriamo perciò tutti i prodotti dolciari presenti nel
film Wonka,
e le loro più particolari caratteristiche.
I Volachocs (e gli Hoverchocs)
I primi cioccolatini che Willy Wonka
presenta al suo pubblico, quello sullo schermo e fuori dallo
schermo, sono i Volachocs. Sono gli stessi
dolciumi che assaggiano i suoi rivali del Cartello del Cioccolato
quando fanno la conoscenza del cioccolataio, mentendo sulla loro
bontà poiché consapevoli delle straordinarie capacità di Wonka.
Per chi desidera volare, i Volachocs sono il
cioccolatino adatto perché permettono a chi li assaggia di poter
levitare almeno per 20 minuti. Inoltre, il loro sapore cambia in
base a chi li mangia per soddisfare le sue preferenze personali.
Alla fine del film, Willy Wonka ne crea una versione ritardante,
chiamata Hoverchocs, che fa galleggiare i leader
del Cartello del Cioccolato, impedendo loro di fuggire dopo che i
loro crimini sono stati rivelati.
Una delle scene più suggestive di
Wonka
risiede nel secondo atto, quando Willy e Noodle devono preparare
alcuni cioccolatini speciali il cui ingrediente è il latte di
giraffa. Per procurarselo si recano allo zoo della città, ma per
potervi accedere devono raggirare la guardia. Wonka perciò gli fa
dono di un cioccolato particolarissimo, chiamato Big Night
Outs, ossia “Seratona”, che ha una serie di effetti da
sballo sulla persona che lo inghiotte. Per il cioccolataio quello è
un cioccolato che imita alla perfezione una serata di
divertimenti in città, e infatti chi lo mangia attraversa
diverse fasi di desgutazione, come se bevesse diversi alcolici fra
cui champagne, vino bianco, vino rosso e whisky. Il risultato
finale è, dopo l’euforia, il sonno. Questo permetterà ai due soci
di arrivare ad Abigail (l’animale) e poi fuggire sui tetti delle
città con i palloncini.
Chi ama cantare e ballare ha un solo
sogno nel cassetto: Broadway. Per viverne la magia, però, non è
necessario solcare i suoi grandi palchi. Per Willy Wonka basta
mangiare i suoi cioccolatini Broadway show, i
quali hanno un compito ben preciso: far diventare qualsiasi cosa
uno spettacolo di Broadway. Ogni mossa, passo o parola sembra
coereografata, e danno a chi li mangia non solo il talento ma anche
ritmo ed energia sufficienti per esibirsi ovunque dando il meglio
di sé, che sia su un palco o per strada, e rendere il momento una
performance indimenticabile e, per l’appunto, spettacolare.
Hair Repair Éclairs
Un altro prodotto dolciario di cui
scopriamo le peculiarità è l‘Hair Repair Éclairs,
il quale racchiude decine di prodotti per trattamento dei capelli
disponibili in commercio, in una pallina sola. Wonka offre il
cioccolatino a un signore dal barbiere senza capelli, che glieli fa
subito crescere, così come allo Sphynx, una razza di gatto che non
ha peli, e il suo ingrediente principale è la vaniglia macinata.
C’è solo un’avvertenza: non bisogna mangiarne troppi, altrimenti si
corre il rischio di avere un aumento eccessivo di peli tanto da
assomigliare a un gorilla. A parte questo, il dolce è, oltre che
ottimo, funzionale ed efficace per chi ha problemi di caduta di
capelli e vuole avere un aspetto migliore.
Giraffe Milk Macarons
Una delle invenzioni migliori di
Willy Wonka sono i Giraffe Milk Macarons,
cioccolatini per cui il cioccolataio si intrufola nello zoo poiché
bisognoso di latte di giraffa. Questi macarons hanno uno degli
effetti più belli fra i prodotti da lui creati e offerti, poiché
il loro scopo è far acquisire a chi li mangia fiducia in se
stessi. Come accade a Colin, un uomo che ne è privo, ed ha
anche poco coraggio, e per questo si è visto rifiutato dalla donna
che ama, Barbara, in seguito alla sua debole proposta di
matrimonio.
Dopo aver provato un macaron al
latte di giraffa, Colin balla su un tavolo, repentinamente cambiato
e molto più spavaldo, tornando dalla sua amata per baciarla. Questa
sequenza, musicata, ci fa capire quale sia lo scopo del biscotto:
far raggiungere a chi lo mangia gli obiettivi della vita,
spronandoli. E al contempo facendogli capire quanto sia importante
avere fiducia in se stessi. Questo lo rende anche uno dei
cioccolatini più pratici e funzionali, poiché può essere utile nei
momenti più importanti di una persona, aiutandola a sconfiggere
sentimenti e sensazioni negative come inferiorità, paura e
insicurezza.
Silver Linings
Concludiamo con i Silver
Linings, dei cioccolatini a forma di nuvola con sopra un
fulmine. Willy Wonka ne fa dono a Noodle quando viene incastrato
dalla malvagia signora Scrubitt. Dopo aver aperto la sua fabbrica
da viaggio, una valigetta contenente mini-macchinari per la
lavorazione del cacao, inizia a produrre un dolciume dagli
ingredienti particolari, che comprendono fulmini e luce solare
liquida.
Ciò che lo rende speciale è il suo
riuscire a dare a chi lo mangia soluzioni per risolvere i problemi,
come accade a Noodle, alla quale arriva un’idea geniale per
permettere a Wonka di entrare e uscire di nascosto dalla pensione
della signora Scrubitt, e fargli pubblicizzare le sue invenzioni. I
Silver Linings stimolano anche la positività, aiutando
l’assaggiatore ad affrontare situazioni difficili e complesse, o
comunque momenti di sconforto nei quali si è sopraffatti dalla
negatività.
Per augurare buone feste a tutti i
fan e annunciare l’uscita di Joker:
Folie à Deux per ottobre 2024, Todd Phillips pubblica su Instagram due nuove immagini dal film
che ritraggono i protagonisti, Joaquin Phoenix e Lady Gaga, che interpreteranno il protagonista
del titolo e Harley Quinn.
Il sequel di Joker non si svolgerà nel DCU principale, ma sarà conosciuto come un
progetto “Elseworlds”, insieme ai film The
Batman di Matt Reeves, al film di
Superman di J.J. Abrams e
Constantine 2 (se il progetto dovesse andare
avanti).
Joker: Folie à Deux, il film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo
vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà
anche il ritorno di Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I
dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham
Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono
originale.
I personaggi di Harry
Potter sono tra i più amati e rispettati di qualsiasi
franchise. L’attenzione ai dettagli e al background dei personaggi,
film complementari come Animali fantastici e dove trovarli, opere
teatrali come The Cursed Child, e un intero
database Pottermore, hanno permesso ai fan della
serie di conoscere la vera portata del potere del loro personaggio
preferito.
Nel corso dei film e
dell’attenzione mediatica al franchise, alcuni personaggi si sono
rivelati particolarmente talentuosi con la magia, superando i
ranghi di altre streghe e maghi della storia e dimostrando di
essere alcuni dei più potenti nell’universo di Harry
Potter.
Neville Paciock
Neville iniziò come un
ignaro e pecoreccio studente a Hogwarts, ma il suo
intelletto e la sua vasta conoscenza dell’erbologia furono cruciali
per Harry molte volte. Ben presto divenne un mago davvero potente e
coraggioso, che avrebbe continuato a lottare duramente contro
Voldemort.
Neville fu il membro più coraggioso
dell’esercito di Silente e lo guidò anche quando Harry
Potter se ne andò. Combatté con Harry numerose volte,
respinse Voldemort e fu colui che distrusse il
settimo Horcrux di Voldemort, Nagini,
cosa non da poco. Dopo la battaglia, divenne un
Auror come Harry prima di
insegnare a Hogwarts.
Theseus Scamander
Il fratello maggiore di
Newt, Theseus, ha un’illustre e
celebrata carriera da mago. A Hogwarts, era un
Tassorosso accademicamente e magicamente dotato e
finì al primo posto della sua classe.
Dopo gli studi,
Teseo andò a combattere nella prima guerra
mondiale ed è considerato un eroe per il suo coinvolgimento e le
molte vite che ha salvato. Fu persino promosso capo
Auror per il Ministero e fu una delle poche
persone di cui il Ministero si fidava per rintracciare Grindelwald.
James Potter
Anche se la vita di James è
stata tragicamente interrotta per mano di Voldemort, ha realizzato molte cose ai suoi
tempi ed è stato venerato come un mago molto forte e coraggioso.
Eccelleva a scuola, essendo in grado di produrre un
Patronus corporeo di un cervo, e in seguito fu un
membro dell‘Ordine
della Fenice originale.
James era così rispettato come
potente mago, che Voldemort cercò di reclutare
James e Lily in tre diverse
occasioni prima di ucciderli per arrivare a Harry
Potter. Se il Signore Oscuro era interessato ad avere
James nella sua squadra, questo la dice lunga
sulla sua abilità di mago.
Malocchio Moody
Malocchio
Moody, o Alastor Moody, era un altro
Auror. Purtroppo è morto nell’ultimo film del
franchise, ma nel fiore degli anni era un mago davvero potente. A
Harry Potter viene detto che metà delle celle di
Azkaban sono piene grazie a Moody, perché era un
acchiappa maghi oscuro molto talentuoso e senza paura.
