Ecco l’intervista a Billy
Magnussen e David Dencik, che in No Time To Die interpretano Logan Ash e
il Dr. Valdo Obruchev. Il film con
Daniel Craig è disponibile in Home Video dal 15
dicembre.
Daniel Craig porta in scena “il miglior Bond che
abbiamo mai avuto” (IGN) ed un “finale epico e sorprendente”
(Empire) in No Time To Die, lo straordinario 25° capitolo
della saga di James Bond, disponibile dal 15 dicembre in Dvd,
Blu-ray e 4k Ultra HD.
Con oltre 700 milioni di dollari al
botteghino mondiale, i fan possono ora godersi a casa No Time To Die, giusto in tempo per le Feste
con oltre un’ora di contenuti speciali esclusivi alla scoperta
dell’azione, dello spettacolo e degli stunt. Con focus speciali tra
cui Essere James Bond, una retrospettiva di 45 minuti in 4K UHD, e
quattro esclusive ed emozionanti featurette, potremo finalmente
immergerci dietro le quinte del film ed esplorare a fondo il
retaggio “emozionante e commovente” (Deadline) dello 007 di
Daniel Craig.
No Time To Die vede il ritorno di
Daniel Craig nei panni del James Bond di Ian Fleming,
al fianco del vincitore del Premio Oscar Rami Malek. Dopo aver
lasciato i servizi segreti, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica. Tuttavia, la pace conquistata si rivela di breve durata
quando il suo vecchio amico Felix Leiter gli chiede aiuto. La
missione di salvare uno scienziato rapito si rivela molto più
difficile del previsto, portando Bond sul sentiero di un misterioso
antagonista armato di una nuova pericolosa tecnologia.
No Time To Die ha nel suo cast
Daniel Craig (Spectre, Skyfall), Rami Malek (Bohemian
Rhapsody, Mr. Robot), Léa Seydoux (The French Dispatch, Spectre,
Blue is the Warmest Color), Lashana Lynch (Captain Marvel), Ben Whishaw (Spectre,
Cloud Atlas), Naomie Harris (Spectre, Venom), con Jeffrey Wright
(Spectre, Broken Flowers), Christoph Waltz (Spectre, Bastardi senza
Gloria), e Ralph Fiennes (Spectre, Grand Budapest Hotel).
CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI 4K ULTRA HD, BLU-RAY E DVD:
ANATOMIA DI UNA SCENA: MATERA –
Nel completo stile Bond, c’è un’incredibile sequenza pre-credit
all’interno di No Time To Die. Un inseguimento a perdifiato girato
a Matera che comincia a piedi, prosegue in moto ed infine in auto.
Non un’auto qualunque, peraltro – l’iconica Aston Martin DB5!
Attraverso interviste con Daniel Craig ed il regista Cary Joji
Fukunaga, oltre ad altre interviste sul set con membri chiave della
troupe, scopriamo come è stata realizzata questa incredibile
sequenza.
SIAMO REALISTI: L’AZIONE IN NO
TIME TO DIE – In un mondo pieno di film d’azione pieni di CGI, il
franchise di Bond spicca orgogliosamente tra la folla per girare
sempre i propri stunt dal vivo, senza l’utilizzo di effetti
speciali. In questa featurette, vediamo come No Time To Die
continua questa tradizione con alcune splendide sequenze
d’azione.
UN VIAGGIO GLOBALE – Location
esotiche sono ormai sinonimo dei film di Bond e No Time To Die non
fa eccezione. Oltre a tornare nella patria spirituale di Bond, la
Giamaica, per l’ultimo film di Daniel Craig percorriamo anche un
viaggio attraverso l’Italia, la Norvegia e la Scozia. Ascolteremo
le opinioni di Daniel Craig, Cary Fukunaga, altri membri del cast e
della troupe, su come è stato girare in queste location
spettacolari.
COSTRUIRE IL MONDO DI BOND – Lo
scenografo Mark Tildesley e la costumista Suttirat Anne Larlarb,
insieme al cast e alcuni membri della troupe, discutono
l’ispirazione, le sfide e i vari tentativi di ideazione e creazione
di set e costumi tanto importanti per l’iconico franchise di
Bond.
ESSERE JAMES BOND* – In questa
speciale retrospettiva di 45 minuti, Daniel Craig riflette molto
intimamente sulla sua avventura durata 15 anni nei panni di James
Bond. Con un archivio fotografico inedito proveniente da Casino
Royale, fino al 25° film No Time To Die, Craif condivide i suoi
ricordi personali in una chiacchierata con i produttori di 007,
Michael G Wilson e Barbara Broccoli, fino ad arrivare alla sua
ultima performance nei panni di James Bond.
In occasione dell’uscita in Home
Video di No Time To Die, ecco il video
dall’experience di James Bond a bordo delle Aston Martin del film!
No Time To Die è disponibile in Home Video dal 15
dicembre.
Daniel Craig porta in scena “il miglior Bond che
abbiamo mai avuto” (IGN) ed un “finale epico e sorprendente”
(Empire) in No Time To Die, lo straordinario 25° capitolo
della saga di James Bond, disponibile dal 15 dicembre in Dvd,
Blu-ray e 4k Ultra HD.
Con oltre 700 milioni di dollari al
botteghino mondiale, i fan possono ora godersi a casa No Time To Die, giusto in tempo per le Feste
con oltre un’ora di contenuti speciali esclusivi alla scoperta
dell’azione, dello spettacolo e degli stunt. Con focus speciali tra
cui Essere James Bond, una retrospettiva di 45 minuti in 4K UHD, e
quattro esclusive ed emozionanti featurette, potremo finalmente
immergerci dietro le quinte del film ed esplorare a fondo il
retaggio “emozionante e commovente” (Deadline) dello 007 di
Daniel Craig.
No Time To Die vede il ritorno di
Daniel Craig nei panni del James Bond di Ian Fleming,
al fianco del vincitore del Premio Oscar Rami Malek. Dopo aver
lasciato i servizi segreti, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica. Tuttavia, la pace conquistata si rivela di breve durata
quando il suo vecchio amico Felix Leiter gli chiede aiuto. La
missione di salvare uno scienziato rapito si rivela molto più
difficile del previsto, portando Bond sul sentiero di un misterioso
antagonista armato di una nuova pericolosa tecnologia.
No Time To Die ha nel suo cast
Daniel Craig (Spectre, Skyfall), Rami Malek (Bohemian
Rhapsody, Mr. Robot), Léa Seydoux (The French Dispatch, Spectre,
Blue is the Warmest Color), Lashana Lynch (Captain Marvel), Ben Whishaw (Spectre,
Cloud Atlas), Naomie Harris (Spectre, Venom), con Jeffrey Wright
(Spectre, Broken Flowers), Christoph Waltz (Spectre, Bastardi senza
Gloria), e Ralph Fiennes (Spectre, Grand Budapest Hotel).
CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI 4K ULTRA HD, BLU-RAY E DVD:
ANATOMIA DI UNA SCENA: MATERA – Nel
completo stile Bond, c’è un’incredibile sequenza pre-credit
all’interno di No Time To Die. Un inseguimento a perdifiato girato
a Matera che comincia a piedi, prosegue in moto ed infine in auto.
Non un’auto qualunque, peraltro – l’iconica Aston Martin DB5!
Attraverso interviste con Daniel Craig ed il regista Cary Joji
Fukunaga, oltre ad altre interviste sul set con membri chiave della
troupe, scopriamo come è stata realizzata questa incredibile
sequenza.
SIAMO REALISTI: L’AZIONE IN NO TIME
TO DIE – In un mondo pieno di film d’azione pieni di CGI, il
franchise di Bond spicca orgogliosamente tra la folla per girare
sempre i propri stunt dal vivo, senza l’utilizzo di effetti
speciali. In questa featurette, vediamo come No Time To Die
continua questa tradizione con alcune splendide sequenze
d’azione.
UN VIAGGIO GLOBALE – Location
esotiche sono ormai sinonimo dei film di Bond e No Time To Die non
fa eccezione. Oltre a tornare nella patria spirituale di Bond, la
Giamaica, per l’ultimo film di Daniel Craig percorriamo anche un
viaggio attraverso l’Italia, la Norvegia e la Scozia. Ascolteremo
le opinioni di Daniel Craig, Cary Fukunaga, altri membri del cast e
della troupe, su come è stato girare in queste location
spettacolari.
COSTRUIRE IL MONDO DI BOND – Lo
scenografo Mark Tildesley e la costumista Suttirat Anne Larlarb,
insieme al cast e alcuni membri della troupe, discutono
l’ispirazione, le sfide e i vari tentativi di ideazione e creazione
di set e costumi tanto importanti per l’iconico franchise di
Bond.
ESSERE JAMES BOND* – In questa
speciale retrospettiva di 45 minuti, Daniel Craig riflette molto
intimamente sulla sua avventura durata 15 anni nei panni di James
Bond. Con un archivio fotografico inedito proveniente da Casino
Royale, fino al 25° film No Time To Die, Craif condivide i suoi
ricordi personali in una chiacchierata con i produttori di 007,
Michael G Wilson e Barbara Broccoli, fino ad arrivare alla sua
ultima performance nei panni di James Bond.
Nel corso della promozione di
Matrix
Resurrections, Keanu Reeves ha
finalmente confermato di aver avuto un incontro con Kevin
Feige, il capo di Marvel Studios. La notizia
infervora i fan, che vorrebbero vedere Reeves unirsi al MCU.
Durante un’intervista
con comicbook.com,
Reeves ha confermato di aver incontrato Feige nel 2019 per
discutere di un ruolo nel franchise, conversazione che è rimasta
però aperta. “Ci siamo incontrati, Kevin è un amicone. Ma no,
non abbiamo ancora deciso niente, sarà qualcosa che dobbiamo
trovare.”
Reeves condivideva l’intervista con
Carrie-Anne Moss che ha partecipato a
Jessica Jones, per Netflix, serie in cui
interpretava Jeri Hogarth. Non escludiamo che possa tornare a far
parte del MCU anche lei.
Matrix
Resurrections è interpretato da Keanu
Reeves e Carrie Anne Moss, ma anche da
Yahya Abdul-Mateen II (il franchise di
Aquaman),
Jessica Henwick (per la TV Iron Fist,
Star
Wars: Il Risveglio della Forza), Jonathan
Groff (Hamilton, per la TV
Mindhunter), Neil Patrick
Harris (Gone Girl – L’amore
bugiardo), Priyanka Chopra Jonas (TV
Quantico), Christina
Ricci (TV Escaping the Madhouse: The Nellie
Bly Story, The Lizzie Borden Chronicles),
Telma Hopkins (TV Amiche per la
morte – Dead to Me),
Eréndira Ibarra (serie
Sense8,
Ingobernable), Toby
Onwumere (serie Empire),
Max Riemelt (serie
Sense8), Brian J. Smith
(serie Sense8,
Treadstone), e
Jada Pinkett Smith (Attacco al potere 3 –
Angel Has Fallen, Gotham per la TV).
Il team creativo scelto da Wachowski
dietro le quinte comprende i collaboratori di Sense8: i
direttori della fotografia Daniele Massaccesi e John Toll, gli
scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore Joseph Jett
Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli effetti
visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom Tykwer. La
Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Village
Roadshow Pictures, in associazione con Venus Castina Productions,
Matrix
Resurrections. Il film sarà distribuito in tutto
il mondo dalla Warner Bros. Pictures e sarà nelle sale italiane a
partire dal 1 gennaio 2022.
Continuano le riprese di
Hocus Pocus
2, che vedremo su Disney+ il prossimo anno, e intanto
l’account
Instagram del film ha condiviso un breve video dal set in cui
Bette Middler (Winifred), Kathy
Najimy (Mary) e Sarah Jessica Parker
(Sarah), ovvero le Sorelle Sanderson, ballano. Eccolo di
seguito:
Disney ha finalmente dato il via
libera a Hocus Pocus
2 nel 2021, con Anne Fletcher al
timone. Per la gioia del pubblico, tutte e tre le originali sorelle
Sanderson stanno tornando a seminare il caos. Doug
Jones (Billy Butcherson) è l’unico altro attore del primo
film che tornerà, poiché il resto del cast è nuovo di zecca. La
sinossi sembra attenersi alla formula magica di tre liceali che
devono salvare Salem dalle sorelle Sanderson la notte di
Halloween.
Il primo trailer di
Spider-Man: No Way Home ci aveva anticipato che
Norman Osborn / Goblin, interpretato da Willem Dafoe, sarebbe tornato nel film a
portare scompiglio nella vita di Spider-Man/Peter
Parker/Tom Holland.
Chi ricorda il personaggio nel film
di Sam Raimi, sa che aveva un’armatura verde come
costume, con tanto di elmo a forma di testa di goblin. In questo
film, invece, vediamo come Norman assuma finalmente un costume che
si avvicina molto di più a quello dei fumetti.
Aquaman and the Lost
Kingdom è uno dei blockbuster più attesi del prossimo anno
e oltre a vedere il ritorno di Jason Momoa nei panni di Arthur Curry/Aquaman,
ci proporrà di nuovo
Yahya Abdul-Mateen II in quelli di Black
Manta. Questa volta però attore e personaggio sono alla
ricerca di riscatto, dato che nel primo film non hanno ricevuto
molto approfondimento.
