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X – A Sexy Horror Story, la recensione del film

X – A Sexy Horror Story, la recensione del film

Potremmo considerare questo X – A Sexy Horror Story come un lungo preambolo, un omaggio agli slasher di una volta certo, ma soprattutto un grande spoiler di quello che sarà Pearl, il prossimo film della coppia Ti WestMia Goth (qui in un incredibile doppio ruolo), un prequel che il regista ha già filmato mentre realizzava l’horror che vedremo in sala dal 14 luglio, grazie alla Midnight Factory. E che, pur giocando con gli stilemi del genere e le sue derivazioni, offre un taglio diverso che sia gli appassionati sia i poco amanti della violenza nei film potrebbero riconoscere e apprezzare.

X – A Sexy Horror Story, quella casa nel bosco

Ma prima di tornare al 1918, impariamo a conoscere anche gli altri protagonisti, che vediamo entrare in scena dopo un incipit anticipatore del finale. Siamo nel 1979, quando un gruppo di giovani e ambiziosi filmmaker decide di realizzare un film per adulti nel Texas rurale. Sulla via per Hollywood, la prima tappa è però la sperduta fattoria di una coppia di anziani, timorati di dio e ancora molto innamorati.

Ma quando si spegne la tv, che trasmette ininterrottamente i sermoni di un predicatore locale, per i due diventa tempo di bilanci, e di tentazioni. Quelle che offre il set nella dépendance adiacente, dove altre tensioni si sviluppano e dove sta per scatenarsi una notte da incubo alla quale non sarà facile sopravvivere, e dalla quale nessuno uscirà indenne, in un modo o nell’altro.

Sesso, colpa, punizione

Il film promette di farci “godere da morire”, giocando sin dal titolo – mutuato sul successo recente del A Classic Horror Story di Netflix – con il contesto ‘X Rated’ costruito con generosità nella prima parte del film (grazie anche a Jenna Ortega, la prossima Mercoledì di Tim Burton qui arruolata tra le “Figlie del contadino”). Ma attenzione a considerarlo un porno horror di quelli che giravano mezzo secolo fa… Quando si spegne la macchina da presa dell’operatore in scena tutto cambia. Cedere agli istinti ha delle conseguenze, soprattutto negli horror – come si sa – e per quel che riguarda l’unità, della troupe e dell’azione. Che inizia a svilupparsi su più piani, spesso assecondati da Ti West con split screen interessanti e alternati.

Piano scopriamo che l’America profonda e puritana, le luci rosse, lo slasher sono solo scuse per raccontare i “tempi bui” in cui viviamo. Non senza un evidente gusto per l’allegoria e per la rivisitazione dei tanti stereotipi legati al Sogno Americano declinato alla californiana. Dall’X-factor agli stereotipi sulle “tipiche campagnole di mille film” (che promettono sorprese), ognuno chiede alla vita di essere speciale, una soluzione alle proprie frustrazioni, ma gli esiti sono spesso quelli più prevedibili.

X - A Sexy Horror StoryÈ la vita a far davvero paura

Come anche qui, per buona parte del film. Comunque allietato nel percorso da venature metacinematografiche, una divertente citazione di Shining, una spiazzante assenza di jump scare unita a momenti a effetto furbescamente non annunciati, un sottile e ironico senso di rivincita da parte del mondo animale e una crescente certezza dell’inutilità del pentimento, a prescindere dalla sua sincerità.

Non è tanto la dissoluzione a condannare noi peccatori, né l’integralismo religioso potrà salvarci dalla dannazione, e soprattutto non è la morte a far paura (a parte un paio di scene che metteranno a dura provo il vostro stomaco e la vostra incredulità)… Non quanto la vita. A lungo preparato, il colpo più ‘basso’ Ti West lo riserva per il finale, nel quale emergono con forza delusione e insoddisfazione, rancore e rimpianto, nostalgia e invidia, ma anche l’amore, la compassione e la sofferenza che deriva dall’impossibilità di essere di più. Fino alla maledizione definitiva, ineluttabile, inevitabile, con la quale tutti dovremo fare i conti.

SKY: presentata la line-up della prossima stagione

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SKY: presentata la line-up della prossima stagione

Con la prossima stagione televisiva, Sky porterà ancora una volta nelle case degli abbonati una grande varietà di contenuti, nel segno dell’eccellenza creativa e produttiva di sempre, con la libertà di fruirne come, quando e dove si preferisce, in modalità lineare, on demand o, per chi sceglie lo streaming, con NOW.

Titoli originali Sky e il meglio dei grandi brand internazionali, che abbracciano tutti gli ambiti, dalle serie tv ai grandi show, dal cinema ai documentari, dall’arte ai programmi per tutta la famiglia.

Sono 100 i titoli Sky Original, tra italiani e internazionali, di cui 60 solo italiani, proposti da Sky solo nel 2022: numeri che ne fanno la prima piattaforma pay per produzione di serie tv in Italia, con 26 titoli originali prodotti negli ultimi 3 anni.

La ricca line-up di contenuti originali, dopo Christian, Il Re, la seconda stagione di Diavoli e Blocco 181 nei mesi scorsi, vedrà il ritorno di Petra, il debutto di una novità assoluta come Il Grande Gioco, i nuovi episodi di Romulus e de I delitti BarLume, e le attesissime Call My Agent – Italia e Django. Inoltre, grandi novità in sviluppo si aggiungono alla lista dei progetti originali, frutto della forza produttiva e creativa europea di Sky Studios – da M. Il Figlio del Secolo e La città dei vivi, ai nuovi annunci: L’Arte della Gioia di Valeria Golino, Hanno ucciso l’Uomo Ragno, dramedy sulla vera storia degli 883 e Dostoevskij, con Filippo Timi protagonista diretto dai fratelli D’Innocenzo, con Sky per la loro prima serie tv.

A questi si aggiungono le numerosissime serie d’acquisizione, tra le più attese e premiate del panorama mondiale – la terza stagione di Succession e il primo capitolo del gioiellino HBO The White Lotus hanno appena fatto incetta di nomination agli Emmy Awards 2022 con addirittura 25 e 20 menzioni rispettivamente, più di qualunque altra serie tv quest’anno. Un catalogo amplissimo di circa 450 titoli complessivi l’anno, con 100 prime visioni assolute spalmate sui tre canali interamente dedicati alle serie tv: Sky Atlantic, Sky Serie e Sky Investigation. Si può scegliere tra le serie Sky Original, italiane e di gruppo, il meglio della serialità internazionale, dai franchise più iconici alle novità più attese, passando per i grandi classici, i titoli cult più di nicchia e quelli più mainstream. Un titolo per tutti, in arrivo il 22 agosto, in esclusiva e in contemporanea con l’America: House of the Dragon, attesissimo prequel de Il Trono di Spade. In attesa delle nuove stagioni di

Succession ed Euphoria, della Sky Original UK This England sui primi mesi da Premier di Boris Johnson e l’amatissima Yellowstone con Kevin Costner, solo per citarne alcune.

L’offerta di Sky Cinema

L’offerta di Sky Cinema mostra numeri non meno significativi: oltre 200 prime visioni l’anno e 2500 titoli cinema all’anno, che ne fanno l’offerta più completa in assoluto. Nei prossimi mesi è atteso l’arrivo di tanti nuovi titoli internazionali, tra i più grandi blockbuster e i film con protagonisti i volti più premiati, grazie agli accordi del gruppo Sky con tutte le grandi major, NBC Universal, Warner, Sony, Paramount, e con i distributori nazionali come Vision Distribution e Rai Cinema, ma anche Lucky Red ed Eagle. In arrivo, tra gli altri, Spider – Man: No Way Home, Belfast, Uncharted, Matrix Resurrections e Cry Macho – Ritorno a casa. Protagonista come sempre anche il grande cinema italiano, tra commedia e film d’autore, con un’offerta davvero pensata per le più diverse passioni cinematografiche, che spazia da Il sesso degli angeli di Leonardo Pieraccioni e Chi ha incastrato Babbo Natale? di Alessandro Siani a Leonora addio di Paolo Taviani. Senza dimenticare le collection come Petra e I delitti del BarLume, i film italiani targati Sky Original come The Hanging Sun – Sole di mezzanotte, I Viaggiatori, Rosanero e Beata te, e gli internazionali Operation Fortune, Blacklight e On The Line.

Anche per gli show di Sky è ai nastri di partenza una nuova eccezionale stagione. Un’annata su Sky Uno che si preannuncia ricchissima, tra titoli molto amati e ormai consolidati, le nuove attesissime edizioni dei flagship show X Factor, che si presenta con una squadra totalmente rinnovata, MasterChef Italia con i confermatissimi giudici chef, e i programmi che hanno esordito su Sky lo scorso anno lasciando subito il segno e diventando presto dei cult per il pubblico come Pechino Express e Quelle Brave Ragazze. Sky si conferma la casa dei grandi show italiani e internazionali: una casa che vuole essere inclusiva e per tutta la famiglia, sorprendente e originale, che parla un linguaggio mai banale.

Divenuto ormai un punto di riferimento per il mondo della cultura e per chi è alla ricerca di un racconto inedito, contemporaneo e autentico, Sky Arte, che quest’anno compie 10 anni, continua a valorizzare il patrimonio artistico e culturale nazionale e internazionale con grandi produzioni originali. Tra i titoli più iconici ritroviamo 33 Giri – Italian Masters o Grandi Maestri, ma anche le grandi novità come Napoli Magica, Rosa – Il Canto delle Sirene o la nuova serie Grand Tour.

E per un’offerta sempre più ricca e variegata nel factual entertainment, a solo un anno dalla nascita, due nuovi canali hanno rivelato la loro impronta. Sky Documentaries continua a essere il luogo perfetto per i documentari narrativi con storie uniche e originali. In arrivo grandi epopee sportive come quella tra i due grandi piloti di Formula 1, Villeneuve Pironi, o il ricordo appassionante dei Mondiali 2006. Oltre alle grandi biografie come The Princess su Lady Diana. In evidenza anche un intenso documentario che ripercorre la vita e la carriera di uno dei registi che hanno fatto la storia del cinema, Sergio Leone, con il ricordo emozionato di molti attori e registi italiani e internazionali.

Con la sua programmazione spettacolare Sky Nature ha aperto una finestra sul mondo della natura, cercando di sensibilizzare il pubblico su tematiche ambientali, valore centrale del Gruppo Sky, da sempre impegnato su questo fronte, oggi con la campagna Sky Zero. E continua a valorizzare il territorio italiano con titoli come Il Marsicano. L’Ultimo Orso, documentario sulla specie endemica d’Abruzzo e tra le 15 al mondo in via di estinzione.

Si rafforza la linea editoriale di TV8, il canale free to air di Sky, con tante nuove produzioni originali in palinsesto anche per la prossima stagione televisiva, che proporrà una ricca offerta tra nuovi programmi e grandi conferme. Tra gli altri, è atteso per l’autunno 100% Italia, un nuovissimo game show in access prime time condotto da Nicola Savino.

Storie potenti, originali, all’insegna del talento, davanti e dietro la macchina da presa. Dalla cifra distintiva unica e subito riconoscibile: grandi autori, grandi storie, i volti più amati dal pubblico e nuovi talenti a interpretarle, e la forza di un grande valore produttivo e creativo. Le serie Sky Original hanno, nel corso degli anni, ridefinito gli standard della serialità italiana, continuando a segnare un percorso fatto di storie forti e ambiziose.

A cercarle, finanziarle e svilupparle, la forza di Sky Studios, l’hub pan-europeo di produzione che porta sullo schermo le storie dei migliori talenti internazionali, intessendo collaborazioni creative con autori, produttori e interpreti tra i più rilevanti nel panorama artistico.

Tante sono le novità italiane dei prossimi mesi, a partire dall’amatissima collection con Paola Cortellesi dai romanzi di Alicia Giménez-Bartlett, Petra, in arrivo a settembre con quattro nuove storie ancora dirette da Maria Sole Tognazzi e con Andrea Pennacchi nel cast. L’autunno 2022 vedrà poi il debutto di una novità assoluta – Il Grande Gioco, sul mondo del calciomercato e dei procuratori sportivi, con Francesco Montanari di nuovo protagonista di una serie tv Sky a 14 anni da Romanzo Criminale – e il ritorno di Romulus, la serie di Matteo Rovere che, oltre la leggenda, prima del mito, ricostruisce la nascita di Roma come non è mai stato fatto prima.

Se diverse sono le serie tv attualmente sul set, fra cui le nuove stagioni di Christian e A Casa Tutti Bene – La serie, sono imminenti le riprese di tutti i nuovi progetti annunciati oggi, che andranno ad arricchire e a rendere ancora più varia e completa l’offerta seriale a brand Sky Original delle prossime stagioni: L’Arte della Gioia, debutto assoluto da regista di una serie tv di Valeria Golino, dallo scandaloso romanzo postumo di Goliarda Sapienza ambientato nella Sicilia rurale dei primi del 1900; Hanno ucciso l’Uomo Ragno, dramedy sulla storia di Max Pezzali e Mauro Repetto, gli 883, diretto da Sydney Sibilia (Smetto quando voglio); Filippo Timi protagonista della prima serie tv dei Fratelli D’Innocenzo, Dostoevskij, sviluppata internamente dal team italiano di Sky Studios. Tutti titoli che vanno ad aggiungersi a progetti già annunciati in avanzata fase di pre- produzione: M. Il Figlio del Secolo dal romanzo Premio Strega di Antonio Scurati (edito da Bompiani), sull’ascesa al potere di Benito Mussolini, La città dei vivi dal bestseller di Nicola Lagioia (Einaudi), su uno dei delitti più efferati che l’Italia ricordi, l’omicidio di Luca Varani, nonché diversi altri progetti ancora in fase di sviluppo.

Ma i prossimi mesi saranno all’insegna anche del cinema a brand Sky Original: da The Hanging Sun – Sole di mezzanotte di Francesco Carrozzini, dal bestseller di Jo Nesbø, con Alessandro Borghi, a I Viaggiatori, film di Ludovico Di Martino che vede protagonisti un gruppo di ragazzi che viaggeranno indietro nel tempo fino al 1939, nella Roma fascista di Benito Mussolini, senza dimenticare i tre nuovi film de I delitti del BarLume, la collection Sky Original di Roan Johnson ispirata al mondo dei romanzi di Marco Malvaldi che arrivata ormai alla decima stagione non smette di appassionare e divertire foltissime schiere di fan.

Il 2023 sarà l’anno di altre novità attesissime: da Call My Agent – Italia, adattamento del cult francese Dix Pour Cent, e Django, la rilettura in chiave contemporanea del classico western di Corbucci diretta (fra gli altri) da Francesca Comencini, a Unwanted, dal libro inchiesta di Fabrizio Gatti sul suo viaggio lungo le rotte dei migranti, “Bilal”, adattato da Stefano Bises. E ancora i graditi ritorni di molte delle apprezzate novità Sky Original di questi ultimi mesi: il supernatural – crime drama Christian, con Edoardo Pesce e Claudio Santamaria, e il family drama di Gabriele Muccino A Casa Tutti Bene, appena premiato come miglior serie dell’anno ai Nastri d’Argento 2022, nonché il ritorno de Il Re, il prison drama con Luca Zingaretti a breve sul set dei nuovi episodi.

Ferrari: Apple annuncia la nuova serie firmata Steven Knight e diretta da Stefano Sollima

Apple TV+ ha annunciato oggi la produzione della nuova, elettrizzante serie drammatica Ferrari, ispirata al bestseller di Luca Dal MonteFerrari Rex: Biografia di un grande italiano del Novecento“, che il New York Times ha definito “la biografia definitiva” sull’imprenditore visionario Enzo Ferrari. Ideata e scritta dal candidato all’Oscar Steven Knight (“See“, “Piccoli affari sporchi“, “Peaky Blinders“), la serie è attualmente in pre-produzione a Roma, in Italia.