Naturalmente, era piuttosto vecchio
quando Harry l’ha incontrato nella serie, ed è
stato colto alla sprovvista più di una volta, il che alla fine ha
portato alla sua morte. Ma i fan possono solo immaginare come
sarebbe stato affrontarlo dieci anni prima dell’inizio della
serie.
Bartemius Crouch Sr.
Barty Crouch
Sr. si trovava molto in alto nel Ministero ed era stato
anche in discussione per diventare il prossimo Ministro
della Magia. Parlava anche più di cento lingue, il che la
dice lunga sul suo possente intelletto. Ha lottato per rendere
legale per gli Auror l’uso di maledizioni
imperdonabili contro i maghi oscuri che stavano cercando di
catturare.
Era spietato in molti modi, ma era
un mago molto potente e con molta influenza sugli altri. Proprio
come Moody, non era più nel fiore degli anni
quando Harry Potter si è imbattuto in lui, e la
sua morte è stata causata dall’essere stato colto alla
sprovvista.
Newt Scamander
Newt
non è un mago convenzionale. Anche se ha molte abilità brillanti e
può sorprendere con qualche incantesimo in più della maggior parte
dei casi, i suoi talenti risiedono davvero nel reparto delle
creature magiche. Sembra avere un modo di trattare con gli animali
diverso da qualsiasi altra personalità, rendendolo un alleato
incredibilmente utile da avere.
Sebbene abbia già dimostrato di
essere in grado di tenere testa a personaggi del calibro di
Grindelwald, ci sono pochissimi maghi che
hanno avuto un impatto pari al suo quando si è trattato di fare
scoperte sulle incredibili creature che Newt porta
con sé.
Sirius Black
I fan raramente arrivano a
vedere Sirius usare la sua magia da quando è stato
bloccato ad Azkaban per la maggior parte della storyline
fino alla sua morte, ma si dice che sia stato estremamente
intelligente a scuola ed è un Animagus. Questo
significa che può trasformarsi in un cane che si dice abbia le
dimensioni di un orso, ed è un processo estremamente difficile da
affrontare.
Sappiamo anche che è stato uno dei
più forti membri originali dell’Ordine della Fenice durante la
prima guerra, anche se aveva appena finito la scuola, quindi questo
è un altro segno che Sirius è un mago di serio talento, che tiene
testa ai maghi oscuri.
Kingsley Shacklebolt
Kingsley
era un Auror, che è il primo indizio di quanto sia
potente quest’uomo, poiché essere un Auror è una delle migliori
carriere che una strega o un mago possa perseguire dopo
Hogwarts. Dall’interno del Ministero della Magia,
Kingsley è stato in grado di ingannare con
successo gli altri maghi del Ministero e deviare i loro sforzi per
catturare Sirius Black.
Kingsley era molto
capace e combatté anche nella guerra contro
Voldemort e sopravvisse. Inoltre, divenne Ministro
della Magia per un periodo di tempo, lavorando a fianco dei
personaggi principali per cambiare le politiche magiche per essere
più inclusive ed efficaci.
Remus Lupin
Lupin era potente sia nella
sua vita personale che nel mondo dei maghi. Affrontava regolarmente
gli effetti terrificanti dell’essere un lupo mannaro e cercava di
avere una vita funzionale, e non è un’impresa facile. Un’opinione
impopolare su Reddit è che sia il
personaggio di Harry Potter più coraggioso.
Oltre ad essere un individuo forte,
Lupin è stato anche un fantastico insegnante e ha
insegnato a Harry come produrre un Patronus. Ha combattuto in entrambe le guerre
dei maghi e ha regolarmente rischiato la sua vita per
Harry e per gli sforzi per fermare
Voldemort. Alla fine, ha anche compiuto il più
grande sacrificio, morendo in battaglia.
Harry Potter
Harry
Potter mostra il suo potere in tutta la serie in più di un
modo. Non solo è un mago dotato, che lavora duramente per
raggiungere il successo accademico e magico, diventando persino un
Auror e combattendo per la giustizia, ma è anche
sopravvissuto a due incantesimi mortali per mano di Voldemort e ha vissuto grazie a un amore
potente.
Harry si è fatto carico di un
incredibile fardello fin dalla giovane età: è stato un bersaglio
per gran parte della sua giovinezza, ha orchestrato la formazione
dell’esercito di Silente e ha ucciso Lord Voldemort, ponendo fine alla guerra.
Potrebbe non essere vecchio come alcuni degli altri maghi
dell’universo, ma ha ottenuto molto nel suo tempo.
Aberforth Silente
Anche se non godeva della
stessa notorietà di suo fratello, Aberforth era un
potente mago a tutti gli effetti. Era un abile duellante ed era
noto per sfidare chiunque nella scuola. Ha persino tenuto testa in
un duello a tre con Albus e Grindelwald, che sarebbero diventati alcuni
dei maghi più famosi e potenti della storia.
Aberforth fu parte
integrante della vittoria di Harry Potter contro
Silente, venendo in aiuto di
Harry, aiutando gli studenti di
Hogwarts come passaggio per la Stanza delle
Necessità, e combattendo nella Battaglia di Hogwarts.
Severus Piton
Severus
Piton è un personaggio molto controverso per molti.
Anche se J.K. Rowling sembra difenderlo ed è
convinta che fosse un eroe nel profondo, molti non riescono a
guardare oltre gli abusi che ha fatto subire ai suoi studenti per
anni e anni – anche se ha fatto la cosa giusta in guerra.
Ma quello che nessuno può negare è
che era molto potente. Aveva un grande talento per le pozioni ed
era un mago così talentuoso da inventare nuovi incantesimi come
Sectumsempra e Levicorpus.
Piton era anche un Occlumens
molto potente; tanto da ingannare Voldemort
facendogli credere di essere dalla parte del Signore
Oscuro, dimostrando a se stesso di essere un eroico
Serpeverde. Ci vogliono un’abilità e un potere
immensi per ottenere questo risultato.
Credence Barebone
Credence
è stato originariamente presentato al pubblico come un
Nomag che ha lottato per venire a patti con il
fatto che non poteva eseguire incantesimi magici. Gli spettatori
non sapevano che un grande destino attendeva Barebone e che la
magia di Creedence sarebbe diventata addirittura
schiacciante per lui.
Non solo ha una potente magia
innata dentro di sé, ma fa anche parte della famiglia
Silente. È stato dotato di abilità che hanno
appena iniziato a mostrarsi, ma è chiaro che è una forza da tenere
in considerazione rispetto alla maggior parte dei maghi di questa
lista, e che il suo vero potere continuerà ad essere esplorato nei
film.
Godric Grifondoro
Spesso si dimentica che i
fondatori di Hogwarts sono alcuni dei maghi più
potenti della storia, tanto da avere intere case accademiche che
portano il loro nome. Hanno lavorato insieme per progettare la
scuola di magia in modo che la loro immensa eredità vivesse per
molte generazioni a venire.
Godric
rappresentava la forza, il coraggio e la compassione. Era
incredibilmente ben equipaggiato con incantesimi e magie e sembra
che la sua casa continui a replicare quella forza e quel potere
negli anni a venire.
Salazar Serpeverde
Salazar
Serpeverde è forse più potente di Godric
perché non aveva paura di utilizzare alcune delle magie più oscure
a sua disposizione. Aveva molte abilità che sono ancora oggi poco
comuni tra i maghi.
Parlava il serpentese e provava
grande piacere nella sua capacità di parlare con i serpenti. Era
abbastanza potente da creare la camera dei segreti, intrappolare un
basilisco e nascondere le prove agli altri fondatori. La sua è
un’eredità di oscurità e forza.
Nicolas Flamel
Nicolas
Flamel è uno dei maghi leggendari quasi immortali
dell’universo di Harry
Potter. Era un mago notoriamente potente e un
alchimista dotato, oltre ad essere il responsabile della creazione
della Pietra Filosofale, uno degli oggetti più
magici del mondo dei maghi.
I veri fan sanno che
Flamel è uno dei più vecchi maghi della storia
che, grazie al suo Elisir di Vita della Pietra, ha avuto quasi 700
anni per affinare le sue abilità magiche. Anche alla sua età
avanzata, Flamel è stato fondamentale per
contrastare l’incantesimo di Grindelwald al raduno
e ha istruito tutti i presenti, salvando con successo la città dal
disastro.
Merlino
I documenti del mondo dei
maghi suggeriscono che Merlino fu uno dei maghi
più potenti della storia dell’umanità. Merlino era
un Serpeverde a Hogwarts e dimostrò un’incredibile
comprensione delle arti magiche.
Alcuni sostengono che sia il mago
più potente di tutti i tempi. Ha avuto un enorme impatto sul mondo
babbano, assistendo Re Artù e i Cavalieri
della Tavola Rotonda, oltre a fondare molte organizzazioni
che sono esistite molto tempo dopo la sua morte.
Gellert Grindelwald
Grindelwald
ha preceduto Voldemort come un mago scontento che
desiderava la superiorità e il potere, ma era un po’ più politico
nel suo modo di agire. Anche se il suo regno del terrore non è mai
stato così oscuro come quello di Voldemort, le sue
forze si sono diffuse in tutta Europa ed era abbastanza potente da
essere un degno compagno di duello per
Silente.
Sebbene il regno di
Voldemort e il suo ritorno dalla morte superino
l’impatto di Grindelwald, egli era comunque un mago potente
che era più che capace di convincere altri ad unirsi a lui e di
eccellere in battaglia. Ha posto le basi per la figura di
Voldemort in futuro.