In un’intervista con Comicbook.com,
Yahya Abdul-Mateen II ha rivelato che
Aquaman 2 mostrerà di più e meglio la personalità
di Black Manta. Ha detto che verranno mostrate più capacità di
leadership di Black Manta, poiché sono state solo anticipate
all’inizio del primo film. L’attore ha lasciato intendere che Black
Manta avrà un ruolo molto più importante nel sequel, il che
probabilmente implica che sarà l’antagonista principale del
film.
“Penso che nel prossimo Aquaman,
volevo davvero dare più personalità al personaggio per permetterci
di conoscerlo in alcuni momenti più privati. Volevo vedere [Black
Manta] lottare con alcune cose, quindi vedere un po’ più della sua
personalità e del suo carattere. Inoltre, per vedere cosa significa
per lui essere responsabile di qualcosa. Quindi possiamo vedere un
po’ di più del suo stile di leadership, un po’ più della sua
personalità in questo. Possiamo senza dubbio dire che il suo è un
ritorno in grande stile.”
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman and the
Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
In un’intervista con
Esquire, Elijah Wood, che ne Il Signore degli Anelli interpreta il
protagonista, Frodo Baggins, ha fatto luce sul
fatto che gli attori che interpretano i quattro hobbit principali
(oltre a lui, Sean Astin, Billy Boyd e
Dominic Monaghan) della storia sono ancora in
contatto tra loro, e come si tengono aggiornati.
L’attore ha rivelato che il
quartetto rimane in contatto tramite una chat di gruppo e che sono
ancora amici. Nonostante fossero ancora tutti in buoni rapporti,
Wood ha anche affermato che i quattro non sono stati in grado di
incontrarsi fisicamente per circa “16 anni”.
“[Sean Astin, Billy Boyd e
Dominic Monaghan] sono usciti a cena e mi hanno mandato una foto in
cui c’era un posto vuoto a tavola per me, il che è davvero, davvero
dolce. Si scrivono a vicenda la mattina, tipo ‘Andiamo a prendere
un caffè’. Ma non riusciamo davvero a uscire così da 16
anni”.
I commenti di Wood saranno accolti
con gioia dai fan de Il Signore degli Anelli, molti dei quali si
sono affezionati agli attori stessi come lo sono ai personaggi.
Dato che gli interpreti degli hobbit sono stati in grado di
ritrarre un’amicizia per tutta la vita in modo così convincente
sullo schermo, i fan potrebbero non essere sorpresi di sapere che
sono ancora regolarmente in contatto e si incontrano ogni volta che
ne hanno la possibilità.
Ricordiamo che il futuro del franchise è in mano a Prime Video che sta lavorando alla serie tv in
arrivo il 9 settembre 2022.
In una recente intervista con
The Guardian, Keanu Reeves, che presto
rivedremo nei panni di Neo per Matrix
Resurrections, ha scherzato sullo streaming del
film su HBO Max, che uscirà contemporaneamente nelle sale e sul
servizio di streaming il 22 dicembre, negli USA (da noi arriva al
cinema il primo gennaio 2022).
Dopo che l’intervistatore ha
ammesso che probabilmente guarderà Matrix
Resurrections a casa su un portatile, Reeves
lo ha scherzosamente rimproverato: “Amico? Non guardare quel
film in streaming… Non guardare quel film nel fo***to streaming.
Cosa sei, pazzo? Stai per vedere in streaming il nuovo Matrix su un
portatile?”
Solo dopo un po’ l’attore si è
‘arreso’, convenendo con il giornalista che se gli andava, poteva
anche vederlo in streaming, ma è chiaro che la battuta di Reeves
punta a difendere la visione del film in sala che resta il massimo
dell’esperienza davanti ad un film.
Matrix
Resurrections è interpretato da Keanu
Reeves e Carrie Anne Moss, ma anche da
Yahya Abdul-Mateen II (il franchise di
Aquaman), Jessica Henwick (per la TV Iron
Fist, Star
Wars: Il Risveglio della Forza), Jonathan
Groff (Hamilton, per la TV
Mindhunter), Neil Patrick
Harris (Gone Girl – L’amore
bugiardo), Priyanka Chopra Jonas (TV
Quantico), Christina
Ricci (TV Escaping the Madhouse: The Nellie
Bly Story, The Lizzie Borden Chronicles),
Telma Hopkins (TV Amiche per la
morte – Dead to Me),
Eréndira Ibarra (serie
Sense8,
Ingobernable), Toby
Onwumere (serie Empire),
Max Riemelt (serie
Sense8), Brian J. Smith
(serie Sense8,
Treadstone), e Jada Pinkett Smith (Attacco al
potere 3 – Angel Has Fallen, Gotham per la
TV).
Il team creativo scelto da
Wachowski dietro le quinte comprende i collaboratori di
Sense8: i direttori della fotografia Daniele Massaccesi e
John Toll, gli scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore
Joseph Jett Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli
effetti visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom
Tykwer. La Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con
Village Roadshow Pictures, in associazione con Venus Castina
Productions, Matrix
Resurrections. Il film sarà distribuito in tutto
il mondo dalla Warner Bros. Pictures e sarà nelle sale italiane a
partire dal 1 gennaio 2022.
Dopo l’esordio in Harry Potter e
Twilight, Robert Pattinson si è costruito una carriera
nel cinema indipendente, lavorando con molti dei più interessanti
registi della scena contemporanea. Con The
Batman è tornato sotto i riflettori del blockbuster
interpretando uno dei personaggi più famosi di tutti i tempi.
Per Empire, il produttore
Dylan Clark nota che è il primo franchise da
solista per il personaggio in un decennio e i realizzatori sperano
di “posare le basi su cui costruire storie”, come evidenziato nei
numerosi spin-off in lavorazione, tra cui Gotham PD e un altro
incentrato sul personaggio del Pinguino di Colin Farrell. Il regista Matt
Reeves afferma di vedere il film come “un progetto di
passione” e che l’obiettivo è quello di realizzare un film che
lascerà un segno, piuttosto che qualcosa che sia solo un’altra voce
in una serie di sequel predeterminati. E, sebbene non siano ancora
previsti sequel o crossover per Batman, Robert
Pattinson afferma di avere idee su cosa farebbe con il
personaggio se dovesse continuare, dicendo:
“Ho creato una sorta di mappa
per capire dove la psicologia di Bruce sarebbe cresciuta nell’arco
di altri due film. Mi piacerebbe farlo”.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
David Harbour è uno
di quegli attori che sin da subito ha saputo trovare un suo posto
nel mondo del cinema, riuscendo a conquistare una larga fetta di
pubblico con le sue interpretazioni in molti film di successo.
Famoso ai più per essere apparso nella serie Stranger
Things, Harbour ha dimostrato di saperci fare e di essere un
attore versatile e con i fiocchi.
2. Ha recitato anche per il
piccolo schermo. Il suo amore per la recitazione è totale,
tanto da amare in egual misura sia il grande che il piccolo schermo
che lo ha aiutato a debuttare. Infatti, Harbour debutta con alcuni
episodi di Law & Order – I due volti della giustizia
(1999), per poi apparire in serie tv come The Book of
Daniel (2006), Lie to Me (2009), Royal Pains
(2009), Pan Am (2012), Elementary (2013),
Manhattan (2014), The
Newsroom (2014), Rake (2014),
State of Affairs (2015) e Crisis in Six
Scenes (2016). Al di là di queste apparizioni, il suo ruolo
rimasto maggiormente scolpito nell’immaginario comune è quello di
Jim Hopper, l’agente della fortunata serie Stranger
Things, dove recita accanto a Winona Ryder e
Millie Bobby
Brown.
David Harbour: le fidanzate e la moglie
3. David Harbour è fidanzato
con Alison Sudol. La vita sentimentale di David Harbour è
stata protagonista di un certo interesse da parte di fan,
ammiratori e riviste di gossip, soprattutto da quando si è
presentato, nel gennaio del 2018, insieme ad Alison
Sudol (famosa per aver interpretato
Queenie in Animali Fantastici) durante i
Critics’Choice Award. I due, tuttavia, si sono separati nel 2019.
Al di là della sua relazione con Alison Sudol, pare che David
Harbour abbia frequentato in passato alcune colleghe. Infatti, tra
le sue ex vi sono Julia Stiles, con cui ha
condiviso quattro anni assieme (dal 2011 al 2015), e Maria
Thayer, con cui si frequentato dal 2009 al 2011.
4. Si è sposato.
Poco dopo essersi separato dalla Sudol, nello stesso 2019 l’attore
intraprende una relazione con la cantante inglese Lily
Allen, nota per singoli quali Smile, Not
Fair, The Fear e Fuck You. Pare che tra i due sia
nato subito dell’amore e infatti nel giro di breve sono arrivati al
matrimonio, precisamente il 7 settembre del 2020. Prima di Harbour,
la Allen era stata sposata dal 2011 al 2015 con un certo Sam
Cooper, con la quale ha avuto anche due figlie. La loro relazione
sembra essere finita per via di diversi tradimenti da parte di
lei.
David Harbour è Hellboy
5. Non ha voluto imitare Ron
Perlman. Quello che David Harbour si è portato sulle
spalle con Hellboy è di certo un fardello non
poco pesante, in quanto si trova a dover reggere il confronto con i
film di Guillermo del Toro. Tuttavia, l’attore ha
ammesso di voler prendere le distanze dall’interpretazione di
Ron Perlman, cercando di apporre un proprio stile
al personaggio. In questa nuova versione cinematografica del
fumetto di Mike Mignola, Harbour non ha dunque
imitato quello che ha fatto Perlman nei film precedenti, ma ha dato
vita ad una nuova versione del personaggio.
6. Secondo David Harbour,
Hellboy è un personaggio shakespeariano. Parlando del
personaggio di Hellboy, David Harbour ha espresso come, secondo
lui, sia paragonabile all’Amleto di Shakeaspeare. Pare che ciò sia
dovuta alla complessità del personaggio, pieno di problemi da
risolvere, con alcuni aspetti da bambino e con un destino
orribile.
David Harbour in Black
Widow
7. Si è trasformato
fisicamente per il ruolo. Nel film del 2021 Black
Widow, Harbour interpreta Guardiano Rosso, la controparte
russa di Captain America. Per tale ruolo, l’attore si è sottoposto
ad una drastica trasformazione fisica. Oltre a vantare già una
lunga barba, fatta crescere per la quarta stagione di Stranger
Things, ha infatti deciso di ingrassare per il ruolo,
raggiungendo i 127 chili. Nel corso delle riprese, ha poi perso 27
chili per le sequenze dedicate ai flashback.
David Harbour in Suicide
Squad
8. David Harbour non ha
apprezzato il Joker di Jared Leto. Sebbene abbia ricoperto
un ruolo piccolo, anche David Harbour ha avuto modo di apparire nel
cast di Suicide Squad nei panni del personaggio di Dexter
Tolliver. Nello spiegare quali sarebbero state le differenze tra il
suo Hellboy e quello di Ron Perlman, l’attore ha fatto un paragone
con il franchise di Batman, ammettendo tra le righe di non aver
apprezzato la performance di Jared Leto nelle
vesti di Joker. Nella fattispecie, avrebbe detto “posso
apprezzare il Batman di Michael Keaton e anche
quello di Christian Bale. Mi può
piacere il Joker di Jack Nicholson e quello di
Heat Ledger. C’è un Joker che però non mi è
piaciuto”.
David Harbour in Stranger Things
9. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti per il suo ruolo nella serie. In
Stranger Things, uno dei titoli di punta della piattaforma
Netflix, Harbour ricopre il ruolo di Jim Hopper, il protettivo
poliziotto che prende sotto la propria custodia la giovane Undici.
L’interpretazione di questopersonaggio da parte di Harbour è una
delle cose più apprezzate della serie, passando egli dall’essere
comico all’essere estremamente commovente, senza perdere la propria
aura di duro. Per la sua performance, l’attore è poi stato
candidato ad importanti premi, tra cui gli Emmy.
David Harbour è su Instagram
10. Ha un profilo Instagram
molto seguito. Nell’epoca dei social, anche David Harbour
ha deciso di stare al passo dei suoi colleghi attori, tanto da
aprire un proprio profilo Instagram, seguito da qualcosa come 6
milioni di persone. Dalla bacheca del suo account si evince quanto
David sia ricco di ironia e di autoironia, ma anche di come
nasconda un cuore ricolmo di amore e di affetto vero il suo
pubblico, la sua fidanzata e il cast di Stranger Things,
diventato come se fosse una vera famiglia.
Grazie a Empire, possiamo
godere della prima foto ufficiale di Avatar
2 che a sorpresa non mostra mondi immaginari oppure
creature aliene blu, ma un bambino umano. Si tratta del figlio
adottato di Jake (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana), si chiama Miles Socorro, aka Spider, ed è interpretato da Jack
Champion.
Miles è nato in una base militare su
Pandora ed era troppo piccolo per fare la strada del ritorno sulla
Terra, così è stato adottato da Jake e Neytiri, che ora hanno degli
altri figli Na’vi: Neteyam
(Jamie Flatters), Lo’ak (Britain
Dalton) e Tuktirey (Trinity
Bliss).