Ferrari: quando esce e dove vederla in streaming

Ferrari in streaming arriverà nel 2023 su APPLE TV+

Ferrari: trama e cast

Cinque anni. Cinque piloti. Cinque morti. Una prova. In nome della passione, alla ricerca della pura velocità. Al centro di tutto un uomo titanico, complesso e poliedrico, che ha dedicato il suo genio alla missione di progettare l’auto da corsa più veloce della storia. Enzo Ferrari: il suo nome è diventato un vanto, un’aspirazione e infine una leggenda. Ma c’era una scia di tragedia e tormento lungo la strada. Tra il 1956 e il 1961, profondamente ferito dalla tragica morte del figlio primogenito Dino e da quello che considerava un tradimento da parte del suo pilota di punta Juan Manuel Fangio, Enzo Ferrari ricostruisce da zero la sua scuderia, selezionando cinque promettenti astri nascenti delle corse automobilistiche per puntare alla vittoria.

Le parole dei protagonisti

Sono entusiasta di raccontare una storia così evocativa su questo uomo leggendario e sul suo marchio iconico“, ha affermato l’ideatore, scrittore e produttore esecutivo Steven Knight. “La vita assolutamente straordinaria di Enzo Ferrari è stata definita dal suo drammatico viaggio personale e professionale, e ‘Ferrari’ è la celebrazione di un essere umano incredibilmente complesso e affascinante“.

Come italiano sono onorato di poter raccontare la storia di Enzo Ferrari, un fulgido esempio di eccellenza italiana“, ha affermato Stefano Sollima. “Attraverso il suo rapporto con il Ferrari Spring Team, i cinque piloti che Enzo ha ‘adottato’ nella sua scuderia dopo la perdita del figlio primogenito, esploreremo le qualità uniche, il grande genio e l’ossessione oscura che ha trasformato quest’uomo in una leggenda”.

Ferrari sarà diretto dal produttore esecutivo Stefano Sollima ed è prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una Fremantle Company (“The Young Pope”, “L’amica geniale”, “We Are Who We Are”), in coproduzione con Nicola Giuliano per Indigo Film (“La grande bellezza”, “Youth”) e Fremantle. I produttori esecutivi sono Lorenzo Mieli, Nicola Giuliano, Steven Knight, il premio Oscar Paolo Sorrentino (“La mano di Dio“, “La grande bellezza”, “Youth”, “The Young Pope”), Giulio Marantonio (“Kicks”), Lorenzo De Maio (“Without Blood”) e Stefano Sollima. L’autore di “Ferrari Rex: Biografia di un grande italiano del Novecento” Luca Dal Monte fungerà da consulente storico per la serie. “Ferrari Rex: Biografia di un grande italiano del Novecento” di Luca Dal Monte è edito da Giorgio Nada Editore e da Giunti.

Ana De Armas aggiorna su Ballerina, lo spin off di John Wick

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Ana De Armas aggiorna su Ballerina, lo spin off di John Wick

Ana De Armas annuncia che lei e il team di Ballerina hanno assunto una sceneggiatrice per il film. Secondo Elle, de Armas ha ritenuto fondamentale assumere una scrittrice per il progetto sin da quando si è unita alla produzione. Dopo aver intervistato “tipo, cinque o sei sceneggiatrici”, il team di Ballerina ha assunto l’attrice, regista e sceneggiatrice vincitrice di un Oscar Emerald Fennell. Dai un’occhiata alla dichiarazione completa di de Armas di seguito:

“Era davvero importante per me assumere una scrittrice, perché fino a quel momento, quando sono stata coinvolta nel progetto, c’erano solo il regista, Len Wiseman, e un altro ragazzo. E io ero tipo, ‘Non funzionerà. “Così ho intervistato, tipo, cinque o sei scrittrici. Abbiamo assunto Emerald Fennell, cosa di cui sono molto orgogliosa”.

Tuttavia, Ana De Armas non si sente a suo agio a definirsi un’attrice action, nonostante i suoi ruoli in No Time To Die, in questo progetto e in The Gray Man, che la vedono impegnata in scene d’azione molto impegnative:

“La verità è che non avrei mai pensato di diventare un attore d’azione. Non era il mio genere. Devi stare attento, perché non è quello su cui voglio concentrarmi. Non è qui che mi sento più a mio agio, a dire il vero, perché mi sento ridicola. E ci vuole molto lavoro.”

Nonostante questa sua difficoltà, c’è da dire che Ana De Armas è molto brava nelle scene d’azione, come conferma The Gray Man, al cinema ora e dal 22 luglio su Netflix.

Vendicatori: chi è il più forte? I fratelli Russo rispondono, prendendo in giro Hulk

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I registi Joe e Anthony Russo rispondono alla più grande domanda sui Vendicatori del Marvel Cinematic Universe prendendo in giro Hulk di Mark Ruffalo. Dopo la prima presentazione nel 2012, l’elenco dei Vendicatori si è continuamente allungato.

Dopo il successo di Captain America: The Winter Soldier, i fratelli Russo sono diventati i registi di riferimento del MCU, dirigendo alcuni dei film più significativi dei Marvel Studios in Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Essendo uno dei film con il maggior incasso di tutti i tempi, Endgame ha riassunto 21 film e ha gestito circa 36 personaggi nella loro ultima resistenza contro Thanos. Detto questo, i Russo sono probabilmente più adatti di chiunque altro per affrontare la questione di chi sia il più forte Vendicatore.

I Russo hanno recentemente partecipato alla Wired Autocomplete Interview per promuovere il loro nuovo film The Gray Man. Rispondendo alla domanda, “chi è il più forte Vendicatore secondo i fratelli Russo?” la coppia ha risposto dando risposte legittime e poi prendendo in giro l’incredibile Hulk. Leggi la citazione completa qui sotto:

Joe Russo: “A un certo punto abbiamo detto Wanda. Capitan Marvel in un altro punto. Poi Thor.”

Anthony Russo: “Certamente non ho mai detto che è Hulk”.

Joe: “Certamente non Hulk. Sarebbe in fondo alla lista. Come proprio sotto Groo il Vagabondo.”

Chissà cosa ne pensa Mark Ruffalo!

Marvel e fan-casting: come funziona davvero?

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Marvel e fan-casting: come funziona davvero?

Sarah Finn, direttrice del casting dei Marvel Studios, rivela come il casting dei fan influisca sul vero processo MCU. Ognuno ha una versione onirica di un personaggio con un attore in mente, ed è compito del direttore del casting trovare la persona perfetta per il ruolo che soddisfi la visione del regista e, si spera, catturi l’essenza del personaggio.

Mentre Robert Downey Jr. è ora sinonimo del personaggio di Iron Man, prima di essere scelto c’erano probabilmente forum di fan che parlavano di chi avrebbe dovuto interpretare l’eroe sul grande schermo che spingevano i registi ad andare in una direzione diversa.

Per i Marvel Studios, Sarah Finn ha guidato il casting di tutti i film del MCU e dei progetti televisivi Disney+, con l’unica eccezione di The Incredible Hulk. Finn è responsabile di aver visto il potenziale drammatico in Chris Evans nei panni di Captain America, nonostante abbia interpretato la Torcia Umana nei film dei Fantastici Quattro. Ha visto del potenziale in Chris Pratt e ha convinto il regista James Gunn a guardare la sua audizione. Ha trovato Iman Vellani e l’ha scritturata in Ms. Marvel segnando la nascita di una star. È tanto responsabile nel plasmare il successo del MCU quanto il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige.

In un’apparizione al podcast This Week In Marvel, Finn rivela la pressione che i fan-casting esercitano sulle loro decisioni creative. Rivela che, mentre sono divertenti da guardare e i creativi vogliono dare al pubblico ciò che vogliono, devono bilanciarlo con la storia che stanno raccontando. Sottolinea che il casting dei fan viene fatto senza sapere in quale direzione sta andando il progetto.

Secondo Finn, l’influenza che il fan-casting ha sulle decisioni definitive non è determinante. Certo gli studi sono a conoscenza di quello che vogliono i fan, ma prima di tutto le loro decisioni devono servire la storia che stanno raccontando, e quella storia non è tra le cose che i fan conoscono.

“Quindi penso che aggiunga solo quel senso di pressione, responsabilità e passione… E poi i fan, come stavi dicendo, ci sono le aspettative dei fan e, a volte, può essere fantastico e davvero divertente da guardare, ma a volte, le persone potrebbero non sapere che in realtà ci stiamo dirigendo in una direzione davvero diversa, quindi non è rilevante ciò che propongono, ma non possiamo davvero parlarne, speriamo che piacerà la nostra scelta, quindi ci sono anche cose che non possiamo condividere nel processo decisionale. Quindi quello che speriamo di fare è creare per gli attori una sorta di tabula rasa in cui possono entrare con il loro istinto e fare il loro miglior lavoro senza avere tutti quei pensieri e pressioni esterne su di loro, e poi lo scopriamo insieme.”

Tuttavia, sappiamo bene che quando c’è la possibilità di far felici i fan, Kevin Feige e i Marvel Studios la colgono senza indugio. La scelta di John Krasinski nei panni di Reed Richards di Terra-838 è il chiaro esempio di fan-service: una scelta che non porta nessun cambiamento nella storia sostanziale che il MCU sta raccontando, ma che fa felici i fan per un po’.

Aliens: un trailer del film montato come fosse stato realizzato oggi!

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Aliens, il capolavoro di James Cameron, ricco d’azione e militarista, ha ormai più di 35 anni, ma regge ancora incredibilmente bene lo scorrere del tempo. Per mostrare come sarebbe presentato il classico del 1986 nel mondo dei blockbuster moderni, l’utente di YouTube Michael Edwards ha pubblicato una nuova modifica del trailer realizzata nello stile di una clip del 2022.

Il risultato è da togliere il fiato e mostra in che modo, nonostante gli anni, Cameron fosse già avanti e ancora lo è:

Aliens – Scontro Finale: il trailer onesto del film del 1986

 

Black Panther: Wakanda Forever, Daniel Kaluuya non ci sarà

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Black Panther: Wakanda Forever, Daniel Kaluuya non ci sarà

Daniel Kaluuya non tornerà in Black Panther: Wakanda Forever. In precedenza, si presumeva che Kaluuya sarebbe tornato nel ruolo di W’Kabi, personaggio che ha interpretato nel primo film di Black Panther, come è stato confermato faranno Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross).

Ora, un tweet di Jacqueline Coley di Rotten Tomatoes rivela che Kaluuya non tornerà come W’Kabi in Black Panther: Wakanda Forever. Coley ha rivelato che Daniel Kaluuya ha annunciato che non sarebbe tornato in Black Panther in un’intervista, in cui ha spiegato che i conflitti di pianificazione delle riprese con Nope, di Jordan Peele, non gli hanno permesso di lavorare al film Marvel.

Questa notizia è sicuramente deludente, poiché W’Kabi era un personaggio centrale in Black Panther. Tuttavia, la scelta di Kaluuya di girare Nope piuttosto che il sequel di Black Panther ha molto senso. L’attore ha precedentemente elogiato Jordan Peele, attribuendogli il merito per avergli restituito la fiducia nel suo sogno di fare l’attore, dal momento che Get Out, il primo film di Peele in cui ha recitato da protagonista, gli ha regalato fama e successo, e anche la sua prima nomination agli Oscar. Tuttavia sarà interessante vedere come o se Black Panther: Wakanda Forever affronterà l’assenza di W’Kabi.

Cosa sappiamo su Black Panther: Wakanda Forever

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Thor: Love and Thunder, il “sacrificio” di Chris Hemsworth per Natalie Portman

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In occasione della loro presenza a Capital FM del Regno Unito, Natalie Portman e Tessa Thompson hanno risposto alle domande riguardo a Thor: Love and Thunder, film in cui interpretano rispettivamente Mighty Thor e Valchiria e in cui recitano al fianco di Chris Hemsworth.

Alcune di queste domande riguardavano proprio il protagonista, che ne è venuto fuori come una persona dolcissima e premurosa. Secondo Portman, il giorno in cui lei e Hemsworth avrebbero dovuto girare una scena di bacio, l’attore di Thor ha scelto di non consumare carne come gesto di gentilezza verso Portman, che è vegana. Thompson ha poi scherzato sul fatto che non pensava che potesse rinunciare a mangiare carne mentre rafforzava il concetto che Hemsworth sia proprio un bravo ragazzo.

Portman: “Il giorno in cui abbiamo avuto una scena del bacio, quella mattina Chris non ha mangiato carne perché sa che sono vegana. E lui mangia carne come ogni mezz’ora. Ad esempio, è stato così premuroso. Non è qualcosa che mi crea fastidio o rabbia, non sono preoccupata che la mia co-star mangia carne. È solo stato un gesto di premura da parte sua”. Thompson: “Non sapevo nemmeno che potesse fare a meno di mangiare carne. Praticamente mangia bisonti ogni mattina. È così dolce”.

Thor: Love and Thunder, leggi la recensione

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. Il film è uscito il 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il Macellatore di Dei (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

The Gray Man, l’incontro con i protagonisti del film Netflix

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The Gray Man, l’incontro con i protagonisti del film Netflix

Un cast stellare e due registi amatissimi sono stati gli ospiti della conferenza stampa di The Gray Man, il nuovo film Netflix, disponibile in cinema selezionati e dal 22 luglio in piattaforma. Anthony e Joe Russo, registi del film, hanno guidato la carica di volti noti che fanno parte del cast del film:  Ryan Gosling, Chris EvansAna de Armas, Rege-Jean Page, Jessica Henwick, Dhanush, Billy Bob Thornton, Julia Butters e Alfre Woodard hanno tutti condiviso le loro idee e riflessioni sul progetto che è stato girato in giro per l’Europa e che sarà sicuramente amatissimo dai fan dell’action puro. 

Il film omaggia gli action anni ’80, ma, nelle parole dei registi, parla anche all’oggi: “È una storia moderna, si connette con molte cose che accadono nel mondo adesso, i personaggi sono divertenti e profondi, hanno una sensibilità che oggi possiamo capire. C’è senso dell’umorismo in loro. È un film che riesce a parlare bene al pubblico contemporaneo.”

Protagonista del film è Ryan Gosling, che interpreta Six, il sicario della CIA che si mette contro l’agenzia e diventa lui stesso il bersaglio, un ruolo muscolare e di azione pura, che lo ha spinto oltre ogni limite: “C’è stato molto allenamento per il film, ma sono stato aiutato tanto dagli stunt-man. Mi hanno insegnato tanti stili di arti marziali differenti. Ho avuto tanti consigli tattici, tanti piccoli dettagli che non erano in sceneggiatura, ma che mi hanno suggerito loro. E poi ho corso un sacco, è stato un continuo allenamento di cardio”.

Suo antagonista d’eccezione è Chris Evans, che interpreta il villain, uno psicotico senza scrupoli e senza morale, vestito di tutto punto, con baffetti appuntiti e sorriso beffardo, anche lui molto ironico ma senza scrupoli. Lui che con i Russo era sempre stato soltanto Captain America, finalmente si può sfogare: “Essere un cattivo è un po’ più divertente rispetto al fare l’eroe, hai più battute divertenti e più libertà nell’interpretazione. Ma fare il cattivo diretto da loro due, di cui mi fido ciecamente, è stato ancora più bello. Ho potuto correre più rischi, avere più libertà, affidarmi maggiormente.”