Lord Voldemort
Lord
Voldemort era il più potente mago oscuro del mondo,
precedentemente conosciuto come Tom Marvolo
Riddle. L’abilità magica di Voldemort era
quasi impareggiabile e nessuno era alla sua altezza finché non si
trovò di fronte Harry Potter.
La forza dei suoi incantesimi e
delle sue abilità era esponenziale e riuscì ad accumulare un grande
gruppo di seguaci che avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui.
Riuscì anche a dividere la sua anima in sette Horcrux nel tentativo di rendersi
immortale. Sembrava un compito impossibile sconfiggerlo ad un certo
punto, e ci sono volute le forze combinate di molte persone per
farlo, così come alcune inspiegabili prove di forza di
Harry.
Albus Silente
L’unico uomo che avrebbe
potuto duellare con Voldemort e vincere, e l’unico
mago che il Signore Oscuro abbia mai temuto era Albus Percival Wulfric Brian Silente. Quando
Harry lo incontrò per la prima volta, Silente sembrava essere un
vecchio gentile e il preside di Hogwarts che
voleva solo il meglio per tutti.
Con il proseguire della serie, il
vero potere di Silente e la sua abilità magica che superava persino
quella di Voldemort sono stati rivelati. Era
venerato e rispettato per la sua magia e la sua energia di comando,
oltre che per la sua forza personale. Fu veramente grazie alla
pianificazione di Silente che Voldemort morì,
anche se fu Harry Potter a dare il colpo di
grazia, perché Silente è il mago più potente di tutta la serie.
Mostri, tenebre, sangue e dolore. Ma
anche coraggio, attesa, speranza e tanto, tanto amore.
La Creatura di Gyeongseong (titolo
originale Gyeongseong Creature) è probabilmente il
k-drama più atteso di quest’anno. Creato da Kang
Eun-kyung e Chung Dong-yoon, la serie
trasporta il pubblico netflixiano in un sofferto e buio
spaccato di storia sudcoreana, aggiungendoci un buono e
avvincente mix di dark fantasy, mystery thriller, dramma di
formazione e romance. La prima stagione è composta da 10
episodi di circa un’ora: i primi 7 episodi sono
disponibili dal 22 dicembre su Netflix, mentre
i restanti tre usciranno il 5 gennaio 2024.
La Creatura di Gyeongseong Trama
Nella triste primavera del
1945, durante il secondo conflitto mondiale, la città di
Gyeongseong (ribattezzata poi “Seoul” dopo la liberazione) vive nel
buio, sotto il dominio e l’occupazione coloniale del Giappone. Qui,
mentre l’esercito incute timore e angoscia per le vie del paese,
nel misterioso ospedale Ongseong un gruppo di scienziati giapponesi
sono impegnati in folli, crudeli e segreti esperimenti
biologici su soggetti umani, con il fine di creare nuove
armi belliche: feroci e indomabili mostri assetati di sangue.
A scoprire questo orribile progetto
sono l’egoista e astuto imprenditore Jang Tae-sang
(Park Seo-jun), invidiato proprietario della Casa del Tesoro d’Oro,
il più importante banco dei pegni della città, e la
coraggiosa e forte detective Yoon Chae-ok (Han
So-hee) che, mentre cerca persone su commissione assieme al padre,
è determinata a trovare a ogni costo la madre, scomparsa
improvvisamente 10 anni prima. Quando Tae-sang è costretto a
cercare una giovane donna scomparsa per non perdere il proprio
patrimonio finanziario, decide di chiedere aiuto a Chae-ok. Le
ricerche li porteranno presto nell’orribile ospedale Ongseong, dove
affronteranno la malvagia avidità dei più potenti,
lottando tra la vita e la morte per poter salvare sé stessi e gli
ultimi sopravvissuti.
Al di là dell’affascinante e cupa
storia, ciò che inizialmente ha più entusiasmato e interessato il
pubblico al progetto è senz’altro il cast di eccellenze della
serialità sudcoreana coinvolte in esso. Primo fra tutti,
l’amato e acclamato attore Park Seo-jun
(protagonista su Netflix anche di Dream e Itaewon
Class), il cui carisma e talento hanno conquistato persino i
Marvel Studios che, non molto tempo fa, lo
hanno scelto per interpretare il bizzarro Principe Yan nell’ultimo
film MCU
The Marvels. Al suo fianco brilla l’attrice Han
So-hee, approdata in sordina su Netflix nel 2019 con il
thriller fantasy Abyss e recentemente apprezzata ancor di
più nelle serie My Name e Nevertheless. A loro si
aggiungono anche Wi Ha-joon (ricordato al pubblico
italiano soprattutto per il suo ruolo in Squid
Game), Claudia Kim, Jo Han-chul, Park Ji-hwan e la
grandiosa Kim Hae-sook (incontrata in questi
giorni anche nel nuovo k-drama fantasy My Demon).
La mostruosità della guerra
La Creatura di Gyeongseong
affonda le radici in una ferita ancora aperta della storia
della Corea: gli anni della colonizzazione, della
violenza, della perdita d’identità, della rinuncia al proprio
paese. Ciò che per il pubblico mondiale è semplicemente un contesto
storico ben delineato, dunque, per il popolo coreano sono ricordi
indelebili le cui sofferenze riecheggiano nell’aria ancor oggi. Ma
il period horror con il duo
Seo-jun&So-hee non si limita semplicemente a
raccontare e romanzare il passato, come per esempio fa la serie
Pachinko di Apple TV. La Creatura, invece, è
un’esperienza metaforica tra gli orrori della
guerra. Proprio come accade in Sweet Home,
infatti, il messaggio che è più volte manifestato allo stesso
spettatore è che crudeltà, distruzione e morte non
sono prerogative di creature dalle sembianze spaventose e dai mille
tentacoli assassini. Sono gli stessi esseri umani che – annebbiati
dal potere, dalla guerra e dalla vendetta – finiscono per
annientarsi l’un l’altro, dimenticando pietà e umanità.
Un cliffhanger in arrivo?
Questa prima parte de La
Creatura di Gyeongseong ammalia, coinvolge e
intrattiene, suscitando nel pubblico le forti e struggenti
emozioni di una storia bellica in cui l’elemento fantasy
non è altro che materializzazione dei mali creati dall’uomo.
Sebbene gli ultimi episodi giungeranno sulla piattaforma la prima
settimana dal nuovo anno, la seconda stagione del
drama con Seo-jun è già confermata.
La Creatura di Gyeongseong
ha tutte le potenzialità per potersi inserire tra i migliori
prodotti televisivi del 2024. Non resta che attendere i prossimi
episodi per scoprirlo.
L’episodio 2×03 di What
If…? è a tema natalizio e rende omaggio al film
Die Hard, facendo di Happy Hogan (Jon
Favreau) l’eroe di turno. Si tratta di un episodio che
può facilmente essere indicato come uno dei più divertenti della
serie, adattandosi perfettamente allo spirito della stagione. C’è
umorismo, emozioni e un nuovo tipo di Hulk per la linea temporale
Marvel: tutto ciò che si può
desiderare per Natale! Ma cosa significa tutto questo? E quanto
funziona questa parodia/omaggio di Die Hard? Queste e
altre domande trovano risposta nella spiegazione completa di “E
se Happy Hogan salvasse il Natale?“.
What If…? 2×03 è un
omaggio al film Die Hard – Trappola di cristallo
L’episodio “E se Happy Hogan
salvasse il Natale?” è essenzialmente un omaggio a Die Hard – Trappola di cristallo, il film del 1988 con
protagonista Bruce Willis. Al posto dell’Hans Gruber di
Alan Rickman, vi è Justin Hammer ad
interpretare il cattivo invasore e la Avengers Tower sostituisce il
Nakatomi Plaza. Happy, ovviamente, è John McClane e Darcy Lewis
(Kat
Dennings) è il suo Al Powell (Reginald VelJohnson), come si
chiarisce in un momento particolarmente metaforico.
Tutti i momenti più importanti di
quel film vengono qui citati, da Happy che striscia attraverso i
condotti di aerazione, all’inserimento di un cattivo nell’ascensore
(anche se questa volta si tratta di un manichino), fino all’iconica
morte di Gruber (anche se viene sovvertita da Happy che salva
Hammer dalla morte). Ci sono ovviamente delle differenze: John
McClane non usava il sangue di Bruce Banner per trasformarsi in
Hulk e salvare la situazione, come fa Happy, ma si tratta di un
pastiche affettuoso e perfettamente azzeccato.
L’elemento “e se…?” si
ritrova anche nel cosa succederebbe se Justin Hammer si vendicasse
di Iron Man infiltrandosi nella torre dei Vendicatori, prendendo il
controllo dei sistemi di difesa, compresa la Legione di Ferro.
Naturalmente, si dà il caso che gli Avengers siano fuori per
un’azione promozionale e che JARVIS sia fermo per riparazioni. Alla
fine, Happy riesce a sconfiggere Hammer stesso dopo essere stato
accidentalmente trasformato in Hulk quando il piano originale di
riavviare le difese della torre con un’intelligenza artificiale di
riserva fallisce.
La spiegazione della cura di Tony Stark per Hulk
Mentre Happy si nasconde da Hammer e
dai droni dell’Iron Legion, che stanno cercando di rubare una fiala
di sangue di Bruce Banner per trasformare Hammer in Hulk, si scopre
che Stark stava proprio sviluppando una cura per il gigante verde.