Il produttore del film, Jon
Landau, ha spiegato la dinamica familiare che troveremo
nel film:
“Jake lo ha preso con sé ma Neytiri lo ha
sempre visto come uno delle persone che ha distrutto la sua casa e
ucciso suo padre. Quindi le dinamiche familiari si basano su questo
assunto.”
First Look di Avatar 2, foto di Empire
Avatar
2debutterà
il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo
capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 18 dicembre 2026 e 22
dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
ATTENZIONE: L’articolo contiene
spoiler del film Spider-Man: No Way Home!
L’hype attorno all’uscita di
Spider-Man: No Way Home continua. Uscito
nelle sale italiane il 15 dicembre scorso, nel weekend ha incassato
13 milioni di euro: è il film con gli introiti maggiori del 2021!
Sarà la tripletta degli interpreti di Spider-Man o
il ritorno sullo schermo di altri personaggi cari al pubblico, come
MJ, Happy Hogan e May
Parker, sarà la coppia Tom Holland e
Zendaya o il periodo natalizio, ma l’ultimo
film Marvel è carico di
emozioni.
Ogni
personaggio ha la sua storia nel film: alcune finiscono bene
altre non hanno propriamente un lieto fine… Vediamo come si
sviluppano (e avviluppano) le linee dei protagonisti di Spider-Man: No Way Home.
Doctor Octopus
In Spider-Man: No
Way Hometorna Alfred
Molina a interpretare Otto Octavius come in
Spider-Man 2 (2004). Il film Marvel
riprende la storia del personaggio dagli attimi successivi
alla sua morte nel precedente film. Il Dottor Octopus
è inizialmente restio alle cure del nuovo Peter
(Tom Holland) nei suoi confronti, ma si lascia
aggiustare e affianca Holland nelle sue
imprese.
Inoltre, ha un ricongiungimento con
il Peter Parker del suo mondo in cui realizza che il
giovane ragazzo che conosceva è ormai cresciuto. Dopo aver perso
una delle sue armi meccaniche in battaglia, Otto torna
finalmente al suo mondo, una dimensione completamente rinnovata e
non più controllata da impulsi oscuri.
Goblin. In Spider-Man: No Way Home
è in prima linea
Quello di Willem
Dafoe non è l’unico personaggio ad avere una doppia
personalità, ma il gioco tra Norman Osborn e
Goblin è al centro di Spider-Man: No Way
Home.
Dopo
aver inflitto un colpo fatale al Peter Parker di Holland,
con l’uccisione della zia, Goblin affronta l’Uomo Ragno
alla Statua della Libertà per una resa dei conti finale. Tom è a un
passo dall’ucciderlo prima che Spider-Man del mondo di
Norman intervenga.Peter
inietta la cura a Goblin e lo rende
nuovamente Norman, che subito si
mostra pentito. Inorridito dalle sue azioni, l’uomo fa ritorno nel
proprio universo con il suo Spider-Man.
Lizard.
Il nemico impazzito in Spider-Man: No Way Home
Nel film, incontriamo per la prima volta
Lizard nel momento in cui ha completamente perso
la testa: ha deciso di trasformare l’intera popolazione umana in
lucertole.Pe mettere in
pratica il suo piano complicato, si unisce a Norman, ma
viene infine battuto dagli Spider-Men.
Anche in No Way
Home, Parker mette in azione la cura che ha
creato in The Amazing Spider-Man per ridare a
Lizard la sua forma umana e far uscire Curt
Connors dalla cella del Sanctorum.
L’Uomo Sabbia
Figura alquanto marginale
nel film, Flint Marko (Thomas Haden Church) ha solo
un obiettivo: tornare a casa dalla figlia. Grazie all’unione
dell’intelligenza dei tre Spider-Men, è possibile creare
una cura che permette all’Uomo Sabbia di far ritorno in
modo permanente allo stadio umano.
Con No Way Home si chiude la storia di
Marko, iniziata in Spider-Man 3: l’uomo riesce a
ripiombare nel suo mondo e, presumibilmente, anche a ricongiungersi
con la bambina. Un happy ending per l’Uomo Sabbia.
Electro
Arrivando alla MCU, Max
Dillon viene investito di un nuovo tipo di potere che gli
permette di generare un corpo superiore a quello precedente: ora,
per Electro la sete di elettricità è altissima e si
scontra con l’idea di cura di Peter. Inoltre, grazie
a Norman, che crea un
reattore ad arco, il cattivo è ancora più forte.
Alla fine viene comunque
sconfitto dall’Uomo Ragno del suo mondo. Max è
devastato per che non si sente più “speciale” ma il suo
Peter, in una scena commovente, gli spiega che lo è sempre
stato, al di là del controllo sull’elettricità.
MJ, Ned e Flash Thompson
Dopo l’incantesimo di
Strange, i percorsi di Michelle Jones-Watson
(Zendaya), Ned Leeds e Flash
Thompson sembrano allontanarsi da quello di Peter.
Flash rimane all’M.I.T. e anche MJ e Ned
riescono a entrare nella scuola a cui ambivano, ma, contro la loro
volontà, sono costretti a non avere più nessun ricordo
di Parker. Almeno per il momento…
May
In Spider-Man: No Way Home,
la scena in cui zia May viene uccisa è di uno strazio
incredibile. Dopo essere stata colpita dall’aliante di
Goblin, continua a ripetere al nipote che sta bene, fino a
non farcela più. May è più ferita di quanto crede.
Muore tra le braccia di Peter, ma non prima di avergli
ricordato che con un grande potere viene sempre un’enorme
responsabilità. May, fino all’ultimo, ricopre il ruolo di
zio Ben nella MCU, è lei che mette
Peter sulla giusta strada che lo porta a essere un vero
supereroe.
Harold ”Happy” Hogan
Hogan arriva sulla scena e vede che
May è stata uccisa. Provando deisentimenti per lei, è affranto ma trova la forza
di supportare Peter: lo invita a fuggire prima che le
autorità possano arrestarlo.
Il braccio destro di Tony
Stark, ricompare nel finale con Peter sulla tomba di
zia May. Anche Happy, a causa
dell’incantesimo, non ricorda chi sia Parker. Gli chiede ignaro se conosceva May per
via di Spider-Man: il loro legame viene spezzato da
Strange in modo permanente.
Gli altri Spider-Man di No Way Home
Il ritorno di Tobey
Maguire e Andrew Garfield e delle loro
rispettive versioni di Spider-Man accanto a quella di
Tom Holland, è un evento davvero incredibile. Sono
essenziali entrambi: guidano l’eroe protagonista nella giusta
direzione e usano la loro conoscenza dei cattivi provenienti dai
due mondi per creare le cure adatte ad ognuno. La loro
collaborazione è magica e incanta qualsiasi fan di
Spider-Man. In un momento altissimo, le tre
versioni dell’eroe si scambiano un abbraccio, prima che ognuno
torni alla propria realtà.
Non ci sono molti cambiamenti per l’Uomo Ragno di
Maguire. Dal canto
suo, Garfield ha una nuova motivazione: la
possibilità di salvare MJ potrebbe essere utile a
farlo uscire dall’oscurità in cui è caduto da quando non è ha
potuto salvare Gwen Stacy.
Tom Holland / Spider-Man
Alla fine di tutto, il
mondo si ricorda di Spider-Man, ma nessuno sa che
Peter Parker esiste. Il volto sotto la maschera è sconosciuto a
tutti: gli amici, gli altri eroi, persino a Jameson.
Spider-Man non è dispiaciuto per ciò, anzi!
MJ e
Ned saranno più felici e al sicuro senza di lui.
Peter affitta un appartamento a New York e mette lì i pochi ricordi
della sua vecchia vita e, con indosso un nuovo simpatico costume fatto in casa,
si muove nella notte per combattere il crimine.
Quale sarà la prossima avventura dell’Uomo Ragno, resta
in sospeso. Per ora, deliziamoci, guardando e riguardando
l’incredibile storia raccontata in Spider-Man: No Way
Home.
Elio Germano è uno
di quegli attori per nulla convenzionali e senza peli sulla lingua.
Ha dimostrato molte volte al suo pubblico di essere un attore fuori
dagli schemi e di essere capace di interpretare ogni ruolo con
naturalezza, venendo apprezzato molto per questo. Il suo scopo è
poter fare un lavoro che lo apppaga e non per poter essere famoso,
riuscendo a dare vita, con talento ed impegno, a ruoli che ormai
sono rimasti nell’immaginario collettivo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Elio Germano.
2. Ha recitato anche in
televisione ed è anche sceneggiatore, regista e
produttore. Nel corso della sua carriera, Elio Germano ha
recitato diverse volte per il piccolo schermo: è apparso nei film
tv Cornetti al miele (1999), Il sequestro
Soffiantini (2002), Ti piace Hitchcock? (2005) e in
alcune miniserie come Padre Pio (2000), Per amore
(2002), Ferrari (2003), Paolo Borsellino (2004) e
Faccia d’angelo (2012). Inoltre, Germano ha sceneggiato il
film tv In arte Nino (2016), di cui è protagonista, e il
corto No Borders (2016, di cui è anche produttore) ed è
stato regista del cortometraggio Io sono Mabin (2015).
Elio Germano: la sua vita privata,
la fidanzata e i figli
3. Ha una vita privata top
secret. Tra interviste, red carpet ed eventi non c’è mai
stato modo di scoprire qualcosa sulla vita privata di Elio Germano.
L’attore si è sempre definito single e non ha mai fatto nomi o
rivelato dettagli circa le sue precedenti frequentazioni. Parecchie
volte, Germano ha definito di volere al proprio fianco una donna
santa, in grado di poterle stare vicino e che voglia crescere dei
figli con lui, dato il fatto che la sua vita è da nomade e che le
sue sono assenze continue.
4. Elio Germano è diventato
padre. Una notizia del genere è sconvolgente quando si
parla di un attore che tiene la sua vita sentimentale sotto chiave.
Quello che si sa, ad oggi, è che Germano si stia frequentando da
qualche anno con una certa Valeria, che di
professione farebbe la maestra elementare di sostegno. Di fatto,
Germano sta vivendo una storia come si era prefissato, cioè non con
un’attrice o con una persone del suo stesso ambiente “Non mi
metterei mai con una donna che fa il mio stesso mestiere. Invidio
quelli che riescono a farle durare a lungo, ma io non ce la farei.
Quando torno a casa devo staccare completamente e con un’attrice
rimarrei immerso nel lavoro fino al collo. Mi darebbe ansia, invece
nella coppia cerco stabilità”. Con la sua compagna, Germano ha
avuto un figlio, nato circa un anno e mezzo fa.
Elio Germano in
Alaska
5. Per Elio Germano, Alaska
è un film di formazione.Alaska racconta la
storia di Nadine e di Fausto, lei aspirante modella e lui
cameriere: i due si incontrano sul terrazzo di un albergo a Parigi
e tra loro nasce una storia d’amore turbolenta. Per Germano,
protagonista del film, Alaska non è altro che un film di
formazione, basato su dei protagonisti che non fanno altro che
percorrere una corsa ad ostacoli per poter raggiungere la felicità,
convinti come tutti noi che si possa trovarla nell’ambizione o nel
diventare qualcuno agli occhi degli altri.
6. Tiene tantissimo ad
Alaska. Il fatto che Elio Germano tenga davvero molto ad
Alaska non è una novità, tanto da averlo ammesso in
diverse interviste. Uno dei motivi principali che lo rende molto
protettivo, è il fatto che Alaska è un film completamente
originale, che non proviene dal successo di un precedente libro,
che si basa su un concept del tutto nuovo e pensato come un tipo di
cinema europeo, senza strizzare l’occhio a modelli e senza avere
limitazioni di alcun tipo.
Elio Germano a teatro in La mia
battaglia
7. Elio Germano è anche uno
stimato attore di teatro. Non solo cinema e televisione:
Elio Germano, infatti, è un apprezzatissimo attore di teatro e non
solo. Da poco più di un anno, l’attore romano sta toccando tutte le
principali città d’Italia con lo spettacolo La mia
battaglia, di cui è interprete, regista e co-autore. In questo
spettacolo, l’attore manipola gli spettatori, come un comico o un
ipnotizzatore non dichiarato, trascinando lo spettatore in un mondo
distopico e sulfureo.
Elio Germano in
Suburra
8. Elio Germano è stato uno
dei protagonisti di Suburra. Quando uscì al cinema,
Suburra si rivelò essere un film enorme, tanto da
diventare un vero e proprio cult. In questo film, Elio Germano è
stato uno dei protagonisti, interpretando Sebastiano che Germano
stesso ha definito appartenente alla categoria di non sa fare
niente e campa sulle spalle degli altri, dando vita all’aspetto
sociale che si sopravvive grazie agli altri, quando invece si
dovrebbe vivere di rapporti veri con persone fidate.
Elio Germano a Cannes
9. Elio Germano ha vinto il
premio come Miglior Attore a Cannes. Nel corso della sua
carriera, Elio Germano non si è fatto mancare mai niente, neanche i
tanti riconoscimenti che lo hanno eletto ad uno dei migliori attori
del nostro paese. Nel 2010, l’attore romano ha vinto l’ambito
premio al Migliore Attore al Festival di Cannes per il film La
nostra vita, ad ex aequo con Javier Bardem
per Biutiful.