The Gray Man, recensione del film con Ryan Gosling e Chris Evans

Ana de Armas non è nuova ai film con protagonisti delle spie, dal momento che ha recitato nell’ultimo 007 di Daniel Craig, ma questa volta per lei il personaggio era diverso, più carismatico e molto meno dentro gli schemi della femme fatale e letale. “Ero molto eccitata dal fatto che iRrusso avesser pensato a me per la parte, mi hanno presentato tutto il progetto via videocall e questo è bastato per farmi dire sì. Poi volevo lavorare con Ryan e Chris di nuovo, e mi è piaciuta tanto questa donna, cazzuta e senza paura.”

Un’altra donna molto importante per la storia, che ha meno scene d’azione ma è altrettanto determinante, è Alfre Woodard, che nel film è una specie di corrispettivo di M del franchise di Bond. Woodard afferma con candore qual è stato il motivo che l’ha spinta ad accettare il ruolo: “Volevo impressionare i miei figli con il cast con cui avrei lavorato, e girare in così tanti posti bellissimi. Solo dopo mi hanno detto che il mio personaggio sarebbe stato più sedentario. Ma ho comunque avuto modo di avere il mio grande momento di gloria!”.

Nei panni della vecchia spia, unico che resta fedele a Sia, c’è Billy Bob Thorton, che ha dovuto mantenere un delicato equilibrio tra l’uomo dell’intrigo e lo zio affettuoso: “Il mio personaggio è una spia di alto livello, devo essere a sangue freddo, ma allo stesso tempo, personalmente ha un punto debole, la nipote. La domanda che mi sono posto per interpretarlo è stata come rimani umano e coltivi le relazioni quando fai questo mestiere. Ma per quanto riguarda la parte di essere protettivo verso una ragazzina di 12 anni, quella mi è venuta naturale, perché sono un genitore.”

Dopo aver stregato gli spettatori di Bridgerton prima stagione nei panni del Duca, Rege-Jean Page si dà al lato oscuro del cinema, interpretando la mela marcia posta molto in alto nella gerarchia della CIA, un personaggio americano, per lui che è inglese: “Quando devo trovare un modo di parlare per un personaggio, cerco di trovare dei dettagli nella sceneggiatura che mi aiutino a costruirlo per bene, elementi dell’arredo, del suo abbigliamento che mi facciano capire bene chi è. Ho cercato le motivazioni che lo hanno spinto a essere così deciso e senza scrupoli. E questo è il mio processo, prima di capire come parla un personaggio devo conoscerlo.”

Jessica Henwick continua a corteggiare ruoli action, dopo Game of Thrones e Iron First, e questa volta ha l’occasione di esprimersi con un personaggio davvero interessante, che non va affatto sottovalutato: “Essere circondata da due cretini per così tanto tempo l’ha messa nei panni di chi cerca il suo modo per riscattarsi. Chi non avrebbe perso il controllo al suo posto?” Dice Henwick in merito ai personaggi di cui si circonda il suo, nel film.

Dopo averla vista brevemente in C’era una volta a Hollywood, Julia Butters è pronta a incantare i suoi compagni di cast con quello sguardo così limpido e intenso. Lei è la fanciulla da salvare, la ragazzina in pericolo che condivide con Sia un legame affettivo, come fosse una sorellina che non ha mai avuto, o il fratello che ha perso. Per Butters, il set di The Gray Man è stata principalmente un’esperienza formativa: “Lavorare con queste persone è stato delizioso. Guardare Chris sdoppiarsi in Llloyd oppure Billy prendersi al tempo di entrare nel personaggio. Ho cercato di osservare il più possibile per imparare tutto quello che potevo.”

Chiude il cerchio Dhanush, attore famosissimo nell’industria cinematografica indiana, qui al suo esordio a Hollywood: “Mi sono divertito a vedere come si lavora a Hollywood. Sono 20 anni che lavoro nell’industria indiana, ma qui è tutto diverso. Ho avuto l’opportunità di guardarmi come un novellino, è stato divertente. Sono molto grato ai Russo per avermi trovato e scelto.”

The Gray Man è disponibile al cinema, in sale selezionate, mentre dal 22 luglio arriva su Netflix.

Thor: i 10 migliori cameo di tutti i suoi film nel MCU

Thor: i 10 migliori cameo di tutti i suoi film nel MCU

L’atteso film del MCU Thor: Love and Thunder è finalmente arrivato nelle sale e il suo cast vanta alcuni cameo variegati, che vanno dalla figlia del protagonista Chris Hemsworth, India Rose Hemsworth, ad attori mainstream come Matt Damon e Melissa McCarthy.

Oltre al cameo di Stan Lee, un tempo immancabile, i primi film di Thor hanno ingaggiato rinomati maestri del fumetto come l’artista Walter “Walt” Simonson e lo scrittore J. Michael Straczynski.

Jeremy Renner – Occhio di Falco

Prima che Occhio di Falco si affermasse nel MCU e guadagnasse una propria serie originale Disney+, l’eroe ha debuttato nel franchise con un cameo non accreditato in Thor. Anche dopo che Nick Fury dello S.H.I.E.L.D. ha messo in sicurezza il perimetro intorno a Mjolnir, Thor si avvicina al suo mitico martello; a questo punto Occhio di Falco entra in scena preparandosi a scoccare la freccia.

L’arciere non la lascerà mai andare, ma è un cameo intrigante per inserire il personaggio nel contesto più ampio dell’MCU. Infatti, in una scena che dura solo pochi minuti, Jeremy Renner evoca già l’atteggiamento spietato del personaggio e la sua volontà di prendere ordini diretti senza fare domande.

Brett Goldstein – Hercules

L’interpretazione di Russel Crowe di Zeus in Love and Thunder può essere considerata come un cameo “esteso”. E se il film non adattasse già abbastanza i miti e le leggende greche, Brett Goldstein fa anche una breve apparizione in una scena post-credits nel ruolo di suo figlio, Hercules.

Il cameo non ci rivela molto, ma i fan di Ted Lasso potrebbero gioire. Famoso soprattutto per il ruolo del calciatore Roy Kent, testa calda di quella serie, Goldstein potrebbe portare su schermo un Hercules altrettanto irascibile. Per molti versi, il cameo è simile all’apparizione post-credits di Harry Style in Eternals. Sicuramente, l’MCU ha un grande potenziale per esplorare ulteriormente questi personaggi.

Melissa McCarthy e Ben Falcone – Attrice e direttore di scena di Hela

Mentre Nuova Asgard si trasforma in una destinazione turistica in Love and Thunder, gli attori teatrali del film precedente espandono la loro attività. Questa volta, la troupe locale mette in scena gli eventi di Ragnarok, con l’ingresso di Melissa McCarthy nel ruolo di Hela. In modo esilarante, interpreta il personaggio di Cate Blanchett con un tocco melodrammatico e distrugge persino un martello di scena.

È interessante notare che anche il marito e attore di McCarthy, Ben Falcone, appare fugacemente come direttore di scena dell’opera. Una volta terminata la rappresentazione, il cast e la troupe fanno un inchino al pubblico che applaude. A questo punto Falcone si intrufola sul palco e lo vediamo in piedi accanto a McCarthy.

Walt Simonson – Asgardiano alla festa

Per coloro che non conoscono i fumetti di The Mighty Thor degli anni ’80, Walt Simonson è il visionario che ha creato il personaggio preferito dai fan, Beta Ray Bill, e ha scritto quella che è considerata la migliore run dell’albo. Mentre Bill non è ancora apparso nel MCU, Simonson stesso ha fatto il suo debutto nel MCU nel primo film di Thor.

Simonson appare come uno degli invitati a un banchetto asgardiano, che sorride accanto a Sif. Questo cameo non aggiunge nulla alla narrazione, ma è un piacere vedere l’acclamato scrittore farsi una risata nel primo adattamento cinematografico di un personaggio a lui così caro.

Elsa Pataky – Donna lupo

Love and Thunder è stato un vero e proprio “affare di famiglia” per Chris Hemsworth, dato che il fratello, la figlia e la moglie fanno delle apparizioni nel film. L’attrice Elsa Pataky interpreta una Donna Lupo con cui Thor ha fatto l’amore e i tre finiscono per ululare alla luna come viene raccontato dalle sessioni narrative di Korg.

È particolarmente divertente vedere il duo comportarsi in modo stranamente romantico in un cameo apparentemente banale. Sarà comunque interessante approfondire la vita sentimentale di Thor ed esplorare altre avventure selvagge che i personaggi di Hemsworth e Pataky potrebbero aver vissuto.

Chris Evans – Loki travestito da Capitan America

Quando Thor e Loki si alleano per fuggire da Asgard in The Dark World, quest’ultimo si traveste in vari modi: il dio dell’Inganno mutaforma assume persino le sembianze di Capitan America per un breve minuto. Il risultato è affascinante, in quanto il pubblico non avrebbe mai visto Chris Evans interpretare un Capitan America in modo così “rilassato”.

Evans impersona Loki in modo perfetto, prendendo in giro il suo stesso personaggio e il suo prepotente senso di patriottismo eroico. La ciliegina sulla torta è l’osservazione di Evans: “Il costume è un po’ troppo. Così stretto!” con un sorriso ironico stampato in faccia.

Matt Damon, Luke Hemsworth, Sam Neill – Gli attori asgardiani

Quando Taika Waititi ha alleggerito il mondo di Thor con Ragnarok, ha portato sullo schermo alcune star inaspettate. In un’opera asgardiana che parodizza il turbolento rapporto tra Odino e i suoi due figli, Sam Neill, Matt Damon e Luke Hemsworth hanno interpretato rispettivamente le parti di Odino, Loki e Thor.

Sebbene Sam Neill e Waititi avessero già collaborato in Selvaggi in fuga (2016), questo cameo è interessante anche perché Jeff Goldblum, co-protagonista di Neill in Jurassic Park, si unisce al film per interpretare un eccentrico personaggio di supporto. Per quanto riguarda Hemsworth, il fratello maggiore dell’attore di Thor ha una straordinaria somiglianza con lui, che viene messa in evidenza quando indossa il costume del supereroe. Al contempo, l’overacting shakespeariano di Matt Damon si adatta alla natura manipolatrice delle buffonate di Loki.

J. Michael Straczynski – Camionista

Alla fine degli anni 2000, lo showrunner di Babylon 5 e famoso scrittore di fumetti J. Michael Straczynski ha sperimentato con il personaggio di Thor. Durante la gestazione, finì addirittura per spostare Asgard in Oklahoma, proprio come Thor si trasferisce in New Mexico nel film del 2011.

Oltre a contribuire alla storia, Straczynski ha anche un piccolo ruolo nel film di Kenneth Branagh: interpreta un camionista che cerca di sollevare la prima versione di Mjolnir. Mentre il martello di Thor rimane incollato al suolo nel New Mexico, l’autista dà il meglio di sé prima che lo S.H.I.E.L.D. prenda il controllo del luogo.

Stan Lee – Paziente di un reparto psichiatrico

Durante la sua vita, Stan Lee non ha lasciato nessun film del MCU senza un cameo. Sebbene anche lui appaia come camionista al fianco di J. Michael Straczynski in Thor, il veterano dei fumetti interpreta un paziente del reparto psichiatrico nel sequel.

La preparazione del cameo è di natura piuttosto scientifica: Erik Selvig spiega la fisica dei Nove Regni utilizzando un paio di scarpe come portali per il salto di dimensione. Quando viene rivelato che si trova in un reparto per pazienti anziani e mentalmente instabili, il personaggio di Stan Lee ignora completamente il discorso scientifico e chiede semplicemente le sue scarpe. I dialoghi in stile “deadpan” lo rendono uno dei migliori camei di Stan Lee nel MCU.

India Rose Hemsworth – Love

Fin dall’inizio di Love and Thunder, India Rose Hemsworth viene presentata come la figlia morente di Gorr, Love. Ma il personaggio prende nuova vita (letteralmente) quando, verso la fine, viene resuscitato e lo “zio Thor” agisce come tutore in assenza di Gorr.

Cucinare pancake, indossare stivali e andare in battaglia. Con la coppia padre-figlia di Chris e India Hemsworth che fanno tutto questo insieme nella vita reale, il film aumenta il fattore tenerezza con il suo finale.

Thor: le 10 armi più potenti brandite dagli dei

Thor: le 10 armi più potenti brandite dagli dei

In Thor: Love and Thunder, ci sono alcuni personaggi che appartengono ad un livello superiore: oltre agli eroi e ai nemici superpotenti, primo tra tutti Gorr il macellatore di dei (Christian Bale), non manca un vasto compartimento di divinità. Nel film possiamo vedere dei di ogni specie: il Dio del Tuono (Chris Hemsworth) protagonista, ma anche tante new entry, ispirate ai fumetti o provenienti dai culti più antichi.

Oltre a possedere vasti poteri sovrannaturali, nell’MCU le entità divine sono dotate di armi incredibili che superano di gran lunga gli strumenti in mano agli uomini. Scopriamo quali sono i mezzi più potenti di cui dispongono gli dei nell’MCU.

La clava d’oro di Hercules

Hercules MarvelNella scena dopo i titoli di coda di Thor: Love and Thunder, Hercules ha fatto il suo ingresso nell’MCUNelle immagini, vediamo il personaggio, interpretato da Brett Goldstein, brandire la sua famosa arma: la clava d’oro. Chi ha letto i fumetti Marvel sa che per Ercole la clava è essenziale, un po’ come il Mjonir per Thor. L’arma, combinata con la forza pura di Ercole, rende la divinità quasi inarrestabile in battaglia.

I materiali che compongono la clava d’oro sono più forti del Vibranio e dell’Adamantio presenti sulla Terra. Non si piega e non si rompe mai, anche se non è la più raffinata arma divina.

Necrosword

In Love and Thunder, la Necrosword è l’arma che Gorr usa per uccidere gli dei dell’Universo Marvel.  Gorr non è un dio, ma utilizza uno strumento divino: la Necrosword apparteneva a Knull, il dio dei simbionti.

La Necrosword è dotata di una mente intelligente. Questo aspetto la distingue dalle altre armi: occorrono alcuni dei più potenti eroi dell’universo per fermare Gorr e la sua ira amplificata dall’oggetto.

Il Guanto dell’Infinito

Thanos Guanto dell'InfinitoChi ha visto gli ultimi film degli Avengers conosce bene quest’arma. Il Guanto dell’Infinito è estremamente potente. D’altronde, raccoglie in sé gli oggetti più forti di tutta la realtà, le Gemme dell’Infinito. L’oggetto è stato creato per trattenere l’energia cosmica delle Gemme, armi capaci di uccidere Tony Stark e di ferire Thanos e Hulk.

Le Gemme e il Guanto consentono all’utente che li possiede di rimodellare la realtà, cambiando a piacere il tempo e lo spazio. Conosciamo già i danni causati da Thanos, ma chissà cosa farebbero divinità come Thor, Zeus o anche Khonshu se brandissero l’arma…

Mjolnir

MjolnirCome la Necrowsord, anche il Mjolnir è dotato di mente propria. Seppur lo strumento è tradizionalmente associato a Thor, nel corso del tempo esso ha scelto di essere posseduto anche da altri eroi: Visione, Jane Foster, Capitan America e persino Odino.

E, come dice il mito, chiunque sia degno di brandire il Mjonir ottiene i poteri di Thor. Nonostante sia stato distrutto da Hela, sembra che, grazie alle cura di Mighty Thor, l’arma trovi nuova vita in Thor: Love and Thunder.

Stormbreaker

Chris Hemsworth Thor in Love and Thunder StormbreakerUn’altra arma legata a Thor è Stormbreaker. In seguito alla distruzione del Mjolnir, l’eroe ha dovuto trovare un sostituto. Dopo aver viaggiato fino alla fucina dei nani, Thor si è costruito Stormbreaker con l’aiuto di Groot.

Stormbreaker è forte quanto Mjolnir. Inoltre, è la chiave per trovare l’Eternità, in quanto è uno dei pochi oggetti che possono entrare nel Bifrost. A differenza del martello però, Stormbreaker può essere brandito da chiunque.