È interessante notare che sembra che gli esperimenti di Iron Man
abbiano cercato di permette la capacità di Banner di trasformarsi
in Hulk, ma senza i relativi problemi di rabbia.
Sebbene possa sembrare strano che
Stark non cerchi di curare Banner in modo definitivo, ciò è in
realtà in linea con quanto stabilito in altre parti del MCU. In She-Hulk,
si scopre che Iron Man ha costruito il laboratorio di Hulk in
Messico per aiutarlo a trasformarsi in Professor Hulk. È possibile
che i precedenti esperimenti di Stark abbiano portato all’epifania
che Hulk non avrebbe mai potuto essere “curato”, portando Banner e
Stark a ipotizzare che l’equilibrio fosse l’unica cura. E c’è chi
suggerisce che Stark tenesse troppo a Hulk per perdere la sua
presenza come uno dei più forti difensori della Terra.
Perché Happy Hogan in versione Hulk e viola e parla?
Le principali differenze tra la
mutazione di Happy Hogan e quella di Banner sono il colore e il
fatto che possa parlare. Happy Hulk è viola (e
calvo come l’Abominio, nonostante Hulk e She-Hulk abbiano entrambi i capelli). Forse le
versioni modificate del sangue puro di Hulk creano mutazioni più
mostruose? Nei fumetti, l’Hulk viola più importante era
Norman Osborn, che usava i poteri presi dal
Super-Adaptoide per rubare i poteri di Hulk Rosso e trasformarsi.
La sua colorazione viola non è però mai stata chiarita. Ma l’altro
Hulk viola dei fumetti suggerisce che il colore è legato a
un’incredibile malvagità.
In Incredible Hulk #371,
Hulk viene posseduto da Shangar, lo Stregone Supremo della
Dimensione Oscura (che nell’adattamento animato diventa Entità
Oscura). Posseduto, Banner diventa Hulk Oscuro e diventa viola
(almeno nella serie animata L’Incredible Hulk del 1996,
dove il colore viene spiegato). L’Hulk viola di Happy rompe però la
tendenza dei supercriminali a rendere Hulk viola, anche se deve
chiaramente combattere con l’influenza di Hulk sulla propria
personalità. Forse il viola è anche sinonimo di malvagità e il vero
superpotere di Happy è stato quello di essere forte a tal punto da
controbilanciarlo.
Ciò che è chiaro è che qualsiasi
cosa Tony Stark abbia fatto al sangue di Bruce Banner, ha creato
una prima versione del Professor Hulk visto in Avengers:Endgame, perché Happy è ancora in grado di parlare
quando diventa Hulk viola. Sia l’Hulk originale che Abominio erano
limitati nella loro capacità di parlare, perché nessuno dei due era
in grado di controllare la propria rabbia. She-Hulk è invece
un’eccezione, perché la sua esperienza di donna l’ha addestrata a
controllare la rabbia e quindi non ha mai perso del tutto il
controllo. Happy menziona poi esplicitamente che Stark che sta
lavorando a un mezzo per controllare i problemi di rabbia di Hulk,
suggerendo che la chiave della comunicazione è semplicemente non
essere troppo arrabbiati.
Cosa What If…? ci dice
dell’essere un Avengers
Cercare un significato più profondo
in un episodio animato che fa la parodia di Die Hard e che ha come protagonista un Hulk alla John
McClane che si fa strada in una missione per salvare i suoi amici
supereroi potrebbe sembrare inutile, ma c’è un messaggio di fondo
molto importante. L’episodio 2×03 di What
If…? esplora sottilmente cosa significhi davvero essere un
Avengers: non si tratta solo di usare i propri superpoteri, ma di
fare il proprio dovere di fronte a gravi
avversità.
Inoltre, l’errore iniziale di Happy
Hogan, che ha lasciato che Hammer prendesse il controllo della
Torre dei Vendicatori così facilmente, riecheggia l’esperienza di
quasi tutti i Vendicatori originali. Ognuno di loro ha commesso un
errore, per riprendere la frase più famosa di Vedova Nera, e solo
espiando questi errori sono diventati gli Eroi più potenti della
Terra. Happy si guadagna dunque il grado di Avengers grazie al suo
rimediare agli errori e non solo grazie ai suoi nuovi poteri.
A circa un mese di distanza dalla
notizia per cui le attrici Melissa Barrera e
Jenna Ortega non
riprenderanno i loro ruoli di Sam e Tara Carpenter in Scream
VII, dopo essere state protagoniste di Scream (2022) e Scream VI (2023), arriva
ora la notizia che anche il regista Christopher
Landon ha abbandonato il progetto. Tramite il proprio profilo su X (ex
Twitter), Landon ha infatti annunciato che “credo che questo
sia il momento giusto per annunciare che ho formalmente abbandonato
Scream VII settimane fa. Questo deluderà alcuni e delizierà altri.
Era un lavoro da sogno che si è trasformato in un incubo. E il mio
cuore si è spezzato per tutte le persone coinvolte. Tutte. Ma è
tempo di andare avanti”.
Il regista ha poi aggiunto che
“Non ho altro da aggiungere alla conversazione se non che spero
che l’eredità di Wes prosperi e si elevi al di sopra del frastuono
di un mondo diviso. Quello che lui e Kevin hanno creato è qualcosa
di incredibile e sono stato onorato di avere anche solo un breve
momento per crogiolarmi nel loro splendore“. Regista dei film
Auguri per la tua morte, Freaky e Un fantasma in
casa, ma anche per aver scritto diversi capitoli della saga di
Paranormal Activity, Landon era stato visto dai fan della
saga di Scream come un ottima scelta per dirigere il
settimo capitolo. Con il suo abbandono, però, si getta un’ulteriore
ombra su Scream
VII, già segnato dal licenziamento di Barrera e dal
mancato ritorno di Ortega.
Ora, il futuro di Scream
VII è dunque nelle mani di James
Vanderbilt, lo sceneggiatore-produttore che ha
co-sceneggiato i film del reboot e che sta scrivendo l’attuale
storia del nuovo capitolo. Secondo le fonti, lo sceneggiatore, già
alle prese con la perdita di Ortega, aveva incentrato la storia sul
personaggio di Barrera. Quando però anche quest’ultima è stata
lasciata andare, ha avuto almeno un partner creativo in Landon per
sostenere la storia. Ora il franchise è tornato al punto zero e
dovrà essere ricostruito da capo. Non resta dunque che attendere
maggiori notizia riguardo questo settimo lungometraggio, che ad ora
rimane confermato.
Sulla scia di Mamma ho perso
l’aereo, anche Peter Quill si è perso a New York ma in
What
If…? 2×02, secondo episodio della seconda stagione
dal 22 dicembre disponibile su Disney+, il personaggio è
diverso da come lo conosciamo. Questo Peter è giovane, spaventato e
attacca gli eroi più potenti della Terra. Gli episodi della seconda
stagione di What
If…? seguono dunque la premessa stabilita nella prima
stagione, ovvero l’esplorazione di vari personaggi del MCU come varianti di
vite rese possibili dal multiverso. Alcune di queste storie sono la
continuazione degli episodi della prima stagione, il che significa
che il cast di personaggi di What If…? stagione 2 ha alcuni volti
familiari.
Cosa succede in What If…?
2×02?
L’episodio si apre con un caccia
all’inseguimento di un misterioso oggetto luminoso, che
Peggy Carter (Hayley
Atwell) vuole eliminare con scarsi risultati perché lo
stesso oggetto precipita verso la Terra, in particolare verso New
York, dove scopriamo di non essere nel presente, ma nel 1988.
L’oggetto attraversa le strade e si ferma davanti alla Grand
Central Station. L’oggetto, si scopre, è una piccola capsula
spaziale, con un Peter Quill adolescente dentro,
con occhi che brillano e il potere di far levitare ed esplodere
un’intera strada di automobili con un solo gesto della mano.
Questo, ci dice l’Osservatore (Jeffrey
Wright), è un Peter Quill il cui dolore e la cui
perdita minacciano di distruggere l’umanità. Ma cosa è successo
esattamente?
Secondo l’Osservatore, questo è
l’universo in cui sei mesi fa Yondu (Michael
Rooker) non ha esitato a consegnare Peter a suo padre,
Ego (Kurt
Russell). Ego confisca immediatamente il walkman di Peter, e
introduce invece Peter all’idea dell'”espansione”. Il suo piano per
trasformare interi pianeti in estensioni di se stesso, lo stesso
piano che Ego ha cercato di attuare in Guardiani della Galassia Vol. 2. Al quartier generale
dello SHIELD, Peggy osserva che ogni sistema solare che Peter ha
già visitato ha ceduto alle radiazioni cosmiche nel giro di 24 ore.
Propone di mettere insieme una squadra per fermarlo, composta dal
meglio che la Terra possa offrire. Howard Stark
(John Slattery) è scettico, ma non avendo alternative, accetta di
fare un tentativo. Chi comporrà la squadra degli “Eroi più potenti
della Terra”, quando gli Avengers che conosciamo e amiamo sono
ancora alle scuole medie? I loro genitori.
Un nuovo gruppo di Avengers
Peggy e Howard chiamano Hank
Pym (Michael
Douglas), che al momento è a casa a prendersi cura
della figlia preadolescente Hope (Madeline McGraw). L’amareggiato Hank non è
interessato a rispondere alle telefonate di Howard, che continua a
dare la colpa allo SHIELD per la morte della moglie
Janet, ma un’occhiata al telegiornale, che mostra
opportunamente la distruzione causata da Peter, lo convince a
cambiare idea. Prende Hope e si dirige verso la sede del Progetto
Pegasus dello SHIELD, dove gestisce il progetto: Pegasus, dove si
imbatte in un giovane Bill Foster (Laurence
Fishburne), anch’egli chiamato a occuparsi del problema di
Peter. A partire da loro, si forma una squadra che comprende anche
Mar-Vell, Soldato d’Inverno, il
Black Panther di Re T’Chaka e
Thor.