Elio Germano in Un medico in famiglia
10. Ha recitato nella
celebre fiction. Nella seconda stagione della celebre
fiction televisiva Un medico in famiglia, con Lino Banfi tra
i protagonisti, è comparso anche Germano nei panni di Er Pasticca,
un amico tutt’altro che affidabile di Alberto. L’attore, all’epoca
ancora poco conosciuto ebbe qui modo di mettersi ulteriormente alla
prova, ottenendo a partire da quel momento grande notorietà.
Ormai quasi a conclusione della sua
prima stagione, che copre grossomodo l’intero primo romanzo del
ciclo letterario di Robert Jordan,
La Ruota del Tempo trova con gli episodi
La Fiamma di Tar Valon e Tenebre lungo le Vie la
sua quiete prima della tempesta. Rispettivamente sesto e settimo
episodio, di otto totali, questi si presentano infatti come i più
statici della stagione. Poco sembra avvenire, ma molti sono in
realtà i dettagli che preparano all’avventura vera e propria,
quella che una volta intrapresa non permette di tornare indietro.
Come già riportato nelle recensioni dei precedenti episodi
(La Ruota del Tempo, ep. 1, 2 3;
La Ruota del Tempo, ep. 4 e
5), la serie basata sui romanzi di Jordan e curata dallo
showrunner Rafe Judkins dà l’impressione di essere
una grande premessa per maggiori sviluppi futuri.
Nel corso dei precedenti episodi si
era fatta la conoscenza dei giovani Rand,
Perrin, Mat,
Egwene e Nynaeve, cinque ragazzi
dotati di straordinari poteri, i quali vengono chiamati
all’avventura da MoiraineDamordred (RosamundPike), strega appartenente alla potente
organizzazione delle Aes Sedai, la quale è alla ricerca del Drago
Rinato. Questi è un antico guerriero che ciclicamente si batte per
riportare l’ordine nell’universo, sconfiggendo le forze del male.
Solo uno dei cinque è il prescelto, ma ognuno di loro verrà
inevitabilmente coinvolto in questo scontro senza fine, vedendo la
propria vita cambiare per sempre. Dopo essere giunti alla
città-stato di Tar Valon, dove si erge la Torre Bianca delle Aes
Sedai, il gruppo è ora pronto a ripartire.
I preparativi prima del
viaggio…
Dall’arrivo di tutti i protagonisti
a Tar Valon inizia il sesto episodio di La Ruota del
Tempo, con il quale gli spettatori possono entrare
maggiormente a contatto con l’ordine delle Aes Sedai. Fino ad ora
presentato esclusivamente attraverso alcune delle sue principali
esponenti, si ha invece ora modo di conoscere la Madre al comando
di tutto. L’episodio è dunque scandito dalle informazioni che si
ottengono dai concili e dal privato delle Aes Sedai. Dalla loro
importanza nella storia al cambiamento del loro ordine nel corso
del tempo. La Fiamma di Tar Valon, di conseguenza, appare
essere l’episodio più statico della stagione, dove tutto sembra
fermarsi in vista di una ripresa dell’avventura.
Ciò non è da vedere come un
difetto, poiché appunto numerosi sono i preziosi elementi messi in
gioco e che certamente si ripresenteranno più avanti nel racconto,
come ad esempio lo stesso Logain Ablar, il Falso Drago interpretato
da Alvaro Morte.
Nonostante ciò, l’episodio potrebbe ugualmente apparire come quello
più difficile degli altri da digerire. Più che alla, poca, azione,
occorre dunque affidarsi alla bellezza di alcune immagini e delle
scenografie. L’austerità degli ambienti all’interno della Torre
Bianca è certamente utile per comprendere meglio la natura delle
Aes Sedai, le quali in più occasioni possono risultare ancora
particolarmente criptiche.
… verso il gran finale di stagione
Di particolare importanza appare
poi essere il settimo episodio, ovvero il penultimo della stagione.
Questo, dal titolo Tenebre lungo le Vie segna a tutti
gli effetti l’inizio del viaggio per il gruppo di protagonisti.
Lasciata Tar Valon, ci si sposta ora in ambienti nuovi, oscuri,
dove è facile incontrare tanto alleati quanto pericolosi nemici. Si
tratta di un momento del racconto che non può non ricordare, per
una serie di scelte di messa in scena, il momento della partenza
della Compagnia dell’Anello verso Mordor nel primo film de Il
Signore degli Anelli. Il paragone con quella trilogia
cinematografica è sempre dietro l’angolo, ma, come già evidenziato
per i precedenti episodi, per la La Ruota del Tempo sembra
si sia puntato adeguatamente su quelli che sono i tratti distintivi
di questo racconto.
Questo settimo è tuttavia un
episodio speciale anche per la rivelazione circa l’identità del
Drago Rinato. Un momento, ad essere sinceri, che data la sua
importanza avrebbe meritato una messa in scena più ambiziosa, che
facesse percepire il peso di questa scoperta. La cosa appare invece
quasi gettata via e poco tempo c’è per pensarci su, perché a quel
punto è più che necessario che mai rimettersi in viaggio. La
speranza è che, con l’ultimo episodio rimasto, La Ruota del
Tempo non affronti in modo sbrigativo altri momenti di
particolare rilievo come questo, vanificando la lunga preparazione
costruita fino ad ora. Specialmente ora che, acquisita familiarità
con i protagonisti e il contesto, si avverte un certo trasporto nei
loro confronti.
Non ha vinto la Concha de
Oro del 69º Festival Internacional de Cine de San Sebastián, ma
potremmo ritrovarcelo agli Oscar a competere per il Miglior Film in
Lingua Straniera. Coerentemente con il record delle venti
candidature ai Premi Goya ricevute, la Spagna ha preferito proporre
all’Academy Il capo
perfetto di Fernando León de Aranoa (I lunedì al
sole, Escobar), piuttosto che il Madres
paralelas di Pedro Almodóvar – film di
apertura di Venezia 78 – o il Mediterráneo di
Marcel Barrena, premiato dal pubblico alla Festa
del Cinema di Roma.
E con ragione, senza
nulla togliere ai contendenti. Quello che dal 23 dicembre BiM
distribuisce nelle sale italiane italiane è a tutti gli effetti un
film solido, compiuto, equilibrato e con un protagonista
incredibile a dirigere un’orchestra di personaggi e un intreccio a
metà tra certe pietre miliari nazionali e il film di genere
statunitense. Una rappresentazione solo apparentemente grottesca,
anzi molto realistica e nuda di una realtà popolare, in tutti i
sensi.
Di che
parla Il capo perfetto
Siamo nella provincia
madrilena, nella fabbrica della storica azienda di bilancie
industriali di Julio Blanco, padre padrone della piccola comunità
che gira intorno alla compagnia, attento e disponibile nei
confronti di ogni suo dipendente, con i quali cerca di mantenere un
rapporto umano e quasi familiare. Ma nella settimana in cui
dovrebbe ricevere la visita di una ispezione della commissione che
dovrà assegnare un premio di eccellenza locale tutto sembra
concorrere al peggio. Disposto a qualunque cosa pur risolvere i
problemi dei suoi dipendenti, affinché non riducano la produttività
e gli consentano di aggiudicarsi l’ambito riconoscimento, Blanco
inanella una serie di interventi dei quali rischia di non essere in
grado di valutare o gestire le conseguenze.
Una
Roulette spagnola
Presentato – e venduto –
come commedia, il film non merita di esser contenuto in una
definizione tanto rigida. La grande interpretazione dell’attore
spagnolo ce lo mostra in continua trasformazione (anche fisica) e
capace di cambiare registro alla costruzione del regista con ogni
sua singola espressione. Facendo sì che dramma, farsa o denuncia si
alternino in una roulette che per tutto il film attendiamo si
fermi. Un crescendo nel quale vediamo aggiungersi maschere alla
tragedia, a complicarsi le soluzioni previste ai problemi, dai più
semplici ai più complessi. E la cui sperata quadratura del cerchio
sembra sempre più difficile dal concretizzarsi.
Dall’ex dipendente,
all’amico di infanzia impazzito di gelosia, sua moglie, il supposto
amante, una segretaria che nasconde segreti e la giovane stagista,
il teatrino scorre davanti ai nostri occhi come ineluttabile. E
anche la sicurezza ostentata dall’esperto Blanco – pronto a
pontificare di bilance ed equilibrio quanto a oscillare tra
assolutismi e relativismo – si conferma come apparente. Soprattutto
quando messa alla prova dalla vita reale, nei brevi siparietti con
la moglie, completamente esterna al suo microcosmo (o campo giochi,
che dir si voglia).
Una
umanità che conosciamo molto bene
Viene da pensare al
nostro Ettore Scola più che al realismo magico di
certa tradizione di lingua ispanica, soprattutto per le piccolezze
dell’essere umano che colorano la rappresentazione. E che riescono
a farci ridere amaro di fronte alla ferocia di situazioni che
conosciamo o riusciamo a figurarci fin troppo bene. L’assurdo è
quello della realtà, in fondo, e nasce dalla mania del controllo,
dal senso di disperazione e di superiorità che sempre più ci
circonda.
Ed è un peccato che nella
traduzione del titolo si perda la varietà linguistica del
riferimento originale. Non solo, e non tanto all’aspetto padronale
e gerarchico reso dal più generico “capo” forse per pudore
nell’utilizzare termini poco consoni alla moderna sensibilità
sindacale. Quanto alla presentazione del nostro protagonista come
“difensore” e “modello” per i suoi sottoposti, quasi “un santo”
(patrono, appunto) cui rivolgersi con le proprie preghiere o
desiderata. Tutti significati che aumentano lo spaesamento nel
seguire questo soggetto gattopardesco, tanto magnetico e ipnotico
quanto ridicolo e inquietante nel suo attraversare relazioni,
sentimenti e principi sui quali lui stesso sembra credere
sinceramente di aver basato la propria esistenza e successo.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU SPIDER-MAN: NO WAY HOME
Spider-Man:
No Way Home costituisce a tutti gli effetti il
capitolo conclusivo della prima trilogia dell’MCU incentrata
sull’arrampica-muri e, per il grandioso
Tom Holland, questa potrebbe trattarsi in ultima
istanza del suo definitivo saluto al personaggio di Peter
Parker… in qualsiasi universo.
La produttrice del franchise
Amy Pascal ha suggerito che un’altra trilogia sul
nostro Spidey è in lavorazione (facendo poi rapidamente marcia
indietro), mentre il CEO della Sony Pictures
ha confermato che c’è un accordo in atto per i Marvel
Studios per concedere all’amato Spider-Man almeno un’altra
prossima apparizione. All’apparenza, ci sono quindi state
dichiarazioni fuorvianti su ciò che accadrà prossimamente, ma in
che modoSpider-Man:
No Way Home potrebbe impostare il futuro dell’iconico
personaggio sul grande schermo?
Qui di seguito, abbiamo analizzato
tutto ciò che accade alla fine del film, soffermandoci nel
dettaglio sugli step necessari per il nostro Peter per poter
superare ogni ostacolo gli si palesi dinanzi e procedere con la
rinascita dell’ineguagliabile Uomo Ragno.
Come prima cosa, ecco un po’ di
background…
Con un piccolo aiuto da
parte dei suoi amici, Spider-Man riesce a
sconfiggere i cattivi approdati nel MCU
da altre realtà. Tuttavia, il Multiverso comincia a sfaldarsi e
chiunque sappia che sotto la maschera dell’arrampica-muri c’è Peter
Parker, irrompe in scena… in un epico scontro finale.
Attraverso le crepe nella
multiverso, scorgiamo le sagome di personaggi come Kraven
il Cacciatore, Rhino e
Scorpion (tra gli altri), e diverrebbe impossibile
contrastarli se se non si riuscisse a far qualcosa per fermare lo
squarcio temporale. L’unico modo per risolvere questo marasma è
portare a compimento l’incantesimo di prima, ma c’è un tragico
colpo di scena che subentra nella narrazione…
Addio Peter Parker
Completare l’incantesimo
può sì riparare il Multiverso, ma significa che il mondo
dimenticherà l’esistenza di Peter Parker. Tutti coloro che hanno
conosciuto e amato l’adolescente non avranno alcun ricordo di lui,
anche se il mondo ricorderà ancora la figura
Spider-Man. Dopo un addio strappalacrime ai
compagni MJ e Ned (che vede la
prima dichiarare il suo amore per il nostro eroe),
Peter giura ai suoi amici che si ricongiungeranno
più tardi e gli racconterà tutto.
Doctor Strange
termina l’incantesimo, e riporta immediatamente i cattivi nelle
loro rispettive realtà. Le crepe nel Multiverso si estinguono, e
l’equilibrio sembra inizialmente ristabilito. Più tardi troviamo
Peter che visita la tomba di sua zia May:
Happy Hogan quindi appare e chiede a Peter come
abbia conosciuto May Parker; chiaramente non ha
alcun ricordo del ragazzo per il quale è diventato una specie di
figura paterna, anche se l’arrampica-muri conserva i suoi ricordi
della vita prima dell’incantesimo.