Gungnir

Thor Love and Thunder OdinoOdino è stato un esempio di saggezza per il figlio Thor e una delle figure essenziali per mantenere la pace nei Nove Regni. Parte di questo enorme potere deriva dalla spada di Odino, un’arma leggendaria che ha aiutato il re asgardiano a difendersi da tutte le minacce in grado di disseminare il caos.

Proprio come il Mjolnir, Gungnir è tratto dalle leggende norrene ed è anche stato d’ispirazione per la creazione delle lance delle Guardie Asgardiane e delle Valchirie. Gungnir può sembrare solo uno scettro regale, ma non va sottovalutata la magia e la forza che può essere incanalata attraverso la lancia.

Il fulmine di Zeus

Russell Crowe Zeus in Thor Love and ThunderForse era il personaggio più atteso: Zeus (Russell Crowe) è un’altra divinità che è stata introdotta in Thor: Love and Thunder. Gli appassionati di fumetti conoscono bene la sua arma. Nella mitologia greca, i fulmini di Zeus sono stati realizzati da Efesto, il fabbro di immenso talento.

Nel film MCU, il fulmine di Zeus è essenziale a Brunnhilde e a Thor nella battaglia contro Gorr: è uno dei pochi mezzi all’altezza del Necrosword.

Il bastone di Konshu

Khonshu in Moon KnightLa serie Disney+ Moon Knight ha attinto a piene mani dalla mitologia egizia e Khonshu non è la prova. Nello show, il Dio della Luna brandisce un bastone che vanta il simbolo della luna crescente.

Il bastone è un’arma utile nelle battaglie terrestri, ma ha anche la capacità di controllare la Luna. Khonshu può cambiare la posizione degli astri con il solo potere del bastone, ovviamente non senza conseguenze.

I Dieci Anelli

Shang Chi WenwuI Dieci Anelli di Shang-Chi sembrano avere un’origine misteriosa.  Come dimostra l’indagine condotta da Carol Danvers, Wong e Bruce Banner, lo scenario più probabile è che essi siano un dono degli dei. Anche Ms. Marvel accenna alle origini leggendarie e potenti dei Dieci Anelli.

Questo aspetto nell’MCU differisce dai fumetti, dove gli anelli sono associati all’alieno mutaforme Fin Fang Foom. Nella Marvel Comics, essi sono descritti come una serie di armi spaziali, e non come qualcosa di magico o mitico.

L’elmo di Hela

Hela BifrostL’elmo di Hela dovrebbe essere uno strumento difensivo per proteggere la testa della Dea della Morte. Tuttavia, l’oggetto magico è anche una potente arma. Le punte dell’elmo sono come dei coltelli e sono in grado di uccidere centinaia di divinità asgardiane.

Hela si è persino tolta il copricapo e l’ha usato come un’arma a mano, gesto inaspettato che ha colto i suoi nemici di sorpresa. Anche se non è forte come il Mjolnir, è comunque abbastanza potente da aiutare Hela a distruggere Asgard in Thor: Ragnarok.

Roma Cinema Arena: il programma della rassegna al Parco degli Acquedotti

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Dal 19 luglio al 4 agosto, la Fondazione Cinema per Roma realizzerà Roma Cinema Arena, una grande sala cinematografica all’aperto di circa mille posti situata in uno dei luoghi più suggestivi della città, il Parco degli Acquedotti (VII Municipio, quartiere Appio Claudio), scenografia di memorabili opere come La dolce vita di Federico Fellini e La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Ogni sera, a partire dalle ore 21.15, la rassegna ospiterà un programma di capolavori in versione restaurata, con due proiezioni previste per il sabato (ore 21 e ore 23). Ciascun film sarà presentato al pubblico da registi e attori. L’ingresso sarà gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. Roma Cinema Arena è organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma ed è curata da Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione, con Paola Malanga, Direttrice Artistica della Fondazione e della Festa del Cinema, in accordo con Francesca Via, Direttrice Generale. La manifestazione si svolgerà grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma e Cinecittà S.p.A in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia e Cineteca di Bologna. La rassegna è parte del programma dell’Estate romana 2022.

IL PROGRAMMA
Il programma ospiterà una selezione di opere che hanno fatto la storia del cinema italiano e internazionale riportate al loro originario splendore.

A cento anni dalla nascita, saranno celebrati Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Pier Paolo Pasolini, Francesco Rosi e Luciano Salce, al ricordo dei quali si affiancherà uno speciale omaggio a Gigi Proietti, scomparso nel 2020. Un’attenzione particolare andrà al cinema di maestri come Billy Wilder, Jane Campion, Joel ed Ethan Coen, Dario Argento, Nanni Moretti e Paolo Virzì mentre uno specifico spazio sarà riservato a una serie di cult movie amati dal pubblico di tutto il mondo. Saranno inoltre celebrati alcune indimenticabili sodalizi artistici del nostro cinema come quelli fra Sergio Leone ed Ennio Morricone e fra Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Completano il programma una serata dedicata al cinema e al teatro di Flavia Mastrella e Antonio Rezza e un omaggio a Renato Nicolini, creatore dell’Estate Romana. In questo senso, saranno numerosi i titoli, trasversali alle varie sezioni, che forniranno al pubblico un racconto della Capitale nelle sue molte sfaccettature, in una sorta di viaggio immaginario dal secondo Dopoguerra ai nostri giorni.

La rassegna sarà inaugurata, martedì 19 luglio alle ore 21.15, dalla proiezione de I mostri di Dino Risi. L’opera, articolata in episodi ambientati nella Roma dei primi anni sessanta, è una delle più importanti del cinema italiano e vede protagonisti due straordinari interpreti come Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Sul palco a presentare il film ci saranno Ricky e GianMarco Tognazzi.

Il successivo appuntamento sarà dedicato, mercoledì 20, alla proiezione di Blues Brothers di John Landis. Il cult movie con John Belushi e Dan Aykroyd è divenuto, nel corso degli anni, un vero e proprio classico così come i brani che compongono la memorabile colonna sonora. Ne parleranno con il pubblico dell’Arena i Manetti Bros.

Giovedì 21 luglio, sarà la volta di Febbre da cavallo di Steno. Il film, che ha consacrato Gigi Proietti come attore cinematografico nel ruolo di “Mandrake”, è amato da pubblico e critica per la goliardia dei suoi protagonisti, i ritmi serrati delle vicende narrate, le musiche trascinanti. Il film sarà presentato da Enrico Vanzina, figlio di Steno.

Venerdì 22 luglio, il “maestro del brivido” Dario Argento, uno dei cineasti italiani più apprezzati a livello globale, salirà sul palco per presentare agli spettatori uno dei suoi capolavori, Profondo rosso, ancora oggi considerato tra le pietre miliari del genere horror.
Doppia proiezione, sabato 23 luglio, con due fra le opere più applaudite di Luciano Salce, introdotte alla platea dal figlio Emanuele: si inizia con Fantozzi, capostipite della saga ideata e interpretata dal grande Paolo Villaggio; a seguire, sarà proiettato Il federale, film che segna una svolta nella carriera attoriale di Ugo Tognazzi, impegnato per la prima volta in un ruolo dai risvolti drammatici.

Domenica 24 luglio, Riccardo Scamarcio presenterà al pubblico Il grande Lebowski, l’indimenticabile commedia-crime scritta e diretta dai fratelli Coen e interpretata da uno straordinario Jeff Bridges nei panni di Drugo.

Lunedì 25 luglio, sarà la volta de Il caso Mattei di Francesco Rosi, dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente dell’ENI, morto in un attentato aereo il 27 ottobre 1962. Il film, che ha vinto il Grand Prix per il miglior film al Festival di Cannes, sarà introdotto dal regista e sceneggiatore Francesco Munzi.

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, due serate saranno dedicate al cinema del grande artista bolognese: martedì 26 luglio Gianni Amelio presenterà Mamma Roma mentre mercoledì 27 sarà la volta di Accattone, con un video introduttivo realizzato da Ascanio Celestini.

Giovedì 28 luglio, il premio Oscar® Giuseppe Tornatore salirà sul palco dell’Arena per mostrare agli spettatori una delle più grandi opere western della storia del cinema, Il buono, il brutto, il cattivo, approfondendo il sodalizio artistico fra il cineasta Sergio Leone e il musicista e compositore Ennio Morricone.

“Tokamak. Reattori e contenti. Il cinema e il teatro di Flavia Mastrella e Antonio Rezza” è il titolo di due distinti appuntamenti ospitati all’Arena che vedranno protagonisti il duo Mastrella e Rezza: venerdì 29 luglio sarà proiettato Il Valle Occupato mentre mercoledì 3 agosto sarà la volta di due corti, Confusus e De Civitate Rei.

Sabato 30 luglio sarà dedicato a due grandi maestri della settima arte: si inizierà con A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, pietra miliare della commedia americana, a cui seguirà Lezioni di piano di Jane Campion che, grazie a questo film, conquista la Palma d’oro a Cannes. Le proiezioni saranno introdotte da Anna Foglietta.

Il giorno dopo, domenica 31 luglio, Nanni Moretti sarà ospite dell’Arena per presentare Caro diario, uno dei suoi film più applauditi, quello che segna la definitiva consacrazione del cineasta ad autore di respiro internazionale.

Il programma di agosto di Roma Cinema Arena sarà aperto, lunedì 1°, da Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, uno dei film italiani più amati di sempre, anche grazie alle straordinarie interpretazioni di Sophia Loren e Marcello Mastroianni. La visione sarà preceduta da un video introduttivo di Christian De Sica.

Martedì 2 sarà la volta di Ferie d’agosto, introdotto da un video del regista Paolo Virzì. Il secondo lungometraggio dell’autore toscano, vincitore del David di Donatello come Miglior film, mostra con ironia e sagacia, attraverso una “commedia balneare”, uno spaccato dell’Italia della seconda metà degli anni Novanta.

Il programma dell’Arena si chiuderà giovedì 4 agosto con la proiezione di Tanti futuri possibili. Con Renato Nicolini di Gianfranco Rosi, un omaggio allo storico padre dell’Estate Romana. Il documentario, che sarà introdotto dal regista e dall’Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, vede lo stesso Nicolini raccontare, seduto in auto, il tracciato del Grande Raccordo Anulare, la sua storia e il suo immaginario. A seguire il pubblico potrà assistere alla proiezione di Sacro GRA.

Dichiarano Gian Luca Farinelli e Paola Malanga: “Roma è, nel mondo, come Los Angeles, New York, Parigi, Londra una delle più iconiche città del cinema. I suoi luoghi, i suoi cittadini sono stati celebrati dal cinema italiano con opere che, attraverso i decenni, continuano a sorprenderci. La Festa del Cinema di Roma vuole, con questa rassegna al Parco degli Acquedotti, rimarcare uno dei luoghi che Fellini, Pasolini, Sorrentino hanno iscritto nell’immaginario collettivo, in un quartiere dove hanno casa due istituzioni cinematografiche di primaria grandezza, come Cinecittà e il Centro Sperimentale e rinnovare il patto con gli spettatori, che dopo i due anni di pandemia hanno smarrito il piacere di ritrovarsi assieme davanti a un grande schermo. Per vedere cosa? I film che hanno nutrito generazioni di appassionati, che hanno raccontato con lucidità il nostro Paese, che ci hanno fatto sentire parte di una comunità; ad arricchire il programma alcuni film internazionali che non smetteremmo mai di vedere per la prima volta o rivedere e, inoltre, due serate cinematografiche del performer Antonio Rezza e, il 4 agosto, a dieci anni dalla morte, il ricordo, con Gianfranco Rosi, di Renato Nicolini. Il 2022 è l’anno di tanti centenari importanti e ne celebreremo alcuni al Parco degli Acquedotti, con gli esordi folgoranti di Pasolini, con gli omaggi a Salce e Francesco Rosi, con l’apertura dell’Arena che vuole essere un omaggio ai due mostri del cinema italiano Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, nel film in cui dimostrano una capacità attoriale vertiginosa. E se ancora non siete convinti, il sabato vi proponiamo anche il doppio programma! Ogni film sarà presentato nella versione originale e restaurata e sarà introdotto da un ospite d’eccezione, perché ogni serata non sia una qualsiasi, ma sia un significativo avvicinamento alla grande Festa del cinema che stiamo preparando, dal 13 al 23 ottobre. Vi aspettiamo!”.

ROMA CINEMA ARENA: I FILM E GLI OSPITI
Martedì 19 luglio ore 21.15
Tognazzi e Gassman 100!
I MOSTRI
di Dino Risi
Introducono Ricky e GianMarco Tognazzi

Mercoledì 20 luglio ore 21.15
Cult Movie
THE BLUES BROTHERS
di John Landis
Introducono i Manetti Bros.

Giovedì 21 luglio ore 21.15
Omaggio a Gigi Proietti
FEBBRE DA CAVALLO
di Steno
Introduce Enrico Vanzina

Venerdì 22 luglio ore 21.15
Il cinema dei maestri
PROFONDO ROSSO
di Dario Argento
Introduce Dario Argento

Sabato 23 luglio ore 21
Salce 100!
FANTOZZI
di Luciano Salce
Introduce Emanuele Salce

ore 23
Tognazzi e Salce 100!
IL FEDERALE
di Luciano Salce

Domenica 24 luglio ore 21.15
Il cinema dei maestri
IL GRANDE LEBOWSKI
di Joel ed Ethan Coen
Introduce Riccardo Scamarcio

Lunedì 25 luglio ore 21.15
Rosi 100!
IL CASO MATTEI
di Francesco Rosi
Introduce Francesco Munzi

Martedì 26 luglio ore 21.15
Pasolini 100!
MAMMA ROMA
di Pier Paolo Pasolini
Introduce Gianni Amelio

Mercoledì 27 luglio ore 21.15
Pasolini 100!
ACCATTONE
di Pier Paolo Pasolini
Con un video messaggio di Ascanio Celestini

Giovedì 28 luglio ore 21.15
Sergio Leone ed Ennio Morricone
IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO
di Sergio Leone
Introduce Giuseppe Tornatore

Venerdì 29 luglio ore 21.15
Tokamak. Reattori e contenti. Il cinema e il teatro di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
IL VALLE OCCUPATO
Introducono Flavia Mastrella e Antonio Rezza

Sabato 30 luglio ore 21
Il cinema dei maestri
A QUALCUNO PIACE CALDO
di Billy Wilder
Introduce Anna Foglietta

ore 23
Il cinema dei maestri
LEZIONI DI PIANO
di Jane Campion

Domenica 31 luglio ore 21.15
Il cinema dei maestri
CARO DIARIO
di Nanni Moretti
Introduce Nanni Moretti

Lunedì 1° agosto ore 21.15
Marcello e Sophia
MATRIMONIO ALL’ITALIANA
di Vittorio De Sica
Con un video messaggio di Christian De Sica

Martedì 2 agosto ore 21.15
Il cinema dei maestri
FERIE D’AGOSTO
di Paolo Virzì
Con un video messaggio di Paolo Virzì

Mercoledì 3 agosto ore 21.15
Tokamak. Reattori e contenti. Il cinema e il teatro di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
CONFUSUS / DE CIVITATE REI
Introducono Flavia Mastrella e Antonio Rezza

Giovedì 4 agosto ore 21.15
In ricordo di Renato Nicolini
TANTI FUTURI POSSIBILI. CON RENATO NICOLINI
di Gianfranco Rosi
Introducono Gianfranco Rosi e Miguel Gotor

A seguire
SACRO GRA
di Gianfranco Rosi

COME PARTECIPARE
Parco degli Acquedotti: via Lemonia, angolo via Appio Claudio (Roma).
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Il programma potrebbe subire variazioni.
Info: www.romacinemafest.it

Shark Bait dal 28 Luglio al cinema

Shark Bait dal 28 Luglio al cinema

Adler Entertaiment annuncia l’arrivo nei cinema dal 28 luglio di SHARK BAIT, un nuovo survival thriller ambientato in alto mare e ideato dagli stessi creatori della fortunata saga ad alta tensione 47 METRI (Uncaged e Great White) che dal 2017 al 2021 ha animato le ultime estati da brivido al cinema.