La squadra dei Vendicatori del 1988
affronta dunque il giovane Peter Quill a Coney Island, scoprendo
che i poteri celestiali di Ego lo rendono estremamente potente.
Solo grazie all’ingresso a sorpresa di Thor e a
un’esplosione di fulmini, la squadra appena riunita riusce a
contenere Peter. Grazie al guerriero asgardiano, i Vendicatori
vengono a conoscenza dell’obiettivo di Ego di trasformare l’intero
universo in estensioni di se stesso (con l’aiuto di Peter).
Tuttavia, Hope, la figlia di Hank
Pym, stringe amicizia con Peter e viene a sapere che il ragazzo
vuole solo tornare a casa sua, nel Missouri. Questo spinge gli
Avengers del 1988 a cercare di aiutare Peter, sperando di poterlo
convincere ad aiutarli a sua volta nello sconfiggere suo padre
prima che l’Espansione possa iniziare sulla Terra. Di conseguenza,
Hank Pym entra in contatto con Peter offrendogli una via d’uscita
dal dolore e dalla solitudine e una nuova famiglia. Allo stesso
tempo, Howard Stark riusce a comunicare con il Soldato
d’Inverno, convincendolo a ignorare gli ordini di uccidere
Peter che provenivano dal suo responsabile sovietico Vasily
Karpov.
Peter Quill salva la situazione
Utilizzando una delle piantine di
Ego, Peter Quil usa il proprio potere per distruggere suo padre,
ottenendo l’energia sufficiente per decimare Ego e porre fine
all’Espansione. Questo è anche il momento decisivo che lo ha reso
ufficialmente Star-Lord in questa nuova realtà alternativa, facendo
riferimento al nome con cui sua madre lo ha sempre chiamato. È
inoltre degno di nota il fatto che Peter Quill abbia affermato di
avere sempre con sé un pezzo del potere di Ego attraverso la
piantina che ha assorbito. Di conseguenza, l’implicazione è che il
Peter Quill di questa realtà ha ancora il suo potere e le sue
abilità celestiali, a differenza dello Star-Lord del MCU principale che ha perso il suo
potere e la sua immortalità nella battaglia in cui ha sconfitto suo
padre.
In questa realtà alternativa del
MCU, dunque, Peter Quill non è mai
cresciuto tra le stelle per diventare un leggendario fuorilegge,
dove alla fine ha formato i Guardiani della Galassia come nuova
squadra di eroi spaziali (nonché sua nuova famiglia). Tuttavia,
Peter è comunque diventato Star-Lord in questo nuovo episodio di
What
If…? e ha trovato una famiglia negli Avengers del 1988.
Per questo motivo, il finale per Quill in questo universo
alternativo è davvero commovente e soddisfacente, anche se
all’inizio era stato consegnato a Ego, venendo dunque
apparentemente destinato ad un futuro diverso.
Cosa ne è degli Avengers del 1988?
All’indomani della battaglia con
Ego, viene confermata la scomparsa del Soldato d’Inverno,
presumibilmente a causa di un pezzo del suo passato venuto a galla
grazie a Howard Stark, che ha invocato il nome di Steve Rogers
mentre cercava di comunicare con Bucky durante la battaglia. Visto
che Bucky Barnes non indossa più la maschera o la pittura scura sul
volto, sembra che abbia iniziato il suo processo di liberazione dal
lavaggio del cervello dell’HYDRA, con un paio di decenni di
anticipo rispetto al MCU principale.
Il resto della squadra, invece, ha
deciso di rimanere insieme e di aiutare Thor a vendicare coloro che
sono andati perduti nell’Espansione. Allo stesso modo, è anche
implicito che Peter Quill abbia iniziato a vivere con Hank e Hope,
insieme al gatto di Mar-Vell, Goose, che viene dato ai ragazzi
nelle scene finali dell’episodio. Tuttavia, il momento finale di
questo particolare racconto di What If…? vede il roster
degli Avengers del 1988 nella sua interezza, una collezione
piuttosto impressionante di Eroi più potenti della Terra che si
sono riuniti di fronte a una crisi significativa come quella
affrontata dai Vendicatori del 2012 nella linea temporale
principale del MCU.
Uno dei personaggi immaginari più
celebri di sempre è il Grinch, la burbera creatura
verde ideata dallo scrittore Theodore SeussGeisel, meglio noto come Dr.
Seuss, che ne ha fatto il protagonista del libro
illustrato per bambini dal titolo How the Grinch Stole
Christmas!. Nel tempo, tale personaggio è divenuto
sempre più iconico, caratterizzandosi sempre più a livello estetico
e assumendo forme e significati sempre nuovi. Specialmente grazie
ad alcune celebri trasposizioni cinematografiche, animate o in
live-action, il Grinch è infine diventato un vero e proprio
immancabile simbolo delle festività natalizie.
Al pari di opere come A
Christmas Carol e il suo Ebenezer Scrooge, Nightmare Before Christmas o la commedia Mamma ho perso l’aereo, i film dedicati al Grinch non
mancano mai di essere tra i più visti in questo speciale periodo
dell’anno. La storia del personaggio è in realtà più articolata e
profonda del previsto e risale ad ormai quasi settant’anni fa. Nel
corso di questo periodo, diverse sono le opere realizzate con
protagonista il Grinch, una figura ormai parte del patrimonio
culturale mondiale, che oltre a divertire e spaventare ci ricorda
continuamente i veri valori del Natale.
Il Grinch: la vera storia del
personaggio
Come anticipato, il personaggio del
Grinch nasce da un’idea dello scritto Dr. Seuss, che ne fa il
protagonista del suo libro per l’infanzia del 1957. È questa la
prima apparizione del Grinch. Il nome del personaggio era però già
comparso nel libro del 1953 Scambled Egg
Super!, dello stesso Seuss. In tale libro, il Grinch
è però un uccello esotico sempre intento a cinguettare,
condividendo dunque con la creatura verde la passione per il canto.
Successivamente, dato il successo del personaggio nella forma che
conosciamo ancora oggi, è statoo realizzato uno special televisivo
animata nel 1966 da titolo Il Grinch e la favola
diNatale!, riproposto poi puntualmente
negli anni durante il periodo natalizio.
Ciò ha contribuito, specialmente nei
paesi di cultura angolosassone, a far diventare il Grinch una
figura tradizionale del Natale. Si fa dunque oggi riferimento ad
esso nel caso in cui il periodo festivo venga rovinato da atti
vandalici o furti, o anche semplicemente da quanti affermano di non
sopportare il Natale e di volerlo boicottare. Successivamente,
altre apparizioni note del personaggio si ritrovano nello speciale
di Halloween dal titolo Halloween Is Grinch
Night, scritto da Seuss per rispondere alle sempre
maggiori richieste dei fan, e nella serie animata The
Grinch Grinches the Cat in the Hat.
Il Grinch: chi, dove vive è e qual
è il suo significato
Come ormai noto, il Grinch è una
buffa creatura verde pelosa e dalla pancia prorompente, che gli fa
assumere una forma a pera. I suoi occhi hanno pupille rosse e bulbi
oculari gialli, mentre il viso ricorda quello di un gatto. Le sue
mani sono lunghe e affusolate e particolarmente sorprendente è la
sua straordinaria forza. Caratteristica fondamentale del Grinch è
però quella di avere un cuore di due taglie più piccolo, che lo
rende dunque immune alle più comuni forme d’amore. Oltre al suo
aspetto molto particolare, però, il Grinch si distingue anche per
il suo carattere. Nei racconti che lo vedono protagonista, egli si
distingue come una personalità misantropa, scontrosa, solitaria e
facilmente irascibile.
Egli vive in isolamento in una grotta in cima al
Briciolaio, situato sopra il paese di Chinonso,
facendo attenzione a non incontrare mai nessun altro essere
vivente. Tutto ciò lo rende un soggetto perfetto per odiare una
festività allegra, luminosa e calorosa come il Natale. Il Grinch
infatti non sopporta i suoni, i colori, le decorazioni, gli
schiamazzi e i regali tipici di questo periodo e tenta dunque di
impedire che tutto ciò abbia luogo. Andando al di là di tutto ciò,
i racconti legati al Grinch si concentrano dunque sul criticare la
commecializzazione del Natale, suggerendo invece di tornare ad una
dimensione più intima e sinceramente sentita, che non ha bisogno di
regali o di sfarzo per poter essere celebrata.
A quale animale è ispirato il Grinch?
Le caratteristiche fisiche del
Grinch possono ricordare quelle di un animale, o per meglio dire,
di più animali. Il personaggio, infatti, sembra essere stato
concepito come una fusione tra più creature, a partire dal bradipo.
La pelliccia del Grinch ricorda infatti quella di questo simpatico
animale, la cui specie contiene sul proprio corpo una vera e
propria piantagione di alghe che rende il colore della loro
pelliccia verdastro. Al di là della pelliccia, però, per il resto
il Grinch assomiglia ad un grosso primate, in quanto presenta sì
caratteristiche antropomorfe ma la sua fisionomia e la struttura
corporea ricorda maggiormente quelle di un gorilla. Resta comunque
il fatto che il Grinch è una creatura di fantasia e che proprio
questo è l’ingrediente che lo rende unico, al di là delle
somiglianze con altri animali.