L’Ultimo Sacrificio
In una New York innevata,
Peter rintraccia MJ nella tavola
calda in cui lavora e prova a leggerle una lettera che ha scritto e
che spiega tutto ciò che è successo. Entra nel negozio e parla con
una MJ che chiaramente non ricorda nulla del
ragazzo che si presenta come Peter Parker: egli
inizia a raccontare la sua storia quando arriva
Ned, che si rivolge subito a MJ:
sono eccitati all’idea di andare insieme al MIT, e sembra che Peter
cominci ad avere delle riserve sul farsi avanti con quello che ha
promesso. Proprio mentre sta per iniziare a leggere la sua lettera
a MJ, Peter nota il cerotto sulla sua testa, a causa delle ferite
che ha subito alla Statua della Libertà.
Dicendo che la vedrà in giro,
Peter fa la sua uscita di scena, anche se
MJ sembra in un qualche modo rimembrare qualcosa…
Chiaramente, l’eroe si rende conto che i suoi amici vivranno in
condizioni più sicure e serene senza di lui, non potranno mai
essere minacciati.
Un fantastico nuovo inizio
A New York,
Peter entra nel suo nuovo appartamento. È piccolo
e un po’ spartano, ma l’eroe sembra soddisfatto; con alcuni ricordi
della sua vita passata (tra cui una minifigure LEGO
dell’Imperatore Palpatine dal set della Morte Nera), vediamo che
Parker ha sfruttato una macchina da cucire per
farsi un costume. Identico a quello che indossa la sua controparte
dei fumetti – è relativamente simile nel colore alla tuta dell’era
“Parker Industries” senza il logo incandescente/finitura
metallica: questo è un costume senza Il meccanismo Stark e più
simile a quello che abbiamo visto indossare agli
Spider-Man di Andrew Garfield e Tobey Maguire.
Ascoltando una stazione radio della
polizia, Spidey entra in azione e si fa largo in
una Grande Mela innevata per combattere il crimine. Con ciò,
Spider-Man si trova in una posizione per cui dove
potrebbe essenzialmente essere riscritto al di fuori del MCU
e apparire nei film Marvel della
Sony come un normale Spidey senza
l’ausilio della Stark Tech. Tuttavia, c’è chiaramente
ancora un posto per l’eroe in questo mondo condiviso…anche se come
uno Spider-Man più accurato e vicino ai
fumetti!
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU SPIDER-MAN: NO WAY HOMESpider-Man: No Way
Home è arrivato finalmente nei cinema di tutto il
mondo, dopo una lunghissima attesa! Se avete visto il film o
semplicemente non vedete l’ora di scoprire cosa succede, ecco un
riassunto delle maggiori rivelazioni del film e i momenti migliori
di questo progetto mirabolante.
Nonostante le fughe di notizie
precedenti al debutto in sala del film, le sorprese in sala sono
state numerosissime e hanno scatenato l’entusiasmo di tutti i fan!
Spider-Man: No Way Home è un film dalla portata
completamente differente rispetto a qualsiasi pellicola Marvel, per questo vale la pena
analizzare nel dettaglio i frangenti più significativi! Preparatevi
per imbattervi in un articolo… nel multiverso degli spoiler!
Non più Stregone Supremo…
Doctor Strange è stato una
delle vittime del blip di Thanos in Avengers: Infinity War, ma non ci siamo mai
soffermati abbastanza su Wong…sopravvissuto al feroce attaccato del
Titano Pazzo sulla Terra: a questo proposito,
Spider-Man: No Way Home rivela proprio che, durante
quei cinque anni, egli è stato nominato nuovo Stregone Supremo del
MCU!
Proprio così, è Wong a comandare in
questi giorni, suggellando una dinamica con cui Strange sembra
essere in difficoltà. Questo potrebbe spiegare in qualche modo il
suo ruolo in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, e
perché è stato lui a gestire le conseguenze di quel film insieme a
Bruce Banner e Captain Marvel.
Alcuni cognomi familiari
All’inizio del film, il
Controllo Danni arriva per interrogare Peter, Ned, MJ e May sul
loro ruolo nel presunto attacco di Spider-Man a
Londra. È a questo punto del film che finalmente scopriamo i reali
cognomi di Ned e MJ, che chiariscono entrambi chi dovrebbero essere
in realtà.
Ned è confermato come Ned
Leeds (il che non è affatto una rivelazione scioccante),
mentre apprendiamo che il nome completo di MJ è Michelle
Jones-Watson; quindi, la ragazza ha semplicemente sempre
scelto di omettere il secondo cognome, “Watson”.
No Oscorp nell’MCU
Quando Norman
Osborn arriva nel MCU, inizialmente
riesce a superare i suoi impulsi più oscuri, respingendo il Goblin
nei meandri più remoti della sua mente. Lui e Peter legano
rapidamente, ma quando si incontrano per la prima volta, Norman
descrive l’esperienza traumatizzante di approdare in una realtà
così diversa dalla sua.
È durante questa conversazione che
rivela che non c’è nessuna Oscorp nel
MCU e nessun Norman o Harry. Il nome “Norman
Osborn” chiaramente non significa nulla per Peter quando Doctor
Octopus lo menziona per la prima volta, quindi ogni possibilità di
una variante MCU del cattivo che compra la Stark
Tower e minaccia Spidey è svanita. Se i Marvel
Studios possedessero i diritti di Spider-Man,
l’MCU accoglierebbe certamente una famiglia
Osborn. Allo stato attuale, la porta è chiusa su quel fronte,
quindi è meglio sperare in Hobgoblin.
“Da grandi poteri…”
The Amazing
Spider-Man era stranamente simile a Spider-Man in molti
modi, specialmente per quanto concerneva la storia delle origini di
Peter. Tuttavia, il modo in cui il reboot ruotava
intorno alla frase dello zio Ben “Da un grande potere derivano
grandi responsabilità” è stato percepito come uno schema
ripetitivo, quindi i Marvel Studios hanno deciso
di allontanarsi da questa dimensione narrativa, il che è stato
abbastanza comprensibile; quello che non ci aspettavamo era che si
dimenticassero di Ben Parker.
Non è mai stato menzionato
direttamente nel MCU (la cosa più
vicina a lui è una realtà alternativa in What
If…?), e sono gli altri due Peter Parker che parlano
direttamente di lui qui. Tuttavia, quando zia May muore
tragicamente dopo essere stata attaccata dal Green Goblin, è lei
che impartisce questo pezzo di saggezza a suo nipote. Funziona nel
contesto del film, essenzialmente sostituendo May con Ben in questo
mondo; stiamo effettivamente cominciando a pensare che lo zio di
Peter sia appena morto nel MCU senza aver prima
ispirato suo nipote ad essere un eroe.
Un cenno a Miles Morales
Per quanto sarebbe stato
divertente vedere un Miles Morales in un
live-action di
Spider-Man: No Way Home, nessuno può biasimare la
Sony
Pictures (o i Marvel Studios, se è
per questo) per averlo voluto introdurre correttamente.
Vi è, comunque, un divertente cenno
all’esistenza del personaggio: quando Electro
viene sconfitto, si rivolge al suo Peter Parker,
dichiarandogli come si è sentito nell’apprendere chi si celasse
sotto la maschera e ammettendo che aveva sospettato/sperato che
l’eroe potesse essere una persona di colore. Max Dillon poi
sottolinea che è sicuro dell’esistenza di uno Spider-Man di colore
da qualche parte nel Multiverso, il che è un buon indizio che
potrebbe riportare in live-action…. un Miles in carne ed ossa – e
realmente esistente.
Peter e Otto Riuniti
Il Peter
del MCU
decide di provare a salvare i cattivi che affronta prima di
rispedirli nei loro rispettivi mondi perché, dopo essere stato
ispirato dalle parole di May, si rende conto che questo potrebbe
evitare la loro morte. Il chip inibitore di Doc Ock viene riparato,
e Otto Octavius viene riportato al suo vero io come risultato.
Durante la battaglia finale, l’ex
cattivo si presenta per dare una mano ai tre Spider-Man, e si
riunisce con il suo Peter. L’originale spara-ragnatele del grande
schermo si smaschera, e i due condividono un tenero momento in cui
Otto riconosce che il suo ex allievo è ormai cresciuto. È una scena
sorprendentemente convincente, e in qualche modo compensa la
mancanza di tempo sullo schermo che Spider-Man
condivide con il Green Goblin (anche se Norman si vendica di Peter
durante la battaglia finale).
Rimediare agli errori del
passato
Lo Spider-Man di
Andrew Garfield non ha mai avuto una risoluzione
adeguata alla sua storia, ma
Spider-Man: No Way Home tenta di rimediare in parte a
ciò; ancora devastato dopo la morte di Gwen Stacy,
Peter rivela che è diventato restio a servire il prossimo e non ha
lasciato spazio per una vita lontano dal costume rosso e blu.
Tuttavia, quando lo Spider-Man del
MCU
viene fermato dal Green Goblin per salvare MJ, è l’Amazing
Spider-man che entra in azione e le salva la vita. In lacrime, dice
a MJ che ora si sente finalmente bene, e non possiamo fare a meno
di immaginarlo volgere lo sguardo a quella che è effettivamente la
sua realtà, cercando di salvare così Mary Jane Watson del suo
mondo. Peter fa anche ammenda con Electro,
dicendo a Max che, anche senza i suoi poteri, lui è ancora speciale
e lo è sempre stato: questa è un’altra grande scena, che aiuta
Garfield a prendere possesso della scena cinematografica.
Aspettate, già lo
conosciamo…
Abbiamo menzionato gli
Spider-Man di
Maguire e
Garfield alcune volte, ma permetteteci di dirvi che nessuno dei
due è riuscito minimamente a deluderci. I loro rispettivi ritorni
sono stati gestiti perfettamente all’interno della narrazione, e
vedere i tre interpreti di Peter Parker condividere lo schermo non
è altro che un sogno che si avvera per la moltitudine di fan
dell’arrampica-muri.
Che si tratti del trio che discute
del potere organico di Peter o di un ritorno alle ferite di
Maguire in Spider-Man 2, ci sono
numerosi riferimenti ai loro rispettivi film nel corso della
pellicola. Chi avrebbe mai immaginato che avremmo visto lo
spara-ragnatele del MCU
dire al suo predecessore che ha combattuto un alieno nello spazio?
Scoprire un po’ di più su ciò che è diventato il Peter di
Tobey sarebbe stato bello, anche se sembra che
abbia ottenuto il suo lieto fine con la Mary Jane di
Kirsten Dunst (che, purtroppo, non appare).
Un Buon Avvocato
Il capo dei Marvel
Studios Kevin Feige ha confermato che Charlie
Cox sarà il Daredevil del MCU,
e l’Uomo Senza Paura fa il suo debutto in
Spider-Man: No Way Home. Il Matt Murdock di Cox è
effettivamente l’avvocato di Peter, anche se non c’è nessuna
battaglia in tribunale; invece, offre consigli all’adolescente
nell’appartamento suo e di May.
Spiegando che Peter ora deve
affrontare il tribunale dell’opinione pubblica, Matt avverte anche
Happy Hogan che potrebbe avere problemi legali (il loro scambio è
un modo divertente di riconoscere il periodo di Jon Favreau come
Foggy Nelson in Daredevil del 2003). Poi,
l’avvocato prende un mattone lanciato attraverso la finestra,
spiegando che è stato in grado di farlo – nonostante sia cieco –
perché è un “ottimo avvocato“. È un modo superbo per
reintrodurre Matt e speriamo che questa sia solo la prima di molte
altre apparizioni a venire.
Un Nuovo Costume
Non entreremo in troppi
dettagli qui, ma il nuovo costume di Peter è, senza dubbio,
spettacolare.
Realizzato dal diplomato (presumiamo
che si sia laureato dopo che il mondo ha dimenticato la sua
identità) con una macchina da cucire, questo classico costume rosso
e blu sembra essere il perfetto mix tra le tute di
Spider-Man e
The Amazing Spider-Man, con l’aggiunta del tocco moderno
MCU.
Soprattutto, Peter è ora libero dalla tecnologia Stark, e molto più
in linea con la sua controparte dei fumetti.
Considerato uno dei più grandi
successi della Pixar Animation Studios, il film d’animazione
Alla ricerca di
Nemo è ancora oggi un esempio perfetto di grande
intrattenimento per piccoli e adulti. La storia di un padre alla
ricerca del proprio figlio è quanto mai universale, e se come qui è
ambientata nei coloratissimi oceani del pianeta Terra, l’avventura
diventa ancor più vivace, sorprendente ed emozionante. Tanto fu il
successo che per anni si parlò di realizzare un sequel, senza però
che questo si concretizzasse mai, almeno fino al 2016. A 13 annni
dal precedente, è infatti arrivato in sala Alla ricerca
di Dory (qui la recensione).
Diretto nuovamente dal premio Oscar
Andrew Stanton, questo ripropone personaggi e
dinamiche simili al suo predecessore, con la differenza che, come
suggerisce il titolo, si va stavolta alla ricerca della pesciolina
blu Dory. Il film diventa dunque un modo per approfondire il
personaggio diAlla ricerca di
Nemo che più di tutti ha conquistato la simpatia del
pubblico. Si approfondiscono così le sue origini, portando
nuovamente gli spettatori nel meraviglioso oceano, riccco di colori
e nuovi personaggi tutti da scoprire. Apprezzato da critica e
pubblico, anche Alla ricerca di Dory si è dunque affermato
come un ottimo successo.