Il nuovo shark movie, che promette di animare gli incubi estivi degli appassionati del genere, è diretto da James Nunn – già apprezzato autore nel 2012 assieme a Ronnie Thompson del thriller Tower Block e di film d’azione come One Shot, Eliminators – Senza regolee vede protagonisti i giovani Holly Earl, Jack Trueman, Catherine Amy Hannay, Malachi Pullar-Latchman e Thomas Michael Flynn.

La trama di Shark Bait

Un gruppo di amici si gode un fine settimana di vacanza in Messico. Dopo una notte di festeggiamenti sulla spiaggia, i ragazzi rubano un paio di moto d’acqua e le portano al largo in mare aperto, finiscono però per scontrarsi e una delle moto affonda. Il gruppo si ritrova bloccato a due miglia dalla terraferma su una sola moto d’acqua rimasta in panne e alle prese con un amico gravemente ferito. Ma il peggio deve ancora venire…

Riusciranno a sopravvivere ai predatori più feroci dei mari? Lo scoprirete dal 28 luglio al cinema con Adler Entertainment.

Il trailer di Shark Bait

https://youtu.be/XRsrm0tol-M

Ms. Marvel: la spiegazione della scena post credits nel finale di stagione

La scena post-crediti nell’episodio finale di Ms. Marvel presenta un emozionante cameo MCU (cosa che non ci coglie del tutto di sorpresa). Ambientato qualche tempo dopo la battaglia culminante della serie in cui Kamala Khan ha salvato la situazione ed è diventata un vero eroe agli occhi del New Jersey, sembra che le cose non torneranno molto presto alla normalità per l’eroina adolescente. Come si vede nella scena post-credits, il potente braccialetto di Kamala ha portato qualcuno di molto importante nella sua camera da letto (mandando anche Kamala da qualche altra parte).

Nell’episodio 6 di Ms. Marvel, Kamala Khan è tornata dal suo viaggio in Pakistan appena in tempo per aiutare il suo amico Kamran a mettersi in salvo e sfuggire al DODC. Avendo ricevuto poteri propri dalla Dimensione Noor, Kamran diventa molto più aggressivo e instabile dopo aver appreso della morte di sua madre Najma, leader dei Djinn conosciuti come ClanDestines. Tuttavia, Kamala è stata in grado di sbloccare il suo potere per impedire a Kamran di ferire le persone, offrendogli anche una via di fuga.

Dopo la serata incredibilmente movimentata, trascorre circa una settimana prima che Kamala venga vista sdraiata sul suo letto durante la scena post-credits della serie. Notando che il suo braccialetto si comporta in modo strano, Kamala si alza in piedi prima di essere lanciata nel suo armadio. Tuttavia, quando la figura piombata nell’armadio ne esce, ci accorgiamo che non è Kamala, ma la Captain Marvel di Carol Danvers, l’idolo di Kamala e il supereroe preferito. Ecco cosa è successo a Ms. Marvel e Captain Marvel, dove probabilmente è andata Kamala e come questa nuova entusiasmante scena post-credits imposta la storia che ci verrà raccontata in The Marvels del 2023, dove le due si riuniranno a Spectrum di Monica Rambeau.

La signora Marvel si è appena trasformata in Captain Marvel?

Brie-Larson-Carol-Danvers-Captain-Marvel-MCUMentre Kamala Khan è una mutaforma nei fumetti originali, le origini e i poteri del personaggio nel MCU sono abbastanza diversi. In quanto tale, Kamala non si trasforma in Carol Danvers anche se inizialmente sembra che sia così. In primo luogo, Carol indossa il suo costume (non quello di Kamala).

In secondo luogo, se Kamala si fosse trasformata involontariamente per assomigliare al suo eroe, la scena post-crediti l’avrebbe probabilmente vista correre verso uno specchio e toccarsi il viso in modo comico, invece Carol osservava il suo nuovo ambiente, interdetta. In realtà, sembra che la vera Carol Danvers e Ms. Marvel si siano scambiate di posto grazie al potere del braccialetto di Kamala.

Dove finisce Kamala Khan alla fine di Ms Marvel

Visto come Carol sia finita nella camera da letto di Kamala, è logico che Ms. Marvel sia andata ovunque fosse Capitan Marvel. Sebbene il motivo esatto per cui ciò succede non sia chiaro, va notato che il braccialetto di Ms. Marvel brillava di un’energia che sembrava molto simile all’aura di potere di Captain Marvel. Inoltre, l’episodio 3 di Ms. Marvel ha rivelato che un secondo braccialetto non è mai stato recuperato dalla bisnonna di Kamala, Aisha. È possibile che Carol abbia trovato il secondo braccialetto che è indubbiamente collegato a quello attualmente in possesso di Kamala. Forse Captain Marvel ha attivato involontariamente il secondo oggetto che ha portato lei e Kamala a scambiarsi di posto.

Per quanto riguarda il luogo in cui Carol potrebbe essere stata prima di ritrovarsi nella stanza di Kamala, ci sono forti probabilità che fosse nello spazio. Il cosmo è il suo territorio principale, protegge la galassia e i mondi che non hanno tanti eroi quanti ne ha il suo pianeta natale. Ciò supporterebbe la conferma dal primo episodio di Ms. Marvel secondo cui Captain Marvel è tornata nello spazio dopo la battaglia con Thanos vista in Avengers: Endgame. Allo stesso modo, il primo braccialetto è stato scoperto su una mano mozzata di un essere dalla pelle blu. Mentre i Djinn sono noti per avere la pelle blu nel mito così come nei fumetti, nella serie non è stato così. In quanto tale, il braccio blu in Ms. Marvel potrebbe essere appartenuto a un alieno Kree. Non solo questo si legherebbe a Captain Marvel così come alle origini originali di Kamala nel fumetto, ma supporta anche l’idea che il secondo braccialetto sia potenzialmente nello spazio per essere scoperto da Carol (portandola al suo scambio con Kamala).

Il che modo Ms. Marvel imposta The Marvels

The MarvelsPrima della nuova apparizione di Captain Marvel nel finale di Ms. Marvel, è stata vista l’ultima volta nella scena post-crediti di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. È lì che lei, Bruce Banner e Wong si incontrarono con Shang-Chi per esaminare i Dieci Anelli che l’eroe aveva ereditato da suo padre. In quanto tale, non sarebbe sorprendente apprendere che Carol ha cercato nel cosmo per vedere se può saperne di più sui Dieci Anelli. Dal momento che, come vediamo nel flashback di Ms. Marvel, il tempio in cui Aisha trova uno dei bracciali, aveva il simbolo dei Dieci Anelli scolpito nel pavimento, esiste la possibilità che entrambi i braccialetti siano in qualche modo collegati alle potenti armi di Shang-Chi.

Questo potrebbe servire come base per il motivo per cui Carol e Kamala si incrociano in The Marvels, il prossimo sequel di Captain Marvel che vedrà Carol unire le forze non solo con Kamala ma anche con Spectrum di Monica Rambeau. Mentre indagare sulla fonte e l’origine del braccialetto della signora Marvel e degli anelli di Shang-Chi non deve essere la trama principale di The Marvels (e probabilmente non lo è), potrebbe comunque servire come motivo per cui i due eroi si incontrano.

Mentre Monica e Carol hanno una storia precedente e un punto di connessione visti nel primo Captain Marvel, ci deve essere qualcosa di nuovo che motivi Carol e Kamala a unirsi e fare squadra. In quanto tale, sembra che la scena post-credits di Ms. Marvel stia preparando lo scenario esatto per The Marvels. Esilarante, sembra che Captain Marvel abbia già una buona idea di cosa aspettarsi da Kamala Khan in base all’arredamento della sua stanza (nonostante non l’abbia ancora incontrata ufficialmente nel MCU). Il fatto che Ms. Marvel sia la più grande fan di Carol Danvers potrebbe benissimo essere solo una coincidenza esilarante (e non il motivo principale per cui alla fine si incontreranno).

Koch Media annuncia l’acquisizione di quattro nuovi film

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Koch Media annuncia l’acquisizione di quattro nuovi film

Koch Media ha annunciato oggi l’acquisizione di quattro nuovi film che saranno distribuiti prossimamente al cinema.

Cara Delevingne, Hero Fiennes Tiffin (star del franchise di successo globale After) e Hannah John-Kamen (nota soprattutto per le sue interpretazioni in “Resident Evil: Welcome to Raccoon City”, “Ant-Man and the Wasp” e “Black Mirror”) sono i protagonisti di THE CLIMB. Diretto dalla regista Hayley Easton Street, il film racconta la storia, tratta da fatti realmente accaduti, di sei donne ordinarie che compiono un gesto straordinario: diventare protagoniste di una clamorosa protesta di Greenpeace contro la trivellazione petrolifera nell’Artico scalando il grattacielo londinese The Shard, il più alto edificio in Europa.

Presentato in anteprima nella sezione Midnight del Festival di Cannes, HUNT è il nuovo spy movie d’azione diretto e interpretato dalla star sud coreana Lee Jung-Jae, attore della serie fenomeno Netflix, Squid Game. Lee Jung-Jae esordisce dietro la macchina da presa in un film thriller ambientato negli anni ’80 sullo sfondo del conflitto tra le due Coree. 

DRIVING MADELEINE è un film drammatico francese che vede le straordinarie performance di Line Renaud e Dany Boon, attore molto famoso grazie allo straordinario successo di “Giù al Nord”. Il film racconta la storia di Madeleine, una donna che, prima di raggiungere la casa di riposo dove andrà a vivere, chiede ad un tassista di rivedere in auto tutti i luoghi a lei più cari e importanti della propria vita.

Dai produttori di “Babadook” e “The Nightingale”, arriva TALK TO ME un teen horror australiano in stile Ouija con protagonista un gruppo di amici che scopre come evocare gli spiriti usando un’antica mano imbalsamata. Il film vede la partecipazione di Miranda Otto, star della serie targata Netflix “Le terrificanti avventure di Sabrina”.

THE CLIMB

  • Regia: Hayley Easton Street
  • Cast: Cara Delevingne, Hero Hero Fiennes Tiffin, Hannah John-Kamen
  • Genere: Thriller

Sinossi: Basato sulla vera protesta di Greenpeace del 2013 in cima all’iconico grattacielo londinese The Shard, il film racconta gli sforzi di sei attiviste che hanno scalato illegalmente uno dei grattacieli più alti d’Europa per protestare contro le trivellazioni petrolifere nell’Artico. Le scalatrici rischiano la vita e l’incolumità fisica, sopportando condizioni meteorologiche estreme mentre affrontano le loro paure nel tentativo di arrivare fino in cima.

HUNT

  • Regia: Lee Jung-Jae
  • Cast: Lee Jung-Jae, Jeon Hye-Jin, Go Youn-Jung
  • Genere: Spy-Action, Thriller

Sinossi: il capo dell’unità estera della KCIA, Park Pyong-ho, e il capo dell’unità interna, Kim Jung-do, hanno il compito di scoprire una spia nordcoreana, nota come Donglim,  che si nasconde nella loro agenzia. Quando la spia inizia a far trapelare informazioni top secret che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale, le due unità vengono ciascuna incaricata di indagare a vicenda sull’altra.

DRIVING MADELEINE

  • Regia: Christian Carion
  • Cast: Dany Boon, Line Renaud, Alice Isaaz
  • Genere: Commedia

Sinossi: Madeleine, 92 anni, chiama un taxi per raggiungere la casa di riposo dove vivrà. Charles, un tassista disilluso dal cuore tenero, accetta di guidare nei luoghi che hanno influenzato la vita di Madeleine. Per le strade di Parigi viene così svelato il suo straordinario passato. Non lo sanno ancora ma durante questo viaggio, che cambierà le loro vite per sempre, stringeranno una fantastica amicizia.

TALK TO ME

  • Regia: Danny Philippou, Michael Philippou
  • Cast: Miranda Otto, Joe Bird, Alexandra Jensen
  • Genere: Horror

Sinossi: Un gruppo di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge un po’ troppo oltre aprendo così le porte per il mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?

I mutanti sono UFFICIALMENTE nel Marvel Universe!

I mutanti sono UFFICIALMENTE nel Marvel Universe!

È ufficiale: i mutanti sono entrati a far parte del Marvel Universe grazie a Ms. Marvel. L’ultimo episodio della serie ha infatti confermato il fatto che Kamala Khan (Iman Vellani) è una mutante. Questa conferma è un passo importante verso l’introduzione degli X-Men nel franchise, ma soprattutto è il più grande passo in avanti di questa Fase 4.

L’accordo tra Disney/Fox ha portato a tantissime congetture e speculazioni, dalle puntate di Wandavision fino a Doctor Strange nel Multiverso della Follia, con la presenza del “vecchio” Xavier. Tuttavia, la scena conclusiva di Ms. Marvel la colloca a pieno titolo e in maniera inequivocabile nella categoria dei mutanti, “un’altra etichetta”, come commenta lei alla notizia.

Durante lo svolgimento della serie Disney+, le origini di Ms. Marvel sono state una questione importante, dal momento che non era chiaro in che modo avesse ricevuto i suoi poteri. La serie li collega inizialmente al braccialetto che indossa, suggerendo che i suoi poteri potrebbero essere di natura cosmica, come per i Kree, o potrebbero avere collegamenti con il Djinn. Ma c’erano state anche speculazioni sul fatto che l’MCU potesse rendere Ms. Marvel una mutante e l’episodio 6 della serie sembra confermarlo.

Alla fine del finale di Ms. Marvel, Kamala parla con Bruno (Matt Lintz) della sua origine, mentre lui ha approfondito la questione e confrontato i suoi geni con la sua famiglia, rendendosi conto che c’è qualcosa di diverso, dicendo che è “come una mutazione”. Se questo da solo non fosse abbastanza per confermare che la Kamala è una mutante, c’è anche un breve frammento della colonna sonora di X-Men: The Animated Series, che conferma senza ombra di dubbio quello che sta succedendo.

Nei fumetti Ms. Marvel è una mutante?

ms. marvelNonostante la rivelazione della serie, Ms. Marvel non è un mutante in Marvel Comics, ma invece è un Inumano, un’antica propaggine della razza umana nata come risultato della sperimentazione di Kree. Dopo la trama di Infinity del 2013, Kamala Khan è stata tra coloro i cui poteri latenti sono stati risvegliati grazie allo scatenamento delle Nebbie Terrigene, un mutageno che fa attivare le abilità disumane dormienti all’interno di una persona, dando loro poteri.

L’MCU ha cambiato l’origine e i poteri di Ms. Marvel, probabilmente perché i tentativi della Marvel di presentare gli Inumani sullo schermo erano precedentemente falliti, con il flop totale della serie tv Inhumans (che non è canone nel MCU).

Perché Ms. Marvel usa la sigla degli X-Men?

x-menCome accennato, l’esplicita conferma dei mutanti nel MCU arriva non solo dalla parola “mutazione”, che di per sé potrebbe avere diversi significati, ma dall’uso dell’iconico riff della sigla di X-Men: The Animated Series. Già questo è interessante, dato che la Marvel lo ha usato anche per il Professor X (Patrick Stewart) in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Lì, però, aveva senso perché quel Charles era apparentemente lo stesso della serie animata. La Marvel sta anche riavviando la serie con X-Men ’97, che utilizzerà anche la stessa sigla, ma il suo uso in Ms. Marvel implica che sarà usato come tema degli X-Men nel l’MCU.