Il Grinch: le trasposizioni
cinematografiche, da Jim Carrey al cartone animato
Oltre alle serie animate poc’anzi
citate, il Grinch è comparso anche in due lungometraggi per il
cinema. Il primo di questi è Il
Grinch, diretto nel 2000 da Ron
Howard, dove ad interpretare l’amata creatura verde vi è
il mitico Jim Carrey. Si
tratta della prima opera in live-action dedicata al personaggio e
al suo mondo, affermatasi come un grandissimo successo di pubblico.
In particolare, oltre che per l’interpretazione di Carrey, il film
è ricordato per i meravigliosi costumi e le affascinanti
scenografie, oltre ovviamente al trucco, premiato poi con un Oscar.
Il costume del Grinch è infatti particolarmente elaborato, composto
da una tuta in tessuto spandex ricoperta di peli di yak tinti di
verde.
In seguito, nel 2018, il personaggio
è stato invece protagonista di un film d’animazione, anch’esso dal
titolo Il
Grinch, ove si ripropone grossomodo la medesima
storia, con poche variazioni. A dar voce al personaggio, in lingua
originale, si ritrova l’attore Benedict
Cumberbatch, mentre in italiano il Grinch ha la voce
inconfondibile di Alessandro
Gassmann. Con un incasso di oltre 511 milioni di
dollari in tutto il mondo, questo è diventato il film di Natale con
il maggior incasso di tutti i tempi. Nel 2022, invece, è stato
realizzato un film parodia di genere horror dal titolo
The Mean One, dove il personaggio è
raffigurato come un mostro sanguinario che terrorizza la città
vicina alla sua grotta.
Al via la prima edizione dei
POP Awards (Premi
Online del Pubblico) un gioco nato su iniziativa di un
gruppo di siti di cinema che per questo Natale ha messo da parte la
concorrenza reciproca e ha unito le forze per coinvolgere il
pubblico nel giocare insieme con la passione per i film e le serie
tv.
La fine dell’anno è proprio quel momento in cui arrivano le
classifiche con “il meglio di” proposto da critici, redazioni,
esperti.
Ma cosa ne pensa il pubblico?
Quali sono i film che hanno segnato l’immaginario collettivo e
resteranno nelle memorie esperienziali di questo2023?
Lo scopriremo grazie alle votazioni aperte a tutti suwww.popawards.it.
Il network
promotore dei POP Awards – formato da siti di
cinema CiakClub, Cinefilos, Cinemadvisor, CinemaSerieTV, Il
Cineocchio, longtake e ScreenWorld – ha ideato 20 categorie, dalle più
classiche come miglior film, migliore
serie, miglior interpretazione, alle più
POP come miglior tormentone, miglior
scena strappalacrime, miglior boomer e miglior
serie da guardare per farti compagnia “mentre fai altro”,
prendendo in considerazione titoli usciti tra il 1gennaio e
il 21 dicembre 2023.
PREMI CLASSICI
Film dell’anno
Serie dell’anno
Film italiano dell’anno
Serie italiana dell’anno
Miglior interpretazione serie
Miglior interpretazione film
Film animato dell’anno
Serie animata dell’anno
PREMI POP
Scena Strappa Lacrime
Scena cult dell’anno
Miglior Serie “mentre fai altro”
Film invisibile
Serie invisibile
Miglior episodio
Miglior trailer
Miglior poster
Miglior tormentone 2023 (musica)
Miglior Boomer
Miglior villain
Miglior personaggio
In totale sono
ben 151 nomination suddivise tra 72 al
cinema, 56 al mondo seriale e 23
al fandome. Tra gli 83 titoli nominati, 48 sono film e 35
serie, 65% uomini e 35% donne, 22 italiani e 16 tra europei e
asiatici. A guidare la classifica dei più titoli nominati non
poteva che esserci il fenomeno Barbie (9 candidature), seguito a breve
distanza da C’è ancora domani e
Opphenheimer (6) e quindi
Spider-Man Across the Spider-verse (5),
Killers of the Flower
Moon e la quarta stagione di Succession (4), The
Whale, La fantastica signora
Maisel, The Last of Us e Ted
Lasso (3) per un totale di 22 nomination a
Netflix, 17 a Sky/NowTV,14
a Warner Bros., 11 a 01
Distribution e 10 a Disney+.
Distributori:
Warner Bros. 14
01 Distribution 11
Universal Pictures 9
Vision Distribution 9
Eagle Pictures 8
I Wonder Pictures 5
Walt Disney Studios 5
Lucky Red
4
Plaion Pictures 4
Teodora Film 4
Nexo Digital 2
Academy Two 1
BIM Distribuzione 1
Movies Inspired 1
Ora non resta che giocare con i
POP Awards divertendosi nel votare i propri
preferiti. Chiunque può votare sul sito
www.popawards.it fino al 7 gennaio 2024 sapendo
che così potrà unire i flussi delle proprie passioni e
consegnare a nominati e vincitori un importante premio che ne
riconosce il forte impatto sul nostro immaginario collettivo.
I vincitori dei POP Awards
saranno annunciati il 15 gennaio 2024 sul sitowww.popawards.ite sui canali social
ufficiali.
Fresco di otto nomination
ai
Critics Choice Awards e quattro ai
Golden Globes, Maestro
di Bradley Cooper è sbarcato su Netflix. Il
biopic dedicato al leggendario compositore/maestro d’orchestra
Leonard Bernstein e a sua moglie Felicia
Montealegre rappresenta la seconda regia di
Cooper dopo il grande successo di A Star
Is Born. Ecco che cosa ci ha raccontato di maestro il
suo protagonista e regista.
Partiamo dal principio; come nasce il progetto di
realizzare Maestro?
Da bambino ero
ossessionato dal condurre un’orchestra, mi esercitavo per ore. Non
ero a conoscenza del progetto legato a Leonard Bernstein quando ha
iniziato a circolare, nel quando ne sono venuto a conoscenza ho chiesto
immediatamente a Steven Spielberg chi ne deteneva i diritti.
Josh Singer è salito a bordo e abbiamo iniziato a fare ricerche,
volevo capire che tipo di storia raccontare. È stato lui a
suggerire di esplorare il rapporto tra Leonard e Felicia, e ho
subito capito che la loro relazione era il cuore della storia che
volevo raccontare, un rapporto così complesso, non convenzionale,
intimo. Abbiamo iniziato a incontrare persone che li conoscevano e
una cosa mi ha colpito nel profondo: nessuno ha mai parlato di
Leonard Bernstein e sua moglie, erano sempre Lenny e Felicia. Era
chiaro che entrambi lasciavano la loro impronta personale sulle
persone.
È stato un processo complicato quello di
“diventare” Leonard Bernstein?
All’inizio ero
terrorizzato, poi col passare del tempo è diventato più semplice,
ma solo appena più semplice, e molto lentamente. La mia
preoccupazione maggiore era riprodurre quella voce suadente, capace
di metterti a tuo agio in qualsiasi situazione. Ho lavorato su di
essa fin dall’inizio, sei anni fa, un lungo periodo di tempo da cui
ho tratto enormi benefici. In pratica ci lavoro da prima che A Star
Is Born arrivasse al cinema. Per fortuna ai tempi di American
Sniper ho cominciato a collaborare con questo incredibile dialect
coach, Tim Monich, con cui ho lavorato anche grazie a A Star Is
Born e La fiera delle illusioni. Tim si è praticamente trasferito a
casa mia a New York, abbiamo lavorato insieme cinque giorni a
settimana per quattro anni e mezzo. Per quanto riguarda il lato
estetico mi sono affidato completamente a Kazu Hero che ha fatto un
lavoro straordinario sul trucco, anche con lui abbiamo lavorato per
anni facendo test filmati molto prima che iniziassimo a girare il
film.
C’è stato un momento durante la lavorazione in cui
si è sentito sotto pressione?
Il primo giorno di
riprese, quello in cui il vecchio Leonard insegna a condurre a
William. Era la prima volta che mi presentavo di fronte ad altre
persone come Leonard Bernstein, ero davvero nervoso. E in più
ovviamente dovevo anche dirigere gli altri attori. Ho chiesto ad
alcuni tra i miei amici più cari di venire sul set, tra di essi
c’era anche Gabe Fazio, che conosco da una vita. Soltanto sapere
che era lì mi ha tranquillizzato. Un’altra scena che mi ha messo
sotto pressione è stata quella del concerto nella cattedrale dal
momento che dovevo condurre l’orchestra di Londra, una delle
migliori tre al mondo. Mi ero allenato con Gustavo Dudamel per
molto tempo, studiando anche un video di Bernstein condurre in quel
luogo negli anni ‘70. Eppure condurre mi riuscì impossibile,
continuavo a rimanere indietro nei tempi. Il giorno dopo sono
arrivato molto tempo, la cattedrale era ancora vuota. Pensando a
come sistemare la scena ho capito che in realtà il cuore era
Felicia, venuta a veder condurre Leonard senza provare alcun odio
per lui. L’abbiamo girata ancora una volta e quel pianosequenza è
quello che vedete nel film. È stato magnifico.
E come regista che tipo di lavoro ha svolto per
Maestro?