Con un incasso di oltre un miliardo
di dollari, a fronte di un budget di 200, è questo un film
stupefacente tanto a livello emotivo quanto visivo, con
un’animazione più curata e ricca di dettagli che mai. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama,
ai personaggi e al cast di
doppiatori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Alla ricerca di Dory: la trama del film
Come anticipato, il film racconta di
Dory, la simpatica pesce chirurgo blu. Quando era
piccola, questa si è accidentalmente separata dai suoi genitori,
perdendoli. A causa di un problema di perdita di memoria a breve
termine, gradualmente Dory finisce per dimenticarsi di loro,
smettendo dunque di cercarli. Un anno dopo aver incontrato il pesce
pagliaccio Marlin e aver contribuito al
ritrovamento del figlio Nemo, Dory vive ancora con
loro sulla barriera corallina. A un certo punto, improvvisamente,
si accende in lei il ricordo dei genitori e del luogo in cui viveva
con loro: Morro Bay in California.
Decide così di partire all’avventura
per andare a cercarli, pur con i suoi problemi di memoria. Davanti
a lei vi è però un’intero oceano, fatto di pericoli e meraviglie.
Per evitare che possa cacciarsi nei guai, Marlin e Nemo decidono di
accompagnarla. Lungo il tragitto, però, Dory metterà come sempre a
dura prova i nervi di Marlin, finendo con il causare una
separazione tra di loro. Consapevole di non poter lasciare da sola
Dory, il pesce pagliaccio si trova nuovamente a dover mettere da
parte il proprio orgoglio, partendo alla ricerca dell’amica, la
quale intanto si avvicina sempre di più alla sua meta e a nuovi
pericoli.
Alla ricerca di Dory: i personaggi del film
Protagonista assoluta del film è
dunque la pesciolina blu Dory, la quale è stata
eletta come uno dei personaggi più amati di sempre del mondo Pixar
e Disney. Su Facebook, infatti, la pagina a lei dedicata vanta ben
22 milioni di like. Si tratta inoltre del primo personaggio della
Pixar a presentare una disabilità, quella della perdita di memoria.
Tale tema è in realtà ricorrente all’interno del film, in quanto
anche altri personaggi presentano delle proprie disabilità. Vi è ad
esempio il polpo Hank, nuovo personaggio qui
introdotto, il quale presenta solo sette tentacoli invece che otto.
Ciò è dovuto in realtà all’impossibilità degli animatori di dotarlo
dell’ottavo, costruendo dunque un retroscena in cui questo gli è
stato staccato durante uno scontro.
Vi è poi Destiny,
lo squalo balena amica di infanza di Dory, la quale presenta una
forte miopia, mentre la strolaga Becky, che
aiuterà Marlin e Nemo a raggiungere Dory, presenta un lieve ritardo
mentale. Tutti questi personaggi, dunque, introducono e portano
avanti il tema della disabilità, la quale viene mostrata non come
un ostacolo ma semplicemente come un modo diverso di rapportarsi
con il mondo e con le proprie innegabili capacità. Tra i nuovi
personaggi si ritrovano poi
anche Charlie e Jenny,
i genitori di Dory,
mentre Marlin e Nemo
sono i già noti pesci pagliaccio protagonisti del primo film. Un
altro volto già noto che ricompare qui è la tartarua
marina Scorza, che trasporta i tre
protagonisti fino in California.
Alla ricerca di Dory: il
cast dei doppiatori americani e italiani
A dare voce al personaggio di
Dory, la sbadata pesciolina ora protagonista, vi è
la conduttrice televisiva EllenDeGeneres, la quale venne scelta per il film del
2003 dopo che il regista la vide improvvisare in televisione. È
stata proprio la DeGeneres a richiedere un sequel del film,
annunciandolo poi ufficialmente durante il suo programma
televisivo. In italiano Dory è invece doppiataa
da Carla Signorinis. Per il doppiaggio
dell’iperprotettivo pesce Marlin, vi è di nuovo
l’attore Albert Brooks. Questi rimase da subito
entusiasta del personaggio, apprezzando il suo essere un pesce
pagliaccio che non fa ridere. L’attore si dedicò così a puntare in
particolare su tale aspetto. In italiano il personaggio ha invece
la voce dell’attore Luca
Zingaretti.
Il giovanissimo Alexander
Gould, che aveva dato voce a Nemo nel
predecente film, era ora troppo grande per la parte, che è stata
dunque affidata a Hayden Rolence. In italiano, a
dar voce al personaggio, è Gabriele Meoni. Gli
attori Ed O’Neill, Kaitliny Olson
e TyBurrell danno invece voce
rispettivamente a Hank, Destiny e Bailey. Personaggi che in
italiano sono doppiati da Ugo Maria Morosi,
Francesca Manicone e Ambrogio
Colombo. Per i genitori di Dory, Jenny e Charlie, si
ritrovano nella versione inglese gli attori Diane Keaton,
nota premio Oscar, e Eugene Levy. In italiano i
due personaggi hanno la voce di Melina Martello e
Carlo Valli.
Alla ricerca diDory: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Alla ricerca di Dory grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di venerdì 30 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 3.
Volti di panno paffuti e
spaesati, topi e gatti arruffati che sembrano fuggiti dalla bottega
di un tassidermista folle, creature dalle strambe proporzioni,
insetti danzanti, una casa sinistra che riporta la mente a
The Others o Hill
House. Tutto questo nel trailer che annuncia l’uscita
della mini serie The House, su
Netflix dal 14 gennaio 2022, prodotta da Nexus Studios in
UK.
The house – le prime immagini
1 di 15
The house promette
di allontanare notevolmente gli orizzonti finora raggiunti
dall’animazione e in particolare di quella tecnica, per tanto tempo
bistrattate e tenuta nell’ombra, che è la stop-motion. Dopo serie
come Love, Death and robots, o Arcane, Netflix affranca
definitivamente un nuovo territorio di sperimentazione espressiva,
libero da schemi, contenuti e durate e non più relegato a contenuti
per bambini e ragazzi. Soprattutto conferma quanto la stop-motion
possa essere considerata l’anima nera dell’animazione, ancora una
volta al servizio di storie sinistre e perturbanti.
La serie, che vede
protagonisti i meravigliosi burattini realizzati da McKinnon &
Saunders, si compone di tre storie, tutte ambientate nella
stessa casa, ma in tempi diversi e con abitatori differenti.
Il primo episodio,
diretto da Emma de Swaef e Marc Roels, autori di
capolavori in lana cardata animata a passo uno, come Oh
Willy…, racconta le peripezie di una povera famiglia
del XIX secolo alle prese con il recupero dello status benestante
dei propri antenati, fidandosi di un misterioso benefattore.
Il secondo invece
descrive i problemi di un agente immobiliare dei nostri tempi alle
prese con ospiti sgraditi che incombono sulla vendita della casa ed
è diretto da Niki Lindroth von Bahr,
autrice del musical distopico animato The Burden, vincitore
di numerosi premi internazionali e di un premio Oscar.
Il terzo, della
vincitrice del premio BAFTA Paloma Baeza con Poles
Apart, si svolge nel futuro e la protagonista Rosa fa di tutto
per non abbandonare la casa, ormai fatiscente. Tra le voci spiccano
i nomi di Helena Boham Carter, Mia Goth e
Miranda Richarson.
Non rimane che aspettare
in trepidante attesa la data di uscita di The
house, ingannando il tempo guardando ancora una volta
quei film che hanno fatto uscire l’animazione stop-motion dal buio
delle cantine dell’est Europa e dalla schiavitù degli effetti
speciali, a partire da Tim Burton’s Nightmare Before
Christmas fino ad Anomalisa e
L’isola dei cani, o La mia vita da
Zucchina.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER DA SPIDER-MAN: NO WAY HOME
Il finale di Spider-Man:
No Way Home ci mette davanti al pericolo della rottura
del MCU, con il multiverso che sta per
collassare su se stesso e con le spaccature trai diversi mondi che
si aprono e che rischiano di far confluire nell’universo di
Doctor Strange e di Peter Parker/Tom Holland,
molti personaggi indesiderati, con conseguenze catastrofiche.
Il cielo si spalanca e da queste
spaccature spuntano delle sagome non meglio identificate, fino a
questo momento…. Le forme delle persone sono difficili da
distinguere, ma c’è un momento in cui la telecamera si sofferma
sulla sagoma di un uomo con una lancia, che potrebbe benissimo
essere Kraven il Cacciatore. Aaron
Taylor-Johnson interpreterà il cacciatore di trofei in un
prossimo progetto SONY, si tratta di uno dei più grandi nemici di
Spider-Man nei fumetti, quindi questo potrebbe essere il modo di
Sony di gettare le basi per il suo arrivo. L’apparizione delle
spaccature nel cielo fornisce effettivamente sia a Sony che ai
Marvel Studios una scusa generale per introdurre quasi tutti i
personaggi nel MCU: “Oh, sono passati attraverso la spaccatura
del multiverso e non sono stati rimandati indietro con tutti gli
altri”. Potrebbe essere una scusa plausibile che potremmo
sentire presto.
L’altra apparizione nella spaccatura
che riceve un’attenzione speciale è una forma ampia e massiccia che
potrebbe essere la Cosa, dato il prossimo reboot dei
Fantastici Quattro in produzione perso i Marvel
Studios, ma non solo. Una sagoma altrettanto grossa ci mostra un
omone con un corno sulla fronte che altri non è se non il
Rhino di Paul Giamatti da The Amazing
Spider-Man 2.
Notorious Pictures
ha diffuso il trailer di C’mon
C’mon, il nuovo film con protagonista il premio
Oscar
Joaquin Phoenix. Dopo essere stato presentato alla
Festa del Cinema di Roma, arriverà nelle sale
italiane C’mon
C’mon, scritto e diretto da Mike
Mills che, dopo un film ispirato a suo padre
(Beginners) e uno alla madre (Le donne della mia
vita), si cimenta in un’opera ancora più personale e per certi
versi più vicina alla sua esperienza vissuta: una storia che scava
nel rapporto tra adulti e bambini. Protagonista della pellicola è
Joaquin Phoenix, nei panni di un uomo di mezza età
che impara a prendersi cura di un bambino per la prima volta,
attraverso un viaggio che si trasformerà in una meditazione
sull’amore, la genitorialità e sull’andare avanti anche se non si
ha idea di cosa accadrà nel futuro. Nel cast anche Gaby
Hoffmann(Perdona e dimentica, Wild),
Scoot McNairy (Monsters, L’amore
bugiardo) e il giovanissimo Woody Norman.
C’mon C’mon arriverà a
marzo nelle sale italiane distribuito da
Notorious Pictures.
La trama
Joaquin Phoenix è Johnny, un
giornalista radiofonico molto preso da un progetto di lavoro che lo
porta in giro per l’America a intervistare i bambini sul futuro
incerto del nostro mondo. Sua sorella Viv (Gaby Hoffmann) gli
chiede di badare a suo figlio di 8 anni Jesse (Woody Norman),
mentre lei si occupa del padre del bambino, che ha problemi
mentali. Johnny si trova a legare con il nipote in una maniera che
mai avrebbe previsto, portandolo con sé in un viaggio da Los
Angeles a New York e New Orleans.
Ecco il trailer della seconda
stagione di Euphoria, con Zendaya
e Hunter Schafer, che arriverà su HBO a partire
dal 9 gennaio 2022. Creata, scritta e diretta da Sam
Levinson, torna con l’attesissima seconda stagione
Euphoria, la
premiata serie di culto con la vincitrice dell’Emmy Award
Zendaya di cui viene rilasciato oggi il teaser. La
seconda stagione Euphoriauscirà
in otto episodi su Sky e in streaming su NOW a partire dal 10
gennaio, in contemporanea con la messa in onda di HBO.
Tra le giovani vite che si
intrecciano nella città di East Highland, California, la
diciassettenne Rue (Zendaya) lotta per trovare la speranza mentre
prova a resistere alle pressioni derivate dall’amore, dalla perdita
e dalla dipendenza. Nel cast dei nuovi episodi di Euphoria ritroviamo
Zendaya , Hunter Schafer, Nika King, Eric Dane, Angus
Cloud, Jacob Elordi, Algee Smith, Sydney Sweeney, Alexa Demie,
Barbie Ferreira, Maude Apatow, Javon Walton, Dominic Fike, Storm
Reid e Austin Abrams.
Creatore e sceneggiatore,
Sam Levinson è anche produttore esecutivo;
produttori esecutivi sono Ravi Nandan, Kevin Turen, Will
Greenfield, Drake, Adel “Future” Nur, Zendaya, Hadas Mozes
Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna Levin; fra i produttori
Kenneth Yu; coproduttori sono Ashley
Levinson, Harrison Kreiss e Julio Perez.
Prodotta in partnership con A24 e basata sull’omonima serie
israeliana create da Ron Leshem e Daphna
Levin.
HBO Max ha diffuso il primo trailer
della speciale reunion di Harry Potter a vent’anni dal primo film.