Cosa significano i mutanti nel MCU per il futuro della Marvel?

Brie-Larson-Captain-Marvel-MCUI mutanti nel MCU offrono molte possibilità per la narrazione futura e l’introduzione di personaggi diversi. I principali tra questi sono gli X-Men, la squadra di mutanti più famosa verso la quale quanto visto in Ms. Marvel è un enorme passo avanti, ma la creazione di Kamala da parte della Marvel apre la possibilità che altri personaggi possano essere introdotti come mutanti o ricollegati a loro.

Ad esempio, Captain Marvel di Brie Larson appare nella scena post-crediti di Ms. Marvel, e non è del tutto escluso che possa essere riconnessa a un mutante. L’origine mutante di Ms. Marvel essenzialmente apre la porta all’esplorazione di altre persone che potrebbero avere geni mutanti ancora da risvegliare in loro, forse anche fornendo una spiegazione di come i mutanti possono esistere in un MCU che li ha evitati fino ad ora, evitando l’utilizzo del multiverso. Potrebbero esserci altri personaggi come Kamala, con quelle abilità in attesa di essere attivate.

Per Ms. Marvel, il suo braccialetto ha risvegliato i suoi poteri; che ha collegamenti con la Dimensione Noor, con una spaccatura aperta. Se questa frattura non fosse stata completamente chiusa, o se l’energia fosse trapelata a sufficienza, Ms. Marvel potrebbe persino spiegare come vengono creati tutti i mutanti nel MCU, essendo questo ciò che li risveglia. Allo stesso modo, i “mutanti” potrebbero non dover necessariamente applicarsi al modo in cui i poteri vengono attivati, ma più alla genetica specifica che ha permesso loro di esistere in primo luogo (il che apre di nuovo la porta a più retcon di personaggi che hanno ricevuto poteri tramite diverse energie cosmiche ).

L’approccio di Ms. Marvel ai mutanti solleva anche altre interessanti possibilità per le trame: Kamala respinge l’idea di “mutazione” come “solo un’altra etichetta”, ma, dato come i mutanti sono spesso discriminati e oggetto di dibattiti nell’universo ai più alti livelli di potere, allora quell’etichetta ponesse le basi per l’MCU per affrontare tali storie. Posiziona persino il Dipartimento per il controllo dei danni come un potenziale nemico, con la menzione di “questo è ciò che accade quando le persone sbagliate ottengono poteri… bambini” creando non solo conflitti con i mutanti, ma, forse, anche una certa scuola per giovani dotati.

Quando verranno introdotti gli X-Men nel MCU?

Iman Vellani in Ms MarvelCon l’introduzione ufficiale dei mutanti nel MCU, la prossima domanda è quando la Marvel utilizzerà gli X-Men? Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha introdotto il Professor X, ma quella era una versione di un’altra Terra, il che significa che gli X-Men non sono stati ancora visti nel MCU vero e proprio. Tuttavia, con questo e ora la conferma di Ms. Marvel, questo avvenimento si sta avvicinando. La Marvel non ha ancora annunciato alcun piano preciso per gli X-Men, non sappiamo se verranno presentati come squadra o come singoli, in altri film o serie tv o in progetti dedicati.

La lista dei film della Marvel oltre il 2023 non è confermata, nonostante molti progetti siano in fase di sviluppo, ma ci sono poche informazioni verificate sugli X-Men (a differenza di vari altri progetti non datati, non ci sono registi, sceneggiatori o attori collegati). Tuttavia, ciò potrebbe cambiare rapidamente, il che significa che è possibile che gli X-Men possano entrare correttamente nel MCU nel 2024 o, più probabilmente, nel 2025.

Ironheart: primo sguardo all’armatura nel merch di Black Panther 2

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Nuove immagini dal merchandising di Black Panther: Wakanda Forever mostrano un primo approssimativo sguardo all’armatura di Ironheart, il nuovo personaggio Marvel che sarà presentato nel film, prima di essere protagonista di una serie tutta sua su Disney+. Eccole di seguito:

Cosa sappiamo su Black Panther: Wakanda Forever

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Nope: Jordan Peele rivela sorprendenti dettagli sul film

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Nope: Jordan Peele rivela sorprendenti dettagli sul film

Jordan Peele rivela un nuovo sorprendente dettaglio sul suo ultimo film Nope. Scritto e diretto da Peele, Nope segna la terza avventura del regista nell’horror dopo Get Out e Us. Nope racconta la storia di OJ (Daniel Kaluuya) ed Emerald Haywood (Keke Palmer), fratelli che cercano di catturare le prove di un UFO nel cielo che ha causato eventi inspiegabili nella loro piccola città. Anche Steven Yeun, Brandon Perea e Barbie Ferreira recitano nell’attesissimo film, che arriverà nelle sale USA questo mese.

Con Get Out e Us, Peele ha ringiovanito l’horror con protagonisti neri, ma il regista sta facendo qualcosa di diverso questa volta con Nope. In una recente intervista con Essence, Peele spiega che voleva che il film fosse qualcosa di più di un semplice film “Black horror”, ma doveva anche parlare di “gioia nera” per essere il più rilevante possibile, e questo si collega alla vera storia dei neri.

È così difficile essere considerato all’avanguardia dell’horror nero, perché ovviamente l’horror nero è molto reale ed è difficile farlo in un modo che non sia ritraumatizzante e triste. Stavo pensando al mio terzo film horror con protagonisti neri, e da qualche parte nel processo mi sono reso conto che il film doveva riguardare anche la gioia dei neri, per adattarsi a ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento. Quindi questo è parte del motivo per cui c’è una sorta di spettro di tonalità di genere qui, perché volevo fare l’horror, ma volevo anche dare ai nostri personaggi l’agenzia e l’avventura e la speranza, la gioia e il divertimento che meritano.

Penso che uno degli elementi che abbiamo in questo caso sia un film che trascende il genere horror, in un certo senso. Il primo filmato [Animal Locomotion di Eadweard Muybridge] era essenzialmente un uomo di colore su un cavallo che è stato dimenticato e cancellato. Parte di questo film, per me, è una celebrazione e una risposta a tutto ciò. Possiamo essere i protagonisti non solo di un film horror, ma anche di azione, avventura, commedia, ecc.

Nope riunisce Peele con il premio Oscar Daniel Kaluuya (Scappa – Get Out, Judas and the Black Messiah), a cui si uniscono Keke Palmer (Le ragazze di Wall Street, Alice) e il candidato all’Oscar Steven Yeun (Minari, Okja) come residenti in una solitaria gola di nell’entroterra della California che testimoniano una scoperta inquietante e agghiacciante.

Il cast di Nope include anche Michael Wincott (Hitchcock, Westworld) e Brandon Perea (The OA, American Insurrection). Il film è scritto e diretto da Jordan Peele ed è prodotto da Ian Cooper (noi, Candyman) e Jordan Peele per Monkeypaw Productions. Il film sarà distribuito da Universal Pictures in tutto il mondo.

Ada, recensione del film di Kira Kovalenko

Ada, recensione del film di Kira Kovalenko

Ada (Unclenching the Fists) è l’opera seconda di Kira Kovalenko, una regista originaria di Nalchik, località ai piedi del Caucaso e vicina a quella della nostra protagonista, che si è formata con il grandissimo Aleksandr Sokurov (Arca Russa). Il film è stato presentato in anteprima nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 74, dove ha ricevuto il Grand Prix da una giuria guidata da Andrea Arnold, un’altra regista specializzata nell’analisi delle figure femminili in luoghi isolati, degli uomini lascivi che incontrano e dei loro sogni di liberazione. Da domani, 14 luglio, Ada (Unclenching the Fists) sarà disponibile nelle sale italiane, distribuito da Movies Inspired.

I “pugni chiusi” di Ada (Unclenching the Fists)

Ada (Milana Aguzarova), è una giovane donna costretta a vivere un’adolescenza precaria e conflittuale. E’ prigioniera delle minacce dell’inquietante fratello (Khetag Bibilov) ma soprattutto del padre Zaur (Alik Karaev), dispotico e burbero, che ostacola continuamente il naturale passaggio di età di Ada. La giovane deve disfarsi dei profumi, tagliarsi i capelli, le viene nascosta l’unica chiave dell’appartamento e persino il suo passaporto.

Nell’universo cinematografico di Kovalenko, la presa di posizione fatica ad arrivare e la co-dipendenza famigliare, seppur investita di nauseante disperazione, è una regola soggiogante. Ada arriva persino ad ammettere di non avere più tempo per provare a liberarsi, scappare, e che potrebbe seriamente rimanere per sempre così. La speranza arriva sotto forma del fratello maggiore Akim (Soslan Khugaev) che, trasferitosi a Rostov, brilla dell’aura di essere riuscito a sfuggito alle grinfie del padre.

I pugni chiusi scandiscono la narrazione di Unclenching the Fists: serrati, rigidissimi, appesantiscono la vita e le sfortune di una famiglia che vive in una ex città mineraria sulle montagne dell’Ossezia del Nord. Ci sono quelli della protagonista, Ada, afflitta dalla frustrazione per una gabbia che la confina sempre più; quelli del fratello Akim, con le nocche bianchissime e pronti a colpire; ma soprattutto ci sono quelli del padre Zaur, freddo come il ghiaccio e con una stretta da rigor mortis.

Ada (Unclenching the fists) film

Un dramma claustrofobico

Il tema della gioventù che cerca di sottrarsi al controllo dei genitori abbonda da sempre nel cinema. Non a caso, il titolo del film di Kovalenko è un riferimento esplicito all’esordio del regista italiano Marco Bellocchio del 1965, I pugni in tasca, che esplora la vita di diverse generazioni di una famiglia dell’Appennino piacentino, dal punto di vista del giovane protagonista Alessandro. In Unclenching The Fists, Ada è protagonista di una storia altrettanto claustrofobica, accentuata dalle norme sociali patriarcali che ancora governano alcune famiglie del Caucaso settentrionale. Il senso di costrizione provato da Ada viene rimarcato ogni istante nella fotografia, partendo dai confini angusti della casa di famiglia e gli interni dell’auto e del minimarket, dove si svolge la maggior parte della narrazione.

Ma Ada è pur sempre una giovane donna, che vuole portare alta la bandiera dei suoi sogni: è per questo che arriva lo stile, persino un po’ di surrealismo, a compensare la cupezza della storia: i fotogrammi di Pavel Fomintsev abbracciano una tonalità satura, quasi dorata, che di tanto in tanto ci scruta sorniona dal colletto di una tuta tirato in su fino al naso: quello di Ada, con cui cerca di coprirsi e rifuggere il destino che le spetta, ma che lascia scoperti gli occhi che hanno bisogno di risollevarsi l’umore.

Stringere i pugni, e i denti

Il motivo della decadenza attraversa il film come un filo conduttore. Nell’appartamento della famiglia, l’acqua gocciola tristemente dal rubinetto, le inquadrature di rottami metallici, dei cani radangi per strada o della grigia autostrada dipingono un quadro di disperazione, che va a martoriare persino i corpi dei protagonisti. Zaur è ripetutamente afflitto da spasmi alle mani, tanto che il figlio minore deve aiutarlo al volante quando guida e la stessa Ada sta lottando con una ferita subita in un tragico incidente la cui memoria l’accompagna ancora.

Emerge dunque come i problemi di Ada in Unclenching the Fists non siano solo legati alla miseria economica della sua terra, ma anche all’esperienza dei violenti anni 2000 in Ossezia, interessati dalla seconda guerra cecena. Tuttavia, Zaur non sopporta l’idea che la figlia possa lasciare la loro terra per cercare un futuro migliore, e l’addita addirittura come traditrice: sembra che né lui, né gli abitanti di Misur come comunità, siano in grado di accettare la propria impotenza di fronte allo stato della loro patria.

Ada è prigioniera del suo corpo, non può essere una donna in tutti i sensi: è intrappolata nello stretto abbraccio dei suoi parenti, che stride con il suo desiderio di libertà e prolunga ogni problematica fisica e psicologica. Unclenching the Fists ci suggerisce che è ora di lasciare andare questo abbraccio, stringere i pugni – e i denti – e aprire la cerniera della tuta, mostrando i nostri occhi ridenti.

Ryan Gosling rivela quale personaggio Marvel vorrebbe interpretare

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Durante la promozione di The Gray Man, il film Netflix dei Fratelli Russo che lo vede protagonista, Ryan Gosling chiarito una volta per tutte che no, non sarà Nova nel Marvel Cinematic Universe. Tuttavia l’attore ha avuto anche la possibilità di dire quale personaggio vorrebbe interpretare nel franchise, in occasione di una eventuale sua partecipazione al progetto di Kevin Feige.

Parlando con Josh Horowitz, Ryan Gosling ha detto che vorrebbe interpretare Ghost Rider, personaggio infernale già portato in sala due volte da Nicolas Cage. Che ne pensate?

The Gray Man: il trailer del film dei fratelli Russo con Ryan Gosling e Chris Evans

Il film The Gray Man, che è un adattamento dell’omonimo romanzo di Mark Greaney del 2009, segue l’ex agente della CIA Court Gentry (Ryan Gosling), detto anche Sierra Six. Preso da un penitenziario federale e assoldato dall’ex supervisore Donald Fitzroy (Billy Bob Thornton), Gentry era un tempo un sicario a pagamento esperto e approvato dall’agenzia. Adesso però le cose sono cambiate e Six diventa l’obiettivo di una caccia internazionale lanciata da Lloyd Hansen (Chris Evans), un ex collega della CIA che farà l’impossibile per eliminarlo. Per sua fortuna l’agente Dani Miranda (Ana de Armas) è dalla sua parte.

Ryan Gosling interpreta l’Uomo grigio, mentre Chris Evans è l’antagonista psicopatico in questo thriller prodotto da Netflix/AGBO, diretto da Anthony e Joe Russo e interpretato da Ana de Armas, Regé-Jean Page, Billy Bob Thornton, Jessica Henwick, Dhanush, Wagner Moura e Alfre Woodard. Tratto dal romanzo “Tre giorni per un delitto” di Mark Greaney, il film è sceneggiato da Joe Russo, Christopher Markus e Stephen McFeely. La produzione è affidata a Joe Roth, Jeffery Kirschenbaum, Anthony Russo, Joe Russo, Chris Castaldi e Mike Larocca, mentre la produzione esecutiva è di Patrick Newall, Jake Aust, Todd Makurath, Palak Patel e Geoffrey Haley. The Grey Man uscirà nelle sale il 13 luglio e sarà disponibile in streaming esclusivamente su Netflix il 22 luglio.

Avatar: la via dell’acqua, si va in profondità nella nuova immagine

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Una nuova immagine di Avatar: la via dell’acqua mostra un giovane Na’vi che nuota in mezzo a un branco di pesci alieni. Anche se non ci sono specifiche sul personaggio in questione, potrebbe trattarsi di uno dei figli di Jake e Neytiri, probabilmente una delle femmine, Kiri o Tuk.

Avatar: la via dell’acqua, il film

Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno all’oceano. Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena, eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film 3 volte vincitore di Oscar.

Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

MCU, la Fase 4 è una “reazione al trauma di Infinity War e Endgame”

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Il produttore di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Richie Palmer, si è recentemente seduto con Empire Spoiler Special Podcast (tramite Collider) per parlare del film e delle prospettive per il franchise del MCU.

Palmer ha rivelato che la Fase 4 del MCU è definita dagli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame poiché i personaggi provano emozioni diverse dalla loro lotta contro Thanos. Leggi la citazione completa di Palmer di seguito:

“La Fase Quattro è tutta una reazione – e non intendo da parte nostra come registi, intendo i personaggi… È una reazione al trauma di Avengers: Infinity War e Endgame. Stiamo ancora sentendo quegli effetti in questi film film anni dopo.”