Non faccio mai
storyboard delle scene che giro, tento sempre di vedere il film
nella mia testa, ogni inquadratura che riesco a immaginare. Finché
arriva il giorno in cui riesco a vedere il film dalla prima
all’ultima inquadratura. Quello è il momento in cui mi sento
tranquillo, allora posso andare sul set e sentirmi libero:
all’improvviso hai tutte queste persone intorno, ti trovi sulla
location e magari hai una luce diversa da quella che ti aspettavi.
Le idee iniziano a fioccare, magari decidi di cambiare qualcosa e
vedere come influenzerà le scelte successive. Quando inizio a
girare lascio che il film esca dalla mia testa e si confronti con
la realtà del set. Questo è in sostanza il mio processo.
Quanto di quello che
imparato facendo A Star Is Born l’ha aiutata con Maestro?
Ho imparato molto
facendo quel film, ma anche lavorando con Guillermo del Toro a La
fiera delle illusioni e con Paul Thomas Anderson a Licorice Pizza.
Per esempio ho passato tre settimane con Guillermo semplicemente a
osservare delle lenti, facendo test e cercando di carpire qualsiasi
cosa potessi da lui. In ogni progetto in cui sono stato coinvolto
ho cercato di imparare qualcosa, e senza dubbio continuerò a farlo.
Spero che questo continui a farmi evolvere come regista. La cosa
migliore che ho tratto facendo A Star
Is Born è stato trovare un mio centro come
artista.
Yu Yu Hakusho
(qui
la recensione) di Netflix
attua delle differenze rispetto all’anime di riferimento, ma in
diverse cose vi è molto fedele. Basato sulla serie manga di
Yoshihiro
Togashi, l’anime ha debuttato nel 1992 e si è protratto fino al
1994. Anche se non è diventato un franchise di massa con molteplici
sequel come Dragon Ball o Naruto, Yu Yu
Hakusho è stato comunque uno dei manga/anime più influenti
della sua epoca. Dagli amati personaggi alle scene di
combattimento, c’erano molte cose che l’adattamento di
Netflix
doveva riproporre fedelmente se voleva evitare gli errori commessi
dai precedenti anime live-action.
Non è chiaro se il finale di
Yu Yu Hakusho sia destinato a dar vita ad una
stagione 2, dato che l’episodio 5 ha in un certo senso coperto
quello che avrebbe dovuto essere il Torneo Oscuro. L’uccisione
immediata del giovane Toguro e il salto del torneo sono di gran
lunga i cambiamenti più significativi che il live-action di
Netflix ha apportato all’anime, il che può
dare l’impressione che l’intera serie abbia perso il senso della
storia originale. Tuttavia, pur avendo alcune carenze da questo
punto di vista, la serie ha centrato diversi aspetti chiave della
storia originale.
Le scene di combattimento
A prescindere da quanto siano
avvincenti i personaggi o quanto sia coinvolgente la storia, un
adattamento anime deve avere grandi scene d’azione. Questo è ancora
più importante quando si adatta uno shonen d’azione come Yu
Yu Hakusho, che, oltre ai suoi personaggi memorabili, si è
fatto un nome grazie a combattimenti indimenticabili. C’è però un
problema: il manga e l’anime hanno ciascuno il proprio linguaggio
visivo. Una serie live-action non può replicare ciò che è stato
fatto nell’anime o nel manga quando si tratta di scene di
combattimento, ma non può nemmeno avere combattimenti che sembrino
meno speciali di quelli del materiale di partenza.
Trovare questo equilibrio è molto
complicato e persino alcuni dei migliori adattamenti di anime
live-action di tutti i tempi, come
One Piece di Netflix, hanno avuto difficoltà in questo
senso. Fortunatamente, Yu Yu Hakusho è in grado di
risolvere il problema delle scene di combattimento. Non sono
necessariamente simili a quelle dell’anime, ma catturano l’essenza
della storia originale. I combattimenti in live action comprendono
sia combattimenti corpo a corpo che ricordano alcuni dei migliori
film di arti marziali, sia sequenze in computer grafica che
combinano i superpoteri dei personaggi con uno stile di
combattimento più concreto. I momenti salienti sono Yusuke contro
Gouki e Kurama contro Karasu.
I costumi dei personaggi di Yu
Yu Hakusho
Yu Yu Hakusho ha
uno stile visivo molto caratteristico, compresi i costumi dei
personaggi principali. Un cliché comune negli anime è che il
personaggio principale si distingua sempre tra la folla grazie ai
suoi abiti unici, e il live-action di Yu Yu
Hakusho lo fa bene. Yusuke, Kuwabara, Kurama e Hiei sono
alcuni dei personaggi più eleganti degli anime degli anni ’90,
ognuno dei quali ha un colore associato alla propria personalità.
La serie Netflix avrebbe potuto scegliere la strada più semplice,
ovvero quella di reinventare i loro abiti con un approccio più
concreto, ma fortunatamente non l’ha fatto. Invece, tutti i
personaggi indossano i loro abiti caratteristici, compresi Botan,
Genkai e Koenma.
Le acconciature dei personaggi di
Yu Yu Hakusho
Un’altra parte dell’identità visiva
di Yu Yu Hakusho è rappresentata dalle
acconciature dei personaggi principali. La maggior parte dei
personaggi degli anime ha un’acconciatura piuttosto singolare,
molte delle quali sono molto difficili da tradurre in live-action.
Alcuni adattamenti di anime, come il terribile Dragonball
Evolution, non hanno nemmeno cercato di far corrispondere i
capelli dei protagonisti a quelli della versione originale. Yu Yu
Hakusho cerca invece di essere il più fedele possibile al manga e
all’anime in questo senso, riuscenvodi in pieno. Piccoli dettagli,
come il modo in cui i capelli di Kuwabara sono tagliati dietro la
testa, esemplificano il rispetto per il materiale di partenza.
Le personalità di ogni
personaggio
Yu Yu Hakusho aveva
solo cinque episodi, il che significa che avrebbe potuto non avere
abbastanza tempo per sviluppare adeguatamente ciascuno dei
personaggi principali. Tuttavia, la serie è riuscita a valorizzare
le personalità di Yusuke, Kurama, Kuwabara, Hiei e altri, il che ha
permesso di compensare il fatto che molti di loro non hanno avuto
molto tempo sullo schermo. La serie Netflix si concentra
principalmente su Yusuke, mentre tutti gli altri personaggi servono
solo come nomi di supporto nella sua storia. Tuttavia, ogni volta
che gli altri personaggi appaiono sullo schermo, assomigliano alle
loro controparti dell’anime. Questo vale anche per i personaggi che
non partecipano all’azione, come Botan e Koenma, e per i
cattivi.
L’amicizia tra Kuwabara e
Yusuke
Un altro aspetto che la serie live
action Yu Yu Hakusho non trascura è la dinamica
tra Kuwabara e Yusuke, che ha portato a molti momenti piacevoli
nella serie originale. L’adattamento di Netflix adatta bene la loro
amicizia e Kuwabara è scritto esattamente come nel manga. La scena
in cui Kuwabara si arrabbia con Yusuke per essere morto prima di
dargli la rivincita è emozionante come quella dell’anime, e ogni
loro interazione dopo il ritorno di Urameshi è più divertente della
precedente. La storia di Kuwabara non è complessa o contorta come
quella di Kurama e Hiei, ma il live-action ha comunque trovato il
modo di renderlo interessante.
Gli effetti speciali di Yu Yu
Hakusho
Anche se le coreografie dei
combattimenti di Yu Yu Hakusho fossero state
incredibili, degli effetti visivi non all’altezza avrebbero potuto
rovinare le scene d’azione. Inoltre, per quanto i combattimenti
corpo a corpo fossero fantastici, la serie doveva offrire più di un
tipo di azione. La narrazione si svolge in un mondo fantastico in
cui i personaggi possono usare l’energia dello spirito per evocare
tecniche speciali, dalle spade energetiche alle piante carnivore
giganti. Sebbene alcune riprese in VFX di Yu Yu
Hakusho siano migliori di altre, la serie ha nel complesso
dei validi effetti visivi, soprattutto per le tecniche speciali. La
Pistola dello Spirito di Yusuke, la Spada dello Spirito di Kuwabara
e la manipolazione delle piante demoniache di Kurama sono tra le
più apprezzate.
Il ritmo veloce di Yu Yu
Hakusho
Uno degli aspetti che distingue
Yu Yu Hakusho dagli altri anime usciti negli anni
’90 è la mancanza di riempitivi: ha un ritmo molto veloce ed
efficace, coprendo la totalità del manga in soli 112 episodi. Ogni
episodio ha la sua importanza e viene immediatamente seguito da
un’altra serie di eventi importanti. Va notato che la cronologia di
questi nel live-action è molto diversa da quella dell’anime, al
punto che è difficile elencare gli episodi della serie originale
che copre. Ad esempio, gli insetti demoniaci compaiono
nell’episodio 1, mentre la morte di Toguro avviene nell’episodio
5.
Cambiare la linea temporale
dell’anime è stata una decisione rischiosa, soprattutto perché il
Torneo Oscuro avrebbe potuto costituire un’intera stagione
live-action. Detto questo, come serie televisiva indipendente,
Yu Yu Hakusho di Netflix ha un ottimo ritmo. Per
coloro che non hanno familiarità con il materiale di partenza, non
ci sarà molto da lamentarsi riguardo al ritmo della serie. La
sceneggiatura è molto incentrata su Yusuke, i personaggi secondari
hanno ciascuno un ruolo chiaro da svolgere e tutte le trame si
uniscono nel quarto episodio. Il live-action funziona bene anche
per coloro che non hanno mai visto un adattamento anime, così come
lo show originale è stato il primo anime per molte persone.