Insieme a Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson,
parteciperanno alla reunion anche Helena Bonham Carter, Robbie
Coltrane, Ralph Fiennes, Jason Isaacs, Gary Oldman, Tom Felton,
James Phelps, Oliver Phelps, Mark Williams, Bonnie Wright, Alfred
Enoch, Ian Hart, Toby Jones, Matthew Lewis, Evanna Lynch, il
produttore David Heyman e i registi Chris Columbus, Alfonso Cuarón,
Mike Newell e David Yates.
Dopo il debutto alla Festa
del Cinema di Roma, il
documentario ‘Inedita’, diretto
dalla regista trentina Katia Bernardi e
realizzato in collaborazione con Trentino Film Commission,
andrà in onda su Rai 5 lunedì 27 dicembre in prima
serata.
Incentrato sulla
scrittrice Susanna Tamaro, il film vede la
partecipazione di Roberta Mazzoni, Lorenzo Tamaro, Vicki Satlow e
Marko Sosič, è prodotto dalla GA&A Productions
ed è stato realizzato in collaborazione con RAI Cultura e con
Trentino Film Commission, con il sostegno di Fondazione Luca e
Katia Tomassini e Montura.
Una delle scrittrici italiane più
lette di tutti i tempi, autrice di ‘Va’ dove ti porta il
cuore‘, caso editoriale da 18 milioni di copie vendute nel
mondo. Una donna di successo ma lontana dai riflettori, 30 anni di
carriera segnati da una sindrome invisibile che non le era stata
diagnosticata fino a pochi anni fa: Asperger. Un viaggio nei luoghi
e nel mondo creativo di Susanna Tamaro: un ritratto intimo e
scanzonato di una donna straordinariamente INEDITA che per la prima
volta si racconta senza filtri.
Trentino Film Commission:
Aperta nel 2011, la Trentino Film Commission promuove e sostiene le
produzioni cinematografiche, televisive e documentaristiche, sia
italiane sia estere, in grado di valorizzare e diffondere il
patrimonio culturale, ambientale e storico del territorio
trentino. La TFC offre alle produzioni supporto logistico
attraverso la ricerca di location, facilitazioni alberghiere, il
coinvolgimento di professionisti attivi sul territorio e il
reperimento di contatti sia con le pubbliche amministrazioni sia
con le forze dell’ordine.
Al contempo, la TFC è impegnata a favorire lo sviluppo
dell’industria audiovisiva locale e a proporre momenti formativi
che rendano i professionisti del settore presenti sul territorio
sempre più qualificati.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO
CONTIENE SPOILER SU SPIDER-MAN: NO WAY HOME
Ci sono alcune prove in
Spider-Man:
No Way Home che sembrano supportare la teoria che
Doctor Strange sia stato malvagio per tutto il tempo. Benedict Cumberbatch interpreta ancora
una volta Doctor Strange nel film MCU, ma questa volta non sembrava
essere proprio se stesso. Sin dal debutto dei primi trailer di
Spider-Man:
No Way Home, le azioni di Doctor Strange sono sembrate
sbagliate, in particolare il suo desiderio di aiutare Peter Parker
con un incantesimo che ha conseguenze così disastrose.
Oltre a ciò, la sua mancanza di
empatia per i cattivi raccolti dal multiverso sembra
particolarmente insolita per qualcuno che dovrebbe essere un
Vendicatore. Inoltre, Strange è distante per tutto il film, senza
che ci venga mai fornito il suo punto di vista.
Un’ulteriore conferma sulle prove
che Strange non fosse se stesso in Spider-Man: No Way Home è
l’intera sequenza di esecuzione dell’incantesimo stesso, che
attraversa le parti conosciute e sconosciute del multiverso. Wong
mette in guardia Strange sull’usare l’incantesimo, ma Strange lo
esegue comunque, come se fosse una cosa semplice. La mancanza di
spiegazioni a Peter prima di lanciare l’incantesimo, in particolare
con Peter che lo interrompe, e la mancanza di controllo di Strange
su ciò che sta facendo, suggerisce che qualcosa non va nel buon
dottore.
Doctor Strange è sempre stato
arrogante e competitivo
Il dottor Strange è sempre
stato un personaggio un po’ burbero, pieno di un’arroganza
sfacciata che deriva dai suoi giorni come chirurgo di successo. In
molti modi, questo è legato al fatto che il suo personaggio è
ambizioso, il che può avere risultati devastanti per qualsiasi
personaggio. Dopo il suo incidente d’auto in Doctor Strange, cerca
modi per guarire se stesso e quando viene esposto alle possibilità
di ciò che potrebbe imparare dallo Stregone Supremo, diventa
ossessionato dall’apprendimento e dalla padronanza di quelle
abilità. Alla fine usa i suoi nuovi doni a fin di bene, ma anche la
minima deviazione da ciò avrebbe potuto portarlo in una direzione
diversa.
Lo si vede di nuovo in Thor:
Ragnarok dove aiuta Thor e Loki a trovare il loro
padre, Odino, anche se tortura un po’ Loki con i suoi portali (un
altro indizio sulla propensione di Strange per la mancanza di
simpatia verso i cattivi). Le sue ultime due apparizioni in
Avengers: Infinity War e Avengers:
Endgame lo mostrano combattivo con Tony Stark,
nell’alterco sull’affermarsi sull’altro (che ribatte a tono), anche
se alla fine si setta sul quello che è un ruolo più eroico, dando a
Stark la risposta di cui ha bisogno per battere finalmente Thanos.
Alla fine ha sempre fatto la cosa giusta, ma la tendenza
all’arroganza potrebbe facilmente trasformarlo in un Doctor Strange
che imbocca la strada sbagliata, e c’è già un precedente per questo
nel MCU.
L’MCU ha già anticipato quanto
sarebbe facile avere un malvagio Doctor Strange
Il dottor Strange che
diventa malvagio è già stato esplorato nel MCU nella serie Disney+What If…? dopo
che la conseguenza del suo incidente d’auto non sono le mani
maciullate ma la morte di Christine Palmer (Rachel McAdams). La
storia alternativa di quella storia vede Strange ancora alla
ricerca delle arti mistiche, ma diventa ossessionato dall’idea di
tornare indietro nel tempo per salvare Palmer. Fa molti tentativi
di salvarla, ma la storia finisce sempre con la sua morte, un
risultato che non può accettare.
Inizia ad assorbire altri esseri
magici per diventare uno stregone onnipotente, deciso nella sua
missione di salvare Christine senza riguardo per le conseguenze.
Alla fine, diventa “Strange Supreme” e combatte il suo io buono,
che assorbe per ottenere abbastanza potere per salvare Christine.
Tuttavia, lei lo respinge nella sua forma malvagia; mostrando così
che ha distrutto l’universo per niente e lasciandolo a soffrire da
solo con il suo dolore e con ciò che è rimasto. Sebbene questa sia
solo una realtà, è una perfetta intuizione di quanto lontano
potrebbe spingersi Strange se si trovasse di fronte a un tale
dilemma nell’attuale MCU, un percorso verso il male totale e
completo.
Il comportamento di Doctor Strange
No Way Home sembra strano
Per qualcuno che è
diventato il nuovo erede al titolo di Stregone Supremo alla fine
del suo primo film da solista, Doctor Strange sembra aver perso il
suo tocco in Spider-Man:
No Way Home. Wong è il nuovo Stregone Supremo, poiché
ha assunto il ruolo quando Strange è stato fuori gioco per cinque
anni, dopo i fatti di Avengers: Infinity War.
Strange ha aiutato nella battaglia finale di Avengers:
Endgame, ma la sua abilità magica in No Way
Home non ha la sua solita precisione e concentrazione.
L’atteggiamento di Strange sembra quasi ribelle, in particolare
verso Wong quando avverte Strange dei pericoli di lanciare quel
particolare incantesimo.
Le sue azioni non tornano, e la sua
mancanza di umiltà nel rifiutarsi di ammettere di aver permesso che
l’incantesimo fosse manomesso dall’inizio suggerisce che non è se
stesso.
È anche strano che metta
l’adolescente Peter Parker a capo di una spedizione per radunare i
cattivi del multiverso. Potrebbe arruolare più stregoni per
contribuire a portare a termine il compito, o altri Vendicatori, ma
non lo fa, e la sua decisione di non farlo fa sembrare che stia
cercando di mantenere segreto l’incidente. Arriviamo a porci la
domanda: Doctor Strange aveva ulteriori motivi per cancellare la
conoscenza di Spider-Man? Per non parlare dell’apertura di un
multiverso per consentire ai cattivi di filtrare attraverso le
fessure dello stesso.
L’attitudine di Strange verso la
morte è molto sospetta
Quando i cattivi del
multiverso iniziano ad apparire, Strange non solo costringe
Spider-Man ad andare a radunarli, ma è pronto a mandarli
immediatamente a morire. Mentre Spider-Man, che incontra per la
prima volta questi nuovi cattivi in No Way Home, scopre che
possono essere riscattati o salvati, salvando potenzialmente molte
vite in altri universi, Strange è categoricamente contrario. Questo
alterco genera uno scontro trai due che sembra più una battaglia
tra il bene e il male che un semplice malinteso morale.
Avendo appena salvato metà
dell’universo, si potrebbe pensare che Strange sia disposto a
salvare più vite, ma in questo caso vuole semplicemente che i
villain spariscano premendo un pulsante. La sua posizione sulla
volontà di mandare queste persone alla morte non è mai
razionalizzata come “un bene più grande”, ma più come un problema
che semplicemente non vuole affrontare.
Strange è estremamente incline a
lasciar morire la gente, e anche alla fine, quando poi realizza il
suo incantesimo, lo esegue con la fretta di sistemare un pasticcio
che ha combinato, con l’ansia di farsi scoprire.
Il trailer di Doctor Strange 2
anticipa un malvagio Doctor Strange
Il più grande indizio di
un Dottor Strange malvagio arriva sotto forma di scena dei titoli
di coda, un teaser per
Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Strange
ha chiesto per la prima volta l’aiuto di Wanda Maximoff, alias
Scarlet Witch, che si è dilettata nelle arti oscure e ha causato
gravi danni durante gli eventi di WandaVision. Ma l’inquadratura
finale mostra Strange che affronta una versione malvagia di se
stesso che assomiglia in modo sorprendente a Strange Supreme di
What If…?.
Questa versione malvagia di Doctor
Strange dice: “Le cose sono appena sfuggite di mano”, il che
potrebbe certamente essere parte della sua spiegazione rivolta allo
Strange buono, in merito a ciò che ha causato la sua discesa nella
cattiveria. Questa scena anticipata del sequel contiene forse le
chiavi del comportamento di Strange in Spider-Man: No Way
Home, forse alludendo al fatto che è stato sotto
l’influenza di forze oscure per tutto il tempo, e sulla quali
potrebbe non aver avuto alcun controllo. Tutto sarà (probabilmente)
rivelato quando
Doctor Strange in the Multiverse of
Madness uscirà il 6 maggio 2022.
Ecco il trailer di The
Northman, il nuovo film di Robert
Eggers.
Robert Eggers, il
regista del film horror acclamato dalla critica, The
Witch, ha potenzialmente messo insieme un cast
stellare per il suo nuovo progetto, The
Northman, prodotto dalla New Regency.
La vincitrice dell’Oscar
Nicole Kidman, Alexander Skarsgård, Anya
Taylor-Joy di The Witch,
Bill Skarsgård, Björk e il candidato all’Oscar
Willem Dafoe fanno parte del cast, prodotto da
Lars Knudsen (Hereditary,
Midsommar).
The
Northman è descritto come una saga di
vendetta vichinga ambientata in Islanda all’inizio del X secolo.
Eggers ha scritto la sceneggiatura con il poeta e romanziere
islandese Sjón.
Presentato al Festival di
Cannes, The Lighthouse, con Dafoe e
Robert Pattinson, è invece il secondo film di
Eggers, che aspetta di essere ancora distribuito nel nostro paese.
Il film in bianco e nero è stato nominato miglior film alla
Settimana della critica e alla Quinzaine des Réalisateurs
di Cannes dalla Federazione internazionale dei critici
cinematografici.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU SPIDER-MAN: NO WAY HOME
Nonostante una campagna di marketing
concentrata e spesso intensa che ha rivelato alcuni enormi segreti,
Spider-Man: No Way Home è comunque riuscito a
proteggere i suoi 4 più grandi cameo.
Le premesse a Spider-Man:
No Way Home
Dopo Avengers:
Endgame e senza un progetto Avengers 5 annunciato con
certezza, la Fase 4 ha avuto molto lavoro da fare per competere con
il coronamento della Infinity Saga. Finora, i film di questa fase
sono radicati nella timeline del MCU, ma Spider-Man: No Way Home
cambia le carte in tavola. Potrebbe non essere impeccabile, ma c’è
un fascino nei suoi errori che è più che compensato da quanto sia
puramente divertente e gioioso. Il fan service intelligente e
giustificato del film è sorprendente, in particolare nell’uso di
volti noti.
Inevitabilmente, le apparizioni di
tre varianti di Spider-Man contemporaneamente saranno la più grande
novità di
Spider-Man: No Way Home e la fonte del maggior numero
di meme, a breve, ma ci sono altri cameo segreti da esplorare. E
tenere il passo con la logica multiversale e le complessità
canoniche presentate da queste apparizioni è sufficiente per
richiedere una guida su come accade tutto ciò che abbiamo visto nel
film. Ecco una guida ai cameo del film.