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Mickey Rourke a ruota libera contro Tom Cruise: “Penso sia irrilevante”

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Mickey Rourke ha quattro cose da dire a Tom Cruise. Naturalmente il successo di Top Gun: Maverick al box office è una boccata d’aria per le sale e per l’intrattenimento al cinema, ma non tutti sono colpiti da Cruise e dalla sua capacità duratura di attirare il pubblico nei cinema.

Mickey Rourke, suo contemporaneo, prende di mira la star, in occasione di una apparizione  recente in Piers Uncensored usando parole forti contro l’attore di Top Gun: Maverick. Rourke ha detto:

“Questo non significa un c***o per me. Il ragazzo fa la stessa parte da 35 anni. Non ho rispetto per questo. Non mi interessano soldi e potere. Mi interessa, quando guardo lavorare Al Pacino, e i primi lavori di Chris Walken e De Niro. Il lavoro di Richard Harris, il lavoro di Ray Winstone. Monty Clift. Brando ai tempi. E un sacco di ragazzi che hanno appena cercato di farsi spazio come attori… Penso che [Cruise] sia irrilevante nel mio mondo.”

https://twitter.com/PiersUncensored/status/1546583619011051521?s=20&t=9TD5X7pbbpG4Gxe38ZMNmQ

A dispetto dell’opinione personale di Mickey Rourke, Tom Cruise è un attore molto solido e versatile, che in più di un’occasione, soprattutto all’inizio della sua carriera, ha dimostrato di poter affrontare qualsiasi ruolo e che ancora oggi è capace di offrire grande intrattenimento al suo pubblico. Cosa che non si può dire, oggi, di Rourke.

Shazam! Fury of the Gods, ci sarà anche Black Adam? Il regista risponde

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Con un post molto ironico, David F. Sandberg, regista di Shazam! Fury of the Gods, risponde al quesito che vorrebbe il Black Adam di Dwayne Johnson comparire in un cameo nel film con Zachary Levi. Ricordiamo che entrambi i film DC Comics saranno presenti al Comic Con di San Diego nel corso del panel dedicato alla Warner Bros.

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 21 dicembre 2022.. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy LiuMark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Thor: Love and Thunder, i concept di una Mighty Thor super muscolosa

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Era uno dei topic più gettonati prima che il film arrivasse e anche i concept parlavano chiaro: Thor: Love and Thunder ci avrebbe mostrato una Jane Foster ultra muscolosa, mentre impugna il martello di Thor.

I concept di Andy Park che vedete di seguito danno seguito a quello che is immaginava per il personaggio. Tuttavia, nel film Natalie Portman, pur essendosi chiaramente molto allenata per diventare Mighty Thor, mantiene l’armonia delle sue forme e del suo corpo, cosa di cui tutto il mondo è grato. Di seguito i concept:

https://twitter.com/andyparkart/status/1546887498030206976?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1546887498030206976%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthor-love-thunder-concept-art-natalie-portman%2F

Thor: Love and Thunder, leggi la recensione

Thor: Love and Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. Il film è uscito il 6 Luglio 2022.

Il film segue Thor (Chris Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il Macellatore di Dei (Christian Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria (Tessa Thompson), Korg (Taika Waititi) e dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie Portman) che, con stupore di Thor, brandisce inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor. Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and Thunder, un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, lo sceneggiatore non era d’accordo con l’idea degli alieni

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Lo sceneggiatore di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo David Koepp ammette che potrebbe essere stato un errore includere gli alieni nel sequel del 2008. A quasi due decenni da L’ultima Crociata, Spielberg e l’allora 64enne Harrison Ford hanno riportato sullo schermo l’eroe/esploratore/studioso, ambientando la storia durante la Guerra Fredda in cui il dottor Jones cerca il leggendario teschio di cristallo di Akator in Perù.

Il progetto mirava a riportare il franchise alle sue radici con il ritorno di personaggi come Marion Ravenwood (Karen Allen) e allo stesso tempo a prepararlo per il futuro presentando il figlio illegittimo di Indy, Mutt Williams (Shia LaBeouf). Tuttavia, Il regno del teschio di cristallo è in gran parte considerato la peggiore puntata del franchise, con un’avventura di caccia agli alieni priva di ciò che ha reso gli originali così amati. Ora, lo sceneggiatore del film si è aperto sulla controversa decisione di rendere il teschio del titolo quello di un extraterrestre dall’aspetto canonico.

In un recente episodio del podcast Script Apart, Koepp ha discusso dell’inclusione di esseri interdimensionali nel quarto film di Indiana Jones. Lo scrittore spiega di non essere mai stato necessariamente un fan dell’idea e ha persino cercato di convincere Spielberg e Lucas ad abbandonarla. Leggi la citazione completa qui sotto:

“Non sono mai stato contento dell’idea [di includere creature aliene in Il regno del teschio di cristallo]. Quando sono arrivato, ho cercato di convincere [il regista Steven Spielberg e il co-creatore del franchise George Lucas] a cambiarlo: avevo quest’altra idea, non volevano cambiarla.

“Non sto dicendo che il mio sarebbe stato migliore. Ma penso che gran parte del respingimento che ha avuto quel film, in un senso più ampio a parte le piccole cose che alla gente potrebbero non essere piaciute – che erano troppo sciocche o altro – quella più grande era che [i fan hanno detto] “Non pensiamo che gli alieni avrebbero dovuto essere in un film di Indiana Jones”. Abbastanza giusto, in retrospettiva, probabilmente avevano ragione [ride]”.

Intanto, Indiana Jones tornerà a breve per una quinta avventura.

Cosa sappiamo di Indiana Jones 5

James Mangold (Logan – The Wolverine) sarà il regista di Indiana Jones 5 al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni. Nel cast, oltre a Harrison Ford, ci sarà anche Phoebe Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in primavera.

Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita utile del film è il 30 giugno 2023.

Thor: Love and Thunder – Tutti gli dei presenti nel film

Thor: Love and Thunder – Tutti gli dei presenti nel film

ATTENZIONE: Questo articolo contiene spoiler del film Thor: Love and Thunder 

Il 29° lungometraggio MCU si distingue dai precedenti per l’enfasi posta alla sfera divina. Può sembrare scontato, con un protagonista come Thor (Chris Hemsworth), il Dio del Tuono. Tuttavia, il quarto film di Thor è molto più ”divino” dei precedenti, e non solo per l’eroe principale.

Il cattivo di Thor: Love and Thunder è Gorr (Christian Bale), detto ‘il macellatore di dei’ perché vaga attraverso l’universo con l’obiettivo di uccidere ogni creatura divina che incontra.  Con la sua potente arma, la Necrosword, Gorr è in grado di far fuori qualsiasi dio. Per fermare Gorr, al figlio di Odino serve una squadra particolarmente forte: Hemsworth si reca a Omnipotence City e qui incontra tante creature divine. Quante sono quindi, tra vittime e new entry, le divinità presenti in Thor: Love and Thunder? Scopriamolo insieme!

Thor il figlio di Odino

Thor Love and ThunderIl primo dio da citare è lui, il protagonista del suo quarto film da solista: Thor. Il personaggio Marvel  è ispirato alla mitologia norrena, come anche il resto della sua famiglia. Thor è il Dio del Tuono che, armato del martello Mjölnir, protegge il suo popolo. Il padre Odino è il re di Asgard e un guerriero feroce, mentre sua madre Frigga è una regina e una maga di talento. Suo fratello adottivo, Loki è il tempestoso Dio della Malizia. 

È da più di un decennio che Chris Hemsworth viene identificato con il Dio del Tuono del Marvel Cinematic Universe e ormai i fan conoscono bene il tragico passato del personaggio. Thor: Love and Thunder serve proprio a riattivare Thor che, dopo gli eventi di Avengers: Endgame, aveva abbandonato la carriera eroica ritirandosi a vita privata. Nel nuovo film, una minaccia particolarmente pericolosa lo spinge a tornare a lottare per il bene dell’universo: Gorr il macellatore di dei.

Rapu (il dio di Gorr)

Rapu GorrLa prima divinità a comparire sulla scena di Thor: Love and Thunder è Rapu. A differenza di altri dei presenti nel film, Rapu non ha una controparte nella mitologia reale ed è stato creato appositamente per il film. Inizialmente, Gorr prega il dio, ma le sue suppliche sembrano cadere nel vuoto, dal momento che vede sua figlia morire accanto a lui.

Poco dopo, Gorr incontra Rapu in un’oasi e scopre che la divinità a lui cara è in realtà una creatura crudele e insensibile alle sofferenze umane. In preda allo sconforto e pieno di rabbia, Gorr ruba a Rapu la sua arma, la Necrosword, e la usa per uccidere il dio.

Zeus

Zeus Russel CroweForse uno dei personaggi più attesi di Thor: Love and Thunder era quello interpretato da Russell Crowe. In realtà, Zeus appare molto diverso da quello che tutti si aspettavano. Anche nell’MCU, il padre degli dei della mitologia greca è uno degli esseri più forti dell’universo.

Complice la sua immortalità, Zeus è però diventato pigro e arrogante. Così, quando Thor chiede il suo aiuto per combattere Gorr, Zeus lo respinge e lo tratta con supponenza. Tuttavia, più avanti nel film il fulmine di Zeus si rivela un’arma incredibilmente potente nella lotta contro Gorr.

Hercules

Brett Goldstein filmNella scena dopo i titoli di coda di Thor: Love and Thunder, viene introdotto un nuovo personaggio. Si tratta di Hercueles, il semidio interpretato da Brett Goldstein. Dopo essere stato quasi ucciso dal Dio del Tuono con il suo stesso fulmine, Zeus è in cerca di vendetta e manda Ercole in missione per trovare e uccidere Thor. Anche se non è chiaro quando vedremo Hercules in azione nell’MCU, per ora il figlio di Zeus si presenta come una nuova minaccia per il figlio di Odino

Ercole è uno dei più grandi eroi della mitologia greca che, per ottenere l’immortalità e vivere sul Monte Olimpo con il resto degli dei, ha dovuto catturare un gran numero di terrificanti creature mitiche. Non stupisce quindi che nell’MCU sia lui a dover rintracciare Thor.

FalligarThor Love and Thunder Falligar Gorr

L’enorme mostro che vediamo in figura è un personaggio essenziale di Thor: Love and Thunder. Falligar è il dio protettore della Frontiera Galattica e un caro amico del Dio del Tuono.

Nel film, Thor spiega che nonostante la sua immensa dimensione e l’aspetto spaventoso, Falligar è in realtà un personaggio amichevole con tutti. A differenza di Rapu, esso non meritava di morire per mano di Gorr. Come Rapu invece, anche Falligar esiste solo nell’universo Marvel e in nessun’altra mitologia.

Lady SifSif in Thor love and thunder

L’attrice Jaimie Alexander ha scelto di tornare sul grande schermo prendendo parte a Thor: Love and Thunder come interprete di Lady Sif. Rimane poco sulla scena, ma Lady Sif svolge un ruolo importante nel film. Lady Sif si scontra con il Macellatore di dei e ne esce sconfitta (e privata di braccio) ed è colei che chiede per prima soccorso a Thor contro la minaccia di Gorr. Fortunatamente, Sif sopravvive: d’altronde, è una guerriera dell’MCU.

Nel film, la dea è molto diversa dalla sua versione nella mitologia norrena, in cui è protettrice della terra, della fertilità, dei raccolti e della famiglia.

Valchiria

Valkyrie Thor Love and ThunderIn Thor: Love and Thunder, Valchiria (Tessa Thompson) è uno dei più forti alleati di Thor nella lotta contro Gorr. In realtà, il vero nome di Valchiria è Brunnhilde, dea che, nella tradizione norrena come nell’MCU, è una delle Valchirie e una potente vergine guerriera.

Nei panni di Re, Valchiria è un ottimo sovrano per il suo popolo, un innovatore che ha trasformato New Asgard in un’utopia a misura di turisti, ma preferisce di gran lunga il campo di battaglia: la burocrazia non è ciò per cui è nata. E si vede.

Frigga (da giovane)Frigga Thor

In Thor: Love and Thunder, Rene Russo non ritorna a interpretare il ruolo di Frigga, la madre di Thor. Tuttavia, in un flashback del film compare una giovane versione di Frigga (Chanique Greyling). Mentre Korg racconta le avventure giovanili del Dio del Tuono, viene mostrata una giovane Frigga che va in battaglia con un piccolo Thor legato al petto.

Frigga è una potente maga e ha insegnato a Loki la magia asgardiana. Anche nella mitologia norrena, la dea era una forza da non sottovalutare, associata alla magia, al soprannaturale, alla chiaroveggenza e alla profezia.

HeimdallHeimdall

Nonostante la sua morte in Avengers: Infinity War, Heimdall (Idris Elba) fa una breve apparizione nella seconda scena post-credits di Thor: Love and Thunder. Il dio è colui che dà il benvenuto a Jane Foster nel Valhalla, l’aldilà dei guerrieri di Asgard. Dato che la sua onniveggenza continua a funzionare anche post-mortem, non sorprende sapere che il dio stia aspettando Jane.

Nella mitologia, il ruolo di Heimdall è molto simile: è il guardiano degli dei e ha l’importantissimo compito di vegliare su Asgard e proteggere il Bifrost. Probabilmente l’eroe non tornerà nell’MCU ma Thor: Love and Thunder  introduce suo figlio Axl. Egli ha ereditato i suoi poteri ed è pronto a prendere il suo posto.

Axl Heimdallsonaxl thor love and thunder

Con un sorprendente colpo di scena, Thor: Love and Thunder rivela che Heimdall ha un figlio e si chiama Astrid, ma preferisce farsi chiamare Axl. L’eroe è giovane, ma mostra già di possedere un potenziale simile a suo padre.

Anche se non riesce ancora a controllare completamente le sue capacità, Axl è fondamentale nell’aiutare Thor a salvare sé stesso i bambini di Asgard. Prima permette al Dio del Tuono di vedere attraverso i suoi occhi e di capire la loro posizione. Poi, nella battaglia finale contro Gorr, Axl combatté coraggiosamente e usa il Bifrost per riportare i bambini asgardiani a casa.

Dionisodioniso dio

Simon Russell Beale appare brevemente nella scena di Omnipotence City come il dio Dioniso. Nella mitologia greca, Dioniso è l’equivalente greco del romano Bacco. In quanto tale, è il dio del vino, dell’estasi e delle feste selvagge, è l’edonismo personificato.

È interessante notare che, anche se in Love and Thunder Zeus è accerchiato da un harem intorno a sé, nell’antichità Dioniso era noto per il suo seguito da una serie di figure femminili, le Menadi.