Arrivato da poco su Netflix, il film
Crawlspace sta riscuotendo un buon
successo tra gli abbonati alla piattaforma. Il merito è del suo
essere un thriller ad alta tensione e particolarmente
claustrofobico, giocato tutto su una situazione di difficoltà del
protagonista e del modo in cui egli può rigirare a proprio
vantaggio la cosa. Diretto nel 2022 da L. Gustavo Cooper,
regista anche di titoli come June e la serie
V/H/S, il film in questione è infatti ascrivibile a quel
genere di opere che pone i propri personaggi in un ambiente chiuso,
che limita i movimenti, costringendoli a difendersi con quello che
hanno a disposizione.
Da alcuni definito un “Mamma ho perso l’aereo per
adulti”,Crawlspace prevede infatti una sorta di
caccia al topo con il protagonista costretto a trascorrere il
proprio tempo in un ambiente quantomai stretto, dove per spostarsi
è possibile solo strisciare – da qui il titolo, letteralmente
traducibile come intercapedine, ma con il verbo crawl che fa
riferimento al gattonare o allo strisciare. C’è dunque molta
tensione in questo thriller che come protagonista vanta un ormai
adulto Henry Thomas, meglio noto per essere stato
il protagonista del film del 1982 E. T. – L’extraterrestre, Elliott.
Per gli amanti del genere, si tratta
dunque di un film da non perdere, che oltre a quanto fin qui
riportato presenta anche un finale piuttosto ambiguo, che lascia
più di qualche domanda e riflessione da fare allo spettatore. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Crawlspace
Protagonista del film è
Robert Mitchell, il quale non immagina minimamente
che lasciare moglie e figlio per occuparsi del suo lavoro di
idraulico gli potrebbe costare la vita. Quando però un giorno si
reca nella casa con intercapedini del ricco Tim
Witner, con il compito di aggiustare le tubature, si
ritroverà ad essere testimone di un omicidio. Due malintenzionati,
i quali sembrano però mossi da un qualche motivo preciso, si
introducono in casa di Witner e lo giustiziano senza troppi
complimenti. Robert si trova allora a doversi nascondere in una
intercapedine mentre gli assassini setacciano la proprietà alla
ricerca di una fortuna nascosta. Con il rischio che possano
trovarlo e ucciderlo, Robert dovrà quantoprima escogitare un piano
d’attacco.
Ad interpretare il protagonista,
Robert Mitchell, vi è l’attore HenryThomas, come già riportato noto per essere stato
il bambino protagonista del film del 1982 E. T. – L’extraterrestre, Elliott. L’attore
BradleyStryker, visto anche
in Disquiet,
Il diavolo in Ohio e Un
uomo tranquillo, interpreta invece il criminale Sterling,
mentre C. Ernst Harth è il suo complice Dooley.
L’attrice Jennifer Robertson interpreta la
poliziotta Jordan Pacer, mentre Joe Costa è lo
sceriffo Higgon. Fanno poi parte del cast Colin
Decker nel ruolo di Tim Witner, Andrei
Kovski in quelli di Vladimir Popov e Charles
Jarman nel ruolo di Jeff. L’attrice Olivia Taylor
Dudley, infine, interpreta Carrie Mitchell, la figlia di
Robert.
La spiegazione del finale di Crawlspace
Nel corso del film scopriamo che i
due criminali, Sterling e Dooley,
sono alla ricerca di una borsa di denaro che Tim aveva nascosto
nell’intercapedine. Sterling intuisce dove Tim avrebbe potuto
nascondere i soldi e quando lui e il suo partner si dirigono verso
il punto di ingresso dell’intercapedine. È in quel momento però che
si accorgono di Robert che cerca di scappare. Dovendo far fuori
quel testimone, i due cercano di catturarlo dopo averlo ferito ma
l’idraulico, grazie alla sua borsa piena di strumenti, riesce a
difendersi ferendo a sua volta i due criminali. Questa sua abilità
nel pianificare con tanta velocità un contrattacco fa emergere il
sospetto che egli possa essere ben più che un semplice idraulico
padre di famiglia.
Nel corso del film, dunque, si
suggerisce in più occasioni che Robert potrebbe avere un passato da
militare. Ciò sarebbe confermato dalla freddezza mentale con cui
riesce a calcolare le prossime mosse dei suoi rivali e anticiparli.
L’insolita abitudine di Robert nel prestare denaro, come è emerso
quando ha litigato con Olivia, potrebbe inoltre
essere una copertura per mantenere l’immagine di persona veramente
gentile, anche a scapito del sostentamento della propria famiglia.
In questo modo, nessuno sospetterebbe mai di lui. Qualunque sia la
verità, Robert si dimostra il tipo di uomo pronto ad affrontare
ogni tipo di pericolo.
Mentre cerca dunque di difendersi,
emergono prove sui possibili affari illeciti di Tim
Witner. Andando a fondo nella questione, si scopre allora
che Sterling lavora agli ordini di Pacer, una
poliziotta che si rivela dunque corrotta e parte delle operazioni
illegali di Tim. Nel finale, dunque, Pacer si reca presso
l’abitazione di Tim portando con sé la moglie di Robert nel
tentativo di usarla come esca per far uscire allo scoperto l’uomo.
Un litigio tra Sterling e Pacer porta però all’abbattimento di
quest’ultimo ed è in quel momento che, riuscendo a far uscire
Robert dal suo nascondiglio, Sterling viene ferito al collo proprio
dall’idraulico grazie ad uno strumento da lui fabbricato
nell’intercapedine.
Robert può così tornare dalla sua
famiglia e rivedere il suo bambino, ricevendo inoltre un’ingente
somma di denaro in un pacco lasciato nella sua posta dallo stesso
sceriffo Higgon. Ciò potrebbe significare che egli
voleva aiutare Robert a rimettersi in piedi, rimediando a tutti i
soldi che aveva prestato. Ma la cosa potrebbe anche significare che
questo denaro è una sorta di debito che viene ripagato. Robert
aveva già dimostrato di non essere un tipo normale e Higgon
potrebbe essere a conoscenza del suo passato. Forse un tempo non
poteva aiutarlo finanziariamente, ma ora ha il denaro per farlo. Il
film lascia dunque lo spettatore con un finale ambiguo, senza
chiarire effettivamente la reale natura di Robert.
Il trailer di Crawlspace e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Crawlspace unicamente grazie alla
sua presenza nel catalogo di Netflix. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo
e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della
qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti
presenti nella piattaforma.
La seconda stagione di
What
If…? è ufficialmente iniziata e con l’uscita del
primo episodio su Disney+, i Marvel Studios hanno svelato molte delle
guest star che riprenderanno i loro ruoli dalla prima
stagione.
In particolare,
Jeffrey Wright tornerà a vestire i panni
dell’Osservatore, l’entità cosmica apparsa anche nella prima
stagione della serie. In una dichiarazione sulla nuova stagione, il
regista Bryan Andrews ha anche rivelato che le star
Cate Blanchett,
Jon Favreau e altre ancora appariranno nella
seconda stagione.
“Sono stati tutti
fantastici“, ha detto Andrews. “Cate Blanchett ha davvero
affondato i denti nella versione di Hela che abbiamo. E,
naturalmente, Hayley Atwell nel ruolo del nostro Capitano Carter –
vedere il personaggio passare attraverso quello che passa e
continuare ad andare avanti – è incredibile quello che Hayley porta
in tavola. E abbiamo avuto Jon Favreau che è venuto a fare un paio
di versioni di Happy Hogan ed è stato uno spasso. È fantastico e si
è dato da fare. Gli avevo chiesto un po’ di cose stravaganti nel
nostro episodio ispirato al 1602 e lui le ha mantenute alla grande…
è stato molto divertente“.
Tra le altre star che torneranno e
riprenderanno vari ruoli della prima stagione ci sono
Clancy Brown, Josh Brolin, Benedict Cumberbatch, Kat
Dennings, Michael Douglas, Idris Elba, Karen Gillan, Seth Green,
Frank Grillo, Jeff Goldblum, Laurence Fishburne, Chris Hemsworth,
Tom Hiddleston, Rachel House, Samuel L. Jackson, Jude Law,
Elizabeth Olsen, Jeremy Renner, Sam Rockwell, Paul Rudd, Mark
Ruffalo, Michael Rooker, Kurt Russell, Peter Serafinowicz, John
Slattery, Cobie Smulders, Sebastian Stan, Tessa Thompson, Stanley
Tucci, Taika Waititi e Rachel Weisz.
What
If…? è stata ideata dallo sceneggiatore AC Bradley e
dal regista Bryan Andrew, entrambi produttori esecutivi. Mentre la
prima stagione ha coperto gli eventi della
Saga dell’Infinito, la seconda dovrebbe adattare storie e
personaggi della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
La serie è guidata da
Jeffrey Wright come voce dell’Osservatore. La seconda
stagione avrà anche le voci delle star del MCU che ritornano, tra cui
Hayley Atwell,
Cate Blanchett,
Jon Favreau,
Elizabeth Olsen,
Josh Brolin, Benedict Cumberbatch, Kat Dennings, Michael
Douglas, Idris Elba, Karen Gillan, Seth Green, Frank Grillo, Jeff
Goldblum, Laurence Fishburne, Chris Hemsworth, Tom
Hiddleston e altri ancora.