In che modo Tobey Maguire e Andrew
Garfield tornano in Spider-Man: No Way Home
Il marketing
di Spider-Man:
No Way Home ha abilmente nascosto la verità sul perché
i cattivi del multiverso di Spider-Man sono stati teletrasportati
nel MCU. I trailer suggerivano, dalle parole di Doctor Strange, che
i cattivi erano uniti nel loro destino di morire combattendo contro
Spider-Man, ma la realtà è leggermente diversa.
No Way Home rivela che i cattivi
sono attratti nel MCU dall’incantesimo fallito di Strange perché
sanno, ognuno nel loro universo, che Peter Parker è Spider-Man.
L’incantesimo è contenuto prima che ne arrivino altri, inclusi,
presumibilmente, milioni di zia May, MJ e Miles Morales, ma gli
Spider-Men di Tobey Maguire e Andrew Garfield vengono entrambi portati nel
MCU. Proprio come Spider-Man: Un Nuovo Universo,
ogni Spider-Man è stato trascinato contro la propria volontà ed è
stato poi attratto dalla ricerca dello Spidey dell’universo in cui
si trova.
Cosa è successo al Peter Parker di
Tobey Maguire dopo i film di Sam Raimi?
Mentre i cattivi
multiversali di
Spider-Man: No Way Home sono tutti coinvolti nell’MCU
al momento della loro morte, a parte Lizard di Rhys Ifans, che non
è mai morto e Sandman di Thomas Haden Church, che è sopravvissuto,
sia lo Spider-Man di Maguire che quello di
Garfield sono tratti da un momento successivo delle loro linee
temporali, rispetto ai cattivi morti.
Peter Parker di Tobey Maguire rivela che nel periodo
successivo a Spider-Man 3 di Sam
Raimi, ha lavorato duramente sulla sua relazione con MJ
Watson (Kirsten
Dunst) e la coppia è ancora insieme. È anche ancora un
eroe nel momento in cui viene portato nel MCU. Data l’età che
sembra avere, viene dallo stesso anno di No Way Home, nel suo
universo.
Cosa è successo al Peter Parker di Andrew Garfield dopo The Amazing
Spider-Man Movies
Lo Spider-Man di Andrew Garfield è più un racconto morale per
il Peter Parker del MCU, avendo trasformato il suo dolore per la
morte di Gwen Stacy in The Amazing Spider-Man 2 in
rabbia e quindi in un’oscurità dentro di lui. Garfield rivela allo
Spider-Man di
Tom Holland che la morte della sua amata ha
portato a un cambiamento nel modo in cui ha operato come un eroe,
cosa che fa ancora.
Il suggerimento non specificato è
che sembra che lo Spider-Man di Garfield uccida, cosa che i suoi
compagni eroi non hanno mai fatto di proposito. Quando è in grado
di salvare la MJ di
Zendaya dalla caduta dall’impalcatura della nuova
Statua della Libertà nel MCU, sembra finalmente riscattarsi e la
sua oscurità scivola via.
Gli Spider-Men di Maguire e
Garfield potrebbero tornare di nuovo?
Il finale di No Way Home
non sembra impostare un ritorno nel MCU per Tobey Maguire o Andrew Garfield, ma ci sarà sicuramente molta
buona volontà dietro qualsiasi spinta a vedere di più, anche nei
loro universi. La storia di Spider-Man di
Tom Holland è probabilmente passata oltre il loro
potenziale ritorno, ma il ritorno perfetto di
Maguire come Spider-Man potrebbe essere usato per portare Miles
Morales nello Spider-Verse di Sony, mentre
Andrew Garfield ha in sospeso una certa dose di affari
incompiuti, quando si arriva a Spider-Man.
Mai una performance così
eccezionale, quella di Garfield nel film di Spider-Man, è stata
così tragicamente intrappolata in film così mal eseguiti, e questo
diventa anche motivo di scherzo in No Way Home.
Daredevil di Charlie Cox ritorna in
No Way Home
No Way Home propone
subito una grande sorpresa, dal momento che nei primi minuti ci
mostra il ritorno dei Matt Murdock di Charlie Cox nel MCU, dopo la
cancellazione di Netflix. La rivelazione arriva almeno in Italia lo
stesso giorno dell ritorno di Vincent D’Onofrio come Kingpin
nell’episodio 5 di Hawkeye. Finora, non è chiaro se Daredevil
rimanga canonico, ma è bello vedere due delle parti migliori del
periodo Netflix del MCU tornare nella timeline principale.
Cox appare come consulente legale di
Peter Parker dopo il suo arresto per l'”omicidio” di Mysterio di
Jake Gyllenhaal in Far From Home,
spiegando (in modo alquanto sconcertante) che nessuna delle accuse
dovrebbe reggere. E come emozionante cenno al fatto che Murdock
potrebbe già operare come Daredevil nel MCU, anche se il suo canone
viene abbandonato, prende al volo un mattone lanciato attraverso la
finestra, attribuendo il gesto alla sua abilità di essere “un
grande avvocato”. È un momento così bello che puoi quasi perdonare
il fatto che il senso di ragno di Spider-Man non abbia percepito il
pericolo…
Il cameo di Tom Hardy/Venom in No
Way Home
Mentre la seconda scena
post-crediti di Spider-Man: No Way Home ha evitato
le solite convenzioni del MCU rivelando il primo trailer di
Doctor Strange In The Multiverse of Madness di
Sam Raimi, la scena a metà dei titoli di coda è
stata una risposta alla scena post-crediti di Venom
2.
Ciò significava che l’Eddie Brock di
Tom Hardy è apparso nel Messico del MCU, dove è
stato mostrato interrogare un barman locale su quanti supereroi
sono attivi nel MCU, mentre discuteva ubriaco con la voce di Venom
nella sua testa. È una piccola scena divertente che non conta molto
fino a quando Brock non viene riportato nel suo universo, lasciando
una piccola goccia di melma nera aliena sul bancone del bar e
preparando il possibile futuro di Venom nel MCU dopo No Way
Home.
L’account
Instagram ufficiale di Lexi Rabe, interprete
di Morgan Stark in Avengers: Endgame, ha rivelato
che la giovane attrice aveva un cameo in Spider-Man:
No Way Home che però è stato tagliato.
Nella condivisione di alcune
immagini dalla premiere del film con il cast del film, Rabe ha
detto che lo studio aveva precedentemente chiesto di usare la sua
immagine per il film, scelta che poi non ha raggiunto il cut
finale.
Empire Magazine ha
diffuso due nuove immagini molto affascinanti di The
Batman in cui compaiono i due protagonisti,
Robert Pattinson/Batman/Bruce Wayne e Zoe
Kravitz/Catwoman/Selina Kyle.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Taylor Kitsch ha
iniziato la sua carriera d’attore nel 2006 e in poco più di 12 anni
può vantare collaborazioni di un certo tipo. Certo, la sua è stata
una gavetta intensa, ma è riuscito a catturare la sua grande fetta
di pubblico. Nonostante il grande successo, Kitsch è rimasto sempre
con i piedi ben piantati a terra e a sempre cercato di dare il
massimo con le sue diverse intepretazioni.
Ecco, allora, tutto quello
che non sapevate su Taylor Kitsch.
Taylor Kitsch: i suoi film e i
programmi televisivi
1. Ha recitato in celebri
film. Kitsch debutta al cinema con Snakes on a
Plane (2006), con Samuel L.
Jackson. Recita poi in Il mio ragazzo è un
bastardo (2006) e The Covenant (2006). Nel 2009,
Kitsch diventa famoso con la sua interpretazione di Gambit in
X-Men: le origini –
Wolverine e, negli anni seguenti, lavora in produzioni
come John Carter (2012),
Battleship (2012),
Le belve (2012),
Lone Survivor (2013) e
The Grand Seduction (2013). Tra i suoi ultimi film vi sono
American Assassin
(2017), Fire Squad- Incubo di fuoco (2017) e City of
Crime (2019), con Chadwick
Boseman.
2. Ha lavorato in serie tv
di successo. Nel corso della sua carriera, l’attore ha
cercato di prendere parte a diversi film, ma non ha lavorato solo
sul grande schermo. L’attore, infatti, ha continuato a lavorare per
il piccolo schermo che lo ha accolto nei primi momenti della sua
carriera, prendendo parte a Friday Night Lights
(2006-2011), alla seconda stagione di True Detective (2015) e
alla miniserie Waco (2018). Nel 2014 ha invece recitato
nel film televisivi The Normal Heart, accanto agli attori
Mark Ruffalo,
Matt Bomer e Jim Parsons.
Nel 2020 ha recitato nella serie The Defeated, mentre
prossimamente comparirà in The Terminal List e
Painkiller.
3. È anche produttore,
sceneggiatore e regista. Nel corso della sua carriera,
Taylor Kitsch si è preso un momento per sé, cercando di esplorare i
territori della regia, della sceneggiatura e della produzione. Nel
2014, l’attore ha realizzato il suo primo cortometraggio intitolato
Pieces, di cui è stato sceneggiature, regista e
produttore. Da questo corto, Kitsch sta mettendo in piedi un
lungometraggio, del quale curerà la regia oltre che esserne anche
attore, anche se per ora non vi è un uscita prevista. Oltre a ciò,
l’attore canadese è stato produttore esecutivo della serie
Waco.
Taylor Kitsch e Brody Kitsch
4. Ha due fratelli
maggiori. Kitsch è nato a Kelowna, nella Columbia
Britannica. Sua madre, Susan Green, lavorava per il BC Liquor
Board, mentre suo padre, Drew Kitsch, lavorava nell’edilizia. I
suoi genitori si separarono quando aveva un anno e lui e i suoi due
fratelli maggiori, Brody e Daman,
furono cresciuti dalla madre in un parco di case mobili. Brody, in
particolare, è sempre stato di grande supporto nei confronti di
Taylor, aiutandolo ad intraprendere la sua carriera. L’attore ha
anche due sorellastre più giovani da parte di madre.
Taylor Kitsch in True
Detective
5. Taylor Kitsch si è
precipitato per apparire in True Detective 2.
Dopo la visione della prima serie di True Detective,
chiunque ne era rimasto positivamente impressionato e, quando si è
presentata l’occasione di poter partecipare alla seconda stagione,
Taylor Kitsch non ci ha pensato due volte. Pare, infatti, che
l’attore abbia preso il primo volo, precipitandosi da Nic Pizzolatto,
sapendo che stava cercando due ragazzi da inserire nella seconda
stagione.
6. Si trasformato
fisicamente per True Detective 2. La volontà di
poter partecipare alla seconda stagione di True Detective
è stata molto forte da parte di Taylor Kitsch, tanto che è rimasto
fermo un anno per poterne prendere parte a pieno. Per poter
interpretare il personaggio di Paul Woodrugh, Kitsch ha infatti
dovuto perdere una decina di chili e ha realizzato le riprese in
modo particolarmente intenso, tanto da terminarle nel giro di un
paio di settimane.
Taylor Kitsch è su Instagram
7. Ha un profilo
Instagram. Come per la maggior parte dei suoi colleghi,
anche Taylor Kitsch ha un aperto un proprio profilo Instagram,
inaugurandolo nel gennaio del 2018. Seguito da più di 324 mila
persone, il suo account pullula di foto di ogni tipo: sono molti i
post dedicati alla natura e alle bellezze che l’attore ammira nei
suoi viaggi, senza contare le numerose foto che lo vedono
protagonista dei propri progetti lavorativi e di momenti di
ordinaria quotidianità, concedendosi anche dei post nostalgia.
Taylor Kitsch: chi è la sua fidanzata
8. È stato fidanzato con
Rachel McAdams. Taylor Kitsch e Rachel McAdams
pare che si conoscessero già da qualche anno prima di trovarsi a
lavorare insieme sul set della seconda stagione di True
Detective. Nessuno, però, si era immaginato che tra i due
potesse nascere qualcosa: insomma, il set è stato anche questa
volta fonte di complicità, tanto da frequentarsi per circa un anno.
I diretti interessati non hanno rivelato mai nulla sulla vicenda,
mantenendo il più stretto riserbo. In ogni caso, la loro
frequentazione è durata poco, tanto che nella metà del 2016 la
McAdams già si frequentava con l’attuale compagno Jamie
Linden.
Taylor Kitsch è Gambit
9. Ha cercato di rendere
giustizia al personaggio di Gambit. Nel 2009, Taylor
Kitsch ha dato vita al personaggio di Gambit in X-Men: le
origini – Wolverine, cercando di dare il massimo. L’attore ha
rivelato di aver voluto entrare nel film e collaborare con Hugh Jackman
nel migliore dei modi, sentendo di aver dato tutto quello che gli
fosse possibile per impersonare Gambit.
10. Ucciderebbe pur di
interpretare nuovamente Gambit. Ormai sono anni che si
rincorrono voci su voci circa la realizzazione di un film su
Gambit, un po’ nello stile di Logan e di Deadpool. Anche se
Channing Tatum ha confermato da un pezzo di
esserne il protagonista, Kitsch ha espresso la forte volontà di
interpretarlo nuovamente, tanto che “ucciderebbe” per poterlo fare.
Ad oggi non sebrano esserci ulteriori sviluppi o notizie
riguardanti il progetto, che sembra essere andato incontro ad una
cancellazione più o meno definitiva.