Omnipotence CityMoon Knight Black Panther

Ecco una lista di altri dei che si possono vedere a Omnipotence City:

  • Bao – Il dio dei ravioli cinesi. È un dio amichevole e allegro che sembra proprio un dumpling con una faccia da emoji. A differenza di tanti altri dei di Omnipotence City, non sembra essere minacciato da Thor e dai suoi alleati, anzi, è felice di vederli.
  • Vecchio Kronan – Mentre cammina verso il suo posto a sedere, Korg indica un dio che è seduto su un enorme trono, molto simile all’Iron Throne di Game of Thrones. Il trono è fatto di forbici perché, con un’ironica reference, sasso batte forbici.
  • Bast – Può essere vista a Omnipotence City di fronte a Jane e Valkyrie. Ricorda la dea felina della mitologia egizia e nell’MCU è anche la dea patrona del Wakanda. Dopo Thor: Love and Thunder, Bast avrà un ruolo più importante in Black Panther: Wakanda Forever.
  • Minerva – C’è anche la dea romana Minerva ed è molto più regale degli altri dei. Nella mitologia, Minerva è la dea della giustizia, della legge e della saggezza ed è rispettata dagli altri dei.
  • Artemide – Un’altra divinità greca appare tra i personaggi divini. Artemide è considerata la dea della caccia e degli animali selvatici. In molte culture è anche associata alla luna.
  • La Dea di Elche – Nei credits per la scena di Omnipotence City si parla di questa divinità. Probabilmente prende il nome dalla Signora di Elche, un antico busto che raffigura una strana dea pagana con delle ruote sulla testa. Alcuni l’hanno invece associata a Tanit, la dea patrona dell’antica città di Cartagine.
  • Il Dio Serpente (Kukulkan o Quetzalcóatl) – Nel Palazzo d’Oro di Omnipotence City, c’è un serpente gigante piumato che si attorciglia intorno a uno dei pilastri che sorregge il tetto. Si tratta senza dubbio di Quetzalcóatl o Kulkulkan, nome azteco e nome maya del dio serpente. Nell’antica credenza meso-americana, il dio serpente portava venti, pioggia e sole.
  • La Dea dei morti – Nei titoli di coda, appare una “Dea dei morti”. Considerando che nell’MCU Hela è la dea della morte, non è chiaro di quale divinità si tratti. Potrebbe essere MorriganAita, Persefone, la Dea TacitaProserpina, o anche Shiva.
  • Il Dio Jademurai – Nel Palazzo d’Oro appare una divinità interpretata da Kuni Hashimoto. Non è chiaro se il Dio Jademurai sia basato su una vera divinità o se sia una creazione MCU. Potrebbe anche essere la controparte di un dio giapponese.
  • Il Dio Pelliccia – Stephen Hunter di The Hobbit interpreta in Thor: Love and Thunder un dio pelliccia. Non si sa molto su di questa divinità, abbastanza marginale anche nel film.

Altri dei presenti in Thor: Love e ThunderLoki

  • Loki – Non sarebbe un film di Thor se non ci fosse nemmeno un riferimento a Loki. In Thor: Love and Thunder si scopre che il protagonista ha sulla schiena una serie di tatuaggi per le persone care perse. Il più importante è quello per Loki, il suo fratello adottivo. Il personaggio viene anche mostrato in un breve flashback.
  • Odino – Insieme al figliastro, nel flashback iniziale c’è anche Odino e, allo stesso modo, è incluso nei tatuaggi sulla schiena di Thor: il suo nome fa parte di una pergamena con i nomi dei cari defunti.
  • Regina Sequoia e Re Oaken – La regina Sequoia e il Re Oaken vengono uccisi da Gorr. La loro storia in Thor: Love and Thunder è simile a quella dei fumetti: sono i governanti di Glenglavenglade, il Giardino Eterno e sono tra le prime vittime di Gorr.
  • Hela -La sorellastra di Thor e la dea della morte viene citata in Thor: Love and Thunder. In teoria, Hela è morta in Ragnarok. Tuttavia, il pubblico non ha mai visto il suo corpo defunto ed è del tutto possibile che sia sopravvissuta e che ritornerà in futuro.
  • Ra – È la divinità più importante e potente nella mitologia egizia. Ra era il padre degli dei e di tutto il creato. Governa il sole, la luce ed il potere del re.
  • Il Dio di Fiori – In una scena, c’è un dio fatto di fiori che appare per pochi istanti. Non è chiaro chi potrebbe essere questa divinità e probabilmente è una creazione ad hoc per il film.
  • Aegir – In Thor: Love and Thunder la barca che gli asgardiani usano per andare a Omnipotence City si chiama Aegir. Nei fumetti, Aegir è invece il nome del Dio dei Mari di Asgard.

Hellboy: tutte le curiosità sul film di Guillermo Del Toro

Hellboy: tutte le curiosità sul film di Guillermo Del Toro

Celebre per opere dark fantasy come Il labirinto del fauno, La forma dell’acqua e l’imminente Nightmare Alley, il premio Oscar Guillermo Del Toro non ha mancato nel corso della sua carriera di dar vita anche a film tratti dai fumetti, ai quali ha naturalmente apportato il proprio inconfondibile stile. Se una prima incursione nel cinecomic è avvenuta con Blade II, dedicato al supereroe Marvel, ben più celebre è il lavoro svolto da Del Toro con Hellboy. Uscito al cinema nel 2004, questo è ispirato all’omonimo fumetto di Mike Mignola, divenuto negli anni un cult e pubblicato dalla Dark Horse Comics.

Questo fu per anni un progetto particolarmente ambito da Del Toro, che vedeva in Hellboy l’occasione per raccontare un mondo ricco di demoni, creature fatate e sentimenti che vanno al di là dell’umana concezione. Ad affascinare in particolare il regista messicano, però, vi erano i concetti filosofici alla base di quello che apparentemente appare essere un bizzarro racconto di supereroi. Hellboy, secondo Del Toro, è un film fortemente incentrato sulle scelte che si possono prendere e dalle quali si arriva ad una maggiore conoscenza di sé. Tematicamente profondo e visivamente ricco, questo è ancora oggi uno dei film più amati del regista.

Pur non essendosi affermato come un particolare successo al momento dell’uscita in sala, con il tempo ha guadagnato lo status di cult, venendo ancora oggi indicato come uno dei migliori film di supereroi, che offre una visione diversa da quello che è oggi il canone di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Hellboy: la trama del film

La storia ha inizio nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando alcuni agenti segreti nazisti e il loro alleato russo Gigorij Rasputin si trovano in Scozia per compiere un potente e oscuro rito magico, chiamato Ragnarok. Poco dopo aver aperto un portale per l’aldilà, con la complicità della fedele compagna IIsa von Haupstein e del mostro meccanico Kroenen, Rasputin viene interrotto dall’improvviso arrivo degli Alleati e risucchiato dal portale. Sebbene il rito sia stato scongiurato, dall’aldilà è stato sbalzato nella nostra dimensione un piccolo essere, simile ad un diavolo rosso, di cui il professore Trevor ‘Broom’ Bruttenholm si offre di prendersi cura.

Crescendo, la creatura soprannominata Hellboy diventa uno degli agenti di punta del misterioso ‘Istituto per la ricerca e la difesa del paranormale’ e considera Broom come un vero e proprio padre. Nel dipartimento viene trasferito anche il giovane agente dell’FBI John T. Myers, incaricato da Broom di assistere Hellboy e l’uomo anfibio Abe Sapien. Nel frattempo, i complici di Rasputin riescono a farlo risorgere dagli inferi e lo spietato negromante vuole concludere il rito, utilizzando i poteri di Hellboy. Hellboy, insieme a Myers, Sapien e alla piromane Liz Sherman, si troverà dunque a prendere decisioni particolarmente difficili, che definiranno il suo destino.

Hellboy: il cast di attori e altre curiosità

Per interpretare il celebre diavolo rosso protagonista del film vi è l’attore Ron Perlman, interprete ricorrente nella filmografia di Del Toro. Egli venne scelto dal regista come prima e unica possibilità per dar volto al personaggio, in quanto convinto che il particolare viso dell’attore si sarebbe ben sposato con il trucco previsto. Curiosamente, senza sapere della decisione di Del Toro, anche Mignola considerava Perlman l’attore perfetto per il ruolo. Per prepararsi a tale parte, Perlman lesse tutti i fumetti disponibili di Hellboy e si allenò per diverse ore al giorno, costruendo così un fisico particolarmente possente. Il fisico robusto lo aiutò inoltre a sopportare il peso del trucco prostetico che ogni giorno gli veniva applicato addosso.

Accanto a lui, nel ruolo dell’amata Liz Sherman, la quale ha la capacità di controllare il fuoco, vi è l’attrice Selma Blair, mentre Doug Jones, altro attore ricorrente nella filmografia di Del Toro, interpreta l’anfibio Abe Sapien. Rupert Evans, qui al suo esordio cinematografico, è invece l’umano John Myers. Nei panni di Trevor Bruttenholm, padre adottivo di Hellboy e suo mentore, vi è invece l’attore John Hurt, celebre per film come The Elephan Man, Fuga di mezzanotte e Alien. Completano il cast Jeffrey Tambon nei panni di Tom Manning, capo dell’Istituto per la ricerca e la difesa del paranormale, e Karel Roden in quelli del malvagio Grigoij Rasputin. Gli attori Ladislav Beran e Brian Steele danno invece vita alle creature Koenen e Sammael.

Hellboy cast

Hellboy: il sequel e il reboot

Ben accolto dalla critica e con un incasso a suo modo soddisfacente, Hellboy ha poi avuto un sequel nel 2008 dal titolo Hellboy: The Golden Army. Ancora una volta diretto da Del Toro e con Ron Perlman, Selma Blair e Doug Jones nei loro rispettivi ruoli, il film prosegue le avventure del diavolo rosso. Qui, in particolare, vengono ulteriormente approfonditi gli aspetti legati al destino di Hellboy, il quale sembrerebbe essere destinato a portare l’apocalisse nel mondo. Accolto in modo ancor più positivo rispetto al suo predecessore, il film è oggi giudicato come uno dei migliori film di sempre tratti da un fumetto. Con un finale a suo modo aperto, Del Toro aveva poi in programma di dar vita ad un capitolo conclusivo di quella che doveva essere una trilogia.

Tuttavia, a causa di difficoltà produttive, i piani per questo terzo capitolo vennero continuamente rimandati. Pur passando diversi anni, Perlman continuò a rassicurare che un nuovo film dedicato ad Hellboy sarebbe stato realizzato e che egli si batteva ogni giorno affinché ciò avvenisse. Pensato per essere più ambizioso e dunque più costoso dei primi due, Hellboy III ha però continuato ad essere rimandato fino a quando lo stesso Del Toro ha affermato che difficilmente tale film vedrà mai vita. Hellboy è però poi effettivamente tornato sul grande schermo con un reboot uscito nel 2019 con il semplice titolo di Hellboy. In questo il personaggio è interpretato da David Harbour. Il film è tuttavia stato un insuccesso, con i fan che avrebbero preferito vedere il terzo capitolo pennsato da Del Toro.

Hellboy: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Hellboy grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Amazon Prime Video e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 12 luglio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Come un gatto in tangenziale: trama, cast e sequel del film

Come un gatto in tangenziale: trama, cast e sequel del film

Sempre più mattatrice assoluta del cinema italiano, Paola Cortellesi ha negli ultimi anni regalato al pubblico alcuni dei suoi personaggi migliori e più memorabili. Nel 2017, prima del grande successo di Ma cosa ci dice il cervello, uscito al cinema nel 2019, l’attrice ha portato sul grande schermo il film Come un gatto in tangenziale (qui la recensione), anch’esso diretto da Riccardo Milani, e da lui scritto insieme alla stessa Cortellesi. Per la loro nuova collaborazione i due, solida coppia anche fuori dal cinema, si concentrano su una storia incentrata sullo scontro tra personalità provenienti da contesti completamente diversi, ponendo così a confronto la periferia con le zone più “altolocate” della città.

Il film segna inoltre il ritorno della brillante coppia cinematografica composta dalla Cortellesi e Antonio Albanese. I due avevano infatti già recitato insieme in Mamma o papà?, diretto sempre da Milani. L’idea per il nuovo film che li riunisce nasce in realtà da eventi realmente accaduti. Lo stesso regista ha infatti dichiarato di essersi trovato personalmente in una situazione simile a quella vissuta dal protagonista, senza ovviamente gli eccessi a cui questi va incontro. Da questa situazione egli ha così costruito un film ricco di sentimento, che supera le diversità per raccontare una storia in grado di emozionare e far riflettere su alcune problematiche sociali.

Campione di incassi al box office, Come un gatto in tangenziale è arrivato a guadagnare ben 10 milioni di euro, affermandosi come uno dei maggiori successi italiani dell’anno. Il film ha poi fatto incetta di premi, vincendo in particolare tre Nastri d’argento, tra cui quello per la miglior commedia. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo imminente sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Come un gatto in tangenziale: la trama del film

Protagonisti del film sono Giovanni, un ntellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale che vive nel centro storico di Roma, e Monica, ex cassiera di supermercato, che con l’integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Il loro incontro (o scontro) avviene grazie ai rispettivi figli, i quali hanno intrapreso una relazione sentimentale. I due genitori, pur profondamente diversi, manifestano però un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. Cominciando così a frequentarsi, Giovanni e Monica si trovano a scontrarsi con i rispettivi contesti, nei quali si sentono a dir poco come pesci fuor d’acqua.

L’uomo, abituato ai film impegnati nei cinema d’essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia, tra ragazzini urlanti, spintoni e cestini di pop corn che rotolano per terra. Monica, invece, da sempre abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, tra distese di corpi stipati come sardine e aerei che scaricano carburante sopra la testa, si ritroverà nella scicchissima riserva naturale di Capalbio, tra intellettuali, vip e improbabili conversazioni sull’arte contemporanea. Finché improvvisamente qualcosa tra di loro cambia. Entrambi capiscono di non poter fare a meno uno dell’altra anche se forse la loro storia durerà come un gatto in tangenziale.

Come un gatto in tangenziale cast

Come un gatto in tangenziale: il cast del film

Protagonista del film nel ruolo di Monica, Paola Cortellesi ha deciso per tale personaggio di sottoporsi ad una radicale trasformazione. Si è così sottoposta ad un trucco massiccio al fine di guadagnare diversi tatuaggi finti, un inedita capigliatura e una serie di piercing e accessori simili. Un look che le ha permesso di dar vita alla personalità sopra le righe e ai margini di Monica. Per costruire il carattere di questa, inoltre, la Cortellesi ha attinto molto dalle esperienze vissute durante la sua giovinezza, essendo lei stessa di origine borgatara. Accanto a lei, nel ruolo del figlio Alessio, vi è il giovane Simone De Bianchi. Le sorelle Pamela e Sue Ellen sono interpretate da Valentina Giudicessa e Alessandra Giudicessa. L’attore Claudio Amendola è invece presente nei panni di Sergio, ex marito di Monica e ora carcerato.

Antonio Albanese è invece l’interprete dell’intellettuale Giovanni. L’attore ha raccontato di essersi preparato al ruolo basandosi esclusivamente su quanto presente in sceneggiatura. Grazie alla sintonia con la Cortellesi ha inoltre potuto esaltare determinati aspetti del personaggio. In particolare, per dar vita al contrasto necessario, ha sottolineato qualità di Giovanni come la precisione, la pignoleria e il disgusto per ciò che esce dalla sua sfera di interesse. Nei panni della figlia Agnese vi è invece la giovane Alice Maselli. L’attrice Soia Bergamasco, invece, è presente nei panni di Luce, ex moglie di Giovanni ora residente in Francia, dove svolge con successo la sua attività. Nel film è poi presente con un cameo nel ruolo di sé stessa la celebre giornalista e conduttrice Franca Leosini.

Come un gatto in tangenziale: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film era facile immaginare che se ne realizzasse un sequel. Questo esplorerà infatti nuovi aspetti dei personaggi portando avanti la loro storia. Atteso per il 2021, questo ha come titolo Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto. Già intravista nel primo film, Coccia di Morto è la celebre spiaggia nei pressi di Fiumicino, giudicata come una delle peggiori di Italia. Ancora non si hanno particolari dettagli relativi alla trama, se non che questa si svolgerà a tre anni dagli eventi del primo film, con la relazione tra Monica e Giovanni finita rovinosamente. Ad interpretare i due iconici personaggi ci saranno di nuovo la Cortellesi e Albanese, mentre Milani sarà nuovamente regista.

In attesa di un nuovo sequel, è però possibile fruire di Come un gatto in tangenziale grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten Tv, Chili Cinema, Now TV e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 12 luglio alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

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